Cuddle Me

di Irishkoala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** _First_ ***
Capitolo 2: *** _Second_ ***
Capitolo 3: *** _Third_ ***
Capitolo 4: *** _Fourth_ ***



Capitolo 1
*** _First_ ***


Ultima Long-Short in programma e, per il momento, penso anche l'ultima in generale di questo genere.
Dopo 'As Hell', mi sono data alla commedia, sia per alleggerire i toni sia perché ne avevo bisogno per motivi personali.
Spero vivamente di riuscire a farvi ridere almeno un po', sempre in compagnia dei nostri ormai soliti noti e anche megalomani =D.

Due sole anticipazioni prima di cominciare la lettura:
-lasciate fuori dalla vostra testa ogni idea
razionale, perché questa storia non lo è
-il fatto che sia una AU si riferisce agli eventi della storia, non ai personaggi. Infatti Heath e Jake, come gli altri che verranno citati, sono attori e le loro vite si rifanno al filone originale.
Detto ciò,
divertitevi, preparatevi a qualcosa di davvero inconsueto e buona lettura.
<3














One.




Mi potresti dire che cos'hai in questo periodo?”

Alzai lo sguardo su di lui, riconoscendo alla perfezione l'inarcamento delle sopracciglia scettico, indagatore e poco condiscendente del mio atteggiamento, che mi faceva sempre quando sapeva che stavo fingendo o raccontando una balla.

Cercai di evitare di fregarmi da solo, masticando un altro pezzo della carne appena tagliata dal mio piatto e feci di tutto per evitare la risposta.

Niente!”

Alzai le spalle, di solito funzionava, ma si vedeva che in quella sera aveva deciso davvero di rompermi le palle per sapere i fatti miei.

No, non mi dava fastidio.

Non lo dicevo neanche con rabbia o insofferenza ma non avevo proprio voglia di parlarne e nemmeno di andare a spiegargli qualcosa che non sapevo neanch'io.

Rise, soffiando e guardandomi allucinato, tutto insieme, ma continuai a evitarlo volutamente.

Ok d'accordo...girerò per un altra strada: va tutto bene?”

Austin piantala, te l'ho detto anche ieri al telefono: sto bene! E tutto è normalissimo come al solito, non so perché tu e anche quell'altro vogliate continuare con la solfa che sono strano, che ho un atteggiamento non 'mio' e che sono distante! Non è vero niente, ve lo state solo immaginando”

Mi resi conto di averlo detto con troppa enfasi e anche una scocciatura palpabile che non gli sfuggì, ma era solo per non dover scendere in troppi particolari che mi avrebbero fatto impantanare in un discorso che avevo provato più volte a concludere con me stesso ma senza risultato.

Anzi, non volevo proprio ammettermelo!

Ci mancava solo che lo andassi a dire a qualcun altro. No, proprio non avrei potuto.

Mise le mani avanti, come finta difesa ma anche per farmi calmare retoricamente, recuperando le posate e rimettendosi a mangiare da dove aveva lasciato, prima di incrociare le braccia e guardarmi stile fratello-maggiore che doveva rimproverare il più piccolo.

E dire che avevamo la stessa età, otto mesi di differenza.

Ma aveva sempre avuto quell'attitudine con me.

Se lo dici tu....”

Ecco!

Dio quanto non lo sopporto quando fa così!

Arrivava sempre quel punto in cui ci piazzava la frase ad effetto in cui mi dava ragione, solo perché sapeva che non l'avevo, cosa che sapevo anch'io e che, di conseguenza, mi avrebbe fatto sentire in colpa perché non gli stavo dicendo la verità.

Contorto, potevo dargliene atto, ma ormai non faceva fatica a capirmi.

Sospirai, chiudendo un istante gli occhi per farmi forza mentale, poi li riaprii smettendo di mangiare e incontrai il suo sguardo eloquente e mezzo-serio che mi fece roteare il mio.

Senti, non lo so cosa pensiate che abbia, ok? Magari sono solo stanco...hai notato che non sono stato molto a casa in questi mesi!”

Non lo so cosa pensa Chris...io so solo che non è solo in quest'ultimo periodo che c'è qualcosa di strano in te, ma dall'anno scorso, da dopo l'estate e, se permetti, ora sto cominciando a preoccuparmi perché: o mi sei entrato in depressione cronica e io non ne so il motivo o c'è qualcosa -o qualcuno- che ti fa stare continuamente sulle spine, in agitazione e in ansia...perché che sei stressato lo vedo anch'io, ma non penso si tratti del lavoro...in questo caso” mi guardò tutto il tempo con un misto di preoccupazione e ovvietà che mi spiazzarono entrambe, facendomi perdere tutta l'aria tranquilla che avrei potuto avere fino a un momento prima, in un normale ristorante con il proprio migliore amico, facendomi anche abbassare lo sguardo, sbuffando silenziosamente.

Non è che Kirsten è tornata fuori a rompere vero? No perché ti giuro che se ci riprovi e tornate insieme, te lo do davvero un pugno...o una botta in testa! Qualsiasi cosa perché ti faccia riprendere e togliere da quel continuo rincoglionimento che sembra ti si sia attaccato addosso quando c'è di mezzo lei!”

Ehi!” feci indignato, ma poi ridemmo entrambi e lui si mise ad annuire, mangiando un boccone.

Non dirmi che non è vero, ti conosco e so quanto hai perso la testa per lei, ma ci avete già riprovato una volta e hai visto che è andata peggio della relazione iniziale, non andarti a impantanare di nuovo in...”

Aust, calma, frena! Kirsten non c'entra niente, con lei è finita l'anno scorso lo sai, non l'ho più vista, né sentita, né c'ho più pensato a lei, non mi passa proprio di mente!”

Lo bloccai con il cibo a mezza via e mi guardò con la bocca aperta e un'espressione sorpresa ma, alla fine, la cambiò con una soddisfatta e poté masticare.

Ah ecco bravo, buono a sapersi....” poi si bloccò, rimanemmo in silenzio per qualche minuto finendo il secondo, o sarebbe diventata una cena infinita, e subito dopo mi guardò in modo strano.

Che c'è?”

Non è che c'è un'altra ragazza di mezzo e non mi hai detto niente?!” chiese con enfasi.

Sospirai di nuovo. Perché con lui diventava faticoso anche andare a mangiare fuori alla sera?

Dovevo smetterla di passare così tanti mesi fuori casa e fuori LA, per poi tornare e dover recuperare tutte le 'amicizie' in meno di una settimana...diventava ancora più improponibile così!

No! Non c'è nessuna ragazza..” chiarii con una leggera cantilena, ma lui arricciò le labbra, facendomi capire che ci credeva poco poi però annuì.

Quindi....”

Quindi?”

Andiamo, dai!!! Non puoi continuare con la farsa del 'va tutto bene', lo so che c'è qualcosa che ti turba e se non vuoi dirmelo ok, ma sfogarti ti farebbe bene!”

'Qualcosa che mi turba'? Dio Aust ma come parli? Ti senti?!” risi per sdrammatizzare ma lui non mi assecondò rimanendo serio.

Lo guardai incerto, dispiaciuto allo stesso tempo, perché, in effetti non avevo mai avuto problemi a dirgli niente, come lui faceva con me, e avrei davvero avuto bisogno di cercare di spiegare o almeno liberare una parte di tutti i pensieri che mi affollavano davvero la testa dall'anno scorso.

Ma, di nuovo, non ero ancora stato in grado di fare chiarezza nemmeno con me stesso, alcuni 'particolari' ormai mi erano quasi chiari ma non volevo ammetterli e rimanevano sospesi nel mio inconscio e altri non avrei mai voluto esternarli perché sapevo che tutti mi avrebbero preso per impazzito sul serio.

Quindi, non poteva farmene una colpa se ero restio a parlarne.

Soprattutto ora che ero tornato a casa da una settimana, avrei avuto parecchio lavoro in zona per alcune promozioni e i parenti mi avevano già assillato ogni santa ora della giornata per andare a salutare quell'uno e quell'altro.

Avevo bisogno di un po' di tranquillità, senza Austin che mi stressasse per cercare di risolvere il mio io complessato che nemmeno a me era chiaro e senza nessun'altro potenziale rompipalle che sarebbe potuto saltare fuori.

L'unico che non avrebbe ricoperto quel ruolo, in assoluto, l'avrei visto durante la settimana....e mi bastava.

Ma, sapendo perfettamente, che non avrei liquidato Austin con delle semplici frasi di circostanza, che non gliel'avrei data a bere con nessun giochetto e che avrebbe continuato a chiedermi fino allo sfinimento se avessi qualcosa, decisi almeno di confidargli che, sì, era vero che avessi qualcosa ma che per il momento non potevo dirgliela in maniera dettagliata.

Sospirai, spostando un istante lo sguardo di lato e appoggiandomi con la schiena alla sedia, perdendo peso.

D'accordo....qualcosa c'è...”

Oh finalmente...potevi dire quello che ti pareva, ma si vedeva lontano un miglio...”

Anche quel particolare mi aveva sempre tenuto abbastanza sulle spine da quando aveva cominciato a farmelo notare.

Ok, era da un po' che non stavo propriamente 'bene', non si trattava di salute in senso stretto, su quella non avevo avuto nulla di problematico, ma non ero a posto in fatto di sensazioni positive addosso.

Era come se una costante 'idea' di iperattività mi si fosse attaccata addosso.

Tutto sarebbe stato più semplice se avessi trovato il coraggio di confermare a me stesso che, se c'era, era solo per una mia paura di fermarmi troppo a pensare sul resto, ma allora non mi sarei ritrovato in quello stato.

Inoltre era come se una perfetta e semplice evidenza fosse davanti ai miei occhi ma io continuavo a non volerla riconoscere e sviavo continuamente per un'altra strada, molte volte anche complicandomi la vita e le giornate per un cazzo.

Non mi ero mai comportato così, ma ora non riuscivo a fare diversamente.

Smettila di ripetermelo tutte le volte!”

Alzò le spalle aprendo le braccia all'esterno, con sguardo ovvio “Ma è vero!”

Lo scocciai con una mano ritornando verso il tavolo e appoggiando i gomiti su di esso.

Sì quello che ti pare...però, visto che vuoi tanto saperlo, non so di preciso il motivo...solo 'è così' e basta. Non so le cause, non so perché, non so i motivi....che sono tutti la stessa cosa...” rise, scuotendo la testa “...però sul fatto che mi sento un po' a terra è vero...poi, te lo ripeto, magari è il troppo lavoro...dopo queste due settimane di promozioni non avrò altro quindi penso proprio che mi prenderò una bella pausa”

Sì ti farebbe bene...ma sei sicuro veramente di non sapere i motivi? Perché a me sembra che fossi stato proprio tu a dirmi che avresti preso del lavoro in più perché ti avrebbe fatto bene e che di fermarti non ne avevi voglia..”

Cazzo.

Quella non me la ricordavo.

Colto in fallo bello mio!

Mi schiarii la voce, guardandolo con nonchalance e scuotendo la testa allo stesso modo.

No, dai....alla fine, forse, ho esagerato davvero e prima non me ne rendevo conto...invece adesso sento di essere alla frutta completa”

Mh...beh, la pausa la devi prendere per forza o ti ci costringo io..poi cerca anche di pensare meno come facevi di solito...non ti ho mai visto così paranoico”

Risi dandogli una pacca sulla spalla, scherzosamente, allungandomi sul tavolo.

Ma piantala!”

Rise a sua volta “Lo sai che anche questo è vero!”

Sese...comunque, non lo so, ho sempre la sensazione di 'avere qualcosa' o dover fare qualcosa anche se poi non so esattamente cosa sia e rimango dell'idea di non aver concluso niente, quindi dopo mi ci metto il triplo...la maggior parte delle volte non concludendo comunque niente di quello che avevo pensato”

Appunto, e questo logora te lo assicuro..”

Annuii “Già..”

Senti, cambiamo posto dove parlare?” chiese, improvvisamente cambiando anche l'espressione, ed era la terza volta che allungava il collo oltre la mia spalla.

Perché?” feci per girarmi ma Austin mi bloccò prontamente con una mano sul polso e tornai a guardarlo, interrogativo.

Che c'è?” chiesi non capendo il suo atteggiamento.

Non ne sono certo, ma c'è il proprietario del ristorante che è da mezz'ora che guarda nella nostra direzione, senza toglierci gli occhi di dosso e mi sta facendo innervosire...”

Che?...ma sei scemo?”

Davvero! Non ha fatto altro che osservarci, e ha un sorrisino addosso che mi sta dando ancora più sui nervi...”

Guarda che in ogni caso non può sentirci da quella distanza...”

E allora? Mi da fastidio comunque!”

Scossi la testa con scetticismo ma poi alzai le spalle “Come vuoi tanto abbiamo finito...”

Non potei aggiungere altro perché il viso di Austin si trasformò in un'espressione di pura sorpresa, sconcerto e anche....spavento? Tutto allo stesso tempo.

