What’s behind your Aristocratic Mask?

di Nocticula_Nott
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Part 1 of 5 ***
Capitolo 2: *** Part 2 of 5 ***
Capitolo 3: *** Part 3 of 5 ***
Capitolo 4: *** Part 4 of 5 ***



Capitolo 1
*** Part 1 of 5 ***


bananissima

What’s behind your Aristocratic Mask?

 

 

Part 1 of 5

 

 

 

Ogni mattina la stessa storia, la sveglia suona e io mi alzo con sofferenza, poi guardo fuori dalla finestra il grigiore del cielo londinese, nulla a che vedere con l’azzurro profondo dei cieli dell’Arizona a cui sono abituata, e la voglia di ributtarmi fra quelle lenzuola aumenta…

Cass sbrigati o faremo tardi!” mi urla Lynn, la mia coinquilina, riscuotendomi dai miei pensieri. Tardi poi, per andare al lavoro non è mai tardi abbastanza . Quando ho accettato di venire a vivere qui, in Inghilterra, per lavorare presso la sede diplomatica degli Stati Uniti D’America non pensavo che mi sarei annoiata così tanto…

Fortuna che è questione di mesi e potrò abbandonare per sempre questo branco di snob britannici e tornarmene a casa mia.

Come ogni mattina mi infilo sbrigativa il tajer, questa mattina in particolare uno dal taglio un po’ più moderno, con la gonna corta di un bel nero gessato così come la giacca, e afferrando le de collette e la borsa esco di casa ricorrendo Lynn che, come ogni mattina, è uscita scocciata per i miei ritardi poco prima di me.

Questi inglesi e le loro maledette manie di perfezionismo. Per me la puntualità, l’ordine, la galanteria…. Sono tutte cose delle quali potrei benissimo fare a meno.

Come ogni dannata mattina la metropolitana è piena zeppa di persone sudaticce che mi spingono e mi fanno salire la nausea. Perché il perfezionismo inglese non comprende l’acqua e il sapone?? Il tanfo è insopportabile!

Scendiamo alla nostra fermata e velocemente raggiungiamo il Palazzo di Madama*,presso l’Alta Corte Inglese,  dove c’è la sedere diplomatica in cui entrambe lavoriamo. Appena entrata già mi si rompono i suddetti.

“Signorina Connely spenga immediatamente quel cellulare e si sbrighi a portarmi quei documenti cartacei che le ho richiesto l’altro giorno!”

Come ogni fottuta mattina il signor Carter è di pessimo umore e riversa la sua oltremondo evidente ignoranza su di me. Documenti cartacei… Pensavo fossero incisi su pietra! Metto il cellulare  in borsa con un gesto di stizza e poi inizio a tirar fuori chili su chili di ‘materiale cartaceo’ prima di prendere quella leggera ventina di documenti richiesti e spillarli insieme. Vado verso l’ufficio bussando e attendo che mi si dia il permesso di entrare. Gli inglesi si offendono molto quando si entra senza aver atteso la risposta.

Quando finalmente la ricevo entro velocemente “Signor Carter ecco i documenti che mi ha chiesto”

“Molto bene Cassadee” allunga a mala pena il braccio così sfilo verso di lui passandoglieli in modo poco carino. Noto che seduto davanti a lui c’è un uomo, seduto compostamente. Veste in modo a dir poco bizzarro, con un mantello nero lungo e un abito piuttosto elegante, sembra che debba andare ad una sorta di festa. Posa i suoi occhi neri su di me e io prendo mentalmente appunti riguardo la sua capigliatura, nera e scompigliata che starebbe meglio su un punk rispetto che su un ragazzo vestito con così tanta cura.

Anche lui mi sta guardando molto attentamente, fermandosi poi sulle mie gambe lasciate scoperte dalla gonna. Mi schiarisco la voce così che lui è costretto per forza a riportare lo sguardo sui mie occhi mentre attendo che Carter mi firmi un paio di lasciapassare commerciali.

Dopo di che esco così come sono entrata, incuriosita da quella strana presenza…

Quando l’uomo esce non mi degna di uno sguardo, pur passando davanti alla scrivania “Buona giornata, Signore”dico a bassa voce con il naso infilato in una rivista di moda. Non so se si ferma o meno, non alzo lo sguardo dimostrandogli l’interesse che mi ha appena solleticato.

 

Pausa pranzo solitaria visto che Lynn la passa sempre assieme a Nigel, un simpatico ragazzo conosciuto al lavoro, con il quale condivide sempre un panino al parco e spesso il letto la notte…

Continuo a osservare questa insalata insipida chiedendomi chi cazzo me lo fa fare di continuare la dieta… Potrei andare al Mc Donals…

“Scusa? È libero?”

Alzo gli occhi e vedo una mano ben curata, che fuoriesce con eleganza da un mantello nero, la sedia davanti a me. Gli occhi salgono ancora lungo la lunga palandrana nera, che cela una camicia del medesimo colore ed una cravatta viola, fino al collo dalla pelle chiare e al viso, bello, elegante, quasi aristocratico.

E poi quegli occhi neri.

“Sì, è libero…

Io sono libera, se ti va…

Ma che diavolo penso?

Lo guardo appoggiare prima la tazza di caffe e poi prendere posto sistemandosi il mantello con cura prima di guardarmi attentamente “Sei la segretaria di Thomas Carter, o sbaglio?”

Storco il naso, odio essere etichettata come una segretaria visto il culo che mi sono fatta per studiare scienze politiche “Sì” sbotto irritata prima di prendere un sorso d’acqua e tornare a dedicarmi al mio pranzo. Il fatto che lui si limiti a bere un caffè in silenzio senza staccarmi gli occhi di dosso mi irrita.

“E ce l’hai un nome?” mi domanda appoggiando con eleganza la tazza sul tavolo.

Io lo guardo ovvia “Certo che si, perché vuoi saperlo?”

“Se non è di troppo disturbo si” il suo tono vagamente divertito e sarcastico mi fa sbuffare.

“Mi chiamo Cassadee Connely” mi limito a dire sbrigativa prima di guardarlo negli occhi.

Le sue labbra si piegano lievemente verso l’alto, soddisfatte prima di chiedermi in tono sfrontato “A te non interessa conoscere il mio nome?”

