We grew up, now.

di Brinne
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Un centauro, o un fauno, o un rinoceronte. ***
Capitolo 3: *** Cose da grandi. ***
Capitolo 4: *** Sai cosa mi manca di casa, Peter? ***
Capitolo 5: *** Ed, confido in te. ***
Capitolo 6: *** Oreius stava tirando un sospiro di sollievo. ***
Capitolo 7: *** Il pius Eneas ***
Capitolo 8: *** Non prego da anni. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***



Edmund non era mai stato tanto felice di aver rotto la finestra a casa del Professore.
Erano scappati e si erano nascosti nell'armadio, proprio nello stesso che aveva portato Lucy a Narnia.
Entrando nell'armadio, erano stati incoronati Re e Regine di quel regno e ammettiamolo: tutti vorrebbero diventare sovrani attraversando un armadio.
Nessuna fatica, nessun precedente, ma tutto il diritto di essere Re.
Ad ogni modo, Cair Paravel era magnifica anche quella mattina e un sole caldo avvolgeva le mura del palazzo, illuminandolo di una luce bianca da farlo sembrare di zucchero.
- Ed, passami il mantello.- riscosso dai suoi pensieri, Edmund sorrise a Peter e gli porse il mantello.
Con il tempo aveva imparato a meritarsi il titolo di Giusto, era cambiato definitivamente e nessun dolcetto avrebbe più potuto tentarlo tanto da compiere un tradimento e per Ed questo era un enorme passo avanti.
Susan e Lucy erano cresciute, diventando sempre più simili alla mamma e per quanto fossero noiose e assolutamente donne, Ed e Peter avevano ammesso, una volta, che si erano fatte proprio belle. Difficile dirlo in faccia alle ragazze, ma poco importava.
Quattro bei sovrani.
- Ehi Ed, muoviti che ci stanno aspettando.-
Peter e Edmund, quando quest'ultimo si decise a vestirsi, uscirono dalle loro stanze e scesero nella Sala dei Troni, convocati dal signor Castoro.
Non c'era consigliere migliore di lui, a Narnia.
- Oh finalmente, vi eravate addormentati?- Lucy sospirò, incitando i fratelli ad avvicinarsi. - E' da un sacco che vi aspettiamo.-   
Lucy, a parte fisicamente, era cambiata: non era più la piccola e ingenua bambina che aveva scoperto Narnia, ora era sicura di sè e non si poneva nessun problema nel rispondere acidamente.
Secondo Peter era per l'età.
Secondo Susan era perchè Lucy era stufa di essere vista come la marmocchia da difendere.
Secondo Edmund era per differenziarasi più che poteva da Susan.
Di tutto ciò Lucy non si accorgeva.
- Forza, venite tutti qua vicino. Allora, ormai è arrivato il momento di svelare l'ultima parte della Profezia, ma prima: Lucy, so che è imbarazzante come domanda e probabilmente non vuoi rispondere davanti a Peter e Edmund, ma è di fondamentale importanza, ok?-
La ragazza alzò un sopracciglio, perplessa, ma poi annuì.
- Ti sei sviluppata?-
Ecco, questo è il genere di domande che nessuno vorrebbe sentire e le reazioni furono le più diverse: Lucy spalancò gli occhi, Susan non sapeva se ridere o imbarazzarsi, Edmund cominciò a tossire e le orecchie e le gote di Peter si infuocarono e poi, in quanto protettore (ruolo che si era assunto fin dall'inizio e che ribadiva in continuazione), mise una mano sulla spalla di Lucy e guardò malissimo il signor Castoro.
- Signor Castoro, non sono domande da fare a una ragazza, tanto meno alla tua Regina.- Peter non aveva intenzione di usare quel tono autoritario e un po' superbo, ma se ne rese conto solo a metà frase e quindi non riuscì a salvarsi in corner, tuttavia il castoro non se ne curò e non si offese.
- Peter, è imbarazzante per voi quanto lo è per me, ma è di fondamentale importanza. Allora?-
Lucy si portò le mani dietro la schiena, torturando il vestito e mordendosi il labbro, poi si decise a parlare: - Sì, mi sono sviluppata.-
- Fantastico!- esclamò il signor Castoro, battendo le mani e invitando i quattro Pevensie a sedersi.
- Ora dicci la Profezia, però.- Susan sorrise dolcemente alla sorella, la quale aveva assunto una tonalità rossa tendente al berdeaux.
- Allora, come tutti voi sapete, la Profezia dice che i quattro figli di Adamo e Eva, ovvero voi, avrebbero salvato Narnia eccetera eccetera, ma c'è un'ultima parte che Aslan mi ha detto di rivelarvi solo quando sareste tutti diventati uomini e donne.-
Edmund cercò lo sguardo dei fratelli e colse nei loro occhi la stessa tensione che animava il suo cuore.
L'ultima volta che il Castoro aveva parlato di una Profezia, Edmund era quasi morto, Susan e Lucy erano state costrette ad assistere a delle uccisioni e Peter aveva avuto un battesimo di sangue per condurre Narnia alla vittoria.
Non erano esattamente tranquilli, quindi.
- Vai avanti.- sussurrò Lucy, in trepidazione.
- Bene, la Profezia dice che vi attendono dei matrimoni e che da Susan e Lucy nasceranno coloro che distruggeranno definitivamente il Male: il figlio di Susan sarà dolce, e magnifico come Peter; il figlio di Lucy sarà valoroso, e giusto come Edmund.-
Ci misero un po', i Pevensie, a capire le parole di Castoro, e la prima ad arrivarci fu Susan, con un urlo.
- Che cosa?! Stai scherzando?-
- No.-
La ragazza osservò i fratelli, che intanto stavano via via prendendo consapevolezza e coscienza dell'accaduto.
- Sarebbe incesto!-






Allora, mi odiate? Forse fa schifo, ma voglio spaerlo da voi!
Ditemi se devo continuare oppure dedicarmi alla coltura di rape :D

Brinne

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Capitolo 2
*** Un centauro, o un fauno, o un rinoceronte. ***


narnia Susan ne aveva sentite parecchie, e viste altrettante, ma questa volta era diverso e dire che fosse sconvolta è davvero troppo poco.
Si appoggiò al letto, osservando Lucy misurare la stanza a grandi falcate. Non si era ancora ripresa, la sua sorellina, dalla domanda imbarazzante del signor Castoro e tanto meno dalla Profezia.
Come biasimarla?
- Credevo avessimo sconfitto la Strega Bianca tre anni fa.- disse poi, arrestando la sua marcia e regalando a Susan un dolcissimo sguardo stralunato alla Edmund Sai-Come-Sono-Fatti-I-Bambini.
Susan, da parte sua, non si era soffermata a pensare a questo fatto, presa com'era a  rimuginare su quella sorta di incesto che la Profezia benediva con la sua antichità, la sua serietà, la sua presunzione che in quanto profezia avrebbe dovuto essere ascoltata in ogni caso e se eventualmnte questo in ogni caso non fosse piaciuto (come era accaduto ai Pevensie) la conseguenza sarebbe stata il trionfo del Male su Narnia.
Detta così sembrava un ricatto, e probabilmente lo era.
- Beh forse non abbiamo estirpato completamente il Male da Narnia. Sai, tutte quelle storie di cui parla sempre Aslan: "il male alberga in ognuno di noi", "il male è sempre in agguato", "non lasciatevi tentare" eccetera...forse la Profezia intende questo.-
Lucy annuì, poi si buttò vicino a Susan. - Questo non scusa il fatto che Aslan pretende che ci sposiamo con Peter e Edmund!-
La piccola Pevensie si aspettava un sonoro: "Eccome!" da sua sorella, ma le rispose solo un silenzio carico di sottintesi.
- Susan?!-
La sorella maggiore sorrise, portandosi una ciocca castana dietro l'orecchio.
Intanto Lucy attendeva spiegazioni.
- Aslan non farebbe mai nulla che possa nuocerci, lo sai. E poi, considerando che le altre opzioni sono o un centauro o un fauno...-
- O un rinoceronte.- annuì Lucy, poco prima di intendere l'intera frase di Susan: - e questo cosa vorrebbe dire? Susan, a casa l'incesto è il peggiore dei reati, se non proprio il peggiore comunque è una cosa oscena! Non pensarci nemmeno.-
Discussero molto, le due Pevensie, ma non raggiunsero la soluzione tanto agognata: Lucy era convinta che non sarebbe più riuscita a guardarsi allo specchio, se avesse fatto qualcosa con Edmund, mentre Susan non voleva ritenere Aslan un pazzo ma ammetteva che anche lei avrebbe trovato sgradevole una qualsiasi effusione (per non dire altro) con Peter.
Ovviamente non era passato loro nemmeno per l'anticamera del cervello di coinvolgere in quella conversazione anche i fratelli, per ovvi motivi.
Passarono tre giorni e l'imbarazzo invece di scemare, aumentò e la tensione crebbe fino a rendere irrespirabili e invivibili le stanze dove c'erano anche i fratelli, i quali avevano parlato tra di loro ed erano allo stesso punto di Susan e Lucy.
Con la sola differenza che non avevano nessun problema a parlarne tra di loro.
Fu una di quelle sere calde e arieggiate che Lucy e Susan misero alla prova le loro ferme convinzioni, dovendo fronteggiare la realtà dei fatti.
Come ho già detto, faceva abbastanza caldo e dopo una giornata di lavoro, Peter e Edmund avevano deciso di lavare via la fatica nel mare limpido su cui dava la balconata di Cair Paravel.
Il Sole era una sfera infuocata sull'orizzonte tinteggiato di rosa e arancio, che rifletteva i suoi coloro caldi nel mare e finiva là dove la terra di Aslan cominciava.
Forse fu il panorama o forse qualche forza sconosciuta ad attirare le due ragazze proprio sulla balconata sopracitata.
Nel frattempo, gli uomini Pevensie si erano spogliati, mettendo in bella mostra tutto il ben di dio, cioè, il loro corpo temprato dalla scherma e dalla caccia, dalla guerra e dalla pace.
Ora capite bene che le nostre due donzelle constatarono sulla propria pelle che i loro due fratellini non facevano poi così schifo come avevano sostenuto fino a qualche ora prima e quando riuscirono a staccare gli occhi da quella celestiale ( e non esagero) visione, si sentirono davvero delle persone orrende.
Cercarono rifugio nelle loro stanze, ma nessuna delle due parlò per molto tempo, poi quella nuova Lucy, che avrete potuto constatare non essere più l'ingenua piccolina di famiglia, simulò una tosse e si decise a commentare ciò che era successo: - Va bene Susan, non dobbiamo preoccuparci: che male c'è ad ammettere che Peter e Edmund sono cresciuti, e anche piuttosto bene?-
Nel suo sguardo, Susan lesse il desiderio di essere assecondata.
- Sì, giusto...se non altro, se accetteremo mai di compiere la Profezia, i nostri figli saranno bellissimi, fortissimi, intelligentissimi, coraggiosissimi...-
- Sì Susan, saranno fantastici.-
Scese di nuovo quel silenzio carico di sottintesi che ormai aleggiava per Cair Paravel da ormai quattro giorni, ma nessuno si era ancora abituato alla sua presenza.
Susan e Lucy si scambiarono un'ultima occhiata ed entrambe arrossirono.
- Oh Cristo.- dissero, all'unisono.


