Our lives

di linpa88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuoco e fiamme ***
Capitolo 2: *** Voglio solo te ***
Capitolo 3: *** Il mio angelo ***
Capitolo 4: *** Il prezzo da pagare ***
Capitolo 5: *** Paura ***
Capitolo 6: *** 6. Hogwarts ***
Capitolo 7: *** 7. L’inizio della fine ***
Capitolo 8: *** 8. Un destino avverso ***
Capitolo 9: *** 9. Un amore che fa impazzire ***
Capitolo 10: *** 10. Terrore ***
Capitolo 11: *** 11. Scelte ***
Capitolo 12: *** 12. Lettere ***
Capitolo 13: *** 13. Il ritorno di Lucius ***
Capitolo 14: *** 14. Dilemma ***
Capitolo 15: *** Per sempre ***
Capitolo 16: *** La battaglia finale (pt.1) ***
Capitolo 17: *** La battaglia finale (pt.2) ***
Capitolo 18: *** Le nostre vite ***



Capitolo 1
*** Fuoco e fiamme ***


Avvertenze: Tutti i personaggi e le situazioni conosciute appartengono all'autrice J.K.Rowling, le altre sono inventate e di pura mia fantasia.

Un ringraziamento speciale per questo mio primo capitolo a Checco che mi ha ispirato con una ruolata epica questa storia e le altre che ne seguiranno, sperando che gli piaccia il modo in cui ho cercato di ritrarre il suo Lucius... Un piccolo pensiero per la forza che dimostra a sopportare una "mamma" e una "moglie" come me.

 Ottobre 1970

Il compito di controllare che tutti gli studenti fossero nelle loro stanze, era un dovere fondamentale di ogni Prefetto, e questo comprendeva anche un giro nella sala comune, tappa che la giovane Narcissa Black prediligeva perché in quel momento della nottata era completamente deserta e l’assoluto silenzio della stanza la rilassava, mentre seduta su di una delle poltrone di fronte al caminetto scoppiettante, leggeva svogliatamente un libro di incantesimi che forse qualche ragazzino del primo anno aveva sbadatamente dimenticato, finchè una voce che conosceva fin troppo bene la ridestò dai suoi pensieri
“Ancora sveglia ragazzina?.” Presa alla sprovvista la ragazza sussultò per lo spavento e fece cadere il libro per terra, fulminando con lo sguardo il ragazzo alle sue spalle
“Potrei farti la stessa domanda! Malfoy.” Pronunciò l’ultima parola con tutto il disprezzo che il suo essere le permetteva di provare verso il giovane
“Sono un Prefetto ragazzina! E si da il caso che stia controllando che nessuno fosse fuori dal suo letto.” Rise ghignando “A quanto pare però, c’è ancora qualcuno che non è caduto tra le braccia di Morfeo.”
“Sono Prefetto anche io Malfoy e si da il caso che stessi controllando io la sala comune.”
“O mi dispiace di aver interrotto il suo diligente lavoro! Una lettura davvero interessante.” Disse abbassandosi a raccogliere il libro
“Sei di troppo qui Malfoy, buonanotte.” Sibilò lei furente
“Oh! Non si dica mai che lascio da sola una giovane ragazza, sarebbe da rozzi e maleducati! Cosa che io non sono.”
Indispettita Cissy si avviò verso l'entrata dei sotterranei aprendola con un gesto “Perdonami Malfoy, voglio far uscire tutte le arie e le stupidaggini che escono dalla tua bocca.” Rise divertita
“Siamo leggermente acidelle stasera? Ti ha punto un doxy per caso?.” Le alza il viso con l'indice per guardarla negli occhi “Attenta ragazzina. Stai giocando con il fuoco. Nessuno può parlarmi in questo modo, tantomeno tu.”
Con un gesto della mano la ragazza schiaffeggiò la sua mano, infastidita da tanta confidenza “Attento tu Malfoy! Detesto i palloni gonfiati come te che si credono di essere chissà chi. Non osare rivolgerti mai più a me in questo modo. Si vede che la classe e l'eleganza non si acquistano solo con un nome e non tutti ce l'hanno!.”
“Io… mia cara signorina Black, sono l'eleganza fatta persona. Ma infondo tu sei ancora una bambina e non puoi comprendere certe cose.” Le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarlo in volto, e la ragazza profondamente umiliata da tanta sfacciataggine gli tirò uno schiaffo con tutta la forza che aveva, costringendolo a lasciarla libera mentre con una mano lui si accarezzò la guancia dolorante, senza però levarsi quello sguardo divertito dalla faccia, cosa che infastidiva Narcissa enormemente “Hai un temperamento troppo focoso ragazzina! Nessuno apprezza le donne dalle maniere forti.”
“Taci Malfoy altrimenti ti farò pentire di…” Non fece in tempo a finire la frase che in un impeto rabbia Lucius la spinse con un braccio contro il muro bloccandola e impedendole la fuga; lentamente si avvicinò al suo volto, fino ad essere talmente vicino alle sue labbra che riuscì a scorgere una nota di essenza alla frutta nel suo profumo, lentamente si avvicinò al suo collo sfiorandolo appena con la punta del naso. Narcissa rimase li impietrita, con gli occhi che fissavano un punto lontano della stanza. Quando Lucius si staccò da lei, il suo respiro acellerato era l’unica cosa che tradiva la sua calma, mentre lui divertito sogghignava, aveva colto nel segno riuscendola a sorprenderla come solo lui sapeva fare
“Buona notte ragazzina.” Bisbigliò lui al suo orecchio “Sono certo che non dimenticherai facilmente il nostro incontro di questa sera.” Disse trionfante con un sorriso stampato sul volto prima di dirigersi verso il dormitorio maschile; quando Narcissa fu sicura che non fosse più nei paraggi si strinse nella sua divisa correndo il più velocemente possibile verso la sua stanza dove nella solitudine del suo letto pianse per l’umiliazione ricevuta.

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Capitolo 2
*** Voglio solo te ***


Ed eccomi ancora qui con il secondo capitolo della storia... continuano i ricordi di Cissy della sua infanzia. Il capitolo è dedicato  a J. K. Rowling senza la quale nessuna delle mie storie avrebbe senso di esistere. Continua a farci sognare Zia Row.
Luglio 1972

“È un immenso piacere unire le nostre famiglie Cygnus.” Disse Lord Malfoy porgendogli la mano
“Il piacere è tutto mio, caro Abraxas, finalmente i due eredi delle più grandi famiglie di maghi purosangue si uniscono in matrimonio. Sarà un grande giorno quello.” rispose cordialmente lui stringendogliela “Lucius e Bellatrix saranno l’inizio di una nuova famiglia, la stirpe dei Black non poteva trovare alleato migliore.”
Cygnus Black e Abraxas Malfoy avevano appena preso accordo per far sposare i primogeniti delle loro famiglie il più presto possibile. L’unione sanciva il rispetto che correva tra le due famiglie e avrebbe portato onore e gloria ai due ragazzi.
Silenziosamente al fianco dei mariti, Druella Black ed Elizabeth Malfoy sorridevano con la cortesia della circostanza alla lieta notizia, i preparativi per le nozze le avrebbero tenute impegnate per molto tempo, ed entrambe volevano poter dire la loro nell’allestimento di quel giorno.
Poco più in là, una schiva Bellatrix Black ascoltava silenziosa il decidersi del suo futuro, con tutti quei sorrisi e tutte le strette di mano che il protocollo comprendeva; non valeva la pena neanche di aprire la bocca, perché sapeva benissimo che nessuno avrebbe preso in considerazione quello che aveva da dire, sentiva solo la silenziosa rassicurazione di sua madre che le cingeva le spalle con un braccio; sapeva che questa cosa la rendeva felice e sapeva che non poteva opporsi quindi non si prendeva la pena neanche di partecipare al discorso.
Differentemente da lei un giovane Lucius Malfoy assisteva con sguardo contrariato alla decisione presa dai due uomini, benché il suo sogno fosse di sposare una strega purosangue, Bellatrix Black non rientrava tra le sue scelte; e seccato da quella situazione, si congedò educatamente uscendo nel giardino della villa, dove le altre due sorelle Black si trovavano insieme, intente a godersi il sole estivo
“Buon pomeriggio Milady.” disse lui cortesemente avvicinandosi alle due “È un piacere incontrarvi.”
“Salve Lord Malfoy.” rispose Andromeda senza però alzare lo sguardo dal suo lavoro; irritata invece dalla sua presenza Cissy, lo ignorò completamente finché sua sorella non le tirò una gomitata e spazientita sibilò “Salve Malfoy.”
Divertito Lucius, le si avvicinò prendendo la sua mano, baciandola con garbo “Vedo che l’estate ti ha fatto bene ragazzina, sei diventata più educata!.”
Stizzita Narcissa, ritirò subito la mano “Oh bhè.” disse lei “Bisogna pur onorare la parentela adesso che si è così vicini a questo felice matrimonio.” sorrise
Lucius non apprezzò, però la battuta e s’irrigidì scurendosi in volto “Sarà un piacere condividere le mie giornate al tuo fianco ragazzina, in fondo siamo vecchi amici.” aggiunse sapendo di infastidirla
“Scordatelo Malfoy! Il giorno del tuo matrimonio sarà l’ultimo in cui mi vedrai; quindi non prenderti pena per la mia solitudine, finirà presto.”
“Stento a crederlo mia cara! Povera l’anima che dovrà sopportarti ragazzina.” la punzecchiò. Infastidita da quel continuo scambio di battute Andromeda, si alzò e raccolta la sua roba rientrò in casa borbottando, lasciando da soli i due ragazzi
“Anche mia sorella ti trova fastidioso Malfoy, attendo con ansia che queste tue visite smettano, o mia sorella non ti perdonerà tanta leggerezza.”
“Il fatto di essere sposato non mi precluderà altre compagnie ragazzina.” disse lui giocherellando lascivamente con il suo bastone.
“Tu parti dal presupposto che io la accetti Malfoy.” disse lei guardandolo in segno di sfida
“E tu parti dal presupposto che io stessi parlando di te ragazzina.” ghignò “Ma non è così.”, tremendamente offesa Narcissa chiuse con rabbia il libro decisa a non dargli altra soddisfazione
“Buona giornata Malfoy.” Stava per andarsene quando una presa forte e decisa le afferrò il braccio impedendole di muoversi, “Lasciami andare Malfoy, altrimenti….” le intimò la ragazza prima che con uno strattone fu portata talmente vicino al ragazzo da potersi perdere in quegli occhi così grigi e profondi
“Altrimenti cosa mi fai ragazzina?.” Chiese lui portandola ancora più vicino a lui, guardandola in quegli occhi azzurri come il cielo limpido, rimanendo per un attimo senza fiato da tanta bellezza “Io non voglio tua sorella, io voglio solo te.” disse poco prima di unire le sue labbra su quelle della ragazza, dischiuse per lo stupore di quella dichiarazione; Narcissa sorpresa dalle sue parole si lasciò sopraffare facendo cadere le sue difese e abbandonandosi a quel bacio così pieno di passione, tanto da sorprendere il ragazzo che si aspettava una reazione del tutto diversa; le cinse i fianchi con le braccia facendo aderire i loro corpi, baciandola sempre con crescente passione
“Narcissa!.” tuonò una voce furibonda “Che cosa stai….” La ragazza si liberò subito di quelle labbra, l’espressione sul volto del padre era inequivocabile, avrebbe passato molti guai; sospirò staccandosi mortificata da lui
“Padre, io….”
“Taci!.” Le intimò lui con il suo tono imperioso “Ciò che hai fatto è una cosa riprovevole per una ragazza del tuo rango….” Ma non finì a parlare perché Elizabeth Malfoy lo interruppe con un cenno della mano
“Cygnus caro, non c’è nulla per cui adirarsi.” disse lei con la sua incredibile voce vellutata
 Guardali mio caro, alla fine i Black e i Malfoy si uniranno lo stesso non convieni?.”
Narcissa guardò la donna rimanendo in silenzio mentre tutti li guardavano con aria rimuginante, si girò verso Lucius e sorrise.

Tempo dopo avrebbe giurato che un’espressione di gioia comparve sul volto di sua sorella Bellatrix.


Settembre 1976

“Vuoi tu Lucius Malfoy prendere la qui presente Narcissa Black come tua legittima moglie e amarla e onorarla finché morte non vi separi?.”
“Lo voglio.” rispose lui senza alcuna esitazione
“E vuoi tu Narcissa Black prendere il qui presente Lucius Malfoy come tuo legittimo marito e amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?.”
La ragazza guardò il suo fidanzato e sorrise al pensiero della sua nuova vita “Lo voglio!.”

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Capitolo 3
*** Il mio angelo ***


Questo pezzo è dedicato alle mie sorelle: La mia vecchiaccia e la mia ciabattona! Ho cercato di dare un contegno alla vostra Bellatrix, sempre molto utile nei momenti del bisogno.

28 maggio 1980

Chère mère
Sono felice che tu abbia risposto, è confortante sapere che papà sta bene e che sia felice di diventare nonno; il tempo ormai è quasi scaduto e i dolori si fanno sempre più persistenti; Lucius sta avendo molta pazienza con me a volte penso di non meritare un marito così. La mia perfetta vita ha ricevuto il dono di un erede, a volte credo che sia troppo bello perché sia vero, ma dopo tutto quello che ho passato prima, immagino che un po’ di felicità spetti anche a me. Maman so che avresti voluto che il piccolo nascesse in Francia, ma le mie condizioni non mi permettono di spostarmi e Lucius è stato categorico; è molto protettivo ma so che lo fa per il nostro bene. Maman mio figlio avrà il meglio che la sua famiglia potrà offrirgli. Sono così eccitata e spaventata allo stesso tempo e vorrei tano che tu fossi qui cone me. Bellatrix e Rodolphus arriveranno qua a momenti, anche se temo che lei non sia molto entusiasta all'idea di dovermi sopportare. Spero che tutto vada bene così da poterti mandare una foto di tuo nipote appena nascerà. Chissà se sarò una buona madre come tu lo sei stata con me. 
Abbraccia forte papà e digli che mi manca moltissimo.
Con affetto e devozione.
Tua figlia.
Narcissa Malfoy

 5 giugno 1980

La stanza privata che Lucius Malfoy aveva fatto occupare per sua moglie al San Mungo era piena di regali che tutti i conoscenti della famiglia Malfoy avevano mandato per congratularsi del lieto evento. Appena uscita da nove ore di travaglio Narcissa si trovava distesa nel suo letto, intenta a riposare dopo il parto, mentre suo marito le stringeva una mano; dall’altra parte della stanza sua sorella Bellatrix rimaneva in silenzio a giocherellare con i doni per il piccolo. Narcissa aprì lentamente gli occhi, cercando di abituarsi alla luce che filtrava dalla finestra e con un lento sussurro disse:
“Lucius, come sta?.”
Vicino a lei suo marito portò la sua mano vicino alle sue labbra posando un leggero bacio di rassicurazione
“Sta bene Cissy! È un maschietto in salute.”
Gli occhi di Cissy si riempirono di lacrime di gioia “Amore voglio vederlo!.”
“Tranquilla Cissy.” disse lui cercando di calmarla “Lo porteranno presto! Sta calma.” aggiunse baciandola sulla fronte.

 

 10 giugno 1980

Chère mère
Il bambino è nato. È un maschietto in buona salute, il più bel bambino che abbia mai visto. Il suo nome è Draco, Draco Lucius Malfoy. Maman non posso ancora crederci: adesso sono mamma anch’io. Lucius è così felice. Adesso dopo tanta sofferenza, ho una ragione in più per andare avanti. Tuo nipote ha già conquistato tutti, pensa che ho visto persino Bellatrix fargli un mezzo sorriso. Tutto ciò che ho sempre desiderato, si sta finalmente realizzando mamma. Aspetto con ansia il Vostro ritorno, voglio che conosciate vostro nipote.
Tua figlia.
Narcissa Malfoy

Narcissa mise la lettera nella busta, aggiungendovi una foto che li ritraeva: lei seduta e sorridente stringeva tra le braccia suo figlio, il sole che illuminava la stanza risaltava il biondo dei capelli del piccino che sonnecchiava beatamente tra le braccia della madre stringendo i pugnetti; dietro di loro, in piedi, Lucius Malfoy sorrideva garbatamente mentre con una mano accarezzava dolcemente la spalla della moglie. Chiuse la lettera e l’affidò al suo gufo diretto per la Borgogna, dove i suoi genitori si trovavano per affari; chiuse le imposte della finestra quando Eris spiccò il volo, e si diresse verso la culla di suo figlio, lo prese delicatamente in braccio e si sedette sulla sedia a dondolo con quel fagottino tra le braccia e cullandolo dolcemente, mentre lacrime di gioia le scendevano, rigandole il viso.
“Sei il mio angelo Draco.”

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Capitolo 4
*** Il prezzo da pagare ***


Questo capitolo è dedicato a tutti le persone che mi seguono in questa storia! Così come Cissy mi sbalordisce il fatto che io sia qui a dare voce ai miei pensieri e mi sbaloridsce ancora di più sapere che c'è tanta gente che apprezza la mia storia, così per ringraziarvi appena ho un'idea butto giù il capitolo e aggiorno... così un ringraziamento speciale va ai miei fan su facebook (Cassandra, la mia Baby, Lisbeth, Lucius, Jenny, Arte Misia, Lilith, Sara, Amanda, Checco, Mary, la mia Paty, la vecchiaccia e Tom) e le mie fedelissime qui su EFP (ayumi_L, Sognatrice85, sTar__, e Viki_chan) Grazie di cuore a tutti! Amy

15 settembre 1980

“Cissy amore, è la cosa migliore per Draco fidati!” disse Lucius stringendo a sé la moglie
“Lo so mon amour” sospirò
“Fidati di me, non ci succederà niente”

Narcissa entrò nella sua stanza da letto con gli occhi rossi e gonfi di chi aveva appena pianto, silenziosamente si avvicinò alla culla di suo figlio che riposava beatamente, si sedette vicino a lui e si morse le labbra per evitare una nuova ondata di lacrime che sentiva, stavano per arrivare; delicatamente, facendo attenzione a non svegliarlo accarezzò il viso di suo figlio, sospirando e ancora scossa alla notizia si alzò e si diresse verso il suo pregiato scrittoio d’ebano, ne aprì un cassetto e ne estrasse un vecchio quadernino logoro che arrecava lo stemma dei Black sulla copertina consunta di velluto nero, poco più sotto in grandi caratteri d’oro una scritta portava il nome della donna; Narcissa lo sfiorò con un dito e disse
Toujour pur”
Aprì una pagina bianca e dopo aver intinto la sua penna di pavone nel calamaio, prese a scrivere

 

Caro diario,
25 anni e sono ancora qui a scrivere come se fossi ancora una ragazzina; sbalordisce anche me stessa perdere ancora tempo a dare una forma ai miei pensieri ma Lucius mi ha detto di non farne parola con nessuno, ed io ho tanto bisogno di sfogarmi.
 Ieri Bellatrix è venuta con Rodolphus a far visita a Draco. A un certo punto hanno iniziato a parlare con Lucius di un certo Signore Oscuro, di una guerra per il potere, sterminio di mezzosangue, nati babbani e traditori. Per quanto la cosa mi renda felice, da un lato sono spaventata; Lucius ha acconsentito a diventare uno dei suoi fedeli seguaci come Bella e Rodolphus, si fanno chiamare Mangiamorte. Mi ha assicurato che niente succederà né a me né al bambino, quando gli ho detto che lo avrei seguito ovunque, qualunque cosa facesse mi ha fatto promettere che non sarei mai diventata come lui, che avrei dovuto pensare solo ed esclusivamente a Draco, se qualcosa di brutto accadesse a mio marito, non potrei mai andare avanti senza di lui. Mio padre sembra così entusiasta della cosa, ma lui non sa, le voci girano, gli Auror li stanno cercando, il loro signore ha già ucciso molte persone. Sono così spaventata per Draco, non voglio che perda suo padre prima che possa conoscerlo.

Chissà cosa ci riserverà il futuro; ho sempre detto che mio figlio avrebbe avuto il meglio che potessi offrirgli, mi chiedo se sia questo il prezzo da pagare.

