The Moon and The Sun

di Giuls_breath
(/viewuser.php?uid=111271)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PRIMO CAPITOLO: INIZIO ***
Capitolo 2: *** SECONDO CAPITOLO: L’INCONTRO ***
Capitolo 3: *** TERZO CAPITOLO: OFFESA E ORRORE ***
Capitolo 4: *** QUARTO CAPITOLO: IL MORSO ***
Capitolo 5: *** QUINTO CAPITOLO: “JAKE” E L’INCUBO ***
Capitolo 6: *** SESTO CAPITOLO: RICORDI E L’IMPRINTING ***
Capitolo 7: *** SETTIMO CAPITOLO: TANTI PENSIERI E UN NUOVO POTERE ***
Capitolo 8: *** OTTAVO CAPITOLO: JACOB ***
Capitolo 9: *** NONO CAPITOLO: CONFUSIONE ***
Capitolo 10: *** DECIMO CAPITOLO: PENSIERI ***
Capitolo 11: *** UNDICESIMO CAPITOLO: AGGRESSIONE ***
Capitolo 12: *** DODICESIMO CAPITOLO: IO & JACOB ***
Capitolo 13: *** TREDICESIMO CAPITOLO: LA PUSH ***
Capitolo 14: *** QUATTORDICESIMO CAPITOLO: NOI DUE ***
Capitolo 15: *** QUINDICESIMO CAPITOLO: AMORE / RABBIA ***
Capitolo 16: *** SEDICESIMO CAPITOLO: JAKE ***
Capitolo 17: *** DICIASSETTESIMO CAPITOLO: TRE VAMPIRI ***
Capitolo 18: *** DICIOTTESIMO CAPITOLO: PROGRAMMA.. ***
Capitolo 19: *** DICIANNOVESIMO CAPITOLO: COMPROMESSO ***
Capitolo 20: *** VENTESIMO CAPITOLO: PARIGI ***
Capitolo 21: *** VENTUNESIMO CAPITOLO: IMPREVISTO E RITORNO ***
Capitolo 22: *** VENTIDUESIMO CAPITOLO: LA BATTAGLIA.. JACOB.. ***
Capitolo 23: *** VENTITREESIMO CAPITOLO: UN RAGAZZO MISTERIOSO ***
Capitolo 24: *** VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO: SOFFERENZA ***
Capitolo 25: *** VENTICINQUESIMO CAPITOLO: IL MIO UNICO PENSIERO SEI TU ***
Capitolo 26: *** VENTISEIESIMO CAPITOLO: LA DICHIARAZIONE DI EMBRY ***
Capitolo 27: *** VENTISETTESIMO CAPITOLO: LAURA ***
Capitolo 28: *** VENTOTTESIMO CAPITOLO: DISCOTECA ***
Capitolo 29: *** VENTINOVESIMO CAPITOLO: DOLORE ***
Capitolo 30: *** TRENTESIMO CAPITOLO: DISPERAZIONE ***
Capitolo 31: *** TRENTUNESIMO CAPITOLO: DELUSIONE ***
Capitolo 32: *** TRENTADUESIMO CAPITOLO: PERICOLO! ***
Capitolo 33: *** TRENTATREESIMO CAPITOLO: SETH ***
Capitolo 34: *** TRENTAQUATTRESIMO CAPITOLO: CIO’ CHE E’ SUCCESSO ***
Capitolo 35: *** TRENTACINQUESIMO CAPITOLO: INCONTRO ***
Capitolo 36: *** TRENTASEIESIMO CAPITOLO: CONFESSIONI E STUPORE ***
Capitolo 37: *** TRENTASETTESIMO CAPITOLO: VERITA’ E BACIO ***
Capitolo 38: *** TRENTOTTESIMO CAPITOLO: CONSIGLI ***
Capitolo 39: *** TRENTANOVESIMO CAPITOLO: FESTA SULLA SPIAGGIA ***
Capitolo 40: *** QUARANTESIMO CAPITOLO: LA SPIAGGIA ***
Capitolo 41: *** QUARANTUNESIMO CAPITOLO: SERENITA’ ***
Capitolo 42: *** QUARANTADUESIMO CAPITOLO: NOTTE.. ***
Capitolo 43: *** QUARANTATREESIMO CAPITOLO: ALLONTANARSI ***
Capitolo 44: *** QUARANTAQUATTRESIMO CAPITOLO: SONO CONFUSA.. ***
Capitolo 45: *** QUARANTACINQUESIMO CAPITOLO: MI DEVI DELLE SPIEGAZIONI ***
Capitolo 46: *** QUARANTASEIESIMO CAPITOLO: QUANDO L’AMICIZIA.. ***
Capitolo 47: *** QUARANTASETTESIMO CAPITOLO: COME UNA BUGIA RISCHIA DI CAMBIARE TUTTO ***
Capitolo 48: *** QUARANTOTTESIMO CAPITOLO: OGNI SCELTA HA LE SUE CONSEGUENZE ***
Capitolo 49: *** QUARANTANOVESIMO CAPITOLO: TEMPI DURI PER ME E PER TE ***
Capitolo 50: *** CINQUANTESIMO CAPITOLO: All of my reasons suddenly goes away ***
Capitolo 51: *** CINQUANTUNESIMO CAPITOLO: Nessie, what's happening? ***
Capitolo 52: *** CINQUANTADUESIMO CAPITOLO: Stay, stay here with me, please.. ***
Capitolo 53: *** CINQUANTATREESIMO CAPITOLO: Our sunrise.. ***
Capitolo 54: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** PRIMO CAPITOLO: INIZIO ***


Ero cresciuta in un ambiente caldo e confortevole e in quei 9 anni della mia esistenza ero cambiata tanto,talmente tanto da non sembrare per niente una bambina,anzi ero già una ragazza.
Mi guardavo davanti allo specchio e ammiravo il mio fisico che sembrava quello di una modella,di una di quelle che si vedevano sui giornali soltanto.
“Nessie,piccola,sei pronta?” mia madre,Bella. Sempre la solita anche se dimostravo 18 anni non ne voleva sapere di non chiamarmi più piccola.
Scesi le scale con la borsa per andare a scuola,ultimo anno. “Eccomi.” Dissi con un sorriso ampio.
In salotto c’erano tutte le persone a me più care: nonno Carlisle,nonna Esme,i miei zii Jasper,Emmett,Alice e Rosalie e i miei genitori Bella e Edward. C’erano tutti tranne il mio migliore amico,Jacob Black.
“Allora piccola pronta ad andare a scuola?” chiese zio Emmett.
“Prontissima. Ah,papà ho pensato visto che è un po’ che non vedo Jacob,potrei andare alla riserva dopo scuola?” “Nessie,lo sai che non voglio che lo frequenti troppo. Potrebbe avere una cattiva influenza su di te.”
“Papà,lo sai che è raro che qualcuno mi influenzi. Sono molto determinata.”
“Ti definirei ostinata,come tua madre d’altronde.” Disse con un piccolo sorriso rivolgendosi verso mia madre che ricambiò il sorriso.
“Beh,tale madre tale figlia. Dai papà posso,ti prego.” Dissi facendo gli occhi dolci.
“D’accordo per oggi va bene.”
“Grazie!” dissi correndo verso di lui e abbracciandolo. Mio padre mi abbracciò tenendo una mano sulla schiena,poi disse:”Non hai preso solo il carattere da tua madre.” “Ah no! E cosa?”
“Sei bellissima.” Mi piaceva sentirmelo dire da mio padre,certo se qualcun altro me lo avesse detto sarebbe stato ancora meglio..
“Ora a scuola.” Disse Carlisle riportandoci all’ordine. “Ci vediamo stasera Nessie.” “Si,ciao nonni.” “Ciao.”
Ci salutarono in coro mentre uscivamo di casa. Salii sulla Volvo grigia di papà insieme ai miei genitori,mentre i miei zii andarono nella macchina di Emmett.
Arrivammo presto nel parcheggio del liceo a Forks,scendemmo e quando guardai verso l’ingresso della scuola ebbi una sorpresa a me molto gradita..
Spero vi incuriosisca come primo capitolo.. Recensioni gradite

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** SECONDO CAPITOLO: L’INCONTRO ***


Arrivammo presto nel parcheggio del liceo a Forks,scendemmo e quando guardai verso l’ingresso della scuola ebbi una sorpresa a me molto gradita: Jacob. Appena lo vidi mi stavo avvicinando,ma mio padre mi fermò tenendomi per un braccio:”Nessie,ignoralo. Lo vedrai dopo.”
“Papà lo saluto solo.”
Sbuffò.
“Papà,posso capire che non ti piaccia perché siete nemici naturali. Ma lui è uno di famiglia,perciò potresti chiudere anche un occhio.”
“Nessie,non posso. Se ci sei tu sai che non posso.” “Papà,non lo voglio sposare,ma essendo il mio migliore amico è normale che voglia salutarlo e vederlo. Su non essere apprensivo.” Mi lasciò il braccio. “Cominciate a entrare,vengo subito.”
“Ok.”
Mi allontanai da loro e mi avviai verso Jacob,che era appoggiato alla sua moto metallizzata.
“Ciao Nessie!” mi salutò con il suo ampio sorriso e dandomi un bacio sulla guancia.
“Che ci fai qui?” chiesi sorpresa e felice.
“Visto che è quasi una settimana che non ci vediamo,ho pensato di vedere se eri ancora viva e se stavi bene.” “Sei molto gentile,Jacob. Mi fa molto piacere vederti e comunque sarei venuta io oggi da te.”
“Davvero?! Alla riserva? E tuo padre ti avrebbe dato il permesso di vedermi?”
“Beh,a volte lo convinco e con un po’ di storie ci sono riuscita.” Dissi con il sorriso sulle labbra. Con lui mi sentivo completa e mi sentivo bene,al sicuro.
“Grande,allora visto che hai già il permesso di vedermi. Oggi pomeriggio ce ne andiamo io e te a Seattle.”
“Wow,fantastico! Ci sto.”
“Bene.”
“Jacob,scusa. Io ora devo entrare.”
“Ok,piccola. Ci vediamo dopo. Ti passo a prendere io qui appena finisci.”
“Grazie mille. Non vedo l’ora di rivederti.” Dissi prima ancora di rendermi conto di averlo detto.
“Anch’io non vedo l’ora,Ness.”
Gli diedi un bacio e scappai dentro.
Le ore sembravano non passare mai,ma finalmente arrivò l’ora di pranzo; due ore ancora e avrei rivisto il mio Jacob.
“Nessie” disse mio padre.
Mi avvicinai al loro tavolo con il vassoio pieno tra le mani.
“Ciao,papà. La mamma e gli altri?”
“Sono a lezione arrivano tra poco. Intanto parliamo un po’ io e te,signorina.”
Alzai gli occhi al cielo. “Che c’è?”
“Cosa ti ha detto Jacob?”
“Mah,niente.” Iniziai a mangiare,fortuna che mio padre non poteva leggermi nel pensiero!
“Nessie.” Disse mio padre.
Ok,forse avevo cantato vittoria troppo presto.
“Dimmi.” Dissi finendo di mangiare.
“Cosa ti ha detto Jacob?”
“Te l’ho detto niente.”
“Non direi. Era contento quando te ne sei andata e non vedeva l’ora di rivederti.
Ops,mio padre poteva leggere nella mente di Jacob.
“Allora?” chiese lui.
“Ok. Era felice di rivedermi e lo era perché ci vediamo anche oggi.”
Mio padre si irrigidì un po’.
“Papà,ne abbiamo parlato già. Non fare così,ti prego.”
Scosse la testa e disse:”Io voglio solo proteggerti e voglio solo il meglio per te. Non vorrei perderti per colpa sua.”
“Papà,ma perché dovresti perdermi? E’ vero io con lui ho un rapporto fantastico,ma non c’è motivo per temere di perdermi. Jacob,nonostante sia tuo nemico, come te vuole solo il mio bene.”
“Lo so. So che non ti farebbe mai soffrire e che lui come me vuole proteggerti. Ma rimane comunque un nostro nemico.” “Papà,forse lo è per te,ma non lo è per me. Io sono cresciuta con lui. Ho giocato con lui,c’era lui quando sono nata,c’era lui quando ho cominciato a parlare,c’era lui quando ho cominciato a camminare,a Natale,ai miei compleanni e anche quando sono cresciuta. Lui c’è stato sempre. Io non potrò mai vederlo come un nemico.” Dissi,in quel momento zia Alice,mamma e gli altri arrivarono. Il chiacchiericcio di Alice ed Emmett cominciò,tutti furono coinvolti nei loro discorsi,inclusa io,ma papà non intervenne più si era incupito misteriosamente..
La scuola finì e appena uscii di scuola,lo vidi: mi aspettava in macchina non molto lontano dalla Volvo di papà. Mi avviai felice verso di lui,ma una mano fredda sfiorò il mio braccio:era la mamma.
“Nessie,stai attenta. Io mi fido di te. Ma sii prudente, comunque. Non fare tardi.”
“Si,ciao mamma.” Dissi dandole un bacio veloce sulla guancia.
“Ciao.”
“Cullen,la puntualità non è il tuo forte. Sarà bene che impari o la prossima volta mi porto l’ipod.”
“Ci sarà una prossima volta,Black?” chiesi sorridente.
“Oh si,probabile.” Rispose con un altrettanto e divino sorriso. “Andiamo?”
“Si.” Salii in macchina con lui e poi partì veloce. Il viaggio fu un po’ lungo e io mi appisolai un po’. Quando mi svegliai mi trovai in braccio al mio Jacob che mi guardava e che mi accarezzava i capelli lisci.
Commentate!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** TERZO CAPITOLO: OFFESA E ORRORE ***


Scusate l'attesa. Spero vi possa incuriosire.
Buona lettura!!


“Ti sei svegliata piccola mia finalmente.” Disse con un sorriso accecante.
“Si.” Mi misi seduta sul sedile.
“Eri stanca.”
“Si,pensa che oltre che seguire le lezioni e fare il compito di scienze ho dovuto discutere anche con mio padre.”
“Di cosa?”
“Lui non vuole che ti veda.”
“Perché? Ah,giusto io ho una cattiva influenza su di te.”
“Si,così crede. Ma io gli ho spiegato che tu sei il mio migliore amico e che le sue ostilità nei tuoi confronti non mi faranno cambiare idea.”
Mi accarezzò i capelli. “Sei proprio convinta di ciò che dici.”
“Si.”
“E’ incredibile che una Cullen mi voglia bene.”
“Perché? E’ vero che sono una Cullen,ma non significa che non ti voglia bene.”
“In genere non è così.”
“Solo perché puzzi.” dissi prendendolo in giro.
“Io non puzzo,comunque anche tu non puzzi come uno di loro.” disse facendo il finto offeso.
“Forse perché mi lavo.”
Scoppiò a ridere forte,quella sua risata sembrò un latrato.
“Ah ah sarà anche,ma secondo me apparte questo sei una schiappa.”
“Cioè?” dissi stringendo gli occhi.
“Non sei forte. Ci scommetto.”
“Allora facciamo così: ci sfidiamo a braccio di ferro e chi perde paga da bere.”
Jacob si sbagliava di grosso,ero molto forte e avevo battuto tutti a braccio di ferro compreso zio Emmett.
“Ci sto.” Disse.
Entrammo in un bar e la sfida cominciò:
“1,2,3..” e cominciammo.
Jacob era forte,ma non abbastanza. Finsi un paio di volte di perdere,ma poi al terzo lo sconfissi e lo guardai vittoriosa. Jacob mi fissò come se gli avessi appena dato uno schiaffo morale.
“Una Cullen che mi batte?! Una mezza vampira.” Disse quasi con disgusto.
“Ah,mi ero dimenticata del randagio che ho davanti.” Mi alzai e me ne andai via da lì.
E così Jacob mi vedeva come una mezza vampira e basta? E io che lo consideravo mio amico. Le lacrime cominciarono a rigarmi il viso e corsi via. Non so quanto corsi,ma so solo che di lì a poco cominciò a piovere e io mi ritrovai in una di quelle strade malfamate di Seattle. La pioggia era talmente fitta da impedirmi di vedere anche cosa avessi di fronte. Improvvisamente sentii un verso che sovrastò la pioggia e che mi ghiacciò il sangue nelle vene,era un verso che mi ricordava un animale feroce e assetato.
Ad un tratto vidi un’ombra alle mie spalle,mi girai di scatto e non vidi nessuno. “Chi c’è?” gridai guardandomi intorno spaventata.
Un altro verso orripilante mi fece girare di scatto,per l’ennesima volta non c’era nessuno. Poi una mano gelida mi afferrò il braccio,mi voltai e ciò che vidi fu talmente orribile e spaventoso da farmi svenire.. l’ultima cosa che vidi fu la sua bocca grondante di sangue..

-------------------------------

Scusate l'attesa ma ho avuto dei problemi con il pc..ad ogni modo spero che vi abbia interessato. :)
A presto WolfGirl

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** QUARTO CAPITOLO: IL MORSO ***


-Punto di vista Jacob-

Nessie,era l’oggetto del mio imprinting,eppure avevamo l’abilità dal parlare di una cosa a finire di parlare del rancore delle nostre famiglie l’uno per l’altra. Non sapevo perché le avevo detto quelle cose,ma.. povera Nessie! Uscii a cercarla,ma dove poteva essere,pioveva. La cercai a lungo ma non riuscii a trovarla in nessun modo,poi sentii un urlo straziato,corsi in quella direzione e vidi qualcuno di spalle che teneva Nessie per le braccia. Corsi come un disperato e scaraventai lontano quella figura e Nessie cadde a terra priva di sensi,la figura mi guardò e scoprì i denti. Ruggii contro e quella in tutta risposta con un paio di balzi sparì.
“Nessie” dissi,ma in quel momento con mio sommo orrore mi resi conto che era stata morsa. E ora?
Presi il suo telefonino e chiamai Edward:
“Nessie.” Rispose lui.
“Edward, sono Jacob.” Dissi allarmato.
“Jacob che succede?”
“Corri. Nessie è stata morsa da un vampiro. Cosa succede?
Che posso fare?”
“Resta lì. Arriviamo io e Carlisle.”
Attaccò. Non gli avevo neanche detto dov’ero. Che sapesse leggere nella mia mente anche attraverso il telefono?
Scacciai quel pensiero e presi Nessie tra le mie braccia,in quel momento mi sembrò di rivivere la stessa scena di qualche anno prima: Bella si era lanciata dalla scogliera e io dopo averla salvata la tenevo fra le mie braccia.
“Nessie.” Dissi scuotendola un po’.
Non reagiva anzi diventava sempre più pallida,sembrava che stesse morendo. E la sua pelle stava diventando gelida come il ghiaccio,come la pelle di un qualunque vampiro.
In quel momento sentii un rumore stridenti di freni che riconobbi all’istante,era la Volvo di Edward.
In un attimo mi ritrovai intorno sia Edward che Carlisle. “Jacob cosa è successo?” mi chiesero in coro i due.
“Non lo so. Io e Nessie avevamo litigato ed è corsa via,dopo ho sentito delle urla e ho visto che un uomo la teneva per le braccia e la mordeva.”
Carlisle guardò prima Edward,poi me e poi Nessie. Toccò la sua pelle e disse:”E’ la prima volta che mi capita di assistere che un vampiro morda una ragazza metà vampiro.”
“Cosa possiamo fare?” chiesi.
“Potrebbero a questo punto succedere due cose.”
“Cosa?” chiedemmo sia io che Edward.
“Portiamola a casa.”
“Ma il veleno?” dissi.
“Nel suo corpo circola a una velocità ridotta. Sbrighiamoci non abbiamo però molte ore.”
Detto questo entrammo tutti nella Volvo di Edward e tenevo in braccio Nessie “Scusami,piccola mia. Non so cosa mi è preso. Ti prego,devi sopravvivere.”

Arrivammo nel giro di un quarto d’ora a casa Cullen e appena arrivati portammo Nessie a precipizio su per le scale in camera sua. Carlisle ci fece uscire e rimase solo lui con la mia piccola,con il mio angelo.
“Cosa hai fatto?” chiese Edward con calma,ma secondo me stava per esplodere.
“L’ho chiamata mezza vampira.” Dissi dispiaciuto “Ho fatto una cazzata enorme,lo so. Se dovesse morire non me lo perdonerò mai,anzi.. ne morirei.”
Incredibile a dirsi,ma Edward mi mise una mano sulla spalla e disse:”Lo so quanto tu ci tenga a lei,ma se ci tieni davvero, cerca di mettere da parte le tue ostilità nei nostri confronti. So che la ami,anche se non gliel’hai mai detto,ma quello usato finora non è decisamente il modo migliore per far vedere che ci tieni a qualcuno. Ti do un consiglio e se vuoi accettalo: sii gentile con lei.”
“Lo so,so che ho sbagliato finora ma se.. sopravvive cambierò.” Dissi guardando verso la porta.
Dopo un po’ si aprì e disse:”Ho bisogno di dirvi una cosa. Potrebbero a questo punto succedere due cose: o Nessie non ne risente e sentirà solo dei pizzichi di tanto in tanto oppure.. potrebbe diventare un vampiro nel vero senso della parola e diventerà sterile come tutti noi.” Concluse guardando Edward.
“Come si fa a saperlo?” chiesi.
“Forse c’è un modo. Edward,ricordi cosa è successo qualche anno fa nella scuola di ballo di Bella? Cosa hai fatto?” “No,Carlisle,ti prego. Perché sempre io?”
“Tu sei l’unico che può farlo.”
“D’accordo.” Disse riprendendo coraggio.
Entrammo tutti e tre. Carlisle si mise da una parte del letto e Edward dall’altro,poi cominciò a succhiarle via il veleno. In quell’istante Nessie riaprì gli occhi e cominciò a urlare per il dolore. Strinsi gli occhi e in quel momento mi sembrò di rivivere più o meno la stessa scena di 9 anni fa,quando Bella stava morendo. Mi sentii raggelare il sangue alla vista di questa scena e al ricordo del dolore che provai.
“Edward,fermo. Il sangue è pulito.” Edward si fermò e Nessie cominciò a respirare di nuovo normalmente. Aprì gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono subito..

________________________

Scusate l'attesa spero di farmi perdonare con questo..
Grazie alle lettrici che mi seguono!
Bacio e a presto ^__^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** QUINTO CAPITOLO: “JAKE” E L’INCUBO ***



Poi si guardò intorno e disse:”Nonno,papà.”
“Sono felice che ti sei ripresa.” Disse Carlisle.
Edward non parlò,l’accarezzò solo e disse:”Non oso immaginare a quello che.. fortuna che non è successo niente.”
“Si.” Disse flebilmente. Poi mi guardò e disse:”Jake.” Come mi aveva chiamato? Solo Bella mi chiamava così. “Nessie.” Riuscii a dire e mi avvicinai a lei.
“Vi lasciamo soli.” Disse Carlisle,poi uscirono dalla stanza.

La guardai e vidi che i suoi occhi erano di un castano dorato intenso.
“Cosa ti è successo agli occhi?”
“Voglio solo andare a caccia.” Disse con il tono di chi era un po’ risentito.
“Nessie,ti prego,scusami per prima. Non volevo offendere né te e né la tua famiglia. Solo che a volte mi dimentico di ferire i sentimenti altrui.”
Abbassò gli occhi e poi mi riguardò “Non fa niente.”
Disse,poi comparve sul suo viso un piccolo sorriso.
“Perdonato.” Disse. In quel momento capii che se non volevo perderla non dovevo mai più trattarla in quel modo.
Restammo insieme ancora un po’,poi me ne andai: lei doveva riposare.

-Punto di vista Nessie-
Jacob uscì e io finalmente riuscii ad addormentarmi,nonostante la paura mi inondò di nuovo.
Ebbi un incubo: ero in una radura,al mio fianco c’era Jacob sotto forma di lupo quando comparvero delle figure incappucciate,facevano paura. All’improvviso un dolore lancinante avvolse me e Jacob,cademmo a terra urlanti. Vidi le figure avvicinarsi poi una di loro si tolse il cappuccio e aveva gli occhi rosso sangue,la pelle bianchissima e marmorea,era perfetta. Sul suo viso apparve un sorriso,poi disse:”Siete miei.” Aprì la bocca e scoprì i denti,erano lucidi e acuminati.
In quel momento urlai per il terrore e urlai non solo nel sogno,mi sveglia di soprassalto.
Ero sudata fradicia e tremavo. <> pensai. Mi alzai e presi il telefonino: cercai in rubrica e lo chiamai.
Al sesto squillo,rispose:”Pronto?” aveva la voce di chi era stato interrotto nel momento migliore del sonno.
“Jake,sono io.”
“Nessie,che succede?”
“Posso venire da te,ti prego. Devo parlarti.” L’occhio mi cadde sulla sveglia,le 2:30.
“Ok,ti aspetto.”
Misi giù e misi le prime cose che capitavano un jeans lungo chiaro e una t-shirt con su una felpa. Misi le scarpe e uscii saltando giù dalla finestra,per mia fortuna non mi feci male poiché atterrai sul prato davanti casa mia. Non c’era nessuno a casa,forse erano a caccia. Perfetto. Corsi ad una velocità disumana e nel giro di poco arrivai a La Push.
Jacob mi aspettava vicino alla porta di casa sua,appena mi vide mi venne incontro e disse:”Ness,che succede?”
“Ho fatto un incubo.”
“Non c’erano i tuoi?”
“No,sono a caccia. Jacob è una cosa seria per cui se mi devo sentire prendere in giro me ne vado.”
Mi voltai,ma Jacob mi afferrò la mano e disse:”Nessie,scusa. Dai vieni dentro. Ci mettiamo stesi e ne parliamo.”
“Ok.” Dissi.
Entrammo silenziosamente per non svegliare Billy,poi arrivammo in camera sua. Mi indicò il letto,mi infilai sotto le coperte e lui subito dopo vicinissimo a me. “Allora cosa hai sognato?” mi chiese a pochi centimetri dal mio viso.
“Era strano.. sembrava la radura dove vedemmo anni fa i Volturi. C’eravamo tu ed io e all’improvviso compaiono delle figure incappucciate. Una di loro sprigiona un doloroso potere contro di noi e tu ed io finiamo a terra,la figura si avvicina a noi e si toglie il cappuccio, aveva gli occhi rosso sangue. Sul suo viso apparve un sorriso,poi disse:”Siete miei.” Aprì la bocca e scoprì i denti,erano lucidi e acuminati.
Poi un dolore ci avvolse e lì ho cominciato a urlare.” Finii di raccontare il sogno e tremavo,lui mi strinse a sé sempre più forte,era incredibilmente caldo e piacevole. In quella circostanza la mia paura e il mio bisogno di parlare erano spariti cedendo il posto al calore e al piacere di essere abbracciati da un amico.
“Non ti preoccupare ci sono io ora con te. Non ti lascerò mai.” Disse con un tono dolce e deciso.
Affondai il mio viso nel suo petto caldissimo e in quel momento la pace e la serenità inondò ogni cellula del mio corpo. Mi rilassai subito e mi addormentai.





_________________________


Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.. alla prossima e ditemi cosa ne pensate.
Grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite !!
Piccolo spoiler:
“A cosa pensi?” mi chiese.
Lo guardai negli occhi e dissi:”A te.”
“E cosa stai pensando?”
Distolsi il suo sguardo dal mio e dissi:”Non a un’unica cosa.”
“Cioè?”
Deglutii e dissi:”Perché eri così sorpreso ieri sera quando ti ho chiamato Jake?”
Si oscurò per pochissimi istanti,poi mi rispose:”Mi chiamava così solo tua madre,quando.. era ancora umana.” “Era importante per te?” era una domanda che mi premeva.
Vi incuriosisce?? Seguite il prossimo capitolo..

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** SESTO CAPITOLO: RICORDI E L’IMPRINTING ***



Il giorno dopo mi svegliai tranquilla,accanto a Jacob.
Dopo un po’ si svegliò anche lui.
“Ciao,Jake.” Dissi calma.
“Ciao.” Disse lui con un piccolo sorriso.
Non sapevo perché ma quel sorriso era un sorriso triste. A che pensava Jacob?
“Ora va meglio?” mi chiese.
Annuii solo.
Quante cose non sapevo di lui e che io volevo conoscere,chissà se c’era stata qualche ragazza importante nella sua vita,sia come amica sia come ragazza.
“A cosa pensi?” mi chiese.
Lo guardai negli occhi e dissi:”A te.”
“E cosa stai pensando?”
Distolsi il suo sguardo dal mio e dissi:”Non a un’unica cosa.”
“Cioè?”
Deglutii e dissi:”Perché eri così sorpreso ieri sera quando ti ho chiamato Jake?”
Si oscurò per pochissimi istanti,poi mi rispose:”Mi chiamava così solo tua madre,quando.. era ancora umana.”
“Era importante per te?” era una domanda che mi premeva.
Mi guardò solo negli occhi e poi disse:”I tuoi occhi sono ritornati normali,color cioccolato.”
“Quelli che aveva la mamma.”
“Si..” disse. Si oscurò di nuovo.
Mi misi a pancia sotto e dissi:”Mi rispondi per favore. Era importante per te?”
“Si,lo era.” Disse.
Il mio cuore cominciò a pompare sangue velocemente.
“Quanto?”
“Molto.”
Il sangue mi stava arrivando alle orecchie.
“Jake,c’è stato qualcosa tra voi?”
“No. Se non una profondissima amicizia.”
“Era molto importante per te,Bella?”
“Si,almeno finchè non è diventata un vampiro.”
“E poi cosa è successo?”
“Sei nata tu e sei diventata tu la mia priorità.”
“Perché io? Perché sono sua figlia?”
“Non c’entra questo. Cioè sono contento di starti vicino perché sei sua figlia,ma c’è qualcosa di più radicale,di più definitivo e importante. E che riguarda noi lupi.” Aggrottai la fronte. “Cioè?”
“Vedi a noi lupi ad un certo punto succede una cosa nei confronti delle ragazze.”
“Vi piacciono.” Dissi con ovvietà e interrompendolo.
“Si,beh ma non è una semplice cotta. Vedi noi lupi abbiamo l’imprinting con una ragazza.”
“Cioè? E’ una specie di colpo di fulmine?”
“Si,beh non proprio. Tu sai che a un certo punto questo colpo di fulmine nei confronti di una persona può finire,invece per noi lupi è per sempre. Se incontriamo la nostra metà allora niente e nessuno potrà più separarci da lei. Se si incrociano i suoi occhi e si capisce che lei è quella giusta allora scatta l’imprinting.”
“E tu hai avuto l’imprinting con qualcuno?” chiesi.
Il suo sguardo si oscurò e poi si alzò dal letto. Uscì dalla stanza.
Cosa avevo detto?
Mi alzai e lo seguii. Billy non era ancora sveglio.
“Jake.” Dissi “Cosa c’è? Che ho detto?”
“Niente.” Disse lui piano.
“Allora perché fai così?”
“Mah,credevo che lo avessi capito.”
“Cosa?”
“Se avessi avuto l’imprinting lo sapresti anche tu.”
“Io che c’entro? Non posso avere l’imprinting.”
“Infatti prima ho detto che un lupo ha l’imprinting verso una ragazza. Non il contrario.”
Rimasi in silenzio e lo guardai. Che avesse avuto con me l’imprinting?
Certo ora è chiaro! Ecco perché stava sempre con me quando ero piccola,perché mi voleva tenere sempre in braccio,quando giocavo,studiavo,ecco perché mi portava spesso alla riserva,perché era sempre gentile,ecco perché i suoi occhi si illuminavano in quel modo quando mi vedeva. Sembrava che quando c’ero io i suoi occhi vedessero la luce del sole.. Jake!
“Tu hai.. con me?” chiesi non riuscendo a completare la domanda.
“Si.” Disse avvicinandosi a me.
Ero spaventata,volevo bene a Jake era come un fratello maggiore per me,oltre che il mio migliore amico,ma ero innamorata di lui?



Spero che la storia sia stata di vostro gradimento. Spoiler:
" “Tu cosa provi per lui?”
“Io gli voglio bene,ma non so se lo amo. Lo vedo come un fratello maggiore,come il mio migliore amico.”
“E lui cosa ha detto? Perché gliene hai parlato vero?” “No. Mi ha lasciato chiedendomi se questo non avrebbe cambiato nulla tra di noi. Gli ho detto di no,ma temo invece che possa cambiare tutto. Ora so che mi guarda non come un’amica o una sorella,ma come..” non riuscii a concludere.
In quel momento il mio cellulare vibrò:era arrivato un sms. Rimasi immobile."
Commentate!! Alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** SETTIMO CAPITOLO: TANTI PENSIERI E UN NUOVO POTERE ***


Eravamo a mezzo passo di distanza l’uno dall’altra e lo guardavo spaventata,Jake restava fermo a fissarmi, quel momento mi stava spaventando così fui io a fare la prima mossa:”Jacob,ora devo andare. I miei saranno in pensiero.” Girai le spalle,ma un attimo dopo Jacob mi tenne ferma per mano e mi chiese:
“Questo non cambia niente tra noi,vero? Nessie,io ho bisogno di te. Non sparire.”
Guardai un attimo in basso,poi mi avvicinai a lui e lo abbracciai le sue braccia calde mi avvolsero all’istante facendomi sentire al sicuro.
Mi staccai da lui e ricominciai a correre. In quel momento avevo tanti pensieri che mi frullavano nella testa:
Jake,l’imprinting,me, la mia amicizia nei suoi confronti,lui era innamorato di me, paura di respingerlo e poi di perderlo. Cosa dovevo fare? E se non avesse capito ciò che provavo veramente per lui?
Arrivai a casa e purtroppo c’erano tutti in casa. Entrai piano e cercai di scappare sopra,ma un istante dopo: “Signorina,dove sei stata?” non era mio padre,ma zia Rosalie.
“Ciao zia.” Dissi con un sorriso innocente.
“Dove sei stata?”
“Da Jake.”
“Quel lurido..”
“Zia non cominciare.” La interruppi. “Io ho bisogno di pensare,non di qualcuno che lo insulti.”
Corsi su in camera mia prima che qualcun altro mi sgridasse. Chiusi la porta della mia stanza,mi spogliai e mi rimisi a letto. Pensavo a Jake,alle sue parole, al suo profumo, ai suoi occhi, al suo sorriso.
Oddio cosa dovevo fare?
Rimasi a letto tutto il giorno,il telefono squillò almeno 4 volte ma non risposi. Non volevo parlare con nessuno. Dopo un po’ qualcuno bussò alla porta e la porta si aprì,era mia madre.
“Nessie,ma cosa fai a letto?”
“Mamma,per favore. Voglio solo stare sola.”
“Tesoro,che è successo? Jacob,ti ha fatto qualcosa?”
“Mamma,tu lo sapevi che lui ha avuto l’imprinting con me?” domandai mettendomi seduta.
“Si.” Disse mia madre oscurandosi di colpo.
“Perché non me l’hai mai detto? Avevo il diritto di saperlo.”
“Doveva dirtelo lui. Tu sei l’oggetto del suo imprinting.” “Sei felice di questo?”
“No.”
“Papà,ancor meno vero?”
“Già.”
“E adesso?” chiesi.
“Tu cosa provi per lui?”
“Io gli voglio bene,ma non so se lo amo. Lo vedo come un fratello maggiore,come il mio migliore amico.”
“E lui cosa ha detto? Perché gliene hai parlato vero?”
“No. Mi ha lasciato chiedendomi se questo non avrebbe cambiato nulla tra di noi. Gli ho detto di no,ma temo invece che possa cambiare tutto. Ora so che mi guarda non come un’amica o una sorella,ma come..” non riuscii a concludere.
In quel momento il mio cellulare vibrò:era arrivato un sms. Rimasi immobile.
“Che fai non leggi?”
“Non so se voglio leggere.”
“Dai,apri.”
Aprii il messaggio,era Tyler un mio compagno di scuola.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Chi è?” chiese mia madre curiosa.
“Un compagno di scuola.” Dissi.
“Ah..”
“Mamma” dissi “tu in passato hai fatto soffrire Jacob?”
“Perché?”
“Stamattina ho avuto la sensazione di vivere una situazione passata in cui io non c’ero.”
“Cioè?” chiese mia madre.
“Stamattina ho dormito con lui.” Confessai un po’ imbarazzata “Ma non è successo niente,tranquilla. Comunque l’ho salutato e gli ho detto ‘ciao Jake’ e lui mi ha detto assonnato ‘ciao’. Per caso ti sei ritrovata in questa situazione con Jake?”
“Si.. ma perché lo chiami Jake?”
“Non lo so. E’ come se lo avessi sempre chiamato così.”
Mia madre mi guardò preoccupata.
“Lo hai ferito in quella circostanza?”
Mia madre si rattristò all’istante e disse:”E’ stato il momento peggiore della mia vita. Dire addio al mio migliore amico e al ragazzo di cui ero in parte innamorata.”
“Tu.. eri innamorata del mio Jacob?!” chiesi sconvolta.
“Si,ma ho sempre amato di più tuo padre.”
“Mamma,come hai potuto fargli questo? Come hai potuto essere così.. cattiva,come hai potuto calpestare in questo modo i suoi sentimenti? Anche quando era al matrimonio come..?”
“Cosa?!” esclamò mia madre. “Ma tu come sai di quello che è successo al matrimonio?”
In quel momento mi resi conto di sapere tutto ciò che apparteneva al passato di mia madre: il suo odio per la danza,quanto le piaceva stare sola,aveva portato a Forks una piantina grassa,aveva le lenzuola viola nella sua stanza,l’arrivo a Forks,l’incontro con Billy e Jacob, il pick-up, il primo giorno di scuola,la scoperta dei Cullen, lo sguardo che si lanciarono lei e mio padre, il salvataggio di mio padre, la scuola di ballo, James, la festa dei 18 anni a casa dei Cullen, l’abbandono di mio padre, l’amicizia con Jacob,le moto,le visioni, il tuffo dalla scogliera, Victoria, i lupi, il viaggio in Italia, i Volturi, il ritorno a Forks, la pugnalata al cuore di Jacob, la proposta di matrimonio di mio padre, la visita a sua madre, il regalo di Renè, Jacob parlava dell’imprinting a mia madre, la paura dello straniero,Riley, l’addestramento, il regalo di Jacob, l’anello di mio padre, la montagna,la tenda, il bacio con Jacob, Riley e Victoria, Jacob ferito, l’addio a Jacob, il matrimonio, il ballo con Jacob, isola Esme, i cuscini rotti e le piume, i lividi sul suo corpo, il pollo fritto, la gravidanza, il sangue per nutrirmi, la vicinanza di Jacob, poi il parto.
Sapevo tutto.
“Scendi giù dobbiamo parlare con Carlisle.” Disse mia madre allontanandomi le coperte.
Erano tutti giù in salotto tranne zia Rose e zio Emmett,mia madre spiegò che sapevo ciò che era successo al matrimonio, “Veramente io so tutto.” Dissi sicura,ma quasi spaventata.
“Cosa sai?” mi chiese calmo il nonno.
“So tutto di quando mia madre era umana: dall’arrivo a Forks fino alla mia nascita. Non so come lo so,so solo di saperlo.”
“Da quanto ti rendi conto di saperle queste cose o di parlare in un modo mai fatto?”
“Da.. stamattina.”
Carlisle mi guardò e disse:"Nessie quando sei stata morsa, il sangue di quel vampiro ti ha in un certo senso trasformata dal punto di vista dei tuoi poteri. Non sarai più in grado di far vedere con il tocco della mano,ma sai come dire il passato di tutti e noi e probabilmente qualche potere ancora nascosto.”
Non riuscivo a credere alle mie orecchie avevo un nuovo potere..




_________________________

Grazie ragazze che leggete la mia storia !!
Piccolo spoiler:
"Cosa ti succede?” mi chiese quasi implorante.
“Oh,Jake. Non lo so.” Dissi,poi affondai la testa nel suo petto e lui istintivamente mi abbracciò mettendo una mano delicatamente sulla mia schiena e l’altra sulla mia testa. “Come posso aiutarti?” mi chiese molto dolcemente.
“Jake,mi puoi aiutare già standomi vicino.”
“Io sono qui. Non ti lascerò finché non me lo dirai tu. Tu sei la persona più importante per me. E se tu stai male sto male anch’io. Non potrei vivere sapendo che tu stai male.”
Mi diede un bacio delicatamente sulla testa e mi fece sentire un po’ bambina."

