Life or Death? di _YeongWonhi_ (/viewuser.php?uid=106393)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: INTRODUZIONE ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: INIZIO MISSIONE ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: PRIMO FALLIMENTO ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: ESTERNARE I SENTIMENTI? CHE COSA DIFFICILE! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: INTRUSIONE ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: SENTIMENTI ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: VERITà ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: PARTENZA ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: STRANEZZE E PIACERI ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: LA COLPA è SOLO MIA ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: PERCHè IO LO AMO ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: L'INTUITO INFALLIBILE DI BILL KAULITZ ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: IMPAZZIRE ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: SICUREZZA ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: UN SENSO ALLA MIA VITA ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: OSPITI INATTESI ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: FINALE....A SORPRESA!...Muahaha ***
Capitolo 18: *** EPILOGO ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: INTRODUZIONE ***
CAPITOLO
1:
La
mia vita non è mai
stata tranquilla,e non lo sarà mai. La scelta di
ciò non è toccata a me,sono
nata e cresciuta sapendo che il mio futuro è nelle mani di
altre persone,che la
mia vita dipende dalle scelte altrui. Ma in fondo è
ciò che sono,non tanto ciò
che faccio. Perché io sono una delinquente,o peggio,tutto
dipende dall’incarico
che mi viene affidato. Per ora ho il compito di uccidere,più
precisamente di
uccidere Bill Kaulitz. Questo è il nome che mi è
stato detto giusto una
settimana fa,io mi sono già messa al lavoro e devo ammettere
controvoglia che
non è per niente facile. Da quel che ho capito si tratta di
un cantante di una
band tedesca,il motivo per cui lo devo fare ancora non mi è
chiaro,e dubito che
prima o poi lo capirò. Io non devo fare domande,io non mi
devo intromettere,io
devo eseguire e basta. Sin da piccola mi hanno addestrato per compiere
atti
illegali,a partire dalle cose più semplici come rubare,alle
cose più difficili
come uccidere,anche se fino ad ora non ho mai dovuto farlo,ma a quanto
pare è
giunto il momento. Non amo molto ciò che faccio,ma
altrimenti non sarei ancora
viva. Mio padre fa parte di qualche associazione illegale,della quale
non vuole
mai dirmi niente,e se ci tengo alla mia vita mi conviene solo obbedire
agli
ordini. Per quanto riguarda mia madre non so nemmeno se è
viva o morta,non me
ne hanno mai parlato,e,ovviamente,non posso fare domande su
ciò. La mia vita è
un vero schifo,ormai sono priva di sentimenti,l’unico che
riesco a provare è la
sofferenza permanente. Posso stare tranquilla che da quella non
verrò
abbandonata. Sono cresciuta senza andare a scuola,mio padre mi faceva
avere
lezioni private da vari insegnanti,tutti maschi. E la cosa non mi
è mia
piaciuta,a volte li vedevo tutti insieme che confabulavano con mio
padre,e mi
hanno sempre spaventata. Ho paura! Paura di qualsiasi cosa. Paura della
mia
nuova missione,non ho mai ucciso prima d’ora,e,se non
portassi a termine la
missione, verrei uccisa nel peggiore dei modi. Ma non posso avere
paura,mai. E
così la paura si tramuta in una barriera che impedisce al
terrore di influire
in ciò che devo fare. Come sempre d’altronde.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: INIZIO MISSIONE ***
Kyara
Agatha Mainlander: Tesorooooooooooo,eheheh l'ispirazione mi
ha costrinta a postare subito la nuova fan fiction!! Mi fa piacere che
ti ho fatto ridereee,xD... Io invece sono contentissima che mi seguirai
anche di quaaaa,e non è una sopportazione quando si tratta
delle mie lettrici *.*,ma è un onoreeee!! Ti ho
accontentata,in questo capitolo, descrivo a grandi linee la
protagonista,xD... Ti voglio beneeeee,Kussen,Alice...
PS: Volevo mettere anche
l'immagine,ma non mi riesce,uff!...
memy881: Amore
mioooooooooo,che bello
che sei anche quiiiiii,non puoi nemmeno immaginare quanto piacere mi
fa!! Non erri,hai detto proprio bene,la protagonista dovrebbe uccidere
Bill,sono contenta comunque che pensi che l'inizio sia bellissimo,e
spero che continuerai a sperarlo di tutta la
storia,xD...Chissà,forse
riesco a crearti dipendenza come con quell'altra ficcy,muahahaha...Il
padre lo farei a pezzi volentieri,ihihih,ma è un elemento
fondamentale
della storia, =(... Ma certo che la continuooooo,da alcuni punti di
vista mi convince anche di più,rispetto a quelle
precedenti,xD... Ti
voglio un mondo di beneeeee,Kussen,Alice...
BUONA LETTURA A TUTTIIII! SPERO CHE ANCHE QUESTA MIA NUOVA FAN FICTION
VI PIACCIAAAA! IL CAPITOLO è BREVE PER DARE UN Pò
UN ASSAGGIO DELLA SITUAZIONE IN CUI VIVE LA PROTAGONISTA.
KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
2:
Mi
sto preparando
alla missione il meglio possibile,è la prima volta in
assoluto che mi viene
affidato un compito del genere,e non sono sicura di riuscire a portarlo
a
termine. Sarà meglio di si,non oso immaginare cosa
accadrebbe altrimenti. Prendo
i pantaloni neri stretti e li infilo lentamente lungo le mie gambe
muscolose,poi prendo la camicetta,anche quella nera, e la metto ,stando
attenta
a non sciuparla. Vestirmi sempre di nero è una specie di
rito che compio ogni
volta che vado in missione. Anche i miei capelli sono neri,li porto
corti e
frastagliati,ed è un vantaggio per me,se è buio
è più difficile vedermi. La mia
caratteristica principale sono gli occhi di un colore scuro,molto
scuro,quasi
nero. Mio padre dice che gli ho ereditati da mia madre,così
come il naso
diritto e le labbra carnose,quando accenna il suo nome si tratta solo
di
paragoni tra me e lei,ed ogni volta infrange la mia speranza di poter
venire a
conoscenza di qualcosa di concreto su di lei. So solo che si chiama
Shakira e
che io porto un nome scelto da lei: Aisha. Una volta finito di vestirmi
mi
dirigo nella stanza principale del quartiere,l’ufficio di mio
padre.
-“Sei
pronta?” chiede
con freddezza.
-“Si
padre,prontissima.” Sto mentendo,ma non se ne
renderà conto.
-“Bene,siediti,dobbiamo
parlarne meglio.” Al suo ordine obbedisco subito e mi siedo
sulla poltrona
posta di fronte a lui.
-“Bill
Kaulitz è il cantante di una band
tedesca,i Tokio Hotel. Guarda,questa è una sua
foto.” Dice porgendomi una
fotografia che lo raffigura. Rimango sorpresa dal suo look
ambiguo,inizialmente
mi da l’impressione di una ragazza a causa dei lineamenti
fini e delicati,poi
mi soffermo a lungo sugli occhi. Occhi di un colore nocciola
intenso,circondati
da un velo di matita nera che li mette ancor più in risalto.
È proprio un bel
ragazzo,ma ciò non mi interessa,sono stata abituata a
guardare i ragazzi con
scetticismo.
-“Sembra
una ragazza,mi fa schifo!” sbotta
mio padre.
-“Scusi,può
arrivare
al dunque?” domando gentilmente per non innervosirlo, sono
anche costretta a
dargli del lei.
-“Giusto,capisco
la
tua frettolosa curiosità di sapere di più. Ma non
posso svelarti altro,solo che
ha un gemello che si chiama Tom Kaulitz.”
-“Devo
uccidere anche
lui?”
-“No,a
noi interessa
solo Bill al momento.” Risponde secco.
-“Posso
sapere il
motivo?” azzardo timorosa.
-“No!”
urla “Lo sai
che non devi fare domande. Esegui e basta!”
-“D’accordo
padre. Farò
come mi avete chiesto.” Dico alzandomi con le gambe
tremolanti.
-“Sii
prudente. Ti voglio
bene.” Dice con estrema falsità,ormai non credo
più alle sue parole,peccato che
ancora non l’abbia capito.
-“Certo,anche
io le
voglio bene padre.” Con ciò esco velocemente dalla
stanza per andare a prendere
le ultime cose necessarie e racchiuderle in uno zaino. Sto attenta a
non
dimenticare la pistola e il mio portafortuna: un piccolo delfino a
calamita,uguale a quello che mi sono tatuata di nascosto sulla spalla.
Una volta
finito mi precipito fuori dal quartiere quasi correndo,sotto lo sguardo
curioso
delle cameriere di casa. Potrei anche scappare prima o poi,ma non
servirebbe a
nulla,riuscirebbero a trovarmi anche se finissi dall’altra
parte del mondo. Prendo
la moto rosso fuoco di mio fratello Jared,almeno va veloce e raggiungo
più
rapidamente la mia destinazione: Magdeburgo. Partendo da Berlino ci
vorrà
parecchio tempo,ma lamentarmi non aggiusta le cose. Monto sul mezzo di
trasporto che amo di più al mondo e do gas,partendo come una
saetta lungo la
via trafficata. Non è una mossa molto furba,ma ho fretta.
Prima porto a termine
la missione e prima me ne lavo le mani.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: PRIMO FALLIMENTO ***
emobilla483:
Ciao,anche se ti ho già risposto personalmente ci tenevo a
farlo anche così,xD...Come ho già detto grazie
per avermi detto che c'era già una fan ficiton simile alla
mia,e ci tengo a riprecisare che io non ho intenzione di copiare
nessuno,a me è venuta questa strana ispirazione e l'ho
buttata giù,=)... Ho già letto la fan ficiton di
cui parlavi,e da quel che ho capito c'è un che di
fantasy,giusto?? Ho letto qualcosa con angeli e demoni....Boh,ci sta
che mi sbagli,comunque la mia è diversa,però hai
pienamente ragione,anche perchè in entrambe c'è
una persona che deve uccidere uno dei Tokio Hotel... A questo punto ti
ringrazio nuovamente,e se è possibile ti vorrei chiedere un
piccolo favore: non è che ,una volta letto questo
capitolo,potresti dirmi se va bene o se trovi che sia come
l'altra ff??.. Grazie in anticipo..Kussen,Alice...
P.S: Io trovo che l'opinione delle lettrici sia estremamente
importante...per questo se secondo te fosse una "copiatura" (cosa non
intenzionale,lo giuro) dovrò pensare bene a cosa
fare...Forse sarò costretta a eliminarla...
BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!!
CAPITOLO
3:
Sono
arrivata
finalmente a destinazione. Un piccolo hotel di Magdeburgo,
nonché il luogo che
mi ospiterà nel mentre capirò come devo muovermi
prima di compiere il delitto.
Disfo lo zaino,mettendo i pochi abiti nell’armadio della
camera,poi mi lancio a
peso morto sul letto,già stanca a causa del viaggio. Non ho
proprio nessuna
voglia di cominciare a lavorare,ma mi tocca. E sarà meglio
che mi metta subito
al lavoro. Frugo tra le cianfrusaglie dello zaino affinchè
non trovo il biglietto
rivelante l’indirizzo di questo Bill. Lo prendo tra le mani
come se fosse la
mia stessa condanna a morte,non quella del ragazzo. Mi dispiace per
lui,ignaro
di ciò che gli accadrà,ma non mi lascio
trasportare troppo dal dispiacere.
Prendo la pistola e la infilo nella tasca dei jeans,per poi nasconderla
meglio
sotto il giacchetto in pelle nera,mi metto un paio di occhiali e il
cappuccio.
Così sono irriconoscibile. Esco dalla camera e scendo le
scale.
-“Signorina,chi
è?”
domanda una donna alla reception,vedendomi uscire frettolosa.
-“Sono
Aisha,la
ragazza della camera 11.” Dico togliendomi momentaneamente
gli occhiali per
farmi riconoscere.
-“Ah,mi
scusi. Mi
sembrava una persona sospetta.” A quella frase comincio a
ridere,e la donna
arrossisce violentemente.
-“Scusi,ora
mi rendo
conto della cavolata che ho sparato.” Oh,no! Cara donna,non
si è per niente
sbagliata,io sono peggio di quel che pensa. Vorrei
quasi dirle,ma la ragione predomina
sull’istinto e mi consiglia di andare via il prima possibile.
Così senza
proferire più parola esco una volta per tutte. Quando sono
in sella alla mia
moto rileggo velocemente l’indirizzo, memorizzandolo in breve
tempo. Poi
parto,stavolta con più riguardo alla velocità.
Giunta davanti alla casa della
vittima rimango per un po’ davanti al cancello,senza sapere
come agire. Lo
stridere delle ruote sull’asfalto mi fa voltare di
scatto,costringendomi a
nascondermi dietro le siepi. Si comincia bene,ho quasi rischiato di
farmi
scoprire subito all’inizio. Dalla macchina scendono due
ragazzi,a quanto pare
non erano nemmeno in casa prima. Uno di loro lo riconosco
all’istante,si tratta
del ragazzo nella foto,quello truccato,quello ambiguo,quello che deve
morire
per mano mia. Il secondo ragazzo presumo sia suo fratello,me ne rendo
conto
solo dal volto,per il resto è completamente diverso,stile
hip-hop,treccine .
Praticamente è l’opposto di Bill. Li osservo con
attenzione mentre entrano in
casa,stando particolarmente precisa nel guardare il modo in cui scatta
la
serratura della porta,da quel che riesco a vedere ed intuire non deve
essere
difficile da manomettere. Il problema rimane
nell’allarme,cosa di cui sono
certamente muniti. Una volta entrati in casa rimango
dell’altro tempo
fuori,nascosta. Dopo circa venti minuti uno di loro esce
dall’ abitazione,deve
essere Tom. Meglio,almeno non ci sarà nessuno presente. Come
pensavo,il ragazzo
hip-hop, prende la macchina ed esce dal parcheggio azzardando una
manovra non
tanto sicura,poi se ne va. Io faccio un passo avanti uscendo dal
nascondiglio,estraggo
la pistola dalla tasca a attraverso il cancello accostato,stando
attenta a non
causare sospetti facendo rumore. Arrivata davanti alla porta rifletto
su come
entrare,sbircio dalle finestre fin quando in una di esse non lo vedo.
Quasi
inciampo in un sassolino dallo spavento,anche se sarei io a dover fare
paura
non averla. Bill si accorge della mia presenza,si gira guardando
fuori,ma poi
torna ad occuparsi di ciò che stava facendo. Avrà
sicuramente pensato che si
trattasse di un’allucinazione. Mi ricompongo,prestando
più attenzione stavolta.
Prendo la mira con la pistola,ce l’ho decisamente sotto
tiro,sono pronta a
sparare,la mano mi trema. Ho paura e nel giro di qualche secondo le
mani
cominciano a sudarmi,rendendo debole la presa sull’arma.
Provo ad asciugarle
nei jeans,ma vengo distolta dall’azione dal rumore di un auto
che provoca vari
scricchiolii sulla ghiaia. Oggi non è il giorno adatto.
Mentre cerco di
ritirarmi lentamente,decisa a continuare più tardi il mio
intento,una voce
giunge alle mie orecchie.
-“Ehi,tu!”
urla…Tom?
Non rispondo,il primo tentativo della missione sta andando in fumo.
Tento uno
sparo veloce dalla finestra,pregando di riuscire a colpire il
bersaglio. Il
rumore rimbomba nella casa. Il ragazzo fuori urla disperato,indeciso se
venirmi
addosso o precipitarsi in casa a vedere cosa è successo. Poi
la porta
principale si spalanca ed esce Bill,allora l’ho mancato. Ho
gli sguardi di
entrambi i gemelli puntati su di me. Per fortuna sono mascherata.
Comincio a
correre velocemente verso la moto,salgo e parto, mentre i Kaulitz mi
urlano
contro ogni minaccia possibile immaginabile.
Nel
giro di qualche
ora dopo il tentato omicidio vengo chiamata al cellulare da mio padre.
-“Pronto?”
dico con
voce tremante.
-“Aisha!”
urla a dir
poco furioso “Come hai potuto fare un errore del genere? Ti
sei fatta vedere e
per di più hai fallito nel tentato sparo! Non sei degna di
essere mia figlia! Se
ti scoprono siamo nei casini. Ti rendi conto?”. Alle sue
parole lacrime calde
cominciano a bagnarmi il viso,non so cosa rispondere,ogni mia frase
potrebbe
essere interpretata come offesa a lui.
-“Mi
dispiace padre.”
Sussurro cercando di nascondere il pianto.
-“Non
piangere! Lo sai
che non è nel nostro essere! Torna a casa il prima
possibile,io e te dobbiamo
parlare urgentemente!” replica secco.
-“D’accordo,arrivo!”.
Così detto aspetto che riattacchi la chiamata,se lo facessi
io sarebbe un gesto
irrispettoso. Quando finalmente sento i bip insistenti del cellulare mi
preparo
ancora una volta a partire.
Nel
giro di circa due
ore arrivo a casa mia. O meglio,nel mio incubo personale, ogni istante
che ho
passato e che passo in questa casa è estremamente
riluttante. Non so come
faccia mio fratello Jared a sopportarlo. Alzo lo sguardo
sull’enorme villa,fino
a posarlo sulla finestra dell’ufficio di mio padre. Come
credevo è affacciato e
mi fa segno di sbrigarmi a raggiungerlo. Corro velocemente
all’interno dell’edificio,su
per le scale e lungo i corridoi infiniti. Poi giungo davanti alla porta
della
stanza delle torture mentali. Poso lentamente e con timore la mano
sulla
maniglia,mi faccio coraggio e la spingo verso il basso.