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Capitolo 5
*** Paura ***


Questa storia è dedicata al mio cuscino, che ieri sera mi ha favorito la stesura mentale del capitolo!  u.u

31 ottobre 1981

Se qualcuno fosse passato vicino a Villa Malfoy, avrebbe di sicuro notato una flebile luce solitaria in una delle tante stanze del palazzo. Quella luce proveniva da una piccola candela situata nella stanza padronale dei coniugi Malfoy, dove una figura esile e silenziosa si trovava seduta di fronte alla finestra, incurante della stanchezza e del sonno. Narcissa Black aveva perso il conto delle ore che aveva passato seduta sempre nella stessa posizione in attesa del ritorno di suo marito. Se nei mesi precedenti aveva avuto il sentore che diventare un mangiamorte fosse pericoloso, quella sera neanche lei sapeva descrivere lo stato di profonda angoscia in cui si era lasciata andare in tutto quel tempo, non riusciva neanche a pensare concretamente, era abbandonata come in trance con gli occhi fissi sul lungo viale che attraversava i giardini della Villa in attesa di vedere un movimento o qualche persona; invano aveva aspettato, fino ad allora non era successo niente… Un leggero bussare alla porta la ridestò facendola sussultare, ma fu un’amara delusione vedere Dobby entrare timoroso nella stanza
“Lady Black ha bisogno di qualcosa?.” chiese timidamente sapendo di averla disturbata “Dobby ha notato la candela accesa mentre dava da mangiare ai pavoni del padrone e si chiedeva se Lady Black…”
Lei lo interruppe con un gesto brusco della mano “Sto bene Dobby puoi andare!.” disse leggermente infastidita per l’intrusione
“La padrona può contare su Dobby in qualsiasi momento.” Il piccolo elfo fece un inchino e uscì dalla stanza lasciando Narcissa di nuovo sola a fissare il viale. La veglia silenziosa era interrotta ogni tanto dai piccoli sospiri di Draco che dormiva nella culla, per quanto amasse suo figlio, quella sera i suoi pensieri erano tutti per suo marito immischiato insieme con gli altri mangiamorte in una missione pericolosa e si torturava le mani nell’attesa di un segno. I singoli secondi le sembravano ore interminabili, così non seppe dire con certezza quanto tempo fosse passato quando dal grande salone della villa sentì un vociare basso e concitato. Certa di riconoscere tra le voci, quella di suo marito uscì dalla stanza e si diresse verso la scalinata che dava all’ingresso, si precipitò giù, incurante dello spettacolo poco dignitoso che offriva agli altri e corse verso suo marito buttandogli le braccia al collo e stringendosi forte a lui
“Lucius…”
L’uomo la abbracciò delicatamente sussurrandole all’orecchio “Non qui Cissy…” Con lo sguardo abbassato ma comunque sorridente Narcissa lasciò andare il marito e guardando uno a uno tutti i membri del gruppo notò 
Rookwood sorretto da suo cognato Rodolphus
“Dove sono gli altri?.” chiese lei preoccupata; a rispondere fu sua sorella Bellatrix
“Gli auror ci hanno teso un’imboscata, Alecto e Amycus hanno combattuto contro alcuni di loro e non sappiamo che fine abbiano fatto, Avery è scomparso e noi siamo qui.”
Narcissa aiutò suo cognato a far stendere Rookwood e ordinò a Dobby di portare qualcosa ai loro ospiti; si girò verso il marito che stava accendendo il fuoco “Lucius no! Se è vero che gli Auror vi aspettavano, vi staranno anche cercando e questo sarà uno dei primi posti dove verranno a cercarvi, dobbiamo fare in modo che non vedano la nostra presenza qui dentro.”
Lucius spense la piccola fiammella e guardò la moglie “Andrò a gettare qualche incantesimo di protezione! Con permesso.” Afferrò la bacchetta e si diresse al di fuori della Villa

“Dobby!.” Tuonò Narcissa “Porta delle coperte pesanti e spegni qualsiasi luce in tutto il perimetro della casa! Adesso!.”
Il piccolo elfo, appena arrivato, senza neanche farselo ripetere fece di nuovo un inchino alla padrona e si smaterializzò a eseguire gli ordini; Narcissa si girò verso la sorella e chiese
“Dov’è Lui?.”
Bellatrix la squadrò da capo a piedi e liquidò la domanda con un semplice “Non immischiarti in affari che non ti riguardano Cissy!.” Offesa dalla risposta abbassò lo sguardo, sapeva che era inutile discutere con lei, era succube del potere e sapeva anche essere pericolosa, era cambiata molto da quando era diventata una Sua seguace, quasi non la riconosceva più, a volte la spaventava anche, ma non osava farne parola con nessuno; voltava lo sguardo e andava avanti con la sua vita. Distribuì le coperte e i viveri ai presenti; poi quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla si strinse nell'abbraccio di suo marito.
Lucius la guardava in silenzio non c’era bisogno neanche di porle alcuna domanda, il viso sempre roseo e sorridente adesso sembrava una maschera cerea e spaventata, con una sola notte le aveva fatto perdere dieci anni di bellezza, e se ne rammaricava perché non la voleva vedere in queste condizioni, si chiedeva quante altre notti le avrebbe fatto passare così e sapeva che non se lo meritava, ma sapeva anche che lei non lo avrebbe lasciato solo in nessun momento, era testarda lei, lo era sempre stata e la amava per quello che era. Le prese una mano e la tirò in disparte all’altro capo del salone

“Cissy!.” Disse solamente, ma quell’unica parola era la catena di un discorso che in precedenza aveva già affrontato e temeva di sapere già come sarebbe andata a finire
“Lucius no! Io non ti lascio….”
“Ma Draco….” lei lo interruppe “Draco è al sicuro qui con me, se ci sarà pericolo mia madre lo terrà con sé, ma io non ti abbandono, il mio posto è qui vicino a te.” disse poggiandogli una mano sul cuore. A nessuno dei due importava che ci fossero degli spettatori silenziosi che osservavano la scena, Lucius la abbracciò grato che la vita le avesse dato una donna tanto bella quanto coraggiosa e intelligente, lo aveva sempre saputo, e adesso ne era proprio sicuro, che Narcissa era sempre stata la scelta migliore.
Un tossire forzato separò la coppia visibilmente imbarazzata, tutti avevano dimenticato il pericolo di una possibile incursione degli Auror e dalle grandi finestre già si poteva scorgere in lontananza il cielo che andava rischiarandosi ai primi raggi del sole; solo allora si accorsero della tensione che aleggiava nella stanza dal loro arrivo; erano tutti stanchi e stremati, e all’invito dei padroni di casa di usufruire di tutte le stanze da letto di cui avevano bisogno, il gruppetto si disperse per un po’ di riposo, con la consapevolezza che il giorno che nasceva sarebbe stato duro da affrontare.

 

01 novembre 1981

 The Daily Prophet

IPotter morti:
Colui-che-non-deve-essere-nominato sconfitto dal figlio.

 
Narcissa lesse con crescente preoccupazione la notizia riportata. Nessuno era riuscito a dormire quella notte e la sconfitta del Signore Oscuro venne appurata quasi subito tramite un gufo mandato da Yaxley, che esortava tutti a scappare, gli Auror erano sulle tracce dei mangiamorte e delle loro famiglie. I primi ad andarsene furono Bellatrix e Rodolphus; Cissy non aveva mai visto sua sorella così sconvolta, sembrava che il mondo le stesse crollando addosso come se tutto quello in cui aveva creduto fino ad adesso le fosse venuto a mancare; sparirono così nella notte senza neanche salutare; altri seguirono più tardi il consiglio della lettera abbandonando la Villa separatamente per non destare sospetti. 

Lucius passò tutto il pomeriggio al ministero, la lettera del Wizengamot, arrivata il mattino stesso, non si era fatta attendere; era accusato di favoreggiamento verso l’Oscuro Signore e di pratica delle arti oscure. Narcissa era rimasta seduta con lo sguardo rivolto al pavimento, non voleva piangere perché sapeva che doveva essere forte per suo marito, poche volte i loro sguardi si erano incrociati e in quello di suo marito lei poteva leggere chiaramente il senso di colpa e la vergogna. Uscì dallo studio e salì lentamente verso la sua stanza, chiuse la porta e si abbandonò alla disperazione.

Per la prima volta Narcissa Malfoy aveva realmente paura.

 

01 gennaio 1982 

“Udienza disciplinare del primo gennaio per crimini contro la comunità magica e babbana, uso delle maledizioni senza perdono, aperta associazione con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e uccisione e tortura di maghi e babbani, questa corte quindi condanna Antonin Dolohov, Augustus Rookwood, Bartemius Crouch Jr, Bellatrix Black, Thomas Avery, Leuis Mulciber, Rabastan e Rodolphus Lestrange, Delbert Travers, Harvey Wilkes e Maxwell Yaxley alla detenzione a vita nel carcere di massima sicurezza di Azkaban. Andrew Tiger, Charles GoyleIgor Karkaroff, Lucius Malfoy, James Nott, Severus Piton e Walden Macnair sono invece scagionati da tutte le accuse.”

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Capitolo 6
*** 6. Hogwarts ***


Ed ecco a voi il sesto capitolo arrivato dopo tanto penare! Con questo capitolo vi lasciò per un pò causa esami universitari e anche perchè devo soppesare bene quale altro evento raccontare poi. Come al solito ecco la dedica: Il capitolo è dedicato a Checco che come al solito si è prestato ad impersonare Lucius in questo vivace scambio di battute... "La mia stima continua a crescere per te che subisci i miei deliri... Grazie!" Premetto una cosa a scanso di equivoci, qui per la prima volta ho mostrato un Draco "dolce" abituatevi a lui... Intendo mostrarvi le sue due facce quella dura che ha con tutto il mondo e quella invece di figlio che ha con la madre, non lo faccio smielato tranquille ma tutti lo abbiamo visto piangere nel sesto film e mi piace immaginarlo che almeno con Narcissa lui possa far cadere la sua maschera di "bad boy" per essere semplicemente un figlio.... Detto questo mi butto sui libri... non ci rivedremo fino all'11 di febbraio... Tifate per me. Amy
24 Luglio 1991

Seduta sulla sua elegante poltrona di velluto rosso, Narcissa era intenta a leggere uno dei suoi vecchi romanzi che tanto amava quando era bambina, sorrise al ricordo di sua sorella Andromeda che passava il tempo a leggerle le storie sotto il sole estivo; allora non poteva immaginare quanto le sarebbe mancato tutto questo. Lo scorrere dei suoi pensieri verso la sorella traditrice, fu interrotto da un leggero picchiettare alla finestra del salone; Narcissa alzò gli occhi dal libro e vide il suo gufo imperiale, dono del padre per il primo anno a Hogwarts, appollaiato sul davanzale in attesa che la sua padrona le permettesse di entrare. Stupita per l’ora della consegna, Lady Malfoy si alzò e aprì con la bacchetta le pesanti imposte lasciando che il gufo volasse all’interno fino a raggiungere il camino dove si posò con lento sbattere d’ali.
“Eris?”
La donna guardò dubbiosa l’animale, poi il suo sguardo si posò su qualcosa di arrotolato vicino alla zampa destra, afferrò un biscotto e lo diede al gufo, mentre prese a srotolare quella che aveva tutta l’aria di essere una lettera.
Giusto una veloce occhiata al contenuto e sul volto della donna si dipinse, in un attimo, un’espressione felice; posò la lettera su uno dei mobili e corse con gran fretta al piano superiore.
Mentre lei era indaffarata, all’entrata principale si materializzò suo marito, con il suo elfo a seguito
“Cissy ma chère, dove sei?” chiese lui notando che sua moglie non era venuta ad accoglierlo come soleva fare di solito 
Cissy?”
Sentendo il marito chiamarla a gran voce Narcissa lo raggiunse nel salone
Bonsoir mon amour” disse prendendo la sua roba “Com’è andata la giornata?” Lucius le diede un leggero bacio sulla fronte
“Seccante come al solito!”
Narcissa annuì e sistemò la roba di suo marito “Sai oggi, è successa una cosa insolita” disse porgendogli un bicchiere di Whisky “Eris ha consegnato questa” gli porse la lettera; non aveva bisogno neanche che lui parlasse, il suo sguardo si era indurito appena riconobbe la lettera
“Che cosa significa?”
Cissy lo guardò, calma come sempre, in momenti come questi era inutile perdere la calma
“Draco è stato accettato a Hogwarts” sorseggiò il thè che Dobby le aveva portato
“Questo lo vedo Narcissa” disse posandola “Cosa ti fa credere che manderò mio figlio
in quell’insulsa scuola gestita da Albus Silente?” Non le diede neanche il tempo di rispondere “Ho già deciso che andrà a Durmstrang, per apprendere da veri insegnanti!”
Narcissa rimase calma “Draco non è pronto, è una follia e lo sai bene” disse semplicemente
In che senso "non è pronto"?” Chiese lui visibilmente alterato “Ci sono tantissimi ragazzi della sua età che hanno scelto di propria iniziativa la vita in quella scuola. E Draco, mio figlio, non sarà da meno. Intraprenderà la stessa strada del padre, molto più velocemente di chiunque altro. Butta pure quella missiva”
Narcissa continuava a sorseggiare il suo thè “Una mossa prevedibile da un ex mangiamorte!”
“Prevedibile
? Il Ministero non aprirà bocca grazie ai miei generosi versamenti. Draco si troverà benissimo in quella scuola, ne sono certo. Igor farà un ottimo lavoro” Sbatté il bicchiere sul tavolino “Non lascerò che mio figlio stia in una scuola piena della feccia come i mezzosangue o traditori del nostro sangue! Non lo accetto”
La donna posò la tazza sul tavolino, godendosi per un istante il silenzio, Lucius le dava le spalle irato al solo pensiero che sua moglie accettasse una simile infamia, la tensione era alta finché Cissy non ruppe il silenzio
“Quindi vuoi che nostro figlio impari le arti oscure, vero Lucius?”
Lui si voltò a guardarla “Ovvio!”
“E vuoi anche che nella scuola non ci sia feccia alcuna, vero?”
Lucius la guardò chiedendosi dove voleva andare a parare la moglie con quelle domande di cui conosceva bene la risposta “Ovvio mia cara! Non vedo ombra di du…”
Con un gesto della mano Narcissa lo intimò di non proseguire
“Quindi sarà del tutto lecito pensare che due genitori che si sono proclamati innocenti dalle accuse di essere sostenitori del Signore Oscuro, mandino il loro unico figlio nell’unica scuola gestita da un ex mangiamorte dove è risaputo che vengono insegnate le arti oscure no?”
Lucius rimase interdetto per un attimo “Dove vuoi arrivare Cissy?”
Lei lo guardò sorridente; per una frazione di secondo un brivido percorse la schiena di Lucius
“Prima di tutto non permetterò mai che mio figlio vada così lontano. Secondo, dimentichi che rimaniamo sempre dei sospettati e mandare Draco in una scuola dove tutti sanno che il preside è un uomo poco convinto anche del suo stesso pentimento, equivale a dichiarare apertamente che anche noi siamo sostenitori delle arti oscure, quando tempo pensi che passerà prima che qualcuno si renda conto che la presenza di Draco all’interno di Durmstrang non è casuale?”
Lucius sembrò soppesare bene le parole della moglie
“Per quanto l’idea che mio figlio viva a contatto con certa gente mi disgusta, sono più preoccupata del fatto che qualcuno possa porsi delle domande sul nostro stato di seguaci di Lord Voldemort. Affidare Draco alle attenzioni di Silente d’altro canto sembrerà come un gesto di ammissione della nostra innocenza!”
“Ma…” Cercò di replicare lui
“Draco avrà Severus con lui e poi è solo un bambino, ha tutto il tempo di imparare a combattere, durante le vacanze per esempio, potresti iniziarlo tu!”
Lucius sembrò convincersi della fondatezza delle sue motivazioni, sorrise all’idea di essere lui stesso l’insegnante del figlio e ringraziò la moglie con un casto bacio sulle labbra; sua moglie era la persona più intelligente che Lucius avesse mai conosciuto….

 
…Dopo aver bussato sulla porta della camera del figlio, Cissy entrò per augurargli la buona notte; seduta su di un lato accarezzava dolcemente la fronte del bambino, guardandolo con tutta l’adorazione di cui era capace
“Mamma, io!”
“Shhhh amore” disse gentilmente “Ti avevo promesso che non saresti andato lontano da me e ce l’ho fatta…”
Draco abbracciò la madre; lei ricambiò stringendolo a sé e baciandogli i capelli
“Nessuno ci separerà amore… Te lo prometto!”…

 
Lucius sapeva che sua moglie fosse la donna più intelligente che aveva mai conosciuto, quello che Lucius non sapeva è che Narcissa era anche la persona più subdola che lui avesse mai incontrato…

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Capitolo 7
*** 7. L’inizio della fine ***


E dopo un piccolo periodo di pausa causa esami eccomi di nuovo con il 7° capitolo della mia storia... un capitolo molto travagliato a causa di un blocco dello scrittore che mi ha messo in crisi, ma alla fine sono riuscita a riscriverlo e a finirlo! Spero vi piaccia La storia questa volta è dedicata alla mia dolce e cara Mary Black che con pazienza ed inconsapevolmente mi ha sbloccato, lei non sa neanche di averlo fatto e a maggior ragione la ringrazio perchè mi ha dato un aiuto immenso! Grazie stella!

24 giugno 1995

Narcissa scostò delicatamente le tende nello studio del marito e diede una rapida occhiata fuori; il cielo plumbeo rendeva tutto funebre e nefasto. Grosse nuvole nere cariche di tempesta si addensarono velocemente, mentre un vento gelido da Nord prese a soffiare trascinando nella sua folle corsa qualsiasi cosa che non avesse un appiglio stabile.
La consapevolezza che quel vento avrebbe travolto anche lei e la sua famiglia si fece largo nel suo cuore come la certezza del Suo ritorno.
Per la prima volta in tutta la sua vita, non aveva lacrime da piangere.

Per la prima volta in tutta la sua vita, si rese conto che quello era l’inizio della fine.