“Se ti va…

Ridacchia sommessamente “Sono Theodore Nott…”

Lo guardo interessata, più di prima “Theodore…” Sussurro come se volessi imprimermi bene quel nome nella mente. Lui sorride soddisfatto ma ci metto due secondi a smontalo “Hai un nome da nonno, lo sai?”

Lui alza sempre composto, un sopracciglio “Prego?”

“Non è un offesa” alzo le spalle “Solo che… Insomma non è un nome molto usuale…

“Beh, è il solo che ho”

Gli sorrido, con un sorrisetto di scherno “Sai che al giorno d’oggi i nomi si possono anche cambiare? Anche se, onestamente, dal modo in cui ti vesti non sembri molto al passo coi tempi…

“Ma come ti permetti?” mi chiese allibito, come se nessuno avesse mai trovato il coraggio di rispondergli così.

“Non ho detto nulla di male infondo. Sai, avvolte cambiare look penso sia positivo. Dovresti provare, anche se forse non ti piacciono le sfide…

lo guardo alzarsi e augurarmi una buona giornata un po’ duramente.  Va verso la cassa lasciandomi un po’ male, visto che l’interesse che provo per lui è qualcosa di nuovo e strano per me…

Il suo essere così austero mi ha smosso. Poi perché diavolo indossa quegli strani vestiti?

Beh, di certo non lo rivedrò più e anche se dovessi rincontrarlo so già per certo che non mi saluterà nemmeno visto il modo in cui sembra essersi offeso.

Vado alla cassa con passo strascicato “Un’insalata e una bottiglia d’acqua minerale…

“Oh, ma ha già pagato quel signore per lei” mi dice un sorriso la commessa “Mi ha detto però di lasciarle lo scontrino…

“Grazie” lo afferro titubante e poi esco camminando lentamente verso l’ufficio. Cioè, dopo le cose che ho detto mi ha anche offerto il pranzo? Getto un occhio sullo scontrino giusto per vedere quanto gli sono costate le mie freddure e rischio di farmi tamponare da una signora, visto che mi sono bloccata.

“Eh stai un po’ attenta, ragazzina!”

Ragazzina? Ho venticinque anni io!

Scuoto il capo prima di tornare a leggere quelle poche parole sullo scontrino, scritte con una calligrafia stretta ed elegante che non potrebbe essere di nessun altro tranne che sua: Io adoro le sfide, potresti accorgertene. Theodore.

“Anche io amo le sfide, carino” replico con un sorrisetto prima di infilare lo scontrino nel portafoglio e tornare all’ufficio.

Mi aspetto grandi cose da te, Nott.

Non deludermi.

 

 

Continua…..

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:

Eccomi tornata con una nuova storia^^ Spero che possa piacervi per favore lasciate qualche commentino =)

Un bacione a tutti coloro che leggeranno.

Nocticula.

 

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Capitolo 2
*** Part 2 of 5 ***


bananissima

What’s behind your Aristocratic Mask?

 

 

Part  2 of 5

 

 

 

Londra  è bella soprattutto il sabato sera, quando le strade della città sono percorse dai giovani alla volta dei locali più in della città. Io non sono mai stata una grande amante delle discoteche.

Prima di trasferirmi qui, a dire il vero.

Poi ho sviluppato come una sorta di amore-odio per i locali dove la musica veniva sperata a palla per il semplice fatto che li si trovavano i ragazzi più belli che nei piccoli pub, per l’appunto, all’inglese, in cui c’era un’alta concentrazione di nerd…

Mi siedo al bancone con un sorrisetto mentre guardo Lynn ballare con il suo uomo. Mi sono ritrovata ad invidiarla molto, anche io spero in un ragazzo il prima possibile visto che ormai vivo qui da un anno e da quando ho lasciato l’Arizona non ho più avuto un, come definirlo, ‘contatto umano approfondito’ con nessuno.

Detto così suona male, ma guardando oltre il sesso penso che tutti sentano l’esigenza di avere qualcuno al proprio fianco, no? Io poi sono sempre stata una scettica in questo campo, e mi farebbe piacere cambiare idea.

Sarà che sto pensando a queste cose, sarà che non riesco a levarmi dalla testa un paio di occhi neri come il carbone, ma quando finalmente mi volto verso sinistra e mi ritrovo davanti Theodore Nott per poco mi prendo un colpo “Ma sei apparso come per magia?” gli urlo tentando di trattenere un sorriso radioso.

Tentativo fallito, Connely.

Lui mi guarda affabile “Diciamo di sì” mi risponde prima di puntare gli occhi sulla pista da ballo e, lo si nota chiaramente, la cosa non gli piace affatto “Ma perché voi Babbani amate così tanto la confusione?”

“Cosa? Noi… Cosa?!”

“Oh no, nulla” immerge il viso in un bicchiere pieno di quello che sembra Wishey e poi sbuffa irritato appoggiandolo con forza “Questa roba va giusto bene per lucidare i calder… I piatti…

“Sei davvero strano” gli dico scuotendo il capo “Non ho ancora capito se sei del tutto pazzo oppure se sei solo molto eccentrico…

“Non vado bene nemmeno stasera?” chiede allargando le braccia pretendendo che i miei occhi scivolino come l’acqua lungo il suo corpo. Non c’era bisogno di chiederlo, carino, è da quando mi sono accorto che sei qui che non riesco a non guardarti.

“Sei troppo elegante anche stasera” gli rispondo appoggiandomi col gomito per poterlo guardare bene. Il completo elegante,  di un blu notte così scuro da sembrare nero, con tanto di camicia cremisi lo fa sempre sembrare un vecchio, abbinandosi perfettamente al suo nome. Io mi sento una cretina accanto a lui, con addosso un vestito azzurrino forse troppo corto, e con questa grossa cintura marrone chiara lievemente pacchiana. Come si fa a stare accanto ad un ragazzo così splendido e non sfigurare? “Ma quanti anni hai?” chiedo prendendogli il bicchiere di mano e bevendone un sorso molto più piccolo di quelli che si prende di solito lui. Mi viene subito da tossire come una pazza tanto è forte.

Mi osserva divertito prima di schiarirsi la voce e parlare con un tono sufficientemente alto da farsi sentire, ma che comunque non gli fa perdere questa sua compostezza formale “Ventisei… e tu?”

