Frugando tra i segreti del cuore

di Ariel Bliss Russo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Confusione mattutina! ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Un incidente emozionante! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Un po’ d’ordine dietro le quinte. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: In diretta con gli Ships! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Confusione: Verità o bugia? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Esibizione a sorpresa!? ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Un’imbarazzante proposta di lavoro! ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Un nuovo amico! ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Sguardi, emozioni e rivelazioni: appuntamento al buio?! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Chack! Si gira! ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: La storia di Haru (parte 1) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: La storia di Haru (2° parte) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Ogni singolo battito del cuore! ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Amicizia, amore e confusione! ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Sorrisi all’orizzonte. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: E’ il momento di chiarire. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Una nuova stella. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: Primo concerto per Haru e Kilari!! ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: Cuore spezzato ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: La tristezza di un amore perduto! ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: Serata da debutto! ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Haru in vacanza… e ora? ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: Una visita inaspettata. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: Trappola di sentimenti. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: Lotta contro gli incubi. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26: Paura di perderti ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27: Un bacio rubato ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28: L’improvvisa rivelazione ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29: Vorrei dirti che ti amo ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30: Quando l’amore trova la sua metà ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31: Che dire…Sorpresa! ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32: Parole e sentimenti sotto la luce della luna. ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33: Una notte emozionante. ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34: Parole, sguardi e possibili addi? ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35: Litigi, nuovi amori e scuse ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36: Tutto è bene, quel che finisce…molto bene! - Extra: Qualcosa di nuovo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Confusione mattutina! ***


Ero in ritardo per un appuntamento di lavoro. Io e la puntualità non andavamo mai molto d’accordo. Ho dovuto mangiare i miei buonissimi pancake tutti di fretta, senza neanche potermeli  godere un pò, ed era stato il mio povero Naa-san a dovermi svegliare, come sempre quando non sentivo la sveglia. Oggi dovevo partecipare ad un programma televisivo molto importante insieme agli Ships e lì, il conduttore Daimonji ci avrebbe fatto da conduttore. Il signor Daimonji è un uomo straordinario ed ero molto felice di poter partecipare ad un suo programma! Ero così presa dai miei pensieri che non mi accorsi di essere quasi arrivata allo studio Muranishi, ma appena intravidi gli altri, notai già l’aura scura di Hiroto, come al solito infuriato per un mio ritardo. Infatti…

Hiroto: Era ora che arrivassi, Kilary! Certo che sei proprio un caso disperato!    

Kilary: Scusatemi tanto! Non ho sentito la sveglia, così è stato Naa-san a svegliarmi!

Naa-san: Na na!                                                          

Kilary: Grazie ancora Naa-san! Non so che farei senza di te!

Hiroto: Ok Kilary non fa niente… ma cerca di non farlo più… daccordo??

Anche se a volte Hiroto era abbastanza severo con me, so che lo faceva per il mio bene, ma sapevo che, più di quello, non c’era nient’altro, purtroppo. Però a volte era talmente dolce e carino che mi si stringeva il cuore a pensare che lui non provava per me gli stessi sentimenti che io invece provavo per lui! Mi rattristai un pò, ma non volevo darlo a vedere, perciò risposi fingendo un sorriso.

Kilary: C-certo Hiroto! Grazie! D’ora in poi cercherò di essere più puntuale!

Seiji: Bene, adesso che ci siamo tutti possiamo anche andare!

Signor  Muranischi: Certo! Tutti in macchina!!

Signora Kumoi: Forza ragazzi, altrimenti arriveremo in ritardo!

KIlary: Evviva! Si partee!

Ero sempre felice di potermi esibire davanti a tutti i miei fan. Fino a qualche tempo fa io non sapevo, ne mi ero mai chiesta, come fosse il  mondo dello spettacolo, ne cosa provassero i vari artisti. Ma ora che sono entrata in questo mondo, anche se inizialmente era solo perché mi ero innamorata di Seiji, so che non è facile come sembra da fuori. Questo è un mondo di difficoltà e di incertezze, con continue competizioni, ma anche un mondo dove si incontrano persone meravigliose come gli Ships o Aoi Kirisawa o Fubuki (anche se lei non mi considera proprio un’amica, ma io la stimo molto e credo si davvero un’ ottima artista!). Sono tutte persone che, come me, amano cantare, ballare, recitare e trasmettere ai loro fan i loro sentimenti e le loro emozioni. E’ proprio questo che un artista deve fare: far sorridere la gente e trasmettere loro tutto quello che proviamo noi artisti. Ed è questo che io voglio fare nel mio cammino per diventarlo. Senza il sostegno della mia famiglia, dei miei amici e soprattutto dei miei fan, non credo sarei arrivata fino a questo punto. E’ solo loro che devo ringraziare per essere qui dove sono ora, ed è tramite il mio lavoro che lo farò! So che sarà difficile ma mi impegnerò al massimo per dare a tutti quelli che mi vogliono bene ciò che si aspettano da me!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Un incidente emozionante! ***


In strada non c’era molta confusione, quindi arrivammo presto. Entrammo nello studio e percorremmo vari corridoi. Poi arrivammo nel dietro le quinte dello studio di registrazione del programma, e lì incontrammo il signor Daimonji mentre parlava con alcuni tecnici.

Signor Daimonji: Oh! Hiroto, Seiji e anche la bellissima Kilary! E’ un piacere avervi qui, nella mia trasmissione…

Kilary: Buon giorno signor Daimonji! Anche per noi è davvero un onore essere qui come ospiti del suo programma!

Hiroto: La ringraziamo di cuore per averci invitati!

Signor Daimonji: Per me è davvero fantastico avere qui dei grandi idol come voi! Sono io che devo ringraziarvi!

Seiji: Grazie per i complimenti!

Signor Muranishi: Buon giorno signor Daimonji, è un piacere rivederla!

Signor Daimonji: La ringrazio Direttore! – e poi rivolgendosi a noi - Bene ragazzi, andate nei vostri camerini. Lì troverete i nostri più esperti stlisti e truccatori al vostro servizio!

Kilary: Wow! Bene, allora andremo subito signor Daimonji!

Che bello, c’erano anche gli stilisti e i truccatori. Questi erano alcuni dei lati positivi dell’essere una idol. Ogni volta che qualcuno ti faceva indossare i propri abiti era qualcosa di fantastico! Perché ogni abito esprimeva sentimenti diversi, anche a seconda di chi lo indossava. Quando io indossavo abiti nuovi cercavo di trasmettere felicità e voglia di vivere a tutti quelli che mi guardavano! E anche oggi avrei fatto così.

Il vestito che oggi indossavo era aderente, con una gonna corta e con delle fasce di margherite attorno alla vita e all’altezza del petto. Era un arancione spiccante, proprio il genere di colore che mi piace, perché è acceso e molto vivace!

Uscì dal camerino, ed ero talmente distratta dal pensiero della diretta da non accorgermi che dietro la mia porta c’era Hiroto e, sbattendogliela quasi in faccia mentre uscivo, lo feci cadere per terra. Però finì col perdere l’equilibrio anche io, finendogli addosso. Appena mi resi conto di ciò che era successo, il mio cuore cominciò a palpitare più velocemente e divenni tutta rossa in faccia (me ne accorsi perché mi sentivo andare a fuoco!). Hiroto, rosso quanto me, era fermo immobile nel pavimento e mi guardava.

Kilary:  Ah-ah… Scusa! E-ero sovrappensiero e non m-mi sono accorta che tu… cioè n-non ho visto che eri proprio qui dietro… e-ehm… mi dispiace!

Hiroto:  N-non mi sono fatto niente, s-sta tranquilla Kilary…

Era così bello. Guardarlo negli occhi mi faceva sentire così felice, ma anche terribilmente triste. Non mi accorsi che ero ancora sopra di lui, così, con uno scatto veloce mi misi a sedere accanto.

Kilary: S-scusa non mi ero accorta d-di essere ancora sopra di te…

Non dissi altro. Stavo balbettando e ripetevo le stesse parole una, due, mille volte. Il fatto è che quando ero sola con lui, come in quel momento, non riuscivo proprio a parlare o a dire cose che avevano senso.

Hiroto: Kilary?                       

Kilary: S-si?

Hiroto: Si può sapere perché sei tutta rossa??

Sapevo di essere diventata rossa, ma speravo non se ne accorgesse.

Kilary: N-non è niente davvero, forse è per il caldo.

Hiroto: Ma se siamo astento in primavera? Non è che hai la febbre?? Fammi vedere…

Mentre si avvicinava per toccare la mia fronte con la sua guancia, il mio cuore saltò di due battiti per poi cominciare a galoppare talmente in fretta che avevo paura mi scoppiasse! E questo suono non passò inosservato a Hiroto…

Hiroto: Kilary il tuo cuore sta battendo velocissimo!! S-si può sapere cosa ti succede oggi? –adesso, era un po’ in imbarazzo.

Kilary: Dico sul serio, non ho niente! Sta tranquillo! – E gli sorrisi!

Hiroto diventò rosso quasi quanto me. Poi si alzò e aiutò anche me a rialzarmi. Dall’angolo del corridoio spuntò fuori Seiji . Vide che Hiroto mi aveva dato la sua mano per rialzarmi, e mi sembrò un po’ irritato, ma forse era solo una mia impressione.

Seiji: Ragazzi, cosa sta succedendo? Perché vi state tenendo le mani?

Io e Hiroto lo guardammo confusi, ma poi capimmo… le nostre mani erano ancora unite! Io stavo completamente andando a fuoco! Così ci staccammo da quel contatto che per me era stato così naturale, tanto da non accorgermene.

Hiroto: Kilary era… beh si insomma… è uscita dal suo camerino e mi ha quasi sbattuto la porta in faccia, ma ha perso l’equilibrio e mi è caduta addosso… e poi io l’ho aiutata… ehm… a rialzarsi e… sei arrivato tu!!

Hiroto balbettava, ed era molto più imbarazzato di prima. Non mi sarei mai aspettata una reazione simile da parte sua per descrivere una situazione del genere. Ma non volevo illudermi troppo. Magari non sapeva come spiegare l’accaduto a Seiji ed era solo in difficoltà con le parole.

Kilary: Beh, c-c’era da aspettarselo da parte mia, sono proprio s-sbadata!... Ora devo andare dalla s-signora Kumoi… ehm… a dopo ragazzi!

E corsi via per il corridoio fino ad arrivare al bagno. Ero troppo agitata e avevo bisogno di calmare non solo me, ma anche il mio cuore impazzito! Da quando ero inciampata addosso a Hiroto a ora, il mio cuore non faceva altro che battere velocissimo. Quindi feci respiri profondi e, cercando di calmarlo, mi concentrai sulla diretta di oggi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Un po’ d’ordine dietro le quinte. ***


Quando mi sentì meglio e arrivai nello studio, era già tutto pronto per iniziare. Ero abbastanza tranquilla, visto che avevo già fatto molti programmi televisivi come questo, ma non mi era mai capitato di essere anche ansiosa, specialmente con gli Ships. Forse per quello che è successo prima. Mi era dispiaciuto dover correre via in quel modo, ma ero troppo agitata per continuare a parlare.

Signora Kumoi: Kilaryyyy??? Sei prontaaa??

Kilary: Si signora Kumoi, arrivo!

Signor Muranishi: Ragazzi dove siete??

In quel momento entrarono gli Ships e cercai di essere il più naturale possibile.

Seiji: Si siamo qui signor direttore!!

Hiroto: Ah Kilary! Come mai prima sei scappata via??

Kilary: Ehm…L-la signora Kumoi mi aveva detto di far presto così sono corsa qui nello studio!

Hiroto si avvicinò un po’ e il mio cuore accellerò leggermente. “Non di nuovo” pensai.

Hiroto: Sei sicura di star bene?

Kilary:  Ah – ah… si si…

Cercai di calmarmi e ci riuscì. Così potevo rassicurarlo meglio. Perciò gli sorrisi.

Kilary:  Sta tranquillo Hiroto, sto bene. Sono felice che tu ti preoccupi per me.

Ecco. Stavolta era lui quello agitato, ed era tutto rosso…

Hiroto: N-non è come pensi… i-io non vorrei che poi durante la diretta svieni facendoci fare una brutta figura (come al solito) e poi devo salvarti io…

Kilary: Uff mi prendi sempre in giro tu!! Non sverrò, è chiaro??

Ci guardammo negli occhi e scoppiamo a ridere. Il velo di imbarazzo si era dissolto. In fondo, Hiroto non era così cattivo, anche se a volte mi faceva davvero arrabbiare. Ma in episodi come questi, ridevamo di gusto.

Tecnico: Hai posti! Si comincia!

Hiroto: Era ora! Ok andiamo e facciamo del nostro meglio! 

Seiji: Si, andiamo!

Kilary: Sono sicura che andrà tutto bene!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: In diretta con gli Ships! ***


Tecnico: Pronti? In diretta fra quattro, tre…

Il resto dei numeri li fece con la mano dato che partiva in quel momento la sigla e il signor Daimonji si presentava ai telespettatori.

Signor Daimonji: Salve a tutti amici e benvenuti ai Music Studio… Oggi in nostra compagnia avremo tre famosissimi idol… ecco a voi Hiroto e Seiji degli Ships e la splendida Kilary Tzukishima!... *sguardo di sbiego*…

Hiroto: Ciao a tutti! 

Seiji: Salve ragazzi…!!

Kilary: Ciaooo!!

Wow, che emozione. Partecipare ad una diretta era sempre bellissimo. Sapere che c’erano tante persone che ci guardavano, per noi idol, significava sapere che tutte quelle persone ci sostenevano nel nostro cammino per diventare artisti a tutti gli effetti, e ci aiutavano a essere sempre fiduciosi in noi.

Signor Daimonji: Bene, cominciamo subito a leggere le e-mail che ci sono arrivate dai milioni di fan che ci seguono da casa. – Il signor Daimonji, prendendo il computer portatile, cominciò a leggere le lettere.

Signor Daimonji: Bene, la prima lettera che leggerò è per gli Ships… Allora ragazzi, qui chiedono quando farete il  vostro prossimo concerto… cosa ci anticipate?

Hiroto e Seiji: Behh…

Hiroto e Seiji si misero a ridere, probabilmente perché stavano parlando contemporaneamente!

Hiroto: Non è ancora sicuro ma… probabilmente entro la fine di marzo dovrebbe esserci uno dei nostri concerti…

Seiji: …si, però non possiamo anticiparvi il luogo, se no il direttore del posto sarebbe sommerso di chiamate e prenotazioni, quindi aspetteremo la conferma per darvi tutte le notizie!

Signor Daimonji: Bene allora attenderemo con impazienza questa notizia! E ora un’altra e-mail… mmm… Oh qui ce n’è una per te, Kilary.

Bene ero davvero curiosa di sapere cosa mi avrebbero chiesto.

Signor Daimonji: Una ragazza vuole sapere quando uscirà il tuo prossimo singolo…

Kilary: Beh, sto lavorando ad un nuovo pezzo con il signor Tomoo Kamata, il famoso produttore di canzoni conosciuto anche come Kama… è una canzone davvero molto bella e appena sarà pronta, uscirà nei negozi di dischi!

Signor Daimonji: Wow, allora aspetteremo anche il tuo nuovo singolo, Kilary… Andiamo avanti…

Beh, fin’ora me la stavo cavando.

Signor Daimonji: Ehm… qui c’è una domanda, un po’ personale per te, Kilary. Dice che quando hai vinto il premio Nojo Hot Idol, e abbiamo sentito per la prima volta una canzone scritta interamente da te, ovvero Fuoco D’artificio, hai detto che era dedicata al ragazzo di cui ti eri appena innamorata, ma che non ricambiava i tuoi sentimenti. Sono curiosi di sapere a chi ti stavi riferendo…

Oh cavolo! Come avrei fatto! Non pensavo facessero anche queste tipo di domande! In fondo i fan erano fan, e volevano sapere tutto ciò che riguardava la vita dei loro idol!Ma non potevo mica dire in diretta che ero innamorata di Hiroto! Chissà che scandalo! E poi non volevo annunciare i miei sentimenti in diretta… Se lo avrei fatto, io e Hiroto dovevamo essere fuori dalla portata di telecamere e altro! Ma in quel momento come ne uscivo fuori?!?! Aiutooo!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Confusione: Verità o bugia? ***


Hiroto: Mi scusi, signor Daimonji, ma questa domanda mette un po’ in difficoltà Kilary…

Hiroto…

Hiroto: Non può esprimere per la prima volta i suoi sentimenti in una diretta!

Adesso dovevo continuare io a parlare, dovevo provare a sviare il discorso…

Kilary: Si, Hiroto ha ragione! Scusatemi davvero, ma non me la sento di rispondere a questa domanda in diretta! Vedete, i sentimenti sono particolari. Bisogna trattarli bene, nel senso che non dobbiamo mai mentire al nostro stesso cuore cercando di trovare la via più facile o potrebbero farci stare male. In questo caso, anche se io sono innamorata, non per questo i miei sentimenti devono essere ricambiati. Pensavo fosse semplice, ma ora mi rendo conto che… non lo è affatto! Ma non è sempre così, perché l’amore è qualcosa di bellissimo, unico e speciale, in particolar modo per chi come me lo vive per la prima volta. Non è facile esprimersi a parole, per questo si deve avere pazienza e aspettare che i sentimenti, come dire… sboccino da soli! E per questo che oggi, non posso rispondere a questa domanda… ed è per questo che lascierò questo nuovo sentimento rinchiuso nel cuore fin quando non mi sentirò pronta!

Non mi ero accorta che mi era sfuggita una lacrima dagli occhi, così cercai di cancellarla. Ma intorno a me, tutti avevano gli occhi gonfi di lacrime mentre mi guardavano. Allora cercai di animare la situazione, fingendo uno dei miei migliori sorrisi!

Kilary: Ve l’ho detto! Non è sempre così! Ma dovete provarlo su voi stessi, non posso dirvi io come andrà la vostra vita,non ne sono capace! – poi con un pò meno di entusiasmo continuai… - Però di una cosa sono sicura… Sarete sicuramente più fortunati di me… - sapevo che dovevo infondere un po’ di coraggio dopo il mio precedente discorso, ma io stessa stavo per scoppiare in lacrime, perciò con un ultimo sforzo per salvare la situazione, dissi…- Quindi, specialmente per ragazze o ragazzi innamorati, cercate di non arrendervi mai!

Sentì partire un applauso fortissimo delle persone che ci stavano attorno, e capì di essere riuscita a riportare l’atmosfera alla normalità.

Signor Daimonji: Ora capisco perché hai tanti fan… Sei una ragazza speciale,ma che ha in comune con i propri fan gli stessi sentimenti… e loro riconoscono in te quello che vorrebbero essere!

Kilary: La ringrazio, signor Daimonji!

Signor Daimonji: Bene e adesso un po’ di pubblicità, ma non cambiate canale… sguardo di sbiego!!

Che tempismo! La pubblicità! Potevo benissimo andare in camerino per calmarmi un po’…

KIlary: Scusi signora Kumoi, potrei andare un attimo in camerino??

Signora Kumoi: Mmm… d’accordo! Ma sbrigati eh?? Non farti venire a chiamare…

Annui con la testa e, vedendo che Hiroto si stava avvicinando, feci in tempo ad uscire dalla sala della diretta per correre in camerino prima che le lacrime mi uscissero dagli occhi… Perché era così difficile? Perché ogni volta che pensavo ai miei sentimenti, questi mi sopraffacevano? Perché, perché?? Non aveva senso… come avrei fatto?? Ero sicura che in futuro, in molti mi avrebbero fatto domande simili. Era davvero complicato, ma avrei trovato un modo per soffocare le lacrime, almeno in pubblico, dovevo riuscirci. Perciò mi asciugai le lacrime e mi sistemai il trucco. Naa-san mi guardava un po’ preoccupato. Sapevo che lui percepiva la mia tristezza, quindi cercai di rasserenarlo.

Kilary: Naa-san sta tranquillo! Sto bene! E che a volte penso… che è difficile fingere un sorriso, quando hai la certezza che la persona che ami non ti ricambia… Ma d’ora in poi cercherò di non pensarci e mi impegnerò al massimo nel mio lavoro… e tu mi aiuterai sempre, vero mio piccolo amico??

Naa-san: Na na… na na na na… Na-Na!!

Kilary: Grazie! Sapevo di poter contare sul tuo sostegno, Naa-san! Adesso torniamo in studio, se no la signora Kumoi si arrabbierà!

E uscendo di corsa dalla porta andai verso la sala diretta dei Music Studio, pronta per continuare il programma!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Esibizione a sorpresa!? ***


Signora Kumoi: Stavo per venire a chiamarti Kilary… Dai stiamo per riprendere la diretta!

Kilary: Arrivoo!!

Ripresi subito posizione, insieme a Hiroto e Seiji, che stavano chiacchierando su qualcosa a proposito della seconda parte della diretta.

Kilary: Ragazzi, di cosa state parlando?

Seiji: Della canzone che dobbiamo cantare fra poco. Stavamo parlando un po’ delle mosse da fare mentre cantiamo.

Kilary: Eh? Dobbiamo esibirci ora??

Hiroto: Ma dove hai la testa? – ridendo della mia sbadataggine come al solito – Non ricordi che il direttore ci aveva detto che ci saremmo dovuti esibire in diretta??

Eh??? Ma io non mi ricordo niente… o forse…

Ricordo di Kilary di due giorni prima

Stavo mangiando un creep enorme mentre il direttore diceva…

Signor Muranishi: Kilary mi stai ascoltando?? Per la diretta con il signor Daimonji, tra due giorni, dovrai cantare una delle due canzoni con la giusta coreografia! Mi stai ascoltando Kilary?? Kilaryy??

Kilary: Già è vero, me n’ero totalmente dimenticata…

Hiroto: Come al solito…

Meno male che io e il signor Kama lavoravamo sempre alla coreografia di Balalaika, perciò la sapevo a memoria. Feci la linguaccia a Hiroto.

Kilary: Per tua informazione, io e il signor Kama lavoriamo sempre alla coreografia, perciò la so alla perfezione!

Hiroto: Detto questo, dobbiamo ringraziare solo il signor Kama!

Kilary: Miiiiiiii… antipatico!

Mentre io e Hiroto litigavamo, Seiji stava morendo dal ridere!

Seiji: Ahahahahah siete una forza ragazzi, ahahahah… Voi due litigate per qualunque cosa!

A quel punto, anche io e Hiroto scoppiammo a ridere con lui.

Tecnica: Bene ragazzi, riprendiamo con la seconda parte del programma!

Allora ci sedemmo al nostro posto, e sentimmo la sigla che ripartiva e il signor Daimonji che dava il benvenuto ai telespettatori.

Signor Daimonji: Bentornati alla seconda parte del programma! Adesso i nostri ospiti si esibiranno per noi con i loro ultimi singoli. Cominciano gli Ships con la loro canzone!

Hiroto e Seiji si alzarono, posizionandosi al centro del palco, mentre io andavo dietro le quinte. La musica partì, e io guardavo i miei amici ballare e cantare sul palco. Per loro, e anche per me, era una cosa naturale esibirci, ballando e cantando le nostre canzoni. Non c’era nessun sentimento di vergogna verso le telecamere, anzi: diciamo che, ormai, le dirette, le interviste, i concerti erano diventate le nostre azioni quotidiane, come mangiare, dormire, studiare o lavorare. Il mondo degli artisti, era diventato…come dire…un pò come il nostro Habitat naturale, ecco! E far sorridere la gente e farla stare bene in nostra compagnia era la nostra missione! E poi, gli Ships erano talmente bravi, in sintonia perfetta con la musica, i passi di danza, con tutta la coreografia. Seiji seguiva perfettamente Hiroto e viceversa. Entrambi avevano una voce bellissima e la sfruttavano al meglio. Inoltre, Hiroto era un grande ballerino, si muoveva benissimo, al ritmo perfetto della musica, rendendo la coreografia davvero impeccabile...

Eh??...I miei pensieri sono arrivati direttamente a Hiroto, senza che me ne rendessi conto. Guardarlo da dietro le quinte, era un pò come sapere che lui era così vicino, ma anche così impossibile e lontano. Mi rattristai. Era davvero così difficile vivere con questo peso enorme nel cuore? Come avrei potuto nasconderglielo ancora? E pensare che fino a qualche tempo fa ero pazza di Seiji. Ma con Hiroto ho scoperto un sentimento nuovo e travolgente, al di là della semplice cotta.

Signor Daimonji: Questa era la fantastica esibizione degli Ships! E ora ecco a voi la fantastica Kilary Tsukishima!

Solo quando sentì il mio nome mi resi conto di dover andare in scena! “Tocca a me. Bene, farò del mio meglio!”

Salutai gli Ships e corsi sul palco, mentre gli applausi della gente cominciarono a diffondersi nella mia testa. Capì che in quel momento era a loro che dovevo pensare, ai miei fan. La canzone partì e io cominciai subito la mia esibizione.

Kilary: Ok ragazzi, tutti in piedi! E’ il momento di ballare un po’ la Balalaika!! Anche voi che ci seguite da casa! Forza! Un, due, tre! Vai Così!

Dopo essersi alzati, tutti cominciarono a ballare con me. Cominciai a cantare. La mia mente era vuoto di qualunque pensiero. In quel momento pensavo solo a miei fan e al ritmo della mia canzone. Era emozionante vedere tutti intorno a me ballare e cantare, conoscevano a memoria tutta la mia canzone. Tempo fa non sapevo neanche cosa fosse o cosa significasse per qualcuno salire su un palcoscenico. Ora lo so.

La musica finì, e io ringraziai tutti del sostegno che mi davano sempre e di come mi avevano portato nel cuore fino ad oggi. Gli Ships tornarpno sul palco e insieme al signor Daimonji salutammo gli spettatori e il pubblico lì intorno.

Signor Daimonji: Ciao a tutti, alla prossima!

Kilary: Ciaoo!

Hiroto e Seiji salutavano con la mano, mentre tutti sorridevamo. La diretta finì e tutta la troup ci fece degli applausi per la magnifica diretta di oggi!

Il Signor Muranichi e la signora Kumoi ci vennerò incontro per farci i complimenti.

Signor Muranishi: Ragazzi siete stati fantastici. Sono fiero di voi.

Signora Kumoi: Una diretta fantastica!

Hiroto: Grazie, direttore e grazie signora Kumoi.

Hiroto lì ringrazio ma, ovviamente, rispondeva anche a nome mio e di Seiji.

Seiji: Bene, adesso andiamo nei camerini a cambiarci, così poi possiamo pranzare.

Cibooo!?!?

Kilary: Evvivaa! Corro a cambiarmi.

La mia corsa verso il camerino fu accompagnata dalle risate di tutti, e anche io ne ridevo. Per una volta potevo farlo, dato che mi prendevano sempre in giro.

Mi cambiai in un secondo e trovai tutti fuori dallo studio, vicino alla macchina, pronti a tornare all’agenzia per un pranzetto succulento.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Un’imbarazzante proposta di lavoro! ***


Il lavoro procedeva regolarmente, ero sempre piena di impegni, come preparare nuove coreografie,nuovi arrangiamenti per le canzoni, servizi fotografici. Anche la scuola, come il lavoro, mi prendeva molto tempo per lo studio, per i compiti in classe a sorpresa e per i voti un po’ bassi, ma tutto sommato andavo meglio di prima.

Kilary: E anche un’altra giornata di scuola è finita… Andiamo a casa Naa-san!

Naa-san: Na na!!                                   

Stavo per uscire da scuola, ma mi fermai appena sentì che, alle mie spalle, Hiroto e Seiji mi stavano chiamando.

Kilary: Oh, ciao ragazzi! Com…

Non potei finire la frase perché sentì il cellulare suonare nella mia tasca.

Kilary: Pronto??

Signor Muranishi: Kilary? Sono il direttore.

Kilary: Salve, signor direttore!

Signor Muranishi: Sei con Hiroto e Seiji??

Kilary:  Si, sono qui vicino a me. Perché??

Signor Muranishi: Dovete correre subito qui, all’agenzia!

Kilary: Bene, arriviamo subito!

Chiusi la chiamata mentre i miei amici mi guardavano, per capire cosa mi avesse detto il direttore di così urgente.

Kilary: Ragazzi? Il direttore vuole che andiamo subito da lui.

Hiroto/Seiji: Ok, andiamo!

Ero davvero  curiosa di capire cosa  volesse dirci di così importante. Per strada non c’era confusione, perciò arrivammo presto all’agenzia.

Signor Muranishi: Salve, ragazzi!! Ho una notizia da darvi! Siete stati scelti come protagonisti di un drama! Il regista è il signor Pierre Takada.

Kilary: Davvero? Che bella notizia. Reciteremo tutti e tre nello stesso film!!

Sorrisi a Hiroto e Seiji, e anche loro ricambiarono.

Hiroto: Signor direttore?? Qual è la trama della storia?

Il direttore divenne serio tutto d’un tratto.

Signor Muranishi: Ragazzi? Mi riferisco specialmente a voi due.

Si rivolse a me e Hiroto.

Signor Muranishi: Vi ricordate quel drama a cui avete lavorato insieme? “Sonata dell’amore e della govinezza”??

Kilary/Hiroto: Si!

Ripensare a quel film era strano. Quella volta dovevo baciare Hiroto, ma ero innamorata di Seiji e non volevo dare il mio primo bacio ad una persona che non amavo. Ora invece…

La voce del direttore mi riportò alla realtà.

Signor Muranishi: Beh, il tema su per giù si avvicina a quello…Mmmm…Ah!

Prese dei quaderni da sopra il tavolino e ce li diede a seconda di nomi e ruoli.

Signor Muranishi: Questi sono i vostri copioni in base ai vostri ruoli! Sedetevi e leggeteli con calma.

Ci accomodammo nelle poltroncine dello studio, in modo che io ero di fronte a Hiroto e Seiji. Lessi il titolo del drama, dopodicchè cominciai a leggere la storia.

“IL TRIANGOLO DEL GIOVANE AMORE”

Una studentessa di 15 anni, di nome Aiumy, si innamora del suo amico Ikaru, anche lui 15enne, studente nella sua stessa classe. Aiumy decide di rivelare i suoi sentimenti all’amico, e quando è pronta per farlo, un nuovo arrivato, Shinichi, cambierà le carte in tavola. Pian piano, i 3 cominciano a conoscersi e diventano amici. Ma per Aiumy tutto diventa più difficile. Infatti ad un certo punto, scopre di essersi innamorata anche di Shinichi. Nel frattempo Ikaru confida a Shinichi di essere innamorato di Aiumy, ma segretamente anche Shinichi è innamorato di lei e, pensando che i due si conoscono da più tempo e che hanno un legame più forte, decide di tenere per sé i suoi sentimenti. Ikaru si confida poi ad Aiumy, che confusa, non sa più cosa pensare. Ikaru o Shinichi? Shinichi o Ikaru? Riflettendo sui suoi sentimenti capisce che ciò che prova per  Shinichi e più profondo di quello che prova per Ikaru, che si rivela essere una forte amicizia secondo i suoi sentimenti. Allora decide di dire la verità a Ikaru, che accetta i suoi sentimenti e le dice di andare subito da Shinichi. Non essendo a scuola, alla fine delle lezioni, Aiumy corre a cercarlo e lo trova in spiaggia nell’ora del tramonto. A quel punto lui le chiede se ha detto si a Ikaru, ma lei gli dice di no, aggiungendo che non lo amava realmente. Sorpreso, Shinichi le chiede allora chi le ha fatto cambiare idea e lei gli dice che in realtà è innamorata di lui. Lui, sorpreso, le rivela che è innamorato di lei e tutto si sistema per il meglio.

FINE

Che storia bellissima. Ma ero davvero curiosa di sapere chi avrebbe interpretato i due ruoli maschili. A dire la verità, speravo che Shinichi fosse Hiroto, ma se fosse stato Seiji non avrei potuto controbattere o Hiroto avrebbe sospettato qualcosa, riempiendomi di domande.

Alzai gli occhi e decisi di levarmi questa curiosità prima di riempire ulteriormente la mia testa di pensieri.

Kilary: Allora ragazzi, che ruoli avete voi?

Seiji: Io sono Ikaru.

Kilary: Se tu sei Ikaru, Hiroto è…

Il mio cuore saltò di due battiti. Non riuscivo a crederci.

Hiroto: …sono Shinichi.

Era rosso in viso, non mi stava neanche guardando. Forse era in imbarazzo. Tanto quanto me. Non sapevo cosa dire, né cosa fare per rompere il silenzio.

Kilary: B-beh…L-la storia è molto bella… dovremo impegnarci molto…cioè…e-ehm…

Di male in peggio. Farneticavo peggio che con i miei pensieri.

Hiroto: E-ehm?!...si c-ci impegneremo molto…

Anche lui sembrava imbarazzato. Seiji ruppe il silenzio con una domanda che proprio non avrebbe dovuto fare.

Seiji: Perché siete tutti rossi, ragazzi?

Quella battuta fece salire ulteriormente l’imbarazzo. Ah-ah… e ora? Ci pensai su…

Idea! Mi alzai di scatto e anche Hiroto sembrò fare lo stesso.

Kilary/Hiroto: Si è fatto tardi, meglio che vada!

Io e Hiroto ci guardammo, per poi girarci dall’altro lato, ancora più rossi in viso. Ma come aveva potuto avere la mia stessa idea?? Certo che a volte il destino era davvero… strano!

Ad un certo punto  mi ritrovai con la bocca di Hiroto vicino all’orecchio, mi stava sussurrando qualcosa.

Hiroto: Sciocca! Volevo lasciarti sola con Seiji così potevi…

Ecco perché aveva avuto la mia stessa idea. Lo interruppi  a mia volta e gli dissi nell’orecchio la mia risposta.

Kilary: Ci tieni davvero così tanto? Forse non hai letto bene il copione…

Usci di gran corsa dall’agenzia. Non avrei retto ad altre domande o sguardi pieni di confusione. Cos’altro avrei potuto dirgli? Sarei arrivata a rivelargli i miei sentimenti? Per giunta davanti a Seiji? Cosa sarebbe successo? La nostra amicizia si sarebbe rovinata. Dato che non provava niente per me si sarebbe allontanato e al solo pensiero, le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Correvo e pensavo solo ad’un modo per mettere da parte la mia tristezza in sua presenza.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Un nuovo amico! ***


Ero talmente distratta che arrivai addosso ad un ragazzo, ed entrambi cademmo per terra.

Kilary: Ahi ahi ahi, che botta… Scusami tanto! Non mi ero accorta che…

???: Ahi… Oh, Tranquilla, non fa niente…  Eh??...Ma tu sei Ki-…

Kilary: No, non dirlo! Se no verrò circondata dai passanti, per favore…

Poi mi accorsi che mi mancava qualcosa.

Kilary: Oh no! Dov’è il mio cappello?

Ci guardammo intorno e fu lui a trovarlo e a passarmelo.

???: Eccolo…!!

Kilary: Grazie!

Ci rialzammo e guardai il bellissimo ragazzo che mi ritrovai di fronte. Notai che era poco più alto di me, aveva i capelli castani, dei bellissimi occhi verdi e profondi, e un’aria da ragazzo confuso, vista la situazione. Vidi che mi stava fissando il volto, e precisamente, gli occhi.

???: Come mai piangevi?

Kilary: Beh… niente di importante.

“Cambia argomento Kilary, cambia argomento”.

Kilary: Tu conosci il mio nome, ma io non so il tuo… ehm… come ti chiami?

???: Giusto che maleducato. – E porgendomi la mano mi disse – Molto piacere, io sono Haru Yamashita, e sono un tuo fan, come puoi capire.

Kilary: Ne sono onorata grazie! – dissi, porgendo la mia.

Haru: Vuoi fare due passi? Attenta al travestimento però!

Mi sorrise. Era un sorriso dolce, caldo, accogliente. Haru era davvero una persona gentile, che sapeva farti dimenticare quello che di triste avevi in quel momento.

Kilary: Certo. Mmmh… che ne dici di fare una passeggiata al mare? E’ da un po’ che non ci vado, se non per lavoro.

Haru: Perfetto! Andiamo.

Ci incamminammo verso la spiaggia. Eravamo ancora in pieno pomeriggio, ed essendo a marzo, non c’era nessuno. Era una strana sensazione quella che provavo in quel momento. Io e Haru ci eravamo conosciuti per caso, ma ci eravamo subito intesi, con poche parole, come se fossimo amici da sempre. Ero curiosa di conoscerlo, anche perché tra lavoro e scuola, non avevo molta occasione di parlare con la gente che non apparteneva a quei due mondi, specialmente se erano miei fan.

Kilary: Allora, Haru, quanti anni hai??

Haru: Ho 16 anni, compiuti la settimana scorsa.

Kilary: Beh, auguri, anche se in ritardo. Io 16 anni li compirò fra poco il…

Haru:  …il 7 luglio! Siamo già a marzo, quindi mancano solo 4 mesi.

Kilary: Ma come fai a sapere la data del mio compleanno?

Haru: Beh, ricorda che io sono un tuo fan! Come potrei non saperlo? E poi, nella mia classe, le ragazze portano riviste solo con le tue interviste, e a volte do una sbirciatina anche io.

Mi sorrise di nuovo. Era un’allegria contagiosa la sua. Ed ero molto felice di averlo incontrato. Di solito, quando  incontravo i miei fan dovevo correre per tutta la città prima di nascondermi da qualche parte. Ma lui sembrava diverso.  Era piacevole stargli accanto e parlare come persone normali.

Haru: Deve essere difficile, vero?

Haru mi distrasse dai miei pensieri.

Kilary: Cosa?

Haru: Beh… Scuola, lavoro… come fai a conciliare tutto?? Non sei stanca di fare sempre tutto questo senza poterti riposare un attimo?

Kilary: A dire il vero no. Sai, c’è sempre una ragione che mi spinge a non pensare alla stanchezza. Quella ragione siete voi, i miei fan. Con il vostro sostegno, la stanchezza non mi pesa per niente, anzi, mi spinge a fare sempre del mio meglio e a far divertire il pubblico semplicemente essendo me stessa e dando il massimo!

In fondo era la verità. Della stanchezza non mi importava proprio. Erano loro il mio più grande pensiero, ed era a loro che pensavo mentre mi esibivo. Volevo divertirli e farli stare bene.

Haru: Ora capisco perché sei diventata subito la stella del mondo degli idol… Tutti pensano che essere una idol è solo immagine… ma tu sei te stessa… sei così in televisione così come dal vivo!

Senza accorgercene, eravamo già alla spiaggia e, come avevo previsto, non c’era nessuno.

Kilary: Aah! Che bello il mare!

Era limpidissimo, quanto il cielo, quasi che non si distinguevano. Soffiava una brezza fresca e rilassante, perfetta per dimenticare per un po’ le tristezze che avevo addosso.

Haru: Già, è bellissimo in questo periodo.

Haru si mise a sedere sulla sabbia, per poi sdraiarsi, le mani dietro la testa, con gli occhi chiusi. Vederlo così, sembrava un modello televisivo, tanto era bello. Lo vidi aprire un occhio e, non appena capì che lo stavo fissando, si mise leggermente a ridere.

Haru: Perché sei rimasta lì imbambolata?? Su, sdraiati!

Mi vide arrossire, così si mise seduto, mi prese la mano e mi tirò giù. Solo che io gli caddi addosso, ed entrambi diventammo rossi per l’accaduto.

Haru: S-scusa! Mi dispiace, non volevo f-farti cadere addosso a m-me…mi…mi dispiace!

Kilary: T-tranquillo, non fa niente!

Quel contatto, quando le nostre mani si toccarono, era così familiare. Tutte le volte che Hiroto mi aveva presa per mano senza accorgersene, adesso mi tornavano in mente. Hiroto. Perché dovevo innamorarmi? Se solo ricambiasse i miei sentimenti! Io pensavo che l’amore fosse semplice e corrisposto, ma in realtà non era così.

Haru, seduto accanto a me, mi guardava senza capire se fossi lì con lui, o da un’altra parte.

Haru: A cosa pensi?

Kilary: Cosa? Oh, niente niente. Pensavo al lavoro. Devo studiare la parte di un copione per un nuovo film…

Cercai il copione nella borsa, ma non c’era. Oh, no che sbadata! L’avevo lasciato all’agenzia.

Haru: Qualcosa non va?

Kilary: Ho dimenticato il copione all’agenzia! Ora come faccio?!

Haru: Beh, ti basterà tornare a riprenderlo.

Ma come facevo? Ero scappata quasi piangendo da lì, mi avrebbero riempite di domande. E se…

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Sguardi, emozioni e rivelazioni: appuntamento al buio?! ***


 

Kilary: Haru, ti andrebbe di accompagnarmi all’agenzia??

Haru: Cosa? Io? Perché?

Kilary: Mi piacerebbe stare ancora un po’ in tua compagnia, perciò pensavo ti avrebbe fatto piacere l’idea di accompagnarmi. Ma se per te è un problema, non fa niente.

Haru: Assolutamente no, nessun problema tranquilla! Su, andiamo!

Arrivammo subito all’agenzia. Feci un respiro profondo e aprì la porta.

