Dal principio, nuova vita

di Marzia93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** L'Anello ***
Capitolo 4: *** Partenza ***



Capitolo 1
*** Addio ***


 


Titolo: Dal principio, nuova vita
Capitolo 1: Addio
Autore: Marzia93
Beta: Ginevrasux

I personaggi citati in questa storia appartengono a Joenne K. Rowling. E J.RR. Tolkien, non scrivo questa storia a scopo di lucro ma per divertimento personale .




Eccomi qui. Mi ritrovo ancora in questo limbo, come quando nella foresta mi sono sacrificato per salvare tutti, poiché essendo un Horcrux dovevo morire.
La prima volta che mi trovai in questo non-luogo, perché l'Adava Kedavra di Voldemort colpì la sua parte d'anima, facendo rimanere intatta la mia, presi la decisione di tornare nel mondo dei vivi per affrontarlo e sconfiggerlo per sempre. Ricordo che Silente mi disse che se le cose fossero andate male e fossi morto di nuovo, tornando qui, avrei avuto meno da temere di quel mostro.

E le cose, in fin dei conti, sono andate bene. Tranne che per un piccolissimo particolare; come un fesso, dopo aver io stesso ucciso Voldemort, sono stato colpito da uno dei suoi mangiamorte con un Sectumsempra.

Ricapitolando, eccomi qui. Disteso a testa in giù, ascolto il silenzio, in attesa di un segno, del suo arrivo, come l'ultima volta.

Sento ancora quel senso di pace, mi avvolge come una coperta.

Ed ecco dei passi..una parte di me spera che siano i miei genitori, forse tra poco li rivedrò.

Penso a Sirius, Remus, Ginny, Ron, Hermione e sento la tristezza tornare. Mi mancano già i loro splendidi sorrisi calorosi. Hanno fatto così tanto per me. Spero solo che prima di morire sia riuscito a liberarmi di Voldemort, per loro, perché possano vivere in pace.

''Harry..'' eccolo che arriva il mio mentore, uomo per cui nutro un enorme rispetto.

Mi alzo e mi volto. Eccolo dinanzi a me, con la solita veste scintillante di strani colori. Ma il suo sguardo ha qualcosa di strano, dietro agli occhiali a mezza luna non c’è più il solito luccichio che caratterizzava i suoi occhi. Quel divertimento sembra spento, sparito del tutto. Ora al suo posto c’è un'enorme tristezza e dispiacere e, forse, anche rammarico. Comincio ad avere una brutta sensazione.

''Harry, ragazzo mio..ce l'hai fatta! Voldemort è stato sconfitto per sempre'' mi dice con tono dolce e sguardo paterno.

Il sollievo si impadronisce di me. Sono salvi! Tutte le persone che amo rimaste in vita potranno vivere una vita felice, senza il terrore del domani. Questa consapevolezza mi lascia senza fiato e non so come rispondergli, ma lui, come sempre, capisce e mi lascia il tempo per assorbire questa splendida notizia. Lentamente torno in me, e...non capisco! Come mai sono ancora qui? IO SONO MORTO, dovrei essere coi miei genitori.

Lo sguardo di Silente, prima dolce e comprensivo, diventa malinconico ed io comincio a capire. Non mi è permesso oltrepassare questo limbo, non posso cominciare la mia nuova, grande avventura, come la descrisse un tempo Silente.

Perché? Non c’è solo questa domanda nella mia mente, ma è l'unica che riesco a porre, sotto forma di un sussurro roco e disperato ''Perché?''

Silente mi guarda e sospira. 'Brutto segno' penso.

''Mio caro ragazzo, ricordi cosa ti dissi la prima volta che sei venuto qui? Voldemort ha preso il tuo sangue, convinto che l'avrebbe rafforzato. Vedi Harry, in un certo senso aveva ragione, se tu fossi morto veramente e Voldemort avesse vinto, i tuoi poteri sarebbero andati a lui…ma ciò fortunatamente non è accaduto. Ma di conseguenza è successo il contrario" mi dice, ma io ancora non capisco.

