Tra sogno e realtà

di Parsifal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nyatri ***
Capitolo 2: *** Sean ***
Capitolo 3: *** Dentro la tua mente ***
Capitolo 4: *** L'acqua trova il mare ***



Capitolo 1
*** Nyatri ***



Questa fic è un po' diversa rispetto a quelle della serie “Mika e Angelo” ( a proposito...sono alla ricerca di un nome per questa mini-serie... avete qualche idea?).
Perché intervengono due persone completamente diverse da tutte quelle descritte fino a questo momento.
Vorrei che facciate attenzione a questi due nuovi amici, ho cercato di documentarmi per non scrivere scemenze, spero di esserci riuscita... il fatto è che li sento dentro in una maniera incredibile.
Uno è Tibetano, si chiama Nyatri e ha conosciuto Alexander e Nikolas quando sono andati in Tibet in vacanza. Un viaggio lunghissimo prima di prendere in mano gli affari di famiglia e diventare quelli che poi tutti conosciamo.
Ma visto che Alex e Niki non sono persone semplici la loro vacanza è stata diversa da quella che farebbero due giovani uomini .
Tra i paesi che hanno toccato ci sono stati appunto il Tibet e l'India.
E come non rimanere affascinati da Nyatri, un uomo che ha un passato affascinante e un presente molto misterioso?
Un uomo che riesce a penetrare nella mente altrui per poterla conoscere a fondo?Che potrebbe anche plasmarla?
Cosa che però non fa fino a che non conosce Sean, un Indiano.
Nyatri proviene dalla regione del Tsang, nell'ovest del Tibet.
Precisamente dalla città chiamata Shigatse.
Sean invece è metà Inglese e metà Indiano, ha i colori del padre, figlio di coloni Inglesi e così anche il nome, ma è cresciuto in India, nella regione del Ladakh, a Leh, 3500 mt sul livello del mare.
E' stato cresciuto nella Fede Buddista da un monaco amico della loro famiglia e quando arriva il momento di entrare in convento capisce che sente qualcosa di diverso dentro di se.
Una sensazione che nemmeno con la meditazione più profonda riesce a raggiungere.
Quando ci prova vede....acqua.
Una distesa immensa di acqua, così accetta questo viaggio in Italia per vedere se lontano da casa sua trova qualche risposta.
Sente che deve fare questo viaggio, che sarà importante per lui.
E nel momento in cui la sua mente entra in contatto con quella di Nyatry dentro di lui l'acqua si trasforma in una cascata infinita.
Chiaramente Alex e Mika aiutano i due ragazzi a guardarsi dentro per capire che cosa celano in fondo al loro cuore.
Ci sarà un po' di tutto perchè anche gli altri della banda interverranno, quindi un po' di sana volgarità con Angelo, un po' di sensualità con Mika, battutine e gelosia a raffica con Milos e Michel e saggezza con Javier.
Insieme scongiureranno un pericolo per uno di loro e...insomma. Ce n'è per tutti !!
Come avrete capito sarà lunghetta quindi la posterò a capitoli...se no non la leggerete più!!!
Che aggiungere?
Se trovate incongruenze con i Templi e l'India ditemi pure, sono disponibile ad imparare e correggere mettendo a nanna la mia sacra spada!!
Buona futura lettura e ancora auguri al mio amore.
Parsifal.

Tra sogno e realtà
 
\Nyatri\
E' la prima volta che uso un aereo per viaggiare.
Non ne ho mai avuto bisogno.
Ogni volta che deisderavo farlo pensavo al luogo che volevo visitare e mi trovavo là con il pensiero.
La mia mente e la mia anima viaggiavano così molto più velocemente di un aereo e a me questo bastava.
Venivo sommerso dai profumi, dai colori, dalle emozioni che erano attorno a me e non desideravo altro.
Ma adesso è diverso.
Adesso non ho potuto fare a meno di accettare l'invito che Alex mi ha fatto.
Un suo carissimo amico il 10 Marzo compie gli anni.
27, due più di me.
Un amico speciale, ma fin qui nulla era scattato in me.
Quando però ha detto che non era una festa quella che lui pensava di fare, ma una semplice cena, una cena particolare, però, dove avrei conosciuto Sean... ho sentito nettamente il “clic” di un meccanismo che scattava, da solo.
So chi è Sean.
Me ne ha parlato spesso nelle lettere che ci siamo scambiati e ogni volta, nella mente, lui iniziava a delinearsi.
E adesso è arrivato il momento di travarmi faccia a faccia con Sean.
Riesco ad estraniarmi da ogni cosa, chiudo gli occhi e nella mente rileggo le lettere dove Alex mi ha parlato di Mika, visto che è lui il festeggiato.
Eppure Sean torna sempre, prepotentemente, al primo posto.
E' metà Indiano e metà Eurpeo.
I suoi colori sono europei, ma solo quelli.
Tutto il resto è Orientale.
Una fusione perfetta che ha toccato anche il cuore.
Sean pratica la meditazione, è Buddista e dovrebbe entrare in convento.
Ma ha accettato di venire qui lo stesso.
Uno come lui che fa un viaggio così poco prima di chiudersi in un monastero Buddista.
Come faccio a non pensarci?
Specie con quello che sento?
Quando arriviamo a Venezia, dopo un cambio, l'aereoporto è avvolto dalla nebbia.
Non è certo molta, la visibilità è buona, ma questa leggera nebbiolina avvolge ogni cosa rendendola impalpabile.
L'umidità penetra nelle ossa.
Eppure nonostante tutto mi piace.
C'è un'atmosfera strana, antica, come di attesa.
Alex mi viene incontro con il suo sorriso sincero, cammina sicuro di se, a testa alta.
Le spalle erette eppure il suo passo è morbido.
Qui nel suo ambiente o da me in Tibet lui è sempre a suo agio.
Perchè la notte e il giorno si sono amalgamati perfettamente in lui e questo mi arriva chiaramente.
Sapevo che ci saremmo trovati davanti un'altra volta e nel momento in cui ci abbracciamo un brivido mi attraversa la pelle.
E' come ritrovarsi a casa.
 
