Our lives di linpa88 (/viewuser.php?uid=102651)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuoco e fiamme ***
Capitolo 2: *** Voglio solo te ***
Capitolo 3: *** Il mio angelo ***
Capitolo 4: *** Il prezzo da pagare ***
Capitolo 5: *** Paura ***
Capitolo 6: *** 6. Hogwarts ***
Capitolo 7: *** 7. L’inizio della fine ***
Capitolo 8: *** 8. Un destino avverso ***
Capitolo 9: *** 9. Un amore che fa impazzire ***
Capitolo 10: *** 10. Terrore ***
Capitolo 11: *** 11. Scelte ***
Capitolo 12: *** 12. Lettere ***
Capitolo 13: *** 13. Il ritorno di Lucius ***
Capitolo 14: *** 14. Dilemma ***
Capitolo 15: *** Per sempre ***
Capitolo 16: *** La battaglia finale (pt.1) ***
Capitolo 17: *** La battaglia finale (pt.2) ***
Capitolo 18: *** Le nostre vite ***
Capitolo 1 *** Fuoco e fiamme ***
Avvertenze:
Tutti i personaggi e le situazioni conosciute appartengono all'autrice
J.K.Rowling, le altre sono inventate e di pura mia fantasia.
Un ringraziamento
speciale per questo mio primo capitolo a Checco che
mi ha ispirato con una ruolata epica questa storia e le altre che ne
seguiranno, sperando che gli piaccia il modo in cui ho cercato di
ritrarre il suo Lucius... Un piccolo pensiero per la forza che dimostra
a sopportare una "mamma" e una "moglie" come me.
Ottobre
1970
Il compito di controllare
che tutti gli studenti
fossero nelle loro stanze, era un dovere fondamentale di ogni Prefetto,
e
questo comprendeva anche un giro nella sala comune, tappa che la
giovane
Narcissa Black prediligeva perché in quel momento della
nottata era
completamente deserta e l’assoluto silenzio della stanza la
rilassava, mentre
seduta su di una delle poltrone di fronte al caminetto scoppiettante,
leggeva
svogliatamente un libro di incantesimi che forse qualche ragazzino del
primo
anno aveva sbadatamente dimenticato, finchè una voce che
conosceva fin troppo
bene la ridestò dai suoi pensieri
“Ancora
sveglia ragazzina?.” Presa alla sprovvista la
ragazza sussultò per lo spavento e fece cadere il libro per
terra, fulminando
con lo sguardo il ragazzo alle sue spalle
“Potrei
farti la stessa domanda! Malfoy.” Pronunciò
l’ultima parola con tutto il disprezzo che il suo essere le
permetteva di
provare verso il giovane
“Sono un
Prefetto ragazzina! E si da il caso che stia
controllando che nessuno fosse fuori dal suo letto.” Rise
ghignando “A quanto
pare però, c’è ancora qualcuno che non
è caduto tra le braccia di Morfeo.”
“Sono
Prefetto anche io Malfoy e si da il caso che
stessi controllando io la sala comune.”
“O mi
dispiace di aver interrotto il suo diligente
lavoro! Una lettura davvero interessante.” Disse abbassandosi
a raccogliere il
libro
“Sei di
troppo qui Malfoy, buonanotte.” Sibilò lei
furente
“Oh! Non
si dica mai che lascio da sola una giovane
ragazza, sarebbe da rozzi e maleducati! Cosa che io non sono.”
Indispettita Cissy
si avviò verso l'entrata dei
sotterranei aprendola con un gesto “Perdonami Malfoy, voglio
far uscire tutte
le arie e le stupidaggini che escono dalla tua bocca.” Rise
divertita
“Siamo
leggermente acidelle stasera? Ti ha punto un
doxy per caso?.” Le alza il viso con l'indice per guardarla
negli occhi “Attenta
ragazzina. Stai giocando con il fuoco. Nessuno può parlarmi
in questo modo,
tantomeno tu.”
Con un gesto della
mano la ragazza schiaffeggiò la sua
mano, infastidita da tanta confidenza “Attento tu Malfoy!
Detesto i palloni
gonfiati come te che si credono di essere chissà chi. Non
osare rivolgerti mai
più a me in questo modo. Si vede che la classe e l'eleganza
non si acquistano
solo con un nome e non tutti ce l'hanno!.”
“Io…
mia cara signorina Black, sono l'eleganza fatta
persona. Ma infondo tu sei ancora una bambina e non puoi comprendere
certe cose.”
Le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarlo in volto, e la
ragazza
profondamente umiliata da tanta sfacciataggine gli tirò uno
schiaffo con tutta
la forza che aveva, costringendolo a lasciarla libera mentre con una
mano lui
si accarezzò la guancia dolorante, senza però
levarsi quello sguardo divertito
dalla faccia, cosa che infastidiva Narcissa enormemente “Hai
un temperamento
troppo focoso ragazzina! Nessuno apprezza le donne dalle maniere
forti.”
“Taci
Malfoy altrimenti ti farò pentire di…”
Non fece
in tempo a finire la frase che in un impeto rabbia Lucius la spinse con
un
braccio contro il muro bloccandola e impedendole la fuga; lentamente si
avvicinò al suo volto, fino ad essere talmente vicino alle
sue labbra che riuscì
a scorgere una nota di essenza alla frutta nel suo profumo, lentamente
si
avvicinò al suo collo sfiorandolo appena con la punta del
naso. Narcissa rimase
li impietrita, con gli occhi che fissavano un punto lontano della
stanza.
Quando Lucius si staccò da lei, il suo respiro acellerato
era l’unica cosa che
tradiva la sua calma, mentre lui divertito sogghignava, aveva colto nel
segno
riuscendola a sorprenderla come solo lui sapeva fare
“Buona
notte ragazzina.” Bisbigliò lui al suo orecchio
“Sono certo che non dimenticherai facilmente il nostro
incontro di questa sera.”
Disse trionfante con un sorriso stampato sul volto prima di dirigersi
verso il
dormitorio maschile; quando Narcissa fu sicura che non fosse
più nei paraggi si
strinse nella sua divisa correndo il più velocemente
possibile verso la sua
stanza dove nella solitudine del suo letto pianse per
l’umiliazione ricevuta.
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Capitolo 2 *** Voglio solo te ***
Ed
eccomi ancora qui con il secondo capitolo della storia... continuano i
ricordi di Cissy della sua infanzia. Il capitolo è dedicato
a J.
K. Rowling senza la quale nessuna delle mie storie avrebbe
senso di esistere. Continua a farci sognare Zia Row.
Luglio 1972
“È
un immenso piacere unire le nostre famiglie Cygnus.” Disse
Lord Malfoy porgendogli la mano
“Il piacere è tutto mio, caro Abraxas, finalmente
i due eredi delle più grandi famiglie di maghi purosangue si
uniscono in matrimonio. Sarà un grande giorno
quello.” rispose cordialmente lui stringendogliela
“Lucius e Bellatrix saranno l’inizio di una nuova
famiglia, la stirpe dei Black non poteva trovare alleato
migliore.”
Cygnus Black e Abraxas Malfoy avevano appena preso accordo per far
sposare i primogeniti delle loro famiglie il più presto
possibile. L’unione sanciva il rispetto che correva tra le
due famiglie e avrebbe portato onore e gloria ai due ragazzi.
Silenziosamente al fianco dei mariti, Druella Black ed Elizabeth Malfoy
sorridevano con la cortesia della circostanza alla lieta notizia, i
preparativi per le nozze le avrebbero tenute impegnate per molto tempo,
ed entrambe volevano poter dire la loro nell’allestimento di
quel giorno.
Poco più in là, una schiva Bellatrix Black
ascoltava silenziosa il decidersi del suo futuro, con tutti quei
sorrisi e tutte le strette di mano che il protocollo comprendeva; non
valeva la pena neanche di aprire la bocca, perché sapeva
benissimo che nessuno avrebbe preso in considerazione quello che aveva
da dire, sentiva solo la silenziosa rassicurazione di sua madre che le
cingeva le spalle con un braccio; sapeva che questa cosa la rendeva
felice e sapeva che non poteva opporsi quindi non si prendeva la pena
neanche di partecipare al discorso.
Differentemente da lei un giovane Lucius Malfoy assisteva con sguardo
contrariato alla decisione presa dai due uomini, benché il
suo sogno fosse di sposare una strega purosangue, Bellatrix Black non
rientrava tra le sue scelte; e seccato da quella situazione, si
congedò educatamente uscendo nel giardino della villa, dove
le altre due sorelle Black si trovavano insieme, intente a godersi il
sole estivo
“Buon pomeriggio Milady.” disse lui cortesemente
avvicinandosi alle due “È un piacere
incontrarvi.”
“Salve Lord Malfoy.” rispose Andromeda senza
però alzare lo sguardo dal suo lavoro; irritata invece dalla
sua presenza Cissy, lo ignorò completamente
finché sua sorella non le tirò una gomitata e
spazientita sibilò “Salve Malfoy.”
Divertito Lucius, le si avvicinò prendendo la sua mano,
baciandola con garbo “Vedo che l’estate ti ha fatto
bene ragazzina, sei diventata più educata!.”
Stizzita Narcissa, ritirò subito la mano “Oh
bhè.” disse lei “Bisogna pur onorare la
parentela adesso che si è così vicini a questo
felice matrimonio.” sorrise
Lucius non apprezzò, però la battuta e
s’irrigidì scurendosi in volto
“Sarà un piacere condividere le mie giornate al
tuo fianco ragazzina, in fondo siamo vecchi amici.” aggiunse
sapendo di infastidirla
“Scordatelo Malfoy! Il giorno del tuo matrimonio
sarà l’ultimo in cui mi vedrai; quindi non
prenderti pena per la mia solitudine, finirà
presto.”
“Stento a crederlo mia cara! Povera l’anima che
dovrà sopportarti ragazzina.” la
punzecchiò. Infastidita da quel continuo scambio di battute
Andromeda, si alzò e raccolta la sua roba rientrò
in casa borbottando, lasciando da soli i due ragazzi
“Anche mia sorella ti trova fastidioso Malfoy, attendo con
ansia che queste tue visite smettano, o mia sorella non ti
perdonerà tanta leggerezza.”
“Il fatto di essere sposato non mi precluderà
altre compagnie ragazzina.” disse lui giocherellando
lascivamente con il suo bastone.
“Tu parti dal presupposto che io la accetti
Malfoy.” disse lei guardandolo in segno di sfida
“E tu parti dal presupposto che io stessi parlando di te
ragazzina.” ghignò “Ma non è
così.”, tremendamente offesa Narcissa chiuse con
rabbia il libro decisa a non dargli altra soddisfazione
“Buona giornata Malfoy.” Stava per andarsene quando
una presa forte e decisa le afferrò il braccio impedendole
di muoversi, “Lasciami andare Malfoy,
altrimenti….” le intimò la ragazza
prima che con uno strattone fu portata talmente vicino al ragazzo da
potersi perdere in quegli occhi così grigi e profondi
“Altrimenti cosa mi fai ragazzina?.” Chiese lui
portandola ancora più vicino a lui, guardandola in quegli
occhi azzurri come il cielo limpido, rimanendo per un attimo senza
fiato da tanta bellezza “Io non voglio tua sorella, io voglio
solo te.” disse poco prima di unire le sue labbra su quelle
della ragazza, dischiuse per lo stupore di quella dichiarazione;
Narcissa sorpresa dalle sue parole si lasciò sopraffare
facendo cadere le sue difese e abbandonandosi a quel bacio
così pieno di passione, tanto da sorprendere il ragazzo che
si aspettava una reazione del tutto diversa; le cinse i fianchi con le
braccia facendo aderire i loro corpi, baciandola sempre con crescente
passione
“Narcissa!.” tuonò una voce furibonda
“Che cosa stai….” La ragazza si
liberò subito di quelle labbra, l’espressione sul
volto del padre era inequivocabile, avrebbe passato molti guai;
sospirò staccandosi mortificata da lui
“Padre, io….”
“Taci!.” Le intimò lui con il suo tono
imperioso “Ciò che hai fatto è una cosa
riprovevole per una ragazza del tuo rango….” Ma
non finì a parlare perché Elizabeth Malfoy lo
interruppe con un cenno della mano
“Cygnus caro, non c’è nulla per cui
adirarsi.” disse lei con la sua incredibile voce vellutata “Guardali mio caro, alla
fine i Black e i Malfoy si uniranno lo stesso non convieni?.”
Narcissa
guardò la donna rimanendo in silenzio mentre tutti li
guardavano con aria rimuginante, si girò verso Lucius e
sorrise.
Tempo dopo avrebbe
giurato che un’espressione di gioia comparve sul volto di sua
sorella Bellatrix.
Settembre 1976
“Vuoi tu Lucius
Malfoy prendere la qui presente Narcissa Black come tua legittima
moglie e amarla e onorarla finché morte non vi
separi?.”
“Lo
voglio.” rispose lui senza alcuna esitazione
“E vuoi
tu Narcissa Black prendere il qui presente Lucius Malfoy come tuo
legittimo marito e amarlo e onorarlo finché morte non vi
separi?.”
La ragazza guardò il suo fidanzato e sorrise al pensiero
della sua nuova vita “Lo voglio!.”
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Capitolo 3 *** Il mio angelo ***
Questo
pezzo è dedicato alle mie sorelle: La mia vecchiaccia
e la mia ciabattona!
Ho cercato di dare un contegno alla vostra Bellatrix, sempre molto
utile nei momenti del bisogno.
28
maggio 1980
Chère
mère
Sono
felice che tu abbia risposto, è confortante
sapere che papà sta bene e che sia felice di diventare
nonno; il tempo ormai è
quasi scaduto e i dolori si fanno sempre più persistenti;
Lucius sta avendo
molta pazienza con me a volte penso di non meritare un marito
così. La mia
perfetta vita ha ricevuto il dono di un erede, a volte credo che sia
troppo
bello perché sia vero, ma dopo tutto quello che ho passato
prima, immagino che
un po’ di felicità spetti anche a
me. Maman
so che avresti voluto che il piccolo nascesse in Francia, ma le mie
condizioni
non mi permettono di spostarmi e Lucius è stato categorico;
è molto protettivo
ma so che lo fa per il nostro bene. Maman mio figlio avrà il
meglio che la sua
famiglia potrà offrirgli. Sono così eccitata e
spaventata allo stesso tempo e
vorrei tano che tu fossi qui cone me. Bellatrix e Rodolphus arriveranno
qua a
momenti, anche se temo che lei non sia molto entusiasta all'idea di
dovermi
sopportare. Spero che tutto vada bene così da poterti
mandare una foto di tuo
nipote appena nascerà. Chissà se sarò
una buona madre come tu lo sei stata con
me.
Abbraccia
forte papà e digli che mi manca
moltissimo.
Con affetto e devozione.
Tua figlia.
Narcissa Malfoy
5
giugno 1980
La stanza privata che
Lucius Malfoy aveva fatto
occupare per sua moglie al San Mungo era piena di regali che tutti i
conoscenti
della famiglia Malfoy avevano mandato per congratularsi del lieto
evento.
Appena uscita da nove ore di travaglio Narcissa si trovava distesa nel
suo
letto, intenta a riposare dopo il parto, mentre suo marito le stringeva
una
mano; dall’altra parte della stanza sua sorella Bellatrix
rimaneva in silenzio
a giocherellare con i doni per il piccolo. Narcissa
aprì lentamente gli
occhi, cercando di abituarsi alla luce che filtrava dalla finestra e
con un
lento sussurro disse:
“Lucius,
come sta?.”
Vicino a lei suo
marito portò la sua mano vicino alle sue labbra posando un
leggero
bacio di rassicurazione
“Sta
bene Cissy! È un maschietto in salute.”
Gli occhi di Cissy
si riempirono di lacrime di gioia “Amore voglio
vederlo!.”
“Tranquilla
Cissy.” disse lui cercando di calmarla “Lo
porteranno presto! Sta
calma.” aggiunse baciandola sulla fronte.
10 giugno 1980
Chère
mère
Il bambino è nato. È un maschietto in
buona salute, il più bel bambino che abbia mai visto. Il suo
nome è Draco,
Draco Lucius Malfoy. Maman non posso ancora crederci: adesso sono mamma
anch’io. Lucius è così felice. Adesso
dopo tanta sofferenza, ho una ragione in
più per andare avanti. Tuo nipote ha già
conquistato tutti, pensa che ho visto
persino Bellatrix fargli un mezzo sorriso. Tutto ciò che ho
sempre desiderato,
si sta finalmente realizzando mamma. Aspetto con ansia il Vostro
ritorno,
voglio che conosciate vostro nipote.
Tua figlia.
Narcissa Malfoy
Narcissa mise la
lettera nella busta, aggiungendovi
una foto che li ritraeva: lei seduta e sorridente stringeva tra le
braccia suo
figlio, il sole che illuminava la stanza risaltava il biondo dei
capelli del
piccino che sonnecchiava beatamente tra le braccia della madre
stringendo i
pugnetti; dietro di loro, in piedi, Lucius Malfoy sorrideva
garbatamente mentre
con una mano accarezzava dolcemente la spalla della moglie. Chiuse la
lettera e
l’affidò al suo gufo diretto per la Borgogna, dove
i suoi genitori si trovavano
per affari; chiuse le imposte della finestra quando Eris
spiccò il volo, e si
diresse verso la culla di suo figlio, lo prese delicatamente in braccio
e si
sedette sulla sedia a dondolo con quel fagottino tra le braccia e cullandolo
dolcemente, mentre lacrime di gioia le scendevano, rigandole il viso.
“Sei il mio angelo Draco.”
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Capitolo 4 *** Il prezzo da pagare ***
Questo
capitolo è dedicato a tutti le persone che mi seguono in
questa storia! Così come Cissy mi sbalordisce il fatto che
io sia qui a dare voce ai miei pensieri e mi sbaloridsce ancora di
più sapere che c'è tanta gente che apprezza la
mia storia, così per ringraziarvi appena ho un'idea butto
giù il capitolo e aggiorno... così un
ringraziamento speciale va ai miei fan su facebook (Cassandra,
la mia Baby,
Lisbeth,
Lucius,
Jenny,
Arte Misia,
Lilith,
Sara,
Amanda,
Checco,
Mary,
la mia Paty,
la vecchiaccia
e Tom)
e le mie fedelissime qui su EFP (ayumi_L, Sognatrice85,
sTar__,
e Viki_chan)
Grazie di cuore a tutti! Amy
15 settembre 1980
“Cissy
amore, è la cosa migliore per Draco fidati!”
disse Lucius stringendo a sé la moglie
“Lo so mon amour” sospirò
“Fidati di me, non ci succederà niente”
Narcissa
entrò nella sua stanza da letto con gli occhi
rossi e gonfi di chi aveva appena pianto, silenziosamente si
avvicinò alla
culla di suo figlio che riposava beatamente, si sedette vicino a lui e
si morse
le labbra per evitare una nuova ondata di lacrime che sentiva, stavano
per
arrivare; delicatamente, facendo attenzione a non svegliarlo
accarezzò il viso
di suo figlio, sospirando e ancora scossa alla notizia si
alzò e si diresse
verso il suo pregiato scrittoio d’ebano, ne aprì
un cassetto e ne estrasse un
vecchio quadernino logoro che arrecava lo stemma dei Black sulla
copertina
consunta di velluto nero, poco più sotto in grandi caratteri
d’oro una scritta
portava il nome della donna; Narcissa lo sfiorò con un dito
e disse
“Toujour pur”
Aprì una
pagina bianca e
dopo aver intinto la sua penna di pavone nel calamaio, prese a scrivere
Caro
diario,
25 anni e sono ancora qui a scrivere come
se fossi ancora una ragazzina; sbalordisce anche me stessa perdere
ancora tempo
a dare una forma ai miei pensieri ma Lucius mi ha detto di non farne
parola con
nessuno, ed io ho tanto bisogno di sfogarmi. Ieri
Bellatrix è venuta con Rodolphus a far visita a Draco. A un
certo punto hanno
iniziato a parlare con Lucius di un certo Signore Oscuro, di una guerra
per il
potere, sterminio di mezzosangue, nati babbani e traditori. Per quanto
la cosa
mi renda felice, da un lato sono spaventata; Lucius ha acconsentito a
diventare
uno dei suoi fedeli seguaci come Bella e Rodolphus, si fanno chiamare
Mangiamorte. Mi ha assicurato che niente succederà
né a me né al bambino,
quando gli ho detto che lo avrei seguito ovunque, qualunque cosa
facesse mi ha
fatto promettere che non sarei mai diventata come lui, che avrei dovuto
pensare
solo ed esclusivamente a Draco, se qualcosa di brutto accadesse a mio
marito,
non potrei mai andare avanti senza di lui. Mio padre sembra
così entusiasta
della cosa, ma lui non sa, le voci girano, gli Auror li stanno
cercando, il
loro signore ha già ucciso molte persone. Sono
così spaventata per Draco, non
voglio che perda suo padre prima che possa conoscerlo.
Chissà
cosa ci riserverà il futuro; ho
sempre detto che mio figlio avrebbe avuto il meglio che potessi
offrirgli, mi
chiedo se sia questo il prezzo da pagare.
