La felicità di Arthur

di HappYness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Salve a tutti!
Questa è la prima Fan Fiction che scrivo...premetto che non sono tanto brava e accetterò volentieri
consigli e critiche per migliorare. Ho deciso di iniziare con il mio manga preferito: Georgie.
Adoro la storia anche se avrei sicuramente preferito che Abel non fosse morto però la preferisco rispetto a quella dell'anime... Questa storia non si concentra sull'amore di Abel e Georgie ma soprattutto su Arthur. Immaginate che Arthur non sia mai caduto nel Tamigi e che Abel non sia mai morto... aggiungete l'arrivo di una ragazza che sconvolgerà la vita dei tre ragazzi, ma soprattutto quella di Arthur...
Buona Lettura.
Arthur continuava a rigirarsi nel letto non trovando mai pace. Sudava ed ansimava...segno che stava avendo un altro brutto incubo.
Poi di colpo urlò e si mise a sedere di scatto nel letto.
Lo aveva ancora sognato! Ormai faceva parte dei suoi incubi ogni notte...puntuale!
Arthur aveva quasi il terrore di chiudere gli occhi perchè si sarebbe ritrovato a ricordare, nuovamente, quelle scene.
La porta si aprì ed entrò nella stanza del ragazzo Abel preoccupatissimo..
-Arthur stai bene?
-Si Abel, non preoccuparti.
Abel gli andò incontro e si sedette accanto a lui per abbracciarlo.
-Fratellino, vedrai, con il tempo tutto passerà.
-Lo so, Abel, ormai ci sono abituato...vai a dormire. Sto bene!
-Non vuoi che ti faccia compagnia?
-No, grazie...vai nella tua stanza.
Abel, dopo essersi sciolto dall'abbraccio con il fratello, andò via.
Appena sentì il rumore della porta che si chiudeva, Arthur si sdraiò e cercò di soffocare le lacrime nel cuscino.
Aveva voglia di sfogarsi con qualcuno. L'avrebbe fatto volentieri con il fratello maggiore, ma lui stava già male
nel vederlo in quelle condizioni, così, l'unica cosa che gli restava da fare, era sopprimere quelle lacrime con la speranza di non addormentarsi di nuovo e rivedere ancora una volta tutto il male che gli era stato fatto...
Dopo che le lacrime furono cessate. Arthur iniziò a pensare...
Ormai abitava nella casa del Conte Gerald insieme a Georgie ed Abel.
Loro, finalmente, erano felici perchè entrambi avevano confessato il loro amore.
Arthur era contento per loro, anche se al posto di Abel avrebbe preferito esserci lui. Infatti provava ancora qualcosa per Georgie, ma aveva deciso oramai di reprimere per sempre i suoi sentimenti perchè vedere lei ed Abel felici insieme era la cosa più bella.
Era da tempo che ci pensava...aveva deciso, voleva tornare in Australia per poter allontanarsi per un pò da Georgie e per poter dimenticare tutto quello che gli era successo. Ne era sicuro!
L'Australia l'avrebbe aiutato a dimenticare!
Arthur si alzò dal letto appena vide che la stanza iniziò ad illuminarsi con i raggi del sole. Si avvicinò alla finestra e rimase ad osservare per un po' l'alba. La visione gli diede la conferma di non sentirsi a casa sua.
In Australia tutto era diverso... dalla finestra della casa in cui era vissuto riusciva perfettamente a vedere il sole che spuntava da dietro le colline. Le case di Londra, invece, non permettevano di assistere ad un simile spettacolo...il sole si vedeva a malapena.
Iniziò a ripensare a tutti i momenti trascorsi con Georgie, Abel e mamma Mary in quella casetta. Tutto era perfetto!
Era deciso. Arthur avrebbe parlato con i suoi fratelli proprio quel giorno. A colazione.
Così, deciso, si vestì ed aspetto che i due si svegliassero per poter fare colazione e parlargli.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


