•One hundred suns until we part•

di Ellens
(/viewuser.php?uid=76024)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non nasci imparato ***
Capitolo 2: *** Il fumo uccide ***
Capitolo 3: *** Ho sceso tenendoti il braccio ***



Capitolo 1
*** Non nasci imparato ***


I believe in nothing

I believe in nothing
One hundred suns until we part
{30 Seconds To Mars}


Non si nasce imparati, dicevano.

Apri gli occhi al mondo e non sai un bel niente della vita; avresti bisogno di qualche tempo per ingranare, forse, eppure nessuno ti aspetta.

A sei anni devi già essere l'alunno modello, devi saper leggere e scrivere, devi saper stare composto a tavola, contare fino a cento, andare in bicicletta e restare a galla in acqua.

A sei anni, sei già pronto per morire, pensi, tanto non c'è nient'altro da imparare nella vita.

Eppure, a sei anni, nessuno ti ha mai spiegato come si ama; è inutile cercarlo nei libri, in biblioteca o tra i cassetti della nonna, è inutile affidarsi a delle parole scritte su carta, o delle pellicole trasmesse in TV.

E' inutile tentar di capire come questo funzioni, ed è inutile credere di averlo capito.

Un bel giorno, di punto in bianco, il destino ti sbatte in faccia un ragazzo che neanche conosci, e quasi ti urla che ora te la devi sbrigare da sola.

Un bel giorno, di punto in bianco, scopri che sui libri di scuola c'è scritto poco o niente della tua cazzo di vita, e nessun grande matematico o storico ha la minima intenzione di aiutarti a capirla.

Ti lasciano annegare nel tuo insulso brodo, alzando le spalle e dicendo che la vita è la tua, non possono mica aggiustarla loro.

Un bel giorno scopri che l'amore è più pesante di un tragico cinque in tecnica o storia dell'arte, e ti chiedi a cosa ti sia servito studiare per quattro anni le proiezioni ortogonali.

Un bel giorno, che poi di bello ha poco o niente, ti ritrovi da solo davanti alla tua vita che sembra infinta, disseminata d'amore, e ti rendi conto che su quell'argomento non hai studiato niente.

E ti senti angosciata, perchè un cinque in amore proprio non lo vuoi.

Ho deciso di gettarmi in una raccolta, giusto per staccare un attimo (nei momenti morti ) dalle storie che ho incorso.

Potrei aggiornare ogni giorno come non aggiornare per mesi interi, dipende dall'ispirazione, che quando serve non giunge proprio e quando è inutile è sempre lì che ti bussa alle spalle e non ti lascia un attimo in pace.

Comunque sia, come ho già detto, sarà una raccolta, nessun capitolo sarà legato.

In questo primo... capitolo? ... non ci sono personaggi, è solo per introdurre il grande, tragico argomento che non sarà mai spiegato.

Perchè l'amore è tutto diverso, nessuno può insegnarlo ad una persona, perchè l'amore che vedo io non lo vedrà nessuno, e l'amore che vede un altro non lo vedrò mai io.

L'amore cambia colore da persona a persona, cambia sfumatura, cambia la vita.

L'amore è una materia ignota che ti tengono nascosta fino all'adolescenza, un po' come l'educazione sessuale, che poi con l'amore c'entra tutto e niente, e ti punto in bianco te lo ritrovi fra la lista delle cose da imparare:

- La poesia di Leopardi studiato

- l'equazioni studiato

- I promessi sposi studiato

- che cosa si coltiva in Nuova Zelanda studiato

- Caravaggio studiato

- l'amore oh, cazzo, e questo che è?

E quindi, boh. Questo è quanto.

Spero che l'idea vi piaccia

Ci si rivede al prossimo capitolo... Credo?

Un bacio!

Ah, un'ultima cosa, all'inizio di ogni capitolo ci sarà una canzone che, magari, non c'entrerà proprio niente con il capitolo, ma che in quel momento mi andrà a genio. O magari, c'entrerà proprio tutto, ma nessuno lo capirà perchè la mia mente è malata e poco normale.

Negli ultimi tempi mi sono infognata con i 30 Seconds to Mars, e, ovviamente, vi tartasserò con loro, già lo so.

Chiedo perdono per le non fans, oppure batto il cinque alle loro ammiratrici.

~Ellens

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il fumo uccide ***


We were the kings and queens of promise

We were the kings and queens of promise
We were the victims of ourselves

{30 Seconds to Mars}

 

 

 

 

 

 

Camminava veloce per strada, il cappuccio calato sul capo e una sigaretta tra le mani.

