L'unico che non posso avere

di Geezer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


L'unico che non posso avere

A te, che ogni giorno insieme non è mai come quello precedente

A te, che se non ci fossi la mia vita sarebbe meno incasinata ma sicuramente meno mia.

A te, che sopporti ogni istante della mia infinita follia.

A te, che quando litighiamo è per fare pace.

A te, che è solo per merito tuo se sono guarita.

A te, che riempi le mie giornate con tutti i colori dell’arcobaleno.

A te, che sei l’unica cosa che mi tiene lontana dalla Spagna, il sogno della mia vita.

A te, che nella mia vita sei entrata senza chiedere il permesso e non hai avuto quello di uscirne.

A te, che la nostra è la favola più bella che sia mai stata inventata.

Ti voglio bene Mina e te ne vorrò sempre.

Grazie, soprattutto di essere te.

 Lia

 

 

 

 

 

L’unico che non posso avere

 

Capitolo 1

 

La brezza estiva entrava dolcemente dalla finestra aperta e faceva gonfiare le tende di morbido velluto rosso. La luna, molto più intensa di quella del loro mondo (esattamente come tutto il resto), brillava alta nel cielo di Narnia. Non si sentivano rumori, a parte il canto delle cicale nascoste tra gli alberi dell’enorme giardino e il respiro del vento tra le foglie. La sera era molto tranquilla ma c’era qualcuno nel grande palazzo di Cair Paravel che sembrava non avere intenzione di godersi lo spettacolo.

La regina Susan era distesa sul letto completamente vestita. Un vassoio d’oro vuoto, tutto ciò che restava di una raffinata cena, era appoggiato sul comodino alla sua destra. Sospirò per quella che doveva essere la ventesima volta. Era successo tutto talmente così in fretta che faceva ancora fatica a rendersi pienamente conto della situazione. La guerra, sua madre che portava lei e i suoi tre fratelli in campagna a casa del professor Kirke, sua sorella Lucy che esplorando la casa scopriva un mondo magico dentro un armadio. E poi la profezia, la Strega Bianca, il tradimento di Edmund, Aslan, un’altra guerra per liberare quel mondo che era diventato il loro. Alla fine non solo non se ne erano più andati, ma erano anche stati proclamati sovrani, oltre qualsiasi aspettativa potessero avere. Suo fratello maggiore, Peter, era il re supremo ed era stato chiamato il Magnifico; Edmund era stato perdonato ed era il Giusto; Lucy, senza la quale non sarebbe successo niente, la Valorosa; e poi c’era lei, la regina Susan, la Dolce.

 Le suonava ancora strano sentire il suo nome accostato a quella parola. Certo, da piccola aveva fantasticato molte volte, ma quale bambina non sogna di essere una principessa? Vivere in grandi e lussuosi palazzi, indossare abiti meravigliosi, aspettare principi azzurri su bianchi cavalli… La guerra l’aveva fatta crescere troppo in fretta e aveva smesso di credere alle favole. Fino a quando si era ritrovata catapultata in una di essa senza quasi accorgersene... Era circondata da ninfe, animali parlanti, centauri e fauni. Ed era regina. Era meglio di qualsiasi sogno. E poteva rivelarsi un incubo...

 Susan amava molto Narnia ma era spaventata dalle mille responsabilità che il suo ruolo comportava. Erano passati solo tre mesi dall’incoronazione, tre mesi che parevano anni, e ancora non si era adattata del tutto. Se doveva dare un ordine si sentiva a disagio, e viveva con la tremenda paura di prendere le decisioni più sbagliate per il popolo. Ma come facevano gli altri a essere sempre così tranquilli? A essersi abituati così in fretta? A loro Narnia sembrava aver dato tutte le caratteristiche giuste per essere re e regina… Cosa aveva dato a lei? Niente. Assolutamente niente.

Irritata si girò per prendere un bicchiere d’acqua dalla caraffa di cristallo sul comodino e la vide. In una cornice di splendido argento intarsiato c’era una foto di lei e Peter abbracciati sullo sfondo del loro vecchio college di Londra. Ricordi di un’altra vita... Venendo a Narnia avevano perso tutto quello che avevano lasciato a casa del professor Kirke ma Susan teneva particolarmente a quella foto e la portava sempre con sé. Anche quel giorno quando, ormai rassegnata, le ninfe avevano restituito i suoi vecchi vestiti e l’aveva trovata nella tasca della camicia, miracolosamente intatta dopo tante avventure.

Rimase a guardarla per qualche secondo e poi, dimentica della sete, affondò nel cuscino, triste. Non era vero che quel reame incantato non le aveva dato niente. Aveva portato alla luce un sentimento che era sempre stato dentro di lei, nascosto nel più profondo del suo cuore e che a Narnia aveva trovato la magia giusta per esplodere. Un sentimento che non sarebbe mai dovuto esistere. Tutto era iniziato con un sospetto che la teneva sveglia di notte e che aveva portato con sé incredulità e paura. Susan aveva prestato molta attenzione ai segnali e giorno dopo giorno quel sospetto diventava sempre più reale. Fino a due settimane prima, quando la verità le era stata crudelmente sbattuta in faccia e aveva passato tutta la giornata chiusa in camera sua a piangere, da sola. Le era parso tutto così sbagliato, impuro, ma non poteva smettere e il sentimento cresceva, inarrestabile. E poi, il pomeriggio prima, un’altra scioccante scoperta: il sentimento era ricambiato.  Era come se l’avesse sempre saputo, come se fosse sempre stato così, ma la rivelazione le aveva gelato il sangue nelle vene. Quel sangue che...

Dei colpi alla porta interruppero le riflessioni della bella regina. Leggeri come le ali di una farfalla ma senza alcuna esitazione. Solo una persona bussava alla porta in quel modo...