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** OTTAVO CAPITOLO: JACOB ***


Il giorno dopo andai a scuola e appena varcai la soglia della scuola percepivo tante voci nella mia testa, riuscii a controllarmi ed entrai in classe: sentii subito un bisbiglio che mi infastidì molto “Ma come si è conciata Cullen stamattina?” feci finta di non aver sentito.
Quel giorno fui molto nervosa a scuola,si vedeva chiaramente che nascondevo qualcosa o forse ero solo io che avevo delle paranoie.
Uscii da scuola e i miei genitori non c’erano e neanche i miei zii, erano fuori a fare ricerche per me. Avrei voluto partecipare anch’io ma mio padre aveva pensato di tenermi fuori fin quando non scoprivano qualcosa di certo. Feci un paio di passi e una moto mi sfrecciò davanti fermandosi,alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi:
“Ciao,Nessie.”
“Ehm.. ciao.” Dissi un po’ confusa.
“Stai bene?”
“Si.”
“Sicura sei pallidissima e sembri preoccupata?”
“Preoccupata? Affatto. Sono solo stanca e affamata.”
Conclusi poi dissi “Sarà meglio che vada a casa.”
“Veramente Bella mi ha telefonato stamattina e mi ha chiesto se potevo tenerti compagnia per un paio di giorni visto che loro staranno fuori.”
“Ah.. ma no,dai non preoccuparti. Preferisco stare a casa mia sola.” Dissi cominciando a incamminarmi.
Sentii la moto spegnersi,poi dei passi.
“Ness,perché fai così? Ha a che fare con l’imprinting? Perciò non vuoi vedermi?”
“Ma che dici?” in parte era quello il motivo,l’altra avevo un po’ paura del mio potere. Dovevo farci l’abitudine.
“Nessie,ti fermi allora.” Disse prendendomi per mano e intrecciando le sue dita con le mie.
Mi liberai della sua presa e lo guardai dicendo:”Jake,non fare così.”
“Ness,sono due giorni che sento frasi già dette da tua madre. Cosa ti succede?” mi chiese quasi implorante.
“Oh,Jake. Non lo so.” Dissi,poi affondai la testa nel suo petto e lui istintivamente mi abbracciò mettendo una mano delicatamente sulla mia schiena e l’altra sulla mia testa.
“Come posso aiutarti?” mi chiese molto dolcemente.
“Jake,mi puoi aiutare già standomi vicino.”
“Io sono qui. Non ti lascerò finché non me lo dirai tu. Tu sei la persona più importante per me. E se tu stai male sto male anch’io. Non potrei vivere sapendo che tu stai male.”
Mi diede un bacio delicatamente sulla testa e mi fece sentire un po’ bambina.
“Questo tuo istinto a proteggermi ha a che fare sempre con l’imprinting? O sei tu che ti preoccupi per me?”
Chiesi allontanandomi da lui. In quel momento quando i nostri sguardi si incrociarono mi sembrò che il mondo,il mio mondo fosse completo. C’eravamo io e lui in quel momento,il resto non c’era: la scuola,i compagni, la mia famiglia,il mio nuovo potere, la paura di non saperlo padroneggiare.
Fu tutto tagliato via.
In quell’istante mi sentivo perfetta nella mia imperfezione. Mi si stava avvicinando lentamente e io avevo paura: non avevo mai baciato nessuno e poi non conoscevo ancora i miei veri sentimenti per lui.
Le sue labbra sfiorarono delicatamente le mie e poi si schiusero,imitai quello che lui faceva. Poi sentii la sua lingua toccare la mia e piano e delicatamente danzarono insieme. Avevo il cuore a mille,non avevo mai provato un’emozione così forte e così dolce allo stesso tempo. Quel bacio durò per diversi secondi,poi mi staccai,non ero sicura del mio gesto.
Non lo guardai mi sentivo in colpa: da una parte nutrivo un profondo sentimento per Jacob,ma dall’altra mi chiedevo se era amore ciò che provavo.
Mi alzò il viso verso il suo e mi chiese senza staccare i suoi occhi dai miei:”Ness,che c’è?”
Interpretò male quel mio silenzio e si allontanò da me.
Stava risalendo in moto,corsi e gli afferrai la mano: “Jake,non hai capito.” Dissi.
Alzò il suo sguardo verso il mio e disse:”Cosa non ho capito? Tu non provi quello che io provo per te.”
“Tu cosa provi per me? Non me l’hai mai detto. Hai detto solo di aver avuto l’imprinting con me.”
Si alzò dalla moto e venne verso di me:”Io ti amo,indipendentemente dall’imprinting. Tu sei diventata parte di me e se tu non ci sei,se tu non capisci quello che io provo per te mi ferisci molto di più rispetto a tante pugnalate al cuore.”
Quelle parole erano bellissime e mi arrivarono dritte al cuore: Jacob mi amava e ora lo sapevo con assoluta certezza.
Mi avvicinai a lui e lo guardai negli occhi “Anche tu sei diventato importantissimo per me. Non riuscirei a immaginare la mia vita senza di te. Non so se per te provo amore,ma so solo che è un sentimento fortissimo e indissolubile.” Dissi sicura.
Gli avevo aperto il mio cuore,sapevo che lui non mi avrebbe mai fatta del male.



------------------


Ed ecco a voi l'ottavo capitolo!
Mi auguro sia stato di vostro gradimento..
Piccolo spam:
"Mentre dormivo, pensavo a come mi sentivo quando stavo insieme a Jacob, a cosa provavo per lui: le sensazioni erano tutte piacevoli,allegre e calde. Ma queste sensazioni bastavano per definire i miei sentimenti per lui? Ci si poteva innamorare di una persona in base alle sensazioni provate con lui?
Non credevo che potesse bastare."
Un bacio e al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** NONO CAPITOLO: CONFUSIONE ***


Buon week-end a tutte e buona lettura!!


Andammo insieme alla riserva e lì i ragazzi mi accolsero come una di famiglia che sapessero già dell’imprinting di Jacob per me? Molto probabile.
“Ciao Renesmee.” Disse Quil venendomi incontro e dandomi un bacio sulla guancia.
“Tu guarda chi si rivede la piccola Nessie.” Disse Paul con il suo solito modo da giocherellone.
“Paul,non sono più una bambina.” Dissi.
“Si,ma per noi lo sarai sempre.”
“Anche se dai pensieri di Jacob ormai non lo sei più.” Disse intervenendo Jared.
“Ciao.” Dissi “E cosa pensa di me Jacob?”
“Ciao Nessie.” Disse un’altra voce a me molto cara,Embry.
“Ciao Embry.” Dissi,lui mi abbracciò e mi strinse forte a sé.
Mi erano sempre stati cari Jacob ed Embry,erano i miei lupi preferiti.
“Nessie perché non capisce i miei sentimenti.” Disse in tono divertito Paul.
“Dovrei dichiararmi.” Disse allo stesso tono Jared.
“E se non provasse quello che provo io.” Disse Quil.
“Potrei sempre provarci e poi scappare.” Disse Embry.
“Ok,ragazzi ora state esagerando.” Disse Jacob che era diventato rosso.
“Non fa niente,Jacob. Tranquillo.” Dissi.
“Ragazzi andiamo a farci una nuotata.” Propose Paul,un attimo dopo tutti i ragazzi erano spariti. Rimanemmo soli io e lui.
“Scusa” disse lui “mi dispiace che tu abbia saputo i miei pensieri da loro e in questo modo.”
Scossi la testa e dissi:”Non ci pensare. Tranquillo. Io ti voglio sempre bene.”
Si rattristò un attimo.
“Ness,so che i miei sentimenti non sono corrisposti ma sappi che comunque io per te ci sono sempre e comunque,qualunque cosa tu decida.”
“Grazie. Jake,io provo qualcosa per te,ma non so cos’è.”
Cominciammo a camminare sulla spiaggia,mentre il sole stava tramontando sulla spiaggia della riserva:gli raccontai anche del mio nuovo potere e che probabilmente proveniva da quel vampiro che mi aveva morso.
Tra chiacchiere varie la sera arrivò e così andammo tutti a casa di Sam ed Emily a mangiare,c’erano tutti compresi mio nonno Charlie che non vedevo da un po’. La serata fu molto allegra e spensierata.
La notte non riuscivo a dormire, mi rigiravo nel letto, così Jacob mi si mise vicino abbracciandomi, in quel modo mi addormentai più tranquilla. Senza di lui non sapevo cosa avrei fatto,ormai era tutto per me.
Mi stavo innamorando anch’io di lui?
Mentre dormivo, pensavo a come mi sentivo quando stavo insieme a Jacob, a cosa provavo per lui: le sensazioni erano tutte piacevoli,allegre e calde. Ma queste sensazioni bastavano per definire i miei sentimenti per lui? Ci si poteva innamorare di una persona in base alle sensazioni provate con lui?
Non credevo che potesse bastare.

Mi alzai mentre Jacob dormiva ancora,misi una felpa e andai sulla spiaggia vicino al mare: quello era stato fino a quel momento il mio posto preferito. Mi sedetti sulla spiaggia umida e respirai l’aria ricca di iodio,mi dava un leggero fastidio al naso quell’odore,ma era piacevolmente sopportabile.
Ripensai a quand’ero piccola: mi trovavo sulla porta di casa e Jacob indossava una maglietta nera e dei jeans corti,mi venne vicino si mise alla mia altezza,mi sorrise e mi diede un fiore di campo. Sorrisi e poi lo abbracciai,ricambiò l’abbraccio in una maniera molto delicata e dolce. Mia madre mi venne vicino e disse:
“Hai visto com’è bello questo fiore,Nessie?”
“Si.” Dissi con voce tenera.
“Jake,ti va di rimanere a pranzo con noi? Edward non c’è.” “Meno male,lui puzza troppo. Anche se tu non scherzi,Bells.”
Mi prese in braccio,anche se ormai sapevo camminare da sola già da parecchio e andammo dentro felici.
Fui interrotta dai miei ricordi dal tocco del pelo umido di qualcuno,mi girai e vidi un lupo dal pelo grigio chiaro,era Embry.
“Ciao Embry.” Dissi.
Lui fece un verso debole,come se fosse un debole saluto. Si sedette vicino a me.
“Embry,ti sei mai trovato in difficoltà? Ti dico una cosa ma tu prometti di non dire niente a Jacob e neanche di pensarlo,ok?”
Fece un piccolo cenno con la testa e poi parlai:
“Non so se sono capace di distinguere l’affetto dall’amore. E se non fossi innamorata di Jacob? Ma se lo fossi? Ti vorrei tanto in forma umana adesso. Vorrei che tu mi dicessi qualcosa. Vorrei un tuo consiglio.” Dissi quasi in tono implorante.
Embry in tutta risposta poggiò il muso sulla mia coscia,voleva essere accarezzato: lo accontentai subito.
“Embry,sai ho anche paura che mi sto trasformando. Temo di non essere più la Nessie di qualche anno fa. E se stessi diventando cattiva?”
Sollevò il capo e mi toccò la faccia con il muso,come se volesse dirmi ‘che sciocchezze’.
“Ma si hai ragione forse sono solo preoccupata per questo. Dici che non devo preoccuparmi?”
Un lieve uggiolio venne dal suo petto. Mi appoggiai a lui e chiusi gli occhi,poi dissi:”Ti voglio bene,Embry.”



---------


Spero vi sia piaciuto..
Piccolo spoiler:
"Ad un tratto ci fu uno scricchiolio molto vicino a me,mi voltai verso quella direzione e poco dopo vidi luccicare due occhi che mi fecero accapponare la pelle: erano gli stessi di quella notte.
La figura avanzò e la vidi: era un uomo di circa 30 anni dalla pelle bianchissima e dai capelli biondi,indossava un jeans strappato e un gilet aperto che rivelava il petto nudo. Gli occhi erano rosso sangue."

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** DECIMO CAPITOLO: PENSIERI ***


Buongiorno ragazze e buona lettura!!



Mi svegliai tra le braccia di Embry,anche se non ricordavo come c’ero finita.
“Buongiorno.” Mi disse con un piccolo sorriso.
“Buongiorno.” Risposi assonnata. “Ma come sono venuta a letto?”
“Veramente ti sei addormentata su di me sotto forma di lupo. Ti ho portata io qui.”
Gli accarezzai il viso e dissi:”Sei stato molto dolce,Embry. Grazie.”
“Non c’è problema.” Disse lui.
Poggiai la testa sulla sua spalla.
“A te come va?”
“Bene. Anche se sono stanco dopo una nottata di ronda.”
“Oh si,scusa. Parliamo dopo.” Dissi uscendo dal letto.
“Buonanotte.” Dissi con un sorriso.
“Buonanotte mia piccola Renesmee.” Disse.
Era il primo che mi chiamava dopo anni,apparte mio padre, in quel modo.
Uscii ed entrai in cucina,trovai tutti.
“Ciao Nessie.” Mi salutarono tutti in coro.
“Buongiorno Renesmee.” Mi salutò Paul.
Ok,era il terzo che mi chiamava così. -.-
Jacob non c’era.
“Jacob dov’è?” chiesi.
“In perlustrazione.” Disse Jared mentre masticava.
“Grazie. Ci vediamo dopo. Vado a fare due passi.” Dissi,poi uscii.
La gola bruciava,dovevo andare a caccia. Uscii oltre i confini della riserva e mi riavvicinai al territorio di noi Cullen, vidi subito un branco di cervi e mi ci avventai su. Ne feci fuori un paio e poi vidi più in là un puma; volevo fare una bella scorpacciata oggi, così mi ci avventai su.
Ero sazia.
Arrivai ad un ruscello,volevo pulirmi la bocca e le mani insanguinate. Ne approfittai e così feci un bagno.
Nuotai a lungo,volevo rilassarmi e non pensare soprattutto.
Non sapevo quanto tempo era passato,ma dopo un po’ uscii e mi rivestii. Avevo i capelli ancora umidi,ma mi si sarebbero asciugati abbastanza in fretta.
Ad un tratto ci fu uno scricchiolio molto vicino a me,mi voltai verso quella direzione e poco dopo vidi luccicare due occhi che mi fecero accapponare la pelle: erano gli stessi di quella notte.
La figura avanzò e la vidi: era un uomo di circa 30 anni dalla pelle bianchissima e dai capelli biondi,indossava un jeans strappato e un gilet aperto che rivelava il petto nudo. Gli occhi erano rosso sangue.
Lo guardai sospettosa,lui mi riconobbe e fece un piccolo sorriso.
“Ciao.” Mi disse,aveva una voce quasi tagliente.
In quel momento sentii qualcosa "ma è lei,si è la ragazza dell’altra sera" riuscivo a percepire i suoi pensieri.
“Ciao.” Dissi io,volevo essere sicura,ma la mia voce tremò e tradì la mia paura.
“Mi sorprende vedere una comune mortale ancora viva dopo il mio morso. Nessuno sopravvive dopo il mio passaggio.”
“Sono una mortale fuori dal comune.” Dissi la mia voce tremò di nuovo.
“Lo vedo.” Disse lui con un sorriso quasi compiaciuto.
“Chi sei?” chiesi con voce ferma.
“Mi chiamo Jack e tu.. sei?”
Non sapevo cosa fare: se dire il mio vero nome o no.
“Carlie.” Usai il mio secondo nome.
“Che nome strano.” Disse con voce meno tagliente e stranamente melodiosa.
Cosa aveva in mente? "che odore strano,sembra umana ma ha qualcosa di diverso." Pensava.
“Si,è il nome di mio nonno.”
Mi tremavano le gambe per la paura. Cosa potevo fare?
Sembrava che mi avesse ipnotizzato.
“Jack,io ora devo tornare a casa.”
“E dov’è casa tua?” mi chiese con un tono da brividi.
Se avessi detto la riserva avrei messo in pericolo i ragazzi,ma se avessi detto la mia vera casa mi avrebbe cercata lì e attaccato la mia famiglia. Il cuore pompò molto sangue in pochissimi secondi.
“Vivo a Seattle,ma sono solo di passaggio qui.”
“Ah.. capisco.” Disse.
Fece un altro passo verso di me,eravamo a 3 passi di distanza.
E se avessi cercato di scappare? Ero veloce rispetto agli altri,ma rispetto a lui?
“A cosa pensi?” mi chiese facendo un altro passo.
Due passi di distanza.
“Niente.” Risposi frettolosamente. Lui sorrise a questo mio atteggiamento goffo.
Questo lo avevo ereditato da mia madre,purtroppo.
“Cosa vuoi da me?” gli chiesi.
“Mah,ero a caccia qui. Ma poi ho sentito uno strano odore,molto più dissetante di un semplice puma o di una semplice alce. Ho sentito il tuo odore.”
Lo guardai solo.
"E se mi divertissi un po’ con lei e la facessi soffrire un po’?" pensava.
“Sai sembri solo per metà umana.” Disse lui.
Feci il verso di una risata forzata,poi dissi:”Che sciocchezze! Jack ora devo andare.”
“Come vuoi.” Disse.
Mi allontanai da lì,ma mentre mi allontanai percepii un ultimo pensiero "la caccia è appena cominciata."



Allora come vi è sembrato?
Non vi dimenticate di recensire!! ;)
Piccolo spoiler:
" “Sorpresa? E’ da quella sera che ti ho morsa che ti tengo d’occhio. Ho seguito ogni tuo singolo movimento.”
“Perché proprio me?”
“Mi hai incuriosito subito. Piccola mezza umana.” Disse con tono strisciante e tagliente le ultime parole.
Sapeva tutto,tutto."
Alla prossima ciaooo

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** UNDICESIMO CAPITOLO: AGGRESSIONE ***


Tornai a casa mia,a casa Cullen. Sentivo un odore strano quello di Jack,era meglio che mi vedeva entrare lì piuttosto che alla riserva. Entrai in casa e mi chiusi dentro. Avevo paura.
"Ora sei completamente sola e sei mia."
Oh,no era lì dietro la porta!
Corsi al piano di sopra e un attimo dopo la porta fu scaraventata a terra ai piedi delle scale.
“Credevi che me la bevessi la storia che vivevi a Seattle,Carlie!”
Tremavo. Chiamai Embry,era l’ultima chiamata e lasciai aperta la telefonata.
Ero in camera mia e un istante dopo lui era già entrato. Mi guardava come si guarda una preda nel suo ultimo istante prima di ucciderla.
“Pronta a morire?”
“Co – cosa vuoi da me?”
“Ucciderti.” Disse con un sorriso da far venire i brividi.
“Ma prima voglio giocare un po’. Voglio vedere se i tuoi amici lupi vengono a trovarti.”
Rimasi a bocca aperta,come sapeva?
“Sorpresa? E’ da quella sera che ti ho morsa che ti tengo d’occhio. Ho seguito ogni tuo singolo movimento.”
“Perché proprio me?”
“Mi hai incuriosito subito. Piccola mezza umana.” Disse con tono strisciante e tagliente le ultime parole.
Sapeva tutto,tutto.
“Vediamo se soffri come gli umani.” Disse.
Mi afferrò per la gola e mi sbatté contro l’armadio e mi sollevò. Stavo soffocando,strinsi gli occhi.
Sorrideva lo sentivo,in quel momento ogni mio altro senso sembrava non funzionare.
All’improvviso un dolore lancinante alla coscia sinistra mi fece lanciare un urlo,aveva affondato le unghie nel jeans ed era riuscito ad arrivare fino alla pelle. Stringeva e faceva malissimo.
“Allora.. fa male?” mi chiese.
Non riuscivo a parlare.
Strinse ancora più forte e io urlai di nuovo.
“Allora fa male?”
“Si.” Dissi urlando perché continuava a stringere. Mi stava interrompendo la circolazione.
Tolse la mano dalla coscia e mi scaraventò lontano dalla mia stanza,andai a battere contro uno spigolo.
“Oh,povera piccola” disse lui “chissà cosa faranno i tuoi amici quando sapranno che ti ho ucciso.”
“Ti.. darebbero.. subito la caccia..” dissi tra uno spasmo di dolore e un altro.
“Non credo proprio,piccola sciocca.” Disse lui,si stava avvicinando per concludere l’opera.
Mi prese un braccio e si stava avvicinando,mi stava dando il colpo di grazia. "Jacob,ti amo." pensai.
Poi ci fu un rumore di vetri infranti e lui si fermò: un lupo dal pelo rossiccio era dentro camera mia e caricò dritto contro di lui,si lanciò su di lui e lo allontanò da me. Finirono oltre il muro di casa mia,avevano distrutto casa mia.
Dopo pochi secondi arrivarono anche gli altri lupi,solo uno non partecipò:Embry.
“E - Embry.” Riuscii a dire.
“Nessie,tranquilla. E’ tutto finito. Jacob lo ha distrutto sta venendo qui.”
“G – grazie per aver capito la mia telefonata.”
Fece cenno con la testa e un piccolo sorriso.
Poi sentii dei passi ed Embry alzò la testa.
Jacob era in piedi davanti a me,a torso nudo. Si chinò verso di me e disse:”Piccola mia,ho chiamato Carlisle. Stanno tornando. Resisti.”
Allungai la mano verso di lui,me l’afferrò e disse:”Tranquilla. Va tutto bene. Ci sono io con te adesso. Lui non può più tornare. L’ho distrutto.”
“Dovete.. incendiarlo.” Dissi tra uno spasmo e l’altro.
“Embry pensaci tu,ti prego.”
“Si.” Così Embry si allontanò da noi.
Lo guardai e dissi:”Ora sono di nuovo io. Intendo.. non ripeto più le frasi di mia madre.” Dissi con voce tremante.
Sorrise cercando di dare l’impressione di stare calmo.
“Sono solo goffa come lei.” Dissi.
“No,tu sei bravissima. Sei la ragazza migliore che io potessi trovare su questo pianeta.”
Lo guardai,anche in quella situazione e anche se soffrivo il mio cuore riprese a battere fortissimo per quelle sue parole.
“Eccomi. Nessie.”
Mio nonno era arrivato,seguito dagli altri.
“Ti devo portare in ospedale,nipotina.”
Annuii solo. “Jacob,può venire con noi?”
“Si.” Poi mi sentii sollevare e in quel frangente persi i sensi.

Mi svegliai in ospedale e mi sentivo come un guscio vuoto,svuotato di tutto. Mi guardai intorno e c’era mio padre seduto,dissi:”Papà.”
Lui mi guardò e disse:”Ness,come stai?”
“Diciamo bene.”
“Ti ha fatto molto male,eh?”
“Si. Ma ho la pelle dura.”
“Come tua madre.” Disse lui sollevato.
“Lei dov’è?”
“E’ in sala d’attesa. Non ha voluto allontanarsi.”
“E.. Jacob?”
“E’ insieme a lei di là. Ti è stato vicino fino a un’ora fa. Ti ama veramente,anche se mi rincresce ammetterlo.”
“Lo avevo capito.”
“E tu? Lo ami?”
“Si.”



Spero che il capitolo vi sia piaciuto.. mi raccomando commentate ;)
Piccolo spoiler:
" Lui c’era sempre stato per me,sempre. Non mi aveva mai abbandonata neppure per un istante.
Poteva mancare tutto,ma lui doveva farmi sentire che c’era.
“Jake” dissi,ma le parole mi si strozzarono in gola.
All’improvviso tutto era chiaro e semplice."

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** DODICESIMO CAPITOLO: IO & JACOB ***


Buon pomeriggio ecco un altro capitolo! Mi auguro sia di vostro gradimento..


“Papà puoi farlo entrare,per favore?” chiesi quasi in tono implorante.
“Certo. Ed esco io.”
“Grazie papà,ti voglio bene.”
Papà uscì e un istante dopo Jacob entrò e si precipitò vicino al mio letto.
“Cavolo,Nessie,stai messa proprio uno schifo!” esclamò guardandomi.
Sorrisi e dissi:”Sono stata meglio.”
“Lo so.” Mi accarezzò il viso e poi disse:”Ti va qualcosa da mangiare?”
“Si.”
“Emily è venuta un paio d’ore fa e ti ha preparato dei muffin. Uno ne ho assaggiato anch’io,senno ingrassi.”
“Spiritoso.” Dissi sorridendo debolmente.
Mangiai un muffin,era ottimo.
Stavo guarendo. Almeno dal punto di vista dello stomaco. “Tu come stai?” gli chiesi.
“Io?”
“Si. Ti sei fatto male quando lo hai sbattuto fuori?”
“No,è stato un gioco da ragazzi,piccola.”
“Sono contenta,almeno non ti sei fatto male.”
“No,ho la pelle molto più dura della tua.”
“Jacob,ti devo dire una cosa.”
Avevo i suoi occhi puntati addosso.
“Lui sapeva di voi..è per questo che non sono tornata alla riserva. Non volevo mettervi in pericolo.”
“Oh vampirella mia..” disse teneramente e accarezzandomi la guancia con la sua mano bollente.
“Io ti amo Jacob.” Dissi,ammettendolo finalmente sia a lui che a me.
Mi guardò un attimo e disse:”Ti amo anch’io.” Mi diede un bacio delicato sulle labbra.
In quell’istante rivissi molti ricordi: quando mi teneva in braccio,a Natale,quando avevo imparato a parlare e a camminare,quando giocavo con lui,quando mi portava alla riserva e facevamo vola – vola, i suoi primi gesti d’affetto verso di me,la sua compagnia mentre andavo a caccia o quando i miei non c’erano.
Lui c’era sempre stato per me,sempre. Non mi aveva mai abbandonata neppure per un istante.
Poteva mancare tutto,ma lui doveva farmi sentire che c’era.
“Jake” dissi,ma le parole mi si strozzarono in gola.
All’improvviso tutto era chiaro e semplice.
“Piccola ora devi riposare e guarire il prima possibile. In questi casi non so come funziona la guarigione.”
Sorrisi e dissi:”Forse guarisco in fretta.”
“Lo spero. Voglio stare sempre con te. Non ti lascerò mai più da sola,te lo prometto.”
“Giura.”
“Te lo giuro,amore mio.”

Jake rimase vicino a me sempre,non mi lasciava mai. Cercava di accontentarmi in ogni modo possibile.
Due giorni dopo uscii e andai a stare da mio nonno Charlie,visto che la mia casa era stata distrutta dallo scontro tra Jacob e Jack. Il resto della mia famiglia si era allontanata da Forks per altre ricerche su di me,al loro ritorno avrei saputo ogni cosa e i miei altri possibili cambiamenti.
Intanto mi godevo un po’ di riposo dalla scuola con Jacob..
Il giorno dopo il mio ritorno a casa di Charlie,lui mi fece mettere nella vecchia stanza di mia madre e disse:
“Ti ho messa qui così almeno mi sembrerà di avere ancora tua madre con me.” Disse in tono malinconico.
Non riuscii a non abbracciarlo mi aveva commosso quella frase.
“Ti manca un po’ la mamma,eh?”
“Come no.” Si stava commuovendo. “Ora devo andare in centrale. Mi raccomando fai la brava.”
“Certo. Contaci. E sii prudente.” Dissi con un sorriso.
“Lo sono sempre.” Disse accennando un timido sorriso.
Appena mio nonno uscì di casa, corsi in camera mia e telefonai a Jake:
“Jake,sono io.”
“Nessie.” Disse “Dimmi.”
“Mi puoi venire a prendere. Voglio venire a La Push.”
“Certo.. ma come la metti con Charlie?”
“Charlie non torna prima delle 9 di stasera.”
“Perfetto. Dieci minuti e sono da te,piccola.”
Poi attaccò.
Misi una camicia rosa e dei jeans leggins bianchi,sotto delle ballerine rosa pallido.
Un istante dopo Jacob bussò alla porta..



Le recensioni sono sempre gradite! Piccolo spoiler: "“Sei bellissimo,Jake.” Dissi guardandolo.
Strinse un attimo le labbra e guardò avanti sorridendo,poi disse:”Anche tu mia piccola Nessie.”
“La vuoi smettere di chiamarmi piccola?! Ho 18 anni e non sono per niente piccola.”
“Lo vedo,ma tu hai 9 anni perciò sei piccola.”
“Cavolo,non mi far arrabbiare.”
Si fermò e mi guardò con aria di sfida:”Se no,Cullen?”
Mi avvicinai a lui alzando la faccia verso di lui imitando il suo atteggiamento di sfida:”Finisce male,Black.”
Sorrise e mi colse di sorpresa baciandomi."
Volevo chiedervi un'informazione se lo sapete: come si fa a mettere il testo in grassetto e non come appare mentre lo leggete? Cioè io uso l'editor EFP e metto il carattere che voglio,ma poi nell'anteprima appare come se non avessi fatto nessun cambiamento. Voi come fate?

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** TREDICESIMO CAPITOLO: LA PUSH ***


Uscii di casa e salii dietro sulla moto di Jacob. Guidò veloce fino alla riserva poi scendemmo e passeggiammo mano nella mano sulla spiaggia della riserva,in silenzio.
“Nessie,cosa c’è? Mi sembri preoccupata.”
Lo guardai e vidi che mi stava guardando. Era preoccupato anche lui per me.
“Si,Jake,lo sono.”
“Ne vuoi parlare con me?”
Lo disse in un modo così tenero e dolce che non me la sentii di dire che non volevo parlarne.
“Beh.. ti ricordo la sera in cui sono stata morsa?”
Annuì con la testa.
“Da quella sera ho ‘visto’ il passato di tutti i membri della mia famiglia. Il giorno dopo a scuola era difficile stare concentrati sulla lezione perché ronzavano nella mia mente tanti pensieri confusi dei miei compagni o dei miei professori. Quel giorno fuori scuola sei venuto anche tu e lì.. invece non ho sentito niente. Non riuscivo a percepire niente da te,eccetto il battito del tuo cuore o il pulsare del sangue nelle vene.”
“Secondo te come mai?”
Scossi la testa e dissi:”Non ne ho idea. Per questo la mia famiglia è andata a fare ricerche quei due giorni. Ma poi mi sono allontanata dalla riserva e ho incontrato di nuovo quel vampiro,Jack. Lì mi sono resa conto di un’altra cosa.”
“Quale?”
“Sentivo i suoi pensieri nitidamente. Era strano: era come se con lui avessi sviluppato il pensiero che ha mio padre.”
“Ma non è possibile tutto questo. Insomma,prima avevi la capacità di far vedere quello che ti succedeva con il tocco della mano,poi ti morde quel succhia sangue e tu sei in grado di ‘vedere’ il passato dei tuoi e poi senti dei pensieri confusi tranne che con quel vampiro.”
Rimasi in silenzio e guardai verso il mare,ormai era il tramonto.
“Ne so quanto te,Jake.” Dissi con voce distratta dalla bellezza del tramonto.
Aumentò la stretta delle nostre mani e mi costrinse a girarmi verso di lui,vidi che sorrideva ed era bellissimo quando sorrideva: era come se il mondo si fermasse,come se per un attimo l’aria non ci fosse,come se il battito aumentasse e io lo sentivo sempre più amplificato. Era bellissimo quello che sentivo.

“Sei bellissimo,Jake.” Dissi guardandolo.
Strinse un attimo le labbra e guardò avanti sorridendo,poi disse:”Anche tu mia piccola Nessie.”
“La vuoi smettere di chiamarmi piccola?! Ho 18 anni e non sono per niente piccola.”
“Lo vedo,ma tu hai 9 anni perciò sei piccola.”
“Cavolo,non mi far arrabbiare.”
Si fermò e mi guardò con aria di sfida:”Se no,Cullen?”
Mi avvicinai a lui alzando la faccia verso di lui imitando il suo atteggiamento di sfida:”Finisce male,Black.”
Sorrise e mi colse di sorpresa baciandomi.
Mi staccai da lui e dissi:”Così non vale.”
“In amore vale tutto,Cullen.”
“Ah si,Black?” risposi a un centimetro di distanza dal suo viso.
“Si.”
“Bene,allora.. chiudi gli occhi.” Dissi.
“Ok.”
Che pollo! Si era fidato ciecamente,così presi un fazzoletto che avevo in tasca e lo bendai.
“Ma che fai?”
“Black,fidati.”
“Mm.. non so se fidarmi..”
“Fai male.” Dissi con un sorriso perfido,ma che lui non poteva vedere.
Gli girai attorno e notai che indossava dei pantaloni che avevano quei ragazzi che facevano gli streep tease,una volta mia madre mi aveva beccata mentre li guardavo in televisione durante la notte.
Mi venne un’idea.
Glieli tirai via e con imbarazzo scoprii che non aveva i boxer O__O corsi via perché volevo si scherzare,ma perché avevo fatto una brutta figura.
“Così non vale!!” sentii Jacob che strillava da dietro,mi girai un attimo e vidi che stava fermo lì sulla spiaggia e con le mani cercava di coprirsi. Poverino,se sapevo quel piccolo particolare, non glieli avrei tolti!

Mi arrampicai su un albero e lasciai il pantalone alla base dell’albero. Dopo 10 minuti sentii qualcuno che mi chiamava piano:”Nessie. Nessie. Benedetta ragazza dove ti sei nascosta?” lo diceva quasi implorante.
Poi lo vidi che si abbassava e prendeva i pantaloni,vidi che se li infilava convinto che non lo vedessi: a un certo punto non ce la feci più e scoppiai a ridere.
Guardò sorpreso verso l’alto e disse stringendo gli occhi: “Cullen vieni giù che ti sistemo io.”
“Non ne avresti il coraggio.”
Mi guardò di colpo dolce e disse:”E’ vero. Io non ti farei mai sentire in imbarazzo,tu invece.. non hai esitato un attimo.”
Mi colpì quello che disse:”Ma.. io volevo solo..”
“Non dire niente, io me ne torno a casa.” Poi se ne andò.
“Jacob.” Ma era sparito.
Scesi con un balzo giù dall’albero e lui non c’era più. Mi rattristai subito.
Un istante dopo due braccia enormi e calde mi avvolsero in un abbraccio.
Era lui.
Io non sapevo cosa dire,lui poggiò la testa sulla mia spalla e disse:”Eh se sapessi..”
“Cosa?” dissi girando la testa verso di lui.
“Ti amo.”

Schiudemmo le labbra e ci baciammo con calma e con amore.




Allora? Cosa ve ne pare?
Spoiler:
"Sorrisi e uscii dalla stanza. Billy non c’era e aveva lasciato un biglietto:
“Jacob sono da tua sorella Rachel ci vediamo la settimana prossima. Prima che mi dimentichi ha telefonato di nuovo Daiana dice che vuole vederti e ha detto che non lo dimenticherà.. richiamala. Billy”
E ora chi diavolo era questa Daiana e cosa voleva dal mio Jake? Cosa non aveva dimenticato?"

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** QUATTORDICESIMO CAPITOLO: NOI DUE ***


Non tornammo subito a casa,restammo un po’ ai piedi di quell’albero abbracciati e felici. Ogni tanto mi dava dei bacetti sulle guance dolcemente o mi sussurrava all’orecchie parole dolci,quello era il ragazzo che amavo,quello era il mio Jacob!
“Piccola,torniamo a casa, sono due giorni che non dormo e sono stanco.”
“Oh si,Jake,scusa.”
Mi diede un bacio sui capelli e andammo a casa.
Appena arrivò a casa un silenzio profondo ci accolse,seguito da un sonoro sbadiglio del mio Jacob.
Si buttò sul letto e chiuse gli occhi,io restai seduta a terra e lo guardavo dormire. Poverino doveva essere proprio stanco,infatti poco dopo cominciò a russare sonoramente. Sorrisi e uscii dalla stanza.
Billy non c’era e aveva lasciato un biglietto:
“Jacob sono da tua sorella Rachel ci vediamo la settimana prossima. Prima che mi dimentichi ha telefonato di nuovo Daiana dice che vuole vederti e ha detto che non lo dimenticherà.. richiamala. Billy”
E ora chi diavolo era questa Daiana e cosa voleva dal mio Jake? Cosa non aveva dimenticato?
Misi apposto un po’ di cose in cucina,poi sentii dei rumori provenire dalla stanza di Jake,mi affacciai e vidi che si stava alzando dal letto,feci finta di nulla,poi appena lo sentii vicino mi girai e dissi cercando di controllare la voce:”Tu mi devi qualche spiegazione.”
Mi guardò perplesso e allora gli porsi il biglietto di Billy,lui lesse e poi mi guardò.
“Chi è Daiana?” chiesi.
“E’.. la mia ex.”
“Cosa? Ma tu non eri innamorato di mia madre?”
“Si,ma Daiana è stata la mia ragazza prima che m'innamorassi di tua madre.”
“E.. cosa non avrebbe dimenticato questa tua ex?” dissi con un pizzico di acidità nella voce.
“Boh.”
“Jake.” Dissi in tono di chi non l’aveva bevuta.
“Qualche mese fa l’ho rivista e ci siamo parlati,e..” gli tremò la voce.
“Cosa?” chiesi alterandomi un po’.
“Ci siamo baciati.”
Rimasi a bocca aperta senza parole.
“Ma è stato prima che ci dicessimo dell’imprinting e del nostro amore.”
“Ho capito.. ma ora cosa pensi di fare?” gli chiesi lasciandolo di stucco,ovviamente si aspettava un’altra reazione da parte mia.
“Le parlo e le dico di noi due.”
Annuii solo.
“Ti fidi di me?” mi chiese avvicinandosi a me.
“Da sempre.” Risposi guardandolo negli occhi.
Mi prese per i fianchi e mi baciò,avvicinando con le mani il mio bacino al suo. Mi ritrovai seduta sulle sue gambe sulla sedia e lentamente percorreva con le mani il mio fianco destro e mi baciava piano il collo,abbandonai la testa sulla sua spalla e in quel momento entrò Paul che cominciò a ridere come un matto.
Diventai rossa e mi alzai di scatto aggiustandomi.
“Beccati.” Disse tra le risate.
“Ma non hai niente di meglio da fare?” chiese arrabbiato Jacob “Non dovresti essere con mia sorella?”
“Ho appena finito il turno di ronda,fratello. Tra un paio d’ore tocca a te. Almeno hai la notte libera.” Disse toccando la spalla di Jacob con un gesto amichevole e allusivo.
“Paul,fai poco lo spiritoso.” Disse in finto tono minaccioso Jake.
“Vi lascio. Non lo far stancare troppo o ti vedremo per tutto il giorno.”
Rimasi senza parole.
“Che intendeva dire Paul con l’ultima frase?”
“Beh, quando ci trasformiamo in lupi e pensiamo a qualcosa,gli altri sanno a cosa pensiamo. Il branco si legge nella mente. Insomma cose da lupi.” Disse con un piccolo sorriso.
“Quindi pensi a me quando sei lupo.” Dissi mettendomi in braccio a lui e guardandolo.
“E a chi se no?”
“A Daiana.” Dissi.
“Amore,ma possibile che per una sciocchezza tu non ti fidi di me?”
“E se non lo è stata per lei?”
“Tesoro mio,ti devi fidare di quello che ti dico: lei per me non conta niente e poi sei tu la ragazza con cui ho avuto l’imprinting,sei tu che amerò per sempre.”
“E se respingessi l’imprinting? Che accadrebbe?”
“Si avrebbe una specie di cambiamento. E’ come rifiutare di avere il lupo che è in noi,sarebbe un cambiamento mostruoso e nel mio caso contro – natura. Mi auto – distruggerei.”
“Ti prego,smettila.” Dissi quasi in tono implorante “Non riesco neanche a immaginare..” dissi poggiando la testa contro la sua e stringendo gli occhi,mi allontanai di poco da lui e dissi:”Io ti amo troppo per rifiutare l’imprinting.”
Mi baciò prima timidamente,poi il nostro bacio divenne più passionale. Mi prese in braccio portandomi in camera da letto....




Buonasera mi auguro che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Inutile dire che le recensioni sono sempre gradite!
Piccolo spoiler:
"Arrivammo nella radura e lì ci trasformammo di nuovo,fortuna che avevo dei pantaloncini attaccati alla zampa destra.
“Allora Sam qual è il problema?” chiesi assumendo il mio ruolo di maschio beta.
“Jacob ci sono dei problemi molto gravi.”
“Quali?” chiese Quil.
“Vampiri.” Disse in tono grave Sam."

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** QUINDICESIMO CAPITOLO: AMORE / RABBIA ***


Qui il rating si alza un pò.. spero vi piaccia lo stesso!
Buona lettura


Mi adagiò piano sul letto e con la stessa calma si stese su di me,inondando il mio corpo del suo calore immenso.
Continuammo a baciarci con passione fino a toglierci il respiro,le sue mani viaggiarono lungo i miei fianchi ma la camicia gli causava qualche problema così la sbottonò e la lanciò via chissà dove,riprese a baciarmi prima sulle labbra,poi sul collo,le clavicole per poi tornare sulle mie labbra. Gli morsi piano il labbro inferiore e gemette per il piacere,infilai le mani tra i suoi capelli neri corti,glieli strinsi piano e baciandolo mi trovai sopra di lui. Lo baciai con più decisione e gli sfilai i pantaloncini, a breve li seguirono anche i miei jeans,rimanemmo in completi intimi. Con le sue mani cominciò ad accarezzarmi lungo il profilo della coscia per poi giungere con le mani fino al reggiseno che in un attimo mi tolse e lanciò via. Capovolse le posizioni riportandosi sopra di me cominciò a baciarmi avidamente i seni e in quel momento lo strinsi più forte e gli strinsi leggermente i capelli,gemendo. Gli sfilai i boxer e cominciai ad accarezzare piano il suo corpo nudo, in quel momento si allontanò da me e cominciò a baciarmi piano le clavicole,il seno per poi scendere fino alla pancia dandomi dei bacetti dolci ed eccitanti. Mi sfilò gli slip ed entrò in me,fu una sensazione unica,dolorosa ma anche e incredibilmente piacevole, si spinse forte dentro di me e ogni sua spinta mi faceva ansimare sempre di più,il mio respiro era accelerato quanto il suo. Intrecciammo le mani a mano a mano che i nostri respiri acceleravano. Fu bellissimo. Facemmo l’amore per non so quanto..

--
--
--

Mi teneva abbracciata a lui forte e le nostre mani erano ancora intrecciate,mi guardò e in quel momento fu come se vedessi la luce per la prima volta,come se respirassi per la prima volta,come se fossi appena nata a nuova vita.
“Ti amo.” Mi disse con una dolcezza infinita negli occhi.
“Ti amo anch’io,lupacchiotto.”
Sorrise e disse:”Sei tremenda.”
“In che senso?”
“In TUTTI i sensi.”
“Ah.. anche in quel senso?” chiesi con un sorriso malizioso.
“Si.”
“Prometti di non pensarci,mentre sei di ronda.”
“Ci provo. Tesoro mio,ma non ci sarebbe niente di male nel pensarti.”
“Lo so, se mi pensassi solo tu o se mi vedessi solo tu. Mi darebbe fastidio essere pensata in certi atteggiamenti anche dagli altri. Io voglio che solo tu mi veda così.” Dissi dandogli un bacio carico di passione,passione che provavo per lui.
“Le due ore passate insieme non ti sono bastate?” chiese con un sorriso divertito.
“No” scossi la testa “tu non mi basti mai.” Dissi baciandolo a stampo. “Approposito di due ore dovresti essere di ronda adesso.”
“Oh cavolo,è vero.” Disse alzandosi e tirando con sé tutte le coperte. “Scusa amore.” disse porgendomi di nuovo le coperte.
“Grazie.” Mi baciò e poi uscì,lo vidi trasformarsi e poi sparire dalla mia vista.