''IO SONO MORTO'' affermo convinto.

''Il tuo corpo è morto''

''Il mio corpo?''

''Il tuo corpo.'' ripete Silente.

''Ma..non capisco'' questa cosa sta diventando surreale. Se il mio corpo è morto, come mai mi trovo ancora qui? Forse…una scintilla di speranza prende vita in me. Ma Silente come al solito capisce subito il mio pensiero.

''No Harry, non puoi tornare'' mi dice pacato. Il mio cuore sprofonda nella disperazione più totale ''Come?..'' alito fuori con molta fatica.

Possibile che dopo tutto quello che ho fatto, dopo tutto quello che ho passato e visto, dopo tutte le sofferenze non merito neanche un po’ di pace?

''Vedi..il tuo corpo è morto, perciò la tua magia si è unita a quella di Voldemort e, visto che essa ti appartiene e fa parte di te, si è fusa con la tua anima, ed è per questo che è ancora viva, si rifiuta di morire…Harry, nessuno ha mai avuto tanta magia, perfino io, che non sono altro che un morto, in tutti i sensi, la sento. Sei molto potente!''

 
Ma cosa me ne posso fare di tutta questa magia che scorre in me, se le persone che amo sono lontane? ''Dovrò restare qui per sempre..non è vero?'' gli chiedo con l'amaro in bocca, perché infondo so già la risposta.

''Oh, no." mi dice sorprendendomi ed io riapro gli occhi, che non sapevo neanche di aver chiuso..

''Certo che non rimarrai qui! Tu non sei morto, ma non puoi tornare nel tuo mondo. Lì il tuo corpo esiste ma non è più utilizzabile e non è possibile crearne un altro'' dice in tono pratico ''ma esistono altri mondi, dove tu non esisti ed è possibile creare un corpo per te, così potrai averne accesso. Il tuo potere è assai grande, anzi maggiore di qualunque essere esista in essi. Ricorda Harry, tu lì non hai padroni, non hai destino, ne sarai tu stessi l'artefice'' conclude Silente con un sorriso raggiante.

Sono senza parole. Ho sempre voluto essere libero dai miei doveri, essere normale, ma..''vi rivedrò?'' chiedo.

A quella domanda cominciano a brillare, in quei meravigliosi occhi azzurri, lacrime. Silente si avvicina a me e mi abbraccia.

''No Harry, non potrai più tornare. Se scegli di andare è per sempre e rammenta che io non potrò più venire a farti visita, nessuno potrà.'' ed io lo stringo forte a me.,.mi mancherà, tutti mi mancheranno, ma non posso restare qui!

''Dica ai miei genitori che gli voglio bene, anche a Sirius, Remus e a tutti quelli che verranno..'' dico, con le lacrime che mi colano dagli occhi, e mi prometto che mai più sarò cosi debole, mai più neanche un'emozione si vedrà sul mio volto.

''Harry, so cosa stai pensando, ma i sentimenti sono ciò che ti rendono vivo, dovresti saperlo ormai!''mi dice guardandomi con sguardo severo...mi scappa un piccolo sorriso. Silente..mi ha quasi sempre capito, questo vecchio tanto strampalato quanto saggio, sincero e di grande cuore.

''Le voglio bene..''gli dico mentre una fitta nebbia comincia a separarci, e come se venisse da lontano, mentre tutto si fa sempre più sfuocato, sento la sua risposta, triste ma carica d'affetto

''anche io, ragazzo mio..anche io..''.

 

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Capitolo 2
*** L'inizio ***


 

Titolo: Dal principio, nuova vita
Capitolo 2: L'inizio
Autore: Marzia93
Beta: Ginevrasux

I personaggi citati in questa storia appartengono a Joenne K. Rowling. E J.RR. Tolkien, non scrivo questa storia a scopo di lucro ma per divertimento personale .