Agitata, scattò a sedere e fece un respiro profondo prima di mormorare “ Avanti ” Le tremavano le mani...

La porta si aprì ed entrò lui, bellissimo come al solito. Si appoggiò allo stipite con le braccia incrociate, e la guardò. “ Ciao, Susan ”

Il suo cuore perse un battito... “ Ciao, Peter ”

“ Perché non sei scesa a cena? Ero preoccupato... ”

Susan dovette abbassare gli occhi. Non era mai riuscita a mentirgli, ma ci provò lo stesso.

“ Non avevo fame ”

Lo sguardo di Peter si spostò sul comodino di destra. “ Ma ti sei fatta portare il vassoio in camera... ”

Accidenti, che stupida! Avrebbe dovuto nasconderlo. La mente di Susan lavorava febbrile alla ricerca di una bugia credibile.

“ Ehm... ”

Peter tornò a guardarla con una deliziosa espressione di curiosa attesa sul viso.

All’improvviso lei si ricordò di cosa s’inventava Edmund quando non voleva andare a scuola. La mamma ci cascava tutte le volte.

“ Non mi sentivo tanto bene... ”

La regina alzò la testa giusto in tempo per vedere Peter sussultare e correre verso di lei. Le s’inginocchiò davanti e le prese le mani.

“ E ora? Come stai ora? ”

Lei lo guardò mentre un fastidioso senso di colpa scoppiava e si spandeva a velocità impressionante nel suo petto. Forse aveva esagerato. Non doveva usare quella scusa, non con lui. Sentì l’istinto di rassicurarlo e si affrettò a rispondere.

“ Ora sto bene. Sono felice ”

Ma Peter non era il tipo che si accontentava di risposte vaghe ed era ancora all’erta. Non si mosse ma soffiò un “ Ma...? ” a voce così bassa che pensò che Susan non lo avesse sentito.

Lei sbuffò con il naso. Nessuno la conosceva meglio di Peter e a nessuno, dopo la frase “ Sono felice ” sarebbe venuto in mente di dire “ ma? ”. Si sentiva scrutata, esaminata dai suoi spettacolari occhi blu; o forse era solo lei che aveva paura suo fratello potesse leggerle dentro quello che entrambi già sapevano. Interruppe di nuovo il contatto visivo tra di loro e ... si trovò a dire la verità.

“ Ma sono convinta di non essere né in grado né la persona giusta per essere regina di questo posto ”

Peter era sorpreso ma si rilassò. Sapeva che poteva crederle. Senza lasciare le sue mani si alzò e si sedette sul letto, accanto a sua sorella. Lei cercò di non pensarci e non tornò a guardarlo.

“ Sue, neanche io penso di essere in grado di essere re, così come non lo pensano neppure Edmund e Lucy. Ma l’unica di noi che ha la certezza di riuscirci sei proprio tu. Non devi avere paura di fallire o di deludere tutti, perché non fallirai, non ci deluderai ”

Lei provava a trattenersi ma le mancava l’aria. Ogni cellula del suo corpo sembrava in fiamme e gridava quella disperata necessità che le annebbiava la vista e le toglieva il contatto con la realtà.

“ Tu ce la farai. E ce la farai perché sei perfetta. Credi nella giustizia e nell’onore, nell’amicizia e nella lealtà, nella pace e nell’amore. E ti batterai perché tutti credano in questo. Sarai una buona regina, Susan. Una guida per il popolo nei momenti di difficoltà e di buio e l’esempio da prendere quando tutto andrà bene ”

Cercava di calmarsi ma il bisogno era diventato insopportabile. Doveva resistere. Serrò le palpebre per sottrarsi alla tentazione.

“ Vorrei essere come te... ”

Ma a quelle parole cedette. Alzò la testa e lo guardò negli occhi. Le si mozzò il respiro. Perché si ostinava a farsi del male? Mordendosi le labbra, si impose di concentrarsi sul suo discorso.

“ Vorrei che tutti vedendomi passeggiare per le strade mi sorridano, come fanno quando vedono te ”

Susan non poté fare a meno di sorridere. “ Ma lo fanno già, re Peter. Probabilmente sei troppo occupato con quelli che guardano me per accorgerti delle ragazze che ti fissano sognanti. O dei ragazzi che ti prendono a modello, incapaci di avercela con te perché la loro fidanzata ama te di più, perché tu sei il loro re e anche loro ti amano ”

Peter scoppiò a ridere. “ Davvero succede questo? Non ci ho mai fatto caso... ”

Un’improvvisa folata di vento scompigliò l’oro dei suoi capelli. Nello stesso istante la ragazza imitò suo fratello. Lui si beò di quel suono angelico come di un nettare. Gli permise di entrargli dentro e di sfiorargli l’anima. Ma poi scosse la testa e tornò serio.

“ Comunque sia... Riguardo all’essere o no la persona giusta... Susan, noi siamo stati scelti. Era destino che governassimo Narnia. Quindi non voglio mai più sentire storie del genere da te, che devi essere una splendida regina, la mia regina. Il popolo non potrebbe desiderare di meglio. Sei così bella e distante e insieme così reale e presente... ”

La sua mano salì ad accarezzarle il viso. Lei non ebbe la forza di ritrarsi, mentre un brivido le percorreva la schiena.

 “ L’uomo che potrà dire che appartieni a lui sarà senza dubbio il più fortunato. Si vanterà di possedere il più prezioso dei tesori e chi gli darà torto? Tu vali davvero più di qualsiasi altra cosa. Sei la donna che tutti vorrebbero avere al proprio fianco, con la quale dividere ogni momento brutto o bello di questa vita... ”

Susan lo provocò senza pensare alle conseguenze. “ Stai cercando di sedurmi, Peter Pevensie? ”

Lo sguardo di Peter si accese di una strana luce che si rifletté anche sul sorriso malizioso.