Che hai adesso?”

Non c'è più!”

Chi non c'è più?”

Il proprietario”

Mi trattenni dal mandarlo a fanculo pesantemente.

Ma sei diventato idiota in soli cinque minuti? Che ti frega se non c'è più? Si sarà spostato nella sala!”

Ma lui aveva cominciato a gesticolare sia con le mani che con la testa, facendo 'no' con entrambi e aveva davvero lo sguardo atterrito.

Non capisci c'è...lui c'era....e un momento dopo non c'era più!”

Ok stai davvero cominciando a spaventarmi amico....poi ero io quello che aveva dei problemi e si faceva delle paranoie vero?”

No Jake! Credimi...è scomparso nel vero senso del termine e....” non riuscì a finire la frase perché sobbalzammo entrambi violentemente per una voce al nostro lato, Austin riuscendo a malapena a trattenere un verso di sorpresa in gola e io mi spostai di scatto sul lato della sedia.

Signori tutto bene?”

Avevamo il suddetto proprietario di fianco al tavolo, con in mano due bicchieri pieni di un liquido giallo che aveva tutta l'aria di essere limoncello.

Non ero consapevole di cosa fosse successo, né se quello che avesse detto prima Austin fosse vero, ma, cristo santo, un uomo non poteva muoversi ad una velocità tale...

Fino a un secondo prima non c'era nessuno lì.

Austin voltò solo lo sguardo verso di me che ricambiai e entrambi non eravamo molto certi di stare vedendo la stessa cosa e di essere nella medesima situazione ma l'uomo continuava ad essere davanti a noi, sorridente, era lo stesso che ci aveva fatti sedere e che io avevo già visto altre volte quando ci ero andato in precedenza.

Ma forse, era solo suggestione, anche perché Austin sembrava davvero convinto di ciò che aveva detto prima.

Non reagendo, decisi di prendere in mano la faccenda.

Sì...bene grazie...volevamo chiedere il conto...” dissi, notando stranamente che avevo un filo di voce e che non avevo ancora lasciato la posizione in bilico su un solo lato della sedia.

Ma certo, arriva subito..intanto vi ho portato questi...sono digestivi offerti dalla casa...” appoggiò sul tavolo, di fronte a noi, i due bicchieri avuti in mano e io e Austin li guardammo nello stesso momento per poi sollevare lo sguardo e scambiarcelo a vicenda.

...fanno bene...” continuò poi spostando lo sguardo solo su di me “....e aiutano ad alleggerire i problemi oltre che affrontarli...”

A quella lo sguardo che ci eravamo lasciati addosso si ingrandì a dismisura e, di scatto, ci voltammo a guardarlo con sconcerto senza trovare le parole per ribattere, incontrando ancora il suo sorrisino affabile ma tremendamente ambiguo che ci rimase sulla pelle anche quando si allontanò lasciandoci basiti.

Appena fu fuori portata -che poi era relativo dirlo così- Austin aprì la bocca e un braccio con fare enfatico, ma lo bloccai in tutto ciò di urlato che avrebbe voluto buttargli contro.

Sta calmo!”

Calmo? Ma come faccio a stare calmo?!”

Austin parla piano per favore!” ma lui mi ignorò spudoratamente.

C'è...c'è...oddio...non ci credo....come ha fatto eh? Dimmi come ha fatto! Non può essersi spostato dalla sala, alla cucina, al nostro tavolo in due secondi e prima questi due cavolo di bicchieri non li aveva in mano! Poi....hai sentito? Eh? Hai sentito?! Ci ha ascoltati perché altrimenti non avrebbe detto quella frase...”

Dio, era sempre troppo suscettibile certe volte!

Ma finiscila dai...sarà stato un caso! Ok, ammetto che è stato veloce e che mi ha fatto venire un colpo quando me lo sono trovato di fianco ma non c'è niente di strano...ti sarai solo distratto e non l'avrai visto andare in cucina!”

Incrociò le braccia al petto, calmandosi apparentemente e appoggiandosi alla sedia.

Grazie sai? Puoi anche darmi del malato mentale, ma quell'uomo...” indicò con il dito per maggiore enfasi “...è scomparso poi è riapparso qui e ci ha portato questi due....non so bene cosa siano che...” mi guardò con terrore quando presi in mano il bicchiere e feci per portarmelo alla bocca “...ma sei fuori?! Jake!” mi bloccò il polso e lo guardai senza capire.

Cosa?!”

Non vorrai berlo spero!”

Sì, così ti calmi, ti provo che non è altro che un classico limoncello e non vai a pensare che sia avvelenato o chissà cosa!”

Nono dai non fare scherzi, davvero! Come cavolo fai a pensare che sia normale un qualcosa del genere?....” non lo ascoltai e lo buttai giù alla goccia “..no Jake..non..”

Shit!

Strizzai le palpebre un istante, sentendo la gola bruciare, un forte e immediato calore allo stomaco e una piacevole sensazione successiva di leggerezza.

Mhh buono, cazzo.

Ma Austin, a quanto pareva, non recepì il mio atteggiamento in quel modo e mi sentii stringere un polso con forza.

Ehi! Stai bene?”

Ok, dai divertiamoci un po'...

Continuai a strizzare le palpebre, però simulando un malessere alle tempie e allo stomaco che mi presi con le mani.

Oddio Jake! No adesso chiamo quelli della sicurezza e quel tipo...” ma si bloccò notando che mi ero messo a ridere e avevo riaperto gli occhi.

Oh brutto...” mi spostai, mettendo un braccio avanti per parare il colpo che mi tirò con il tovagliolo, ma non sfuggì ai due ulteriori che mi arrivarono sulle spalle.

Stavo continuando a ridere.

Sei un'idiota, cristo santo!”

Oh dai, calmati...stavo solo scherzando....”

Beh lo sai che quando fai così ci credo davvero...dannato te e il fatto di essere un attore!” borbottò tra sé e sé, tornando a sedersi mentre sorrisi, ridendo sommessamente.

Guarda che anche tu lo sei”

Sì ma non sono capace di farlo anche in casi come questi, come fai tu..”

Scossi la testa “Come vuoi...visto? Non era altro che limoncello, anche se molto più forte del solito...è buono, dovresti berlo, almeno ti calmi!”

Te lo scordi. Non lo tocco neanche se mi obblighi! Anzi andiamocene da qui, che questo posto mi ha già stufato!”



Non ero proprio sicuro di volerlo ammettere, né di dare ragione a Austin e alla sua convinzione che il proprietario di quel ristorante avesse voluto avvelenarci ma, o era il caso o avevo mangiato troppo durante la cena o quel digestivo non era realmente ciò che fingeva di essere.

Alle tre e un quarto di quella notte, mi svegliai di soprassalto con dei crampi allo stomaco, mal di testa e un battito cardiaco così accelerato che mi spaventai non poco.

Non avevo mai provato niente del genere, stavo male ma, allo stesso tempo, non sentivo davvero 'dolore' e, nonostante mi stessi ripetendo di chiamare qualcuno nell'immediato, non avevo una reale intenzione di farlo.

Da quando io e Austin ci eravamo lasciati, dopo aver passato un altro paio d'ore in un locale vicino a casa sua, non era successo niente di anomalo, anzi non ne avevamo neanche più parlato del finale 'ambiguo' della cena e io, di sicuro, non ci avrei più ripensato minimamente nei giorni a venire.

Invece, in quel momento, avevo come l'impressione che sarei andato in iperventilazione in una frazione di secondo, non era normale che avessi un battito così forte non avendo fatto niente, e trattenni un ringhio in gola quando una fitta alla tempia mi fece vedere nero, costringendomi a stendermi di scatto sul letto per tentare di farla passare.

Il cellulare...cerca il cellulare....

Sì, cazzo, dovevo chiamare qualcuno in ogni caso...

Non sarei stato in grado di fare niente, ora come ora, e non avevo nemmeno la forza o la lucidità di pensare a fondo come fosse possibile che mi sentissi in quel modo e che cosa poteva aver causato i sintomi, né tantomeno di mettermi in macchina per andare al pronto soccorso.

Non ci riuscii in ogni caso.

Le fitte sia allo stomaco che alla testa continuarono sempre più frequentemente, facendomi stringere il lenzuolo con una mano e affondare il viso nel cuscino per trattenere i gemiti di dolore sempre più veloci che non sarei stato in grado di trattenere.

Dio.dio.dio.

Ahhh..

Che cazzo mi stava succedendo?

Per un istante credei davvero di morire, senza sapere nemmeno perché, ma poi, così come mi ero svegliato, mi riaddormentai nel buio più totale.







**********

Come dire.....aspettate il prossimo per capirci di più, perché non posso anticiparvi niente.
-Austin è Austin Nichols, amico di Jake (ma ormai penso lo sappiate fino alla morte =D).
-Chris, non è Bale, è un altro degli amici storici di Jake del quale però non ho mai scoperto il cognome (ma tanto non avrà rilievo)
-La storia avrà quattro capitoli!


Ricordo, inoltre, anche l'aggiornamento lampo e fuori programma fatto ieri, di una mini storia 'Before&Now', per chi non l'avesse notata e fosse interessato.


Grazie a chi comincerà a leggere, recensire, o aggiungere nelle varie opzioni ^.-
Spero vi abbia incuriosito.
Baci
Leia
=3


[edit del 24/02/11:
nuova pagina di supporto per le storie, con foto, info e gli aggiornamenti alle pubblicazioni:
bloggolo]

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Capitolo 2
*** _Second_ ***


Two.




Mhh...dio che sonno...mi sembra di non dormire da settimane...starei qua sotto al caldo per sempre...ma?!

Cominciai a sentire qualcosa di pesante addosso, come troppe coperte o lenzuola sopra, in più avevo davvero un sonno assurdo, non riuscivo ad aprire gli occhi..di tenerli aperti per qualche secondo non se ne parlava nemmeno.

Avevo caldo, molto caldo e c'era qualcosa che non tornava.

Mi sentivo 'piccolo, corto e basso'.....

Nessun doppio senso è inteso con la constatazione sopra!

Era come se mi avessero preso e rinchiuso in qualcosa di molto ristretto e poco pesante, di sicuro quello che provavo non era il mio peso 'reale' e anche la posizione che mi sembrava di stare tenendo in quel momento, non era quella che usavo per dormire.

Sì, sembrava, perché dovevo ammettere di avere delle percezioni davvero distorte, nonostante sentissi tutto alla perfezione dei rumori esterni, come un sacco di macchine in strada, o di quelli degli animali nel giardino sottostante casa mia.

Non avevo mai fatto caso a quanto casino facessero gli uccelli sugli alberi. Era sempre stata silenziosa quella zona, non mi aveva mai dato fastidio un qualche rumore della natura.

Invece adesso, tutto mi arrivava tremendamente amplificato come se mi fosse attaccato alle orecchie o ce l'avessi di fianco.

Quando mi decisi a spostarmi, anzi, cercai di spostarmi a causa di tutto ciò di non ancora identificato che avessi sopra non me lo stesse permettendo, mi venne in mente dell'improvvisa sveglia notturna che avevo avuto, del malessere e della paura momentanea di avere contratto qualcosa di grave.

Del resto non mi ricordavo un cazzo, avevo l'impressione di essermi svegliato dopo una sbornia coi fiocchi ma, al contrario, non avevo male da nessuna parte e non mi sentivo nemmeno giù di forma.

Anzi, ora come ora, mi sarei messo a correre volentieri.

Ok...qualcosa non andava.

Deciditi ad aprire gli occhi...

Non l'avessi mai fatto!

Li richiusi di scatto quando, per una frazione di secondo, ebbi l'impressione di vederci grigio e non in senso metaforico ma letterale del termine.

Mi agitai, sentendo il battito ripartire a mina, anche se, non ci avevo fatto caso ma, appena sveglio quello normale non era stato proprio tale...

Mi erano aumentati davvero i battiti e non andava per niente bene per un uomo, ma la scoperta non mi spaventò più di quanto avrebbe dovuto fare sul serio.

Anche perché, ad essere sinceri, stavo bene.

Insomma, in quel preciso istante, a parte un po' di rincoglionimento non provavo niente di doloroso o di incerto o fuori dalla norma...però qualcosa non era come doveva essere.

Ok calmati....sei solo stanco, devi davvero prenderti una bella pausa e tutto passerà con i giorni...sei solo arrivato al limite...

Mi calmai. Era vero dopotutto.

Replicai il tentativo di aprire gli occhi e un mondo grigio, bianco, nero, con qualche spruzzo di verde, mi apparve davanti facendomi bloccare il fiato e trattenere un urlo.

Che cazzo mi è successo?

Però....ehi, un momento, ci vedo da dio!

Escludendo i colori, se tali potevano essere definiti, ci vedevo alla perfezione, con una chiarezza e una luminosità che, qualsiasi tipo di colore non mi sarebbe servito per poter riconoscere le cose. Avevo sempre avuto bisogno di lenti o occhiali da quando ero stato piccolo, ci vedevo anche senza ma non era la stessa cosa, invece in quel momento, qualsiasi altra lente o aiuto esterno non sarebbero serviti a niente rispetto a come vedevo sul serio.

