Your Love is My Potion di Femke (/viewuser.php?uid=29851)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Distillato della Pace ***
Capitolo 2: *** Fagioli Saporiferi ***
Capitolo 3: *** Infermieria... Cara Amica Mia! ***
Capitolo 4: *** Maledetta Lettera! ***
Capitolo 5: *** Amici...? Forse. ***
Capitolo 6: *** Stupido Regalo ***
Capitolo 7: *** Compleanno tra libri e... hot dog! ***
Capitolo 8: *** Mangiamorte ***
Capitolo 9: *** Disegni (non è un capitolo) ***
Capitolo 10: *** Siamo una Coppia? ***
Capitolo 11: *** Ciao Amore, Ciao... ***
Capitolo 1 *** Distillato della Pace ***
penelope
1
Distillato della Pace.
Ingredienti: Pietra di Luna in polvere, sciroppo di elleboro.
Calma l'ansia e l'agitazione.
Decisamente perfetto. Perfetto.
Perfetto con la P
maiuscola. Adesso doveva solo trovare il modo di farla senza essere beccata, il
che era praticamente impossibile.
Con la sua incapacità di mentire
davanti a qualsiasi tipo di autorità… non ce l’avrebbe mai fatta.
Tutta colpa di suo padre.
Penelope Lewis sbuffò
infastidita, spostandosi dalla faccia un ciuffo di capelli neri, che
indisciplinato si ostinava ad infastidirla.
Tornò a guardare la pagina del
libro di pozioni che era aperto davanti
a lei, con espressione sempre più corrucciata.
Non c’era modo di fare una cosa
del genere. Dannazione.
Maledì ancora una volta suo
padre.
Per colpa sua ogni volta che
doveva contrastare in qualche modo una figura autorevole, se la svignava, detta
in parole povere se la dava a gambe, oppure se ci teneva abbastanza da
insistere e rimanere, scoppiava a piangere come una bambina di due anni.
E non stava andando sul
drammatico.
No, le succedeva davvero. Le era
capitato al secondo anno di scuola, quella mattina le erano venute le
mestruazioni, per la prima volta lei ci terrebbe a sottolineare, ma era andata a lezione di trasfigurazione
comunque. Era pallida più del solito e di una tonalità verdastra, giustamente
non sopportava la vista del sangue e vederselo uscire da una parte del corpo
così… ok, avete capito.
Tornando al punto, si era trovata
davanti un volatile, che avrebbe dovuto trasformare in un bicchiere e stava
anche andando bene, solo che la professoressa le si era avvicinata e le aveva
rimproverato il suo modo di tenere la bacchetta. Perché si sa insomma, non si
può tenere la bacchetta inclinata di sessanta gradi quando invece dovrebbe
essere a trenta!
Penelope aveva cominciato a
tremare per l’agitazione e il risultato fu che l’uccello si ritrovò
starnazzante sul banco trasformato solo per metà.
La McGranitt non si era
risparmiata. L’aveva sgridata per la sua distrazione e lei era scoppiata a
piangere.
Ma non in modo dignitoso, no,
quello fu un pianto convulso, scosso dai singhiozzi. Inutile dire che
l’insegnante rimase un tantino sconcertata.
E lei rimase segnata a vita.
Ed i suoi compagni non la
risparmiarono di prese in giro.
Penelope era una ragazza strana,
molto strana. Scoppiava a piangere davanti ai professori, ma aveva un’insolita
vena vendicativa e maligna per essere una corvonero.
Ad esempio, Tom Walker che si
divertiva molto a prenderla in giro per quella storia, dopo due giorni
dall’accaduto, dovette correre in infermeria a causa di un irritazione causata
da erba urticante sull’ottantacinque per cento del corpo.
Nessun altro si azzardò a
ribadire la questione del pianto con Penelope.
Da quel momento i corvonero
cominciarono a rispettarla, anche se le altre case continuavano ad additarla
come secchiona, cocca dei professori, ruffiana e altri aggettivi poco carini
persino per dei serpeverde.
Ma per lei non era un problema.
Sapeva di non essere chissà cosa, sia fisicamente che caratterialmente.
Era abbastanza alta, sul metro e
sessantacinque, un’altezza media per una ragazza di diciassette anni e poi era
secca.
Attenzione bene, SECCA, non
snella. Perché il termine SNELLA dovrebbe indicare una certa bellezza ed eleganza.
Da una ragazza snella ci si aspetta che abbia una camminata fiera, impettita e
che abbia un seno quanto meno decente.
Penelope era decisamente
l’opposto.
Il suo modo di camminare era
esattamente quello di una persona che se ne infischia altamente dei commenti
degli altri, sempre troppo persa nei suoi pensieri per prestare attenzione
anche alle seghe mentali delle altre persone, e poi il suo seno si era fermato
alla seconda taglia.
Era dal secondo anno di scuola
che quei due pezzi di carne traditori avevano smesso di crescere e Penelope si
era rassegnata.
Aveva gli occhi di uno strano
verde annacquato, più vicino al grigio e i capelli neri e corti.
O almeno li aveva corti
all’inizio dell’anno, poi si erano allungati e adesso non avevano più un taglio,
si limitavano a darle fastidio nei momenti meno opportuni.
Come in quel momento.
Infastidita se li legò in una
piccola coda, dato che erano ancora troppo corti per poterne fare una decente
doveva accontentarsi. Come del resto faceva sempre.
Lanciò l’ennesima occhiataccia al
testo di pozioni come se fosse colpa del manuale che lei fosse incapace di
qualsiasi cosa includesse i normali rapporti con un adulto.
Sbuffando lo richiuse cominciando
a tamburellare le dita sulla sua copertina rigida, riflettendo.
Aveva davvero bisogno di una
pozione che le permettesse di calmarsi, però non era detto che dovesse
obbligatoriamente produrla lei.
Certo ne sarebbe stata
perfettamente capace, ma il rischio di essere beccati era troppo alto, o almeno
lo era dal suo punto di vista.
I suoi compagni di casa erano da
escludere a priori, i corvonero erano troppo perfettini per poter infrangere le
regole ed i tassorosso troppo fifoni, restavano solo i grifondoro e i
serpeverde.
Del suo anno di Grifondoro c’era la Evans, che era molto brava
in pozioni, ma andarle a chiedere questo sarebbe stato come ammettere davanti a
lei la sua superiorità, giammai! Inoltre era caposcuola figurarsi se avrebbe
infranto le regole.
Snape era dell’ultimo anno e
serpeverde, non avrebbe avuto alcun
problema nell’infrangere qualche regola scolastica. L’unica pecca era che
avrebbe dovuto pagarlo.
Si alzò dal tavolo della
biblioteca concludendo che Snape era la sua migliore opzione.
Pagare non sarebbe stato un problema,
sapeva che non era ricco, quindi sperava in un prezzo quantomeno accettabile.
Rimise al suo posto il manuale
che aveva consultato e dopo aver preso la sua roba si recò nei dormitori
corvonero.
Inoltre c’era il vantaggio che
sapeva dove trovarlo, lo aveva visto
così tante volte in biblioteca che pensava che fosse entrato a far parte
dell’arredamento, in più frequentavano gli stessi corsi. Certamente non glielo
avrebbe chiesto dopo una lezione, quindi la biblioteca era la soluzione
migliore.
Soddisfatta delle sue
conclusioni, Penelope ascoltò distrattamente l’indovinello di quella testa di
bronzo di un corvo, rispose e la porta si aprì lasciandola entrare.
_ _ _
Primo capitolo... allora vi è piaciuto?? Vi prego fatemelo sapere in un commentino! *_*
Ho
già scritto fino al settimo capitolo e l'ottavo sta per essere
concluso. Sarà una storia di circa dieci capitoli, con un
probabile seguito.
Sinceramente
non credevo che avrei ancora scritto una storia etero, ma in fondo sono
molto affezionata a Penelope e spero che piacerà anche a voi! Al
prossimo capitolo! (che conto di postare sabato o domenica.
ù.ù)
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Capitolo 2 *** Fagioli Saporiferi ***
penelope2
Come promesso, è sabato pomeriggio ed ecco a voi il secondo capitolo ù.ù
Ringrazio con
tutto il mio cuore l'unica personache si è degnata di recensire
la mia storia e chiedo umilmente alle altre persone che hanno letto di
lasciare un segno del loro passaggio (perchè si, so che siete
passati a guardare... +_+)
Detto questo il
nuovo capitolo arriverà martedì, ma se commentate potrei
anche anticiparlo a lunedì. ù.ù
Tra parentesi,
so che i capitoli non sono molto lunghi, ma io sono geneticamente
incapace di produrne uno più lungo di tre pagine di word, quindi
dovrete accontentarvi. Probabilmente non l'ho scritto nel primo
capitolo, ma questa storia avrà (o almeno sono di questo parere
in questo momento) un seguito, al quale sto già pensando.
Detto questo, buona lettura!
2
Penelope si mordicchiò
nervosamente il labbro inferiore odiando profondamente quel maledetto fagiolo
saporifero.
Proprio quel giorno Lumacorno
doveva assegnare loro il Distillato della Morte Vivente?
Aveva osservato i suoi compagni
tentare di tagliare il fagiolo inutilmente e lei non ci aveva neanche provato,
si limitava a lanciargli occhiate minacciose sperando che si sarebbe offerto a
lei autonomamente, ma per sua sfortuna non era ancora successo niente.
Dannazione.
Si voltò per qualche secondo
giusto per vedere come se la cavava Snape e quando si rese conto che era al
penultimo passaggio sgranò gli occhi.
Come diavolo aveva fatto?
Penelope sapeva di non essere un
genio, ma cavolo! Se l’era sempre cavata, perché diavolo aveva quell’agitazione
in corpo? Si accorse che il professore
aveva notato la sua immobilità, ma non le si avvicinò per rimproverarla e
Penelope sorrise impercettibilmente.
Lumacorno aveva ancora in mente
quella volta che mentre stava preparando la pozione polisucco era arrivato alle
sue spalle e aveva pronunciato il suo nome con l’intenzione di farle un
complimento, solo che lei era saltata in piedi spaventata facendo cadere nel
calderone troppa polvere di corna di Bicorno… il risultato non era stato
particolarmente piacevole, il paiolo era esploso ricoprendo l’intera classe di
melma verdastra.
Da quella volta Lumacorno le si
era avvicinato sempre con molta attenzione e quel giorno doveva essersi accorto
che non era il momento giusto per un rimprovero.
Penelope comunque si chiedeva
come mai Lumacorno
avesse tanti riguardi nei suoi confronti, tranne per il timore di trovarsi
nuovamente zuppo di una sostanza gelatinosa verde non ben identificata.
Lasciando da parte quel pensiero
tornò nuovamente a guardare il suo fagiolo.
Ok, ci poteva riuscire.
Afferrò il coltello con mano
ferma intenzionata a farsi rispettare da un misero vegetale, ma quando tentò di
tagliarlo questo schizzò via e dopo essere rimbalzato contro il calderone di
Snape andò a finire esattamente nell’occhio del professore che cadde a terra
come un sacco di patate.
Ops.
L’unico lato positivo fu che
Snape le rivolse un’occhiata fra l’infastidito e l’ammirato.
Forse Lumacorno non gli era molto
simpatico dopo tutto.
-Posso sapere perché ogni volta
che accade un incidente ai danni del professor Lumacorno lei ne è sempre
responsabile?- la voce di Vitius tradiva
un certo divertimento, così come la sua espressione.
Del resto non era mai stato bravo
nel rimproverare gli alunni.
Forse era per questo che era
direttore dei Corvonero, in fondo erano la casata più monotona e perfettina
della scuola.
Penelope comunque abbassò lo
sguardo imbarazzata.
Vitius era l’unico professore di
cui non aveva timore, forse perché era alto quanto un soldo di cacio, ma
nonostante questo, sapeva che quello era il momento di dimostrarsi contrita e
dispiaciuta.