“ L’ho sempre detto che sei molto intelligente... ”

Lei impallidì. Si accorse di aver commesso un errore imperdonabile, ma parlare con lui era così facile.

Scostò bruscamente le mani e lui non gliele riprese. Ignorando il cuore che sembrava volerle uscire fuori dal petto, giocò l’unica carta a sua disposizione.

“ Cosa? ” L’espressione era passabile ma il tono di voce era di un’ottava più alto del necessario. Se l’era bevuta?

“ Oh, andiamo. Non provare a fare quella faccia, Susan. Sai benissimo quello che provo per te... E sai benissimo anche quello che tu provi per me... ”

Parlò in fretta, quasi con impazienza. Quanto sarebbe durata ancora quella messinscena?

Susan non voleva arrendersi. “ Che diavolo stai dicendo? Ti sei bevuto il cervello? Noi siamo fratelli. Io non provo niente per te! ”

Lui inarcò un sopracciglio. “ Ah no? E allora perché mi hai evitato tutto il giorno? ”

La regina esitò ma si riprese immediatamente. “ Ma che significa? Se oggi ti avessi evitato non sarebbe stato certo perché ti amo! ” E, dal momento che si trovava, aggiunse con un tono che voleva essere offeso. “ E comunque io non ti ho affatto evitato! ”

Suo fratello alzò gli occhi al cielo, esasperato. “ Sue... Riconosci almeno questo ”

Susan strinse i pugni. Il suo viso mostrava chiaramente il conflitto. Alla fine dovette piegarsi al suo volere, a quello strano potere che esercitava su di lei...

“ E va bene... Sì, ho cercato di evitarti oggi, ma solo un po’ ... ”

Il re supremo non credeva alle proprie orecchie. “ Solo un po’ ? A malapena mi hai salutato stamattina a colazione, quando entravo in una stanza dove c’eri tu correvi a rifugiarti in un’altra camera, non mi hai rivolto la parola per tutto il giorno, e hai il coraggio di dire che mi hai evitato solo un po’ ?! Persino Edmund si è accorto che qualcosa non andava visto che in genere siamo inseparabili... ”

E Susan fu costretta ad ammettere l’evidenza dei fatti, prontamente e giustamente elencati dal ragazzo.

“ D’accordo, hai ragione... Oggi ho fatto di tutto per evitarti. Ma come vedi non ha funzionato. Sei qui... ”

Peter non si lasciò accecare da questa parvenza di vittoria, e replicò.

“ Non hai risposto alla mia domanda, però. Perché mi hai evitato? ”

Lei si aggrappò all’ultima speranza che le era rimasta, ma non si accorse che sembrava voler rassicurare più sé stessa che ribattere a suo fratello, mentre le prime lacrime cominciavano a spingere per uscire.

“ Te l’ho detto prima. Oggi non mi sentivo tanto bene e non mi andava di vedere nessuno. Ora sto meglio ma vorrei che tu sapessi che, essendo fratello e sorella, non c’è amore tra di noi e nemmeno può esserci. Tu sei mio fratello. Io ti voglio un mondo di bene, ti adoro, ma non ti amo! ”

Il giovane re cominciava a spazientirsi. Ma dove trovava la forza di tenere in piedi quella ridicola farsa?

“ Non mentirmi, Susan ”

Aveva sussurrato. Calmo, misurato, perfettamente padrone di sé. Lei avrebbe voluto che urlasse, ma continuava a resistere.

“ Non ti sto mentendo! E’ la verità... IO NON TI AMO! ”

La prima lacrima sfuggì ribelle al suo controllo e cadde a bagnarle il viso. Peter non se la fece scappare.

“ Dillo un’altra volta. Forse ce la fai a convincerti che è così. Non è rifiutando quello che senti che smetterai di amarmi, non è negandolo che smetterai di soffrire ”

Parole che colpirono come un pugno, proprio lì, al cuore, dove fa più male. E Susan esplose.

 “ E allora come?! Com’è che smetterò di soffrire? Com’è che smetterò di cercare di non tremare quando mi guardi, mi sorridi o mi tocchi? Com’è che smetterò di far finta che non m’importi quando invece sei carino con le altre? Com’è che smetterò di scoprirmi a fissarti o a desiderare i tuoi capelli, le tue mani o la tua bocca? Com’è che smetterò di morire quando il tuo profumo o la tua immagine mi invadono l’anima e la mente? Com’è che smetterò di sognarti? Com’è che smetterò di maledirmi, di piangere di notte e di sentirmi in colpa perché so che tutto questo è sbagliato? Perché so che il mio amore è sbagliato? Com’è che potrò vivere senza avere bisogno di te per essere felice? Com’è che smetterò di amarti Peter? ”

Credeva davvero che fosse tutto così facile? Che si potesse risolvere tutto dicendo ‘Sì, è vero, Pete. Ti amo. Che si fa ora?’

Quasi senza accorgersene si era alzata dal letto, le lacrime ormai scorrevano senza freni. Lui attese che il tintinnio metallico del vassoio che aveva scagliato attraverso la stanza si spegnesse. Poi prese un respiro profondo e la raggiunse, accanto allo specchio. Le asciugò il viso e la strinse a sé. Lei non oppose resistenza ma chiuse gli occhi e si abbandonò con la fronte contro la sua spalla. Singhiozzava.

“ Non puoi, Susan. Devi accettarlo. E’ successo, punto. E’ quello che senti e fa parte di te. Ma non dire che è sbagliato... Non lo è ”

Peter la cullava e le accarezzava i capelli. Lei si calmo un po’ ma quando provò a parlare di nuovo le uscì solo un debole sussurro .