So benissimo che è corto, ma dovete avere pazienza: devo introdurre la storia!
Innanzi tutto, grazie a tutti coloro che hanno recensito o letto la storia :)
cioccolata: Ahaha, grazie mille :D In realtà anche io ho sempre detestato l'incesto in ogni sua forma, ma non si possono non fare pensieri del genere sui quattro Pevensie!
Eccoti il seguito, e spero di non averti deluso :)
Lils_: Io. Ti. Sto. Amando. e non perchè hai recensito, non perchè mi hai fatto gli auguri di buon anno (anche a te, cara), non perchè non ti piace l'incesto, non perchè nutri false speranze per i Pevensie, ma perchè sei d'accordo con me sul fatto che non sono così messa male da dover coltivare rape :D Beh, su tutte le cose per cui non ti sto amando, comunque ti ringrazio! Ahaha
sweet_cullen: Oh, forse non mi sono spiegata bene: tutto il giro di parole che il signor Castoro ha trovato era un modo un po' più carino per dire che Lucy e Susan dovevano trombarsi (perdona il termine) i fratelli :P Grazie per la recensione!
QueenLucy: Aaaaaaaaah, grazie cicci! Sia perchè pensi che sia originale, sia perchè ti piacciono le cose originali e sia perchè attendi il seguito! Graziie millllllleeeeee :D

Grazie anche a chi ha aggiunto questa storia tra le seguite o preferite:
cioccolata
Eve_Cla84
Lils_
Miss_Rose
QueenLucy
spino
sweet_cullen

Tanto love,
Brinne.





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Capitolo 3
*** Cose da grandi. ***




Nonostante tutte le belle parole di Aslan, al momento dell'inconorazione, le guerre ai confini di Narnia erano continuate.

La terra di Archen era in subbuglio e a nord i Giganti volevano oltrepassare la frontiera senza permesso di soggiorno...cioè, questo era come Peter rendeva capibili le situazioni alle sorelle, ma la verità era che i Giganti erano intenzionati a riprendersi le miniere.
Ado ogni modo, Peter e Edmund erano stati costretti a prendere dei seri provvedimenti per impedire che si scatenasse il panico a Narnia, nonostante la situazone non fosse così drammatica.
Dopo la Strega Bianca nessuna situazione era drammatica.
- Forse dovremmo mandare Oreius con alcune truppe al fiume Shribble a tenere sott'occhio i loro spostamenti. Sono più veloci e arriveranno subito, i centauri.- Ed aveva aperto la mappa di Narnia e Archen sul tavolo dello studio, indicando il fiume con un dito e attendendo che Peter dicesse la sua.
- Oreius è già impegnato in Archen, non può andare ovunque.- osservò giustamente Peter, passandosi una mano tra i capelli e sbuffando, mentre il signor Castoro annuiva e parlottava con due leopardi.
- Posso precederti con il resto dell'esercito, non ci impiegheremo molto se siamo pochi.-
Poi, mentre discutevano di cose da grandi, sentirono un rumore di passi affrettati e prima ancora di vedere apparire sulla porta qualcuno, sentirono la presenza di quel silenzio imbarazzato (di cui vi ho accennato) tramutato in rabbia.
Sia Peter che Edmund lasciarono perdere la cartina e tutte le strategie militari che potevano adottare contro i Giganti, e ammutolirono in attesa della tempesta che non tardò ad arrivare, sotto forma delle ragazze Pevensie.
Lucy era furibonda e Susan aveva le gote arrossate, ma per la rabbia questa volta.
- Come vi siete permessi di escluderci?- sussurrò Lucy, e nonostante il suo tono fosse incredibilmente flebile, sembrava che tutta Narnia avesse potuto udire quel bisbiglio a fior di labbra, carico di risentimento.
Edmund scambiò uno sguardo impanicato con Peter, il quale alzò le spalle.
- Escludervi da cosa, esattamente?- chiese allora il maggiore dei Pevensie, spostando gli occhi ora su Lucy ora su Susan, la quale appoggiò una mano sulla spalla della sorella e fece un passò avanti, indicando la cartina ancora appoggiata sul tavolo.
- Da questo! Da quando voi due prendete decisioni da soli, si può sapere? Se Narnia è in pericolo, sono tutti e quattro i sovrani a dover risolvere la situazione e non solo Edmund il Giusto e Peter il Magnifico.- nel dire i due appellativi dei fratelli, Susan fece una smorfia e diventò ancor più rossa in volto.
Peter aggrottò le sopracciglia. - Cosa avremmo dovuto fare? Dirvi: "Ehi sorelle, ci sono un mucchio di problemi, voi pensate ai Giganti e noi andiamo nella terra di Archen?"-
- Esatto.-
Edmund scoppiò a ridere, poi, vedendo che nessun altro trovava la situazione esilarante quanto lui, tornò serio: - Ascoltatemi bene, Peter ha ragione: non andrete mai più a combattere, voi due. Vi ricordate cos'ha detto Babbo Natale? Lucy, parlo di quando ti ha dato il pugnale e la pozione: "Le battaglie diventano troppo ignobili, quando combattono anche le donne."-
Peter osservò compiaciuto il fratello, grato che avesse una simile memoria: - Già e a quanto ho capito, siete tutte donne ormai...insomma, l'hai detto tu, Lucy, e credo che Susan lo fosse già, quindi...-
- Ok, fermati Peter!- strillò Susan, allibita.
Probabilmente Peter credeva di essere simpatico, ma con le sue parole aveva fatto ricadere su Cair Paravel quel silenzio imbarazzante che tutti detestavano.
Anche Edmund sembrò sorpreso dalla frase di Peter, ma mentre Susan e Lucy erano scandalizzate e non ci trovavano nulla da ridere, Ed faceva di tutto per non congratularsi con il fratello per un'uscita del genere.
- Ad ogni modo, voi due rimarrete qui a Cair Paravel, e non mi interessa se vi sentirete inutili o cosa, non verrete.- riacquistando un certo contegno, Peter chiuse la questione con queste brusche parole, o almeno credette: Lucy si arrabbiò ancor di più e piccole stille di tristezza, o rabbia, cominciarono a sgorgarle dagli occhi, con sommo terrore di Edmund e Peter.
Ora, considerando i fatti, Lucy e Susan non avevano chiesto nulla ai fratelli riguardo quella cosa, credendo che entrambi fossero d'accordo con loro sul non fare quall'altra cosa, quindi immaginatevi lo stupore e...beh non so definire bene come reagirono e cosa provarono quando si sentirono dire da Peter e Edmund: - E poi abbiamo bisogno di sapervi al sicuro, se vogliamo adempiere alla profezia senza problemi. I nostri figli avranno bisogno di entrambi i genitori.-
Ovviamente le parole non furono esattamente queste, ci furono un sacco di pause, imbarazzi e una lunga seire di mmh e di cioè, ma il succo era il medesimo e di certo al reazione delle Pevensie non sarebbe cambiata di molto.
Nel frattempo, il castoro e i due leopardi avevano assistito alla scena con rinnovata fiducia: sembrava che Edmund e Peter, almeno loro, fossero d'accordo.
Si sbagliavano.
Oh come si sbagliavano: i due ragazzi non sapevano più che carta giocare e poi, tadan! Ecco che la Profezia tornava loro in mente e per una volta sembrava poter servire a qualcosa di utile.
Poi, come manna dal cielo, il signor Castoro e i leopardi uscirono dalla stanza, togliendo quella presenza inappropriata e permettendo ai quattro Pevensie di sfogarsi come meglio credevano.
Lucy e Susan erano sconvolte ancor di più, mentre i due ragazzi credevano di essere riusciti ad ottenere ciò che volevano, ma mancava ancora molto tempo per risolvere tutto e i Pevensie non erano che all'inizio delle loro torture.
Però, sembrò che quel giorno qualcuno avesse deciso di donare un po' di sale in zucca in più a Susan, la quale smise di disperarsi e ordinò a tutti di tacere.
- Ora basta, credo sia arrivato il momento di affrontare la situazione: sono stufa di tutte queste allusioni. Io e Lucy abbiamo parlato della Profezia e siamo dell'idea che non possiamo continuare così, vero Lu?-