 Quando la nebbia cominciò a svanire, mi ritrovai in mezzo a un prato di erbacce e cespugli. Sopra di me, nel cielo limpido, vi era un sole che, per quanto pallido fosse, splendeva dietro le montagne. La rugiada scintillava sulle foglie secche da cui ero circondato.


 Dopo un tempo indefinito, forse mezzora o anche solo pochi minuti, sentii delle voci. Non ne riconobbi neanche una. La prima che sentii sembrava appartenere ad un uomo. Mi affacciai per poterlo vedere e per poco mi sembrò di essere in un sogno.

Quell'uomo, se così lo si poteva definire, sembrava non avere età. Aveva il viso circondato da capelli neri, occhi grigi scintillanti come stelle e in testa aveva un cerchio d'argento, che creava riflessi sulla terra piatta intorno a lui e alle altre persone da cui era circondato.

Era impossibile non prestare attenzione alle sue parole, dette con quella voce melodiosa, ma allo stesso tempo autoritaria.

Quello che venni a sapere in quelle poche ore, mi sconvolse. Non bastava la mia vecchia vita, aver combattuto contro un mostro per tutti questi anni e averlo sconfitto perdendo il mio corpo, anche in questo mondo ci dovevano essere guerre. Un altro Signore Oscuro da dover sconfiggere.

Ma continuai comunque ad ascoltare il discorso, maledicendo, nel frattempo, la mia sfortuna in tutte le lingue da me conosciute, incluso il Serpentese.

Ovviamente, da lì le cose non fecero altro che peggiorare. Usando anche la legimanzia, in poco tempo appresi che in questo mondo esistevano molte razze differenti -Nani, Mezzuomini, Umani normali o con una vita più lunga e Elfi-, vari reami e vari Re per ogni razza. La persona che aveva parlato si chiamava Elrond ed era un Re Mezzelfo incoronato molto tempo fa.

Venni anche a conoscenza che mi trovavo a Gran Burrone, Reame di Re Elrond.

Ma da quel che capii, per quanto pieni di risorse, la loro situazione era veramente grave. Avevano appena scoperto un tradimento da parte di uno stregone molto potente di nome Saruman ed erano anche in possesso dell'arma che il nemico tanto cercava, un certo Anello del Potere. Per questo dovevano partite subito, per provare a distruggerlo, visto che, da quel che dicevano, l'Anello possedeva volontà propria e bramava di ritornare nelle mani del suo padrone, Sauron di Mordor, al quale si era unito Saruman.

Ma dopo un po’, vidi qualcosa brillare al centro del cerchio che aveva formato quella gente e, per pura curiosità, mi sporsi un po’ al di là del cespuglio, capendo, subito dopo, di aver commesso un grave errore.

A quel punto mi ritrovai in piedi, in mezzo a quel consiglio, con le braccia avanti a me in segno di pace.

'Ma chi me l'ha fatto fare di origliare? Non potevo semplicemente farmi gli affari miei, magari prendendomi una bella casetta in montagna e vivendo la mia vita in pace? Ma certo che no, Harry! Tu devi sempre ficcare il naso in tutto e, alla fine, finire sempre nei casini!' pensai sconfortato.

Intanto, tutta la gente intorno a me si chiese chi io fossi e molto probabilmente era dovuto anche al mio inusuale aspetto. 
Indossavo pantaloni stretti e un po’ stracciati di un tessuto chiaro con poche righe scure, che dubitavo esistesse da quelle parti, e una maglietta di un verde acceso.

Vedendo la reazione delle persone presenti, mi accigliai. Pensavo di dover affrontare sguardi ostili e sospettosi, invece tutti mi guardarono...sorpresi?

