at the bottom of the ocean.

di smileyislove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Start of something new. ***
Capitolo 2: *** I don't wanna be ***
Capitolo 3: *** Changes? ***
Capitolo 4: *** One man show. ***
Capitolo 5: *** She's not there. ***
Capitolo 6: *** this is the finish line. ***



Capitolo 1
*** Start of something new. ***


PROLOGO.
Era un il 12 settembre precisamente. Erano passati 3 mesi e 6 giorni al giorno più brutto della vita di Sophia ed era proprio ora di voltare pagina. Infatti proprio quel giorno lei e la madre erano in macchina ascoltando una qualsiasi stazione radio e con i finestrini abbassati. Ed eccole lì. Arrivate nella città che le avrebbe cambiato la vita. Benvenute a New York! La città che Sophia aveva sempre sognato. Lei e la madre abitavano a Londra da sempre. Ma grazie ad una promozione lavorativa dovettero trasferirsi a New York. Da un lato era un bene ma dall’altro non volevano lasciare la città che teneva i loro più bei ricordi e segreti ancora non svelati. Scesero dalla macchina e iniziarono a prendere il resto degli scatoloni che c’erano. E poco dopo varcarono la porta della loro nuova casa. I mobili erano già tutti lì e mancava solo disfare gli ultimi scatoloni che contenevano vestiti e fotografie. Sophia salì nella sua nuova stanza e si stese sul letto. Era una di quelle ragazze che non parlava molto delle proprie emozioni, preferiva infatti di parlare di quelle degli altri. E se casomai raccontava quello che provava era perché era proprio arrivata al capolinea. 15 anni, capelli castano chiaro, occhi castani, alta 1 metro e 60, e non molto magra. Beh secondo lei non era molto magra. Eccola sdraiata sul quel letto accanto alla finestra a pensare. Come sempre del resto. Ma una voce interruppe quei soliti pensieri "ehy tu! Vai subito a dormire perché domani ti aspetta una grande giornata!" disse la madre, e subito dopo chiuse la porta. Sophia si mise di fretta il pigiama e si coricò. Domani sarebbe stato il suo primo giorno nella West New High School!

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Capitolo 2
*** I don't wanna be ***