Seiji: Kilary! Perché prima sei scappata di corsa?

Kilary: Beh, ehm… non mi sentivo bene, avevo un po’ di nausea, scusatemi tanto.

Entrai nella camera, seguita da Haru. Tutti ci guardarono in modo strano, perciò mi affrettai a fare le presentazioni.

Kilary: Vi presento un amico. Seiji, direttore, signora Kumoi, questo è Haru Yamashita. Haru, ti presento gli Ships, la mia agente e il direttore.

Haru: Molto lieto di conoscervi.

Signora Kumoi/Signor Muranishi/ Seiji: Molto piacere.

Haru: Piacere mio.

Il silenzio piombato nella stanza era carico di imbarazzo, dato che nessuno diceva niente. Perciò fui io a romperlo.

Kilary: Ho dimenticato il copione qui, perciò sono venuta a prenderlo.

Andai dietro il separè che divideva la stanza, e li c’era Hiroto, seduto in una delle poltrone. Quello che cercavo era proprio sul tavolino accanto a lui, perciò gli passai vicino. Non mi guardò nemmeno per un secondo, così presi il mio copione e feci per tornare da Haru, dall’altro lato. In quel momento, Hiroto allungò il braccio e prese la mia mano passandomi un foglio. Mi girai e lo guardai, ma lui non se ne accorse, forse di proposito, e uscì dalla stanza, sbattendo la porta. Allora guardai la busta. Volevo aprirla, ma c’erano troppe persone, così la misi all’interno del copione.

Salutai tutti e scesi le scale con Haru fino ad uscire dall’edificio. Era quasi sera.

Haru: Come è volato il tempo. Spero di rivederti Kilary. Mi sono molto divertito con te, oggi. Ciao.

Kilary: Si anche io, Haru. Ti ringrazio. A presto!

Lo salutai con la mano, mentre lui camminava a passo lento, per tornare a casa. Mi sentì di nuovo sola. Triste e tremendamente sola. Oh, Hiroto. Perché ha reagito in quel modo quando ero in agenzia? Non mi aveva nemmeno guardato. Pensando a lui, mi venne in mente la lettera. Cercai il copione nella borsa, lo aprì e presi la lettera, riposando il piccolo quaderno. La aprì a dita tremanti. Non sapevo cosa mi poteva riservare quel piccolo foglio che, piegato, stringevo fra le mani. Un sospiro, due, e aprì il foglietto.

Kilary, devo parlarti, da soli! Incontriamoci al parco alle 21:00 di stasera. Spero accetterai.

Hiroto.

U-un appuntamento. Doveva parlarmi. Da soli. Il cuore mi batteva forte al solo pensiero. Il parco era vicino all’agenzia ed erano le 20:45, quindi potevo anche arrivare un po’ prima per pensare a cosa mi dovesse dire di così urgente.

A quell’ora, il parco era deserto. Mi sedetti su un’altalena, con lo sguardo fisso a terra, e cominciai a pensare. Perché Hiroto voleva vedermi? E perché quello sguardo cattivo con Haru?? Era tutto così difficile in quel momento, non sapevo cosa fare. Io volevo solo rivelargli tutto, dirgli ciò che provavo, ma tanto a lui non sarebbe importato niente. Tra di noi c’erano sentimenti diversi. Lui mi voleva bene, era sempre presente quando avevo bisogno di lui, e in più ogni volta che mi sfiorava, il mio cuore batteva forte, come in quel lungo momento d’attesa. Perché io…io lo amavo, e non potevo mentire. Come ho fatto a non rendermi conto di questi enormi sentimenti, quando ci siamo conosciuti. Erano rinchiusi nel mio cuore, che inizialmente aveva solo Seiji come punto fisso. E ora? Dalla confusione che avevo dentro pochi mesi fa, quando non capivo chi amavo davvero, sono passata al grande amore che provavo per Hiroto. Ma quell’amore si era trasformato in un dolore insopportabile. Una forte stretta al cuore che non accennava mai a diminuire, che si risvegliava ad ogni minimo tocco o sguardo di Hiroto, ad ogni suo minimo gesto nei miei confronti. Ma ci sarei riuscita, un giorno? Gli avrei mai detto che lo amavo, tanto da star male così? Scoppiai in lacrime perchè non riuscì a trattenermi oltre. La mia disperazione in quel momento era troppo forte, non volevo più a tenermela dentro.

Hiroto: Kilary! Che ti è successo? Ti sei forse fatta male?

Era lui. Hiroto corse verso di me, per capire perché piangevo. Cercai di asciugarmi le lacrime e di tranquillizzarlo con un sorriso.

Kilary: No no, sto bene tranquillo.

Hiroto: E allora perché piangevi? Mi hai fatto spaventare!

Kilary: M-mi dispiace.

Hiroto: Va bene, non fa niente. Da quanto sei qui?

Kilary: Sono uscita dall’agenzia e poi ho letto il biglietto. Non mi conveniva allontanarmi, dato che ero qui vicino, quindi sono venuta direttamente. Erano le 20:45 se non sbaglio. Piuttosto, tu sei in anticipo, sono le 20:55.

Hiroto: Beh, anche io ero all’agenzia, ricordi? Perciò, dopo un po’ di deviazioni, sono venuto qui.

Kilary: Capisco.

Ero un po’ tesa. Non sapevo cosa dire, ma volevo sapere perché mi aveva fatta venire lì.

Kilary: Perché… perché mi hai chiesto di incontrarci al parco?

Non rispose subito, probabilmente non sapeva come iniziare il discorso. Si sedette sull’altalena accanto alla mia e cominciò finalmente a parlare.

Hiroto: Kilary perché? Perché ti comporti sempre in modo strano con me? Perché quando ti agiti scappi via all’improvviso?

Quelle parole mi spiazzarono per un po’. Non credevo che si fosse accorto del mio comportamento, o forse non lo speravo. Però in quel momento non sapevo cosa dire. O forse si? Forse era il momento di dirgli tutto.

Kilary: Hiroto…io…sono molto confusa, in questo periodo.

Hiroto: Si, lo immagino. So che è difficile amare una persona che sembra non corrisponderti, ma non preoccuparti ti ho promesso che ti avrei a aiutata e io…

Kilary: Basta! Per favore, non dire altro.

No, non era per quello che stavo così, e lui non lo capiva. Non riusciva ad immaginare cosa ci fosse in realtà dietro alle mie lacrime.

Hiroto: Kilary, non capisco…

Kilary: Tu non hai mai capito, Hiroto. E non lo capisci neanche ora, vero?

Hiroto: Kilary, cosa vuoi dire? Perché non chiariamo una volta per tutte?!

Kilary: Il fatto è che… che io non sono più innamorata di Seiji.

Hiroto rimase colpito dalle mie parole, si capiva benissimo.

Hiroto: Kilary… stai dicendo sul serio?

Hiroto aveva un tono di voce diverso, come se gli avessi detto chissà quale rivelazione.

Kilary: Si… non me ne sono mai resa conto… e ora eccomi qui! Voglio bene a Seiji, ma… non è per lui che batte il mio cuore, almeno non più.

Hiroto: Kilary… devo dirti una cosa, una cosa importante…

Kilary: Dimmi!

Il cuore mi batteva forte. All’improvviso Hiroto si alzò dall’altalena, e mettendosi davanti a me, mi prese dalle spalle e mi abbraccio forte. Ne rimasi colpita. Perché, perché mi aveva abbracciata? Voleva consolarmi?

Hiroto: Kilary. Ricorda che per te io ci sarò sempre. Qualunque cosa tu abbia bisogno.

In quel momento, avrei voluto dirgli che avevo solo bisogno di lui. Ma non volevo rispondere. Perciò lo abbracciai anche io, stringendolo forte a me. Non lo avrei mai lasciato, qualunque cosa fosse successa. E non glielo avrei detto in quel momento. Volevo solo godermi quel bellissimo abbraccio. Un giorno non lontano avrebbe conosciuto i miei sentimenti, anche se avrei rinunciato alla nostra amicizia. Ma quel momento era così bello e magico, che per nulla al mondo lo avrei mai rovinato.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Chack! Si gira! ***


 

Dopo quella sera, io e Hiroto ci avvicinammo molto di più. Ero felice, non facevo altro che pensare a lui, ma anche al momento in cui gli avrei rivelato tutto. Erano cominciate le riprese di “IL TRIANGOLO DEL GIOVANE AMORE”, e per il momento tutto procedeva bene. In quel momento ci trovavamo nel cortile della nostra scuola, luogo della scena che si svolgeva in quel momento, ma anche dell’intero film.

Signor Takada: Scena 12: Aiumy rivela a Ikaru che è innamorata di Shinichi. Seiji, Kilary, mettetecela tutta. Ouiiiii! Si comincia! Motore, chack, azione!

Ikaru: Aiumy, perché mi hai fatto venire qui?

Aiumy: Ikaru, c’è… c’è una cosa che devo dirti. Si tratta di Shinichi.

Ikaru: Shinichi… immaginavo si parlava di lui. Scommetto… scommetto che te ne sei innamorata, vero?

Aiumy: Cosa?

Ikaru: Non puoi mentirmi, lo sai, ci conosciamo da tanto tempo. Te lo leggo negli occhi.

Aiumy: Ikaru… mi dispiace di ferirti così… io non…

Ikaru: Non devi dire niente, stà tranquilla.

Seiji mi abbracciò e io feci altrettanto. Cominciai a pensare alla scena successiva, anche se quella non era ancora finita.

Ikaru: Beh, che aspetti! Corri, va da lui e digli ciò che provi.

Aiumy: Ma lui non mi ama… è inutile provarci!

Ikaru: Dopo che sei venuta da me a dirmi la verità, non accetto obbiezioni. Sta tranquilla, andrà tutto bene, ne sono sicuro.

Aiumy: Grazie Ikaru! Grazie di tutto!

Corsi via, uscendo dalla scena. A quel punto tutti ci fecero gli applausi, a quanto pare la scena era andata bene.

Signor Takada: Me ouiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! C’est fantastique! Kilary, Seiji, siete stati bravissimi!

Kilary/Seiji: Grazie, signor Takada.

Signor Takada: Bene ora tutti al mare, forza!

Ci spostammo al mare, dove avrei girato l’ultima scena con Hiroto. Era ancora presto, la scena si sarebbe girata col tramonto e Hiroto sarebbe venuto dopo perché i suoi fratellini erano soli a casa e voleva assicurarsi che avrebbero cenato anche quando lui non c’era.

Ne approfittai per buttar giù 50 takoyaki e una trentina di crepes.

Hiroto: Sei sempre la solita ingorda, eh Kilary?!

Era arrivato, finalmente. Ma come sempre mi prendeva in giro. Non appena si avvicinò, gli feci la linguaccia.

Kilary: E tu sempre a prendermi in giro!

Hiroto: E che posso farci io se sei un’ingorda??

Kilary: Ma la smetti, ufff!

Seiji: Ah ah ah, voi due non cambierete mai!

Scoppiammo tutti in una gran risata. Era piacevole ridere tutti insieme.

???: Ciao Kilary. Salve a tutti.

Quella voce. Sapevo a chi apparteneva. Mi girai e, infatti, lo vidi correre verso di noi.

Kilary: Haru! Che bella sorpresa!

Seiji: Ciao Haru, lieto di rivederti.

Haru: Salve Seiji.

Guardai Hiroto, dato che non aveva salutato Haru.

Hiroto: Ciao.

Haru: Ciao Hiroto.

La prima volta, Hiroto se n’era andato senza salutarlo. Non sapevo il perché, ma quei due sembravano non sopportarsi, sebbene era la prima volta che si parlavano.

Signor Takada: Kilary, Hiroto. Siamo pronti per girare.

Il momento tanto atteso era arrivato. Ero nervosissima, ma sapevo che con Hiroto, tutto sarebbe andato per il meglio.

Haru: State girando quel film di cui mi avevi parlato, Kilary?

Kilary: Si, siamo all’ultima scena e la storia è davvero bellissima.

Haru: Andrò a vederlo sicuramente.

Kilary: Ne sono felice!

Salutai Seiji e Haru e, insieme a Hiroto, ci incamminammo verso la riva della spiaggia.

Hiroto capì che ero molto agitata, perciò cerco di tranquillizzarmi, e si avvicinò per sussurrarmi qualcosa all’orecchio, ma, come potevo immaginare, peggiorò la situazione e il mio cuore accellerò i battiti.

Hiroto: Tranquilla, recita in modo naturale. E’ un film, devi solo… fingere di amarmi.

Quelle parole, anche se lui non lo sapeva, mi fecero molto male. Mi fermai un attimo. Abbassai lo sguardo, intenta a dirgli ciò che pensavo.

Hiroto: Kilary? Kilary, che ti succede?

Kilary: E se io non fingessi? Se non stessi recitando?

Il signor Takada ci interruppe, introducendo un breve riassunto della scena da girare. Ci preparammo mettendoci ai nostri posti.

Signor Takada: Ultima scena: Aiumy arriva in spiaggia e vede Shinichi. A quel punto i due dichiarano il loro amore. Mi raccomando ragazzi, questa scena è importantissima. Motore, Chack, azione!

Corsi verso Shinichi, chiamandolo per farlo girare.

Aiumy: Shinichi!

Shinichi: Aiumy, che ci fai qui?

Aiumy: Sono stata a scuola. Ho parlato con Ikaru.

Shinichi: Gli hai detto quello che provi per lui?

Aiumy: Cosa vuoi dire?

Shinichi: Ikaru mi ha detto… che ti ama e che te lo avrebbe detto. Perciò, visto che hai parlato con Ikaru, penso tu gli abbia risposto che…che provi lo stesso…

Gli diedi uno schiaffo. Nessuno si aspettava una mossa del genere da parte mia, lo so, ma io in quel momento non recitavo… non aveva senso far finta di rivelargli i miei sentimenti, se questi erano reali. Perciò continuiai.

Aiumy: Tu non hai mai capito, Shinichi. E non lo capisci neanche ora vero?

Quelle non erano le parole del copione. Erano le parole della notte al parco, quando ho detto a Hiroto che non amavo più Seiji.

Hiroto le riconobbe e mi guardo stranito. Mi buttai per terra, con la testa bassa. Perciò lui si chinò di fronte a me, mi mise una mano sotto il mento e alzò il mio viso, ormai in lacrime.

Shinichi: Aiumy, cosa vuoi dire?

Lo guardai fisso negli occhi. Le lacrime avevano ricoperto il mio viso. Tutti potevano pensare che quel gesto era per rendere il film più bello ed emozionante, e non che io stessi piangendo realmente.

Aiumy: Shinichi… io… IO TI AMO VERAMENTE!!

Hiroto rimase un po’ confuso. La parola “veramente” non era prevista, ma… dopo aver cambiato la scena, magari credeva fosse solo un altro leggerissimo cambiamento. Allora abbassai lo sguardo, piangendo ancora più di prima. Era inutile, non sarei riuscita a tenermi tutto ancora per molto, se persino mentre recitavo avevo queste reazioni. Hiroto si avvicinò a me e io alzai lo sguardo, guardando quegli occhi meravigliosi che esprimevano un gioia immensa.

Shinichi: Anche io ti amo VERAMENTE, Aiumy!

Anche lui aveva aggiunto quella parola. Forse perché lo avevo detto io. Ci guardammo negli occhi. Avrei tanto voluto  che quel momento fosse reale per entrambi, e non solo per me.

Hiroto si alzò e, come tanto tempo prima, quando mi aveva portata in spiaggia per sfuggire ai miei fan, mi fece alzare e mi abbracciò forte, come non aveva mai fatto, sussurrando pian piano una frase che fece sobbalzare il mio cuore, lasciandomi a bocca aperta.

Hiroto: Non immagini quanto, Kilary.

Ero spiazzata. Cosa intendeva dire? E perché aveva pronunciato il mio nome? Non poteva essere. Che… che fosse innamorato di me? No. Era impossibile. Io non ci avrei mai creduto. Ma d’altronde, essendo stretti in un abbraccio bello come quello, le parole dolci sarebbero uscite automaticamente a chiunque, e anche se Hiroto a volte era un po’ antipatico, in realtà era una persona fantastica, dolce, il ragazzo che tutte vorrebbero avere, compresa me. Ed era proprio per questo che io… mi ero innamorata di lui!

Allora ricambiai l’abbraccio, stringendolo forte a me e rispondendo alla sua frase.

Kilary: Neanche tu, Hiroto.

Anche lui rimase sorpreso quando pronunciai il suo nome. Parlavamo con un tono molto basso, per cui le telecamere non potevano registrare la nostra voce. Non se lo aspettava, ma non ne potei fare a meno. Io avevo ancora le lacrime agli occhi, e non riuscivo a fermarle. E poi, perché avrei dovuto? Perché smettere di essere triste, se quella tristezza mi teneva prigioniera, come un’onda che mi travolgeva, ogni volta che pensavo a Hiroto, a quello che provavo per lui e a quello che lui non avrebbe mai provato per me?

Il regista interruppe i miei pensieri.

Pierre Takada: Stooop!... – poi con le lacrime agli occhi continuò - C’est fantastique! Hiroto, Kilary, è proprio così che volevo faceste questa scena! Ottimo lavoro, ouiiiiiiiiiiiii!

Poi si rivolse all’intero staff, anche quello in lacrime per la scena.

Pierre Takada: Abbiamo finito! Grazie a tutti della collaborazione! Siete stati magnifici!

Partirono degli applausi, tutti ci facevano i complimenti per il film che, a breve, sarebbe uscito al cinema.

Io e Hiroto senza rendercene conto eravamo ancora abbracciati, e, imbarazzati, ci staccammo subito. Diventammo rossi, ed eravamo voltati, così da non poterci guardare in faccia. Poi notammo i nostri amici vicino al regista, così corremmo da loro.

Seiji: Complimenti ragazzi, avete recitato benissimo!

Haru: Si, scena fantastica.

Kilary/Hiroto: Grazie ragazzi – rispondemmo imbarazzati.

Seiji: Andiamo a mangiare qualcosa? Ovviamente sei invitato anche tu, Haru.

Haru: Davvero? Beh…grazie, accetto con piacere.

Kilary: Si, andiamo.

Hiroto: D’accordo.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: La storia di Haru (parte 1) ***


 

Ovviamente, io, Hiroto e Seiji eravamo travestiti. Girare per la città al tramonto era una sensazione fantastica. Il cielo era di un arancio intenso, mischiato a quel poco di azzurro che pian piano dava spazio al blu della sera. Ed ecco anche la prima stella, quella che, ogni volta che appariva, ammiravo da lontano, convinta che un giorno, anche io sarei diventata splendente come lei.

Seiji: Kilary? Hai sentito?

Kilary: Eh? Scusa Seiji, ero talmente immersa nei miei pensieri che…

Hiroto: …che come al solito non hai capito nulla di quello che stavamo dicendo!

Kilary: Grrrrrr… antipatico, ufff!

Scoppiarono tutti a ridere. Uff, ma perché mi prendevano sempre in giro?!

Seiji: Dai ragazzi, basta così! Allora Kilary, stavamo parlando dell’uscita del nostro film. A quanto pare, il film uscirà verso la fine di aprile. Essendo già entrati nel mese, non manca molto!

Haru: E quando uscirà io sarò in prima fila a vedere lo spettacolo!

Kilary: Grazie Haru! Sei davvero gentile!

Hiroto non disse nulla. Era un po’ irritato dalla presenza di Haru, anche se, in fondo, lui non gli aveva fatto niente. Ma Hiroto era fatto così, e anche con me, all’inizio della mia carriera, era un po’ antipatico. Ora invece siamo ottimi amici! Sono sicura che anche con Haru sarà così.

Hiroto: Guardate laggiù, vendono i takoiaky! Che ne dite di cenare lì?

Fummo tutti d’accordo, specialmente io, e ci dirigemmo al banco che ci aveva indicato Hiroto.

Ordinammo i nostri takoiaky e vidi Haru rimanere a bocca aperta, mentre ne divoravo uno dopo l’altro.

Kilary: Mmmh!! Che scorpacciata! Erano deliziosi, non trovate?!...

Hiroto: Sempre la solita ingorda. Ma mi spieghi dove fai entrare tutti quei takoiaky??

Kilary: Uffaaa! Avevo fame! Però… non so come faccio a mangiarli tutti… eh eh!!

Haru: Basta litigare, dai!

Seiji: Haru ha ragione. Anche se siete troppo divertenti, non potete sempre prendervi in giro!

Avevano ragione. Io e Hiroto litigavamo spesso sulla mia golosità.

Hiroto: D’accordo. Kilary, non ti prenderò più in giro, per stasera.

Scoppiammo tutti e quattro in una gran risata.

Kilary: Ho avuto un’idea! Facciamo un passeggiata, vi va?

Hiroto: Certo, perché no?!

Seiji: Paghiamo la cena e facciamo una passeggiata al parco, ok?

Kilary: Perfetto!

Haru non aveva risposto. Sembrava immerso nei suoi pensieri.

Usciti dal locale, ci avviammo insieme verso il parco. Faceva già buio, ma i lampioni erano accesi e la strada illuminata. Al parco non c’erano molte persone. Erano quasi tutti bambini intenti a salire sulle giostre e genitori che cercavano di convincerli a tornare a casa dato che ormai era sera.

Hiroto stava raccontando di quanto fossi sbadata a scuola, specialmente gli ultimi tempi. Parlava soprattutto con Haru, perché essendo in scuole diverse, lui non sapeva niente del mio andamento scolastico. A quanto pareva avevo ragione. Quei due sembravano diventati amici così, all’improvviso.

Kilary: Ma non avevi promesso di non prendermi più in giro per stasera??

Hiroto: Ehm… beh sai mi viene automatico, quindi non ci avevo pensato più!

Stavamo ridendo tutti, anche Haru, che era vicino a me. Ad un certo punto lo vidi girarsi e, quasi automaticamente, lo guardai, cercando di non farmi vedere. Si era distratto un attimo dalle nostre risate, guardando verso la strada di fronte. Aveva una luce strana in quei bellissimi occhi verdi, che brillavano anche al buio. Tutto d’un tratto era diventato triste o malinconico. Non mi piaceva molto vedere il mio amico in quello stato, perciò cercai di farlo distrarre un pò, facendogli una serie di domande per sapere ancora qualcosa di lui.

Kilary: Allora Haru, tu invece, come vai a scuola?

Haru si girò distratto dai suoi pensieri e mi guardò, aggrottando leggermente la fronte e chiedendosi sicuramente il perché di quella domanda. Ma anziché farlo ad alta voce, mi sorrise. Il suo viso sembrava illuminato quando sorrideva. Era un ragazzo non solo gentile e amichevole, ma anche incredibilmente bello.

Haru: Beh… diciamo che me la cavo un po’ in tutte le materie.

Hiroto: Sicuramente meglio di Kilari…

Fissai Hiroto, il fuoco che mi ardeva negli occhi.

Hiroto: Cioè volevo dire che…ehm…vabbè lasciamo perdere.

Seiji scoppiò a ridere, seguito da me e Haru.

Haru: Ho 8 in storia, letteratura, ed educazione fisica. 9 in scienze, geografia, lingue, arte e 10 in matematica.

Rimasi a bocca aperta, diventando piccola piccola. “Dolce, amichevole, incredibilmente carino e ora anche un genio a scuola!”

Hiroto: Lo dicevo io – disse quasi fra sé, anche se lo sentimmo tutti.

Kilary: Ma sei bravissimo! Io sono completamente l’opposto. I tuoi genitori saranno fieri di te!

Rividi in lui lo sguardo di prima, triste e malinconico. Forse avevo detto qualcosa che lo aveva turbato e reso così triste. Mi morsi la lingua. Poi lo sentì bisbigliare appena e mi resi conto del grandissimo sbaglio che avevo commesso.

Haru: I miei genitori sono morti quando ero piccolo, all’età di 5 anni.

Kilary: Non lo sapevo… mi… mi dispiace davvero tanto Haru! Non volevo…io… che stupida che sono!

Haru: Sta tranquilla! Come potevi saperlo? Non fa niente, davvero.

Mi sorrise ancora, ma non era come gli altri, raggiante e spontaneo. Sembrava più un sorriso forzato, come quello che si usa per far sembrare che tutto era apposto, come quello che usavo io quando dovevo mascherare la mia tristezza nei confronti di Hiroto.

Kilary: Lo so ma… mi dispiace davvero, infinitamente!

Sentimmo suonare un telefono e ci voltammo tutti verso Hiroto, che premette il tasto per rispondere alla chiamata.

Hiroto: Si, è qui con me…ah ah…cosa? A quest’ora? Ma… d’accordo direttore, a fra poco.

Seiji: Chi era?

Hiroto: Il direttore, vuole vederci  – poi si rivolse a me e Haru – scusateci, ma il signor Muranishi vuole vedere subito me e Seiji. Ci dispiace davvero tanto.

Mi rattristai. Hiroto doveva…andare via? Mi sarebbe piaciuto stare un altro po’ con lui e gli altri.

Kilary: Mmmh…d’accordo se proprio dovete, non preoccupatevi. Io e Haru staremo un altro po’ al parco – poi mi rivolsi a lui – se a te non dispiace, ovviamente!

Haru: Per me va bene.

Hiroto, a quel punto, guardò Haru con uno sguardo molto strano, che non gli avevo mai visto. Haru se ne accorse, ma aveva la battuta pronta.

Haru: State tranquilli, riporterò Kilari a casa, senza che le succeda niente.

Entrambi erano… preoccupati per me?

Hiroto: D’accordo Haru, la affido a te.

Poi mi guardò. Era triste o preoccupato, arrabbiato o insicuro, ma quello sguardo mi scosse profondamente. Non mi aveva mai guardato in quel modo.

Hiroto: A domani, Kilari. Andiamo Seiji.

Li salutammo entrambi e io non staccavo gli occhi da Hiroto. Cos’era quello sguardo? Era come se avesse paura che sarei scappata da un momento all’altro, come se… stavo scappando da lui!

Vidi Haru che mi fissava preoccupato e capì che aveva avuto l’impressione che ero triste. Ma io gli sorrisi leggermente, cercando di non farmi fare domande. Piuttosto io ero preoccupata per lui, per l’espressione che prima aveva assunto il suo viso!

Kilary: Scusa ancora per prima! Davvero… non volevo farti ripensare a dei momenti brutti. Come al solito combino sempre guai!

Haru: Ti ho già detto che puoi stare tranquilla Kilary. E’ sempre così. Non è colpa tua. Ogni volta che vengo in questo parco ripenso a quello che è successo 11 anni fa…

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: La storia di Haru (2° parte) ***


Kilary: Se non vuoi parlarne, non preoccuparti, non me la prenderò con te.

Da fuori, Haru poteva sembrare un ragazzo forte e coraggioso, e sicuramente lo era, ma… aveva una grande sensibilità e questo lo rendeva un ragazzo speciale. Fece cenno di no con la testa e cominciò a raccontarmi la sua infanzia.

Haru: Quel giorno, io, mio fratello e i miei genitori eravamo al parco come una normale famiglia felice. Io stavo facendo il cavalluccio e mio fratello era in quello dietro, proprio in quella giostra laggiù.

Col dito, indicò la giostra dei cavalli tutta illuminata da colori vivaci, che la facevano sembrare un arcobaleno di luci. Poi continuò.

Haru: Mio padre era lì che ci guardava felice, negli occhi una luce di gioia immensa. Mia madre invece era andata dall’altro lato della strada a prendere lo zucchero filato per tutti. Poi successe tutto all’improvviso. Si sentì uno strano rumore, come quando una macchina sterza forte nell’asfalto. Mia madre era ferma in mezzo alla strada con gli occhi terrorizzati e mio padre per salvarla cerco di spingerla nel marciapiede ma fu tutto inutile. Erano stati investiti da quel pazzo che stava guidando, ed erano gravemente feriti. Io e mio fratello avevamo assistito a tutta la scena. Appena la giostra si fermò, corsi subito verso di loro, con una mano tenevo mio fratello e con l’altra mi sbracciavo tra la folla per raggiungere i miei genitori, stesi per terra, con gli occhi chiusi.

Guardai Haru. Aveva lo sguardo lontano, gli occhi persi in quel terribile momento, velati da un leggerissimo strato di lacrime, che stavano prendendo il sopravvento nel suo viso, ormai teso per la tristezza e la malinconia di quando la sua famiglia era tutta insieme pochi secondi prima di quella terribile tragedia. Senza rendermene conto, anch’io stavo piangendo. Ero talmente presa dalla sua terribile storia, da non accorgermene neanche.

Tornando in sé da quel viaggio di ricordi, Haru mi vide piangere e mi fece un sorriso, un pò forzato, ma talmente tenero da far pensare che quella storia non era mai esistita, che non era niente di tanto doloroso quanto invece era. Lo abbracciai. Non sapevo neanche il perché, ma sentivo di doverlo fare. Pensare che lui aveva sofferto così tanto, che da quel giorno tutto per lui era diventato un incubo, mi spezzava il cuore facendomi provare non solo compassione, ma anche tutta la tristezza che aveva addosso in quel momento e che cercava di non farmi notare. Anche lui, forse un pò confuso, ricambiò il mio abbraccio. Non sapevo per quanto rimanemmo in quel modo. Con lui, sentivo che il tempo non era importante, non lo sentivo neanche passare. Quando sciolsi l’abbraccio eravamo entrambi in lacrime.

Haru: Scusa, non volevo farti rattristare, mi…mi dispiace davvero…

Feci di no col capo. Mi asciugai le lacrime e lui fece lo stesso.

Kilary: Pensare che tu abbia sofferto così tanto mi ha fatto rattristare tantissimo. Non sentirti in colpa, non ce n’è motivo. Da quando ti conosco, sei sempre stato così solare e allegro, e averti visto in questo stato, oggi, ha contagiato anche me.

Haru: Io… - non sapeva che dire, poi però sorrise e continuò – grazie, Kilary. Sei una vera amica.

Kilary: Figurati – poi mi venne in mente un particolare – Ma tuo fratello… vive con te?

Haru: Si. Aveva tre anni quando i nostri genitori se ne andarono. Ora ne ha 14 e vive con me e i nostri zii. Si chiama Kureno. Non parla quasi mai di quello che successe quella sera. E io cerco sempre di farlo divertire.

L’attenzione di Haru venne catturata dall’altalena a pochi passi da noi, e mi invitò a sederci insieme. Senza farci caso, mi ero seduta nello stesso posto dove, qualche giorno fà, io e Hiroto avevamo parlato dei miei sentimenti. E Haru era seduto al posto di Hiroto. Appena lo vidi di profilo, seduto lì accanto a me, rividi le immagini di quel giorno. Quando Hiroto aveva frainteso che fossi triste per Seiji, quando gli dissi che in realtà non era per lui che piangevo e stavo per rivelargli tutto. E quando lui si alzò per abbracciarmi forte e dirmi che se avevo bisogno ci sarebbe sempre stato. Non volevo rovinare quel momento, perciò non gli dissi niente dei miei sentimenti nei suoi confronti.

Haru: A cosa pensi…?

Kilary: …a Hiroto.

… Eh???? L’ho detto ad alta voce??? Mi misi subito le mani sulla bocca. Che diavolo mi era preso?? Non avrei mai dovuto dirlo così, senza pensarci. Forse, il motivo della mia disinvoltura c’era… eccome! Forse, era semplicemente perché Haru era mio amico, e di lui sapevo di potermi fidare, come lui ha fatto con me. Forse dovevo semplicemente… dirgli la verità!

Haru: Sai? Lo avevo già capito da un pò…

Kilary: C-come?? S-si capisce davvero c-così tanto?? I-io non sapevo… E-eh…

Balbettavo ed ero rossa di vergogna. Credevo di essere brava a mascherare i miei sentimenti, ma mi sbagliavo.

Haru: Sta tranquilla, non andrò di certo a dirglielo…

Abbassai lo sguardo, cercando di soffocare un singhiozzo… La forte disperazione che avevo provato prima mentre Hiroto se ne stava andando, e che era momentaneamente scomparsa durante la discussione con Haru, mi investì violentemente, facendomi sobbalzare sull’altalena. Haru se ne accorse, ma io lo bloccai prima che potesse parlare.

Kilary: Tanto sarebbe inutile… Lui non prova niente per me. Se lo sapesse, rovinerei tutto e…

Cominciai a piangere e singhiozzare. Sentivo Haru che mi diceva di stare tranquilla, che era tutto apposto, ma non riuscivo a trattenermi, ogni volta era più forte di me. Sapevo di amare Hiroto, sapevo che ogni volta che incrociavo il suo sguardo avrei dovuto dirgli tutto, ma c’era sempre qualcosa che mi bloccava, la paura di rovinare un’amicizia bella come la nostra.

Mi sentì avvolgere in un abbraccio caldo e accogliente. Alzai lo sguardo e trovai Haru, chino su di me, che mi abbracciava in silenzio, attendendo che io mi calmassi. Cercai di contenermi un pò, e quando ci riuscì, Haru mi sussurrò qualcosa all’orecchio.

Haru: So che stai soffrendo Kilary. Sappi che quando vorrai confidarti con qualcuno, quando cercherai una spalla su cui piangere o avrai semplicemente bisogno di parlare, io ci sarò sempre.

Quelle parole. Erano tanto simili a quelle di Hiroto. No basta, non dovevo più pensarci, anzi forse avrei fatto meglio a dimenticarmi di lui. Non ha senso soffrire inutilmente, se lui per me non provava assolutamente niente.

Kilary: Grazie, Haru, ma ho preso una decisione. Voglio dimenticarmi di lui. Non posso continuare a piangere ogni volta che lo vedo o essere triste ogni volta che il mio pensiero ricade su di lui… in fondo, Hiroto è solo la persona che amo, a cui tengo di più, che mi da sempre consigli, che ogni volta che sbaglio mi rimprovera, ma che quando sto male mi consola con i suoi meravigliosi abbracci e con i suoi sorrisi più belli… s-sarà semplice no?? Dimenticare tutto quello che abbiamo fatto fin’ora insieme…??

No. Non sarebbe mai stato così semplice. I sentimenti non scompaiono  così, con una semplice richiesta.

Haru: Ma sei davvero sicura che lui non provi niente per te?

Lo guardai stranita. Era ovvio che lui non provasse niente per me, ma non sapevo il perché di tanta sicurezza… lo sentivo e basta.

Vide che rimanevo in silenzio, perciò continuò.

Haru: Lo vedo… da come ti guarda, da come scruta ogni tua minima mossa, da come ti prende in giro con affetto e dal modo assurdo di come si preoccupa per te… come poco fa, quando mi ha chiesto di accompagnarti… da come mi ha guardato e da come poi il suo sguardo duro diretto a me è diventato dolce, triste e insicuro mentre lo spostava verso di te… e poi come ti sei rattristata quando se n’è andato, quasi in modo malinconico, come se non vi sareste mai più rivisti… E’ dolce e triste allo stesso tempo, come se condividete qualcosa di troppo profondo che agli occhi disattenti di una persona sembra solo una forte amicizia…

Kilary: Io… non avevo mai notato niente di simile…

Haru: Non voglio illuderti Kilari, non lo farei mai. Ma è quello che ho notato fin’ora nei suoi comportamenti, il che mi induce a pensare che non devi rinunciare se non sei assolutamente sicura.

Le parole di Haru mi avevano colpito profondamente. Non credevo che riuscisse a notare tutto quello di cui io non mi ero mai accorta in due anni. Chissà se era veramente così. Forse aveva ragione lui. Non dovevo mollare.

Kilari: Forse hai ragione.

Gli feci un sorriso, un pò imbarazzata, e lui arrossì, contraccambiando però il mio sorriso con il suo, ora non più forzato come prima, ma splendente e sincero.

Dopo quella discussione, mi riaccompagnò a casa. L’aria si era fatta fredda e io stavo cominciando a sentirla nella pelle, facendomi tremare. Haru se ne accorse, e gentilmente, chiese di fermarmi.

Haru: Aspetta un attimo.

Ci fermammo. Si levò la giacca e fece per mettermela sulla spalle. Io feci di no con la testa e stavo per controbattere, ma non feci in tempo che me la ritrovai già addosso, calda e incredibilmente morbida.

Kilary: Così sentirai freddo o peggio, ti prenderai  un raffreddore.

Haru: Non preoccuparti. Non sono molto soggetto ai raffreddori.

Arrivammo a casa mia in un attimo.

Kilary: Haru, grazie di tutto. Sei stato molto gentile a riportarmi a casa. Tieni, questa è tua.

Gli diedi la giacca e lui se la rimise addosso.

Haru: Grazie a te Kilari. Sono davvero felice di aver parlato con te oggi. Spero che avremo altre occasioni di chiacchierare come stasera.

Lo vidi voltarsi e andare via. Sentì una strana morsa al cuore. Ma perché? Haru stava solo andando a casa e pure, mi mancava un po’.

Entrai, salutai papà e Baba-chan e mi rintanai in camera mia, buttandomi nel letto. La stretta che sentivo non accennava a scomparire. Mi ritrovai a pensare ad Haru, ai suoi bellissimi occhi, al modo in cui mi parlava e come mi ha abbracciata. Al modo in cui le lacrime gli scendevano sul viso e al modo in cui mi sorrideva. Haru era un semplice amico eppure… eppure mi sentivo così strana. Che… che mi fossi innamorata di lui?

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Ogni singolo battito del cuore! ***


Quella domanda mi perseguitava ogni giorno, e quando incontravo Haru, cominciavo ad agitarmi. E Hiroto?? Cosa provo per lui?? Per me, sia lui che Haru, erano importanti. Li sentivo vicini a me ogni volta che ne avevo bisogno. Il primo giorno dell’uscita del film “IL TRIANGOLO DEL GIOVANE AMORE”, io, Hiroto e Seiji dovevamo presentarlo.

C’erano tantissime persone, e in prima fila vidi Haru, che mi guardava con il suo bellissimo sorriso sul viso. Quando lo vidi, gli risposi con un altro sorriso, più che imbarazzata. Finita la presentazione, ci andammo a sedere in prima fila accanto ad Haru. Vedere me stessa nel mega schermo mi dava una bella sensazione, mi sentivo partecipe delle emozioni che tutti provavano in quel momento, nelle scene a cui io e gli Ships avevamo lavorato accuratamente.

???: Wow! Guarda che bella Kilari… ed è bravissima!

??: Si è vero! Ma anche Hiroto! In uniforme scolastica è troppo bello!

?: Non vi scordate di Seiji, eh?!

Sentì dei ragazzi che parlavano di noi e del film. A quanto pare piaceva molto. Che bello, ne ero davvero felice! Stavo rivivendo ogni singola scene, ogni piccolo particolare e ogni minima emozione.

Arrivammo alla scena finale. Quando si vide la parte dello schiaffo, in sala si alzò un leggerissimo rumorio che si spense subito mentre cominciavano le battute successive. Si sentivano le ragazze che cominciavano a piangere dall’emozione, rapite da ogni parola e ogni sguardo mio e di Hiroto, o meglio dire, di Aiumy e di Shinichi, mentre si dichiaravano il loro amore. Sarebbe stato così anche nella realtà? Se Hiroto mi amava realmente come supponeva Haru e io amavo lui, allora sarebbe successo qualcosa? Oh, già… Haru… cosa provavo per lui? So di amare Hiroto, ma Haru… con lui sentivo di poter essere sempre sincera, di potergli confidare tutto, specialmente dopo l’altra sera, quando mi ha raccontato ciò che è successo durate la sua infanzia. Quella sera, sentì che il nostro rapporto era cambiato, si era rafforzato. Ma ero più confusa che mai, non sapevo proprio come comportarmi. Ogni volta che provavo un effetto diverso dall’amicizia per qualcuno, finivo per rovinare tutto.

Il film finì, e parti un fortissimo applauso, gonfio di emozione, che spinse me, Hiroto e Seiji ad alzarci e salutare tutti con una mano, con un inchino subito dopo. Uscimmo dal cinema e Haru ci fece un sacco di complimenti.

Haru: Ragazzi, avete recitato benissimo. Kilary, sei stata grande, dico davvero!

Arrossì leggermente.

Kilary: G-grazie.

Guardai Hiroto e poi Haru. Avevo bisogno di mettere un po’ d’ordine nel mio cuore, ma più li guardavo, perdendomi nei loro meravigliosi occhi, più cominciavo a sentire che l’amore per entrambi cresceva sempre di più.

Haru: Mi dispiace di non potermi trattenere oltre, ma devo tornare a casa da mio fratello.

Kilary: Ok, non preoccuparti Haru. Ci vediamo domani, ok?

Haru: Certo, a domani allora!

Mi sorrise e io feci altrettanto. Poi si girò e se ne andò.

Seiji: Non sapevo che Haru aveva un fratello.

Kilary: Si, è più piccolo di lui. Si chiama Kureno, ha 14 anni.

Hiroto: E com’è che sai tutte queste cose?

Kilary: Beh, me le ha dette Haru, ovviamente.

Hiroto, per tutta risposta, fece una semplice alzata di spalle.

Ci incamminammo per andare in agenzia a festeggiare l’enorme successo che, quella sera, aveva riscosso il film.

