Life or Death?

di _YeongWonhi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: INIZIO MISSIONE ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: PRIMO FALLIMENTO ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: ESTERNARE I SENTIMENTI? CHE COSA DIFFICILE! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: INTRUSIONE ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: SENTIMENTI ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: VERITà ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: PARTENZA ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: STRANEZZE E PIACERI ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: LA COLPA è SOLO MIA ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: PERCHè IO LO AMO ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: L'INTUITO INFALLIBILE DI BILL KAULITZ ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: IMPAZZIRE ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: SICUREZZA ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: UN SENSO ALLA MIA VITA ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: OSPITI INATTESI ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: FINALE....A SORPRESA!...Muahaha ***
Capitolo 18: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: INTRODUZIONE ***


CAPITOLO 1:

 

La mia vita non è mai stata tranquilla,e non lo sarà mai. La scelta di ciò non è toccata a me,sono nata e cresciuta sapendo che il mio futuro è nelle mani di altre persone,che la mia vita dipende dalle scelte altrui. Ma in fondo è ciò che sono,non tanto ciò che faccio. Perché io sono una delinquente,o peggio,tutto dipende dall’incarico che mi viene affidato. Per ora ho il compito di uccidere,più precisamente di uccidere Bill Kaulitz. Questo è il nome che mi è stato detto giusto una settimana fa,io mi sono già messa al lavoro e devo ammettere controvoglia che non è per niente facile. Da quel che ho capito si tratta di un cantante di una band tedesca,il motivo per cui lo devo fare ancora non mi è chiaro,e dubito che prima o poi lo capirò. Io non devo fare domande,io non mi devo intromettere,io devo eseguire e basta. Sin da piccola mi hanno addestrato per compiere atti illegali,a partire dalle cose più semplici come rubare,alle cose più difficili come uccidere,anche se fino ad ora non ho mai dovuto farlo,ma a quanto pare è giunto il momento. Non amo molto ciò che faccio,ma altrimenti non sarei ancora viva. Mio padre fa parte di qualche associazione illegale,della quale non vuole mai dirmi niente,e se ci tengo alla mia vita mi conviene solo obbedire agli ordini. Per quanto riguarda mia madre non so nemmeno se è viva o morta,non me ne hanno mai parlato,e,ovviamente,non posso fare domande su ciò. La mia vita è un vero schifo,ormai sono priva di sentimenti,l’unico che riesco a provare è la sofferenza permanente. Posso stare tranquilla che da quella non verrò abbandonata. Sono cresciuta senza andare a scuola,mio padre mi faceva avere lezioni private da vari insegnanti,tutti maschi. E la cosa non mi è mia piaciuta,a volte li vedevo tutti insieme che confabulavano con mio padre,e mi hanno sempre spaventata. Ho paura! Paura di qualsiasi cosa. Paura della mia nuova missione,non ho mai ucciso prima d’ora,e,se non portassi a termine la missione, verrei uccisa nel peggiore dei modi. Ma non posso avere paura,mai. E così la paura si tramuta in una barriera che impedisce al terrore di influire in ciò che devo fare. Come sempre d’altronde.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: INIZIO MISSIONE ***


 Kyara Agatha Mainlander: Tesorooooooooooo,eheheh l'ispirazione mi ha costrinta a postare subito la nuova fan fiction!! Mi fa piacere che ti ho fatto ridereee,xD... Io invece sono contentissima che mi seguirai anche di quaaaa,e non è una sopportazione quando si tratta delle mie lettrici *.*,ma è un onoreeee!! Ti ho accontentata,in questo capitolo, descrivo a grandi linee la protagonista,xD... Ti voglio beneeeee,Kussen,Alice...
PS: Volevo mettere anche l'immagine,ma non mi riesce,uff!...


memy881:   Amore mioooooooooo,che bello che sei anche quiiiiii,non puoi nemmeno immaginare quanto piacere mi fa!! Non erri,hai detto proprio bene,la protagonista dovrebbe uccidere Bill,sono contenta comunque che pensi che l'inizio sia bellissimo,e spero che continuerai a sperarlo di tutta la storia,xD...Chissà,forse riesco a crearti dipendenza come con quell'altra ficcy,muahahaha...Il padre lo farei a pezzi volentieri,ihihih,ma è un elemento fondamentale della storia, =(... Ma certo che la continuooooo,da alcuni punti di vista mi convince anche di più,rispetto a quelle precedenti,xD... Ti voglio un mondo di beneeeee,Kussen,Alice...


BUONA LETTURA A TUTTIIII! SPERO CHE ANCHE QUESTA MIA NUOVA FAN FICTION VI PIACCIAAAA! IL CAPITOLO è BREVE PER DARE UN Pò UN ASSAGGIO DELLA SITUAZIONE IN CUI VIVE LA PROTAGONISTA. KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 2:

Mi sto preparando alla missione il meglio possibile,è la prima volta in assoluto che mi viene affidato un compito del genere,e non sono sicura di riuscire a portarlo a termine. Sarà meglio di si,non oso immaginare cosa accadrebbe altrimenti. Prendo i pantaloni neri stretti e li infilo lentamente lungo le mie gambe muscolose,poi prendo la camicetta,anche quella nera, e la metto ,stando attenta a non sciuparla. Vestirmi sempre di nero è una specie di rito che compio ogni volta che vado in missione. Anche i miei capelli sono neri,li porto corti e frastagliati,ed è un vantaggio per me,se è buio è più difficile vedermi. La mia caratteristica principale sono gli occhi di un colore scuro,molto scuro,quasi nero. Mio padre dice che gli ho ereditati da mia madre,così come il naso diritto e le labbra carnose,quando accenna il suo nome si tratta solo di paragoni tra me e lei,ed ogni volta infrange la mia speranza di poter venire a conoscenza di qualcosa di concreto su di lei. So solo che si chiama Shakira e che io porto un nome scelto da lei: Aisha. Una volta finito di vestirmi mi dirigo nella stanza principale del quartiere,l’ufficio di mio padre.

-“Sei pronta?” chiede con freddezza.

-“Si padre,prontissima.” Sto mentendo,ma non se ne renderà conto.

-“Bene,siediti,dobbiamo parlarne meglio.” Al suo ordine obbedisco subito e mi siedo sulla poltrona posta di fronte a lui.

-“Bill Kaulitz è il cantante di una band tedesca,i Tokio Hotel. Guarda,questa è una sua foto.” Dice porgendomi una fotografia che lo raffigura. Rimango sorpresa dal suo look ambiguo,inizialmente mi da l’impressione di una ragazza a causa dei lineamenti fini e delicati,poi mi soffermo a lungo sugli occhi. Occhi di un colore nocciola intenso,circondati da un velo di matita nera che li mette ancor più in risalto. È proprio un bel ragazzo,ma ciò non mi interessa,sono stata abituata a guardare i ragazzi con scetticismo.

-“Sembra una ragazza,mi fa schifo!” sbotta mio padre.

-“Scusi,può arrivare al dunque?” domando gentilmente per non innervosirlo, sono anche costretta a dargli del lei.

-“Giusto,capisco la tua frettolosa curiosità di sapere di più. Ma non posso svelarti altro,solo che ha un gemello che si chiama Tom Kaulitz.”

-“Devo uccidere anche lui?”

-“No,a noi interessa solo Bill al momento.” Risponde secco.

-“Posso sapere il motivo?” azzardo timorosa.

-“No!” urla “Lo sai che non devi fare domande. Esegui e basta!”

-“D’accordo padre. Farò come mi avete chiesto.” Dico alzandomi con le gambe tremolanti.

-“Sii prudente. Ti voglio bene.” Dice con estrema falsità,ormai non credo più alle sue parole,peccato che ancora non l’abbia capito.

-“Certo,anche io le voglio bene padre.” Con ciò esco velocemente dalla stanza per andare a prendere le ultime cose necessarie e racchiuderle in uno zaino. Sto attenta a non dimenticare la pistola e il mio portafortuna: un piccolo delfino a calamita,uguale a quello che mi sono tatuata di nascosto sulla spalla. Una volta finito mi precipito fuori dal quartiere quasi correndo,sotto lo sguardo curioso delle cameriere di casa. Potrei anche scappare prima o poi,ma non servirebbe a nulla,riuscirebbero a trovarmi anche se finissi dall’altra parte del mondo. Prendo la moto rosso fuoco di mio fratello Jared,almeno va veloce e raggiungo più rapidamente la mia destinazione: Magdeburgo. Partendo da Berlino ci vorrà parecchio tempo,ma lamentarmi non aggiusta le cose. Monto sul mezzo di trasporto che amo di più al mondo e do gas,partendo come una saetta lungo la via trafficata. Non è una mossa molto furba,ma ho fretta. Prima porto a termine la missione e prima me ne lavo le mani.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: PRIMO FALLIMENTO ***


emobilla483: Ciao,anche se ti ho già risposto personalmente ci tenevo a farlo anche così,xD...Come ho già detto grazie per avermi detto che c'era già una fan ficiton simile alla mia,e ci tengo a riprecisare che io non ho intenzione di copiare nessuno,a me è venuta questa strana ispirazione e l'ho buttata giù,=)... Ho già letto la fan ficiton di cui parlavi,e da quel che ho capito c'è un che di fantasy,giusto?? Ho letto qualcosa con angeli e demoni....Boh,ci sta che mi sbagli,comunque la mia è diversa,però hai pienamente ragione,anche perchè in entrambe c'è una persona che deve uccidere uno dei Tokio Hotel... A questo punto ti ringrazio nuovamente,e se è possibile ti vorrei chiedere un piccolo favore: non è che ,una volta letto questo capitolo,potresti dirmi se va bene o  se trovi che sia come l'altra ff??.. Grazie in anticipo..Kussen,Alice...
P.S: Io trovo che l'opinione delle lettrici sia estremamente importante...per questo se secondo te fosse una "copiatura" (cosa non intenzionale,lo giuro) dovrò pensare bene a cosa fare...Forse sarò costretta a eliminarla...


BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!! 

CAPITOLO 3:

 

Sono arrivata finalmente a destinazione. Un piccolo hotel di Magdeburgo, nonché il luogo che mi ospiterà nel mentre capirò come devo muovermi prima di compiere il delitto. Disfo lo zaino,mettendo i pochi abiti nell’armadio della camera,poi mi lancio a peso morto sul letto,già stanca a causa del viaggio. Non ho proprio nessuna voglia di cominciare a lavorare,ma mi tocca. E sarà meglio che mi metta subito al lavoro. Frugo tra le cianfrusaglie dello zaino affinchè non trovo il biglietto rivelante l’indirizzo di questo Bill. Lo prendo tra le mani come se fosse la mia stessa condanna a morte,non quella del ragazzo. Mi dispiace per lui,ignaro di ciò che gli accadrà,ma non mi lascio trasportare troppo dal dispiacere. Prendo la pistola e la infilo nella tasca dei jeans,per poi nasconderla meglio sotto il giacchetto in pelle nera,mi metto un paio di occhiali e il cappuccio. Così sono irriconoscibile. Esco dalla camera e scendo le scale.

-“Signorina,chi è?” domanda una donna alla reception,vedendomi uscire frettolosa.

-“Sono Aisha,la ragazza della camera 11.” Dico togliendomi momentaneamente gli occhiali per farmi riconoscere.

-“Ah,mi scusi. Mi sembrava una persona sospetta.” A quella frase comincio a ridere,e la donna arrossisce violentemente.

-“Scusi,ora mi rendo conto della cavolata che ho sparato.” Oh,no! Cara donna,non si è per niente sbagliata,io sono peggio di quel che pensa. Vorrei  quasi dirle,ma la ragione predomina sull’istinto e mi consiglia di andare via il prima possibile. Così senza proferire più parola esco una volta per tutte. Quando sono in sella alla mia moto rileggo velocemente l’indirizzo, memorizzandolo in breve tempo. Poi parto,stavolta con più riguardo alla velocità. Giunta davanti alla casa della vittima rimango per un po’ davanti al cancello,senza sapere come agire. Lo stridere delle ruote sull’asfalto mi fa voltare di scatto,costringendomi a nascondermi dietro le siepi. Si comincia bene,ho quasi rischiato di farmi scoprire subito all’inizio. Dalla macchina scendono due ragazzi,a quanto pare non erano nemmeno in casa prima. Uno di loro lo riconosco all’istante,si tratta del ragazzo nella foto,quello truccato,quello ambiguo,quello che deve morire per mano mia. Il secondo ragazzo presumo sia suo fratello,me ne rendo conto solo dal volto,per il resto è completamente diverso,stile hip-hop,treccine . Praticamente è l’opposto di Bill. Li osservo con attenzione mentre entrano in casa,stando particolarmente precisa nel guardare il modo in cui scatta la serratura della porta,da quel che riesco a vedere ed intuire non deve essere difficile da manomettere. Il problema rimane nell’allarme,cosa di cui sono certamente muniti. Una volta entrati in casa rimango dell’altro tempo fuori,nascosta. Dopo circa venti minuti uno di loro esce dall’ abitazione,deve essere Tom. Meglio,almeno non ci sarà nessuno presente. Come pensavo,il ragazzo hip-hop, prende la macchina ed esce dal parcheggio azzardando una manovra non tanto sicura,poi se ne va. Io faccio un passo avanti uscendo dal nascondiglio,estraggo la pistola dalla tasca a attraverso il cancello accostato,stando attenta a non causare sospetti facendo rumore. Arrivata davanti alla porta rifletto su come entrare,sbircio dalle finestre fin quando in una di esse non lo vedo. Quasi inciampo in un sassolino dallo spavento,anche se sarei io a dover fare paura non averla. Bill si accorge della mia presenza,si gira guardando fuori,ma poi torna ad occuparsi di ciò che stava facendo. Avrà sicuramente pensato che si trattasse di un’allucinazione. Mi ricompongo,prestando più attenzione stavolta. Prendo la mira con la pistola,ce l’ho decisamente sotto tiro,sono pronta a sparare,la mano mi trema. Ho paura e nel giro di qualche secondo le mani cominciano a sudarmi,rendendo debole la presa sull’arma. Provo ad asciugarle nei jeans,ma vengo distolta dall’azione dal rumore di un auto che provoca vari scricchiolii sulla ghiaia. Oggi non è il giorno adatto. Mentre cerco di ritirarmi lentamente,decisa a continuare più tardi il mio intento,una voce giunge alle mie orecchie.

-“Ehi,tu!” urla…Tom? Non rispondo,il primo tentativo della missione sta andando in fumo. Tento uno sparo veloce dalla finestra,pregando di riuscire a colpire il bersaglio. Il rumore rimbomba nella casa. Il ragazzo fuori urla disperato,indeciso se venirmi addosso o precipitarsi in casa a vedere cosa è successo. Poi la porta principale si spalanca ed esce Bill,allora l’ho mancato. Ho gli sguardi di entrambi i gemelli puntati su di me. Per fortuna sono mascherata. Comincio a correre velocemente verso la moto,salgo e parto, mentre i Kaulitz mi urlano contro ogni minaccia possibile immaginabile.

 

Nel giro di qualche ora dopo il tentato omicidio vengo chiamata al cellulare da mio padre.

-“Pronto?” dico con voce tremante.

-“Aisha!” urla a dir poco furioso “Come hai potuto fare un errore del genere? Ti sei fatta vedere e per di più hai fallito nel tentato sparo! Non sei degna di essere mia figlia! Se ti scoprono siamo nei casini. Ti rendi conto?”. Alle sue parole lacrime calde cominciano a bagnarmi il viso,non so cosa rispondere,ogni mia frase potrebbe essere interpretata come offesa a lui.

-“Mi dispiace padre.” Sussurro cercando di nascondere il pianto.

-“Non piangere! Lo sai che non è nel nostro essere! Torna a casa il prima possibile,io e te dobbiamo parlare urgentemente!” replica secco.

-“D’accordo,arrivo!”. Così detto aspetto che riattacchi la chiamata,se lo facessi io sarebbe un gesto irrispettoso. Quando finalmente sento i bip insistenti del cellulare mi preparo ancora una volta a partire.

 

Nel giro di circa due ore arrivo a casa mia. O meglio,nel mio incubo personale, ogni istante che ho passato e che passo in questa casa è estremamente riluttante. Non so come faccia mio fratello Jared a sopportarlo. Alzo lo sguardo sull’enorme villa,fino a posarlo sulla finestra dell’ufficio di mio padre. Come credevo è affacciato e mi fa segno di sbrigarmi a raggiungerlo. Corro velocemente all’interno dell’edificio,su per le scale e lungo i corridoi infiniti. Poi giungo davanti alla porta della stanza delle torture mentali. Poso lentamente e con timore la mano sulla maniglia,mi faccio coraggio e la spingo verso il basso.

