The Vampire Silence

di LaurieKey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuova vita ***
Capitolo 2: *** Diversità ***



Capitolo 1
*** Nuova vita ***


 

Ormai sarà la terza città che cambio,nell'arco di due anni. Sono abituata a lasciare quei pochi amici che mi trovo in ogni nuovo posto,sono abituata a ricrearmi una vita,sono abituata a vedere mia madre soffrire per ogni uomo che la usa e poi,quando sembra che tutto vada bene,ecco che sorge il dilemma. “Questa volta sarà diverso” mi disse prima di impacchettare la nostra roba di andare via da Seattle verso una cittadina molto simile. Neah Bay porta la presenza di 2000 abitanti,c'era una scuola il che bastava a mia madre. Non molta gente,la scuola per me,paese piccolo,lo stretto indispensabile quindi.

Il viaggio durò circa 5 ore e un quarto,ci fermammo diverse volte per fare rifornimento e per mangiare. Eravamo in viaggio dalle otto del mattino,infatti quando arrivammo a casa ero alquanto stanca. Mamma aveva comprato una villetta modesta,bianca con un piccolo giardino avanti e un posto auto,giusto per la nostra Ford Focus grigio metallizzata.

< < Mamma? > > cercai di attirare la sua attenzione senza successo. Sospirai e scesi dall'auto aprendo il bagagliaio. Presi la mia valigia e le altre due mie piccole borse e salì nella mia stanza. “Carina” pensai subito entrandoci. C'era già il mio letto e tutto il resto della mia roba,l'unica cosa che la rendeva poco graziosa era il fatto che i colori dei muri erano opachi,scuri. Tutti di un viola spento che ogni tanto veniva ravvivato da delle leggeri spruzzate di brillantini rosa. “questa doveva essere la stanza di una bambina sui 10 anni. “ pensai notando degli adesivi di Barbie su gli interruttori della luce. Comincia a sistemare la mia roba nei cassetti e nell'armadio a muro,del quale disponeva la mia nuova stanza. Attaccai qualche poster qua e là,giusto per renderla più. . . Mia. Misi i miei pochi trucchi su uno scaffale,vicino alla scrivania,sulla quale posai il mio portatile e sistemai la mia lampada. Sul comodino vicino al mio letto,posai il carica batteria del mio cellulare e una foto di me e mia madre insieme ad una gita di qualche anno prima.

Dopo aver sistemato tutte le mie cose scesi di sotto. Andai direttamente in salone per vedere com'era il luogo in cui avrei passato la maggior parte del tempo nei miei week end a venire.

< < Emily,vieni qua! > > mi urlò mia madre dal giardino.

Andai da lei e la vidi che stava fissando un batuffolino nero,peloso,tenero,di fronte a lei.

< < Dimmi > >

< < Guarda qua. > > indicò il gatto nero ai suoi piedi.

< < E' ancora un cucciolo. . . avrà bisogno di attenzioni e cure,teniamolo. > > le chiesi prendendo tra le braccia il micetto.

< < Va bene > > sorrise lei. < < Ma come lo o la chiamiamo? > >

< < Prima di tutto vediamo se è maschio o femmina > > risi e notai che era una femmina. < < Visto che è femmina che ne dici di chiamarla Strange ? > > le chiesi avvicinando il muso del gatto alla mia guancia.

< < Vada per Strange,vai a farle un bagno così sarà bella pulita. Io vado a preparare la cena > > disse rientrando in casa.

Feci lo stesso e salì su in bagno,aprì l'acqua e cominciai ad insaponare la piccola gatta che faceva le fusa ad ogni mia carezza.

Finito di fare il bagno alla piccola,l'asciugai e le misi al collo una mia collana che usavo da piccola e la lasciai libera di girare per casa,mentre io mi andai a mettere un po' al computer e andai a visitare il sito della mia nuova scuola. Il solito edificio,cupo e noioso.

< < Emi,scendi è pronto! > > mi chiamò mia madre dalla cucina. Scesi e cominciai a mangiare.

Come al solito,nessuna conversazione,nemmeno una parola. Finimmo di cenare e andai in camera mia e mi buttai sul letto. Mi addormentai in un batter d'occhio e senz'accorgermene arrivò subito mattino. La sveglia suonò e io fui costretta ad alzarmi. Mi avvicinai all'armadio dal quale tirai fuori una maglia nera con dei pantaloni di jeans da mettere sotto con le solite Converse nere e bianche. Poggiai i miei abiti sul mio letto e andai in bagno a darmi una risciacquata e mi pettinai la mia chioma di capelli neri. Tornai in camera,indossai la roba appena scelta e mi avvinai allo specchio,un leggero strato di ombretto nero lo feci posare sulla mia palpebra e un po' di mascara lo misi sulle mie lunghe ciglia e per finire un po' di gloss per le labbra. Misi un quaderno,un diario e un astuccio nello zaino e scesi di sotto. Presi il capotto e le chiavi della mia macchina -arrivata ieri sera grazie a mia zia- e andai a scuola.