Signor Muranishi: Bravissimi ragazzi, siete stati magnifici. Il film è un grande successo. Mi viene da piaangeree!

Reazione esagerata, come sempre, ma aveva ragione. Il film era riuscito molto bene.

Signora Kumoi: Bene ragazzi, ora possiamo brindare al vostro film.

Kilary: Bene, allora… al nostro film!

Tutti: Al nostro film!

Fu una serata molto divertente, con gli spettacoli di Naa-san e Kame-san, le discussioni sulla mia eterna golosità, ma anche sul lavoro, suoi prossimi pezzi da comporre e sui nostri attesi concerti da parte dei fan.

Kilary: Bene ragazzi, io vado a casa. Ci vediamo domattina.

Ne avrei approfittato per fare una passeggiata sotto le stelle, all’aria fresca e rilassante della sera.

Hiroto: Ma stai scherzando per caso?

Prese il giubbotto e se lo mise.

Hiroto: Dai, ti accompagno.

Kilary: Ma non è il caso…

Non feci in tempo a dirlo, che mi ritrovai già fuori dalla porta. Attraversammo il corridoio, scendemmo le scale e uscimmo dall’edificio, in silenzio. Camminammo per un po’ senza parlare. Poi…

Hiroto: E’ Haru, non è vero?

Disse questa frase con aria abbattuta, la testa all’insù, intento a guardare le stelle.

Kilary: Cosa… cosa intendi dire?

Hiroto: Il ragazzo di cui ti sei innamorata.

Eh???? C-cosa??? Ma era pazzo a chiedermi così, con leggerezza, qualcosa di così importante??? Diventai rossa, anzi rossissima.

Kilary: I-io… n-no, non credo a-almeno… io n-non….

In quel modo avrei solo peggiorato tutto. Dovevo stare zitta e calmarmi. Aprì bocca per parlare, ma Hiroto lo fece prima di me.

Hiroto: Non preoccuparti, non glielo dirò… e comunque lo avevo capito.

Lo disse con aria rassegnata, come se si dovesse abituare all’idea… e anche… triste?

Kilary: A dire la verità, è molto più complicato di quello che sembra. Non è lui la persona che amo, o forse lo è in parte. Sono così confusa, non so proprio come riordinare tutto… io…

Oh, diamine. Ma che stavo dicendo? L’altra persona era lui, come facevo ora? E se mi chiedeva qualcosa?

“Cavolo, cavolo, Kilary, perché non tieni mai la bocca chiusa?!”

Hiroto: Capisco… Beh, è normale che tu sia confusa, Kilari!... Aspetta un attimo…

Oh no! Se mi avesse chiesto…

Hiroto: Chi sarebbe l’altra persona??

Aaah! Aiuto! E ora? Che mi inventavo? Avrei anche potuto rivelargli i miei sentimenti, ma Haru… no, non potevo, ero ancora troppo indecisa per parlare.

Kilary: Beh, ecco vedi… io non…

Hiroto: Se non ti va di dirmelo, non preoccuparti. Volevo solo… non so… esserti d’aiuto, tutto qui.

H-hiroto… si era… preoccupato… per me? Di nuovo? E se avesse ragione Haru? Se Hiroto si fosse… innamorato di me?... Noooo! Ma cosa andavo a pensare! Non lo credevo ancora possibile, specialmente ora che avevo due persone che occupavano il mio cuore. Tutti questi segreti, queste emozioni che avevo rinchiusi dentro di me, quando sarebbero usciti allo scoperto?

Kilary: Grazie.

Calò il silenzio per un po’, fino a quando arrivammo a casa mia. Hiroto sembrava così triste, mi si stringeva il cuore a vederlo. Lo amavo, non avevo dubbi, ma dovevo far chiarezza prima di dirglielo, anche se sapevo che avrei rovinato tutto.

Hiroto: Allora, buona notte Kilari!

Lui mi voleva bene, come amica, e per adesso, potevo dimostrargli solo quello.

Kilary: Buona notte, Hiroto. Ti voglio bene!

Si girò, con un piccolo sorriso che gli illuminava il viso, visibile persino con la luce fioca della luna, che rendeva quel momento magico. Camminò verso di me e mi abbracciò, stretta. Mi strinsi al suo petto, il cuore che batteva a mille. Non lo avrei mai lasciato andare, ma dovevo farlo. Perché con tutti quei pensieri, sentivo che la testa mi stava per scoppiare. Chissà quanto ancora avrei dovuto attendere per sistemare una volta per tutte questa indomabile confusione di sentimenti.

Hiroto: Anch’io Kilary.

Mi lasciò andare, guardandomi un ultima volta negli occhi, come se in quel momento mi stesse dicendo addio. Si girò e andò via. Ero sola, ma non perché ero sola davvero. Mi sentivo vuota, inutile, come se tutto quello che avevo dentro fino a qualche minuto fa, fosse sparito, risucchiato inevitabilmente da quello sguardo che era rimasto impresso nella mia mente. Un marchio indelebile.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Amicizia, amore e confusione! ***


Naa-san: Na na… na na na na na! Naaaa!

Kilary: Piantala Naa-san, ho sonno!

Naa-san: Na na! Na na na…Na na naa!!

Kilary: Cosa dici? La scuola?... Eh????... – butto via le coperte e scendo dal letto – sono in ritaardooo!

Mi lavai i denti, misi la divisa scolastica e, prendendo lo zaino, corsi giù a fare colazione.

Papà: Buon giorno, piccola mia! In ritardo come al solito eh?...

Kilary: S-si…gnammm…gnammm…mmmm… buonissimi i tuoi pancake!

Papà: Grazie tesoro.

Kilary: Bene, ora volo a scuola. Ciao nonna!... Naa-san andiamo!

Baba-chan: Ciao Kilary, buona scuola!

Kilary: Grazie! – poi mi rivolsi al mio gattino - Su andiamo!

Corsi a scuola talmente veloce, che arrivai col fiatone. Fortunatamente, ero ancora in anticipo.

Seiji: Ehi Kilary? Di fretta stamattina, eh?

Kilary: Seiji! Beh, si… mi sono svegliata tardi, come al solito!

Seiji: Ah ah ah! Naa-san avrà fatto i salti mortali per svegliarti, non è vero?

Gli feci la linguaccia.

Kilary: Beh… si!... Seiji… dov’è Hiroto? Non è con te?

Seiji: No, mi ha detto che doveva fare una cosa… sarà qui, da qualche parte.

Kilary: Capisco… Vado a cercarlo, così lo saluto.

Seiji: D’accordo! A dopo, Kilary!

Rimasi sola con Naa-san, così cominciai a cercarlo, tra i ragazzi lì intorno, poi all’interno della scuola, nel corridoio principale, ma di lui non c’era traccia. Uscì di nuovo in cortile, dato che la campanella non era ancora suonata.

Mi venne in mente il cortile vicino l’aiuola, che si vedeva dalla finestra della mia classe. Decisi di controllare lì. Comincia a sentire delle risate, così mi avvicinai per capire a chi appartenessero, fino ad accostarmi ad un muretto, per nascondermi.

???: Ahahah, sei proprio simpatico, Hiroto!

Hiroto: Anche tu, Noeru! Ah ah ah…

Era Hiroto. E c’era una ragazza con lui. Cercai di sbirciare dal muretto, per vedere meglio. Era davvero molto carina, capelli neri e lunghi, alta, quasi quanto lui, forse un po’ meno. E a quanto pareva, si stavano divertendo molto. Il cuore mi si strinse in una morsa, stretta e inevitabile. Lo sentivo urlare. Mi portai una mano al petto, cercando di farlo tacere, ma invano. Era del tutto inutile. Sapevo di avere le lacrime agli occhi e i singhiozzi in gola, ma non volevo lasciarli uscire. Hiroto sembrava felice, e io dovevo esserlo per lui. Ma se lo amavo, come facevo a esserlo, vedendolo con un’altra ragazza? Non potevo. Lascai scendere le prime lacrime, che ben presto si trasformarono in piccoli singhiozzi.  L’angoscia, la tristezza, il dolore, l’amore, tutto, si impossessarono di me, e non riuscì a scappare da quella stretta. La testa mi girava, tanta era la confusione, le gambe mi tremavano, come se fossi in bilico su un burrone, come se quella scena fosse stata l’ultima spinta per cadere giù e, dopo poco, mi ritrovai a terra, perdendo i sensi.

Qualche ora dopo, in infermeria…

Naa-san: Na na na, na! Na na na…oh…Na na!

La vocina di Naa-san mi svegliò e, lentamente, con la testa in procinto di scoppiare, mi misi a sedere.

Kilary: Ai ai…oh…Na… Naa-san?! Dove mi trovo? Cos’è successo?

Nas-san: Na na na na! Na na, na…na na…na na!

Kilary: Eh? Ho visto Hiroto e Noeru insieme e sono svenuta all’improvviso?...E mi hanno portato in infermeria...Ah… già…

Ora ricordavo tutto. Hiroto e Noeru, quella ragazza che era con lui, stavano chiacchierando allegramente nel cortile della scuola. Io stavo cercando Hiroto, ma vedendo quella scena, mi sono sentita schiacciata da ogni piccola luce di speranza che Haru aveva fatto sorgere in me riguardo ai sentimenti che Hiroto poteva provare nei miei confronti e che invece si erano dimostrati falsi, e sono svenuta. Ma… chi mi aveva portato qui?

Seiji: Oh, Kilary! Tutto ok? Come ti senti?

Seiji arrivò da dietro la parete divisoria del lettino dell’infermeria. Sembrava preoccupato.

Kilary: Ehm… apparte un po’ la testa, si, sto bene!

Seiji: Per fortuna! Naa-san mi ha fatto prendere un colpo. La campanella era appena suonata e non vedendoti più tornare avevo deciso di cercarti… poi è arrivato Naa-san correndo verso di me. Era bianchissimo in faccia e molto agitato, così, seguendolo, ti ho trovato a terra, pallida, quasi quasi manco respiravi. Ti ho preso subito in braccio, e dopo essermi accertato che avevi  perso i sensi  ti ho portata qui.

Kilary: Ah… mi… mi dispiace di avervi fatto preoccupare inutilmente…

Seiji: Sta tranquilla, l’importante è che ora stai bene… fai un bel riposino e alla fine delle lezioni ti accompagnerò a casa…ok?

Kilary: Ok, ma non dire niente a Hiroto, per favore.

Seiji: Ok, Kilary… adesso riposa.

Seiji era sempre così gentile con me, anche se sbagliavo di continuo. Sapevo di poter contare su di lui, ci sarebbe sempre stato. Era un caro amico e in tutto quel trambusto, era forse l’unico che poteva aiutarmi davvero. Gli avrei chiesto un consiglio. Ma in quel momento, volevo solo chiudere gli occhi e dimenticarmi del mondo che mi girava intorno.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Sorrisi all’orizzonte. ***


Mi alzai dal letto. Seiji non c’era e io non potevo aspettarlo, non volevo. Camminai e uscì dall’edificio. Avevo una meta, ma non sapevo quale, mi affidavo solo al mio istinto. Era notte. La luna non c’era, io ero terribilmente spaventata, mi sentivo sola, ma continuavo a camminare, senza capire il perchè e senza la minima voglia di fermarmi. Poi, cominciai a correre. Ero scalza, la terra mi pungeva i piedi, creando piccoli graffi, ma non ci badavo. Avevo un dubbio tremendo che mi occupava mente e cuore, così importante da non farmi pensare ad altro, neanche al dolore. Mi ritrovai di nuovo nel cortile dietro la scuola.

Mi fermai. Davanti a me, c’erano Hiroto e Haru.

Kilary: Haru… Hiroto…

Haru guardava me, mi sorrideva, gli occhi verdi gli illuminavano il viso, ma quello che mi colpì di più fu Hiroto, che aveva lo stesso sguardo della sera prima.

Haru: Kilary, va via di lì, vieni con me o starai male di nuovo!

Il suo viso diventò triste, preoccupato. Mi tese la mano.

‘Male di nuovo’? Cosa voleva dire Haru? Che significava tutto questo? Perché dovevo stare male?

Poi, all’improvviso, Hiroto si voltò, il suo viso cambiò espressione, era felice. Guardava qualcuno, e solo allora capì che si trattava di Noeru.

Haru: No, Kilary, vieni via, per favore, non voglio perderti ancora.

Mi stava ancora tendendo la mano, non sapevo che fare.

Kilary: Haru… cosa…

E fu allora che capì.

Hiroto si avvicinò piano a Noeru e si scambiarono un bacio. Un bacio vero! Rimasi lì, a guardare la scena, gli occhi pieno di lacrime, una stretta insopportabile al cuore, mi sentivo persa.

Haru: Kilary…

Non aveva senso continuare a guardare, continuare a soffrire per… per cosa? Per qualcuno che non mi amava! Mi lasciai andare a quell’insopportabile dolore che avevo tenuto rinchiuso fino a quel momento, lo liberai. Poi, prima di abbandonarmi a quella sensazione spaventosa, dissi qualcosa a Hiroto.

Kilary: Addio Hiroto…

Haru: No, Kilary!!

Poi il buio mi oscurò la vista e non vidi più niente.

Urlai.

Kilary: No, Hiroto!

Mi misi a sedere di scattò sul letto, gli occhi in lacrime, la fronte imperlata di sudore. Sentì la campanella suonare. Mi guardai intorno.

“Seiji è andato a lezione… Sono sicura che sarà qui a momenti…”

Seiji: Kilary!

Entrò e si mise a sedere accanto a me, toccandomi la fronte.

Seiji: Ma sei tutta sudata… che ti è successo??

Kilary: Credo di aver avuto un incubo…

Seiji: Mmmm… capisco. Ma ora come va, stai meglio?

Kilary: Si, Seiji, sto molto meglio. Avevi ragione riguardo alla dormita, sai?

Seiji: Ne sono felice… Uhm… Kilary, posso dirti una cosa?

Kilary: Ehm… si dimmi.

Seiji: Che ti succede?

Kilary: Eh? C-he intendi dire?

Seiji: Mi sembri… diversa! Quando ti ho conosciuta eri una scarica di energia continua, sempre sorridente, non ti sei mai arresa e hai sempre portato a termine i tuoi compiti con qualcosa che non vedo da tanto… il tuo sorriso! Sei cambiata Kilary. Sei sempre triste e malinconica, se ne sono accorti tutti. Perché?

Kilary: Io…

Ora che qualcuno me lo diceva, mi rendevo conto che era vero. E sicuramente solo Seiji poteva farmelo capire. Avevo bisogno di aiuto e, oltre lui, non sapevo a chi altro rivolgermi.

Kilary: Seiji… Il fatto è che…

Decisi di raccontargli tutto. Gli dissi che all’inizio della mia carriera da idol ero innamorata di lui e di come poi questo sentimento era diventato più forte nei confronti di Hiroto. Che poi, dopo mesi di confusione, mi ero accorta di provare per lui un amore tanto grande da farmi male ogni volta che lo guardavo, cosciente che Hiroto non provava lo stesso per me. E gli raccontai di Haru. Di come da quando l’ho incontrato, in me era tornata quella confusone che non mi abbandonava mai e di come ora fossi innamorati di entrambi. Gli raccontai anche di Noeru, quando l’avevo vista oggi in compagnia di Hiroto, e del mio sogno, quando li avevo osservati baciarsi nel cortile, con Haru che mi supplicava di andare via da lì perché non voleva perdermi. Finì di raccontare tutto e lo guardai. Mi sorrideva, era uno sguardo dolce, pieno di comprensione.

Seiji: Se me lo avessi detto prima, Kilary… Mi dispiace solo di non essermene accorto, avrei potuto… starti vicino…

Kilary: Non preoccuparti… E’ stata colpa mia, mi sono tenuta dentro tutto senza mai dire niente a nessuno e oggi ho avuto uno sfogo… E’ stato… un brutto colpo vederli insieme… avrebbe potuto anche dirmi che aveva… u-una ragazza… magari l-lo avrei accettato… i-io n-non…

Scoppiai a piangere, buttandomi addosso a Seiji. Lui mi abbracciò e mi cullò fra le sue braccia. In quel momento capì che d’ora in poi non avrei combattuto da sola, c’era Seiji con me, lui mi avrebbe aiutata.

Quando mi fui calmata, uscì dal letto, con Naa-san che mi accarezzava i capelli, misi le scarpe e mi rivolsi a Seiji, che mi aspettava fuori dalla porta.

Gli sorrisi. Mi sentì strana. Stavolta il mio sorriso era sincero, spontaneo…  felice! Come non lo era da tanto tempo. Avevo perso di vista il mio più grande obbiettivo… quello di sorridere. Ora che finalmente avevo ritrovato la vera me stessa, non l’avrei perduta un’altra volta. Pensavo ancora a Noeru e Hiroto e ad Haru, ma mi ripromisi che avrei dovuto risolvere il problema come al solito… con il mio sorriso!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: E’ il momento di chiarire. ***


Da quel giorno, il mio modo di lavorare cambiò. Ero più energica, allegra, solare, mi sentivo finalmente me stessa. Ogni volta che guardavo Hiroto e Haru, pensavo che la mia scelta diventava giorno per giorno sempre più difficile, ma anche che sarei riuscita a risolvere tutto come mi ero ripromessa. Se ne accorsero tutti, e mi sentivo spesso chiedere perché prima ero così triste, ma rispondevo semplicemente che ero un po’ stressata dal lavoro e dalla scuola. Non potevo permettermi di dire la verità.

Noeru e Hiroto erano sempre più amici, così come io e Haru. Sembravano inseparabili, un vera… coppia… di innamorati. Se ci pensavo, e lo facevo spesso, sprofondavo di nuovo nella tristezza. Eppure, quando Haru mi chiamava o mi distraeva dai miei pensieri, tornavo sorridente ed energica, pronta a fare qualunque cosa. Tutti sembravano molto felici della mia vicinanza con Haru, tranne Hiroto. Prima mi sembrava che avessero risolto i loro problemi, ma mi ero nettamente sbagliata. Hiroto non aveva motivo di guardarlo in quel modo… o forse si?

Signor Muranishi: Bene Kilary, ho una notizia da darti, anzi, da dare a te e Haru.

Haru??

Haru: Di che si tratta, signor direttore?

Signor Muranishi: Ecco… Kilary deve sponsorizzare un nuovo hotel che aprirà fra quattro giorni, e avevano richiesto anche la partecipazione degli Ships ma… loro devono registrare il loro nuovo pezzo e realizzare alcuni servizi fotografici, perciò… mi chiedevo se per questa volta tu, Haru… potessi sostituire gli Ships e fare questa pubblicità con Kilary.

Wow, lavorare con Haru? Sarebbe semplicemente fantastico!

Kilary: Ma è fantastico! Dai Haru, accetta, per favore! Ci divertiremo un mondo…

Ci pensò su, lo sguardo fisso a terra, gli occhi socchiusi, una mano sul mento. Era bello anche quando stava sovrappensiero…

Oh… ma cosa pensavo?! “Basta Kilary, smettila di pensare ad Haru, non è il momento…”, eppure… eppure lui mi faceva questo effetto. Un minimo tocco, un piccolo sguardo e un sorriso abbagliante da parte sua erano le cose che mi facevano sempre sorridere di più, con lui ero felice, non potevo negarlo. Lui era la mia medicina quando pensavo alla mia tremenda confusione...

Haru: Ok Kilary?

Mi ero distratta, non sentendo così il resto della domanda.

Kilary: Eh? Cosa dicevi, scusa non ti stavo seguendo…

Haru: Ho detto che accetto il lavoro… in fondo, ci sarai tu a darmi una mano vero?

Mi sorrise, e io ricambiai a mia volta.

Kilary: Puoi contarci Haru! Allora, signor direttore… dove si trova questo hotel?

Signor Muranishi: Più che hotel, è una specie di sorgente termale in riva a un lago molto bello… Sono sicuro che vi divertirete!!

Kilary: Bene, allora e deciso! Sono felice che faremo questo spot insieme, Haru!

Haru: Si anche io, Kilary!

Quei quattro giorni passarono velocemente, io e Haru eravamo inseparabili. Ridevamo, scherzavamo su qualunque cosa, insomma… ormai non potevo fare a meno di ridere quando c’era lui nei paraggi. Ero tornata la Kilary di sempre, solare ed energica. Pronta a tutto per i propri fan e tutto questo grazie ad Haru. In sua compagnia dimenticavo ogni più piccola tristezza e mi concentravo al massimo sul lavoro e sulle mille risate che ci facevamo insieme.

Signora Kumoi: Bene, eccoci arrivati. Qui si effettueranno le riprese. Ragazzi, se volete, potete dare un occhiata in giro!

Kilary: Wow! Grazie, signora Kumoi.

Signora Kumoi: Però mi raccomando… ci vediamo qui fra 1 ora, intesi?

Haru: Certo! Grazie e a dopo.

Ci incamminammo in quella che era una vera e propria meraviglia. Il lago era fantastico, l’acqua cristallina, limpida e fresca, dava addirittura la voglia di berla. Il paesaggio era in perfetta armonia con tutto il resto, e l’edificio che vedemmo davanti a noi catturava tutta la bellezza del luogo.

Kilary: E’…è… semplicemente fantastico! Non credi anche tu Haru??

Mi girai e lo vidi fissarmi, ma appena capì che gli avevo fatto una domanda, si ricompose e mi sorrise.

Haru: Si, è davvero fantastico, Kilary!

Dopo aver girato un po’ nei dintorni tornammo sul luogo delle riprese e cominciammo subito le riprese. Era una bellissima sensazione recitare al fianco di Haru. Sorrideva, parlava, aveva sempre il giusto sguardo per qualunque battuta improvvisata, e poi quel luogo rendeva tutto più magico. Finito di girare all’esterno, le telecamere e noi ci spostammo all’interno. La strutture era seria e classica, ma anche bella e accogliente. Un luogo perfetto in cui tutti potevano rilassarsi, dove regnava pace e tranquillità. Ogni corridoi, ogni camera, ogni angolo era in perfetta relazione con l’ambiente che li ospitava.

Stavo indossando il costume e la tovaglia nella camera dove avrei dovuto dormire quella notte dopo le riprese, dato che la signora Kumoi ci aveva dato il consenso di rimanere lì per una notte e anche per il giorno dopo, ma solo perché io e Haru l’avevamo pregata di rimanere, quando sentì qualcuno che mi chiamava da fuori.

Haru: Kilaryy? Dai sbrigati, dobbiamo girare…

Kilary: Si eccomi!

Poi uscì dalla stanza, la testa un po’ abbassata per sistemare la tovaglia.

Kilary: Scusami, stavo sistemando la…

Alzai la testa per guardarlo e rimasi di stucco nel vedere il suo corpo perfetto avvolto in una tovaglia identica alla mia. Il suo petto era muscoloso, il viso assolutamente meraviglioso con i capelli scompigliati e un po’ bagnati, il suo sorriso gli illuminava il volto e guardarlo in quel modo, con la luce della luna che lo rendeva ancora più splendido, mi sembrava di avere davanti una visione. Era assurdamente bello, solo con quella tovaglia. Sentì il cuore accelerarmi e un lieve rossore dipingermi il viso, mentre lui camminava sicuro verso di me e mi si posizionava davanti. Guardai i suoi occhi, verdi e profondi, pieni di felicità mentre scrutavano i miei.

Haru: Kilary? Ehi, golosona, ma dove hai la testa?

Mi diede dei lievi col pettini sulla testa e solo dopo cominciai a rendermi conto di ciò che stava succedendo. Perciò diventai ancora più rossa per l’imbarazzo e lo guardai sorridere ancora una volta.

Kilary: S-scusa… pensavo ad occhi aperti!

Haru: Ok, ok ma ora dobbiamo finire le riprese dello spot. Dopo potremo mangiare e riposarci.

Kilary: D’accordo, andiamo.

Haru: Quando si parla di cibo sei sempre pronta a tutto eh?

Gli feci la linguaccia.

Kilary: Spiritoso! Andiamo su!

Io e Haru eravamo in perfetta sintonia mentre recitavamo le parte dei clienti del locale e ci divertivamo da morire. Poi lui era un talento naturale per questo tipo di cose, sorprese pure me. Sapeva come muoversi, cosa fare, quando parlare, non aveva sbagliato una volta e, grazie a lui, entro le dieci della sera finimmo le riprese.

Signora Kumoi: Siete stati bravissimi! Complimenti Haru, sei stato davvero eccellente… credo che il signor Muranishi sarà felice di avere un talento fra le mani. Ma ora andate a riposarvi ragazzi. A domani.

Detto questo, la salutammo e si allontanò.

Salutai  Haru e andai a cambiarmi, pronta per la cena. Ma non appena uscì dalla stanza trovai Haru, davanti alla mia camera, anche lui cambiato per la cena. Mi avvicinai.

Haru: S-senti Kilary… prima d-di andare a mangiare… ti… ti va di fare due passi?

Kilary: Ok!

La sua voce era strana, il suo viso teso e preoccupato, anche triste e... rassegnato. Prima sembrava felice e ora era di colpo cambiato.

Camminando, uscimmo dal locale e ci avvicinammo di più al lago, dove la luna esercitava tutta la sua bellezza, rispecchiandosi nell’acqua, creando così dei giochi di riflessi e illuminando gli alberi intorno, offrendo a chi si trovava lì in quel momento una bellissima sensazione di calma e pace, ma anche un po’ di romanticismo. A quel pensiero arrossì per il semplice fatto di essere in compagnia  di Haru.

Haru: Kilary, devo dirti una cosa importante…

Mi si avvicinò, un po’ teso e imbarazzato e mi prese per le spalle.

Haru: Tu…tu ami ancora Hiroto?

Quella domanda mi colse di sorpresa. Non sapevo cosa rispondere. Io… io amavo Hiroto, ma ora anche Haru. Trovarmelo così vicino mi faceva sentire a disagio. Il cuore cominciò ad andare più veloce, e finì per cominciare ad agitarmi. Non capivo il perché di quella domanda, e non sapevo neanche quale sarebbe stata la mia risposta. Quello che provavo per Hiroto era qualcosa di troppo difficile da esprimere, un amore travolgente, ma allo stesso tempo unico e fantastico. Inizia a tremare, la testa mi faceva male, e chiusi gli occhi cercando di non far scendere le lacrime.

Kilary: Io… Haru…non…

Lui abbassò di nuovo le braccia, accostandole ai suoi fianchi.

Haru: Kilary, calmati, stai tremando! Non devi rispondere per forza… volevo solo accertarmene prima di dirti quello che sto per dire…

Kilary: Cosa… cosa vuoi dire?

Era strano, sembrava incerto su quello che stava per dire, ma deciso ad andare fino in fondo. Perché si stava comportando in quel modo?

Haru: Kilary, io… io mi sono innamorato di te!

Lo disse guardandomi dritto negli occhi, ma aveva paura di quale sarebbe stata la mia reazione. In realtà non lo sapevo neanche io, come dovevo reagire. Haru… Haru mi amava??… Da quando? E come avevo fatto a non accorgermene? E ora che sarebbe successo fra di noi? E cosa provavo io? Solo confusione, perchè amavo sia lui che Hiroto. Cosa avrei dovuto fare, cosa dovevo dirgli?

Rimasi lì, immobile, guardandolo mentre continuava a fissarmi, i suoi occhi incredibilmente belli, profondi e che ora avevano una lieve sfumatura di grigio, forse a causa della luce della luna.

Non sapevo cosa dire. Ero troppo sorpresa per poter parlare. Haru e Hiroto… cosa dovevo fare? Come mi sarei comportata in quella situazione? Scappare, dirgli la verità o cosa…mentire? Non sapevo se parlare o rimanere in silenzio. Provai ad aprire la mia bocca, ma non uscì alcun suono. Haru si accorse del mio stupore e, girandosi, fece per andarsene, ma io istintivamente lo bloccai e lui si girò verso di me, un sorriso dolce sulle labbra. Non sapevo il perché della mia reazione, ma non potevo permettere ad Haru di andarsene, rovinando così la nostra amicizia. Avevo bisogno di lui, non potevo farne più a meno.

Kilary: Haru, non andare, per favore… io sono molto… confusa in questo periodo e ho bisogno che tu mi stia accanto, come sempre! Per favore, non lasciarmi da sola!

Lo implorai, non potevo fare altro. Cominciai a piangere, sentivo che il mondo mi stava crollando addosso, che tutto quello per cui avevo lottato stava lentamente scomparendo. Ma io non potevo permetterlo. Lui tranquillo, mi sorrise ancora di più e di scatto mi tirò a se. Circondato dal suo abbraccio, mi sentivo protetta, calma, rilassata, tutte le mie tristezze e le mie tensioni scomparvero nell’esatto istante in cui i nostri corpi erano entrati in contatto. Lui per me era come il sole. Senza la sua luce, il mio mondo sarebbe tornato perennemente buio.

Haru: Sta tranquilla Kilary, non ti abbandonerò mai. Ci sarò sempre se avrai bisogno di me.

Detto questo, mi lasciai cullare dal suo caldo e tenero abbraccio, mentre il mio pianto non sembrava voler finire. Piangevo, stavo male per come Haru si sentiva, per il semplice fatto che la causa del suo male, ero io! Io e nessun altro. Se solo avrei potuto dare tutto il mio amore a lui, Haru non ne avrebbe sofferto. Ma c’era Hiroto. Lui continuava ad occupare i miei pensieri. Lui era il centro di ogni mia tristezza, di ogni mio pianto. Lo amavo troppo per dimenticarlo. Ma lui stava con Noeru, o meglio, era quello che credevo io, e forse era il momento di cominciare a voltare pagina. Con Haru al mio fianco ci sarei riuscita. Ne ero sicura.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Una nuova stella. ***


Da quel giorno, tra me e Haru c’era sempre un po’ di imbarazzo, ma lo reputavo normale, dopo quello che mi aveva detto. Tuttavia, come promesso, mi era rimasto accanto e con lui mi sentivo sempre sicura, protetta. Maggio volò, e i primi di giugno sembravano già caldi. La scuola stava finendo, e avrebbe dato il via alle vacanze, anche se col lavoro non si finiva mai. Ma non solo quello. Luglio si avvicinava e con lui il mio compleanno. Tra un po’ avrei compiuto 16 anni! Ero davvero emozionata, e ogni volta che andavo a lavoro, a scuola, o di ritorno a casa, saltellavo su e giù per tutto l’edificio.

Signora Kumoi: Kilary, la vuoi smettere per favore?

Stavo saltellando sulla sedia, non riuscivo proprio ad aspettare. Solo un mese mi separava dai miei sedici anni. Ma la signora Kumoi aveva ragione, stavo esagerando, perciò mi fermai, mi misi composta e cercai di prestarle ascolto.

Kilary: Mi scusi…

Signora Kumoi: Bene… stavamo parlando dello spot, che come avete capito ha dato al locale un immediato risultato, molto positivo. Infatti è diventato subito molto famoso, ma non è solo questo che ha incuriosito i giornali e le reti televisive. Tutti parlano di voi due, ma soprattutto di Haru. I telefoni qui in agenzia non fanno che squillare e chiedere di lui, Kilary. Perciò io e il direttore abbiamo deciso di…

Non fece in tempo di completare la frase, che entrò Haru. Un tuffo al cuore mi bloccò il respiro per un attimo, poi il cuore cominciò a battermi più velocemente, riprendendo a respirare. Mi faceva sempre questo effetto. Quando lo vedevo, quando guardavo il suo viso, il cuore cominciava a battermi così veloce che avevo paura volesse uscirmi dal petto. Si sedette nella poltroncina accanto a me e mi sorrise. Io arrossì leggermente, ma ricambiai senza pensarci due volte.

Signora Kumoi: Arrivi giusto a proposito, Haru, parlavamo di te. Come stavo dicendo a Kilary il vostro spot non solo ha dato da subito molti clienti al locale, ma ha suscitato interesse a giornali e tv nei tuoi confronti. Tutti si chiedono chi sei e perché hai fatto quella pubblicità con Kilary. Beh, non mi sorprende che il centralino qui sia intasato di chiamate per saperne di più. Sei un bel ragazzo, hai ottime doti di recitazione, per quel poco che ho potuto vedere. Ti sei subito ambientato. E per questo, il direttore e io pensavamo… di farti debuttare come artista.

Coooosaaa? Haru?? U-un artista? Come me? Nella stessa agenzia, fare lo stesso lavoro, magari anche insieme? Il cuore cominciò a battere sempre più forte. A volte Haru mi veniva a trovare all’agenzia, mi guardava durante il mio lavoro e mi faceva molto piacere. Ma il pensiero di lavorare ogni giorno con lui a due passi da me, mi faceva esplodere il cuore. Non sapevo se essere sbalordita in senso positivo o negativo. E gli altri? Come l’avrebbero pensata? Seiji magari l’avrebbe presa bene… ma Hiroto? Tra loro due non correva certo buon sangue, e ciò mi preoccupava molto. Haru era silenzioso, stava riflettendo, sembrava molto indeciso. Per lui sarebbe stato un grosso cambiamento, e sicuramente anche per me. La signora Kumoi spostava il suo sguardo da me a lui, fino a quando Haru ruppe il silenzio creatosi nella stanza.

Haru: Io non sono sicuro di farcela…

Signora Kumoi: All’inizio è per tutti così, ma vedrai che con l’aiuto di Kilary e degli Ships sarai in grado di farcela senza problemi… hai le doti, non c’è dubbio, devi solo dare un po’ di fiducia a te stesso.

Haru: Dare fiducia a me stesso??…

Rimase un altro po’ in silenzio e poi decise.

Haru: I-io penso d-di poter provare.

Signora Kumoi: Bravo, Haru. Bene io vado ad avvisare il direttore. Intanto voi due fate un paio di prove. Appena il direttore si libera, verremo a sentire come canti. D’accordo Haru?

Haru: Si, signora.

Signora Kumoi: Perfetto. Tu, Kilary, fai sentire ad Haru una delle tue canzoni così poi sentiremo quella.

Kilary: Certo, signora Kumoi.

Detto questo, la signora Kumoi si voltò e ci lasciò soli. Io guardai Haru, aveva un espressione ansiosa nel volto, ma sapevo che sarebbe stato in grado di superare quest’ostacolo e diventare famoso.

Kilary: Allora, che ne dici di andare a provare?

Haru: D’accordo.

Andammo in sala prove, quella dove di solito io e il signor Kama ripassavamo le melodie e le varie coreografie. Andai verso lo stereo e lo accesi. Decisi di provare Happy con Haru, dato che forse la conosceva, era quella che provavo di più quando c’era lui.

Kilary: Bene allora, la canzone è questa.

Cominciai a cantare, mentre Haru mi guardava muovermi e cantare, con un’espressione di pura ammirazione, felicità e voglia di imparare. Arrossì un po’ al pensiero di quello sguardo ma continuai a cantare e ballare, fin quando la canzone non finì. Misi in stop lo stero e andai verso di lui.

Kilary: Allora? Credi di poter riuscire a cantarla?

Haru: Ci provo…

E facendo un alzata di spalle, si diresse verso lo stereo, mettendosi dopo al centro della stanza. Dopo tutte le volte che mi aveva vista provare, aveva imparato a memoria il testo, ma non sapevo se era in grado di fare anche la coreografia. Appena partì la musica, lui cominciò a muoversi e a cantare. Rimasi letteralmente rapita da quell’esibizione. La sua voce era dolce e armoniosa, ma allo stesso tempo forte e decisa. Sembrava di sentir cantare Hiroto, le loro voci si somigliavano in un modo impressionante. Per non parlare dei passi. Anche se i suoi passi erano improvvisati, seguivano perfettamente il ritmo. Si muoveva sicuramente meglio di me, i movimenti erano in perfetta sintonia con la musica, e anche il modo di ballare era simile a quello di Hiroto. Durante l’esibizione di Haru, mi sembrava di vedere lui, quando era in concerto con Seiji. Mi sorpresi molto di quella somiglianza, ma cercai di non badarci troppo. Mi ero ripromessa di non pensare a Hiroto e di sorridere anche se mi capitava di pensare a lui. La musica finì e feci gli applausi ad Haru.

Kilary: Wow Haru, sei semplicemente fantastico. Hai delle doti eccezionali, sia nel ballo che nel canto. Superi anche me.

Signor Muranishi: Si, è proprio vero. Avevo visto giusto, allora.

Dalla porta, spuntò il signor Muranishi, seguito dalla signora Kumoi.

Haru: Avete visto la mia esibizione?

Era un po’ imbarazzato.

Signora Kumoi: Si e sei stato davvero molto bravo. Per adesso lavorerai con Kilary, e tra un paio di settimane ti faremo debuttare. Allora… siete d’accordo?

Kilary/Haru: Certo!

Era davvero una bella notizia, certo, ma non volevo pensare a cosa sarebbe successo più in là. Mi sarei concentrata sul presente. Dovevamo lavorare al suo debutto no?

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: Primo concerto per Haru e Kilari!! ***


Haru migliorava ogni giorno di più. Era pieno di energia, reagiva con grande grinta alla fatica, non si perdeva mai d’animo e sorrideva sempre. Era uno stimolo per me vedere lui che si impegnava così tanto in questo lavoro. La scuola era già finita, perciò avevamo più tempo per provare. Dopo due settimane Haru aveva imparato alla perfezione tutta la coreografia insieme a me, anche se non avevamo capito perché il direttore volesse che la imparassimo insieme, canzone compresa. Quel giorno, alla fine delle prove, il direttore ci chiamò in ufficio.

Signor Muranishi: Allora ragazzi. Ho visto che siete migliorati tantissimo, e sicuramente vi chiederete perché vi ho fatto lavorare insieme. Beh… voglio che Haru faccia il suo primo debutto con te, Kilary.

Ero più stupita che mai. Io e Haru? Insieme? Cantare, ballare e divertirci davanti a tutti? Wowww! Sarebbe stata un’emozione fantastica per me debuttare con lui.

Kilary: Cosa? Ma… è una bellissima notizia, che bello Haru ci pensi? Noi due sullo stesso palco a cantare insieme!

Haru: Già, è davvero una bella idea, e poi mi sentirei più tranquillo.

Kilary: Direttore, quando sarò il concerto?

Signor Muranishi: Ecco, è proprio di questo che volevo parlarvi, oltre al fatto del debutto di Haru. Dovrete esibirvi domani perché non c’erano altri posti liberi, la sala era occupata, se no avremmo dovuto aspettare troppo. Per voi va bene ragazzi? Avete provato tanto e vi siete molto impegnati, sono sicuro che ce la farete!

Non ci credevo. Ci saremmo esibiti domani?? Io e Haru avevamo lavorato tanto insieme e finalmente avremmo potuto valutare i nostri sforzi grazie a questa opportunità. Ero davvero felice, e anche Haru sembrava esserlo.

Haru: D’accordo, noi siamo più che pronti direttore.

Kilary: Conti pure su di noi, faremo del nostro meglio.

Il direttore era sul punto di scoppiare a piangere. Era molto emotivo, lo sapevamo bene, perciò vedere tutte quelle lacrime cadere all’improvviso dai suoi occhi non fu per noi una novità.

Signor Muranishi: Sono commosso! Ragazzi io mi fido di voi e sono sicuro che sarete fantaasticiii!

Io e Haru ci guardammo, la stessa aria rassegnata nel volto. Ma eravamo felici. Mancava così poco al nostro debutto che niente e nessuno avrebbe potuto rovinarlo.

Passammo il resto della giornata a ultimare i piccoli preparativi per il concerto, ripassando testo e coreografia. Il signor Kama era piuttosto soddisfatto di noi due, così per le otto di sera ci lasciò andare. Ero sfinita, non vedevo l’ora di correre a casa. La stanchezza si era fatta sentire molto in queste settimane, per il duro lavoro che avevo svolto con Haru. Ma ero felice di aver faticato tanto e aver ottenuto dei buonissimi risultati. Ora non dovevo preoccuparmi di niente, dovevo solo concentrarmi per il concerto di domani.

Arrivai a casa sfinita, senza più un briciolo di energia. Salutai tutti, andai di sopra, in camera mia e mi lasciai andare sul mio letto.

Kilary: Naa-san, ma ci pensi? Domani ci sarà il debutto di Haru, e canteremo insieme, sono davvero molto felice!

Naa-san: Na na, na na…!

Kilary: C-cosa? Ma… Naa-san! Si è vero, sono innamorata anche di lui, ma non è per questo che sono felice di esibirmi domani. E’ solo che… quando sono con lui, mi sento me stessa…

Naa-san: Na na na!

Kilary: Naa-san! Ma sei impazzito? N-non lo farò mai! E poi sono troppo confusa, non posso dire ad Haru quello che provo per lui, lo illuderei e lo farei soffrire. Vado a fare una doccia, torno subito!