“ Peter... ”

Lui continuò come se non fosse mai stato interrotto. “ Ti prego. Vivi quello che senti senza inutili sensi di colpa... ”

Quando lei ritrovò la voce questa suonò incredibilmente atona e distante. “ Che cosa vuoi da me, Peter? ”

Lui si allontanò da lei cose se fosse rimasto scottato e le sollevò il mento per guardarla negli occhi.

“ Oh, Susan! Come potrei volere qualcosa da te? Ti chiedo solo di amarmi e di lasciarti amare... Ho il posto prenotato all’Inferno ma tu lo puoi rendere meglio di qualsiasi Paradiso... ”

Lei tornò a sedersi stancamente sul letto. “ Perche mi dici queste cose? ”

Il biondo sovrano la seguì, paziente e determinato. Era a tanto così dalla realizzazione del suo più grande desiderio, per niente al mondo avrebbe rinunciato proprio adesso.

“ Perché ti amo, lo sai. Ti amo da sempre e non posso più fare finta di niente. Non ora che so che anche tu mi mai... ”

Aveva parlato dolcemente, come sempre, ma ogni parola era una pugnalata. Susan era di nuovo sul punto di scoppiare in lacrime.

“ Perche mi fai questo, Peter? Lo sai che è sbagliato. Lo sai che non possiamo... Io e te siamo fratelli. Abbiamo lo stesso sangue... E’ una cosa orribile e immorale in così tanti modi... 

Le dita di Peter si mossero verso quelle di Susan alla ricerca di un rinnovato contatto.

“ Lo so, e non voglio farti soffrire ancora credimi... Quando stai male, sto peggio di te. Ma non ce la faccio più. Vogliamo ignorare quello che è successo? D’accordo. Ma come sarà poi? Come mi sentirò sapendo quello che entrambi proviamo? Che io ti amo e che tu mi ami e che non possiamo averci... E come ti sentirai tu? Riuscirai a continuare a vivere come se niente fosse? Come se questo sentimento non fosse mai nato? Tu dici che è sbagliato, Sue. L’amore non è mai sbagliato. E’ amore... ”

Susan fece appello all’ultima argomentazione logica che non l’aveva ancora tradita, ma la sua forza di volontà era agli sgoccioli.

“ Però... Se il consiglio lo venisse a sapere... ”

Lui le rispose immediatamente, sorridendo complice. “ Il consiglio non lo saprà mai se stiamo attenti... ”

I suoi occhi erano pieni di speranza, ma lei era ancora una maschera di indecisione, conflitto e dolore.

“ Non lo so, Peter. Potrebbe sempre venirlo a sapere qualcun altro... E questo è un rischio che non può essere corso... ”

Ormai la supplicava. La mano era tornata ad accarezzarle il viso. Lei aveva gli occhi chiusi, come se da quel tocco delicato dipendesse la sua intera esistenza.

“ Ti prego, Susan. Dimmi di sì. Sei così importante per me. Sei la sola cosa che mi permetta di andare avanti. Non oserei immaginare la mia vita se tu non fossi con me. Non puoi nemmeno cercare di capire quello che provo per te. Non lo so neanche io, pensa. So solo che c’è e che è la cosa più bella del mondo. All’inizio credevo che fosse solo un affetto più profondo, che ti volessi più bene degli altri ”

Peter abbassò lo sguardo, come se parlarne gli facesse male.

“ Poi è arrivata la verità ed è stato come se si accendesse la luce. Io non ti volevo più bene di Edmund e Lucy. Io ero innamorato di te... ”

Deglutì. Sembrava che avesse un groppo in gola. Lei aprì gli occhi e si girò verso di lui.

“ La cosa più difficile è stata accettare questo sentimento. Non ci volevo credere. Era impossibile: tu eri mia sorella , la mia sorellina. Quante botte mi sono preso per te, per proteggerti...? Come potevo amarti? Desiderarti? Era semplicemente ridicolo. Mi dicevo che dovevo vergognarmi e mi costringevo a guardare le altre ragazze. Ma era tutto inutile... Mi eri entrata dentro. E in un modo che non avrei mai immaginato. Non riuscivo a smettere e mi odiavo per questo. Poi però ho scoperto che anche tu eri innamorata di me. Ed è stato bellissimo: non mi sentivo più sporco e colpevole e ho cominciato a non nasconderti più il mio amore, certo che te ne accorgessi, prima o poi. E così siamo arrivati al picnic di ieri pomeriggio, quando finalmente hai capito, e a stasera. Non negarmi Sue. Ti prego, non farlo... Io ti amo... Vieni all’Inferno con me... ”

Peter si avvicinava sempre di più. Susan poteva distinguere ogni singola sfumatura dei suoi occhi. Il panico si impossessò di lei. Cosa doveva fare? Da un lato il suo cuore le sussurrava di cedere all’amore, al vero amore, e di essere felice con l’unico che avrebbe mai potuto volere. Dall’altro la sua parte razionale le gridava di non farlo, che era sbagliato, che qualunque felicità ne derivasse sarebbe stata una sofferenza per gli altri.

Ma a che diavolo pensava? Troppo spesso aveva rinunciato ai suoi, ai suoi progetti, mettendo gli altri prima di se stessa. Ma non adesso. Impostò il suo cervello sulla modalità “OFF” e azzerò completamente la distanza che la separava da suo fratello.

Lui rimase un po’ spiazzato da quel gesto ma rispose al bacio. Il suo bacio. Delicato, timido, incerto. Come se non fosse ancora sicura della cosa giusta. Desiderato come nient’altro. Sentì la mano di lei posarsi sul suo viso, quasi a trattenerlo. Sorridendo dentro di sé, pensò che non c’era nessun posto al mondo dove voleva stare. La sua mano scattò dietro la nuca attirandola, per farle sentire che non sarebbe andato da nessuna parte, non senza di lei.