“Ne faccio venticinque fra un paio di mesi” replico passandomi una mano fra il caschetto argentato e spostando il ciuffo lievemente umido di sudore dietro. Ballo da quando sono entrata, un paio di orette fa, e quindi trucco e parrucco ormai sono andati. Vorrei fargli lo stesso effetto che lui fa a me, ma è impossibile. Starà pensando a come portarmi a letto in fretta per poi scaricarmi come una poveraccia, quale sembro. Tanto vale semplificargli il tutto no? “Stavo pensando” dico riportando la sua attenzione su di me “Qui vicino c’è un pub in cui poter parlare più…. Tranquillamente”

“Oh, per Salazar, pensavo non mi avresti mai chiesto di abbandonare questo tugurio infernale!” replica sollevato alzandosi. Io ci rimango un attimo, di certo non mi aspettavo che accettasse così rapidamente, poi mi dirigo al guardaroba a prendere cappotto e borsa.

Camminare fianco a fianco con questo strano individuo per le vie notturne di Londra mi mette in un certo senso tranquillità ma anche ansia. Non sono mai stata una persona facile da mettere in soggezione, me ne sono sempre fregata di quello che i ragazzi pensavano della sottoscritta ma con lui è diverso.

Lui è troppo ‘perfetto’ dal punto di vista estetico, e ricevere una critica da una persona tanto nobile nei modi di fare sarebbe molto triste.

Entriamo nel pub e io mi avvicino al bancone a chiedere due birre mentre lui va a sedersi nel tavolo più lontano di tutti. Positivo o negativo? Che intenzioni avrà?

Beh, sono proprio curiosa di saperlo.

Mi siedo dalla panca davanti a lui e poi con nonchalance prendo in mano il telefonino controllando nel vetro se mi si è sbavato il trucco o altro…. Lui mi osserva dubbioso così lo riabbasso immediatamente. Oddio magari ha pensato che gli stessi facendo una foto!!

Allora…” cerco di rompere il ghiaccio, nervosa. Il fatto che lui sia del tutto a suo agio però non mi aiuta, ma mi scoraggia notevolmente “Come mai eri all’ambasciata ieri?”

Lui alza le spalle “Sono un ambasciatore…

Lo guardo stupita. Così giovane e già ambasciatore? Senza contare che a me pare un inglese perfetto nel modo che ha di parlare “Di quale paese?”

“Diciamo che non è proprio un paese” dice lievemente in difficoltà “diciamo che è una sorta di… Beh… Io lavoro presso un ufficio”

Ridacchio “E che razza di ufficio ha bisogno di un Ambasciatore scusa?”

Si morde la labbra “Io non credo di poter rispondere a questa domanda… Non adesso per lo meno…

“Wow sembra una cosa molto segreta” dico con scarso entusiasmo, un po’ piccata dal fatto che non mi vuole nemmeno dire dove lavora…

“Si lo è” si limita a dirmi, lapidario, a sua volta infastidito dal mio fastidio. Le birre arrivano e almeno abbiamo un alibi per smetterla si fare gli stizziti.

Sa, signor Nott, so che tra noi non potrà mai esserci nulla di più di una semplice scopata visto quanto siamo differenti quindi perché non mi prende e mi sbatte violentemente in questo angolino buio?

Perché non sarebbe da persona di classe quale lo siete voi?

Ma per favore!

Non c’è bisogno di aver classe per far sesso…

“E tu come ti sei ritrovata qui? Non sei inglese…

Alzo le spalle, stizzendomi ancora di più perché mi sento discriminata “No sono americana…

Interessante…

Come far arenare un discorso: lo stai facendo bene Cassadee!

Sospiro prendendo un altro sorso di birra e lui pare innervosirsi molto di più “Se davvero ti sto annoiando così tanto, diamo un taglio a tutta queste tediosità  e andiamocene a letto…

Lo guardo prima ferita e poi arrabbiata “Non è colpa mia se tu non sei in grado di tenere una conversazione….”

“Io sono un diplomatico” mi dice con sarcasmo come se fossi pazza “Se non so parlare io, chi sa farlo??”

“Anche ho studiato per diventare agente diplomatico, sai?” ribatto con forza prima di accasciarmi sulla panca. Non ci sopportiamo quasi eppure non voglio alzarmi ed andarmene…. Questo ragazzo ha qualcosa che mi incuriosisce troppo, vorrei aprirgli la testa e leggerne tutti i pensieri che lì vi sono contenuti…

Cosa mi nascondi, Theodore? Perché non vuoi parlarmi di te?

È lui ad alzarsi, ma non perché vuole andarsene. È l’oste che ci invita a levare le tende perché è tardi e vuole chiudere velocemente per potersene andare a letto.

Peccato che così mi ostacola…

“Dove vivi?” mi chiese Theodore facendomi sussultare. Non lo dice in tono rude, lo dice dolcemente, con voce velata, come se  provenisse da un attore dai toni mielosamente impostati. E penserei che stesse recitando, se solo non suonasse così naturale.

“Qui vicino… A White Chaple…

“Ti accompagno…” E riprendiamo a camminare in silenzio come prima. Una goccia di pioggia mi cade sul naso e io sbuffo, non avendo ne un cappello, ne un cappuccio, ne un ombrello.

Altre due gocce.

Odio Londra, perché deve sempre piovere qui?

Mentre guardo con odio verso il cielo sento un braccio di Theodore appoggiarsi sulle mie spalle, avvolgendole dolcemente.

Mi volto verso di lui ma non mi sta guardando, continua a camminare con il suo solito sguardo austero guardando davanti a se. Mi piacerebbe sapere come fa a distrarmi al punto tale che non sento nemmeno più l’acqua cadermi addosso.

Aspetta…

Alzo il viso e no, non mi sta cadendo proprio nulla addosso!

Ma… Non trovi strano che…

“No, è tutto normale” replica frettolosamente senza nemmeno darmi il tempo di dire altro.

Arrivati sotto al mio appartamento noto che non c’è nessuna luce accesa, segno di Lynn ancora non è tornata. Che faccio? Agisco? Non agisco?

“Senti” guardo Theodore negli occhi e lui subito ricambia lo sguardo “Se ti va…” Prendimi, se ti va prendimi adesso, qui, in questo momento… “Potresti salire…

Lui mi sorride appena prima di alzare gli occhi sull’orologio del piccolo campanile infondo alla via “No, non mi sembra il caso” replica con tranquillità e la mia voglia di sotterrarmi sale alle stelle.