Mi alzai, e prendendo il pigiama e il resto, mi chiusi in bagno per fare una bella doccia rilassante. Era proprio quello che mi serviva, dopo quella giornata pesante. L’acqua tiepida, dava una sensazione di calma e tranquillità, e mi distraeva da tutti quei pensieri strani che mi frullavano nella testa, riguardanti Haru, Hiroto, Noeru, me! Era tutto troppo complicato, stavo per esplodere. Eppure, in quell’istante, pur avendo in testa quelle cose, mi sembrava di non pensarci affatto. Non ero concentrata su quel tipo di problema, su quello strano quartetto che continuava ad occupare la mia mente, anche quando non ci pensavo troppo. No. Era come se la mia preoccupazione si fosse spostata da tutto quel trambusto fino ad Haru. Pensavo a lui, mentre l’acqua scioglieva tutta la tensione accumulata in quei giorni e bagnava il mio corpo, rilassato a quel tocco leggero, lento, quasi magico. Erano cambiate tante cose, da quando avevamo girato quello spot insieme. Quando Haru mi aveva confessato i suoi sentimenti, quella sera, non sapevo cosa fare, ne come reagire. Avevo paura che, se gli avrei detto ancora dei miei sentimenti per Hiroto, si sarebbe allontanato da me, e allora cosa ne sarebbe stato della nostra amicizia, dei nostri giorni passati felici insieme a ridere e scherzare su tutto, a lavorare con il sorriso sulle labbra? Non potevo sopportare l’idea di perderlo. Grazie a lui avevo ritrovato la vera me stessa, i miei sorrisi, la mia voglia di cantare, ballare, recitare non per il semplice fatto che era il mio lavoro, ma per donare gioia e allegria a tutti i miei fan. Mi aveva promesso, però, che non mi avrebbe mai lasciata sola e infatti fino a quel momento, mi era sempre rimasto accanto, non mi perdeva mai di vista. Ma non potevo continuare in quel modo. Dovevo prendere una decisione, anzi, il mio cuore doveva prendere una decisione. Era troppo difficile pensare all’uno, senza che i miei occhi guardassero anche l’altro. Decisi di lasciar passare tutti gli impegni urgenti di lavoro, fino al mio compleanno, e poi mi sarei concentrata sulla questione. Non volevo rovinare ne il debutto ne tutto il lavoro fatto e da fare ancora.

Uscì dalla vasca, misi il pigiama e mi diressi verso il letto, dove naa-san era accoccolato dolcemente. Appena mi sentì arrivare, si spostò dal cuscino dove era prima, per mettersi nel letto, accanto a me.

Mi misi sotto le coperte e strinsi forte il cuscino al petto, sperando di far passare un po’ la tristezza.

Kilary: Oh, Naa-san… Cosa devo fare?

Naa-san: Na na!

Mi fece due lievi carezze sulla testa, e poi si rimise sdraiato accanto a me.

Kilary: Hai ragione, per adesso è meglio dormire. Buona notte, Naa-san!

Naa-san: Na…na!

Era così tenero, il mio piccolino. Non riuscivo a pensare a come sarei arrivata fin qui senza di lui.

Per adesso, dovevo pensare solo al debutto di domani. Ai miei sentimenti, avrei pensatò dopo. Prima di tutto, i miei amici… e i miei fan!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: Cuore spezzato ***


Mi svegliai all’alba, era ancora molto presto, ma l’emozione era così forte che mi aveva buttata giù dal letto in anticipo rispetto a tutte le altre normali giornate. Mi ricordava un po’ il mio primo concerto, quando dovevo sempre fare le ore mattutine, quando anche Naa-san aveva cantato insieme a me ed era diventato il numero uno degli idol nel mondo dei gatti.

Anche lui era sveglio. Mi stava aiutando con i capelli, mentre io pensavo a scegliere i vestiti. Optai per una gonna grigio chiaro e una magliettina a maniche corte su un rosa delicato. Scendemmo a fare colazione, ovviamente il mio adorato chef era sempre sveglio a quell’ora. Era incredibile, si svegliava sempre così presto la mattina. Si vedeva che la voglia di lavorare non gli mancava di certo, ed era sempre costretto a svegliarsi a quegli orari, se voleva arrivare in tempo. Io e Naa-san ci accomodammo sulle sedie e cominciammo a mangiare tutto quello che avevamo davanti.

Kilary: Giorno, papà!

Papà: Buon giorno mia piccola principessa. Come mai sveglia a quest’ora?

Kilary: Sono molto emozionata per stasera, perciò vorrei svagarmi un po’ prima del concerto.

Papà: Se non sbaglio quel tuo amico, Haru, debutterà con te, vero?

Kilary: Mh mh! E’ per questo che sono emozionata, è la prima volta che mi esibisco in un duo con un ragazzo, anche se solo per stasera. Lui canterà con me e poi comincerà la sua carriera come solista.

Papà: Capisco, beh… buona fortuna piccola mia! Il tuo papà sarà lì con te, stasera.

Kilary: Lo so, grazie papà! Allora, a stasera.

Papà: A stasera, Kilary!

Mi alzai da tavola, dirigendomi verso la porta. Presi il cappello e gli occhiali per il travestimento e andai fuori a fare una passeggiata prima delle prove.

Il vento mattutino era leggere e fresco, dando una sensazione di pace e tranquillità. Era quello che mi serviva, mi sarei goduta quegli attimi di libertà, prima di tuffarmi in una giornata piena di impegni. Decisi di andare nel posto che più adoravo in tutta la città. Fortunatamente, le strade erano deserte e arrivai in un battibaleno. L’acqua era calma e, al tatto anche molto fredda, essendo ancora le 07:00 del mattino. Mi sedetti in riva al mare, respirando l’aria che mi scompigliava i capelli. Un ricordo. Anche quella sera, a quel concerto, l’aria era fresca e carica di felicità. D’altronde, quei fuochi d’artificio, potevano solo rendere felici chi li guardava. Hiroto mi aveva davvero sorpreso quella sera, aveva reso la mia interpretazione fantastica. E quella canzone. Mi veniva da ridere al solo pensiero di Hiroto che credeva che l’avessi scritta per Seiji. Ricordavo perfettamente quella sera, quando ero sul palco e cantavo pensando a Hiroto, a quello che provavo per lui. Le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi. Non capivo più nulla e più ci pensavo, più faceva male. Haru mi amava, io amavo lui e Hiroto, e Hiroto forse stava con Noeru. Non avevo mai trovato il coraggio di chiederglielo, ne volevo farlo. Hiroto aveva la sua vita, non potevo interferire. Ma vederlo con lei mi faceva un male enorme, mi lacerava il cuore, tanto che l’altra volta ero pure svenuta. Perché non mi diceva niente? Forse non c’era niente davvero… forse erano solo amici! Ci speravo con tutte lei mie forze. Ma quando mi alzai, pronta per andare in agenzia, vidi lui e Noeru insieme, passeggiare mano nella mano a qualche metro di distanza da me. Si stavano divertendo molto. Cercai di ignorarli, dato che non mi avevano ancora visto, e feci per dirigermi verso la strada. Poi però senza pensarci mi girai, per vederli un ultima volta. Ma me ne pentì amaramente. Vidi Hiroto fermo di fronte a lei, prenderle il viso con una mano e… darle un bacio sulle labbra!! Era tutto come nel mio sogno, solo che non c’era Haru a salvarmi. Ero sconvolta. Avevo sperato con tutte le mie forze di aver frainteso i loro sguardi e i loro atteggiamenti, ma era stato tutto inutile. Stavano insieme, ora lo vedevo chiaramente e quella scena fece scattare qualcosa dentro di me, che mi stava convincendo ad avvicinarmi a loro, per vederli più da vicino, rendermi davvero conto se quello che avevo visto era vero o meno, e se i miei occhi mi stavano mentendo. Ma più mi avvicinavo, più la realtà mi sembrava crudele. Mi fermai, non potevo andare oltre. In quel momento, il loro bacio si sciolse, e Hiroto mi vide. Il suo viso assunse un’espressione di tristezza, come se si fosse pentito di ciò che aveva appena fatto, ma poi si ricompose e assunse un’aria un po’ malinconica. Era sbalordito di vedermi li, a pochi passi da loro, così calma e serena in volto. Non sapeva che dentro di me, c’era una tempesta in continuo accrescimento.

Hiroto: C-ciao Kilary… C-come mai qui?

A quel punto, anche Noeru si girò, guardandomi negli occhi e sorridendomi. Sembrava così carina e simpatica, mi ricordava tanto Hikaru. Non dovevo poi sforzarmi così tanto di sembrare rilassata, era ormai mia abitudine mentire a chi cercava di leggere la mia espressione.

Kilary: Ciao ragazzi! Scusate se vi ho interrotto. Beh sai, stasera c’è il concerto e sono molto emozionata, perciò ho pensato di svagarmi un po’, e come sai il mare è il luogo che più preferisco!...

Poi guardai Noeru, e le sorrisi.

Kilary: Che maleducato, non mi hai presentato la tua ragazza!

Hiroto: Beh, ecco lei… - stava per dire qualcosa, ma lasciò cadere il discorso - Kilary, questa è Noeru. Noeru, ho l’onore di presentarti la famosissima Kilary Tsukishima!

A quel punto, Noeru lasciò la mano di Hiroto e mi corse incontro, prendendomi le mani fra le sue e stringendole forte. Sentivo ancora il calore di quelle di Hiroto.

Noeru: E’ un piacere per me, sono onorata di conoscerti! Hiroto non fa altro che parlare di te, di quanto sia una bravissima artista, ma anche una gran golosona!

Lo guardai. Aveva lo sguardo basso, forse era sovrappensiero. Chissà quanto avrei resistito ancora senza scoppiare a piangere. Volevo scappare via, andarmene di lì e sfogarmi fra le braccia di Seiji, l’unico con cui in quel momento desiderassi parlare davvero.

Kilary: G-grazie, lo è anche p-per me!

Seiji: Ciao Hiro… - si bloccò dopo aver visto me e soprattutto Noeru che mi stringeva le mani - Kilary!!

Urlò il mio nome e mi venne incontro. Seiji. Non potevo crederci. Avrei ceduto in quell’istante se non ci fossero stati Hiroto e la sua ragazza. Con un semplice sguardo, Seiji mi capì al volo.

Seiji: Salve, ragazzi! Kilary, Haru e la signora Kumoi ti cercano! Devi andare a provare.

Kilary: Grazie Seiji – poi mi rivolsi e Hiroto e Noeru – E’ stato un piacere conoscerti. Spero verrai al concerto di stasera. Ci vediamo, Hiroto. Ciao Noeru.

Detto questo mi girai e, insieme a Seiji, mi avviai verso la strada. Camminavamo in silenzio, senza guardarci.

Appena fummo fuori dalla vista di Hiroto e Noeru, mi girai verso Seiji, abbracciandolo forte, mentre i singhiozzi e le lacrime presero il sopravvento.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: La tristezza di un amore perduto! ***


Rimasi per un bel po’ fra le braccia di Seiji a piangere come non avevo mai fatto fino a quell’istante. Ero devastata dalla tristezza, le lacrime non accennavano a cessare, avevo in cuore in frantumi. Credevo che Haru sarebbe riuscito a farmi dimenticare l’amore che provavo per Hiroto, ci riusciva sempre quando ero in sua compagnia, ma una volta che lui se ne andava, quella tristezza si faceva sentire. Ma sicuramente mai come in quel momento. Era come se il buio si fosse impadronito di me, spezzando il mio cuore e offuscandomi la mente. Avevo perso di vista la mia promessa, quella di sorridere sempre. Ma in quel momento, non sarei certo riuscita a sorridere.

Cercai di calmarmi, di far tornare il mio respiro regolare, di far rallentare il mio cuore che ormai era impazzito e pieno di un assoluta tristezza. Avevo appena perso la persona a cui tenevo di più in tutto il mondo, l’unico che riusciva con un tocco a farmi sentire subito in paradiso, l’unico che avrei sempre voluto accanto a me nei momenti difficili. Ero riuscita a riprendermi, a sorridere di nuovo e ora, tutti quegli sforzi non erano serviti a nulla. Mi ero preoccupata di me stessa, della mia sofferenza per Haru e Hiroto ed ero finalmente riuscita a riavere come obbiettivo i miei fan. E adesso? Ero tornata la ragazza egoista che pensava solo ai suoi sentimenti. Dovevo pensare anche ai miei fan, stasera mi avrebbero sostunuta ancora una volta, ma non ero sola. C’erano anche Haru e Seiji con me, loro mi avrebbero sostenuta. Dovevo farlo per loro. Dovevo farlo per i miei fan. Ma dovevo farlo soprattutto per il debutto di Haru. Perciò mi staccai da Seiji, cercando di cancellare le lacrime, anche se avevo gli occhi arrossati, e di riprendere il controllo della situazione. Tenevo la testa basso, per non far preoccupare ulteriormente Seiji.

Seiji: Kilary… stai meglio?

In quel momento alzai la testa, e gli sorrisi. Lui rimase a bocca aperta dal mio coraggio di affrontare la situazione, per poi guardarmi con occhi dolci.

Annui leggermente.

Seiji: Bene, andiamo in agenzia, sono ancora le 08:15 e il direttore e la signora Kumoi arriveranno verso le 10:00, perché avevano una riunione, ma credo che potresti fare un po’ di prove per il concerto. Sono sicuro che ti farà bene.

Seiji era così dolce. Era molto allarmato, ma non lo dava a vedere per non farmici pensare più del dovuto.

Kilary: D’accordo, Seiji, andiamo!

Ci dirigemmo verso l’agenzia, aprimmo il portone e salimmo le scale, fino a percorrere il corridoio e arrivare nella sala dove io e Haru ci esercitavamo ogni giorno. Sentì della musica. Dissi a Seiji di fare piano, per non farci sentire e aprì leggermente la porta, per vedere chi ci fosse. Era Haru. Si stava esercitando per stasera. Non pensavo di trovarlo lì a quell’ora, perciò mi allarmai. Non volevo mi vedesse in quello stato.

Kilary: Seiji, per favore, non dire niente ad Haru… lui… si preoccuperebbe inutilmente.

Seiji: D’accordo, Kilary. Non preoccuparti. Come pensi di non fargli notare gli occhi? Sono molto rossi, capirà che hai pianto…

Kilary: Non preoccuparti, mi inventerò qualcosa. Tu vai, ho disturbato la tua mattinata.

Seiji: Ma…

Kilary: Non preoccuparti, non sarò sola, ci sarà Haru a farmi compagnia. E poi, con tutto il lavoro che devo fare, oggi non posso permettermi distrazioni!!

Era davvero così. Non potevo assolutamente lasciarmi distrarre da quello che avevo visto, oggi era un giorno troppo speciale. Quel pensiero mi fece sorridere spontaneamente. Seiji se ne accorse e mi sorrise.

Seiji: D’accordo. Ora vai, stasera voglio vederti carica di energia e felicità, come sempre.

Kilary: Puoi contarci, Seiji. Ti ringrazio di tutto e scusami per...

Seiji: Non c’è niente di cui tu debba scusarti. Stai tranquilla e ora vai.

Mi sorrise. Ricambiai per poi vederlo andare via. Feci un respiro profondo, mi girai ed entrai nella stanza dove Haru stava provando.

Haru: Buon giorno! Già sveglia?

Kilary: Si! Non riuscivo a resistere, ero troppo emozionata!

Haru: Anch’io, oh!... Kilary… i tuoi occhi! Come mai sono così rossi? Sembra che tu abbia pianto!!

Ecco come previsto Haru se n’era accorto. Dovevo inventarmi qualcosa e alla svelta, se non volevo fargli capire niente.

Kilary: Beh, te l’ho detto! Ero così emozionata, che non sono riuscita a chiudere occhio! Per questo i miei occhi sono tutti rossi… Ho un po’ di mancanza di sonno!

Haru: Stupida! Come farai a provare?

Perfetto, aveva abboccato.

Kilary: Non preoccuparti, ci sono abituata. E poi l’emozione è troppo forte per permettermi di addormentarmi!!

Haru: Beh, se lo dici tu… proviamo?

Kilary: Certo!

Passammo tutta la mattinata a provare, ridere e scherzare. Mi sentivo meglio in sua compagnia, come sempre riusciva a farmi guarire.

Poi arrivarono il direttore e la signora Kumoi, e ci chiesero da quanto tempo stavamo provando. Rimasero sbalorditi quando gli dicemmo che eravamo lì, Haru dalle 07:30 e io dalle 08:15. Soprattutto per me perché sapevano che ero una gran dormigliona.

Signor Muranishi: Gran bel lavoro, ragazzi! Siete stati davvero bravi in questo periodo, vi siete impegnati molto. Ah, Kilary? Durante il concerto ci sarà una sorpresa molto speciale per te, ma non possiamo dirti di che si tratta! Volevamo solo anticiparti questo.

Kilary: Cosa?? Una sorpresa per me?? E di che genere?? La prego signor Muranishi, mi dica qualcosa!!

Ero sull’orlo di una crisi, troppo curiosa per aspettare stasera!

Signor Muranishi: No no no! Aspetterai stasera, mi dispiace. A dopo ragazzi!

Detto questo si girarono e se ne andarono. Però ad un tratto la signora Kumoi si girò per ricordarmi un impegno del pomeriggio.

Signora Kumoi: Kilary? Non dimenticarti che dopo pranzo hai un servizio fotografico!!

Lo avevo già dimenticato.

Kilary: Già, è vero! La ringrazio!

Poi si girò e chiuse la porta dietro di sé.

Per il resto, la giornata proseguì tranquilla. Finite le prove con Haru e anche il pranzo mi diressi verso lo studio fotografico. Il tema non era molto difficile da interpretare. Dovevo far finta di essere al mare e sfoggiare tutti i costumi di una famosa collezione. Erano uno più bello dell’altro. Il particolare mi innamorai di un costume intero color lilla con delle piccole stelline che creavano giochi luminosi quando venivano esposti al sole. Vedendo quella mia preferenza, alla fine del servizio, il fotografo e lo stilista me lo regalarono, pareo abbinato. Li ringraziai sia per il duro lavoro della giornata, sia per il regalo, e mi avviai verso il teatro dove si sarebbe svolto il concerto. Ero molto emozionata, e molto probabilmente Haru era combinato peggio di me, ma avevamo lavorato sodo e non si sarebbe di certo tirato indietro. Quella era la nostra serata. Dovevo pensare solo a quello che stavo andando a fare, senza distrazioni. Hiroto. Era lui il mio grande pensiero. Cercai di cancellare subito l’immagine di quella mattina e, pensando al concerto, eliminai i pensieri sbagliati della testa. C’erano tutti i miei fan, lì. Non potevo, ne dovevo deluderli.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21: Serata da debutto! ***


Era la sera del 23 giugno, e il mio cuore batteva a mille. Dietro le quinte, Haru mi stringeva forte la mano, mentre io respiravo e mi calmavo. Dopo la pesante mattinata, avevo paura che qualcosa andasse storto, ma non potevo fare in modo che Haru se ne accorgesse, così cercai di rilassarmi. Il calore della sua mano era rassicurante, perciò ci riuscì. Era tutto pronto. La sala si stava riempiendo di gente, così feci una corsetta nel palco con Haru, per sbirciare dalla tenda quanto ci volesse per riempire i posti, e rimasi scioccata: tutto occupato! Dopo aver annunciato il debutto di un nuovo artista, tutti si erano precipitati a comprare i biglietti e in soli tre giorni erano finiti. Haru vide tutto, dato che era accanto a me, e cercò di tranquillizzarmi. Ma molto probabilmente, quello che si doveva tranquillizzare di più fra i due, era lui. D’altronde io ero abituata a stare sul palco, ormai era la mia seconda casa!

Haru: E’… è… p-pieni d-di persone… Kilari i-io non so se…

Kilary: Sta tranquillo, vedrai che andrà tutto bene, ok? Fai come alle prove!

Haru: Giusto… Hai ragione Kilari… D-devo stare più calmo.

Mi veniva un po’ da ridere a vederlo in quello stato.

Seiji: Ehi, ragazzi! Siete pronti?

Mi girai e mi si illuminarono gli occhi dalla felicità nel vedere Seiji camminare verso di noi. Purtroppo per me, però, dietro di lui c’era Hiroto. Cercai di non scompormi e di rimanere con lo stesso sorriso, ma Seiji notò subito la mia espressione forzata e fece per rallentare guardandomi negli occhi. Ma io, con la mano di Haru ancora attaccata alla mia, mi diressi verso gli Ships che mi guardavano con un grande sorriso di incoraggiamento.

Kilari: Ciao ragazzi, che bello vedervi qui!

Hiroto: Beh, volevamo augurarti buona fortuna.

Kilari: Grazie.

Seiji: Vedo che è tutto apposto. Sono felice di vedervi insieme su questo palco, ragazzi. Avete lavorato davvero tanto.

Poi, vidi che Seiji mi fissava stranito, passando dal mio viso ai miei vestiti.

Seiji: Oh ma… Kilari! Il tuo costume di scena?

Lo guardai con un punto interrogativo, e poi abbassai la sguardo, notando la differenza tra i miei vestiti e quelli di Haru, che era accanto a me. Lui indossava quelli di scena, e io… no!!

Kilari: Oh no, cavolo! Corro! Ci vediamo dopo ragazzi!!

Salutai tutti con un gran gesto della mano e corsi in camerino.

Arrivata lì, venni richiamata dai truccatori per l’abissale ritardo, ma mi scusai più volte e per non perdere altro tempo, cominciarono a sistemarmi.

Dopo dieci minuti fui finalmente ero pronta. Avevano fatto un ottimo lavoro in così poco tempo, perciò li ringraziai e corsi dai miei amici. Durante il tragitto però mi fermai di colpo vedendo qualcuno aggirarsi nei corridoi. Era una ragazza, non capivo chi era perché era girata. Decisi di andare a controllare.

Mi avvicinai a lei e appena se ne accorse si girò con un aria spaventata. Appena però vide me sembrò tranquillizzarsi e mi venne incontro. Così la riconobbi. Non potevo crederci. Era l’ultima persona che proprio quel giorno avrei volentieri evitato di incontrare, ma a quanto pareva il destino era contro di me. Perciò cercai di non pensarci e le sorrisi.

Noeru: Oh, Kilari meno male che sei qui. Mi sono persa, questo posto è un labirinto. Ero con Hiroto, e stavamo per andarci a sedere, poi lui mi ha detto di dover fare una cosa, e intanto di prendere posto. Ma ho perso di vista la strada e così, eccomi qui. Averti incontrata è stata una fortuna!

Kilari: Tranquilla Noeru, ora ti porto dagli altri!

Noeru: Grazie, sei un’amica.

Già. Un’amica. E pensare che stava con la persona che amo. Ma lei non c’entrava niente. Perciò il fatto che mi considerasse sua… amica, beh… forse era normale.

Kilari: Figurati, Noeru.

Camminammo insieme nel corridoi, lei si guardava attorno, meravigliata da quanto si dessero da fare i tecnici e gli altri per la buona riuscita di un concerto. La guardavo di nascosto, con la coda dell’occhio, cercando di interpretare l’espressione del suo viso. Era sinceramente felice di essere lì in quel momento, si poteva ben capire. Forse tutto quello era un segno, qualcosa che mi facesse capire di dimenticare davvero Hiroto. Chissà se si amavano davvero. Avrei tanto voluto chiedere a Hiroto come l’avesse conosciuta e come si fosse innamorato di lei. Ma non ne avevo il coraggio. Forse però Noeru poteva…

Kilari: Senti Noeru, tu e Hiroto… si insomma… come vi siete conosciuti?

Cominciò ad agitarsi, sembrava molto imbarazzata da quella mia domanda, così cercai di rassicurarla un po’.

Kilari: Perché sei tanto agitata? Non preoccuparti, questa discussione rimarrà fra noi!

E le sorrisi. Lei ricambiò e si calmò un po’ prima di cominciare a raccontare.

Noeru: Beh è cominciata tutto un po’ più di un mese fa. Sin da quando gli Ships erano venuti nella nostra scuola, io avevo un debole per Hiroto. Ma lui non mi aveva mai notata. Così, qualche settimana fa, mi sono presentata e abbiamo fatto amicizia. Stavo bene con lui e anche lui sembrava apprezzare la mia compagnia. Poi, quando ci hai visti alla spiaggia, lui mi ha baciata di colpo, e io ne sono rimasta molto sorpresa, ma ero felicissima. Dopo che te ne sei andata con Seiji, però, è rimasto a fissarti finchè non sei sparita e poi, tornando a guardarmi, mi ha detto se volevo diventare la sua ragazza. Sembrava incerto, triste, rassegnato, e all’inizio credevo scherzasse. Poi però lo ha ripetuto con più convinzione e gli ho risposto di si. Ero davvero molto felice, sai Kilari? Hiroto è un ragazzo fantastico.

Tutto quello che avevo cercato di non ricordare fino a quel momento, apparve con vivide immagini nella mia mente. Mi sentivo bruciare, avevo voglia di scappare e piangere, mi sentivo ferita. Cercai di non farglielo notare o si sarebbe insospettita, ma per mia fortuna non ce ne fu bisogno. Eravamo arrivati dietro le quinte, e vidi i ragazzi ancora lì a parlare, esattamente dov’erano prima.

Hiroto: Oh?! Ah, Noeru… K-kilari?

Gli altri si girarono verso di me e mi guardavano ad occhi sbarrati, tutti rossi in viso. Non capivo perché, e guardandomi attentamente, non avevo niente di insolito.

Kilari: P-perché mi guardate in quel modo??

Seiji: Beh, ecco…

Haru: Il tuo vestito è…

Il mio vestito? Non aveva niente di esagerato. Era un vestito corto, senza spalline, con una gonna che finiva a metà coscia. Aveva un merletto sulla vita color azzurrino chiaro, mentre il vestito era color lilla tempestato di stelline così piccole da sembrare dei brillantini che luccicavano esposti alle luci di scena. Forse il problema stava nel fatto che il vestito fosse aderente e corto, ma non era esageratamente corto.

Kilari: I-io non capisco… guardandomi in quel modo mi mettete a disagio!!

Hiroto: N-no Kilari, n-non era p-per metterti a disagio, è che q-quel vestito…b-beh… t-ti sta davvero m-molto bene, e-ecco!

Diventai rossissima, mi sentivo andare a fuoco. Hiroto! Mi avevo fatto… u-un complimento?

Kilari: I-io… t-ti ringrazio, Hiroto!

Abbassammo entrambi la testa, molto imbarazzati.

Tecnico: Kilari, Haru, preparatavi! Siamo quasi pronti!

Hiroto: Ehm… sarà meglio che noi cominciamo a prendere posto. Andiamo Noeru, Seiji.

Noeru/Seiji: Si.

Così, si allontanarono da me e Haru. Più la lontananza divideva me e Hiroto, più sentivo una fitta al cuore. Anche se quel complimento fatto all’improvviso mi aveva fatto piacere, mi sentivo triste, come se in quel momento tutto quello che avevo si era volatilizzato nel nulla. Poi, come era arrivata, scomparve lasciando dietro di se una flebile scia di malinconia. Al suo posto, sentivo calma e dolcezza, tutto grazie al calore della mano di Haru, che aveva preso la mia per incoraggiarmi. Mi sentì subito più sicura che mai, pronta ad affrontare quel concerto con la mia solita allegria.

Haru: Sei pronta?

Annui, con un gran sorriso sulle labbra. Lo vidi arrossire un po’, ma poi si ricompose e tornammo dietro le quinte, aspettando il via da parte dei tecnici per la mia entrata in scena.

Tecnico: Pronta Kilari? Mi raccomando, come concordato durante le prove, appena ti do il via dovrai correre sul palco e iniziare la serata. D’accordo?

Kilari: Certo!

Haru: Ci siamo, non credevo che il tempo sarebbe passato tanto velocemente, ma ci siamo. E’ successo tutto così all’improvviso.

Kilari: Ti capisco Haru, ma adesso, devi concentrarti su tutte quelle persone che tra poco ti vedranno, e a loro che dovrai pensare durante tutte le tue esibizioni… questo è un concetto fondamentale.

Haru: Ok, forza ora, tocca a te. Ci vediamo sul palco.

Annui.

Guardai il tecnico, che mi fece cenno di correre sul palco, mentre si apriva il sipario e tutti mi acclamavano con fortissimi applausi e urli.

Kilari: Salve ragazzi. Sono felice di vedervi così numerosi stasera!!

Partirono degli urli ancora più forti, e quello mi bastò per caricarmi di energia e dare il massimo.

Kilari: Vi ringrazio!! Bene, come già tutti sapete, stasera non mi esibirò da sola, farò un duo con un nuovo debuttante, che oggi salirà sul palco per la prima volta, perciò acclamatelo con un grandissimo applauso!! Haru, vieni!!

Detto questo, vidi Haru correre sul palco accanto a me, mentre salutava tutti con un grande gesto della mano. Era ancora più bello sotto le luci del riflettore, con una camicia bianca fuori dai pantaloni blu e un sorriso così grande da riscaldare il cuore a chiunque lo guardasse.

Haru: Ciao a tutti, sono Haru Yamashita e stasera canterò insieme alla mia amica Kilari.

Ci guardammo e sorridemmo fra le urla entusiaste dei fan. A quanto pareva, la presentazione era andata più che bene, perciò era il momento di cominciare la nostra esibizione.

Sentì partire la base musicale di Happy, perciò mi preparai a cantarla con Haru

Kilari: Bene, siete pronti?? Allora cominciamo!

<< Mi sento Happy, Happy!

Spicco il volo fin lassù

Haru: Ho il coraggio di affrontare

Ogni prova superare.

Happy…

Kilari: Non è così grande il mare

Haru: Io lo posso attraversare

Kilari/Haru: Se dall’altra parte ci sei tu.

Haru: Quando tu mi dici grazie

E ogni volta che sorridi

Kilari: Il mio cuore batte forte

Mi s’illuminano gli occhi.

Insieme a te

La mia vita sarà piena di sole

E ho capito che

Quel che conta è l’amore

Kilari/Haru: Sono Happy, Happy.

Tutto quello che ho sognato

Con la forza del tuo amore

Si realizzerààà.

Kilari: Lo vivrò con te

Sempre insieme a te.

Kilari/Haru: Mi sento Happy, Happy!

Spicco il volo fin lassù

Se dall’altra parte ci sei tu!

Si sentì un applauso fortissimo, tutti erano in delirio e Haru era stato eccellente. Guardandolo senza farmi vedere, notai che aveva gli occhi lucidi, era davvero bello anche dopo aver eseguito perfettamente la coreografia, con un po’ di sudore in fronte. Il cuore mi batteva fortissimo, ero più felice che mai in quel momento, non poteva essere altrimenti. Le nostre mani, senza che me ne accorgessi, erano intrecciate, perciò arrossì tantissimo. Lui se ne accorse e, arrossendo con me, mi sorrise. Io ricambiai e poi mi girai verso il pubblico che era davvero felice della nostra esibizione, ma vedendoci tenere per mano anche se la canzone era finita, cominciarono a bisbigliare e farsi domande. Per alleggerire l’artmosfera decisi di ringraziare tutti. Così, guardai Haru e capì che anche lui era d’accordo con me.

Kilari: Grazie a tutti, siete un pubblico meraviglioso. Come anticipavo prima, questo concerto serve a presentare Haru che diventerà presto un artista come me, lo vedrete molto spesso cantare qui. Sono davvero felice di vedervi tutti qui, così numerosi e… spero che sosterrete Haru… CON LO STESSO CALORE CON CUI FIN’ORA AVETE SOSTENUTO ME!!

Si sentì un altro applauso fortissimo, e capì che ben presto Haru sarebbe diventato un idolo per tutte le ragazze, d’altronde col suo fascino, era inevitabile.

La serata continuò benissimo, tutti i nostri fan erano felicissimo di vederci in quel palco insieme, mentre cantavamo e ballavamo senza sosta. Alla fine, ringraziai ancora una volta tutti insieme ad Haru, che continuava a ripetere al pubblico che si sarebbe impegnato molto, in quanto solista, per diventare un artista famoso come me.

Dopo aver dato la buona notte ai nostri amati fan, corremmo dietro le quinte, dove ci aspettavano tutti, e venimmo accolti con un grandissimo applauso.

Signor Muranishi: Ragazzi! Siete stati davvero grandi. Grazie a questo concerto, Haru cominciare alla grande. Complimenti, in quel palco avete dato il massimo, sono commoossoo!

Come sempre scoppiò a piangere e noi non facevamo altro che ringraziare tutti per l’appoggio, soprattutto Haru, che continuava a ringraziare me, i tecnici e il direttore per la splendida opportunità non solo di stasera, ma anche prossima.

Seiji: Bene e ora, tutti in agenzia a festeggiare.

Kilari: Festeggiare?? Questo vuol dire una sola cosa…

Hiroto: E cosa? Altre lodi per voi?

Gli feci la linguaccia.

Kilari: Ma noo…

In contemporanea, Haru fece il suo piccolo commento. Aveva già capito le mie intenzioni.

Haru: Può essere solo una cosa…

Kilari: CIBOOOOOOOOOOOOOOO!!

Haru: Ecco, non avevo dubbi!

Tutti scoppiarono a ridere, seguiti da me e Haru. Era davvero divertente stare lì tutti insieme, il concerto era andato bene e, per il momento, niente poteva rovinare la serata.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22: Haru in vacanza… e ora? ***


La festa in agenzia era molto divertente, Haru mi prendeva in giro perché mangiavo troppo e Hiroto non era da meno. Il cibo era ottimo, ovviamente Naa-san era formidabile come sempre. Il mio stomaco non si saziò tanto facilmente, ma dopo 40 takoiaky, e per dolce 30 crepe, ci riuscì.

Haru: Kilari, potremmo andare un attimo nel corridoio? Ho bisogno di parlarti.

Il cuore cominciò a battere veloce, l’idea di essere soli noi due aveva quest’effetto su di me, ma annuì e lo seguì in corridoio.

Haru: Sai Kilari? I miei parenti vivono lontani da qui, e di solito in estate li vado a trovare, ma non starò via tanto, tornerò qualche volta, anche per gli impegni del mio nuovo lavoro.

Rimasi di stucco, quella notizia fece riemergere quei ricordi che erano temporaneamente scomparsi. Se avrei potuto, sarei scoppiata in lacrime, ma davanti a lui non potevo. Come avrei fatto ad evitare di pensare a quello che era e sarebbe sempre stato il mio incubo, se lui non era mi era vicino, pronto a farmi dimenticare tutto con il calore della sua mano? Dovevo dirgli la verità? No, sarebbe stato inutile far preoccupare due persone, avevo già Seiji che era pronto ad aiutarmi, ma con Haru era diverso, e adesso l’unico che poteva davvero rendermi felice, stava per partire e tornare chissà quando. Feci finta di niente.

Kilari: Davvero? Beh… spero ti divertirai. L’importante e che tornerai qui presto, d-d’accordo?…

Feci una faccia un po’ triste, ma mi sforzai di sorridere. Il corridoio era illuminato solo dalla luce della luna che arrivava dalle finestre, mentre gli altri erano nell’ufficio a chiacchierare allegramente. Io ero appoggiata al muro, mentre Haru era di fronte a me, e mi guardava in un modo strano, come se fosse indeciso se fare o no qualcosa.

Lo vidi avvicinarsi al mio viso. Il cuore cominciò a battere più velocemente, mentre il suo braccio si appoggiava sul muro, accanto al mio viso, e le sue labbra si avvicinavano sempre di più alle mie. Stava per baciarmi? Se fosse stato così, cosa potevo fare? Non ero pronta a lasciarmi alle spalle l’amore che provavo per Hiroto. Ma non riuscivo a muovermi, i miei muscoli non rispondevano ai comandi, erano bloccati da quello sguardo. Chiusi gli occhi. Cosa sarebbe successo se mi avrebbe baciata? Sentivo il suo respiro sempre più vicino, poi però si spostò dal mio viso fino al collo, e poi più dietro, verso il mio orecchio. Mi sussurrò qualcosa.

Haru: So già di Hiroto, si capisce dal tuo sguardo che ci stai davvero male. So che andarmene in questo momento non sarà facile per te, ma non ti abbandonerei per nessun motivo al mondo, Kilari. Non preoccuparti, tornerò presto per non farti soffrire troppo.

Detto questo mi abbracciò. Stavo andando a fuoco, tanto il mio viso era rosso. Ricambiai l’abbraccio, e le prime lacrime cominciarono a rigarmi il viso, non sapevo se per tristezza o felicità.

Kilari: Grazie, Haru.

Passammo un momento interminabile stretti in quel modo, il mio e il suo cuore che battevano all’unisono, come mai era successo fin ora. Pian piano, mi staccai da lui e mi asciugai le lacrime. Era un po’ preoccupato ma riuscì ugualmente a convincerlo che stavo bene e che potevamo tornare dentro.

Aprimmo la porta, ma tutti erano concentrati su Hiroto e Noeru, attaccata al suo braccio.

Hiroto: … vorrei presentarvi Noeru, l-la mia ragazza!

Tutti rimasero a bocca aperta, ma, ridendo, fecero i più vivi complimenti a entrambi, mentre io li guardavo da lontano, piena di sconforto. Il suo viso era poco convinto, non sembrava felice di ciò che aveva appena detto. Ma ora che lo aveva detto a tutti, probabilmente lo avrebbe detto anche ai giornalisti. Si girò per guardarmi, mi aveva presa alla sprovvista perché avevo qualche lacrima che mi rigava il viso. Seiji e Haru si voltarono preoccupati verso di me. Ma rimasero di stucco quando mi videro cancellare le lacrime, sorridere e avanzare verso la nuova coppia, per fargli i miei complimenti.

Kilari: Avete deciso di dirlo eh? Complimenti.

Loro mi guardarono e mi ringraziarono. Hiroto era rimasto un po’ disorientato dal mio cambiamento di espressione, ma sorrise ugualmente.

Hiroto: Beh si… grazie Kilari.

Sorrisi, e mi scappò una lacrima. Era inevitabile, mi faceva male vederlo felice con Noeru, il mio cuore non riusciva ad accettare tutto questo. Lui la vide, ma non fece in tempo a chiedermi perché, che io tenevo già le mani di Noeru fra le mie per fare anche a lei gli auguri.

Kilari: Sono davvero felice per te, Noeru.

Noeru: Oh, grazie Kilari, sono contenta di averti conosciuto, spero che diventeremo amiche per la pelle.

Kilari: Si, ne sono sicura.

Era davvero molto dolce e aveva portato con se la persona più importante della mia vita. Non sapevo cosa avrei fatto da quel momento in poi, ma sicuramente potevo solo stare a guardare, far finta di nulla.

Poi mi allontanai da loro per andare da Seiji e Haru che venivano verso di me, quando cominciai a sentire un piccolo coro proveniente dalle mie spalle. Tutti urlavano – Bacio, bacio, bacio… - e il mio maledetto istinto fu quello di girarmi appena in tempo per vedere Hiroto che appoggiava le sue labbra a quelle di Noeru. Per un attimo, mi sentì mancare, credevo di svenire da un momento all’altro, ma per fortuna trovai rifugio tra gli sguardi di Seiji e Haru, venuti accanto a me.

Seiji: Stai bene Kilari?

Kilari: Si ragazzi, non preoccupatevi.

Sorrisi per farli tranquillizzare, ma sapevo che non aveva funzionato, e poi mi conoscevano bene. Era davvero dura, far finta di niente, come se tutto fosse perfetto, come se niente fosse successo dentro di me, da quando il mio cuore aveva scelto lui, Hiroto, quello che in questo momento era fra le braccia di un’altra, quello che sorrideva con gli occhi lucidi dalla gioia alla sua amata… quello che non avrei mai più avuto. Le lacrime che tenevo nascoste cominciarono a scendere, mentre quella scena si imprimeva dentro di me, non mi avrebbe mai lasciata andare dalla sua stretta insopportabile. Continuai a piangere e guardarli, finchè non vidi che si avvicinavano a noi. Hiroto era un po’ allarmato, mi guardava mentre le lacrime scendevano veloci sul mio volto e il mio sguardo perso nei suoi occhi.

Hiroto: Kilari, stai…

Abbassai lo sguardo e lui non completò la frase, forse aveva paura di ferirmi dicendo qualcosa di sbagliato, ma la verità era che neanche lui poteva mai capire cosa provavo. Alzai lo sguardo, tra gli occhi scioccati di Seiji e Haru, e gli sorrisi.

Kilari: E’ tutto apposto, deve essermi entrata qualcosa nell’occhio, e mi da molto fastidio… V-vado in bagno un attimo.

Haru: Aspetta… Kilari…

Non fece in tempo a continuare la frase, che avevo già chiuso la porta, pronta ad andare in bagno. Ma qualcosa mi fermò, l’impeto di ascoltare se avrebbero cominciato a parlare della mia reazione. Mi accostai un po’ alla porta, per poter sentire qualcosa.

Hiroto: Che le prende?

Haru: Non sono affari che ti riguardano! – sentivo rabbia nella sua voce, ma non volevo certo metterli uno contro l’altro.

Hiroto: E’ mia amica, certo che mi riguarda. Noeru, aspetta qui, vado a vedere cos’ha Kilari.

Stava venendo! Non potevo vederlo, non volevo e per giunta se fossimo stati soli io…

Seiji: No, fermo! Ha bisogno di stare sola un attimo, Hiroto… se sei suo amico, non andare…

Si zittirono tutti, la reazione di Seiji era strana anche per me, ma lo ringraziai dal profondo del mio cuore, mentre correvo in bagno.

