Old tale

di Zebraviola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1. ***
Capitolo 2: *** Cap 2. ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Cap 4. ***
Capitolo 5: *** Cap 5. ***
Capitolo 6: *** Cap 6. ***
Capitolo 7: *** AVVISINO E PRECISAZIONI ^_^ ***
Capitolo 8: *** Cap 7. ***
Capitolo 9: *** Cap 8. ***
Capitolo 10: *** Cap 9. ***
Capitolo 11: *** Cap 10. ***
Capitolo 12: *** Cap 11. ***
Capitolo 13: *** Cap 12. ***
Capitolo 14: *** Cap 13. ***
Capitolo 15: *** Cap 14. ***
Capitolo 16: *** Cap 15. ***
Capitolo 17: *** Cap 16. ***
Capitolo 18: *** Cap 17. ***
Capitolo 19: *** Cap 18. ***
Capitolo 20: *** Cap 19. ***
Capitolo 21: *** Cap 20. ***
Capitolo 22: *** Cap 21. ***
Capitolo 23: *** INCREDIBILE MA VERO! ***
Capitolo 24: *** Cap 22. ***
Capitolo 25: *** Cap 23. ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***
Capitolo 27: *** Sondaggio!!! ***



Capitolo 1
*** Cap 1. ***


Cap 21


Pairing: Hermione/Severus
Rating: Al momento decisamente verde, poi si vedrà.
Note: Qualche nota per capire meglio la storia:
-Piton non è morto (ovviamente xD), si è salvato grazie alle lacrime di Fanny, adesso è preside ma non insegna più pozioni ( cattedra tenuta da Lumacorno).
-Harry non c'era nella Stamberga; i ricordi di Piton è lui stesso che li fa conoscere al mondo magico una volta guarito.
-Hermione non vive più nel mondo magico ma non ha rinunciato alla magia.
-Harry e Ginny sono sposati e hanno James Sirius e Albus Severus come figli. Harry insegna ad Hogwarts Difesa contro le arti oscure.
-Ron ed Hermione non stanno insieme.
-Tiene conto di tutti e 7 i libri meno l'epilogo e la morte di Piton.
-Importante: se state cercando una storia con una trama intricata e con un cattivo allora potete cambiare pagina. Sono dell'idea che questi poveri personaggi abbiano avuto una vita già abbastanza sfortunata, adesso è il momento che si godano la pace!

Disclaimer: Ovviamente i personaggi non sono miei ma della Row.



Capitolo 1



-Come sarebbe a dire che vuoi andare in pensione Minerva?-
Severus Piton, preside da 10 anni di Hogwarts, alzò lo sguardo sulla sua collega seduta sulla poltrona di fronte a lui.
Minerva McGrannit fece un sorriso tirato sistemandosi il cappello.
-Sono stanca Severus, insomma ho quasi 85 anni e, per quanto mi piaccia insegnare, ho capito che devo farmi da parte.-
-Ma siamo a luglio! Dove lo trovo un sostituto per settembre?-
Minerva sorrise, uno di quei sorrisi alla “ci penso io, ho studiato la cosa già da tempo”.
-Una persona ci sarebbe...-

Londra, Holland Park.
Hermione stava leggendo su di una panchina nel giardino zen, il suo preferito, incurante dei bambini che correvano e del chiacchiericcio intorno a lei. Il venerdì quando il tempo lo permetteva andava sempre in quel luogo, solo li riusciva a rilassarsi davvero.
Per carità lei amava il suo lavoro, lavorare in una biblioteca la faceva sentire protetta, al sicuro, ma anche tremendamente... piatta. Si, Hermione Granger all'età di 30 anni, considerava la sua vita piatta. Finita la guerra aveva deciso di prendersi un anno dopo aver concluso i M.A.G.O. per mettere un po' di tregua nella sua vita; si era trasferita in una casetta in un quartiere alla periferia di Londra e aveva trovato lavoro come bibliotecaria nella biblioteca magica locale. Il suo progetto iniziale era di passare un anno solo in quel modo... ma ormai ne erano passati più di dieci e lei era ancora li con i suoi libri.
Hermione sospirò e chiudendo il romanzo che stava rileggendo per la millesima volta, Persuasione,  si accorse di una pergamena che sbucava fuori dalle pagine. Era la lettera che aveva ricevuto la sera prima da Harry,  la aprì  e sorrise nostalgica alla vista della scrittura un po' sbilenca dell'amico,

Cara Hermione, come stai? È da un po' che non ci sentiamo! Siamo arrivati alla Tana ieri sera, abbiamo viaggiato in treno insieme a Neville e a Severus. A proposito mi chiedo cosa Severus debba fare a Londra, non si assenta quasi mai dalla scuola! Neville ti manda i suoi saluti e ha detto che presto ti arriverà l'invito al matrimonio.
Ieri sera Molly mi ha pregato di chiederti di venire qualche giorno, non riesci a prenderti una settimana di ferie? Sei proprio una stacanovista! Ginny e i bambini non vedono l'ora di riabbracciarti, soprattutto Albus che continua a chiedere quando viene Tia Hemmione.
Ron è in missione ma per il mio compleanno dovrebbe tornare, cerca di esserci anche tu dai, così facciamo una rimpatriata!
Adesso ti saluto che devo mettere a letto i bambini.
Io e Ginny ti abbracciamo forte.
Harry


Decisamente i suoi amici le mancavano. Harry viveva ad Hogwarts dove insegnava Difesa contro le Arti Oscure e anche Neville aveva scelto la strada dell'insegnamento sostituendo la professoressa Sprite tre anni dopo il diploma.
L'unico che era andato avanti con i suoi sogni adolescenziali è stato Ron, ormai diventato capo Auror.
Hermione era così presa dai suoi pensieri che non si accorse della figura che si era fermata di fronte a lei e la osservava da ormai cinque minuti buoni.
-Buongiorno signorina Granger.-
Hermione alzò lo sguardo e posò gli occhi sulla figura ammantata di nero di fronte a lei.
-Professor Piton?-
Solo un pensiero seguì le sue parole: “Ma non avrà caldo con il mantello in estate?”




Angolino di Zebraviola
Salve a tutti! ^_^ Ultimamente mi sono appassionata a Severus e a molti fandom che lo vedono coinvolto ed ho deciso di tentare di scrivere anche io sfruttandolo un po' xD
Sarà una storia molto lunga ma mi impegnerò per renderla piacevole e appassionante!
Ovviamente le recensioni sono gradite!
A presto

Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 2
*** Cap 2. ***


Cap 2

Wow 7 recensioni, sono commossa!!!

Ecco a voi un nuovo capitolo dove vediamo com'è diventata la nostra Hermione!

E in fondo un piccolo regalino per voi!


Cap2


Severus Piton maledì Minerva in tutte le lingue che conosceva, umane e non! Era mezz'ora che stava cercando la Granger per quel parco e ormai stava perdendo le speranze. Ancora non si capacitava di quello che stava accingendosi a fare, proprio non capiva come Minerva potesse desiderare di andare in pensione. Arrivò perfino a pensare che l'avesse deciso apposta, solo per recargli un dispetto! Poi quando aveva osato avanzare la candidatura di Hermione Granger lui non aveva potuto trattenere un sospiro di rassegnazione, a quanto pare era destinato ad essere circondato da ex-studenti, tutti Grifondoro per di più!

Finalmente dopo infiniti minuti che girava i vari giardini scansando scoiattoli e pavoni * la vide, seduta su di una panchina sotto ad un arco di edera. Pur essendosi avvicinato parecchio lei non lo notò e lui si concesse di osservare un attimo la sua ex-alunna.

Si ritrovò a pensare che la donna non fosse una “bellezza”, non lo era mai stata a dir la verità, ai suoi occhi si presentava come una donna comune, come ce ne sono molte in Inghilterra, la classica “senza arte ne parte”. Notò che nei dieci anni circa passati dall'ultima volta che l'aveva vista aveva messo su qualche chilo, ma il vestito azzurro che indossava le stava bene, sembrava una donna in salute, in carne. Ricordava vagamente cosa pensava di lei a quindici anni, la riteneva una ragazza molto esile e gracilina... ecco un'altra cosa che la fine della guerra aveva cambiato.

Non riuscì a trattenere un sorrisino di scherno quando notò che i capelli, invece, non erano minimamente cambiati; infatti, se pur molto lunghi, erano gli stessi ricci cespugliosi che ricordava nella sua studentessa di un tempo.

Per ultima fase della sua analisi passò al viso dove riscontrò un'altra novità di questa versione matura della signorina Granger: portava gli occhiali.

Fortunatamente non aveva ereditato il dubbio gusto del suo migliore amico in fatto di montature, infatti la donna sfoggiava un paio di occhiali con una montatura argentata molto fine e sottile che celavano due occhi intenti a leggere la pergamena che aveva in mano.

Severus non poté far a meno di notare che i suoi occhi brillavano ancora di intelligenza, una qualità che aveva sempre ammirato in lei (ma che non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura), e che sulla sua fronte aveva qualche piccola ruga d'espressione, sicuramente frutto dei troppi ragionamenti fatti nel corso degli anni. Lui era un fermo sostenitore dell'idea che lei fosse l'unica mente con un po' di cervello, e quindi con capacità pensanti, in quel gruppo di scalmanati Grifondoro.

Si rese conto con sgomento che era rimasto quasi cinque minuti ad osservare la donna che invece non si era minimamente resa conto della sua presenza.

-Buongiorno signorina Granger.-

La vide alzare gli occhi su di lui e una scintilla di sgomento le attraversò le iridi.

-Professor Piton?-

-Signorina Granger per quanto io ne sappia non sono morto, pertanto trovo fuori luogo che lei mi guardi come se avesse visto un fantasma.-

Hermione scosse leggermente la testa con un leggero sorriso.

-Sempre acido vero professore? Ad ogni modo ero solo sorpresa di trovala qui, vuole sedersi?- fece per spostare la borsa quando un gesto della mano da parte di Piton la fermò.

-No grazie, avrei bisogno di parlare di una faccenda, le andrebbe di fare due passi?-

Si sforzò di usare un tono quanto più gentile possibile, cercando di rimangiarsi la rispostaccia che gli era sorta spontanea sentendosi dare dell'acido. Ma capì che non era il piede giusto per iniziare un rapporto civile e maturo con una donna che sarebbe diventata, se tutto fosse andato bene, una sua collega nonché nuovo capocasa di Grifondoro.

Hermione, dal canto suo, era rimasta un po' stranita da quella insolita richiesta del professore. Le sembrava strano che lui avesse intrapreso il viaggio in treno con Harry... per parlare con lei.

-Si certo! Una faccenda di che tipo?-

-Riguarda Hogwarts.-

La donna trattenne il fiato sentendo il nome della sua scuola e si alzò senza battere ciglio, raccolse il libro che mise in borsa e si incamminò a fianco del professore lungo il sentiero che usciva dal giardino zen.

-Allora signorina Granger, andrò dritto al punto della questione, potrebbe considerare l'idea di venire a lavorare a Hogwarts?-

Hermione si fermò di colpo, osservandolo nuovamente come se fosse un fantasma. Lavorare ad Hogwarts? Le sarebbe piaciuto molto!

-Come bibliotecaria intende?-

-Bibliotecaria? Oh no, non penso che la cosa andrebbe bene a Madama Flare, no quello che le volevo offrire era qualcosa di più.-

-Madama Flare?-

-Si Madama Flare, la nuova bibliotecaria da tre anni a questa parte- rispose lui un pochino innervosito, giurò su sé stesso che se l'avesse interrotto un'altra volta non le avrebbe chiesto nulla.

-Posso andare avanti o vuole sapere anche il nome e l'età?- Hermione arrossì di vergogna a quelle parole. Era una trentenne ma si sentiva ancora una ragazzina davanti a lui.

-Come le stavo dicendo sono qua per offrirle ben più del posto di bibliotecaria. Due settimane fa Minerva mi ha consegnato le sue dimissioni volendo andare in pensione e io ho pensato a lei come sostituta.-

Se prima Hermione era stupita adesso era addirittura esterrefatta!

-Mi... mi sta offrendo la cattedra di Trasfigurazione?-

-Esattamente, noto con piacere che il suo cervello non si è danneggiato con l'incedere degli anni! Ad ogni modo se accettasse non solo diverrebbe insegnate di quella materia ma anche il nuovo capocasa di Grifondoro. Che ne pensa?-

-Ehm... potrei pensarci qualche giorno?-

Avrebbe voluto accettare su due piedi, spinta dall'istinto, ma la ragione le impose di aspettare e di meditare i pro e i contro di questo cambiamento.

-Si certo, le concedo una settimana di tempo, se decidesse di accettare si presenti ad Hogwarts il 5 agosto, ci sarà una riunione con tutti i docenti. Adesso mi scusi ma devo andare.-

Si strinsero la mano e lui fece per allontanarsi quando lei gli chiese come avesse fatto a trovarla.

-Il signor Potter ieri mi ha dato il suo indirizzo e quando a casa non l'ho trovata la sua vicina mi ha detto che lei il venerdì si reca sempre qui per rilassarsi. Come vede quindi non mi è stato difficile trovarla.- Omise totalmente, per evitare di fare la figura del beota, il fatto che aveva girato mezzo parco prima di riuscire a scovarla.

Detto questo fece un mezzo inchino e si diresse dietro un albero dove si smaterializzò.

Hermione ancora intontita da quella visita non potè fare a meno di domandarsi come mai avesse parlato di Harry come “il signor Potter”; per quanto ne sapesse lei, infatti, tra i due c'era molto rispetto reciproco nato dopo la guerra ed erano amici, per quanto Piton possa mostrarsi amico di un altro essere vivente; il rispetto e la stima erano così elevati da aver spinto Harry a chiamare il suo secondogenito con il nome del preside. Decise che si sarebbe rivolta al suo amico per un consiglio sul da farsi e chi lo sa, magari sarebbe anche riuscita a svelare il mistero del “signor Potter”.

Sorridendo a questa prospettiva la donna si diresse verso l'uscita per tornare a casa e scrivere la lettera che tanto le premeva.


*L'Holland Park è l'unico parco ad avere, oltre ai tipici scoiattoli, i pavoni!

Questa è un immagine del giardino Zen dell'Holland Park e se siete curiosi qui ci sono altre immagini (ci sono immagini anche di un altro parco, il Regents).







Angolino di Zebraviola


Buongiorno a tutti! Sono stata così felice di vedere che il primo capitolo vi è piaciuto tanto che ho deciso di non farvi attendere molto per il seguito! Nel prossimo capitolo scopriremo la sua decisione (che vabbè in realtà sapete già xD) e i consigli che i suoi amici le daranno in merito.

Inoltre scopriremo qualcosa di più su un personaggio nuovo... ma non vi dico nulla! XD


Ecco le risposte alle vostre adorabili recensioni:

Ladyhawke25: la prima cosa che ho pensato quando ho deciso di lanciarmi in una storia con questo fandom è stato “lei deve essere adulta”. Questo non perchè non creda che un'amore non possa nascere anche tra una diciottenne e un trentottenne ma piuttosto perchè ho pensato che l'Hermione giovane fosse... troppo giovane per uno adulto complicato come Severus. Spero di non averti deluso con questo nuovo capitolo! ^_^

Ah! E sappi che ieri mi sono letta tutta d'un fiato la tua storia sul principe Draco e ti informo che non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!

Blackhole95: Eccoti pronto il seguito! ^_^

Jalilah: Ti confesserò che anche io all'inizio ero un po' restia quando ho cominciato a leggere i vari pairing con Severus come protagonista ma ormai ne sono assuefatta! È un personaggio molto complesso che è stato molto sfortunato e quindi si merita una fine migliore di quella che la Row gli ha destinato e se non ci ha pensato lei, ci pensano le fanfiction che gli regalano quelle possibilità che lei gli ha negato.

Vulneraria: Come ho detto all'inizio del primo capitolo trovo che abbiano avuto una dose di sfortuna sufficiente per 2 o 3 vite, quindi adesso non rimane che andare avanti sereni! ^_^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere!

Piccola Vero: Anche a me piace molto il personaggio di Severus Piton, avrei ammazzato la Rowling quando ho letto che era morto, un vero e proprio istinto omicida! A presto!

Biancalupin: Ecco qua il nuovo capitolo, spero che la “mia” Hermione ti piaccia quanto il prof! ^_^


Un grazie immenso ai 5 che l'hanno messa tra i preferiti, alla persona che l'ha ricordata e alle 12 che l'hanno inserite tra le seguite!


A presto!

Zebra

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***


Cap 3

Cap 3

La casa che aveva preso in affitto dieci anni prima le era sempre piaciuta tanto. Non era molto grande ma visto che lei era da sola lo spazio era più che sufficiente. La facciata fuori era interamente in pietra con dell'edera rampicante sui muri, le ricordava molto una casa che aveva visto in un libro di fiabe da bambina.
La sua stanza preferita era il salotto, un perfetto connubio tra aggeggi babbani e magici, esattamente come lo era lei. Si avvicinò alla sua libreria dove, tra migliaia di libri, svettavano i due libri più importanti della sua vita: Il Piccolo Principe e Storia di Hogwarts. Hermione ne tracciò i contorni con l'indice destro, sospirando ai ricordi legati a quei due tomi; Storia di Hogwarts è stato il primo approccio che ha avuto con il Mondo Magico.
I suoi amici ancora la prendono in giro per la venerazione che lei riservava verso quel libro ma nessuno la capiva, nessuno riusciva a capire l'importanza che rappresentava per lei: era il primo libro che aveva ricevuto in regalo*, il simbolo del cambiamento della sua vita, della sua magia.
Il Piccolo Principe, invece, è stato il primo libro che aveva letto in assoluto e sempre le era stato d'aiuto nei momenti tristi che aveva passato.
Insegnare ad Hogwarts... l'idea la ammaliava e allo stesso tempo la spaventava. Avrebbe dovuto rinunciare alla sua casa da fiaba, al suo lavoro di bibliotecaria, ai suoi amici babbani che aveva nel quartiere.
“Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano.**” Fu un momento. Si ricordò di quando aveva 12 anni e aveva come unico desiderio quello di diventare insegnante ad Hogwarts. Non appena formulò questo pensiero seppe che aveva preso la sua decisione. Hermione si sedette al tavolo della cucina con una pergamena e una piuma, doveva assolutamente scrivere ad Harry!

Cari Harry, Ginny e Weasley in generale sono stata felice di ricevere la lettera di ieri e sono ancora più felice di dirvi che ci sarò per il compleanno!
Oggi pomeriggio ho incontrato il professor Piton che mi ha sconvolta con una proposta... mi ha offerto di subentrare alla McGranitt come insegnante di Trasfigurazione.
Non potevo crederci! Vi informo che ho deciso di accettare, domani consegnerò le dimissioni a Madama Casey e parlerò con il mio padrone di casa. Mi rattrista un po' dover lasciare questo quartiere.
Ad ogni modo arriverò alla Tana due giorni prima del compleanno di Harry e se per voi va bene mi fermo fino al 5 così dopo andiamo insieme ad Hogwarts per la riunione.
Ancora non ci credo! Mi sembra di essere una bambina in un negozio di caramelle!
Ho scoperto dai discorsi del professor Piton che da qualche tempo c'è una nuova bibliotecaria, anche se non ricordo il nome.
Quando ci vediamo mi dovrete aggiornare sul corpo docente, sono curiosa al riguardo.
Bene vi saluto, ci vediamo tra qualche giorno, inviatemi una risposta per farmi sapere se per voi va bene. Vi abbraccio con affetto
Hermione


La giovane chiuse la lettera sigillandola e chiamò a sé la sua civetta Mife, raccomandandole di fare il più in fretta possibile.
Il giorno della partenza arrivò in fretta ed Hermione aveva già messo in ordine la sua vita nel quartiere; aveva reciso il contratto di affitto, consegnato le dimissioni alla biblioteca e inscatolato tutto con la magia, pronta per spedire i suoi averi verso la sua nuova vita.
Il suo arrivo nel giardino della Tana fu accolto da un sacco di abbracci di teste rosse.
-Hermione! Come stai?-
-Tia Hermione! Tia Hermione! 'mbracio!- Lei si districò dall'abbraccio di Ginny per chinarsi verso Albus Severus e prenderlo in braccio. Il piccolino gli stampò un bacio appiccicoso sulla guancia prima di scalciare per essere rimesso a terra mentre lei si lanciava ad abbracciare Harry e Ron che la guardavano sorridendo li vicino.
-Mi siete mancati moltissimo!- Agli occhi dei presenti sembravano ancora quei tre ragazzini pronti a sfidare il mondo invece che tre trentenni.
-Herm come stai? Ti vedo in forma!-
-Grazie Ron di essere sempre pronto a dire qualche bugia a fin di bene.- sorrise ironica all'indirizzo del suo migliore amico.
Lui scoppiò a ridere mentre si incamminavano verso la casa.
Molly si avventò sulla povera donna stritolandola in un abbraccio materno, incredibile quante energie avesse ancora quella donna di sessantanni.
-Cara, è da molto tempo che non ci vediamo. Hai fatto buon viaggio? Hai fame? Ti preparo qualunque cosa!-
-No grazie Molly, sono a posto così. Ho solo bisogno di sedermi un attimo.-
-Ma certo cara, riposati tutto il tempo che vuoi! Intanto ti preparo qualcosa!- esclamò la signora Weasley voltandosi verso il piano cottura mentre Hermione aveva un sorriso rassegnato sul viso. Le era mancata perfino Molly e le sue manie di ingozzare le persone come fossero tacchini di Natale.
-Hermione! Allora saremo colleghi, come hai trovato Severus?- le chiese Harry sedendosi sulla sedia accanto con Albus Severus sulle gambe.
Come lo aveva trovato? Non ci aveva fatto caso, troppo stranita dal fatto di esserselo trovata davanti. Cercò di fare mente locale sulla figura del preside e le parve addirittura ringiovanito.
Sicuramente non aveva mai avuto una vita facile, né in gioventù né durante il suo periodo da spia, e questo aveva influito notevolmente sul suo aspetto fisico. Negli ultimi anni, dopo la tanto agognata pace, finalmente ha potuto rilassarsi e anche il suo corpo sembrava essere ringiovanito con la sua anima.
-L'ho trovato bene, credo.- Voleva chiedergli la faccenda dell'amicizia ma non voleva sembrare impicciona.-Tu e lui, siete... amici?-
Harry fece un espressione strana prima di scoppiare a ridere spaventando il piccolo che si era quasi addormentato fra le sue braccia.
-Cosa ti ha detto?-
-No nulla, solo che ti chiamava Potter e mi è sembrato, bè strano.-
-Lui mi chiama sempre Potter quando parla di me agli altri. Non è che non siamo amici solo, credo, non vuole far vedere quanto sia cambiato in questi anni. Cerca di mantenere ancora la sua immagine arcigna, ma quel Severus Piton è morto quel giorno nella Stamberga Strillante, solo che quello nuovo ha paura di mostrarsi come tale.-
Hermione rimase profondamente colpita da quelle parole, ansiosa di conoscere il VERO Severus Piton.
“Sì” si ritrovò a pensare “quest'esperienza si prospetta davvero illuminante”.


Asterischi:

*Si riferisce ad un'altra storia che ho scritto “Dal diario di Hermione Granger: l'inizio” dove Hermione scopre di essere una strega e riceve come primo regalo il libro Storia di Hogwarts.
** Citazione da Il piccolo principe.





Angolino di Zebraviola

Sono sempre più felice di notare che la storia vi piace!

In questo capitolo abbiamo intravisto la sua passione per i libri e abbiamo rivisto la famiglia Weasley. Mi ha fatto tenerezza scrivere la battuta:

-Herm come stai? Ti vedo in forma!-

-Grazie Ron di essere sempre pronto a dire qualche bugia a fin di bene.-

Questo perchè mi sono trovata io stessa a dirla ad un mio amico dopo che mi ha detto che mi vedeva in forma anche se ero ingrassata di parecchi chili. XD


Comunque passiamo a rispondere alle vostre gentilissime recensioni!


Ladyhawke25: Spero di non averti deluso con questo capitolo! In realtà non avevo scritto quella parte lasciando intendere che Severus non fosse indifferente, non credo che il “mio” Severus se ne rendesse conto. Più che altro volevo far capire che lui provava rispetto nei suoi confronti e che tutte le volte che l'ha denigrata in realtà era solo per mantenere la facciata. Direi che per un interesse di quel tipo è ancora presto! ^_^


Panty96: Sono contenta della tua recensione perchè proprio una delle cose che ho cercato di evitare e di fare una Hermione Sue xD Le ho dato finalmente un corpo con le curve giuste (mica come la solita super mega “tettona” e con un corpo da modella) e soprattutto con i suoi capelli, i capelli di Hermione. Spero che questo ti piaccia altrettanto!


Jalilah: Grazie mille anche a te. ^_^ son felice che ti piaccia la mia Hermione trentenne! A presto!


Piccola Vero: Non ti preoccupare che le frecciatine tra Severus ed Harry non mancheranno. Li ho voluti far diventare amici perchè alla fine se lo meritavano, diciamo. E poi avevo trovato molto tenera l'idea della Row di chiamare il secondogenito di Harry Severus in onore dell'uomo più coraggioso che avesse conosciuto.


StregaMorganaPiton: In realtà è la prima Sev/Herm che scrivo, ci ho pensato molto prima di decidere a scriverne una perchè provo per il personaggio di Piton una reverenza totale e non vorrei “svalutarlo” con le parole sbagliate. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!


Vulneraria: Grazie mille! I complimenti mi fanno sempre piacere! ^_^


Phoebhe76: Ciao! Le tue sono state le due recensioni che mi hanno fatto più piacere fino ad ora. Mi piace chi mi scrive quali punti ha apprezzato di più invece di liquidarlo in un unico “bel capitolo”. Ho voluto rendere Herm una donna “senza arte ne parte” perchè volevo evitare in assoluto quello che si aspettavano tutti, ovvero una frase del tipo “Severus si fermò ad osservare la figura della donna e ne rimase colpito dalla sua bellezza.” Nooo per carità! XD Io credo nell'amore a prima vista ma in questo caso mi sembrava un tantino inverosimile!

Spero che questo capitolo ti sia piaciuto altrettanto, aspetto i tuoi commenti! ^_^



Un bacio a tutti quanti, ringrazio ancora tutti quelli che l'hanno inserito nelle varie sezioni del sito e anche a tutti quelli che non hanno recensito ma che hanno letto e apprezzato il capitolo.

A presto!

Baci

Zebra


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Capitolo 4
*** Cap 4. ***


Cap 3 Capitolo dedicato a Panty96 e al suo incredibile acume! ;)

Capitolo 4


Quella mattina del 31 luglio il clima di festa aleggiava in ogni angolo della casa, il giardino della Tana non era mai stato così bello: un immenso tendone bianco era posizionato in mezzo al prato, decine e decine di candele svolazzavano allegre senza consumarsi o spegnersi.
Molly aveva fatto le cose in grande in onore del trentesimo compleanno del suo unico genero e stava lanciando ordini a destra e a sinistra perchè tutto fosse perfetto. In un angolo del giardino sotto il pino Harry giocava con i due figli a gobbiglie mentre Ginny li guardava affettuosamente, scattando ogni tanto qualche foto magica.
Hermione era seduta poco più in là a leggere seduta sotto il gazebo che quella sera avrebbe dovuto ospitare gli invitati alla festa.
-Eccoti Herm, non ti trovavo.- Ron apparve accanto a lei buttandosi a peso morto sulla sedia vicino.
La pace era finita, lei lo sapeva. Rassegnata chiuse il libro e cercò di prestare attenzione al suo amico che stava raccontando dell'ultima missione dalla quale era tornato.
-Herm ti prego ascoltami! C'è un motivo se ti sto raccontando di questa missione.-
-Ok, Ron, hai tutta la mia attenzione, cosa mi vuoi dire?-
-Eravamo in Scozia per una soffiata su un contrabbando di amuleti oscuri, la cosa più sconvolgente è che a tenere il traffico forse un babbano. Ad ogni modo la fidanzata, o meglio per dire la ex fidanzata, di questo babbano aveva scoperto della sua implicazione in qualcosa di losco e quando siamo andati a casa loro per cercare informazioni lei si è mostrata disponibile ad aiutarci, è stata fondamentale per incastrare lui e i suoi compari maghi.
Bè ecco le indagini sono state lunghe e noi eravamo diventati amici... e adesso ci siamo, bè innamorati.- Il ragazzo si stava grattando freneticamente l'orecchio destro, segno che fosse agitato, ed era diventato di uno spaventoso color peperone.
Hermione, dopo aver realizzato cosa significassero quelle parole, lo abbracciò di slancio.
-Ma sono felicissima per te! Come si chiama?- lui sorrise caloroso verso la sua migliore amica.
-Leslie, Leslie Birgam! Stasera la conoscerai, verrà per il compleanno di Harry.-
Gli ospiti cominciarono ad arrivare verso le 6, i primi furono Andromeda e il piccolo Teddy.
-Zio Harry! Tantissimi auguri!- Teddy, che ormai di piccolo aveva solo l'epiteto affibbiatogli dal suo padrino, abbracciò Harry scoccandogli un bacio sulla guancia.
Ormai Teddy Lupin era cresciuto e, nonostante sua nonna che lo considerava ancora come il suo piccolino, quell'anno avrebbe iniziato Hogwarts.
-Teddy fatti vedere! È da un po' di tempo che non ci vediamo, ti ricordi di me?- Hermione gli si avvicinò accarezzandogli la testa.
-Ma certo zia Hermione che mi ricordo di te! È vero che andrai ad insegnare ad Hogwarts? Sarai la mia insegnante?-
-Si Teddy, sarò la tua insegnante... tu studierai tanto vero?-
Un luccichio attraversò gli occhi castani del ragazzino che rispose che si, avrebbe studiato molto, peccato che lo disse con il tono di chi sa di star dicendo una bugia.
-Degno figlio di un Malandrino eh?-
Lui scoppiò a ridere prima di correre verso James Sirius che stava giocando con una scopa giocattolo.
-Papà papà! Mi fai vedere come fai la mossa che mi piace tanto?- James corse verso Harry con la sua scopa giocattolo nella mano destra e la scopa di Harry nella sinistra.
Il padre gongolò, adorava quando i suoi figli gli chiedevano di mostrar loro le sue prodezze (solo sulla scopa si intende).
Inforcò il suo manico, si diede una spinta verso l'alto e poi eseguì la “mossa”: doppio avvitamento con caduta in picchiata per poi frenare a mezzo metro dal suolo.
Fu accolto dagli applausi dei figli, di Teddy e di Hermione (corsa per assicurarsi che non si facesse male) che lo guardavano ammirati.
-Sempre a dare spettacolo, eh Potter?-
La voce di Severus Piton giunse alle orecchie del gruppetto di persone che si voltarono verso il nuovo arrivato. Harry scese dalla scopa e si diresse verso il preside stringendogli la mano.
-Grazie per essere venuto alla mia festa Severus.-
-Bè Potter non potevo rinunciare visto che mi hai praticamente costretto!- ghignò lui in risposta per poi scoppiare a ridere alla faccia stufa dell'altro.
-Tanti auguri Harry!- e lo abbracciò.
Hermione non riusciva a capire se fosse più sconvolta dal vederlo abbracciare un altro essere umano o dal sentirlo ridere, mai avrebbe pensato che Piton potesse fare quelle cose!
La strana coppia, perchè questo per lei rappresentavano quei due insieme, si avvicinò agli altri ed Hermione potè notare l'ennesima novità di quella sera, ovvero l'abbigliamento di Severus.
Talmente abituata da vederlo sempre con tuniche o mantelli ebbe un leggero shock a vederlo vestito con semplici pantaloni e una camicia (sempre neri, cambiato sì, ma era sempre Piton!).
-Signorina Granger, allora ha preso una decisione per caso?-
Ormai Hermione era convinta di aver bevuto qualcosa o simile perchè le sembrò assurdo non aver mai notato quanto profonda fosse la voce di lui.
-Si preside, accetto!-
Nessuna emozione trasparì dall'espressione di Severus che, con la medesima voce atona della frase precedente, proseguì dicendo:
-Bene, allora penso che sia lecito darsi del tu, visto che saremo colleghi, sei d'accordo Hermione?-
-Ma certo Severus, per me va bene.-
Decisamente quella era la serata delle sorprese ed Hermione sentì, stranamente, che nulla sarebbe stato più come prima.
La serata si concluse allegramente dopo aver mangiato la squisita torta al triplo cioccolato con farcitura di marmellata di ciliegia (la torta preferita di Harry) e aver aperto i regali.
Hermione e Severus non si parlarono più durante la tutta la serata, l'una impegnata in una intensa conversazione con Luna e la nuova ragazza di Ron, l'altro preso da Harry e da Kingsley.
Fu solo verso fine serata che Hermione, mentre si trovava seduta su di una panchina, vide avvicinarsi Severus che si sedette accanto a lei.
-E' stata una bella festa vero...Severus?- chiese lei gentilmente, ancora parecchio incerta su quel nome così poco abituata a pronunciare.
-Passabile. Se Potter non fa le cose in grande non è contento.- era ironico ma lei riuscì a scorgere una leggera nota di affetto nelle sue parole.
-Non mi dirai che non ti sei divertito vero? Nemmeno quando ha aperto il regalo di George che è esploso? Sai che si è ispirato ad un personaggio del mondo babbano, il Puffo Burlone?-
-Puffo Burlone? E cosa sarebbe? Comunque sì, quello è stato divertente, sembrava fosse ancora il mio studente e avesse appena fatto esplodere il calderone.-
Rise di nuovo ed Hermione decise che non solo era tremendamente strano sentirlo ridere, ma era anche tremendamente affascinante.
-Adesso però torno al castello. Ricordati della riunione del 5.-
-Non preoccuparti, non mancherò.-
-Perfetto, allora buonanotte Hermione.-
-Buonanotte Severus.-
Lui si alzò e si incamminò verso l'ingresso del giardino dove si smaterializzò.
“Contaci professore, non mancherò” fu il suo ultimo pensiero prima di tornare da Ginny che la guardava incuriosita.




Angolino di Zebraviola
Buonasera a tutti lettori miei! Avrei voluto postare domani ma proprio non avevo tempo quindi ho anticipato! Allora in questo capitolo abbiamo visto la versione ufficiosa di Severus e, diciamocelo, ci piace!!!
Ma non abituatevi a questa versione perchè, come ho detto, è ufficiosa e presto tornerà ad essere il solito, almeno in pubblico!
Detto questo spero che vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti!
Ah! Devo chiedervi un piacere, sto scrivendo una serie di frammenti d'amore in attesa di San valentino, potete trovare la mia serie Perle d'Amore cliccando sull'immagine qua sotto.


Per favore leggete e chi può commenti, mi rattrista che non la legga nessuno :(

Angolo recensioni:

Panty96: Hai visto che ti ho dedicato questo capitolo? Spero ti sia piaciuto! ^_^ Aspetto di sapere il tuo parere!

LadyHawke25: Ecco un assaggio del nuovo Severus Piton, ma ci sono tante altre carte da scoprire!

Gra Gra 96: Eheh hai visto che Ron non è solo? In realtà inizialmente volevo lasciarlo solo, insomma perchè devono essere sempre tutti accoppiati? Ma poi ho pensato che alla fine se lo sia meritato, di essere felice.

Piccola Vero: Eh cara, ti faccio ancora aspettare per l'incontro ad Hogwarts ma ti prometto che sarà nel prossimo capitolo! Nonostante questo spero che il capitolo della festa di Harry ti sia piaciuto!

Phoebhe76: La citazione è nata per puro caso, te lo assicuro, ma cercherò di ripetere l'esperienza perchè mi piace molto inserire le mie citazioni preferite in quello che scrivo. Che ne pensi di questo capitolo?

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Capitolo 5
*** Cap 5. ***


Cap 5

Capitolo 5


Severus osservava dalla finestra il quartetto di persone che stavano varcando il cancello di Hogwarts quella mattina del 5 agosto. Da un lato c'erano i coniugi Potter che camminavano mano nella mano e dall'altra scorse Hermione e Neville intenti a conversare fittamente.
Raggiunse il suo studio dove era stato allestito un tavolo rotondo in previsione della riunione di quel giorno.
Un leggero bussare alla porta segnò l'arrivo di Vitious, Lumacorno e Hagrid. Severus fece segno loro di accomodarsi mentre anche il quartetto di prima faceva il suo ingresso.
-Harry, Neville, Hermione. Sedetevi pure.- Poche parole contraddistinte da un ordine perentorio. I tre si accomodarono attorno al tavolo ed Hermione fece vagare il suo sguardo per la stanza, osservando quanto essa fosse cambiata rispetto a quando Silente o la McGranitt erano presidi.
La parete destra della stanza era piena di libri, tutti di pozioni a giudicare dai titoli che riusciva a leggere, mentre sulla parete sinistra c'era una porta che non aveva mai visto gli anni precedenti. Harry le disse che era una stanza sempre stata in disuso e che Severus usava per preparare le sue pozioni.
Bussarono nuovamente alla porta ed Hermione vide entrare Rüf, le professoresse Sinistra, Vector, Coman (per il dispiacere di Hermione) e altre tre persone che lei non conosceva. Il suo sguardo indagatore si posò su queste ultime tre, esaminandole una ad una.
La prima donna doveva avere circa sessantanni, aveva un portamento fiero ed elegante unito ad un sorriso materno e caloroso, era veramente uno strano connubio. I lunghi capelli color rame erano raccolti in una treccia che poggiava delicata sulla sua spalla destra, mentre il naso leggermente all'insù era sovrastato da un paio di occhialini ovali che celavano due occhi color verde speranza.
L'altra donna era più giovane, doveva avere più o meno quarant'anni se non qualcuno di meno. Aveva un aspetto curioso che le ricordava molto Luna, forse a causa dei capelli biondi leggermente mossi e dell'espressione un po' svampita. Notò che aveva gli occhi castani e le labbra molto sottili aperte in un sorriso sereno. Hermione provò un moto di inaspettata simpatia alla vista di quel sorriso aperto, che poi riuscì a ricollegare a Severus; infatti notò che la donna non gli levava gli occhi di dosso almeno fino a quando lui non alzò lo sguardo e quasi incrociò il suo. Ad Hermione venne quasi da ridere a tale comportamento, quella donna che doveva avere più o meno quarant'anni si comportava come un'adolescente alla sua prima cotta.
La terza persona era un uomo, giovane tra l'altro, doveva avere più o meno la sua età. C'era qualcosa nei suoi lineamenti che le urlava “indovina chi sono” da tutti i pori, poi Harry lo salutò e lei ebbe il classico squarcio a ciel sereno.
Era Oliver Baston, ecco chi era! Ricordava di aver letto recentemente un articolo sul suo ex compagno grifondoro, le pareva di ricordare che fosse rimasto vittima di una maledizione che gli impediva di giocare ancora a Quidditch, centravano qualcosa le vertigini, ma adesso non le venivano in mente i dettagli.
Era diventato un uomo abbastanza bello rispetto a come lo ricordava, era slanciato, con un fisico tonico e aveva degli occhi molto espressivi. Tuttavia Hermione non se ne sentiva attratta e ne fu felice, non voleva rischiare di rovinare l'inizio della sua nuova vita rischiando di imbarcarsi in una relazione con un collega, perchè se lui era li significava che era un insegnante. Era un gran peccato però, era passato un sacco di tempo dall'ultimo uomo che aveva avuto e cominciava a sentire il suo orologio biologico fare tic-tac.
-Bene, adesso che ci siamo tutti dichiaro aperta la riunione.- Severus interruppe i pensieri di Hermione e lei pensò che fosse stato decisamente tempestivo.
-Come potete vedere abbiamo una nuova insegnante di Trasfigurazione, Hermione Granger. Molti di voi già la conoscono, è una ex alunna che si è diplomata nel 1999. Hermione? Penso che riconoscerai il signor Baston, insegna Volo a quelli del primo anno.- Oliver si alzò e strinse la mano di Hermione.
-Come ti ho già accennato da tre anni abbiamo una nuova bibliotecaria, ovvero Sarah Flare.- la donna che assomigliava a Luna le sorrise calorosamente.
-Ho saputo che anche tu sei stata una bibliotecaria!- Hermione si ritrovò a pensare che aveva perfino una voce piacevole.
-Si, lavoravo nella biblioteca magica di Ealing Broadway. Sicuramente non è una libreria della portata di Hogwarts, anzi è piuttosto piccola ma molto carina.-
-Oh si! Ci sono stata una volta, ma non mi ricordo di te...-
-Ci sarà stata la titolare, si chia...-
-Se avete finito di fare salotto vorrei andare avanti.- Severus fulminò le due donne con un'occhiata raggelante che fece diventare piccola piccola Sarah e arrossire Hermione.
-Prima che il vostro siparietto iniziasse le stavo presentando gli insegnanti, signorina Granger- riprese a parlare rimarcando sul nome -o devo pensare che la cosa non le interessa?-
Hermione passò dalla vergogna alla rabbia in un nanosecondo. Ma chi si credeva di essere per essere così arrogante? Poi si ricordò che lui era Severus Piton, era ovvio che fosse così.
-Mi scusi preside Piton, prego vada avanti.- il tono era remissivo ma la scintilla di orgoglio che aveva negli occhi che teneva fissi in quelli di lui fecero capire che di remissivo, appunto, Hermione Granger aveva solo il tono di voce.
-Benissimo, andiamo avanti. Come ben sai l'anno dopo la caduta di Voldemort la cattedra di Babbanologia non è stata assegnata, cosa che è accaduta l'anno successivo. Lei è Rachel Lacey.-
Dopo che anche l'ultima persona fu presentata la riunione proseguì tranquillamente.
-Bene è tutto, per gli insegnanti che non si fermano qua ad Hogwarts ci vediamo il 31 agosto, i camini verranno aperti alle 19.
Per gli insegnanti che si fermano, invece, il pranzo sarà alle 12.30 come sempre.-
Hermione si avvicinò a Sarah mentre uscivano dallo studio, era curiosa di scoprire qualcosa di più di quella donna con cui condivideva una passione (dei libri si intende).
-Allora, com'è essere bibliotecaria in una foresta di libri come quella di Hogwarts?-
La bionda guardò la mora con un'espressione di pura gioia.
-È bellissimo! È una biblioteca veramente enorme. Tu hai una vaga idea di quanti libri contenga?
Poi da qualche anno hanno aggiunto una sezione di libri babbani, ed io non avevo mai avuto a che fare con autori del genere, nemmeno con Shakespeare.-
-Oh si Shakespeare è anche uno dei miei autori preferiti, più per l'esattezza sono innamorata di “Molto rumore per nulla”, l'hai letto?-
-No, non ancora ma curerò le mie lacune.-
Mentre le due si incamminavano verso la biblioteca Hermione stava pensando a come chiedere all'altra, senza sembrare invasiva o impicciona, cosa ci fosse tra lei e Severus. Decise che prenderla alla larga era la cosa migliore.
-Sei sposata Sarah?-
-No, sono stata fidanzata una volta ma lui è morto durante la guerra contro Voldemort, era un Auror sai?- rispose lei con gli occhi velati.
Hermione era dispiaciutissima, non voleva certo riaprire vecchie ferite.
-Mi dispiace, non era mia intenzione farti rivivere brutti ricordi.-
-Oh non importa, sono passati tanti anni!-
-E dimmi, c'è qualcun altro adesso?-
La donna divenne improvvisamente rossa, balbettando qualcosa del tipo “no, non proprio”. Intanto nel suo studio Severus prese la bacchetta e con un sospiro se la puntò al petto, girandola verso destra con un movimento rotatorio elegante.
-Cor Evocatio.-
Un filamento dorato uscì dal petto per assumere le sembianze di un viso di donna che prese a fluttuare davanti a lui.
Severus sorrise malinconico alla vista di quella testa rossa scompigliata e dagli occhi verdi che, ancora dopo più di trentanni, rappresentavano l'unica donna presente nel suo cuore.
- Ciao Lily-




Angolino di Zebraviola
Buonasera a tutti! Mamma che parto questo capitolo! Il punto è che ho in mente scene bellissime per più avanti ma devo dare il tempo alla storia di svilupparsi prima di arrivare li... e sto fremendo! XD Non è venuto come me lo aspettavo questo capitolo, anzi rileggendolo mi pare noioso ma se lo rileggevo ancora un po' non lo pubblicavo, quindi ho preferito lasciare a voi il giudizio.
Ah! L'incantesimo di chiusura l'ho inventato io ovviamente xD
Ribadisco il piacere dell'altra volta: sto scrivendo una serie di frammenti d'amore in attesa di San valentino, potete trovare la mia serie Perle d'Amore cliccando sull'immagine qua sotto. (Sono coppie miste, c'è un po' di tutto dalla classica Ron/Hermione, passando per Draco/Hermione, Draco/Harry e perfino una Helena Corvonero/Barone Sanguinario)


Per favore leggete e chi può commenti, mi rattrista che non la legga nessuno :(

Angolo recensioni:

Phoebhe76Oh si, è affascinata... ma ancora non lo sa xD Ad ogni modo in questo capitolo Severus è tornato un po' quello di un tempo, ma ricordiamoci sempre che in realtà è cambiato xD

Panty96: Nuovi personaggi in questo capitolo! Hai visto chi ti ho presentato in questo capitolo? xD

Piccola Vero: Bè ma dai in qualche modo dovevo fare... Per tenere il nome Albus Severus al bimbo di Harry li dovevo far diventare amici. E poi mi piaceva l'idea di un un nuovo Severus Piton (non OOC, solo nuovo... penso che salvarsi da morte certa farebbe cambiare chiunque xD)

LadyHawke25: Eccolo xD te l'ho detto che sarebbe sparito il nuovo Sev, ma tornerà presto non ti preoccupare.

Erin_Prince: ecco un nuovo capitolo, spero di non aver deluso le tue aspettative!

Gra Gra 96: Ecco sfornato un capitolo nuovo, come ho già detto non mi convince molto ma spero sia almeno “leggibile”.

Jalilah: Sono contenta che ti piaccia questo cambiamento! Per quanto riguarda Teddy io veramente me lo sono sempre immaginato come un tornado xD

GabrielPrince: Sono felice di averti sorpresa, assai xD Fammi sapere cosa pensi di questo!

Arcana: Guarda fa più strano a me scrivere di questa versione strana di Piton ma sono fermamente dell'idea che tutti cambierebbero dopo essere stati convinti di essere in punto di morte. Non lo pensi anche tu?

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Capitolo 6
*** Cap 6. ***


Cap 6

Capitolo 6


Hermione scoprì che, nonostante avesse letto una valanga di libri e sapesse a memoria Storia di Hogwarts, c'erano molti particolari di quel castello che non conosceva.
Per esempio non aveva idea che ogni insegnante avesse un suo appartamento, pensava avesse semplicemente una stanza da letto nello studio.
Cosa ancora più sorprendente, scoprì che tutti gli appartamenti erano collegati tra di loro tramite una sala comune, esattamente come quella delle varie Case, solo molto più elegante.
Hermione dopo colazione passava la mattina a leggere, mentre il pomeriggio lo passava con Harry e Ginny o con Sarah a parlare di libri.
La sera, però, era il momento che preferiva. Dopo cena lei, Oliver, Sarah, Severus, Harry e Neville si trovavano nella sala comune a chiacchierare; solitamente gli ultimi a rimanere in piedi erano Hermione e Severus e la donna scoprì che il suo vecchio insegnante, a dispetto di tutte le idee che si era fatta, era una persona molto piacevole con cui conversare, avevano molti interessi in comune, soprattutto libri e pozioni.
Fu la sera di Ferragosto, però, che consacrò il cambiamento di Severus agli occhi di Hermione.
-Non sapevo ti interessassi di Pozioni, pensavo fossi più una da Incantesimi e Trasfigurazione.- Stavano chiacchierando come al solito ed Hermione aveva appena finito di lodare un libro di pozioni che aveva appena finito di leggere.
-A dir la verità Pozioni mi piaceva molto come materia, sfortunatamente avevo un insegnante che non mi riconosceva i meriti.- rispose lei con sarcasmo.
Severus scoppiò in una fragorosa risata seguito a ruota da lei. In effetti non si era comportato bene con lei quando era sua studentessa, ma aveva intenzione di rimediare. Più passava del tempo con Hermione, più si rendeva conto che la petulante e saccente ragazzina aveva lasciato posto ad una donna interessante e intelligente.
-Severus posso farti una domanda? Anche se è piuttosto personale?-
-Suppongo di si, mi riservo però la possibilità di rispondere o meno.-
-Cosa ti ha spinto a cambiare così tanto?- la domanda era stata detta in un sussurro ma lui la capì perfettamente.
Doveva risponderle? No.
Voleva risponderle? Forse.
Voleva conoscerla meglio? Sì.
-Quella notte del 2 maggio, quando Voldemort mi chiamò, non avevo capito che la sua intenzione era uccidermi. Sapevo che stava facendo ricerche sulla bacchetta ma non avevo minimamente capito le sue intenzioni.
Quando ha ordinato a Nagini di uccidermi e mi sono sentito trafiggere il collo dai denti del serpente ho provato una rabbia assurda. Rabbia verso Voldemort, verso Silente, verso me stesso.
Possibile che la mia vita fosse finita così?
Avevo pagato per la mia colpa giovanile per molto tempo. Avevo protetto il figlio di Lily. Avevo passato quasi vent'anni come spia. Sono stato cruciato, torturato. Ho vissuto da solo con l'unica speranza di poter essere felice una volta che tutto sarebbe finito.
E invece no, non avrei avuto la felicità che tanto agognavo, ero destinato a morire così, dall'eroe quale ero, nonostante nessuno, tranne Silente, sapesse del mio valore.
Sentivo le forze lasciarmi sempre più velocemente mentre il veleno di Nagini entrava in circolo prepotente.
E poi ad un certo punto sentì un calore fortissimo, non scottava, era più che altro un calore interno, come quello che si prova quando ricevi un sorriso sincero.
Quando riaprii gli occhi trovai Fanny accanto a me. Capii che la fenice mi aveva reso il dono più speciale che esista: una seconda possibilità. Allora decisi che sarei cambiato, che avrei cercato la felicità che finalmente mi spettava.
Il nuovo Severus Piton sarebbe stato felice.-
Hermione lo ascoltava rapita, incurante di qualche lacrima solitaria che solcava le sue guance. Quell'uomo era l'emblema del coraggio. Da sempre lo sapeva ma quel giorno ne aveva avuta l'assoluta certezza.
Severus su alzò dalla poltrona stirandosi la veste e augurò la buonanotte ad Hermione prima di varcare la porta del suo appartamento.
Hermione intanto continuava a rimuginare su quanto lui le aveva raccontato. Sentire quello che lui si aspettava dal futuro l'aveva fatta riflettere. Del resto la sua vita non era stata molto diversa no? Anche lei dopo la guerra aveva deciso di vivere finalmente felice.
Ma c'era riuscita? No, stava procedendo, ma non stava vivendo.
Il famoso orologio biologico tornò a farsi sentire.
Lui ti piace però!
Lui le piaceva? Forse. Sicuramente si trovava bene a parlare con lui, era interessante.
E affascinante.
Sì, è vero, affascinante. Ricordava ancora al compleanno di Harry come lo aveva trovato diverso e “affascinante” vestito con camicia e pantaloni.
Chi lo sa, non ne era innamorata ma non escludeva che andando avanti potesse nascere qualcosa. Nonostante la differenza d'età fosse considerevole con lui stava bene e poi, come si suol dire, l'amore non ha età.
Il sorriso che le era nato spontaneo in faccia fu interrotto al pensiero di un paio di occhi castani appartenenti a quella che considerava ormai un'amica: Sarah.
Con Sarah aveva instaurato un ottimo rapporto, scoprendo molti particolari interessanti della sua vita.
Era nata in Irlanda da una famiglia di mezzosangue, aveva 40 anni e aveva studiato ad Hogwarts a Tassorosso. Al settimo anno si era fidanzata con un suo compagno, Matt McCart, un auror, e avevano deciso di sposarsi non appena fosse finita la guerra.
Ma lui non tornò mai dall'ultima battaglia avvenuta alla scuola quasi dodici anni prima. Sarah allora si era buttata cuore e corpo nei libri per cercare di attenuare il dolore della perdita. Era diventata bibliotecaria ad Hogsmeade e successivamente aveva fatto domanda per il posto lasciato vacante da Madama Pince.
Non aveva più avuto nessun altro nella sua vita, solo montagne di libri. Forse è per questo che ad Hermione stava particolarmente simpatica, avevano molto in comune; entrambe avevano adottato i libri come surrogato dell'amore e del sesso.
Ma a quanto pare la sua nuova amica aveva deciso di darsi un'altra possibilità visti tutti gli sguardi rubati, ed Hermione li notò tutti, che lanciava al preside durante i pasti.
La mora però non aveva ancora trovato il coraggio, o la faccia tosta, di chiederle conferma dei suoi sospetti, ma dopo i fatti successi quella sera voleva capire al più presto.
Sarah era più vecchia di lei, e quindi di età più vicina a Severus, e aveva passato già abbastanza pene d'amore per non doverne subire altre. Se era innamorata di Severus allora Hermione avrebbe lasciato perdere.
Fu la stessa Sarah, il pomeriggio successivo, a farle una domanda che fugò tutti i suoi dubbi.
-Secondo te è sconveniente innamorarsi di una persona di età molto differente?-
Bingo pensò tristemente Hermione che, racimolando coraggio, le disse la risposta che si aspettava.
-Ma no, assolutamente! Si dice che l'amore non ha età no? Ma lui lo sa che ne sei innamorata?-
Sarah divenne di tutti i colori mentre scuoteva il capo con vigore.
-Mi sento una scema. Lo sembro vero? Insomma ho quarant'anni! Non dovrei vergognarmi così, tanto meno provare sentimenti del genere!-
-Smettila- la rimbeccò l'altra -Sarah ma cosa stai dicendo? Sei ancora giovane, certo che devi provare sentimenti di questo genere! Puoi ancora rifarti una vita, non puoi trincerarti sempre dietro i libri che tanto ami.-
-Grazie Hermione, sei una persona fantastica!- l'abbracciò leggermente prima di dirigersi verso l'ingresso lasciando la riccia al tavolo dove stavano conversando.
No Sarah, pensò, sono una persona sola.




