Frugando tra i segreti del cuore di Ariel Bliss Russo (/viewuser.php?uid=103516)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Confusione mattutina! ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Un incidente emozionante! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Un po’ d’ordine dietro le quinte. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: In diretta con gli Ships! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Confusione: Verità o bugia? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Esibizione a sorpresa!? ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Un’imbarazzante proposta di lavoro! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Un nuovo amico! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Sguardi, emozioni e rivelazioni: appuntamento al buio?! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Chack! Si gira! ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: La storia di Haru (parte 1) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: La storia di Haru (2° parte) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Ogni singolo battito del cuore! ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Amicizia, amore e confusione! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Sorrisi all’orizzonte. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: E’ il momento di chiarire. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Una nuova stella. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: Primo concerto per Haru e Kilari!! ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: Cuore spezzato ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: La tristezza di un amore perduto! ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: Serata da debutto! ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Haru in vacanza… e ora? ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Una visita inaspettata. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: Trappola di sentimenti. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: Lotta contro gli incubi. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26: Paura di perderti ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27: Un bacio rubato ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28: L’improvvisa rivelazione ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29: Vorrei dirti che ti amo ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30: Quando l’amore trova la sua metà ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31: Che dire…Sorpresa! ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32: Parole e sentimenti sotto la luce della luna. ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33: Una notte emozionante. ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34: Parole, sguardi e possibili addi? ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35: Litigi, nuovi amori e scuse ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36: Tutto è bene, quel che finisce…molto bene! - Extra: Qualcosa di nuovo. ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: Confusione mattutina! ***
Ero in ritardo per un appuntamento di
lavoro. Io e la
puntualità non andavamo mai molto d’accordo. Ho
dovuto mangiare i miei
buonissimi pancake tutti di fretta, senza neanche potermeli godere un pò,
ed era stato il mio povero
Naa-san a dovermi svegliare, come sempre quando non sentivo la sveglia.
Oggi
dovevo partecipare ad un programma televisivo molto importante insieme
agli
Ships e lì, il conduttore Daimonji ci avrebbe fatto da
conduttore. Il signor
Daimonji è un uomo straordinario ed ero molto felice di
poter partecipare ad un
suo programma! Ero così presa dai miei pensieri che non mi
accorsi di essere
quasi arrivata allo studio Muranishi, ma appena intravidi gli altri,
notai già
l’aura scura di Hiroto, come al solito infuriato per un mio
ritardo. Infatti…
Hiroto: Era
ora
che arrivassi, Kilary! Certo che sei proprio un caso disperato!
Kilary: Scusatemi
tanto! Non ho sentito la sveglia, così è stato
Naa-san a svegliarmi!
Naa-san:
Na na!
Kilary: Grazie
ancora Naa-san! Non so che farei senza di te!
Hiroto: Ok
Kilary
non fa niente… ma cerca di non farlo
più… daccordo??
Anche se a volte Hiroto era abbastanza
severo con me, so che
lo faceva per il mio bene, ma sapevo che, più di quello, non
c’era nient’altro,
purtroppo. Però a volte era talmente dolce e carino che mi
si stringeva il
cuore a pensare che lui non provava per me gli stessi sentimenti che io
invece
provavo per lui! Mi rattristai un pò, ma non volevo darlo a
vedere, perciò
risposi fingendo un sorriso.
Kilary: C-certo
Hiroto! Grazie! D’ora in
poi
cercherò di essere più puntuale!
Seiji: Bene,
adesso che ci siamo tutti possiamo anche andare!
Signor Muranischi: Certo!
Tutti in macchina!!
Signora
Kumoi: Forza
ragazzi, altrimenti arriveremo in ritardo!
KIlary:
Evviva! Si partee!
Ero sempre felice di potermi esibire
davanti a tutti i miei
fan. Fino a qualche tempo fa io non sapevo, ne mi ero mai chiesta, come
fosse
il mondo dello
spettacolo, ne cosa
provassero i vari artisti. Ma ora che sono entrata in questo mondo,
anche se
inizialmente era solo perché mi ero innamorata di Seiji, so
che non è facile
come sembra da fuori. Questo è un mondo di
difficoltà e di incertezze, con
continue competizioni, ma anche un mondo dove si incontrano persone
meravigliose come gli Ships o Aoi Kirisawa o Fubuki (anche se lei non
mi
considera proprio un’amica, ma io la stimo molto e credo si
davvero un’ ottima
artista!). Sono tutte persone che, come me, amano cantare, ballare,
recitare e
trasmettere ai loro fan i loro sentimenti e le loro emozioni.
E’ proprio questo
che un artista deve fare: far sorridere la gente e trasmettere loro
tutto
quello che proviamo noi artisti. Ed è questo che io voglio
fare nel mio cammino
per diventarlo. Senza il sostegno della mia famiglia, dei miei amici e
soprattutto dei miei fan, non credo sarei arrivata fino a questo punto.
E’ solo
loro che devo ringraziare per essere qui dove sono ora, ed è
tramite il mio
lavoro che lo farò! So che sarà difficile ma mi
impegnerò al massimo per dare a
tutti quelli che mi vogliono bene ciò che si aspettano da me!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: Un incidente emozionante! ***
In strada non c’era molta
confusione, quindi arrivammo
presto. Entrammo nello studio e percorremmo vari corridoi. Poi
arrivammo nel
dietro le quinte dello studio di registrazione del programma, e
lì incontrammo
il signor Daimonji mentre parlava con alcuni tecnici.
Signor
Daimonji: Oh!
Hiroto, Seiji e anche la bellissima Kilary! E’ un piacere
avervi qui, nella mia
trasmissione…
Kilary: Buon
giorno signor Daimonji! Anche per noi è davvero un onore
essere qui come ospiti
del suo programma!
Hiroto: La
ringraziamo di cuore per averci invitati!
Signor
Daimonji:
Per me è davvero fantastico avere qui dei grandi idol come
voi! Sono io che
devo ringraziarvi!
Seiji: Grazie
per
i complimenti!
Signor
Muranishi:
Buon giorno signor Daimonji, è un piacere rivederla!
Signor
Daimonji: La
ringrazio Direttore! – e poi rivolgendosi a noi - Bene
ragazzi, andate nei
vostri camerini. Lì troverete i nostri più
esperti stlisti e truccatori al
vostro servizio!
Kilary: Wow!
Bene,
allora andremo subito signor Daimonji!
Che bello, c’erano anche gli
stilisti e i truccatori. Questi
erano alcuni dei lati positivi dell’essere una idol. Ogni
volta che qualcuno ti
faceva indossare i propri abiti era qualcosa di fantastico!
Perché ogni abito
esprimeva sentimenti diversi, anche a seconda di chi lo indossava.
Quando io
indossavo abiti nuovi cercavo di trasmettere felicità e
voglia di vivere a
tutti quelli che mi guardavano! E anche oggi avrei fatto
così.
Il vestito che oggi indossavo era
aderente, con una gonna
corta e con delle fasce di margherite attorno alla vita e
all’altezza del
petto. Era un arancione spiccante, proprio il genere di colore che mi
piace,
perché è acceso e molto vivace!
Uscì dal camerino, ed ero
talmente distratta dal pensiero
della diretta da non accorgermi che dietro la mia porta c’era
Hiroto e,
sbattendogliela quasi in faccia mentre uscivo, lo feci cadere per
terra. Però
finì col perdere l’equilibrio anche io, finendogli
addosso. Appena mi resi
conto di ciò che era successo, il mio cuore
cominciò a palpitare più
velocemente e divenni tutta rossa in faccia (me ne accorsi
perché mi sentivo
andare a fuoco!). Hiroto, rosso quanto me, era fermo immobile nel
pavimento e
mi guardava.
Kilary: Ah-ah…
Scusa! E-ero sovrappensiero e non
m-mi sono accorta che tu… cioè n-non ho visto che
eri proprio qui dietro…
e-ehm… mi dispiace!
Hiroto: N-non mi sono
fatto niente, s-sta
tranquilla Kilary…
Era così bello. Guardarlo
negli occhi mi faceva sentire così
felice, ma anche terribilmente triste. Non mi accorsi che ero ancora
sopra di
lui, così, con uno scatto veloce mi misi a sedere accanto.
Kilary: S-scusa
non mi ero accorta d-di essere ancora sopra di te…
Non dissi altro. Stavo balbettando e
ripetevo le stesse
parole una, due, mille volte. Il fatto è che quando ero sola
con lui, come in
quel momento, non riuscivo proprio a parlare o a dire cose che avevano
senso.
Hiroto: Kilary?
Kilary: S-si?
Hiroto: Si
può
sapere perché sei tutta rossa??
Sapevo di essere diventata rossa, ma
speravo non se ne
accorgesse.
Kilary: N-non
è
niente davvero, forse è per il caldo.
Hiroto: Ma
se
siamo astento in primavera? Non è che hai la febbre?? Fammi
vedere…
Mentre si avvicinava per toccare la
mia fronte con la sua
guancia, il mio cuore saltò di due battiti per poi
cominciare a galoppare
talmente in fretta che avevo paura mi scoppiasse! E questo suono non
passò
inosservato a Hiroto…
Hiroto: Kilary
il
tuo cuore sta battendo velocissimo!! S-si può sapere cosa ti
succede oggi?
–adesso, era un po’ in imbarazzo.
Kilary: Dico
sul
serio, non ho niente! Sta tranquillo! – E gli sorrisi!
Hiroto diventò rosso quasi
quanto me. Poi si alzò e aiutò
anche me a rialzarmi. Dall’angolo del corridoio
spuntò fuori Seiji . Vide che Hiroto
mi aveva dato la sua mano per rialzarmi, e mi sembrò un
po’ irritato, ma forse
era solo una mia impressione.
Seiji: Ragazzi,
cosa sta succedendo? Perché vi state tenendo le mani?
Io e Hiroto lo guardammo confusi, ma
poi capimmo… le nostre
mani erano ancora unite! Io stavo completamente andando a fuoco!
Così ci
staccammo da quel contatto che per me era stato così
naturale, tanto da non
accorgermene.
Hiroto: Kilary
era… beh si insomma… è uscita dal suo
camerino e mi ha quasi sbattuto la porta
in faccia, ma ha perso l’equilibrio e mi è caduta
addosso… e poi io l’ho
aiutata… ehm… a rialzarsi e… sei
arrivato tu!!
Hiroto balbettava, ed era molto
più imbarazzato di prima. Non
mi sarei mai aspettata una reazione simile da parte sua per descrivere
una
situazione del genere. Ma non volevo illudermi troppo. Magari non
sapeva come
spiegare l’accaduto a Seiji ed era solo in
difficoltà con le parole.
Kilary: Beh,
c-c’era da aspettarselo da parte mia, sono proprio
s-sbadata!... Ora devo
andare dalla s-signora Kumoi… ehm… a dopo ragazzi!
E corsi via per il corridoio fino ad
arrivare al bagno. Ero
troppo agitata e avevo bisogno di calmare non solo me, ma anche il mio
cuore
impazzito! Da quando ero inciampata addosso a Hiroto a ora, il mio
cuore non
faceva altro che battere velocissimo. Quindi feci respiri profondi e,
cercando
di calmarlo, mi concentrai sulla diretta di oggi.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: Un po’ d’ordine dietro le quinte. ***
Quando mi sentì meglio e arrivai nello studio, era
già tutto
pronto per iniziare. Ero abbastanza tranquilla, visto che avevo
già fatto molti
programmi televisivi come questo, ma non mi era mai capitato di essere
anche
ansiosa, specialmente con gli Ships. Forse per quello che è
successo prima. Mi
era dispiaciuto dover correre via in quel modo, ma ero troppo agitata
per
continuare a parlare.
Signora
Kumoi: Kilaryyyy???
Sei prontaaa??
Kilary: Si
signora
Kumoi, arrivo!
Signor
Muranishi: Ragazzi
dove siete??
In quel momento entrarono gli Ships e
cercai di essere il più
naturale possibile.
Seiji: Si
siamo
qui signor direttore!!
Hiroto: Ah
Kilary!
Come mai prima sei scappata via??
Kilary: Ehm…L-la
signora Kumoi mi aveva detto di far presto così sono corsa
qui nello studio!
Hiroto si avvicinò un
po’ e il mio cuore accellerò
leggermente. “Non di nuovo” pensai.
Hiroto: Sei
sicura
di star bene?
Kilary: Ah –
ah… si si…
Cercai di calmarmi e ci
riuscì. Così potevo rassicurarlo
meglio. Perciò gli sorrisi.
Kilary: Sta tranquillo
Hiroto, sto bene. Sono
felice che tu ti preoccupi per me.
Ecco. Stavolta era lui quello agitato,
ed era tutto rosso…
Hiroto: N-non
è
come pensi… i-io non vorrei che poi durante la diretta
svieni facendoci fare
una brutta figura (come al solito) e poi devo salvarti io…
Kilary: Uff
mi
prendi sempre in giro tu!! Non sverrò, è chiaro??
Ci guardammo negli occhi e scoppiamo a
ridere. Il velo di
imbarazzo si era dissolto. In fondo, Hiroto non era così
cattivo, anche se a
volte mi faceva davvero arrabbiare. Ma in episodi come questi, ridevamo
di
gusto.
Tecnico: Hai
posti! Si comincia!
Hiroto: Era
ora!
Ok andiamo e facciamo del nostro meglio!
Seiji: Si,
andiamo!
Kilary: Sono
sicura che andrà tutto bene!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: In diretta con gli Ships! ***
Tecnico: Pronti?
In diretta fra quattro, tre…
Il resto dei numeri li fece con la
mano dato che partiva in
quel momento la sigla e il signor Daimonji si presentava ai
telespettatori.
Signor
Daimonji: Salve
a tutti amici e benvenuti ai Music Studio… Oggi in nostra
compagnia avremo tre
famosissimi idol… ecco a voi Hiroto e Seiji degli Ships e la
splendida Kilary
Tzukishima!... *sguardo di sbiego*…
Hiroto: Ciao
a
tutti!
Seiji: Salve
ragazzi…!!
Kilary: Ciaooo!!
Wow,
che
emozione. Partecipare ad una diretta era sempre
bellissimo. Sapere che
c’erano tante persone che ci guardavano, per noi idol,
significava sapere che
tutte quelle persone ci sostenevano nel nostro cammino per diventare
artisti a
tutti gli effetti, e ci aiutavano a essere sempre fiduciosi in noi.
Signor
Daimonji: Bene,
cominciamo subito a leggere le e-mail che ci sono arrivate dai milioni
di fan
che ci seguono da casa. – Il signor Daimonji, prendendo il
computer portatile,
cominciò a leggere le lettere.
Signor
Daimonji: Bene,
la prima lettera che leggerò è per gli
Ships… Allora ragazzi, qui chiedono
quando farete il vostro
prossimo
concerto… cosa ci anticipate?
Hiroto e
Seiji: Behh…
Hiroto e Seiji si misero a ridere,
probabilmente perché
stavano parlando contemporaneamente!
Hiroto: Non
è
ancora sicuro ma… probabilmente entro la fine di marzo
dovrebbe esserci uno dei
nostri concerti…
Seiji: …si,
però
non possiamo anticiparvi il luogo, se no il direttore del posto sarebbe
sommerso di chiamate e prenotazioni, quindi aspetteremo la conferma per
darvi
tutte le notizie!
Signor
Daimonji: Bene
allora attenderemo con impazienza questa notizia! E ora
un’altra e-mail… mmm…
Oh qui ce n’è una per te, Kilary.
Bene ero davvero curiosa di sapere
cosa mi avrebbero chiesto.
Signor
Daimonji: Una
ragazza vuole sapere quando uscirà il tuo prossimo
singolo…
Kilary: Beh,
sto
lavorando ad un nuovo pezzo con il signor Tomoo Kamata, il famoso
produttore di
canzoni conosciuto anche come Kama… è una canzone
davvero molto bella e appena
sarà pronta, uscirà nei negozi di dischi!
Signor
Daimonji: Wow,
allora aspetteremo anche il tuo nuovo singolo, Kilary…
Andiamo avanti…
Beh, fin’ora me la stavo
cavando.
Signor
Daimonji: Ehm…
qui c’è una domanda, un po’ personale
per te, Kilary. Dice che quando hai vinto
il premio Nojo Hot Idol, e abbiamo sentito per la prima volta una
canzone
scritta interamente da te, ovvero Fuoco D’artificio, hai
detto che era dedicata
al ragazzo di cui ti eri appena innamorata, ma che non ricambiava i
tuoi
sentimenti. Sono curiosi di sapere a chi ti stavi riferendo…
Oh cavolo! Come avrei fatto! Non
pensavo facessero anche
queste tipo di domande! In fondo i fan erano fan, e volevano sapere
tutto ciò
che riguardava la vita dei loro idol!Ma non potevo mica dire in diretta
che ero
innamorata di Hiroto! Chissà che scandalo! E poi non volevo
annunciare i miei
sentimenti in diretta… Se lo avrei fatto, io e Hiroto
dovevamo essere fuori
dalla portata di telecamere e altro! Ma in quel momento come ne uscivo
fuori?!?! Aiutooo!
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: Confusione: Verità o bugia? ***
Hiroto: Mi scusi,
signor Daimonji, ma questa domanda mette un po’ in
difficoltà Kilary…
Hiroto…
Hiroto: Non
può
esprimere per la prima volta i suoi sentimenti in una diretta!
Adesso dovevo continuare io a parlare,
dovevo provare a
sviare il discorso…
Kilary: Si,
Hiroto
ha ragione! Scusatemi davvero, ma non me la sento di rispondere a
questa domanda
in diretta! Vedete, i sentimenti sono particolari. Bisogna trattarli
bene, nel
senso che non dobbiamo mai mentire al nostro stesso cuore cercando di
trovare
la via più facile o potrebbero farci stare male. In questo
caso, anche se io
sono innamorata, non per questo i miei sentimenti devono essere
ricambiati.
Pensavo fosse semplice, ma ora mi rendo conto che… non lo
è affatto! Ma non è
sempre così, perché l’amore
è qualcosa di bellissimo, unico e speciale, in
particolar modo per chi come me lo vive per la prima volta. Non
è facile
esprimersi a parole, per questo si deve avere pazienza e aspettare che
i
sentimenti, come dire… sboccino da soli! E per questo che
oggi, non posso
rispondere a questa domanda… ed è per questo che
lascierò questo nuovo sentimento
rinchiuso nel cuore fin quando non mi sentirò pronta!
Non mi ero accorta che mi era sfuggita
una lacrima dagli
occhi, così cercai di cancellarla. Ma intorno a me, tutti
avevano gli occhi
gonfi di lacrime mentre mi guardavano. Allora cercai di animare la
situazione,
fingendo uno dei miei migliori sorrisi!
Kilary: Ve
l’ho
detto! Non è sempre così! Ma dovete provarlo su
voi stessi, non posso dirvi io
come andrà la vostra vita,non ne sono capace! –
poi con un pò meno di
entusiasmo continuai… - Però di una cosa sono
sicura… Sarete sicuramente più
fortunati di me… - sapevo che dovevo infondere un
po’ di coraggio dopo il mio
precedente discorso, ma io stessa stavo per scoppiare in lacrime,
perciò con un
ultimo sforzo per salvare la situazione, dissi…- Quindi,
specialmente per
ragazze o ragazzi innamorati, cercate di non arrendervi mai!
Sentì partire un applauso
fortissimo delle persone che ci
stavano attorno, e capì di essere riuscita a riportare
l’atmosfera alla
normalità.
Signor
Daimonji: Ora
capisco perché hai tanti fan… Sei una ragazza
speciale,ma che ha in comune con
i propri fan gli stessi sentimenti… e loro riconoscono in te
quello che
vorrebbero essere!
Kilary: La
ringrazio, signor Daimonji!
Signor
Daimonji: Bene
e adesso un po’ di pubblicità, ma non cambiate
canale… sguardo di sbiego!!
Che tempismo! La
pubblicità! Potevo benissimo andare in
camerino per calmarmi un po’…
KIlary: Scusi
signora Kumoi, potrei andare un attimo in camerino??
Signora
Kumoi: Mmm…
d’accordo! Ma sbrigati eh?? Non farti venire a
chiamare…
Annui con la testa e, vedendo che
Hiroto si stava
avvicinando, feci in tempo ad uscire dalla sala della diretta per
correre in
camerino prima che le lacrime mi uscissero dagli occhi…
Perché era così
difficile? Perché ogni volta che pensavo ai miei sentimenti,
questi mi
sopraffacevano? Perché, perché?? Non aveva
senso… come avrei fatto?? Ero sicura
che in futuro, in molti mi avrebbero fatto domande simili. Era davvero
complicato, ma avrei trovato un modo per soffocare le lacrime, almeno
in
pubblico, dovevo riuscirci. Perciò mi asciugai le lacrime e
mi sistemai il
trucco. Naa-san mi guardava un po’ preoccupato. Sapevo che
lui percepiva la mia
tristezza, quindi cercai di rasserenarlo.
Kilary: Naa-san
sta tranquillo! Sto bene! E che a volte penso… che
è difficile fingere un
sorriso, quando hai la certezza che la persona che ami non ti
ricambia… Ma
d’ora in poi cercherò di non pensarci e mi
impegnerò al massimo nel mio lavoro…
e tu mi aiuterai sempre, vero mio piccolo amico??
Naa-san: Na
na… na
na na na… Na-Na!!
Kilary: Grazie!
Sapevo di poter contare sul tuo sostegno, Naa-san! Adesso torniamo in
studio,
se no la signora Kumoi si arrabbierà!
E uscendo di corsa dalla porta andai
verso la sala diretta
dei Music Studio, pronta per continuare il programma!
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: Esibizione a sorpresa!? ***
Signora Kumoi: Stavo
per venire a chiamarti Kilary… Dai stiamo per riprendere la
diretta!
Kilary: Arrivoo!!
Ripresi subito posizione, insieme a
Hiroto e Seiji, che
stavano chiacchierando su qualcosa a proposito della seconda parte
della
diretta.
Kilary: Ragazzi,
di cosa state parlando?
Seiji: Della
canzone che dobbiamo cantare fra poco. Stavamo parlando un
po’ delle mosse da
fare mentre cantiamo.
Kilary: Eh?
Dobbiamo esibirci ora??
Hiroto: Ma
dove
hai la testa? – ridendo della mia sbadataggine come al solito
– Non ricordi che
il direttore ci aveva detto che ci saremmo dovuti esibire in diretta??
Eh??? Ma io non mi ricordo
niente… o forse…
Ricordo di Kilary di due
giorni prima
Stavo
mangiando un
creep enorme mentre il direttore diceva…
Signor
Muranishi: Kilary mi stai ascoltando?? Per la diretta con il
signor Daimonji, tra due giorni, dovrai cantare una delle due canzoni
con la
giusta coreografia! Mi stai ascoltando Kilary?? Kilaryy??
Kilary: Già
è
vero, me n’ero totalmente dimenticata…
Hiroto: Come
al
solito…
Meno male che io e il signor Kama
lavoravamo sempre alla
coreografia di Balalaika, perciò la sapevo a memoria. Feci
la linguaccia a
Hiroto.
Kilary: Per
tua
informazione, io e il signor Kama lavoriamo sempre alla coreografia,
perciò la
so alla perfezione!
Hiroto: Detto
questo, dobbiamo ringraziare solo il signor Kama!
Kilary: Miiiiiiii…
antipatico!
Mentre io e Hiroto litigavamo, Seiji
stava morendo dal
ridere!
Seiji: Ahahahahah
siete una forza ragazzi, ahahahah… Voi due litigate per
qualunque cosa!
A quel punto, anche io e Hiroto
scoppiammo a ridere con lui.
Tecnica: Bene
ragazzi, riprendiamo con la seconda parte del programma!
Allora ci sedemmo al nostro posto, e
sentimmo la sigla che
ripartiva e il signor Daimonji che dava il benvenuto ai telespettatori.
Signor
Daimonji: Bentornati
alla seconda parte del programma! Adesso i nostri ospiti si esibiranno
per noi
con i loro ultimi singoli. Cominciano gli Ships con la loro canzone!
Hiroto e Seiji si alzarono,
posizionandosi al centro del
palco, mentre io andavo dietro le quinte. La musica partì, e
io guardavo i miei
amici ballare e cantare sul palco. Per loro, e anche per me, era una
cosa
naturale esibirci, ballando e cantando le nostre canzoni. Non
c’era nessun
sentimento di vergogna verso le telecamere, anzi: diciamo che, ormai,
le
dirette, le interviste, i concerti erano diventate le nostre azioni
quotidiane,
come mangiare, dormire, studiare o lavorare. Il mondo degli artisti,
era
diventato…come dire…un pò come il
nostro Habitat naturale, ecco! E far
sorridere la gente e farla stare bene in nostra compagnia era la nostra
missione! E poi, gli Ships erano talmente bravi, in sintonia perfetta
con la
musica, i passi di danza, con tutta la coreografia. Seiji seguiva
perfettamente
Hiroto e viceversa. Entrambi avevano una voce bellissima e la
sfruttavano al
meglio. Inoltre, Hiroto era un grande ballerino, si muoveva benissimo,
al ritmo
perfetto della musica, rendendo la coreografia davvero impeccabile...
Eh??...I miei pensieri sono arrivati
direttamente a Hiroto,
senza che me ne rendessi conto. Guardarlo da dietro le quinte, era un
pò come
sapere che lui era così vicino, ma anche così
impossibile e lontano. Mi
rattristai. Era davvero così difficile vivere con questo
peso enorme nel cuore?
Come avrei potuto nasconderglielo ancora? E pensare che fino a qualche
tempo fa
ero pazza di Seiji. Ma con Hiroto ho scoperto un sentimento nuovo e
travolgente, al di là della semplice cotta.
Signor
Daimonji: Questa
era la fantastica esibizione degli Ships! E ora ecco a voi la
fantastica Kilary
Tsukishima!
Solo quando sentì il mio
nome mi resi conto di dover andare
in scena! “Tocca a me. Bene, farò del mio
meglio!”
Salutai gli Ships e corsi sul palco,
mentre gli applausi
della gente cominciarono a diffondersi nella mia testa. Capì
che in quel
momento era a loro che dovevo pensare, ai miei fan. La canzone
partì e io
cominciai subito la mia esibizione.
Kilary: Ok
ragazzi, tutti in piedi! E’ il momento di ballare un
po’ la Balalaika!! Anche
voi che ci seguite da casa! Forza! Un, due, tre! Vai Così!
Dopo essersi alzati, tutti
cominciarono a ballare con me.
Cominciai a cantare. La mia mente era vuoto di qualunque pensiero. In
quel
momento pensavo solo a miei fan e al ritmo della mia canzone. Era
emozionante
vedere tutti intorno a me ballare e cantare, conoscevano a memoria
tutta la mia
canzone. Tempo fa non sapevo neanche cosa fosse o cosa significasse per
qualcuno salire su un palcoscenico. Ora lo so.
La musica finì, e io
ringraziai tutti del sostegno che mi
davano sempre e di come mi avevano portato nel cuore fino ad oggi. Gli
Ships
tornarpno sul palco e insieme al signor Daimonji salutammo gli
spettatori e il
pubblico lì intorno.
Signor
Daimonji: Ciao
a tutti, alla prossima!
Kilary: Ciaoo!
Hiroto e Seiji salutavano con la mano,
mentre tutti
sorridevamo. La diretta finì e tutta la troup ci fece degli
applausi per la
magnifica diretta di oggi!
Il Signor Muranichi e la signora Kumoi
ci vennerò incontro
per farci i complimenti.
Signor
Muranishi: Ragazzi
siete stati fantastici. Sono fiero di voi.
Signora
Kumoi: Una
diretta fantastica!
Hiroto: Grazie,
direttore e grazie signora Kumoi.
Hiroto lì ringrazio ma,
ovviamente, rispondeva anche a nome
mio e di Seiji.
Seiji: Bene,
adesso andiamo nei camerini a cambiarci, così poi possiamo
pranzare.
Cibooo!?!?
Kilary: Evvivaa!
Corro a cambiarmi.
La mia corsa verso il camerino fu
accompagnata dalle risate
di tutti, e anche io ne ridevo. Per una volta potevo farlo, dato che mi
prendevano sempre in giro.
Mi cambiai in un secondo e trovai
tutti fuori dallo studio,
vicino alla macchina, pronti a tornare all’agenzia per un
pranzetto succulento.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: Un’imbarazzante proposta di lavoro! ***
Il lavoro procedeva regolarmente, ero sempre piena di impegni,
come preparare nuove coreografie,nuovi arrangiamenti per le canzoni,
servizi
fotografici. Anche la scuola, come il lavoro, mi prendeva molto tempo
per lo
studio, per i compiti in classe a sorpresa e per i voti un
po’ bassi, ma tutto
sommato andavo meglio di prima.
Kilary: E
anche un’altra
giornata di scuola è finita… Andiamo a casa
Naa-san!
Naa-san:
Na na!!
Stavo per uscire da scuola, ma mi
fermai appena sentì che,
alle mie spalle, Hiroto e Seiji mi stavano chiamando.
Kilary: Oh,
ciao
ragazzi! Com…
Non potei finire la frase
perché sentì il cellulare suonare
nella mia tasca.
Kilary: Pronto??
Signor Muranishi: Kilary? Sono il
direttore.
Kilary: Salve,
signor direttore!
Signor
Muranishi: Sei
con Hiroto e Seiji??
Kilary: Si, sono qui
vicino a me. Perché??
Signor
Muranishi: Dovete
correre subito qui, all’agenzia!
Kilary: Bene,
arriviamo subito!
Chiusi la chiamata mentre i miei amici
mi guardavano, per
capire cosa mi avesse detto il direttore di così urgente.
Kilary: Ragazzi?
Il direttore vuole che andiamo subito da lui.
Hiroto/Seiji:
Ok,
andiamo!
Ero davvero
curiosa di
capire cosa volesse
dirci di così
importante. Per strada non c’era confusione,
perciò arrivammo presto
all’agenzia.
Signor
Muranishi: Salve,
ragazzi!! Ho una notizia da darvi! Siete stati scelti come protagonisti
di un
drama! Il regista è il signor Pierre Takada.
Kilary: Davvero?
Che bella notizia. Reciteremo tutti e tre nello stesso film!!
Sorrisi a Hiroto e Seiji, e anche loro
ricambiarono.
Hiroto: Signor
direttore?? Qual è la trama della storia?
Il direttore divenne serio tutto
d’un tratto.
Signor
Muranishi: Ragazzi?
Mi riferisco specialmente a voi due.
Si rivolse a me e Hiroto.
Signor
Muranishi: Vi
ricordate quel drama a cui avete lavorato insieme? “Sonata
dell’amore e della govinezza”??
Kilary/Hiroto:
Si!
Ripensare a quel film era strano.
Quella volta dovevo baciare
Hiroto, ma ero innamorata di Seiji e non volevo dare il mio primo bacio
ad una
persona che non amavo. Ora invece…
La voce del direttore mi
riportò alla realtà.
Signor
Muranishi: Beh,
il tema su per giù si avvicina a
quello…Mmmm…Ah!
Prese dei quaderni da sopra il
tavolino e ce li diede a
seconda di nomi e ruoli.
Signor
Muranishi: Questi
sono i vostri copioni in base ai vostri ruoli! Sedetevi e leggeteli con
calma.
Ci accomodammo nelle poltroncine dello
studio, in modo che io
ero di fronte a Hiroto e Seiji. Lessi il titolo del drama,
dopodicchè cominciai
a leggere la storia.
“IL
TRIANGOLO DEL GIOVANE AMORE”
Una studentessa di 15 anni, di nome
Aiumy, si innamora del
suo amico Ikaru, anche lui 15enne, studente nella sua stessa classe.
Aiumy
decide di rivelare i suoi sentimenti all’amico, e quando
è pronta per farlo, un
nuovo arrivato, Shinichi, cambierà le carte in tavola. Pian
piano, i 3
cominciano a conoscersi e diventano amici. Ma per Aiumy tutto diventa
più
difficile. Infatti ad un certo punto, scopre di essersi innamorata
anche di
Shinichi. Nel frattempo Ikaru confida a Shinichi di essere innamorato
di Aiumy,
ma segretamente anche Shinichi è innamorato di lei e,
pensando che i due si
conoscono da più tempo e che hanno un legame più
forte, decide di tenere per sé
i suoi sentimenti. Ikaru si confida poi ad Aiumy, che confusa, non sa
più cosa
pensare. Ikaru o Shinichi? Shinichi o Ikaru? Riflettendo sui suoi
sentimenti capisce
che ciò che prova per Shinichi
e più
profondo di quello che prova per Ikaru, che si rivela essere una forte
amicizia
secondo i suoi sentimenti. Allora decide di dire la verità a
Ikaru, che accetta
i suoi sentimenti e le dice di andare subito da Shinichi. Non essendo a
scuola,
alla fine delle lezioni, Aiumy corre a cercarlo e lo trova in spiaggia
nell’ora
del tramonto. A quel punto lui le chiede se ha detto si a Ikaru, ma lei
gli
dice di no, aggiungendo che non lo amava realmente. Sorpreso, Shinichi
le chiede
allora chi le ha fatto cambiare idea e lei gli dice che in
realtà è innamorata
di lui. Lui, sorpreso, le rivela che è innamorato di lei e
tutto si sistema per
il meglio.
FINE
Che storia bellissima. Ma ero davvero
curiosa di sapere chi
avrebbe interpretato i due ruoli maschili. A dire la verità,
speravo che
Shinichi fosse Hiroto, ma se fosse stato Seiji non avrei potuto
controbattere o
Hiroto avrebbe sospettato qualcosa, riempiendomi di domande.
Alzai gli occhi e decisi di levarmi
questa curiosità prima di
riempire ulteriormente la mia testa di pensieri.
Kilary: Allora
ragazzi, che ruoli avete voi?
Seiji: Io
sono
Ikaru.
Kilary: Se
tu sei
Ikaru, Hiroto è…
Il mio cuore saltò di due
battiti. Non riuscivo a crederci.
Hiroto: …sono
Shinichi.
Era rosso in viso, non mi stava
neanche guardando. Forse era
in imbarazzo. Tanto quanto me. Non sapevo cosa dire, né cosa
fare per rompere
il silenzio.
Kilary: B-beh…L-la
storia è molto bella… dovremo impegnarci
molto…cioè…e-ehm…
Di male in peggio. Farneticavo peggio
che con i miei
pensieri.
Hiroto: E-ehm?!...si
c-ci impegneremo molto…
Anche lui sembrava imbarazzato. Seiji
ruppe il silenzio con
una domanda che proprio non avrebbe dovuto fare.
Seiji: Perché
siete tutti rossi, ragazzi?
Quella battuta fece salire
ulteriormente l’imbarazzo. Ah-ah…
e ora? Ci pensai su…
Idea! Mi alzai di scatto e anche
Hiroto sembrò fare lo
stesso.
Kilary/Hiroto:
Si
è fatto tardi, meglio che vada!
Io e Hiroto ci guardammo, per poi
girarci dall’altro lato,
ancora più rossi in viso. Ma come aveva potuto avere la mia
stessa idea?? Certo
che a volte il destino era davvero… strano!
Ad un certo punto
mi
ritrovai con la bocca di Hiroto vicino all’orecchio, mi stava
sussurrando
qualcosa.
Hiroto: Sciocca!
Volevo lasciarti sola con Seiji così potevi…
Ecco perché aveva avuto la
mia stessa idea. Lo
interruppi a mia
volta e gli dissi
nell’orecchio la mia risposta.
Kilary: Ci
tieni
davvero così tanto? Forse non hai letto bene il
copione…
Usci di gran corsa
dall’agenzia. Non avrei retto ad altre
domande o sguardi pieni di confusione. Cos’altro avrei potuto
dirgli? Sarei
arrivata a rivelargli i miei sentimenti? Per giunta davanti a Seiji?
Cosa
sarebbe successo? La nostra amicizia si sarebbe rovinata. Dato che non
provava
niente per me si sarebbe allontanato e al solo pensiero, le lacrime
cominciarono a rigarmi il viso. Correvo e pensavo solo ad’un
modo per mettere
da parte la mia tristezza in sua presenza.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: Un nuovo amico! ***
Ero talmente distratta che arrivai
addosso ad un ragazzo, ed
entrambi cademmo per terra.
Kilary: Ahi
ahi
ahi, che botta… Scusami tanto! Non mi ero accorta
che…
???: Ahi…
Oh,
Tranquilla, non fa niente…
Eh??...Ma tu
sei Ki-…
Kilary: No,
non
dirlo! Se no verrò circondata dai passanti, per
favore…
Poi mi accorsi che mi mancava qualcosa.
Kilary: Oh
no!
Dov’è il mio cappello?
Ci guardammo intorno e fu lui a
trovarlo e a passarmelo.
???: Eccolo…!!
Kilary: Grazie!
Ci rialzammo e guardai il bellissimo
ragazzo che mi ritrovai
di fronte. Notai che era poco più alto di me, aveva i
capelli castani, dei
bellissimi occhi verdi e profondi, e un’aria da ragazzo
confuso, vista la
situazione. Vidi che mi stava fissando il volto, e precisamente, gli
occhi.
???: Come
mai
piangevi?
Kilary: Beh…
niente di importante.
“Cambia argomento Kilary,
cambia argomento”.
Kilary: Tu
conosci
il mio nome, ma io non so il tuo… ehm… come ti
chiami?
???: Giusto
che
maleducato. – E porgendomi la mano mi disse – Molto
piacere, io sono Haru
Yamashita, e sono un tuo fan, come puoi capire.
Kilary: Ne
sono
onorata grazie! – dissi, porgendo la mia.
Haru: Vuoi
fare
due passi? Attenta al travestimento però!
Mi sorrise. Era un sorriso dolce,
caldo, accogliente. Haru
era davvero una persona gentile, che sapeva farti dimenticare quello
che di
triste avevi in quel momento.
Kilary: Certo.
Mmmh… che ne dici di fare una passeggiata al mare?
E’ da un po’ che non ci
vado, se non per lavoro.
Haru: Perfetto!
Andiamo.
Ci incamminammo verso la spiaggia.
Eravamo ancora in pieno
pomeriggio, ed essendo a marzo, non c’era nessuno. Era una
strana sensazione
quella che provavo in quel momento. Io e Haru ci eravamo conosciuti per
caso,
ma ci eravamo subito intesi, con poche parole, come se fossimo amici da
sempre.
Ero curiosa di conoscerlo, anche perché tra lavoro e scuola,
non avevo molta occasione
di parlare con la gente che non apparteneva a quei due mondi,
specialmente se
erano miei fan.
Kilary: Allora,
Haru, quanti anni hai??
Haru: Ho
16 anni,
compiuti la settimana scorsa.
Kilary: Beh,
auguri, anche se in ritardo. Io 16 anni li compirò fra poco
il…
Haru: …il 7
luglio! Siamo già a marzo, quindi
mancano solo 4 mesi.
Kilary: Ma
come
fai a sapere la data del mio compleanno?
Haru: Beh,
ricorda
che io sono un tuo fan! Come potrei non saperlo? E poi, nella mia
classe, le
ragazze portano riviste solo con le tue interviste, e a volte do una
sbirciatina anche io.
Mi sorrise di nuovo. Era
un’allegria contagiosa la sua. Ed
ero molto felice di averlo incontrato. Di solito, quando incontravo i miei fan
dovevo correre per
tutta la città prima di nascondermi da qualche parte. Ma lui
sembrava
diverso. Era
piacevole stargli accanto e
parlare come persone normali.
Haru: Deve
essere
difficile, vero?
Haru mi distrasse dai miei pensieri.
Kilary: Cosa?
Haru: Beh…
Scuola,
lavoro… come fai a conciliare tutto?? Non sei stanca di fare
sempre tutto
questo senza poterti riposare un attimo?
Kilary: A
dire il
vero no. Sai, c’è sempre una ragione che mi spinge
a non pensare alla
stanchezza. Quella ragione siete voi, i miei fan. Con il vostro
sostegno, la
stanchezza non mi pesa per niente, anzi, mi spinge a fare sempre del
mio meglio
e a far divertire il pubblico semplicemente essendo me stessa e dando
il
massimo!
In fondo era la verità.
Della stanchezza non mi importava
proprio. Erano loro il mio più grande pensiero, ed era a
loro che pensavo
mentre mi esibivo. Volevo divertirli e farli stare bene.
Haru: Ora
capisco
perché sei diventata subito la stella del mondo degli
idol… Tutti pensano che
essere una idol è solo immagine… ma tu sei te
stessa… sei così in televisione così
come dal vivo!
Senza accorgercene, eravamo
già alla spiaggia e, come avevo
previsto, non c’era nessuno.
Kilary: Aah!
Che
bello il mare!
Era limpidissimo, quanto il cielo,
quasi che non si
distinguevano. Soffiava una brezza fresca e rilassante, perfetta per
dimenticare per un po’ le tristezze che avevo addosso.
Haru: Già,
è
bellissimo in questo periodo.
Haru si mise a sedere sulla sabbia,
per poi sdraiarsi, le
mani dietro la testa, con gli occhi chiusi. Vederlo così,
sembrava un modello
televisivo, tanto era bello. Lo vidi aprire un occhio e, non appena
capì che lo
stavo fissando, si mise leggermente a ridere.
Haru: Perché
sei
rimasta lì imbambolata?? Su, sdraiati!
Mi vide arrossire, così si
mise seduto, mi prese la mano e mi
tirò giù. Solo che io gli caddi addosso, ed
entrambi diventammo rossi per
l’accaduto.
Haru: S-scusa!
Mi
dispiace, non volevo f-farti cadere addosso a
m-me…mi…mi dispiace!
Kilary: T-tranquillo,
non fa niente!
Quel contatto, quando le nostre mani
si toccarono, era così
familiare. Tutte le volte che Hiroto mi aveva presa per mano senza
accorgersene, adesso mi tornavano in mente. Hiroto. Perché
dovevo innamorarmi?
Se solo ricambiasse i miei sentimenti! Io pensavo che l’amore
fosse semplice e
corrisposto, ma in realtà non era così.
Haru, seduto accanto a me, mi guardava
senza capire se fossi
lì con lui, o da un’altra parte.
Haru: A
cosa
pensi?
Kilary: Cosa?
Oh,
niente niente. Pensavo al lavoro. Devo studiare la parte di un copione
per un
nuovo film…
Cercai il copione nella borsa, ma non
c’era. Oh, no che
sbadata! L’avevo lasciato all’agenzia.
Haru: Qualcosa
non
va?
Kilary: Ho
dimenticato il copione all’agenzia! Ora come faccio?!
Haru: Beh,
ti
basterà tornare a riprenderlo.
Ma come facevo? Ero scappata quasi
piangendo da lì, mi
avrebbero riempite di domande. E se…
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: Sguardi, emozioni e rivelazioni: appuntamento al buio?! ***
Kilary: Haru,
ti
andrebbe di accompagnarmi all’agenzia??
Haru: Cosa?
Io?
Perché?
Kilary: Mi
piacerebbe stare ancora un po’ in tua compagnia,
perciò pensavo ti avrebbe
fatto piacere l’idea di accompagnarmi. Ma se per te
è un problema, non fa
niente.
Haru: Assolutamente
no, nessun problema tranquilla! Su, andiamo!
Arrivammo subito
all’agenzia. Feci un respiro profondo e aprì
la porta.
Seiji: Kilary!
Perché
prima sei scappata di corsa?
Kilary: Beh,
ehm…
non mi sentivo bene, avevo un po’ di nausea, scusatemi tanto.