Confuso usai la legimanzia per capire i loro pensieri. Mi stavano analizzando. Non ero molto alto, ma dai vestiti si potevano scorgere i miei muscoli tesi e la pelle abbronzata, il mio viso, a quanto pare, pensavano fosse bello e giovane, dai tratti delicati, ma impavidi, i capelli neri come la pece brillavano alla luce del pallido sole. Ma quello che li meravigliava di più erano i miei occhi, contornati da folte ciglia nere, lo smeraldo dell’iride splendeva come le gemme più preziose.

''Beh, credo sia arrivato il momento delle presentazioni.'' dissi, passandomi la mano tra i capelli, gesto ormai abituale, interrompendo fortunatamente lo stato di trance in cui si trovavano gli altri.

Nel giro di pochi minuti, mi ritrovai con una lama all'altezza del collo.

''Comincia tu" mi disse quel che riconobbi essere Aragorn, erede di Isildur, un uomo dalla chioma scura, di un marrone acceso, alto e possente, con postura regale, viso pallido e fiero e con due occhi grigi penetranti.

''Parla!!'' mi ripeté assottigliando gli occhi e spingendo leggermente la spada sul mio collo.

 ''L’ho sentita '' gli risposi lanciandogli un'occhiataccia, ''ma ciò non toglie che il suo comportamento sia molto scortese e dubito di volerle ancora rispondere Signore, se questo è il trattamento che riservate ai visitatori che arrivano da luoghi lontani, in cerca di un po’ di pace.''continuai con tono gelido.

Seguì un momento di silenzio, ma, dopo poco, finalmente Re Elrond prese parola '' Ci scusi, ma in tempi come questi dobbiamo essere molto cauti, non può darcene colpa, se ha davvero udito tutto quello di cui si è discusso durante il consiglio..'' mi dice lanciandomi un'occhiata.

Io in risposta sorrisi appena, da quel che vedevo gli Elfi erano molto astuti. 

'' Sì, Signore. Ed è per questo che chiedo perdono '' dissi rivolgendomi a tutti '' il mio nome è Harry, ma sono arrivato da poco a Gran Burrone e, in una così bella giornata primaverile, volevo fare una passeggiata per ammirare meglio questo splendido luogo. Purtroppo, mi sono appoggiato ad un tronco finendo per addormentarmi, laggiù!'' proseguii il racconto indicando un cespuglio, dove dietro si vedono un paio di grandi alberi ''Mi sono svegliato proprio a causa vostra, ma, vedendo alla mia destra dei mezzuomini intenti ad origliare, ho pensato che non fosse nulla di importante. Mi sono accorto troppo tardi che non era affatto così, purtroppo.'' conclusi con tono neutro.

Come a testimonianza delle mie parole, in quel momento, uscirono fuori dai loro nascondigli Sam Gengee, Pelegrino Tuc e Meriadoc Grandibuck, soprannominati rispettivamente San, Pipino e Merry, Hobbit della contea.

Sembravano molto simili agli umani, di statura bassa, con occhi chiari e capelli ricci, ma un'occhiata alle loro menti mi fece capire che non erano affatto comuni. Avevano usanze straordinarie, per non parlare della Contea! Luogo splendido con quei grandi campi fioriti e le casette sotto terra.

''…naturalmente verrà anche Harry, il nostro ragazzo misterioso.''

Mi giunse quest’ultima frase all’orecchio, facendomi sgranare gli occhi e focalizzare tutta la mia attenzione su di loro. 

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Capitolo 3
*** L'Anello ***


 


Titolo: Dal principio, nuova vita
Capitolo 3: L'Anello
Autore: Marzia93
Beta: Ginevrasux

I personaggi citati in questa storia appartengono a Joenne K. Rowling. E J.RR. Tolkien, non scrivo questa storia a scopo di lucro ma per divertimento personale .

 






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''…naturalmente verrà anche Harry, il nostro ragazzo misterioso.''

Mi giunse quest’ultima frase all’orecchio, facendomi sgranare gli occhi e focalizzare tutta la mia attenzione su di loro.

 

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''Come?'' chiesi cautamente, con la speranza di aver capito male.

