A-TEAM

di parveth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** UN NUOVO ARRIVO NELL'A-TEAM ***
Capitolo 2: *** Il Primo caso ***
Capitolo 3: *** L'incidente ***
Capitolo 4: *** in convalescenza... ***



Capitolo 1
*** UN NUOVO ARRIVO NELL'A-TEAM ***


Quel pomeriggio di fine  agosto il colonnello Hannibal Smith usci' dal furgone che condivideva ormai dai piu' di dieci anni con Sberla e Baracus e prese ad andare avanti e indietro sul marciapiede.  Circa tre settimane prima gli era giunta una lettera da una ragazza la quale si descriveva come sua nipote figlia di suo fratello minore Micheal, li per li' penso' ad un imbroglio ma quando vide la foto allegata che ritraeva una giovane coppia con una bambina piccola in braccio dovette ricredersi: scavo' a lungo nella memoria fino a giungere al fatto che, si era vero: appena cominciata la guerra del Vietnam Micheal e sua moglie Janet avevano avuto una figlia Alyson ma a causa dell'arruolamento non l'aveva mai conosciuta, solo vista in una fotografia gli era stata spedita, poi erano arrivati il carcere e la latitanza e non aveva piu' saputo nulla di loro a parte il divorzio e non si era mai piu' curato d'informarsi riguardo alla bambina.
Nella lettera Alyson lo informava che qualche anno prima aveva saputo della sua esistenza e che, se lui fosse stato d'accordo sarebbe giunta a Los Angeles per conoscerlo, allora lui si consulto' col resto della squadra e quando essi si dissero d'accordo, in fin dei conti era sempre sua nipote, Hannibal rispose affermativamente e le dette appuntamento alla periferia della citta' nn molto lontana dalla stazione dove sarebbe scesa
Guardo' l'orologio: erano le 14.30 ormai non doveva mancare molto, dopo aver fissato per qualche minuto i graffiti sul muro di fronte si volto' e vide una ragazzina non molto alta con lunghi capelli neri sciolti sulle spalle, era piuttosto magra e indossava un vestitino azzurro che le arrivava alle ginocchia con infradito nere, dietro di se trascinava due grosse valige, gli occhi del colonnello si posarono su quelli della ragazza: erano identici ai suoi, azzurri e vivaci. lei gli sorrise: "lei e' il colonnello Smith?"   "si certo, tu sei Alyson?"  chiese lui di rimando.
"si, io sono sua nipote", fece  lei porgendogli la mano, se la strinsero brevemente. "oh andiamo"  disse lui in tono bonario "chiamami zio, anche se penso non sia facile dato che praticamente non ci siamo mai visti"   "va bene zio, allora se vuoi puoi chiamarmi Aly" disse lei senza smettere di sorridere.

John la fece salire sul furgone e le presento' gli altri membri dell'a-team dopo di che' le mostro' un bagno pubblico in cui pote' darsi una rinfrescata, dopo circa mezzora Alyson era seduta davanti a loro sul sedile stringendo una coca tra le mani, si era cambiata ed ora indossava una maglietta bianca con un paio di pantaloncini grigi ed era a piedi nudi.
"allora" esordi' Hannibal, "come sei venuta a sapere della mia esistenza?"      "beh," disse lei,  " sai che i miei genitori divorziarono quando io avevo otto anni, io fui affidata a mia madre ma purtroppo mori' in un incidente stradale e mi misero in un orfanotrofio siccome mio padre era irrintracciabile, dopo qualche tempo seppi che era morto di cancro"   "non ce l'avevi mai detto" intervenne Sberla rivolto al suo colonnello, "mi dispiace ma in tutti questi anni tra una cosa e l'altra non mi e' mai passato per la testa, non che non mi dispiacesse per Micheal" disse rivolgendosi alla nipote  "ma devi capire che abbiamo avuto non pochi problemi da allora...."     "si lo so,"  disse Alyson " non ti biasimo per questo, comunque sia,  dopo la morte di mia madre e fino a un mese fa son vissuta in un orfanotrofio, eravamo trattati bene sono andata a scuola e mi sono diplomata. quando ebbi quattordici anni lessi sul giornale un articolo che vi riguardava"       "fammi indovinare"   disse Baracus stappandosi la seconda birra "ci descrivevano come pazzi criminali senza scrupoli"      "si qualcosa del genere"  fece lei un po' imbarazzata    "tuttavia , per mezzo di alcune persone venni a sapere che aiutate la gente a risolvere i problemi e questo non mi sembra proprio tipico del criminale anche se siete evasi, cosi decisi che vi avrei cercato appena raggiunta la maggiore eta'"   concluse.