Arrivata lì aprì la porta e me la chiusi alle spalle. Mi appoggiai al muro e lasciai scorrere le lacrime che ero riuscita temporaneamente a bloccare, in un pianto che non sapevo quando avrebbe avuto fine. Mi bloccai un attimo sentendo dei passi, ma probabilmente era stata la mia immaginazione perché non sentì altro. Abbassai la testa, appoggiandola alle ginocchia e continuai a piangere, pensando a quel bacio, quella scena troppo vivida nella mia testa per essere cancellata, e ai momenti passati insieme a Hiroto, momenti che non avrei più vissuto.

La porta si aprì di scatto e alzai la testa quando mi sentì chiamare.

???: Kilari!

Ero scioccata, non potevo credere a chi mi ritrovai davanti. Un’ondata di tristezza e felicità mi invase, ma rimasi immobile a guardare gli occhi della persona di cui sicuramente non avrei mai potuto fare a meno. Non avrei mai creduto che sarebbe venuto.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23: Una visita inaspettata. ***


Kilari: Oh, Subaru!

Mi alzai, corsi verso di lui e lo abbracciai forte, continuando a piangere senza sosta.

Subaru: Kilari, ma cos’hai? Perché stai piangendo? Ero venuto qui nella tua agenzia per farti una sorpresa oltre che i complimenti per il concerto di stasera, e dopo che i tuoi amici mi hanno detto che eri qui, ti vedo in un angolo a piangere a dirotto… Cos’hai sorellina? Chi ti ha ridotto così?

Mi bloccai. Ora che ci penso, mio fratello non sapeva niente di niente. Mi staccai dal nostro abbraccio, asciugandomi pian piano le lacrime e sciacquandomi la faccia con un po’ d’acqua.

Kilari: Scusa, fratellone, non è niente…

Ovviamente, lui mi conosceva meglio di chiunque altro, riconosceva quando mentivo, quando scherzavo, quando ero triste o felice. Perciò mi appoggiò le mani sulle spalle, cominciando ad agitarmi, per farmi parlare.

Subaru: Kilari… non farmi preoccupare… te ne prego… dimmi cos’hai, non dirò niente a nessuno. Parola del tuo principe azzurro!

Lo guardai, aveva un sorriso dolce sulle labbra, e sapevo di potermi fidare di lui. Infondo, era il mio principe da sempre… no?!

Kilari: D’accordo, Subaru… t-ti racconterò tutto… ma non so se qui…?

Subaru: Vuoi… che ne parliamo a casa?

Ci pensai su, e decisi che era la soluzione migliore.

Kilari: Si, è meglio… non voglio piangere ancora, gli altri se ne accorgerebbero. Tu rimarrai qui con me, non è vero?

Subaru: Certo, sorellina. Non ti lascerei mai sola in questo stato.

Mio fratello era il migliore, gli volevo un bene enorme, se non fosse venuto lui, a quest’ora sarei rimasta ancora chiusa in bagno a piangere. Camminammo in silenzio nel corridoio e quando arrivammo davanti alla porta dell’ufficio, Subaru si fermò un istante.

Subaru: Scommetto che chi ti ha fatto piangere è dietro questa porta, ho ragione?

Arrossendo un po’, annuì col capo.

Kilari: Non preoccuparti, ora sto meglio, dovevo sfogarmi un po’.

Subaru: Bene, entriamo!

Kilari: Ok!

Entrammo nella stanza e vidi tutti girarsi verso di noi. Il direttore e la signora Kumoi, seguiti da Hiroto e Noeru, vennero verso di noi, mentre Haru e Seiji spuntarono da dietro.

Seiji: Ehi, Subaru, è da un po’ che non si ci vede eh?

Haru: E’ il ragazzo che cercava Kilari poco fa... lo conosci?

Signor Muranishi: Certo, lo conosciamo perché è il fratello maggiore di Kilari!

Haru: Davvero?

Adesso che avevo tutti i miei amici intorno e anche Subaru, ero più serena, mi sentivo completamente diversa da prima, ero più sicura e potevo sorridere senza pensare a niente. La visita del mio fratellone è stata davvero una bella sorpresa.

Kilari: Si si!! Haru, ti presento Subaru, mio fratello – poi, con le mani sui fianchi e con una sensazione di fierezza che si vedeva a chilometri di distanza continuai la presentazione -… non che il mio adorato principe azzurro!

Haru mi guardò perplesso, e dopo pochi secondi che mi guardava in viso, scoppiò a ridere.

Haru: Ah ah ah ah... Quando fai così Kilari, mi fai morire dal ridere!

Tutti scoppiarono a ridere con Haru e ci unimmo, mio malgrado, anche io e Subaru.

Hiroto: Beh, siamo molto contenti di questa visita Subaru! C’è un motivo preciso?

Subaru: Beh mi mancava la mia…

Si girò per guardarmi, ma vedendo che il mio sorriso si abbassò leggermente nel sentire la voce felice di Hiroto, capì che era a causa sua se ero in quello stato.

Subaru: …sorellina…

Hiroto: Tutto bene, Subaru?

Mio fratello mi guardava preoccupato, ma continuò a parlare lo stesso.

Subaru: Ah? Si si tutto ok eh-eh. Beh, ero anche al concerto di stasera e l’ho vista esibirsi con… Haru, e dato che non lo avevo mai visto prima, avevo un ulteriore motivo per accertarmi che Kilari stesse bene.

“Il solito tipo geloso”, pensai ritrovando il sorriso. Lui mi guardò e fu contento di vedere che mi ero ripresa. “Grazie Subaru, sei il migliore!”.

La serata continuò normalmente, tutti ridevano e scherzavano e anche io stavo decisamente meglio, grazie al mio fratellino, apparte un lieve e fastidioso mal di testa. Quando tornammo a casa, papà e Baba-chan dormivano già perciò io e Subaru ci ritirammo nelle nostre camere per cambiarci. Solo quando mi sistemai del tutto e fui pronta per andare a letto, lo feci entrare in camera mia, e sedere sul letto accanto a me.

Subaru: Hai sonno?

Kilari: Si, un po’…

Subaru: Se vuoi possiamo parlarne domani mattina, è stata una giornata pesante e se preferisci riposarti per me va bene e…

Kilari: Nono, non preoccuparti. Va tutto bene, davvero. E solo che ripensare a tutto quello che… che mi è successo fin’ora… è un po’… doloroso, tutto qui!

Subaru: Capisco, Kilari…

Dopo un attimo di silenzio, cominciai a raccontargli tutto quello che mi era successo da quando avevo intrapreso la carriera da idol. Tutto fino ad arrivare a ora, periodo in cui Noeru stava con Hiroto, Haru voleva me e io ero troppo innamorata di Hiroto per permettere ai sentimenti che provavo per Haru di avere la meglio. Gli dissi anche, che sia Haru sia Seiji conoscevano la verità.

Il suo viso mutò di espressione, era davvero molto arrabbiato.

Subaru: Se prendo quel ragazzo, giuro che non la passa liscia.

Si mise in piedi, stava cominciando ad agitarsi, come suo solito, e io scoppiai a ridere per quella scena.

Kilari: Ahahahah, Subaru, non devi essere mica arrabbiato con loro, in fondo non posso farci niente se… in amore sono così sfortunata no?

Mi guardò, per niente stupito del mio sorriso, e, sedendosi di nuovo accanto a me, con dolcezza mi scostò i capelli dal viso.

Subaru: Tu, sorellina, sei forte! Riuscirai a trovare una soluzione a questa situazione, io credo in te e fin’ora hai superato tanti di quegli ostacoli che sono sicuro supererai anche questo.

Mi si strinse il cuore, vedere Subaru tanto dolce mi aveva davvero convinta di ciò che diceva. Io ero forte, avrei combattuto per ciò in cui credevo, anche se Hiroto non mi apparteneva, ma era pur sempre mio amico e io credevo alla nostra amicizia. Haru e Seiji non mi avrebbero mai lasciata sola. Potevo contare anche sulla loro. Perchè era questo che ci univa. Solo una semplice amicizia. Io amavo Hiroto e nessun altro. Era già successo che un ragazzo mi distraesse dalla persona che amavo veramente. Prima Seiji e ora Haru. Non volevo farlo soffrire, lui mi amava davvero, ma io... io amavo Hiroto! E anche se per me era dura ammetterlo, non potevo cambiare quello che provavo. Ma dato che lui stava con Noeru non potevo fare più niente. Molte volte ero stata sul punto di dirgli tutto, di confessargli i miei sentimenti, e ogni volta non ci ero mai riuscita. Adesso dovevo solo buttarmi a capofitto sul lavoro e non pensarci più. Tutto quel trambusto sarebbe presto passato, portando con se anche la mia tristezza. Però...

Kilari: Si, hai ragione Subaru, devo essere forte...ma... io non sono sicura di riuscirci. Sono seriamente convinta di volermi lasciare tutto alle spalle, davvero, ma come posso dimenticare? Come posso far finta che i miei sentimenti per Hiroto non siano mai esistiti?

Mi appoggiai al suo petto e, fra una parola e un’altra, cominciai a piangere a dirotto, senza fermarmi. Dovevo far uscire tutta quella tristezza, non potevo continuare a tenerla dentro, perché ogni volta che pensavo a tutto quello che mi stava succedendo, non potevo fare a meno di sfogarmi e piangere, piangere, piangere, finché non mi sentivo meglio.

Subaru: Oh, sorellina... mi dispiace davvero tanto...

Mi strinse forte a se, quel calore era simile a quello di Haru e Seiji quando mi abbracciavano per consolarmi se stavo male, se ero triste o qualunque altra cosa avessi.

Kilari: Perché... perché doveva capitare proprio a me, p-perché non posso resettare tutto e dimenticare davvero ogni piccolo ricordo che ho di lui? T-tutti i momenti passati insieme, t-tutte l-le volte i-in cui mi ha detto cose dolci e i-io credevo di p-poter avere una speranza...

Tra i singhiozzi e le lacrime, sentivo mio fratello sospirare e stringermi di più ad ogni sussulto, ad ogni mio piccolo tremolio, senza staccarsi, senza parlare. Potevo contare sul suo appoggio.

Kilari: N-non so s-se riuscirò a c-cancellare il mio amore p-per lui. Io... io l-lo amo davvero Subaru!! E non c-come mi ero i-innamorata di Seiji, n-non come mi e-ero innamorata d-di Haru. E’ tutto diverso, è tutto...p-più d-doloros-samente diverso. O-ogni suo sguardo m-mi fa battere il c-cuore così v-velocemente che a volte p-penso mi scoppì...

Il mio parlare cominciò a rallentare, a diventare un sussurro, mi sentivo strana, abbattuta, senza forze. Quel pianto si stava portando tutto. La mia tristezza, il mio dolore, ma anche le mie energie. Sentivo che ogni parola, ogni lacrima, ogni singhiozzo veniva annullato dai tremolii sempre più forti e decisi, il viso era tutto bagnato, ma caldissimo. Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti, la testa pulsava e girava sempre di più.

Mi staccai un po’ da Subaru, ancora seduta sulle sue ginocchia, e aprì gli occhi leggermente chiusi. La stanza... la stanza girava come in un vortice. Mio fratello si accorse del mio sguardo perso nel vuoto, dato che stavo sussurravo le stesse parole come in una cantilena, e cominciò a preoccuparsi.

Kilari: Io amo... i-io amo H-hir-roto... i-io... - sussurravo, neanche io quasi riuscivo a sentirmi.

Subaru: Sorellina, ma cos’hai? Stai delirando? Non farmi preoccupare per favore... Kilari...

Mi toccò istintivamente la fronte, per controllare se ero calda o meno, e lo sentì tremare, come se stesse piangendo anche lui.

Subaru: K-kilari... tu scotti!! Hai la febbre, e anche molto alta!! Oh Kilari, ma che diavolo ti succede? Non ti ho mai vista in questo stato!! Tutto questo influisce anche sulla tua salute lo vuoi capire? Devi smetterla!!

Mentre parlava mi scuoteva, e ciò non faceva altro che aumentare il dolore alla testa. Mi alzai dalle sue gambe e cominciai a girare per la piccola camera che ormai era deforme ai miei occhi, sentivo a stento il pavimento. Subaru si alzò di scatto dal letto, intento a venire verso di me per fermarmi, ma si bloccò appena vide che lo guardai.

Subaru: Oh... sorellina...

Sentivo il mio viso andare a fuoco, la testa pulsava e faceva male sempre di più, barcollavo come se fossi in equilibrio su una corda, e non riuscivo a controllare il mio continuo tremare, facendo spaventare ulteriormente Subaru, che rimase paralizzato nel vedere il mio sguardo così triste e il mio viso stracolmo di lacrime. La mia voce tremava.

Kilari: I-io... i-io... i-io a-mo H-hir-ot-to!

A quel punto, il pavimento cominciò a muoversi pericolosamente sotto i miei piedi, o almeno era quello che percepivo, perché non capivo più niente. Persi quel poco di equilibrio che avevo e, cadendo, battei forte la testa, sentendo temporaneamente mio fratello urlare.

Subaru: Kilari!!!

La botta subita alla testa era stata troppo forte e non capì più niente. Poi, tutto diventò buio.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24: Trappola di sentimenti. ***


Dalla parte di Subaru...

Erano già cinque giorni pieni che Kilari dormiva. A volte la sentivo sussurrare il nome di Hiroto, e questo non faceva altro che aumentare la mia rabbia verso quel tipo, anche se lui non ne era colpevole, dato che non sapeva che Kilari era innamorata di lui. Ma non potevo fare a meno di odiarlo. Le sue condizioni non miglioravano affatto, anzi, peggioravano ulteriormente, ansimava nel sonno, era calda, sudava e di tanto in tanto nominare quel nome la faceva lacrimare. A volte, la febbre rimaneva costante, altre volte saliva, altre scendeva, ma non c’era mai nessun miglioramento. Mi si stringeva il cuore a vederla in quello stato senza sapere cosa fare. I dottori, ogni giorno, davano sempre le stesse risposte. Dicevano che era in uno stato incoscienza, come quando si sviene, solo che la forte botta alla testa aveva aggravato la situazione. Ciò che le impediva di riprendersi dipendeva da un fattore psicologico ed emotivo, per meglio dire un blocco, lo stesso blocco che l’aveva stressata fin’ora e ridotta in quello stato. Loro non sapevano di che tipo di blocco si trattase, ma io lo sapevo bene. Quei continui incubi, quel suo agitarsi nel sonno e il sussurrare quel nome. Era quello il suo blocco e doveva superarlo, se no non riuscivo a pensare a cosa sarebbe successo, ne volevo saperlo.

Ricordi di Subaru del giorno del concerto.

Quel giorno, quando vidi Kilari cadere a terra tremante, svegliai subito papà e la nonna e, mentre io mettevo Kilari sul letto, papà chiamava il dottore. Quando arrivò, gli descrivemmo l’accaduto e, dopo un controllo accurato, le aveva somministrato una medicina, dicendo che dopo una bella dormita si sarebbe dovuta svegliare. Ma non accadendo ciò, siamo corsi in ospedale e il medico aveva deciso di ricoverarla. All’inizio alla sua agenzia e ai suoi amici avevamo detto di una piccola influenza, ma poi, dato che non si svegliava, eravamo stati costretti a dire come stavano davvero le cose. Solo io sapevo tutta la verità, ovvero da cosa dipendesse il suo blocco, e non potevo dirlo a papà, se no sarebbe impazzito ed era già abbastanza agitato. Saputo dell’accaduto, tutti si erano precipitati in ospedale, ma quello più preoccupato e sicuramente più agitato era proprio Hiroto, lo vedevamo tutti benissimo. Il dottore stava visitando mia sorella e io con papà e la nonna aspettavamo fuori l’esito della visita. Lui si precipitò verso di noi correndo e chiedendo ogni dettaglio di cosa fosse successo.

Hiroto: Cosa è successo a Kilari? Cos’è questa storia che non si sveglia? Subaru, che è successo?

Dietro di lui, vidi arrivare gli altri, quasi di corsa.

Haru: Cos’è successo? Perché Kilari è in ospedale?

Tutti continuavano a fare domande e agitarsi, perciò gli raccontai ciò che il dottore aveva detto nella precedete visita.

Hiroto: E…e di che blocco si tratta? Come facciamo a farla svegliare? Ci deve essere un modo… c’è un modo, vero…?

Rimasi in silenzio, non sapevo ne ero sicuro se esistesse un modo per risolvere questo problema, ma non volevo crederci, la mia sorellina si sarebbe svegliata e sarebbe tornata a sorridere.

Subaru: Non lo so… ma di sicuro lo troveremo!

Haru: Possiamo… possiamo vederla?

Subaru: Si, venite vi accompagno, ma non tutti in una volta… per adesso venite voi tre, d’accordo?

Hiroto: Io ci andrò dopo, voglio parlare da solo con Kilari…

Stavo per replicare, ma poi pensai che, preoccupato com’era, per stavolta lo avrei lasciato fare.

Annui leggermente e mi avviai verso la stanza della mia sorellina, seguito da Haru e Seiji. Loro si avvicinarono a Kilari e la guardavano senza dire niente. Fu Seiji ad interrompere il silenzio.

Seiji: Subaru… perché Kilari non si sveglia?

Subaru: I-io non lo so…

Seiji: Io so che lo sai… Ti prego solo di dircelo, perché anche noi siamo preoccupati per lei!

Mi guardava con degli occhi supplichevoli, era ovvio che entrambi fossero preoccupati.

Subaru: D’accordo, lo faccio solo perché voi sapete tutto…

Haru: Con “tutto” cosa intendi??

Subaru: Kilari vi ha raccontato tutto no? Riguardo ai suoi sentimenti…

Seiji: Ti ha detto tutto, vero?

Subaru: Già… Ed è proprio a causa sua che la mia sorellina – strinsi forte i pugni – sta così male…

Haru: Vuoi dire che quel blocco… dipende d-da lui?

Seiji: E’ molto probabile… Quando Kilari aveva scoperto di Hiroto e della sua ragazza, la prima volta a scuola, era svenuta, ma fortunatamente Naa-san mi aveva avvisato e io l’avevo portata in infermeria. Dopo che si era svegliata e mi accertai che stesse bene, le suggerì di dormire e riposarsi. Quando però, ero tornato a prenderla dopo le lezioni era seduta sul letto, tremante, col viso pieno di sudore. Mi disse che aveva avuto un incubo su Hiroto… mi aveva promesso che si sarebbe impegnata nel lavoro e avrebbe sempre sorriso, e benchè fin’ora non abbia fatto altro che questo, dentro di lei la sofferenza era forte… e adesso… adesso questo è il risultato…

Haru: Dannazzione! Qualcuno deve pur dire la verità a Hiroto, non credete? Oppure Kilari non…

Kilari: Hiroto…

Ci girammo tutti verso di lei, che cominciò a lacrimare mentre sussurrava il suo nome.

Subaru: Vedete? Ogni giorno è sempre così… E’ come… se fosse bloccata nei suoi incubi… povera sorellina…

Haru: Oh, Kilari…

Fine ricordo

Mi girai verso la mia sorellina, mentre ripensavo a quel giorno.

Subaru: Ho paura… paura che Kilari… non si svegli più…

Mi sedetti nella sedia accanto al letto, con le mani fra i capelli. No no, Kilari era forte, sarebbe guarita presto e tutto sarebbe tornato al suo posto. Avrebbe riabbracciato me, papà e la nonna, tutti i suoi amici e i suoi fan. E poi, si stava avvicinando il suo compleanno. Adorava festeggiarlo e non se lo sarebbe perso per nulla al mondo. Sentì bussare e alzai la testa di scatto.

Subaru: Si?

Seiji/Haru/Hiroto: Siamo noi!

Sentì la voce di Hiroto dire qualcosa, ma non capì bene cosa.

La porta si aprì ed entrarono solo Seiji e Haru.

Subaru: E Hiroto?

Seiji: Vuole stare solo con Kilari, quindi ha fatto entrare prima noi.

Subaru: Capisco…

Restarono in silenzio, e io feci altrettanto mentre guardavo la mia sorellina.

Seiji: Ha per caso detto ancora il suo nome?

Annuì.

Subaru: Come la prima volta che l’avete vista…

Haru: Non ha detto altro? Beh insomma… qualcosa di diverso? Che possa far capire che sta bene??

Subaru: Purtroppo no…

La porta si aprì ed entrò  Hiroto che mi salutò in silenzio, con un cenno del capo,  sempre con quel viso spento che aveva ormai dal giorno del concerto.

Hiroto: Scusate, è che… vorrei stare con Kilari se per voi va…

Kilari: Hi…Hi…Hir-ro-t-to…

Tutti ci irrigidemmo subito e l’atmosfera della stanza era cambiata. Hiroto guardò Kilari pensando si fosse svegliata, ma quando la vide respirare più velocemente, a fatica e con le lacrime agli occhi, si allarmò ulteriormente guardandomi in faccia.

Hiroto: Co-cos’ha? Perché ha detto il mio nome? Non l’ho mai vista fare così… perché fate gli indifferenti? Non vedete che Kilari sta male??

Subaru: Fa… fa sempre così, non preoccuparti…

Hiroto: Non preoccuparti? Ma… non vedete… che lei… sta... sta piangendo?

Rimanemmo in silenzio, con la faccia abbassata, mentre guardavamo per terra.

Hiroto: Voglio stare solo con lei… posso per favore?

Nella sua voce sentivo la tristezza e l’angoscia di quei cinque giorni che sembravano un’eternità.

Subaru: Si. Andiamo ragazzi.

Uscimmo dalla stanza, lasciando mia sorella e Hiroto soli, sperando chissà quale notizia.

Dalla parte di Hiroto…

Non appena li vidi uscire, mi sedetti sulla sedia accanto a Kilari e la guardai in viso. Cosa avrei dato per essere al suo posto ed evitare di vederla soffrire in quel modo. Mi sentivo colpevole di tutto. Colpevole delle lacrime della serata dopo il concerto, colpevole del suo malore, colpevole delle lacrime che vedevo in quel momento. Avrei voluto starle vicino come volevo realmente, se solo ci avrei pensato prima. Ma ormai sapevo che troppo tardi. Avevo pensato troppo alla mia storia con Noeru, anzicché l’amicizia con Kilari. Presi la sua mano e la strinsi forte fra le mie. Aprì la bocca, pronto a parlarle, ma come nelle mie precedenti visite, non riuscivo a dirle ciò che pensavo. Poi però, mi feci forza. Dovevo assolutamente dirle qualcosa, almeno provare a salutarla.

Hiroto: Ciao Kilari. Sono io, Hiroto… - feci una pausa, osservando il suo viso irrigidirsi un po’ e poi tornare come prima. Non riuscì più a trattenermi – Kilari… mi manchi terribilmente. Da quando sei coricata in questo letto d’osedale, l’unica cosa che sono riuscito a fare è… guardarti mentre dormi. Svegliati, per favore! Non posso, non possiamo più sopportare la tua assenza, ci manca tutto di te, la tua golosità, i tuoi sorrisi la tua gioia contagiosa e non potrei mai vivere con questa terribile sensazione di essere colpevole di tutto questo. Kilari… per favore… se… se riesci a sentirmi, parla, dì… qualcunque cosa, stringimi la mano, ma ti prego…  cerca di resistere ancora, di lottare per questo… questo blocco che ti impedisce di tornarne da noi… di tornare… da me… - ormai, con le lacrime agli occhi, appoggiai la testa sul letto, non riuscivo più a resistere.

All’improvviso sentì un piccolo, piccolissimo movimento, giungere dalla sua mano. Mi misi subito seduto e la guardai, per poi fermarmi sulle nostre mani. Me la stava stringendo. Forse mi aveva sentito davvero.

Kilari: Hi…Hiroto?

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Capitolo 25
*** Capitolo 25: Lotta contro gli incubi. ***


Capitolo 24 dal punto di vista di Kilari

Intorno a me regnava il buio. Dopo la caduta in camera mia, sentivo di precipitare, sempre più giù. I volti dei miei amici mi passavano accanto, senza che io potessi raggiungerli, ma uno, più di tutti, mi impediva di risalire, di provare a lottare. Era l’unica immagine che stava ferma lì, davanti a me, mentre contemplandola con lo sguardo, completamente rapita, annullava i miei sensi lasciandomi inerte. A volte spariva e io piangevo, chiamando il suo nome nel buio, cercando di farlo tornare, perché era l’unico che mi avrebbe fatto sopportare quella tremenda sensazione di paura che provavo immersa nel peggiore dei miei incubi. Poi un vortice di emozioni mi teneva stretta nella sua morsa e mi feceva rivedere quel bacio, quel maledettissimo bacio, che mi aveva tolto le speranze, con la sua vivida immagine che continuava ad occupare la mia mente ogni volta che provavo a farmi forza per riemergere da quel luogo oscuro.

In quel momento, pensai che avevo perduto tutto. Non riuscivo a vedere nessuno, sentivo solo un forte ronzio intorno a me, come se intorno a me ci fossero tante voci che parlavano all’unisono, impedendomi di distinguerne la fonte per ognuna di esse.

“Ho paura” pensai all’improvviso. “Voglio rivedere i miei amici… voglio rivedere lui, anche se so mi farà soffrire peggio di adesso… ma io lo amo! Non mi importa di cosa accadrà se non potrò averlo”.

Avvertì una strana sensazione, come un lieve tocco sulla mano, ma non un tocco qualsiasi. Era una sensazione meravigliosa, essere avvolta in quel calore, lo sentivo invedermi ed espandersi sempre di più, come una luce in quel buio tremendo. Questo mi diede la forza di combattere quella paura che regnava in me e di provare una volta per tutte a tornare in me. Ma mi bloccai, paralizzata dalla voce che mi risuonò improvvisamente nella testa. Era lui.

-Kilari… mi manchi terribilmente. Da quando sei coricata in questo letto d’osedale, l’unica cosa che sono riuscito a fare è… guardarti mentre dormi. Svegliati, per favore! Non posso, non possiamo più sopportare la tua assenza, ci manca tutto di te, la tua golosità, i tuoi sorrisi la tua gioia contagiosa e non potrei mai vivere con questa terribile sensazione di essere colpevole di tutto questo. Kilari… per favore… se… se riesci a sentirmi, parla, dì… qualcunque cosa, stringimi la mano, ma ti prego…  cerca di resistere ancora, di lottare per questo… questo blocco che ti impedisce di tornarne da noi… di tornare… da me… -.

Cominciai a piangere. Sentivo la sua voce così chiara e limpida nella mia mente, le sue parole una dolce melodia che risuonava sempre più. Dovevo uscire da lì, dovevo lottare per chi mi voleva bene, per chi credeva in me e anche per lui.

Kilari: Hi… Hiroto?

Aprì gli occhi. Vidi il suo sguardo dapprima triste, diventare radioso e pieno di felicità mentre l’uno si perdeva negli occhi dell’altra.

Le mie lacrime non erano state un’illusione, le sentivo continuare a scendere senza fermarsi. Era una gioia rivederlo. Non riuscivo a crederci, finalmente lo avrei potuto abbracciare, stringere forte a me, dirgli che non lo avrei più lasciato e che tutto sarebbe tornato come… prima.

Ma lui non mi amava. Le sue parole. Erano state solo un’illusione? Oppure era in pena per la sua amica?

Hiroto: Kilari? S-sei sveglia? Non sto sognando vero? Sei… tornata?

Lo guardai. Stava piangendo. Ero sbalordita. Non lo avevo mai visto piangere. Sentì la sua mano stringere forte la mia. Neanche quella era stata un’illusione, le nostre mani erano intrecciate fortemente l’una all’altra. Gliela strinsi forte e con l’altra spinsi un po’ per mettermi a sedere. Mi guardai attorno. Niente più buio. Non più i miei amici che si allontanavano da me. Ora c’era solo una piccola stanza e il letto sotto di me con dei macchinari accanto. E poi lui, in tutto il suo splendore, pur avendo le lacrime agli occhi.

Kilari: Si… ce l’ho fatta!

Scoppiai a piangere, ma dalla felicità. Lui mi strinse forte a se, accarezzandomi i capelli mentre io lo stringevo sempre di più, lasciando scorrere le lacrime.

Dopo un tempo infinito, che potevano essere ore o minuti, ci staccamo l’uno dall’altra. Mi aiutò a cancellare le lacrime, mentre continuavamo a guardarci negli occhi. Nell’aria sentivo una forte elettricità, come se qualcosa mi spingesse ad avvicinarmi alle sue labbra. L’attrazione era forte, ma dovevo combatterla. Eppure, mentre le mani di Hiroto mi cullavano il viso, avevo l’impressione che anche lui si stesse avvicinando. I nostri visi, le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza. Non riuscivo a resistere, quella vicinanza mi faceva girare la testa. Poi lui chiuse gli occhi e pian piano, timidamente, sfiorò le mie labbra con le sue, allontanandole un po’ per paura che reagissi male. Ma io, nell’esatto istante in cui lui si allontanò di poco, chiusi gli occhi e mi avvicinai. A quel punto la timidezza svanì e finalmente ci baciammo. Rimanemmo fermi così per un tempo che non riuscì a percepire, i miei sensi si annullarono completamente, non capì niente di ciò che succedeva intorno a me, percepivo solo me e lui. Poi, quando il bacio si fece più stabile, Hiroto levò una mano dal mio viso e mi strinse a se dalla vita. Io gli gettai la braccia al collo, una mano fra i suoi capelli, mentre ci stringevamo sempre di più. Dischiusi le labbra, per riprendere fiato e sentire il suo profumo, mi era mancato terribilmente. Il nostro bacio sembrava essere giunto al termine, ma Hiroto ricongiunse le nostre bocche, mentre il bacio si faceva più passionale. Le mie labbra si muovevano insieme alle sue, come se sapessero già come fare e persino io rimasi sbalordita, dato che non avevo mai baciato un ragazzo fino ad oggi. Fosse stato per me, quel momento sarebbe durato in eterno. Ma non potevo. A quel punto mi ricordai che stavo fraintendendo tutto. Hiroto mi aveva dato quel bacio perché era felice che io stessi bene e non per il motivo per cui glielo avevo dato io, perché… lui amava Noeru.

Ci staccammo entrambi e ci guardammo negli occhi, imbarazzatissimi, e arrossimmo per ciò che era appena successo.

Hiroto: Ki-Ki-Ki-Kilari…

Kilari: N-non p-preoccup-parti… Come se n-non fos-sse s-successo n-niente!!

Hiroto: No, ma…

In quel momento la porta si spalancò ed entrarono mio fratello, Haru e Seiji.

Subaru: Kilari! Oh sorellina ti sei svegliata! – venne verso di me e mi abbracciò, mentre Hiroto si scostò leggermete, alzandosi e mettendosi accanto alla finestra della camera - Non posso crederci. Vado a chiamare papà e la nonna, sapessi come erano in pensiero.

Kilari: Sto bene, tranquillo. Si anche io non vedo l’ora di rivederli, mi siete mancati tanto!

Ricominciai a piangere, mntre Haru e Seiji si avvicinavano a me.

Kilari: Ho avuto tanta paura, pensavo di avervi perso, io…

Haru: Tranquilla, non pensarci più ora. L’importante è che sei di nuovo qui con noi.

Haru. Era così bello rivederlo dopo tanto tempo. Mio fratello si staccò e corse a chiamare gli altri, mentre io abbracciavo Haru così forte, che avevo paura di strozzarlo.

Haru: Calma, calma Kilari, così mi fai male…

Kilari: Ops.. scusami non volevo…

Haru: Non fa niente, sono felice di rivederti.

Kilari: Anche io, non sai quanto.

Ci dividemmo e ci guardammo felici. Non riuscivo a credere che finalmente era tutto finito. Seiji era vicino ad Haru e mi guardava mentre sorridevo e piangevo allo stesso tempo. Si avvicinò e anche lui mi abbracciò come Haru.

Seiji: Mi sei mancata piccola golosona.

Kilari: Oh Seiji, è stato bruttissimo. Vedevo tutti voi che vi allontanavate da me e…

Non potevo dire di Hiroto. Mi avrebbero fatto troppe domande.

Seiji: Anche noi avevamo paura per te, ma abbiamo creduto fino all’ultimo che tu saresti tornata a sorriderci.

Mi staccai da Seiji e Hiroto si avvicinò a noi. Dalla porta arrivarono papà e la nonna e entrambi mi abbracciarono fra mille lacrime mentre io piangevo on loro e sorridevo. Finalmente sorridevo. Non avrei mai dimenticato quella bruttissima esperienza, ma con l’aiuto dei miei amici l’avrei sicuramente superata.

Guardai Hiroto con la coda dell’occhio.Stava sorridendo alla scenetta familiare fra me e i miei cari. Si accorse del mio sguardo e entrambi arrossimmo, ma ci sorridemmo a vicenda. Ora però… dopo quello che era successo… sarebbero cambiate molte cose tra me e Hiroto.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26: Paura di perderti ***


Dopo qualche giorno di controlli con il medico per accertarmi che stessi bene davvero, venni dimessa dall’ospedale. Fecero una festicciola in mio onore all’agenzia e dato che non mangiavo da giorni, mi abbuffai come non mai. Ci divertimmo tantissimo e per ringraziarli della bella sorpresa, cantai la mia ultima canzone. Tutti cantavano con me, conoscevano già le parole, dopo tutte le prove che avevo fatto. Era presente anche mio fratello, felice di vedermi finalmente sorridere. Ero molto dispiaciuta, a causa dello spavento che gli avevo fatto prendere la settimana scorsa. Ma adesso era tutto passato. E, ora che ci pensavo, mancava una settimana ai miei 16 anni!! Era felicissima e non vedevo l’ora di festeggiare con i miei amici.

La festa finì presto perché gli altri volevano farmi riposare, per da farmi recuperare tutte le forze, così salutai tutti e mi avviai per tornare a casa.

Signora Kumoi: Ehm… Kilari?

Mi fermai un attimo e mi girai.                                                                     

Kilari: Si?

Signora Kumoi: La prossima settimana sarai molto impgnata, avrai quattro servizio fotografici, un concerto per i tuoi fan dopo questa settimana di assenza, alcune pubblicità, per non parlare delle prove con Kama riguardante coreografia, canzoni e il resto. La settimana sarà fitta di impegni, non avrai un solo giorno libero, apparte il giovedì per farti riposare, dopo di che… il fine settimana sarà il peggiore di tutti quelli che hai passato a lavorare fin’ora!

Cosaa?? E.. e il mio compleanno??

Kilari: Ma… signora Kumoi… sabato io…

Signora Kumoi: Niente “ma” Kilari! Il lavoro è lavoro… Ci vediamo domani.

Ero scoraggiata. No, come poteva… il mio compleanno sarebbe stato sabato e io… lo avrei passato a lavorare.. addio festa con gli amici, addio grandi abbuffate di crepes… ma d'altronde… lo facevo per i miei fan… e il miglior regalo che potessi ricevere… era vederli sorridere!

Mi feci più determinata e annuì alla signora Kumoi.

Kilari: Bene, allora a domani signorina. Ciao a tutti e grazie della bella serata!

Tutti: Figurati, a domani Kilari!

Uscì dall’edificio e mi incamminai verso casa con Subaru. Sbuffai.

Subaru: Cosa c’è?

Kilari: Sarò piena di impegni… non potrò festeggiare il mio compleanno…

Subaru: Si è vero… Beh ci sarà anche il prossimo anno… non credi?!

Lui era quello che mi faceva per primo gli auguri per ogni singolo compleanno e ora mi diceva questo? Però… forse aveva ragione dopotutto.

Kilari: Si è vero fratellone…

Sbadigliai di colpo, quasi senza accorgermene.

Subaru: Hai sonno eh?

Kilari: Già, e anche molto direi!

Dopo una bella camminata arrivammo a casa. Salutai papà e Baba-chan per poi dirigermi in camera mia.

Kilari: Ahhh… che giornata, vero Naa-saan?

Naa-san: Na na!

Sentì bussare alla porta.

Kilari: Si?

Subaru: Sono io!

Kilari: Oh… entra pure…

Aprì leggermente la porta e si affacciò con la testa.

Subaru: No no, volevo solo augurarti la buona notte.

Kilari: D’accordo… allora buona notte fratellone!

Subaru: Buona notte, Kilari.

Richiuse la porta, dopo di che presi il pigiama, mi cambiai e mi infilai sotto le coperte.

Kilari: Buona notte, Naa-san.

Naa-san: Na na na!

Chiusi gli occhi e cercai di addormentarmi, ma non appena li chiudevo, ripensavo a quello che era successo in ospedale. Presi il cuscino, lo strinsi al petto. Sapevo di aver frainteso tutto, in quel momento, che in realtà Hiroto non mi amava, che quel bacio era dovuto al fatto che lui fosse felice perché stavo bene. Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Non era giusto che dovessi soffrire così. Però, mentre non mi ero ancora ripresa, pensavo che avrei voluto rivederlo a tutti i costi, sapevo mi avrebbe fatto soffrire, ma non mi importava. E ora che era successo quello che non avrei mai pensato, non potevo fare altro che accettare i fatti e la realtà per come stavano davvero.

Hiroto…

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Capitolo 27
*** Capitolo 27: Un bacio rubato ***


Un suono assordante mi impediva di dormire, continuava a squillare ininterrottamente. Volevo dormire, avevo sonno, ma niente. Non ci riuscivo proprio con quel suono che mi fracassava le orecchie e se presto non avrebbe smesso mi sarei sicuramente messa a urlare. E così, trattenendomi dall’isterismo di primo mattino, mi sedetti sul letto, strofinandomi gli occhi con una mano e tenendo ancora soldo il cuscino con l’altra.

Kilari: Mmm… che ore sono?

Diedi un occhiata alla sveglia. Le 09:30. Mi sdraiai di nuovo assonnata sul letto, pronta ad addormentarmi dopo la notte agitata, quando il mio istinto mi spinse a ripensare all’immagine lampeggiante della sveglia.

Kilari: COSAA?? Le 09:30?? SONO IN RITAARDOOO! DEVO ANDARE IN AGE – mi misi subito a sedere sul letto, per poi scendere di corsa, solo che inciampai nelle coperte e sbattei la faccia. Pian piano mi rialzai, massaggiandomi il naso.

Kilari: Ahi ahi ahi, che botta! Na-san perché non mi hai svegliata?

In quel momento comparve lui dalla porta, agitatissimo, farfugliava scuse senza senso, perciò andai verso di lui, lo presi fra le braccia, rassicurandolo.

Kilari: Non preoccuparti piccolo mio, per le 10:00 ho un servizio fotografico con Haru, perciò ho ancora un po’ di tempo. Tu vai a finire di preparare la colazione, io mi cambio.

Na-san: Na na!

Detto questo, scese dalle mie mani e andò in cucina, chiudendosi la porta della mia camera alle spalle prima di uscire.

Kilari: Bene, questa settimana sarà piena di impegni, devo dare il massimo!

Mi cambi, scegliendo un gonna viola chiaro, una maglietta bianca con delle stelle stampate e portai con me un elastico con una stellina gialla, per rimanere in tema.

“Ci penserà Na-san a farmi una bella coda!”

Scesi giù e feci colazione, come al solito Na-san aveva superato se stesso. Mentre gustavo i miei pancake, Na-san mi sistemò i capelli, e dopo aver finito tutto uscimmo di casa. Era una bella giornata, il sole brillava il un ielo azzurro e limpido, una lieve brezza mattutina mi scompigniava i capelli e accarezzava il mio viso, tanto che per un istante chiusi gli occhi e mi rilassai.

Na-san: Na na naa!

Aprì di scatto gli occhi e cominciai a correre.

Kilari: Già, già è vero, la signorina Kumoi si arrabbierà se ritarderò anche oggi. Su andiamo!

Arrivati con 5 minuti di anticipo, salimmo le scale ed entrammo nella stanza dove tutti erano riuniti attorno al tavolo del direttore e parlavano di qualcosa.

Kilari: Buon giorno ragazzi!

Tutti si irrigidirono al suono della mia voce e si girarono di scatto.

Noeru: C-ciao Kilari! La signorina Kumoi stava giusto aspettando te, dovete andare subito allo studio fotografico.

Noeru ormai veniva sempre in agenzia con… Ed ecco che il mio sorriso scompariva, solo a pensare a lui, che in quel momento mi guardava imbarazzato, come anche io del resto. Poi abbassai lo sguardo, ormai sostenerlo diventava difficile. Dopo ciò che era successo in ospedale, non avevamo più parlato, ne soprattutto di quell’inconveniente. Era stato un… bacio senza sentimenti, da parte sua, mentre per me era stato qualcosa di così prezioso, un’esperienza nuova e fantastica, ma anche tremendamente dolorosa che di sicuro non avrei mai più cancellato dalla mia testa.

Noeru: Kilari, mi ascolti?

Rialzai lo sguardo, sorridendole e facendo finta di niente.

Kilari: Ehm… si scusa sono ancora un po’ assonnata. La signora Kumoi dov’è?

Signora Kumoi: Eccomi!

Lei e Haru spuntarono da dietro il separè della stanza, pronti per andare allo studio.