''Non avrai pensato che ti avremmo lasciato qui? Un ragazzo tanto giovane come te venuto dal nulla e con delle informazioni così preziose non può restare a Gran Burrone!'' mi disse Gandalf, un vecchio stregone.

Io deglutii e lo squadrai meglio. Indossava una veste lunga e un po’ sciupata dal colore grigio e un cappello a punta, aveva sopracciglia folte e i lunghi capelli banchi, così come la lunga barba che gli arrivava fino alla vita, gli conferivano un aspetto saggio.

Per quanto la sua aura fosse nascosta, riuscii a percepirla, e mi resi conto che non era ancora del tutto sviluppata, cosa alquanto strana tenendo conto della sua età.

Gli occhi azzurri erano molto simili a quelli di Silente, possedevano, infatti, lo stesso luccichio che caratterizzava lo sguardo del mio vecchio mentore.

In lui non potei fare a meno di vedere Silente.

Guardando attraverso i suoi pensieri, mi accorsi che anche le loro idee erano molto simili. Infatti, credeva nel bene superiore e nel fatto che i sacrifici erano inevitabili. Oltre a questo, avevano anche lo stesso animo nobile e la stessa voglia di salvare più vite possibili.

Continuai a sondare la sua mente e mi resi conto che, a differenza di Silente, Gandalf non si fidava di me. Ma questo era più che lecito, visto che non mi conosceva e non sapeva se stavo dalla loro parte o da quella del nemico. Ma figuriamoci! Non avevo alcuna intenzione di partecipare a un'altra guerra. Se lo potevano scordare!

''Come ha detto lei, io sono solo un ragazzino" dissi guardandolo negli occhi ''come potrei mai esservi utile? La vostra è un'impresa non da poco e non penso che vogliate obbligarmi ad affrontare tutti quei pericoli, specialmente perchè non vi sarei affatto utile per affrontare questo viaggio folle.'' continuai con astuzia, facendo leva sul suo senso di giustizia, ormai certo di essere riuscito a convincerlo a farmi rimanere a Gran Burrone.

''Per quanto tu ritenga questo viaggio folle, è indispensabile se vogliamo vivere nel mondo così com'è ora! E per quanto riguarda la tua utilità, sicuramente comprenderai tu stesso che saresti più utile con noi, che qui a Gran Burrone. Inoltre, per noi potresti essere un pericolo, in quanto potresti essere una spia di Saruman o Sauron, perciò non possiamo lasciarti andare in giro con informazioni così riservate.'' ribatté Gandalf.

Mi sentii come una bestia in gabbia. Se mi rifiutavo di seguirli, molto probabilmente avrei confermato che io fossi una spia e, sicuramente, mi avrebbero trascinato con loro utilizzando la forza. Ma accettare di seguirli senza lottare sarebbe stato come dargliela vinta.

'E dai Gandalf…è solo un ragazzo ed è troppo giovane per essere una spia. E poi è più che normale che non voglia venire! Ci saranno troppi pericoli da affrontare, è normale aver paura!'' disse un Nano, attaccandomi nell'orgoglio. Lo fissai assottigliando gli occhi. Se ben ricordavo il suo nome era Gimli.

Grandi cose avevano fatto i Nani, avevano costruito alloggi nelle rocce, erano artefici delle sculture più belle in questo mondo, riuscivano a modellare la roccia come fosse creta…e a quanto pare a scalfire il mio orgoglio!

''Vengo!'' esclamai prima di accorgermene, mentre rievocavo le immagini rubate dalla sua mente. 'Che sia maledetto il mio dannato orgoglio Grifondoro!' pensai subito dopo, ma ormai era troppo tardi, il danno era fatto.

Sospirai affranto, mentre gli altri si accordavano per la partenza, maledicendomi per la mia impulsività, che, nonostante la mia parte Serpeverde, non mancava mai di farsi sentire.

In quel momento mi venne in mente il bagliore che mi aveva attirato in questo guaio, collegandolo con l'Anello del Potere. Mi guardai intorno cercando di scorgerlo incuriosito e lo vidi.