Tutto era sempre più strano.

Poi, perché sei così calmo?

Non ero calmo,cazzo!

Sì invece!

No per niente....

Se poi mi mettevo anche a 'parlare' da solo era finita davvero.

Presi un respiro profondo. Anche quello fu diverso.

Niente era più come ricordavo essere sempre stato. Era come trovarsi dentro ad un corpo non proprio.

Ecco. Quella era la spiegazione che stavo cercando, perché niente di quello che percepivo, vedevo e sentivo era come l'avessi fatto di solito e, invece che essere strano, era normale.

Appena sgusciai fuori da quello che mi copriva, mi resi conto che non sarei stato in grado di reggermi su due gambe e lo stiramento che feci in avanti mi venne spontaneo a quattro zampe.

???

Mi bloccai nel gesto, guardandomi attorno, non avendo il coraggio di guardare me stesso.

Ora sì che ero agitato, cazzo, soprattutto quando mi resi conto che la 'roba' in più che avevo avuto sopra, oltre coperta e lenzuolo erano i miei vestiti!

Ok, respira...così, piano....bravissimo, adesso abbassa lo sguardo, con calma, non c'è proble...

OH FUCK!

Se ne fossi stato in grado avrei voluto urlare, ma quello che mi uscii fu più un suono gutturale dalla gola, che divenne via via più acuto a mano a mano che lo continuai. Al termine mi ritrovai senza fiato, mi agitai ancora di più, divincolandomi dal nulla solo per lo spavento preso e, non rendendomi conto di essere arrivato al bordo, caddi dal letto per i troppi spostamenti frenetici fatti.

Non mi feci male. Non sentii una virgola, fu come cadere su un materasso molto morbido.

Chiusi gli occhi. Li riaprii.

Era ancora tutto lo stesso.

Non è possibile, cazzo!

Davanti a me avevo delle zampe e....e...anche dietro c'erano...ero davvero a quattro a zampe...e...c'era una coda là in fondo...il muso allungato, i baffi...senza pensarci due volte corsi allo specchio in fondo alla stanza e quando ci fui davanti urlai di nuovo.



Niente urlo umano. Fu di nuovo una sorta di 'meooooowww' storto e prolungato che mi fece solo spaventare il triplo.

Respirai. Era come se avessi corso per chilometri e chilometri senza mai bere e fermarmi, ma davanti avevo un gatto, con il pelo scuro, orecchie, corpo, zampe, coda e tutto da gatto!

E quel gatto, tecnicamente, ero io.

Pffff..no dai non scherziamo!

Che stronzata è questa?

Sto sognando...quella diavolo di cena mi ha fottuto per bene, è l'unica spiegazione...sto sognando e non me ne rendo conto.

Adesso mi butto contro a qualcosa, così mi sveglio e non se ne parla più!

Mi annuii da solo, all'immagine felina che rispose senza indugi essendo la 'mia' e mi voltai cercando un qualcosa contro cui 'farmi male' per svegliarmi di soprassalto.

Decisi per la parete dell'armadio, almeno era piatta e non avrei dovuto risentirne eccessivamente. La puntai, presi la rincorsa e scattai in avanti, correndo fino ad essa fino a che non ci fu l'impatto.

Pessima idea.

Ahia!

L'urto fece un male cane, invece. Per poco non mi tramortii da solo e prima di riuscire a stare in equilibrio barcollai indietro di qualche passo, con la testa che girava esageratamente e un dolore sparso ovunque.

Quando riaprii gli occhi non era cambiato niente.

No! Non urlare...oppure puoi dire addio al poco fiato che ti è rimasto.

In effetti, stavo respirando ancora peggio di prima ma...porca puttana...quello doveva essere un sogno!

Non era tecnicamente possibile che succedesse una cosa del genere!

Insomma, ero diventato un....un gatto per una cazzo di bevanda non chiara, dopo una cena in un ristorante che avevo già frequentato?

Ok fare l'attore ma avevo sempre saputo distinguere i momenti di eccessiva immaginazione con la realtà e quel...'caso' comunque non poteva essere definito tale!

Non esistevano faccende come 'trasformazioni', 'bevande strane' o tutto ciò che poteva essere ricondotto sotto il termine di 'magico'.

Sì mi piaceva, sì leggevo o guardavo pure dei film al riguardo, e quindi?

Non ero l'unico a farlo, ma non per questo poteva esistere la possibilità di andare a letto nella propria forma umana e svegliarsi da gatto!

No way!

Decisi di fare un secondo tentativo.

Cristo, se...se..tutto quel casino era reale, come cazzo avrei fatto? Non potevo fare niente conciato così e, secondo, nessuno mi avrebbe riconosciuto!

Non parlavo, ma miagolavo. Non potevo scrivere, non sapevo nemmeno se il tempo o i giorni fossero rimasti gli stessi...avrei potuto essere rimasto addormentato per settimane invece che per una sola notte e io non potevo saperlo.

Come facevo a far capire che ero io?

Calmati!

Ok.Ok.

Sono calmo.

Risi tra me e me con scetticismo.

Sono calmo...molto...calmo.

Damn!

Presi molta meno spinta come seconda volta. Non che volessi già credere alla versione reale del fatto che fossi diventato un felino, ma dopo essere caduto dal letto e aver sbattuto contro l'armadio facendomi male non ero più molto convinto che mi trovassi in un sogno vero e proprio.

Magari era una fase passeggera...

Ma fase di cosa? Mica sei nell'adolescenza e passerà con gli anni!

Dio quanto odiavo il mio io interiore! Ma i gatti ne avevano uno?

Muoviti!

Sì! Vado-vado.

Riprovai a 'lanciarmi' con un lato del corpo contro l'armadio ma l'effetto fu uguale al precedente. Dolore alle ossa e nessun cambiamento.

Mi accasciai a terra, rendendomi conto che ci riuscii tranquillamente solo aprendo le....ok....le zampe di lato e feci una specie di verso che avrei voluto intendere come sospiro.

Oddio.

E adesso?



Non seppi per quanto tempi rimasi in quella posizione, a occhi chiusi, ascoltando ogni minimo particolare che mi giungeva da qualsiasi direzione, sperando vanamente che, all'apertura, mi sarei visto come avevo fatto in quei ventiquattro anni di vita umana.

Invece niente cambiò. Anche se non mi vedevo, sentivo perfettamente che niente era come era sempre stato.

L'idea percettiva iniziale continuava ad essere la stessa e ora sia gli odori, i rumori o i suoni e anche le sensazioni 'corporee' non erano come ero abituato a sentirli.

Intanto ogni cosa era amplificata all'inverosimile.

Avrei potuto dire con certezza che cosa stava cucinando la mia vicina nella casa accanto, oppure quali tipi di uccelli o insetti si trovassero tra le foglie del mio giardino in quel momento e, soprattutto, avevo una voglia di correre e 'saltare' su qualcosa che...insomma...non era normale per un umano.

Io invece avrei voluto arrampicarmi sull'albero fuori dalla finestra di camera mia e raggiungere uno degli animali qualsiasi che ci avrei trovato sopra.

Riaprii gli occhi di scatto.

Oh cazzo! Stavo già cominciando a pensare da gatto!

Shit.

Dovevo fare qualcosa perché, anche se non era possibile da nessun lato si guardasse la faccenda, era successo e dovevo trovare assolutamente il modo di tornare me stesso!

Poi mi stava venendo fame....e quello era un problema.

Tecnicamente tutto sarebbe stato un problema da quel momento in avanti, vista la prospettiva, ma meglio prendere una cosa per volta oppure non ci sarei più saltato fuori.

Mi rialzai, testando i nuovi appoggi che, rispetto alla postura umana, avevano il triplo dell'equilibrio visto che potevano contare su due in più, inoltre era terribilmente semplice 'entrare' a contatto con il pavimento in maniera stabile.

Mi guardai intorno, cercando di abituarmi alla diversa visuale, ai 'colori', se tali potevano essere definiti, ai suoni e agli odori completamente diversi dal solito e al fatto che mi ritrovassi ai 'piani bassi'.

Non era uno scherzo scendere da centottantasette a pochi centimetri da terra e il mio senso dell'orientamento era ridotto a uno schifo. Anche se avevo l'impressione che sarei potuto arrivare dovunque senza vedere ma solo annusando o ascoltando.

Era vero allora che i gatti avessero i sensi molto più sviluppati di quelli degli umani...però!

La vuoi piantare di farti da documentario? Trova una soluzione!

Okok...ma non avevo la più pallida idea di cosa fare.

Anzi, una piccola lampadina mi si era accesa ma poi mi ero reso conto subito che sarebbe stato comunque inutile.

Andare da Austin per farmi aiutare era il peggio che avrei potuto scegliere come prospettiva di tornare normale.

Il problema principale era sempre la questione che, ora come ora, non parlavo ma miagolavo e quindi nessuno di umano mi avrebbe capito.

Non devi per forza parlare per farti capire.

Ah sì, come no!

Ci mancava solo la mia coscienza deficiente a peggiorarmi le cose.

Drinnn...

Non era vero. Qualcosa di peggio ci fu eccome.



Sobbalzai a quel suono, mentre il battito aumentò ancora più del normale e recepii le mie orecchie spostarsi all'indietro, come il mio corpo che si sistemò in una posizione di difesa con tutte e quattro le zampe ben ancorate al terreno.

Ok, sì, ero io che mi ero mosso, ma ancora sentivo quei movimenti altamente estranei a me stesso e non mi sembrava di farli sul serio.

Provai paura, non pesante, solo un allarme che mi tolse tutta la tranquillità che potevo aver riacquistato nel breve attimo precedente. Che era pure poca.

Al secondo squillo del campanello mi decisi a muovermi e, ricordandomi in che stato ero, non fui costretto a scendere dalle scale per sbrigarmi ad andare ad aprire, ma mi limitai a saltare sul davanzale della finestra per controllare chi ci fosse fuori.

Non potevo farmi vedere in quello stato, poi nessuno mi avrebbe riconosciuto di principio quindi era anche inutile provarci.

Avrebbero pensato che non ero in casa.

Mi stupii anche della mia tremenda agilità nell'arrivare sulla finestra senza nemmeno rendermi conto di nuovo che mi fossi mosso e quando fui sul bordo, sbucai con la testa dallo spiraglio aperto e guardai in basso.

Ero al secondo piano ma quella distanza mi faceva tutto un altro effetto vista in quel momento, rispetto a quando mi affacciavo di solito. Ma anche quel particolare lo amputai al fatto che ero un gatto e che, se non era un sogno, avrei potuto tranquillamente buttarmi giù da essa che non mi sarei fatto niente.

Così velocemente come mi erano accelerati i battiti, si spensero all'improvviso facendomi credere che ci sarei rimasto secco.

Sgranai gli occhi -se era possibile nel mio stato- e mi venne d'istinto aggrapparmi con le unghie al legno del bordo, senza sapere bene il motivo.

Deglutii figurativamente –tra tutti gli aspetti negativi, potevo rallegrarmi con la sensazione che, apparentemente, non avessi perso le mie percezioni da umano, riguardo pensieri e ricordi- e cercai di calmarmi, anche se non ci riuscii alla perfezione.

Che cazzo ci fa qui Heath? Non doveva arrivare tra due giorni?

Dio.Dio.Dio

E adesso cosa faccio?

Tra tutte le persone possibili lui era l'ultimo che mi sarei mai aspettato di vedere davanti casa mia quella mattina ed era anche l'ultimo che avrebbe dovuto esserci in quell'istante.

Avevo avuto una voglia enorme di vederlo, mi era mancato in maniera indescrivibile, in tutte le settimane passate non avevo visto l'ora di tornare solo per poter passare del tempo con lui di nuovo e ora?

Mi trovavo in quelle condizioni?!

Cristo ma cos'ho che non va, eh?

Non potevo essere diventato un gatto!

Più ci pensavo e meno ci credevo, ma ormai la convinzione che fosse un sogno era svanita del tutto e l'unica cosa che potevo fare era trovare un modo per tornare me stesso.

Continuai a guardarlo, nonostante non lo vedessi bene, coperto da alcuni rami degli alberi del giardino e la distanza dalla mia finestra alla porta principale, però lui rimase, provando anche una terza e una quarta volta a suonare.

Ok che dormivo parecchio alla mattina, ma non ero sordo!

Mi feci un'espressione sarcastica da solo....già, come se lui non lo sapesse.

Era stato anche troppo abituato a venirmi a svegliare quasi tutte le mattine perché non arrivassimo in ritardo al lavoro.

Però o doveva essere successo 'qualcosa', oppure aveva bisogno di vedermi perché passarono altri minuti in cui non si spostò minimamente dalla mia porta.

Non ci pensai due volte.

Non sapevo cosa fare, non sapevo come l'avrei risolta ma potevo tentare almeno di sfruttare la situazione e, tra tutto il resto, avevo davvero voglia di vederlo e stare con lui.