Haru: Ciao Kilari, pronta?

Sorrisi, finalmente in modo sincero, perché Haru mi metteva sempre di buon umore. La tensione nella stanza scomparve del tutto, anche se ancora non capivo perché quando ero entrata, tutti avevano reagita a quel modo. Ma adesso dovevo lavorare, perciò non mi importava.

Kilari: Certo! Ciao a tutti.

Salutai tutti con un grande gesto della mano e mi diressi verso la porta, con la signora Kumoi davanti e Haru subito dopo di lei. Non mi ero accorta che io e Haru ci eravamo presi per mano, ma quando sentì quel contatto, mi venne in mente la mano di Hiroto che si intrecciava alla mia durante quel bacio. Era più forte di me, rattristarmi a simili pensieri. Haru se ne accorse e mi strinse di più la mano. Guardai il suo viso, la sua incredibile bellezza, il suo sorriso rivolto a me e a nessun altro. Stavo giocando con i suoi sentimenti, mi faceva male vederlo sorridere anche se soffriva, e mi odiavo per questo. Ma non potevo fare a meno della sua presenza ogni volta che ero triste. Lui era, in un certo senso, l’amico a cui non avrei potuto mai rinunciare.

Uscimmo dall’edificio e ci dirigemmo agli studi.

Haru: E’ il nostro primo servizio fotografico insieme, vero?

Kilari: Già, sono davvero emozionata.

Era piacevole lavorare insieme ad Haru, come la sera del concerto. L’emozione da provare quando cantavo sola era tanta, ma dividerla con qualcuno era molto meglio.

Il tempo passò velocemente, fra una foto e l’altra, un cambio di pose e le pause, finimmo in fretta e passammo alla registrazione in radio, agli incontri con i coordinatori le prove delle canzoni e le rispettive coreografie e fu così, diciamo, anche per i giorni dopo.

Finalmente il giovedì arrivò. Il mio giorno libero prima di un fine settimana di fuoco.

Ero sdraiata sul mio letto, guardavo il soffitto con il cuscino stretto al petto.

Kilari: Ooh, Na-san ma ti sembra giusto?? Il mio compleanno è fra due giorni e io dovrò lavorare. Quando si ci mette, la signora Kumoi è davvero severa.

Na-san: Nana na na! Na!!

Kilari: Si, lo so che lo fa per il mio bene e che è il mio lavoro, ma è pur sempre il giorno dei miei 16 anni non credi?

Na-san: Na, na!

Kilari: D’accordo, d’accordo, la smetto di lamentarmi. Ora andiamo a fare una passeggiata su!

Na-san saltò sulla mia spalla, e dopo aver salutato papà, uscì di casa e andai in centro a godermi la giornata. Quella settimana era stata, fino a quel momento, abbastanza impegnativa, mai un minuto di riposo e non c’era più stata l’occasione di avere una giornata di svago come questa. Decisi di andare al parco divertimenti. Era molto affollato e se non mi sarebbe caduto il travestimento, tutto sarebbe andato per il meglio. Cercavo di passare in mezzo alla folla, ce n’era così tanta che quasi quasi non riuscivo a respirare. Cavarmela era stato difficile e arrivai accanto all’entrata della ruota panoramica, ansimente, dove la folla era nettamente meno dell’entrata, dato che si era distribuita in tutto il parco. Però, mentre ero piegata sulle ginocchia, vidi delle ombre farsi più vicine e urlare. Quando mi alzai, mi resi conto che chiamavano il mio nome.

“Mi hanno scoperta col travestimento?” Feci per toccarmi il cappello e gli occhiali, ma non li sentì sotto le dita. Spostai lo sguardo e vidi Na-san sommerso dai due indumenti. Raccolsi tutto e feci saltare Na-san sulla testa per poi scusarmi con la gente e scappare. Ovviamente venni rincorsa e più scappavo, più gente mi riconosceva e si univa a chi mi seguiva già. Poi, mi sentì tirare da un braccio e affarrare dalla pancia, per poi essere scaraventata in mezzo ad un cespuglio. Ero sopra qualcuno e mi dimenavo e per evitare di farmi sentire la persona misteriosa mi tappò la bocca con una mano. Quando vidi tutti continuare a correre per cercarmi senza successo, e abbandonare l’impresa, mi lasciò andare e io mi girai per vedere chi mi aveva salvato, anche se mi ero presa uno spavento enorme. Ero ancora sopra di lui e mi ritrovai a pochi centimetri dal viso di Haru. Il cuore cominciò a battere sempre più forte, avevo paura mi scoppiasse, quella vicinanza era così strana, mi agitava.

Kilari: H-Haru… c-che ci fai qui?

Haru: Sono andato a fare un giro e ho visto una mandria di gente che ti inseguiva, così ho pensato che… forse avrei potuto salvarti.

Kilari: Questo vuol dire che avresti evitato di farlo?

Haru: Ah ah ah esatto!

Kilari: Certo che sei proprio cattivo.

Scoppiammo a ridere entrambi e mi dimenticai in che posizione eravamo. Haru però ci fece caso.

Haru: Ehm…Kilari…

Kilari: Co… Aaah scusa!

Mi alzai di scattò, tutta rossa in viso, ma un po’ meno agitata di prima, le risate avevano allentato la tensione.

Lo guardai alzarsi e mettersi davanti a me. Ci guardammo per un infinità di tempo, ero persa nel suo sguardo, non sapevo cosa fare ne dire. Poi lui si avvicinò, stava per… baciarmi? Non riuscivo ad oppormi, dentro di me qualcosa mi diceva di fermarlo, che stava sbagliando, che non doveva andare così, che io non lo amavo e gli avrei fatto del male se sarebbe successo. Ormai, i nostri visi erano così vicini, riuscivo a toccargli la punta del naso. Volevo dirgli di non farlo, avevo paura di come avrebbe reagito il mio cuore, non dovevo baciarlo io amavo…

Kilari: Hiroto…

Haru si bloccò per un attimo e non capì il perché, poi senza neanche accorgermene mi baciò. Le nostre labbra si incontrarono e io sentì nel suo bacio tutta la tristezza che provava sapendo che il mio cuore non batteva per lui. Mi prese il viso fra le mani e, dopo pochi secondi mi lasciò andare. Io ero rimasta impietrita dal momento del contatto. Haru mi aveva… baciata? Lo vidi passarmi accanto e fermarsi dietro di me. Stava guardando qualcosa o qualcuno. Perciò mi girai, e quasi non caddì a terra dopo lo schok di vedere proprio lui, lì in quel momento, a bocca aperta, mentre passava lo sguardo tra me e Haru. Poi guardò Haru con tanta di quella rabbia, che avevo paura sarebbe successo qualcosa.

Haru: Che hai da guardare, sei geloso?

Hiroto: Non sono geloso, ma fidati che ti prenderei a pugni in questo momento se non ci fosse lei.

Haru: E perché mai?

Hiroto: Lei non voleva darti quel bacio.

Haru: Cosa te lo fa pesare?

La situazione peggiorava e io non riuscivo a fare niente. Però, come aveva intuito che io non volevo baciarlo. Che avesse sentito quando ho detto… il suo nome?

Lo vidi allarmarsi per un attimo, forse non sapeva come rispondere, poi però guardò il mio viso spaventato e confuso, si fece più sicuro e continuò a parlare.

Hiroto: Lo capisco dal suo sguardo… La conosco molto meglio di te e sicuramente non era quello che voleva.

Questo… questo davvero non doveva dirlo. Haru mi guardò preoccupato, sapeva che quella frase aveva scatenato in me qualcosa e ciò che desiderava era che io me la prendessi con Hiroto.

Kilari: Ne sei davvero sicuro Hiroto? Non credo proprio che tu mi conosca così bene…

Mi misi davanti ad Haru e camminai verso di Hiroto, per poi fermarmi e pochi passi da lui.

Kilari: Se davvero mi conoscessi così bene io non starei così male, Hiroto! – quasi glielo urlai in faccia e lui fece una faccia sconcertata dalla mia reazione. Abbassai lo sguardo e continuai a parlare – Perciò non dirmi che mi conosci così bene… non è vero per niente!

Scappai via da lì con Na-san sulla testa che mi sistemava il cappello e gli occhiali.

Quando fui abbastanza lontana da loro, ripensai a ciò che era successò, senza fermarmi. Mi toccai le labbra.

Kilari: Haru… mi ha… baciata… Ma io… amo Hiroto!

Correndo sempre più veloce, andai a casa decisa a chiudermi nella mia stanza e a dimenticare quell’orrendo giorno.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28: L’improvvisa rivelazione ***


Il giorno dopo, in agenzia, non volevo proprio entrarci. Cosa sarebbe successo? Ieri avevo lasciato Haru e Hiroto da soli. Se si fossero alzati le mani fra di loro? Se fosse successo qualcosa? Sarebbe stato tutto a causa mia. Poi però fui costretta ad aprire dato che ero in ritardo, e vidi subito Haru e Hiroto, con accanto Seiji e Noeru che cercavano di calmarli. Stavano litigando, di nuovo. Abbassai lo sguardo, salutando tutti distrattamente, senza guardarli, e andando a sedermi dietro il separè.

Kilari: B…buon giorno a tutti…

Posai la borsa sul tavolino di fronte a me e mi sedetti, in attesa dell’arrivo della signora Kumoi. Con quel mio comportamento avevo fatto zittire tutti, non li sentivo più urlare e litigare come prima. Cosa dovevo fare oggi? Ah si… di mattina avevo un altro servizio fotografico, poi una pubblicità, un incontro al centro commerciale per firmare autografi ai miei fan e per il pomeriggio le prove per il concerto del giorno dopo. Ormai i miei concerti avvenivano circa una volta a settimana, tante erano le richieste dei miei fan. I miei fan… era a loro che dovevo pensare, volevo veder sbocciare un bellissimo sorriso in ogni loro volto… almeno nel loro.

Sentì la porta spalancarsi e la mia manager che cominciava a impartire ordini.

Signora Kumoi: Hiroto, Seiji? Tra 5 minuti arriverà il direttore, avete le prove, una registrazione, la revisione della coreografia e poi… sapete voi!

Seiji: Bene, lo aspettiamo qui.

Signora Kumoi: Bravi ragazzi… mmm… Kilari?

A quel punto avrei dovuto far sentire la mia presenza. La mia giornata stava per cominciare e mi avrebbe finalmente distratta da tutto. Dovevo impegnarmi. Con espressione decisa mi alzai e mi diressi verso la signorina Kumoi, sotto gli occhi di Hiroto e gli altri, anche se io cercavo di non guardare nessuno.

Kilari: Eccomi! Possiamo andare?

Signora Kumoi: Non possiamo, dobbiamo, e di corsa! I fotografi ci aspettano.

Kilari: Perfetto. Io scendo.

Signora Kumoi: Si scendiamo. Haru? Tu devi venire con noi. Buon giorno, ragazzi. Noeru ti affido la situazione…

E si guardarono con uno strano sguardo di intesa, non capì cosa c’era sotto. Prima che Noeru potesse rispondere, Hiroto comincio ad agitarsi quando vide Haru mettersi accanto a me, lo capì perché lo sentì urlare.

Hiroto: Eh no! Perché Haru deve andare con Kilari? Non mi risulta che devono fare gli stessi lavori!!

Haru: Perché ti sta fastidio se sono io a guardarla e non tu?

Hiroto: Mi da fastidio il semplice fatto che tu le stia così appiccicato!

Haru: Ma fatti i cavoli tuoi e inoltre…

Ero stufa di vederli sempre litigare e per di più Hiroto stava facendo quella scenata di fronte a Noeru. Non volevo vederli di nuovo azzuffarsi come due bambini, perciò abbassai lo sguardo e parlai, cerando di mantenere la calma e di non urlare.

Kilari: Basta, io me ne vado!

Hiroto: Kilari aspe…

Haru: Lascia stare! Tu non capisci niente di lei!

Poi non sentì più niente. Ero davanti al portone e mi chiusi la porta dietro. Sentirli litigare a causa mia mi faceva stare male e anche se magari pensavano che l’avessi con loro, in realtà ce l’avevo solo con me stessa. Sentì che qualcuno dietro di me cercava di aprire il portone, perciò mi scostai e uscirono Haru e la signora Kumoi. Volevo chiedere ad Haru cos’era successo, eppure… non riuscì a guardarlo. Perciò quando uscì la signora Kumoi, io la seguì senza degnare Haru di uno sguardo, mentre il cuore mi si stringeva in una morsa. La mattinata trascorse come le solite, pose su pose, telecamere che mi inquadravano e poi la lunghissima coda di fan che mi chiedevano foto o autografi, e io accettavo con piacere sorridendo, pur di vederli felici avrei fatto qualunque cosa.

Il pomeriggio mi recai nella sala dove avrei tenuto il concerto della settimana. Era la stessa che mi rievocava tanti di quei bellissimi ricordi.Perchè era lì che avevo scoperto la verità sugli Ships, era li che, precipitando, caddì sul palco su un cuscino enorme. Era lì che avevo giurato che per stare accanto a Seiji sarei diventata quello che ero ora. Dopo tanto tempo, rievocare quelle scene mi faceva sentire malinconica.

Tecnico: Le luci sono apposto, l’impianto musica e ok. Pronti in regia.

Un uomo gli fece un okkey con il dito e capì che era il momento di cominciare a provare.

Tecnico: Bene Kilari, ora partirà la musica. Mettiti in posizione.

Lascia le mie preoccupazioni e i miei pensieri indietro e con un sorriso risposi decisa. Sentì la musica partire. Ormai il mio corpo si muoveva automaticamente al ritmo di qualsiasi canzone interpretavo. Il quel concerto avrei dovuto cantare le canzoni che preferivo, perciò chiesi di iniziare con la mia Kilari Revolution.

Alla fine della canzone tutti mi fece gli applausi e io li ringraziai. Potevo dire che la musica e i miei fan, erano la medicina a qualunque mia malattia. Vidi Haru e la signora Kumoi dietro le quinte e insieme a loro gli Ships, Noeru e il direttore. La signora Kumoi fece un segno ai tecnici di aspettare un momento e io andai a vedere perché quella pausa.

Kilari: E’ successo qualcosa? Perché ha fermato i tecnici?

Signora Kumoi: Niente, non preoccuparti, volevo solo dirti che noi ci stiamo spostando lì, in prima fila, perché qui siamo di intralcio.

Kilari: Bene, io continuo a provare allora.

Signora Kumoi: Certo Kilari. Siamo fieri di te, continua così.

Ero davvero felice in quel momento. Anche se Hiroto e Haru erano lì, in quel momento avevo il concerto in testa. Dovevo fare del mio meglio.

Tornai sul palco e chiesi ai tecnici di mettere la base di Balalaika. Era una delle canzoni che preferivo. La musica partì e io cominciai a eseguire la coreografia. La mia voce si propago per tutto il teatro e tutti mi guardavano affascinati, persino Haru e Hiroto, in quel momento vicini, non stavano pensando ad azzuffarsi. Allora capì che la mia musica faceva davvero effetto. Nella mia testa feci un sorriso e continuai le prove per tutto il pomeriggio. Alla fine notai che erano rimasti solo Seiji, Noeru la signora Kumoi e il direttore. Andai in camerino e mi cambiai, anche se quano uscì avevo la sensazione che mi mancasse qualcosa. Non ci badai troppo e corsi da loro.

Kilari: Seiji, dove sono Haru e Hiroto?

Seiji: Non preoccuparti Kilari, non si alzeranno le mani. Sanno che ci resteresti male e nessuno dei due lo vuole, fidati.

Stava dicendo quelle parole davanti a Noeru, e lei mi sorrideva. Ma non era gelosa? Perché non reagiva?

“Ora che ci penso, è da un po’ che non li vedo più attaccati come prima”. Mi sembrò strana tutta quella storia e capì che stava succedendo qualcosa. Però ero troppo stanca per pensare a quei due e se Seiji diceva in quel modo, non potei far altro che fidarmi.

Annuì con la testa, anche se non del tutto convinta.

Uscimmo dall’edificio e io avevo ancora quella sensazione che stavo dimenticando qualcosa. Poi finalmente ricordai.

Kilari: Certo, la borsa! L’ho lasciata sul tavolino in agenzia.

Non era molto distante da qui, potevo benissimo arrivarci a piedi. La signora Kumoi e il direttore dovevano ancora fermarsi lì per discutere con il proprietario del teatro, perciò li avvisai che stavo andando via da sola. In quel momento vennì fermata da Seiji.

Seiji: Vuoi andare da sola a quest’ora?

Kilari: Si, non preoccuparti. Devo tornare un attimo in agenzia, ho dimenticato la borsa.

Seiji: Se vuoi ti accompagno!

Kilari: Sicuro?

Seiji: Certo! Non potrei mai lasciare una ragazza sbadata come te andare in giro alle otto di sera, anche se non c’è ancora tutto questo buio.

Malgrado la battuta, accettai.

Kilari: Ti ringrazio Seiji.

Salutammo tutti e ci incamminammo verso l’agenzia.

Seiji: Ti preoccupano?

Kilari: Cosa?

Seiji: I loro comportamenti? Lo vedo dal modo in cui ultimamente li eviti. E’ successo qualcosa?

Kilari: Davvero Hiroto non ti ha detto niente?

Seiji: No, cosa doveva dirmi? – il suo tono di voce era confuso, evidentemente non sapeva nientedel giorno prima – Sai, ultimamente Hiroto è strano! E’ sempre distratto quando prova, è più chiuso, non mi racconta mai niente e questo mi fa stare in ansia.

Kilari: Davvero Hiroto è così? Ma perché? Anche se io e Haru ci siamo baciati ieri, questa sua reazione non ha senso!

Seiji: Tu e Haru… cosa?

Mi bloccai per un attimo. Avevo detto tutto senza riflettere. Volevo rimediare a ciò che avevo detto, ma eravamo arrivati già in agenzia.

Kilari: Prendo la borsa.

Seiji: Ti aspetto qui.

Con un cenno del capo, aprì il portone e salì le scale, arrivando all’ufficio del direttore, e presi la borsa. Però quando uscì dalla stanza sentì delle voci provenire da una stanza più infondo nel corridoio. Cominciai a percorrerlo piano, senza farmi sentire e appena trovai la fonte dei rumori, mi appoggiai leggemente alla  maniglia, per poi posare l’orecchio sulla porta e ascoltare. Quelle voci. Che fossero…

Hiroto: Stai solo sprecando il tuo tempo Haru. Non ti permetterò mai di starle vicino!

Haru: Sei geloso vero? Su ammettilo, si vede da chilometri di distanza!

Hiroto: Se così fosse, non verrei certo a dirlo a te.

Haru: Perché non lo dici a Kilari allora? Lei sta male, sta soffrendo!

Parlavano di me. E se si sarebbero fatti male, continuando a litigare? No, dovevo fidarmi di loro, e poi volevo ascoltare solo un’altro po’ ciò che dicevano e se sarebbero passati alle mani, sarei intervenuta.

Hiroto: Lo so e io… vorrei poter fare qualcosa! Ma lei vuole te e dopo ieri ne ho avuto la conferma!

Haru: Se non sbaglio, eri tu ieri quello che diceva che Kilari non voleva baciarmi.

Hiroto: Si, ma… dopo che mi ha urlato in faccia che non è vero che io riesco a capirla meglio di te, beh… ho capito che lei non…

Haru: La tua stupidità non ha confini Hiroto. Tu non hai mai capito Kilari, mai! Neanche adesso che lei si sente distrutta, e tutto questo a causa tua Hiroto!

Hiroto: Cosa… cosa intendi dire con questo?

No! Haru non farlo, ti prego!

Haru: Idiota! Fin’ora tu non hai mai capito che Kilari è innamorata di te!

Nello stesso momento in cui Haru disse quelle parole, io ero scivolata sulla manigliata, aprendo la porta. All’inizio volevo fermarlo, ma dopo averlo sentito dire a Hiroto quella frase mi bloccai. Ormai però era troppo tardi. Avevo la testa bassa e gli occhi spalancati. Hiroto e Haru mi guardarono sconvolti, non si aspettavano di vedermi. Le lacrime cominciarono a rigarmi gli occhi. La verità era venuta a galla, alla fine. A quel punto, non potei fare a meno di alzare il viso. Il mio rapporto con entrambi, in quel periodo, era legato ad un filo sottilissimo. Ora, però… si era spezzato!

Haru mi guardava con un espressione triste e dispiaciuta, anche sorpresa, e abbassò lo sguardo senza riuscire a sostenere più il mio.

Mentre Hiroto. Hiroto era scioccato. Mi guardava, occhi pieni di stupore, tristezza, era incredulo per ciò che aveva appena sentito. Fece un passo verso di me, così come io ne feci uno indietro, senza staccare i miei occhi pieni di lacrime dai suoi. A quel punto non ressi la tensione e uscì dalla stanza correndo. Mentre scendevo le scale, vidi Seiji.

Seiji: Ehi Kilari, stavo venendo a…

Appena lo vidi, mi guardò stranito, dato che ero in lacrime, e io mi buttai sul suo petto, cominciando a piangere e singhiozzare. I passi dietro di me si facevano sempre più vicini. Pregai Seiji di andarcene da lì.

Kilari: T-ti prego Seiji, andiamo via.

Sieji: Kilari… cosa…

Kilari: PER FAVORE! – glielo urlai con la faccia attaccata ancora al suo petto, mentre lui mi abbracciava e annuiva.

Mi prese per mano appena in tempo per vedere Hiroto cominciare a scendere le scale. Corremmo verso l’uscita e scappammo via da lì.

Ci rifuggiammo al parco vicino al laghetto della città. Seiji si sedette sull’altalena e mi fece accomodare sulle sue ginocchia. Ero un po’ imbarazzata, ma senza pensarci due volte, misi la testa sul suo petto e lui cominciò a dondolarci, tenendomi stretta a se. Quando mi fui calmata, mi spostò una ciocca di capelli dal viso e mi guardò, ancora un po’ confuso dall’accaduto.

Seiji: Vuoi raccontarmi cosa è successo? – lo disse con un tono di voce dolce e tranquillo e io annuì senza staccarmi da lui.

Gli raccontai dell’accaduto di ieri, del bacio con Haru, della reazione di Hiroto, e di ciò che era successo poco fa, all’agenzia. Alla fine della mia spiegazione, anche lui rimase più sconvolto che mai. Poi però, tornò a quella sua espressione dolce che mi fece rilassare.

Seiji: Mi dispiace che lui… l’abbia scoperto così, Kilari.

Kilari: Io… ormai non posso farci niente. Devo accettare i fatti e sapere che con Hiroto e Haru non potrò più recuperare il rapporto di prima.

Seiji era preoccupato per me, sapeva che domani avrei avuto il concerto, ma non sapeva in che condizioni ci sare andata.

Seiji: Ora Kilari, ti accompagno a casa. Parlerò con tuo fratello in modo che stanotte non ti lasci sola. Devi pensare a riposarti e tenerti carica per domani. Dopo, cercheremo di risolvere tutto.

Kilari: Oh, grazie Seiji.

Lo abbracciai più forte di prima e lo ringraziai. Andammo a casa mia e lo invitai a fermarsi a mangiare da noi, come ringraziamento per ciò che aveva fatto oggi. Andai in camera mia, mi cambiai e mi sistemai, pronta per andare a letto. In quel momento entrarono Sabaru e Seiji. Ero un po’ imbarazzata per la presenza di Seiji, ma cercai di non badarci.

Seiji: Bene Kilari, io ho finito. Grazie per la cena, era squisita.

Kilari: Non dirlo neanche, per me è un piacere.

Seiji: Io vado, ci vediamo domani. Riposati.

Kilari: Certo, a domani.

Seiji uscì dalla mia camera e chiuse la porta. Rimasi con mio fratello, che mi guardava triste. Seiji gli aveva raccontato tutto. Mi sedetti sul letto e lo guardai.

Subaru: Sorellina, mi dispiace per ciò che ti è successo. Ho detto a papà che stanotte sarei rimasto a dormire da te e mi ha dato questi… – mi mostrò delle coperte che si apprestò a sistemare per terra – Non gli ho detto perché sta tranquilla. Per qualunque cosa, io sono qui.

Kilari: Oh, fratellone.

Andai verso di lui e ricominciai a piangere, mentre lui mi abbracciava forte. Quella notte non avrei avuto paura. Il mio principe sarebbe rimasto accanto a me, come nelle fiabe. Solo che non era… il mio vero principe.

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Ma ciaaaaaaaaaaao a tutti! Si, voi che state seguendo la mia storia... *-*

Sono commossaaaa! Ma vi piace? Cioè, vi piace davvero?

No perché così mi rendete trooooppo felice.

Voi penserete "Oh no, un'altra pazza che scrive storie..."

Eh si, penso che scrivere sia uno di quei modi per trasmettere agli altri i propri sentimenti e stati d'animo! ^^

Ma torniamo alla storia... che ne pensate?

Cosa vi sta piacendo di più?

E cosa no?

Consigli?

Critiche?

Suuuu commentatee! Accetto di tutto xD

Siccome era da tanto che non postavo, ho messo più di 10 capitoli, ma da ora in poi ne metterò uno alla settimana, dato che la storia l'ho finita xDxD...

Perciò ci vediamo il 13 col prossimo capitolo...

E commentateee!

Ditemi tutto ciò che volete... anche per capire se vi sta piacendo davvero!  *-*

Ora vi mando un kissoneee! Ciauuuuuuuuuuuuuuu xD

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Capitolo 29
*** Capitolo 29: Vorrei dirti che ti amo ***


Il mattino dopo, mi ritrovai fra le braccia di mio fratello nelle coperte in cui avrebbe dovuto dormire lui. Che avessi pianto tutta notte? Mio fratello dormiva ancora e mi alzai con l’intento di non sveglarlo, ma fallì.

Subaru: Ehi, Kilari… Sei sveglia? – emise uno sbadiglio.

Kilari: Si Subaru, non volevo svegliarti, mi dispiace…

Subaru: Non preoccuparti… - si alzò da terra e mi mise una mano sulla spalla – vado a cambiarmi… tu sistemati e poi ti accompagno in agenzia.

Kilari: Non preoccuparti, non ce ne bisogno!

Subaru: Non lascierò sola la mia sorellina, perciò fa silenzio e fa come ti dico! – e accennò un sorriso.

Kilari: D’accordo Subaru! – e lo ringrazia a mia volta con il medesimo sorriso.

Dopo essermi vestita, scesi a fare colazione e poi uscì con mio fratello.

Subaru: Cosa devi fare oggi?

Kilari: Oggi proverò tutta la giornata per il concerto di stasera – avevo un aria rassegnata, sapevo che non avrei potuto festeggiare il mio compleanno e pare che anche Subaru se ne fosse scordato.

“Lo metterò alla prova” pensai abbozzando un sorriso.

Kilari: Senti Subaru, sai se oggi c’è… non so… qualcosa di particolare??

Subaru: Fammici pensare…- dopo qualche secondo – no, non direi perché? Dovrebbe esserci qualcosa?

Kilari: Boh, che so… una ricorrenza??

Subaru: Mmm… non che io sappia…oh!

Kilari: Che c’è?

Subaru: Guarda, siamo arrivati in agenzia!

Senza neanche accorgermene, eravamo già lì. Ma io…

Kilari: …non voglio entrare… Subaru io…

Subaru: Ti accompagnerò, e lì poi ci sarà Seiji. Per il resto della giornata sarai occupata col lavoro, perciò non preoccuparti… sei più tranquilla?

Annuì, per tranquillizzarlo, ma in realtà non lo ero affatto. Se solo lo avrei rivisto, sicuramente sarei scappata di nuovo. Però dovevo farmi forza e pensare al concerto di quella sera. Si… il mio concerto.

Kilari: Fratellino, mi hai convinta! Entrerò da sola, non preoccuparti.

Subaru: Sei sicura?

Kilari: Si certo, non preoccuparti!

Subaru: Bene… a stasera! Verrò a vederti.

Kilari: Grazie! – e così dicendo gli sorrisi, poi si allontanò.

Guardai l’enorme struttura piena di rampicanti e finestre che si estendeva davanti a me. Dovevo stare calma, e soprattutto evitare di guardarlo. Perciò, entrai. Salì piano le scale, la distanza tra me e quella stanza diminuiva. Arrivai di fronte alla porta. Sentivo delle voci, sentivo… la sua voce. Feci un respiro profondo e entrai. Tutti si voltarono verso di me, Hiroto compreso, e io abbassai lo sguardo.

“Forza Kilari, sii normale… nessuno deve notare niente!” mi ripromisi.

Kilari: Buon giorno a tutti – accennai uno dei miei soliti sorrisi e gli Ships e Haru mi guardarono leggermente straniti da quel mio comportamento allegro.

Signora Kumoi: Kilari, sei pronta? Oggi ci sono le prove del-

Kilari: concerto di stasera, si lo so, è più di una settimana che lo ripete!

Signora Kumoi: Ti vedo particolarmente felice oggi…

A quelle parole non potei far altro che abbassare lo sguardo. Dentro di me, sicuramente, non lo ero. Però annuì ugualmente, aumentando lo stupore dei miei amici che non staccavano gli occhi da me.

Kilari: Questo concerto è molto importante.

Ovvio, era il giorno del mio compleanno! Ma lì, nessuno sembrava ricordarsene.

“Ohh lasciamo stare… non mi importa degli auguri! Oggi devo impegnarmi”.

Signora Kumoi: Perché mai? E’ uno come gli altri.

Kilari: Non è importante il perché, ma mi impegnerò molto, stia tranquilla.

Signora Kumoi: Bene, Kilari vogliamo andare? Kama ci aspetta!

Kilari: Subito.

Direttore: Forza ragazzi, noi invece prenderemo il mio furgoncino.

Il Direttore e la signora Kumoi si diressero verso le scale e noi li seguimmo subito dopo.

Haru: C-ciao Kilari…

Mi girai e mi ritrovai di fronte Haru, con dietro Seiji e Hiroto. Li guardai tutti, ma l’unico in cui avrei davvero trovato rifugio, era il mio Seiji. Non sapevo cosa rispondere, ero molto imbarazzata, soprattutto perché guardai Hiroto che teneva lo sguardo fisso con il mio. Eravamo rimasti solo noi quattro in quella stanza, un strana vibrazione nell’aria, ormai carica di imbarazzo. Sentimmo la signora Kumoi chiamarci dalle scale e ciò mi distrasse dai miei pensieri. Abbassai lo sguardo e mi rivolsi a loro.

Kilari: Sarà meglio andare, o la signora Kumoi si arrabbierà.

Detto questo, feci una piccola corsetta fuori dalla parta e scesi dalle scale, lasciandoli dietro, ormai rassegnata dal fatto che tra di noi, quest’infinita tensione non sarebbe svanita tanto presto.

 -----------

Entrai nella stanza dove di solito io e Kama facevamo le prove. Lavorai ininterrottamente per tutta la mattinata, e all’ora di pranzo stavo svenendo dalla fame, oltre che dalla stanchezza.

Kilari: Cibo… cibo… ho bisogno di cibo

Signora Kumoi: Si Kilari non preoccuparti, dato che sei in pausa puoi mangiare.

Kilari: Davvero? Ohh finalmente!!

Fortunatamente, Na-san aveva già preparato tutto, e solo a guardare tutte le leccornie che c’erano sul tavolo del mio camerino, mi usciva la bava dalla bocca.

Kilari: Mmmmmmmm grazie Na-saaan! Pancia mia fatti capanna!

Cominciai a mangiare talmente veloce, che non mi accorsi di aver già svuotato i piatti.

Kilari: Che scorpacciata. Na-san sei formidabile! Una vera delizia. Sto già moolto meglio!!

Signora Kumoi: Bene, dobbiamo andare nel luogo del concerto. Pronta?

Kilari: Prontissima!

Andammo in macchina fino a aggiungere il teatro in cui avrei tenuto il mio concerto. Quello in cui due anni fa avevo conosciuto questo mondo. Quello in cui la mia storia era iniziata.

Dopo aver posteggiato ed essere scese dalla macchina, ci diriggemmo verso la sala. I posti a sedere erano, ovviamente, ancora vuoti, ma i tecnici si stavano già dando da fare.

Coreografo: No,no, così non va Hiroto… devi metterci più impegno! Perché non ti impegni?

Hiroto? Che ci faceva lì? Oh, un momento… Seiji? Il loro coreografo? Sul palco? Ma che stavano… ah già! Gli Ships di lì a poco avrebbero tenuto un concerto e stavano svolgendo lì le prove.

“Le 16:47… tra quasi 10 minuti dovrebbero finire” pensai.

Seiji: Non prendertela Hiroto… devi solo concentrarti di più!

Hiroto: Non ci riesco!

C’era qualche problema. Hiroto non riusciva ad eseguire la coreografia… Cosaa?? Hiroto non riusciva ad eseguire la coreografia??? Ma quando mai! Lui è un ballerino provetto, supererebbe anche i migliori ballerini, è semplicemente fantastico quando esegue una coreografia. Ma perché non ci riusciva…??

Coreografo: Hiroto, il passo è molto semplice… guarda!

Il coreografo fece una dimostrazione del passo a Hiroto, con la musica. Ma… ma era semplicissimo! Ci sarei riuscita persino io, a occhi chiusi! Hiroto era strano… lui era un bravissimo ballerino! Ma allora perché…

Direttore: Oh, Kilari!

Appena il direttore disse il mio nome, tutti si girarono verso di me, Hiroto e Seiji compresi.

Seiji: Ciao Kilari… scusaci! Ora ti lasciamo campo libero.

Dalla porta di entrata, da cui avevo osservato tutta la scena fino a quel momento, corsi fino a sotto il palco.

Kilari: Ciao Seiji. Non preoccuparti, provate pure!

Seiji: No, sta tranquilla… a quanto pare, Hiroto non è in forma, non riesce a completare una parte della coreografia, perciò sali pure a provare.

Guardai con la coda dell’occhio Hiroto, che teneva lo sguardo basso. Ma cosa aveva? Mi si stringeva il cuore vederlo in quello stato. Dovevo fare qualcosa.

Percorsi tutto il bordo del palco fino ad arrivare agli scalini, per poi salire sul palco e mettermi fra gli Ships.

Kilari: Signor coreografo, quale sarebbe questo passo?

Coreografo: Te lo mostro subito.

A comando del coreografo, la musica partì e vidi di nuovo lo stesso passo che prima avevo guardato da lontano. Appena finì, spostai il mio sguardo su Hiroto, che sollevò la testa, fissandomi con aria confusa.

Kilari: Se sei andato a New York per perfezionarti nella danza, ma non riesci ad eseguire un passo così semplice… non credo sia servito andare lì.

Rimase stupito dalla mia fredezza e spalancò gli occhi, così come fecero Seiji e Haru che mi osservava accantò al direttore e la signora Kumoi, che al contrario degli altri, sorrideva soddisfatta.

Kilari: Seiji, ti andrebbe di eseguire questo passo con me?

Seiji capì le mie intenzione e annuì.

Seiji: Certo! Coreografo…

Anche lui annuì. La musica partì e io e Seiji cominciammo a ballare sotto gli occhi sbalorditi di tutti. Quel passo era semplice e lo avevo eseguito senza il minimo difetto.

Coreografo: Bravissima, superlativa! –poi si rivolse a Hiroto -Se non ti spiace, adesso dovresti eseguirlo tu! Fai come ha fatto Kilari!

Hiroto: D’accordo, non sbaglierò stavolta.

Sorrisi, soddisfatta di aver ottenuto il mio scopo. Andai dietro le quinte e li osservai ballare. Hiroto, il ballerino provetto, era tornato fra di noi.

Coreografo: Molto, molto bene Hiroto. Bene per oggi basta così, la prossima volta proveremo l’intera coreografia. Voglio impegno e serietà ragazzi.

Detto questo, scese dal palco e se ne andò. Gli Ships vennerò dietro le quinte, mentre la signora Kumoi con Haru e il direttore prendevano posto in prima fila.

Seiji: Grazie, Kilari!

Hiroto: Si… grazie!

Tra di noi, c’era un certo imbarazzo, ma per concentrarmi sulle prove, non dovevo pensarci.

Kilari: Non c’è di che!

Seiji: Bene – e sorridendo continuò – Hiroto, andiamo in camerino?

Hiroto: Tu vai, io ti raggiungo subito!

Seiji andò via e io e Hiroto rimanemmo soli a guardarci negli occhi. Perché aveva fatto andare Seiji? Eravamo soli… che imbarazzo! Dopo ieri, non credevo avesse ancora voglia di parlarmi. Speravo che mi dicesse solo una cosa, ma lui stava con Noeru… Basta! Non dovevo distrarmi. Chiusi gli occhi, stringendoli forte e mi massaggiai le tempie.

“Concerto, concerto…”.

Hiroto: Kilari…

Riaprì gli occhi e vidi Hiroto vicinissimo al mio viso. Il cuore cominciò a battermi forte, avevo paura mi dicesse qualcosa su ciò che aveva scoperto ieri.

Hiroto: Non evitarmi per favore, non posso sopportarlo!…Io… devo dirti una cosa… il fatto è che-

Tecnico: Kilari! E’ il momento di cominciare le prove… su, sbrigati!

Guardai Hiroto negli occhi, sapevo che se sarei rimasta lì avrei finito col piangere. Lui era triste, mentre io più che triste, mi sentivo soffocare dal suo sguardo. Chiusi gli occhi per riprendere la concentrazione, poi riaprendoli, mi girai e corsi verso il palco.

Cosa stava per dirmi? Era davvero ciò che speravo? O mi stavo illudendo che lui provasse qualcosa per me? Volevo credere che mi amasse, ma se non fosse stato così? Quali conseguenze avrei dovuto sopportare, ancora? Mi fermai al centro del palco, scuotendo la testa. Non dovevo pensare a ciò che stava per dirmi, piuttosto dovevo concentrarmi per il concerto… per i miei fan!

Ciaooooo! Sono tornataaa!

Ok, sono in ritardo di un giorno lo so… perdooonooo!

Magari non frega a nessuno… -.-“…

Comunque eccomi con un nuovo capitoloooo!

Tra due giorni mi comincia la scuola, perciò…

Mmm…

Posterà verso il 19!

Commentate per favoreee *-*

Ciauuuu al prossimo capitolo!!

xD

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Capitolo 30
*** Capitolo 30: Quando l’amore trova la sua metà ***


Scusateeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

Oddeoo, credo di aver perso la cognizione del tempo! o.O 

E di brutto anche.. comunque eccomi qui (in ritardiiiiissimooo) con un nuovo capitolo!

Eddaaaiii che per farmi perdonare, questo capitolo è quello dove.. okay, meglio che sto zitta va.. xD

Daiiii ve lo lascio godere! ;D

Grazie a chi mi ha lasciato delle recenzioni.. e leggendole.. oddio, non so che dire!

Sono stra contenta che vi piaccia questa storia e sono contenta di vedere che vi piaccia il mio modo di scrivere (anche quando faccio cadere Kilari addoso a qualcuno xD)..

Eeeeeeeeeeeeeeeeh ora basta! Vi lascio leggere! Un Kissooooneee! ;D

La pazza Valix xD

.. L’amore è davvero cieco come dicono, ma quando si sveglia, e più travolgente che mai! ..

Le prove andarono per il meglio, gli altri erano seduti in prima fila ad osservarmi ed io ero più che felice di vedere dipinti nei loro volti quei sorrisi. Ero soddisfatta dei risultati che avevo ottenuto fino a quel momento. E avrei continuato a dare sempre il massimo. Però… il finto rapporto d’amicizia che avevamo io e Hiroto non aveva senso. Perché illudermi di essere sua amica, se dopo ciò che ha scoperto a stento riuscivamo a parlarci? Perché continuare a sperare che potesse succedere qualcosa, se ero sicura di non avere speranze?

Signora Kumoi: Ok Kilari, facciamo una pausa!

Kilari: Ok!!

Andai dietro le quinte e corsi in camerino per rinfrescarmi un po’. Andai in bagno e mi gettai l’acqua in faccia, per poi asciugarmi con una tovaglia.

Kilari: Ahhhh, ci voleva proprio!

Mi sedetti davanti allo specchio e Na-san mi sistemò un po’! Nel frattempo presi la bottiglia d’acqua e ne bevvi un gran sorso. Quando fui pronta per ricominciare, mi alzai e mi diressi verso la porta.

Kilari: Grazie, Na-san!

Uscì dal camerino e vidi Hiroto venire verso di me.

Hiroto: Kilari! La signora Kumoi mi ha mandato a chiamarti…

Kilari: D’accordo, arrivo…

Camminai piano verso di lui, e gli passai accanto, per andare verso il palco. Ma non appena ci ritrovammo vicini…

Hiroto: Kilari…

Mi prese per il polso e mi fece indietreggiare, appoggiandomi al muro e posando le sue mani accanto al mio viso. Quel contatto, quella vicinanza, mi facevano battere il cuore così velocemente… perché faceva così? Era strano, non capivo il motivo di quel suo comportamento.

Kilari: Hiroto… cosa…

Hiroto: Kilari… la verità è che… io t-

Seiji: Ehi ragazzi, che state facendo?