-“Muoviti!” sbraita mio padre. Non me lo faccio ripetere un'altra volta e percorro lo spazio che mi separa da lui. Con sorpresa non è seduto sulla sua poltrona,ma è in piedi di fronte alla grande scrivania,intento a fumarsi una sigaretta, impregnando la stanza di un odore snervante.

-“Mi dispiace padre.” Mi sento in dovere di dirgli.

-“Mi dispiace?! Mi dispiace? Se ti dispiacesse davvero saresti stata più attenta nel fare le cose!” mi urla contro. Intimorita faccio un passo indietro,per allontanarmi da lui.

-“Sei un infame. Non sei degna di portare il mio stesso cognome! Sei proprio come tua madre! Una stupida,lei ha sempre pensato ai sentimenti,ma non ha mai capito che il mondo va avanti grazie al potere. Quello che conta è il potere!”

-“Non è vero!” urlo singhiozzando in risposta “Mia madre non era una stupida! Io nemmeno!”

-“Osi controbattere la mia opinione?” chiede minaccioso. Solo ora mi rendo conto della gravità che ho commesso. Lui mi viene incontro pericolosamente, alzando imperioso una mano. Chiudo gli occhi per evitare di vedere cosa vuole fare,non mi ribello,peggiorerei solo le cose. Poi lo sento arrivare,sento lo schiaffo potente che mi colpisce la guancia destra con estrema forza,tanto da farmi cadere all’indietro. Raccolgo tutte le mie forze per cercare di rialzarmi,ma a impedirmelo sono i calci che mi arrivano sullo stomaco. Lacrime di dolore mi solcano il volto, dalla mia bocca non esce alcun suono,anche se vorrei urlare. Mi trattengo da tutto. Dall’insultarlo,dal scappare,da qualsiasi cosa. Non mi aveva mai picchiata così. A chiudere la terribile tortura è un pugno in un occhio, il quale comincia a bruciarmi talmente forte che vorrei strapparmelo con le mani per porre fine al dolore.

-“Al primo tentativo hai fallito. Te ne concedo un altro,se fallirai ancora passerò alle maniere ancora più cattive. Andando sempre di livello in livello fino a che tu non porterai a termine questa missione.” Detto ciò esce dalla stanza, lasciandomi sola a sputare sangue,in preda ai conati,e al dolore.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: ESTERNARE I SENTIMENTI? CHE COSA DIFFICILE! ***


 memy881: Amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Menomale che sei anche quiiii,xD....Siccome è tardi mi tocca risponderti brevemente che devo andare a nanna =)...Allora: Suo padre è una testa di cacchio senza dubbio,il fratello Jared non dice niente perchè comunque anche lui ha paura per ora,comunque come vedrai in questo capitolo lui è molto contrario alle idee del padre...Comunque per lei è praticamente impossibilie scappare e ribellarsi,metterebbe ancora più a rischio la sua vita...Sono contenta che non mi devo preoccupare per quanto riguarda la somiglianza con altre fan fiction,davvero,avevo paura di copiare qualcuno! Ti voglio beneee,Kussen,Alice....
PS: alla fine ti ho risposto normalmente,xD

emobilla483: Ma ciaooo! ^^... Come potrei prendermela con qualcuno che mi avverte di una somiglianza con un altra fan fiction??! Non sarebbe motivabile,e non potrei mai! Tranquilla,la mia sarà diversa,però non tolgo il fatto che ci sarà un avvicinamento tra lei e qualcuno...Ma non specifico niente....xD....Comunque se più in là noti qualcosa di simile dimmelo pure se vuoi,per favore...così correggo!...Menomale che si vede che non voglio plagiare nessuno...Per quanto riguarda il titolo hai ragione tu,ho sbagliato io a scrivere,infatti ora l'ho corretto,grazie mille per avermelo fatto notare... Mi stai facendo notare un sacco di cose,wow... GRAZIEEE!! XDD....Mi sa che comincio a perdere colpi,ihihih.... Farò appena possibile un giro da te,ce l'ho già fatto in realtà,ma non avendo avuto molto tempo ho dato un'occhiata ai titoli e alle prefazioni...Comunque sono intenzionata a leggere un paio di coseee!... ;-)....Kussen,Alice...


BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!! E GRAZIE PER SEGUIRE LA STORIAAA E PER AGGIUNGERLA TRA LE PREFERITE,SEGUITE E RICORDARE!!...KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 4:

 

Mentre ancora cerco di fare mente locale,incredula per ciò che mi è appena successo,la porta della stanza viene spalancata violentemente. Intimorita da chi possa essere sprofondo con il viso nel tappeto morbido,fingendo di essere svenuta.

-“Aisha!” sento sussurrare flebilmente il mio nome dall’unica voce che avrei voluto sentire ora,la voce di mio fratello. Faccio un sospiro di sollievo e alzo la testa cercandolo con lo sguardo.

-“Jared.” Dico accorgendomi solo ora che sto piangendo.

-“Cosa ti è successo?” domanda squadrandomi dal capo ai piedi.

-“Niente.” Mento.

-“Non sono cieco. Hai tutto il sangue sulla bocca,un occhio gonfio,e stai piangendo. È stato nostro padre?”

-“Si.” Affermo,tanto mentire non serve a niente con lui,verrebbe a scoprire la verità in ogni caso.

-“Brutto pezzo di…” si blocca istantaneamente,non è da lui offendere nostro padre,nonostante spesso e volentieri la voglia di farlo lo ha sfiorato fortemente.

-“Non ne vale la pena.” Sbotto.

-“Prima o poi gliela faremo pagare per tutto ciò che ci sta facendo passare.”

-“No,sarebbe peggio. Lo sai.”

-“Non posso vederti ridotta così,mi fa male.” Riesce a dire con gli occhi lucidi,mi ha sempre voluto bene,mi ha sempre protetta per quel che poteva,ma non è mai riuscito a dimostrarmelo verbalmente. In fondo quando uno viene addestrato ai crimini cosa ci si può aspettare?! Nemmeno io sono capace di esternare i miei sentimenti,forse neanche di provarli, a parte l’odio e la sofferenza. Quando una lacrima deborda dal suo occhio mi viene spontaneo asciugarla con la punta dell’indice.

-“Non piangere.” Dico supplicandolo. Lui in risposta tira su con il naso.

-“Perché ti ha ridotta così?” chiede poi.

-“Perché non sono riuscita a portare a termine la missione al primo tentativo,e mi sono fatta vedere,anche se ero irriconoscibile.”

-“Quale missione ti è stata affidata stavolta? Una rapina?”

-“No,Jared…qualcosa di molto peggio,qualcosa di più grande di quel che so gestire.”

-“Non dirmi che…” sembra aver già capito dove voglio arrivare.

-“Mi è stata affidata la missione di compiere un omicidio.”

-“Non può averti affidato una missione del genere,non l’ha mai affidata nemmeno a me perché riteneva fosse troppo pericoloso. Non riesco a crederci. E chi dovresti uccidere?” chiede preoccupato.

-“Un cantante famoso,Bill Kaulitz.” Rispondo.

-“Ne ho già sentito parlare. Ancor peggio se è famoso,è ancora più rischioso.”

-“Ce la farò,riuscirò ad ucciderlo.” Dico decisa.

-“Riuscirai a privare un ragazzo innocente della sua vita?”

-“Non puoi sapere se è innocente.”

-“Cosa pensi che abbia mai fatto? Lo sai che nostro padre e la sua stupida associazione sceglie le persone da fare fuori con criteri banali.”

-“Lo so,ma preferisco pensarla a modo mio,almeno mi è più facile.”

-“Ti sentiresti in colpa per il resto della tua vita.”

-“No! Non è vero! Io lo ucciderò,costi quel che costi,e non me ne pentirò!” sbraito. Jared,sorpreso dalla mia reazione,indietreggia di qualche passo da me.

-“Perché lo fai?” chiede triste.

-“Perché altrimenti morirei,e lo sai bene anche te.”

-“A volte credo che tu sia priva di sentimenti come nostro padre.”

-“Perché tu li hai i sentimenti?” replico irritata dalla sua constatazione.

-“Si,li ho,a differenza tua.”

-“Non lo puoi sapere cosa provo io!”urlo.

-“Hai ragione,non lo posso sapere,ma lo posso intuire. Il tuo mondo è creato sulla base dell’odio profondo e della sofferenza. Ma hai mai provato a voler bene a qualcuno,o addirittura ad amare una persona con tutta te stessa? Hai mai avuto la curiosità di scoprire qualcosa su nostra madre perché ne hai sentito l’assenza nella tua vita?”. Ha ragione lui,non ho mai voluto affezionarmi a nessuno,proprio perché lo avrei coinvolto nella mia vita,mettendolo perennemente a rischio.

-“No,non ci ho mai provato e nemmeno voglio farlo.” Insisto “Ma non nascondo il fatto che avrei voluto avere una figura materna al mio fianco. Te invece? Hai mai voluto bene a qualcuno?”

-“Si,Aisha,e gliene voglio ancora ora,ma è tutto inutile.” Sospira arrendendosi a ragionare con me,testarda come sono.

-“Posso sapere chi è la persona verso cui nutri dell’affetto?” anche se ne intuisco già la risposta mi piacerebbe sentirmelo dire,magari ricevendo sarei anche capace di dare.

-“A volte sei così ingenua. Sei tu sorellina mia,io ti voglio bene. Ma tu a quanto pare provi solo riconoscenza,rispetto e gratitudine nei miei confronti. Niente di più,e ciò mi rattrista molto.” Forse volere bene a una persona non è poi così tremendo e difficile,lentamente me ne renderò conto,ne sono sicura.

-“Ora sarà meglio se ti vai a dare una pulita.” Mi consiglia.

-“Hai ragione.” Dico cercando di rialzarmi da terra con qualche difficoltà. Una volta in piedi mi viene una strana voglia,incomprensibile,innaturale. Mi avvicino cautamente a mio fratello e lo stringo in un lungo abbraccio. È la mia prima dimostrazione di qualcosa. Anche se non mi è chiaro di cosa.

-“Grazie.” Sussurro grata.

-“Grazie a te.” Ribatte lui un po’ sbigottito dal mio gesto. Quando ci sciogliamo dall’abbraccio lo saluto con un cenno minimo del capo e me ne vado nella mia camera per sistemarmi. Devo ammettere che sono un po’ sotto shock,cosa che non è da me. Faccio una breve doccia e cerco di rimuovere con difficoltà ogni traccia di sangue,dico con difficoltà perché si è seccato tutto. I dolori ancora presenti allo stomaco sono a dir poco insopportabili,mentre la nausea mi è passata al momento. Sono decisamente in condizioni pietose. Mentre mi vesto qualcuno bussa alla porta della camera. Finisco di infilarmi la maglietta e vado ad aprire sempre timorosa. Mi rilasso subito quando noto che si tratta di una cameriera.

-“Ha detto suo padre di fare in fretta e di ripartire subito per la missione.”

-“D’accordo,sono già pronta.” Dico con una certa compassione verso quella povera donna che serve mio padre sin da quando ero bambina io,ovvero da vent’anni passati.

-“Si sente bene?” mi chiede poi in confidenza.

-“Non proprio,ma non importa. Grazie per l’interessamento.” Da quando in qua dico gli affari miei ad una cameriera?! Sto proprio degenerando. Ormai sgomenta raccatto lo stretto necessario e mi rimetto in marcia per proseguire la missione. In fondo quanto mai difficile potrà essere uccidere Bill Kaulitz? È vero,ho fallito una volta,ma non si ripeterà più. Stavolta architetterò meglio il piano e porrò fine alla sua vita.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: INTRUSIONE ***


Mi dispiace infinitamente ma stasera pubblico di fretta per vari motivi che non vi sto ad elencare altrimenti verrebbe peggio della lista della spesa,XD....Vorrei tanto rispondervi ad una ad una ma proprio non ci riesco... Comunque ringrazio le mie carissimeeee recensitrici *.*,vi voglio beneee: memy881,_Kya J_ (ahaha,ovvio che so chi sei,xD,,ammoreee), emobilla483... Vi sarei grata se mi avvertite in casi di disguidi nella storia...grazieeee!!

BUONA LETTURAAAAAAA!!!

CAPITOLO 5:

 

Mentre percorro per la seconda volta la strada che mi porterà di nuovo presso la casa della mia vittima mi lascio trasportare dal rumore rombante del motore della moto,mi da una strana sensazione di piacere,quasi come se mi cullasse il suo suono grattante. Procedo velocemente sull’asfalto,sfrecciando tra una macchina e l’altra senza neanche accorgermene. È talmente strano vedere come il mondo mi è sconosciuto,come io sia estranea alla normalità. Forse non sono abbastanza importante per essere considerata dalle persone,o forse sono io che non ho mai ritenuto una persona abbastanza importante da meritare le mie considerazioni. Dopo svariate deviazioni e superamenti giungo alla meta predestinata. Mi è familiare il luogo,così come mi è familiare la situazione. Scendo dal sellino,altro motivo di dejà-vu. Come sempre ho la pistola nella tasca. Mi guardo intorno facendo estrema attenzione,riuscendo ad agitarmi quando vedo che c’è la macchina parcheggiata nel vialetto,brutto segno,vuol dire che sono già in casa e mi sarà più difficile intrufolarmi nella casa. Osservo l’abitazione con sguardo circospetto,cercando di capire dove riuscirei ad entrare più facilmente,fin quando non vedo Tom uscire e lasciare la porta accostata,mentre si dirige dalla sua auto.

-“Bill! Vieni,credo di averlo trovato! È sotto il mio sedile,vieni ad aiutarmi,è rimasto incastrato!” urla poi rivolto verso la casa.

-“Arrivo!” urla reciprocamente l’altro,prima di uscire di corsa. Io ne approfitto del loro momento di distrazione e mi dirigo a passo svelto all’entrata,sicura che non si accorgeranno di me. Spingo lentamente la porta e mi precipito all’interno,sentendomi improvvisamente disorientata. Vedo una rampa di scale e le salgo di fretta,timorosa che possano vedermi. Davanti a me si trovano cinque porte,provo con quella al centro. Si tratta di una camera,probabilmente quella riservata agli ospiti dato che è priva di decorazioni,per così dire. comincio a rovistare nei cassetti dell’armadio,speranzosa di trovare qualcosa di interessante che mi possa aiutare. Quando odo dei passi provenire dal piano inferiore verso quello superiore mi nascondo sotto il letto,trovando con mio disgusto il finimondo,a quanto pare quando ho pensato che fosse degli ospiti mi sono sbagliata,ed anche di grosso. Cattivo presagio anche questo,vuol dire che rischio di farmi beccare per la seconda volta. La porta della stanza si apre spalancandosi allora io cerco di rannicchiarmi il meglio possibile,stando attenta a non far sporgere i piedi.

-“Dove cazzo ho messo il cellulare!?” sbotta il ragazzo appena entrato,e presumo si tratti di Tom,Bill mi sembra piuttosto fine al confronto. Sento rovistare per la camera e cerco di respirare meno possibile. Ma vengo tradita da uno starnuto,soffocato da qualcosa su cui mi appoggio,con mia fortuna. Cerco di scostare un po’ la testa dal pavimento,quando noto con schifezza infinita che l’oggetto della mia salvezza è un indumento intimo maschile. Peggio di così non può andare.

-“Bleah!” esclamo.

-“Che cosa è stato?” si domanda Tom “Comincio anche a parlare da solo,sono messo proprio male.” Anche stavolta l’ho scampata. Sento la porta aprirsi e richiudersi così esco dal mio nascondiglio. Ma una volta fuori mi si mozza il respiro dallo spavento,infatti non si trattava della porta ma di un anta dell’armadio. Così ora mi tocca fare i conti con un ragazzo che mi guarda sbalordito.

-“Cosa ci fai qui? Come sei entrata? Che cosa vuoi?” domanda di un fiato. Io non rispondo,rimango muta,osservandolo e basta.

-“Rispondi! Altrimenti chiamo la polizia,anche se mi sa che mi tocca chiamarla comunque.”

-“Io stavo… sono entrata dalla porta…non voglio nulla. O meglio,di certo non lo vengo a dire a te.” All’inizio parlo un po’ indecisa,intimidita dal suo sguardo profondo,ma riprendo all’istante il controllo di me stessa fino a parlare quasi sputando le parole intrise di veleno.

-“Invece ti conviene dirmelo,e smetti di fare la ragazza sfrontata,peggioreresti solo le cose.”

-“Oh,di certo non sarai te a farmi paura! Mi dispiace ma la mia vita mi ha addestrata bene a questo tipo di situazioni.” Sbotto.

-“ Sei una ladra,vero? Chi ti ha mandato?”

-“Non sono una ladra,per tua sfortuna. E non mi ha mandata nessuno,solo la mia volontà.”

