Nuova Vita....Stessi Guai...

di Diletta_86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Viaggio In treno ***
Capitolo 2: *** Una vicina familiare ***



Capitolo 1
*** Viaggio In treno ***


Il commissario Berardi sedeva nella carrozza affollata di un regionale che da Pisa, terra natia dell'uomo, lo riconduceva a Roma, capitale d'Italia e centro della sua vita lavorativa e non. Se si soffermava a pensarci, il primo ricordo che aveva della capitale erano i neri occhi della sua Camilla. Scosse il capo, fermandosi un istante a rimirare la valigia di pelle rossa depositata nel vano sopra la sua testa, controllando le pecette adesive che vi abitavano, antico ricordo del periodo della leva militare; alle orecchie un ipod di ultima generazione, regalatogli dalla sorella minore, Francesca, e debitamente riempito di musica Italiana e non, in pieno stile revival anni settanta ed ottanta.

Non nè andava particolarmente fiero ma, sotto al blazer giallo da ispettore callagan portava, assicurata ad un fodero di pelle trattenuto da cinghie sotto la spalla, una beretta calibro quarantacinque. I treni non gli erano mai piaciuti.

Camilla avrebbe detto che era solo un poliziotto di mezz'età burbero e diffidente...ma Camilla era perduta ormai da mesi, catturata dalla marea delle convenzioni e delle tradizioni che, in Italia, parevano avere più valore della legge o della logica...


Scosse il capo, facendo dondolare il codino di capelli biondi, aveva deciso di lasciarli crescere alcuni mesi prima, e ora si accorgeva che forse, non era la scelta più sbagliata che avesse compiuto...

...almeno pensare ai capelli mi aiuta a non ricordare Camilla.. non intendo farlo..oramai è storia passata... a costo di ripetermelo all'infinito..


Riflettè l'uomo, ma fu ben presto distratto da una voce alle sue spalle che gli gridava di prestare attenzione ad un qualcosa di non meglio identificato.. I riflessi del poliziotto gli impedirono di farsi altre domande; tempo pochi millesimi di secondo e Gaetano aveva già assunto la posizione del riccio, raggomitolandosi istintivamente nell'incavo tra due sedili, portando una mano alla fondina della quarantacinque, ed assistendo al tonfo di una pesante valigia nel luogo dove, fino a poco prima, se ne stava comodamente seduto.

Si alzò mentre un lampo di furia gli attraversava lo sguardo,fattosi d'improvviso scurissimo, voltandosi in direzione della caduta della valigia ed esclamando una ben poco nobiliare serie di impropri, prima di fermarsi, annichilito, dinnanzi ad una pettinatura di ricci a forma di fungo ed un paio di nerissimi occhi che lo scrutavano..

" Camilla!"
"..mi scusi?!"

La donna si era preparata ad una salace risposta a quella sequela immotivata di insulti, ma lo stupore negli occhi di lui, insieme al repentino ritorno all'azzurro del cielo delle iridi, l'avevano spiazzata.

C'è una particolare branchia della filosofia indiana, detta filosofia Karmica, che sostiene l'esistenza di un sosia per ogniuno degli abitanti della terra. Egli è identico a noi in tutto e per tutto, carattere, aspetto, inclinazioni, l'unica cosa che distingue i due sosia è il vissuto. Sempre secondo questa teoria il destino permette di incontrare ad un medesimo individuo due sosia soltanto quando egli è un predestinato. Un predestinato è il solo a meritarsi una seconda vita con la persona che ama....

"..sà che lei è la copia perfetta di una persona che conosco?!"

Riuscì a dire alfine Gaetano, accompagnando la frase con un timido sorriso adolescenziale. Si sentiva un perfetto babbeo.

"...l'ho notato si...ma io non mi chiamo Camilla...il mio nome è Stefania.."

"..infatti se andiamo al centro del concetto...un nome è soltanto un nome..ed una rosa conserverebbe il proprio soave profumo anche se la chiamassimo con un altro nome...piacere.. Gaetano."