Non avrebbe dovuto fumare, le sarebbe piaciuto smettere, una volta tanto.

Storse un attimo il labbro, mentre la sua mente lavorare febbrilmente, lucida nella sua pazzia.

Aveva promesso a se stessa di smettere, di mettere fine a quella dipendenza.

Le promesse, però, non erano il suo punto forte.

Dopotutto, la vita era la sua, e aveva tutto il diritto di uccidersi o salvarsi; la vita era la sua, e aveva tutto il diritto di mentire a se stessa.

- Lo sai che il fumo uccide?-

Si voltò di scatto, fulminando con gli occhi un ragazzo poco più alto di lei; odiava quella frase, odiava i moralisti ed odiava chi le rivolgeva la parola senza conoscerla.

Odiava quel tipo, chiunque egli fosse; tirò dritto, senza degnarlo di un ulteriore occhiata, allungando il passo per seminarlo.

Lui, senza batter ciglio, la raggiunse - Potresti almeno aver pietà del mio squallido modo per abbordarti?-

- Dovrei?-

- Oh, io dico di sì-

- Io dico di no, e con questo ho detto tutto. Ciao- sventolò la mano, esibendo lo stesso sorriso falso che mostrava dinanzi ad una maglia di lana della nonna.

Lui, però, non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere - Un caffè?-

- No-

- Un hamburger?-

- Sono vegetariana-

- Davvero?-

- No, è solo un modo per liquidarti-

- Allora vada per l'hamburger-

- Cosa non ti è precisamente chiaro della parola "ciao"?-

Lui alzò le spalle - Credevo che quel ciao fosse un modo carino per dirmi "inseguimi, sono pazza di te"-

- Dimmi che scherzi-

- Sì, era solo un altro modo per abbordarti-

- Tu conquisti sempre ragazze sconosciute per strada?- chiese lei, fermandosi davanti ad una vetrina per osservare critica i vestiti.

- Certo-

- E funziona?-

- Tu sei il mio record in quanto alla durata della conversazione-

Lei trattenne un sorriso, calcando di più il cappuccio sulla testa.

- Hai l'aria dannata, è un modo per abbordarmi?- disse lui, appoggiandosi alla vetrina.

- Uno, non riesco a vedere il vestito che hai appena coperto, due, non ho intenzione di provarci con sconosciuti incontrati per strada-

- Io sì, come la mettiamo?-

- Mettiamola così: tu vai a destra, io vado a sinistra, magari con un po' di fortuna non ci rivedremo mai più e nel giro di tre giorni ci dimenticheremo-

- Il piano non fa una piega-

- Ecco, vedi? Ora, inizia ad andare a destra...-

- Chi ti ha detto che ho intenzione di seguirlo?-

Lei alzò un sopracciglio, squadrandolo da capo a piedi: aveva decisamente una faccia tosta di dimensioni anomale.

- Hai intenzione di parlarmi ancora per molto tempo?-

- Sì, mi stai simpatica-

Lei sbuffò, riprendendo a camminare; non avrebbe dovuto dargli corda sin dall'inizio, ora non se lo sarebbe più scollato di dosso.

- Sei fidanzata?-

- No, voglio farmi suora-

- Oh, io prete, ti va un incontro focoso nella camera del sacrestano?-

- Aspetta, questa proposta è troppo succulenta, devo ragionarci sopra prima di rispondere- si portò la mano al mento, fingendosi sovrappensiero - "sparisci" vale come risposta?-

- No- sorrise lui.

Una faccia tosta più che anomala, quasi infinita.

- Cosa posso fare perchè tu te ne vada il prima possibile?-

- Una sigaretta. Dammene una-

- Il fumo uccide- gracchiò lei.

- Chi ti ha detto che io non voglia morire?-

- Non avrò un cancro sulla coscienza, sappilo. Al massimo posso regalarti cinque preziosi minuti della mia esistenza, ma solo cinque-

- Perfetto- il suo volto si aprì nell'ennesimo sorriso - una panchina sarà il posto perfetto-

- Per cosa?-

- Per farti cadere ai miei piedi- e, così dicendo, si inoltrò nei giardini lì vicino, alla ricerca di un posto lontano dalle urla dei bambini.

Lei lo seguì in silenzio, un sorriso da tenere a bada sulle labbra e una sigaretta spenta sul marciapiede, nel punto in cui si trovava pochi secondi prima.