-è stato un incidente, ho tentato
di tagliare un fagiolo saporifero per metterlo nella pozione, ma credo che lei
riconosca che non sono vegetali molto inclini a farsi tagliuzzare…- mormorò la
ragazza guardandosi la punta delle scarpe.
Silente sorrise bonariamente, a
Penelope non era mai stato simpatico,
dato che era una figura molto autoritaria (tutto il contrario di Vitius)
ogni volta che lo incontrava le tremavano le ginocchia, spaventata da un improvviso
rimprovero che poteva arrivare da un momento all’altro ed i suoi sorrisetti da
vecchio nonnino simpatico non l’aiutavano a rilassarsi. Affatto.
-Suvvia, ognuno di noi ai suoi
tempi ha avuto a che fare con quei fagioli, non è successo niente di grave,
vero Horace?-
Silente si volse a guardare il
professore seduto sul letto dell’infermeria mentre Madama Chips gli sistemava
l’ematoma all’occhio.
Col suo pancione e l’occhio nero
sembrava un ottimo esemplare di panda. Quel pensiero costrinse Penelope a non
scoppiare a ridere. Soprattutto in quel momento, dato che era molto vicina ad
ottenere il perdono del professore… per l’ennesimo incidente.
-Certo Albus…- disse Lumacorno
sospirando. –Non è niente di grave-
Vitius annuì e tornò a guardarla.
-Può andare signorina Lewis, la
prossima volta stia più attenta…-
A sentir pronunciare “la prossima
volta” il professore di pozioni fece una faccia che sembrava significare che
prima di riproporre il distillato della morte vivente come pozione da far fare
al settimo anno corvonero avrebbero dovuto lobotomizzarlo.
Penelope annuì ed uscì
frettolosamente dall’infermeria.
Fuori tirò un respiro di
sollievo.
A quel punto decise che era
giunto il momento di andare in biblioteca per vedere se Snape c’era.
Sinceramente sperava di no, per
quel giorno aveva avuto fin troppe emozioni, certamente non avrebbe fatto
fatica a rinunciare ai quarantacinque minuti che certamente avrebbe impiegato
per convincerlo ad aiutarla.
Con un sospiro raggiunse la
biblioteca e facendosi coraggio entrò.
Si guardò intorno e non gli
sembrò di vederlo. Strano.
Allora fece un giro per
sicurezza, ma no, non c’era.
Meglio per lei, avrebbe tentato
il giorno dopo. Si voltò per uscire, ma qualcosa di solido le andò a sbattere
contro e lei si ritrovò a sedere sul pavimento.
-Ma che diavolo??- esclamò, ma
quando incontrò lo sguardo nero pece di Snape si zittì.
Penelope era sicura al
novantacinque per cento che ci fosse qualcosa di strano.
Il primo indizio era derivato dal
fatto che Snape stava correndo. E in sette anni che lo vedeva regolarmente in
biblioteca non lo aveva mai visto correre per raggiungerla.
Secondo, appena era caduta per
terra in stato confusionale lui si era guardato dietro le spalle e poi l’aveva
afferrata per una mano, facendola alzare da terra.
Un serpeverde, MAI avrebbe fatto
una cosa simile senza deridere la vittima che sfortunatamente per lei si era
trovata sul suo cammino.
Terzo, l’aveva trascinata in
fondo alla biblioteca dietro lo scaffale più polveroso.
-Si può sapere che diavolo ti è
preso?- gli chiese lei, ma Snape le lanciò un’occhiata raggelante alla quale
non riuscì a replicare, poi tornò ad osservare l’entrata della biblioteca.
Penelope incrociò le braccia al
petto infastidita dal comportamento dell’altro, il quale tornò a guardarla solo
dopo che un vociare maschile si fu avvicinato e subito dopo allontanato.
-Scusa…- disse Severus
palesemente seccato, come se si stesse scusando solo perché doveva, ed in
effetti era proprio così.
O almeno era quello che Penelope
pensava.
-Non volevo che quei quattro
imbecilli mi trovassero.- aggiunse e lei seppe subito a quali quattro imbecilli
si stesse riferendo.
Era ovvio che James Potter e la
sua banda non andassero molto per il sottile con gli scherzi… soprattutto
quelli che coinvolgevano Snape.
-Pensavi che glielo avrei detto?-
gli chiese lei sempre più infastidita dall’atteggiamento del serpeverde, che a
quelle parole gli rivolse un’occhiata ricolma di scetticismo.
-Perché mai non avresti dovuto?-
-Non è affatto educato rispondere
a una domanda con un’altra domanda.-
Severus ghignò beffardo, ma non
aggiunse nient’altro e senza degnarla di uno sguardo fece per andarsene.
-Ehi! Dove stai andando?-
-Non credo siano affari
tuoi- disse Severus incamminandosi verso
l’uscita della biblioteca e Penelope gli andò dietro.
Avrebbe voluto dirgli di
fermarsi, ma la presenza di Madama Prince che rivolse loro un’occhiata di
ammonimento la mise a tacere.
Aspettò fino a che non furono
fuori dalla biblioteca.
-Potresti rallentare il passo?-
Severus, continuando a camminare
a passo sostenuto, si voltò brevemente verso di lei con espressione
esageratamente sorpresa.
-Oh, sei ancora qui? Non me n’ero
accorto…-
-Molto simpatico…- rispose
Penelope in un sibilo, cominciando già a stancarsi da quella che sembrava una
maratona.
-Si può sapere cosa vuoi?- si
decise a chiedere Snape stufo di essere tallonato da una ragazzina che entro
poco sarebbe collassata per stargli dietro.
-Se tu ti fermassi per un attimo
magari…-
Severus si fermò intenzionato a togliersi
quella seccatura dalle scatole e Penelope gli andò a finire contro la schiena
dato che aveva interrotto il suo camminare piuttosto bruscamente.
C’era qualcosa di ridicolo, pensò
lei, nel tamponare la stessa persona due volte nel giro di venti minuti.
Penelope lo guardò negli occhi
determinata a dire quello che voleva, ma invece le uscirono di bocca parole del
tutto sbagliate.
-Come cavolo hai fatto a tagliare
i fagioli saporiferi, oggi a lezione di pozioni?-
Severus inarcò un sopracciglio,
seccato di essere stato inseguito per una ragione così sciocca.
Penelope invece si dette
dell’idiota. La sua bocca aveva parlato e scelto parole senza chiedere il
consenso al suo cervello.
Vero. Quella domanda gli ronzava
in testa fin da quando aveva colpito nell’occhio il professor Lumacorno, ma
possibile che non riuscisse mai a collegare bocca e mente?
Tutta colpa di suo padre.
Dannazione!
Ed era quasi sicura che
l’espressione irritata di Snape insieme allo sguardo che le rivolgeva non
l’avrebbero aiutata in alcun modo ad ottenere da lui un favore, soprattutto
perchè la guardava come se improvvisamente le fosse spuntato un terzo orecchio
in mezzo alla fronte… o peggio, come se fosse pazza.
Perfetto.
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Capitolo 3 *** Infermieria... Cara Amica Mia! ***
penelope 3
Allora,
come promesso, dato i commenti ricevuti ho aggiornato di
lunedì... adesso credo che il prossimo capitolo lo
metterò sabato, ma se mi dite che ne pensate potrei anticiparlo
di un giorno e se si superano i QUATTRO commenti potrei addirittura
postarlo giovedì... ù.ù (che ricattatrice che sono
XD) Intanto voglio ringraziare nuovamente le persone che hanno
commentato lo scorso chap e mando loro un bacio grosso grosso!
La buona
notizia è che ho scritto anche il decimo capitolo e la prima
parte di questa storia è conclusa, quindi inizierò a
scrivere la seconda. (non vi interessa, ma ve lo dico lo stesso.
ù.ù)
Buona lettura!
3
Penelope osservò sconsolata la
propria camera completamente sottosopra, neanche una bomba atomica avrebbe
potuto fare di meglio. O di peggio, dipende dai punti di vista.
Possibile che ogni anno fosse la
stessa storia?
Sbuffando raccolse tutti i vestiti
presenti sul suo letto scaraventandoli in terra, aumentando così il casino già
presente.
Durante il pranzo Silente aveva
annunciato che tra esattamente un mese da quel giorno, ci sarebbe stato il
classico ballo per Halloween. E come ogni anno, le sue tre compagne di stanza
erano entrate in camera loro con l’intenzione di controllare ogni più piccolo
anfratto dei loro bauli e dell’armadio per assicurarsi di non avere nulla da
indossare per il ballo. Perché ovviamente il vestito dell’anno precedente non sarebbe
mai andato bene… nonostante fosse in perfette condizioni, dato che l’avevano
indossato solo per quattro ore, non era
possibile presentarsi con lo stesso abito per
volte consecutive, altrimenti l’universo sarebbe imploso su se stesso.
Penelope a quel pensiero sorrise.
Lei al contrario non aveva mai
avuto di quel problema dato che non aveva mai partecipato. Non gli piaceva
mettersi in ghingheri per una serata insulsa, che altro non era un pretesto per
mostrarsi tutte truccate e vestite eleganti per quelle ragazze che non
riuscivano a vivere se non erano al centro dell’attenzione.
Le sue compagne di stanza
purtroppo lo erano e lei non poteva sopportarle così come loro non potevano
vederla da quando aveva colpito Katy, la classica bionda con gli occhi azzurri
e con una quinta di tette che si crede meglio degli altri e che quindi pretende
di comandare tutti a bacchetta, con un incantesimo che le aveva reso i capelli
di un verde acido e così tanto crespi che neanche Vitius era riuscito a farli
tornare come prima.
Penelope ne andava molto fiera.
Da quel momento avevano smesso di
deriderla… o almeno non lo facevano più davanti a lei, il che era già un
miglioramento.
Le altre due, Rosalie e Mandy
erano soprattutto le ombre di Katy, Penelope quasi le compativa.
Con un sospiro Penelope si sdraiò
sul proprio letto. Quel giorno era già abbastanza stanca senza dover star
dietro alla confusione nella camera, causata da quelle tre oche.
Le erano venute le mestruazioni
la sera prima e già non le sopportava più, inoltre quella sera ci sarebbe stata
la prima lezione con Snape.
Non sapeva se esserne felice o
cosa.
Certamente così facendo avrebbe
potuto portare avanti il suo piano, quello di convincere Snape a farle la
pozione della Pace, ma trascorrere due ore a settimana con la compagnia
dell’unico studente forse più acido e scorbutico di lei non era una prospettiva
allettante.
Tutto era cominciato due giorni
fa, a lezione di pozioni. Come suo solito non era concentrata, in quel periodo
dell’anno non lo era mai, ma quella settimana andava particolarmente male.
Così, mentre era intenta ad
osservare Snape che lavorava velocemente e con una precisione certosina,
odiandolo al contempo per la sua bravura, non si accorse di aver aggiunto
troppa pelle di girilacco alla propria pozione.
Inutile dire che scoppiò
esattamente nel momento in cui Lumacorno stava passando davanti a lei.
Fortunatamente l’eccesso della
pelle di girilacco aveva reso inefficaci le proprietà corrosive della suddetta
pozione, tuttavia lei, il professore e il suo sfortunato compagno di banco
furono completamente ricoperti da una melma giallognola che cominciò subito a
puzzare.
Così erano finiti in infermeria.
Di nuovo. Giustamente Madama Chips non mancò di farlo notare.
-Signorina Lewis! Ancora lei?-
aveva esclamato sorpresa e non appena aveva visto Lumacorno era scoppiata a
ridere.
-Se continuate così batterete il
record di Potter e Black!- aveva esclamato divertita e Penelope era arrossita
imbarazzata osservando interessata le piccole crepe sul pavimento di pietra.
Il professore invece aveva
sibilato qualcosa che non era riuscita a sentire a causa dell’entrata
nell’infermeria del preside e di Vitius che le rivolse uno sguardo rassegnato.