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Capitolo 5 *** Paura ***
Questa
storia è dedicata al mio cuscino,
che ieri sera mi ha favorito la stesura mentale del capitolo!
u.u
31 ottobre 1981
Se qualcuno fosse
passato vicino a Villa Malfoy,
avrebbe di sicuro notato una flebile luce solitaria in una delle tante
stanze
del palazzo. Quella luce proveniva da una piccola candela situata nella
stanza
padronale dei coniugi Malfoy, dove una figura esile e silenziosa si
trovava
seduta di fronte alla finestra, incurante della stanchezza e del sonno.
Narcissa Black aveva perso il conto delle ore che aveva passato seduta
sempre
nella stessa posizione in attesa del ritorno di suo marito. Se nei mesi
precedenti
aveva avuto il sentore che diventare un mangiamorte fosse pericoloso,
quella
sera neanche lei sapeva descrivere lo stato di profonda angoscia in cui
si era
lasciata andare in tutto quel tempo, non riusciva neanche a pensare
concretamente, era abbandonata come in trance con gli occhi fissi sul
lungo
viale che attraversava i giardini della Villa in attesa di vedere un
movimento
o qualche persona; invano aveva aspettato, fino ad allora non era
successo
niente… Un leggero bussare alla porta la ridestò
facendola sussultare, ma fu
un’amara delusione vedere Dobby entrare timoroso
nella stanza
“Lady Black ha bisogno di qualcosa?.” chiese
timidamente sapendo di averla
disturbata “Dobby ha notato la candela accesa mentre dava da
mangiare ai pavoni
del padrone e si chiedeva se Lady Black…”
Lei lo interruppe con un gesto brusco della mano “Sto bene
Dobby puoi andare!.”
disse leggermente infastidita per l’intrusione
“La padrona può contare su Dobby in qualsiasi
momento.” Il piccolo elfo fece un
inchino e uscì dalla stanza lasciando Narcissa di nuovo sola
a fissare il
viale. La veglia silenziosa era interrotta ogni tanto dai piccoli
sospiri di
Draco che dormiva nella culla, per quanto amasse suo figlio, quella
sera i suoi
pensieri erano tutti per suo marito immischiato insieme con gli altri
mangiamorte in una missione pericolosa e si torturava le mani
nell’attesa di un
segno. I singoli secondi le sembravano ore interminabili,
così non seppe dire
con certezza quanto tempo fosse passato quando dal grande salone della
villa sentì
un vociare basso e concitato. Certa di riconoscere tra le voci, quella
di suo
marito uscì dalla stanza e si diresse verso la scalinata che
dava all’ingresso,
si precipitò giù, incurante dello spettacolo poco
dignitoso che offriva agli
altri e corse verso suo marito buttandogli le braccia al collo e
stringendosi
forte a lui
“Lucius…”
L’uomo la abbracciò delicatamente sussurrandole
all’orecchio “Non qui Cissy…”
Con lo sguardo abbassato ma comunque sorridente Narcissa
lasciò andare il
marito e guardando uno a uno tutti i membri del gruppo
notò Rookwood sorretto da
suo cognato Rodolphus
“Dove sono
gli altri?.”
chiese lei preoccupata; a rispondere fu sua sorella Bellatrix
“Gli auror ci hanno teso
un’imboscata, Alecto e Amycus hanno combattuto contro alcuni
di loro e non
sappiamo che fine abbiano fatto, Avery è scomparso e noi
siamo qui.”
Narcissa aiutò suo
cognato a far stendere Rookwood e ordinò a Dobby di portare
qualcosa ai loro
ospiti; si girò verso il marito che stava accendendo il
fuoco “Lucius no! Se è
vero che gli Auror vi aspettavano, vi staranno anche cercando e questo
sarà uno
dei primi posti dove verranno a cercarvi, dobbiamo fare in modo che non
vedano
la nostra presenza qui dentro.”
Lucius spense la piccola
fiammella e guardò la moglie “Andrò a
gettare qualche incantesimo di
protezione! Con permesso.” Afferrò la bacchetta e
si diresse al di fuori della
Villa
“Dobby!.”
Tuonò Narcissa
“Porta delle coperte pesanti e spegni qualsiasi luce in tutto
il perimetro
della casa! Adesso!.”
Il piccolo elfo,
appena
arrivato, senza neanche farselo ripetere fece di nuovo un inchino alla
padrona
e si smaterializzò a eseguire gli ordini; Narcissa si
girò verso la sorella e
chiese
“Dov’è
Lui?.”
Bellatrix la squadrò da
capo a piedi e liquidò la domanda con un semplice
“Non immischiarti in affari
che non ti riguardano Cissy!.” Offesa dalla risposta
abbassò lo sguardo, sapeva
che era inutile discutere con lei, era succube del potere e sapeva
anche essere
pericolosa, era cambiata molto da quando era diventata una Sua seguace,
quasi
non la riconosceva più, a volte la spaventava anche, ma non
osava farne parola
con nessuno; voltava lo sguardo e andava avanti con la sua vita.
Distribuì le
coperte e i viveri ai presenti; poi quando sentì una mano
posarsi sulla sua
spalla si strinse nell'abbraccio di suo marito.
Lucius la guardava in
silenzio non c’era bisogno neanche di porle alcuna domanda,
il viso sempre
roseo e sorridente adesso sembrava una maschera cerea e spaventata, con
una
sola notte le aveva fatto perdere dieci anni di bellezza, e se ne
rammaricava
perché non la voleva vedere in queste condizioni, si
chiedeva quante altre
notti le avrebbe fatto passare così e sapeva che non se lo
meritava, ma sapeva
anche che lei non lo avrebbe lasciato solo in nessun momento, era
testarda lei,
lo era sempre stata e la amava per quello che era. Le prese una mano e
la tirò
in disparte all’altro capo del salone
“Cissy!.”
Disse
solamente, ma quell’unica parola era la catena di un discorso
che in precedenza
aveva già affrontato e temeva di sapere già come
sarebbe andata a finire
“Lucius no!
Io non ti
lascio….”
“Ma
Draco….” lei lo
interruppe “Draco è al sicuro qui con me, se ci
sarà pericolo mia madre lo
terrà con sé, ma io non ti abbandono, il mio
posto è qui vicino a te.” disse
poggiandogli una mano sul cuore. A nessuno dei due importava che ci
fossero
degli spettatori silenziosi che osservavano la scena, Lucius la
abbracciò grato
che la vita le avesse dato una donna tanto bella quanto coraggiosa e
intelligente, lo aveva sempre saputo, e adesso ne era proprio sicuro,
che
Narcissa era sempre stata la scelta migliore.
Un tossire forzato
separò la coppia visibilmente imbarazzata, tutti avevano
dimenticato il
pericolo di una possibile incursione degli Auror e dalle grandi
finestre già si
poteva scorgere in lontananza il cielo che andava rischiarandosi ai
primi raggi
del sole; solo allora si accorsero della tensione che
aleggiava nella
stanza dal loro arrivo; erano tutti stanchi e stremati, e
all’invito dei
padroni di casa di usufruire di tutte le stanze da letto di cui avevano
bisogno, il gruppetto si disperse per un po’ di riposo, con
la consapevolezza
che il giorno che nasceva sarebbe stato duro da affrontare.
01 novembre 1981
The Daily Prophet
IPotter
morti:
Colui-che-non-deve-essere-nominato
sconfitto dal figlio.
Narcissa lesse con
crescente preoccupazione la notizia
riportata. Nessuno era riuscito a dormire quella notte e la sconfitta
del
Signore Oscuro venne appurata quasi subito tramite un gufo mandato da
Yaxley,
che esortava tutti a scappare, gli Auror erano sulle tracce dei
mangiamorte e
delle loro famiglie. I primi ad andarsene furono Bellatrix e Rodolphus;
Cissy
non aveva mai visto sua sorella così sconvolta, sembrava che
il mondo le stesse
crollando addosso come se tutto quello in cui aveva creduto fino ad
adesso le
fosse venuto a mancare; sparirono così nella notte senza
neanche salutare;
altri seguirono più tardi il consiglio della lettera
abbandonando la Villa
separatamente per non destare sospetti.
Lucius
passò tutto il pomeriggio al ministero, la
lettera del Wizengamot, arrivata il mattino stesso, non si era fatta
attendere;
era accusato di favoreggiamento verso l’Oscuro Signore e di
pratica delle arti
oscure. Narcissa era rimasta seduta con lo sguardo rivolto al
pavimento, non
voleva piangere perché sapeva che doveva essere forte per
suo marito, poche
volte i loro sguardi si erano incrociati e in quello di suo marito lei
poteva
leggere chiaramente il senso di colpa e la vergogna. Uscì
dallo studio e salì
lentamente verso la sua stanza, chiuse la porta e si
abbandonò alla
disperazione.
Per la prima volta
Narcissa Malfoy aveva realmente
paura.
01 gennaio 1982
“Udienza
disciplinare del primo gennaio per crimini
contro la comunità magica e babbana, uso delle maledizioni
senza perdono,
aperta associazione con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e uccisione
e
tortura di maghi e babbani, questa corte quindi condanna Antonin
Dolohov,
Augustus Rookwood, Bartemius Crouch Jr, Bellatrix Black, Thomas Avery,
Leuis
Mulciber, Rabastan e Rodolphus Lestrange, Delbert Travers, Harvey
Wilkes e
Maxwell Yaxley alla detenzione a vita nel carcere di massima sicurezza
di
Azkaban. Andrew Tiger, Charles Goyle, Igor
Karkaroff, Lucius Malfoy, James Nott, Severus Piton e Walden Macnair
sono
invece scagionati da tutte le accuse.”
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Capitolo 6 *** 6. Hogwarts ***
Ed ecco a voi il sesto capitolo arrivato dopo tanto penare! Con questo capitolo vi lasciò per un pò causa esami universitari e anche perchè devo soppesare bene quale altro evento raccontare poi. Come al solito ecco la dedica: Il capitolo è dedicato a Checco che come al solito si è prestato ad impersonare Lucius in questo vivace scambio di battute... "La mia stima continua a crescere per te che subisci i miei deliri... Grazie!"
Premetto una cosa a scanso di equivoci, qui per la prima volta ho mostrato un Draco "dolce" abituatevi a lui... Intendo mostrarvi le sue due facce quella dura che ha con tutto il mondo e quella invece di figlio che ha con la madre, non lo faccio smielato tranquille ma tutti lo abbiamo visto piangere nel sesto film e mi piace immaginarlo che almeno con Narcissa lui possa far cadere la sua maschera di "bad boy" per essere semplicemente un figlio.... Detto questo mi butto sui libri... non ci rivedremo fino all'11 di febbraio... Tifate per me. Amy
24 Luglio 1991
Seduta
sulla sua elegante poltrona di velluto rosso, Narcissa era intenta
a leggere uno dei suoi vecchi romanzi che tanto amava quando era
bambina, sorrise
al ricordo di sua sorella Andromeda che passava il tempo a leggerle le
storie
sotto il sole estivo; allora non poteva immaginare quanto le sarebbe
mancato
tutto questo. Lo scorrere dei suoi pensieri verso la sorella
traditrice, fu
interrotto da un leggero picchiettare alla finestra del salone;
Narcissa alzò
gli occhi dal libro e vide il suo gufo imperiale, dono del padre per il
primo
anno a Hogwarts, appollaiato sul davanzale in attesa che la sua padrona
le
permettesse di entrare. Stupita per l’ora della consegna,
Lady Malfoy si alzò e
aprì con la bacchetta le pesanti imposte lasciando che il
gufo volasse
all’interno fino a raggiungere il camino dove si
posò con lento sbattere d’ali.
“Eris?”
La donna guardò dubbiosa l’animale, poi il suo
sguardo si posò su
qualcosa di arrotolato vicino alla zampa destra, afferrò un
biscotto e lo diede
al gufo, mentre prese a srotolare quella che aveva tutta
l’aria di essere una
lettera.
Giusto una veloce occhiata al contenuto e sul volto della donna si
dipinse, in un attimo, un’espressione felice; posò
la lettera su uno dei mobili
e corse con gran fretta al piano superiore.
Mentre lei era indaffarata, all’entrata principale si
materializzò suo
marito, con il suo elfo a seguito
“Cissy ma chère, dove sei?” chiese lui
notando che sua moglie non era venuta
ad accoglierlo come soleva fare di solito “Cissy?”
Sentendo il marito chiamarla a gran voce Narcissa lo raggiunse nel
salone
“Bonsoir mon amour”
disse prendendo la sua roba “Com’è
andata la giornata?”
Lucius le diede un leggero bacio sulla fronte
“Seccante come al solito!”
Narcissa annuì e sistemò la roba di suo marito
“Sai oggi, è successa
una cosa insolita” disse porgendogli un bicchiere di Whisky
“Eris ha
consegnato questa” gli porse la lettera; non aveva bisogno
neanche che lui
parlasse, il suo sguardo si era indurito appena riconobbe la lettera
“Che cosa significa?”
Cissy lo guardò, calma come sempre, in momenti come questi
era
inutile perdere la calma
“Draco è stato accettato a Hogwarts”
sorseggiò il
thè che Dobby le aveva portato
“Questo lo vedo Narcissa” disse posandola
“Cosa ti fa credere che
manderò mio figlio
in quell’insulsa scuola gestita da
Albus Silente?” Non le diede neanche il tempo di rispondere
“Ho già deciso che
andrà a Durmstrang, per apprendere da veri
insegnanti!”
Narcissa rimase calma “Draco non è pronto,
è una follia e lo sai bene”
disse semplicemente
“In che senso
"non è pronto"?” Chiese lui
visibilmente alterato “Ci sono tantissimi ragazzi della sua
età che hanno
scelto di propria iniziativa la vita in quella scuola. E Draco, mio
figlio, non
sarà da meno. Intraprenderà la stessa strada del
padre, molto più velocemente
di chiunque altro. Butta pure quella missiva”
Narcissa continuava a sorseggiare il suo thè “Una
mossa prevedibile da un
ex mangiamorte!”
“Prevedibile? Il Ministero
non aprirà bocca grazie
ai miei generosi versamenti. Draco si
troverà
benissimo in quella scuola, ne sono certo. Igor farà un
ottimo lavoro” Sbatté il bicchiere sul tavolino
“Non lascerò che mio figlio stia in
una scuola piena della feccia come i mezzosangue o traditori del nostro
sangue!
Non lo
accetto”
La donna posò la tazza sul tavolino, godendosi per
un istante il silenzio,
Lucius le dava le spalle irato al solo pensiero che sua moglie
accettasse una
simile infamia, la tensione era alta finché Cissy non ruppe
il silenzio
“Quindi vuoi che nostro figlio impari le arti oscure, vero
Lucius?”
Lui si voltò a guardarla “Ovvio!”
“E vuoi anche che nella scuola non ci sia feccia alcuna,
vero?”
Lucius la guardò chiedendosi dove voleva andare a parare la
moglie con
quelle domande di cui conosceva bene la risposta “Ovvio mia
cara! Non vedo
ombra di du…”
Con un gesto della mano Narcissa lo intimò di non proseguire
“Quindi sarà del tutto lecito pensare che due
genitori che si sono
proclamati innocenti dalle accuse di essere sostenitori del Signore
Oscuro, mandino
il loro unico figlio nell’unica scuola gestita da un ex
mangiamorte dove è risaputo
che vengono insegnate le arti oscure no?”
Lucius rimase interdetto per un attimo “Dove vuoi arrivare
Cissy?”
Lei lo guardò sorridente; per una frazione di secondo un
brivido percorse
la schiena di Lucius
“Prima di tutto non permetterò mai che mio figlio
vada così lontano.
Secondo, dimentichi che rimaniamo sempre dei sospettati e
mandare Draco
in una scuola dove tutti sanno che il preside è un uomo poco
convinto anche del
suo stesso pentimento, equivale a dichiarare apertamente che anche noi
siamo
sostenitori delle arti oscure, quando tempo pensi che
passerà prima che
qualcuno si renda conto che la presenza di Draco all’interno
di Durmstrang non
è casuale?”
Lucius sembrò soppesare bene le parole della moglie
“Per quanto l’idea che mio figlio viva a contatto
con certa gente mi
disgusta, sono più preoccupata del fatto che qualcuno possa
porsi delle domande
sul nostro stato di seguaci di Lord Voldemort. Affidare Draco alle
attenzioni
di Silente d’altro canto sembrerà come un gesto di
ammissione della nostra
innocenza!”
“Ma…” Cercò di replicare lui
“Draco avrà Severus con lui e poi è
solo un bambino, ha tutto il tempo di
imparare a combattere, durante le vacanze per esempio, potresti
iniziarlo tu!”
Lucius sembrò convincersi della fondatezza delle sue
motivazioni, sorrise
all’idea di essere lui stesso l’insegnante del
figlio e ringraziò la moglie con
un casto bacio sulle labbra; sua moglie era la persona più
intelligente che
Lucius avesse mai conosciuto….
…Dopo aver bussato sulla porta della camera del figlio,
Cissy entrò per
augurargli la buona notte; seduta su di un lato accarezzava dolcemente
la
fronte del bambino, guardandolo con tutta l’adorazione di cui
era capace
“Mamma, io!”
“Shhhh amore” disse gentilmente “Ti avevo
promesso che non saresti andato
lontano da me e ce l’ho fatta…”
Draco abbracciò la madre; lei ricambiò
stringendolo a sé e baciandogli i
capelli
“Nessuno ci separerà amore… Te lo
prometto!”…
Lucius sapeva che sua moglie fosse la donna più intelligente
che aveva
mai conosciuto, quello che Lucius non sapeva è che Narcissa
era anche la
persona più subdola che lui avesse mai incontrato…
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Capitolo 7 *** 7. L’inizio della fine ***
E dopo un piccolo periodo di pausa causa esami eccomi di nuovo con il 7° capitolo della mia storia... un capitolo molto travagliato a causa di un blocco dello scrittore che mi ha messo in crisi, ma alla fine sono riuscita a riscriverlo e a finirlo! Spero vi piaccia
La storia questa volta è dedicata alla mia dolce e cara Mary Black che con pazienza ed inconsapevolmente mi ha sbloccato, lei non sa neanche di averlo fatto e a maggior ragione la ringrazio perchè mi ha dato un aiuto immenso! Grazie stella!
24 giugno 1995
Narcissa
scostò delicatamente le tende nello
studio del marito e diede una rapida occhiata fuori; il cielo plumbeo
rendeva
tutto funebre e nefasto. Grosse nuvole nere cariche di tempesta si
addensarono
velocemente, mentre un vento gelido da Nord prese a soffiare
trascinando nella
sua folle corsa qualsiasi cosa che non avesse un appiglio stabile.
La consapevolezza che quel vento avrebbe
travolto anche lei e la sua famiglia si fece largo nel suo cuore come
la
certezza del Suo ritorno.
Per la prima volta in tutta la sua vita, non
aveva lacrime da piangere.
Per
la prima volta in tutta la sua vita, si
rese conto che quello era l’inizio della fine.
…
Il
brutto scherzo che Potter aveva giocato alla
famiglia Malfoy, infastidì talmente tanto la padrona di casa
che più di una
volta Lucius vide sua moglie abbandonarsi a un linguaggio colorito,
poco
consono a una signora, verso il ragazzo che aveva volontariamente
liberato il
suo elfo domestico. Era divertente vedere Narcissa destreggiarsi in
lavori che
in casa normalmente toccavano a Dobby. Lui era stato un prezioso aiuto
quando,
appena diventata madre, Narcissa riservava ogni briciolo delle sue
forze al
figlio appena nato, ma ora che Draco era diventato grande e passava la
maggior
parte della sua vita a Hogwarts, tornando solo per le vacanze, Narcissa
aveva
preso l’abitudine di sbrigare quei piccoli lavoretti che
erano i suoi doveri di
moglie. In effetti sua madre aveva sempre voluto che le sue figlie
fossero
educate a dovere per quanto riguardasse il mantenere la propria casa
una volta
sposate, quindi non vi erano difficoltà per lei nel fare
queste cose, ma era
talmente orgogliosa e cocciuta che non aveva acconsentito alle
richieste del
marito di procurargli un altro elfo come aiuto in casa.
Quindi non era inusuale vedere la Signora
Malfoy dirigersi nello studio del marito, con un grande vassoio in mano
dove
del thè caldo lasciava una gradevole scia di fumo che
evocava nella mente posti
esotici, sole e frutti e dei pasticcini di ogni sorta che sprigionavano
un
dolce profumino invitante che faceva venire l’acquolina in
bocca.
Cissy aveva appena varcato la soglia dello
studio, quando una visione agghiacciante le fece perdere la presa del
vassoio
che cadde per terra in un fragore di piatti e tazzine infrante, suo
marito era rannicchiato
per terra che gemeva dal dolore. Narcissa non riusciva a vedere il suo
volto,
coperto dai lunghi capelli biondi, ma all’udire di quei
lamenti, corse subito
verso di lui nella paura che gli fosse capitato qualcosa di brutto.
