Le Avventure di James Franteno - La statua di Cera

di Edofraz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa che non Va ***
Capitolo 2: *** Impossibile! ***
Capitolo 3: *** Il dilemma ***



Capitolo 1
*** Qualcosa che non Va ***


L’atmosfera era carica di tensione nella banca. Il rapinatore stava con la sua pistola puntata alla testa di Monica. James non sapeva assolutamente cosa fare, era nel panico più assoluto e lo dimostrava anche la tempia che gli pulsava, mettendolo ancora più a disagio, e il sudore che gli scendeva dalla fronte. Non poteva permettere che Monica fosse uccisa da quel ladro, ma nemmeno che tutti i risparmi delle persone di Trapada andassero nelle tasche di un rifiuto della società. Doveva agire e in fretta, non poteva fare azioni avventate, ma ancora un po’ di tempo e lui avrebbe fatto saltare il cranio a Monica. Si poteva vedere, il rapinatore era stanco. Improvvisamente disse:- Ora basta! Deciditi! Se non vuoi che la tua .......  muoia, dimmi la combinazione!-. James rimase in silenzio, e il rapinatore continuò:- Bene! Sappi che il prossimo sarai tu!- Dopo queste parole si udì il rumore assordante di uno sparo ... Ma torniamo indietro, a tre giorni prima, precisamente al 21 agosto 2007.

Sapete? James era un ex soldato italiano ora in pensione. A causa del suo passato nell’esercito, James era diventato molto sospettoso e già l’anno scorso aveva risolto un caso d’omicidio a Trapada.

 Sapete il perché del suo nome americano? I genitori, nel lontano 1950, vedendo che gli Stati Uniti erano una nazione sempre più di rilievo, avevano deciso di dargli un nome americano, sperando che un giorno sarebbe andato a studiare in America, ma lui fu sempre legato al suo paese. Nacque a Roma, ma, a 33 anni si stufò della città e si trasferì a Trapada, un paesello pieno di gente amichevole, in cui è ancora residente.

 Dal punto di vista fisico, era considerevolmente forte; non era alto, ma nemmeno basso, era alto poco meno di 1,80 ed era abbastanza magro. Portava i capelli corti e grigi. Beh, per la sua età era molto dinamico, tutti i giorni si alzava alle 7:00, si faceva un caffè, mangiava uno yogurt e via a farsi una corsa per il suo paesello, Trapada; tornato a casa si faceva una doccia, andava nel salotto a vedere la televisione, oppure se non c’era niente di suo gradimento andava al computer a fare qualche giochino o a navigare su internet. “Strano!”, direbbero in molti, “che un uomo della sua età stia trafficando con il computer!”, ma lui diceva sempre “Se la tecnologia esiste e avanza continuamente, ci sarà un motivo: quello di migliorare la vita!” Per questo si teneva sempre al passo con i tempi.Ma, bando alle ciance e, come ho già detto, parliamo del 21 agosto…

 Quel giorno fece la sua solita corsetta, ma, ad un certo punto incontrò Monica. Monica era una donna di 29 anni, aveva i capelli lunghi e rossi, lei era poco più bassa di James, era anche molto bella. James per lei era come un fratello maggiore e anche per James lei era come una sorella. L’aveva conosciuto a 5 anni, appena James si trasferì a Trapada da Roma.Erano legati da una grandissima amicizia.

Quel giorno Monica gli sembrò praticamente sconvolta, James la salutò con il suo solito “Buongiorno!”, ma Monica trafelata gli disse:- Non ho tempo per raccontarti quello che è successo. Corri a casa, accendi la televisione e metti sul notiziario!-. Detta questa frase Monica si precipitò verso casa sua. James eseguì quello che gli aveva detto Monica, vide l’inviato del notiziario davanti al museo delle cere di Trapada. Che diceva:-Una notizia incredibile! In un paesino di nome Trapada, un cittadino sconvolto sostiene di essere stato aggredito dalla statua di cera di un famoso personaggio, nel museo, appunto di Trapada, e quando, in preda al panico, uscì dal museo, incontrò un orso. Fortunatamente riuscì a sfuggire ai suoi imprevisti. Quando la polizia arrivò poco dopo non trovò più la statua, ma uno dei custodi morto, presumibilmente colpito alla testa e l’altro legato nel bagno, semplicemente stordito. Inoltre proprio questa mattina, un trapezista del circo qui in tournee durante le prove è caduto fratturandosi le due braccia e una gamba, è stato accompagnato in ospedale da tutti i membri del circo. Ricordiamo che la cittadina si chiama Trapada e si trova nel...-A quel punto James spense la televisione e si incamminò verso la porta.