-“In che senso per mia sfortuna?” domanda con la fronte corrugata.

-“Nel senso che sarebbe meglio per te che io lo fossi.” Dico minacciosa. Lui mi si avvicina altezzoso.

-“Esci da questa casa. Che non si ripeta più però” Mi ordina.

-“Con molto piacere! Ah,vedrai che il tuo cellulare è da qualche parte sotto il letto,insieme alle tue preziose mutande.” Replico acida. Faccio per uscire dalla stanza ma lui mi blocca per il braccio con una presa ferrea e mi costringe a voltarmi verso di lui.

-“Cosa ti è successo nel viso?” chiede scostandomi leggermente i capelli dall’occhio.

-“Niente.” Rispondo scansando riluttante la sua mano “E poi non sono affari tuoi. Nemmeno ci conosciamo,non sai neanche il mio nome. Non rompere e lasciami andare.”

-“Ho cambiato idea,non te ne vai di qui finchè non mi dai delle risposte soddisfacenti.” L’irritazione che mi suscita questo ragazzo è insopportabile ma anche piacevole,nessuna mi ha mai prestato tante attenzioni,a parte Jared.

-“Tom,ti prego,lasciami andare. Non sai ciò che rischi facendo così.” Sbraito all’improvviso. Lui non mi rivolge più la parola ma non ha nessuna intenzione di lasciarmi andare il braccio.

-“Dimmi almeno il tuo nome.” Dice dopo breve tempo.

-“Quella è l’ultima cosa che devi sapere.”

-“Mi dispiace ragazza sconosciuta,ma sono costretto a chiamare la polizia. Sai di sicuro non hai buone intenzioni,altrimenti avresti suonato al campanello e non ti saresti nascosta.”

-“Hai ragione. Vai pure a chiamarla.” Propongo.

-“ Te vieni con me.” dice lui. Ora cosa faccio? Sono decisamente finita nei guai. Estraggo la pistola dai pantaloni,puntandogliela contro. È l’unico modo per uscire da questa situazione. Tom mi guarda sorpreso,confuso,spaventato.

-“Te l’avevo detto che stavi rischiando grosso.”

-“Non vorrai mica spararmi?”

-“No,se non mi costringerai a farlo.” Ribatto.

-“Dalla a me.”

-“No,scordatelo.” Lui cerca di venirmi incontro,porgendomi una mano.

-“Non avvicinarti.” Insisto. Ma non mi ascolta. Alzo la pistola all’altezza del suo cuore,punto,e premo il grilletto. Lui nel frattempo si è immobilizzato sul posto in attesa del proiettile,ma quando questo non giunge a destinazione mi sorride beffardo. Ci riprovo,niente. Cavolo! Mi sono dimenticata di caricarla.

-“Avevi ragione sai,ma io aggiungerei una cosa:sei molto pericolosa.”

Io indietreggio,sentendomi fin troppo vulnerabile. Un passo mio all’indietro corrisponde a un passo suo in avanti. Sino a quando non riesce a farmi arrivare con le spalle al muro. Poi con un dito comincia a tracciare piccole carezze dal mio orecchio sino alla mia bocca,causando in me brividi di terrore puro.

-“Ora sei te ad essere nei guai!” mi sussurra sul viso.

-“Io non ne sarei così convinto.” Dico prima di sferrargli un calcio,devo ammettere con qualche difficoltà,dovute dalla mia posizione. Mentre lui si piega in due dal dolore io esco correndo per le scale sotto lo sguardo indagatore di Bill. Ma non fa in tempo a chiedermi niente che io sono già fuori. Ed anche questa volta ho fallito!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: SENTIMENTI ***


 emobilla483: Ma ciaoooo!!!...Eheheh ormai si sa che Tom è estremamente sensuale in ogni cosa che fa,xD....Comunque con questo capitolo spero di placare giusto un pò la tua curiosità,anche se probabilmente alla fine aumenterà,xD...Grazie per continuare a seguirmi e anche per avermi detto degli errori...Spero di non averne fatti stavolta,ma la vedo dura,la stanchezza gioca brutti scherzi...A presto,Kussen,Alice...

 memy881: Amoreeeeeeeeeeeeeeeeee mioooooo!! Esatto Aisha si trova proprio nei guai,ora che Tom l'ha scoperta, e lei ha tentato di ucciderlo, più che mai,le cose si complicheranno sempre di più,o almeno questa è la mia intenzione...Il padreeeee,beh,lo scopri leggendo questo capitolo...Ma stavolta sono stata buona...Ti voglio un mondo di bene,Kussen,Alice...

 _Kya J_: Luce dei miei occhi *_*....Eheheh,Tom l'ha scoperta ed è testardo,vuole estorcerle a tutti i costi le informazioni,vuole sempre farsi gli affari degli altri,anche se in questo caso riguardano anche lui...Hai proprio ragione,non cambierà mai,xD...Ma tanto a noi piace anche cosììì....Scusami tanto se ci ho messo molto a postare,colpa della stanchezza e della scuola...

SCUSATEMI PER L'ENORME RITARDO,NON è DA ME STARE COSì TANTI GIORNI SENZA SCRIVERE E POSTARE...SPERO MI PERDONIATE.... LA COLPA VA TUTTA ALLA SCUOLA E ALLO STRESS...BUONA LETTURAAAAAA!! KUSSEN,ALICE..

Grazie come al solito alle mie care recensitrici,senza le quali non saprei come fare...e grazie a chi legge e basta,a chi ha aggiunto la storia tra le preferite,seguite e ricordatee...Grazieee!

CAPITOLO 6:

Ormai è passata una settimana dal mio secondo fallimento e non ho ancora avuto il coraggio di tornare a casa da mio padre. Sono nell’hotel che cerco di capire cosa fare,come muovermi in questa situazione così drastica per i miei parametri. Mio padre non mi ha chiamato,sicuro che sto svolgendo il mio lavoro,ma non sa di quanto si sbaglia,ed è meglio così se non voglio soffrire. Tra una breve riflessione e l’altra decido di chiamare mio fratello per comunicargli la notizia. Dopo due squilli Jared da segni di vita.

-“Pronto?” dice con la sua solita voce profonda.

-“Jared,sono io.” Rispondo,certa che riesce a riconoscermi.

-“Aisha! Come stai? È tanto che non ti fai più sentire né vedere.”

-“Sto male. Ho fallito ancora una volta,e stavolta alla grande.” Dico disperata.

-“Perché cosa è successo?” domanda allora lui preoccupato.

-“Mi sono fatta beccare da Tom,mi ha vista in viso e ci siamo scambiati due parole in croce. Ho tentato di sparargli quando mi era d’intralcio ma la pistola era scarica,così sono riuscita a scappare. Ma ora qualunque cosa io faccia sarebbe una condanna.”

-“Strano che non ne abbiano parlato in televisione. Comunque ora come farai?”

-“Non lo so,non so come devo agire,sono nel panico.”

-“Senti,mi puoi dire dove stai alloggiando,così ti raggiungo?”

-“Oh,si… sono all’hotel vicino all’autostrada di Magdeburgo. Il nome al momento non lo ricordo,ma lo vedi,è l’unico.”

-“Ok,vedrò di fare il prima possibile.”

-“D’accordo. A stasera fratellone.” Dico,dando un tono affettuoso all’ultima parola. Credo di cominciare a capire cosa significhi provare dei sentimenti. Una sola settimana di riflessioni ha iniziato a schiarirmi le idee. Stanca di pensare,stanca di tutto decido di fare una dormita pomeridiana,tanto mio fratello non arriva prima di stasera. Quando mi risveglio la prima cosa che faccio è afferrare il cellulare e guardare che ore sono; perfetto! Tra breve sarà qui Jared. Infatti passano soli venti minuti che mi chiama dicendomi che mi aspetta nell’atrio. Io mi do una sistemata veloce e mi precipito al pian terreno. Non appena lo vedo gli getto le braccia al collo,rischiando quasi di impedirgli di respirare regolarmente.

-“Aisha che bell’accoglienza. Magari però se mi lasci respirare è meglio.” Dice sorridendo.

-“Andiamo in camera.” Propongo all’improvviso euforica. Giunti nella stanza a me riservata ci sediamo,cominciando a discutere sul da farsi.

-“Secondo me dovremmo scappare,dovresti abbandonare la missione. Dovremmo tenere tutto nascosto,senza dire niente a nessuno. Dovremmo andare lontani dalla Germania,lontani da tutto e da tutti. È la cosa migliore.”

-“Lo so Jared,sarebbe la cosa più giusta da fare,peccato che non sia praticabile.”

-“Non è vero. Dammi un motivo per cui sarebbe impraticabile.”

-“Ci troverebbero ovunque andassimo.”

-“Sbagliato. Potremmo farci fare dei documenti falsi,al giorno d’oggi è più semplice di quanto pensi. Così non avendo tracce di noi non potrebbero trovarci.”

-“Insisterebbero.” Aggiungo.

-“Sbagliato anche qui. Tenterebbero,ma non avendo risultati si stancherebbero e ci lascerebbero in pace. Ne sono sicuro.”

-“Ma non abbiamo soldi,non sappiamo dove andare.”

-“ I soldi gli ho io,e comunque potremmo andarcene in America,in Australia,oppure potremmo girovagare per il mondo alla ricerca di nostra madre.” Dice a un tratto speranzoso.

-“Potrebbe anche essere morta.” Dico con una smorfia.

-“Non lo dire nemmeno. Sento che è viva da qualche parte.”

-“Ancora peggio. Vorrebbe dire che ci ha abbandonati.”

-“Non puoi sapere cosa l’ha spinta ad andarsene,lo sai anche te di cosa è capace di fare nostro padre. Potrebbe averla minacciata.”

-“Mi arrendo. Trovi una replica ad ogni cosa che dico io.”

-“Ovvio,e ciò è la dimostrazione che la mia proposta sarebbe praticabile.”

-“Io dico che farei prima ad uccidere Bill una volta per tutte e magari anche suo fratello,in modo che taccia.”

-“Non puoi privare due giovani ragazzi della loro vita. Te l’ho già detto e te lo ripeterò finchè non lo capirai.”

-“Allora non smetterai mai.” tutta questa mia sicurezza sta venendo fuori ,come al solito,dalla paura dell’ignoto,di ciò che non so.

-“Dai ti prego,andiamocene. Fallo per me.” dice in un sussurro.

-“Jared.” Sospiro “ Non possiamo,io non posso,ho paura.”

-“Ci sono io al tuo fianco,non devi averne. Ti proteggerò sempre,anche a costo di mettere a repentaglio la mia stessa vita Aisha. Sei l’unica cosa che mi rimane,l’unica ragione per non dare di matto. So che non sono mai riuscito a dimostrartelo,e ciò mi addolora molto,ma è dovuto al fatto che non ne ho mai avuto l’occasione. Ma ora che posso farlo,lotterò con tutto me stesso per riuscirci.”

-“Senti d’accordo,acconsento. Lo faccio perché io e te insieme possiamo farcela…forse. Perché non ne posso più,voglio scappare da questo schifo,voglio rinascere. Ma soprattutto lo faccio perché ti voglio bene.” Ammetto,più a me stessa che a lui.

-“Anche io te ne voglio,non immagini quanto.” Dice quasi commosso dalla mia dimostrazione di affetto.

-“Prepariamo le valige che si parte!” esclama poi entusiasta. Nel giro di mezz’ora e poco più siamo prontissimi per partire,a parte la paura che mi impedisce quasi di muovermi.

-“Allora? Andiamo?” chiede Jared.

-“Andiamo!” affermo io decisa. Scendiamo di fretta la rampa di scale sino ad arrivare nell’atrio. Ma proprio mentre mio fratello parla con la donna alla reception due figure entrano dalla porta principale attirando la mia attenzione. Osservo più attentamente i due ragazzi dai lineamenti troppo familiari. Tiro una gomitata a Jared,indicandogli il punto in cui il mio sguardo si è inchiodato. Lui si acciglia riconoscendo Bill e Tom. Poi quest’ultimo alza il volto e i miei occhi si soffermano nei suoi.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: VERITà ***


 memy881: Tesoro della mia vita,ihihih,lo so hai ragione,ultimamente non riesco a postare frequentemente a causa dell'ispirazione che ogni tanto viene a mancare...Come al solito la grande minaccia che incombe è quella del padre,infatti scappare è una tentazione un pò pericolosa,chissà se poi suo padre scoprirà qualcosa...Cosa accade in questo capitolo lo sai perchè sei stata te a suggerirmelo,e ti ridico GRAZIE MILLE! ti voglio un mondo di bene,grazie per seguirmi sempre amore,Kussen,Alice...

 emobilla483: Ciao caraaa! Ehehehe,concordo pienamente per quanto riguarda Tom,è sempre in mezzo ai fatti altrui....però in questo caso fa bene...Grazie per continuare a recensirmi,davvero...Kussen,Alice...


BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!! SPERO VI PIACCIA ANCHE SE è CORTO....PREMETTO CHE IN GRAN PARTE L'IDEA PER QUESTO CAPITOLO MI è STATA SUGGERITA DA memy881,PERCHè ERO UN Pò A CORTO DI ISPIRAZIONE...GRAZIE AMOREEE!....KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 7:

Quelli occhi li riconoscerei tra mille,gli occhi del nemico. Cerco di voltarmi, sperando che non mi abbia riconosciuto e facendo finta di niente. Vedo che Jared mi imita e posa il suo sguardo altrove senza fissare un punto preciso. Ma proprio mentre penso di averla scampata una mano si sofferma sulla mia,facendo una lieve pressione. Faccio l’errore di girarmi verso quell’entità,pur sapendo che non dovrei. Infatti…

-“Sei la ragazza dell’altro giorno vero?” domanda la voce che per un momento riesce a sembrarmi attraente.

-“Non so di cosa lei stia parlando.” Cerco di mentire.

-“Si,bella scusa. Lo so che sei te,altrimenti perché dopo avermi guardato negli occhi ti sei voltata dall’altra parte nervosa?” insiste Tom,mentre Bill ci guarda confuso.

-“Si faccia gli affari suoi,le sembra il modo di trattare una ragazza? Insinuando cose non vere?”

-“Smettila di recitare la tua parte,non puoi ingannarmi.”

-“Cosa vuoi da me?” sibilo tra i denti.

-“Lo sapevo,mi sa che questa domanda sia io a dovertela rivolgere!”

-“Ti prego,Tom” sussurro “Lasciami andare,non ti farò niente lo giuro!”

-“Come posso fidarmi di una ragazza che mi avrebbe ucciso se la pistola non fosse stata scarica?”. A questo punto mio fratello mi viene in soccorso.

-“Vi prego lasciateci andare,non vi faremo niente.”

-“E tu chi saresti?” chiede Tom.

-“Sono suo fratello.” Dice protettivo e cingendomi le spalle con un braccio.

-“Scusatemi se mi intrometto,ma io non ci sto capendo niente.” Aggiunge Bill. Ma nessuno lo degna di uno sguardo,nemmeno suo gemello,troppo preso nello studiare ogni mio singolo movimento o respiro.

-“Ti voglio parlare.” Mi dice poi.

-“Non ho niente da dirti.”

-“Qui ti stai sbagliando di grosso. Mi devi delle spiegazioni.”

Io scambio un breve sguardo pieno di significati con Jared,il quale mi guarda incoraggiante. Faccio un lungo respiro e acconsento con un cenno del capo.

-“Parliamo.”

-“Preferirei in un luogo indiscreto.” Aggiunge Tom.

-“Andiamo fuori allora.” Propongo stranamente tranquilla.

-“D’accordo.” Detto ciò usciamo entrambi dall’hotel.

-“Tanto per incominciare vorrei sapere come ti chiami,e vorrei che tu mi dicessi la verità.”

-“Aisha. Mi chiamo Aisha Feich.”

-“Cosa ci facevi in camera mia sotto il letto?”

-“Mi nascondevo.”

-“Questo non lo mettevo in dubbio. Intendo qual era il tuo scopo?”

-“Non posso dirtelo,mi uccideresti se ti dicessi la verità.”

-“Puoi stare tranquilla che io non ho istinti omicidi come te. Voglio solo sapere…” dice con la fronte corrugata.

-“Il mio scopo era…uccidere tuo fratello.” Dico tutto d’un fiato.

-“C-cosa? Perché?” da come lo dice sembra che non riesca a credere alle sue orecchie e di certo non lo biasimo.

-“Non mi crederesti.” Dico con le lacrime agli occhi che minacciano di traboccare pericolosamente.

-“Ti crederò.”

-“Mettendoti a conoscenza di ciò ti metterei in pericolo.”

-“Non mi interessa.”

-“Potresti rischiare molto.”

-“Non mi interessa. Te dimmelo e basta.”