S’inginocchiò
vicino a lui e con una mano sulla spalla, lo scosse delicatamente
“Lucius, amore che succede?” chiese piano
“Cis…sy,
vatt…en…e!”
Lei lo guardò non capendo. Non capiva perché il
marito la stesse cacciando via, era lì immobile che soffriva
e non le voleva
dire niente. Non aveva senso.
“Lucius, ti prego dimmi che succede” Chiese di
nuovo
“Narcissa ho… det…to che…
sto bene”
“Tu menti Lucius” Lo ammonì lei
severamente
“Dimmi che cosa hai?”
Lucius capì che non era quella la strada giusta
per allontanare sua moglie, fece dei respiri profondi per calmarsi e,
ignorando
il dolore lancinante, si girò nel tentativo di rassicurare
la moglie
“…ho avuto… solo un piccolo
capogiro… Cissy!
Sto bene… veramente”
Narcissa però non credette a nessuna di quelle
bugie, ma decise comunque di desistere. Lucius si alzò a
fatica e si lasciò
andare sulla poltrona, respirava affannosamente ma doveva tenere duro e
convincere la moglie a lasciarlo da solo; lei lo guardò
severa e in silenzio
sedersi, aspettando che le desse qualche spiegazione, Lucius
cercò di
sorriderle senza però parlare. Lentamente cercò
di accarezzarle la guancia per
rassicurarla, e il danno fu irreparabile: il lembo di manica che gli
copriva
l’avambraccio sinistro si scostò rivelando
un’orribile visione, il marchio
nero, il simbolo che contraddistingueva i Suoi seguaci, da qualche
tempo
sbiadito, adesso campeggiava sulla pelle pallida di Lucius, nero come
la pece; minaccioso
il serpente che strisciava fuori dal teschio, prese a muoversi
lentamente provocandogli
un dolore ancora più forte. Lucius strinse i denti, ma ormai
era stato scoperto,
sembrava veramente che un serpente strisciasse viscido sotto la sua
pelle, e la
cosa era rivoltante e dolorosa e sapeva bene cosa significava.
Narcissa prese e scopri il braccio del marito osservando
con ribrezzo crescente lo spettacolo, coprendosi la bocca con disgusto
a quella
vista
“Mi… dispiace… che… tu... lo
abbia dovuto
vedere Cissy” disse lui con difficoltà
“Ti fa male Lucius?”
Non aveva più senso mentire ormai così
lentamente lui annuì
“C’è qualcosa che posso fare per te
amore?” Ancora
lentamente Lucius fece cenno di no con la testa
“È tornato Cissy… nessuno
può fare niente!”
Lei rimase attonita a guardare il marito
incapace di esprimere la miriade di emozioni che la toccarono in quel
momento
“Andiamo in camera?”
Lucius non rispose, ma le prese comunque la
mano e si alzarono dirigendosi nelle loro stanze; quando entrarono
Narcissa lo
aiutò a stendersi sul loro letto
“Va pure cara, sto meglio adesso, il dolore si
è affievolito” Disse lui mentendo
“Veramente” Narcissa gli sorrise debolmente
“Vado a prenderti qualcosa da bere amore?”
Lucius annuì e chiuse gli occhi, appena Cissy
però uscì dalla stanza, si alzò e
tornò nello studio, afferrò il mantello e il
bastone e da un cassetto della scrivania prelevò la sua
maschera; sospirò,
chiese scusa alla moglie per quel tradimento e si
smaterializzò via.
Narcissa non avrebbe mai immaginato quello che
stava succedendo, tornò in camera con il bicchiere in mano
ma quando non trovò
il marito, la paura si fece largo in lei; posò il bicchiere
traboccante di un
liquido ambrato sul mobile prima che anche questo le potesse cadere
dalle mani
e corse nel suo studio, dove, però del marito non vi era
traccia, notò che il
mantello e il bastone erano scomparsi, il dubbio
s’insinuò in lei, aggirò la
scrivania e vide l’ultimo cassetto aperto e vuoto, aveva
preso anche la
maschera; portò la mano sul cuore che ebbe un tuffo a quella
vista e chiuse gli
occhi sperando di ridestarsi da un incubo. Ma così non fu.
Il silenzio che
riempiva la stanza fu interrotto solo dal fragore lontano di un tuono
che
sembrava volesse scuotere le fondamenta della terra stessa.
Si alzò e si avvicinò lentamente alla finestra,
i vetri tremavano ancora per il rimbombo del tuono.
Per
la prima volta in tutta la sua vita
Narcissa si rese conto che quello era l’inizio della fine.
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Capitolo 8 *** 8. Un destino avverso ***
Scusatemi se questo capitolo arriva in ritardo... ma è stato travagliatissimo... Spero di soddisfare come sempre le vostre aspettative... questo capitolo è dedicato a Baby, Mione, Blaise stronzo, Blaise sposato e alla mia piccola Jenny che mi tengono impegnati con la nostra soap-opera "Blackfull" (sottotitolo Beautiful ci fa una pippa)
Ragazzi vi voglio bene
13
Gennaio 1996
Il
titolo e la foto sulla Gazzetta del Profeta
erano stati più che esaurienti nel descrivere la notizia.
Come se questo non
bastasse la visita di Caramell, non si fece aspettare; in effetti,
Cissy sapeva
che il ministero si sarebbe mosso prima o poi, Bellatrix era sua
sorella immaginava
che sarebbero venuti a cercarla proprio lì. Seccata dalle
persone che giravano
per casa sua, Narcissa sfogava la sua rabbia contro il povero Caramell,
imbarazzato e impaurito da quella situazione
“Che
cosa spera di trovare Signor Primo
Ministro?” il tono leggermente accusatorio di Narcissa mirava
a non nascondere
quanto fosse stupido venire a cercare una fuggiasca nel primo posto
ovvio
“Il nostro, cara Lady Malfoy è un
semplice…
controllo” disse lui cercando di smorzare i toni ma Narcissa
non demordeva
“Ha avuto segnalazioni?”
Cornelius la guardò imbarazzato “No”
“I suoi uomini hanno notato strani movimenti
attorno a casa mia?”
Balbettò “No”
“C’è un motivo particolare per cui una
ventina
di maghi girano senza senso in casa mia?”
Caramell notò l’alzarsi della voce della donna
e non sapendo cosa rispondere rimase leggermente a bocca aperta
“Mio caro ministro senza contare il tempo che
ci state facendo perdere, porto la vostra attenzione sul fatto che
è così
scontato che mia sorella possa venire qui, che anche un bambino ci
penserebbe,
e ovviamente essendo scontato, casa mia è l’ultimo
posto in cui mia sorella
verrebbe dopo essere scappata…”
incrociò le braccia furente “…se come
è vero
che penso che mia sorella abbia un briciolo d’intelligenza le
consiglio
vivamente di uscire subito fuori di casa e di adoperare le sue forze e
le sue
risorse per cercarla veramente da qualche parte!”
Non
sapendo cosa rispondere, Cornelius Caramell
richiamò i suoi collaboratori e dopo aver salutato
leggermente imbarazzato, si
congedò.
Quando il ministro si fu debitamente
allontanato dalla villa, una figura scese lentamente le scale; la sua
risata
malefica riecheggiava nel silenzio della grande Villa, se
l’avessero scoperta,
sarebbe stata la fine
“Ahhhhhhhhhhh… Sei stata maledettamente brava
Cissy…” ghignò
Narcissa guardò la sorella sorridere con un
ghigno per ciò che aveva fatto, non si pentiva di averla
aiutata ma detestava
questi mezzucci
“Non chiamarmi Cissy… Non sono più una
bambina…”
17 Giugno 1996
Il
via vai di persone che era in atto in quei
giorni era una cosa cui Narcissa aveva fatto poco a poco
l’abitudine. Ormai era
avvezza a quell’andirivieni all’interno della sua
casa; nessuno era tenuto a
spiegarle perché improvvisamente era diventata il covo che
pullulava di
mangiamorte clandestini, ma non le ci voleva tanto per capire che
stavano
architettando un qualche piano per Lui. Spesso si trovava a fissare suo
marito
impegnato nell’organizzazione, riuscivano per poco a
guardarsi negli occhi e
lei lo vedeva forzare un sorriso di rassicurazione; avrebbe voluto
parlare con
suo marito, ma a causa di una serie sfortunata di eventi Dobby le era
stato
portato via e doveva sbrigare da sola le faccende; ma alla fine era
felice,
essere così impegnata le impediva di pensare. Aveva
incominciato anche ad
abituarsi ad andare a dormire da sola; spesso sentiva che la
raggiungeva nelle
ore più buie della notte per poi alzarsi sempre presto
all’alba, a volte lo
trovava steso sul divano assopito e rimaneva lì a guardarlo
a buttar via la sua
vita per soddisfare i Suoi ordini. Tutto questo la faceva stare male, e
lui se
ne accorgeva ma aveva una missione da svolgere e aveva il dovere di
portarla a
termine. A qualsiasi costo.
“Bella
lascia che sia io a occuparmene”
“Lucius non ti rendi conto che non possiamo
fallire? Tutto dipende dalla riuscita del piano, se il Signore Oscuro
non avrà
quella prof...
“Shhh!” le ammonì lui brusco
Narcissa
si accorse di essere di troppo, era
arrivata al punto di sentirsi un’estranea in casa sua, i
discorsi erano
interrotti quando lei compariva, veniva seguita con lo sguardo
qualunque cosa
facesse e tutti evitavano accuratamente di parlare con lei, nonostante
si
sforzasse di essere il più cordiale possibile. Prese il suo
libro dal tavolino
del salone e salì nella sua camera; aveva sempre visto
quella casa come troppo
grande, adesso, però la vedeva immensa e se ne sentiva
prigioniera perché non
le era permesso neanche di uscire per le normali commissioni; qualsiasi
cosa
stessero facendo era talmente segreta e importante che nessuno si
fidava di
lei. Un leggero bussare infranse il silenzio dei suoi pensieri
“Narcissa…”
Lucius si avvicinò a lei temendo
una reazione isterica, sapeva che questa situazione l’aveva
portata al limite
della sopportazione e sapeva anche che lui era la causa di tutto questo
“Cissy… potrai mai perdonarmi?”
Lei
lo guardò negli occhi, erano così belli e
profondi, le dicevano un mondo di parole, e sapeva che lui era
veramente
dispiaciuto per tutto quello che stava succedendo; non poteva essere
altrimenti
pensò lui, non aveva mai afferrato appieno il concetto di
amore, finché non
aveva incontrato i suoi occhi azzurri del mare; aveva sempre inteso il
matrimonio come un dovere in cui l’amore, se ci fosse stato,
sarebbe arrivato
dopo gli interessi, dopo il sangue e il potere. Era sempre abituato a
essere
l’oggetto delle attenzioni di tutte, a riprova che un bel
faccino e tanto
potere erano una calamita per le donne, come le ripeteva sempre sua
madre; ma
poi aveva incontrato questa ragazzina orgogliosa che non aveva mai
accettato
che qualcuno fosse più importante e potente di lei.
Ricordava come adorava
camminare per i corridoi della scuola con la schiera di amiche dietro,
a testa
alta e fiera di essere quello che era: una Black. Ricordava come tante
ragazze
temevano solo di rivolgerle la parola, perché sapevano che
una di troppo detta
sarebbe stata la loro condanna. Ricordava come affrontava quegli
stupidi
Grifondoro quando le due case si scontravano per qualsiasi cosa,
effettivamente,
anche se la cosa non la toccava, Lucius si accorse che in un modo o
nell’altro
Narcissa riusciva sempre a entrare nei furiosi litigi che scoppiavano
tra le
due case e ne usciva sempre pulita, perché a fare, il lavoro
sporco era sempre
qualcun altro al posto suo. Ma ricordava anche come istruiva le piccole
Serpeverdi a non farsi prendere in giro dai maschi, ricordava anche
come non si
tirava indietro quando c’era da difendere un impaurito
Severus Piton dalle
angherie dei Malandrini. Ricordava anche l’eterna
competizione che si era
creata tra di loro a livello di rendimento scolastico, quanto lei fosse
maledettamente brava in pozioni e trasfigurazione mentre lui eccellesse
in
difesa contro le arti oscure e volo. Ricordava anche con un sorriso
delle loro
continue litigate; tra di loro non era stato subito amore a prima
vista, Lucius
dovette ammettere che adorava smontare le convinzioni di quella
ragazzina, ma
poi lui aveva capito che lei sarebbe stata la scelta migliore della sua
vita.
Narcissa
si lasciò circondare dal suo
abbraccio, fuori sarebbe potuta scoppiare anche una guerra, ma in quel
piccolo
gesto la faceva sentire protetta e amata, aveva trovato il suo
paradiso.
Sentiva il suo cuore battere per lei, era una certezza assoluta,
sentiva le sue
labbra sfiorargli i capelli e qualche volta posare un leggero bacio
sulla sua
fronte; come poteva essere arrabbiata con lui quando le dimostrava
tanto amore
sincero da spazzar via ogni dubbio e incertezza; ogni lacrima veniva
asciugata
da quelle labbra morbide e lei sapeva quanto era fortunata ad averlo
accanto
“Lucius
io….”
“Shhh! Andrà tutto bene ma
chère…” La baciò con
talmente tanta passione, che ogni traccia di dubbio o resistenza fu
cancellata;
si strinse a suo marito cullata dal battito del suo cuore, escludendo
tutto il
mondo al di fuori di loro due; non si erano neanche accorti che senza
neanche
bussare e con un’espressione nauseata sul volto Bellatrix
irruppe nella stanza
“Lucius… è ora”
Marito e moglie si separarono imbarazzati,
Lucius guardò la moglie e le sorrise debolmente
“Ti amo Cissy” Le diede un bacio sulla fronte e
uscì dalla stanza con sua sorella al seguito. Narcissa non
fece in tempo
neanche di dirgli che lo amava con tutta se stessa.
Quella
fu l’ultima volta che Narcissa vide suo
marito.
18 giugno 1996
Una lettera
arrivò il mattino presto. Narcissa
aveva passato tutta la notte sveglia ad aspettare il marito, ma alla
fine il
sonno ebbe la meglio sulla donna che si assopì sul divano. A
svegliarla fu il
suo gufo che beccava insistentemente sul vetro di una delle finestre,
vide la lettera
stretta nel suo becco; Narcissa aprì le imposte e prese la
lettera tra le mani,
la aprì e la lesse.
Un urlo disumano
di donna si propagò nel
silenzio della Villa.
Narcissa Malfoy
cadde per terra svenuta.
La lettera le
cadde dalle mani, finendo vicino a
lei.
…Suo
marito è in arresto…
C. O.Caramell
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Capitolo 9 *** 9. Un amore che fa impazzire ***
Volevate il capitolo con Draco ed ecco qui il bello e tenebroso far capolino nella storia... Come al solito perdonatemi se i personaggi sono troppo ooc soprattutto il nostro principino... Dedico il capitolo a mia madre che si è prestata ad impersonare per un attimo Narcissa mentre ripassavo a gesti la storia... Fra poco mi internerà in qualche istituto d igiene mentale... Addio! u,u
Giugno 1996
Draco Malfoy era tornato da pochi giorni a casa sua.
Appena la notizia dell’arresto del padre diventò di dominio pubblico, tutto il mondo prese pericolosamente a vacillare attorno a lui.
“Stalle vicino” Draco riportò alla mente
le ultime
parole del suo professore prima della sua partenza. Non si sarebbe
sorpreso se
un giorno lo avesse visto in Villa a consolare la madre, tanto era
l’affetto e
il rispetto che correvano tra lui e i suoi genitori.
E Draco lo capiva, anche se non lo dava a
vedere la cosa aveva toccato profondamente anche lui: nonostante il
rapporto
con il padre non fosse idilliaco, Lucius era stato sempre un modello
per il
figlio e lo aveva sempre sostenuto non facendogli mancare mai niente,
ma dove
suo padre non arrivava con l’affetto, sua madre invece era
sempre stata una
figura presente per lui, non ricordava un singolo istante della sua
vita in cui
non gli avesse ricordato quanto importante fosse per lei, a volte Draco
la
trovava esasperante ma poi si accorgeva che quando lei non
c’era le mancava;
ovviamente queste manifestazioni erano bandite in casa sua; ma quando
per tutto
il mondo magico lui era Draco Malfoy il degno erede di Lucius Malfoy e
perfetto
Serpeverde, per sua madre era sempre stato solo il suo bambino, la
gioia della
sua vita.
La credenza che Draco Malfoy non avesse un
briciolo di affetto per nessun essere umano era dovuta alla maschera
perfetta
che si era costruito crescendo.
La prima regola in casa Malfoy era “Mai mostrare
i propri sentimenti, farlo sarebbe stato un segno di debolezza che un
Malfoy
non si sarebbe potuto mai permettere” Draco l’aveva
imparato come dire ‘mamma’
e ‘papà’, poi, però aveva
capito che sua madre era l’unica persona che lo
vedesse semplicemente per quello che era: un figlio; e non aveva mai
avuto
bisogno di mentire con lei, di farsi grande o di essere duro; era vero
le
smancerie non erano per lui, ma sapeva che sua madre capiva anche da un
semplice
gesto quanto fosse importante per lui.
Sapeva che la notizia dell’arresto di suo padre
l’aveva stravolta ma ciò che vide quando
entrò nella sua stanza, fu qualcosa di
agghiacciante e terribile; non poteva essere lei, sua madre era
bellissima e
piena di vita, mentre la donna che era seduta vicino alla finestra
sembrava l’ombra
di se stessa: le profonde occhiaie sul volto pallido e spento
contornavano gli
occhi rossi e gonfi per il pianto, forse l’unica nota di
colore in tutto il suo
corpo.
Aveva sempre visto sua madre come una donna
forte ma solo ora si rese conto di quanto gran parte della sua forza
provenisse
dal marito, lei viveva letteralmente per lui e per suo figlio.
Il silenzio che aleggiava nella stanza era
agghiacciante, lei era seduta sulla poltrona di velluto rosso vicino
alla
finestra, se non fosse stato per il lento alzarsi e abbassarsi regolare
del suo
petto avrebbe creduto che fosse morta; Draco si avvicinò
lentamente guardando
quello che rimaneva di sua madre; quanto poteva amare una donna per
ridursi in
questo stato alla perdita del proprio marito?
Draco se lo chiedeva ma non trovava risposta.
Quando le fu abbastanza vicino, posò delicatamente
una mano sulla sua spalla, sembrava fatta di cristallo in procinto di
rompersi
in tanti frammenti, in una mano teneva ancora la lettera del Ministero
ormai
sgualcita e sbiadita che le annunciava che suo marito era detenuto ad
Azkaban,
il volto chino non presentava nessuna espressione, sua madre si stava
lentamente rassegnando e spegnendo e lui ebbe un tuffo al cuore.
Al tocco del figlio sulla sua spalla, Narcissa
alzò lentamente il capo come spiritata ma sorrise debolmente
“Lucius sei tu?”
Draco rimase fermo a guardare la madre
attaccarsi a ogni flebile speranza che trovava
“No madre sono io… Draco”
Narcissa sospirò ma non perse il sorriso
“Assomigli
ogni giorno di più a tuo padre lo sai?” disse con
un sussurro della voce,
accarezzandogli il volto con una mano gelida nonostante il caldo del
periodo,
Draco coprì la mano della madre sulla sua guancia con la sua
e la premette per
farle sentire che lui c’era ma non era suo marito
“Madre…”
Quell’unica parola carica di affetto, fece
sospirare la donna, con la mano delicata ancora premuta sul suo volto,
prese
quella forte del figlio e la portò alle labbra posandovi un
leggero bacio;
Draco si abbassò sulle ginocchia di fronte a lei e
posò le sue mani sulle sue
spalle
“Madre vi prego…”
A quell’accorata supplica alcune lacrime
caddero dagli occhi azzurri di Narcissa, un tempo vivi e splendenti
adesso
spenti e stanchi; in quel preciso istante capì che oltre a
far del male a se
stessa ne stava facendo anche al figlio che era corso da lei subito;
questo non
la fece sentire meglio, se suo marito l’avesse vista in
queste condizioni,
probabilmente, si sarebbe preoccupato a morte anche lui, ma lui non era
lì in
quel momento
“Draco…”
Il ragazzo la strinse forte a se, attento a non
farle alcun male, sentiva che stava sforzandosi di non piangere di nuovo
“Madre non preoccupatevi, ci sono io adesso,
sono qui accanto a voi e non vi lascerò mai”
Narcissa cinse i fianchi del figlio in un dolce
abbraccio, non se ne vergognava del fatto che fosse lui a prendersi
cura di lei
in quel momento, aveva un bisogno disperato di suo figlio accanto a lei
in quel
momento
“Com’è potuto succedere…
io…”
“Shhhh! Non è colpa vostra madre, voi avete
fatto tutto il possibile, siete perfetta…” Draco
sciolse l’abbraccio e prese il
suo viso tra le mani “Voi siete una donna fantastica
madre…. È tutta colpa di
quel Potter e di quel maledetto vecchio rimbambito di
Silente” pronunciò i due
nomi con odio e disprezzo “Ma io gliela farò
pagare madre, giuro che vendicherò
l’onore di mio padre e il male che stanno facendo a
voi…”
Narcissa non poté non commuoversi a quelle
parole, abbracciò di nuovo il figlio e ringraziò
la vita per il dono che le
aveva concesso
“Ve lo prometto madre… quello che hanno fatto
non rimarrà impunito…”
Draco non era mai stato un tipo di molte
parole, ma sentiva che la madre aveva bisogno di lui in quel momento,
sapeva
che quello era il momento di riscattarsi, di mostrare a suo padre che
era in grado
di cavarsela anche senza di lui.