\Alex\
Chiaramente, a causa della nebbia, l'aereo arriva in perfetto ritardo.
Anche senza nebbia non è mai stato puntuale, figuriamoci adesso.
Il ritardo è di tre quarti d'ora nonostante questa non sia propiamente nebbia, ma soltanto foschia...un po' densa.
Un bel benvenuto per Nyatri, non c'è che dire.
Mentre l'aereo atterra anche Niki mi manda un sms, per avvertirmi che Sean è arrivato a Ronchi da Roma e che stanno già tornando a casa.
Ci precederanno di un po'.
Mentre aspetto che Ny faccia la sua comparsa avverto chiara e precisa la sensazione che, appena si incontreranno quei due, accadrà qualcosa di particolare.
Che Nyatri abbia accettato di venire qui non mi ha stupito più di tanto.
Uno come lui non può non sentire quello che provo io quando accosto il nome di Sean al suo.
Ogni volta che gli scrivevo di Sean sapevo che lui, dall'altra parte del globo, avrebbe letto quelle righe e avrebbe visto con la mente tutto ciò che vedevo e sentivo io.
Non sono una persona troppo razionale.
Sono pratico e preciso, questo si.
Per gestire un albergo lo devi essere e Niki non brilla troppo in questo, ma nella vita ne ho viste troppe per chiudere la mente a ciò che non ha spiegazione razionale.
Il viaggio che ha toccato il Tibet e l'India fatto con mio fratello lo dimostra.
Non ci siamo sognati di andare in America o in altre parti ampiamente sponsorizzate da ogni agenzia turistica.
Ma con contatti che avevo e che amici mi hanno procurato ho visitato posti come la Russia, la Norvegia, la Svezia, l'Irlandia, il Tibet e l'India.
Abbiamo conosciuto persone incredibili e fra tutte Sean e Nyatri spiccavano in maniera particolare.
Solo con loro ho mantenuto i contatti.
Soltanto con loro ho scritto uno dell'altro.
Non l'ho mai fatto con nessuno.
Eccolo che arriva.
Inconfondibile.
Per essere un Asiatico la sua statura è notevole e la sua corporatura per nulla esile.
Anche i suoi capelli sono diversi da quelli degli altri orientali.
Non sono neri, ma chiari, un castano caldo, dorato che ti incanta.
Con riflessi chiarissimi.
E la cosa incredibile e che non ha parenti in Europa.
Nessuno.
Io e Niki, anche se siamo Greci, dobbiamo il nostro biondo a una nonna Italiana, del Friuli.
Ma Nyatri non ha nemmeno una goccia di sangue che non sia Tibetano.
E' vestito di chiaro, un color crema direi, che gli sta molto bene.
Anche con lui diverse teste si voltano al suo passaggio.
I capelli, chiaramente di media lunghezza, arrivano in onde morbide a sfiorare le scapole e i suoi occhi brillano, sereni.
Il loro taglio è a mandarla, inequivocabilmente, mentre il colore non è quello nero e profondo che ti aspetteresti, ma un caldo color cioccolato( al latte...) che diventa più chiaro, con sfumature verdi quando il sole li illumina o quando è felice.
Per scurirsi e diventare freddi, quasi grigi, quando è arrabbiato.
Mai visto due occhi del genere.
E' una persona che ha il pieno controllo di se stesso.
Che si conosce a fondo, che sa plasmare il suo corpo per far fronte a ciò che sono le sue esigenze.
Da lui mi aspetto qualunque cosa.
Anche che stravolga, senza neanche troppa fatica, la vita di Sean.
Perchè è propio di questo che Sean ha bisogno.
Come lui faccia a saperlo, visto che lo conosce appena e soltanto da quello che io gli ho scritto... è uno dei tanti misteri che fa di questo ragazzo un uomo da scoprire con calma e interesse.
Molto interesse.
Si ferma e appoggia le mani sulle mie spalle, sono io che lo attiro verso me per un breve abbraccio.
Che lui ricambia con calore.
Quando ci siamo incontrati c'era Niki con me e lui non sopporta che nessuno mi tocchi.
Questo ha raffreddato notevolmente ogni contatto personale perchè mio fratello arrabbiato è più di quanto io riesca a sopportare in determinati frangenti.
Però adesso che lui è a 100 km di distanza ne approfitto per fargli sentire quanto sono felice di averlo qui, con me.
Con noi.
- Benvenuto, mi dispiace per la nebbia ma qui, purtoppo, specie in questa stagione è d'obbligo...-
-Tranquillo, non è pesante e nemmeno troppo invadente.
Si fa attraversare facilmente-
Il solito, sa vedere in ogni circostanza il lato positivo ed elimina il resto.
- Sei stanco? Vuoi che ci fermiamo per un caffè?-
Ma lui scuote il capo, afferra la sua valigia e così ci incamminiamo verso il parcheggio per tornare a casa.
Mi parla del viaggio, della sensazione che gli ha fatto volare con un mezzo di trasporto.
Sorrido alle sue parole, non vedo l'ora di vedere la reazione di Angelo alle parole di Ny...e non solo a quelle.
Dalle occhiate che riceviamo anche dai ragazzi mi rendo conto che la gelosia di Angelo sarà risvegliata notevolmente in questi giorni.
Appena in macchina il mio amico mi stupisce di nuovo:
- Parlami di Mika...-
Lo guardo prima di uscire dal parcheggio... ma lui sorride rilassato, interessato davvero.
Così inizio a parlare della persona che, dopo mio fratello, amo di più.
- Parlare di Mika... è una persona speciale per me.
Non mi sono mai affezionato a nessuno così come ho fatto con lui.
Quando l'ho conosciuto stava attraversando il periodo peggiore della sua vita.
Si era spento e il dolore lo stava uccidendo.
Sono andato in Svezia,a casa sua per prenderlo e portarlo qui.
Nessuna parola che io avrei potuto dire avrebbe avuto lo stesso effetto che ha avuto quello che gli ho fatto vedere.-
-La casa famiglia...-
Sento che la voce di Nyatri si è abbassata notevolmente, sta “guardando” le immagini che la mia voce evoca in lui.
- Si, la casa famiglia di Paolo e Anna. Ti porterò da loro prima che tu vada via, hanno appena avuto una bambina.-
Fa segno di si con la testa e io riprendo, con calma, a raccontare:
-Non è da tutti riprendersi dopo un dolore così grande. Era spezzato ed è riuscito a trovare in se stesso e in chi gli stava accanto la forza per rialzarsi, per guardarsi con gli occhi di quei ragazzi che avevano attraversato l'inferno e volevano ancora credere nella vita.
Ce ne stato uno che lo ha colpito sopra tutti.
Aveva 13 anni e gli assistenti sociali erano riusciti ad affidarlo a Paolo. Era stato venduto da suo padre ad un avvocato molto noto della zona per un debito importante.
Da quando aveva 11 anni.
L'arresto fece scalpore allora e l'avvocato riuscì a scappare prima del processo. Tutt'ora è introvabile quel bastardo. Latitante, a far danni chissà dove.
Immagina quello che questo bambino aveva dovuto passare.
Eppure si legò a Mika in maniera incredibile.
Aveva la passione della rose e stava piantando dei roseti davanti alla casa padronale.
Come sai Mika non sa resistere al loro richiamo, specie quello delle rose, e guardando quel corpo piccolo e magro, pieno di lividi e bruciature mentre, piegato sotto il sole, piantava e curava le rose qualcosa si è mosso nel suo cuore.
E' stata la prima volta che non ha pensato alla sua perdita.
Adesso questo ragazzino è stato addottato da una famiglia ed è completamente felice. Mai vista una ripresa così dopo un dramma come quello che aveva vissuto.-
Non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro.
Le parole hanno evocato in me ricordi meravigliosi.
-Per la cucina dell'albergo mi rifornisco da loro, le verdure della fattoria sono le migliori e rivedere quella gente mi fa credere ancora alla vita.
Nonostante tutto.-
Arriviamo al casello di Udine, fermo la macchina per pagare il pedaggio e mi volto verso il mio amico.
Mi sta guardando e nei suoi occhi posso leggere la gioia per essere qui, accanto a me.
Per ascoltare dalla mia bocca le mie parole.
E per la prima volta sono felice di aver parlato tanto.
Quando arriviamo a casa la macchina di Niki è già al suo posto, così accompagno Nyatri nell'albergo e appena entro posso sentire i loro sguardi che ci attraversano.
Dire che ci stavano aspettando non rende bene l'idea.
Specie mio fratello.
Si alzano in piedi dalle poltroncine del salotto dove erano seduti a sorseggiare qualcosa e la presenza di Sean copre ogni altro suono, immagine o che dir si voglia.
Rimane solo l'oro dei suoi capelli, l'azzurro dei suoi occhi... e l'intensità con la quale sta guardando Ny.
Intensità ampiamente ricambiata.
Sarà davvero una vacanza indimenticabile.