Angolino di Zebraviola
Ciaooo!!! Spero che la storia continui ad appassionarvi! Finalmente al prossimo capitolo potrò scrivere una scenetta a cui sto pensando da giorni! XD Che ne dite intanto di questo?
Ah! Una piccola precisazione: in questa ff Severus non ha consegnato i suoi ricordi ad Harry, era da solo nella Stamberga. Solo dopo tutti sono venuti a conoscenza del suo ruolo fondamentale. Cosa ne pensate del nuovo Sev? E di Sarah?
Aspetto le vostre notizie! ^^
Ri-Ribadisco il piacere dell'altra volta: sto scrivendo una serie di frammenti d'amore in attesa di San valentino, potete trovare la mia serie Perle d'Amore cliccando sull'immagine qua sotto. (Sono coppie miste, c'è un po' di tutto dalla classica Ron/Hermione, passando per Draco/Hermione, Draco/Harry e perfino una Helena Corvonero/Barone Sanguinario. Ultime coppie: Hermione/Fred ed Hermione Severus!!!)


Per favore leggete in molti ^^

Angolo recensioni:

Piccola Vero: Grazie ^^ Sono felice che ti sia piaciuto l'incantesimo, ho in mente una o due scenette carine in cui riutilizzarlo! Fammi sapere che ne pensi di questo! ^^

Phoebhe76Ciao! Pensa che la battuta del salotto mi è venuta di getto perchè quel pomeriggio mi sono trovata a dirla a mia sorella. Stavo cercando di spiegare a lei e alla sua amica una cosa di matematica e continuavano ad interrompermi per parlare e ho detto proprio: “Se avete finito di far salotto vorrei andare avanti”. XD che ne dici di questo capitolo?

Crissy11: Ciao! Che bello trovarsi recensioni da gente nuova! ^^ sono pienamente d'accordo con te sul fatto di ricominciare a vivere e lasciare i defunti dove sono, ma c'è un motivo se l'ho messa e vedrai che ti piacerà. In effetti non siamo in molti a scrivere di questo fandom, però mi capita di leggere storie che non stanno ne in cielo ne in terra: non credo che la Hermione 16enne si sarebbe innamorata di Severus Piton. Comunque tra le mie storielle d'amore che ho linkato prima c'è anche una Hermione/Severus, se vuoi dare un'occhiata e commentarla. ^_^

Gra Gra 96: Eheh ti dico subito che con Piton sarà un'altalena: un po' il nuovo e un po' il vecchio, ma anche quando tornerà ad essere il vecchio non lo sarà mai davvero xD

Panty96:Anche a me sta simpatica Sarah, poverina! :( Comunque sono dell'idea che lui sia ancora devoto a Lily semplicemente perchè non aveva ancora conosciuto Hermione xD

Rika Chidori:Ciao! Nuova recensitrice ^^ Sono contenta che la storia ti intrighi! A me come fandom piace solo se scritto bene, spero di riuscirci! Grazie per avermi detto delle virgole, il mio problema è che sono una d'impulso: scrivo, rileggo una volta e posto xD non ci penso molto. Spero che questo capitolo sia stato più scorrevole da leggere.

LadyHawke25:Eccolo che è tornato, contenta? ^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, a me è piaciuto molto scrivere la parte della confessione di Piton. A presto!

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Capitolo 7
*** AVVISINO E PRECISAZIONI ^_^ ***


AVVISO

AVVISO ^_^


Salve! Questo come potete vedere non è un capitolo ma solo un avviso: ho degli esami la prossima settimana e quindi non ho tempo di scrivere il prossimo capitolo! Ma non vi preoccupate che appena posso mi metto a scriverlo e sarà più lungo, per farmi perdonare.

Adesso qualche piccola nota visto che molti mi hanno scritto dei dubbi sul capitolo precedente:

  • Questione Harry-Stamberga: Allora come ho detto nella confessione di Piton lui sta morendo da solo, lì nella Stamberga Strillante. Harry, al contrario del libro, non prende i ricordi di Severus. Sarà egli stesso, una volta guarito, a divulgarli all'intero mondo magico. Motivazioni varie: sia per discolparsi sia per iniziare bene la sua vita da nuovo Severus.


  • Questione età: Sarah chiede ad Hermione se è sconveniente innamorarsi di una persona di età molto differente. In molti hanno avanzato l'ipotesi che non sia Severus la persona di cui è innamorata Sarah perchè non hanno età molto differente.
    Partendo dal presupposto che, leggendo i libri, mi sembra che si sposino sempre tra coetanei o simili (complice Hogwarts) e che quindi anche pochi anni sono una differenza, vi ricordo l'età dei nuovi personaggi (lasciando perdere i vecchi vecchi xD):
    Hermione, Harry, Neville, Ginny hanno 30 anni (più o meno, in realtà Hermione è leggermente più vecchia di Harry e Neville, mentre Ginny ne ha 29).
    Oliver ha 35 anni
    Sarah ha 40 anni
    Severus ha 50 anni.
    Quindi tra Sarah e Sev ci sono 10 anni di differenza che, come mi sembra di aver capito, sono considerati una differenza considerevole, nel mondo della Rowling.


Spero di aver messo luce in questa faccenda. Se qualcuno ha altro da chiedermi me lo scriva via recensione che gli rispondo ^^
A presto con il prossimo capitolo!
Baci a tutti

Chiara

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Capitolo 8
*** Cap 7. ***


Cap 7

Capitolo 7


Hermione stava impazzendo, ormai era ufficiale. È come quando viene in mente una cosa per caso e ci si impone di non pensarci: diventerà il tuo pensiero fisso.
Così Hermione, dalla sera in cui aveva preso coscienza del fatto che provava un certo interesse per Severus ma che aveva deciso di accantonarlo per Sarah, si ritrovò a pensare tutto il giorno (e tutta la notte) al suo preside.
Ormai era un pensiero costante, ma non si azzardava a cercarlo con lo sguardo, nel timore di venire scoperta.
Eppure non può essere amore, continuava a ripetersi lei.
Insomma era assurdo, come poteva essere innamorata di una persona che conosceva da così poco?
In realtà lo conosco da molto, anche se posso affermare di averlo conosciuto solo da poco.
No, non era amore. Però ne era attratta.
Ne era attratta come una calamita.
Decise di chiedere consiglio a Ginny, voleva sapere l'opinione dell'amica in merito e così dopo cena si trovò con lei nel salottino dell'appartamento della famiglia Potter.
-Allora Herm? Di che dovevi parlarmi?-
-Si ecco, visto che li conosci da più tempo di me... volevo sapere... hai mai notato qualcosa tra Sarah e Severus?-
Hermione sperava che la sua domanda non lasciasse trapelare ciò che in realtà provava.
-Mmm non saprei, Sarah è una persona un po' chiusa, fino a qualche tempo fa nemmeno ci parlavamo molto.
Però devo dire che, ad essere sincera, negli ultimi tempi l'ho vista interessata a qualcuno. Ma quel qualcuno non è certo Severus!-
Hermione rimase interdetta da quella risposta e il suo cuore cominciò a battere forte.
Smettila Hermione, insomma un po' di contegno!
-Non è Severus? Sicura? Perchè mi è sembrato che stia sempre a guardarlo.-
-Questo perchè ti sei messa in testa che il destinatario dei sguardi sia Piton e non chi gli è seduto vicino, Oliver.-
Oliver! Lui in effetti era sempre seduto vicino a Severus durante i pasti ed era seduto accanto a lui anche durante la riunione in cui lei aveva conosciuto Sarah.
Che fosse tutta opera della sua mente? Voleva a tal punto non vedere quanto Severus l'aveva colpita al compleanno di Harry da immaginarselo oggetto di attenzione di qualcun altro?
Ma poteva anche essere che fosse Ginny a sbagliarsi.
-Che prove hai a favore di questa tesi?-
La rossa scrollò le spalle.
-Semplice buonsenso.-
-Ma lei mi ha detto che è innamorata di una persona diversa e mi ha fatto capire che la differenza è notevole.-
-Bè ma anche 5 anni sono una differenza notevole se tu donna stai con uno 5 anni più giovane!-
E a questa affermazione Hermione non seppe controbattere, ma non si permise di sperare nulla.
Passarono il resto della serata chiacchierando del più e del meno, spaziando dalla vita londinese di Hermione ai continui “perchè” di James Sirius.
Mentre stava per tornare nel suo appartamento la mora venne fermata da Ginny.
-Ah! Ma come mai ti interessava sapere quella cosa su Sarah e Severus?-
-Ehm.. no nulla... semplice curiosità.-
-Ok, buonanotte Herm-
Ginny baciò l'amica sulla guancia prima di chiudere la porta con un sorriso e dirigersi verso la camera da letto, dove trovò il marito sdraiato sul letto con la Gazzetta del Profeta in mano.
Salì sul letto e gattonò verso Harry.
-Amore, credo che qualcosa stia bollendo nel calderone.-
Gli levò gli occhiali, poggiandoli sul comodino, e tolse il giornale dalle sue mani.
-Adesso basta leggere, tua moglie ha bisogno di attenzioni.-
-Lungi da me negare attenzioni a mia moglie.-
Sussurrò lui sorridendo sornione e passandole le braccia intorno alla vita prima di baciarla.
Intanto Hermione aveva varcato la soglia della sala comune con la infantile speranza di trovare lui ad aspettarla per fare la solita chiacchierata, ma non trovò nessuno.
È tardi, ovviamente sarà andato già a letto.
Decise che sarebbe stato sicuramente meglio tornare nel suo appartamento e andare a letto anche lei, ma proprio non aveva sonno.
Prese un libro di pozioni che era sul tavolino e si sedette sulla sua poltrona preferita, proprio davanti alla finestra aperta.
Ma la stanchezza ebbe il sopravvento e dopo poche pagine la giovane si addormentò.
Quando Severus entrò nella stanza trovò Hermione addormentata e si fermò un momento a contemplarla con un sorriso che sapeva di nuovo sulle labbra.
Le candele si erano spente e la sala era illuminata solo dal pallore della luna piena che entrava prepotente dalla finestra spalancata.
I capelli di lei, ancora più spettinati del solito, erano sparsi su tutto il bracciolo della poltrona, le gambe piegate sotto al corpo e un' espressione serena sul viso.
Severus rimase colpito dal senso di pace che lo prese alla vista di lei; non poteva lasciarla lì sulla poltrona a dormire.
Cercò di svegliarla ma ottenne solo un leggero miagolio, evidentemente Hermione aveva il sonno molto pesante.
Portarla in braccio a letto? Non ci pensava nemmeno.
Forse poteva levitarla fino al letto, o forse... forse poteva fare lo stronzo.
Un ghigno gli si dipinse in viso mentre sollevò la bacchetta su Hermione mormorando un Aguamenti.
Il gettò d'acqua investì Hermione che saltò in piedi, guardandosi intorno disorientata, prima di fissare gli occhi irosi sull'uomo davanti a lei che se la stava ridendo di gusto.
Hermione era bagnata dalla testa ai piedi, i capelli che avevano perso il loro volume incollandosi al viso la facevano sembrare più piccola.
Ma la risata di Severus gli si ruppe in gola quando notò che l'acqua aveva reso trasparente la camicetta rosa chiaro lasciando intravedere il reggiseno blu.
Via, doveva andare via. Subito.
-Ben svegliata Granger. Adesso se vuoi scusarmi mi ritiro nei miei appartamenti. A domani.-
Lei era allibita. Prima l'aveva infradiciata, poi aveva riso di lei e adesso se ne andava come se non fosse successo nulla? Lo agguantò per un braccio inviperita.
-Ehi! Non pensare di cavartela così!-
Lui prese un respiro prima di girarsi a fronteggiarla, in quel momento avrebbe voluto essere ovunque tranne che lì. Era stato un idiota, non poteva levitarla fino in camera, no, doveva fare lo stupido.
-Qualche problema Granger?- Ecco, sì, freddo e distaccato.
-Qualche problema? Qualche problema?! Si può sapere che ti è saltato in mente? Non potevi svegliarmi come tutte le persone normali, vero?-
Hermione lo guardava di traverso, le braccia lungo i fianchi e le mani strette a pugno.
Severus si maledì per l'ennesima volta, mentre sentiva la voglia di stringerla fra le sue braccia aumentare ad ogni sguardo tagliente di lei.
-Ci ho provato a svegliarti, ma hai il sonno pesante Granger!-
-Si può sapere perchè continui a chiamarmi Granger? E poi non è vero che ho il sonno pesante!-
Ti chiamo Granger per non saltarti addosso.
-Ti chiamo Granger perchè è il tuo nome no? Ora ti consiglio di andare a cambiarti con abiti asciutti e possibilmente meno trasparenti.-
Finalmente Hermione si rese conto del suo abbigliamento e, indispettita che lui non l'avesse avvertita prima, si incamminò fieramente fino al suo appartamento.
-Non finisce qui!- gli disse con un lampo di sfida negli occhi prima di chiudersi dietro la porta. Eppure, nonostante tutto, si coricò con un sorriso sulle labbra.




Angolino di Zebraviola
Buongiorno! Che strano che è stato scrivere questo capitolo... ero partita con un'idea in testa e poi invece il piccolo siparietto che nella mia mente occupava qualche riga è diventato un capitolo xD
Avevo anche pensato di scrivere anche la scena dopo ma poi il capitolo diventata troppo lungo rispetto ai soliti, così ho preferito staccarli. Visto che mi sono già fatta attendere abbastanza ho postato il capitolo che avevo ^_^
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, io mi sono divertita a scriverlo (soprattutto il piccolo siparietto di Ginny).


Angolo recensioni:

Morningstar12  : Grazie mille, sono contenta che ti piaccia. È la prima Herm/Sev che ho iniziato e devo dire che la trovo una coppia molto interessante! A presto!

Panty96Hihi invece Sarah non è per nulla ochetta viziata e rifatta, poverina non si merita l'odio delle persone! Però è innamorata, non bisogna farne una colpa... ti prometto un bel finale però!

 Phoebhe76 : Ciao cara! ^_^ Ho già risposto ai tuoi interrogativi circa l'Harry/non Harry ^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto tutto! Baci ^^

Cohava: Mi piace sempre vedere recensori nuovi ^^ Ti ringrazio molto per la tua recensione, ti assicuro che anche io approvo le scelte che non ho fatto xD. Quando ho deciso di scrivere una Sev/Herm mi sono ripromessa che non avrei MAI usato espressioni che ho sempre criticato negli altri, detesto il banale e il trito ritrito. Cerco sempre di rendere le mie storie originali, diverse dal solito... ed è per questo che la mia Hermione è una donna vera e non una Mary Sue... oddio a dir la verità ho barato un po' mettendo il mio corpo, con tanto di massa riccia incasinata, al suo personaggio (ma non dirlo in giro :P). Per quanto riguarda il nuovo Severus che ride... mi piace molto di più di quello standard xD

Iurin:Grazie mille! Spero che la storia non ti annoi. ^_^

 crissy11 :Ciao carissima! Anche tu con i due interrogativi Harry ed Età vedo xD ma ho anche visto che hai risposto agli avvisi circa l'età. Il fatto che sia strano che lui si racconti in pubblico è vero, ma teniamo sempre conto che lui ha deciso di cambiare e quello era il primo passo. Il nuovo Severus non ha nulla a che fare con il vecchio, ma per come la vedo io non è OOC, perchè non è un altro tipo, è solo che lui ha preso coscienza di quello che ha fatto e che decide finalmente di vivere. Spero comunque che questo capitolo ti sia piaciuto. Per Sarah ti rispondo con un proverbio: Chi vivrà vedrà! ^^

 Gra Gra 96 :Si sono proprio una coppia dolcissima... ma lui è un peperino!!! xD non saranno mai rose e cuoricini, ma ti prometto il lieto fine: ;)

biancalupin :Grazie mille! Anche a me piace molto il nuovo Severus ^^



 Sev_the_best :Ciao! Uh che bello una nuova Severina xD Ad ogni modo temo che anche quando inzierà la scuola, tra poco (penso tra due capitoli), la storia comunque non sarà molto influenzata dagli avvenimenti scolastici. Ma con me non si sa mai, i miei capitoli si scrivono da soli xD A presto!

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Capitolo 9
*** Cap 8. ***


Cap 8

Capitolo 8


Dedicato a Phoebhe76 :*

Mancava solo un giorno all'inizio della scuola e quella mattina di fine agosto ci sarebbe stata l'ultima riunione degli insegnanti.
Tuttavia pensieri ben diversi affollavano la mente di Hermione, intenta a fare colazione.
Si era alzata piuttosto turbata quella mattina, tutta colpa di Ginny.
Infatti la mora aveva fatto sue le teorie dell'amica circa il destinatario delle occhiate di Sarah e aveva sognato tutta la notte lei e Severus, impegnati in attività molto piacevoli.
Più precisamente aveva sognato di cavalcare. E non c'era nessun cavallo.
Non che fosse la prima volta che lei lo sognasse, ormai era una cosa con la quale aveva fatto i conti da una settimana a quella parte, ma rimase turbata dall'intensità delle emozioni che ancora albergavano in lei nonostante il sogno fosse finito.
-Oggi pomeriggio qualcuno vuol venire a cavalcare con me?-
Poche parole di Severus e il succo che Hermione stava bevendo prese inesorabilmente la strada sbagliata, facendole venire un attacco convulso di tosse.
Possibile che le avesse letto nel pensiero?
Le immagini del sogno tornarono prepotentemente nella sua mente, accavallando espressioni, sospiri e gemiti, facendola arrossire tremendamente.
-Tutto bene Hermione?- Harry, seduto accanto a lei, prese a batterle dei leggeri colpi sulla schiena, mentre la tosse si placava.
-Si scusate, mi è solo andato di traverso il succo.-
Severus la fissò con sguardo scettico misto a preoccupazione.
-Allora qualcuno vuole venire a cavalcare?-
-Ma cavalcare cosa, i Thestral?- chiese lei. Per quanto si ricordasse non c'erano cavalli ad Hogwarts. Sarah scoppiò a ridere, credendo che fosse una battuta e non un dubbio lecito.
-Come si fanno a cavalcare delle creature invisibili?- chiese tra una risata e l'altra, ignorando il fatto più di metà delle persone sedute a quel tavolo, i Thestral li vedevano benissimo.
-In realtà da qualche anno abbiamo dei cavalli. Stiamo facendo degli studi su di essi per scoprire se hanno qualche qualità magica.
Del resto nel mondo magico vi sono molte creature che hanno caratteri in comune, basti pensare agli unicorni o ai centauri.- spiegò Harry -Ad ogni modo mi piacerebbe venire ma oggi pomeriggio riaccompagno Ginny e i bambini a casa.-
Anche gli altri si tirarono indietro, chi per un motivo chi per un altro, tranne Sarah che accettò entusiasta.
Hermione, innanzi al viso felice dell'amica, si diede mentalmente della stupida per aver anche solo sperato di avere qualche possibilità.
-E tu Hermione? Vieni a cavalcare con noi?-
Più che con te vorrei cavalcare te.
-Va bene, ma sono un po' arrugginita, spero di ricordarmi ancora come si fa.-
Nessuno sapeva che lei adorava andare a cavallo. Quando era piccola passava le estati nel maneggio dei suoi nonni, aveva anche il suo cavallo personale, bianco come la neve, Petite, ma ormai erano più di dodici anni che non saliva su un cavallo.
Sperava solo di non fare figuracce.
Intanto Severus la osservava mentre, impacciata, si versava altro succo e portava il bicchiere alle labbra.
C'era qualcosa di strano in lei quella mattina, qualcosa che non riusciva a decifrare. Che fosse ancora arrabbiata con lui per lo scherzetto della sera precedente? No, non sembrava arrabbiata, piuttosto pareva che si vergognasse di qualcosa.
Per un piccolo istante meditò l'idea di usare la Legilimanzia su di lei, ma si rimproverò subito dopo per l'assurdità dell'idea.
Con la coda dell'occhio osservò la figura della ragazza intenta a fare colazione e si diede mentalmente dello stupido per aver pensato, la prima volta che l'aveva vista su quella panchina, che non fosse bella.
I suoi ricci, solitamente arruffati e crespi, quella mattina erano lucenti e ordinati, segno che li aveva appena lavati. Sorrise mentalmente all'idea che non sarebbero durati a lungo.
Ma la cosa che lo ammaliava ogni giorno di più era indubbiamente il suo viso.
Aveva una bocca veramente splendida che sapeva sempre regalare sorrisi sinceri e capaci di scaldare il cuore.
Non poté esimersi dal darsi dello stupido per quei pensieri così poco da lui. Evidentemente la mattina era un momento pericoloso per lasciare alla sua mente la libertà di vagare.
Ma che gli prendeva? Proprio non riusciva a riconoscersi negli ultimi tempi.
Decise di accantonare tutto per il momento e tornò a concentrarsi sul suo pudding.
La mattina volò via veloce, riunione compresa, e presto arrivò l'ora del pranzo.
Hermione prese posto accanto a Sarah, era tutta la mattina che pensava a lei e alle mille teorie.
Aveva deciso che era da stupidi continuare a farsi paranoie campate in aria e quindi decise che le avrebbe parlato quella sera stessa.
-Ciao Hermione!-
-Neville! Ciao come stai? Che fine avevi fatto stamattina?-
Neville si era appena seduto accanto a lei, al posto lasciato vuoto da Harry che era partito poco prima. Direzione? Ovviamente lauto pranzo a casa di Molly.
-Ero impegnato con Catherine, sai stavamo firmando gli inviti per il matrimonio.-
-Oh è vero! Harry mi ha detto che ti sposi, ma non mi ha detto nient'altro. Chi è? La conosco?-
-No, non la conosci. È una babbana, si chiama Catherine, abita in un paesino vicino ad Hogsmeade.-
-Ma è fantastico! Come l'hai conosciuta?-
-È proprietaria di una serra, l'ho conosciuta cercando un terriccio particolare per una pianta.-
-Sono felice per te, siete molto innamorati immagino...-
-Ah bè, uno di noi di sicuro...- Fu poco più di un sussurro ma l'espressione rattristata che lo seguì fece intendere ad Hermione di aver udito bene.
Povero Neville, sperava solo che non soffrisse troppo. Insomma si stavano per sposare! Doveva pur significare qualcosa, no?
-Bè dai, vi state per sposare, vi amerete no?-
-Ma sì... solo che, ripeto, vorrei che ci fosse più amore...-
Hermione era allibita, smise di mangiare e costrinse Neville a guardarla negli occhi.
-Neville ascolta, e la parola chiave è ascolta, non è troppo tardi! Se lei non ti ama abbastanza perchè ti costringi ad andare avanti e rischiare di finire in un matrimonio in cui soffrirai solamente?-
-Magari non è amore, ma c'è sentimento in ogni caso, affetto...-
-Sì, ma l'affetto non basta per costruire un matrimonio, non credi?-
Neville le rivolse un mezzo sorriso, grato dell'interesse dell'amica.
In quel momento Oliver, quasi pimpante, si avvicinò alle due donne.
-Sarah posso chiederti un favore?-
-Ma certo, dimmi!-
-Dovrei fare una ricerca sul volo, per dare qualche notizia storica al nuovi allievi che arriveranno domani. Potresti aiutarmi oggi pomeriggio?-
Ad Hermione si rizzarono le antenne, se lei avesse risposto di si, cosa che sperava fortemente, significava che avrebbe rinunciato alla cavalcata con Severus e questo le donava serie possibilità che fosse innamorata di Oliver.
-Mi dispiace ma sono già impegnata oggi pomeriggio, vado a cavalcare. Se vuoi ti posso dare una mano stasera.-
-Ok, tanto non ho fretta.-
Ad Hermione parve di intravedere una scintilla di dispiacere negli occhi del giovane, intento a tornare al suo posto scrollando le spalle.
Alle cinque del pomeriggio Hermione, Sarah, Severus e Neville, che si era aggiunto durante il pranzo, si trovarono davanti alla stalla posta dietro la baracca di Hagrid, al limitare della Foresta Proibita.
-Allora, abbiamo dieci cavalli, Hermione puoi scegliere quello che preferisci.-
La riccia si avvicinò lentamente agli animali.
-Ciao belli...- accarezzò i musi di due stalloni che nitrivano animatamente prima di posare lo sguardo su un bellissimo cavallo banco come la neve. Subito il pensiero corse a Petite.
-Prendo questo.-
I quattro sellarono i cavalli e decisero di fare un giro intorno al lago.
Hermione si affiancò a Neville, lasciando andare avanti Sarah e Severus, che pareva avessero intrapreso una fitta conversazione.
-Herm, ti vedo strana oggi, che succede?-
-Io? Ma no nulla...-
Ma Neville non era più un ragazzino imbranato che potevi prendere in giro (anzi forse non lo era mai stato).
-Non mi mentire, sei strana, ti vedo con la testa tra le nuvole. Non è che ci sono... problemi di cuore in vista?-
Lei simulò una risatina nervosa.
-Problemi di cuore? Ma figurati.-
-Hermione... ti conosco da molti anni. Ricordo ancora quando eri innamorata di Ron, avevi l'espressione esatta di adesso, solo più lieve.-
Colpita e affondata.
-E va bene, te lo dico, ma prometti di non prendermi in giro o giudicarmi.-
-Quando mai l'ho fatto Hermione?-
-Temo di essere attratta da Severus.-
Neville tirò le briglie del cavallo per farlo fermare, un'espressione stranita in viso.
-Puoi ripetere per favore?-
Forse dovevo dirgli anche di non fissarmi come se gli avessi annunciato l'atterraggio degli alieni...
-Sono attratta da Severus.-
-Severus? Severus Piton? Il nostro Severus Piton?-
-Sì Severus. Severus Piton. Il nostro Severus Piton.-
Neville riprese ad andare al passo mentre somatizzava la notizia.
-Ah. Bene.-
-Neville, mi spieghi che razza di risposta è?-
-Ma no niente... Ed è... successo qualcosa?-
Hermione sorrise davanti al rossore dell'amico.
-No. Per quanto ne sappia io lui non è minimamente interessato ad una che potrebbe essere sua figlia. E poi vorrei prima capire se non c'è già qualcuna interessata a lui.-
-Qualcuna? E chi?-
Lei non rispose, limitandosi ad indicare le due sagome più avanti, udendo una risata di Sarah che le diede molto fastidio.
-Sarah?!?! Ma sei sicura?-
-Sicurissima no, ma ho un forte dubbio. Mi ha detto che è innamorata di uno di età molto diversa, ma non vuole dirglielo. Ho pensato a Severus perchè la direzione delle occhiate è quella. Secondo Ginny invece è interessata ad Oliver.-
-Non saprei, non ho mai pensato a nessuna di queste ipotesi, non ho mai notato queste “occhiate” di cui stai parlando. Proverò a farci caso.-
-Ascolta che ne dici se li lasciamo da soli? Magari, se ho ragione, potrebbe aiutarli ad avvicinarsi.- Neville le lanciò un'occhiata scettica ma poi fece un cenno di assenso.
Lei trottò fino a raggiungere Severus e Sarah, che intanto si erano fermati non vedendo più gli altri due dietro.
-Scusatemi ma sono davvero stanca, del tutto fuori allenamento. Io torno indietro, Neville si è offerto di accompagnarmi. Ci vediamo più tardi.-
Non diede a Severus nemmeno il tempo di ribattere, di informarsi se stesse bene, che girò il cavallo e se ne andò in tutta fretta.
-Sarah ma anche a te oggi Hermione sembra strana?-
-Mmm non più del solito. Ha sempre la testa fra le nuvole quella donna lì.-
Quella donna lì. Quella donna. Donna.
La parola “donna” rimbombò ferocemente nella testa di Severus. Hermione era una donna e lui doveva venire a patti con questo.
Doveva ammettere, almeno con sé stesso, che fino a quel momento aveva pensato a lei come ad Hermione Granger, ex studentessa.
Ma ormai non aveva più diciassette anni, doveva farselo entrare in testa.
Tutto ad un tratto si sentì il cuore più leggero, ma non era ancora tempo di indagare. Decise che ci avrebbe pensato più avanti.
La passeggiata proseguì senza intoppi, il lago era tranquillo e i due ebbero modo di chiacchierare molto. Sarah gli raccontò del suo fidanzato Auror scomparso, della sua vita durante la guerra e della sua famiglia, emigrata in Francia per sfuggire al regno del terrore istituito da Voldemort.
Severus invece, stupendo perfino sé stesso, raccontò alla donna della sua esperienza come spia e del rapporto che aveva avuto all'epoca con i loro colleghi di adesso, Hermione, Harry e Neville.
Non riusciva a capire come quella donna, pressoché sconosciuta, fosse riuscita a farlo confidare su una parte di vita che lui considerava più che altro un brutto ricordo, sempre relegata in un angolo della sua mente.
Chissà, forse era il fatto di essere cambiato così tanto dalla fine della guerra, ma confidarsi con Sarah gli pareva quasi naturale, lei era una perfetta ascoltatrice.
Parlarono per ore, fermandosi anche a contemplare lo spettacolo del sole che si tuffava nel lago Nero, tingendo il cielo e gli alberi che li circondavano di un arancione brillante.
Tornarono alle stalle verso le sette e si diressero subito a cena.
Hermione, aveva passato il pomeriggio in ansia. Si pentiva di aver “ceduto” Severus così in fretta.
Ne stava parlando con Neville mentre erano di ritorno al castello.
-Insomma in guerra e in amore tutto è permesso, no? Quindi Hermione secondo me dovresti buttarti.-
-Oddio ma non scherziamo. Amore? Come faccio ad essere innamorata di lui? Non ha senso!-
-Hermione l'amore non è una cosa logica. Non appena cominci a ragionarci sopra sparisce. È una cosa di cuore, non di testa. Amare una persona è cercarlo con gli occhi quando entra in una stanza, sorridere al solo pensiero del suo viso, sentire continuamente la sua voce in testa. Questo, è amore.
Non è fatto di ragionamenti, è fatto di sentimenti.-
Il tono accorato di Neville colpì molto la giovane. Erano parole molto belle. Erano parole vere.
E lei sentì la verità irradiarsi nel suo cuore. Possibile che lui avesse ragione? Che finalmente, dopo anni, si fosse di nuovo innamorata? Proprio di Severus?
Ebbe la risposta quando li vide entrare in Sala Grande durante la cena.
Osservò i sorrisi sui volti sereni.
Si, proprio di Severus. È ufficiale. In amore non ho la minima fortuna!
Durante la cena cercò di non pensarci, mangiò in apparente tranquillità, e dopo aver mangiato il suo budino di riso sgusciò via fino al suo appartamento, non notando gli sguardi sempre più preoccupati e scettici di Severus che si era perfettamente reso conto del tormento che aleggiava negli occhi della giovane.
Decise che le avrebbe parlato, doveva capire perchè lo evitava, non aveva creduto nemmeno per un momento alla scusa del “sono fuori allenamento”.
Raggiunse la sala comune sperando di trovarla lì, ma della riccia nessuna traccia.
Se pensi di scapparmi così hai sbagliato persona. L'indomani le avrebbe chiesto una riunione formale per sapere com'era andato il suo primo giorno da insegnante, non poteva fuggire in eterno.
Si sedette alla sua scrivania tirando fuori la bacchetta.
-Cor Evocatio.-
Il volto di Lily invase la stanza.
Dolce Lily.
In tutti quegli anni aveva rappresentato la sua croce e la sua delizia.
Delizia, perchè vedere il suo volto scaturire dalla bacchetta era, ormai, l'unico punto fermo della sua esistenza.
Croce, perchè era ormai l'ultima cosa che lo legava ad un passato dal quale avrebbe voluto scappare.
Severus sorrise mestamente alzando una mano verso i capelli rossi della donna, incontrando solo l'aria.
Si fermò di colpo, però, quando lo sguardo si posò sul viso di Lily.
Un paio di occhi castani rilucevano al posto delle consuete gemme verdi.




Angolino di Zebraviola
Chiedo venia per il ritardo con cui ho postato questo capitolo ma, se devo essere sincera, ho pensato molto a cosa raccontare. La tentazione di arrivare “al dunque” è fortissima, ma devo fare la brava ed arrivarci per gradi!
Le vostre recensioni mi hanno fatto ridere, tutti a dire che eravate contenti che Sarah non fosse innamorata di Severus... quando io non l'ho mai detto! XD
La nostra Hermione ha avuto una folgorazione! Sarà amore? Sembra di si. E Severus? È ancora lontano, questo è vero ma... Lily con gli occhi castani? xD
Ma vabbè la storia non è mica finita... :P
Tra l'altro adesso sabato parto e sto via una settimana (vado a Londra *_*), mi porterò dietro il pc così vedo se riesco a scrivere un capitolo nuovo.
Ad ogni modo spero che questo vi sia piaciuto! ^_^


Angolo recensioni (siete sempre di più, che bello!!!):

 jalilah : Ciao! Bè non ha ricambiato lo scherzetto ma non ti preoccupare che gli darà filo da torcere! Comunque non penso che miri a prendersela con I grifondoro, quanto più con UNA grifondoro! xD

Gra Gra 96  Eccola qua una di quelle che si è mostrata contenta per la nostra Sarah! Ma come vedi... non si sa ancora se Oliver è il suo innamorato! Chi vivrà vedrà! ^_^

  Panty96 : E 2! xD Quasi mi dispiace smontare il vostro entusiasmo per Oliver/Sarah xD Ma ti prometto che ce ne saranno delle belle circa la nostra bibliotecaria.
Comunque anche quello a cui piacevo io me ne combinava sempre di tutti i colori! Uomini -.-''

 Sev_the_best Tadadadaaaan! Hermione ha avuto l'illuminazione! E il nostro Sev? C'è tempo! ^^ che te ne pare di questo capitolo?

Iurin:Spero di non averti deluso nemmeno stavolta. Severus in crisi è fantastico ma mi piace di più quando è sconvolto! xD

 crissy11 :E 3! ^^'' Mi sento sempre più colpevole per la povera Sarah. La sua love story resta un punto di domanda, che prima o poi verrà svelato. Mi sto innamorando della mia stessa versione di Severus, dici che è un male? xD

  Erin_Prince :Mi fa piacere che ti sia piaciuta la battuta del "Ti chiamo Granger per non saltarti addosso!!!" , mi è venuta fuori così e mi è sembrata simpatica! Spero che anche in questo capitolo tu abbia trovato frasi di tuo gradimento. ^^

Phoebhe76  :Ciao carissima!!! Spero che la versione finale della cavalcata abbia riscontrato il tuo gusto, anche se alla fine è diversissima da quella che avevo pensato all'inizio! XD
Ma io sono fatta così, i capitoli li scrivo man mano!

 Morningstar_Potteriana_Lu98 :Ciao! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, almeno quanto i precedenti! ^_^

  Rika Chidori :Seppur contenta che ti piaccia la storia mi dispiace che tu non riesca ad abituarti al nuovo Severus, a me piace talmente tanto che me ne sto innamorando io stessa! XD Ad ogni modo sono contenta delle critiche costruttive che mi si fanno, almeno mi aiutano a migliorarmi. Solo una volta ci ero rimasta malissimo dopo che una mi ha detto che scrivevo come una ragazzina delle medie. Ci sono rimasta talmente male che ho mollato la storia... Povero “Diario di Hermione”, attende ancora il 13° capitolo.
Spero di aver scritto tutto corretto stavolta! ^_^
Maledizione a me che non rileggo mai xD Alla prossima!

 Frenci_ :Ciao! Una nuova recensitrice ^_^ spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!





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Capitolo 10
*** Cap 9. ***


Cap 9

Capitolo 9


Severus si trovava in una stanza buia circolare. Non vi erano porte, né finestre; l'uomo camminava alla cieca, alla ricerca di una via d'uscita in quell'assurda situazione.
-Severus...-
Lily, interamente vestita d'oro, gli era apparsa davanti.
Lui si avvicinò titubante alla figura che stava svanendo lentamente e che si allontanava sempre di più ad ogni passo dell'uomo.
-Lily! Aspetta!-
-Non posso Severus... tu mi stai dimenticando...-
-Non è vero, come potrei dimenticarti...-
-Guardami Severus, guardami...-
L'uomo chiuse gli occhi di scatto, sapeva quello che avrebbe visto e non voleva, non voleva assolutamente rivangare il ricordo di quegli occhi.
-Ho detto guardami!-
La voce era diventata imperiosa e Severus si costrinse a volgere lo sguardo al volto della donna dal quale due iridi castane lo trafiggevano come due lame.
-Cosa significa?-
-Severus?-
Un'altra voce femminile lo chiamò alle sue spalle facendolo girare di scatto, davanti a lui era apparsa una donna ammantata di rosso, con una benda sugli occhi, solo qualche ciocca castana sfuggiva al cappuccio del mantello.
-Chi sei? Cosa ci fai qui?-
-Lasciala andare Severus...-
-Mi stai dimenticando Severus...-
Le due donne lo accerchiarono continuando a ripetere quelle litanie.
-Lasciala andare Severus...-
-Mi stai dimenticando Severus...-
-Basta! Vi prego, basta!-
Cadde in ginocchio con le mani davanti al volto.
-Basta...-

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Severus si svegliò di scatto in un bagno di sudore. Il Cor Evocatio della sera precedente doveva averlo davvero sconvolto visti i sogni che lo avevano turbato quella notte.
Non era ancora riuscito a dare un senso a tutto, ma non aveva tempo per pensarci in quel momento, aveva una scuola da portare avanti, infatti quella sera sarebbero arrivati gli alunni e lui doveva ancora predisporre gli orari dei corsi, non aveva certo tempo da perdere dietro a sogni e visioni.
Si affacciò alla finestra allacciandosi i bottoni della veste, la vista dalla sua camera era veramente bellissima ma fu una figura ad attirare la sua attenzione.
Hermione era seduta su una panchina davanti al lago a leggere, le gambe raccolte sotto al corpo come quando l'aveva trovata qualche sera prima in poltrona addormentata. Si permise di sorridere leggermente prima di darsi dell'idiota, quella donna lo avrebbe fatto uscire di senno prima o poi!
Scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri che lo confondevano ancora di più e scese a fare colazione.
Intanto la donna in giardino aveva la testa talmente piena di emozioni e pensieri da non riuscire a leggere nemmeno una riga del libro che aveva sulle gambe; scoprire di essere innamorata di Severus Piton l'aveva sconvolta non poco.
Ma quello che le premeva di più al momento era scoprire se poteva osare farsi avanti o meno e c'era solo una persona che poteva aiutarla a fare chiarezza.
Con una nuova scintilla di combattività negli occhi si lanciò alla ricerca di Sarah.
La trovò pochi minuti dopo in Sala Grande, intenta a mangiare una scodella di porridge, e le si accomodò accanto afferrando una fetta di pane tostato.
-Buongiorno Hermione! Sei emozionata?-
-Emozionata? Per cosa?-
-Come per cosa? Oggi inizia ufficialmente la tua carriera da insegnante!-
Era vero! In quei due giorni era stata così presa dalla questione Severus che si era dimenticata del fatto che l'indomani sarebbero iniziate le lezioni.
Oddio! Sarebbe stata all'altezza del compito? Non sapeva abbastanza! Avrebbe dovuto studiare più libri, fare più pratica, esercitarsi maggiormente!
Sarah osservò l'amica andare in iperventilazione.
-Hermione calmati! Andrà tutto bene! Il mondo non sta per finire!-
Hermione respira.
Uno. Due. Tre respiri. Finalmente il volto della donna riprese un colorito quasi normale.
-Spero di sapermela cavare e poi... bè non saranno mica così terribili gli studenti no?-
-Evidentemente non hai ricordi di quando TU eri una studentessa. Voi non eravate terribili, eravate peggio!-
Severus prese posto alla destra di Hermione ghignando maleficamente.
-Ma guarda che quello terribile eri tu, non noi!-
Hermione cercò di ritrovare la calma (che prima comunque non aveva) e di tornare ad un battito di cuore che le evitasse una morte precoce per infarto.
Sono messa proprio male, ma proprio male male!
-Eh no, cara Granger, dimentichi il Magico Trio quante me ne ha fatte passare? O tutti i disastri combinati da Paciock? Quel ragazzo era proprio una frana nella mia materia.-
-Ehm Severus, io sarei qui, ricordi?- disse Neville sorridendo. Ormai lui e Severus erano quasi amici, ma al solo ricordo di quanto lo terrorizzasse da giovane ancora adesso gli veniva un brivido lungo la spina dorsale.
-Paciock lo so che sei qui, ma non puoi negare che eri una frana totale.- obiettò con fare ovvio Severus scatenando l'ilarità in tutti i commensali, compresa Hermione che osservò nostalgicamente Neville, rivedendo per un momento il ragazzino undicenne che le aveva chiesto aiuto sul treno per ritrovare il suo rospo.
Ma non era più un bambino, nessuno di loro lo era più; posò gli occhi su Harry, seduto accanto a Neville.
Del bambino gracilino conosciuto tanti anni prima non era rimasto nulla, ormai era un uomo adulto, padre di famiglia, ma le veniva da sorridere al pensiero che ai suoi occhi sembrasse sempre lo stesso Harry.
-... allora vieni?-
Era talmente presa dai suoi pensieri da non rendersi conto che Sarah le aveva rivolto una domanda.
Se non si dava una strigliata mentale i suoi studenti l'avrebbero messa facilmente nel sacco e questo lei proprio non poteva permetterselo.
-Scusami Sarah ero sovrappensiero, puoi ripetere?-
-Ti ho chiesto se ti va di fare una passeggiata con me fino a Hogsmeade, devo andare da Scrivenshaft a comprare delle penne e dell'inchiostro..-
-Ma certo! Vengo con piacere, così ne approfitto per andare da Stratchy&Sons per un mantello nuovo, il mio ormai è logoro.-
E chissà, magari davanti ad una burrobirra le avrebbe finalmente chiesto la verità circa Severus.
Così le due subito dopo colazione si recarono a Hogsmeade.
Esattamente come per Hogwarts, non si era resa conto di quanto le fosse mancato quel paese finchè non si trovò nella via principale.
Guardò con nostalgia i vari negozi e locali che costituivano il nucleo centrale del paesino, rivivendo nella mente vari ricordi a cui erano legati, alcuni belli e alcuni brutti.
La mattinata passò leggera tra chiacchiere, risa e compere e fu solo sulla via del ritorno che Hermione prese il coraggio a piene mani e iniziò la conversazione che avrebbe sancito la sua lotta per Severus o contro Severus.
-Sarah, ascoltami... devo chiederti una cosa; mi rendo conto che non sarebbero affari miei ma volevo saperne di più del tuo amore segreto.-
Sarah fissò stranita l'altra, nemmeno le avesse appena detto di aver visto un asino che vola.
-Come mai vuoi saperlo? Comunque non c'è molto da dire... sono innamorata ma la situazione è piuttosto delicata e quindi... non so, credo che alla fine ci dovrò mettere una pietra sopra.-
Ok Hermione, con calma. Chiedile qualcosa che la faccia sbilanciare un po', quanto basta per capire se è innamorata di lui. Ma con calma né? Prendila alla larga, molto alla larga.
-Sei innamorata di Severus?-
Complimenti ragazza! L'hai presa proprio alla larga!
-Severus?! Perchè hai pensato a Severus? Comunque no, se è questo che volevi sapere, non è lui.-
Hermione tirò un impercettibile sospiro di sollievo mentre continuava a ripetersi “non è lui... non è lui... non è lui...”
Ad ogni “non è lui” il sorriso che aveva in viso si allargò sempre di più, fino a far scoppiare a ridere Sarah, che non si era persa nemmeno un secondo del cambiamento di Hermione dall'agitato all'esaltato e cominciava a farsi un'idea di cosa pensasse l'altra circa il preside.
-Dimmi Hermione, com'era Severus prima della fine della guerra? Neville mi ha detto che era cattivo e scorbutico, ma mi riesce difficile crederlo.-
-Severus Piton prima era un'altra persona rispetto a quella che conosci tu. Il suo ruolo era la sua prigione dalla quale non poteva evadere. La mente costantemente chiusa, l'allerta costante, il ruolo di spia gli forniva dolore, e non parlo solo di dolore fisico dovuto a torture, hanno contribuito a creare una persona fredda, rigida, costantemente seria.-
-Non sorrideva mai?-
-Severus Piton non poteva permettersi di sorridere.-
-E voi non avevate un buon rapporto?-
-Diciamo che con noi si è sempre comportato in modo abbastanza... severo, se mi concedi il gioco di parole, con ognuno di noi per un motivo diverso credo.
Neville, come ci ha ricordato stamattina, era veramente imbranato, anche se penso fosse dovuto al fatto che Severus lo terrorizzasse. Ricordo ancora al terzo anno, quando studiavamo i Mollicci, e quello assegnato a lui prese le sembianze dell'insegnante di Pozioni. Povero Neville!
Per quanto riguarda il “Magico Trio” invece i motivi erano diversi, partendo comunque dal presupposto che con i Grifondoro lui fosse sempre stronzo, trattava male Harry perchè era la copia esatta di suo padre che lo aveva trattato molto male quando erano a scuola, diciamo che gli ha reso pan per focaccia. Ha conosciuto il vero Harry solo quando si è concesso di aprire un po' di più la mente e il cuore e vederlo finalmente come Harry e non come James.
Con Ron, che tu non conosci, invece credo che il problema fosse più la sua lazzaronaggine, perchè se ci si metteva era proprio un asino.
Con me... con me non lo so. Ero studiosa, attenta alle regole... credo che nel mio caso si comportasse così solo per dovere al suo ruolo.-
Sarah la ascoltò senza battere ciglio. Provava molta stima per quell'uomo, ma faticava a pensare a lui privo di sorrisi, ironia e risate.
Fu proprio Severus la prima persona che incontrarono entrando in Sala Grande per il pranzo.
Le osservò entrare ridendo come due adolescenti e si ritrovò a pensare, per l'ennesima volta e questo a parer suo non andava affatto bene, a quanto fosse bella Hermione quando rideva così sinceramente.
-Buongiorno, vi siete divertite?-
-Oh si! Abbiamo fatto compere, rivangato il passato... insomma ci siamo prese un respiro prima di iniziare i ruoli da persone serie.- la Grifondoro scoppiò a ridere di fronte alla faccia accigliata dell'uomo.
Quella sera si sarebbe fatta avanti, sperava solo di non venir respinta troppo brutalmente.
Le sei, ora prevista per l'arrivo degli studenti, arrivarono in fretta ed Hermione era nervosissima.
Tutti i dubbi che l'avevano assillata la mattina erano tornati prepotentemente alla ribalta, facendole alzare pericolosamente i livelli di stress.
Si sedette al tavolo degli insegnanti mentre gli studenti entravano in sala grande posizionandosi alle rispettive tavolate, ovviamente mancavano ancora gli studenti del primo anno che entrarono poco dopo scortati da Harry.
Tra le fila di studenti incuriositi o spaventati scorse Teddy, con i capelli di un rosso acceso per l'agitazione, che la salutò con un debole sorriso.
Dopo poche parole di Severus iniziò lo smistamento del 31 nuovi alunni. Hermione era curiosa di vedere in che Casa sarebbe finito il giovane Lupin; sarebbe stato un Grifondoro malandrino come il padre o un Tassorosso imbranato come la madre?
-Teddy Remus Lupin- la voce ferma e vagamente orgogliosa di Harry risvegliò il piccolo Teddy dal torpore in cui era caduto osservando tutta la sala, si avvicinò allo sgabello e si sedette, lanciando un sorriso al suo padrino che gli calò il Cappello Parlante sulla testa.
-TASSOROSSO-
Tassorosso, c'è speranza quindi che non mi faccia penare.
Si ritrovò a pensare Hermione.
Una volta smistati tutti i studenti Severus si alzò per fare il discorso di inizio anno; la donna era curiosissima di vedere come si sarebbe comportato in versione di preside.
-Buonasera a tutti, se riusciste a fare silenzio avrei alcune cosa da dirvi.-
Il vociare tuttavia non diminuiva.
-FATE SILENZIO.- Due parole dette con tono glaciale e ad Hermione parve di avere di nuovo davanti il suo vecchio insegnante di pozioni.
Finalmente la quiete calò in Sala Grande e Severus riprese il suo discorso.
-Bene, grazie. Quest'anno, come avrete notato, c'è una novità nel corpo insegnanti. La professoressa McGranitt è andata in pensione ed è stata sostituita dalla qui presente Hermione Jean Granger, che sarà anche la direttrice della casa di Grifondoro.-
Il tavolo dei grifoni rumoreggiò felicemente all'idea. Tutti conoscevano la Granger, paladina della guerra di cui avevano sentito parlare; gli studenti più grandi si ritrovarono perfino a pensare che era una paladina perfino giovane e carina.
-Sono lieto che siate felici ma non pensiate che solo perchè la professoressa Granger è una donna giovane- e molto bella... Severus concentrati! -Voi possiate rigirarvela a vostro piacimento, perchè è una donna molto forte e sono sicuro che saprà essere un'insegnante impeccabile.-
Hermione si mosse sulla sedia un po' impacciata, era lieta che lui la considerasse una donna molto forte e capace e sperò in cuor suo di non venir meno alle sue aspettative.
-Ad ogni modo ricordo a tutti che la Foresta Proibita è da evitare, a meno che non vogliate un incontro ravvicinato con acromantule e affini.
Qualche piccola informazione per i nuovi studenti: per chi ancora non lo sapesse la Casa in cui siete stati smistati sarà la vostra famiglia per i prossimi sette anni. Durante le lezioni avrete modo di accumulare punti, mentre i vostri comportamenti sbagliati, e questo vale anche per il vostro tempo fuori dalle lezioni, vi faranno perdere punti.
Alla fine dell'anno la Casa che avrà più punti vincerà la Coppa delle Case.
Per ultimo vi ricordo che è vietato girare senza permesso per la scuola dopo le dieci, per qualsiasi altra domanda potrete rivolgervi ai vostri prefetti, caposcuola o al Direttore della vostra casa.
Troverete il calendario delle lezioni appeso nelle vostre sale comuni.
Bene, detto questo buon appetito.-
Il vociare tornò prepotente mentre diverse pietanze appavero sulle varie tavolate.
-Allora Hermione, che ne pensi di questo inizio?- chiese Harry mentre si serviva un piatto di pasticcio di rognone e pudding di riso.
-Bè è stato un bel salto nel passato. Mi ricordo della nostra entrata per la prima volta in questa sala, io ero agitatissima! Poi quando la McGranitt mi chiamò per lo smistamento ero veramente terrorizzata, avevo paura che il cappello mi mangiasse!-
I due scoppiarono a ridere, trascinando anche gli altri insegnanti.
Dopo la cena Hermione scortò gli studenti verso la torre per poi tornare nella sua sala comune decisa a parlare con Severus, anche se ancora non aveva in mente un discorso preciso.
Il cuore prese a batterle furiosamente mentre immaginava i possibili sviluppi del discorso.
Si sedette il poltrona aspettandolo. Come poteva iniziare?
Sai Severus, credo di essere innamorata di te. Assolutamente no!
Severus, tu sei un uomo solo e io una donna sola. Oddio così sembra disperata.
Severus, ti voglio! Troppo da ninfomane.
Ascolta... io, non so come sia successo ma sento che vorrei conoscerti meglio. Ecco questo poteva andare.
Felice di aver trovato un modo per iniziare il discorso la giovane si rilassò fino ad addormentarsi.
Dopo mezzora Severus fece il suo ingresso in sala comune, veramente stanco e agognante del materasso.
Avrebbe voluto parlare un po' con qualcuno ma si erano tutti eclissati: Neville era andato dalla fidanzata, Sarah a fare una passeggiata nel parco con Oliver, Harry era andato a casa, i suoi colleghi più “anziani” erano già tutti a letto. Ed Hermione... La donna sembrava sparita, forse era andata già a letto anche lei.
Chiuse la porta dell'ingresso della sala comune trovandosi nel buio più totale.
Dov'è la bacchetta quando serve?
Finalmente la trovò tra le sue mille pieghe della veste.
-Lumos-
Troppo tardi. Non si era accorto della poltrona stranamente troppo vicina alla porta e ci finì contro, facendola cadere all'indietro e lui con lei. Si rese conto solo in un successivo istante che la poltrona non era vuota ma c'era addormentata Hermione.
-Severus! Ahia... Possibile che tu non riesca mai a svegliarmi in maniera normale? Una volta mi bagni tutta e un'altra mi travolgi!-
La ragazza si massaggiò la testa con la mano destra prima di rendersi conto dell'effettiva posizione in cui i due erano.
-Sc..scusami Hermione, non avevo visto la poltrona.-
Severus si alzò di scatto tendendo poi una mano per aiutare la donna a tornare in posizione verticale.
Non aveva calcolato però la forza con cui la tirò su. Si ritrovò la donna tra le braccia, la debole luce proveniente dalla bacchetta ai loro piedi gli permise di osservare il suo viso così vicino, le guance rosee, gli occhiali ancora un po' storti.
Hermione dal canto suo era paralizzata. Il cuore galoppava ad un ritmo forsennato a trovarselo così vicino; sapeva che era l'occasione giusta, ma le parole avrebbero rovinato il momento?
Fu così che, dimostrando di essere ancora un'intrepida Grifondoro, decise che ci sarebbe stato tempo per le parole, in seguito.
Socchiuse gli occhi e lo baciò, senza girarci troppo intorno. Le labbra di lui erano sottili e fresche, ma troppo immobili. Si rese conto che lui non si era mosso e fu presa dall'ansia. Era stata stupida. Intanto Severus era sconvolto. Mai si sarebbe immaginato che Hermione la baciasse e non riusciva a capire se ne fosse felice o meno.
Ma quando percepì che lei si stava allontanando la abbracciò stretta e la baciò con più ardore.
Al diavolo tutto!
Si fece strada con la lingua tra le sue labbra e giocò con convinzione con la sua.
Si sentiva benissimo, forse per la prima volta da tanto, troppo tempo; lei gli circondò il collo con le braccia cercando di tirarselo più vicino.
Quel momento sembrò durare un'eternità ai due.
Severus si permise di chiudere gli occhi per assaporare di più quel frammento di felicità. Fu uno sbaglio.
La figura di Lily come gli si era presentata in sogno gli balenò davanti agli occhi.
Mi stai dimenticando Severus.
staccò da Hermione come scottato.
-Severus..?-
-Scusami Hermione, io non posso.- Non posso essere felice.
-Ma Severus...-
-Vai a letto Hermione.-
La donna lo guardò in viso un ultimo momento, gli occhi bassi, chiusi fino a far male, gli posò una mano sulla guancia in una dolce carezza. Lo vide spalancare gli occhi e osservala spaesato per un secondo prima di ritrovare la fermezza.
-Vai a letto Hermione.- ripetè con più convinzione.
Sconsolata lei raccolse il suo libro e si diresse nel suo appartamento per poi scoppiare a piangere sul suo letto.
Severus era ancora in salotto, nella medesima posizione di prima, rimasto congelato dalle lacrime che aveva intravisto negli occhi castani di lei.
-Perdonami Hermione...-




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Capitolo 11
*** Cap 10. ***


Cap 10

Capitolo 10


-Ti prego, non di nuovo.-
Severus si guardò intorno sconsolato, riconoscendo la buia stanza.
Lily apparve davanti a lui con il capo chino.
-Severus...-
-Lily...- L'uomo si avvicinò alla figura argentea con timore, quasi spaventato dall'inconsistenza del corpo davanti a lui.
Avanzò la mano destra, cercando di sfiorarle il viso, incontrando solo il vuoto.
-Che significa?-
La donna gli rivolse un sorriso stanco.
-Significa che tutto sta finalmente andando come deve andare.-
-Non capisco...-
Severus si sentiva smarrito, non riuscendo a capire le parole criptiche che il fantasma di Lily gli aveva rivolto.
-Severus...-
Una voce diversa sussurrò il suo nome, si trovò davanti la stessa donna bendata ammantata di rosso della volta precedente.
-Ti prego, dimmi chi sei.-
La donna misteriosa si avvicinò, posando una mano sulla sua guancia, in una lieve e dolce carezza.
Severus fremette a quel tocco, un brivido di consapevolezza gli serpeggiò lungo la spina dorsale.
La benda cadde, rivelando al preside uno sguardo castano, quello sguardo castano, uno sguardo che, si rese conto solo in quel momento, lui conosceva molto bene.
-Hermione?-
La mora sorrise incoraggiante.
-Io non capisco...-
-Non c'è nulla da capire Severus. Lasciala andare...-
Un lampo di comprensione saettò sul viso di lui.
Lasciarla andare...
Lasciare andare Lily...