La vita era la sua, e aveva tutto il diritto di mantenere certe promesse.

La vita era la sua, e aveva tutto il diritto di salvarsi o di uccidersi.

Tutto il diritto di chiedere aiuto, per non essere la vittima di se stessa.

 

 

 

Ecco, come non detto.

L'ispirazione viene sempre per le cose che potresti tirarti dietro anni, mentre ciò che dovresti aggiornare può aspettare.

Ovviamente.

Cioè, rendiamocene conto, ho creato la raccolta solo ieri e già sono qui ad intasarvi con le mie giganti seghe mentali, mentre dovrei studiare, vestirmi, uscire, forse scrivere capitoli per altre storie, e invece...

Mia madre mi chiama "u con du cacciataur" da buona meridionale, perchè il cane del cacciatore quando deve pisciare non piscia, e quando deve cacciare va a pisciare.

Io quando devo fare altre cose scrivo, e quando devo scrivere, faccio altre cose.

Ma non è colpa mia, ve lo assicuro, è l'ispirazione, quella stronza!

........?.......

... E mi ritrovo a parlare di cani che pisciano... ecco cosa intende la gente quando dice che non sono a posto. Ora comprendo.

Va bene, ho finito, devo smetterla di dilungarmi, devo davvero smetterla.

Basta.

Me ne sto andando.

Lo giuro.

 

~Ellens

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Ho sceso tenendoti il braccio ***


Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio

 Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
      non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
 Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
      le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
      erano le tue.

{Eugenio Montale}

 

 

 

 

 

 

 

Gli anni passano, tendono ad annidarsi nelle rughe del viso raggrinzito, nelle mani fragili, non più veloci come un tempo, nei capelli bianchi che ricoprono il capo come un velo.

Gli anni passano lenti, ormai.

 

Prendo la mia solita borsetta di pelle nera, quella che mi avevi regalato per il mio settantesimo compleanno, e me la metto a tracolla.

Pesa un po' di più, da quando non ci sei, come se ti fossi nascosto al suo interno.

La realtà è che tutto è diventato più lento, più pesante, più insopportabile, senza di te.

Sbuffo appena, mentre mi richiudo la porta alle spalle e volgo lo sguardo a quelle scale; ti ricordi come mi prendevi a braccetto, per aiutarmi a scenderle?

Io sì.

Mi sento vuota, un po' persa, aggrappandomi a quello scorrimano col terrore di cadere.

Quando mi aggrappavo a te, la paura svaniva, te lo ricordi?

 

Sospiro un po', mentre mi incammino verso il cimitero; lenta e traballante, non ho dove appoggiarmi.

Qualcuno mi saluta, sorride impietosito, perchè sa che giorno è oggi.

Altri non mi conoscono, ma sorridono ugualmente, perchè sul viso ho il marchio della stanchezza, della solitudine, del vuoto che tu hai lasciato: lo si legge tra le rughe.

A te piacevano le mie rughe, ricordi? Dicevi che mi davano un'aria vissuta.

Ogni tanto, credo che tu non le abbia mai viste davvero.

 

Arranco ancora un po', finché il tuo viso non mi rivolge lo sguardo, da dietro il vetro della foto.

Sei felice, forse un po' spento, ma felice.

Quando avevamo fatto quella foto, mi eri parso tanto bello, tanto libero.

Tanto vivo.

Ora, sembra solo una brutta copia di ciò che eri, un riflesso sporco e appannato.

Accarezzo la lapide fredda, mentre cerco di sorridere; a te piaceva tanto quando sorridevo, mi ripetevi che ero bella come il sole.

Oggi, però, ci sono le nuvole.

Oggi sono tre anni che scendo le scale da sola, aggrappandomi allo scorrimano, sempre più insicura.

Perchè in due, scendere le scale, era un po' più bello; in due, se io fossi inciampata, non sarei mai caduta a terra: tu mi avresti sorretto.

Ora, invece, è un po' come camminare sul filo sottilissimo della vita, sapendo che prima o poi cadrò.

E quando cadrò non ci sarà nessuno a riacciuffarmi.

 

 

Avevo detto che avrei preso ispirazione dalle canzoni, ma ho letto questa poesia e non ho potuto non scrivere ciò che ho appena pubblicato.

No, proprio no.

Okay, non ho molto da dire, sono tanto triste T_T

Alla prossima, care.

Un  bacio!

 

~Ellens

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=646277