-Ragazzi, devo dirvi una cosa importante!
-Di cosa si tratta Arthur?
Gli chiese curiosa Georgie.
-Io ho deciso di...di tornare in Australia!
Il silenzio assalì la stanza. Abel e Gerogie rimasero senza parole.
-Cosa?
-Si avete capito bene! Voglio tornare in Australia e non riuscirete a farmi cambiare idea. Ho preso la mia decisione.
-Arthur, ma pensaci bene! Perchè non vuoi restare quì con noi?
Continuò la ragazza mentre gli occhi le diventavano lucidi.
-Non vi darò spiegazioni! Questa è la mia decisione...
-Ma tu non puoi lasciarci proprio adesso Arthur! Noi tre siamo felici insieme!
Georgie si alzò da tavola avvicinandosi ad Arthur...non lo aveva mai visto così deciso.
-Abel, dì anche tu qualcosa! Non puoi lasciarlo partire!
Disse poi voltandosi verso il suo amato.
-Georgie...Arthur è deciso. Non possiamo ostacolare le sue scelte.
Abel guardò il fratello minore che gli rivolse un sorriso. Per Arthur così fu molto più facile. Il fratello lo aveva compreso e non gli aveva chiesto spiegazioni, anche se sapeva che ben presto avrebbero dovuto parlare.
-E quando vorresti partire Arthur?
Gli chiese il fratello.
-Ancora non ho deciso...ma, credo che sarà molto presto.
A quelle parole Georgie corse via dalla stanza.
-Perchè vuoi andare via?
-Abel, tu hai coronato il tuo sogno! Georgie è tua! E non potrà mai essere mia...la amo ancora è per questo che devo allontanarmi da lei...sarà meglio per me, e poi...
Si fermò per un istante...poi continuò.
-...e poi sono sicuro che l'Australia mi aiuterà a dimenticare tutto quello che mi è successo...
-Ma come farai da solo?
-Non sarò da solo...ci sarà lo zio Kevin, la mamma che sento sempre vicina e soprattutto il ricordo di noi da bambini che correvamo e scherzavamo come dei veri fratelli.
-Oh Arthur!
Abel si avvicinò a lui e si abbracciarono.
-Se è questo che vuoi, sosterrò la tua scelta.
-Ma Georgie adesso mi odierà.
-Non dire così, non potrebbe mai farlo! Lo accetterà...ti capirà.
-Lo spero!
-Và a parlarle...
Arthur non se lo fece ripetere due volte e raggiunse Georgie nella sua stanza.
La ragazza piangeva ancora.
-Georgie, scusami...sono stato un pò duro con te...
-Arthur...perchè vuoi andare via?
Arthur si avvicinò a lei e le prese le mani chiudendole nelle sue.
-Georgie questo non importa...l'importante è che anche in Australia io saprò che tu mi vorrai sempre bene.
Georgie si buttò tra le braccia del ragazzo che la strinse forte a se.
Arthur assaporò quel momento perchè sapeva che, molto probabilmente, sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe potuto tener stretta tra le sue braccia la sua amata Georgie.
-Ti voglio bene Georgie.
-Oh Arthur, te ne voglio anche io!



Ciao a tutti!
Ecco il secondo capitolo della storia.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia e soprattutto kira91 per la recensione, sperando di non aver deluso le tue aspettative =) I primi due capitoli sono abbastanza brevi, ma cercherò di allungare gli altri.
Vi lascio. Un Bacio.
HappYness =)

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***



Salveee!
Ecco il nuovo capitolo =)
Ringrazio GiuggiaLulla & Tetide per aver commentato...e ringrazio anche tutti coloro che leggono soltanto =) Baciii.
HappYness