"ascoltami bene Aly"   disse John sedendosi di fianco a lei "tu non sei una bambina quindi devi sapere bene a cosa vai incontro vivendo con noi: siamo clandestini, per vivere dobbiamo fare i mercenari e nasconderci, tu sei cosi giovane, non devi sacrificarti"   

lei rispose: " ci ho riflettuto, e ho pensato, che tanto non voglio continuare a studiare, potrei trovare un lavoro e vi darei una mano."   

"non e' una cattiva idea colonnello"   intervenne a quel punto Murdock stranamente tranquillo,  "se dovesse succedere qualcosa potrebbe anche esserci utile: in fondo chi sospetterebbe mai di una ragazzina?"    "e poi"
aggiunse Sberla "le autorita' non sanno che hai una nipote quindi tanto di guadagnato"  

"Bene ragazzi, ho il piacere di annunciarvi che da oggi l'a-team ha un nuovo elemento: Alyson  Smith    disse Hannibal solennemente,   "non ti deludero' zio"  disse compiaciuta facendo il saluto militare.

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Capitolo 2
*** Il Primo caso ***


Era passato quasi un mese da che Alyson era entrata a far parte dell'a-team, e si stava pian piano abituando a quella nuova strana vita che tutto sommato non le dispiaceva. era anche riuscita a trovar lavoro in una libreria poco distante da dove vivevano fornendo cosi un utile contatto per chi avesse bisogno di loro con meno rischi per tutti. Piu conosceva sua nipote piu' Hannibal era felice di averla ritrovata: era gentile, e intelligente, amava leggere ed andava d'accordo con gli altri ragazzi e aveva, almeno cosi gli sembrava, un particolare feeling con Murdock che incredibilmente sapeva prendere per il verso giusto nonostante si conoscessero da pochissimo. a dire la verita' era ancora un po' timida nei loro confronti. Una settimana prima era stata coinvolta nella sua prima missione: si era presentata nella libreria dove lavorava, una giovane ragazza, non avra' avuto piu' di 26-27 anni, disse di chiamarsi Ashley e che alla scuola di sua sorella vi era un grosso problema che nessuno era riuscito a risolvere: Gilly che aveva 14 anni era stata piu' di una volta presa di mira da un gruppo di ragazzi piu' grandi i quali, in genere all'ora di ricreazione ne approfittavano per infastidirla e derubarla delle sue cose, in piu' era venuta a sapere che un paio di altre ragazze erano state oggetto di molestie sessuali. il preside ben sapeva tutto questo ma l'unica volta che si era azzardato a chiamar la polizia gli dissero che non potevano fare nulla con quei ragazzi, in realta' Ashley era venuta a sapere che alcuni di loro era figlia di gente ricca ed influente e per questo nessuno osava far qualcosa. Quando incontrarono Gilly, Aly fu bravissima nel gestire la cosa, promettendole che avrebbero risolto tutto. Il liceo era piuttosto lontano da loro, all'altro capo della citta' per cui erano stati obbligati ad uscire di casa col furgone a mezzanotte per poi appostarsi davanti in modo da vederli quando sarebbero arrivati, Hannibal, Sberla e P.E. erano davanti (guidava P.E.) mentre Murdock e Aly erano dentro, per star piu' comodi avevano steso un paio di materassini di quelli di gommapiuma che si trovano nelle palestre, e dopo un po' lei si era addormentata,nel farlo pero' si era appoggiata alla spalla di lui e l'aveva abbracciato, Murdock rimase un po' spiazzato da quel gesto poi pero' la strinse a se', Hannibal dal finestrino aveva seguito tutta la scena con un sorriso indulgente. Tutto sommato quella missione fu piuttosto facile: Alyson venne presentata come una nuova alunna della classe di Gilly, quando lo zio e gli altri la videro in leggins neri con vestitino di cotone coordinato, anfibi, capelli raccolti e trucco nero su viso e mani guantate di