-“Muoviti!”
sbraita
mio padre. Non me lo faccio ripetere un'altra volta e percorro lo
spazio che mi
separa da lui. Con sorpresa non è seduto sulla sua
poltrona,ma è in piedi di
fronte alla grande scrivania,intento a fumarsi una sigaretta,
impregnando la
stanza di un odore snervante.
-“Mi
dispiace padre.”
Mi sento in dovere di dirgli.
-“Mi
dispiace?! Mi dispiace?
Se ti dispiacesse davvero saresti stata più attenta nel fare
le cose!” mi urla
contro. Intimorita faccio un passo indietro,per allontanarmi da lui.
-“Sei
un infame. Non sei
degna di portare il mio stesso cognome! Sei proprio come tua madre! Una
stupida,lei
ha sempre pensato ai sentimenti,ma non ha mai capito che il mondo va
avanti
grazie al potere. Quello che conta è il potere!”
-“Non
è vero!” urlo
singhiozzando in risposta “Mia madre non era una stupida! Io
nemmeno!”
-“Osi
controbattere
la mia opinione?” chiede minaccioso. Solo ora mi rendo conto
della gravità che
ho commesso. Lui mi viene incontro pericolosamente, alzando imperioso
una mano.
Chiudo gli occhi per evitare di vedere cosa vuole fare,non mi
ribello,peggiorerei solo le cose. Poi lo sento arrivare,sento lo
schiaffo
potente che mi colpisce la guancia destra con estrema forza,tanto da
farmi
cadere all’indietro. Raccolgo tutte le mie forze per cercare
di rialzarmi,ma a
impedirmelo sono i calci che mi arrivano sullo stomaco. Lacrime di
dolore mi
solcano il volto, dalla mia bocca non esce alcun suono,anche se vorrei
urlare. Mi
trattengo da tutto. Dall’insultarlo,dal scappare,da qualsiasi
cosa. Non mi
aveva mai picchiata così. A chiudere la terribile tortura
è un pugno in un
occhio, il quale comincia a bruciarmi talmente forte che vorrei
strapparmelo
con le mani per porre fine al dolore.
-“Al
primo tentativo
hai fallito. Te ne concedo un altro,se fallirai ancora
passerò alle maniere
ancora più cattive. Andando sempre di livello in livello
fino a che tu non
porterai a termine questa missione.” Detto ciò
esce dalla stanza, lasciandomi
sola a sputare sangue,in preda ai conati,e al dolore.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: ESTERNARE I SENTIMENTI? CHE COSA DIFFICILE! ***
memy881:
Amoreeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! Menomale che sei anche
quiiii,xD....Siccome è tardi mi tocca risponderti brevemente
che devo andare a nanna =)...Allora: Suo padre è una testa
di cacchio senza dubbio,il fratello Jared non dice niente
perchè comunque anche lui ha paura per ora,comunque come
vedrai in questo capitolo lui è molto contrario alle idee
del padre...Comunque per lei è praticamente impossibilie
scappare e ribellarsi,metterebbe ancora più a rischio la sua
vita...Sono contenta che non mi devo preoccupare per quanto riguarda la
somiglianza con altre fan fiction,davvero,avevo paura di copiare
qualcuno! Ti voglio beneee,Kussen,Alice....
PS: alla fine ti ho risposto normalmente,xD
emobilla483:
Ma ciaooo! ^^... Come potrei prendermela con qualcuno che mi avverte di
una somiglianza con un altra fan fiction??! Non sarebbe motivabile,e
non potrei mai! Tranquilla,la mia sarà
diversa,però non tolgo il fatto che ci sarà un
avvicinamento tra lei e qualcuno...Ma non specifico
niente....xD....Comunque se più in là noti
qualcosa di simile dimmelo pure se vuoi,per favore...così
correggo!...Menomale che si vede che non voglio plagiare nessuno...Per
quanto riguarda il titolo hai ragione tu,ho sbagliato io a
scrivere,infatti ora l'ho corretto,grazie mille per avermelo fatto
notare... Mi stai facendo notare un sacco di cose,wow... GRAZIEEE!!
XDD....Mi sa che comincio a perdere colpi,ihihih.... Farò
appena possibile un giro da te,ce l'ho già fatto in
realtà,ma non avendo avuto molto tempo ho dato un'occhiata
ai titoli e alle prefazioni...Comunque sono intenzionata a leggere un
paio di coseee!... ;-)....Kussen,Alice...
BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!! E GRAZIE PER SEGUIRE LA STORIAAA E PER
AGGIUNGERLA TRA LE PREFERITE,SEGUITE E RICORDARE!!...KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
4:
Mentre
ancora cerco
di fare mente locale,incredula per ciò che mi è
appena successo,la porta della
stanza viene spalancata violentemente. Intimorita da chi possa essere
sprofondo
con il viso nel tappeto morbido,fingendo di essere svenuta.
-“Aisha!”
sento
sussurrare flebilmente il mio nome dall’unica voce che avrei
voluto sentire
ora,la voce di mio fratello. Faccio un sospiro di sollievo e alzo la
testa
cercandolo con lo sguardo.
-“Jared.”
Dico accorgendomi
solo ora che sto piangendo.
-“Cosa
ti è successo?”
domanda squadrandomi dal capo ai piedi.
-“Niente.”
Mento.
-“Non
sono cieco. Hai
tutto il sangue sulla bocca,un occhio gonfio,e stai piangendo.
È stato nostro
padre?”
-“Si.”
Affermo,tanto
mentire non serve a niente con lui,verrebbe a scoprire la
verità in ogni caso.
-“Brutto
pezzo di…”
si blocca istantaneamente,non è da lui offendere nostro
padre,nonostante spesso
e volentieri la voglia di farlo lo ha sfiorato fortemente.
-“Non
ne vale la
pena.” Sbotto.
-“Prima
o poi gliela
faremo pagare per tutto ciò che ci sta facendo
passare.”
-“No,sarebbe
peggio. Lo
sai.”
-“Non
posso vederti
ridotta così,mi fa male.” Riesce a dire con gli
occhi lucidi,mi ha sempre
voluto bene,mi ha sempre protetta per quel che poteva,ma non
è mai riuscito a
dimostrarmelo verbalmente. In fondo quando uno viene addestrato ai
crimini cosa
ci si può aspettare?! Nemmeno io sono capace di esternare i
miei sentimenti,forse
neanche di provarli, a parte l’odio e la sofferenza. Quando
una lacrima deborda
dal suo occhio mi viene spontaneo asciugarla con la punta
dell’indice.
-“Non
piangere.” Dico
supplicandolo. Lui in risposta tira su con il naso.
-“Perché
ti ha
ridotta così?” chiede poi.
-“Perché
non sono
riuscita a portare a termine la missione al primo tentativo,e mi sono
fatta
vedere,anche se ero irriconoscibile.”
-“Quale
missione ti è
stata affidata stavolta? Una rapina?”
-“No,Jared…qualcosa
di molto peggio,qualcosa di più grande di quel che so
gestire.”
-“Non
dirmi che…”
sembra aver già capito dove voglio arrivare.
-“Mi
è stata affidata
la missione di compiere un omicidio.”
-“Non
può averti
affidato una missione del genere,non l’ha mai affidata
nemmeno a me perché riteneva
fosse troppo pericoloso. Non riesco a crederci. E chi dovresti
uccidere?”
chiede preoccupato.
-“Un
cantante
famoso,Bill Kaulitz.” Rispondo.
-“Ne
ho già sentito
parlare. Ancor peggio se è famoso,è ancora
più rischioso.”
-“Ce
la farò,riuscirò
ad ucciderlo.” Dico decisa.
-“Riuscirai
a privare
un ragazzo innocente della sua vita?”
-“Non
puoi sapere se
è innocente.”
-“Cosa
pensi che abbia
mai fatto? Lo sai che nostro padre e la sua stupida associazione
sceglie le
persone da fare fuori con criteri banali.”
-“Lo
so,ma preferisco
pensarla a modo mio,almeno mi è più
facile.”
-“Ti
sentiresti in
colpa per il resto della tua vita.”
-“No!
Non è vero! Io lo
ucciderò,costi quel che costi,e non me ne
pentirò!” sbraito. Jared,sorpreso
dalla mia reazione,indietreggia di qualche passo da me.
-“Perché
lo fai?”
chiede triste.
-“Perché
altrimenti
morirei,e lo sai bene anche te.”
-“A
volte credo che
tu sia priva di sentimenti come nostro padre.”
-“Perché
tu li hai i
sentimenti?” replico irritata dalla sua constatazione.
-“Si,li
ho,a
differenza tua.”
-“Non
lo puoi sapere
cosa provo io!”urlo.
-“Hai
ragione,non lo
posso sapere,ma lo posso intuire. Il tuo mondo è creato
sulla base dell’odio
profondo e della sofferenza. Ma hai mai provato a voler bene a
qualcuno,o
addirittura ad amare una persona con tutta te stessa? Hai mai avuto la
curiosità di scoprire qualcosa su nostra madre
perché ne hai sentito l’assenza
nella tua vita?”. Ha ragione lui,non ho mai voluto
affezionarmi a
nessuno,proprio perché lo avrei coinvolto nella mia
vita,mettendolo perennemente
a rischio.
-“No,non
ci ho mai
provato e nemmeno voglio farlo.” Insisto “Ma non
nascondo il fatto che avrei
voluto avere una figura materna al mio fianco. Te invece? Hai mai
voluto bene a
qualcuno?”
-“Si,Aisha,e
gliene
voglio ancora ora,ma è tutto inutile.” Sospira
arrendendosi a ragionare con
me,testarda come sono.
-“Posso
sapere chi è
la persona verso cui nutri dell’affetto?” anche se
ne intuisco già la risposta
mi piacerebbe sentirmelo dire,magari ricevendo sarei anche capace di
dare.
-“A
volte sei così
ingenua. Sei tu sorellina mia,io ti voglio bene. Ma tu a quanto pare
provi solo
riconoscenza,rispetto e gratitudine nei miei confronti. Niente di
più,e ciò mi
rattrista molto.” Forse volere bene a una persona non
è poi così tremendo e
difficile,lentamente me ne renderò conto,ne sono sicura.
-“Ora
sarà meglio se
ti vai a dare una pulita.” Mi consiglia.
-“Hai
ragione.” Dico cercando
di rialzarmi da terra con qualche difficoltà. Una volta in
piedi mi viene una
strana voglia,incomprensibile,innaturale. Mi avvicino cautamente a mio
fratello
e lo stringo in un lungo abbraccio. È la mia prima
dimostrazione di qualcosa. Anche
se non mi è chiaro di cosa.
-“Grazie.”
Sussurro grata.
-“Grazie
a te.” Ribatte
lui un po’ sbigottito dal mio gesto. Quando ci sciogliamo
dall’abbraccio lo
saluto con un cenno minimo del capo e me ne vado nella mia camera per
sistemarmi. Devo ammettere che sono un po’ sotto shock,cosa
che non è da me.
Faccio una breve doccia e cerco di rimuovere con difficoltà
ogni traccia di
sangue,dico con difficoltà perché si è
seccato tutto. I dolori ancora presenti
allo stomaco sono a dir poco insopportabili,mentre la nausea mi
è passata al
momento. Sono decisamente in condizioni pietose. Mentre mi vesto
qualcuno bussa
alla porta della camera. Finisco di infilarmi la maglietta e vado ad
aprire
sempre timorosa. Mi rilasso subito quando noto che si tratta di una
cameriera.
-“Ha
detto suo padre
di fare in fretta e di ripartire subito per la missione.”
-“D’accordo,sono
già
pronta.” Dico con una certa compassione verso quella povera
donna che serve mio
padre sin da quando ero bambina io,ovvero da vent’anni
passati.
-“Si
sente bene?” mi
chiede poi in confidenza.
-“Non
proprio,ma non
importa. Grazie per l’interessamento.” Da quando in
qua dico gli affari miei ad
una cameriera?! Sto proprio degenerando. Ormai sgomenta raccatto lo
stretto
necessario e mi rimetto in marcia per proseguire la missione. In fondo
quanto
mai difficile potrà essere uccidere Bill Kaulitz?
È vero,ho fallito una
volta,ma non si ripeterà più. Stavolta
architetterò meglio il piano e porrò
fine alla sua vita.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: INTRUSIONE ***
Mi
dispiace infinitamente ma stasera pubblico di fretta per vari motivi
che non vi sto ad elencare altrimenti verrebbe peggio della lista della
spesa,XD....Vorrei tanto rispondervi ad una ad una ma proprio non ci
riesco... Comunque ringrazio le mie carissimeeee recensitrici *.*,vi
voglio beneee: memy881,_Kya J_ (ahaha,ovvio che so chi
sei,xD,,ammoreee), emobilla483... Vi sarei grata se mi avvertite in
casi di disguidi nella storia...grazieeee!!
BUONA
LETTURAAAAAAA!!!
CAPITOLO
5:
Mentre
percorro per la
seconda volta la strada che mi porterà di nuovo presso la
casa della mia
vittima mi lascio trasportare dal rumore rombante del motore della
moto,mi da
una strana sensazione di piacere,quasi come se mi cullasse il suo suono
grattante. Procedo velocemente sull’asfalto,sfrecciando tra
una macchina e l’altra
senza neanche accorgermene. È talmente strano vedere come il
mondo mi è
sconosciuto,come io sia estranea alla normalità. Forse non
sono abbastanza
importante per essere considerata dalle persone,o forse sono io che non
ho mai
ritenuto una persona abbastanza importante da meritare le mie
considerazioni. Dopo
svariate deviazioni e superamenti giungo alla meta predestinata. Mi
è familiare
il luogo,così come mi è familiare la situazione.
Scendo dal sellino,altro
motivo di dejà-vu. Come sempre ho la pistola nella tasca. Mi
guardo intorno
facendo estrema attenzione,riuscendo ad agitarmi quando vedo che
c’è la
macchina parcheggiata nel vialetto,brutto segno,vuol dire che sono
già in casa
e mi sarà più difficile intrufolarmi nella casa.
Osservo l’abitazione con
sguardo circospetto,cercando di capire dove riuscirei ad entrare
più facilmente,fin
quando non vedo Tom uscire e lasciare la porta accostata,mentre si
dirige dalla
sua auto.
-“Bill!
Vieni,credo di
averlo trovato! È sotto il mio sedile,vieni ad
aiutarmi,è rimasto incastrato!”
urla poi rivolto verso la casa.
-“Arrivo!”
urla
reciprocamente l’altro,prima di uscire di corsa. Io ne
approfitto del loro
momento di distrazione e mi dirigo a passo svelto
all’entrata,sicura che non si
accorgeranno di me. Spingo lentamente la porta e mi precipito
all’interno,sentendomi
improvvisamente disorientata. Vedo una rampa di scale e le salgo di
fretta,timorosa che possano vedermi. Davanti a me si trovano cinque
porte,provo
con quella al centro. Si tratta di una camera,probabilmente quella
riservata
agli ospiti dato che è priva di decorazioni,per
così dire. comincio a rovistare
nei cassetti dell’armadio,speranzosa di trovare qualcosa di
interessante che mi
possa aiutare. Quando odo dei passi provenire dal piano inferiore verso
quello
superiore mi nascondo sotto il letto,trovando con mio disgusto il
finimondo,a
quanto pare quando ho pensato che fosse degli ospiti mi sono
sbagliata,ed anche
di grosso. Cattivo presagio anche questo,vuol dire che rischio di farmi
beccare
per la seconda volta. La porta della stanza si apre spalancandosi
allora io
cerco di rannicchiarmi il meglio possibile,stando attenta a non far
sporgere i
piedi.
-“Dove
cazzo ho messo
il cellulare!?” sbotta il ragazzo appena entrato,e presumo si
tratti di
Tom,Bill mi sembra piuttosto fine al confronto. Sento rovistare per la
camera e
cerco di respirare meno possibile. Ma vengo tradita da uno
starnuto,soffocato
da qualcosa su cui mi appoggio,con mia fortuna. Cerco di scostare un
po’ la
testa dal pavimento,quando noto con schifezza infinita che
l’oggetto della mia
salvezza è un indumento intimo maschile. Peggio di
così non può andare.
-“Bleah!”
esclamo.
-“Che
cosa è stato?”
si domanda Tom “Comincio anche a parlare da solo,sono messo
proprio male.” Anche
stavolta l’ho scampata. Sento la porta aprirsi e richiudersi
così esco dal mio
nascondiglio. Ma una volta fuori mi si mozza il respiro dallo
spavento,infatti
non si trattava della porta ma di un anta dell’armadio.
Così ora mi tocca fare
i conti con un ragazzo che mi guarda sbalordito.
-“Cosa
ci fai qui? Come
sei entrata? Che cosa vuoi?” domanda di un fiato. Io non
rispondo,rimango
muta,osservandolo e basta.
-“Rispondi!
Altrimenti chiamo la polizia,anche se mi sa che mi tocca chiamarla
comunque.”
-“Io
stavo… sono entrata
dalla porta…non voglio nulla. O meglio,di certo non lo vengo
a dire a te.” All’inizio
parlo un po’ indecisa,intimidita dal suo sguardo profondo,ma
riprendo all’istante
il controllo di me stessa fino a parlare quasi sputando le parole
intrise di
veleno.
-“Invece
ti conviene
dirmelo,e smetti di fare la ragazza sfrontata,peggioreresti solo le
cose.”
-“Oh,di
certo non
sarai te a farmi paura! Mi dispiace ma la mia vita mi ha addestrata
bene a
questo tipo di situazioni.” Sbotto.
-“
Sei una
ladra,vero? Chi ti ha mandato?”
-“Non
sono una
ladra,per tua sfortuna. E non mi ha mandata nessuno,solo la mia
volontà.”
-“In
che senso per
mia sfortuna?” domanda con la fronte corrugata.