La piccola Pevensie, ormai non più così piccola, non stava ascoltando: era immersa in qualche sua fantasia e fissava fuori dalla finesta dove il sole stava calando su Cair Paravel.
Oh beh, se volete proprio saperlo, Susan, non appena vide il tramonto, capì a cosa pensava la sua sorellina.
Pensava a quello stesso cielo sotto il quale lei e Lucy erano state complici nel guardare i fratelli fare il bagno.
Arrossirono entrambe, ma Peter e Edmund credettero che fosse di nuovo per la rabbia.
- Anche noi ne abbiamo parlato e crediamo che Aslan abbia esagerato, non possiamo farlo.- disse Peter, curioso di sapere cosa mai stesse osservando Lucy fuori dalla finestra. Non lo seppe mai.
Quella sera, per i quattro Pevensie, fu una grande passo avanti e fu come se un enorme macigno si levasse dallo stomaco.
Sospirarono e cenarono tutti insieme come un tempo.
Poi Peter sorrise, e Susan arrossì.
Ma questo non lo notò nessuno, nemmeno la ragazza stessa.

Occcccccccchhhhhhhheeeeeeeeeeeeeeei, allora?
Cioè, come diavolo faccio a non adorarvi tutte quante?? :D
Narniana95: Oh sì, non sei la prima nè l'ultima a deplorare l'incesto, come ho già detto anche io lo detesto: ma c'è qualcosa nei Pevensie che non me lo fa sembrare così orrendo! Giuro comunque che cercherò una scappatoia :D
Grazie ancora!
_ L a l a: Resistere? Non si riesce assolutamente! *si unisce  a _Lala e salta addosso a Edmund*. Beh, magari i figli saranno più abbordabili dei rispettivi genitori (mi faccio schifo da dola -.-) Ahaha, comunque grazie per aver recensito, carissima!
Lils_: Oh sì Lils, assolutamente! Ti amavo e ti amo tutt'ora ahahaha! Comunque, non riuscivo a esprimere, senza dover descrivere nei particolari (ma ci saranno, in futuro, i particolari che ci piacciono), il fisicaccio di Ed e Peter...così ben di dio è stata la cosa più ovvia e più vicina alla realtà che ho trovato! Grazie Lils, eccoti il seguito :D
QueenLucy: Aaaaaaah grazie :) Come dicevo a Lils, davvero non c'è altro da fare se non inchinarsi davanti alla bellezza celestiale dei ragazzi Pevensie e ringraziare la loro mamma per essersi impegnata così tanto! Ad ogni modo, sono felice che la storia ti piaccia!
Miss_Rose: Sì, quando ho visto di sfuggita il promo del primo film, sono rimasta delusa (allora non potevo capire che era un bene) perchè Peter e Edmund, ma anche le ragazze, non si attenevano troppo al testo di Lewis (pace all'anima sua *.*). Beh, ora non mi dispiacciono AFFATTO.
Sisi, incesto no, spero tu abbia letto altre risposte alle recensioni così non mi devo ripetere di nuovo: io detesto l'incesto, ma i Pevensie te lo tirano proprio dietro :D Comunque, grazie anche a te!

cioccolata: Sto sorridendo come un ebete davanti al pc nel leggere la tua recensione! Quasi quasi mi emoziono: la storia nei preferiti, io nei preferiti :D Per non parlare del fatto che credi che io abbia talento :') GRAZIE CIOCCOLATA AHAHAHA. No davvero, grazie di tutto!

ATTENZIONE: prossimo capitolo incentrato su Peter\Susan.   

Con affetto,
Brinne

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Capitolo 4
*** Sai cosa mi manca di casa, Peter? ***