pizzo furono li li per scoppiare a ridere. "ha ha davvero spiritosi" fece lei guardandoli un po' male, ma non sembrava prendersela piu di tanto. "scusaci tesoro, stai benissimo" le disse Hannibal. Alyson si presento' in aula e si sedette in fondo, quando venne la ricreazione si mise a passeggiare in cortile e dopo poco venne accerchiata da 4 ragazzi grandi e grossi che le intimarono di consegnargli tutti i soldi che aveva. la sua reazione non si fece attendere: estrasse la pistola dal vestito e la punto' contro il capo del gruppetto, dopo pochi secondi Hannibal, Sberla Murdock e P.E. arrivarono sgommando a bordo del furgone, scavalcarono la rete del cortile e bloccarono i ragazzi al muro. "vediamo se adesso la pianterete di minacciare ragazzine indifese" disse Murdock puntando il mitra nella schiena di quello piu mingherlino. subito tutti si misero a piagnucolare di lasciarli andare, e quello piu spavaldo fece, con aria di sfida che " se la sarebbero dovuti vedere con suo padre che era il migliore amico del sindaco" "ah ,si? beh, mi premurero' di dire a tuo padre cosa fa il suo adorato figlio a scuola e scommetto che mi credera'" disse Hannibal mostrandogli la telecamera con la quale avevan ripreso tutto. Detto cio' li lasciarono andare. "devo farti i miei complimenti, ho temuto che ti facessi prendere dal panico" commento' Sberla rivolto ad Alyson "beh, c'e' stato un momento in cui ho temuto di perdere il controllo, era la prima volta che usavo un arma" rispose lei. "ma te la sei comunque cavata,e anzi, hai fatto bene a non usarla a sproposito, tanto per scaricare la rabbia. so che la tentazione e' forte ma le armi si dovrebbero usare solo in caso di estrema necessita' e te lo dice uno che in guerra ha dovuto uccidere delle persone" rispose Hannibal mettendole un braccio intorno alle spalle "non che mi piacesse. ma sai il Paese..." aggiunse pensieroso Nei giorni successivi sorvegliarono la scuola per controllare che nessuno facesse nulla, ma circa una settimana dopo Ashley e Gillian si erano presentate a casa loro dicendo che non avevan piu' fatto nulla anche grazie al fatto che molte delle vittime si erano ribellate andando a denunciarli prima al preside poi alla polizia che convoco' anche i genitori e, riferirono ridendo che tra questi ultimi poco ci manco' che non scoppiasse una rissa poiche' ognuno diceva che il figlio del tale aveva rovinato il figlio del talaltro e quando i poliziotti vennero minacciati di far chiamare qualcuno che li rovinasse (poiche' sostenevano che non si doveva trattare i ragazzini come criminali per una bambinata in aggiunta al fatto che alcuni erano ancora minorenni) risposero che al posto di far chiamare questo e quell'altro dovevano star piu' attenti ai loro figli.

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Capitolo 3
*** L'incidente ***


All'inizio di novembre l'a-team era stato contattato per una missione in Wisconsin: un tale Jones di professione fornitore di legname per varie aziende della sua zona subiva da mesi le prevaricazioni di certi brutti ceffi i quali facevano capo a James, un tizio che, si diceva, fosse partito "dal basso"  e man mano divento' il piu' ricco della zona, in tutto cio' non c'era niente da dire non fosse per il fatto che si alleo' con la malavita organizzata e aveva cominciato a sguinzagliare i suoi sgherri in giro a bruciare le forniture di legname per evitare che intralciassero i suoi affari (voleva costruire un grande immobilificio a danno dei piccoli imprenditori del posto) compresa quella di Jones il quale se gli fosse mancato il lavoro (le aziende cui forniva materiale ebbero paura e cominciarono a ritirare gli ordini) si sarebbe trovato in guai seri.