1. i don't wanna be
La sveglia suonò ma Sophia non ci aveva fatto caso e continuo a dormire per una buona mezz’ora. Quando si sveglio scese di corsa sotto e sua madre già non c’era più. Le aveva lasciato un biglietto sul tavolo della cucina accanto ad una tazza di latte con scritto “non c’è proprio verso di svegliarti eh? Io sono già a lavoro, e tu sbrigati! A stasera, mamma.” Salì subito in camera e si mise i primi jeans che trovò abbinandoci una maglia. Prese la borsa con i libri, che fortunatamente aveva preparato la sera prima, ed uscì di casa. Fortuna che la scuola era a soli 10 minuti da casa sua! Arrivata a scuola non c’era più nessuno per i corridoi. Corse verso la sua classe sperando di non essere troppo in ritardo. Entrata in classe sbattè la porta per la fretta e tutti i ragazzi si girarono verso di lei ridendo. Il professore di inglese, che stava spiegando, quando la vide la fece accomodare nell’ultimo posto rimasto in terza fila, e continuò la sua noiosa spiegazione. Una ragazza accanto a lei le bisbigliò «la sveglia non ha suonato eh?» Sophia rise «si,esatto.» disse. «Comunque piacere, io sono Samantha, ma tutti mi chiamano Sam.» disse la ragazza. « Piacere Sam, io sono Sophia!» ma vennero interrotte dal professore che le aveva riprese. Finalmente arrivò la ricreazione e per fortuna che c’era quella ragazza che le faceva da guida perché quella scuola era enorme. «quindi, da dove hai detto che vieni?» le chiese, «londra» rispose Sophia. «mmmh, londra. Non ci sono mai stata ma dicono che è fantastica!» «sisi, lo è!» nel frattempo entrarono in mensa e presero un vassoio aspettando il loro turno. «E cosa ti porta qui a new york?» le chiese Sam «mia madre ha ricevuto una promozione lavorativa qui.». Presero quello che preferivano e seguì Sam che si dirigeva in un tavolo in mezzo alla mensa. Erano più o meno una ventina solo in quel tavolo. «Ciao amore» disse un ragazzo di quelli vedendo che si stavano avvicinando. Ovviamente si riferiva a Sam, infatti quando si sedettero al tavolo Sam gli diede un bacio. «Tesoro, questa è una mia nuova amica, è nuova e si chiama Sophia. Sophia è Joe, mio ragazzo nonché playmaker della squadra di basket!». Adesso si spiegavano tutte quelle persone a quel tavolo. Cheerleaders e giocatori di basket. «Piacere Sophia.» disse nel frattempo Joe con un grande sorriso. Poi indicò alcuni degli altri giocatori «loro sono i miei fratelli Nick e Kevin Jonas» disse poi. «E le femmine che vedi sono le nostre cheerleader che tiferanno per noi nel nuovo campionato. E Sam è il capitano.» Sophia rimase un po’ sorpresa «wow» le uscì solo questo dalla bocca. Ed il primo giorno di scuola era passato. All’uscita c’era Sam che bloccò Sophia e dietro c’erano Nick e Kevin che limonavano con delle sconosciute. «ehy Sophia! Ti va di venire a casa mia oggi pomeriggio? Passiamo un po’ di tempo assieme.» Sophia era incerta su cosa rispondere. «d’accordo» disse infine. Almeno si sarebbe fatta nuovi amici. Sam salì nella moto di Joe salutandola. Sophia aveva capito che sarebbe stato un anno un po’ diverso!