Ci girammo e vidimo Seiji guardarci divertito, per niente stupito. Io e Hiroto incrociammo i nostri sguardi e arrossimmo di colpo.

Kilari/Hiroto: N-niente!

Seiji: Ihih, come dite voi… la signora Kumoi si stava preoccupando.

Già, le prove!

Kilari: Cavolo! Sarà meglio c-che vada…

Li guardai entrambi, accennai un sorrisi e, girandomi, andai a provare. Tutto andò bene, finalmente le prove finirono e potei tornare in camerino per prepararmi e affidarmi al mio Na-san per trucco e acconciatura.

Kilari: Sono nelle tue mani, Na-san!

Na-san: Na na!!

In poco tempo fui pronta. Indossavo una gonna bianca con tre volantini e in ogni bordino vi erano tante piccole stelline che si susseguivano. Sopra, invece, avevo una maglietta bianca piena di volantini e come la gonna, vi erano ai bordi tante piccole stelline argentee. Aveva una sola manica e questa era fatta con un nastro che svolazzava ai lati, tutto arricciato e al centro c’erano le solite stelline. I miei capelli erano privi dei soliti codini, e i capelli davanti erano tirati all’indietro da un elastico che, come si può immaginare, era fatto dalle stesse stelline dei vestiti.

Kilari: Bene, sono pronta!

Signora Kumoi: Ottimo lavoro Na-san!

Na-san: Na na na!

Tutti e tre, uscimmo dal camerino e ci dirigemmo dietro le quinte. Lì, incontrai gli altri.

Kilari: Salve a tutti!

Ero di buon umore, non vedevo l’ora di salire sul palco e far sorridere i miei fan.

Haru: Ehi, Kila-

Haru si bloccò di colpo e lo guardai con un grosso punto interrogativo in faccia. Vidi che anche Hiroto mi guardava a bocca aperta, ma non capivo perché…

“Sarà per via dei vestiti?”

Kilari: Ho… ho qualcosa che non va?

Entrambi scuoterono la testa, per fare cenno di no.

Hiroto: T-ti stanno m-molto b-bene q-quei vestiti! – lo disse tutto rosso in faccia guardando in aria.

Arrossì di colpo, imbarazzata per quell’affermazione.

Kilari: G-grazie…

Seiji sghignazzava sotto i baffi e io lo guarda, accennando un sorriso imbarazzato.

Presentatore: Buona sera a tutti! – Un urlo partì dal pubblico seduto in platea, e questo mi fece tornare alla realtà – come ben saprete, stasera canterà per noi la splendida Kilari Tsukishima, un bell’applauso!

Sentì tutti applaudire e chiamare il mio nome. Feci un cenno di saluto dietro le quinte e corsi sul palco. Cominciai ad alzare la mano per salutare i miei fan.

Kilari: Buona sera a tutti, è bellissimo vedervi qui!

Urlarono ancora più forte, sentivo che erano felici come lo ero io.

Kilari: Siete pronti? Allora si comincia!

Inizia a cantare, una canzone dopo l’altra, e appena finì con “La speranza del cuore”, pensai che era il momento di riprendere una canzone che per me era davvero importante. Ero sicura che tutti, persino lui, l’avrebbero riconosciuta.

Kilari: Vorrei esibirmi con un’ultima canzone. So che non era prevista, ma vorrei cantarla ugualmente. Questa canzone, ha un significato importante per me. E’ dedicata… ad una persona speciale!

Sentì partire la base, e vidì Seiji salutarmi dalla postazione dove vi erano il resto dei tecnici. Lo ringraziai con un sorriso.

Kilary: Ecco a voi, Fuoco D’artificio!

<< Che triste, stasera, lontano… da te!

Nel vuoto, più ostile e immenso com’è!

Il giusto… distacco… dov’è? Dov’è?

D’un tratto…esplode…

Essenza… perché, perché…

La luce… nel buioo… più fitto…che c’è!

Qualcosa nell’aria, qualcosa di te…

Che mi trascina via con sé!

Illumina il cielo

E illumina me!

Come un grande fuoco d’artificio che…

Riempie il mio cuore… e l’oscurità…

Che importa quando durerà…

Si espande dovunque… confini non ha…

Mi travolgerà!

E bene o male che sia

Il resto si confonde…

Scompare… va via!

Rimane il bagliore di questa magia!

Qualcosa nell’aria, qualcosa di te!

Che mi trascina via con sé!

Illumina il cielo

E illumina me!

Come un grande fuoco d’artificio che…

Riempie il mio cuore… e l’oscurità…

Che importa quando durerà…

Si espande dovunque… confini non ha…

E so bene che mi travolgerà!

Qualcosa nell’aria, qualcosa di te…

Che importa quando durerà…

Adesso è presente, è amore per te

Che sei lontano ma sempre qui con me, con me…!>>

Delle lacrime avevano cominciato ad apparire sul mio volto, mentre dal pubblico si alzò un urlo di gioia fortissima. Alcuni piangevano per l’emozione, altri sorridevano di gioia, ma era riuscita a rendere tutti felici e questo era ciò che importava. Spostai lo sguardo dietro le quinte e vidi lo sguardo dolce, pieno di emozione di Hiroto che non staccava gli occhi dal mio viso bagnato. I suoi occhi erano strani… luccicavano di… lacrime? Stava… stava piangendo?

Presentatore: Magnifica esibizione di Kilari, dedichiamole un’ultimo forte applauso!

Le parole del presentatore e gli applausi del pubblico mi riportarono alla realtà, distraendomi da Hiroto e io ringraziai tutti per il loro caloroso e continuo sostegno.

Ma quello sguardo… mi si era impresso nel cuore… dovevo capire il perché di quel suo strano comportamento e anche cosa voleva dirmi tutte quelle volte in cui era stato interrotto.

“Forse è vero… forse anche lui è innamorato di me…”. Ma più quel pensiero e quella sensazione si facevano strada dentro di me, più il mio cuore e la mia testa li rifiutavano, dicendo che era impossibile. Ma io… io volevo crederci… però… mi avrebbe fatto male. Dovevo chiarire con lui. Dovevo chiedergli perché faceva in quel modo.

Pian piano il teatro si svuotò e io, ormai stanca, mi diressi verso il camerino per cambiarmi. Un momento… ma, dov’erano gli altri? Non li ho più visti da quando ho visto Hiroto dopo la canzone. Lasciai perdere l’idea di andare in camerino e cominciai ad aggirarmi nei corridoi, chiamandoli a gran voce, ma sembrava non ci fosse nessuno. Arrivai sul terrazzo, per vedere se erano lì, ma degli Ships, di Haru, del direttore e della signora Kumoi, nessuna traccia. Sentì dei passi dietro di me e mi girai, sperando che fosse qualcuno che conoscevo. Infatti. Era qualcuno che conoscevo, ma non la persona con cui avrei immaginato di rimanere sola un’altra volta.

Kilari: Sai… dove sono finiti gli altri?

Hiroto: Si sono andati in agenzia perché sono stati richiamati urgentemente per un nuovo lavoro, e mi hanno chiesto di portarti in agenzia per discuterne.

Kilari: Bene, andiamo?

Ci guardammo negli occhi. Sapevo che non avrei avuto altra occasione per chiarire i miei dubbi perciò mi feci coraggio, presi un bel respiro e gli chiesi il motivo del suo comportamento.

Kilari: Prima di andare… volevo chiederti… perché… ti comporti così?

Abbassò lo sguardo e camminò verso di me. Mi si fermò davanti e cominciò a parlare.

Hiroto: Io e Noeru… beh si insomma… noi non stiamo più insieme.

Loro… non stanno più…INSIEMEE?? Non ci potevo credere… E cosa peggiore… non sapevo se essere triste per loro o felice per me… Ovviamente abbassai lo sguardo per non far vedere a Hiroto la mia confusione. Cosa dovevo dirgli?

Kilari: C-capisco, ma… c-come mai? E’ successo qualcosa?

Hiroto: Io… volevo stare con Noeru per dimenticare la ragazza che amo veramente…

Cosa? Lui amava qualcun’altra? In quella storia, ci capivo sempre meno.

Kilari: Bene s-sono felice p-per te! – avevo ancora gli occhi puntati verso terra, una lacrima mi scese sul viso e cadde a terra. Non potevo resistere ancora per molto, così cercai una scusa per andarmene – sarà meglio che vada in agenzia.

Camminai verso la porta alle sue spalle, ma lui mi bloccò per il braccio, si girò e mi tirò a se. Avevo le braccia appoggiate al suo petto, le lacrime che scendevano sempre più velocemente dagli occhi, mentre lui mi stringeva forte tra le sue braccia e appoggiava la sua testa sulla mia.

Hiroto: Kilari… quella ragazza… la ragazza che io amo… sei tu!

Spalancai gli occhi dalla sorpresa, dallo stupore, dalla gioia, dai sentimenti che in un secondo mi travolsero, e mi sembrò di vivere un sogno. Lui… amava… me? Le lacrime erano sempre più intense, ma il loro significato era diverso. Erano lacrime di pura gioia. Mi strinsi di più a lui.

Kilari: Dici davvero? – lo dissi quasi in un sussurro.

Hiroto: Mai stato più serio e felice in vita mia – lo disse mentre sorrideva, lo capì subito - Non sai quanto ho sofferto ogni volta che ti vedevo felice con Seiji, sapendo che tu amavi lui e non me. E poi con Haru. Molte volte avevo l’impressione, dal modo in cui mi guardavi, che tu provassi qualcosa per me come io avevo sempre sognato. Ma poi tutto si cancellava quando ti vedevo sorridere con loro. Non ho mai smesso di sperare. Poi ho incontrato Noeru e ho pensato che sarebbe stato meglio… provare a dimenticarti – quelle parole mi fecero venire una fitta al cuore… ero contenta che non ci fosse riuscito - Quando Noeru ha cominciato a capire che io provavo… qualcosa per te… me lo ha detto subito e abbiamo chiarito. Sapevo di non riuscire a cancellarti dalla mia testa, così volevo dirti tutto, ma… quando Haru ieri mi ha detto… che tu… eri innamorata di me, io non ci credevo! Solo quando ti ho vista scappare ne ho avuto la conferma. Così ho pensato… che era giunto il momento di dirti cha anche io ti amo, Kilari!

Mi staccai un po’ da lui e lo guardai in modo dolce, felice, non potevo credere ancora che fosse tutto vero.

Kilari: Perciò… tu mi ami? Dico, mi ami davvero?

Hiroto: Si! Si Kilari, ti amo davvero, eccome se ti amo davvero!

Mi stava ancora abbracciando, perciò mi fece volare in aria fra le sue braccia e io ero ancora stupita da come tutto stesse cambiando. Mi amava! Mi amava, mi amava davvero! Io non ci credevo ancora. Poteva davvero essere che dopo aver sofferto per tutto quel tempo, io e Hiroto potessimo finalmente stare insieme?

A quel punto, ci guardammo intensamente negli occhi. I nostri visi erano così vicini, le nostre labbra quasi si sfioravano.

Hiroto: Kilari…

Il suo profumo mi inebriava, i suoi occhi penetravano nei miei, fino infondo all’anima, il suo calore diventava parte di me.

Hiroto: Vuoi diventare… la mia ragazza?

Lo guardai sempre più felice, finalmente saremmo diventati una coppia a tutti gli effetti. E poi che stupido… non era già ovvio?

Kilari: Si, si certo che si!

Mi baciò. Tutto il suo amore, la sua felicità, le sue emozioni, potevo percepirle grazie all’intensità di quel baciò. Come la prima volta che mi aveva baciato, tutto era naturale, come se stessimo insieme da sempre. Le nostre labbra si muovevano l’una sopra l’altra, tutto avveniva in sincronia, non riuscivamo più a fare a meno l’uno dall’altra. Quando, dopo minuti o forse ore, ci staccammo, Hiroto mi fece una domanda che mi mise un po’ in imbarazzo.

Hiroto: Quella canzone… per caso, la canzone che hai scritto per la competizione con Fubuki… si insomma –era piuttosto imbarazzato anche lui – l’avevi scritta per me?

Mi spiazzò per un attimo, ma sapevo già cosa rispondere, in tutta sincerità.

Kilari: Beh… si, quella canzone, l’ho scritta pensando ai sentimenti che provavo e provo per te.

Rimase sbalordito da ciò che gli dissi, o forse, che gli confermai.

Hiroto: Tu… tu sei innamorata di me sin da quando hai fatto la competizione con Fubuki?

Annuì, imbarazzata e lui mi strinse forte.

Hiroto: Allora, sono stato proprio un idiota a non accorgermene prima.

Kilari: Già…!

Scoppiammo a ridere, ma lui si bloccò di colpo.

Hiroto: Oh, no la f… - mi guardò e si zittì di colpo – cioè volevo dire… gli altri ci aspettano in agenzia, perciò dobbiamo muoverci!

Kilari: Già è vero, non ci ho più pensato! Forza, sbrighiamoci.

Cominciammo a correre verso l’uscita, scendemmo le scale e andammo sempre di corsa verso l’agenzia, mano nella mano. Ora che stavamo insieme, niente e nessuno ci avrebbe divisi. Sarebbe stato difficile, come lo era stato fino a quel momento, ma ora, insieme a lui, sentivo che avrei affrontato tutto. D'altronde, io e Hiroto stavamo insieme, giusto? Sorrisi al quel pensiero e girai la testa verso di lui. Hiroto fece altrettanto e mi sorrise felice. Si, niente ci avrebbe diviso.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31: Che dire…Sorpresa! ***


Corremmo così tanto che arrivata davanti all’edificio mi appoggiai sulle ginocchia, stremata dalla corsa, avevo ancora il fiatone. Anche Hiroto ansimava, ma meno di me.

Kilari: Cavolo…anf…che.. anf… corsa!

Hiroto: Anf… già, puoi dirlo forte… ma tu, sembri che non respiri da secoli… anche io sono stanco, ma non così esageratamente!

Kilari: Ehi..anf… io non corro mica..anf.. sempre così veloce..anf… sono stanca morta!

Hiroto: Sei esagerata!

Kilari: Stupido! Certo che sei proprio seccante lo sai?!?!

Che rabbia! Sapeva sempre come farmi arrabbiare! Poteva anche essere il mio ragazzo, ora, ma il suo comportamento era piuttosto irritante! Avvicinò le labbra al mio orecchio, e il cuore cominciò a battermi più velocemente, mentre il mio viso si dipingeva di rosso.

Hiroto: Si, lo so, ma mi diverte molto vederti così irritata. Però mi piace ancora di più quando sorridi o arrossisci, come adesso.

All’inizio mi irritai di più, ma quando completò la frase mi addolcì completamente, e dall’imbarazzo mi uscì quasi il fumo dalle orecchie. Presi un bel respiro. Non ero ancora abituata a quella vicinanza, e mi feceva sempre quello strano effetto, il cuore che batteva velocissimo, il viso rosso come un peperone, l’imbarazzo per le parole dolci. A quanto pare, anche se mi arrabbiavo con lui, Hiroto sapeva come farsi perdonare. Con un po’ di impaccio, ma poi sempre più decisa a portare a termine il mio scherzetto, presi il suo viso fra le mani e mi avvicinai al suo orecchio.

Kilari: Sai cosa invece piace a me?

A quel punto, fu lui ad agitarsi un po’ e ad arossire. Risi di gusto, sotto i baffi per non farmi sentire, e ascoltai il lieve sussurro imbarazzato provenire da Hiroto.

Hiroto: No, cosa?

Mi preparai per bene, e gli diedi la mia risposta.

Kilari: Mi piacciono le crepes!!

Mi staccai da lui e lo guardai. Aveva un espressione sbigottita, confusa e forse un po’ divertita. Presi a ridere senza fermarmi!

Kilari: Ahahahah Hiroto… dovevi vedere la tua espressione ahahahahah!

Hiroto: A-a molto divertente!

Kilari: Così impari a prendermi in giro! – gli uscì la lingua!

Hiroto: Ah si?

Quell’affermaione mi fece smettere di ridere e vidi lui venire verso di me e prendermi per i fianchi tenendo stretta la presa, il mio viso rivolto verso di lui. Era stato più rapido di quanto mi immaginassi.

Hiroto: Perché, a giudicare dalla mia ultima mossa, ti ho catturata! Quindi ho vinto io…

Kilari: Chi ti dice che io ceda?

Hiroto: Scommettiamo che cedi subito?

Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra, sfiorandole quasi. La sua vicinanza mi faceva girare la testa, sperava che con quel gesto avrei ceduto, ma potevo resistere a quello.

Hiroto: Ancora non cedi?

Kilari: No – risposi in un sussurro.

Sentì il suo respiro arrivare dietro, vicino l’orecchio, per poi scendere giù verso il collo. Le sue labbra dolci e morbide si appoggiarono su di esso, e la mia testa cominciò a girare per il contatto. In quel modo sarei impazzita. Se la sua vicinanza non mi facesse quell’effetto, non sarebbe stato difficile batterlo.

“Così finirò con l’arrendermi in poco tempo… non posso dargliela vinta”

Lui non voleva smettere, e dato che vedeva che ancora resistevo, cominciò a farmi indietreggiare e mi appoggiò al muro. Aveva ancora le braccia intorno ai miei finchi e mi strinse più forte quando la mia testa poggiò sul muro. Pian piano le sua bocca salì arrivando all’orecchio e lasciandosi dietro una meravigliosa scia di piacere.

Kilari: Hi-Hiroto…

Quasi non riuscivo più a parlare sentendo Hiroto vicino in quel modo! Le sue labbra mi sfiorarono le guancie fino ad arrivare alla bocca, che ancora non toccava. Sentivo che stavo per cedere, non ce l’avrei fatta ancora per molto, però dovevo ammettere che ci sapeva davvero fare. Con lui mi sentivo viva, mi sentivo… semplicemente me stessa! Le sue labbra erano ferme a pochissimi millimetri dalle mie, la voglia di baciarlo era troppo, non ce la facevo più.

Kilari: Basta hai vinto… - dissi in un sussurro. Le mie braccia, che fino a pochi secondi prima erano appoggiate al muro lungo i fianchi, salirono in direzione del suo viso e una volta che gliele buttai al collo, premetti le mie labbra sulle sue. Lui, per niente sorpreso che io avessi ceduto, mi baciò a sua volta, proclamando quello come il nostro terzo bacio e mi strinse a se per non farmi staccare. Ma noi… dovevamo fare qualcosa? Perché eravamo lì, in agenzia? Cavoli, gli altri ci aspettavano! Mi staccai subito dalle sue labbra e lo guardai allarmata.

Kilari: Ci siamo dimenticati che gli altri ci stanno aspettando!

Hiroto: Già è vero, non ho più tenuto in mente il tempo.

A quanto pareva, anche lui aveva avuto la mia stessa sensazione, come se quando stavamo insieme il tempo si fermasse.

Kilari: Chissà di che lavoro si tratta!

Hiroto: Saranno le solite cose… film, servizi fotografici, incisioni o concerti… Sai quanto sia esagerato il signor Muranishi quando ci trova un nuovo lavoro no?

Mi rilassai un po’, aveva ragione, perciò annuì. Eravamo ancora attaccati, stretti l’una fra le braccia dell’altro, appoggiati al muro, i nostri visi vicini come le nostre labbra, i nostri occhi persi  l’uno in quelli dell’altra.

Hiroto: Ti amo

Kilari: Ti amo anch’io!

Ci sorridemmo felici e ci diedimo un ultimo, lungo, tenero bacio (il quarto xD), prima di prenderci per mano, aprire la porta e salire le scale che ci avrebbero condotto all’ufficio del direttore. Ma una volta arrivati davanti alla porta e dopo averla aperta, la luce si accese di colpo e…

Tutti: Sorpresa! Buon compleanno, Kilari!

Rimasi quasi senza fiato nel vedere la scrivania del signor Muranishi fungere da tavolo, con una tovaglia e tante prelibatezze su di esso, i festoni appesi per tutta la stanza e sul muro di fronte a me la scritta “Buon compleanno Kilari”. Lacrime calde, di gioia, cominciarono a rigarmi il viso. Tutti mi guardavano con espressione tenera, si aspettavano questa mia reazione e io… io non sapevo cosa dire! Ma una cosa potevo farla… ringraziarli!

Kilari: I-io… oh grazie ragazzi è una sorpresa bellissima!

Ancora con la mano di Hiroto intrecciata nella mia, mi diressi con lui verso i miei amici per un mega abbraccio di gruppo.

Subaru: E allora… - S-Subaru? Ecco perché… - Era questa la ricorrenza che dovevo ricordare? – disse imitando la mia voce quando esattamente quella mattina gli avevo fatto quella domanda – Ho fatto bene a far finta di niente…

Kilari: Sei il solito! Mi sembravi troppo spensierato oggi! Cattivo – e gli feci la linguaccia!

Subaru: Ma è servito a qualcosa…

Kilari: Già, grazie fratollone!

Ora rimaneva solo una cosa da fare… una cosa importante… mangiaree!!

Kilari: Bene,ora si mangia!

Tutti si misero a ridere e io con loro.

Seiji: Un anno in più o in meno… per la tua golosità non fa differenza!

Muranishi: Figuriamoci, per preparare quello che c’è qua sopra ho dovuto ingagiare un sacco di cuochi!

Signora Kumoi: Io ho paura che non siano bastati…

Haru: Perciò ci conviene mangiare prima che finisca tutto!

Feci una faccia imbronciata e li guardai tutti. Avevo passato momenti meravigliosi con loro ed ero sicura che ne avrei passati altrettanti. Per ultimo mi lasciai Hiroto, il mio Hiroto, ancora non potevo crederci. Era così bello! Si accorse del mio sguardo e si girò, per poi sorridermi dolcemente, mi fece arrossire. Questo gesto non passo indifferente a nessuno, e tutti abbassarono lo sguardo verso le nostre mani.

Seiji: Ehm… ragazzi? Voi… state…

Io e Hiroto ci guardammo confusi, ma poi vedendo gli altri e seguendo i loro sguardi, capimmo che si riferivano alle nostre mani. Io e Hiroto arrossimmo di colpo. E ora? Dovevamo dirlo?

Kilari: Ehm… io… lui… cioè, ecco noi…ehm… si insomma…

Hiroto era più imbarazzato di me, non sapeva che dire. Entrambi guardavamo verso il baso e per farci coraggio ci stringemmo di più la mano.

Kilari/Hiroto: Si, noi stiamo insieme!

Lo dicemmo contemporaneamente e ciò ci fece diventare ancora più rossi di prima. I nostri occhi erano ancora chiusi. Ne aprimmo uno alla volta per vedere le espressioni dei nostri amici, per poi vedere che il signor Muranishi piangeva di gioia, la signora Kumoi sorrideva, probabilmente aveva sospettato tutto da un po’, Seiji rise sotto i baffi insieme a Noeru, che ci guardava divertita, Subaru aveva gli occhi sbalancati e Haru… feci in tempo per vederlo voltarsi e uscire silenziosamente nel balcone. Ero preoccupata, non avevo pensato alla sua reazione, mi faceva male vederlo in quel modo perché quando io stavo male per Hiroto lui c’era. Ora era il mio turno. Dopo tanti complimenti, pianti e sorrisi cominciammo a mangiare. Vedendo che tutti erano distratti, ne approfittai per uscire anche io sul balcone.

Hiroto: Kilari…

Kilari: Non preoccuparti… devo parlargli, è tutta colpa mia.

Mi guardò preoccupato, ma poi annuì e mi sorrise.

Hiroto: Ti aspetto…

Kilari: Allora non ti farò attendere molto, ho aspettato già fin troppo!

Mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte. Lo vidi voltarsi e andare verso Seiji. Feci un bel respiro e uscì, nell’aria fresca e pungente della sera che mi accarezzava il volto e mi scompigliava i capelli. Lo vidi. Era appoggiato alla ringhiera, occhi persi nel vuoto, un’espressione neutrale.

Mi avvicinai piano, non volevo farlo spaventare, e dovevo pensare bene a cosa dirgli. Mi rendevo conto che gli avevo spezzato il cuore, lui per me era sempre disposto a tutto, basta che sorridessi. Ora dovevo restituirgli il favore, era mio amico, il minimo che potessi fare era scusarmi con lui per tutto quello che gli avevo causato. Con lui ero sempre stata bene, era mio amico, ma non provavo quello che provava lui. So perfettamente come si ci sente a essere rifiutati, ma non potevo farci niente e non volevo illuderlo.

Kilari: Ha-Haru?

Lo chiamai piano, mentre mi fermai a circa un metro da lui. Lui sembrò svegliarsi da un sogno ad occhi aperti e mi guardò un po’ stralunato, ma poi accennò un sorriso. Era triste e mi dispiaceva.

Haru: Ciao Kilari…

Kilari: Io… dobbiamo parlare!


Saaaaalveee!
Eccomi con il capiiitolo 31! v.v
Allora, dopo il finalmente bel capitolo della dichiarazione, che tutti avranno celebrato con un "Haaalleluja!",
ecco che arriva qualche piiiccola complicazione che.. non vi svelerò, ovviamente, ma che vi farò leggere nei prossimi... mm... 1, 2... 5 capitoli (questo escluso)
che concluderanno questa storia! :)
Perciò, a tutti coloro che seguono questa storia e in particolare quelli che fin'ora l'hanno recensita:
1. marzy93
2. bimba_sfiziosa_pazzerella97
3. lillixsana
4. elenafire
5. MaryVera96
6. Perthief
7. Pinghetta
8.
 julia28
....
 GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Non perdetevi gli ultimi capitoli eeeeh?!?! xD
P.s. Sicuramente non vi interesserà, ma ho iniziato un'altra storia sugli Angeli e i Demoni e la sto postando qui, su EFP..
Beh, se vi va di dare un'occhiata e di lasciare una recensione.. :D .. ma se non vi interessa, no problem!
Un kissoneeee!
Al prossimo capitolo!
Baciiii,
Valix La Pazza! ;D


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Capitolo 32
*** Capitolo 32: Parole e sentimenti sotto la luce della luna. ***


Haru: Non ce bisogno che fai tanto la seria, Kilari.

Kilari: Non è questo il punto… Io… ho ferito te, questa cosa mi fa stare male!

SI avvicinò e istintivamente io feci un passo indietro. A quel mio gesto lui si fermò, guardandomi dritto neglio occhi.

Haru: Kilari… tu non devi preoccuparti per me, ora devi pensare solo a te e Hiroto! Siete felici no? Fa finta di niente.

Stava per farmi impazzire, non capiva che io ci tenevo davvero a lui e che volevo vederlo felice? Anche se amavo Hiroto, era davvero tanto sbagliato volergli bene?

Kilari: Ogni volta… – mi tremava la voce – ogni volta che io avevo bisogno di qualcuno… tu c’eri! Perciò io voglio solo evitare di farti soffrire Haru!

Haru: Troppo tardi... – Anche la sua voce tremava, aveva la testa bassa e vederlo ridotto in quel modo mi spezzava il cuore. Sapevo di provare qualcosa per lui, l’avevo sempre saputo, ma non era amore vero, non era paragonabile a quello che provavo per Hiroto. E credevo fosse per quello che Haru si sentiva così…

Kilari: Mi dispiace! Sai che sei mio amico, che ti ho sempre voluto bene e che ci sarò sempre se hai bisogno di aiuto, ma sai anche che il mio cuore appartiene a Hiroto, sai… sai che io non provo per te quello che provi tu!

Non era affatto sorpreso di quelle parole. Si avvicinò lentamente, e mi mise le mani sulle spalle prima ancora che io potessi accorgermene. Alzò la testa e mi guardò. Entrambi avevamo gli occhi lucidi. Non sapevo cosa dire o cosa fare. Haru era solo mio amico, ma allora… perché mi si stringeva il cuore a vederlo in quel modo?

Haru: Questo è quello che credi, o quello che vuoi credere, Kilari! Tu ami Hiroto giusto? Però quella sera, quando ti ho detto che mi ero innamorato di te, tu non hai voluto che andassi, mi hai abbracciato e mi hai chiesto di rimanere con te… ricordi?

Si, si certo che ricordavo… quela sera, quando avevamo fatto lo spot…

Ricordi di Kilari (vedi capitolo 16…)

Mi si avvicinò, un po’ teso e imbarazzato e mi prese per le spalle.

Haru: Tu…tu ami ancora Hiroto?

Quella domanda mi colse di sorpresa. Non sapevo cosa rispondere. Io… io amavo Hiroto, ma ora anche Haru. […]

Kilary: Io… Haru…non…

Lui abbassò di nuovo le braccia, accostandole ai suoi fianchi.

Haru: Kilary, calmati, stai tremando! Non devi rispondere per forza… volevo solo accertarmene prima di dirti quello che sto per dire…

Kilary: Cosa… cosa vuoi dire?

Era strano, sembrava incerto su quello che stava per dire, ma deciso ad andare fino in fondo. Perché si stava comportando in quel modo?

Haru: Kilary, io… io mi sono innamorato di te!

[…] Haru si accorse del mio stupore e, girandosi, fece per andarsene, ma io istintivamente lo bloccai e lui si girò verso di me, un sorriso dolce sulle labbra. […]

Kilary: Haru, non andare, per favore… io sono molto… confusa in questo periodo e ho bisogno che tu mi stia accanto, come sempre! Per favore, non lasciarmi da sola!

[…]Haru: Sta tranquilla Kilary, non ti abbandonerò mai. Ci sarò sempre se avrai bisogno di me.

Detto questo, mi lasciai cullare dal suo caldo e tenero abbraccio, mentre il mio pianto non sembrava voler finire.

Fine ricordi Kilari

Vedendo il mio silenzio continuò.

Haru: Perché non vuoi capire? Tu ami anche me, Kilari! Ti saresti preoccupata per me se no? Saresti venuta qui a parlarmi? – Cominciò a scuotermi leggermente, ma era come se io fossi assente. Quello che aveva detto… possibile che fosse vero? Che lui capisse cosa provavo e io invece non sapevo più niente di quello che mi stava succedendo? Lasciò cadere le braccia, io contininuai a pensare. Se mai avessi amato anche Haru…

La porta si aprì.

Seiji: Kilari? Sono arrivati i giornalisti, vogliono intervistarti.

Annuì con la testa, e mi girai verso Haru.

Kilari: Devo andare – Detto questo mi avviai verso la porta, a testa bassa. Se avesse avuto ragione? Se davvero non riuscivo a capire se amavo anche lui? Se amassi anche Haru?

Haru: Domani… sul retro dell’agenzia, prima dell’orario di entrata la mattina… - Mi fermai un attimo e voltai la testa leggermente, sotto la luce della luna.

Kilari: Ci sarò… - Mi girai di nuovo ed entrai di nuovo nella stanza, vidi Hiroto che mi veniva incontro. Quando incrociai il suo sguardo preoccupato, capì tutto, capì ciò che fino a pochi secondi fa non sapevo. Se mai avessi amato anche Haru… il mio unico Amore con la A maiuscola era sempre Hiroto.

Eh già, sono tornata! xD
Pemsavate di liberarvi di me?? Ma anche no! v.v
Ihih, allora eccomi qui con un piccolo 32° capitolo!
E' un pò un collegamento con i prossimi, perciò spero lo accetterete comunque! xD
Ringrazio tantissimo julia28 per la bella recensione e i messaggi di posta! Ehi, non perdere le speranze! :)
E poi anche tutte le altre che hanno recensito la mia storia e tutti quelli che la seguono!
GRAZIE!
Ci vediamo la prox volta col capitolo 23! xD
Un baciooo,
Valix La Pazza! xD

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Capitolo 33
*** Capitolo 33: Una notte emozionante. ***


Il resto della serata proseguì bene, mi divertì molto con i miei amici, anche se a volte pensavo ad Haru. Perché tutto d’un tratto si comportava in quel modo? Cosa mi avrebbe mai voluto dire l’indomani? Ero tesa, ma cercavo di non darlo a vedere.
La festa non durò molto, l’indomani dovevamo lavorare. Verso le 11 quella sera finì, e solo allora mi accorsì che mancava una persona importante.

Kilari: Subaru! Perché Papà non è venuto??

Subaru: Come non te l’ha detto? E’ stato trattenuto fuori a lavoro, gli è dispiaciuto molto non poter venire, dice che domani pomeriggio ti darà il suo regalo… nonna invece è da alcune amiche a-

Hiroto: Brrrrrr….grrr!

Kilari: Hiroto, che hai?

Hiroto: Ho sentito una specie di… di brivido dietro la schiena!

Dapprima lo guardai senza capire, poi però ripensando a ciò che aveva detto Subaru capì e risi sotto i baffi.

“…a parlare di Hiroto!” dissi, completando la frase mentalmente. Tornai a mio fratello.

Kilari: Ok, ho capito ihihihihih…

Subaru: Senti Kilari…ehm…

Guardai mio fratello con un punto interrogativo in faccia. Era tutto rosso, agitato, chissà che aveva…

Subaru: Stasera io…ehm… beh si insomma…devo fare una cosa perciò non aspettarmi a casa, d’accordo?

Me lo aveva quasi urlato in faccia, tanto era imbarazzato. Preferì non chiedergli niente, avrei investigato il giorno dopo.

Kilari: O-ok non preoccuparti, tanto ho Na-san!

Subaru: Bene eheh…buona notte!

Così scendemmo tutti e ci augurammo la buona notte per poi prendere strade diverse. Ovviamente Hiroto volle accompagnarmi. Eravamo vicini a casa mia, ma avevo paura a rimanderlo a casa da solo con quel buio. Non che non mi fidassi, ma avevo paura lo stesso.

Kilari: Non voglio che torni a casa da solo!

Hiroto: Non preoccuparti, farò attenzione!

Lo guardai, stavo quasi per cedere, ma ero ancora in dubbio, poi però ebbi un idea.

Kilari: No, non esiste mio caro, tu a casa solo non ci torni!

Con le mani ancora intrecciate, lo tirai fino alla porta di casa mia, cercando le chiavi nella borsetta per aprire la porta. Ci riuscì, lo feci entrare dentro casa e richiusi la porta.

Kilari: Dato che non voglio che te ne vada in giro da solo, dormirai qui per stasera!

Vidi i suoi occhi, illuminarsi nello stesso momento in cui dissi “dormirai qui per stasera”. Pensando a ciò che avevo detto con tanta sicurezza arrossì, magari lui si sentiva a disagio. Poi venne piano verso di me, mi prese dalla vita e mi abbracciò forte. Io poggiai le mani e la testa sul suo petto e mi rilassai, a quel tocco così bello, dolce, che mi faceva arrivare il cuore al 7° cielo, per poi tornare da me e battere fortissimo. Senza preavviso, si abbassò di colpo, prese le mie gambe con il braccio libero e mi alzò in aria.

Hiroto: Kilari, come sei pesante!

Kilari: Non è vero, uffaaa – e nel frattempo ridevo e cercavo di divincolarmi per scherzare. Lo vedevo sorridere, era luminoso, perfetto, felice. Non potevo desiderare di meglio. Senza farmi scendere, cominciò a salire le scale. Io mi rilassai un po’ fra la sue braccia, appoggiandomi a lui e lui in tutta risposta, mi strinse più forte a se. Arrivammo sul pianerottolo in cima alle scale, poi percorremmo il corridoio e in fine entrammo in camera mia. Lì, mi riportò con i piedi per terra, e rimanemmo uno di fronte all’altra. Non sapevo che fare, era la prima volta che un ragazzo, oltre mio fratello, entrava in camera mia, specialmente se quello era il mio ragazzo.

Kilari: Io m-mi metto il piagiama d’accordo? Vado in bagno e torno.

Hiroto: Certo, ti aspetto qui!

Stava per girarmi quando, pensando al pigiama, mi accorsi che Hiroto ovviamente non lo aveva.

Kilari: Ti prendo uno dei pigiami di Subaru, va bene?

Lui si avvicinò, mi alzò il mento e stringendomi a se, mi baciò, era la quinta volta, ma decisi di lasciar perdere. Non volevo contare i nostri baci se sapevo che ce ne sarebbero stati ancora un’infinità. Quando si staccò, poggiò la sua fronte sulla mia.

Kilari: Credo che questo sia un si…

Mi baciò leggermente le labbra e mi lasciò andare.

Hiroto: Non farmi aspettare troppo intesi?

Kilari: -Risi a quell’affermazione- Non preoccuparti, farò in fretta – con il cuore che mi batteva a mille, uscì dalla porta della mia camera.

Andai in bagno e in tutta fretta misi il pigiama, poi corsi in camera di mio fratello e presi un pigiama con la canottiera blu e i pantaloncini viola. Chiusi il cassetto e piano piano, con il cuore a mille e il fiato corto, tornai in camera mia, dove vidi Hiroto seduto nel letto ad aspettarmi. Appena sentì la porta aprirsi, si girò verso di me e mi sorrise, alzandosi e venendo verso di me.

Kilari: Ho preso questo, spero vada bene…

Hiroto: Ehm…si certo, io e Subaru non siamo poi così diversi di corporatura… però volevo chiederti… ti da fastidio se metto solo i pantaloncini? C’è molto caldo, in questo periodo…

Diventai rossa come un pomodoro, bruciavo peggio del fuoco nel camino ed ero un po’ agitata, ma era il mio ragazzo, un ragazzo assolutamento bellissimo, oltre che dolce e fantastico, perciò feci un bel respiro e mi calmai.

Kilari: C-certo, nessun problema! – gli diedi i pantaloncini in mano.

Gli sorrisi e, facendo anche lui altrettanto, prese i pantaloncini e andò verso la porta, uscendo per cambiarsi in bagno. Rimasi ferma, in piedi in camera mia, con i battiti del cuore accellerati. Non potevo credere che tutto quello stesse succedendo davvero. Mi diressi verso la finestra e mi chinai, appoggiandomi al davanzale per guardare le stelle. Hiroto, il mio ragazzo, in camera mia, nel mio letto che avrebbe dormito insieme a me. Era vero? Era tutto così fantasticamente vero? Non mi accorsì che Hiroto era entrato e lo sentì cingermi la vita da dietro.

Hiroto: A cosa pensi?

Kilari: E’ tutto vero? Non sto sognando? Perché se è un sogno, non voglio che mi svegli…

Hiroto: Non è un sogno, amore mio…

Mi girai piano e mi ritrovai di fronte a lui. Amore mio, che dolce… Mi baciò di nuovo, con più vigore, mantenendo quella dolcezza che sempre adoravo. Prese la mia mano e, una volta finito il bacio, mi guidò nel letto, dove scostò le coperte e mi fece sdraiare, seguendomi subito dopo. Il caldo era così forte, lo sentivo bene, che non ci coprimmo nemmeno. Hiroto, ancora una volta mi abbracciò e mi portò accanto a se con dolcezza. Io mi appoggiai al suo petto, ripensando all’idea del sogno. Era tutto così bello, così magico, che avevo paura che scomparisse da un momento all’altro. Volevo godermi quel momento, alzai lo sguardo incrociando quello del mio Hiroto. Ci fu un lungo bacio, eravamo felici insieme, non potevo più pensare alla mia vita senza di lui. Si staccò dal mio bacio, scostandomi i capelli degli occhi e carezzandomi una guancia con il suo tocco divino.

Hiroto: Buona notte, angelo mio!

Kilari: Buona notte, amore!

Chiusi gli occhi, appoggiandomi nuovamente al suo petto per dormire. Mi sentivo bene, completa, come ero riuscita a sopportare questa sua assenza per tutto quel tempo? Più me lo chiedevo e più lo trovavo assurdo. Io? Senza Hiroto? Mai!

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Capitolo 34
*** Capitolo 34: Parole, sguardi e possibili addi? ***


Fu la notte più bella della mia vita, dormì serenamente appoggiata al petto caldo di Hiroto, mi sentivo al sicuro, protetta da qualcunque cosa. Quando mi svegliai fra le sue braccia, e sentì la sua mano carezzarmi i capelli, mentre mi stringeva forte, capì che ieri avevo sbagliato, e che non stavo sognando. Era tutto vero. Alzai leggermente il viso, in modo da baciarlo all’improvviso e lui fu un po’ sorpreso, ma ricambiò il mio bacio. Mettendomi seduta poi, scesi dal letto e corsi in bagno a vestirmi. Quando tornai dal bagno, lui era già pronto.

Hiroto: Andiamo a fare colazione e poi subito in agenzia ok?

Kilari: Ce- mi fermai. Avevo totalmente dimenticato che mi sarei dovuta incontrare con Haru, ma non volevo far capire niente a Hiroto. Ero un po’ agitata, ma facevo finta di niente – ok… v-voglio le crepes!!

Hiroto: E ti pareva, ma mangi solo quelle?

Scoppiò a ridere e io feci una faccia abbronciata, corrudando la fronte.

Kilari: Uffa, perché mi prendi sempre in giro?? T.T

Hiroto: Perché non fai altro che pensare al cibo, ingrasserai così, ahahahha!