Resistere al fascino di un ispettore di polizia in blazer giallo capace di citare shakespeare con tanta naturalezza sarebbe un impresa titanica per chiunque. Stefania di certo non faceva eccezione...Fu cosi che decise, d'impulso, di sederglisi affianco per il restante tragitto da fare, scoprendo in breve che a quell'uomo era praticamente impossibile desiderare di nascondere qualcosa. Nel volgere di un lampo, infatti, la conversazione aveva assunto quel chè di intimistico e confidenziale, e Gaetano e Stefania si ritrovarono a parlare delle loro vite.

Lui venne a sapere che la sua interlocutrice era un'antropologa forense fresca fresca di assegnazione all'università di Roma, che amava il mare, i bambini, ed i libri gialli e che, nel suo corso di studi, s'era incaponita nell'arte dell'indagine tanto da rischiare di prendere due lauree al posto di una.

Stefania invece seppe che Gaetano era un commissario di polizia alla perenne ricerca di una stabilità familiare, che aveva una sorella minore di nome Francesca, ed una relazione estremamente complicata alle spalle, con questa misteriosa Camilla che pareva rassomigliarle in modo così impressionate.

Le tre ore di viaggio trascorsero dunque nel volgere di un istante, lasciandoli entrambi piacevolmente incuriositi e desiderosi di proseguire oltre quel fortuito incontro.
Quando fu ora di scendere dal treno GAetano, galante come sempre, si occupò dei bagali di entrambi esibendosi anche in uno dei suoi "giochi da prestigiatore" per ottenere un paio di posti al ristorante interno della stazione. Stefania sorrideva di tutto quel darsi da fare, segretamente compiaciuta; l'unica cosa che Gaetano le aveva permesso di portare era la gabbietta dentro la quale viaggiava il suo gatto, un adorabile ragdoll di nome Gigio.

"... ma tu fai così con tutte le donne che incontri?!"

"..no..solo con quelle che tentano di ammazzarmi con valige troppo grandi.."

"..ah ah... che permaloso.."

"...dove l'ho già sentita?"

Replicò lui con un occhiata in tralice, ringraziando mentalmente di essere finalmente arrivati alla postazione dei taxi, perchè davvero trattenersi dal rifare i soliti sbagli commessi con Camilla gli costava non poco. Ed il bello era che lei non era assolutamente consapevole di quella sua particolare caratteristica che lo faceva uscire di matto...

"...beh..allora è stato un piacere.."

Salutò l'uomo chinandosi in un baciamano elettrizzante, approfittando della distrazione di lei per farle scivolare nella tasca del soprabito uno dei suoi biglietti da visita. Non si sapeva mai.

"...il piacere è stato mio ...commissario."

Rispose lei con tono apparentemente neutro, e con un mano sulla portiera socchiusa. Annuirono entrambi, e quando lei si volse per mettere la gabbietta nell'auto Gaetano nè approfittò per sgusciare via, ancora troppo scombussolato per pensare con coerenza.

Aveva mosso appena due passi quando si sentì afferrare per un avambraccio, e si voltò, intenzionato ad aprire bocca, ma un paio di labbra furono più rapide di lui, azzittendolo in un bacio appassionato.

...ma lei non è Camilla!

Il suo inconscio esplose a quella rivelazione portandolo a stringerla a se più forte. No..Camilla non avrebbe mai agito così..forse solo se fosse stata ubriaca...

Eppure quando si divisero,col fiato corto, ed il cuore in subbuglio, lei si voltò solo per un attimo a guardarlo dall'auto...e sorrise.
Gaetano si era seduto su di un gradino fuori dalla stazione dei taxi, con la valigia tra le gambe e la testa tra le mani, inebetito come non gli accadeva di essere da tempo immemore, sulle labbra il sapore di quel bacio rubato e inspiegabile.

"Dottò..avete vist'a madonna?"

Ci mancavano le traveggole.. pensò alzando lo sguardo ceruleo verso il suono, convinto che l'apparizione di Torre fosse soltanto il frutto del suo vaneggiare; ed invece Torre era proprio li, in piedi davanti a lui, con un mezzo sorriso di chi è riuscito a vedere qualcosa dopo tanto tempo che la cercava.

" Torre! Che ci fai qui?!"

" COme che ci facci' quii?! La sono venuta a prendere..no?!"

Già...si era dimenticato con tutto quel trambusto...ed ora, nonostante tutto, mai arrivo gli pareva più provvidenziale di quello.