Entrai nella camera, seguita da Haru.
Tutti ci guardarono in
modo strano, perciò mi affrettai a fare le presentazioni.
Kilary: Vi
presento un amico. Seiji, direttore, signora Kumoi, questo è
Haru Yamashita.
Haru, ti presento gli Ships, la mia agente e il direttore.
Haru: Molto
lieto
di conoscervi.
Signora
Kumoi/Signor
Muranishi/ Seiji: Molto piacere.
Haru: Piacere
mio.
Il silenzio piombato nella stanza era
carico di imbarazzo,
dato che nessuno diceva niente. Perciò fui io a romperlo.
Kilary: Ho
dimenticato il copione qui, perciò sono venuta a prenderlo.
Andai dietro il separè che
divideva la stanza, e li c’era
Hiroto, seduto in una delle poltrone. Quello che cercavo era proprio
sul
tavolino accanto a lui, perciò gli passai vicino. Non mi
guardò nemmeno per un
secondo, così presi il mio copione e feci per tornare da
Haru, dall’altro lato.
In quel momento, Hiroto allungò il braccio e prese la mia
mano passandomi un
foglio. Mi girai e lo guardai, ma lui non se ne accorse, forse di
proposito, e
uscì dalla stanza, sbattendo la porta. Allora guardai la
busta. Volevo aprirla,
ma c’erano troppe persone, così la misi
all’interno del copione.
Salutai tutti e scesi le scale con
Haru fino ad uscire
dall’edificio. Era quasi sera.
Haru: Come
è
volato il tempo. Spero di rivederti Kilary. Mi sono molto divertito con
te,
oggi. Ciao.
Kilary: Si
anche
io, Haru. Ti ringrazio. A presto!
Lo salutai con la mano, mentre lui
camminava a passo lento,
per tornare a casa. Mi sentì di nuovo sola. Triste e
tremendamente sola. Oh,
Hiroto. Perché ha reagito in quel modo quando ero in
agenzia? Non mi aveva
nemmeno guardato. Pensando a lui, mi venne in mente la lettera. Cercai
il
copione nella borsa, lo aprì e presi la lettera, riposando
il piccolo quaderno.
La aprì a dita tremanti. Non sapevo cosa mi poteva riservare
quel piccolo
foglio che, piegato, stringevo fra le mani. Un sospiro, due, e
aprì il
foglietto.
Kilary, devo
parlarti, da soli! Incontriamoci al parco alle 21:00 di
stasera. Spero accetterai.
Hiroto.
U-un appuntamento. Doveva parlarmi. Da
soli. Il cuore mi
batteva forte al solo pensiero. Il parco era vicino
all’agenzia ed erano le
20:45, quindi potevo anche arrivare un po’ prima per pensare
a cosa mi dovesse
dire di così urgente.
A quell’ora, il parco era
deserto. Mi sedetti su un’altalena,
con lo sguardo fisso a terra, e cominciai a pensare. Perché
Hiroto voleva
vedermi? E perché quello sguardo cattivo con Haru?? Era
tutto così difficile in
quel momento, non sapevo cosa fare. Io volevo solo rivelargli tutto,
dirgli ciò
che provavo, ma tanto a lui non sarebbe importato niente. Tra di noi
c’erano
sentimenti diversi. Lui mi voleva bene, era sempre presente quando
avevo bisogno
di lui, e in più ogni volta che mi sfiorava, il mio cuore
batteva forte, come
in quel lungo momento d’attesa. Perché
io…io lo amavo, e non potevo mentire.
Come ho fatto a non rendermi conto di questi enormi sentimenti, quando
ci siamo
conosciuti. Erano rinchiusi nel mio cuore, che inizialmente aveva solo
Seiji
come punto fisso. E ora? Dalla confusione che avevo dentro pochi mesi
fa,
quando non capivo chi amavo davvero, sono passata al grande amore che
provavo
per Hiroto. Ma quell’amore si era trasformato in un dolore
insopportabile. Una
forte stretta al cuore che non accennava mai a diminuire, che si
risvegliava ad
ogni minimo tocco o sguardo di Hiroto, ad ogni suo minimo gesto nei
miei
confronti. Ma ci sarei riuscita, un giorno? Gli avrei mai detto che lo
amavo,
tanto da star male così? Scoppiai in lacrime
perchè non riuscì a trattenermi
oltre. La mia disperazione in quel momento era troppo forte, non volevo
più a
tenermela dentro.
Hiroto: Kilary!
Che ti è successo? Ti sei forse fatta male?
Era lui. Hiroto corse verso di me, per
capire perché
piangevo. Cercai di asciugarmi le lacrime e di tranquillizzarlo con un
sorriso.
Kilary: No
no, sto
bene tranquillo.
Hiroto: E
allora
perché piangevi? Mi hai fatto spaventare!
Kilary: M-mi
dispiace.
Hiroto: Va
bene,
non fa niente. Da quanto sei qui?
Kilary: Sono
uscita dall’agenzia e poi ho letto il biglietto. Non mi
conveniva allontanarmi,
dato che ero qui vicino, quindi sono venuta direttamente. Erano le
20:45 se non
sbaglio. Piuttosto, tu sei in anticipo, sono le 20:55.
Hiroto: Beh,
anche
io ero all’agenzia, ricordi? Perciò, dopo un
po’ di deviazioni, sono venuto
qui.
Kilary: Capisco.
Ero un po’ tesa. Non sapevo
cosa dire, ma volevo sapere
perché mi aveva fatta venire lì.
Kilary: Perché…
perché mi hai chiesto di incontrarci al parco?
Non rispose subito, probabilmente non
sapeva come iniziare il
discorso. Si sedette sull’altalena accanto alla mia e
cominciò finalmente a
parlare.
Hiroto: Kilary
perché? Perché ti comporti sempre in modo strano
con me? Perché quando ti agiti
scappi via all’improvviso?
Quelle parole mi spiazzarono per un
po’. Non credevo che si
fosse accorto del mio comportamento, o forse non lo speravo.
Però in quel
momento non sapevo cosa dire. O forse si? Forse era il momento di
dirgli tutto.
Kilary: Hiroto…io…sono
molto confusa, in questo periodo.
Hiroto: Si,
lo
immagino. So che è difficile amare una persona che sembra
non corrisponderti,
ma non preoccuparti ti ho promesso che ti avrei a aiutata e
io…
Kilary: Basta!
Per
favore, non dire altro.
No, non era per quello che stavo
così, e lui non lo capiva.
Non riusciva ad immaginare cosa ci fosse in realtà dietro
alle mie lacrime.
Hiroto: Kilary,
non capisco…
Kilary: Tu
non hai
mai capito, Hiroto. E non lo capisci neanche ora, vero?
Hiroto: Kilary,
cosa vuoi dire? Perché non chiariamo una volta per tutte?!
Kilary: Il
fatto è
che… che io non sono più innamorata di Seiji.
Hiroto rimase colpito dalle mie
parole, si capiva benissimo.
Hiroto: Kilary…
stai dicendo sul serio?
Hiroto aveva un tono di voce diverso,
come se gli avessi
detto chissà quale rivelazione.
Kilary: Si…
non me
ne sono mai resa conto… e ora eccomi qui! Voglio bene a
Seiji, ma… non è per
lui che batte il mio cuore, almeno non più.
Hiroto: Kilary…
devo dirti una cosa, una cosa importante…
Kilary: Dimmi!
Il cuore mi batteva forte.
All’improvviso Hiroto si alzò
dall’altalena, e mettendosi davanti a me, mi prese dalle
spalle e mi abbraccio
forte. Ne rimasi colpita. Perché, perché mi aveva
abbracciata? Voleva
consolarmi?
Hiroto: Kilary.
Ricorda che per te io ci sarò sempre. Qualunque cosa tu
abbia bisogno.
In
quel momento, avrei
voluto dirgli che avevo solo bisogno di lui. Ma non volevo rispondere.
Perciò
lo abbracciai anche io, stringendolo forte a me. Non lo avrei mai
lasciato,
qualunque cosa fosse successa. E non glielo avrei detto in quel
momento. Volevo
solo godermi quel bellissimo abbraccio. Un giorno non lontano avrebbe
conosciuto i miei sentimenti, anche se avrei rinunciato alla nostra
amicizia.
Ma quel momento era così bello e magico, che per nulla al
mondo lo avrei mai
rovinato.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10: Chack! Si gira! ***
Dopo quella sera, io e Hiroto ci
avvicinammo molto di più.
Ero felice, non facevo altro che pensare a lui, ma anche al momento in
cui gli
avrei rivelato tutto. Erano cominciate le riprese di “IL
TRIANGOLO DEL GIOVANE
AMORE”, e per il momento tutto procedeva bene. In quel
momento ci trovavamo nel
cortile della nostra scuola, luogo della scena che si svolgeva in quel
momento,
ma anche dell’intero film.
Signor
Takada: Scena
12: Aiumy rivela a Ikaru che è innamorata di Shinichi.
Seiji, Kilary, mettetecela
tutta. Ouiiiii! Si comincia! Motore, chack, azione!
Ikaru:
Aiumy, perché
mi
hai fatto venire qui?
Aiumy:
Ikaru,
c’è… c’è
una cosa che devo dirti. Si tratta di Shinichi.
Ikaru:
Shinichi…
immaginavo si parlava di lui. Scommetto… scommetto che te ne
sei innamorata,
vero?
Aiumy:
Cosa?
Ikaru:
Non puoi mentirmi,
lo sai, ci conosciamo da tanto tempo. Te lo leggo negli occhi.
Aiumy:
Ikaru… mi
dispiace
di ferirti così… io non…
Ikaru:
Non devi dire
niente, stà tranquilla.
Seiji mi abbracciò e io
feci altrettanto. Cominciai a pensare
alla scena successiva, anche se quella non era ancora finita.
Ikaru:
Beh, che aspetti!
Corri, va da lui e digli ciò che provi.
Aiumy:
Ma lui non mi
ama…
è inutile provarci!
Ikaru:
Dopo che sei
venuta da me a dirmi la verità, non accetto obbiezioni. Sta
tranquilla, andrà
tutto bene, ne sono sicuro.
Aiumy:
Grazie Ikaru!
Grazie di tutto!
Corsi via, uscendo dalla scena. A quel
punto tutti ci fecero
gli applausi, a quanto pare la scena era andata bene.
Signor
Takada: Me
ouiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! C’est fantastique! Kilary,
Seiji, siete stati
bravissimi!
Kilary/Seiji:
Grazie,
signor Takada.
Signor
Takada: Bene
ora tutti al mare, forza!
Ci spostammo al mare, dove avrei
girato l’ultima scena con
Hiroto. Era ancora presto, la scena si sarebbe girata col tramonto e
Hiroto
sarebbe venuto dopo perché i suoi fratellini erano soli a
casa e voleva
assicurarsi che avrebbero cenato anche quando lui non c’era.
Ne approfittai per buttar
giù 50 takoyaki e una trentina di
crepes.
Hiroto: Sei
sempre
la solita ingorda, eh Kilary?!
Era arrivato, finalmente. Ma come
sempre mi prendeva in giro.
Non appena si avvicinò, gli feci la linguaccia.
Kilary: E
tu
sempre a prendermi in giro!
Hiroto: E
che
posso farci io se sei un’ingorda??
Kilary: Ma
la
smetti, ufff!
Seiji: Ah
ah ah,
voi due non cambierete mai!
Scoppiammo tutti in una gran risata.
Era piacevole ridere
tutti insieme.
???: Ciao
Kilary.
Salve a tutti.
Quella voce. Sapevo a chi apparteneva.
Mi girai e, infatti,
lo vidi correre verso di noi.
Kilary: Haru!
Che
bella sorpresa!
Seiji: Ciao
Haru,
lieto di rivederti.
Haru: Salve
Seiji.
Guardai Hiroto, dato che non aveva
salutato Haru.
Hiroto: Ciao.
Haru: Ciao
Hiroto.
La prima volta, Hiroto se
n’era andato senza salutarlo. Non
sapevo il perché, ma quei due sembravano non sopportarsi,
sebbene era la prima
volta che si parlavano.
Signor
Takada: Kilary,
Hiroto. Siamo pronti per girare.
Il momento tanto atteso era arrivato.
Ero nervosissima, ma
sapevo che con Hiroto, tutto sarebbe andato per il meglio.
Haru: State
girando
quel film di cui mi avevi parlato, Kilary?
Kilary: Si,
siamo
all’ultima scena e la storia è davvero bellissima.
Haru: Andrò
a
vederlo sicuramente.
Kilary: Ne
sono
felice!
Salutai Seiji e Haru e, insieme a
Hiroto, ci incamminammo
verso la riva della spiaggia.
Hiroto capì che ero molto
agitata, perciò cerco di
tranquillizzarmi, e si avvicinò per sussurrarmi qualcosa
all’orecchio, ma, come
potevo immaginare, peggiorò la situazione e il mio cuore
accellerò i battiti.
Hiroto: Tranquilla,
recita in modo naturale. E’ un film, devi solo…
fingere di amarmi.
Quelle parole, anche se lui non lo
sapeva, mi fecero molto
male. Mi fermai un attimo. Abbassai lo sguardo, intenta a dirgli
ciò che
pensavo.
Hiroto: Kilary?
Kilary, che ti succede?
Kilary: E
se io
non fingessi? Se non stessi recitando?
Il signor Takada ci interruppe,
introducendo un breve
riassunto della scena da girare. Ci preparammo mettendoci ai nostri
posti.
Signor
Takada: Ultima
scena: Aiumy arriva in spiaggia e vede Shinichi. A quel punto i due
dichiarano
il loro amore. Mi raccomando ragazzi, questa scena è
importantissima. Motore,
Chack, azione!
Corsi verso Shinichi, chiamandolo per
farlo girare.
Aiumy:
Shinichi!
Shinichi:
Aiumy, che ci
fai qui?
Aiumy:
Sono stata a
scuola. Ho parlato con Ikaru.
Shinichi:
Gli hai detto
quello che provi per lui?
Aiumy:
Cosa vuoi dire?
Shinichi:
Ikaru mi ha
detto… che ti ama e che te lo avrebbe detto.
Perciò, visto che hai parlato con
Ikaru, penso tu gli abbia risposto che…che provi lo
stesso…
Gli diedi uno schiaffo. Nessuno si
aspettava una mossa del
genere da parte mia, lo so, ma io in quel momento non
recitavo… non aveva senso
far finta di rivelargli i miei sentimenti, se questi erano reali.
Perciò
continuiai.
Aiumy:
Tu non hai mai
capito, Shinichi. E non lo capisci neanche ora vero?
Quelle non erano le parole del
copione. Erano le parole della
notte al parco, quando ho detto a Hiroto che non amavo più
Seiji.
Hiroto le riconobbe e mi guardo
stranito. Mi buttai per
terra, con la testa bassa. Perciò lui si chinò di
fronte a me, mi mise una mano
sotto il mento e alzò il mio viso, ormai in lacrime.
Shinichi:
Aiumy, cosa
vuoi dire?
Lo guardai fisso negli occhi. Le
lacrime avevano ricoperto il
mio viso. Tutti potevano pensare che quel gesto era per rendere il film
più
bello ed emozionante, e non che io stessi piangendo realmente.
Aiumy:
Shinichi…
io… IO
TI AMO VERAMENTE!!
Hiroto rimase un po’
confuso. La parola “veramente” non era
prevista, ma… dopo aver cambiato la scena, magari credeva
fosse solo un altro
leggerissimo cambiamento. Allora abbassai lo sguardo, piangendo ancora
più di
prima. Era inutile, non sarei riuscita a tenermi tutto ancora per
molto, se
persino mentre recitavo avevo queste reazioni. Hiroto si
avvicinò a me e io
alzai lo sguardo, guardando quegli occhi meravigliosi che esprimevano
un gioia
immensa.
Shinichi:
Anche io ti amo
VERAMENTE, Aiumy!
Anche lui aveva aggiunto quella
parola. Forse perché lo avevo
detto io. Ci guardammo negli occhi. Avrei tanto voluto
che quel momento fosse reale per entrambi, e
non solo per me.
Hiroto si alzò e, come
tanto tempo prima, quando mi aveva
portata in spiaggia per sfuggire ai miei fan, mi fece alzare e mi
abbracciò
forte, come non aveva mai fatto, sussurrando pian piano una frase che
fece
sobbalzare il mio cuore, lasciandomi a bocca aperta.
Hiroto: Non
immagini quanto, Kilary.
Ero spiazzata. Cosa intendeva dire? E
perché aveva
pronunciato il mio nome? Non poteva essere. Che… che fosse
innamorato di me?
No. Era impossibile. Io non ci avrei mai creduto. Ma
d’altronde, essendo stretti
in un abbraccio bello come quello, le parole dolci sarebbero uscite
automaticamente a chiunque, e anche se Hiroto a volte era un
po’ antipatico, in
realtà era una persona fantastica, dolce, il ragazzo che
tutte vorrebbero
avere, compresa me. Ed era proprio per questo che io… mi ero
innamorata di lui!
Allora ricambiai
l’abbraccio, stringendolo forte a me e
rispondendo alla sua frase.
Kilary: Neanche
tu, Hiroto.
Anche lui rimase sorpreso quando
pronunciai il suo nome.
Parlavamo con un tono molto basso, per cui le telecamere non potevano
registrare la nostra voce. Non se lo aspettava, ma non ne potei fare a
meno. Io
avevo ancora le lacrime agli occhi, e non riuscivo a fermarle. E poi,
perché
avrei dovuto? Perché smettere di essere triste, se quella
tristezza mi teneva
prigioniera, come un’onda che mi travolgeva, ogni volta che
pensavo a Hiroto, a
quello che provavo per lui e a quello che lui non avrebbe mai provato
per me?
Il regista interruppe i miei pensieri.
Pierre
Takada: Stooop!...
– poi con le lacrime agli occhi continuò -
C’est fantastique! Hiroto, Kilary, è
proprio così che volevo faceste questa scena! Ottimo lavoro,
ouiiiiiiiiiiiii!
Poi si rivolse all’intero
staff, anche quello in lacrime per
la scena.
Pierre
Takada: Abbiamo
finito! Grazie a tutti della collaborazione! Siete stati magnifici!
Partirono degli applausi, tutti ci
facevano i complimenti per
il film che, a breve, sarebbe uscito al cinema.
Io e Hiroto senza rendercene conto
eravamo ancora
abbracciati, e, imbarazzati, ci staccammo subito. Diventammo rossi, ed
eravamo
voltati, così da non poterci guardare in faccia. Poi notammo
i nostri amici
vicino al regista, così corremmo da loro.
Seiji: Complimenti
ragazzi, avete recitato benissimo!
Haru: Si,
scena
fantastica.
Kilary/Hiroto:
Grazie
ragazzi – rispondemmo imbarazzati.
Seiji: Andiamo
a
mangiare qualcosa? Ovviamente sei invitato anche tu, Haru.
Haru: Davvero?
Beh…grazie, accetto con piacere.
Kilary: Si,
andiamo.
Hiroto: D’accordo.
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11: La storia di Haru (parte 1) ***
Ovviamente, io, Hiroto e Seiji eravamo travestiti. Girare per
la città al tramonto era una sensazione fantastica. Il cielo
era di un arancio
intenso, mischiato a quel poco di azzurro che pian piano dava spazio al
blu
della sera. Ed ecco anche la prima stella, quella che, ogni volta che
appariva,
ammiravo da lontano, convinta che un giorno, anche io sarei diventata
splendente come lei.
Seiji: Kilary? Hai sentito?
Kilary: Eh? Scusa Seiji,
ero talmente immersa
nei miei pensieri che…
Hiroto: …che
come
al solito non hai capito nulla di quello che stavamo dicendo!
Kilary: Grrrrrr…
antipatico, ufff!
Scoppiarono tutti a ridere. Uff, ma
perché mi prendevano
sempre in giro?!
Seiji: Dai
ragazzi, basta così! Allora Kilary, stavamo parlando
dell’uscita del nostro
film. A quanto pare, il film uscirà verso la fine di aprile.
Essendo già
entrati nel mese, non manca molto!
Haru: E
quando
uscirà io sarò in prima fila a vedere lo
spettacolo!
Kilary: Grazie
Haru! Sei davvero gentile!
Hiroto non disse nulla. Era un
po’ irritato dalla presenza di
Haru, anche se, in fondo, lui non gli aveva fatto niente. Ma Hiroto era
fatto
così, e anche con me, all’inizio della mia
carriera, era un po’ antipatico. Ora
invece siamo ottimi amici! Sono sicura che anche con Haru
sarà così.
Hiroto: Guardate
laggiù, vendono i takoiaky! Che ne dite di cenare
lì?
Fummo tutti d’accordo,
specialmente io, e ci dirigemmo al
banco che ci aveva indicato Hiroto.
Ordinammo i nostri takoiaky e vidi
Haru rimanere a bocca
aperta, mentre ne divoravo uno dopo l’altro.
Kilary: Mmmh!!
Che
scorpacciata! Erano deliziosi, non trovate?!...
Hiroto: Sempre
la
solita ingorda. Ma mi spieghi dove fai entrare tutti quei takoiaky??
Kilary: Uffaaa!
Avevo fame! Però… non so come faccio a mangiarli
tutti… eh eh!!
Haru: Basta
litigare, dai!
Seiji: Haru
ha
ragione. Anche se siete troppo divertenti, non potete sempre prendervi
in giro!
Avevano ragione. Io e Hiroto
litigavamo spesso sulla mia
golosità.
Hiroto: D’accordo.
Kilary, non ti prenderò più in giro, per stasera.
Scoppiammo tutti e quattro in una gran
risata.
Kilary: Ho
avuto
un’idea! Facciamo un passeggiata, vi va?
Hiroto: Certo,
perché no?!
Seiji: Paghiamo
la
cena e facciamo una passeggiata al parco, ok?
Kilary: Perfetto!
Haru non aveva risposto. Sembrava
immerso nei suoi pensieri.
Usciti dal locale, ci avviammo insieme
verso il parco. Faceva
già buio, ma i lampioni erano accesi e la strada illuminata.
Al parco non
c’erano molte persone. Erano quasi tutti bambini intenti a
salire sulle giostre
e genitori che cercavano di convincerli a tornare a casa dato che ormai
era
sera.
Hiroto stava raccontando di quanto
fossi sbadata a scuola,
specialmente gli ultimi tempi. Parlava soprattutto con Haru,
perché essendo in
scuole diverse, lui non sapeva niente del mio andamento scolastico. A
quanto
pareva avevo ragione. Quei due sembravano diventati amici
così, all’improvviso.
Kilary: Ma
non
avevi promesso di non prendermi più in giro per stasera??
Hiroto: Ehm…
beh
sai mi viene automatico, quindi non ci avevo pensato più!
Stavamo ridendo tutti, anche Haru, che
era vicino a me. Ad un
certo punto lo vidi girarsi e, quasi automaticamente, lo guardai,
cercando di
non farmi vedere. Si era distratto un attimo dalle nostre risate,
guardando
verso la strada di fronte. Aveva una luce strana in quei bellissimi
occhi
verdi, che brillavano anche al buio. Tutto d’un tratto era
diventato triste o
malinconico. Non mi piaceva molto vedere il mio amico in quello stato,
perciò
cercai di farlo distrarre un pò, facendogli una serie di
domande per sapere
ancora qualcosa di lui.
Kilary: Allora
Haru,
tu invece, come vai a scuola?
Haru si girò distratto dai
suoi pensieri e mi guardò,
aggrottando leggermente la fronte e chiedendosi sicuramente il
perché di quella
domanda. Ma anziché farlo ad alta voce, mi sorrise. Il suo
viso sembrava
illuminato quando sorrideva. Era un ragazzo non solo gentile e
amichevole, ma
anche incredibilmente bello.
Haru: Beh…
diciamo
che me la cavo un po’ in tutte le materie.
Hiroto: Sicuramente
meglio di Kilari…
Fissai Hiroto, il fuoco che mi ardeva
negli occhi.
Hiroto: Cioè
volevo
dire che…ehm…vabbè lasciamo perdere.
Seiji scoppiò a ridere,
seguito da me e Haru.
Haru:
Ho 8 in
storia, letteratura, ed educazione fisica. 9 in scienze, geografia,
lingue,
arte e 10 in matematica.
Rimasi a bocca aperta, diventando
piccola piccola. “Dolce,
amichevole, incredibilmente carino e ora anche un genio a
scuola!”
Hiroto: Lo
dicevo
io – disse quasi fra sé, anche se lo sentimmo
tutti.
Kilary: Ma
sei
bravissimo! Io sono completamente l’opposto. I tuoi genitori
saranno fieri di
te!
Rividi in lui lo sguardo di prima,
triste e malinconico.
Forse avevo detto qualcosa che lo aveva turbato e reso così
triste. Mi morsi la
lingua. Poi lo sentì bisbigliare appena e mi resi conto del
grandissimo sbaglio
che avevo commesso.
Haru: I
miei
genitori sono morti quando ero piccolo, all’età di
5 anni.
Kilary: Non
lo
sapevo… mi… mi dispiace davvero tanto Haru! Non
volevo…io… che stupida che
sono!
Haru: Sta
tranquilla! Come potevi saperlo? Non fa niente, davvero.
Mi sorrise ancora, ma non era come gli
altri, raggiante e
spontaneo. Sembrava più un sorriso forzato, come quello che
si usa per far
sembrare che tutto era apposto, come quello che usavo io quando dovevo
mascherare la mia tristezza nei confronti di Hiroto.
Kilary: Lo
so ma…
mi dispiace davvero, infinitamente!
Sentimmo suonare un telefono e ci
voltammo tutti verso
Hiroto, che premette il tasto per rispondere alla chiamata.
Hiroto: Si,
è qui
con me…ah ah…cosa? A quest’ora?
Ma… d’accordo direttore, a fra poco.
Seiji: Chi
era?
Hiroto: Il
direttore, vuole vederci –
poi si
rivolse a me e Haru – scusateci, ma il signor Muranishi vuole
vedere subito me
e Seiji. Ci dispiace davvero tanto.
Mi rattristai. Hiroto
doveva…andare via? Mi sarebbe piaciuto
stare un altro po’ con lui e gli altri.
Kilary: Mmmh…d’accordo
se proprio dovete, non preoccupatevi. Io e Haru staremo un altro
po’ al parco –
poi mi rivolsi a lui – se a te non dispiace, ovviamente!
Haru: Per
me va
bene.
Hiroto, a quel punto,
guardò Haru con uno sguardo molto
strano, che non gli avevo mai visto. Haru se ne accorse, ma aveva la
battuta
pronta.
Haru: State
tranquilli, riporterò Kilari a casa, senza che le succeda
niente.
Entrambi erano… preoccupati
per me?
Hiroto: D’accordo
Haru, la affido a te.
Poi mi guardò. Era triste o
preoccupato, arrabbiato o
insicuro, ma quello sguardo mi scosse profondamente. Non mi aveva mai
guardato
in quel modo.
Hiroto: A
domani,
Kilari. Andiamo Seiji.
Li salutammo entrambi e io non
staccavo gli occhi da Hiroto.
Cos’era quello sguardo? Era come se avesse paura che sarei
scappata da un
momento all’altro, come se… stavo scappando da lui!
Vidi Haru che mi fissava preoccupato e
capì che aveva avuto
l’impressione che ero triste. Ma io gli sorrisi leggermente,
cercando di non
farmi fare domande. Piuttosto io ero preoccupata per lui, per
l’espressione che
prima aveva assunto il suo viso!
Kilary: Scusa
ancora per prima! Davvero… non volevo farti ripensare a dei
momenti brutti.
Come al solito combino sempre guai!
Haru: Ti
ho già
detto che puoi stare tranquilla Kilary. E’ sempre
così. Non è colpa tua. Ogni
volta che vengo in questo parco ripenso a quello che è
successo 11 anni fa…
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Capitolo 12 *** Capitolo 12: La storia di Haru (2° parte) ***
Kilary: Se non
vuoi parlarne, non preoccuparti, non me la prenderò con te.
Da fuori, Haru poteva sembrare un
ragazzo forte e coraggioso,
e sicuramente lo era, ma… aveva una grande
sensibilità e questo lo rendeva un
ragazzo speciale. Fece cenno di no con la testa e cominciò a
raccontarmi la sua
infanzia.
Haru: Quel
giorno,
io, mio fratello e i miei genitori eravamo al parco come una normale
famiglia
felice. Io stavo facendo il cavalluccio e mio fratello era in quello
dietro,
proprio in quella giostra laggiù.
Col dito, indicò la giostra
dei cavalli tutta illuminata da
colori vivaci, che la facevano sembrare un arcobaleno di luci. Poi
continuò.
Haru: Mio
padre
era lì che ci guardava felice, negli occhi una luce di gioia
immensa. Mia madre
invece era andata dall’altro lato della strada a prendere lo
zucchero filato
per tutti. Poi successe tutto all’improvviso. Si
sentì uno strano rumore, come
quando una macchina sterza forte nell’asfalto. Mia madre era
ferma in mezzo
alla strada con gli occhi terrorizzati e mio padre per salvarla cerco
di
spingerla nel marciapiede ma fu tutto inutile. Erano stati investiti da
quel
pazzo che stava guidando, ed erano gravemente feriti. Io e mio fratello
avevamo
assistito a tutta la scena. Appena
la giostra si fermò, corsi subito verso di loro, con una
mano tenevo mio
fratello e con l’altra mi sbracciavo tra la folla per
raggiungere i miei
genitori, stesi per terra, con gli occhi chiusi.
Guardai Haru. Aveva lo sguardo
lontano, gli occhi persi in
quel terribile momento, velati da un leggerissimo strato di lacrime,
che
stavano prendendo il sopravvento nel suo viso, ormai teso per la
tristezza e la
malinconia di quando la sua famiglia era tutta insieme pochi secondi
prima di
quella terribile tragedia. Senza rendermene conto, anch’io
stavo piangendo. Ero
talmente presa dalla sua terribile storia, da non accorgermene neanche.
Tornando in sé da quel
viaggio di ricordi, Haru mi vide
piangere e mi fece un sorriso, un pò forzato, ma talmente
tenero da far pensare
che quella storia non era mai esistita, che non era niente di tanto
doloroso
quanto invece era. Lo abbracciai. Non sapevo neanche il
perché, ma sentivo di
doverlo fare. Pensare che lui aveva sofferto così tanto, che
da quel giorno
tutto per lui era diventato un incubo, mi spezzava il cuore facendomi
provare
non solo compassione, ma anche tutta la tristezza che aveva addosso in
quel
momento e che cercava di non farmi notare. Anche lui, forse un
pò confuso,
ricambiò il mio abbraccio. Non sapevo per quanto rimanemmo
in quel modo. Con
lui, sentivo che il tempo non era importante, non lo sentivo neanche
passare.
Quando sciolsi l’abbraccio eravamo entrambi in lacrime.
Haru: Scusa,
non
volevo farti rattristare, mi…mi dispiace davvero…
Feci di no col capo. Mi asciugai le
lacrime e lui fece lo
stesso.
Kilary: Pensare
che tu abbia sofferto così tanto mi ha fatto rattristare
tantissimo. Non
sentirti in colpa, non ce n’è motivo. Da quando ti
conosco, sei sempre stato
così solare e allegro, e averti visto in questo stato, oggi,
ha contagiato
anche me.
Haru: Io…
- non
sapeva che dire, poi però sorrise e continuò
– grazie, Kilary. Sei una vera
amica.
Kilary: Figurati
–
poi mi venne in mente un particolare – Ma tuo
fratello… vive con te?
Haru: Si.
Aveva
tre anni quando i nostri genitori se ne andarono. Ora ne ha 14 e vive
con me e
i nostri zii. Si chiama Kureno. Non parla quasi mai di
quello che successe quella sera. E io cerco sempre di farlo divertire.
L’attenzione di Haru venne
catturata dall’altalena a pochi
passi da noi, e mi invitò a sederci insieme. Senza farci
caso, mi ero seduta
nello stesso posto dove, qualche giorno fà, io e Hiroto
avevamo parlato dei
miei sentimenti. E Haru era seduto al posto di Hiroto. Appena lo vidi
di
profilo, seduto lì accanto a me, rividi le immagini di quel
giorno. Quando
Hiroto aveva frainteso che fossi triste per Seiji, quando gli dissi che
in
realtà non era per lui che piangevo e stavo per rivelargli
tutto. E quando lui
si alzò per abbracciarmi forte e dirmi che se avevo bisogno
ci sarebbe sempre
stato. Non volevo rovinare quel momento, perciò non gli
dissi niente dei miei
sentimenti nei suoi confronti.
Haru: A
cosa
pensi…?
Kilary: …a
Hiroto.
… Eh???? L’ho
detto ad alta voce??? Mi misi subito le mani
sulla bocca. Che diavolo mi era preso?? Non avrei mai dovuto dirlo
così, senza
pensarci. Forse, il motivo della mia disinvoltura
c’era… eccome! Forse, era
semplicemente perché Haru era mio amico, e di lui sapevo di
potermi fidare,
come lui ha fatto con me. Forse dovevo semplicemente… dirgli
la verità!
Haru: Sai?
Lo
avevo già capito da un pò…
Kilary: C-come??
S-si capisce davvero c-così tanto?? I-io non
sapevo… E-eh…
Balbettavo ed ero rossa di vergogna.
Credevo di essere brava
a mascherare i miei sentimenti, ma mi sbagliavo.
Haru: Sta
tranquilla, non andrò di certo a dirglielo…
Abbassai lo sguardo, cercando di
soffocare un singhiozzo… La
forte disperazione che avevo provato prima mentre Hiroto se ne stava
andando, e
che era momentaneamente scomparsa durante la discussione con Haru, mi
investì
violentemente, facendomi sobbalzare sull’altalena. Haru se ne
accorse, ma io lo
bloccai prima che potesse parlare.
Kilary: Tanto
sarebbe inutile… Lui non prova niente per me. Se lo sapesse,
rovinerei tutto e…
Cominciai a piangere e singhiozzare.
Sentivo Haru che mi
diceva di stare tranquilla, che era tutto apposto, ma non riuscivo a
trattenermi, ogni volta era più forte di me. Sapevo di amare
Hiroto, sapevo che
ogni volta che incrociavo il suo sguardo avrei dovuto dirgli tutto, ma
c’era
sempre qualcosa che mi bloccava, la paura di rovinare
un’amicizia bella come la
nostra.
Mi sentì avvolgere in un
abbraccio caldo e accogliente. Alzai
lo sguardo e trovai Haru, chino su di me, che mi abbracciava in
silenzio,
attendendo che io mi calmassi. Cercai di contenermi un pò, e
quando ci riuscì,
Haru mi sussurrò qualcosa all’orecchio.
Haru: So
che stai
soffrendo Kilary. Sappi che quando vorrai confidarti con qualcuno,
quando
cercherai una spalla su cui piangere o avrai semplicemente bisogno di
parlare,
io ci sarò sempre.
Quelle parole. Erano tanto simili a
quelle di Hiroto. No
basta, non dovevo più pensarci, anzi forse avrei fatto
meglio a dimenticarmi di
lui. Non ha senso soffrire inutilmente, se lui per me non provava
assolutamente
niente.
Kilary: Grazie,
Haru, ma ho preso una decisione. Voglio dimenticarmi di lui. Non posso
continuare a piangere ogni volta che lo vedo o essere triste ogni volta
che il
mio pensiero ricade su di lui… in fondo, Hiroto è
solo la persona che amo, a
cui tengo di più, che mi da sempre consigli, che ogni volta
che sbaglio mi
rimprovera, ma che quando sto male mi consola con i suoi meravigliosi
abbracci
e con i suoi sorrisi più belli… s-sarà
semplice no?? Dimenticare tutto quello
che abbiamo fatto fin’ora insieme…??
No. Non sarebbe mai stato
così semplice. I sentimenti non
scompaiono così,
con una semplice
richiesta.
Haru: Ma
sei
davvero sicura che lui non provi niente per te?
Lo guardai stranita. Era ovvio che lui
non provasse niente
per me, ma non sapevo il perché di tanta
sicurezza… lo sentivo e basta.
Vide che rimanevo in silenzio,
perciò continuò.
Haru: Lo
vedo… da
come ti guarda, da come scruta ogni tua minima mossa, da come ti prende
in giro
con affetto e dal modo assurdo di come si preoccupa per te…
come poco fa, quando
mi ha chiesto di accompagnarti… da come mi ha guardato e da
come poi il suo
sguardo duro diretto a me è diventato dolce, triste e
insicuro mentre lo
spostava verso di te… e poi come ti sei rattristata quando
se n’è andato, quasi
in modo malinconico, come se non vi sareste mai più
rivisti… E’ dolce e triste
allo stesso tempo, come se condividete qualcosa di troppo profondo che
agli
occhi disattenti di una persona sembra solo una forte
amicizia…
Kilary: Io…
non
avevo mai notato niente di simile…
Haru: Non
voglio
illuderti Kilari, non lo farei mai. Ma è quello che ho
notato fin’ora nei suoi
comportamenti, il che mi induce a pensare che non devi rinunciare se
non sei
assolutamente sicura.
Le parole di Haru mi avevano colpito
profondamente. Non
credevo che riuscisse a notare tutto quello di cui io non mi ero mai
accorta in
due anni. Chissà se era veramente così. Forse
aveva ragione lui. Non dovevo
mollare.
Kilari: Forse
hai
ragione.
Gli feci un sorriso, un pò
imbarazzata, e lui arrossì,
contraccambiando però il mio sorriso con il suo, ora non
più forzato come
prima, ma splendente e sincero.
Dopo quella discussione, mi
riaccompagnò a casa. L’aria si
era fatta fredda e io stavo cominciando a sentirla nella pelle,
facendomi
tremare. Haru se ne accorse, e gentilmente, chiese di fermarmi.
Haru: Aspetta
un
attimo.
Ci fermammo. Si levò la
giacca e fece per mettermela sulla
spalle. Io feci di no con la testa e stavo per controbattere, ma non
feci in
tempo che me la ritrovai già addosso, calda e
incredibilmente morbida.
Kilary: Così
sentirai freddo o peggio, ti prenderai
un raffreddore.
Haru: Non
preoccuparti. Non sono molto soggetto ai raffreddori.
Arrivammo a casa mia in un attimo.
Kilary: Haru,
grazie di tutto. Sei stato molto gentile a riportarmi a casa. Tieni,
questa è
tua.
Gli diedi la giacca e lui se la rimise
addosso.
Haru: Grazie
a te
Kilari. Sono davvero felice di aver parlato con te oggi. Spero che
avremo altre
occasioni di chiacchierare come stasera.
Lo vidi voltarsi e andare via.
Sentì una strana morsa al
cuore. Ma perché? Haru stava solo andando a casa e pure, mi
mancava un po’.
Entrai, salutai papà e
Baba-chan e mi rintanai in camera mia,
buttandomi nel letto. La stretta che sentivo non accennava a
scomparire. Mi
ritrovai a pensare ad Haru, ai suoi bellissimi occhi, al modo in cui mi
parlava
e come mi ha abbracciata. Al modo in cui le lacrime gli scendevano sul
viso e
al modo in cui mi sorrideva. Haru era un semplice amico
eppure… eppure mi
sentivo così strana. Che… che mi fossi innamorata
di lui?
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Capitolo 13 *** Capitolo 13: Ogni singolo battito del cuore! ***
Quella domanda mi perseguitava ogni giorno, e quando
incontravo Haru, cominciavo ad agitarmi. E Hiroto?? Cosa provo per
lui?? Per
me, sia lui che Haru, erano importanti. Li sentivo vicini a me ogni
volta che
ne avevo bisogno. Il primo giorno dell’uscita del film “IL TRIANGOLO DEL GIOVANE AMORE”,
io, Hiroto e Seiji dovevamo
presentarlo.
C’erano tantissime persone,
e in prima fila vidi Haru, che mi
guardava con il suo bellissimo sorriso sul viso. Quando lo vidi, gli
risposi
con un altro sorriso, più che imbarazzata. Finita la
presentazione, ci andammo
a sedere in prima fila accanto ad Haru. Vedere me stessa nel mega
schermo mi
dava una bella sensazione, mi sentivo partecipe delle emozioni che
tutti
provavano in quel momento, nelle scene a cui io e gli Ships avevamo
lavorato
accuratamente.
???:
Wow! Guarda
che bella Kilari… ed è bravissima!
??: Si
è vero! Ma
anche Hiroto! In uniforme scolastica è troppo bello!
?: Non
vi scordate
di Seiji, eh?!
Sentì dei ragazzi che
parlavano di noi e del film. A quanto
pare piaceva molto. Che bello, ne ero davvero felice! Stavo rivivendo
ogni
singola scene, ogni piccolo particolare e ogni minima emozione.
Arrivammo alla scena finale. Quando si
vide la parte dello
schiaffo, in sala si alzò un leggerissimo rumorio che si
spense subito mentre
cominciavano le battute successive. Si sentivano le ragazze che
cominciavano a
piangere dall’emozione, rapite da ogni parola e ogni sguardo
mio e di Hiroto, o
meglio dire, di Aiumy e di Shinichi, mentre si dichiaravano il loro
amore.
Sarebbe stato così anche nella realtà? Se Hiroto
mi amava realmente come
supponeva Haru e io amavo lui, allora sarebbe successo qualcosa? Oh,
già… Haru…
cosa provavo per lui? So di amare Hiroto, ma Haru… con lui
sentivo di poter
essere sempre sincera, di potergli confidare tutto, specialmente dopo
l’altra
sera, quando mi ha raccontato ciò che è successo
durate la sua infanzia. Quella
sera, sentì che il nostro rapporto era cambiato, si era
rafforzato. Ma ero più
confusa che mai, non sapevo proprio come comportarmi. Ogni volta che
provavo un
effetto diverso dall’amicizia per qualcuno, finivo per
rovinare tutto.
Il film finì, e parti un
fortissimo applauso, gonfio di
emozione, che spinse me, Hiroto e Seiji ad alzarci e salutare tutti con
una
mano, con un inchino subito dopo. Uscimmo dal cinema e Haru ci fece un
sacco di
complimenti.
Haru: Ragazzi,
avete recitato benissimo. Kilary, sei stata grande, dico davvero!
Arrossì leggermente.
Kilary: G-grazie.
Guardai Hiroto e poi Haru. Avevo
bisogno di mettere un po’
d’ordine nel mio cuore, ma più li guardavo,
perdendomi nei loro meravigliosi
occhi, più cominciavo a sentire che l’amore per
entrambi cresceva sempre di
più.
Haru: Mi
dispiace
di non potermi trattenere oltre, ma devo tornare a casa da mio fratello.
Kilary: Ok,
non
preoccuparti Haru. Ci vediamo domani, ok?
Haru: Certo,
a
domani allora!
Mi sorrise e io feci altrettanto. Poi
si girò e se ne andò.
Seiji: Non
sapevo
che Haru aveva un fratello.
Kilary: Si,
è più
piccolo di lui. Si chiama Kureno, ha 14 anni.
Hiroto: E
com’è
che sai tutte queste cose?
Kilary: Beh,
me le
ha dette Haru, ovviamente.
Hiroto, per tutta risposta, fece una
semplice alzata di
spalle.
Ci incamminammo per andare in agenzia
a festeggiare l’enorme
successo che, quella sera, aveva riscosso il film.
Signor
Muranishi: Bravissimi
ragazzi, siete stati magnifici. Il film è un grande
successo. Mi viene da
piaangeree!