«Bastaaaaa!» gridava Sam ridendo mentre Joe le baciava il collo. «che c’è? Non ti va di farlo?» le chiese joe «ma se l’abbiamo fatto un minuto fa Joseph! E poi sai che non posso. Fra qualche minuto verrà quella ragazza, Sophia.» rispose. Joe si sedette sul divano «Sophia? Come mai tutto questo attaccamento? Hai qualcosa in mente?» chiese Joe curioso. «No, assolutamente. Anzi, vorrei farmi almeno un’amica. Ormai tu mi conosci da quanto? 10 anni forse? E sai che apparte una volta all’asilo non ho avuto un’amica a causa del mio..atteggiamento. e adesso ho la mia occasione.» disse mentre si rimetteva i vestiti. Joe la fissava «ma perché proprio lei? La conosci a malapena.» «proprio perché è nuova e non conosce il mio..passato.» Joe non rispose ma capì che per lei era molto importante. Amava Sam dal primo giorno delle elementari e anche se la loro era una storia ‘aperta’ sapeva anche che era il suo unico amore. E pensava che un’amica le avrebbe fatto bene. Perciò senza ribattere si rimise la camicia e le diede un bacio sulla guancia. «Divertiti piccola, io vado agli allenamenti. A stasera.» lei gli sorrise «okay» rispose. Nel frattempo a casa di Sophia la madre le chiedeva «e chi sarebbe questa Sam?» «è una ragazza che ho conosciuto oggi,mamma. E’ anche capitano delle cheerleader e se diventassi sua amica potrei integrarmi meglio nella scuola!» disse Sophia con già la giacca addoso. «ok, va bene. Ma torna verso le 7 che poi dobbiamo uscire. Ricordi vero?» Sophia annuì «grazie mamma.» disse dandole un bacio sulla guancia. Arrivata a casa di Sam suonò il campanello e la ragazza corse ad aprire la porta «Sophiaa! Entra entra.» la ragazza sorrise e sophia si accomodò. «Ma che bella casa!» «grazie, mio padre lavora in banca e ci possiamo permettere questo tipo di case» disse, poi risero assieme. «e tua mamma invece?» chiese Sophia togliendosi il giubbotto. «Mia madre è chissà dove nel mondo. Ha lasciato mio padre quando avevo 6 anni.» disse Sam prendendo un piatto dal frigo. «Oh, mi dispiace.» Sophia nel frattempo si era seduta in una di quelle sedie dell’isola della cucina. «Tranquilla!» rispose Sam. «Guarda qui cos’ho preparato!» disse cambiando argomento. Tolse il tovagliolo che c’era sopra «Oddio ma come facevi a sapere che i brownies erano il mio dolce preferito?» disse Sophia spalancando gli occhi. Sam rise «perché sono anche il mio!» risero entrambe tra un brownie e l’altro. Poi Sophia si alzò e chiese «Ehmm.. il bagno dov’è?» «terza porta a destra.» rispose Sam. Sophia si avviò e Sam nel frattempo, incuriosita guardo il bellissimo blackberry nero di Sophia. Rimase però più colpita dallo sfondo: una bimba ed un uomo che la teneva. Nel frattempo Sophia usciva dal bagno e vide Sam che guardava quella foto «che fai?» le chiese. Sam si girò verso lei «niente, guardo questa foto. Chi sono?» «siamo io e mio padre» disse Sophia guardando altrove. «Gli vuoi molto bene vero?» Sophia si sedette di nuovo sulla sedia accando a Sam «Gliene volevo moltissimo, come lui ne voleva a me.» Sam la guardò e l’abbraccio «Capperi, scusami Sophia..non avevo capito…che stupida!» Sophia fece un mezzo sorriso «non preoccuparti! È successo un po’ di mesi fa ed ancora non ho molta voglia di parlarne.» «sisi tranquilla» rispose Sam. Cercò poi di cambiare discorso e per il resto del pomeriggio passarono le ore a ridere e scherzare. Sam non aveva provato niente del genere prima d’ora e si sentiva.. felice. Molto più felice che andare con il primo che passava quando Joe non c’era. Si fecero le sette e Sophia si avviò alla porta «devo andare..c’è..la messa per mio padre.» disse mettendosi la giacca. «oh certo, amica mia» disse Sam sorridendole. «a domani» dissero le due in coro.