-“Mio padre fa parte di una specie di banda. Sin da piccola mi ha addestrato al crimine. Qualche settimana fa mi ha incaricato di uccidere Bill,io non ho mai ucciso nessuno in vita mia,le mie missioni sono sempre state semplici rapine. Se non lo faccio perderò io la vita,ma ho deciso di andarmene,di scappare. Non voglio privare un ragazzo innocente della vita,non mi sembra giusto. Anche se non sono in grado di provare sentimenti,o meglio,li sto scoprendo solo ora grazie a mio fratello, ho comunque un cuore. E ciò mi vieta di farlo.”

-“Mi sembra tutto così assurdo. Per quale motivo dovrebbero uccidere mio fratello?!”

-“Non lo so,non l’ho mai capito.”

-“Ma quindi è stato tuo padre a procurarti quei lividi?” ipotizza osservandomi.

-“Si,quando ho fallito la prima volta mi ha picchiata. E ha detto che ad ogni mio fallimento le torture sarebbero aumentate.”

-“Quindi hai in programma di scappare?”

-“Si,insieme a mio fratello Jared. Ormai siamo stufi di questo schifo,non è ciò che vogliamo essere. Vogliamo cercare nostra madre.”

-“Capisco,ma io ho paura che farai fuori Bill,è tutta la mia vita,non lo sopporterei, sarei in grado di vendicarmi molto brutalmente se osi torcergli un capello. Sono costretto a chiamare la polizia.”

-“No,ti prego,ti giuro,ti prometto che me ne andrò da qui,non mi vedrete mai più. Solo che facendomici pensare manderebbero qualcun altro ad ucciderlo. Siete in pericolo comunque.”

-“Dici sul serio?”

-“Si,ma forse rinuncerebbero,ci sono casi più gravi da ripulire di questo secondo loro.”

-“Te e tuo fratello avete bisogno di aiuto.” Dice accarezzandomi delicatamente i lividi sul volto facendomi rabbrividire. Non sono abituata a queste sensazioni,per me sono tutte nuove.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: PARTENZA ***


 emobilla483:Eheheh,quando mai Tom è provocante o seducente??!!!... "Tom:Io non provoco,è una mia dote naturale...Io:Stai zitto,nessuno ti ha interpellato"...xDD...OK,dopo il mio momento di pazzia torno normale,o almeno ci provo...Alloraaa,ancora non erano i sintomi dell'amore,i brividi li ha provati in quanto non era abituata a ricevere certe attenzioni....Peròòò,in questo capitolo,mmmm....Grazie per i complimenti tesoro (posso chiamarti così??)...Kussen,Alice...

 
memy881: Amoreeee ce l'hai fatta eh!:...ihihihih....Eh si,la situazione è alquanto drastica,ma per ora ho voluto dare un momento di pace ai personaggi,ma durerà poco,ovviamente ù.ù...xDD...A presto,Ti voglio un bene dell'animaaaa,Kussen,Alice...

Kyara Agatha Mainlander: Amore luce dei miei occhi *-*,tranquilla per l'assenza,non è la fine del mondo,cosa ci facevi di bello a Roma,tesò??!! Tutto ok??...Grazie per i complimenti!!! Mi fa piacere che ti sia piaciuto! E come puoi vedere ho aggiornato prestissimissimissimooo! Quindi niente gollum (che odio,xD)... "Bill:No,il gollum nooooooo!!!...Io:Bill non ti abbiamo chiesto niente. E perchè il gollum no??....Bill: Ma l'hai visto come si veste?! Ha dei gusti...mah,bleah!....Io:Bill vai a cagare -.-".....Bill:Non mi scappa ora.... Io: allora basta che ti guardi allo specchio....Bill:M'anvedi questa aooo!" ....Oggi son in vena di sclerooooo!!...Ihihihih,xD....Via amore ti lascio alla storia....Ti voglio bene,Kussen,Alice...

BUONA LETTURAAAAAA!! GRAZIE A TUTTI,KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 8.

È passato un mese dal giorno in cui ho detto a Tom tutta la verità. E da quel giorno ci hanno ospitati in casa loro. Bill ancora non sa niente e deve rimanere all’oscuro di tutto,per non esporlo ulteriormente ad altri pericoli,ci sono state delle piccole complicazioni prima che ci credesse ma ora è tutto risolto,lui pensa che io e Jared non abbiamo un posto dove stare e Tom,avendoci conosciuto in un locale,ha deciso di darci asilo nella loro casa. In questo mese siamo riusciti ad ottenere tutto il necessario,a partire dai documenti falsi. Tutto è pronto per la partenza,che si terrà proprio oggi. Mio padre ha chiamato un sacco di volte e io gli ho sempre risposto che stavo elaborando un piano perfetto per l’omicidio,per fortuna se l’è bevuta. Devo dire che mi sono affezionata ai Kaulitz,conoscendoli bene sono rimasta colpita dalla loro onestà e modestia, quando si tratta di Tom,al quale piace molto pavoneggiarsi e fare lo sbruffone. Ma a parte tutto sono dei ragazzi davvero fantastici e trovo che tutta questa situazione sia davvero assurda. Sento una mano sfiorarmi leggermente la schiena e mi volto automaticamente verso chi ha compiuto quel gesto.

-“Allora,sei pronta sorellina?” mi chiede Jared.

-“Si,prontissima. Anche se tremo dalla paura.”

-“Tranquilla,è normale,stiamo facendo una cosa che non ci saremmo mai aspettati di fare,la paura di qualcosa di nuovo è inevitabile.”

-“Forse hai ragione.” Dico ancora poco convinta.

-“Ma c’è qualcos’altro,non è vero?” insiste.

-“No,davvero,non c’è niente.”

-“A chi vuoi raccontarla?Mi dispiace per te ma io ti capisco fin troppo bene.”

-“Non lo so…non riesco a capire cosa ci sia che non va in me. Ad un tratto ho perso la voglia di andarmene.”

-“Credo di capire cosa ci sia…forse ti sei affezionata ai ragazzi.”

-“Può anche essere. In effetti mi dispiace lasciarli.” Dico con un velo di tristezza.

-“Forse ti sei innamorata!” esclama Jared.

-“Pff! Io? Innamorata? Ma cosa vai blaterando? Toglitelo dalla testa.”

-“Ok,stai calma,era solo un’ipotesi.”

-“Se lo dici tu. Andiamo dai.” Con ciò scendiamo le scale e raggiungiamo il pian terreno,dove ci sono i gemelli di fronte alla porta ad aspettarci.

-“Era l’ora ragazzi.” Dice Bill sorridente,come al solito riesce a irradiare la felicità in tutti con il suo bellissimo sorriso. Tom non proferisce parola,si limita solo ad annuire e ad accompagnarci fuori.

-“Allora è il gran giorno eh!” dice Bill entusiasta,girandosi dal posto accanto alla guida verso di me.

-“Eh si!” dico io priva di tono.

-“Oh,su,un po’ di euforia! Non sei contenta?”

-“Non proprio. Non riesco ad intuirne il perché.” Sospiro demoralizzata.

-“Vedrai che ti passerà.” Dice lui sicuro. Poi arriviamo all’aeroporto. Scendiamo dall’auto,ovviamente con i Kaulitz resi irriconoscibili dai travestimenti. Facciamo il check-in e aspettiamo nervosamente che arrivi l’aereo destinato a me e Jared. Il mio sguardo cerca distrattamente quello di Tom senza una ragione per farlo. Rimango sorpresa nel vedere che anche lui mi sta osservando,sorrido a quella coincidenza,ma in lui non si vede nemmeno l’ombra di uno sprizzo di felicità. Così costringo i miei occhi ad abbassarsi lentamente con delusione. Posso percepire uno spostamento d’aria al mio fianco,alzo la testa quel poco che mi consente di vedere di cosa si tratta,è Tom. La sua mano sta sfiorando la mia con le dita,improvvisamente spero che la afferri stringendola dolcemente,ma la ritrae all’istante. Chiamano il nostro volo e io e Jared ci incamminiamo verso l’aereo. Ma proprio quando sono a due passi dalle scalette una mano mi afferra con decisione,facendomi voltare.

-“Non andartene.” Mi implora Tom.

-“Non posso rimanere,lo sai. Vieni te con noi,venite,scappate insieme a me.”

-“Non si può fare nemmeno questo. Rimarremo in contatto però,vero? Abbiamo i cellulari,mi farai sapere dove siete. Giusto?” vederlo così preoccupato mi fa tenerezza.

-“Si,tranquillo,non mi dimenticherò di voi.” Lo rassicuro.

-“Allora…” dice arrendendosi.

-“Allora…dobbiamo andare,si sta facendo tardi.”

-“Si sta facendo tardi.” ripete a pappagallo.

-“Mi mancherai Tom.” ammetto. Lui mi stringe forte tra le sue braccia,come se non volesse più lasciarmi andare.

-“Mi mancherai Aisha.” Dice lui prima di posare le sue labbra sulle mie. Non avrei mai immaginato che prima o poi sarebbe arrivato il primo bacio anche per me. Mano a mano si fa sempre più passionale,riesco a sentire il suo respiro sul mio viso e la sua lingua che si muove in sincrono con la mia,scatenando la quarta guerra mondiale. Quando ci separiamo siamo entrambi senza respiro,ma la mia bocca ricerca bramosa la sua. Le mie mani si insinuano sotto la sua maglietta,tutta questa voglia mi spaventa,non mi era mai successo e non avevo mai sentito la necessità di appagare questo nuovo piacere. Quando alle mie orecchie giunge un tossicchiare infastidito mi divido da lui imbarazzata.

-“Ehm,io devo andare…”

-“Ok,ciao. Buon viaggio.” Replica Tom,imbarazzato quanto me. Dopo questo piacevolissimo episodio obbligo i miei piedi a seguire Jared all’interno dell’aereo,impedendo alle lacrime di debordare per l’ennesima volta.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: STRANEZZE E PIACERI ***


 memy881:Eh siii! Si sono dovuti dare un addio alquanto triste e difficle da accettare...Ma è un addio??!!! ...Mmmm.....Quante belle domande amoreeeeeeeee!!! Le risposte le trovi piano piano leggendo,soprattutto in questo capitolo!....Alla prossima amò,ti voglio un bene dell'anima,Kussen,Alice...

 emobilla483: Ciao tesorooo!! Eeheheh,non sei la prima a dirmi che il capitolo è triste,xD...Hai fatto centro,i due hanno decisamente qualcosa...In questo capitolo se ne rende conto di essere triste,e anche alla grande...Grazie per recensire sempre...Kussen,Alice...


PREMETTO CHE QUESTO CAPITOLO è PIUTTOSTO FORTE VERSO LA FINE,QUINDI CHI è FACILMENTE IMPRESSIONABILE STIA ATTENTO...GRAZIE ANCHE A  CHI LEGGE E BASTA! BUONA LETTURAAAA!!! KUSSEN,ALICE....

CAPITOLO 9:

Una volta salita sull’aereo tutta la verità mi piomba addosso come una violenta scarica di pioggia. Jared,capendo tutto, si volta dall’altra parte lasciandomi sola con me stessa. Riesco a dare libero sfogo a tutto ciò che ho sempre tenuto dentro sino ad ora,lacrime amare mi scivolano lentamente lungo la guancia, cadendo poi sulle mie mani intrecciate. Scosse violente di tremore si impossessano del mio corpo. Mi sporgo quel tanto che mi basta per guardare fuori dal finestrino,l’aereo non è ancora decollato. Intravedo la figura sfocata di Tom,del ragazzo che è riuscito per la prima volta a farmi provare un sentimento definito amore,del tutto diverso da quello che provo per mio fratello. Tremo incessantemente sul posto e porto due dita ad asciugare le lacrime. Poi decido di non guardarmi più indietro. Alzo la testa di scatto e stringo forte i braccioli.

-“Aisha,perché tremi? Non ti senti bene?” domanda poi Jared.

-“No,ho solo paura dell’aereo.” Mento più a me stessa che a lui. Lascio cadere la testa all’indietro,abbandonandomi allo sconforto più totale. Voglio che questo maledetto aereo parta,non riesco a capire per quale motivo ci stia mettendo così tanto a decollare.

-“Perché non decolla?” domando nervosa.

-“Non lo so,è una cosa piuttosto insolita.” Risponde una voce che mi giunge da dietro,una voce fin troppo familiare. Mi giro velocemente,provocando un dolore acuto alla base del collo.

-“C-cosa ci fai te qui?” riesco a chiedere emozionata.

-“Non voglio lasciarti andare senza prima dirti una cosa.” prosegue lui pacato.

-“Ma,Tom,come hai fatto a salire?” insisto.

-“Dato il ritardo dell’aereo sono riuscito a corrompere le hostess.” Dice con un sorriso sghembo mozzafiato.

-“Sempre il solito.” Mugugno.

-“Non come pensi te,pervertita.” Ribatte lui facendo finta di essere indignato,ma la sua espressione divertita lo tradisce.

-“E se partisse in questo preciso momento? Lasceresti Bill qua da solo?”

-“Anche lui è nell’aereo,però non voleva interferire ora.” Mio fratello si infila le cuffie dell’mp3 nell’orecchie,lasciandoci parlare privatamente.

-“Allora,cosa mi dovevi dire?” chiedo alzandomi dal sedile e raggiungendolo.

-“Ti amo.” Risponde flebilmente e inchiodandomi con lo sguardo sul posto. Ogni cosa logica sembra svanire,sembra esistere solo lui,io e la magia del momento. Nessuno mi ha mai detto che mi ama. Io non riesco a dargli una risposta,non rientra nelle mie capacità dire “ti amo”. Così lo abbraccio calorosamente, cercando di comunicargli fisicamente ciò che provo per lui. Stiamo così per un minuto,sino a che lui mi alza il mento con un dito,puntando i suoi occhi nei miei. Quando capisco cosa è intenzionato a fare chiudo gli occhi beata. Le sue labbra raggiungono le mie con estrema facilità. E riecco la sensazione di prima inondarmi il cuore. Istintivamente mi avvinghio a lui con tutte le mie forze. Per fortuna in questa zona dell’aereo non c’è nessuno a parte noi,visto che mio fratello si è intestardito nel prendere i biglietti per la prima classe. Tom mi spinge fino alla parete dell’aereo,accostandomi ad essa. Ogni centimetro del nostro corpo è in contatto,il calore che provo nel sfiorare ogni mia parte con la sua mi manda in iperventilazione. La sua bocca si sposta esperta e con la lingua comincia a tracciare piccoli segni sull’incavo del mio collo. Getto la testa all’indietro,lasciandomi andare a quel piacere. Poi le sue labbra ricercano frenetiche le mie. Siamo costretti a separarci quando una voce irrompe nella “cabina”.

-“Ehm,scusate,io torno di là.” Dice Bill imbarazzato. Mio fratello non sé ancora accorto di nulla.

-“No,Bill,non ti preoccupare. Dovete andare ora.” Dico.

-“Veramente avevamo intenzione di venire con voi.” Replica Bill deciso.

-“Siete sicuri? E con il gruppo come fate?”

-“Oh,quello non è un problema,ci raggiungeranno anche Georg e Gustav.”

-“E le vostre famiglie?”

-“Le vediamo sempre poco a causa degli impegni,non cambierebbe nulla. Ogni tanto torneremo qui,o verranno loro ovunque saremo.” Insiste.

-“Come volete.” Ribatto al settimo cielo. Andarmene ora non mi sembra poi così tremendo,ora che posso stare al fianco di persone a cui voglio bene.

-“Sarà meglio sederci allora.” Propone Tom.

-“Io vado accanto a tuo fratello Aisha. Così te e Tom potete parlare tranquillamente di quello che volete.” Dice Bill. Una volta prese le postazioni comincio a parlare con Tom.

-“Da quanto?” domando io.

-“Da quanto cosa?”

-“Da quanto mi ami?”

-“Credo di essermene accorto da un paio di settimane. Ma non so dirtelo con precisione.”

-“Perché non me lo hai detto prima?”

-“Perché avevo paura di una tua reazione. Pensavo la prendessi male.”

-“Non potrei mai prenderla male. Solo con un po’di sorpresa,sai non sono abituata a certe cose.”

-“Lo so,è anche per questo che ho preferito aspettare. Nemmeno volevo dirtelo,ma dovevo pur rischiare.” Dopo questo breve scambio di parole ritorniamo nel silenzio assoluto,che viene successivamente interrotto da una domanda sorta dalla bocca di Tom,il quale mi tiene per mano.

-“Te mi ami?”

-“I..io…bhè,ecco…” non riesco a dirlo,come se una forza sconosciuta mi impedisse di formulare quella breve frase fatta di due sole parole.

-“Tranquilla. Non importa se non me lo dici,tanto lo so dentro di me che anche tu provi qualcosa nei miei confronti.”