Il brutto scherzo che Potter aveva giocato alla famiglia Malfoy, infastidì talmente tanto la padrona di casa che più di una volta Lucius vide sua moglie abbandonarsi a un linguaggio colorito, poco consono a una signora, verso il ragazzo che aveva volontariamente liberato il suo elfo domestico. Era divertente vedere Narcissa destreggiarsi in lavori che in casa normalmente toccavano a Dobby. Lui era stato un prezioso aiuto quando, appena diventata madre, Narcissa riservava ogni briciolo delle sue forze al figlio appena nato, ma ora che Draco era diventato grande e passava la maggior parte della sua vita a Hogwarts, tornando solo per le vacanze, Narcissa aveva preso l’abitudine di sbrigare quei piccoli lavoretti che erano i suoi doveri di moglie. In effetti sua madre aveva sempre voluto che le sue figlie fossero educate a dovere per quanto riguardasse il mantenere la propria casa una volta sposate, quindi non vi erano difficoltà per lei nel fare queste cose, ma era talmente orgogliosa e cocciuta che non aveva acconsentito alle richieste del marito di procurargli un altro elfo come aiuto in casa.
Quindi non era inusuale vedere la Signora Malfoy dirigersi nello studio del marito, con un grande vassoio in mano dove del thè caldo lasciava una gradevole scia di fumo che evocava nella mente posti esotici, sole e frutti e dei pasticcini di ogni sorta che sprigionavano un dolce profumino invitante che faceva venire l’acquolina in bocca.
Cissy aveva appena varcato la soglia dello studio, quando una visione agghiacciante le fece perdere la presa del vassoio che cadde per terra in un fragore di piatti e tazzine infrante, suo marito era rannicchiato per terra che gemeva dal dolore. Narcissa non riusciva a vedere il suo volto, coperto dai lunghi capelli biondi, ma all’udire di quei lamenti, corse subito verso di lui nella paura che gli fosse capitato qualcosa di brutto. S’inginocchiò vicino a lui e con una mano sulla spalla, lo scosse delicatamente
“Lucius, amore che succede?” chiese piano
“Cis…sy, vatt…en…e!”
Lei lo guardò non capendo. Non capiva perché il marito la stesse cacciando via, era lì immobile che soffriva e non le voleva dire niente. Non aveva senso.
“Lucius, ti prego dimmi che succede” Chiese di nuovo
“Narcissa ho… det…to che… sto bene”
“Tu menti Lucius” Lo ammonì lei severamente “Dimmi che cosa hai?”
Lucius capì che non era quella la strada giusta per allontanare sua moglie, fece dei respiri profondi per calmarsi e, ignorando il dolore lancinante, si girò nel tentativo di rassicurare la moglie
“…ho avuto… solo un piccolo capogiro… Cissy! Sto bene… veramente”
Narcissa però non credette a nessuna di quelle bugie, ma decise comunque di desistere. Lucius si alzò a fatica e si lasciò andare sulla poltrona, respirava affannosamente ma doveva tenere duro e convincere la moglie a lasciarlo da solo; lei lo guardò severa e in silenzio sedersi, aspettando che le desse qualche spiegazione, Lucius cercò di sorriderle senza però parlare. Lentamente cercò di accarezzarle la guancia per rassicurarla, e il danno fu irreparabile: il lembo di manica che gli copriva l’avambraccio sinistro si scostò rivelando un’orribile visione, il marchio nero, il simbolo che contraddistingueva i Suoi seguaci, da qualche tempo sbiadito, adesso campeggiava sulla pelle pallida di Lucius, nero come la pece; minaccioso il serpente che strisciava fuori dal teschio, prese a muoversi lentamente provocandogli un dolore ancora più forte. Lucius strinse i denti, ma ormai era stato scoperto, sembrava veramente che un serpente strisciasse viscido sotto la sua pelle, e la cosa era rivoltante e dolorosa e sapeva bene cosa significava.
Narcissa prese e scopri il braccio del marito osservando con ribrezzo crescente lo spettacolo, coprendosi la bocca con disgusto a quella vista
“Mi… dispiace… che… tu... lo abbia dovuto vedere Cissy” disse lui con difficoltà
“Ti fa male Lucius?”
Non aveva più senso mentire ormai così lentamente lui annuì
“C’è qualcosa che posso fare per te amore?” Ancora lentamente Lucius fece cenno di no con la testa
“È tornato Cissy… nessuno può fare niente!”
Lei rimase attonita a guardare il marito incapace di esprimere la miriade di emozioni che la toccarono in quel momento
“Andiamo in camera?”
Lucius non rispose, ma le prese comunque la mano e si alzarono dirigendosi nelle loro stanze; quando entrarono Narcissa lo aiutò a stendersi sul loro letto
“Va pure cara, sto meglio adesso, il dolore si è affievolito” Disse lui mentendo “Veramente” Narcissa gli sorrise debolmente
“Vado a prenderti qualcosa da bere amore?”
Lucius annuì e chiuse gli occhi, appena Cissy però uscì dalla stanza, si alzò e tornò nello studio, afferrò il mantello e il bastone e da un cassetto della scrivania prelevò la sua maschera; sospirò, chiese scusa alla moglie per quel tradimento e si smaterializzò via.
Narcissa non avrebbe mai immaginato quello che stava succedendo, tornò in camera con il bicchiere in mano ma quando non trovò il marito, la paura si fece largo in lei; posò il bicchiere traboccante di un liquido ambrato sul mobile prima che anche questo le potesse cadere dalle mani e corse nel suo studio, dove, però del marito non vi era traccia, notò che il mantello e il bastone erano scomparsi, il dubbio s’insinuò in lei, aggirò la scrivania e vide l’ultimo cassetto aperto e vuoto, aveva preso anche la maschera; portò la mano sul cuore che ebbe un tuffo a quella vista e chiuse gli occhi sperando di ridestarsi da un incubo. Ma così non fu. Il silenzio che riempiva la stanza fu interrotto solo dal fragore lontano di un tuono che sembrava volesse scuotere le fondamenta della terra stessa.
Si alzò e si avvicinò lentamente alla finestra, i vetri tremavano ancora per il rimbombo del tuono.

Per la prima volta in tutta la sua vita Narcissa si rese conto che quello era l’inizio della fine.

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Capitolo 8
*** 8. Un destino avverso ***


Scusatemi se questo capitolo arriva in ritardo... ma è stato travagliatissimo... Spero di soddisfare come sempre le vostre aspettative... questo capitolo è dedicato a Baby, Mione, Blaise stronzo, Blaise sposato e alla mia piccola Jenny che mi tengono impegnati con la nostra soap-opera "Blackfull" (sottotitolo Beautiful ci fa una pippa) Ragazzi vi voglio bene
13 Gennaio 1996

Il titolo e la foto sulla Gazzetta del Profeta erano stati più che esaurienti nel descrivere la notizia. Come se questo non bastasse la visita di Caramell, non si fece aspettare; in effetti, Cissy sapeva che il ministero si sarebbe mosso prima o poi, Bellatrix era sua sorella immaginava che sarebbero venuti a cercarla proprio lì. Seccata dalle persone che giravano per casa sua, Narcissa sfogava la sua rabbia contro il povero Caramell, imbarazzato e impaurito da quella situazione

“Che cosa spera di trovare Signor Primo Ministro?” il tono leggermente accusatorio di Narcissa mirava a non nascondere quanto fosse stupido venire a cercare una fuggiasca nel primo posto ovvio
“Il nostro, cara Lady Malfoy è un semplice… controllo” disse lui cercando di smorzare i toni ma Narcissa non demordeva
“Ha avuto segnalazioni?”
Cornelius la guardò imbarazzato “No”
“I suoi uomini hanno notato strani movimenti attorno a casa mia?”
Balbettò “No”
“C’è un motivo particolare per cui una ventina di maghi girano senza senso in casa mia?”
Caramell notò l’alzarsi della voce della donna e non sapendo cosa rispondere rimase leggermente a bocca aperta
“Mio caro ministro senza contare il tempo che ci state facendo perdere, porto la vostra attenzione sul fatto che è così scontato che mia sorella possa venire qui, che anche un bambino ci penserebbe, e ovviamente essendo scontato, casa mia è l’ultimo posto in cui mia sorella verrebbe dopo essere scappata…” incrociò le braccia furente “…se come è vero che penso che mia sorella abbia un briciolo d’intelligenza le consiglio vivamente di uscire subito fuori di casa e di adoperare le sue forze e le sue risorse per cercarla veramente da qualche parte!”

Non sapendo cosa rispondere, Cornelius Caramell richiamò i suoi collaboratori e dopo aver salutato leggermente imbarazzato, si congedò.

 
Quando il ministro si fu debitamente allontanato dalla villa, una figura scese lentamente le scale; la sua risata malefica riecheggiava nel silenzio della grande Villa, se l’avessero scoperta, sarebbe stata la fine
“Ahhhhhhhhhhh… Sei stata maledettamente brava Cissy…” ghignò
Narcissa guardò la sorella sorridere con un ghigno per ciò che aveva fatto, non si pentiva di averla aiutata ma detestava questi mezzucci
“Non chiamarmi Cissy… Non sono più una bambina…”

 

17 Giugno 1996

Il via vai di persone che era in atto in quei giorni era una cosa cui Narcissa aveva fatto poco a poco l’abitudine. Ormai era avvezza a quell’andirivieni all’interno della sua casa; nessuno era tenuto a spiegarle perché improvvisamente era diventata il covo che pullulava di mangiamorte clandestini, ma non le ci voleva tanto per capire che stavano architettando un qualche piano per Lui. Spesso si trovava a fissare suo marito impegnato nell’organizzazione, riuscivano per poco a guardarsi negli occhi e lei lo vedeva forzare un sorriso di rassicurazione; avrebbe voluto parlare con suo marito, ma a causa di una serie sfortunata di eventi Dobby le era stato portato via e doveva sbrigare da sola le faccende; ma alla fine era felice, essere così impegnata le impediva di pensare. Aveva incominciato anche ad abituarsi ad andare a dormire da sola; spesso sentiva che la raggiungeva nelle ore più buie della notte per poi alzarsi sempre presto all’alba, a volte lo trovava steso sul divano assopito e rimaneva lì a guardarlo a buttar via la sua vita per soddisfare i Suoi ordini. Tutto questo la faceva stare male, e lui se ne accorgeva ma aveva una missione da svolgere e aveva il dovere di portarla a termine. A qualsiasi costo.

“Bella lascia che sia io a occuparmene”
“Lucius non ti rendi conto che non possiamo fallire? Tutto dipende dalla riuscita del piano, se il Signore Oscuro non avrà quella prof...
“Shhh!” le ammonì lui brusco

Narcissa si accorse di essere di troppo, era arrivata al punto di sentirsi un’estranea in casa sua, i discorsi erano interrotti quando lei compariva, veniva seguita con lo sguardo qualunque cosa facesse e tutti evitavano accuratamente di parlare con lei, nonostante si sforzasse di essere il più cordiale possibile. Prese il suo libro dal tavolino del salone e salì nella sua camera; aveva sempre visto quella casa come troppo grande, adesso, però la vedeva immensa e se ne sentiva prigioniera perché non le era permesso neanche di uscire per le normali commissioni; qualsiasi cosa stessero facendo era talmente segreta e importante che nessuno si fidava di lei. Un leggero bussare infranse il silenzio dei suoi pensieri

“Narcissa…” Lucius si avvicinò a lei temendo una reazione isterica, sapeva che questa situazione l’aveva portata al limite della sopportazione e sapeva anche che lui era la causa di tutto questo
“Cissy… potrai mai perdonarmi?”

Lei lo guardò negli occhi, erano così belli e profondi, le dicevano un mondo di parole, e sapeva che lui era veramente dispiaciuto per tutto quello che stava succedendo; non poteva essere altrimenti pensò lui, non aveva mai afferrato appieno il concetto di amore, finché non aveva incontrato i suoi occhi azzurri del mare; aveva sempre inteso il matrimonio come un dovere in cui l’amore, se ci fosse stato, sarebbe arrivato dopo gli interessi, dopo il sangue e il potere. Era sempre abituato a essere l’oggetto delle attenzioni di tutte, a riprova che un bel faccino e tanto potere erano una calamita per le donne, come le ripeteva sempre sua madre; ma poi aveva incontrato questa ragazzina orgogliosa che non aveva mai accettato che qualcuno fosse più importante e potente di lei. Ricordava come adorava camminare per i corridoi della scuola con la schiera di amiche dietro, a testa alta e fiera di essere quello che era: una Black. Ricordava come tante ragazze temevano solo di rivolgerle la parola, perché sapevano che una di troppo detta sarebbe stata la loro condanna. Ricordava come affrontava quegli stupidi Grifondoro quando le due case si scontravano per qualsiasi cosa, effettivamente, anche se la cosa non la toccava, Lucius si accorse che in un modo o nell’altro Narcissa riusciva sempre a entrare nei furiosi litigi che scoppiavano tra le due case e ne usciva sempre pulita, perché a fare, il lavoro sporco era sempre qualcun altro al posto suo. Ma ricordava anche come istruiva le piccole Serpeverdi a non farsi prendere in giro dai maschi, ricordava anche come non si tirava indietro quando c’era da difendere un impaurito Severus Piton dalle angherie dei Malandrini. Ricordava anche l’eterna competizione che si era creata tra di loro a livello di rendimento scolastico, quanto lei fosse maledettamente brava in pozioni e trasfigurazione mentre lui eccellesse in difesa contro le arti oscure e volo. Ricordava anche con un sorriso delle loro continue litigate; tra di loro non era stato subito amore a prima vista, Lucius dovette ammettere che adorava smontare le convinzioni di quella ragazzina, ma poi lui aveva capito che lei sarebbe stata la scelta migliore della sua vita.

Narcissa si lasciò circondare dal suo abbraccio, fuori sarebbe potuta scoppiare anche una guerra, ma in quel piccolo gesto la faceva sentire protetta e amata, aveva trovato il suo paradiso. Sentiva il suo cuore battere per lei, era una certezza assoluta, sentiva le sue labbra sfiorargli i capelli e qualche volta posare un leggero bacio sulla sua fronte; come poteva essere arrabbiata con lui quando le dimostrava tanto amore sincero da spazzar via ogni dubbio e incertezza; ogni lacrima veniva asciugata da quelle labbra morbide e lei sapeva quanto era fortunata ad averlo accanto

“Lucius io….”
“Shhh! Andrà tutto bene ma chère…” La baciò con talmente tanta passione, che ogni traccia di dubbio o resistenza fu cancellata; si strinse a suo marito cullata dal battito del suo cuore, escludendo tutto il mondo al di fuori di loro due; non si erano neanche accorti che senza neanche bussare e con un’espressione nauseata sul volto Bellatrix irruppe nella stanza
“Lucius… è ora”
Marito e moglie si separarono imbarazzati, Lucius guardò la moglie e le sorrise debolmente
“Ti amo Cissy” Le diede un bacio sulla fronte e uscì dalla stanza con sua sorella al seguito. Narcissa non fece in tempo neanche di dirgli che lo amava con tutta se stessa.

Quella fu l’ultima volta che Narcissa vide suo marito.

 

18 giugno 1996

Una lettera arrivò il mattino presto. Narcissa aveva passato tutta la notte sveglia ad aspettare il marito, ma alla fine il sonno ebbe la meglio sulla donna che si assopì sul divano. A svegliarla fu il suo gufo che beccava insistentemente sul vetro di una delle finestre, vide la lettera stretta nel suo becco; Narcissa aprì le imposte e prese la lettera tra le mani, la aprì e la lesse.
Un urlo disumano di donna si propagò nel silenzio della Villa.
Narcissa Malfoy cadde per terra svenuta.
La lettera le cadde dalle mani, finendo vicino a lei.

 

…Suo marito è in arresto…

C. O.Caramell

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Capitolo 9
*** 9. Un amore che fa impazzire ***


Volevate il capitolo con Draco ed ecco qui il bello e tenebroso far capolino nella storia... Come al solito perdonatemi se i personaggi sono troppo ooc soprattutto il nostro principino... Dedico il capitolo a mia madre che si è prestata ad impersonare per un attimo Narcissa mentre ripassavo a gesti la storia... Fra poco mi internerà in qualche istituto d igiene mentale... Addio! u,u
Giugno 1996

Draco Malfoy era tornato da pochi giorni a casa sua. Appena la notizia dell’arresto del padre diventò di dominio pubblico, tutto il mondo prese pericolosamente a vacillare attorno a lui.
“Stalle vicino” Draco riportò alla mente le ultime parole del suo professore prima della sua partenza. Non si sarebbe sorpreso se un giorno lo avesse visto in Villa a consolare la madre, tanto era l’affetto e il rispetto che correvano tra lui e i suoi genitori.
E Draco lo capiva, anche se non lo dava a vedere la cosa aveva toccato profondamente anche lui: nonostante il rapporto con il padre non fosse idilliaco, Lucius era stato sempre un modello per il figlio e lo aveva sempre sostenuto non facendogli mancare mai niente, ma dove suo padre non arrivava con l’affetto, sua madre invece era sempre stata una figura presente per lui, non ricordava un singolo istante della sua vita in cui non gli avesse ricordato quanto importante fosse per lei, a volte Draco la trovava esasperante ma poi si accorgeva che quando lei non c’era le mancava; ovviamente queste manifestazioni erano bandite in casa sua; ma quando per tutto il mondo magico lui era Draco Malfoy il degno erede di Lucius Malfoy e perfetto Serpeverde, per sua madre era sempre stato solo il suo bambino, la gioia della sua vita.
La credenza che Draco Malfoy non avesse un briciolo di affetto per nessun essere umano era dovuta alla maschera perfetta che si era costruito crescendo.
La prima regola in casa Malfoy era “Mai mostrare i propri sentimenti, farlo sarebbe stato un segno di debolezza che un Malfoy non si sarebbe potuto mai permettere” Draco l’aveva imparato come dire ‘mamma’ e ‘papà’, poi, però aveva capito che sua madre era l’unica persona che lo vedesse semplicemente per quello che era: un figlio; e non aveva mai avuto bisogno di mentire con lei, di farsi grande o di essere duro; era vero le smancerie non erano per lui, ma sapeva che sua madre capiva anche da un semplice gesto quanto fosse importante per lui.
Sapeva che la notizia dell’arresto di suo padre l’aveva stravolta ma ciò che vide quando entrò nella sua stanza, fu qualcosa di agghiacciante e terribile; non poteva essere lei, sua madre era bellissima e piena di vita, mentre la donna che era seduta vicino alla finestra sembrava l’ombra di se stessa: le profonde occhiaie sul volto pallido e spento contornavano gli occhi rossi e gonfi per il pianto, forse l’unica nota di colore in tutto il suo corpo.
Aveva sempre visto sua madre come una donna forte ma solo ora si rese conto di quanto gran parte della sua forza provenisse dal marito, lei viveva letteralmente per lui e per suo figlio.
Il silenzio che aleggiava nella stanza era agghiacciante, lei era seduta sulla poltrona di velluto rosso vicino alla finestra, se non fosse stato per il lento alzarsi e abbassarsi regolare del suo petto avrebbe creduto che fosse morta; Draco si avvicinò lentamente guardando quello che rimaneva di sua madre; quanto poteva amare una donna per ridursi in questo stato alla perdita del proprio marito?
Draco se lo chiedeva ma non trovava risposta.
Quando le fu abbastanza vicino, posò delicatamente una mano sulla sua spalla, sembrava fatta di cristallo in procinto di rompersi in tanti frammenti, in una mano teneva ancora la lettera del Ministero ormai sgualcita e sbiadita che le annunciava che suo marito era detenuto ad Azkaban, il volto chino non presentava nessuna espressione, sua madre si stava lentamente rassegnando e spegnendo e lui ebbe un tuffo al cuore.
Al tocco del figlio sulla sua spalla, Narcissa alzò lentamente il capo come spiritata ma sorrise debolmente
“Lucius sei tu?”
Draco rimase fermo a guardare la madre attaccarsi a ogni flebile speranza che trovava
“No madre sono io… Draco”
Narcissa sospirò ma non perse il sorriso “Assomigli ogni giorno di più a tuo padre lo sai?” disse con un sussurro della voce, accarezzandogli il volto con una mano gelida nonostante il caldo del periodo, Draco coprì la mano della madre sulla sua guancia con la sua e la premette per farle sentire che lui c’era ma non era suo marito
“Madre…”
Quell’unica parola carica di affetto, fece sospirare la donna, con la mano delicata ancora premuta sul suo volto, prese quella forte del figlio e la portò alle labbra posandovi un leggero bacio; Draco si abbassò sulle ginocchia di fronte a lei e posò le sue mani sulle sue spalle
“Madre vi prego…”
A quell’accorata supplica alcune lacrime caddero dagli occhi azzurri di Narcissa, un tempo vivi e splendenti adesso spenti e stanchi; in quel preciso istante capì che oltre a far del male a se stessa ne stava facendo anche al figlio che era corso da lei subito; questo non la fece sentire meglio, se suo marito l’avesse vista in queste condizioni, probabilmente, si sarebbe preoccupato a morte anche lui, ma lui non era lì in quel momento
“Draco…”
Il ragazzo la strinse forte a se, attento a non farle alcun male, sentiva che stava sforzandosi di non piangere di nuovo
“Madre non preoccupatevi, ci sono io adesso, sono qui accanto a voi e non vi lascerò mai”
Narcissa cinse i fianchi del figlio in un dolce abbraccio, non se ne vergognava del fatto che fosse lui a prendersi cura di lei in quel momento, aveva un bisogno disperato di suo figlio accanto a lei in quel momento
“Com’è potuto succedere… io…”
“Shhhh! Non è colpa vostra madre, voi avete fatto tutto il possibile, siete perfetta…” Draco sciolse l’abbraccio e prese il suo viso tra le mani “Voi siete una donna fantastica madre…. È tutta colpa di quel Potter e di quel maledetto vecchio rimbambito di Silente” pronunciò i due nomi con odio e disprezzo “Ma io gliela farò pagare madre, giuro che vendicherò l’onore di mio padre e il male che stanno facendo a voi…”
Narcissa non poté non commuoversi a quelle parole, abbracciò di nuovo il figlio e ringraziò la vita per il dono che le aveva concesso
“Ve lo prometto madre… quello che hanno fatto non rimarrà impunito…”
Draco non era mai stato un tipo di molte parole, ma sentiva che la madre aveva bisogno di lui in quel momento, sapeva che quello era il momento di riscattarsi, di mostrare a suo padre che era in grado di cavarsela anche senza di lui.
Lucius Malfoy avrebbe ucciso pur di punire chiunque avesse fatto soffrire sua moglie.
Draco Malfoy non sarebbe stato da meno.