Reazione esagerata, come sempre, ma
aveva ragione. Il film
era riuscito molto bene.
Signora
Kumoi: Bene
ragazzi, ora possiamo brindare al vostro film.
Kilary: Bene,
allora… al nostro film!
Tutti: Al
nostro
film!
Fu una serata molto divertente, con
gli spettacoli di Naa-san
e Kame-san, le discussioni sulla mia eterna golosità, ma
anche sul lavoro, suoi
prossimi pezzi da comporre e sui nostri attesi concerti da parte dei
fan.
Kilary: Bene
ragazzi, io vado a casa. Ci vediamo domattina.
Ne avrei approfittato per fare una
passeggiata sotto le
stelle, all’aria fresca e rilassante della sera.
Hiroto: Ma
stai
scherzando per caso?
Prese il giubbotto e se lo mise.
Hiroto: Dai,
ti
accompagno.
Kilary: Ma
non è
il caso…
Non feci in tempo a dirlo, che mi
ritrovai già fuori dalla
porta. Attraversammo il corridoio, scendemmo le scale e uscimmo
dall’edificio,
in silenzio. Camminammo per un po’ senza parlare.
Poi…
Hiroto: E’
Haru,
non è vero?
Disse questa frase con aria abbattuta,
la testa all’insù,
intento a guardare le stelle.
Kilary: Cosa…
cosa
intendi dire?
Hiroto: Il
ragazzo
di cui ti sei innamorata.
Eh???? C-cosa??? Ma era pazzo a
chiedermi così, con
leggerezza, qualcosa di così importante??? Diventai rossa,
anzi rossissima.
Kilary: I-io…
n-no, non credo a-almeno… io n-non….
In quel modo avrei solo peggiorato
tutto. Dovevo stare zitta
e calmarmi. Aprì bocca per parlare, ma Hiroto lo fece prima
di me.
Hiroto: Non
preoccuparti,
non glielo dirò… e comunque lo avevo capito.
Lo disse con aria rassegnata, come se
si dovesse abituare
all’idea… e anche… triste?
Kilary: A
dire la
verità, è molto più complicato di
quello che sembra. Non è lui la persona che
amo, o forse lo è in parte. Sono così confusa,
non so proprio come riordinare
tutto… io…
Oh, diamine. Ma che stavo dicendo?
L’altra persona era lui,
come facevo ora? E se mi chiedeva qualcosa?
“Cavolo, cavolo, Kilary,
perché non tieni mai la bocca
chiusa?!”
Hiroto: Capisco…
Beh, è normale che tu sia confusa, Kilari!... Aspetta un
attimo…
Oh no! Se mi avesse chiesto…
Hiroto: Chi
sarebbe l’altra persona??
Aaah! Aiuto! E ora? Che mi inventavo?
Avrei anche potuto
rivelargli i miei sentimenti, ma Haru… no, non potevo, ero
ancora troppo
indecisa per parlare.
Kilary: Beh,
ecco
vedi… io non…
Hiroto: Se
non ti
va di dirmelo, non preoccuparti. Volevo solo… non
so… esserti d’aiuto, tutto
qui.
H-hiroto… si
era… preoccupato… per me? Di nuovo? E se avesse
ragione Haru? Se Hiroto si fosse… innamorato di me?...
Noooo! Ma cosa andavo a
pensare! Non lo credevo ancora possibile, specialmente ora che avevo
due
persone che occupavano il mio cuore. Tutti questi segreti, queste
emozioni che
avevo rinchiusi dentro di me, quando sarebbero usciti allo scoperto?
Kilary: Grazie.
Calò il silenzio per un
po’, fino a quando arrivammo a casa
mia. Hiroto sembrava così triste, mi si stringeva il cuore a
vederlo. Lo amavo,
non avevo dubbi, ma dovevo far chiarezza prima di dirglielo, anche se
sapevo
che avrei rovinato tutto.
Hiroto: Allora,
buona notte Kilari!
Lui mi voleva bene, come amica, e per
adesso, potevo
dimostrargli solo quello.
Kilary: Buona
notte, Hiroto. Ti voglio bene!
Si girò, con un piccolo
sorriso che gli illuminava il viso,
visibile persino con la luce fioca della luna, che rendeva quel momento
magico.
Camminò verso di me e mi abbracciò, stretta. Mi
strinsi al suo petto, il cuore
che batteva a mille. Non lo avrei mai lasciato andare, ma dovevo farlo.
Perché
con tutti quei pensieri, sentivo che la testa mi stava per scoppiare.
Chissà
quanto ancora avrei dovuto attendere per sistemare una volta per tutte
questa
indomabile confusione di sentimenti.
Hiroto: Anch’io
Kilary.
Mi lasciò andare,
guardandomi un ultima volta negli occhi,
come se in quel momento mi stesse dicendo addio. Si girò e
andò via. Ero sola,
ma non perché ero sola davvero. Mi sentivo vuota, inutile,
come se tutto quello
che avevo dentro fino a qualche minuto fa, fosse sparito, risucchiato
inevitabilmente da quello sguardo che era rimasto impresso nella mia
mente. Un
marchio indelebile.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14: Amicizia, amore e confusione! ***
Naa-san: Na na… na
na na na na! Naaaa!
Kilary: Piantala
Naa-san, ho sonno!
Naa-san: Na
na! Na
na na…Na na naa!!
Kilary: Cosa
dici?
La scuola?... Eh????... – butto via le coperte e scendo dal
letto – sono in
ritaardooo!
Mi lavai i denti, misi la divisa
scolastica e, prendendo lo
zaino, corsi giù a fare colazione.
Papà:
Buon giorno,
piccola mia! In ritardo come al solito eh?...
Kilary: S-si…gnammm…gnammm…mmmm…
buonissimi i tuoi pancake!
Papà:
Grazie
tesoro.
Kilary: Bene,
ora
volo a scuola. Ciao nonna!... Naa-san andiamo!
Baba-chan: Ciao
Kilary, buona scuola!
Kilary: Grazie!
–
poi mi rivolsi al mio gattino - Su andiamo!
Corsi a scuola talmente veloce, che
arrivai col fiatone.
Fortunatamente, ero ancora in anticipo.
Seiji:
Ehi Kilary?
Di fretta stamattina, eh?
Kilary: Seiji!
Beh, si… mi sono svegliata tardi, come al solito!
Seiji: Ah
ah ah!
Naa-san avrà fatto i salti mortali per svegliarti, non
è vero?
Gli feci la linguaccia.
Kilary: Beh…
si!... Seiji… dov’è Hiroto? Non
è con te?
Seiji: No,
mi ha
detto che doveva fare una cosa… sarà qui, da
qualche parte.
Kilary: Capisco…
Vado a cercarlo, così lo saluto.
Seiji: D’accordo!
A dopo, Kilary!
Rimasi sola con Naa-san,
così cominciai a cercarlo, tra i
ragazzi lì intorno, poi all’interno della scuola,
nel corridoio principale, ma
di lui non c’era traccia. Uscì di nuovo in
cortile, dato che la campanella non
era ancora suonata.
Mi venne in mente il cortile vicino
l’aiuola, che si vedeva
dalla finestra della mia classe. Decisi di controllare lì.
Comincia a sentire
delle risate, così mi avvicinai per capire a chi
appartenessero, fino ad
accostarmi ad un muretto, per nascondermi.
???: Ahahah,
sei
proprio simpatico, Hiroto!
Hiroto: Anche
tu,
Noeru! Ah ah ah…
Era Hiroto. E c’era una
ragazza con lui. Cercai di sbirciare
dal muretto, per vedere meglio. Era davvero molto carina, capelli neri
e
lunghi, alta, quasi quanto lui, forse un po’ meno. E a quanto
pareva, si
stavano divertendo molto. Il cuore mi si strinse in una morsa, stretta
e
inevitabile. Lo sentivo urlare. Mi portai una mano al petto, cercando
di farlo
tacere, ma invano. Era del tutto inutile. Sapevo di avere le lacrime
agli occhi
e i singhiozzi in gola, ma non volevo lasciarli uscire. Hiroto sembrava
felice,
e io dovevo esserlo per lui. Ma se lo amavo, come facevo a esserlo,
vedendolo
con un’altra ragazza? Non potevo. Lascai scendere le prime
lacrime, che ben
presto si trasformarono in piccoli singhiozzi.
L’angoscia, la tristezza, il dolore,
l’amore, tutto, si impossessarono
di me, e non riuscì a scappare da quella stretta. La testa
mi girava, tanta era
la confusione, le gambe mi tremavano, come se fossi in bilico su un
burrone,
come se quella scena fosse stata l’ultima spinta per cadere
giù e, dopo poco,
mi ritrovai a terra, perdendo i sensi.
Qualche ora
dopo, in
infermeria…
Naa-san: Na
na na,
na! Na na na…oh…Na na!
La vocina di Naa-san mi
svegliò e, lentamente, con la testa
in procinto di scoppiare, mi misi a sedere.
Kilary: Ai
ai…oh…Na… Naa-san?! Dove mi trovo?
Cos’è successo?
Nas-san: Na
na na
na! Na na, na…na na…na na!
Kilary: Eh? Ho visto Hiroto e Noeru insieme e sono
svenuta all’improvviso?...E mi hanno portato in
infermeria...Ah… già…
Ora ricordavo tutto. Hiroto e Noeru,
quella ragazza che era
con lui, stavano chiacchierando allegramente nel cortile della scuola.
Io stavo
cercando Hiroto, ma vedendo quella scena, mi sono sentita schiacciata
da ogni
piccola luce di speranza che Haru aveva fatto sorgere in me riguardo ai
sentimenti che Hiroto poteva provare nei miei confronti e che invece si
erano
dimostrati falsi, e sono svenuta. Ma… chi mi aveva portato
qui?
Seiji: Oh,
Kilary!
Tutto ok? Come ti senti?
Seiji arrivò da dietro la
parete divisoria del lettino
dell’infermeria. Sembrava preoccupato.
Kilary: Ehm…
apparte un po’ la testa, si, sto bene!
Seiji: Per
fortuna! Naa-san mi ha fatto prendere un colpo. La campanella era
appena
suonata e non vedendoti più tornare avevo deciso di
cercarti… poi è arrivato
Naa-san correndo verso di me. Era bianchissimo in faccia e molto
agitato, così,
seguendolo, ti ho trovato a terra, pallida, quasi quasi manco
respiravi. Ti ho
preso subito in braccio, e dopo essermi accertato che avevi perso i sensi
ti ho portata qui.
Kilary: Ah…
mi… mi
dispiace di avervi fatto preoccupare inutilmente…
Seiji: Sta
tranquilla, l’importante è che ora stai
bene… fai un bel riposino e alla fine
delle lezioni ti accompagnerò a casa…ok?
Kilary: Ok,
ma non
dire niente a Hiroto, per favore.
Seiji: Ok,
Kilary…
adesso riposa.
Seiji era sempre così
gentile con me, anche se sbagliavo di
continuo. Sapevo di poter contare su di lui, ci sarebbe sempre stato.
Era un
caro amico e in tutto quel trambusto, era forse l’unico che
poteva aiutarmi
davvero. Gli avrei chiesto un consiglio. Ma in quel momento, volevo
solo
chiudere gli occhi e dimenticarmi del mondo che mi girava intorno.
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Capitolo 15 *** Capitolo 15: Sorrisi all’orizzonte. ***
Mi alzai dal letto. Seiji non
c’era e io non potevo
aspettarlo, non volevo. Camminai e uscì
dall’edificio. Avevo una meta, ma non
sapevo quale, mi affidavo solo al mio istinto. Era notte. La luna non
c’era, io
ero terribilmente spaventata, mi sentivo sola, ma continuavo a
camminare, senza
capire il perchè e senza la minima voglia di fermarmi. Poi,
cominciai a
correre. Ero scalza, la terra mi pungeva i piedi, creando piccoli
graffi, ma
non ci badavo. Avevo un dubbio tremendo che mi occupava mente e cuore,
così
importante da non farmi pensare ad altro, neanche al dolore. Mi
ritrovai di
nuovo nel cortile dietro la scuola.
Mi fermai. Davanti a me,
c’erano Hiroto e Haru.
Kilary:
Haru…
Hiroto…
Haru guardava me, mi sorrideva, gli
occhi verdi gli
illuminavano il viso, ma quello che mi colpì di
più fu Hiroto, che aveva lo
stesso sguardo della sera prima.
Haru: Kilary,
va
via di lì, vieni con me o starai male di nuovo!
Il suo viso diventò triste,
preoccupato. Mi tese la mano.
‘Male di nuovo’?
Cosa voleva dire Haru? Che significava tutto
questo? Perché dovevo stare male?
Poi, all’improvviso, Hiroto
si voltò, il suo viso cambiò
espressione, era felice. Guardava qualcuno, e solo allora
capì che si trattava
di Noeru.
Haru: No,
Kilary,
vieni via, per favore, non voglio perderti ancora.
Mi stava ancora tendendo la mano, non
sapevo che fare.
Kilary: Haru…
cosa…
E fu allora che capì.
Hiroto si avvicinò piano a
Noeru e si scambiarono un bacio.
Un bacio vero! Rimasi lì, a guardare la scena, gli occhi
pieno di lacrime, una
stretta insopportabile al cuore, mi sentivo persa.
Haru: Kilary…
Non aveva senso continuare a guardare,
continuare a soffrire
per… per cosa? Per qualcuno che non mi amava! Mi lasciai
andare a
quell’insopportabile dolore che avevo tenuto rinchiuso fino a
quel momento, lo
liberai. Poi, prima di abbandonarmi a quella sensazione spaventosa,
dissi
qualcosa a Hiroto.
Kilary: Addio Hiroto…
Haru: No, Kilary!!
Poi il buio mi oscurò la
vista e non vidi più niente.
…
Urlai.
Kilary: No,
Hiroto!
Mi misi a sedere di scattò
sul letto, gli occhi in lacrime,
la fronte imperlata di sudore. Sentì la campanella suonare.
Mi guardai intorno.
“Seiji è andato a
lezione… Sono sicura che sarà qui a
momenti…”
Seiji: Kilary!
Entrò e si mise a sedere
accanto a me, toccandomi la fronte.
Seiji: Ma
sei
tutta sudata… che ti è successo??
Kilary: Credo
di
aver avuto un incubo…
Seiji: Mmmm…
capisco. Ma ora come va, stai meglio?
Kilary: Si,
Seiji,
sto molto meglio. Avevi ragione riguardo alla dormita, sai?
Seiji: Ne
sono
felice… Uhm… Kilary, posso dirti una cosa?
Kilary: Ehm…
si
dimmi.
Seiji: Che
ti
succede?
Kilary: Eh?
C-he
intendi dire?
Seiji: Mi
sembri…
diversa! Quando ti ho conosciuta eri una scarica di energia continua,
sempre
sorridente, non ti sei mai arresa e hai sempre portato a termine i tuoi
compiti
con qualcosa che non vedo da tanto… il tuo sorriso! Sei
cambiata Kilary. Sei
sempre triste e malinconica, se ne sono accorti tutti.
Perché?
Kilary: Io…
Ora che qualcuno me lo diceva, mi
rendevo conto che era vero.
E sicuramente solo Seiji poteva farmelo capire. Avevo bisogno di aiuto
e, oltre
lui, non sapevo a chi altro rivolgermi.
Kilary: Seiji…
Il
fatto è che…
Decisi di raccontargli tutto. Gli
dissi che all’inizio della
mia carriera da idol ero innamorata di lui e di come poi questo
sentimento era
diventato più forte nei confronti di Hiroto. Che poi, dopo
mesi di confusione,
mi ero accorta di provare per lui un amore tanto grande da farmi male
ogni
volta che lo guardavo, cosciente che Hiroto non provava lo stesso per
me. E gli
raccontai di Haru. Di come da quando l’ho incontrato, in me
era tornata quella
confusone che non mi abbandonava mai e di come ora fossi innamorati di
entrambi. Gli raccontai anche di Noeru, quando l’avevo vista
oggi in compagnia
di Hiroto, e del mio sogno, quando li avevo osservati baciarsi nel
cortile, con
Haru che mi supplicava di andare via da lì perché
non voleva perdermi. Finì di
raccontare tutto e lo guardai. Mi sorrideva, era uno sguardo dolce,
pieno di
comprensione.
Seiji: Se
me lo
avessi detto prima, Kilary… Mi dispiace solo di non
essermene accorto, avrei
potuto… starti vicino…
Kilary: Non
preoccuparti… E’ stata colpa mia, mi sono tenuta
dentro tutto senza mai dire
niente a nessuno e oggi ho avuto uno sfogo… E’
stato… un brutto colpo vederli
insieme… avrebbe potuto anche dirmi che aveva…
u-una ragazza… magari l-lo avrei
accettato… i-io n-non…
Scoppiai a piangere, buttandomi
addosso a Seiji. Lui mi
abbracciò e mi cullò fra le sue braccia. In quel
momento capì che d’ora in poi
non avrei combattuto da sola, c’era Seiji con me, lui mi
avrebbe aiutata.
Quando mi fui calmata, uscì
dal letto, con Naa-san che mi
accarezzava i capelli, misi le scarpe e mi rivolsi a Seiji, che mi
aspettava
fuori dalla porta.
Gli sorrisi. Mi sentì
strana. Stavolta il mio sorriso era
sincero, spontaneo… felice!
Come non lo
era da tanto tempo. Avevo perso di vista il mio più grande
obbiettivo… quello
di sorridere. Ora che finalmente avevo ritrovato la vera me stessa, non
l’avrei
perduta un’altra volta. Pensavo ancora a Noeru e Hiroto e ad
Haru, ma mi
ripromisi che avrei dovuto risolvere il problema come al
solito… con il mio
sorriso!
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Capitolo 16 *** Capitolo 16: E’ il momento di chiarire. ***
Da quel giorno, il mio
modo di
lavorare cambiò. Ero più energica, allegra,
solare, mi sentivo finalmente me
stessa. Ogni volta che guardavo Hiroto e Haru, pensavo che la mia
scelta
diventava giorno per giorno sempre più difficile, ma anche
che sarei riuscita a
risolvere tutto come mi ero ripromessa. Se ne accorsero tutti, e mi
sentivo
spesso chiedere perché prima ero così triste, ma
rispondevo semplicemente che
ero un po’ stressata dal lavoro e dalla scuola. Non potevo
permettermi di dire
la verità.
Noeru e Hiroto erano
sempre più
amici, così come io e Haru. Sembravano inseparabili, un
vera… coppia… di
innamorati. Se ci pensavo, e lo facevo spesso, sprofondavo di nuovo
nella
tristezza. Eppure, quando Haru mi chiamava o mi distraeva dai miei
pensieri,
tornavo sorridente ed energica, pronta a fare qualunque cosa. Tutti
sembravano
molto felici della mia vicinanza con Haru, tranne Hiroto. Prima mi
sembrava che
avessero risolto i loro problemi, ma mi ero nettamente sbagliata.
Hiroto non
aveva motivo di guardarlo in quel modo… o forse si?
Signor
Muranishi: Bene Kilary, ho una notizia da darti, anzi, da
dare a te e Haru.
Haru??
Haru:
Di che si tratta, signor direttore?
Signor
Muranishi: Ecco… Kilary deve sponsorizzare un
nuovo hotel
che aprirà fra quattro giorni, e avevano richiesto anche la
partecipazione
degli Ships ma… loro devono registrare il loro nuovo pezzo e
realizzare alcuni
servizi fotografici, perciò… mi chiedevo se per
questa volta tu, Haru… potessi
sostituire gli Ships e fare questa pubblicità con Kilary.
Wow, lavorare con
Haru? Sarebbe
semplicemente fantastico!
Kilary:
Ma è fantastico! Dai Haru, accetta, per favore! Ci
divertiremo un mondo…
Ci pensò
su, lo sguardo fisso a
terra, gli occhi socchiusi, una mano sul mento. Era bello anche quando
stava
sovrappensiero…
Oh… ma cosa
pensavo?! “Basta
Kilary, smettila di pensare ad Haru, non è il
momento…”, eppure… eppure lui mi
faceva questo effetto. Un minimo tocco, un piccolo sguardo e un sorriso
abbagliante da parte sua erano le cose che mi facevano sempre sorridere
di più,
con lui ero felice, non potevo negarlo. Lui era la mia medicina quando
pensavo
alla mia tremenda confusione...
Haru:
Ok Kilary?
Mi ero distratta, non
sentendo
così il resto della domanda.
Kilary:
Eh? Cosa dicevi, scusa non ti stavo seguendo…
Haru:
Ho detto che accetto il lavoro… in fondo, ci sarai
tu a darmi
una mano vero?
Mi sorrise, e io
ricambiai a mia
volta.
Kilary:
Puoi contarci Haru! Allora, signor direttore… dove
si trova
questo hotel?
Signor
Muranishi: Più che hotel, è una specie
di sorgente termale
in riva a un lago molto bello… Sono sicuro che vi
divertirete!!
Kilary:
Bene, allora e deciso! Sono felice che faremo questo spot
insieme, Haru!
Haru:
Si anche io, Kilary!
Quei quattro giorni
passarono
velocemente, io e Haru eravamo inseparabili. Ridevamo, scherzavamo su
qualunque
cosa, insomma… ormai non potevo fare a meno di ridere quando
c’era lui nei
paraggi. Ero tornata la Kilary di sempre, solare ed energica. Pronta a
tutto
per i propri fan e tutto questo grazie ad Haru. In sua compagnia
dimenticavo
ogni più piccola tristezza e mi concentravo al massimo sul
lavoro e sulle mille
risate che ci facevamo insieme.
Signora
Kumoi: Bene, eccoci arrivati. Qui si effettueranno le
riprese. Ragazzi, se volete, potete dare un occhiata in giro!
Kilary:
Wow! Grazie, signora Kumoi.
Signora
Kumoi: Però mi raccomando… ci vediamo
qui fra 1 ora,
intesi?
Haru:
Certo! Grazie e a dopo.
Ci incamminammo in
quella che era
una vera e propria meraviglia. Il lago era fantastico,
l’acqua cristallina,
limpida e fresca, dava addirittura la voglia di berla. Il paesaggio era
in
perfetta armonia con tutto il resto, e l’edificio che vedemmo
davanti a noi
catturava tutta la bellezza del luogo.
Kilary:
E’…è…
semplicemente fantastico! Non credi anche tu Haru??
Mi girai e lo vidi
fissarmi, ma
appena capì che gli avevo fatto una domanda, si ricompose e
mi sorrise.
Haru:
Si, è davvero fantastico, Kilary!
Dopo aver girato un
po’ nei
dintorni tornammo sul luogo delle riprese e cominciammo subito le
riprese. Era
una bellissima sensazione recitare al fianco di Haru. Sorrideva,
parlava, aveva
sempre il giusto sguardo per qualunque battuta improvvisata, e poi quel
luogo
rendeva tutto più magico. Finito di girare
all’esterno, le telecamere e noi ci
spostammo all’interno. La strutture era seria e classica, ma
anche bella e
accogliente. Un luogo perfetto in cui tutti potevano rilassarsi, dove
regnava
pace e tranquillità. Ogni corridoi, ogni camera, ogni angolo
era in perfetta
relazione con l’ambiente che li ospitava.
Stavo indossando il
costume e la
tovaglia nella camera dove avrei dovuto dormire quella notte dopo le
riprese,
dato che la signora Kumoi ci aveva dato il consenso di rimanere
lì per una
notte e anche per il giorno dopo, ma solo perché io e Haru
l’avevamo pregata di
rimanere, quando sentì qualcuno che mi chiamava da fuori.
Haru:
Kilaryy? Dai sbrigati, dobbiamo girare…
Kilary:
Si eccomi!
Poi uscì
dalla stanza, la testa un
po’ abbassata per sistemare la tovaglia.
Kilary:
Scusami, stavo sistemando la…
Alzai la testa per
guardarlo e
rimasi di stucco nel vedere il suo corpo perfetto avvolto in una
tovaglia
identica alla mia. Il suo petto era muscoloso, il viso assolutamente
meraviglioso con i capelli scompigliati e un po’ bagnati, il
suo sorriso gli
illuminava il volto e guardarlo in quel modo, con la luce della luna
che lo
rendeva ancora più splendido, mi sembrava di avere davanti
una visione. Era
assurdamente bello, solo con quella tovaglia. Sentì il cuore
accelerarmi e un
lieve rossore dipingermi il viso, mentre lui camminava sicuro verso di
me e mi
si posizionava davanti. Guardai i suoi occhi, verdi e profondi, pieni
di
felicità mentre scrutavano i miei.
Haru:
Kilary? Ehi, golosona, ma dove hai la testa?
Mi diede dei lievi col
pettini
sulla testa e solo dopo cominciai a rendermi conto di ciò
che stava succedendo.
Perciò diventai ancora più rossa per
l’imbarazzo e lo guardai sorridere ancora
una volta.
Kilary:
S-scusa… pensavo ad occhi aperti!
Haru:
Ok, ok ma ora dobbiamo finire le riprese dello
spot. Dopo potremo mangiare e
riposarci.
Kilary:
D’accordo, andiamo.
Haru:
Quando si parla di cibo sei sempre pronta a tutto eh?
Gli feci la linguaccia.
Kilary:
Spiritoso! Andiamo su!
Io e Haru eravamo in
perfetta
sintonia mentre recitavamo le parte dei clienti del locale e ci
divertivamo da
morire. Poi lui era un talento naturale per questo tipo di cose,
sorprese pure
me. Sapeva come muoversi, cosa fare, quando parlare, non aveva
sbagliato una
volta e, grazie a lui, entro le dieci della sera finimmo le riprese.
Signora
Kumoi: Siete stati bravissimi! Complimenti Haru, sei stato
davvero eccellente… credo che il signor Muranishi
sarà felice di avere un
talento fra le mani. Ma ora andate a riposarvi ragazzi. A domani.
Detto questo, la
salutammo e si
allontanò.
Salutai Haru e andai a cambiarmi,
pronta per la cena.
Ma non appena uscì dalla stanza trovai Haru, davanti alla
mia camera, anche lui
cambiato per la cena. Mi avvicinai.
Haru:
S-senti Kilary… prima d-di andare a
mangiare… ti… ti va di
fare due passi?
Kilary:
Ok!
La sua voce era
strana, il suo
viso teso e preoccupato, anche triste e... rassegnato. Prima sembrava
felice e
ora era di colpo cambiato.
Camminando, uscimmo
dal locale e
ci avvicinammo di più al lago, dove la luna esercitava tutta
la sua bellezza,
rispecchiandosi nell’acqua, creando così dei
giochi di riflessi e illuminando
gli alberi intorno, offrendo a chi si trovava lì in quel
momento una bellissima
sensazione di calma e pace, ma anche un po’ di romanticismo.
A quel pensiero
arrossì per il semplice fatto di essere in compagnia di Haru.
Haru:
Kilary, devo dirti una cosa importante…
Mi si
avvicinò, un po’ teso e
imbarazzato e mi prese per le spalle.
Haru:
Tu…tu ami ancora Hiroto?
Quella domanda mi
colse di
sorpresa. Non sapevo cosa rispondere. Io… io amavo Hiroto,
ma ora anche Haru.
Trovarmelo così vicino mi faceva sentire a disagio. Il cuore
cominciò ad andare
più veloce, e finì per cominciare ad agitarmi.
Non capivo il perché di quella
domanda, e non sapevo neanche quale sarebbe stata la mia risposta.
Quello che
provavo per Hiroto era qualcosa di troppo difficile da esprimere, un
amore
travolgente, ma allo stesso tempo unico e fantastico. Inizia a tremare,
la
testa mi faceva male, e chiusi gli occhi cercando di non far scendere
le
lacrime.
Kilary:
Io… Haru…non…
Lui abbassò
di nuovo le braccia,
accostandole ai suoi fianchi.
Haru:
Kilary, calmati, stai tremando! Non devi rispondere per
forza… volevo solo accertarmene prima di dirti quello che
sto per dire…
Kilary:
Cosa… cosa vuoi dire?
Era strano, sembrava
incerto su
quello che stava per dire, ma deciso ad andare fino in fondo.
Perché si stava
comportando in quel modo?
Haru:
Kilary, io… io mi sono innamorato di te!
Lo disse guardandomi
dritto negli
occhi, ma aveva paura di quale sarebbe stata la mia reazione. In
realtà non lo
sapevo neanche io, come dovevo reagire. Haru… Haru mi
amava??… Da quando? E
come avevo fatto a non accorgermene? E ora che sarebbe successo fra di
noi? E
cosa provavo io? Solo confusione, perchè amavo sia lui che
Hiroto. Cosa avrei
dovuto fare, cosa dovevo dirgli?
Rimasi lì,
immobile, guardandolo
mentre continuava a fissarmi, i suoi occhi incredibilmente belli,
profondi e
che ora avevano una lieve sfumatura di grigio, forse a causa della luce
della
luna.
Non sapevo cosa dire.
Ero troppo
sorpresa per poter parlare. Haru e Hiroto… cosa dovevo fare?
Come mi sarei
comportata in quella situazione? Scappare, dirgli la verità
o cosa…mentire? Non
sapevo se parlare o rimanere in silenzio. Provai ad aprire la mia
bocca, ma non
uscì alcun suono. Haru si accorse del mio stupore e,
girandosi, fece per
andarsene, ma io istintivamente lo bloccai e lui si girò
verso di me, un
sorriso dolce sulle labbra. Non sapevo il perché della mia
reazione, ma non potevo
permettere ad Haru di andarsene, rovinando così la nostra
amicizia. Avevo
bisogno di lui, non potevo farne più a meno.
Kilary:
Haru, non andare, per favore… io sono
molto… confusa in
questo periodo e ho bisogno che tu mi stia accanto, come sempre! Per
favore,
non lasciarmi da sola!
Lo implorai, non
potevo fare
altro. Cominciai a piangere, sentivo che il mondo mi stava crollando
addosso,
che tutto quello per cui avevo lottato stava lentamente scomparendo. Ma
io non
potevo permetterlo. Lui tranquillo, mi sorrise ancora di più
e di scatto mi
tirò a se. Circondato dal suo abbraccio, mi sentivo
protetta, calma, rilassata,
tutte le mie tristezze e le mie tensioni scomparvero
nell’esatto istante in cui
i nostri corpi erano entrati in contatto. Lui per me era come il sole.
Senza la
sua luce, il mio mondo sarebbe tornato perennemente buio.
Haru:
Sta tranquilla Kilary, non ti abbandonerò mai. Ci
sarò sempre
se avrai bisogno di me.
Detto questo, mi
lasciai cullare
dal suo caldo e tenero abbraccio, mentre il mio pianto non sembrava
voler
finire. Piangevo, stavo male per come Haru si sentiva, per il semplice
fatto
che la causa del suo male, ero io! Io e nessun altro. Se solo avrei
potuto dare
tutto il mio amore a lui, Haru non ne avrebbe sofferto. Ma
c’era Hiroto. Lui continuava
ad occupare i miei pensieri. Lui era il centro di ogni mia tristezza,
di ogni
mio pianto. Lo amavo troppo per dimenticarlo. Ma lui stava con Noeru, o
meglio,
era quello che credevo io, e forse era il momento di cominciare a
voltare
pagina. Con Haru al mio fianco ci sarei riuscita. Ne ero sicura.
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17: Una nuova stella. ***
Da quel giorno, tra me
e Haru
c’era sempre un po’ di imbarazzo, ma lo reputavo
normale, dopo quello che mi
aveva detto. Tuttavia, come promesso, mi era rimasto accanto e con lui
mi
sentivo sempre sicura, protetta. Maggio volò, e i primi di
giugno sembravano
già caldi. La scuola stava finendo, e avrebbe dato il via
alle vacanze, anche
se col lavoro non si finiva mai. Ma non solo quello. Luglio si
avvicinava e con
lui il mio compleanno. Tra un po’ avrei compiuto 16 anni! Ero
davvero
emozionata, e ogni volta che andavo a lavoro, a scuola, o di ritorno a
casa,
saltellavo su e giù per tutto l’edificio.
Signora
Kumoi: Kilary, la vuoi smettere per favore?
Stavo saltellando
sulla sedia, non
riuscivo proprio ad aspettare. Solo un mese mi separava dai miei sedici
anni.
Ma la signora Kumoi aveva ragione, stavo esagerando, perciò
mi fermai, mi misi
composta e cercai di prestarle ascolto.
Kilary:
Mi scusi…
Signora
Kumoi: Bene… stavamo parlando dello spot, che
come avete
capito ha dato al locale un immediato risultato, molto positivo.
Infatti è
diventato subito molto famoso, ma non è solo questo che ha
incuriosito i
giornali e le reti televisive. Tutti parlano di voi due, ma soprattutto
di
Haru. I telefoni qui in agenzia non fanno che squillare e chiedere di
lui,
Kilary. Perciò io e il direttore abbiamo deciso
di…
Non fece in tempo di
completare la
frase, che entrò Haru. Un tuffo al cuore mi
bloccò il respiro per un attimo,
poi il cuore cominciò a battermi più velocemente,
riprendendo a respirare. Mi
faceva sempre questo effetto. Quando lo vedevo, quando guardavo il suo
viso, il
cuore cominciava a battermi così veloce che avevo paura
volesse uscirmi dal
petto. Si sedette nella poltroncina accanto a me e mi sorrise. Io
arrossì
leggermente, ma ricambiai senza pensarci due volte.
Signora
Kumoi: Arrivi giusto a proposito, Haru, parlavamo di te.
Come stavo dicendo a Kilary il vostro spot non solo ha dato da subito
molti
clienti al locale, ma ha suscitato interesse a giornali e tv nei tuoi
confronti. Tutti si chiedono chi sei e perché hai fatto
quella pubblicità con
Kilary. Beh, non mi sorprende che il centralino qui sia intasato di
chiamate
per saperne di più. Sei un bel ragazzo, hai ottime doti di
recitazione, per
quel poco che ho potuto vedere. Ti sei subito ambientato. E per questo,
il
direttore e io pensavamo… di farti debuttare come artista.
Coooosaaa? Haru?? U-un
artista?
Come me? Nella stessa agenzia, fare lo stesso lavoro, magari anche
insieme? Il
cuore cominciò a battere sempre più forte. A
volte Haru mi veniva a trovare
all’agenzia, mi guardava durante il mio lavoro e mi faceva
molto piacere. Ma il
pensiero di lavorare ogni giorno con lui a due passi da me, mi faceva
esplodere
il cuore. Non sapevo se essere sbalordita in senso positivo o negativo.
E gli
altri? Come l’avrebbero pensata? Seiji magari
l’avrebbe presa bene… ma Hiroto?
Tra loro due non correva certo buon sangue, e ciò mi
preoccupava molto. Haru
era silenzioso, stava riflettendo, sembrava molto indeciso. Per lui
sarebbe
stato un grosso cambiamento, e sicuramente anche per me. La signora
Kumoi
spostava il suo sguardo da me a lui, fino a quando Haru ruppe il
silenzio
creatosi nella stanza.
Haru:
Io non sono sicuro di farcela…
Signora
Kumoi: All’inizio è per tutti
così, ma vedrai che con
l’aiuto di Kilary e degli Ships sarai in grado di farcela
senza problemi… hai
le doti, non c’è dubbio, devi solo dare un
po’ di fiducia a te stesso.
Haru:
Dare fiducia a me stesso??…
Rimase un altro
po’ in silenzio e
poi decise.
Haru:
I-io penso d-di poter provare.
Signora
Kumoi: Bravo, Haru. Bene io vado ad avvisare il direttore.
Intanto voi due fate un paio di prove. Appena il direttore si libera,
verremo a
sentire come canti. D’accordo Haru?
Haru:
Si, signora.
Signora
Kumoi: Perfetto. Tu, Kilary, fai sentire ad Haru una delle
tue canzoni così poi sentiremo quella.
Kilary:
Certo, signora Kumoi.
Detto questo, la
signora Kumoi si
voltò e ci lasciò soli. Io guardai Haru, aveva un
espressione ansiosa nel
volto, ma sapevo che sarebbe stato in grado di superare
quest’ostacolo e
diventare famoso.
Kilary:
Allora, che ne dici di andare a provare?
Haru:
D’accordo.
Andammo in sala prove,
quella dove
di solito io e il signor Kama ripassavamo le melodie e le varie
coreografie.
Andai verso lo stereo e lo accesi. Decisi di provare Happy con Haru,
dato che
forse la conosceva, era quella che provavo di più quando
c’era lui.
Kilary:
Bene allora, la canzone è questa.
Cominciai a cantare,
mentre Haru
mi guardava muovermi e cantare, con un’espressione di pura
ammirazione,
felicità e voglia di imparare. Arrossì un
po’ al pensiero di quello sguardo ma
continuai a cantare e ballare, fin quando la canzone non
finì. Misi in stop lo
stero e andai verso di lui.
Kilary:
Allora? Credi di poter riuscire a cantarla?
Haru:
Ci provo…
E facendo un alzata di
spalle, si
diresse verso lo stereo, mettendosi dopo al centro della stanza. Dopo
tutte le
volte che mi aveva vista provare, aveva imparato a memoria il testo, ma
non
sapevo se era in grado di fare anche la coreografia. Appena
partì la musica,
lui cominciò a muoversi e a cantare. Rimasi letteralmente
rapita da
quell’esibizione. La sua voce era dolce e armoniosa, ma allo
stesso tempo forte
e decisa. Sembrava di sentir cantare Hiroto, le loro voci si
somigliavano in un
modo impressionante. Per non parlare dei passi. Anche se i suoi passi
erano
improvvisati, seguivano perfettamente il ritmo. Si muoveva sicuramente
meglio
di me, i movimenti erano in perfetta sintonia con la musica, e anche il
modo di
ballare era simile a quello di Hiroto. Durante l’esibizione
di Haru, mi
sembrava di vedere lui, quando era in concerto con Seiji. Mi sorpresi
molto di
quella somiglianza, ma cercai di non badarci troppo. Mi ero ripromessa
di non
pensare a Hiroto e di sorridere anche se mi capitava di pensare a lui.
La
musica finì e feci gli applausi ad Haru.
Kilary:
Wow Haru, sei semplicemente fantastico. Hai delle doti
eccezionali, sia nel ballo che nel canto. Superi anche me.
Signor
Muranishi: Si, è proprio vero. Avevo visto
giusto, allora.
Dalla porta,
spuntò il signor
Muranishi, seguito dalla signora Kumoi.
Haru:
Avete visto la mia esibizione?
Era un po’
imbarazzato.
Signora
Kumoi: Si e sei stato davvero molto bravo. Per adesso
lavorerai con Kilary, e tra un paio di settimane ti faremo debuttare.
Allora…
siete d’accordo?
Kilary/Haru:
Certo!
Era davvero una bella
notizia,
certo, ma non volevo pensare a cosa sarebbe successo più in
là. Mi sarei
concentrata sul presente. Dovevamo lavorare al suo debutto no?
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Capitolo 18 *** Capitolo 18: Primo concerto per Haru e Kilari!! ***
Haru migliorava ogni giorno di
più. Era pieno di energia,
reagiva con grande grinta alla fatica, non si perdeva mai
d’animo e sorrideva
sempre. Era uno stimolo per me vedere lui che si impegnava
così tanto in questo
lavoro. La scuola era già finita, perciò avevamo
più tempo per provare. Dopo
due settimane Haru aveva imparato alla perfezione tutta la coreografia
insieme
a me, anche se non avevamo capito perché il direttore
volesse che la
imparassimo insieme, canzone compresa. Quel giorno, alla fine delle
prove, il
direttore ci chiamò in ufficio.
Signor
Muranishi: Allora
ragazzi. Ho visto che siete migliorati tantissimo, e sicuramente vi
chiederete
perché vi ho fatto lavorare insieme. Beh… voglio
che Haru faccia il suo primo
debutto con te, Kilary.
Ero più stupita che mai. Io
e Haru? Insieme? Cantare, ballare
e divertirci davanti a tutti? Wowww! Sarebbe stata
un’emozione fantastica per
me debuttare con lui.
Kilary: Cosa?
Ma…
è una bellissima notizia, che bello Haru ci pensi? Noi due
sullo stesso palco a
cantare insieme!
Haru: Già,
è
davvero una bella idea, e poi mi sentirei più tranquillo.
Kilary: Direttore,
quando sarò il concerto?
Signor
Muranishi: Ecco,
è proprio di questo che volevo parlarvi, oltre al fatto del
debutto di Haru.
Dovrete esibirvi domani perché non c’erano altri
posti liberi, la sala era
occupata, se no avremmo dovuto aspettare troppo. Per voi va bene
ragazzi? Avete
provato tanto e vi siete molto impegnati, sono sicuro che ce la farete!
Non ci credevo. Ci saremmo esibiti
domani?? Io e Haru avevamo
lavorato tanto insieme e finalmente avremmo potuto valutare i nostri
sforzi
grazie a questa opportunità. Ero davvero felice, e anche
Haru sembrava esserlo.
Haru: D’accordo,
noi siamo più che pronti direttore.
Kilary: Conti
pure
su di noi, faremo del nostro meglio.
Il direttore era sul punto di
scoppiare a piangere. Era molto
emotivo, lo sapevamo bene, perciò vedere tutte quelle
lacrime cadere
all’improvviso dai suoi occhi non fu per noi una
novità.
Signor
Muranishi: Sono
commosso! Ragazzi io mi fido di voi e sono sicuro che sarete
fantaasticiii!
Io e Haru ci guardammo, la stessa aria
rassegnata nel volto.
Ma eravamo felici. Mancava così poco al nostro debutto che
niente e nessuno
avrebbe potuto rovinarlo.
Passammo il resto della giornata a
ultimare i piccoli
preparativi per il concerto, ripassando testo e coreografia. Il signor
Kama era
piuttosto soddisfatto di noi due, così per le otto di sera
ci lasciò andare.
Ero sfinita, non vedevo l’ora di correre a casa. La
stanchezza si era fatta
sentire molto in queste settimane, per il duro lavoro che avevo svolto
con
Haru. Ma ero felice di aver faticato tanto e aver ottenuto dei
buonissimi
risultati. Ora non dovevo preoccuparmi di niente, dovevo solo
concentrarmi per
il concerto di domani.
Arrivai a casa sfinita, senza
più un briciolo di energia.
Salutai tutti, andai di sopra, in camera mia e mi lasciai andare sul
mio letto.
Kilary: Naa-san,
ma ci pensi? Domani ci sarà il debutto di Haru, e canteremo
insieme, sono
davvero molto felice!
Naa-san: Na
na, na
na…!
Kilary: C-cosa?
Ma… Naa-san! Si è vero, sono innamorata anche di
lui, ma non è per questo che
sono felice di esibirmi domani. E’ solo che…
quando sono con lui, mi sento me stessa…
Naa-san: Na
na na!
Kilary: Naa-san!
Ma sei impazzito? N-non lo farò mai! E poi sono troppo
confusa, non posso dire
ad Haru quello che provo per lui, lo illuderei e lo farei soffrire.
Vado a fare
una doccia, torno subito!