-“Grazie…grazie di tutto. È solo per merito tuo e di Bill se ora siamo qui.”

-“Non mi devi ringraziare,se l’abbiamo fatto c’è un motivo.”

-“Come vuoi… Cavolo ma questo aereo partirà prima o poi?”

-“Davvero eh! Doveva decollare mezz’ora fa.” Risponde lui,nel frattempo arriva una hostess alquanto preoccupata.

-“Signorina,mi scusi,ma come mai siamo così in ritardo?” domanda Bill seduto davanti a noi.

-“Non lo so. Sto andando a controllare nella cabina del pilota.” Risponde questa. Odio ogni genere di attesa,soprattutto quando si tratta di compiere un passo importante e questo tarda ad arrivare. Dopo nemmeno cinque minuti sentiamo delle urla provenire da dove si è diretta la hostess. Mio fratello ed io ci alziamo contemporaneamente e seguiamo quelli strilli acuti.

-“Il pilota è stato ucciso. È morto.” Continua a ripetere la ragazza reggendosi la testa con le mani. Alzo leggermente lo sguardo e lo spettacolo che mi si presenta davanti non è per niente bello da vedersi. L’uomo è seduto sulla postazione con la testa a ciondoloni e il sangue che gli cola dal collo,cosa che non promette niente di buono. Jared si avvicina per esaminare meglio il corpo,in questo campo un po’ se ne intende. Non appena la sua mano tocca la spalla della vittima la testa cade per terra rotolando sino ai miei piedi. Devono averlo sgozzato. Quando il capo sfiora le mie scarpe tiro un urlo agghiacciante

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: LA COLPA è SOLO MIA ***


Come sempre ringrazio le mie carissime recensitrici,senza il vostro supporto non saprei davvero come fare,perchè la mia storia non avrebbe senso e non potrebbe essere corretta grazie ai vostri consigli,quindi dico un sincero grazie a: memy881, emobilla483, Kyara Agatha Mainlander...Vi voglio bene ragazzeee!!!....Kussen,Alice...


RINGRAZIO ANCHE CHI LEGGE E BASTA!!!! BUONA LETTURAAAA!! KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 10:

Delle mani mi prendono per i fianchi e mi attirano a se,fuori da quell’incubo. Mi volto con la fronte imperlata dal sudore,dovuto dallo spavento. Ancora non riesco a credere ai miei occhi.

-“Tranquilla,piccola. Non piangere.” Grazie a Tom mi accorgo che sono in preda ai singulti.

-“Che orrore!” sussurra Jared alle mie spalle “Uscite di qui. Io vado ad avvertire qualcuno e chiamo la polizia. Chissà chi è stato?”

-“E te lo chiedi anche!” sbotto io “Sono sicura che c’è lo zampino di nostro padre.”

-“Ma figurati!” replica lui “Non uccide mica lui.”

-“Ma cosa hai capito? Avrà mandato qualcuno,lui fa fare i lavori sporchi agli altri,si sa.”

-“Cazzo! Mi sa che hai ragione!” sputa fra i denti. Poi scende dall’aereo chiamando aiuto. Nel frattempo io,Tom,Bill e la ragazza di nome Rosalie,aspettiamo spaventati. Fin quando una voce roca non giunge alle nostre orecchie:

-“Buongiorno.” Questa voce la conosco,è di un ragazzo complice di mio padre,come sospettavo. Istintivamente la mia mano cade sulla tasca dei pantaloni,ma la pistola non c’è. Non avevo pensato agli inconvenienti. Lui però ce l’ha e me la sta puntando contro.

-“Dove credevi di andare,stupida che non sei altro.”

-“Io?” chiedo facendo l’ingenua. Poi sussurro a Tom di andarsene e di portare Bill con sé. Mi ascolta subito ma…

-“Dove credete di andare voi due?” dice Damon.

-“Loro non c’entrano niente. È me che vuoi,o sbaglio?” dico,tirando fuori la mia arma segreta,la seduzione. Non per altro Damon si era intestardito tanto ad avermi in passato,ma tutte le volte lo rifiutavo con indignazione. Lui inchioda i suoi occhi verde acqua nei miei,con fare altezzoso,dimenticandosi per un attimo di Bill e Tom,i quali se ne vanno imperturbati,seguiti da Rosalie.

-“A noi due.” Dice Damon prima di avvicinarsi lentamente a me e di accarezzarmi il profilo del volto con la punta della pistola. Io scanso la sua mano con disgusto.

-“Perché fai così? In fondo sono un bel ragazzo.” sussurra divertito.

-“Quello non lo metto in dubbio. Peccato che il tuo fisico sia guidato da una mente stupida come la tua.” Dico osservandolo da capo a piedi. Indossa una tuta nera che gli risalta i muscoli del petto e delle braccia. Tutto per arrivare al volto dai lineamenti decisi e pronunciati,dove la cosa che risalta di più sono gli occhi in grado di penetrarti l’anima. Non nego che per un periodo non sia stata attratta da lui,ma ora lo trovo ripugnante.

-“Non ti conviene dire certe cose,hai visto cosa sono capace di fare.”

-“Non ti azzarderesti mai a tagliarmi la gola.”

-“Non a tagliarti la gola,ma a spararti dritta al cuore non mi ci vuole niente.”

-“Non lo faresti mai.” sussurro flebilmente con un certo timore…

-“Questo mia cara la dici tu. Anzi,facciamo così,io ti lascio vivere se mi dai qualcosa in cambio.” Qui le cose si stanno decisamente mettendo male.

-“Non ci pensare nemmeno,preferirei morire.”

-“Ma cosa hai capito? Mi accontento di un semplice bacio passionale.”

-“Te lo puoi scordare.” Replico acida.

-“O mi baci di tua spontanea volontà e non ti faccio niente,o ti bacio con la forza e ti faccio soffrire. La decisione è tua.” So cosa dovrei rispondere,non mi è mai piaciuto il dolore. Ma il mio orgoglio e il mio amore per Tom mi impediscono di concedere questo piacere a Damon.

-“No.” Questa è la mia risposta secca,senza giramenti di parole arrivo subito al dunque.

-“Ok,ma sappi che l’hai voluto te.” Con questa frase mi si avvicina pericolosamente,impegnato sul da farsi. Con una mano mi afferra il volto e con l’altra mi tiene la schiena,impedendomi ogni tipo di movimento incastrando una sua gamba tra le mie. Poi le sue labbra si infrangono con violenza sulle mie aprendole con forza,fino a far entrare la sua lingua che comincia a danzare libera contro la mia. Quando vede che non rispondo come vorrebbe al bacio insiste sempre di più. Ormai gli occhi mi stanno diventando lucidi,non voglio.

-“Aisha,lo so che sai fare di più.”

-“Di certo non per te.” Sbotto prima di sputargli in piena faccia. Quando rialza il volto scuote energicamente la testa,guardandomi con fare minaccioso.

-“Questo non avresti dovuto farlo.” Sbraita prima di gettarsi su di me facendomi cadere a terra. La mia schiena sbatte violentemente in terra,provocandomi un dolore insopportabile,mentre le lacrime fuoriescono abbondanti. Damon comincia a giocare con il mio corpo,toccandomi ovunque la posizione glielo permette. Si sofferma pensoso sulla mia maglietta indeciso su cosa fare. Poi me la toglie quasi strappandomela di dosso,facendomi rimanere in reggiseno. Lo svolgimento delle cose non mi piace affatto. Comincio a urlare,cercando di farmi sentire dalle altre persone ma i miei tentativi vengono soffocati con un altro bacio rivoltante. Improvvisamente mi viene la nausea.

-“Lasciami!” urlo strattonando le braccia inchiodate al pavimento dalle sue mani. Poi monta a cavalcioni sulla mia pancia. Lascia momentaneamente le braccia, poi comincia a dedicarsi allo sbottonamento dei miei jeans e dei suoi. Approfitto di quel breve momento di distrazione per tirargli un pungo dritto al naso,il quale comincia a sanguinare sporcandomi. Subito dopo veniamo raggiunti da Jared che entra ansimando.

-“Stanno arrivando i soccorsi.” Annuncia,poi quando vede la situazione una rabbia cieca si impossessa del suo viso.

-“Damon??!! Cosa ci fai te qua? Cosa stavi facendo a mia sorella?”

-“Ciao Jared,non me l’aspettavo che dietro ci fossi anche tu. Comunque come ben ti sarai immaginato sono stato mandato da tuo padre per impedire ad Aisha di partire. Stavo solo facendo quello che mi andava di fare,comunque.”

-“Brutto bastardo!” urla mio fratello “Come hai potuto provare a violentarla!????”

-“Oh,quanto la fai lunga. È quello che siamo abituati a fare no? Siamo criminali,è nel nostro sangue.”

-“Parla per te. Io non sono affatto come stai dicendo te. Come facevate a sapere che stavamo partendo?” chiede poi accigliato.

-“Era tanto tempo che Aisha non si faceva vedere,vostro padre un po’ ha creduto alle balle che gli sono state raccontate ma poi mi ha mandato qui a verificare se quanto detto era stato anche fatto. Così tra una ricerca e l’altra ho trovato i biglietti aerei sul tavolo della cucina di casa Kaulitz,mentre voi eravate fuori. Non è stato un gesto molto prudente,mi sorprendete. Pensavo foste più bravi.” Ancora con quella pistola puntata contro di me,riesco a percepire il desiderio di mio fratello di gettarsi contro Damon per fargliela pagare,ma si trattiene per impedire che parta un colpo. Butto una veloce occhiata fuori dall’aereo e mi accorgo con sollievo che la polizia sta correndo verso di noi. Damon accorgendosene tenta uno sparo verso di me. Tutto quello che succede dopo mi accade sotto gli occhi come un fulmine. Jared si butta di peso davanti a me,facendomi da scudo e prendendosi il proiettile al posto mio,Damon furioso prova a scappare dirigendosi fuori,ma tanto è tutto inutile. Alcuni poliziotti riescono ad acciuffarlo mentre altri salgono all’interno dell’aereo e mi raggiungono. Io sono sopra il corpo di mio fratello che giace steso sotto il mio abbraccio. Ogni mia lacrima corrisponde a un urlo di dolore,è come se qualcosa dentro facesse pressione sopra il mio cuore,impedendomi quasi di respirare.

-“Signorina,si sposti,dobbiamo controllare il battito.” Contro ogni mia volontà riesco a separarmi da lui,permettendo agli arrivati di controllare. In una manciata di minuti uno di loro si volta verso di me guardandomi dispiaciuto.

-“Mi dispiace,questo ragazzo non ce l’ha fatta. È morto sul colpo,il proiettile è andato dritto al cuore.” Vorrei non avere mai sentito quella frase,è davvero troppo da sopportare tutto in una volta.

-“Come mai lei è macchiata di sangue e senza maglietta?” mi domanda un altro,riportandomi alla realtà.

-“Secondo lei?!” sbotto acida. Poi non volendo più vedere il corpo di mio fratello privo di vita mi dirigo a passo lento fuori,fregandomene se sono in reggiseno. Fregandomene di tutto e di tutti. Vedo una figura in lontananza corrermi incontro,mano a mano che si avvicina comincia ad essere sempre più nitida. Tom mi abbraccia con forza,sollevandomi da terra,ancora inconsapevole di ciò che è appena successo.

-“Cosa è successo?” chiede poi alzando un sopracciglio e guardandomi perplesso “Come mai sei in reggiseno? E perché hai del sangue addosso?”. Comincio nuovamente a singhiozzare,non riuscendo a capacitarmi di tutto.

-“Damon…m-mi ha…baciata…poi mi ha tolto la maglietta….stava per sfilarmi i pantaloni ma è arrivato mio fratello…e…e…” tronco la frase a metà,non voglio dirlo,non voglio crederlo.

-“E…?” cerca di incoraggiarmi lui.

-“E poi è partito un colpo…un colpo di pistola” spiego come una scema “Doveva prendere me,ma….Jared si è messo in mezzo…è morto.” Riesco a dire in conclusione. Lui mi attira di nuovo a sé,stringendomi dolcemente.

-“Quel pezzo di…mmmm,la pagherà,devono condannarlo all’ergastolo! Mi dispiace,mi dispiace…” continua a ripetermi anche lui con le lacrime agli occhi.

-“Dovevo morire io!” urlo improvvisamente “DOVEVA PRENDERE ME! NON LUI! ME! LUI CI HA RIMESSO PER COLPA MIA!”

-“Ssst! Calmati! Non lo dire neanche per scherzo piccola! Tu non c’entri.”

-“Si,invece. È tutta colpa mia. COLPA MIA!”

-“Non è colpa tua. Cazzo! Dovevo esserci anche io se non fosse stato per quei poliziotti che ci hanno trattenuto in aeroporto.”

-“Meglio così! Non avrei sopportato il fatto di perdere anche te.” Dico cercando di abbassare il tono della mia voce e calmandomi al cullare leggero delle braccia di Tom sulle mie.

-“Tranquilla,qualunque cosa succeda non mi perderai mai.” mi sussurra prima di baciarmi con estrema dolcezza. Ma purtroppo questo non basta ad alleviare il mio dolore per la perdita di Jared. E dubito che qualcosa oggi ci riuscirà.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: PERCHè IO LO AMO ***


GRAZIE A CHI MI RECENSISCE OGNI VOLTA...E ANCHE A CHI LEGGE E BASTA...

BUONA LETTURA A TUTTII! SPERO CHE QUESTO CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO....

CAPITOLO 11:

È già passata una settimana dalla morte di mio fratello. Abbiamo voluto fare un funerale in segreto,in modo da non farlo sapere a voci non fidabili,vicine a mio padre. E come se tutta la situazione non bastasse ci si mettono pure i paparazzi a rompere le scatole,dicendo che Tom Kaulitz frequenta una poco di buono. Non si sbagliano effettivamente,quelle sono le mie origine,ma sono cambiata e ne vado molto fiera. Per ora sono tornata a vivere nella casa dei gemelli, purtroppo le cose vanno riorganizzate e stavolta con molta più prudenza, altrimenti succede come l’ultima volta. Bill e Tom mi stanno dando tutto il loro affetto,cercando di tirarmi su di morale,senza di loro non so se riuscirei a continuare ad andare avanti. Ma guardo il futuro con speranza e questo lo faccio soprattutto per Tom. Ancora però non riesco a stare tranquilla,sto mettendo in pericolo tutte le persone a cui tengo,è vero che sono solo due,ma per me sono tutto.

-“Piccola…” sussurra Tom abbracciandomi da dietro. Io mi volto sforzandomi di sorridere.

-“Amore…” dico io fissandolo negli occhi quasi fossi ipnotizzata.

-“Tutto bene? Secondo te è venuto il momento di dirlo a Bill?”

-“Si,tutto ok. Comunque credo che dobbiamo dirglielo,si,deve sapere ciò che rischia. Ed è nostro compito proteggerlo. Lo sai..”

-“Si,lo so. Dai scendiamo,ci aspetta una conversazione piuttosto impegnativa.” Dice prima di prendermi per mano e di trascinarmi per le scale sino alla cucina,dove ci accomodiamo di fronte a Bill,impegnato nel leggere una rivista.

-“Ehm,ehm.” Tossisco cercando di attirare l’attenzione,ma niente. Ci riprovo sia io che Tom,ma è tutto inutile.

-“Bill,ci degni almeno di uno sguardo?” sbotta il ragazzo di fianco a me un po’ innervosito dall’atteggiamento indifferente del fratello.

-“Oh,si scusa. Ero immerso nella lettura.” Si giustifica con fare innocente.

-“Lo immagino,a leggere riviste di moda ci vuole concentrazione siccome.” Aggiungo io sbuffando.

-“Certo.” Replica lui indignato.

-“Si va bè…non è questo l’importante. Allora,noi ti dobbiamo parlare.” Annuncia Tom.

-“Ascolta,io preferisco tacere,parli te. Lui è tuo fratello.” E così me ne lavo le mani con un sorriso sulle labbra.

-“Scarica barili del cavolo.” Borbotta lui.

-“Scusate ma non mi dovevate parlare?” e riecco la voce di Bill irritata.

-“Giusto,scusa… Da dove comincio…”

-“Dalla fine…ma che domande sono? Dall’inizio no?” sbotta il cantante.

-“Ma che umorismo fratellino!” ribatte Tom sarcastico “Allora,devi sapere che Aisha era stata incaricata di ucciderti.” A queste parole Bill ha un leggero mancamento,poi scoppia a ridere.

-“Cavolo! Che tatto Tom!” dico io sghignazzando.

-“Questa è bella,ma dove l’hai pescata?” chiede il moro.