In qualsiasi forma.

Feci per tornare in stanza e uscire, quando mi diedi dello stupido da solo bloccandomi appena prima di raggiungere il pavimento.

Sono un gatto giusto? Vediamo cosa so fare...

Non ero davvero convinto, la distanza e l'altezza erano comunque elevate, ma tanto valeva....poi se fossi caduto e non mi fossi fatto niente mi sarei assicurato al cento per cento che non stavo sognando e che una soluzione reale dovevo trovarla.

Mi sbrigai quando lo vidi spostarsi per tornare sul vialetto, notando un breve cenno di diniego con la testa e l'espressione quasi delusa, anche se non ne fui certo...ero ancora troppo distante.

Presi la spinta con tutte e quattro le zampe, puntando il ramo più vicino al punto in cui mi trovavo e appena le staccai dal solido, non ci misi nulla a raggiungere l'appiglio considerato, facendolo muovere leggermente verso il basso per il mio peso.

Respirai di sollievo internamente.

Wow...è stato facile!

Mi aggrappai di più, testando anche le unghie, la coda e i baffi che, mi accorsi subito, davano un aiuto estremo a tutto il resto del corpo nel fare qualsiasi movimento.

Se non li avessi avuti sarei caduto con niente.

Presi equilibrio sentendomi sempre più strano, ma cominciando ad abituarmi molto lentamente al nuovo modo di camminare e percorsi il resto del ramo fino al tronco per poi stringermi ad esso, tentando di calarmi in basso.

Saltai su un altro ramo, poi un altro ancora vedendo sempre di più il terreno avvicinarsi, i rumori attorno amplificarsi maggiormente e il mio respiro farsi tranquillo.

A pochi centimetri dall'erba mi staccai, decidendo definitivamente di atterrare e quando toccai terra mi sembrò quasi di essere finito su un cuscino. Dovevo ammetterlo, era stato strano ma affascinante.

Guarda che sta andando via!

Shit! Sollevai il muso, lasciando perdere le mie doti appena acquisite ed evitando di lodarmi da solo, per poi avvistare Heath che stava uscendo dal cancelletto davanti, sempre aperto, diretto alla macchina. Mi rimisi in moto, correndo per raggiungerlo, e dopo un paio di falcate gli fui di fianco.

Heath! Devi aiutarmi...sono...”

No, niente da fare.

Si girò questo sì, ma non capì certo quello che avevo pensato di dirgli, se non un miagolio basso e prolungato.

Dannazione!

Guardò a terra e incontrai il suo sguardo che mi paralizzò sul posto.

Poteva esistere un qualcosa di così perfettamente spiazzante?

Sì, i suoi occhi.

E io che ancora mi facevo dei problemi, delle paranoie, dei dubbi e degli infiniti viaggi mentali su quello che mi stava succedendo e ciò che avevo sentito di provare improvvisamente...per lui.

Ci sarebbe voluto così tanto?

Ma nemmeno tutt'ora volevo ammetterlo a me stesso.

Anche se avrei dato qualsiasi cosa per poter essere nella mia forma normale e saltargli addosso per abbracciarlo.

Sei mesi.

Erano passati sei mesi da quando l'avevo visto l'ultima volta. Dopo era stato tutto un susseguirsi di telefonate chilometriche quando riuscivamo a trovarci a causa dei fusi orari differenti, oppure e-mail che avrebbero potuto competere con un libro best-seller per la lunghezza.

Ero patetico e non me ne accorgevo ancora.

Avrei voluto sospirare di sollievo, parlargli, dirgli quanto mi era mancato e quanto avevo voluto passare tutto il tempo perso di quei mesi insieme a lui. Invece non potei fare niente.

Forse era una punizione tutta quella storia.

Era la mia condanna del non essere stato più diretto con le mie sensazioni e nel non aver ascoltato me stesso e, in quel momento, avevo una rabbia cieca dentro che mi avrebbe fatto urlare o distruggere qualcosa fino a rimanerne sfinito.

Ancora non feci niente. Mi uscii solo un altro lieve miagolio che sembrò più un lamento se recepito da orecchie umane.

Un' espressione sorpresa gli attraversò lo sguardo, poi si girò completamente avendo solo voltato una parte del viso verso di me.

Ehi...e tu da dove salti fuori?” chiese retoricamente, poi chinandosi per essere di più alla mia altezza e allungò un braccio verso di me.

Roteai gli occhi al cielo, e avrei anche scosso la testa con sarcasmo se avessi potuto, perché se avesse saputo davvero che ero io....mi veniva solo da ridere.

Era assurdo!

Vieni qui, non ti faccio niente!” aggiunse dopo mezzo secondo abbassando anche un po' il tono.

Mhh...oddio...non serve che usi quella voce..

Mi sarei avvicinato senza bisogno che me lo dicesse e quando gli fui a tiro, sentii la sua mano sulla testa, tra le orecchie, che si mosse con calma grattando piano.

In meno di un secondo persi ogni capacità di intendere e di volere.

Adesso ci rimango secco davvero!

Merda! Capii cosa provavano i gatti quando venivano accarezzati e il perché gli piacesse così tanto essere grattati dietro alle orecchie.

Era quasi meglio di un orgasmo....ok forse no, ma era molto, molto, molto piacevole.

Poi fatto da lui era ancora meglio.

Non sapevo che Jake avesse preso un gatto...no, impossibile, con Atticus in casa. Sarai dei vicini,

eh?”

Avrei continuato a guardarlo con scetticismo ma visto che non potevo evitai la frase e continuai a bearmi della sua carezza.

Che poi Atticus era dai miei per fortuna, oppure nella sfiga sarebbe stato molto più che un problema averlo in casa!

Improvvisamente non sentii più niente e riaprii di scatto gli occhi, che non mi ero accorto di avere chiuso, e lo vidi rialzarsi per poi spostarsi verso la macchina.

Orrore!

Nonononono. Non puoi andartene! Non puoi lasciarmi così!

In un'altra frazione di secondo capii che Heath sarebbe stato l'unico che avrebbe potuto aiutarmi e, senza pensarci ancora, feci l'unica cosa sensata che mi passò di testa in quell'istante.

Mi intrufolai nella sua macchina, appena aprì la portiera, e mi nascosi sotto ai sedili posteriori.







********


Vi giuro. Tra tutto, darei qualsiasi cosa per vedere le vostre facce in questo momento xDDDDDD
LOL!
Non so come mi sia uscita, d'accordo? Ho visto questa foto:

e sono morta, e non sono riuscita a fermare la mia testa.
Sì, questo è Jake nella storia, così alcune di voi capiranno il perché della mia foto nel profilo su FB per un po' di tempo XD
Vi avevo detto che era MOLTO diversa dalle solite.
Insomma, divertiamoci un po' ok?
Io mi sono divertita come una scema a scrivere di Jake in formato micio...che poi siamo solo all'inizio, non è ancora successo niente =D
<3


Black Cobra: xD muhahahha sì hai capito tutto benissimo, e te ne sarai resa conto anche tu dopo questo chap =P! Hai ragione, per un po' voglio mettervi il sorriso addosso non farvi fare pensieri tristi e spero che sarà così con questa e con le prossime one shot!!! Grazie infinite a te! Mi fa molto piacere che ti sia piaciuta da subito =* kiss


brokeback: ahahaha no dai non angosciarti, non devi sentirti così, anche se il finale del precedente capitolo poteva portarvi fuoristrada, ma adesso non penso =P.......grazie!!!!! =***


tata: ehm??????? LOLOLOLOLOLOLOLOLOLOLOL......mi hai capito =P.
Sulla seconda parte del tuo commento ti ringrazio moltissimo e per il momento ho abbastanza idee in testa per continuare, spero di poterci riuscire per un altro bel po'! hugs&kisses loveU!!!! =* <3


Miss Fefy: eheheheheheh, ehhhhh che è successo? =P......grazie xD bacio!


Cassandra: ihihih, sì scommetti bene =D! Grazie mille e le idee che ho su di loro mi vengono in modi diversi e in momenti diversi. Sarà perchè mi piacciono talmente tanto che vorrei sempre 'immaginarli' in molte situazioni alcune delle quali le devo mettere per scritto perchè così posso renderle un po' più 'reali', o almeno pensarli in certe scene quando le scrivo =)! Grazie ancora, spero che la trasformazione non ti abbia schokkato troppo =P
baci!


Aya: ahaha tranquilla, ti ringrazio moltissimo comunque! Spero sia stato di tuo gradimento anche questo ^.- baciiii


Cassy: uahahahahahah oddio quanto mi mancavate voi tre! Siete stupendi anche se...Heath, dio santo ma proprio milanista dovevi essere? Bleah!....ok, dopo questo profondo commento, ti irngrazio da morire e mi tiri su il morale in maniera favolosa con le tue recensioni! Grazie cara besooo <3


Sis: <3<3<3<3<3 grazie tesor mi fa piacere ritrovarti in forma! Spero per molto più di un po' =*...ehm che dire....vorrei vedere la tua faccia =P! Don't worry Kirsten non ci sarà =D e...no, oddio, sono troppo curiosa di leggere ciò che dirai su questo =PPP <3<3<3
Eccome se sto scrivendo quella con Gemmina! Sto andando a razo, ce l'ho tutta in mente e voglio cominciare a pubblicarla dopo questa serie di funny stories ^.-
Grazie ancora, sempre!! bacioni!



Grazie a tutti i lettori, oltre cento letture in meno di tre giorni, a chi ha già aggiunto tra i preferiti e le ricordate e chi segue!


A presto
Kisss
Leia
=3


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Capitolo 3
*** _Third_ ***


Three.




Non mi feci vedere fino a che non recepii che la fermata dell'auto coincise con l'essere arrivati da lui. Avevamo fatto parecchie soste. Dopo la terza avevo perso il conto e nessuna di esse mi era stata chiara visto che ero rimasto nascosto sotto al sedile. Fu solo quando lo sentii aprire la portiera e da fuori una voce che lo salutò, che mi divenne inconfondibile capire dove fossimo.

Michelle.

Una fitta addosso mi aveva congelato sul posto appena l'avevo riconosciuta ma poi mi ero ripreso, sfruttando di nuovo la portiera aperta per uscire, oppure non sarebbe stato il massimo rimanere bloccati in macchina per non sapevo quanto.

Mi nascosi dietro a una ruota dell'auto, seguendolo con lo sguardo. Prima al baule dove recuperò tre sporte della spesa, poi verso il giardino laterale dove Michelle stava stendendo e infine oltre al cancello d'entrata che superò e richiuse.

Non sentii cosa si dissero appena le fu di fronte ma, volutamente, guardai a terra quando le diede un bacio.

Non ci pensare!

Sgattaiolai fuori, entrando con facilità nel giardino e mantenendo lo sguardo su di loro fino a che non entrarono in casa passando dalla veranda...semiaperta.

Almeno sembrava che non si aggirasse ulteriore sfiga attorno a me.

Ovviamente sgusciai fino ad essa, rimanendoci acquattato di fianco per capire come sfruttare quella situazione senza che finisse in tragedia.

Ma sei arrivato presto! Pensavo ci mettessi ore, visto che ti vedevi con Jake” disse Michelle, dopo essersi fermati in salotto, che dalla mia posizione vedevo benissimo, e aver aiutato Heath a portare una sporta di cibo fino al divano.

A quella frase ammutolii, alzando le orecchie, diventando sempre più consapevole di come usare il mio corpo e che quell'udito era favoloso. Avrei potuto competere con un supereroe e avrei vinto senza ombra di dubbio.

Vidi Heath fare una mezza espressione affranta, che tolse appena Michelle lo guardò direttamente e a quel punto alzò solo le spalle con finta indifferenza.

Non l'ho trovato...e dire che dall'ultima chiamata mi sembrava di aver capito che sarebbe arrivato prima di noi....dovrò essermi confuso”

Oddio....

Ah accidenti che peccato! Di sicuro non se lo sarebbe aspettato, visto che gli avevi detto che tornavamo tra due giorni...”

Mi venne un groppo in gola.

Aveva cercato di farmi una sorpresa?

Appunto...magari lo chiamo più tardi, forse ha avuto dei ritardi e non è riuscito ad avvertire”

Sì sicuramente, continua a dirgli che siamo ancora a NY, così la sorpresa gliela fai lo stesso!”

Già, ci avevo pensato anch'io...”

Ecco, favoloso! Il momento per sconvolgere la mia vita in maniera totale era arrivato nell'istante meno indicato del mondo. Mi stava venendo da piangere, in senso figurato.

Cazzo! Dovevo fargli capire che ero io, era l'unico modo. Non sapevo perché ma sentivo che non avrei trovato nessun altro che avrebbe potuto aiutarmi o che mi avrebbe riconosciuto.

Non devi necessariamente parlare per farti capire...

Per una volta, nell'agitazione, mi era venuto in mente qualcosa di intelligente.

La parte difficile era scoprire come riuscirci.