Voleva assolutamente saperne di più…

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Capitolo 2
*** Impossibile! ***


James si precipitò al museo per fare un sopralluogo. Ma arrivato sul posto vide una valanga di giornalisti appena fuori dall’entrata, lì si trovava anche Franco, un suo vecchio amico, che veniva sommerso dalle domande dei giornalisti, dalle quali James dedusse che la persona aggredita dalla statua e dall’orso era lui. James aspettò che i giornalisti finissero il giro di domande, poi gli mise una mano sulla spalla per chiamarlo, ma Franco urlò e si giro verso di lui dandogli un pugno nello stomaco. Dopo aver imprecato James gridò a Franco:- Ma cosa ti salta in mente! Ti sei ammattito forse!?- Franco si scusò vergognandosi:- Scusami, ma da quando sono stato aggredito dalla statua e dall’orso qualsiasi cosa mi spaventa-. James gli chiese di raccontargli dettagliatamente cosa gli fosse successo, così Franco si mise a raccontare:- Quando sono arrivato al museo ho incontrato Gennaro, il nuovo custode, che mi ha fatto entrare, poi è andato in bagno. Io ho cominciato a visitare il museo, ma quando ero davanti alla statua di Charles Manson, gli vidi aprire la bocca, rise, fu orribile, la risata più macabra che abbia mai sentito. Poi si mosse verso di me, allora io cominciai a correre verso l’uscita. A quel punto la statua gridò “Non andrai lontano ti troverò ovunque tu vada!” Quando riuscii a uscire, vidi un gigantesco e orribile orso, che lanciò un verso terrificante. Fortunatamente sono riuscito a fuggire anche da quello. Quindi continuai a correre verso la centrale di polizia il più forte possibile. Appena arrivato, entrai nella centrale e raccontai tutto al commissario-.

James ascoltò tutto questo con molta attenzione, quindi gli chiese:- Hai notato qualcosa di strano?-, Franco gli rispose:- Qualcosa di strano? Era tutto strano!-.  James stava per rettificare la domanda, quando Franco gridò:-Smettila di stare là a rimuginare! Te lo dico io cosa fare! Lascia il paese, questo museo è infestato, anzi è maledetto! E con lui tutta Trapada! Io me ne andrò questo pomeriggio. Ti consiglio di fare lo stesso!- Dopo aver detto questo se ne andò a passo svelto verso casa sua. Quindi James pensò “Certo, è molto strano, chi potrebbe aver escogitato una cosa del genere, e perche?... Mah certo! Potrebbe essere un diversivo! Un modo per far scappare tutti. Non ha senso escogitare un tale piano e fare un tale “fracasso” per rubare il misero incasso di un museo! Ma come ha fatto e soprattutto perchè? Qualcosa mi sfugge, qual è il motivo?... Un attimo! Gennaro! Il custode del museo! Franco a detto di averlo incontrato prima di entrare nel museo e poi è andato in bagno. E’ molto strano che non abbia visto anche Ugo, l’altro custode. Comunque sarà meglio andare a parlare con Gennaro!”. Quindi James entrò nel museo, ma invece del custode incontrò il commissario Aghitto, che gli si avvicinò e dicendogli:- Ciao James, anche tu hai sentito dell’accaduto?- James rispose:- Si, dal telegiornale e direttamente da Franco-. Quindi il commissario gli disse:- E sei venuto anche tu a indagare ... Va bene, dopo quello che è successo l’anno scorso, ti concedo di aiutarci. Allora, guarda là, dove dovrebbe esserci la statua di cera, la pedana è completamente vuota e … Ah! Dimenticavo, è stato rubato anche l’incasso dell’ultima settimana. Era sostanzioso, con tutti quei turisti che erano venuti la settimana scorsa per il circo. Gennaro, il nuovo custode, era in bagno ed è stato stordito dalla “statua” quando si era accorto, per i rumori, che qualcosa non andava, poi l’ha legato e imbavagliato, l’ho mandato all’ospedale per essere sicuro che non si sia fatto troppo male. Per quanto riguarda Ugo, abbiamo trovato il suo cadavere nel magazzino, è deceduto per una ferita alla testa provocata dal “classico” candelabro, che è stato trovato vicino al corpo ovviamente senza impronte. Cosa ne pensi?-, James rispose senza esitazioni:- Credo che una persona si sia sostituita alla statua!- Quindi il commissario continuò:-Sono d’accordo con te, ma ora la statua originale dov’è? Certo non nel museo, io e i miei uomini lo abbiamo setacciato da cima a fondo e non l’abbiamo trovata-. - Hai qualche sospetto?- Chiese James perplesso e impaziente. – Pensavo al circo, però prima vorrei fare delle ricerche a proposito dei componenti- Rispose il commissario. Così James disse:- Bene, tu vai a fare queste ricerche e io andrò a casa di Franco per parlare con lui, devo riuscire a non farlo scappare, ci può sempre tornare utile, magari nella fretta di scappare non ci ha detto tutto-.