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Capitolo 3
*** Changes? ***


 
 2. changes?
Il giorno dopo a scuola le cose erano un po’ cambiate. Sophia si era arrivata a scuola puntuale, come non aveva mai fatto prima, forse perché non vedeva l’ora di vivere quella giornata. Le cose lì in america erano diverse da quelle a Londra. Nella sua vecchia scuola si usava un uniforme, e non si usciva mai il pomeriggio. E non c’era nessun tipo di festa ogni sera. Ma comunque sia le mancava londra, e soprattutto le mancava perché tutti i posti le ricordavano suo padre. E adesso lì in New York era come se avesse cominciato una nuova vita senza suo padre. E la cosa la spaventava parecchio. Mise i libri che non le servivano nell’armadietto e si avviò verso la classe. Ma qualcuno la fermò. Era Joe. «ciao amica della mia ragazza!» disse Joe sorridendo «ciao a te ragazzo della mia amica» rispose Sophia. Stranamente Joe era gentile con questa ragazza, amava i suoi capelli castani. «Allora, anche tu chimica?» chiese Joe incamminandosi con lei verso l’aula «esatto!». Parlarono interrottamente per tutta la lezione e si misero anche in banco assieme «scherzi? Io amo gli horrors.» disse Sophia «wow sei la prima ragazza che conosco che li adora.» risero per tutta l’ora. E Joe capì che avevano molto in comune. «Allora…vieni a casa mia oggi?» le chiese Joe uscendo dall’aula per andare a mensa. Sophia lo guardò male «per la ricerca di chimica, ovviamente.» disse Joe con un sorrisino che non la raccontava giusta «oh sì, la ricerca, certo. Ci si vede più tardi Jonas.» disse Sophia sorridendogli «non vieni a mensa?» le chiese poi Joe «certo..poso prima questi libri. Tu inizia ad andare.» «okay» Joe le spostò il ciuffo di capelli che le erano venuti davanti. «A dopo» le disse infine facendogli l’occhiolino. A quell’occhiolino Sophia stava quasi per cadere atterra. Non le piaceva l’atteggiamento di Joe, ma era molto, troppo attraente. Ma il pensiero le andò subito via dalla mente quando pensò a Sam. Non poteva assolutamente pensare a Joe in quel senso. Sam era sua amica e non voleva ferirla. «Non dirmi che Joe ha fatto colpo per la millesima volta!» disse una voce dietro Sophia. Era nick. «c-ciao nick.» disse sophia un po’ imbarazzata. «Stai attenta a mio fratello. Non so se te l’hanno detto. Ma lui e Sam non sono proprio l’esempio di ‘bravi ragazzi’. Si fanno le corna l’un l’altro e credimi, stai attenta perché diventeresti solo una delle tante ‘amanti’ di Joe.» Sophia intanto aveva chiuso l’armadietto ma non riusciva a guardare gli occhi di quel bellissimo riccioluto. «Posso farti una domanda?» chiese poi Sophia, Nick annuì «perché stanno ancora assieme se si fanno le corna?» Nick si fermò, e così anche Sophia. «E’.. un po’… complicato. Joe e Sam si amavano, e si amano. Ma sono successe un po’ di cose e non vogliono prendere la loro storia seriamente. Ma non vogliono nemmeno stare separati.» Nick guardò Sophia «e c-cosa è successo?» chiese Sophia. Vennero però interrotti da Sam «ehy Jonas numero 3! Non importunare la mia amica» disse dandogli un pugno «non mi stava importunando» disse poi Sophia difendendo Nick. I tre risero ed entrarono in mensa. «Sai Sophia? Ho avuto un’idea.» disse Sam all’amica. Nel frattempo Nick era andato a sedersi nel tavolo e fissava Sophia. Ma Lei cercò di far finta di niente concentrandosi sull’idea dell’amica. «Che idea?» chiese infine Sophia. «Ti va di diventare una cheerleader?»