-“Non stava scherzando. Mio padre fa parte di una banda di criminali,ma i lavori sporchi li ha sempre fatti fare ad altre persone e spesso e volentieri a me e a Jared. Ma sappi che non abbiamo mai ucciso. Questa sarebbe dovuta essere la mia prima volta,ci ho tentato ma non ci sono riuscita,volevo ucciderti perché altrimenti ci avrei rimesso la mia vita. Ma mio fratello mi ha fatto ragionare e ho capito che non era giusto quello che dovevo fare. Solo che poi siamo finiti tutti nei guai,e te sei ancora in pericolo,mio padre vuole ancora vederti morto. Anche se credo che il bersaglio ora sia io,dato che l’ho tradito.”

-“Ma…ma…perché vorrebbe uccidermi scusa?” chiede tristemente.

-“Non lo so Bill. Non ne ho la più pallida idea,io non sono tenuta a fare domande.”

-“Ma ora non ti senti più con tuo padre?”

-“No,io non lo chiamo e lui non chiama me,ma sono sicura che ci osservano. O presto lo faranno. Siamo a rischio,dobbiamo andarcene da qui,io e tuo fratello ci stiamo già organizzando,non hai da temere. Faremo tutto il possibile.”

-“E io vi aiuterò,o con me o non se ne parla. Non potete rischiare la vita solo voi.”

-“Ma te la rischi già senza fare niente,quindi…”

-“Grazie per avermene parlato. Ma perché non lo avete fatto prima?”

-“Per non farti preoccupare e per proteggerti. Ma era giunto il momento di dirtelo.”

-“Grazie per avermi risparmiato la vita,sai non lo avrei mai detto. Fico! Mio fratello sta con una criminale.”

-“Io non lo troverei tanto fico. Comunque non sono una criminale,semmai lo ero.” Soggiungo io.

-“Si si…la conversazione è stata interessante ma ora vado a poltrire sul divano,sono stanco.” Con questa frase ci lascia soli in cucina. Io e Tom ci scambiamo uno sguardo sorpreso ed allibito.

-“Mah…” dico io “Certo che a volte Bill è proprio strano eh!”

-“Non lo metto in dubbio. Pensa che io lo sopporto da 21 anni.”

-“Povero te.” Replico ridendo. È impressionante quanto mi sia affezionata a questi due ragazzi. All’improvviso mi viene una strana voglia. Quella voglia straziante che mi prende ogni tanto alla sprovvista. Ho voglia di sentire il calore del corpo di Tom sul mio. Lo afferro per la maglietta e mi dirigo verso la mia camera con lui al seguito. Lo guardo negli occhi prima di spingere la maniglia verso il basso e di entrare nella stanza.

-“Che vuoi fare?” domanda stupito. Io non gli rispondo,mi limito solo a sorridergli maliziosamente.

-“Ok,forse ho qualche vaga idea di cosa ti stia passando per la mente. Ma non credo sia una buona idea con Bill in casa.”

-“Ma chi se ne frega,tanto quello non si accorgerebbe nemmeno se la casa venisse allagata.” Replico andando a chiudere a chiave la porta. Poi butto Tom sul letto,prima di montargli a cavalcioni sul petto. Faccio per baciarlo ma lui mi ferma.

-“Dai,Aisha! Così mi fai sentire uno spudorato.”

-“Ma per quale motivo scusa? Sono io che ho preso l’iniziativa,non tu. Quindi semmai quella spudorata sono io.”

-“Lo so…ma…”. Soffoco quello che ha da dire premendo le mie labbra sulle sue con dolcezza. Poi lascio che la mia bocca si dischiuda,permettendo alla lingua di Tom di raggiungere volenterosa la mia. Le mie mani vanno automaticamente ad alzare la maglia di Tom,sfilandogliela con estrema bramosia. Il suo fisico non smetterà mai di lasciarmi a bocca aperta,è vero non è molto muscoloso,ma ha comunque il suo fascino. Non smetto di baciarlo mentre cerco di togliermi la camicia,quando lui mi blocca i polsi.

-“Basta,per favore!” esclama esasperato. Questa cosa mi lascia spossata,non riesco a capire quale sia il suo problema.

-“Perché? Perché mi stai rifiutando?” chiedo triste.

-“Non ti sto rifiutando,è solo che…in realtà mi stai facendo impazzire.”

-“E allora,qual è il tuo problema?” insisto,finendo poi di sfilarmi la camicetta blu.

-“Rimettitela subito!”

-“No.”

-“Ho detto rimettitela!”

-“E io ho risposto di no! Io faccio quello che voglio! E comunque non hai ancora risposto alla mia domanda.”

-“Il mio problema è che non ho i preservativi.” Dice poco convincente.

-“Ah.” Dico “Ma quello non è un problema.”

-“Ma potresti rimanere incinta!” sbotta.

-“Non è il periodo,credimi.” Questa situazione e questi discorsi mi mettono decisamente in imbarazzo. Poi mi sdraio sul corpo caldo di Tom,stando attenta a non schiacciarlo. In seguito le mie labbra si posano delicate sul suo collo, facendo avanti e indietro. Lo sento rabbrividire,ma subito dopo mi riferma.

-“Cosa ti prende?” chiede.

-“Ho voglia di te. È la prima volta che mi succede una cosa del genere.”

-“Ma…io non posso.” Dice arreso.

-“Almeno spiegami il perché.” Dico dolcemente,rimettendomi in fretta la camicia e sedendomi al suo fianco con le gambe incrociate. Sembro una bambina impaziente di ascoltare una favola.

-“Devi sapere che le fan e le persone mi hanno soprannominato Sexgott.”

-“E per quel motivo?” domando curiosa.

-“Ho raccontato che sono stato con molte ragazze. È la mia caratteristica principale,infatti mi riconoscono quasi solo per quello,purtroppo.”

-“Ma è vero?”

-“No,l’ho dovuto inventare perché almeno le ragazze non proverebbero ad avere qualcosa di serio con me.”

-“E perché non dovrebbero provare? Non vuoi?”

-“Non ho mai voluto sino ad ora per paura di innamorarmi. Ho sempre creduto che l’amore mi avrebbe rovinato la carriera. E per me l’unica cosa più importante,dopo mio fratello, era la musica. Ma questo prima di conoscerti.”

-“Ma con tutto questo dove vorresti arrivare?”

-“Io…non so proprio come dirtelo…io,bhè…non ho mai fatto l’amore con nessuno.” Quella notizia mi lascia interdetta,non perché di solito i ragazzi a 21 anni lo hanno già fatto,ma perché per uno come lui non lo avrei mai detto.

-“Tranquillo. Nemmeno io.” Ammetto con un velo di imbarazzo. “E volevo che il primo fossi tu.” Aggiungo.

-“Oh,Aisha.” Sussurra prima di baciarmi con trasporto. Ci liberiamo facilmente dei nostri abiti e finiamo per diventare una cosa sola. Due corpi ed una sola anima,è come se ci fondessimo insieme,l’uno nell’altro. Tutto accade con infinta dolcezza e con amore,nonostante la nostra non esperienza tutto mi sembra bellissimo,perché ciò che conta non è come avviene ma perché. E il perché stavolta è una risposta molto facile: perché lo amo. Ma ovviamente sono troppo codarda per dirlo ad alta voce.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: L'INTUITO INFALLIBILE DI BILL KAULITZ ***


Ringrazio come sempre le mie care recensitrici,vi voglio bene ragazzeee!!! *w*

Poi ci tengo a ringraziare anche a chi legge e basta...

BUONA LETTURA A TUTTIIIII!!! KUSSEN,ALICE...Premetto che questo è solo un capitolo di passaggio,per cercare di far capire il quadro della situazione ora...

http://yfrog.com/6zmorteqj
La copertina è stata creata dalla mia cara   _Kya J_ ....grazie tesoroooooooooo!!!


CAPITOLO 12:

Dopo quello che è successo con Tom il mio sentimento è cresciuto sempre di più. Lo amo incondizionatamente,lo amo alla follia,e la cosa più bella è che sono ricambiata. Mi dispiace solo che ogni volta che mi dice di amarmi non sono mai in grado di rispondergli allo stesso modo,mi è impossibile,come se avessi un nodo alla lingua che mi impedisce di formulare le parole. Ma devo trovarlo il coraggio prima o poi. Sono passati tre mesi dalla morte di Jared,sembra passato così tanto tempo,ma il dolore rimane perpetuo nel mio cuore. Non siamo ancora riusciti a partire per andarcene da qui,mancano i documenti falsi,purtroppo si sono presentati dei piccoli problemi alla porta della nostra vita,ma questo inconveniente verrà risolto nel giro di un paio di mesi. Pensavo fosse più facile,speravo che lo fosse,e continuo a sperarlo ancora,nonostante tutto. C’è anche un'altra cosa che mi rende nervosa,ultimamente mi sento stranissima ed ho paura,ma non riesco a capire quale sia la fonte di ciò. Bill che è venuto a sapere tutto di me Tom inizialmente mi ha consigliato di fare il test di gravidanza,ma io so che non serve a niente,perché io non sono incinta,non era il periodo giusto. Ma è anche vero che è tre mesi che non mi vengono più le mestruazioni. Cavolo! Non ci pensavo più,sono proprio nei guai,come al solito.

   *************************************************************************

Alzo lentamente la maglietta,esponendo in bella mostra la mia pancia,che comincia a rivelare un leggero rigonfiamento. Sono incinta,l’esito finale è stato proprio questo,aspetto un bambino. Ormai è cinque mesi che lo sono,la mia pancia non è molto grossa e per me è una fortuna,perché non lo deve sapere nessuno. Ho paura di dirlo a Tom,non voglio immaginarmi come potrebbe reagire se non lo volesse. In realtà non è una cosa positiva avere un figlio in questi tempi,ma lo voglio più della mia stessa vita. Il prossimo mese dovremmo partire,quindi sarà al sicuro,non dovrà passare quello che ho passato io nella mia infanzia. Comunque arriverà il momento di dirglielo,anche perché prima o poi se ne accorgerà da solo,per ora riesco a mascherarlo con maglie larghe, dicendo che sono ingrassata un po’. Tom se la beve,ma Bill no,è troppo furbo per lasciarsi ingannare da una bufala del genere,ma a quanto pare preferisce tenere i suoi sospetti all’oscuro della mente del fratello. Mi accarezzo lentamente la piccola protuberanza,promettendo cose smielate a quella creaturina che sta crescendo in me,sorbendosi tutto il mio amore. Sono ancora immersa in quella dolce sensazione quando il rumore della porta che si apre mi fa sobbalzare sul posto. Mi affretto a sistemare la maglia,ma è troppo tardi,Bill mi ha visto.

-“Prima si bussa!” sbotto scontrosa.

-“Prima si dice che si deve bussare.”

-“Io penso che sia sempre stato così,e che tu fossi abbastanza intelligente da arrivarci.”

-“Oh,ma quanta acidità Aisha! Calmati,non ho fatto mica niente di male. A parte coglierti sul fatto!” dice sogghignando. A volte mi fa proprio paura.

-“Non so di cosa tu stia parlando!”

-“Classica frase di chi ha qualcosa da nascondere.” Insiste.

-“Suvvia! Allora dimmi cosa sto tenendo nascosto,dato che sei tanto intuitivo,potresti fare il sensitivo. Ci hai mai pensato? Sicuramente saresti meglio che da cantante.”

-“Ma cosa ti prende? Si può sapere? Comunque te stai nascondendo la tua gravidanza al padre del bambino!” sbotta “E allo zio!” aggiunge poi entusiasta.

-“Senti,Bill,non posso negare l’ovvio con te,ma devi promettermi che non lo dirai a Tom. Altrimenti sarebbero guai! Non lo deve sapere nessuno!”

-“E perché mai?” chiede curioso,alzando un sopracciglio.

-“Perché potrebbe prenderla male,potrebbe non volerlo.”

-“Oh,non è da lui. Sono sicuro che ne sarebbe felice.”

-“Non puoi dirlo,avere un figlio…bhè,tale responsabilità gli rovinerebbe la carriera. Anche se ora siete in pausa momentanea.”

-“Non gli rovinerebbe un bel niente. Sai quanti artisti ci sono famosi con una famiglia?!”

-“Si,lo so,hai ragione anche te. Ma cerca di capirmi,lui,io,un figlio,sarebbe il pettegolezzo più saziante nei prossimi dieci secoli!”

-“Spiritosa. Però devo dire che non hai tutti i torti. Ma ciò non toglie il fatto che Tom ha il diritto di sapere. Quindi ti do un giorno di tempo. O glielo dici te,o glielo dico io! Semplice no?” mentre lo dice uno sguardo ammiccante mi colpisce in pieno. In senso negativo. Mannaggia a lui e ai suoi ricatti!

-“Semplicissimo. Sei stato chiaro. Vedrò di fare il mio meglio.” Dico prima di spingerlo con forza fuori dalla camera e chiudendomi a chiave. Almeno per un po’ non avrò rotture di scatole.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: IMPAZZIRE ***


Grazie,come sempre, alle mie fedeli recensitrici...Vi voglio beneeee!!

Grazie anche ai lettori silenziosi...

BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!!!!....Scusate se ci ho messo tanto a postare,ma con le feste in agguato,bhè....xD.....Spero che il capitolo vi piaccia....Kussen,Alice...

CAPITOLO 13:

Decido di uscire dalla camera e dirigermi in cucina,dove so già che troverò Tom. Non nego che la mia agitazione è alle stelle,ma devo farcela,anche perché altrimenti Bill gli spiffera tutto,così si che lui si arrabbierà con me. Faccio gli ultimi passi prima di raggiungerlo sbuffando svogliatamente.

-“Eccoti,piccola! Stavi dormendo?” mi chiede,dolce come al solito.

-“Non proprio,diciamo che mi stavo rilassando. Comunque dovrei parlarti.”

-“Dimmi tutto.” Dice,facendosi improvvisamente serio. Che abbia capito qualcosa? Non credo proprio.

-“Prima promettimi che non ti arrabbierai,o perlomeno che non lo darai a vedere.”

-“Aisha,comincio a preoccuparmi.”

-“Te promettimelo.” Insisto sempre timorosa.

-“Ok,te lo prometto.” Non sembra molto convincente,ma non ci faccio troppo caso. Mi siedo sulle sue ginocchia poi afferro una sua mano e la porto sulla mia pancia,cominciando a massaggiarla lievemente.

-“Ma…” comincia lui,troncando la frase a metà. Forse ci è arrivato da solo,in fondo questo è il mio scopo. Non saprei come dirglielo a parole.

-“Ma..?” chiedo allora io.

-“Come mai sei così gonfia?”. A quelle sue parole mi metto a ridere come una psicopatica.

-“Che c’è da ridere? La mia era una domanda seria.” Dice,rimanendoci male.

-“Oh…secondo te,una donna per quale motivo potrebbe essere così gonfia?”

-“Perché ha mangiato troppo?” tenta.

-“Riprovaci.” Dico sorridendo.

-“Perché ha le sue cose?”

-“Ritenta,anche se posso dirti che su per giù siamo lì.”

-“Sei incinta?” chiede sbalordito,sbiancando pericolosamente in viso.

-“Ehm…” non riesco a formulare bene la frase. Ma il tempismo perfetto di Bill gli permette di intromettersi.

-“Si,è incinta.” Esclama entusiasta. Io lo incenerisco con lo sguardo,lui alza le spalle in modo innocente. Poi la mia attenzione torna verso il mio ragazzo. Quest’ultimo sta scuotendo insistentemente la testa,come se non volesse crederci. Quel suo gesto mi da molto da pensare,allora vuol dire che l’ha presa male.

-“Da quanto?” si decide a domandare scontroso.

-“Da cinque mesi.” Rispondo con la voce rotta.

-“Perché?” urla “Perché?”. Una lacrima mi scende lungo una guancia, lasciandomi interdetta. Era l’ultima cosa che volevo che la prendesse così male. Bill spalanca la bocca stupito. A quanto pare nemmeno lui se l’aspettava. Tom mi fa cenno di alzarmi da sopra di lui,e così faccio. Poi anche lui si alza,afferrandomi una mano.

-“Perché…perché cosa?” chiedo ormai singhiozzando.

-“Perché non me lo hai detto prima?” sussurra dolcemente,ora.

-“Io…io avevo paura. Pensavo potessi prenderla male,e avevo ragione.”

-“Invece ti sbagliavi di grosso.” Dopo questa frase posa le sue labbra sulle mie,con estrema delicatezza. Io mi asciugo velocemente le lacrime,come a voler cancellare quella mia debolezza.

-“Quindi sei contento?”

-“Contento è dir poco. Però sono anche arrabbiato perché me lo hai tenuto nascosto per così tanto tempo. Pensavo mi conoscessi bene.”

-“Quello si,ma so anche che la musica per te è tutto,avere un figlio ti rovinerebbe la carriera.”

-“Questo non è assolutamente vero!” ribatte Bill,intromettendosi nuovamente nella nostra conversazione.