Susan aprì un po’ di più la bocca, permettendo alla lingua di Peter di incontrare la sua e di iniziare a giocarci. Le sue labbra erano soffici e calde, esattamente come le aveva immaginate, e sapevano di cioccolata. Dopo pochi minuti, o forse ore o giorni, il bisogno di ossigeno li costrinse a separarsi. Avevano entrambi il fiato corto.

Peter aveva tutti i capelli in disordine e anche la lucente e liscia chioma bruna di Susan aveva senza dubbio vissuto giorni migliori. Avevano le guance rosse, gli occhi lucidi e le labbra gonfie. Ma nessuno dei due aveva mai visto niente di più bello.

Si guardarono intensamente, con il respiro e il battito cardiaco che tornavano alla normalità. Allora era così che ci si sentiva prima di morire di felicità? Susan cercava parole che potessero esprimere quello che provava in quel momento, ma nessuna era neanche lontanamente sufficiente a descrivere quello che era appena successo.

Peter continuava ad accarezzarle lentamente il viso e lei sorrise. Stavolta fu lui a baciarla di nuovo, mentre la passione esplodeva. Il ragazzo la spinse piano giù e si ritrovò sopra di lei, schiacciandola. Susan non aveva mai dovuto reggere un peso così piacevole e solo quando avvertì la live carezza del vento si accorse che Peter le aveva sbottonato il vestito e che l’aveva scaraventato sul pavimento. La consapevolezza di essere rimasta nella raffinata biancheria intima reale la accesero ancora di più di desiderio.  Le sue mani bramavano un contatto più diretto con la sua pelle e con un’audacia che non avrebbe mai creduto di avere cominciò a trafficare con i bottoni d’oro della camicia, che molto presto andò a fare compagnia al suo vestito a terra, raggiunti poco dopo anche dai pantaloni di Peter.

Susan non poteva pensare di aver osteggiato quel sentimento così a lungo e così tanto. Ma ora aveva capito. Aveva accettato. Persino le paure di poco prima le parevano sciocchezze se sapeva di doverle affrontare con lui al suo fianco. Era serena, tranquilla, libera. Era innamorata di suo fratello e, per la prima volta dopo tanto tempo, era felice.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Angolo dell’autrice:

ragazzi/e vi chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo nel postare il secondo e ultimo capitolo! Immagino che vorrete uccidermi e vi capisco... la mia unica giustificazione è che la scuola mi ha tenuta così impegnata in queste settimane che non ho avuto nemmeno 5 minuti di tempo! Vi chiedo scusa anche in anticipo se il capitolo non sarà all’altezza delle vostre aspettative... Ma leggete e fatemi sapere se dovrò chiudermi in casa per sempre oppure no... A voi l’ultima parola!!

 

Capitolo 2

I primi raggi del sole fecero capolino da dietro le montagne che circondavano in lontananza Cair Paravel e Susan aprì gli occhi. Stava stranamente bene. Le ci volle qualche secondo per realizzare cosa fosse successo e, quando finalmente i ricordi cominciarono a prendere forma nella sua mente, arrossì violentemente.

Peter che la spogliava, con gli occhi incatenati ai suoi. Le sue mani che le accarezzavano ogni centimetro di pelle. I suoi baci che lasciavano una scia umida e infuocata. Sentirlo dentro di sé... E sentirsi finalmente completa. Le emozioni che aveva provato... Non esisteva niente di simile.

A fatica riuscì a staccarsi da quei pensieri. Era abbracciata a Peter e aveva la testa posata al suo petto muscoloso. Alzò il viso e incontrò i suoi occhi. Lui la stava fissando come se la vedesse per la prima volta. Uno sguardo pieno di parole non dette ma sempre sapute, promesse che non avrebbero mai potuto mantenere e che si sarebbero fatti comunque, lacrime che nemmeno a loro stessi era concesso conoscere. Condanna e assoluzione che arrivano dalla stessa mano.

Susan credette di perdersi in un oceano nuovo e mai esplorato prima ma un movimento inatteso di Peter la riportò sulla Terra. Si era alzato su un fianco e si era avvicinato per baciarla. Fu un bacio dolce, casto, molto diverso da quelli che si erano scambiati durante la notte.

Le sembrò di poter vivere solo di quel bacio. Quanto dolorosa e inutile era stata la sua vita fino adesso! E quanto infelice era stata lei, affannandosi a soffocare un sentimento che, ormai lo sapeva, non era poi così orribile come aveva sempre pensato.

Suo fratello si staccò da lei per sistemarsi meglio ma fece in tempo a sussurrarle all’orecchio un ‘Sei bellissima’ che le provocò brividi come se fossero tornati nel Lungo Inverno.

Lei cominciò a giocare con una ciocca di capelli, a disagio, attorcigliandosela intorno al dito e, nel rispondere, dette ai suoi pensieri l’opportunità di esprimersi.

“ Ho sempre creduto che fosse sbagliato e basta ”

Peter non ebbe bisogno di chiederle di cosa stesse parlando e una mano scattò automaticamente ad accarezzarle la schiena nuda.

“ Non mi sono mai impegnata veramente a fondo perché accadesse. L’ho sognato tante di quelle volte che ora faccio fatica persino a crederci. Ti prego, dimmi che non è un sogno. Dimmi che sono davvero qui con te. ”

Lui sorrise, amaro. Sapeva esattamente come si sentiva.  La terribile sensazione di perdere la felicità che, almeno nel sogno, aveva appena conquistato.  La consapevolezza che quella felicità avrebbe potuto essere sempre solo un sogno.  Sentirsela sfuggire come acqua tra le dita. Vedersela strappare impotenti dal pensiero di un’altra giornata inevitabilmente passata a nascondere ciò desiderava davvero.