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Capitolo 10
*** 10. Terrore ***


Questo lunghissimo capitolo arriva dopo giorni e giorni di indecisione su come scriverlo. Oltretutto mi sono resa anche conto che io e la matematica siamo due cose diverse per questo sono stata costretta a modificare alcune date nei precedenti capitoli e anche l'inizio del 9° capitolo... Niente di drastico tranquille. Passiamo alle dediche: Doveroso è in primis l'aiuto della mia ciabatta Ely che mi ha aiutato con alcuni conti temporali e con le sue reminiscenze dei libri visto che i miei sono stati sequestrati da mia cugina, mentre per la realizzazione del capitolo va tutta la mia stima e devozione al mio caro amico Tom che si è prestato ad impersonare Lord Voldemort con molti spunti interessanti del suo carattere... Non linciatemi se a volte sembrerà strano in molti dialoghi sento di aver combinato un casino. Bhè armatevi di pazienza e leggete questo lungo capitolo e se vi va lasciate una piccola recensione... anche le critiche sono accettate. Baci a tutti Amy

Giugno 1996

“Sono enormemente deluso del vostro fallimento, vi siete fatti battere da un gruppo di ragazzini non ancora diplomatiLe parole risuonavano dure nel silenzio di Casa Riddle Non dovrei permettervi neanche di chiamarvi miei seguaci, non ci sono parole che possano giustificare il vostro fallimento” Lentamente lo sguardo di Voldemort si posò sui pochi presenti che erano sfuggiti all’arresto del ministero  “Meritereste tutti di finire ad Azkaban, siete buoni solo a scappare”
“Mio signore noi…” ma Bellatrix fu subito interrotta
“Vi avevo affidato una missione semplice e voi avete fallito miseramente”

Nessuno osava proferire parola, tutti cercavano di evitare il Suo sguardo furente; anche Narcissa che non aveva preso parte all’operazione si sentiva accusata del fallimento, poiché suo marito non solo non era riuscito a portare a termine il piano, ma era anche stato arrestato. Vicino a lei suo figlio Draco e sua sorella Bellatrix erano immobili e come lei schiacciati dal peso gravoso di quelle parole

“Il ministero ormai è venuto a conoscenza del mio ritorno, ci sarà una grande mobilitare di forze contro di noi” fece una pausa come se stesse riflettendo “Necessito di tutte le forze che riusciamo a raccogliere, la battaglia e il mio glorioso trionfo ormai si avvicinano...” Al suono di quelle parole Nagini, il grosso serpente di Voldemort, si avvicinò al suo padrone che prese ad accarezzarla lascivamente “Tuttavia, ho qualcosa di più urgente di cui occuparmi…” Bellatrix alzò il capo incuriosita, si aspettava una nuova missione con cui avrebbe potuto riscattarsi ai Suoi occhi “Questa casa, sicuramente sarà uno dei primi posti dove verranno a cercarmi per ovvi motivi, ho bisogno di un posto dove poter riunire le mie forze…” Tutti rimasero zitti mentre si scambiavano delle occhiate fugaci di stupore “Nessuno...?” ma la sua domanda fu interrotta da Bellatrix
“Mio Signore…” la donna si fermò subito in attesa che lui le concedesse il permesso di continuare
“Si Bellatrix?”
Un ghigno si dipinse sul suo volto “Io e mia sorella saremmo onorate di mettere a Vostra disposizione Villa Malfoy…”

A quelle parole Narcissa ebbe un sussulto che le fece alzare il volto, non aveva il coraggio di voltare lo sguardo e da sotto il tavolo strinse i pugni talmente tanto forte da farsi divenire le nocche bianche; come se si fosse accorto della sua reazione Voldemort, fece zittire Bellatrix
“Ciò che dice tua sorella corrisponde alla realtà Narcissa?”
Il cuore le prese a battere all’impazzata, il solo fatto di ospitare dei mangiamorte ricercati li aveva messi in una posizione di pericolo adesso addirittura permettere al Signore Oscuro di prendere possesso di casa sua, come osava sua sorella arrogarsi il diritto di disporre della sua casa? Avrebbe voluto protestare ma sapeva che ciò non avrebbe fatto piacere al Signore Oscuro, era in trappola, sola e sconfitta poteva solo rassegnarsi “Mi... mio Sig…gnore, sarà un onore per… me ospitarvi in casa mia” Disse cercando di non lasciar trapelare i suoi veri sentimenti. Voldemort sorrise incurante del terrore che infondeva nella donna “Benissimo mia cara, il servizio che mi hai reso non verrà dimenticato”
Più che un ringraziamento Narcissa vide in quelle poche parole una minaccia velata, poi però pensando al marito vide nelle Sue parole la speranza della sua scarcerazione
“Mio signore, mio marito…”
“Come osi?” Tuonò adirato Voldemort “Tuo marito merita la sorte che gli è capitata per l’inettitudine che dimostra nel fallire ogni volta” Il coraggio e la rinata speranza morirono in Narcissa al suono di quelle parole, mortificata, abbassò di nuovo lo sguardo “Tuttavia per un Malfoy perso, vedo che il giovane Draco si trova oggi tra di noi…”
Il sangue nelle vene di Narcissa si raggelò al solo pensiero che suo figlio venisse iniziato come mangiamorte, spalancò gli occhi e il battito del cuore prese ad accelerare vertiginosamente, nel tumulto di pensieri che affollavano la sua mente, vedeva il suo mondo sgretolarsi, la sua vita perfetta, la vita che aveva sempre desiderato le stava sfuggendo dalle mani e non c’era modo che lei potesse fare niente per impedirlo “Mi… mio signore no... mio figlio... è solo un ragazzo...” Disse cercando di aggrapparsi a qualsiasi appiglio che Gli potesse far cambiare idea
“Osi contestare le mie decisioni?” Tuonò lui imperioso e irato “Tu stupida donna osi giudicare le mie scelte?”
“Mio Signore non la stia ad ascoltare, non sa cosa dice...”
“Tu taci!” Urlò Lui in direzione di Bellatrix che tentava di coprire la stoltezza di sua sorella.
Narcissa era terrorizzata, non osava neanche respirare per paura che il flebile suono avrebbe provocato un nuovo scatto d’ira, il suo cuore di madre le aveva annebbiato la ragione e si era lasciata andare in quell’accorata supplica, se lui avesse voluto, l’avrebbe uccisa lì in quel preciso istante.“Ebbene?” la sua voce era ancora dura e Narcissa non rispose accettando il suo desiderio; alla vista della sua rassegnazione Voldemort tornò a rilassarsi sulla sedia riprendendo ad accarezzare il serpente mentre con uno sguardo compiaciuto osservava il ragazzo che accanto alla madre non aveva ancora proferito parola “È già abbastanza grande per quello che gli ordinerò di fare. Sono sicuro che non avrà alcun problema a eseguire la mia volontà, vero Draco?”
Senza lasciar trasparire nessuna emozione Draco annuì con la testa.
“Eccellente, mio caro ragazzo, molto bene!” continuò lui “Mi aspetto da te la stessa fedeltà che mi riserva tuo figlio Narcissa…” ghignò “Scoprirai che sono molto ‘buono’ con coloro che mi servono fedelmente”

Narcissa non stava più ascoltando ciò che veniva detto perché lentamente si rese conto che adesso, anche la vita di suo figlio era in pericolo.

 

Luglio 1996

Da quando Bellatrix aveva offerto Villa Malfoy al Signore Oscuro, molte delle riunioni venivano svolte al Suo cospetto nel grande salone, dove attorno al lungo tavolo d’ebano erano raccolti tutti i seguaci dell’Oscuro Signore. Narcissa avrebbe fatto a meno di prendere parte a quegli incontri, ma doveva fare il possibile per stare accanto a suo figlio e proteggerlo al meglio che poteva, d’altro canto Draco non sembrava minimamente turbato del suo destino e giudicava infondate le preoccupazioni della madre.

Il grande portone all’ingresso si aprì lentamente producendo un sinistro lamento nel rimbombo del salone vuoto, appena l’inquietante figura passò la soglia, lo stesso portone si richiuse come animato da vita propria con un eco che fece spaventare tutti i presenti.

Lord Voldemort avanzò lentamente prendendo posto a capo tavola, accompagnato come sempre dal suo fedele serpente; tutti i brusii cessarono e un silenzio cadde opprimente interrotto solamente dai sibili di Nagini che strisciava protettiva attorno al padrone, finché non fu il Signore Oscuro stesso a parlare

“Stasera miei signori, inizieremo i preparativi del nostro piano. Come tutti voi sapete è nostra priorità assoluta espugnare Hogwarts con tutti i metodi possibili, le informazioni che la nostra spia all’interno della scuola ci sta passando fanno ben sperare che presto Hogwarts sarà nostra…”

Un vociare di assensi si levò dalla tavolata alla buona notizia

“Tuttavia… Silente si è premunito di proteggere la scuola e gli studenti al suo interno con i più sofisticati incantesimi impedendo a qualsiasi estraneo un accesso esterno alla struttura…”

Questa volta ci furono borbottii di dubbio “Come faremo a entrare se ci sono le protezioni?”

“Il tuo dubbio è del tutto lecito mio caro Thorfinn” disse continuando ad accarezzare il serpente “Ed è qui che entra in gioco il giovane Malfoy…” fece una pausa e si voltò verso Draco “Voglio che tu uccida Albus Silente e permetta a noi di entrare a Hogwarts, una volta che il vecchio sarà morto, niente ci impedirà di prendere possesso della scuola…”. Mormorii animati iniziarono a levarsi dai presenti, tutti si chiedevano se il figlio di Lucius Malfoy sarebbe stato in grado di portarlo a termine o avrebbe fallito come il padre. Draco dal canto suo ignorò i commenti.

Odiava che tutti lo vedessero solo come il figlio di Lucius Malfoy, odiava dover vivere all’ombra del padre, odiava essere continuamente paragonato ai fallimenti del padre, odiava che sua madre soffrisse per colpa della sua stupidità.

Ma lui era diverso, lui non avrebbe fallito, avrebbe riacquistato l’onore della famiglia risollevandoli dalla miseria in cui si trovavano, e, per quanto l’idea di uccidere lo disgustasse se questa era il prezzo necessario per salvare la sua famiglia lo avrebbe fatto anche a costo della vita. Vicino a lui invece Narcissa combatteva contro il crescente desiderio di piangere, non poteva lasciare che suo figlio diventasse un assassino, lo cercò con lo sguardo ma lui la evitò. Se il piano fosse andato a buon termine, lui sarebbe diventato un assassino, se avesse fallito, il signore oscuro gliel’avrebbe fatta pagare amaramente; era inevitabile, Draco era la punizione che Lord Voldemort aveva riservato a Lucius Malfoy per i suoi continui fallimenti. Narcissa si sentiva impotente davanti a questa rivelazione, aveva già perso suo marito, non poteva rimanere li ferma a vedere anche suo figlio morire per la loro causa; si sentiva persa e sola come trascinata da un vortice che la voleva inghiottire, stava lì immobile in balia degli eventi; mai come allora desiderava ridestarsi da questo brutto incubo.

Lord Voldemort si alzò in direzione di Draco con un ghigno stampato sul volto, tese una mano mentre con l’altra impugnava la sua bacchetta

“Il braccio!” disse solamente. Narcissa rabbrividì a quella richiesta e chiuse gli occhi per il terrore, Draco alzò la manica della veste e porse il braccio sinistro rabbrividendo per il contatto con la sua mano viscida. Attorno a lui tutti gli sguardi erano fissi e increduli sulla scena come se si aspettassero che da un momento all’altro lo avrebbe ritratto. Illusi.

Voldemort posò la punta della bacchetta sulla pelle del ragazzo e subito un serpente prese a strisciare uscendo dalla bocca di un teschio; il marchio si impresse nella sua pelle candida tra i gemiti di dolore. Bruciava, bruciava maledettamente ma doveva tenere duro, doveva farlo per la sua famiglia.

Per quanto Narcissa si sforzasse di serrare le palpebre, non poteva impedire alle sue orecchie di sentire il dolore di suo figlio, nella sua mente vedeva ciò che succedeva; vedeva e si sentiva impotente di fronte a quel dolore. Vedeva e si chiedeva se fosse questo il prezzo da pagare per liberare il mondo dalla feccia.

Quando la tortura terminò e il dolore andò affievolendosi Draco ricoprì il braccio e riprese a respirare normalmente mentre il suo cuore scalpitava come impazzito; sua madre non aveva ancora riaperto gli occhi, sapeva che stava soffrendo e sapeva che la colpa era solo sua, ma avrebbe capito, che per il bene di tutti era necessario che lui si sacrificasse.

Lord Voldemort tornò a sedersi trionfante “Questo è un grande giorno, miei fedeli. Presto libereremo questo mondo dalla feccia che vi abita. Presto comanderemo e nessuno potrà sconfiggerci”

Grida di giubilo si levarono alte da ogni parte del salone. Le uniche due persone immobili erano Draco e sua madre.

Narcissa invocava disperata l’aiuto del marito, ma sapeva che se voleva aiutare il figlio avrebbe dovuto combattere lei.

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Capitolo 11
*** 11. Scelte ***


Dovendo ributtarmi nello studio (lo so mi sto ammazzando di studio) mi sono messa d'impegno e ho finito l'undicesimo capitolo, mi rendo conto che Cissy piange troppo per gli standard mondiali... poverina capitela... se avesse vita propria mi ucciderebbe. La dedica di questo capitolo va alla mia ciabattona che si è prestata al ruolo di Bella... potremmo dire che questa storia esiste perchè ci sono tante persone che contribuiscono a renderla vera o perlomeno verosimile alla storia della Rowling, io mi limito a trascriverla non ringraziate me, ringraziate loro.... :) a presto (speriamo)

15 luglio 1996

Gli eventi di quell’estate erano stati i più duri che la famiglia Malfoy avesse mai conosciuto. Tutto quello che era successo, aveva messo a dura prova la tenacia e la forza di Narcissa, che adesso si era prefissa un unico scopo: proteggere suo figlio a qualsiasi costo. Delicatamente bussò alla porta della sua stanza ed entrò “Draco?”
Seduto vicino alla grande finestra da cui però penetrava poca luce, Draco stava lì a fissare il vuoto “Madre…”
Lentamente Narcissa si avvicinò e sedette vicino a lui, guardandolo apprensiva “Fa ancora male?”
Con una leggera scrollata di spalle disse “Un po’…”
Narcissa prese il braccio d suo figlio scoprendolo con attenzione, come se a ogni lieve tocco il marchio bruciasse
“…ma in fondo è normale no? È sopportabile come dolore sto bene mamma… veramente”
Narcissa ebbe come un deja-vù: stessa situazione, stesso marchio, tutti le mentivano dicendo che stavano bene, la volevano proteggere, ma lei lo sapeva, lei lo vedeva
“Perché amore? Perché hai accettato?”
“E cosa avrei dovuto fare madre? Rinunciare? Vivere nella vergogna di essere l’ennesimo fallimento della famiglia? Sentirmi dire che come mio padre non riesco a portare a termine una missione? Che cosa avremmo dovuto fare? Darci alla fuga, vivere come due ricercati?”
“Tutto sarebbe stato meglio di questa situazione così angosciosa Draco!”
“Perché tu la vedi come una cosa brutta, porterò a termine la missione e tornerà tutto come prima”
“Niente tornerà come prima Draco, guarda tuo padre dove si trova adesso… se continui questa follia è quello il destino che ti attende”
In un impeto di rabbia Draco le urlò contro “Io non sono come quell'incapace”
“Non osare parlare di tuo padre in questo modo!” Inconsapevole del gesto Narcissa tirò uno schiaffo al figlio; era ancora con la mano a mezz’aria quando si rese conto di ciò che aveva fatto, si coprì la bocca disgustata per aver perso così le staffe, mentre vedeva suo figlio accarezzarsi la guancia arrossata con lo sguardo chino e ferito. Narcissa cadde sulle ginocchia con lo sguardo colmo di vergogna e le lacrime che le bruciavano gli occhi “Dra…Draco mi disp… dispiace” disse lei non riuscendo a trattenere i singhiozzi. La frustrazione li aveva portati a litigare, Narcissa si coprì il volto e prese a piangere, finché non sentì due forti braccia avvolgerla in un abbraccio “Madre Vi prego, lasciate che il mio destino si compia, non abbiate paura per me” le scostò le mani dal volto arrossato per le lacrime “Lo so che siete preoccupata per me, ma Vi prometto che andrà tutto bene”
Narcissa ricambiò l’abbraccio stringendo il suo bambino forte a sé “Ho paura Draco, ho tanta paura di perdere anche te… se ti succedesse qualcosa io, ne morirei, non avrei più ragione di vivere…”
“Ve lo prometto madre che starò attento e niente di brutto ci capiterà, né a me né a Voi, ma ho bisogno che Voi abbiate fiducia in me, ho bisogno di voi…”
Non c’erano parole che Narcissa potesse dire per far capire al figlio che qualsiasi fosse stato il suo destino, lei gli sarebbe sempre stata accanto, più di quel semplice abbraccio protettivo
“Mamma… su non sono più un marmocchio” le disse sorridendo; Narcissa gli accarezzò il volto e sorrise a sua volta
“Non importa quanto tu possa crescere, sarai sempre il mio bambino”

 

 

I giorni passavano lenti a Villa Malfoy, l’ansia e preoccupazione per il destino di Draco non avevano abbandonato Narcissa che si tormentava giorno e notte, su come poter evitare un compito così mostruoso a suo figlio. Sapeva che i Suoi ordini erano legge, ma se qualcuno gli avesse fatto notare che forse Draco era troppo giovane e inesperto per riuscire in un compito così importante, forse Lui sarebbe tornato sulle sue decisioni… L’idea le balenò per un istante nella mente, una luce di speranza brillò nei suoi occhi; forse aveva trovato una soluzione. 