“Stavolta condivido ciò che ha detto.” Aggiunge Tom.

“Cavolo Bill! Ma gli affari tuoi mai eh!”

-“Dato che state discutendo di mio nipote direi che è anche un mio affare!”

-“Concordo di nuovo!”

-“Due contro uno non vale!” sbotto divertita.

-“Due contro uno e mezzo vorresti dire!” replica Bill. Così cominciamo a scherzare davvero felici per la prima volta dopo tanto tempo. Le nostre risa vengono però interrotte da un rumore sinistro,proveniente dalla sala. Tom mi afferra per i fianchi e mi fa scudo con il suo corpo. Bill si nasconde dietro di me.

-“Bill?” chiama sottovoce Tom. “Dove sei finito?”. Nessuna risposta.

-“Tom,è qui dietro di me.” rispondo io al posto suo,ridendo come una scema. La mano elegante di Bill mi tappa la bocca con prepotenza.

-“Stai zitta!” mi sussurra all’orecchio. Io stufata da quella posizione gli lecco il palmo della mano riuscendo ad ottenere l’effetto desiderato.

-“Bleah!” esclama schifato,pulendosi la mano alla sua maglietta.

-“Che succede?” domanda flebile Tom.

-“La tua ragazza mi ha leccato!” sbotta irritato.

-“Buon per te.” Replica maliziosamente. Io gli tiro una pacca sulla spalla divertita.

-“Vi siete già dimenticati del rumore?” chiede Bill,sempre più infastidito. Tom decide di fare un passo avanti con prudenza. Appena giunto in sala accende la luce di scatto. Lo spettacolo che ci si presenta davanti non è molto piacevole. Una scritta rosso fuoco risalta sul vetro della finestra:

Aisha,non ci siamo dimenticati di te. Tra poco arriveremo e uccideremo te e il bambino che porti in grembo.”

Un respiro soffocato mi esce spontaneo dalla bocca. Raggiungo automaticamente la finestra, guardando al di fuori di essa,ma non avverto niente di strano. Passo un dito sulla scritta,che rimane sporco di rosso.

-“Non toccare!” esclama una voce alle mie spalle,quella di Tom.

-“E perché non dovrei?” domando ingenua. Ma nel frattempo la risposta mi si fa chiara nella mente,senza bisogno di sentirmela dire so di cosa si tratta.

-“Quello è sangue.” Dice Bill terrorizzato. Tiro un urlo micidiale,pulendo con forza il dito sui pantaloni. Poi scuoto la testa freneticamente.

-“No! No! No! Il bambino no!” urlo. Poi delle braccia sicure mi stringono con forza,cercando di farmi calmare,ma con scarsi risultati.

-“Piccola,calmati!” mi sussurra. Ma è tutto inutile,io continuo a dimenarmi come se fossi impazzita. O forse lo sono sul serio.

-“No.” Urlo ancora.

-“Dovremmo avvertire la polizia.” Consiglia Bill.

-“Noooooo!” urlo sempre più forte. Tom continua a tenermi stretta a lui, aspettando che mi calmi.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: SICUREZZA ***


Ringrazio come al solito tutte le persone che continuano a seguirmi!!!...E voglio augurare ad ognuno di voi: BUONE FESTEEEEE!!!!!....Questo capitolo è un pensierino di Natale,xD,sperando che vi faccia piacere...

BUONA LETTURA A TUTTI VOIIIIIIIIIIIIIIII!!!! BUON NATALEEEE!!

CAPITOLO 14:

Ieri,dopo la mia crisi isterica,abbiamo discusso parecchio su ciò che è accaduto e siamo tutti d’accordo che appena partorisco dobbiamo andarcene da qui. Bill,inizialmente,aveva proposto di partire prima,ma nelle mie condizioni è meglio di no. Anche perché,non so perché,ma sono sicura che il messaggio alla finestra è riferito al futuro,ovvero quando il bambino sarà già nato. Penso questo perché secondo me vorrebbero farmi assistere alla sua uccisione,torturandomi nel profondo,annunciando la mia morte,e provocando la morte del mio cuore e della mia anima,ancor prima di quella del corpo. Ho paura,abbiamo tutti paura,nessuno escluso.

-“Piccola,come ti senti?” chiede Tom sedendosi al mio fianco sul divano e distraendomi dalle mie riflessioni.

-“Bene,esclusa la paura e l’agitazione.”

-“Ti capisco,siamo tutti nella tua stessa situazione. Darei la mia stessa vita pur di proteggere la tua e quella del bambino.”

-“Non devi dirlo neanche per scherzo. Non permetterei mai che tu sacrifichi la tua vita per la mia.”

-“Ma per quella del bambino me lo lasceresti fare.”

-“Non è vero. Mi sacrificherei io al tuo posto.”

-“Ti credo.” Mi sussurra ad un orecchio. Io mi giro posando leggermente le mie labbra sulle sue,dando vita ad un lieve bacio. Poi mi distacco da lui e lo guardo attentamente negli occhi.

-“Ti amo!” mi dice lui.

-“Se importante per me.” Purtroppo non ho ancora imparato a dirgli che lo amo,trovo sempre delle vie d’uscita parallele,sforzandomi di esprimere al meglio ciò che provo per lui,magari sforzandomi di trovare dei sinonimi. Lui mi sorride dolcemente per poi aggiungere:

-“Prima o poi imparerai a dirmelo. Ne sono sicuro.”

-“Lo spero proprio.” Tom cerca di rassicurarmi baciandomi la punta del naso,come se fossi una bambina bisognosa di affetto. Devo dire che io non sono poi così diversa,ho davvero bisogno di sentirmi amata.

-“Tomiiiiiiiiiii!” la voce squillante di Bill giunge sino a noi dal piano di sopra.

-“Che c’è?” urla il mio ragazzo di rimando.

-“Ho chiamato Saki,ha detto che dovrebbe arrivare in giornata con uno nuovo.” Risponde Bill scendendo velocemente le scale.

-“Ok,perfetto! Come si chiama quello nuovo?”

-“Il nome non me lo ricordo bene,mi sembra qualcosa tipo Blake,Jake…boh!”

-“Vabbè,lo scopriremo presto. Comunque quando hai bisogno di dirmi qualcosa,invece di urlare come uno scalmanato,facendomi tra l’altro preoccupare,scendi e dimmi le cose ad un palmo di distanza.” Bill si avvicina ridendo al viso di Tom.

-“Così?” chiede poi ridendo sotto i baffi.

-“Non esagerare. Io l’ho detto in senso figurativo.” Risponde il chitarrista. Poi,vedendo che Bill non accenna ad allontanarsi dal suo viso, gli dà un bacio a stampo,facendolo saltare sul posto.

-“Che schifo!” esclama poi “Possibile che capitano tutte a me ‘ste cose?”

-“Sono tuo gemello! Sangue del tuo sangue! Saliva della tua saliva!”

-“Non vuol dire niente. Siamo grandi per queste smancerie che forse ci facevamo da piccoli!”

-“Come sei…insensibile!” insiste Tom sorridendo.

-“Non sono insensibile,sono solo vergognoso,e non mi piace essere deriso davanti a qualcuno. Ok?”

-“Più che deriso sei invidiato!” mi intrometto io.

-“E per cosa scusa?” domanda Bill,girando la testa di scatto verso di me.

-“Per essere stato baciato da Tom!”

-“Piccola,se vuoi rimediamo subito.” Dice il ragazzo appena menzionato da me,avvicinando pericolosamente la sua bocca alla mia,facendo sussultare Bill.

-“Fermatevi qui! Non voglio vedere lingue in azione e ormoni decisamente troppo su di giri!”

-“Così impari a disturbarci con le tue uscite inutili!” sbotta il chitarrista, scostandosi da me sempre più divertito. Lasciandomi un po’ dispiaciuta di quella breve lontananza.

-“La mia era un’informazione,se non è stata di tuo gradimento non è colpa mia! Io me ne torno in camera,anzi,vado a farmi una doccia!”

-“Ecco,lo hai fatto di nuovo. Non ci interessa quello che fai,fallo e basta. Non serve che preannunci ogni cosa.” aggiungo io,scherzando. Bill incrocia le braccia offeso,poi si incammina a passo svelto,e a testa alta,verso il piano superiore.

-“Forse abbiamo esagerato con mio fratello. Ho paura che se la sia presa.”

-“No stai tranquillo,gli passerà.”

-“Hai ragione. In caso contrario gli parlerò,sai,a volte,sa essere piuttosto permaloso.”

-“Lo so.” Dico sorridendo ad un ricordo lontano.

Il pomeriggio passa abbastanza velocemente,per ora ancora nessuna guardia del corpo nelle vicinanze. Ma proprio mentre lo penso il campanello suona con insistenza.

-“Bill vai ad aprire per favore?” chiedo io.

-“Certo!” esclama sorridente. Come prevedevo l’offesa di stamani gli è passata velocemente.

-“Chi è?” domanda Tom,scendendo dalle scale con addosso solo un asciugamano,e i capelli ancora grondanti di acqua.

-“Tom,così bagni tutto il pavimento!” sbotto io.

-“Asciugo io!”

-“Si si,come no. Non lo faresti nemmeno se ti pagassero!”

-“Bugiarda. Comunque chi è?”

-“Tomi,è Saki con il ragazzo nuovo.” Risponde Bill,stranamente entusiasta.

-“Falli accomodare eh! Arriviamo subito!” dico io. Poi prendo per mano Tom e lo porto in sala.

-“Non vi scandalizzate!” annuncio io.

-“Non è la prima volta che lo vedo mezzo nudo.” Dice Saki,tranquillizzandomi.

-“Allora,lui è Blake. Ha iniziato a lavorare come guardia del corpo qualche anno fa. La sua esperienza non è molta,ma sufficiente per voi,se ci sono anche io!” dice facendoci l’occhiolino,poi tutti noi ci presentiamo con il nuovo conosciuto.

-“Bill almeno ti ha detto per quale motivo abbiamo bisogno di te qui?” chiedo io.

-“Mi ha detto che ci sono delle persone che minacciano di uccidervi.”

-“Esatto. Vi sentite pronti per questa cosa? O è troppo per voi? Se fosse così troviamo dei sostituti.” Aggiunge Tom.

-“Io sono prontissimo. Siamo a conoscenza di tutte le misure di sicurezza necessarie.” Dice Blake.

-“A me non dovete nemmeno chiederlo. Lo sapete che per voi ci sono sempre.” Annuncia Saki,sorridendo affettuosamente.

-“Ma potresti rischiare la vita!” sbotto io,preoccupata.

-“Non sarebbe la prima volta.” Si limita a dire lui,con leggerezza.

-“Come vuoi tu. La vita è tua.” Così lascio cadere il discorso,poi cominciamo a fare una migliore conoscenza del ragazzo nuovo.

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: UN SENSO ALLA MIA VITA ***


Ringrazio come sempre chi mi recensisce e chi legge e basta! Grazieeeee!!!

PREMETTO CHE QUESTO è UN CAPITOLO DI PASSAGGIO! SCUSATE SE CI HO MESSO TANTO A POSTARE,COLPA DELLE VACANZE,XD...Kussen,la vostra Alice...

CAPITOLO 15:

Ormai è giunto il momento del parto. Eh si! Sono già passati quattro mesi da quando Saki e Blake sono rientrati nella nostra vita. Stamattina presto ho cominciato a sentire dolori acuti al basso ventre,segno dell’inizio delle contrazioni. I dolori si sono fatti sempre più forti e Tom mi ha accompagnato immediatamente all’ospedale. E così mi ritrovo in una stanza angusta a spingere con tutte le forze che possiedo nel corpo,sprecando ogni forma di energia. Per fortuna al mio fianco c’è Tom,che mi stringe una mano,senza dare a vedere il dolore che prova quando gliela stringo. I miei urli di sofferenza diventano sempre più soffocati,anche la voce mi sta venendo meno,ma non gli do importanza. L’unica cosa che per me conta ora è dare alla luce la bambina. La nostra dolce bambina. Alla fine abbiamo scoperto che si tratta di una femminuccia,e ne siamo molto felici. Soprattutto Bill,che ha promesso di insegnarle come vestirsi bene. Non oso immaginare cosa significhi “vestirsi bene” per lui. Ritorno mentalmente al parto,dando l’ultima spinta decisiva. Il sudore mi imperla la fronte e quando sento la piccola uscire dal mio corpo un sospiro di sollievo mi esce spontaneo dalla bocca. La prima cosa che sento è la mano di Tom che mi accarezza la fronte,asciugandone il sudore. Poi,subito dopo quel breve contatto la mia bambina mi viene posata delicatamente sul petto. La meraviglia si impossessa di me e di Tom,rimaniamo sbalorditi davanti a tanta bellezza. Mi viene spontaneo stringerla dolcemente al mio petto,cullandola con amore. Il suo pianto è dolce,cristallino,felice. È un pianto di gioia. Osservandola più attentamente rimango ancora più stupita. I suoi capelli sono molto folti e di un colore castano scuro,con riflessi bordeaux. Il viso è rotondo e delicato,tipico di un neonato. Gli occhi,nonostante sia difficile identificarne bene il colore,sono di un blu intenso,penetrante. Cosa alquanto strana,dato che né io né Tom abbiamo gli occhi azzurri. Il naso è diritto,perfetto,con la punta lievemente rivolta in su,mentre le labbra sono piene e carnose. Sembra un angioletto.

-“Amore,è bellissima!” sussurra Tom al mio orecchio.

-“Ha preso tutto dal papà allora.” Rispondo felice io. Poi ci guardiamo negli occhi improvvisamente preoccupati.

-“Oh cavolo!” esclamo in preda al panico.

-“Cavolo! Cavolo! Cavolo!” mi fa eco lui.

-“Non abbiamo ancora deciso il nome!” diciamo all’unisono,facendo voltare i dottori verso di noi. Io e Tom ci scambiano uno sguardo complice,poi riponiamo le nostre attenzioni in nostra figlia,che ci guarda beata.

-“Shakira!” sussurriamo ancora una volta nello stesso momento. Abbiamo deciso di darle il nome di mia madre,in suo onore. Perché so che lei è viva da qualche parte,e che è stata costretta ad abbandonarci. Io so che lei mi vuole bene. Chissà se un giorno la rivedrò e se potrò farle conoscere sua nipote. Purtroppo ciò che il destino mi riserverà mi è estraneo. Improvvisamente una domanda fastidiosa da sopportare fa breccia nei miei pensieri:” Avrò un futuro?”

Tom,accorgendosi della mia espressione corrucciata mi chiede:

-“C’è qualcosa che ti turba?”

-“No,no,tranquillo.” Lo rassicuro,tanto non servirebbe a niente metterlo a conoscenza delle mie preoccupazioni inutili e insignificanti.

-“Preparati,tra poco arriverà Bill,con Saki e Blake. Ci tempesteranno di domande,e mio fratello di smancerie.”

-“Sarà una cosa difficile da affrontare.” Dico ridacchiando.

-“Te ci scherzi,ma quando Bill comincia a fare il sentimentale è la fine. Non smette più,sembra quasi ubriaco di amore.”

-“Deve essere un’esperienza interessante.” Insisto.

-“Io sostituirei interessante con terrificante.”

-“Quanto la fai lunga!” sbotto divertita,poi torno a guardare quella piccola bambina che stringo tra le braccia. Quella bambina che ha dato un senso alla mia vita.

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: OSPITI INATTESI ***


Ringrazio chi recensisce,grazieeee:  memy881, emobilla483....
Grazie anche a chi legge e basta...


BUONA LETTURA!! KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 16:

Sono sdraiata sul divano con accanto la mia piccola bambina. Bill e Tom sono andati a fare la spesa,lasciandomi in casa con Blake,mentre Saki è andato con loro.

-“Blake!” lo chiamo a gran voce dalla sala.

-“Arrivo!” urla di rimando,raggiungendomi a passo svelto “Cosa c’è? È successo qualcosa?” chiede poi allarmato.

-“No,tranquillo. Avevo solo bisogno di compagnia.” Rispondo sorridendogli.

-“Ah! La prossima volta non chiamarmi così però,altrimenti mi fai preoccupare.”

-“Esagerato! Se ci fosse stato qualcosa avrei urlato e basta,senza nemmeno nominarti.” Suggerisco con ovvietà.

-“Come sempre la tua intelligenza,o meglio ovvietà,batte la mia!”

-“Com’è giusto che sia!” ribatto decisa.

-“Posso vedere Shakira?” mi chiede lui con gli occhi che gli brillano.

-“Ma certo! Ti piacciono i bambini eh?” dico io,mettendomi a sedere e sollevando la piccola addormentata.

-“Si.” Risponde semplicemente,per poi incupirsi.

-“Come mai quella faccia?” chiedo,cercando di capirne la causa.