Silente invece sembrava solo
divertito.
-Horace se non ti conoscessi bene
direi che un calderone è appena esploso nella tua classe.-
Il suddetto non gli rivolse
un’occhiataccia solo perché era il preside ed era risaputo che Lumacorno era un
ruffiano soprattutto nei confronti delle autorità, sia se si parlava del
ministro della magia, sia se ci si riferiva al preside della scuola più
prestigiosa dell’Inghilterra.
-E lei signorina Lewis? È
intenzionata a sabotare tutte le lezioni di pozioni dell’anno?-
La ragazza continuò imperterrita
a guardare il pavimento mentre le sue guance si imporporavano.
-Mi dispiace… non… cioè è stato
un incidente.- balbettò incapace di darsi un contegno.
Se il professore era incapace di
non leccare il culo ad ogni autorità presente a una distanza di almeno un
chilometro, lei non riusciva a evitare di incespicare le parole, di
imbarazzarsi e impedire alle sue mani di sudare.
-Oh non si preoccupi, so che è
un’ottima studentessa in tutte le altre materie ed anche in pozioni non è poi
così male….- a quelle parole il professore di pozioni strinse con forza la
mandibola evidentemente non era d’accordo col preside e si stava trattenendo
dal dirlo apertamente.
-…quando riesce a non combinare
danni.- aggiunse poi il vecchio mago sempre sorridendo e Penelope lo avrebbe
volentieri strozzato, cosa diavolo c’era di divertente??
La mattinata poi si era conclusa
in fretta. Lumacorno aveva suggerito di
eliminare dal suo programma di studi Pozioni. In fondo, aveva detto lui, non
era una cima in quella particolare materia e la sua distrazione poteva essere
causata dallo stress che derivava dal troppo studio. Perché solo lei e altri
due studenti del suo anno avevano un programma di studi così intensi.
Indovina, indovinello chi è che
c’è nel cappello?
Giusto. La Evans e Snape.
Solo lei era stata così stupida
da illudersi di riuscire a mantenere lo stesso ritmo dei due studenti più
brillanti della scuola. O almeno questo era quello che secondo Penelope
intendeva il professore.
Silente e Vitius avevano
convenuto che la scelta sarebbe spettata a lei.
Certo perché il professore di
pozioni non temeva tanto alla sua incolumità da avere il fegato di cacciarla
dalle lezioni vero?
Penelope aveva stretto i denti
costringendosi ad annuire e a dire che ci avrebbe pensato, per poi uscire
dall’infermeria e dirigersi a grandi passi verso la biblioteca.
Era rimasta lì dentro fino al
pomeriggio, saltando il pranzo. Tanto lo stomaco le si era chiuso dalla rabbia
Così non appena Severus Snape aveva fatto la sua comparsa nella Biblioteca, lei
aveva atteso che si sedesse prima di pararglisi davanti con sguardo
determinato.
-Quanto vuoi per darmi delle
ripetizioni di Pozioni?-
Adesso, riflettendoci con calma,
sdraiata sul proprio letto, intuì che forse non era stata proprio una delle sue
idee più brillanti. Ma se avesse lasciato Pozioni e suo padre lo fosse venuto a
sapere... lei avrebbe fatto una bruttissima fine.
E dato che Snape aveva accettato,
meglio per lei.
O forse no?
_ _ _
-Allora, per prima cosa, nessuno
dovrà sapere di queste nostre lezioni, chiaro?-
Penelope sbuffò. –Certamente non
andrò a vantarmene in giro te lo assicuro.- replicò e Severus le lanciò
un’occhiataccia.
Mancavano due ore alla cena e lei
e Snape si trovavano nella stanza delle necessità come accordato quel
pomeriggio.
-Bene, allora adesso puoi dirmi perché
diavolo vuoi delle lezioni extra di pozioni- gli disse incrociando le braccia
al petto osservandola con occhio critico e Penelope si sentì quasi arrossire
sotto quello sguardo intenso.
-Non so se l’hai notato ma le
ultime volte che ho provato a fare una qualche pozione ho mandato sempre
Lumacorno in infermeria.- per Penelope quella era evidentemente una spiegazione
sufficiente, ma Severus non sembrava pensarla allo stesso modo, dato che
continuava a fissarla.
-D’accordo... Lumacorno ha
minacciato di cacciarmi dal corso se si fosse ripetuta una cosa del genere...
ancora una volta. E io non posso permettermi di essere cacciata dal corso di
pozioni.- ammise infine osservando il pavimento di pietra della camera che per
quell’occasione sembrava aver rappresentato fedelmente un ottimo laboratorio di
pozioni completamente attrezzato.
-Come mai ti interessa così tanto
avere il MAGO in pozioni?-
Penelope gli lanciò
un’occhiataccia velenosa.
-Non sono affari tuoi.- replicò
incrociando a sua volta le braccia al petto e l’espressione del ragazzo s’
indurì.
-Perfetto. Allora cominciamo.-
Detto questo, prese un calderone
e sistemandolo sul fuoco gli ordinò sgarbatamente di prendere gli ingredienti
per fare il distillato della morte vivente.
Lavorarono in silenzio per i
successivi trenta minuti, fino a che non toccò il taglio dei fagioli
saporiferi. Stramaledetti fagioli.
Penelope si mordicchiò il labbro
inferiore occhieggiando il fagiolo posato sul tavolo.
-Speri per caso che si tagli da
solo?- gli chiese dopo qualche altro minuto Severus guardandola proprio come
lei stava facendo col fagiolo.
Maledetto Snape.
Sbuffando, strinse con più forza
il coltello nella sua mano e facendosi coraggio assestò un violento colpo al
fagiolo che per tutta reazione schizzò via così forte da rimbalzare contro il
muro opposto della stanza rispetto a dove si trovavano loro.
Penelope vide chiaramente Snape
sogghignare divertito.
-Invece di fare il borioso
serpeverde superiore perché diavolo non mi dici come devo fare???- esclamò
irritata e lui, con tutta la tranquillità del mondo prese un altro fagiolo e
con il coltello, invece di tagliarlo lo schiacciò per poi far cadere qualche
goccia del suo liquido nel calderone.
-Li devi schiacciare, non
tagliare.-
-Oh...-
-Prova tu, adesso.-
Penelope ci riuscì e alla fine
delle due ore, la sua pozione era del verde brillante che doveva essere.
Forse Snape non era poi così
male... come insegnante.
-Venerdì alla stessa ora.- le
disse come saluto il serpeverde poco prima di uscire.
-Ok... ehi aspetta!- lo richiamò
quando era già a metà corridoio. Lui si fermò e lei riuscì a raggiungerlo.
-Grazie.- gli disse sorridendo appena e lui si limitò ad un lieve
cenno del capo.
-Ricorda che mi devi tre galeoni
a lezione.- le ricordò lui con un sorrisetto e lei lo guardò male.
-Si lo so, te li porto la
prossima volta.-
-Bene.- detto questo, riprese a
camminare lasciandola indietro.
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Capitolo 4 *** Maledetta Lettera! ***
penelope 4
Allora,
premetto che questo è uno dei capitoli più importanti per
la storia... quindi, concentratevi e uno, due, tre via!
Buona lettura.
4
Penelope aprì gli occhi terrorizzata.
Non era possibile. Non poteva
star accadendo a lei. Il fatto che per la prima volta in vita sua avesse
sognato un ragazzo non doveva per forza star a significare che se ne stesse
innamorando giusto?
Si mise a sedere sul letto e con
un gesto seccato si allontanò dalla faccia i capelli.
Severus Snape.
Aveva sognato Severus Snape.
Come era potuto succedere???
Si alzò dal letto e facendo
attenzione a non svegliare le sue compagne di stanza si rinchiuse in bagno.
Erano trascorso un mese e mezzo da quando
lei e Severus avevano cominciato le loro lezioni.
Inizialmente non facevano che
lanciarsi frecciatine velenose a vicenda e discutere su qualunque cosa, in
particolare su quale procedimento fosse meglio utilizzare per quel particolare
tipo di pozione. Snape si credeva un genio e anche se lei non raggiungeva il
suo livello in materia, non era una sprovveduta! Ma lui la trattava comunque
come una bimbetta di undici anni e questo lei non riusciva a sopportarlo!
Stupido borioso serpeverde e
stupida mocciosa erano gli insulti più ripetuti, e quando Penelope sottolineava
il fatto che avevano la stessa età, Severus replicava che anagraficamente forse
era così, ma certamente non lo era mentalmente.
Snape aveva la capacità di farla
arrabbiare come nessun altro.
Però doveva ammettere che quei
battibecchi, in un modo molto strano e contorto, la divertivano. Erano un modo
per sfogare la rabbia repressa in tutto il giorno e Severus sembrava pensarla allo stesso modo.
Quindi le loro discussioni erano diventati un’abitudine quasi piacevole.
O almeno era quello che pensava
Penelope, che era anche piacevolmente sorpresa del miglioramento che aveva
fatto a Pozioni.
Lumacorno era rimasto sorpreso
dal non dover finire in infermeria dopo ogni lezione dell’ultimo anno...
tuttavia continuava a tenersi lontano dal suo banco. Per la gioia di Penelope
inoltre, il professore aveva evitato di ripeterle di abbandonare il corso.
In conclusione poteva ritenersi
soddisfatta dell’evoluzione che aveva coinvolto i rapporti tra lei e Severus.
Ma da qui a innamorarsi di lui
era lontana mille miglia!
Continuando a ripetersi quelle
parole per tutto il tempo, si fece una doccia e si vestì in tutta fretta in
modo da lasciare la camera con le sue compagne di stanza ancora addormentate.
Si diresse in biblioteca e dopo
essersi seduta al suo solito posto, in fondo alla stanza, parzialmente nascosta
da uno scaffale, tirò fuori la busta che la sera prima le era arrivata via
gufo.
Da suo padre.
Non aveva voluto aprirla subito
perché sapeva che altrimenti non avrebbe dormito. Di qualunque cosa si
trattasse, non l’avrebbe resa affatto felice e lo sapeva perché suo padre non
le aveva mai mandato lettere se non per informarla di qualche avvenimento
drammatico.
Come la morte di suo fratello
gemello due anni prima.
Penelope chiuse gli occhi e prese
un respiro profondo. Doveva mantenere la calma e il sangue freddo. Non doveva
farsi prendere dal panico ancor prima di aver letto la missiva. Dopo avrebbe
potuto, ma non prima!
Aprì la busta e spiegò il foglio.
_ _ _
-Finalmente!- esclamò Severus
quando Penelope entrò nella stanza delle necessità.
-Sei in ritardo- insistette e lei
lo fulminò con lo sguardo.
-Di appena dieci minuti, chiedo
perdono per averti fatto sprecare dieci minuti del tuo preziosissimo tempo.-
replicò acida e lui ghignò.
-Muoviti, oggi prepareremo la
base della felix felicis.- le disse sistemando il calderone sul fuoco mentre
lei posava la il mantello e la borsa dei libri sulla sedia.
Iniziarono a lavorare in silenzio
che si protrasse per qualche minuto prima che Penelope parlasse.
-Tu resti qui per le vacanze di
Natale?-
Severus le rivolse un’occhiata
interrogativa. –Perché ti interessa?-
Penelope fece spallucce.
-è solo una domanda, me lo dici o
no?-
-Si, resto qui.-
-Oh... bene.-
Dopo qualche secondo, Severus
smise di tagliare la radice e si girò completamente verso di lei.
-“Bene”?-
Penelope sorrise appena annuendo.
-Stavo pensando di rimanere
anch’io... e sarei una delle poche del nostro anno, così ho pensato di chiederti
se anche tu rimanevi, così potremmo trascorrere il Natale insieme... se ti va.-
Severus era completamente
sorpreso. –Perché mai dovremmo stare insieme a Natale?-
Il sorriso lieve sulle labbra
della ragazza si spense del tutto e lei abbassò gli occhi.