" Andiamo al commissariato allora... devo rintracciare una persona.."
" Che v'ha fatt' dottò?! Va rubat a valigia?!"
" No torre... poi te lo spiego..."

Il commissario si sedè al posto di guida e tempo venti minuti erano in ufficio, roba che nemmeno Alonso riusciva a fare di meglio col traffico di Roma. Tempo altri venti minuti e l'uomo sapeva ogni cosa che fosse conoscibile della sua baciatrice piu o meno anonima.

Si sedè appoggiando il fascicolo raccolto sul piano di legno della scrivania che gli stava di fronte.e sorridendo portò una mano al mento con fare pensoso. Chiamarla adesso oppure domattina?!

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Capitolo 2
*** Una vicina familiare ***


Gaetano trascorse il resto della notte seduto in uno scaciato pub sul lungotevere Trastevere, bevendo come un ossesso senza nemmeno un motivo plausibile. Lo riportarono a casa alcuni colleghi incontrati fortuitamente all’uscita del locale.
Al mattino si svegliò con un clamoroso mal di testa da sbronza ed una altrettanto abnorme voglia di caffeina. Incurante di quello che indossava, ovverosia un paio di boxer rossi e bianchi modello pappalardo, l’uomo si diresse in cucina per mettere su la moka, quella grande, altrimenti davvero non c’era scampo per iniziare la giornata. Peccato che la dea fortuna avesse in mente tutt’altro per il buon commissario Berardi. Nemmeno il tempo di mettere sul fornello la macchinetta,infatti, che il trillo vivace del campanello di casa prese a rimbombargli nelle orecchie, portandolo a maledirsi da solo per quel mal di testa inopportuno.
Con passo lievemente barcollante, i capelli ritti ed una cera certamente non professionale l’uomo andò ad appoggiare un occhio color blu scuro contro lo spioncino della porta, curioso di sapere chi diamine rompesse le scatole di Lunedì mattina.
“ Oh Santa Polenta!”
Esclamò spostandosi dalla porta di scatto,quasi che questa intendesse morderlo. Non poteva davvero credere ai propri occhi. Stefania, cioè la copia sputata di Camilla, stava immobile davanti alla sua porta! Benché fosse avvezzo alle peggiori situazioni Gaetano impallidì,realizzando di essere in mutande.
“ Un attimino! Arrivo!”
Gridò abbastanza forte da farsi udire da fuori e lesto come un gatto sull’albero si infilò dentro il suo consunto blazer giallo, allacciandolo alla bell’emeglio ed andando ad aprire.
“ Salve sono la nuova vic…ah… buongiorno dottore!”
Stefania si riprese dal proprio stupore nel lampo di un secondo, mentre Gaetano stava ancora tentando di mettere in fila i neuroni per trovare qualcosa di intrigante da dire alla donna. Alla fine si limitò a sorridere impacciato mentre lei lo squadrava e scoppiava in una fragorosa risata.
“ Guardi che il trucco del blazer con sorpresa è vecchio..ed a quest’ora non attacca granchè…”
“ Eh?! Che?! Non ho…”
Si. Alla fine aveva capito. Che razza di cretino che era! Presentarsi ad aprire mascherato da maniaco di quart’ordine! La sua reputazione era appena uscita per andare a puttane!. Rosso come un peperone maturo l’uomo aprì e richiuse la bocca nel tentativo di prendere aria ed ossigenare il cervello; era semplicemente adorabile.
“ Suvvia Gaetano..c’è di peggio ti assicuro… “
Disse lei in un ultimo ridacchio sottomesso e trattenuto con una mano. Quell’uomo era un bambinone, almeno se lo incrociavi appena alzato. Senza fare tanti altri discorsi Stefania lo oltrepassò, chiudendosi la porta alle spalle e dirigendosi in quella che, nel suo appartamento al piano di sotto, ed evidentemente anche li, era la cucina. Già che c’era spense la macchinetta del caffè e né versò due tazze, seguita da vicino da un Gaetano ad ogni istante più allibito.
“ Ma tu… fai cosi con tutti?!”
Le domandò alfine ritrovando una parte del suo charme abituale ed afferrando una delle due tazzine fumanti.
“ No..solo con i vicini che mi aprono in mutande..”
“ Ah,Ah,Ah.. spiritosa lei..”

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