Un Anello fatto d'oro, brillante come non ne avevo mai visti prima, ma, soprattutto, potente…oh si! Riuscivo a percepirlo, specialmente quella presenza che stava cercando di infrangere i miei scudi occlumantici. Fortunatamente, però, quando sconfissi Voldemort, ereditai i suoi poteri, inclusa la sua vasta conoscenza, perciò non ebbi problemi a tenere alto il mio scudo mentale e ad espellere la presenza invasiva.

Avvicinandomi per analizzarlo meglio, mi accorsi che quel oggetto era una specie di Horcrux, ma per distruggerlo doveva per forza essere buttato nel baratro infuocato dal quale era stato creato, perché, se avessi provato a farlo io, il potere che conteneva, una volta liberato, avrebbe avuto bisogno di un posto dove stare. Ma, visto che il suo padrone non possedeva un corpo e la sua anima era viva solo grazie all'Anello, sarebbe stato impossibile per Sauron ospitare una tale quantità di potere, per di più allo stato grezzo, poiché appena liberato.

Perciò, nel peggiore dei casi, sarebbe rimasto libero, portando la Terra a una devastazione assoluta, assorbendo qualsiasi tipo di energia presente al suo passaggio.

C’era anche la possibilità che sarei riuscito a farlo disperdere, ma mi costerebbe una quantità immensa di energia e rischierei di morire, anche prima di riuscire a distruggere l'Anello. C’erano troppe protezioni applicate, per non parlare di quella del controllo mentale, una specie di Imperio per controllare chiunque. Era proprio vera la frase: un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli. 

"È meglio se ti allontani da quel Anello, ragazzo! Ha il potere di corrompere menti anche più forti della tua.'' mi arrivò, da dietro le spalle alle orecchie, la voce di Aragorn, ''Comunque ti volevo chiedere scusa per il mio comportamento, ma durante il consiglio non abbiamo affrontato argomenti di poca importanza e scoprire che qualcuno stava origliando, per di più uno sconosciuto, ha influenzato il mio giudizio.'' continuò con voce gentile.

''Fa niente, avrei agito come te nella tua situazione.'' dissi divertito e leggermente sorpreso, mentre prendevo l'Anello in mano e mi voltavo verso di lui. Non mi sorpresi affatto delle facce abbattute e rassegnate delle presone intorno a me, che, suppongo, pensassero che l'Anello fosse riuscito a corrompere un'altra persona. 

''Questo oggetto non ha alcun potere su di me!'' esclamai divertito e guardandoli negli occhi beffardo. Lo sguardo di Gandalf saettò dall'Anello a me per un paio di volte, per poi posarsi, infine, su di me scettico.

''Se non sbaglio il portatore dell'Anello è Frodo, il Mezzuomo.'' continuai impassibile allo sguardo dello stregone, individuando l'Hobbit e porgendogli l'Anello, come se fosse un comune oggetto senza valore.

Agli sguardi scioccati dei presenti mi scappò un sorriso 'questa gente non sa proprio cos'è la magia e in quanti modi la si può utilizzare ' pensai.

'' Com’è possibile?' 'mi chiese Elrond.

''Chieda allo stregone…'' ribattei secco, per nulla intenzionato a far loro sapere che ero un mago, per poi continuare ''…ora, se volete scusarmi, potrei avere una stanza? Vorrei riposare e prepararmi per l'imminente viaggio.''



Colgo l'occasione per ringraziare ginevrasux, per le sue fantastiche correzzioni ^.^

 

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Capitolo 4
*** Partenza ***


Titolo: Dal principio, nuova vita
Capitolo 4: Partenza
Autore: Marzia93
Beta: Ginevrasux

I personaggi citati in questa storia appartengono a Joenne K. Rowling. E J.RR. Tolkien, non scrivo questa storia a scopo di lucro ma per divertimento personale .