“Che cattivo, ma tu guarda deve rovinarmi l’umore”. Mi girai verso la porta, la aprì uscendo furiosa e sbattendola forte. Però mi accostai accanto, per sentire cosa facesse. Aveva smesso di ridere e stava urlando il mio nome per farmi tornare in camera. Risi senza farmi sentire, e rimasi li, come se avessi una pistola in mano e stessi per sfondare la porta. Rimasi immobile anche quando sentì che si avvicinava dicendo ancora il mio nome e un po’ mi fece pena, ma doveva pagare. Quando aprì la porta camminò sicuro verso le scale, io corsì verso di lui e lo abbracciai forte da dietro, appoggiando la testa sulla sua schiena e la mani strette al suo petto. Lo sentì mentre metteva una mano sulle mie e me le stringeva forte.

Hiroto: Lo sai che sei una burlona eh?

Kilari: E tu sei troppo stupido, caschi sempre nelle mie trappole – il nostro tono di voce era basso, dolce, come se stessimo per piangere.

Hiroto: Però sei sempre la mia Kilari…

Kilari: E tu solo il mio Hiroto…

Rimanemmo in quella posizione non so per quanto tempo, poi tutto venne rovinato dal rumore del mio stomaco, che fece capire a entrambi quanta fame avessi.

Hiroto: Bene, andiamo al parco a prendere le crepes!

Kilari: Giusto!!

Hiroto: Non fare in modo che mi si svuoti il portafoglio chiaro?

Gli feci la linguaccia e uscimmo di casa. Ci avviammo verso il mio venditore di crepes preferito, e comprai 6 crepes alla nutella, 5 con aggiunta la banana, 5 con i frutti di bosco e 4 con l’aggiunta degli smarties. Mi ero trattenuta perché c’era Hiroto, non volevo fargli spendere troppo e con quelle in mano corremmo in agenzia. E lì pensai al mio appuntamento, Haru mi aspettava dietro l’agenzia, non sapevo cosa avrebbe voluto dirmi e mi preoccupava un po’.

Seiji: Ehiiii, piccioncini?!?!

Seiji ci chiamava dalla finestra dell’agenzia. Com’era buffo quando era allegro e faceva in quel modo. Sentì Hiroto ridere e io feci lo stesso.

Seiji: Hiroto sbrigati, il direttore ti deve parlare!!

Hiroto: A me? Perché mai?

Seiji si fece serio, qualcosa mi preoccupò più di quanto già non lo fossi.

Kilari: Hiroto, tu vai non preoccuparti, io ti raggiungo fra un attimo.

Stava per chiedermi il perché, ma Seiji continuava a chiamarlo, perciò mi salutò con un bacio veloce e andò nell’ufficio del direttore. Rimasi a guardarlo mentre varcava la soglia e entrava, poi mi diressi verso il retrò dell’agenzia. Senza neanche il tempo di vedere se ci fosse o guardarlo negli occhi, mi sentì prendere dalle spalle e appoggiare al muro. Me lo ritrovai di fronte, con il viso abbassato, la frangetta che gli comprova gli occhi.

Kilari: Ha-Haru c-cosa fai?

Haru: Scusa – mi lasciò andare, ma non alzò lo sguardo – pensavo non venissi più…

Kilari: Invece ci sono… vuoi dirmi cos’hai, mi spaventi!

Haru: Kilari, io…

Kilari: Cosa, cos’è successo?

Perché aveva reagito in quel modo? Mi faceva paura…

Haru: Ho deciso di lasciare il mondo dello spettacolo!

Cosa? Haru vuole andarsene…perché? Stava scherzando, vero? Rimasi paralizzata, con gli occhi spalancati.

Kilari: Tu…tu scherzi, vero?

Poi, per la prima volta in quella giornata, alzò gli occhi e rimasi ancora sconvolta.

Haru: Ti sembra la faccia di uno che scherza? – Alzo di molto il tono della voce, come per rimproverarmi. Lacrime. Stava piangendo? Ma allora perché…?

Kilari: Perché vuoi lasciare tutto se ci stai così male? Perché vuoi lasciare i tuoi amici, perché… perché vuoi lasciare me?

A quelle parole, diventò ancora più triste, tutto si svolse velocemente. Mi afferrò una mano sussurrando il mio nome e mi tirò a se. Credevo volesse abbracciarmi, perciò io gli misi le mani dietro la schiena, ma non appena lo feci, lui girò la testa verso la mia, appoggiata alla sua spalla, e mi baciò. Spalancai gli occhi. Cosa stava facendo? Mi aveva baciata? Mi stava baciando! Ma era pazzo? Se Hiroto fosse stato lì… non volevo neanche pensarci, chissà cosa avrebbe pensato. Cercai di divincolarmi, ma le mie braccia erano bloccate dalle sue che mi stringevano forte. Cercai di allontanare la bocca e quando ci riuscì, cominciai a urlare.

Kilari: Haru, lasciami… basta!

Mi lasciò andare e caddì seduta a terra, la schiena contro il muro. Mi sentivo morire in quel momento, la testa cominciò a farmi male, avevo un forte senso di confusione, non capivo più niente. Perché mai aveva reagito in quel modo, perché mi aveva baciata, sapendo che io stavo con Hiroto? Ero delusa, agitata, turbata, furiosa! Piano piano mi alzai, e cercando di non esagerare, gli chiesi il perché di quello stupido gesto, alzando la voce come lui aveva fatto con me.

Kilari: Che diavolo ti è preso? Haru, se c’è qualcosa che ti turba puoi anche dirmelo, ma baciarmi sapendo che sto con Hiroto non ti servirà a farmi cambiare idea… io amo lui!

Haru: Mi-mi dispiace! Non so cosa mi sia preso ma… Kilari, anche io ti amo, questo lo sai e avrei tanto voluto che tu avessi scelto me…

Kilari: Haru… scusa, è meglio che vada, mi staranno aspettando…ci vediamo! – Mi girai e andai verso il lato opposto dell’edificio, agitata più che mai. Dopo quello che mi era successo, non sapevo come guardare Hiroto negli occhi.

Haru: Kilari – mi girai di scatto verso di lui, per capire cosa ancora volesse – molto probabilmente, noi non ci rivedremo più. Io non torno più in agenzia!

Cosa dovevo rispondergli? A me importava di lui, era mio amico, gli volevo bene, ma dopo quello che aveva fatto… come avrei dovuto reagire?

All’improvviso, dal lato opposto in cui ero io, dietro Haru, Hiroto corse velocemente verso di lui, lo tirò per una spalla facendolo girare e gli diede un pugno ben assestato in faccia.

Hiroto: Prova di nuovo a toccarla e finirai peggio…

Con la mano sulla guancia, che poi spostò sulla bocca accorgendosi che era gonfia e in più sanguinava, si alzò e contraccambiò il pugno. Io ero spaventata. Dal momento in cui Hiroto gli aveva dato un pugno, avevo cominciato a urlare, chiedendo loro di smetterla. Ma entrambi continuavano, come se io non stessi dicendo niente.

Hiroto: Te ne puoi anche andare, a me e a Kilari non importa, noi ci amiamo e tu non devi interferire….

Hiroto, come faceva a saperlo? Che avesse sentito? Ma io non volevo che Haru se ne andasse, era pur sempre mio amico.

Kilari: Io non voglio che se ne vada, non lo sopporterei…

Hiroto: Kilari… che stai dicendo… - spalancò gli occhi e mi guardò incredulo – tu... tu lo ami?

Kilari: No! Io amo te, dannazzione…ma Haru è mio amico, ho bisogno di lui…

Haru: E non pensi al fatto che io ne soffrirei?

Hiroto: Sta lontano dalla mia ragazza, Haru, non voglio più ripeterlo…

Stavano continuando a prendersi a botte, sarei impazzita… La testa cominciò a pulsare più forte, a fare male, non sapevo come fermarli, ero ancora più agitata. Dovevano smetterla, dovevano…!

Kilari: BASTA!! – corsi decisa verso di loro e diedi uno schiaffo a entrambi - Sono stufa dei vostri litigi, sono stufa di tutto questo….Haru, prima ti metti in testa che amo Hiroto e meglio sarà per te… non voglio che soffri e non devi abbandonare la tua carriera… - poi mi girai verso il mio ragazzo, e da dietro arrivarono anche Seiji, il direttore e la signora Kumoi, ma non mi importava, dovevo dire ciò che pensavo - Hiroto devi capire che io ad Haru ci tengo perché c’è sempre stato quando tu non c’eri e che lui è il mio migliore amico, oltre Seiji… - il mal di testa era sempre più intenso, tutto cominciò a girare e io barcollavo pericolosamente - e forse lui (Seiji)… è l’unico… -mi mancava il respiro, ogni secondo il fiato mi usciva sempre più lentamente, i loro volti si facevano sempre più sfocati e sentivo freddo, tanto freddo…- che mi abbia… mai capita…. come amica…

Detto quello svennì e non vidi più niente, sentì solo il rumore del mio corpo che cadeva per terra, il mal di testa che scoppiò molto più forte, e gli urli di tutti attorno a me. Qualcuno mi prese da terra, ma non capì chi perché persi conoscenza.


Angolo autrice:

Eccoci qua! :D

La vostra pazza amica Valix è tornata, dopo la Befana! xD

Ahahah, qui c'è un'altro bel capitolo.. stiamo per finireee!! 

Spero che recensirete fino all'ultimo! **

Sempre grazie mille a Julia28 che ha recensito alcuni dei capitolo e che mi ha incitato a continuare la pubblicazione della storia! Sei troppo buona! XP

E poi grazie anche a  laurettaforever che ha recensito il capitolo prima di questo con Julia! 

E un grazie speciale va anche a tutti quelli che stanno leggendo questa storia! Grazieeeeeee! 

E ooooraaa.. vi saluto!! 

Un bacioneee!

La vostra Valix.

:D

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Capitolo 35
*** Capitolo 35: Litigi, nuovi amori e scuse ***



Dalla parte di Hiroto.

Hiroto: E’ tutta colpa mia! E’ tutta colpa mia, scusami piccola.

Piangevo. Lei era fra le mie braccia, il suo viso era bianco come un lenzuolo, tremava, anche se eravamo a luglio. E tutto quello per colpa mia. Ci infilammo tutti, compreso quell’idiota di Haru, nella macchina del direttore e corremmo all’ospedale. Sarà stata una ricaduta di quello che era successo tempo prima, quando la mia agitazione era alle stelle come in quel momento, quando ci eravamo baciati per la prima volta. E adesso lei era lì, priva di sensi, con la testa appoggiata al mio petto. Mi sentivo uno stupido, era tutta colpa mia, solo ed esclusivamente mia. Mi ero innervosito a causa di Haru. L’aveva baciata e io avevo visto tutto. Di questo, dovevo ringraziare Seiji…

Poco tempo prima, in agenzia.

Avevo lasciato Kilari sola all’entrata dell’agenzia ed ero salito per vedere cosa voleva il direttore. Entrai e notai subito che c’era un atmosfera un po’ tesa.

Hiroto: Buon giorno a tutti…

Non mi rispose nessuno, perciò capì che c’era davvero qualcosa che non andava.

Hiroto: Cos’è successo?

Direttore: Hiroto… si tratta di Haru… ha deciso di lasciare l’agenzia!

Hiroto: Cosa? E perché mai?

La cosa non mi dispiaceva più di tanto, ma non aveva senso!

Signora Kumoi: Non ce lo ha detto , ma crediamo abbia a che fare con Kilari… per questo ti abbiamo chiamato…

Ora si che mi importava. Cosa voleva Haru dalla mia ragazza?

Hiroto: Cosa c’entra Haru con Kilari? Che diavolo vuole quello da lei?

Direttore: E’ solo un sospetto di Seiji, Hiroto, calmati! Haru e Kilari, quando tu e lei non stavate ancora insieme, erano molto uniti. Ma da ieri e poi anche oggi, Haru è un  po’ strano, silenzioso, e ora è uscito con questa storia di voler abbandonare tutto.

Seiji: In più è appena passato qui vicino all’agenzia e poi ha prese il vialetto qui vicino per andare dietro l’edificio… - mi avvicinai alla finestra e me lo indicò.

Hiroto: E Kilari non è ancora salita… vado a cercarli!

Fine

Infatti, Seiji aveva ragione, e Haru era con Kilari… Non avrei mai immaginato di vederli mentre si baciavano. La rabbia era forte, non solo perché Haru la stava baciando, ma perché Kilari lo aveva abbracciato, anche se poi mi ero accorto che era lui che la teneva. E dopo il litigio… questo! Non potevo sopportare di vedere la mia unica ragione di vita, ridotta in quel modo.

“Dovrei esserci io al suo posto, dovrebbe essere successo a me, non a lei”.

Kilari: Hiroto… - Kilari piangeva, sussurrava il mio nome, tutto somigliava a quello che era già successo una volta. E ancora una volta era colpa mia. Sapevo che Kilari non riusciva a reggiere una situazione del genere. Eppure l’avevo ridotta io in quello stato, era solo colpa mia.

Finalmente arrivammo in ospedale e il dottore ci disse di portarla in una camera vuota che ci indicò, lì accanto. Fecimo come ci disse e quando arrivò, volle controllarla. Eravamo tutti fuori ad aspettare, io tremavo e avevo paura, ma si doveva sistemare tutto, si ne ero sicuro si sarebbe sistemato tutto. Poi finalmente il dottore uscì e tutti ci avvicinammo a lui per saperne qualcosa, ma ci anticipò nel parlare.

Dottore: Ho letto la cartella clinica della signorina Tsukishima, ho visto che una cosa del genere era già successa. Questo le somiglia per i sintomi che presenta che come reazione della ragazza, ma è tutto apposto, Kilari sta bene.

Ci fu un sospiro di sollievo da parte di tutti. E io ero felicissimo, la mia Kilari stava bene. E volevo vederla.

Hiroto: Seiji, chiami suo padre, per favore? Dottore, possiamo vederla?

Dottore: Certo, come dicevo sta bene, e in più è già sveglia.

Mi illuminai, non tremavo più, ero troppo felice per continuare a stare lì come un palo. Corsi nella camera di Kilari, la aprì, e vidi il mio angelo con ancora le lacrime agli occhi che diceva il mio nome.

Dalla parte di Kilari

Quando mi svegliai, ero molto confusa. La testa mi girava tantissimo, ma ero sdraiata su qualcosa di morbido, un letto forse, e sotto la testa c’era un cuscino. Girai la testa, cercando di guardarmi intorno. Vidi solo un signore, in camicie bianco, che scriveva delle cose su una cartella. Lo guardai. Poteva essere sulla quarantina, alto, capelli neri e occhi castani. Alzò lo sguardo dalla cartellina e vide che ero sveglia.

???: Ben svegliata piccola, sai dove ti trovi?

Kilari: No…

???: Sei in un ospedale, io sono un dottore, sei svenuta poco prima mentre eri con i tuoi amici. Ricordi?

Si, pian piano cominciai a ricordare tutto quello che era successo. Hiroto a casa mia, le crepes, la chiaccherata animata con Haru dietro l’agenzia, il suo bacio improvviso, l’intervento di Hiroto e il loro litigio, poi li avevo fermati urlando, avevo cominciato a sentirmi male e… non ricordavo altro, forse era lì che ero svenuta.

Kilari: Si… si ricordo!

Dottore: Bene, nessun danno alla memoria – scrisse nella sua cartellina e tornò a guardarmi – Bene, vado ad informare i tuoi amici.

Si girò e uscì dalla camera. Sentivo la sua voce proprio davanti alla porta, che parlava ai miei amici di quello che mi era successo. Mentre dormivo, avevo sognato di nuovo Hiroto e tutto si era ripetuto come l’altra volta, credevo di non svegliarmi più. Ma questa volta, una cosa era diversa: sapevo che Hiroto mi amava e che io amavo lui e lo avevo sentito vicino a me tutto il tempo. Perciò mi ero svegliata. Ora dovevo solo aspettare che venisse da me. La lontananza mi uccideva, sapere che lui era vicino a me, ma che ancora non potevo vederlo… era difficile aspettare. Qualcuno aprì la porta ed entrò. Era lui, il mio Hiroto. Il suo viso, come il mio, era rigato di lacrime.

Kilari: Hiroto

Feci per mettermi seduta, poi lui venne verso di me, e mi abbracciò stretta, cullandomi nel suo abbraccio.

Hiroto: Scusa amore mio, scusa. E’ tutta colpa, non avrei dovuto reagire in quel modo, mi dispiace, mi dispiace…

Mi stringeva forte a se e le mie lacrime diventavano sempre più intense, avevo paura che quel momento finisse da un momento all’altro, se solo gli avessi detto del bacio… ma dovevo, non avrei sopportato di tenermelo nascosto.

Kilari: Hiroto… Prima, in agenzia… Haru mi ha… mi ha baciata! Io credevo volesse abbracciarmi perché stava male, e invece mi ha baciata, ma ti giuro che non ne avevo l’intenzione, scusa è stata solo colpa mi-

Mi mise un dito sulla bocca, poi mi alzò il mento e mi guardò con un’espressione di gioia negli occhi.

Hiroto: Non dire che è colpa tua… io ho visto tutto, tranquilla… Ma non pensiamoci più la cosa importante è che tu stia bene, Kilari.

Annuì. Prese il mio viso dalle mani e, come la prima volta, mi baciò leggermente sulle labbra. Io mi allacciai al suo collo e lo tirai a me, intensificando il bacio. La sua lontananza l’avevo sentita troppo. Rimanemmo allacciati così per molto, poi ci dovemmo staccare, per riprendere fiato.

“Fortunatamente non ci sono flebo o macchinari attaccati a me, a quest’ora si sentiva il mio battito cardiaco a mille” pensai.

Lo tirai di nuovo a me e continuammo a baciarci. Nel mio corpo scorreva elettricità, e man mano che i baci crescevano, anche quella cresceva, diventava più intesa. Il mio cervello stava andando in tilt, non sapevo più controllarmi. Era come se entrambi avessimo fame l’uno dell’altro. Hiroto mi fece sdraiare e, salendo sul lettino, si mise sopra di me. Ormai eravamo entrambi incontrollabili. Hiroto era soltanto mio, mi sentivo protetta, nessuno ci avrebbe mai divisi. Quei baci rischiavano di farci impazzire, sentivo che non avrei resistito ancora per molto. Sentivo le sue mani sulle mie spalle, pronte ad agire, e le mie mani sul suo petto. La situazione ci stava sfuggendo di mano. Lì fuori c’erano i nostri amici e noi stavamo perdendo il controllo. Mi staccai piano e cominciai ad ansimare.

Kilari: Tesoro… lì fuori… ci sono… i nostri… amici…

Hiroto: Già… forse… anche tuo padre…

Sbiancai.

Kilari: Lui non sa… ancora niente… di te…

Hiroto si alzò da sopra di me e mi si mise a sedere accanto.

Hiroto: Non preoccuparti, gli parlaremo insieme.

Kilari: D’accordo. Senti… non voglio stare in questo stra maledetto letto d’ospedale – dissi ridendo per alleggerire la tensione – Puoi chiedere al dottore se posso scendere?

Hiroto: Lo faccio venire, d’accordo?

Annuì. Mi diede un bacio in fronte e andò a chiamare il dottore. Vidi Hiroto rientrare con lui e chiesi se potevo alzarmi.

Dottore: Dimmi Kilari, cosa c’è?

Kilari: Dottore, posso alzarmi oppure è ancora pericoloso?

Dottore: Sarebbe meglio se tu rimanessi lì ancora un po’, però se vuoi possiamo alzare un po’ il lettino per farti sedere.

Annuì.

Dottore: Giovanotto, potresti aiutarmi a sollevare quella leva lì?

Hiroto: Certo!

Mi misi a sedere, mentre Hiroto e il dottore alzavano la spalliera di quello che prima era un letto.

Kilari: Grazie…

Hiroto: Faccio entrare gli altri… a dopo!

Kilari: Si, a dopo.

Uscì col dottore e, al suo posto, entrarono Noeru e Subaru, ansimanti, con le mani intrecciate. Aspetta… con le mani intrecciate??

Subaru: Kilari, è successo di nuovo? Come stai, tutto apposto? Sei sveglia no? Stai bene vero?

Kilari: Se magari chiudi la bocca te lo dico. Si, sto bene è tutto apposto. E credo che anche tu stia piauttosto bene – dissi mentre guardavo le loro mani ancora intrecciate. Entrambi diventarono rossi e fu Noeru a parlare.

Noeru: Beh vedi… mentre organizzavamo il tuo compleanno…

Subaru: … si abbiamo cominciato a… parlarci e…

Ahahah, avevo già capito, ecco perché la sera prima non era tornato a casa. Risi e li guardai in faccia, sembravano due peperoni.

Kilari: Ahahahah, dovreste vedervi ragazzi… si capisce che state insieme ahahah…

Tirarono un sospiro di sollievo, erano grati che fosse uscito dalla mia bocca.

Kilari: E… gli altri lo sanno…?

Subaru: Si…lo sanno tutti… ora anche tu!

Kilari: Perché sono sempre l’ultima a sapere le cose?

Subaru: Boh, è così e basta…

Scoppiammo tutti a ridere e ci abbracciammo. Prima che però uscissero, diedi il colpo di grazia a mio fratello.

Kilari: Ecco dov’eri ieri sera…

Diventò rossissimo e uscì fuori come se stesse per andare a fuoco. Dopo salutai tutti gli altri, il direttore, la signora Kumoi, papà, Baba-chan… poi fu il turno di Haru che entrò con Hiroto. Si vedeva bene da lontano, che quei due non si sopportavano…




Angolo autrice:
Cantiamo l'Alleluiaa!
Perchè si, ci sono, ho pooostatooo! xD
Eeeh, scusate, qualche intoppo col pc e poi in questi giorni EFP era un pò sballato..
comuqneu, ecco a voi il PENULTIMO capitolo..
..ormai manca poco!
Un ringraziamente a chi continua a seguire la storia e ai recensitori/trici dei capitoli..
GRAZIE GRAZIE GRAAAZIIEEE!
Un bacioneee e... all'ultimo capitoloo!
Valix. :D

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Capitolo 36
*** Capitolo 36: Tutto è bene, quel che finisce…molto bene! - Extra: Qualcosa di nuovo. ***


Capitolo 36: Tutto è bene, quel che finisce…molto bene!
Extra: Qualcosa di nuovo.


Eeeeh voilà!!
Siamo arrivati all'ultimo capitolo della storia!!
Premetto che alla fine ci sarà un piccolo extra,
riguardante un personaggio già inserito nella storia,
come vedete dal titolo..
Tutto dedicato al mio tesoro Julia che oggi fa 15 anni!!
Auguriiiiiiii!! Ti voglio beneeeee!! <3
Te l'avevo detto che ti avrei fatto una sorpresa!! xP
Ringrazio inoltre tutti quelli che mi hanno accompagnata nella pubblicazione
della storia.. senza di voi non l'avrei MAI continuata!!
Perciò.. grazie, grazie, grazie grazie!!
:'''D
Un bacioniiiissimoooo! E...
.. Buona lettura!!
La vostra pazziiiissima
Valix. ;D

Guardavo le mie gambe, sul letto. C’era molta tensione, in quella piccola stanza dell’ospedale. La sentivo bene, tutti e tre eravamo in silenzio, senza parlare. Che dire per rompere il ghiaccio? Non lo sapevo neanche io.

Haru: Kilari…

Mi voltai piano verso Haru, che guardava il pavimento, dispiaciuto per quello che era successo. Ormai quello che era successo era successo, non c’era bisogno di sentirsi in quel modo.

Kilari: Non ce l’ho con te… davvero! Ma voglio capire perché hai reagito in quel modo… nn sembravi più tu, Haru! Il ragazzo che ho conosciuto io era gentile, intelligente, carino, spigliato, sempre pronto a consolarmi se ero triste – una lacrima mi scese dal viso mentre ricordavo tutte le volte in cui avevo pianto per Hiroto e in cui lui c’era sempre, mi abbracciava, mi diceva di non piangere e di non pensarci, che tutto si sarebbe sistemato – mi manca quel ragazzo, Haru… mi manca la persona dolce e sorridente che eri prima. Perché ti sei comportato così?

Le lacrime scendevano sempre più veloci mentre i miei occhi si perdevano nei suoi, che aveva alzata lo sguardo e mi aveva vista versare lacrime silenziose.

Haru: Io… io non lo so, Kilari. La gelosia mi ha completamente offuscato la mente in quel momento. Mi dispiace davvero, è colpa mia se adesso… –abbassò di nuovo lo sguardo, strizzando forte gli occhi- … se adesso stai così… scusami, scusami io non avrei dovuto, mi dispiace…

Mentre continua a parlare, piano e molto lentamente, spostai le gambe dal letto al suo bordo e mi diedi una leggera spinta per scendere.

Hiroto: Kilari!

Sentì un forte mal di testa invadermi e per poco non cominciai a barcollare e cadere per terra, ma mi costrinsi a rimanere cosciente e a camminare verso il mio amico, ancora con la testa abbassata che continua a scusarsi. Camminai verso di lui, lo presi per le spalle e lo abbracciai. Lui rimase un po’ sorpreso, ma poi ricambiò l’abbraccio.

Kilari: Non sentirti in colpa, io sto bene… e so che adesso sei tornato quello di prima. So che è difficile da accettare il fatto che io non ti ricambi e io stessa per tutto questo tempo ho pensato che Hiroto non mi amasse, so come si ci sente… ma troverai anche tu la persona che ti fa sentire come lui fa sentire me. E quando la incontrerai, io voglio essere la prima a conoscerla. D’accordo?

In quel momento ci staccammo dall’abbraccio, entrambi in lacrime. Però ero felice di aver finalmente chiarito con Haru. Ora potevamo tornare tutti ad essere amici. Mi girai e cercai piano di andare verso Hiroto, la testa girava ancora molto, ma anche molto meno di quella mattina. Sostenendomi nel bordo del letto, presi la mano del mio Hiroto e lo trascinai piano verso Haru. Lui mi teneva stretta a se dalla vita e io mi tenevo aggrappata a lui dalla maglietta, evitando così di cadere. Una volta davanti ad Haru, mi misi al centro fra lui e Hiroto e cercai di farli riappacificare.

Kilari: Voi due non siete mai andati tanto d’accordo, questo l’ho capito subito. Nonostante questo, ora dovete assolutamente fare pace e, perché no, diventare amici!

Haru/Hiroto: Ma…

Kialri: Niente ma, o vi costringerò a stare appiccicati per una settimana. Ora, mano!

Presi la mano di Hiroto e con l’altra quella di Haru e le misi sospese a mezz’aria. Loro si guardarono con aria diffidente, poi si sorrisero e si presero la mano.

Hiroto: Se non cercassi di rubarmi la ragazza, mi staresti simpatico!

Haru: Se lei non amasse te… forse anche tu mi… - pensò un po’ alla sua risposta, poi continuò - no, credo neanche in quel caso…!

Scoppiammo tutti a ridere, finalmente quei due cominciavano ad andare d’accordo, anche se con battute pessime. Dopo qualche altra battuta e una bella chiaccherata a tre, Haru se ne andò. Il dottore mi disse di rimanere lì tutta la notte, in caso succedesse qualcosa e io ne approfittai per farmi una bella dormita, con Hiroto che si addormentò seduto accanto a me, la testa poggiata sul letto e le braccia attorno ad essa, e la sua mano saldamente intrecciata alla mia. E così mi svegliai il giorno dopo… o quasi!

Hiroto era sdraiato accanto a me, mi guardava con occhi dolci, carezzandomi i capelli. Mi persi nei suoi occhi, lui fece lo stesso e senza rendercene conto ci stavamo baciando.

Hiroto: Ben svegliata, piccola mia.

Kilari: Grazie… - sorrisi.

Hiroto scese dal lettino, prese le mie mani e mi fece scendere. Strano, non sentivo più ne mal di testa, ne confusione come ieri. Vedendo il mio sguardo confuso, cominciò a spiegarmi.

Hiroto: E’ stato il dottore a dirmi di farti alzare, e come vedi ora sei in grado di camminare di nuovo senza cadere, ma non esagerare ok?

In tutta risposta, sorrisi e gli salti addosso, così felice di stare di nuovo bene e di poter tornare a lavoro. Con le mani intrecciate, uscimmo e trovammo tutti fuori ad aspettarci, mio padre e mia nonna compresi, chi con le lacrime agli occhi, chi felice di vedermi finalmente in piedi.

Papà: Kilari… noi due dobbiamo parlare…

Vidi mio padre fissare le nostre mani congunte. Io e Hiroto ci guardammo e diventammo rossi come peperoni, sentivo qualcuno sghignazzare (Seiji, Subaru… forse anche Haru! Ah, me l’avrebbero pagata…) e altri fissarci rassegnati. Mio padre non lo sapeva ancora!!

Kilari: Papà io…

Poi mio padre scoppiò a piangere, mentre la nonna accanto a lui era depressa per via di me e Hiroto, povera nonna… Papà mi abbracciò.

Papà: La mia bambiiinaaa! Non solo si è ripresa, ma si è anche fidanzataa! Sei cresciuta troppo in fretta piccola mia.

Lascai la mano di Hiroto e contraccambiai l’abbraccio con mio padre.

Kilari: Papà non fare così dai… - piangeva a dirotto, poi però si staccò di improvviso e, serio, si mise davanti a Hiroto.

Papà: Hiroto… non fare soffrire la mia bambina.

Hiroto mi guardò, sembrava serio e divertito allo stesso tempo.

Hiroto: Non si preoccupi, non la deluderò.

Finiti tutti i discorsi su me e Hiroto e sulla mia salute, uscimmo dall’ospedale facendo una mega festa in agenzia. Mangiai così tanto che quasi mi sentivo scoppiare, ma ero felice. Finalmente, per una volta, tutto andava come doveva. La festa finì tardi, verso mezzanotte, e tutti tornarono a casa.

Hiroto: Andiamo?

Kilari: Mi accompagni tu a casa? Sai, mio padre…

Hiroto: E’ tutto apposto, ho parlato con lui.

Lo guardai confusa, ma poi lo seguì, salutando tutti e uscendo dall’agenzia. Notai che aveva preso un’altra strada, e solo dopo la riconobbi.

Kilari: Hiroto, questa non è casa mia… è casa tua!

Hiroto: Lo so, ho il permesso di tuo padre, perciò non preoccuparti.

Salimmo le scale, arrivammo alla sua porta e lui l’aprì con le chiavi.

Kilari: Ma non darò fastidio a tua madre e i tuoi fratelli?

Hiroto: Non ci sono… sono tutti in vacanza…

Kilari: Oh, bene…

Erano tutti in vacanza…aspetta! Questo voleva dire…c-che… diventai rossissima a quel pensiero, eravamo soli in casa! Hiroto se ne accorse e prese il mio viso fra le mani.

Hiroto: Che hai?

Kilari: N-niente…

Con un braccio mi cinse la vita e con l’altra mi carezzò la guancia, per poi darmi un lungo bacio sulle labbra. Piano, timidamente, mi allacciai al suo collo, ricambiando il bacio. Mi appoggiò al muro, che somigliava più ad una porta, e mi baciò con più intensità. Quei baci, quelle sensazioni, tutto come il giorno prima, sul letto dell’ospedale. Sentivo quell’elettricità invadermi e diventare sempre più intensa, non mi lasciava respirare. La bocca di Hiroto giocava fra le mie labbra, il mio orecchio, l’incavo del mio collo e lasciava dietro si se una scia di piacere indescrivibile. Spostò la mano da me a quella che sembrava una maniglia e la porta si aprì. Entrammo nella sua camera, illuminata solo dalla luce della luna che filtrava dalla finestra, le nostre bocche ancora unite. Lui chiuse la porta e mi fece indietreggiare fino al letto, dove poi ci ritrovammo sdraiati.

Hiroto: Dove eravamo rimasti ieri?...

Kilari: Credo che… fosse allo stesso punto… in cui siamo ora… - sorrisi e ricominciai a baciarlo.

… penso che sia chiaro cosa successe quella sera. Avevo provato ad immaginare molte volte come sarebbe stata la mia prima volta, e quella fu anche meglio. E fu sotto quel flebile raggio che io e Hiroto sigillammo il nostro amore.

7 anni dopo…

Kilari: Fujiko?!

Una piccola bambina da capelli castani chiari, occhi rossi, magra e alta, per i suoi 6 anni, sbucò dal salotto e venne da me in cucina.

Fujiko: Che c’è, mamma?

Kilari: Sbrigati, è tardi, devi andare a letto che domani c’è la scuola!

La mia bambina sbuffò, non voleva mai andare a letto, senza aver salutato una “certa persona”. Venne verso di me in cucina, salendo sulla sedia accanto a me.

Fujiko: Ok mamma – mi diede un bacino sulla guancia, e in quel momento sentimmo la porta battere e una voce provenire dall’ingresso.

???: Dove sono le mie ragazze?

Fujiko: Papà!

Fujiko corse fino a dove proveniva la voce e tornò in cucina in braccio al suo papà.

Hiroto: Ciao amore!

Kilari: Ciao… - mi diede un bacio e posò la bambina per terra.

Fujiko: Bene, ora posso andare a letto!

Piena di vitalità come al solito, diede un bacino anche al suo papà e corse al piano di sopra in camera sua.

Kilari: Come è andata…?

Hiroto: Come al solito, l’agenzia brulica di nuovi talenti!

Da poco tempo, Seiji e Hiroto erano diventati i nuovi agenti dell’agenzia Muranishi e lavoravano incontinuazione. Il signor Muranishi li aveva ingagiati, dato che avendo una famiglia alle spalle, fare gli idol era diventato difficile.

Andammo subito a letto, dato che lui aveva cenato in agenzia e io con Fujiko.

Hiroto: E pensare che una volta c’eravamo noi al posto di quei ragazzi che oggi sono famosi quanto noi…

Kilari: Già, è difficile da credere… chissà se un giorno anche Fujiko lo diventerà!

Hiroto: Non c'è fretta…

Ci sdraiammo, io appoggiai la testa sul suo petto mentre lui mi carezzava i capelli. Ci addormentammo felici, come lo eravamo stati fino a quel momento.

La mia famiglia era la cosa più importante per me, finché avrei avuto loro, per me sarebbe stato il paradiso.

Intanto..

???: Grazie, vi adoro tutti!! Ci rivediamo al mio prossimo concerto! 

Julia fece l’occhiolino a tutti i suoi fan e andò via dal palco, in fondo, verso i camerini. Si sentiva stremata per il suo primo concerto a Tokyo, ma i fan l’avevano ripagata con un affetto che non credeva possibile, perciò quella fatica che sentiva era persino piacevole. Entrando in una stanzetta al caldo, si mise davanti allo specchio e si scrutò con attenzione. Il trucco leggero, giusto un po’ sbavato sugli occhi, le dava l’aria stanca che si sentiva di avere. Attorno agli occhi castano scuro l’ombretto lilla brillava ancora e la matita dello stesso colore li faceva risplendere, seppure un po’ rovinata a causa del sudore. Le labbra piccole erano ancora toccate dal lucidalabbra che le rendeva morbide e i capelli che le incorniciavano il viso erano lisciati dalla piastra e d’un nero lucente. Amava i suoi capelli. Non era una brutta ragazza, alta, magra, piccoli occhi da bambina, tratti del viso morbidi ma decisi, che le davano un aria adulta quanto bastava per i suoi 18 anni, compiuti.. esattamente quel giorno, il 28 Gennaio! E che regalo poteva farle Tokyo, la sua nuova città, se non quello di avere dei fan così fantastici anche lì? Dopo aver debuttato, a 16 anni, in America, aveva deciso di stabilirsi un po’ lontano dalla famiglia, per responsabilizzarsi di più, aveva trovato un appartamento molto grazioso accanto all’agenzia dove lavorava, l’Agenzia Muranishi, e aveva fatto il suo primo concerto il giorno dei suoi  18 anni! “Wau.. sono cresciuta parecchio dalla prima volta.. e ora sono maggiorenne!” si disse. Da piccola adoravo tre idol in particolare, che avevano debuttato a Tokyo.

-Il mondo è con te, Kilari.. Il mondo è per te, se lo vuoi..- Si ritrovò a canticchiare una vecchia canzone di Kilari Tsukishima, idol che stimava e che aveva sempre seguito come esempio, sperando di diventare come lei. E c’era riuscita, o almeno era in procinto di riuscirci. Gli Ships, gruppo composto da Hiroto Kazama e Seiji Hiwatari, era stato l’altro punto su cui si appogiava. E poi la prima idol e il moro degli Ships.. sapeva che ora erano sposati e aveva sempre sostenuto che erano una coppia fantastica. “Potrei trovare anch’io l’amore così!” penso, fantasticando su quel ragazzo che aveva visto apparire molte volte con Kilari e che ora era un cantante solista. Si ritrovò ad arrossire allo specchio e lo cancellò dalla mente. Lui era un artista completo, lei una principiante al primo anno della sua carriera. Cambiandosi, uscì per andare dal signor Muranishi e salutarlo per tornare a casa. Girò per i corridoi e finalmente lo trovò accanto all’uscita secondaria dell’edificio mentre parlava con qualcuno, di spalle. Incuriosita, si avvicinò e lui la notò.

Muranishi: Oh, Julia! Sei stata davvero grandiosa stasera! Complimenti, sapevo che avevi talento!

Mi fermai e sorrisi.

Julia: Grazie mille, signor Muranishi.

Nel frattempo, la persona con cui parlava si era girata e Julia potè riconoscerlo subito. Il cuore le sussultò in petto e cominciò a correre, mentre le guancie si coloravano di un tenero rosso.

Muranishi: Julia, credo tu abbia sentito parlare di Haru Yamashita! E’ apparso molte volte con Kilari Tsukishima e ora è un cantante-attore, per così dire.

Lui la guardò dapprima un po’ sconvolto per la bellezza della ragazza, poi con un dolce sorriso sulle labbra che diventò malizioso e che fece arrossire di più Julia.

Julia: Piacere – disse, anche se lo conosceva già perché lo aveva visto, oltre che nella sua mente pochi minuti prima in camerino, in molti apparizioni con Kilari.

Haru: Piacere mio Julia! – disse con voce deciso e con ancora quello stupendo sorriso sulle labbra.

Muranishi: Julia ha debuttato in America e lì è molto apprezzata, perciò voleva provare a cambiare città, incrementando la sua fama e conoscendo nuovi artisti!

Julia annuì.

Julia: Già, e poi avevo preso già la mia decisione seguendo Kilari, Hiroto e Seiji! Li ho sempre adorati, quindi mi sono voluta buttare anch’io! Adoro questo mondo e spero di non doverlo lasciare troppo presto.. – ammise. Haru la guardò attentamente, poi annuì e rispose.

Haru: Sono poche le ragazze della tua età che hanno questa determinazione, ti ammiro molto.

Lui la ammirava.. Julia se lo ripetè in mente molte volte per non rischiare di credere di star sognando.

Julia: Lo stesso per me.. anch’io ti ammiro molto!

Muranishi: Bene, dopo le presentazioni alìppena fatte, possiamo anche andare!

Julia: Era giusto venuta a salutare. Ci vediamo domani! – il signor Muranishi salutò e andò via. Julia si era voltata e stava seguendo l’esempio del direttore, quando una mano la fermò e riconobbe la voce di Haru.

Haru: Se.. se vuoi posso accompagnarti! E’ buio, potrebbe essere pericoloso per una ragazza no?

Di nuovo quel tono malizioso.. come resistere? E poi, Julia non sarebbe mai riuscita a dire di no. Gli si avvicinò e lo guardò con un sorriso che lasciò senza fiato lui.

Julia: Ho 18 anni, so badare a me stessa.. – aveva sempre sognato di dire quella frase! - .. ma un passaggio lo accettò volentieri, sono stanchissima! – esclamò, con uno sbadiglio che fece ridere entrambi. In macchina risero e parlarono del più e del meno, conoscendosi meglio. Julia scoprì che Haru aveva un fratello, Kureno di 21 anni, che i suoi genitori erano morti quand’era piccolo, che lui adesso doveva fare 23 anni e che adorava il suo lavoro. E scoprirono di non abitare tanto distanti, perché entrambi stavano vicino all’agenzia. Dopo 10 minuti di strada, arrivarono davanti l’appartamento di Julia.

Julia: Grazie mille per avermi accompagnata – disse, scendendo dalla macchina e vedendo lui affacciato al finestrino. Lo vide chiudersi mentre Haru scendeva dalla macchina e l’accompagnava al cancelletto.

Haru: E’ stato un piacere, quando vuoi non esitare a chimarmi e verrò di corsa! – disse scherzoso. Si erano scambiati anche i numeri di cellulare!

Rimasero lì a guardarsi per un po’, impacciati, senza sapere bene cosa fare. Quando entrambi si avvicinarono e si scambiarono un bacio sulla guancia, non poterono fare a meno di ridacchiare.

Julia: Mm.. ci vediamo domani..

Haru: A domani Julia..

Le batteva il cuore così forte da avere paura che uscisse dal petto. Lui sorrise e tornò nella sua macchina, andando via e lasciando Julia in preda al suo cuore ormai impazzito.

 

Quella notte lo sognò. Sapeva che si sarebbero rivisti e che, magari, qualcosa sarebbe nato fra loro. Ma non c’era fretta. Nessuna fretta…

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