Corse verso una delle stanze degli ospiti che sua sorella occupava e bussò frettolosamente “Bella apri!”
Dall’interno un giro di chiave rivelò alla donna la presenza della sorella “Che cosa vuoi Cissy?”
“Ti prego fammi entrare!”
Dopo aver controllato che nessuno fosse nei paraggi, Bellatrix aprì la porta quel tanto da permettere alla sorella di entrare nella stanza; Narcissa non si fece pregare due volte e superò la sorella portandosi vicino alla finestra, chiudendo le pesanti tende finemente ricamate, lanciando la stanza in un buio soffuso 
“Che c'è?” chiese seccata Bellatrix
Cercando un po’ di forza Narcissa guardò la sorella dritta negli occhi “Bella… tu devi aiutarmi... Draco... lui… voi lo sapete che non è pronto per un compito così difficile… io… sono preocc…”
“Non iniziare di nuovo con questo piagnisteo Cissy” la interruppe lei bruscamente “…l’ira dell’Oscuro Signore non ti è bastata?” la rimproverò “Draco è pronto… sennò il Signore Oscuro non lo avrebbe scelto”
Narcissa guardò inorridita la donna davanti a lei pronunciare quelle parole “Come puoi dire una cosa del genere? Bella… tu non capisci... mio figlio non è un assassino”
Bellatrix voltò le spalle alla sorella, stanca di quei lamenti, era così maledettamente protettiva con tutti, le dava il voltastomaco “Tuo figlio non è un assassino? Beh, se non lo è, lo diventerà presto! Spero solo che non sia incapace e codardo come suo padre” disse nonostante sapesse che l’avrebbe ferita; dietro di lei Cissy si avvicinò con rabbia alla sorella afferrandola per una spalla “Non ti permetto di parlare così di Lucius, Bellatrix!” con un gesto fulmineo Bellatrix si liberò dalla presa della sorella “Apri gli occhi Cissy! È la verità! Sono sicura che Draco riuscirà a compiere il suo dovere meglio di quanto abbia mai fatto Lucius, e tu dovresti essere fiera del coraggio che sta dimostrando tuo figlio!”
“No!” urlò Narcissa disperata “Non mio figlio Bellatrix, non il mio Draco... non è pronto...”
“È pronto fidati, ci riuscirà! Draco è l'unico che può riportare l’onore nella famiglia Malfoy, dopo il fallimento di Lucius” tentò di calmarla; Narcissa la guardò con gli occhi lucidi “Ma non a questo prezzo... Bella ti prego solo tu puoi... fallo desistere...”
Bellatrix non credette alle parole della sorella, come poteva essere così stupida? “Tu non puoi chiedermi questo! Draco porterà a termine il suo compito. Io posso solo addestrarlo a essere un mangiamorte, nient'altro”
“No! Mio figlio no... non puoi... non potete... lui non è cattivo”
“Lo è. E se non lo è, lo diventerà. È un mangiamorte adesso, che tu lo voglia o no!”
“Non Draco” disse solamente
“Non contraddirò il Signore Oscuro! Il compito di Draco è quello, e lo porterà a termine. Non ci puoi fare niente, Narcissa”
“Tu devi aiutarmi Bella...”
“Io non posso fare niente”
Trattenendo le lacrime la guardò rimanendo in silenzio, era determinata tutto, se sua sorella non la voleva aiutare, avrebbe provveduto diversamente “Allora andrò a chiedere aiuto a qualcun altro” disse alzandosi, Bellatrix scoppiò in una fragorosa risata di sdegno “E chi? Sentiamo”
“Severus è il padrino di Draco... ed è la migliore spia che abbiamo... il Signore Oscuro si fida di lui, lo ascolterà” Bellatrix non poteva credere alle sue orecchie, sua sorella Narcissa si fidava veramente di Piton “Cosa?! Devi essere proprio disperata se ti rivolgi a quel traditore” disse con disprezzo “Tu non oserai chiedere aiuto al burattino di Silente!”
“Non ho niente da perdere, quindi sì lo farò!”
“Non osare, Narcissa! Non ci possiamo fidare di lui! È troppo vicino a Silente! È dalla sua parte! Tu non capisci.”
“Non mi interessa…”
Esasperata da tanta testardaggine, Bellatrix afferrò con una mano il braccio della sorella e lo strinse con una forza innaturale, Narcissa lanciò un’occhiata al suo braccio e poi guardò la sorella “Io andrò da Severus Piton e non sarai tu a fermarmi… Lui proteggerà Draco... Lasciami andare Bella...”
“Devi capire che stai tradendo l’Oscuro Signore! Lui vi ha ordinato di non farne parola con nessuno!”
“Non mi importa!” tuonò lei “La vita di mio figlio è in grave pericolo. E che tu voglia o no io andrò da lui” si liberò dalla presa della sorella e uscì dalla sua stanza, decisa, più che mai prese il suo mantello e lo indossò pronta a uscire, dietro di lei Bellatrix la chiamava intimandole di non muoversi, ma Narcissa non vi prestava attenzione, si coprì il volto con il cappuccio e scese con passo spedito al piano di sotto, mentre alle sue spalle sua sorella imprecava contro di lei. Narcissa aprì il portone all’ingresso e dopo pochi passi all’esterno si smaterializzò con un sonoro pop, prima che la sorella la raggiungesse
“Maledetta stupida così ti farai ammazzare!”

Bellatrix afferrò il proprio mantello e si smaterializzò al suo seguito più preoccupata che arrabbiata, sapeva che se Voldemort avesse scoperto il tradimento di sua sorella, il destino di Draco sarebbe stato la sua minima preoccupazione.

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Capitolo 12
*** 12. Lettere ***


Ed eccomi qui ancora una volta questo capitolo mi ha portato via molto tempo... ho dovuto rileggere minuziosamente tutto Il principe mezzosangue e lo so che voi siete stanchi delle preoccupazioni di Cissy ma stanno per finire e anche la storia sta per finire (sigh!). Angolo delle dediche: questo capitolo va a molte persone ve le elenco una ad una: A Fede nella speranza di aver appianato le nostre divergenze (mi obbliga anche ad aggiungere che devo dirvi che è il Blaise Zabini più sexy che c'è), a Sara con la voglia e la speranza che un giorno possa picchiarla decentemente se mi fa arrabbiare, a Erica che nonostante si trovi in un posto non ben definito passa le intere giornate a scroccare coccole alla sottoscritta, ad Anna perenne fonte di forza nello scrivere (nessuno lo sa ma ho iniziato questa storia perchè volevo essere come te) e ultimo al baby boy Nik che lo conosco da poco e lo adoro da tempo.... grazie per non aver ancora linciato il mio alter ego zoccolone... vi voglio bene

21 dicembre 1996

Cara madre

Mi dispiace avervi fatto attendere tanto per avere delle mie notizie; ma vi posso assicurare che va tutto bene.
Le lezioni mi annoiano, ma le attività extrascolastiche mi tengono impegnato più del dovuto, non vi nascondo che forse le ho prese troppo sottogamba ma alla fine avrò i miei risultati.
Sono sempre più convinto che la maggior aspirazione della mia vita non sia ottenere il diploma, qualsiasi cosa ci sarà per me la affronterò, fiducioso nel futuro.
Il professor Piton vi porge i suoi più ossequiosi saluti, nonostante la sua nuova occupazione come professore di difesa contro le arti oscure, mi ha detto che voi gli avete chiesto di aiutarmi con pozioni; ovviamente ho rifiutato madre, so che devo farcela da solo per prendermi tutti i meriti del mio lavoro, in fondo sono vostro figlio.
Continuerò senza mai fermarmi per il vostro orgoglio di avere buoni risultati
e non preoccupatevi per me, tutto andrà bene, presto torneremo a essere una famiglia, ve lo prometto.

Vi voglio bene…

Draco L. Malfoy

 

Narcissa non sapeva se l’arrivo di quella lettera fosse di buon auspicio o no; ovviamente sospettava che a Hogwarts fossero state messe in atto misure di controllo sulla posta e suo figlio era stato ben attento a farle avere tutte le informazioni necessarie, bastava saper leggere tra le righe.

Aveva capito per esempio che i suoi tentativi, di uccidere Silente non procedevano bene, sapeva che suo figlio si stava impegnando molto per la riuscita del piano, ma doveva anche tutelare il suo anonimato per non essere sospettato e doveva agire con la massima discrezione, nonostante questo non abbandonava i suoi propositi.
Aveva appurato anche il desiderio del figlio di non continuare gli studi, ma di dedicare la sua vita, appena il Signore Oscuro avesse assunto il potere, a servirlo. Avevano già avuto questa discussione; se non fosse stato per il suo compito Draco, non sarebbe tornato a scuola quell’anno; Narcissa sapeva che era impossibile ma sperava che una volta tornato lì Draco avesse apprezzato e rimpianto la sua vita precedente e si fosse tirato indietro; sarebbe stata un’altra macchia sul nome dei Malfoy tra i maghi purosangue ma Narcissa iniziava a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto questo.

A volte si fermava a riflettere su cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato, a volte credeva che tutto questo non avrebbe portato altro che male; combatteva contro il perenne desiderio di tirarsi indietro, scappare come una codarda non era una soluzione, si diceva, e scacciava i tristi pensieri, sperando in un futuro in cui più nessuno avrebbe macchiato l’onore della sua famiglia.

Continuava a leggere la lettera, Severus doveva aver parlato con Draco e magari gli aveva anche rivelato che lo aveva costretto con il voto infrangibile a prendersi cura di lui e ad aiutarlo nel suo intento, ma lui aveva rifiutato. Tipico. Draco voleva avere tutti i meriti per se. Un sorriso passò sul volto di Cissy, per un istante, giorno dopo giorno, anno dopo anno, come non poteva notare come stesse crescendo il suo bambino? Ogni singolo secondo, fisicamente e caratterialmente, sempre più simile al padre.

Lucius. 
Una fitta le colpì il cuore come una lama affilata. Come stava suo marito? Che cosa avrebbe pensato sentendo le notizie che forse gli giungevano ad Azkaban? Aveva provato svariate volte ad affidare le sue lettere nella speranza che gli fossero consegnate, ma ogni volta le tornavano indietro e ogni volta si sentiva morire, temeva che lui pensasse che si fosse dimenticato di lui e invece non c’era giorno o notte, alba o crepuscolo in cui Narcissa non sentisse la mancanza di suo marito; sospirò triste. Draco era testardo come suo padre, ma lei aveva la consapevolezza che Severus non lo avrebbe lasciato solo nonostante il rifiuto di Draco.
Almeno sotto quell’aspetto Narcissa era serena.

La lettera breve e coincisa terminava con i saluti di Draco e la sua perenne promessa che tutto si sarebbe risolto al più presto per loro; Narcissa si chiedeva quanto presto sarebbe accaduto, se solo suo marito fosse stato lì con lei, le avrebbe dato la forza di affrontare tutto questo, magari avrebbe tolto a suo figlio quel gravoso compito.
Le mancavano tanto i suoi baci e i suoi abbracci, non era mai stato un uomo di molte parole ma nei suoi gesti calmi e calcolati anche con lei c’era tanta tenerezza, che le mancava moltissimo. I suoi discreti sorrisi, le parole dolci chi non conosceva quel lato di Lucius Malfoy non poteva dire di conoscerlo veramente
“Mi manchi amore…” Disse prendendo la foto che li ritraeva insieme dopo essersi appena sposati.

Narcissa si era ripresa una dolce vendetta di anni e anni di scherzi, tentennando volutamente al momento del fatidico sì, sorrise, Lucius era stato così chiaro con lei sin dall’inizio, l’aveva definita la scelta migliore della sua vita dopo che i loro genitori decretarono che il matrimonio si poteva fare.
Era il 1972, quattro anni più tardi in un assolato giorno di settembre Narcissa era diventata Lady Malfoy.
Sorrideva felice, sembrava una bambina, aveva da poco compiuto 21 anni, Lucius era più grande di lei di un anno; la teneva stretta a lui con un braccio, i capelli raccolti in una coda morbida gli ricadevano sulla spalla sinistra e i pochi che volteggiavano nella brezza fresca dell’estate che finiva, rilucevano come oro, e ricadevano lungo il vestito bianco candido che risaltava nel nero dei ricami. Narcissa invece, aveva raccolto i suoi lunghi capelli in un intreccio sulla testa da cui le scendevano dei boccoli morbidi che le contornavano il viso da ragazzina, il lungo vestito di seta bianco le incorniciava l’esile corpo e come si muoveva i preziosi ricami dorati, brillavano.
Lui la stringeva forte a se sorridendo ora verso l’obiettivo e ora baciandole la fronte delicatamente, mentre lei reggeva il suo bouquet di rose rosse e nebbiolina.

Le sembrava un’altra vita appartenuta a un’altra persona. Erano passati 20 anni da allora, 20 anni della sua vita, ma lei sembrava avere più anni di quelli che effettivamente aveva.
Chissà se suo marito, l’avrebbe riconosciuta quando sarebbe tornato a casa se fosse tornato a casa, no si disse, non poteva pensare che lui l’avrebbe lasciata lì da sola; doveva sperare e lo sapeva in cuor suo che lui non l’avrebbe mai abbandonata; trasse un profondo respiro e si avvicinò al suo scrittoio d’ebano, dove prese una pergamena e dopo aver intinto la sua piuma nell’inchiostro, scrisse solamente

Vivo solo per te, vivo solo per amarti, nell’attesa del tuo ritorno.

Ti amo Lucius.

Tua Cissy

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Capitolo 13
*** 13. Il ritorno di Lucius ***


Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii finalmente sono tornata dopo notti insonni per finire il capitolo... personalmente amando il numero 13 volevo che fosse il capitolo perfetto ma sento che avrei potuto fare di meglio... quindi se vi annoiate colpa mia.... a me ha fatto venire da piangere :). Il capitolo è dedicato alla dolce Mary Black che come me adora Lucius Malfoy (e per esteso Jason Isaacs) e a Checco con cui avrei voluto condividere la stesura del capitolo: "mi mancano tanto le nostre ruolate"... Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno... non sarei andata avanti senza di voi... Grazi -amy-

Narcissa non diede neanche un’occhiata all’edizione della Gazzetta del Profeta che annunciava, la morte di Albus Silente. Niente nomi, niente dettagli. Il Ministero aveva saputo insabbiare bene la cosa anche questa volta.
Draco tornò accompagnato da Severus e Bellatrix la notte stessa dopo esser sfuggiti all’assedio degli Auror all’interno della scuola. La notizia che Piton avesse ucciso Silente suscitò molti commenti da parte dei mangiamorte, che ora vedevano in Draco la stessa inettitudine di Lucius.
Lui aveva fatto tutto il possibile ma Narcissa lo aveva sempre saputo che suo figlio non era un assassino, e Bellatrix le lesse in faccia un’espressione di gioia quando la vide, che la infastidì.
Draco in cuor suo non era contento di come si erano sviluppate le cose, iniziava a pensare che anche lui fosse destinato a una vita di fallimenti e insuccessi; la rabbia e l’amarezza gli si leggevano sul volto come scolpiti nella roccia.
Sua madre non disse niente, ogni parola, in effetti, sarebbe stata inutile, lo vide passare in silenzio diretto nelle sue stanze seguendolo con lo sguardo finché non scomparì; si voltò di nuovo verso Piton, e abbassando il capo disse solamente
“Grazie Severus”
Piton non rispose e la guardò andare via.
Draco era un ragazzo fortunato come pochi pensò.

Una languida brezzolina estiva entrò nella Villa stemperando l’afa di fine giugno. Un vociare animato arrivò dal salone, tutti i mangiamorte si ritrovarono ancora una volta seduti attorno al lungo tavolo d’ebano. L’attesa non durò molto, tutti notarono la presenza di Nagini strisciare sotto il tavolo, come se stesse per attaccare. Il cuore di Draco prese a battere più forte, sapeva che sarebbe stato punito per il suo insuccesso e sapeva che anche sua madre temeva per lui mentre gli stringeva una mano; lui solitamente avrebbe trovato di cattivo gusto un gesto del genere davanti a tutti ma dovette tristemente ammettere che in quel momento la voleva sentire vicino a sé.
Lord Voldemort non tardò ad arrivare, una leggera nube nera apparve nel salone al lato del camino e materializzatosi, prese subito posto. Un ghigno gli si dipinse sul volto prima di prendere a parlare “Sebbene il piano sia stato concluso con qualche leggera variazione, alla fine come tutti voi sapete, Silente è morto”
Versi di approvazione si levarono tra molti dei presenti, non tanto per la morte di Silente, quanto per lo scompiglio che lentamente stavano gettando all’interno della comunità magica, la sensazione di potere che avevano tra le mani era adesso più che mai, tangibile
“Ora che Hogwarts e il Ministero sono in nostro potere l’ascesa delle forze oscure è sempre più vicina” disse stendendo il suo volto in un ghigno compiaciuto “…siamo prossimi a piegare al nostro volere questa insulsa comunità, ripristineremo l’onore dei maghi purosangue, libereremo il mondo dalla feccia che vi abita e nessuno ci fermerà”
Un’improvvisa confusione di assenso si levò tra i mangiamorte, il Signore Oscuro li incitò ancora una volta in attesa della guerra che li avrebbe portati al dominio della comunità magica
“Raduneremo tutte le forze oscure e le scateneremo contro coloro che ci ostacolano e mentre il Ministero epurerà coloro che insozzano il nostro sangue, piegheremo quelli che ci costringono a nasconderci al nostro volere”
Un boato ancora più assordante si sollevò nel salone, le Sue parole d’incoraggiamento riecheggiavano nella mente di coloro che credevano nella guerra contro tutti i non maghi, una guerra che presto sarebbe venuta e avrebbe mietuto vittime indegne di vivere, che con la loro presenza costringevano i maghi alla segretezza. Quando gli animi si furono calmati il discorso, proseguì
“Abbiamo bisogno di nuovi seguaci, creature oscure… radunate tutte le forze che riusciamo a conquistare, piegate sotto Imperio le loro volontà, la guerra è vicina…”
“Mio Signore…” una voce sibilante e melliflua alla sinistra di Lord Voldemort si fece avanti
“Dimmi pure Severus”
“Non dovremmo dimenticare che alcuni dei nostri sono ancora detenuti ad Azkaban mio Signore…”
Narcissa che fino allora era rimasta china e in silenzio alzò il capo con uno scatto appena in tempo per vedere Severus deviare lo sguardo che poco prima era su di lei; spostò gli occhi su Voldemort che accarezzava Nagini soppesando le parole dell’uomo

“E la feccia peggiore è chiusa dentro Azkaban, piegati al nostro volere, costituirebbero un importante aiuto alla causa” fece una pausa attendendo che Voldemort lo interrompesse, quando questo non avvenne, disse calmo “il Ministero non divulgherebbe la cosa… Ha troppa paura”
Voldemort ghignò in assenso “… E sia! Goyle, Gibbon,
Yaxley, sapete come agire” Le parole nascondevano un ordine ben preciso, morte a chiunque si fosse messo di mezzo.

Narcissa solitamente avrebbe provato pietà per quelle persone, ma adesso se c’era in gioco la libertà di suo marito, lei non avrebbe guardato in faccia a nessuno.

 

Luglio 1997

Draco non aveva mai visto sua madre così radiosa da quando la guerra era iniziata. Nonostante tutto il mondo attorno a lui fosse in tumulto, scorgere sul suo viso un sorriso alla notizia del ritorno di suo padre era quel segno di felicità che le aveva sempre promesso. Dopo quell’ultima riunione, infatti, sembrava che dal suo cuore le fosse caduto quel peso che la opprimeva da qualche tempo; lo aveva raggiunto nelle sue stanze e avvolta nel suo abbraccio, aveva pianto tutte le lacrime che in precedenza aveva dovuto reprimere per vergogna e per paura. Lui lo sapeva che era quello il suo modo per ringraziarlo per quello che aveva fatto, ma sapeva anche il rischio che aveva corso e adesso capiva la sua preoccupazione. Cercava di scacciare quel pensiero ma sapeva che se tutto fosse andato storto sarebbe stato un’altra macchia sul suo cuore; e se lui fosse morto? Chi avrebbe badato a lei? Quale gesto sconsiderato avrebbe fatto per disperazione? Ripensò alla lotta con Potter nel bagno e la rabbia iniziò a ribollirgli nelle vene; Piton non aveva detto niente a sua madre, si sarebbe preoccupata e forse avrebbe mandato tutto all’aria.
L’aveva stretta ancora più forte e le aveva detto quanto le volesse bene, lei non rispose ma Draco non ci badò, gliel’aveva detto sin dal primo giorno che lui era nato, lui lo sapeva e lo avrebbe saputo per sempre.

Nella trepidante attesa del suo ritorno Narcissa sembrava un’altra donna, si rendeva conto della forza che rinasceva in lei, guardò suo figlio con occhi sereni, seduta nella sua poltrona accanto al camino spento; lui le teneva una mano sulla spalla come se traesse forza anche per sé.
Come se avesse il presentimento di quello che stesse per succedere Narcissa, si alzò dalla poltrona, un istante dopo il portone principale si aprì e due figure entrarono.
Non fu difficile riconoscere Severus Piton, ma la persona accanto a lui non assomigliava neanche lontanamente a suo marito: coperto di stracci luridi e strappati, della fierezza che aveva sempre contraddistinto Lucius Malfoy, rimaneva ben poco, i lunghi capelli biondi ricadevano sulle spalle malamente tagliati e sporchi, così come malamente era rasa la barba, il viso emaciato era coperto da vistose escoriazioni; la bellezza di Lucius era sfiorita, ma nonostante questo Cissy corse verso suo marito con le lacrime agli occhi
“Lucius!” Narcissa lo abbracciò stringendolo a sé come se avesse paura che qualcuno avesse potuto di nuovo portarglielo via; Lucius posò le sue labbra sulla fronte della moglie chiudendo gli occhi
“Cissy” disse in un flebile sussurro ricambiando l’abbraccio nonostante fosse stanco e debilitato “ho temuto di non rivederti più cara, stavo impazzendo… è stato brutt…”
Narcissa non gli diede il tempo neanche di finire e lo baciò dolcemente, le sembrava di tornare indietro nel tempo al loro primo vero bacio, 25 anni fa, non si curava neanche degli spettatori che li guardavano, non provava vergogna nel dimostrare quanto amasse suo marito.
Lucius. Quante notti aveva sognato quel momento? Quante volte aveva stretto il suo cuscino alla ricerca di quel profumo che lentamente spariva? Quante lacrime aveva versato quando le avevano portato via la sua vita? Rimase li ferma desiderando che quel contatto non finisse mai, lo sentiva vicino a sé e scoppiò di nuovo in lacrime, questa volta di gioia.