 





 

Nei giorni seguenti, fu decisa la compagnia dell'Anello, composta dallo Stregone di nome Gandalf, l'erede di Elendil Aragorn, un Elfo, principe dei Reami di Bosco Alto Legolas, un nano di nome Gimli, un Re degli Uomini Bolomir, i quattro Hobbit ed, ovviamente, io.
Vi furono molti incontri tra la compagnia per parlare del viaggio. Nella maggior parte dei casi, erano Aragorn e Gandalf che, seduti insieme, discutevano, davanti a delle mappe, sul cammino da compiere per evitare, o almeno cercare di evitare, la maggior parte dei pericoli.
Non conoscendo le Terre di questo mondo, se non attraverso i ricordi degli altri, lasciavo fare tutto a loro e, per la maggior parte del tempo, me ne restavo in disparte ad ascoltare…come del resto anche gli Hobbit.

Il Nano Gimli a volte insisteva per prendere la strada attraverso le montagne, a Moria, dicendo che suo cugino Balin li avrebbe accolti come Re, con birra di malto, carne con l'osso e un mucchio di altre prelibatezze, ma Gandalf non ne voleva sapere. ''Il braccio di Saruman è diventato lungo e non attraverserei mai quella strada, ameno che non avessi altra scelta" diceva.
Durante quei giorni, cercai di tenermi alla larga da tutti. Non avevo alcuna intenzione di affezionarmi a loro, per poi soffrire della loro caduta, non in quel momento che c’era una guerra in corso e molte di quelle persone sarebbero potute morire in battaglia.

Ma era difficile staccarsi di dosso Pipino il mezzuomo, con la sua vitalità e allegria e la sua ingenuità, che caratterizzava anche tutti e quattro gli abitanti della Contea.
Del resto non potevano sapere quanto dolore si provasse nel perdere le persone care, uccise prima del loro tempo per colpe non loro. O quanto la paura potesse influenzare le loro azioni, specialmente per degli esseri deboli come loro, che pur essendo coraggiosi e con un buon cuore, non avrebbero potuto far nulla in un campo di battaglia, contro un essere dalla forza superiore alla loro. Non avevano neppure la consapevolezza di quanto un morto potesse pesare sulla coscienza.
La sera prima della partenza, dopo un lussuoso banchetto, percorremmo un lungo corridoio, per poi ritrovarci in un'ampia stanza con colonne scolpite e vari affreschi, che raffiguravano la storia della razza Elfica.
Il pavimento era fatto di varie pietre intagliate e di diversa forma, ma era comunque liscio e tiepido.
In mezzo alla sala c’era un fuoco che, scoppiettante, proiettava riflessi sulle figure intorno a me, creando bagliori dorati sui capelli degli Elfi narratori, che cantavano varie storie in strofe, accompagnate da dolci melodie suonate da dei menestrelli elfici.
Accanto a me, sedevano Gandalf alla mia destra e Pipino alla mia sinistra.
''Bellissimo'' sussurrai impressionato.
''Questo è il Salone del Fuoco'' disse lo stregone '' qui sentirai caldi racconti, vicende e leggende a volte veritiere, le altre sono usanze di popoli remoti…se riuscirai a rimanere sveglio.'' aggiunse divertito.
Guardando affascinato la gente riunita intorno a me, dove la bellezza delle melodie mi trasportava in un sogno ad occhi aperti, pensai a come avrebbe reagito Hermione a quella splendida esperienza e con quei pensieri mi addormentai.