-Non so io...- a quel punto tornò
a guardarlo negli occhi -...pensavo che ormai fossimo diventati una qualche
specie di amici.-
Severus notò con sconcerto che i
suoi occhi si stavano facendo più lucidi.
-Stai piangendo?- le chiese e lei
arrossì passandosi una mano sugli occhi per asciugare una piccola lacrima che
le era scivolata fuori dalla trappola delle ciglia.
-No, no... non sto piangendo mi
deve essere andato qualcosa nell’occhio...- mormorò con voce incrinata.
Severus non capiva, non gli sembrava
di aver detto niente di offensivo, e comunque le volte precedenti aveva detto
sicuramente di peggio e lei aveva sempre risposto per le rime alle sue
provocazioni.
Ad un certo punto la vide
accucciarsi a terra e coprirsi il volto con entrambe le mani, mentre le sue
esili spalle venivano scosse dai singhiozzi.
-Mi dispiace...- singhiozzò e
lui, non sapendo bene che fare le si inginocchiò accanto posandogli una mano
sulla schiena e lei pianse ancora più forte.
Penelope non seppe bene come, ma
si ritrovò con il volto premuto contro il petto di Severus. Erano entrambi
seduti per terra appoggiati alla parete di pietra e lei arrossì per
l’imbarazzo. Era scoppiata a piangere come una bambina di due anni.
Si scostò un poco dall’altro
notando che gli aveva bagnato la camicia. Arrossì ancora di più.
-Mi dispiace...- balbettò
incapace al momento di dire altro.
-Adesso si può sapere che ti è
successo?-
Penelope si incupì e si staccò
del tutto dall’altro. Severus la lasciò andare.
-Mia madre è morta.- disse improvvisamente
continuando a guardare per terra, mentre un sorriso triste si formava sulle sue
labbra.
-Non dovevo crollare così... mi
dispiace io non...- ma non ebbe il tempo di finire la frase che si trovò
stretta ancora una volta tra le braccia di Severus.
-Che stai facendo?- gli chiese
con un filo di voce.
-Sto consolando un’amica...-
rispose lui posando una mano sul capo della ragazza accarezzandole, quasi
inconsciamente i capelli neri.
Gli occhi di Penelope si
riempirono nuovamente di lacrime e lei si aggrappò alla sua camicia come se
fosse la sua unica ancora di salvezza, ricominciando a piangere.
-Grazie...- mormorò infine
pensando che in quel momento doveva essere davvero orribile, molto
probabilmente aveva gli occhi gonfi e rossi che evidenziavano così la sua
carnagione pallida.
Severus allora la lasciò andare.
–Non ho fatto niente di che...- rispose altrettanto imbarazzato e Penelope
sorrise.
-Sei stato davvero molto gentile,
non credevo che dietro la tua maschera da crudele, perfido, borioso e severo
insegnante ci fosse anche un lato umano... mi hai davvero colpito. Questa
scoperta mi ha talmente shockato che la morte di mia madre in confronto è
niente.- disse la corvonero con un ghigno.
Severus le rivolse
un’occhiataccia, ma dopo qualche secondo entrambi scoppiarono a ridere.
_ _ _
Si, oggi anche le noti finali dovrete sorbirvi. ù.ù
Molti
di voi penseranno che in effetti c'è stata un'evoluzione molto
veloce... e si, è proprio così. Questa è una
storia nata di getto, più per una sfida personale che per altro,
per cui... in questa prima parte dovrete accontentarvi.
ù.ù
Detto questo, fatemi sapere che ne pensate! (ringrazio ancora chi ha commentato lo scorso capitolo *_* VI AMO)
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Capitolo 5 *** Amici...? Forse. ***
penelope5
Allora, con
questo raggiungiamo (più o meno) la metà di questa prima
parte della storia. ù.ù (ne sono piuttosto
orgogliosamente soddisfatta XD)
In questo
capitolo cominciamo a comprendere un po' meglio i sentimenti di Severus
nei confronti di Penelope ù.ù
Spero che vi piaccia, e mi raccomando, lasciatemi un commento!!!
Per quanto
riguarda il prossimo aggiornamento... mmh... dovrebbe toccare il
ventisei, quindi domenica, ma dubito fortemente che avrò il
computer disponibile, quindi credo proprio che posterò il sesto
capitolo (che vedrà Penelope e Severus alle prese con il natale
XD, casca proprio a pennello) o il 25, ma non prometto niente
(perchè sarà molto dura con tutti i parenti intorno
riuscire a combinare qualcosa) altrimenti si va direttamente al 27, o
al 28. ^^
quindi dopo tutti i miei sproloqui, BUONA LETTURA!
5
-No, fammi capire bene, tu non
hai alcuna amica? Neanche tra i corvonero?-
Penelope girò la pagina del libro
di pozioni dell’altro con un’espressione di indifferenza stampata sul volto.
-No. È tanto difficile da
capire?-
Severus le rivolse un’occhiata
velenosa.
Erano in biblioteca. Lei si era
rifugiata lì dopo pranzo, non appena aveva capito che le sue compagne di stanza
erano preda di una crisi psicotica pre-partenza. Ovvero stavano facendo le
valige e decidendo quali vestiti portare o no.
Si, insomma, era letteralmente
scappata.
Il giorno dopo tutti gli studenti
che lo desideravano sarebbero tornati a casa per le vacanze Natalizie. Come
aveva già deciso lei sarebbe rimasta al castello ed era felice che ci fosse
anche Severus.
Le loro lezioni extra di pozioni
erano sospese fino a dopo le vacanze, però continuavano ad incontrarsi in
biblioteca quasi ogni giorno.
Penelope doveva ammettere di
essere rimasta piuttosto sconvolta dal fatto che Severus l’aveva consolata
quando aveva avuto quell’attacco isterico per la morte di sua madre, ma da quel
momento non aveva potuto fare a meno di guardarlo da una prospettiva diversa.
Aveva continuato a pagarlo per le
lezioni, dopotutto era un seperverde,
sempre ad osservare i propri interessi. Ad ogni modo le aveva rivelato di aver
perso a sua volta la madre appena due anni prima e che capiva bene il suo
dolore.
Penelope si era limitata ad
annuire. Come poteva dirgli che sua madre non era solo morta, ma si era suicidata?
Sbattè un paio di volte le
palpebre per cacciare le lacrime che inevitabilmente le erano salite agli
occhi.
-Perché lo vuoi sapere?- gli
chiese continuando a fingere di leggere il libro che aveva davanti.
Lo vide scrollare le spalle. –Era
solo una domanda... e poi ti vedo sempre da sola...- aveva risposto
evidentemente sovrappensiero e lei ghignò.
-Vuoi dire che hai perso il tuo
preziosissimo tempo ad osservarmi?-
Severus incrociò le braccia al
petto e si accigliò, ma Penelope avrebbe potuto giurare di vedere le sue guance
colorarsi appena.
-Allora dopotutto non sono poi
così insopportabile.- aggiunse riprendendo pari pari le parole usate dal
ragazzo in più occasioni da quando si
conoscevano.
Penelope era molto soddisfatta di
aver messo l’altro in difficoltà, poteva vedere benissimo i suoi sforzi per
riuscire a inventarsi e ad esprimere una balla credibile per le sue parole.
Ma essendo troppo buona decise di
cambiare argomento evitando che l’altro si impiccasse.
-Ad ogni modo non mi sembra che
tu invece sia molto popolare tra i serpeverde.-
Severus le lanciò un’occhiata
penetrante.
-Ma se sono sempre insieme a
Lucius e agli altri...-
Penelope ghignò. –Può anche
darsi, ma è evidente che non hai nessun vero amico tra di loro.-
Il ragazzo inarcò un sopracciglio
scettico.
-E tu lo sapresti perché...?-
-Perché altrimenti non
trascorreresti così tanto tempo con me, mi sembra ovvio.-
Severus sorrise e lei rise
apertamente.
In realtà lo sapeva perché per
quanto gli scocciasse ammetterlo, lei lo osservava spesso. In sala grande, a
lezione e quando studiavano insieme. Non poteva farne a meno e questo la
irritava da morire.
Severus da parte sua non sapeva
che cosa pensare.
Quella ragazzina lo incuriosiva e
attirava allo stesso tempo ed era assurdo. Non aveva avuto più amici da quando
aveva litigato con Lily e ritrovarsi insieme ad una ragazza completamente
opposta a lei era strano.
Non sopportava la presenza di
altre persone intorno a lui troppo a lungo. Nessuna esclusa. Solo con Lily era
stato diverso.
La spiegazione che si era sempre
dato si basava sul fatto che erano stati amici fin da bambini e che poi lui se
n’era innamorato. Adesso però un’altra ragazza si era aggiunta al nome di Lily
nella lista delle persone da lui non disprezzate.
E non sapeva cosa pensare di lei.
Inizialmente Severus non riusciva
mai a contenere i suoi commenti sprezzanti, al contrario con Lily si era sempre
sforzato di essere rispettoso e di non ferire i suoi sentimenti, il rapporto con Penelope invece era cominciato in modo
diametralmente opposto.
Durante la prima lezione di
pozioni gli aveva dimostrato subito che non sarebbe stato facile per lei avere
proprio lui come insegnante.
Aveva criticato il suo modo di
tenere gli strumenti, di accendere il fuoco, di girare la pozione... insomma,
ogni dettaglio gli era stato utile per tirare fuori la sua indole sarcastica e
pungente.
La sorpresa comunque era arrivata
subito dopo il quindicesimo commento pungente.
-Oh insomma! Ti ho detto che devi prima girare una volta in senso
orario, poi due in senso antiorario e solo a quel punto aggiungere l’asfodelo!-
-Ho capito, ma...-
-...Ma i corvonero non dovrebbero essere intelligenti???-
Penelope a quel punto gli aveva
rivolto un’occhiata talmente gelida che lui si era trovato a guardarla di
rimando con la sua espressione più cupa.
-Mi scusi tanto “vostra altezza” ma non ho fatto quello che mi hai
detto perché la temperatura della stanza delle necessità è troppo alta rispetto
a quella dell’aula di pozioni che si trova nei sotterranei quindi il processo
di raffreddamento è più lungo e di conseguenza questa parte del procedimento
che ti sei prodigato a spiegarmi per la seconda volta va svolta più tardi se
non vuoi che l’asfodelo perda le sue proprietà a causa del calore ancora
elevata del contenuto del calderone.-
Severus a quel punto aveva
ripiegato. In un modo sprezzante e orgoglioso, ma comunque si era arreso
all’evidenza che qualcuno, forse, potesse quantomeno raggiungere il suo livello
in orgoglio e capacità di rispondere acidamente.
Perché Penelope era senza dubbio
capacissima di ribattere con grande facilità alle sue critiche e battute
velenose.
Certamente non era stata la
prima.
Black e Potter erano certamente
capaci di difendersi dai suoi insulti, ma le loro repliche, così come i loro
stessi insulti erano bene o male sempre i soliti.
Al contrario Penelope era come
lui. Si divertiva a sfruttare il sarcasmo e commenti sempre più contorti e
fantasiosi per insultare quelle persone
che non avevano abbastanza acume da rendersi conto di essere state appena presi
per il culo alla grande.
Di certo questa loro somiglianza
spiegava in parte il motivo per il quale entrambi non avevano amici.
Ad ogni modo le loro battaglie
verbali erano un qualcosa che Severus riteneva assai interessante, quasi
divertente.
Un qualcosa che era diventato
fondamentale.
Dopo quella volta in cui Penelope
aveva pianto per la morte di sua madre, Severus aveva temuto essere la fine dei
loro battibecchi, ma quando il giorno dopo la ragazza lo aveva accolto con una battuta
assai poco delicata sul suo aspetto tetro peggiorato dalle occhiaie causate
dalla mancanza di sonno (i serpeverde avevano giustamente deciso di dare un
festino la notte prima) Severus si era dovuto sforzare di non sorridere, ma
anzi di indossare la sua migliore espressione seccata.