Arrivai di fronte a quell'edificio che mi faceva ribrezzo solo a vederlo,parcheggiai la macchina e mi avviai all'entrata. Cercai la segreterai senza ottimi risultato,c'erano tanto di quegli studenti e,essendo bassina,la mia visuale era ridotta.

< < Cerchi la segreteria? > > mi chiese una voce alle mie spalle. Mi voltai e di fronte a me avevo un ragazzo bello,alto,con i capelli neri e gli occhi di un azzurro quasi penetrante,le labbra sembravano disegnate e mi sorrideva. Mi feci coraggio e gli risposi.

< < Sì,sono nuova. . . > > dissi timidamente.

< < Ah,tu sei Emily Sparks? > >il sorriso sul suo volto divenne sempre più ampio. Aveva dei denti bianchi e perfetti.

< < Sì > > gli sorrisi mettendomi una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio.

< < Vieni,ti accompagno in segreteria > > mi affiancò e mi fece strada verso la segreteria. Tutti mi guardavano come fossi un mostro,avevano gli occhi sgranati,fissi sulla mia figura che si muoveva con quel ragazzo a dir poco fantastico al suo fianco.

Ma aspetta,non stanno guardando me,guardano lui!” pensai sospirando di sollievo.

< < Siamo arrivati > > disse fermandosi davanti alla porta. < < Se vuoi ti aspetto fuori,siamo nella stessa classe. > > continuava a sorridermi,un sorriso che mi lasciava spiazzata ogni volta che lo mostrava.

< < Ehm. . . sì grazie! > > entrai nella stanza e mi avvicinai al bancone al quale c'era una donna sulla cinquantina che mi guardava sorridente.

< < Eccoti arrivata Emily,questo è il tuo foglio degli orari di tutte le lezioni. Per qualsiasi cosa vieni pure a chiedermi! > > sorrisi ed uscì dalla stanza. Lui era ancora lì ad aspettarmi. Mi avvicinai e lo guardai. “non so il suo nome. . . “ pensai cominciando a camminare verso la classe nella quale avrei avuto biologia.

< < Mi chiamo Jared Collins. > > disse guardando avanti,continuando a camminare.

< < Tanto piacere! > > risposi.

< < Questa è la classe > > rispose freddamente mostrando la stanza nella quale avrei passato le prossime tre,infernali,ore.

Entrai tranquillamente subito dopo di Jared e mi avvicinai alla cattedra. Il professore mi sorrideva e mi diede gli appunti delle ultime lezioni e mi andai a sistemare al banco accanto ad una ragazza. Era bionda e aveva gli occhi verdi,le ciglia dipinte con il mascara,le labbra e delle guance rosa. Si voltò verso di me e mi rivolse un semplice sorriso che mi mandò in tilt.



Spero vi piaccia questa nuova storia e spero anche di ricevere molti commenti :)
a presto.
LaurieKey. 

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Capitolo 2
*** Diversità ***


Ripensai a quegli occhi tutto il pomeriggio dopo essere tornata a casa da scuola. Ripensai a quelle labbra sottili che si distesero in un bellissimo sorriso. Ripensai alla sua voce suadente che mi parlava,che si presentava per fare conoscenza, alla mia mano che stringeva la sua e quel tonfo al cuore quando la vidi andare via con un ragazzo. Era alto,magro,con i capelli biondi e gli occhi dorati,la sua pelle sembrava fosse stata presa da una statua di cera,era perfettamente bianca. La sua mano stringeva quella minuta e sottile che,un attimo prima,aveva avuto un contatto con la mia. Volevo chiederle se era fidanzata,quanti anni avesse,dove abitasse,se si era trasferita anche lei perchè vedevo che in classe quasi nessuno parlava con lei. Ero decisa a farle tutte le mie domande il giorno dopo a scuola,quindi andai presto a dormire anche se non riuscivo a prendere sonno,la pensavo e ripensavo,chissà cosa stava facendo. Tra mille pensieri e fantasticherie mi addormentai e mi sveglia la mattina presto alle 6 AM. Mi andai a lavare il viso e tornai in camera alla ricerca di un maglietta che non fosse troppo sgualcita o cupa. Trovai una dolcevita bianca con qualche schizzetto nero sopra,sotto ci abbinai dei jeans neri un po' scoloriti e le solite converse. Mi sistemai i capelli in una coda di lato e misi un po' di matita nera e mascara. Scesi di sotto e mi preparai la colazione e misi nella ciotola di Strange dei croccantini per gatti e ripresi a mangiare il mio latte e biscotti. Appena ebbi finito di nutrirmi uscì di casa e andai a scuola. Il tempo fuori era cupo,il solito cielo grigio e la solita e snervante pioggia. Arrivai a scuola molto presto così scesi dall'auto e decisi di aspettarla. Arrivavano auto su auto ma la sua non si vedeva,fino a quando,erano le 7:50 AM e vidi la sua bellissima mini rossa are capolino nel parcheggio. Vide che c'era un posto libero proprio accanto alla mia Ford e lo occupò. Scese e mi saluto con un sorriso ancora più bello di quello del giorno prima. Mi venne vicino e mi abbracciò,il mio cuore batteva ad una velocità smisurata,la testa mi vorticava e lo stomaco ormai aveva perso il controllo,tremavo,tremavo troppo,queste sensazioni sparirono subito quando lei si staccò da me e mi rivolse la prima e dolce parola della giornata.