- Non posso andare in battaglia? Voglio proprio vedere.-

Susan la Dolce, che di dolce non aveva nulla in quel momento, percorse il lunghi e ariosi corridoi di Cair Paravel diretta all'armeria.
Sapeva usare l'arco, questo è vero, ma in uno scontro ravvicinato sono ben inutili le armi a lunga gettata, quindi Susan si era messa in testa di dover assolutamente imparare a usare una spada, se non voleva darla vinta ai fratelli.
Se in più, oltre a non darla vinta, riusciva anche a non farsi ammazzare, tanto meglio.
La Pevensie sapeva, in cuor suo, che Peter e Edmund volevano solo il bene suo e di Lucy, ma se volevano proprio fare loro un favore potevano costruire una macchina (era la cosa che rimpiangeva di più Susan: quella non aver mai giudato), oppure potevano mettere in ordine di colore i vestiti e le scarpe, o portare loro la colazione a letto e tante altre cose di questo genere.
Ma non impedire che andassero in guerra.
Tsk, stupidi uomini.
Ora è necessario fare un salto indietro di qualche ora: eravamo rimasti all'allegra famigliola seduta a tavola che parlava e mangiava e scherzava come un tempo, ma entrambe le fanciulle non erano completamente domate.
Ad un certo punto, tra le risate generali per una stupida battuta di Ed, Lucy si era riscossa dal torpore e aveva detto: - Ahahahah, sì Ed molto divertente, che ne dici di raccontare quella in cui io e Susan veniamo con voi contro i Giganti?-
Ecco, capirete bene che calò di nuovo il silenzio, ma non quello imbarazzante che ormai era acqua passata, era più uno carico di tensione e di sguardi che correvano tra i quattro fratelli.
Due contro due, ovviamente.
Da qui, era ripartita la solita discussione e le due ragazze ne erano uscite ancor più furiose.
Detto ciò possiamo tornare alla cara Susan infiammata che andava su e giù per il castello con i pensieri di cui vi ho già parlato prima che le frullavano per la testa.
Non sapeva dove si fosse andata a cacciare Lucy, forse con il signor Tumnus a fare una passeggiata o forse rintanata nelle sue stanze e fare il sabba contro i fratelli, fatto sta che aveva abbandonato Susan alle sue ricerche dell'arma invincibile.
- Oh finalmente.- sussurrò la Pevensie, una volta arrivata all'armeria, che , incredibile a dirsi, era piena zeppa di armi.
C'erano una serie di scaffali da cui sporgevo bipenni, lance, balestre, spade, archi, asce, martelli e scudi, più una serie infinita di pugnali e coltelli e bolas.
Susan rimase stordita per qualche momento, poi si decise a entrare nella stanza. Varcata la soglia fu come trovarsi immersi in un'epica battaglia: forse era la quantità smodata di armi, forse erano i bagliori del metallo o forse era semplicemente la fantasia di Susan che galoppava alla ricerca di un nemico colossale da sconfiggere per provare a tutti che dolce non significa ingenua.
Fece molti tentativi, prendendo da principio una spadone troppo pesante che le faceva perdere l'equilibrio, poi una lama della lunghezza giusta ma troppo sottile di piatto.
Ci mise qualche mezz'ora a trovarla, ma poi la vide nel ripiano pià alto: era lucida (come appena pulita) e l'impugnatura era avvolta in cuoio nero.
Era imbarazzantemente semplice, e per questo perfetta per Susan.
La ragazza si arrampicò, stupendosi lei stessa per la sua agilità, e afferrò la spada, affrontando l'aria circostante in un duello all'ultimo sangue che Susan, proprio incapace, riuscì a perdere miseramente.
Nonostante ciò, riafferrò saldamente l'elsa e fece roteare la spada prima avanti a sè, e poi si girò di scatto.
Ora, potete immaginare la sorpresa quando l'aria bloccò la sua lama!
Quest'aria così audace poi cominciò a ridere, costringendo Susan a concentrarsi su di lei.
O su di lui.
- Che diavolo stai facendo, Sue?-
In quel momento, quando il limpido cielo del nord la fissò dagli occhi di Peter, Susan non seppe bene come reagire: doveva arrossire? Se fosse arrossita, Peter si sarebbe messo a ridere e le avrebbe detto di mettere giù la spada; doveva limitarsi ad annuire? Se avesse annuito, Peter avrebbe fatto un rapido moviemtno del polso e la spada le sarebbe caduta di mano; doveva scoppiare a ridere? Se l'avesse fatto, Peter le avrebbe comunque detto di mettere via la spada; doveva sorridere e abbassare gli occhi? Se l'avesse fatto, Peter l'avrebbe considerata debole.
Qualsiasi cosa facesse, c'era in ballo la reazione di Peter.
Avanti Sue, che ti importa di come reagirà?
La ragazza sorrise, ma non fece uno di quei sorrisi tipici per cui aveva merita l'epiteto di Dolce, no. Susan Pevensie ghignò.
Ghignò e cercò di intraprendere un duello con Peter, il quale aveva la spada sguainata.
Dico "cercò" perchè passò ben poco tempo prima che Susan si trovasse una spada puntata alla gola.
- Avanti Sue, smettila di giocare.-
- Non sto giocando, Peter. Lasciami in pace, chiederò a Oreius di aiutarmi con la scherma.-
Peter inarcò le sopracciglia.
- Oreius non c'è.-
- Mi arrangerò.-
- No.-
Susan sospirò, cercando di mantenere la calma e domandandosi perchè mai sua madre avesse deciso di avere prima Peter e poi lei: aveva avuto poca fantasia nel partorire un primogentio maschio.
- Sai cosa mi manca di più di casa, Peter?-
Il ragazzo, che aveva creduto di dover intraprende una lotta per convincere Susan a mettere via la spada, rimase stupito dal cambiamento di umore e di argomento della sorella.
- Cosa?-
Susan si portò le mani sui fianchi, alzando gli occhi al cielo. - L'emancipazione femminile, brutto idiota!-
Non attese una reazione e corse fuori dall'armeria con ancora la spada in pugno.
Nonostante Susan non abbia potuto vedere l'espressione sul volto del fratello, ve la racconto io perchè Peter era davvero, davvero da filmare.
Dunque, il povero ragazzo si stava preparando psicologicamente, pensando a qualche asso che poteva sfoderare tipo quello della Profezia, ma Susan poi se n'era uscita con quella frase del tutto fuori luogo, almeno così sembrava al giovane, e con un bell'insulto fresco fresco.
Preparato com'era a delle parole di tutt'altro genere, Peter non cambiò espressione per qualche secondo, rimanendo sul: "Sono Peter il Magnifico e ti devo proteggere", poi rendendosi conto del reale significato delle parole di Susan, mise la bocca a cuoricino e si corrucciò in volto, con ancora la spada a mezz'aria.
Ma lasciamo Peter e le sue paralisi facciali e torniamo a Susan, la quale aveva nascosto la spada sotto il suo letto per paura che potessero trovarla e rimetterla nell'armeria su ordine di Peter, e se ne andava per la spiaggia di Cair Paravel con una gigantesca nuvola nera che le aleggiava sulla testa, pronta a scatenare la sua tempesta su chiunque si fosse avvicinato troppo.
Quella frase che per Peter non aveva molto senso (
L'emancipazione femminile, brutto idiota!) si ricollegava ai pensieri che Susan stava elaborando in quel momento sulla poca fantasia si sua madre nel mettere al mondo come primogenito un maschio: infatti, nella concezione di Peter e di Narnia, il maggiore era il protettore e il Re Supremo.
Fandonie, a casa sarebbe stato un normalissimo studente con crisi di identità.
Badate bene, comunque: Susan non voleva ssolutamente tornare a Londra.
Il sole del mattino si rifletteva sulle vetrate di Cair Paravel, donando al castello qualcosa di divino e soprannaturale, mentre il cielo terso abbracciava tutta Narnia, fino alla terra di Archen e Calormen.
Se avesse potuto, Susan avrebbe ringhiato.
Ad ogni modo, la ragazza si sedette sulla riva sabbiosa, borbottando di tanto in tanto qualche cosa che nemmeno io riuscii a capire e che quindi non posso riportarvi qui di seguito, ma sono pronta a scommettere che erano insulti in direzione di Peter e di tutta la razza maschile narniana e del nostro mondo, perchè si sa: gli uomini sono uguali ovunque.
Per arrivare al succo di questa questione, sono costretta ad accelerare un po' i tempi di svolgimento, quando ormai il sole era quasi pronto per andare a riposare oltreoceano e la nostra Susan si era ormai abbrustolita per essere stata così tanto sotto quella sfera infuocata che tutto illuminava e tutto riscaldava. E tutto bruciava, per l'appunto.
A Cair Paravel, probabilmente, Lucy si stava lavando, e Emdund si stava svestendo dei suoi abiti da lavoro.
Peter magari stava dando mostra di sè a qualche centauro, dicendogli che era meglio se stava a casa al sicuro.
- Ce lo vedo proprio, che pretende di insegnare a un centauro come si usa una spada! Stupido Peter.- disse Susan, lanciando un sassolino nell'immenso oceano.
- In realtà, sono qui.- una voce calda e un po' amareggiata, accarezzò le orecchie di Susan, facendola sobbalzare.
Peter si era cambiato e indossava una morbida camicia scarlatta che si confondeva con i colori del cielo.
- Che vuoi?-
Il maggiore dei Pavensie osservò per qualche tempo la sua sorellina. - Io non voglio che tu e Lucy vi facciate male.-
- Allora dovevi impedire ad Aslan di incoronarci.- sibilò Susan, e  dico "sibilò" perchè in quel momento sembrava proprio un serpente a sonagli pronto ad azzannare il collo di Peter.
- Non potevo, ma posso impedire che vi uccidiate con le vostre stesse mani. Cosa credi che farei, se voi due moriste?-
Susan abbandonò, senza nemmeno accorgersene, la postura da serpente e osservò intenerità il fratello che in quel momento sembrava così indifeso.
Susan, con indifeso, non intendeva una persona non ingrado di difenfersi dai nemici, ma una persona che stava aprendo per la prima volta il proprio cuore di fratello e che mostrava le proprie paure, pur di non vederle realizzate.
- Ma che tenero, Peter. Se però ad andare a combattere siete tu e Edmund, come credi ci sentiremmo io e Lucy,qui a Cair Paravel senza vostre notizie?-
Peter circondò le spalle della sorella con un braccio, mentre Susan si appoggiava al suo petto largo e scolpito, ma, troppo presa da quel momento di intimità familiare, non sembrò notarlo.
E qui, se mi concedete un commento mio, oso dire: "Cretina! Sei spaparanzata su Peter e non ne approfitti O.O?"
Ora riprendiamo: il ragazzo baciò Susan sulla testa, sorridendo.
- Facciamo così: ti alleni con me e se mi sembra che tu sia abbastanza brava, potrai venire. Lo stesso vale per Lucy.-
Susan annuì, raggiante: - E va bene...scusami per come ti ho trattato.-
Dalla sua posizione, la ragazza sentì il petto di Peter vibrare e capì che il fratello stava ridendo.
- Mi chiedi scusa perchè ti manca l'emancipazione femminile e o per avermi dato dell'idiota?-
- Brutto.- mugugnò lei.
- Brutto cosa?-
Susan si tirò su a sedere, facendo il secondo ghigno della sua vita. - Ti ho datto del brutto idiota, non solo dell'idiota.-
Prima che Peter potesse ribattere, la ragazza si riaccoccolò e il suo fratellone non riescì ad arrabbiarsi, limitandosi a sorridere.
- Comunque, davvero ti manca  l'emancipazione?- disse, dopo un lasso di tempo indeterminato.
- Sì, e anche le macchine. Avrei tanto voluto prendere la patente e imparare a guidare.-
Dalla balconata di Cair Paravel, intanto, il signor Castoro e i due leopardi sorridevano e si stringevano le mani.
Forse ce l'avevano fatta, era solo questione di tempo.
Non so dirvi quanto rimasero in quella posizione, so solo che Ed e Lucy mangiarono da soli a cena, ma questo è un altro capitolo.