Per quanto gli costasse
ammetterlo, Severus si era affezionato a Penelope molto più di quanto fosse disposto
ad accettare.
-Dunque... tornando all’argomento
principale, sappi che il giorno di Natale sei ufficialmente incastrato con me.-
Severus inarcò un
sopracciglio.-Prego?-
Penelope lo guardò cupamente.
-Trascorreremo il Natale
insieme.-
-E questo quando precisamente lo
avresti deciso?- gli chiese lui con ironia.
-Quando ti ho chiesto se trascorrevi
le vacanze al castello e tu mi hai risposto di si.- Severus sbuffò.
-Quante sono le possibilità che
io riesca a convincerti del contrario?-
Penelope si toccò il mento con
l’indice della mano destra e guardando verso l’alto fece finta di pensarci su.
-Praticamente nessuna.- rispose
infine.
-Perfetto allora.-
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Capitolo 6 *** Stupido Regalo ***
penelope 6
6
Penelope osservò criticamente il
pacchetto verde argento per qualche secondo prima di lanciarlo nel cestino
della spazzatura.
Stupida.
Stupida. Stupida. Stupida.
Stupida.
S-T-U-P-I-D-A.
Cominciò a tormentarsi una ciocca
di capelli più lunga degli altri con le sopracciglia aggrottate.
Lanciò un’occhiata rapida al
cestino. Tornò ad osservarsi i capelli.
Sbuffò sedendosi sul letto, dando
volutamente le spalle alla porta della propria stanza da letto , accanto alla
quale c’era l’angolino, posto della spazzatura.
Cercando di non pensare a quello
che in quel preciso momento era nel sacchetto della spazzatura, osservò i letti
perfettamente rifatti delle sue compagne di stanza che ormai mancavano da due
giorni.
Era la mattina di Natale.
Penelope non aveva ancora
ricevuto niente. Nessun regalo, niente di niente.
Neanche la lettera di auguri che
ogni anno i suoi le spedivano. Ma questo era normale. Era sempre stata sua
madre a pensare a certe cose, anche se negli ultimi anni l’aveva trascurata,
non si era mai dimenticata di lei, di sua figlia... o almeno non lo aveva fatto
il giorno di Natale.
Sua madre però era morta.
E suo padre non era interessato a
certe cose futili come gli auguri natalizi.
Lui le scriveva solo se accadeva
qualcosa di brutto.
Penelope chiuse gli occhi con
forza allontanando la mente dai pensieri negativi. Aveva tutto l’anno per
deprimersi!
Natale al contrario era un giorno
gioioso e lei lo avrebbe trascorso serenamente per una volta!
Questo però le ricordò del regalo
che poco prima aveva lanciato nella spazzatura.
Dannazione.
Si prese il volto tra le mani.
Non poteva essere stata davvero così stupida
da aver comprato un regalo a Severus.
Con un gemito si alzò in piedi
dirigendosi verso il pacchetto incriminato osservandolo come se fosse stato uno
schiopiodo.
E invece lo aveva fatto davvero.
Sbuffò di nuovo incrociando le
braccia al petto.
Ripensandoci non era poi così
grave. No. Aveva fatto un regalo di Natale a quello che ormai considerava un
amico. Che problema c’era?
Lasciando perdere che non hai mai avuto un amico, come puoi
giustificare il fatto che hai speso una fortuna per un libo raro di pozioni che
avresti potuto benissimo tenere per te?
Penelope mise a tacere quella
voce fastidiosa. Non sapeva il perché, ma quando aveva visto quell’antico testo
gli era venuto subito in mente Severus.
Che faccia avrebbe fatto se
avesse potuto averlo tra le mani anche solo per qualche ora?
Arrossì.
Non poteva crederci, la sua cotta
per Snape si stava facendo sempre più insistente e fastidiosa.
Cosa mai l’attirava in uno come
Snape?
L’aspetto fisico? No.
O meglio... non era certo il
ragazzo più bello di Hogwarts, tutt’altro... non era Sirius Black, ma
nonostante questo aveva qualcosa di... di... magnetico.
I suoi occhi.
Erano così neri e profondi,
Penelope non poteva fare a meno di rabbrividire quando la guardava.
Il carattere? Per carità!
Un ungaro spinato particolarmente
inferocito sarebbe stato più gentile di Severus nei suoi momenti migliori.
Però... le sue frecciate velenose
e i suoi commenti pungenti erano un lato del suo carattere a cui Penelope non
avrebbe mai rinunciato.
Logicamente non c’era alcun
motivo per cui la sua cotta per Severus avrebbe potuto acquisire un senso.
Purtroppo però non poteva farci
niente.
Dannazione. Ma come diavolo era
cominciata tutta quella storia???
Giusto, gli aveva chiesto di
darle delle ripetizioni di pozioni... anche se in effetti è tutta colpa di
Lumacorno, se lui non l’avesse minacciata di cacciarla dal corso lei non avrebbe
mai dovuto chiedere l’aiuto di Snape.
Pensandoci bene... adesso avrebbe
potuto benissimo farsi un po’ di pozione della pace in modo da non aver più
bisogno delle ripetizioni.
Penelope si accigliò. Il pensiero
di non avere più una scusa per poter vedere Severus non le piaceva.
No... per adesso avrebbe anche
potuto continuare così.
Riprese il libro impacchettato
dalla spazzatura. Aveva utilizzato persino la carta verde e argento per fargli
piacere.
Arrossì.
Era decisamente senza speranza.
_
_ _
-Non hanno tutti i torti.-
esclamò ad un certo punto Penelope osservando Severus che le rivolse uno
sguardo apatico.
Ormai era abituato alle uscite
senza senso della ragazza che gli era seduta di fronte.
-Chi?-
-I nostri compagni di casata.-
Severus sbuffò tornando a
guardare la pagina del libro che aveva di fronte. –Riguardo a cosa?-
-Ci definiscono “secchioni”.-
-E allora?-
Penelope allargò le braccia
indicando tutto intorno a sé.-Mi sembra ovvio che hanno ragione! È il giorno di
Natale e noi siamo in biblioteca!-
Severus chiuse il libro
apparentemente calmo e paziente.
-Bene allora... dove vorresti
andare? Fuori?-
Penelope fece una smorfia.
-Fa troppo freddo.-
Severus annuì –In sala grande?-
-Troppa gente, è incredibile, ma
tutti i quindici studenti rimasti sono riuniti là e non fanno altro che
spettegolare, non lo sopporto.-
-Nella stanza delle Necessità?-
-No, come minimo ci metteremo a
discutere su quale luogo far comparire e finiremo per controbattere ogni cosa
che l’altro dice anche se spudoratamente esatta.- e non stava esagerando, non sarebbe stata la
prima volta.
Severus allora le lanciò
un’occhiata eloquente e lei si imbronciò.
-Ok, d’accordo... però non hai
nominato i dormitori.- aggiunse lei e lui inarcò un sopracciglio.
-Prego?-
Penelope arrossì rendendosi conto
solo in quel momento di cosa effettivamente avesse detto.
Non era stata una proposta
oscena, ma comunque c’era andata vicino.
L’aveva appena invitato nel suo
dormitorio???
-Non intendevo dire niente di
equivoco te l’assicuro!- esclamò rossa come un peperone e lui scoppiò a ridere
lasciandola interdetta.
Quel bastardo stava ridendo del
suo imbarazzo??? Ok, adesso sarebbe stata costretta ad ucciderlo... come
minimo.
Incrociò le braccia al petto
offesa e Severus si sforzò di tornare serio e composto.
-Comunque il mio invito è sempre
valido, esteso solo fino alla sala comune, almeno sulle poltrone staremo più
comodi.-
_ _ _
Severus si sedette sul divano
della sala comune corvonero osservandosi intorno come se fosse appena atterrato
su un pianeta alieno.
Penelope era salita in camera a
prendere una cosa e lo aveva lasciato solo.
Si passò una mano tra i capelli
chiedendosi come cavolo aveva fatto a cacciarsi in quella situazione. Ma la
risposta in fondo era piuttosto semplice.
Lui e Penelope erano amici.
Punto.
Stava ancora rimuginando sulle
implicazioni che quella affermazione mentale gli avrebbe portato quando la
ragazza scese dalle scale con qualcosa in mano che assomigliava troppo ad un
pacco regalo.
-Buon Natale Severus.- gli disse
e sedendosi dalla parte opposta del divano posò il regalo in mezzo a loro.
-Questo è per te, spero ti
piaccia.-
Severus la fissò negli occhi più
che sorpreso e lei arrossì appena.
-Non guardarmi come se mi fossero
appena spuntate altre due teste. È solo un regalo di Natale, quindi prendilo e
smettila di fissarmi.- replicò incrociando le braccia al petto.
Gli aveva fatto un regalo.
Lo prese tra le mani e vedendo il
colore della carta ghignò. Verde e argento.
-Hai intenzione di rimanere
imbambolato ancora per molto?- gli chiese lei acida anche se in realtà era
molto nervosa.
Maledetto serpeverde del cavolo apri quello stramaledetto regalo e
basta!!! Smettila di fissarlo come se dovesse improvvisamente animarsi e
staccarti un braccio a morsi!
Non appena Severus cominciò a
strappare la carta, Penelope si morse l’interno guancia.
Non avrebbe dovuto darglielo.
Avrebbe dovuto ascoltare il suo buon senso che quella mattina le aveva fatto
buttare via quello stupido regalo.
Severus osservò il tomo antico
con le sopracciglia aggrottate.
-Questo è un manuale molto
antico.-
-Si, lo so.- rispose Penelope con
ovvietà.
Il silenzio calò tra di loro come
un macigno, o almeno era così che lo sentiva la ragazza che entro poco avrebbe
avuto una crisi nevrotica, mentre Severus era troppo sorpreso per aggiungere
qualcos’altro.
-Mi dispiace, io non ti ho fatto
alcun regalo.- fu la prima cosa che gli venne in mente e Penelope sbuffò.
-Devo intendere da queste tue
parole inutili che il mio regalo ti piace?-
-Certo, come potrebbe non
piacermi?- gli chiese oltraggiato e lei sorrise.
-Bene, ne sono felice.- disse e
Severus la osservò per qualche attimo rendendosi conto che in quel momento il
suo cuore batteva un po’ troppo forte.
Penelope arrossì sotto lo sguardo
dell’altro.
-Che c’è?- gli chiese poi
imbarazzata a morte. Avrebbe dovuto trovare una battuta acida che spezzasse la
tensione, ma dannazione, non gli veniva in mente niente!
-Niente. Grazie del regalo. Non
me l’aspettavo.-
Penelope allora sorrise ancor di
più. Era stupido, ma era felice di averlo sorpreso.
Severus da parte sua non aveva la
più pallida idea di cosa dovesse dire o fare in quel momento. Le lanciò
un’occhiata di sottecchi e si accorse che stava sorridendo.
Sembrava davvero felice e con le
guance appena arrossate era davvero carina.
Severus sgranò impercettibilmente
gli occhi. Oddio. Non aveva appena pensato a quello che aveva appena pensato
vero???
-Suvvia non fare quella faccia
corrucciata!- esclamò lei alzandosi in piedi –Non devi sentirti in colpa per
non avermi fatto alcun regalo, il mio compleanno è il tre gennaio, quindi mi
accontenterò di un bel regalo per quel giorno.- disse annuendo compiaciuta e
Severus sorrise appena.
-Davvero? Allora mi inventerò
qualcosa.-
|
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Capitolo 7 *** Compleanno tra libri e... hot dog! ***
penelope 7
Ok, ho aggiornato come promesso, ma voi mi dovete assolutamente un regalo dato che domani è il mio compleanno
e vi chiedo con tutto il cuore di lasciarmi un commentino... lo fate
per me??? *l'autrice vi guarda con occhioni da cucciolo bastonato*
Detto questo, buona lettura!