-Punto di vista Jacob-

Mi ero appena trasformato e correvo ad una velocità pazzesca. Anche se avevo promesso di non pensarci non ci riuscii a non pensare che con lei avevo fatto l’amore.
Quelle due ore erano state magnifiche: avevo provato delle sensazioni indescrivibili e straordinarie. Averla mia era così..
“Jake”
I pensieri di Embry fermarono i miei.
“Che c’è Embry?” chiesi.
“Non è il momento di pensare a Nessie,abbiamo dei problemi.”
“Quali?”
“Sam ci vuole parlare. Dobbiamo raggiungerlo nella radura e lì torneremo in forma umana.”
“Andiamo.” Dissi diventando serio di colpo.
Cosa stava succedendo? Perché Sam ci voleva tutti lì? Era qualcosa di grave?
Arrivammo nella radura e lì ci trasformammo di nuovo,fortuna che avevo dei pantaloncini attaccati alla zampa destra.
“Allora Sam qual è il problema?” chiesi assumendo il mio ruolo di maschio beta.
“Jacob ci sono dei problemi molto gravi.”
“Quali?” chiese Quil.
“Vampiri.” Disse in tono grave Sam.
“Cioè? Sam spiegati meglio per favore.” Chiesi con voce impaziente.
“Tu hai ucciso quel vampiro nei territori dei Cullen. Non era da solo aveva portato con sé altri 40 succhia sangue.” “E ora?” “E’ guerra aperta. Ma tutti i vampiri se la prenderanno con noi,soprattutto con te. Perché hai ucciso il loro leader.”
“Ma tu come sai che quel succhia sangue era il loro leader?”
“Ho parlato con i Cullen e loro sono disposti ad aiutarci. Vogliono ricambiare il favore,ma io non sono d’accordo: già una volta abbiamo violato il trattato,non possiamo farlo di nuovo.”
“Sam sii ragionevole noi siamo solo in 8 non ce la faremo mai contro 40 di loro. Se ci facessimo aiutare almeno dai succhia sangue sarebbe diverso. C’è il succhia sangue biondo che sa come affrontare la cosa. Sam,manda al diavolo il trattato stipulato dai nostri nonni e per una volta cerca di pensare al nostro bene.” Dissi alzando la voce.
Nessuno parlò,mi guardavano tutti scioccati: avevo alzato la voce contro l’alfa.
So che agli ordini del maschio alfa si ubbidisce e basta,ma io non pensavo solo a me pensavo anche agli altri e soprattutto a Nessie. Se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato. Lei era troppo importante per me. “Jacob non se ne parla.” Mi disse Sam “Questa volta non violeremo il trattato e se loro si azzardano ad entrare nelle nostre terre..”
“Sam piantala” dissi urlando “ma si può sapere i Cullen cosa ti hanno fatto? Per una volta li sopporterei e loro sono così gentili da volerci dare una mano.”
“Non avresti parlato così dei Cullen fino a 10 anni fa.”
“Molte cose sono cambiate da allora Sam. Il mondo va avanti,ma tu sembri rimanere sempre qualche passo indietro.”
“Jacob non ti permetto di parlarmi così.”
“Se no che fai? Mi cacci dal branco? Grazie,ma me ne vado io di mia spontanea volontà.”
“Jacob se te ne vai questa volta non ti riprenderò con noi.”
Girai le spalle e dissi:”Sam,mi hai appena dimostrato che tu pur di non violare il trattato sei pronto ad uno spargimento di sangue dei nostri fratelli. Che razza di alfa sei!”
Neanche Sam parlò più. Guardai tutti i miei compagni incluso Sam,tutti mi guardavano ma senza dire una parola. Cosa dovevo fare in quel momento?
“D’accordo Jacob.” Disse Sam quasi sotto sforzo “Cercheremo di trovare un accordo. Tornate ai turni di ronda ragazzi.”
Tutti quanti sparirono trasformandosi,io rimasi lì fermo e di lì a qualche istante mi trasformai.
Pensai: cosa si doveva fare in quel momento? Cosa avrei dovuto dire a Nessie?
“A Renesmee Cullen per ora non dire niente.” Mi disse Sam.“E’ meglio tenerla fuori. Lei non fa parte del branco.”
“Si,invece lei è la mia compagna.”
“Non dirle nulla per ora o avvertirebbe subito i Cullen.”



Cosa vi è sembrato questo capitolo? Intendo entrambi i punti di vista..
Piccolo spoiler:" “Io non voglio che tu stia male per causa sua, Jake. Tu sei la persona più importante per me adesso.” Dissi.
Si allontanò da me e mi accarezzò piano e delicatamente il viso e mi baciò piano e delicatamente.
Cos’è che poteva turbarlo al punto tale da farlo piangere?
Come potevo aiutarlo?
Non ce la facevo a stare così senza fare nulla per lui."

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** SEDICESIMO CAPITOLO: JAKE ***


Aspettai per diverse ore il ritorno di Jake,ma di lui non c’era traccia sembrava sparito. Poi la porta di casa si aprì e lui entrò: mi avvicinai a lui,ma mi respinse e se ne andò in camera sua sbattendo la porta. Non capii quel suo atteggiamento,così mi avvicinai alla sua stanza e aprii la porta:
“Jake.”
“Che vuoi?” mi chiese sgarbato.
“Che è successo?” gli chiesi.
“Vattene. Torna dalla tua famiglia.”
“Loro sono fuori. Jake,ma cos’è successo?” chiesi avvicinandomi a lui.
“Renesmee non voglio parlarne.” Disse.
Quando mi chiamava così voleva dire che c’era qualcosa che non andava.
“Jacob” dissi “se vuoi non ne parliamo,ma non mi tenere fuori dalla tua vita e da ciò che ti preoccupa. Perché se tu soffri,soffro anch’io.” Dissi.
Mi guardò prima con un’espressione sofferente,poi mi abbracciò con fare possessivo quasi.
“Nessie,scusa.” Disse stringendomi sempre più forte.
“Jake,non fa niente. Ora stai calmo. Non fa niente.”
“No,invece.” Disse con voce tremante,poi mi resi conto che stava piangendo. “Jake,ma tu piangi. Cosa è successo?” gli chiesi preoccupata.
“E’ tutta colpa di Sam e di quel cavolo di trattato!” disse tra i singhiozzi.
“Ma cos’è successo? Jake,puoi spiegarmi per favore tutto dall’inizio.” Chiesi quasi implorante.
“Non te lo posso dire Nessie. Vorrei,ma Sam mi ha ordinato di non dirtelo.”
“Io non voglio che tu stia male per causa sua, Jake. Tu sei la persona più importante per me adesso.” Dissi.
Si allontanò da me e mi accarezzò con dolcezza il viso e mi baciò piano e delicatamente.
Cos’è che poteva turbarlo al punto tale da farlo piangere? Come potevo aiutarlo?
Non ce la facevo a stare così senza fare nulla per lui.
 
Telefonai a nonno Charlie e lo avvisai che rimanevo a casa di Jacob a dormire. Quella notte Jake ebbe molti incubi: si agitava e a volte diceva nel sonno “no lei no,Nessie no,lasciatela” gli accarezzavo la fronte e dicevo:”Jake,sono qui. Tranquillo.”
Gli diedi un bacio sulla fronte e gliela accarezzai. Non dormii,vegliavo su di lui. Poi verso l’alba dormì sereno,così mi alzai e andai da Sam.
Corsi verso casa di Sam ed Emily,un’improvvisa scarica di adrenalina invase il mio corpo sembrava che il mio corpo si stesse incendiando.
Lo vidi e mi ci avventai contro.
“Tu” dissi sibilando e avvicinandomi.
Mi guardò con aria interrogativa.
Arrivai vicino a lui e lo spinsi dicendogli:”Che hai fatto? Cosa gli hai fatto?”
“Calmati,Nessie.”
“Perché piangeva ieri sera?”
“Non sono affari tuoi.”
“Si che lo sono, se riguardano Jacob.”
“Sono cose che a una mezza vampira non interessano.”
“O me lo dici.. o ti faccio pentire di esistere su questo pianeta.”
“Cullen,non mi minacciare. E’ iniziato tutto per colpa tua.”
“Mia? Ma cosa..?”
“Ho detto già troppo.”
“No,ora parli e mi fai capire.”
“Assolutamente no. Stanne fuori.”
“Ti ripeto di no.” Stava cominciando a tremare.
“Uley,dimmi subito che cosa c’è che non va?”
“Cullen,stanne fuori.”
“Ti ho detto di no. Cosa hai fatto a Jacob?” chiesi arrabbiata.
“Jacob e noi siamo.. non te lo posso dire.”  Mi diede le spalle e se ne stava andando.
“Uley torna subito qui!” urlai,ma se n’era già andato.
Rimasi lì a fissare il posto dove si trovava Sam.
Cosa avevo fatto? Perché Jacob era preoccupato per me? Perché Sam non mi diceva quale era il problema? Perché mi trattava come un’estranea?


_______________


Buongiorno spero che la lettura vi sia piaciuta!
Mi raccomando non perdete il prossimo capitolo,ciao!!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** DICIASSETTESIMO CAPITOLO: TRE VAMPIRI ***


Con questo capitolo vi auguro buona lettura e soprattutto una buona Pasqua a voi e alle vostre famiglie!


Tornai indietro,ma all’improvviso un rumore da dietro un albero mi fece voltare di scatto.
“Chi c’è?”
Una risata perfida mi fece accapponare la pelle.. rimasi lì in attesa.. poi una donna dai capelli biondo cenere mossi spuntò da dietro un albero seguita da altri due ragazzi: uno era poco più di un ragazzo sulla ventina,l’altro poteva avere circa 30 anni. Sembravano essere tre persone totalmente diverse,ma due cose li accomunavano la pelle bianchissima e marmorea e gli occhi rosso sangue.
Li guardai e poi dissi:”Chi siete?”
La donna avanzò e disse:”Sei tu Carlie?”
Carlie,ma io quel nome lo avevo detto solo.. e se..?
“No,io mi chiamo Renesmee.”
“Mm..” disse il ragazzo di circa 20 anni che con uno scatto mi fu vicino “strano. Eppure l’odore è proprio quello di una ragazza venuta a Seattle qualche tempo fa.”
“Vi sbagliate. E poi io sono una vampira.”
“Strano.” Disse la donna con voce tintinnante “I vampiri non hanno questo odore così.. invitante.”
“Qui le cose sono due” disse l’altro “o la ragazza ci prende in giro o è una vampira molto speciale.” Concluse sorridendo alla vampira bionda.
Mi scrutarono tutti e tre,e in un attimo mi ritrovai tutti e tre addosso. I due mi tenevano ferma,mentre la vampira mi diede dei calci nello stomaco.
“Lasciatela. Mi voglio divertire un po’.”
Si allontanarono da me i due vampiri e io cominciai a correre,anche se a velocità umana perché non ce la facevo a causa dei calci nello stomaco,la vampira mi raggiunse subito e mi girò verso di sé dicendo:”Eh no così non si fa.”
Mi prese e mi scaraventò lontano. Aspettavo la caduta e fu più dolorosa di quanto mi aspettassi, caddi con tutto il peso del corpo sul braccio sinistro
Un dolore acuto prese tutto il braccio...lanciai un urlo. Mi si era rotto il braccio, dal dolore non riuscivo più a respirare.
Alzai lo sguardo, lei era ormai lontana da me, ma questo non faceva che accrescere la mia paura.
Era sorridente, dal suo sguardo capii che già stava pregustando la mia morte.
Fece un passo, poi un altro.
Si stava avvicinando...



_______________________________



Piccolo spoiler: "“Nonno,papà ha saputo qualcosa di me e Jake?” “Si.. si è anche arrabbiato moltissimo, ma poi siamo riusciti a calmarlo e ora è più tranquillo o almeno cerca di esserlo.” “Nonno,io lo amo."

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** DICIOTTESIMO CAPITOLO: PROGRAMMA.. ***


Avevo paura,non volevo morire. Volevo vivere e amare il mio Jacob.
Lei era sopra di me e mi sorrise pronta a darmi il colpo di grazia,era la fine.
Ricordai il volto sorridente del mio lupo e quelle due splendide ore.. addio Jake pensai..
Poi un rumore assurdo rimbombò lì vicino,aprii gli occhi e lei non c’era più,guardai chi ci fosse e vidi il mio lupo insieme a Jared e Sam.
Provai ad alzarmi,ma un dolore inimmaginabile colpì tutto il mio corpo. Lanciai un urlo e svenni..
 
 
Mi risvegliai ed ero a casa mia,mio nonno Carlisle era vicino a me e appena mi vide sveglia disse:”Finalmente ti sei svegliata.”
“Nonno.” Dissi debolmente. “D - dove sono?”
“Sei a casa. Tranquilla.” Mi sorrise.
“D – dove è Jacob?”
“E’ al piano di sotto con tuo padre.”
“E lei..? La vampira?”
“L’hanno uccisa. Sia lei che i suoi due compagni. E’ tutto finito.”
“Per quanto tempo sono rimasta così?”
“Quasi due settimane. Non ricordi proprio nulla eh?”
Scossi debolmente la testa e dissi:”Il braccio.”
“E’ guarito mentre dormivi. Le tue ferite guariscono molto in fretta. Sei una mezza vampira molto dotata.”
“Nonno,papà ha saputo qualcosa di me e Jake?”
“Si.. si è anche arrabbiato moltissimo, ma poi siamo riusciti a calmarlo e ora è più tranquillo o almeno cerca di esserlo.”
“Nonno,io lo amo. Licantropo o no,io lo amerò sempre. Lui è la mia vita.”
Mi accarezzò la guancia e disse:”Lo so io e lo sanno gli altri. Jacob,deve farti una sorpresa.”
“Quale?”
“Sta salendo lui a dirtela.”
“Ah..”
“Vi lascio.”
In quell’istante si aprì la porta ed entrò Jacob..
“Nessie.” Disse lui sorpreso.
“Jake.”
“Piccola sei sveglia!” disse correndo vicino al letto,mentre mio nonno usciva.
“Nessie,mi hai fatto preoccupare moltissimo.”
Sorrisi piano e dissi:”Scusa,io ero uscita perché volevo difenderti.. e invece guarda come mi sono ridotta.”
“Non fa niente,tesoro mio. Come stai?”
“Mi sento come se mi fossi svegliata da un lunghissimo letargo. Come se fossi rinata.. non so spiegare.”
“Sono stato così male nel saperti ferma in questo letto per così tanto tempo.”
“Jake,scusami.” Dissi alzandomi leggermente e abbracciandolo con un braccio,con quello sano.
Mi strinse altrettanto forte.
“Piccola,tra un paio di giorni io e te ce ne andremo.”
“Cosa?Dove?”
“Volevo farti una sorpresa,ma non ce la faccio più. Ce ne andiamo a Parigi. Che ne dici?”
“Sai il francese?”
“No,ma tua madre mi ha detto che tu a scuola hai il massimo dei voti in francese.”
“E la scuola?”
“Salterai un paio di settimane,ma poi ho promesso da parte tua che ti rimetterai a ritmo con gli altri recuperando tutto il programma arretrato.”
“Grazie,Jake.” Dissi in tono ironico per l’ultima parte.
“Allora che te ne pare? Ti va di partire con me per due settimane?”
“Assolutamente si.” Dissi “Sai mi sento molto meglio e vorrei preparare la valigia.”
“No,piccola. Domani ti alzi e prepari,ma non prima di allora. Chiaro?” mi disse con un finto tono severo.
“Va bene,papà.” Dissi sorridendo a quello che avevo detto e alla faccia disgustata di Jake.
“Jake,ma perché partiamo?”
“Voglio stare un po’ da solo con la mia ragazza. Senza pensieri,senza branco e soprattutto senza vampiri.”
“Si.. forse una pausa ci vuole. Non vedo l’ora di partire.”
“Anch’io. Fai in modo di guarire completamente in due giorni,anche se il dottore Canino mi ha detto che manca veramente poco per il fissaggio delle ossa.”
“Bene,ma Jake non chiamare mio nonno dottore Canino.”
“Ci proverò. Piccola,ora devo scappare alla riserva.”
“Va bene.”
“Ti chiamo stasera. Ti amo.” Disse dandomi un bacio sulla testa.
“Anch’io.” Dissi,poi aprì la finestra e uscì.
Tanto per non cambiare uscì dalla finestra,era già tanto che fosse entrato dalla porta!
 
Mia zia Alice fu più che lieta di aiutarmi a fare la valigia,anzi la fece lei per me: mise tutti vestiti e vestitini e poi cosa imbarazzante mise dei capi molto sexy della lingerie.
“Zia!” la rimproverai.
“Che ho fatto di male? Ho saputo che tu e Jacob avete già fatto scintille.” Disse strizzando l’occhio.
Diventai rossissima per l’imbarazzo.
“Dopo che li avrai indossati voglio sapere lui cos’ha fatto.. beh anche se cosa farete sarà fin troppo ovvio.”
“Zia!” ma lei se ne infischiò dicendo:
“Dopotutto Parigi è la città dell’amore e con questi capi. Credo che lo farete tutte le sere.”
“Zia,la pianti!” dissi.
Si mise seduta e disse:”Sembra ieri che tu sei nata e che tua madre era ancora umana. Oggi guardati.. sei innamorata e hai già avuto la tua prima volta e chissà quante ne avrai in queste due settimane!” disse ridendo per il mio rossore.
Dopo aver terminato quei discorsi imbarazzanti mi addormentai felice.



________________________

Buonasera!!! E spero che la lettura vi sia piaciuta.

Questa volta niente spoiler..


Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** DICIANNOVESIMO CAPITOLO: COMPROMESSO ***


Scusate l'attesa,buona lettura!


Il giorno dopo finalmente mi alzai e scesi a far colazione: c’erano tutti tranne zia Rose e zio Emmett che erano a caccia.
“Nessie,stai bene?” mi chiese papà venendomi incontro e tendendomi la mano per aiutarmi a scendere gli ultimi gradini della scala.
La presi e poi chiesi:”Papà,ma questa casa?”
“L’abbiamo comprata appena siamo tornati. Non è molto lontana da quella precedente ed è ugualmente molto spaziosa.”
“Bene.” Dissi.
Mangiai,mentre mio padre mi guardava con la faccia di chi mi doveva dire qualcosa.
“Renesmee,perché non me l’hai mai detto che sei innamorata di Jacob? Avrei preferito saperlo da te,piuttosto che dai pensieri di quel cane.”
“Primo non è un cane,secondo io lo amo. E’ vero ho sbagliato a non dirti nulla,ma.. voi non ci siete stati ultimamente perché eravate sempre fuori. Approposito avete scoperto qualcosa?”
“Si,ma ne parleremo dopo il tuo viaggio con Jacob.” Rispose al posto di mio padre,mio nonno. “Per ora Nessie non preoccuparti e rilassati con Jacob.”
“Si,ma non troppo.” Disse mio padre nervoso.
“Edward,i tuoi e i nostri pensieri si devono concentrare su altro.” Disse zio Jasper.
“Ha ragione Jasper,tesoro.” Intervenne mia madre.
Sembrava fosse un viaggio organizzato quello a Parigi e che tutti sapessero qualcosa ma che non volessero dirmelo.
“Avete ragione voi. Dobbiamo andare Sam vuole parlarci alla riserva.” Disse mio padre alzandosi.
Mi alzai e mi misi davanti alla porta:”Da qui non esce nessuno se non mi dite prima che cosa succede,chiaro? Ho tutto il diritto di saperlo.”
I miei genitori e i miei zii si guardarono tra di loro,poi zio Jasper disse:”Te ne parleremo stasera quando sapremo di più. Hai la mia parola.”
“Mi fido di te,zio.”
“Brava.” Disse poi tutti mi superarono e uscirono tranne mio padre,che disse:”Appena siamo lì dirò a Jacob di venire qui da te.”
Rimasi sorpresa,riuscii a dire solo:”Grazie,papà.”
Poi se ne andò anche lui.
 
Ero solo in pigiama quando qualcuno grattò contro la finestra,era Jake.
“Jake!” esclamai felice.
Mi abbracciò teneramente e mi chiese:”Come stai?”
“Meglio. Mi fa ancora un po’ male,ma almeno posso fare qualcosa. Mio nonno dice che entro domani sarò guarita del tutto.”
“Che bello! Non vedo l’ora di partire per Parigi con te!” esclamò emozionato.
“Già..” arrossii pensando ai discorsi fatti con mia zia.
“Perché sei diventata rossa?”
“Per niente.”
“Ecco lo svantaggio di essere umana,mia piccola Nessie.” Disse dandomi un bacio delicato sulle labbra.
“Si. Hai già preparato la valigia?”
“Sicuro.” Esclamò entusiasta e sicuro di sé.
Ci stendemmo e chiacchierammo tranquilli e abbracciati sul letto.
 
 
Tre ore dopo tornò la mia famiglia e Jacob se ne andò.
Scesi e vidi che tutti mi aspettavano in salotto,stavolta c’erano tutti.
“Allora che succede? Che voleva Sam da voi? Da cosa dobbiamo scappare io e Jacob? Sono i Volturi di nuovo?”
Si guardarono tutti tra di loro senza parlare.
“Nessie” parlò zio Jasper “non sono i Volturi da cui dovete scappare tu e Jacob,ma da altri vampiri assetati di sangue,del vostro sangue. Il vampiro che ha ucciso Jacob era il compagno di quella vampira che ti ha attaccato.”
“Ma è morta!” esclamai io.
“Si,ma ora non è più lei ad orchestrare la cosa. C’è qualcun altro dietro.” Disse zia Alice.
“Chi?”
“Non riesco a capire. Ho delle visioni,ma non riconosco nessuno.”
“Ma voi cosa centrate con tutta questa storia? Siamo io e Jake ad essere coinvolti non voi.”
“Quei cani ci hanno chiesto di collaborare con loro.” Disse zia Rose con disgusto.
“Rosalie” disse pacatamente mio nonno “è giusto ripagare il favore. Quando Bella era in pericolo loro sono intervenuti. E Jacob si è anche ferito gravemente.”
“Me lo ricordo.” Disse mia madre tristemente.
“Comunque non è questo il punto.” Disse mio padre che finalmente si decise a parlare. “Nessie,è vero siete voi due coinvolti. Ma vi vogliamo mettere in salvo e mandarvi il più lontano possibile da qui. Noi aiuteremo i licantropi.”
“Ma.. io non posso lasciarvi morire.”
“Non preoccuparti ce la caveremo.” Disse zio Emmett con il suo sorriso beffardo.
“Abbiamo avuto situazioni peggiori.” Convenne zio Jasper.
“Piccola,noi siamo vampiri molto più forti di loro,sarà una passeggiata.” Disse zia Alice per tranquillizzarmi. “E poi tu e Jacob avrete del tempo per stare soli senza nessuno che vi controlli.”
“Alice” disse mio padre con tono di rimprovero “non le mettere certe idee anche tu in testa.”
“Scusa,Ed.” disse lei con un sorriso gentile.
“Ma i lupi?” chiesi. “Come avete convinto Jacob ad allontanarsi?”
“La storia è lunga e te la dirà lui,ma per farla breve: Sam all’inizio non voleva porre di nuovo una tregua con noi per via del trattato,ma poi Jacob l’ha colpito nell’orgoglio di alfa e lui ha accettato ma a patto che voi due vi foste allontanati il più possibile dalla zona.” Disse mio padre.
“Io resto con voi.”
“Non essere sciocca,Renesmee.” Intervenne zia Rose gelida. “E’ per il tuo bene.”
“So che fate questo per me,ma..”
“Nessie” disse mia madre “non preoccuparti e parti tranquilla. Quando tornerai noi saremo qui ad aspettarvi.”
La abbracciai e iniziai a piangere come una bambina piccola,in fondo lo ero.. mia madre mi consolò accarezzandomi i capelli e abbracciandomi forte. A quell’abbraccio si unì anche mio padre che mi strinse da dietro. Sentii dei passi,ci stavano lasciando da soli.
Passai tutta la serata con i miei genitori,mai come in quel momento avevo paura di perderli e di restare sola.



Spero che il capitolo vi sia piaciuto,non dimenticatevi di recensire!!!
Piccolo spoiler:"Mi baciò con una delicatezza da brivido e mi accarezzò piano il viso,si allontanò da me ma io non ne avevo ancora abbastanza delle sue labbra così belle da assaporare. Piano mi tirò sotto di lui e gli circondai con le braccia il collo. Fu un bacio molto tenero dal quale ci staccammo poco dopo."

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** VENTESIMO CAPITOLO: PARIGI ***


Salve gente ecco a voi l'aggiornamento. Il rating qui si alza..


La mattina verso le 9 mi venne a prendere Jake con la macchina. Un ultimo abbraccio e me ne andai via con lui. Subito una sensazione di calore,pace e amore invase il mio cuore e la mia mente. Tre ore dopo partimmo e lasciammo l’America e volammo in Europa,in Francia a Parigi.
Dormii tutto il tempo riposando sulla spalla del mio Jacob,era così bello stare con lui.
Atterrammo e un taxi ci portò in albergo all’Hotel de Crillon,da lì la vista era un qualcosa di spettacolare,ma lo spettacolo più bello ce l’avevo nella stanza..
Posammo le valigie e mi stesi sul letto chiudendo gli occhi,poco dopo una mano incredibilmente calda e morbida mi accarezzò la fronte e mi spostò i capelli dal viso,aprii gli occhi e trovai subito quei suoi occhi scuri e profondi così pieni d’amore. Mi baciò con una delicatezza da brivido e mi accarezzò piano il viso,si allontanò da me ma io non ne avevo ancora abbastanza delle sue labbra così belle da assaporare. Piano mi tirò sotto di lui e gli circondai con le braccia il collo. Fu un bacio molto tenero dal quale ci staccammo poco dopo.
“Nessie,avremo tutto il tempo per farlo. Andiamo a vedere Parigi? Non ci sono mai stato.”
“Si.”
Detto questo ci alzammo e scendemmo. Armati di cartina e tanta buona volontà girammo una piccola parte di Parigi. Era bellissimo vivere in quel modo e soprattutto fingersi due ragazzi normali. Dopo cena percorremmo la Senna sul Bateau Mouche e vedemmo Parigi illuminata. Era un incanto quel posto e quel momento. Mi sentivo felice,anche se una parte del mio cuore era rivolta sempre verso la mia famiglia e verso i miei amici.
Tornammo in albergo e feci una lunghissima doccia tanto che Jake cominciava a dire:
“Ness,se non ti sbrighi entro e ti caccio dalla doccia.”
“Si,un attimo.”
E con quell’attimo passarono altri 10 minuti.
All’improvviso Jacob aprì la porta della doccia e disse:”Ora basta.”
Entrò anche lui e disse:”Ora esci che stai diventando un pulcino.”
“No,ora voglio stare qui con te.” Dissi con un pizzico di malizia.
“Ne parliamo dopo esci.”
Ci rimasi un po’ male e uscii. Mi misi a letto e mi stesi,feci finta di dormire.
Quando lui uscì,non mi mossi. Si stese vicino a me e mi accarezzò il braccio,lo allontanai seccata.
“Piccola,perché fai così?”
Non risposi.
“Ti sei offesa per prima?”
“Si.” Dissi con il tono di una bimba capricciosa e lo guardai.
Sorrideva.
“Che hai da sorridere? Non ti perdono con un sorriso.” Dissi irritata.
Sentii che si avvicinava e mi diede un bacio delicato sulle labbra,ma non ricambiai.
“Ness,dai non fare la bambina. Tu sei il mio cielo,il mio sole,la mia aria. Tu sei tutto per me. Tu sei il mio angelo,Renesmee.”
Cambiai espressione in 9 anni non mi aveva mai detto quelle parole, era la prima volta che mi faceva sentire veramente importante per lui.
“Jake” dissi accarezzandogli il viso “sei il ragazzo.. migliore che abbia mai conosciuto. Nessuno me lo ha mai detto.”
“Ti amo,Nessie.”
“Ti amo anch’io.”
Lo baciai felice di quello che mi aveva detto e felice di essere sola con lui in quella camera d’albergo a Parigi. Mi tirò piano sotto di lui e si posizionò sopra di me, mi accarezzò piano il viso mentre mi baciava e poi con le mani cominciò ad accarezzarmi il seno ancora coperto dal pigiama. Gli tirai indietro i capelli allontanando il suo viso dal mio,lo guardai negli occhi e gli morsi piano e delicatamente il collo. Avevo voglia di lui e di sentire di nuovo quel contatto che ci faceva appartenere l’uno all’altra. Ribaltai le posizioni e cominciai a baciarlo prima sulla bocca,poi sul collo e infine sul suo torace scolpito. Sentirlo gemere mi elettrizzava e mi spingeva a fare di più. Mentre gli baciavo gli addominali sentii le sue mani arrivare fino al bordo del pezzo di sopra del pigiama,distesi le braccia e mi sfilò il pezzo di sopra. Tolsi il suo unico pezzo del pigiama e rimase nudo sotto di me,mi stesi sopra di lui e le nostre bocche si trovarono di nuovo,le nostre lingue si intrecciarono eccitandoci a vicenda. Mi sfilò il pezzo di sotto insieme agli slip e in quel momento posò una sua mano sul mio seno e l’altra sulla mia schiena impedendo ogni mio movimento. Ero ferma su di lui a baciarlo ed ero immersa in quel calore immenso. Quando divenni sua fu come la prima, le sue spinte furono forti e vigorose,ma mi mandarono in estasi.
Quella notte con Jacob fu magnifica.
Mi svegliai il giorno dopo abbracciata a lui con la testa poggiata sul suo petto,come al solito caldissimo. Gli diedi un piccolo bacio sulle labbra e mi alzai mettendo una vestaglia di seta rosa che mi aveva comprato zia Alice.
Andai in bagno e mi lavai la faccia e mi guardai allo specchio: si vedeva che non avevo dormito,ma ero felice. Poco dopo sentii delle coperte che si muovevano,poi una voce assonnata:”Nessie?”
“Jake,sono in bagno.”
“Ok.” Poi un nuovo rigirarsi nelle coperte e poi il silenzio.
Mi misi seduta sul letto e vidi la sveglia: 5:30.
Era prestissimo: mi infilai di nuovo sotto le coperte e abbracciai Jake da dietro dandogli un bacio sulla schiena. Avvertii un leggero brivido correre lungo la sua schiena,si girò verso di me e mi diede un bacio assonnato sulle labbra,poi mi abbracciò e io poggiai la testa contro il suo petto addormentandomi di nuovo.
Desideravo tanto vivere così con Jake per sempre.



Buon pomeriggio a tutte spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento.
Alla prossima!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** VENTUNESIMO CAPITOLO: IMPREVISTO E RITORNO ***


Trascorse una settimana serena per noi,durante la quale non sentii nessuno della mia famiglia né dei lupi. Ci avevano categoricamente vietato di chiamarli i primi 10 giorni del nostro viaggio.
Così godemmo appieno di quel viaggio girando a lungo durante il giorno e facendo l’amore la notte. Fu una settimana veramente perfetta.
La sera dell’ottavo giorno di vacanza Jake e io andammo in un pub a mangiare qualcosa; quella sera eravamo distrutti e desideravamo soltanto dormire abbracciati l’uno all’altra.
Mi sedetti su uno sgabello e aspettai che Jake tornasse con i vassoi. All’improvviso si avvicinò un ragazzo dal colorito roseo acceso dai capelli castani e dagli occhi verdi, si sedette sull’altro sgabello e disse:
“Bonsoir madmoiselle.” (Buonasera signorina.)
Lo guardai stranita.
“Forse non capisci il francese. Così va meglio?”
“Si..” dissi titubante. Che voleva?
“Sai ti ho vista sola e pensavo di farti un po’ di compagnia.”
“Grazie non serve sono con il mio ragazzo.”
“Non è vero. Di la verità ti fa piacere un po’ di compagnia,eh?”
Restai zitta.
“Non hai ordinato ancora niente?”
“E’ andato il mio ragazzo.”
“Non è vero.”
“Ma che ne sai? Vattene.” Dissi seccata.
“No.” Si alzò e cominciò a tirarmi via.
“Jacob!” urlai a squarciagola,tutti si girarono e un istante dopo una mano mi tenne per un braccio e allontanò quel tipo spingendolo.
“Amore tutto bene?” mi chiese.
Lo guardai e annuii.
“Ma chi ti credi di essere?” disse quel tipo e diede un pugno dritto sul viso di Jacob,un attimo dopo urlò di dolore.
“Mi hai spezzato una mano,idiota!” urlò.
“Ti sei rotto una mano.” Disse Jacob calmo.
Intervennero due amici del ragazzo e dissero:”E’ proprio fica questa ragazza.”
“Se solo ce l’avessimo tra le mani.”
“Sapremo noi come divertirci e come..” fece un verso che mi provocò disgusto.
Jake stava cominciando a tremare e la temperatura aumentava sempre di più. Sapevo cosa stava per succedere..
“Jean,che ne dici se ce la portiamo in albergo?Magari lo fa anche bene.”
“Si,è senza dubbio un’amante perfetta.”
Jake tremava sempre di più e respirava affannosamente,sentivo un verso roco provenire dal suo petto.
“Jake,calmati. Jake,fermati. Non farlo. Jacob stai calmo,calmo.”
Troppo tardi. Un istante dopo mi trovai per terra e Jacob si era trasformato in un licantropo.
Avevo dei graffi sul braccio e mi trovavo accanto a Jacob,forse mi aveva spinto prima di trasformarsi.
I ragazzi lo guardarono e poi scapparono via gridando:”Polizia,correte!”
Mi alzai. “Jacob,ritrasformati. Dobbiamo tornare a Forks qui non possiamo più restare.”
Annuì muovendo il muso,poi salii sulla sua groppa e ci recammo verso l’albergo velocemente. Si nascose in un cunicolo buio,mentre io corsi a prendergli dei vestiti poi tornai e lui si rivestì.
Due ore dopo eravamo sull’aereo di ritorno.
“Nessie,scusami.” Disse finalmente dopo 3 ore di mutismo.
Gli accarezzai la mano e dissi:”Non fa niente.”
“Mi dispiace per i graffi. Non avrei mai voluto farti del male.” Disse baciandomi i graffi.
I nostri occhi si incontrarono e gli dissi accarezzandogli il viso:“Lo so. Ti amo.”
Mi diede un bacio delicato e poi disse:”Ti amo anch’io Renesmee Carlie Cullen.”
Sorrisi.
Poggiai la testa sulla sua spalla e mi addormentai.


Scusate se è un pò corto il capitolo.
Ditemi che cosa ne pensate.
Spoiler:"Mi avvicinai a Jacob tranquilla,ma un vampiro mi venne addosso facendomi cadere. Mi stava per mordere,ma poi un lupo saltò sopra di me portando il vampiro con sé,era Jacob."

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** VENTIDUESIMO CAPITOLO: LA BATTAGLIA.. JACOB.. ***


Buon 2 giugno! ^_^ E buona lettura..


Quando tornammo verso casa mia si sentirono delle urla disumane. La battaglia era in corso..
Li raggiungemmo e Jacob si unì agli altri sotto forma di lupo.
Mio padre mi vide e mi chiese:”Che ci fai qui?”
“E’ una lunga storia ne parliamo dopo. Da quanto combattete?”
“Da ieri.”
“Quanti ce ne sono ancora?”
“Ancora un centinaio.”
“Va bene.” Dissi.
Cominciammo a combattere abbattendone uno,due,tre.. sei,nove,dieci. Era veramente molto facile. Mi allontanai perché ne inseguii,ma poi mi resi conto che era una trappola: c’era il vampiro che mi aveva attirato lì e altri venti. Ero spacciata. Pensai <>
Cominciai a combattere e ne sconfissi uno,due,tre.. ma poi non ce la feci e rimasi circondata.
All’improvviso ci fu un ululato fortissimo ci voltammo e vedemmo il branco al completo.
Li sconfiggemmo,avevamo vinto.
Mi avvicinai a Jacob tranquilla,ma un vampiro mi venne addosso facendomi cadere. Mi stava per mordere,ma poi un lupo saltò sopra di me portando il vampiro con sé,era Jacob.
Il vampiro sfuggiva alla presa di Jacob che cercava di distruggerlo,ma il vampiro gli si mise dietro e lo strinse forte,poi si sentì un rumore forte e violento seguito da un ululato di dolore. Il mio cuore si fermò..
Jacob si accasciò al suolo,mentre gli altri lupi facevano fuori il vampiro e gli altri. Corsi vicino al mio lupo che tornò in forma umana e mi abbassai preoccupata..
“Nessie..” mi disse debolmente.
Riuscii solo a dire:”Sono qui..” mentre le lacrime cominciarono a scendere lungo le mie guance.
Spuntarono da dietro gli altri lupi,poi più indietro i miei genitori e la mia famiglia.
In un attimo ci furono vicini,Carlisle si abbassò verso Jacob.
“Che è successo?” chiese ai ragazzi.
“Ha cercato di difendermi..” dissi tra i singhiozzi “e un vampiro.. lo ha stritolato in una morsa.. Jake..” dissi disperata.
“Nessie,il vampiro ha spezzato tutte le ossa del torace di Jacob. Andiamo subito a casa di Jacob,lì lo medicherò.”
I ragazzi lo presero e cominciarono ad andare insieme a Carlisle.
“Io vengo con voi.” Dissi.
“No,è meglio di no.” Disse mio nonno. “Non voglio sottoporti ad una tortura.”
“Una tortura? Non m’interessa. Io vengo con voi.”
“Come vuoi.”
Arrivammo abbastanza in fretta a La Push a casa di Jacob. Carlisle ci obbligò a restare fuori,entrò solo Sam con lui. Ci fu un silenzio di tomba,poi.. delle urla di dolore da ghiacciare il sangue nelle vene.
Era Jacob che soffriva.
" Nessie.." altre urla.
" Jake,resisti."
Altre urla ancora.
" Ti amo.." un urlo lancinante dieci volte più forte degli altri,poi il silenzio.
" Jake" non lo sentii più.
O mio Dio.. Jake,no!
 
Il silenzio durò diversi minuti,poi mio nonno uscì seguito da Sam.
“Come sta?” chiesi subito.
Mio nonno mi guardò e disse:”E’ svenuto per il dolore. Gli ho dato della morfina per alleviargli le sofferenze,ma il calore del suo corpo la brucerà subito.”
“Cosa si deve fare ora?”
“Per ora Jacob ha bisogno di riposo e tranquillità. Più tardi tornerò e gli farò una flebo.” Disse poi passò davanti a Billy che lo ringraziò.
“Nonno,posso vederlo?” chiesi angosciata.
“Non ti risponderà.”
“Nessie” disse Billy “torna domani. Sarebbe inutile ora.”
“Sto solo un attimo.” Dissi entrando e infischiandomene di tutto.
 
Entrai nella sua stanza,sempre così piccola,troppo piccola per lui.
Era a pancia in su e con delle bende che ricoprivano tutto il torace,il braccio sinistro che teneva strette le coperte in cui era avvolto,una flebo attaccata al braccio sinistro, gli occhi chiusi e il respiro affannato per il dolore.
Mi faceva una pena incredibile vederlo così.. il mio Jacob.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Uscii di corsa e cominciai a correre verso casa mia,ignorando che mio nonno mi stesse aspettando con la sua macchina nera lì.
Corsi fin quando non inciampai in un masso nella foresta..

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** VENTITREESIMO CAPITOLO: UN RAGAZZO MISTERIOSO ***


Buonasera a tutte! Sono tornata un pò prima del solito,siete contente?
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.

Inciampai in un masso e caddi con la faccia nel terreno freddo,mi alzai ma non ci riuscii era come se la gravità mi tenesse bloccata in quel posto, nella terra bagnata.. Jacob.. era lui il mio unico pensiero. Non riuscivo a focalizzare nient’altro.. solo lui e quelle urla di dolore.. si riprenderà,dicevo a me stessa,deve farcela.
All’improvviso si sentì un crac violento e un albero si spezzò e mi stava per schiacciare sotto il suo peso,non mi mossi, mi coprii la faccia istintivamente. Non sentii niente abbattersi su di me,ma solo un altro rumore. Aprii gli occhi e vidi che qualcuno teneva il tronco fermo con la mano,poi lo allontanò buttandolo giù. Rimasi sorpresa,chi era?
Mi si avvicinò “Stai bene?” mi chiese.
Aveva la pelle bianchissima,gli occhi castano intenso e i capelli castani leggermente arruffati.
“S – si.”
“Sicura?”
“Si.”
Allungò la mano verso di me,l’afferrai e mi alzai.
“Io sono Nicholas.”
“Renesmee.”
“Che nome buffo!” disse con un sorriso magnetico. “Che ci facevi qui?” mi chiese.
“Sono scappata.”
“Da cosa?” mi chiese.
“E’ complicato da raccontare.”
“Farò uno sforzo.”
Rimasi sorpresa da quell’affermazione e non sapevo perché,ma c’era qualcosa che mi trasmetteva fiducia in lui anche se non lo conoscevo. Mi sedetti su un tronco e lui vicino a me.
Gli raccontai che il mio fidanzato,Jacob,aveva avuto un incidente e che era in gravi condizioni.. non dissi nulla di vampiri e licantropi non sapevo chi fosse perciò non azzardai a raccontargli nulla.
“Mi dispiace. Spero che il tuo ragazzo si riprenda presto.” Disse poggiando una mano sulla mia,era caldissima nonostante la sua pelle bianchissima. Era uno strano contrasto,ma piacevole in qualche modo.
“Lo spero. Lui è la mia vita.”
Sorrise impercettibilmente.
In quel momento un senso di benessere m’invase e la serenità pervase tutto il mio corpo.
“Posso riaccompagnarti a casa?”
“Si,ok.”
Mi portò con la macchina fino fuori casa.
“Grazie.” Dissi. “Sei stato molto carino. Non mi conosci neanche e hai fatto già così tanto per me.”
“Cosa ho fatto?” chiese quasi sorpreso.
“Mi hai fatta sentire meglio.”
In quel momento ebbi come l’impressione che il colore dei suoi occhi fosse cambiato,ma poi mi convinsi che era la stanchezza.
“Buonanotte.” Dissi esitante.
“Buonanotte.. mio angelo delle tenebre.” Lo guardai sorpresa,poi sorrisi e scesi.
Entrai e corsi di sopra a dormire,avrei spiegato tutto domani.
 