-“Non ne parlo mai,perché l’argomento mi addolora,ma farò un’eccezione,giusto perché sei te.” Comincia,sforzandosi di sorridere. Io mi metto in attesa che inizi a raccontare,con interesse.

-“Due anni fa io e Katia,mia moglie,avevamo appena comprato una casa insieme,ormai eravamo una famiglia,l’unica cosa che ci mancava era un figlio. Così,dopo vari tentativi lei rimase incinta di un maschietto. La gravidanza non fu facile,lei stava male e soffriva,come capita a volte nelle donne. Ma eravamo felici lo stesso,perché di lì a qualche mese avremmo avuto il nostro bambino. Fino a quando ci fu l’incidente. Stavamo andando a casa dei suoi genitori per festeggiare il Natale in famiglia,la strada era ghiacciata a causa della neve,ad un tratto ho perso il controllo della macchina. E poi non mi ricordo altro. So solo che mi sono svegliato all’ospedale e i dottori mi hanno comunicato che mia moglie aveva perso il bambino e era in gravi condizioni. Alla fine non ce l’ha fatta nemmeno lei.” A concludere il breve racconto una lacrima che gli solca il viso.

-“Mi dispiace.” Dico io,commossa da quella tragica storia,asciugandogli la lacrima con un dito,come gesto di consolazione.

-“Non ti preoccupare,oramai considero te e i gemelli come i miei figliocci,mi fate tornare il sorriso,anche se il dolore che porto ancora dentro è incancellabile.”

-“Sono felice che noi siamo in grado di alleviare un po’ quella sofferenza. Sai,ti capisco,anche io ho perso una persona a me cara,l’unica che mi sia mai stata vicina per prima,mio fratello Jared.”

-“Lo so,me ne ha parlato Bill,voleva consolarmi. Anche lui sa la mia storia.”

-“Sempre il solito. Consiglia agli altri tirando in ballo persone che non sono lui,ovviamente.”

-“Non devi fargliene una colpa.”

-“Infatti non gliene faccio una colpa,solo che a volte infastidisce il suo comportamento,ma rimane pur sempre il solito e dolce Bill.” Blake sorride alla mia affermazione. Poi all’improvviso il suono del campanello ci distrae.

-“Vado io.” Dice lui alzandosi e dirigendosi all’entrata. Io lo seguo con lo sguardo. Non appena la porta viene aperta un brivido di paura mi percorre la schiena. Mi sforzo di mantenere la calma,trattenendo a stento un urlo. Poi un colpo di pistola,il sangue,il corpo di Blake disteso a terra privo di vita,il dolore della perdita che sento dentro. Il proiettile è arrivato dritto al cuore,è sempre riuscito bene a Damon,l’unico suo fallimento è stato circa un anno fa,quando mi ha mancato,o dovrei dire quando mio fratello ha dato la vita per proteggermi. È riuscito a fuggire dalla galera,e sono sicura che c’è lo zampino di mio padre. Rivederlo in casa mi fa stare male,l’unico mio pensiero è mia figlia. Damon mi viene incontro con passo deciso e altezzoso,io stringo Shakira tra le braccia,facendole da scudo con il mio corpo. Alzo lentamente lo sguardo,lo punto alla porta ancora aperta,quando da quest’ultima entra una’altra persona. Il sangue mi si gela nelle vene,non è possibile. Non può essere lui.

-“Figlia mia,da quanto tempo non ci vediamo eh!” dice quest’ultimo,con il suo solito tono sprezzante. Continuo a stringere mia figlia,chiudo gli occhi per impedire alle lacrime di uscire. Ma la verità è che dentro di me sto già urlando di dolore. Blake è stato ucciso,ora a chi toccherà morire?

 

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: FINALE....A SORPRESA!...Muahaha ***


Ringrazio le mie adorate recensitrici: memy881,emobilla483...Vi voglio un mondo di bene!! Grazie per seguirmi sempre...

RAGAZZE SIAMO ARRIVATI ALL'ULTIMO CAPITOLO DELLA STORIA,DOPO QUESTO MANCA SOLO L'EPILOGO...SPERO CHE QUESTO "VIAGGIO" NELLA MIA FANTASIA VI SIA PIACIUTO...E SPERO CHE DOPO AVER LETTO NON VORRETE UCCIDERMI,XD...BUONA LETTURA! KUSSEN,ALICE...

CAPITOLO 17:

Il mio sguardo continua a soffermarsi sul volto di mia figlia,l’unica cosa che mi sta in mente ora è la sua protezione. Ma in questo momento sento che non posso garantirla. I passi si fanno sempre più vicini,non oso alzare il volto,non voglio che si noti che ho paura,renderebbe tutto più facile.

-“Aisha,non saluti tuo padre?” chiede poi Damon con tono sprezzante. Io continuo a tacere.

-“Ha ragione Damon,dovresti salutarmi,visto che è quasi un anno che non ci vediamo,se non di più.” Continua mio padre. Alzo lentamente la mano in un cenno di saluto,giusto per fargli smettere di fare gli amichevoli.

-“Sai,ho sempre pensato che saresti stata bene con Damon.”

-“Neanche morta!” sbotto improvvisamente.

-“Tranquilla,tanto ormai sarebbe comunque stato troppo tardi.” dice Damon. La frase non mi è subito chiara,ma quando comincia a prendere un significato preciso nella mia mente rimango senza respiro.

-“Cosa vorresti dire?” domando,sempre più impaurita.

-“Che la tua ora è arrivata. Se ti fossi comportata diversamente magari…ma dopo quello che hai fatto,beh,ti meriti solo una cosa,ovvero la morte.” Risponde mio padre.

-“Come puoi farmi questo?!” urlo.

-“Come? Mmm,sono indeciso se con la pistola o con il pugnale. Ma penso sia più doloroso il pugnale,quindi userò quest’ultimo.” Dice con pacatezza. Ogni sua parola è ributtante per me,non riesco proprio a comprendere la pazzia che c’è in lui.

-“Ma prima tocca alla piccola.” Aggiunge Damon. A questa frase un tremito violento mi percuote tutta,da capo a piedi.

-“Per favore,risparmiatela. Uccidete me,fatemi tutto quello che volete,ma vi imploro di non fare del male a Shakira.” Dico,ormai con le lacrime che debordano abbondantemente.

-“Figlia mia,lo sapevi che sarebbe andata a finire così.” Dice,mentre si avvicina cautamente a me per poi inginocchiarsi al mio fianco. Lentamente mi accarezza una guancia,scostando i miei capelli neri dal volto. Poi mi afferra con forza il braccio,fino a permettergli di vedere la bambina che dorme ignara e tranquilla. Il suo respiro mi fa da tranquillante,ma so che questa sensazione mi abbandonerà presto. A salvarci momentaneamente è il rumore di un auto che parcheggia nel vialetto davanti casa. Mio padre si alza di scatto guardingo,mentre Damon rimane impassibile,con la pistola pronta alla mano. Si odono dei passi sulla ghiaia e il tempo sembra fermarsi. Ogni cosa comincia a sembrare lenta,finta,dannatamente noiosa. Poi il rumore di una chiave che apre una serratura e la porta che si spalanca rumorosamente. La scena che mi si presenta sembra così fuori luogo. Bill e Tom portando in casa le buste della spesa,anticipati da Saki,ma non appena questi tre si accorgono delle persone estranee nell’abitazione,lasciano cadere i sacchetti per terra intimoriti. Saki si pone davanti a loro. Tutti sono immobili,persino Damon e mio padre sembrano non rendersi conto di ciò che sta succedendo. Poi Saki,senza farsi accorgere da nessuno,estrae con una velocità impressionante la pistola dalla tasca e,dopo averla puntata perfettamente su Damon,spara. Il proiettile raggiunge il petto dell’indirizzato con un colpo sordo,facendolo cadere all’indietro. Il sangue comincia ad imbrattare tutto il pavimento. Guardo il volto privo di vita di Damon e rabbrividisco per la milionesima volta. Mio padre comincia a preoccuparsi. Io mi alzo lentamente,sotto il suo sguardo indignato e attento,poi raggiungo Tom e gli porgo la bambina senza dire niente. Lui mi osserva e capisce che l’uomo presente qui è mio padre. La sua faccia diventa una maschera di preoccupazione. Poi io mi dirigo nuovamente dove ero prima,sono tranquilla perché so che le armi le possedeva tutte Damon,e di conseguenza lui è senza niente. Sa già qual è la sua fine. Improvvisamente un senso di inquietudine mi invade completamente. Lo guardo negli occhi e così fa lui.

-“So già che morirò.” Inizia a dire tranquillissimo “Ma sappi che tu verrai con me.” quella frase mi lascia interdetta. Non riesco ad assimilare l’ultima frase. Un altro colpo di pistola giunge alle mie orecchie,poi vedo mio padre sbiancare,Saki è riuscito a colpirlo. Ma prima che muoia lo vedo estrarre un pugnale,affonda tre colpi sul mio petto,causandomi un dolore lancinante. Mi sento togliere il respiro e mi abbandono alla caduta,che avviene in contemporanea con quella di mio padre. Sento Tom urlare e corrermi letteralmente incontro,fino ad inginocchiarsi al mio fianco. Shakira deve essere in braccio a Bill. Guardo Tom negli occhi,il dispiacere mi pervade.

-“Aisha,non mi lasciare,ti prego. Saki ha chiamato l’ambulanza,tra poco saranno qui. Non abbandonarmi,continua a lottare. Resisti,fallo per me e per nostra figlia. Ti prego!” dice tutto tra i singhiozzi,rendendo le parole quasi incomprensibili. Io continuo a sentire il dolore mozzafiato,la testa sembra scoppiarmi,come se non fossi in grado di sopportare tale dolore.

-“P –pren…prenditi cura di Shakira.” Riesco a dire con difficoltà.

-“Non dire così,ce la farai. Ci prenderemo cura insieme della nostra bambina.” Continua a singhiozzare incessantemente mentre mi parla.

-“Tom…” mi sforzo,voglio spendere le mie ultime forze per parlargli.

-“Si?” chiede,ancora in preda al pianto. Mi fa ancor più male vederlo soffrire così. Farei di tutto per farlo smettere di star male.

-“Ti amo.” dico infine. Quelle due semplici parole che per me significavano tutto che non ero mai riuscita a dire ora le dico con estrema facilità. È piacevole questa sensazione. Sorrido debolmente.

-“Oh piccola mia. Anche io ti amo,ti amo più della mia stessa vita.”

Quella è l’ultima cosa che sento. Poi la vita comincia ad abbandonarmi tramite il sangue che defluisce abbondante,riversandosi sul pavimento. Smetto di lottare e chiudo gli occhi. Mi abbandono al nulla.

                                                                                  ...THE END...

 

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Capitolo 18
*** EPILOGO ***


Ringrazio le mi carissime recensitrici :memy881 ed emobilla483.....Vi voglio tantissimo bene,grazie per avermi seguito sino alla fine!!....

Mi scuso per l'enorme ritardo,ma la scuola mi toglie moltissimo tempo....Fatto sta che siamo all'epilogooo...Spero la storia vi sia piaciutaaa!! Per favore almeno le recensioni finali lasciatemele,xD...Mi farebbe molto piacere!....Kusse,Alice...

EPILOGO:

Da quando Aisha è morta la nostra vita è diventata più buia,triste,se non fosse per mia figlia Shakira non so se riuscirei a proseguire,forse lo farei per Bill,per i Tokio Hotel,eh si,siamo ancora in circolo a parte tutto ciò che è successo. Fatto sta che ora sono già passati cinque anni,ogni mattina alzarmi è difficile, nonostante sia passato tanto tempo ho sempre la speranza che sia stato solo un incubo. Mi risveglio guardando il posto vuoto di fianco a me,poi,rendendomi conto di essere tornato alla realtà,mi alzo con una lacrima che mi solca il volto,mi vesto e mi dirigo da mia figlia. È sempre la solita storia,ogni giorno è uguale. Raggiunta la camera di Shakira la sveglio per prepararla prima di andare alla scuola materna. A volte mi domanda come mai gli altri bambini hanno una mamma e lei no ed io mi sento sempre in imbarazzo ogni volta come la prima,rispondendogli semplicemente che la sua mamma è in cielo e la protegge dall’alto.

-“Buongiorno piccola! È l’ora di alzarsi che poi papà e zio ti portano all’asilo!” dico sorridendole.

-“Buongiorno papà! Passiamo dalla mamma?” chiede poi dolcemente.

-“Certo amore. Ora ci vestiamo,facciamo colazione velocemente e si va a trovare la mamma prima di andare a scuola.”

-“Va bene. Oggi mi metto la tutina,va bene?”

-“Devi perdere il vizio di dire “va bene” piccola.” Le sussurro ridendo “Comunque va bene,ti aiuto a metterla?”

-“No papà. Io sono grande. Comunque hai detto di nuovo “va bene” anche te.”

-“Ops! Scusa,ho sbagliato!” replico divertito. Poi le do un breve bacio sulla fronte. “Ti aspetto in cucina.” E così la lascio da sola per vestirsi. Io raggiungo la mia destinazione trascinando svogliatamente i piedi.

-“Buongiorno Tom!” esclama Bill radiante.

-“’Giorno.” Rispondo io.

-“La piccola peste?”

-“Ora arriva,voleva vestirsi da sola.”

-“O brava,vuol dire che comincia ad essere autonoma nella moda,è un buon segno.”

-“Biiill!!” sbotto.

-“Scherzavo,era solo per dire qualcosa.” Si giustifica falsamente e in malo modo. Subito dopo Shakira ci raggiunge tutta contenta.

-“Guardate!” esclama poi,prima di girare su se stessa per mostrarci che è riuscita a vestirsi da sola.

-“Brava la mia nipotina!” dice Bill alzandosi dalla sedia per prenderla orgogliosamente in braccio,facendola girare felice.

-“Papà,zio,io non voglio fare colazione.” sbuffa improvvisamente lei.

-“Qualcosa la devi mangiare,altrimenti ti viene il mal di pancia dalla fame.” Dico.

-“Uffaaaa!”

-“Facciamo così,bevi solo un bicchiere di latte per stavolta,ormai te l’ho preparato.” Suggerisco.

-“Va bene.” Acconsente,afferrando il bicchiere con le sue piccole manine. In meno che non si dica ha già ingurgitato tutto il latte.

-“La prossima volta cerca di berlo più lentamente.” La rimprovero. Bill mi guarda contrariato,dice che a volte l’assillo troppo,ma secondo me è giusto che le faccia capire sin da subito.

-“Dai andiamo.” Aggiunge mio fratello. Infilo il cappotto a Shakira e ci dirigiamo fuori di casa. Alla guida ci si mette Bill,lasciandomi la possibilità di stare accanto alla mia ragione di vita. Nel giro di qualche minuto raggiungiamo il cimitero. Una volta al suo interno seguiamo le orme della bambina,ormai conosce il cimitero quanto casa nostra. La osservo proseguire imperterrita sino a raggiungere la tomba della madre. Giunti di fronte alla sua nuova “dimora” una fitta al petto mi coglie alla sprovvista,ormai dovrei esserci abituato,ma non è così. Guardo la foto dell’unica ragazza che io abbia mai amato e mi inginocchio di fianco alla sua tomba,attirando mia figlia verso di me e stringendola forte. Respiro il profumo celato tra i suoi capelli,è tanto simile a quello di Aisha.

-“Fai una preghiera per la mamma,io e Bill ti seguiamo.” Le dico con un filo di voce. Lei comincia a parlare e noi ripetiamo ogni sua parola.

-“Cara mamma,sai che ti vogliamo tanto bene,vero? Noi sappiamo che ci sei sempre vicina,e noi siamo sempre vicini a te. Vorremmo tanto averti ancora qui.” Poi guarda me e Bill,noi capiamo al volo e le diciamo di si con un cenno del capo,vuole proseguire da sola. “Papà e lo zio Bill hanno detto che eri bellissima e bravissima,avrei tanto voluto conoscerti mamma. Voglio vederti davvero,voglio abbracciarti come fanno i miei amici con le loro mamme. Ti voglio bene!” finito di parlare si asciuga lentamente una lacrima che le era scivolata lungo la sua dolce guancia.

-“Ora voglio salutare Blake!” esclama,tornando sorridente,per così dire.

-“Ma certo!” diciamo io e Bill all’unisono contenti. Anche lui ci manca in modo esagerato. Ancora una volta ci ritroviamo a seguire Shakira,che ci fa da guida sapiente. Arrivati a destinazione diciamo una preghiera anche per lui e la sua famiglia,abbiamo fatto si che lo mettessero accanto alla moglie,sarebbe stato ciò che voleva,ne eravamo sicuri. Gettando un ultimo sguardo alle tombe ce ne andiamo a passo lento e calmo.

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