7
Ok... questa proprio non se
l’aspettava.
Era a Charing Cross Road. Quasi non poteva crederci.
Quella era forse l’unica via che
conosceva nella Londra babbana e questo perché non poteva non sapere il nome
della via delle librerie. Lei che ADORAVA la letteratura babbana.
-Ma come...?- mormorò confusa
rivolgendosi a Severus che le era accanto con un ghigno decisamente soddisfatto
stampato in viso.
-Ho solo notato che quando smetti
di studiare tiri sempre fuori un libro babbano e mai una volta che ti abbia
vista con lo stesso libro per più di tre giorni consecutivi... così ho capito.-
rispose lui saccente.
Quel serpeverde aveva davvero
trascorso del tempo ad osservarla. Accidenti. Non doveva arrossire.
Non doveva arrossire.
Non doveva arrossire.
Non doveva arrossire.
Non doveva arrossire.
Ecco, era arrossita.
Dannazione.
Severus ghignò ancora di più e
poi l’afferrò per il polso cominciando a camminare e lei fu costretta ad
andargli dietro.
Quando a Natale Severus gli aveva
detto che si sarebbe impegnato per farle una sorpresa il giorno del suo
compleanno non lo aveva preso poi molto sul serio.
Nei giorni dopo avevano trascorso
praticamente tutto il tempo insieme. Avevano studiato, litigato, poi studiato
ancora e così via.
L’ultimo dell’anno avevano
addirittura ingaggiato una battaglia a palle di neve.
Loro. Che non uscivano mai.
Però era stata tutta colpa di
Severus. L’aveva praticamente costretta ad andare nella foresta alla ricerca di
non-sapeva-quale-pianta e Penelope, irritata e infreddolita si era vendicata
lanciandogli una palla di neve mirando alla schiena, ma l’aveva colpito proprio
alla nuca... e giustamente l’altro non aveva lasciato perdere.
Così un’ora dopo erano rientrati
bagnati fradici, completamente congelati e senza la famosa pianta per la quale
erano usciti. In compenso però, Penelope non aveva mai riso tanto ed anche
Snape si era lasciato andare ad un paio di risate, anche se si era rifiutato di
ammetterlo, si era divertito anche lui!
Ma proprio a causa di quel bel
divertimento Penelope aveva dovuto trascorrere il primo gennaio a letto,
raffreddata e febbricitante.
Severus invece no.
Sano come un pesce.
Dannato.
Secondo Penelope perché anche i germi avevano paura di lui.
Teoria confermata poi da un Severus riluttante, anche se in fondo in fondo,
cominciava a pensare che quel serpeverde musone si divertisse molto di più di
quanto fosse disposto ad ammettere.
Ad ogni modo la mattina del tre gennaio, nonché il suo
compleanno, Penelope si era alzata, lavata, vestita e quando era uscita dal
dormitorio gli era quasi preso un infarto.
-Finalmente!- aveva
esclamato Severus facendola saltare dallo spavento.
-Stavo cominciando a
pensare che fossi entrata in letargo.- stronzo fino alla morte.
Poi non gli aveva neanche dato il tempo di imprecargli
contro che l’aveva trascinata nell’ufficio del preside e da lì, tramite camino,
al Paiolo Magico e infine si erano materializzata nella via che Penelope aveva
sperato da sempre di visitare.
Ma Severus come diavolo sapeva che non c’era ancora mai
stata? Mistero.
Foyles. Era scritto a caratteri cubitali.
Era la libreria più grande che avesse mai visto.
-Oh, ti prego dobbiamo entrarci per forza.- mormorò a da
quel momento fu lei a trascinare Severus.
Severus la osservava divertito e a volte sorpreso.
Quella ragazzina gli era sempre sembrata scorbutica e
introversa, anche peggio di come si ritenesse lui stesso, ma da qualche tempo
aveva cominciato a vederla in modo differente.
Gli sembrava incredibile solo a pensarci, ma adesso che
erano diventati ufficialmente “amici”, Penelope sembrava molto più... libera e
in qualche modo spensierata.
In quel momento lo era più che mai.
I suoi occhi chiari brillavano da
quanto era entusiasta.
In realtà Severus aveva avuto
fortuna. Con la passione che Penelope aveva per i libri babbani, come la sua
del resto, era stato un rischio portarla lì, ma dato che la sua famiglia era
purosangue aveva pensato che era probabile che non ci fosse mai stata. O che
avesse avuto la possibilità di andarci.
A quanto pareva aveva avuto
ragione.
Per tutta la mattina, Severus la
seguì quasi docilmente. Dopo tutto se lo meritava. Era il suo compleanno e per
Natale gli aveva regalato uno dei manuali di pozioni più antichi che avesse mai
visto. Quindi poteva sopportare per qualche ora un po’ di shopping sfrenato.
E sfrenato lo fu davvero.
Prima di andare a pranzo,
dovettero rimpicciolire la dozzina di libri che Penelope aveva praticamente
trafugato spaziando da argomenti come l’astronomia e la filosofia.
-Non ho mai assaggiato un Hot
Dog- gli disse con occhi che sembravano supplicarlo, quando lui gli chiese che
cosa gli andava di mangiare e dovette trattenere un sorriso a quella visione.
-D’accordo.- si limitò a
rispondere e si incamminarono alla ricerca di un chiosco.
Ad un certo punto Penelope
ridacchiò guardandolo di sottecchi e lui inarcò un sopracciglio.
-Che c’è?-
-Niente... solo che non mi sarei
mai aspettata tutto questo... grazie.- gli disse col sorriso sulle labbra e lui
avrebbe voluto replicare qualcosa, ma Penelope lo prese per mano cominciando a
correre.
-Eccolo! Il chiosco!- e Severus
le andò dietro non potendo fare altro.
-Mmmmh...- mugolò Penelope con la
bocca piena e l’altra metà del panino tra le mani.
Appena preso il suddetto pranzo
si erano seduti su una panchina nel piccolo parco vicino al chiosco e Penelope
non si era mai sentita così felice.
-Non è poi così male.- commentò
dopo aver buttato giù l’ennesimo boccone e Severus ghignò.
-Da come lo stai divorando
sembrerebbe molto più di “non è poi così male”...-
Gli fece una linguaccia.
-Come siamo maturi...- commentò
Severus trattenendo a stento mezzo sorriso.
-Senti chi parla! Quello con il
maglione sporco di salsa.-
Severus abbassò lo sguardo sulla
maglione e Penelope gli diede un colpetto al gomito, che gli fece scivolare di
mano la parte del panino che ancora non aveva mangiato proprio sulle sue
ginocchia, sporcando i pantaloni.
-Ok. Adesso capisci che dovrò
ucciderti.-
Penelope scoppiò a ridere e poi
si alzò sfuggendo al tentativo dell’altro di sporcarla a sua volta.
-è stata una giornata davvero
fantastica, grazie.- gli disse Penelope quando tornarono al castello e Severus
le lanciò un’occhiataccia, alla quale lei rispose con uno sguardo fintamente
innocente.
-Non dirmi che ancora ce l’hai
con me per i tuoi pantaloni.-
Severus grugnì qualcosa di
indistinto e lei sbuffò divertita.
-Adesso non mi rispondi anche
quando cerco di essere gentile? Ma come siamo maturi...- disse infine ripetendo
le stesse parole che Severus aveva usato nel pomeriggio per deriderla e lui
come previsto si irritò da morire.
Inarcò un sopracciglio e la vena
sulla sua tempia pulsò pericolosamente, tuttavia non rispose alla provocazione.
-Oh, andiamo... stai cercando di
ignorarmi? Se è così non ci stai
riuscendo un granchè bene.- a quel punto gli prese una ciocca di capelli e la
tirò appena, ottenendo finalmente una sua reazione.
-La vuoi smettere?? Sembri una
bambina di due anni che vuole attirare per forza l’attenzione!-
Penelope sorrise a trentadue
denti e Severus si arrabbiò ancora di più.
-Smettila immediatamente!- tuonò
-No, non lo farò, perché mi hai
fatto uno dei regali più belli che io abbia mai ricevuto per il mio compleanno
e questo significa che dopotutto mi vuoi un po’ di bene ed io sono tanto
felice.-
Severus le lanciò un’occhiata
sbalordita e Penelope si sentì soddisfatta.
-Ci vediamo domani!- esclamò
senza lasciargli il tempo di ribattere e poi si allontanò in fretta scomparendo
subito dopo in fondo al corridoio, diretta ai dormitori.
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Capitolo 8 *** Mangiamorte ***
penelope 8
Capitolo
più striminzito del solito, ma quando arriverete alla fine credo
proprio che mi perdonerete... *ihihih*. Per vostra informazione siamo
arrivati al terzultimo capitolo, ma non disperate, conto di continuare
quasi subito pubblicando la storia che sarebbe il seguito di questa. Ci
spero, ma dato che adesso ricomincia la scuola... diciamo che non so
quanto tempo avrò disponibile per aggiornare, ma ce la
metterò tutta!
Detto questo, buona lettura!!!!!
Ah!
quasi mi dimenticavo! GRAZIE a tutte quelle persone che mi hanno fatto
gli auguri ù.ù UN BACIONE!!!! Vi lovvo da morire!!!!
8
Stava succedendo qualcosa di
brutto.
Penelope lo sospettava ormai da
qualche tempo, ma adesso ne era sicura.
L’avanzata di Voldemort era
sempre più distruttiva e tra le mura della scuola c’era una protezione che al
di fuori si poteva solo sognare. Tuttavia tra gli studenti circolavano voci che
Penelope aveva cercato di ignorare per molto tempo, ma che alla fine l’avevano
inevitabilmente coinvolta.
Malfoy, Goyle, Tiger, Black,
Avery... tutti cognomi che serpeggiavano accanto ad un’altra parola: Mangiamorte.
Penelope era sempre stata un tipo
di persona con la testa sempre tra le nuvole e anche se non ci aveva mai
riflettuto molto, questo le succedeva soprattutto quando non voleva vedere cosa
succedeva nella realtà.
Soprattutto il quel momento,
avrebbe voluto chiudere gli occhi e immergersi per sempre in un mondo
fantastico. E questo perché insieme a Malfoy, Goyle, Tiger, Black ed Avery
c’era anche un altro cognome che lei conosceva bene... Snape.
Ma non poteva essere vero.
Severus non avrebbe mai fatto una
cosa del genere.
O forse si?
Inizialmente aveva liquidato la
questione. Severus non era una persona malvagia.
Ma in quelle ultime settimane, si
erano incontrati sempre più raramente. Sembrava sempre molto impegnato con
Malfoy e la sua combriccola e lei non gli aveva fatto notare che non avevano
più ripreso le loro lezioni di pozioni da Natale.
Possibile che fosse diventato un
mangiamorte davvero?
Penelope scosse la testa cercando
di scacciare quel pensiero e poi si guardò attorno.
Era in biblioteca ed erano ormai
quattro giorni che Severus non si faceva vedere. Era preoccupata.
Come poteva credere che non fosse
un mangiamorte quando trascorreva praticamente ogni minuto libero in compagnia
di Malfoy???
Erano trascorsi due mesi e mezzo
dal giorno del suo compleanno. L’ultimo giorno che lei e Severus avevano
trascorso interamente insieme.
Inizialmente non si era
preoccupata troppo, per colpa delle lezioni e dei compiti in classe che in quel
periodo si erano fatti numerosi, poi però, Severus aveva continuato a non farsi
sentire e lei era sempre più di malumore.
Si incontravano a lezione di
pozioni e di rune antiche, ma lui non la guardava neanche e lei era sempre più
arrabbiata. Anzi, infuriata.
Sbuffando seccata raccolse le sue
cose e si diresse nei dormitori.
Severus voleva evitarla?
Perfetto. Adesso che aveva capito sarebbe stato più semplice.