-“Nel
senso che
sarebbe meglio per te che io lo fossi.” Dico minacciosa. Lui
mi si avvicina
altezzoso.
-“Esci
da questa
casa. Che non si ripeta più però” Mi
ordina.
-“Con
molto piacere! Ah,vedrai
che il tuo cellulare è da qualche parte sotto il
letto,insieme alle tue
preziose mutande.” Replico acida. Faccio per uscire dalla
stanza ma lui mi
blocca per il braccio con una presa ferrea e mi costringe a voltarmi
verso di
lui.
-“Cosa
ti è successo
nel viso?” chiede scostandomi leggermente i capelli
dall’occhio.
-“Niente.”
Rispondo scansando
riluttante la sua mano “E poi non sono affari tuoi. Nemmeno
ci conosciamo,non
sai neanche il mio nome. Non rompere e lasciami andare.”
-“Ho
cambiato
idea,non te ne vai di qui finchè non mi dai delle risposte
soddisfacenti.” L’irritazione
che mi suscita questo ragazzo è insopportabile ma anche
piacevole,nessuna mi ha
mai prestato tante attenzioni,a parte Jared.
-“Tom,ti
prego,lasciami andare. Non sai ciò che rischi facendo
così.” Sbraito all’improvviso.
Lui non mi rivolge più la parola ma non ha nessuna
intenzione di lasciarmi
andare il braccio.
-“Dimmi
almeno il tuo
nome.” Dice dopo breve tempo.
-“Quella
è l’ultima
cosa che devi sapere.”
-“Mi
dispiace ragazza
sconosciuta,ma sono costretto a chiamare la polizia. Sai di sicuro non
hai
buone intenzioni,altrimenti avresti suonato al campanello e non ti
saresti
nascosta.”
-“Hai
ragione. Vai
pure a chiamarla.” Propongo.
-“
Te vieni con me.”
dice lui. Ora cosa faccio? Sono decisamente finita nei guai. Estraggo
la
pistola dai pantaloni,puntandogliela contro. È
l’unico modo per uscire da
questa situazione. Tom mi guarda sorpreso,confuso,spaventato.
-“Te
l’avevo detto
che stavi rischiando grosso.”
-“Non
vorrai mica
spararmi?”
-“No,se
non mi
costringerai a farlo.” Ribatto.
-“Dalla
a me.”
-“No,scordatelo.”
Lui
cerca di venirmi incontro,porgendomi una mano.
-“Non
avvicinarti.” Insisto.
Ma non mi ascolta. Alzo la pistola all’altezza del suo
cuore,punto,e premo il
grilletto. Lui nel frattempo si è immobilizzato sul posto in
attesa del
proiettile,ma quando questo non giunge a destinazione mi sorride
beffardo. Ci riprovo,niente.
Cavolo! Mi sono dimenticata di caricarla.
-“Avevi
ragione sai,ma
io aggiungerei una cosa:sei molto pericolosa.”
Io
indietreggio,sentendomi
fin troppo vulnerabile. Un passo mio all’indietro corrisponde
a un passo suo in
avanti. Sino a quando non riesce a farmi arrivare con le spalle al
muro. Poi con
un dito comincia a tracciare piccole carezze dal mio orecchio sino alla
mia
bocca,causando in me brividi di terrore puro.
-“Ora
sei te ad
essere nei guai!” mi sussurra sul viso.
-“Io
non ne sarei
così convinto.” Dico prima di sferrargli un
calcio,devo ammettere con qualche
difficoltà,dovute dalla mia posizione. Mentre lui si piega
in due dal dolore io
esco correndo per le scale sotto lo sguardo indagatore di Bill. Ma non
fa in
tempo a chiedermi niente che io sono già fuori. Ed anche
questa volta ho
fallito!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: SENTIMENTI ***
emobilla483:
Ma ciaoooo!!!...Eheheh ormai si sa che Tom è estremamente
sensuale in ogni cosa che fa,xD....Comunque con questo capitolo spero
di placare giusto un pò la tua curiosità,anche se
probabilmente alla fine aumenterà,xD...Grazie per continuare
a seguirmi e anche per avermi detto degli errori...Spero di non averne
fatti stavolta,ma la vedo dura,la stanchezza gioca brutti scherzi...A
presto,Kussen,Alice...
memy881:
Amoreeeeeeeeeeeeeeeeee mioooooo!! Esatto Aisha si trova proprio nei
guai,ora che Tom l'ha scoperta, e lei ha tentato di ucciderlo,
più che mai,le cose si complicheranno sempre di
più,o almeno questa è la mia intenzione...Il
padreeeee,beh,lo scopri leggendo questo capitolo...Ma stavolta sono
stata buona...Ti voglio un mondo di bene,Kussen,Alice...
_Kya J_: Luce dei
miei occhi *_*....Eheheh,Tom l'ha scoperta ed è
testardo,vuole estorcerle a tutti i costi le informazioni,vuole sempre
farsi gli affari degli altri,anche se in questo caso riguardano anche
lui...Hai proprio ragione,non cambierà mai,xD...Ma tanto a
noi piace anche cosììì....Scusami
tanto se ci ho messo molto a postare,colpa della stanchezza e della
scuola...
SCUSATEMI PER L'ENORME RITARDO,NON è DA ME STARE
COSì TANTI GIORNI SENZA SCRIVERE E POSTARE...SPERO MI
PERDONIATE.... LA COLPA VA TUTTA ALLA SCUOLA E ALLO STRESS...BUONA
LETTURAAAAAA!! KUSSEN,ALICE..
Grazie come al solito alle mie care recensitrici,senza le quali non
saprei come fare...e grazie a chi legge e basta,a chi ha aggiunto la
storia tra le preferite,seguite e ricordatee...Grazieee!
CAPITOLO
6:
Ormai
è passata una
settimana dal mio secondo fallimento e non ho ancora avuto il coraggio
di
tornare a casa da mio padre. Sono nell’hotel che cerco di
capire cosa fare,come
muovermi in questa situazione così drastica per i miei
parametri. Mio padre non
mi ha chiamato,sicuro che sto svolgendo il mio lavoro,ma non sa di
quanto si
sbaglia,ed è meglio così se non voglio soffrire.
Tra una breve riflessione e l’altra
decido di chiamare mio fratello per comunicargli la notizia. Dopo due
squilli
Jared da segni di vita.
-“Pronto?”
dice con la sua
solita voce profonda.
-“Jared,sono
io.” Rispondo,certa
che riesce a riconoscermi.
-“Aisha!
Come stai? È tanto
che non ti fai più sentire né vedere.”
-“Sto
male. Ho fallito
ancora una volta,e stavolta alla grande.” Dico disperata.
-“Perché
cosa è successo?”
domanda allora lui preoccupato.
-“Mi
sono fatta beccare da
Tom,mi ha vista in viso e ci siamo scambiati due parole in croce. Ho
tentato di
sparargli quando mi era d’intralcio ma la pistola era
scarica,così sono
riuscita a scappare. Ma ora qualunque cosa io faccia sarebbe una
condanna.”
-“Strano
che non ne abbiano
parlato in televisione. Comunque ora come farai?”
-“Non
lo so,non so come
devo agire,sono nel panico.”
-“Senti,mi
puoi dire dove
stai alloggiando,così ti raggiungo?”
-“Oh,si…
sono all’hotel
vicino all’autostrada di Magdeburgo. Il nome al momento non
lo ricordo,ma lo
vedi,è l’unico.”
-“Ok,vedrò
di fare il prima
possibile.”
-“D’accordo.
A stasera
fratellone.” Dico,dando un tono affettuoso
all’ultima parola. Credo di
cominciare a capire cosa significhi provare dei sentimenti. Una sola
settimana
di riflessioni ha iniziato a schiarirmi le idee. Stanca di
pensare,stanca di
tutto decido di fare una dormita pomeridiana,tanto mio fratello non
arriva
prima di stasera. Quando mi risveglio la prima cosa che faccio
è afferrare il
cellulare e guardare che ore sono; perfetto! Tra breve sarà
qui Jared. Infatti passano
soli venti minuti che mi chiama dicendomi che mi aspetta
nell’atrio. Io mi do
una sistemata veloce e mi precipito al pian terreno. Non appena lo vedo
gli
getto le braccia al collo,rischiando quasi di impedirgli di respirare
regolarmente.
-“Aisha
che bell’accoglienza.
Magari però se mi lasci respirare è
meglio.” Dice sorridendo.
-“Andiamo
in camera.” Propongo
all’improvviso euforica. Giunti nella stanza a me riservata
ci
sediamo,cominciando a discutere sul da farsi.
-“Secondo
me dovremmo
scappare,dovresti abbandonare la missione. Dovremmo tenere tutto
nascosto,senza
dire niente a nessuno. Dovremmo andare lontani dalla Germania,lontani
da tutto
e da tutti. È la cosa migliore.”
-“Lo
so Jared,sarebbe la
cosa più giusta da fare,peccato che non sia
praticabile.”
-“Non
è vero. Dammi un
motivo per cui sarebbe impraticabile.”
-“Ci
troverebbero ovunque
andassimo.”
-“Sbagliato.
Potremmo farci
fare dei documenti falsi,al giorno d’oggi è
più semplice di quanto pensi. Così non
avendo tracce di noi non potrebbero trovarci.”
-“Insisterebbero.”
Aggiungo.
-“Sbagliato
anche qui. Tenterebbero,ma
non avendo risultati si stancherebbero e ci lascerebbero in pace. Ne
sono
sicuro.”
-“Ma
non abbiamo soldi,non
sappiamo dove andare.”
-“
I soldi gli ho io,e
comunque potremmo andarcene in America,in Australia,oppure potremmo
girovagare
per il mondo alla ricerca di nostra madre.” Dice a un tratto
speranzoso.
-“Potrebbe
anche essere
morta.” Dico con una smorfia.
-“Non
lo dire nemmeno. Sento
che è viva da qualche parte.”
-“Ancora
peggio. Vorrebbe dire
che ci ha abbandonati.”
-“Non
puoi sapere cosa l’ha
spinta ad andarsene,lo sai anche te di cosa è capace di fare
nostro padre. Potrebbe
averla minacciata.”
-“Mi
arrendo. Trovi una
replica ad ogni cosa che dico io.”
-“Ovvio,e
ciò è la dimostrazione
che la mia proposta sarebbe praticabile.”
-“Io
dico che farei prima
ad uccidere Bill una volta per tutte e magari anche suo fratello,in
modo che
taccia.”
-“Non
puoi privare due
giovani ragazzi della loro vita. Te l’ho già detto
e te lo ripeterò finchè non
lo capirai.”
-“Allora
non smetterai mai.”
tutta questa mia sicurezza sta venendo fuori ,come al solito,dalla
paura dell’ignoto,di
ciò che non so.
-“Dai
ti prego,andiamocene.
Fallo per me.” dice in un sussurro.
-“Jared.”
Sospiro “ Non
possiamo,io non posso,ho paura.”
-“Ci
sono io al tuo
fianco,non devi averne. Ti proteggerò sempre,anche a costo
di mettere a
repentaglio la mia stessa vita Aisha. Sei l’unica cosa che mi
rimane,l’unica
ragione per non dare di matto. So che non sono mai riuscito a
dimostrartelo,e
ciò mi addolora molto,ma è dovuto al fatto che
non ne ho mai avuto l’occasione.
Ma ora che posso farlo,lotterò con tutto me stesso per
riuscirci.”
-“Senti
d’accordo,acconsento.
Lo faccio perché io e te insieme possiamo
farcela…forse. Perché non ne posso
più,voglio scappare da questo schifo,voglio rinascere. Ma
soprattutto lo faccio
perché ti voglio bene.” Ammetto,più a
me stessa che a lui.
-“Anche
io te ne voglio,non
immagini quanto.” Dice quasi commosso dalla mia dimostrazione
di affetto.
-“Prepariamo
le valige che
si parte!” esclama poi entusiasta. Nel giro di
mezz’ora e poco più siamo
prontissimi per partire,a parte la paura che mi impedisce quasi di
muovermi.
-“Allora?
Andiamo?” chiede
Jared.
-“Andiamo!”
affermo io
decisa. Scendiamo di fretta la rampa di scale sino ad arrivare
nell’atrio. Ma proprio
mentre mio fratello parla con la donna alla reception due figure
entrano dalla
porta principale attirando la mia attenzione. Osservo più
attentamente i due
ragazzi dai lineamenti troppo familiari. Tiro una gomitata a
Jared,indicandogli
il punto in cui il mio sguardo si è inchiodato. Lui si
acciglia riconoscendo
Bill e Tom. Poi quest’ultimo alza il volto e i miei occhi si
soffermano nei
suoi.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: VERITà ***
memy881:
Tesoro della mia vita,ihihih,lo so hai ragione,ultimamente non riesco a
postare frequentemente a causa dell'ispirazione che ogni tanto viene a
mancare...Come al solito la grande minaccia che incombe è
quella del padre,infatti scappare è una tentazione un
pò pericolosa,chissà se poi suo padre
scoprirà qualcosa...Cosa accade in questo capitolo lo sai
perchè sei stata te a suggerirmelo,e ti ridico GRAZIE MILLE!
ti voglio un mondo di bene,grazie per seguirmi sempre
amore,Kussen,Alice...
emobilla483: Ciao
caraaa! Ehehehe,concordo pienamente per quanto riguarda
Tom,è sempre in mezzo ai fatti altrui....però in
questo caso fa bene...Grazie per continuare a
recensirmi,davvero...Kussen,Alice...
BUONA LETTURA A TUTTIIIIII!! SPERO VI PIACCIA ANCHE SE è
CORTO....PREMETTO CHE IN GRAN PARTE L'IDEA PER QUESTO CAPITOLO MI
è STATA SUGGERITA DA memy881,PERCHè ERO UN
Pò A CORTO DI ISPIRAZIONE...GRAZIE
AMOREEE!....KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
7:
Quelli
occhi li
riconoscerei tra mille,gli occhi del nemico. Cerco di voltarmi,
sperando che
non mi abbia riconosciuto e facendo finta di niente. Vedo che Jared mi
imita e
posa il suo sguardo altrove senza fissare un punto preciso. Ma proprio
mentre
penso di averla scampata una mano si sofferma sulla mia,facendo una
lieve
pressione. Faccio l’errore di girarmi verso
quell’entità,pur sapendo che non
dovrei. Infatti…
-“Sei
la ragazza dell’altro
giorno vero?” domanda la voce che per un momento riesce a
sembrarmi attraente.
-“Non
so di cosa lei stia
parlando.” Cerco di mentire.
-“Si,bella
scusa. Lo so che
sei te,altrimenti perché dopo avermi guardato negli occhi ti
sei voltata
dall’altra parte nervosa?” insiste Tom,mentre Bill
ci guarda confuso.
-“Si
faccia gli affari
suoi,le sembra il modo di trattare una ragazza? Insinuando cose non
vere?”
-“Smettila
di recitare la
tua parte,non puoi ingannarmi.”
-“Cosa
vuoi da me?” sibilo
tra i denti.
-“Lo
sapevo,mi sa che
questa domanda sia io a dovertela rivolgere!”
-“Ti
prego,Tom” sussurro
“Lasciami andare,non ti farò niente lo
giuro!”
-“Come
posso fidarmi di una
ragazza che mi avrebbe ucciso se la pistola non fosse stata
scarica?”. A questo
punto mio fratello mi viene in soccorso.
-“Vi
prego lasciateci
andare,non vi faremo niente.”
-“E
tu chi saresti?” chiede
Tom.
-“Sono
suo fratello.” Dice
protettivo e cingendomi le spalle con un braccio.
-“Scusatemi
se mi
intrometto,ma io non ci sto capendo niente.” Aggiunge Bill.
Ma nessuno lo degna
di uno sguardo,nemmeno suo gemello,troppo preso nello studiare ogni mio
singolo
movimento o respiro.
-“Ti
voglio parlare.” Mi
dice poi.
-“Non
ho niente da dirti.”
-“Qui
ti stai sbagliando di
grosso. Mi devi delle spiegazioni.”
Io
scambio un breve sguardo
pieno di significati con Jared,il quale mi guarda incoraggiante. Faccio
un
lungo respiro e acconsento con un cenno del capo.
-“Parliamo.”
-“Preferirei
in un luogo
indiscreto.” Aggiunge Tom.
-“Andiamo
fuori allora.”
Propongo stranamente tranquilla.
-“D’accordo.”
Detto ciò
usciamo entrambi dall’hotel.
-“Tanto
per incominciare
vorrei sapere come ti chiami,e vorrei che tu mi dicessi la
verità.”
-“Aisha.
Mi chiamo Aisha
Feich.”
-“Cosa
ci facevi in camera
mia sotto il letto?”
-“Mi
nascondevo.”
-“Questo
non lo mettevo in
dubbio. Intendo qual era il tuo scopo?”
-“Non
posso dirtelo,mi
uccideresti se ti dicessi la verità.”
-“Puoi
stare tranquilla che
io non ho istinti omicidi come te. Voglio solo
sapere…” dice con la fronte
corrugata.
-“Il
mio scopo era…uccidere
tuo fratello.” Dico tutto d’un fiato.
-“C-cosa?
Perché?” da come
lo dice sembra che non riesca a credere alle sue orecchie e di certo
non lo
biasimo.
-“Non
mi crederesti.” Dico
con le lacrime agli occhi che minacciano di traboccare pericolosamente.
-“Ti
crederò.”
-“Mettendoti
a conoscenza
di ciò ti metterei in pericolo.”
-“Non
mi interessa.”
-“Potresti
rischiare
molto.”
-“Non
mi interessa. Te
dimmelo e basta.”