Mi alzai, e prendendo il pigiama e il
resto, mi chiusi in
bagno per fare una bella doccia rilassante. Era proprio quello che mi
serviva,
dopo quella giornata pesante. L’acqua tiepida, dava una
sensazione di calma e
tranquillità, e mi distraeva da tutti quei pensieri strani
che mi frullavano
nella testa, riguardanti Haru, Hiroto, Noeru, me! Era tutto troppo
complicato,
stavo per esplodere. Eppure, in quell’istante, pur avendo in
testa quelle cose,
mi sembrava di non pensarci affatto. Non ero concentrata su quel tipo
di
problema, su quello strano quartetto che continuava ad occupare la mia
mente,
anche quando non ci pensavo troppo. No. Era come se la mia
preoccupazione si
fosse spostata da tutto quel trambusto fino ad Haru. Pensavo a lui,
mentre
l’acqua scioglieva tutta la tensione accumulata in quei
giorni e bagnava il mio
corpo, rilassato a quel tocco leggero, lento, quasi magico. Erano
cambiate
tante cose, da quando avevamo girato quello spot insieme. Quando Haru
mi aveva
confessato i suoi sentimenti, quella sera, non sapevo cosa fare, ne
come
reagire. Avevo paura che, se gli avrei detto ancora dei miei sentimenti
per
Hiroto, si sarebbe allontanato da me, e allora cosa ne sarebbe stato
della
nostra amicizia, dei nostri giorni passati felici insieme a ridere e
scherzare
su tutto, a lavorare con il sorriso sulle labbra? Non potevo sopportare
l’idea
di perderlo. Grazie a lui avevo ritrovato la vera me stessa, i miei
sorrisi, la
mia voglia di cantare, ballare, recitare non per il semplice fatto che
era il
mio lavoro, ma per donare gioia e allegria a tutti i miei fan. Mi aveva
promesso, però, che non mi avrebbe mai lasciata sola e
infatti fino a quel
momento, mi era sempre rimasto accanto, non mi perdeva mai di vista. Ma
non
potevo continuare in quel modo. Dovevo prendere una decisione, anzi, il
mio
cuore doveva prendere una decisione. Era troppo difficile pensare
all’uno,
senza che i miei occhi guardassero anche l’altro. Decisi di
lasciar passare
tutti gli impegni urgenti di lavoro, fino al mio compleanno, e poi mi
sarei
concentrata sulla questione. Non volevo rovinare ne il debutto ne tutto
il
lavoro fatto e da fare ancora.
Uscì dalla vasca, misi il
pigiama e mi diressi verso il
letto, dove naa-san era accoccolato dolcemente. Appena mi
sentì arrivare, si
spostò dal cuscino dove era prima, per mettersi nel letto,
accanto a me.
Mi misi sotto le coperte e strinsi
forte il cuscino al petto,
sperando di far passare un po’ la tristezza.
Kilary: Oh,
Naa-san… Cosa devo fare?
Naa-san: Na
na!
Mi fece due lievi carezze sulla testa,
e poi si rimise sdraiato
accanto a me.
Kilary: Hai
ragione, per adesso è meglio dormire. Buona notte, Naa-san!
Naa-san:
Na…na!
Era così tenero, il mio
piccolino. Non riuscivo a pensare a
come sarei arrivata fin qui senza di lui.
Per adesso, dovevo pensare solo al
debutto di domani. Ai miei
sentimenti, avrei pensatò dopo. Prima di tutto, i miei
amici… e i miei fan!
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Capitolo 19 *** Capitolo 19: Cuore spezzato ***
Mi svegliai all’alba, era
ancora molto presto, ma l’emozione
era così forte che mi aveva buttata giù dal letto
in anticipo rispetto a tutte
le altre normali giornate. Mi ricordava un po’ il mio primo
concerto, quando
dovevo sempre fare le ore mattutine, quando anche Naa-san aveva cantato
insieme
a me ed era diventato il numero uno degli idol nel mondo dei gatti.
Anche lui era sveglio. Mi stava
aiutando con i capelli,
mentre io pensavo a scegliere i vestiti. Optai per una gonna grigio
chiaro e
una magliettina a maniche corte su un rosa delicato. Scendemmo a fare
colazione, ovviamente il mio adorato chef era sempre sveglio a
quell’ora. Era incredibile,
si svegliava sempre così presto la mattina. Si vedeva che la
voglia di lavorare
non gli mancava di certo, ed era sempre costretto a svegliarsi a quegli
orari,
se voleva arrivare in tempo. Io e Naa-san ci accomodammo sulle sedie e
cominciammo a mangiare tutto quello che avevamo davanti.
Kilary: Giorno,
papà!
Papà:
Buon giorno
mia piccola principessa. Come mai sveglia a quest’ora?
Kilary: Sono
molto
emozionata per stasera, perciò vorrei svagarmi un
po’ prima del concerto.
Papà:
Se non
sbaglio quel tuo amico, Haru, debutterà con te, vero?
Kilary: Mh
mh! E’
per questo che sono emozionata, è la prima volta che mi
esibisco in un duo con
un ragazzo, anche se solo per stasera. Lui canterà con me e
poi comincerà la
sua carriera come solista.
Papà:
Capisco, beh…
buona fortuna piccola mia! Il tuo papà sarà
lì con te, stasera.
Kilary: Lo
so,
grazie papà! Allora, a stasera.
Papà:
A stasera,
Kilary!
Mi alzai da tavola, dirigendomi verso
la porta. Presi il
cappello e gli occhiali per il travestimento e andai fuori a fare una
passeggiata prima delle prove.
Il vento mattutino era leggere e
fresco, dando una sensazione
di pace e tranquillità. Era quello che mi serviva, mi sarei
goduta quegli
attimi di libertà, prima di tuffarmi in una giornata piena
di impegni. Decisi
di andare nel posto che più adoravo in tutta la
città. Fortunatamente, le
strade erano deserte e arrivai in un battibaleno. L’acqua era
calma e, al tatto
anche molto fredda, essendo ancora le 07:00 del mattino. Mi sedetti in
riva al
mare, respirando l’aria che mi scompigliava i capelli. Un
ricordo. Anche quella
sera, a quel concerto, l’aria era fresca e carica di
felicità. D’altronde, quei
fuochi d’artificio, potevano solo rendere felici chi li
guardava. Hiroto mi
aveva davvero sorpreso quella sera, aveva reso la mia interpretazione
fantastica. E quella canzone. Mi veniva da ridere al solo pensiero di
Hiroto
che credeva che l’avessi scritta per Seiji. Ricordavo
perfettamente quella
sera, quando ero sul palco e cantavo pensando a Hiroto, a quello che
provavo
per lui. Le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi. Non capivo
più
nulla e più ci pensavo, più faceva male. Haru mi
amava, io amavo lui e Hiroto,
e Hiroto forse stava con Noeru. Non avevo mai trovato il coraggio di
chiederglielo, ne volevo farlo. Hiroto aveva la sua vita, non potevo
interferire. Ma vederlo con lei mi faceva un male enorme, mi lacerava
il cuore,
tanto che l’altra volta ero pure svenuta. Perché
non mi diceva niente? Forse
non c’era niente davvero… forse erano solo amici!
Ci speravo con tutte lei mie
forze. Ma quando mi alzai, pronta per andare in agenzia, vidi lui e
Noeru
insieme, passeggiare mano nella mano a qualche metro di distanza da me.
Si
stavano divertendo molto. Cercai di ignorarli, dato che non mi avevano
ancora
visto, e feci per dirigermi verso la strada. Poi però senza
pensarci mi girai,
per vederli un ultima volta. Ma me ne pentì amaramente. Vidi
Hiroto fermo di
fronte a lei, prenderle il viso con una mano e… darle un
bacio sulle labbra!!
Era tutto come nel mio sogno, solo che non c’era Haru a
salvarmi. Ero
sconvolta. Avevo sperato con tutte le mie forze di aver frainteso i
loro
sguardi e i loro atteggiamenti, ma era stato tutto inutile. Stavano
insieme,
ora lo vedevo chiaramente e quella scena fece scattare qualcosa dentro
di me,
che mi stava convincendo ad avvicinarmi a loro, per vederli
più da vicino,
rendermi davvero conto se quello che avevo visto era vero o meno, e se
i miei
occhi mi stavano mentendo. Ma più mi avvicinavo,
più la realtà mi sembrava
crudele. Mi fermai, non potevo andare oltre. In quel momento, il loro
bacio si
sciolse, e Hiroto mi vide. Il suo viso assunse un’espressione
di tristezza,
come se si fosse pentito di ciò che aveva appena fatto, ma
poi si ricompose e
assunse un’aria un po’ malinconica. Era sbalordito
di vedermi li, a pochi passi
da loro, così calma e serena in volto. Non sapeva che dentro
di me, c’era una
tempesta in continuo accrescimento.
Hiroto: C-ciao
Kilary… C-come mai qui?
A quel punto, anche Noeru si
girò, guardandomi negli occhi e
sorridendomi. Sembrava così carina e simpatica, mi ricordava
tanto Hikaru. Non
dovevo poi sforzarmi così tanto di sembrare rilassata, era
ormai mia abitudine
mentire a chi cercava di leggere la mia espressione.
Kilary: Ciao
ragazzi! Scusate se vi ho interrotto. Beh sai, stasera
c’è il concerto e sono
molto emozionata, perciò ho pensato di svagarmi un
po’, e come sai il mare è il
luogo che più preferisco!...
Poi guardai Noeru, e le sorrisi.
Kilary: Che
maleducato, non mi hai presentato la tua ragazza!
Hiroto: Beh,
ecco
lei… - stava per dire qualcosa, ma lasciò cadere
il discorso - Kilary, questa è
Noeru. Noeru, ho l’onore di presentarti la famosissima Kilary
Tsukishima!
A quel punto, Noeru lasciò
la mano di Hiroto e mi corse
incontro, prendendomi le mani fra le sue e stringendole forte. Sentivo
ancora
il calore di quelle di Hiroto.
Noeru: E’
un
piacere per me, sono onorata di conoscerti! Hiroto non fa altro che
parlare di
te, di quanto sia una bravissima artista, ma anche una gran golosona!
Lo guardai. Aveva lo sguardo basso,
forse era sovrappensiero.
Chissà quanto avrei resistito ancora senza scoppiare a
piangere. Volevo
scappare via, andarmene di lì e sfogarmi fra le braccia di
Seiji, l’unico con
cui in quel momento desiderassi parlare davvero.
Kilary: G-grazie,
lo
è anche p-per me!
Seiji: Ciao
Hiro…
- si bloccò dopo aver visto me e soprattutto Noeru che mi
stringeva le mani -
Kilary!!
Urlò il mio nome e mi venne
incontro. Seiji. Non potevo
crederci. Avrei ceduto in quell’istante se non ci fossero
stati Hiroto e la sua
ragazza. Con un semplice sguardo, Seiji mi capì al volo.
Seiji: Salve,
ragazzi! Kilary, Haru e la signora Kumoi ti cercano! Devi andare a
provare.
Kilary: Grazie
Seiji – poi mi rivolsi e Hiroto e Noeru –
E’ stato un piacere conoscerti. Spero
verrai al concerto di stasera. Ci vediamo, Hiroto. Ciao Noeru.
Detto questo mi girai e, insieme a
Seiji, mi avviai verso la
strada. Camminavamo in silenzio, senza guardarci.
Appena fummo fuori dalla vista di
Hiroto e Noeru, mi girai
verso Seiji, abbracciandolo forte, mentre i singhiozzi e le lacrime
presero il
sopravvento.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20: La tristezza di un amore perduto! ***
Rimasi per un bel po’ fra le
braccia di Seiji a piangere come
non avevo mai fatto fino a quell’istante. Ero devastata dalla
tristezza, le
lacrime non accennavano a cessare, avevo in cuore in frantumi. Credevo
che Haru
sarebbe riuscito a farmi dimenticare l’amore che provavo per
Hiroto, ci
riusciva sempre quando ero in sua compagnia, ma una volta che lui se ne
andava,
quella tristezza si faceva sentire. Ma sicuramente mai come in quel
momento.
Era come se il buio si fosse impadronito di me, spezzando il mio cuore
e
offuscandomi la mente. Avevo perso di vista la mia promessa, quella di
sorridere sempre. Ma in quel momento, non sarei certo riuscita a
sorridere.
Cercai di calmarmi, di far tornare il
mio respiro regolare,
di far rallentare il mio cuore che ormai era impazzito e pieno di un
assoluta
tristezza. Avevo appena perso la persona a cui tenevo di più
in tutto il mondo,
l’unico che riusciva con un tocco a farmi sentire subito in
paradiso, l’unico
che avrei sempre voluto accanto a me nei momenti difficili. Ero
riuscita a
riprendermi, a sorridere di nuovo e ora, tutti quegli sforzi non erano
serviti
a nulla. Mi ero preoccupata di me stessa, della mia sofferenza per Haru
e
Hiroto ed ero finalmente riuscita a riavere come obbiettivo i miei fan.
E
adesso? Ero tornata la ragazza egoista che pensava solo ai suoi
sentimenti.
Dovevo pensare anche ai miei fan, stasera mi avrebbero sostunuta ancora
una
volta, ma non ero sola. C’erano anche Haru e Seiji con me,
loro mi avrebbero
sostenuta. Dovevo farlo per loro. Dovevo farlo per i miei fan. Ma
dovevo farlo
soprattutto per il debutto di Haru. Perciò mi staccai da
Seiji, cercando di
cancellare le lacrime, anche se avevo gli occhi arrossati, e di
riprendere il
controllo della situazione. Tenevo la testa basso, per non far
preoccupare
ulteriormente Seiji.
Seiji: Kilary…
stai meglio?
In quel momento alzai la testa, e gli
sorrisi. Lui rimase a
bocca aperta dal mio coraggio di affrontare la situazione, per poi
guardarmi
con occhi dolci.
Annui leggermente.
Seiji: Bene,
andiamo in agenzia, sono ancora le 08:15 e il direttore e la signora
Kumoi
arriveranno verso le 10:00, perché avevano una riunione, ma
credo che potresti
fare un po’ di prove per il concerto. Sono sicuro che ti
farà bene.
Seiji era così dolce. Era
molto allarmato, ma non lo dava a
vedere per non farmici pensare più del dovuto.
Kilary: D’accordo,
Seiji, andiamo!
Ci dirigemmo verso
l’agenzia, aprimmo il portone e salimmo le
scale, fino a percorrere il corridoio e arrivare nella sala dove io e
Haru ci
esercitavamo ogni giorno. Sentì della musica. Dissi a Seiji
di fare piano, per
non farci sentire e aprì leggermente la porta, per vedere
chi ci fosse. Era
Haru. Si stava esercitando per stasera. Non pensavo di trovarlo
lì a quell’ora,
perciò mi allarmai. Non volevo mi vedesse in quello stato.
Kilary: Seiji,
per
favore, non dire niente ad Haru… lui… si
preoccuperebbe inutilmente.
Seiji: D’accordo,
Kilary. Non preoccuparti. Come pensi di non fargli notare gli occhi?
Sono molto
rossi, capirà che hai pianto…
Kilary: Non
preoccuparti, mi inventerò qualcosa. Tu vai, ho disturbato
la tua mattinata.
Seiji: Ma…
Kilary: Non
preoccuparti, non sarò sola, ci sarà Haru a farmi
compagnia. E poi, con tutto
il lavoro che devo fare, oggi non posso permettermi distrazioni!!
Era davvero così. Non
potevo assolutamente lasciarmi
distrarre da quello che avevo visto, oggi era un giorno troppo
speciale. Quel
pensiero mi fece sorridere spontaneamente. Seiji se ne accorse e mi
sorrise.
Seiji: D’accordo.
Ora vai, stasera voglio vederti carica di energia e
felicità, come sempre.
Kilary: Puoi
contarci, Seiji. Ti ringrazio di tutto e scusami per...
Seiji: Non
c’è niente
di cui tu debba scusarti. Stai tranquilla e ora vai.
Mi sorrise. Ricambiai per poi vederlo
andare via. Feci un
respiro profondo, mi girai ed entrai nella stanza dove Haru stava
provando.
Haru: Buon
giorno!
Già sveglia?
Kilary: Si!
Non
riuscivo a resistere, ero troppo emozionata!
Haru: Anch’io,
oh!... Kilary… i tuoi occhi! Come mai sono così
rossi? Sembra che tu abbia
pianto!!
Ecco come previsto Haru se
n’era accorto. Dovevo inventarmi
qualcosa e alla svelta, se non volevo fargli capire niente.
Kilary: Beh, te l’ho detto! Ero
così emozionata,
che non sono riuscita a chiudere occhio! Per questo i miei occhi sono
tutti
rossi… Ho un po’ di mancanza di sonno!
Haru: Stupida!
Come farai a provare?
Perfetto, aveva abboccato.
Kilary: Non
preoccuparti, ci sono abituata. E poi l’emozione è
troppo forte per permettermi
di addormentarmi!!
Haru: Beh,
se lo
dici tu… proviamo?
Kilary: Certo!
Passammo tutta la mattinata a provare,
ridere e scherzare. Mi
sentivo meglio in sua compagnia, come sempre riusciva a farmi guarire.
Poi arrivarono il direttore e la
signora Kumoi, e ci chiesero
da quanto tempo stavamo provando. Rimasero sbalorditi quando gli
dicemmo che
eravamo lì, Haru dalle 07:30 e io dalle 08:15. Soprattutto
per me perché
sapevano che ero una gran dormigliona.
Signor
Muranishi: Gran
bel lavoro, ragazzi! Siete stati davvero bravi in questo periodo, vi
siete
impegnati molto. Ah, Kilary? Durante il concerto ci sarà una
sorpresa molto
speciale per te, ma non possiamo dirti di che si tratta! Volevamo solo
anticiparti
questo.
Kilary: Cosa??
Una
sorpresa per me?? E di che genere?? La prego signor Muranishi, mi dica
qualcosa!!
Ero sull’orlo di una crisi,
troppo curiosa per aspettare
stasera!
Signor
Muranishi: No
no no! Aspetterai stasera, mi dispiace. A dopo ragazzi!
Detto questo si girarono e se ne
andarono. Però ad un tratto
la signora Kumoi si girò per ricordarmi un impegno del
pomeriggio.
Signora
Kumoi: Kilary?
Non dimenticarti che dopo pranzo hai un servizio fotografico!!
Lo avevo già dimenticato.
Kilary: Già,
è
vero! La ringrazio!
Poi si girò e chiuse la
porta dietro di sé.
Per il resto, la giornata
proseguì tranquilla. Finite le
prove con Haru e anche il pranzo mi diressi verso lo studio
fotografico. Il
tema non era molto difficile da interpretare. Dovevo far finta di
essere al
mare e sfoggiare tutti i costumi di una famosa collezione. Erano uno
più bello
dell’altro. Il particolare mi innamorai di un costume intero
color lilla con
delle piccole stelline che creavano giochi luminosi quando venivano
esposti al
sole. Vedendo quella mia preferenza, alla fine del servizio, il
fotografo e lo
stilista me lo regalarono, pareo abbinato. Li ringraziai sia per il
duro lavoro
della giornata, sia per il regalo, e mi avviai verso il teatro dove si
sarebbe
svolto il concerto. Ero molto emozionata, e molto probabilmente Haru
era
combinato peggio di me, ma avevamo lavorato sodo e non si sarebbe di
certo
tirato indietro. Quella era la nostra serata. Dovevo pensare solo a
quello che
stavo andando a fare, senza distrazioni. Hiroto. Era lui il mio grande
pensiero. Cercai di cancellare subito l’immagine di quella
mattina e, pensando
al concerto, eliminai i pensieri sbagliati della testa.
C’erano tutti i miei
fan, lì. Non potevo, ne dovevo deluderli.
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Capitolo 21 *** Capitolo 21: Serata da debutto! ***
Era la sera del 23 giugno, e il mio
cuore batteva a mille.
Dietro le quinte, Haru mi stringeva forte la mano, mentre io respiravo
e mi
calmavo. Dopo la pesante mattinata, avevo paura che qualcosa andasse
storto, ma
non potevo fare in modo che Haru se ne accorgesse, così
cercai di rilassarmi.
Il calore della sua mano era rassicurante, perciò ci
riuscì. Era tutto pronto.
La sala si stava riempiendo di gente, così feci una corsetta
nel palco con
Haru, per sbirciare dalla tenda quanto ci volesse per riempire i posti,
e
rimasi scioccata: tutto occupato! Dopo aver annunciato il debutto di un
nuovo
artista, tutti si erano precipitati a comprare i biglietti e in soli
tre giorni
erano finiti. Haru vide tutto, dato che era accanto a me, e
cercò di tranquillizzarmi.
Ma molto probabilmente, quello che si doveva tranquillizzare di
più fra i due,
era lui. D’altronde io ero abituata a stare sul palco, ormai
era la mia seconda
casa!
Haru: E’…
è…
p-pieni d-di persone… Kilari i-io non so se…
Kilary: Sta
tranquillo,
vedrai che andrà tutto bene, ok? Fai come alle prove!
Haru: Giusto…
Hai
ragione Kilari… D-devo stare più calmo.
Mi veniva un po’ da ridere a
vederlo in quello stato.
Seiji: Ehi,
ragazzi! Siete pronti?
Mi girai e mi si illuminarono gli
occhi dalla felicità nel
vedere Seiji camminare verso di noi. Purtroppo per me, però,
dietro di lui
c’era Hiroto. Cercai di non scompormi e di rimanere con lo
stesso sorriso, ma
Seiji notò subito la mia espressione forzata e fece per
rallentare guardandomi
negli occhi. Ma io, con la mano di Haru ancora attaccata alla mia, mi
diressi
verso gli Ships che mi guardavano con un grande sorriso di
incoraggiamento.
Kilari: Ciao
ragazzi, che bello vedervi qui!
Hiroto: Beh,
volevamo augurarti buona fortuna.
Kilari: Grazie.
Seiji: Vedo
che è
tutto apposto. Sono felice di
vedervi insieme su questo palco, ragazzi. Avete lavorato davvero tanto.
Poi, vidi che Seiji mi fissava
stranito, passando dal mio
viso ai miei vestiti.
Seiji: Oh
ma…
Kilari! Il tuo costume di scena?
Lo guardai con un punto interrogativo,
e poi abbassai la
sguardo, notando la differenza tra i miei vestiti e quelli di Haru, che
era
accanto a me. Lui indossava quelli di scena, e io… no!!
Kilari: Oh
no,
cavolo! Corro! Ci vediamo dopo ragazzi!!
Salutai tutti con un gran gesto della
mano e corsi in
camerino.
Arrivata lì, venni
richiamata dai truccatori per l’abissale
ritardo, ma mi scusai più volte e per non perdere altro
tempo, cominciarono a
sistemarmi.
Dopo dieci minuti fui finalmente ero
pronta. Avevano fatto un
ottimo lavoro in così poco tempo, perciò li
ringraziai e corsi dai miei amici.
Durante il tragitto però mi fermai di colpo vedendo qualcuno
aggirarsi nei
corridoi. Era una ragazza, non capivo chi era perché era
girata. Decisi di
andare a controllare.
Mi avvicinai a lei e appena se ne
accorse si girò con un aria
spaventata. Appena però vide me sembrò
tranquillizzarsi e mi venne incontro.
Così la riconobbi. Non potevo crederci. Era
l’ultima persona che proprio quel
giorno avrei volentieri evitato di incontrare, ma a quanto pareva il
destino
era contro di me. Perciò cercai di non pensarci e le sorrisi.
Noeru: Oh,
Kilari
meno male che sei qui. Mi sono persa, questo posto è un
labirinto. Ero con
Hiroto, e stavamo per andarci a sedere, poi lui mi ha detto di dover
fare una
cosa, e intanto di prendere posto. Ma ho perso di vista la strada e
così,
eccomi qui. Averti incontrata è stata una fortuna!
Kilari: Tranquilla
Noeru, ora ti porto dagli altri!
Noeru: Grazie,
sei
un’amica.
Già. Un’amica. E
pensare che stava con la persona che amo. Ma
lei non c’entrava niente. Perciò il fatto che mi
considerasse sua… amica, beh…
forse era normale.
Kilari:
Figurati, Noeru.
Camminammo insieme nel
corridoi,
lei si guardava attorno, meravigliata da quanto si dessero da fare i
tecnici e
gli altri per la buona riuscita di un concerto. La guardavo di
nascosto, con la
coda dell’occhio, cercando di interpretare
l’espressione del suo viso. Era
sinceramente felice di essere lì in quel momento, si poteva
ben capire. Forse
tutto quello era un segno, qualcosa che mi facesse capire di
dimenticare
davvero Hiroto. Chissà se si amavano davvero. Avrei tanto
voluto chiedere a
Hiroto come l’avesse conosciuta e come si fosse innamorato di
lei. Ma non ne
avevo il coraggio. Forse però Noeru poteva…
Kilari:
Senti Noeru, tu e Hiroto… si insomma…
come vi siete
conosciuti?
Cominciò ad
agitarsi, sembrava
molto imbarazzata da quella mia domanda, così cercai di
rassicurarla un po’.
Kilari:
Perché sei tanto agitata? Non preoccuparti, questa
discussione rimarrà fra noi!
E le sorrisi. Lei
ricambiò e si
calmò un po’ prima di cominciare a raccontare.
Noeru:
Beh è cominciata tutto un po’
più di un mese fa. Sin da
quando gli Ships erano venuti nella nostra scuola, io avevo un debole
per
Hiroto. Ma lui non mi aveva mai notata. Così, qualche
settimana fa, mi sono
presentata e abbiamo fatto amicizia. Stavo bene con lui e anche lui
sembrava
apprezzare la mia compagnia. Poi, quando ci hai visti alla spiaggia,
lui mi ha
baciata di colpo, e io ne sono rimasta molto sorpresa, ma ero
felicissima. Dopo
che te ne sei andata con Seiji, però, è rimasto a
fissarti finchè non sei
sparita e poi, tornando a guardarmi, mi ha detto se volevo diventare la
sua
ragazza. Sembrava incerto, triste, rassegnato, e all’inizio
credevo scherzasse.
Poi però lo ha ripetuto con più convinzione e gli
ho risposto di si. Ero
davvero molto felice, sai Kilari? Hiroto è un ragazzo
fantastico.
Tutto quello che avevo
cercato di
non ricordare fino a quel momento, apparve con vivide immagini nella
mia mente.
Mi sentivo bruciare, avevo voglia di scappare e piangere, mi sentivo
ferita.
Cercai di non farglielo notare o si sarebbe insospettita, ma per mia
fortuna
non ce ne fu bisogno. Eravamo arrivati dietro le quinte, e vidi i
ragazzi
ancora lì a parlare, esattamente dov’erano prima.
Hiroto: Oh?! Ah, Noeru…
K-kilari?
Gli altri si girarono
verso di me
e mi guardavano ad occhi sbarrati, tutti rossi in viso. Non capivo
perché, e
guardandomi attentamente, non avevo niente di insolito.
Kilari:
P-perché mi guardate in quel modo??
Seiji:
Beh, ecco…
Haru:
Il tuo vestito è…
Il mio vestito? Non
aveva niente
di esagerato. Era un vestito corto, senza spalline, con una gonna che
finiva a
metà coscia. Aveva un merletto sulla vita color azzurrino
chiaro, mentre il
vestito era color lilla tempestato di stelline così piccole
da sembrare dei
brillantini che luccicavano esposti alle luci di scena. Forse il
problema stava
nel fatto che il vestito fosse aderente e corto, ma non era
esageratamente
corto.
Kilari:
I-io non capisco… guardandomi in quel modo mi
mettete a
disagio!!
Hiroto:
N-no Kilari, n-non era p-per metterti a disagio, è
che
q-quel vestito…b-beh… t-ti sta davvero m-molto
bene, e-ecco!
Diventai rossissima,
mi sentivo
andare a fuoco. Hiroto! Mi avevo fatto… u-un complimento?
Kilari:
I-io… t-ti ringrazio, Hiroto!
Abbassammo entrambi la
testa,
molto imbarazzati.
Tecnico:
Kilari, Haru, preparatavi! Siamo quasi pronti!
Hiroto:
Ehm… sarà meglio che noi cominciamo a
prendere posto.
Andiamo Noeru, Seiji.
Noeru/Seiji:
Si.
Così, si
allontanarono da me e
Haru. Più la lontananza divideva me e Hiroto, più
sentivo una fitta al cuore.
Anche se quel complimento fatto all’improvviso mi aveva fatto
piacere, mi
sentivo triste, come se in quel momento tutto quello che avevo si era
volatilizzato nel nulla. Poi, come era arrivata, scomparve lasciando
dietro di
se una flebile scia di malinconia. Al suo posto, sentivo calma e
dolcezza,
tutto grazie al calore della mano di Haru, che aveva preso la mia per
incoraggiarmi. Mi sentì subito più sicura che
mai, pronta ad affrontare quel
concerto con la mia solita allegria.
Haru:
Sei pronta?
Annui, con un gran
sorriso sulle
labbra. Lo vidi arrossire un po’, ma poi si ricompose e
tornammo dietro le
quinte, aspettando il via da parte dei tecnici per la mia entrata in
scena.
Tecnico:
Pronta Kilari? Mi raccomando, come concordato durante le
prove, appena ti do il via dovrai correre sul palco e iniziare la
serata.
D’accordo?
Kilari:
Certo!
Haru:
Ci siamo, non credevo che il tempo sarebbe passato tanto
velocemente, ma ci siamo. E’ successo tutto così
all’improvviso.
Kilari:
Ti capisco Haru, ma adesso, devi concentrarti su tutte
quelle persone che tra poco ti vedranno, e a loro che dovrai pensare
durante
tutte le tue esibizioni… questo è un concetto
fondamentale.
Haru:
Ok, forza ora, tocca a te. Ci vediamo sul palco.
Annui.
Guardai il tecnico,
che mi fece
cenno di correre sul palco, mentre si apriva il sipario e tutti mi
acclamavano
con fortissimi applausi e urli.
Kilari:
Salve ragazzi. Sono felice di vedervi così
numerosi stasera!!
Partirono degli urli
ancora più
forti, e quello mi bastò per caricarmi di energia e dare il
massimo.
Kilari:
Vi ringrazio!! Bene, come già tutti sapete,
stasera non mi
esibirò da sola, farò un duo con un nuovo
debuttante, che oggi salirà sul palco
per la prima volta, perciò acclamatelo con un grandissimo
applauso!! Haru,
vieni!!
Detto questo, vidi
Haru correre
sul palco accanto a me, mentre salutava tutti con un grande gesto della
mano.
Era ancora più bello sotto le luci del riflettore, con una
camicia bianca fuori
dai pantaloni blu e un sorriso così grande da riscaldare il
cuore a chiunque lo
guardasse.
Haru:
Ciao a tutti, sono Haru Yamashita e stasera
canterò insieme
alla mia amica Kilari.
Ci guardammo e
sorridemmo fra le
urla entusiaste dei fan. A quanto pareva, la presentazione era andata
più che
bene, perciò era il momento di cominciare la nostra
esibizione.
Sentì
partire la base musicale di
Happy, perciò mi preparai a cantarla con Haru
Kilari:
Bene, siete pronti?? Allora cominciamo!
<< Mi
sento Happy, Happy!
Spicco il volo fin
lassù
Haru:
Ho il coraggio di affrontare
Ogni prova superare.
Happy…
Kilari:
Non è così grande il mare
Haru:
Io lo posso attraversare
Kilari/Haru:
Se dall’altra parte ci sei tu.
Haru:
Quando tu mi dici grazie
E ogni volta che
sorridi
Kilari:
Il mio cuore batte forte
Mi
s’illuminano gli occhi.
Insieme a te
La mia vita
sarà piena di sole
E ho capito che
Quel che conta
è l’amore
Kilari/Haru: Sono Happy, Happy.
Tutto quello che ho
sognato
Con la forza del tuo
amore
Si
realizzerààà.
Kilari:
Lo vivrò con te
Sempre insieme a te.
Kilari/Haru:
Mi sento Happy, Happy!
Spicco il volo fin
lassù
Se
dall’altra parte ci sei tu!
Si sentì un
applauso fortissimo,
tutti erano in delirio e Haru era stato eccellente. Guardandolo senza
farmi vedere,
notai che aveva gli occhi lucidi, era davvero bello anche dopo aver
eseguito
perfettamente la coreografia, con un po’ di sudore in fronte.
Il cuore mi
batteva fortissimo, ero più felice che mai in quel momento,
non poteva essere
altrimenti. Le nostre mani, senza che me ne accorgessi, erano
intrecciate,
perciò arrossì tantissimo. Lui se ne accorse e,
arrossendo con me, mi sorrise.
Io ricambiai e poi mi girai verso il pubblico che era davvero felice
della
nostra esibizione, ma vedendoci tenere per mano anche se la canzone era
finita,
cominciarono a bisbigliare e farsi domande. Per alleggerire
l’artmosfera decisi
di ringraziare tutti. Così, guardai Haru e capì
che anche lui era d’accordo con
me.
Kilari:
Grazie a tutti, siete un pubblico meraviglioso. Come
anticipavo prima, questo concerto serve a presentare Haru che
diventerà presto
un artista come me, lo vedrete molto spesso cantare qui. Sono davvero
felice di
vedervi tutti qui, così numerosi e… spero che
sosterrete Haru… CON LO STESSO
CALORE CON CUI FIN’ORA AVETE SOSTENUTO ME!!
Si sentì un
altro applauso
fortissimo, e capì che ben presto Haru sarebbe diventato un
idolo per tutte le
ragazze, d’altronde col suo fascino, era inevitabile.
La serata
continuò benissimo,
tutti i nostri fan erano felicissimo di vederci in quel palco insieme,
mentre
cantavamo e ballavamo senza sosta. Alla fine, ringraziai ancora una
volta tutti
insieme ad Haru, che continuava a ripetere al pubblico che si sarebbe
impegnato
molto, in quanto solista, per diventare un artista famoso come me.
Dopo aver dato la
buona notte ai
nostri amati fan, corremmo dietro le quinte, dove ci aspettavano tutti,
e
venimmo accolti con un grandissimo applauso.
Signor
Muranishi: Ragazzi! Siete stati davvero grandi. Grazie a
questo concerto, Haru cominciare alla grande. Complimenti, in quel
palco avete
dato il massimo, sono commoossoo!
Come sempre
scoppiò a piangere e
noi non facevamo altro che ringraziare tutti per l’appoggio,
soprattutto Haru,
che continuava a ringraziare me, i tecnici e il direttore per la
splendida
opportunità non solo di stasera, ma anche prossima.
Seiji:
Bene e ora, tutti in agenzia a festeggiare.
Kilari:
Festeggiare?? Questo vuol dire una sola cosa…
Hiroto:
E cosa? Altre lodi per voi?
Gli feci la linguaccia.
Kilari:
Ma noo…
In contemporanea, Haru
fece il suo
piccolo commento. Aveva già capito le mie intenzioni.
Haru:
Può essere solo una cosa…
Kilari:
CIBOOOOOOOOOOOOOOO!!
Haru:
Ecco, non avevo dubbi!
Tutti
scoppiarono a
ridere, seguiti da me e Haru. Era davvero divertente stare
lì tutti insieme, il
concerto era andato bene e, per il momento, niente poteva rovinare la
serata.
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Capitolo 22 *** Capitolo 22: Haru in vacanza… e ora? ***
La festa in agenzia
era molto
divertente, Haru mi prendeva in giro perché mangiavo troppo
e Hiroto non era da
meno. Il cibo era ottimo, ovviamente Naa-san era formidabile come
sempre. Il
mio stomaco non si saziò tanto facilmente, ma dopo 40
takoiaky, e per dolce 30
crepe, ci riuscì.
Haru:
Kilari, potremmo andare un attimo nel corridoio? Ho bisogno
di parlarti.
Il cuore
cominciò a battere
veloce, l’idea di essere soli noi due aveva
quest’effetto su di me, ma annuì e
lo seguì in corridoio.
Haru:
Sai Kilari? I miei parenti vivono lontani da qui, e di solito
in estate li vado a trovare, ma non starò via tanto,
tornerò qualche volta,
anche per gli impegni del mio nuovo lavoro.
Rimasi di stucco,
quella notizia
fece riemergere quei ricordi che erano temporaneamente scomparsi. Se
avrei
potuto, sarei scoppiata in lacrime, ma davanti a lui non potevo. Come
avrei
fatto ad evitare di pensare a quello che era e sarebbe sempre stato il
mio
incubo, se lui non era mi era vicino, pronto a farmi dimenticare tutto
con il
calore della sua mano? Dovevo dirgli la verità? No, sarebbe
stato inutile far
preoccupare due persone, avevo già Seiji che era pronto ad
aiutarmi, ma con
Haru era diverso, e adesso l’unico che poteva davvero
rendermi felice, stava
per partire e tornare chissà quando. Feci finta di niente.
Kilari:
Davvero? Beh… spero ti divertirai.
L’importante e che
tornerai qui presto, d-d’accordo?…
Feci una faccia un
po’ triste, ma
mi sforzai di sorridere. Il corridoio era illuminato solo dalla luce
della luna
che arrivava dalle finestre, mentre gli altri erano
nell’ufficio a
chiacchierare allegramente. Io ero appoggiata al muro, mentre Haru era
di
fronte a me, e mi guardava in un modo strano, come se fosse indeciso se
fare o
no qualcosa.
Lo vidi avvicinarsi al
mio viso.
Il cuore cominciò a battere più velocemente,
mentre il suo braccio si
appoggiava sul muro, accanto al mio viso, e le sue labbra si
avvicinavano
sempre di più alle mie. Stava per baciarmi? Se fosse stato
così, cosa potevo
fare? Non ero pronta a lasciarmi alle spalle l’amore che
provavo per Hiroto. Ma
non riuscivo a muovermi, i miei muscoli non rispondevano ai comandi,
erano
bloccati da quello sguardo. Chiusi gli occhi. Cosa sarebbe successo se
mi
avrebbe baciata? Sentivo il suo respiro sempre più vicino,
poi però si spostò
dal mio viso fino al collo, e poi più dietro, verso il mio
orecchio. Mi
sussurrò qualcosa.
Haru:
So già di Hiroto, si capisce dal tuo sguardo che
ci stai
davvero male. So che andarmene in questo momento non sarà
facile per te, ma non
ti abbandonerei per nessun motivo al mondo, Kilari. Non preoccuparti,
tornerò
presto per non farti soffrire troppo.
Detto questo mi
abbracciò. Stavo
andando a fuoco, tanto il mio viso era rosso. Ricambiai
l’abbraccio, e le prime
lacrime cominciarono a rigarmi il viso, non sapevo se per tristezza o
felicità.
Kilari:
Grazie, Haru.
Passammo un momento
interminabile
stretti in quel modo, il mio e il suo cuore che battevano
all’unisono, come mai
era successo fin ora. Pian piano, mi staccai da lui e mi asciugai le
lacrime.
Era un po’ preoccupato ma riuscì ugualmente a
convincerlo che stavo bene e che
potevamo tornare dentro.
Aprimmo la porta, ma
tutti erano
concentrati su Hiroto e Noeru, attaccata al suo braccio.
Hiroto:
… vorrei presentarvi Noeru, l-la mia ragazza!
Tutti rimasero a bocca
aperta, ma,
ridendo, fecero i più vivi complimenti a entrambi, mentre io
li guardavo da lontano,
piena di sconforto. Il suo viso era poco convinto, non sembrava felice
di ciò
che aveva appena detto. Ma ora che lo aveva detto a tutti,
probabilmente lo
avrebbe detto anche ai giornalisti. Si girò per guardarmi,
mi aveva presa alla
sprovvista perché avevo qualche lacrima che mi rigava il
viso. Seiji e Haru si
voltarono preoccupati verso di me. Ma rimasero di stucco quando mi
videro
cancellare le lacrime, sorridere e avanzare verso la nuova coppia, per
fargli i
miei complimenti.
Kilari:
Avete deciso di dirlo eh? Complimenti.
Loro mi guardarono e
mi
ringraziarono. Hiroto era rimasto un po’ disorientato dal mio
cambiamento di
espressione, ma sorrise ugualmente.
Hiroto:
Beh si… grazie Kilari.
Sorrisi, e mi
scappò una lacrima.
Era inevitabile, mi faceva male vederlo felice con Noeru, il mio cuore
non
riusciva ad accettare tutto questo. Lui la vide, ma non fece in tempo a
chiedermi perché, che io tenevo già le mani di
Noeru fra le mie per fare anche
a lei gli auguri.
Kilari:
Sono davvero felice per te, Noeru.
Noeru:
Oh, grazie Kilari, sono contenta di averti conosciuto, spero
che diventeremo amiche per la pelle.
Kilari:
Si, ne sono sicura.
Era davvero molto
dolce e aveva
portato con se la persona più importante della mia vita. Non
sapevo cosa avrei
fatto da quel momento in poi, ma sicuramente potevo solo stare a
guardare, far
finta di nulla.
Poi mi allontanai da
loro per
andare da Seiji e Haru che venivano verso di me, quando cominciai a
sentire un
piccolo coro proveniente dalle mie spalle. Tutti urlavano –
Bacio, bacio,
bacio… - e il mio maledetto istinto fu quello di girarmi
appena in tempo per
vedere Hiroto che appoggiava le sue labbra a quelle di Noeru. Per un
attimo, mi
sentì mancare, credevo di svenire da un momento
all’altro, ma per fortuna
trovai rifugio tra gli sguardi di Seiji e Haru, venuti accanto a me.
Seiji:
Stai bene Kilari?
Kilari:
Si ragazzi, non preoccupatevi.
Sorrisi per farli
tranquillizzare,
ma sapevo che non aveva funzionato, e poi mi conoscevano bene. Era
davvero
dura, far finta di niente, come se tutto fosse perfetto, come se niente
fosse
successo dentro di me, da quando il mio cuore aveva scelto lui, Hiroto,
quello
che in questo momento era fra le braccia di un’altra, quello
che sorrideva con
gli occhi lucidi dalla gioia alla sua amata… quello che non
avrei mai più
avuto. Le lacrime che tenevo nascoste cominciarono a scendere, mentre
quella
scena si imprimeva dentro di me, non mi avrebbe mai lasciata andare
dalla sua
stretta insopportabile. Continuai a piangere e guardarli,
finchè non vidi che
si avvicinavano a noi. Hiroto era un po’ allarmato, mi
guardava mentre le
lacrime scendevano veloci sul mio volto e il mio sguardo perso nei suoi
occhi.
Hiroto:
Kilari, stai…
Abbassai lo sguardo e
lui non
completò la frase, forse aveva paura di ferirmi dicendo
qualcosa di sbagliato,
ma la verità era che neanche lui poteva mai capire cosa
provavo. Alzai lo
sguardo, tra gli occhi scioccati di Seiji e Haru, e gli sorrisi.
Kilari:
E’ tutto apposto, deve essermi entrata qualcosa
nell’occhio, e mi da molto fastidio… V-vado in
bagno un attimo.
Haru:
Aspetta… Kilari…
Non fece in tempo a
continuare la
frase, che avevo già chiuso la porta, pronta ad andare in
bagno. Ma qualcosa mi
fermò, l’impeto di ascoltare se avrebbero
cominciato a parlare della mia
reazione. Mi accostai un po’ alla porta, per poter sentire
qualcosa.
Hiroto:
Che le prende?
Haru:
Non sono affari che ti riguardano! – sentivo rabbia
nella sua
voce, ma non volevo certo metterli uno contro l’altro.
Hiroto:
E’ mia amica, certo che mi riguarda. Noeru, aspetta
qui,
vado a vedere cos’ha Kilari.
Stava venendo! Non
potevo vederlo,
non volevo e per giunta se fossimo stati soli io…
Seiji:
No, fermo! Ha bisogno di stare sola un attimo,
Hiroto… se
sei suo amico, non andare…
Si zittirono tutti, la
reazione di
Seiji era strana anche per me, ma lo ringraziai dal profondo del mio
cuore,
mentre correvo in bagno.