Quell’ultimo pensiero però si
rivelò del tutto errato. Soprattutto la mattina dopo, durante pozioni.
Lumacorno aveva deciso di cambiare le coppie di laboratorio per quella lezione
e lei giustamente era stata accoppiata con Severus. Anzi, no, con Snape, perché
adesso che non erano più amici non doveva più chiamarlo né pensarlo per nome.
Ad ogni modo fu costretta a
sedersi accanto a lui e come previsto non la degnò neanche di uno sguardo
infastidito. Questo la ferì molto più di quanto avesse previsto.
Con un fastidiosissimo nodo in
gola cominciò a tagliuzzare le radici, seguendo le istruzioni del professore e
Snape sistemò il fuoco sotto il calderone.
Continuarono a lavorare in un
silenzio teso fino a quando a Penelope non sfuggì il coltello di mano e invece
che tagliare la radice centrò in pieno il proprio dito indice della mano sinistra.
-Ouch!- mugolò osservando il
disastro appena combinato, ma non fece in tempo a chiamare il professore che
Snape si accorse di quello che aveva appena fatto.
-Che cosa diavolo stai
facendo???- sibilò inviperito e lei lo guardò sorpresa. Finalmente gli
rivolgeva la parola.
-Non lo vedi da solo genio? Mi sono tagliata.-
-Sei una stupida, non potevi
prestare più attenzione??- replicò lui alzando la voce e a quel punto tutti gli
studenti si girarono a guardarli, ma Penelope neanche se ne accorse troppo
occupata a cercare di trattenere la propria rabbia.
Ma non ci riuscì un granchè bene.
-Scusa? Io sarei la stupida? Oh mi scusi tanto esimio “professore” ma ero troppo occupata a mandarti mentalmente a
farti fottere per poter essere pienamente concentrata su quello che stavo
facendo!!!-
Penelope aveva gradualmente
alzato la voce e il professore si era inevitabilmente accorto di quello che
stava succedendo, così Severus non ebbe il tempo di replicare.
-Snape! Lewis! Smettetela
immediatamente!- sbuffò Lumacorno raggiungendo i due studenti mentre gli altri
osservavano la scena quasi leccandosi le labbra.
Severus per una volta sarebbe
stato messo in punizione!
Penelope tacque immediatamente
godendo immensamente nel vedere l’altro doversi trattenere dal disubbidire al
professore e risponderle male proprio come desiderava fare.
-signorina Lewis vada
immediatamente in infermeria, e lei signor Snape l’accompagni.- a quelle parole entrambi si
girarono verso il professore lanciandogli un’occhiata tra lo sconvolto e l’odio
profondo.
Ma non potendo fare altro
ubbidirono ed entrambi uscirono dalla classe.
-Si può sapere che diavolo ti è
preso?- le chiese il ragazzo dopo qualche minuto in cui camminarono in silenzio
e Penelope rimase sinceramente sorpresa dalla sua incredibile stupidità.
-Stai scherzando spero.- replicò
lei acida e lui la guardò male.
-Ti sembra che stia scherzando?-
Penelope sbuffò –No, non mi
sembra affatto ed è proprio questo che mi fa arrabbiare! Ti aspettavi per caso
che ti facessi una festa? Proprio dopo che mi hai evitato per quasi un mese???-
sbottò la ragazza non riuscendo a trattenersi e con soddisfazione vide salire
quello che sembrava senso di colpa negli occhi dell’altro.
Ma durò solo un attimo prima di
essere sostituito velocemente da irritazione.
-Non ti ho affatto evitata.-
-Certo, hai ragione tu, dopotutto
sei sempre il solito borioso serpeverde... credevo che fossimo diventati
amici, ma la mia è stata una speranza
vana, dopotutto non ci si deve mai fidare delle serp...-
Penelope non riuscì a concludere
la frase perché le labbra di Severus furono improvvisamente sulle sue.
Severus non aveva mai voluto
evitarla, ma ormai aveva accettato la proposta di Malfoy e quella non era una
cosa dalla quale ci si potesse tirare indietro.
Aveva accettato, ma prima di
ricevere il marchio era necessaria una specie di iniziazione e in quel periodo
non aveva fatto altro che quello.
Non aveva più cercato Penelope
perché non l’aveva voluta coinvolgere. Ed aveva fatto bene.
Poi suo padre era morto e lui era
dovuto assentarsi da scuola per qualche pomeriggio, ma non le aveva parlato
neanche di quello e quando quella mattina se l’era ritrovata di fronte
imbronciata ed evidentemente infuriata non aveva avuto il coraggio di dire un
miserevole “scusa”.
Così aveva taciuto e quando si
era tagliata e lui aveva visto il sangue si era spaventato e aveva reagito
nell’unico modo nel quale era capace, ovvero arrabbiandosi e lei gli aveva
risposto così male che in qualche modo lo aveva fatto stare meglio.
Lei stava bene, era solo un
graffio e aveva ricominciato ad insultarlo non appena aveva aperto bocca, ormai
fuori dall’aula di pozioni.
Ma Severus non l’aveva neanche
ascoltata e senza pensare l’aveva afferrata per un braccio e facendola voltare
verso di sé, l’aveva baciata.
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Capitolo 9 *** Disegni (non è un capitolo) ***
disegni
Allora, premetto che aggiornerò domani, o al
massimo dopodomani, ma dato che ci sono, vi presento i protagonisti!
ù.ù Disegnati e colorati dalla sottoscritta!
Ditemi che ne pensate.
Penelope
Severus
Primo bacio
Schizzo
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Capitolo 10 *** Siamo una Coppia? ***
penelope 9
Ooook, ecco a vi il
capitolo promesso. Devo dire che mi avete spaventato ieri sera, ho
temuto per la mia incolumità, ma adesso non ho più niente
da temere giusto?? *si guarda intorno*
Ad ogni modo questo è il penultimo capitolo della storia. ç_ç
Ma non temete, ho già scritto i primi sette capitoli del seguito. ù.ù
E adesso, buona lettura! (in fondo c'è un regalino, non saltate le noti finali!!!!!)
Buona lettura!
9
Penelope prese il disinfettante
babbano che aveva messo in fondo al baule e poi si chiuse nel bagno. Aprì il
contenitore e poi, stando attenta a non versarlo per terra, se lo mise sul
taglio che si era fatta al dito.
Poi prese un cerotto e se lo
avvolse intorno alla falange offesa.
La osservò per qualche secondo e
poi si sedette sul pavimento, stringendosi le ginocchia al petto.
Severus l’aveva baciata.
Severus l’aveva baciata e lei era
scappata.
Era scappata, ma non prima di
essere arrossita scandalosamente proprio davanti a lui.
Idiota.
Idiota. Idiota. Idiota. Idiota.
Idiota.
Perché era così stupida??? Anche
se era da poco che lo aveva ammesso con se stessa, le piaceva Severus. Tanto.
E un bacio è tutto quello che una
ragazza della sua età desidera da un ragazzo... giusto?
Ma cosa ne poteva sapere lei, che
aveva evitato ogni genere di contatto sia maschile che femminile in tutti
quegli anni???
La sua incapacità di interagire
con un altro essere umano era decisamente colpa di suo padre.
Maledetto lui.
Chissà cosa avrebbe pensato
adesso Seveus.
Certamente credeva che non le
piacesse... dannazione! Come poteva fargli capire il contrario???
Magari usando quell’antica arte che implica l’uso del linguaggio?
Parlagli. Scema.
Non era poi una cattiva idea...
ma cosa avrebbe dovuto dirgli? “Scusa se dopo il tuo bacio di ieri sono
fuggita, ma anche se non sembrava dalla mia reazione, in realtà mi piaci
molto”... non era proprio il caso.
O forse si?
Penelope si sedette al tavolo
della biblioteca dove solitamente lei e Severus si trovavano per studiare,
continuando a guardarsi intorno, ansiosa.
Non sarebbe venuto, se lo
sentiva, come minimo aveva già comprato una bambolina vodoo con su scritto il
suo nome e magari proprio in quel momento la stava infilzando con qualche ago
appuntito.
O magari...
Penelope stava già pensando a
qualche altro evento tragico quando Severus entrò in biblioteca a sguardo
basso.
Sembrava estremamente giù di
morale.
Per colpa sua...?
Penelope si sentì in colpa, ma
anche un po’ orgogliosa, se stava male significava che gli importava realmente
di lei!
Beh... forse questo lo sapeva
già... in fondo l’aveva baciata.
A quel pensiero si sentì
arrossire nuovamente e non si accorse che Severus si era fermato a metà strada
nel vederla seduta davanti a lui.
-Ehi...- mormorò lei imbarazzata
e lui si limitò a sederle di fronte.
Il silenzio calò su di loro.
Estremamente teso e pensante, quasi quanto un macigno di una tonnellata.
Forse qualcuno doveva dire
qualcosa.
-Mi dispiace per ieri.- balbettò
Penelope osservando incuriosita una nervatura particolarmente interessante del
legno di cui era fatto il tavolo.
-Dovrei essere io a scusarmi... è
evidente che tu non...-
-No! No!- esclamò subito lei
rialzando lo sguardo cercando di apparire determinata e l’altro la guardò
sorpreso e lei divenne color pomodoro.
-Cioè... io... non è che mi è
dispiaciuto... solo che ero... cioè...- a quel punto Penelope si interruppe per
qualche attimo, prese un respiro profondo e poi riprese a parlare.
-Quello che voglio dire è che ero
troppo imbarazzata per sapere cosa fare... ma... – deglutì
-Tu mi piaci...- sussurrò con
voce flebile.
Severus sbatté le palpebre un
paio di volte quasi incapace di credere a quello che Penelope gli stava
dicendo.
Quando l’aveva vista scappare via
aveva creduto di aver rovinato tutto ancora una volta, ma... lui piaceva a
Penelope?
La ragazza si rese conto del
momento di stasi mentale e fisica che aveva colpito l’altro e vedendolo così
sconvolto sbuffò divertita.
-Ho capito che nessuna ragazza ti
si è mai dichiarata, ma potresti smettere di fissarmi in quel modo?
L’espressione ebete non si addice affatto alla tua faccia.- commentò Penelope
prima di legarsi i capelli in una coda che ormai poteva quasi definirsi
decente.
-Sei assurda.- si limitò a dire
Severus scuotendo il capo in segno di diniego, ma con un sorriso appena
accennato sulle labbra.
-Io assurda? Non sono io quella
che va a baciare gli altri di sorpresa.-
A quel punto scoppiarono entrambi
a ridere.
_ _ _
-C’è una cosa che non ho capito.-
esordì Penelope il giorno dopo, in biblioteca nel solito posto e Severus alzò
gli occhi al cielo.
-Questo non mi sorprende affatto-
replicò Severus col volto sprofondato nel libro di pozioni.
-Spiritoso...-
Severus alzò gli occhi dal libro
e si limitò a ghignare.
-Ad ogni modo... ieri io ti ho
detto che mi piaci, ma tu non mi hai detto niente.- affermò la ragazza con
sguardo penetrante.
-Grazie..?-
-Stronzo.-
-Questo mi mancava.-
-D’accordo, sai una cosa? Credo che
me ne andrò a studiare in camera mia.- si alzò in piedi, ma Severus lasciò
perdere il libro e l’afferrò per il polso, guardandola negli occhi, seriamente.
Penelope tornò a sedersi.
Anche perché Severus sembrava
davvero imbarazzato e non si sarebbe persa quel momento per niente al mondo.
-Anche tu mi piaci.-
_ _ _
-Credo di essermi perso
qualcosa.- commentò Severus il giorno dopo ancora osservando la ragazza seduta
di fronte a lui.
-No, gli appunti di
trasfigurazione li hai dati a me qualche giorno fa e non ho ancora avuto il
tempo di copiarli ok? Non preoccuparti li tratterò con la massima cura. E non
per sottolineare l’ovvio, ma me lo hai ripetuto almeno quindici volte.- rispose
subito Penelope e Severus sbuffò.