-“Mio
padre fa parte di una
specie di banda. Sin da piccola mi ha addestrato al crimine. Qualche
settimana
fa mi ha incaricato di uccidere Bill,io non ho mai ucciso nessuno in
vita
mia,le mie missioni sono sempre state semplici rapine. Se non lo faccio
perderò
io la vita,ma ho deciso di andarmene,di scappare. Non voglio privare un
ragazzo
innocente della vita,non mi sembra giusto. Anche se non sono in grado
di
provare sentimenti,o meglio,li sto scoprendo solo ora grazie a mio
fratello, ho
comunque un cuore. E ciò mi vieta di farlo.”
-“Mi
sembra tutto così
assurdo. Per quale motivo dovrebbero uccidere mio fratello?!”
-“Non
lo so,non l’ho mai
capito.”
-“Ma
quindi è stato tuo
padre a procurarti quei lividi?” ipotizza osservandomi.
-“Si,quando
ho fallito la
prima volta mi ha picchiata. E ha detto che ad ogni mio fallimento le
torture
sarebbero aumentate.”
-“Quindi
hai in programma
di scappare?”
-“Si,insieme
a mio fratello
Jared. Ormai siamo stufi di questo schifo,non è
ciò che vogliamo essere.
Vogliamo cercare nostra madre.”
-“Capisco,ma
io ho paura
che farai fuori Bill,è tutta la mia vita,non lo sopporterei,
sarei in grado di
vendicarmi molto brutalmente se osi torcergli un capello. Sono
costretto a
chiamare la polizia.”
-“No,ti
prego,ti giuro,ti
prometto che me ne andrò da qui,non mi vedrete mai
più. Solo che facendomici
pensare manderebbero qualcun altro ad ucciderlo. Siete in pericolo
comunque.”
-“Dici
sul serio?”
-“Si,ma
forse
rinuncerebbero,ci sono casi più gravi da ripulire di questo
secondo loro.”
-“Te
e tuo fratello avete
bisogno di aiuto.” Dice accarezzandomi delicatamente i lividi
sul volto
facendomi rabbrividire. Non sono abituata a queste sensazioni,per me
sono tutte
nuove.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: PARTENZA ***
emobilla483:Eheheh,quando
mai Tom è provocante o seducente??!!!... "Tom:Io non
provoco,è una mia dote naturale...Io:Stai zitto,nessuno ti
ha interpellato"...xDD...OK,dopo il mio momento di pazzia torno
normale,o almeno ci provo...Alloraaa,ancora non erano i sintomi
dell'amore,i brividi li ha provati in quanto non era abituata a
ricevere certe attenzioni....Peròòò,in
questo capitolo,mmmm....Grazie per i complimenti tesoro (posso
chiamarti così??)...Kussen,Alice...
memy881: Amoreeee ce
l'hai fatta eh!:...ihihihih....Eh si,la situazione è
alquanto drastica,ma per ora ho voluto dare un momento di pace ai
personaggi,ma durerà poco,ovviamente
ù.ù...xDD...A presto,Ti voglio un bene
dell'animaaaa,Kussen,Alice...
Kyara Agatha Mainlander:
Amore luce dei miei occhi *-*,tranquilla per l'assenza,non è
la fine del mondo,cosa ci facevi di bello a Roma,tesò??!!
Tutto ok??...Grazie per i complimenti!!! Mi fa piacere che ti sia
piaciuto! E come puoi vedere ho aggiornato prestissimissimissimooo!
Quindi niente gollum (che odio,xD)... "Bill:No,il gollum
nooooooo!!!...Io:Bill non ti abbiamo chiesto niente. E
perchè il gollum no??....Bill: Ma l'hai visto come si
veste?! Ha dei gusti...mah,bleah!....Io:Bill vai a cagare
-.-".....Bill:Non mi scappa ora.... Io: allora basta che ti guardi allo
specchio....Bill:M'anvedi questa aooo!" ....Oggi son in vena di
sclerooooo!!...Ihihihih,xD....Via amore ti lascio alla storia....Ti
voglio bene,Kussen,Alice...
BUONA
LETTURAAAAAA!! GRAZIE A TUTTI,KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
8.
È
passato un mese dal
giorno in cui ho detto a Tom tutta la verità. E da quel
giorno ci hanno
ospitati in casa loro. Bill ancora non sa niente e deve rimanere
all’oscuro di
tutto,per non esporlo ulteriormente ad altri pericoli,ci sono state
delle
piccole complicazioni prima che ci credesse ma ora è tutto
risolto,lui pensa
che io e Jared non abbiamo un posto dove stare e Tom,avendoci
conosciuto in un
locale,ha deciso di darci asilo nella loro casa. In questo mese siamo
riusciti
ad ottenere tutto il necessario,a partire dai documenti falsi. Tutto
è pronto
per la partenza,che si terrà proprio oggi. Mio padre ha
chiamato un sacco di
volte e io gli ho sempre risposto che stavo elaborando un piano
perfetto per l’omicidio,per
fortuna se l’è bevuta. Devo dire che mi sono
affezionata ai
Kaulitz,conoscendoli bene sono rimasta colpita dalla loro
onestà e modestia, quando
si tratta di Tom,al quale piace molto pavoneggiarsi e fare lo
sbruffone. Ma a
parte tutto sono dei ragazzi davvero fantastici e trovo che tutta
questa
situazione sia davvero assurda. Sento una mano sfiorarmi leggermente la
schiena
e mi volto automaticamente verso chi ha compiuto quel gesto.
-“Allora,sei
pronta
sorellina?” mi chiede Jared.
-“Si,prontissima.
Anche se
tremo dalla paura.”
-“Tranquilla,è
normale,stiamo facendo una cosa che non ci saremmo mai aspettati di
fare,la
paura di qualcosa di nuovo è inevitabile.”
-“Forse
hai ragione.” Dico ancora
poco convinta.
-“Ma
c’è qualcos’altro,non
è vero?” insiste.
-“No,davvero,non
c’è
niente.”
-“A
chi vuoi raccontarla?Mi
dispiace per te ma io ti capisco fin troppo bene.”
-“Non
lo so…non riesco a
capire cosa ci sia che non va in me. Ad un tratto ho perso la voglia di
andarmene.”
-“Credo
di capire cosa ci
sia…forse ti sei affezionata ai ragazzi.”
-“Può
anche essere. In effetti
mi dispiace lasciarli.” Dico con un velo di tristezza.
-“Forse
ti sei innamorata!”
esclama Jared.
-“Pff!
Io? Innamorata? Ma cosa
vai blaterando? Toglitelo dalla testa.”
-“Ok,stai
calma,era solo un’ipotesi.”
-“Se
lo dici tu. Andiamo dai.”
Con ciò scendiamo le scale e raggiungiamo il pian
terreno,dove ci sono i
gemelli di fronte alla porta ad aspettarci.
-“Era
l’ora ragazzi.” Dice Bill
sorridente,come al solito riesce a irradiare la felicità in
tutti con il suo
bellissimo sorriso. Tom non proferisce parola,si limita solo ad annuire
e ad
accompagnarci fuori.
-“Allora
è il gran giorno
eh!” dice Bill entusiasta,girandosi dal posto accanto alla
guida verso di me.
-“Eh
si!” dico io priva di
tono.
-“Oh,su,un
po’ di euforia! Non
sei contenta?”
-“Non
proprio. Non riesco
ad intuirne il perché.” Sospiro demoralizzata.
-“Vedrai
che ti passerà.” Dice
lui sicuro. Poi arriviamo all’aeroporto. Scendiamo
dall’auto,ovviamente con i
Kaulitz resi irriconoscibili dai travestimenti. Facciamo il check-in e
aspettiamo nervosamente che arrivi l’aereo destinato a me e
Jared. Il mio
sguardo cerca distrattamente quello di Tom senza una ragione per farlo.
Rimango
sorpresa nel vedere che anche lui mi sta osservando,sorrido a quella
coincidenza,ma in lui non si vede nemmeno l’ombra di uno
sprizzo di felicità. Così
costringo i miei occhi ad abbassarsi lentamente con delusione. Posso
percepire
uno spostamento d’aria al mio fianco,alzo la testa quel poco
che mi consente di
vedere di cosa si tratta,è Tom. La sua mano sta sfiorando la
mia con le
dita,improvvisamente spero che la afferri stringendola dolcemente,ma la
ritrae
all’istante. Chiamano il nostro volo e io e Jared ci
incamminiamo verso l’aereo.
Ma proprio quando sono a due passi dalle scalette una mano mi afferra
con
decisione,facendomi voltare.
-“Non
andartene.” Mi implora
Tom.
-“Non
posso rimanere,lo sai.
Vieni te con noi,venite,scappate insieme a me.”
-“Non
si può fare nemmeno
questo. Rimarremo in contatto però,vero? Abbiamo i
cellulari,mi farai sapere
dove siete. Giusto?” vederlo così preoccupato mi
fa tenerezza.
-“Si,tranquillo,non
mi
dimenticherò di voi.” Lo rassicuro.
-“Allora…”
dice
arrendendosi.
-“Allora…dobbiamo
andare,si
sta facendo tardi.”
-“Si
sta facendo tardi.”
ripete a pappagallo.
-“Mi
mancherai Tom.”
ammetto. Lui mi stringe forte tra le sue braccia,come se non volesse
più
lasciarmi andare.
-“Mi
mancherai Aisha.” Dice
lui prima di posare le sue labbra sulle mie. Non avrei mai immaginato
che prima
o poi sarebbe arrivato il primo bacio anche per me. Mano a mano si fa
sempre
più passionale,riesco a sentire il suo respiro sul mio viso
e la sua lingua che
si muove in sincrono con la mia,scatenando la quarta guerra mondiale.
Quando ci
separiamo siamo entrambi senza respiro,ma la mia bocca ricerca bramosa
la sua. Le
mie mani si insinuano sotto la sua maglietta,tutta questa voglia mi
spaventa,non mi era mai successo e non avevo mai sentito la
necessità di
appagare questo nuovo piacere. Quando alle mie orecchie giunge un
tossicchiare
infastidito mi divido da lui imbarazzata.
-“Ehm,io
devo andare…”
-“Ok,ciao.
Buon viaggio.” Replica
Tom,imbarazzato quanto me. Dopo questo piacevolissimo episodio obbligo
i miei
piedi a seguire Jared all’interno
dell’aereo,impedendo alle lacrime di debordare
per l’ennesima volta.
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: STRANEZZE E PIACERI ***
memy881:Eh
siii! Si sono dovuti dare un addio alquanto triste e difficle da
accettare...Ma è un addio??!!! ...Mmmm.....Quante belle
domande amoreeeeeeeee!!! Le risposte le trovi piano piano
leggendo,soprattutto in questo capitolo!....Alla prossima
amò,ti voglio un bene dell'anima,Kussen,Alice...
emobilla483: Ciao
tesorooo!! Eeheheh,non sei la prima a dirmi che il capitolo
è triste,xD...Hai fatto centro,i due hanno decisamente
qualcosa...In questo capitolo se ne rende conto di essere triste,e
anche alla grande...Grazie per recensire sempre...Kussen,Alice...
PREMETTO CHE QUESTO CAPITOLO è PIUTTOSTO FORTE VERSO LA FINE,QUINDI CHI è FACILMENTE IMPRESSIONABILE STIA ATTENTO...GRAZIE ANCHE A CHI LEGGE E BASTA! BUONA LETTURAAAA!!!
KUSSEN,ALICE....
CAPITOLO
9:
Una
volta salita sull’aereo
tutta la verità mi piomba addosso come una violenta scarica
di pioggia.
Jared,capendo tutto, si volta dall’altra parte lasciandomi
sola con me stessa.
Riesco a dare libero sfogo a tutto ciò che ho sempre tenuto
dentro sino ad
ora,lacrime amare mi scivolano lentamente lungo la guancia, cadendo poi
sulle
mie mani intrecciate. Scosse violente di tremore si impossessano del
mio corpo.
Mi sporgo quel tanto che mi basta per guardare fuori dal
finestrino,l’aereo non
è ancora decollato. Intravedo la figura sfocata di Tom,del
ragazzo che è
riuscito per la prima volta a farmi provare un sentimento definito
amore,del
tutto diverso da quello che provo per mio fratello. Tremo
incessantemente sul
posto e porto due dita ad asciugare le lacrime. Poi decido di non
guardarmi più
indietro. Alzo la testa di scatto e stringo forte i braccioli.
-“Aisha,perché
tremi? Non
ti senti bene?” domanda poi Jared.
-“No,ho
solo paura
dell’aereo.” Mento più a me stessa che a
lui. Lascio cadere la testa
all’indietro,abbandonandomi allo sconforto più
totale. Voglio che questo
maledetto aereo parta,non riesco a capire per quale motivo ci stia
mettendo
così tanto a decollare.
-“Perché
non decolla?”
domando nervosa.
-“Non
lo so,è una cosa
piuttosto insolita.” Risponde una voce che mi giunge da
dietro,una voce fin
troppo familiare. Mi giro velocemente,provocando un dolore acuto alla
base del
collo.
-“C-cosa
ci fai te qui?”
riesco a chiedere emozionata.
-“Non
voglio lasciarti
andare senza prima dirti una cosa.” prosegue lui pacato.
-“Ma,Tom,come
hai fatto a
salire?” insisto.
-“Dato
il ritardo
dell’aereo sono riuscito a corrompere le hostess.”
Dice con un sorriso sghembo
mozzafiato.
-“Sempre
il solito.”
Mugugno.
-“Non
come pensi
te,pervertita.” Ribatte lui facendo finta di essere
indignato,ma la sua
espressione divertita lo tradisce.
-“E
se partisse in questo
preciso momento? Lasceresti Bill qua da solo?”
-“Anche
lui è
nell’aereo,però non voleva interferire
ora.” Mio fratello si infila le cuffie
dell’mp3 nell’orecchie,lasciandoci parlare
privatamente.
-“Allora,cosa
mi dovevi
dire?” chiedo alzandomi dal sedile e raggiungendolo.
-“Ti
amo.” Risponde
flebilmente e inchiodandomi con lo sguardo sul posto. Ogni cosa logica
sembra
svanire,sembra esistere solo lui,io e la magia del momento. Nessuno mi
ha mai
detto che mi ama. Io non riesco a dargli una risposta,non rientra nelle
mie
capacità dire “ti amo”. Così
lo abbraccio calorosamente, cercando di
comunicargli fisicamente ciò che provo per lui. Stiamo
così per un minuto,sino
a che lui mi alza il mento con un dito,puntando i suoi occhi nei miei.
Quando
capisco cosa è intenzionato a fare chiudo gli occhi beata.
Le sue labbra
raggiungono le mie con estrema facilità. E riecco la
sensazione di prima
inondarmi il cuore. Istintivamente mi avvinghio a lui con tutte le mie
forze.
Per fortuna in questa zona dell’aereo non
c’è nessuno a parte noi,visto che mio
fratello si è intestardito nel prendere i biglietti per la
prima classe. Tom mi
spinge fino alla parete dell’aereo,accostandomi ad essa. Ogni
centimetro del
nostro corpo è in contatto,il calore che provo nel sfiorare
ogni mia parte con
la sua mi manda in iperventilazione. La sua bocca si sposta esperta e
con la
lingua comincia a tracciare piccoli segni sull’incavo del mio
collo. Getto la
testa all’indietro,lasciandomi andare a quel piacere. Poi le
sue labbra
ricercano frenetiche le mie. Siamo costretti a separarci quando una
voce
irrompe nella “cabina”.
-“Ehm,scusate,io
torno di
là.” Dice Bill imbarazzato. Mio fratello non
sé ancora accorto di nulla.
-“No,Bill,non
ti
preoccupare. Dovete andare ora.” Dico.
-“Veramente
avevamo
intenzione di venire con voi.” Replica Bill deciso.
-“Siete
sicuri? E con il
gruppo come fate?”
-“Oh,quello
non è un
problema,ci raggiungeranno anche Georg e Gustav.”
-“E
le vostre famiglie?”
-“Le
vediamo sempre poco a
causa degli impegni,non cambierebbe nulla. Ogni tanto torneremo qui,o
verranno
loro ovunque saremo.” Insiste.
-“Come
volete.” Ribatto al
settimo cielo. Andarmene ora non mi sembra poi così
tremendo,ora che posso
stare al fianco di persone a cui voglio bene.
-“Sarà
meglio sederci
allora.” Propone Tom.
-“Io
vado accanto a tuo
fratello Aisha. Così te e Tom potete parlare tranquillamente
di quello che
volete.” Dice Bill. Una volta prese le postazioni comincio a
parlare con Tom.
-“Da
quanto?” domando io.
-“Da
quanto cosa?”
-“Da
quanto mi ami?”
-“Credo
di essermene
accorto da un paio di settimane. Ma non so dirtelo con
precisione.”
-“Perché
non me lo hai
detto prima?”
-“Perché
avevo paura di una
tua reazione. Pensavo la prendessi male.”
-“Non
potrei mai prenderla
male. Solo con un po’di sorpresa,sai non sono abituata a
certe cose.”
-“Lo
so,è anche per questo
che ho preferito aspettare. Nemmeno volevo dirtelo,ma dovevo pur
rischiare.”
Dopo questo breve scambio di parole ritorniamo nel silenzio
assoluto,che viene
successivamente interrotto da una domanda sorta dalla bocca di Tom,il
quale mi
tiene per mano.
-“Te
mi ami?”
-“I..io…bhè,ecco…”
non
riesco a dirlo,come se una forza sconosciuta mi impedisse di formulare
quella
breve frase fatta di due sole parole.
-“Tranquilla.
Non importa
se non me lo dici,tanto lo so dentro di me che anche tu provi qualcosa
nei miei
confronti.”
-“Grazie…grazie
di tutto. È
solo per merito tuo e di Bill se ora siamo qui.”
-“Non
mi devi
ringraziare,se l’abbiamo fatto c’è un
motivo.”