Lucius Malfoy avrebbe ucciso pur di punire
chiunque avesse fatto soffrire sua moglie.
Draco Malfoy non sarebbe stato da meno.
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Capitolo 10 *** 10. Terrore ***
Questo lunghissimo capitolo arriva dopo giorni e giorni di indecisione su come scriverlo. Oltretutto mi sono resa anche conto che io e la matematica siamo due cose diverse per questo sono stata costretta a modificare alcune date nei precedenti capitoli e anche l'inizio del 9° capitolo... Niente di drastico tranquille. Passiamo alle dediche: Doveroso è in primis l'aiuto della mia ciabatta Ely che mi ha aiutato con alcuni conti temporali e con le sue reminiscenze dei libri visto che i miei sono stati sequestrati da mia cugina, mentre per la realizzazione del capitolo va tutta la mia stima e devozione al mio caro amico Tom che si è prestato ad impersonare Lord Voldemort con molti spunti interessanti del suo carattere... Non linciatemi se a volte sembrerà strano in molti dialoghi sento di aver combinato un casino. Bhè armatevi di pazienza e leggete questo lungo capitolo e se vi va lasciate una piccola recensione... anche le critiche sono accettate. Baci a tutti Amy
Giugno 1996
“Sono
enormemente deluso del vostro fallimento,
vi siete fatti battere da un gruppo di ragazzini non ancora diplomati”
Le parole
risuonavano dure nel silenzio di Casa
Riddle “Non
dovrei permettervi neanche di chiamarvi
miei seguaci, non ci sono parole che possano giustificare il vostro
fallimento” Lentamente lo sguardo di Voldemort si
posò sui
pochi presenti che erano sfuggiti all’arresto del ministero
“Meritereste tutti di finire ad Azkaban, siete
buoni solo a scappare”
“Mio signore noi…” ma Bellatrix fu
subito
interrotta
“Vi avevo affidato una missione semplice e voi
avete fallito miseramente”
Nessuno
osava proferire parola, tutti cercavano
di evitare il Suo sguardo furente; anche Narcissa che non aveva preso
parte
all’operazione si sentiva accusata del fallimento,
poiché suo marito non solo non
era riuscito a portare a termine il piano, ma era anche stato
arrestato. Vicino
a lei suo figlio Draco e sua sorella Bellatrix erano immobili e come
lei
schiacciati dal peso gravoso di quelle parole
“Il
ministero ormai è venuto a conoscenza del
mio ritorno, ci sarà una grande mobilitare di forze contro
di noi” fece una
pausa come se stesse riflettendo “Necessito di tutte le forze
che riusciamo a
raccogliere, la battaglia e il mio glorioso trionfo ormai si
avvicinano...” Al suono di quelle parole Nagini, il
grosso
serpente di Voldemort, si avvicinò al suo padrone che prese
ad accarezzarla
lascivamente “Tuttavia, ho qualcosa di
più urgente di cui
occuparmi…” Bellatrix alzò il capo
incuriosita, si aspettava una nuova missione
con cui avrebbe potuto riscattarsi ai Suoi occhi “Questa
casa, sicuramente sarà uno dei primi
posti dove verranno a cercarmi per ovvi motivi, ho bisogno di un posto
dove
poter riunire le mie forze…” Tutti rimasero zitti
mentre si scambiavano delle
occhiate fugaci di stupore “Nessuno...?”
ma la sua domanda fu interrotta
da Bellatrix
“Mio Signore…” la donna si
fermò subito in
attesa che lui le concedesse il permesso di continuare
“Si Bellatrix?”
Un ghigno si dipinse sul suo volto “Io e mia
sorella saremmo onorate di mettere a Vostra disposizione Villa
Malfoy…”
A
quelle parole Narcissa ebbe un sussulto che
le fece alzare il volto, non aveva il coraggio di voltare lo sguardo e
da sotto
il tavolo strinse i pugni talmente tanto forte da farsi divenire le
nocche
bianche; come se si fosse accorto della sua reazione Voldemort, fece
zittire
Bellatrix
“Ciò che dice tua sorella corrisponde alla
realtà Narcissa?”
Il cuore le prese a battere all’impazzata, il
solo fatto di ospitare dei mangiamorte ricercati li aveva messi in una
posizione di pericolo adesso addirittura permettere al Signore Oscuro
di
prendere possesso di casa sua, come osava sua sorella arrogarsi il
diritto di disporre
della sua casa? Avrebbe voluto protestare ma sapeva che ciò
non avrebbe fatto
piacere al Signore Oscuro, era in trappola, sola e sconfitta poteva
solo
rassegnarsi “Mi... mio Sig…gnore,
sarà un onore per… me
ospitarvi in casa mia” Disse cercando di non lasciar
trapelare i suoi veri
sentimenti. Voldemort sorrise incurante del terrore che infondeva nella
donna “Benissimo
mia cara, il servizio che mi hai reso non verrà
dimenticato”
Più che un ringraziamento Narcissa vide in
quelle poche parole una minaccia velata, poi però pensando
al marito vide nelle
Sue parole la speranza della sua scarcerazione
“Mio signore, mio marito…”
“Come osi?” Tuonò adirato Voldemort
“Tuo marito
merita la sorte che gli è capitata per
l’inettitudine che dimostra nel fallire
ogni volta” Il coraggio e la rinata speranza morirono in
Narcissa al suono di quelle parole, mortificata, abbassò di
nuovo lo sguardo “Tuttavia per un Malfoy perso, vedo che il
giovane Draco si trova oggi tra di noi…”
Il sangue nelle vene di Narcissa si raggelò al
solo pensiero che suo figlio venisse iniziato come mangiamorte,
spalancò gli
occhi e il battito del cuore prese ad accelerare vertiginosamente, nel
tumulto
di pensieri che affollavano la sua mente, vedeva il suo mondo
sgretolarsi, la
sua vita perfetta, la vita che aveva sempre desiderato le stava
sfuggendo dalle
mani e non c’era modo che lei potesse fare niente per
impedirlo “Mi… mio signore no... mio
figlio... è solo un ragazzo...”
Disse cercando di aggrapparsi a qualsiasi appiglio che Gli potesse far
cambiare
idea
“Osi contestare le mie decisioni?” Tuonò
lui
imperioso e irato “Tu stupida donna osi giudicare le mie
scelte?”
“Mio Signore non la stia ad ascoltare, non sa
cosa dice...”
“Tu taci!” Urlò Lui in direzione di
Bellatrix
che tentava di coprire la stoltezza di sua sorella.
Narcissa era terrorizzata, non osava neanche
respirare per paura che il flebile suono avrebbe provocato un nuovo
scatto
d’ira, il suo cuore di madre le aveva annebbiato la ragione e
si era lasciata
andare in quell’accorata supplica, se lui avesse voluto,
l’avrebbe uccisa lì in
quel preciso istante.“Ebbene?” la sua voce era
ancora dura e
Narcissa non rispose accettando il suo desiderio; alla vista della sua
rassegnazione Voldemort tornò a rilassarsi sulla sedia
riprendendo ad
accarezzare il serpente mentre con uno sguardo compiaciuto osservava il
ragazzo
che accanto alla madre non aveva ancora proferito parola
“È già abbastanza
grande per quello che gli ordinerò di fare. Sono sicuro che
non avrà alcun
problema a eseguire la mia volontà, vero Draco?”
Senza lasciar trasparire nessuna emozione Draco
annuì con la testa.
“Eccellente, mio caro ragazzo, molto bene!”
continuò lui “Mi aspetto da te la stessa
fedeltà che mi riserva tuo figlio
Narcissa…” ghignò “Scoprirai
che sono molto ‘buono’ con coloro che mi servono
fedelmente”
Narcissa
non stava più ascoltando ciò che
veniva detto perché lentamente si rese conto che adesso,
anche la vita di suo
figlio era in pericolo.
Luglio 1996
Da
quando Bellatrix aveva offerto Villa Malfoy al
Signore Oscuro, molte delle riunioni venivano svolte al Suo cospetto
nel grande
salone, dove attorno al lungo tavolo d’ebano erano raccolti
tutti i seguaci
dell’Oscuro Signore. Narcissa avrebbe fatto a meno di
prendere parte a quegli incontri,
ma doveva fare il possibile per stare accanto a suo figlio e
proteggerlo al
meglio che poteva, d’altro canto Draco non sembrava
minimamente turbato del suo
destino e giudicava infondate le preoccupazioni della madre.
Il
grande portone all’ingresso si aprì
lentamente producendo un sinistro lamento nel rimbombo del salone
vuoto, appena
l’inquietante figura passò la soglia, lo stesso
portone si richiuse come
animato da vita propria con un eco che fece spaventare tutti i presenti.
Lord
Voldemort avanzò lentamente prendendo
posto a capo tavola, accompagnato come sempre dal suo fedele serpente;
tutti i
brusii cessarono e un silenzio cadde opprimente interrotto solamente
dai sibili
di Nagini che strisciava protettiva attorno al padrone,
finché non fu il
Signore Oscuro stesso a parlare
“Stasera
miei signori, inizieremo i preparativi
del nostro piano. Come tutti voi sapete è nostra
priorità assoluta espugnare
Hogwarts con tutti i metodi possibili, le informazioni che la nostra
spia
all’interno della scuola ci sta passando fanno ben sperare
che presto Hogwarts
sarà nostra…”
Un
vociare di assensi si levò dalla tavolata
alla buona notizia
“Tuttavia…
Silente si è premunito di proteggere
la scuola e gli studenti al suo interno con i più
sofisticati incantesimi
impedendo a qualsiasi estraneo un accesso esterno alla
struttura…”
Questa
volta ci furono borbottii di dubbio
“Come faremo a entrare se ci sono le protezioni?”
“Il
tuo dubbio è del tutto lecito mio caro Thorfinn”
disse continuando ad accarezzare il serpente “Ed è
qui che
entra in gioco il giovane Malfoy…” fece una pausa
e si voltò verso Draco “Voglio
che tu uccida Albus Silente e permetta a noi di entrare a Hogwarts, una
volta
che il vecchio sarà morto, niente ci impedirà di
prendere possesso della
scuola…”. Mormorii animati iniziarono a levarsi
dai presenti, tutti si
chiedevano se il figlio di Lucius Malfoy sarebbe stato in grado di
portarlo a
termine o avrebbe fallito come il padre. Draco dal canto suo
ignorò i commenti.
Odiava che tutti
lo vedessero solo come il figlio di Lucius Malfoy,
odiava dover vivere all’ombra del padre, odiava essere
continuamente paragonato
ai fallimenti del padre, odiava che sua madre soffrisse per colpa della
sua
stupidità.
Ma lui era
diverso, lui non avrebbe fallito, avrebbe riacquistato
l’onore della famiglia risollevandoli dalla miseria in cui si
trovavano, e, per
quanto l’idea di uccidere lo disgustasse se questa era il
prezzo necessario per
salvare la sua famiglia lo avrebbe fatto anche a costo della vita.
Vicino a lui
invece Narcissa combatteva contro il crescente desiderio di piangere,
non
poteva lasciare che suo figlio diventasse un assassino, lo
cercò con lo sguardo
ma lui la evitò. Se il piano fosse andato a buon termine,
lui sarebbe diventato
un assassino, se avesse fallito, il signore oscuro
gliel’avrebbe fatta pagare
amaramente; era inevitabile, Draco era la punizione che Lord Voldemort
aveva
riservato a Lucius Malfoy per i suoi continui fallimenti. Narcissa si
sentiva impotente
davanti a questa rivelazione, aveva già perso suo marito,
non poteva rimanere
li ferma a vedere anche suo figlio morire per la loro causa; si sentiva
persa e
sola come trascinata da un vortice che la voleva inghiottire, stava
lì immobile
in balia degli eventi; mai come allora desiderava ridestarsi da questo
brutto
incubo.
Lord Voldemort
si alzò in direzione di Draco con un ghigno stampato
sul volto, tese una mano mentre con l’altra impugnava la sua
bacchetta
“Il
braccio!” disse solamente. Narcissa rabbrividì a
quella
richiesta e chiuse gli occhi per il terrore, Draco alzò la
manica della veste e
porse il braccio sinistro rabbrividendo per il contatto con la sua mano
viscida. Attorno a lui tutti gli sguardi erano fissi e increduli sulla
scena
come se si aspettassero che da un momento all’altro lo
avrebbe ritratto.
Illusi.
Voldemort
posò la punta della bacchetta sulla pelle del ragazzo e
subito un serpente prese a strisciare uscendo dalla bocca di un
teschio; il
marchio si impresse nella sua pelle candida tra i gemiti di dolore.
Bruciava,
bruciava maledettamente ma doveva tenere duro, doveva farlo per la sua
famiglia.
Per quanto
Narcissa si sforzasse di serrare le palpebre, non poteva
impedire alle sue orecchie di sentire il dolore di suo figlio, nella
sua mente
vedeva ciò che succedeva; vedeva e si sentiva impotente di
fronte a quel
dolore. Vedeva e si chiedeva se fosse questo il prezzo da pagare per
liberare
il mondo dalla feccia.
Quando la
tortura terminò e il dolore andò affievolendosi
Draco
ricoprì il braccio e riprese a respirare normalmente mentre
il suo cuore
scalpitava come impazzito; sua madre non aveva ancora riaperto gli
occhi,
sapeva che stava soffrendo e sapeva che la colpa era solo sua, ma
avrebbe
capito, che per il bene di tutti era necessario che lui si sacrificasse.
Lord Voldemort
tornò a sedersi trionfante “Questo è un
grande
giorno, miei fedeli. Presto libereremo questo mondo dalla feccia che vi
abita.
Presto comanderemo e nessuno potrà sconfiggerci”
Grida di giubilo
si levarono alte da ogni parte del salone. Le
uniche due persone immobili erano Draco e sua madre.
Narcissa
invocava disperata l’aiuto del marito, ma sapeva che se
voleva aiutare il figlio avrebbe dovuto combattere lei.
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Capitolo 11 *** 11. Scelte ***
Dovendo ributtarmi nello studio (lo so mi sto ammazzando di studio) mi sono messa d'impegno e ho finito l'undicesimo capitolo, mi rendo conto che Cissy piange troppo per gli standard mondiali... poverina capitela... se avesse vita propria mi ucciderebbe. La dedica di questo capitolo va alla mia ciabattona che si è prestata al ruolo di Bella... potremmo dire che questa storia esiste perchè ci sono tante persone che contribuiscono a renderla vera o perlomeno verosimile alla storia della Rowling, io mi limito a trascriverla non ringraziate me, ringraziate loro.... :) a presto (speriamo)
15 luglio 1996
Gli
eventi di quell’estate erano stati i più
duri che la famiglia Malfoy avesse mai conosciuto. Tutto quello che era
successo,
aveva messo a dura prova la tenacia e la forza di Narcissa, che adesso
si era
prefissa un unico scopo: proteggere suo figlio a qualsiasi
costo. Delicatamente bussò alla porta della sua
stanza
ed entrò “Draco?”
Seduto vicino alla grande finestra da cui però
penetrava poca luce, Draco stava lì a fissare il vuoto
“Madre…”
Lentamente Narcissa si avvicinò e sedette
vicino a lui, guardandolo apprensiva “Fa ancora
male?”
Con una leggera scrollata di spalle disse “Un
po’…”
Narcissa prese il braccio d suo figlio
scoprendolo con attenzione, come se a ogni lieve tocco il marchio
bruciasse
“…ma in fondo è normale no?
È sopportabile come
dolore sto bene mamma… veramente”
Narcissa ebbe come un deja-vù: stessa
situazione, stesso marchio, tutti le mentivano dicendo che stavano
bene, la
volevano proteggere, ma lei lo sapeva, lei lo vedeva
“Perché amore? Perché hai
accettato?”
“E cosa avrei dovuto fare madre? Rinunciare?
Vivere nella vergogna di essere l’ennesimo fallimento della
famiglia? Sentirmi dire
che come mio padre non riesco a portare a termine una missione? Che
cosa
avremmo dovuto fare? Darci alla fuga, vivere come due
ricercati?”
“Tutto sarebbe stato meglio di questa situazione
così angosciosa Draco!”
“Perché tu la vedi come una cosa brutta,
porterò a termine la missione e tornerà tutto
come prima”
“Niente tornerà come prima Draco, guarda tuo
padre dove si trova adesso… se continui questa follia
è quello il destino che
ti attende”
In un impeto di rabbia Draco le urlò contro “Io
non sono come quell'incapace”
“Non osare parlare di tuo padre in questo
modo!” Inconsapevole del gesto Narcissa tirò uno
schiaffo al figlio; era ancora
con la mano a mezz’aria quando si rese conto di
ciò che aveva fatto, si coprì
la bocca disgustata per aver perso così le staffe, mentre
vedeva suo figlio
accarezzarsi la guancia arrossata con lo sguardo chino e
ferito. Narcissa cadde sulle ginocchia con lo sguardo
colmo di vergogna e le lacrime che le bruciavano gli
occhi “Dra…Draco mi disp…
dispiace” disse lei non
riuscendo a trattenere i singhiozzi. La frustrazione li aveva portati a
litigare, Narcissa si coprì il volto e prese a piangere,
finché non sentì due
forti braccia avvolgerla in un abbraccio “Madre Vi
prego, lasciate che il mio destino si
compia, non abbiate paura per me” le scostò le
mani dal volto arrossato per le
lacrime “Lo so che siete preoccupata per me, ma Vi prometto
che andrà tutto
bene”
Narcissa ricambiò l’abbraccio stringendo il suo
bambino forte a sé “Ho paura Draco, ho
tanta paura di perdere
anche te… se ti succedesse qualcosa io, ne morirei, non
avrei più ragione di
vivere…”
“Ve lo prometto madre che starò attento e
niente di brutto ci capiterà, né a me
né a Voi, ma ho bisogno che Voi abbiate
fiducia in me, ho bisogno di voi…”
Non c’erano parole che Narcissa potesse dire per
far capire al figlio che qualsiasi fosse stato il suo destino, lei gli
sarebbe
sempre stata accanto, più di quel semplice abbraccio
protettivo
“Mamma… su non sono più un
marmocchio” le disse
sorridendo; Narcissa gli accarezzò il volto e sorrise a sua
volta
“Non importa quanto tu possa crescere, sarai sempre
il mio bambino”
I
giorni passavano lenti a Villa Malfoy,
l’ansia e preoccupazione per il destino di Draco non avevano
abbandonato
Narcissa che si tormentava giorno e notte, su come poter evitare un
compito
così mostruoso a suo figlio. Sapeva che i Suoi ordini erano
legge, ma se
qualcuno gli avesse fatto notare che forse Draco era troppo giovane e
inesperto
per riuscire in un compito così importante, forse Lui
sarebbe tornato sulle sue
decisioni… L’idea le balenò
per un istante nella mente,
una luce di speranza brillò nei suoi occhi; forse aveva
trovato una soluzione.
Corse
verso una delle stanze degli ospiti che
sua sorella occupava e bussò frettolosamente
“Bella apri!”
Dall’interno un giro di chiave rivelò alla
donna la presenza della sorella “Che cosa vuoi
Cissy?”
“Ti prego fammi entrare!”
Dopo aver controllato che nessuno fosse nei
paraggi, Bellatrix aprì la porta quel tanto da permettere
alla sorella di
entrare nella stanza; Narcissa non si fece pregare due volte e
superò la
sorella portandosi vicino alla finestra, chiudendo le pesanti tende
finemente
ricamate, lanciando la stanza in un buio soffuso
“Che c'è?” chiese seccata Bellatrix
Cercando un po’ di forza Narcissa guardò la
sorella dritta negli occhi “Bella… tu devi
aiutarmi... Draco... lui… voi lo
sapete che non è pronto per un compito così
difficile… io… sono preocc…”
“Non iniziare di nuovo con questo piagnisteo
Cissy” la interruppe lei bruscamente
“…l’ira dell’Oscuro Signore
non ti è
bastata?” la rimproverò “Draco
è pronto… sennò il Signore Oscuro non
lo avrebbe
scelto”
Narcissa guardò inorridita la donna davanti a
lei pronunciare quelle parole “Come puoi dire una cosa del
genere? Bella… tu
non capisci... mio figlio non è un assassino”
Bellatrix voltò le spalle alla sorella, stanca
di quei lamenti, era così maledettamente protettiva con
tutti, le dava il
voltastomaco “Tuo figlio non è un assassino? Beh,
se non lo è, lo diventerà
presto! Spero solo che non sia incapace e codardo come suo
padre” disse
nonostante sapesse che l’avrebbe ferita; dietro di lei Cissy
si avvicinò con
rabbia alla sorella afferrandola per una spalla “Non ti
permetto di parlare
così di Lucius, Bellatrix!” con un gesto fulmineo
Bellatrix si liberò dalla
presa della sorella “Apri gli occhi Cissy! È la
verità! Sono sicura che Draco
riuscirà a compiere il suo dovere meglio di quanto abbia mai
fatto Lucius, e tu
dovresti essere fiera del coraggio che sta dimostrando tuo
figlio!”