Quel giorno Georgie ed Abel decisero di uscire per fare una passeggiata.
Mano nella mano camminavano per le strade di Londra.
Georgie, da quando aveva saputo della decisione di Arthur, non aveva ancora pronunciato parola.
-Che ti succede Georgie?
-Oh, cosa??? Nulla...non preoccuparti.
-Lo so che sarà difficile ma dobbiamo accettarlo, Arthur sembra molto deciso.
-Infatti, non l'avevo mai visto così...
Continuarono a passeggiare. Georgie si guardava intorno cercando di trovare qualcosa che somigliasse alla sua amata Australia, ma purtroppo non ci riuscì...
-Abel, è tutto così diverso quì...mi manca l'Australia! Ma non voglio ritornarci...voglio restare con mio padre. Ora che l'ho ritrovato non voglio più perderlo...
Fece una pausa poi iniziò a pensare. E se anche Abel avesse voluto tornare in Australia? Come avrebbe fatto lei? Non voleva perderlo di nuovo...
-Però Abel se tu vuoi tornare con Arthur in Australia io ti capisco...io non posso essere d'ostacolo alla tua felicità...
-Georgie!
Esclamò lui avvicinandola a se...
-Sei tu la mia felicità.
Le stampò un dolce bacio sulle labbra e Georgie l'abbraccio.
Questo tenero  momento fu interrotto da delle grida.
Abel e Georgie capirono che provenivano da un vicolo che era nelle vicinanze. Un uomo, probabilmente ubriaco, cercava in tutti i modi di violentare una ragazza di più o meno 17 anni che cercava di liberarsi dalla sua presa.
Abel decise così di intervenire ed afferrò l'uomo. Quest'ultimo però si liberò dalla presa e diede un pugno ad Abel che cadde a terra mentre l'uomo scappava via.
-Abel stai bene?
Georgie si avvicinò al suo amato preoccupata.
-Si, certo...piuttosto la ragazza...
Entrambi si avvicinarono a lei...era ancora spaventata e tremava dalla paura. 
Alla vista della ragazza Abel e Georgie rimasero stupiti.
La ragazza somigliava molto a Georgie. Aveva i capelli lunghi, ricci e marroni e due occhi marrone scuro ed intensi. Se non fosse stato per i colori, la si sarebbe potuta scambiare anche per la gemella di Georgie!
L'uomo le aveva rotto tutto il vestito. Subito Georgie si tolse il mantello che indossava e lo mise a lei.
-Stai bene?
-Si, grazie a voi...
I due le diedero una mano ad alzarsi ma la ragazza perse improvvisamente l'equilibrio e svenne tra le braccia di Abel.

Appena riaprì gli occhi non riuscì a capire dove si trovasse. Era confusa...poi ricordò tutto.
Si voltò...quello non era il suo letto sicuramente. Il suo non era così morbido. Si sedette nel letto e si guardò intorno...si trovava in una casa stupenda. Poi vide la porta aprirsi.
Georgie entrò nella stanza sorridendole.
-Finalmente sei sveglia!
La ragazza osservò meglio Georgie e rimase sbalordita dalla somiglianza che aveva con lei.
-Ehy, hai avuto lo stesso effetto su di me poche ore fa!
Le disse la bionda ridendo.
-Spero ti sentirai meglio...
-Si, grazie per avermi ospitata a casa vostra.
-Non preoccuparti...e dammi del tu, mi chiamo Georgie.
-Io mi chiamo Giusy.
-Il tuo vestito era tutto rovinato, così mi sono permessa di rammendarlo e di lavarlo.
-Oh...non dovevi...è già troppo quello che hai fatto per me.
-Non preoccuparti...però nel frattempo che si asciuga puoi indossare una dei miei vestiti.
Giusy la guardò da testa a piedi. Lei indossava un abito bellissimo...era una nobile.
-Oh no...non posso.
-E perchè? Su dai, vieni con me.
Disse prendendola per mano e portandola nel suo guardaroba.
Giusy rimase incantata, non aveva mai visto tanti abiti in vita sua!
-Su, scegli quello che più ti piace!
-Davvero posso?
Chiese incredula la mora.
-Certo.
Così la ragazza si avvicinò ai vestiti e rimase subito incantata da uno...era azzurro, semplice e carino.
-Posso indossare questo?
-Certamente.
La ragazza lo indossò velocemente...non si riconosceva, sembrava un' altra persona.
-Grazie mille!
Disse la mora avvicinandosi a Georgie e prendendole le mani.
-Mi sembra quasi un sogno, non ho mai indossato un abito così bello! Grazie Georgie.
-Ah, non ringraziarmi...fino a poco tempo fa anche io non avevo la possibilità di indossare un vestito del genere sai...?
-Davvero???
E una parola tira l'altra Georgie finì per raccontare tutta la sua storia alla ragazza appena conosciuta che rimase senza parole.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