La mattina arrivò presto e ci ritrovammo a percorrere il sentiero che c’avrebbe portato fuori da Gran Burrone, salutati dalle persone che dimoravano nella casa di Elrond che ci guardavano alcuni pieni di speranza e altri di compassione, al pensiero di quello che ci aspettava.
Dopo un mese di cammino,mentre percorrevamo una strada tortuosa per le montagne, mi ritrovavo ancora a pensare che non avevo la minima intenzione di aiutarli. Questa era la loro battaglia per la sopravvivenza, per me il suo esito non avrebbe fatto alcuna differenza, la mia vita non dipendeva dal destino dell'Anello.
Per diversi giorni, mentre percorrevamo il Guard del Bruinen verso le montagne, mi soffermai spesso su quei pensieri e mi chiesi il perchè di questo cambiamento di idee. Un tempo non avrei esitato ad aiutare delle persone in difficoltà. Forse i poteri di Voldemort avevano influenzato anche il mio modo di essere.
In quel momento possedevo un potere immenso e pur rendendomi conto della sua importanza, non mi sarei mai permesso di decidere la morte o la sopravvivenza di un individuo, ameno che non avessi altra scelta che uccidere o morire, solo in quel caso sceglierei la prima opzione, ma, a parte per necessità, non toglierei mai la vita a nessuno.

E poi Sauron o Saruman erano miei nemici? No, non lo erano...per di più non mi trovavo in quel luogo per mia iniziativa e, se uno di loro avesse qualcosa di valore per me e me la offrisse, sceglierei la loro fazione.
Ma alla fine sono sempre stato un tipo astuto con uno spiccato spirito di conservazione, perfino Voldemort aveva ammesso che eravamo molto simili. Io avevo combattuto contro di lui per obbligo, vendetta, per proteggere le persone che avevo amato e amavo ancora.
Forse era per questo che il cappello parlante voleva mettermi a Serpeverde.
Ero stato io a scegliere Grifondoro, opprimendo la mia parte Serpeverde e acquisendo doti della sua casa rivale.

Doti che, nonostante la mia vera natura venuta allo scoperto, mi avevano fatto capitare in quella situazione.
''Sta arrivando una bufera.'' disse Aragorn.
Sbuffai, il vento stava cominciando a farsi gelido.

"È una disgrazia!'' gemetti tra i denti, che sbattevano per il freddo, pensando alla possibilità di applicare su me stesso un incantesimo riscaldante, per poi bocciare subito l'idea. Quello stregone avrebbe potuto percepire la mia aura magica. 

''Si dice che queste Terre abbiano dei poteri, che non permettono l'accesso a nessuno.'' aggiunse Gimli e, appena pronunciò quelle parole, il vento cominciò a fischiare e iniziò una tormenta così forte da accecarmi.
''Fantastico!'' esclamai seccato per l'intervento del Nano ''Non potevi stare zitto e non provocare la montagna?'' aggiunsi irritato, muovendo le mani per aria e ricevendo uno sguardo divertito da parte di Aragorn, che replicò ridacchiando ''Harry, se la montagna non voleva farci passare, non l'avrebbe fatto anche senza l'interveto di Gimli, perciò, l'unica cosa da fare ora è proseguire e pregare che smetta di nevicare.''
''Ma forse tu sei in grado di farla smettere.'' disse Gandalf casualmente, ma con una strana enfasi nella voce. Aveva sentito lo scambio di parole da qualche metro di distanza e aveva colto l'occasione per cercare di penetrare nell’alone di mistero che mi ero creato attorno alla mia figura.
Io mi voltai con calma verso di lui, avendo ben intuito cos'avesse in mente.

''Mi perdoni, ma non è lei lo stregone? Cosa pensa possa fare io, discutere con la montagna?'' dissi sarcasticamente.
''Si, perchè no! Potrebbe funzionare!'' si intromise Pipino, cominciando a supplicare la montagna per un po’ di sole. Borbottai irritato qualcosa di incomprensibile perfino per le mia orecchie. Sapendo bene che avrei potuto avere un po’ di pace con un semplice incantesimo, invece di patire il freddo per la mia stupida testardaggine.


Note: Ringrazio Ginevrasux per la stupenda correzzione!!! ^.^ e mi scuso per il ritardi, ma sia io che lei in questo periodo siamo molto impegnate, spero vi piaccia il nuovo capitolo XD


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