“No!” urlò Narcissa disperata
“Non mio figlio
Bellatrix, non il mio Draco... non è pronto...”
“È pronto fidati, ci riuscirà! Draco
è l'unico
che può riportare l’onore nella famiglia Malfoy,
dopo il fallimento di Lucius”
tentò di calmarla; Narcissa la guardò con gli
occhi lucidi “Ma non a questo
prezzo... Bella ti prego solo tu puoi... fallo desistere...”
Bellatrix non credette alle parole della
sorella, come poteva essere così stupida? “Tu non
puoi chiedermi questo! Draco
porterà a termine il suo compito. Io posso solo addestrarlo
a essere un
mangiamorte, nient'altro”
“No! Mio figlio no... non puoi... non potete...
lui non è cattivo”
“Lo è. E se non lo è, lo
diventerà. È un mangiamorte
adesso, che tu lo voglia o no!”
“Non Draco” disse solamente
“Non contraddirò il Signore Oscuro! Il compito di
Draco è quello, e lo porterà a termine. Non ci
puoi fare niente, Narcissa”
“Tu devi aiutarmi Bella...”
“Io non posso fare niente”
Trattenendo le lacrime la guardò rimanendo in
silenzio, era determinata tutto, se sua sorella non la voleva aiutare,
avrebbe
provveduto diversamente “Allora andrò a chiedere
aiuto a qualcun altro” disse
alzandosi, Bellatrix scoppiò in una fragorosa risata di
sdegno “E chi? Sentiamo”
“Severus è il padrino di Draco... ed è
la
migliore spia che abbiamo... il Signore Oscuro si fida di lui, lo
ascolterà”
Bellatrix non poteva credere alle sue orecchie, sua sorella Narcissa si
fidava
veramente di Piton “Cosa?! Devi essere proprio disperata se
ti rivolgi a quel
traditore” disse con disprezzo “Tu non oserai
chiedere aiuto al burattino di
Silente!”
“Non ho niente da perdere, quindi sì lo
farò!”
“Non osare, Narcissa! Non ci possiamo fidare di
lui! È troppo vicino a Silente! È dalla sua
parte! Tu non capisci.”
“Non mi interessa…”
Esasperata da tanta testardaggine, Bellatrix
afferrò con una mano il braccio della sorella e lo strinse
con una forza innaturale,
Narcissa lanciò un’occhiata al suo braccio e poi
guardò la sorella “Io andrò da
Severus Piton e non sarai tu a fermarmi… Lui
proteggerà Draco... Lasciami
andare Bella...”
“Devi capire che stai tradendo l’Oscuro Signore!
Lui vi ha ordinato di non farne parola con nessuno!”
“Non mi importa!” tuonò lei
“La vita di mio
figlio è in grave pericolo. E che tu voglia o no io
andrò da lui” si liberò
dalla presa della sorella e uscì dalla sua stanza, decisa,
più che mai prese il
suo mantello e lo indossò pronta a uscire, dietro di lei
Bellatrix la chiamava intimandole
di non muoversi, ma Narcissa non vi prestava attenzione, si
coprì il volto con
il cappuccio e scese con passo spedito al piano di sotto, mentre alle
sue
spalle sua sorella imprecava contro di lei. Narcissa aprì il
portone all’ingresso e dopo pochi
passi all’esterno si smaterializzò con un sonoro
pop, prima che la sorella la
raggiungesse
“Maledetta stupida così ti farai
ammazzare!”
Bellatrix
afferrò il proprio mantello e si
smaterializzò al suo seguito più preoccupata che
arrabbiata, sapeva che se
Voldemort avesse scoperto il tradimento di sua sorella, il destino di
Draco
sarebbe stato la sua minima preoccupazione.
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Capitolo 12 *** 12. Lettere ***
Ed eccomi qui ancora una volta questo capitolo mi ha portato via molto tempo... ho dovuto rileggere minuziosamente tutto Il principe mezzosangue e lo so che voi siete stanchi delle preoccupazioni di Cissy ma stanno per finire e anche la storia sta per finire (sigh!). Angolo delle dediche: questo capitolo va a molte persone ve le elenco una ad una: A Fede nella speranza di aver appianato le nostre divergenze (mi obbliga anche ad aggiungere che devo dirvi che è il Blaise Zabini più sexy che c'è), a Sara con la voglia e la speranza che un giorno possa picchiarla decentemente se mi fa arrabbiare, a Erica che nonostante si trovi in un posto non ben definito passa le intere giornate a scroccare coccole alla sottoscritta, ad Anna perenne fonte di forza nello scrivere (nessuno lo sa ma ho iniziato questa storia perchè volevo essere come te) e ultimo al baby boy Nik che lo conosco da poco e lo adoro da tempo.... grazie per non aver ancora linciato il mio alter ego zoccolone... vi voglio bene
21 dicembre 1996
Cara
madre
Mi
dispiace avervi fatto attendere tanto per avere
delle mie notizie; ma vi posso assicurare che va tutto bene.
Le lezioni mi annoiano, ma le attività
extrascolastiche mi tengono impegnato più del dovuto, non vi
nascondo che forse
le ho prese troppo sottogamba ma alla fine avrò i miei
risultati.
Sono sempre più convinto che la maggior aspirazione
della mia vita non sia ottenere il diploma, qualsiasi cosa ci
sarà per me la
affronterò, fiducioso nel futuro.
Il professor Piton vi porge i suoi più ossequiosi
saluti, nonostante la sua nuova occupazione come professore di difesa
contro le
arti oscure, mi ha detto che voi gli avete chiesto di aiutarmi con
pozioni;
ovviamente ho rifiutato madre, so che devo farcela da solo per
prendermi tutti
i meriti del mio lavoro, in fondo sono vostro figlio.
Continuerò senza mai fermarmi per il vostro orgoglio
di avere buoni risultati e
non preoccupatevi per me, tutto andrà bene, presto torneremo
a essere una
famiglia, ve lo prometto.
Vi
voglio
bene…
Draco
L. Malfoy
Narcissa
non sapeva se l’arrivo di quella lettera
fosse di buon auspicio o no; ovviamente sospettava che a Hogwarts
fossero state
messe in atto misure di controllo sulla posta e suo figlio era stato
ben attento
a farle avere tutte le informazioni necessarie, bastava saper leggere
tra le
righe.
Aveva
capito per esempio che i suoi tentativi, di
uccidere Silente non procedevano bene, sapeva che suo figlio si stava
impegnando molto per la riuscita del piano, ma doveva anche tutelare il
suo
anonimato per non essere sospettato e doveva agire con la massima
discrezione,
nonostante questo non abbandonava i suoi propositi.
Aveva appurato anche il desiderio del figlio di non
continuare gli studi, ma di dedicare la sua vita, appena il Signore
Oscuro avesse
assunto il potere, a servirlo. Avevano già avuto questa
discussione; se non
fosse stato per il suo compito Draco, non sarebbe tornato a scuola
quell’anno;
Narcissa sapeva che era impossibile ma sperava che una volta tornato
lì Draco
avesse apprezzato e rimpianto la sua vita precedente e si fosse tirato
indietro;
sarebbe stata un’altra macchia sul nome dei Malfoy tra i
maghi purosangue ma
Narcissa iniziava a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto
questo.
A volte
si fermava a riflettere su cosa fosse giusto
e cosa fosse sbagliato, a volte credeva che tutto questo non avrebbe
portato
altro che male; combatteva contro il perenne desiderio di tirarsi
indietro, scappare
come una codarda non era una soluzione, si diceva, e scacciava i tristi
pensieri, sperando in un futuro in cui più nessuno avrebbe
macchiato l’onore
della sua famiglia.
Continuava
a leggere la lettera, Severus doveva aver
parlato con Draco e magari gli aveva anche rivelato che lo aveva
costretto con
il voto infrangibile a prendersi cura di lui e ad aiutarlo nel suo
intento, ma
lui aveva rifiutato. Tipico. Draco voleva avere tutti i meriti per se.
Un
sorriso passò sul volto di Cissy, per un istante, giorno
dopo giorno, anno dopo
anno, come non poteva notare come stesse crescendo il suo bambino? Ogni
singolo
secondo, fisicamente e caratterialmente, sempre più simile
al padre.
Lucius.
Una fitta le colpì il cuore come una lama
affilata. Come stava suo marito? Che cosa avrebbe pensato sentendo le
notizie
che forse gli giungevano ad Azkaban? Aveva provato svariate volte ad
affidare
le sue lettere nella speranza che gli fossero consegnate, ma ogni volta
le
tornavano indietro e ogni volta si sentiva morire, temeva che lui
pensasse che
si fosse dimenticato di lui e invece non c’era giorno o
notte, alba o
crepuscolo in cui Narcissa non sentisse la mancanza di suo marito;
sospirò
triste. Draco era testardo come suo padre, ma lei aveva la
consapevolezza che
Severus non lo avrebbe lasciato solo nonostante il rifiuto di Draco.
Almeno sotto quell’aspetto Narcissa era serena.
La
lettera breve e coincisa terminava con i saluti
di Draco e la sua perenne promessa che tutto si sarebbe risolto al
più presto
per loro; Narcissa si chiedeva quanto presto sarebbe accaduto, se solo
suo
marito fosse stato lì con lei, le avrebbe dato la forza di
affrontare tutto
questo, magari avrebbe tolto a suo figlio quel gravoso compito.
Le mancavano tanto i suoi baci e i suoi abbracci,
non era mai stato un uomo di molte parole ma nei suoi gesti calmi e
calcolati
anche con lei c’era tanta tenerezza, che le mancava
moltissimo. I suoi discreti
sorrisi, le parole dolci chi non conosceva quel lato di Lucius Malfoy
non
poteva dire di conoscerlo veramente
“Mi manchi amore…” Disse prendendo la
foto che li
ritraeva insieme dopo essersi appena sposati.
Narcissa
si era ripresa una dolce vendetta di anni e
anni di scherzi, tentennando volutamente al momento del fatidico
sì, sorrise,
Lucius era stato così chiaro con lei sin
dall’inizio, l’aveva definita la
scelta migliore della sua vita dopo che i loro genitori decretarono che
il
matrimonio si poteva fare.
Era il 1972, quattro anni più tardi in un assolato
giorno di settembre Narcissa era diventata Lady Malfoy.
Sorrideva felice, sembrava una bambina, aveva da
poco compiuto 21 anni, Lucius era più grande di lei di un
anno; la teneva
stretta a lui con un braccio, i capelli raccolti in una coda morbida
gli
ricadevano sulla spalla sinistra e i pochi che volteggiavano nella
brezza
fresca dell’estate che finiva, rilucevano come oro, e
ricadevano lungo il
vestito bianco candido che risaltava nel nero dei ricami. Narcissa
invece, aveva
raccolto i suoi lunghi capelli in un intreccio sulla testa da cui le
scendevano
dei boccoli morbidi che le contornavano il viso da ragazzina, il lungo
vestito
di seta bianco le incorniciava l’esile corpo e come si
muoveva i preziosi
ricami dorati, brillavano.
Lui la stringeva forte a se sorridendo ora verso l’obiettivo
e ora baciandole la fronte delicatamente, mentre lei reggeva il suo
bouquet di
rose rosse e nebbiolina.
Le sembrava
un’altra vita appartenuta a un’altra
persona. Erano passati 20 anni da allora, 20 anni della sua vita, ma
lei
sembrava avere più anni di quelli che effettivamente aveva.
Chissà
se suo marito, l’avrebbe riconosciuta quando
sarebbe tornato a casa se fosse tornato a casa, no si disse, non poteva
pensare
che lui l’avrebbe lasciata lì da sola; doveva
sperare e lo sapeva in cuor suo
che lui non l’avrebbe mai abbandonata; trasse un profondo
respiro e si avvicinò
al suo scrittoio d’ebano, dove prese una pergamena e dopo
aver intinto la sua
piuma nell’inchiostro, scrisse solamente
Vivo solo per
te, vivo solo per amarti, nell’attesa del tuo
ritorno.
Ti amo
Lucius.
Tua Cissy
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Capitolo 13 *** 13. Il ritorno di Lucius ***
Eccomiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii finalmente sono tornata dopo notti insonni per finire il capitolo... personalmente amando il numero 13 volevo che fosse il capitolo perfetto ma sento che avrei potuto fare di meglio... quindi se vi annoiate colpa mia.... a me ha fatto venire da piangere :). Il capitolo è dedicato alla dolce Mary Black che come me adora Lucius Malfoy (e per esteso Jason Isaacs) e a Checco con cui avrei voluto condividere la stesura del capitolo: "mi mancano tanto le nostre ruolate"... Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno... non sarei andata avanti senza di voi... Grazi -amy-
Narcissa non
diede neanche un’occhiata all’edizione della
Gazzetta del Profeta che annunciava, la morte di Albus
Silente. Niente nomi, niente
dettagli. Il Ministero aveva saputo insabbiare bene la cosa anche
questa volta.
Draco tornò accompagnato da Severus e Bellatrix la notte
stessa dopo esser sfuggiti all’assedio degli Auror
all’interno della scuola. La notizia che Piton avesse ucciso
Silente suscitò molti commenti da parte dei mangiamorte, che
ora vedevano in Draco la stessa inettitudine di Lucius.
Lui aveva fatto tutto il possibile ma Narcissa lo aveva sempre saputo
che suo figlio non era un assassino, e Bellatrix le lesse in faccia
un’espressione di gioia quando la vide, che la
infastidì.
Draco in cuor suo non era contento di come si erano sviluppate le cose,
iniziava a pensare che anche lui fosse destinato a una vita di
fallimenti e insuccessi; la rabbia e l’amarezza gli si
leggevano sul volto come scolpiti nella roccia.
Sua madre non disse niente, ogni parola, in effetti, sarebbe stata
inutile, lo vide passare in silenzio diretto nelle sue stanze
seguendolo con lo sguardo finché non scomparì; si
voltò di nuovo verso Piton, e abbassando il capo disse
solamente
“Grazie Severus”
Piton non rispose e la guardò andare via.
Draco era un ragazzo fortunato come pochi pensò.
Una
languida brezzolina estiva entrò nella Villa stemperando
l’afa di fine giugno. Un vociare animato arrivò
dal salone, tutti i mangiamorte si ritrovarono ancora una volta seduti
attorno al lungo tavolo d’ebano. L’attesa non
durò molto, tutti notarono la presenza di Nagini strisciare
sotto il tavolo, come se stesse per attaccare. Il cuore di Draco prese
a battere più forte, sapeva che sarebbe stato punito per il
suo insuccesso e sapeva che anche sua madre temeva per lui mentre gli
stringeva una mano; lui solitamente avrebbe trovato di cattivo gusto un
gesto del genere davanti a tutti ma dovette tristemente ammettere che
in quel momento la voleva sentire vicino a sé.
Lord Voldemort non tardò ad arrivare, una leggera nube nera
apparve nel salone al lato del camino e materializzatosi, prese subito
posto. Un ghigno gli si dipinse sul volto prima di prendere a
parlare “Sebbene il piano sia stato concluso con
qualche leggera variazione, alla fine come tutti voi sapete, Silente
è morto”
Versi di approvazione si levarono tra molti dei presenti, non tanto per
la morte di Silente, quanto per lo scompiglio che lentamente stavano
gettando all’interno della comunità magica, la
sensazione di potere che avevano tra le mani era adesso più
che mai, tangibile
“Ora che Hogwarts e il Ministero sono in nostro potere
l’ascesa delle forze oscure è sempre
più vicina” disse stendendo il suo volto in un
ghigno compiaciuto “…siamo prossimi a piegare al
nostro volere questa insulsa comunità, ripristineremo
l’onore dei maghi purosangue, libereremo il mondo dalla
feccia che vi abita e nessuno ci fermerà”
Un’improvvisa confusione di assenso si levò tra i
mangiamorte, il Signore Oscuro li incitò ancora una volta in
attesa della guerra che li avrebbe portati al dominio della
comunità magica
“Raduneremo tutte le forze oscure e le scateneremo contro
coloro che ci ostacolano e mentre il Ministero epurerà
coloro che insozzano il nostro sangue, piegheremo quelli che ci
costringono a nasconderci al nostro volere”
Un boato ancora più assordante si sollevò nel
salone, le Sue parole d’incoraggiamento riecheggiavano nella
mente di coloro che credevano nella guerra contro tutti i non maghi,
una guerra che presto sarebbe venuta e avrebbe mietuto vittime indegne
di vivere, che con la loro presenza costringevano i maghi alla
segretezza. Quando gli animi si furono calmati il discorso,
proseguì
“Abbiamo bisogno di nuovi seguaci, creature
oscure… radunate tutte le forze che riusciamo a conquistare,
piegate sotto Imperio le loro volontà, la guerra
è vicina…”
“Mio Signore…” una voce sibilante e
melliflua alla sinistra di Lord Voldemort si fece avanti
“Dimmi pure Severus”
“Non dovremmo dimenticare che alcuni dei nostri sono ancora
detenuti ad Azkaban mio Signore…”
Narcissa che fino allora era rimasta china e in silenzio
alzò il capo con uno scatto appena in tempo per vedere
Severus deviare lo sguardo che poco prima era su di lei;
spostò gli occhi su Voldemort che accarezzava Nagini
soppesando le parole dell’uomo
“E
la feccia peggiore è chiusa dentro Azkaban,
piegati al nostro volere, costituirebbero un importante aiuto alla
causa” fece
una pausa attendendo che Voldemort lo interrompesse, quando questo non
avvenne,
disse calmo “il Ministero non divulgherebbe la
cosa… Ha troppa paura”
Voldemort ghignò in assenso “… E sia!
Goyle,
Gibbon, Yaxley,
sapete come agire” Le parole nascondevano un ordine ben
preciso, morte a
chiunque si fosse messo di mezzo.
Narcissa
solitamente avrebbe provato pietà per quelle persone, ma
adesso se c’era in
gioco la libertà di suo marito, lei non avrebbe guardato in
faccia a nessuno.
Luglio 1997
Draco non aveva
mai visto sua madre così radiosa da quando la guerra era
iniziata. Nonostante tutto il mondo attorno a lui fosse in tumulto,
scorgere sul suo viso un sorriso alla notizia del ritorno di suo padre
era quel segno di felicità che le aveva sempre promesso.
Dopo quell’ultima riunione, infatti, sembrava che dal suo
cuore le fosse caduto quel peso che la opprimeva da qualche tempo; lo
aveva raggiunto nelle sue stanze e avvolta nel suo abbraccio, aveva
pianto tutte le lacrime che in precedenza aveva dovuto reprimere per
vergogna e per paura. Lui lo sapeva che era quello il suo modo per
ringraziarlo per quello che aveva fatto, ma sapeva anche il rischio che
aveva corso e adesso capiva la sua preoccupazione. Cercava di scacciare
quel pensiero ma sapeva che se tutto fosse andato storto sarebbe stato
un’altra macchia sul suo cuore; e se lui fosse morto? Chi
avrebbe badato a lei? Quale gesto sconsiderato avrebbe fatto per
disperazione? Ripensò alla lotta con Potter nel bagno e la
rabbia iniziò a ribollirgli nelle vene; Piton non aveva
detto niente a sua madre, si sarebbe preoccupata e forse avrebbe
mandato tutto all’aria.
L’aveva stretta ancora più forte e le aveva detto
quanto le volesse bene, lei non rispose ma Draco non ci
badò, gliel’aveva detto sin dal primo giorno che
lui era nato, lui lo sapeva e lo avrebbe saputo per sempre.
Nella
trepidante attesa del suo ritorno Narcissa sembrava un’altra
donna, si rendeva conto della forza che rinasceva in lei,
guardò suo figlio con occhi sereni, seduta nella sua
poltrona accanto al camino spento; lui le teneva una mano sulla spalla
come se traesse forza anche per sé.
Come se avesse il presentimento di quello che stesse per succedere
Narcissa, si alzò dalla poltrona, un istante dopo il portone
principale si aprì e due figure entrarono.