Aspettai qualche altro minuto prima di uscire e farmi vedere, seguendo i loro spostamenti, in cucina, poi di nuovo in salotto, all'inizio ascoltandoli poi perdendo completamente la concezione di tutto il resto, dopo aver notato l'aumento di un particolare che non sarebbe più passato inosservato.

La pancia di Michelle.

Feci qualche conto veloce. Doveva essere al sesto mese.

Provai una strana sensazione per quella 'scoperta'. L'argomento 'incinta', da quando era successo e Heath me l'aveva detto, l'avevo sempre preso in maniera poco chiara. Ero felice, d'accordo, ma era una felicità strana, amara, quasi egoista che a lui non avevo mai detto e tutt'ora non ero così sicuro di essere euforico verso l'aspettativa del momento.

Neanche pensando che appena la bimba sarebbe nata sarei diventato il suo padrino.

Il suo animale domestico vorrai dire, se non ti decidi a fare qualcosa!

Mi rifilai uno sguardo scettico e tornai presente su ciò che avessi intorno, notando che Michelle non era più nei dintorni e che Heath stava tornando sulla veranda, con una sigaretta in mano.

Il momento ideale.

Aspettai che uscisse, si sedesse su una poltroncina in vimini e si accendesse la sigaretta per poi saltargli sulle gambe, facendogli inevitabilmente fare un sobbalzo violento.

Intelligenza zero, eh?

Fuck...ma che..?...”

Miagolai.

Dio, era ancora troppo strano sia da pensare che da dire, ma fu tutto quello che riuscii ad articolare.

Alzai il muso, allungandolo un po' verso di lui e continuai con il miagolio basso.

Dopo il primo istante di spaesamento, rilassò i muscoli che aveva contratto, così come la posizione di allerta presa, e mutò l'espressione in una di sconcerto e sorpresa pura insieme.

Cazzo Heath! Se solo potessi sentirmi!

Ehi! Tu che ci fai qui?” fece molto sorpreso, allontanando la sigaretta da me e appoggiando la gamba che aveva accavallato sul ginocchio a terra, per darmi più spazio.

Sapessi....

Incredibile...mi hai seguito?”

No scemo, sono venuto in taxi!

Certe volte non capivo davvero come facesse a essere così ingenuo, in senso buono, ma era spiazzante.

Mi avvicinai, spostando le zampe anteriori su entrambe le sue cosce per avere più appoggio e allungai ancora di più il muso, verso di lui.

Scosse la testa, facendo un mezza risata stupita, per poi passarmi di nuovo la mano sulla testa, accarezzandola.

Mhhh dio sì...

Chiusi anche gli occhi, appiattii le orecchie e abbassai la testa facendogli capire che mi piaceva da morire. Le sue mani stavano diventando qualcosa di pazzesco, avrei potuto perdere la lucidità con niente e, per quanto mi stessi cercando di ricordare che se ero lì c'era un motivo, non riuscivo a muovermi e a pensare ad altro se non a quel tocco.

Non vidi le sue espressioni divertite e anche addolcite, continuai solo a tenere gli occhi chiusi, ma capii che aveva recepito che stava andando alla grande perché spostò la mano sulla mia schiena, sovrapponendo carezze a grattate più profonde un po' ovunque, tanto che, dopo pochi secondi, non solo mi stirai appoggiandomi su di lui per averne ancora, ma mi partì una cosa strana alla gola che assomigliava molto al motore di un elettrodomestico.

Non ci credo....sto facendo le fusa!

Oh cazzo!

Mhh...ma era troppo bello..cristo santo...continua...perché...non..

Heath, guarda cosa ho preso prima per la stanza di...”

Michelle interruppe brutalmente quell'attimo di estasi pura che mi aveva persino fatto dimenticare che non ero realmente un gatto ma che, fino alla sera prima, ero stato un ragazzo di ventiquattro anni, attore, migliore amico del povero ignaro a cui ero steso sopra.

La sua voce e quei pensieri mi fecero tornare bruscamente in me e sobbalzai su Heath, aggrappandomi ai suoi pantaloni e soffiando verso Michelle.

Ok.

Non seppi perché lo feci.

Mi venne...insomma, sì...mi venne d'istinto e, ovviamente, lei si zittì di botto, mentre Heath mi prese sotto alla pancia staccandomi dai suoi vestiti e tenendomi sollevato un attimo, per poi appoggiarmi a terra.

Cosa ci fa qui un gatto?” fece lei, con una lieve aria sorpresa ma anche poco contenta e mi ricordai improvvisamente che fosse allergica agli animali. Motivo per cui Heath aveva dovuto lasciare i suoi cani ai genitori da quando si erano messi insieme.

Dannazione!

Heath mi guardò, dando un altro tiro prima di risponderle, poi alzò le spalle.

Non lo so...l'avevo visto prima nel giardino di Jake e un momento fa è sbucato da non so dove...non so di chi sia”

Michelle inarcò un sopracciglio, indecisa, incrociando anche le braccia al petto.

Beh è un po' distante casa di Jake da qui, come ha fatto ad arrivare?”

Ancora non ne ho idea, te l'ho detto...” tentò di nuovo ma sembrava che lei non ci credesse.

Io non c'entravo niente, mi dispiaceva per Heath, ma non ero in grado di spiegare i metodi del mio 'viaggio' clandestino nella sua macchina, quindi mi limitai a sedermi per terra, cominciando a leccarmi sulla schiena per pulirmi.

???

Ecco, appunto. Ci mancava solo quella...

Dovevo fare in fretta, oppure avevo paura che passando il tempo avrei perso sempre di più le mie percezioni umane per finire totalmente in quelle da gatto e non doveva succedere.

Michelle sospirò, guardandomi, poi chinandosi sulle ginocchia per osservarmi meglio.

Certo che è bello come gatto. Mamma mia, guarda che occhi azzurri che ha! Non sembra randagio..”

A quella frase sollevai la testa, dimenticandomi completamente della pulizia e scattò un campanello.

Avevo gli occhi azzurri?

Davvero?!!!

Già, io non avevo potuto accorgermene guardandomi allo specchio perché, in effetti, non distinguevo i colori, ma se Michelle diceva la verità avrebbero potuto essere la risoluzione al problema...almeno in parte.

Guardai Heath, per farglieli notare e lui, infatti, si piegò verso le ginocchia, dalla sedia per focalizzarmi meglio.

Hai ragione, non l'avevo notato...” poi socchiuse le palpebre come se stesse pensando a qualcosa anche se l'espressione era emblematica di suo, mentre Michelle tentò di venire verso di me e prendermi in braccio.

Ma non eri allergica tu?

Le sfuggii volutamente, saltando di nuovo in braccio a Heath che si scostò di getto per farmi spazio, poi sorrise ridendo divertito.

Non so cos'abbia ma è da quando mi ha visto che non smette di starmi attaccato” disse con lo stesso tono che riprendeva l'espressione e se avessi potuto gliel'avrei ricambiata con una sarcastica.

Prova a scoprire perché!

Sembra che ti si sia già affezionato...ma lo sai che non possiamo tenere animali, soprattutto da quando nascerà la bimba”

Avrei voluto strozzarla, ma tanto non avrebbe dovuto prenderlo come un problema. Io speravo di tornare uomo molto prima di quell'evento, non di rimanere nel loro giardino come acchiappatopi!

Oh dai, che fastidio può dare? Poi è davvero bello, non possiamo lasciarlo in strada così”

Mi venne voglia di leccarlo.

Ehm...c'è insomma, in senso felino, visto che non potevo abbracciarlo.

E se fosse di qualcuno? Se l'hai visto nel giardino di Jake, attorno ci sono altre case, potrebbe essere di uno dei suoi vicini”

Heath sembrò pensarci e io avrei avuto voglia di graffiarla.

Non metterti in mezzo dio santo! Se Heath mi riporta a casa è la fine, non riuscirò più ad arrivarci qui!

Cercai di soffiarle lievemente, di nuovo, per fargli capire il mio disappunto e mi piazzai sul bacino di Heath, spingendo con la testa contro al suo petto.

Rise “Tu invece non devi piacergli per niente” Michelle scosse la testa con scetticismo “...e sembra che capisca davvero..”

Mi sentii risollevare ma questa volta, mi tenne in braccio, sostenendomi con entrambe e, senza pensarci due volte, mi lasciai andare tra di esse, prendendo una posizione accucciata che adorai da subito e che lo fece ridere di nuovo.

Vedi?” fece lui rivolto alla sua compagna.

Lei alzò gli occhi al cielo “Okok...per qualche giorno, poi lo porti nel quartiere di Jake e controlli che non sia di nessuno...”

Se non lo è?” tentò.

Lei lo guardò con mezza sfida, ma era divertita “Ne riparliamo”

Heath rise di nuovo, alzandosi definitivamente, spegnendo la sigaretta a fatica, visto la mia presenza sulle braccia, poi andò verso di lei, chinandosi per darle un bacio.

E no eh? Pure questo sotto ai miei occhi, no!

Soffiai, allungando una zampa, senza tirare fuori le unghie visto che non volevo fargli male, ma agitandola ottenni l'effetto desiderato e li feci separare, beccandomi un'occhiata sospettosa da Michelle.

Non lo so perché fa così..” disse Heath.

Sembra quasi sia geloso di te!”

Ma smettila dai, poi non so neanche se sia maschio o femmina”

Ah beh questo si fa presto a capire!”

Che?!! No!No!No!No!...

Meowwww!” mi uscii spontaneo quando Michelle mi prese le zampe posteriori e le sollevò, aprendole, per verificare il mio sesso e ci mancò poco che la graffiai davvero.

Amore, evita di toccarlo ok? Abbiamo capito che non gli vai a genio”

E dire che è maschio...motivo in più per non tenerlo in casa....” tornò sulla veranda ridendo da sola “..uno mi basta e avanza”

Ehi!” fu il commento indignato di Heath, ma lei rise di più, contagiando anche lui che la seguì all'interno, non immaginando che tra le sue braccia stavo rodendo di invidia e gelosia.



Almeno per quella notte, avrei avuto un posto al caldo e al coperto per dormire.

Michelle aveva capito subito che non l'avrei fatta avvicinare, che non sarebbe riuscita a farmi le coccole e che sarei stato l'ombra di Heath fino a che tutto non sarebbe tornato normale, ma almeno non aveva più detto niente sul fatto che fossi in casa da loro.

Tornai presente dopo parecchie ore.

Niente di grave, avevo solo dormito per non sapevo quanto.

L'avevo sentito necessario appena Heath mi aveva riempito un piatto con della carne e un altro più piccolo con dell'acqua.

Inutile pensare alla stranezza della faccenda. Tutto era diventato strano da quando era cominciato quindi il fatto di mangiare da delle ciotole non mi aveva sfiorato. Se la solfa era quella avrei dovuto sorbirmela fino in fondo...o fino a quando sarei finalmente riuscito a uscire da quel casino.

Fatto stava che avevo mangiato anche troppo. Stavo morendo di fame, mentre un attimo dopo mi ero sentito talmente pieno che non sarei stato in grado neanche di saltare su un divano.

Sempre stando dietro a Heath, l'avevo seguito in sala dove, con Michelle, si era steso su di esso a guardare la televisione e mi ero addormentato di botto sul tappeto, nemmeno l'invidia verso il modo in cui l'aveva stretta a sé era bastata per mantenermi sveglio.



Quando aprii di nuovo gli occhi tutto, attorno a me era diventato buio.

Niente più sprazzi di verde o di blu, ora era un unione di grigi, chiari e scuri, nero in qualche punto e bianco per le luci delle lampade.

Nonostante tutto ci vedevo ancora meglio che nella giornata.

Capii che doveva essere sera, non necessariamente tardi, ma il sole era già tramontato e la sala era silenziosa. Mi sollevai, sbadigliando, stirandomi a lungo, fino a recepire l'indolenzimento dei muscoli andarsene e mi sentii rinato.

Ok, adesso basta! Niente più distrazioni.

Avrei dovuto pensare davvero a qualche stratagemma per fargli almeno capire che ero io, anche se mi sembrava altamente impossibile e che, anche se fosse successo, non ci sarebbe stato modo per lui per farmi tornare normale.

Saltai sul divano per avere una maggiore visuale dell'ambiente attorno e notai un altro fascio bianco, provenire dopo la sala, da quella che doveva essere la cucina.

Tornai a terra e camminai fino ad essa, trovando solo Heath impegnato a mantenere in equilibrio il telefono tra la spalla e l'orecchio, le mani occupate sul portatile di fronte a sé.

Non stava parlando con nessuno e dopo un po', soffiò con una sorta di sguardo interrogativo addosso ma allo stesso tempo preoccupato. Recuperò il cordless e lo spense, sospirando e appoggiandolo sul tavolo, poi prendendosi un lato delle labbra tra i denti con fare pensieroso.

Dove diavolo sei finito Jake?...”

Ammutolii.