 
Mi svegliai e avevo addosso ancora con i vestiti sporchi del giorno prima,ero crollata.
Mi alzai,mi lavai e misi dei jeans puliti e un maglioncino azzurro. Il primo che sbucava dalla valigia.
Scesi e trovai tutti lì,sarebbe cominciato il terzo grado..
“Dove sei stata fino alle 2 di notte?” chiese mio padre accigliato.
Ecco!
“Nella foresta.” Dissi cercando di essere naturale.
“Nella foresta!? Renesmee Cullen,tu credi di darla a bere a un centenario come tuo padre.”
Ok,non l’avevo convinto!
“Sono stata davvero nella foresta,ma.. ho incontrato un ragazzo strano lì.”
“Strano?” chiese mia madre.
“Si,sembrava.. un vampiro. Ma non era aggressivo,anzi.. era molto gentile. Mi ha ascoltata,è stato gentile con me. Mi sono sentita meglio,come se le mie preoccupazioni fossero sparite.. è come se avesse cambiato il mio umore in qualche modo.” Dissi quasi a me stessa.
“Come si chiama questo ragazzo?” chiese zio Jasper.
“Nicholas.”
Fissò il soffitto con occhi assenti.
“Da dove è sbucato?” chiese sempre guardando il soffitto.
“Non lo so.. dal nulla.”
Silenzio.
“Non c’è niente di cui preoccuparsi.” Riprese.
Poi uscì.
Zio Jasper era più strano del solito. Mah!
“Comunque,oggi si ritorna a scuola. Questa è la giustifica.”
“Papà,posso tornarci domani? Io oggi vorrei stare con Jake.”
“Non se ne parla. Ci andrai dopo. Tanto per le 4 finisci.”
“Grazie,papà.” Dissi delusa e uscendo dalla cucina.
Presi lo zaino e uscii,salendo sulla Volvo di mio padre,loro non sarebbero venuti.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** VENTIQUATTRESIMO CAPITOLO: SOFFERENZA ***


Salve ragazze scusate l'attesa,ma tra gli esami all'università e il sito in aggiornamento non ho potuto proprio fare prima.
Intanto spero di farmi perdonare con questo capitolo abbastanza lungo.

Ringrazio sempre chi legge,chi recensisce e chi la mette tra i preferiti o chi tra le seguite.

Ma ora basta parlare e buona lettura.


Visto che non andava nessuno della mia famiglia a scuola,andai da Jacob invece che a scuola.
Bussai alla porta e Billy mi venne ad aprire,aveva la faccia stanca.
“Ciao Billy.”
“Ciao Nessie.”
“Come sta?”
“Ha urlato tutta la notte. Povero figlio mio!” disse con voce preoccupata.
“Posso vederlo?”
“Certo. E’ sveglio.”
Superai Billy ed entrai nella sua stanza.
Era sveglio,aveva un espressione contratta per il dolore ed era sudato.
“Ciao,Jake.”
Guardò verso la porta e rispose:”Ciao.”
Entrai e mi inginocchiai accanto al letto e gli chiesi:”Come stai?”
“Non troppo bene,ma sono ancora vivo.” Mi accarezzò il viso con la mano destra.
Rimanemmo in silenzio.
“Ero così preoccupata per te. Temevo di poterti perdere.”
Fece un piccolo sorriso e disse:”Beh.. non ti libererai così facilmente di Jacob Black.” Disse con un tono di sforzo,poi strinse gli occhi e fece una smorfia di dolore.
“Stai male?” chiesi preoccupata.
“L’ennesima fitta.” Disse con tono dolorante. “Ma ne è valsa la pena.”
“Cosa?”
“Ferirsi. L’ho fatto per te.”
“Lo so.” Dissi accarezzandogli il viso umido. “Ora devi pensare solo a guarire.”
Annuì. “Ti amo.” Mi disse piano e quasi sussurrando.
“Ti amo anch’io.” Dissi piano adeguandomi al suo tono di voce.
“Lo so,mia piccola Nessie. Tu sei..” ennesima smorfia di dolore “e resterai sempre la mia vita. La mia unica ragione di vita. La mia Renesmee.” Rimase in silenzio a guardarmi con i suoi occhi scuri.
Non so per quanto tempo rimanemmo così a fissarci l’un l’altro so solo che dopo non volevo più staccarmi da lui.
“Piccola devi andare sono quasi le 5 e dovresti essere a casa.”
“D’accordo.” Gli diedi un bacio sulle labbra e dissi “Tornerò domani dopo scuola.”
“Io starò qui ad aspettarti.” Gli diedi un bacio più deciso e lui mi tenne ferma tenendomi delicatamente per la nuca con la mano destra,poi mi liberò dalla presa e mi disse:”Ti amo e ti amerò per sempre.”
“Ti amo e non immagini neanche quanto. Tu sei tutto quello che voglio.”
Sorrise e disse:”Lo sai che non mi stancherò mai di dirti certe parole: tu sei la persona più bella che sia entrata nella mia vita, che mi abbia sconvolto positivamente la vita,che renda magico ogni singolo giorno, che mi faccia sentire felice come nessun altro. Ti amo.”
Mi abbassai di nuovo verso di lui e lo abbracciai per quello che potevo.
“Jake,vorrei tanto restare qui con te.” Dissi tristemente.
“Non preoccuparti,tesoro mio, avremo tutto il tempo per stare insieme.” Disse piano. “Ora vai.”
“Ok.” Lo baciai di nuovo e questo terzo bacio fu più dolce e più intenso dei primi due.
Quando mi separai mi sentivo schiacciata da un peso enorme,la sua assenza. Uscii dalla stanza,salutai Billy e salii sulla Volvo di papà.
 
Ora dovevo mentire meglio che potevo,altrimenti avrei avuto una punizione per almeno un mese.
Entrai in casa. “Sono tornata.” Urlai.
“Finalmente. Sono le 6,dove sei stata?” chiese mia madre preoccupata.
“Io stavo con Jake.”
“Ok. Com’è andata la scuola?”
“Bene.”
“Hai fatto il compito di francese?”
Cavolo mi ero dimentica!
“Si,è andato bene.”
“Non ti vedo convinta.”
“Si,beh.. perché era più difficile del solito.”
“Ma se hai il massimo dei voti!” esclamò mia madre.
“Forse non ero in forma. Ero distratta. Pensavo a Jake.” Dissi scrollando le spalle.
“Mm..” convenne “Come sta?”
“Insomma. Billy ha detto che ha urlato tutta la notte,anche quando sono arrivata era sofferente.”
“Immagino tu come ti senta.” Disse lei.
“Si.. uno schifo. E’ come se mi mancasse l’aria. Lui è tutta la mia vita. Se lo perdessi..”
“Non lo perderai. E’ un ragazzo troppo forte.. vedrai che supererà anche questa.” Disse mia madre accarezzandomi il viso. “Carlisle è appena andato da loro. Vedrai che guarirà prima di quanto tu creda.”
“Lo spero.” Salii al piano di sopra ed entrai in camera mia senza accendere le luci.
Chiusi la porta e mi stesi sul letto,pensai a lui,al mio tutto,al mio unico vero amore.
Chiusi gli occhi e poi li riaprii guardando fuori,vidi qualcuno dietro la finestra. Scattai seduta,ma quando mi avvicinai non c’era nessuno. Guardai fuori dalla finestra,ma fuori c’era solo buio.
 
Dopo 20 minuti scesi a cenare e aspettai il ritorno di Carlisle fino alle 11 di sera,poi tornò.
“Come sta nonno?”
“Insomma. Dovrebbe stare meglio,ma è come se la guarigione fosse rallentata non so come mai.”
“Ma guarirà vero?”
“Si..”
“Che c’è? C’è qualcosa che non mi hai detto?”
“Sarebbe inutile nascondertelo.”
Aspettavo la botta.
“Soffrirà per molto e non è detto che guarisca del tutto.”
Mi sentii sbriciolare il cuore e avvertii il bisogno di andare subito da Jacob.
Misi il cappotto in pelle,ma mia madre disse:”Dove vai?”
“Da lui.”
“Non essere sciocca.”
“Mamma,lui ha bisogno di me. Io devo stare con lui.”
“Non potresti fare comunque nulla per lui. Vai di sopra lo vedrai domani.”
“Mamma ti prego devo andare. Ho bisogno di lui e lui di me.”
“Lo vedrai domani.” Disse mia madre fredda.
Delusa tolsi il cappotto e scappai sopra in lacrime.
Entrai in camera mia e mi chiusi dentro piangendo a dirotto. A un certo punto la finestra si aprì,alzai la testa e vidi due occhi nel buio..

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** VENTICINQUESIMO CAPITOLO: IL MIO UNICO PENSIERO SEI TU ***


Chiedo umilmente perdono per questo mio ultra-ritardo ma sono stata molto impegnata,spero di farmi perdonare con questo lungo capitolo.
Buona lettura!


A un certo punto la finestra si aprì,alzai la testa e vidi due occhi nel buio che mi guardavano,strinsi le ginocchia al mio petto e rimasi paralizzata. Poi vidi chiaramente chi era: era un ragazzo dalla carnagione chiarissima, dagli occhi castano intenso e i capelli castani leggermente arruffati. Era Nicholas.
Asciugai le lacrime e mi alzai andando verso di lui.
“Nicholas” dissi “ma che ci fai qui?”
“Allontanati entro dentro.”
Con un balzo entrò nella stanza. Aveva dei jeans attillati e scuri,un maglioncino e sopra un giubbotto in pelle nera.
“Renesmee.” Disse con calma.
“Nicholas.” Risposi guardandolo.
“Perché piangi?” mi chiese con aria triste.
“Non so quando guarirà il mio fidanzato.” Dissi sedendomi sul letto.
“Mi dispiace.” Disse sedendosi accanto a me.
“Perché stavi su quell’albero?”
“Avevo visto che vivevi qui e volevo vedere se questa era camera tua.”
“Eri tu prima che mi guardavi?”
Annuì in silenzio.
Un attimo dopo mio padre entrò nella stanza:”Nessie,con chi parli?”
“Con..” mi girai nella direzione di Nicholas,ma lui non c’era più. “Da sola.”
“Dormi che domani devi andare a scuola. Andiamo insieme.”
“Ok. Buonanotte.”
Mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte e poi uscì.
Guardai di nuovo verso la direzione di Nicholas e sbucò da sotto al letto.
“Ma come hai fatto?” chiesi stupita. Che fosse un vampiro? Ma era caldo quindi era impossibile.
“Sono velocissimo dalla nascita.”
“Ah..”
“Perché tuo padre ti ha chiamata Nessie?”
“E’ il mio diminutivo me l’ha dato il mio ragazzo il giorno in cui sono nata.”
Ops,avevo detto troppo. Infatti Nicholas assunse un’espressione sconvolta.
“Ma quanti anni ha il tuo ragazzo?”
“25.”
“E tu ne hai più o meno 18,giusto?”
“18.”
“Aveva 7 anni il tuo ragazzo?”
“No..” e ora?
“C’è qualcosa che non mi dici?”
“No.” Dissi.
“Ok” disse mordendosi il labbro superiore “dormi o domani a scuola ci andrai dormendo.”
“Tu non vai a scuola?”
“Si,ma con 2 ore di sonno me la cavo.”
“Come vuoi. Allora buonanotte.” Dissi alzandomi.
“Buonanotte mio angelo delle tenebre.” Disse ricordandomi come mi aveva chiamato anche la prima volta,poi uscì dalla finestra. La chiusi,entrai in bagno e mi spogliai e misi il pigiama. Tornai nella stanza e mi misi a letto.
Che strano tipo Nicholas.. che aspetto strano.. e che emozioni strane suscitava in me..
Mi addormentai.
 
- Punto di vista Jacob -
 
I miei compagni mi portarono a casa e il dottore entrò con me e Paul in casa,gli altri uscirono.
“Jacob cerca di resistere.” Disse Carlisle.
Annuii sapendo che non avrei resistito. Un attimo dopo cominciò a toccarmi le ossa e le ruppe di nuovo,urlavo per il dolore. Riuscii a pensare:
"Nessie" urlai di nuovo per il dolore.
Volevo essere forte,ma non ci riuscivo. All’improvviso sentii un pensiero:"Jake,resisti."
Urlai più forte,stava rompendo delle ossa “delicate” come le definiva lui.
"Ti amo.." riuscii a pensare,urlai di nuovo e svenni per il dolore.
Vidi tutto bianco e poi nero,sembrava che fossi precipitato in un fosso senza luce. Nessie.. pensai.
Tutto quanto era sparito,c’era solo un immenso dolore.
Improvvisamente lo sentii diminuire e poi sentii un odore a me molto familiare,a me molto caro e dolce come niente di paragonabile in tutto quello che avevo provato fino ad ora.
Era lei. Ne ero sicuro,però non riuscivo ad aprire gli occhi. Volevo vederla e dirle di stare tranquilla ma non ci riuscivo,era come se mi avessero anestetizzato.. precipitai in un sonno costellato da incubi.
Quando mi svegliai durante la notte urlai per il dolore. Mio padre,poverino,mi stette vicino tenendomi per mano. “Nessie.” Riuscivo a dire tra le urla “Papà,Nessie.”
Erano le uniche due parole che avevo sulla mia bocca.
Quella notte fu un vero inferno,poi verso l’alba il dolore sembrò non esserci come le ore precedenti.
Verso le 8 sentii un profumo,lo stesso dell’altra sera. Lei era qui.
Quando mi salutò e la vidi,la stanza e il mio cuore si illuminarono.
Restò con me senza allontanarsi mai fino alle 6 del pomeriggio. Non era andata a scuola per me,perché voleva vedermi. Mi diede prima un bacio delicato,quando le dissi che forse era meglio che andava mi baciò di nuovo ma quel bacio fu più deciso del secondo,sentii la sua lingua a contatto con la mia muoversi piano come se avesse paura di farmi male. La tenni per la nuca ferma vicino al mio viso,non volevo che se ne andasse e mi lasciasse. Ci dicemmo altre parole dolci e poi lei disse triste:
“Jake,vorrei tanto restare qui con te.”
“Non preoccuparti,tesoro mio, avremo tutto il tempo per stare insieme.” Dissi rassicurandola. “Ora vai.”
“Ok.” Mi baciò una terza volta e fu molto intenso e dolce quel bacio,uno dei migliori della mia vita.
Quando la vidi alzarsi e andare via sembrava che mi stessero strappando via il cuore,sentii i suoi passi allontanarsi,salutare Billy e uscire.
Mi chiedevo se fosse l’imprinting a farmi sentire così bene quando c’era lei o se era quella magica parola chiamata amore a farmi sentire così bene anche in quel momento. Com’era cambiato tutto quanto.. fino a 10 anni fa avrei dato la mia vita per sua madre,Bella, e esattamente 10 anni prima mi trovavo nella stessa posizione e con un dolore enorme.. lei aveva scelto il succhia sangue e io non potevo farci più nulla,anche se l’amavo fui costretto a lasciarla andare.. poi l’anno dopo sono rinato grazie all’imprinting con Renesmee.. la mia piccola dolce vampira.. sorrisi nel pensare a questo.. nel pensare a quanto era cambiata la mia vita in 9 anni,tutto era diventato splendente,tutto aveva senso e io ero finalmente felice e innamorato di una ragazza innamorata di me.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** VENTISEIESIMO CAPITOLO: LA DICHIARAZIONE DI EMBRY ***


Come promesso vi ho postato un altro capitolo ;)
Buona lettura e non dimenticate di scrivere cosa ne pensate!

Mi svegliai il giorno dopo e avevo un terribile mal di testa e la gola mi bruciava per la sete. Decisi di mettere dei jeans comodi e un maglioncino,poi guardai la sveglia 6:30 del mattino sgattaiolai fuori dalla finestra e corsi nella foresta. Mi lasciai guidare dall’istinto di vampira e dopo un po’ sentii l’odore del sangue,il battito del cuore di qualche animale, mi precipitai verso quella direzione e vidi due alci: ottimo!
Mi avventai sul più grande e affondai i denti oltre la pelliccia,oltre la carne .. lo dissanguai. Dopo un po’ notai che anche l’altro alce era stato ucciso,ma nessuno aveva bevuto.. chi lo aveva ucciso?
In quel momento la sete era più forte della domanda così mi ci avventai sopra e bevvi. Ero sazia.
Quando finii vidi davanti a me Embry sotto forma di lupo. Sorrisi e mi pulii come meglio potevo.
“Ciao Embry.” Dissi avvicinandomi.
Fece un verso in segno di saluto.
Ero vicina a lui e gli accarezzai il pelo,notai che aveva dei pantaloni attaccati alla zampa anteriore.
“Embry.. come sta Jake?”
Fece un altro verso,poi si allontanò nascondendosi: due minuti dopo tornò sotto forma umana.
“Nessie.” Disse,poi mi corse incontro e mi abbracciò stringendomi forte a lui.
“Embry.” Dissi con un filo di voce.
Tenni la testa poggiata sulla sua spalla e restando ancora abbracciata a lui mentre gli chiesi:”Come sta?”
Lasciò la presa e scosse la testa dicendo:”Il dottore.. Carlisle ieri sera è venuto e gli ha dato altri anti dolorifici.. il dolore non passa e le ossa non guariscono. Carlisle non capisce il perché..”
Mi rattristai di nuovo e sentii di nuovo le lacrime agli occhi.. poi scesero senza controllo.
Embry mi abbracciò e poi mi lasciò guardandomi negli occhi,in quel momento successe qualcosa di imprevedibile: mi baciò. Mi staccai subito e lui disse:”Scusa.. non so neanche io perché l’ho fatto.. o forse si.. ma è inutile.”
“Cosa è inutile?”
“Quello che provo per te. So perfettamente quali sono i tuoi sentimenti verso Jacob,so che lo ami più di te stessa e so che non lo tradiresti mai.” Disse triste. “Però.. io te lo devo dire..” mi guardò negli occhi e disse “Io sono innamorato di te,Nessie. Ho sempre sperato che.. te ne accorgessi,ma.. non lo hai mai fatto. Hai guardato sempre e solo Jacob come io avrei voluto essere visto da te.”
Lo guardai solo,cosa potevo dire.
“Embry,io..”
“Non dire nulla. Anzi,fai finta che non ti ho mai detto queste cose e non ti ho mai dato quel bacio.”
Abbassai solo la testa,un attimo dopo me la rialzò lui tenendomela su con un dito ritrovandoci di nuovo occhi negli occhi, poi disse:”Ora torna a casa. E’ quasi ora di alzarsi.”
“Ok. Ci vediamo dopo.. verrò a trovare Jake.”
Annuì,poi disse:”Allora ci vediamo,Nessie.”
Annuii dicendo:”Si.” Poi mi voltai e me ne andai.
 
Tornai a casa di corsa,ma quando arrivai trovai davanti alla porta di casa mio padre e mia madre ad aspettarmi con le braccia incrociate e con lo sguardo arrabbiato. Rallentai la corsa e mi avvicinai a loro con la testa abbassata,ora erano guai.
“Renesmee” disse mio padre “dove sei stata?”
“Nella foresta.”
“A fare cosa?” chiese mia madre.
“Avevo sete e sono uscita a mangiare.”
“E allora perché puzzi di lupo?” chiese mio padre.
“Perché ho incontrato Embry nella foresta. E poi non puzza nessuno di loro.. io amo quell’odore,altrimenti non avrei scelto Jacob come..”
“Renesmee,già ho accettato il fatto che vi vediate ma ora non venirmi a dire cosa fate quando siete insieme o cosa hai deciso di essere per lui.” Disse mio padre guardando verso la foresta.
“D’accordo.. scusa.” Dissi.
Guardai l’orologio,7:45.
“E’ ora di andare a scuola.” Dissi a mio padre.
Un attimo dopo tutti erano pronti salimmo sulle macchine e andammo.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** VENTISETTESIMO CAPITOLO: LAURA ***


Arrivammo a scuola in un battibaleno,fin troppo in fretta per i miei gusti. Prime due ore letteratura spagnola,una noia assoluta: mi sedetti al penultimo banco che era vuoto e presi il pesantissimo libro di letteratura guardando assonnata la copertina del libro.
“Ragazzi,c’è un nuovo arrivato.”
Alzai la testa e lo riconobbi subito:era Nicholas.
“Questo è Nicholas Black.”
Black?! Avevo capito bene?
“Puoi andarti a sedere vicino alla signorina Cullen.”
Si sedette vicino e mi sorrise.
“Ciao.” Mi disse.
“Ciao.” Risposi un po’ sorpresa.
La lezione cominciò..
Ogni tanto guardavo verso Nicholas,era la prima volta che lo vedevo alla luce.. beh alla luce artificiale dell’aula: il suo colorito era bianchissimo quasi marmoreo,gli occhi castano intenso e i capelli erano perfettamente ordinati. Si voltò e mi guardò.
“Perché mi guardi?”
Alzai le spalle e dissi:”Mi annoio.”
“Anch’io.”
“Senti,ma il tuo cognome è.. Black?”
“Si.. non è un cognome di cui vado fiero.”
Corrugai la fronte e chiesi:”Perché?”
“E’ un po’ imbarazzante e scusa se non mi va di parlarne.” Disse guardandosi le mani.
“Ok.. scusa per aver toccato l’argomento.”
Scrollò le spalle “E come potevi saperlo. Ma perché sei curiosa di sapere quello che riguarda il mio cognome?”
“Beh.. il mio fidanzato ha il tuo stesso cognome.”
“Davvero?!” esclamò guardandomi con un’espressione sorpresa. “Dove vive il tuo ragazzo?”
“Alla riserva,La Push si chiama.”
Diventò di colpo serio.
“Che c’è?” chiese sbalordita per quella sua reazione.
“Niente.. la lezione è finita.” Disse alzandosi di scatto mentre suonava la campanella che segnava la fine delle due ore. Rimasi immobile e sorpresa.
Mi alzai e andai in un’altra aula: un’ora di geografia astronomica mi aspettava.
La lezione passò tranquilla fortunatamente e poi uscimmo.
 
Fu l’ora di pranzo e mi unii alla mia famiglia sedendomi al “loro” tavolo. Dopo un po’ arrivò anche Nicholas e si sedette ad una certa distanza dal nostro tavolo: lo guardai e poco dopo lui guardò me.
“Mi sbaglio o stai guardando un ragazzo?” disse la voce di mio padre facendomi sobbalzare.
“Cosa? Ah.. si. Diciamo.”
“Ti interessa?” mi chiese curioso.
“No. E’ solo.. strano.”
“Strano?” mi chiese.
“Si.. nasconde qualcosa.” Dissi tornando a guardarlo.
I nostri sguardi si incrociarono di nuovo e in quel momento fui come percorsa da tanti brividi.. in quel momento mi sembrò di nuovo che il colore dei suoi occhi cambiasse. Mi voltai verso i miei e ripresi a mangiare,non parlai più fin quando non tornammo a casa.
 
Salii in camera mia e misi dei jeans comodi poi scesi di nuovo e andai fino alla riserva.
Bussai a casa Black,ma non mi aprì nessuno. Trovai la porta accostata ed entrai.
Camminai piano quando sentii dalla stanza di Jacob..
“Nessie,sei tu?” era Jake.
Mi rilassai. “Si.” Camminai velocemente ed entrai: era seduto sul letto con il torace e il braccio destro ancora fasciato.
“Sei seduto!” esclamai sorpresa.
“Si,non ne potevo più di stare steso.”
“Ah..” riuscii a dire,mi sedetti accanto a lui e lo guardai. “Come stai?”
“Non ho più i dolori e sto molto meglio. Anche se Carlisle non vuole togliermi le bende io sto bene.”
“Non te le toglie perché altrimenti incosciente come sei ti trasformeresti subito e potresti farti male.” Dissi con un sorriso un po’ teso.
“E tu come stai?” mi chiese.
“Bene.” Risposi con voce tremante e abbassando la testa.
“Nessie,cosa c’è?” disse prendendomi la mia mano con la mano sinistra.
Era bollente.
Appoggiai la testa sulla sua spalla fasciata e in quel momento il mio cuore sembrò rallentare la sua corsa. Perché Nicholas mi faceva quell’effetto?
“Jake..” dissi chiudendo gli occhi “ho solo.. non so.. sono preoccupata.” Conclusi con un filo di voce.
“Per cosa,tesoro?” mi chiese.
“Ti devo fare una domanda.”
“Dimmi.”
“Tuo padre ha un fratello o una sorella?”
Restò in silenzio. Alzai la testa e lo guardai dritta negli occhi.
“Si,mio padre ha una sorella, Laura si chiama o meglio si chiamava.”
“E’ morta?”
“E’ stata uccisa.”
Restai un attimo in silenzio. “Come?” domandai.
“Veramente non potrei parlarne..”
“Dai,Jake.” Dissi quasi in tono supplichevole.
“Ok.. ehm.. 20 anni fa più o meno c’erano mio padre ed Harry Clearwater.”
“Il padre di Seth e Leah?”
“Si. Beh.. loro erano insieme quando videro Laura parlare con qualcuno.. dalla puzza che emanava capirono che era un vampiro. Loro cercarono di dissuaderla a non frequentarlo più,ma senza alcun risultato,anzi era sempre peggio. Mio padre e Harry erano contrari non solo perché era un vampiro,ma anche perché lei era come noi,una muta - forma. Era pericolosissimo se.. beh se si univano. Ennesimo motivo per cercare di dissuaderla,ma niente. Era più testarda di tua madre.” Disse abbassando un attimo la testa.
“Poi?” chiesi.
“Lei rimase incinta del succhia sangue,ma lui l’abbandonò quando seppe che lei era una muta – forma un po’ speciale ed era incinta.”
“Che intendi dire con muta – forma un po’ speciale?”
“Lei.. non aveva il nostro odore. Era come se fosse umana.”
Annuii.
“Laura litigò con tutti i membri della tribù e decise di andarsene via per sempre dalla riserva. Mio padre non fece nulla per fermarla o convincerla a rimanere,anzi le proibì di tornare: a lei o a qualsiasi altro membro della sua famiglia.”
“Quindi anche il figlio.” Dissi in tono ovvio.
“Il figlio?”
“Si.. beh da qualche giorno è arrivato a Forks un ragazzo, Nicholas Black. Credo che sia suo figlio.”
“Cosa te lo fa credere?”
“Il fatto che mi sia sempre sembrato un incrocio tra un vampiro e un licantropo,e poi.. ha reagito in modo strano quando ho detto che tu hai il suo stesso cognome e vivi alla riserva. Si è come.. rabbuiato.”
Si rabbuiò anche Jacob..
“Tu hai mai conosciuto Laura?”
“No,se n’è andata l’anno in cui sono nato io.. E’ lui che ti ha causato quella preoccupazione?”
“Si.. ma poi non sai come è stata uccisa?”
“Io so solo che c’entravano un gruppo di succhia sangue. Quello che so l’ho sentito dire da mio padre a mia madre..” la sua voce si spezzò quando pronunciò la parola ‘madre’.
Gli strinsi la mano e gli diede un bacio sulla guancia bollente.
“Ti amo,lupacchiotto mio.” Dissi.
Ci scambiammo un bacio dolcissimo e tenerissimo. Non avrei mai voluto staccarmi da lui,ma lo feci.
“Ti amo,mia piccola Renesmee.”
Sorrisi e gli diedi un bacio a stampo. Rimasi da lui per altre 3 ore poi tornai a casa.
Sulla strada vicino casa mia,trovai un pick-up nero parcheggiato: nessuno aveva quella macchina.
Scesi e entrai in casa.
“Sono a casa.” Gridai.
Quando entrai vidi mio padre e mia madre scambiarsi uno sguardo preoccupato e poi vidi qualcuno che non avrei mai pensato di trovare lì in quel momento..

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** VENTOTTESIMO CAPITOLO: DISCOTECA ***


Entrai e vidi in salotto insieme ai miei genitori,Nicholas.
“Nicholas!” esclamai. “Ma che ci fai qui?”
“Vi lasciamo soli.” Disse mio padre. Come se potesse bastare!
I miei andarono in cucina lasciandoci soli.
“Ciao.” Mi disse finalmente dopo attimi interminabili di silenzio.
“Ciao.” Risposi. “Come mai sei qui?”
“Passavo di qui..” disse “e poi volevo vederti,Nessie.”
Tossii un po’ infastidita dal modo in cui mi chiamava: lui per me era un estraneo,non era né un amico né tantomeno un parente.
“Mi piacerebbe diventare tuo amico.” disse lui con un sorriso fiero ricordandomi in qualche modo il sorriso del mio Jacob.
Non riuscii a pensare a niente,mi sentivo strana.
Perché quel ragazzo mi faceva quell’effetto?
“Posso rapirti per una sera?”
“Beh non so devo chiedere ai miei..”
“Andiamo Nessie hai 18 anni vivi la tua vita,no?”
Questa volta ne fui certa il colore castano dei suoi occhi cambiò e divennero color ghiaccio per un secondo e un attimo dopo..
“Ok. Prendo il cappotto e sono pronta.”
“Così mi piaci. Ti aspetto nel pick – up. Arrivederci.” Disse Nicholas uscendo.
Io corsi di sopra e presi il mio giacchettino di pelle nera e rimasi interdetta,perché stavo uscendo?
Avevo detto che non ne ero sicura e poi.. mah!
Scesi.
“Renesmee,dove vai?” chiese mio padre affacciandosi dalla cucina.
“Esco.” Dissi non troppo convinta.
“Ah si? E dove vai?”
“In giro. Passo una serata diversa.” Dissi avviandomi verso la porta.
“E verso che ora torneresti?”
“Non so.”
“Entro le 11 stai qui.”
“Papà,dai non fare l’esagerato come al solito. Facciamo le undici e mezza almeno?”
“Renesmee,non mi hai mai parlato così.”
“Lo so,scusa.” Dissi andandolo ad abbracciare.
“Non sono sicuro che questo tipo ti faccia un bell’effetto.”
“Papà,è un amico che.. voglio conoscere,punto. Io sono innamorata di Jacob,ma questo non mi vieta di uscire con un amico.” Dissi con un sorriso angelico sperando che non ribattesse,fortunatamente non lo fece.
“Ci vediamo dopo.” Dissi uscendo e chiudendo la porta alle mie spalle.
Entrai nel pick-up e Nicholas mi guardò,poi chiese:”Possiamo andare adesso?”
“Si,certo. Vai.”
Mise in moto e partì.
“Allora dove si va?” chiesi curiosa.
“Prima andiamo in un bar,poi andiamo in discoteca. Ti piace il programma?”
“E’ perfetto però entro le 11 e mezza devo tornare.”
“Renesmee non se ne parla proprio. Sei grande e non esiste che torni come i ragazzini di 16 anni. Su via,goditi la vita che è breve per i devo e i ma non posso.” Disse.
In parte aveva ragione,la vita va vissuta e vissuta bene ma io non potevo pensare di cambiare di botto la mia vita.
Smisi di pensare e cominciai a godermi la serata. Andammo in un pub e lì Nicholas salutò 3 amici.
“Ciao belli.” Esordì.
I tre si girarono e si salutarono abbracciandosi l’un l’altro.
“E la bambola chi è?” chiese uno di loro.
Sorrisi. “Lei è Renesmee,detta Nessie.”
“Uh forte il tuo soprannome.” Disse il ragazzo che aveva dei capelli biondo cenere e abbassati. “Io sono Jim.”
“Piacere.” Dissi.
“Ah,Nessie.” Disse Nicholas “Loro sono Cam e Tyler.”
“Ciao.” Mi dissero in coro.
“Ciao.” Risposi alzando la mano in segno di saluto.
“Allora si mangia prima ragazzi e poi tutti in discoteca.”
“Siii.” Urlarono entusiasti.
“Vieni anche tu con noi?” chiese Jim.
“Certo.”
“Grande.” Rispose felice.
Erano molto simpatici e disinvolti,anche se a sentirli sembravano delle scansa fatiche e dei ragazzi che non si interessavano granché allo studio,per loro il 6 era come avere 9,erano contenti comunque.
“E tu Nessie come vai a scuola?”
“Ehm.. beh.. ho tutti 8-9.”
“Cazzo!” esclamò Cam.
“Fico!” esclamò Tyler.
“Allora ci darai delle ripetizioni.” Disse Jim.
“Si,perché no. Così almeno stiamo insieme,che ne dici Nessie?” chiese Nicholas.
“Non lo so,vedremo.” Dissi con un pizzico d’ansia.
“Che c’è Nessie,qualcosa non va?” mi chiese Nicholas.
“No. Tutto ok.”
La serata ricominciò,anzi cominciò: andammo in discoteca e lì bevvi anche un paio di bicchieri di .. non mi ricordo neanche quale bevanda. Alla fine ero brilla.
Nicholas mi portò a casa con il suo pick – up nero,poi scesi ed entrai in casa. Sperando che i miei non mi sentissero,speranza inutile. In un batter d’occhio mio padre e mia madre erano già davanti a me.
“Renesmee Cullen,sono le 3 di notte e tu domani hai scuola.”
“Si..” dissi.
“Renesmee,ma tu.. puzzi di alcool.” Disse mia madre un po’ spaventata.
“Mm..” dissi.
“Dove sei stata?” chiese mio padre.
“In un pub.. e poi in una discoteca. E’ stato divertente abbiamo ballato tanto e bevuto.. i ragazzi sono molto simpatici.” Dissi sorridendo.
“Ragazzi?Ma non avevi detto che uscivi solo con Nicholas?” chiese mio padre.
“Eh si.. poi si sono aggiunti gli altri. Ora posso andarmene a dormire?”
“Si,vai. E tu domani vai a trovare Jacob. E’ una settimana che non lo vai a trovare.” Disse mia madre arrabbiata.
Salii sopra senza rispondere. Mi spogliai e mi accasciai sul letto con solo addosso mutande e reggiseno.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** VENTINOVESIMO CAPITOLO: DOLORE ***


La sveglia suonò alle 6:45,con un colpo la spensi e la feci cadere a terra. Mi alzai scocciata a prenderla,la rimisi sul comodino e mi incantai fissando il vuoto per non so quanti minuti. Avevo un gran mal di testa e avrei tanto voluto non andarci a scuola,ma mi alzai lo stesso e feci una doccia d’acqua tiepida,uscii e vidi lo spettacolo più tremendo per una ragazza: avevo certe occhiaie da far paura ad un vampiro.. beh forse la battuta nel mio caso non è molto appropriata..
Asciugai i capelli e li lasciai mossi,misi un jeans e una felpa,scarpe da ginnastica e aprii la finestra di camera mia,c’era stranamente il sole quella mattina.
Un evento a Forks!
Scesi.
“Buongiorno.” Dissi io scendendo.
“Ciao piccola.” Mi salutò mia madre.
“Come hai dormito?” chiese mio padre che se ne stava immobile in un angolo come fosse una statua.
“Abbastanza bene. Ho smaltito la sbornia.”
“Vedo.” Disse mio padre. “Ah.. Nessie ha chiamato Jacob.”
“Jacob!” esclamai sorpresa e felice. “Come sta?”
“Sta bene è guarito,anche se Carlisle gli ha vietato di trasformarsi o di andare in moto. Sta bene ma è meglio per lui non sforzarsi.”
Annuii e guardai mio padre.
“Vai a trovarlo.” Disse lui.
“Ho scuola.”
“Ci vai adesso da lui.”
“Cosa? Papà ma come tu hai sempre cercato di impedirmi di vedere Jacob prima o dopo la scuola!” esclamai sorpresa.
“Ho cambiato idea.”
“Ok,allora poso lo zaino e scendo di nuovo.”
Posai lo zaino sul letto e scesi di nuovo.
Ero felice.
Avrei rivisto il mio Jacob.
Scesi e dissi:”Papà prendo la tua Volvo.”
“Va bene ma per le 4 stai qui ok?”
“Sarò puntuale te lo prometto.” Dissi dandogli un bacio.
Uscii di corsa e salii sulla Volvo grigia di mio padre,che bello! Quanto tempo era che non lo vedevo.. una settimana forse? Forse anche qualcosa in più,ma in quel momento non mi importava.
Arrivai a La Push in fretta e quando arrivai lì,vidi una moto rosso fuoco.. Jacob non aveva quella moto.
Scesi dalla macchina e andai verso la casa di Jacob,arrivata davanti bussai e la porta era già aperta..
Entrai piano e sentii dei gemiti.. il mio cuore si fermò.. no non poteva essere.. arrivai davanti alla porta della sua stanza e vidi uno “spettacolo” che mi gelò il sangue nelle vene: Jacob era steso e senza maglia e sopra di lui c’era una ragazza che lo stava baciando e accarezzando.
Rimasi impietrita per non so quanti secondi,poi ripresi il controllo prendendo la prima cosa che avevo a portata di mano,un vaso, lo presi e lo lanciai a terra vicino al letto.
Si fermarono di colpo.
“Nessie!” esclamò lui.
In quel momento non riuscivo neanche a respirare.
Voltai solo le spalle e me ne andai via.
Le lacrime cominciarono ad appannarmi la vista,entrai nella Volvo.
“Nessie,aspetta!”
Non aspettai: misi in moto sgommando e me ne andai via.
Le lacrime cominciarono a rigarmi le guance.. come aveva potuto.. io e lui,l’imprinting,Parigi.. aveva mandato tutto a puttane.. vaffanculo Jacob Black!! Vaffanculo.. bastardo!!
Le lacrime scesero sempre di più e cominciai a singhiozzare.. mi fermai dopo qualche chilometro quando non riuscivo più a vedere,né a guidare. Strinsi il volante e singhiozzai sempre più forte.
Sentivo che l'onda di dolore stava per infrangersi su di me, gli occhi si gonfiarono di lacrime e si appannarono.
I battiti del mio cuore non si sentivano più, perchè ormai un cuore non lo avevo più.
L'aveva distrutto, strappato, dilaniato.. lo aveva trasformato nel nulla.
Rimisi in moto e mi diressi verso Port Angeles.
Ci arrivai subito, forse perchè non percepivo nemmeno più lo scorrere del tempo.
Vagai per le strade della città per ore intere.
Volevo che l'ultimo raggio di sole di quella giornata mi trafiggesse e ponesse fine alla mia vita meschina ed insensata, ma non accadde.
Realizzai che dovevo tornare a casa..
Quando scesi dalla macchina barcollavo.. mi sentivo vuota,morta.
Ma purtroppo non lo ero,il dolore e il battito del mio cuore mi ricordarono che ero viva.

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** TRENTESIMO CAPITOLO: DISPERAZIONE ***


Buon pomeriggio chiedo umilmente perdono per il ritardo,ma è periodo di vacanze perciò non ho potuto postare prima.
Ad ogni modo ecco il nuovo capitolo..


Salii di corsa in camera mia e barcollai cadendo sulle ginocchia, piangendo come non avevo mai fatto in 9 anni della mia vita. Era passato un uragano nella mia vita che aveva distrutto tutto.. e per sempre.
Mi stesi per terra esanime,poco dopo sentii un rumore.. speravo che non fosse Jacob perché non ce l’avrei fatta,ma fortunatamente non era lui,ma mio padre.
“Piccola!” esclamò “Che è successo?” disse inginocchiandosi vicino a me.
Non risposi.
Non ce l’avrei fatta a dire quella verità così cruda e così fredda..
“E’ stato lui a ridurti così?”
Non riuscivo più a parlare. Volevo solo urlare e piangere per il dolore.
“Appena te la senti mi dici che ti ha fatto.” Disse mio padre paziente mettendomi seduta delicatamente.
Presi forza e coraggio.
“Mi ha tradita.”
Altra fitta al cuore e altre lacrime.
“Io lo ammazzo quel cane bastardo!” disse ringhiando.
Non dissi nulla mi limitai a stringere una mano sul suo petto freddo.
“Papà..” dissi solo distrutta.
Mi prese da terra e mi mise sulle sue ginocchia seduta,mi asciugò le lacrime una per una e disse:
“Povera figlia mia.” sembrava stesse parlando da solo.
“Ti prego,papà. Fammi andare da qualche altra parte.”
“Nessie,scappare non serve. Però potresti chiamare un amico.” Disse lui.
Nicholas.
“Si,dopo. Ora tienimi tra le tue braccia,papà.” Dissi con voce ancora rotta dal pianto.
Forse passò un’ora che mi accarezzava.. le lacrime si erano fermate,ma il mio cuore continuava a sanguinare. Il tempo sembrava non passare,sembrava che si fosse bloccato a quei minuti a La Push,sembrava che la mia vita si fosse fermata lì,che fossi morta lì.
Dopo un po’ mi staccai da mio padre,afferrai il telefonino e chiamai Nicholas..
Uno squillo..
Due squilli..
Tre squilli..
“Nessie!” disse felice.
Un colpo al cuore. Quel soprannome me lo aveva dato lui.
“C – ciao Nicholas.”
“E’ successo qualcosa?”
“Ehm.. si. Possiamo vederci? Ho bisogno di te.”
“Si,tra 10 minuti sono lì.”
“Grazie.”
“A dopo.”
Riattaccò. Nicholas era la mia sola speranza in quel momento.
Papà mi accarezzò il viso delicatamente e disse:”Ora devi solo cercare di andare avanti piccola mia.”
“Papà.. il mondo mi è crollato addosso,capisci? Jacob era il mio mondo.. mi aveva fatto capire che per lui ero importante,non solo per via dell’imprinting.. lo ha rifiutato. Ha buttato tutto al vento.. io non lo voglio più vedere,mai più.”
Dopo un po’ Nicholas arrivò e mio padre ci suggerì di uscire e di andare a Seattle,per distrarmi.
Così facemmo,ma io non volevo parlare.. la mia mente era troppo impegnata a soffrire per poter parlare.
“Stiamo in giro da mezz’ora e non hai ancora aperto bocca. Che c’è?” chiese lui.
“Un pensiero doloroso.” Dissi.
“Jacob?” al suo nome ebbi un’altra fitta al cuore.
Rimasi in silenzio e solo in quel momento ricordai che Nicholas era il cugino di Jacob.
“Che ti ha fatto?”
“Non ne voglio parlare.. per favore. Senti so che io e te non ci conosciamo,ma c’è una cosa che ti devo dire e che tu forse sai già.”
Aspettò che continuassi.
“Lui è.. tuo cugino,è il figlio di Billy Black, fratello di tua madre.”
Abbassò lo sguardo e disse:”Lo sospettavo che Jacob Black e il tuo Jacob..”
“Non è più mio.” Dissi fredda. Mi faceva male sentire il suo nome.
“Scusa.. comunque avevo sospettato che fossero la stessa persona. Che ti ha fatto?”
“Non ne voglio parlare scusami.” Dissi.
Mi strinse solo la mano e quel contatto così caldo mi fece pensare a lui,altre lacrime rigarono le mie guance.
Non avevo il diritto di coinvolgere qualcun altro nel mio dolore.
Nicholas non c’entrava nulla con.. con lui.
Perché doveva dividere un dolore provocato dal cugino?