“Magari potremo scambiarci il numero” dico afferrando il cellulare speranzosa, cercando di riprendere un po’ di contegno “Cosa, se hai voglia potremo replicare la serata..” la serata di silenzio e punzecchiature? Wow sarebbe il massimo.

Il suo modo di guardare il mio cellulare senza sapere bene cosa dire mi spiazza ancora di più.

Smettila di far figure di merda, Cassadee! Non ti vuole più vedere e ti ha accompagnata solo perché è un verso gentleman!

“Non importa” infilo il cellulare in borsa prendendo le chiavi, prima di sforzare un sorrisetto per celare la delusione “Buona notte…

Mi blocca un secondo come se volesse dirmi qualcosa e io, attendendo speranzosa mi illudo.“Magari potremo rivederci…

È ufficiale, non gliene frega nulla…

“Sì certo… Magari” entro chiudendogli quasi la porta in faccia e poi mi appoggio ad essa.

Aspetto un paio di minuti e poi quando sono certa che lui se ne sia andato inizio a tirare delle testate contro il legno massello.

Insomma, non penso di aver mai fatto tante figure di merda tutte assieme… Non è voluto salire e non  mi ha nemmeno dato il numero che, logicamente, non avrei dovuto nemmeno chiedere…. Non avevo grandi aspettative su di lui, lo avevo capito che non ero molto al suo livello ma non pensavo di non ottenere proprio nulla…

Bah, forse è meglio così.

Forse è meglio che sia sparito dalla mia vita prima di incasinarmela, prima di farmi del male.

Perché allora mi sento come se me ne avesse già fatto?

Un sospiro più forte del precedente e salgo le scale andando fino al mio appartamento.

Mi ha anche detto le uniche due cose che nessuno vuol sentirsi dire… Magari possiamo rivederci, della serie magari no…. Ma cosa diavolo mi aspettavo? Ci siamo praticamente accapigliati in quel pub…

Appoggio la borsa sul comò e, senza volerlo, lancio un’occhiata alla foto di Lynn e Nigel.

Troverò mai anche io qualcuno di speciale? Qualcuno per il quale vale la pena alzarsi la mattina, farsi belle, sorridere….

Troverò mai qualcuno che porti un po’ di magia nella mia vita?

 

 

Continua….

 

 

 

Angolo dell’Autrice:

 

Eccomi tornata con questa breve storia nata così, dalla mia mente bacata xD

Passo subito a ringraziare coloro che hanno recensito ovvero __Coffee, grazie mille, ora hai più materiale su cui basarti per dirmi che ne pensi! Come avrai capito non è la classica storiella d’amore dove due si guardano, si innamorano e pace… Ho cercato di dare un tono più pesante anche perché questi due ragazzi vengono da due mondi molto diversi… Spero di non aver deluso le tue aspettative!grazie anche ad Isagoodbye! Spero che continui ad interessarti^^

A presto!

Nocticula.

 

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Capitolo 3
*** Part 3 of 5 ***


bananissima

What’s behind your Aristocratic Mask?

 

 

 

Part  3 of 5

 

 

“E scusami…. Gliel’hai servita su un piatto d’argento e lui non solo ti ha paccato, ma non ha nemmeno voluto darti il suo numero?”

Guardo male Lynn mentre sbuffo e mangio un pezzo di pizza “Si, esatto…. È passata una settimana ormai, possiamo anche soprassedere no?”

Così suona anche peggio di quello che è…

La rossa davanti a me si scosta i riccioli lunghi da davanti poi mi guarda sbuffando “Se non ti chiedevo nulla su quel tizio manco me la raccontavi questa storia…

“Beh sai” rilancio sarcastica “Non è proprio un ricordo felice…

“Ma ti eri già innamorata?”

“Ma sei scema?!”

Le gote mi si tingono di rosso immediatamente nonostante non vorrei. Non credo di essermi innamorata, solo odio essere respinta. Dovrebbero essere le donne a dire di no agli uomini, non viceversa…

O forse non voglio ammettere di aver puntato a troppo stavolta?

“Quel che non capisco è perché non ti ha nemmeno voluto lasciare un contatto”

Sbuffo in modo plateale “Guarda che non è stato difficile da capire. Ha guardato il mio cellulare come per dire ‘Dio questa è pazza se spera che ci risentiremo mai…’ poi guardava me senza sapere cosa dirmi esattamente per liquidarmi….”

“No questo lo capisco” conferma “Solo che dai…. Quando vuoi liquidare qualcuno dai un numero falso o ti inventi una scusa. Non stai zitto a guardare il cellulare..”

“Magari non si aspettava che glielo chiedessi…

“Ma dai, e da dove viene? Da Strambolandia?” Sorrido, in effetti ripensando a come si concia non è difficile che provenga da un luogo strano, tipo il Paese delle Meraviglie “Hai provato a cercarlo su Facebook?”

Gli occhi mi si illuminano, ci scommetto, mentre questa verità mi ricade sulle spalle. Dio benedica la rete!

Pensandoci bene, però, non so come potrei farci con la sua amicizia su Facebook…. Guardo le foto? Ma per favore. Allora perché sto cercando il suo profilo sull’Iphone “Non gli chiedo l’amicizia però…” dico mentre digito con le dita tremolanti di aspettativa il suo nome: Theodore… Ehm… “Oddio non mi ricordo il cognome…

Lynn sospira “Non posso crederci che tu non ti ricordi nemmeno come si chiama la persona per la quale hai perso la testa…

“Beh certo” sbotto sarcasticamente “Theodore Nott è un nome così comune, dopotutto! …. Oh ecco come si chiama!”

Nessun risultato eccetto il profilo di un gatto di nome Theodore Flopp….

“Chissà perché le persone fanno i profili ai gatti” dice Lynn sospirando “Cioè… Non ha senso! Perché non farlo anche al vaso da fiori!”

Io cerco di mascherare la delusione con un’alzata di spalle “Boh…

In un certo senso speravo di trovarlo, non per chiedergli l’amicizia o ammorbarlo…. Ma solo per verificare che non l’avessi solamente sognato…. “Forse ti ha dato un falso nome quando si è presentato?”

“Fantastico” sbotto, questa mi mancava “In effetti Theodore è davvero un nome assurdo…. Non mi stupirebbe scoprire che non è il suo vero nome…. Ma che mi ha rifilato la prima cagata che gli è venuta in mente”

Mi sembrava sempre più irreale.