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Capitolo 2
*** Sean ***


2° capitolo
\Sean\
-Buono questo vino, davvero speciale, da dove hai detto che arriva?-
Niki sorseggia con gli occhi chiusi il liquido scuro che riempie il suo bicchiere.
L'espressione è di intenso piacere.
Lo sorgeggia lentamente e Javier lo guarda con un sorriso indulgente.
Sono venuti a prendermi insieme all'aereoporto e ho avuto l'impressione di aver già visto questo giovane uomo che guardava Nikolas con molta pazienza.
A parte il fatto che io non esco dall'India, non ho mai viaggiato e non mi sono mai mosso da casa, non è che la cosa mi abbia stupito più di tanto.
Nikolas lo ha presentato come Javier e basta, ma il nome non mi ha detto nulla.
I suoi occhi sereni e fermi sono impressi nella mia anima profondamente.
So che prima o poi il ricordo tornerà, quindi lascio scorrere in me quello che provo e sorrido alla voce tranquilla di Javier:
- E' sempre quello che ho portato qui l'ultima volta, so che ti piace. Viene dalle cantine di una coppia di amici miei...-
-Peccato che non bevi Sean, non sai che ti perdi...-
qualcuno mi evita di rispondere nuovamente all'ennesima domanda sul mio non bere nessun tipo di vino.
Il rumore di una macchina che sta arrivando.
Ci zittiamo improvvisamente e il nostro sguardo si punta sulla porta d'ingresso, di nuovo la sensazione provata con Javier ma molto più forte questa volta.
Le porte della mia coscienza si spalancano, ogni percezione si amplifica e io accolgo in me l'acqua che, improvvisa, mi porta un volto che non ho mai visto ma che mi ha fatto attraversare un continente, lasciare la mia casa, capovolgere le mie certezze, mettendole perlomeno in dubbio.
Ci alziamo in piedi e Alexander viene verso di noi con un sorriso splendido sul volto rilassato.
Scambia uno sguardo con suo fratello dove c'è tutto quello che a parole non si dicono.
Saluta anche Javier e poi si volta verso la persona al suo fianco, guardandola intensamente.
E l'acqua si trasforma in pioggia violenta.
Mi sento inondato da questa pioggia che ha cominciato a cadere in me molto prima di sentire anche il suo solo nome.
Non sono mai stato attratto da un uomo fisicamente.
La mia Fede non mi ha mai fatto sentire il bisogno di qualcosa di diverso da essa.
Eppure guardando Nyatri non posso fare a meno di pensare che lui è quanto di più armonioso e bello ci sia in natura.
Nel mondo.
O almeno nel mio mondo.
E' questa la ragione della mia crisi?
E' per questo che io non sono riuscito a prendere una decisione per quel che riguarda il convento?
Alex si avvicina a me e stringe tutte e due le mie mani.
Sa che non sarei riuscito a fare altro ma il calore che mi trasmette è comunque molto grande, arriva fino al cuore e mi attraversa a metà.
Ricambio la stretta e le sue mani mi trasmettono una luce e una calma importanti per me in questo momento.
-Sapevo che sarei riuscito a farti venire qui... mio fratello non ti ha scioccato troppo con la sua guida, vero?-
Sorrido alla nota tenera che ha avuto quando ha parlato di Nikolas.
Si vogliono bene e questo è quanto di più puro ci sia attorno all'uomo.
-A dire il vero, al ritorno almeno, ha guidato Javier...-
-Ci mancherebbe, all'andata abbiamo sfiorato i 160... io ci tengo alla mia vita. Un incidente mi basta e mi avanza...-
Alex guarda minacciosamente verso Niki e l'atmosfera si riscalda un pochino.
Ma Nikolas sa come deviare l'attenzione da se, è un maestro in questo.
Infatti fa un passo verso di me e mi indica contemporaneamente Nyatri che era rimasto in sielnzio ad osservarmi:
- Sean, mio fratello è un gran maleducato, non vi ha nemmeno presentati...-
L'occhiata micidiale che Alex rivolge al suo gemello la noto appena con la coda dell'occhio.
Con una parte piccolissima di me.
Nyatri.
Un nome importante, dal passato storico di prima grandezza.
Si avvicina a me con pochi passi e io guardo il suo braccio che si protende verso il mio.
La sua mano che afferra la mia e la stringe.
Osservo quasi incantato le nostre mani, una chiara e una più scura che si toccano, che si fondono.
Sento il contatto fra noi che cresce, si amplifica.
E prende il posto di qualsiasi altra cosa.
Non è esatto dire che mi trasmette calore.
E' altamente riduttivo dire una cosa del genere.
- Sono felice di conoscerti di persona...finalmente...-
Ecco l'acqua.
E' chiara e fresca e sgorga direttamente dalla sua voce.
Sembra che ogni cosa in lui sia fatta d'acqua.
Mi avvolge e mi lascia sospeso nello spazio che c'è fra me e lui.
Ed è davvero piccolo.
-Anche io, ho sentito molto parlare di te...-
non sono fatto per le conversazioni.
Amo ascoltare in silenzio, far passare in me le parole e farle mie.
Parlare non fa per me, di me stesso poi ancora meno.
Ma ho la sensazioen che con Nyatri non ce ne sia bisogno.
E' mentre Alex versa da bere qualcosa per se stesso e il suo ospite che Nikolas fa una domanda apparentemente innocua ma che mi fa capire come i due fratelli abbiano anche loro una percezione più ampia di quello che sembrerebbe a tutti gli altri.
A quegli “altri” che si fermano alle apparenze:
- Nyatri...che nome particolare, che vuol dire?-
La voce fresca di Ny scorre in me e la sua rispota sembra diretta principalmente verso di me:
- Nyatri era il nome del primo sovrano del Tibet, il significato del suo nome in Inglese è Water.
Acqua.-
Mi fermo lì dove sono.
Senza sbattere nemmeno le palpebre.
All'improvvisono capisco ogni cosa.
Anche se mi sfugge il perché io sia dovuto venire fin qui per arrivarci.
 