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** TRENTUNESIMO CAPITOLO: DELUSIONE ***


Stemmo in giro tutto il pomeriggio per Seattle,stavamo quasi sempre in silenzio: io non avevo voglia di parlare,il cuore mi faceva troppo male bloccandomi il respiro.
“Piccola,siamo arrivati a casa.” Disse lui con un piccolo sorriso.
Lo guardai e in quel momento quel sorriso strideva molto con il mio umore.
Guardai poi verso casa mia che di colpo non riconoscevo più,mi sembrava una casa diversa, che appartenesse ad un’altra ragazza.
“Nicholas” dissi “grazie. Tu non mi conosci neanche e.. mi sei stato vicino.” dissi.
“Mi fa piacere. E poi a cosa servono gli amici? Ti danno una mano nel momento del bisogno. Nessie” disse prendendomi una mano e costringendolo a guardarlo negli occhi. “io so che non ho il diritto di dirtelo perché ci conosciamo da poco,ma.. sappi che ti voglio bene. Scusa se ti sembro sfacciato o avventato,ma.. è quello che sento per te.”
Abbassai lo sguardo verso la mano che mi stringeva ancora,poi lo guardai e dissi:”Grazie per oggi.”
“E per cosa? Ti sono solo stato vicino.”
“Lo so,ma.. mi ha fatto piacere stare con te. Anche se pensi di non aver fatto molto per me,hai fatto tanto.”
Sorrise e disse:”Ok,allora se vuoi sentirti meglio..sai dove trovarmi.” Disse con tono sensuale.
Quel tono mi diede dei brividi leggeri e in un attimo mi sentii invasa da una sensazione di benessere che piano piano rallentò il battito del mio cuore zoppicante per il dolore.
“Ciao.” Dissi dandogli un leggero bacio sulla guancia.
Mi strinse piano a sé e disse:”Per qualsiasi cosa e a qualunque ora della notte chiamami. Io per te ci sono.”
Lo guardai. Annuii e scesi.
Vidi il suo pick-up sparire nel buio di Forks: sentii di nuovo un’assenza incolmabile, un dolore dilaniante nel petto. Entrai in casa e mi accolsero i miei genitori,li guardai di sfuggita e dissi:”Ciao.” Debolmente.
“Ciao tesoro.” Disse mamma.
“Io vado sopra voglio stare un po’ sola.” Dissi e senza aggiungere altro salii le scale di corsa.
Aprii la porta della stanza e mi stesi sul letto,in quel momento un profumo mi avvolse,quello di Jacob.
Capii da dove proveniva l’odore,dal lenzuolo del mio letto,lo tolsi e lo portai tra la biancheria da lavare e ne misi un altro fucsia pulito. Non volevo più sentire quell’odore. Non più.
Vidi una foto di quando ero piccola,la guardai. Stavo per stracciarla,ma non ce la feci. La misi in un cassetto lontano dalla mia vista,almeno non vedendolo sarei guarita più in fretta. Forse.
Mi rigirai nel letto e non riuscivo a capire il perché di quel suo comportamento,il perché di quel suo tradimento. Avevi detto di essere innamorato di me!!! Le lacrime cominciarono di nuovo a rigarmi le guance fino a cadere sul cuscino. Mi alzai e mi misi sotto la finestra,cosa potevo fare in quel momento?
Scappare non serve,ma allora.. cosa potevo fare?
Andare avanti. Lo sapevo,ma come?
Tutte le mie certezze,i miei sogni erano spariti.
Il mio mondo e il mio futuro erano spariti e davanti a me c’era di nuovo il buio,il nulla.
Andai in bagno a lavare la faccia e poi tornai a dormire.
 
Il giorno dopo mio padre non voleva farmi andare a scuola,ma dissi che era tutto ok perciò per me non c’erano problemi. Eravamo di nuovo tutti in due macchine e alle 8 eravamo a scuola,in classe.
Fui interrogata in spagnolo e presi 6,ma in quel momento avevo pensieri più grandi per preoccuparmi del 6 in spagnolo,la mia mente vagava oltre l’aula,oltre la scuola,oltre il parcheggio per arrivare sino a casa sua..
Decisi di bloccare i miei pensieri e una lacrima mi sfuggì,l’asciugai subito e poi uscii dalla classe per andare nell’aula di matematica dove avrei trovato mio padre,anche se a tutti avevo detto che era mio cugino. Sarebbe stato strano dire di avere un padre più piccolo di un anno,visto che la sua vita si era fermata a 17 anni.
Come pensavo mio padre era lì che mi aveva conservato il posto vicino al suo,sorrise quando mi vide.
Ricambiai il sorriso senza entusiasmo.
“Ciao.” Disse.
“Ciao. Il professore non è ancora arrivato?”
“E’ nel cortile. Ho visto la sua auto prima.”
“Ok.” Dissi per poi restare in silenzio.
“Come stai?” mi chiese.
“Uno schifo. Mi sembra che il mondo mi sia crollato addosso. Pap.. capisci io credevo in lui,ero convinta di lui,del suo amore per me,della storia dell’imprinting,invece è bastata una ragazza.. e tutto è stato spazzato via.”
Mi accarezzò solo la mano.
“Riuscirai a risolvere la situazione. Non temere.”
Annuii solo.
“Lo spero,anche se.. in questo momento è tutto buio,arido,senza speranza e senza sogni in me.”
“Guarirà la  ferita che dilania il tuo cuore. Tes.. ce la farai,vedrai. Ci vorrà solo del tempo,ma guarirà. Il tempo allevia tante sofferenze,tanti dolori e tante lacrime.”
“Buongiorno.” Disse il professore.
Un’altra ora cominciò e ogni tanto mio padre mi diceva frasi del tipo ‘Stai attenta o ti chiama’ oppure ‘Nessie,ti sta per chiamare.’ La lezione per fortuna finì e fu l’ora di pranzo,un’altra ora e saremo tornati a casa,volevo stare con da sola.
Uscimmo di scuola alle 4 come sempre e vidi una persona che non avrei mai voluto vedere,Jacob.
Trascinai mio padre vicino a me e proseguii dritta verso la Volvo,sapevo che non si sarebbe avvicinato a me con mio padre vicino. Come previsto non si avvicinò e dopo poco eravamo a casa.
Era sera tardi quando qualcuno bussò alla porta,andai ad aprire e me lo trovai davanti.
“Che vuoi?” dissi fredda “Non hai proprio rispetto dei sentimenti altrui, ti prendi tutto come se niente fosse e te ne freghi se a qualcuno fai male,se fai soffrire. Sei un animale! E mi fai schifo. Credevo di avere accanto a me un ragazzo dolce,buono,sensibile.. tutte sciocchezze. Io non ho nient’altro da dirti.” Dissi chiudendogli la porta in faccia.
La riuscì a fermare e poi disse:”Ti prego,devi credermi è stato tutto un malinteso. Io non volevo è stata lei.” Disse.
Scossi la testa e disse:”Smettila. Non ti credo. Io mi fidavo cecamente di te,era Daiana non è vero? Ti avevo creduto quando mi avevi detto che per te non era niente che esistevo solo io per te,mi avevi fatto credere di tenerci a me.”
“Ed è così.” Disse.
“Invece” dissi fregandomene del suo tentativo di parlare “segui solo il tuo istinto di animale,quale sei.. mi hai veramente deluso.”
“No,Nessie. Ti prego,non è come..”
“A questo punto non ho più niente da dirti e né tanto meno da ascoltare.” Dissi chiudendogli la porta in faccia.
“Nessie.” Disse lui dietro la porta. “Ti prego,credimi.”
Rimasi dietro la porta a sentirlo disperarsi,i miei occhi si riempirono di lacrime ma non potevo dargliela vinta così. Mi aveva tradito e perciò non potevo perdonarlo.
Lo sentii piangere dall’altra parte della porta e io non riuscii più a controllare le lacrime che rigarono le mie guance,cominciai a singhiozzare insieme a lui..

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** TRENTADUESIMO CAPITOLO: PERICOLO! ***


Dopo quasi un mese posto di nuovo. Perdonate l'attesa e spero di ricevere tante recensioni a questo capitolo.
Buona lettura!!!



Fortunatamente quel giorno era sabato e da noi il sabato non si andava a scuola.
Decisi di andare a caccia e scacciare il fiume di lacrime della sera prima.
Corsi veloce,velocissima superai me stessa in quella corsa.
Mi sentivo leggera come una piuma,veloce come il vento,forte come un uragano.
Corsi come non avevo mai fatto in 9 anni della mia vita.
Mancavano meno di 5 mesi ai miei 19 anni,beh 10 veramente, e la mia vita mi sembrava già così diversa,mi sembrava di essere molto più grande in quel momento e in altri momenti sentivo di essere ancora una bambina.
Vidi un cervo che brucava l’erba e in quel momento la mia gola cominciò a bruciare per la sete,sempre di più,sempre di più.
Poi con uno scatto corsi verso il cervo che iniziò a correre,ma io fui più veloce e feroce.
Lo addentai e lo dissanguai.
In quel momento desideravo essere una vampira nel vero senso della parola: fredda,senza emozioni.
Alzai la testa e in quel momento vidi una vampira dai capelli neri e a me molto cara: Carmen.
“Carmen?” dissi sorpresa.
“Piccola Renesmee.” Disse sorridendomi.
Quanto mi era mancata!
L’abbracciai.
La sentii sorridere.
“Come sei cresciuta,piccola mia.”
“Ma che ci fai qui?” chiesi staccandomi da lei.
“Eravamo venuti a trovarvi io ed Eleazar.”
“C’è anche lui?! Sono contenta.” Dissi.
“Pulisciti.” Disse con dolcezza porgendomi un fazzoletto.
“Grazie.” Dissi pulendomi la bocca,le mani e le braccia.
Tornammo presto a casa.
Entrai e dissi:”Guardate chi c’è!”
Erano tutti in salotto e su una poltrona vidi Eleazar.
“Salve Eleazar.” Dissi.
“E lei è la piccola Renesmee.” Disse sorridendo,era la prima volta che mi sorrideva.
Mi strinse la mano e disse:”Il tuo potere è cambiato.”
“Si..” dissi titubante,dimenticandomi che lui riusciva a localizzare i poteri dei vampiri.
“Cosa vi porta qui?” chiesi.
“Ma.. un giro.”
“A Forks!?” esclamai sorpresa.
“Si.” Disse Carmen alle mie spalle “Sai lì non avevamo molto da fare.”
<> pensò mio padre.
“Cosa è meglio farmi credere papà? Che succede?” chiesi guardando prima lui e poi Eleazar.
“Nulla Renesmee.” Disse da dietro Carmen.
Perché non percepivo i suoi pensieri o quelli di Eleazar,ma solo quelli di mio padre?
“E allora papà che cosa devo credere?” chiesi guardando mio padre e poi Carmen.
Silenzio.
C’erano solo tante bellissime statue immobili davanti a me.
Sembrava che parlassi da sola.
“D’accordo.” Disse Eleazar in tono grave.
“Eleazar,per favore non mi sembra il caso e poi Nessie sta già soffrendo non è il caso di agitarla.”
“Papà,per favore. Eleazar che succede?” chiesi posando i miei occhi su di lui.
“C’è un problema abbastanza serio.”
“Quale?”
“I Volturi.” Disse.
Aprii la bocca,ero senza parole.
“Cosa abbiamo fatto questa volta?” chiesi spaventata.
“Non sappiamo molto.” Intervenne Carmen. “Ma sappiamo che presto verranno qui perché cercano qualcuno.”
“Qualcuno?! Chi? Me?”
“Non lo sappiamo.” Disse Eleazar.
“Sto osservando le decisioni di Aro.” Disse Alice intervenendo “Ma per ora non sembrano tramare contro di noi.” Disse con ansia.
Guardai prima Alice,poi Carmen ed Eleazar.
Un nuovo pericolo stava incombendo sulla nostra famiglia e su di me.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** TRENTATREESIMO CAPITOLO: SETH ***


Eleazar e Carmen restarono con noi fino alle 4 del pomeriggio poi se ne andarono a Seattle.
Io andai nella foresta nel prato dove mio padre mi portava quando ero piccola,mi ci stesi e fissai preoccupata il cielo terso e il sole che mi accecava se lo fissavo.
Da quando ero nata non c’era stato nulla di normale,ma la mia vita poteva essere considerata normale?
Era normale che esistesse una come me,una mezza vampira?
Mi sembrava di vivere in un mondo parallelo: da una parte tutto era normale c’era chi viveva un giorno come un altro,chi rideva e scherzava,chi viveva senza sapere che noi esistevamo; dall’altra noi, esseri se così ci potevamo considerare, intrappolati nella nostra condizione. Per noi non c’erano speranze di cambiamento,ero nata così e così dovevo vivere punto.
Chiusi gli occhi e delle lacrime silenziose scesero lungo il mio viso: a volte volevo essere solo una vampira e altre solo un’umana. Ma la verità era che forse non sapevo neanch’io chi volevo essere.
Un verso mi riportò alla realtà,scattai in piedi e vidi poco lontano da me un lupo dal pelo color sabbia,Seth.
“Seth!” esclamai sedendomi e andandolo ad abbracciare. “Mi sei mancato.” Dissi sorridendo con gli occhi chiusi.
Un uggiolio contento si levò dalla sua gola e poi strusciò il pelo contro la mia testa.
“Che ci fai qui? Questo è il nostro territorio.” Dissi sussurrando e sorridendogli.
Un altro uggiolio e poi si nascose.
Un attimo dopo era sotto forma umana e mi abbracciò forte a sé.
Era così cresciuto rispetto a un anno fa: il suo corpo era più scolpito ed era anche cresciuto in altezza,il sorriso era quello puro di sempre.
“Come stai?” mi chiese diventando serio.
Feci una piccola smorfia e disse:”Potrei stare meglio.”
“I tuoi se la prendono se sto un po’ qui con te sul vostro territorio?”
“Assolutamente. Sei il benvenuto.” Dissi sorridendogli.
Mi sedetti e lui mi seguì.
“Cosa ti porta qui?” chiesi.
“Jake voleva che vedessi che tu stessi bene.”
Mi oscurai.
“Adesso è così codardo da mandare te?!” scossi la testa.
“Nessie,lui ha sbagliato lo sai e lo sa anche lui. Tu non sai lui come sta adesso.”
“Non me ne importa. Prima di stare con quella doveva pensarci,ora se sta male è solo colpa sua, a me non interessa.”
“Nessie,non sai come sono andate le cose.”
“Seth,se vuoi parlarmi di lui e convincermi a perdonarlo allora puoi anche tornare alla riserva!” sbottai.
Rimase in silenzio e disse:”Se vuoi non parliamo di Jake,ma tu e lui dovete parlarvi. Tra voi non può finire,tra voi c’è un rapporto speciale.”
“Ah si?!L’imprinting? Beh è stato lui a tradire questo nostro legame “speciale” non io.”
“Nessie,non è stato lui a volerti tradire.”
Chiusi gli occhi e respirai cercando di controllare la voce e le lacrime che sembrava stessero facendo a gara per scendere lungo le guance.
“Forse non ha cominciato lui,ma.. mi sembrava che..” la voce mi s’interruppe al ricordo “che.. stesse godendo.” Conclusi sotto sforzo. Delle lacrime traditrici scesero lungo le guance e spiccarono il volo verso il prato.
“Nessie.” Disse Seth asciugandomi una lacrima.
Lo guardai un attimo e poi lui mi abbracciò stringendomi a lui,gli circondai il collo con le braccia.
Non so quanto rimanemmo così,ma poi mi allontanai dicendo:”Scusa.”
Mi asciugò altre lacrime che si erano fermate lungo le guance e disse:”Non lo dirò a Jake che.. hai pianto. Ti puoi fidare di me.”
“Grazie Seth.” Dissi poggiando il viso sulla sua spalla calda.
“Ti voglio bene.” Mi disse lui dandomi un bacio sulla testa.
“Anch’io.”
Rimanemmo ancora un po’ insieme poi se ne andò,si nascose e lo vidi allontanarsi da me sotto forma di lupo.

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** TRENTAQUATTRESIMO CAPITOLO: CIO’ CHE E’ SUCCESSO ***


- Punto di vista Jacob -
 
Ero appena guarito e Carlisle mi aveva tolto da un giorno le bende,potevo muovermi di nuovo,ma gli avevo promesso che non mi sarei trasformato per almeno una settimana e avevo deciso di dargli retta,in fondo del dottore mi fidavo.
Quel giorno venne a casa mia senza avvisarmi,Daiana,la mia prima ragazza era da un bel po’ che non la vedevo forse 6-7 mesi. Era carina: capelli corvini a caschetto,una tuta da motociclista. Era una ragazza atletica e affascinante,anche se non aveva niente a che vedere con la mia Nessie.
Quel giorno me la trovai davanti la porta di casa mia e mio padre non c’era,altrimenti gli avrei fatto dire che non c’ero.
“Ciao.” Mi disse lei con il suo solito sorriso smagliante.
“Ciao.” Risposi io.
“Disturbo?” chiese lei.
Una delle sue abilità era girare le situazioni sempre a suo vantaggio.
“No,vieni.” Le dissi.
“Come stai?”
“Abbastanza bene. Tu?”
“Insomma. Sai dopo quel bacio di.. alcuni mesi fa,non penso ad altro. Sei diventato come una droga per me,Jacob.” Mi disse con voce sensuale.
“Davvero?! Beh,io.. invece Daiana ti devo dire una cosa.”
“Che cosa?” chiese lei.
“Io sono.. fidanzato e innamorato di un’altra ragazza.”
“Ah.” Disse sparendo dal suo viso il sorriso e accendendo i suoi occhi di una luce strana. “Che sorpresa! Jacob Black che era tanto infelice qualche mese fa,ora è innamorato.”
“Veramente lo ero qualche anno fa.”
“Però se ricordi qualche mese fa ci siamo baciati.”
“Si,è vero. Ma ora è cambiato tutto. Io ora sono molto innamorato di un’altra.”
“E a me che importa!”
“Importa a me,Daiana!”
Incominciò ad accarezzarmi il viso,poi posò le sue labbra sulle mie e un attimo dopo mi ritrovai steso sotto di lei e a torso nudo. Non volevo eppure non riuscivo a fermarla.
Dopo poco un profumo intenso invase le mie narici che sembravano bruciare,poi un rumore di qualcosa che si infrangeva. Mi staccai da Daiana e guardai verso la porta,Nessie era lì e con le lacrime agli occhi.
Corse via. No!
“Nessie,aspetta.” Gridai dietro inseguendola.
Troppo tardi era già corsa via sulla Volvo del succhia sangue.
Tornai dentro, afferrai Daiana per un braccio e la buttai fuori di casa.
Feci il pazzo rompendo non so quante cose in legno.
Piansi accasciandomi sulle ginocchia. Che avevo fatto!!
 
Non la vidi per giorni,poi decisi di andare fuori scuola e la vidi,ma lei si avvicinò a Edward e si allontanò di corsa da me. Quella sera cercai di chiarire,ma fu inutile. Mi ritrovai a piangere dietro la porta dei Cullen per la seconda volta,me ne andai via sotto forma di lupo facendo esplodere i miei vestiti.
Non lo facevo da tanto.
Corsi per non so quanto,seguii solo l’istinto di lupo che era in me.
Mi allontanai da Forks per una notte e dormii sotto forma di lupo sotto un platano.
Vedevo solo lei,Nessie,solo i suoi occhi pieni di rabbia,delusione e pieni di lacrime. Avrei voluto spaccare tutto e per primo me stesso che non ero stato in grado di resistere a Daiana,a una ragazza di anni fa.
 
Decisi di mandare Seth per vedere come stava e speravo che ascoltandolo si sarebbe convinta del fatto che non volevo tradirla,ma quando Seth tornò e scosse la testa capii di aver fatto un buco nell’acqua e lei non mi aveva perdonato.
“Jake,ma perché?” mi chiese Embry.
“Tu sei un traditore.” Dissi. “Ti sei innamorato della mia ragazza.”
“E questo è essere traditori? Jake al cuore non si comanda,soprattutto davanti all’amore.”
“Già se però lei è libera.”
“Beh ora lo è.” Disse.
Mi rattristai di colpo.
“Scusa questa me la potevo risparmiare.” Disse Embry.
“Non fa niente,amico.” Dissi. “E’ la verità poi.”
“Scusami.” Disse ancora.
Lo abbracciai. “Ti perdono e ora piantala di lamentarti.”
Sorrise piano,ricambiai.
“Ragazzi ho fatto sorridere Jake!!” disse entusiasta correndo fuori.
Sorrisi piano e in quel momento vidi una foto mia e di Nessie,eravamo vicino ad un albero vicino casa sua.
Era di un paio d’anni fa la foto e si vedeva,aveva il viso ancora di una ragazzina e un sorriso ancora più dolce di come lo aveva solitamente.
Mi rattristai all’istante e pensai che ormai avrei dovuto farci l’abitudine a sentirmi sempre solo e triste.
Ascoltai delle canzoni e delle musiche che non mi aiutarono affatto,anzi mi facevano sentire peggio.
Però continuavo ad ascoltarle come un idiota,che masochista che ero!

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** TRENTACINQUESIMO CAPITOLO: INCONTRO ***


Permesso,posso? Chiedo umilmente perdono per questo enorme ritardo,ma ora sono qui con il capitolo.
Non indugio oltre e vi lascio al capitolo.

Alla radio quella mattina passarono una musica dolcissima e pensai agli occhi di Nessie,la prima volta che li vidi,gli stessi di Bella.
Stavo diventando matto,ormai ogni cosa la associavo a lei,ogni rumore,ogni odore,ogni ricordo. Ero patetico.
Rigirai senza entusiasmo il cucchiaio nel latte,mi sentivo un vero schifo e mio padre mi guardava in silenzio.
“Che cosa posso fare per te figlio mio?” mi chiese all’improvviso.
Lo guardai un attimo e poi fissai di nuovo il latte “Niente.” Risposi. “Se tu avessi fatto la più grande cazzata della tua..”
“Jacob.” Disse riprendendomi per la parolaccia con la sua voce profonda.
“Se avessi fatto la cosa peggiore che si potrebbe fare ad una ragazza. Dopo cosa faresti per farti perdonare?”
“Le parlerei.”
“Non vuole parlarmi.”
“Allora vai da lei e basta. Con le buone o le cattive ti ascolterà.”
“E se non mi credesse..?”
“Aprile il tuo cuore Jacob. Lei capirà.” Disse guardandomi.
“Ok,ci provo.”
“Fammi sapere se questo vecchio trucco funziona.”
“Ok.” Dissi.
Alzai gli occhi e guardai verso la finestra,il sole apparve dietro una nuvola grigia.
Bevvi in fretta il latte e poi uscii.
 
-Punto di vista Nessie-
 
Ero a casa davanti a un rognosissimo esercizio di spagnolo,quel giorno non riuscivo a fare nulla.
“Tesoro” disse zia Alice.
“Zia dimmi.” Dissi girandomi sullo sgabello e guardandola.
“Io e Jasper andiamo a Seattle da Carmen,vuoi venire con noi?”
“Vorrei,ma per domani ho molti compiti e.. non posso.”
“Ok.” Disse andandosene “Ah!” disse riapparendo sulla porta “Rosalie e Emmett sono fuori insieme a  Edward e Bella.”
“Ok. Ci vediamo dopo.” Dissi.
“Ti passo a salutare dopo cena.”
“Ok,grazie zia.”
Scattò in avanti verso di me e mi abbracciò.
“Ciao piccola.” Mi disse e poi in un attimo sparì.
Scossi la testa e ritornai sul libro di spagnolo.
Nel giro di 10 minuti avevo finito i 6 esercizi.
E ora che facevo?
Scesi le scale e andai in salotto e accesi il televisore e c’erano solo film noiosi e partite di baseball.
Spensi e andai in cucina presi una fetta di torta di nonna Esme.
Ottima!
Ma finita quella il dilemma ricominciò che faccio?
Un istante dopo qualcuno bussò alla porta.
Andai ad aprire e me lo trovai davanti.
“Che vuoi?” chiesi incrociando le braccia sul petto.
Mi guardò solo e poi disse:”Ti prego,scusami.”
Guardai da un’altra parte. “Black non te la caverai con così poco.”
“Lo so. Nessie,mi devi credere io non volevo. Ti prego credimi,piccola.”
“Io non sono piccola e non ti credo.” Dissi con tono duro e fermo.
Fece una smorfia di delusione e mi guardò.
“Ti sembra che stia mentendo?”
Lo guardai negli occhi e effettivamente i suoi occhi erano limpidi,non sembrava mentire eppure non riuscivo a credergli.
“Non lo so se tu hai ragione,ma.. io non so se potrò più crederti.”
Mi prese la mano e quel calore in quel momento mi stava sciogliendo.
Era più bollente del solito.
“Nessie,non sono stato io. Io non volevo. Io amo te.”
Non dissi niente,lasciai la sua mano ma nonostante tutto lui me la teneva ancora.
“Lasciami.” Dissi.
Mi guardò solo.
Mi tirò verso di lui e mi baciò,non ricambiai il bacio.
Non poteva fare così per riconquistare il cuore altrui.
Mi staccai e mi disse ciò che pensava.
“Dovevo almeno farti capire che per me tu sei ancora importante. Più di quanto tu creda.”
Lo guardai solo e poi disse:”Te ne puoi andare per favore?”
Annuì tenendo bassa la testa.
Mi guardò di nuovo un attimo con quell’aria da cucciolo,distolsi lo sguardo altrimenti avrei ceduto e non poteva vincere così su due piedi.
“Si,me ne vado.” Disse girando le spalle.
Rimase sulla porta e disse:”Spero che un giorno capirai.”
“Non credo.”
“Ti amo.” Disse.
Sbuffai e guardai oltre Jacob.
Uscì da casa e salì sulla sua moto,in quell’istante un pick-up nero passò accanto alla moto e i due conducenti si guardarono,era Nicholas l’altro conducente..

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** TRENTASEIESIMO CAPITOLO: CONFESSIONI E STUPORE ***


Nicholas parcheggiò vicino casa mia,mentre Jacob se n’era andato.
Scese dal pick-up e fui subito catturata dai suoi occhi castani.
“Ciao.” Mi disse con un sorriso bellissimo.
Abbassai un attimo lo sguardo. “Ciao.”
“Come stai? Ho visto che avevi visite.” Disse indicando la strada e alludendo a Jacob.
“Si..ehm..entra.”
“Grazie.” Disse cortesemente “Permesso.”
“Sono sola.” Dissi in tono ovvio.
“Ah.. studiavi?”
“No.”
“Ah.. e che facevi?”
“Parlavo con..” deglutii “Jacob.”
“..Mio cugino?” chiese.
Annuii.
“Ah..” disse.
“Vieni andiamo in cucina.”
Entrammo e lui si sedette su uno sgabello di legno che c’era davanti al ripiano.
“Hai fame? Vuoi una fetta di torta?” gli chiesi.
“No,grazie.” Disse un po’ a disagio.
“Ti nutri in un altro modo?” gli chiesi.
Alzò di scatto la testa. “Tu come lo sai?”
Sorrisi in modo ovvio.
“Io sono in parte come te. Sono una mezza vampira anch’io.”
Inarcò le sopracciglia ed esclamò:”Davvero?! Chi è il vampiro tua madre o tuo padre?”
“Mio padre.”
“Ma come è possibile..?”
“Potrei dire la stessa cosa di te. Beh mia madre era ancora umana quando è rimasta incinta di mio padre.”
“E’ viva tua madre?”
“Si,solo che ora è una vampira.”
“Wow.” Disse con un piccolo fischio.
“So che è incredibile da capire,ma..”
“No,non lo è. Almeno non per noi che ci siamo dentro.” Disse.
Aveva ragione.
“E.. tua madre?” gli chiesi.
“Lei.. è morta.”
“Ah.. mi dispiace.” Dissi “Come?”
“E’ stata uccisa.” Disse tenendo gli occhi bassi.
“Come?”
“E’ una storia troppo triste e dura da raccontare per me.”
“Non ne parliamo. Forse è meglio. Non voglio che tu stia male.” Dissi.
“Grazie. Toglimi una curiosità: che ci faceva il mio “caro” cugino qui?”
“Voleva parlarmi.”
“Di cosa?” chiese.
“Voleva che tornassimo insieme.”
“Ma cosa ti ha fatto?”
Respirai e dissi:”Mi ha tradita.”
“Spero che tu non ci sia tornata insieme!” esclamò.
“No.” Dissi mettendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Ma non so se sono capace di stargli lontana.”
“Nessie,lui ti ha tradita come puoi anche solo pensarci di poter tornare con lui e stargli accanto?”
Non aveva tutti i torti,come fidarsi di qualcuno che ti ha già tradita e delusa?
Eppure.. il mio cuore gridava che una seconda possibilità bisogna darla sempre.
“Nick,io.. sono confusa non so cosa provare per Jacob. So solo che tra noi non può finire così.”
“Se lo sai allora perché non ci sei tornata subito con lui?”
“Perché.. non può vincere così.”
La porta di casa si aprì.
“Ciao tesoro siamo noi,ci sono anche Eleazar e Carmen.” Disse papà spuntando dalla porta.
Un attimo tutti erano dentro. Guardai Nicholas e sembrava sorpreso e preoccupato allo stesso tempo quando vide Eleazar.
“Nessie,ci vediamo. Devo scappare. Ciao.” Disse dandomi un bacio sulla guancia e scappando quasi via.
Rimasi sbalordita,perché quella reazione?

LE VOSTRE RECENSIONI SONO ENORMEMENTE GRADITE E RICHIESTE.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** TRENTASETTESIMO CAPITOLO: VERITA’ E BACIO ***


Su richiesta (?) di un paio di ragazze ho deciso di continuare a scrivere dopo un mese e più che non aggiorno.
Non ho intenzione di tediarvi perciò vi lascio subito al capitolo,ma una cosa ve la DEVO CHIEDERE commentate. Mi farebbe piacere sapere che ne pensate.
Ok ora mi vaporizzo,buona lettura.


| ----- |

Eleazar continuò a guardare fuori dove fino a qualche attimo prima c’era il pick-up nero di Nicholas.
“Eleazar,che è successo?” chiesi non capendo le reazioni né sue né di Nicholas.
“Mi sembrava.. di averlo già visto.” Disse senza smettere di fissare fuori.
“Chi era?”
“Non mi ricordo,ma sono certo di aver visto quel volto già una volta in Italia.” Disse Eleazar.
“In Italia?!” esclamai sorpresa.
“Si.. e ha anche un dono.”
“Nicholas? Quale?” chiesi.
“Cambiamenti di umore e di opinione.”
Ma certo! Ecco perché quando ero triste l’altro giorno in macchina improvvisamente mi sentii bene oppure l’altra sera la mia opinione sull’uscire era cambiata. Era lui!
“Ora capisco.” Dissi guardando in basso.
Eleazar alzò il suo sguardo verso di me e disse:”E’ pericoloso che lui stia qui. Non è un buon segno e for..” s’interruppe e guardò di nuovo fuori. “Edward,ecco perché loro verranno qui. Vogliono lui.”
Mio padre rimase così a fissare il pavimento e poi fissò me ed Eleazar.
Cosa aveva sentito che io non sentivo?
“Loro chi? I Volturi?” chiesi.
“E’ probabile. Ma cosa c’entra questo ragazzo con i Volturi?”
Ennesima paura ed ennesimo pericolo. Eravamo tutti coinvolti,ma soprattutto lo era Nicholas e doveva essere avvertito urgentemente. Non sapevo il perché ma volevo avvisarlo per proteggerlo.
 
Lo telefonai andando in camera mia.
“Pronto?” chiese con voce assonnata.
“Nick,scusa sono io.”
“Nessie,che c’è?” chiese preoccupato.
“Ti devo parlare. Posso raggiungerti.”
“Si. Aspetta ti mando l’indirizzo tramite sms.”
“Ok,a dopo.” Dissi chiudendo.
Un minuto dopo arrivò il suo sms e io uscii dalla finestra,purtroppo questo lo avevo preso da Jake.
Corsi e in 10 minuti ero a casa di Nicholas.
Bussai e venne ad aprirmi un ragazzo dai capelli biondo cenere abbassati,dal fisico niente male,era Jim.
“Ciao.” Dissi.
“Ciao bambola. Ci conosciamo?” chiese poggiando un braccio sulla porta.
“Si,siamo andati l’altra sera in discoteca io,tu,Nicholas e gli altri tuoi 2 amici. Io sono Nessie.”
“Nessie? Nessie,scusa. Che figura!” disse coprendosi la faccia e lasciandomi passare.
“Non fa niente. C’hai provato.” Dissi alzando le spalle.
“Jim chi è?” chiese una voce familiare.
Nicholas scese le scale era a torso nudo e portava dei jeans scuri stretti che risaltavano il suo.. fisico.
“Ciao,Ness.” Disse lui.
“Ciao Nick.” Dissi io con un cenno della mano.
“Jim,Cam dov’è?”
“Boh mi pare che è uscito con Deborah.. non so.”
“E Tyler?”
“Alla play station.”
“Ok. Nessie vieni su.” Disse facendo un cenno con la testa.
Salii insieme a Nick e poi entrammo in camera sua. Era una stanza con un letto a una piazza e mezza,un armadio enorme,una batteria sotto la finestra e dei poster di varie band.
Chiuse la porta e disse:”Dimmi tutto.”
Misi le mani nelle tasche e abbassai la testa.
“Nick,so qual è il tuo potere. L’ho capito.”
“C’entra quel vampiro che mi ha guardato come se mi conoscesse?”
“Si.” Dissi guardandolo.
“E’ il solito Eleazar,prima con mia madre e adesso con me. Ma perché non mi lascia in pace?” disse quasi a se stesso.
“Lo conosci?” chiesi sorpresa.
“Purtroppo si e da quando ero piccolo.” Disse sedendosi sul letto.
Mi appoggiai all’armadio e dissi:”Lui ha detto di averti visto in Italia.”
“Già.” Disse scuotendo la testa,poi mi guardò e i suoi occhi castani divennero improvvisamente color ghiaccio e disse:”Io vivevo in Italia prima. Ero piccolo avevo 5 anni ed ero nato in Italia a Volterra,vivevo come un bambino normale a parte qualche misterioso incidente ma per il resto tutto era normale. Finchè un giorno si presentò a casa nostra un tipo di nome Eleazar: mia madre,povera ingenua,lo fece entrare e appena mi vide disse che un giorno avrei sviluppato dei poteri strani. Allora ero un bambino e non capii; ma all’età di 12 anni compresi effettivamente il mio potere e lo utilizzavo contro chi mi maltrattava. Ero forte,ma tutti mi evitavano come se avevo la lebbra. Era doloroso per un ragazzino sentirsi solo e inadeguato nello stare con gli altri.”
“Posso capirti.” Dissi.
“No,non credo. Tu almeno non hai dovuto fingere di non avere nessun potere e di negare il cambiamento del colore degli occhi. Alcuni mi definivano come il bambino pazzo di Volterra. All’età di 14 anni quando uscii da scuola ebbi un incontro che mi cambiò la vita. Incontrai una ragazzina,Jane.”
Appena sentii quel nome la mia pelle si accapponò al ricordo dei suoi occhi color rosso sangue e quel sorriso così perfido e tagliente.
“Lei mi disse che ero speciale e che per questo voleva che parlassi con una persona altrettanto speciale,Aro. Inutile dire che fu subito attratto dai miei poteri e li utilizzò per calmare chi doveva morire costringendoli alla totale passività insieme ai poteri di Alec. Io e Alec divenimmo due micidiali armi di morte,almeno fino a quando non compii 16 anni.” La sua storia si interruppe per qualche istante.
“Mia madre disse che non dovevo più frequentare i Volturi,erano pericolosi e io niente. Un giorno mia madre riuscì a entrare nella sala del trono dove c’eravamo tutti. Mia madre era bella,ma purtroppo non aveva poteri e non voleva diventare un vampiro. La vidi morire e non feci nulla per lei.” Disse con le lacrime agli occhi. “Fu dopo un mese che li lasciai dicendo che le loro faccende non mi interessavano più. Aro accettò la mia scelta e me ne andai via. Vagai per qualche mese in Italia,ma poi trovai il nome di una città nel diario di mia madre,Forks. E allora sono venuto qui. Ero un vagabondo solo e disperato quando vidi te nel bosco. Ti ho salvata e da quel momento non mi sono più sentito un mostro,ma qualcuno che forse poteva ancora fare del bene.”
“E’ per questo allora che mi ha consolata? Perché credi di essere un mostro?”
“Si,in parte l’ho fatto per questo ma anche per..anche perché mi sto affezionando a te,Nessie,tu sei l’unica a cui riesca a parlare. Neanche loro” disse indicando la porta e alludendo ai ragazzi “sanno niente di me. Mi hanno accolto come fossi uno di famiglia.” Disse scuotendo la testa “Senza sapere che mostro si cela dentro di me.” Disse guardando i suoi piedi.
Mi allontanai dall’armadio sul quale ero appoggiata e gli toccai piano i capelli. Lui alzò il viso verso il mio e chiese:”Tu non hai paura di me?”
“Perché dovrei averne. Io ti voglio bene.” Dissi accarezzandogli il viso.
Mi guardò con degli occhi dolcissimi.
Non so per quale arcano mistero,ma so che non era lui, ci baciammo.
Alzò il viso verso il mio e le nostre bocche si trovarono subito,le nostre lingue si trovarono subito.
Mi piacque anche il bacio e anche se in quel momento ero libera,mi sentii in colpa.
“Scusa.” Disse lui.
“No,scusami tu.” Dissi io tenendo poggiata la testa contro la sua. “Ora devo andare.”
“Ok.” Disse lui.
Ci demmo un bacio sulla guancia e poi corsi via verso casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** TRENTOTTESIMO CAPITOLO: CONSIGLI ***


Sorpresa! Sono già qui ^__^
Spero che anche questo capitolo sia recensito.
Detto ciò sparisco. Ah,e buona lettura!