< < Ciao Emi! > >

< < Hey Samantha > > sorrisi sentendo di essere appena arrossita.

< < Allora,che ne dici di entrare? Fa un po' freddino qua fuori > > sorrise.

< < Oh.. certo. Sìsì certamente! > > esclamai incamminandomi verso l'entrata della scuola.

< < Non così veloce però > > rise e rallentai il passo.

< < Oh scusa.. ieri ho visto che eri in compagnia di un ragazzo > > sorrisi < < per caso state insieme ? > > chiesi imbarazzata. Lei scoppiò a ridere e mi guardò dritta negli occhi.

< < No, è mio fratello maggiore insieme a Jared. Siamo in tre figli in famiglia. Io,Jared e Luke,il ragazzo con cui ero ieri > > stavo quasi per sospirare di sollievo ma non volevo farle capire quanto mi fossi tranquillizzata.

< < Pensavo fosse il tuo ragazzo. . . > > proferì a bassa voce,quasi impaurita.

< < Nono,tranquilla. A me non piacciono i ragazzi > > disse tranquilla. Spalancai gli occhi a quella sua affermazione. < < Cioè sì,mi piacciono ma adesso provo più interesse verso le donne > > continuava a sorridere guardandomi sempre fissa negli occhi.

< < Oh.. capisco.. quindi sei bisessuale ? > > chiesi balbettando.

< < Sì! E tu? > > “E io? E io cosa? Mi piaci tu cazzo. Sei così bella,perfetta,simpatica e i tuoi occhi mi mandano sulle nuvole,il tuo sorriso mi fa morire e le tue mani delicate che sfiorano le mie sono la goccia che fa traboccare il vaso.. “ pensai mentre lei aspettava una mia risposta.

< < Mi piace una persona ora. > > dissi solamente quello notando che eravamo già arrivate in aula e ormai il professore sarebbe dovuto arrivare a momenti. Prendemmo posto e chiudemmo lì la conversazione.. “ spero proprio di non riaprila”.

Le ore passarono tranquillamente e velocemente,la mia unica salvezza fu quando sentì la campanella che,segnava la fine delle lezioni del mattino, suonò e tutti andammo in mensa. Cercai con lo sguardo Sam ma non la vidi. Sospirai e presi una mela e un panino al prosciutto e andai a sedermi da sola in un tavolo infondo al grande stanzone che ospitava tutti gli alunni della scuola. Mangiai tranquillamente il mio pranzo speranzosa di vederla entrare da quella porta,con la sua camminata da modella e venire verso di me ma,l'unica cosa che i miei occhi scorsero era suo fratello Jared che mi sorrideva e mi salutava con la mano. Gli sorrisi a mia volta e lo invitai a sedersi accanto a me,in pochi secondi lui era già lì vicino a me che mangiava un piatto di pasta al pesto.

< < Hai conosciuto mia sorella > > sorrise

< < Sì,è molto simpatica. > >

< < Lo so,ma attenta,chi va con lo zoppo impara a zoppicare > >

< < Cosa intendi? > > chiesi non afferrando il concetto della sua frase.

< < Lo capirai presto. Ora devo andare > > mi saluto con soltanto un sorriso e se ne andò.

chi va con lo zoppo impara a zoppicare? Cosa diamine intendi Jar! “ continuai a pensare a quella frase tutto le ore successive senza trovare una spiegazione,mi concentrai talmente tanto che finirono le lezioni e me andai a casa. Lei non era tornata,non c'è stata il pomeriggio a scuola quindi,la giornata era finita abbastanza male. Sbuffai e salì in auto e mi diressi verso casa mia,dove mi aspettava una gatta da lavare,trentaduemila faccende da svolgere e i compiti di biologia,psicologia e letteratura da fare per il giorno successivo. Arrivai nel vialetto di casa,parcheggiai e mi preparai psicologicamente per l'inferno che avrei subito a breve. Mi feci coraggio ed entrai in casa e cominciai a lavorare. Finì giusto in tempo per cenare e subito dopo andai a buttarmi sul letto dove mi addormentai in davvero poco tempo. . E quella notte,la sognai. 

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