Ne sarebbe stato capace?
Percepì il calore che la mano di Hermione, ancora sulla sua guancia, gli trasmetteva.
Voleva esserne capace.
-----

Un raggio di sole impertinente lo destò, penetrando dallo spiraglio creato dalle cortine del letto.
Impossibile ignorare il sogno fatto quella notte, impossibile far finta di nulla.
La sua mente vagò al bacio della sera precedente. Mai in vita sua si era sentito così bene, così perfettamente in pace, come tra le braccia di Hermione.
Ma poi il ricordo di Lily aveva rovinato tutto.
Severus, per la prima volta da quando tutto quello era cominciato, si rese conto che stava permettendo al ricordo di un fantasma di decidere della sua vita e della sua felicità.
Ma le cose non possono cambiare dalla sera alla mattina, questo capì quando a colazione notò Hermione fuggire al suo sguardo.
La vide tremendamente concentrata sul pane tostato davanti a lei, rivolgendo solo qualche distratta parola a Sarah ed Harry che le sedevano accanto.
Solo per un breve, effimero, istante lei trovò il coraggio di cercare la sua figura e lui rimase sconcertato dal lampo di dolore che fece tremolare il finto sorriso (ormai aveva imparato a riconoscere i sorrisi della donna) che lei si era imposta fin da quando aveva messo piede in Sala Grande.
Doveva parlarle. Non si sentiva ancora pronto appieno per affrontare la portata di quel sentimento, ma doveva almeno spiegarle i suoi motivi, non poteva sopportare che lei lo evitasse in quel modo.
Forza Severus, insomma hai affrontato cose ben peggiori nella tua vita. Trova il coraggio e fermala.
Hermione posso parlarti un attimo? Non è complicato! Su, avanti!

La sua domanda, però, si perse con l'arrivo della posta.
I gufi planarono sul tavolo degli insegnanti ordinatamente, deponendo davanti ad ogni membro del corpo insegnante una pergamena color avorio, finemente decorata d'oro, legata da un nastro bianco e dorato.
Hermione slacciò delicatamente il nastro, rivelando una partecipazione di matrimonio scritta con una grafia molto elegante, anch'essa dorata.

Ronald Bilius Weasley e Leslie Birgam
sono lieti di annunciare il loro matrimonio
e di invitarla alla cerimonia magica fissata per Domenica 4 Ottobre alle ore 10.30
nel giardino della Tana.
Seguirà il ricevimento.
La preghiamo di confermare la sua presenza.


Hermione, tu non mancherai vero? Non vedo l'ora che venga quel giorno!
Aspetto prestissimo una tua risposta!


Hermione sorrise leggendo le due righe sottostanti, chiaramente aggiunte da Ron.
Si rivolse ad Harry, commentando le aggiunte che Ron aveva scritto anche sulla sua partecipazione.
Il felice intervallo però durò poco e fu presa dal panico quando vide Severus avvicinarsi con la chiara intenzione di parlare con lei.
-De-devo andare in aula.- si congedò frettolosamente da Harry e corse via, sotto gli occhi di un basito Severus.
Non puoi scapparmi in eterno Hermione, riuscirò a spiegarti le mie ragioni.
Hermione raggiunse senza fiato il piccolo chiostro davanti alla porta della sua aula, sedendosi stremata sotto un arco.
La colazione era stata un autentico strazio per il suo cuore martoriato.
La sera prima, per un breve istante, si era illusa che tutto fosse perfetto. Lì tra le sue braccia, la bocca sulla sua, le loro lingue intrecciate... niente poteva essere più perfetto.
Poi la secchiata gelida, l'allontanamento e il “non posso” sussurrato da Severus.
Si era sentita sprofondare in un abisso di angoscia e solitudine, piangendo lacrime di dolore tutta la notte.
Quella mattina si era alzata stanca e distrutta, dopo aver dormito solo due ore, assalita da incubi in cui lui le diceva che non era abbastanza per lui, che era una bambina.
Si era imposta un sorriso che sapeva ampiamente di falsità, Harry lo capì subito che qualcosa non andava.
-Sono solo agitata per il primo giorno da insegnante.- aveva risposto.
Lui non le credette nemmeno per un secondo, lei l'aveva capito, ma non insistette e di questo gliene fu grata.
Poi lui era apparso, espressione seria, solito mantello nero svolazzante su di una veste di velluto verde scuro e il suo cuore si contorse.
Sentì i suoi occhi posarsi su di lei più volte, non trovando il coraggio di guardarlo a sua volta.
Solo verso la fine della colazione decise di permettersi di alzare gli occhi.
Fu un enorme errore.
Incontrò subito le pozze scure che costituivano gli occhi di Severus, sentì lo stomaco stringersi e le lacrime minacciare di scorrere nuovamente.
Un bacio, un solo dannatissimo bacio, l'aveva sconvolta totalmente e questo non poteva permetterselo.
Cercò di recuperare un contegno serio ed entrò in aula, aspettando gli studenti del primo anno di Tassorosso e Corvonero, che non si fecero attendere.
-Buongiorno ragazzi, prendete posto velocemente per favore.-
Gli studenti si sedettero schiamazzando, esaltati e terrorizzati da quella prima lezione della loro vita ad Hogwarts.
Tra i Tassorosso svettava la testa di Teddy, quel giorno di un bel color viola acceso che la fece sorridere sinceramente.
-Allora, come già saprete io sono la professoressa Hermione Granger e sarò la vostra insegnante di Trasfigurazione per i prossimi,si spera, sette anni.
Vediamo... chi di voi mi sa dire cosa significa Trasfigurazione?-
Nessuno osò fiatare, terrorizzato dall'idea di sbagliare fin dal primo giorno.
-Su ragazzi, non vi mangio mica.-
Una mano si levò dall'ala destra dell'aula.
-Sì signorina, la prego si presenti prima di tutto.-
La ragazzina, ancora un po' titubante, si alzò in piedi.
-Mi chiamo Ellie Joelle Marlet, Corvonero.
Hermione sorrise incoraggiante all'alunna, le ricordava molto sé stessa da piccola, capelli crespi, neri però, e con l'aria di chi si vuol far valere.
-Benvenuta signorina Marlet, allora ci dica, cos'è la Trasfigurazione?-
-La Trasfigurazione è un'arte magica che si occupa del tramutamento magico di una persona, di una cosa o di un animale, in un altro. - snocciolò la Corvonero ed Hermione sorrise internamente. Sì le ricordava proprio lei.
-Bravissima signorina Marlet, una spiegazione perfetta. 5 punti a Corvonero.-
La ragazza sorrise raggiante per essere stata la prima a far guadagnare punti alla sua Casata.
-Bene come ci ha illustrato la vostra compagna in questa aula vi insegnerò degli incantesimi per trasfigurare degli oggetti e degli animali in altro. Tuttavia, seppur la parte pratica sia di gran lunga più divertente, dovrete imparare anche tutta la teoria e la storia che vi è dietro.
Le mie lezioni verranno perciò divise tra teoria e pratica, un'ora per ognuna.
Durante quest'anno vi insegnerò le leggi di Gamp sulla Trasfigurazione e le principali limitazioni della Legge Magica all'utilizzo della Trasfigurazione. Alcuni tra gli incantesimi, invece, saranno Acutus, per trasformare un fiammifero in un ago, Inversum, che fa tornare il proprio oggetto trasfigurato allo stadio precedente, Membranus, molto utile se si è a corto di pergamene visto che trasforma una penna in un foglio di pergamena, e Vestis, trasfigura un capo di abbigliamento in un altro.
Se qualcuno ha qualche domanda da fare si faccia pure avanti. In caso contrario cominceremo subito con la vostra prima lezione: vi insegnerò (almeno spero) l'incanto Acutus.
Le successive due ore sancirono per Hermione l'inizio della sua carriera da insegnante e la fine della sua pazienza.
Solo due studenti erano riusciti ad ottenere un ago perfetto, uno dei quali la signorina Marlet.
Ma ben poca soddisfazione in confronto ai disastri combinati dagli altri.
Teddy in particolare aveva rischiato di far scoppiare un incendio in aula; il suo fiammifero non solo non era diventato un ago, ma si era incendiato, facendo prendere fuoco anche alle scatole che aveva vicino al banco.
Un altro grifondoro, amico di Teddy, era riuscito a trasfigurare parzialmente il suo per poi farlo scattare, colpa uno scatto di magia involontario, verso un suo compagno.
Sfortunatamente la metà che era riuscito a trasfigurare era quella con la punta.
Il ragazzo fu portato in infermeria dopo che l'ago gli aveva colpito una vena del collo.
Era esasperata.
Sarà stato a causa dell'inesperienza degli alunni, così almeno sperava lei, ma ne erano successe davvero di tutti i colori.
Cercò di scoprirlo alla lezione successiva dove, quasi per ironia della sorte, le toccò l'ultimo anno di Serpeverde e Grifondoro.
Sperava che fossero più tranquilli e meno minacciosi per la sua pace interiore, quanto si sbagliava.
Dopo essersi presentata e chiesto se qualcuno aveva qualche domanda un ragazzo alzò la mano.
-Prego, si presenti prima di tutto.-
-Adam Lighter, Serpeverde.- disse lanciandole un sorrisetto malizioso. -Volevo sapere se lei è single.-
Hermione gli riservò uno sguardo a metà tra l'accigliato e il seccato.
-Complimenti signor Lighter, è riuscito a far perdere i primi 5 punti di quest'anno alla sua Casa. Si risieda prego.-
Oh sì, la giornata è iniziata veramente male, pensò lei prima di dedicarsi a rendere quella lezione volutamente difficile, specialmente per un certo Serpeverde che si riteneva simpatico.
Accolse l'ora del pranzo con un sospiro di liberazione e si diresse verso la Sala Grande con la segreta speranza di non incontrare Severus.
Con suo sommo stupore del preside non vi era traccia.
Prese posto come al suo solito tra Harry e Sarah, notando solo in un secondo momento una pergamena con il sigillo di Hogwarts posata sul suo piatto.
Incuriosita la aprì.

Egregia professoressa Granger,
le scrivo formalmente per comunicarle un incontro questa sera dopo cena nel mio studio per
parlare del suo primo giorno di lavoro.
Cordiali saluti
Il preside
Severus Piton


Hermione si mosse a disagio sulla sedia. Voleva già licenziarla? Se l'era forse presa per i 5 punti tolti a Serpeverde poco prima?
Harry notò l'agitazione dell'amica e le prese la pergamena di mano, leggendone velocemente il contenuto.
-Ma non ti preoccupare. È un colloquio che tutti fanno con lui il primo giorno, per sapere se è andato tutto bene, se si sono riscontrate delle difficoltà... insomma una chiacchierata amichevole.-
Harry cercò di rassicurare l'amica che finalmente realizzò che sarebbe stata in trappola.
Quella sera, volente o nolente, avrebbe dovuto incontrare Severus.
Contrariamente alla mattina che le era parsa eterna, il pomeriggio volò in un lampo, e lei si ritrovò, quai senza rendersene conto, davanti al piatto della cena.
Severus non c'era.
-Buonasera Hermione, allora è andato tutto bene?-
-Oh ciao Neville, diciamo tutto bene dai. Ho assegnato e tolto punti.-
Lui la fissò sbalordito.
-La grande Hermione Granger che toglie punti?-
-Eh sì, ad un Serpeverde molto maleducato per la precisione.-
-Ah si? E chi è il fortunato?-
-Lighter, mi ha chiesto se ero single.-
Lui scoppiò a ridere di gusto.
-Non ti sembra una reazione eccessiva Herm?-
Forse lo era, ma il ragazzo aveva sbagliato giornata per scherzare su argomenti del genere.
Decisamente aveva sbagliato giornata.
-Forse, ma oggi... diciamo che dal punto di vista amoroso è una giornata no. E tu invece? Come procede il tuo fidanzamento?-
Hermione capì subito di aver fatto una domanda inopportuna quando vide il viso dell'amico incupirsi.
-Ecco, io... ho parlato anche con Harry, spiegandogli la situazione, e lui mi ha consigliato di troncare il fidanzamento. Non era giusto per nessuno dei due sposarsi se uno dei due non ama l'altro no? Anche se questo significa stare male per un periodo alla fine ho capito di aver fatto la cosa giusta.-
La ragazza strinse la mano di Neville, cercando di trasmettergli il suo affetto. Le dispiaceva moltissimo che l'amico stesse male, ma sapeva anche lei che aveva fatto la cosa giusta.
Certo che lei e Neville erano sfortunati... I loro amici avevano trovato la loro controparte mentre loro erano soli.
Harry ormai era felicemente sposato, Ron lo sarebbe stato fra poco. Perfino Sarah era felice in quel periodo, chissà forse per merito di Oliver, con cui passava molto tempo.
Hermione era molto contenta per lei.
La cena, con grande dispiacere di Hermione, finì e lei si incamminò verso lo studio di Severus con la stessa emozione che i condannati a morte riservano al boia.
Severus Piton era il carnefice del suo cuore.
Il gargoille di pietra, riconoscendola, la fece entrare e lei bussò alla pesante porta.
-Avanti.-
-Buonasera preside, voleva vedermi?-
Oh si che volevo vederti Hermione, è da stamattina che voglio vederti.
-Si professoressa, la prego si accomodi.-
Severus la accolse con tono professionale, poteva chiaramente vedere l'ansia e la preoccupazione negli occhi della donna. Finalmente lei era lì, non poteva scappare, ma lui non sapeva da dove iniziare.
Scelse di iniziare dalle lezioni.
-Allora mi dica, come è andata oggi?-
Le dava del lei? Hermione non sapeva se arrabbiarsi o dispiacersi. Insomma si erano baciati! E per di più lui l'aveva allontanata spedendola a letto, nemmeno avesse undici anni.
Sentiva la rabbia prendere il posto del dolore dentro di sé. Finalmente stava reagendo e nessuno, nemmeno il coraggioso Severus Piton, vorrebbe trovarsi davanti a lei arrabbiata.
Tuttavia pensò che rischiare il proprio posto di lavoro non fosse una soluzione sensata, cercò quindi di calmarsi.
-Tutto bene, adoro insegnare.-
Severus fece un piccolo cenno d'assenso col capo, non si aspettava nulla di meno da lei.
-E mi dica, mi può spiegare come mai Serpeverde si trova già a meno 5 punti?-
-Il signor Lighter ha avuto l'ardire di chiedermi se ero single e, come lei ben saprà, oggi non era giornata per domande del genere.-
Cosa aveva fatto Lighter?! Severus sapeva che il Serpeverde in questione era un donnaiolo incallito, ma si promise di espellerlo se avesse avanzato altre avances ad Hermione.
Sia chiaro, solo perchè lei era un'insegnante.
Bugiardo... Solo perchè lei è Hermione.
-Se è così ha fatto bene, ma cerchi di non togliere punti a casaccio solo per ripicca.-
Ripicca? Ripicca?! La rabbia di Hermione fu alimentata e lei non riuscì più a trattenersi.
-Ripicca? Io non sono una che si vendica sui Serpeverde solo perchè qualche serpe mi ha reso la vita impossibile o mi ha respinta!-
Lui capì subito che, almeno in parte, si stava riferendo a lui. Decise che era il momento di agire.
-Io non ti ho respinta!-
-Ah! Questa è bella! Non mi hai respinto, è vero, mi hai solo mandato a letto come una bambina dicendo che non potevi.
Che c'è, sono troppo piccola per te? Ho trent'anni, se non l'hai notato, non sono più una bambina!-
Oh lo aveva notato eccome.
-C'è... c'è un buon motivo se ieri sera mi sono comportato in quel modo!-
-E sentiamo, quale buon motivo sarebbe?-
Era arrivato il momento.
Perchè cercare di spiegare a parole quando poteva farle toccare con mano?
Severus estrasse la bacchetta puntandosela contro.
-Cor evocatio-
Il consueto filamento dorato scaturì dalla bacchetta per frapporsi tra i due. Severus non si stupì notando che i capelli, solitamente rossi e lisci, di Lily ora apparivano rosso scuro e quasi ricci.
Hermione osservò stupita il viso della donna.
-Questa... è Lily vero? La mamma di Harry...-
Severus non trovò la forza di parlare, perciò si limitò a scuotere la testa in cenno di assenso.
-E quindi è così... sei innamorato di lei.-
Questa volta lui scosse la testa lentamente.
-Non vedi?-
-Che cosa?-
-I suoi capelli... sono ricci e scuriti, Lily li aveva lisci e molto più chiari-
Hermione ancora non capiva, o forse non voleva capire.
Poi però vide gli occhi di lei. Sapeva per certo che Lily Potter aveva gli occhi verdi, come quelli di Harry, invece quella versione di Lily aveva...
-Ha i tuoi occhi...-
I suoi occhi... I suoi occhi?! I suoi occhi!!!
La donna fu presa da un leggero capogiro, doveva meditare su quanto aveva appena scoperto, non riusciva ad affrontarlo così dal nulla, era troppo scossa.
Si alzò velocemente lanciandosi fuori dalla camera.
A nulla valse Severus che la chiamava, cercando di farla tornare indietro.
Aveva bisogno di risposte chiare da qualcuno di esterno e c'era solo una persona che poteva aiutarla.
Harry Potter stava placidamente riposandosi accanto al camino quando si trovò davanti la sua migliore amica in uno stato di agitazione totale.
-Hermione... ma cos'hai?-
-Harry, ho bisogno si te.-
Ed Harry capì che la sua tranquilla serata in panciolle era appena finita.




Angolino di Zebraviola
Tadadadaaaaan! Buon lunedì a tutti! Spero che la vostra settimana sia iniziata meglio della mia, in caso contrario eccovi un nuovo capitolo per allietarvi!
Abbiamo finalmente svelato l'identità della donna misteriosa (non che prima non lo sapessimo vero? xD)
Che ne pensate dell'evolversi della situazione? ^_^
Uh volevo chiedervi una cosa, voi preferite che rispondo alle recensioni nel capitolo o una ad una via messaggio? Per me sarebbe più comodo via messaggio come l'ultima volta ma se voi preferite nel capitolo basta che me lo diciate.
Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara
PS: HO CREATO UNA PAGINA FACEBOOK DOVE POTRETE TROVARE ANTICIPAZIONI E ALTRO! L'INDIRIZZO è qui! ^_^

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Capitolo 12
*** Cap 11. ***


Cap 11

Capitolo 11


Harry accolse preoccupato l'amica.
Nonostante l'espressione in volto fosse fintamente tranquilla, percepì che l'amica era sconvolta.
-Hermione! Cosa succede?-
La donna si girò un momento verso la porta dalla quale era appena entrata, con il terrore di veder entrare Severus da un momento all'altro.
-Non qui, Harry. Andiamo nel mio appartamento.-
Harry si alzò sempre più confuso. Cosa stava succedendo?
Tuttavia aspettò che l'amica lanciasse un Colloportus all'entrata delle sue stanze prima di esternare finalmente i suoi pensieri.
-Che succede? Non ti ho mai visto così stravolta!-
Lei si sedette su una poltroncina, invitando l'altro a sedersi a sua volta.
-Harry... sono innamorata.-
-Innamorata? E di chi?-
Hermione si fece piccola piccola, portando le ginocchia al petto.
-Severus.-
-Severus?! Bè.. non posso negare di esserne sorpreso, ma sono felice per te, per voi. Del resto era ora che...-
Hermione lo fermò con un gesto della mano.
-Quello che voglio dire è che IO sono innamorata di lui. L'altra sera l'ho baciato... e lui mi ha respinto. Poi oggi, quando mi ha convocato, mi ha detto che lui non voleva respingermi. Mi ha fatto vedere un incantesimo...tua madre... ma che non era proprio tua madre... anche se lo era, ma non lo era!-
Harry si avvicinò all'amica posandole una mano sul braccio, cercando di farla tranquillizzare.
-Oddio che casino che sto dicendo... non ha un senso logico!-
-Non ti preoccupare, credo di aver afferrato il senso del discorso. Ma c'è una cosa che non capisco... cosa posso fare io per te?-
Lei alzò la testa dalle ginocchia, rifilando ad Harry un'occhiata risoluta.
-Delle risposte.-
-Risposte?-
-Sì, risposte. Vorrei che tu mi raccontassi di cosa accadde dieci anni fa, di come voi due avete legato. Ci sono dei particolari che non capisco, soprattutto il ruolo tuo e di tua madre.-
L'amico si accomodò meglio sulla sua poltrona, appellando due tazze di tè e porgendone una alla donna.
-Va bene Hermione, ma è una storia lunga.-
-Per lui sono pronta ad ascoltarne anche cento.-
Così Harry iniziò il suo racconto, riportando alla mente della donna sensazioni e sentimenti ormai persi nella memoria di dieci anni prima.

FLASHBACK
Il clima che si respirava in Sala Grande era alquanto irreale.
La gioia per la vittoria si mescolava al dolore per le perdite creando un caleidoscopio di emozioni contrastanti.
Harry teneva la mano ad una Ginny distrutta, troppo addolorata perfino per piangere, l'intera famiglia Weasley era avvolta da uno stato di shock per la perdita del loro figlio.
Ron, con lo sguardo perso nel vuoto, era abbracciato ad Hermione lì accanto al loro amico; Molly era inginocchiata davanti al cadavere di Fred, accarezzando il gelido viso del figlio.
Hermione accarezzava il viso del ragazzo tra le sue braccia, non sapendo come comportarsi.
Adesso che tutto era finito provava un senso di torpore e spossatezza, la mente svuotata e solo un senso di dolore per non saper come aiutare il ragazzo che amava ad affrontare quella triste situazione.
Mentre accarezzava le morbide ciocche di Ron pensò che l'unico modo che aveva per aiutarlo fosse stargli vicina quanto più possibile.
Dal canto suo Harry era assalito da mille pensieri.
Si chiedeva se fosse veramente finito tutto, se adesso la sua vita sarebbe stata finalmente tranquilla.
Ringraziò mentalmente tutte le persone che gli erano state vicine, sia quelle attorno a lui che quelle che lo avevano lasciato.
Osservando George senza un orecchio chino sul corpo senza vita del gemello non potè esimersi dal domandarsi dove fosse finito Piton.
Non lo aveva visto in giro, aveva anche chiesto agli altri se lo avevano incontrato o se avessero combattuto contro di lui, ma nulla.
Forse Voldemort lo aveva ucciso, o forse si era andato a nascondere per sfuggire alla giustizia.
Fu in quel momento che la McGranitt si avvicinò a lui.
-Signor Potter, Harry, due auror hanno trovato il professor Piton nella Stamberga Strillante. È svenuto e molto debole, ma vivo.-
Harry alzò lo sguardo fiammeggiante sulla donna.
Era vivo? Meglio, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
La preside parve capire il corso dei suoi pensieri.
-C'è una cosa che devi sapere... gli hanno trovato due fori sul collo. È evidente che è stato morso da Nagini. Stava per morire, ma Fanny l'ha guarito.-
Harry aveva uno sguardo confuso, non capendo cosa stava cercando di dirgli la donna. Insomma, non era importante che la fenice l'avesse guarito, lui era l'assassino di Silente.
-Harry, Fanny non avrebbe mai salvato l'assassino del suo padrone, non lo avrebbe mai salvato se non fosse uno dei “buoni”.-
Finalmente il ragazzo capì quello che la donna cercava di trasmettergli: Piton, per quanto assurdo potesse essere, non li aveva traditi e la fenice lo sapeva, per questo l'aveva salvato dalla morte certa.
Ma com'era possibile? Lui stesso lo aveva visto scagliare l'Avada Kedavra che aveva ucciso Silente.
Capì che era inutile stare ad arrovellarsi fra mille pensieri, c'era solo una persona che poteva raccontare com'erano andate davvero le cose, e quella persona giaceva in uno dei letti dell'infermeria.
-Professoressa mi porti da lui, la prego.-
La donna fece un cenno d'assenso con il capo scortando il ragazzo fuori dalla Sala Grande fino all'entrata dell'infermeria, custodita da due auror.
-Entri da solo, credo che sia giusto che sia lei a raccontargli della fine del regno di Tu.. di Voldemort. Seppur io creda che non costituisca un pericolo ho in custodia la sua bacchetta e gli auror sono qua fuori per ogni evenienza. Buona fortuna Harry.-
Il ragazzo entrò silenziosamente nell'infermeria; nonostante ci fossero molte persone tra feriti e infermieri accorsi dal San Mungo, riuscì subito ad individuare il letto, in un angolo, dove giaceva il corpo dell'uomo.
Si avvicinò con cautela e prese ad analizzarlo.
Il corpo sembrava morto da quanto era immobile e pallido, solo il leggero movimento del torace gli fece capire che era ancora vivo.
Il volto era madido di sudore, i capelli formavano una macabra corona sul cuscino, il collo era bendato e così anche il braccio e la spalla sinistra.
Madama Chips si avvicinò ad Harry mettendogli una mano sulla spalla.
-Si riprenderà. Il veleno del serpente non è più in circolo e sarebbe bastata Fanny se non fosse per la maledizione.-
-Maledizione? Quale maledizione?-
-Vede signor Potter, Voldemort era così convinto di essere inattaccabile e invincibile da credere che l'unico modo esistente per sconfiggerlo fosse essere tradito da uno dei suoi seguaci. Così ha scagliato una maledizione sui marchi neri in modo che, in caso di sua morte, tutti i Mangiamorte in circolazione morissero con lui.
E visto che Lui, grazie a lei signor Potter, è morto la maledizione è scattata; Lucius Malfoy è morto poco fa tra atroci sofferenze, ben meritate oserei dire, la moglie è molto grave, forse non supererà la notte mentre il figlio guarirà presto.
Credo che la mortalità sia maggiore negli individui che possiedono il marchio da più tempo.-
-E come mai Piton è ancora vivo? Lui lo ha da moltissimi anni.-
-Penso sia a causa di Fanny. Le sue lacrime hanno costituito una barriera interna alla maledizione, ma riprendersi sarà piuttosto doloroso. A causa della potente battaglia magica all'interno del suo corpo non posso arrischiarmi ad usare incantesimi o pozioni.
Ha la febbre molto alta, sfiora i 41°, e il braccio e spalla sinistra sono ustionati, un'ustione diffusa dal Marchio Nero. Al momento mi limito ad impacchi freddi e ad un po' di essenza di dittamo, ma pochissima.
L'unica cosa positiva è che penso che non resterà traccia del Marchio sul suo braccio.- Harry ascoltò pensoso il discorso della donna circa la salute attuale dell'uomo nel lettino accanto a lui.
Non sapeva come comportarsi, di certo non poteva parlare con Severus in quello stato.
Decise che la cosa migliore fosse aspettare, così fece per sedersi vicino al letto, quando l'infermiera gli intimò di riposarsi un po', vista la giornata pesante che aveva avuto.
Lo fece così stendere su un letto vicino e gli diede una pozione per dormire tranquillamente.
A mente lucida sicuramente avrebbe ragionato meglio.
Calò così la notte su quella gloriosa giornata del 2 maggio.
Il mattino seguente Harry fu svegliato da un gemito proveniente dal letto accanto.
Il professor Piton si stava muovendo convulsamente sul materasso, gli occhi spalancati e delle gocce di sudore ad imperlargli il volto.
Harry si spaventò a vederlo in quello stato e chiamò subito madama Chips che accorse frettolosamente.
-Oh cielo! Lo sapevo che non sarebbe bastato il dittamo! Potter spostati, devo dargli un tranquillante, altrimenti si strapperà le bende.-
-No... lui... Potter... qui...-
Piton stava straparlando ma Harry, sentendosi chiamato in causa, si avvicinò al letto circospetto.
-Potter...bacchetta...dammi...-
Era forse impazzito? Gli stava chiedendo la sua bacchetta, voleva forse ucciderlo in un ultimo rantolo di lucidità?
Harry vide con sgomento lo sguardo implorante che l'uomo nel letto aveva dipinto in viso e decise, spinto da una fiducia improvvisa, a passargli la bacchetta, stando attento che madama Chips non lo vedesse.
Piton lo ringraziò con gli occhi prima di portarsela alla nuca con mano tremante ed estrarre un lunghissimo filamento che Harry, capito cosa l'altro stesse facendo, provvide ad imbottigliare in una fialetta trovata sul comodino.
Piton svenne di nuovo.
Non riusciva a capire. Come mai Piton gli aveva voluto consegnare quei ricordi? E di che ricordi si trattava?
Corse alla ricerca della McGranitt, aveva urgente bisogno del pensatoio del professor Silente.
La trovò al settimo piano, nei pressi della Stanza delle Necessità, adibita ad ulteriore infermeria.
-Professoressa avrei bisogno di un favore, Piton mi ha consegnato dei ricordi e mi servirebbe il pensatoio del professor Silente per vedere di cosa si tratta.-
-Ma certo, Harry, seguimi. Devono essere ricordi importanti, non aspettiamo un momento di più.- Harry Potter nella sua vita da diciassettenne poteva dire di averne viste di tutti i colori, era convinto che nulla lo potesse stupire più.
Quella mattina di maggio dovette ricredersi.
I ricordi di Piton lo trascinarono in un vortice di emozioni e di immagini, ripercorrendo anni della vita dell'uomo, portando alla luce, finalmente, segreti che nessuno tranne Piton e Silente, sapevano. (*)
… Il primo incontro di Piton con sua madre...
… L'arrivo ad Hogwarts e lo smistamento che vide i due amici divisi...
… I litigi per le cattive compagnie frequentate da Severus...
… Severus, spinto dalla rabbia del momento, chiama Lily Sporca Mezzosangue...
… La preghiera a Silente perchè salvi i Potter...
… Il dolore per la perdita della donna amata e la promessa di proteggere suo figlio...
… I commenti acidi di Severus su Harry al primo anno, solo perchè in lui rivedeva costantemente il suo nemico di sempre, James...
… La promessa ad un Silente malato e morente di metter fine alla sua vita per salvare l'anima di Draco...
… Il sottile odio provato per Silente credendo di essere stata una pedina per mandare Harry al macello...
… Il perpetuo amore per Lily che da forma al suo Patronus...
… Il Sectumsepra lanciato per errore su George, cercando di salvarlo da morte certa per mano di un
altro mangiamorte...
… Severus che nasconde la spada nel laghetto ghiacciato della foresta di Dean...
… I pensieri di Piton pensando di essere in punto di morte nella Stamberga...
Piton aveva amato sua madre.
Piton era stato complice dell'assassinio dei suoi genitori.
Piton era imprigionato dal senso di colpa.
Piton aveva promesso di proteggere Harry, il figlio della sua Lily, ad ogni costo.
Piton era stato obbligato da Silente a promettergli di ucciderlo.
Piton aveva ucciso Silente, morendo anche lui dentro di sé.
Piton aveva rischiato di morire senza far sapere che grande uomo era stato.
Ma Piton era vivo.
Harry ebbe bisogno di riprendersi dopo tutte quelle informazioni.
Sentì nascere dentro di sé un sentimento di gratitudine e di stima verso l'uomo che pensava lo avesse ostacolato per tutti quegli anni.
-Allora Harry, qualcosa di importante?-
-Giudichi lei stessa professoressa.-
Le fece spazio vicino al bacile, congedandosi per fare ritorno in infermeria.
Aveva bisogno di risposte a domande che quei ricordi avevano scatenato in lui, e ne aveva bisogno subito.
Trovò madama Chips china sul letto dell'uomo, con una mano poggiata sulla fronte di lui.
-Come sta?- si informò lui.
-Molto meglio. La febbre finalmente è scesa a temperature accettabili, rispetto ai 40° di stamattina, e le ustioni stanno migliorando grazie al dittamo. Adesso dorme, ma appena si sveglierà dovrebbe essere già in grado di parlare.-
Il ragazzo ringraziò la donna e si sedette accanto al letto, lo sguardo fermo sull'uomo addormentato.
Quando Severus Piton aprì gli occhi si trovò davanti un Harry risoluto e deciso a sapere tutto fin nei minimi particolari.
-Perchè?-
Perchè non me l'ha detto?
E dal tono accorato nascosto in quella domanda Severus seppe che il ragazzo non l'avrebbe più visto con gli stessi occhi di prima.
-Perchè, Potter?-la sua voce uscì flebile e leggermente roca, ma sempre screziata dall'acidità che lo aveva sempre contraddistinto.
-Pensavo che i miei ricordi fossero sufficienti a scagionarmi.-
-Lo sono, signore. Io vorrei solo sapere perchè non me l'ha detto. Avrei saputo mantenere il segreto...-
Piton fece una risatina ironica.
-Mantenere il segreto Potter? Devo ricordarle la sua totale incapacità in Occlumanzia? Voldemort non ci avrebbe messo più di mezzo minuto a capire tutto e a quest'ora saremmo tutti in grossi guai.
Non farmi ridere, Potter, è stato molto meglio così.-
-Ma così ha rischiato seriamente di morire senza che nessuno sapesse, se ne rende conto? Ha rischiato di morire ricordato come vile traditore invece del grande uomo qual'è!-
-Per cosa Potter? Io non ho mai voluto la gloria, nemmeno quando seguivo Voldemort lo facevo per ambizione personale.-
Harry, per la prima volta, prese coscienza di un dato singolare; lui continuava a rimarcare il suo nome, o meglio il suo cognome, Potter.
Cinque lettere che sentiva pendere sul suo capo come la spada di Damocle.
Aveva visto nel pensatoio quanto fosse stato sgradevole suo padre nei suoi confronti e, aiutato anche dalla straordinaria somiglianza fisica, cominciava a capire perchè Severus lo avesse sempre trattato male: vedeva in lui il nemico di Hogwarts, l'uomo che gli aveva portato via l'unica donna che lui aveva amato.
-Signore... io volevo ringraziarla. Per tutto quello che ha fatto per me in questi anni.-
-Non l'ho fatto per te, Potter, l'ho fatto per...-
-Lily, lo so professore. Ma è me che ha salvato in tutti questi anni, quindi non mi potrà negare di ringraziarla come merita.
Io sono felice che lei ami mia madre. Sono felice che Lily, seppur morta, possa averla aiutata a diventare un uomo migliore, a salvare la sua anima. Sono certo che se fosse qui la ringrazierebbe dal più profondo del cuore per tutto quello che ha fatto per me.
Volevo anche chiederle scusa da parte di mio padre. Su di lui ho sentito molte storie da molte persone differenti, e tutte discordanti.
Per quanto la riguarda mi rendo conto che si è comportato in maniera veramente, se mi passa il termine, stronza, e io volevo chiederle scusa a nome suo.
Quello che sto cercando di dirle è che io non sono mio padre. Avrò il suo cognome, avrò il suo aspetto, avrò perfino il suo nome, ma non sono lui. Io sono Harry, una persona che lei, seppur ha aiutato molto, non ha mai conosciuto. E mi rincresce sapere che nessuno dei due sa veramente chi è l'altro, nonostante i nostri trascorsi.
Le chiedo solo questo, signore, una possibilità di farmi conoscere, e di conoscerla, davvero.-
Severus rimase colpito da quel discorso. Il giovane Potter gli stava chiedendo una possibilità.
Non era proprio quello a cui pensava mentre era sul sudicio pavimento della Stamberga?
Una seconda possibilità per lui, per Harry, per tutti.
Si schiarì un po' la voce, aveva deciso.
-Va bene Pot...Harry, avrai la tua possibilità, non farmi pentire di avertela concessa.-
Harry si illuminò di un sorriso sincero e solare porgendo la mano destra.
-Sono Harry Potter, per gli amici Harry, per i fan “Il-ragazzo-che-è-sopravvissuto”, per i nemici “Dannato Potter”. Ma lei mi chiami pure Harry.-
L'uomo lo osservò in tralice, indeciso se scoppiare a ridere o fare una faccia accigliata. Optò per una via di mezzo.
Sorrise leggermente, per la prima volta davanti ad Harry (e forse davanti a chiunque), prima di porgere anche la sua stringendo la mano che gli veniva offerta.
-Piacere Harry, io sono Severus Piton, per te Severus, per tutto il resto del mondo magico (per il momento) Colui-che-ha-tradito-e-ucciso-Silente. Stato attuale: disoccupato.-
Madama Chips non scordò mai la scena che trovò quando varcò la porta in quel momento.
Severus ed Harry ridevano. Insieme.
Ovviamente l'amicizia tra i due non nacque subito, troppi pregiudizi da spazzare via.
Settembre vide molte novità. La Gazzetta del Profeta pubblicò diversi articoli su Severus Piton, “uno dei più grandi eroi del nostro secolo”, lo chiamavano.
Ad Hogwarts tornò la pace, Harry e i suoi amici ripresero gli studi per i M.A.G.O e Piton, per volere del Ministro della Magia, riprese il suo ruolo di preside.
L'amicizia tra i due si cementificò mediante lunghe chiacchierate che permisero ai due di scoprire molte qualità l'uno dell'altro, sgretolando i pregiudizi che si erano creati negli anni passati.
Fu una sera di Ottobre che Harry chiese a Severus quello che da molto tempo voleva sapere.
-Parlami di lei per favore. Com'era di carattere, che aspetto aveva, della vostra amicizia. L'ho vista nei tuoi ricordi ma ci terrei veramente tanto che tu me ne parlassi.-
L'altro si mosse leggermente a disagio sulla poltrona, ma alla fine lo accontentò.
-Lei era... Lily. Era una ragazza solare, sempre pronta ad aiutare gli altri. Ma era anche coraggiosa e orgogliosa, molto orgogliosa.
A pensarci bene tu le assomigli veramente tanto come carattere...
Per l'aspetto fisico, bè lo saprai, aveva i capelli rossi come un tramonto d'estate, gli occhi verdissimi come la giada e la pelle molto chiara.
Mmm... se ti faccio vedere una cosa prometti di non andarlo a sbandierare ai quattro venti?-
-Ma certo! Per chi mi hai preso?-
Severus gli riservò uno sguardo che diceva “ti ho preso per quello che sei”, ma decise di fidarsi.
Si portò la bacchetta al petto, sotto lo sguardo curioso di Harry.
-Cor Evocatio-
Il volto di Lily Evans (perchè lui non l'avrebbe MAI chiamata Lily Potter), prese forma davanti ai due.
-Ecco, Harry, questa era tua madre.-
Il ragazzo osservò sbalordito il viso della donna, cercando di accarezzarlo.
-Non la puoi toccare Harry, è solo un'immagine.-
-è... è straordinario Severus... ma che incantesimo è? Non l'ho mai sentito.-
-Potter, dispero che tu conosca tutti gli incantesimi esistenti, ma devo dire che hai visto giusto. Questo incantesimo l'ho creato io.-
-L'hai creato tu?!-
-Come mai così sorpreso? Non sono mica capace solo di mescolare un pentolone, sai?-
-E come funziona? Ti mostra chi vuoi?-
Il ragazzo era sinceramente interessato, poteva vedere il viso di tutti quelli che non c'erano più? Severus scosse la testa.
-Ecco questo è il lato di Potter. Mai studiato latino, Harry? Cor Evocatio significa evocazione del cuore, ovvero ti mostra la persona di cui sei innamorato con tutto il cuore.-
Harry rimase leggermente deluso alla notizia.
-Quindi se io eseguo questo movimento- si portò la bacchetta al petto ruotandola nel modo che aveva visto prima fare al mago più grande -e pronuncio la formula dovrebbe apparirmi il viso della persona che amo? Posso provare?-
-Prova...-
-Cor Evocatio-
Il volto sorridente di Ginny si affiancò a quello di Lily.
-Bè Harry, decisamente ci piacciono le rosse!-
FINE FLASHBACK

Hermione aveva ascoltato attentamente il racconto di Harry fino alla fine.
Sentiva dentro di sé una felicità immensa! Severus non era più innamorato di Lily, o per lo meno non del tutto, l'incantesimo lo mostrava chiaramente.
-Quindi... se l'immagine evocata da Severus avesse i capelli rosso scuro, ricci, e occhi marroni vorrebbe dire che sta dimenticando Lily?-
-Riccia e occhi castani?! Davvero? Bè credo che sì, l'immagine si stia trasformando...-
-... In me.-
Finì lei, sorridendo raggiante all'amico che le restituì un sorriso sinceramente felice per lei.
-Grazie Harry, mi sei stato davvero d'aiuto! Resta pure se vuoi, ma io devo andare.-
-Dove?- ma dentro di sé già sapeva la risposta.
-Vado a prendermi la mia fetta di felicità!-
La donna uscì quasi di corsa dal suo appartamento, bussando alla porta di Severus, senza ricevere risposta.
Dove si è cacciato? Sarà ancora nello studio? Si chiese imboccando il corridoio che portava allo studio.
Severus, nel frattempo, stava ancora meditando su quello che aveva fatto.
Si era esposto molto mostrando l'immagine della Lily/Hermione alla donna. Sperava che lei lo avesse capito, che per lo meno gli avesse chiesto spiegazioni.
Invece lei era scappata, nemmeno avesse visto il fantasma di Voldemort invece che quello di Lily. Oh sì, mi sto proprio innamorarando della persona giusta, pensò amaramente.
Sentì qualcuno bussare alla porta ed una nuova scintilla di speranza si accese il lui.
Aprì la porta quasi di scatto, con la paura di non trovar nessuno dall'altro lato.
Hermione era di fronte a lui, il fiato corto di chi ha corso per due piani, le guance in fiamme, gli occhi sorridenti.
-Dobbiamo parlare.-

(*) Mi sono riletta il capitolo dei ricordi di Severus nei Doni della Morte per farmi un riassuntino. Questi sono alcuni dei ricordi ai quali ho aggiunto l'ultimo di mia invenzione (quello nella Stamberga quando sta per morire).


Angolino di Zebraviola
Buongiorno a tutti! Spero che il capitolo vi piaccia, devo dire che io ci sono un bel po' affezionata.
Mi sono sempre detta che Severus, se avesse fatto lo sforzo di conoscerlo davvero, avrebbe adorato Harry. xD
Nel prossimo capitolo vedremo, finalmente oserei dire, l'evolversi positivamente della relazione tra i nostri due amati piccioncini innamorati!
HO CREATO UNA PAGINA FACEBOOK DOVE POTRETE TROVARE ANTICIPAZIONI E ALTRO! L'INDIRIZZO è qui! ^_^
Vi prego iscrivetevi in tanti!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 13
*** Cap 12. ***


Cap 12

Capitolo 12



Severus rimase immobile come una statua per qualche secondo, quasi senza poter credere alla presenza di Hermione davanti a lui.
-Dobbiamo parlare.-
Lui finalmente si riscosse e la fece entrare, facendole un cenno con la testa.
Aveva forse finalmente capito? Doveva assolutamente parlarle di Lily, ormai era inevitabile.
-Siediti per favore. Devo dirti alcune cose e vorrei che non mi interrompessi.-
-Ma veramen...-
-No, Hermione. Ti prego, lasciami spiegare.-
La vide sedersi compostamente sulla poltrona accanto alla sua con le mani in grembo.
-Non è facile per me raccontarti questo, quindi preferirei non mi interrompessi.
Quell'incantesimo che ti ho mostrato prima è una mia invenzione. L'ho creato parecchi anni fa, ormai, per poter rimirare il suo volto.
Sono, o meglio ero, profondamente innamorato di Lily. Ci siamo conosciuti da bambini ma il finire in case differenti ad Hogwarts è stato il primo passo che ha portato alla rottura della nostra amicizia.
Non so esattamente quando mi sono innamorato di lei... Ricordo che sono sempre stato molto geloso di Potter e della sua combriccola; questo non ha fatto altro che peggiorare la situazione tra noi due. Poi verso il finire della scuola ho cominciato a stringere amicizie sbagliate che mi portarono sulla strada del Mangiamorte. Infantilmente credevo che lei potesse rimanere abbagliata dal potere e quindi innamorarsi di me.
Quanto mi sbagliavo... Non sono non si innamorò di me, ma i nostri rapporti si ruppero del tutto.- fece una piccola pausa per cercare tracce di tristezza o ribrezzo sul volto della donna, ma trovando solo un'espressione tranquilla.
-Ad ogni modo ormai la scuola era finita e io ero diventato a tutti gli effetti un Mangiamorte. Un giorno alla Testa di Porco ho sentito, diciamo origliato, la Cooman che riferiva a Silente di una profezia avuta. Purtroppo per Voldemort riuscii a sentire solo la prima parte, poi Tom mi cacciò.
“Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese...”