Per strada incontrò parecchie persone che, vedendolo uscire dal museo, gli chiesero spiegazioni su quanto era successo, ma gli poté dire ben poco, perché anche lui non ne sapeva molto. Arrivato alla casa di Franco notò subito la macchina piena di bagagli, era stato di una velocità spaventosa, doveva essere proprio terrorizzato.La porta era aperta, così James entrò e lo vide, proprio in quel momento stava mettendo in una valigia una pistola. – Cosa ci fai con quella?- Chiese James sospettoso, Franco rispose con un espressione piuttosto macabra:- Quella statua mi ha detto che mi avrebbe trovato ovunque … -.James capì che non sarebbe riuscito a convincerlo. Quindi si affrettò a fargli un’ultima domanda:- Senti, vorrei sapere se sai qualche altra cosa che non mi hai detto prima-. Franco gettò velocemente la pistola in una valigia e rispose frettolosamente:- No, ti ho detto tutto! E ora lasciami in pace! Devo finire di prepararmi, e alla svelta! Devo fare presto prima che le strade siano intasate da tutti quelli che scappano, come me-.

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Capitolo 3
*** Il dilemma ***


 -Va bene… Sei sicuro di voler proprio lasciare la città? Aspetta un po’ di tempo, io sono convinto che la “statua” sia solo una messa in scena per far scappare tutti. Dai! Pensaci, non è proprio possibile che una statua si animi, spaventi un visitatore del museo e rubi l’incasso. Non sta né in cielo né in terra questa cosa. Dammi una o due giornate, riuscirò a scoprire chi si è inventato questa storia e lo smaschererò!-. Ma Franco con un’aria rassegnata gli disse:- James, io ho visto il fatto con i miei occhi, sono sicuro di cosa è successo. James, ti do un consiglio da amico, ti prego, dammi retta, andiamo a vivere a Roma e lasciamo per sempre questo paese maledetto!-. Quindi James sorrise e disse:- Mi dispiace, Franco, ma io rimango, non credo assolutamente alla storia della “statua” e sono sicuro che chi ti ha aggredito era qualcuno che si era travestito. Rimango per risolvere questo caso, e lo risolverò a tutti i costi-, Quindi Franco accennò un sorriso e disse:- So che non riuscirò a convincerti, ma te lo dico di nuovo, lascia il paese, scappa! Altrimenti farai una brutta fine, se rimani non avrai scampo e la maledizione ti colpirà!- Così Franco continuò a fare le valige, e James uscì rassegnato.

Appena uscito in strada si ricordò improvvisamente di una cosa “Monica!”, pensò “E se pensa di scappare? La devo fermare! A me darà sicuramente retta”.
Quindi James corse fino a casa di Monica, passando per il paese notò molte macchine con il portabagagli aperto e la gente che portava valigie e bauli, certo essendo un paese molto piccolo e abbastanza antico, si poteva presumere che la gente sia molto superstiziosa. Durante il tragitto James pensò “Questa partenza di massa era prevedibile, con tutta la gente superstiziosa che c’è qui! Quindi la falsa statua grazie a quel diversivo si troverà tutto il paese vuoto e potrà agire indisturbata. Molto furbo! Ma io non me ne andrò e non permetterò a nessuno di commettere alcun reato. Prima o poi scoprirò chi ha organizzato tutto questo e lo farò sbattere in una lurida cella piena di topi!”

Arrivato alla casa notò con molto rammarico che anche Monica stava caricando sulla macchina i bagagli. - Monica!- Urlò James – Fermati! Riporta dentro i bagagli!- Monica agitata gli disse:- James cosa ci fai qui? Dobbiamo andarcene via! Non hai sentito quello che è successo?- Ma James sorrise e gli disse:- Stai tranquilla. La storia della statua non è vera. Secondo me, e anche secondo il commissario, non c’è nessuna maledizione, era qualcuno travestito. Noi sosteniamo che era un diversivo per far scappare tutti, cosa che sta avvenendo, così avrà campo libero-. Monica perplessa chiese:- Ma avete trovato delle prove che rendano certa questa ipotesi?- James rimase interdetto:- Ehm … No … Ma io ne sono sicuro! E’ impossibile che una statua di cera prenda vita! Fidati!-. A quel punto Monica rimase confusa:- Certo però … Non ci sono prove … Come faccio a crederti …- James sorrise di nuovo e disse:- Ti prego fidati di me. Ti sei mai pentita di esserti fidata di me? Dai … Riporta dentro i bagagli, io sto cominciando a indagare, mi serve un aiutante-. Monica ancora più confusa disse:- E’ difficile … Sono così confusa … Parto e credo a quello che è successo … Oppure rimango e ti aiuto … Però se c’è la maledizione …-. Monica rimase pensierosa per un po’, poi alla fine disse:- E va bene! Ti aiuterò. Però tu mi dovrai riportare dentro casa i bagagli!-. James fece una risata e disse:- Farò questo sforzo!-. Così James portò dentro i bagagli e appena finita l’opera disse a Monica:- Ora dovremmo andare dal commissario. Mi ha detto che avrebbe fatto delle ricerche sul circo, quello che si trova qui in tournee-.

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