il contatto l'aveva fornito Amy dopo che Cindy una sua amica che lavora nel giornale locale era venuta a trovarla raccontandole tutto, dice che lei appoggiata dal suo direttore aveva denunciato varie volte che James fosse un criminale ma nessuno era mai riuscito a fare nulla e per di piu' temevano che lui e i suoi uomini potessero fare del male a lei o ai colleghi per essersi intromessi.
Cosi', Amy e l'a-team si erano recati direttamente alla ditta di Jones (il cui nome era Sean) che la gestiva insieme al figlio Richard  per analizzare la situazione, dopo una rapida chiaccherata con entrambi decisero di mandare Sberla in avanscoperta da James per cominciare: si sarebbe presentato come il nuovo socio in affari di Sean, cosi facendo avrebbe garantito per lui impedendo l'acquisto della ditta. Torno' riferendo che per essere un normale immobilificio c'erano troppe guardie e che sarebbe stato necessario organizzarsi bene, si era portato dietro una piccola macchina fotografica e aveva scattato alcune foto dell'ufficio.  "ora e' tutto chiaro" commento' Hannibal una volta visionate le immagini,  "terrorizza i vostri fornitori per poter costruire meglio quel grande immobilificio, ora pero' tocca a loro la prossima mossa".

Infatti dopo un'ora gli sgherri di James si presentarono all'ufficio, trovarono pero' solo Amy ed Alyson che si finsero le segretarie "dov'e' il vostro capo"? chiese quello che sembrava il capo, un tizio alto con i baffi in tono poco amichevole
"oh, tra poco sara' qui" disse Amy gentilmente  "gia', e nel frattempo statevene li' buoni!"  disse Aly estraendo un mitra da sotto la scrivania, quelli fecero per reagire, ma non fecero in tempo a far nulla che Hannibal. P.E., Sberla e Murdock gli furono addosso colpendoli con calci e pugni e facendoli volare dalla finestra, Amy si era ritirata in un angolo ma Alyson aveva dato il calcio del mitra in faccia ad uno del gruppo.  Uscirono da li malconci ma provarono ad appiccare un incendio, fortunatamente erano tutti fuori. mentre uno appiccava il fuoco il suo compare comincio' a sparare qua e la' un po' di proiettili, Alyson vide che uno di quelli stava per colpire Murdock ed agi' d'istinto:  prese la rincorsa e gli si lancio' davanti per proteggerlo, cosi facendo pero' venne colpita ad un fianco,e purtroppo era priva di giubbotto antiproiettile, si accascio' a terra,  "NO!!!!!" grido' Murdock con gli occhi fuori dalle orbite mentre vide la ragazza sanguinare, in un attimo, Hannibal, P.E. e Sberla furono addosso al gruppetto e li legarono incaricando Jones di consegnarli alla polizia, "bisogna portarla in ospedale" disse Amy concitata  "P.E. prendi il furgone"  disse Hannibal.
La caricarono e sfrecciarono al piu' vicino ospedale. Hannibal teneva in braccio sua nipote mentre Murdock la guardava con gli occhi pieni di lacrime,  "colonnello, capisco la gravita' della situazione ma e' rischioso per noi portarla in ospedale" disse Sberla addolorato,  "non preoccupatevi, pensero' io a lei diro' che e' mia sorella e che e' stata ferita mentre passeggiavamo x strada" suggeri' Amy, gli altri approvarono.
Giunsero all'ospedale ma dal furgone scese solo Amy che racconto' quanto detto e la consegno' ai medici entrando anche lei.  Hannibal, Sberla P.E. e Murdock restarono nel furgone con lo sportello aperto: tutti tacevano, il colonnello fumava, P.E guardava nel vuoto e il capitano singhiozzava sulla spalla di Sberla che non diceva niente ma aveva anche lui le guance rigate di lacrime, d'un tratto Hannibal scese dal furgone, Murdock lo raggiunse:  "colonnello, e' tutta colpa mia"  disse abbracciandolo  "no, non e' vero, e' stato un incidente" disse ricambiandolo "se le succede qualcosa non me lo perdonerei mai"  continuo' Murdock in preda ai singhiozzi "ascoltami, NON E' COLPA TUA chiaro?" disse Hannibal scuotendolo per le spalle,  "e' come se fosse mia sorella"  disse il capitano disperato mettendosi le mani sulla faccia, Hannibal lo strinse di nuovo a se.