Alloooooora, spero di non aver deluso le vostre aspettative :D
Mi scuso per non rispondere a ognuno, ma oggi sono davvero tirata! Mi farò perdonare ;)
Grazie ancora tessori ^^

Brinne

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Capitolo 5
*** Ed, confido in te. ***





Lucy si era rintanata nelle sue stanze, proprio come supponeva Susan, ma non per fare i sabba contro i fratelli.
Se fosse stata a conoscienza dell'esistenza dei riti wuduu però, nessuno ci dice che non ne avrebbe volentieri usato uno.
Ad ogni modo, la più piccola dei Pevensie era anche lei furibonda, ma aveva pensato bene di sfogare la sua ira tra le mura sicure di camera sua, e non in giro per il castello, timorosa di dover se no incontrare Edmund o Peter  e i loro paroloni che di saggio avevano ben poco.
Il succo del discorso, avvenuto la sera prima, era che per i fratelli Lucy, oltre a essere una femmina (e questo lo dissero quasi con disgusto), era anche troppo piccola.
Ovviamente sembravano non ricordare che anche lei aveva avuto la su brava parte nella battaglia contro la Strega Bianca.
Ma la mente umana tende a dimenticare le cose sfavorevoli e tenere impresse a fuoco quelle che fanno comodo e i Pevensie erano, per l'appunto, degli uomini.
- Avanti Susan, dove tieni tutte le tue porcherie?- rovistando da cima a fondo nelle credenze e nei cassetti alla ricerca di trucchi o robe simili, Lucy non si accorse di quanto sarebbe stato imbarazzante se qualcuno l'avesse vista in quel momento, così piegata e indaffarata.
C'è da dire che la ragazza non aveva mai usato le porcherie di Susan e quel suo impellente desiderio di trovarle significava solo una cosa: o Lucy era impazzita, oppure si era davvero offesa per quello che avevano detto i fratelli e io opto per la seconda.
Certo, Susan le avrebbe fatto comodo averla con sè per eventuali consigli...la verità era che Lucy non aveva la più pallida idea di come usare le porcherie della sorella e rischiava davvero di fare un gran pasticcio.
Immaginate la prima volta che vi siete truccate, è venuto bene? Ecco, se la risposta è no, allora capirete come stesse Lucy; se la risposta è sì, o mentite oppure siete dei geni.
Comunque, quando trovò le suddette cose, Lucy si rese conto che non sarebbe bastato truccarsi: non poteva presentarsi a cena con la solita camicia e i pantaloni da maschiaccio, come faceva di solito.
- Ciao Lucy!- Susan Pevensie entrò di corsa nella stanza, e Lucy credette che avesse sentito le sue preghiere, ma quando si girò vide la sorella con una spada in mano. Al che, Lucy spalancò gli occhi, ritenendo che Susan aveva ben piùà problemi di lei in quel momento.
- Cosa stai facendo, di grazia?- chiese, alzandosi e avvicinandosi alla sorella, la quale stava nascondendo la spada sotto il materasso.
- La nascondo.-
- Sotto il mio materasso?-
- Sì, se arriva Peter e ti chiede qualcosa, dì che non mi hai ancora visto.-
Prima ancora che Lucy potesse chiederle perchè mai avesse portato una spada nelle loro stanze e l'avesse nascosta sotto il suo materasso, Susan scappò via e dalla sua espressione, la Pevensie capì che sua sorella era furente di rabbia.
- Oh, allora non sono l'unica.- disse, ironicamente.
Tornando al problema dei suoi vestiti, Lucy decise di prendere un abito di Susan. Sapete, uno di quello lunghi e dai colori più stravaganti, con il corpetto e le maniche larghe.
Vestita e truccata, dopo molti tentativi, uscì per andare a cena con un sorriso sfavillante sulle labbra.
Oh, Peter e Edmund si sarebbero accorti che la piccola Lucy era cresciuta.
Come se l'avesse invocato, Peter sgusciò fuori da un corridoio e andò incontro alla sorellina. - Lucy, hai visto Susan?-
Qui la ragazza si arrabbiò molto e non potete nemmeno immaginare quali e quante maledizioni scagliò contro Peter: avrebbe potuto dirle che stava bene, fare una faccia meravigliata e invece aveva detto: - Lucy, hai visto Susan?-
Un comportamento ignobile, ma Lucy non era fatta per arrendersi alla stupidità umana.
- No. Peter? Non noti nulla di diverso in me?- domandò, con lo stesso tono che scommetto avrete usato tutti almeno una volta nella vostra vita, dopo esservi tagliati i capelli.
Il ragazzo la osservò, poi si illuminò in viso: - Lu, hai di nuovo preso il sole, vero? Ti sei almeno protetta con la crema? Sei tutta rossa.-
Senza davvero più parole, Lucy lasciò il fratello in mezzo al corridoio.
Dal profondo del cuore, la ragazza sperava che il fratello non fosse davvero così cretino.
- Ed, confido in te.- bisbigliò, quando scorse Edmund già seduto a tavola.
Lucy entrò nella sala facendo molto rumore, tossendo, battendo i piedi ma il fratello non si voltò, preoccupato com'era a contare quante fette c'erano di arrosto.
Sì, non sto scherzando.
- Ciao Ed, com'è andata la giornata?- disse la ragazza, aprendosi in un sorrisone, mentre il fratello alzava distrattamente gli occhi su di lei.
- Bene. Dove diavolo sono gli altri?-
Il signor Castoro fece allora la sua entrata, dicendo che Peter e Susan non li avrebbero raggiunti a cena, e quindi di cominciare.
Non finì nemmeno di parlare, che Ed proruppe in un urlo di giubilio e Lucy credette fosse perchè era contento di stare un po' da solo con lei.
- Possiamo mangiare il doppio, Lu!-
No, definitivamente Ed non era meno stupido di Peter.
Mentre Lucy cercava qualcosa per punirlo che poteva assomigliare a un rito wuduu, Edmund smise di colpo di mangiare e si voltò verso la sorella, fissandola insistentemente.
Quando Lucy notò lo sguardo, nutrì la speranza che Edmund avesse notato il cambiamento.
- Hai qualcosa che ti impastriccia gli occhi, Lucy. Quando giochi con il signor Tumnus a travestirti, poi lavati la faccia.-
Questo era davvero troppo, per la nostra giovane amica e spero caldamente che nessuno di voi lettori abbia mai vissuto un'esperienza simile.
- Già...- si limitò a dire Lucy, per non fare una scenata.
Ma il ragazzo continuava a osservarla attentamente, senza più curarsi del cibo.
- Che c'è?-
- Vuoi un po' di budino?-
Edmund prese un po' del dolce sul suo cucchiaino e si avvicinò a Lucy e la ragazza fece nel giro di mezzo secondo i più diversi pensieri.
Lucy Pevensie conosceva molto bene suo fratello, e sapeva benissimo cosa significava la sua espressione.
- Edmund Pevensie, ci stai provando con tua sorella?- mormorò, socchiudendo gli occhi.
Presa com'era dalle sue fantasie, la ragazza non notò che l'espressione sul volto di Edmund cambiava irrimediabilmente, passando dal: sono il Sex Symbol di NarniaChe diavolo stai dicendo?.
Ma era troppo tardi, per la nostra Lucy, per salvarsi in corner: posò una mano sulla gamba muscolosa di Edmund e allungò il collo per stampagli un bel bacio sulle labbra.
Ora l'espressione di Edmund si tramutò da che diavolo stai facendo a che schifo.
- Sei completamente impazzita? Che diavolo ti passa per la testa? Hai preso di nuovo troppo sole, è per quello che sei così rossa. Avanti, vai a dormire.-
Non oso raccontarvi l'imbarazzo e la vergonga che animavano Lucy. La schiacciavano, la agitavano, la ribaltavano come una crepe.
La ragazza tolse la mano dalla gamba di Edmund, si alzò in piedi e si allontanò il più in fretta possibile, lasciando il fratello, ancora sconvolto, in balia della sua rabbia.
Lucy Pevensie conosceva molto bene suo fratello, e sapeva benissimo cosa significava la sua espressione.
O così credeva.

Allooooooora, voi mi fate commuovere: 10 recensioni ç___ç
Se devo essere sincera, questo capitolo mi fa abbastanza schifo, ma lascio a voi la sentenza!
Ahaha, aringrazio mille millanta volte tutti quelli che hanno recensito:
Narniana95
yuuki_love
Lils_
cioccolata
QueenLucy
 _ L a l a
Idiopatica
Miss_Rose
Marty_youchy
Elyssa Flaherty
e anche tutti colore che l'hanno messa tra i preferiti:
 _ L a l a
cioccolata
QueenLucy
starinlove
sweet_cullen

Spero davvero di non aver deluso nessuno!
Brinne.

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Capitolo 6
*** Oreius stava tirando un sospiro di sollievo. ***


 

Successe tutto in fretta, poi, e non ci fu più il tempo per rimuginare su quello che era accaduto e per stare dietro alla loro storia, non potrò divagare troppo in questo capitolo, ma spero capirete ugualmente.
Lucy non realizzò.
Susan non seppe.
Peter non intervenne.
Edmund non capì.
Di colpo, quelle stessa notte, era arrivata una richiesta di aiuto da parte di Oreius, che si trovava circondato da tutti i lati, arroccato su una collina mentre tutto intorno i nemici si radunavano con catapulte e torri e scale.