La ricordo ancora perfettamente.
Voldemort ha creduto fossero i Potter e così Lily è morta per colpa mia...-
Severus abbassò gli occhi. Quei ricordi erano sempre lancinanti per il suo cuore già troppo distrutto. Sapere che era morta l'aveva profondamente addolorato, ma sapere che lo era per colpa sua gli aveva dilaniato il cuore e l'anima.
Questo purtroppo non sarebbe mai cambiato, Hermione o non Hermione.
Cercò di schiarirsi la voce.
-Per questo ho protetto Harry per tutto quel tempo, in memoria di Lily. Quello che sto cercando di dirti, Hermione, è che io non ti amo.-
La donna, per la prima volta da quando aveva lasciato l'amico, sentì la sua sicurezza vacillare.
Severus notò che Hermione si era adombrata e si rese conto che le sue parole potevano essere travisate.
Perchè stava mandando tutto a rotoli, di nuovo?
-Mi sono spiegato male! Quello che intendo è che io non ti amo... almeno per il momento, ma sono su un'ottima strada devo dire.
Cerca di capirmi... sono stato innamorato di Lily per oltre 30 anni e poi arrivi tu.
In un solo mese sei riuscita a sconvolgere il mio mondo, la mia esistenza, i cardini della mia vita. Non ti ho rifiutato l'altra sera, ero solo sconvolto dalle sensazioni provate.-
Finalmente espirò, non rendendosi conto di aver trattenuto il respiro durante tutto il suo discorso.
Hermione non sapeva cosa rispondere, il discorso di lui l'aveva toccata nel profondo.
Dal canto suo Severus era accigliato dal suo silenzio.
-Insomma non ti sto giurando amore eterno, ma non mi sembra nemmeno di averti detto che non ti voglio più vedere, no? -
Finalmente la donna si riscosse.
-Scusa, è solo che mi hai stupito. Dopo la chiacchierata con Harry pensavo di sapere tutto e invece sei riuscito comunque a farmi restare senza parole.-
Hermione sorrise, forte del suo amore per lui si alzò e si chinò posandogli un leggero bacio sulle labbra, staccandosi subito dopo e avvicinandosi alla libreria.
Severus la fissò leggermente scioccato dal contatto ricevuto, ma cercò di riprendersi in fretta.
-Harry? Cosa ti ha raccontato quel dannatissimo Potter?-
Lei scoppiò a ridere, ricordandosi del racconto dell'amico circa la loro “presentazione” ufficiale.
-Mmm, nulla di che. Gli ho chiesto di raccontarmi come avete fatto amicizia. E mi ha raccontato tutto, della maledizione, dei tuoi ricordi, di sua madre.-
-Cosa?! Mi stai dicendo che io nell'ultima mezz'ora ti ho raccontato cose che conoscevi già?-
-Cerca di capirmi, avevo bisogno di chiarirmi la situazione. Vedere quel volto ibrido mi ha sconvolta.-
-Ha sconvolto te, Hermione? E cosa dovrei dire io? Insomma ci conosciamo solo da un mese! E non giocare la carta del “sono stata tua alunna, ci conosciamo da anni”, perchè lo sai che non è vero.
In un solo mese, trenta maledettissimi giorni, mi sono trovato privato di quelle certezze che ormai avevo dato per solidificate, hai scardinato il mio cuore!
E adesso mi trovo a provare queste strane sensazioni, totalmente nuove per me e non so come affrontarle. Dopo così poco tempo non ci si può innamorare, insomma non è una cosa logica!-
Hermione cominciò ad innervosirsi. Lui non era innamorato? Bene, poteva sopportarlo, ma che insinuasse che lei non lo amasse... questo assolutamente non poteva tollerarlo!
-Certo che ci si può innamorare in un mese, io sono innamorata di te!-
-Come fai a dirlo? Hai usato il Cor Evocatio?-
-Ho il mio incantesimo personale per questo. Se quando una persona entra in una stanza dove sono il mio cuore comincia a battere forsennato, esattamente come in questo momento, allora so di esserne innamorata.-
-Hermione non è logico quello che dici!- ribadì lui.
-L'amore non è logico.- rispose lei, citando quello che Neville le aveva detto nel parco.
-Non ne sono molto convinto. Io non credo nell'amore a prima vista e un mese è un lasso di tempo troppo breve per permettere di costruire qualcosa di più profondo. Davvero non credi che abbia ragione?-
-Sai cosa credo io Severus? Credo che tu ti stia trincerando dietro questa sorta di amor cortese verso Lily perchè hai paura.
Correggimi se sbaglio, ma tu hai alternato questo amore idealizzato a momenti di semplice sesso carnale. Non hai mai conosciuto l'amore vero nella sua interezza.
Amare qualcuno significa volersi svegliare insieme la mattina, litigare, fare l'amore, crescere dei figli... Tu non sei pronto a tutto questo. Preferisci amare l'idea di essere innamorato piuttosto che buttarti anima e corpo e tentare di amare veramente.
E anche se io riesco ad immaginarmi un futuro per me e te, non credo tu sia capace di fare altrettanto al momento.
Io credo. Credo che i nostri figli saranno delle perle di arguzia e intelligenza.
Io spero. Spero di litigare quando mi farai arrabbiare o quando la tua acidità emergerà, perchè sono sicura che lo farà.
Io confido. Confido nel fatto che poi faremo pace facendo l'amore tutta notte.
Io amo. Io amo l'idea di questo futuro insieme.
E tu Severus? Tu cosa fai?-
L'uomo non riuscì a rispondere. Sentiva che lei aveva ragione, ma non era pronto ad ammetterlo. Aveva mai veramente amato lui? Aveva amato Lily, sì, ma non aveva mai vissuto quell'amore.
Forse aveva ragione Hermione, aveva paura perchè non sapeva come affrontare la cosa. Capì che la donna, pur essendo più giovane di lui, aveva capito tutto di quel strano sentimento nominato amore.
-Hai ragione... ma devi lasciarmi tempo. Per me è tutto nuovo e in fondo non ti conosco molto nemmeno io.-
Lei sorrise raggiante abbracciandolo di slancio.
-Tutto il tempo che vuoi!-
Lui ricambiò l'abbraccio leggermente impacciato.
-Allora, quali sono i particolari di Hermione Granger che nessuno conosce? Da qualche parte dovrò pure iniziare.-
-Mmm, c'è una cosa che nessuno sa. Ma un po' mi vergogno, è una cosa infantile. Mi piace osservare le stelle, in estate passo delle ore sdraiata sull'erba ad osservarle.
Ho sempre desiderato farlo anche qua ad Hogwarts, ma ero troppo ligia alle regole per osare farlo. In compenso veneravo Astronomia.-
A quelle parole Severus ebbe un'idea. Prese il mantello e trascinò Hermione fuori dallo studio.
-Ehi! Dove stiamo andando?-
-Non sei più una studentessa. Che ne dici di un salto sulla torre di astronomia?-
Lei si illuminò lasciandosi trascinare per i corridoi.
Arrivati al sesto piano lo fece fermare.
-Severus? Sento delle voci! Se ci scoprono?-
Lui ridacchiò a bassa voce.
-Hermione, siamo noi gli insegnanti, ricordi?-
Lei rise a bassa voce.
-Allora vuol dire che ci sarà qualcuno da rimproverare, oppure sono i capiscuola.-
Severus le fece segno di tacere mentre le due voci si sentivano sempre più vicine.
-Lighter ti ho già detto di no, smettila di insistere.-
Rita Blachet, caposcuola di Corvonero, avanzava seccata cercando di ignorare il suo compagno Serpeverde.
-E dai Rita, cosa ti costa ammettere che vuoi uscire con me? Io sono il meglio del meglio!-
Hermione scosse la testa, quel ragazzo era una cosa da non crederci! Si riteneva superiore agli altri, “il meglio del meglio”, quando era solo un borioso. Le ricordava molto Malfoy a dir la verità.
-Lighter te lo dico per l'ultima volta: lasciami in pace!-
Severus ed Hermione uscirono dal nascondiglio ponendosi davanti ai due studenti che sobbalzarono dall'improvvisa apparizione del preside.
L'uomo guardò il suo studente con un cipiglio talmente severo da inquietare il ragazzo.
-Signor Lighter a volte stento a credere che lei sia un Serpeverde. La sua stupidità è capace di raggiungere vette inesplorate dagli studenti.-
-Pre..preside, cosa ci fa in giro?-
Rita si tirò uno schiaffetto in fronte, Adam era proprio idiota a volte. Cosa gli passava per la testa per rivolgersi in quel modo al loro preside?!
Severus sogghignò maleficamente.
-Benissimo Lighter, le comunico che la sua sfrontatezza le ha appena fatto guadagnare una punizione fino a Natale, domani lo comunicherò al professor Lumacorno. Potete continuare con la vostra ronda. Signorina Blanchet, le auguro un buon proseguimento e mi rincresce che debba essere affiancata da tanta stupidità. Spero che il suo cervello non ne risenta.-
Hermione notò la risata trattenuta di Rita e sorrise.
-Signorina Granger, vogliamo andare?-
Distaccato e freddo.
Lei annuì e lo seguì oltre l'angolo sentendo le voci dei due studenti allontanarsi.
-Ma che gli ho fatto?-
-Ti sta solo bene Adam! Non ci si rivolge così ad un insegnate!-
Lui piagnucolò.
-Oddio e come lo dico ai miei che dopo un solo giorno sono già in punizione fino a Nat.. ehi!!! Mi hai chiamato Adam! Allora ci esci con me?-
-Sei incorreggibile, no non ci esco con te!-
Tuttavia Hermione la sentì ridere. Non dubitava che il Serpeverde prima o poi avrebbe fatto capitolare la compagna.
I due insegnanti, una volta assicuratesi dell'assenza di altri studenti, ricominciarono a camminare verso la torre tenendosi per mano.
-Severus non avrai esagerato un po'? In fondo non aveva fatto nulla di male.-
L'uomo, non volendo ammettere di averlo punito più per come si era rivolto ad Hermione a lezione che per l'infelice uscita di poco prima, scosse la testa sorridendo.
-Non gli farà certo male un po' più di disciplina.-
Finalmente giunsero alla torre, era proprio come se la ricordava! In un mese che era arrivata non vi era ancora mai salita e i ricordi legati a quel luogo le tornarono prepotentemente in mente.
-Vieni Hermione.-
Severus prese un cuscino e con un Engorgio lo ingrandì abbastanza perchè i due si potessero stendere.
Hermione, un po' imbarazzata, si stese accanto a lui portando gli occhi al cielo e osservando la moltitudine di stelle sopra di loro.
-La mia costellazione preferita è Orione, sai? In particolare mi piacciono le tre stelle della cintura.
Mentre eravamo ad Hogwarts le ho sempre paragonate a me, Ron ed Harry.
È una stupidata, lo so, ma mi sentivo sicura osservandola.-
Severus le sorrise leggermente, anche lui a disagio per la vicinanza mai provata prima.
-Peccato che non si veda a quest'ora, in settembre Orione sorge verso le quattro.-
-Bè Hermione, nessuno ci vieta di restare alzati ad osservare la tua amata costellazione sorgere. Però è meglio se ci copriamo, altrimenti domani ci troveremmo con un tremendo raffreddore.-
Si tolse il mantello usandolo come coperta.
Sentendo la donna accoccolarsi vicino a lui per stare più calda si maledì mentalmente.
Sarebbe stata una notte lunga, tremendamente lunga!
Mentre osservavano il cielo stellato nessuno dei due avrebbe immaginato che si sarebbero addormentati abbracciati prima che Orione sorgesse.
….

Era più di mezzora che Oliver e Sarah si trovavano in biblioteca cercando di portare a termine una ricerca sulle origini dei Quidditch.
Non che Sarah si lamentasse, adorava passare tempo sui libri, ma si era accorta che il suo compagno di ricerca aveva smesso da un bel pezzo di prendere appunti sulla pergamena.
Inizialmente pensava si fosse stufato ma poi... poi si accorse con la coda dell'occhio che lo sguardo di lui continuava ad accarezzarle il viso.
Possibile che Oliver provasse qualcosa per lei?
Cercò di continuare a leggere facendo finta di nulla, ma l'emozione, si sa, gioca brutti scherzi.
Fu dopo l'ennesimo balbettio che l'uomo le chiese se le andava di fare una passeggiata nel parco.
Era da quella mattina che si preparava per quella sera, era ormai quasi un anno che era innamorato della sua collega in segreto, ma finalmente aveva trovato il coraggio di dichiararsi alla bella Sarah.
-Non sarà un po' tardi bel un giro nel parco Oliver? Sono le undici!-
-Ma no, è settembre, il tempo è bello e poi non sono per niente stanco, e tu?-
Lei scosse leggermente la testa, acconsentendo sorridendo.
Il giardino era immenso e silenzioso, solo la luna a fare da spettatore e da faro ai due che passeggiavano chiacchierando in riva al Lago Nero.
Oliver era euforico. Era una settimana che cercava di restare solo con Sarah per confessarle, finalmente, quello che provava per lei e colse l'occasione al volo.
Adesso però doveva giocarsi bene le sue carte e, forse, avrebbe ottenuto il suo cuore.
Non c'era molta luce ma lui intravide comunque un leggero imbarazzo sul viso di lei che gli camminava a fianco.
Come comincio? Meglio iniziare con qualcosa di neutro...
-Allora Sarah, da dove nasce questo tuo amore smodato per i libri?-
Quando la vide illuminarsi seppe di aver trovato l'argomento giusto.
-Bè fin da piccola sono cresciuta a pane e libri, come diceva sempre mia madre.
Quando avevo 8 anni mio padre mi regalò un libro babbano, del resto lui lo era, e mi ero innamorata di uno dei protagonisti.
Hai mai letto Piccole Donne? Ero pazzamente innamorata di Laurie, lo vedevo come un cavaliere sul cavallo bianco.
È stato il primo libro per il quale ho provato un affetto sincero, ricordo ancora la miriade di emozioni che mi aveva travolto leggendo le vicende, felici e non, delle sorelle March. Tu lo hai mai letto?-
Oliver si grattò imbarazzato la testa.
-Ehm, non sono mai stato un grande lettore, mi dispiace. Credo di aver letto solo libri di Quidditch.-
Che figuraccia! Poteva almeno far finta di essere interessato!
Sarah intanto ridacchiava mentalmente a vederlo così in difficoltà.
Lo trovava molto dolce e imbranato e questo le provocò un estremo moto di tenerezza.
-Cioè... non è che non mi piacciono i libri, li adoro, sono belli, colorati... pieni di carta...-
Lei scoppiò definitivamente a ridere, senza più preoccuparsi di nascondere l'ilarità.
Lui la guardò dispiaciuto e leggermente affranto.
-Mi dispiace Sarah, non mi piacciono i libri se devo essere sincero. Avrei voluto che questo momento fosse perfetto e invece... sono un idiota.-
Oliver si sentì veramente stupido. Le risate di lei avevano alimentato la sua insicurezza del momento fino a traboccare.
Capì che non sarebbe mai riuscito a fare il primo passo e, scrollando le spalle tristemente, fece per tornare sui suoi passi verso il castello quando Sarah, avendo capito le sue intenzioni, lo fermò.
-Oliver aspetta! Scusami non volevo ridere è che... sei così dolce! Sembri un pulcino indifeso.-
Lui alzò gli occhi, speranzoso, e la vide sorridere dolcemente.
-Come? Non sei arrabbiata? Anche se i libri non mi piacciono? Che poi, va bè, ti prometto che mi piaceranno! Dammi un mesetto e vedi come mi metto a leggerne un bel po'... farò qualsiasi cosa, te l'assicuro!-
Sarah ridacchiò e mai risata parve più dolce alle orecchie di lui.
-Oliver?-
-Sì?-
-Stai zitto Oliver!-
Detto questo gli sorrise e si alzò in punta di piedi avvicinandosi a lui.
Sentendo le labbra di lei sulle sue, Oliver si sentì l'uomo più felice del mondo.
La abbracciò di slancio facendola ridere per poi approfondire il bacio.
Finalmente!
….

Neville Paciock nella sua vita sapeva di essere sfortunato in molte cose.
E lì, affacciato alla finestra della sua camera, vedendo la donna che amava segretamente baciare un altro, seppe con certezza che l'essere sfortunato in amore era una di quelle.


Angolino di Zebraviola
Noticina: Questo capitolo è dedicato a Crissy11. Grazie mille cara per seguirmi sempre con attesa! ^_^ (scusa se lo metto in fondo ma ho avuto problemi di html e volevo evitare uno sfacelo xD).
@_@ Vi informo che questo capitolo è stato un mega parto! Non sapevo nemmeno da dove inziare e l'ho mollato diverse volte prima di arrivare allo stato attuale.
Come potete vedere è un capitolo che gronda d'amore da tutti gli angoli xD
Spero che vi piaccia, nonostante ci abbia messo un secolo per finirlo!
A presto! ^_^
HO CREATO UNA PAGINA FACEBOOK DOVE POTRETE TROVARE ANTICIPAZIONI E ALTRO! L'INDIRIZZO è qui! ^_^
Vi prego iscrivetevi in tanti e se trovate il tempo mettere i vari “mi piace” o commenti.
Sto cercando di farla decollare e ve ne sarei eternamente grata! ^_^
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 14
*** Cap 13. ***


Cap 13

Capitolo 13



Neville Paciock da piccolo era sempre stato un bambino sognatore. Sua nonna, andando contro tutte le regole di educazione purosangue, lo aveva cresciuto a pane, amore e fiabe, sia babbane che magiche, sperando così di compensare l'enorme lacuna causata dalla forzata assenza dei genitori.
Nessuno sapeva che la sua storia preferita era Cenerentola, bè nessuno tranne sua nonna che gliela raccontava almeno una volta al giorno sotto specifica richiesta del nipotino.
Quello che veramente nessuno sapeva era il motivo per cui quella storia fosse la sua preferita.
Aveva sempre covato una sincera speranza verso l'espressione “i sogni diventano realtà”, ma nella sia vita non aveva avuto quasi mai riscontri positivi.
Quando a 6 anni sognava che i suoi genitori riavessero la sanità mentale, non importava se solo per un giorno, per poterli abbracciare e fare anche solo una passeggiata... non aveva avuto quello che voleva.
Quando a 12 anni aveva sognato di entrare nella squadra di Quidditch per far si che sua nonna fosse orgogliosa di lui... non aveva avuto quello che voleva.
Quando a 16 anni si era preso una sbandata per la sua amica Hermione e non faceva altro che sognarla tutte le notti... non aveva avuto quello che voleva.
E anche adesso, ripensando alla scena a cui aveva assistito la sera precedente, aveva capito che per l'ennesima volta non avrebbe avuto quello che voleva.
Era quindi arrivato alla ragionevole conclusione che, sì, i sogni son desideri, ma non diventano realtà.
L'amore per Sarah non era arrivato subito; era iniziato piano, un fuocherello alimentato dalle loro chiacchierate e dai bellissimi sorrisi che lei era capace di elargire.
Ma lui, si sa, in amore non è mai stato un tipo coraggioso e non si era mai fatto avanti, frenato anche dalla differenza d'età che intercorreva tra loro due.
Con l'andare dei mesi si convinse che lei non fosse comunque interessata, troppo innamorata ancora del ricordo del suo fidanzato, e così cercò di andare avanti con la sua vita.
Durante una ricerca per un terriccio per una pianta rara importata dall'Egitto conobbe Catherine.
Lei era il genere di ragazza di cui ogni uomo come lui si sarebbe innamorato; era semplice, simpatica, solare, molto carina e all'inizio lui credette veramente di essersene innamorato. Parlavano molto, facevano chiacchierate interessantissime su piante, animali e molto altro.
Si fidanzarono, rendendo felici sia la famiglia di lei sia sua nonna che, nonostante Catherine non fosse una strega, la accolse a braccia aperte nella famiglia.
Fu durante l'ultimo ballo di Natale che Neville prese coscienza del fatto che negli ultimi mesi si era solo crogiolato nella speranza di aver dimenticato Sarah.
Ricordava ancora il brivido che gli era corso lungo la spina dorsale nel tenerla tra le braccia durante un ballo.
Non l'aveva dimenticata. Non avrebbe potuto dimenticarla, perchè lei non era una cotta come lo era stata Hermione... lei era molto di più. Sarah era amore.
Nei mesi successivi cercò di sopprimere i suoi sentimenti, facendo un auto training di convincimento sull'essere innamorato di Catherine.
Per un istante, un misero effimero istante, pensava pure di esserci riuscito, del resto si era imposto di non pensarla tutta l'estate, quasi riuscendoci.
Peccato che tutti i suoi tentativi si rivelarono vani quando la vide durante la riunione di inizio agosto.
Il cuore che aveva cominciato a martellargli forte in petto e le mani sudate furono segni abbastanza eclatanti per l'innamorato ex-grifondoro.
Fu dopo una mattinata passata in compagnia con la fidanzata a firmare inviti che Neville, aiutato dalle confessioni di Hermione, alitò per la prima volta l'idea di rompere il fidanzamento; in fondo non era giusto nemmeno nei confronti della ragazza trovarsi sposata con un uomo che non la amava.
Scoprire che l'amica era attratta da Severus aveva acceso in lui la speranza. Forse fu il fatto che anche per lei il fattore età era presente ma, a quanto pare, non importante, Neville non sapeva dirlo.
Fatto sta che per la prima volta da quando si era innamorato nutriva l'eterea speranza che lei potesse contraccambiare.
Era sempre gentile con lui, aveva sempre un sorriso sincero, chiacchieravano molto... insomma c'era una certa sintonia, secondo lui.
Fu la discussione con Harry a fargli prendere in mano le redini della situazione.
Lo aveva cercato una mattina dopo colazione, trovandolo in giardino, gli aveva raccontato della sua mostruosa cotta per Sarah e li aveva chiesto consiglio sul da farsi.
-Bè, bisogna vedere quanto ci tieni a lei.-
-Molto! Ho fatto di tutto per dimenticarla ma non ce l'ho fatta. È sempre nei miei pensieri e quando sono con Catherine... mi sento in colpa. Mi sento molto in colpa.-
-Cosa vorresti fare?-
-Non lo so Harry... non amo Cathy, ma la rispetto e lei mi ama, non vorrei farla soffrire. E poi non so se potrò mai avere una possibilità con Sarah.-
-Devi capire quanto tieni a lei. Io ho sempre sostenuto che se non fai di tutto per ottenere quello che vuoi allora significa che non ci tieni abbastanza. Tu Neville quanto ci tieni?-
Molto, lui ci teneva molto.
Così decise di lasciare la sua fidanzata, in nome di una speranza che gli alleggeriva il cuore.
Quel cuore e quella speranza andati in frantumi alla vista dei due innamorati baciarsi in giardino.
Non era dispiaciuto di aver lasciato Cathy, del resto non si meritava di essere imprigionata in un matrimonio senza amore, ma non poteva fare a meno di darsi dell'idiota per aver sperato di avere una possibilità.
Neville si alzò di colpo dal letto, arrabbiato con se stesso. Insomma, era un Grifondoro, bè lo era stato, e quindi avrebbe lottato per ciò che voleva.
E lui voleva Sarah.
Avrebbe dimostrato a se stesso e a Harry quanto ci tenesse!
Mosso da questo spirito combattivo si accinse a fare la doccia.
---

In un'altra zona del castello un Harry abbastanza imbarazzato cercava il modo di svegliare i suoi due amici addormentati sperando di non essere avadakedaverizzato da Severus.
Era salito sulla torre di astronomia per vedere l'alba, lo trovava molto rilassante, e per meditare sul consiglio dato all'amico circa la sua situazione sentimentale.
Ma sulla torre trovò una sorpresa: Hermione e Severus addormentati abbracciati su un maxi cuscino.
Rimase qualche secondo ad osservarli, felice per loro.
Per Hermione, sapendo quanto fosse innamorata del preside.
Per Severus, che non aveva mai visto così rilassato come in quel momento con l'amica tra le braccia.
Nessuno più di loro due meritava di trovare la felicità che solo una persona che ti ama ti può donare e lui non avrebbe voluto svegliarli.
Ma era pur sempre giorno e qualche studente, sebbene fosse difficile trovarne in giro prima delle otto la domenica mattina, poteva trovarli.
-Ehm ehm...- cercò di svegliarli con dei leggeri colpi di tosse ma i due continuavano a tenere gli occhi chiusi.
In realtà Severus non era proprio addormentato, già da qualche minuto si trovava nella fase del dormiveglia ma aveva quasi timore di aprire gli occhi.
La sera prima aveva seguito l'istinto, aveva seguito il suo cuore, quello stesso cuore che era rimasto sopito per molto tempo.
Aveva passato una notte tranquilla e placida come mai, sognando per la prima volta un futuro che non sembrava più così irraggiungibile. Un futuro popolato da una famiglia, la sua famiglia, dove Hermione preparava la colazione a lui e alla loro figlia, una bambina bellissima con gli stessi capelli impossibili della madre ma con gli occhi scuri come la notte come lui.
Un sogno bellissimo, ricco di pace e serenità, e soprattutto privo di immagini angoscianti li Lily accusatrice.
Risvegliarsi sentendo il peso di Hermione addosso fu per lui una conferma del fatto che la felicità che tanto aveva sognato era lì, tra le sue braccia, e non doveva fare altro che coglierla.
Sentirla russare leggermente gli aveva strappato un sorriso che sapeva di quotidianità; l'aveva stretta di più, cercando di svuotare la mente nel tentativo di riaddormentarsi.
Cosa che non fu possibile visto la fastidiosa presenza di qualcuno che tossicchiava.
Severus aprì sbuffando un occhio e incrociò Harry, ormai imbarazzatissimo, fermo a pochi passi da loro.
Appurò che ormai era ora di alzarsi, l'alba imminente non lasciava altra scelta, così cercò di svegliare la donna, compito non facile.
Solo dopo l'ennesimo richiamo Hermione aprì finalmente gli occhi, stirandosi con uno sbadiglio.
-Sev? Ma che ore sono? Ci siamo addormentati?-
-Direi che vi siete decisamente addormentati!- rispose Harry ridendo alla vista della testa dell'amica totalmente spettinata.
-Harry? Che ci fai qua?-
-Bè io sono salito per vedere l'alba e ho trovato voi due. Io scendo in Sala Grande, quando vi sarete... sistemati... ci troviamo giù.-
Hermione arrossì leggermente prima di girarsi finalmente verso l'uomo al suo fianco e sorridergli caldamente, un sorriso che lui, perfino più avanti negli anni, avrebbe sempre ricordato come uno dei più splendenti e caldi ricevuti da lei.
-Colazione?- gli chiese.
-Si, direi colazione.- biascicò Severus di rimando, cercando di schiarirsi la voce.
I due si alzarono dal giaciglio improvvisato la sera precedente ma dovettero fare i conti con l'umidità della sera.
-Per Salazar che mal di schiena!- Severus cercò di trovare una posizione quanto più eretta cercando di non far vedere quanto quella posizione gli costasse delle fitte dalle spalle al bacino.
Hermione li fece compagnia starnutendo sonoramente.
Forse, convennero i due, addormentarsi sotto un misero mantello non era stata un'idea molto brillante, vista l'umidità della notte.
-Non abbiamo visto sorgere Orione alla fine.- sussurrò tristemente la donna.
-Ci saranno altre occasioni Hermione, abbiamo una vita davanti per vedere tutte le stelle che vuoi.- ribadì lui con un sorriso.
Le sue parole la lasciarono di stucco. Le era parso di capire, almeno secondo il discorso della sera precedente, che lui voleva andarci con i piedi di piombo in quella situazione inesplorata e adesso, dopo una notte passata insieme (a dormire per altro), stava illustrando una vita davanti a loro?
Lui parve capire cosa stesse pensando Hermione e non se la sentì di negare che condivideva con lei il suo sconcerto.
Le si avvicinò prendendole le mani e facendole alzare il viso.
-Ascolta, mi rendo conto che mi sto comportando in maniera veramente assurda. Ieri sera quasi cercavo di negare quello che provavo e invece oggi... non lo so. Non so cosa mi stia prendendo. Quello che so è che ho fatto un sogno stanotte e non vedo l'ora che si realizzi. Non sarà facile per me girare pagina del tutto, lasciarmi tutto il passato alle spalle, ma ho veramente voglia di farlo. E ho voglia che sia tu ad aiutarmi in quest'impresa.
Capisci quello che sto dicendo?-
Lei non poté fare a meno di sorridere in risposta.
-Severus Snape. Non so che razza di sogno tu abbia fatto stanotte, ma se questi sono i risultati non posso fare a meno che sperare di aiutarti a realizzarlo il prima possibile!-
-Io... grazie Hermione, non so come tu faccia a capirmi sempre meglio di quanto non faccia io.-
La donna scoppiò a ridere.
-Non lo so nemmeno io, ma sono contenta di riuscirci!-
Lui le si portò alle spalle abbracciandola, girandosi verso la terrazza dalla quale si poteva vedere il sole sorgere sul lago.
-Come mai questo slancio di romanticismo improvviso?- domandò lei flebile, timorosa di rompere l'abbraccio.
-Se questo ti sembra romantico allora ti farò venire un attacco di diabete per quello che sto per dire... Hermione, se c'è una cosa che ho capito stanotte è che quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile. Per troppo tempo ho vissuto aspettando inconsapevolmente che qualcosa cambiasse nella mia vita e adesso che ho capito che sei tu quel qualcosa non voglio rischiare di perderti comportandomi come un troglodita.-
L'emozione sprigionata dalle parole di lui era tangibile ed Hermione non riuscì a trattenersi dal girarsi nell'abbraccio e buttargli le braccia al collo, rischiando per altro di farlo cadere, baciandolo.
Ne il mal di schiena di lui né il raffreddore di lei poterono frenare l'inizio di quella nuova vita assistita solo dal sorgere irriverente del sole.
---

Harry aprì piano la porta della sua camera da letto, sperando di non svegliare Ginny, capì che era inutile quando individuò la moglie seduta in mezzo al letto che lo fissava con sguardo truce.
-Harry James Potter, dov'eri finito? Con chi eri?-
Ginevra Weasley in Potter sperava di apparire alquanto minacciosa con il dito spiegato in avanti in fare accusatorio, agli occhi del marito pareva solo molto tenera.
Harry ridacchiò levandosi le scarpe e sedendosi accanto alla moglie.
-Mi piace quando fai la gelosa, mi fa sentire ancora il ragazzino che sembrava un dio ai tuoi occhi.-
-Io non sono gelosa!- si indispettì lei -voglio solo ribadire un piccolo concetto. Lo vedi questo anello?- incitò indicando la fede all'anulare sinistro -Stabilisce che tu sei mio, M-I-O, capito?-
Harry scoppiò definitivamente a ridere tirandosi Ginny addosso passandole le braccia intorno alla vita.
-Ripeto, adoro quando fai la gelosa...-
Prima che lei potesse ribadire il concetto di non esserlo, la baciò con impeto.
Un bacio davvero travolgente che li lasciò senza fiato.
-Wow, bè signor Potter, non so cosa ti sia successo ma continua a farlo, ti prego, erano anni che non mi baciavi con tutto questo fervore!-
-Diciamo solo che oggi mi sento molto molto romantico e innamorato!-
-Come mai? È successo qualcosa?- indagò lei.
-Lo vedrai con i tuoi occhi. Adesso non ho proprio voglia di parlare...-
Ginny stava per chiedere spiegazioni in merito ma un altro bacio le impedì di continuare con l'interrogatorio.
Mentre sentiva la mano del marito sbottonarle la camicia del pigiama pensò che ci sarebbe stato un momento più adatto per ottenere informazioni.
Decisamente un altro momento.
---

Se le mura di Hogwarts avessero potuto parlare quel giorno avrebbe raccontato solo storie d'amore.


Angolino di Zebraviola
Noticina: C'è un lampante riferimento ad un film (battuta pari pari xD). Chi sa trovarla?
Mmm allora questo capitolo è più corto degli altri e mooooolto fluffoso, me ne rendo conto, ma sono tremendamente in calo d'affetto in questo periodo e quindi compenso.
Ehm mi sono anche resa conto che Severus è molto OOC perfino per essere il “mio” Severus, ma prometto a tutti che non sarà sicuramente sempre così. Diciamo solo che il momento lo richiedeva.
Che altro dire? Diciamo che Neville non cederà tanto presto; è un Grifondoro e vuole lottare per la donna che ama! U.U
Chi non vorrebbe un uomo che lotta per te? Io almeno si! XD
Spero di leggere tante belle recensioncine!!! ^_^
A presto! ^_^
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Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 15
*** Cap 14. ***


Cap 14

Capitolo 14


Davanti allo sfacelo provocato dal ragazzo davanti a lei Hermione non potè fare altro che ringraziare, per la millesima volta quel giorno, la sua proverbiale pazienza.
Aveva messo in conto fin dall'inizio che il piccolo Lupin sarebbe stato imbranato, ma non così tanto!
Era ormai una settimana che la prima classe stava lavorando sull'incantesimo Acutus e ormai tutti, bè quasi tutti, lo padroneggiavano tranquillamente.
Fra quei quasi rientrava, per l'appunto, Ted.
Nelle ultime due lezioni era riuscito ad avere scoppi di magia improvvisa che avevano provocato feriti a palate a causa degli spilli che saettavano per tutta la stanza; inoltre non era ancora riuscito a trasformare del tutto il suo fiammifero.
Hermione proprio non capiva perchè il ragazzino fosse così agitato durante le sue lezioni, i suoi capelli non facevano che cambiare colore in continuazione.
-Lupin cosa è successo con quello spillo?- chiese, cercando di mantenere la calma.
-Scusi professoressa... mi è scappato di mano, non so come sia successo...-
La donna osservò rassegnata il sangue uscire dall'indice del ragazzino e gli lanciò un Ferula.
-Bene ragazzi, potete andare. Vi raccomando di esercitarvi bene con quest'incantesimo che la prossima lezione passeremo ad un altro argomento.-
Gli studenti schiamazzanti cominciarono a mettere via i libri.
Hermione decise che era giunto il momento di prendere la situazione di petto.
-Signor Lupin? Può fermarsi un secondo?-
Il ragazzino fece un cenno d'assenso e si risedette al proprio posto.
-Allora Ted? Cosa succede?- chiese lei, accomodandosi sulla sedia accanto a lui.
-Cosa intende professoressa?- mormorò flebile il bambino in risposta, mantenendo lo sguardo fisso sul banco, fatto che non passò inosservato alla donna.
-Ted, Teddy, guardami.-
Finalmente gli occhi cerulei di lui si alzarono incontrando lo sguardo dolce di Hermione.
-Prima di essere la tua insegnante sono io, Hermione. Ti conosco da quando sei nato, mi hai sempre voluto bene, mi chiami zia... insomma puoi parlare con me. Cosa ti succede? Sei distratto, irrequieto, non mi sembri nemmeno tu.-
Notò con apprensione che gli occhi di Ted si riempirono di lacrime e, cominciando a tremare, la abbracciò di slancio.
-Zia... zia...-
La donna, sbalordita da quella reazione, lo circondò con le braccia accarezzandogli la testa.
-Ehi... cosa succede... ho detto qualcosa di sbagliato?-
Sentì il piccolo scuotere la testa leggermente mentre stringeva la sua veste in cerca di un porto sicuro.
-No zia... è che mi sento solo. La nonna mi scrive pochissime lettere e non ho amici. Ero così felice di iniziare Hogwarts e invece... tutti mi prendono in giro. Dicono che sono strano e hanno ragione! Nessun altro qui a scuola è un Metamorfagus come me, mi trovano ridicolo.-
Lei cercò di tranquillizzarlo quanto più possibile appellando una scatola di fazzoletti e ne porse uno a Teddy che lo afferrò grato soffiandosi rumorosamente il naso.
-Anche di me lo dicevano sai? Quando ho iniziato la scuola non avevo amici, anzi tutti mi prendevano in giro perchè ero una secchiona di prima categoria. Perfino Harry e Ron la pensavano allo stesso modo.-
Il ragazzino smise di piangere e le rivolse uno sguardo curioso.
-Lo zio Harry ti prendeva in giro?-
-Eh sì, in un primo momento non mi trovavano molto simpatica.-
-E come avete fatto a diventare amici?-
-Mi hanno aiutata a salvarmi da un troll di montagna e poi mi sono presa la colpa... insomma diciamo che la nostra amicizia è nata per puro caso. Quello che sto cercando di dirti è che le amicizie verranno da sole, la scuola è appena iniziata e sono certa che capiranno il tuo valore. In quanto al fatto di essere un Metamorfomagus io, fossi in te, ne andrei fiera. È una caratteristica che hai ereditato da tua madre, una grande donna, e questo deve renderti felice perchè fa di te un individuo unico. Dicono che tutti noi siamo unici e diversi uno dall'altro, tu hai qualcosa in più che gli altri non hanno, dovrebbe essere motivo di vanto, non di vergogna.-
Teddy tirò su con il naso un'ultima volta, un sorriso tremolante a rischiarare il suo viso.
-Grazie zia...-
-Di nulla piccolo. Adesso mi vuoi dire perchè sei sempre così distratto?-
-Te l'ho detto... tutti mi trovano ridicolo e mi controllano ogni mossa che faccio, aspettando che commetta qualche disastro. Tutto questo mi agita e quindi non riesco a controllarmi.- La donna sospirò pesantemente, non sapendo cosa dire esattamente per cercare di tirarlo su.
-Teddy io ti conosco. Hai la fortuna in questa scuola di avere un sacco di alleati, non è vero che sei solo. Per qualsiasi problema io, lo zio Harry, Neville, tutti noi siamo qui disponibili per parlare con te. Ti ripeto, non sei solo.-
Il ragazzino abbracciò stretta Hermione, scoccandole un bacio sulla guancia.
-Grazie zia Hermione. Quindi secondo te non sono svitato come dicono gli altri?-
Lei sorrise materna e gli scompigliò i capelli, in quel momento ti un bel rosso acceso.
-Certo che sei svitato. Ma ti rivelo un segreto: tutti i migliori sono matti.-
Teddy scoppiò finalmente a ridere.
-Grazie, davvero!-
-Di nulla tesoro. Adesso vai che altrimenti fai tardi al pranzo.-
Lui si alzò, afferrando la cartella e si diresse verso la porta.
-Ah!- tornò sui suoi passi, sempre sorridendo, e sfoderò la bacchetta puntandola contro lo stuzzicadenti ancora sul suo banco.
-Acutus! Buon appetito professoressa!-
Hermione lo salutò con la mano, sorridendo alla vista del perfetto spillo che al momento faceva bella mostra sul tavolo davanti a lei.
---

Severus si massaggiò le tempie, ancora incredulo per la conversazione appena tenuta con Lumacorno, un Lumacorno alquanto irritato.
Un piccolo ghigno gli spuntò in viso pensando che in tutti gli anni che lo conosceva, ed erano veramente molti, non l'aveva mai visto così arrabbiato.
Aveva ancora un sacco di lavoro da fare, sebbene lo stomaco cominciasse a reclamare attenzione.
-Sonk!-
Un elfo si materializzò davanti alla sua cattedra, esibendo un leggero inchino.
-Si, Padron Piton?-
-Portami il pranzo qua, oggi non ho tempo di scendere a mangiare con gli altri.-
-Certo Padron Piton.-
Il mago buttò l'occhio sulle quattro piccole clessidre, miniature delle gemelle in Sala Grande, che riportavano l'immenso ammontare di punti levati dal capocasa Serpeverde.
Chissà come la prenderà Hermione quando vedrà i 100 punti in meno sottratti ai suoi adorati Grifondoro.
Non fece in tempo a terminare questo pensiero che la porta si spalancò rivelando una Hermione sul piede di guerra che avanzava sguainando il dito.
-Tu. Adesso. Spiegazioni.-
-Pensi di intimidirmi, Hermione?-
La donna si sedette davanti a lui, senza far venir meno la sua espressione furente.
In quell'istante apparve l'elfo con un vassoio che posò in silenzio sulla cattedra per poi sparire nuovamente.
-Allora?-
-Allora cosa?- le rispose lui facendo finta di nulla.
-Cosa? Vogliamo parlare del fatto che la mia Casa si trova a -50 punti? -50 punti Severus! Cos'è successo?-
-Horace ha avuto un... diverbio a lezione questa mattina. Ha messo in punizione i due ragazzi per sei mesi e gli ha tolto 100 punti a testa.-
-Sei mesi?! Che hanno fatto questi due per meritarsi sei mesi e tutti questi punti?-
Severus scoppiò a ridere ricordando la faccia paonazza del collega mentre raccontava l'accaduto.
-Facciamo così, adesso convoco Lighter, Pope e la signorina Blanchet così te lo spiegheranno loro, io ho del lavoro da fare.-
-Rita Blanchet? Cosa centra lei? Non ho visto punti sottratti a Corvonero.-
Severus fece un sorrisino di chi la sa lunga.
-Oh centra eccome lei. Chissà perchè quando si parla di amore voi donne siete destinate a farci fare di tutto.-
Hermione si alzò lentamente, aggirando la scrivania per poi chinarsi su di lui, poggiando le mani sui braccioli della poltrona.
-E tu, Severus? Tu cosa faresti per amore?-
L'uomo ancora non riusciva a capire come quella donna riuscisse a fargli perdere il filo del discorso ma in quel momento, con lei a pochi centimetri dal viso che gli sorrideva dolcemente, non gli importava assolutamente nulla.
Le circondò la vita con le braccia e se la tirò in grembo mentre lei continuava a sorridere, una lampo malizioso negli occhi.
-Non sei leggerissima sai?-
-Zitto e baciami.-
Severus ridacchiò ma non accolse la sua richiesta, o sarebbe meglio dire la sua imposizione.
Portò una mano tra i suoi capelli ma invece di baciarla sulle labbra, come lei si aspettava, le scostò la folta chioma e le cominciò a baciare il collo.
Hermione, nonostante fosse un po' risentita dal bacio mancato, ridacchiò.
-Severus così mi fai il solletico!-
Ma lui continuò la sua opera con dedizione fino a lasciarle un marchio rossastro.
-Cosa faccio io per amore? Ti marchio.-
Lei rise e Severus si ritrovò a pensare che mai suono gli parve più bello.
-Che scemo che sei. Hai cinquantanni e ti comporti come un adolescente.-
Hermione gli accarezzò il viso per poi posargli un leggero bacio sulle labbra e rialzarsi.
-Sei tu che mi fai sentire come un adolescente.- rispose lui facendola arrossire.
-Dai mangia adesso, io intanto scrivo dei gufi per i tre studenti, gli do appuntamento nel mio studio così non ti disturbiamo più.-
Lui fece per rispondere quando bussarono alla porta e i coniugi Potter entrarono.
-Buongiorno Severus, Hermione, volevo chiederti un permesso di mezza giornata. Io e Ginny dobbiamo fare una cosa con Ron, andremmo via tra due ore circa.-
Severus annuì distrattamente.
-Come mai tra due ore e non subito?- chiese Hermione.
-Prima volevamo... riposarci un po'.-
Hermione scoppiò a ridere. Conosceva quei due da molto tempo e sapeva bene il loro concetto di “riposarsi”.
-Si si, adesso si dice riposarsi per intendere che vuoi saltare addosso a tua moglie appena arriverete nel vostro appartamento?-
-Disse la donna con un succhiotto sul collo.- le rispose per le rime Ginny.
Hermione divenne color porpora mentre Severus, molto più pacato, si alzò in piedi fulminando la signora Potter.
-Avete il permesso, andate adesso che io devo lavorare. Andate tutti per favore.-
I tre uscirono dallo studio per poi dividersi.
Poco dopo tre gufi planarono su tre tavolate diverse mentre un'espressione identica si dipingeva sul viso dei malcapitati.
Erano nei guai.
Alle due Hermione stava aspettando i ragazzi nel suo studio. Erano arrivati, li sentiva parlottare al di là della porta da qualche minuto ma ancora non si decidevano a bussare.
Impaziente di sapere la verità spalancò l'uscio facendo sobbalzare gli alunni.
-Ragazzi non c'è mica scritto “Lasciate ogni speranza o voi che entrate” sulla mia porta. Forza entrate, sono proprio curiosa di sapere cosa avete da raccontarmi.-
La prima a fare un passo avanti fu Rita che, lanciandole uno sguardo di profondo dispiacere, prese posto davanti alla cattedra, seguita a ruota dagli altri due.
Hermione prese un profondo respiro prima di affrontarli.
-Allora? Chi vuole cominciare a raccontarmi come due Case hanno perso ben 100 punti, guadagnato sei mesi di punizione, che, tra partentesi, nel tuo caso Lighter significa punizione per tutto l'anno scolastico visto quella che hai ricevuto qualche sera fa dal preside. Ma soprattutto mi spiegate cosa centra la signorina Blanchet?-
Rita e Adam si lanciarono uno sguardo mentre Paul, lo studente Grifondoro, sbuffò infastidito.
-Professoressa io non centro assolutamente nulla! È tutta colpa di Lighter che doveva fare l'idiota.-
-Ma dai Pope, sarà colpa mia in parte ma non puoi dire che tu non ci abbia messo di tuo. Eri così entusiasta dell'impresa!-
I due cominciarono ad alzare la voce fino a che Rita, prendendo un respiro per farsi coraggio, esordì dicendo:
-Professoressa, temo sia colpa mia.-
Hermione, visto che gli altri due non la smettevano di litigare lanciò un Silencio su di loro.
-Oh! Finalmente un po' di silenzio. Prego signorina Blanchet, mi spieghi perchè crede che tutto questo casino sia opera sua.-
Rita arrossì iniziando a parlare, gesticolando.
-Ecco professoressa, vede... diciamo che Ada... il signor Lighter sono mesi e mesi che mi chiede di uscire e io gli ho sempre detto di no. Stamattina a colazione, cercando di levarmelo di dosso, gli ho detto che se faceva una cosa per me io sarei uscita con lui.-
Hermione cercò di trattenere le risa alla vista della studentessa in evidente imbarazzo.
-Posso chiedere cosa gli ha chiesto di fare?-
-Ecco... io gli ho chiesto di... pre-prendere il...- Rita stava balbettando, cosa non da lei.
-Il...?- la spronò Hermione.
-Il parrucchino del professor Lumacorno.-
Ok, Hermione si era aspettata di tutto.
Era pronta a sentire che gli avesse chiesto di buttarsi nel lago nero per prenderle una moneta lanciata in acqua.
Era pronta a sentire che gli avesse chiesto di prenderle un libro dalla sezione proibita.
Era pronta a tante cose.
Ma alla parola parrucchino non potè fare altro che scoppiare a ridere di gusto.
-E com'è finita?-
-Penso che Adam glielo possa raccontare meglio.- Hermione tolse l'incantesimo silenziante sui due ragazzi.
-Allora Lighter? Sono curiosa di sapere come hai coinvolto il mio studente.-
-Bè, siamo amici. Quando gli ho detto della richiesta di Rita ha detto che mi avrebbe aiutato.-
-Adam era ovvio che io stessi scherzando! Possibile che tu sia così... così... Adam?-
-Ehi tu me l'hai chiesto! Avrei fatto qualunque cosa per avere una possibilità, lo sai!-
-Ragazzi! Di questo parlerete dopo, adesso voglio sapere cosa è successo.- li riprese Hermione, ormai non più arrabbiata ma sinceramente incuriosita.
-Io e Paul stavamo lavorando allo stesso calderone e mentre Lumacorno era voltato di spalle ho appellato il parrucchino.
Sfortunatamente il professore se ne è accorto e si è messo a sbraitare. Oh professoressa doveva vederlo! A momenti gli usciva il fumo dalle orecchie come ad una locomotiva!-
I due ragazzi scoppiarono a ridere, perfino le due donne accennarono un sorriso.
-Bene ragazzi, cercherò di mitigare la furia della locom... ehm del professor Lumacorno. Tuttavia credo che un mese di punizione non ve lo levi nessuno. E adesso andate.
Ah, signorina Blanchet, si fermi un attimo.-
I due ragazzi uscirono di volata dallo studio mentre Rita, preoccupata, rimase incollata alla sedia ma non appena Hermione prese a parlare capì che la donna non voleva sgridarla maggiormente.
-Rita, ascolta un attimo. Seppur apprezzi la creatività della tua richiesta devo chiederti di non mettere a rischio ulteriormente altre persone. E poi, detto tra donne, lui ti piace, vero?-
Rita aprì la bocca per ribattere ma capì che almeno con qualcuno doveva essere sincera e riteneva che la professoressa Granger fosse una donna di cui potersi fidare.
-Sì, mi piace. Ma mi diverte così tanto tenerlo sulle spine... solo che non credevo che avrebbe davvero attentato al parrucchino del professor Lumacorno!-
Le due donne scoppiarono a ridere.
-Adesso vai, che lezione hai adesso?-
-Pozioni!-
Appena la ragazza fu uscita Hermione prese una pergamena e scrisse poche righe, la incantò la pergamena facendola volare fuori dalla finestra.
Un piano più sotto Severus sorrise leggendo quell'insolito biglietto.

Avevi ragione tu, noi donne possiamo essere terribili.
Ti prometto che non ti chiederò mai di rubare il parrucchino di nessuno.
Ti amo





Angolino di Zebraviola
Ragazzi scusatemi moltissimo per il ritardo ma sono arrivati gli esami all'università e non ho quasi tempo! Comunque spero che, seppur in ritardo, il capitolo vi sia piaciuto ^^
Un nuovo episodio per la coppietta Adam/Rita alle prese con i parrucchini. Ringrazio Phoebhe76 per l'idea!
In questo capitolo non ci sono né Sarah/Oliver né Neville, ma ci saranno molto nel prossimo ;)
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Vi prego iscrivetevi in tanti e se trovate il tempo mettere i vari “mi piace” o commenti.
Sto cercando di farla decollare e ve ne sarei eternamente grata! ^_^
Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 16
*** Cap 15. ***


Cap 15

Capitolo 15


Quella mattina Hermione convocò Harry nel suo studio. La discussione avuta con Teddy le aveva lasciato l'amaro in bocca, facendole passare l'intera notte in bianco pensando ad una soluzione.
La cosa migliore, ne era sicura, era parlarne con l'amico per stabilire un piano d'azione.
-E questo è tutto. Non puoi immaginare quanto mi sia sentita impotente e vederlo in quello stato.-
Hermione sorseggiò la sua tazza di tea prendendo un biscotto dal piattino posato sulla sua scrivania.
-Capisco Herm, dispiace molto anche a me che Teddy non sia riuscito a farsi delle amicizie, ma cosa possiamo fare noi? Non possiamo mica obbligare i suoi compagni di Casa a smettere di prenderlo in giro.-
-Questo no, ma pensavo che potremmo organizzare una giornata in famiglia, giusto per tirargli su il morale. Che ne pensi se domenica andiamo tutti alla Tana? Sono sicura che a Molly non dispiacerà averci come ospiti.-
-Penso che sia un'ottima idea Herm! Le scrivo subito, sono sicuro che sarà entusiasta! Entro un'ora avremo una risposta, vedrai! Ah, ovviamente sarà invitato anche Severus, glielo dici tu?-
A quelle parole Hermione quasi si strozzò con la bevanda calda, ormai quella di strozzarsi era diventata un'abitudine.
-Severus? Perchè “ovviamente” sarà invitato?-
Harry prese a grattarsi un punto sopra l'orecchio destro, gesto che aveva adottato da Ron con il passare degli anni.
-Ecco... diciamo che l'altra sera mentre ero a cena dai Weasley potrebbe essermi sfuggito il fatto che tu e lui stiate... bè insieme.-
-Tu cosa?!- si alzò in piedi scandalizzata.
Non che avessero deciso di tenere la loro storia segreta, ma voleva essere lei a dare la notizia a quella che considerava la sua famiglia.
-Perdonami Hermione, mi è sfuggito. Però, se ti può consolare, sono tutti entusiasti della cosa! Perfino Ron ha detto che è felicissimo per voi.-
-Bè non mi stupisce, è solo che volevo essere io a dirglielo. Va bè, non importa, adesso dobbiamo concentrarci su Teddy. Tu scrivi a Molly, io parlo con Severus per avere un permesso per noi e per il ragazzo.-
L'amico annuì dirigendosi verso la porta, ma prima di uscire si girò nuovamente verso la donna seduta alla scrivania.
-E se Severus non ci concede il permesso?-
Lei sorrise maliziosamente.
-Oh bè, lo farò capitolare, anche a costo di giocare sporco.-
I due scoppiarono a ridere prima di tornare alle loro occupazioni della giornata.
A causa delle lezioni Hermione non vide Severus fino a mezzogiorno, ma decise di rinviare il discorso a dopo pranzo quando fosse rimasta sola con lui nel suo studio.
Alle due in punto il gargoyle la fece entrare nel covo della sua serpe preferita.
-Buongiorno Severus!-
L'uomo le accennò un sorriso da dietro la sua scrivania.
-Buongiorno a te, anche se trovo tutto questo zelo fuori luogo visto che ci siamo appena visti a pranzo, ne convieni?-
Hermione si avvicinò sbuffante e aggirò la scrivania sedendosi sulle gambe di lui.
-Te l'ho già detto che non sei un peso piuma?- chiese lui con un sorriso di amorevole scherno.
-E io te l'ho detto che a volte sei proprio una zitellina acida?- rispose lei prima di chinarsi su di lui e baciarlo dolcemente.
Severus si ritrovò a sorridere suo malgrado. Era acido? Sperava fortemente di sì! Insomma, non poteva mica pretendere che lui cambiasse da un giorno all'altro no? Ma quando era con lei gli sembrava che il vecchio Severus Piton non esistesse più e questo era per lui quasi un fastidio, del resto aveva un rapporto con sé stesso da 50 anni.
Quando però la lingua di lei entrò nella sua bocca si disse che ci sarebbe stato tempo per i suoi ragionamenti contorti su quanto dovesse essere acido.
Dopo.
Si tirò la donna più vicino raggiungendo la lingua di lei con la sua.
Hermione Hermione Hermione... mi manderai ai matti di questo passo...
Hermione cercò una posizione più comoda allacciando le braccia intorno al suo collo mentre sentiva le dita di lui immergersi tra i suoi capelli.
Doveva essersi impigliato, però, perchè ad un certo punto sentì le dita tirare e, con un gemito a metà tra l'eccitazione per il bacio e il timore di vedersi strappati i capelli si staccò dalle labbra di lui.
-Sev, così mi fai male!-
-Non è colpa mia se hai un cespuglio in testa!-
Quando le dita furono liberate e i due non poterono resistere a scoppiare a ridere.
Hermione gli diede un ultimo bacio a fior di labbra prima di alzarsi.
-Per quanto adori baciarti sono qui per un motivo preciso. Questa domenica potresti dare un permesso a Teddy?-
-Un permesso per Lupin? Come mai?-
-È giù di corda ultimamente, non ha fatto amicizie e anche dal punto di vista del rendimento non frutta visto il suo stato di preoccupazione. Insomma abbiamo pensato che una giornata in famiglia poteva fargli bene.-
-Per famiglia immagino che tu intenda anche Harry e anche tu.-
Lei sorrise grata che lui fosse così incline ad accettare.
-Bè sì, anche me ed Harry.-
L'uomo finse un'espressione pensosa.
-Suppongo di poter concedere questo permesso. È un peccato però che anche tu debba andare, avevo pensato di passare la giornata insieme.-
-Ah bè, non c'è problema! Molly ha invitato anche te!-
Severus alzò la testa istantaneamente assottigliando gli occhi in stile “indagatore-mode-on”.
-Cosa intendi esattamente per “Molly ha invitato anche me”?-
Ecco, il punto cruciale era arrivato. Come dirgli che la loro storia non era molto, come dire, segreta? Che tutta la famiglia Weasley, e anche qualche membro in più, era a conoscenza di quello che c'era tra loro?
Vuoi sopravvivere? Impara la tecnica dello scarica barile.
-Harry.- una sola parola detta con il tono più ovvio del mondo.
-Harry?-
-Harry! Ha raccontato che stiamo insieme e quindi ormai sei considerato un membro di famiglia per Molly.-
-Quel Potter... capace solo di combinare guai.-
Hermione rimase delusa da quelle parole. Dal tono usato era evidente che era seriamente contrariato.
-Non pensavo volessi tenere il nostro rapporto segreto. Ti vergogni di me?-
Severus la guardò allucinato, rendendosi conto che il suo tono poteva essere travisato.
Si alzò dalla sua sedia raggiungendo la donna che si era allontanata dandogli le spalle e la abbracciò da dietro.
-Ma cosa dici? Lo sai che sei la cosa migliore che mi sia capitata negli ultimi anni, non ti vorrei mai nascondere. È solo che mi hai preso alla sprovvista, sono sempre stato da solo, io e me stesso. Poi arrivi tu, mi travolgi, mi fai innamorare e adesso mi dici che faccio parte di una famiglia... non ero preparato.-
Hermione sorrise lasciandosi andare contro il petto dell'uomo alle sue spalle.
-Quindi non ti vergogni di me.-
-No, non mi vergogno e sì, verrò con te al pranzo a casa Weasley.-
Lei si girò tra le sue braccia.
-Eccellente preside Piton, eccellente.-
Un dolce sorriso si aprì sulle loro labbra mentre si univano nuovamente.
---