-“Come
vuoi… Cavolo ma
questo aereo partirà prima o poi?”
-“Davvero
eh! Doveva
decollare mezz’ora fa.” Risponde lui,nel frattempo
arriva una hostess alquanto
preoccupata.
-“Signorina,mi
scusi,ma
come mai siamo così in ritardo?” domanda Bill
seduto davanti a noi.
-“Non
lo so. Sto andando a
controllare nella cabina del pilota.” Risponde questa. Odio
ogni genere di
attesa,soprattutto quando si tratta di compiere un passo importante e
questo
tarda ad arrivare. Dopo nemmeno cinque minuti sentiamo delle urla
provenire da
dove si è diretta la hostess. Mio fratello ed io ci alziamo
contemporaneamente
e seguiamo quelli strilli acuti.
-“Il
pilota è stato ucciso. È
morto.” Continua a ripetere la ragazza reggendosi la testa
con le mani. Alzo
leggermente lo sguardo e lo spettacolo che mi si presenta davanti non
è per
niente bello da vedersi. L’uomo è seduto sulla
postazione con la testa a
ciondoloni e il sangue che gli cola dal collo,cosa che non promette
niente di
buono. Jared si avvicina per esaminare meglio il corpo,in questo campo
un po’
se ne intende. Non appena la sua mano tocca la spalla della vittima la
testa
cade per terra rotolando sino ai miei piedi. Devono averlo sgozzato.
Quando il
capo sfiora le mie scarpe tiro un urlo agghiacciante
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: LA COLPA è SOLO MIA ***
Come sempre ringrazio le mie carissime
recensitrici,senza il vostro supporto non saprei davvero come
fare,perchè la mia storia non avrebbe senso e non potrebbe
essere corretta grazie ai vostri consigli,quindi dico un sincero grazie
a: memy881, emobilla483, Kyara Agatha Mainlander...Vi
voglio bene ragazzeee!!!....Kussen,Alice...
RINGRAZIO ANCHE CHI LEGGE
E BASTA!!!! BUONA LETTURAAAA!! KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
10:
Delle
mani mi prendono per
i fianchi e mi attirano a se,fuori da quell’incubo. Mi volto
con la fronte
imperlata dal sudore,dovuto dallo spavento. Ancora non riesco a credere
ai miei
occhi.
-“Tranquilla,piccola.
Non
piangere.” Grazie a Tom mi accorgo che sono in preda ai
singulti.
-“Che
orrore!” sussurra
Jared alle mie spalle “Uscite di qui. Io vado ad avvertire
qualcuno e chiamo la
polizia. Chissà chi è stato?”
-“E
te lo chiedi anche!”
sbotto io “Sono sicura che c’è lo
zampino di nostro padre.”
-“Ma
figurati!” replica lui
“Non uccide mica lui.”
-“Ma
cosa hai capito? Avrà
mandato qualcuno,lui fa fare i lavori sporchi agli altri,si
sa.”
-“Cazzo!
Mi sa che hai
ragione!” sputa fra i denti. Poi scende dall’aereo
chiamando aiuto. Nel
frattempo io,Tom,Bill e la ragazza di nome Rosalie,aspettiamo
spaventati. Fin
quando una voce roca non giunge alle nostre orecchie:
-“Buongiorno.”
Questa voce
la conosco,è di un ragazzo complice di mio padre,come
sospettavo.
Istintivamente la mia mano cade sulla tasca dei pantaloni,ma la pistola
non
c’è. Non avevo pensato agli inconvenienti. Lui
però ce l’ha e me la sta
puntando contro.
-“Dove
credevi di
andare,stupida che non sei altro.”
-“Io?”
chiedo facendo
l’ingenua. Poi sussurro a Tom di andarsene e di portare Bill
con sé. Mi ascolta
subito ma…
-“Dove
credete di andare voi
due?” dice Damon.
-“Loro
non c’entrano
niente. È me che vuoi,o sbaglio?” dico,tirando
fuori la mia arma segreta,la
seduzione. Non per altro Damon si era intestardito tanto ad avermi in
passato,ma tutte le volte lo rifiutavo con indignazione. Lui inchioda i
suoi
occhi verde acqua nei miei,con fare altezzoso,dimenticandosi per un
attimo di
Bill e Tom,i quali se ne vanno imperturbati,seguiti da Rosalie.
-“A
noi due.” Dice Damon
prima di avvicinarsi lentamente a me e di accarezzarmi il profilo del
volto con
la punta della pistola. Io scanso la sua mano con disgusto.
-“Perché
fai così? In fondo
sono un bel ragazzo.” sussurra divertito.
-“Quello
non lo metto in
dubbio. Peccato che il tuo fisico sia guidato da una mente stupida come
la tua.”
Dico osservandolo da capo a piedi. Indossa una tuta nera che gli
risalta i
muscoli del petto e delle braccia. Tutto per arrivare al volto dai
lineamenti
decisi e pronunciati,dove la cosa che risalta di più sono
gli occhi in grado di
penetrarti l’anima. Non nego che per un periodo non sia stata
attratta da lui,ma
ora lo trovo ripugnante.
-“Non
ti conviene dire
certe cose,hai visto cosa sono capace di fare.”
-“Non
ti azzarderesti mai a
tagliarmi la gola.”
-“Non
a tagliarti la
gola,ma a spararti dritta al cuore non mi ci vuole niente.”
-“Non
lo faresti mai.”
sussurro flebilmente con un certo timore…
-“Questo
mia cara la dici
tu. Anzi,facciamo così,io ti lascio vivere se mi dai
qualcosa in cambio.” Qui le
cose si stanno decisamente mettendo male.
-“Non
ci pensare
nemmeno,preferirei morire.”
-“Ma
cosa hai capito? Mi accontento
di un semplice bacio passionale.”
-“Te
lo puoi scordare.” Replico
acida.
-“O
mi baci di tua
spontanea volontà e non ti faccio niente,o ti bacio con la
forza e ti faccio
soffrire. La decisione è tua.” So cosa dovrei
rispondere,non mi è mai piaciuto
il dolore. Ma il mio orgoglio e il mio amore per Tom mi impediscono di
concedere questo piacere a Damon.
-“No.”
Questa è la mia
risposta secca,senza giramenti di parole arrivo subito al dunque.
-“Ok,ma
sappi che l’hai
voluto te.” Con questa frase mi si avvicina
pericolosamente,impegnato sul da
farsi. Con una mano mi afferra il volto e con l’altra mi
tiene la
schiena,impedendomi ogni tipo di movimento incastrando una sua gamba
tra le
mie. Poi le sue labbra si infrangono con violenza sulle mie aprendole
con
forza,fino a far entrare la sua lingua che comincia a danzare libera
contro la
mia. Quando vede che non rispondo come vorrebbe al bacio insiste sempre
di più.
Ormai gli occhi mi stanno diventando lucidi,non voglio.
-“Aisha,lo
so che sai fare
di più.”
-“Di
certo non per te.” Sbotto
prima di sputargli in piena faccia. Quando rialza il volto scuote
energicamente
la testa,guardandomi con fare minaccioso.
-“Questo
non avresti dovuto
farlo.” Sbraita prima di gettarsi su di me facendomi cadere a
terra. La mia schiena
sbatte violentemente in terra,provocandomi un dolore
insopportabile,mentre le
lacrime fuoriescono abbondanti. Damon comincia a giocare con il mio
corpo,toccandomi ovunque la posizione glielo permette. Si sofferma
pensoso
sulla mia maglietta indeciso su cosa fare. Poi me la toglie quasi
strappandomela di dosso,facendomi rimanere in reggiseno. Lo svolgimento
delle
cose non mi piace affatto. Comincio a urlare,cercando di farmi sentire
dalle
altre persone ma i miei tentativi vengono soffocati con un altro bacio
rivoltante. Improvvisamente mi viene la nausea.
-“Lasciami!”
urlo
strattonando le braccia inchiodate al pavimento dalle sue mani. Poi
monta a
cavalcioni sulla mia pancia. Lascia momentaneamente le braccia, poi
comincia a
dedicarsi allo sbottonamento dei miei jeans e dei suoi. Approfitto di
quel
breve momento di distrazione per tirargli un pungo dritto al naso,il
quale
comincia a sanguinare sporcandomi. Subito dopo veniamo raggiunti da
Jared che
entra ansimando.
-“Stanno
arrivando i
soccorsi.” Annuncia,poi quando vede la situazione una rabbia
cieca si
impossessa del suo viso.
-“Damon??!!
Cosa ci fai te
qua? Cosa stavi facendo a mia sorella?”
-“Ciao
Jared,non me l’aspettavo
che dietro ci fossi anche tu. Comunque come ben ti sarai immaginato
sono stato
mandato da tuo padre per impedire ad Aisha di partire. Stavo solo
facendo
quello che mi andava di fare,comunque.”
-“Brutto
bastardo!” urla
mio fratello “Come hai potuto provare a
violentarla!????”
-“Oh,quanto
la fai lunga. È
quello che siamo abituati a fare no? Siamo criminali,è nel
nostro sangue.”
-“Parla
per te. Io non sono
affatto come stai dicendo te. Come facevate a sapere che stavamo
partendo?”
chiede poi accigliato.
-“Era
tanto tempo che Aisha
non si faceva vedere,vostro padre un po’ ha creduto alle
balle che gli sono
state raccontate ma poi mi ha mandato qui a verificare se quanto detto
era
stato anche fatto. Così tra una ricerca e l’altra
ho trovato i biglietti aerei
sul tavolo della cucina di casa Kaulitz,mentre voi eravate fuori. Non
è stato
un gesto molto prudente,mi sorprendete. Pensavo foste più
bravi.” Ancora con
quella pistola puntata contro di me,riesco a percepire il desiderio di
mio
fratello di gettarsi contro Damon per fargliela pagare,ma si trattiene
per
impedire che parta un colpo. Butto una veloce occhiata fuori
dall’aereo e mi
accorgo con sollievo che la polizia sta correndo verso di noi. Damon
accorgendosene tenta uno sparo verso di me. Tutto quello che succede
dopo mi
accade sotto gli occhi come un fulmine. Jared si butta di peso davanti
a me,facendomi
da scudo e prendendosi il proiettile al posto mio,Damon furioso prova a
scappare dirigendosi fuori,ma tanto è tutto inutile. Alcuni
poliziotti riescono
ad acciuffarlo mentre altri salgono all’interno
dell’aereo e mi raggiungono. Io
sono sopra il corpo di mio fratello che giace steso sotto il mio
abbraccio. Ogni
mia lacrima corrisponde a un urlo di dolore,è come se
qualcosa dentro facesse
pressione sopra il mio cuore,impedendomi quasi di respirare.
-“Signorina,si
sposti,dobbiamo
controllare il battito.” Contro ogni mia volontà
riesco a separarmi da
lui,permettendo agli arrivati di controllare. In una manciata di minuti
uno di
loro si volta verso di me guardandomi dispiaciuto.
-“Mi
dispiace,questo
ragazzo non ce l’ha fatta. È morto sul colpo,il
proiettile è andato dritto al
cuore.” Vorrei non avere mai sentito quella
frase,è davvero troppo da
sopportare tutto in una volta.
-“Come
mai lei è macchiata
di sangue e senza maglietta?” mi domanda un
altro,riportandomi alla realtà.
-“Secondo
lei?!” sbotto
acida. Poi non volendo più vedere il corpo di mio fratello
privo di vita mi
dirigo a passo lento fuori,fregandomene se sono in reggiseno.
Fregandomene di
tutto e di tutti. Vedo una figura in lontananza corrermi incontro,mano
a mano
che si avvicina comincia ad essere sempre più nitida. Tom mi
abbraccia con
forza,sollevandomi da terra,ancora inconsapevole di ciò che
è appena successo.
-“Cosa
è successo?” chiede
poi alzando un sopracciglio e guardandomi perplesso “Come mai
sei in reggiseno?
E perché hai del sangue addosso?”. Comincio
nuovamente a singhiozzare,non
riuscendo a capacitarmi di tutto.
-“Damon…m-mi
ha…baciata…poi
mi ha tolto la maglietta….stava per sfilarmi i pantaloni ma
è arrivato mio
fratello…e…e…” tronco la
frase a metà,non voglio dirlo,non voglio crederlo.
-“E…?”
cerca di
incoraggiarmi lui.
-“E
poi è partito un colpo…un
colpo di pistola” spiego come una scema “Doveva
prendere me,ma….Jared si è
messo in mezzo…è morto.” Riesco a dire
in conclusione. Lui mi attira di nuovo a
sé,stringendomi dolcemente.
-“Quel
pezzo di…mmmm,la
pagherà,devono condannarlo all’ergastolo! Mi
dispiace,mi dispiace…” continua a
ripetermi anche lui con le lacrime agli occhi.
-“Dovevo
morire io!” urlo
improvvisamente “DOVEVA PRENDERE ME! NON LUI! ME! LUI CI HA
RIMESSO PER COLPA
MIA!”
-“Ssst!
Calmati! Non lo
dire neanche per scherzo piccola! Tu non c’entri.”
-“Si,invece.
È tutta colpa
mia. COLPA MIA!”
-“Non
è colpa tua. Cazzo! Dovevo
esserci anche io se non fosse stato per quei poliziotti che ci hanno
trattenuto
in aeroporto.”
-“Meglio
così! Non avrei
sopportato il fatto di perdere anche te.” Dico cercando di
abbassare il tono
della mia voce e calmandomi al cullare leggero delle braccia di Tom
sulle mie.
-“Tranquilla,qualunque
cosa
succeda non mi perderai mai.” mi sussurra prima di baciarmi
con estrema
dolcezza. Ma purtroppo questo non basta ad alleviare il mio dolore per
la
perdita di Jared. E dubito che qualcosa oggi ci riuscirà.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: PERCHè IO LO AMO ***
GRAZIE
A CHI MI RECENSISCE OGNI VOLTA...E ANCHE A CHI LEGGE E BASTA...
BUONA
LETTURA A TUTTII! SPERO CHE QUESTO CAPITOLO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO....
CAPITOLO
11:
È
già passata una settimana
dalla morte di mio fratello. Abbiamo voluto fare un funerale in
segreto,in modo
da non farlo sapere a voci non fidabili,vicine a mio padre. E come se
tutta la
situazione non bastasse ci si mettono pure i paparazzi a rompere le
scatole,dicendo che Tom Kaulitz frequenta una poco di buono. Non si
sbagliano
effettivamente,quelle sono le mie origine,ma sono cambiata e ne vado
molto
fiera. Per ora sono tornata a vivere nella casa dei gemelli, purtroppo
le cose
vanno riorganizzate e stavolta con molta più prudenza,
altrimenti succede come
l’ultima volta. Bill e Tom mi stanno dando tutto il loro
affetto,cercando di
tirarmi su di morale,senza di loro non so se riuscirei a continuare ad
andare
avanti. Ma guardo il futuro con speranza e questo lo faccio soprattutto
per
Tom. Ancora però non riesco a stare tranquilla,sto mettendo
in pericolo tutte
le persone a cui tengo,è vero che sono solo due,ma per me
sono tutto.
-“Piccola…”
sussurra Tom
abbracciandomi da dietro. Io mi volto sforzandomi di sorridere.
-“Amore…”
dico io
fissandolo negli occhi quasi fossi ipnotizzata.
-“Tutto
bene? Secondo te è
venuto il momento di dirlo a Bill?”
-“Si,tutto
ok. Comunque
credo che dobbiamo dirglielo,si,deve sapere ciò che rischia.
Ed è nostro
compito proteggerlo. Lo sai..”
-“Si,lo
so. Dai
scendiamo,ci aspetta una conversazione piuttosto
impegnativa.” Dice prima di
prendermi per mano e di trascinarmi per le scale sino alla cucina,dove
ci
accomodiamo di fronte a Bill,impegnato nel leggere una rivista.
-“Ehm,ehm.”
Tossisco cercando
di attirare l’attenzione,ma niente. Ci riprovo sia io che
Tom,ma è tutto
inutile.
-“Bill,ci
degni almeno di
uno sguardo?” sbotta il ragazzo di fianco a me un
po’ innervosito
dall’atteggiamento indifferente del fratello.
-“Oh,si
scusa. Ero immerso nella
lettura.” Si giustifica con fare innocente.
-“Lo
immagino,a leggere
riviste di moda ci vuole concentrazione siccome.” Aggiungo io
sbuffando.
-“Certo.”
Replica lui
indignato.
-“Si
va bè…non è questo
l’importante. Allora,noi ti dobbiamo parlare.”
Annuncia Tom.
-“Ascolta,io
preferisco
tacere,parli te. Lui è tuo fratello.” E
così me ne lavo le mani con un sorriso
sulle labbra.
-“Scarica
barili del
cavolo.” Borbotta lui.
-“Scusate
ma non mi
dovevate parlare?” e riecco la voce di Bill irritata.
-“Giusto,scusa…
Da dove
comincio…”
-“Dalla
fine…ma che domande
sono? Dall’inizio no?” sbotta il cantante.
-“Ma
che umorismo
fratellino!” ribatte Tom sarcastico “Allora,devi
sapere che Aisha era stata
incaricata di ucciderti.” A queste parole Bill ha un leggero
mancamento,poi
scoppia a ridere.
-“Cavolo!
Che tatto Tom!”
dico io sghignazzando.
-“Questa
è bella,ma dove
l’hai pescata?” chiede il moro.