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Capitolo 4
*** One man show. ***


2. One Man Show.
«Oh andiamo Joe, studi come io ballo. Cioè malissimo!»
Sophia gli aveva ripetuto la ricerca almeno trenta volte. «Come posso fare per farti ricordare queste 5 frasi?» chiese lei «Mmmh, forse con un bacio» disse Joe avvicinandosi sempre più a lei. Lei rise nervosamente, non avrebbe retto se lui si fosse avvicinato ancora «no Joseph, scordatelo!». Lui le mise una mano sulla guancia «basta studiare, facciamo una pausa.» Sophia chiuse gli occhi cercando di resistere «si, una p-pausa. Ho fame!» disse alzandosi di scatto e dirigendosi verso la porta. Ma quando cercò di aprirla Joe la chiuse e la bloccò. «Hai davvero un bel sorriso sai?» disse Joe iniziando a baciarle il collo «Joe, finiscila.» Sophia era ferma, immobile. Non si mosse nemmeno di un millimetro. «Ma non ami Sam?» chiese lei poi «se lo merita» disse lui indifferente «perché?» «perché…perché…perché…» le diede un bacio sul naso «andiamo Joseph, lei è mia amica» joe le alzò la maglietta «ma mica lo verrà a sapere. E poi se tu fossi al posto mio faresti la stessa cosa.» Sophia non riusciva a capire il perché di tutte quelle affermazioni su Sam. Evidentemente la ragazza le nascondeva qualcosa. Ma non aveva tempo di pensarci. Joe era sceso sempre più giù con la mano e lei non riusciva nemmeno più a parlare quando le diede un bacio in bocca e ci aggiunse la lingua. E lì non ci fu più niente da fare. Insomma, Joe Jonas è Joe Jonas. Sophia si lasciò trasportare togliendo la maglietta a Joe e baciandolo sul collo. «Sai che ti dico J-Joe?» lui non rispose «Che la mia prima volta non sarà sicuramente con un ragazzo che non mi ama, ma vuole solo fare un dispetto alla sua ragazza.» joe si bloccò «sei vergine?» le chiese. Lei non rispose, girò la maniglia della porta dietro di lei ed uscì velocemente dalla stanza sistemandosi. Scese sotto e qualcuno suonò al campanello. Joe scese ed aprì la porta ignorando completamente Sophia. Sam entrò velocemente con CDs e decorazioni. Diede un lungo bacio a Joseph e poi andò verso Sophia «meno male che sei qui amica mia! Joe non ti ha detto niente?» Sophia scosse la testa e Sam si voltò verso Joe che alzò le spalle «s-stavo per farlo» Sam gli fece una linguaccia «cosa doveva dirmi?» chiese poi Sophia. Sam si rigirò verso Sophia «che stasera i Jonas daranno una festa e tu devi aiutarmi a sistemare tutto!»
Nel giro di 3 ore c’erano più di cento persone che occupavano la casa dei Jonas. Era evidente che i Jonas erano i ragazzi più popolari della scuola. Sophia era seduta tutta sola sul divano e non potè non guardare joe e sam baciarsi. Si chiedeva cos’era che nascondeva la ragazza. Ma non voleva rovinarsi la festa, così si alzò e salì sopra per andare in bagno. D’un tratto sentì qualcuno strimpellare qualche accordo in una stanza. Non potè far altro che entrare e vedere chi era. Quello che ancora non sapete di Sophia era che lei amava cantare. Quando era piccola suo padre suonava il piano e lei lo seguiva cantando. E dopo la sua morte non aveva più cantato nemmeno una nota. Aprì la porta e si trovò Nick seduto sul letto con la chitarra in mano. Appena la vide smise di suonare «era..bella» disse Sophia «grazie» rispose lui. Sophia si sedette accanto a lui «ti piace suonare?» «è una delle mie passioni preferite. Mi piace più che giocare. In effetti quello che ama giocare è Joe, Kevin ama scrivere ed io.. suonare.» sophia fece un gran sorriso «woow abbiamo qualcosa in comune Jonas» disse «anche tu ami suonare?» chiese curioso nick posando la chitarra per terra «no, diciamo che amo più cantare.» disse Sophia. Nick rise e le prese la mano. Sophia fece finta di niente e poi chiese «perché non sei sotto?» «stavo per scendere ma mi andava di finire questo accordo» disse nick «perché.. ti mancavo eh?» aggiunse. Sophia gli diede un pugno sul baccio «certo certo, contaci Jonas» disse Sophia. I due però preferirono restare sopra a strimpellare e passarono la serata così mentre nel piano di sotto le cose erano un po’…diverse. Ragazze nude, alcool, droga, e Joe e Sam che discutevano «perché non glielo dici Sam?» le chiese joe «perché appena lo saprà mi guarderà con occhi diversi» sam cercava di cambiare argomento ma Joe non le dava tregua «è per questo che ti metto le corna! Non hai nemmeno il coraggio di assumerti le tue responsabilità e ti vergogni di ciò che eri prima. Finchè non troverai pace con te stessa non ci potrà essere futuro per noi Sam» disse Joe andandosene e facendo cadere lì il discorso. Sam non rispose ma quando Joe si voltò le scese una lacrima.