Non fu difficile riconoscere Severus Piton, ma la persona accanto a lui
non assomigliava neanche lontanamente a suo marito: coperto di stracci
luridi e strappati, della fierezza che aveva sempre contraddistinto
Lucius Malfoy, rimaneva ben poco, i lunghi capelli biondi ricadevano
sulle spalle malamente tagliati e sporchi, così come
malamente era rasa la barba, il viso emaciato era coperto da vistose
escoriazioni; la bellezza di Lucius era sfiorita, ma nonostante questo
Cissy corse verso suo marito con le lacrime agli occhi
“Lucius!” Narcissa lo abbracciò
stringendolo a sé come se avesse paura che qualcuno avesse
potuto di nuovo portarglielo via; Lucius posò le sue labbra
sulla fronte della moglie chiudendo gli occhi
“Cissy” disse in un flebile sussurro ricambiando
l’abbraccio nonostante fosse stanco e debilitato
“ho temuto di non rivederti più cara, stavo
impazzendo… è stato brutt…”
Narcissa non gli diede il tempo neanche di finire e lo baciò
dolcemente, le sembrava di tornare indietro nel tempo al loro primo
vero bacio, 25 anni fa, non si curava neanche degli spettatori che li
guardavano, non provava vergogna nel dimostrare quanto amasse suo
marito.
Lucius. Quante notti aveva sognato quel momento? Quante volte aveva
stretto il suo cuscino alla ricerca di quel profumo che lentamente
spariva? Quante lacrime aveva versato quando le avevano portato via la
sua vita? Rimase li ferma desiderando che quel contatto non finisse
mai, lo sentiva vicino a sé e scoppiò di nuovo in
lacrime, questa volta di gioia.
Draco
rimase vicino alla poltrona a guardare quella scena, non aveva mai
amato eppure ciò che guardava gli sembrò la cosa
più normale al mondo, sentì una strana
sensazione, avrebbe voluto piangere anche lui, ma rimase lì
immobile a guardare i suoi genitori amarsi nonostante tutto, nonostante
la guerra, nonostante il tempo lontani erano ancora lì; non
riuscì a non sorridere debolmente nonostante avesse paura
del futuro.
Erano lì comunque, erano lì anche per lui.
Traendo
un lungo sospiro Narcissa aiutò il marito a sedersi sulla
sua poltrona, lo guardò ancora una volta sorridendogli; poi
si voltò e guardò Severus, “Prima mio
figlio… adesso mio marito… non so come
ringraziarti Severus”
Lui la scrutò silenzioso ma poi aggiunse
“È stato un dovere Narcissa…”
guardò tutti “Abbiate cura di voi”,
disse prima di stringersi nel mantello e smaterializzarsi via.
Cissy
sedeva di fronte al grande specchio nella sua stanza, nel riflesso vide
arrivare suo marito, il suo aspetto era migliorato dopo il bagno e la
cena, alcune ferite avrebbero avuto bisogno di tempo per guarire ma
alla fine sarebbero sparite, ciò che non sarebbe andato via
era il ricordo della loro separazione, Lucius doveva aver sofferto
proprio come lei, glielo leggeva negli occhi con l’adorazione
con qui la guardava in quel momento; lei si alzò lentamente
e fu accolta tra le sue braccia, lui posò il capo su quello
della moglie, riempiendosi i polmoni del suo profumo, le mani della sua
pelle e gli occhi della sua bellezza. Tentò di rassicurarla
quando la sentì piangere di nuovo, ma sapeva che ne aveva
bisogno così la strinse ancora più forte a se
finché non fu lei a parlare
“Non c’è stato giorno che non abbia
sentito la tua mancanza! Credevo di impazzire, mi avevano portato via
la mia vita. Non avevo tue notizie sono stata sul punto di
arrendermi…”
Lucius le diede ancora un bacio sulla fronte “Lo so! Draco mi
ha detto tutto, quando è tornato… era
preoccupato, è stata tutta colpa mia Cissy, non ci sono
scuse per ciò che ti ho fatto”
“Andrà tutto bene adesso?” la sua
disperata richiesta lo colpì profondamente, ciò
che era successo aveva messo a dura prova i suoi nervi saldi, non
avrebbe potuto pretendere che la sua forza la aiutasse anche in questo
momento
“Andrà tutto bene amore mio! Te lo
prometto” la baciò con passione come aveva
desiderato fare in tutti quei mesi lontana da lei “Andiamo a
riposare, domani dobbiamo riprendere la nostra vita da dove
l’abbiamo lasciata”
Narcissa adesso non temeva il suo avvenire, sorrise alla certezza che
stava tornando a vivere la sua vita perfetta.
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Capitolo 14 *** 14. Dilemma ***
Pensavate che fossi morta vero? e invece no ero solo sommersa da una montagna di esami da fare e ho solo dovuto vagare come una scema alla ricerca di un pò di ispirazione per questo capitolo. La ricerca è finita e so che vi lascerà con l'amaro in bocca, ma è solo un capitolo di transizione il meglio arriverà dopo (oddio speriamo veramente di scrivere dei capitoli decenti). Ci troviamo quasi alla fine di questa avventura wow inizia a mancare anche a me. Come al solito passiamo alle dediche di questo capitolo: Non ho una persona o più persone in particolare da ringraziare, però un pensiero speciale va a tutti i miei amici del fantamondo quindi un grazie di cuore va soprattutto a loro che mi hanno spronato a scrivere e che mi seguono.
15
Luglio 1997
“Lucius
io…”
“Finirà tutto presto Cissy, te lo
prometto” le
sfiorò la guancia con il dorso della mano, poi
istintivamente si girò verso la
porta che produsse un lieve rumore, ma non si aprì,
sospirando Lucius Malfoy
tornò a guardare la moglie sorridendole sforzatamente per
tranquillizzarla “Non
permetterò che niente accada né a te
né a Draco… avete già sofferto
abbastanza”
Narcissa si portò una mano alla bocca, serrando
gli occhi
“Finirà tutto presto” le disse lui in un
dolce sussurro
“Finirà…Te lo prometto”
Nonostante si trovassero nella solitudine della
loro stanza, anche lei come suo marito era in costante allerta su
ciò che
succedeva in quella che una volta era la loro casa; definirla una
prigione
sarebbe stato troppo riduttivo, persino ad Azkaban i prigionieri
potevano
parlare in un tono di voce normale; lei, Lucius e Draco erano costretti
invece
a radi bisbigli quando erano sicuri, di essere soli, guardandosi sempre
le
spalle su chi si avvicinava. Sarebbe stato tutto doppiamente difficile
per lei
se suo marito non fosse stato lì, ma non riusciva a
nascondere lo sconforto che
provava quando si rendeva conto che non era neanche più
padrona della sua vita.
Lucius le vedeva la tristezza nei suoi occhi di
quel blu profondo, dove aveva da sempre desiderato affogare dal primo
momento
che l’aveva vista; si avvicinò a lei e le
sussurrò “Lorsque vous
toucher pour la première fois ... Je le ferai avec mes
lèvres” *
Narcissa sorrise per quell’attimo di dolcezza
che accompagnò un bacio casto sulle sue labbra.
Se c’era ancora un po’ di speranza a questo
mondo, pensò, allora valeva ancora la pena lottare per il
suo amore.
Aprile 1998
“Avete
fallito miseramente… Di nuovo!” La furia
del Signore Oscuro era palpabile nell’espressione di rabbia
che si era formata
sul suo volto quando apprese la notizia della fuga di Harry Potter. I
Ghermidori si dettero alla fuga prima che lui arrivasse, temendo di
incappare anche loro nella terribile punizione che sarebbe toccata alla
famiglia Malfoy
“Mio signore ce l’avev…”
cercò di dire Bellatrix
“Taci!” Urlò lui in preda alla rabbia
“Avete
fallito… tutti quanti. Era qui e lo avete lasciato
scappare... Tu Bella, la mia Mangiamorte migliore come hai potuto
fallire?”
Ma nessuno
trovò le parole per poter giustificare il loro insuccesso.
Voldemort rigirò tra le mani la Bacchetta di Sambuco e fu
chiaro a tutti in quel momento, cosa sarebbe successo; persino
Bellatrix chiuse gli occhi sperando solo che finisse presto
“Crucio!”
Bellatrix
Lestrange aveva provato molti tipi di
dolore sulla sua pelle e quello che non l’aveva uccisa
l’aveva resa sempre più
forte; ma non avrebbe mai dimenticato da allora, quanto potesse far
male la
rabbia del suo Signore sulla sua pelle.
Le sarebbe rimasto
impresso nel corpo
come il marchio che adesso le bruciava sul braccio.
Caro
diario
Buffo come la mia vita sia
cambiata vero? Immaginavo
che sarebbe successo; relegata a eseguire gli ordini di una
sorella che non ha mai avuto un briciolo di rispetto per me, segregata
nella
mia stessa casa, prigioniera del destino che io stessa ho scelto. Se in
fondo
c’è qualcuno da rimproverare per quello che sta
succedendo, sono solo io.
Chissà che forse Andromeda non avesse ragione; tutto questo
sta diventando una
follia insostenibile.
Lucius si è
molto adirato quando, per l’ennesima
volta, l’ho supplicato di porre fine a questo scempio, ma
vedo che anche lui è
preoccupato per la nostra sorte, cerca di essere accondiscendente con
ogni
desiderio dell’Oscuro Signore.
Le ferite di Draco non
sono ancora guarite, ma io e
Lucius conveniamo che sia meglio che torni immediatamente a Hogwarts;
sono più
serena sapendolo protetto da Severus, qui non è al sicuro,
già troppe file di
cadaveri appestano l’aria nella Villa, la mia casa ormai
è la mia prigione, non
c’è concesso muoverci fuori dalle nostre stanze; a
volte devo uscire di
nascosto per vedere mio figlio.
Inizio a temere
seriamente per le nostre vite, non
credo che per Lui valgano più della sporca feccia che uccide.
Quale futuro
potrà esserci se continueremo su questa
strada? Temo di riuscire a vedere solo io la risposta a questo dilemma.
* tradotto: Quando ti
sfiorerò per la prima volta... lo farò con le mie
labbra.
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Capitolo 15 *** Per sempre ***
Ed
eccomi qui di nuovo, vi avevo promesso un gran capitolo e mi pare di
aver fatto un buon lavoro, questa volto sono molto soddisfatta di me
stessa. Siamo arrivati quasi agli sgoccioli la guerra si avvicina e con
lei anche la fine della nostra avventura, anche questa volta non ho
nessuno in particolare da ringraziare però il mio pensiero
è sempre per voi che mi leggete e recensite.... grazie a voi sempre
Amy.
1 Maggio 1998
La
scena che si presentò agli occhi di Narcissa la
fece sorridere dentro di sé. Il sorriso però non
era di felicità o d’ilarità,
era piuttosto qualcosa per alleggerire la consapevolezza che presto
avrebbero
fatto tutti la stessa fine; ed era la certezza che anche sua sorella se
ne
stesse accorgendo, che la fece sorridere. Magari i prossimi cadaveri
ammucchiati nel salone sarebbero stati i loro.
Con un po’ di fortuna non avrebbero neanche sofferto
come il povero folletto della Gringott, che li aveva appena avvisati
del furto
nella camera blindata dei Lestrange, da parte di Potter e i suoi amici.
La rassegnazione a quel fatto evidente, era più
forte che mai adesso, non prestò neanche più
attenzione ai lamenti che la
sorella emetteva mentre le curava la ferita sulla tempia, compiva i
gesti
automaticamente senza rendersi conto di quello che faceva, la sua mente
vagava
alla ricerca di un futuro che non riusciva a vedere
“Le cose non vanno bene?” chiese in un sussurro
alla
sorella, senza però aspettarsi una risposta vera e propria
“Moriremo tutti
vero?”
“Nessuno morirà Cissy” disse Bellatrix
seccata
dall’insistenza delle sue domande; un sorrisetto tirato
piegò la sottile bocca
di Narcissa
“A volte mi chiedo se ne sia valsa veramente la
pena…”
“Sei una codarda Narcissa” disse lei sputando sul
pavimento “Ho un solo scopo nella vita e non intendo tirarmi
indietro, ora che
siamo ad un passo dalla vittoria. E non lo farete né tu,
né Draco, né Lucius”
Narcissa guardò la sorella rimanendo in silenzio,
poi guardò Voldemort camminare a passi lunghi innervosito
dalla notizia che gli
avevano appena portato e tornò a riflettere sul futuro,
‘Vittoria’ pensò, un altro
sorriso forzato le piegò la bocca questa volta,
però si sentiva disgustata
“La vostra vittoria, non vale le nostre vite!” le
sussurrò prima di lasciarla sola avviandosi verso le sue
stanze.
Neanche
Lucius sapeva cosa sua moglie tenesse chiuso
a chiave in quell’ultimo cassetto della sua scrivania.
Non che non avesse curiosità in effetti, Narcissa
non aveva mai avuto segreti con lui, ma custodiva gelosamente le cose
che le
erano care e si sentiva debole nell’ammettere anche a se
stessa di tenere molto
a quel semplice pezzo di carta e non voleva dare spiegazioni neanche a
suo
marito, riguardo alla sua presenza lì.
Per lei quel rettangolo ormai sgualcito e ingiallito
di pergamena era una prova, la prova che lei c’era ancora e
che non l’aveva mai
dimenticata.
Dopo il suo matrimonio tutti si erano presi la briga
di darle il titolo di ‘Lady Malfoy’
com’era giusto che fosse, ma Narcissa non
aveva mai dimenticato chi lei era veramente: lei era una Black, aveva
avuto la
sua famiglia da ragazza, i suoi genitori e le sue sorelle; e adesso che
la Sua
famiglia viveva nel terrore, spesso si ritrovava a pensare al suo
passato
ingenuo, quando la sua unica preoccupazione era, essere
l’orgoglio dei suoi
genitori; sentì le lacrime pizzicarle gli occhi a quel
pensiero e questa volta
sorrise un po’ sollevata, nonostante la sua mente continuava
a vagare tra i
ricordi di una vita che sentiva, ormai, che non le apparteneva
più…
Luglio 1972
“Andromeda,
pour l'amour du ciel ma
chère1, stai commettendo un grave
errore” gridò
Druella Rosier in direzione di sua figlia “Come puoi
fare una cosa del genere a noi? A tuo padre e a me, che ti abbiamo
sempre amato?”
“Maman mi dispiace ma io lo amo…” furono
le uniche
parole che si sentì di dirle “Sono grande ormai
per decidere della mia vita, e
so che non voglio più far parte di questa famiglia se non
accettate il futuro
che ho deciso di intraprendere” si morse un labbro per la
durezza delle parole
che le erano appena uscite dalla bocca come un fiume in piena
“Io… io non sono
come voi… non lo sono mai stata… non sono come
papà che odia e disprezza tutti
coloro che non sono maghi purosangue, non sono come zia Walburga, non
sono come
ogni Black: fiera del mio sangue” il suo viso si
tirò in un’espressione di
disgusto al solo pensiero “Io amo Ted Tonks, e se amarlo vuol
dire vivere la
mia vita lontano da questa casa e da ogni Black che non rispetta la mia
decisione… bhè, allora questa sarà
l’ultima volta che mi vedrete” disse
abbassando il capo quasi colpita dalla sua stessa presa di posizione.
Lady Black non riusciva a credere alle parole che
sentì pronunciare da sua figlia, ma quello che le fece
più paura fu il volto
paonazzo di suo marito che, al suo fianco, era pronto a scoppiare e a
inveire
contro la ragazza davanti a lui, che aveva smesso ormai di considerare
sua
figlia “Sono quindi queste le tue ultime parole?”
“Si padre!”
“Sei libera di uscire fuori da questa casa e ti
proibisco di farvi ritorno per sempre” disse prima di alzarsi
dalla sua
poltrona e scomparire.
Andromeda posò lo sguardo su sua madre, sapeva che
non avrebbe disobbedito agli ordini di suo padre e con le lacrime agli
occhi si
voltò e corse al piano superiore infilandosi nella sua
stanza, desiderosa solo
di uscire da quel posto al più presto.
Mentre era lì a raccogliere la sua roba, un leggero
bussare la ridestò dai suoi pensieri
“Avanti” disse con un tremito della voce; temeva di
dover affrontare di nuovo sua madre, ma a entrare dalla porta della sua
stanza
fu sua sorella Narcissa “Ciao Cissy”
“Che cosa stai facendo Didy?” chiese lei con rabbia
e con uno sguardo accusatorio, Andromeda sapeva bene che nessuno
l’avrebbe
capita in quella casa, prese un profondo respiro tentando di mantenere
la calma
“Me ne vado! Nostro padre mi ha appena rinnegato,
non ho più motivo di rimanere qui”
“Cosa? Perché?”
“Perché non sono la figlia perfetta che ha sempre
desiderato, perché amo un nato babbano e voglio
sposarlo!”
Narcissa guardò la sorella stupita di quelle parole,
sapeva che durante il periodo scolastico si frequentava con uno sporco
mezzosangue
e non erano stati pochi i litigi tra lei e il resto della famiglia
“Io credevo che avessi smesso con queste assurdità
Didy”
“Non sono assurdità Narcissa!” le
urlò lei
esasperata “Io lo amo, io amo Ted Tonks e se questo vuol dire
allontanarmi dalla
mia famiglia, bhè sai che c’è?
Addio!”
La ragazzina non riusciva a proferire parola, vedeva
sua sorella che era intenzionata a proseguire con il suo intento e non
riusciva
a fare niente per farla desistere
“Non puoi lasciarci così Didy, non puoi
abbandonarci;
nostra madre ne morirebbe ed io ho bisogno di te”
Un sorriso triste si dipinse sul volto di Andromeda che
si avvicinò alla sorella abbracciandola protettiva
“Cissy adesso sei troppo
piccola per capire, ma ci sono cose nella vita per cui vale affrontare
anche le
situazioni più brutte, io così non posso andare
avanti, so che sto facendo del
male a te, a Bella e ai nostri genitori; ma so che questa cosa
sarà la mia
felicità e non voglio rinunciarci” le lacrime
iniziarono a scendere
incontrollabili “Ti prego almeno tu cerca di essere felice
per me Cissy, sappi
che nella vita ci sono cose più importanti della purezza del
sangue…”
“Tu stai farneticando” le rispose allontanandola da
sé
“Come puoi farci questo? Noi siamo la tua famiglia, noi ti
vogliamo veramente
bene, che futuro potrai avere quando sarai una reietta per tutti
sposata con
uno sporco mezzosangue?”
“Sono cose che non hanno senso per me Cissy, e non
l’hanno
neanche per te, tu credi che sia così perché gli
altri ti hanno convinto di
questo, ripeti sempre le stesse cose come fanno tutti nella nostra
famiglia, ma
non sai qual è la verità” le sorrise
“Ragiona con la tua testa Narcissa, tu sei
diversa da loro, io lo so… non sei come Bellatrix o come
nostro padre puoi
ancora cambiare e sappi che ci sarò sempre per te, anche
quando sarò lontana,
io sarò sempre con te, e quando vorrai, se vorrai, ti
aiuterò a comprendere le
cose, come realmente sono”
“Sta lontana da lei o quella feccia per cui ci hai
traditi sarà costretto ad andare a piangere sulla tua
tomba” Una voce dura,
parlò dietro di loro, le due ragazze si voltarono vedendo
Bellatrix ferma sulla
porta della stanza della sorella con la bacchetta in mano pronta per
essere
usata
“Bella no!” disse la più piccola delle
tre
terrorizzata “Andromeda non farà niente di tutto
questo, non è vero sorella? Tu
non puoi abbandonarci così, non puoi farci una cosa del
genere…”
“Posso e devo Cissy! Non sono felice, non voglio
stare in questa casa un minuto in più”
“E allora vattene” le rispose in maniera feroce
Bellatrix “Esci da questa casa e non farti mai più
rivedere” si avvicinò alla
sorella sempre con la bacchetta puntata, Narcissa la afferrò
per un braccio
cercando di farla desistere dal suo intento “Bellatrix sta
ferma!” la pregò con
le lacrime agli occhi
“Esci fuori Cissy, sono io la sorella maggiore sono
io quella che si deve occupare di questa faccenda”
Andromeda sfilò lentamente la bacchetta, il terrore
assalì la ragazzina che temeva che le sue sorelle potessero
arrivare a
combattere l’una contro l’altra “Didy no!
Smettila! Bellatrix abbassa la
bacchetta! Ragazze vi prego fermatevi” ma ogni accorata
supplica non sortiva
alcun effetto, visto l’odio e il disprezzo che correva tra le
due “…vi prego
fermatevi!” le supplicò ancora.
Senza spostare lo sguardo dalla sorella maggiore
Andromeda toccò con la punta della bacchetta i vestiti sopra
al suo letto, che
animati di vita propria iniziarono a infilarsi ordinatamente
all’interno del
suo baule; quando i pochi oggetti personali furono sistemati al suo
interno, il
baule si chiuse da sé e Andromeda rimise a posto la sua
bacchetta, riponendolo
nella tasca del mantello che le si posò sulle spalle;
lentamente spostò lo
sguardo da Bellatrix a Narcissa e le si avvicinò
“Lasciala stare!” le intimò Bella ma
Andromeda la
ignorò e le accarezzò amorevolmente una guancia,
ma con un gesto brusco
Narcissa le schiaffeggiò la mano
“Io non voglio una sporca traditrice come sorella,
se esci fuori da questa casa dimenticati che esisto, io per te sono
morta!”
Nonostante le dure parole Andromeda, le sorrise e
prima ancora che qualcuno potesse ribattere svanì
smaterializzandosi via.