-“Non
stava scherzando. Mio
padre fa parte di una banda di criminali,ma i lavori sporchi li ha
sempre fatti
fare ad altre persone e spesso e volentieri a me e a Jared. Ma sappi
che non
abbiamo mai ucciso. Questa sarebbe dovuta essere la mia prima volta,ci
ho
tentato ma non ci sono riuscita,volevo ucciderti perché
altrimenti ci avrei
rimesso la mia vita. Ma mio fratello mi ha fatto ragionare e ho capito
che non
era giusto quello che dovevo fare. Solo che poi siamo finiti tutti nei
guai,e
te sei ancora in pericolo,mio padre vuole ancora vederti morto. Anche
se credo
che il bersaglio ora sia io,dato che l’ho tradito.”
-“Ma…ma…perché
vorrebbe
uccidermi scusa?” chiede tristemente.
-“Non
lo so Bill. Non ne ho
la più pallida idea,io non sono tenuta a fare
domande.”
-“Ma
ora non ti senti più
con tuo padre?”
-“No,io
non lo chiamo e lui
non chiama me,ma sono sicura che ci osservano. O presto lo faranno.
Siamo a
rischio,dobbiamo andarcene da qui,io e tuo fratello ci stiamo
già
organizzando,non hai da temere. Faremo tutto il possibile.”
-“E
io vi aiuterò,o con me
o non se ne parla. Non potete rischiare la vita solo voi.”
-“Ma
te la rischi già senza
fare niente,quindi…”
-“Grazie
per avermene
parlato. Ma perché non lo avete fatto prima?”
-“Per
non farti preoccupare
e per proteggerti. Ma era giunto il momento di dirtelo.”
-“Grazie
per avermi
risparmiato la vita,sai non lo avrei mai detto. Fico! Mio fratello sta
con una
criminale.”
-“Io
non lo troverei tanto
fico. Comunque non sono una criminale,semmai lo ero.”
Soggiungo io.
-“Si
si…la conversazione è
stata interessante ma ora vado a poltrire sul divano,sono
stanco.” Con questa
frase ci lascia soli in cucina. Io e Tom ci scambiamo uno sguardo
sorpreso ed
allibito.
-“Mah…”
dico io “Certo che
a volte Bill è proprio strano eh!”
-“Non
lo metto in dubbio.
Pensa che io lo sopporto da 21 anni.”
-“Povero
te.” Replico
ridendo. È impressionante quanto mi sia affezionata a questi
due ragazzi.
All’improvviso mi viene una strana voglia. Quella voglia
straziante che mi
prende ogni tanto alla sprovvista. Ho voglia di sentire il calore del
corpo di
Tom sul mio. Lo afferro per la maglietta e mi dirigo verso la mia
camera con
lui al seguito. Lo guardo negli occhi prima di spingere la maniglia
verso il
basso e di entrare nella stanza.
-“Che
vuoi fare?” domanda
stupito. Io non gli rispondo,mi limito solo a sorridergli
maliziosamente.
-“Ok,forse
ho qualche vaga
idea di cosa ti stia passando per la mente. Ma non credo sia una buona
idea con
Bill in casa.”
-“Ma
chi se ne frega,tanto
quello non si accorgerebbe nemmeno se la casa venisse
allagata.” Replico
andando a chiudere a chiave la porta. Poi butto Tom sul letto,prima di
montargli a cavalcioni sul petto. Faccio per baciarlo ma lui mi ferma.
-“Dai,Aisha!
Così mi fai
sentire uno spudorato.”
-“Ma
per quale motivo
scusa? Sono io che ho preso l’iniziativa,non tu. Quindi
semmai quella spudorata
sono io.”
-“Lo
so…ma…”. Soffoco quello
che ha da dire premendo le mie labbra sulle sue con dolcezza. Poi
lascio che la
mia bocca si dischiuda,permettendo alla lingua di Tom di raggiungere
volenterosa la mia. Le mie mani vanno automaticamente ad alzare la
maglia di
Tom,sfilandogliela con estrema bramosia. Il suo fisico non
smetterà mai di lasciarmi
a bocca aperta,è vero non è molto muscoloso,ma ha
comunque il suo fascino. Non smetto
di baciarlo mentre cerco di togliermi la camicia,quando lui mi blocca i
polsi.
-“Basta,per
favore!”
esclama esasperato. Questa cosa mi lascia spossata,non riesco a capire
quale
sia il suo problema.
-“Perché?
Perché mi stai
rifiutando?” chiedo triste.
-“Non
ti sto rifiutando,è
solo che…in realtà mi stai facendo
impazzire.”
-“E
allora,qual è il tuo
problema?” insisto,finendo poi di sfilarmi la camicetta blu.
-“Rimettitela
subito!”
-“No.”
-“Ho
detto rimettitela!”
-“E
io ho risposto di no! Io
faccio quello che voglio! E comunque non hai ancora risposto alla mia
domanda.”
-“Il
mio problema è che non
ho i preservativi.” Dice poco convincente.
-“Ah.”
Dico “Ma quello non
è un problema.”
-“Ma
potresti rimanere
incinta!” sbotta.
-“Non
è il periodo,credimi.”
Questa situazione e questi discorsi mi mettono decisamente in
imbarazzo. Poi mi
sdraio sul corpo caldo di Tom,stando attenta a non schiacciarlo. In
seguito le
mie labbra si posano delicate sul suo collo, facendo avanti e indietro.
Lo sento
rabbrividire,ma subito dopo mi riferma.
-“Cosa
ti prende?” chiede.
-“Ho
voglia di te. È la
prima volta che mi succede una cosa del genere.”
-“Ma…io
non posso.” Dice arreso.
-“Almeno
spiegami il perché.”
Dico dolcemente,rimettendomi in fretta la camicia e sedendomi al suo
fianco con
le gambe incrociate. Sembro una bambina impaziente di ascoltare una
favola.
-“Devi
sapere che le fan e
le persone mi hanno soprannominato Sexgott.”
-“E
per quel motivo?”
domando curiosa.
-“Ho
raccontato che sono
stato con molte ragazze. È la mia caratteristica
principale,infatti mi
riconoscono quasi solo per quello,purtroppo.”
-“Ma
è vero?”
-“No,l’ho
dovuto inventare perché
almeno le ragazze non proverebbero ad avere qualcosa di serio con
me.”
-“E
perché non dovrebbero
provare? Non vuoi?”
-“Non
ho mai voluto sino ad
ora per paura di innamorarmi. Ho sempre creduto che l’amore
mi avrebbe rovinato
la carriera. E per me l’unica cosa più
importante,dopo mio fratello, era la
musica. Ma questo prima di conoscerti.”
-“Ma
con tutto questo dove
vorresti arrivare?”
-“Io…non
so proprio come
dirtelo…io,bhè…non ho mai fatto
l’amore con nessuno.” Quella notizia mi lascia
interdetta,non perché di solito i ragazzi a 21 anni lo hanno
già fatto,ma perché
per uno come lui non lo avrei mai detto.
-“Tranquillo.
Nemmeno io.” Ammetto
con un velo di imbarazzo. “E volevo che il primo fossi
tu.” Aggiungo.
-“Oh,Aisha.”
Sussurra prima
di baciarmi con trasporto. Ci liberiamo facilmente dei nostri abiti e
finiamo
per diventare una cosa sola. Due corpi ed una sola anima,è
come se ci
fondessimo insieme,l’uno nell’altro. Tutto accade
con infinta dolcezza e con
amore,nonostante la nostra non esperienza tutto mi sembra
bellissimo,perché ciò
che conta non è come avviene ma perché. E il
perché stavolta è una risposta
molto facile: perché lo amo. Ma ovviamente sono troppo
codarda per dirlo ad
alta voce.
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12: L'INTUITO INFALLIBILE DI BILL KAULITZ ***
Ringrazio
come sempre le mie care recensitrici,vi voglio bene ragazzeee!!! *w*
Poi
ci tengo a ringraziare anche a chi legge e basta...
BUONA
LETTURA A TUTTIIIII!!! KUSSEN,ALICE...Premetto che questo è
solo un capitolo di passaggio,per cercare di far capire il quadro della
situazione ora...
http://yfrog.com/6zmorteqj
La copertina è stata creata dalla mia cara _Kya J_
....grazie tesoroooooooooo!!!
CAPITOLO
12:
Dopo
quello che è successo
con Tom il mio sentimento è cresciuto sempre di
più. Lo amo
incondizionatamente,lo amo alla follia,e la cosa più bella
è che sono
ricambiata. Mi dispiace solo che ogni volta che mi dice di amarmi non
sono mai
in grado di rispondergli allo stesso modo,mi è
impossibile,come se avessi un
nodo alla lingua che mi impedisce di formulare le parole. Ma devo
trovarlo il
coraggio prima o poi. Sono passati tre mesi dalla morte di Jared,sembra
passato
così tanto tempo,ma il dolore rimane perpetuo nel mio cuore.
Non siamo ancora
riusciti a partire per andarcene da qui,mancano i documenti
falsi,purtroppo si
sono presentati dei piccoli problemi alla porta della nostra vita,ma
questo
inconveniente verrà risolto nel giro di un paio di mesi.
Pensavo fosse più
facile,speravo che lo fosse,e continuo a sperarlo ancora,nonostante
tutto. C’è
anche un'altra cosa che mi rende nervosa,ultimamente mi sento
stranissima ed ho
paura,ma non riesco a capire quale sia la fonte di ciò. Bill
che è venuto a
sapere tutto di me Tom inizialmente mi ha consigliato di fare il test
di
gravidanza,ma io so che non serve a niente,perché io non
sono incinta,non era
il periodo giusto. Ma è anche vero che è tre mesi
che non mi vengono più le
mestruazioni. Cavolo! Non ci pensavo più,sono proprio nei
guai,come al solito.
*************************************************************************
Alzo
lentamente la
maglietta,esponendo in bella mostra la mia pancia,che comincia a
rivelare un
leggero rigonfiamento. Sono incinta,l’esito finale
è stato proprio
questo,aspetto un bambino. Ormai è cinque mesi che lo
sono,la mia pancia non è
molto grossa e per me è una fortuna,perché non lo
deve sapere nessuno. Ho paura
di dirlo a Tom,non voglio immaginarmi come potrebbe reagire se non lo
volesse.
In realtà non è una cosa positiva avere un figlio
in questi tempi,ma lo voglio
più della mia stessa vita. Il prossimo mese dovremmo
partire,quindi sarà al
sicuro,non dovrà passare quello che ho passato io nella mia
infanzia. Comunque
arriverà il momento di dirglielo,anche perché
prima o poi se ne accorgerà da
solo,per ora riesco a mascherarlo con maglie larghe, dicendo che sono
ingrassata un po’. Tom se la beve,ma Bill no,è
troppo furbo per lasciarsi ingannare
da una bufala del genere,ma a quanto pare preferisce tenere i suoi
sospetti
all’oscuro della mente del fratello. Mi accarezzo lentamente
la piccola
protuberanza,promettendo cose smielate a quella creaturina che sta
crescendo in
me,sorbendosi tutto il mio amore. Sono ancora immersa in quella dolce
sensazione quando il rumore della porta che si apre mi fa sobbalzare
sul posto.
Mi affretto a sistemare la maglia,ma è troppo tardi,Bill mi
ha visto.
-“Prima
si bussa!” sbotto
scontrosa.
-“Prima
si dice che si deve
bussare.”
-“Io
penso che sia sempre
stato così,e che tu fossi abbastanza intelligente da
arrivarci.”
-“Oh,ma
quanta acidità
Aisha! Calmati,non ho fatto mica niente di male. A parte coglierti sul
fatto!”
dice sogghignando. A volte mi fa proprio paura.
-“Non
so di cosa tu stia
parlando!”
-“Classica
frase di chi ha
qualcosa da nascondere.” Insiste.
-“Suvvia!
Allora dimmi cosa
sto tenendo nascosto,dato che sei tanto intuitivo,potresti fare il
sensitivo.
Ci hai mai pensato? Sicuramente saresti meglio che da
cantante.”
-“Ma
cosa ti prende? Si può
sapere? Comunque te stai nascondendo la tua gravidanza al padre del
bambino!” sbotta
“E allo zio!” aggiunge poi entusiasta.
-“Senti,Bill,non
posso
negare l’ovvio con te,ma devi promettermi che non lo dirai a
Tom. Altrimenti
sarebbero guai! Non lo deve sapere nessuno!”
-“E
perché mai?” chiede
curioso,alzando un sopracciglio.
-“Perché
potrebbe prenderla
male,potrebbe non volerlo.”
-“Oh,non
è da lui. Sono
sicuro che ne sarebbe felice.”
-“Non
puoi dirlo,avere un
figlio…bhè,tale responsabilità gli
rovinerebbe la carriera. Anche se ora siete
in pausa momentanea.”
-“Non
gli rovinerebbe un
bel niente. Sai quanti artisti ci sono famosi con una
famiglia?!”
-“Si,lo
so,hai ragione
anche te. Ma cerca di capirmi,lui,io,un figlio,sarebbe il pettegolezzo
più
saziante nei prossimi dieci secoli!”
-“Spiritosa.
Però devo dire
che non hai tutti i torti. Ma ciò non toglie il fatto che
Tom ha il diritto di
sapere. Quindi ti do un giorno di tempo. O glielo dici te,o glielo dico
io!
Semplice no?” mentre lo dice uno sguardo ammiccante mi
colpisce in pieno. In
senso negativo. Mannaggia a lui e ai suoi ricatti!
-“Semplicissimo.
Sei stato
chiaro. Vedrò di fare il mio meglio.” Dico prima
di spingerlo con forza fuori
dalla camera e chiudendomi a chiave. Almeno per un po’ non
avrò rotture di
scatole.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13: IMPAZZIRE ***
Grazie,come
sempre, alle mie fedeli recensitrici...Vi voglio beneeee!!
Grazie
anche ai lettori silenziosi...
BUONA
LETTURA A TUTTIIIIII!!!!....Scusate se ci ho messo tanto a postare,ma
con le feste in agguato,bhè....xD.....Spero che il capitolo
vi piaccia....Kussen,Alice...
CAPITOLO
13:
Decido
di uscire dalla
camera e dirigermi in cucina,dove so già che
troverò Tom. Non nego che la mia
agitazione è alle stelle,ma devo farcela,anche
perché altrimenti Bill gli
spiffera tutto,così si che lui si arrabbierà con
me. Faccio gli ultimi passi
prima di raggiungerlo sbuffando svogliatamente.
-“Eccoti,piccola!
Stavi dormendo?”
mi chiede,dolce come al solito.
-“Non
proprio,diciamo che
mi stavo rilassando. Comunque dovrei parlarti.”
-“Dimmi
tutto.” Dice,facendosi
improvvisamente serio. Che abbia capito qualcosa? Non credo proprio.
-“Prima
promettimi che non
ti arrabbierai,o perlomeno che non lo darai a vedere.”
-“Aisha,comincio
a
preoccuparmi.”
-“Te
promettimelo.” Insisto
sempre timorosa.
-“Ok,te
lo prometto.” Non sembra
molto convincente,ma non ci faccio troppo caso. Mi siedo sulle sue
ginocchia
poi afferro una sua mano e la porto sulla mia pancia,cominciando a
massaggiarla
lievemente.
-“Ma…”
comincia
lui,troncando la frase a metà. Forse ci è
arrivato da solo,in fondo questo è il
mio scopo. Non saprei come dirglielo a parole.
-“Ma..?”
chiedo allora io.
-“Come
mai sei così gonfia?”.
A quelle sue parole mi metto a ridere come una psicopatica.
-“Che
c’è da ridere? La mia
era una domanda seria.” Dice,rimanendoci male.
-“Oh…secondo
te,una donna
per quale motivo potrebbe essere così gonfia?”
-“Perché
ha mangiato
troppo?” tenta.
-“Riprovaci.”
Dico sorridendo.
-“Perché
ha le sue cose?”
-“Ritenta,anche
se posso
dirti che su per giù siamo lì.”
-“Sei
incinta?” chiede
sbalordito,sbiancando pericolosamente in viso.
-“Ehm…”
non riesco a
formulare bene la frase. Ma il tempismo perfetto di Bill gli permette
di
intromettersi.
-“Si,è
incinta.” Esclama entusiasta.
Io lo incenerisco con lo sguardo,lui alza le spalle in modo innocente.
Poi la
mia attenzione torna verso il mio ragazzo. Quest’ultimo sta
scuotendo
insistentemente la testa,come se non volesse crederci. Quel suo gesto
mi da
molto da pensare,allora vuol dire che l’ha presa male.
-“Da
quanto?” si decide a
domandare scontroso.
-“Da
cinque mesi.” Rispondo
con la voce rotta.
-“Perché?”
urla “Perché?”. Una
lacrima mi scende lungo una guancia, lasciandomi interdetta. Era
l’ultima cosa
che volevo che la prendesse così male. Bill spalanca la
bocca stupito. A quanto
pare nemmeno lui se l’aspettava. Tom mi fa cenno di alzarmi
da sopra di lui,e
così faccio. Poi anche lui si alza,afferrandomi una mano.
-“Perché…perché
cosa?”
chiedo ormai singhiozzando.
-“Perché
non me lo hai
detto prima?” sussurra dolcemente,ora.
-“Io…io
avevo paura. Pensavo
potessi prenderla male,e avevo ragione.”
-“Invece
ti sbagliavi di
grosso.” Dopo questa frase posa le sue labbra sulle mie,con
estrema
delicatezza. Io mi asciugo velocemente le lacrime,come a voler
cancellare
quella mia debolezza.
-“Quindi
sei contento?”
-“Contento
è dir poco. Però
sono anche arrabbiato perché me lo hai tenuto nascosto per
così tanto tempo. Pensavo
mi conoscessi bene.”
-“Quello
si,ma so anche che
la musica per te è tutto,avere un figlio ti rovinerebbe la
carriera.”
-“Questo
non è
assolutamente vero!” ribatte Bill,intromettendosi nuovamente
nella nostra
conversazione.
“Stavolta
condivido ciò che
ha detto.” Aggiunge Tom.