 

Arrivai a casa e mio padre era furioso,gli spiegai ma fu tutto inutile.
Andai in camera mia e mi spogliai pensando a Jake e Nick.
Mi addormentai.
Il giorno dopo mi svegliai e scesi le scale per andare al piano di sotto dove trovai mio padre e mia madre.
“Ciao.” Dissi io.
“Buongiorno.” Disse mia madre con tono duro,mio padre invece restò in silenzio.
“Mi dispiace per ieri sera,ma..”
“Tu avrai tutte le ragioni del mondo” disse mio padre arrabbiato ma con il tono di chi si sforzava di non urlare “ma questo non ti autorizzava a uscire dalla finestra come quel sacco di pulci e andare da Nicholas.”
“Sacco di pulci?! Nicholas?! Un momento papà. Qui nessuno è un sacco di pulci e secondo tu come sai che lui si chiama Nicholas?”
“Si è ricordato il suo nome Eleazar.” Disse mia madre.
“Eleazar.. lui gli ricorda i momenti più tristi e dolorosi della sua vita. E’ in parte colpa sua se ha fatto quello che ha fatto e se sua madre è morta.”
“Spiegami Nessie.” Disse mio padre.
Gli spiegai mentalmente e brevemente la storia che la sera prima Nicholas mi aveva raccontato.
Rimase dopo per un bel po’ in silenzio.
“Nessie,lo so io e lo sai anche tu che questo ragazzo ha avuto una bruttissima infanzia,ma questo non ti ha autorizzato a correre via così senza avvertire.”
“Papà,io so di aver sbagliato,ma lui doveva essere avvertito che.. forse i Volturi stanno venendo per lui.”
“Non potevi aspettare stamattina per dirglielo?”
“Si.. potevo,ma.. sono impulsiva e lo sai meglio di me.. sentivo di doverlo fare e l’ho fatto.”
“Nessie,so che sei impulsiva e so anche da chi hai preso,ma comunque voglio dirti che l’essere impulsivo non sempre è un atteggiamento giusto o adatto. In battaglia è buono,ma.. nella vita no. Devi riflettere su quello che fai. Ormai non sei più una bambina e dovresti saperle certe cose. Non puoi scappare appena lo vuoi fare e non puoi fare tutto quello che vuoi e quando vuoi solo perché te lo dice la testa. E soprattutto non puoi baciare il primo che capita.” Concluse in tono di rimprovero e guardandomi male. “Ci siamo intesi?”
“Si.” Dissi a testa bassa. Aveva ragione.
“E per una settimana sei in punizione.”
“D’accordo.” Dissi a testa bassa come una bimba piccola.
“Però puoi andare alla festa di Seth.”
“Davvero?! Posso?”
“Si per i suoi 23 anni ha bisogno di una delle sue migliori amiche lì.”
“Ehm.. voi non venite?”
“No. Noi staremo con Eleazar e Carmen.”
“Ok. La festa è domani.” Dissi allarmata.
“Si.”
“Ma io non ho un vestito.” Dissi quasi con tono disperato.
“Ho sentito qui qualcuno parlare di vestiti?” chiese zia Alice aprendo la porta. “Eccomi. Tesoro c’ho pensato io.” Disse trascinandomi al piano di sopra tutta contenta.
Tirò fuori dalla busta un vestitino corto rosso e con una sottana nera che usciva leggermente oltre il vestitino, lungo fino a metà coscia e retto da delle spalline nere coordinate con il bordino nero della sottana. Sotto delle scarpe rosse con i tacchi e una borsetta nera.
“Zia è.. è.. non ci sono parole. Sei un mito! Grazie.” Dissi abbracciandola.
“Così almeno sarai stupenda e..” disse staccandosi “e così forse tu e il.. Jacob potete fare pace.” Disse.
Abbassai lo sguardo e dissi:”Zia ti posso parlare come se fossi mia sorella?”
“Si,certo. Io sono la tua confidente da sempre e lo sai. Dimmi pure.”
“Io ho baciato Nick.”
“Nick?”
“Nicholas.”
“Chi è Nicholas?”
“Nicholas è.. un ragazzo metà vampiro e metà licantropo. Ed è il cugino di Jacob.”
“Ah però!” esclamò. “Wow.” Disse “Ecco perché ieri sera riuscivo a vederti e non vederti.”
“Cosa? Mi stavi spiando?”
“No.. beh.. tuo padre mi ha chiesto di tenerti d’occhio perché è preoccupato per te.”
“Capisco.” Dissi “E.. tu hai visto anche che.. insomma che io e Nick ci siamo baciati?”
“Si.”
“E lo hai detto a papà.” Dissi in tono ovvio.
“Beh veramente ha letto nel pensiero e l’ha saputo,mi dispiace.”
“Non fa niente. E’ già tanto che mi permetta di andare alla festa di Seth.”
“E sei contenta di andarci?”
“Si,certo. Sono contenta di poterlo festeggiare,ma dall’altra.. ho paura di vedere Jacob.”
“Perché temi il vostro incontro?”
“Perché.. sono confusa. E credo che vederlo mi confonderebbe ulteriormente le idee.”
“Ma tu cosa provi per lui?”
Scossi la testa. “Non lo so. Provo .. qualcosa per lui.. e allo stesso tempo.. dei sentimenti per Nicholas.”
Dissi con aria abbattuta. Lo ero veramente.
“Nessie,tu che hai ancora un cuore vivo usalo. Non.. non nascondere i tuoi sentimenti anche a te stessa. Dimmi quali sono i sentimenti che provi quando sei con Nicholas?”
Ci pensai su un attimo.
“Beh con lui mi sento.. strana,nel senso se sono triste dopo un po’ sono felice e poi mi sento protetta. Quando c’è lui è come se avessi uno scudo intorno a me. E mi fa sentire bene.”
“Quando sei con Jacob?”
Ci pensai ancora di più.
“Con Jacob è tutto diverso è così.. imprevedibile e.. così.. dolce.” Dovetti ammetterlo anche a me stessa “Mi fa battere sempre il cuore ogni volta che lo vedo. Lui è.. il calore e la dolcezza personificata,ma allo stesso tempo per me rappresenta forza e coraggio. Mi sento protetta anche quando c’è lui.”
“Nessie,tu di uno sei innamorata ma.. dell’altro.. ti stai innamorando.”
La guardai preoccupata. “E’ una cosa.. brutta?” chiesi titubante.
“No.” Disse lei sorridendo piano “E’ diciamo.. strana. Ma al cuore non si comanda,Nessie.” Mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e poi disse:”Fai solo quello che ti dice il cuore e poi capirai chi è la scelta più sana per te.”
Annuii solo.
“Dai su ora ti devi preparare per la festa.” Disse alzandosi dal letto sul quale si era seduta.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** TRENTANOVESIMO CAPITOLO: FESTA SULLA SPIAGGIA ***


Ero pronta ed ero super agitata. Mia zia Alice volle farmi vedere a tutti i membri della mia famiglia,con mio leggero imbarazzo. Oltre il vestitino avevo arricciato i capelli,lasciando cadere i boccoli castani sulle spalle e al collo la collana che mia madre mi aveva regalato quando ero piccola.
“Cavolo Nessie sei bellissima!” disse zio Emmett.
“Sei splendida Nessie.” Disse zia Rosalie con un leggero sorriso.
“Stupenda.” Disse zio Jasper che era vicino a zia Alice.
“Sembri un angelo piccola mia.” disse mia madre accarezzandomi il viso delicatamente.
Papà mi guardò con un sorriso compiaciuto e poi disse:”Ormai sei diventata grande,angelo mio.” Mi guardò negli occhi e disse “E ora più che mai ho paura di perderti.”
“Perché dovresti perdermi?” chiesi senza capire.
“Ai padri anziani sorgono spesso queste paure.”
“Ehi,tu anziano?! Tu sei il padre più giovane che io conosca!” dissi sorridendo e abbracciandolo.
Mi abbracciò anche lui stringendomi forte a lui.
“Ti voglio bene,piccola mia e non lo dimenticare mai.” Disse con tono grave e triste.
“No,certo ma.. perché me lo dici con questo tono?”
“Così ora vai.” Disse.
“Papà mi devi accompagnare tu alla riserva.”
“Ah si.. giusto. Bella l’accompagno e torno.”
“Si,vai.” Disse mia madre “Divertiti.”
“Si a più tardi.”
Poi uscimmo.
Papà mi lasciò al confine della riserva dei Quileute e poi se ne andò.
Fortunatamente la strada da lì alla spiaggia non era molta.
Che idea bizzarra quella di fare una festa sulla spiaggia,bizzarra ma molto originale!
Arrivai quasi subito e vidi tante luci sugli alberi,rosse,azzurre,gialle,verdi sembrava Natale.
“Nessie.” Una voce allegra mi salutò,mi voltai verso la voce e vidi Seth: era davvero molto carino.
Portava un bermuda beige a tre quarti e sopra una canottiera verde militare.
Erano tutti in vesti estive i ragazzi.
C’erano anche delle altre ragazze e loro come me portavano dei vestitini o semplici bermuda come i ragazzi.
“Ehi piccola Nessie.” Disse Paul sollevandomi da terra.
“Ciao Paul,ma non sono piccola.”
“Per me lo sei.”
Gli toccai i capelli per scherzare.
“No,i capelli no.” Disse scocciato. Se li era laccati o aveva messo il gel non so di preciso.
“Ciao Nessie.” Era Embry.
“Ciao.” Dissi dandogli un bacio sulla guancia.
“Come stai?” mi chiese in stato d’imbarazzo.
“Io bene.. tu?”
“Anche. Ti posso portare qualcosa da bere?” chiese gentile.
“Certo,ma vengo con te.”
“Ok.”
Arrivammo fino al tavolo delle bevande e lì presi un’aranciata e anche Embry.
“Sei davvero bella con questo vestitino.” Disse guardandomi.
Arrossii leggermente. “Grazie. Anche tu con i bermuda e canottiera sei.. bello.” Dissi sorridendo leggermente confusa.
“Sai c’ho pensato spesso a quel.. bacio che ti diedi.”
Rimasi senza parole.
Lui mi guardò e sembrò leggermi nel pensiero.
“Lo ha saputo e inutile dire che si è arrabbiato molto.” Abbassò gli occhi e disse “Lui ti ama molto, sai.”
Strinsi le labbra e sospirai “Le cose sono cambiate. Niente è più come prima e io non so se potrò guardarlo allo stesso modo di prima.”
“Nessie lui ha fatto una stronzata enorme e se ne rende perfettamente conto e sa di averlo meritato quello che è successo tra voi,ma ora ti chiedo io: gli puoi dare un’altra possibilità? Sta male. Non mangia più,non viene più ai turni di ronda,sembra uno zombie.. Scusa della battuta.” Disse rendendosi conto che parlando di zombie includeva anche la mia famiglia. “Ora non è neanche alla festa. Dice che non vuole vedere nessuno,né tanto meno la ragazza che ha ferito più di se stesso.”
“Così ti ha detto?” chiesi con un filo di voce.
Annuì solo.
“Sai dov’è?” gli chiesi.
“Non lo so. Prova a vedere sulla spiaggia lontano dalla festa,la sera va sempre lì.”
“Grazie.” Dissi abbracciandolo e poi allontanandomi.
Non ero sicura che quella fosse la scelta migliore,né il momento migliore,ma dovevo e volevo vederlo..

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** QUARANTESIMO CAPITOLO: LA SPIAGGIA ***


Buonasera a tutte!
Eccomi di nuovo qui con un altro capitolo,spero che recensiate e che vi piaccia.
Detto questo filo via xD
Ah,si buona lettura!



Tolsi le scarpe e le tenni in mano,ora andava molto meglio.
A mano a mano le luci si attenuarono sempre di più fino a diventare sempre più buio e la musica divenne solo un debole eco. Vidi la luna argentea specchiarsi nel mare e m’incantai per qualche secondo a fissarne i riflessi nel mare. Mi venne una nostalgia incredibile di ciò che era già finito della mia vita.
Scacciai quei pensieri e in quel momento un profumo di muschio invase le mie narici fino a giungere al cervello: era lui e non era lontano.
Guardai in lontananza e vidi una figura lontana seduta sulla spiaggia: era lui ne ero sicura.
Ero a due passi di distanza e non ebbi più dubbi.
Si voltò nella mia direzione e mi guardò per poi abbassare la testa di nuovo.
“Jake.” Dissi piano.
“Ciao.” Mi disse con aria triste senza guardarmi.
Non sapevo che dire dato che chiedergli come stesse mi sembrava sciocco,perciò rimasi in silenzio e immobile. Anche lui restò in silenzio e guardava la sabbia davanti ai suoi piedi nudi o il mare che accarezzava la sabbia bagnandola.
Mi sedetti a un passo di distanza da lui e dissi:”Mi ha detto.. Embry che.. vieni sempre qui la sera.”
Annuì solo.
“Come stai?” mi chiese piano e quasi sussurrando,ancora senza guardarmi.
“Bene.. abbastanza bene. Anche se..” esitai un attimo a dirlo “non sono felice.”
“Che c’è che non va?” mi chiese finalmente guardandomi.
I nostri sguardi si incrociarono dopo non so quanto tempo..
Deglutii e dissi abbassando lo sguardo:”Non c’è niente che vada bene. Sono confusa..” dissi guardandolo e trovando i suoi occhi scuri che mi scrutavano.
Annuì.
“E tu come stai?” gli chiesi anche se era stupido,soprattutto in quel momento.
“Male.” Disse senza più guardarmi “Amo,ma non posso amare.”
“Come?” gli chiesi confusa. “Che significa?”
Deglutì “E’ una cosa che .. ho promesso.”
“Cosa?”
Annuì come se stesse pensando a qualcos’altro “Io non posso più starti vicino.”
Mi accigliai.
“P - perché?”
“Oh,Nessie.” Disse solo guardando verso il mare. “Non sai quanto è grande e profondo il mare.”
Guardai prima il mare,poi lui senza capire.
“Cos’è un indovinello Jake?”
“No.” Disse scandendo le due lettere.
“E allora mi spieghi?”
Si alzò e feci lo stesso.
“Nessie,hai mai promesso di non dire niente a qualcuno pur di proteggere chi ami?” non aspettò la mia risposta “Per me è così adesso. E’ pericoloso.”
“Jake” disse avvicinandomi a lui “cosa è pericoloso?”
Scosse la testa “Non ne posso parlare.”
“Riguarda.. me?” chiesi titubante.
“Si,ma.. anche me e chiunque altro ti è caro. Non sapevo che il suo arrivo avrebbe potuto scatenare un pericolo tale.”
“L’arrivo di chi?” chiesi.
Mi guardò negli occhi e in quel frangente capii che si riferiva a Nicholas.
“Tu.. pensi che lui.. possa essere un pericolo?”
“No,non lo penso. Ne sono sicuro.” Disse duro.
Scossi la testa.
“Sei ingiusto,Jacob. Non lo hai neanche conosciuto e lo hai già condannato.” Dissi scuotendo la testa e superandolo di un paio di passi. “Perché credi che sia colpevole di.. questo pericolo?” chiesi dura.
“La sai la sua storia.. sai da cosa è scappato e sai che prima o poi lo verranno a cercare e a prenderlo. Tu invece di evitarlo sembra che ti avvicini sempre di più,come se foste due calamiti. Lui è laggiù e tu ti avvicini,lui è in una stanza e lì ci sei anche tu. Nessie,è pericoloso. Sai che con il suo potere potrebbe costringerti a fare cose che non vuoi.” Disse.
“So perfettamente auto controllarmi.” Dissi sicura ma con l’aria di chi stava perdendo la pazienza.
“Non ne dubito.” Disse duro “Allora secondo te non ha influito sul bacio che vi siete dati?” chiese alzando la voce.
Scossi la testa e dissi:”Chi te l’ha detto?”
“Rispondi.” Disse con tono di chi non ammetteva repliche.
Guardai in alto e poi verso il cielo..
“Lo hai baciato tu.” Disse con tono deluso.
Lo guardai e trovai subito i suoi occhi che trasmettevano in quel momento solo dolore e tristezza.
“Vero?” chiese,come se sperasse di aver frainteso il mio silenzio. “Nessie,non l’hai voluto baciare vero?” chiese prendendomi per le braccia.
Rimasi per qualche secondo a bocca aperta,poi dissi:”Non so come sia potuto succedere.. ma ci siamo baciati.” Ammisi senza guardarlo negli occhi.
La stretta sulle mie braccia diminuì finché non la lasciò del tutto.
Il suo viso divenne cupo,deluso e triste in un attimo.
Si allontanò di qualche passo da me.
Non riuscivo a sopportare l’idea che soffrisse,malgrado tutto.
“Jacob.” Dissi.
Era a tre o forse quattro passi di distanza da me immobile.
“Non so neanch’io come sia successo,ma so che non è stato lui con il suo potere. Io gli voglio bene ma.. non lo amo.”
Si voltò verso di me.
Respirai e dissi:”Ti amo nonostante tutto quello che hai combinato. Ti amo perché so che un altro come te non può esistere in nessun angolo della Terra e ti amo perché mi fai battere sempre il cuore.”
Ebbe un vero e proprio slancio verso di me,trovai il suo viso a pochi centimetri dal mio,ci guardammo negli occhi e lentamente ci baciammo. Assaporare di nuovo le sue labbra fu magico; era come se non lo baciassi da anni eppure era passato non molto tempo.
Quando ci staccammo eravamo fronte contro fronte a riprendere fiato,poi disse:”Ti amo tantissimo anch’io, Nessie.” Disse dandomi un altro bacio delicato sulle labbra.
Com’era dolce il mio lupo!
“Non so come ho fatto a stare senza di te in queste settimane.” Dissi.
“Non me ne parlare. E’ stato come stare all’Inferno. Con te ora sono in Paradiso,mio piccolo angelo.” Disse guardandomi negli occhi con un piccolo sorriso.
Scossi la testa con un sorriso e lo abbracciai felice,le sue braccia si strinsero un attimo dopo intorno al mio corpo. Era bellissimo stare abbracciata a lui.
Mi cullò tra le sue braccia e restammo così per minuti,ore,tutta la notte..

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** QUARANTUNESIMO CAPITOLO: SERENITA’ ***


Buonasera,avete visto che sono tornata?
C'era chi 'temeva' che non avrei più postato i capitoli della storia,ma vi avevo promesso che avrei postato e oggi posto.
Comunque sono felice di vedere che il numero di letture aumenta,ma quello che non mi fa piacere è vedere che le recensioni sono sempre di meno,allora ragazze appena finite di leggere il capitolo lasciate una RECENSIONE per favore perdete solo 2 minuti e mi fate contenta.
Perciò leggete e subito dopo recensite mi raccomando!
Detto tutto ciò,vi auguro buona lettura.


 

Ero accanto a lui e improvvisamente tutte le speranze erano tornate insieme al mio mondo,Jake.
Mi svegliai sdraiata accanto a lui nella sabbia,ancora abbracciati.
Non mi sarei mai staccata da lui eppure ci fu qualcosa che ci disturbò: il sorgere del sole.
“Jake.” Lo chiamai piano.
In tutta risposta mi strinse ancora più forte a lui quasi stritolandomi.
“Jake.” Dissi scuotendolo.
“Mm..” grugnì assonnato. “Che c’è?” chiese aprendo gli occhi.
“Andiamo qui c’è il sole che tra un po’ illuminerà la spiaggia.”
“Si.” Disse con la voce impastata per il sonno. “Andiamo.”
Ci alzammo e andammo a casa sua,dove ci stendemmo e addormentammo.
Eravamo troppo stanchi,eravamo stati fino alle 4 svegli a parlare di noi.
Mi svegliai e vidi che mi guardava.
“Buongiorno.” Disse con un sorriso.
“Buongiorno.” Dissi sbadigliando.
“Dormito bene?”
Annuii.
“Tu?”
“Insomma non hai fatto altro che parlare.”
Arrossii. “Davvero?!”
“No.” Disse sorridendo. “Scherzavo. Ho dormito benissimo vicino a te. Mi sei mancata, sai.” Disse abbracciandomi forte.
“Mi sei mancato anche tu.” Dissi abbracciandolo con tutta la forza che avevo.
Restammo ancora un po’ così poi andammo a caccia.
Facemmo la gara per vedere chi era più veloce,Jake mi fece vincere da galantuomo.
Poi vedemmo due alci e un cervo ci avventammo su di loro.
Io bevevo il sangue e Jacob ne mangiava la carne.
Facemmo a gare anche in quello.
Ci dovevamo pulire così ci fermammo vicino a un lago,lo stesso dove avevo incontrato Jack.
Mi ero persa un attimo nei miei ricordi,quando qualcuno mi schizzò bagnandomi tutta.
“Nessie,vieni.” Disse Jake che era tornato in forma umana ed era immerso nell’acqua.
Non me lo feci ripetere due volte che mi buttai in acqua con tutti i vestiti,erano talmente sporchi che avevano bisogno di una ripulita.
Giocammo a lungo schizzandoci,fino a che le nostre mani non si intrecciarono.
Le nostre bocche si congiunsero in un bacio appassionato,smettemmo di restare a galla e andammo giù senza separarci anzi io intrecciai le mani intorno al suo collo e lui mi strinse le braccia dietro la schiena, intrecciai anche le gambe intorno alla sua schiena.
Fortunatamente avevamo un bel po’ di fiato in più rispetto al normale.
Restammo avvinghiati per non so quanto poi uscimmo,Jake un attimo dopo essere uscito era di nuovo sotto forma di lupo.
Si stese sull’erba, sorrisi a quella scena. Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui in modo tale da stargli vicino e asciugarmi allo stesso tempo: poggiai la testa sul suo pelo morbido e poi dissi:
”Jake c’è una cosa di cui ho paura. Temo che i Volturi stiano tornando qui.”
Jake si voltò verso di me e mi guardò con quegli occhi che amavo.
“Io non voglio.. che le persone a cui tengo siano ferite o stiano male. Ho paura che però perderò qualcuno.”
Sentii un lieve uggiolio e poi la sua testa si poggiò sulle mie cosce.
Gli accarezzai il pelo tra le orecchie e sentii delle lievi fuse.
Sorrisi.
“Quando fai così sei dolcissimo.” Dissi.
Alzò la testa verso la mia e mi leccò,allontanai il mio viso dal suo ridendo.
“No,così no!” dissi dandogli una pacca sulla testa.
Uggiolò sapevo che aveva detto ‘Ahia’.
Sorrisi e gli dissi:”Ti amo sciocchino.”
Strofinò la testa contro la mia.
Chiusi gli occhi sapevo che se avesse potuto in quel momento mi avrebbe baciata.
Gli diedi un bacio sul naso e dissi:”Posso dormire un po’?”
Fece un verso un po’ scocciato.
“Ah ah ah scherzavo. Ma Jake ora devo tornare a casa perché mio padre mi ha messa in punizione per una settimana. Però stanotte mi vieni a trovare che i miei non ci sono?”
Annuì muovendo il muso.
“Dai ora andiamo.”
Jake mi lasciò al confine tra le nostre terre e poi tornai a casa.
Mi venne ad aprire mia madre e mi guardò con fare severo “Signorina è questa l’ora di tornare?”
Con aria da cucciola dissi:”Scusa,mamma.”
Piano piano la sua espressione cambiò in un sorriso “Stavo scherzando. Avete fatto pace,eh?” chiese.
“Si sente non è vero?”
“Si. Ma sono contenta per voi due. Non sopportavo di vedere Jake in quelle condizioni. Ora però scappa di sopra prima che tuo padre ritorni. E cambiati.”
“Ok.” Dissi abbracciandola,poi corsi su.

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** QUARANTADUESIMO CAPITOLO: NOTTE.. ***


Buongiorno,ebbene sono tornata ^_^
In questo capitolo il rating si alza un pò,ma non è niente di illeggibile,tranquille!
Comunque fatemi sapere che ne pensate,sapete che mi fa piacere.
Beh,vi auguro buon week - end e buona lettura.
Ciao!






Erano le 10 e i miei se n’erano andati da 5 minuti,spensi la luce di camera mia e mi stesi senza dormire.
Un attimo dopo arrivò un messaggio:”Ciao Nessie,sono Nick. Ti andrebbe di uscire domani sera?”
Risposi “Mi dispiace Nick,ma sono in punizione per una settimana. Magari la settimana prossima che dici?”
“Ok,buonanotte. Ti voglio bene.”
“Anch’io buonanotte.” Poi misi in stand-by il telefonino poggiandolo sul comodino.
Guardai fuori e all’improvviso mi resi conto che Jake era fuori dalla finestra,sobbalzai ma poi mi avvicinai alla finestra e l’aprii.
“Ciao.” Disse.
“Da quanto tempo stai qui?”
“Da 5 minuti.”
“Perché non hai bussato?”
“Volevo vedere che stavi facendo. Ora posso?”
“Si.” Dissi spostandomi e lui con un balzo fu dentro la stanza.
Lo guardai solo e lo abbracciai forte a me,lui ricambiò subito la stretta.
Si staccò e mi baciò.
Mi sembrava che tutto intorno a me girasse e che nient’altro avesse importanza eccetto me e lui.
Ci stendemmo sul letto e parlammo restando al buio.
“Jake” chiesi accarezzandogli piano il petto “chi era quella ragazza che.. quel giorno era da te?”
Si oscurò e mi guardò. “Perché ne vuoi parlare?”
“E’ una curiosità. Allora chi era?”
“Daiana.”
Annuii cupa.
Mi alzò il viso con un dito e disse:”E’ stata lei che mi è saltata addosso. Te lo giuro io non volevo e non ho mai voluto. Stava facendo tutto lei,tesoro mio. Io ho amato sempre e solo te.”
“Davvero?” chiesi sorridendo con gli occhi.
“Giuro.” Disse lui con l’aria da cucciolo.
“Però.. mi sembrava che.. mah niente.” Dissi. “E comunque per ieri sera,Black. Non avevi il diritto di rimproverarmi in quel modo perché tu hai sbagliato per primo e un bacio non è niente in confronto a quello che stavi per fare tu con lei.” Dissi risentita.
Aprì la bocca per ribattere,ma la richiuse un attimo dopo e scosse la testa.
Non dissi niente,aspettai che dicesse qualcosa,ma lui non parlava restava in silenzio a guardare l’armadio davanti al mio letto.
Gli accarezzai il mento e lui mi guardò.
Ci guardammo solo né io né lui volevamo abbassare lo sguardo.
Poi lui parlò:”Nessie,io.. non dovrei neanche esserci qui.”
Aggrottai la fronte “Perché?”
Deglutì e assunse un’espressione triste.
“Questo è il vostro territorio.” Disse tristemente e con calma.
“Non mi sembra che ti sia posto il problema finora.” Dissi “Ci siamo sempre e comunque visti.”
Scosse la testa e poi disse sospirando:”Non capisci.”
Mi misi a pancia in giù e poggiai una mano sul suo petto guardandolo negli occhi e chiesi:”Cosa non capisco?”
“Ness,ho promesso che non avrei detto niente a nessuno,soprattutto a te.” Disse guardandomi triste.
Aprii la bocca per dire qualcosa,ma lui poggiò due dita sulla mia bocca e disse:”Se ti dovesse succedere qualcosa non me lo perdonerò mai.”
“Ma non mi accadrà niente se ci sei tu.” Dissi.
Mi prese delicatamente sotto il mento e avvicinò il mio viso al suo,quel bacio fu diverso.. era timido come se avesse paura,come se fosse il primo. Volevo sapere che problemi ci fossero,ma in quel momento sembrava che non m’importasse poi così tanto.
Mi sfiorò le braccia con le dita bollenti e un attimo dopo ero sopra di lui e il bacio non era più timido,ma era diventato sicuro e passionale. Infilai le mani tra i suoi capelli morbidi e leggermente più folti dell’ultima volta che li avevo toccati. Poggiò una mano sulla mia schiena,l’altra mi accarezzava un fianco,adoravo questo gesto,poi mi sfilò la t-shirt a mezze maniche e riprese ad accarezzarmi piano,mi allontanai dalle sue labbra e scesi con le labbra fino al mento e poi sul collo,ansimò.
“Non sto.. facendo.. quello che avevo promesso.”
Tornai sulle sue labbra,mordendogli piano il labbro inferiore,mi allontanai di qualche centimetro dalle sue labbra e dissi:”Non vuoi starmi lontano,perciò la promessa conta ben poco.”
Scesi sui suoi addominali e mentre lo baciavo,lui disse:”Non sai di cosa si tratta. Era per te che lo avevo fatto.”
Non me ne curai e proseguii fino alla pancia,arrivai fino al bordo dei pantaloni poi mi allontanai e aprii il bottone dei pantaloni e glieli tolsi buttandoli chissà dove,poi mi posizionai di nuovo sopra di lui e in quell’attimo mi tolse il reggiseno e ribaltò le posizioni. Mi baciò mordendomi piano le labbra,poi si avventò sul mio seno facendomi gemere; cominciavo a perdere la lucidità..
Ci baciammo di nuovo e cominciò a strusciarsi contemporaneamente sul mio corpo,gemevo a quei contatti arrivai a un punto che non ce la feci più, mi sbottonai da sola i pantaloncini che avevo e cominciai a sfilarmeli,lui se ne rese conto e mi aiutò a togliermeli,mi tolse anche gli slip e tornò sopra di me.
Aprii le gambe fino a circondargli il bacino,ormai ero andata..
Continuava a baciarmi e a strusciarsi con il suo ormone contro la mia femminilità,gemevo non ce la facevo più mi stavo eccitando troppo in fretta,respirai cercando di calmare il battito del mio cuore mentre lui si avventò di nuovo sul seno,facendomi gemere di nuovo. Quando tornò sulle mie labbra entrò in me,strinsi gli occhi e ansimai.
Lo guardai negli occhi e lui guardò me,gli dissi:”Ti amo,Jake.”
Mi baciò e disse:”Ti amo anch’io.”
Poi la dolcezza finì e cominciò a dondolarsi con forza sopra di me.
Mi addormentai sfinita,ero troppo stanca..

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** QUARANTATREESIMO CAPITOLO: ALLONTANARSI ***


TOC TOC eh già sono tornata,vi chiedo scusa ma il file su cui avevo scritto la storia non si apre più e l'ho dovuto recuperare da un'altra parte,insomma un mezzo casino,ma non vi voglio annoiare con queste cose e vi lascio con il capitolo.
Buona lettura..



-Punto di vista Jacob –

Nessie era più tesa del solito e dopo,di solito ero io ad addormentarmi,invece quella volta crollò lei. 
Scossi la testa e sorrisi,le accarezzai i capelli e le diedi un bacio sulle labbra.
Le sfiorai le mani con le dita e lei sorrise nel sonno.
Poggiai la testa su una mano e la guardai mentre dormiva,diventai serio: io avevo promesso ai suoi che non ci saremo più rivisti,lei era in pericolo e per evitare di attirare altri guai io dovevo starle lontano..
Esattamente due giorni prima della festa di Seth i Cullen vennero alla riserva,inutile dire che Sam si arrabbiò molto per quella loro “invasione” ma loro spiegarono la ragione della loro venuta: i Volturi che vennero nove anni fa a Forks stavano arrivando,ma non per Nessie per mio cugino. Se i Volturi avessero visto e capito che tra me e Nessie c'era qualcosa le avrebbero potuto fare del male e quella era l’ultima cosa che volevo per Nessie. Se per proteggerla dovevo starle lontano,allora l’avrei fatto. Se Edward credeva che sarebbe servito per la sua incolumità,allora lo avrei fatto.
Ma stanotte avevo fatto il contrario di come avevo deciso di comportarmi con lei,avrei dovuto sembrare freddo e che non me ne importasse nulla di lei,ma non ci riuscivo e lo avevo dimostrato sia a me stesso che a lei..
La strinsi a me e la cullai tra le mie braccia.. non potevo e non volevo lasciarla.. e se non fosse servito stare lontano da lei? Se comunque le avessero fatto del male?
Gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime,me le asciugai prima che rigassero le mie guance.
Mi alzai spostandola delicatamente,la coprii e poi andai a prendermi il pantalone che era finito sulla scrivania,misi i calzini e le scarpe e le scrissi un biglietto:
Nessie,scusami ma ho avuto dei
Te l’avevo detto che non
Vorrei che non avessi mai prom
Ti amo Nessie,scusami.”
E me ne andai saltando dalla finestra.
Corsi fino alla riserva senza trasformarmi,ero più lento rispetto a quando ero lupo ma in quel modo potevo pensare a delle scuse per allontanare Nessie da me,era la cosa peggiore che potessi mai pensare ma se era necessario l’avrei fatto. Per lei.
Arrivai a casa e trovai Charlie insieme a mio padre.
“Salve Charlie.” Dissi.
“Ciao Jacob. Come va?”
“Bene,grazie. Papà se mi cerca Nessie non ci sono.” Dissi poi me ne andai in camera mia senza dare ulteriori spiegazioni non ne avrei trovate di spiegazioni razionali e non davanti a Charlie.
Pensai e ripensai il modo migliore per tenerla lontana.. poi pensai a Daiana,ma.. lei si sarebbe buttata subito addosso,dovevo pensare a qualcun’altra di cui Nessie potesse essere gelosa,ma non pensai a nessun altra..
L’avrei chiamata e avrei finto.. diedi un pugno sulla scrivania facendola spaccare a metà,strinsi gli occhi e respirai cercando di non arrabbiarmi,avrei distrutto tutto se mi fossi trasformato in camera mia.
“Nessie scusami.” Dissi a me stesso.

-Punto di vista Nessie –

Mi svegliai e Jacob non c’era, si doveva essere alzato già da un bel po’ il letto era freddo,controllai la sveglia e notai che erano le 6 del mattino,mi alzai e chiusi la finestra,mi misi un pigiama leggero e tolsi i vestiti che avevamo lanciato durante la nostra passione. A quel punto mi accorsi di un biglietto e lo lessi: c’erano varie cancellature solo l’ultima non era cancellata e c’era scritto “Ti amo Nessie,scusami.”
Ma ‘scusami’ di cosa? Mi aveva accennato a qualcosa mentre.. ma non gli avevo fatto completare il discorso..
"Nessie, scusami." era Jacob. 
Perché sentivo adesso quello che pensava e le altre volte non sono mai riuscita a sentire nulla??
Pensai "Jake cos'è che devi fare? Perché scusami?"
"Nessie?"
"Si,allora che succede?"
"Nessie ne parliamo da vicino. Ora scusa vorrei riposarmi. Scusa."
"Ok."
Dopo qualche secondo già non sentii più nulla.
Mi rimisi a letto e dopo qualche minuto di pensieri su me e Jacob,mi addormentai.

“Tesoro svegliati.” Una voce continuava a chiamarmi.
“Altri 5 minuti.”
“Nessie.”
Aprii gli occhi e trovai subito gli occhi castano dorato di mia madre.
“Mamma.” Dissi con la voce impastata per il sonno. “Siete tornati.”
“Si,da un paio d’ore.”
“Che ore sono?” chiesi mettendomi seduta.
“Le 11 quasi.”
Sbadigliai.
“Nessie ti ho chiamata anche perché.. c’è qualcuno giù che ti vuole.”
“Chi è?”
“Un certo Nicholas.”
“Nick!” scattai in piedi e mi spogliai infilando reggiseno,un bermuda a tre quarti e un t-shirt arancione leggermente scollata sulle spalle.
“Come sto?” chiesi.
“Apparte le occhiaie bene.”
Mi guardai allo specchio: misi un po’ di correttore.
“E adesso?”
“Benissimo.”
Sorrisi e scesi giù..

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** QUARANTAQUATTRESIMO CAPITOLO: SONO CONFUSA.. ***


Buongiorno a tutte,eccomi con un altro capitolo.
Bene,vedo che le cose qui sono al solito tante visite ma 0 recensioni.. io posto perché lo voglio io,ma forse alla fine a voi non ve ne frega più di tanto della storia.. la cosa mi dispiace,ma va bene che vi devo dire.
Buona lettura e le recensioni sono "facoltative"


Scesi le scale e trovai Nick vicino alla porta,sorrisi:”Ciao Nick.”
“Ciao.” Disse abbracciandomi forte sollevandomi di qualche centimetro da terra.
Aprimmo la bocca entrambi,ma poi ci rendemmo conto che mio padre e mia madre ci stavano guardando così Nick disse:”Possiamo stare qui fuori a parlare? O la punizione prevede che non possa mettere piede fuori di casa nemmeno per 5 minuti?”
“Nick.” Dissi in tono di rimprovero.
Mio padre s’irrigidì e disse:”No qui fuori potete stare.”
Uscimmo fuori sul portico e dissi:”Ma sei impazzito! Perché hai parlato in quel modo prima a mio padre?”
Mi guardò stranito. “E’ tuo padre?”
Annuii.
“Loro sono.. i tuoi genitori?”
“Si,sono entrambi vampiri.”
Ci sedemmo e fischiò. “Credevo di essere l’unico essere strano che viveva qui a Forks a parte i licantropi.”
“Che hai contro i licantropi?” chiesi leggermente infastidita.
“Niente. Solo che .. mi da un po’ fastidio che li frequenti.” Disse.
Che cosa??
“E perché? Io sono fidanzata con..”
“Sei tornata con lui?!” esclamò irritato scattando in piedi.
“Si.” Dissi scattando in piedi anch’io.
Scosse la testa e disse:”Sei proprio sciocca. Sei tornata con.. con un animale che potrebbe ferirti di nuovo.”
Scossi la testa e dissi:”Non ascolterò una parola di più contro Jacob.” Mi alzai “Vergognati a parlare in questo modo di tuo cugino.” 
Voltai le spalle e chiusi la porta entrando in casa.
“Stronzo!” sibilai mentre mi sedetti sullo sgabello in cucina.
“Nessie.” Era la mamma.
Non risposi e fissai il tavolo davanti a me.
Mia madre mi si sedette vicina e disse:”Posso fare qualcosa per te?”
Scossi la testa e dissi:”Mamma in questo momento non puoi fare proprio nulla.” 
Mi tenni la testa mettendo una mano sulla fronte fresca e dissi a me stessa:”Che stupida! Mamma io.. mi sto innamorando di un ragazzo che odia ciò che è! E allo stesso tempo.. amo Jake. Cosa devo fare?” chiesi afflitta.
Mi sentivo così confusa: entrambi mi facevano battere il cuore seppure in maniera differente..
Ma di chi ero innamorata in quel momento?
Volevo sentire Jake così lo chiamai..
“Salve sono Jake lasciate un messaggio.” Era partita la segreteria telefonica con la sua voce.
Chiusi la telefonata.
Jake era sparito.. 
Perché faceva così? Ci eravamo anche chiariti. Era tutto apposto e ora?
Passai diverso tempo con la mia famiglia quando non andavo a scuola.
Erano passate due settimane e Jake era sparito..
Andai a casa sua ma Billy disse che era di ronda e sarebbe rientrato sul tardi.
“Jake ma dove sei ? sono passata oggi a casa tua e .. tuo padre mi ha detto che eri di ronda. Ti prego quando senti il messaggio richiamami.”
Misi giù.
“Ancora niente?” mi girai era zio Jasper.
Scossi la testa triste e guardando il telefonino sperando che il display si illuminasse..
“Zio per favore puoi farmi sentire un po’ meno triste?”
“Subito.” Disse e di fatto mi sentii meglio.
“Grazie.” Dissi.
Si sedette vicino a me e disse:”Non devi avere paura vedrai che si rifarà vivo.” Disse toccandomi una mano con la sua gelida.
Sorrisi e in quel momento decisi che sarei andata a La Push.

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** QUARANTACINQUESIMO CAPITOLO: MI DEVI DELLE SPIEGAZIONI ***


Buon pomeriggio!

Eh già dopo un mare di tempo aggiorno,spero che ci siate e che lo leggiate e che vi piaccia.

Come al solito vi chiedo di RECENSIRE perché mi piace sapere che ne pensate!

Detto questo ci sentiamo al prossimo capitolo.





Spiegai ai miei genitori il motivo per cui dovevo recarmi a La Push e stranamente non replicarono.
Accesi la Volvo di mio padre e andai dritta a La Push,era tutto buio almeno finché non arrivai nei pressi di un gruppo di case,poco più in là c’era quella di Sam ed Emily e ancora più isolata c’era casa Black.
Fermai la Volvo e vidi una moto grigia quella di Jake c’erano due caschi.
Respirai e mi preparai al peggio..
Bussai.
Mi venne ad aprire una ragazza dall’aspetto atletico e dai capelli a caschetto neri,era lei.
Era la stessa ragazza di quel giorno.
Era Daiana.

“Ciao.” Squittì.
“Jake è in casa?” chiesi scortese,ma con lei proprio non m’importava di risultare tale.
“Si è di là stavamo cenando. Soli.” Disse sottolineando la parola ‘soli’.
“Ah si?!” esclamai gelida. 
“Si,ed è un ottimo cuoco.”
“Non ne dubito. Soprattutto a fare i pasticci.” Dissi fredda “Posso parlare con lui?”
“Aspetta vedo se può parlarti.” Disse. 
Non mi diede neanche il tempo di ribattere che chiuse la porta.
Vedeva se poteva parlarmi?! Ma chi era questa che si presentava all’improvviso nella mia vita e cominciava a dettare legge? No,era troppo. 
Aprì la porta. 
“Non può parlarti. Vai a casa tra poco ci sarà un bel temporale.” Disse stava per chiudere la porta,ma la fermai e dissi:”Devo parlare con Jake con o senza la sua disponibilità.”
La spinsi ed entrai.
Jacob era seduto su una poltrona di legno vicino al tavolo in legno,c’erano le candele e tante pietanze squisite sulla tavola..
Ero delusa e amareggiata..
“Nessie.” Disse lui appena si rese conto che c’ero nella stanza.
Lo guardai solo delusa senza parlare,poi nella stanza entrò anche Daiana.
Presi coraggio e parlai:”Posso sapere cosa è successo? Mi sembrava che andasse tutto bene. E ora..?”
Non rispose,riecheggiavano solo i tuoni sempre più forti e i lampi illuminavano costantemente la stanza semi buia.
“Ok,vieni.” Disse alzandosi e trascinandomi con lui fuori.
Stava cominciando a piovere ma non me ne importai più di tanto,lo guardai solo.
“Jake,tu mi devi qualche spiegazione.” 
“Nessie.. io e te non possiamo più stare insieme.” Disse secco e senza preamboli.
Rimasi di stucco.
“Perché?” chiesi senza fiato.
Si girò se ne stava tornando dentro,ma lo fermai toccandolo per un braccio.
“Aspetta. Non puoi chiudere con me. Cioè.. due settimane fa siamo stati insieme e sembrava che andasse tutto bene e poi sei sparito. Che è successo? Cosa ti ho fatto?”
Fece una piccola risata isterica “Tu.. cosa mi hai fatto?” scosse la testa senza guardarmi. “Io non sono giusto per te.”
“C - cosa? Ma che dici? Io e te ci amiamo.” 
Scosse la testa. “Non più. Tra noi è finita.”
La pioggia cominciò a bagnarci.
Lo guardai senza parlare,la pioggia ci stava inzuppando completamente.
Allungai una mano verso il suo viso e glielo accarezzai..
“Jake..” riuscii a dire senza però formulare una frase di senso compiuto.
Mi tirò a sé e mi abbracciò. 
“Scusami. Scusami se non ti do spiegazioni a riguardo,ma è l’unico modo per proteggerti da altri pericoli.”
Mi staccai e chiesi:”Quali altri pericoli?”
“Non .. sono giusto per te. Non lo sono mai stato e non dovevo mai essere così tanto legato a te. Non sai quanto mi costi dirlo,ma devo.. ho fatto una promessa e intendo mantenerla. Ora vai a casa e non tornare più. O se la prenderanno anche con te.” Disse poi tornò in casa e mi lasciò lì sotto la pioggia senza aggiungere una parola di più.
A passi gravi e lenti rientrai nella Volvo e tornai a casa.
Tornai a casa e mi accolse mia madre che mi coprì con una coperta asciutta.
“Vai a farti una doccia calda o ti ammalerai.”
“Si.. vado.” Dissi trascinando il mio corpo ormai vuoto.
Mi svestii e mi infilai nella vasca con l’acqua calda dentro,chiusi gli occhi e guardai la finestra contro la quale picchiava la pioggia ormai intensa. 
“Io e te non possiamo più stare insieme.” 
Le sue parole mi rimbombavano ossessivamente nella testa.
Mi sedetti e di nuovo la sua voce “Io e te non possiamo più stare insieme. Io e te non possiamo più stare insieme. Io e te non possiamo più stare insieme.”
“Basta!” dissi ad alta voce dando un pugno nell’acqua e facendo scomparire per pochi istanti il mio riflesso.
Mi asciugai i capelli e ascoltai una ninna nanna quileute che avevo nel mio i-pod e altre lacrime mi scesero e altre sue parole mi rimbombarono nella testa “Nessie,io ti amo indipendentemente dall’imprinting.” Me le aveva dette dopo il nostro primo bacio.
“Ti amo anch’io.” Dissi come se me lo avesse detto in quel momento.

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** QUARANTASEIESIMO CAPITOLO: QUANDO L’AMICIZIA.. ***


Il giorno dopo mi svegliai con qualche decimo, 37.4,37.7 o giù di lì.
Ero stesa nel letto e mia zia Alice mi portò una tisana calda.
Ormai mi ero rintanata nel mio guscio sotto il piumone nella mia stanza dalle pareti color pesca.
Quello era il mio mondo ora.
“Piano guarirà quella ferita.” Disse zia Alice “Vedrai.”
Annuii solo mentre bevevo.
“So che non dovrei dartela perché stai soffrendo per colpa sua,ma.. ho una vostra foto.”
Me la porse: avevo il pannolino e una magliettina che mi copriva da sopra,Jake mi teneva in piedi per le braccia tenendomele sollevate,sorrideva e io con lui guardandolo negli occhi.
Deglutii qualcosa di amaro che era salito fino in gola,poi dissi:”Grazie.”
Accarezzai il posto nella fotografia dove si trovava Jake.
“Mi dispiace che tu stia soffrendo così tanto.”
Scossi la testa senza distogliere lo sguardo dalla foto e dissi:”Non fa niente.”
Rimasi in silenzio a fissare la foto e mia zia se ne andò lasciandomi sola.
Ora mi sentivo peggio.
Jacob c’era stato fin dal momento della mia nascita,era prima mio fratello,poi il mio migliore amico e infine il mio ragazzo,ne avevamo passate così tante e gli volevo così bene indipendentemente dall’ amore che provavo per lui; ora era diventato il nulla all’improvviso e senza un valido motivo.
Nascosi la foto nel cassetto del comodino e mi stesi su un fianco con il piumone addosso e spensi la luce.