-Non intendevo gli appunti.-
-Ah no? E allora cosa? Qualsiasi
cosa non riesci più a trovare ti
assicuro che no l’ho presa io!-
-La vuoi smettere? Credi davvero
che ti accuserei di avermi rubato qualcosa?-
Penelope lo guardò negli occhi piena di scetticismo.
-D’accordo, forse si, ma non in
questo caso, anche perchè non ho perso niente.- Penelope lo guardò stranita.
-Ma allora cosa dici?- e Severus
sbuffò.
-Intendevo che non ho capito cosa
è successo... tra di noi...- buttò fuori passandosi una mano tra i capelli per
il nervoso e Penelope sorrise quasi intenerita, ma in realtà si divertiva
troppo a vederlo in imbarazzo.
Anche perché non riteneva giusto
che lei per colpa sua avesse il batticuore perenne e lui invece sembrasse
sempre così impassibile.
-Se non ricordo male, io ti ho detto
che mi piaci e tu lo hai detto a me... quindi direi che dopo aver chiarito
questo punto... siamo decisamente una coppia.-
-Una coppia in che senso?- chiese
Severus poco prima che ognuno dei due tornasse nei propri dormitori.
-Come in che senso? Vuoi che ti
faccia un disegnino?-
-No, ma non mi sembra che
facciamo qualcosa di diverso dal solito...-
-Tu mi hai baciata.-
-Si, ma è stato solo una volta
e...- a quel punto si interruppe non sapendo come continuare e Penelope gli si
avvicinò, si alzò in punta dei piedi e gli diede un lieve bacio sulle labbra.
-Questa è stata la seconda...
spero che ne avremo anche una quarta, una quinta e magari anche una sesta
domani.- disse con le guance arrossate e poi si allontanò per dirigersi nei
dormitori.
_ _ _
-COSA???-
Severus fece un cenno con la mano
come se non fosse importante e Penelope gli diede un pugno su una spalla.
-Ehi!- brontolò Severus
accigliato
-Te lo sei meritato! Perché non
mi hai detto che tuo padre è morto?- gli chiese con più gentilezza e l’altro
fece spallucce.
-Non era poi così importante...
dopotutto non lo sopportavo.-
Penelope lo guardò tristemente.
Sapeva cosa significava odiare il proprio padre, ma se fosse successo a lei,
sarebbe stata male comunque. Così gli prese una mano stringendola dolcemente e
Severus ricambiò la stretta.
-Mi dispiace.- mormorò e lui
annuì.
Posò il capo sulla sua spalla e
chiuse gli occhi.
-Mio fratello gemello è morto tre
anni fa e da quel momento mia madre non si era più ripresa... è peggiorata sempre
di più fino a che non si è suicidata... a volte mi chiedo se tutto questo
sarebbe andato in modo differente se mio padre non fosse un egoista fissato
solo col proprio lavoro, ma so bene che questi pensieri non fanno altro che
ferirmi inutilmente. Perché se non fosse andata esattamente così, io non sarei
quello che sono adesso.- disse Penelope e dopo poco si ritrovò stretta
nell’abbraccio di Severus.
-Grazie.- soffiò e l’altro si
limitò ad abbracciarla più forte.
_ _ _
Dedicato a Phoebe76 (richiesto da lei oltretutto, sono o non sono ubbidiente??? ù.ù) e Blackhole95 ecco a voi un disegno proprio su questo capitolo.
secondo bacio
Adesso come minimo pretendo dei commenti ù.ù
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Capitolo 11 *** Ciao Amore, Ciao... ***
penelope 10
Ecco a voi il decimo e ultimo capitolo. Lasciatemi un commento!!!
Non saltate le NOTI FINALI che c'è un regalino (o almeno lo è dal mio punto di vista XD)
10
Penelope si asciugò gli occhi con
il dorso della mano e tirò su col naso.
Era rannicchiata sul suo letto
con la lettera di suo padre tra le mani. Le coperte erano sfatte intorno a lei
ed era ancora in pigiama, ma non gli interessava.
Suo padre le aveva appena
annunciato il loro imminente trasferimento.
Mancavano meno di due mesi alla
fine della scuola e ai MAGO ma suo padre non voleva sentire ragioni. Sarebbero
partiti la settimana successiva. La lettera non diceva neanche per dove.
Ma era ovvio, per suo padre lei
sarebbe stata per sempre la bambina inutile e rompiscatole venuta alla luce
solo per caso e quindi non si sarebbe mai sprecato a spiegarle i suoi
programmi, anche se la riguardavano.
Avrebbe dovuto lasciare la
scuola, ma soprattutto avrebbe dovuto lasciare Severus.
Gli occhi le si riempirono
nuovamente di lacrime.
Perché...?
_ _ _
-Ehi... tutto bene?- le chiese
Severus non appena la vide entrare in classe.
Vedendola così triste, l’avrebbe
anche abbracciata, ma erano nella classe di pozioni che si stava velocemente
riempiendo e nonostante fosse sciolto nei suoi confronti più che chiunque altro
non significava che avrebbe permesso a tutta la scuola di sparlare su di loro.
Penelope lo guardò e sorrise.
O almeno ci provò, perché quello
che vide Severus fu tutto tranne che un sorriso. Aveva gli occhi arrossati e le
tremava appena il labbro.
Avrebbe voluto chiederle
cos’avesse, ma l’entrata del professore lo mise a tacere.
Severus le aveva chiesto se
andava tutto bene. Glielo aveva chiesto e lo aveva visto sinceramente
preoccupato... come poteva abbandonarlo?
Lei aveva solo lui e sapeva che
Severus aveva solo lei, come poteva fargli questo?
I rimorsi la tormentarono per
tutta la lezione, così non ascoltò niente di quello che disse Lumacorno e tanto
meno aveva capito come preparare la pozione, ma Severus sembrava averlo intuito
perché cominciò a sistemare gli ingredienti e a prepararli senza richiedere il
suo intervento.
Questo le fece venire un dubbio.
Forse sembrava più sconvolta di quanto pensasse. Si sarebbe dovuta guardare in
uno specchio prima di uscire quella mattina.
E poi fece la cosa più sbagliata
che avrebbe mai potuto pensare anche solo di fare in un momento del genere.
Prese in mano una boccetta con dentro un qualche ingrediente e prima che
Severus potesse fermarla, la versò completamente dentro il calderone.
Il rumore dell’esplosione che
fece si sentì in tutto il castello.
Tutto il settimo anno corvonero e
serpeverde trascorse in infermeria il resto della mattinata. Fortunatamente
nessuno subì gravi lesioni, ma Lumacorno
cominciò a sbraitare qualcosa di molto simile a: “Quella non entrerà mai
più nella mia classe!! È la figlia del demonio!”
Penelope però pensava solo che
almeno lui sarebbe stato contento di vederla andare via. Al contrario Severus
era stato tutto il tempo seduto accanto a lei a tenerle la mano e anche se lui
non ne aveva idea, gli era estremamente grata per quello.
I giorni trascorsero fin troppo
rapidamente.
Severus aveva capito che non
voleva parlare di quello che la turbava e non le aveva fatto alcun tipo di
pressione.
Ma ormai sarebbe partita il giorno dopo e non sapeva come dirlo
all’altro.
Aveva già fatto le valige e il
preside l’aveva convocata nel suo ufficio per farle compilare alcuni moduli.
Stavano camminando in silenzio
mano nella mano, per tornare al castello dopo aver trascorso il pomeriggio ad
Hogsmeade. Glielo aveva chiesto lei, perché prima di salutarlo aveva voluto
trascorrere un altro giorno interamente insieme. Sapeva già che le sarebbe
mancato tantissimo.
-Sev...- lo chiamò piano e lui la
guardò seccato. Non sopportava che lo chiamasse così e lei sorrise divertita.
-Devo dirti una cosa importante...- quella premessa non sembrò piacere al ragazzo
che si accigliò.
-Questa è la stessa cosa che ti
preoccupa in questi giorni?- gli chiese e lei si sentì gli occhi bruciare.
-Si...- pigolò e lui annuì prima
di fermarsi e stringerle un po’ più forte la mano.
-Dimmi.-
Penelope alzò la testa e lo
guardò negli occhi, ormai ricolmi di lacrime che proprio non riusciva a
trattenere.
-Mio padre si trasferisce...-
mormorò con voce rotta –ed io devo andare con lui.-
Severus rimase sorpreso per
qualche secondo prima di accigliarsi nuovamente.
-Dì qualcosa.- lo pregò dopo
qualche attimo di silenzio.
-Non so cosa... sono felice che tu ti sia preoccupata
tanto al pensiero di andartene, ma non è
la fine del mondo dopotutto... potremo continuare a sentirci.-
Le lacrime cominciarono a
scorrere liberamente sulle guance arrossate di Penelope prima che lei gli
gettasse le braccia al collo abbracciandolo forte e Severus non potè fare altro
che ricambiare la stretta.
-Non piangere...- mormorò Severus
imbarazzato.
-Mi dispiace tanto.- singhiozzò
con il volto nascosto nell’incavo del suo collo.
-Va tutto bene, è tuo padre che
ha deciso non puoi opporti a lui.-
-Vorrei tanto poterlo fare
invece.-
Lentamente, Penelope lo lasciò
andare e poi lo baciò dolcemente sulle labbra.
-Credo di essermi innamorata di
te.-
Severus sgranò impercettibilmente
gli occhi. –Io...-
-Non importa.- lo interruppe –Non
devi rispondermi in nessun modo... volevo solo che tu lo sapess...- ma Severus
la baciò nuovamente e prendendole il viso tra le mani le fece schiudere le
labbra approfondendo il contatto.
Penelope si lasciò andare contro
di lui, posando le mani sul suo petto e stringendo il suo mantello.
-Torniamo al castello.- sussurrò
Severus quando infine si separarono e incapace di proferir parola, Penelope
annuì.
_ _ _
-Nel dormitorio serpeverde?- -Si,
sono abituati.- -Come?- -...- -...tu?- -No! Ma non vorrei che le tue compagne si scandalizzassero...-
-Seee... che razza di stanza deprimente che hai...- -Lo so- -Ma...- -Zitta e
baciami-
Da quel momento non ci furono più
commenti sarcastici o battutine e quella notte fu magica per entrambi.
_ _ _
Quando Severus aprì gli occhi la
mattina dopo, il dolce peso che poche
ore prima era rannicchiato parzialmente sul suo corpo non c’era più.
Si mise a sedere e un busta di
carta gli scivolò in grembo. L’aprì e spiegò il foglio.
Caro Severus,
Mi dispiace di averti lasciato solo, avrei tanto voluto aspettare il
tuo risveglio sdraiata accanto a te, discutere magari sul fatto che il colore
dei muri della tua stanza è davvero orribile e poi fare colazione insieme, ma
dovevo andare da mio padre.
Probabilmente avrei dovuto dirti che il giorno della mia partenza era
proprio questo, ma il tuo bacio dell’altra sera mi ha un po’ offuscato la mente
(non ti montare la testa).
Voglio che tu sappia che ero assolutamente sincera e che conserverò il
ricordo di questa notte nel mio cuore fino a che non ci rincontreremo (allora
spero di poterne conservare molti altri)
So che quest’ultimo discorso è troppo melenso... lo è per me quindi
figuriamoci per te! Ma ti prego di credermi.
Non appena ne avrò la possibilità ti scriverò.
Ti amo. (scriverlo suona strano... mah!)
Tua (o almeno spero) Penelope.
Severus finì di leggere quelle
poche righe e lasciandosi cadere nuovamente sdraiato sul letto, sorrise.
Fine.
Allora...
dato che sono molto buona, (...e modesta XD) ho già pubblicato
il prologo del seguito di Your Love is My Potion che ha il titolo Your
Love is My Hope, cliccate ---> QUI e buona lettura!!!!
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