Era così che Peter si alzava ogni mattina. O meglio, si era alzato ogni mattina da... Non ricordava nemmeno più quando si era innamorato di sua sorella. Quando il suo cuore aveva cominciato a mandargli i segnali che il ruolo del fratello maggiore protettivo e affettuoso gli stava ormai stretto. Che l’avrebbe sempre protetta, certo, ma che volerle bene non gli bastava più. Voleva amarla e voleva che lei lo amasse.

Forse ogni giorno era stato un piccolo segnale. Vederla indossare un vestito nuovo e pensare che fosse bella. Non carina e nemmeno graziosa. Ma bella. Oppure la voglia di prendere a pugni qualunque individuo di sesso maschile oltrepassasse la barriera del metro intorno a lei o manifestasse anche solo la minima aspirazione di entrare in più stretto contatto.

Il suo sguardo puntato addosso lo informò che era ancora in attesa di una risposta. Le spostò una ciocca dietro l’orecchio, dolce.

“ No, non è un sogno amore. È la realtà. Comunque nemmeno per me è facile da accettare, sai. Non sono sempre stato così sicuro della bontà dei miei sentimenti. E anche se ho sempre sperato, fino a ieri questo era il mio desiderio irrealizzabile. Quello stupendo e irraggiungibile, che ognuno di noi ha racchiuso nel più profondo dell’anima... Ora me ne dovrò trovare un altro, però. Questo si è avverato... ”

Sorrise ma Susan non si era ancora tranquillizzata.

“ Ho paura Peter.  Paura che tutto sia solo l’ennesimo sogno di una ragazza innamorata. Paura che ci scoprano. Paura di perderti. Paura di essere costretta a separarmi da te, di voltarmi un attimo e vedere che tu non ci sei più, che te ne sei andato, che ami un’altra... ”

Il giovane re esitò un solo piccolissimo istante, prima di rispondere con la solita voce chiara e decisa. Come faceva a rassicurarla se quelle erano le stesse paure che provava anche lui?

“ Oh, tesoro. Niente di tutto questo accadrà mai, lo sai bene. Siamo fratelli e Dio solo sa cosa abbiamo dovuto sopportare prima di giungere alla conclusione che quello che sentiamo l’uno per l’altra non è sbagliato. Il nostro amore non può finire, perché non c’è sofferenza pari a quella che abbiamo vissuto noi quando abbiamo capito di amarci. Sei mia sorella e se credo che ti amo, ti amo davvero. E questo non potrà mai cambiare. Mi dispiace che non sarò io l’uomo che avrai al tuo fianco, ma non ti lascerò mai. Te lo prometto. Shakespeare diceva che l’uomo è solo un povero attore che si pavoneggia sul palcoscenico e poi scompare nel silenzio... Almeno dietro le quinte di questa stupida recita, io sarò sempre con te. E, in un modo o nell’altro, saremo felici. Insieme. ”

Lei sentì i suoi dubbi e i suoi timori sparire lentamente a quelle parole, ma alcune di esse avevano catturato la sua attenzione in modo particolare.

“ Anch’io ti amo, Peter. Ma ora ci aspetta una battaglia e io non so se sarò capace di affrontarla ”.

Come era successo tante volte la sera prima, abbassò lo sguardo. Ma Peter le prese una mano e se la portò alle labbra. Susan si vergognava profondamente per quello che aveva appena confessato ed era più che certa che lui invece avrebbe fatto qualunque cosa per loro. Effettivamente la fermezza di suo fratello non tardò ad rivelarsi, mischiata alla solita dolcezza distratta che non si sarebbe mai reso conto di avere.

“ Hai ragione, Sue. La battaglia più difficile che abbiamo mai combattuto. Ma ce la faremo vedrai. Supereremo quest’ostacolo. Superero ogni ostacolo che ci ritroveremo davanti. E lo faremo per noi ”

Le baciò delicatamente le dita. Una per una, sensuale.  Susan avvampò e dovette fare appello a tutto il suo proverbiale autocontrollo per non liquidare la conversazione e tornare a baciarlo. Il problema era spaventosamente reale, e molto grave.

“ Sì ma... Non sarà così facile. Ci dobbiamo vedere di nascosto. Nessuno deve sapere o sospettare niente. Compresi Edmund e Lucy, e non perché temo che ci possano tradire ma perché nemmeno loro capirebbero. Usciti da questa stanza comincerà la guerra. Dovremo mentire con tutti, anche con chi ci è più caro. Dovremo indossare una maschera. Non ci possiamo permettere di lasciare segnali che qualcuno potrebbe cogliere. Dovremo essere prudenti, guardarci le spalle. Inizia una vita di bugie e inganni ”

Peter stava per ribattere ma lei lo anticipò. Non voleva essere dura ma era necessario che comprendesse in cosa si erano cacciati.

“ Non mi guardare così, Peter. Non sto dicendo che sono pentita della mia decisione. Non lo sarò mai. Ho scelto te e ora dobbiamo accettarne le conseguenze. La vedi davanti a noi la porta dell’Inferno? Passarla con te sarà bello, ma dovremo essere pronti. Non sarà una passeggiata e non sarà piacevole. Dovrò fingere che tu sia solo mio fratello quando in realtà non lo sei mai stato, quando sei molto di più. Dovrò accettare il fatto che ti sposerai con una donna che non potrò mai essere io e dovrò provare a volerle bene perché tra di noi l’unica che non avrà nessuna colpa sarà proprio lei. Lei che confiderà nel tuo amore più che in ogni altra cosa ma che mai lo avrà. Dovrò non guardare i vostri figli e pensare che avrebbero potuto essere nostri... Te li immagini i nostri figli Peter? Avrebbero i tuoi occhi e magari i miei capelli, ma sarebbero bellissimi. Come sei tu. Arriverà il giorno che almeno Ed e Lu sapranno la verità. Forse tra vent’anni, ma arriverà. E dovremo far capire loro quello che tu hai fatto capire a me ieri sera. Che l’amore non è mai sbagliato, che quando ami davvero una persona non ci sono regole da seguire o legami, siano pure indissolubili, a ostacolare questo sentimento. Che io e te ci amiamo, oltre ogni goccia dello stesso sangue che ci scorre nelle vene. Un giorno sapranno la verità ma per ora questo è il nostro peso. Che solo io e te possiamo e dobbiamo portare ”.