“Vieni a berti una birra con me e Polly?”

Storco il naso “Chi è Polly?”

“Una ragazza del ufficio Trattamento Documenti Diplomatici”

Mi alzo, buttando i cartoni vuoti nella pattumiera “No davvero, preferisco stare a casa anche stasera”

Lei ridacchia “Ah le pene d’amore!”

“Ma quali pene d’amore! Semplicemente sono stanca…

Lynn ride ancora più forte, irritandomi davvero tantissimo, poi mi appoggia una mano sulla spalla e con voce ovvia mi dice “Tu non sei mai stanca. Ma ok, stai pure a casa a piangere sul latte versato e a pensare che se magari uscivi incontravi l’uomo della tua vita”

“Ciao Lynn

Prende la giacca e la borsa, prima di lanciarmi un’altra occhiata ma io sono seriamente irremovibile. Ciao Lynn, passa una bella serata e non pensare a me che, sinceramente, sono così patetica ad essermela presa per un banale rifiuto da una persona che non conosco nemmeno.

Cosa so di Theodore Nott? Che è un diplomatico, ma che non rappresenta nessuna nazione. Che è inglese ma che sembrava uscito da un film sul Dracula e la Transilvania visto il colore della sua pelle e gli indumenti che indossava…

Eppure la sola cosa che davvero mi dispiace, eccetto non aver avuto la possibilità di conoscerlo meglio, è quella di non aver capito niente di lui, a partire da cosa nascondevano quei suoi grandi occhi scuri….

Mi alzo e dal nulla decido di uscire per una passeggiata. Non è il massimo, per una ragazza, camminare per le strade di Londra di notte e da sola, ma onestamente in televisione non c’è nulla e poi è come se qualcosa mi spingesse ad uscire, una sorta di sesto senso…

Mi vesto rapidamente e dopo essermi pettinata alla buona e una truccata alla cavolo di cane esco avvolgendomi la sciarpa blu attorno al collo. La nebbia avvolge la città in modo quasi inquietante e ad un certo punto mi chiedo chi cavolo me l’ha fatto fare… Ma infondo io sono sempre stata una di quelle persone che normali non sanno proprio esserlo, così prendo un autobus  a caso e con lo stesso criterio di scelta scendo in una di quelle strade di Londra ampie che però non mi sembra di non aver mai visitato.

Cammino guardando le vetrine dei negozi  ispirata da una voglia improvvisa di shopping, peccato che siano quasi le undici di sera…. Mi avvicino ad un altro negozio di capi firmati e mentre sono intenta a osservare un vestito bianco particolarmente bello sento una specie di piccolo scoppio,un pop molto basso, seguito poi da un altro e da un paio di voci. Resto immobile, schiacciandomi contro la parete e, dal vicolo, spuntano un paio di ragazzi.

Non so cosa mi fa catalizzare tutta la mia attenzione, se il fatto che indossano un paio di mantelli neri simili a quelli di Theo o se è quello che uno di loro, quello biondo platino, dice…

“Questi maledetti Babbani…. Odio smaterializzarmi nei vicoli puzzolenti per evitare che questo branco di luridi…

Babbani…. Questa parola….

Draco per favore, ti lamenti ogni dannatissima volta” lo interrompe il ragazzo che è con lui, bello e alto, dalla pelle scura e il portamento regale “Andiamo, faremo tardi… Theo ci starà aspettando come sempre…

Mi irrigidisco osservandoli di sottecchi mentre camminano velocemente fanno una decina di metri prima di fermarsi davanti ad un’ampia porta nera e sparirvi dietro….

Non so precisamente cosa mi spinga a seguirli, se la voglia di rivedere lui o semplicemente per la curiosità di capire il motivo per il quale questa ambigue persone si vestono da carnevale e parlano in un linguaggio tutto loro, ma mi ritrovo davanti a questa porta in quattro e quattr’otto.

Peccato che, una volta arrivata lì, non ci sia la maniglia…. Come hanno fatto ad entrare??

Sto ancora pensando a come diavolo potrei fare quando la porta si spalanca per far uscire un signore anziano che mi sorride “Mi scusi signorina” dice facendomi un piccolo inchino prima di sfilarsi il cappello ed inchinarsi appena “Prego” mi tiene la porta aperta ed io ringrazio prima di entrare velocemente.

Mi guardo attorno un po’ spaesata nel ritrovarmi in un piccolo locale dall’aria antica come il focolare che brucia nell’angolo. Una targhetta dorata appesa vicino alla porta recita un ‘Benvenuti al Paiolo Magico’.

Non ho mai sentito parlare di questo posto, forse è uno di quei piccoli pub inglesi sconosciuti ai più…

Noto subito il biondo , poco appariscente devo dire, sedersi assieme a quel bel ragazzo di colore ad un piccolo tavolo rotondo, al quale sta anche una figura, di spalle, che riconosco subito come il caro signor Nott.

Mi affretto a sedermi in un tavolo li vicino, separato da una colonna di mattoni cotti da quello dei ragazzi e mi misi in ascolto fingendo di leggere il menù con interesse…

“Allora Theo, come mai sei sparito in questi giorni? Daphne ha chiesto di te….” Una voce fastidiosa  che nonostante ho sentito solo una volta collego al ragazzo biondo, da il via alla conversazione “Sta sempre a casa mia…. Nemmeno Astoria ce la fa più…. E sai, mi scoccia avere la moglie irritata perché mi manda in bianco….”

La risata di Nott mi fa sorridere lievemente, ha un bel modo di ridere “Non è colpa mia se la sorella di tua moglie è una che non molla mai. Mi pareva di essere stato chiaro quanto le ho detto che non mi interessa…

“E come mai hai cambiato idea in modo così radicale, scusa? Ti piaceva tanto scopartela prima” rilancia il moro attirando ancora di più la mia attenzione.

Attendevo la risposta con ansia…

“Scopare è un conto, ma quella voleva mettere su famiglia con me…. Scherza? Non l’avrei mai sopportata tutta la vita. Senza contare che non mi interessa più…

“Buona sera, cosa ti porto?” sussulto guardando l’oste e liquidandolo freddamente con la richiesta di una birra “Perfetto una Burrobirra in arrivo!” muove velocemente una mano e il mio menù si chiude prima di volargli in mano.