Il
ricordo di quella giornata perseguitava Cissy
vivo nel tempo, nonostante lei avesse fatto di tutto per rimuovere
quello che
successe. Strinse ancora tra le mani la pergamena rileggendo le parole
scritte
nella perfetta calligrafia di sua sorella.
‘Quanto aveva ragione’ pensò.
Allora era veramente troppo piccola per capire, ma
adesso che era anche lei una madre e una moglie aveva compreso quali
sacrifici
si è disposti a compiere pur di stare accanto alla persona
che si ama.
Tutto improvvisamente le era diventato più chiaro
quando un giorno sentì due Mangiamorte riferire al Signore
Oscuro della morte
di quello che non aveva mai considerato suo cognato; fu allora che i
ricordi
tornarono insistenti nella sua mente, aveva fatto di tutto per
rimuoverli, ma
loro erano lì sempre e non l’avrebbero mai
abbandonata.
Aveva ricordato come si era ridotta per la
lontananza da suo marito, e si chiedeva quale dolore immane stesse
provando in
quel momento Andromeda alla notizia della sua morte.
Le sembrava di sentirla ancora lì con le lacrime
agli occhi e una mano posata sulla sua guancia, amorevole e protettiva,
com’era
sempre stata con lei.
Le fu istintivo correre nelle sue stanze afferrare
il foglio di pergamena, intingere la sua piuma
nell’inchiostro e scriverle
quelle poche parole. Era pur sempre sua sorella, nessun tradimento
avrebbe mai dissolto
il legame che c’era tra di loro.
Indecisa su cosa scrivere lasciò che le sensazioni e
il dolore la guidassero nelle parole giuste, immaginò cosa
avrebbe voluto
sentirsi dire se fosse stata al suo posto, ma le sembrava tutto
così scontato e
banale, finché poi un’idea le
attraversò la mente e ricordando le parole forti
che le aveva detto, scrisse solamente
Finalmente
ho capito.
Cissy
Sapeva che anche lei
avrebbe capito a sua volta, e
decise di non aggiungere altro, qualsiasi altra parola spesa per la
morte di
suo marito sarebbe stata inutile e forzata. Sapeva che avrebbe
apprezzato
quelle semplici parole più di qualsiasi altra cosa e
affidò quindi la missiva
al suo gufo senza aggiungere altro.
Di certo non
immaginava però, che avrebbe ricevuto
una risposta, in fondo non l’avrebbe meritata dopo tutto
questo tempo, era noto
a tutti chi era e cos’era e si sentiva anche lei assassina di
suo marito, ma
quando la lettera le tornò indietro Narcissa dovette leggere
più volte per
capacitarsi che quelle parole erano lì ed erano vere, ma
soprattutto erano per
lei.
Segui
la tua strada e non aver mai paura.
D.
Tenne
stretta ancora la lettera tra le mani finché
non decise che nessuno tranne lei avrebbe dovuto sapere della sua
esistenza,
incantò il cassetto e la ripose dentro nascondendola a occhi
indiscreti.
Narcissa
ripose la lettera all’interno del cassetto
con la solita accuratezza e protezione che era abituata a riservare ai
suoi
piccoli tesori, trovava molto conforto in quelle parole quando ne aveva
bisogno
e si sentì rincuorata sapendo che anche nella lontananza,
sua sorella le era
vicino come le aveva promesso.
La luna bianca e lucente di maggio faceva capolino
tra le tende della sua stanza, Narcissa le scostò lasciando
che la sua luce la
inondasse con il suo splendore e la rendesse una creatura magica.
La guardò estasiata prendendo coscienza del
cambiamento che stava avvenendo in lei, lo aveva sempre saputo in cuor
suo ma
adesso era come una vera forza dentro di lei, chiuse gli occhi e sorrise
“La mia famiglia, ora e per sempre”.
1Per l’amor del
cielo mia cara
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Capitolo 16 *** La battaglia finale (pt.1) ***
Come
dico sempre le lunghe assenze sono ben premiate e questo capitolo mi
pare ben riuscito. Noterete che sono pezzi, vi ricordo che Narcissa fa un sunto della propria vita tramite i ricordi che ha del passato quindi sono mini storie che compongono il capitolo. Mi scuso sempre per la lunga assenza ma impegni vari
mi tengono moooolto impegnata. Questo capitolo va dedicato a tre
persone che in questo periodo mi sono molto vicine: al mio tato con cui
praticamente non faccio altro che ciaulare dalla mattina alla sera,
alla Gin (con la speranza di mettere in atto il mio piano di cocole per
lei) per la disponibilità a creare i disegni che
accompagneranno ogni capitolo e alla ely appena conosciuta ed
è come se l'amassi già da una vita, alla vita che
mi ha ridato a me e a Amelia e alle interminabili ruolate e a tutti i
fazzoletti che mi hanno fatto consumare lei e la Gin con le loro
storie. Vi voglio troppo bene.... Amy
2 maggio 1998
C’era
un gran fermento nel salone di Villa Malfoy.
Lord Voldemort era appena tornato e sembrava ancora più
furente di quando aveva
lasciato il Manor tanto che, subito ordinò ad alcuni
Mangiamorte di sorvegliare
Hogsmeade e Hogwarts stessa, perché era sicuro che Potter e
i suoi compagni
sarebbero andati lì quella notte. Narcissa guardò
Lucius negli occhi preoccupata,
la presenza dei mangiamorte lì non era assolutamente di
nessun conforto.
“Avvisatemi se Potter arriva vicino alla scuola, senza
perdere tempo. Se lo catturate, ricordatevi che lui mi appartiene. Se
gli
succede qualcosa, risponderete direttamente a me”
Detto questo i Mangiamorte, si smaterializzarono
fuori dalla Villa e Voldemort svanì anche lui nel nulla;
Lucius guardò sua moglie
stringendola in un abbraccio
“Sta tranquilla cara Draco sa badare a se stesso”
Nonostante questa piccola rassicurazione, Cissy non
riuscì a non essere preoccupata per lui, in cuor suo lo
sapeva che si stavano
tutti avvicinando lentamente alla fine.
Il
volto di Lucius si contrasse in una smorfia di
dolore. Non ebbe neanche il tempo di nascondere a sua moglie che il
marchio
aveva preso a bruciargli come fuoco sulla pelle, che subito lei si
portò vicino
a lui scoprendogli la manica con cura.
Ancora una volta campeggiava sulla sua pelle e si
muoveva sinuoso e minaccioso allo stesso tempo
“Hanno trovato Potter” Non era una domanda quella
che Narcissa rivolse a Lucius preoccupata, ma la lenta accettazione di
quello
che accadeva al di fuori della loro casa.
Dal piano superiore, i passi di Bellatrix riecheggiavano
nella villa vuota fino al salone
“Lucius” disse sua sorella con un sibilo
“Hai
sentito?”
“Si Bella”
“Andiamo!”
“Verrò pure io” tuonò
Narcissa interrompendoli
“Non fare la stupida Cissy”
“Non osare rivolgerti a me in questo modo Bellatrix,
ricordati che sei in casa mia”
“Sei una stupida” le urlò contro
“Non andiamo a
divertirci, abbiamo una missione da portare a termine”
“Non m’interessa” tagliò corto
lei “Non starò qui
con le mani in mano aspettando come un’insulsa donnicciola
altri cadaveri”
“Cissy non hai neanche la bacchetta come pretendi,
di poter essere d’aiuto. Sarai solo
d’intralcio”
“Non m’interessa, io non rimango qui da sola
lasciando mio marito e mio figlio in balia degli eventi”
“Merlino, il tuo stupido attaccamento alla tua insignificante
famiglia è a dir poco vomitevole”
Narcissa la fulminò con uno sguardo di dissenso
“È
questa la sottile differenza tra una donna…” le
lanciò uno sguardo dubbioso “…
e te”
Con un gesto fulmineo Bellatrix posò la mano sulla
bacchetta di sua madre e la sfilò puntandola contro la
sorella
“È facile potersi difendere dopo aver rubato la
bacchetta a nostra madre vero?”
Prima che però Bellatrix potesse replicare Lucius
s’intromise
tra le due donne dividendole
“Il Signore Oscuro ci aspetta Bella, non credo che
ci perdonerà il ritardo quando tenteremo di spiegargli che
stavi discutendo con
tua sorella non trovi?”
Bellatrix sibilò qualche parola di dissenso ma alla
fine si allontanò a passo svelto afferrando il suo mantello
e
smaterializzandosi via. Prima ancora che Lucius potesse ancora
ribattere Cissy
gli puntò il dito contro
“L’ultima volta sono quasi impazzita dal dolore
quando ti hanno portato via da me, il mio posto è al tuo
fianco se devo morire,
voglio morire vicino a te Lucius. Non m’interessa del
resto…”
Lucius posò una mano sulla sua guancia e Narcissa
posò la sua sopra quella di lui aumentandone il contatto con
il suo volto,
lentamente catturò le sue labbra in un bacio pieno di
passione, prima di
appellare i loro mantelli e smaterializzarsi via insieme, raggiungendo
Voldemort nella Stamberga Strillante.
“Lucius…”
“Shhh Cissy, ho un compito da svolgere per il
Signore Oscuro”
“Cosa?” sussurrò lei incredula; Lucius
non rispose
alla sua domanda ma semplicemente coprì il capo della moglie
con il cappuccio
del suo mantello
“Tornerò presto” detto questo, si
allontanò da lei
smaterializzandosi vicino al cancello principale di Hogwarts.
Appena toccò il suolo, Rookwood gli puntò la
bacchetta contro mettendosi sulla difensiva “Chi va
là?”
“Abbassa quella bacchetta Augustus se non vuoi fare
una brutta fine”
“Mi minacci tu che sei disarmato Lucius?”
Istintivamente Lucius portò una mano sotto il suo
mantello mostrando la bacchetta, appartenuta a suo suocero e che sua
moglie gli
aveva procurato rinunciando così alla sua protezione, era
nascosta al suo
interno
“Ma come…?”
Lucius ghignò leggermente alla sua espressione
d’incredulità
“Pensavi che sarei rimasto senza? Avanti lasciami entrare
l’Oscuro Signore in
persona mi ha mandato a cercare Piton”
“È andato verso la catapecchia del
mezzogig…” ma non
fece in tempo a finire che un boato scosse Hogwarts e tutto attorno ad
essa, le
fiamme iniziarono a lambire parte del castello e le mura più
antiche cedevano
rovinosamente sotto il fuoco e gli incantesimi. Lucius trattenne un
gemito che
si perse nei rimbombi delle esplosioni che si susseguivano, dentro il
castello
c’era anche suo figlio ed era impossibile nascondere la
preoccupazione per le
sorti di Draco; chiuse gli occhi traendo un profondo respiro e si
incamminò
verso la capanna di Hagrid.
Quando vi giunse, trovò la porta di quel rudere
leggermente scostata, vi era già entrato una volta quando
era ancora
considerato un uomo “rispettabile”, a quanto pareva
tutto era cambiato, persino
quella casa era decaduta come tutto nella sua vita
“Severus”
“Lucius?” l’inquietante figura di Piton
uscì dal suo
nascondiglio buio scrutando il compagno davanti a lui
“L’Oscuro Signore mi ha mandato a chiamarti, vuole
vederti Severus”
“Ci sono novità riguardo Potter?”
Lucius scosse la testa “Il Signore Oscuro mi ha
detto che vuole te per un servizio da compiere, dobbiamo tornare alla
Stamberga
Strillante”
Un altro boato rimbombò nell’aria e Lucius questa
volta guardò quel macabro spettacolo con crescente
preoccupazione
“Sai se Draco…”
Ma Piton scosse la testa “So che hanno fatto
evacuare tutti gli studenti permettendo solo ai maggiorenni di rimanere
a
combattere, probabilmente è al sicuro con i suoi
amici” ma Lucius non badò
molto a quello che stava dicendo, finché non avrebbe saputo
con certezza come
stava Draco quel senso di preoccupazione e allarme non lo avrebbe mai
abbandonato.
Uscirono entrambi dalla casa e si diressero verso il
cancello, da cui si smaterializzarono verso Stamberga Strillante.
Come molti dei Mangiamorte che erano rimasti vicini
al Lord Voldemort, Lucius tornò in una delle tante stanze
della stamberga
avvicinandosi a sua moglie, rimanendo fermo e in attesa
finché un urlo
straziante non ruppe il silenzio catturando l’attenzione di
tutti, pochi minuti
dopo Lord Voldemort si avvicinò ai presenti, seguito dal suo
serpente con un ghigno
di vittoria dipinto sul volto
“Stanotte miei fedeli, il nostro destino si
compirà
verso la vittoria”
Bellatrix si sporse verso il suo padrone adorante
quasi felice “Stanotte Harry Potter morirà e
inizierà una nuova era per i maghi
di tutto il mondo”
Un boato di assenso si alzò dai presenti, ma subito fu
zittito dalla voce imperiosa di Voldemort che, puntata la bacchetta
alla gola, faceva
tuonare il suo messaggio.
Quando ebbe terminato le sue disposizioni per Potter
uno a uno, i Mangiamorte seguirono il loro padrone, smaterializzandosi
nel buio
della Foresta Proibita.
L’attesa
di quell’ora fu la più lunga che Narcissa
poté
ricordare da quando aveva memoria, in piedi vicino a suo marito, non
aveva
fatto altro che pensare a suo figlio; era frustrante non avere sue
notizie e
riusciva a leggere la stessa preoccupazione negli occhi di suo marito
che
adesso non aveva forza neanche di consolare se stesso, tanta era la
paura.
Tutti si chiedevano quali fossero le Sue intenzioni in
quel momento, avrebbe torturato Potter o lo avrebbe ucciso ponendo fine
alla
sua esistenza così semplicemente come aveva sempre fatto da
quando tutto era
iniziato?
L’inquietudine era palpabile tutt’attorno ma fu
spezzata quando il ragazzo si fece avanti tra gli alberi della foresta;
Narcissa lo trovò molto cambiato dall’ultima volta
che lo aveva visto l’anno
prima: il bambino che insieme ai suoi amici avevano minacciato lei e
suo
figlio, bacchette alla mano da Madama McClan, adesso non faceva tanto
lo
spavaldo come allora, solo e consapevole di andare incontro alla morte.
Si chiedeva quanto coraggio avesse per accettare il
terribile destino che lo attendeva pur di salvare le vite di chi gli
voleva
bene; ci aveva pensato spesso in quell’ora di silenzio, era
pur sempre un
ragazzo che aveva la stessa età di suo figlio
Draco
Chissà come stava il suo bambino, chissà se era
ferito o era riuscito a fuggire come molti dei suoi compagni, Narcissa
se lo
chiedeva mentre fissava lui
Harry
Sapeva la sua storia, e la morte dei suoi genitori,
ma il suo istinto di madre non poteva tacere: se Lily Potter fosse
stata ancora
in vita, sarebbe stata la disperazione di un’altra madre in
pena per suo
figlio; quasi provava pena per lei, ma in fondo era morta ed era meglio
così,
si sarebbe risparmiata il dolore di vedere suo figlio perire per
salvare tutti
gli altri, magari, presto si sarebbero anche ricongiunti e lui nella
desolazione della morte avrebbe ritrovato ciò che aveva
perso quando era ancora
troppo piccolo per capire.
Sentiva la pietà per quel ragazzo, era triste
doverlo ammettere, ma Harry Potter aveva coraggio da vendere, neanche
lei era
sicura che suo figlio sarebbe stato capace di ciò che aveva
compiuto Il Ragazzo
Sopravvissuto; come poteva essere giusto morire in questo modo, adesso
che la
vita iniziava?
Da madre Narcissa Malfoy non riusciva a trovare
risposta, se fosse capitato a suo figlio lei, si sarebbe uccisa
l’istante dopo
che la morte lasciasse il cadavere della sua piccola gioia,
così nella tristezza
di quei pensieri, le fu naturale voltare il capo e serrare gli occhi
quando il
lampo di luce verde investì il ragazzo colpendolo in pieno
petto, senza neanche
provare a difendersi.
Un’altra vita spezzata. Un’altra morte inutile per
la Sua vittoria.
Il bagliore fu talmente accecante che molti dovettero
coprirsi gli occhi per non subire il fascio di luce, quando poco dopo
il buio
tornò nella radura, Harry Potter giaceva disteso per terra
morto.
O perlomeno così tutti credevano.
Quando
tutto il corteo di mangiamorte seguì Hagrid
che portava tra le braccia, quello che tutti pensavano che fosse il suo
cadavere, Narcissa strinse la sua mano attorno al polso del marito, in
modo che
senza parole potesse capire di rallentare il passo rimanendo in ultima
fila.
“Draco è vivo, è nel castello vivo e
salvo” sussurrò
piano
“Cosa…? Come…?”
“Shhh…” la donna lanciò
un’occhiata preoccupata
verso le persone che si allontanavano sperando che nel rumore non li
avessero
sentiti
“Potter…”
“Cissy, Potter è morto” dette per
scontato Lucius.
Narcissa abbassò lo sguardo dopo aver gettato di nuovo
un’occhiata al gruppo
davanti a loro
“Ho mentito Lucius…”
“Narcissa, ti rendi conto di quello che hai fatto?
Hai mentito al Signore Oscuro”
“Si Lucius” lo interruppe lei “Me ne
rendo
perfettamente conto, ma sono stanca, stanca di questa guerra che non ho
mai
voluto, dei morti che ha procurato. Voglio solo che finisca, voglio
trovare mio
figlio e tornare alla vita che avevamo prima. Me ne infischio di chi
vincerà,
voglio solo salvare mio figlio, e se dovessi morire, bhè
allora saprò che sono
morta proteggendo le cose più belle che la vita mia abbia
donato, se devo
morire Lucius, voglio che almeno Draco viva sano e salvo”
Lasciò che la sua
mano accarezzasse il suo volto solcato dalle ferite prima di baciarla di
nuovo,
stringendo il suo unico amore tra le sue braccia, prima di raggiungere
gli
altri verso il castello.
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Capitolo 17 *** La battaglia finale (pt.2) ***
Ed
eccomi qui ancora una volta dopo un bel po' di tempo assente da queste
pagine, ovviamente l'università mi tiene molto impegnata e
il tempo manca sempre, ma cerco di impegnarmi per non farvi aspettare e
per questo ieri sera mi sono messa di buona lena a scrivere ed ecco qui
la seconda parte del racconto ormai quasi al termine. Ancora un paio di
capitoli e ci lasceremo fino a nuova ispirazione. Preparate i
fazzoletti il capitolo è molto tragico e commovente, spero
come al solito di non aver deluso le vostre aspettative :). La storia
la dedico a tutte le persone che mi seguono fedeli, a quelle che
recensiscono a cui ho piacere di rispondere e a quelle che leggono
solamente ma che in un modo o nell'altro mi fanno sapere che
apprezzano... un grazie a tutti quanti.... Amy
2 maggio 1998
Stretta
ancora a lui Narcissa guardò la scena in
silenzio e immobile, nel giro di alcuni minuti erano arrivati davanti
all’entrata di Hogwarts; Harry era steso sull’erba
adagiato dal mezzogigante
Hagrid ai piedi di Lord Voldemort; più Narcissa guardava
quello che tutti
credevano fosse il cadavere del Ragazzo Che E’ Sopravvissuto,
più l’agitazione
saliva dentro di lei. Con gli occhi scrutava le facce dei ragazzi che
si erano
avvicinati al portone della Scuola senza trovarvi quella di suo figlio
‘Dov’era Draco?’