Lo disse talmente piano, tra sé e sé, che ebbi l'impressione di essermelo sognato, ma ci mise enfasi in quella frase e la preoccupazione si percepì anche da essa.

Cazzo.

Mi stava cercando...non potevo nemmeno biasimarlo.

Come faccio a fartelo capire?

Saltai di nuovo sulle sue gambe, ormai era diventata un'abitudine, infatti sobbalzò di nuovo ma questa volta sorrise subito, scuotendo la testa.

La vuoi smettere di farmi prendere dei colpi?” fece un mezzo sorriso “...buongiorno eh? Pensavo non ti svegliassi più” riprese ad accarezzarmi lungo il corpo, fermandosi sul mento e ributtandomi in quella sensazione divina che avevo provato nel pomeriggio.

Smettila, cazzo...sto cominciando ad assuefarmi a tutto questo....Heath aiutami, non deve accadere!

Miagolai di piacere, anche se non l'avrebbe mai capito, e allungai il collo in modo tale che potesse continuare a muoversi e ad aumentare il suo campo d'azione.

Fece una mezza risata che non mi distrasse “Ti piace eh?”

Mah, non lo so! Tu che ne dici?

Ho sempre preferito i cani ai gatti, ma tu sei davvero un'eccezione. Sarei curioso di sapere da dove sei saltato fuori, così all'improvviso...magari sei davvero di Jake e gli farò venire un colpo quando scoprirà che non sei più a casa”

Mpf...provane un'altra!

Cominciai a strusciarmi contro la sua mano, poi fino al petto dove continuai a fare le fusa, muovendomi sulla sua maglia e lui aprii le braccia cercando di capire cosa stessi facendo.

Dove vuoi andare?”

Alla fine mi lasciai cadere sulle sue gambe, chiudendomi in cerchio e facendomi trasportare completamente dalla sensazione di benessere che stavo provando ad essere con lui, a quanto avrei voluto stare sempre così e a come erano cambiate le cose in meno di due giorni.

E se avessi lasciato perdere tutto?

Così avrei potuto averlo, sempre, mentre da umano....

No, cazzo! Se pensi a queste cose è finita! FINITA sul serio....e non potrai mai averlo neanche così.

Sollevai la testa, la mia parte umana stava piangendo in quel momento, la parte felina gli inviò solo uno sguardo triste carico di tutto quello che stavo cominciando a capire solo in quel momento e a quanto fossi stato stupido nei mesi passati.

Heath aveva lasciato una mano su di me, muovendola di tanto in tanto sulla pancia, mentre l'attenzione visiva l'aveva ridata al computer.

Mi bloccai a guardarlo, cercando di non pensare a quella diavolo di mano e al suo movimento leggero su di me, sempre più convinto che dovevo trovare una soluzione a tutti i costi.

Lo sai?..” disse improvvisamente facendomi sobbalzare e focalizzare subito l'attenzione su di lui, anche se continuò a guardare lo schermo.

...è strano come tu sia comparso così all'improvviso e allo stesso tempo Jake sembri essere sparito nel nulla!”

Oh god!

No non poteva averlo detto davvero!

..che poi non c'entra niente l'uno con l'altro..cosa vado a pensare?” continuò subito dopo e come velocemente mi si erano alzate le orecchie per la sorpresa, altrettanto le spinsi indietro per l'agitazione.

Nonono! Heath sei un genio! Ci hai preso! Non ripensarci...

E' così!”

Ma nella realtà si sentii il solito miagolio che stava cominciando ad essere molto frustrante. A quello, però, abbassò lo sguardo e mi fece un sorriso divertito, dandomi una grattata più forte sul mento, tanto che per poco ricominciai con le fusa.

Credi di aver detto una stronzata, ma è tutto vero! Diamine!!

Mi alzai sulle zampe posteriori, appoggiando le anteriori sul suo petto e lui sorrise ancora, spostandosi indietro per lasciarmi fare, fino a che non allungai anche il collo verso di lui.

Dio aveva un buonissimo profumo....se mi fossi lasciato andare ai sensi non avrei smesso un secondo di essere in estasi, ma se fosse successo avevo paura che poi non sarei più riuscito a tornare indietro, quindi cercavo di trattenermi.

Mi guardò per un po', alternando entrambe le mani sulla mia testa fino in fondo alla schiena, mentre io continuai ad annusarlo fino a che non mi risultò scomodo rimanere così sollevato e riappoggiai tutte le zampe sulle sue gambe, sedendomi.

Sai che hai davvero due gran bei occhi...sempre per assurdo, mi ricordano un sacco quelli di Jake....non lo so perché continuo a pensarlo ma c'è qualcosa di lui in te...”

Sgranai gli occhi, figurativamente, e tornai a sollevarmi.

Perchè sono io Heath!

Damn!!

Ma poi scosse la testa, tra sé e sé, smettendola di accarezzarmi e facendo anche un lieve sbuffo che non capii.

Noo continua che mi piaceva..

E forse io sono pure impazzito perché sto parlando con un gatto...” disse tra sé e sé “...è solo che Jake mi manca da morire che lo vedo ovunque, in qualsiasi cosa..”

Come feci a resistere?

Non lo seppi con certezza nemmeno io.

Sapevo solo che stavo urlando dentro di me, che avevo una rabbia infinita addosso e che più cercavo di trovare un motivo, anche puramente plausibile per quella situazione, non c'era da nessuna parte e stavo iniziando a non poterne più.



Quella notte dormii nella loro stanza. Non avevo propriamente sonno, visto il sonnellino pomeridiano, ma avevo come sviluppato un senso di protezione nei confronti di Heath che mi faceva muovere in qualsiasi punto della casa si spostasse.

O almeno tentai di dormire.

Perché appena li vidi sistemarsi sotto alle coperte e Michelle appoggiarsi a lui stringendolo, non riuscii a stare fermo e saltai sul letto, mettendomi in mezzo tra di loro, sedendomi.

Michelle fece un lieve urlo di sorpresa, mentre Heath sobbalzò e tutti e due si spostarono l'uno dall'altro.

A-ha, così impari...

Heath! Cosa ti avevo detto? Il gatto in stanza no!” fece lei, sedendosi e riaccendendo la luce mentre la guardai male e se avessi potuto le avrei fatto anche la lingua.

Okok, pensavo sarebbe stato buono...”

Stavo per sistemarmi meglio tra i cuscini quando sentii il materasso che si allontanava da me e riconobbi la mano di Heath sotto alla mia pancia.

Che? Nooo....

Andiamo, non puoi starci qui, dormirai in salotto!”

Bravo, bella trovata! Proprio il modo ideale per tenerlo sott'occhio.

Shit! Ci avevo provato almeno.







**********

Uhauahahahaha xD
Dai almeno ho ottenuto la reazione che avevo sperato visto che tutte avete riso =PPPP
Ehmmmmm, ripeto mi è venuta fuori così dopo aver visto quella foto........

..e anche per il fatto che pensare a Heath coccolare Jake come micio senza che lui lo sappia che è l'amico che ha in braccio beh...oddio xDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD, avete già capito ^.-




tata: ahahahahah ma devi ridere xD fallo tranquillamente e ribadisco che mi stupisco da sola di ciò che tiro fuori =P. --->”e io già che immaginavo una fan fiction fatta di coccole, nel vero senso della parole e senza doppi sensi *-* ma non lo escluderei comunque, dopotutto si possono fare anche ad un...gatto!!!” infatti è per questo che vi avevo detto nella discussione su FB di non lasciarvi fuorviare dal titolo a dall'immagine usata. Perchè le coccole sono proprio riferite a quelle che Heath fa a Jake come gatto =P, le due foto usate invece sono per gli eventi inaspettati xD! Thankssss <3<3 bacioni sempre =****


brokeback: =P ahahaha grazie infinite xD Certo anch'io preferisco entrambi in forma umana ^.-, ma così mi faceva morire a pensarci =D, ovvio che sarà l'unica che scriverò così! Grazie kissss! =*


Miss Fefy: ehehehe grazie ^.-, sono d'accordo con te..su come farà a farsi capire, se ci riuscirà, lo scoprirai presto =D besos


cassandra: =D ti ringrazio molto. Come scritto sopra mi è uscita per puro caso, la folgorazione mi è venuta dopo aver visto gli occhi del gatto nella foto. Ho fatto subito l'associazione con Jake e così è saltata fuori. L'ho tenuta proprio dopo ad As Hell, perché sarebbe stato peggio mettere prima questa poi l'altra, almeno questa alleggerisce decisamente i toni ^.-! Grazie ancora baci =*


Black Cobra: oddio tu non sai quanto ho riso io con il tuo commento! Sei geniale, mi hai fatto morire davvero! Sono contenta di averti suscitato quelle reazioni perché era proprio ciò a cui volevo arrivare....---->”per inciso io amo e venero i gatti peggio degli antichi Egizi XD vorrei affondare le mani nella sua pelliccia e fargli tanti grattini mentre fa le fusa LOL”..ahahah, anch'io sono così, e ti capisco. Se avessi Jake in formato micio penso che lo stritolerei di coccole e baci tutto il giorno, come farei anche con lui umano ma....anyway xD
Ahahaha sai che non ci avevo pensato all'erba gatta, mannaggia! Potevo metterla ma ti ringrazio da morire, davvero, sei stata favolosa xD! Non vedo l'ora di sentire le tue opinioni riguardo a questo chap!!!! Baciii enormi =**** <3


Cassy: ecco l'altra donna assurdamente geniale, la mia Marths!!!!! Ma io te venero =D Ti giuro che prima o poi metterò insieme tutti i tuoi dialoghi con gli altri due e ci farò un libro! Spectaculo xDDDDDD!!! Grazie carissima, sempre contenta di stupirvi =P <3<3<3


Sis: ehehehehe grazie tesora! Mi fanno sempre un piacere immenso le tue opinioni, son contenta che ti piaccia e che ti abbia fatto ridere e sapevo anche che mi avresti puntualizzato quella citazione =PPPPPPP chissà perchè xDDDD La mia piccola siscia perversa, ha preso tutto da me <3<3<3<3 besoooo luvYa!!!! =******



Quindi che dire....grazie a tutti i lettori e a chi sta aggiungendo nelle varie opzioni!
Al prossimo con il finale...ce la farà Jake a tornare umano? XD
Baci
Leia
=3

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Capitolo 4
*** _Fourth_ ***


Four.




Sognai Austin e quella dannata cena al ristorante.

Sul fatto che stavo sognando non ne ero molto sicuro. Non sapevo se gli animali sognassero o meno ma se fosse stato un no, quello era un bene perché voleva dire che, comunque, le mie facoltà mentali continuavano a essere umane.

E così doveva rimanere.

Qualcosa non mi tornava però. Nonostante sapessi di stare sognando e che quello che avevo mangiato doveva c'entrare qualcosa in quella faccenda, riuscivo a vedere tutto talmente nitido e chiaro come se lo stessi vivendo che, pensai davvero che il sogno fosse quello di essere un gatto.

Poi c'era quella frase ricorrente che non mi usciva dalla testa e che, avevo l'impressione, sarebbe stata la chiave per risolvere tutto quanto.

..aiutano ad alleggerire i problemi oltre che affrontarli...”

Ad alleggerire...oltre che affrontarli.

...affrontarli?

Che cavolo c'era da affrontare?

E comunque rimaneva il fatto ancora poco chiaro su come, il direttore del ristorante, fosse stato in grado di avvicinarsi a noi così di fretta e a portarci quei bicchieri.

Non ebbi il tempo 'materiale' per poterci pensare o per verificarlo attraverso il sogno perché, un attimo prima che le immagini prendessero la forma di Austin quando aveva cercato di farmi parlare su quello che, secondo lui, stavo nascondendo, un rumore mi fece svegliare di scatto.

Alzai la testa, ancora una volta confermandomi che non era cambiato niente e che ero ancora nel corpo di un felino, e cercai di capire da cosa fosse stato causato quel suono.

Da fuori entrava già una luce decisamente forte, doveva essere mattina inoltrata, e il mio stomaco reclamava cibo e acqua immediati.

Sbadigliai, stirandomi nello stesso momento, puntando le zampe avanti per grattare anche il pavimento con le unghie.

Era....piacevole, ok?

Per quanto cercassi di non averli quegli atteggiamenti puramente da gatto, mi venivano spontanei e, da un lato, era anche normale visto che, in quanto gatto, mi sarei dovuto comportare così sempre.

Sul fatto che rimanevano strani e inspiegati non c'erano dubbi, ma almeno pensavo ed era tutto dire.

Appena sentii i muscoli rientrare in funzione, così come le capacità sensoriali, alzai le orecchie per recepire qualsiasi suono da una parte qualunque della casa.

Quello che avevo perso completamente da quando ero in quella forma era il senso del tempo.

Non capivo mai che ore fossero, il giorno o quanto fosse passato da un istante all'altro.

Mi sembrava sempre tutto uguale, a parte per la luce esterna, ma almeno mi resi conto di essere nel salotto del giorno prima.