Arrivata lì
aprì la porta e me la
chiusi alle spalle. Mi appoggiai al muro e lasciai scorrere le lacrime
che ero
riuscita temporaneamente a bloccare, in un pianto che non sapevo quando
avrebbe
avuto fine. Mi bloccai un attimo sentendo dei passi, ma probabilmente
era stata
la mia immaginazione perché non sentì altro.
Abbassai la testa, appoggiandola
alle ginocchia e continuai a piangere, pensando a quel bacio, quella
scena
troppo vivida nella mia testa per essere cancellata, e ai momenti
passati
insieme a Hiroto, momenti che non avrei più vissuto.
La porta si
aprì di scatto e alzai
la testa quando mi sentì chiamare.
???:
Kilari!
Ero scioccata, non
potevo credere
a chi mi ritrovai davanti. Un’ondata di tristezza e
felicità mi invase, ma
rimasi immobile a guardare gli occhi della persona di cui sicuramente
non avrei
mai potuto fare a meno. Non avrei mai creduto che sarebbe venuto.
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Capitolo 23 *** Capitolo 23: Una visita inaspettata. ***
Kilari:
Oh, Subaru!
Mi alzai, corsi verso
di lui e lo
abbracciai forte, continuando a piangere senza sosta.
Subaru:
Kilari, ma cos’hai? Perché stai
piangendo? Ero venuto qui
nella tua agenzia per farti una sorpresa oltre che i complimenti per il
concerto di stasera, e dopo che i tuoi amici mi hanno detto che eri
qui, ti
vedo in un angolo a piangere a dirotto… Cos’hai
sorellina? Chi ti ha ridotto
così?
Mi bloccai. Ora che ci
penso, mio
fratello non sapeva niente di niente. Mi staccai dal nostro abbraccio,
asciugandomi pian piano le lacrime e sciacquandomi la faccia con un
po’
d’acqua.
Kilari:
Scusa, fratellone, non è niente…
Ovviamente, lui mi
conosceva
meglio di chiunque altro, riconosceva quando mentivo, quando scherzavo,
quando
ero triste o felice. Perciò mi appoggiò le mani
sulle spalle, cominciando ad
agitarmi, per farmi parlare.
Subaru:
Kilari… non farmi preoccupare… te ne
prego… dimmi cos’hai,
non dirò niente a nessuno. Parola del tuo principe azzurro!
Lo guardai, aveva un
sorriso dolce
sulle labbra, e sapevo di potermi fidare di lui. Infondo, era il mio
principe
da sempre… no?!
Kilari:
D’accordo, Subaru… t-ti
racconterò tutto… ma non so se
qui…?
Subaru:
Vuoi… che ne parliamo a casa?
Ci pensai su, e decisi
che era la
soluzione migliore.
Kilari:
Si, è meglio… non voglio piangere
ancora, gli altri se ne
accorgerebbero. Tu rimarrai qui con me, non è vero?
Subaru:
Certo, sorellina. Non ti lascerei mai sola in questo stato.
Mio fratello era il
migliore, gli
volevo un bene enorme, se non fosse venuto lui, a quest’ora
sarei rimasta
ancora chiusa in bagno a piangere. Camminammo in silenzio nel corridoio
e
quando arrivammo davanti alla porta dell’ufficio, Subaru si
fermò un istante.
Subaru:
Scommetto che chi ti ha fatto piangere è dietro
questa porta,
ho ragione?
Arrossendo un
po’, annuì col capo.
Kilari:
Non preoccuparti, ora sto meglio, dovevo sfogarmi un
po’.
Subaru:
Bene, entriamo!
Kilari:
Ok!
Entrammo nella stanza
e vidi tutti
girarsi verso di noi. Il direttore e la signora Kumoi, seguiti da
Hiroto e
Noeru, vennero verso di noi, mentre Haru e Seiji spuntarono da dietro.
Seiji:
Ehi, Subaru, è da un po’ che non si ci
vede eh?
Haru:
E’ il ragazzo che cercava Kilari poco fa... lo
conosci?
Signor
Muranishi: Certo, lo conosciamo perché
è il fratello maggiore
di Kilari!
Haru:
Davvero?
Adesso che avevo tutti
i miei
amici intorno e anche Subaru, ero più serena, mi sentivo
completamente diversa
da prima, ero più sicura e potevo sorridere senza pensare a
niente. La visita
del mio fratellone è stata davvero una bella sorpresa.
Kilari:
Si si!! Haru, ti presento Subaru, mio fratello –
poi, con
le mani sui fianchi e con una sensazione di fierezza che si vedeva a
chilometri
di distanza continuai la presentazione -… non che il mio
adorato principe
azzurro!
Haru mi
guardò perplesso, e dopo
pochi secondi che mi guardava in viso, scoppiò a ridere.
Haru: Ah ah ah ah... Quando
fai
così Kilari, mi fai morire dal ridere!
Tutti scoppiarono a
ridere con
Haru e ci unimmo, mio malgrado, anche io e Subaru.
Hiroto:
Beh, siamo molto contenti di questa visita Subaru!
C’è un
motivo preciso?
Subaru:
Beh mi mancava la mia…
Si girò per
guardarmi, ma vedendo
che il mio sorriso si abbassò leggermente nel sentire la
voce felice di Hiroto,
capì che era a causa sua se ero in quello stato.
Subaru:
…sorellina…
Hiroto:
Tutto bene, Subaru?
Mio fratello mi
guardava
preoccupato, ma continuò a parlare lo stesso.
Subaru:
Ah? Si si tutto ok eh-eh. Beh, ero anche al concerto di
stasera e l’ho vista esibirsi con… Haru, e dato
che non lo avevo mai visto
prima, avevo un ulteriore motivo per accertarmi che Kilari stesse bene.
“Il solito
tipo geloso”, pensai
ritrovando il sorriso. Lui mi guardò e fu contento di vedere
che mi ero
ripresa. “Grazie Subaru, sei il migliore!”.
La serata
continuò normalmente, tutti
ridevano e scherzavano e anche io stavo decisamente meglio, grazie al
mio
fratellino, apparte un lieve e fastidioso mal di testa. Quando tornammo
a casa,
papà e Baba-chan dormivano già perciò
io e Subaru ci ritirammo nelle nostre
camere per cambiarci. Solo quando mi sistemai del tutto e fui pronta
per andare
a letto, lo feci entrare in camera mia, e sedere sul letto accanto a me.
Subaru:
Hai sonno?
Kilari:
Si, un po’…
Subaru:
Se vuoi possiamo parlarne domani mattina, è stata
una
giornata pesante e se preferisci riposarti per me va bene e…
Kilari:
Nono, non preoccuparti. Va tutto bene, davvero. E solo che
ripensare a tutto quello che… che mi è successo
fin’ora… è un po’…
doloroso,
tutto qui!
Subaru:
Capisco, Kilari…
Dopo un attimo di
silenzio,
cominciai a raccontargli tutto quello che mi era successo da quando
avevo
intrapreso la carriera da idol. Tutto fino ad arrivare a ora, periodo
in cui
Noeru stava con Hiroto, Haru voleva me e io ero troppo innamorata di
Hiroto per
permettere ai sentimenti che provavo per Haru di avere la meglio. Gli
dissi
anche, che sia Haru sia Seiji conoscevano la verità.
Il suo viso
mutò di espressione,
era davvero molto arrabbiato.
Subaru:
Se prendo quel ragazzo, giuro che non la passa liscia.
Si mise in piedi,
stava
cominciando ad agitarsi, come suo solito, e io scoppiai a ridere per
quella
scena.
Kilari:
Ahahahah, Subaru, non devi essere mica arrabbiato con loro,
in fondo non posso farci niente se… in amore sono
così sfortunata no?
Mi guardò,
per niente stupito del
mio sorriso, e, sedendosi di nuovo accanto a me, con dolcezza mi
scostò i
capelli dal viso.
Subaru: Tu,
sorellina, sei
forte! Riuscirai a trovare una soluzione a questa situazione, io credo
in te e
fin’ora hai superato tanti di quegli ostacoli che sono sicuro
supererai anche
questo.
Mi si strinse il
cuore, vedere
Subaru tanto dolce mi aveva davvero convinta di ciò che
diceva. Io ero forte,
avrei combattuto per ciò in cui credevo, anche se Hiroto non
mi apparteneva, ma
era pur sempre mio amico e io credevo alla nostra amicizia. Haru e
Seiji non mi
avrebbero mai lasciata sola. Potevo contare anche sulla loro.
Perchè era questo
che ci univa. Solo una semplice amicizia. Io amavo Hiroto e nessun
altro. Era
già successo che un ragazzo mi distraesse dalla persona che
amavo veramente.
Prima Seiji e ora Haru. Non volevo farlo soffrire, lui mi amava
davvero, ma
io... io amavo Hiroto! E anche se per me era dura ammetterlo, non
potevo
cambiare quello che provavo. Ma dato che lui stava con Noeru non potevo
fare
più niente. Molte volte ero stata sul punto di dirgli tutto,
di confessargli i
miei sentimenti, e ogni volta non ci ero mai riuscita. Adesso dovevo
solo
buttarmi a capofitto sul lavoro e non pensarci più. Tutto
quel trambusto
sarebbe presto passato, portando con se anche la mia tristezza.
Però...
Kilari: Si,
hai ragione
Subaru, devo essere forte...ma... io non sono sicura di riuscirci. Sono
seriamente convinta di volermi lasciare tutto alle spalle, davvero, ma
come
posso dimenticare? Come posso far finta che i miei sentimenti per
Hiroto non
siano mai esistiti?
Mi appoggiai al suo
petto e, fra
una parola e un’altra, cominciai a piangere a dirotto, senza
fermarmi. Dovevo
far uscire tutta quella tristezza, non potevo continuare a tenerla
dentro,
perché ogni volta che pensavo a tutto quello che mi stava
succedendo, non
potevo fare a meno di sfogarmi e piangere, piangere, piangere,
finché non mi
sentivo meglio.
Subaru: Oh,
sorellina... mi
dispiace davvero tanto...
Mi strinse forte a se,
quel calore
era simile a quello di Haru e Seiji quando mi abbracciavano per
consolarmi se
stavo male, se ero triste o qualunque altra cosa avessi.
Kilari: Perché...
perché
doveva capitare proprio a me, p-perché non posso resettare
tutto e dimenticare
davvero ogni piccolo ricordo che ho di lui? T-tutti i momenti passati
insieme,
t-tutte l-le volte i-in cui mi ha detto cose dolci e i-io credevo di
p-poter
avere una speranza...
Tra i singhiozzi e le
lacrime,
sentivo mio fratello sospirare e stringermi di più ad ogni
sussulto, ad ogni
mio piccolo tremolio, senza staccarsi, senza parlare. Potevo contare
sul suo
appoggio.
Kilari: N-non
so s-se
riuscirò a c-cancellare il mio amore p-per lui. Io... io
l-lo amo davvero
Subaru!! E non c-come mi ero i-innamorata di Seiji, n-non come mi e-ero
innamorata d-di Haru. E’ tutto diverso, è
tutto...p-più d-doloros-samente
diverso. O-ogni suo sguardo m-mi fa battere il c-cuore così
v-velocemente che a
volte p-penso mi scoppì...
Il mio parlare
cominciò a
rallentare, a diventare un sussurro, mi sentivo strana, abbattuta,
senza forze.
Quel pianto si stava portando tutto. La mia tristezza, il mio dolore,
ma anche
le mie energie. Sentivo che ogni parola, ogni lacrima, ogni singhiozzo
veniva
annullato dai tremolii sempre più forti e decisi, il viso
era tutto bagnato, ma
caldissimo. Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti, la
testa pulsava e
girava sempre di più.
Mi staccai un
po’ da Subaru,
ancora seduta sulle sue ginocchia, e aprì gli occhi
leggermente chiusi. La
stanza... la stanza girava come in un vortice. Mio fratello si accorse
del mio
sguardo perso nel vuoto, dato che stavo sussurravo le stesse parole
come in una
cantilena, e cominciò a preoccuparsi.
Kilari: Io
amo... i-io amo
H-hir-roto... i-io... - sussurravo, neanche io quasi riuscivo a
sentirmi.
Subaru: Sorellina,
ma cos’hai?
Stai delirando? Non farmi preoccupare per favore... Kilari...
Mi toccò
istintivamente la fronte,
per controllare se ero calda o meno, e lo sentì tremare,
come se stesse
piangendo anche lui.
Subaru: K-kilari...
tu
scotti!! Hai la febbre, e anche molto alta!! Oh Kilari, ma che diavolo
ti
succede? Non ti ho mai vista in questo stato!! Tutto questo influisce
anche
sulla tua salute lo vuoi capire? Devi smetterla!!
Mentre parlava mi
scuoteva, e ciò
non faceva altro che aumentare il dolore alla testa. Mi alzai dalle sue
gambe e
cominciai a girare per la piccola camera che ormai era deforme ai miei
occhi,
sentivo a stento il pavimento. Subaru si alzò di scatto dal
letto, intento a
venire verso di me per fermarmi, ma si bloccò appena vide
che lo guardai.
Subaru: Oh...
sorellina...
Sentivo il mio viso
andare a
fuoco, la testa pulsava e faceva male sempre di più,
barcollavo come se fossi
in equilibrio su una corda, e non riuscivo a controllare il mio
continuo
tremare, facendo spaventare ulteriormente Subaru, che rimase
paralizzato nel
vedere il mio sguardo così triste e il mio viso stracolmo di
lacrime. La mia
voce tremava.
Kilari: I-io...
i-io...
i-io a-mo H-hir-ot-to!
A quel punto, il
pavimento
cominciò a muoversi pericolosamente sotto i miei piedi, o
almeno era quello che
percepivo, perché non capivo più niente. Persi
quel poco di equilibrio che
avevo e, cadendo, battei forte la testa, sentendo temporaneamente mio
fratello
urlare.
Subaru: Kilari!!!
La botta subita alla
testa era
stata troppo forte e non capì più niente. Poi,
tutto diventò buio.
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Capitolo 24 *** Capitolo 24: Trappola di sentimenti. ***
Dalla parte di
Subaru...
Erano già
cinque giorni pieni che
Kilari dormiva. A volte la sentivo sussurrare il nome di Hiroto, e
questo non
faceva altro che aumentare la mia rabbia verso quel tipo, anche se lui
non ne
era colpevole, dato che non sapeva che Kilari era innamorata di lui. Ma
non
potevo fare a meno di odiarlo. Le sue condizioni non miglioravano
affatto,
anzi, peggioravano ulteriormente, ansimava nel sonno, era calda, sudava
e di
tanto in tanto nominare quel nome la faceva lacrimare. A volte, la
febbre
rimaneva costante, altre volte saliva, altre scendeva, ma non
c’era mai nessun
miglioramento. Mi si stringeva il cuore a vederla in quello stato senza
sapere
cosa fare. I dottori, ogni giorno, davano sempre le stesse risposte.
Dicevano
che era in uno stato incoscienza, come quando si sviene, solo che la
forte
botta alla testa aveva aggravato la situazione. Ciò che le
impediva di
riprendersi dipendeva da un fattore psicologico ed emotivo, per meglio
dire un
blocco, lo stesso blocco che l’aveva stressata
fin’ora e ridotta in quello
stato. Loro non sapevano di che tipo di blocco si trattase, ma io lo
sapevo
bene. Quei continui incubi, quel suo agitarsi nel sonno e il sussurrare
quel
nome. Era quello il suo blocco e doveva superarlo, se no non riuscivo a
pensare
a cosa sarebbe successo, ne volevo saperlo.
Ricordi
di Subaru del giorno del concerto.
Quel giorno, quando
vidi Kilari
cadere a terra tremante, svegliai subito papà e la nonna e,
mentre io mettevo
Kilari sul letto, papà chiamava il dottore. Quando
arrivò, gli descrivemmo l’accaduto
e, dopo un controllo accurato, le aveva somministrato una medicina,
dicendo che
dopo una bella dormita si sarebbe dovuta svegliare. Ma non accadendo
ciò, siamo
corsi in ospedale e il medico aveva deciso di ricoverarla.
All’inizio alla sua
agenzia e ai suoi amici avevamo detto di una piccola influenza, ma poi,
dato
che non si svegliava, eravamo stati costretti a dire come stavano
davvero le
cose. Solo io sapevo tutta la verità, ovvero da cosa
dipendesse il suo blocco,
e non potevo dirlo a papà, se no sarebbe impazzito ed era
già abbastanza
agitato. Saputo dell’accaduto, tutti si erano precipitati in
ospedale, ma
quello più preoccupato e sicuramente più agitato
era proprio Hiroto, lo
vedevamo tutti benissimo. Il dottore stava visitando mia sorella e io
con papà
e la nonna aspettavamo fuori l’esito della visita. Lui si
precipitò verso di
noi correndo e chiedendo ogni dettaglio di cosa fosse successo.
Hiroto:
Cosa è successo a Kilari?
Cos’è questa storia che non si
sveglia? Subaru, che è successo?
Dietro di lui, vidi
arrivare gli
altri, quasi di corsa.
Haru:
Cos’è successo? Perché Kilari
è in ospedale?
Tutti continuavano a
fare domande
e agitarsi, perciò gli raccontai ciò che il
dottore aveva detto nella precedete
visita.
Hiroto:
E…e di che blocco si tratta? Come facciamo a farla
svegliare? Ci deve essere un modo… c’è
un modo, vero…?
Rimasi in silenzio,
non sapevo ne
ero sicuro se esistesse un modo per risolvere questo problema, ma non
volevo
crederci, la mia sorellina si sarebbe svegliata e sarebbe tornata a
sorridere.
Subaru:
Non lo so… ma di sicuro lo troveremo!
Haru:
Possiamo… possiamo vederla?
Subaru:
Si, venite vi accompagno, ma non tutti in una
volta… per
adesso venite voi tre, d’accordo?
Hiroto:
Io ci andrò dopo, voglio parlare da solo con
Kilari…
Stavo per replicare,
ma poi pensai
che, preoccupato com’era, per stavolta lo avrei lasciato fare.
Annui leggermente e mi
avviai
verso la stanza della mia sorellina, seguito da Haru e Seiji. Loro si
avvicinarono a Kilari e la guardavano senza dire niente. Fu Seiji ad
interrompere il silenzio.
Seiji:
Subaru… perché Kilari non si sveglia?
Subaru:
I-io non lo so…
Seiji:
Io so che lo sai… Ti prego solo di dircelo,
perché anche noi
siamo preoccupati per lei!
Mi guardava con degli
occhi
supplichevoli, era ovvio che entrambi fossero preoccupati.
Subaru:
D’accordo, lo faccio solo perché voi
sapete tutto…
Haru:
Con “tutto” cosa intendi??
Subaru:
Kilari vi ha raccontato tutto no? Riguardo ai suoi
sentimenti…
Seiji:
Ti ha detto tutto, vero?
Subaru:
Già… Ed è proprio a causa
sua che la mia sorellina –
strinsi forte i pugni – sta così male…
Haru:
Vuoi dire che quel blocco… dipende d-da lui?
Seiji:
E’ molto probabile… Quando Kilari aveva
scoperto di Hiroto e
della sua ragazza, la prima volta a scuola, era svenuta, ma
fortunatamente
Naa-san mi aveva avvisato e io l’avevo portata in infermeria.
Dopo che si era
svegliata e mi accertai che stesse bene, le suggerì di
dormire e riposarsi.
Quando però, ero tornato a prenderla dopo le lezioni era
seduta sul letto, tremante,
col viso pieno di sudore. Mi disse che aveva avuto un incubo su
Hiroto… mi
aveva promesso che si sarebbe impegnata nel lavoro e avrebbe sempre
sorriso, e
benchè fin’ora non abbia fatto altro che questo,
dentro di lei la sofferenza
era forte… e adesso… adesso questo è
il risultato…
Haru:
Dannazzione! Qualcuno deve pur dire la verità a
Hiroto, non
credete? Oppure Kilari non…
Kilari:
Hiroto…
Ci girammo tutti verso
di lei, che
cominciò a lacrimare mentre sussurrava il suo nome.
Subaru:
Vedete? Ogni giorno è sempre
così… E’ come… se fosse
bloccata nei suoi incubi… povera sorellina…
Haru:
Oh, Kilari…
Fine
ricordo
Mi girai verso la mia
sorellina,
mentre ripensavo a quel giorno.
Subaru:
Ho paura… paura che Kilari… non si
svegli più…
Mi sedetti nella sedia
accanto al
letto, con le mani fra i capelli. No no, Kilari era forte, sarebbe
guarita
presto e tutto sarebbe tornato al suo posto. Avrebbe riabbracciato me,
papà e
la nonna, tutti i suoi amici e i suoi fan. E poi, si stava avvicinando
il suo
compleanno. Adorava festeggiarlo e non se lo sarebbe perso per nulla al
mondo. Sentì
bussare e alzai la testa di scatto.
Subaru:
Si?
Seiji/Haru/Hiroto:
Siamo noi!
Sentì la
voce di Hiroto dire
qualcosa, ma non capì bene cosa.
La porta si
aprì ed entrarono solo
Seiji e Haru.
Subaru:
E Hiroto?
Seiji:
Vuole stare solo con Kilari, quindi ha fatto entrare prima
noi.
Subaru:
Capisco…
Restarono in silenzio,
e io feci
altrettanto mentre guardavo la mia sorellina.
Seiji:
Ha per caso detto ancora il suo nome?
Annuì.
Subaru:
Come la prima volta che l’avete vista…
Haru:
Non ha detto altro? Beh insomma… qualcosa di
diverso? Che
possa far capire che sta bene??
Subaru:
Purtroppo no…
La porta si
aprì ed entrò Hiroto
che mi salutò in silenzio, con un cenno
del capo, sempre
con quel viso spento
che aveva ormai dal giorno del concerto.
Hiroto:
Scusate, è che… vorrei stare con Kilari
se per voi va…
Kilari: Hi…Hi…Hir-ro-t-to…
Tutti ci irrigidemmo
subito e
l’atmosfera della stanza era cambiata. Hiroto
guardò Kilari pensando si fosse svegliata,
ma quando la vide respirare più velocemente, a fatica e con
le lacrime agli
occhi, si allarmò ulteriormente guardandomi in faccia.
Hiroto:
Co-cos’ha? Perché ha detto il mio nome?
Non l’ho mai vista
fare così… perché fate gli
indifferenti? Non vedete che Kilari sta male??
Subaru:
Fa… fa sempre così, non
preoccuparti…
Hiroto:
Non preoccuparti? Ma… non vedete… che
lei… sta... sta
piangendo?
Rimanemmo in silenzio,
con la
faccia abbassata, mentre guardavamo per terra.
Hiroto:
Voglio stare solo con lei… posso per favore?
Nella sua voce sentivo
la
tristezza e l’angoscia di quei cinque giorni che sembravano
un’eternità.
Subaru:
Si. Andiamo ragazzi.
Uscimmo dalla stanza,
lasciando
mia sorella e Hiroto soli, sperando chissà quale notizia.
Dalla parte di
Hiroto…
Non appena li vidi
uscire, mi
sedetti sulla sedia accanto a Kilari e la guardai in viso. Cosa avrei
dato per
essere al suo posto ed evitare di vederla soffrire in quel modo. Mi
sentivo
colpevole di tutto. Colpevole delle lacrime della serata dopo il
concerto,
colpevole del suo malore, colpevole delle lacrime che vedevo in quel
momento.
Avrei voluto starle vicino come volevo realmente, se solo ci avrei
pensato
prima. Ma ormai sapevo che troppo tardi. Avevo pensato troppo alla mia
storia
con Noeru, anzicché l’amicizia con Kilari. Presi
la sua mano e la strinsi forte
fra le mie. Aprì la bocca, pronto a parlarle, ma come nelle
mie precedenti
visite, non riuscivo a dirle ciò che pensavo. Poi
però, mi feci forza. Dovevo
assolutamente dirle qualcosa, almeno provare a salutarla.
Hiroto:
Ciao Kilari. Sono io, Hiroto… - feci una pausa,
osservando
il suo viso irrigidirsi un po’ e poi tornare come prima. Non
riuscì più a
trattenermi – Kilari… mi manchi terribilmente. Da
quando sei coricata in questo
letto d’osedale, l’unica cosa che sono riuscito a
fare è… guardarti mentre
dormi. Svegliati, per favore! Non posso, non possiamo più
sopportare la tua
assenza, ci manca tutto di te, la tua golosità, i tuoi
sorrisi la tua gioia
contagiosa e non potrei mai vivere con questa terribile sensazione di
essere
colpevole di tutto questo. Kilari… per favore…
se… se riesci a sentirmi, parla,
dì… qualcunque cosa, stringimi la mano, ma ti
prego… cerca
di resistere ancora, di lottare per
questo… questo blocco che ti impedisce di tornarne da
noi… di tornare… da me… -
ormai, con le lacrime agli occhi, appoggiai la testa sul letto, non
riuscivo
più a resistere.
All’improvviso
sentì un piccolo,
piccolissimo movimento, giungere dalla sua mano. Mi misi subito seduto
e la
guardai, per poi fermarmi sulle nostre mani. Me la stava stringendo.
Forse mi
aveva sentito davvero.
Kilari:
Hi…Hiroto?
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Capitolo 25 *** Capitolo 25: Lotta contro gli incubi. ***
Capitolo
24 dal punto di vista di Kilari
Intorno a me regnava
il buio. Dopo
la caduta in camera mia, sentivo di precipitare, sempre più
giù. I volti dei
miei amici mi passavano accanto, senza che io potessi raggiungerli, ma
uno, più
di tutti, mi impediva di risalire, di provare a lottare. Era
l’unica immagine
che stava ferma lì, davanti a me, mentre contemplandola con
lo sguardo,
completamente rapita, annullava i miei sensi lasciandomi inerte. A
volte
spariva e io piangevo, chiamando il suo nome nel buio, cercando di
farlo
tornare, perché era l’unico che mi avrebbe fatto
sopportare quella tremenda sensazione
di paura che provavo immersa nel peggiore dei miei incubi. Poi un
vortice di
emozioni mi teneva stretta nella sua morsa e mi feceva rivedere quel
bacio,
quel maledettissimo bacio, che mi aveva tolto le speranze, con la sua
vivida
immagine che continuava ad occupare la mia mente ogni volta che provavo
a farmi
forza per riemergere da quel luogo oscuro.
In quel momento,
pensai che avevo
perduto tutto. Non riuscivo a vedere nessuno, sentivo solo un forte
ronzio
intorno a me, come se intorno a me ci fossero tante voci che parlavano
all’unisono, impedendomi di distinguerne la fonte per ognuna
di esse.
“Ho
paura” pensai all’improvviso.
“Voglio rivedere i miei amici… voglio rivedere
lui, anche se so mi farà
soffrire peggio di adesso… ma io lo amo! Non mi importa di
cosa accadrà se non
potrò averlo”.
Avvertì una
strana sensazione,
come un lieve tocco sulla mano, ma non un tocco qualsiasi. Era una
sensazione
meravigliosa, essere avvolta in quel calore, lo sentivo invedermi ed
espandersi
sempre di più, come una luce in quel buio tremendo. Questo
mi diede la forza di
combattere quella paura che regnava in me e di provare una volta per
tutte a
tornare in me. Ma mi bloccai, paralizzata dalla voce che mi
risuonò
improvvisamente nella testa. Era lui.
-Kilari… mi
manchi terribilmente.
Da quando sei coricata in questo letto d’osedale,
l’unica cosa che sono riuscito
a fare è… guardarti mentre dormi. Svegliati, per
favore! Non posso, non
possiamo più sopportare la tua assenza, ci manca tutto di
te, la tua golosità,
i tuoi sorrisi la tua gioia contagiosa e non potrei mai vivere con
questa
terribile sensazione di essere colpevole di tutto questo.
Kilari… per favore…
se… se riesci a sentirmi, parla, dì…
qualcunque cosa, stringimi la mano, ma ti
prego… cerca
di resistere ancora, di
lottare per questo… questo blocco che ti impedisce di
tornarne da noi… di
tornare… da me… -.
Cominciai a piangere.
Sentivo la
sua voce così chiara e limpida nella mia mente, le sue
parole una dolce melodia
che risuonava sempre più. Dovevo uscire da lì,
dovevo lottare per chi mi voleva
bene, per chi credeva in me e anche per lui.
Kilari:
Hi… Hiroto?
Aprì gli
occhi. Vidi il suo
sguardo dapprima triste, diventare radioso e pieno di
felicità mentre l’uno si
perdeva negli occhi dell’altra.
Le mie lacrime non
erano state
un’illusione, le sentivo continuare a scendere senza
fermarsi. Era una gioia
rivederlo. Non riuscivo a crederci, finalmente lo avrei potuto
abbracciare,
stringere forte a me, dirgli che non lo avrei più lasciato e
che tutto sarebbe
tornato come… prima.
Ma lui non mi amava.
Le sue
parole. Erano state solo un’illusione? Oppure era in pena per
la sua amica?
Hiroto:
Kilari? S-sei sveglia? Non sto sognando vero? Sei…
tornata?
Lo guardai. Stava
piangendo. Ero
sbalordita. Non lo avevo mai visto piangere. Sentì la sua
mano stringere forte
la mia. Neanche quella era stata un’illusione, le nostre mani
erano intrecciate
fortemente l’una all’altra. Gliela strinsi forte e
con l’altra spinsi un po’
per mettermi a sedere. Mi guardai attorno. Niente più buio.
Non più i miei
amici che si allontanavano da me. Ora c’era solo una piccola
stanza e il letto
sotto di me con dei macchinari accanto. E poi lui, in tutto il suo
splendore,
pur avendo le lacrime agli occhi.
Kilari:
Si… ce l’ho fatta!
Scoppiai a piangere,
ma dalla
felicità. Lui mi strinse forte a se, accarezzandomi i
capelli mentre io lo
stringevo sempre di più, lasciando scorrere le lacrime.
Dopo un tempo
infinito, che
potevano essere ore o minuti, ci staccamo l’uno
dall’altra. Mi aiutò a
cancellare le lacrime, mentre continuavamo a guardarci negli occhi.
Nell’aria
sentivo una forte elettricità, come se qualcosa mi spingesse
ad avvicinarmi
alle sue labbra. L’attrazione era forte, ma dovevo
combatterla. Eppure, mentre
le mani di Hiroto mi cullavano il viso, avevo l’impressione
che anche lui si
stesse avvicinando. I nostri visi, le nostre labbra erano a pochi
centimetri di
distanza. Non riuscivo a resistere, quella vicinanza mi faceva girare
la testa.
Poi lui chiuse gli occhi e pian piano, timidamente, sfiorò
le mie labbra con le
sue, allontanandole un po’ per paura che reagissi male. Ma
io, nell’esatto
istante in cui lui si allontanò di poco, chiusi gli occhi e
mi avvicinai. A
quel punto la timidezza svanì e finalmente ci baciammo.
Rimanemmo fermi così
per un tempo che non riuscì a percepire, i miei sensi si
annullarono
completamente, non capì niente di ciò che
succedeva intorno a me, percepivo
solo me e lui. Poi, quando il bacio si fece più stabile,
Hiroto levò una mano
dal mio viso e mi strinse a se dalla vita. Io gli gettai la braccia al
collo,
una mano fra i suoi capelli, mentre ci stringevamo sempre di
più. Dischiusi le
labbra, per riprendere fiato e sentire il suo profumo, mi era mancato
terribilmente. Il nostro bacio sembrava essere giunto al termine, ma
Hiroto
ricongiunse le nostre bocche, mentre il bacio si faceva più
passionale. Le mie
labbra si muovevano insieme alle sue, come se sapessero già
come fare e persino
io rimasi sbalordita, dato che non avevo mai baciato un ragazzo fino ad
oggi. Fosse
stato per me, quel momento sarebbe durato in eterno. Ma non potevo. A
quel
punto mi ricordai che stavo fraintendendo tutto. Hiroto mi aveva dato
quel
bacio perché era felice che io stessi bene e non per il
motivo per cui glielo
avevo dato io, perché… lui amava Noeru.
Ci staccammo entrambi
e ci
guardammo negli occhi, imbarazzatissimi, e arrossimmo per
ciò che era appena
successo.
Hiroto:
Ki-Ki-Ki-Kilari…
Kilari:
N-non p-preoccup-parti… Come se n-non fos-sse
s-successo
n-niente!!
Hiroto:
No, ma…
In quel momento la
porta si
spalancò ed entrarono mio fratello, Haru e Seiji.
Subaru:
Kilari! Oh sorellina ti sei svegliata! – venne
verso di me
e mi abbracciò, mentre Hiroto si scostò
leggermete, alzandosi e mettendosi
accanto alla finestra della camera - Non posso crederci. Vado a
chiamare papà e
la nonna, sapessi come erano in pensiero.
Kilari:
Sto bene, tranquillo. Si anche io non vedo l’ora di
rivederli, mi siete mancati tanto!
Ricominciai a
piangere, mntre Haru
e Seiji si avvicinavano a me.
Kilari:
Ho avuto tanta paura, pensavo di avervi perso, io…
Haru:
Tranquilla, non pensarci più ora.
L’importante è che sei di
nuovo qui con noi.
Haru. Era
così bello rivederlo
dopo tanto tempo. Mio fratello si staccò e corse a chiamare
gli altri, mentre
io abbracciavo Haru così forte, che avevo paura di
strozzarlo.
Haru:
Calma, calma Kilari, così mi fai male…
Kilari:
Ops.. scusami non volevo…
Haru:
Non fa niente, sono felice di rivederti.
Kilari:
Anche io, non sai quanto.
Ci dividemmo e ci
guardammo
felici. Non riuscivo a credere che finalmente era tutto finito. Seiji
era
vicino ad Haru e mi guardava mentre sorridevo e piangevo allo stesso
tempo. Si
avvicinò e anche lui mi abbracciò come Haru.
Seiji:
Mi sei mancata piccola golosona.
Kilari:
Oh Seiji, è stato bruttissimo. Vedevo tutti voi
che vi
allontanavate da me e…
Non potevo dire di
Hiroto. Mi
avrebbero fatto troppe domande.
Seiji:
Anche noi avevamo paura per te, ma abbiamo creduto fino
all’ultimo che tu saresti tornata a sorriderci.
Mi staccai da Seiji e
Hiroto si
avvicinò a noi. Dalla porta arrivarono papà e la
nonna e entrambi mi
abbracciarono fra mille lacrime mentre io piangevo on loro e sorridevo.
Finalmente sorridevo. Non avrei mai dimenticato quella bruttissima
esperienza,
ma con l’aiuto dei miei amici l’avrei sicuramente
superata.
Guardai Hiroto con la
coda
dell’occhio.Stava sorridendo alla scenetta familiare fra me e
i miei cari. Si
accorse del mio sguardo e entrambi arrossimmo, ma ci sorridemmo a
vicenda. Ora
però… dopo quello che era successo…
sarebbero cambiate molte cose tra me e
Hiroto.
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Capitolo 26 *** Capitolo 26: Paura di perderti ***
Dopo qualche giorno di controlli con
il medico per accertarmi che stessi bene davvero, venni dimessa
dall’ospedale.
Fecero una festicciola in mio onore all’agenzia e dato che
non mangiavo da
giorni, mi abbuffai come non mai. Ci divertimmo tantissimo e per
ringraziarli
della bella sorpresa, cantai la mia ultima canzone. Tutti cantavano con
me,
conoscevano già le parole, dopo tutte le prove che avevo
fatto. Era presente
anche mio fratello, felice di vedermi finalmente sorridere. Ero molto
dispiaciuta, a causa dello spavento che gli avevo fatto prendere la
settimana
scorsa. Ma adesso era tutto passato. E, ora che ci pensavo, mancava una
settimana ai miei 16 anni!! Era felicissima e non vedevo
l’ora di festeggiare
con i miei amici.
La festa
finì presto perché gli
altri volevano farmi riposare, per da farmi recuperare tutte le forze,
così
salutai tutti e mi avviai per tornare a casa.
Signora
Kumoi: Ehm… Kilari?
Mi fermai un attimo e
mi girai.
Kilari:
Si?
Signora
Kumoi: La prossima settimana sarai molto impgnata, avrai
quattro servizio fotografici, un concerto per i tuoi fan dopo questa
settimana
di assenza, alcune pubblicità, per non parlare delle prove
con Kama riguardante
coreografia, canzoni e il resto. La settimana sarà fitta di
impegni, non avrai
un solo giorno libero, apparte il giovedì per farti
riposare, dopo di che… il
fine settimana sarà il peggiore di tutti quelli che hai
passato a lavorare
fin’ora!
Cosaa?? E.. e il mio
compleanno??
Kilari:
Ma… signora Kumoi… sabato io…
Signora
Kumoi: Niente “ma” Kilari! Il lavoro
è lavoro… Ci vediamo
domani.
Ero scoraggiata. No,
come poteva…
il mio compleanno sarebbe stato sabato e io… lo avrei
passato a lavorare..
addio festa con gli amici, addio grandi abbuffate di crepes…
ma d'altronde… lo
facevo per i miei fan… e il miglior regalo che potessi
ricevere… era vederli
sorridere!
Mi feci più
determinata e annuì
alla signora Kumoi.
Kilari:
Bene, allora a domani signorina. Ciao a tutti e grazie
della bella serata!
Tutti:
Figurati, a domani Kilari!
Uscì
dall’edificio e mi incamminai
verso casa con Subaru. Sbuffai.
Subaru:
Cosa c’è?
Kilari:
Sarò piena di impegni… non
potrò festeggiare il mio
compleanno…
Subaru:
Si è vero… Beh ci sarà anche
il prossimo anno… non credi?!
Lui era quello che mi
faceva per
primo gli auguri per ogni singolo compleanno e ora mi diceva questo?
Però… forse
aveva ragione dopotutto.
Kilari:
Si è vero fratellone…
Sbadigliai di colpo,
quasi senza
accorgermene.
Subaru:
Hai sonno eh?
Kilari:
Già, e anche molto direi!
Dopo una bella
camminata arrivammo
a casa. Salutai papà e Baba-chan per poi dirigermi in camera
mia.
Kilari:
Ahhh… che giornata, vero Naa-saan?
Naa-san:
Na na!
Sentì
bussare alla porta.
Kilari:
Si?
Subaru:
Sono io!
Kilari:
Oh… entra pure…
Aprì
leggermente la porta e si
affacciò con la testa.
Subaru:
No no, volevo solo augurarti la buona notte.
Kilari:
D’accordo… allora buona notte fratellone!
Subaru:
Buona notte, Kilari.
Richiuse la porta,
dopo di che
presi il pigiama, mi cambiai e mi infilai sotto le coperte.
Kilari:
Buona notte, Naa-san.
Naa-san:
Na na na!
Chiusi gli occhi e
cercai di
addormentarmi, ma non appena li chiudevo, ripensavo a quello che era
successo
in ospedale. Presi il cuscino, lo strinsi al petto. Sapevo di aver
frainteso
tutto, in quel momento, che in realtà Hiroto non mi amava,
che quel bacio era
dovuto al fatto che lui fosse felice perché stavo bene. Le
lacrime cominciarono
a rigarmi il viso. Non era giusto che dovessi soffrire così.
Però, mentre non
mi ero ancora ripresa, pensavo che avrei voluto rivederlo a tutti i
costi, sapevo
mi avrebbe fatto soffrire, ma non mi importava. E ora che era successo
quello
che non avrei mai pensato, non potevo fare altro che accettare i fatti
e la
realtà per come stavano davvero.
Hiroto…
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Capitolo 27 *** Capitolo 27: Un bacio rubato ***
Un suono assordante mi impediva di
dormire, continuava a squillare ininterrottamente. Volevo dormire,
avevo sonno,
ma niente. Non ci riuscivo proprio con quel suono che mi fracassava le
orecchie
e se presto non avrebbe smesso mi sarei sicuramente messa a urlare. E
così,
trattenendomi dall’isterismo di primo mattino, mi sedetti sul
letto,
strofinandomi gli occhi con una mano e tenendo ancora soldo il cuscino
con
l’altra.
Kilari:
Mmm… che ore sono?
Diedi un occhiata alla
sveglia. Le
09:30. Mi sdraiai di nuovo assonnata sul letto, pronta ad addormentarmi
dopo la
notte agitata, quando il mio istinto mi spinse a ripensare
all’immagine
lampeggiante della sveglia.
Kilari:
COSAA?? Le 09:30?? SONO IN RITAARDOOO! DEVO ANDARE IN AGE
–
mi misi subito a sedere sul letto, per poi scendere di corsa, solo che
inciampai nelle coperte e sbattei la faccia. Pian piano mi rialzai,
massaggiandomi il naso.
Kilari:
Ahi ahi ahi, che botta! Na-san perché non mi hai
svegliata?
In quel momento
comparve lui dalla
porta, agitatissimo, farfugliava scuse senza senso, perciò
andai verso di lui,
lo presi fra le braccia, rassicurandolo.
Kilari:
Non preoccuparti piccolo mio, per le 10:00 ho un servizio
fotografico con Haru, perciò ho ancora un po’ di
tempo. Tu vai a finire di
preparare la colazione, io mi cambio.
Na-san:
Na na!
Detto questo, scese
dalle mie mani
e andò in cucina, chiudendosi la porta della mia camera alle
spalle prima di
uscire.
Kilari:
Bene, questa settimana sarà piena di impegni, devo
dare il
massimo!
Mi cambi, scegliendo
un gonna
viola chiaro, una maglietta bianca con delle stelle stampate e portai
con me un
elastico con una stellina gialla, per rimanere in tema.
“Ci
penserà Na-san a farmi una
bella coda!”
Scesi giù e
feci colazione, come
al solito Na-san aveva superato se stesso. Mentre gustavo i miei
pancake,
Na-san mi sistemò i capelli, e dopo aver finito tutto
uscimmo di casa. Era una
bella giornata, il sole brillava il un ielo azzurro e limpido, una
lieve brezza
mattutina mi scompigniava i capelli e accarezzava il mio viso, tanto
che per un
istante chiusi gli occhi e mi rilassai.
Na-san:
Na na naa!
Aprì di
scatto gli occhi e
cominciai a correre.
Kilari:
Già, già è vero, la signorina Kumoi si
arrabbierà se ritarderò
anche oggi. Su andiamo!
Arrivati con 5 minuti
di anticipo,
salimmo le scale ed entrammo nella stanza dove tutti erano riuniti
attorno al
tavolo del direttore e parlavano di qualcosa.
Kilari:
Buon giorno ragazzi!
Tutti si irrigidirono
al suono
della mia voce e si girarono di scatto.
Noeru:
C-ciao Kilari! La signorina Kumoi stava giusto aspettando
te, dovete andare subito allo studio fotografico.
Noeru ormai veniva
sempre in
agenzia con… Ed ecco che il mio sorriso scompariva, solo a
pensare a lui, che
in quel momento mi guardava imbarazzato, come anche io del resto. Poi
abbassai
lo sguardo, ormai sostenerlo diventava difficile. Dopo ciò
che era successo in
ospedale, non avevamo più parlato, ne soprattutto di
quell’inconveniente. Era
stato un… bacio senza sentimenti, da parte sua, mentre per
me era stato
qualcosa di così prezioso, un’esperienza nuova e
fantastica, ma anche tremendamente
dolorosa che di sicuro non avrei mai più cancellato dalla
mia testa.
Noeru:
Kilari, mi ascolti?
Rialzai lo sguardo,
sorridendole e
facendo finta di niente.