\Niki\
La corrente che c'è nell'aria è palpabile e visibile a tutti.
Viene rotta improvvisamente da una macchina che entra a rotta di collo nel giardino e si ferma propio davanti all'albergo.
La voce nota di tre persone che ormai qui sono di casa segue quella delle portiere letteralmente scardinate.
Tre voci.
Questa è quella di Angelo, cupa, sempre incazzata.
Come se avesse paura a farsi vedere un po' più umano da qualcuno che non sia Mika.
Solo con Paolo abbassa la guardia... perchè Paolo è peggio di lui se ci si mette d'impegno.
La seconda voce è quella di Milos, il mio Greco preferito.
Con lui si che ci si diverte...a parte che non ci sia quel ghiacciolo del suo raga...oh no!!!
Ecco qui la terza voce, quel ghiacciolo del suo ragazzo.
Michel.
Ma...manca quella di Mika.
E dove accidenti... il mio pensiero prende forma nella bocca di mio fratello che è uscito prima di me per salutarli.
- Hei ragazzi, siete in ritardo, vi aspettavo un'ora fa almeno.
Ma...e Mika? -
Il silenzio accoglie questa frase.
Il silenzio e gli occhi improvvisamente gelidi di Angelo.
- Che vuol dire “e Mika?”Dovrebbe essere qui Mika!!
E' partito da casa nostra un'ora prima di me, io dovevo finire un lavoro alla macchina di questo idiota...-
L'idiota in questione gli lancia un'occhiataccia ma non fiata, sembra anche lui attento.
Mika doveva essere qui già da un'ora, perchè non c 'è?
Angelo prende il suo cellulare e con gesti secchi lo apre per telefonare al nostro amico.
Il suo ragazzo.
Non sono tranquillo, non è da Mika una cosa del genere.
Lui avverte sempre, anche se fa una deviazione di 5 minuti.
Conosce la portata della gelosia di Angelo e lo stuzzica solo quando è sicuro che questa gelosia porti...ripercussioni piacevoli per loro due.
Non così.
E poi... voleva davvero conoscere Sean e Nyatri, non sarebbe mai mancato al loro incontro... a meno di un cataclisma di proporzioni inaudite!
- Cazzo non risponde...non risponde!!!!
Perchè suona a vuoto sto cazzo di telefonino?-
Senza dire una sola parola io e Alex usciamo dalla porta con già le chiavi in mano.
Un'occhiata penetrante, ci voltiamo verso Nyatri che a sua volta guarda Sean e quello che vedo mi convince ad affrettare il passo: I loro occhi sono cambiati: quelli di Sean sono diventati una lastra di ghiaccio, quasi trasparenti.
Mentre quelli di Ny...bè, non ho mai visto una cosa del genere.
Hanno una sfumatura scura intorno all'iride, quasi nera.
Mentre il resto è grigio.
La loro circonferenza è blu.
Mi ripeterò ma ...mai visto una cosa del genere:
- Vengo anche io -
Lo dicono all'unisuono e si muovono nello stesso momento.
Angelo chiaramente non li degna di un'occhiata, la sua mente protesa verso Mika.
E' quando stiamo per aprire le macchine che la voce di Sean colma il silenzio innaturale che era sceso:
- E' vestito con un paio di pantaloni azzurro chiaro ed una camicia bianca?-
Angelo si volta e lo guarda, bruciandolo quasi:
- e tu come diavolo fai a saperlo?-
- allora sbrighiamoci, perchè attorno a lui vedo solo buio -
Nyatri conclude con voce tesa.
Angelo non chiede più nulla, mette in moto e parte, seguito dalla nostra macchina.
Ny e Sean si sono divisi: quest'ultimo è con me mentre Ny è con Angelo.
Scendiamo a rotta di collo dalla strada che ci porterà sulla statale mentre le parole del nostro amico girano nella mente.
Che accidenti è accaduto?
Perchè vede soltanto buio?
Che cosa vuol dire?
Domande che spero trovino una risposta immediatamente.
Non è che un'altro coglione l'ha rapito...vero?
Quello dell'altra volta l'abbiamo reso inoffensivo... ma il mondo è pieno di pazzi suicidi.
La voce tranquilla di Sean accarezza la mia mente e la calma immediatamente,
- Non è tra le mani di un pazzo. Non è tra le mani di nessuno.
Calmati e lo sentirai anche tu...-
Voglia il cielo, o chi per lui, che abbia ragione.
 
\Mika\
Il silenzio che c'è attorno a me è rotto dal battito innaturale del mio cuore.
Fa un rumore sordo, lento, che rallenta di attimo in attimo.
Quanto tempo è passato?
Quante ore?
Se cerco di aprire gli occhi vedo soltanto buio.
Oscurità totale, pesante, densa.
La testa mi fa male, pulsa pesantemente.
Sento qualcosa di denso che scivola in gola.
E' vischioso, sa di ferro.
Il mio sangue.
Se soltanto potessi ricordare quello che è successo.
Stavo andando in macchina da...non ricordo.
Non ricordo nulla maledizione.
Calma Mika, calma.
La testa sembra che stia per scoppiare.
Alex e Niki.
Stavo andando da loro, al lago.
Devo voltare la testa, altrimenti il sangue mi soffocherà.
Con una lentezza esasperante la muovo, millimetro dopo millimetro.
Riesco così ad evitare che il sangue continui a scivolarmi in gola.
Ecco, così va meglio.
Sono bloccato, non riesco a muovere nemmeno un dito.
Cerco di concentrare la mia attenzione sulle dita della mano destra per vedere se posso spostarle, lentamente cedono e si muove qualche cosa.
Un dito e poi...un'altro.
Sento qualcosa di pesante attorno al polso.
Un orologio.
L'orologio che mi ha regalato Angelo.
Angelo.
Mi sta aspettando, si starà preoccupando.
La testa.
Dio come mi fa male.
Dio.
Non ho mai pensato a te.
Non sono sicuro nemmeno di credere.
Non dopo che è morto Fabien.
Morto.
Fabien è morto.
Me la sono presa con te principalmente.
Quindi, di logica, dovrei crederci.
E adesso...adesso sono io che sto morendo.
Sto morendo?
E' questo che mi sta succedendo?
Ho avuto un incidente forse?
La macchina che correva...basta.
Non riesco più a pensare...la testa sta per esplodere.
Basta...
basta...
io non ci riesco...
io...