Susan concluse il suo discorso con un sospiro e Peter, che non le aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, seppe che poteva respirare di nuovo.

Dire che non aveva mai pensato a tutto questo non sarebbe stato corretto. Ci aveva pensato ogni volta che era stato sul punto di parlarle e dirle la verità. Ma Peter era convinto che la vita, essendo una, doveva essere vissuta intensamente e l’unica cosa che lo frenava era la paura di non essere ricambiato. Perché stare con lei valeva davvero tutte quelle cose e anche di più. In seguito, quando anche la paura era sparita, il problema era stato accantonato in un remoto angolino del suo cervello. Anche Susan lo amava e, ci avrebbe scommesso, era solo una questione di tempo prima che avrebbe ceduto. Il resto , tutto il resto, non contava.

“ Beh... Che cosa posso dire? Hai ragione sulla battaglia e su quello che dovremo affrontare tra poco. Hai ragione sull’amore, hai ragione su tutto. Come sempre. E questi sono i momenti nei quali capisco di essermi innamorato della persona più speciale del mondo. Come hai potuto dubitare di essere una buona regina ieri sera? Questa è la dimostrazione del fatto che tu sei davvero perfetta... E questi sono i momenti nei quali mi chiedo: come hai fatto a innamorarti di uno come me? Perché proprio me? Di principi che sono venuti al castello a chiedere la tua mano ce ne sono stati tanti. Ognuno più bello e ricco dell’altro. Come ringraziavo il cielo ogni volta, tu hai rifiutato tutti e lo farai ancora fino a quando il buonsenso, la ragion di Stato e il tuo desiderio di essere mamma non ti spingeranno ad accettare proposta di uno sconosciuto qualunque che proverà a prendere quel posto nel tuo cuore che, per chissà quale capriccio del destino, appartiene a me. Lui ti darà tutto quello che chiederai... Castelli immensi, abiti favolosi, gioielli meravigliosi... Anche il mondo intero, se solo lo volessi... Ti contemplerà con l’ammirazione e la venerazione con le quali si contempla una dea. E ti amerà... Ma chi può dire se si renderà mai conto di dover competere con il pretendente più improbabile? Me, tuo fratello. L’unico che non puoi avere. ”

Gli occhi di Peter si erano velati di tristezza e una nota amara e malinconica era scesa ad accompagnare le sue parole.

Susan sentì una morsa gelida stringerle lo stomaco e una forza strana e irresistibile portò la sua mano ad accarezzargli il viso.

Quel futuro incombeva minaccioso su di loro ma non dovevano preoccuparsene. Non ancora. Ci avrebbero pensato in seguito, quando sarebbe stato inevitabile.

“ Oh, amore... Sai benissimo che non voglio niente di tutto questo. Credi che mio marito, per quanto bello e ricco possa essere, potrà comprare il mio amore con due vestiti e qualche pietra luccicante? No... Io amo te. Voglio te. Vorrò sempre solo te.” E, con una punta di malizia, aggiunse “ E mi sbaglio, o l’unico che non posso avere è accanto a me nel mio letto, nudo? ”

Peter sorrise di nuovo e il sole tornò a splendere nel cuore di Susan. Era così bello...  Possibile che avesse così poca fiducia in se stesso e nel loro amore? Lui, che era sempre stato più forte, più coraggioso, più determinato...

“ Hai ragione un’altra volta, hai visto?  Tanto ci sono abituato. Però quello che volevo dire è che io non sono niente in confronto a te. Tu sei ciò che di più bello esiste al mondo. Ciò che di più bello esiste nel mio mondo... Tu sei... Tu sei... Sì insomma, tu sei... ”

L’improvvisa certezza di trovarsi nella piena luce del mattino spinse Susan a interrompere quella che, ne era certa, sarebbe stato un eccellente ragionamento.

“Peter adesso basta farneticare. Comincia a vestirti, deve essere tardi. Vai prima nella tua camera, però. Aspetta qualche minuto e poi scendi tranquillamente a fare colazione. Mi raccomando, non farti vedere da nessuno! ”

Il ragazzo assunse una finta aria totalmente ubbidiente. “ D’accordo, Vostra Altezza. Ogni vostro ordine è un ordine. Cioè ogni vostro ordine è un desiderio... No, ehm... Ogni vostro... Com’è che si dice? ”, concluse grattandosi la testa.

L’ironia del suo grande amore ebbe il potere di irritarla ancora di più. Non stavano insieme nemmeno da ventiquattr’ore e già rischiavano di mandare tutto all’aria.

“ Sei un irresponsabile, Peter! Ci potrebbero scoprire... Qualcuno potrebbe entrare nella mia stanza in questo preciso momento. Come pensi che reagirebbe vedendoci così? Smettila di fare l’idiota. Per quello c’è già Ed... E muoviti! ”

Lui si stava divertendo un mondo ma pensò che non sarebbe stato una buona idea farglielo sapere...  Senza contare che effettivamente aveva ragione. Tuttavia non resistette alla tentazione di prenderla in giro ancora un po’. Si sporse in avanti e le scompigliò i capelli. Sapeva che lei lo odiava.

“ Sì, anche io ti amo tanto...”