Kilari:
Ehm… si scusa sono ancora un po’
assonnata. La signora
Kumoi dov’è?
Signora
Kumoi: Eccomi!
Lei e Haru spuntarono
da dietro il
separè della stanza, pronti per andare allo studio.
Haru:
Ciao Kilari, pronta?
Sorrisi, finalmente in
modo
sincero, perché Haru mi metteva sempre di buon umore. La
tensione nella stanza
scomparve del tutto, anche se ancora non capivo perché
quando ero entrata,
tutti avevano reagita a quel modo. Ma adesso dovevo lavorare,
perciò non mi
importava.
Kilari:
Certo! Ciao a tutti.
Salutai tutti con un
grande gesto
della mano e mi diressi verso la porta, con la signora Kumoi davanti e
Haru
subito dopo di lei. Non mi ero accorta che io e Haru ci eravamo presi
per mano,
ma quando sentì quel contatto, mi venne in mente la mano di
Hiroto che si
intrecciava alla mia durante quel bacio. Era più forte di
me, rattristarmi a simili
pensieri. Haru se ne accorse e mi strinse di più la mano.
Guardai il suo viso,
la sua incredibile bellezza, il suo sorriso rivolto a me e a nessun
altro.
Stavo giocando con i suoi sentimenti, mi faceva male vederlo sorridere
anche se
soffriva, e mi odiavo per questo. Ma non potevo fare a meno della sua
presenza
ogni volta che ero triste. Lui era, in un certo senso,
l’amico a cui non avrei
potuto mai rinunciare.
Uscimmo
dall’edificio e ci
dirigemmo agli studi.
Haru:
E’ il nostro primo servizio fotografico insieme,
vero?
Kilari:
Già, sono davvero emozionata.
Era piacevole lavorare
insieme ad
Haru, come la sera del concerto. L’emozione da provare quando
cantavo sola era
tanta, ma dividerla con qualcuno era molto meglio.
Il tempo
passò velocemente, fra
una foto e l’altra, un cambio di pose e le pause, finimmo in
fretta e passammo
alla registrazione in radio, agli incontri con i coordinatori le prove
delle
canzoni e le rispettive coreografie e fu così, diciamo,
anche per i giorni
dopo.
Finalmente il
giovedì arrivò. Il
mio giorno libero prima di un fine settimana di fuoco.
Ero sdraiata sul mio
letto,
guardavo il soffitto con il cuscino stretto al petto.
Kilari:
Ooh, Na-san ma ti sembra giusto?? Il mio compleanno
è fra
due giorni e io dovrò lavorare. Quando si ci mette, la
signora Kumoi è davvero
severa.
Na-san:
Nana na na! Na!!
Kilari:
Si, lo so che lo fa per il mio bene e che è il mio
lavoro,
ma è pur sempre il giorno dei miei 16 anni non credi?
Na-san:
Na, na!
Kilari:
D’accordo, d’accordo, la smetto di
lamentarmi. Ora andiamo
a fare una passeggiata su!
Na-san
saltò sulla mia spalla, e
dopo aver salutato papà, uscì di casa e andai in
centro a godermi la giornata.
Quella settimana era stata, fino a quel momento, abbastanza
impegnativa, mai un
minuto di riposo e non c’era più stata
l’occasione di avere una giornata di
svago come questa. Decisi di andare al parco divertimenti. Era molto
affollato
e se non mi sarebbe caduto il travestimento, tutto sarebbe andato per
il
meglio. Cercavo di passare in mezzo alla folla, ce n’era
così tanta che quasi
quasi non riuscivo a respirare. Cavarmela era stato difficile e arrivai
accanto
all’entrata della ruota panoramica, ansimente, dove la folla
era nettamente
meno dell’entrata, dato che si era distribuita in tutto il
parco. Però, mentre
ero piegata sulle ginocchia, vidi delle ombre farsi più
vicine e urlare. Quando
mi alzai, mi resi conto che chiamavano il mio nome.
“Mi hanno
scoperta col
travestimento?” Feci per toccarmi il cappello e gli occhiali,
ma non li sentì
sotto le dita. Spostai lo sguardo e vidi Na-san sommerso dai due
indumenti.
Raccolsi tutto e feci saltare Na-san sulla testa per poi scusarmi con
la gente
e scappare. Ovviamente venni rincorsa e più scappavo,
più gente mi riconosceva
e si univa a chi mi seguiva già. Poi, mi sentì
tirare da un braccio e affarrare
dalla pancia, per poi essere scaraventata in mezzo ad un cespuglio. Ero
sopra
qualcuno e mi dimenavo e per evitare di farmi sentire la persona
misteriosa mi
tappò la bocca con una mano. Quando vidi tutti continuare a
correre per
cercarmi senza successo, e abbandonare l’impresa, mi
lasciò andare e io mi
girai per vedere chi mi aveva salvato, anche se mi ero presa uno
spavento
enorme. Ero ancora sopra di lui e mi ritrovai a pochi centimetri dal
viso di
Haru. Il cuore cominciò a battere sempre più
forte, avevo paura mi scoppiasse,
quella vicinanza era così strana, mi agitava.
Kilari:
H-Haru… c-che ci fai qui?
Haru:
Sono andato a fare un giro e ho visto una mandria di gente
che ti inseguiva, così ho pensato che… forse
avrei potuto salvarti.
Kilari:
Questo vuol dire che avresti evitato di farlo?
Haru: Ah ah ah esatto!
Kilari:
Certo che sei proprio cattivo.
Scoppiammo a ridere
entrambi e mi
dimenticai in che posizione eravamo. Haru però ci fece caso.
Haru:
Ehm…Kilari…
Kilari:
Co… Aaah scusa!
Mi alzai di
scattò, tutta rossa in
viso, ma un po’ meno agitata di prima, le risate avevano
allentato la tensione.
Lo guardai alzarsi e
mettersi
davanti a me. Ci guardammo per un infinità di tempo, ero
persa nel suo sguardo,
non sapevo cosa fare ne dire. Poi lui si avvicinò, stava
per… baciarmi? Non riuscivo
ad oppormi, dentro di me qualcosa mi diceva di fermarlo, che stava
sbagliando,
che non doveva andare così, che io non lo amavo e gli avrei
fatto del male se
sarebbe successo. Ormai, i nostri visi erano così vicini,
riuscivo a toccargli
la punta del naso. Volevo dirgli di non farlo, avevo paura di come
avrebbe
reagito il mio cuore, non dovevo baciarlo io amavo…
Kilari:
Hiroto…
Haru si
bloccò per un attimo e non
capì il perché, poi senza neanche accorgermene mi
baciò. Le nostre labbra si
incontrarono e io sentì nel suo bacio tutta la tristezza che
provava sapendo
che il mio cuore non batteva per lui. Mi prese il viso fra le mani e,
dopo
pochi secondi mi lasciò andare. Io ero rimasta impietrita
dal momento del
contatto. Haru mi aveva… baciata? Lo vidi passarmi accanto e
fermarsi dietro di
me. Stava guardando qualcosa o qualcuno. Perciò mi girai, e
quasi non caddì a
terra dopo lo schok di vedere proprio lui, lì in quel
momento, a bocca aperta,
mentre passava lo sguardo tra me e Haru. Poi guardò Haru con
tanta di quella
rabbia, che avevo paura sarebbe successo qualcosa.
Haru:
Che hai da guardare, sei geloso?
Hiroto:
Non sono geloso, ma fidati che ti prenderei a pugni in
questo momento se non ci fosse lei.
Haru:
E perché mai?
Hiroto:
Lei non voleva darti quel bacio.
Haru:
Cosa te lo fa pesare?
La situazione
peggiorava e io non
riuscivo a fare niente. Però, come aveva intuito che io non
volevo baciarlo.
Che avesse sentito quando ho detto… il suo nome?
Lo vidi allarmarsi per
un attimo,
forse non sapeva come rispondere, poi però guardò
il mio viso spaventato e
confuso, si fece più sicuro e continuò a parlare.
Hiroto:
Lo capisco dal suo sguardo… La conosco molto
meglio di te e
sicuramente non era quello che voleva.
Questo…
questo davvero non doveva
dirlo. Haru mi guardò preoccupato, sapeva che quella frase
aveva scatenato in
me qualcosa e ciò che desiderava era che io me la prendessi
con Hiroto.
Kilari:
Ne sei davvero sicuro Hiroto? Non credo proprio che tu mi
conosca così bene…
Mi misi davanti ad
Haru e camminai
verso di Hiroto, per poi fermarmi e pochi passi da lui.
Kilari:
Se davvero mi conoscessi così bene io non starei
così male,
Hiroto! – quasi glielo urlai in faccia e lui fece una faccia
sconcertata dalla
mia reazione. Abbassai lo sguardo e continuai a parlare –
Perciò non dirmi che
mi conosci così bene… non è vero per
niente!
Scappai via da
lì con Na-san sulla
testa che mi sistemava il cappello e gli occhiali.
Quando fui abbastanza
lontana da
loro, ripensai a ciò che era successò, senza
fermarmi. Mi toccai le labbra.
Kilari:
Haru… mi ha… baciata… Ma
io… amo Hiroto!
Correndo sempre
più veloce, andai
a casa decisa a chiudermi nella mia stanza e a dimenticare
quell’orrendo
giorno.
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Capitolo 28 *** Capitolo 28: L’improvvisa rivelazione ***
Il giorno dopo, in agenzia, non
volevo proprio entrarci.
Cosa sarebbe successo? Ieri avevo lasciato Haru e Hiroto da soli. Se si
fossero
alzati le mani fra di loro? Se fosse successo qualcosa? Sarebbe stato
tutto a
causa mia. Poi però fui costretta ad aprire dato che ero in
ritardo, e vidi
subito Haru e Hiroto, con accanto Seiji e Noeru che cercavano di
calmarli.
Stavano litigando, di nuovo. Abbassai lo sguardo, salutando tutti
distrattamente, senza guardarli, e andando a sedermi dietro il
separè.
Kilari: B…buon
giorno a tutti…
Posai la borsa sul tavolino di fronte
a me e mi sedetti, in
attesa dell’arrivo della signora Kumoi. Con quel mio
comportamento avevo fatto
zittire tutti, non li sentivo più urlare e litigare come
prima. Cosa dovevo
fare oggi? Ah si… di mattina avevo un altro servizio
fotografico, poi una
pubblicità, un incontro al centro commerciale per firmare
autografi ai miei fan
e per il pomeriggio le prove per il concerto del giorno dopo. Ormai i
miei
concerti avvenivano circa una volta a settimana, tante erano le
richieste dei
miei fan. I miei fan… era a loro che dovevo pensare, volevo
veder sbocciare un
bellissimo sorriso in ogni loro volto… almeno nel loro.
Sentì la porta spalancarsi
e la mia manager che cominciava a
impartire ordini.
Signora
Kumoi: Hiroto,
Seiji? Tra 5 minuti arriverà il direttore, avete le prove,
una registrazione,
la revisione della coreografia e poi… sapete voi!
Seiji: Bene,
lo
aspettiamo qui.
Signora
Kumoi: Bravi
ragazzi… mmm… Kilari?
A quel punto avrei dovuto far sentire
la mia presenza. La
mia giornata stava per cominciare e mi avrebbe finalmente distratta da
tutto.
Dovevo impegnarmi. Con espressione decisa mi alzai e mi diressi verso
la
signorina Kumoi, sotto gli occhi di Hiroto e gli altri, anche se io
cercavo di
non guardare nessuno.
Kilari: Eccomi!
Possiamo andare?
Signora
Kumoi: Non
possiamo, dobbiamo, e di corsa! I fotografi ci aspettano.
Kilari: Perfetto.
Io scendo.
Signora
Kumoi: Si
scendiamo. Haru? Tu devi venire con noi. Buon giorno, ragazzi. Noeru ti
affido
la situazione…
E si guardarono con uno strano
sguardo di intesa, non capì
cosa c’era sotto. Prima che Noeru potesse rispondere, Hiroto
comincio ad
agitarsi quando vide Haru mettersi accanto a me, lo capì
perché lo sentì
urlare.
Hiroto: Eh
no!
Perché Haru deve andare con Kilari? Non mi risulta che
devono fare gli stessi
lavori!!
Haru: Perché
ti
sta fastidio se sono io a guardarla e non tu?
Hiroto: Mi
da
fastidio il semplice fatto che tu le stia così appiccicato!
Haru: Ma
fatti i
cavoli tuoi e inoltre…
Ero stufa di vederli sempre litigare
e per di più Hiroto
stava facendo quella scenata di fronte a Noeru. Non volevo vederli di
nuovo
azzuffarsi come due bambini, perciò abbassai lo sguardo e
parlai, cerando di
mantenere la calma e di non urlare.
Kilari: Basta,
io
me ne vado!
Hiroto: Kilari
aspe…
Haru: Lascia
stare! Tu non capisci niente di lei!
Poi non sentì
più niente. Ero davanti al portone e mi chiusi
la porta dietro. Sentirli litigare a causa mia mi faceva stare male e
anche se
magari pensavano che l’avessi con loro, in realtà
ce l’avevo solo con me
stessa. Sentì che qualcuno dietro di me cercava di aprire il
portone, perciò mi
scostai e uscirono Haru e la signora Kumoi. Volevo chiedere ad Haru
cos’era
successo, eppure… non riuscì a guardarlo.
Perciò quando uscì la signora Kumoi,
io la seguì senza degnare Haru di uno sguardo, mentre il
cuore mi si stringeva
in una morsa. La mattinata trascorse come le solite, pose su pose,
telecamere
che mi inquadravano e poi la lunghissima coda di fan che mi chiedevano
foto o
autografi, e io accettavo con piacere sorridendo, pur di vederli felici
avrei
fatto qualunque cosa.
Il pomeriggio mi recai nella sala
dove avrei tenuto il
concerto della settimana. Era la stessa che mi rievocava tanti di quei
bellissimi ricordi.Perchè era lì che avevo
scoperto la verità sugli Ships, era
li che, precipitando, caddì sul palco su un cuscino enorme.
Era lì che avevo
giurato che per stare accanto a Seiji sarei diventata quello che ero
ora. Dopo
tanto tempo, rievocare quelle scene mi faceva sentire malinconica.
Tecnico: Le
luci
sono apposto, l’impianto musica e ok. Pronti in regia.
Un uomo gli fece un okkey con il dito
e capì che era il
momento di cominciare a provare.
Tecnico: Bene
Kilari, ora partirà la musica. Mettiti in posizione.
Lascia le mie preoccupazioni e i miei
pensieri indietro e
con un sorriso risposi decisa. Sentì la musica partire.
Ormai il mio corpo si
muoveva automaticamente al ritmo di qualsiasi canzone interpretavo. Il
quel
concerto avrei dovuto cantare le canzoni che preferivo,
perciò chiesi di
iniziare con la mia Kilari Revolution.
Alla fine della canzone tutti mi fece
gli applausi e io li
ringraziai. Potevo dire che la musica e i miei fan, erano la medicina a
qualunque mia malattia. Vidi Haru e la signora Kumoi dietro le quinte e
insieme
a loro gli Ships, Noeru e il direttore. La signora Kumoi fece un segno
ai
tecnici di aspettare un momento e io andai a vedere perché
quella pausa.
Kilari: E’
successo qualcosa? Perché ha fermato i tecnici?
Signora
Kumoi: Niente,
non preoccuparti, volevo solo dirti che noi ci stiamo spostando
lì, in prima
fila, perché qui siamo di intralcio.
Kilari: Bene,
io
continuo a provare allora.
Signora
Kumoi: Certo
Kilari. Siamo fieri di te, continua così.
Ero davvero felice in quel momento.
Anche se Hiroto e Haru
erano lì, in quel momento avevo il concerto in testa. Dovevo
fare del mio
meglio.
Tornai sul palco e chiesi ai tecnici
di mettere la base di
Balalaika. Era una delle canzoni che preferivo. La musica
partì e io cominciai
a eseguire la coreografia. La mia voce si propago per tutto il teatro e
tutti
mi guardavano affascinati, persino Haru e Hiroto, in quel momento
vicini, non
stavano pensando ad azzuffarsi. Allora capì che la mia
musica faceva davvero effetto.
Nella mia testa feci un sorriso e continuai le prove per tutto il
pomeriggio. Alla
fine notai che erano rimasti solo Seiji, Noeru la signora Kumoi e il
direttore.
Andai in camerino e mi cambiai, anche se quano uscì avevo la
sensazione che mi
mancasse qualcosa. Non ci badai troppo e corsi da loro.
Kilari: Seiji,
dove sono Haru e Hiroto?
Seiji: Non
preoccuparti Kilari, non si alzeranno le mani. Sanno che ci resteresti
male e
nessuno dei due lo vuole, fidati.
Stava dicendo quelle parole davanti a
Noeru, e lei mi
sorrideva. Ma non era gelosa? Perché non reagiva?
“Ora che ci penso,
è da un po’ che non li vedo più
attaccati
come prima”. Mi sembrò strana tutta quella storia
e capì che stava succedendo
qualcosa. Però ero troppo stanca per pensare a quei due e se
Seiji diceva in
quel modo, non potei far altro che fidarmi.
Annuì con la testa, anche
se non del tutto convinta.
Uscimmo dall’edificio e io
avevo ancora quella sensazione
che stavo dimenticando qualcosa. Poi finalmente ricordai.
Kilari: Certo,
la
borsa! L’ho lasciata sul tavolino in agenzia.
Non era molto distante da qui, potevo
benissimo arrivarci a
piedi. La signora Kumoi e il direttore dovevano ancora fermarsi
lì per
discutere con il proprietario del teatro, perciò li avvisai
che stavo andando
via da sola. In quel momento vennì fermata da Seiji.
Seiji: Vuoi
andare da sola a quest’ora?
Kilari: Si,
non
preoccuparti. Devo tornare un attimo in agenzia, ho dimenticato la
borsa.
Seiji: Se
vuoi ti
accompagno!
Kilari: Sicuro?
Seiji: Certo!
Non
potrei mai lasciare una ragazza sbadata come te andare in giro alle
otto di
sera, anche se non c’è ancora tutto questo buio.
Malgrado la battuta, accettai.
Kilari: Ti
ringrazio Seiji.
Salutammo tutti e ci incamminammo
verso l’agenzia.
Seiji: Ti
preoccupano?
Kilari: Cosa?
Seiji: I
loro
comportamenti? Lo vedo dal modo in cui ultimamente li eviti.
E’ successo
qualcosa?
Kilari: Davvero
Hiroto non ti ha detto niente?
Seiji: No,
cosa
doveva dirmi? – il suo tono di voce era confuso,
evidentemente non sapeva
nientedel giorno prima – Sai, ultimamente Hiroto è
strano! E’ sempre distratto
quando prova, è più chiuso, non mi racconta mai
niente e questo mi fa stare in
ansia.
Kilari: Davvero
Hiroto è così? Ma perché? Anche se io
e Haru ci siamo baciati ieri, questa sua
reazione non ha senso!
Seiji: Tu
e Haru…
cosa?
Mi bloccai per un attimo. Avevo detto
tutto senza
riflettere. Volevo rimediare a ciò che avevo detto, ma
eravamo arrivati già in
agenzia.
Kilari: Prendo
la
borsa.
Seiji: Ti
aspetto
qui.
Con un cenno del capo,
aprì il portone e salì le scale,
arrivando all’ufficio del direttore, e presi la borsa.
Però quando uscì dalla
stanza sentì delle voci provenire da una stanza
più infondo nel corridoio.
Cominciai a percorrerlo piano, senza farmi sentire e appena trovai la
fonte dei
rumori, mi appoggiai leggemente alla
maniglia, per poi posare l’orecchio sulla porta
e ascoltare. Quelle
voci. Che fossero…
Hiroto: Stai
solo
sprecando il tuo tempo Haru. Non ti permetterò mai di starle
vicino!
Haru: Sei
geloso
vero? Su ammettilo, si vede da chilometri di distanza!
Hiroto: Se
così
fosse, non verrei certo a dirlo a te.
Haru: Perché
non
lo dici a Kilari allora? Lei sta male, sta soffrendo!
Parlavano di me. E se si sarebbero
fatti male, continuando a
litigare? No, dovevo fidarmi di loro, e poi volevo ascoltare solo
un’altro po’
ciò che dicevano e se sarebbero passati alle mani, sarei
intervenuta.
Hiroto: Lo
so e
io… vorrei poter fare qualcosa! Ma lei vuole te e dopo ieri
ne ho avuto la
conferma!
Haru: Se
non
sbaglio, eri tu ieri quello che diceva che Kilari non voleva baciarmi.
Hiroto: Si,
ma…
dopo che mi ha urlato in faccia che non è vero che io riesco
a capirla meglio
di te, beh… ho capito che lei non…
Haru: La
tua
stupidità non ha confini Hiroto. Tu non hai mai capito
Kilari, mai! Neanche
adesso che lei si sente distrutta, e tutto questo a causa tua Hiroto!
Hiroto: Cosa…
cosa intendi dire con questo?
No! Haru non farlo, ti prego!
Haru: Idiota!
Fin’ora tu non hai mai capito che Kilari è
innamorata di te!
Nello stesso momento in cui Haru
disse quelle parole, io ero
scivolata sulla manigliata, aprendo la porta. All’inizio
volevo fermarlo, ma
dopo averlo sentito dire a Hiroto quella frase mi bloccai. Ormai
però era
troppo tardi. Avevo la testa bassa e gli occhi spalancati. Hiroto e
Haru mi
guardarono sconvolti, non si aspettavano di vedermi. Le lacrime
cominciarono a
rigarmi gli occhi. La verità era venuta a galla, alla fine.
A quel punto, non
potei fare a meno di alzare il viso. Il mio rapporto con entrambi, in
quel
periodo, era legato ad un filo sottilissimo. Ora,
però… si era spezzato!
Haru mi guardava con un espressione
triste e dispiaciuta,
anche sorpresa, e abbassò lo sguardo senza riuscire a
sostenere più il mio.
Mentre Hiroto. Hiroto era scioccato.
Mi guardava, occhi
pieni di stupore, tristezza, era incredulo per ciò che aveva
appena sentito.
Fece un passo verso di me, così come io ne feci uno
indietro, senza staccare i
miei occhi pieni di lacrime dai suoi. A quel punto non ressi la
tensione e uscì
dalla stanza correndo. Mentre scendevo le scale, vidi Seiji.
Seiji: Ehi
Kilari, stavo venendo a…
Appena lo vidi, mi guardò
stranito, dato che ero in lacrime,
e io mi buttai sul suo petto, cominciando a piangere e singhiozzare. I
passi
dietro di me si facevano sempre più vicini. Pregai Seiji di
andarcene da lì.
Kilari: T-ti
prego Seiji, andiamo via.
Sieji: Kilari…
cosa…
Kilari: PER
FAVORE! – glielo urlai con la faccia attaccata ancora al suo
petto, mentre lui
mi abbracciava e annuiva.
Mi prese per mano appena in tempo per
vedere Hiroto
cominciare a scendere le scale. Corremmo verso l’uscita e
scappammo via da lì.
Ci rifuggiammo al parco vicino al
laghetto della città.
Seiji si sedette sull’altalena e mi fece accomodare sulle sue
ginocchia. Ero un
po’ imbarazzata, ma senza pensarci due volte, misi la testa
sul suo petto e lui
cominciò a dondolarci, tenendomi stretta a se. Quando mi fui
calmata, mi spostò
una ciocca di capelli dal viso e mi guardò, ancora un
po’ confuso
dall’accaduto.
Seiji: Vuoi
raccontarmi cosa è successo? – lo disse con un
tono di voce dolce e tranquillo
e io annuì senza staccarmi da lui.
Gli raccontai dell’accaduto
di ieri, del bacio con Haru,
della reazione di Hiroto, e di ciò che era successo poco fa,
all’agenzia. Alla
fine della mia spiegazione, anche lui rimase più sconvolto
che mai. Poi però,
tornò a quella sua espressione dolce che mi fece rilassare.
Seiji: Mi
dispiace che lui… l’abbia scoperto
così, Kilari.
Kilari: Io…
ormai
non posso farci niente. Devo accettare i fatti e sapere che con Hiroto
e Haru
non potrò più recuperare il rapporto di prima.
Seiji era preoccupato per me, sapeva
che domani avrei avuto
il concerto, ma non sapeva in che condizioni ci sare andata.
Seiji: Ora
Kilari, ti accompagno a casa. Parlerò con tuo fratello in
modo che stanotte non
ti lasci sola. Devi pensare a riposarti e tenerti carica per domani.
Dopo,
cercheremo di risolvere tutto.
Kilari: Oh,
grazie Seiji.
Lo abbracciai più forte di
prima e lo ringraziai. Andammo a
casa mia e lo invitai a fermarsi a mangiare da noi, come ringraziamento
per ciò
che aveva fatto oggi. Andai in camera mia, mi cambiai e mi sistemai,
pronta per
andare a letto. In quel momento entrarono Sabaru e Seiji. Ero un
po’
imbarazzata per la presenza di Seiji, ma cercai di non badarci.
Seiji: Bene
Kilari, io ho finito. Grazie per la cena, era squisita.
Kilari: Non
dirlo
neanche, per me è un piacere.
Seiji: Io
vado,
ci vediamo domani. Riposati.
Kilari: Certo,
a
domani.
Seiji uscì dalla mia
camera e chiuse la porta. Rimasi con
mio fratello, che mi guardava triste. Seiji gli aveva raccontato tutto.
Mi
sedetti sul letto e lo guardai.
Subaru: Sorellina,
mi dispiace per ciò che ti è successo. Ho detto a
papà che stanotte sarei
rimasto a dormire da te e mi ha dato questi… – mi
mostrò delle coperte che si
apprestò a sistemare per terra – Non gli ho detto
perché sta tranquilla. Per
qualunque cosa, io sono qui.
Kilari:
Oh,
fratellone.
Andai verso di lui e ricominciai a
piangere, mentre lui mi
abbracciava forte. Quella notte non avrei avuto paura. Il mio principe
sarebbe
rimasto accanto a me, come nelle fiabe. Solo che non era… il
mio vero principe.
---------------------------------------------------------------------------------------------------
Ma
ciaaaaaaaaaaao a tutti! Si, voi che state seguendo la mia storia... *-*
Sono
commossaaaa! Ma vi piace? Cioè, vi piace davvero?
No
perché così mi rendete trooooppo felice.
Voi
penserete "Oh no, un'altra pazza che scrive storie..."
Eh
si, penso che scrivere sia uno di quei modi per trasmettere agli altri
i propri
sentimenti e stati d'animo! ^^
Ma
torniamo alla storia... che ne pensate?
Cosa
vi sta piacendo di più?
E
cosa no?
Consigli?
Critiche?
Suuuu
commentatee! Accetto di tutto xD
Siccome
era da tanto che non postavo, ho messo più di 10 capitoli,
ma da ora in poi ne
metterò uno alla settimana, dato che la storia l'ho finita
xDxD...
Perciò
ci vediamo il 13 col prossimo capitolo...
E
commentateee!
Ditemi
tutto ciò che volete... anche per capire se vi sta piacendo
davvero! *-*
Ora
vi mando un kissoneee! Ciauuuuuuuuuuuuuuu xD
|
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Capitolo 29 *** Capitolo 29: Vorrei dirti che ti amo ***
Il mattino dopo, mi
ritrovai fra
le braccia di mio fratello nelle coperte in cui avrebbe dovuto dormire
lui. Che
avessi pianto tutta notte? Mio fratello dormiva ancora e mi alzai con
l’intento
di non sveglarlo, ma fallì.
Subaru:
Ehi, Kilari… Sei sveglia? – emise uno
sbadiglio.
Kilari:
Si Subaru, non volevo svegliarti, mi dispiace…
Subaru:
Non preoccuparti… - si alzò da terra e
mi mise una mano
sulla spalla – vado a cambiarmi… tu sistemati e
poi ti accompagno in agenzia.
Kilari:
Non preoccuparti, non ce ne bisogno!
Subaru:
Non lascierò sola la mia sorellina,
perciò fa silenzio e fa
come ti dico! – e accennò un sorriso.
Kilari:
D’accordo Subaru! – e lo ringrazia a mia
volta con il
medesimo sorriso.
Dopo essermi vestita,
scesi a fare
colazione e poi uscì con mio fratello.
Subaru:
Cosa devi fare oggi?
Kilari:
Oggi proverò tutta la giornata per il concerto di
stasera –
avevo un aria rassegnata, sapevo che non avrei potuto festeggiare il
mio
compleanno e pare che anche Subaru se ne fosse scordato.
“Lo
metterò alla prova” pensai
abbozzando un sorriso.
Kilari:
Senti Subaru, sai se oggi
c’è… non so… qualcosa di
particolare??
Subaru:
Fammici pensare…- dopo qualche secondo –
no, non direi
perché? Dovrebbe esserci qualcosa?
Kilari:
Boh, che so… una ricorrenza??
Subaru:
Mmm… non che io sappia…oh!
Kilari:
Che c’è?
Subaru:
Guarda, siamo arrivati in agenzia!
Senza neanche
accorgermene,
eravamo già lì. Ma io…
Kilari:
…non voglio entrare… Subaru
io…
Subaru:
Ti accompagnerò, e lì poi ci
sarà Seiji. Per il resto della
giornata sarai occupata col lavoro, perciò non
preoccuparti… sei più
tranquilla?
Annuì, per
tranquillizzarlo, ma in
realtà non lo ero affatto. Se solo lo avrei rivisto,
sicuramente sarei scappata
di nuovo. Però dovevo farmi forza e pensare al concerto di
quella sera. Si… il
mio concerto.
Kilari:
Fratellino, mi hai convinta! Entrerò da sola, non
preoccuparti.
Subaru:
Sei sicura?
Kilari:
Si certo, non preoccuparti!
Subaru:
Bene… a stasera! Verrò a vederti.
Kilari:
Grazie! – e così dicendo gli sorrisi,
poi si allontanò.
Guardai
l’enorme struttura piena
di rampicanti e finestre che si estendeva davanti a me. Dovevo stare
calma, e
soprattutto evitare di guardarlo. Perciò, entrai.
Salì piano le scale, la
distanza tra me e quella stanza diminuiva. Arrivai di fronte alla
porta.
Sentivo delle voci, sentivo… la sua voce. Feci un respiro
profondo e entrai.
Tutti si voltarono verso di me, Hiroto compreso, e io abbassai lo
sguardo.
“Forza
Kilari, sii normale…
nessuno deve notare niente!” mi ripromisi.
Kilari:
Buon giorno a tutti – accennai uno dei miei soliti
sorrisi
e gli Ships e Haru mi guardarono leggermente straniti da quel mio
comportamento
allegro.
Signora
Kumoi: Kilari, sei pronta? Oggi ci sono le prove del-
Kilari:
concerto di stasera, si lo so, è più di
una settimana che
lo ripete!
Signora
Kumoi: Ti vedo particolarmente felice oggi…
A quelle parole non
potei far
altro che abbassare lo sguardo. Dentro di me, sicuramente, non lo ero.
Però
annuì ugualmente, aumentando lo stupore dei miei amici che
non staccavano gli
occhi da me.
Kilari:
Questo concerto è molto importante.
Ovvio, era il giorno
del mio
compleanno! Ma lì, nessuno sembrava ricordarsene.
“Ohh
lasciamo stare… non mi
importa degli auguri! Oggi devo impegnarmi”.
Signora
Kumoi: Perché mai? E’ uno come gli
altri.
Kilari:
Non è importante il perché, ma mi
impegnerò molto, stia
tranquilla.
Signora
Kumoi: Bene, Kilari vogliamo andare? Kama ci aspetta!
Kilari:
Subito.
Direttore:
Forza ragazzi, noi invece prenderemo il mio furgoncino.
Il Direttore e la
signora Kumoi si
diressero verso le scale e noi li seguimmo subito dopo.
Haru:
C-ciao Kilari…
Mi girai e mi ritrovai
di fronte
Haru, con dietro Seiji e Hiroto. Li guardai tutti, ma l’unico
in cui avrei
davvero trovato rifugio, era il mio Seiji. Non sapevo cosa rispondere,
ero
molto imbarazzata, soprattutto perché guardai Hiroto che
teneva lo sguardo
fisso con il mio. Eravamo rimasti solo noi quattro in quella stanza, un
strana
vibrazione nell’aria, ormai carica di imbarazzo. Sentimmo la
signora Kumoi
chiamarci dalle scale e ciò mi distrasse dai miei pensieri.
Abbassai lo sguardo
e mi rivolsi a loro.
Kilari:
Sarà meglio andare, o la signora Kumoi si
arrabbierà.
Detto questo, feci una
piccola
corsetta fuori dalla parta e scesi dalle scale, lasciandoli dietro,
ormai
rassegnata dal fatto che tra di noi, quest’infinita tensione
non sarebbe
svanita tanto presto.
-----------
Entrai nella stanza
dove di solito
io e Kama facevamo le prove. Lavorai ininterrottamente per tutta la
mattinata,
e all’ora di pranzo stavo svenendo dalla fame, oltre che
dalla stanchezza.
Kilari:
Cibo… cibo… ho bisogno di cibo…
Signora
Kumoi: Si Kilari non preoccuparti, dato che sei in pausa
puoi mangiare.
Kilari:
Davvero? Ohh finalmente!!
Fortunatamente, Na-san
aveva già
preparato tutto, e solo a guardare tutte le leccornie che
c’erano sul tavolo
del mio camerino, mi usciva la bava dalla bocca.
Kilari:
Mmmmmmmm grazie Na-saaan! Pancia mia fatti capanna!
Cominciai a mangiare
talmente
veloce, che non mi accorsi di aver già svuotato i piatti.
Kilari:
Che scorpacciata. Na-san sei formidabile! Una vera delizia.
Sto già moolto meglio!!
Signora
Kumoi: Bene, dobbiamo andare nel luogo del concerto.
Pronta?
Kilari:
Prontissima!
Andammo in macchina
fino a
aggiungere il teatro in cui avrei tenuto il mio concerto. Quello in cui
due
anni fa avevo conosciuto questo mondo. Quello in cui la mia storia era
iniziata.
Dopo aver posteggiato
ed essere
scese dalla macchina, ci diriggemmo verso la sala. I posti a sedere
erano,
ovviamente, ancora vuoti, ma i tecnici si stavano già dando
da fare.
Coreografo:
No,no, così non va Hiroto… devi
metterci più impegno!
Perché non ti impegni?
Hiroto? Che ci faceva
lì? Oh, un
momento… Seiji? Il loro coreografo? Sul palco? Ma che
stavano… ah già! Gli
Ships di lì a poco avrebbero tenuto un concerto e stavano
svolgendo lì le
prove.
“Le
16:47… tra quasi 10 minuti
dovrebbero finire” pensai.
Seiji:
Non prendertela Hiroto… devi solo concentrarti di
più!
Hiroto:
Non ci riesco!
C’era
qualche problema. Hiroto non
riusciva ad eseguire la coreografia… Cosaa?? Hiroto non
riusciva ad eseguire la
coreografia??? Ma quando mai! Lui è un ballerino provetto,
supererebbe anche i
migliori ballerini, è semplicemente fantastico quando esegue
una coreografia.
Ma perché non ci riusciva…??
Coreografo:
Hiroto, il passo è molto semplice…
guarda!
Il coreografo fece una
dimostrazione del passo a Hiroto, con la musica. Ma… ma era
semplicissimo! Ci
sarei riuscita persino io, a occhi chiusi! Hiroto era
strano… lui era un
bravissimo ballerino! Ma allora perché…
Direttore:
Oh, Kilari!
Appena il direttore
disse il mio
nome, tutti si girarono verso di me, Hiroto e Seiji compresi.
Seiji:
Ciao Kilari… scusaci! Ora ti lasciamo campo libero.
Dalla porta di
entrata, da cui
avevo osservato tutta la scena fino a quel momento, corsi fino a sotto
il
palco.
Kilari:
Ciao Seiji. Non preoccuparti, provate pure!
Seiji:
No, sta tranquilla… a quanto pare, Hiroto non
è in forma,
non riesce a completare una parte della coreografia, perciò
sali pure a
provare.
Guardai con la coda
dell’occhio
Hiroto, che teneva lo sguardo basso. Ma cosa aveva? Mi si stringeva il
cuore
vederlo in quello stato. Dovevo fare qualcosa.
Percorsi tutto il
bordo del palco
fino ad arrivare agli scalini, per poi salire sul palco e mettermi fra
gli
Ships.
Kilari:
Signor coreografo, quale sarebbe questo passo?
Coreografo:
Te lo mostro subito.
A comando del
coreografo, la
musica partì e vidi di nuovo lo stesso passo che prima avevo
guardato da
lontano. Appena finì, spostai il mio sguardo su Hiroto, che
sollevò la testa,
fissandomi con aria confusa.
Kilari:
Se sei andato a New York per perfezionarti nella danza, ma
non riesci ad eseguire un passo così semplice…
non credo sia servito andare lì.
Rimase stupito dalla
mia fredezza
e spalancò gli occhi, così come fecero Seiji e
Haru che mi osservava accantò al
direttore e la signora Kumoi, che al contrario degli altri, sorrideva
soddisfatta.
Kilari:
Seiji, ti andrebbe di eseguire questo passo con me?
Seiji capì
le mie intenzione e
annuì.
Seiji:
Certo! Coreografo…
Anche lui
annuì. La musica partì e
io e Seiji cominciammo a ballare sotto gli occhi sbalorditi di tutti.
Quel
passo era semplice e lo avevo eseguito senza il minimo difetto.
Coreografo:
Bravissima, superlativa! –poi si rivolse a Hiroto
-Se
non ti spiace, adesso dovresti eseguirlo tu! Fai come ha fatto Kilari!
Hiroto:
D’accordo, non sbaglierò stavolta.
Sorrisi, soddisfatta
di aver
ottenuto il mio scopo. Andai dietro le quinte e li osservai ballare.
Hiroto, il
ballerino provetto, era tornato fra di noi.
Coreografo:
Molto, molto bene Hiroto. Bene per oggi basta
così, la
prossima volta proveremo l’intera coreografia. Voglio impegno
e serietà
ragazzi.
Detto questo, scese
dal palco e se
ne andò. Gli Ships vennerò dietro le quinte,
mentre la signora Kumoi con Haru e
il direttore prendevano posto in prima fila.
Seiji:
Grazie, Kilari!
Hiroto:
Si… grazie!
Tra di noi,
c’era un certo imbarazzo,
ma per concentrarmi sulle prove, non dovevo pensarci.
Kilari:
Non c’è di che!
Seiji:
Bene – e sorridendo continuò –
Hiroto, andiamo in camerino?
Hiroto:
Tu vai, io ti raggiungo subito!
Seiji andò
via e io e Hiroto
rimanemmo soli a guardarci negli occhi. Perché aveva fatto
andare Seiji?
Eravamo soli… che imbarazzo! Dopo ieri, non credevo avesse
ancora voglia di
parlarmi. Speravo che mi dicesse solo una cosa, ma lui stava con
Noeru… Basta!
Non dovevo distrarmi. Chiusi gli occhi, stringendoli forte e mi
massaggiai le
tempie.
“Concerto,
concerto…”.
Hiroto:
Kilari…
Riaprì gli
occhi e vidi Hiroto
vicinissimo al mio viso. Il cuore cominciò a battermi forte,
avevo paura mi
dicesse qualcosa su ciò che aveva scoperto ieri.
Hiroto:
Non evitarmi per favore, non posso
sopportarlo!…Io… devo
dirti una cosa… il fatto è che-
Tecnico:
Kilari! E’ il momento di cominciare le
prove… su,
sbrigati!
Guardai Hiroto negli
occhi, sapevo
che se sarei rimasta lì avrei finito col piangere. Lui era
triste, mentre io
più che triste, mi sentivo soffocare dal suo sguardo. Chiusi
gli occhi per
riprendere la concentrazione, poi riaprendoli, mi girai e corsi verso
il palco.
Cosa stava per dirmi?
Era davvero
ciò che speravo? O mi stavo illudendo che lui provasse
qualcosa per me? Volevo
credere che mi amasse, ma se non fosse stato così? Quali
conseguenze avrei
dovuto sopportare, ancora? Mi fermai al centro del palco, scuotendo la
testa. Non
dovevo pensare a ciò che stava per dirmi, piuttosto dovevo
concentrarmi per il
concerto… per i miei fan!
Ciaooooo! Sono
tornataaa!
Ok, sono in
ritardo di un giorno lo so…
perdooonooo!
Magari non frega
a nessuno… -.-“…
Comunque eccomi
con un nuovo
capitoloooo!
Tra due giorni mi
comincia la scuola,
perciò…
Mmm…
Posterà
verso il 19!
Commentate per
favoreee *-*
Ciauuuu al
prossimo capitolo!!
xD
|
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Capitolo 30 *** Capitolo 30: Quando l’amore trova la sua metà ***
Scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
Oddeoo, credo
di aver perso la cognizione del tempo! o.O
E di brutto
anche.. comunque eccomi qui (in ritardiiiiissimooo) con un nuovo
capitolo!
Eddaaaiii che
per farmi perdonare, questo capitolo è quello dove.. okay,
meglio che sto zitta va.. xD
Daiiii ve lo
lascio godere! ;D
Grazie a chi
mi ha lasciato delle recenzioni.. e leggendole.. oddio, non so che dire!
Sono stra
contenta che vi piaccia questa storia e sono contenta di vedere che vi
piaccia il mio modo di scrivere (anche quando faccio cadere Kilari
addoso a qualcuno xD)..
Eeeeeeeeeeeeeeeeh
ora basta! Vi lascio leggere! Un Kissooooneee! ;D
La pazza Valix xD
.. L’amore è davvero
cieco come dicono, ma quando si sveglia, e più
travolgente che mai! ..
Le prove andarono per
il meglio,
gli altri erano seduti in prima fila ad osservarmi ed io ero
più che felice di
vedere dipinti nei loro volti quei sorrisi. Ero soddisfatta dei
risultati che
avevo ottenuto fino a quel momento. E avrei continuato a dare sempre il
massimo. Però… il finto rapporto
d’amicizia che avevamo io e Hiroto non aveva
senso. Perché illudermi di essere sua amica, se dopo
ciò che ha scoperto a
stento riuscivamo a parlarci? Perché continuare a sperare
che potesse succedere
qualcosa, se ero sicura di non avere speranze?
Signora
Kumoi: Ok Kilari, facciamo una pausa!
Kilari:
Ok!!
Andai dietro le quinte
e corsi in
camerino per rinfrescarmi un po’. Andai in bagno e mi gettai
l’acqua in faccia,
per poi asciugarmi con una tovaglia.
Kilari:
Ahhhh, ci voleva proprio!
Mi sedetti davanti
allo specchio e
Na-san mi sistemò un po’! Nel frattempo presi la
bottiglia d’acqua e ne bevvi
un gran sorso. Quando fui pronta per ricominciare, mi alzai e mi
diressi verso
la porta.
Kilari:
Grazie, Na-san!
Uscì dal
camerino e vidi Hiroto
venire verso di me.
Hiroto:
Kilari! La signora Kumoi mi ha mandato a chiamarti…
Kilari:
D’accordo, arrivo…
Camminai piano verso
di lui, e gli
passai accanto, per andare verso il palco. Ma non appena ci ritrovammo
vicini…
Hiroto:
Kilari…
Mi prese per il polso
e mi fece
indietreggiare, appoggiandomi al muro e posando le sue mani accanto al
mio
viso. Quel contatto, quella vicinanza, mi facevano battere il cuore
così
velocemente… perché faceva così? Era
strano, non capivo il motivo di quel suo
comportamento.