"Vostre Altezze,
La situazione sta sfuggendo dal mio controllo: i soldati di Archen ci hanno attaccato di notte infrangendo la tregua, e molti dei miei uomini sono morti. Siamo riusciti a riparare su una collina abbastanza proteggibile, ma sono più numerosi e hanno con sè torri, catabulte e scale.
Il tempo stringe, chiedo umilmente perdono per la mia incapacità nel gestire la situazione, ma per amore dei miei uomini devo chiedervi aiuto: sono perfettamente a conoscenza che i Giganti stanno causando problemi, ma vi imploro di portarci aiuto con le truppe che sono rimaste a nord e nei dintorni di Cair Paravel.
Stanno arrivando, non so quanto potremo resistere.
Oreius, il centauro"

Dopo un messaggio del genere, i Pevensie, senza che nè Lucy nè Susan avessero il tempo di allenarsi con Peter, come avevano promesso, sellarono i cavalli, mandarono ambasciatori per richiamare le truppe e partirono con la guarnizione che stava di stanza a Cair Paravel.
Ora è necessario accelerare i tempi: vi sareste annoiati a leggere i tre giorni che Pevensie & co. impiegarono per arrivare in vista della collina su cui Oreius cercava disperatamente di temporeggiare.
C'è solo da dire che Lucy e Emdund non ebbero il tempo materiale per parlare di quell'inaspettato e inappropriato bacio, mentre Susan e Peter poterono solo lanciarsi fugaci occhiate colme di significato, ma che noi non possiamo ancora spiegare perchè non nè abbiamo il tempo nè il diritto.

Ad ogni modo, giunsero alla piana citata da Oreius e poterono constatare con i propri occhi che la situazione era davvero disastrosa: dall'altra parte, oltre la collina in cui si erano arroccati i soldati di Narnia, catapulte e torri svettavano nell'azzurro del cielo; a ovest si vedevano i resti dell'accampamento bruciato e la terra nera intorno; al centro, Oreius e i suoi uomini.
- Hanno bisogno di noi.- sussurrò Peter, prima di partire al galoppo verso la collina.
Tutto era insolitamente calmo e se qualcuno avesse visto senza sapere, forse avrebbe pensato che il tempo si fosse fermato o forse che Narnia stesse giocando a fare la guerra, non avendo nulla da fare.
Sentirono il corno suonare, dall'altura, e seppero che Oreius stava tirando un sospiro di sollievo e i suoi uomini avevano rinnovata speranza.
Dopo venti minuti i Pevensie erano nella tenda con i generali e ascoltavano ammutoliti i dati e i numeri delle vittime.
- Quanti sono loro?- chiese Edmund, guardando l'accampamento avversario, avvolto nella nebbia.
Oreius lo raggiunse all'entrata della tenda e il suo sguardo spaziò su tutta la piana: - Quattrocento, forse cinquecento.-
Lucy spalancò gli occhi e Peter le mise un braccio intorno alle spalle.
- E voi?-
- Duecento, Vostra Altezza.-
Anche un bambino avrebbe capito che i narniani erano in inferiorità numerica, come succede sempre ai buoni delle favole, ma non era una differenza tremenda: si trattava di un'ottantina di uomini in meno.
- Cosa facciamo, Peter?- Susan cercò lo sguardo del fratello, sperando di leggervi qualche idea per poter far fronte al nemico e, in effetti, la trovò.
- Faremo un'incursione notturna per distruggere le torri e le catapulte, dopodiché ingaggeremo battaglia in campo aperto.-
Edmund tornò indietro, con la mano appoggiata sull'elsa della spada: - C'è una tregua da rispettare, Peter.-
- Beh, non mi sembra che loro l'abbiano rispettata.-
Nel momento stesso in cui parlò, usando quel suo tono un po' canzonatorio, Lucy si trovò a fronteggiare Ed per la prima volta e, mentre gli altri credevano di assistere a una discussione circa alle tattiche da utilizzare, lei e il fratello sembrarono rivivere tutta quella maledetta serata.
Nessuno dei due sembrava voler cedere, come se, abbassando lo sguardo, avrebbero accettato la cosa.
Ma era successo, e non importava se l'avrebbero mai ammesso, il ricordo era marchiato a fuoco su di loro.
- Lucy ha ragione, in guerra tutto è concesso.- disse Peter, facendo cenno a Oreius di ripiegare le mappe della piana e della struttura dell'accampamento nemico.
- In guerra e in amore tutto è concesso.-
Solo allora i Pevensie si ricordarono che il signor Castoro era ancora con loro, come un Cupido peloso e di cui Peter avrebbe volentieri fatto un cappello.
Lucy abbassò lo sguardo, lasciando vincere Edmund.
Susan si grattò la nuca, allontanandosi da Peter.
Peter alzò gli occhi al cielo, distogliendoli dalla schiena di Susan.
Edmund serrò la mascella, sbuffando all'espressione di Lucy.
Oreius ossevò le reazioni, non capendo.
Il signor Castoro sorrise, per quanto sia possibile che un castoro lo faccia.

Lo so: vi ho fatto aspettare, è corto, è brutto.
Mi dispiace così tttanto!
Comunque, grazie a tutti guuuuys :D
cioccolata
_ L a l a
Narniana95
Elyssa Flaherty
Miss_Rose
Marty_youchy
marte96
Lu Pevensie
starinlove
Ditemi se volete mettetemi alla gogna , perchè dopo un capitolo del genere me lo merito!

Brinne.









 

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Capitolo 7
*** Il pius Eneas ***




Gli odori della notte erano pungenti e fastidiosi e per la prima volta in vita sua, Peter Pevensie credette che a Narnia ci fosse qualcosa di sbagliato, che i profumi fossero troppo intensi.