Era una settimana che Sarah e Oliver si frequentavano.
L'ex giocatore era al settimo cielo, la trattava quasi con venerazione, assistendola in biblioteca in ogni momento libero da lezioni. Vederla sistemare libri o assorta a leggere era diventato per lui l'hobby preferito per occupare le giornate.
Il tempo ancora mite di fine settembre permetteva lunghe passeggiate nel parco che i due impiegarono per conoscersi meglio e parlare, parlare, parlare fino allo sfinimento.
E poi ovviamente c'erano anche i baci.
Baci dolci, baci affiatati, baci romantici, baci lievi, baci da togliere il fiato, baci da infiammare i sensi.
In una settimana divennero degli autentici esperti di baci.
In tutto questo clima di romanticismo estremizzato vi era, tuttavia, una nota dolente.
Sarah non riusciva a sentirsi pienamente felice. C'era sempre qualcosa che la frenava ad un passo dal sentirsi appagata.
Oliver le piaceva, era una persona simpatica e si vedeva anche con il binocolo che stravedeva per lei. Sapeva anche che non poteva continuare ad illuderlo così.
Chissà, magari con il tempo avrebbe imparato a ricambiare il suo amore con affetto, ma proprio non ce la faceva a ricambiare con zelo tutto quell'amore che riceveva dall'uomo.
Quel pomeriggio si trovava in giardino a pensare alla strana situazione in cui si era venuta a trovare, le occorreva un piano d'azione per cambiare o dimenticare, e le occorreva alla svelta.
-Posso sedermi? Disturbo?-
Alzò il viso alla figura accanto a lei che le sorrideva radiosamente.
-Buongiorno Neville! Accomodati pure, non mi disturbi affatto. Ho solo un piccolo problema da risolvere ma sto cercando di venirne a capo.-
Neville si accomodò accanto a lei, il cuore che gli batteva forte.
Non aveva più pensato a come far capire alla donna di essere innamorato di lei ma era giunto alla conclusione che, come dice un proverbio babbano, “se son rose fioriranno”. Il suo piano quindi era semplice, continuare a fare l'amico e amarla in silenzio.
-Posso aiutarti in qualche modo?-
-No grazie Nev, devo vedermela io. A proposito! Ho sentito che non ti sposi più, è vero?-
-Sì, è vero. Non ero più innamorato di lei, anzi a dir la verità non credo di esserlo mai stato davvero.-
-Come no? E allora perchè la volevi sposare?-
La domanda era più che sensata ma Neville non sapeva cosa rispondere.
Perchè ero e sono innamorato di te.
-Diciamo che è una storia complicata. È il classico errore del “cerco di convincermi di amare una persona per dimenticarne un'altra”.-
Sarah era molto colpita. Non era forse quello che stava facendo anche lei sotto sotto? Si stava illudendo di poter amare Oliver quando invece era un'altra la persona che voleva accanto a sé.
-Un errore che molti commettono, lo ammetto. E chi stavi cercando di rimpiazzare Nev?-
Te.
-Preferirei non parlarne, sto cercando di superare la cosa.-
-Ok, non ti preoccupare. Se vorrai parlarmene io sono qua.-
-Sarah!-
Oliver la chiamò a gran voce correndo verso i due seduti sull'erba e Neville capì che il momento idilliaco con Sarah era appena finito.
-Io vado che tra poco ho lezione con quelli del terzo anno. Sarah, Oliver, buona giornata.-
-Ciao Nev.- lo salutò lei sorridente.
-Buona giornata Neville.- rispose piuttosto distrattamente Oliver che aveva occhi solo per la donna che amava.
L'ex Grifondoro si incamminò verso le serre, lasciando il cuore vicino a Sarah li sull'erba.
---

Quando Harry comunicò a Teddy che avrebbe passato la domenica imminente alla Tana il ragazzino lo abbracciò stretto.
-Grazie zio Harry, grazie! Ci sarà anche la nonna Andromeda?-
-Ma certo! Nonna Andromeda, nonna Molly, nonno Arthur e tutti quanti, vedrai che ti divertirai.-
Fortunatamente per il giovane Lupin i giorni parvero volare e domenica arrivò in un baleno.
Severus pensò fosse più comodo collegare il proprio camino con quello della Tana dove Andromeda e Molly, ansiose per non aver visto il nipotino per “ben” tre settimane, stavano litigando su chi delle due dovesse preparare il pranzo.
Così, puntuali come un orologio, quella domenica alle 10 in punto Teddy, Hermione ed Harry si trovarono nell'ufficio del preside, pronti a partire.
Hermione guardò affettuosamente Teddy, sorridente come non lo era da parecchi giorni, mutare continuamente colore di capelli dall'emozione mentre prendeva dal sacchetto verde bottiglia una manciata di Polvere Volante e gettarla ai suoi piedi nel camino, scomparendo in una nuvola di fumo verdino.
Molly, com'era prevedibile, li accolse tutti a braccia aperte, stritolando Hermione in un abbraccio caloroso.
-Hermione cara, ma come sei bella! È proprio vero quello che si dice, l'amore fa bene.- concluse indirizzando a Severus un occhiolino.
-Molly trovo questo tuo zelo estremamente fuori luogo, questa storia è affar mio e di Hermione, non vedo cosa possa interessarti.- rispose con tono misto tra annoiato e seccato alla donna che gli sorrise saputa.
-Oh non ascoltarlo Molly, è solo un vecchio antipatico che non vuole farsi vedere felice.- ridacchiò Hermione.
Severus si girò verso di lei con calma disarmante prima di sibilare un:
-Vecchio, Granger?-
Lei non finse nemmeno preoccupazione, gli scoppiò a ridere direttamente in faccia prima di avvicinarsi, prenderlo per mano e posargli un bacio sulle labbra facendo sospirare Ginny e Molly.
-Come siete carini!-
Severus non riuscì a trattenere un leggero sorriso prima di imporsi uno sguardo truce, non lasciando tuttavia la mano di lei.
-Oh basta, andiamo in giardino.- sbuffò infine tirandosi dietro Hermione sorridente.
Fuori trovarono Teddy che giocava insieme a James e gli faceva vedere come il professor Baston gli aveva insegnato a volare.
Hermione si diresse verso Ginny che stava chiacchierando con Leslie lì vicino, tenendo d'occhio il figlio mentre Albus le dormiva in braccio.
-Oh buongiorno Hermione! Come stai?-
-Ciao Leslie, sto benissimo! Come procedono i preparativi per le nozze? È tutto pronto spero.-
La ragazza sorrise raggiante.
-È tutto prontissimo! Ci pensi che tra poco più di due settimane sarò la signora Weasley? Io ancora non riesco a realizzare la cosa.-
Le tre donne scoppiarono a ridere facendo agitare il piccolo Albus che si svegliò stropicciandosi l'occhio destro.
-Mami?-
-Tesoro guarda chi c'è.-
Il bimbo alzò la testa e impiegò qualche secondo per mettere a fuoco la faccia di Hermione.
-Tia Hemmione!!!- esclamò agitando le braccine per essere preso in braccio dalla mora.
-Ciao piccolo, ti sono mancata?-
-Tì!- rispose lui accoccolandosi contro il petto di lei con aria soddisfatta.
Albus adorava essere abbracciato dalla zia Hermione, era così comoda e morbida, non come la mamma che era spigolosa. Non che lui non volesse bene alla mamma, anzi! Ma la zia... la zia era comoda.
-Hermione stai proprio bene con un bambino tra le braccia, anche se il figlio è MIO. Chissà, adesso che non sei più da sola potresti pensare a mettere in cantiere un fagotto tutto tuo.- sogghignò la rossa facendo diventare Hermione bordeaux.
-Ginny... ti sembra il caso?!-
-Oh ma ti assicuro che è molto divertente tentare, mia cara.- le rispose con estrema malizia lei.
-Sì, so quanto vi divertiate tu ed Harry.-
-Cara eri tu quella con il succhiotto sul collo l'altro pomeriggio.-
-Di che parlate?- chiese Harry alle loro spalle, giungendo con Ron e Severus.
-Nulla!- rispose frettolosamente Hemione.
-Di quanto sia divertente cercare di avere un figlio!- disse simultaneamente Ginny guadagnandosi un'occhiata tutt'altro che casta da Harry che l'attirò tra le sue braccia per un bacio facendo scoppiare tutti in un'allegra risata.
Fortunatamente Molly e Andromeda chiamarono per il pranzo prima che Severus potesse chiedere delucidazioni in merito. Non era nemmeno sicuro di volerlo sapere a dir la verità.
Per pranzo, alla fine cucinato dalle due donne insieme, Teddy trovò tutti i suoi piatti preferiti, fra i quali il pasticcio di carne con le patate arrosto e la torta di mele.
Una volta che Hermione e Ginny ebbero sparecchiato Leslie e Ron si avvicinarono alla mora.
-Hermione potremmo parlarti un attimo?-
-Ma certo, aspettate che sistemo questi e sono da voi.-
La donna lanciò un incantesimo alla spugna in modo che lavasse i piatti e si sedette al tavolo della cucina invitando i due fidanzati a fare altrettanto.
-Allora? In cosa posso esservi utile?-
I due si scambiarono uno sguardo come per decidere chi dei due dovesse parlare, alla fine fu Leslie a iniziare il discorso.
-So che Ron ti ha detto che io sono una babbana, tuttavia c'è una cosa che nemmeno lui sapeva fino a qualche settimana fa.-
-Cosa?- la mora era veramente curiosa.
-Io da qualche tempo vedo le auree delle persone.-
La risposta la stupì. Leslie era una Lector Aurae? Com'era possibile?
-Sei sicura? Se è vero è straordinario, non avevo mai conosciuto una Lector prima.-
-Lector?- chiese lei.
-Si, una Lector Aurae, ovvero una lettrice dell'aura. Non sapevi questo termine?-
La bionda scosse la testa piano.
-No, non so nulla, per questo volevo parlare con te. Ron non è stato di molto aiuto...-
-Ehi!- fece lui offeso ricevendo un sorriso pieno d'amore da Leslie.
-Amore non l'ho detto per offenderti. Per usare parole tue “è Hermione quella intelligente in queste cose”.-
I tre scoppiarono a ridere.
-Quindi vuoi sapere qualcosa su Loro?-
-Esatto. Tutto ciò che so io è che riesco a vedere le auree delle persone che mi circondano ma non so interpretarle, sono riuscita ad individuarne solo qualcuna.-
-Interessante... comunque i Lectoris Aurarum erano molto fiorenti nel Medioevo.
C'erano intere famiglie con questo genere di potere, venivano considerati alla stregua di maghi e tenuti in gran conto dai nobili e sovrani che li usavano per capire se le persone che li circondavano erano dei bugiardi o simili. Continuando a sposarsi tra di loro i membri di queste famiglie si moltiplicarono fino a diventare un pericolo agli occhi di quelle stesse persone che ne apprezzavano le qualità. Alcuni asserivano perfino di poter leggere il futuro e di poter predire la morte delle persone. In realtà loro rilevavano un mutamento nell'aura di chi gli stava intorno e ne deducevano che la morte l'avrebbe presto raggiunto, ma non so se l'aura effettivamente rilevi l'avvicinarsi della morte o fossero solo dei fortunati casi.
Grandi stermini furono condotti contro queste famiglie e solo poche famiglie, soprattutto quelle che si trovavano in altri stati, riuscirono a salvarsi.
Con il passare del tempo capirono che restare nel silenzio era il miglior modo per salvaguardare le proprie vite e quindi si perse notizia di loro.
Al giorno d'oggi non ci sono molti Lectoris conosciuti, diciamo che, nel mondo babbano, buona parte dei “sensitivi”, parlo di quelli veri e non dei ciarlatani che si spacciano per tali, sono in realtà dei lettori di auree che sfruttano i vari stati d'animo che riescono a riconoscere contro le persone che si rivolgono loro. Un fatto curioso è che, almeno da quanto ho capito leggendo nei libri, i maghi non possono essere Lectoris, quindi queste persone sono tutte babbane.-
-Tutto ciò è molto interessante Hermione, conoscere le proprie origini è sempre un piacere ma... quello che vorrei sapere io è se sai a cosa corrispondono le varie auree, per poter interpretare meglio.-
Hermione scosse leggermente la testa, dispiaciuta di non poter esserle d'aiuto.
-No, mi dispiace. Ma se vuoi posso chiedere a Sarah se mi aiuta a fare una ricerca. Se trovo qualcosa te la porto al matrimonio.-
-Ti ringrazio.-
-A proposito, per curiosità, le nostre auree di che colore sono?-
Leslie sorrise a quella domanda, certa che gliela avesse fatta.
-Oh bè, tu al momento hai una bellissima aura arancio brillante, se ho dedotto bene in questi anni vuol dire che sei innamorata, sei nella prima fase dell'amore e quindi hai un'aura molto accesa.
Severus, perchè so che vuoi sapere anche di lui, ha un'aura simile alla tua ma più scura, non so cosa significhi.
Harry invece è dorato quando gioca con i figli mentre diventa argento con Ginny e azzurra con gli altri. Ginny è quella che capisco meno, fino a qualche tempo fa era giallo acceso mentre adesso è color porpora, una via di mezzo tra il rosso sangue e il viola, molto tendente allo scuro. Dopo quello che mi hai detto sulla possibilità di preannunciare la morte vorrei saperne di più.-
Hermione impallidì. Non poteva essere... Non DOVEVA essere un'aura di morte.
-Appena torno a scuola faccio subito una ricerca e ti faccio avere notizie, promesso.-
-Grazie Hermione.- mormorò Ron, profondamente scosso dalla possibilità che la sorella fosse in pericolo di vita.
L'amica se ne accorse e l'abbracciò forte, cercando di trasmettergli sicurezza.
-Se non sapessi che siete solo amici sarei molto gelosa di quest'abbraccio!- rose Leslie per stemperare gli animi.
-Concordo appieno.- disse Severus, appena giunto in cucina a cercare la sua fidanzata, trovandola abbracciata a quello che una volta era il suo ragazzo.
Hermione a quella battuta rise di cuore, staccandosi da Ron e alzandosi per abbracciare il suo uomo.
-Il mio gelosone...- sospirò felice poggiando il capo sulla sua spalla.
Purtroppo la giornata finì troppo in fretta e l'allegra compagnia dovette fare ritorno a scuola.
Hermione decise di non rivelare a nessuno della natura di Leslie, avrebbe chiesto aiuto solo a Sarah per la ricerca, senza però tirare in ballo la ragazza.
Fecero ritorno a scuola verso le 22, dopo aver cenato alla Tana, e i docenti si diressero nella loro sala comune.
-Bè io vado a dormire, a domani Severus, Hermione.-
-Buonanotte Harry.-
-Addio Potter.-
Hermione spintonò leggermente Severus che le rivolse uno sguardo che esprimeva “Che ho detto?”.
Una volta soli Severus sprofondò nella poltrona più vicina, esausto, ed Hermione gli si sedette in grembo.
-Hermione non sei...-
-... propriamente un peso piuma, lo so, me lo dici sempre.-
I due si guardarono negli occhi e sorrisero, poi lei si sistemò meglio, adagiandosi contro il suo uomo.
-Ti sei divertita oggi?- le chiese Severus accarezzandole i capelli, stando attento a non impigliarsi un'altra volta.
-Mmm-mm, si è stato piuttosto... illuminante.- rispose lei ripensando al discorso avuto con Leslie.
-Illuminante? E cosa hai scoperto di così interessante?- volle indagare lui.
-Che mi ami e che sei geloso!-
-Bella scoperta.- borbottò lui facendola sorridere e ottenendo un bacio in risposta.
Hermione posò le labbra su di lui, cercando una posizione più comoda tra le sue braccia.
Il bacio, da fresco e lieve, divenne in pochi secondo un bacio profondo, una ricerca intensa e assidua della lingua dell'altro.
Severus portò una mano sulla guancia di Hermione e con l'altra le sfiorò il fianco, risalendo fino al seno, sfiorandolo appena.
Ormai la donna non connetteva più nulla, il famoso orologio biologico prese a ticchettare furiosamente, un ticchettio che nella sua testa divenne un mantra “Sev... Sev... Sev...”.
-Oh scusate.- la voce di Neville trasudava costernazione e imbarazzo per averli trovati un quella situazione.
I due tornarono bruscamente alla realtà ed Hermione si alzò in piedi.
-Ehm, io vado nel mio appartamento, buonanotte Sev. Buonanotte Neville!-
-Paciock! Sempre in mezzo ai piedi!- assottigliò gli occhi Severus, più frustrato che arrabbiato.
Neville, mortificato, si dileguò in un baleno, mentre il preside entrò anche lui nel suo appartamento buttandosi sul letto e fissando il soffitto.
Intanto Hermione, dopo essersi messa la camicia da notte, era seduta davanti allo specchio a pettinarsi i capelli, litigando con la spazzola.
Era profondamente turbata dai discorsi di quel pomeriggio. Quando Ginny le aveva accennato alla possibilità di diventare madre qualcosa le si era mosso dentro, non ci aveva mai pensato prima di quell'estate, ma poi era arrivato Severus e con lui un bagaglio emozionale al quale non era preparata.
Poco prima, mentre lo stava baciando, provava ben più che solo eccitazione, si sentiva viva e desiderosa di un futuro che sentiva ad un soffio.
Posò la spazzola con un gesto secco.
Oh al diavolo!
Poco dopo Severus udì un leggero bussare alla porta, si alzò per aprire e si trovò davanti una visione in bianco.
Hermione era lì, con la camicia da notte bianca, che lo guardava sorridente e speranzosa.
-Sev...-




Angolino di Zebraviola
Noticine:
1)Per quanto riguarda i termini Lector Aurae / Lectoris Aurearum dovrei averli coniugati giusti, se c'è qualche esperto di latino e sono sbagliati mi corregga pure ^_^
2)So che Molly non è la nonna di Teddy ma sono convinta che nell'immaginario del bambino lei e Arthur siano considerati alla stregua di Andromeda, quindi nonni.
Sappiate che questo è il capitolo più lungo che ho scritto finora XD. Quindi diciamo che compenso il fatto di non avere molto tempo con capitoli più lunghi.
Che ne pensate del Lector Aurae? Mi è venuta fuori così e mi è piaciuta molto. Poi torna utile per quanto riguarda i piani che ho in mente per Ginny, ma lo scoprirete più avanti!
Una ragazza fan della mia storia si è offerta di scrivere lei una shot rossa che si colloca dopo la fine di questo capitolo.
Io scriverò nel prossimo la mia versione della scena ma non sarà propriamente rossa, in modo da tenere la storia in un rating al massimo arancione, in modo che tutti possano leggerlo senza problemi!
Detto questo sono ansiosa di leggere i vostri pareri!
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Vi prego iscrivetevi in tanti e se trovate il tempo mettere i vari “mi piace” o commenti.
Sto cercando di farla decollare e ve ne sarei eternamente grata! ^_^
Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 17
*** Cap 16. ***


Cap 16

Capitolo 16


Hermione era lì, con la camicia da notte candida, che lo guardava sorridente e speranzosa. -Sev...-


Lo stupore di Severus durò solo pochi secondi, sostituito presto da un sorriso malizioso.
-Signorina Granger, se pensa che sedurmi possa aiutarla a guadagnare punti... bè, 100 punti a Grifondoro!-
Lei fece un passo verso di lui divertita.
-Professor Piton, non pensavo fosse un tipo così corruttibile.,,-
Lui l'agguantò per la vita portandosela più vicina.
-Non immagini nemmeno quanto io lo sia.- le sussurrò nell'orecchio prima di calare implacabile sul suo collo e cominciare a baciarlo facendola sospirare.
-Hai intenzione di farmi un altro succhiotto?-
-No, ho intenzione di farti ben più.- rispose lui risalendo con le labbra fino alla sua bocca prima per coinvolgerla in un bacio intenso.
-Ci speravo...-
Severus arretrò fino al letto, inciampando in uno sgabello.
-Porco Salazar...-
-Sev, piano con i francesismi!-
I due scoppiarono a ridere di gusto abbracciandosi stretti per assaporare il momento.
I baci che seguirono furono più lenti e meno smaniosi dei precedenti, pregni di consapevolezza e d'amore.
-Sev?-
-Si Hermione?-
-Sei troppo alto, mi sta venendo il torcicollo!-
Le molle del materasso cigolarono leggermente quando Severus, ridendo come un ragazzino, la spinse sul materasso prima di sdraiarsi al suo fianco.
-Stai sempre a lamentarti.- mormorò sorridendo lui accarezzandole il viso e i capelli, sentendosi finalmente libero dal passato con Hermione tra le braccia.
Anche Hermione si sentiva trasportata in un altro universo, eccitata al pensiero di essere libera di toccarlo e di amarlo come meritava. Non sembrava saziarsi mai dei suoi baci, mentre si stringeva di più a lui.
Severus si staccò leggermente.
-Fammi chiudere a chiave la porta- iniziò ironico -prima che Paciock piombi di nuovo in mezzo alle scatole.-
Hermione scoppiò a ridere tirandolo per una manica per farlo tornare su di lei e rimase abbagliata dal sorriso sincero e spensierato che gli brillava in volto.
-Sev?-
-Si Hermione?-
-Basta giocare, Sev.-
Lui sorrise complice coprendo la bocca di lei con la sua, mentre con le mani cercava di slacciare i dannati cordoncini della camicia da notte di Hermione.
Dopo una breve lotta finalmente ebbe la meglio e riuscì ad abbassarle le spalline fin oltre il reggiseno lilla che faceva bella mostra sul petto di lei.
Hermione rotolò su di lui e ricominciò a baciarlo. Con rapidità le sue dita gli sbottonarono la camicia e gliela sfilò, mentre lui le accarezzava le braccia abbassandole del tutto l'indumento candido e lavorando con le mani per slacciarle il reggiseno.
Con scarsissimo successo.
Lei si staccò dalle sue labbra ridendo e liberandosi della trappola infernale.
-Eppure credevo che avessi esperienza in questi casi.-
-Oh, è passato tanto tempo dall'ultima volta.- cercò di sdrammatizzare lui osservando estasiato le sue forme per poi rabbuiarsi un momento.
Lei lo notò e credette di esserne la causa.
-Co... cosa c'è? Perchè fai quella faccia? Sei deluso?-
Severus si ridestò alla vista dello sguardo quasi triste di lei e si affrettò a spiegarsi.
-No, ma cosa dici! Tu sei troppo meravigliosa per essere in questo letto con me. No, stavo pensando ad un'altra cosa...- rispose lui accarezzandole con amore il viso.
-E cosa?-
Lui prese un respiro, indeciso su che parole usare.
-Ecco... io non sono sicuro di saper cosa fare.-
Hermione lo guardò sorpresa prima di scoppiare a ridere provocando il lui un piccolo broncio.
-Non sai cosa fare? Non mi dirai che sei vergine!- quelle parole scatenarono la pura indignazione nell'uomo.
Severus decisamente non era vergine. Nella sua vita aveva avuto un sacco di donne mentre si trovava tra le fila dei Mangiamorte. Lascive, disinibite, aggressive. Ecco le qualità delle donne tra i ranghi di Voldemort. Con loro era tutto semplice, aveva imparato come dar piacere al corpo femminile e, soprattutto, come sfruttarlo a pieno per la sua soddisfazione personale.
Ma con Hermione non era semplice sesso, con Hermione era amore. E l'amore unito a quei gesti meccanici finalizzati solo al raggiungimento del piacere erano una cosa che Severus non aveva mai affrontato.
-Vergine? Ma stiamo scherzando? No, non è questo. Ho fatto sesso con tante donne... ma questa sarebbe la prima volta che faccio l'amore con qualcuno e ho paura di rovinare il momento.-
Lei sorrise emozionata. Lo sapeva, del resto l'unica donna di cui era stato innamorato non gli aveva concesso nemmeno un bacio, ma sentirselo confessare con quel tono di dispiacere misto all'amore più puro le scatenò un'ondata di tenerezza e si chinò sul suo viso baciando via i tormenti.
-Ti assicuro che è più facile di quello che pensi. Ti fidi di me?-
-Sì.-
-Perfetto allora.-
Detto questo si mise a cavalcioni levandosi la camicia da notte e sorridendogli dolcemente.
-Hermione non sei propriamente un peso piuma.- sussurrò con un sorriso che esprimeva quanto tutto quello lo divertisse.
-Oh smettila con questa storia. E poi qualche settimana fa ho fatto un sogno molto interessante, sono sicura che approverai. (*)-
-Mmm, magari un'altra volta.- rispose lui ribaltando la posizione, intrappolandola sotto di lui tra le sue braccia, la paura scomparsa del tutto sotto il sorriso di lei.
Hermione non fece in tempo a esprimere il suo disappunto che le labbra di Severus furono nuovamente sulle sue, le loro lingue impegnate a rinnovare la loro conoscenza, mentre le sue mani scesero a scoprire il corpo di lei, venerando ognuna di quelle curve per cui la prendeva in giro, ma che invece adorava oltre ogni immaginazione.
E anche se i due avessero avuto altro da dire, furono i loro gemiti a parlare per loro.
Quando, molti baci e sospiri dopo, finalmente Severus entrò in lei, entrambi seppero di aver trovato il loro posto nel mondo, l'uno tra le braccia dell'altro.
---

Neville si girò per l'ennesima volta nel letto. Il sonno proprio non voleva saperne di giungere, continuava a pensare a Sarah e a quanto fosse sbagliato che stesse tra le braccia di Oliver invece che tra le sue.
-Ahh basta!- scosto il lenzuolo con un gesto e si alzò.
Una camomilla era quello che ci voleva per placare i neuroni.
Fece per chiamare un elfo ma poi ci ripensò, almeno di notte avevano i diritto di riposare e poi non ci voleva un genio per scendere in cucina a farsi una bevanda calda.
La sala comune era deserta, gli unici rumori che si sentivano erano delle risate giocose provenienti dall'appartamento di Severus.
Inconsciamente Neville sorrise, sinceramente felice per l'amica; si era imbarazzato tremendamente quando, poco prima, li aveva trovati sulla poltrona a scambiarsi effusioni, decisamente non abituato a vedere Severus sorridente e “amorevole”.
-Neville?-
La voce lo fece sobbalzare sul posto, bloccandolo davanti alla porta.
Sarah si alzò dalla poltrona nella quale era sprofondata a meditare, facendo qualche passo verso l'uomo.
-Sarah! Che ci fai in piedi a quest'ora?- chiese Neville, sperando che la sua voce non lasciasse trapelare l'emozione.
-Non riuscivo a dormire, troppi pensieri per la testa.-
-Anche io, stavo scendendo nelle cucine per una camomilla, vuoi...unirti a me?-
Sarah annuì, sorridendo grata dell'invito, mentre il cuore le si riempiva di calore.
L'entrata per le cucine non era lontana, tuttavia il tempo sembrava non passare mai in quei bui corridoi che portavano ai sotterranei.
Erano quasi arrivati al dipinto raffigurante il cesto di frutta che celava l'ingresso alle cucine quando un gridolino proveniente da dietro un'armatura li distrasse.
Neville fece segno a Sarah di restare in silenzio e, con un balzo, puntò la bacchetta dietro all'ammasso di metallo, illuminando due figure abbracciate.
-Lighter, Blanchet! Che ci facevate lì dietro?-
L'imbarazzo sul viso dei due ragazzi era lampante, così come il fiato corto e gli occhi brillanti.
Era evidente quello che i due stavano facendo dietro all'armatura e Neville, dopo aver tirato un sospiro macchiato di esasperazione, abbassò la bacchetta.
-Ragazzi non vi do una punizione solo perchè sono stanco. Il fatto di essere capiscuola non vi da il permesso di infrattarvi dietro le armature invece che pattugliare i corridoi. E adesso andate a letto, che è quasi l'una.-
-Si professor Paciock, grazie e buonanotte.- rispose Rita, cercando di recuperare un tono di voce saldo.
I due ragazzi, sollevati dall'aver scampato l'ennesima punizione, si incamminarono mano nella mano verso le scale che portavano al piano terra, sussurrando fitto.
-Siamo solo ad inizio anno e quei due ne hanno già combinate di tutti i colori!-
Sarah si ritrovò a sorridere, ricordando l'episodio del parrucchino che Hermione le aveva riferito.
Personalmente credeva che i due ragazzi stessero veramente bene insieme. Considerava Rita quasi una nipotina a cui badare, si era affezionata alla ragazza assistendola in biblioteca durante le sue mille ricerche e adesso era felice di vederla innamorata, com'era giusto che fosse.
Questo le fece tremolare il sorriso, riportandole alla memoria il fatto che lei non stava vivendo l'amore che provava.
-Andiamo dai.- rispose per distogliere i pensieri, solleticando la pera del dipinto che rivelava l'accesso alle cucine venendo subito accolti calorosamente da due elfi.
-Professor Paciock, signorina Flare, cosa possono fare per voi Noxy e Tago?-
-Niente grazie, ci arrangiamo.-
-Ma professor Paciock, signore...- fece per ribattere il piccolo elfo.
-Davvero non ti preoccupare.-
I due esserini si inchinarono sparendo in un leggero “pop”.
Sarah si guardò attorno curiosa. Da quando lavorava ad Hogwarts era scesa nelle cucine molto raramente e l'immensità dello spazio la lasciava ogni volta senza parole.
La cucina era un ambiente enorme, di forma rettangolare. Sul fondo erano istallati gli immensi fornelli, forni e lavabi, mentre il resto dell'ambiente era occupato dalle quattro immense tavolate di legno, gemelle di quelle sovrastanti che si trovavano in Sala Grande (**).
Neville si avvicinò alla tavolata più vicina appellando una teiera piena di acqua e due tazze di porcellana bianca.
-Ti va bene una camomilla, Sarah?-
La donna annuì, prendendo posto accanto a lui.
-Allora Neville? Cosa ti ha tenuto sveglio?-
Quest'ultimo non rispose subito, insicuro su quello che voleva raccontarle. Prima nel suo letto era giunto alla conclusione che aspettare che le cose piovano dal cielo non era una cosa che un trentenne poteva permettersi. Era l'età per prendere le situazioni in mano, non per aspettare che si risolvessero per grazia divina.
La conclusione di tutto fu che doveva confessare a Sarah cosa provava per lei.
Facile a dirsi.
Molto difficile a farsi.
-Problemi di cuore. E tu? Come mai non eri a letto?-
-Problemi di cuore anche io.- rispose sorridendo.
-Neville... secondo te, quanti grandi amore si possono avere nella vita? Sì, insomma, quante possibilità di essere felici ci sono concesse secondo te?-
-Non saprei, una persona può innamorarsi molte volte come nessuna. Ma se parli di grandi amori... bè credo che la gente sia fortunata se ne incontra uno.-
Sarah annuì pensosa, mettendo un cucchiaio di miele nella sua tazza.
-E tu l'hai trovato questo grande amore?-
Neville a quel punto avrebbe voluto urlarle che sì, lui l'aveva trovato, che era lei il suo grande e vero amore.
Ma forse sarebbe stato un esordio un po' brusco.
-Diciamo che l'ho trovato ma, come i miei problemi di cuore possono dimostrare, non lo sto vivendo.-
-Capisco.-
E lo capiva davvero, non stava forse facendo la stessa cosa? Dopo la morte di Matt aveva pensato che nessuno l'avrebbe più fatta sentire innamorata, fiduciosa nel mondo e nelle sue cose positive. Poi aveva conosciuto Neville.
La sua allegria e semplicità furono la chiave per aprire il cuore arrugginito di Sarah; lunghe chiacchierate e passeggiate avevano fatto sì che lei lo vedesse sempre di più come un'ancora, la sua ancora, in quell'oceano pieno di onde che era la vita.
Ma c'era un problema singolare.
Neville aveva dieci anni meno di lei e questa differenza la spaventava.
Lui era una persona splendida, solare e gentile, amava la natura e i bambini, ma all'epoca non aveva nemmeno trent'anni e lei andava per i quaranta.
Si era quindi imposta di pensare ad altro; avrebbe cercato la felicità in qualcun altro .
Per un periodo aveva perfino cercato di auto convincersi ad innamorarsi di Severus. Lo stimava molto, era un uomo con un passato, ma il suo essere tenebroso non intaccava la gentilezza e, talvolta, l'ironia che le riservava.
Ci aveva provato sul serio.
Ma lei non amava Severus, non lo avrebbe mai potuto amare, esattamente come adesso non amava Oliver.
Lei amava Neville.
E proprio quando aveva deciso di farsi avanti Neville aveva comunicato durante una riunione che si sarebbe sposato.
Dire che ebbe uno shock fu poco.
Troppo tardi.
Ma si sa, il destino è veramente beffardo, e proprio quando si era decisa a farsene una ragione e passare oltre ecco che lui le riferisce di aver rotto il fidanzamento.
Decisamente beffardo.
-E tu Sarah? Oliver è un bravo ragazzo e ti ama molto. Dimmi, è il tuo grande amore?-
Ti prego dì di no.
-Perchè ti piacciono le piante Nev?-
La domanda lo colse di sorpresa, non capendo cosa centrasse.
-Bè, mi piace prendermene cura. Le piante non sono traditrici, se sono malate le curo; non urlano, o per lo meno la maggior parte non lo fa. Per non parlare poi di tutte le loro qualità che le contraddistinguono, ognuna è diversa e nasconde un tesoro al suo interno.
Ma credo che il motivo per cui mi piacciano particolarmente sia perchè le conosco, non mi riservano sorprese. Sì, direi che la sicurezza è il motivo principale.-
-Per me è lo stesso con i libri. Dall'esterno sembrano tutti uguali, ma poi scopri che ognuno ha il potere di catapultarti in un mondo a sé. Un libro può farti ridere, può farti piangere, può emozionarti, può alienarti. I libri non ti possono fare male; ti possono spaventare ma non possono farti nulla.
Ognuno di loro è un piccolo tesoro, tutti diversi tra loro... Anche io ne apprezzo la sicurezza, esattamente come te con le piante.
La vera domanda è: i libri e le piante bastano per essere felici?-
Neville la guardava ammaliato, completamente dimentico della sua tazza. Non aveva molto capito il senso del discorso, solo di una cosa era certo: lei non aveva affermato che Oliver fosse il suo grande amore.
Sarah invece aveva ben chiaro cosa stava per fare. Aveva deciso ormai e nulla l'avrebbe fermata.
Ad Oliver ci avrebbe pensato domani; lo avrebbe lasciato, indipendentemente dalla reazione di Neville.
Gli prese la mano che era appoggiata sul tavolo stringendola forte e intrecciando le dita con quelle lunghe di lui.
-La risposta è no, Neville, non bastano per essere felici.-
E lui capì.
Sarà stato il suo sorriso incoraggiante, o quello scintillio negli occhi, ma lui capì.
Capì che lei era lì per lui esattamente come lui era lì per lei e questo gli infuse un estremo coraggio.
-Se adesso ti dicessi che sono innamorato di te da due anni?-
Lei trattenne il fiato per mezzo secondo prima di rispondergli.
-Ti direi che sei in ritardo di due anni.-
Neville sorrise raggiante prima di passarle una mano a coppa dietro la testa e baciarla con impeto.
Mise tutto l'amore alimentato da quei due anni in quel bacio, sentendola rispondere con altrettanto trasporto.
La bocca di lei sapeva di miele, la lingua era morbida, lenta e tenera contro la sua.
Dopo interminabili istanti, con un ultimo bacio a fior di labbra, Neville si staccò posando la fronte contro quella di Sarah.
E mentre un sorriso identico appariva sui volti dei due, una sola parola fuoriuscì spontanea dalle labbra di Neville.
-Sposami.-
Lei sorrise felice.
-Non vedo l'ora.-
Neville aveva pensato mille volte all'occasione (puramente immaginaria, o almeno così credeva) di chiederle di sposarlo.
Aveva immaginato una cena romantica, magari un picnic sotto le stelle, con tante candele levitanti a mezz'aria e fiori che li avvolgevano in un caldo abbraccio profumato.
Mentre baciava nuovamente le labbra di Sarah, però, capì che anche una semplicissima cucina può diventare il posto più romantico del mondo se c'è chi riesce a farti vibrare forte le corde del cuore.
E ad Oliver ci avrebbero pensato il giorno seguente.




Angolino di Zebraviola
(*) Si riferisce al Capitolo 9 , dove Hermione sogna della Cavalcata xD

Capitolo denso d'amore questo (e quando i miei non lo sono? xD)
Vediamo due situazioni diverse con due coppie a due diversi stadi del rapporto. Per quanto riguarda la scena Herm/Sev ci ho provato, Dio solo sa quanto :P Ma questo è il massimo che mi è uscito, diciamo che ho descritto senza in realtà davvero descrivere.
Accontentatevi ;D
Per l'altra coppia spero non sia venuto fuori una cosa troppo da diabete, ma mi sembrava il tono migliore per questa situazione.
Detto questo aspetto di sapere se vi piace ^_^
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Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 18
*** Cap 17. ***


Cap 17

Capitolo 17


Riassuntino delle puntate precedenti:
Hermione e Severus stanno vivendo la loro storia d'amore e passano la loro prima notte insieme. Quella stessa notte Neville e Sarah si incontrano per una camomilla e, dopo aver deciso di uscie allo scoperto, si confessano innamorati l'uno dell'altro.

---\°/---


Severus si sentiva in pace, il corpo pervaso da uno strano senso di calore e tranquillità mai provato prima.
Si trovava seduto sull'erba in riva al lago, osservando i raggi del sole tuffarsi nelle calme acque creando una patina dorata sulla superficie.
-Ciao Severus!-
Lui sorrise inconsciamente, sapeva che lei sarebbe venuta, se l'aspettava, era inevitabile.
La ragazza, poco più che ventenne, lo abbracciò teneramente da dietro prima di sedersi accanto a lui e puntare il suo sguardo sul brillio dorato all'orizzonte.
-Ti aspettavo Lily, forse da più tempo di quanto immaginassi.-
Lei sorrise prima di voltarsi verso di lui, incrociando le gambe.
-Eh sì Severus, è tanto tempo che dovevamo parlare ma tu non eri pronto, la tua mente si è sempre opposta a questo incontro.-
L'uomo la osservò leggermente interdetto da quelle parole.
-Cosa intendi? Non capisco...-
-Finchè mi amavi, finchè credevi di amarmi, la tua mente formava una barriera che mi impediva di arrivare a te. Eri troppo imprigionato nella tua idea di me.-
Severus accennò un sorriso.
-Quindi quando mi sei apparsa in sogno in veste spaventosa non volevi accusarmi?-
La risata di Lily riempì l'aria.
-È colpa tua. Io cercavo di aiutarti a lasciarti andare con Hermione e tu invece dovevi convincerti. Sei sempre stato molto teatrale in tutto quello che facevi.-
-Io teatrale?!- chiese lui con tono indignato.
-E dai Sev, non mi vorrai dire che quegli sventolii di mantello non erano teatrali. Vogliamo parlare del tuo discorso d'esordio al primo anno del mio piccolo Harry? Il tuo “mettere un freno alla morte” è stato veramente scenografico.-
-Te lo concedo, un poco teatrale lo sono.-
I due scoppiarono in una risata liberatoria prendendo a lanciare sassi sulla superficie per farli rimbalzare.
-Quindi esattamente perchè ci troviamo qui?-
-Diciamo che questa è la nostra occasione per chiarire finalmente la situazione e per fare pace.-
-Ma questo è un sogno vero?-
-Ovvio Severus.-
-Quindi tu non sei reale.-
-E perchè scusa? Siamo maghi, Sev. Solo perchè ti sto parlando in un sogno non vuol dire che io non sia reale.-
-Presumo che abbia un senso... contorto, certo, ma ce l'ha.-
Lily lo abbracciò di slancio, ricambiato subito dall'uomo.
-Mi sei mancato molto, sei stato il mio primo amico, la prima persona che mi ha fatto conoscere la magia e quando abbiamo litigato, quando furiosamente abbiamo litigato, mi si è spezzato qualcosa dentro.- sciolse l'abbraccio accarezzandogli una guancia.
-Non ti ho mai amato come volevi tu, ma ti ho voluto infinitamente bene. In fondo è un bene che io sia morta, non avresti potuto diventare la splendida persona che sei adesso altrimenti.- Lui era allibito.
-Mi stai dicendo che sei contenta di essere morta?!-
-No, non ho detto questo. Merlino solo sa cosa avrei dato per vivere serena con mio marito e il mio bambino, oh il mio piccolo Harry... lui è stato il mio dispiacere più grande. La morte non ha diviso me e James, ma ci ha separato indissolubilmente dal nostro bambino. Quanto ho detestato mia sorella per come l'ha trattato da piccolo, io le volevo così bene e lei mi ha ripagato maltrattando il sangue del suo sangue. Ma sono contenta che la mia morte sia servita a te per ritornare alla luce, sei una persona veramente fantastica, ti meriti davvero di essere felice e immagino che adesso tu abbia trovato la persona giusta, vero?-
Severus, leggermente imbarazzato, ripensò ad Hermione e alle sensazioni che gli scatenava dentro. Un sorriso sincero affiorò sulle sue labbra.
-Sì, immagino che sia così. Hermione è così... Hermione.-
-Era ora che l'amore entrasse nella tua vita, ma soprattutto era ora che capissi che non mi amavi davvero.-
-Stai forse sminuendo quello che provo per te? Perchè sappi che non te lo permetto!- ribattè lui leggermente nervoso.
Ma Lily non era una donna che si scoraggiava in fretta, avrebbe fatto capire a quel testone del suo migliore amico come stavano le cose, a tutti i costi.
-Non sto cercando di sminuire nulla, solo di dargli la giusta connotazione. Tu non mi hai mai amato come un uomo ama una donna, ma come un fratello ama una sorella, ed è ora che tu lo capisca.-
Ora, sarebbe ipocrita pensare che Severus potesse capire su due piedi quell'arduo concetto, spodestando così anni e anni di convinzioni.
A Lily occorse tutta la sua infinita pazienza per raggiungere il suo intento, ma alla fine ne uscì vincitrice.
Era ormai l'ora di svegliarsi quando Severus mise chiarezza nel suo cuore.
-Grazie Lily, per tutto quanto. So che sei un sogno ma posso fare qualcosa per te?-
La rossa sorrise cordiale, abbracciandolo e posandogli un leggero bacio sulla guancia.
-Ama Hermione, stalle vicino e non essere così acido; sei adulto, non ti sembra arrivata l'ora di maturare? E poi...- si portò l'indice alle labbra con fare pensoso -... e poi fai il bravo con il mio piccolino e dagli un abbraccio da parte mia.-
Severus scoppiò in una fragorosa risata.
-Lily. Harry ha trent'anni, sposato e con due figli a carico, non ti sembra arrivato il momento di smettere di definirlo “piccolino”?-
La donna incrociò le braccia rifilandogli un'occhiataccia.
-Lui sarà SEMPRE il mio piccolino, capito?-
-Ti rivedrò ancora?-
Lily gli rivolse un dolce sorriso accarezzandogli la guancia ispida.
-Sì Severus, tra moltissimi anni. Del resto l'unica cosa sicura nella vita è che tutti prima o poi ce ne andiamo no? Arriverà il giorno che io e te ci rivedremo, ma non tanto presto. Adesso va e vivi la tua vita, quella santa donna di Hermione sta tentando di svegliarti da cinque minuti buoni.-
Dopo di che fu acqua.
----

Hermione era stata svegliata dalla luce che filtrava nella stanza attraverso le tende del letto e un veloce sguardo all'orologio le fece capire che era giunta l'ora di alzarsi per non far tardi a colazione.
Non potè fare a meno però di crogiolarsi in quel tepore che sentiva avvolgerle la mente.
Si stiracchiò inarcando leggermente la schiena e si chinò per terra per recuperare la camicia da notte che la sera prima lui aveva lanciato senza troppi complimenti sul pavimento.
La indossò non riuscendo a smettere di sorridere e poi si chinò verso di lui cercando di svegliarlo.
-Sev...- gli sussurrò nell'orecchio sfiorandogli la fronte con le labbra.
Ma l'uomo non sembrava dar segni di risveglio, girò la testa dall'altro lato e continuò a dormire con espressione serena.
Hermione sbuffò leggermente, meno male che era lei quella che aveva il sonno pesante secondo lui.
Dopo altri tre tentativi andati a vuoto che avevano viste impiegate le sue labbra sulla maggior parte del viso di lui, decise che era stufa e, indossando un ghigno malefico spruzzato di sadismo, inforcò la bacchetta, ripagando il suo amato con la stessa moneta di qualche tempo prima.
-Aguamenti!-
Finalmente l'uomo si svegliò di botto, sputazzando l'acqua che gli era entrata in bocca, nel naso e nelle orecchie.
-Ma che.. Hermione! Ma ti sembra modo di svegliarmi?!- Severus era abbastanza seccato, cominciò a strizzarsi i capelli grondanti d'acqua.
-Scusa carissimo, ma sono cinque minuti che tento invano di destarti dal tuo sonno profondo.-
“Quella santa donna di Hermione sta tentando di svegliarti da cinque minuti buoni” gli aveva detto Lily nel sogno; smise di strizzarsi i capelli sorridendo dolcemente al ricordo dell'amica e di quello che si erano detti.
Avrebbe fatto tesoro della loro discussione e, anche se non avrebbe mai abbracciato Harry per nessun motivo al mondo, capì che aveva atteso quelle parole da tantissimo tempo e, finalmente, oltre alla felicità che lo pervadeva da quando stava con Hermione si sentiva finalmente in pace con il passato.
Hermione rimase incantata dal sorriso tenue ma sereno che faceva bella mostra sul viso di Severus, dopo quell'inzuppata pensava che si sarebbe arrabbiato.
-Severus? Stai bene?- gli accarezzò la guancia girandogli la testa verso la sua e scrutandolo negli occhi.
Lui abbracciò la figura di lei con lo sguardo, portando una mano tra i suoi capelli disastrati e saggiandone la morbidezza.
-Ti amo- fu tutto quello che lui riuscì a dire, facendola sorridere teneramente.
-Anche io ti amo, ma sei sicuro di stare bene? Sei strano da quando ti sei svegliato.-
-Sto benissimo, non ti preoccupare. Ho solo fatto un sogno alquanto chiarificatore.-
-Ah sì? E cosa hai sognato?-
-Una mia amica, una mia grande amica, che mi ha fatto capire quanto tu sia importante per me...-
I suoi occhi in quel momento esprimevano così tanto amore che Hermione si sentì sopraffatta e gli buttò le braccia al collo abbracciandolo stretto per poi baciarlo dolcemente.
-Ne sono onorata, ma adesso sarebbe proprio ora di alzarci sai? Abbiamo ancora mezz'ora per scendere a colazione. Adesso vado a vestirmi in camera mia e poi ci troviamo giù, se per te va bene.-
Severus annuì per poi alzarsi dal letto e dirigendosi verso il bagno ciondolante e nudo come mamma l'ha fatto mentre Hermione si chiudeva alle spalle la porta della stanza ridacchiando.
Appena fuori nella sala comune incontrò Sarah, intenta a guardare fuori dalla finestra.
La vista della donna fece tornare in mente ad Hermione della missione che aveva nei confronti di Leslie e, soprattutto, dell'importanza nei confronti di Ginny.
Senza pensare al fatto che indossasse solo la camicia da notte bianca si diresse verso l'amica.
-Buongiorno Sarah!-
-Buongiorno a te, Hermione! Ma che bel pigiamino che indossi, chissà perchè ma sembra dire che non stai venendo dalla tua camera.- rispose sorridendo maliziosamente facendo arrossire l'altra donna.
-Eh... diciamo che hai ragione. Sarah, avrei un favore da chiederti. Questo pomeriggio mi aiuteresti con una ricerca? Mi servono nozioni sui Lectoris Aurarum ma non so da dove cominciare.-
-Ma certo! Ti aiuto io, anche se è un argomento un po' difficile; spero di poterti aiutare.-
-Grazie mille! Non vai a colazione?-
-Certo, stavo aspettando Neville, dovrei dirgli una cosa- rispose sperando di non tradire alcun entusiasmo con quelle parole.
-Ah, ok. Ci vediamo a colazione allora!- Hermione si stava dirigendo verso l'uscita della sala comune pensando ai libri utili per cercare informazioni quando Sarah la chiamò.
-Ehm Hermione... sono sicura che a molti studenti del settimo anno farebbe piacere vederti così, ma per evitare che il nostro preside uccida qualcuno non sarebbe meglio che tu ti vestissi?-
La donna divenne scarlatta ricordandosi solo in quel momento di indossare la camicia da notte, con nient'altro sotto per altro, e corse letteralmente verso il suo appartamento imbarazzata.
Era decisamente il caso di vestirsi e, magari, di recuperare il suo intimo dall'appartamento di Severus.
---

Sarah e Neville erano andati a letto molto tardi, scambiandosi un ultimo bacio fuori dalla stanza di lei, ma nessuno dei due era riuscito a chiudere occhio per più di un'ora.
Erano entrambi molto felici di quanto successo ma non potevano fare a meno di porsi mille domande.
Neville continuava a dirsi che non era possibile che il suo sogno si fosse realizzato, non era possibile che lui finalmente si fosse meritato di essere felice. Sarah era bellissima, dolce ed estremamente intelligente e lui non riusciva a fare a meno di sorridere al pensiero che quella donna adesso fosse sua.
Bè, quasi sua... il problema Oliver era ancora presente.
E fu proprio Oliver la persona a cui pensò Sarah al suo risveglio.
Amava Neville con tutto il cuore ma sapeva che non poteva liquidare il suo compagno “ufficiale” su due piedi, si meritava delle spiegazioni e avrebbe dovuto dirgli che non l'aveva mai amato.
Sarebbe stato difficile e triste, aveva bisogno di tempo per organizzare un discorso adatto, voleva farlo soffrire il meno possibile.
Era a questo che stava pensando quella mattina osservando le gocce di condensa tracciare percorsi astratti sui vetri della sala comune, in attesa di Neville per parlargli di Oliver.
Appena Hermione si era chiusa la porta alle spalle vide sbucare Neville e lo chiamò a bassa voce per attirare la sua attenzione.
Il giovane si avvicinò, gli occhi luminosi dall'amore che provava per lei.
-Buongiorno Sarah, hai dormito bene?-
-Neville... non ho dormito quasi per nulla ma sto benissimo comunque!-
Lei si avvicinò ulteriormente per poi posare una mano sulla sua, facendo attenzione che non ci fosse nessuno tra i paraggi.
-Neville ascolta ho pensato a quello che è successo ieri sera e, anche se ti amo, non posso far finta che Oliver non esista. L'ho usato e sono profondamente dispiaciuta per questo; si merita ben più di un “ciao, ci siamo divertiti ma amo un altro”.-
Neville sospirò pesantemente. Non poteva negare di essersi aspettato un discorso del genere dalla donna, non sarebbe stata quella che amava se si fosse comportata diversamente.
Sarah vide l'incertezza nei suoi occhi e gli accarezzò una guancia.
-Ehi, ti amo, lo sai. Questo non cambierà nulla tra noi due, ti chiedo solo di aspettare che si risolva la situazione. Sei d'accordo amore mio?-
Lui alzò gli occhi verso i suoi e le sorrise portando una mano sulla sua ancora sulla sua guancia per poi posando un bacio sul palmo.
-Certo Sarah, solo non dimenticarti di me, ok? Ti amo e ti darò tutto il tempo di cui avrai bisogno per sistemare le cose. Ti aspetto da più di due anni, cosa sono pochi giorni in confronto?-
Lei gli sorrise grata e stava per baciarlo quando si udì un borbottio dietro le loro spalle seguito da un rumore poco simpatico di un ginocchio sbattuto contro il mobiletto accanto al corridoio.
-Porco Merlino che dolore!-
Oliver fece il suo ingresso nella sala comune senza accorgersi dell'istantaneo allontanamento dei due presenti.
-Oh buongiorno Neville, Sarah. Quel tavolino è micidiale, ci ho rimesso il ginocchio secondo me! Meno male che era già fuori gioco da solo.-
Borbottò avvicinandosi ai due baciando Sarah a fior di labbra, mentre Neville scostava lo sguardo.
-Bè? Andiamo a fare colazione?- propose per non pensare alla sua Sarah che baciava un altro, cercando di non pensare al fatto che l'altro, tecnicamente, era lui.
---

-Hermione mi servirebbe un favore.-
Le tavolate si stavano ormai svuotando per l'inizio imminente delle lezioni e solo pochi studenti e i docenti arrivati in ritardo erano rimasti in Sala Grande.
-Dimmi Severus- rispose lei pulendosi il la bocca con il tovagliolo per togliere le briciole di biscotti.
-Hagrid è ammalato, niente di grave ma per oggi resterà a letto e visto che avrebbe solo una lezione guarda caso nelle due ore che avresti libere tu mi chiedevo se potevi sostituirlo.-
Hermione rimase un po' interdetta a quella richiesta; non che non le facesse piacere, solo che sapeva che Hagrid non era un tipo da creaturine innocue e quindi non sapeva a cosa sarebbe andata incontro accettando.
Severus sembrò leggerle nella mente e tentò di rassicurarla.
-Tranquilla Herm, è una lezione su dei banalissimi Billywig, niente di pericoloso!-
La donna tirò un sospiro di sollievo, per un attimo aveva temuto di dover aver a che fare con una chimera o cose simili.
Dopo mezz'ora si trovò insieme al primo anno di Tassorosso e Corvonero dietro la capanna di Hagrid dove era stata allestita una gabbia speciale coperta da un telo blu notte.
-Buongiorno ragazzi! Come potete vedere io non sono il professor Hagrid che oggi è ammalato, ma non vi preoccupate, la lezione si tiene lo stesso.-
Si udirono molti borbottii provenire dalle fila degli studenti.
-Per voi oggi ci sono degli esserini che vi piaceranno moltissimo, ne sono certa.-
Tirò via il telo blu notte rivelando una gabbia contenente tanti esserini blu zaffiro non più lunghi di due centimetri che vorticavano velocemente.
-Bene ragazzi, chi mi sa dire che creaturine sono?-
Ellie alzò la mano spedita ed Hermione le diede la parola sorridendo.
-Sì, signorina Marlet?-
-Sono Billywig professoressa.-
-Bravissima Marlet, mi sai dire qualcosa di più?-
-I Billywig sono insetti originari dell'Australia che non superano i due centimetri di grandezza. Hanno un corpo affusolato color zaffiro sormontato da due ali che li permettono di volare ad una grande velocità vorticando su sé stessi. La loro particolarità risiede negli effetti collaterali della puntura, infatti chi viene punto da un Billywig proverà vertigini seguite da levitazione. È molto difficile crearne un allevamento perchè occorrono incantesimi molto complicati per impedire la fuga, le barriere magiche minori non hanno effetto su di loro. -
-Complimenti signorina Marlet, una spiegazione veramente esaustiva, 20 punti a Corvonero. Adesso però ho una curiosità per voi: sapete dirmi per cosa vengono impiegati i pungiglioni tritati di Billywig?-
Hermione li osservò uno per uno per poi posare lo sguardo su Teddy che lei sapeva sapere la risposta.
Il ragazzo alzò timidamente la mano e lei sorrise incoraggiante.
-Sì, signor Lupin?-
-I pungiglioni vengono usati per la preparazione delle Api Frizzole.-
Si levarono molti versi di disgusto a tale affermazione, evidentemente molti di quei ragazzi non sapevano che le loro caramelle preferite fossero fatte parte da insetti rinsecchiti.
-Esatto, 5 punti a Tassorosso. Poi ovviamente sono anche molto usati per la preparazione di pozioni, motivo per il quale abbiamo un allevamento ad Hogwarts e, no mi dispiace, oggi non vi insegnerò a preparare le Api Frizzole.-
La scolaresca scoppiò a ridere e lei con loro.
-Bene ragazzi adesso a turno dovrete indossare i guanti di pelle di drago e inserire le mani all'interno della gabbia tenendo aperto un vasetto di vetro che trovate su quel tavolo e quando riuscite a catturarne uno chiudete con il coperchio. Dopo vi farò vedere come procedere per la fase successiva.-
-Ma professoressa non rischiamo di farci pungere? E poi come facciamo ad attraversare la barriera?-
-La barriera è tarata sui Billywig, qualsiasi altro essere animato o inanimato, compresi umani e barattoli, possono attraversarla. Se poi mettete bene i guanti facendo attenzione a tirare bene giù le maniche del maglione non dovreste aver problemi.-
I ragazzi annuirono e uno alla volta cominciarono a imbottigliare gli insettini.
Hermione stava cercando di spiegare come seccarli istantaneamente quando si levò un gridolino da una ragazza di Tassorosso e la donna fece in tempo a vedere Teddy cominciare a levitare.
-Lupin! Cosa avevo detto sul tirare bene giù le maniche dei maglioni?-
Non era preoccupata, del resto la puntura dei Billywig non era velenosa, ma lei aveva dato precise istruzioni per evitare di essere punti.
-Professoressa non è stato un problema di maniche, Ted non si è messo i guanti!-
Hermione roteò gli occhi in aria e tornando a guardare Teddy che intanto faceva finta di nuotare capì che l'aveva fatto apposta, la lucina malandrina negli occhi non mentiva.
Aveva pensato che fosse un Tassorosso innocuo? Sempre figlio di Remus restava!
Notando però che gli altri ragazzi invece di prenderlo in giro gli lanciavano grida di stima e incitamento pensò che forse non tutto il male vien per nuocere e magari era il modo giusto per farsi degli amici.
-Lupin smetti di nuotare per aria e cerca di tornare con i piedi per terra, in tutti i sensi!- Gridò in direzione del Tassorosso.
-Al prossimo che si farà pungere volontariamente toglierò immediatamente 50 punti a testa, ci siamo capiti?-
-Si professoressa!-
Il resto del tempo passò tranquillamente, i Billywig furono seccati, i pungiglioni tagliati e tutti gli studenti restarono con i piedi per terra.
---

Poco prima di pranzo Severus incrociò Hermione per i corridoi e la fermò curioso di sapere com'era andata la lezione sugli insetti blu zaffiro.
Tra una chiacchiera e l'altra Hermione gli stava raccontando che quella mattina era quasi scesa a colazione solo con la camicia da notte facendogli tornare in mente una domanda che gli balenava in testa da quando si era alzato.
La fece sedere sul muretto del porticato in un angolo abbastanza deserto.
-Questa mattina quando stavo uscendo a momenti non mi ammazzavo scivolando su un tuo indumento per terra. Sei uscita così di fretta stamane che ti sei dimenticata questi.-
Detto questo estrasse due pezzi di tessuto color lilla che sventolò davanti agli occhi di una scandalizzata Hermione che li afferrò e nascose in borsa prima che qualcuno li vedesse.
-Ehi simpaticone! Sono cose private, non puoi sventolarle in un porticato frequentato come se fossero caramelle!-
Hermione aveva assunto una tonalità bordeaux mentre Severus rise come un matto prima di tornare serio e rivolgersi alla donna.
-Scherzi a parte, ci sarebbe una cosa che vorrei chiederti. Per evitare altre scene del genere di me che sventolo i tuoi... indumenti intimi... in mezzo alla gente, che ne dici se ti trasferissi nel mio appartamento?-
Hermione rimase piacevolmente stupita a quella richiesta ma non potè fare a meno di chiedersi se forse non stavano correndo un po' troppo.
Naaaaa.
-Trovo che sia una bellissima idea.-
Gli diede un leggero bacio prima di tirarsi in piedi e trascinarlo verso la Sala Grande per il pranzo.