Kilari:
Hiroto… cosa…
Hiroto:
Kilari… la verità è
che… io t-
Seiji:
Ehi ragazzi, che state facendo?
Ci girammo e vidimo
Seiji
guardarci divertito, per niente stupito. Io e Hiroto incrociammo i
nostri
sguardi e arrossimmo di colpo.
Kilari/Hiroto: N-niente!
Seiji: Ihih,
come dite voi… la signora Kumoi si stava preoccupando.
Già,
le prove!
Kilari: Cavolo!
Sarà meglio c-che vada…
Li
guardai entrambi, accennai un sorrisi e, girandomi,
andai a provare. Tutto andò bene, finalmente le prove
finirono e potei tornare
in camerino per prepararmi e affidarmi al mio Na-san per trucco e
acconciatura.
Kilari: Sono
nelle tue mani, Na-san!
Na-san: Na na!!
In
poco tempo fui pronta. Indossavo una gonna bianca con
tre volantini e in ogni bordino vi erano tante piccole stelline che si
susseguivano. Sopra, invece, avevo una maglietta bianca piena di
volantini e
come la gonna, vi erano ai bordi tante piccole stelline argentee. Aveva
una
sola manica e questa era fatta con un nastro che svolazzava ai lati,
tutto
arricciato e al centro c’erano le solite stelline. I miei
capelli erano privi
dei soliti codini, e i capelli davanti erano tirati
all’indietro da un elastico
che, come si può immaginare, era fatto dalle stesse stelline
dei vestiti.
Kilari: Bene,
sono pronta!
Signora Kumoi: Ottimo
lavoro Na-san!
Na-san: Na na
na!
Tutti
e tre, uscimmo dal camerino e ci dirigemmo dietro le
quinte. Lì, incontrai gli altri.
Kilari: Salve a
tutti!
Ero
di buon umore, non vedevo l’ora di salire sul palco e
far sorridere i miei fan.
Haru: Ehi, Kila-
Haru
si bloccò di colpo e lo guardai con un grosso punto
interrogativo in faccia. Vidi che anche Hiroto mi guardava a bocca
aperta, ma
non capivo perché…
“Sarà
per via dei vestiti?”
Kilari: Ho… ho
qualcosa che non va?
Entrambi
scuoterono la testa, per fare cenno di no.
Hiroto: T-ti
stanno m-molto b-bene q-quei vestiti! – lo disse tutto rosso
in faccia
guardando in aria.
Arrossì
di colpo, imbarazzata per quell’affermazione.
Kilari: G-grazie…
Seiji
sghignazzava sotto i baffi e io lo guarda, accennando
un sorriso imbarazzato.
Presentatore: Buona
sera a tutti! – Un urlo partì dal pubblico seduto
in platea, e questo mi fece
tornare alla realtà – come ben saprete, stasera
canterà per noi la splendida
Kilari Tsukishima, un bell’applauso!
Sentì
tutti applaudire e chiamare il mio nome. Feci un
cenno di saluto dietro le quinte e corsi sul palco. Cominciai ad alzare
la mano
per salutare i miei fan.
Kilari: Buona
sera a tutti, è bellissimo vedervi qui!
Urlarono
ancora più forte, sentivo che erano felici come lo
ero io.
Kilari: Siete pronti?
Allora si comincia!
Inizia
a cantare, una canzone dopo l’altra, e appena finì
con “La speranza del cuore”, pensai che era il
momento di riprendere una
canzone che per me era davvero importante. Ero sicura che tutti,
persino lui,
l’avrebbero riconosciuta.
Kilari: Vorrei
esibirmi con un’ultima canzone. So che non era prevista, ma
vorrei cantarla
ugualmente. Questa canzone, ha un significato importante per me.
E’ dedicata…
ad una persona speciale!
Sentì
partire la base, e vidì Seiji salutarmi dalla
postazione dove vi erano il resto dei tecnici. Lo ringraziai con un
sorriso.
Kilary:
Ecco a voi, Fuoco D’artificio!
<< Che
triste, stasera,
lontano… da te!
Nel vuoto,
più ostile e immenso
com’è!
Il giusto…
distacco… dov’è?
Dov’è?
D’un
tratto…esplode…
Essenza…
perché, perché…
La luce…
nel buioo… più fitto…che
c’è!
Qualcosa
nell’aria, qualcosa di
te…
Che mi trascina via
con sé!
Illumina il cielo
E illumina me!
Come un grande fuoco
d’artificio
che…
Riempie il mio
cuore… e
l’oscurità…
Che importa quando
durerà…
Si espande
dovunque… confini non
ha…
Mi
travolgerà!
E bene o male che sia
Il resto si
confonde…
Scompare…
va via!
Rimane il bagliore di
questa
magia!
Qualcosa
nell’aria, qualcosa di
te!
Che mi trascina via
con sé!
Illumina il cielo
E illumina me!
Come un grande fuoco
d’artificio
che…
Riempie il mio
cuore… e
l’oscurità…
Che importa quando
durerà…
Si espande
dovunque… confini non
ha…
E so bene che mi
travolgerà!
Qualcosa
nell’aria, qualcosa di
te…
Che importa quando
durerà…
Adesso è
presente, è amore per te
Che sei lontano ma
sempre qui con
me, con me…!>>
Delle lacrime avevano
cominciato
ad apparire sul mio volto, mentre dal pubblico si alzò un
urlo di gioia
fortissima. Alcuni piangevano per l’emozione, altri
sorridevano di gioia, ma
era riuscita a rendere tutti felici e questo era ciò che
importava. Spostai lo
sguardo dietro le quinte e vidi lo sguardo dolce, pieno di emozione di
Hiroto
che non staccava gli occhi dal mio viso bagnato. I suoi occhi erano
strani…
luccicavano di… lacrime? Stava… stava piangendo?
Presentatore:
Magnifica esibizione di Kilari, dedichiamole
un’ultimo forte applauso!
Le parole del
presentatore e gli
applausi del pubblico mi riportarono alla realtà,
distraendomi da Hiroto e io
ringraziai tutti per il loro caloroso e continuo sostegno.
Ma quello
sguardo… mi si era
impresso nel cuore… dovevo capire il perché di
quel suo strano comportamento e
anche cosa voleva dirmi tutte quelle volte in cui era stato interrotto.
“Forse
è vero… forse anche lui è
innamorato di me…”. Ma più quel
pensiero e quella sensazione si facevano strada
dentro di me, più il mio cuore e la mia testa li
rifiutavano, dicendo che era
impossibile. Ma io… io volevo crederci…
però… mi avrebbe fatto male. Dovevo
chiarire con lui. Dovevo chiedergli perché faceva in quel
modo.
Pian piano il teatro
si svuotò e
io, ormai stanca, mi diressi verso il camerino per cambiarmi. Un
momento… ma,
dov’erano gli altri? Non li ho più visti da quando
ho visto Hiroto dopo la
canzone. Lasciai perdere l’idea di andare in camerino e
cominciai ad aggirarmi
nei corridoi, chiamandoli a gran voce, ma sembrava non ci fosse
nessuno.
Arrivai sul terrazzo, per vedere se erano lì, ma degli
Ships, di Haru, del
direttore e della signora Kumoi, nessuna traccia. Sentì dei
passi dietro di me
e mi girai, sperando che fosse qualcuno che conoscevo. Infatti. Era
qualcuno
che conoscevo, ma non la persona con cui avrei immaginato di rimanere
sola
un’altra volta.
Kilari:
Sai… dove sono finiti gli altri?
Hiroto:
Si sono andati in agenzia perché sono stati
richiamati
urgentemente per un nuovo lavoro, e mi hanno chiesto di portarti in
agenzia per
discuterne.
Kilari:
Bene, andiamo?
Ci guardammo negli
occhi. Sapevo
che non avrei avuto altra occasione per chiarire i miei dubbi
perciò mi feci
coraggio, presi un bel respiro e gli chiesi il motivo del suo
comportamento.
Kilari:
Prima di andare… volevo chiederti…
perché… ti comporti
così?
Abbassò lo
sguardo e camminò verso
di me. Mi si fermò davanti e cominciò a parlare.
Hiroto:
Io e Noeru… beh si insomma… noi non
stiamo più insieme.
Loro… non
stanno più…INSIEMEE??
Non ci potevo credere… E cosa peggiore… non
sapevo se essere triste per loro o
felice per me… Ovviamente abbassai lo sguardo per non far
vedere a Hiroto la
mia confusione. Cosa dovevo dirgli?
Kilari:
C-capisco, ma… c-come mai? E’ successo
qualcosa?
Hiroto:
Io… volevo stare con Noeru per dimenticare la
ragazza che
amo veramente…
Cosa? Lui amava
qualcun’altra? In
quella storia, ci capivo sempre meno.
Kilari:
Bene s-sono felice p-per te! – avevo ancora gli
occhi
puntati verso terra, una lacrima mi scese sul viso e cadde a terra. Non
potevo
resistere ancora per molto, così cercai una scusa per
andarmene – sarà meglio
che vada in agenzia.
Camminai verso la
porta alle sue
spalle, ma lui mi bloccò per il braccio, si girò
e mi tirò a se. Avevo le
braccia appoggiate al suo petto, le lacrime che scendevano sempre
più
velocemente dagli occhi, mentre lui mi stringeva forte tra le sue
braccia e
appoggiava la sua testa sulla mia.
Hiroto:
Kilari… quella ragazza… la ragazza che
io amo… sei tu!
Spalancai gli occhi
dalla
sorpresa, dallo stupore, dalla gioia, dai sentimenti che in un secondo
mi
travolsero, e mi sembrò di vivere un sogno. Lui…
amava… me? Le lacrime erano
sempre più intense, ma il loro significato era diverso.
Erano lacrime di pura
gioia. Mi strinsi di più a lui.
Kilari:
Dici davvero? – lo dissi quasi in un sussurro.
Hiroto:
Mai stato più serio e felice in vita mia
– lo disse mentre
sorrideva, lo capì subito - Non sai quanto ho sofferto ogni
volta che ti vedevo
felice con Seiji, sapendo che tu amavi lui e non me. E poi con Haru.
Molte
volte avevo l’impressione, dal modo in cui mi guardavi, che
tu provassi
qualcosa per me come io avevo sempre sognato. Ma poi tutto si
cancellava quando
ti vedevo sorridere con loro. Non ho mai smesso di sperare. Poi ho
incontrato
Noeru e ho pensato che sarebbe stato meglio… provare a
dimenticarti – quelle
parole mi fecero venire una fitta al cuore… ero contenta che
non ci fosse
riuscito - Quando Noeru ha cominciato a capire che io
provavo… qualcosa per te…
me lo ha detto subito e abbiamo chiarito. Sapevo di non riuscire a
cancellarti
dalla mia testa, così volevo dirti tutto, ma…
quando Haru ieri mi ha detto… che
tu… eri innamorata di me, io non ci credevo! Solo quando ti
ho vista scappare
ne ho avuto la conferma. Così ho pensato… che era
giunto il momento di dirti
cha anche io ti amo, Kilari!
Mi staccai un
po’ da lui e lo
guardai in modo dolce, felice, non potevo credere ancora che fosse
tutto vero.
Kilari:
Perciò… tu mi ami? Dico, mi ami davvero?
Hiroto:
Si! Si Kilari, ti amo davvero, eccome se ti amo davvero!
Mi stava ancora
abbracciando,
perciò mi fece volare in aria fra le sue braccia e io ero
ancora stupita da
come tutto stesse cambiando. Mi amava! Mi amava, mi amava davvero! Io
non ci
credevo ancora. Poteva davvero essere che dopo aver sofferto per tutto
quel
tempo, io e Hiroto potessimo finalmente stare insieme?
A quel punto, ci
guardammo
intensamente negli occhi. I nostri visi erano così vicini,
le nostre labbra
quasi si sfioravano.
Hiroto:
Kilari…
Il suo profumo mi
inebriava, i
suoi occhi penetravano nei miei, fino infondo all’anima, il
suo calore
diventava parte di me.
Hiroto:
Vuoi diventare… la mia ragazza?
Lo guardai sempre
più felice,
finalmente saremmo diventati una coppia a tutti gli effetti. E poi che
stupido…
non era già ovvio?
Kilari:
Si, si certo che si!
Mi baciò.
Tutto il suo amore, la
sua felicità, le sue emozioni, potevo percepirle grazie
all’intensità di quel
baciò. Come la prima volta che mi aveva baciato, tutto era
naturale, come se
stessimo insieme da sempre. Le nostre labbra si muovevano
l’una sopra l’altra,
tutto avveniva in sincronia, non riuscivamo più a fare a
meno l’uno dall’altra.
Quando, dopo minuti o forse ore, ci staccammo, Hiroto mi fece una
domanda che
mi mise un po’ in imbarazzo.
Hiroto:
Quella canzone… per caso, la canzone che hai
scritto per la
competizione con Fubuki… si insomma –era piuttosto
imbarazzato anche lui –
l’avevi scritta per me?
Mi spiazzò
per un attimo, ma
sapevo già cosa rispondere, in tutta sincerità.
Kilari:
Beh… si, quella canzone, l’ho scritta
pensando ai
sentimenti che provavo e provo per te.
Rimase sbalordito da
ciò che gli
dissi, o forse, che gli confermai.
Hiroto:
Tu… tu sei innamorata di me sin da quando hai
fatto la
competizione con Fubuki?
Annuì,
imbarazzata e lui mi
strinse forte.
Hiroto:
Allora, sono stato proprio un idiota a non accorgermene
prima.
Kilari:
Già…!
Scoppiammo a ridere,
ma lui si
bloccò di colpo.
Hiroto:
Oh, no la f… - mi guardò e si
zittì di colpo – cioè volevo
dire… gli altri ci aspettano in agenzia, perciò
dobbiamo muoverci!
Kilari:
Già è vero, non ci ho più
pensato! Forza, sbrighiamoci.
Cominciammo a correre
verso
l’uscita, scendemmo le scale e andammo sempre di corsa verso
l’agenzia, mano
nella mano. Ora che stavamo insieme, niente e nessuno ci avrebbe
divisi.
Sarebbe stato difficile, come lo era stato fino a quel momento, ma ora,
insieme
a lui, sentivo che avrei affrontato tutto. D'altronde, io e Hiroto
stavamo insieme,
giusto? Sorrisi al quel pensiero e girai la testa verso di lui. Hiroto
fece
altrettanto e mi sorrise felice. Si, niente ci avrebbe diviso.
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Capitolo 31 *** Capitolo 31: Che dire…Sorpresa! ***
Corremmo
così tanto che arrivata
davanti all’edificio mi appoggiai sulle ginocchia, stremata
dalla corsa, avevo
ancora il fiatone. Anche Hiroto ansimava, ma meno di me.
Kilari: Cavolo…anf…che..
anf… corsa!
Hiroto: Anf… già,
puoi dirlo forte… ma tu, sembri che non respiri
da secoli… anche io sono stanco, ma non così
esageratamente!
Kilari: Ehi..anf… io non
corro mica..anf.. sempre così veloce..anf…
sono stanca morta!
Hiroto: Sei esagerata!
Kilari: Stupido! Certo che sei proprio
seccante lo sai?!?!
Che
rabbia! Sapeva sempre come farmi
arrabbiare! Poteva anche essere il mio ragazzo, ora, ma il suo
comportamento
era piuttosto irritante! Avvicinò le labbra al mio orecchio,
e il cuore
cominciò a battermi più velocemente, mentre il
mio viso si dipingeva di rosso.
Hiroto: Si, lo so, ma mi diverte molto
vederti così irritata. Però
mi piace ancora di più quando sorridi o arrossisci, come
adesso.
All’inizio
mi irritai di più, ma
quando completò la frase mi addolcì
completamente, e dall’imbarazzo mi uscì
quasi il fumo dalle orecchie. Presi un bel respiro. Non ero ancora
abituata a
quella vicinanza, e mi feceva sempre quello strano effetto, il cuore
che batteva
velocissimo, il viso rosso come un peperone, l’imbarazzo per
le parole dolci. A
quanto pare, anche se mi arrabbiavo con lui, Hiroto sapeva come farsi
perdonare. Con un po’ di impaccio, ma poi sempre
più decisa a portare a termine
il mio scherzetto, presi il suo viso fra le mani e mi avvicinai al suo
orecchio.
Kilari: Sai cosa invece piace a me?
A
quel punto, fu lui ad agitarsi
un po’ e ad arossire. Risi di gusto, sotto i baffi per non
farmi sentire, e
ascoltai il lieve sussurro imbarazzato provenire da Hiroto.
Hiroto: No, cosa?
Mi
preparai per bene, e gli diedi
la mia risposta.
Kilari: Mi piacciono le crepes!!
Mi
staccai da lui e lo guardai.
Aveva un espressione sbigottita, confusa e forse un po’
divertita. Presi a
ridere senza fermarmi!
Kilari: Ahahahah Hiroto…
dovevi vedere la tua espressione
ahahahahah!
Hiroto: A-a molto divertente!
Kilari: Così impari a
prendermi in giro! – gli uscì la lingua!
Hiroto: Ah si?
Quell’affermaione
mi fece smettere
di ridere e vidi lui venire verso di me e prendermi per i fianchi
tenendo stretta
la presa, il mio viso rivolto verso di lui. Era stato più
rapido di quanto mi
immaginassi.
Hiroto: Perché, a giudicare
dalla mia ultima mossa, ti ho
catturata! Quindi ho vinto io…
Kilari: Chi ti dice che io ceda?
Hiroto: Scommettiamo che cedi subito?
Si
avvicinò pericolosamente alle
mie labbra, sfiorandole quasi. La sua vicinanza mi faceva girare la
testa,
sperava che con quel gesto avrei ceduto, ma potevo resistere a quello.
Hiroto: Ancora non cedi?
Kilari: No – risposi in un
sussurro.
Sentì
il suo respiro arrivare
dietro, vicino l’orecchio, per poi scendere giù
verso il collo. Le sue labbra dolci
e morbide si appoggiarono su di esso, e la mia testa
cominciò a girare per il
contatto. In quel modo sarei impazzita. Se la sua vicinanza non mi
facesse
quell’effetto, non sarebbe stato difficile batterlo.
“Così
finirò con l’arrendermi in
poco tempo… non posso dargliela vinta”
Lui
non voleva smettere, e dato
che vedeva che ancora resistevo, cominciò a farmi
indietreggiare e mi appoggiò
al muro. Aveva ancora le braccia intorno ai miei finchi e mi strinse
più forte
quando la mia testa poggiò sul muro. Pian piano le sua bocca
salì arrivando
all’orecchio e lasciandosi dietro una meravigliosa scia di
piacere.
Kilari: Hi-Hiroto…
Quasi
non riuscivo più a parlare
sentendo Hiroto vicino in quel modo! Le sue labbra mi sfiorarono le
guancie
fino ad arrivare alla bocca, che ancora non toccava. Sentivo che stavo
per
cedere, non ce l’avrei fatta ancora per molto,
però dovevo ammettere che ci
sapeva davvero fare. Con lui mi sentivo viva, mi sentivo…
semplicemente me
stessa! Le sue labbra erano ferme a pochissimi millimetri dalle mie, la
voglia
di baciarlo era troppo, non ce la facevo più.
Kilari: Basta hai vinto… -
dissi in un sussurro. Le mie braccia,
che fino a pochi secondi prima erano appoggiate al muro lungo i
fianchi,
salirono in direzione del suo viso e una volta che gliele buttai al
collo,
premetti le mie labbra sulle sue. Lui, per niente sorpreso che io
avessi
ceduto, mi baciò a sua volta, proclamando quello come il
nostro terzo bacio e
mi strinse a se per non farmi staccare. Ma noi… dovevamo
fare qualcosa? Perché
eravamo lì, in agenzia? Cavoli, gli altri ci aspettavano! Mi
staccai subito
dalle sue labbra e lo guardai allarmata.
Kilari: Ci siamo dimenticati che gli
altri ci stanno aspettando!
Hiroto: Già è
vero, non ho più tenuto in mente il tempo.
A
quanto pareva, anche lui aveva
avuto la mia stessa sensazione, come se quando stavamo insieme il tempo
si
fermasse.
Kilari: Chissà di che lavoro
si tratta!
Hiroto: Saranno le solite
cose… film, servizi fotografici,
incisioni o concerti… Sai quanto sia esagerato il signor
Muranishi quando ci
trova un nuovo lavoro no?
Mi
rilassai un po’, aveva ragione,
perciò annuì. Eravamo ancora attaccati, stretti
l’una fra le braccia
dell’altro, appoggiati al muro, i nostri visi vicini come le
nostre labbra, i
nostri occhi persi l’uno
in quelli
dell’altra.
Hiroto: Ti amo
Kilari: Ti amo anch’io!
Ci
sorridemmo felici e ci diedimo
un ultimo, lungo, tenero bacio (il quarto xD), prima di prenderci per
mano,
aprire la porta e salire le scale che ci avrebbero condotto
all’ufficio del
direttore. Ma una volta arrivati davanti alla porta e dopo averla
aperta, la
luce si accese di colpo e…
Tutti: Sorpresa! Buon compleanno, Kilari!
Rimasi
quasi senza fiato nel
vedere la scrivania del signor Muranishi fungere da tavolo, con una
tovaglia e
tante prelibatezze su di esso, i festoni appesi per tutta la stanza e
sul muro
di fronte a me la scritta “Buon compleanno Kilari”.
Lacrime calde, di gioia,
cominciarono a rigarmi il viso. Tutti mi guardavano con espressione
tenera, si
aspettavano questa mia reazione e io… io non sapevo cosa
dire! Ma una cosa
potevo farla… ringraziarli!
Kilari: I-io… oh grazie
ragazzi è una sorpresa bellissima!
Ancora
con la mano di Hiroto
intrecciata nella mia, mi diressi con lui verso i miei amici per un
mega
abbraccio di gruppo.
Subaru: E allora… - S-Subaru?
Ecco perché… - Era questa la
ricorrenza che dovevo ricordare? – disse imitando la mia voce
quando
esattamente quella mattina gli avevo fatto quella domanda –
Ho fatto bene a far
finta di niente…
Kilari: Sei il solito! Mi sembravi
troppo spensierato oggi! Cattivo
– e gli feci la linguaccia!
Subaru: Ma è servito a
qualcosa…
Kilari: Già, grazie
fratollone!
Ora
rimaneva solo una cosa da
fare… una cosa importante… mangiaree!!
Kilari: Bene,ora si mangia!
Tutti
si misero a ridere e io con
loro.
Seiji: Un anno in più o in
meno… per la tua golosità non fa
differenza!
Muranishi: Figuriamoci, per preparare
quello che c’è qua sopra ho
dovuto ingagiare un sacco di cuochi!
Signora Kumoi: Io ho paura che non siano
bastati…
Haru: Perciò ci conviene
mangiare prima che finisca tutto!
Feci
una faccia imbronciata e li
guardai tutti. Avevo passato momenti meravigliosi con loro ed ero
sicura che ne
avrei passati altrettanti. Per ultimo mi lasciai Hiroto, il mio Hiroto,
ancora
non potevo crederci. Era così bello! Si accorse del mio
sguardo e si girò, per
poi sorridermi dolcemente, mi fece arrossire. Questo gesto non passo
indifferente a nessuno, e tutti abbassarono lo sguardo verso le nostre
mani.
Seiji: Ehm… ragazzi?
Voi… state…
Io e
Hiroto ci guardammo confusi,
ma poi vedendo gli altri e seguendo i loro sguardi, capimmo che si
riferivano
alle nostre mani. Io e Hiroto arrossimmo di colpo. E ora? Dovevamo
dirlo?
Kilari: Ehm… io…
lui… cioè, ecco noi…ehm… si
insomma…
Hiroto
era più imbarazzato di me, non
sapeva che dire. Entrambi guardavamo verso il baso e per farci coraggio
ci
stringemmo di più la mano.
Kilari/Hiroto: Si, noi stiamo insieme!
Lo
dicemmo contemporaneamente e
ciò ci fece diventare ancora più rossi di prima.
I nostri occhi erano ancora chiusi.
Ne aprimmo uno alla volta per vedere le espressioni dei nostri amici,
per poi
vedere che il signor Muranishi piangeva di gioia, la signora Kumoi
sorrideva,
probabilmente aveva sospettato tutto da un po’, Seiji rise
sotto i baffi
insieme a Noeru, che ci guardava divertita, Subaru aveva gli occhi
sbalancati e
Haru… feci in tempo per vederlo voltarsi e uscire
silenziosamente nel balcone.
Ero preoccupata, non avevo pensato alla sua reazione, mi faceva male
vederlo in
quel modo perché quando io stavo male per Hiroto lui
c’era. Ora era il mio
turno. Dopo tanti complimenti, pianti e sorrisi cominciammo a mangiare.
Vedendo
che tutti erano distratti, ne approfittai per uscire anche io sul
balcone.
Hiroto: Kilari…
Kilari: Non preoccuparti…
devo parlargli, è tutta colpa mia.
Mi
guardò preoccupato, ma poi
annuì e mi sorrise.
Hiroto: Ti aspetto…
Kilari: Allora non ti farò
attendere molto, ho aspettato già fin
troppo!
Mi
sorrise e mi diede un bacio
sulla fronte. Lo vidi voltarsi e andare verso Seiji. Feci un bel
respiro e
uscì, nell’aria fresca e pungente della sera che
mi accarezzava il volto e mi
scompigliava i capelli. Lo vidi. Era appoggiato alla ringhiera, occhi
persi nel
vuoto, un’espressione neutrale.
Mi
avvicinai piano, non volevo
farlo spaventare, e dovevo pensare bene a cosa dirgli. Mi rendevo conto
che gli
avevo spezzato il cuore, lui per me era sempre disposto a tutto, basta
che
sorridessi. Ora dovevo restituirgli il favore, era mio amico, il minimo
che
potessi fare era scusarmi con lui per tutto quello che gli avevo
causato. Con
lui ero sempre stata bene, era mio amico, ma non provavo quello che
provava
lui. So perfettamente come si ci sente a essere rifiutati, ma non
potevo farci
niente e non volevo illuderlo.
Kilari: Ha-Haru?
Lo
chiamai piano, mentre mi fermai
a circa un metro da lui. Lui sembrò svegliarsi da un sogno
ad occhi aperti e mi
guardò un po’ stralunato, ma poi
accennò un sorriso. Era triste e mi dispiaceva.
Haru: Ciao Kilari…
Kilari: Io… dobbiamo parlare!
Saaaaalveee!
Eccomi con il capiiitolo 31! v.v
Allora, dopo il finalmente bel capitolo della dichiarazione, che tutti
avranno celebrato con un "Haaalleluja!",
ecco che arriva qualche piiiccola complicazione che.. non vi
svelerò, ovviamente, ma che vi farò leggere nei
prossimi... mm... 1, 2... 5 capitoli (questo escluso)
che concluderanno questa storia! :)
Perciò, a tutti coloro che seguono questa storia e in
particolare quelli che fin'ora l'hanno recensita:
1. marzy93
2. bimba_sfiziosa_pazzerella97
3. lillixsana
4. elenafire
5. MaryVera96
6. Perthief
7. Pinghetta
8. julia28
....
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Non perdetevi gli ultimi capitoli eeeeh?!?! xD
P.s. Sicuramente non vi interesserà, ma ho iniziato un'altra
storia sugli Angeli e i Demoni e la sto postando qui, su EFP..
Beh, se vi va di dare un'occhiata e di lasciare una recensione.. :D ..
ma se non vi interessa, no problem!
Un kissoneeee!
Al prossimo capitolo!
Baciiii,
Valix La Pazza! ;D
|
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Capitolo 32 *** Capitolo 32: Parole e sentimenti sotto la luce della luna. ***
Haru: Non ce bisogno che fai tanto
la seria, Kilari.
Kilari:
Non è questo il punto… Io…
ho ferito te, questa cosa mi fa
stare male!
SI avvicinò
e istintivamente io
feci un passo indietro. A quel mio gesto lui si fermò,
guardandomi dritto
neglio occhi.
Haru:
Kilari… tu non devi preoccuparti per me, ora devi
pensare
solo a te e Hiroto! Siete felici no? Fa finta di niente.
Stava per farmi
impazzire, non
capiva che io ci tenevo davvero a lui e che volevo vederlo felice?
Anche se
amavo Hiroto, era davvero tanto sbagliato volergli bene?
Kilari:
Ogni volta… – mi tremava la voce
– ogni volta che io avevo
bisogno di qualcuno… tu c’eri! Perciò
io voglio solo evitare di farti soffrire
Haru!
Haru:
Troppo tardi... – Anche la sua voce tremava, aveva
la testa
bassa e vederlo ridotto in quel modo mi spezzava il cuore. Sapevo di
provare
qualcosa per lui, l’avevo sempre saputo, ma non era amore
vero, non era
paragonabile a quello che provavo per Hiroto. E credevo fosse per
quello che
Haru si sentiva così…
Kilari:
Mi dispiace! Sai che sei mio amico, che ti ho sempre voluto
bene e che ci sarò sempre se hai bisogno di aiuto, ma sai
anche che il mio cuore
appartiene a Hiroto, sai… sai che io non provo per te quello
che provi tu!
Non era affatto
sorpreso di quelle
parole. Si avvicinò lentamente, e mi mise le mani sulle
spalle prima ancora che
io potessi accorgermene. Alzò la testa e mi
guardò. Entrambi avevamo gli occhi
lucidi. Non sapevo cosa dire o cosa fare. Haru era solo mio amico, ma
allora…
perché mi si stringeva il cuore a vederlo in quel modo?
Haru:
Questo è quello che credi, o quello che vuoi
credere, Kilari!
Tu ami Hiroto giusto? Però quella sera, quando ti ho detto
che mi ero
innamorato di te, tu non hai voluto che andassi, mi hai abbracciato e
mi hai
chiesto di rimanere con te… ricordi?
Si, si certo che
ricordavo… quela
sera, quando avevamo fatto lo spot…
Ricordi
di Kilari (vedi capitolo 16…)
Mi
si avvicinò, un po’ teso e imbarazzato e mi prese
per le spalle.
Haru: Tu…tu
ami ancora Hiroto?
Quella
domanda mi colse di sorpresa. Non sapevo cosa rispondere.
Io… io
amavo Hiroto, ma ora anche Haru. […]
Kilary: Io…
Haru…non…
Lui
abbassò di nuovo le braccia, accostandole ai suoi fianchi.
Haru: Kilary,
calmati, stai tremando! Non devi
rispondere per forza… volevo solo accertarmene prima di
dirti quello che sto
per dire…
Kilary: Cosa…
cosa vuoi dire?
Era
strano, sembrava incerto su quello che stava per dire, ma deciso ad
andare fino in fondo. Perché si stava comportando in quel
modo?
Haru: Kilary,
io… io mi sono innamorato di te!
[…]
Haru si accorse del mio stupore e, girandosi, fece per andarsene,
ma io istintivamente lo bloccai e lui si girò verso di me,
un sorriso dolce
sulle labbra. […]
Kilary: Haru,
non andare, per favore… io sono molto…
confusa in questo periodo e ho bisogno che tu mi stia accanto, come
sempre! Per
favore, non lasciarmi da sola!
[…]Haru: Sta tranquilla
Kilary, non ti abbandonerò mai. Ci sarò sempre se
avrai bisogno di me.
Detto
questo, mi lasciai cullare dal suo caldo e tenero abbraccio,
mentre il mio pianto non sembrava voler finire.
Fine
ricordi Kilari
Vedendo il mio
silenzio continuò.
Haru:
Perché non vuoi capire? Tu ami anche me, Kilari!
Ti saresti
preoccupata per me se no? Saresti venuta qui a parlarmi? –
Cominciò a scuotermi
leggermente, ma era come se io fossi assente. Quello che aveva
detto… possibile
che fosse vero? Che lui capisse cosa provavo e io invece non sapevo
più niente
di quello che mi stava succedendo? Lasciò cadere le braccia,
io contininuai a
pensare. Se mai avessi amato anche Haru…
La porta si
aprì.
Seiji:
Kilari? Sono arrivati i giornalisti, vogliono intervistarti.
Annuì con
la testa, e mi girai
verso Haru.
Kilari:
Devo andare – Detto questo mi avviai verso la
porta, a
testa bassa. Se avesse avuto ragione? Se davvero non riuscivo a capire
se amavo
anche lui? Se amassi anche Haru?
Haru:
Domani… sul retro dell’agenzia, prima
dell’orario di entrata
la mattina… - Mi fermai un attimo e voltai la testa
leggermente, sotto la luce
della luna.
Kilari:
Ci sarò… - Mi girai di nuovo ed entrai
di nuovo nella
stanza, vidi Hiroto che mi veniva incontro. Quando incrociai il suo
sguardo
preoccupato, capì tutto, capì ciò che
fino a pochi secondi fa non sapevo. Se
mai avessi amato anche Haru… il mio unico Amore con la A
maiuscola era sempre
Hiroto.
Eh già, sono
tornata! xD
Pemsavate di liberarvi di me?? Ma anche no! v.v
Ihih, allora eccomi qui con un piccolo 32° capitolo!
E' un pò un collegamento con i prossimi, perciò
spero lo accetterete comunque! xD
Ringrazio tantissimo julia28
per la bella recensione e i messaggi di posta! Ehi, non
perdere le speranze! :)
E poi anche tutte le altre che hanno recensito la mia storia e tutti
quelli che la seguono!
GRAZIE!
Ci vediamo la prox volta col capitolo 23! xD
Un baciooo,
Valix La Pazza! xD
|
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Capitolo 33 *** Capitolo 33: Una notte emozionante. ***
Il resto della serata
proseguì bene, mi divertì molto con i
miei amici, anche se a volte pensavo ad Haru. Perché tutto
d’un tratto si
comportava in quel modo? Cosa mi avrebbe mai voluto dire
l’indomani? Ero tesa,
ma cercavo di non darlo a vedere.
La festa non durò molto, l’indomani dovevamo
lavorare. Verso le 11 quella sera
finì, e solo allora mi accorsì che mancava una
persona importante.
Kilari: Subaru!
Perché Papà non è venuto??
Subaru: Come
non
te l’ha detto? E’ stato trattenuto fuori a lavoro,
gli è dispiaciuto molto non
poter venire, dice che domani pomeriggio ti darà il suo
regalo… nonna invece è
da alcune amiche a-
Hiroto: Brrrrrr….grrr!
Kilari: Hiroto,
che hai?
Hiroto: Ho
sentito
una specie di… di brivido dietro la schiena!
Dapprima lo guardai senza capire, poi
però ripensando a ciò
che aveva detto Subaru capì e risi sotto i baffi.
“…a parlare di
Hiroto!” dissi, completando la frase
mentalmente. Tornai a mio fratello.
Kilari: Ok,
ho
capito ihihihihih…
Subaru: Senti
Kilari…ehm…
Guardai mio fratello con un punto
interrogativo in faccia.
Era tutto rosso, agitato, chissà che aveva…
Subaru: Stasera
io…ehm… beh si insomma…devo fare una
cosa perciò non aspettarmi a casa, d’accordo?
Me lo aveva quasi urlato in faccia,
tanto era imbarazzato.
Preferì non chiedergli niente, avrei investigato il giorno
dopo.
Kilari: O-ok
non
preoccuparti, tanto ho Na-san!
Subaru: Bene
eheh…buona notte!
Così scendemmo tutti e ci
augurammo la buona notte per poi
prendere strade diverse. Ovviamente Hiroto volle accompagnarmi. Eravamo
vicini
a casa mia, ma avevo paura a rimanderlo a casa da solo con quel buio.
Non che
non mi fidassi, ma avevo paura lo stesso.
Kilari: Non
voglio
che torni a casa da solo!
Hiroto: Non
preoccuparti, farò attenzione!
Lo guardai, stavo quasi per cedere, ma
ero ancora in dubbio,
poi però ebbi un idea.
Kilari: No,
non
esiste mio caro, tu a casa solo non ci torni!
Con le mani ancora intrecciate, lo
tirai fino alla porta di casa
mia, cercando le chiavi nella borsetta per aprire la porta. Ci
riuscì, lo feci
entrare dentro casa e richiusi la porta.
Kilari: Dato
che
non voglio che te ne vada in giro da solo, dormirai qui per stasera!
Vidi i suoi occhi, illuminarsi nello
stesso momento in cui
dissi “dormirai qui per stasera”. Pensando a
ciò che avevo detto con tanta
sicurezza arrossì, magari lui si sentiva a disagio. Poi
venne piano verso di
me, mi prese dalla vita e mi abbracciò forte. Io poggiai le
mani e la testa sul
suo petto e mi rilassai, a quel tocco così bello, dolce, che
mi faceva arrivare
il cuore al 7° cielo, per poi tornare da me e battere
fortissimo. Senza
preavviso, si abbassò di colpo, prese le mie gambe con il
braccio libero e mi
alzò in aria.
Hiroto: Kilari,
come sei pesante!
Kilari: Non
è
vero, uffaaa – e nel frattempo ridevo e cercavo di
divincolarmi per scherzare.
Lo vedevo sorridere, era luminoso, perfetto, felice. Non potevo
desiderare di
meglio. Senza farmi scendere, cominciò a salire le scale. Io
mi rilassai un po’
fra la sue braccia, appoggiandomi a lui e lui in tutta risposta, mi
strinse più
forte a se. Arrivammo sul pianerottolo in cima alle scale, poi
percorremmo il
corridoio e in fine entrammo in camera mia. Lì, mi
riportò con i piedi per
terra, e rimanemmo uno di fronte all’altra. Non sapevo che
fare, era la prima
volta che un ragazzo, oltre mio fratello, entrava in camera mia,
specialmente
se quello era il mio ragazzo.
Kilari: Io
m-mi
metto il piagiama d’accordo? Vado in bagno e torno.
Hiroto: Certo,
ti aspetto
qui!
Stava per girarmi quando, pensando al
pigiama, mi accorsi che
Hiroto ovviamente non lo aveva.
Kilari: Ti
prendo
uno dei pigiami di Subaru, va bene?
Lui si avvicinò, mi
alzò il mento e stringendomi a se, mi
baciò, era la quinta volta, ma decisi di lasciar perdere.
Non volevo contare i
nostri baci se sapevo che ce ne sarebbero stati ancora
un’infinità. Quando si
staccò, poggiò la sua fronte sulla mia.
Kilari: Credo
che
questo sia un si…
Mi baciò leggermente le
labbra e mi lasciò andare.
Hiroto: Non
farmi
aspettare troppo intesi?
Kilari: -Risi
a
quell’affermazione- Non preoccuparti, farò in
fretta – con il cuore che mi
batteva a mille, uscì dalla porta della mia camera.
Andai in bagno e in tutta fretta misi
il pigiama, poi corsi
in camera di mio fratello e presi un pigiama con la canottiera blu e i
pantaloncini viola. Chiusi il cassetto e piano piano, con il cuore a
mille e il
fiato corto, tornai in camera mia, dove vidi Hiroto seduto nel letto ad
aspettarmi. Appena sentì la porta aprirsi, si
girò verso di me e mi sorrise,
alzandosi e venendo verso di me.
Kilari: Ho
preso
questo, spero vada bene…
Hiroto: Ehm…si
certo, io e Subaru non siamo poi così diversi di
corporatura… però volevo
chiederti… ti da fastidio se metto solo i pantaloncini?
C’è molto caldo, in
questo periodo…
Diventai rossa come un pomodoro,
bruciavo peggio del fuoco
nel camino ed ero un po’ agitata, ma era il mio ragazzo, un
ragazzo
assolutamento bellissimo, oltre che dolce e fantastico,
perciò feci un bel
respiro e mi calmai.
Kilari: C-certo,
nessun problema! – gli diedi i pantaloncini in mano.
Gli sorrisi e, facendo anche lui
altrettanto, prese i
pantaloncini e andò verso la porta, uscendo per cambiarsi in
bagno. Rimasi
ferma, in piedi in camera mia, con i battiti del cuore accellerati. Non
potevo
credere che tutto quello stesse succedendo davvero. Mi diressi verso la
finestra e mi chinai, appoggiandomi al davanzale per guardare le
stelle.
Hiroto, il mio ragazzo, in camera mia, nel mio letto che avrebbe
dormito
insieme a me. Era vero? Era tutto così fantasticamente vero?
Non mi accorsì che
Hiroto era entrato e lo sentì cingermi la vita da dietro.
Hiroto: A
cosa pensi?
Kilari: E’
tutto
vero? Non sto sognando? Perché se è un sogno, non
voglio che mi svegli…
Hiroto: Non
è un
sogno, amore mio…
Mi girai piano e mi ritrovai di fronte
a lui. Amore mio, che
dolce… Mi baciò di nuovo, con più
vigore, mantenendo quella dolcezza che sempre
adoravo. Prese la mia mano e, una volta finito il bacio, mi
guidò nel letto,
dove scostò le coperte e mi fece sdraiare, seguendomi subito
dopo. Il caldo era
così forte, lo sentivo bene, che non ci coprimmo nemmeno.
Hiroto, ancora una
volta mi abbracciò e mi portò accanto a se con
dolcezza. Io mi appoggiai al suo
petto, ripensando all’idea del sogno. Era tutto
così bello, così magico, che
avevo paura che scomparisse da un momento all’altro. Volevo
godermi quel
momento, alzai lo sguardo incrociando quello del mio Hiroto. Ci fu un
lungo
bacio, eravamo felici insieme, non potevo più pensare alla
mia vita senza di
lui. Si staccò dal mio bacio, scostandomi i capelli degli
occhi e carezzandomi
una guancia con il suo tocco divino.
Hiroto: Buona
notte, angelo mio!
Kilari: Buona
notte, amore!
Chiusi gli occhi, appoggiandomi
nuovamente al suo petto per
dormire. Mi sentivo bene, completa, come ero riuscita a sopportare
questa sua
assenza per tutto quel tempo? Più me lo chiedevo e
più lo trovavo assurdo. Io?
Senza Hiroto? Mai!
|
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Capitolo 34 *** Capitolo 34: Parole, sguardi e possibili addi? ***
Fu la notte più bella della
mia vita, dormì serenamente
appoggiata al petto caldo di Hiroto, mi sentivo al sicuro, protetta da
qualcunque cosa. Quando mi svegliai fra le sue braccia, e
sentì la sua mano
carezzarmi i capelli, mentre mi stringeva forte, capì che
ieri avevo sbagliato,
e che non stavo sognando. Era tutto vero. Alzai leggermente il viso, in
modo da
baciarlo all’improvviso e lui fu un po’ sorpreso,
ma ricambiò il mio bacio.
Mettendomi seduta poi, scesi dal letto e corsi in bagno a vestirmi.
Quando
tornai dal bagno, lui era già pronto.
Hiroto: Andiamo
a
fare colazione e poi subito in agenzia ok?
Kilari: Ce-
mi
fermai. Avevo totalmente dimenticato che mi sarei dovuta incontrare con
Haru,
ma non volevo far capire niente a Hiroto. Ero un po’ agitata,
ma facevo finta
di niente – ok… v-voglio le crepes!!
Hiroto: E
ti
pareva, ma mangi solo quelle?
Scoppiò a ridere e io feci
una faccia abbronciata, corrudando
la fronte.
Kilari: Uffa,
perché mi prendi sempre in giro?? T.T
Hiroto: Perché
non
fai altro che pensare al cibo, ingrasserai così, ahahahha!