Heath aveva avuto la decenza di non rinchiudermi a chiave in una stanza, così potei spostarmi per fare un piccolo sopralluogo.

Non ci misi molto a decidere dove andare come prima tappa, perché dalla cucina sentii un odore favoloso di cibo appena cotto e mi fiondai in quella direzione senza pensarci due volte, lo stomaco che comandava.

Feci una brusca frenata però quando ci trovai solo Michelle, impegnata ai fornelli, con la radio accesa sul ripiano della cucina e alcuni piatti coperti da tovaglioli sul tavolo.

Accidenti! Io volevo Heath!

Tentai di fare dietrofront il più velocemente possibile per andare a cercarlo, ma non lo fui a sufficienza perché lei si voltò per portare qualcos'altro alla tavola e mi vide, fermandosi di botto.

Eh poi i gatti sono silenziosi eh?

Stà zitto.

Oh ma guarda chi c'è....c'hai messo proprio le tende qui eh?”

Devo anche sorriderti?

Feci l'indifferente, alzando il muso e anche la coda, e ripresi a camminare per uscire quando le sue parole mi bloccarono di nuovo.

Avrai fame...vieni che ti do qualcosa”

Avevo sentito bene?

Mi girai a guardarla e per un istante anche lei lasciò lo sguardo su di me, come se volesse scrutarmi a fondo o leggermi dentro, e fu come se non stesse guardando un animale ma si rese conto che ci fosse qualcosa in più in me.

Non mi azzardai ad andare verso di lei per prendere il cibo però la vidi fare una risatina strana, tra sé e sé e scuotere la testa come se non ci credesse neanche lei, e si spostò al lavello per recuperare il piatto fondo che Heath aveva usato il giorno prima per darmi l'acqua.

Sfruttai l'attimo per andarmene ma, ancora, mi fermai di scatto per non finire contro alle gambe di Heath che entrò in quel momento.

Amore senti, io non lo trovo stavo pensando di...” aveva cominciato a dire durante la sua entrata, ma poi si interruppe appena mi vide ai suoi piedi e Michelle si girò verso di lui, con un'espressione interrogativa.

Ehi ciao...dormito bene?” disse riferito a me.

Scusa, non ti ho sentito...cosa stavi dicendo?” fece lei, in modo che lui la guardasse.

Ahm dicevo che ho provato a richiamare Jake, ma non risponde...né a casa, né al cellulare..così ho chiamato Romeo e mi ha detto che sono arrivati a inizio settimana!”

Porca puttana!

Ebbi un vuoto in quel preciso istante e mi sentii male.

Michelle fece una faccia strana, incerta, mentre Heath sia dal tono che dall'espressione si vedeva che era preoccupato.

Ah...forse ha avuto degli impegni e...”

E non risponde mai? Non penso che non abbia un secondo libero anche perché mi aveva detto che una volta a casa non avrebbe avuto lavoro!” aveva aumentato il tono concitato e il mio stare male aumentava a dismisura ogni istante in più.

Mi aveva preso anche un senso di vertigine che mi costrinse a stendermi a terra con tutto il corpo per non avere l'impressione di cadere da qualcosa di molto alto.

Sono preoccupato, cazzo...e se gli è successo qualcosa?” continuò e a quel punto Michelle gli si avvicinò passandogli un braccio attorno allo stomaco e l'altro dietro la schiena che utilizzò per passargli la mano su di essa, sfregandogliela e cercando di calmarlo.

Evitai di guardarli ancora per non sentirmi sempre peggio, ma avrei dato di tutto per poter osare gli stessi gesti con lui, almeno una volta sola.

Dai sta tranquillo, vedrai che lo trovi! Starà benissimo ne sono sicura!”

Lui si abbassò dandole un bacio leggero poi annuì, appoggiandole un braccio attorno alle spalle.

Lo spero, cavolo non ha mai fatto così! Ti giuro che quanto lo trovo lo strozzo e...”

Heath, sta calmo” lo fermò lei, con tono tranquillo, facendogli anche segno con la mano di rilassarsi.

Lui sospirò annuendo di nuovo, poi quando abbassò un'altra volta lo sguardo su di lei, lo vidi notarmi e fare un'espressione strana.

Che è successo qui invece? Non dirmi che sta male pure lui!”

Ecco, appunto!

Michelle seguì la direzione della sua visuale e scosse la testa, muovendo anche una mano in aria con fare sarcastico, staccandosi poi da Heath per tornare al ripiano della cucina.

Non lo so, ma è davvero strano quel gatto. In certi momenti mi fa impressione...sembra che capisca tutto quello che gli dici e quando ti guarda sembra che ti stia guardando sul serio..non so se hai capito cosa intendo...”

Sì un po'...anch'io ho avuto la stessa impressione. Infatti è incredibile come faccia certi movimenti che sembrano assecondarti”

Sì esatto...”

Avete finito? Guardate che vi sento!

Comunque, stavo solo cercando di dargli da mangiare, penso sia affamato, ma penso anche che continui a non volere le cose che gli do io”

Ma non è vero...su prova” disse ridendo poi indicandole il piatto ancora sul lavello e Michelle gli inviò uno sguardo ironico, poi scosse la testa e lo riempii insieme ad un altro con della carne dentro.

Mhhh...dio che fame! Ma volete la prova del nove? Ok, l'avrete..

Non capivo nemmeno perché, da felino, avessi sempre questa voglia strana di sfidarla e di metterla in secondo piano rispetto a Heath.

In ogni caso non mi mossi quando appoggiò tutti e due i piatti per terra e mi fece un verso addolcito per farmi avvicinare, chiamandomi 'micio'.

Bleah...

Ero diventato una statua.

Vedi? Te l'ho detto che non le vuole le cose da me”

Non ebbe nemmeno il tempo per finire la frase che mi ero già spostato andando verso Heath e fermandomi ai suoi piedi, con la viva intenzione di 'salire' su di lui.

Solo che non avevo preso in considerazione un particolare.

Cristo santo, se sei alto ragazzo mio...

Porca vacca, da terra, alzando lo sguardo praticamente non finiva più, e quando mi aggrappai ai suoi pantaloni, senza nemmeno essere arrivato all'altezza del ginocchio, lo capì da solo che volevo essere preso in braccio e si chinò per sollevarmi.

Oh ecco, così è più semplice.

Quando fui tra le sue braccia, mi rilassai e notai lo sguardo divertito che aveva assunto, mentre Michelle aveva appoggiato le mani sui fianchi e stava continuando a scuotere la testa.

Cosa?” fece Heath, trattenendo una risata, mentre una sua mano si stava già muovendo lentamente sulla mia testa facendomi tornare allo stile motorino-in-avviamento.

Niente...”

Oh dai, dimmelo”

Rise anche lei “No è che...anche se è strano, sembrate tu e Jake...sempre appiccicati appena vi vedete e...”

Heath si fermò di botto e anch'io sgranai gli occhi, guardandola e se avessi potuto la mascella mi sarebbe arrivata al pavimento.

...non capisco cosa gli sia preso a quel gatto con te, in ogni caso..”

Heath scosse la testa, tornando in sé “Non lo so, ma anche a me ricorda qualcosa di Jake...anche se è assurdo..”

Alzai una zampa verso il suo viso per dimostrargli il mio disappunto e lui la prese, fermandola solo un istante, scuotendola, pensando che volessi 'giocare', poi lasciandomela e la ritirai, indignato.

Però vai lo stesso a controllare che non sia di nessuno...se ha il padrone che figura ci facciamo?”

Sì sta tranquilla...dopo faccio un salto, anche perché voglio controllare di nuovo a casa di Jake e vedere se c'è”

Giusto...comunque, la colazione è pronta. Ah! Niente gatto a tavola”

Okok, ma come faccio, me lo spieghi?” disse ridendo.

Perché cosa c'è che..” ma non finì la domanda, mettendosi a ridere a sua volta, guardando verso Heath che aveva aperto le braccia e io gli ero rimasto attaccato alla maglia, senza intenzione di scendere.



Spero proprio che tu non abbia un padrone. Non so cosa mi hai fatto ma mi sono già affezionato a te dopo un solo giorno...e non mi è mai successo con un gatto”

Per poco mi sciolsi.

Ok, escludendo il fatto che fossi in quella forma e che avrei preferito mi dicesse quella frase in una circostanza diversa -e anche in un modo un po' diverso-, il tono con cui lo disse e anche l'espressione mentre mi stava accarezzando sulla schiena, mi fecero quasi liquefare sulla sua maglia.

Michelle si era tolta dalle pa....ehm, era uscita...con sua madre, subito dopo pranzo e io avevo seguito Heath in sala che aveva ricevuto delle telefonate di lavoro.

Si era liberato da une decina di minuti, nei quali ci eravamo stesi entrambi sul divano, lui con un braccio sotto alla testa per sostenersela e io sulla sua pancia.

Stavo cominciando ad abituarmici troppo a quella situazione e più mi dicevo di fare qualcosa, meno spinta trovavo per farla davvero, ma con il discorso che Heath cominciò in quel momento, ovviamente tra sé e sé, non avevo idea che avrei trovato la reale soluzione al problema.

Spero anche che a Jake non sia successo niente davvero, oppure non so cosa potrei fare...” continuò, abbassando il tono, rendendolo preoccupato e con una lieve amarezza che mi fece alzare la testa, per appoggiarla tra le zampe in modo da vederlo.

Dio Heath! Se solo riuscissi a spiegarti...

Ma lo fece lui per me.

E' incredibile come quel ragazzo sia diventato il centro dei pensieri di tutte le mie giornate anche se non è presente e, di sicuro, non pensa di esserlo ma è impressionante l'ascendente che ha su di me...”

Il battito mi era accelerato.

Dio, cosa stava succedendo lì?

Heath, di che diavolo parli?

Sono sei mesi che non ci vediamo e invece mi sembrano sei anni, tutte le volte che lo sento al telefono non vorrei mai smettere di parlargli e quando non c'è mi manca da morire....come adesso.

Non avevo mai provato sensazioni così forti per nessun amico mentre con lui mi vengono spontanee e il bello è che mi fanno pure un gran piacere, visto che le sento verso di lui.

Ma non so cosa fare...quello che penso è tutta una follia e poi con Michelle...e la bimba tra pochi mesi..devo smetterla di ragionarci sopra” si fermò un istante, forse nemmeno si rendeva conto che stesse parlando ad alta voce, oppure sfogarsi con un 'animale' lo rendeva molto più tranquillo visto che pensava che non avrei capito.

Mentre io stavo per morire davvero, avevo capito tutto, stavo continuando a darmi dello stupido cronico e mi sarei messo a piangere se avessi potuto.

Durante tutto il discorso aveva tenuto lo sguardo rivolto al soffitto, mentre una mano si muoveva sul mio corpo, lentamente, dimostrandomi che si fosse davvero perso nei suoi pensieri e che non si era accorto di dirli ad alta voce.

Dopo quella breve pausa abbassò lo sguardo, guardandomi direttamente per un lungo istante, poi strizzando le palpebre in una sorta di studio.

Sei davvero strano. Hai degli occhi che mi ricordano troppo Jake e....non lo so...c'è qualcosa in te che....” si fermò cercando una parola a fatica mentre dentro di me continuavo a ringhiare per non poter avere nessun'altra possibilità di fargli capire che ci aveva preso e che le sue non erano cazzate.

...ah no, impossibile....” sospirò, togliendosi il braccio da sotto la testa, per appoggiarla completamente al cuscino e iniziò a passarmele entrambe, a ripetizione, dalla testa a metà schiena.

Se continuerò a non sapere nulla di dove sia o cosa stia facendo, giuro che impazzirò prima o poi...mi mancano troppo le nostre uscite, i momenti solo nostri, le chiacchierate dove nessuno si metteva in mezzo e dove potevo dirgli tutto senza aver paura o dubbi su nulla...come ci riesco solo con lui....”

Poi mi guardò e dentro di me stavo già piangendo, di gran lunga.

...un po' come con te...è l'unico che mi sa ascoltare e capire completamente e non posso più farne a meno...” fece una pausa sospirando e passandosi una mano sulla fronte, poi sugli occhi che strizzò, massaggiandosi le palpebre.

Dio, se gli è successo qualcosa io..” ma si interruppe, a causa mia ovviamente, che avevo sfruttato l'attimo in cui aveva smesso di accarezzarmi, per alzarmi, arrivargli vicino al viso e cominciare a leccarlo.

Non ce la feci. Fu inutile.

Se fossi stato in me l'avrei abbracciato per non lasciarlo più andare, non mi sarei staccato neanche con la forza bruta, mentre in quello stato il più alto 'segno' di affetto potevo darglielo in quel modo.

Partii dal mento, lui fece una mezza risata preso alla sprovvista, poi mi afferrò sotto alla pancia per spostarmi, ma prima di riuscirsi, gli leccai anche le labbra e a quel gesto lo stomaco mi andò in subbuglio totale.

Dio...l'ho fatto come gatto e non riesco a farlo come umano.