Angolino di Zebraviola

TADAAAAAAAAN! Mi stavate dando per dispersa vero? E invece sono tornata.
Scusate il tremendo ritardo ma sono stata veramente molto impegnata tra lavoro e studio e questi due mesi sono proprio volati.
Spero comunque che il capitolo non sia stato deludente.
Parlando del capitolo ci sono alcune precisazioni da fare.
Partiamo dalla scena del sogno; a parte il leggero stato confusionario voluto (insomma è un sogno xD) il messaggio che volevo far passare era che, a mio avviso, Severus non amava Lily come si amerebbe una fidanzata, per lui era una come una sorella, la amava in un senso diverso. Questa è un'idea che magari a molti non andrà giù, a quelli che sostengono che Lily lo ha salvato proprio perchè la amava.
Vi dirò che questa parte l'avevo scritta ancora secoli fa, prima di vedere al cinema i ricordi strappalacrime di Piton, tuttavia penso che non sia impossibile immaginare la cosa individuando in Lily quasi una sorella per lui. L'idea potrebbe convincervi?
A me si xD
Passando al resto, bè, non ho molto da dire; solo una cosa: i Billywig esistono davvero, o meglio, nel mondo di HP esistono davvero. Ieri mi sono comprata “Gli animali fanstastici: dove trovarli” e mi sono piaciuti un sacco questi esserini!
Va ben, vi lascio alle recensioni e vi prometto che non passeranno altri due mesi! XD
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Vi prego iscrivetevi in tanti e se trovate il tempo mettere i vari “mi piace” o commenti.
Sto cercando di farla decollare e ve ne sarei eternamente grata! ^_^
Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 19
*** Cap 18. ***


Cap 18

Capitolo 18


Dopo le lezioni del pomeriggio Hermione si fiondò decisa in biblioteca, fermamente spinta a trovare quanto prima notizie per Leslie. E sperava fossero buone.
A quell'ora in biblioteca non c'era quasi nessuno, solo qualche studente chino sui libri in trance tra i quali Hermione riconobbe Adam che sfogliava svogliato un libro lanciando qualche occhiata alla sua compagna Rita seduta accanto a lui, presa da sincero interesse da un volume di pozioni avanzate.
-Oh eccoti Herm, cominciamo?- Sarah la raggiunse parlando a bassa voce.
-Ho già individuato alcuni titoli, ma che notizie di servono di preciso?- le chiese porgendole una pergamena con dei titoli scritti frettolosamente.
-”Storia dell'Inghilterra Magica”, “Comunità magiche nella storia”, “La magia al di fuori del Mondo Magico”... sono tutti titoli interessanti ma non so quanto possano esserci utili. A me servirebbe trovare una classificazione delle auree.-
Sarah la guardò mortificata.
-Temo non ci siano libri specifici su quest'argomento. Ma tentare non nuoce no? Forza, sfogliamo questi tomi e vediamo se troviamo qualcosa!-
Le due donne si armarono di pazienza e presero posto intorno ad un tavolo rotondo cominciando a sfogliare i grossi libri impolverati.
Dopo più di due ore ancora non avevano trovato nulla di nuovo rispetto a quello che Hermione già sapeva; origini e persecuzioni si ripetevano in tutti i tomi ma senza dare notizie nuove o di qualche utilità.
-Mi dispiace Herm, forse cercando meglio...-
Hermione chiuse il pesante libro togliendosi gli occhiali per stropicciarsi gli occhi stanchi.
-Non ti preoccupare Sarah, mi sei stata comunque d'aiuto.-
-Come mai ti interessano così tanto?-
La donna sospirò. Si era promessa di non tirare in ballo Leslie, di proteggerla da chiacchiere inopportune, ma se c'era anche solo un modo per aiutarla ci avrebbe provato.
-Leslie, la fidanzata di Ron, mi ha raccontato di essere una Lector e mi ha chiesto aiuto per interpretare le auree. È preoccupata in particolare dal mutamento di colore che ha subito l'aura di Ginny in quest'ultimo periodo, ha detto che ha assunto un color porpora somigliante al sangue che non riusciva a capire. Quando poi le ho raccontato che si dice che i Lectoris riuscissero ad individuare le auree di morte si è seriamente preoccupata e mi ha pregato di scoprire qualcosa. Ad essere sincera questa cosa ha spaventato molto anche me, Ginny è come una sorella per me e ho paura.-
Sarah aveva ascoltato la storia molto colpita; adesso capiva come mai Hermione fosse così in ansia per quella situazione e decise che avrebbe fatto di tutto per aiutarla. Osservò l'amica poggiare il capo sul tavolo con aria affranta e le sfiorò i capelli cercando di infonderle sicurezza.
-Hermione non ti preoccupare, troveremo la soluzione. Ispezioneremo la biblioteca libro per libro, sono sicura che troveremo qualcosa che possa aiutarci.-
La riccia alzò il viso e le sorrise grata, aveva visto giusto quando aveva pensato che sarebbero diventate ottime amiche.
Decisero che il giorno dopo avrebbero cominciato a ribaltare la biblioteca, soprattutto la sezione babbana visto l'origine non magica dei Lectoris.
Avrebbero trovato qualcosa, ne era sicura!

---

Non avevano trovato nulla.
In tre giorni avevano passato al microscopio ogni corsia, scaffale, angolo, archivio... nulla, non avevano trovato niente di utile e il morale delle due donne cominciava a sprofondare lentamente ma inesorabilmente sotto le scarpe, non passando inosservato agli occhi di Severus.
Fu così che una sera mentre si stavano per mettere a letto nella camera che era diventata loro da pochi giorni, cercò di capire cosa la affliggeva.
Severus si trovava già sotto le coperte quando Hermione uscì dal bagno e lo raggiunse sotto le coperte abbracciandolo e sospirando affranta.
-Hermione si può sapere che succede? Sono tre giorni che te lo chiedo ma continui a dire che non hai nulla ma si vede che sei tesa come la corda di un violino.- le chiese lui accarezzandole i capelli per rassicurarla e spingerla a confidarsi.
La donna sospirò. Aveva cercato di tenere il compagno fuori da quella storia per non fargli pesare l'ennesimo insuccesso, se Sarah che conosceva al biblioteca di Hogwarts come le sue tasche non aveva potuto aiutarla come poteva lui?
Tuttavia si ritrovò a pensare che meritasse di sapere quello che la affliggeva, così cominciò a raccontare della conversazione avuta con Ron e Leslie e delle ricerche in biblioteca insieme a Sarah.
Severus la ascoltò attentamente, non riuscendo però a trovare una maniera per alleviare l'ansia della sua donna.
-Mi dispiace ma temo non esista un libro che tratti nello specifico la classificazione delle auree, sicuramente ad Hogwarts non abbiamo niente del genere. I Lectoris sono stati a lungo discriminati e quindi sarebbe stato troppo pericoloso uscire allo scoperto scrivendo un libro.
Quello che è sicuro è che sarà impossibile trovarne uno in mezzo ai libri del mondo magico.-
-Perchè impossibile?- chiese lei.
-Ne parliamo un'altra volta dai. È una lunga e noiosa lezione di storia, non penso che tu abbia voglia di sentirla.-
-Professor Piton!- esclamò fintamente scandalizzata – pensavo lei fosse a conoscenza della mia immensa brama di apprendere qualsiasi cosa.-
Severus a quel punto le lanciò uno sguardo languido; da bravo ex-Serpeverde stava cercando di schivare la spiegazione noiosa per dirottare su qualcosa di molto più piacevole.
-Qualsiasi cosa, signorina Granger?-
Lei arrossì leggermente prima di posargli un bacio sulle labbra facendo guizzare la lingua su quelle di lui per un breve istante.
-Qualsiasi...- gli soffiò -ma adesso sono curiosa di sentire la storia dei Lectoris!- concluse soddisfatta di averlo lasciato imbambolato con le labbra socchiuse.
-Sei proprio una strega...- ribadì allora lui, rassegnato.
-Una delle migliori del mio secolo!- esclamò fieramente lei.
Severus scosse la testa mettendosi comodo.
-E va bene, colmerò la tua sete di sapere. Cosa mi tocca fare...- borbottò.
-Nei libri di storia della magia viene sempre raccontato che i Lectoris Aurarum sono stati sterminati per mano dei potenti babbani dell'epoca che avevano paura di vedersi spodestati da questa comunità che stava diventando sempre più numerosa. Bè sappi che non è la verità “vera”, ma solo una menzogna ben costruita, uno specchietto per le allodole.
In realtà dietro c'è stata una congiura ben peggiore ad opera di maghi e babbani. In passato, parlo del Medioevo, il Mondo Magico e quello babbano vivevano “in armonia”; la magia era un elemento con cui la gente conviveva tranquillamente, ti viene in mente qualcosa?-
Hermione ci pensò un attimo, richiamando alla memoria tutte le leggenda che conosceva su Re Artù, Mago Merlino e gli altri personaggi che aveva conosciuto da bambina.
-In effetti nel mondo babbano ci sono molte favole a riguardo ma pensavo fossero appunto solo questo, favole.-
Severus le tirò uno schiaffetto sulla mano che gli stava pigramente accarezzando il petto e le si rivolse con tono misto tra lo scandalizzato e il deluso.
-Mi meraviglio Hermione, non hai ancora capito che qualsiasi storia o leggenda che preveda della magia presente nel tuo mondo deriva dal mio?-
Hermione alzò il capo dal suo petto puntando l'indice verso l'uomo.
-Punto primo quello che tu definisci “tuo” è il “nostro” mondo. Punto secondo è impossibile che tutta la magia delle favole venga dal mondo magico.-
-Ah sì? E perchè impossibile? Dai, fammi un esempio di fiaba con elementi magici di derivazione puramente babbana!- la sfidò lui.
La donna ci pensò su qualche secondo per poi illuminarsi.
-Cenerentola! E adesso vediamo come ribatti.-
Lui scoppiò a ridere schernendola.
-Cenerentola? Davvero tutto qui Ganger quello che la tua sublime mente da nata babbana riesce a partorire?-
Lei incrociò le braccia offesa dal suo tono e lui, cercando di farsi perdonare, se la tirò nuovamente sul petto e la abbracciò.
-Mamma come sei permalosa... comunque quella fiaba trasuda incantesimi da tutti i pori. Vogliamo parlare dell'incanto Vestis per mutare quei ridicoli cenci in un abito per il ballo o dei vari incantesimi di trasfigurazione animale per i cavalli e il cocchiere?-
Lei sbuffò sonoramente roteando gli occhi. L'ultima cosa che voleva fare era dargli ragione.
-Sappi che non ti stai facendo perdonare sai? E comunque, la scadenza di mezzanotte dove la metti? Il Vestis non è a tempo.-
-Licenza poetica, se così la si può chiamare.-
Alla fine riuscì a strapparle un sorriso che gli scaldò il cuore.
-Posso andare avanti con la storia dei Lectoris o hai bisogno che ti analizzi anche Pinocchio?-
-E va bene, mi illuminerai un'altra volta sull'origine magica delle storie babbane, anche se sono sicura che con la Sirenetta avrai problemi visto che è...-
-Hermione- la interruppe lui -se mi fermi ancora una volta giuro che spengo la luce e dormo.-
-Ok, ok. Giuro che non ti interrompo più, forza professore.-
-Bene, dove ero arrivato? Ah sì, al fatto che maghi e babbani convivevano pacificamente. Insomma in questo mondo formato da due mondi si diffusero i Lectoris, non erano babbani ma non erano nemmeno maghi.
Quando cominciarono a diventare troppo numerosi e assumere cariche troppo elevate, i due mondi cominciarono a vederli sotto una luce diversa fino a farli diventare una minaccia ai loro occhi; i maghi avevano il timore assurdo di vedersi rubato il monopolio della magia e in fondo erano gelosi del fatto che i Lectoris non avessero bisogno di una bacchetta per essere “speciali”. I babbani, invece, avevano paura di vedere il loro mondo fagocitato da quest'eccesso di magia e si spaventarono.
Così le due parti strinsero un accordo per sterminare la terza prima che divenisse ancora più rilevante. Negli anni successivi però i maghi aprirono gli occhi e si resero conto che non sarebbe passato troppo tempo che anche loro sarebbero diventati un problema.
Decisero così di ritirarsi in un mondo celato agli occhi dei babbani con cui convivevano in pace da sempre. Fu così che in ogni angolo del globo sorsero villaggi e paesi di soli maghi protetti da incantesimi; le popolazioni babbane furono obliviate e nelle loro menti i maghi persero una consistenza reale per divenire una leggenda, una favola della buonanotte.
Ci fu però un punto che i governanti magici non avevano tenuto in considerazione, ovvero il fatto che la popolazione magica non fosse a conoscenza del ruolo che la loro stessa “razza” aveva avuto nello sterminio di quelle stesse persone con cui la gente comune aveva stretto amicizia; vi era anche il problema di come spiegare ai maghi del perchè ci si era allontanati per sempre dai babbani.
Trovarono una soluzione lavandosi le mani sulla questione dei Lectoris e diffusero la versione che ancora oggi è riportata sui manuali di storia: durante il Medioevo i babbani sterminarono i Lectoris Aurarum e i maghi, impauriti di poter fare la stessa fine, avevano trovato più saggio l'esilio. Sono in pochissimi al mondo a sapere la vera versione dei fatti prima dell'insabbiatura, sentiti onorata di conoscerla.-
Hermione aveva ascoltato rapita il racconto di Severus; era stato molto interessante, anche se non la aveva aiutata a far luce sul suo problema.
-Bene, la lezione è finita!- declamò lui -Adesso fammi dormire.-
La donna sorrise cercando i suoi occhi e stirandosi sul suo petto come una gatta.
-Ma professore, è proprio certo che non ci sia altro che voglia insegnarmi questa notte?-
Severus ghignò malizioso.
-Mmm, ci sarebbe una lezione che potrebbe ancora imparare- rispose lui stando al gioco -ma questa è totalmente inutile se vuole imparare qualcosa.- Detto questo le sfilò la camicia da notte, notando con piacere che sotto non portava nulla.
Hermione sorrise vittoriosa alla sua espressione soddisfatta per poi allacciare le braccia al suo collo e tirarselo giù fino a trovarsi le labbra a pochi centimetri dalle sue.
-Forza professore, sono tutta sua.-
E Severus non se lo fece ripetere due volte e la baciò con passione crescente.
Nell'ultimo sprazzo di lucidità prima del piacevole oblio solo una parola gli uscì, roca ma fiera, dalle labbra.
-Mia.-

---


In un'altra ala del castello Sarah stava frugando in mezzo ad alcuni scatoloni pieni di vecchi libri.
Oliver la trovò così, sommersa dalla polvere e con una piuma tra i capelli che fermava per puro miracolo tutte le ciocche in una crocchia pericolante.
-Eccoti finalmente, ti ho cercata per mezzo castello.-
Il giovane le si avvicinò sorridente, chinandosi sulle ginocchia e baciandola.
Il bacio la spiazzò leggermente; presa com'era dalla ricerca per Hermione aveva continuato a rimandare il momento di chiarimento con Oliver e, a dirla tutta, non aveva ancora trovato le parole adatte.
Non che ci fossero parole adatte a mollare qualcuno, ma sperava di trovarne in grado di blandire il dolore che avrebbe sicuramente scatenato.
-Ehi... scusa ma stavo cercando un libro, mi mancano solo altri quattro scatoloni in cui controllare.- rispose lei indicando una pila di scatoloni ognuno grande come un baule.
Quel pomeriggio le era balenato in mente un libro molto antico, un diario, appartenuto ad una sua antenata vissuta nel 1600. Lo aveva rinvenuto nella biblioteca della sua famiglia e lo aveva inscatolato insieme a tutti i libri che aveva deciso di portarsi dietro a Hogwarts, tuttavia non era ancora riuscita a dargli un'occhiata. Sua madre le raccontava sempre che nel passato, prima ancora che il loro DNA si intrecciasse con il gene della magia, alcune donne della sua famiglia erano persone speciali e ce ne era una in particolare, Althea, che aveva fatto grandi cose prima di essere accusata di stregoneria e poi impiccata e arsa sul rogo dal tribunale dell'Inquisizione (*).
Doveva trovare quel diario a tutti i costi perchè, se non si sbagliava, era proprio il diario di Althea e magari le avrebbe dato le risposte che cercava.
-Posso aiutarti in qualche modo?- chiese lui premuroso.
-Mmm sì, comincia ad aprire quegli scatoloni e vedi se lo trovi. È un vecchio libro relegato in pelle conciata nera. Lo riconoscerai subito al tatto è quasi patinato.-
Detto questo i due si impegnarono nella ricerca finchè, dopo poco più di venti minuti, Oliver esultò tirando fuori dallo scatolone un libricino nero che aveva tutta l'aria di averne passate di migliori.
Sarah lo abbracciò di slancio dalla gratitudine per poi aprire la prima pagina e cominciare a leggere.

Angolino di Zebraviola
(*)
Ho fatto una ricerchina in Internet e ho scoperto che in Inghilterra i simpaticissimi Inquisitori prima di bruciare sul rogo le donne accusate di stregoneria le impiccavano. Da un lato potrebbe essere vista come una cosa più umana, credo che la morte per impiccagione sia più veloce e meno angosciante di quella per rogo, no? Ma in realtà quando ammazzare qualcuno è umano? Inquisitori del piffero -.-'
Anyway.... Capitolo cortino rispetto ai precedenti ma ricco, molto ricco, di notizie.
Devo dire che la storia che mi è venuta fuori per le origini dei Lectoris non so nemmeno io da dove mi è venuta fuori. Senza rendermene conto sono riuscita anche a dare una motivazione al perchè i Maghi vivono separati... la cosa mi è parsa geniale e quindi spero piaccia anche a voi U.U
Entra in gioco un nuovo personaggio, anche se ci entra di traverso e dal passato, ma tenete a mente questa Althea perchè ho grandi piani in serbo per lei. Sarà infatti lei a svelare il segreto delle auree dei Lectoris.
Mmm che altro dire, sono riuscita a non farvi aspettare altri due mesi, contenti? XD
Adesso vi lascio e ci sentiamo presto con le nuove scottanti rivelazioni del diario di Althea!
Ah! Ho una domanda per voi. Non so se qualcuno si ricorda quella one-shot che ho scritto tempo fa su Rita e Adam, “Dai, esci con me?”. Bene, visto che i due ormai sono entrati in piena fase “love” stavo pensando di rendere quella one-shot una long (non lunghissima né), sui vari episodi che li hanno portati ad uscire finalmente insieme.
Che ne pensate?
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Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 20
*** Cap 19. ***


Cap 19

Capitolo 19


Dedicato a Lily Maya Riddle :*

Sarah aveva passato la notte abbracciata a Neville, alquanto incautamente visto che si erano addormentati in sala comune.
La sera prima, dopo che Oliver l'aveva lasciata per andare a letto, aveva aspettato il suo amore segreto per raccontargli del ritrovamento del favoloso libretto e, tra una chiacchiera e una carezza, si erano addormentati sul divanetto di fronte al camino.
Fortuna volle che Sarah si svegliasse all'alba e, rendendosi conto del pericolo che avevano corso, si chinò su Neville dormiente al suo fianco e gli posò un bacio sull'occhio destro per svegliarlo.
Il risveglio fu difficile ma necessario e dopo essersi salutati dolcemente si diressero ognuno nei propri appartamenti.
Sarah decise di dedicarsi ad una doccia rilassante per svegliarsi bene e quando fu pronta erano già le 7:30 e, visto che doveva aprire la biblioteca alle 8, decise di affrettarsi a scendere per colazione.
Ripose il diario in una delle tasche della sua veste e uscì.
Stava per uscire dalla sala comune quando alcune risatine provenienti dall'appartamento del preside la fecero tornare sui suoi passi.
Forse li avrebbe disturbati, anzi ne era sicura, ma voleva consegnare alla sua amica la sua scoperta il prima possibile e poi, si disse, ormai era quasi ora di lezione.
Decise così di bussare piano alla porta, sperando di non venire maledetta dal preside.
Bussò una, due, tre volte, mentre le risatine si affievolirono venendo sostituite da un tramestio. Alla quarta bussata la porta si spalancò e lei si trovò davanti Severus Piton con addosso solo un paio di pantaloni da pigiama grigi e l'aria seccata di uno che è stato interrotto.
-Cosa c'è!- e non era una domanda.
Sarah si sentì piccola piccola mentre Hermione fece capolino dietro a Severus.
-Sev, così la spaventi! Ciao Sarah.-
Alla vista della donna la bibliotecaria si rilassò.
-Buongiorno Herm, farete meglio a vestirvi, sono le sette e mezza.-
Hermione mutò il sorriso in un'espressione scioccata.
-Come le sette e mezza! Sev! È tutta colpa tua.- disse, sparendo alla vista per iniziare a saltellare per la stanza raccogliendo vestiti e fiondandosi in bagno.
Severus alzò gli occhi al cielo prima di concentrarsi sulla donna ancora davanti a lui.
-Sei venuta a farci da orologio o hai un motivo in particolare?- chiese in tono seccato.
-Veramente... potresti dare questo ad Hermione?- gli rispose -è un diario di una mia antenata, sono sicura che lo troverà interessante e istruttivo, o almeno spero..-
-Oh sono sicuro che stesse imparando molto anche prima che tu bussassi a questa porta.- ghignò lui in tono alquanto allusivo che scatenò un rossore diffuso nella donna.
-Sì, bè... ci vediamo a pranzo eh?-
Lui sorrise beffardo per poi chiudere la porta in faccia a Sarah e dirigersi verso la stanza da bagno, dalla quale Hermione stava dimostrando per l'ennesima volta la sua totale incapacità nel canto.
All'ennesima nota stonata Severus si tolse i pantaloni ed entrò nella vasca con un sorrisetto attirandola contro di sé mentre l'ultima nota stonata si estingueva in un gridolino.
Quella mattina non sarebbero riusciti a fare colazione, ne era certo.
...

15 Dicembre 1605

Il mio nome è Althea McFlare, dei McFlare del Sussex e sono nata 20 inverni fa in un piccolo villaggio.
Mio padre, Jhon McFlare, è il più grande allevatore di pecore della regione mentre mia madre è stata la dama di compagnia di Lady Polly Herrington, nobildonna fuggita qui nel Sussex perchè, a quanto si dice, fosse l'amante di un funzionario di re Giacomo.
Lady Herrington ha una figlia, Iris, con cui io sono cresciuta e diventata amica a tal punto che adesso ne sono diventata la dama di compagnia e confidente.
Non ho deciso di scrivere questo libro rischiando la morte solo per raccontare al mia normale vita, c'è molto di più.
Pochi mesi fa ho scoperto di possedere un dono speciale, mia madre mi ha raccontato che anche sua madre lo aveva ma, sfortunatamente, non avendolo ereditato lei stessa, non può aiutarmi e perciò devo scoprire tutto da sola.
Questi sono tempi bui, al minimo segno di “diversità” il tribunale dell'Inquisizione agisce condannandoti ad ardere nelle fiamme dell'inferno, tuttavia ritengo che la mia esperienza, sperando sia lunga, sarà utile ad un mio futuro pronipote se si dovesse trovare nella mia stessa situazione.
Ma non voglio girarci ancora intorno, tanto ormai qualsiasi cosa io scriva sarà superfluo per la mia eventuale condanna; durante l'estate passata mi sono accorta di riuscire a vedere le persone in modo diverso, è come se ne vedessi l'aura.
Inizialmente era solo un'emanazione pallida, un barlume colorato, sprigionata dal corpo, ma adesso vedo proprio l'aura delle persone che mi circondano.
Il colore non è lo stesso per tutti, finora ho riconosciuto dei gruppi di auree.
Ce ne sono alcune di colori caldi, come giallo, arancio e rosso, e altre di colori freddi come azzurro, blu e verde.
Il mio scopo comunque sarà quello di decifrarle in modo da poterle catalogare e far sì che le future generazioni possano comprenderle.
Da domani mi impegnerò.
...


20 Dicembre 1605

Ho deciso di appuntarmi qualche aura da tenere sotto controllo, in modo da vedere se riesco ad evincere alcune caratteristiche comuni.
Mia madre Rose e Iris emanano un'aura arancione, entrambe sono donne molto dolci e con una personalità brillante ma molto delicata e fragile, sono molto sensibili.
Mio fratello Philip, invece, ha un'aura verde prato; è un giovane iperattivo ma con molto senno. Dall'alto dei sui 25 anni è oramai un uomo che sa come farsi valere, restando una persona retta e giusta.
Mio padre John, invece, è rappresentato dal giallo più splendente, è un uomo molto semplice, dategli le sue pecore ed è felice. Tuttavia ha dei momenti di profonda comprensione che lo rendono un padre veramente unico.
Ho notato una cosa particolare però. In mezzo a tutte le auree ordinarie, ovvero che ritengo classificabili, ve ne sono alcune molto strane. Ho avvistato alcune auree brillanti giù al mercato, autentiche esplosioni di oro, argento e azzurro brillante, quasi accecanti. Veramente molto strano... saranno magari persone “diverse” come lo sono io? Purtroppo non posso appurarlo, non sono in grado di vedere il colore che mi rappresenta.
Sarà una bella sfida da intraprendere.

...

Hermione posò in grembo il libricino nero.
Subito dopo le lezioni della mattina invece di dirigersi a pranzo si era rintanata nel suo studio per leggere.
Quella Althea era una sorpresa, sembrava incredibile che il suo diario fosse arrivato fino ad ora, sopravvivendo ai secoli.
Le parole non erano tutte perfettamente chiare e in molti punti l'inchiostro era parecchio sbiadito, ma questo non la fermò nell'interpretare quell'elegante scrittura.
Stava per riprendere la lettura quando udì un leggero bussare.
-Avanti.-
Un elfo entrò titubante nella stanza.
-Professoressa Granger il preside Piton ha detto a Messy di portarle il pranzo.- Hermione sorrise alla creaturina.
-Grazie Messy ma non ho fame.-
-Il preside Piton ha detto che avrebbe risposto così e ha detto che se non mangia viene lui a costringere la professoressa Granger.-
La donna, nonostante fosse internamente lusingata dalle attenzioni del suo uomo, non aveva proprio la minima voglia di mangiare, voleva solo tornare a concentrarsi sul diario.
-Grazie ma ribadisco il concetto. Non ho fame, anzi sono molto impegnata.-
-Come vuole professoressa, Messy va a riferire al preside Piton. Buona lettura professoressa.- Dopo un inchino profondo l'elfo uscì dalla porta.
Era veramente entusiasta di come le sue disposizioni circa il trattamento degli elfi ad Hogwarts fossero state accolte e messe in pratica.
Prima regola fra tutte che gli elfi devono essere considerati delle persone e quindi, oltre a percepire regolare stipendio, adesso bussavano alle porte prima di entrare, segno di educazione e di rispetto anche nei confronti di sé stessi.
Sì era proprio orgogliosa del suo operato.
-Tu adesso mangi.-
Ecco, il suo uomo invece l'educazione non sapeva dove stava di casa evidentemente. L'uomo era apparso con un sonoro pop di fronte alla scrivania della donna, non che non si aspettasse la sua apparizione, con un vassoio che posò davanti a lei.
-Non ci si può smaterializzare nei confini di Hogwarts.- rispose lei con tono annoiato.
-Bè essere me ha i suoi vantaggi. Adesso dimmi perchè hai mandato via Messy senza aver mangiato.-
-Non pensavo di dover mangiare per forza, mamma!- Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Ok, ok. Però devi mangiare qualcosa, non hai nemmeno fatto colazione.-
-E chissà chi mi ha impedito di fare colazione, vero mister “ma si cinque minuti in più non hanno mai fatto male a nessuno”?-
I due si sorrisero. Come potevano battibeccare dopo una mattina come quella?
-Va bè, stamattina è stata stamattina, ma adesso tu mangi.-
-E va bene!- esclamò rassegnata lei per poi fare il giro della scrivania e sedersi in braccio a Severus.
-Hermione non sei un...-
-Oh smettila!- lo bloccò lei baciandolo con impeto.
-E se mangiassi te per pranzo?- mormorò languida.
-L'idea è molto allettante- rispose lui accarezzandole la schiena -ma rimandiamo a stasera. Ti ho portato lo spezzatino con le patate e la torta di more.-
Hermione si illuminò come una bambina davanti ad un piatto di patatine fritte, scese dalle sue gambe per risedersi alla scrivania e sollevare il coperchio.
Severus ridacchiò.
-Sembri proprio una bambina.-
-Non è colpa mia se tu mi tenti con la torta di more!-
-Me ne ricorderò. Allora, hai iniziato a leggere il diario che ti ha portato Sarah?- chiese interessato.
-Oh sì! Ed ha ragione a dire che ci aiuterà molto, la sua antenata era una Lector! È molto interessante.- rispose lei tra una forchettata di spezzatino e un sorso di vino.
-Mi fa piacere. Spero che ti fornisca le risposte che cerchi.-
-Lo spero anche io, così da dare notizie a Leslie domenica, sperando siano notizie buone.-
-Ricordati però che hai lezione oggi pomeriggio, non perderti nei meandri del passato.-
-Promesso capo!-
...

13 Febbraio 1605

Buone notizie, sono quasi giunta a delle conclusioni abbastanza attendibili per quanto riguarda le mutazioni di colore delle auree. Sono riuscita ad individuare un'anomalia, un brusco mutamento di colore che dura qualche secondo mentre qualcuno sta mentendo. Tutta la figura viene avvolta da un alone turchino che svanisce dopo pochi secondi.
Mutamenti perduranti nel tempo si hanno invece in due occasioni principali. In caso di innamoramento l'aura assume tonalità che vanno dall'arancio al rosso scarlatto a seconda del grado di coinvolgimento.
Con l'incedere della relazione l'aura si placa, tornando del colore originario. Mio fratello e la sua promessa sposa sono stati fondamentali per questa scoperta, avvalorata poi dall'osservazione delle persone che mi circondano.
Il secondo caso, invece, si manifesta con l'incedere di una malattia, più precisamente l'aura assumerà una tonalità verdognola che svanirà con la guarigione dell'individuo.
Quindi adesso mi rivolgo a te, caro mio futuro nipote, e ti dico di non scoraggiarti di fronte all'immensa gamma di colori diversi che potrai incontrare. Concentrati sul classificarle per categorie, così capirai quali sono quelle di “mutamento” e quali quelle di base.
...

23 Febbraio 1605

Ho paura. Da qualche giorno l'aura di Iris è cambiata e adesso ha assunto una tonalità porpora scusa, pari quasi al sangue. Finora non mi sono mai trovata ad osservare un'aura simile tra le mura di questo castello e sono spaventata.
Sarà forse una malattia particolare? Spero di trovare presto una spiegazione.

...

Una tonalità porpora. “Ci siamo”, pensò Hermione.
Aveva dovuto aspettare tutto il pomeriggio per potersi dedicare nuovamente al libricino.
Le ore di lezione le erano parse eterne ed era stata anche piuttosto disattenta, al punto che Bewn, uno studente del terzo anno di Grifondoro, aveva risposto sbagliato a molte delle domande che lei gli aveva posto senza che lei nemmeno se ne rendesse conto.
Accolse perciò con immensa gioia le sei del pomeriggio, quando finalmente fu libera di tornare alla sua occupazione del giorno preferita: scavare nei meandri della vita di Althea McFlare.
Finalmente aveva trovato la strada giusta, le sue parole ne erano state una prova.
Sorseggiò un sorso di tea prima di riprendere in mano il diario, ma non fece in tempo a ricominciare a leggere che Severus si materializzò davanti a lei.
Di nuovo.
-Uffa! Ho capito che sei una specie di Dio con poteri da onnipotente in questa scuola, ma abbi almeno la decenza di materializzarti fuori dal mio studio, non dentro!-
-Cosa c'è, devi nascondere l'amante?- chiese lui sarcastico.
-Ma quale amante, dove troverei il tempo? Ad ogni modo cosa posso fare per te stavolta?- rispose lei diplomatica, cercando di liquidarlo in fretta.
-Per me nulla, ma per il quieto vivere della scuola e dei Corvonero in particolare dovresti andare alla Stanza delle Necessità a recuperare la signorina Blanchet.-
Lei lo guardò confusa e lui sospirò.
-La signorina Blanchet si è rinchiusa nella Stanza delle Necessità a piangere, non ha voluto dire a nessuno come mai e non vuole uscire. Ha detto solo che vuole parlare con te. Quindi, per favore, adesso vai e fai il tuo dovere di insegnante che io non ho tempo di star dietro ai piagnistei di un'adolescente mestruata!-
-Sempre simpatico tu vero? Va bene, comunque vado, vieni anche tu?-
-Oh si, così le tolgo 20 punti per disturbo della quiete pubblica!- ghignò lui prendendola sottobraccio mentre lei roteava gli occhi in disappunto.
Mentre stavano dirigendosi verso il settimo piano la donna non riuscì a non chiedersi cosa potesse essere successo a Rita per chiudersi addirittura a piangere nella stanza.
Erano arrivati ormai davanti alla pesante porta ed Hermione bussò, senza però ricevere risposta.
Decise così di entrare, trovandosi immersa nel buio più totale.
-Rita?- chiese titubante.
-SORPRESA!-
La stanza si illuminò di colpo, rivelando al suo interno una trentina di persone sorridenti. C'era un lungo tavolo contro la parete in fondo su cui troneggiava ogni ben di dio e migliaia di candele fluttuanti illuminavano ogni angolo.
Hermione guardò ognuno con estremo stupore per poi girarsi verso Severus alle sue spalle.
-Cos'è? Come mai?-
-Come “come mai”! Sei stata così presa in questi giorni da dimenticarti che oggi è il tuo compleanno e così, sotto consiglio di un ex-grifondoro alquanto insistente- e qui fece una pausa per squadrare Harry che, abbracciato a Ginny, sorrideva raggiante -abbiamo organizzato questa sorpresa per te.-
Hermione, ancora incredula, gli sorrise prima di girarsi verso tutti i suoi amici riuniti lì per lei.
-Non posso crederci... grazie mille, a tutti quanti! È incredibile, come avete fatto a organizzare tutto senza che me ne accorgessi?-
-Con tanti gufi e con Severus che ti ha tenuta... impegnata.- rispose Harry avvicinandosi per abbracciarla. -Tanti auguri Herm, buon compleanno!-
-Harry... grazie infinitamente. E tu Ginny? Come stai?- sapeva infatti che il pomeriggio prima l'amica era stata molto male, con forti dolori di schiena e di pancia.
-Sto bene tesoro, penso fosse solo stanchezza.- rispose la rossa abbracciandola teneramente -Buon compleanno amica mia.-
-Sì Herm, buon compleanno.- si aggiunse Ron.
-Ron, Leslie! Che piacere vedervi!- rispose abbracciandoli a turno.
Era proprio felice, non si aspettava minimamente quella sorpresa, soprattutto non si aspettava così tanta gente.
Dopo poco più di un'ora la donna stava parlando con Molly quando Severus prese la parola.
-Buonasera a tutti. In teoria dovrebbe essere la festeggiata a fare un discorso il giorno del suo compleanno, ma volevo spendere due parole, se me lo concedete. Quello che sto per dire non lo ripeterò più e non deve uscire da questa stanza, chiaro per tutti? In fondo ho ancora una reputazione da difendere agli occhi degli studenti. Ad ogni modo, questo non è un discorso molto da me, me ne rendo conto.
Nella mia vita ho avuto a che fare con tre angeli che mi hanno salvato; il primo angelo si chiamava Lily Evans, la madre di Harry. Lei è stata la mia prima amica e con la sua morte mi ha salvato da un futuro che non rappresentava ciò che veramente volevo. In quel periodo feci molte scelte sbagliate ma Lily, con il suo sacrificio, mi diede l'opportunità di accorgermi del fatto che stavo buttando la mia vita.
Il secondo angelo l'ho incontrato quando il mio solo desiderio era quello dell'autodistruzione. Albus Silente è stato un grande eroe, ma pochi di voi, forse nessuno, può capire quello che è stato per me. È riuscito a impedirmi di commettere la stupidaggine più grossa della mia vita, senza di lui non sarei qui al momento.-
Hermione trattenne il fiato. Non era a conoscenza di questo fatto e sapere che lui aveva anche solo pensato di togliersi la vita le fece stringere il cuore. Gli posò una mano sul braccio e lui le sorrise, ringraziandola con lo sguardo.
-È la prima volta che racconto a qualcuno questa cosa, ma voi siete i miei amici e, sebbene io non sappia cosa ho fatto per meritarvi, avete il diritto di sapere anche questo aspetto di me. Comunque, Silente è stato il mio salvatore, mi ha fatto credere di poter fare qualcosa di buono della mia vita, non è stato facile ma sono riuscito a dare un senso a quel lungo e buio periodo che è stato il regno di Voldemort.
Nonostante con la fine della guerra io sia cambiato, diventando quello che adesso voi conoscete, devo dire che fino a qualche tempo fa non stavo vivendo il futuro come mi sarei meritato.
Poco più di due mesi fa il terzo angelo è entrato a far parte della mia vita- fece una pausa sorridendo alla donna al suo fianco che stava facendo di tutto per trattenere le lacrime -Hermione ha combattuto, non ha ceduto davanti alla mia ritrosia e mi ha fatto fare definitivamente pace con il passato, diventando il mio futuro.
Vorrei quindi proporre un brindisi a questa donna splendida che è al mio fianco, sperando che ci resti per molto tempo.- detto questo prese il calice di spumante in mano e, sventolando leggiadro la bacchetta, fece apparire il viso di Hermione in aria.
-Ad Hermione Granger!- concluse innalzando il calice.
-Ad Hermione Granger!- risposero in coro tutti i presenti.
Hermione, che aveva riconosciuto nell'incantesimo appena pronunciato l'incanto Cor Evocatio (con relativi annessi e connessi), aveva ormai gli occhi completamente lucidi mentre abbracciò di slancio l'uomo, trascinandolo in un bacio profondo ma anche tremendamente dolce.
La festa stava volgendo al termine quando Leslie le si avvicinò titubante.
-Hermione, scusa se ti disturbo, ma... hai novità per me per caso?-
-Oddio sì! Ho trovato un diario di un'antenata di Sarah che era una Lectors e lo sto leggendo. Al momento ho trovato notizie circa il fatto che le auree possono cambiare in presenza di malattie, mentre le auree basiche hanno dei colori standard classificabili. C'è tuttavia una cosa che Althea non ha capito, almeno per il punto dove sono arrivata a leggere.
Tu hai detto che l'aura di Harry muta a seconda della persona con cui interagisce vero? Dorata, argento, azzurro brillante.-
-Esatto.- assentì lei
-Nel diario viene citato questo tipo di aura ma è strano che cambi a seconda delle persone a cui si rivolge e soprattutto sono colori insoliti per un'aura. Prova a dare un'occhiata in questa stanza, le auree sono tutte simili?-
Leslie si guardò intorno, scorrendo tutte le persone presenti.
-Bè, a parte l' aura arancio/rossa più o meno accesa di Sarah, Neville, Oliver e Severus direi di si.
La stanza è piena di oro, argento e azzurro, tutti molto brillanti.-
Hermione annuì.
-Allora un mistero è risolto. Chi possiede il gene della magia possiede auree differenti rispetto ai babbani. Per quanto riguarda il colore di Ginny al momento non ho novità, ma le scoprirò molto presto. Domenica ti saprò dire sicuramente di più, o almeno lo spero.-
Leslie le prese la mano guardandola intensamente negli occhi.
-Hermione, io spero vivamente che non sia nulla di grave, lo spero davvero tanto.-
-Lo spero anche io Leslie- rispose Hermione ripensando alle parole di Althea.
Sarà forse una malattia particolare?
-Lo spero anche io.-




Angolino di Zebraviola
(*)Tutti gli asterischi che avrei dovuto mettere nel testo xD:
Partiamo dall'inizio:
-Polly Herrington, la nobildonna madre di Iris, è il nome della zia di Pollyanna del romando di Eleanor Porter.
-Durante quel periodo storico c'è stato veramente il regno di Re Giacomo.
-La frase di Piton quando entra nello studio è un chiaro riferimento a Silente.
-Il compleanno di Hermione Granger teoricamente è il 19 settembre, perdonate se in questa storia è spostato al 2 di ottobre. Avrei dovuto cambiare tutte le date di tutti i capitoli che ho scritto finora, perciò mi avvalgo della licenza poetica per spiegare quest'anacronia xD
Allora, che ne pensate di questo capitolo? Inizialmente la scena del compleanno non doveva essere presente, ma è venuta da sola. Volevo un pretesto per far dire a Severus quelle cose e, allo stesso tempo, dare l'opportunità a Hermione di incontrare Leslie.
Le pagine del diario ovviamente non sono finite, vedrete cosa uscirà fuori.
Spero vi sia piaciuta la parte del compleanno; personalmente il discorso di Severus l'ho trovato molto toccante e spero abbiate capito anche il riferimento al Cor Evocatio (ormai Hermione risplende nel suo cuore).
Per quanto riguarda la faccenda “tentato suicidio” non ero molto sicura, ma secondo me a lui era passato per la testa e solo Silente, dandogli una nuova spinta per vivere, un nuovo progetto (proteggere Harry), sia riuscito a impedirgli di commettere idiozie.
La questione Oliver è ancora in stallo e vi ricordo che il matrimonio di Ron e Leslie si avvicina (è il 4 ottobre).
Per chi fosse interessato alla cose leggere le auree delle persone è una cosa “possibile” (per chi ci crede), ma se andate ad informarvi non tenete conto dei colori che troverete per la mia storia perchè sono diversi xD
Ho anche una brutta notizia per voi però... secondo i miei calcoli, a meno che non mi vengano brillanti idee in mente, alla fine della storia mancano circa 4 capitoli + l'epilogo.
In ogni caso abbiamo ancora un sacco di tempo insieme!
Vabbè non voglio ammorbarvi ulteriormente, spero vi sia piaciuto ^^
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Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 21
*** Cap 20. ***


Cap 20

Capitolo 20


Dedicato ad un mio amico che oggi si laurea e io sono in un altro stato (amico che per altro non legge le mie storie quindi questa dedica è totalmente inutile xD). Anyway... Congratulations Cesare!

Il sonno per Hermione non ne voleva proprio sapere di venire.
La sera prima, finita la festa, lei e Severus si erano coricati molto stanchi ma, al contrario dell'uomo che era crollato non appena posata la testa sul cuscino, lei non era ancora riuscita a prendere sonno.
Dopo l'ennesimo tentativo ci rinunciò, forse una camomilla l'avrebbe aiutata.
Si sfilò piano dall'abbraccio quasi soffocante di Severus che, in risposta, emise un flebile grugnito prima di voltarsi dall'altra parte continuando a dormire alla grossa.
Hermione si mise la vestaglia di cotone, uscì nella sala comune deserta e buia, rabbrividendo per la frescura presente nella stanza dovuta alla finestra e imprecò per i brividi dovuti al repentino cambio di temperatura rispetto alla calda e accogliente camera da letto.
Si avvicinò alla finestra che qualcuno aveva lasciato spalancata e rimase incantata dallo spettacolo che la natura offriva ai suoi occhi; era una sera stranamente limpida per quel periodo dell'anno e la luna nuova faceva sì che il cielo fosse totalmente buio, trapuntato da migliaia di stelle, brillanti come diamanti.
Le stelle le facevano sempre tornare alla mente il momento in cui si era ricongiunta ai suoi genitori una volta avvenuta la totale e definitiva dipartita di Voldemort.
Non aveva raccontato nemmeno ai suoi amici del Momento, il momento in cui aveva realizzato di aver finalmente ritrovato i suoi genitori dopo lunghe perlustrazioni in lungo e largo per tutta l'Australia.
Non era stata una cosa immediata perchè Madama Chips le aveva detto che restituire i ricordi improvvisamente poteva essere pericoloso per la loro psiche e rischiava di farli uscire di senno. Hermione ci mise parecchi mesi per diventare amica di quella coppia di dentisti che si erano trovati una paziente che prendeva appuntamento periodicamente. Nemmeno loro si sapevano spiegare come mai la trovassero così familiare e avessero sentito fin da subito un forte istinto di protezione nei suoi confronti.
Dopo mesi di frequentazione, prima come paziente e poi come amica nonostante la differenza d'età, durante una cena di fine agosto Hermione, armata di coraggio e di speranza, dissolse l'incanto che teneva prigionieri i loro ricordi aspettando, trepidante, che la memoria tornasse.
Quella fu una sera di lacrime, di risate, di abbracci, ma soprattutto fu una serata di rinnovata serenità che loro tre, finalmente riuniti, rinnovarono sotto un manto stellato.
Questo era un altro dei motivi per cui, durante il suo settimo anno effettivo, passasse così tanto tempo sulla torre di astronomia.
Hermione sospirò, volendo porre un freno ai pensieri malinconici che sembravano non volerla abbandonare.
-Missy.- un elfo con un grembiule viola apparve con un leggero “pop”.
-Missy può fare qualcosa per la professoressa Granger?- chiese cortese e sorridente esibendo un inchino.
-Sì, grazie. Potresti portarmi una tazza di camomilla, per favore?-
-Missy esegue con piacere. Missy è dispiaciuto di non potere fare mai nulla per la professoressa Granger, Missy è stato forse cattivo?-
Hermione sospirò. Non era il primo elfo che le porgeva quella domanda, ai loro occhi se non gli imponevi ordini li reputavi indegni.
-Assolutamente no è solo che non è giusto che voi ci serviate in tutto e per tutto.-
-Ma Missy è contento di poter aiutare la professoressa Granger e gli insegnanti!-
La donna cercò di troncare lì il discorso, non volendo ancora ammettere di aver commesso un errore di calcolo durante la fondazione del C.R.E.P.A, ovvero che gli elfi domestici, purchè siano trattati bene e non come della carne da macello, erano ben contenti di servire i loro buoni padroni.
-Lo so Missy, sei un elfo bravissimo. Vorrei solo una tazza di camomilla, me la potresti portare?-
Dopo cinque minuti, finalmente, Hermione stringeva la tazza fumante tra le mani.
Quante cose che erano successe in quei mesi! Per forza che non riusciva a prendere sonno...
Solo tre mesi prima era una trentenne annoiata dalla monotonia della vita, con una vita affettiva e sessuale pressoché nulla. Insomma se le avessero detto che sarebbe diventata insegnante e capocasa ad Hogwarts, si sarebbe innamorata dell'arcigno professor Piton, ricambiata per giunta... bè, sicuramente avrebbe fatto ricoverare al San Mungo il fautore di tale profezia. E invece era andata esattamente così, con tutti gli annessi e connessi.
Hermione Granger si sentiva finalmente viva e quasi del tutto felice.
Se solo non ci fosse quel brutto evento negativo riguardante la sua migliore amica ad offuscarle tale felicità.
In quel periodo era così presa dal discorso delle auree e della condizione di Ginny da essersi perfino scordata del suo compleanno.
Proprio lei! Lei che non aveva mai dimenticato un suo compleanno.
Lei, che pretendeva sempre la torta di more su cui spegnere le candeline ed esprimere un desiderio.
Lei, che quando aveva creduto che i suoi amici se ne fossero dimenticati aveva passato tutto il giorno a commiserarsi per poi scoprire che le avevano organizzato una festa a sorpresa (*).
Insomma, proprio lei che aveva fatto del suo compleanno un culto personale, proprio lei se ne era completamente scordata in favore di cupi pensieri e pagine ingiallite di una donna del passato.
Hermione sospirò pesantemente, riportando lo sguardo al cielo, stava cercando di liberare la mente quando due braccia le cinsero la vita, due braccia ormai familiari, e si sentì stretta contro un petto solido dietro di lei.
Severus le posò un bacio sul collo lasciato scoperto dalla treccia che era solita acconciarsi per la notte e poi posò la testa sulla sua spalla.
-Ehi, che ci fai qui?- sussurrò lei continuando a guardare fuori dalla finestra.
-Il letto era freddo senza di te.- mugugnò lui, stringendola leggermente di più.
Hermione sorrise a quella risposta.
-Stavo pensando a questo sai?-
-Al fatto che il letto sia freddo senza di te?-
-No, al fatto che qualche mese fa non ti sarebbe passato minimamente per l'anticamera del cervello pensare che il tuo letto fosse freddo senza di me.-
-Tu sì che sai come uccidere il romanticismo...- commentò lui sulla difensiva, spiazzato dalla sua constatazione.
-Ma andiamo Severus, tu non sei romantico.- rispose lei posando la tazza su un tavolino e girandosi tra le sue braccia con sguardo furbo -Tu sei acido..- bacio -...e sei anche frigido- gli sussurrò direttamente nell'orecchio con tono malizioso.
Severus cercò di inghiottire l'eccesso improvviso di salivazione che l'aveva assalito.
-Ti faccio vedere io quanto sono frigido, ragazzina impertinente.- le rispose tirandosela di scatto completamente contro e baciandola con fervore.
Hermione rise nella sua bocca per poi stenderlo del tutto con un: -Non sono più una ragazzina, professore, non so se se ne è reso conto.-
-Ma sei impertinente.- rantolò lui trascinandosela di peso in camera e chiudendo di getto la porta mentre Hermione non la smetteva di sorridere.
Cosa aveva pensato della sua vita sessuale attuale?Oh sì, pienamente soddisfacente!