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Capitolo 5
*** She's not there. ***


5. She's not there.
I provini per le cheerleader erano terminati da poco e, stranamente, Sophia era stata presa. Fu l’ultima ad uscire dalla palestra perché voleva ripassare un po’ i passi. Era un po’ scarsa nel ritmo e voleva esercitarsi. Quando uscì qualcuno la tirò negli spogliatoi maschili «ma sei pazzo?» disse Sophia mettendosi una mano davanti agli occhi «si, di te! E poi tranquilla non c’è nessuno qui ed io ho un asciugamano di sopra.» «Joseph, un giorno di questi mi farai venire una crisi di nervi» il ragazzo rise ma la continuava a tenere stretta. «Allora, cosa c’è?» chiese poi Sophia indifferente «niente..volevo solo salutarti» rispose Joe cominciando a baciarle il collo per poi salire più in su. Arrivò alla bocca e lì non ci fu più nulla da fare. Sophia era ormai domata da Joe. Rimasero attaccati per qualche minuto, fin quando Joe non iniziò ad abbassarle la mini-gonna. Sophia gli bloccò la mano «forse non ci siamo capiti Joseph Adam Jonas, non farò sesso con te, né ora, né mai.» «amo le sfide signorina Samuels» Sophia fece un mezzo sorriso. Si ricordava anche il suo cognome. Cercava di non guardare i suoi bellissimi occhi nocciola e di staccarsi da lui. Lui la lasciò andare «ma non finisce qui Sophia, non finisce qui.» la ragazza che era già alla porta per uscire si voltò e gli chiese «non so quante ragazze di questa scuola ti sei scopato, forse tutte e devi tenere il record. Ma io non sono come le altre Joe. E soprattutto, anche se sono sua amica, non sono come Sam. Fattene una ragione» detto questo uscì dalla porta. Ma i problemi non erano finiti; Nick e Kevin erano fuori dalla porta che stavano per entrare per cambiarsi e iniziare gli allenamenti. Sophia salutò molto imbarazzata i ragazzi guardando solo Kevin e scappò velocemente. Quando Kevin e Nick entrarono negli spogliatoi Joe si stava mettendo l’uniforme. «Allora?» chiese Kevin. Kevin era il più saggio della famiglia. Dopo aver scoperto la sua passione per la scrittura aveva detto addio ad alcool, sesso e droga ed era diventato saggio. Cosa che Joe odiava di lui forse perché lui era l’unico dei tre a non avere ancora un futuro programmato. Alla domanda di Kevin, Joe non rispose. «A-abbiamo visto Sophia che usciva dagli spogliatoi.» disse poi Nick aiutando il fratello maggiore. «Che stai facendo Joe? Anche lei?» ribattè poi Kevin. Joe si voltò «ragazzi smettetela okay? Non me l’ha data se è questo che vuoi sapere, nick. E per il resto non sono spiegazioni che vi devo dare ragazzi. Continuate a scrivere ed a suonare. Io ho gli allenamenti da fare.» disse Joe infine, dirigendosi verso la porta. Kevin lo bloccò «non capisco perché tutto questo accanimento contro Sam, e anche contro noi, Joe. Siamo tuoi fratelli e vogliamo solo darti una mano. è questo che fanno i fratelli no?» Joe si voltò e scoppiò a ridere. «Ahahah, bravo. Questa segnala per il tuo prossimo libro.» il ragazzo uscì e lasciò Kevin e Nick sbalorditi. Prima di quel che era successo con Sam lui non era affatto così,anzi era lui il primo a dirigersi da Kevin per qualche consiglio o da Nick per raccontargli la sua giornata. Sam è la sua prima ragazza dalle medie. E dopo l’anno scorso, quando le cose erano radicalmente cambiate, lei era solo diventata una per le tante per Joe. La cosa cercava di stare bene a Sam, perché comunque sia non voleva perderlo. Ma non per Joe. Lui voleva solo qualche reazione da parte di Sam. Qualcosa che gli facesse capire che lei ancora lo amava, dopotutto. E secondo Joe, Sophia era la preda migliore. Quando lui stava con Sam l’unica cosa di cui le parlava era Sophia. Pensava, perciò, che se l’avesse tradita con Sophia le cose fossero cambiate finalmente. Ma ovviamente Joe Jonas era conosciuto soprattutto per il suo enorme ego. Non pensava mai ai sentimenti degli altri, ma solo ai suoi. Ma come dire tutto questo ai suoi fratelli? Si sarebbe sentito un idiota. In fondo lui era conosciuto come il playboy della famiglia. Anzi, la pecora nera della famiglia. Finiti gli allenamenti Nick cercò di riprovarci «Joe, ti fai una ragazza diversa ogni settimana e per ripicca anche la tua ragazza. Anche io facevo così e perciò io so cosa si prova. Non credi sia ora di finirla? Soprattutto quando di mezzo ci va anche una ragazza che è anche la migliore, anzi l’unica amica della tua fidanzata?» Joe si voltò. «Lei non è più la mia fidanzata,» disse infine cercando di non guardare gli occhi di Nick o sarebbe scoppiato a piangere «è una delle tante ormai.» così dicendo i tre fratelli tornarono a casa non rivolgendosi parola l’un l’altro. Ma Kevin e Nick volevano aiutare in qualche modo il fratello. Era ora di parlare con Sam, ma seriamente.

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Capitolo 6
*** this is the finish line. ***