Si mise l'elmo e sellò il cavallo, a osservarlo solo una Luna velata.
Non sapeva perchè, ma aveva il cuore pesante di brutti presagi e non riusciva proprio ad agire correttamente: impiegò molto tempo per allacciare le cinghie sul ventre del suo destriero e solo l'intervento provvidenziale di Oreius lo salvò da una crisi isterica.
- La nostra è un'avventatezza, Oreius.-
- Lo è stato anche affidarci a dei ragazzini contro la Strega Bianca, se mi permettete, mio signore.-
Peter si zittì e montò a cavallo, raggiungendo gli altri, già pronti e tesi.
Di fronte a loro si profilava la macchia scura dell'accampamento nemico e sottili fili di fumo si alzavano a intervalli regolari, dalle postazioni di guardia e, a dir la verità, Peter si trovò a pensare che quella fosse una mossa stupida da parte dei generali avversari: in poco tempo avrebbero potuto individuare tutte le sentinelle senza alcun problema.
Si abbassò la visiera, avvolgendo la spada in un panno di stoffa per fare in modo che non si sentisse il clangore del metallo, e presto venne imitato da tutti. Sapeva che Edmund, Lucy e Susan erano vicini a lui, forse non fisicamente, ma poteva percepire la loro presenza all'altezza del cuore.
Come siamo sdolcinati, Peter.
Forse è perchè stai per riprendere in mano le armi, ma le battaglie ti sono sempre piaciute, in fondo.
Sì, Peter Pevensie sapeva che le guerre erano una brutta faccenda, ma amava sentire le urla ed era inebriato da quella danza mortale che era costretto a ingaggiare per ore e ore senza momenti di tregua. Amava superare il proprio limite e barcollare e accasciarsi al suolo, stravolto.
Probabilmente era un piacere malato, ma a lui non importava troppo.
Si sistemò meglio sulla sella, poi cominciò la discesa dalla collinetta e ringraziò di avere con se delle creature della foresta in grado di non farsi sentire nè vedere e al confronto si sentiva un sacco di patate che rotalava giù dalla discesa, ma non ebbe molto tempo per compiangersi perchè presto tagliò la prima gola.
Ecco, questo era qualcosa a cui non si faceva mai l'abitudine e lo stesso valeva anche per il Re Supremo, che distolse lo sguardo dal corpo morente e caldo.
Vide i suoi compagni insinuarsi tra le tende e Peter li seguì, scendendo da cavallo e facendosi strada tra l'accampamento.
Presto, molto presto, sentì le prime urla e seppe che l'inferno era cominciato.
Non vide più i suoi fratelli e non volle pensare a loro, sapendo benissimo che il suo era un pensiero egoista: se fosse stato in pena per loro non sarebbe riuscito a ragionare lucidamente, e si sarebbe fatto ammazzare.
Si chiese quanto avrebbero impiegato, quelli di Archen, a reagire.
Sentì uno stridio e alzò gli occhi al cielo nero e vide tanti puntini che volavano verso le torri e le catapulte e davano fuoco a ogni cosa potesse nuocere a Narnia.
In quel momento, Peter seppe che Susan stava bene.
- Mio signore?- un fauno lo stava osservando e Peter si riscosse, facendogli cenno di seguirlo all'interno di una tenda.
Entrò e vide un uomo come lui sdraiato sul suo giaciglio, ignaro di cosa gli stesse per succedere e il Pevensie esitò di nuovo.
Una persona che fosse passata di lì per caso avrebbe potuto confonderlo per il pius Eneas.
- Mio signore?- ripetè il fauno, spazientito. Che il suo re si fosse ammattito?
Peter uscì dalla tenda e lasciò fare il lavoro sporco ai suoi uomini e chissà se loro avrebbero provato un po' di rimorso.
Era sempre stato così per Peter, prima di combattere: esitava per molto tempo e solo quando la situazione degenerava, si dava una mossa a reagire.
- Peter!- sentì il suo nome e vide Lucy che gli correva incontro, il viso sporco e i capelli incollati alla fronte.
Una bambina che giocava a fare la guerra.
- Cosa c'è?-
- Sono riusciti a riorganizzarsi nel lato ovest dell'accampamento.- disse quella, in un soffio.
Peter gioì, sapendo di essere così costretto a smettrla di uccidere nel sonno quegli uomini, ma di poterli affrontare da pari a pari.
In pochi minuti attraversarono l'accampamento ormai immerso nelle urla disperate di uomini che si erano visti privati dal sollievo del sonno.
Uomini che si erano visti privati del sollievo della vita.
Lucy correva vicino a lui e con orrore il Pevensie la vide piantare il suo pugnale nel petto di un uomo, senza esitazione.
Forse è più uomo lei di te, Peter.
Giunsero sul posto tra gli ultimi e videro Edmund disporre le truppe e impartire ordini agli arcieri, dietro le prime file. Peter decise di non intervenire nel lavoro del fratello e osservò il nemico: avevano reagito più in fretta di quanto pensasse e con terrore capì che affrontarli in campo aperto sarebbe stata un'inutile carneficina, ma ormai gli uomini scalpitavano per avere la loro parte nella storia.
Il loro muro di scudi era pù spesso, e la loro unica speranza era di riuscire a spezzarlo prima che potessero giungere i rinforzi di Archen.
- Ed, l'ala destra è debole.- stava gridando Susan, arrivata anche lei in quel momento.
Peter la guardò incoccare una freccia e portarsi vicino agli altri arcieri, prendendone subito la guida. Sembrava un'amazzone e il ragazzo non si meravigliò di vederla immensamente bella, anche se sudata e stanca.
Poi avvenne tutto molto in fretta e Peter fu costretto a dimenticare la sua pietas: i muri di scudi si scontrarono con un tonfo terribile e subito quello di Archen si spezzò e gli uomini di dispersero più presto di quanto il Pevensie avesse potuto sperare.
Si trovò coinvolto in un guazzabuglio lontano dall'esercito di Narnia con una manciata di soldati, ma non se ne preoccupò e si lasciò inebriare dai volti sofferenti dei nemici, dal dolore dei muscoli e dal sudore che gli bruciava gli occhi, mentre l'elmo lo soffocava in una morsa d'acciaio e l'armatura gli premeva sul petto come fosse una fornace.
Menò fendenti e mozzò teste, mentre la sua spada si impregnava di sangue e i suoi occhi si riempivano della strage che stavano commettendo le sue mani.
Presto perse la cognizione del tempo e si costrinse ad alzare gli occhi al cielo, scoprendolo schiarito, mentre l'orizzonte si tinteggiava nella luce del giorno nascente.
In quell'attimo di distrazione un abitante di Archen riuscì a colpirlo con  lo scudo, facendo un ampio movimento del braccio dal basso verso l'alto e andando così a colpire Peter sotto il mento.
Il ragazzo indietreggiò, sentendo la bocca riempirsi del sapore amaro e metallico del sangue e in un attimo fu circondato dai suoi fedeli soldati, che lo allontarano dalla mischia. Tossì e sputò, poi si ripulì il mento insaguinato.
Cercò con gli occhi i fratelli, ma vide solo centinaia di puntini che correvano, urlavano, morivano.
- State bene?- chiese un orso e Peter annuì, cercando di sorridere al suo indirizzo.
Non fu proprio un bello spettacolo.

Si unì nuovamente ai compagni, con i sensi un po' più annebbiati e per quanto desiderasse poter dare la colpa alla ferita, sapeva che era colpa della stanchezza e come lui, tutti i narniani stavano cominciando a sentire gli arti appesantirsi e presto anche sollevare la spada divenne difficile e immensamente stancante.
Si trovò a sperare nella venuta di Aslan. Dov'era in quel momento?
Si era dimenticato di Narnia?
Si concesse di appoggiarsi alla spada per riprendere fiato, poi individuò le insegne regali e capì che se voleva davvero avere riposo, doveva raggiungerle.
Si fece strada tra i nemici e gli alleati, senza più riuscire a distinguerli, e presto arrivò a portata di mano dal re della terra di Archen e si trovò a fissare gli occhi scuri del suo vecchio alleato, il re Durius.
Che cosa era successo?
Come era giunti a questo?
Durius lo vide e abbassò la spada. - Re Peter.- sussurrò solo, e il ragazzo gli si avvicinò, sapendo benissimo che non gli avrebbe fatto del male, non ora.
- Che stiamo facendo, amico mio?- chiese Durius, sorridendo.
Peter si fece abbindolare da quella smorfia di gentilezza e rimise la spada nel fodero, mentre il mondo intorno a lui, ignaro, continuava a farsi la guerra. - Speravo me lo dicessi tu, Durius.- allora anche il Pevensie sorrise, tendendo un braccio verso il giovane re che aveva di fronte.
Quello strinse la mano di Peter e lo attirò in un abbraccio. Dietro di lui la vista del Pevensie era bloccata da cinque soldati di Archen, escludendolo dal resto della battaglia.
E forse, Peter provò sollievo per questo.
- Mi spiace così tanto, Peter. Avanti, richiama i tuoi uomini e tornate in pace a Cair Paravel. Deponi qui la tua spada e il tuo scudo, non ti serviranno.-
Serpe velenosa, ammalii Peter.
Il ragazzo continuò a sorridere, e si slacciò lo scudo dall'avambraccio, facendolo scivolare a terra, ma poi un urlo lo raggiunse: - Mio signore!-
Peter si voltò e vide Oreius che gli indicava l'est.
Il Pevensie ci mise un po' a focalizzare la sua attenzione e più di una volta dovette sbattere le palpebre per riuscire a vedere non sfuocato, ma quando ce la fece, quando le goccioline di sudore decisero di lascargli un po' di tregua, il suo cuore si riempì di gioia: erano arrivati i rinforzi.
Non che servissero più, oramai.
Si voltò raggiante verso Durius, il quale era una maschera indecifrabile. Poi vide i cinque soldati che gli avevano impedito la vista correre a dare man forte agli alleati e in un attimo tutto crollò.
Per prima cosa, seguì i soldati con lo sguardo, senza capire perchè mai andassero a comabattere.
Per secondo, vide il volto di Durius contrarsi nel terrore.
Poi si decise a voltarsi e a osservare oltre le spalle del re.
Si sentì morire.
Non ebbe il cuore di continuare a guardare.
Non ebbe il cuore vedere quell'immensa spada conficcata in un esile corpo come quello di Lucy.
Lei era ancora viva e lo guardava implorante, inchiodata a terra e con gli occhi colmi di dolore.
Dolore per la ferita o per ciò che le accadeva intorno?
Fu un movimento rapido e fluido, e Peter riafferrò lo scudo e sguainò la spada.
Niente pietà verso i traditori e dallo sguardo del giovane, Durius capì che Archen avrebbe presto eletto un nuovo re.


Beeeehhhhhh, grazie per le recensioni e con questo (sperando di non essere stata troppo cruda) vi imploro di perdonarmi per quello di prima!!!
Grazie di nuovo a tuutti, spero vi piaccia e di riuscire a rispondervi :D

Tanto love,
Brinne.