"ehi guardate" disse P.E, indicando l'ingresso dell'ospedale: Amy era appena uscita, e venendogli incontro disse " state tranquilli, e' fuori pericolo, il proiettile l'ha solo sfiorata provocandole delle abrasioni tra qualche giorno sara' fuori"  tutti sospirarono di un sollievo immenso, Murdock dalla felicita' non riusci' a spiccicar parola afflosciandosi su di un sedile, decisero che in un modo o nell'altro sarebbero passati a salutarla.

Erano ormai le 22 e 30, le luci dell'ospedale andavano spegnendosi,Alyson si era ripresa fin dal tardo pomeriggio (erano circa le 13 quando le spararono) aveva cenato e aveva guardato la televisione, Amy era stata un po' a farle compagnia, per fortuna i medici e la polizia credettero alla loro versione dei fatti, le doleva un po' il fianco sinistro dove era stata colpita, ma per fortuna non era nulla di veramente serio: l'avrebbero dimessa alla fine della settimana al massimo e le cicatrici se ne sarebbero andate in un mese. Chiedendosi se lo zio e gli altri sarebbero venuti e quale stratagemma avessero elaborato in tal caso, spense la luce e si volto' dall'altra parte. Rimase un po' a fissare l'oscurita' della sua stanza, d'un tratto le sembro' di percepire un movimento ma penso' di esserselo immaginato e chiuse gli occhi, pochi secondi dopo senti' dei passi e li riapri'. "sshhhh"  le sussurro' una voce familiare  "zio!"  esclamo' lei curandosi di tener la voce bassa. lui si sedette sul letto e l'abbraccio' "come hai fatto ad entrare?"  chiese.  "oh niente di speciale: ci siam travestiti da inservienti"  rispose lui lasciandola,  "tu stai bene?"  chiese Hannibal in tono preoccupato, "si certo, ma come sarebbe "ci siamo" ? non sarete mica venuti tutti, e' pericoloso, grazie per l'interessamento ma..."  fece lei.  "tranquilla siamo solo in due"  disse suo zio accennando alla sua sinistra, lei vide distintamente anche se nel buio, la sagoma snella di Murdock che le si avvicinava per poi sedersi sul letto, " beh, io ti aspetto di la', credo dobbiate parlare" disse John con un sorriso alzandosi e andando nel bagno della stanza dove c'era una finestra piuttosto grande che dava sul cortile.

  La ragazza e Murdock stettero un po' a fissarsi:lei noto' che le guance dell'amico erano rigate di lacrime, cosi gli prese il viso tra le mani e gliele asciugo', stava per dire qualcosa ma il capitano si era chinato e cingendole la vita con entrambe le braccia l'aveva attirata a se' e l'aveva abbracciata: le appoggio' il viso sulla spalla e continuando a piangere le disse " e' tutta colpa mia: dovrei esserci io qui"  lei che nel frattempo si era abbandonata a quell'abbraccio si riscosse e baciandolo prima in fronte poi sulla tempia disse "non dirlo nemmeno per scherzo! anzi, se mi avessero mancata colpendo te non so cos'avrei fatto..."   "va bene, ora non stiamo a rimuginare su queste cose, non serve" disse Murdock tirando su col naso "ti fa male?"  chiese.  "mi brucia un po' ma niente di che, tra qualche giorno passera' tutto han detto i medici"  rispose lei sorridendo.  "ora devo andare, tu riposati. ti voglio in forma quando uscirai da qui" disse lui baciandole la fronte. fece per alzarsi ma lei gli afferro' la mano  " sei come un fratello per me. lo siete tutti" disse lei d'impulso, e subito avrebbe voluto rintanarsi sotto le coperte.  "lo stesso vale per noi,"  sussurro' lui scostandole dolcemente la mano.  "buonanotte"  e si allontano' uscendo dalla finestra nell'altra stanza.

Alyson, tranquillizzata dalla visita si giro' dall'altra parte e si addormento' beatamente @Whitelady: m'e' venuto in mente adesso che avevo scritto anche questo tempo fa. ti piace?