Il giorno dopo rimasi a casa da sola e aprii il cassetto del comodino c’era un album con tutte le nostre foto e con la mia famiglia,da quando ero nata ad oggi: com’ero diversa da allora.. 9 anni fa e la mia scrittura cambiava con il passare delle foto e del tempo per diventare quella attuale.
Accanto ad ogni foto c’era una piccola didascalia scritta all’inizio dalla mia famiglia .. poi ne vidi una con accanto la scrittura di Jacob: “oggi io e Nessie eravamo nel parco in città e un cane voleva stare per forza vicino a lei,abbiamo chiesto al padrone se poteva farci una foto a noi tre insieme.” 
Com’ero diversa e che espressione buffa!
Ora che ricordavo anche Jacob ne aveva una di queste foto e io gliel’avevo data perché ero contenta che il mio ‘fratellone’ avesse una foto di noi due insieme..
Bussarono alla porta.
Scesi le scale e aprii: era Nicholas.
Incrociai le braccia con espressione dura.
“Nessie scusami. Ero solo .. arrabbiato.” Disse con espressione dolce. “Mi dispiace molto.”
Lo guardai solo e dissi:”Vieni dentro.”
Entrò e disse:”Come stai? Sono 3 giorni che manchi da scuola. E.. beh.. mi manchi.” Disse.
Lo guardai e ammisi:”Un po’ anche tu.. anche se.. sono ancora un po’ arrabbiata con te per quello che hai detto.”
“Ho detto una stronzata. I licantropi sono pur sempre parte di me.” Fece una pausa “E ora anche parte di te.” Disse.
Sollevai la testa e lo guardai i miei occhi trovarono subito i suoi castani intenso,scossi la testa:”Non più.”
“Non capisco.”
“Jacob mi ha lasciata.” Abbassai lo sguardo e dissi:”E senza neanche troppi preamboli.”
Non disse nulla,rimase fermo davanti a me.
“E’ stato duro con te?”
Lo guardai e scossi la testa. “No. Ma non si è preoccupato del fatto che potesse ferirmi o meno. L’ha detto solo. E mi avrà già dimenticata.”
“Parli perché lo sai o.. perché lo supponi?”
Non risposi.
Quella sera stava con Daiana ma non era detto che avesse consumato.. o forse si?
“Non lo so.” Dissi.
Mi sedetti sul bracciolo del divano in salotto e poi lo guardai.
Mi si avvicinò e mi accarezzò il viso.
“Ma tu scotti!” esclamò.
“Si. Ho la febbre.”
“Ti porto su.” Disse prendendomi in braccio.
Mi piaceva stare tra le sue braccia erano calde e poi sapevano di muschio e .. sembrava anche di legno.
Mi adagiò sul letto e mi coprì con il piumone,poi prese una sedia e si mise accanto a me.
Lo guardai e dissi:”Forse è meglio che tu non mi stia così vicino.”
“Tranquilla. Ho due tipi di vaccini io.” Sorrise innocentemente.
Mi accarezzò la mano che usciva dal piumone e disse:”Appena guarisci voglio che andiamo al mare. Non ti porto alla riserva tranquilla.” Disse interpretando la mia smorfia come un non volere andare al mare.
“E allora dove?” chiesi.
“Sarà una sorpresa.” Disse.
Mi diede un bacio sulla guancia e poi disse:”Ora rilassati un po’.”
“Potresti.. tranquillizzarmi un po’ tu con il tuo potere?” chiesi.
“Certo.” 
I suoi occhi cambiarono espressione e la tranquillità mi pervase. Mi addormentai subito mentre stringevo ancora la mano a Nick.


Mi svegliai e trovai mio padre accanto a me.
“Ciao piccola.” Disse.
“Ciao papà.”
“La febbre è scesa. Come ti senti?”
“Senza forze. Avete incontrato Nicholas?”
“Si. Ti vuole bene quel ragazzo.”
“Gli hai letto nella mente?”
“Si. Non sono contento che sia per una parte un licantropo,ma apparte quello mi sembra apposto.”
“Si.”
Mio padre restò in silenzio accanto a me.
Aprivo e chiudevo gli occhi cercando di riprendere contatto con la realtà.
Finivo per dormire spesso e pensare continuamente a Nick.
Ormai era diventato importante per me.


Già aggiorna?!?!? 
Starete pensando,ebbene si eccomi qui con il nuovo capitolo.
Spero che vi sia piaciuto e che
lasciate una recensione.

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** QUARANTASETTESIMO CAPITOLO: COME UNA BUGIA RISCHIA DI CAMBIARE TUTTO ***


Sbam!
Salve dopo.. non so neanche quanto tempo riesco a postare, perdonatemi ma ero senza linea :S
Anyway, leggete e commentate per favore. 
Baci baci



Era passata la settimana con la febbre e ormai stavo bene.
Non solo dal punto di vista salutare, anche e soprattutto con il cuore.
Mi sentivo bene.
Jacob ormai non lo vedevo né sentivo più. 
Era come se non fosse mai esistito, ma a ricordarmi che c’era stato erano le foto o gli altri lupi che mi venivano a trovare, soprattutto Seth ed Embry.
Mi ero diplomata e dovevo scegliere l'università a cui iscrivermi.
I Volturi non erano mai arrivati.
Mancavano tre mesi al mio compleanno, al 10 settembre.
Avrei deciso di lì a poco dove andare a studiare, ma per il momento mi godevo una bella pausa. 
Nick era venuto a prendermi ed ero sulla sua moto, stavamo andando al mare.
Il vento mi scompigliava i capelli mossi e mi sentivo libera.
Un ululato, però, mi riportò alla realtà e capii chi era stato, Jacob.
Mi voltai verso il luogo da cui proveniva e lo vidi su un’altura in lontananza, lo avrei riconosciuto tra cento.
Strinsi gli occhi e tornai a guardare avanti verso la schiena di Nick.
Lui non mi voleva più e se quella era la realtà, dura e amara che fosse, dovevo accettarla.

-Punto di vista Edward –

Vidi mia figlia salire sulla moto di Nicholas Black e li vidi sfrecciare via.
Bella aveva una mano poggiata contro la finestra del salone e le chiesi:
“Sei preoccupata anche tu, eh?”
Mi guardò negli occhi e annuì.
“Forse dovevamo dirglielo che siamo stati noi a dire a Jacob di starle lontano.” disse Bella.
“No. Non capirebbe e poi.. ci odierebbe.”
“E farebbe anche bene. Tutti e due stanno facendo una sciocchezza. Lui che finge di essere innamorato di un’altra e.. e lei che si sta innamorando di Nicholas. Edward dobbiamo dirglielo prima che uno dei due possa fare un passo in più allontanandosi per sempre dall’altro.”
“Ho capito,ma.. così perderemo nostra figlia.” sospirai triste.
“Lo so, ma.. lei ha il diritto di sapere la verità. Jacob deve stare con lei. Si amano troppo e se lui l’ha lasciata è solo per colpa nostra. Lui l'ha fatto solo perchè ha sentito che sarebbero arrivati i Volturi e che per questo potevano prendersela anche con lei dal momento che era fidanzata con il nemico della nostra razza.”
“Lo diremo appena rientra.” dissi cupamente.

-Punto di vista Nessie-

Nick fermò la moto e mi diede la mano per scendere,mi sfilai il casco e allora il vento mi accarezzò il viso e l’odore dello iodio invase le narici. Chiusi gli occhi e sorrisi.
Sentii qualcuno stringermi da dietro, aprii gli occhi e vidi Nick che mi stringeva tra le sue braccia, abbracciandomi da dietro.  
“E’ bellissimo vero?” chiese guardando verso il mare.
“Si, lo è." 
"Dai vieni, andiamo sulla sabbia.” 
Mi prese per mano e mi trascinò con lui sulla sabbia.
C’era un lenzuolo e un cestino sopra.
Nick si stese su.
“Ma non è nostro.” dissi io.
Sorrise e disse:”L’ho messo io prima di venire da te.”
Sorrisi e mi sedetti anch’io.
“Si mangia!” disse allegro.
Tirò fuori due tramezzini e una birra.
Mangiammo e poi ci stendemmo sul lenzuolo a guardare le stelle.
“La vedi quella?” mi chiese indicando il cielo.
“Si.”
“Quella è la mia stella. Mi segue da quando ero bambino.”
“Nick, è brutto vivere senza madre?” chiesi.
Ci guardammo e poi lui si mise seduto, lo feci anch’io.
Era triste in viso e disse: ”Non c’è un giorno che non pensi a lei.”
Gli accarezzai la mano e dissi: ”Mi dispiace. Chissà quanto hai sofferto da solo.” dissi.
“Sono stato forte e duro come una roccia per anni. Almeno finché non ti ho incontrata quella notte.”
Ci guardammo.
“Tu non sai cosa mi è successo da quando ti ho vista. La mia vita si è come illuminata. Era tutto buio prima e poi.. dal momento in cui ti ho vista.. ho visto sempre e solo te. Non c’è nient’altro d’importante. Mi sono sentito come attratto a un magnete, come se tu fossi diventata la forza di gravità per me. Appena ti ho salvata e ho incontrato i tuoi occhi.. mi sono innamorato di te. Non hai idea di quello che ho provato quando ci siamo baciati quella sera. Mi sono sentito il ragazzo più fortunato del mondo. Mi sento tutt’ora fortunato ad averti vicina.”
Rimasi in silenzio. 
Avevo scosse in tutto il corpo.
“Nick, io.. avevo capito che tu tenessi a me, anch’io ci tengo a te.” Abbassai lo sguardo e poi presi coraggio guardandolo “Io sono l’imprinting di Jacob, cioè io sono la sua metà. Per sempre.”
La sua espressione divenne delusa di colpo. Strinse le labbra.
“Questo per me non cambia nulla. Io ti amo comunque.” disse.
Mi si avvicinò e io mi allontanai di qualche centimetro dal suo viso, poi insieme e contemporaneamente ci baciammo, le nostre lingue si cercarono e si rincorrevano come se avessimo quasi il bisogno di quel bacio, come se fosse un bacio liberatorio.
L’istinto mi disse di stendermi e un attimo dopo lui fu sopra di me.
Ci baciammo a lungo, piano piano Nick scese fino al mio collo e iniziò a baciarlo con le sue labbra calde e umide. Le sue mani scesero sui miei fianchi. Un gemito uscì dalla mia bocca e affondai le dita nella sua schiena. Sentivo ogni muscolo muoversi sotto la maglietta che in un attimo gli tolsi. Iniziai a scendere con le mani sul suo petto sentendolo scolpito e solido, e senza staccare le nostre labbra, arrivai alla cintura dei suoi pantaloni. Quando mi resi conto del passo successivo mi staccai da quel bacio bollente.
“Scusami.” dissi staccandomi da lui sinceramente imbarazzata.
Si mise seduto.
“Devo tornare a casa, Nick.” dissi alzandomi.
Si infilò la maglia e poi dopo aver portato tutto con noi, risalimmo sulla moto e mi riportò a casa in silenzio.

Entrai in salotto e trovai i miei genitori seri e tristi.
“Ciao.”
“Perché sei tornata a quest’ora?” mi chiese mia madre venendomi vicino.
“Puzzi di cane.” Disse mio padre.
“Ciao, eh. Oddio che succede? Sono uscita con un amico.” dissi andando a prendere un bicchiere d’acqua.
Li guardai ed erano seri e scuri in viso.
“Non ho fatto niente. Perché mi guardate così?”
Si guardarono in viso.
“E’ successo qualcosa?”
Non parlavano.
“Qualcuno si è fatto male?”
Niente.
“Cosa è successo?” chiesi spaventata. “Riguarda.. Jacob?”
Mia madre abbassò gli occhi.
“Mi state facendo spaventare. Papà” lo guardai,niente “mamma” la guardai niente. “potete spiegarmi che c’è che non va? Ho fatto tardi lo so,ma..”
“Non è per questo.” disse mio padre.
“Allora per che cosa?” chiesi diventando seria.
“Oh tesoro” disse mia madre “noi ti vogliamo bene.” disse abbracciandomi.
L’abbracciai e dissi:”Anch’io. Ma che succede?”
“Jacob ti ha lasciata.” disse mio padre in tono ovvio.
“Lo so e.. sto cercando di andare avanti.”
Scosse la testa e disse: ”Non è quello che volevo. Cioè non che mi faccia piacere, ma non volevo che le vostre vite si dividessero in questo modo.”
“Papà, che dici?” chiesi senza capire.
Guardò mia madre poi disse: ”Siamo stati noi due a farvi separare.”
Il battito del mio cuore si fermò un attimo e poi ebbe una brusca rincorsa fino a farmi male.
“Voi? Ma.. come.. perché? Perché lo avete fatto?” ringhiai arrabbiata.
“Avevamo pensato di evitare un ulteriore pericolo per te, perché i Volturi non vedono di buon occhio i licantropi così siamo andati a parlargli del pericolo e abbiamo detto che doveva starti lontano se ti amava veramente. Glielo abbiamo fatto promettere. Ma visto che una volta non era bastata, glielo abbiamo ribadito e lui si è allontanato definitivamente.”
Rimasi a bocca aperta,gli occhi mi bruciavano.
“Ma.. c - come avete potuto..? voi lo sapevate che lui era importante più della mia stessa vita. Perché mi avete fatto separare da lui?”
“Volevamo solo proteggerti.”
“E’ assurdo decidere così della mia vita e del mio cuore. Io non vi voglio più vedere.” dissi sconvolta.
Presi la giacca e uscii.
Corsi nel bosco e arrivai fino al confine ed entrai nel territorio dei licantropi.
Mi accasciai nel terreno e cominciai a piangere: i miei genitori,loro che mi avevano messa al mondo, mi avevano fatto soffrire più di chiunque altro, avevano fatto allontanare l’unico che amassi veramente e in modo incondizionato. Jacob, ecco a chi avevi fatto la promessa, ecco perché mi avevi detto l’ho fatto per te.. tutto perché loro non si facevano mai gli affari loro. 
Continuai a piangere finché non svenni affondando la testa nel terreno .

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** QUARANTOTTESIMO CAPITOLO: OGNI SCELTA HA LE SUE CONSEGUENZE ***


QUARANTOTTESIMO CAPITOLO: OGNI SCELTA HA LE SUE CONSEGUENZE




“Jared tienile la testa, le vado a prendere un cuscino.” 
Era la voce di qualcuno e la sentivo così lontana da me.
Avevo ancora gli occhi chiusi e avevo freddo.
“Ecco falle poggiare la testa. Aspetta le metto un piumone.”
“Ma è di Billy.”
“Ora devo pensare a lei.”
Mi sentii coprire e avvolgere.
Una mano bollente mi accarezzò i capelli e il viso.
“Dove l’avete trovata?”
“Vicino al confine. Era svenuta.” un’altra voce.
“Per stanotte sta qui. Grazie fratello.” disse la voce che sentivo ancora così lontana.
Sentii dei passi che si allontanavano da me e poi il silenzio.
Avevo freddo nonostante il piumone.
Cercai di muovere le mani senza risultato.
La testa mi faceva male e gli occhi bruciavano.
“Jake.” non so come riuscii a dirlo, non mi resi neanche conto di averlo detto.
Un attimo dopo una mano bollente strinse la mia gelida.
“Sono qui.” sentii dire.
Era lui.
Mi addormentai tranquilla.
Il giorno dopo aprii gli occhi: sentii un peso enorme e un calore immane sul mio torace. 
Vidi Jacob steso su di me, sorrisi e gli accarezzai i capelli neri morbidi.
Non russava stranamente e ne fui contenta.
Sembrava un bambino mentre dormiva.
Sorrisi.
Mi stesi di nuovo e guardai il soffitto.
Un groppo amaro mi salì alla gola, deglutii e mi ricordai che ieri sera ero scappata di casa.
Chiusi gli occhi e respirai piano.
Un attimo dopo sentii le sue mani che toccarono le mie e i suoi occhi assonnati mi guardarono.
“Jake.” dissi.
Alzò la testa e disse:”Come stai? Jared e Seth ti hanno trovato ieri sera vicino al confine. Che è successo?”
“So tutto adesso.”
Mi guardò triste con i suoi occhi scuri abbassando lo sguardo.
“Non li perdonerò mai per quello che ci hanno fatto. Ci amavamo e poi loro .. ” non riuscii a concludere.
Fu un gesto spontaneo: ci abbracciammo forte.
“Jake, ti prego, non mi lasciare più da sola.” dissi supplicandolo.
“Io pensavo che la mia lontananza potesse proteggerti, ma ho finito con lo stare male anch’io. Tu sei la sola ragazza che voglio.” concluse accarezzandomi i capelli.
“E tu sei l’unico per me.”  dissi tenendo poggiata la testa sulla sua spalla.
Mi strinse di nuovo forte a sé tenendo una mano sulla testa.
“Angelo mio, scusami. Ti prego, scusami.”
Mi staccai da lui e scossi la testa.
“Non c’è niente da perdonarti.”
“Si, invece. Ho dato troppo ascolto agli altri, ma non al mio cuore.”
Mi alzò il viso con un dito e disse: ”Ti amo.”
“Anch’io.”
Ci baciammo e il mio cuore riprese a battere normalmente come batteva in genere quando c’era lui, fortissimo.
Quel giorno fu molto tranquillo e felice: trovai un libro di fiabe che avevo lasciato lì da Jacob qualche anno prima e lo lessi mettendomi seduta nell’erba.
Jacob si sedette dietro di me, poggiando la testa sulla mia spalla e ascoltando le fiabe che leggevo. Ogni tanto mi dava dei baci delicati sul collo.

Ora sapevo con certezza ciò che volevo: volevo lui e nessun’altro.


Trascorse una settimana tranquilla con Jake alla riserva: giocavamo, mangiavamo, ridev
amo, nuotavamo.
Chiarimmo ogni cosa e dopo eravamo entrambi più sereni.
La mia vita da vampira sembrava essere sparita di colpo e in quel momento mi sentivo solo una ragazza come tutte le altre, felice e innamorata.
Era quella la vita che volevo. 
Ero quello il futuro che sognavo.
La sera di una settimana dopo il mio arrivo a La Push restammo soli io e lui a casa e facemmo l'amore.. fu se possibile ancora più bello delle precedenti.
Dopo ero appoggiata sul suo petto e sentivo il suo cuore battere ad un ritmo frenetico come il mio.
Gli diedi un bacio delicato sul petto e dissi: "Ti amo.”
“Anch’io.” 
Ci scambiammo un altro tenero bacio e poi ci addormentammo. 
Non sentii i miei genitori per tanto tempo, poi un giorno decisi di tornare.
Mi feci accompagnare da Jacob e mentre lui mi aspettava fuori, io entrai.
Vidi subito zio Jasper e zio Emmett, rimasero immobili un attimo come sorpresi e poi sorrisero.
Corsi ad abbracciarli.

“Ci sei mancata pulce.” disse zio Emmett.
Gli diedi un pugno sul braccio per scherzare e lui disse: ”Diventi ogni giorno più forte, pulce.”
“Ancora?! Basta.”
Poi vidi mio padre in cima alle scale e diventai seria.
“Vi lasciamo.” disse zio Jasper tirando dietro Emmett.
Mio padre scese le scale con fare umano e titubante.
Lo guardavo seria.
Mi fu vicino e disse piano: ”Ciao.”
“Ciao.. papà.”  dissi.
Allungò le dita verso il mio viso con timore, mi avvicinai io di più a lui e le sue dita fredde mi sfiorarono la guancia e poi lo abbracciai e mi lasciai abbracciare.
“Non ci sono giustificazione ai nostri comportamenti, tesoro, lo so. Ma.. fai entrare anche Jacob.”
Mi staccai dal suo abbraccio e lo chiamai.
Entrò controvoglia guardandosi intorno come se temesse l’attacco di uno della mia famiglia.
Mia madre si mise accanto a mio padre, papà allungò la mano verso Jacob che lo guardò con fare sospetto, poi l’allungò anche lui e si strinsero la mano.
“Jacob, io e Bella ti dobbiamo delle scuse. A te e Renesmee. Per un pericolo più grande di noi avevamo pensato di tenervi lontani l’uno dall’altra, ma facendo questo vi abbiamo allontanato e fatto stare male a vicenda.” fece una lunga pausa poi continuò dicendo “Non vi chiedo di perdonarci, ma di comprendere il motivo del nostro gesto. Spero che un giorno potrete perdonarci.”
“Papà, mamma vi abbiamo già perdonato. Ora il nostro amore è ancora più forte di prima.”
“Si, Edward.” disse Jacob “Io e tua figlia..” ci guardammo negli occhi e non sapevo cosa volesse dirgli, poi parlò. “Vorrei chiederti il permesso di far venire a vivere tua figlia con me.”
Aprii la bocca, quello non me lo aspettavo, e deglutii guardando verso papà che si era irrigidito.
“Questo è impossibile, Jacob. Nessie deve andare al college e certamente non potrà stare qui. Dovrà andare in Florida lontano da qui e voi non potrete vivere insieme se non nei week end durante i quali lei starà con noi.”
“Quindi sono destinato a non vederla mai più?” chiese irritandosi.
“In altre parole si.”
“Ma hai appena detto” intervenni io “che ti dispiaceva della nostra separazione! Ora perché sei così crudele?! Papà, tu e Jacob avete avuto tante divergenze in passato, ma perché vuoi farla pagare anche a me? Ora tu e la mamma state insieme perché io non posso stare con il ragazzo che amo?” chiesi con le lacrime agli occhi.
“Nessie, non fare così.” mi disse Jacob “Ormai ho imparato che con Edward devo sempre perdere qualcosa di importante io, non lui.” disse con voce dura guardando Edward.
Mi diede un bacio sulle labbra e disse: ”E’ meglio che me ne vada, tesoro.”
“Io non voglio che tu vada via.” dissi quasi aggressivamente tenendolo per mano.
Jake mi guardò: era dispiaciuto e arrabbiato allo stesso tempo.
“Papà” dissi prendendo coraggio per ciò che dovevo dire “se lui se ne va, me ne vado anch’io e non torno più.”
“Nessie non dire sciocchezze.” disse mio padre.
“No, papà. Tu devi imparare a rispettarmi e a rispettare i miei sentimenti. Io non posso e non voglio vivere senza Jake perciò starò con lui in un modo o nell’altro.” dissi poi mi rivolsi a Jake “Andiamo.” conclusi tirandolo via.
Salii sulla moto di Jake e guardai un’ultima volta mio padre, che era dietro la porta e poi ci allontanammo velocemente.







Dlin dlon

Sono tornata presto stavolta, visto? (:

Okay, è stato un capitolo luuungo e noioso, vi chiedo scusa.

Anyway, grazie a chi recensisce e grazie ai lettori silenziosi.

Bye bye

xxx

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** QUARANTANOVESIMO CAPITOLO: TEMPI DURI PER ME E PER TE ***


QUARANTANOVESIMO CAPITOLO: TEMPI DURI PER ME E PER TE

“Nessie, sicura che poi non ti penti?” mi chiese Jake per la ventesima volta.
“No.” gli risposi sicura “La vita è mia e io ho scelto te. Non voglio che ostacolino ulteriormente la nostra storia.”
Sorrise e mi accarezzò il viso e poi il profilo del collo.
“Lo dico per te, tesoro mio. Non vorrei che te ne pentissi di questa tua scelta.”
Gli accarezzai il viso e gli dissi: ”Non sono mai stata così sicura. Non voglio perderti di nuovo. Tu sei stato importate fin dal primo istante della mia vita e non permetterò di allontanarci ulteriormente. Io scelgo te.” dissi sicura.
Mi baciò dolcemente e delicatamente incendiandomi le labbra.
Trascorsero due giorni tranquilli con Jake, Billy e i ragazzi. Ormai ero una di loro.
Era una mattina calda di luglio e io e Jake eravamo dentro casa quando il rombo violento di una moto e di una frenata brusca ci riportò alla realtà facendoci sobbalzare.
Aprii la porta e vidi Nicholas con gli occhi adirati.
“Ciao.” dissi non capendo quel suo comportamento.
“Sai quanto ero preoccupato per te?”
“Perché? Sono perfettamente al sicuro qui.” dissi.
“No. I tuoi genitori sono molto preoccupati per te.”
“E da quando tu sai quello che affligge i miei? Che cos’è una combutta per farmi tornare a casa? Beh se è così Nicholas puoi tornare da dove sei venuto.” dissi girando le spalle.
Una mano mi trattenne e mi girò con violenza, era lui.
“Nicholas, lasciami in pace.” sibilai.
“No.” disse lui duro e con una strana luce negli occhi.
Non mi avrebbe convinta con i suoi poteri. No.
A una parte della mia testa fu come “comandato” di seguirlo, l’altra si oppose.
La forza che mi spingeva a stare lontano da lui si allentò, fino a quasi scomparire.
Dopo aver fatto i primi 3 passi contro la mia volontà, gridai riprendendomi:”Jake! Jake!”
Un istante dopo, veloce come il vento Jake staccò la mano di Nicholas dal mio braccio.
“Che ci fai qui?” sibilò malignamente Jake mettendosi tra me e lui.
“Mi prendo cosa mi spetta e la porto dove dovrebbe stare.”
Stava parlando di me come un oggetto!!
“No, caro cugino” disse Jake malignamente “tu non porterai via nessuno. Nessie è prima di tutto una persona, una ragazza che merita tutto l’amore di questo mondo e tutto l’affetto che una ragazza merita.” disse tutto d’un fiato.
“Ah beh se le cose stanno così.” disse.
Si girò come per andarsene, ma poi si rigirò improvvisamente colpendo Jake in piena faccia.
Jake cadde a terra con il naso che gocciolava sangue, mi abbassai verso di lui.
“Jake..” dissi preoccupata. “Ma come può averti ferito?”
“Io sono licantropo quanto lui e sono anche un vampiro. Black” disse Nicholas sovrastandoci “tu con me non vincerai mai.”
“Vedremo.” disse Jake sibilando e mettendosi a sedere.
“No, Jake. Non lo fare.” gli dissi tenendolo per le spalle.
“Io non posso combattere.. i miei istinti.” disse alzandosi di scatto e avventandosi su Nicholas.
I movimenti erano tutti veloci e non riuscivo bene a vedere, ma Jake era in svantaggio rispetto a Nicholas.
Poi ci fu la mossa fatale e che mise fine allo “scontro”: Nicholas colpì con un pugno Jake allo stomaco e con un secondo pugno alla schiena, poi il colpo finale lo prese per il collo e lo buttò a terra facendogli battere la testa.
Jake si guardò un attimo disorientato in giro e poi chiuse gli occhi, lasciando cadere sull’erba la testa.
“No!” gridai con quanto fiato avevo in gola, facendo riecheggiare il mio grido per tutta la foresta di Forks.
Guardai Jake che era steso inerme sull’erba e corsi vicino a lui.
“Jake..” cominciai a piangere. “Che cosa hai fatto?” gridai contro Nicholas che aveva il labbro spaccato e dei graffi sul collo.
Si allontanò di corsa salendo sulla moto e sparendo dalla mia vista.
Tremavo. 
Non avevo il coraggio di toccare il suo petto per rendermi conto se era vivo.
Era pallido come la morte e avevo paura.
Ma poi riuscii a toccarlo e il cuore batteva ancora.
Chiamai mio nonno Carlisle chiedendo di non dire niente a mio padre e 20 minuti dopo fu lì.


I ragazzi lo avevano portato dentro e adagiato sul letto.
Rimasi vicino a Carlisle e Jake.
“Nonno ha delle lesioni interne?” chiesi tremante.
“No. E’ fortunato. E se la caverà con una settimana di riposo per rimarginare le ferite. Gli ho dato un sonnifero così dormirà tranquillo.”
Uscimmo dalla stanza, guardai un attimo prima Jake che dormiva e poi uscii accostando la porta.
Eravamo davanti alla porta di casa Black e mio nonno disse:”Povero Jacob,tutte a lui.” Annuii solo.
“Già. Come state tu e nonna?”
“Benone.” disse sorridendomi.
“E tu?” mi chiese “Cosa hai scelto di fare per gli studi?”
Rimasi in silenzio.
“Non hai ancora scelto.” disse mio nonno in tono ovvio. “Nessie non hai più molto tempo per scegliere.”
“Lo so. E’ solo che.. se vado in Florida come avrei voluto fare, Jake non lo vedrò più.. e io.. ho bisogno di lui. Ma se resto qui.. non potrò realizzare il mio sogno: diventare come te.” dissi guardandolo “Dottore.”
Sorrise debolmente accarezzandomi la guancia “Piccola,ormai non sei più piccola. E’ tempo di decidere della tua vita e capire ciò che desideri farne della tua vita. Sappi che ogni scelta ha le sue rinunce. Sempre. Ora sta a te decidere.”
“Sono tanto confusa. Ho paura di non scegliere bene e.. poi di pentirmi della mia scelta.”
“Lo so. Scegliere fa sempre paura. Ma ogni sua scelta merita le relative riflessioni, tesoro.”
“Grazie nonno.” dissi poi lo abbracciai.
“Ora scusa, ma il lavoro mi chiama. Chiamami se vuoi parlare.”
“Ok, grazie.”
Poi lo vidi andare via sulla sua auto nera.
Entrai dentro e mi assicurai che Jake dormisse: russava.
Mi sedetti sulla sedia dov’era seduto prima nonno.
Gli accarezzai,anzi gli sfiorai il labbro e poi il naso sui quali era incrostato del sangue, gli sfiorai i graffi che aveva sul collo e lungo le braccia.
“Scusami, è tutta colpa mia. Lui era venuto qui per me. Tu non c’entravi.”
Gli diedi un bacio delicato sulle labbra e poi uscii.
“Billy, io vado una mezz’ora sulla spiaggia.”
“D’accordo. Vai non ti preoccupare ci penso io a lui se si sveglia.”
Feci un gesto con il capo e uscii.
Passeggiavo sulla spiaggia e l’acqua calda del mare mi bagnava le caviglie e all’improvviso un ricordo della mia infanzia mi tornò alla mente:
avevo 3 anni alias 6 anni ed ero insieme a mia madre in un prato pieno di fiori, le chiesi cosa significava scegliere e lei mi rispose che era un atto di coraggio prima di tutto e poi comportava il sapere di far soffrire qualcuno se avesse coinvolto i sentimenti altrui. 
Ora.. tornando al presente: 
se avessi scelto l’università in Florida avrei fatto ciò che sognavo di studiare,medicina, e lo avrei fatto in uno dei posti migliori di tutta l’America. Ma se l’avessi fatto Jake non sarebbe potuto venire con me,non avrebbe potuto lasciare il branco e il padre e poi io non gliel’avrei permesso.
Se fossi rimasta qui a Forks con Jake non avrei mai potuto continuare gli studi,avrei dovuto lavorare in qualche negozio di Forks o Port Angeles. Ma non volevo quella vita.. desideravo che la mia vita avesse una svolta nel vero della parola.. ma Jake??

Scossi la testa e continuai a vagare sulla spiaggia soleggiata della riserva.
Dopo più di un’ora tornai a casa di Jake.
Entrai di corsa.
“E’ sveglio?” 
“Non ancora. Ma ti sta sognando. Ti chiama spesso. Ti ama davvero, sai?” sorrise e poi si portò con la sedia a rotelle fuori dalla stanza di Jake “Mi piacerebbe averti come nuora.” Disse sorridendo.
“Billy, non.. me lo avevi mai detto.” 
“Lo so, ma.. sai mi farebbe piacere. Ormai sono vecchio e desidero solo che i miei figli si sistemino.”
“Lo so che vuoi ciò che è meglio per lui, Rachel e Rebecca.”
“E so che lo vuoi anche tu, Nessie. Però ho sentito prima, senza volerlo, che non hai deciso ancora se restare qui alla riserva con Jake o andare via.”
Abbassai lo sguardo mi sentivo smascherata.
“Nessie” disse prendendomi una mano “Jake ha già sofferto troppo durante la sua adolescenza e conoscendolo ti direbbe di andare via per realizzare il tuo sogno, anche se non lo vorrebbe.”
Annuii. “Lo so,Billy. E’ anche per questo che sono così confusa. Non vorrei mai dargli un altro dolore, ma.. ho anche un sogno che vorrei realizzare. Se seguo il mio sogno perderò Jake, ma se resto qui con lui..”
“Parlane con lui e digli i tuoi dubbi.”
“La decisione è mia lui non c’entra.” dissi senza guardarlo come se stessi parlando a me stessa.
“Ti preparo una tisana quileute. Ti calmerà un po’ schiarendoti anche le idee.”
“Grazie.” dissi accasciandomi sul divano vicino alla finestra del salone.
Dopo pochi minuti uno strano aroma aleggiò nell’aria,sembrava qualche fiore tipo calendula e biancospino,seguito subito dopo da uno strano odore che sembrava cavolo cotto.
Poi altri strani odori mai sentiti.. ricominciai a pensare guardando il mare in lontananza.. 
“Ecco la tisana.” disse Billy porgendomi un bicchiere fumante contenente un liquido verdastro giallognolo, feci una faccia di disgusto e Billy se ne accorse e disse:
“Era del nonno di Jake. Taha Aki e la sua famiglia la bevevano nei momenti difficili in cui era necessario decidere. Decidere cosa era meglio per loro e per la loro discendenza.” mi disse Billy in tono solenne.
La bevvi e non era male anche se sembrava che la confusione che avevo in testa fosse aumentata ancora di più. Rimasi con la tazza vuota a metà tra le mani per non so quanto, poi mi alzai e andai da Jake.

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** CINQUANTESIMO CAPITOLO: All of my reasons suddenly goes away ***


Ok, ci tengo a dire che concluderò la storia più per me che per voi.. dico questo perché noto con dispiacere che nessuno caga nè me nè la storia.
Mi dedicherò a un'altra fan fiction sperando che sia più fortunata di questa.
Detto ciò vi ringrazio..
Addio!


CINQUANTESIMO CAPITOLO: All of my reasons suddenly goes away  


Mi sedetti sul bordo del suo letto e dissi: ”Scusami.”
Avevo scelto..
Lentamente Jake aprì gli occhi.
“Ciao.” dissi triste.
“Ciao.” disse.
Lo sentii deglutire.
“Se n’è andato?” chiese riferendosi a Nicholas.
“Si, subito dopo che tu sei svenuto.”
“Codardo.” sospirò “Sei rimasta tutto il tempo qui?” chiese guardandomi le mani che stringevano ancora la tazza.
“Diciamo di si.”
Rimasi in silenzio.
“Cosa c’è?” mi disse dolce.
Lo abbracciai forte per quello che potevo.
Si staccò da me e mi chiese:”Allora?”
Tacqui e dissi: ”Ho deciso che seguirò il mio sogno.”
Lo guardai.
Era serio.
Lo sentii respirare forte come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa.
“Hai fatto bene. E’ questo il tuo sogno. Devi andare lì. Hai fatto la scelta più..” si interruppe.
“Non so se è la scelta migliore.” confessai. “Io vorrei poter stare con te.. magari potremmo vederci quando..”
“No, non puoi. Devi concentrarti sul tuo sogno, ora.” disse calmo.
Mi fece stare peggio quella sua calma.
Mi guardò e notai che aveva gli occhi di colpo vuoti e tristi.
“Non potrai mai fare una cosa sperando di soddisfare contemporaneamente l’altra. Qualunque fosse stata la tua decisione o tu o io avremmo sofferto comunque.” deglutì e disse ”Preferisco soffrire io che vedere triste te.” 
Era meglio se mi avesse vomitato contro tutte le parolacce possibili e immaginabili, che mi avesse schiaffeggiata, piuttosto che quel comportamento di resa e tranquillità.
Sapevo che nonostante quella sua tranquillità, dentro stava morendo dal dolore. Così come me.
Mi abbracciò di colpo e disse: ”Cerca di essere felice. Anche senza di me.” concluse con tono di chi era sotto sforzo.
Allungai il viso verso il suo e ci baciammo.
Le nostre lacrime si confusero durante il bacio.
Ci baciammo prima in modo casto, poi fino a toglierci il fiato reciprocamente.
Mi fece stendere sopra di lui e facemmo l’amore.
Fummo abbastanza violenti l’un con l’altro quella volta. 
Forse perché sapevamo che era l’ultima.
“Ti amerò per sempre.” sentii chiaramente questo pensiero di Jake.
“Anch’io.” dissi.
In quel momento capii perché sentivo i pensieri di Jacob solo poche volte: tutto dipendeva dal contatto fisico, finché era recente tra noi si stabiliva come un ponte non solo fisico ma anche mentale.
Tre ore dopo ero ancora sopra di lui, avevo gli occhi chiusi e le mie mani tra i suoi capelli.
Mentre sentivo Jake dormire mi venne in mente che c’era un’altra università a un’ora da Forks, non era la migliore ma sarei potuta rimanere qui con la mia famiglia, con i miei amici, con lui.
Sorrisi e mi sollevai dal petto di Jake. 
Presi il telefono e informai i miei genitori di quel repentino cambiamento.
Erano più tranquilli.
Decisi di svegliare Jake e con un grugnito aprì gli occhi.
Sorrisi e gli accarezzai il viso: ”Jake.”
“Ehi.” disse “E l’aereo? Pensavo te ne fossi andata.”
Scossi la testa e sorrisi.
“Io non vado da nessuna parte.”
Si sollevò sui gomiti e disse: ”Come? Cioè?”
“Ho deciso che andrò a un’università a un’ora di macchina da qui. Non è la migliore però potrò studiare lo stesso e stare con te.”
I suoi occhi si illuminarono e con un sorriso mi riportò sopra di sè.
“Non sai..” mi diede un bacio “quanto” un altro “sono felice.” concluse con un altro più intenso.
“Sono felice anch’io e senti come lo sono.” 
Posai la sua mano sul mio cuore.
Sorrise felice come non mai.
Felice quanto me.
 
Arrivai 10 minuti dopo a casa mia o quella che credevo ancora casa mia.
Bussai e mi venne ad aprire mia madre.
“Ciao mamma.” dissi.
“Ciao tesoro.” mi rispose con la sua voce tintinnante.
“Posso … entrare?” chiesi titubante.
“Si, questa è casa tua.”
“Grazie.” dissi.
“Entra.” mi disse spostandosi.
Chiuse la porta.
“Mamma sono venuta a chiedervi scusa per tutto quello che ho detto e fatto.”
“No, è colpa nostra.”
“No, mamma. Sono io l’unica colpevole di quello che dico, che faccio. L’unica responsabile delle mie azioni.”
“E’ successo qualcosa con Jake?”
Scossi la testa e poi parlai:”No, no. Gli ho comunicato la mia scelta e lui è contento, ovviamente.”
“Sei sicura della tua scelta?”
“Si.” risposi sicura e felice.
Dopo aver parlato anche con papà salii in camera mia e mi sentii terribilmente felice.
Neanche il tempo di rilassarmi che qualcuno grattò contro la finestra, sobbalzai: era Nicholas.
Aprii la finestra: ”Che vuoi?”
“Posso entrare?”
“No.” risposi dura.
“Senti mi dispiace. Non volevo. E’ che vederti con lui mi ha fatto male.”
“Perciò hai pensato di colpirlo a sangue! Se tu soffrivi, doveva soffrire anche lui e di conseguenza io.” dissi.
“Sì.. no.. non era quello che volevo. O almeno non del tutto. Io volevo solo che mi seguissi.”
Scossi la testa e lo guardai dura.
“Si è ripreso?”
“Sì, per tua fortuna. O sarei venuta io stessa a ucciderti.”
Rise mentre io lo guardavo seria.
Si rese conto della mia serietà e tacque di colpo.
“Comunque, non ero venuto qui solo per scusarmi, ma anche per dirti che.. parto. Tra una settimana.”
“Perché me lo vieni a dire?”
“P – perché siamo amici.”
“Prima che facessi del male a Jake.” dissi in tono ovvio.
“Oggi vado a scusarmi con lui. Promesso.”
“Buon per te. Così avrai la coscienza pulita.” dissi.
“Andiamo Nessie. Ti prego, non trattarmi con tanta freddezza.”
Lo guardai e dissi: ”Sì, anche perché la meriteresti tutta.”
Un attimo dopo la porta di casa mia si aprì e sentii la voce di zia Alice.
“Bella!” 
“Che succede?” chiese mia madre.
“I Volturi.”
Appena sentì il nome dei Volturi, scesi le scale e Nicholas mi seguì a ruota.
“Saranno qui tra un paio di giorni al massimo.” disse mia zia Alice mentre scendevamo le scale.
“Vogliono me, vero?” chiese Nick.
“Non riesco a vedere molto per quanto riguarda te. Ma so che succederà qualcosa di orribile.”
 