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Capitolo 8
*** Non prego da anni. ***




Sentì Peter urlare come un pazzo e all'inizio Edmund sorrise, pensando che il fratello avesse ritrovato quella sua goia malata e selvaggia nel combattere da cui si dissociava, poi udì la carica dei suoi alleati e poi si perse nuovamente nella mischia.
Qualche volta, di sfuggita, intravide Susan e gli sembrò sempre incolume e nel pieno delle sue forze, così come Oreius e il signor Castoro.
Ma dopo, oh sì, dopo Edmund credette di morire.
Non capì subito cosa stesse accadendo e si domandò cosa aspettasse Lucy a rialzarsi da terra, circondata com'era dai nemici, ma nemmeno per un secondo lo sfiorò l'idea che forse la sua sorellina non fosse in grado di farlo.
- Lucy! Alzati, porca miseria.- urlò, con gli occhi fuori dalle orbite e la gola bruciante di sete e graffiata dalle polveri, ma evidentemente Lucy non potè sentirlo e la sua voce venne sovrastata dai rumori della battaglia.
Sbattè le palpebre, infastidito dalla luce del Sole, che ormai brillava vincitore contro le tenebre della notte trascorsa nel sangue. Si voltò, sentendo una lama vibrare alle sue spalle e di nuovo fu costretto a dimenticarsi di chi era, perchè era e come era.
Fu di nuovo un animale in balia dei suoi istinti da rabbia, vendetta e sopravvivenza ed Edmund il Giusto era solo un pallido ricordo.
- INTORNO AL RE, INTORNO AL RE!-
L'avversarsio con cui Edmund stava combattendo abbassò la lama nel sentire quel richiamo e anche il ragazzo cercò la fonte di quel rumore, con il terrorre che il re fosse suo fratello a divorargli le ossa.
Non impiegò molto a raggiungere le insegne reali di Archen e quando vide Peter con lo sguardo colmo di un odio che mai era appartenuto al maggiore dei Pevensie, e la sua spada grondante e il corpo ancora caldo e scosso dalle convulsioni di re Durius, comprese che il sovrano attorno cui stringersi era un altro.
Sospirò di sollievo, ma perchè Peter non faceva lo stesso?
Perchè continuava ad ansimare e a stringere convulsamente l'elsa?
La guerra era finita.
Oh no Edmund, la tua guerra è appena iniziata.
Raggiunse il fratello, posandogli una mano sull'avambraccio e strappandogli la spada. - Peter, calmati.-
Cercò di mettere tutta la dolcezza e la sicurezza che era in grado di dare, in quella parole, ma il fratello aveva lo sguardo perso e fisso oltre le insegne e sembrava soffrisse e nel tempo stesso avesse bisogno di quella misteriosa visione che tanto lo dannava.
Edmund si voltò e in un attimo assunse la stessa espressione di Peter, ma l'odio che crebbe in lui era di portata talmente superiore da farlo boccheggiare a terra, mentre cercava di respirare.
Alzò di nuovo gli occhi e si riempì la mente di quell'immagine funesta, troppo debole per andare da Lucy e accompagnarla in quel suo ultimo viaggio.
Edmund Pevensie sapeva di essere un codardo.
Non il ricordo della Strega Bianca, non quello dei lupi, non quello di Aslan, ma gli occhi lucidi di Lucy gli diedero la forza di alzarsi e trovare il coraggio di avvicinarsi a lei.
Non seppe mai se anche Peter e Susan si fossero avvicinati in quel momento, ma non gli importava.
Aveva occhi solo per la spada che costringeva Lucy a terra e le provocava tutto quel dolore e quella sofferenza.
- Lucy...- mormorò, inginocchiandosi vicino a lei e portando le mani tremanti vicino alla spada con l'intento di toglierla e liberarla da quel demone, ma poi ci ripensò e le prese una mano, ghiacciata.
Gli occhi vitrei della ragazza lo guardarono senza vederlo, cercarono la fonte di quel suono senza trovarla. - E-ed?- biascicò, agitandosi e provando ad alzarsi, ma le braccia forti di Edmund e la spada glielo impedirono.
- Sono qui, Lu.-
No, Edmund stava nuovamente mentendo: lui non era lì con lei, lui non riusciva ad abbassare gli occhi sulla ferita, lui era da un'altra parte, in un altro tempo, quando l'idea di una guerra era lontana anni luce e la morte era una cosa talmente estranea da scherzarci sopra.
- Avrei voglia di quel budino al cioccolato che mi ha offerto l'altra sera...alla fine non l'ho mangiato.- disse Lucy, aprendosi in un sorriso che si trasformò presto in una smorfia di dolore.
Non si era ancora lamentata e anzi, si stava preoccupando del budino.
Edmund si passò una mano sugli occhi, poi si alzò da terra e si inchinò per prenderla in braccio, incurante della stanchezza e dei muscoli che protestavano.
Non aveva idea di come poterla salvare e non sapeva se esistesse davvero un modo, ma l'idea di lasciarla lì a morire gli dava il voltastomaco.
Lucy non era fatta per le guerre e per il dolore.
Ma Lucy ne era dentro fino al collo, ora.
Sentì dietro di sè dei passi e dei respiri pesanti, e seppe che Peter e Susan lo stavano seguendo a religiosa distanza, mentre tutta Narnia sembrava poter udire il suo muto urlo di dolore e frustrazione.
E probabilmente era così.
- Mettetela qui, mio signore.- appena entrato nella tenda adibita ad infermeria, la signora Castoro si era avvicianata e aveva fatto cenno a Edmund di appoggiare Lucy a un lettino.
Di malavoglia, il ragazzo fece ciò che gli era stato chiesto, ma non accennò ad allontanarsi. Una mano gli si posò sulla spalla.
Peter e Susan erano arrivati.
La signora Castoro si avvicinò ad un armadietto e ne etrasse bende e acqua pulita, poi tornò da Lucy e guardò con una smorfia la ferita slabbrata che era ora in bella mostra dopo aver estratto la spada.
- Puoi fare qualcosa?-
- Un miracolo?- ribattè lei, senza il coraggio di toccare ulteriormente il corpo di Lucy. - L'ultima possibilità che ci rimane sta nella pozione della Regina Lucy, ma se quella non funziona...beh allora potete solo pregare.-
- Non prego da anni.- rispose Edmund brusco, mentre la mano di Peter si serrava con più forza sulla sua spalla. Sentì distintamente un singhiozzo di Susan, ma non si voltò, come se, girandosi, avrebbe mancato di rispetto a Lucy.
La signora Castoro sbuffò, poi tornò con la bottiglietta che Babbo Natale aveva regalato a Lucy, ma si bloccò con gli occhi spalancati.
- Non servirebbe a nulla, piccola amica.-
Ed non ebbe la forza di girarsi, sapendo che se lo avesse fatto sarebbe saltato al collo di Aslan per ammazzarlo.
Arrivava ora?
Ora che tutto era finito, concluso, perduto?
Il ragazzo strappò la fialetta dalle zampe della signora Castoro e si avventò su Lucy, aprendole delicatamente le labbra e facendovi cadere una goccia di pozione. - Edmund, è troppo tardi.-
- Lei non è ancora morta.- provò a dire Susan, con voce spezzata.
Aslan si mosse, portandosi al fianco di Edmund e osservando Lucy con i suoi grandi occhi indagatori. - No, ma la ferita è troppo profonda.-
- Babbo Natale ha detto che avrebbe guarito qualsiai ferita.- sbottò Peter, lasciando finalmente la spalla di Edmund, il quale fece cadere un'altra goccia tra le labbra di Lucy.
- Nemmeno Babbo Natale può andare contro il destino.-
A quel punto, Edmund non riuscì più a trattenersi ed esplose come un vulcano che a lungo ha riposato: - Destino? Proprio tu vieni a parlarci di destino? Tu che ci imponi profezie assurde e che arrivi sempre quando è ormai troppo tardi? Hai detto di amare Narnia e ancora una volta Narnia ha dovuto combattere da sola. Lucy sta morendo, riesci a capirlo o per te era solo un'altra pedina?-
Aslan soffiò e se Edmund fosse stato più attento avrebbe visto gli occhi del grande leone rabbuiarsi, ma il ragazzo non era in sè.
- Lucy vivrà di nuovo nella mia terra.-
- Beh, io invece non vivrò senza mia sorella, su questa terra.- sentì le lacrime pungergli gli occhi e, per la prima volta in vita sua, non si preoccupò di ricacciarle indietro.
Il leone rimase in silenzio, continuando a fissare Edmund negli occhi, poi scostò lo sguardo, portandolo su Lucy.
- Non per le tue parole, ma per l'amore che provi verso Lucy, tua sorella vivrà.- Aslan soffiò sulla ragazza e subito i Pevensie videro la smorfia di dolore sciogliersi e la ferita rimarginarsi, mentre ancora Edmund stringeva la mani affondando le unghie nei palmi.
- Vieni Ed, lasciamola riposare.- sussurrò Susan, prendendo il fratello per un braccio e tirandolo fuori dalla tenda.
Uscito, Edmund guardò la piana dove si era svolta la battaglia e la vide disseminata di corpi.
Quanto altro dolore doveva patire Narnia, prima di giungere finalmente alla pace?
Quante altre volte Aslan sarebbe dovuto intervenire per porre rimedio ai disastri degli uomini?
Osservò la disperazione aleggiare tra l'esercito e rinchiuse il sollievo per la salvezza di Lucy in un angolino del suo cuore.
Non avrebbe permesso al dolore di scalfire quella gioia.


Allora? Che ne dite?
Stiamo ormai volgendo al termine della storia e spero vivamente che vi sia piaciuta, fino ad ora.
Noto che le recensioni sono calate e mi dispiace che gli ultimi capitoli non siano più all'altezza delle vostre aspettative!
Beh, ringrazio ovviamente i se che hanno recensito e tutti coloro che l'hanno aggiunta tra i preferiti, seguite e ricordate :)
Giuro che cercherò il tempo di rispondere alle recensioni, ma ultimamente sono un po' tirata con i tempi.
Fatemi sapere, carissimi\e
UN'ULTIMA COSA: mi sto cimentando in una originale, se avete tempo datele un'occhiata qui
Con affetto,
Brinne.


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