“Ma come…?”

Si volta verso di me guardandomi stranito “Hai detto qualcosa?”

“No nulla…” sto decisamente impazzendo…. Prima pedino sconosciuti, origlio conversazioni ed ora ho anche visioni…

Dovevo starmene a casa a letto!

“Secondo me, Blaise, ha conosciuto un’altra…

No, non ho fatto male!

Theo sbuffa “Draco dovresti seriamente imparare a farti un bel calderone di cazzi tuoi sai?”

“Oh, ho indovinato?”

“Vuoi che ti Trasfiguri in un furetto? L’altra volta sembrava averti divertito parecchio!”

Io sto continuando a non capire assolutamente niente ma la mia attenzione su di loro inizia a sfumare gradualmente mentre mi accorgo di ciò che mi circonda… I quadri si muovono, letteralmente. Vedo un vecchio cavaliere regalare un mazzo di fiori ad una dama, un gruppo di vecchietti si sta sfidando a carte e due giovani soldati rinascimentali si sfidano a scacchi.

Nel calderone sulla brace il mestolo si gira da solo…

Senza contare che è appena apparso un boccale davanti al mio naso senza che nessuno si sia avvicinato…. Ok forse sto davvero impazzendo. Forse…. Qualcuno si è fatto una canna nelle vicinanze e i fumi mi stanno facendo impazzire!

Prendo un sorso generoso di birra e mi accorgo che è dolce e, soprattutto, calda. Mi sento meglio, come se la stanchezza fosse svanita del tutto. Che diavolo…

“Va bene lo ammetto ho incontrato un’altra! Felici?”

Mi ero dimenticata di Theodore…. Ma a quanto pare ci pensa lui a riattirare la mia attenzione seguito a ruota dal biondino “Lo sapevo! E chi è la fortunata ad aver conquistato il rampollo di una delle famiglie Purosangue più nobili del mondo magico?”

Prego?

“Una delle famiglia più Mangiamorte vorrai dire” rilancia Theodore “E comunque non penso sarà un amore possibile”

“Come mai?” chiede il ragazzo di colore, Blaise credo. Lo stesso nome di Pascal, affascinante…

“Perché  è una Babbana….” Il cuore prende a battermi prima che un certo fastidio mi colga. Ancora quell’assurdo modo di definirmi? Ma che diavolo è un Babbano? Ma forse non parla di me.

“Per Salazar! Theo ma sei impazzito?”

“Una Babbana…. Santi numi! Come sporcare una linea di sangue purissima insomma”

Draco non ho detto che stiamo per sposarci, mi pare. Ho detto che non è un amore possibile”

Draco, Blaise e Theodore…. Ma sono davvero dei nomi esistenti?! E soprattutto vorrei sapere di chi diavolo sta parlando!

Dannazione è davvero buona questa birra….

“E dove l’avresti conosciuta questa dea, scusa?”

“All’ambasciata Americana. Lavora lì” strabuzzo gli occhi visto che ormai direi che è palese che sta parlando di me… “L’ho vista quando ho portato quelle raccomandate del Ministro fin al rappresentante del presidente Babbano degli Stati Uniti. Ragazzi non avete idea di quanto è carina…

“Personalmente non mi interessa” continua il biondo “E poi scusa ma…. Una Babbana?

“Si, Malfoy, vuoi un disegnino? Babbana…

Mi alzo di scatto, visto che ho finito la birra e mi dirigo velocemente al bancone calcando il cappello sulla testa. Il ragazzo mi sorride “Fanno due falci signorina!”

Falci? E che diavolo sarebbero??

Sarà un modo bislacco per dire due sterline…

Apro il portafoglio mentre il ragazzo da il giro del bancone avvicinandosi ad un vecchio “Lascia Tom, faccio io…” poi con un movimento della mano fa saltare tutte le sedie capovolte sul tavolo, non contento far apparire uno straccio dal nulla e toglie un paio di ragnatele prima di tornare da me “Eccomi qui! Scusa ma non volevo farlo affaticare…. Ma, queste…. Sono per caso sterline?” mi chiede stranito mentre io non riesco a fare a meno di fissarlo come se fossi folle.

“Come hai fatto?”

“A fare cosa, scusa?”

“A sollevare le sedie senza toccarle…. E tutte insieme…. Sembra quasi una magia”

Alle mie parole lui si blocca, guardandomi come se avesse appena realizzato qualcosa poi estrae dalla tasca un sottile pezzo di legno e me lo punta contro “Tom! Abbiamo un problema!”

“Ovvero?”

“Una Babbana mi ha appena visto fare una magia! Che faccio?!” A quelle parole tutto il locale si volta verso di me così io non posso far altro che avvicinarmi alla porta più velocemente possibile e uscire “No aspetta! Dannazione! Oblivius!”

Una luce blu rischia di colpirmi ma io chiudo veloce la porta e prendo a correre  veloce, sperando di raggiungere la metropolitana. Sento qualcuno che corre dietro di me, non riesco a seminarlo…

Mi infilo in un vicolo, lo stesso vicolo in cui mi sono apparsi i due ragazzi e qualcuno mi afferra per un braccio sbattendomi contro il muro.

È un attimo e di nuovo mi ritrovo a specchiarmi dentro due grandi occhi neri…

“Ciao Theodore…

 

 

Continua…

 

 

 

Angolo della Scrittrice.

Eccomi tornata con l’aggiornamento^^

Scusate il ritardo ma l’altra storia mi impegna molto!

Se vi va passate a leggerla, c’è molto Theodore anche li^^ sopprattuto nei capitoli che sto postando ora!

Grazie mille a Cofee per la recensione, spero di non averti delusa^^

Un bacione a presto

Nocticula

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Capitolo 4
*** Part 4 of 5 ***


bananissima

What’s behind your Aristocratic Mask?

 

 

 

Part  4 of 5

 

 

 

Non so da quanto mi sta guardando negli occhi, mi sembrano secoli…

Quanto vorrei baciargli le labbra…. Peccato che sembra parecchio incazzato.

Nero, per la precisione.

“Che ci facevi li?! Cosa hai visto!?”

Io lo guardo ferita per questo atteggiamento così schizzofrenico “Lasciami o non ti dirò manco ciao…” lui esegue e io sospiro “Mi trovavo nei paraggi e sono capitata lì. Non so cosa o visto…. Sembrava…. Magia.” Ridacchio “Ma la magia non esiste vero? Insomma…. Mi sono sognata tutto, no?”