Draco rimase vicino alla poltrona a guardare quella scena, non aveva mai amato eppure ciò che guardava gli sembrò la cosa più normale al mondo, sentì una strana sensazione, avrebbe voluto piangere anche lui, ma rimase lì immobile a guardare i suoi genitori amarsi nonostante tutto, nonostante la guerra, nonostante il tempo lontani erano ancora lì; non riuscì a non sorridere debolmente nonostante avesse paura del futuro.
Erano lì comunque, erano lì anche per lui.

Traendo un lungo sospiro Narcissa aiutò il marito a sedersi sulla sua poltrona, lo guardò ancora una volta sorridendogli; poi si voltò e guardò Severus, “Prima mio figlio… adesso mio marito… non so come ringraziarti Severus”
Lui la scrutò silenzioso ma poi aggiunse “È stato un dovere Narcissa…” guardò tutti “Abbiate cura di voi”, disse prima di stringersi nel mantello e smaterializzarsi via.

Cissy sedeva di fronte al grande specchio nella sua stanza, nel riflesso vide arrivare suo marito, il suo aspetto era migliorato dopo il bagno e la cena, alcune ferite avrebbero avuto bisogno di tempo per guarire ma alla fine sarebbero sparite, ciò che non sarebbe andato via era il ricordo della loro separazione, Lucius doveva aver sofferto proprio come lei, glielo leggeva negli occhi con l’adorazione con qui la guardava in quel momento; lei si alzò lentamente e fu accolta tra le sue braccia, lui posò il capo su quello della moglie, riempiendosi i polmoni del suo profumo, le mani della sua pelle e gli occhi della sua bellezza. Tentò di rassicurarla quando la sentì piangere di nuovo, ma sapeva che ne aveva bisogno così la strinse ancora più forte a se finché non fu lei a parlare
“Non c’è stato giorno che non abbia sentito la tua mancanza! Credevo di impazzire, mi avevano portato via la mia vita. Non avevo tue notizie sono stata sul punto di arrendermi…”
Lucius le diede ancora un bacio sulla fronte “Lo so! Draco mi ha detto tutto, quando è tornato… era preoccupato, è stata tutta colpa mia Cissy, non ci sono scuse per ciò che ti ho fatto”
“Andrà tutto bene adesso?” la sua disperata richiesta lo colpì profondamente, ciò che era successo aveva messo a dura prova i suoi nervi saldi, non avrebbe potuto pretendere che la sua forza la aiutasse anche in questo momento
“Andrà tutto bene amore mio! Te lo prometto” la baciò con passione come aveva desiderato fare in tutti quei mesi lontana da lei “Andiamo a riposare, domani dobbiamo riprendere la nostra vita da dove l’abbiamo lasciata”
Narcissa adesso non temeva il suo avvenire, sorrise alla certezza che stava tornando a vivere la sua vita perfetta.


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Capitolo 14
*** 14. Dilemma ***


Pensavate che fossi morta vero? e invece no ero solo sommersa da una montagna di esami da fare e ho solo dovuto vagare come una scema alla ricerca di un pò di ispirazione per questo capitolo. La ricerca è finita e so che vi lascerà con l'amaro in bocca, ma è solo un capitolo di transizione il meglio arriverà dopo (oddio speriamo veramente di scrivere dei capitoli decenti). Ci troviamo quasi alla fine di questa avventura wow inizia a mancare anche a me. Come al solito passiamo alle dediche di questo capitolo: Non ho una persona o più persone in particolare da ringraziare, però un pensiero speciale va a tutti i miei amici del fantamondo quindi un grazie di cuore va soprattutto a loro che mi hanno spronato a scrivere e che mi seguono.
15 Luglio 1997

“Lucius io…”
“Finirà tutto presto Cissy, te lo prometto” le sfiorò la guancia con il dorso della mano, poi istintivamente si girò verso la porta che produsse un lieve rumore, ma non si aprì, sospirando Lucius Malfoy tornò a guardare la moglie sorridendole sforzatamente per tranquillizzarla “Non permetterò che niente accada né a te né a Draco… avete già sofferto abbastanza”
Narcissa si portò una mano alla bocca, serrando gli occhi
“Finirà tutto presto” le disse lui in un dolce sussurro “Finirà…Te lo prometto”
Nonostante si trovassero nella solitudine della loro stanza, anche lei come suo marito era in costante allerta su ciò che succedeva in quella che una volta era la loro casa; definirla una prigione sarebbe stato troppo riduttivo, persino ad Azkaban i prigionieri potevano parlare in un tono di voce normale; lei, Lucius e Draco erano costretti invece a radi bisbigli quando erano sicuri, di essere soli, guardandosi sempre le spalle su chi si avvicinava. Sarebbe stato tutto doppiamente difficile per lei se suo marito non fosse stato lì, ma non riusciva a nascondere lo sconforto che provava quando si rendeva conto che non era neanche più padrona della sua vita.
Lucius le vedeva la tristezza nei suoi occhi di quel blu profondo, dove aveva da sempre desiderato affogare dal primo momento che l’aveva vista; si avvicinò a lei e le sussurrò “
Lorsque vous toucher pour la première fois ... Je le ferai avec mes lèvres” *
Narcissa sorrise per quell’attimo di dolcezza che accompagnò un bacio casto sulle sue labbra.
Se c’era ancora un po’ di speranza a questo mondo, pensò, allora valeva ancora la pena lottare per il suo amore.

 

Aprile 1998

“Avete fallito miseramente… Di nuovo!” La furia del Signore Oscuro era palpabile nell’espressione di rabbia che si era formata sul suo volto quando apprese la notizia della fuga di Harry Potter. I Ghermidori si dettero alla fuga prima che lui arrivasse, temendo di incappare anche loro nella terribile punizione che sarebbe toccata alla famiglia Malfoy
“Mio signore ce l’avev…” cercò di dire Bellatrix
“Taci!” Urlò lui in preda alla rabbia “Avete fallito… tutti quanti. Era qui e lo avete lasciato scappare... Tu Bella, la mia Mangiamorte migliore come hai potuto fallire?

Ma nessuno trovò le parole per poter giustificare il loro insuccesso. Voldemort rigirò tra le mani la Bacchetta di Sambuco e fu chiaro a tutti in quel momento, cosa sarebbe successo; persino Bellatrix chiuse gli occhi sperando solo che finisse presto
Crucio!”
Bellatrix Lestrange aveva provato molti tipi di dolore sulla sua pelle e quello che non l’aveva uccisa l’aveva resa sempre più forte; ma non avrebbe mai dimenticato da allora, quanto potesse far male la rabbia del suo Signore sulla sua pelle. 
Le sarebbe rimasto impresso nel corpo come il marchio che adesso le bruciava sul braccio.

 

Caro diario

Buffo come la mia vita sia cambiata vero? Immaginavo che sarebbe successo; relegata a eseguire gli ordini di una sorella che non ha mai avuto un briciolo di rispetto per me, segregata nella mia stessa casa, prigioniera del destino che io stessa ho scelto. Se in fondo c’è qualcuno da rimproverare per quello che sta succedendo, sono solo io. Chissà che forse Andromeda non avesse ragione; tutto questo sta diventando una follia insostenibile.
Lucius si è molto adirato quando, per l’ennesima volta, l’ho supplicato di porre fine a questo scempio, ma vedo che anche lui è preoccupato per la nostra sorte, cerca di essere accondiscendente con ogni desiderio dell’Oscuro Signore.
Le ferite di Draco non sono ancora guarite, ma io e Lucius conveniamo che sia meglio che torni immediatamente a Hogwarts; sono più serena sapendolo protetto da Severus, qui non è al sicuro, già troppe file di cadaveri appestano l’aria nella Villa, la mia casa ormai è la mia prigione, non c’è concesso muoverci fuori dalle nostre stanze; a volte devo uscire di nascosto per vedere mio figlio.
Inizio a temere seriamente per le nostre vite, non credo che per Lui valgano più della sporca feccia che uccide.
Quale futuro potrà esserci se continueremo su questa strada? Temo di riuscire a vedere solo io la risposta a questo dilemma.

 

* tradotto: Quando ti sfiorerò per la prima volta... lo farò con le mie labbra.

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Capitolo 15
*** Per sempre ***


Ed eccomi qui di nuovo, vi avevo promesso un gran capitolo e mi pare di aver fatto un buon lavoro, questa volto sono molto soddisfatta di me stessa. Siamo arrivati quasi agli sgoccioli la guerra si avvicina e con lei anche la fine della nostra avventura, anche questa volta non ho nessuno in particolare da ringraziare però il mio pensiero è sempre per voi che mi leggete e recensite.... grazie a voi sempre Amy.

1 Maggio 1998

La scena che si presentò agli occhi di Narcissa la fece sorridere dentro di sé. Il sorriso però non era di felicità o d’ilarità, era piuttosto qualcosa per alleggerire la consapevolezza che presto avrebbero fatto tutti la stessa fine; ed era la certezza che anche sua sorella se ne stesse accorgendo, che la fece sorridere. Magari i prossimi cadaveri ammucchiati nel salone sarebbero stati i loro.
Con un po’ di fortuna non avrebbero neanche sofferto come il povero folletto della Gringott, che li aveva appena avvisati del furto nella camera blindata dei Lestrange, da parte di Potter e i suoi amici.
La rassegnazione a quel fatto evidente, era più forte che mai adesso, non prestò neanche più attenzione ai lamenti che la sorella emetteva mentre le curava la ferita sulla tempia, compiva i gesti automaticamente senza rendersi conto di quello che faceva, la sua mente vagava alla ricerca di un futuro che non riusciva a vedere
“Le cose non vanno bene?” chiese in un sussurro alla sorella, senza però aspettarsi una risposta vera e propria “Moriremo tutti vero?”
“Nessuno morirà Cissy” disse Bellatrix seccata dall’insistenza delle sue domande; un sorrisetto tirato piegò la sottile bocca di Narcissa
“A volte mi chiedo se ne sia valsa veramente la pena…”
“Sei una codarda Narcissa” disse lei sputando sul pavimento “Ho un solo scopo nella vita e non intendo tirarmi indietro, ora che siamo ad un passo dalla vittoria. E non lo farete né tu, né Draco, né Lucius”
Narcissa guardò la sorella rimanendo in silenzio, poi guardò Voldemort camminare a passi lunghi innervosito dalla notizia che gli avevano appena portato e tornò a riflettere sul futuro, ‘Vittoria’ pensò, un altro sorriso forzato le piegò la bocca questa volta, però si sentiva disgustata
“La vostra vittoria, non vale le nostre vite!” le sussurrò prima di lasciarla sola avviandosi verso le sue stanze.

 

Neanche Lucius sapeva cosa sua moglie tenesse chiuso a chiave in quell’ultimo cassetto della sua scrivania.
Non che non avesse curiosità in effetti, Narcissa non aveva mai avuto segreti con lui, ma custodiva gelosamente le cose che le erano care e si sentiva debole nell’ammettere anche a se stessa di tenere molto a quel semplice pezzo di carta e non voleva dare spiegazioni neanche a suo marito, riguardo alla sua presenza lì.
Per lei quel rettangolo ormai sgualcito e ingiallito di pergamena era una prova, la prova che lei c’era ancora e che non l’aveva mai dimenticata.
Dopo il suo matrimonio tutti si erano presi la briga di darle il titolo di ‘Lady Malfoy’ com’era giusto che fosse, ma Narcissa non aveva mai dimenticato chi lei era veramente: lei era una Black, aveva avuto la sua famiglia da ragazza, i suoi genitori e le sue sorelle; e adesso che la Sua famiglia viveva nel terrore, spesso si ritrovava a pensare al suo passato ingenuo, quando la sua unica preoccupazione era, essere l’orgoglio dei suoi genitori; sentì le lacrime pizzicarle gli occhi a quel pensiero e questa volta sorrise un po’ sollevata, nonostante la sua mente continuava a vagare tra i ricordi di una vita che sentiva, ormai, che non le apparteneva più…

 

Luglio 1972

“Andromeda, pour l'amour du ciel ma chère1, stai commettendo un grave errore” gridò Druella Rosier in direzione di sua figlia “Come puoi fare una cosa del genere a noi? A tuo padre e a me, che ti abbiamo sempre amato?”
“Maman mi dispiace ma io lo amo…” furono le uniche parole che si sentì di dirle “Sono grande ormai per decidere della mia vita, e so che non voglio più far parte di questa famiglia se non accettate il futuro che ho deciso di intraprendere” si morse un labbro per la durezza delle parole che le erano appena uscite dalla bocca come un fiume in piena “Io… io non sono come voi… non lo sono mai stata… non sono come papà che odia e disprezza tutti coloro che non sono maghi purosangue, non sono come zia Walburga, non sono come ogni Black: fiera del mio sangue” il suo viso si tirò in un’espressione di disgusto al solo pensiero “Io amo Ted Tonks, e se amarlo vuol dire vivere la mia vita lontano da questa casa e da ogni Black che non rispetta la mia decisione… bhè, allora questa sarà l’ultima volta che mi vedrete” disse abbassando il capo quasi colpita dalla sua stessa presa di posizione.
Lady Black non riusciva a credere alle parole che sentì pronunciare da sua figlia, ma quello che le fece più paura fu il volto paonazzo di suo marito che, al suo fianco, era pronto a scoppiare e a inveire contro la ragazza davanti a lui, che aveva smesso ormai di considerare sua figlia “Sono quindi queste le tue ultime parole?”
“Si padre!”
“Sei libera di uscire fuori da questa casa e ti proibisco di farvi ritorno per sempre” disse prima di alzarsi dalla sua poltrona e scomparire.
Andromeda posò lo sguardo su sua madre, sapeva che non avrebbe disobbedito agli ordini di suo padre e con le lacrime agli occhi si voltò e corse al piano superiore infilandosi nella sua stanza, desiderosa solo di uscire da quel posto al più presto.
Mentre era lì a raccogliere la sua roba, un leggero bussare la ridestò dai suoi pensieri
“Avanti” disse con un tremito della voce; temeva di dover affrontare di nuovo sua madre, ma a entrare dalla porta della sua stanza fu sua sorella Narcissa “Ciao Cissy”
“Che cosa stai facendo Didy?” chiese lei con rabbia e con uno sguardo accusatorio, Andromeda sapeva bene che nessuno l’avrebbe capita in quella casa, prese un profondo respiro tentando di mantenere la calma
“Me ne vado! Nostro padre mi ha appena rinnegato, non ho più motivo di rimanere qui”
“Cosa? Perché?”
“Perché non sono la figlia perfetta che ha sempre desiderato, perché amo un nato babbano e voglio sposarlo!”
Narcissa guardò la sorella stupita di quelle parole, sapeva che durante il periodo scolastico si frequentava con uno sporco mezzosangue e non erano stati pochi i litigi tra lei e il resto della famiglia
“Io credevo che avessi smesso con queste assurdità Didy”
“Non sono assurdità Narcissa!” le urlò lei esasperata “Io lo amo, io amo Ted Tonks e se questo vuol dire allontanarmi dalla mia famiglia, bhè sai che c’è? Addio!”
La ragazzina non riusciva a proferire parola, vedeva sua sorella che era intenzionata a proseguire con il suo intento e non riusciva a fare niente per farla desistere
“Non puoi lasciarci così Didy, non puoi abbandonarci; nostra madre ne morirebbe ed io ho bisogno di te”
Un sorriso triste si dipinse sul volto di Andromeda che si avvicinò alla sorella abbracciandola protettiva “Cissy adesso sei troppo piccola per capire, ma ci sono cose nella vita per cui vale affrontare anche le situazioni più brutte, io così non posso andare avanti, so che sto facendo del male a te, a Bella e ai nostri genitori; ma so che questa cosa sarà la mia felicità e non voglio rinunciarci” le lacrime iniziarono a scendere incontrollabili “Ti prego almeno tu cerca di essere felice per me Cissy, sappi che nella vita ci sono cose più importanti della purezza del sangue…”
“Tu stai farneticando” le rispose allontanandola da sé “Come puoi farci questo? Noi siamo la tua famiglia, noi ti vogliamo veramente bene, che futuro potrai avere quando sarai una reietta per tutti sposata con uno sporco mezzosangue?”
“Sono cose che non hanno senso per me Cissy, e non l’hanno neanche per te, tu credi che sia così perché gli altri ti hanno convinto di questo, ripeti sempre le stesse cose come fanno tutti nella nostra famiglia, ma non sai qual è la verità” le sorrise “Ragiona con la tua testa Narcissa, tu sei diversa da loro, io lo so… non sei come Bellatrix o come nostro padre puoi ancora cambiare e sappi che ci sarò sempre per te, anche quando sarò lontana, io sarò sempre con te, e quando vorrai, se vorrai, ti aiuterò a comprendere le cose, come realmente sono”
“Sta lontana da lei o quella feccia per cui ci hai traditi sarà costretto ad andare a piangere sulla tua tomba” Una voce dura, parlò dietro di loro, le due ragazze si voltarono vedendo Bellatrix ferma sulla porta della stanza della sorella con la bacchetta in mano pronta per essere usata
“Bella no!” disse la più piccola delle tre terrorizzata “Andromeda non farà niente di tutto questo, non è vero sorella? Tu non puoi abbandonarci così, non puoi farci una cosa del genere…”
“Posso e devo Cissy! Non sono felice, non voglio stare in questa casa un minuto in più”
“E allora vattene” le rispose in maniera feroce Bellatrix “Esci da questa casa e non farti mai più rivedere” si avvicinò alla sorella sempre con la bacchetta puntata, Narcissa la afferrò per un braccio cercando di farla desistere dal suo intento “Bellatrix sta ferma!” la pregò con le lacrime agli occhi
“Esci fuori Cissy, sono io la sorella maggiore sono io quella che si deve occupare di questa faccenda”
Andromeda sfilò lentamente la bacchetta, il terrore assalì la ragazzina che temeva che le sue sorelle potessero arrivare a combattere l’una contro l’altra “Didy no! Smettila! Bellatrix abbassa la bacchetta! Ragazze vi prego fermatevi” ma ogni accorata supplica non sortiva alcun effetto, visto l’odio e il disprezzo che correva tra le due “…vi prego fermatevi!” le supplicò ancora.
Senza spostare lo sguardo dalla sorella maggiore Andromeda toccò con la punta della bacchetta i vestiti sopra al suo letto, che animati di vita propria iniziarono a infilarsi ordinatamente all’interno del suo baule; quando i pochi oggetti personali furono sistemati al suo interno, il baule si chiuse da sé e Andromeda rimise a posto la sua bacchetta, riponendolo nella tasca del mantello che le si posò sulle spalle; lentamente spostò lo sguardo da Bellatrix a Narcissa e le si avvicinò
“Lasciala stare!” le intimò Bella ma Andromeda la ignorò e le accarezzò amorevolmente una guancia, ma con un gesto brusco Narcissa le schiaffeggiò la mano
“Io non voglio una sporca traditrice come sorella, se esci fuori da questa casa dimenticati che esisto, io per te sono morta!”
Nonostante le dure parole Andromeda, le sorrise e prima ancora che qualcuno potesse ribattere svanì smaterializzandosi via.