“Cavolo
Bill! Ma gli affari
tuoi mai eh!”
-“Dato
che state discutendo
di mio nipote direi che è anche un mio affare!”
-“Concordo
di nuovo!”
-“Due
contro uno non vale!”
sbotto divertita.
-“Due
contro uno e mezzo
vorresti dire!” replica Bill. Così cominciamo a
scherzare davvero felici per la
prima volta dopo tanto tempo. Le nostre risa vengono però
interrotte da un rumore
sinistro,proveniente dalla sala. Tom mi afferra per i fianchi e mi fa
scudo con
il suo corpo. Bill si nasconde dietro di me.
-“Bill?”
chiama sottovoce
Tom. “Dove sei finito?”. Nessuna risposta.
-“Tom,è
qui dietro di me.”
rispondo io al posto suo,ridendo come una scema. La mano elegante di
Bill mi
tappa la bocca con prepotenza.
-“Stai
zitta!” mi sussurra
all’orecchio. Io stufata da quella posizione gli lecco il
palmo della mano
riuscendo ad ottenere l’effetto desiderato.
-“Bleah!”
esclama
schifato,pulendosi la mano alla sua maglietta.
-“Che
succede?” domanda
flebile Tom.
-“La
tua ragazza mi ha
leccato!” sbotta irritato.
-“Buon
per te.” Replica maliziosamente.
Io gli tiro una pacca sulla spalla divertita.
-“Vi
siete già dimenticati
del rumore?” chiede Bill,sempre più infastidito.
Tom decide di fare un passo
avanti con prudenza. Appena giunto in sala accende la luce di scatto.
Lo spettacolo
che ci si presenta davanti non è molto piacevole. Una
scritta rosso fuoco
risalta sul vetro della finestra:
“Aisha,non ci siamo dimenticati di te. Tra poco
arriveremo e uccideremo
te e il bambino che porti in grembo.”
Un
respiro soffocato mi
esce spontaneo dalla bocca. Raggiungo automaticamente la finestra,
guardando al
di fuori di essa,ma non avverto niente di strano. Passo un dito sulla
scritta,che rimane sporco di rosso.
-“Non
toccare!” esclama una
voce alle mie spalle,quella di Tom.
-“E
perché non dovrei?”
domando ingenua. Ma nel frattempo la risposta mi si fa chiara nella
mente,senza
bisogno di sentirmela dire so di cosa si tratta.
-“Quello
è sangue.” Dice Bill
terrorizzato. Tiro un urlo micidiale,pulendo con forza il dito sui
pantaloni. Poi
scuoto la testa freneticamente.
-“No!
No! No! Il bambino
no!” urlo. Poi delle braccia sicure mi stringono con
forza,cercando di farmi
calmare,ma con scarsi risultati.
-“Piccola,calmati!”
mi
sussurra. Ma è tutto inutile,io continuo a dimenarmi come se
fossi impazzita. O
forse lo sono sul serio.
-“No.”
Urlo ancora.
-“Dovremmo
avvertire la
polizia.” Consiglia Bill.
-“Noooooo!”
urlo sempre più
forte. Tom continua a tenermi stretta a lui, aspettando che mi calmi.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14: SICUREZZA ***
Ringrazio
come al solito tutte le persone che continuano a seguirmi!!!...E voglio
augurare ad ognuno di voi: BUONE FESTEEEEE!!!!!....Questo capitolo
è un pensierino di Natale,xD,sperando che vi faccia
piacere...
BUONA
LETTURA A TUTTI VOIIIIIIIIIIIIIIII!!!! BUON NATALEEEE!!
CAPITOLO
14:
Ieri,dopo
la mia crisi
isterica,abbiamo discusso parecchio su ciò che è
accaduto e siamo tutti d’accordo
che appena partorisco dobbiamo andarcene da qui.
Bill,inizialmente,aveva
proposto di partire prima,ma nelle mie condizioni è meglio
di no. Anche perché,non
so perché,ma sono sicura che il messaggio alla finestra
è riferito al
futuro,ovvero quando il bambino sarà già nato.
Penso questo perché secondo me
vorrebbero farmi assistere alla sua uccisione,torturandomi nel
profondo,annunciando
la mia morte,e provocando la morte del mio cuore e della mia
anima,ancor prima
di quella del corpo. Ho paura,abbiamo tutti paura,nessuno escluso.
-“Piccola,come
ti senti?”
chiede Tom sedendosi al mio fianco sul divano e distraendomi dalle mie
riflessioni.
-“Bene,esclusa
la paura e l’agitazione.”
-“Ti
capisco,siamo tutti
nella tua stessa situazione. Darei la mia stessa vita pur di proteggere
la tua
e quella del bambino.”
-“Non
devi dirlo neanche
per scherzo. Non permetterei mai che tu sacrifichi la tua vita per la
mia.”
-“Ma
per quella del bambino
me lo lasceresti fare.”
-“Non
è vero. Mi sacrificherei
io al tuo posto.”
-“Ti
credo.” Mi sussurra ad
un orecchio. Io mi giro posando leggermente le mie labbra sulle
sue,dando vita
ad un lieve bacio. Poi mi distacco da lui e lo guardo attentamente
negli occhi.
-“Ti
amo!” mi dice lui.
-“Se
importante per me.”
Purtroppo non ho ancora imparato a dirgli che lo amo,trovo sempre delle
vie d’uscita
parallele,sforzandomi di esprimere al meglio ciò che provo
per lui,magari
sforzandomi di trovare dei sinonimi. Lui mi sorride dolcemente per poi
aggiungere:
-“Prima
o poi imparerai a
dirmelo. Ne sono sicuro.”
-“Lo
spero proprio.” Tom cerca
di rassicurarmi baciandomi la punta del naso,come se fossi una bambina
bisognosa di affetto. Devo dire che io non sono poi così
diversa,ho davvero
bisogno di sentirmi amata.
-“Tomiiiiiiiiiii!”
la voce
squillante di Bill giunge sino a noi dal piano di sopra.
-“Che
c’è?” urla il mio
ragazzo di rimando.
-“Ho
chiamato Saki,ha detto
che dovrebbe arrivare in giornata con uno nuovo.” Risponde
Bill scendendo
velocemente le scale.
-“Ok,perfetto!
Come si
chiama quello nuovo?”
-“Il
nome non me lo ricordo
bene,mi sembra qualcosa tipo Blake,Jake…boh!”
-“Vabbè,lo
scopriremo
presto. Comunque quando hai bisogno di dirmi qualcosa,invece di urlare
come uno
scalmanato,facendomi tra l’altro preoccupare,scendi e dimmi
le cose ad un palmo
di distanza.” Bill si avvicina ridendo al viso di Tom.
-“Così?”
chiede poi ridendo
sotto i baffi.
-“Non
esagerare. Io l’ho
detto in senso figurativo.” Risponde il chitarrista.
Poi,vedendo che Bill non
accenna ad allontanarsi dal suo viso, gli dà un bacio a
stampo,facendolo
saltare sul posto.
-“Che
schifo!” esclama poi “Possibile
che capitano tutte a me ‘ste cose?”
-“Sono
tuo gemello! Sangue del
tuo sangue! Saliva della tua saliva!”
-“Non
vuol dire niente. Siamo
grandi per queste smancerie che forse ci facevamo da piccoli!”
-“Come
sei…insensibile!”
insiste Tom sorridendo.
-“Non
sono insensibile,sono
solo vergognoso,e non mi piace essere deriso davanti a qualcuno.
Ok?”
-“Più
che deriso sei
invidiato!” mi intrometto io.
-“E
per cosa scusa?”
domanda Bill,girando la testa di scatto verso di me.
-“Per
essere stato baciato
da Tom!”
-“Piccola,se
vuoi rimediamo
subito.” Dice il ragazzo appena menzionato da me,avvicinando
pericolosamente la
sua bocca alla mia,facendo sussultare Bill.
-“Fermatevi
qui! Non voglio
vedere lingue in azione e ormoni decisamente troppo su di
giri!”
-“Così
impari a disturbarci
con le tue uscite inutili!” sbotta il chitarrista,
scostandosi da me sempre più
divertito. Lasciandomi un po’ dispiaciuta di quella breve
lontananza.
-“La
mia era un’informazione,se
non è stata di tuo gradimento non è colpa mia! Io
me ne torno in
camera,anzi,vado a farmi una doccia!”
-“Ecco,lo
hai fatto di
nuovo. Non ci interessa quello che fai,fallo e basta. Non serve che
preannunci
ogni cosa.” aggiungo io,scherzando. Bill incrocia le braccia
offeso,poi si
incammina a passo svelto,e a testa alta,verso il piano superiore.
-“Forse
abbiamo esagerato
con mio fratello. Ho paura che se la sia presa.”
-“No
stai tranquillo,gli
passerà.”
-“Hai
ragione. In caso
contrario gli parlerò,sai,a volte,sa essere piuttosto
permaloso.”
-“Lo
so.” Dico sorridendo
ad un ricordo lontano.
Il
pomeriggio passa
abbastanza velocemente,per ora ancora nessuna guardia del corpo nelle
vicinanze. Ma proprio mentre lo penso il campanello suona con
insistenza.
-“Bill
vai ad aprire per
favore?” chiedo io.
-“Certo!”
esclama
sorridente. Come prevedevo l’offesa di stamani gli
è passata velocemente.
-“Chi
è?” domanda
Tom,scendendo dalle scale con addosso solo un asciugamano,e i capelli
ancora
grondanti di acqua.
-“Tom,così
bagni tutto il
pavimento!” sbotto io.
-“Asciugo
io!”
-“Si
si,come no. Non lo
faresti nemmeno se ti pagassero!”
-“Bugiarda.
Comunque chi è?”
-“Tomi,è
Saki con il
ragazzo nuovo.” Risponde Bill,stranamente entusiasta.
-“Falli
accomodare eh! Arriviamo
subito!” dico io. Poi prendo per mano Tom e lo porto in sala.
-“Non
vi scandalizzate!”
annuncio io.
-“Non
è la prima volta che
lo vedo mezzo nudo.” Dice Saki,tranquillizzandomi.
-“Allora,lui
è Blake. Ha iniziato
a lavorare come guardia del corpo qualche anno fa. La sua esperienza
non è
molta,ma sufficiente per voi,se ci sono anche io!” dice
facendoci l’occhiolino,poi
tutti noi ci presentiamo con il nuovo conosciuto.
-“Bill
almeno ti ha detto
per quale motivo abbiamo bisogno di te qui?” chiedo io.
-“Mi
ha detto che ci sono
delle persone che minacciano di uccidervi.”
-“Esatto.
Vi sentite pronti
per questa cosa? O è troppo per voi? Se fosse
così troviamo dei sostituti.” Aggiunge
Tom.
-“Io
sono prontissimo. Siamo
a conoscenza di tutte le misure di sicurezza necessarie.”
Dice Blake.
-“A
me non dovete nemmeno
chiederlo. Lo sapete che per voi ci sono sempre.” Annuncia
Saki,sorridendo
affettuosamente.
-“Ma
potresti rischiare la
vita!” sbotto io,preoccupata.
-“Non
sarebbe la prima
volta.” Si limita a dire lui,con leggerezza.
-“Come
vuoi tu. La vita è
tua.” Così lascio cadere il discorso,poi
cominciamo a fare una migliore
conoscenza del ragazzo nuovo.
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Capitolo 15 *** Capitolo 15: UN SENSO ALLA MIA VITA ***
Ringrazio
come sempre chi mi recensisce e chi legge e basta! Grazieeeee!!!
PREMETTO
CHE QUESTO è UN CAPITOLO DI PASSAGGIO! SCUSATE SE CI HO
MESSO TANTO A POSTARE,COLPA DELLE VACANZE,XD...Kussen,la vostra Alice...
CAPITOLO
15:
Ormai
è giunto il momento
del parto. Eh si! Sono già passati quattro mesi da quando
Saki e Blake sono
rientrati nella nostra vita. Stamattina presto ho cominciato a sentire
dolori
acuti al basso ventre,segno dell’inizio delle contrazioni. I
dolori si sono
fatti sempre più forti e Tom mi ha accompagnato
immediatamente all’ospedale. E
così mi ritrovo in una stanza angusta a spingere con tutte
le forze che
possiedo nel corpo,sprecando ogni forma di energia. Per fortuna al mio
fianco
c’è Tom,che mi stringe una mano,senza dare a
vedere il dolore che prova quando gliela
stringo. I miei urli di sofferenza diventano sempre più
soffocati,anche la voce
mi sta venendo meno,ma non gli do importanza. L’unica cosa
che per me conta ora
è dare alla luce la bambina. La nostra dolce bambina. Alla
fine abbiamo
scoperto che si tratta di una femminuccia,e ne siamo molto felici.
Soprattutto
Bill,che ha promesso di insegnarle come vestirsi bene. Non oso
immaginare cosa
significhi “vestirsi bene” per lui. Ritorno
mentalmente al parto,dando l’ultima
spinta decisiva. Il sudore mi imperla la fronte e quando sento la
piccola
uscire dal mio corpo un sospiro di sollievo mi esce spontaneo dalla
bocca. La
prima cosa che sento è la mano di Tom che mi accarezza la
fronte,asciugandone
il sudore. Poi,subito dopo quel breve contatto la mia bambina mi viene
posata
delicatamente sul petto. La meraviglia si impossessa di me e di
Tom,rimaniamo
sbalorditi davanti a tanta bellezza. Mi viene spontaneo stringerla
dolcemente
al mio petto,cullandola con amore. Il suo pianto è
dolce,cristallino,felice. È
un pianto di gioia. Osservandola più attentamente rimango
ancora più stupita. I
suoi capelli sono molto folti e di un colore castano scuro,con riflessi
bordeaux. Il viso è rotondo e delicato,tipico di un neonato.
Gli
occhi,nonostante sia difficile identificarne bene il colore,sono di un
blu
intenso,penetrante. Cosa alquanto strana,dato che né io
né Tom abbiamo gli
occhi azzurri. Il naso è diritto,perfetto,con la punta
lievemente rivolta in
su,mentre le labbra sono piene e carnose. Sembra un angioletto.
-“Amore,è
bellissima!”
sussurra Tom al mio orecchio.
-“Ha
preso tutto dal papà
allora.” Rispondo felice io. Poi ci guardiamo negli occhi
improvvisamente
preoccupati.
-“Oh
cavolo!” esclamo in
preda al panico.
-“Cavolo!
Cavolo! Cavolo!”
mi fa eco lui.
-“Non
abbiamo ancora deciso
il nome!” diciamo all’unisono,facendo voltare i
dottori verso di noi. Io e Tom
ci scambiano uno sguardo complice,poi riponiamo le nostre attenzioni in
nostra
figlia,che ci guarda beata.
-“Shakira!”
sussurriamo
ancora una volta nello stesso momento. Abbiamo deciso di darle il nome
di mia
madre,in suo onore. Perché so che lei è viva da
qualche parte,e che è stata
costretta ad abbandonarci. Io so che lei mi vuole bene.
Chissà se un giorno la
rivedrò e se potrò farle conoscere sua nipote.
Purtroppo ciò che il destino mi
riserverà mi è estraneo. Improvvisamente una
domanda fastidiosa da sopportare
fa breccia nei miei pensieri:” Avrò un
futuro?”
Tom,accorgendosi
della mia
espressione corrucciata mi chiede:
-“C’è
qualcosa che ti
turba?”
-“No,no,tranquillo.”
Lo
rassicuro,tanto non servirebbe a niente metterlo a conoscenza delle mie
preoccupazioni inutili e insignificanti.
-“Preparati,tra
poco
arriverà Bill,con Saki e Blake. Ci tempesteranno di
domande,e mio fratello di
smancerie.”
-“Sarà
una cosa difficile
da affrontare.” Dico ridacchiando.
-“Te
ci scherzi,ma quando
Bill comincia a fare il sentimentale è la fine. Non smette
più,sembra quasi
ubriaco di amore.”
-“Deve
essere un’esperienza
interessante.” Insisto.
-“Io
sostituirei
interessante con terrificante.”
-“Quanto
la fai lunga!”
sbotto divertita,poi torno a guardare quella piccola bambina che
stringo tra le
braccia. Quella bambina che ha dato un senso alla mia vita.
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Capitolo 16 *** Capitolo 16: OSPITI INATTESI ***
Ringrazio
chi recensisce,grazieeee: memy881, emobilla483....
Grazie anche a chi legge e basta...
BUONA LETTURA!! KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
16:
Sono
sdraiata sul divano
con accanto la mia piccola bambina. Bill e Tom sono andati a fare la
spesa,lasciandomi in casa con Blake,mentre Saki è andato con
loro.
-“Blake!”
lo chiamo a gran
voce dalla sala.
-“Arrivo!”
urla di
rimando,raggiungendomi a passo svelto “Cosa
c’è? È successo qualcosa?”
chiede
poi allarmato.
-“No,tranquillo.
Avevo solo
bisogno di compagnia.” Rispondo sorridendogli.
-“Ah!
La prossima volta non
chiamarmi così però,altrimenti mi fai
preoccupare.”
-“Esagerato!
Se ci fosse
stato qualcosa avrei urlato e basta,senza nemmeno nominarti.”
Suggerisco con
ovvietà.
-“Come
sempre la tua
intelligenza,o meglio ovvietà,batte la mia!”
-“Com’è
giusto che sia!”
ribatto decisa.
-“Posso
vedere Shakira?” mi
chiede lui con gli occhi che gli brillano.
-“Ma
certo! Ti piacciono i
bambini eh?” dico io,mettendomi a sedere e sollevando la
piccola addormentata.
-“Si.”
Risponde
semplicemente,per poi incupirsi.
-“Come
mai quella faccia?”
chiedo,cercando di capirne la causa.