Lui rimane zitto, guardandomi in modo indecifrabile mentre i suoi due amici di raggiungono e quello di colore mi punta la bacchetta al viso “Theo! Dobbiamo farle un Oblivious!”

Io mi stringo al petto del moro che sospira, mentre il biondo sbuffa “Nott staccatela di dosso, questa piattola Babbana…. Voglio andare a finire la mia Acquavite prima di dover rincasare….”

Vaffanculo, stupido decolorato!” lo offendo a mia volta. Non ho ancora capito cosa sia una Babbana ma è senza ombra di dubbio qualcosa di dispregiativo visto il modo in cui loro lo usano.

Quello inizia a boccheggiare, fuoriso “Ma io di Crucio fino alla morte, stupida!”

“Ma sei nato così oppure ti hanno ficcato nella candeggina?” inveisco io staccandomi da Theodore e fronteggiandolo, nonostante sia molto più alto di me. Gli altri due ci guardano divertiti.

“Piccola insolente…. Io ti… ti…

“Che fai?” chiedo ironicamente “Piangi? Chiami la maestra? Mah… tutto fumo e niente arrosto!”

Il ragazzo di colore inizia a ridere “Oddio un Malfoy che si fa calpestare da una Babbana!”

“Che cazzo è una Babbana?!”

Nott si passa una mano fra i capelli, mentre il sorriso lo abbandona “Ragazzi ora basta….” Mi appoggia una mano sulla spalla “Lei comunque è…. Beh lei è Lei

Loro lo guardano confusi prima di esibirsi in un coretto di ‘ooooh’, e il biondo sbuffa “Bella scelta, complimenti…

Prego?

Passo gli occhi su tutti e tre e poi il moro guarda Theodore “Che pensi di fare?”

“Non lo so….” Mi prende per un braccio “Tanto per iniziare ti porto a casa…

“Io posso benissimo prendere un autobus!”

Obliviala ora” dice il biondo con le braccia incrociate “Non commettere un tale errore.... ci sono tante donne al mondo!”

“Vuoi spiegarmi che cazzo sta succedendo?” chiedo scocciata a Nott mentre il biondo continua a rompere.

“Oddio ha pure classe” dice infatti sarcasticamente.

“Ma sei frocio!?”

Lui spalanca la bocca estraendo da sotto al mantello un pezzo di legno lungo e sottile, puntandomelo poi contro “Io ti ammazzo!”

Alza la bacchetta “Rictusempra!”

Theo mi porta una mano sul fianco tirandomi indietro mentre a sua volta estrae un piccolo bastoncino simile a quello del biondino, come se tutti ne avessero uno poi “Protego

Una patina invisibile si frappone tra noi due e il rivolo di luce rossa che si è sprigionato dopo che il biondo ha pronunciato quelle parole, per me, senza senso tanto quanto quelle di Theodore…

Sembra latino…. Ma non ha senso!

Ok…. Fermi tutti” guardo Nott negli occhi scuri e decisa inizio a fargli delle domande precise “Ora tu mi spiegherai come fate a fare queste magie…. Se è illusionismo…. Non è più divertente…

Anche perché lo sanno fare tutti, di questo passo allora potrei impararlo anche io, no?

Theodore sospira “Draco abbassa la bacchetta…

Draco?!” rido “Ma che razza di soprannome è?”  chiedo incredula.

Il biondo assottiglia gli occhi guardandomi con odio crescente “Non è un soprannome. Questo è il nome che mio padre mi ha assegnato da bambino” mi spiega orgoglioso, sistemandosi il collo della camicia sotto al mantello “Io sono un Malfoy, stupida sciacquetta Babbana…. Portami rispetto!”

“Allora vai al diavolo, Malfoy” dico irritatissima “Che poi sciacquetta sarai te!”

“Ok portala via” dice il ragazzo di colore, seriamente divertito “o qui ci scappa il morto…

“Andiamo” dice Theodore prendendomi dolcemente il braccio e camminando verso la fine del vicolo.

“Ciao bella biondina” dico rivolta a ‘Draco’, che viene trattenuto da ‘Blaise’, seguendo poi docilmente TheodoreEhy un attimo” dico stranita “La fermata dell’autobus è dall’altra parte…

Lui sorride appena, prima di fermarsi davanti al muro e abbracciarmi “Sentirai un po’ di nausea forse…

“Un po’ di…. Perché?!” Non ho la mia risposta perché  mi sento come se una forza invisibile mi avesse appena strappata dal suolo e lanciata lontano.

In due secondi siamo davanti a casa mia e io ho seriamente bisogno di un vaso in cui vomitare…. La testa mi gira vorticosamente, sono costretta a sorreggermi a Theo per non cadere come un sacco di patate.

“Come stai?” mi chiede dolcemente, e io devo assolutamente trattenermi a sporcargli la giacca, così mi limito ad annuire “Immagino che tu ora abbia molte domande…” annuisco ancora “Entriamo? Così ti spiego….”

O-ok” faccio per prendere le chiavi ma lui mi precede appoggiando la bacchetta alla maniglia.

Alhomora” sussurra piano, ed essa si apre, mentre lui mi guarda con un sorrisetto.

Ok…. Se prima potevo essere confusa ora ne sono certa…. Tu sai fare le magie” dico lentamente, sentendomi stupida “e magie vere…. Non…. Finzioni….”

Saliamo…” Gli faccio strada fino all’appartamento “Un posto in cui posso applicare un incantesimo che ci permetta di parlare indisturbati, senza paura di esser sentiti?”

“Beh, c’è camera mia” dico stranita “O il bagno…

“Posso vedere la tua stanza?” domanda pacato ed io gli faccio strada, davvero confusa. Lo guardo guardarsi attorno curioso, sollevando una cornice, che conservo con cura sul comodino accanto a me “Sono i tuoi genitori?”

Annuisco “Sì, la bimba sono io….” Mi zittisco, sedendomi sul letto “Sono morti che avevo poco più di dieci anni” gli spiego sedendomi sul letto e prendendo in braccio un peluche a forma di pecora al quale sono molto affezionata  “Ora…. Mi spieghi come diavolo fai a fare le magie?”