Nick in quei due giorni stette a casa nostra insieme a tutta la famiglia.
Mio nonno ebbe la cattiva idea di far radunare anche il branco, Sam non ne fu contento.
Vidi Jake sotto forma di lupo, ma non riuscii a stargli vicino.
Eravamo in una radura circondata da dei platani.
Eravamo tutti agitati.
Nick era spaventato a morte. 
Sapeva che il loro obiettivo era lui.
Dopo poco un’aria grave si abbatté su di noi e il cielo si oscurò.
Loro erano qui.
Mia madre alzò subito lo scudo su tutti noi.
Di lì a poco si videro delle figure incappucciate con dei mantelli neri, erano pochi.
Al centro si distinse, poco dopo, abbassando il cappuccio Aro.
Subito dopo si distinsero gli altri: Renata, scudo personale di Aro, Jane, Alec, Demetri e Felix.
Erano pochi ma micidiali comunque.
“Salve Aro.” lo salutò cordialmente mio nonno.
“Salute a te, Carlisle. Quanto tempo è che non ci vediamo? Un secolo.  Forse?” chiese con voce gentile, anche se la sua non era certamente una visita di cortesia.
“Probabile.  A cosa dobbiamo la vostra visita qui?”
“Siamo venuti qui per riprenderci un nostro membro, che se n’è andato senza motivazioni valide.” disse Aro.
Poi i suoi occhi si posarono su di me.
“E questa incantevole vampira chi è?” chiese con un sorriso dolce, ma che m’inquietò ancora di più.
“E’ un’immortale senza dubbio.” disse Jane.
“No.” Intervenne mio padre “Lei è Renesmee, ricordi?” 
Aro guardò prima mio padre e poi me.
“Che cosa possono fare pochi anni.  Sei diventata un magnifico fiore, Renesmee Cullen.” disse con voce calma e melliflua. 
Lo guardai e poi guardai la mia famiglia spaventata.
“Posso vedere come hai passato questi anni, Renesmee?” chiese.
Feci un paio di passi.  Poi altri.  Ancora pochi e sarei uscita dallo scudo di mia madre e lo feci.
Allungai la mano verso quella tesa verso di me di Aro e un attimo dopo la strinse forte.
Mi sentii come se avessi una sonda nella mente. Gli occhi mi divennero lucidi.
“Ah, l’amore. L’amore può farti stringere legami con esseri nemici per natura.”
Si riferiva a Jake.
“Lui non è un nemico. Per me non lo è mai stato.”
“Ah e che splendidi esemplari di licantropi.”
Stava guardando ogni mio singolo ricordo. Anche quelli più intimi miei e di Jake.
“Ah beh, questo è nella natura di chi è metà umano.” commentò ai ricordi che aveva visto.
“E poi c’è il nostro giovane amico, Nicholas. Lo sapeva che non doveva stringere rapporti così intimi con una come te.” disse “Me la dovrò prendere anche con te.”
Un attimo dopo un dolore acuto mi perforò il cervello e mi fece mancare il respiro.
Sentii dei movimenti alle mie spalle, ma non riuscivo a vedere né sentire per il dolore.
Urlai.
Poi all’improvviso un ululato di dolore alle mie spalle.
Riuscii a voltarmi e vidi Jake a terra sotto forma di lupo che soffriva quanto me,riuscii a vedere la figura di Jane sopra di noi e mi ricordai della bionda del mio incubo, era lei.
“Lasciali, Jane.” era Nicholas.
“Mio giovane collaboratore.” disse Aro con lo stesso tono.
“Aro,so che siete venuti per me. Perché ve la prendete anche con lei? Lei mi è solo stata vicina. Non ha colpe.”
“No, forse no, ma sai che contratto avevi con noi: finché facevi parte del nostro corpo di guardia non potevi avere relazioni esterne.”
“Me n’ero andato.”
“Senza motivazioni valide.”
“Non volevo più fare del male a nessuno.”
“Mi dispiace. Ma se non verrai con noi con la tua volontà, saremo costretti a ucciderti.”
“Lo so, ma io con voi non ci torno perciò uccidetemi seduta stante.”
“Sarebbe un peccato sprecare così i tuoi poteri.”
“Lo so. Intanto lasciatela.” disse con tono autoritario.
“Jane.” disse Aro.
“Maestro.” rispose Jane interrompendo il suo potere su di noi.
Riprendemmo a respirare normalmente.
“Nessie” disse Nick “dammi le mani.”
Lo guardai con gli occhi lucidi ancora per il dolore e gliele porsi, in un attimo mi fu data forza, energia,  fu come se mi stesse dando qualcosa.
Ero più forte di prima.
Si inginocchiò davanti a me e disse: ”Mia dolce Nessie, con te sono quasi sempre stato buono e ti chiedo scusa per quello che ti ho fatto.  Però te lo devo dire: ti amo.”
Sapevo che mi stava dicendo addio, delle lacrime scesero da sole senza controllo.
Me le asciugò baciandomi e ricambiai il bacio,sapevo che non sarebbe sopravvissuto, non con i Volturi.
Poi si allontanò da me alzandosi e dicendo: “Non m’importa dei miei poteri.  Fallo.”
Nicholas si inginocchiò e Aro prese la testa di Nicholas, si sentì un rumore violento e un attimo ..
Le lacrime mi uscirono incontrollate più di prima.
Fui affiancata subito da mio nonno che disse: ”Avete adempiuto al vostro compito. Ora potete tornare a Volterra.”
“Arrivederci miei giovani amici e arrivederci Renesmee.” 
Voltarono le spalle e andarono via così come erano venuti.
L’aria pesante e fitta che avevano portato con sé se ne andò insieme a loro e lasciò il posto al sole circondato da poche nubi.
Guardai verso Nicholas,ma ora di lui era rimasta polvere di quelli che sembravano diamanti.
Ora che l’avevo perso per sempre avevo capito quanto era importante e quanto sarebbe stato importante nella mia vita come amico e come confidente.
Rimasi immobile sul posto.
Sentii qualcuno che mi portava via da lì, ma in quel momento non m’importava chi fosse volevo solo restare sola con il mio dolore..

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** CINQUANTUNESIMO CAPITOLO: Nessie, what's happening? ***


CINQUANTUNESIMO CAPITOLO: Nessie, what's happening?


Trascorsero due settimane tranquille durante le quali passavo tutto il mio tempo con il mio Jacob e i suoi amici a mare. Ci divertivamo un mondo. Giocavamo, ridevamo, ballavamo, cantavamo, nuotavamo.
Stavamo svegli fino alle 5 del mattino a guardare le stelle io e Jake, per poi dormire la mattina nella sua stanza fino a mezzogiorno.

Era davvero bella la nostra vita adesso.
Oserei dire che era normale.

- Punto di vista Jacob -

Tutti i miei giorni con Nessie erano magnifici, era bellissimo stare sempre con lei.
Era il 10 agosto e guardavamo le stelle.
“Guarda quelle stelle.” dissi puntando il dito verso il cielo.
“Sembrano due lupi che lottano.” disse lei persa a osservare la volta celeste.
“Guarda quell’altra. Sembra un lupo piccolino.”
“Si,hai ragione.” disse sorridendo.
“Nessie” dissi.
Lei si girò e mi guardò con i suoi occhi color cioccolato.
“Ci stavo pensando da un po’” presi coraggio “mi piacerebbe avere un figlio da te, un figlio nostro.”
Le si illuminarono gli occhi e si stese sopra di me.
“Davvero?!”
Annuii e poi le chiesi: ”E a te? Farebbe piacere?”
“Non ne hai idea. Ultimamente c’ho pensato spesso. E poi ho sognato che.. avevamo un piccolo Black.” confessò arrossendo.
Le accarezzai la guancia e poi i capelli, la mia mano cadde sul suo ventre che scottava.
Forse perché stava poggiata su di me?
Restammo fino alle 2 a vedere le stelle cadenti felici, poi lei mi chiese di tornare a casa e così tornammo.
Il giorno dopo lei era già sveglia e la trovai che preparava la colazione per me.
“Ciao tesoro.” dissi dandole un bacio prima sul collo e poi sulle labbra.
“Ciao amore mio.” disse felice. “Siediti.”
“No, voglio stare in piedi non mi va di sedermi.”
“E dai siediti.” insistette quasi arrabbiata.
“Nessie, ma che ti prende? Ti ho detto che voglio stare in piedi.” dissi alterato.
Scoppiò a piangere. 
Ma che avevo detto?
“No, piccola, scusami. I – io non volevo..  scusa.”
Mi abbracciò era calda come ieri sera.
“N – non fa niente. Non so che” tirò su col naso “mi prende.”
La strinsi forte a me e la cullai tra le mie braccia.
“Dai, piccola. Calma non è successo niente.” 
La guardai in viso e le asciugai le lacrime, le baciai delicatamente le guance umide e sembrò rilassarsi un po’.
“Dai vieni.” dissi sedendomi e facendola sedere sulle mie gambe.
Poggiò la testa nell’incavo tra spalla e collo, la sentii respirare normalmente.
“Va meglio?” le chiesi dopo un po’.
“Si.” mi rispose in un sussurro.
“Vogliamo fare una passeggiata?”
Annuì.
E così uscimmo.

- Punto di vista Nessie –

Non lo sapevo nemmeno io perché ero scoppiata in lacrime quando Jake aveva detto di non volersi sedere.
Uscimmo di casa e mi teneva per mano.
Mi sentivo un po’ giù in quel momento,senza un vero motivo.
“Tutto bene?” mi chiese Jake,  dopo incessanti minuti di silenzio totale,   stringendomi la mano.
“Si.” risposi flebilmente.
“E’ da ieri che ti sento un po’ .. strana. Sei sicura che vada tutto bene?”
“Ma si, si. Forse ho solo un po’ di febbre o qualcosa del genere.”
“Forse.  Anche se fino a un paio di giorni fa stavi bene.”
“Lo so.” dissi poco convinta di quello che avevo affermato un attimo fa.
Il discorso si concluse lì.
“Facciamo una nuotata?” proposi.
“Si.”
Lo vidi togliersi la t-shirt e poi il pantalone, mi feci aiutare a sfilare il vestitino che portavo.
Ero diventata un po’ incapace ultimamente..
“Prima io, prima io.” dissi.
Facemmo a gara per entrare.
Nuotammo molto e ci divertimmo.
Poi ebbi freddo e mi avvicinai al mio lupo, caldo come sempre.
Mi strinse a sé e un istinto improvviso mi disse di baciarlo, lo feci.
Le nostre lingue si incontrarono subito, intrecciandosi e giocando insieme.
Facemmo l’amore nel mare e fu bellissimo.
Provai delle emozioni mai provate fino a quel momento.
Uscimmo dall’acqua e ci asciugammo, o meglio mi asciugai al sole.
Mi piaceva stare al sole, stavo al caldo e stavo bene.
Dopo un paio d’ore tornammo a casa e feci una doccia fresca, mentre m’insaponavo con la spugna sentii un movimento brusco all’altezza del ventre: mi piegai in due per il dolore e attesi qualcos’altro ma niente.
Continuai a lavarmi, ma non ebbi successivi episodi.
Mi avvolsi nel telo e uscii dalla doccia a piedi scalzi.
“Amore, hai finito?” mi chiese Jake dolcemente.
“Si, tesoro. Vieni.” risposi.
Prima di entrare in bagno mi diede un bacio leggero sulle labbra e poi io uscii andandomi a vestire prima e poi asciugare i capelli. Li lasciai ricci e poi indossai un maglione, avevo freddo anche se fuori c’erano 30° C!!
“Tesoro,hai freddo?” mi chiese Jake.
“Molto. E’ come se fossi immersa nell’acqua ghiacciata. Prima mi era sembrato addirittura di sentire qualcosa muoversi.” dissi sorridendo perché pensavo che fosse una sciocchezza.
“Qualcosa muoversi?” chiese.
“Si. Ma mi sarò sbagliata.”
“Vieni qui.” mi disse “Togliti il maglione che ci penso io a riscaldarti.” concluse con un sorriso buono e ingenuo.
Mi sfilai il maglione e lo abbracciai.
Ero tranquilla e mi addormentai.

- Punto di vista Jacob –

Com’era dormigliona in quel periodo!
O aveva freddo, o aveva fame, o dormiva.
Gli accarezzai il viso e poi le mani che erano gelide, le misi tra le mie e si riscaldarono in un lampo.
Si svegliò di soprassalto facendomi svegliare, la vidi correre in bagno e la seguii, vomitò e io le tenni i capelli per non farglieli sporcare.
“Finito?” chiesi.
Annuì.
“Vieni sciacquati la bocca.” dissi.
La tenni stretta a me, mentre si puliva la bocca.
Poi si guardò allo specchio, era cerea come suo padre e sua madre.
“Come ti senti?” le chiesi.
“Bene.. più o meno.” sussurrò “Mi gira un po’ la testa.”
La osservai e poi mi venne un dubbio: le toccai la fronte era calda, le mani erano gelide e il ventre era più caldo di un paio di giorni fa. 
“Tesoro, non sarà il caso di chiamare Carlisle?”
“No.” rispose secca. “Sono 9 anni che mi visita solo. No!” esclamò.
“Tesoro,tu hai qualcosa che non va! Dormi sempre e se non dormi, mangi e se non mangi hai freddo e stai abbracciata a me..”
“Che c’è non ti sto più bene?!” esclamò all’improvviso.
“Ma che dici?” chiesi sorpreso.
“E allora perché parli così? Io da nonno non ci vado.” sbottò andando fuori.
Uscii anch’io e vidi che era seduta e piangeva.
“Su dai.. scusami.” dissi sedendomi accanto a lei.
Mi abbracciò e disse: ”No, scusami tu.. non so cos’ho in questo periodo. Sono prima triste, poi arrabbiata, poi felice. Non lo so neanch’io. Ho continui sbalzi d’umore.”
Ero veramente fuori di me in quel periodo.
Non comprendevo neanche io i miei comportamenti verso Jake.
Una notte mi addormentai e sognai che ero in una casa lontana da Forks, c’eravamo io e Jake e più in là una culla dalle tendine rosa. Mi avvicinai e vidi sorridere felice una neonata.
La presi in braccio e Jake mi chiamò.
Tornai a guardare mia figlia e allora sentii una voce tutt’altro che infantile che mi disse: ”Tu farai la stessa fine di tua madre.”
“Nooooooooo!!!!!!”  urlai svegliandomi di soprassalto.
Mi alzai di scatto e spostando Jake a forza.
Sobbalzò anche lui.
“Nessie.”  accese la luce e mi guardò “Stai bene?”
“No, ho avuto un incubo.” risposi con il fiatone.
Mi appoggiai al suo petto bollente e dissi in un sussurro: ”Io non voglio morire.”
Spostò la testa e mi guardò torvo, poi mi chiese:”Perché dovresti morire?”
Scossi la testa.
“Non lo so. Ma ho paura, Jake.” confessai.
“Dormiamo?” mi chiese.
Annuii.
Mi diede un bacio delicato sulle labbra e poi dopo qualche minuto mi riaddormentai.

Il giorno dopo trovai un pacco d’acqua calda sul mio ventre e Jake me lo teneva fermo.
“Che succede?” chiesi.
“Stai tranquilla.”
“Perché questo pacco?”
“Stanotte a un certo punto hai tenuto schiacciato il tuo ventre contro il mio corpo, così mi sono svegliato e ti ho messo questo.”
Gli accarezzai il viso.
“Scusami non so che cos’ho.”
“Non fa niente, tesoro. Però dobbiamo chiamare Carlisle.”
“No.” dissi mettendo il broncio.
“Nessie, non fare la bambina.” disse in tono severo.
Rimasi spiazzata, non mi aveva mai parlato così.
Mi arrabbiai sul serio e cominciai a urlare senza neanche più riconoscermi, mi arrabbiai e sentii la temperatura del mio corpo aumentare come se mi stesse venendo la febbre a 40.. poi tutto buio.

- Punto di vista Jacob –

Si arrabbiò e vidi che cominciava anche a tremare, non nascondo che mi spaventai abbastanza,  sembrava che stesse per trasformarsi in un licantropo. Poi svenne tra le mie braccia; non indugiai un attimo in più, la presi in braccio e corsi con quanta forza avevo nelle gambe fino a casa Cullen.
Lei aveva bisogno di cure e di assistenza da parte di chi ci capiva di più.
Edward mi aprì la porta, aveva già sentito i miei pensieri da lontano.
“Si, ti ho sentito.” mi rispose. “Cos’è successo a mia figlia?” chiese.
“C’è Carlisle?”
“Si, è di là.”
Edward lo chiamò e poi gli spiegai dello svenimento di Nessie.
La portammo sopra e lì Carlisle cominciò a visitarla.
Le metteva addosso quegli aggeggi e non proferiva parola.
Quel silenzio mi stava cominciando a far diventare matto.
“Anch’io sono preoccupato, Jacob.” rispose Edward nel sentire i miei pensieri “Ma vedrai che Carlisle..”
“Jacob.” mi chiamò il dottore. “Entra. Ti devo fare delle domande.”
Deglutii.
“Avete avuto rapporti completi ultimamente?”
“Ehm..” deglutii.
Edward si era irrigidito e temevo che da un momento all’altro mi avrebbe staccato il collo.
“Edward, calmati. Ormai è successo. Nessie non è più piccola. E’ normale.” disse il dottore.
Chiuse gli occhi e poi disse:”Rispondi, Jacob.”
Ci pensai.
“Da non molto. Perché?”
“Sai per caso quando ha avuto il ciclo l’ultima volta?”
Scossi la testa. “Non ne ho idea.”
“A parte i sintomi che mi hai detto prima, ha avuto qualcos’altro? Sbalzi d’umore, nausea, crisi di pianto.”
“Tutto.” confermai annuendo “Che le sta succedendo?”
Guardò prima Nessie che non si era ancora ripresa e poi me.
“E’ incinta.”
Aprii la bocca ed emisi un verso di stupore.







Sbam!
Sono tornata mooooooolto presto.
Eh come avrete letto la nostra Nessie è incinta del nostro bel licantropo, allora che ne pensate?
Cosa credete che accadrà adesso?
Nessie sarà abbastanza forte da portare avanti la gravidanza?
E Jacob cosa ne penserà?
I Cullen cosa faranno?
Okay, sono tante domande a cui spero di soddisfarvi con il prossimo capitolo.. 

Grazie a chi ha recensito e chi legge silenziosamente come sempre... 
See you soon
xxx

Ritorna all'indice


Capitolo 52
*** CINQUANTADUESIMO CAPITOLO: Stay, stay here with me, please.. ***


Buon pomeriggio!
Eh già, dopo quasi un mese aggiorno.. causa? 
Università, patente etc.. 
Spero di farmi perdonare con questo capitolo.. non vi dimenticate di recensire!



 

CINQUANTADUESIMO CAPITOLO: Stay, stay here with me, please..




 

Ero senza parole.
Nessuno fiatava nella stanza.
Tutto era fermo e immobile.
“Carlisle” dissi “che .. che bambino aspetta? Cioè.. è .. umano,licantropo o vampiro?” 
Era una domanda assurda me ne rendevo conto da solo, ma in quella circostanza era più che normale.
“Non lo so. Ma dato che la temperatura del corpo è molto alta potrebbe trattarsi di un licantropo.”
“Ma perché lei non si sveglia?” chiesi andando su e giù per la stanza, per poi avvicinarmi al suo letto e prendendole la mano.
“La temperatura del corpo sta aumentando troppo velocemente e il suo organismo non è abituato a sopportare queste temperature.” 
“Cosa possiamo fare?” chiesi preoccupato.
“Aspettare. Ora tutto dipende da lei. Deve lottare. Per ora resta qui, Jacob. E’ meglio. La potrò visitare e tenere sotto osservazione.” disse poi uscì e notai che portò Edward con lui, chiudendo la porta alle spalle.
Intrecciai le mie dita alle sue. 
“Nessie, ti prego svegliati.” le accarezzai i capelli “Tesoro, sei incinta. Aspettiamo un bambino. Ti ricordi l’altro giorno ne parlammo. Ti dissi che desideravo avere un figlio da te.. e tu mi dicesti che.. lo desideravi anche tu.. perciò ora ti prego, lotta. E riprenditi. Senza di te io.. non ce la faccio.” le diedi un bacio sulla fronte e rimasi vicino a lei.


Dopo non so quanto delle dita fredde mi sfiorarono i capelli, mi svegliai e vidi Bella.
“Dormito bene?” mi chiese.
Mi sorrise e ricordai che un tempo avevo anche amato quel sorriso..
“Si.. diciamo.” guardai Nessie, dormiva. “Non si è mai svegliata?”
“Una sola volta, ma poi si è riaddormentata subito.” 
Rimanemmo in silenzio.
Guardai Nessie.
“Hai paura di perderla, vero?”
La guardai negli occhi, ormai non più color cioccolato, ma castano dorato.
Annuii solo distogliendo subito lo sguardo.
Quel colore mi faceva male, bruciava ai miei occhi e avvertivo come una sensazione di dolore.. sapevo ormai cosa mi legava a Bella, ma ricordare faceva male lo stesso.
“E’ inutile che lo neghi. Lei ora è tutta la mia vita. E se morisse io..” le parole mi si bloccarono in gola.
“Non morirà. Lei è forte. E’ molto più forte di tutti noi. Sono sicura che ce la farà.” disse stringendo la mia mano.
“Bella” dissi “io e Nessie abbiamo parlato a volte anche di te e di come abbia sofferto per..  per un amore non corrisposto.” dissi velocemente “Lei mi ha sempre detto che.. lei era un’altra storia e che il suo amore per me era diverso.” annuii e dissi “Ora ne sono pienamente convinto.  Ora più che mai.” lasciai la mano di Bella per stringere quella ancora calda, ma non più bollente,  di Nessie.
“Mentre lei dorme parla sempre di te..” sorrise “ci sei sempre tu. Sembri .. anzi sei il fulcro dei suoi pensieri, il Sole della sua mente e dei suoi sogni.  Tu sei veramente tutto per lei.”
“Scusa..”  disse una voce debole vicino a noi.
Ci girammo di scatto e un attimo dopo anche il dottore ed Edward erano nella stanza.
“Si sta riprendendo.” disse Carlisle.
“Grazie dottore me n’ero accorto.” dissi sarcastico.
La sua mano strinse la mia e intrecciò le sue dita alle mie.
Aprì gli occhi e incontrò quelli di tutti e poi i miei.
“Scusami.” mi disse.
“Shh” la zittii “non ti devi preoccupare.  Non fa niente.” le accarezzai il viso.
“Jake, ho fame.” mi disse con una tenerezza nello sguardo, una tenerezza che mi scosse il petto.
“Cosa vorresti?” le chiesi premuroso.
“Carne.. cruda.”
Guardai prima Carlisle, poi Edward e Bella.
“Nessie, vado e torno.” 
Le lasciai la mano e corsi nella foresta sotto forma di lupo.
Per lei avrei fatto qualsiasi cosa.
Trovai un alce grosso e dall’aspetto ottimo, ma in quel momento non pensai al mio stomaco, piuttosto a quello della mia piccola.
Mi feci aiutare da Bella e le facemmo mangiare quanta più carne possibile.
Alla vista di lei che si nutriva come un lupo, mi venne quasi il disgusto, ma forse il bambino era veramente quello che il dottore Canino presupponeva perciò meglio accontentarlo.
Da quel momento Nessie, o per meglio dire il bambino o la bambina che Nessie portava in grembo era davvero strano: prima voleva carne cruda, poi voleva cibi “umani”, altre volte ancora voleva sangue.
Avevo paura Nessie era sempre più pallida e alternava momenti in cui era bollente e sveniva e in altri che era gelida e dovevo tenerla tra le mie braccia.
Quel pomeriggio era seduta sulle mie gambe e teneva la testa abbandonata nell’incavo tra la spalla e il collo. Sentivo il suo fiato caldo e irregolare soffiare sul collo: si era addormentata.
Era meglio che dormiva e si riposava: non sopportavo di vederla soffrire perché anche se non voleva darlo a vedere, stava male.
La pancia era cresciuta e ogni tanto si sentivano dei movimenti come se fosse già tipo al quinto o sesto mese di gravidanza eppure era solo al terzo.
Si sentì all’improvviso un movimento violento, come un calcio, e Nessie si svegliò di colpo.
“Dev’essere un bel tipetto.” disse con tono dolorante, ma sorridendo.
Bel tipetto un corno se la faceva stare male!
“Jake, scusami.”
“Di cosa?”
Teneva gli occhi chiusi e sembrava trattenesse il respiro, poi mi guardò e disse:”Non sono in grado di tenere in grembo tuo figlio.”
“Non dire sciocchezze. Sei bravissima.. è lui che.. dev’essere un bel tipetto.” dissi anche se non ne ero del tutto convinto che lui fosse un “bel tipetto”.
“Jake, io ho fatto un sogno diversi giorni fa.”
“Quale?”
“C’era una culla e c’eravamo tu ed io in una casa lontana da Forks, nel momento in cui ho preso nostro figlio tra le braccia ho sentito una voce.” la sua voce si spezzò e strinse gli occhi.
“Che succede?” chiesi allarmato.
“Niente, si è mosso. Dev’essere un giocatore formidabile. Da certi calci e pugni.” disse con voce dolce e tenera.
“Che voce hai sentito nel tuo sogno, Nessie?” chiesi.
“Era.. non so.. ma sembrava una voce .. di una vampira adulta e mi ha detto che.. avrei fatto la stessa fine di mia madre.”
La mia espressione cambiò di colpo.
“Jake,va tutto bene. Era solo un sogno.” mi disse con voce tranquilla accarezzandomi il viso dolcemente.
“E se fosse un monito? O qualcosa del genere?”
“Attraverso un sogno?” disse lei sorridendo appena “Non è possibile. E poi lui non è un vampiro vero e proprio..”
“Nessie non sappiamo che cos’è.” dissi.
“Lo so, ma io sono sicura che non è un vampiro.”
“Come fai ad esserne certa?” chiesi preoccupato.
“Una madre lo sente.” sorrise e si accarezzò il pancione.
Il bambino scalciò sentendo le sue mani fredde.
“Ahi!” disse lei sorridendo “Vuole le mani del papà.” concluse prendendo le mie e poggiandole sulla pancia, la creatura si calmò di colpo.
“Tesoro, ora cerca di riposare un po’, va bene?” le dissi.
Annuì e poi disse, rivolta al bambino: ”Adesso si dorme un po’. Perciò fai il bravo.”
Uscii dalla stanza chiudendo la porta.
Delle lacrime scesero lungo le guance.
Mi sentivo distrutto, non volevo e non potevo perderla, non..
Alzai lo sguardo e vidi Edward vicino alle scale, che portavano al piano di sotto, che mi fissava.
“E’ contenta lei, vero?”
Annuii. Non ce la facevo a parlare.
“Sai anche già della voce vero Edward?” gli chiesi con voce tremante.
“Si, ho sentito.”
“Che ne pensi?” chiesi asciugandomi le lacrime.
“Forse ha ragione lei. Non c’è niente di cui preoccuparsi.”
“E se ce ne fosse? Edward io non voglio perderla.”
“Lo so. Ora so con certezza quali sono i tuoi sentimenti per lei.”
“Peccato che tu l’abbia capito molto tempo dopo.” conclusi sarcastico.
“Come si dice.. meglio tardi che mai.”
“Già.  Spero solo che Nessie non..  che non le accada niente.”
Mi toccò la spalla amichevolmente, ma mi irrigidii lo stesso.
“Forse dovresti tornare dal branco. Ormai è quasi un mese che stai qui.”
“Lo so che mi vuoi sbattere fuori perché puzzo.. per te. Ma io non la lascio.”
“Io non voglio sbatterti fuori, ma so che come beta hai dei doveri.”
Annuii e pensai che se mi fossi allontanato per qualche ora in fondo non sarebbe successo niente, o almeno lo speravo.
Salutai gli altri e poi uscii, ma mi feci promettere che se fosse successo qualsiasi cosa mi avrebbero dovuto avvisare.
Corsi e arrivai finalmente alla riserva.

“Ragazzi c’è Jake!” la voce di Seth risuonò chiara e forte, un attimo dopo mi abbracciò felice.
“Ciao moccioso.” lo salutai scompigliandogli i capelli.
“Ciao.” mi disse lui un po’ scocciato per il soprannome.
“Guarda chi si rivede.” mi disse Paul abbracciandomi anche lui “Oh Dio, Jake, come puzzi!”
Ci fu una risata collettiva.
Quanto mi erano mancati i ragazzi!
Restai un po’ con loro, beccandomi anche un rimprovero da parte di Sam.
Gli spiegai i motivi della mia lontananza e a quel punto sentii Embry irrigidirsi.
“Sta così male?” mi chiese.
Annuii lentamente.
“Si è saputo che cos’è?” chiese Paul.
“No.  Carlisle, ha cercato di fare dei controlli, ma il bambino è come se fosse avvolto da una membrana protettiva. Non so come.. e non so neanche che cos’è.  Per me l’importante è che Nessie e il bambino stiano bene.”
“Ma mica c’è il pericolo che.. insomma.. possa succederle qualcosa?” chiese Quil.
Rimasi in silenzio,non sapevo che rispondere.
Mi stettero vicino in silenzio tutti, anche Leah.
Dopo qualche ora tornai dai Cullen..
 
Bussai e mi venne ad aprire il “folletto” di casa Cullen, Alice.
“Ciao Jacob.” mi salutò amichevolmente.
“Ciao Alice.” le dissi. 
“Si è svegliata e non sai che confusione che ha combinato.” disse spostandosi per farmi entrare.
“Cioè?” chiesi mentre lei chiudeva la porta.
“Si è alzata, è andata in bagno e poi è andata in cerca di sangue per tutta la casa. Guarda.” disse indicando la cucina: sembrava fosse passato un uragano, c’erano bicchieri rotti, dal frigo c’erano tutti prodotti buttati all’aria.
“Ora dov’è?”
“Sopra.  Ha pianto fino a 10 minuti fa. Poi le abbiamo fatto bere del sangue e si è calmata.” scosse la testa.
“Alice” le dissi “hai delle visioni su di lei?”
“Poche, ma sono confuse. Ora vai da lei.”
“Pensavo che il cane se ne fosse andato.” disse Rosalie andando verso la cucina.
“Ehi, bionda, vediamo se conosci questa. Da che cosa si capisce che un fax e' stato spedito da una bionda? C'e' sopra un francobollo! La conoscevi?”
Non rispose. 
“La conoscevi?” insistetti.
“Sì, cane puzzolente.” disse acida.
Smisi di prendere in giro la succhia sangue bionda e salii velocemente le scale:  vidi che Edward la teneva in braccio.
“Cos’è successo?”
“Il fisico si sta debilitando.” mi disse Emmett serio.
Entrai nella stanza ed Edward la poggiò sul letto coprendola con un piumone.
Poi mi guardò e disse: ”Stenditi vicino a lei. Ha bisogno di te.”  poi chiuse la porta.
Mi stesi vicino a lei e le accarezzai il viso.
Sentivo che respirava con sempre più difficoltà, sembrava un verso rauco il suo respiro.
La sola idea di perderla e di non poterla più vedere mi faceva mancare il fiato.
Toccai la pancia che ormai era diventata enorme,sembrava fosse al  settimo o all’ottavo mese di gravidanza.
Aprì gli occhi, probabilmente aveva sentito il mio calore.
“Ehi.. sei qui..” non so perché ma avevo una terribile sensazione “.. Jake.. mi devi promettere una cosa.”
“Tutto quello che vuoi.” dissi, non ce la facevo a contestare.
“Il bambino.. se non dovessi farcela..”
“Non dire così.” dissi interrompendo le sue parole.
“Se non dovessi farcela” riprese “te ne dovrai occupare tu.  Avrai .. tutta la mia famiglia che.. ti aiuterà, ma tu.. dagli tutto l’amore di cui ha bisogno.  Anche da parte mia.”
I miei occhi si riempirono di lacrime e alcune mi sfuggirono.
Me le asciugò prontamente.
“Non devi piangere. Non ne avrai il tempo. Devi pensare a lui.. capito? Sarai talmente tanto occupato con lui che.. non avrai il tempo di piangere.” concluse stringendo gli occhi e trattenendo il respiro.
“Tesoro, ma.. non..” non riuscivo più a formulare un pensiero logico.
Tremavo ma non per la rabbia, per il dolore e per il terrore di perderla.
Quel timore si concretizzava sempre di più.
Mi diede un bacio carico d’amore e quando le nostre lingue si toccarono, le lacrime scesero senza controllo.
Non avevo mai pianto in tutta la mia vita come in quel momento.

Passarono un paio d’ore, poi Nessie spalancò gli occhi di colpo e gridò.
Carlisle entrò subito seguito da Edward e Bella.
“Jacob spostati.” mi disse Carlisle.
Aveva gli occhi senza espressione.
“Il cuore sta cominciando a cedere.” disse Edward preoccupato.
“Carlisle” dissi “Non c’è un modo per..”
“Dobbiamo salvare il bambino.”
“O lui o lei?” chiesi disperato.
“A questo punto non si può più scegliere. Lui e basta.”
“Vuoi dire che dobbiamo lasciarla morire perché quella cosa deve essere salvata?” urlai furioso.
“Jake..” mi chiamò.
Nessie mi guardava con occhi sofferenti e imploranti.
Mi chinai verso di lei, mi guardò e disse: ”Lui non è un mostro. E’ nostro figlio e voglio che si chiami .. Anthony.”
“E se è una bambina?”
“Sarah Marie.” disse guardandomi.
“Va bene.” 
Annuii.
Pochi istanti dopo urlò per il dolore.
“Il bambino.” disse Edward “Sento i suoi pensieri. Deve uscire.”
“Jacob aiutami.” Disse Carlisle.
Le togliemmo il pantalone e gli slip.
“Tesoro” dissi “ora devi spingere.”
Annuì e cominciò a spingere..

Ritorna all'indice


Capitolo 53
*** CINQUANTATREESIMO CAPITOLO: Our sunrise.. ***


Toc toc
Eh già sono tornata!
Ho avuto un po' di problemi tra università e patente perciò non ho più scritto nulla, fino ad oggi
Questo è l'ultimo capitolo, ma tranquille arriverà l'epilogo
Buona lettura!!

 

Spingeva.
Urlava.
Perdeva sangue.
La vedevo soffrire.
Per me fu una tortura assistere a tutto questo.
A un certo punto lanciò un grido più forte dei precedenti e il bambino nacque.
Non vagiva,urlava quasi il neonato.
Lo guardai.
Era una bambina.
“Sarah.” dissi in un sussurro. “Nessie, nostra figlia è una bambina.”
Annuì con il sorriso sulle labbra, anche se aveva gli occhi chiusi.
Era sudata.
“Com’è?” chiese ad occhi chiusi.
“E’ bellissima come te.” dissi.
Era ancora scossa e tremava.
Avevo l’epidermide increspata dai brividi e dal dolore.
Sentivo il suo cuore battere forte, talmente forte che ebbi paura che potesse esplodere.
Aprì gli occhi e mi guardò: aveva gli occhi appena aperti e la bocca semichiusa.
Respirava velocemente.
“Nessie?” la chiamai e lei mi guardò.
Era vigile ma spossata.
“E’ meglio se la lasciamo riposare un po’.” suggerì Carlisle.
“No” disse con tono dolorante “Sto bene.” mi guardò “Jake dov’è nostra figlia?”
Sussultai a quel nostra.
Mi sorrise stringendomi la mano.
“Sei bellissima.” le dissi.
“Jake.” mi chiamò Bella alle mie spalle “Vostra figlia.” disse porgendomi quel fagottino così piccola e dagli occhi già vigili per essere quelli di una neonata.
Osservai la bambina, Sarah, mia figlia:aveva la pelle leggermente bronzea,gli occhi verdi e i capelli castani.
Mi guardò e mi sorrise.
Fui invaso da una sensazione di calore profondo, da una grande tenerezza e da un sentimento così grande che non avevo mai provato fino a quel momento, l’amore di un padre per la propria figlia.
Ora era tutto perfetto.
Mi voltai verso la mia Nessie e la guardai negli occhi: provai la stessa scarica elettrica e la stessa sensazione di calore di allora, di 9 anni fa, quando aveva avuto inizio il mio imprinting per lei.
“Eccola.” riuscii a dire dopo attimi di silenzio passati a contemplare mia, anzi nostra figlia.
Sarah Marie Black, la mia splendida bambina, ha fatto si che finalmente fossimo una famiglia io, lei e la mia donna Renesmee.
 
-Punto di vista Nessie -

Erano passati 6 mesi e io ormai avevo 20 anni e avevo deciso di aspettare un anno per coronare il mio sogno, diventare medico, dato che ne avevo coronati già due: il mio amore sempre più forte per Jake e nostra figlia.
Era dicembre e ormai sapevamo che Sarah era un licantropo.
Un licantropo piuttosto strano, dato che amava anche il sangue, e poi era lei ad aver ereditato il potere che mi aveva lasciato Nicholas prima di morire, cioè quello di riuscire a cambiare l’umore con lo sguardo. Io avevo il mio vecchio potere cioè di poter far vedere cosa pensavo con il tocco della mano. 
Cresceva normalmente come una qualsiasi bambina, forse lei sarebbe cresciuta come una bambina ‘normale’. Era ciò che speravamo e tutto ciò che desideravamo per nostra figlia.
Quando stavamo a casa mia, Sarah la teneva sempre in braccio mio padre perché diceva che le ricordavo il momento in cui ero ancora una neonata. Mentre la tenevo in braccio mio padre compose per lei una nuova ninna nanna che sono sicura suonerà ancora tantissime volte dato che a mia figlia piace molto il suono del pianoforte, rimane letteralmente incantata.
Credo proprio che diventerà un’abile pianista tra qualche anno.
Quando invece andavamo alla riserva i ragazzi non la lasciavano un minuto tranquilla dicevano continuamente “Sarah vieni qui, Sarah vieni con me.” Inutile dire che quando Billy seppe che l’avevamo chiamata come la madre di Jake pianse lacrime di gioia.
Ero davvero felice. Inoltre notai un piccolo particolare Seth voleva stare sempre con Sarah.. qui lupo ci cova! Chissà.. 
Mio nonno Carlisle mi aveva garantito che solo con la prima gravidanza avevo sfiorato la morte proprio perché non ero una creatura comune, ma per delle future gravidanze potevo stare più che tranquilla.


Era marzo e io e Jake eravamo in Florida in vacanza per un paio di settimane: eravamo in una stanza d’albergo e c’erano delle vetrate che lasciavano scorgere chiaramente il mare e il cielo terso del posto, mentre nostra figlia dormiva beata nella stanza.
Eravamo praticamente incantati e alle volte ci guardavamo felici e ridevamo anche per l’immensa gioia.
Guardai Sarah, sapevo che avrebbe dormito anche in mezzo ad un uragano, in questo era identica a Jake.
“Tesoro” mi disse Jake “grazie.”
Lo guardai un po’ scettica. “Per cosa?”
“Per tutto. Grazie di aver accettato l’imprinting, di avermi amato nonostante le tante difficoltà e soprattutto grazie di avermi dato una figlia.” Tacque un momento “Spero che più in là tu possa darmi anche un maschietto.”
Sorrisi piano “Ci proverò.”
“Nessie” disse accarezzandomi una guancia con la sua mano perennemente bollente “io ti amo più della mia stessa vita e se dovessi perderti..”
Posai un dito sulle sue labbra e gli dissi:”Ora sono qui e non ti lascio. Mai più.”
Mi sorrise con uno di quei sorrisi che ti mozzano il fiato e che ti mandavano in tilt per la passionalità e la dolcezza.
“Pensavo” disse “che magari.. quando vuoi potremmo..” mi guardò malizioso.
Capii al volo e gli sorrisi:”Tu sei proprio malato, Jacob Black.”
“Perché? A cosa pensavi che alludessi?”
Gli toccai il viso e gli mostrai una delle nostre notti d’amore.
“Ehm.. pensavo a una cosa del genere.” ammise.
Scossi la testa sorridendo e poi baciandolo delicatamente. 
“Comunque” disse “per ora voglio stare con te e nostra figlia, e amarti più di quanto abbia fatto fino ad ora.”
Mi baciò dolcemente.
“Renesmee Carlie Cullen, vuoi concedermi l’onore di diventare mia moglie?” mi chiese improvvisamente inginocchiandosi.
Sgranai gli occhi per la sorpresa.
Estrasse una scatolina con un anellino piccolo con un diamante incastonato.
Era bellissimo, ma più che l’anello era bellissimo lui: nei suoi occhi vedevo l’amore per me, per nostra figlia, il desiderio di diventare una famiglia e di vivere felici insieme per sempre.
Sorrisi e risposi: ”Si.”
Sorrise facendomi bruciare gli occhi talmente che era bello quel sorriso e infilò l’anello al mio dito.
“Renesmee Carlie Cullen Black.. suona bene.” dissi.
“Io però toglierei il Cullen.” disse con una smorfia.
“No, quello resta.” dissi rispondendo alla sua smorfia per scherzare.
“Come preferisci.” mi disse sorridendomi felice.
Ci affacciammo al balcone e guardammo il Sole morire sull’Oceano e illuminare i nostri volti di rosso e arancione, per poi cedere il posto alla Luna e alle stelle.
In quel momento avevo tutto ed ero felice, anzi di più. 
Ora sapevo che tutto quello che era successo era solo per mettere alla prova il nostro amore e questo era sempre riuscito a sopravvivere e a diventare sempre più forte fino a portare alla nascita di una nuova vita.
La Luna e il Sole ecco cosa eravamo io e Jake.
Due elementi diversi ma che non potevano vivere l’uno senza l’altro.
E da quel momento ci univa, l’alba, nostra figlia.
Era cominciata per noi l’alba di una nuova vita.. insieme.

Ritorna all'indice


Capitolo 54
*** EPILOGO ***


Ed eccomi qui nel giro di poco ho postato l'epilogo
Già è l'ultimo, ogni cosa deve finire..
Okay via la tristezza e buona lettura!

Ah, prima di lasciarvi vorrei ringraziarvi,
uno ad uno
sia i lettori che hanno recensito
sia quelli silenziosi
grazie davvero di tutto.
Spero che vi piaccia l'ultimo, l'epilogo di "The Moon and the Sun"



Erano passati 2 anni quasi dalla nascita di Sarah e io ero di nuovo incinta.
Nonno Carlisle stavolta era riuscito a vederlo. Era un licantropo anche lui.
Sarah,intanto,era circondata dall’effetto mio e di Jake,dalla mia famiglia,da quella di Jake e dei suoi fratelli licantropi. La stavamo viziando un po’ troppo forse,ma in fondo lo ero stata anch’io dal loro affetto.
Seth aveva avuto sul serio l’imprinting con Sarah,ero un po’ gelosa che lui stesse tutto il tempo con lei,ma in fondo lo aveva fatto prima di lui il mio Jake. Perciò sopportavo la sua presenza in alcuni momenti,in altri ero molto felice di vederlo. Jake ogni tanto sbuffava nel trovarsi sempre Seth tra i piedi,ma ero sicura che anche a lui in fondo non dispiaceva.
Nonna Esme aveva trovato l’ennesima casa da ristrutturare e ce l’aveva regalata in modo che io,Jake e Sarah potessimo vivere la nostra nuova vita da sposi. Eh già perché ci eravamo sposati!
Io e Jake eravamo sempre più innamorati e felici come il primo giorno e oltre ad occuparmi di lui e di mia figlia,studiavo anche per dare gli esami di medicina.
Zia Rose e zio Emmett erano andati in viaggio in Australia,mentre zia Alice e zio Jasper erano andati in Italia per una vacanza e da quanto avevo sentito le commesse dei negozi avevano il suo terrore,mio padre e mia madre erano andati a Denali per restare alcuni mesi lì.
Studiavo medicina,avevo un marito bellissimo,dolcissimo e fedele,Sarah e Seth erano sempre più carini e poi era in arrivo un altro piccolo Black. Cosa potevo volere di più dalla vita?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=648529