Narcissa passava di nuovo lo sguardo sui presenti in
cerca di suo figlio, ma non riusciva a trovarlo e come se il suo corpo
desse
forma ai suoi pensieri, fremeva nell’entrare nella scuola
alla sua ricerca
“Cissy devi stare calma, Draco sta bene vedrai” le
ripeteva in un sussurro suo marito mentre la teneva stretta a
sé, ma lei non ci
riusciva, finché il rimbombo dei passi dei giganti sul
suolo, e due mani che la
trascinavano indietro non la fecero tornare alla realtà; la
pioggia di frecce
che seguì dopo ferirono molti Mangiamorte ma Lucius la
portò in salvo dietro ad
un albero proteggendola con il suo corpo
“Cissy rimani qui! Devo andare ad aiutarli”
“Nooo” esclamò disperata lei
“No, Lucius non andare”
“Cissy non poss…”
L’urlo di Voldemort riecheggiò alle loro spalle
giusto il tempo per vedere una lama tagliare di netto la testa del Suo
serpente, mentre il resto del corpo cadeva per terra inerme;
all’improvviso la
vera battaglia prese piedi lì davanti a loro, con la
bacchetta tra le mani
Lucius tirò ancora sua moglie il più lontano
possibile dal caos che si stava
creando: giganti, centauri e strane creature alate presero a dar man
forte a
studenti e professori contro i Mangiamorte che ormai scappavano per
mettersi in
salvo all’interno del castello. Lucius strinse la mano di sua
moglie e la
costrinse a seguirlo al suo interno a riparo delle bestie, ma dentro la
situazione non era migliore: incantesimi volavano a destra e a manca e
quando
non colpivano l’una o l’altra parte distruggevano
muri e colonne che si
sbriciolavano sotto la loro potenza e sprigionando nuvole di fumo e
detriti;
nella folle corsa della battaglia si erano ritrovati nella Sala Grande
gremita
di persone che combattevano, ovunque il loro sguardo si voltasse
vedevano
Mangiamorte combattere contro insegnanti e studenti e perire nella
calca; nella
furia della situazione Narcissa si guardava attorno spaventata
abbassando di
tanto in tanto la testa per evitare di essere colpita mentre uomini e
donne,
ragazzi e ragazze spingevano e combattevano. La presa della mano di suo
marito
si fece più salda nella paura di perderla in mezzo a tutta
questa confusione
“Cissy… Draco…”
Narcissa non riusciva a capire a causa del
frastuono, ma sentiva suo marito tirarla verso di sé
cercando di portarla via
da quel trambusto mentre a gran voce invocava il nome di suo figlio;
una voce a
lei famigliare si alzò nel tumulto e fece in tempo a
voltarsi prima di vedere
sua sorella cadere per mano di Molly Weasley. Tutto si fermò
il tempo di un
battito, prima di lasciare la mano del marito cercando di raggiungere
la
sorella ormai stesa per terra
“Nooo Bellatrix…” urlò
disperata, prima che due mani
forti la ripresero stringendola e bloccandola, tirandola indietro
lontano da
sua sorella
“Bella” urlò di nuovo, ma
l’angoscia di quelle
parole si perse nel boato che seguì la morte della sorella e
nell’urlo di
Voldemort, mentre suo marito la teneva stretta a sé
“È inutile Cissy” le sussurrava piano
cercando di
confortarla mentre le sue mani si aggrappavano forte a lui
“Dobbiamo cercare
nostro figlio, adesso Cissy” la stringeva forte
“Dobbiamo pensare a nostro
figlio, dobbiamo cercare Draco” le continuava a ripetere
cercando di farle
forza; Narcissa annuì lentamente con il volto tirato dal
dolore
“Draco” riuscì a dire solamente, prima
di afferrare
la sua mano e con lui salire le scale resistendo alla tentazione di
voltarsi
indietro. Continuarono a chiamarlo correndo in ogni corridoio,
incuranti della
stanchezza, finché non fu una voce di rimando a chiamarli in
lontananza;
Narcissa e Lucius alzarono lo sguardo verso il piano superiore vedendo
il loro
figlio ferito ma vivo che barcollava sorreggendosi al muro
“Draco…” come una furia Narcissa
salì, le scale
seguita dal marito, a poca distanza da lui, e lo accolse in abbraccio
materno
stringendolo a sé forte “Oh Draco amore
mio” Cissy prese il volto del figlio
tra le mani sorridendo con gli occhi lucidi per la gioia
finché Lucius non li
abbracciò entrambi
“Mamma, papà”
“Va tutto bene amor…” ma le parole si
persero nel
boato che proveniva dai piani inferiori, istintivamente Narcissa
strinse a sé
suo figlio mentre luci e incantesimi volavano dappertutto, prima che
urla di
giubilo si levarono inaspettatamente da migliaia di voci, come il sole
che
piano piano nasceva all’orizzonte rischiarando il nuovo
giorno che veniva. Lentamente
scesero le scale tornando nella Sala Grande stretti, mentre cercavano
di capire
ciò che stava succedendo, sedendosi a un angolo
“È… è finita?”
chiese Draco, i volti sorridenti di
studenti e professori, di genitori e figli parlavano chiaramente su
quello che
fosse successo quella notte
“È finita…”.
File di cadaveri erano disposte sul pavimento della
Sala Grande, immobili e silenziosi, gli unici lamenti erano quelli che
provenivano delle lacrime delle loro famiglie raccolti vicino a loro.
La guerra
era ormai terminata e messo in salvo suo figlio, Narcissa corse a
cercare il
cadavere della sorella. I Mangiamorte sopravvissuti erano sorvegliati a
vista
dagli Auror accorsi dal Ministero. Narcissa si fece largo tra la folla
finché
non la vide, lì stesa per terra, immobile
Bellatrix
Vicino a lei una donna che le somigliava molto, ma
dai tratti più gentili e bonari, era ferma a fissarla con
uno sguardo solenne
nonostante il viso solcato dai segni del tempo e dalle lacrime
Andromeda
La donna guardò la sorella minore con i profondi
occhi castani, nessuna delle due trovava la forza di parlare, nessuna
delle due
voleva abbassare lo sguardo a conferma di quella triste
verità. Senza dire
niente la donna se ne andò lasciando sole la sorella,
Narcissa cadde in
ginocchio vicino al cadavere, mentre sentiva le lacrime premere per
uscire,
lentamente la strinse tra le braccia, prima che il dolore stringesse il
suo
cuore, liberandosi in un lungo pianto
Bellatrix
Non era mai stata una donna affettuosa o
sentimentale, ma era pur sempre sua sorella e l’aveva persa
per sempre
Senza dirle quanto le volesse bene
Con le sue ultime parole piene di odio nei suoi
confronti
E adesso non c’era più
Narcissa
Persino sua sorella Andromeda, poco più distante da
lei, rimase a guardare la disperazione della sorella in silenzio,
provando
pietà per la sua morte.
5 maggio
1998
Il tono
di voce solenne di Kingsley Shacklebolt
risuonava per tutta l’aula del Tribunale del Ministero,
mentre si svolgeva in
direttissima il processo di accusa dei Mangiamorte sopravvissuti alla
Seconda
Guerra Magica dinanzi all’intero Wizengamot. Lentamente i
capi di accusa venivano
letti ai tre imputati seduti l’uno a fianco
all’altro con il volto chino
“…Siete accusati di crimini contro la
comunità, uso
delle arti oscure, favoreggiamento a Lord Voldemort e ai suoi seguaci,
associazione oscura; alla luce dei fatti come vi dichiarate?”
“Colpevole Signor Ministro” rispose l’uomo
“Colpevole” aggiunse di nuovo la donna
“Co… colpevole” balbettò il
ragazzo
“Alla luce dell’ammissione della vostra
colpevolezza, condanno Lucius Abraxas Malfoy, Narcissa Black e Draco
Lucius
Malfoy alla detenz…”
“Un attimo” una voce si alzò tra le file
del
pubblico interrompendo la pronuncia della sentenza; tutti si voltarono
a vedere
chi avesse sospeso il discorso
“Signor Ministro, chiedo la caduta di ogni capo
d’accusa pendente sulla famiglia Malfoy e
l’imminente rilascio” Un brusio
concitato si levò tra la gente quando Harry Potter si
avvicinò al Wizengamot
serio e sicuro avanzando le sue richieste
“Su quali basi richiede la caduta delle accuse e il
loro rilascio Signor Potter? Sono colpevoli di fatti orribili e
innegabili”
Disse con calma Shacklebolt
“Lo so, so i crimini che hanno commesso, ma so anche
che Draco Malfoy è stato marchiato come Mangiamorte ed ha
agito ai suoi ordini,
perché Voldemort lo ha minacciato di fare del male a lui e
alla sua famiglia;
so che se non fosse stato per la Signora Malfoy, che a suo rischio e
pericolo
ha mentito allo stesso Voldemort circa la mia morte nella foresta
proibita,
adesso sarei veramente morto; e ho visto con i miei stessi occhi che
Lucius
Malfoy non ha alzato la bacchetta contro nessuno dei nostri durante la
battaglia; nessuno di loro tre ha partecipato veramente ma si sono
trovati
coinvolti solo per paura per la loro incolumità”
Nessuno nell’aula riusciva a credere alle parole che
Potter aveva appena pronunciato, nemmeno i tre imputati speravano
più nella
libertà benché meno che questa arrivasse per mano
di Harry Potter; l’uomo
conferì con una donna vicino a sé annuendo di
tanto in tanto, prima di
riprendere a parlare con il solito tono imponente
“Alla luce di questi nuovi sviluppi, dichiaro gli
imputati scagionati da ogni accusa”
Un’espressione di stupore si dipinse sui volti dei
tre, Narcissa Malfoy si alzò e andò ad
abbracciare marito e figlio, incredula
del destino che avevano appena scampato; nel silenzio
dell’aula si sentivano
solo le sue lacrime di felicità. Harry li guardò
pensando che in fin dei conti
non erano tanto diversi dai suoi genitori e si convinse sempre
più, che
meritavano tutti e tre, la seconda possibilità che gli era
stata appena
offerta.
Fuori
dall’aula, la famiglia ora libera e riunita,
rimaneva in disparte parlando tra di loro mentre Harry veniva scortato
fuori
dall’aula da Shacklebolt “Quello che hai fatto
Harry ti fa onore”
Il ragazzo lo guardò spostando lo sguardo poi sui
tre “Erano solo delle pedine nelle Sue mani, in loro non
c’è mai stata l’intenzione
di fare del male”
Shacklebolt annuì lentamente facendogli strada tra i
corridoi prima che una voce di donna lo chiamò dietro di
sé, Harry si voltò
indietro vedendo Narcissa Malfoy avanzare verso di loro, prima di
fermarsi a
pochi metri da lui, senza dire niente abbassò il capo
chiudendo gli occhi,
Harry intese il silenzioso gesto di ringraziamento e sorrise prima di
andare
via.
7 maggio 1998
Una figura incappucciata
nonostante l’afa di maggio,
tentò di celare la sua presenza al resto del corteo
rimanendo in disparte all’ombra
degli alberi mentre le bare lentamente venivano fatte calare nelle
fosse tra la
disperazione dei genitori, amici e parenti. Lacrime silenziose
inumidivano il
volto della donna alla vista di quelle giovani vite spezzate
così
prematuramente; il suo cuore di mamma era in qualche modo unito al
dolore di
quelle donne che avevano perso i loro cari e Narcissa non capiva
perché un
simile destino dovesse capitare proprio a loro. Quando tutti se ne
furono andati,
uscì dal suo nascondiglio avvicinandosi alle tombe appena
ricoperte di terra,
un’unica persona era rimasta seduta a fissare due lapidi di
marmo, incapace di
muoversi; a pochi passi da lei Narcissa trasse un profondo respiro
prima di
parlare
“Non
meritavano la fine che hanno fatto”
La donna si
voltò guardandola con gli occhi gonfi e
rossi dal pianto
“Nessuno
di loro la meritava” Voltò lo sguardo verso
le altre tombe contenenti i corpi di coloro che erano caduti
combattendo contro
Lord Voldemort
“Già”
Il piccolo bambino
di appena un mese stretto tra le
sue braccia dormiva placidamente, muovendo ogni tanto le mani nel sonno
ignaro
dell’accaduto, ignaro del fatto che non avrebbe rivisto
più i suoi genitori,
che suo padre non l’avrebbe più abbracciato e sua
madre non lo avrebbe più
coccolato. Narcissa lo guardò mentre lo sconforto la
assaliva sempre di più “Perché
proprio loro?” Disse non riuscendo a staccare lo sguardo
dalla piccola creatura
tra le braccia di Andromeda
“Sono
morti per proteggere il proprio figlio, sono
morti perché volevano regalargli un futuro
migliore”
Teddy si mosse nel
sonno e Andromeda prese a
cullarlo dolcemente
“Sei
sempre stata motivo di orgoglio per me Didy,
anche se non te l’ho mai dimostrato. Da quando questa guerra
è finita, non
faccio altro che chiedermi perché loro sì e noi
no… e non la trovo la risposta,
non meritavamo di sopravvivere, non meritavano di morire”
Andromeda rimase
in silenzio guardando davanti a sé
“Avevi
ragione, quando dicevi che ero troppo piccola
per capire allora, ma l’ho capito tardi. Vedere te e Molly
perdere i vostri
figli, tenere Draco stretto a me, a cosa serve il sangue se davanti
alla morte
siamo tutti uguali? Potevo esserci io al vostro posto, poteva esserci
mio
figlio in una di quelle bare, l’ho avrei meritato per tutte
le cose che ho
fatto”
Andromeda
guardò la sorella quasi rincuorata dalle
sue parole
“In
fondo non è troppo tardi per pentirsi delle
proprie azioni Cissy, ti è stata donata una seconda
possibilità” Si alzò
avvicinandosi a lei “Usala con giudizio” Le disse
prima di allontanarsi insieme
al nipote; Narcissa guardò la donna allontanarsi
“Lo farò Didy” Disse prima di
smaterializzarsi a casa sua verso una nuova vita.
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Capitolo 18 *** Le nostre vite ***
Ed
eccoci qui dopo tanto tempo assente alla fine di questa storia sembrava
ieri quando l'ho iniziata a nel giro di 6 mesi ho pubblicato 18
capitolo a volte belli a volte brutti, ma comunque un punto di vista
personale su questa famiglia che ho sempre amato... Delle tante persone
che ho ringraziato in ogni capitolo ce ne sono 3 che menziono adesso:
un grazie quindi va ad Ale che mi ha aiutato a rintracciare un'amica e
a Miry (l'amica rintracciata) che con pazienza è tornata a
ricoprire il ruolo assoluto di Rose Weasley sul fanta per la mia gioia
che ho passato mesi a stressare il cugino per farla tornare :) il terzo
ringraziamente va a Marco che mi manca tantissimo a te dedico questo
capitolo in ricordo delle ruolate che facevamo come Cissy e Scorpius,
mi manca tanto il tempo che passavamo insieme , mi manca tanto il mio
nipotone, in semplici parole mi manchi tu... torna presto e spero che
leggerai questo capitolo dove ho cercato di mettere l'amore per la
nonna così come tu amavi la mia Narcissa.
E a tutti voi che mi avete seguito, grazie per non avermi abbandonato
mai...
Amy
Luglio 2011
Caro diario.
Sono passati otto
lunghi anni dal quel giorno di maggio,
quando per l’ultima volta si è sentito parlare di
Lord Voldemort e della grande
guerra che ha segnato la sua sconfitta e caduta. Nonostante il lavoro
degli
Auror non è ancora finito del tutto, ormai sulle braccia di
tutti i Mangiamorte,
il marchio nero è scomparso del tutto lasciando posto solo a
una brutta
cicatrice in ricordo di ciò che è stato. Non
riesco ancora a credere, quanti
dei nostri siano stati condannati ad Azkaban: Kathleen Tiger ha perso
marito e
figlio in questa guerra e la sua famiglia è completamente in
rovina, a volte
sono queste piccole cose che mi fanno riflettere su quanto i piccoli
gesti
possano fare la differenza nel futuro di qualcuno.
Non ho più
visto né parlato con mia sorella, anche se spesso
mi trovo a pensare a lei più di quanto io stessa voglia
ammettere, sono
consapevole ormai, che le nostre strade si siano divise, ma fino
all’ultimo ho
potuto contare su di lei come mi aveva promesso; amo le mie sorelle non
c’è
giorno che non pensi a loro e a quanto il tempo cambi le persone,
persino la
morte di Bellatrix ha lasciato un vuoto nella mia vita come se avessi
perso
tutta la mia infanzia con loro e la mia vita prima di sposarmi: di loro
ormai rimangono
solo le foto sbiadite del mio passato perlomeno mi rimane qualcosa da
guardare che
mi aiuti a non dimenticare.
Anche la mia famiglia
ormai si è allargata. Draco ha
sposato la giovane Astoria Greengrass e non nego che il mio cuore ha
avuto un
colpo alla notizia del loro fidanzamento: ciò mi fa rendere
conto di quanto
tempo sia passato da quando io sono diventata madre e mi sento
colpevole di non
aver passato con mio figlio abbastanza tempo e adesso che lui
è cresciuto è ora
di permettergli di vivere la sua vita; ho sempre scacciato via questo
pensiero
e vederlo così reale adesso davanti agli occhi mi fa
riflettere su quanto io
stessa non sia ancora pronta a separarmi da lui; persino Lucius mi fa
delle
belle ramanzine alle volte, immagino che abbia ragione nel dire che il
mio
cuore di mamma non si esaurirà mai, in effetti, mi rendo
conto che non m’interessa
quanto lui possa crescere e diventare grande ai miei occhi
rimarrà sempre il
mio bambino. Ma se è vero che la gioia più grande
per una donna è quella di essere
mamma, mai ho versato tante lacrime quando ho visto nascere e ho
stretto a me
il mio piccolo Scorpius.
Mio nipote.
5 anni fa è
nato e dopo tutte le morti e le guerre e gli
orrori passati, mai gioia più immensa potrà
toccare il mio cuore e rendermi così
felice come lo sono adesso. Quel bambino è la luce dopo anni
di buio nelle
nostre vite. Così adesso guardo al nostro futuro e lo vedo
migliore per tutti,
per me è mio marito che siamo liberi e non più
costretti a nasconderci dalla
paura, per mio figlio e mia nuora che iniziano insieme il loro cammino
in un
mondo più sereno perché non debbano patire mai
gli orrori della mia
generazione, per mio nipote: a te Scorpius a te va il mio ultimo
pensiero, a te
ch sei il nostro futuro, a te che hai portato felicità in
questa famiglia ormai
segnata, anche per te molte persone hanno combattuto e sono morte,
anche per te
noi rinunciamo ai nostri ideali, a ciò in cui abbiamo sempre
creduto: noi
abbiamo sbagliato con tuo padre così come i nostri genitori
hanno sbagliato con
noi, non voglio che tu commetta i nostri stessi errori, sii libero di
vivere la
tua vita così come tu stesso sceglierai…
Un
leggero bussare alla porta ridestò Narcissa dai
suoi pensieri, prima che la porta si aprisse e suo marito entrasse
nella loro
stanza “Narcissa, Draco è
qui”
La donna sorrise annuendo piano cercando di
nascondere le lacrime che le rendevano gli occhi lucidi per la
commozione;
Lucius si avvicinò piano a lei posandole una mano sulla
spalla “Ancora quei tristi pensieri Cissy?” chiese
con
premura, lei annuì piano vergognandosi di mostrarsi
così vulnerabile adesso che
non ce n’era motivo “Passeranno Lucius”
aggiunse solamente; lui la fece alzare afferrandola
per una mano e posandovi sopra un bacio “Sono passati tredici anni ormai e
altri ne
passeranno ancora Cissy, è inutile stare a rimuginare su
ciò che è stato quando
questo ormai è del tutto scomparso, devi lasciarti dietro
queste cose, devi
dimenticarle…” le sorrise
“…devi farlo per te, per noi, per nostro figlio e
per
nostro nipote che ti aspetta di sotto e freme
nell’abbracciare sua nonna” il
calore della sua mano sul volto le fece chiudere gli occhi annuendo
piano
mentre un timido sorriso comparve sul suo volto “Arriverò subito Lucius”
Suo marito si congedò socchiudendo la porta, tornata
al suo scrittoio, Narcissa riaprì il suo diario intingendo
di nuovo la piuma
nel calamaio e riprese a scrivere. Sospirando richiuse il vecchio
diario logoro
riponendolo come al solito in uno dei tanti cassetti dello scrittoio, e
richiudendosi
la porta alle spalle scese fino al piano di sotto dove il brusio di
molte voci
provenivano allegre dal salone, mentre con un sorriso scese gli ultimi
gradini,
Draco la vide e le andò incontro “Madre”
Lentamente fu accolta tra le braccia di suo
figlio, prima di prendergli il volto e baciarlo piano su una guancia
“Sono felice che tu sia qui Draco”
Lui annuì piano sciogliendo l’abbraccio
“Anch’io
madre”
“Astoria…” voltandosi verso la ragazza
le diede due
baci sulle guance “Ti trovo in forma mia cara spero che il
viaggio da Londra
non sia stato faticoso per te”
“Tranquilla Signora Malfoy è sempre un piacere
venirvi a trovare” rispose lei con un sorriso cortese
“E poi Scorpius non
vedeva l’ora di v…” ma non fece in tempo
a finire la frase che da dietro una
tenda nel salone, una piccola figura corse velocemente in direzione
della donna
a braccia aperte “Nonna!”
“Amore!” Narcissa si abbassò aprendo le
braccia per
accogliere il nipotino abbracciandolo di slancio “Il mio
piccolino” gli
accarezzò piano i capelli mentre lui la baciava sulle guance
“Nonnina perché piangi?”
Solo dopo quella innocente domanda Narcissa si
accorse delle lacrime che le scendevano dagli occhi azzurri, mentre
Scorpius la
fissava non capendo
“Non è niente amore, sono solo felice”
gli disse
asciugandosi le lacrime e baciandolo sulla fronte; Scorpius si strinse
a lei
intrecciando le braccia attorno al suo collo e lei lo
coccolò piano per
rassicurarlo; accanto a loro Lucius Malfoy accarezzava la testa bionda
del
nipote, mentre Draco abbracciò Astoria sorridendole piano
come mai aveva fatto.
Non
c’era bisogno neanche di esprimere con le parole
la serenità e la gioia che li circondava, tutti sapevano
ormai che da allora
fino alla fine niente avrebbe turbato mai più le loro vite.
...E
voglio che tu sappia che comunque vada, qualsiasi scelta
tu faccia, qualunque strada tu intraprenda, hai una famiglia che ti ama
e non
ti abbandonerà mai.
Benvenuto tra noi Scorpius Hyperion
Malfoy.
Fine
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