Susan si stava arrabbiando davvero... Il rischio era incalcolabile e lui sembrava non rendersene minimamente conto.

“ Vai! ”

L’eco lontana di passi affrettati nel corridoio disse a Peter che forse era meglio finirla lì. Non prima di averla punzecchiata un’ultima volta...

“ Ok, ok. Ora vado! Però non credevo che dopo, ecco, la mia magnifica performance di stanotte, tu mi cacciassi in questo  modo... Dopotutto ora sei la mia ragazza, ma il fatto di essere anche mia sorella non ti autorizza a trattarmi così...  Regina Susan la Dolce ”

Con un’occhiata eloquente che la fece sciogliere come la neve al sole sottolineò le ultime due parole con una lentezza esasperante portandosi a un centimetro dal suo naso. Era più che mai il suo fratello maggiore, che si sentiva assolutamente in diritto di stuzzicarla con ogni mezzo solo per il fatto di essere tale.

Peter aveva sempre amato provocarla, anche quando questo era fatto solo innocentemente, quando erano bambini. In un modo che era solo il loro e che a nessuno era concesso condividere, ma pur sempre soltanto innocentemente. Capitava a volte che qualcuno esagerasse con cose che certamente non pensava davvero e che l’altro si offendesse, ma la parte preferita di entrambi era fare pace. Guardarsi negli occhi, sorridere e capire che erano pronti a ricominciare a giocare.

Susan rispose mostrandogli la lingua. Come faceva a resistergli?

“ E va bene. Ti chiedo scusa. Sono stata un po’ prepotente. Non succederà più. Te lo prometto... ” disse con voce suadente.

Peter osservò che stava imparando molto in fretta le regole dell’amore. Stava crescendo, la sua sorellina. Ormai era una donna ed era sua.

Lei continuò sbattendo le ciglia e passando le dita sui suoi pettorali scolpiti da lunghi e faticosi giorni di allenamento.

“ E così, per farmi perdonare, ho deciso che potrai ripetere la tua, come hai detto tu, magnifica performance dopo pranzo... ”

Lui stava quasi per cedere di fronte a questa allettante offerta quando qualcosa si risvegliò all’improvviso nella sua mente.

“ Ma amore! Oggi dopo pranzo c’è la battuta di caccia e io non me ne sono mai persa una! ”

Il suo sconvolto disappunto non scalfì la decisione di Susan. Sapeva che avrebbe rinunciato a qualunque cosa pur di stare con lei. Il tempo che avevano da recuperare era troppo perché potessero permettersi di perdere anche solo un’occasione. Alzò le spalle e parlò come se gli proponesse davvero due alternative.

“ Cosa vuoi che ti dica, Pete. Scegli: una noiosa ed inutile battuta di caccia con tutti i nobili di Narnia che non faranno altro che parlare di politica o cercare di entrare nelle tue grazie, oppure un pomeriggio d’amore con me con tutto quello che questa frase può significare... ”

Peter si diede dello stupido per aver anche solo esitato... Ma che gli era preso? Fortunatamente Susan sembrava avere le idee piuttosto chiare su cosa avrebbe risposto e forse non si era offesa.

“ Bè, senza dubbio la seconda... ”

Lei sorrise radiosa, più innamorata che mai, ma Peter aveva lo sguardo fisso davanti a sé.

“ Temo che dovremo farci l’abitudine ”

L’espressione di pura felicità sparì per lasciare il posto a una perplessa. Aggrottò le sopracciglia, senza capire.“ Che vuoi dire? ” fece, brusca.

Lui si ridestò dalla sua visione privilegiata sull’immediato futuro e si limitò a scuotere la testa, pensieroso.

“ Solo che dovremo abituarci a non andare oltre i baci sulla guancia e gli abbracci quando siamo il pubblico... Là fuori siamo Peter e Susan Pevensie, fratello e sorella. Mentre una volta soli, ovunque ci troviamo, siamo nient’altro che Pete e Sue, due ragazzi che si amano. Sarò dura... ” commentò con voce distaccata, come se stessero parlando di convincere Lucy a rinunciare al suo folle intento di insegnare il cricket al signor Tumnus.

Susan non sapeva cosa dire e accarezzò con il pollice il dorso della mano di Peter, ancora stretta nella sua.

Il re supremo sospirò e si alzò dal letto, andando a recuperare i suoi vestiti sparsi dappertutto sul pavimento.

“ Va bene... Io vado adesso. Sento dei movimenti nelle stanze di Ed e Lu. Devono essersi svegliati. Ci vediamo più tardi a colazione. Ah, quasi dimenticavo. Cerca di assumere un atteggiamento indifferente e di evitare di sembrare una che ha appena fatto l’amore con suo fratello ”

Lo guardò vestirsi lentamente e in silenzio. Avrebbe sopportato qualunque scandalo. L’odio e il disprezzo della gente sarebbero stati prezzi molto ragionevoli da pagare per poter camminare mano nella mano con Peter davanti ad latri, baciarlo magari. La sua vita sarebbe stata molto più che impossibile ma finché avrebbe avuto lui, e Susan sentiva che era un periodo molto vicino a ‘per sempre’, sapeva che poteva farcela.

Lui, suo fratello, l’unico che non poteva avere, si avvicinò a lei quando ebbe finito di sistemare gli ultimi lacci degli stivali. E la baciò. Con tutto l’amore di cui era capace, con la consapevolezza che, a dispetto delle immense difficoltà che avrebbero dovuto affrontare, niente e nessuno li avrebbe mai divisi.

“ Ti amo sorellina ”

Susan aspettò che lui si chiudesse la porta alle spalle prima di respirare il cuscino ancora pieno del suo odore.

“ Ti amo anch’io ”

La prospettiva dell’Inferno non era mai stata più dolce.

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