E mentre qualcuno si stava divertendo qualcun altro si stava ponendo interrogativi che già da qualche giorno stava rinviando per timore.
Oliver non riusciva a trovare il coraggio di affrontare quel discorso con sé stesso, ma sentiva che oramai era doveroso porsi certe domande.
Era rimasto colpito da Sarah fin dal primo istante e, passionale ed impulsivo com'era, se ne era innamorato praticamente subito.
Quando poi lei sembrava finalmente essersi accorta di lui ne era rimasto letteralmente stupito e i primi giorni aveva vissuto su una nuvoletta rosa, ignaro del mondo circostante.
Viveva in funzione dei momenti che avrebbe passato con lei tra un bacio e l'altro, sognando qualcosa di più.
Ma, come già detto, Oliver era un tipo passionale e quel qualcosa di più pareva proprio che Sarah non volesse concederglielo.
Cominciò quindi a porsi qualche domanda, in primis cosa sapeva effettivamente lui della donna di cui era innamorato? Sapeva che era un tipo molto riservato e timido, che aveva avuto una storia importante con un uomo con cui era perfino fidanzata (l'ipotesi che quindi potesse essere vergine e per questo ritrosa ad andare oltre era quindi da scartare) e che era un'appassionata di libri.
E che era molto amica di Neville.
Ecco la persona che avrebbe potuto aiutarlo a fare chiarezza su chi fosse davvero Sarah, Neville! Del resto erano amici e, si sa, un uomo è sempre pronto ad aiutare un suo amico a conquistare la donna dei suoi sogni, no?
Insomma, aiuto-di-Neville+destrezza-di-Oliver=Amore di Sarah, no? Equazione perfetta. Quello che Oliver ignorava nella sua “equazione perfetta” era che il suo addendo e il suo risultato si stavano rotolando tra le lenzuola due appartamenti più in là.
Ma questo era un dato che ancora Oliver non avrebbe scoperto e avrebbe dovuto aspettare ancora qualche giorno prima di realizzare finalmente che “aiuto-di-Neville+destrezza-di-Oliver= Oliver-rimane-fregato”.

Anche Sarah quella notte si pose delle domande, più precisamente una domanda, la domanda. Quanto tempo sarebbe passato prima che lei riuscisse finalmente a parlare con Oliver e vivere finalmente il suo amore per Neville alla luce del sole?
Quella sera, come le ultime del resto, l'aveva passata tra le braccia dell'insegnante di Erbologia e di questo si vergognava molto.
Eppure lei non era mai stata una persona così e si sentiva tremendamente in colpa, come era giusto che fosse, a passare le notti con Neville, a fare per altro cose tutt'altro che caste, quando il suo fidanzato ufficiale dormiva a sole due stanze di distanza, credendola una ritrosa legata al passato che preferiva passare la notte da sola nella sua stanza.
Fu così che prese la decisione di non avere più contatti di natura amorosa con Neville finchè la situazione non si sarebbe risolta.
Niente abbracci, niente baci, niente passeggiate nei giardini di Hogwarts, niente imboscamenti improvvisi nelle serre come se due adolescenti e, soprattutto, niente incontri notturni (o diurni, precisò mentalmente ricordando con leggero imbarazzo l'esito dell'ultimo imboscamento nella serra 3 del giorno prima).
Adesso non le restava che comunicare la notizia al suo adorato erbologo, impegnato a russare alla grossa; sapeva già che non l'avrebbe accolta benissimo, ma avrebbe capito, ne era certa.

Hermione si svegliò aggrappata a Severus rendendosi conto che alla fine era riuscita ad addormentarsi.
Alla fine.
Sorrise soddisfatta per poi constatare che sarebbe stato il caso di alzarsi, a meno che non avessero voluto passare tutto il sabato mattina nel letto; il che, data l'assenza di lezioni nel week-end, non le pareva una così cattiva idea.
Decise così di tentare la sorte rintanandosi nuovamente nel cantuccio caldo che le braccia di Severus offrivano e sospirò beatamente, sentendosi presto stringere.
-Buongiorno.- sussurrò lei sorridente verso il viso ancora mezzo addormentato dell'uomo al suo fianco.
-...'Giorno...- rispose lui di rimando, tendendo tuttavia gli occhi chiusi ermeticamente.
Hermione si ritrovò a sghignazzare, pensando per l'ennesima volta a quanto pareva un bambino troppo cresciuto certe volte.
-Hai piani per la giornata?- chiese lei spostandogli delle ciocche dal viso.
-Restare a letto. Possibilmente con te dentro.- rispose lui continuando a mugugnare e facendola definitivamente scoppiare a ridere.
-Orsù mio prode cavaliere- e qui finalmente Severus aprì gli occhi lanciandole un'occhiata a metà tra il rimprovero e lo scetticismo che la fece ridere ancora di più -potremmo andare a fare un giro da qualche parte, che ne dici? Magari chiedo a Harry e Ginny se vogliono unirsi a noi.-
-Per carità! Non tutta la tribù Potter, te ne prego! Ma l'idea di allontanarci da questa gabbia di matti che pullula di pusillanime non è malvagia.-
-Tesoro, sei il preside di una scuola per giovani maghi! Cosa pensavi quando hai accettato il lavoro, di aver a che fare con degli adulti?- constatò ovvia lei.
-Speravo solo che ci fosse un pizzico di buon senso tra queste mura, quanto era bello potersi illudere!-
Hermione si trovò a ridere fragorosamente mentre si sedeva davanti allo specchio per sciogliersi la treccia, miracolosamente intatta nonostante la ginnastica notturna.
-Illusioni o non illusioni- continuò iniziando a spazzolarsi i capelli, non con pochi problemi -avevi qualche posto in mente per questa fuga giornaliera?- Severus sorrise enigmatico.
-Può darsi... vestiti alla babbana e porta un costume.-

-Non ci posso credere!- fu quello che esclamò Hermione nemmeno un'ora dopo appena si trovò davanti una piccola villetta in stile Tudor in una delle principali vie di Brighton a pochi passi dal mare.
La donna si girò verso il suo compagno con aria incredula.
-È tua?- chiese sinceramente interessata.
Lui in risposta le indicò la cassetta delle lettere in metallo nero dove, in un bel argento brillante, torreggiava il nome “Piton”.
-A dir la verità era dei miei nonni paterni, era la loro casa. Ma adesso è mia.-
-I tuoi nonni paterni? Ma io pensavo che odiassi tuo padre.-
-E infatti è così, ho odiato profondamente quell'uomo ma non i suoi genitori. Anzi furono proprio loro a decidere che alla loro morte la casa sarebbe passata direttamente a me. Credo che tra tutte le persone che Tobias Piton deluse ci fossero anche loro.- concluse mesto alzando leggermente le spalle.
-Bè vuoi vedere la casa?-
Ad Hermione brillarono gli occhi e spinse il cancelletto in ferro battuto.
La casa era su due piani, all'esterno appariva in mattoni rossi con gli infissi e le decorazioni bianche, in perfetto stile Tudor.
Appena dentro si ritrovò in un piccolo corridoio con una rampa di scale e tre porte.
Aprì curiosa la prima a destra trovandosi in uno studio con una libreria piena di testi di legge babbani e libri di pozioni, una scrivania in mogano e, subito accanto, un enorme calderone e un mobiletto con una notevole collezione di ingredienti.
-Tuo nonno era un avvocato per caso?- domandò incuriosita dai libri di legge.
-Era il migliore avvocato del Sussex.- rispose lui orgoglioso.
-Vedo che la modestia fa parte del corredo genetico dei Piton!- rise lei.
La seconda porta dava su un salotto accogliente, con un divano di pelle bianca che aveva visto tempi migliori, un caminetto in marmo bianco, una televisione un po' datata (che sicuramente Severus non aveva mai usato), una libreria con due poltrone accanto e la moquette bianca.
Lei adorava la moquette, soprattutto adorava la sensazione che provava quando ci camminava sopra a piedi scalzi.
Infine trovò la cucina, piccola ma provvista di tutto, perfino di un forno a microonde, ed un'altra porta a vetri che dava su una veranda coperta.
-Veramente bellissima! Certo sarebbe da fare qualche cambiamento per renderla un po' più moderna ma è veramente splendida. Come mai tu non vivi qui?- chiese avvicinandosi a lui che era rimasto in salotto.
-È troppo grande per viverci da solo. Ci vengo quando ho bisogno di quiete, ma succede molto sporadicamente.-
-Ma è una casa completamente babbana?-
-Per chi mi hai preso Granger? Ovvio che no! Il camino del salotto è collegato con quello nel mio studio e ci sono scudi e incantesimi anti-intrusione lungo tutto il perimetro. Tuttavia apprezzo alcune qualità babbane, come ad esempio l'elettricità. E prima che tu me lo chieda, sappi che la televisione funziona e, udite udite, sono anche capace di usarla.-
-Bravo bravo! E sopra cosa c'è?-
-Tre camere da letto, una lavanderia e due bagni. Vuoi vedere?-
Hermione battè le mani eccitata come una bambina in pasticceria e si fece condurre su per le scale.
La prima camera capì subito essere quella principale. Era una stanza molto luminosa con un letto moderno con una coloratissima coperta patchwork e un cassettone su cui giaceva, sempre più incredibile ma vero, un altro televisore.
Rimase incantata davanti ad un gruppo di cornici appese accanto al mobile, alcune magiche e alte, molte altre, tradizionali.
In particolare la colpì una foto di un bambino di circa cinque anni in braccio ad un uomo che immaginò fosse il nonno e con accanto una donna.
-Sono i tuoi nonni?-
-Sì, passavo buona parte dell'estate qui con loro, mio nonno mi insegnò a giocare a scacchi quando ancora avevo solo cinque anni. Mia nonna invece mi portava sempre a raccogliere fiori sulle colline qui vicino, le Seven Sisters. È stata lei ad insegnarmi a leggere, sai lei era un'insegnante.- rispose lui perso nei ricordi.
-Dovevi essere molto attaccato a loro...-
-Sì, molto. Non ho mai conosciuto i miei nonni materni e, come ben sai, la situazione nella mia famiglia non era per nulla facile. I miei nonni sono stati i cardini della mia infanzia e gli ero molto affezionato. È il motivo principale per cui non ho voluto vendere questa casa.-
Severus parlò più a se stesso che ad Hermione e percorse con l'indice i contorni del viso della donna.
-E come sono morti?- si azzardò a chiedere lei.
Il viso dell'uomo si indurì.
-Voldemort li ha uccisi. Una settimana prima dell'uccisione dei Potter, diceva che era l'unica radice che mi teneva legato al mondo babbano e per questo doveva essere estirpata. Mi ordinò di ucciderli ma io mi rifiutai. Il risultato fu scontato, li attaccò in giardino mentre stavano curando i cespugli di rose. Non ebbero scampo. In quanto a me... bè, non puoi rifiutare un ordine di Voldemort e pensare di passarla liscia, senza conseguenze. Questa è la conseguenza per non aver voluto uccidere le uniche persone che mi avevano veramente voluto bene.- concluse mesto alzando di poco la maglia sulla schiena e indicando due grosse cicatrici quasi parallele.
-Evidentemente pensava che per essermi rifiutato di uccidere due babbani il miglior modo per farmela pagare fosse infliggermi una tortura babbana. E la frusta era uno strumento a cui era particolarmente affezionato.-
Hermione gli si avvicinò abbracciandolo stretto da dietro, mentre una lacrima solitaria solcava la la sua guancia.
-Perdonami... non volevo riportare a galla vecchie ferite.- sussurrò dispiaciuta.
Severus si girò verso di lei stupito e confuso.
-Perdonarti? Non capisci che tu sei la prima vera fonte di felicità dalla mia infanzia? Non capisci quanto tu mi abbia salvato donandomi una felicità che non ricordavo nemmeno si potesse provare?- le disse accorato per poi abbracciarla.
-Tu sei la mia famiglia adesso e questa non è certo una cosa per cui uno deve farsi perdonare.-
Restarono per qualche secondo così, abbracciati nel corpo e nello spirito da quel senso di appartenenza che aleggiava tra di loro.
Il primo a resuscitare da quello stato di torpore e a cercare di darsi un contegno fu Severus. -Bè, basta con questo sentimentalismo, altrimenti avrò bisogno di un'iniezione di insulina! Vieni, ti faccio vedere la parte più bella di questa stanza.-
-Il letto?- chiese lei maliziosa.
-No. Ma mi sono messo con una ninfomane?!- sbottò lui, fintamente risentito ma profondamente tentato.
-Antipatico.- Hermione mise su in broncio, ma non riuscì a trattenere un'espressione di autentico stupore di fronte alla visuale che le si parava davanti aperta la finestra. La distesa del mare, in tutto il suo splendore e colori, era uno spettacolo che proprio non si aspettava.
-È bellissimo.-
Severus sorrise soddisfatto per poi richiudere la finestra e prenderla per mano.
-Vieni, ti faccio vedere il resto della casa. Prima di tutto questo è il bagno della camera.- Un bagno corredato di tutto e piastrellato di bianco fece capolino dietro una porta a specchio vicino all'armadio.
Seguirono la camera degli ospiti, un altro bagno, la lavanderia con tanto di lavatrice e ferro da stiro ed infine rimase una sola porta di legno bianco con una targhetta di cartone e un nome scritto con quella che a prima vista sembrava essere pasta di sale colorata: Severus.
-E questa era la mia camera, era la vecchia stanza degli ospiti che mia nonna riadattò per me.- La stanza era semplice ma allo stesso tempo molto personale. Vi era un letto da bambino con le lenzuola azzurre ricamate in blu, parecchi giocattoli magici e babbani e tanti, tantissimi disegni alle pareti.
-Ma se non vieni mai come fa ad essere tutto pulito? Nemmeno un granello di polvere.-
-Un elfo viene una volta alla settimana e pulisce tutto e, prima che tu esponga lamentele, ti dico subito che è stipendiato.-
-È una casa veramente bellissima. Come mai non vieni spesso, visto che ci sei così legato?-
-Te l'ho detto, è troppo grande per me solo...- rispose lui -ma chissà, magari un giorno potremmo riempirla noi, insieme.-
Il cuore di Hermione si fermò a quelle parole e al significato che esse nascondevano.
Riempirla insieme? Come... una famiglia? E magari con un piccolo Piton a giocare con tutti quei giocattoli che giacevano inutilizzati in quella cameretta.
-Adesso sono io ad aver bisogno di un'iniezione di insulina però.- si ritrovò a sussurrare mentre gli prendeva la testa tra le mani e lo avvicinava a sé per baciarlo.
-Bene, dopo aver appurato che siamo da ricoverare entrambi per diabete... che ne dici se andiamo in spiaggia? Con questo caldo allucinante e completamente fuori stagione potremmo anche arrischiarci a fare un bagno.- propose lui cominciando a scendere le scale.
Ed Hermione, dall'alto della sua nuvoletta rosa, non poté fare a meno di seguirlo.

In effetti l'acqua non era così fredda e i due poterono concedersi un bel bagno prima di crogiolarsi al sole come due lucertole.
Erano ormai due ore che si trovavano in spiaggia ed Hermione, stanca di stare lì a guardare il cielo mentre il suo uomo aveva deciso di addormentarsi, tirò fuori dalla borsa il diario di Althea e decise di concedersi qualche pagina.

25 Febbraio 1605

Iris e Lady Polly hanno litigato molto violentemente.
Oggi pomeriggio la mia padrona è stata chiamata negli appartamenti della madre da una cameriera, volevo accompagnarla ma mi ha impedito di farlo.
Ho atteso fuori dall'ingresso dell'anticamera e ho udito solamente tante urla e rumori di vetri rotti.
Dopo poco più di una mezz'ora Iris è uscita in lacrime e si è rintanata nella sua camera privata. Non mi è stato permesso di starle accanto e Lady Polly mi ha fatto trasferire negli alloggi della servitù, in camera con Kate, la cameriera germanica.
Spero domani di avere occasione di vederla e capire il motivo del suo dolore.

27 Febbraio 1605

Sono ormai due giorni che non vedo Iris e questo mi preoccupa; ho mosso richiesta più volte a Lady Polly per avere la concessione di andare a sincerarmi delle sue condizioni, ma invano.
Non può essere una semplice malattia, che motivo ci sarebbe di piangere mattina e sera per una malattia?
Sento solo dei flebili singhiozzi provenire da dietro la porta di legno bianco con inserti dorati della sua camera; pare la porta del Paradiso, ma io so che sta celando l'inferno.
Il suo inferno.

2 Marzo 1605

Iris non piange più. Non ne avrà più la possibilità.
Quando stamattina Kate è venuta a dirmi che aveva trovato la padroncina morta non potevo crederci. Iris, la mia dolce amica Iris, si è tolta la vita con un fermacarte d'argento, evidentemente la sofferenza era troppa per andare avanti.
Ho pianto per ore per la perdita della mia cara amica e anche dopo averla seppellita non posso fare a meno di pensare a quanto mi manchi e, soprattutto, al fatto che Lady Polly ne sia in qualche modo colpevole.
Prima o poi scoprirò il motivo di tale litigio, ma adesso non posso fare altro che pregare per l'anima della dolce Iris, sperando che le sue disgrazie in vita, qualunque esse siano, le allevino la pena dell'inferno e che il suo destino non sia quello di rimanere ramo secco nella terra arida, ma che le sue radici possano arrivare al regno dei cieli (**).
Addio amica mia, mi mancherai molto.


Hermione alzò lo sguardo dal diario e si accorse di avere gli occhi umidi. Non sapeva se per la triste fine di Iris o per le implicazioni che essa comportava.
Uno stormo di gabbiano volò basso, provocando rumore con i loro striduli garriti, ma Hermione non li sentì, troppo presa dalla mera conclusione che Iris fosse morta.
E che la sua aura fosse diventata viola.




Angolino di Zebraviola
Noticine
(*) Riferimento alla ff di compleanno che ho scritto (e che non ha cagato nessuno, ma che era immaginabile visto che non mi sono impegnata nemmeno un po' xD). Se avete coraggio a leggerla la trovate nella mia pagina, si intitola: Hermione Granger adorava i compleanni, soprattutto il suo  (lo so, titolo del piffero xD)

(**) Riferimento alla Divina Commedia di Dante. Più precisamente i suicidi si trovano nel II° Girone dei violenti e la loro pena è quella di essere mutati in alberi secchi. Ora, cronologicamente parlando è fattibile pensare che l'opera di Dante fosse conosciuta anche in Inghilterra nel 1605 (cronologicamente parlando) e Althea sa leggere e scrivere (ovviamente xD altrimenti come lo scriveva il diario?). Vive in casa di nobili che potrebbero aver avuto una copia della Commedia. Insomma, per come la vedo io è fattibile xD

Che dire, è stato un capitolo veramente lungo da scrivere. Non avevo proprio ispirazione e dopo le prime scene e le pagine di diario mi sono detta Caspita, sono solo 3 pagine, devi mettere qualcos'altro!
Poi è arrivato lo spunto, ovvero la vacanza a Brighton dove per altro sono ancora (e per inciso IO il 2 ottobre ho fatto il bagno qui nell'oceano U.U robe da matti solo a pensarlo, ma la temperatura lo permetteva xD).
Il papà di Piton era babbano, si sa, e perchè allora i suoi nonni non potevano avere una casa normale in questa bellissima cittadina di mare? E perchè allora lui no poteva essere molto legato a loro? E perchè non portarci Hermione? XD
Insomma, alla fine sono riuscita a scrivere addirittura due pagine su questa casa di Brighton, spero vi sia piaciuta (io al momento ci vivo dentro ed è bellissima U.U).
La povera Iris... è povera! :( Mi è molto dispiaciuto farla finire così ma era il suo destino, poveraccia.
Il povero Oliver... è poveraccio anche lui xD Mamma mia mi sono sentita in colpa io per Sarah mentre scrivevo quella parte :P
La storia poi di Voldemort che uccide i nonni invece di Severus è venuta così dal nulla, ma mi piaceva e quindi l'ho lasciata, spero piaccia anche a voi.
Bon, ho finito di tediarvi con queste note inutili :P
Comunque adesso visto che fino a dicembre non devo lavorare avrò più tempo libero (o meno, a seconda dei punti di vista) e ho già parecchie idee per i prossimi capitoli che, ahimè, saranno anche gli ultimi :( (ma tanto con la frequenza con cui sto pubblicando ultimamente penso che arriveremo tranquillamente al prossimo anno xD)
Come sempre vi lascio con il link di Facebook (su, siete in centinaia ad aver la storia tra preferite, seguite e altre che mi sembra impossibile che solo 80 di voi abbiano faccialibro xD
Cliccate sull'immagine ed iscrivetevi! ^^

Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 22
*** Cap 21. ***


Capitolo 21

Dove eravamo rimasti:

Hermione e Severus sono a Brighton, passando una bella giornata di sabato nella casa dei nonni di lui e fantasticando sul loro futuro.
Neville e Sarah decidono di trattenersi fino a quando lei non troverà il coraggio di lasciare Oliver.
Diario di Althea: Iris è morta, si è suicidata, e l'aura porpora comincia ad avere riscontri mortali agli occhi di Hermione.

 

 

18 Marzo 1615

È veramente strano come, dopo che ti accorgi dell'esistenza di qualcosa, ti ritrovi ad osservarla ovunque.
Ma facciamo un passo indietro.
Dopo la morte di Iris, Lady Polly mi ha imposto di svuotare la sua camera di tutti i suoi effetti personali e di bruciare tutto. Quella donna mi mette i brividi... lei e il marito non hanno versato una singola lacrima durante il funerale della loro unica figlia, come se fossero contenti di essersi liberati di lei.
Ad ogni modo, nonostante la barbarie, sono stata costretta ad eseguire gli ordini. Mentre sgomberavo il suo scrittorio ho trovato una lettera per Mattew, il figlio del mugnaio della famiglia.
So che non sarebbero stati affari miei ma la sua perdita mi ha talmente devastata che non ho potuto fare a meno di aprirla per cercare indizi.
Ho scoperto che Iris e Mattew erano innamorati, non me ne ero nemmeno resa conto visto che l'aura di Iris era naturalmente arancione.
Alla luce di questa informazione posso provare ad avanzare ipotesi circa gli antecedenti della tragedia: Lady Polly deve avere scoperto l'intreccio amoroso e intimato la figlia di recidere il rapporto durante la famosa furibonda litigata, ma Iris si è lasciata prendere dalla disperazione fino a togliersi la vita.
Pensavo che l'amore fosse l'unica ragione per cui valga la pena di intraprendere questo viaggio chiamato vita, se fosse stata al suo posto sarei fuggita con lui, non mi sarei fatta annientare.
Ma la dolce Iris non è mai stata una propensa alle vie tortuose e si è buttata in quella più semplice.
Ad ogni modo dopo avere lasciato la residenza Herrington sono tornata a casa dai miei genitori e ho trovato lavoro come dama di compagnia di una signora, non nobile come la precedente ma decisamente molto ricca. Ma il denaro non è l'unica cosa che abbonda in questa casa; non ho mai conosciuto nessuno più pettegolo di Lady Lucy Wind.
Lady Lucy è una donna assai vuota e stupida, a volte mi chiedo se il vento non lo abbia anche nella testa, oltre che nel cognome.
Da quando sono qua con lei non ho fatto altro che partecipare a raffinati tea danzanti con contorno fumante di pettegolezzi e ad ogni occasione mondana.
Ieri, per esempio, io e Lady Lucy ci siamo recate ad assistere ad un processo per stregoneria.
La strega, o povera vittima a seconda dell'occasione, era una donna di circa trent'anni, accusata di aver creato pozioni e filtri magici che avrebbero provocato la morte del figlio di una coppia affetto da polmonite.
La donna avanzò verso la forza con passo malfermo, una cascata di ricci biondi ad incorniciarle il viso smunto sul quale e facevano risalto due bellissimi occhi verdi, resi acquosi dalle numerose lacrime che le stavano sgorgando in quel momento.
-Karolane March, siete stata accusata di praticare la stregoneria e di aver ucciso con i vostri sortilegi e filtri David Wood, di dieci anni. Confessate e avrete la grazia.-
Alla donna parve di intravedere una stilla di salvezza in fondo a quel tunnel.
Ma quello era solo un espediente e io lo sapevo bene.
Se veniva accusata di omicidio con filtri magici non avrebbe avuto vita salva, per nessuna ragione.
-Si, mio signore! Lo ammetto, ho fatto tutto quello che ha detto. Ho ucciso il piccolo David, sono una strega! Vi prego, datemi la salvezza!- la donna si gettò ai piedi del prete implorandolo di essere lasciata andare.
-Brava figliola- gli ha risposto lui poggiandole la mano sul capo -la tua anima sarà salva. Bruciatela!- finì,lapidario, rivolto ai due uomini dietro lei che la presero da sotto le ascelle trascinandola sulla catasta di legna tra le urla e i pianti.
E in tutta questa orribile scena un'aura purpurea ricordante uno straziante rosso sangue riluceva su tutto, fondendosi con le fiamme che le lambivano il corpo.
Poco dopo della “strega” rimase solo un corpo senza vita e senza aura.
E mentre pregavo per lei, per l'ennesima vittima delle barbarie di questi cupi anni, non potei fare a meno di pensare che tutto ciò alimenta la mia infausta tesi delle auree di morte.
È possibile che il destino influisca sul colore dell'aura? Fino ad ora i mutamenti cromatici che ho registrato derivano da alterazioni formate dal connubio tra psiche e corpo.
Può il corpo percepire l'avvicinarsi della fine della sua vita?

...

25 Marzo 1605

Lady Wind mi ha accusata di non apprezzare la sua magnanimità, perchè sì, lei crede ciecamente che trascinarmi con lei e ammorbarmi con le sua stupide chiacchiere sia essere magnanimi.
E questo solo perchè mi sono lamentata del fatto che torniamo sempre molto tardi dalle sue serate mondane.
Tra l'altro la signora possiede un'aura di un colore molto sgradevole, una sorta di verdognolo marcio, veramente orribile. Più di una volta mi sono trovata a trattenermi dall'andarmene, abbandonando questa malvagia e stupida donna. Al momento persevero, ma non so fino a che punto.

...

30 Marzo 1605

Ho deciso di lasciare Wind Manor e sono tornata nella mia abitazione. Non sopportavo proprio più quella donna e, grazie al cielo, mia zia mi ha concesso di assisterla nel suo lavoro come levatrice.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza è stato sentirla asserire con una amica che io ero la sua serva.
Detesto queste grottesche donne che credono che essere una dama di compagnia equivalga ad essere delle serve.

...

13 Aprile 1605

Stamane mi hanno mandato a chiamare frettolosamente perchè c'era una donna in travaglio.
Quando sono arrivata alla modesta abitazione mia zia era già arrivata ma purtroppo non era stato un parto facile.
Mi si è avvicinata con un fagotto tra le braccia e io ho trattenuto il fiato. Il bambino, un maschietto a cui era stato dato nome Oliver, era circondato dalla stessa aura che ormai mi sta tormentando da tempo. Mia zia mi disse che il bambino non respirava bene e che, probabilmente, non sarebbe sopravvissuto alla notte. Io sapevo che aveva ragione.

 

Hermione stava piangendo.
Severus se ne era reso conto quando dei leggeri singhiozzi lo destarono dal sonnecchiare in cui era caduto.
La donna era seduta a gambe incrociate, la testa china scossa da tremiti e il famoso diario in grembo.
Si alzò facendo leva sui gomiti e le accostò una mano alla testa accarezzandola.
-Hermione? Cosa succede?-
-Morirà...- sussurrò lei tra le lacrime.
-Chi morirà?-
-Ginny... Ginny morirà!-
Lo scetticismo si dipinse sul volto affilato dell'uomo.
-In che senso “Ginny morirà”?- Hermione provò aprì la bocca ma non ne uscì altro che un singhiozzo spezzato.
La realtà delle parole lette nel diario di Althea le trafiggeva il petto come lame di ghiaccio, mozzandole il respiro. La cosa più triste è che si sentiva totalmente impotente, non poteva fare nulla per impedirlo.
A Severus si strinse il cuore alla visione della sua donna tremante come una foglia, tra l'altro si trovavano ancora sulla spiaggia e un piccolo gruppo di curiosi si era fermato a osservarli.
-Vieni, andiamo a casa.- le tese una mano che lei prontamente afferrò per poi aggrapparsi al suo braccio.
Per fortuna la villetta dei nonni di Severus era giusto dall'altra parte della strada e, dopo nemmeno dieci minuti, la fece sdraiare sul letto.
-Torno subito, vado a prendere qualcosa di caldo.-
Non la aveva mai vista in quello stato; in effetti in quella settimana aveva preso sottogamba la faccenda dei Lectoris, pensando che non fosse niente di troppo importante. Stupido. Era stato stupido a seguire il suo istinto che gli diceva di non preoccuparsi.
Nella dispensa rinvenne una vecchia confezione di tè e, sperando che fosse ancora buono, preparò una tazza d'acqua bollente.
Trovò Hermione raggomitolata in posizione fetale sul letto, non piangeva più ma aveva gli occhi spenti e rassegnati.
Posò la tazza sul comodino accanto al letto e si sdraiò accanto a lei, attirandola in un abbraccio.
-Hermione... non puoi sapere con certezza che morirà. Il resto del diario cosa dice?-
-Niente, non c'è scritto più nulla dopo quelle pagine. Bianco. Vuoto. Deserto.- rispose lei in un sussurro.
-Forse le sarà successo qualcosa. Cosa dicono di preciso le pagine di diario che hai letto?-
-Parlano tutte di morte; donne, bambini... non si è salvato nessuno. Chiunque avesse quella dannata aura porpora è morto.-
Severus si avvicinò ancora di più, posandole un bacio sulla testa e accarezzandole la schiena.
-Ascolta. Non possiamo sapere con certezza che quello che tu hai letto corrisponda alla verità. Sono passati quattro secoli da quel diario, magari le cose sono cambiate. Insomma, un proverbio babbano dice che non bisogna fasciarsi la testa prima di essersela rotta, quindi perchè accelerare le cose in questa maniera? Domani ci sarà il matrimonio di Weasley e devi solo pensare a divertirti.-
Hermione sospirò tristemente, accoccolandosi al petto di Severus.
-Hai ragione tu.-
-Io ho sempre ragione!- rispose lui strappandole un sorriso.
-Sempre modesto vero?-
L'uomo sorrise a sua volta prima che il silenzio calasse su loro due, avvolti dal tepore dell'abbraccio.
-Severus? Eri serio stamane quando hai detto di voler riempire con me questa casa?- la domanda fu poco più di un sussurro ma arrivò forte e chiara al cuore dell'uomo che le alzò il viso con due dita e sondò i suoi occhi con decisione.
-Mi sembrava di aver ormai appurato che ho sprecato gran parte della mia vita. Oramai ho cinquant'anni e, nonostante per un mago siano ancora pochi, sarebbe anche l'ora di mettere su famiglia. Spero che questo non ti spaventi, non voglio certo affrettare le cose, vorrei solo che tu avessi chiara la meta di questo viaggio insieme. Tu vuoi restare al mio fianco?-
Hermione lo scrutò con occhi lucidi dalla gioia.
-Ne sarei onorata.- Si sporse verso il suo volto e gli posò un lieve bacio sulle labbra, dolcissimo e pieno d'amore.
-Si può sapere cosa mi hai fatto? Non mi riconosco proprio più!- sbuffò lui trattenendo un sorriso.
-L'hai già detto altre volte. È il prezzo da pagare per essere felice, ne convieni?-
Severus la baciò un'ultima volta prima di mettersi seduto lanciando un'occhiata all'orologio sul comodino.
-Bè, lieto di vedere che ti sei un po' ripresa. Ti avevo preparato un tè caldo ma ormai è gelato, che ne dici se mangiamo qualcosa?-
-Non mi dirai anche che sai cucinare in una cucina babbana!-
-Nemmeno in una magica, se è per questo.- ribattè lui provocandole una serena risata.
-E quindi? Io un po' me la cavo in cucina ma non ho proprio voglia di mettermi ai fornelli adesso.-
-Che ne pensi se andiamo a mangiare al ristorante italiano vicino alla spiaggia e poi prendiamo le biciclette e andiamo a fare un giro?-
Hermione spalancò gli occhi dall'incredulità.
-Wow, fermi tutti! Ho sentito le parole “ristorante italiano” e “biciclette”? Severus Piton sa andare in bicicletta?!-
-Ovviamente. In realtà devo ringraziare mia nonna per entrambe le tue incredule puntualizzazioni. È stata lei ad insegnarmi ad andare in bicicletta e ad amare la cucina italiana. Il suo ristorante preferito è ancora aperto e, se me lo permetti, vorrei portarti lì a pranzare.-
Hermione ancora non lo sapeva ma avrebbe ricordato quel pomeriggio per sempre come il giorno in cui aveva avuto la certezza di voler passare la vita con quell'uomo coraggioso che riusciva a mantenere il controllo e la dignità anche quando cadeva rovinosamente dalla bicicletta davanti ad un gruppo di babbani.

Neville e Oliver stavano giocando a scacchi nella sala comune quando l'insegnante di volo cercò di intavolare la discussione che gli premeva in testa.
-Insomma non so cosa fare con lei. Appena penso che sia contenta al mio fianco, che siamo fatti per stare insieme, che lei mi ama ecco che si allontana. Sai che non abbiamo ancora fatto l'amore? Inizialmente pensavo pensasse ancora al suo fidanzato ma non ne parla mai. Pedone in D5.-
Neville non sapeva cosa dire, da un lato avrebbe voluto confessare tutto ma dall'altro capiva che non aveva il diritto di mettersi in mezzo.
-Non so che dirti, forse il problema è la mancanza di dialogo. Hai provato ad affrontare il discorso? Cavallo in F3.-
-No, non ho provato a parlarle. Ma temo che ormai il confronto sia inevitabile. Tu sei disposto ad aiutarmi? Alfiere in F3.-
-Aiutarti? E come?-
-Potresti parlarle, chiederle se mi ama...-
L'agitazione si impossessò del più giovane. Come poteva farlo? Lui già sapeva che lei non lo amava, non poteva certo acconsentire.
-Mi dispiace Oliver, ma penso che debba parlarci tu.-
Il giovane assunse un'aria pensosa.
-Hai ragione, le parlerò dopo. Mi starò facendo solo delle pare mentali, comunque. Lei mi ama, lo sento! Alfiere in C6, scacco!- Esultò sorridendo ottimista.
-Torre in D2, scacco matto.- La torre di Neville frantumò il re nero sotto gli occhi increduli dell'altro.
-Mi dispiace Oliver, ho vinto io.- E Neville sapeva di non riferirsi solo ad una misera partita di scacchi.

...

Il rimorso stava ormai divorando la povera bibiliotecaria.
Si era rintanata in biblioteca da quella mattina per sfuggire ai sensi di colpa, al suo fidanzato e al suo amato.
Dopo quasi una giornata di riflessioni era arrivata alla conclusione che l'unica cosa da fare fosse trovare il coraggio di parlare con il professore di volo e di chiudere quella situazione assurda.
Fu il fato a venirle incontro.
-Sarah, dobbiamo parlare.-
La donna sospirò ma sorrise, facendo accomodare l'uomo ad uno dei tavoli della biblioteca, deserta di sabato.
-Dimmi Oliver, anche io devo parlarti.-
L'uomo prese posto e la guardò intensamente negli occhi prendendole la mano.
-Sarah, io ti amo, ma sento che c'è qualcosa che non va... sento che non riesci a lasciarti andare del tutto nei miei confronti e questo mi spaventa.-
La donna si morse un labbro scostando lo sguardo e prendendo a fissare le loro mani strette.
Doveva farlo, sapeva di dover dire la verità, ma non voleva farlo soffrire. Gli voleva molto bene ma questo non bastava, lui non si meritava un finto amore.
Sospirò pesantemente lasciando la mano che la stringeva e le donava calore.
-Io... lo so. Tu sei una persona fantastica Oliver, davvero! Sei romantico, estroverso, altruista, dolce...-
-Ma? C'è un ma vero? Me lo sento.- rispose lui flebile, con una fitta di dispiacere nel cuore.
-...Ma non ti amo. Pensavo, speravo, che l'amore sarebbe venuto, ma il mio cuore ragiona in modo autonomo e mi dice di no, tutti i giorni. Vorrei tanto poter ricambiare il tuo amore, credimi.-
Sarah cercò di allungare una mano per stringere nuovamente quella dell'altro in segno di conforto ma incontrò solo l'aria.
-Bene... devo dire che non me l'aspettavo, lo temevo ma speravo davvero di cuore di sbagliarmi.- esalò lui affranto.
-Mi dispiace Oliver, davvero. Credimi non sei...-
-Oh no, ti prego Sarah. Non uscirtene con frasi del tipo “non sei tu, sono io il problema”, spero che riusciremo a tornare ad essere amici ma mi ci vorrà tempo, tanto tempo.-
Sarah era grata del fatto che non le avesse chiesto se ci fosse qualcun altro perchè proprio non avrebbe saputo mentire.
-Mi piacerebbe molto tornare ad essere amici Oliver.-
L'uomo le lanciò uno sguardo addolorato.
-Come ho detto, ci vorrà tanto tempo.-
Poco dopo vicino a Sarah rimase solo un posto vuoto, Oliver se ne era andato senza salutare, senza guardarla.
Era entrato con il cuore in mano e lei l'aveva stritolato e gettato.
Quella sera, dopo anni dall'ultima volta, Oliver pianse.

Era ormai quasi mezzanotte quando Hermione e Severus tornarono ad Hogwarts.
L'uomo aveva fatto tutto ciò in suo possesso per farle dimenticare la tristezza della mattina.
Erano andati in bicicletta, avevano visitato il Pavillon, fatto il bagno nell'oceano, avevano fatto l'amore per la prima volta nella “loro”casa e avevano passeggiato sul lungo mare mano nella mano, come una coppia normale, godendosi quel giorno di vacanza.
Ma bastò la vista del castello ad Hermione per sprofondare nuovamente con la memoria nelle pagine di diario di Althea che tanto l'avevano sconvolta quella mattina.
I due entrarono in sala comune facendo piano, immaginando tutti a letto e si sedettero sul divanetto.
-Severus e se avesse ragione? Se Althea non si fosse sbagliata e l'aura porpora stesse a significare l'avvicinarsi della morte dell'individuo? Io non so cosa farei senza Ginny, è la mia migliore amica...- Severus abbracciò la donna prossima alle lacrime e prese ad accarezzarle la testa.-Temo che a questo punto solo il tempo potrà darci le risposte che cerchi.-
-Grazie per esserci almeno tu...-
-Io ci sarò sempre per te Hermione. Comunque sei sicura che non ci siano altre pagine in quel diario?-
-Purtroppo sono sicura, l'ho sfogliato tutto, il resto è intonso.-
-Quando torneremo dal matrimonio ti aiuto a cercare nuovamente in biblioteca e se non troviamo niente nemmeno lì allora ti prometto che ti aiuterò a ribaltare il mondo magico alla ricerca di qualcuno che ci possa aiutare a far chiarezza.-
Lei si scostò inchiodando i suoi occhi in quelli nero pece di lui, stava per baciarlo e ribadire quanto gli fosse grata quando una voce emersa dalla poltrona vicino al caminetto li distrasse.
-Forse io posso esservi d'aiuto.-

 

 

Angolino di Zebraviola


Bè per prima cosa penso che un po' di scuse siano d'obbligo, son passati più di quattro mesi dall'ultimo capitolo e non posso che scusarmi con voi con l'attesa. Tra lavoro, studio e il tempo che vola non mi son nemmeno resa conto di essere arrivata a fine febbraio!
Spero comunque che l'attesa sia stata ripagata... non è un capitolo lunghissimo ma non sapevo che altro aggiungere prima di passare alla parte “conclusiva” e risolutiva della vicenda.
Vi annuncio che mancano ufficialmente 2 capitoli più l'epilogo alla fine di questa lunga storia iniziata poco più di un anno fa.
Ma cosa abbiamo in questo capitolo?
Abbiamo le ultime pagine del diario della povera Althea, abbiamo molto fluff tra i nostri due protagonisti e poi abbiamo, finalmente direi, la conclusione della vicenda tra Oliver e Sarah (ma sarà davvero finita? xD).
E per ultimo ecco che sbuca fuori una voce che potrebbe essere d'aiuto per la risoluzione della vicenda intricata delle auree. Ma chi sarà? Avanti con le teorie!!! 
Niente dai vi lascio con la promessa di non metterci altri 4 mesi per il prossimo capitolo, avete la mia parola!
Ho avuto un problema con l'HTML quindi per adesso posto così poi lo sistemerò, ma almeno avete il capitolo! :) 
Questa è la mia pagina FB, iscrivetevi! (cliccate l'immagine ^_^)

  


Aspettando le vostre impressioni sul capitolo vi mando un bacio!
Chiara

 

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Capitolo 23
*** INCREDIBILE MA VERO! ***


INCREDIBILE MA VERO!!!

INCREDIBILE MA VERO!!!


Ebbene sì U.U

Della serie “se non sono morti ritornano” eccomi a voi nuovamente dopo, OMMIODDIO, tre anni!
Mi dispiace infinitamente per questo ritardo (se di ritardo si può ancora parlare) ma a mia discolpa posso dire che sono stati degli anni incasinatissimi.
Comunque visto che questa storia era ormai avviata alla conclusione mi sembrava doveroso finirla. Sto appunto terminando di scriverla, al momento ho 1 capitolo pronto e uno quasi finito, mi manca solo da terminare quello e l'epilogo.
Ho deciso comunque di scrivere prima tutto e poi di pubblicare un cap alla settimana. Comunque presto avrete la fine di questa avventura.
Chissà se c'è ancora qualcuna delle mie vecchie recensitrici in giro, fatevi sentire! :D
Vi lascio con un breve riassunto di quello che è successo fino ad ora, in modo da reinfarinarvi senza obbligarvi a rileggere tutto!

RIASSUNTO:
Dopo la decisione di ritirarsi da parte della McGranitt il preside, Severus Piton, si trova ad assumere una ormai trentenne Hermione Granger al suo posto.
L'intesa tra di loro si mostra da subito e dopo qualche tempo (poco) e qualche para mentale (tante) di Severus i due decidono di darsi una possibilità.
Nel frattempo Neville, insegnante di Erbologia si innamora, ricambiato, di Sarah, la bibliotecaria, che tuttavia ha iniziato a frequentare Oliver Baston, docente di Volo.
Ron si sta per sposare con Leslie, una babbana che si è scoperta essere una Lector Aurae, ovvero una persona capace di vedere l'aura delle persone.
Hermione, insieme a Sarah e al diario di una sua antenata, cercano di aiutare la ragazza a capire cosa rappresenti il mutamento avvenuto all'aura di Ginny, divenuta di un preoccupante color porpora.
Dopo una domenica trascorsa al mare nella casa Piton a Brighton la coppia torna ad Hogwarts con il cuore pesante: dal diario di Althea, l'antenata di Sarah, è emerso che l'aura sospetta parrebbe essere un'aura di morte.
Ma proprio mentre lo sconforto pareva aver preso possesso di Hermione ecco sbucare da una poltrona una persona inattesa.
-Forse io posso esservi d'aiuto.-



Spero di esser stata chiara nel mio riassuntino... Adesso vi lascio con un'anticipazione del prossimo capitolo, sperando di fare cosa gradita!

NEL PROSSIMO CAPITOLO
Finalmente sapremo la storia del personaggio misterioso e conosceremo la sentenza per l'aura di Ginny. Starà davvero morendo?
Avremo una scena lemon (o almeno ci avrò provato xD) per la nostra coppia di punta.
Ci sarà una scena tra il povero Oliver appena scaricato e il suo amico/antagonista segreto Neville.


Detto questo vi saluto e vi aspetto tutti al prossimo capitolo che non tarderà molto, questa volta LO GIURO!

E come sempre vi lascio il collegamento alla mia pagina di FB (cliccate l'immagine ^_^)

  

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Capitolo 24
*** Cap 22. ***


Cap 22

Capitolo 22


Dove siamo rimasti:
Dopo la decisione di ritirarsi da parte della McGranitt il preside, Severus Piton, si trova ad assumere una ormai trentenne Hermione Granger al suo posto.
L'intesa tra di loro si mostra da subito e dopo qualche tempo (poco) e qualche para mentale (tante) di Severus i due decidono di darsi una possibilità.
Nel frattempo Neville, insegnante di Erbologia si innamora, ricambiato, di Sarah, la bibliotecaria, che tuttavia ha iniziato a frequentare Oliver Baston, docente di Volo.
Ron si sta per sposare con Leslie, una babbana che si è scoperta essere una Lector Aurae, ovvero una persona capace di vedere l'aura delle persone.
Hermione, insieme a Sarah e al diario di una sua antenata, cercano di aiutare la ragazza a capire cosa rappresenti il mutamento avvenuto all'aura di Ginny, divenuta di un preoccupante color porpora.
Dopo una domenica trascorsa al mare nella casa Piton a Brighton la coppia torna ad Hogwarts con il cuore pesante: dal diario di Althea, l'antenata di Sarah, è emerso che l'aura sospetta parrebbe essere un'aura di morte.
Ma proprio mentre lo sconforto pareva aver preso possesso di Hermione ecco sbucare da una poltrona una persona inattesa.
-Forse io posso esservi d'aiuto.-



Quando a Jane e Herbert Lacey nacque una figlia più di settant'anni fa, nessuno della comunità magica poteva sapere che la piccola sarebbe stata unica nel suo genere.
Fu una gravidanza inaspettata, giunta quando Jane era ormai prossima alla fine dell'età fertile; per la coppia di maghi irlandesi Rachel fu sole dopo una settimana grigia. Jane capì fin dai primi anni che nella figlia ci fosse qualcosa di particolare; i primi scoppi di magia involontaria fecero la loro comparsa quando la piccola aveva appena sei mesi, non era quasi nemmeno venuta la mondo che già una moltitudine di bolle di sapone apparse dal nulla abbelliva la sua cameretta.
Ma fu quando iniziò a parlare che fu evidente la presenza di qualcosa di più di una precoce manifestazione dell'energia magica.
La prima volta accadde mentre la madre stava cercando di insegnarle i colori usando i pastelli.
-Avanti tesoro, dov'è la matita verde?-
La bimba non esitò nemmeno un secondo a prendere il mano il colore poggiato sulla coperta a scacchi rossi su cui stava giocando con la madre.
-Bravissima tesoro! E adesso mi trovi qualcos'altro di verde?-
A questo punto però la bambina prese ad indicare il padre che stava leggendo lì vicino.
-Ma no, non papà. Qualcosa di verde...-
-Velde!- si ostinò lei con il ditino puntato -Papà è velde!-
Suo padre era verde. Come faceva sua madre a dire che non fosse vero? Ma la povera Jane non poteva vederlo, lei non era una Lector.
Hogwarts segnò per la confusa bambina il punto di svolta. I primi mesi di ambientamento furono difficili per lei di natura timida e introversa. Durante una lezione di Storia della Magia però un nome le saltò agli occhi mentre leggeva una pagina: Lectoris Aurarum. Purtroppo nel libro non diceva nulla di preciso, solo un nome buttato lì così, ma sufficiente a istigare la sua curiosità. Cominciò a frequentare assiduamente la biblioteca, spulciando decine e decine di libri, bramosa di apprendere qualche notizia e cercando di scoprire di più su sé stessa. Presa com’era dalle sue ricerche non si rese subito conto che due occhi avevano iniziato a seguirla.
Fu verso aprile che il professore di Trasfigurazione la convocò nel suo studio.
Il professor Silente era un ottimo insegnante, sapeva come trattare gli studenti e aveva una bellissima e lucente aura basale dorata che irradiava tutta la Sala Grande durante i pasti.
Oltre a un’aura incredibile, di cui comunque non era a conoscenza, aveva un grande acume e aveva intuito che ci fosse qualcosa di più che semplice curiosità in quella piccola Corvonero dai capelli rossi.
-Benvenuta Rachel, entra e accomodati. Vuoi un Cioccocalderone? Sono squisiti.-
La timida e intimorita ragazza accettò accennando un sorriso.
-Come mai mi ha convocato professore? Ho sbagliato qualcosa durante l’ultima lezione? So che il mio incantesimo Vèrto non era perfetto ma…-
-Stia tranquilla signorina Lacey, non l’ho chiamata qui per questo. Mi è stato detto da Madama Bones che sono giorni che sta cercando informazioni su un argomento insolito.-
-Sì signore…- sussurrò la ragazza.
-Posso chiederle il motivo di questa ricerca?-
Rachel parve tentennare, insicura se parlare o meno. Si fidava del professor Silente, ma da quel poco che aveva letto dai libri i Lectoris non erano per niente visti bene dalla società e non voleva correre rischi.
-Signorina Lacey, Rachel, puoi fidarti di me. Non dirò a nessuno quello che mi dirai ne tanto meno ti farò del male, hai la mia parola.-
Rassicurata, la ragazza iniziò a raccontare della sua vita e del suo dono ad un curioso e sorpreso Albus Silente, che nella sua vita ne aveva viste tante ma non abbastanza a quanto pare.
Rachel Lacey, la prima Lector Aurae della storia ad essere anche una strega.
Nel corso degli anni l’uomo le era stato vicino, aiutandola a rinvenire scritti privati di persone con il suo stesso dono che riuscirono a farle capire l’enorme importanza e varietà delle differenti auree. E adesso era lei ad aiutare gli altri.
-Io posso aiutarti Hermione, so che ti servono risposte e io le ho.-
Hermione e Severus si sedettero sul divanetto di fronte alla donna con trepida attesa.
-Lei... com'è possibile?-
-Vedi Hermione, tu e Sarah non siete state così silenziose l'altro giorno in biblioteca e ho capito che state cercando notizie sui Lectoris Aurarum... bene, io le ho.-
-E come fa ad esserne in possesso, se mi è lecito chiedere?- si intromise Severus sospettoso.
-Bè preside, diciamo che sul curriculum che le ho presentato anni fa temo di aver omesso di essere io stessa una Lector.-
-Com'è possibile? Non esistono maghi con questo dono.- rispose pronto lui vagamente scioccato.
- Il professor Silente stesso si stupì di questo ma non venne meno alla possibilità di aiutarmi. Ai suoi sforzi di reperire informazioni per me devo oggi la mia conoscenza.- Hermione sentiva il cuore battere in gola; cercò la mano del suo compagno e la strinse con decisione, racimolando il coraggio per porre la domanda cruciale.
-E così... Ginny sta morendo? L'aura porpora rappresenta morte imminente?- domandò con un fil di voce.
Rachel Lacey sorrise saputamente.
-No signorina Granger. La signora Potter non sta morendo, è semplicemente incinta.- Shock. Incinta? Poteva essere tutto così semplice? Poteva essersi sbagliata così tanto Althea da associarlo alla morte?
Hermione ripensò a tutti gli episodi descritti nel diario. Iris, la donna processata per stregoneria.. potevano aspettare un bambino? Si era possibile. Ma c'era anche un piccolo appena nato, un maschio e sicuramente lui non era incinto. A meno che... -A meno che l'aura non sia della donna ma del bambino- concluse a mezza voce tra sé e sé.
-Esatto Hermione. L'aura porpora è l'aura del bimbo fin dallo stadio di feto e rimane porpora fino alle prime ore dopo il parto per poi assestarsi nel suo colore naturale. Sovrasta offuscandola quella della madre, si può perfino capire il sesso del nascituro dalla sfumatura. Nel caso della signora Potter penso proprio di poter affermare che si tratti di una bambina.-
Hermione non riusciva a smettere di sorridere. Percepiva la stretta ferrea del braccio con cui Severus l'aveva stretta ma le pareva tutto ovattato, continuava a pensare che la sua amica stava bene, non sarebbe morta, avrebbe avuto una bimba, una bellissima bambina.
Improvvisamente saltò in piedi abbracciando di slancio la donna.
-Grazie! Grazie! Non sa che peso mi ha tolto dal cuore! Domani al matrimonio sicuramente Leslie mi avrebbe chiesto novità e mi ero preparata a doverle comunicare il peggio. E invece... incinta! Oddio Harry diventerà papà!- rise tra le lacrime di gioia.
Leslie e Severus scoppiarono a ridere di fronte a quest'uscita piena di zelo della giovane.
-Hermione, Harry è già papà, ricordi? Di due discoli se non vado errando!-
-Sì ma... oh Sev! Questa sarà una bambina!-
-Non vedo differenza se per questo.- La giovane si ritrovò a sbuffare contrariata facendo nuovamente risuonare le risate dei due.
-Bene, Severus, Hermione, vi saluto. Se la ormai prossima novella signora Weasley avesse bisogno di aiuto la indirizzi pure da me; conosco bene il senso di smarrimento che deve star provando, ci sono passata anche io. Buon divertimento per domani e portate le mie congratulazioni agli sposi.- Leslie si alzò dal divano lisciandosi la vestaglia e si congedò.
Il preside, mentre prendeva nuovamente Hermione tra le braccia, ebbe quasi la certezza che la professoressa di babbanologia poco prima di entrare in camera gli avesse fatto l'occhiolino malizioso.
Severus, stai proprio invecchiando, si disse mentalmente mentre un'euforica Hermione lo trascinava in camera con una luce liberatoria negli occhi.
Leslie osservò i due baciarsi appassionatamente mentre chiudevano la porta della camera. Aveva osservato il loro rapporto passare dall'attrazione all'amore e adesso era felice di essere stata portatrice di quella gioiosa ultima notizia.
Ripensando a quanto appena accaduto non poté reprimere l'ennesimo sorriso.
Sarà una bambina splendida e molto fortunata, fu il suo pensiero prima di coricarsi.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Non appena la porta si chiuse dietro di loro Severus spinse Hermione contro di essa, senza smettere per un secondo di baciarla.
Hermione era al settimo cielo; l'orribile tarlo che negli ultimi giorni aveva minato alla sua felicità finalmente era scomparso, soppiantato da una fame di appagamento ed euforia mai sentita fino a quel momento. Allacciò le braccia al torace di Severus aderendo al corpo dell'uomo quanto più possibile.
Non era mai stato così vorace e smanioso il sesso tra di loro, c'era sempre stato tempo per sorrisi complici e baci dolci nei loro rapporti.
Non questa volta. Non c'era spazio per sorrisi sulle loro labbra, troppo fuse tra di loro anche solo per respirare. Non c'erano carezze lievi date dalle loro mani bramose, impegnate a slacciare bottoni, graffiare e intrufolarsi sotto tessuti. Non ci fu nemmeno spazio per le amorevoli e complici prese in giro sul peso piuma della donna mentre Severus entrava ferocemente in lei, prendendola in braccio proprio contro quella porta.
Il desiderio era troppo bruciante per resistere a lungo, lo percepivano in ogni fibra dei loro corpi ma ad entrambi andava più che bene. In quello scoppio di passione riversarono tutti i baci trattenuti e le emozioni di quei giorni di preoccupazione.
Hermione fu la prima a cedere, gemendo rocamente nella bocca del compagno che non si era allontanata dalla sua nemmeno per un secondo.
Sentendo la donna ansimare e contrarsi attorno a lui Severus desistette e si liberò in lei con un verso gutturale.
Per qualche secondo i due rimasero in quella posizione, cercando di recuperare un po' di fiato. Prima che le forze lo abbandonassero depose Hermione sul letto per poi sdraiarsi al suo fianco e cingerla con il braccio. Lei gli depose un bacio leggero come l'aria sulle labbra e gli si accoccolò al fianco.
-Grazie Sev...-
-Dovrei essere io a ringraziarti. Non avevo mai immaginato che potesse essere così tra di noi.-
Lei sorrise contro il suo petto lasciandogli un bacio nel primo posto che trovò.
-È stato travolgente, un po' brutale ma non cambierei una virgola.-
-Dillo alla mia schiena...-
-Scemo... ok la prossima volta vedremo di arrivare al letto.-
Severus sorrise e la cinse maggiormente.
-Sai, ieri stavo pensando che è già passato un mese da quando abbiamo iniziato questa storia, più precisamente dalla sera in cui mi hai spedito a letto come una bambina di dieci anni.- si trovò a ridacchiare.
-Ehi mi sembrava di aver già chiarito quel malinteso!- la rimbeccò lui altrettanto ilare.
Hermione si sollevò sul petto di lui per guardarlo in viso, rimanendo estasiata e incantata a vederlo così divertito, e gli sorrise di rimando.
-Un mese che però mi sembra un tempo lunghissimo in questo momento.- continuò lei -Solo un mese ma mi sembra di stare con te da sempre, è assurdo. A volte mi chiedo se non stiamo correndo un po’ troppo.-
Severus se la strinse al petto più forte, quasi avesse paura che si potesse alzare da un momento all'altro e andarsene.
-Hai qualche ripensamento Hermione? Pensi che sia troppo poco tempo per decidere di vivere insieme nelle mie stanze? Magari ti ho spaventato oggi con la casa di Brighton?-
-Assolutamente no Severus, io ti amo e sono felicissima di condividere le mie giornate con te. Quello che mi fa rimanere allibita è proprio la mancanza di ripensamenti. Insomma stiamo insieme da un mese e ci conosciamo davvero da poco più di due mesi. Eppure ho la sensazione che la nostra storia vada avanti da mesi, da anni, come se avessimo passato tutte le fasi iniziali per arrivare ad una solidità e profondità irraggiungibile in così poco tempo.- un sospiro mentre tornava a guardarlo negli occhi.
-La verità è che sono terrorizzata dall'ipotesi che tu possa ripensarci, che tu possa pensare che non abbiamo aspettato le giuste tempistiche e darmi il bel servito.- finì in un sussurro.
L'uomo non sapeva come rispondere. Pensava di aver chiarito ormai qualsiasi dubbio e fugato ogni sospetto ma a quanto pare il cervello della donna tra le sue braccia lavorava anche troppo.
-Ancora non hai capito quanto tu sia importante per me vero?- si decise finalmente a risponderle posandole una mano sulla guancia -Cosa importa se stiamo insieme da un mese, da un anno o da dieci anni? Pensa che Merlino e sua moglie si sono conosciuti durante un banchetto e nel giro di una settimana si sono sposati, colpo di fulmine!- ridacchiarono entrambi divertiti -Quindi vedi da te che un mese è un lasso di tempo lunghissimo a confronto.-
Hermione sorrise al compagno, allungando il collo per posargli un soffice bacio sulle labbra e poi si risistemò tra le sue braccia.
-Sarà meglio dormire Hermione, domani sarà una giornata lunga.-
La donna sbadigliò.
-Hai ragione. Buona notte Severus.-
-Buona notte a te.-