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Capitolo 4
*** in convalescenza... ***


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Dopo una settimana di degenza Alyson torno’ a casa: ancora le dolevano un po’ i punti ma niente di serio, tra un mese sarebbe andata a farseli togliere e nel frattempo rinuncio’ ad andare al lavoro anche se si sentiva abbastanza in forze per riprendere la normale routine, ma sia lo zio che gli altri non avevan voluto sentir ragioni: “ e’ meglio che almeno due settimane di riposo te le fai, cosi ti si cicatrizza bene”  aveva replicato John alla sua volonta’ di andare al lavoro due giorni dopo essere stata dimessa dall’ospedale e anche la sua principale, Miss Birkin si era detta d’accordo,  “e poi”   aveva aggiunto P.E.  “ per ora non abbiamo missioni e possiamo tranquillamente non accettarne per un po’, non abbiam problemi di denaro”.

Cosi’ si era rassegnata alla tranquillita’ domestica e per passar meglio il tempo oltre a leggere e guardare la tv aveva cominciato a tenere un diario delle sue giornate; cosi facendo si era resa conto che la quotidianita’ da loro vissuta era ben insolita ma questo lo aveva intuito sin da quando aveva preso il treno per raggiungerli. Tanto per cominciare non avevano una residenza fissa: in media traslocavano ogni due settimane, la loro permanenza piu lunga in un posto era stata di  tre mesi, al momento erano fortunati poiche’ Sberla grazie alla sua faccia tosta e qualche imbroglio aveva trovato una villetta non lontana dal centro i cui inquilini si erano recati in Europa per sei mesi di lavoro  quindi per ora non dovevano preoccuparsi di nulla.  In secondo luogo vi era l’ansia costante del dover sfuggire a Decker e compagnia bella, Hannibal, Sberla, Murdock e P.e. ormai vi erano abituati e ci pensavano solamente quando se li trovavano davanti ma per Alyson i primi due mesi erano stati un autentico incubo specialmente la notte: era capitato che dormissero nel furgone e lei al primo strombazzare troppo forte di un’auto spalancava gli occhi pieni di panico terrorizzata  dal fatto che li avessero trovati e si rannicchiava vicino all’uno o all’altro come fosse in cerca di protezione nonostante fosse perfettamente conscia di comportarsi in maniera infantile  era piu forte di lei: il terrore che potessero catturarli e ucciderli e spedire lei in prigione l’attanagliava: come tutti gli orfani del mondo anelava per avere una famiglia, e anche se poco “convenzionali”  loro in un certo senso lo erano, in orfanotrofio non era stata male ma avere qualcuno che si preoccupava solo di te era tutt’altra cosa, comunque anche di giorno a volte se capitava che andassero insieme da qualche parte e se qualcuno per caso la guardava negli occhi temeva che li potesse denunciare.

In ogni caso era stata fortunata anche con il lavoro: la libreria era talmente grande che se anche capitava una sua assenza anche di piu settimane durante gl’incarichi dell’a-team quasi non se ne accorgevano dato che il personale era molto (una trentina d’impiegati su sei piani) e il suo contratto le permetteva di presentarsi anche saltuariamente certo, avrebbe potuto benissimo rimanere a casa da sola ma mai e poi mai avrebbe pensato di mollarli durante le missioni, ovviamente non e’ che senza di lei non sapessero cavarsela ma era la ragazza ad essere iperapprensiva nei loro confronti: “ e se vi catturano e non riuscite ad avvisarmi?”  protestava.   “c’e’ sempre il telefono sul furgone e poi un modo l’abbiam sempre trovato ..”  rispondeva suo zio.

“e se per un qualsiasi motivo anche da parte mia non riuscissimo a metterci in contatto?  E se vi catturassero senza che io lo sappia?  E se…”   proseguiva lei imperterrita finche’ un giorno Sberla esasperato l’aveva afferrata per le spalle e costringendola a guardarlo negli occhi le aveva detto:  “e se ce lo dicessi senza tanti giri di parole che ci vuoi bene sarebbe meglio…” lei dopo averlo guardato quasi con sguardo incredulo si era sciolta dalla stretta e se n’era andata in camera sua resistendo alla tentazione di tornare indietro e buttargli le braccia al collo: non era che non gli volesse bene, anzi. Ma le mancava il coraggio di dirlo apertamente  “e poi da parte loro non e’ che si sbilancino molto piu di me…”  pensava.