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Capitolo 3
*** Dentro la tua mente ***


3° capitolo
\Nyatri\
La testa mi fa così male che sembra stia per scoppiare da un momento all'altro.
Sono entrato in contatto con Mika, ma il suo silenzio è pressoché totale.
E' immerso nel buio e l'unica cosa che riesco a sentire è questo mal di testa terribile.
Ha smesso di pensare, ha smesso di fare qualsiasi cosa stesse facendo.
Ma non è morto, questo lo so con sicurezza.
O almeno... non ancora.
La sua forza vitale, la sua energia si sta spegnendo.
Così la “addormento”.
Faccio si che entri in quella dimensione che precede il sonno, oblio totale.
Non è addormentato nel vero senso del termine ma questo stato in cui l'ho immerso gli impedisce di dormire e di entrare in coma.
Nello stesso momento Sean gli sta dando un po' della sua energia.
Non c'è stato bisogno di parlarci, è bastato guardarci prima di salire in macchina.
Ancora adesso la sua mente è a contatto con la mia e io posso sentire il suo calore che esce da lui per raggiungere il corpo di Mika, mentre so che lui riesce a sentire la mia mente che ha agganciato quella del nostro amico.
Anche se non lo abbiamo mai visto c'è un'affinità così completa con Mika che poteva lasciarci sconcertati, se non fosse che ... noi lo sapevamo già.
Altrimenti non avremmo attraversato un continente per raggiungerlo.
Per raggiungerci.
Angelo è totalmente concentrato sulla guida ma la sua schiena è irrigidita.
Fa forza su se stesso per non cedere però il solo pensiero che Mika possa essere morto sta scavando nella sua anima mettendo a dura prova il suo autocontrollo.
Autocontrollo che già di per sé non è che sia molto forte.
Ricordi pericolosi cercano di venire a galla, dolore e disperazione.
Vorrei poter fare qualcosa di più per lui ma non posso, questa è una cosa che deve superare da solo.
Deve trovare in se stesso e in quello che prova per Mika la forza per credere di nuovo, per sperare che tutto andrà bene.
Solo lui può rassicurarsi, nessun'altro riuscirà a trovare le parole giuste
per far breccia nella fortezza inespugnabile che è diventata la sua anima.
Però qualcosa posso farlo.
Una cosa piccola ma che forse può alimentare la speranza che si tiene aggrappata alla sua coscienza con le unghie e con i denti.
Metto la mano sulla sua spalla e lui si irrigidisce improvvisamente, ma non gli lascio il tempo di esplodere perchè aggancio la sua mente facendogli vedere il luogo dove ho rifugiato la mente del suo ragazzo.
Gli faccio sentire, per un momento, la calma e la pace che sta provando.
E Angelo capisce, perchè le sue spalle si rilassano, le sue mani allentano la presa sul volante e un minuscolo movimento delle labbra le stende per una frazione di secondo.
Quello che basta.
- Grazie- .
Solo questo dice, fra i denti.
Ma io ho capito.
Sembra una persona troppo “solida” per credere in tutto ciò ma...io ho visto i fantasmi che albergano nella sua anima.
Ho visto il potere che questo ragazzo, così provato dalla vita, cela.
E questo mi ha fatto capire molte più cose di lui che non anni di vuote parole.
Eccolo, siamo arrivati.
- Rallenta, dopo questa curva ci deve essere una stradina a sinistra, vai lì. -
Senza dire una sola parola Angelo fa quello che gli ho detto e appena ci inoltriamo nella stradina sommersa nel verde una macchia rossa spezza l'incanto del luogo e della natura “quasi” incontaminata.
Angelo frena improvvisamente e in un attimo è davanti alla macchina rossa, seguito da Alex che frena dietro di noi.
E' un attimo, non urla, non grida, non impreca.
Sbianca semplicemente.
Si ferma davanti alla macchina che è accartocciata davanti ad un albero e sento che il suo istinto lo porterebbe a spalancare la porta per toglerlo da li dentro con la forza.
Per togliere da quella trappola mortale l'unica persona che conti veramente qualcosa nella sua vita.
Che cos'è che glielo impedisce?
Mi volto in tempo per vedere la figura di Sean che scende dalla macchina.
La calma apparente che emana mentre “parla”, in silenzio, con Angelo.
Senza smettere di dare energia a Mika.
Ho “sentito” forze più o meno forti entrare in contatto con me.
Ho sentito energie tra le più diverse agire nell'universo.
Ma mai,mai sono stato davanti a qualcosa di così grande.
In un corpo apparentemente fragile.

\Sean\
Non è semplice quello che dobbiamo fare.
Sopratutto non abbiamo più tempo.
Eppure non posso fare a meno di fermarmi per tranquillizzare Angelo.
In lui c'è un dolore così grande che mi commuove.
Se muore Mika anche lui se ne andrà.
Non riuscirà a superare anche questa perdita.
Ne ha subite troppe nella sua vita.
Quando lo sento almeno più...fermo ci avviciniamo alla macchina.
Sento le presenze confortanti degli altri dietro di noi mentre Alex chiama l'ospedale con la certezza che siamo in un posto appartato e che prima che arrivi qui passerà del tempo.
Niki, che non riesce a stare fermo ad attendere, va sulla statale per guidare fin qui l'ambulanza mentre Angelo apre la porta della macchina e...si fa da parte.
Lentamente ci lascia agire e con questo atto dimostra tutto l'amore che prova per il suo compagno.
Sa che non può fare nulla per lui se non imprecare e aspettare un'ambulanza forse inutile.
Questo suo farsi da parte vuol dire molte cose e tutte molto difficili per lui.
Ma io le riunisco in una soltanto:” mi fido di voi “.
Non permetterò che rimanga solo.
Nyatri mi aspetta in silenzio.
Attento.
Mi avvicino a lui dalla parte opposta.
Apro la portiera con cautela e osservo il corpo immoto di Mika.
Ha il volto rivolto verso destra, un evidente ematoma sulla tempia sinistra scende fin giù sull'orecchio e in parte del collo.
Dallo stesso orecchio scende del sangue.
Alzo lo sguardo verso Nyatri, sta guardando lo stomaco di Mika e vengo attraversato da un brivido: emorragia interna.
L'ambulanza non arriverà in tempo.
Sotto gli ematomi la pelle è candida, il respiro lieve, appena accennato.
Nello stesso istante, con un sincronismo perfetto, le mie mani e quelle di Ny si muovono.
Le mie si fermano sulla tempia mentre quelle di Nyatri sullo stomaco.
Per un istante accarezziamo, lievi, la pelle quasi fredda di Mika.
La sua forza è incredibile.
Sta per morire eppure la sua volontà lo tiene ancora qui.
Non vuole arrendersi, non vuole lasciarsi andare ancora.
E noi lo aiuteremo.
Chiudiamo gli occhi e al di là delle palpebre chiuse cerco di visualizzare l'ematoma.
Vado oltre la pelle, la carne, le ossa... eccolo li.
Il sangue ha formato una macchia scura coprendo ogni cosa che incontra sul suo cammino.
Come faccia ancora a respirare è incredibile.
Allora cerco dentro di me l'energia necessaria per distruggerlo.
La ascolto... ascolto lo scorrere del mio sangue, il battito del mio cuore...e la forza che si alza libera, senza più barriere.
La imprigiono alla mia volontà, la incanalo nelle mie braccia, sulle mie mani.
Le sento bruciare al calore che emanano improvvisamente.
Calore che lascio finalmente libero di uscire per distruggere l'ematoma che sta togliendo la vita di Mika.
Mika che inizia a lamentarsi piano.
Gli faccio male...ma è un dolore che dà vita.
Sente le sue cellule che si stanno rigenerando, sente un fuoco che lo sta facendo rivivere un'altra volta.
Per tutti coloro che lo amano.
Per l'unico che morirebbe senza di lui.
Finalmente anche l'ultima particella di sangue viene distrutta e il cuore di Mika torna al suo battito naturale.
Nyatri abbassa le mani in una dolce carezza, le vedo con l'occhio della mente.
Le sento con il calore che emanano.
E la voce stanca di Mika si fa sentire, bassa eppure perfettamente udibile, pronunciare l'unico nome che alberga nei suoi pensieri e nel suo cuore: - Angelo -
Nello stesso momento, con un tempismo perfetto, sentiamo l'ambulanza che arriva, il suono che lacera l'aria immota.
Apro lentamente gli occhi e osservo Nyatri che fa lo stesso,
Ci guardiamo per un lungo istante:poi abbassiamo lo sguardo sugli occhi accesi e splendidi di colui che ormai posso chiamare, senza paura di essere smentito, nostro amico.
E senza guardare l'orologio (che non ho tra l'altro) so che sono passati tre quarti d'ora.
Tre quarti d'ora per infondergli la nostra energia.
Tre quarti d'ora che a noi sono sembrati un attimo.
Senza dubbio l'ambulanza ha avuto...diciamo delle difficoltà nel trovarci.
Nonostante Niki sia sulla statale da più di mezz'ora.