 

Il ricordo di quella giornata perseguitava Cissy vivo nel tempo, nonostante lei avesse fatto di tutto per rimuovere quello che successe. Strinse ancora tra le mani la pergamena rileggendo le parole scritte nella perfetta calligrafia di sua sorella.
‘Quanto aveva ragione’ pensò.
Allora era veramente troppo piccola per capire, ma adesso che era anche lei una madre e una moglie aveva compreso quali sacrifici si è disposti a compiere pur di stare accanto alla persona che si ama.
Tutto improvvisamente le era diventato più chiaro quando un giorno sentì due Mangiamorte riferire al Signore Oscuro della morte di quello che non aveva mai considerato suo cognato; fu allora che i ricordi tornarono insistenti nella sua mente, aveva fatto di tutto per rimuoverli, ma loro erano lì sempre e non l’avrebbero mai abbandonata.
Aveva ricordato come si era ridotta per la lontananza da suo marito, e si chiedeva quale dolore immane stesse provando in quel momento Andromeda alla notizia della sua morte.
Le sembrava di sentirla ancora lì con le lacrime agli occhi e una mano posata sulla sua guancia, amorevole e protettiva, com’era sempre stata con lei.
Le fu istintivo correre nelle sue stanze afferrare il foglio di pergamena, intingere la sua piuma nell’inchiostro e scriverle quelle poche parole. Era pur sempre sua sorella, nessun tradimento avrebbe mai dissolto il legame che c’era tra di loro.
Indecisa su cosa scrivere lasciò che le sensazioni e il dolore la guidassero nelle parole giuste, immaginò cosa avrebbe voluto sentirsi dire se fosse stata al suo posto, ma le sembrava tutto così scontato e banale, finché poi un’idea le attraversò la mente e ricordando le parole forti che le aveva detto, scrisse solamente

 

Finalmente ho capito.

Cissy

 

Sapeva che anche lei avrebbe capito a sua volta, e decise di non aggiungere altro, qualsiasi altra parola spesa per la morte di suo marito sarebbe stata inutile e forzata. Sapeva che avrebbe apprezzato quelle semplici parole più di qualsiasi altra cosa e affidò quindi la missiva al suo gufo senza aggiungere altro.
Di certo non immaginava però, che avrebbe ricevuto una risposta, in fondo non l’avrebbe meritata dopo tutto questo tempo, era noto a tutti chi era e cos’era e si sentiva anche lei assassina di suo marito, ma quando la lettera le tornò indietro Narcissa dovette leggere più volte per capacitarsi che quelle parole erano lì ed erano vere, ma soprattutto erano per lei.

 

Segui la tua strada e non aver mai paura.

D.

Tenne stretta ancora la lettera tra le mani finché non decise che nessuno tranne lei avrebbe dovuto sapere della sua esistenza, incantò il cassetto e la ripose dentro nascondendola a occhi indiscreti.

 

Narcissa ripose la lettera all’interno del cassetto con la solita accuratezza e protezione che era abituata a riservare ai suoi piccoli tesori, trovava molto conforto in quelle parole quando ne aveva bisogno e si sentì rincuorata sapendo che anche nella lontananza, sua sorella le era vicino come le aveva promesso.
La luna bianca e lucente di maggio faceva capolino tra le tende della sua stanza, Narcissa le scostò lasciando che la sua luce la inondasse con il suo splendore e la rendesse una creatura magica.
La guardò estasiata prendendo coscienza del cambiamento che stava avvenendo in lei, lo aveva sempre saputo in cuor suo ma adesso era come una vera forza dentro di lei, chiuse gli occhi e sorrise
“La mia famiglia, ora e per sempre”.

 

1Per l’amor del cielo mia cara

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Capitolo 16
*** La battaglia finale (pt.1) ***


Come dico sempre le lunghe assenze sono ben premiate e questo capitolo mi pare ben riuscito. Noterete che sono pezzi, vi ricordo che Narcissa fa un sunto della propria vita tramite i ricordi che ha del passato quindi sono mini storie che compongono il capitolo. Mi scuso sempre per la lunga assenza ma impegni vari mi tengono moooolto impegnata. Questo capitolo va dedicato a tre persone che in questo periodo mi sono molto vicine: al mio tato con cui praticamente non faccio altro che ciaulare dalla mattina alla sera, alla Gin (con la speranza di mettere in atto il mio piano di cocole per lei) per la disponibilità a creare i disegni che accompagneranno ogni capitolo e alla ely appena conosciuta ed è come se l'amassi già da una vita, alla vita che mi ha ridato a me e a Amelia e alle interminabili ruolate e a tutti i fazzoletti che mi hanno fatto consumare lei e la Gin con le loro storie. Vi voglio troppo bene.... Amy

2 maggio 1998

C’era un gran fermento nel salone di Villa Malfoy. Lord Voldemort era appena tornato e sembrava ancora più furente di quando aveva lasciato il Manor tanto che, subito ordinò ad alcuni Mangiamorte di sorvegliare Hogsmeade e Hogwarts stessa, perché era sicuro che Potter e i suoi compagni sarebbero andati lì quella notte. Narcissa guardò Lucius negli occhi preoccupata, la presenza dei mangiamorte lì non era assolutamente di nessun conforto.
“Avvisatemi se Potter arriva vicino alla scuola, senza perdere tempo. Se lo catturate, ricordatevi che lui mi appartiene. Se gli succede qualcosa, risponderete direttamente a me”
Detto questo i Mangiamorte, si smaterializzarono fuori dalla Villa e Voldemort svanì anche lui nel nulla; Lucius guardò sua moglie stringendola in un abbraccio
“Sta tranquilla cara Draco sa badare a se stesso”
Nonostante questa piccola rassicurazione, Cissy non riuscì a non essere preoccupata per lui, in cuor suo lo sapeva che si stavano tutti avvicinando lentamente alla fine.

 

 

Il volto di Lucius si contrasse in una smorfia di dolore. Non ebbe neanche il tempo di nascondere a sua moglie che il marchio aveva preso a bruciargli come fuoco sulla pelle, che subito lei si portò vicino a lui scoprendogli la manica con cura.
Ancora una volta campeggiava sulla sua pelle e si muoveva sinuoso e minaccioso allo stesso tempo
“Hanno trovato Potter” Non era una domanda quella che Narcissa rivolse a Lucius preoccupata, ma la lenta accettazione di quello che accadeva al di fuori della loro casa.
Dal piano superiore, i passi di Bellatrix riecheggiavano nella villa vuota fino al salone
“Lucius” disse sua sorella con un sibilo “Hai sentito?”
“Si Bella”
“Andiamo!”
“Verrò pure io” tuonò Narcissa interrompendoli
“Non fare la stupida Cissy”
“Non osare rivolgerti a me in questo modo Bellatrix, ricordati che sei in casa mia”
“Sei una stupida” le urlò contro “Non andiamo a divertirci, abbiamo una missione da portare a termine”
“Non m’interessa” tagliò corto lei “Non starò qui con le mani in mano aspettando come un’insulsa donnicciola altri cadaveri”
“Cissy non hai neanche la bacchetta come pretendi, di poter essere d’aiuto. Sarai solo d’intralcio”
“Non m’interessa, io non rimango qui da sola lasciando mio marito e mio figlio in balia degli eventi”
“Merlino, il tuo stupido attaccamento alla tua insignificante famiglia è a dir poco vomitevole”
Narcissa la fulminò con uno sguardo di dissenso “È questa la sottile differenza tra una donna…” le lanciò uno sguardo dubbioso “… e te”
Con un gesto fulmineo Bellatrix posò la mano sulla bacchetta di sua madre e la sfilò puntandola contro la sorella
“È facile potersi difendere dopo aver rubato la bacchetta a nostra madre vero?”
Prima che però Bellatrix potesse replicare Lucius s’intromise tra le due donne dividendole
“Il Signore Oscuro ci aspetta Bella, non credo che ci perdonerà il ritardo quando tenteremo di spiegargli che stavi discutendo con tua sorella non trovi?”
Bellatrix sibilò qualche parola di dissenso ma alla fine si allontanò a passo svelto afferrando il suo mantello e smaterializzandosi via. Prima ancora che Lucius potesse ancora ribattere Cissy gli puntò il dito contro
“L’ultima volta sono quasi impazzita dal dolore quando ti hanno portato via da me, il mio posto è al tuo fianco se devo morire, voglio morire vicino a te Lucius. Non m’interessa del resto…”
Lucius posò una mano sulla sua guancia e Narcissa posò la sua sopra quella di lui aumentandone il contatto con il suo volto, lentamente catturò le sue labbra in un bacio pieno di passione, prima di appellare i loro mantelli e smaterializzarsi via insieme, raggiungendo Voldemort nella Stamberga Strillante.

 

 

“Lucius…”
“Shhh Cissy, ho un compito da svolgere per il Signore Oscuro”
“Cosa?” sussurrò lei incredula; Lucius non rispose alla sua domanda ma semplicemente coprì il capo della moglie con il cappuccio del suo mantello
“Tornerò presto” detto questo, si allontanò da lei smaterializzandosi vicino al cancello principale di Hogwarts.
Appena toccò il suolo, Rookwood gli puntò la bacchetta contro mettendosi sulla difensiva “Chi va là?”
“Abbassa quella bacchetta Augustus se non vuoi fare una brutta fine”
“Mi minacci tu che sei disarmato Lucius?”
Istintivamente Lucius portò una mano sotto il suo mantello mostrando la bacchetta, appartenuta a suo suocero e che sua moglie gli aveva procurato rinunciando così alla sua protezione, era nascosta al suo interno
“Ma come…?”
Lucius ghignò leggermente alla sua espressione d’incredulità “Pensavi che sarei rimasto senza? Avanti lasciami entrare l’Oscuro Signore in persona mi ha mandato a cercare Piton”
“È andato verso la catapecchia del mezzogig…” ma non fece in tempo a finire che un boato scosse Hogwarts e tutto attorno ad essa, le fiamme iniziarono a lambire parte del castello e le mura più antiche cedevano rovinosamente sotto il fuoco e gli incantesimi. Lucius trattenne un gemito che si perse nei rimbombi delle esplosioni che si susseguivano, dentro il castello c’era anche suo figlio ed era impossibile nascondere la preoccupazione per le sorti di Draco; chiuse gli occhi traendo un profondo respiro e si incamminò verso la capanna di Hagrid.
Quando vi giunse, trovò la porta di quel rudere leggermente scostata, vi era già entrato una volta quando era ancora considerato un uomo “rispettabile”, a quanto pareva tutto era cambiato, persino quella casa era decaduta come tutto nella sua vita
“Severus”
“Lucius?” l’inquietante figura di Piton uscì dal suo nascondiglio buio scrutando il compagno davanti a lui
“L’Oscuro Signore mi ha mandato a chiamarti, vuole vederti Severus”
“Ci sono novità riguardo Potter?”
Lucius scosse la testa “Il Signore Oscuro mi ha detto che vuole te per un servizio da compiere, dobbiamo tornare alla Stamberga Strillante”
Un altro boato rimbombò nell’aria e Lucius questa volta guardò quel macabro spettacolo con crescente preoccupazione
“Sai se Draco…”
Ma Piton scosse la testa “So che hanno fatto evacuare tutti gli studenti permettendo solo ai maggiorenni di rimanere a combattere, probabilmente è al sicuro con i suoi amici” ma Lucius non badò molto a quello che stava dicendo, finché non avrebbe saputo con certezza come stava Draco quel senso di preoccupazione e allarme non lo avrebbe mai abbandonato.
Uscirono entrambi dalla casa e si diressero verso il cancello, da cui si smaterializzarono verso Stamberga Strillante.
Come molti dei Mangiamorte che erano rimasti vicini al Lord Voldemort, Lucius tornò in una delle tante stanze della stamberga avvicinandosi a sua moglie, rimanendo fermo e in attesa finché un urlo straziante non ruppe il silenzio catturando l’attenzione di tutti, pochi minuti dopo Lord Voldemort si avvicinò ai presenti, seguito dal suo serpente con un ghigno di vittoria dipinto sul volto
“Stanotte miei fedeli, il nostro destino si compirà verso la vittoria”
Bellatrix si sporse verso il suo padrone adorante quasi felice “Stanotte Harry Potter morirà e inizierà una nuova era per i maghi di tutto il mondo”
Un boato di assenso si alzò dai presenti, ma subito fu zittito dalla voce imperiosa di Voldemort che, puntata la bacchetta alla gola, faceva tuonare il suo messaggio.
Quando ebbe terminato le sue disposizioni per Potter uno a uno, i Mangiamorte seguirono il loro padrone, smaterializzandosi nel buio della Foresta Proibita.

 

 

L’attesa di quell’ora fu la più lunga che Narcissa poté ricordare da quando aveva memoria, in piedi vicino a suo marito, non aveva fatto altro che pensare a suo figlio; era frustrante non avere sue notizie e riusciva a leggere la stessa preoccupazione negli occhi di suo marito che adesso non aveva forza neanche di consolare se stesso, tanta era la paura.
Tutti si chiedevano quali fossero le Sue intenzioni in quel momento, avrebbe torturato Potter o lo avrebbe ucciso ponendo fine alla sua esistenza così semplicemente come aveva sempre fatto da quando tutto era iniziato?
L’inquietudine era palpabile tutt’attorno ma fu spezzata quando il ragazzo si fece avanti tra gli alberi della foresta; Narcissa lo trovò molto cambiato dall’ultima volta che lo aveva visto l’anno prima: il bambino che insieme ai suoi amici avevano minacciato lei e suo figlio, bacchette alla mano da Madama McClan, adesso non faceva tanto lo spavaldo come allora, solo e consapevole di andare incontro alla morte.
Si chiedeva quanto coraggio avesse per accettare il terribile destino che lo attendeva pur di salvare le vite di chi gli voleva bene; ci aveva pensato spesso in quell’ora di silenzio, era pur sempre un ragazzo che aveva la stessa età di suo figlio
Draco
Chissà come stava il suo bambino, chissà se era ferito o era riuscito a fuggire come molti dei suoi compagni, Narcissa se lo chiedeva mentre fissava lui
Harry
Sapeva la sua storia, e la morte dei suoi genitori, ma il suo istinto di madre non poteva tacere: se Lily Potter fosse stata ancora in vita, sarebbe stata la disperazione di un’altra madre in pena per suo figlio; quasi provava pena per lei, ma in fondo era morta ed era meglio così, si sarebbe risparmiata il dolore di vedere suo figlio perire per salvare tutti gli altri, magari, presto si sarebbero anche ricongiunti e lui nella desolazione della morte avrebbe ritrovato ciò che aveva perso quando era ancora troppo piccolo per capire.
Sentiva la pietà per quel ragazzo, era triste doverlo ammettere, ma Harry Potter aveva coraggio da vendere, neanche lei era sicura che suo figlio sarebbe stato capace di ciò che aveva compiuto Il Ragazzo Sopravvissuto; come poteva essere giusto morire in questo modo, adesso che la vita iniziava?
Da madre Narcissa Malfoy non riusciva a trovare risposta, se fosse capitato a suo figlio lei, si sarebbe uccisa l’istante dopo che la morte lasciasse il cadavere della sua piccola gioia, così nella tristezza di quei pensieri, le fu naturale voltare il capo e serrare gli occhi quando il lampo di luce verde investì il ragazzo colpendolo in pieno petto, senza neanche provare a difendersi.
Un’altra vita spezzata. Un’altra morte inutile per la Sua vittoria.
Il bagliore fu talmente accecante che molti dovettero coprirsi gli occhi per non subire il fascio di luce, quando poco dopo il buio tornò nella radura, Harry Potter giaceva disteso per terra morto.
O perlomeno così tutti credevano.

 

 

Quando tutto il corteo di mangiamorte seguì Hagrid che portava tra le braccia, quello che tutti pensavano che fosse il suo cadavere, Narcissa strinse la sua mano attorno al polso del marito, in modo che senza parole potesse capire di rallentare il passo rimanendo in ultima fila.
“Draco è vivo, è nel castello vivo e salvo” sussurrò piano
“Cosa…? Come…?”
“Shhh…” la donna lanciò un’occhiata preoccupata verso le persone che si allontanavano sperando che nel rumore non li avessero sentiti
“Potter…”
“Cissy, Potter è morto” dette per scontato Lucius. Narcissa abbassò lo sguardo dopo aver gettato di nuovo un’occhiata al gruppo davanti a loro
“Ho mentito Lucius…”
“Narcissa, ti rendi conto di quello che hai fatto? Hai mentito al Signore Oscuro”
“Si Lucius” lo interruppe lei “Me ne rendo perfettamente conto, ma sono stanca, stanca di questa guerra che non ho mai voluto, dei morti che ha procurato. Voglio solo che finisca, voglio trovare mio figlio e tornare alla vita che avevamo prima. Me ne infischio di chi vincerà, voglio solo salvare mio figlio, e se dovessi morire, bhè allora saprò che sono morta proteggendo le cose più belle che la vita mia abbia donato, se devo morire Lucius, voglio che almeno Draco viva sano e salvo” Lasciò che la sua mano accarezzasse il suo volto solcato dalle ferite prima di baciarla di nuovo, stringendo il suo unico amore tra le sue braccia, prima di raggiungere gli altri verso il castello.

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Capitolo 17
*** La battaglia finale (pt.2) ***


Ed eccomi qui ancora una volta dopo un bel po' di tempo assente da queste pagine, ovviamente l'università mi tiene molto impegnata e il tempo manca sempre, ma cerco di impegnarmi per non farvi aspettare e per questo ieri sera mi sono messa di buona lena a scrivere ed ecco qui la seconda parte del racconto ormai quasi al termine. Ancora un paio di capitoli e ci lasceremo fino a nuova ispirazione. Preparate i fazzoletti il capitolo è molto tragico e commovente, spero come al solito di non aver deluso le vostre aspettative :). La storia la dedico a tutte le persone che mi seguono fedeli, a quelle che recensiscono a cui ho piacere di rispondere e a quelle che leggono solamente ma che in un modo o nell'altro mi fanno sapere che apprezzano... un grazie a tutti quanti.... Amy