Il fatto era che anche Templeton era cresciuto in orfanotrofio senza i genitori quindi capiva perfettamente che la sua apprensione non era mancanza di fiducia nelle loro capacita’ ma reale preoccupazione: “tu sei stata piu fortunata di me ragazza mia: io per riscattarmi ho avuto bisogno dello scoppio di un conflitto, tu hai potuto andartene al momento della tua maggiore eta’ e ora che hai noi stai male solo al pensiero che qualcosa ci separi per sempre”  essendo il piu giovane nel gruppo prima del suo arrivo considerava Hannibal come un padre.

Quel pomeriggio era rimasta sola in casa con Murdock mentre gli altri erano usciti , ecco un’altra cosa insolita: in genere finita la missione lo riportavano subito all’ospedale ma questa volta anche e soprattutto perche’ non volevano si sforzasse troppo facendosi saltare i punti  (ma ormai era quasi guarita) decisero che quattro eran meglio di tre se fosse successo qualcosa.  Stava leggendo una rivista sul suo letto quando senti’ dei passi su per le scale e voltandosi vide l’amico sulla soglia,  “dimmi”  fece voltandosi supina  lui entro’ e ad Alyson guardandolo negli occhi venne da pensare:  “oddio.” Poiche’ aveva percepito una luce strana nel suo sguardo, la luce di chi sta per combinarla grossa… Murdock senza dirle una parola si sedette sulle sue gambe, “ come va?  Ti fa male?”   le chiese guardandola negli occhi

“no, non molto, piu che altro pizzica se me lo tocco”  rispose lei stendendo le braccia sopra la testa  “posso…?”  chiese lui sollevandole leggermente la maglietta  per guardare meglio quel taglio diventato ormai rosa chiaro e passandoci sopra lentamente l’indice,  Alyson ebbe un brivido a quel tocco ma non era dolore… Murdock le percorse con lo stesso dito e molto lentamente tutto lo stomaco terminando con un pizzicotto al fianco che la fece sussultare “ ti ho fatto male?”   le chiese preoccupato.   “no”  rispose lei sorridendo, e subito dopo percepi’ due dita che le premevano sull’ombelico   “hahahahahhaahha no”  rise prendendogli la mano nelle sue,  “a quanto pare abbiamo un punto debole”  disse lui con un sorriso birichino cominciando a  far scorrere velocemente le dita dallo stomaco alle ascelle di lei  “nohoo hahahahahaahahahah ma tu sei pazzo  ahahahaha NO LI NO” quasi urlo’ quando le dita dell’amico cominciarono a pizzicarle le cosce senza volersi fermare   “ hahahaahah  finiscila ti pregoooo”  provo’ a raddrizzarsi e a bloccarlo con le braccia ma le incessanti risate  glielo impedivano, dopo circa dieci minuti Murdock smise permettendole di riprendere fiato  “ tu sei fuori di testa”   gli disse lei ansimando leggermente.  “si lo so”  rispose lui con aria soddisfatta  togliendosi dalle sue gambe ,  “ah e’ cosi eh?”  chiese Alyson con aria di sfida mentre gli si lanciava contro facendolo atterrare di schiena sul materasso e sedendoglisi sulle gambe come aveva fatto lui poco prima

“a quanto pare le parti si sono invertite capitano”  disse lei con una luce sadica che le brillava negli occhi   “no, no non farlo per favore. Impazzirei davvero”  la supplico’ lui terrorizzato, la ragazza ridacchio’ divertita dalla paura mostrata dal suo amico, non era possibile che… comincio’  a pizzicargli freneticamente le ascelle, i fianchi le  costole e persino le gambe dalle ginocchia in su, infilandosi anche sotto la maglietta ma non era preparata a quello che vide: Murdock comincio’ a contorcersi e ridere con quella sua splendida risata contagiosa fino ad urlare  “NOOOO HAAHAHAHHAAHAHAAHAAHAH SOFFRO IL SOLLETICOOHOHOHOHOH BASTA NON CI RESISTOOOO”  dopo pochi secondi aveva gia le lacrime agli occhi e dato che non voleva fargli del male smise, alzandosi e andando verso la sua scrivania.  “e poi il pazzo qui sarei io eh?? Per poco non mi uccidi: io sono ultrasensibile”  le disse lui mentre riprendeva fiato.  “scusa, non lo sapevo”  disse Alyson riavvicinandosi al letto,  “ non fa niente, mica l’hai fatto apposta”  rispose Murdock mettendosi a pancia sotto per rilassarsi,  a quel punto lei si sedette sulle sue caviglie e tiro’ fuori da dietro la schiena la sua spazzola, e dopo pochi secondi comincio’ a strofinargliela velocemente sui piedi nudi.