\Angelo\
Quello che accade ha dell'incredibile perfino per me, anche se sono io a compierlo.
Mi faccio da parte.
Sono qui, davanti a quello che resta della macchina di Mika.
Osservo il rottame che è diventata accartocciato contro l'albero.
E non mi precipito li come tutto in me sta urlando.
Non vado lì, non apro la portiera della macchina, non faccio nulla di tutto questo.
L'incubo di cui tutti hanno paura è qui davanti a me.
Ci sono in mezzo.
Il ragazzo che ami, la persona che per tè è più importante di tutto e di tutti è in quello che resta della sua macchina.
E tu non puoi fare nulla.
Non puoi prendere a pugni il maledetto che l'ha ridotto così.
Non puoi salvarlo, non puoi impedire che accada perchè è già accaduto.
Non puoi fare nulla di nulla.
E ti rendi conto di quanto sei piccolo e insignificante.
Un puntino nell'universo.
In questo stramaledetto e fottutissimo universo.
Eppure il calore che sento provenire da quei due uomini pallidi dietro di me è così grande da scalfire il gelo che mi inchioda qui.
Se c'è qualcuno che può fare qualcosa per lui sono loro.
Loro così apparentemente insignificanti.
Loro, così forti in quel corpo tanto fragile.
Li vedo aprire la porta della macchina e i miei piedi rimangono inchiodati qui.
Potrei seguirli e restare abbastanza vicino per capire quello che sta succedendo.
Invece mi fermo qui e non muovo un solo muscolo.
Anche la macchina di mio padre era rossa.
Ma lui non era uscito di strada.
Un ubriaco li aveva presi in pieno.
Ricordo che pioveva a dirotto, io stavo osservando la pioggia che rigava i vetri della macchina.
Stavo per addormentarmi.
Quando un fulmine mi svegliò del tutto.
Non ricordo lo schianto.
Non ricordo nulla.
I miei ricordi riprendono l'indomani del funerale.
Quando ero già nella casa del giudice.
Mika è il primo essere umano da cui ho accettato un contatto fisico volontariamente.
Il primo di cui mi sono fidato.
Non c'è nessuno che è riuscito a toccare il mio cuore come ha fatto lui.
Nessuno.
Attorno a noi tutto va avanti come sempre.
Gli uccelli, dopo un primo attimo di silenzio, hanno ripreso a cantare, ritenendoci innocui.
I due che sono in macchina con Mika hanno gli occhi chiusi e le mani su di lui.
Li chiudo anche io per un istante.
Se adesso io fossi uno che crede in qualsiasi cosa potrei mettermi a invocare l'aiuto di qualcuno.
Se soltanto io ne fossi capace.
Ho smesso di credere l'attimo in cui mi sono svegliato nella camera del giudice.
Nessun aiuto mi è arrivato dall'alto.
Nessuno è venuto a tirarmi fuori da lì.
Soltanto io.
Eppure adesso, per Mika, vorrei essere capace di pregare.
Una cosa è certa: se non torna da me io perderò anche l'ultimo barlume di vita che ancora alberga nelle mie ossa.
Nel mio corpo.
E in quello che chiamano anima.
Quando riapro gli occhi lo sento.
Sento il suono della sua voce che mi chiama.
Quanto tempo è passato?
Pochi secondi?
Pochi minuti?
O delle ore?
Quanto?
La sua voce ha cancellato ogni cosa, ogni attesa, tutto quanto.
Tutto.
La sua voce che mi chiama .
Anche a questa distanza, anche se era poco più di un sussurro.
Quando il suono della sirena lacera l'aria io sono già accanto a lui, a guardare ancora quegli occhi di cielo, il mio cielo personale.
Soltanto mio.
Gli stringo le mani e avvicino il viso al suo.
Ho bisogno di sentirlo, di sentire il suo respiro sulla pelle.
E' vivo.
Ma non dimentico le persone che hanno fatto si che questo possa accadere.
I due uomini accanto a me.
Che sono appena leggermente sudati, la pelle un po' più arrossata.
Come se avessero appena terminato una passeggiata.
Alex è accanto al più chiaro dei due e lo sorregge per le spalle.
Abbasso la testa e abbozzo un sorriso.                                                        Sorriso che si fa più ampio quando Mika dice, con voce appena più bassa: - Accidenti, stai sorridendo a due sconosciuti. Dovevo schiantarmi contro un albero per vederlo -                                                                                  -Idiota - mormoro prima di abbassarmi a baciarlo sulle labbra, nel momento in cui arrivano quelli dell'ambulanza, perfettamente inutili ormai.

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Capitolo 4
*** L'acqua trova il mare ***


Ecco qui l'ultimo capitolo di questa fic che è, tra le tante che ho scritto su questa serie, la mia seconda preferita.
Qui entrano in scena anche due bambine, quelle di Anna e Paolo, gli amici di Mika e Angelo della fattoria.
La prima è un terremoto biondo la seconda un angelo di pochi mesi.
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato, nel cuore, quello che ha lasciato a me mentre la scrivevo.
Un bacio e buona lettura a tutti.