2 maggio 1998

Stretta ancora a lui Narcissa guardò la scena in silenzio e immobile, nel giro di alcuni minuti erano arrivati davanti all’entrata di Hogwarts; Harry era steso sull’erba adagiato dal mezzogigante Hagrid ai piedi di Lord Voldemort; più Narcissa guardava quello che tutti credevano fosse il cadavere del Ragazzo Che E’ Sopravvissuto, più l’agitazione saliva dentro di lei. Con gli occhi scrutava le facce dei ragazzi che si erano avvicinati al portone della Scuola senza trovarvi quella di suo figlio
‘Dov’era Draco?’
Narcissa passava di nuovo lo sguardo sui presenti in cerca di suo figlio, ma non riusciva a trovarlo e come se il suo corpo desse forma ai suoi pensieri, fremeva nell’entrare nella scuola alla sua ricerca
“Cissy devi stare calma, Draco sta bene vedrai” le ripeteva in un sussurro suo marito mentre la teneva stretta a sé, ma lei non ci riusciva, finché il rimbombo dei passi dei giganti sul suolo, e due mani che la trascinavano indietro non la fecero tornare alla realtà; la pioggia di frecce che seguì dopo ferirono molti Mangiamorte ma Lucius la portò in salvo dietro ad un albero proteggendola con il suo corpo
“Cissy rimani qui! Devo andare ad aiutarli”
“Nooo” esclamò disperata lei “No, Lucius non andare”
“Cissy non poss…”
L’urlo di Voldemort riecheggiò alle loro spalle giusto il tempo per vedere una lama tagliare di netto la testa del Suo serpente, mentre il resto del corpo cadeva per terra inerme; all’improvviso la vera battaglia prese piedi lì davanti a loro, con la bacchetta tra le mani Lucius tirò ancora sua moglie il più lontano possibile dal caos che si stava creando: giganti, centauri e strane creature alate presero a dar man forte a studenti e professori contro i Mangiamorte che ormai scappavano per mettersi in salvo all’interno del castello. Lucius strinse la mano di sua moglie e la costrinse a seguirlo al suo interno a riparo delle bestie, ma dentro la situazione non era migliore: incantesimi volavano a destra e a manca e quando non colpivano l’una o l’altra parte distruggevano muri e colonne che si sbriciolavano sotto la loro potenza e sprigionando nuvole di fumo e detriti; nella folle corsa della battaglia si erano ritrovati nella Sala Grande gremita di persone che combattevano, ovunque il loro sguardo si voltasse vedevano Mangiamorte combattere contro insegnanti e studenti e perire nella calca; nella furia della situazione Narcissa si guardava attorno spaventata abbassando di tanto in tanto la testa per evitare di essere colpita mentre uomini e donne, ragazzi e ragazze spingevano e combattevano. La presa della mano di suo marito si fece più salda nella paura di perderla in mezzo a tutta questa confusione
“Cissy… Draco…”
Narcissa non riusciva a capire a causa del frastuono, ma sentiva suo marito tirarla verso di sé cercando di portarla via da quel trambusto mentre a gran voce invocava il nome di suo figlio; una voce a lei famigliare si alzò nel tumulto e fece in tempo a voltarsi prima di vedere sua sorella cadere per mano di Molly Weasley. Tutto si fermò il tempo di un battito, prima di lasciare la mano del marito cercando di raggiungere la sorella ormai stesa per terra
“Nooo Bellatrix…” urlò disperata, prima che due mani forti la ripresero stringendola e bloccandola, tirandola indietro lontano da sua sorella
“Bella” urlò di nuovo, ma l’angoscia di quelle parole si perse nel boato che seguì la morte della sorella e nell’urlo di Voldemort, mentre suo marito la teneva stretta a sé
“È inutile Cissy” le sussurrava piano cercando di confortarla mentre le sue mani si aggrappavano forte a lui “Dobbiamo cercare nostro figlio, adesso Cissy” la stringeva forte “Dobbiamo pensare a nostro figlio, dobbiamo cercare Draco” le continuava a ripetere cercando di farle forza; Narcissa annuì lentamente con il volto tirato dal dolore
“Draco” riuscì a dire solamente, prima di afferrare la sua mano e con lui salire le scale resistendo alla tentazione di voltarsi indietro. Continuarono a chiamarlo correndo in ogni corridoio, incuranti della stanchezza, finché non fu una voce di rimando a chiamarli in lontananza; Narcissa e Lucius alzarono lo sguardo verso il piano superiore vedendo il loro figlio ferito ma vivo che barcollava sorreggendosi al muro
“Draco…” come una furia Narcissa salì, le scale seguita dal marito, a poca distanza da lui, e lo accolse in abbraccio materno stringendolo a sé forte “Oh Draco amore mio” Cissy prese il volto del figlio tra le mani sorridendo con gli occhi lucidi per la gioia finché Lucius non li abbracciò entrambi
“Mamma, papà”
“Va tutto bene amor…” ma le parole si persero nel boato che proveniva dai piani inferiori, istintivamente Narcissa strinse a sé suo figlio mentre luci e incantesimi volavano dappertutto, prima che urla di giubilo si levarono inaspettatamente da migliaia di voci, come il sole che piano piano nasceva all’orizzonte rischiarando il nuovo giorno che veniva. Lentamente scesero le scale tornando nella Sala Grande stretti, mentre cercavano di capire ciò che stava succedendo, sedendosi a un angolo
“È… è finita?” chiese Draco, i volti sorridenti di studenti e professori, di genitori e figli parlavano chiaramente su quello che fosse successo quella notte
“È finita…”.

 
File di cadaveri erano disposte sul pavimento della Sala Grande, immobili e silenziosi, gli unici lamenti erano quelli che provenivano delle lacrime delle loro famiglie raccolti vicino a loro. La guerra era ormai terminata e messo in salvo suo figlio, Narcissa corse a cercare il cadavere della sorella. I Mangiamorte sopravvissuti erano sorvegliati a vista dagli Auror accorsi dal Ministero. Narcissa si fece largo tra la folla finché non la vide, lì stesa per terra, immobile
Bellatrix
Vicino a lei una donna che le somigliava molto, ma dai tratti più gentili e bonari, era ferma a fissarla con uno sguardo solenne nonostante il viso solcato dai segni del tempo e dalle lacrime
Andromeda
La donna guardò la sorella minore con i profondi occhi castani, nessuna delle due trovava la forza di parlare, nessuna delle due voleva abbassare lo sguardo a conferma di quella triste verità. Senza dire niente la donna se ne andò lasciando sole la sorella, Narcissa cadde in ginocchio vicino al cadavere, mentre sentiva le lacrime premere per uscire, lentamente la strinse tra le braccia, prima che il dolore stringesse il suo cuore, liberandosi in un lungo pianto
Bellatrix
Non era mai stata una donna affettuosa o sentimentale, ma era pur sempre sua sorella e l’aveva persa per sempre
Senza dirle quanto le volesse bene
Con le sue ultime parole piene di odio nei suoi confronti
E adesso non c’era più
Narcissa
Persino sua sorella Andromeda, poco più distante da lei, rimase a guardare la disperazione della sorella in silenzio, provando pietà per la sua morte.

 

 

5 maggio 1998

Il tono di voce solenne di Kingsley Shacklebolt risuonava per tutta l’aula del Tribunale del Ministero, mentre si svolgeva in direttissima il processo di accusa dei Mangiamorte sopravvissuti alla Seconda Guerra Magica dinanzi all’intero Wizengamot. Lentamente i capi di accusa venivano letti ai tre imputati seduti l’uno a fianco all’altro con il volto chino
“…Siete accusati di crimini contro la comunità, uso delle arti oscure, favoreggiamento a Lord Voldemort e ai suoi seguaci, associazione oscura; alla luce dei fatti come vi dichiarate?”
“Colpevole Signor Ministro” rispose l’uomo
“Colpevole” aggiunse di nuovo la donna
“Co… colpevole” balbettò il ragazzo
“Alla luce dell’ammissione della vostra colpevolezza, condanno Lucius Abraxas Malfoy, Narcissa Black e Draco Lucius Malfoy alla detenz…”
“Un attimo” una voce si alzò tra le file del pubblico interrompendo la pronuncia della sentenza; tutti si voltarono a vedere chi avesse sospeso il discorso
“Signor Ministro, chiedo la caduta di ogni capo d’accusa pendente sulla famiglia Malfoy e l’imminente rilascio” Un brusio concitato si levò tra la gente quando Harry Potter si avvicinò al Wizengamot serio e sicuro avanzando le sue richieste
“Su quali basi richiede la caduta delle accuse e il loro rilascio Signor Potter? Sono colpevoli di fatti orribili e innegabili” Disse con calma Shacklebolt
“Lo so, so i crimini che hanno commesso, ma so anche che Draco Malfoy è stato marchiato come Mangiamorte ed ha agito ai suoi ordini, perché Voldemort lo ha minacciato di fare del male a lui e alla sua famiglia; so che se non fosse stato per la Signora Malfoy, che a suo rischio e pericolo ha mentito allo stesso Voldemort circa la mia morte nella foresta proibita, adesso sarei veramente morto; e ho visto con i miei stessi occhi che Lucius Malfoy non ha alzato la bacchetta contro nessuno dei nostri durante la battaglia; nessuno di loro tre ha partecipato veramente ma si sono trovati coinvolti solo per paura per la loro incolumità”
Nessuno nell’aula riusciva a credere alle parole che Potter aveva appena pronunciato, nemmeno i tre imputati speravano più nella libertà benché meno che questa arrivasse per mano di Harry Potter; l’uomo conferì con una donna vicino a sé annuendo di tanto in tanto, prima di riprendere a parlare con il solito tono imponente
“Alla luce di questi nuovi sviluppi, dichiaro gli imputati scagionati da ogni accusa”
Un’espressione di stupore si dipinse sui volti dei tre, Narcissa Malfoy si alzò e andò ad abbracciare marito e figlio, incredula del destino che avevano appena scampato; nel silenzio dell’aula si sentivano solo le sue lacrime di felicità. Harry li guardò pensando che in fin dei conti non erano tanto diversi dai suoi genitori e si convinse sempre più, che meritavano tutti e tre, la seconda possibilità che gli era stata appena offerta.
 

Fuori dall’aula, la famiglia ora libera e riunita, rimaneva in disparte parlando tra di loro mentre Harry veniva scortato fuori dall’aula da Shacklebolt “Quello che hai fatto Harry ti fa onore”
Il ragazzo lo guardò spostando lo sguardo poi sui tre “Erano solo delle pedine nelle Sue mani, in loro non c’è mai stata l’intenzione di fare del male”
Shacklebolt annuì lentamente facendogli strada tra i corridoi prima che una voce di donna lo chiamò dietro di sé, Harry si voltò indietro vedendo Narcissa Malfoy avanzare verso di loro, prima di fermarsi a pochi metri da lui, senza dire niente abbassò il capo chiudendo gli occhi, Harry intese il silenzioso gesto di ringraziamento e sorrise prima di andare via.

 

 

7 maggio 1998

Una figura incappucciata nonostante l’afa di maggio, tentò di celare la sua presenza al resto del corteo rimanendo in disparte all’ombra degli alberi mentre le bare lentamente venivano fatte calare nelle fosse tra la disperazione dei genitori, amici e parenti. Lacrime silenziose inumidivano il volto della donna alla vista di quelle giovani vite spezzate così prematuramente; il suo cuore di mamma era in qualche modo unito al dolore di quelle donne che avevano perso i loro cari e Narcissa non capiva perché un simile destino dovesse capitare proprio a loro. Quando tutti se ne furono andati, uscì dal suo nascondiglio avvicinandosi alle tombe appena ricoperte di terra, un’unica persona era rimasta seduta a fissare due lapidi di marmo, incapace di muoversi; a pochi passi da lei Narcissa trasse un profondo respiro prima di parlare
“Non meritavano la fine che hanno fatto”
La donna si voltò guardandola con gli occhi gonfi e rossi dal pianto
“Nessuno di loro la meritava” Voltò lo sguardo verso le altre tombe contenenti i corpi di coloro che erano caduti combattendo contro Lord Voldemort
“Già”
Il piccolo bambino di appena un mese stretto tra le sue braccia dormiva placidamente, muovendo ogni tanto le mani nel sonno ignaro dell’accaduto, ignaro del fatto che non avrebbe rivisto più i suoi genitori, che suo padre non l’avrebbe più abbracciato e sua madre non lo avrebbe più coccolato. Narcissa lo guardò mentre lo sconforto la assaliva sempre di più “Perché proprio loro?” Disse non riuscendo a staccare lo sguardo dalla piccola creatura tra le braccia di Andromeda
“Sono morti per proteggere il proprio figlio, sono morti perché volevano regalargli un futuro migliore”
Teddy si mosse nel sonno e Andromeda prese a cullarlo dolcemente
“Sei sempre stata motivo di orgoglio per me Didy, anche se non te l’ho mai dimostrato. Da quando questa guerra è finita, non faccio altro che chiedermi perché loro sì e noi no… e non la trovo la risposta, non meritavamo di sopravvivere, non meritavano di morire”
Andromeda rimase in silenzio guardando davanti a sé
“Avevi ragione, quando dicevi che ero troppo piccola per capire allora, ma l’ho capito tardi. Vedere te e Molly perdere i vostri figli, tenere Draco stretto a me, a cosa serve il sangue se davanti alla morte siamo tutti uguali? Potevo esserci io al vostro posto, poteva esserci mio figlio in una di quelle bare, l’ho avrei meritato per tutte le cose che ho fatto”
Andromeda guardò la sorella quasi rincuorata dalle sue parole
“In fondo non è troppo tardi per pentirsi delle proprie azioni Cissy, ti è stata donata una seconda possibilità” Si alzò avvicinandosi a lei “Usala con giudizio” Le disse prima di allontanarsi insieme al nipote; Narcissa guardò la donna allontanarsi “Lo farò Didy” Disse prima di smaterializzarsi a casa sua verso una nuova vita.

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Capitolo 18
*** Le nostre vite ***


Ed eccoci qui dopo tanto tempo assente alla fine di questa storia sembrava ieri quando l'ho iniziata a nel giro di 6 mesi ho pubblicato 18 capitolo a volte belli a volte brutti, ma comunque un punto di vista personale su questa famiglia che ho sempre amato... Delle tante persone che ho ringraziato in ogni capitolo ce ne sono 3 che menziono adesso: un grazie quindi va ad Ale che mi ha aiutato a rintracciare un'amica e a Miry (l'amica rintracciata) che con pazienza è tornata a ricoprire il ruolo assoluto di Rose Weasley sul fanta per la mia gioia che ho passato mesi a stressare il cugino per farla tornare :) il terzo ringraziamente va a Marco che mi manca tantissimo a te dedico questo capitolo in ricordo delle ruolate che facevamo come Cissy e Scorpius, mi manca tanto il tempo che passavamo insieme , mi manca tanto il mio nipotone, in semplici parole mi manchi tu... torna presto e spero che leggerai questo capitolo dove ho cercato di mettere l'amore per la nonna così come tu amavi la mia Narcissa.

E a tutti voi che mi avete seguito, grazie per non avermi abbandonato mai...
Amy

Luglio 2011

Caro diario.
Sono passati otto lunghi anni dal quel giorno di maggio, quando per l’ultima volta si è sentito parlare di Lord Voldemort e della grande guerra che ha segnato la sua sconfitta e caduta. Nonostante il lavoro degli Auror non è ancora finito del tutto, ormai sulle braccia di tutti i Mangiamorte, il marchio nero è scomparso del tutto lasciando posto solo a una brutta cicatrice in ricordo di ciò che è stato. Non riesco ancora a credere, quanti dei nostri siano stati condannati ad Azkaban: Kathleen Tiger ha perso marito e figlio in questa guerra e la sua famiglia è completamente in rovina, a volte sono queste piccole cose che mi fanno riflettere su quanto i piccoli gesti possano fare la differenza nel futuro di qualcuno.
Non ho più visto né parlato con mia sorella, anche se spesso mi trovo a pensare a lei più di quanto io stessa voglia ammettere, sono consapevole ormai, che le nostre strade si siano divise, ma fino all’ultimo ho potuto contare su di lei come mi aveva promesso; amo le mie sorelle non c’è giorno che non pensi a loro e a quanto il tempo cambi le persone, persino la morte di Bellatrix ha lasciato un vuoto nella mia vita come se avessi perso tutta la mia infanzia con loro e la mia vita prima di sposarmi: di loro ormai rimangono solo le foto sbiadite del mio passato perlomeno mi rimane qualcosa da guardare che mi aiuti a non dimenticare.
Anche la mia famiglia ormai si è allargata. Draco ha sposato la giovane Astoria Greengrass e non nego che il mio cuore ha avuto un colpo alla notizia del loro fidanzamento: ciò mi fa rendere conto di quanto tempo sia passato da quando io sono diventata madre e mi sento colpevole di non aver passato con mio figlio abbastanza tempo e adesso che lui è cresciuto è ora di permettergli di vivere la sua vita; ho sempre scacciato via questo pensiero e vederlo così reale adesso davanti agli occhi mi fa riflettere su quanto io stessa non sia ancora pronta a separarmi da lui; persino Lucius mi fa delle belle ramanzine alle volte, immagino che abbia ragione nel dire che il mio cuore di mamma non si esaurirà mai, in effetti, mi rendo conto che non m’interessa quanto lui possa crescere e diventare grande ai miei occhi rimarrà sempre il mio bambino. Ma se è vero che la gioia più grande per una donna è quella di essere mamma, mai ho versato tante lacrime quando ho visto nascere e ho stretto a me il mio piccolo Scorpius.
Mio nipote.
5 anni fa è nato e dopo tutte le morti e le guerre e gli orrori passati, mai gioia più immensa potrà toccare il mio cuore e rendermi così felice come lo sono adesso. Quel bambino è la luce dopo anni di buio nelle nostre vite. Così adesso guardo al nostro futuro e lo vedo migliore per tutti, per me è mio marito che siamo liberi e non più costretti a nasconderci dalla paura, per mio figlio e mia nuora che iniziano insieme il loro cammino in un mondo più sereno perché non debbano patire mai gli orrori della mia generazione, per mio nipote: a te Scorpius a te va il mio ultimo pensiero, a te ch sei il nostro futuro, a te che hai portato felicità in questa famiglia ormai segnata, anche per te molte persone hanno combattuto e sono morte, anche per te noi rinunciamo ai nostri ideali, a ciò in cui abbiamo sempre creduto: noi abbiamo sbagliato con tuo padre così come i nostri genitori hanno sbagliato con noi, non voglio che tu commetta i nostri stessi errori, sii libero di vivere la tua vita così come tu stesso sceglierai…

Un leggero bussare alla porta ridestò Narcissa dai suoi pensieri, prima che la porta si aprisse e suo marito entrasse nella loro stanza Narcissa, Draco è qui”
La donna sorrise annuendo piano cercando di nascondere le lacrime che le rendevano gli occhi lucidi per la commozione; Lucius si avvicinò piano a lei posandole una mano sulla spalla “Ancora quei tristi pensieri Cissy?” chiese con premura, lei annuì piano vergognandosi di mostrarsi così vulnerabile adesso che non ce n’era motivo “Passeranno Lucius” aggiunse solamente; lui la fece alzare afferrandola per una mano e posandovi sopra un bacio 
Sono passati tredici anni ormai e altri ne passeranno ancora Cissy, è inutile stare a rimuginare su ciò che è stato quando questo ormai è del tutto scomparso, devi lasciarti dietro queste cose, devi dimenticarle…” le sorrise “…devi farlo per te, per noi, per nostro figlio e per nostro nipote che ti aspetta di sotto e freme nell’abbracciare sua nonna” il calore della sua mano sul volto le fece chiudere gli occhi annuendo piano mentre un timido sorriso comparve sul suo volto Arriverò subito Lucius
Suo marito si congedò socchiudendo la porta, tornata al suo scrittoio, Narcissa riaprì il suo diario intingendo di nuovo la piuma nel calamaio e riprese a scrivere. Sospirando richiuse il vecchio diario logoro riponendolo come al solito in uno dei tanti cassetti dello scrittoio, e richiudendosi la porta alle spalle scese fino al piano di sotto dove il brusio di molte voci provenivano allegre dal salone, mentre con un sorriso scese gli ultimi gradini, Draco la vide e le andò incontro “Madre” Lentamente fu accolta tra le braccia di suo figlio, prima di prendergli il volto e baciarlo piano su una guancia “Sono felice che tu sia qui Draco”
Lui annuì piano sciogliendo l’abbraccio “Anch’io madre”
“Astoria…” voltandosi verso la ragazza le diede due baci sulle guance “Ti trovo in forma mia cara spero che il viaggio da Londra non sia stato faticoso per te”
“Tranquilla Signora Malfoy è sempre un piacere venirvi a trovare” rispose lei con un sorriso cortese “E poi Scorpius non vedeva l’ora di v…” ma non fece in tempo a finire la frase che da dietro una tenda nel salone, una piccola figura corse velocemente in direzione della donna a braccia aperte 
Nonna!”
“Amore!” Narcissa si abbassò aprendo le braccia per accogliere il nipotino abbracciandolo di slancio “Il mio piccolino” gli accarezzò piano i capelli mentre lui la baciava sulle guance
“Nonnina perché piangi?”
Solo dopo quella innocente domanda Narcissa si accorse delle lacrime che le scendevano dagli occhi azzurri, mentre Scorpius la fissava non capendo
“Non è niente amore, sono solo felice” gli disse asciugandosi le lacrime e baciandolo sulla fronte; Scorpius si strinse a lei intrecciando le braccia attorno al suo collo e lei lo coccolò piano per rassicurarlo; accanto a loro Lucius Malfoy accarezzava la testa bionda del nipote, mentre Draco abbracciò Astoria sorridendole piano come mai aveva fatto.

Non c’era bisogno neanche di esprimere con le parole la serenità e la gioia che li circondava, tutti sapevano ormai che da allora fino alla fine niente avrebbe turbato mai più le loro vite. 

...E voglio che tu sappia che comunque vada, qualsiasi scelta tu faccia, qualunque strada tu intraprenda, hai una famiglia che ti ama e non ti abbandonerà mai.

Benvenuto tra noi Scorpius Hyperion Malfoy.

Fine

'Cause these are the days worth livin'
These are the years we're given
And these are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives
Even if hope was shattered
I know it wouldn't matter
'Cause these are the moments
These are the times
Let's make the best out of our lives

-The Calling - Our Lives-

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