-“Non
ne parlo mai,perché
l’argomento mi addolora,ma farò
un’eccezione,giusto perché sei te.”
Comincia,sforzandosi di sorridere. Io mi metto in attesa che inizi a
raccontare,con interesse.
-“Due
anni fa io e Katia,mia
moglie,avevamo appena comprato una casa insieme,ormai eravamo una
famiglia,l’unica cosa che ci mancava era un figlio.
Così,dopo vari tentativi
lei rimase incinta di un maschietto. La gravidanza non fu facile,lei
stava male
e soffriva,come capita a volte nelle donne. Ma eravamo felici lo
stesso,perché
di lì a qualche mese avremmo avuto il nostro bambino. Fino a
quando ci fu
l’incidente. Stavamo andando a casa dei suoi genitori per
festeggiare il Natale
in famiglia,la strada era ghiacciata a causa della neve,ad un tratto ho
perso
il controllo della macchina. E poi non mi ricordo altro. So solo che mi
sono
svegliato all’ospedale e i dottori mi hanno comunicato che
mia moglie aveva
perso il bambino e era in gravi condizioni. Alla fine non ce
l’ha fatta nemmeno
lei.” A concludere il breve racconto una lacrima che gli
solca il viso.
-“Mi
dispiace.” Dico
io,commossa da quella tragica storia,asciugandogli la lacrima con un
dito,come
gesto di consolazione.
-“Non
ti preoccupare,oramai
considero te e i gemelli come i miei figliocci,mi fate tornare il
sorriso,anche
se il dolore che porto ancora dentro è
incancellabile.”
-“Sono
felice che noi siamo
in grado di alleviare un po’ quella sofferenza. Sai,ti
capisco,anche io ho
perso una persona a me cara,l’unica che mi sia mai stata
vicina per prima,mio
fratello Jared.”
-“Lo
so,me ne ha parlato
Bill,voleva consolarmi. Anche lui sa la mia storia.”
-“Sempre
il solito. Consiglia
agli altri tirando in ballo persone che non sono
lui,ovviamente.”
-“Non
devi fargliene una
colpa.”
-“Infatti
non gliene faccio
una colpa,solo che a volte infastidisce il suo comportamento,ma rimane
pur
sempre il solito e dolce Bill.” Blake sorride alla mia
affermazione. Poi
all’improvviso il suono del campanello ci distrae.
-“Vado
io.” Dice lui
alzandosi e dirigendosi all’entrata. Io lo seguo con lo
sguardo. Non appena la
porta viene aperta un brivido di paura mi percorre la schiena. Mi
sforzo di
mantenere la calma,trattenendo a stento un urlo. Poi un colpo di
pistola,il
sangue,il corpo di Blake disteso a terra privo di vita,il dolore della
perdita che sento dentro. Il proiettile è
arrivato dritto al cuore,è sempre riuscito bene a
Damon,l’unico suo fallimento
è stato circa un anno fa,quando mi ha mancato,o dovrei dire
quando mio fratello
ha dato la vita per proteggermi. È riuscito a fuggire dalla
galera,e sono
sicura che c’è lo zampino di mio padre. Rivederlo
in casa mi fa stare
male,l’unico mio pensiero è mia figlia. Damon mi
viene incontro con passo deciso
e altezzoso,io stringo Shakira tra le braccia,facendole da scudo con il
mio
corpo. Alzo lentamente lo sguardo,lo punto alla porta ancora
aperta,quando da
quest’ultima entra una’altra persona. Il sangue mi
si gela nelle vene,non è
possibile. Non può essere lui.
-“Figlia
mia,da quanto
tempo non ci vediamo eh!” dice quest’ultimo,con il
suo solito tono sprezzante. Continuo
a stringere mia figlia,chiudo gli occhi per impedire alle lacrime di
uscire. Ma
la verità è che dentro di me sto già
urlando di dolore. Blake è stato ucciso,ora a chi
toccherà morire?
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Capitolo 17 *** Capitolo 17: FINALE....A SORPRESA!...Muahaha ***
Ringrazio
le mie adorate recensitrici: memy881,emobilla483...Vi voglio un mondo
di bene!! Grazie per seguirmi sempre...
RAGAZZE
SIAMO ARRIVATI ALL'ULTIMO CAPITOLO DELLA STORIA,DOPO QUESTO MANCA SOLO
L'EPILOGO...SPERO CHE QUESTO "VIAGGIO" NELLA MIA FANTASIA VI SIA
PIACIUTO...E SPERO CHE DOPO AVER LETTO NON VORRETE UCCIDERMI,XD...BUONA
LETTURA! KUSSEN,ALICE...
CAPITOLO
17:
Il
mio sguardo continua a
soffermarsi sul volto di mia figlia,l’unica cosa che mi sta
in mente ora è la
sua protezione. Ma in questo momento sento che non posso garantirla. I
passi si
fanno sempre più vicini,non oso alzare il volto,non voglio
che si noti che ho
paura,renderebbe tutto più facile.
-“Aisha,non
saluti tuo
padre?” chiede poi Damon con tono sprezzante. Io continuo a
tacere.
-“Ha
ragione Damon,dovresti
salutarmi,visto che è quasi un anno che non ci vediamo,se
non di più.” Continua
mio padre. Alzo lentamente la mano in un cenno di saluto,giusto per
fargli
smettere di fare gli amichevoli.
-“Sai,ho
sempre pensato che
saresti stata bene con Damon.”
-“Neanche
morta!” sbotto
improvvisamente.
-“Tranquilla,tanto
ormai
sarebbe comunque stato troppo tardi.” dice Damon. La frase
non mi è subito
chiara,ma quando comincia a prendere un significato preciso nella mia
mente
rimango senza respiro.
-“Cosa
vorresti dire?”
domando,sempre più impaurita.
-“Che
la tua ora è
arrivata. Se ti fossi comportata diversamente magari…ma dopo
quello che hai
fatto,beh,ti meriti solo una cosa,ovvero la morte.” Risponde
mio padre.
-“Come
puoi farmi questo?!”
urlo.
-“Come?
Mmm,sono indeciso
se con la pistola o con il pugnale. Ma penso sia più
doloroso il pugnale,quindi
userò quest’ultimo.” Dice con pacatezza.
Ogni sua parola è ributtante per
me,non riesco proprio a comprendere la pazzia che
c’è in lui.
-“Ma
prima tocca alla
piccola.” Aggiunge Damon. A questa frase un tremito violento
mi percuote
tutta,da capo a piedi.
-“Per
favore,risparmiatela.
Uccidete me,fatemi tutto quello che volete,ma vi imploro di non fare
del male a
Shakira.” Dico,ormai con le lacrime che debordano
abbondantemente.
-“Figlia
mia,lo sapevi che
sarebbe andata a finire così.” Dice,mentre si
avvicina cautamente a me per poi
inginocchiarsi al mio fianco. Lentamente mi accarezza una
guancia,scostando i
miei capelli neri dal volto. Poi mi afferra con forza il braccio,fino a
permettergli di vedere la bambina che dorme ignara e tranquilla. Il suo
respiro
mi fa da tranquillante,ma so che questa sensazione mi
abbandonerà presto. A
salvarci momentaneamente è il rumore di un auto che
parcheggia nel vialetto
davanti casa. Mio padre si alza di scatto guardingo,mentre Damon rimane
impassibile,con la pistola pronta alla mano. Si odono dei passi sulla
ghiaia e
il tempo sembra fermarsi. Ogni cosa comincia a sembrare
lenta,finta,dannatamente
noiosa. Poi il rumore di una chiave che apre una serratura e la porta
che si
spalanca rumorosamente. La scena che mi si presenta sembra
così fuori luogo.
Bill e Tom portando in casa le buste della spesa,anticipati da Saki,ma
non appena
questi tre si accorgono delle persone estranee
nell’abitazione,lasciano cadere
i sacchetti per terra intimoriti. Saki si pone davanti a loro. Tutti
sono
immobili,persino Damon e mio padre sembrano non rendersi conto di
ciò che sta
succedendo. Poi Saki,senza farsi accorgere da nessuno,estrae con una
velocità
impressionante la pistola dalla tasca e,dopo averla puntata
perfettamente su
Damon,spara. Il proiettile raggiunge il petto
dell’indirizzato con un colpo
sordo,facendolo cadere all’indietro. Il sangue comincia ad
imbrattare tutto il
pavimento. Guardo il volto privo di vita di Damon e rabbrividisco per
la
milionesima volta. Mio padre comincia a preoccuparsi. Io mi alzo
lentamente,sotto il suo sguardo indignato e attento,poi raggiungo Tom e
gli
porgo la bambina senza dire niente. Lui mi osserva e capisce che
l’uomo
presente qui è mio padre. La sua faccia diventa una maschera
di preoccupazione.
Poi io mi dirigo nuovamente dove ero prima,sono tranquilla
perché so che le
armi le possedeva tutte Damon,e di conseguenza lui è senza
niente. Sa già qual
è la sua fine. Improvvisamente un senso di inquietudine mi
invade
completamente. Lo guardo negli occhi e così fa lui.
-“So
già che morirò.”
Inizia a dire tranquillissimo “Ma sappi che tu verrai con
me.” quella frase mi
lascia interdetta. Non riesco ad assimilare l’ultima frase.
Un altro colpo di
pistola giunge alle mie orecchie,poi vedo mio padre sbiancare,Saki
è riuscito a
colpirlo. Ma prima che muoia lo vedo estrarre un pugnale,affonda tre
colpi sul
mio petto,causandomi un dolore lancinante. Mi sento togliere il respiro
e mi
abbandono alla caduta,che avviene in contemporanea con quella di mio
padre. Sento
Tom urlare e corrermi letteralmente incontro,fino ad inginocchiarsi al
mio
fianco. Shakira deve essere in braccio a Bill. Guardo Tom negli
occhi,il
dispiacere mi pervade.
-“Aisha,non
mi lasciare,ti
prego. Saki ha chiamato l’ambulanza,tra poco saranno qui. Non
abbandonarmi,continua a lottare. Resisti,fallo per me e per nostra
figlia. Ti
prego!” dice tutto tra i singhiozzi,rendendo le parole quasi
incomprensibili.
Io continuo a sentire il dolore mozzafiato,la testa sembra
scoppiarmi,come se
non fossi in grado di sopportare tale dolore.
-“P
–pren…prenditi cura di
Shakira.” Riesco a dire con difficoltà.
-“Non
dire così,ce la
farai. Ci prenderemo cura insieme della nostra bambina.”
Continua a
singhiozzare incessantemente mentre mi parla.
-“Tom…”
mi sforzo,voglio
spendere le mie ultime forze per parlargli.
-“Si?”
chiede,ancora in
preda al pianto. Mi fa ancor più male vederlo soffrire
così. Farei di tutto per
farlo smettere di star male.
-“Ti
amo.” dico infine.
Quelle due semplici parole che per me significavano tutto che non ero
mai
riuscita a dire ora le dico con estrema facilità.
È piacevole questa
sensazione. Sorrido debolmente.
-“Oh
piccola mia. Anche io
ti amo,ti amo più della mia stessa vita.”
Quella
è l’ultima cosa che
sento. Poi la vita comincia ad abbandonarmi tramite il sangue che
defluisce
abbondante,riversandosi sul pavimento. Smetto di lottare e chiudo gli
occhi. Mi
abbandono al nulla.
...THE END...
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Capitolo 18 *** EPILOGO ***
Ringrazio
le mi carissime recensitrici :memy881 ed emobilla483.....Vi voglio
tantissimo bene,grazie per avermi seguito sino alla fine!!....
Mi
scuso per l'enorme ritardo,ma la scuola mi toglie moltissimo
tempo....Fatto sta che siamo all'epilogooo...Spero la storia vi sia
piaciutaaa!! Per favore almeno le recensioni finali
lasciatemele,xD...Mi farebbe molto piacere!....Kusse,Alice...
EPILOGO:
Da
quando Aisha è morta la
nostra vita è diventata più buia,triste,se non
fosse per mia figlia Shakira non
so se riuscirei a proseguire,forse lo farei per Bill,per i Tokio
Hotel,eh
si,siamo ancora in circolo a parte tutto ciò che
è successo. Fatto sta che ora
sono già passati cinque anni,ogni mattina alzarmi
è difficile, nonostante sia
passato tanto tempo ho sempre la speranza che sia stato solo un incubo.
Mi
risveglio guardando il posto vuoto di fianco a me,poi,rendendomi conto
di
essere tornato alla realtà,mi alzo con una lacrima che mi
solca il volto,mi
vesto e mi dirigo da mia figlia. È sempre la solita
storia,ogni giorno è
uguale. Raggiunta la camera di Shakira la sveglio per prepararla prima
di
andare alla scuola materna. A volte mi domanda come mai gli altri
bambini hanno
una mamma e lei no ed io mi sento sempre in imbarazzo ogni volta come
la
prima,rispondendogli semplicemente che la sua mamma è in
cielo e la protegge
dall’alto.
-“Buongiorno
piccola! È l’ora
di alzarsi che poi papà e zio ti portano
all’asilo!” dico sorridendole.
-“Buongiorno
papà! Passiamo
dalla mamma?” chiede poi dolcemente.
-“Certo
amore. Ora ci
vestiamo,facciamo colazione velocemente e si va a trovare la mamma
prima di
andare a scuola.”
-“Va
bene. Oggi mi metto la
tutina,va bene?”
-“Devi
perdere il vizio di
dire “va bene” piccola.” Le sussurro
ridendo “Comunque va bene,ti aiuto a
metterla?”
-“No
papà. Io sono grande.
Comunque hai detto di nuovo “va bene” anche
te.”
-“Ops!
Scusa,ho sbagliato!”
replico divertito. Poi le do un breve bacio sulla fronte. “Ti
aspetto in
cucina.” E così la lascio da sola per vestirsi. Io
raggiungo la mia
destinazione trascinando svogliatamente i piedi.
-“Buongiorno
Tom!” esclama
Bill radiante.
-“’Giorno.”
Rispondo io.
-“La
piccola peste?”
-“Ora
arriva,voleva
vestirsi da sola.”
-“O
brava,vuol dire che
comincia ad essere autonoma nella moda,è un buon
segno.”
-“Biiill!!”
sbotto.
-“Scherzavo,era
solo per
dire qualcosa.” Si giustifica falsamente e in malo modo.
Subito dopo Shakira ci
raggiunge tutta contenta.
-“Guardate!”
esclama
poi,prima di girare su se stessa per mostrarci che è
riuscita a vestirsi da
sola.
-“Brava
la mia nipotina!”
dice Bill alzandosi dalla sedia per prenderla orgogliosamente in
braccio,facendola girare felice.
-“Papà,zio,io
non voglio
fare colazione.” sbuffa improvvisamente lei.
-“Qualcosa
la devi
mangiare,altrimenti ti viene il mal di pancia dalla fame.”
Dico.
-“Uffaaaa!”
-“Facciamo
così,bevi solo
un bicchiere di latte per stavolta,ormai te l’ho
preparato.” Suggerisco.
-“Va
bene.”
Acconsente,afferrando il bicchiere con le sue piccole manine. In meno
che non
si dica ha già ingurgitato tutto il latte.
-“La
prossima volta cerca
di berlo più lentamente.” La rimprovero. Bill mi
guarda contrariato,dice che a
volte l’assillo troppo,ma secondo me è giusto che
le faccia capire sin da
subito.
-“Dai
andiamo.” Aggiunge
mio fratello. Infilo il cappotto a Shakira e ci dirigiamo fuori di
casa. Alla
guida ci si mette Bill,lasciandomi la possibilità di stare
accanto alla mia
ragione di vita. Nel giro di qualche minuto raggiungiamo il cimitero.
Una volta
al suo interno seguiamo le orme della bambina,ormai conosce il cimitero
quanto
casa nostra. La osservo proseguire imperterrita sino a raggiungere la
tomba
della madre. Giunti di fronte alla sua nuova
“dimora” una fitta al petto mi
coglie alla sprovvista,ormai dovrei esserci abituato,ma non
è così. Guardo la
foto dell’unica ragazza che io abbia mai amato e mi
inginocchio di fianco alla
sua tomba,attirando mia figlia verso di me e stringendola forte.
Respiro il
profumo celato tra i suoi capelli,è tanto simile a quello di
Aisha.
-“Fai
una preghiera per la
mamma,io e Bill ti seguiamo.” Le dico con un filo di voce.
Lei comincia a
parlare e noi ripetiamo ogni sua parola.
-“Cara
mamma,sai che ti
vogliamo tanto bene,vero? Noi sappiamo che ci sei sempre vicina,e noi
siamo
sempre vicini a te. Vorremmo tanto averti ancora qui.” Poi
guarda me e Bill,noi
capiamo al volo e le diciamo di si con un cenno del capo,vuole
proseguire da sola.
“Papà e lo zio Bill hanno detto che eri bellissima
e bravissima,avrei tanto
voluto conoscerti mamma. Voglio vederti davvero,voglio abbracciarti
come fanno
i miei amici con le loro mamme. Ti voglio bene!” finito di
parlare si asciuga
lentamente una lacrima che le era scivolata lungo la sua dolce guancia.
-“Ora
voglio salutare
Blake!” esclama,tornando sorridente,per così dire.
-“Ma
certo!” diciamo io e
Bill all’unisono contenti. Anche lui ci manca in modo
esagerato. Ancora una
volta ci ritroviamo a seguire Shakira,che ci fa da guida sapiente.
Arrivati a
destinazione diciamo una preghiera anche per lui e la sua
famiglia,abbiamo
fatto si che lo mettessero accanto alla moglie,sarebbe stato
ciò che voleva,ne
eravamo sicuri. Gettando un ultimo sguardo alle tombe ce ne andiamo a
passo
lento e calmo.
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