4° capitolo
 
\Mika\
Il vento leggero porta il profumo della mega torta di mele che Anna ha messo a raffreddare sulla finestra della cucina, proprio come in ogni favola che si rispetti.
E, come in ogni favola, arriva il monello che cerca di fregarne un pezzo...ma ha fatto i conti senza l'oste.
E l'oste in questione è un bellissimo cane da guardia.
Di pura razza bastarda...un po' come me insomma.
E' un incrocio di varie razze tutt'ora sconosciute e, cosa incredibile, va perfettamente d'accordo con i tre gatti della famiglia.
Si ignorano a vicenda e nessuno dà fastidio all'altro... un patto che hanno stretto quando Heater ha portato qui il cane che era ancora cucciolo, due anni fa.
Un battuffolo di peli dai colori indefiniti, mezzo affogato nella roggia.
Chiaramente Paolo provò a fare la voce grossa ...era “soltanto” il 4° cane che la mia amica gli portava vicino...ma lei e Anna fecero un'arringa difensiva, atta a sostenere la loro causa, da far invidia a qualsiasi avvocato! In fondo gli altri tre cani erano sempre in giro per i campi, questo sarebbe stato il cane di Anna.
E con questa promessa iniziò il sodalizio tra la capofamiglia e quell'ammasso di pulci strafondo.
Che divenne questo cane da guardia in eterna adorazione della sua amica umana.
Infatti, appena il monello alza la mano per afferrare la torta il cane arriccia la bocca e “sguaina” i denti con un ringhio sommesso che, per il momento, si limita ad avvisare.
E la peste in questione fa un balzo indietro scappando dalla parte opposta.
Splendido davvero, devo chiedere ad Anna di prestarmelo qualche volta!
Dalla stanza dietro di me arrivano le voci dei ragazzi che stanno preparando la cena di stasera, cena in onore di Sean e Nyatri...e di Astrid, la bambina dei nostri ospiti.
Niki e Alex sono già qui e si stanno occupando della cucina, sotto la supervisione di Anna chiaramente.
Quella è la SUA cucina e vuole avere almeno l'illusione che sia lei a fare tutto, anche se in realtà sono loro che dirigono i lavori.
Da quello che ho capito faranno un buffet freddo con ogni cibo possibile ed immaginabile, vegetariano e non.
A me invece non è permesso fare nulla.
Angelo è stato chiaro ed irremovibile, non vuole che io muova un solo dito, devo riposare e basta. E per una volta anche Anna è daccordo con lui,cosa mai accaduta prima nella storia, così mi hanno segregato qui mentre loro preparano ogni cosa. Il massimo che mi è concesso è giocare con Elisa, la primogenita dei miei amici, un maschiaccio mancato cresciuto in mezzo agli animali, una peste unica insomma, ma che ha preso dannatamente sul serio il suo ruolo di infermiera.
E' così mentre io sono qui, fasciato dalla testa ai piedi da un terremoto biondo che mi sta auscultando un piede con molta serietà, arriva il mio amore a salvarmi...o almeno spero.
Il dialogo che intercorre tra loro è davvero incredibile, mai visto il mio amore in questa versione:
- Che stai facendo, bistecca? -
Mai capito il perchè la chiama così...la bistecca in questione alza la testa senza lasciare il mio piede e gli risponde molto seriamente:
- Sto guarendo zio Mika, baccalà -
Il cosino biondo di tre anni parla già molto bene e, molto coraggiosamente, decide che ha finito la sua breve vita evidentemente... ma il mio uomo mi stupisce di nuovo perchè non si arrabbia, non muta la sua espressione ma sta al gioco e, chinandosi sulle gambe, la guarda negli occhi azzurrissimi (è il ritratto di Paolo, in effetti di Anna non ha nulla se non la cosa più evidente...):
- Ah... ma non era la testa che gli faceva male? Che c'entra il piede, bistecca ?-
Elisa ricambia lo sguardo con espressione ferma e mentre continua con il suo lavoro illumina la mente di noi poveri ignoranti in materia medica:
- Ma... baccalà! Non sai proprio nulla!! E' dal piede che partono tutti i centri nervosi... lo ha detto zia Heather quando si è arrabbiata con Milos oggi pomeriggio!
Gli ha detto che lui ha i centri nervosi nei piedi e poi gli finiscono in testa. Devo spiegarti tutto io!!! -
La risata è chiaramente d'obbligo in questo caso, ma non esplode volgare, è semplicemente soddisfatta:
- Ben detto, bistecchina, ben detto! Milos ha il cervello sotto i piedi, questo è verissimo...ma Mika è a posto, lui lo ha proprio nella testa sai...-
In questo momento esce Anna e la prende al volo per ficcarla in lavatrice...hem, nella vasca da bagno per una pulizia generale, così il dialogo intelligente ed arguto tra due che hanno la stessa età mentale termina qui.
Con una pazienza incredibile Angelo, ancora ridacchiando, mi toglie tutta la carta igenica che la peste ha adoperato per fasciarmi e ne approfitta per palparmi un pochino. Mmm... come mi era mancato!!
- Hai fatto amicizia con Elisa vedo... baccalà- mi arriva un pizzicotto nel fianco mentre un ghigno poco raccomandabile altera quei lineamenti così affascinanti...per me almeno.
E, spero per lui, soltanto per me :
- Già, quella bistecchina è tosta. Anna e Paolo hanno messo i loro geni più tremendi in quella testolina. Divertito oggi? -
Metto su il broncio che a lui piace tanto...lo so che lo fa impazzire e mi diverto a farlo quando non può reagire :
- Ti dico io... stavo per impazzire dalla noia, poi per fortuna è arrivato Alex e mi ha intrattenuto un po'...-
Come previsto fa la faccia truce e avvicina il viso al mio, mordendomi la bocca. Il resto si perde in un bacio troppo atteso...e che finisce troppo presto.
 
\Sean\
Sarebbe banale adesso pensare che è stata una splendida serata, eppure è proprio così.
Il fresco serale ci ricorda che siamo ai primi di Marzo eppure il caldo che sento dentro so che non è legato al tempo, ma a quello che ho appena vissuto. La festeggiata alla fine dormiva placida e si è svegliata giusto il tempo del meritato pasto. Due occhi grigi che avevano in sé tutta la gioia del mondo.
Sono seduto sotto il salice sulle rive del piccolo laghetto artificiale che i ragazzi della fattoria hanno costruito più di dieci anni fa e la luna piena illumina un luogo davvero incantato.
Ed è mentre sono qui ed osservo la sua luce d'argento, che si specchia nelle acque tranquille, che lo chiamo.
E' arrivato il momento di parlargli, di parlarci.
E so che non avremo bisogno di tante parole, mentre la voce del mio maestro diventa chiara in me.
Adesso che ho davanti colui che mi ha chiamato.
Colui che ho chiamato e che ha dato una risposta a tutte le mie domande inespresse. Taciute anche a me stesso.
Arriva in silenzio ed io, che sono davanti alle acque tranquille del lago, entro dentro ad altre acque altrettanto profonde, che celano misteri fino ad ora sconosciuti eppure a me noti.
Oh si, così noti da sembrare nati con me.
E forse è propio così.
Lui parla e l'acqua scorre di nuovo in me, mi circonda, mi avvolge e finalmente trovo la pace.
- Domani non tornerai a casa...-
- Lo so -
Non dico altro e anche questo è detto con un filo di voce, un tono appena appena udibile. Del resto non c 'è bisogno di alzare la voce quando è l'acqua che parla per noi.
- Mi hai chiamato con la tua domanda inespressa -
Fa un passo verso di me e io sento il suono così amato che scorre con violenza in me
- Con la voce del tuo silenzio -
Adesso mi sfiora e io annego in lui
<-.. e con la tua luce -
Mi appoggio a lui.
Finalmente l'acqua smette di scorrere, finalmente trova il suo mare dove lasciarsi andare.