6. please, don't leave me.
Sam era conosciuta anche come manipolatrice. Riusciva ad essere una persona diversa con persone diverse. E con i fratelli Jonas sapeva benissimo come comportarsi. Perché ormai conosceva il loro punto debole. Nick e Kevin andarono a casa di Sam per parlarle. La ragazza era sola in casa, come sempre del resto. Aprì la porta «uuhm, bene bene. L’ultima volta che siete venuti solo voi due, fino a casa mia, a parlarmi era.. un anno fa più o meno?» la ragazza indossava un paio di culotte nere ed una canotta «e le cose non andarono come voi immaginavate, giusto?» aggiunse poi Sam. «Stavolta è diverso Sam» disse Kevin sedendosi sul divano «dobbiamo parlarti di Joe, e seriamente.» la ragazza era già preoccupata ma non lo diede a vedere e cercò di restare con il suo atteggiamento indifferente. «Ditemi tutto» disse infine. «Dopo quello che è successo un anno fa, Sam, Joe non è più quello di prima. Noi..crediamo che dubiti del tuo amore ed è per questo che ti tradisce.» Sam stava zitta ad ascoltare «ti ha definita “una delle tante”» aggiunse Nick. «Perché le cose non possono tornare come prima di un anno fa, Sam?» Kevin non accettava questa situazione ed andò dritto al punto. Voleva spiegazioni da Sam. Sam si alzò, accarezzò i riccioli di Nick e si sedette in mezzo ai due «Forse voi non c’eravate un anno fa. Le cose sì, sono piuttosto cambiate fra me e lui. Ma io ragazzi, non voglio più prendere seriamente la mia storia con lui. Ho un po’ di paura, lo ammetto. Ma dopo quello che è successo io e lui non abbiamo più parlato se non per dire “ancora,ancora” “mi fai male, vai più piano”» Nick e Kevin si guardarono male ma cercarono di non darlo a vedere a Sam. «Si, ma le cose stanno degenerando» disse poi Nick «dovete provarci almeno. Noi rivogliamo il nostro vecchio fratello indietro, come tu vorrai il tuo vecchio fidanzato suppongo» Sam non rispose ed il discorso cadde lì.