Fu come se fosse stato colpito da un fulmine: comincio’ a sobbalzare ridere e piangere contemporaneamente implorandola di smettere, che lo stava torturando in pratica, lei smise per poi rituffarsi sui suoi fianchi e sulle sue ascelle tenendolo a pancia sotto, dopo un po’ smise lo fece voltare e lo abbraccio’ stretto, lui ancora frastornato ricambio’:  “ ti voglio bene capitano”  disse lei senza mollarlo  “anche io piccola… ce ne hai messo di tempo per dirlo” rispose con un sorriso.

“mi e’ venuta un’idea: perche’ non facciamo dei biscotti da mangiare dopo cena?”  fece lei alzandosi.   “perche’ no?  Hai la ricetta?”   le chiese lui facendo altrettanto.   “ma certo, l’ho letta sul libro di cucina che ho portato a casa l’altro giorno”  disse la ragazza avviandosi verso la cucina.

 

Subito cominciarono a tirar fuori farina burro uova e tutti gl’ingredienti necessari: avrebbero fatto dei biscotti alla crema pasticcera con zenzero

“…aggiungiamo il lievito e voila’”  disse Murdock atteggiandosi a gran chef: i biscotti a forma di stella luna sole e omino erano pronti sulla teglia gia oliata   “sicuro di non aver messo troppo zenzero? Guarda che c’era scritto un cucchiaino”  chiese lei levandosi il grembiule e cominciando a pulire il tavolo   “ ma no, son sicuro di averne messo la giusta quantita’”   Disse lui aiutandola. In quel momento tornarono gli altri  “ciao ragazzi”  saluto’ Hannibal,  “tutto bene?”    “ si, abbiamo fatto i biscotti”  disse la nipote   “spero piu tu che lui Alyson: io non mi fido, l’ultima volta che ha provato a cucinare qualcosa era mezza cruda”   aggiunse P.e. aggressivo, Murdock gli mostro’ la lingua   “ suvvia ragazzi non cominciate,  tutti sbagliano le prime volte ma oggi c’ero anche io”  disse la ragazza.

 

Circa un’ora dopo cenarono e alla fine  tirarono fuori dal forno i famosi biscotti.   “beh l’aspetto pare ottimo”  commento’ Hannibal.  Tutti ne presero uno, Alyson addento’ il suo: il sapore era un po’ forte ma penso’ che fosse normale, in fondo lo zenzero e’ una spezia saporita. Con la coda dell’occhio controllo’ gli altri, avevano tutti delle facce strane ma in fondo nessuno di loro era abituato al sapore piccante,  “buoni”  commento’ Sberla.  “P.e., stavolta devi ricrederti: anche Murdock ha fatto un ottimo lavoro”   “lo faro’ quando l’avro’ assaggiato”  grugni’ lui e  addento’ il suo biscotto, gli altri lo videro diventare bordeaux e bere precipitosamente un bicchiere d’acqua  “ che diamine ci hai messo scemo??” chiese lui arrabbiato.  Alyson e Murdock si guardarono: a lei sembrava che avessero seguito  la ricetta parola per parola, ma per un’istante un pensiero le attraverso’ la mente come un fulmine  “ dopo aver messo lo zenzero in polvere stendere bene la pasta con un matterello”  c’era scritto sul libro, e lei ricordo’ che Murdock l’aveva fatto si ma non abbastanza e probabilmente aveva messo troppo zenzero… “oh oh”  disse a se’ stessa vedendo l’amico scappar fuori di casa a razzo gridando che non l’aveva fatto apposta con P.E. ad inseguirlo,  lei, Hannibal e  Sberla gli andarono dietro percorrendo il marciapiede e per un attimo a ciascuno di loro sembro’ di leggersi nel pensiero l’uno con l’altro la stessa cosa:  “non cambieranno mai, ma guai se non fosse cosi’, non li abbandonerei per nulla al mondo”.

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