Già come se fosse stata la stessa cosa..e comunque non avrei voluto propriamente 'leccarlo' da umano, ma...

Ehi ehi...buono..” rise di nuovo, dopo essersi sollevato con la schiena e avermi spostato a livello dello stomaco, asciugandosi dove avevo appena lasciato il mio lavorino “..ehi che ti è preso?”

In quel momento suonò il campanello.

Mi grattò sotto al mento e mi appoggiò sul divano, poi alzandosi.

Sta buono ok? Torno subito”

Lo guardai allontanarsi con una strana sensazione interna che non aveva nome.

Improvvisamente sapevo cosa avrei dovuto fare.

Sapevo tutto.

Avevo capito e mi fu anche chiaro come sarei potuto tornare me stesso.



Guardai svogliatamente le vie di LA sfrecciare veloci dal finestrino, riconoscendole praticamente tutte, con un sottofondo musicale proveniente dall'autoradio e Heath e Michelle che parlavano di come arredare la stanza della futura bimba.

Non avevo la forza di ascoltarli a fondo, vista la rivelazione improvvisa che avevo ancora addosso e sperai che fosse quella giusta oppure avrei potuto dire addio al mio ritorno nel mondo reale e a tutto ciò che avessi sempre conosciuto.

Heath stava accompagnando Michelle da sua sorella -incredibile come quella ragazza dovesse sempre vedere qualcuno-, poi si sarebbe diretto a casa mia per verificare che fossi di qualcuno.

A quel punto avrei attuato il mio piano, anche se mi dispiaceva il fatto che Heath non avrebbe più visto quel 'gatto'.

Solo relativamente almeno, perché avevo una voglia di tornare me stesso e dirgli tutto quello che mi ero sempre tenuto dentro che mancava poco e sarei esploso, ma il mio quartiere non era ancora molto distante e, forse, sarebbe finito tutto in poche ore.

Facemmo due soste. La prima da Paige, la suddetta sorella, poi da un tabaccaio, infine riconobbi persino ogni singolo albero che mi passava di fronte, scorgendo anche l'angolo della strada da cui si faceva capolino su casa mia.

Heath parcheggiò deliberatamente davanti ad essa e riportai le zampe sul sedile, lasciate fino a quel momento sul bordo del finestrino per poter guardare fuori.

Mi preparai allo scatto fulmineo che avrei dovuto fare, acquattandomi sulla fine del sedile e, quando Heath venne ad aprirmi, corsi fuori di fretta un momento prima che mi prendesse dalla pancia per sollevarmi.

Ehi!...ehi, aspetta! Torna qui!”

Scusami, ma devo tornare da te realmente!

Feci il giro di casa mia, risalendo sull'albero da cui ero sceso il giorno prima e saltando sulla finestra che era ancora, ovviamente, aperta, senza stupirmi della velocità con cui lo feci e della maggiore sicurezza che ebbi rispetto alla prima volta.

Ma quella era questione di sopravvivenza e si sapeva che quando gli animali lottavano per la vita, era impossibile che non riuscissero a fare qualcosa.

Feci un sospiro di sollievo quando mi ritrovai sul mio letto, ancora le coperte e le lenzuola sfatte, i miei vestiti lasciati a caso tra di essi e nulla era cambiato in quei giorni.

Velocemente, anche perché non sapevo quanto Heath sarebbe potuto rimanere lì fuori, raccattai prima i vestiti spostandoli con la bocca, cercando di sistemarli in una posizione più o meno utile perché potessi infilarmici dentro, poi andai sotto al lenzuolo e mi stesi appoggiando la testa tra le zampe.

Chiusi gli occhi e tentai di rilassarmi anche se il battito così accelerato non me lo permetteva.

Ti prego, fa che sia come ho pensato, fa che sia la soluzione giusta.

Riaprii gli occhi e pensai. Non potendo dirlo ad alta voce, lo pensai con tutta la forza e la concentrazione che avevo addosso.

Alleggerire i problemi...oltre che affrontarli...

Io non avevo mai dovuto 'affrontare' dei problemi, ma affrontare me stesso e ora avevo capito.

Ero pronto ad ammetterlo.



Mi piaceva Heath.

Mi piaceva in un modo completamente diverso e totalmente estraneo a tutto ciò che avessi sempre considerato essere l'amicizia, che quello che provavo per lui non ci si avvicinava neanche lontanamente.

Non avrei mai potuto paragonare i sentimenti nei suoi confronti rispetto a quelli verso qualsiasi altro amico che avrei potuto conoscere persino da quando ero nato.

Perché lui era diverso. Non era come gli altri.

E mi piaceva tutto di lui, anche la più piccola parte che nessuno avrebbe mai scovato.

Mentre io potevo, me ne avrebbe data la possibilità di scoprire qualsiasi parte recondita del suo essere a cui nessun altro avrebbe avuto accesso.

Tutto ciò che avevo nascosto, l'apparire strano agli altri, le preoccupazioni che avevo fatto venire a famigliari e amici...tutto si riconduceva ad esso e solo ora me ne rendevo conto.

Dopo aver ascoltato le sue parole nei miei confronti, dopo averlo visto di nuovo, averlo guardato in quegli occhi scuri e unici, nel suo modo di essere che non avevo mai desiderato così tanto in nessun altra persona.

E se dovevo essere punito per le bugie che avevo continuato a raccontarmi, d'accordo, potevo anche starci.

Avevo imparato la lezione.

Ma ora niente più dubbi, più tentennamenti, più problemi.

Perché qualsiasi cosa sarebbe successa, ora avevo chiarezza dentro di me e anche se non avessi potuto dirglielo e sarei stato costretto a mantenere un segreto con me stesso, mi bastava averlo vicino e poterlo aiutare quando avrebbe avuto bisogno.

Cazzo sì, mi piaceva da morire e non come semplice amico.

L'unica cosa che rimpiangevo era di non essermelo confessato prima.



Avevo chiuso gli occhi con talmente tanta forza, nella concentrazione, che avevo quasi cominciato a vedere le stelle.

Ero anche senza fiato e il battito non era diminuito, ma di anomalo non sentii nulla.

Niente dolore, vertigini, niente di niente e avrei voluto urlare e rompere tutto quello che avessi trovato a poca distanza da me.

No, diavolo no!

Ma poi cominciai a sentirlo. Ero più pesante e avevo anche l'impressione di essere più 'lungo'.

Però avevo una paura matta ad aprire gli occhi e scoprire che ancora non vedessi a colori e che nulla fosse cambiato.

Lentamente cambiai percezioni.

Prima gli odori, non più così definiti, poi la sensazione di potermi muovere come avevo sempre fatto e infine i rumori attorno che erano spariti completamente, se non per alcuni suoni distanti che non riuscivo a distinguere.

Ok al tre li apro!

Uno...due...

Suonò il campanello.

...tre!

Aprii gli occhi, sobbalzando in contemporanea e respirando talmente male e con agitazione addosso che ci misi un po' a rendermene conto.

Anzi, non me ne accorsi proprio perché quando sentii anche bussare e il tono concitato di Heath che mi chiamava non ci pensai due volte ad arrivare in soggiorno, fino all'ingresso per poi aprire la porta di scatto.

Ci fu un istante di stasi e silenzio in cui ci rimanemmo entrambi per la sorpresa, guardandoci allibiti ma poi, con un solo movimento, fummo l'uno contro all'altro in un abbraccio che stringemmo nell'immediato.

Porca di quella puttana troia, Jake! Dove diavolo eri finito, si può sapere? Mi hai fatto preoccupare a morte, cazzo!”

Non risposi, stavo tremando, ma quello che lo abbracciava ero davvero io e lui mi stava stringendo, e quelli che avevo addosso erano i miei vestiti, ed ero alto come lui, e ci vedevo, e....

Sentii i fremiti che mi stavano scuotendo e, con uno sforzo, mi allontanò di poco da sé per guardarmi, io non avrei avuto nessuna intenzione di staccarmi da lui.

Ehi...” aggrottò le sopracciglia “...ehi che cos'hai? Sembri sotto shock...Jake!” mi prese per le spalle, scrollandomi lievemente per farmi reagire e io scossi la testa, guardandolo a fatica e non trovando le parole giuste.

Sei troppo pallido, stai bene? Cos'è successo in questi giorni? Ti ho chiamato ma non rispondevi mai, il tuo bodyguard mi ha detto che sei arrivato a inizio settimana, ma sono venuto anche ieri e non c'eri...che..Jake?” mi ero appena riattaccato a lui, abbracciandolo attorno al collo, senza la forza di rispondergli e lui si zittì un secondo, per stringermi mentre mosse una mano sulla mia schiena con calma.

Forse si rese conto del mio stato o del fatto che qualcosa doveva avermi scosso perché continuò a non dire niente solo cercando di calmarmi a gesti.

Mi sei mancato da morire..” riconobbi la mia voce, anche se decisamente roca e fievole, ma fui grato del fatto che l'avessi ancora e che mi ricordassi come si faceva a parlare.

Sentii che aumentò la presa e annuì contro di me.

Sta tranquillo...ci sono io adesso....e anche tu mi sei mancato..”

Rimanemmo in quella posizione per un tempo indefinito, mentre sentivo il mio battito tornare normale, unito al sollievo per aver capito sul serio quale fosse la soluzione e fossi riuscito ad ottenerla.

Riuscii a staccarmi da lui quando capii di essere in grado di stare in piedi da solo e anche di guardarlo senza rendermi totalmente palese con una sola occhiata.

Fece un mezzo sorriso, scuotendo la testa e dandomi una lieve scrollata da dietro la nuca, che ricambiai con un sorriso e uno sguardo basso.

Ti giuro che mi ha fatto quasi morire dall'ansia...cos'è successo? Dov'eri?”

Feci una mezza risata sarcastica “Non ne hai idea”

Beh, comincia a raccontare allora...non pensare che mi liquiderai così dopo quello che mi hai fatto passare...intanto ci sta anche un caffè”

Risi “A certo, con comodo eh? Fai come se fossi a casa tua”

Ovvio”

Lo spinsi dentro scherzosamente mentre ridemmo di nuovo e chiusi la porta d'ingresso, guardandolo spostarsi in cucina.

Mi devi raccontare un sacco di cose” disse alzando un po' il tono, dall'altra stanza.

Sì anche tu”

A proposito, sai niente di un gatto grigio, occhi azzurri, non randagio che abita da queste parti?”

Trattenni una risata mentre lo raggiunsi in cucina.

No perché?”

L'ho trovato nel tuo giardino ieri e poi a casa mia, e c'è rimasto fino a dieci minuti fa, quando l'ho riportato qui è scappato di corsa..”

Annuii nascondendo un sorrisino, mentre gli avevo dato le spalle per recuperare l'occorrente del caffè.

Ah...no, non lo so...mai visto”

Fece uno sguardo incerto, poi alzò le spalle “Strano, e dire che non sembrava davvero randagio...peccato, mi ci ero già affezionato e avrei voluto tenerlo...”

Trattenni un'altra risata, poi portai due tazze sulla tavola, incontrando di nuovo il suo sguardo interrogativo.

Sicuro di stare bene?”

Adesso sì”



Ovviamente non gli dissi la verità.

Ero un attore, per quella volta potei inventarmi qualcosa senza sentirmi in colpa.

Anche perché: chi cavolo ci avrebbe creduto?

Una cosa era certa però.

Avevo imparato la lezione, così come le conseguenze e, forse Heath non l'avrebbe mai saputo, ma ora ero in pace con me stesso e non mi sarei mai più tenuto nascosto nulla che lo riguardasse.



The End


°°°



Stava diventando un'agonia postare questo capitolo =P
Per vari problemi e/o motivi.


Non so come ringraziarvi per i vostri commenti, mi hanno fatto un gran piacere
e, soprattutto, ridere come una scema xD


So che, magari, vi aspettavate un finale diverso ma
la mia intenzione era quella di stupirvi al contrario.
Ossia con un finale molto più semplice di quello che avrebbe potuto
sembrare, perchè, in effetti, non ho voluto intendere nulla di
'magico' con questa storia.


La morale, che ha imparato anche Jake, è che
per quando si cerca o si ha bisogno di qualcosa/qualcuno,
non si dovrebbe rimanere troppo a pensarci ma almeno,
ammetterlo a sé stessi.


Potrebbe essere o non essere stato davvero un sogno?
Lo lascio decidere a voi =D


Per le ultime risposte vi scriverò singolarmente, come al solito,
e non so cos'altro fare se non ringraziarvi a profusione.
Sarà poco ma è l'unica cosa che posso ripetere all'infinito senza stancarmi ^.-


Grazie infinite a tutti/e! Per tutto!!


Come detto all'inizio, con questa, si chiudono le Long-Short,
per il momento.
Per i prossimi giorni sono in programma cinque One Shot,
ancora sul filone della commedia, alcune di più altre meno,
poi si partirà con una nuova Long.


Ovviamente vi aspetto! XD
Tantissimi bacioni e a presto!


Leia
=3

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