“Che cattivo, ma tu guarda
deve rovinarmi l’umore”. Mi girai
verso la porta, la aprì uscendo furiosa e sbattendola forte.
Però mi accostai
accanto, per sentire cosa facesse. Aveva smesso di ridere e stava
urlando il
mio nome per farmi tornare in camera. Risi senza farmi sentire, e
rimasi li,
come se avessi una pistola in mano e stessi per sfondare la porta.
Rimasi
immobile anche quando sentì che si avvicinava dicendo ancora
il mio nome e un
po’ mi fece pena, ma doveva pagare. Quando aprì la
porta camminò sicuro verso
le scale, io corsì verso di lui e lo abbracciai forte da
dietro, appoggiando la
testa sulla sua schiena e la mani strette al suo petto. Lo
sentì mentre metteva
una mano sulle mie e me le stringeva forte.
Hiroto: Lo
sai che
sei una burlona eh?
Kilari: E
tu sei
troppo stupido, caschi sempre nelle mie trappole – il nostro
tono di voce era
basso, dolce, come se stessimo per piangere.
Hiroto: Però
sei
sempre la mia Kilari…
Kilari: E
tu solo
il mio Hiroto…
Rimanemmo in quella posizione non so
per quanto tempo, poi
tutto venne rovinato dal rumore del mio stomaco, che fece capire a
entrambi
quanta fame avessi.
Hiroto: Bene,
andiamo al parco a prendere le crepes!
Kilari: Giusto!!
Hiroto: Non
fare
in modo che mi si svuoti il portafoglio chiaro?
Gli feci la linguaccia e uscimmo di
casa. Ci avviammo verso
il mio venditore di crepes preferito, e comprai 6 crepes alla nutella,
5 con
aggiunta la banana, 5 con i frutti di bosco e 4 con
l’aggiunta degli smarties.
Mi ero trattenuta perché c’era Hiroto, non volevo
fargli spendere troppo e con
quelle in mano corremmo in agenzia. E lì pensai al mio
appuntamento, Haru mi
aspettava dietro l’agenzia, non sapevo cosa avrebbe voluto
dirmi e mi
preoccupava un po’.
Seiji: Ehiiii,
piccioncini?!?!
Seiji ci chiamava dalla finestra
dell’agenzia. Com’era buffo
quando era allegro e faceva in quel modo. Sentì Hiroto
ridere e io feci lo
stesso.
Seiji: Hiroto
sbrigati, il direttore ti deve parlare!!
Hiroto: A
me?
Perché mai?
Seiji si fece serio, qualcosa mi
preoccupò più di quanto già
non lo fossi.
Kilari: Hiroto,
tu
vai non preoccuparti, io ti raggiungo fra un attimo.
Stava per chiedermi il
perché, ma Seiji continuava a
chiamarlo, perciò mi salutò con un bacio veloce e
andò nell’ufficio del
direttore. Rimasi a guardarlo mentre varcava la soglia e entrava, poi
mi
diressi verso il retrò dell’agenzia. Senza neanche
il tempo di vedere se ci
fosse o guardarlo negli occhi, mi sentì prendere dalle
spalle e appoggiare al
muro. Me lo ritrovai di fronte, con il viso abbassato, la frangetta che
gli
comprova gli occhi.
Kilari: Ha-Haru
c-cosa fai?
Haru: Scusa
– mi
lasciò andare, ma non alzò lo sguardo –
pensavo non venissi più…
Kilari: Invece
ci
sono… vuoi dirmi cos’hai, mi spaventi!
Haru: Kilari,
io…
Kilari: Cosa,
cos’è successo?
Perché aveva reagito in
quel modo? Mi faceva paura…
Haru: Ho
deciso di
lasciare il mondo dello spettacolo!
Cosa? Haru vuole
andarsene…perché? Stava scherzando, vero?
Rimasi paralizzata, con gli occhi spalancati.
Kilari: Tu…tu
scherzi, vero?
Poi, per la prima volta in quella
giornata, alzò gli occhi e
rimasi ancora sconvolta.
Haru:
Ti sembra la
faccia di uno che scherza? – Alzo di molto il tono della
voce, come per
rimproverarmi. Lacrime. Stava piangendo? Ma allora
perché…?
Kilari: Perché
vuoi lasciare tutto se ci stai così male? Perché
vuoi lasciare i tuoi amici,
perché… perché vuoi lasciare me?
A quelle parole, diventò
ancora più triste, tutto si svolse
velocemente. Mi afferrò una mano sussurrando il mio nome e
mi tirò a se.
Credevo volesse abbracciarmi, perciò io gli misi le mani
dietro la schiena, ma
non appena lo feci, lui girò la testa verso la mia,
appoggiata alla sua spalla,
e mi baciò. Spalancai gli occhi. Cosa stava facendo? Mi
aveva baciata? Mi stava
baciando! Ma era pazzo? Se Hiroto fosse stato lì…
non volevo neanche pensarci,
chissà cosa avrebbe pensato. Cercai di divincolarmi, ma le
mie braccia erano
bloccate dalle sue che mi stringevano forte. Cercai di allontanare la
bocca e
quando ci riuscì, cominciai a urlare.
Kilari: Haru,
lasciami… basta!
Mi lasciò andare e
caddì seduta a terra, la schiena contro il
muro. Mi sentivo morire in quel momento, la testa cominciò a
farmi male, avevo
un forte senso di confusione, non capivo più niente.
Perché mai aveva reagito
in quel modo, perché mi aveva baciata, sapendo che io stavo
con Hiroto? Ero
delusa, agitata, turbata, furiosa! Piano piano mi alzai, e cercando di
non
esagerare, gli chiesi il perché di quello stupido gesto,
alzando la voce come
lui aveva fatto con me.
Kilari: Che
diavolo ti è preso? Haru, se c’è
qualcosa che ti turba puoi anche dirmelo, ma
baciarmi sapendo che sto con Hiroto non ti servirà a farmi
cambiare idea… io
amo lui!
Haru: Mi-mi
dispiace! Non so cosa mi sia preso ma… Kilari, anche io ti
amo, questo lo sai e avrei tanto
voluto
che tu avessi scelto me…
Kilari: Haru…
scusa, è meglio che vada, mi staranno
aspettando…ci vediamo! – Mi girai e andai
verso il lato opposto dell’edificio, agitata più
che mai. Dopo quello che mi
era successo, non sapevo come guardare Hiroto negli occhi.
Haru: Kilari
– mi
girai di scatto verso di lui, per capire cosa ancora volesse
– molto
probabilmente, noi non ci rivedremo più. Io non torno
più in agenzia!
Cosa dovevo rispondergli? A me
importava di lui, era mio
amico, gli volevo bene, ma dopo quello che aveva fatto… come
avrei dovuto
reagire?
All’improvviso, dal lato
opposto in cui ero io, dietro Haru,
Hiroto corse velocemente verso di lui, lo tirò per una
spalla facendolo girare
e gli diede un pugno ben assestato in faccia.
Hiroto: Prova
di
nuovo a toccarla e finirai peggio…
Con la mano sulla guancia, che poi
spostò sulla bocca
accorgendosi che era gonfia e in più sanguinava, si
alzò e contraccambiò il
pugno. Io ero spaventata. Dal momento in cui Hiroto gli aveva dato un
pugno,
avevo cominciato a urlare, chiedendo loro di smetterla. Ma entrambi
continuavano, come se io non stessi dicendo niente.
Hiroto:
Te ne puoi
anche andare, a me e a Kilari non importa, noi ci amiamo e tu non devi
interferire….
Hiroto, come faceva a saperlo? Che
avesse sentito? Ma io non
volevo che Haru se ne andasse, era pur sempre mio amico.
Kilari:
Io non
voglio che se ne vada, non lo sopporterei…
Hiroto:
Kilari…
che stai dicendo… - spalancò gli occhi e mi
guardò incredulo – tu... tu lo
ami?
Kilari:
No! Io amo
te, dannazzione…ma Haru è mio amico, ho bisogno
di lui…
Haru:
E non pensi
al fatto che io ne soffrirei?
Hiroto:
Sta
lontano dalla mia ragazza, Haru, non voglio più
ripeterlo…
Stavano continuando a prendersi a
botte, sarei impazzita… La
testa cominciò a pulsare più forte, a fare male,
non sapevo come fermarli, ero
ancora più agitata. Dovevano smetterla, dovevano…!
Kilari:
BASTA!! – corsi
decisa verso di loro e diedi uno schiaffo a entrambi - Sono stufa dei
vostri
litigi, sono stufa di tutto questo….Haru, prima ti metti in
testa che amo
Hiroto e meglio sarà per te… non voglio che
soffri e non devi abbandonare la
tua carriera… - poi mi girai verso il mio ragazzo, e da
dietro arrivarono anche
Seiji, il direttore e la signora Kumoi, ma non mi importava, dovevo
dire ciò
che pensavo - Hiroto devi capire che io ad Haru ci tengo
perché c’è sempre
stato quando tu non c’eri e che lui è il mio
migliore amico, oltre Seiji… - il mal
di testa era sempre più intenso, tutto cominciò a
girare e io barcollavo
pericolosamente - e forse lui (Seiji)… è
l’unico… -mi mancava il respiro, ogni
secondo il fiato mi usciva sempre più lentamente, i loro
volti si facevano
sempre più sfocati e sentivo freddo, tanto
freddo…- che mi abbia… mai capita….
come amica…
Detto quello svennì e non
vidi più niente, sentì solo il
rumore del mio corpo che cadeva per terra, il mal di testa che
scoppiò molto
più forte, e gli urli di tutti attorno a me. Qualcuno mi
prese da terra, ma non
capì chi perché persi conoscenza.
Angolo autrice:
Eccoci
qua! :D
La
vostra pazza amica Valix è tornata, dopo la Befana! xD
Ahahah,
qui c'è un'altro bel capitolo.. stiamo per
finireee!!
Spero
che recensirete fino all'ultimo! **
Sempre
grazie mille a Julia28 che
ha recensito alcuni dei capitolo e che mi ha incitato a continuare la
pubblicazione della storia! Sei troppo buona! XP
E
poi grazie anche a laurettaforever che
ha recensito il capitolo prima di questo con Julia!
E
un grazie speciale va anche a tutti quelli che stanno leggendo questa
storia! Grazieeeeeee!
E
ooooraaa.. vi saluto!!
Un
bacioneee!
La
vostra Valix.
:D
|
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Capitolo 35 *** Capitolo 35: Litigi, nuovi amori e scuse ***
Dalla parte
di Hiroto.
Hiroto: E’
tutta
colpa mia! E’ tutta colpa mia, scusami piccola.
Piangevo. Lei era fra le mie braccia,
il suo viso era bianco
come un lenzuolo, tremava, anche se eravamo a luglio. E tutto quello
per colpa
mia. Ci infilammo tutti, compreso quell’idiota di Haru, nella
macchina del
direttore e corremmo all’ospedale. Sarà stata una
ricaduta di quello che era
successo tempo prima, quando la mia agitazione era alle stelle come in
quel
momento, quando ci eravamo baciati per la prima volta. E adesso lei era
lì,
priva di sensi, con la testa appoggiata al mio petto. Mi sentivo uno
stupido,
era tutta colpa mia, solo ed esclusivamente mia. Mi ero innervosito a
causa di
Haru. L’aveva baciata e io avevo visto tutto. Di questo,
dovevo ringraziare
Seiji…
Poco tempo
prima, in
agenzia.
Avevo lasciato Kilari sola
all’entrata dell’agenzia ed ero
salito per vedere cosa voleva il direttore. Entrai e notai subito che
c’era un
atmosfera un po’ tesa.
Hiroto: Buon
giorno a tutti…
Non mi rispose nessuno,
perciò capì che c’era davvero
qualcosa che non andava.
Hiroto:
Cos’è
successo?
Direttore: Hiroto…
si tratta di Haru… ha deciso di lasciare l’agenzia!
Hiroto: Cosa?
E
perché mai?
La cosa non mi dispiaceva
più di tanto, ma non aveva senso!
Signora
Kumoi: Non
ce lo ha detto , ma crediamo abbia a che fare con Kilari…
per questo ti abbiamo
chiamato…
Ora si che mi importava. Cosa voleva
Haru dalla mia ragazza?
Hiroto: Cosa
c’entra Haru con Kilari? Che diavolo vuole quello da lei?
Direttore: E’
solo
un sospetto di Seiji, Hiroto, calmati! Haru e Kilari, quando tu e lei
non
stavate ancora insieme, erano molto uniti. Ma da ieri e poi anche oggi,
Haru è
un po’
strano, silenzioso, e ora è
uscito con questa storia di voler abbandonare tutto.
Seiji: In
più è
appena passato qui vicino all’agenzia e poi ha prese il
vialetto qui vicino per
andare dietro l’edificio… - mi avvicinai alla
finestra e me lo indicò.
Hiroto: E
Kilari
non è ancora salita… vado a cercarli!
Fine
Infatti, Seiji aveva ragione, e Haru
era con Kilari… Non avrei
mai immaginato di vederli mentre si baciavano. La rabbia era forte, non
solo
perché Haru la stava baciando, ma perché Kilari
lo aveva abbracciato, anche se
poi mi ero accorto che era lui che la teneva. E dopo il
litigio… questo! Non
potevo sopportare di vedere la mia unica ragione di vita, ridotta in
quel modo.
“Dovrei esserci io al suo
posto, dovrebbe essere successo a
me, non a lei”.
Kilari:
Hiroto… -
Kilari piangeva, sussurrava il mio nome, tutto somigliava a quello che
era già
successo una volta. E ancora una volta era colpa mia. Sapevo che Kilari
non
riusciva a reggiere una situazione del genere. Eppure l’avevo
ridotta io in
quello stato, era solo colpa mia.
Finalmente arrivammo in ospedale e il
dottore ci disse di
portarla in una camera vuota che ci indicò, lì
accanto. Fecimo come ci disse e
quando arrivò, volle controllarla. Eravamo tutti fuori ad
aspettare, io tremavo
e avevo paura, ma si doveva sistemare tutto, si ne ero sicuro si
sarebbe
sistemato tutto. Poi finalmente il dottore uscì e tutti ci
avvicinammo a lui
per saperne qualcosa, ma ci anticipò nel parlare.
Dottore: Ho
letto
la cartella clinica della signorina Tsukishima, ho visto che una cosa
del
genere era già successa. Questo le somiglia per i sintomi
che presenta che come
reazione della ragazza, ma è tutto apposto, Kilari sta bene.
Ci fu un sospiro di sollievo da parte
di tutti. E io ero
felicissimo, la mia Kilari stava bene. E volevo vederla.
Hiroto: Seiji,
chiami suo padre, per favore? Dottore, possiamo vederla?
Dottore: Certo,
come dicevo sta bene, e in più è già
sveglia.
Mi illuminai, non tremavo
più, ero troppo felice per
continuare a stare lì come un palo. Corsi nella camera di
Kilari, la aprì, e
vidi il mio angelo con ancora le lacrime agli occhi che diceva il mio
nome.
Dalla parte
di Kilari
Quando mi svegliai, ero molto confusa.
La testa mi girava
tantissimo, ma ero sdraiata su qualcosa di morbido, un letto forse, e
sotto la
testa c’era un cuscino. Girai la testa, cercando di guardarmi
intorno. Vidi
solo un signore, in camicie bianco, che scriveva delle cose su una
cartella. Lo
guardai. Poteva essere sulla quarantina, alto, capelli neri e occhi
castani.
Alzò lo sguardo dalla cartellina e vide che ero sveglia.
???: Ben
svegliata
piccola, sai dove ti trovi?
Kilari: No…
???: Sei
in un
ospedale, io sono un dottore, sei svenuta poco prima mentre eri con i
tuoi
amici. Ricordi?
Si, pian piano cominciai a ricordare
tutto quello che era
successo. Hiroto a casa mia, le crepes, la chiaccherata animata con
Haru dietro
l’agenzia, il suo bacio improvviso, l’intervento di
Hiroto e il loro litigio,
poi li avevo fermati urlando, avevo cominciato a sentirmi male
e… non ricordavo
altro, forse era lì che ero svenuta.
Kilari: Si…
si
ricordo!
Dottore: Bene,
nessun danno alla memoria – scrisse nella sua cartellina e
tornò a guardarmi –
Bene, vado ad informare i tuoi amici.
Si girò e uscì
dalla camera. Sentivo la sua voce proprio
davanti alla porta, che parlava ai miei amici di quello che mi era
successo.
Mentre dormivo, avevo sognato di nuovo Hiroto e tutto si era ripetuto
come
l’altra volta, credevo di non svegliarmi più. Ma
questa volta, una cosa era
diversa: sapevo che Hiroto mi amava e che io amavo lui e lo avevo
sentito
vicino a me tutto il tempo. Perciò mi ero svegliata. Ora
dovevo solo aspettare
che venisse da me. La lontananza mi uccideva, sapere che lui era vicino
a me,
ma che ancora non potevo vederlo… era difficile aspettare.
Qualcuno aprì la
porta ed entrò. Era lui, il mio Hiroto. Il suo viso, come il
mio, era rigato di
lacrime.
Kilari: Hiroto
Feci per mettermi seduta, poi lui
venne verso di me, e mi
abbracciò stretta, cullandomi nel suo abbraccio.
Hiroto: Scusa
amore mio, scusa. E’ tutta colpa, non avrei dovuto reagire in
quel modo, mi
dispiace, mi dispiace…
Mi stringeva forte a se e le mie
lacrime diventavano sempre
più intense, avevo paura che quel momento finisse da un
momento all’altro, se
solo gli avessi detto del bacio… ma dovevo, non avrei
sopportato di tenermelo
nascosto.
Kilari: Hiroto…
Prima, in agenzia… Haru mi ha… mi ha baciata! Io
credevo volesse abbracciarmi
perché stava male, e invece mi ha baciata, ma ti giuro che
non ne avevo
l’intenzione, scusa è stata solo colpa mi-
Mi mise un dito sulla bocca, poi mi
alzò il mento e mi guardò
con un’espressione di gioia negli occhi.
Hiroto: Non
dire
che è colpa tua… io ho visto tutto,
tranquilla… Ma non pensiamoci più la cosa
importante è che tu stia bene, Kilari.
Annuì. Prese il mio viso
dalle mani e, come la prima volta,
mi baciò leggermente sulle labbra. Io mi allacciai al suo
collo e lo tirai a
me, intensificando il bacio. La sua lontananza l’avevo
sentita troppo.
Rimanemmo allacciati così per molto, poi ci dovemmo
staccare, per riprendere
fiato.
“Fortunatamente non ci sono
flebo o macchinari attaccati a
me, a quest’ora si sentiva il mio battito cardiaco a
mille” pensai.
Lo tirai di nuovo a me e continuammo a
baciarci. Nel mio
corpo scorreva elettricità, e man mano che i baci
crescevano, anche quella
cresceva, diventava più intesa. Il mio cervello stava
andando in tilt, non
sapevo più controllarmi. Era come se entrambi avessimo fame
l’uno dell’altro.
Hiroto mi fece sdraiare e, salendo sul lettino, si mise sopra di me.
Ormai
eravamo entrambi incontrollabili. Hiroto era soltanto mio, mi sentivo
protetta,
nessuno ci avrebbe mai divisi. Quei baci rischiavano di farci
impazzire,
sentivo che non avrei resistito ancora per molto. Sentivo le sue mani
sulle mie
spalle, pronte ad agire, e le mie mani sul suo petto. La situazione ci
stava
sfuggendo di mano. Lì fuori c’erano i nostri amici
e noi stavamo perdendo il
controllo. Mi staccai piano e cominciai ad ansimare.
Kilari: Tesoro…
lì
fuori… ci sono… i nostri…
amici…
Hiroto: Già…
forse… anche tuo padre…
Sbiancai.
Kilari: Lui
non
sa… ancora niente… di te…
Hiroto si alzò da sopra di
me e mi si mise a sedere accanto.
Hiroto: Non
preoccuparti, gli parlaremo insieme.
Kilari: D’accordo.
Senti… non voglio stare in questo stra maledetto letto
d’ospedale – dissi
ridendo per alleggerire la tensione – Puoi chiedere al
dottore se posso
scendere?
Hiroto: Lo
faccio
venire, d’accordo?
Annuì. Mi diede un bacio in
fronte e andò a chiamare il
dottore. Vidi Hiroto rientrare con lui e chiesi se potevo alzarmi.
Dottore: Dimmi
Kilari, cosa c’è?
Kilari: Dottore,
posso alzarmi oppure è ancora pericoloso?
Dottore: Sarebbe
meglio se tu rimanessi lì ancora un po’,
però se vuoi possiamo alzare un po’ il
lettino per farti sedere.
Annuì.
Dottore: Giovanotto,
potresti aiutarmi a sollevare quella leva lì?
Hiroto: Certo!
Mi misi a sedere, mentre Hiroto e il
dottore alzavano la
spalliera di quello che prima era un letto.
Kilari: Grazie…
Hiroto: Faccio
entrare gli altri… a dopo!
Kilari: Si,
a
dopo.
Uscì col dottore e, al suo
posto, entrarono Noeru e Subaru,
ansimanti, con le mani intrecciate. Aspetta… con le mani
intrecciate??
Subaru: Kilari,
è
successo di nuovo? Come stai, tutto apposto? Sei sveglia no? Stai bene
vero?
Kilari: Se
magari
chiudi la bocca te lo dico. Si, sto bene è tutto apposto. E
credo che anche tu
stia piauttosto bene – dissi mentre guardavo le loro mani
ancora intrecciate.
Entrambi diventarono rossi e fu Noeru a parlare.
Noeru: Beh
vedi…
mentre organizzavamo il tuo compleanno…
Subaru: …
si
abbiamo cominciato a… parlarci e…
Ahahah, avevo già capito,
ecco perché la sera prima non era
tornato a casa. Risi e li guardai in faccia, sembravano due peperoni.
Kilari: Ahahahah,
dovreste vedervi ragazzi… si capisce che state insieme
ahahah…
Tirarono un sospiro di sollievo, erano
grati che fosse uscito
dalla mia bocca.
Kilari: E…
gli
altri lo sanno…?
Subaru: Si…lo
sanno tutti… ora anche tu!
Kilari: Perché
sono
sempre l’ultima a sapere le cose?
Subaru: Boh,
è
così e basta…
Scoppiammo tutti a ridere e ci
abbracciammo. Prima che però
uscissero, diedi il colpo di grazia a mio fratello.
Kilari: Ecco
dov’eri ieri sera…
Diventò rossissimo e
uscì fuori come se stesse per andare a
fuoco. Dopo salutai tutti gli altri, il direttore, la signora Kumoi,
papà,
Baba-chan… poi fu il turno di Haru che entrò con
Hiroto. Si vedeva bene da
lontano, che quei due non si sopportavano…
Angolo autrice:
Cantiamo l'Alleluiaa!
Perchè si, ci sono, ho pooostatooo! xD
Eeeh, scusate, qualche intoppo col pc e poi in questi giorni EFP era un
pò sballato..
comuqneu, ecco a voi il PENULTIMO capitolo..
..ormai manca poco!
Un ringraziamente a chi continua a seguire la storia e ai
recensitori/trici dei capitoli..
GRAZIE GRAZIE GRAAAZIIEEE!
Un bacioneee e... all'ultimo capitoloo!
Valix. :D
|
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Capitolo 36 *** Capitolo 36: Tutto è bene, quel che finisce…molto bene! - Extra: Qualcosa di nuovo. ***
Capitolo 36:
Tutto è bene, quel che finisce…molto bene!
Extra: Qualcosa di nuovo.
Eeeeh voilà!!
Siamo arrivati all'ultimo
capitolo della storia!!
Premetto che alla fine ci
sarà un piccolo extra,
riguardante un
personaggio già inserito nella storia,
come vedete dal titolo..
Tutto dedicato al mio
tesoro Julia che
oggi fa 15 anni!!
Auguriiiiiiii!! Ti voglio
beneeeee!! <3
Te l'avevo detto che ti
avrei fatto una sorpresa!! xP
Ringrazio inoltre tutti
quelli che mi hanno accompagnata nella pubblicazione
della storia.. senza di
voi non l'avrei MAI continuata!!
Perciò..
grazie, grazie, grazie grazie!!
:'''D
Un bacioniiiissimoooo!
E...
.. Buona lettura!!
La vostra pazziiiissima
Valix. ;D
Guardavo le mie gambe, sul letto. C’era molta tensione, in
quella piccola stanza dell’ospedale. La sentivo bene, tutti e
tre eravamo in
silenzio, senza parlare. Che dire per rompere il ghiaccio? Non lo
sapevo neanche
io.
Haru: Kilari…
Mi voltai piano verso Haru, che
guardava il pavimento,
dispiaciuto per quello che era successo. Ormai quello che era successo
era
successo, non c’era bisogno di sentirsi in quel modo.
Kilari: Non
ce
l’ho con te… davvero! Ma voglio capire
perché hai reagito in quel modo… nn
sembravi più tu, Haru! Il ragazzo che ho conosciuto io era
gentile,
intelligente, carino, spigliato, sempre pronto a consolarmi se ero
triste – una
lacrima mi scese dal viso mentre ricordavo tutte le volte in cui avevo
pianto
per Hiroto e in cui lui c’era sempre, mi abbracciava, mi
diceva di non piangere
e di non pensarci, che tutto si sarebbe sistemato – mi manca
quel ragazzo,
Haru… mi manca la persona dolce e sorridente che eri prima.
Perché ti sei
comportato così?
Le lacrime scendevano sempre
più veloci mentre i miei occhi
si perdevano nei suoi, che aveva alzata lo sguardo e mi aveva vista
versare
lacrime silenziose.
Haru: Io…
io non
lo so, Kilari. La gelosia mi ha completamente offuscato la mente in
quel
momento. Mi dispiace davvero, è colpa mia se
adesso… –abbassò di nuovo lo
sguardo, strizzando forte gli occhi- … se adesso stai
così… scusami, scusami io
non avrei dovuto, mi dispiace…
Mentre continua a parlare, piano e
molto lentamente, spostai
le gambe dal letto al suo bordo e mi diedi una leggera spinta per
scendere.
Hiroto: Kilari!
Sentì un forte mal di testa
invadermi e per poco non
cominciai a barcollare e cadere per terra, ma mi costrinsi a rimanere
cosciente
e a camminare verso il mio amico, ancora con la testa abbassata che
continua a
scusarsi. Camminai verso di lui, lo presi per le spalle e lo
abbracciai. Lui
rimase un po’ sorpreso, ma poi ricambiò
l’abbraccio.
Kilari: Non
sentirti in colpa, io sto bene… e so che adesso sei tornato
quello di prima. So
che è difficile da accettare il fatto che io non ti ricambi
e io stessa per
tutto questo tempo ho pensato che Hiroto non mi amasse, so come si ci
sente… ma
troverai anche tu la persona che ti fa sentire come lui fa sentire me.
E quando
la incontrerai, io voglio essere la prima a conoscerla.
D’accordo?
In quel momento ci staccammo
dall’abbraccio, entrambi in
lacrime. Però ero felice di aver finalmente chiarito con
Haru. Ora potevamo
tornare tutti ad essere amici. Mi girai e cercai piano di andare verso
Hiroto,
la testa girava ancora molto, ma anche molto meno di quella mattina.
Sostenendomi nel bordo del letto, presi la mano del mio Hiroto e lo
trascinai
piano verso Haru. Lui mi teneva stretta a se dalla vita e io mi tenevo
aggrappata a lui dalla maglietta, evitando così di cadere.
Una volta davanti ad
Haru, mi misi al centro fra lui e Hiroto e cercai di farli
riappacificare.
Kilari: Voi
due
non siete mai andati tanto d’accordo, questo l’ho
capito subito. Nonostante
questo, ora dovete assolutamente fare pace e, perché no,
diventare amici!
Haru/Hiroto: Ma…
Kialri: Niente
ma,
o vi costringerò a stare appiccicati per una settimana. Ora,
mano!
Presi la mano di Hiroto e con
l’altra quella di Haru e le
misi sospese a mezz’aria. Loro si guardarono con aria
diffidente, poi si
sorrisero e si presero la mano.
Hiroto: Se
non
cercassi di rubarmi la ragazza, mi staresti simpatico!
Haru: Se
lei non
amasse te… forse anche tu mi… - pensò
un po’ alla sua risposta, poi continuò -
no, credo neanche in quel caso…!
Scoppiammo tutti a ridere, finalmente
quei due cominciavano
ad andare d’accordo, anche se con battute pessime. Dopo
qualche altra battuta e
una bella chiaccherata a tre, Haru se ne andò. Il dottore mi
disse di rimanere
lì tutta la notte, in caso succedesse qualcosa e io ne
approfittai per farmi
una bella dormita, con Hiroto che si addormentò seduto
accanto a me, la testa
poggiata sul letto e le braccia attorno ad essa, e la sua mano
saldamente
intrecciata alla mia. E così mi svegliai il giorno
dopo… o quasi!
Hiroto era sdraiato accanto a me, mi
guardava con occhi dolci,
carezzandomi i capelli. Mi persi nei suoi occhi, lui fece lo stesso e
senza
rendercene conto ci stavamo baciando.
Hiroto: Ben
svegliata, piccola mia.
Kilari: Grazie…
-
sorrisi.
Hiroto scese dal lettino, prese le mie
mani e mi fece
scendere. Strano, non sentivo più ne mal di testa, ne
confusione come ieri.
Vedendo il mio sguardo confuso, cominciò a spiegarmi.
Hiroto: E’
stato
il dottore a dirmi di farti alzare, e come vedi ora sei in grado di
camminare
di nuovo senza cadere, ma non esagerare ok?
In tutta risposta, sorrisi e gli salti
addosso, così felice
di stare di nuovo bene e di poter tornare a lavoro. Con le mani
intrecciate,
uscimmo e trovammo tutti fuori ad aspettarci, mio padre e mia nonna
compresi, chi
con le lacrime agli occhi, chi felice di vedermi finalmente in piedi.
Papà:
Kilari… noi
due dobbiamo parlare…
Vidi mio padre fissare le nostre mani
congunte. Io e Hiroto
ci guardammo e diventammo rossi come peperoni, sentivo qualcuno
sghignazzare
(Seiji, Subaru… forse anche Haru! Ah, me
l’avrebbero pagata…) e altri fissarci
rassegnati. Mio padre non lo sapeva ancora!!
Kilari: Papà
io…
Poi mio padre scoppiò a
piangere, mentre la nonna accanto a
lui era depressa per via di me e Hiroto, povera nonna…
Papà mi abbracciò.
Papà:
La mia
bambiiinaaa! Non solo si è ripresa, ma si è anche
fidanzataa! Sei cresciuta
troppo in fretta piccola mia.
Lascai la mano di Hiroto e
contraccambiai l’abbraccio con mio
padre.
Kilari: Papà
non
fare così dai… - piangeva a dirotto, poi
però si staccò di improvviso e, serio,
si mise davanti a Hiroto.
Papà:
Hiroto… non
fare soffrire la mia bambina.
Hiroto mi guardò, sembrava
serio e divertito allo stesso
tempo.
Hiroto: Non
si
preoccupi, non la deluderò.
Finiti tutti i discorsi su me e Hiroto
e sulla mia salute,
uscimmo dall’ospedale facendo una mega festa in agenzia.
Mangiai così tanto che
quasi mi sentivo scoppiare, ma ero felice. Finalmente, per una volta,
tutto
andava come doveva. La festa finì tardi, verso mezzanotte, e
tutti tornarono a
casa.
Hiroto: Andiamo?
Kilari: Mi
accompagni tu a casa? Sai, mio padre…
Hiroto: E’
tutto
apposto, ho parlato con lui.
Lo guardai confusa, ma poi lo
seguì, salutando tutti e
uscendo dall’agenzia. Notai che aveva preso
un’altra strada, e solo dopo la
riconobbi.
Kilari: Hiroto,
questa non è casa mia… è casa tua!
Hiroto: Lo
so, ho
il permesso di tuo padre, perciò non preoccuparti.
Salimmo le scale, arrivammo alla sua
porta e lui l’aprì con
le chiavi.
Kilari: Ma
non
darò fastidio a tua madre e i tuoi fratelli?
Hiroto: Non
ci
sono… sono tutti in vacanza…
Kilari: Oh,
bene…
Erano tutti in
vacanza…aspetta! Questo voleva
dire…c-che…
diventai rossissima a quel pensiero, eravamo soli in casa! Hiroto se ne
accorse
e prese il mio viso fra le mani.
Hiroto: Che
hai?
Kilari: N-niente…
Con un braccio mi cinse la vita e con
l’altra mi carezzò la
guancia, per poi darmi un lungo bacio sulle labbra. Piano, timidamente,
mi
allacciai al suo collo, ricambiando il bacio. Mi appoggiò al
muro, che somigliava più ad una porta, e mi
baciò con più intensità. Quei baci,
quelle sensazioni, tutto come il giorno
prima, sul letto dell’ospedale. Sentivo
quell’elettricità invadermi e diventare
sempre più intensa, non mi lasciava respirare. La bocca di
Hiroto giocava fra
le mie labbra, il mio orecchio, l’incavo del mio collo e
lasciava dietro si se
una scia di piacere indescrivibile. Spostò la mano da me a
quella che sembrava
una maniglia e la porta si aprì. Entrammo nella sua camera,
illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra, le
nostre bocche
ancora unite. Lui chiuse la porta e mi fece indietreggiare fino al
letto, dove
poi ci ritrovammo sdraiati.
Hiroto: Dove
eravamo rimasti ieri?...
Kilari: Credo
che…
fosse allo stesso punto… in cui siamo ora… -
sorrisi e ricominciai a baciarlo.
… penso che sia chiaro cosa
successe quella sera. Avevo
provato ad immaginare molte volte come sarebbe stata la mia prima
volta, e
quella fu anche meglio. E fu sotto quel flebile raggio che io e Hiroto
sigillammo il nostro amore.
7 anni
dopo…
Kilari: Fujiko?!
Una piccola bambina da capelli castani
chiari, occhi rossi,
magra e alta, per i suoi 6 anni, sbucò dal salotto e venne
da me in cucina.
Fujiko: Che
c’è,
mamma?
Kilari: Sbrigati,
è tardi, devi andare a letto che domani
c’è la scuola!
La mia bambina sbuffò, non
voleva mai andare a letto, senza
aver salutato una “certa persona”. Venne verso di
me in cucina, salendo sulla
sedia accanto a me.
Fujiko: Ok
mamma –
mi diede un bacino sulla guancia, e in quel momento sentimmo la porta
battere e
una voce provenire dall’ingresso.
???: Dove
sono le
mie ragazze?
Fujiko: Papà!
Fujiko corse fino a dove proveniva la
voce e tornò in cucina in
braccio al suo papà.
Hiroto: Ciao
amore!
Kilari: Ciao…
- mi
diede un bacio e posò la bambina per terra.
Fujiko: Bene,
ora posso
andare a letto!
Piena di vitalità come al
solito, diede un bacino anche al
suo papà e corse al piano di sopra in camera sua.
Kilari: Come
è
andata…?
Hiroto: Come
al
solito, l’agenzia brulica di nuovi talenti!
Da poco tempo, Seiji e Hiroto erano
diventati i nuovi agenti
dell’agenzia Muranishi e lavoravano incontinuazione. Il
signor Muranishi li
aveva ingagiati, dato che avendo una famiglia alle spalle, fare gli
idol era
diventato difficile.
Andammo subito a letto, dato che lui
aveva cenato in agenzia
e io con Fujiko.
Hiroto: E
pensare
che una volta c’eravamo noi al posto di quei ragazzi che oggi
sono famosi
quanto noi…
Kilari: Già,
è
difficile da credere… chissà se un giorno anche
Fujiko lo diventerà!
Hiroto: Non c'è fretta…
Ci sdraiammo, io appoggiai la testa
sul suo petto mentre lui mi
carezzava i capelli. Ci addormentammo felici, come lo eravamo stati
fino a quel
momento.
La mia famiglia era la cosa
più importante per me, finché avrei
avuto loro, per me sarebbe stato il paradiso.
Intanto..
???: Grazie,
vi adoro tutti!! Ci rivediamo al mio prossimo
concerto!
Julia fece l’occhiolino a
tutti i suoi fan e andò via dal palco, in
fondo, verso i camerini. Si sentiva stremata per il suo primo concerto
a Tokyo,
ma i fan l’avevano ripagata con un affetto che non credeva
possibile, perciò
quella fatica che sentiva era persino piacevole. Entrando in una
stanzetta al
caldo, si mise davanti allo specchio e si scrutò con
attenzione. Il trucco
leggero, giusto un po’ sbavato sugli occhi, le dava
l’aria stanca che si sentiva
di avere. Attorno agli occhi castano scuro l’ombretto lilla
brillava ancora e
la matita dello stesso colore li faceva risplendere, seppure un
po’ rovinata a
causa del sudore. Le labbra piccole erano ancora toccate dal
lucidalabbra che
le rendeva morbide e i capelli che le incorniciavano il viso erano
lisciati
dalla piastra e d’un nero lucente. Amava i suoi capelli. Non
era una brutta
ragazza, alta, magra, piccoli occhi da bambina, tratti del viso morbidi
ma
decisi, che le davano un aria adulta quanto bastava per i suoi 18 anni,
compiuti.. esattamente quel giorno, il 28 Gennaio! E che regalo poteva
farle
Tokyo, la sua nuova città, se non quello di avere dei fan
così fantastici anche
lì? Dopo aver debuttato, a 16 anni, in America, aveva deciso
di stabilirsi un
po’ lontano dalla famiglia, per responsabilizzarsi di
più, aveva trovato un
appartamento molto grazioso accanto all’agenzia dove
lavorava, l’Agenzia
Muranishi, e aveva fatto il suo primo concerto il giorno dei suoi 18 anni! “Wau..
sono cresciuta parecchio dalla
prima volta.. e ora sono maggiorenne!” si disse. Da piccola
adoravo tre idol in
particolare, che avevano debuttato a Tokyo.
-Il mondo è con te,
Kilari.. Il mondo è per te, se lo vuoi..-
Si ritrovò a canticchiare una vecchia canzone di Kilari
Tsukishima, idol che
stimava e che aveva sempre seguito come esempio, sperando di diventare
come
lei. E c’era riuscita, o almeno era in procinto di riuscirci.
Gli Ships, gruppo
composto da Hiroto Kazama e Seiji Hiwatari, era stato l’altro
punto su cui si
appogiava. E poi la prima idol e il moro degli Ships.. sapeva che ora
erano
sposati e aveva sempre sostenuto che erano una coppia fantastica.
“Potrei
trovare anch’io l’amore così!”
penso, fantasticando su quel ragazzo che aveva
visto apparire molte volte con Kilari e che ora era un cantante
solista. Si
ritrovò ad arrossire allo specchio e lo cancellò
dalla mente. Lui era un
artista completo, lei una principiante al primo anno della sua
carriera.
Cambiandosi, uscì per andare dal signor Muranishi e
salutarlo per tornare a
casa. Girò per i corridoi e finalmente lo trovò
accanto all’uscita secondaria
dell’edificio mentre parlava con qualcuno, di spalle.
Incuriosita, si avvicinò
e lui la notò.
Muranishi: Oh,
Julia! Sei stata davvero grandiosa stasera! Complimenti, sapevo che
avevi
talento!
Mi fermai e sorrisi.
Julia: Grazie
mille, signor Muranishi.
Nel frattempo, la persona con cui
parlava si era girata e
Julia potè riconoscerlo subito. Il cuore le
sussultò in petto e cominciò a
correre, mentre le guancie si coloravano di un tenero rosso.
Muranishi:
Julia,
credo tu abbia sentito parlare di Haru Yamashita! E’ apparso
molte volte con
Kilari Tsukishima e ora è un cantante-attore, per
così dire.
Lui la guardò dapprima un
po’ sconvolto per la bellezza della
ragazza, poi con un dolce sorriso sulle labbra che diventò
malizioso e che fece
arrossire di più Julia.
Julia: Piacere
–
disse, anche se lo conosceva già perché lo aveva
visto, oltre che nella sua
mente pochi minuti prima in camerino, in molti apparizioni con Kilari.
Haru: Piacere
mio
Julia! – disse con voce deciso e con ancora quello stupendo
sorriso sulle
labbra.
Muranishi: Julia
ha debuttato in America e lì è molto apprezzata,
perciò voleva provare a
cambiare città, incrementando la sua fama e conoscendo nuovi
artisti!
Julia annuì.
Julia: Già,
e poi
avevo preso già la mia decisione seguendo Kilari, Hiroto e
Seiji! Li ho sempre
adorati, quindi mi sono voluta buttare anch’io! Adoro questo
mondo e spero di
non doverlo lasciare troppo presto.. – ammise. Haru la
guardò attentamente, poi
annuì e rispose.
Haru: Sono
poche
le ragazze della tua età che hanno questa determinazione, ti
ammiro molto.
Lui la ammirava.. Julia se lo
ripetè in mente molte volte per
non rischiare di credere di star sognando.
Julia: Lo
stesso
per me.. anch’io ti ammiro molto!
Muranishi: Bene,
dopo le presentazioni alìppena fatte, possiamo anche andare!
Julia: Era
giusto
venuta a salutare. Ci vediamo domani! – il signor Muranishi
salutò e andò via.
Julia si era voltata e stava seguendo l’esempio del
direttore, quando una mano
la fermò e riconobbe la voce di Haru.
Haru: Se..
se vuoi
posso accompagnarti! E’ buio, potrebbe essere pericoloso per
una ragazza no?
Di nuovo quel tono malizioso.. come
resistere? E poi, Julia
non sarebbe mai riuscita a dire di no. Gli si avvicinò e lo
guardò con un
sorriso che lasciò senza fiato lui.
Julia: Ho
18 anni,
so badare a me stessa.. – aveva sempre sognato di dire quella
frase! - .. ma un
passaggio lo accettò volentieri, sono stanchissima!
– esclamò, con uno
sbadiglio che fece ridere entrambi. In macchina risero e parlarono del
più e
del meno, conoscendosi meglio. Julia scoprì che Haru aveva
un fratello, Kureno
di 21 anni, che i suoi genitori erano morti quand’era
piccolo, che lui adesso
doveva fare 23 anni e che adorava il suo lavoro. E scoprirono di non
abitare
tanto distanti, perché entrambi stavano vicino
all’agenzia. Dopo 10 minuti di
strada, arrivarono davanti l’appartamento di Julia.
Julia: Grazie
mille per avermi accompagnata – disse, scendendo dalla
macchina e vedendo lui
affacciato al finestrino. Lo vide chiudersi mentre Haru scendeva dalla
macchina
e l’accompagnava al cancelletto.
Haru: E’
stato un
piacere, quando vuoi non esitare a chimarmi e verrò di
corsa! – disse
scherzoso. Si erano scambiati anche i numeri di cellulare!
Rimasero lì a guardarsi per
un po’, impacciati, senza sapere
bene cosa fare. Quando entrambi si avvicinarono e si scambiarono un
bacio sulla
guancia, non poterono fare a meno di ridacchiare.
Julia: Mm..
ci
vediamo domani..
Haru: A
domani
Julia..
Le batteva il cuore così
forte da avere paura che uscisse dal
petto. Lui sorrise e tornò nella sua macchina, andando via e
lasciando Julia in
preda al suo cuore ormai impazzito.
Quella notte lo sognò.
Sapeva che si sarebbero rivisti e che,
magari, qualcosa sarebbe nato fra loro. Ma non c’era fretta.
Nessuna fretta…
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