Il giorno dopo a scuola Sam era arrivata in anticipo per rivedere i passi da fare negli allenamenti. Ma le aspettava una brutta sorpresa. Anche Sophia era andata in anticipo per lo stesso motivo di Sam, ma Joe l’aveva semplicemente seguita da casa sua. Ed erano di nuovo attaccati come delle sogliole quando Sam li viste dalla porta a vetri che dava per entrare in palestra. Diede un fortissimo pugno, con tutta la rabbia che aveva dentro, a quel vetro. Il vetro si ruppe in mille pezzi. Joe e Sophia si staccarono e videro Sam con la mano sanguinante correre verso l’uscita della scuola. I due corsero per seguirla ma suonò la campana e il preside li richiamò. «E’ tutta colpa mia signor preside» dieceva Joe dando spiegazioni di quel vetro rotto «stavo giocando ma per la rabbia tirai la palla verso la porta e si ruppe il vetro. Sophia non c’entra nulla.» Sophia anche se era lì presente aveva la testa tutt’altra parte. Sam era uscita da scuola e chissà adesso dove poteva essere. Si sentiva così in colpa da non riuscire più a guardare Joe negli occhi. Usciti dall’ufficio del preside Sophia riuscì solo a dire «2 giorni di sospensione» «tranquilla, non è questo il problema» rispose joe. Sophia si girò di scatto verso di lui gridando «si infatti, non è questo il problema! Il problema qui è che tu sei uno stronzo e io un’idiota che mi sono fatta prendere in giro da uno come te. Io tengo all’amicizia di Sam a differenza tua Joe! E se fossi un ragazzo maturo magari ci penseresti due volte prima di fare certe cose. Ma era quello che volevi no? Volevi che la tua ragazza finalmente si ingelosisse giusto? Bravo Joe. Bravo. Hai ottenuto quello che volevi. Ma ovviamente non pensare alle conseguenze che possano avere gli altri attorno a te. Ma tu hai un ego talmente grande chSam era conosciuta anche come manipolatrice. Riusciva ad essere una persona diversa con persone diverse. E con i fratelli Jonas sapeva benissimo come comportarsi. Perché ormai conosceva il loro punto debole. Nick e Kevin andarono a casa di Sam per parlarle. La ragazza era sola in casa, come sempre del resto. Aprì la porta «uuhm, bene bene. L’ultima volta che siete venuti solo voi due, fino a casa mia, a parlarmi era.. un anno fa più o meno?» la ragazza indossava un paio di culotte nere ed una canotta «e le cose non andarono come voi immaginavate, giusto?» aggiunse poi Sam. «Stavolta è diverso Sam» disse Kevin sedendosi sul divano «dobbiamo parlarti di Joe, e seriamente.» la ragazza era già preoccupata ma non lo diede a vedere e cercò di restare con il suo atteggiamento indifferente. «Ditemi tutto» disse infine. «Dopo quello che è successo un anno fa, Sam, Joe non è più quello di prima. Noi..crediamo che dubiti del tuo amore ed è per questo che ti tradisce.» Sam stava zitta ad ascoltare «ti ha definita “una delle tante”» aggiunse Nick. «Perché le cose non possono tornare come prima di un anno fa, Sam?» Kevin non accettava questa situazione ed andò dritto al punto. Voleva spiegazioni da Sam. Sam si alzò, accarezzò i riccioli di Nick e si sedette in mezzo ai due «Forse voi non c’eravate un anno fa. Le cose sì, sono piuttosto cambiate fra me e lui. Ma io ragazzi, non voglio più prendere seriamente la mia storia con lui. Ho un po’ di paura, lo ammetto. Ma dopo quello che è successo io e lui non abbiamo più parlato se non per dire “ancora,ancora” “mi fai male, vai più piano”» Nick e Kevin si guardarono male ma cercarono di non darlo a vedere a Sam. «Si, ma le cose stanno degenerando» disse poi Nick «dovete provarci almeno. Noi rivogliamo il nostro vecchio fratello indietro, come tu vorrai il tuo vecchio fidanzato suppongo» Sam non rispose ed il discorso cadde lì. Il giorno dopo a scuola Sam era arrivata in anticipo per rivedere i passi da fare negli allenamenti. Ma le aspettava una brutta sorpresa. Anche Sophia era andata in anticipo per lo stesso motivo di Sam, ma Joe l’aveva semplicemente seguita da casa sua. Ed erano di nuovo attaccati come delle sogliole quando Sam li viste dalla porta a vetri che dava per entrare in palestra. Diede un fortissimo pugno, con tutta la rabbia che aveva dentro, a quel vetro. Il vetro si ruppe in mille pezzi. Joe e Sophia si staccarono e videro Sam con la mano sanguinante correre verso l’uscita della scuola. I due corsero per seguirla ma suonò la campana e il preside li richiamò. «E’ tutta colpa mia signor preside» dieceva Joe dando spiegazioni di quel vetro rotto «stavo giocando ma per la rabbia tirai la palla verso la porta e si ruppe il vetro. Sophia non c’entra nulla.» Sophia anche se era lì presente aveva la testa tutt’altra parte. Sam era uscita da scuola e chissà adesso dove poteva essere. Si sentiva così in colpa da non riuscire più a guardare Joe negli occhi. Usciti dall’ufficio del preside Sophia riuscì solo a dire «2 giorni di sospensione» «tranquilla, non è questo il problema» rispose joe. Sophia si girò di scatto verso di lui gridando «si infatti, non è questo il problema! Il problema qui è che tu sei uno stronzo e io un’idiota che mi sono fatta prendere in giro da uno come te. Io tengo all’amicizia di Sam a differenza tua Joe! E se fossi un ragazzo maturo magari ci penseresti due volte prima di fare certe cose. Ma era quello che volevi no? Volevi che la tua ragazza finalmente si ingelosisse giusto? Bravo Joe. Bravo. Hai ottenuto quello che volevi. Ma ovviamente non pensare alle conseguenze che possano avere gli altri attorno a te. Ma tu hai un ego talmente grande che non riesci nemmeno a vedere un ego così minuscolo come il nostro. JOE VAFFANCULO!» Sophia entrò in mensa ma in corridoio ancora tutti fissavano Joe. Joe abbassò lo sguardo e non disse altro. Nel frattempo i due fratelli gli misero una mano sulla spalla. «Joe, noi siamo qui se hai bisogno» disse Kevin «Ho bisogno fratellone mio.» rispose infine Joe con lo sguardo verso il vuoto. e non riesci nemmeno a vedere un ego così minuscolo come il nostro. JOE VAFFANCULO!» Sophia entrò in mensa ma in corridoio ancora tutti fissavano Joe. Joe abbassò lo sguardo e non disse altro. Nel frattempo i due fratelli gli misero una mano sulla spalla. «Joe, noi siamo qui se hai bisogno» disse Kevin «Ho bisogno fratellone mio.» rispose infine Joe con lo sguardo verso il vuoto.

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