-Wow...la tua storia è così...così...
-Strana?
Le chiese Georgie sorridendo.
-Si! Ma diciamo che ne è valsa la pena...ora sei felice!
-Eh già...è lo devo soltanto ad Abel, Arthur e mio padre!
Continuarono a parlare del più e del meno.
Giusy le raccontò che lei aveva una storia più o meno simile alla sua. Non aveva mai conosciuto i suoi veri genitori perchè erano morti, pochi giorni dopo la sua nascita, a causa di un incidente avvenuto in casa loro. Infatti la casa si era improvvisamente incendiata e sia il padre che la madre erano morti. Solo lei e suo fratello erano riusciti a salvarsi. Da quel giorno vissero con la sorella della loro madre che li accolse come se fossero suoi figli. Il fratello oramai non viveva più con loro. Viaggiava sempre cercando di guadagnare qualcosa con qualsiasi lavoro. Invece lei e sua zia abitavano in una piccola casetta appena fuori dalla città.
I loro discorsi vennero interrotti da Abel che, dopo aver bussato, entrò nella camera. Dopo essersi presentato, invitò le due ragazze a raggiungere la sala da pranzo per poter mangiare con loro.
I tre ragazzi, così, attraversarono i grandi corridoi della casa. La mora rimase incantata da ogni minimo angolo della dimora. Si guardava intorno come sbalordita sotto lo sguardo divertito di Abel e Georgie.
Arrivati in sala da pranzo presero posto.
-Dov'è Arthur?
Chiese Georgie.
-Non ha fame...ha detto che non vuole essere disturbato.
-E papà?
-Eccomi Georgie.
Disse il Conte Gerald entrando nella grande stanza e, dopo essersi presentato a Giusy, prese anche lui posto a tavola.
Giusy era molto imbarazzata dalla situazione! Non si era mai ritrovata a pranzare con un conte!
L'imbarazzo però presto andò via...infatti, quelle persone erano così disponibili con lei, che le sembrò di essere a casa sua.
Dopo pranzo, Georgie e Giusy, fecero una passeggiata nel grande giardino della dimora dei Gerald.
Chiacchierarono come due amiche.
-Georgie, grazie di tutto, ma adesso devo proprio andare! Mia zia sarà preoccupata.
-Oh, non preoccuparti. Vieni con me, andiamo a prendere il tuo vestito.
-Non ti disturbare, continua a fare la tua passeggiata, vado a prenderlo da sola.
Le disse la mora sorridendole.
-Va bene. Lo trovi nella stanza in cui hai dormito.
Giusy raggiunse l'ingresso della casa.
Iniziò a camminare per i corridoi e poco dopo si rese conto di essersi come persa!
Si guardava intorno in cerca di qualcosa di familiare...ma purtroppo non trovò nulla. Ebbe il desiderio di tornare indietro e di farsi riaccompagnare da Georgie...ma avrebbe fatto di sicuro una brutta figura!
Continuò a camminare finchè non si fermò fuori ad una porta. Sentiva qualcuno piangere.
Si avvicinò alla porta e si accorse che era aperta. Curiosa com'era la voglia di osservare era tanta...ma che figura ci avrebbe fatto se qualcuno l'avesse vista?
Non le importò ed iniziò a sbirciare.
Scorse una figura maschile appoggiata al davanzale della finestra. In primo momento le sembrò Abel...poi però si accorse che non era lui anche se gli somigliava tanto.
Poi ricordò e penso che forse quello doveva essere Arthur, il fratello. Non riuscì a capire il motivo di quelle lacrime.
Lo osservò per qualche minuto ed il suo cuore sembrò quasi condividere la sua tristezza. Rimase come incantata e solo poco dopo si accorse che involontariamente delle lacrime le rigavano il viso. Si allontanò subito asciugando le lacrime e corse via cercando di non fare rumore. Riuscì fortunatamente a trovare quella stanza e dopo essersi cambiata raggiunse Georgie in giardino.
-Oh finalmente!
-Scusami tanto Georgie, ma non riuscivo a trovare la camera. Ora vado.
-Va bene...e torna a trovarci quando vuoi! Sarai sempre la benvenuta!
E dopo essersi salutate Giusy andò via ancora un pò confusa da quello che era successo.
Georgie la osservò allontanarsi e non si accorse della presenza di Abel al suo fianco.
-Georgie?
-Eh...Abel?
-Sei sempre distratta!
-No Abel...la osservavo! Mi ricorda così tanto me...
Ed infatti era proprio vero...Giusy sotto qualche aspetto era molto simile a lei non soltanto fisicamente. Ben presto, infatti, Giusy avrebbe scoperto dei segreti sulla sua famiglia...

Salve! 
Scusate se per un bel pò di tempo non ho aggiornato ma sono stata impegnatissima purtroppo =S
Spero ci sia ancora qualcuno che segua la storia!
Comunque ci tenevo a ringraziare Karmilla, Tetide, GiuggiaLulla, mark93 e serena1989 che hanno commentato i capitoli precedenti =D Grazie mille!
Il prossimo capitolo a breve ;)
Ciaooo

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