Lui annuisce prendendo posto accanto a me poi sembra pensarci su un attimo “Posso cominciare col dirti che questo mondo lo si può dividere in due parti…. Esiste il tuo mondo, quelli che noi chiamiamo ‘Babbani’, ovvero individui che non hanno poteri magici, e quello della mia gente ovvero dei maghi e delle streghe…

Io alzo un sopracciglio “Non posso non crederti perché ho visto con i miei occhi quello che voi sapete fare ma…. Come puoi immaginare a me pare un po’ difficile da credere…. Insomma Theo tu….”

“Lo posso immaginare” mi dice alzando una mano e accarezzandomi uno zigomo prima di puntare la bacchetta sul comodino, sul quale c’è un foglio appallottolato “Orchideis

Ora il foglio non c’è più, al suo posto c’è una bellissima rosa bianca che lui mi porge “Ossignore…. È assurdo” dico scuotendo il capo “ Ma perché del tuo mondo non si sa nulla?”

“Una volta i nostri mondi vivevano in stretto contatto ma poi i Babbani iniziarono ad attribure agli stregoni tutti i cataclismi che ne sconvolgevano il mondo, a partire dalla peste…. Come tu saprai c’è stata l’Inquisizione nella quale, tra l’altro, sono state bruciate molte persone che non erano assolutamente maghi o streghe…. Da allora viviamo nascosti rispetto a voi…. Le poche persone che sanno del nostro mondo sono coloro che entrano in contatto diretto con esso come il capo di stato…. E da qui il mio lavoro. Io sono come un ponte, un tramite tra il Ministro della Magia e il Primo Ministro Babbano

Wow…. Non so cosa pensare, Theodore…

Lui annuisce piano “Io invece ora ti devo cancellare la memoria…. In teoria”

Sgrano appena gli occhi “Perché non vuoi che dica in giro quello che ho visto?” chiedo “Se questo ti preoccupa tanto…. Ti giuro che non dirò nulla!”

“Non posso, è la legge…. C’è solo una condizione secondo la quale è consentito rivelare ad un Babbano del nostro mondo…

“E sarebbe?”

“L’amore” mi mordo le labbra mentre lui si rigira per la mano la bacchetta “Se ci sposassimo allora sai autorizzato a rivelarti tutto…. Ma così non è quindi devo farlo”

Mi piacerebbe dirti che mi sono presa una sbandata tale per te, Theodore, che accetterei tutto ora, pur di stare al tuo fianco.

“Capisco”

No, non è vero…. Non capisco.

Mi ha appena detto che mi cancellerà la memoria perché non ha intenzione di prendersi un impegno con me e quindi ciao ciao “Quindi domani non mi ricorderò più di sta sera?” chiedo.

“Non solo…” Lo guardo tentennare “Non ti ricorderai proprio di me”

“Cosa?! Vuoi cancellarti dalla mia vita?!”

“Non avrei dovuto darti confidenza! Se non lo avessi fatto tutto questo casino si sarebbe evitato!”

Abbasso gli occhi a terra, decisa a non dargli più risposta “Allora fai quello che devi fare e poi levati dalle palle”

La sua mano si piazza decisa sulla mia spalla, spingendomi appena indietro “Pensi sia facile per me?” mi chiede prima di lasciarmi andare e alzarsi in piedi per sfilarsi il mantello. Sotto indossa un completo elegante, scuro “Tra l’altro non mi sento poi così sicuro…” mormora allargandosi la cravatta.

Io alzo un sopracciglio “E quindi?”

“Quindi non lo so ! ma sei impossibile!” sbotta allargando le braccia “Fai qualcosa per farmi cambiare idea, no?”

Mi alzo di scatto, buttando il capellino che porto sui capelli chiari sulla poltrona davanti a letto “Va bene Nott…. Farò qualcosa…. Ti butto fuori da casa mia!” non so nemmeno cosa spero di ottenere così. Lui non solo è un uomo decisamente più forte di me, è anche un mago…. Non posso fargli far nulla contro la sua volontà.

Lui mi si avvicina, afferrandomi per un polso prima di appoggiare le sue labbra sulle mie, baciandomi piano e lasciandomi del tutto allibita “Non sono molte le persone che si permettono di trattarmi in questo mondo, sai?” mi dice roco in un orecchio, scatenando in me una pioggia di brividi.

“E scommetto che la cosa ti piace un sacco” rincano io, prima di portare una mano sul suo viso disegnando così la linea della sua mascella “Sai…. Forse ho trovato un modo per schiarirti le idee…

Mi stringo di più a lui, approfondendo il bacio mentre le sue mani scendono ad accarezzarmi la schiena, i fianchi…. Gli sfilo la giacca elegante prima di passare alla cravatta, che lancio ai piedi del letto, e alla camicia candida. La sua pelle color alabastro risplende baciata dalla tenue luce lunare mentre mi occupo di essa, baciandogli il petto, mordendolo appena….

Ma poi mi ferma, riportando il mio viso vicino a suo “La tua argomentazione è interessante” mi dice ironico, prima di sospirare “Ma forse non sufficiente….” E poi inizia a parlarmi di Maghi e Babbani, di relazioni difficili, di come io non potrei dire nulla di lui ai miei parenti e amici….

Di come il suo sangue sia puro da secoli e secoli e unirsi a me potrebbe sporcarlo.

È questo che mi fa scattare “Non ho mai sentito niente di più razzista!” sbottò irritata “Non ci posso credere…. Ti credi migliore di me perché fai apparire rose e cancelli la memoria alla gente?”

Lui rimane in silenzio “Onestamente? Sì”

“Allora vattene subito”

Rimane in silenzio un istante, mentre io mi sistemo la maglietta che mi ha alzato. Si veste velocemente e poi svanisce nel nulla, con un Pop, nello stesso modo in cui mi ha lasciata davanti a casa mia.

Mi siedo pesante sul letto, con le lacrime agli occhi stringendo le coperte e pensando che non solo mi ha lasciato la mia memoria intatta, ma anche il sapore amaro della delusione misto a quello dolce delle sue labbra.

 

Continua….

 

 

 

Angolo dell’Autrice:

chiedo scusa per il grandissimo ritardo ma non riuscivo a decidere come terminare questo capitolo! Spero non sia banale^^

grazie mille a chi ha commentato il precedente ovvero:

BumJ

__Red

Tefnut.

A presto (spero!)

Un bacione!

 

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