\Nyatri\
E' uscito con Mika mentre io ed Alex stavamo parlando , dopo una giornata di serenità e tranquillità.
I giorni, passati insieme a quelli che sono diventati i nostri amici, rimangono preziosi come perle appena scoperte, ma che riposano al sicuro, nell'ostrica, in attesa di venire alla luce.
Non abbiamo fatto turismo, del resto non è per quello che siamo venuti qui.
Abbiamo atteso che Mika uscisse dall'ospedale andando a trovarlo ogni momento della giornata, facendoci addirittura cacciare dalle infermiere mentre noi imparavamo a conoscere chi ci stava attorno andando dentro le parole e guardando oltre gli occhi.
E così abbiamo scoperto la follia di Milos che cela un animo nobile e profondo, blu come la profondità del mare, il suo mare personale, Michel.
Michel che scava dentro con i suoi occhi apparentemente freddi, così avvolgenti e caldi in realtà.
Abbiamo scoperto la passione di Angelo, quella passione celata sotto una ruvida scorza, quella passione che si chiama Mika.
Ha messo tutto se stesso in quella che non è una relazione ma, semplicemente, la sua vita.
E ogni volta tra me e Sean non c'era bisogno di parole, bastava un semplice sguardo, il pensiero che si incatenava per un attimo, il tempo che serviva per fare un'altro passo l'uno verso l'altro.
Questa serata l'abbiamo passata in uno dei luoghi dove senti maggiormente la forza dell'amore. Qui, tra ragazzi e bambini che hanno passato l'inferno sulla terra e sono riusciti a superarlo grazie all'amore di chi crede ancora.
Crede all'umanità di quell'uomo che fa di tutto per uccidere la speranza. Non importa il nome che tu gli dai, se tu hai la Luce in te riesci a trasmetterla sempre.
Ovunque.
Con chiunque tu abbia davanti.
E con questi ragazzi è così che è stato.
Quando Mika ha portato Sean al lago ho capito che era arrivato il momento giusto e il luogo, alla fine, lo aveva scelto Mika. E con quello che c'è stato tra noi è del tutto logico.
Chiaramente la nostra logica, non quella che usa l'uomo per allontanarsi dalla verità.
Esco nella notte profumata e senza esitare vado verso il lago, mi chiama la sua voce.
Seguo il suo suono, il mio nome che si allarga tra le pieghe della mia mente e ne prende possesso.
Il suo timbro caldo, basso.
Appena sussurrato.
E quando il grande salice si fa dinnanzi eccolo li, appoggiato al suo tronco, con gli occhi chiusi.
Li apre e mi guarda.
Guarda l'acqua che scorre in me libera dal momento in cui sono venuto nel mondo.
Attimo esatto in cui ho iniziato ad attenderlo:
- Domani non tornerai a casa -
lo dico con tranquillità.
Non tornerà a casa sua, sarà un'altra la casa che l'accoglierà:
- Lo so -
la sua voce è come musica e come musica scivola in me riempendo di note il nostro presente:
- Mi hai chiamato con la tua domanda inespressa -
Faccio un passo ulteriore verso di lui e vedo le sue palpebre abbassarsi e alzarsi, la luce che illumina il suo sguardo e lo rende puro, incontaminato:
- Con la voce del tuo silenzio -
Quel silenzio che tra noi prende corpo e che ci unisce ancora di più.
Ancora un passo e lo sfioro, avvolgendolo con me stesso, mentre lui sospira piano:
-... e con la tua luce -
Si adagia su di me e io alzo le braccia per tenerlo nel mio cerchio, per farmi illuminare da lui.
Finalmente l'acqua tace trovando la sua foce, riversandosi nel mare del silenzio che cresce in noi.
Sento le sue braccia che mi avvolgono, chiude gli occhi e alza il viso verso il mio, accogliendo la mia bocca che mai si era posata su nessun'altra.
Così come la sua mai aveva accolto qualcuno.
Ci siamo attesi, certi di non essere delusi.
Consapevoli che accanto a noi mancava la ragione prima della nostra vita.
E adesso che ci siamo finalmente trovati non sarà certo una distanza temporale a dividerci.
Nessuna forza di questo mondo riuscirà a farlo.

\Mika\
Eccoli lì, finalmente uniti.
Li lascio soli dopo essermi accertato che nessuno li disturbi e appena mi volto incontro lo sguardo attento del mio amore che mi sta osservando a pochi metri da me.
Accidenti, ha imparato ad essere silenzioso...non l'ho sentito affatto.
Mi scruta attento e io sorrido avanzando verso di lui con pochi, semplici passi.
Mi afferra per un braccio facendomi finire contro il suo corpo mentre con la testa indica il salice che si scorge in lontananza:
- Hanno scoperto il nostro posto...-
Un sorriso affiora sulle mie labbra...la prima volta che abbiamo fatto l'amore:
- Cos'è quel sorrisino malizioso, Mika?-
Sussurra sulla mia bocca prima di baciarla e affondare in me in profondità.
- Eri convinto di essere tu il padrone tra noi...- chiaramente non mi fa continuare, mi morde leggermente la gola per poi leccare con avidità il morso e dice sulla pelle, accendendola di mille brividi:
- Ma io SONO il padrone, ti ricordo chi è che ha legato chi al letto quando sei tornato dalla Spagna così...acceso...-
Oh si, eccome se lo ricordo. Ho comprato apposta la corda, amore mio...
Ma gli lascio credere di avere il controllo su di me.
E mentre lo trascino in un posto isolato e tranquillo per continuare la nostra...discussione il mio pensiero torna per un attimo al momento in cui sono emerso dal buio nel luogo in cui Sean mi aveva mandato, il giorno dell'incidente.
Non ho mai provato una pace come quella, una gioia così profonda.
Eppure quando la loro energia mi ha richiamato qui non ho esitato.
Il viso di Angelo ha preso il posto di qualsiasi cosa.
Li ringrazio mentalmente mentre lo distendo sull'erba scivolando su di lui.
E per un secondo, il tempo di incollare la mia bocca su quella del mio uomo, il rumore dell'acqua prende il posto di qualsiasi cosa.
Sembra avvolgermi, forte, sempre più.
Per poi lasciarmi così com'è venuta.
Mentre sto annegando nelle profondità del mio amore, avvolto tra il sogno che ho vissuto e la realtà che sto vivendo.
E chi può dirlo qual'è veramente il sogno e quale la realtà?
FINE

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