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Neville si trovava nella serra due chino su un vaso di Alioto; era talmente concentrato nel suo lavoro che non si accorse di Oliver che aveva appena chiuso la porta dietro di sé.
-Mi ha lasciato.-
La frase unita al tono funereo fecero saltare il giovane professore di Erbologia.
-Oliver! Non farlo mai più, mi hai fatto prendere un colpo!-
L'amico si sedette su uno sgabello accanto a lui e prese a guardare le sue scarpe insistentemente.
-Scusa Neville. Mi ha lasciato... non posso ancora crederci.- sussurrò con voce rotta.
-Non me ne capacito... sapevo che c'era qualcosa, ma non ero pronto a questo. Per me era la donna della mia vita. Tu sei anche amico suo, ti ha detto qualcosa?-
Neville non sapeva proprio cosa rispondergli. Si sentiva combattuto dalla felicità di non avere più ostacoli davanti alla sua storia d'amore e dai sensi di colpa per quello che avevano fatto alle spalle di uno di quelli che era diventato un suo buon amico.
Buon amico che sicuramente non avrebbe più voluto aver nulla a che fare con lui una volta scoperto l'accaduto.
Cercò di convincersi che non era colpa di nessuno se era finita male, Oliver si era trovato in mezzo ad una cosa che bolliva in pentola già da un po', da molto prima che lui avesse delle mire sulla sua Sarah.
Ma tutte le scuse e le attenuanti del caso non potevano fargli dimenticare che nella realizzazione del loro amore ci era andato di mezzo lui.
Prese un bel respiro per placare il battito forsennato del suo cuore e il suo respiro irregolare.
-Mi dispiace Oliver. Mi avevi già detto che ti eri accorto di qualcosa di anomalo tra di voi, no? Forse sei solo stato più cieco della realtà.- E non sai nemmeno quanto -Forse non eravate destinati a stare insieme...-.
Oliver sospirò.
-Tu parli di cecità, ma in realtà io ho voluto non vedere. In fondo sono abbastanza sveglio da capire quando c'è un altro uomo di mezzo, non pensi?- chiese alzando lo sguardo verso il suo amico che era rimasto con la paletta a mezz'aria.
Neville, che aveva smesso di respirare alle parole “altro uomo”, sbattè due volte le palpebre cercando una soluzione (e sì, anche una possibile via di fuga).
Lo sa. Adesso mi uccide.
-Sì insomma sapevo che Matt era stato un amore importante ma non pensavo che potesse portare ancora il lutto.- specificò l'ex portiere.
-Matt?- Neville permise al suo cuore di tornare a battere e all'aria bruciante di invadergli prepotentemente i polmoni.
-Sì non era questo il nome del fidanzato? Me ne ha parlato solo una volta riferendosi a lui con il suo nome proprio ma penso sia giusto.- rispose l'uomo grattandosi una guancia agitato.-Comunque non si può competere con un morto, un eroe di guerra martire per la salvezza del nostro mondo per giunta. Me ne dovrò fare una ragione immagino.-
-Forse è meglio sì. Ma la vita è lunga Oliver, lei non è l'unica donna esistente e vedrai che troverai qualcun altro. Un detto babbano dice “Il mondo è pieno di pesci”, quindi se una scappa prepara l'amo per un'altra.- cercò di convincerlo Neville, tirando impercettibilmente un sospiro di sollievo per l'errore di valutazione commesso dal suo amico.
-Quanto vorrei che fosse così facile Neville...- sospirò lui con voce rotta -ci saranno tante donne ma il mio cuore vuole solo lei al momento.-
Anche il mio purtroppo.
-Vado nelle mie stanze dai, non voglio angustiare anche te con i miei problemi di cuore infranto. Porta i miei saluti a Ron, non me la sento proprio di venire domani.-
-Va bene Oliver ci penso io. Vai a riposare, buonanotte.-
Il più grande stava per uscire, ma proprio sulla porta si fermò e si voltò verso Neville che aveva lo sguardo perso nel vuoto.
-Grazie Neville per esserci sempre e ascoltarmi. Non so che farei senza la tua amicizia.-
Il ragazzo rispose con un timido sorriso che gli strinse il cuore in una morsa dolorosa.
Mi dispiace molto Oliver, mi odierai quando scoprirai quanto poco amico sono stato.
Neville impiegò più di mezz'ora per riprendersi da quello straziante colloquio. Quando aveva iniziato quella storia con Sarah non aveva pensato appieno alle conseguenze; pensava che ad Oliver lei piacesse e basta, non che ne fosse davvero innamorato fino a questo punto.
Ci mise molto più tempo del solito a riporre tutti gli strumenti e quando finalmente arrivò nella sala comune era ormai l'una e mezza di notte.
Prendendo ogni briciola di coraggio Grifondoro tra le mani andò a bussare alla porta di Sarah; non avrebbe voluto svegliarla ma aveva assolutamente bisogno di sapere che fosse reale e che lui non era la persona meschina che si sentiva.
Nemmeno arrivò al secondo tocco alla porta che l'oggetto dei suoi desideri aprì la porta.
-Lo sapevo che saresti venuto! Entra.-
Neville non se lo fece ripetere due volte e mise piede nella stanza con il capo chino.
-Mi spiace, ti ho svegliata?-
-Non riesco a dormire Nev. Mi sento malissimo per quello che ho fatto a Oliver, dici che sono una persona crudele?- chiese lei a un fil di voce stringendosi da sola con le braccia.
Ecco perchè l'amava. Erano così simili loro due, anche nei sensi di colpa. L'abbracciò di slancio stringendola forte al suo petto.
-No amore mio, non lo sei per niente. Il destino è solo stato beffardo con noi facendoci percorrere la strada più lunga. Tutti i veri amori sono tortuosi, noi non potevamo fare eccezione, no?-
Lei sorrise flebilmente sul suo petto stringendolo a sua volta. Sembrava così piccola e fragile in quel momento che Neville non seppe far altro che prenderla in braccio per poi posarla sul letto e abbracciarla stretta.
-Dovevi vedere il suo sguardo… Ho percepito l'esatto momento in cui gli ho frantumato ogni speranza di un futuro con me. È stato straziante.- Sussurrò lei trattenendo le lacrime.
Lui la strinse maggiormente accarezzandole i capelli morbidi.
Non sopportava vederla in quello stato… Tuttavia il malandrino tarlo del dubbio si stava insinuando in lui. Tutto quel dolore poteva essere mal interpretato; si stava forse pentendo della sua decisione? Magari l’accaduto le aveva aperto gli occhi su Oliver e poteva averle fatto cambiare idea circa i suoi sentimenti.
Sarah percepì l’allentamento della stretta, si girò per vederlo in faccia e notò il leggero tentennamento e lo smarrimento del suo sguardo tremolante.
-No Neville, non pensarlo nemmeno per sogno.- irruppe posandogli una mano sulla guancia in una dolce ma ferrea carezza.
Lui tuffò gli occhi nei suoi in cerca di certezze e quello che vi trovò gli infuse calore e pace.
-Scusami Sarah, sono solo un povero imbranato insicuro che teme di non meritarsi un lieto fine. Solo ora mi rendo conto di aver vissuto gli ultimi trent’anni solo per arrivare ad essere qui in questo momento. Supereremo i sensi di colpa e vivremo finalmente alla luce del sole il nostro amore. Dobbiamo solo aspettare…- le sorrise baciandole le labbra teneramente.
-Esatto, riusciremo ad avere la serenità che ci meritiamo. Aspettiamo solo che le acque con Oliver si calmino per uscire allo scoperto, ok?-
I due si sorrisero e dopo un ultimo bacio cercarono di farsi visitare da Morfeo.
Con l’ultimo sprazzo di lucidità prima di chiudere definitivamente gli occhi Neville sperò vivamente di potersi addormentare così per il resto della sua vita, con la schiena di Sarah stretta al suo petto si sentiva finalmente completo.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Alla Tana tutto era pronto per le nozze in quella ancora tiepida serata di inizio ottobre. Ron stava dormendo nella sua vecchia stanza insieme a Charlie, arrivato giusto nel pomeriggio.
I coniugi Potter, dopo aver messo a letto la prole, si erano rintanati nella vecchia camera di Ginny, convertita anni prima in una matrimoniale per ospitarli durante le visite ai signori Weasley.
Harry era sdraiato sul letto rivolgendo uno sguardo preoccupato e accigliato alla porta del bagno dove si trovava la moglie. Era ormai qualche tempo che la donna non stava bene, alternando nausea a forti dolori articolari e alla schiena; tuttavia Ginny continuava a rifiutarsi di farsi visitare da un medico ed Harry stava meditando un espediente per trascinarcela con la forza.
Intanto nel piccolo bagno la donna si stava spazzolando sorridente i capelli. C'era un motivo se continuava a respingere le proposte del marito di far visita al San Mungo e finalmente quel pomeriggio ne aveva avuta la conferma: era incinta, di quasi due mesi per la precisione.
Posò la spazzola sullo specchio mettendosi di profilo e alzando la camicia da notte per rimirarsi il ventre ancora piatto, non smettendo un attimo di sorridere.
Certo, rispetto ai suoi figli questo esserino la stava facendo patire parecchio. Sia James che Abus non avevano provocato gravi problemi durante la gravidanza, anzi.
In compenso stanno ampiamente recuperando adesso che sono cresciuti, si ritrovò a pensare accarezzando la pancia.
Dai fagiolino cresci bene e, ti prego, sii una bimba, ho bisogno di un rinforzo femminile in questa gabbia di testosterone.
Quando uscì dal bagno raggiunse Harry sul letto che prontamente la prese tra le braccia.
-Ginny, ti prego, se non vuoi andare al San Mungo almeno vai in infermeria ad Hogwarts, mi stai facendo preoccupare.-
-Harry te l'ho già detto, devi stare tranquillo, non ho niente! Niente di male per lo meno.- rispose lei girandosi nel suo abbraccio per trovarsi faccia a faccia e posandogli un bacio sulle labbra sulle quali stava già fiorendo una risposta scettica.
-Io mi fido di te e del tuo giudizio ma, davvero tesoro, ormai è più di un mese che stai male, ho paura per te, perchè non vuoi farmi contento?- Harry le passò una mano nei morbidi capelli specchiandosi negli occhi azzurri di lei e i suoi occhi trasmettevano così tanta premura e apprensione che la donna non ce la fece a tenergli più nascosta la verità; avrebbe voluto organizzare una cenetta per loro due per dargli la notizia ma capì che quello era il momento perfetto, nella loro quotidianità e con il timore infantile ma adorabile di Harry di restare nuovamente solo.
Così gli prese le mani che ancora vagavano tra i suoi capelli e se le portò alle labbra posando un soffice bacio su ogni palmo per poi posarsele sul grembo, rivolgendogli un sorriso a trentadue denti.
Lo smarrimento di Harry perdurò solo per alcuni secondi prima che il significato di quel gesto gli irradiasse il cuore e qualche lacrima sorse nei suoi occhi mischiandosi al sorriso genuino sulle sue labbra.
-Oddio!- non riuscì ad articolare nessun altra parola dall'emozione e strinse Ginny facendola rotolare su di lui, continuando a ridere tra le lacrime e poi iniziare a tempestare il viso di lei di tanti baci veloci e teneri.
-Non ci credo! Mi hai fatto prendere uno spavento pazzesco te ne rendi conto? Quando...?-
-Dovrebbe nascere ai primi di maggio ha detto il medico. Scusami, non volevo certo farti preoccupare ma non volevo dir nulla finchè non ne fossi stata certa e oggi pomeriggio finalmente ho avuto la notizia.-
-Non sai che gioia mi stai dando Ginevra, davvero! Spero tanto sia una bambina, una bella bimba con i capelli rossi come i tuoi, la mia principessa!- Harry era già partito in sogni aperti e congetture, gli occhi che brillavano e lo sguardo perso.
-Ehi, pensavo di essere io la tua principessa!- lo rimbeccò lei amorevolmente tirandogli un pizzicotto sul fianco.
Harry sorrise malandrino riportando il suo sguardo sul viso della donna stretta a lui.
-No, tu sei la mia regina.- E la baciò. La baciò come ormai faceva da quattordici anni, da quando quella stupenda ragazza gli era corsa tra le braccia dopo una vittoria a Quidditch e davanti a tutta la casa Grifondoro lo aveva reclamato come suo.
E così sarebbe sempre stato.




Angolino di Zebraviola

Buongiorno e bentornati a tutti! Mi manca ancora da scrivere l'epilogo ma avendo pronto questo e il prossimo capitolo ho pensato che era inutile farvi aspettare ancora.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Ho addirittura cercato di infilarci una scena rossa, ma sapete che ne sono abbastanza incapace quindi ho fatto del mio meglio :P
Che dire... abbiamo scoperto finalmente che la nostra Ginny non sta morendo e che anzi, come molte di voi avevano già ipotizzato (e che ho cercato di depistare -inutilmente temo- facendo morire anche un maschietto appena nato xD), aspetta una bimba!!! Orsù mancava ancora Lily Luna all'appello no?
Neville-Sarah-Oliver hanno messo fine alla fase di stallo e speriamo che per loro le tribulazioni siano finite (povero il mio Nev, ci tengo molto alla sua felicità!).
Spero vi sia piaciuto anche il personaggio di Rachel Lacey; ne avevo parlato in uno di primi capitoli dove c'era stata la riunione del corpo insegnante: è la docente di babbanologia!
Niente dai, non voglio tediarvi oltre. Aspetto ANSIOSAMENTE le vostre recensioni, sperando di non aver perso la maggior parte di voi in questi ultimi due anni :(
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Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 25
*** Cap 23. ***


Cap 23

Capitolo 23


Labbra soffici si posarono sulla fronte di Leslie in quella radiosa giornata di sole.
-Forza Puffetta, è ora di alzarsi! Non vorrai mica fare tardi proprio il giorno del tuo matrimonio vero?-
La ragazza sorrise ancora con gli occhi chiusi. Il giorno del suo matrimonio...
Quanto aveva sognato quel momento da piccola? Certo quando aveva dieci anni e fantasticava sull'avvenimento non aveva immaginato che accanto a lei sull'altare vi sarebbe stato un mago. E che mago!
Aveva sempre avuto un debole per gli uomini con i capelli rossi, ma in Ron era stato il suo sorriso sincero e gli occhi cristallini in cui poteva specchiare la sua anima a far breccia nel suo cuore.
Certo anche David aveva i capelli rossi, ma erano l'unica cosa che lo accomunava al suo fidanzato. Una smorfia le si dipinse in viso al pensiero del suo ex, quell'idiota stronzo di cui fortunatamente si era liberata. Ricordava benissimo il giorno in cui aveva capito che il suo fidanzato le nascondeva qualcosa, aveva trovato una strana pergamena con sopra degli ordini di oggetti che non aveva mai sentito nominare come Sensore Segreto o Spioscopio. All'inizio pensava fosse uno scherzo o comunque qualcosa di innocuo ma da quel giorno prestò attenzione ai movimenti che David faceva e fu così che scoprì che stava nascondendo qualcosa.
Ma solo il venerdì mattina seguente, quando lo vide tornare a casa pieno di piccole bruciature in faccia, si rese conto davvero che fosse implicato in qualcosa di grave.
Ricorda ancora la sua ansia nel voler chiamare un medico, spaventata da quelle piaghe rossastre che deturpavano il bel viso del giovane, mentre lui continuava a ripetere che non era nulla, che sarebbe passato entro poco.
E così fu.
Nemmeno mezz'ora dopo il viso era tornato niveo e liscio, lasciando basita e spaventata la ragazza che volle assolutamente spiegazioni. Scoprì così che era stato colpito da una Fattura Pungente da un cliente scontento e, anche se ignorava cosa fosse una Fattura Pungente, realizzò di essere fidanzata con un mascalzone.
David cercò di spiegarle cos'era successo, che lui non era un ladro o un delinquente ma che semplicemente procurava a gente “particolare” alcuni oggetti non facili da trovare (o non propriamente legali). La ragazza, sorda ad ogni spiegazione, si era chiusa in bagno tenendosi la testa tra le mani e chiedendosi chi fosse davvero l'uomo con cui conviveva da due anni.
Qualche giorno dopo un uomo con i capelli rossi e gli occhi azzurri bussò alla sua porta presentandosi come Ron Weasley, capo Auror e, anche se lei non sapeva cosa fosse un Auror, lo fece entrare con la sensazione che qualcosa stesse per cambiare nella sua vita.
Ed eccola lì, nove mesi dopo, a sistemarsi il vestito davanti allo specchio con un sorriso splendente in volto mentre sua madre le sistemava i biondi capelli in un raccolto fatto di trecce e candidi gigli.
-Puffetta sei bellissima...- le disse sua madre con la voce incrinata, incontrando lo sguardo della figlia nello specchio.
-Grazie mamma.- rispose lei, non provando più nemmeno ad opporsi al soprannome che si trascinava ormai dietro dall'infanzia.
Strinse la mano che la donna aveva posato sulla spalla della figlia e asciugò una lacrima solitaria e malinconica che le solcava il viso.
-Sono così felice per te, bambina mia. Ron ti ama davvero molto ed è un uomo straordinario.-
-Sì lo è.- rispose lei abbracciandola stretta felice; ancora poche ore e sarebbe diventata la moglie di quell'uomo straordinario.
E non vedeva l'ora.

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-Questi capelli non vogliono proprio collaborare!- Hermione posò sbuffando risentita la spazzola sulla specchiera in camera mentre Severus la guardava divertito disteso sul letto. La donna lo fulminò con lo sguardo sentendolo ridacchiare.
-Non è divertente! È facile per te, guardati: un completo nero e una spazzolata e sei perfetto. Ah perchè per noi donne non è altrettanto semplice?-
Severus ammirò la donna a pochi passi da lui, ne accarezzò con lo sguardo ogni curva fasciata in quel bellissimo vestito color ciclamino che le donava davvero molto e poi si soffermò su quella massa di riccioli che le incorniciava scompostamente il viso.
Si alzò dal materasso, continuando a sghignazzare e la abbracciò da dietro sornione.
-Perfetto eh?-
-Oh stai zitto e non gongolare!- sbuffò lei, lasciandosi tuttavia stringere da quelle braccia che tanto amava e lasciandosi sfuggire un sorriso sulle labbra.
-Ammetto di essere il primo ad ammettere che hai dei capelli impossibili e di rimanerci incastrato ogni tanto, ma non essere così severa con loro, ci sono piuttosto legato.-
La donna rise tra le sue braccia, si girò e gli stampò un veloce bacio sulle labbra.
-Va bene, cerchiamo di ammansirli allora, non voglio presentarmi al matrimonio di uno dei miei migliori amici con un cespuglio in testa.-
-Lungi da me permettere che la mia fidanzata venga scambiata per un arbusto.-
E con un veloce colpo di bacchetta, senza nemmeno aprir bocca, i capelli di Hermione si acconciarono miracolosamente in morbide onde.
Solo un pensiero attraversò la mente della giovane mentre l'uomo si appropriava della sua bocca per impiegare meglio il tempo rimasto: Prima o poi devo imparare questo incantesimo!

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Il giardino della Tana non era mai stato così bello. Gigli bianchi, i fiori preferiti di Leslie, adornavano ogni angolo e invadevano dolcemente l'aria con il loro profumo mentre un tappeto color verde acqua segnava il percorso dalla casa al gazebo sotto il quale era stato posto un arco cerimoniale. Era tutto perfetto e Ron sospirò felice.
C'era stato un tempo, anni e anni prima, in cui pensava seriamente che sarebbe stata Hermione la donna che avrebbe condotto all'altare. Adesso gli sembrava passata una vita intera e non riusciva ad immaginare al suo fianco qualcuno che non fosse Leslie.
Si sedette su una sedia in ultima fila mentre lasciava la sua mente viaggiare, ripercorrendo gli avvenimenti dell'ultimo decennio.
Ricordava con un sorriso tenue il periodo in cui Hermione era la donna, ragazza all'epoca, che illuminava le sue giornate; ne era seriamente innamorato, gli era stato vicino molto nel periodo successivo alla fine della guerra, quando il suo cuore aveva più bisogno di sanare l'immensa lacerazione provocata dalla morte del fratello. Aveva trovato conforto tra le sue dolci ma ferree braccia, pace sulle sue tenere labbra, serenità nel suo morbido corpo.
Avevano passato insieme due anni bellissimi ma più passava il tempo, più la ferita della guerra si cicatrizzava e più i due si rendevano conto che, forse, quello che avevano scambiato per amore aveva invece un altro volto.
Fu così con serenità che decisero di mettere fine alla loro storia; senza sminuire nemmeno per un secondo quello che avevano condiviso i due compresero che l'amore che li accomunava era di tipo fraterno e trovarono il loro posto nel mondo l'uno indipendente dall'altro.
Solo quando alcuni mesi prima lui e la sua squadra si trovarono ad indagare sul caso Colson e si trovò a collaborare con la fidanzata del sospettato capì che la decisione presa anni prima era stata davvero la scelta giusta.
Fin da subito Leslie aveva suscitato in lui sensazioni strane. La prima volta che gli aprì la porta rimase incantato dai riflessi del sole che giocavano tra i suoi capelli color del grano e dai suoi occhi verdi. Aveva già visto occhi di quel colore, in primis quelli del suo migliore amico, ma si ritrovò stranamente a pensare che non esistessero occhi più belli di quelli, così espressivi e intensi.
Ma la situazione non era delle più facili così dovette mettere tutte quelle sensazioni a sopire per concentrarsi sulla situazione delicata e cercare di spiegare alla spaventata ragazza la realtà del Mondo Magico.
Solo dopo che le indagini erano finite e i due erano diventati amici trovò il coraggio di invitare la ragazza fuori a cena.
E adesso era lì, seduto su una sedia di legno bianco ad aspettare di diventare il marito di una donna insperata.
Tirò fuori dalla tasca la pergamena che gli era arrivata la sera prima da parte di Hermione e la rilesse sollevato. Non si era mai sentito così leggero come in quel momento.

Caro Ron, sono finalmente riuscita a scoprire il significato dell'aura porpora di Ginny. Stai tranquillo, non è in pericolo! Rassicura Leslie e passa un'ultima sera da single tranquillo. Domani vi racconto tutto. Un abbraccio Hermione


-Ron! Vai a finire di prepararti che tra un'ora dovrebbero arrivare i primi ospiti!- la “soave” voce di sua madre lo risvegliò dal suo tepore.
Meglio che mi sbrighi, non vorrei che la generalessa Weasley scenda sul piede di guerra

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Sarah e Neville erano in un angolo del giardino a chiacchierare. Erano arrivati da qualche minuto e stavano aspettando che Ron si unisse a loro nell'attesa. I fantasmi dei dubbi della sera precedente aleggiavano ancora tra di loro ma decisero di non darci peso. Avrebbero dovuto solo pazientare un altro po' di tempo, aspettando che le acque si calmassero e che il dolore di Oliver si placasse; solo allora avevano deciso che si sarebbero esposti al pubblico ludibrio della società.
-Ehi Neville! Anche tu qui per le nozze del secolo?- una voce appartenente ad un ragazzo alto con i capelli rossi li riscosse dalla loro chiacchierata.
-Ehi George! Nemmeno fosse il primo dei tuoi fratelli che arriva all'altare. Non erano stato definite quelle di tua sorella le “nozze del secolo”?-
-Bè lei si è presa il Salvatore, ma per mio padre avere una babbana in famiglia è altrettanto strepitoso!-
Tutti e tre si ritrovarono a ridere sonoramente a quelle parole.
-Ho saputo che sei uno dei testimoni di Ron. L'altro è Harry giusto?-
George si trovò ad annuire accomodandosi accanto alla coppia sulla panchina sotto la vecchia quercia dove si erano riparati.
-Sì, mi sono un po' stupito quando me lo ha chiesto in effetti. Insomma, siamo tanti fratelli maschi, non pensavo chiedesse ad uno di noi, certo a meno che non ci scegliesse tutti e cinqu.... quattro.-
Neville notò che l'amico si era rattristato al ricordo del gemello e se ne dispiacque molto. Tra tutti George era quello che, per ovvi motivi, aveva fatto maggior fatica a superare la morte del fratello. Nonostante Ron lo avesse aiutato molto alla fine della guerra per tenere alta la sua memoria prendendo il suo posto al suo fianco ai “Tiri Vispi Weasley”, il giovane aveva impiegato anni per ritrovare la forza e l'allegria per mandare efficacemente avanti il loro sogno.
-Bè sarebbe occorsa una navata molto larga per farvici stare tutti no?- cercò di sdrammatizzare buttandola sul ridere.
Per fortuna l'escamotage riuscì e George si rasserenò.
-Va bene ragazzi, vi lascio e vado a vedere se lo sposo è pronto o se è svenuto prima del tempo.-
-Veniamo anche noi, dovrebbero arrivare gli altri da Hogwarts a momenti.-
Così il trio si destò da quell'angolo di pace ombrosa e si incamminò verso la casa dove fervevano gli ultimi preparativi.
Erano già le dieci quando Severus ed Hermione uscirono dal camino del salotto della Tana, allestito per l'occasione per accogliere gli invitati in arrivo dalle più disparate parti della Gran Bretagna.
Proprio in quel momento Harry e Ginny fecero il loro ingresso nella sala, irradiando sorrisi palesemente non frutto solo alla cerimonia imminente.
Lo sanno già. Hermione non pote far altro che ricambiare la felicità dipinta sui loro volti e si avvicinò a Ginny stringendola in un breve abbraccio di saluto.
Lei e Severus avevano deciso di comune accordo che non fosse il caso di intromettersi nella vita privata dei loro amici e di aspettare i loro tempi. Ma Hermione proprio non ce la faceva a tacere e decise di tirare una frecciatina alla sua amica di sempre.
-Ma come sei radiosa oggi, cara la mia signora Potter, hai davvero un'aria soddisfatta. Successo qualcosa?-
-Uhm, direi che il Signor Potter si è applicato molto ai suoi doveri coniugali questa notte e quindi ho ben ragione a ritenermi soddisfatta.- rispose lei con tono malizioso -Anche tu mi sembri bella e soddisfatta, in ogni caso.-
-Al nostro preside non servono i doveri coniugali per soddisfare una donna.- ribattè lei rivolgendo un occhiolino al compagno al suo fianco.
Le due donne scoppiarono a ridere mentre Severus ed Harry si lanciarono un’occhiata rassegnata accompagnando le compagne in giardino.
-Eh vecchio mio ce le dobbiamo tenere così, siamo solo cavalli da monta a quanto pare.-
-Potter non azzardarti mai più a chiamarmi “vecchio mio”, intesi?-
Una volta raggiunte le file di sedie dove vi sarebbe svolta la cerimonia una donna si avvicinò al quartetto.
-Professoressa McGrannit!- si trovò ad esclamare Hermione attirando l'attenzione di tutti e tre i suoi compagni sulla donna di fronte a loro.
-Buongiorno a tutti, Harry, Ginevra... Severus?!- il tono si tramutò istantaneamente in sorpreso non appena notò le mani intrecciate del Preside ed Hermione.
-Buongiorno a te Minerva. Per favore contieniti, questo tono stupito non è decoroso. E poi è tutta colpa tua se questa donna è entrata nella mia vita.- Minerva sghignazzò innanzi al tono di rimprovero che mal celava un divertimento e gratitudine.
-Ehi! Grazie eh? Meno male che sono proprio qui accanto a te!- si ritrovò a dire Hermione lasciando la sua mano e portando le mani sui fianchi guardandolo di traverso.
-Volevo dire merito suo!- si corresse Severus aprendosi nel primo sorriso da quando Minerva era apparso.
-Ah ecco, volevo ben dire!- Hermione scoppiò a ridere, trascinando anche gli altri.
-Bè, questa sì che è una sorpresa. Sono molto felice per voi, per entrambi. Ve lo meritate proprio.-
-Grazie Minerva. Adesso sarà meglio andare a sederci se non vogliamo perderci l'ingresso del signor Weasley.- concluse lui prima di scortare la sua compagna e gli altri ai loro posti.

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Molly si affacciò alla porta della stanza di Ron controllando che fosse tutto in ordine.
-Forza Ron, ormai è quasi ora, devi scendere.-
-Ok mamma, arrivo subito grazie.-
Ok Ron ce la puoi fare. Devi solo mettere un piede avanti all'altro fino al gazebo e sposare la donna dei tuoi sogni, che sarà mai...
L'uomo si fece coraggio con un sospiro e scese le scale fino a raggiungere sua madre che lo aspettava sulla porta che dava sul giardino con un sorriso.
Il cuore gli rimbombava in petto come una grancassa mentre, un passo dopo l'altro, avanzava sul tappeto con la madre al suo fianco, sorridendo a tutti i suoi amici e parenti che ricambiavano dalle sedie poste ai lati del corridoio. C'erano proprio tutti e lui si ritrovò ad essere grato ad ognuno di loro per essere lì accanto a lui.
Giunti innanzi all'arco cerimoniale Molly gli diede un bacio sulla guancia e sempre sorridendo si accomiatò, accomodandosi accanto il marito.
Pochi istanti dopo la voce della sorella di Leslie, Miriam, iniziò ad intonare l'Ave Maria di Schubert ed ecco che finalmente la sposa apparve dall'altra parte del gazebo.
Hermione trattenne il fiato alla sua vista, era veramente bellissima e irradiava luce e gioia come non mai; questa visione di gioia e la musica superba di Schubert fecero commuovere lei e buona parte delle donne presenti.
-È uno splendore, Ron è un uomo molto fortunato.- sussurrò al suo compagno che invece non aveva occhi che per lei in quel momento e che prontamente le strinse maggiormente la mano, ritrovandosi inspiegabilmente a pensare che Hermione sarebbe stata molto più bella e radiosa in abito da sposa. Intanto Leslie avanzava verso il fondo e, finalmente, dopo aver lasciato il padre si trovò faccia a faccia con Ron, pronta per affrontare gli ultimi istanti da donna nubile.

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Mentre alla Tana gli sposi erano impegnati a dire sì e gli invitati a battere le mani come se non ci fosse un domani, a parecchi chilometri di distanza, in un letto completamente intatto, Oliver guardava fisso il soffitto.
Non era riuscito a prendere sonno in nessun modo quella notte; le lacrime erano finite ore prima ed era rimasto solo un senso di vuoto nel petto.
Ripensò all'espressione di Sarah, addolorata ma anche stranamente colpevole; c'era qualcosa in quegli occhi che tradiva un disagio profondo. All'inizio pensava fosse dovuto al fatto che lasciare qualcuno non è mai piacevole ma più ci ripensava più la sensazione che qualcosa gli stesse sfuggendo gli trapanava la mente.
Dolce Sarah... per un breve momento aveva davvero creduto che potesse essere sua ma si era veramente illuso e questo non gli dava pace. Chiuse gli occhi stancamente, voleva solo dimenticare e lasciar perdere quel tarlo che gli stava dando fastidio.
A quell'ora dovevano essere già andati tutti al matrimonio, decise di alzarsi e di farsi portare una tazza di caffè per snebbiare un po' la mente.
In pochi istanti un elfo era innanzi a lui con una tazza fumante, chinato in un profondo inchino.
-Harty può fare altro per lei professor Baston?-
-No grazie, è tutto a posto. Sono andati via tutti giusto?- si informò per non correre il rischio di uscire in sala comune e incontrare qualcuno.
-Sì signore. Il preside e la professoressa Granger sono andati via da poco, il professor Paciock e la signorina Flare sono partiti già alle nove mentre gli altri insegnanti sono giù in Sala Grande.-
Dopo un breve congedo il giovane uscì e prese posto in una delle poltrone, ripensando alle ultime parole dell'elfo.
Era un po' stupito del fatto che Neville e Sarah fossero andati via così presto; forse il suo amico voleva parlarle e cercare di capire cosa fosse successo. Ripensò alla sera prima nella serra numero due, al viso contrito di Neville e alla sua espressione stranamente sollevata quando gli aveva esposto la teoria riguardante il fatto che Sarah pensasse ancora al suo fidanzato scomparso.
Fu un momento.
Una manciata di secondi e gli occhi si spalancarono attraversati da un lampo di dolorosa consapevolezza.
Bastardo traditore.
La tazza venne scaraventata per terra e quando un elfo apparve per vedere cosa fosse successo vide con la coda dell'occhio le fiamme verdi della Metropolvere lambire il corpo dell'uomo.

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Completamente ignari di quello che stava per accadere Sarah e Neville stavano congratulandosi con gli sposi e presero poi posto al tavolo assegnatogli, insieme ai coniugi Potter, ad Hermione e a Severus.
Un tintinnio provocato da un coltello sul bicchiere del fratello testimone dello sposo attirò l'attenzione di tutti.
-Benvenuti a tutti. So che Harry vi ha già deliziato con il suo splendido discorso pieno di ricordi ed episodi divertenti ma volevo dire due parole anche io.
Ron è il mio fratello minore e fin da quando era piccolo io e mio fratello gliene abbiamo combinate di tutti i colori. Alcuni di voi non hanno mai conosciuto Fred, io e lui eravamo due veri geni quando si trattava di combinare disastri, soprattutto a discapito del piccolo Ronnie.
Quando Fred se ne andò dieci anni fa durante la battaglia finale avevo seriamente creduto di morire anche io; ricordo che non avevo più voglia di fare nulla, di inventare nulla, e il mio, nostro, negozio mi dava un senso di oppressione tale da non riuscire ad entrarci senza voler spaccare tutto.
Per un mese il negozio rimase chiuso, io stesso mi ero rintanato in camera mia senza uscire mai, ma questo ragazzo non lo permise. Un giorno entrò in camera mia e mi fece una lavata di capo talmente poderosa da lasciarmi stupito. Mi disse che ero un idiota, che stavo mandando in culo a Salazar (mamma era un'imprecazione adatta, non fare quella faccia) tutto il lavoro che io e Fred avevamo costruito e che se fosse stato lì mi avrebbe preso in giro per l'eternità. Mi ha portato fuori e mi è stato accanto per mesi mentre il negozio rinasceva e io con lui.
Quindi grazie Ron, in quei momenti sei stato per me un fratello maggiore, invece che il nostro piccolo Ronnie.- fece una piccola pausa permettendo a sé stesso e buona parte degli invitati di asciugare qualche lacrima furtiva.
-Bè gente, perdonate il mio discorsetto, non doveva essere strappalacrime ma un semplice ringraziamento.
Per ultimo, visto che Harry ha tirato in ballo un sacco di aneddoti divertenti, volevo contribuire ricordando quella volta che in vista del Ballo del Ceppo Ron si è trovato a ballare con la nostra insegnante di trasfigurazione, e no, signori, non sto parlando di quella attuale.- finì con un occhiolino rivolto al tavolo dove Hermione e Minerva stavano ridendo al ricordo.
-E adesso balliamo! Professoressa vedrà che non siamo più una balbettante bambocciona banda di babbuini. Grazie a tutti!-
George mise giù la bacchetta tra gli applausi scroscianti e le risate, poi alzò gli occhi al cielo e si asciugò un'ultima lacrima solitaria.
-Hai visto Fred? Non gliel'ho fatto dimenticare...- sussurrò ricordando il momento citato prima, quando ad entrambi sembrava di poter vivere per sempre.
Mentre le danze avevano inizio Hermione si avvicinò agli sposi per porgere i suoi auguri.
-Ragazzi sono così contenta per voi. Leslie sei veramente bellissima!-
-Grazie Hermione, anche tu stai molto bene.- rispose un po' in imbarazzo la novella sposa lanciando all'altra un'occhiata perplessa e timorosa.
-Hermione... ti sono grata per l'aiuto che mi hai dato. Ieri sera mi hai tolto un enorme peso con la notizia che l'aura di Ginny non era pericolosa ma adesso, ti prego, dimmi cos'hai scoperto.-
Leslie si torceva le mani in segno di ansia ed Hermione non poté far altro che raccontarle tutto senza attendere un momento in più. Vide lo sguardo della donna passare dal timoroso all'esaltato nel giro di pochi secondi e si trovò stretta tra le sue braccia grate.
-Che bella notizia Hermione! Davvero! E questa Rachel Lacey come la posso contattare?-
-Chiedi a Ron di mandarle un gufo, potete venire a Hogwarts per incontrarla o fuori. Si è dimostrata molto disponibile ad aiutarti.-
-Grazie! Davvero!- Leslie la abbracciò nuovamente per poi scoppiare a piangere dal sollievo tra le braccia di suo marito.
-Oh miseriaccia, sarò di nuovo zio! Che sensazione bellissima!-
-Ma non dire nulla Ron, non finché Ginny ed Harry non decidono di diffondere la notizia. Tecnicamente nemmeno io dovrei sapere qualcosa, quindi acqua in bocca.-
-Stai tranquilla Hermione, saremo muti come pesci!- ridacchiò lui entusiasta.
-Bene dai vi lascio, andate a fare i vostri doveri di sposi, ci vediamo dopo!-
I due coniugi osservarono la donna tornare al suo tavolo; entrambi con il cuore più leggero si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
-Visto? Te l'avevo detto che Hermione avrebbe risolto la situazione. Non c'è niente che quella donna non sappia fare.-
-Ehi, devo forse ritenermi gelosa?- lo punzecchiò lei tirandogli un pizzicotto lieve sul braccio.
-Ma figurati! Nessuna potrà mai essere come te!- sussurrò lui improvvisamente serio guardandola nel profondo degli occhi.
-Oh Ron...- la donna gli accarezzò una guancia con la mano destra in un tocco lieve ma deciso.
-Stavo pensando... vorrei fare un regalino ad Hermione per aver posto fine alla nostra angoscia e ho già in mente cosa potrebbe essere gradito. Dovresti fare un salto in quel negozio di oggettistica vicino a casa mia, “Lo scrigno di Chiara”.-
-Certo! Domattina ci facciamo un salto insieme prima di partire per la luna di miele, che ne dici?-
-Oh no, io intendevo adesso!-
-A..adesso? Ma il ricevimento?- chiese lui confuso.
-Farai in un lampo e nessuno si accorgerà. Ti spiego esattamente cosa devi chiedere alla signora.-
Mentre i due confabulavano in un angolo della sala, al tavolo di Hermione ferveva il buon umore. Harry si era perso in ricordi ed aneddoti riguardanti il Ballo del Ceppo che George aveva tirato in ballo nel suo discorso.
-Dovevate proprio vederlo. Povero Ron! Aveva un vestito tremendo...-
-Io invece ho avuto la fortuna di essere l'unica femmina della progenie Weasley e ho potuto avere un vestito... vero.- si ritrovò a sghignazzare Ginny.
-Bè anche io avevo una veste di tutto rispetto ma quella serata è stata un tale disastro che non avrebbe fatto la differenza se avessi messo quello di Ron.- mormorò Harry sconsolato.
-Povero il mio maritino- lo prese in giro lei -costretto ad accompagnare Calì perché la sua bella preferiva un aitante Tassorosso!-
-E dai, per quanti secoli vorrai ancora tirare in ballo Cho? Chissà se lei non avesse preferito Cedric a me magari in questo momento non saremmo qui insieme.- concluse lui con la voce leggermente incrinata al nome del suo vecchio antagonista in amore, tragicamente morto per mano di Voldemort. Ginny sorrise intenerita e si sporse per lasciargli un tenue bacio sulla guancia; sapeva quanto il ricordo del Tassorosso ancora facesse tremare la felicità del suo Harry e cercava di parlarne il meno possibile.
-Io invece quella sera ho ballato tantissimo con tua moglie e devo dire che ci siamo divertiti un mondo, vero Ginny?- si intromise Neville stemperando l'aria e facendo un occhiolino alla signora Potter che gli rispose di rimando.
-Oh sì! Ed è stato un ballerino prodigioso!-
-Sai ballare così bene?- volle sapere Sarah che non si era persa nemmeno un secondo della conversazione.
-Provare per credere!- detto questo Neville si alzò porgendo la mano alla sua dama in un chiaro invito a danzare.
-Molto bene, professor Paciock. Ti darò l'occasione di stupirmi!- rispose lei con una scintilla negli occhi prendendogli la mano e seguendolo sulla pista da ballo.
-Quei due starebbero davvero bene insieme.- esordì quasi tra sé e sé Ginny.
-Chi Sarah e Neville?- chiese Hermione.
-Sì. Non so come mai ma ero convinta che prima o poi si sarebbero messi insieme e quando lui ha lasciato la fidanzata ho davvero pensato che sarebbe successo. Ma poi lei ha scelto Oliver...-
-Mmm a proposito di Oliver, come mai non è venuto?- volle sapere Hermione.
-Un elfo mi è venuto a dire che non si sentiva bene.- rispose Severus.
-E Sarah non è rimasta con lui? Strano. Se fossi stato tu malato non avrei esitato a indossare le vesti di crocerossina.- fece la donna sfoderando il suo miglior sguardo malizioso in direzione del suo compagno.
-Croceche?- lei rise, levando via con un bacio lo sguardo stranito saettato sul viso del preside che stava per ribattere che non doveva farsi beffe di lui con i suoi modi di dire babbani quando fu interrotto da Ginny.
-Ehi! Si vede che Oliver sta meglio. Non è lui quello lì in fondo alla sala?-
Tutto il gruppo spostò lo sguardo in quella direzione in tempo per vedere l'uomo attraversare con passo deciso e scuro in volto la pista da ballo in direzione di Neville e Sarah che volteggiavano sorridendo ignari.
-Sei davvero un ballerino grandioso!- stava dicendo la donna.
-Ovvio! Io non dico mai bugie!-
-Oh io invece dico di sì!- esordì una voce tuonante alle spalle dell'uomo che ghiacciò sul posto.
Neville fece giusto in tempo a voltarsi con il terrore negli occhi che Oliver gli si lanciò contro, sferrandogli un gancio destro in pieno viso.
-Sei uno stronzo! Pensavo fossi un amico e invece te la facevi con Sarah alle mie spalle!- gli urlò contro mentre una tremante Sarah in lacrime si faceva avanti.
-Oliver non prendertela con lui, non...-
-Taci Sarah! E tu... ti ho porto il mio cuore in mano e tu... tu...- Oliver sembrò aver perso la parola mentre l'impeto della furia si placava lasciando il posto solo ad un profondo sguardo tradito e addolorato.
-Tu non sei mai stata mia, ora me ne rendo conto. Mi hai illuso e mi hai gettato via alla prima occasione utile. E tu... ti credevo mio amico. Mi sono confidato con te! Tutti i miei timori, le mie angosce... e tu ne eri felice vero? Quanto avete riso alle mie spalle?- continuò la sua invettiva Oliver.
Neville era paralizzato ancora a terra, non cercava nemmeno di tamponare il sangue che aveva iniziato ad uscire dal naso, mentre il volto di Sarah era una maschera di lacrime.
-Mi... mi dispiace.- riuscì solo a sussurrare verso quello che era stato il suo fidanzato. Voleva dirgli tante cose, che non lo avevano preso in giro nemmeno una volta, non gli avevano riso alle spalle e che in un certo senso lei lo aveva amato, in un modo diverso, certo, ma lo aveva amato.
Ma nulla di questo le uscì dalle labbra, troppo paralizzata per connettere la bocca al cervello.
Oliver sospirò affranto un'ultima volta prima di girare sui tacchi e tornarsene da dov'era venuto. Mentre spariva nel camino, nella sala era calato il silenzio; gli occhi di tutti erano fissi sull'uomo ancora a terra e sulla donna che si era chinata con il volto solcato da lacrime ad asciugargli il sangue che continuava a colare.
Hermione fu la prima a riprendersi dallo choc e si alzò, prontamente seguita da Ginny ed Harry. Fecero alzare Neville e lo accompagnarono fuori dalla sala verso la cucina.
-Lo spettacolo è finito, tornate pure a farvi gli affari vostri!- sbottò Severus inacidito per poi dirigersi anche lui verso la stanza dove il gruppo si era riunito.
Non appena aprì la porta trovò Sarah ancora intenta a curare un Neville sotto choc che guardava fisso davanti a sé, come se non avesse ancora realizzato ciò che era accaduto.
-Posso sapere a cosa abbiamo appena assistito?- chiese in tono più burbero di quanto avesse voluto. Hermione lo fulminò con lo sguardo prima di rivolgersi lei stessa alla sua amica.
-Sarah? È vero quello che Oliver ha detto?-
La donna annuì tremante, mantenendo lo sguardo a terra.
-L'ho detto io che sarebbero stati bene insieme.- mormorò Ginny ricevendo un gomitata dal marito.
-Ginny ti sembra il caso?!-
Sarah, fortunatamente sorda a quei commenti, cercò di recuperare la calma.
-Sì è vero. O meglio, è vero che stiamo insieme, ma non volevamo certo prenderci gioco di lui.-
Neville si trovò ad assentire con il capo, tornando finalmente alla realtà.
-Sono costernato per quello che è successo. Voglio bene ad Oliver e capirò se non vorrà più parlarmi... nemmeno io vorrei se fossi al suo posto!-
Sarah gli accarezzo lo zigomo sinistro con la mano per poi collegare i loro sguardi.
-Non ci pensare Neville. Se ne farà una ragione e prima o poi ci perdonerà vedrai! Dobbiamo solo portare ancora un po' di pazienza.-
-Ma che bel siparietto...- si intromise Severus -Sentite, sono felice per voi, davvero. Tutti dovrebbero trovare la felicità e son contento che voi ci siate riusciti, ma Oliver prima di essere un vostro amico è anche un insegnante. Spero che questa situazione non lo porti a volersene andare.-
-Oh Severus smettila. Non è il problema peggiore in questo momento!- esclamò Hermione prendendolo per mano e trascinandolo fuori dalla cucina prima che potesse ribattere ulteriormente.
-Bè Neville, dai poteva andare peggio. Vedrete che Oliver con il tempo capirà. Intanto vediamo di fermare quel sangue, temo però che avrai un bell'occhio nero tra qualche ora. Picchia forte Oliver...- esordì Ginny avvicinandosi all'uomo e curandogli il naso con un colpo di bacchetta.
-Vedete il lato positivo, ora sarà tutto in salita!- esclamò Harry tirando su il morale della coppia.
-Va bene dai... vado a spiegare a Ron e Leslie quello che è successo. Sarah aiutalo a ripulirsi lo smoking e poi tornate di là. Vedrete che nessuno dirà nulla, tranquilli.-
Mentre i due coniugi Potter tornavano in sala Sarah posò un leggero bacio sulla fronte dell'uomo seduto davanti a lei che sorrise in rimando.
-Se non altro adesso non c'è più niente e nessuno che mi impedisce di definirti mia, giusto?-
Lei ridacchiò, recuperando un po' di serenità.
-Sono sempre stata tua.-

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Hermione e Severus, visto che i loro compagni di tavolo erano dispersi, decisero di fare due passi per ammazzare il tempo tra i primi e i secondi. L'uomo la guidò per il giardino fino ad una panchina sulla quale i due si accomodarono.
-Bè se non altro è stata una giornata piena di sorprese.- esclamò lei ridacchiando e posando il capo sulla spalla di lui.
-Mah! Io mi ero accorto che qualcosa stava bollendo in pentola in realtà. Certo non mi aspettavo che Baston piombasse qui in questo modo, ma quei due non sono stati propriamente discretissimi in questi giorni.-
-Ma smettila! Cosa avresti notato, sentiamo?- chiese lei borbottando. Non poteva accettare certo che il suo uomo avesse più spirito di osservazione di lei, insomma aveva ancora una reputazione da “strega migliore del suo secolo” da mantenere.
-Mmm da dove iniziare? Dagli sguardi continui che si lanciano durante i pasti? Dal fatto che ogni tanto spariscono contemporaneamente e nessuno riesce a trovarli? Ma potrebbe esser colpa anche dei rumori che una volta ho sentito provenire dall'appartamento del nostro professore di erbologia...- concluse maliziosamente.
-Severus!!! Non pensavo fossi diventato un voyeur.- ridacchiò lei accarezzando leggermente il petto di lui.
-Mica mi sono appostato fuori. Stavo venendo nei tuoi appartamenti quando ho sentito dei mugolii e delle risate. Da quel momento ho prestato attenzione ai movimenti di Neville e dopo gli sguardi ho fatto due più due.- si scusò lui scrollando il capo scatenando nuovamente le risate di Hermione che si strinse maggiormente a lui.
I due decisero di tornare al loro tavolo, presto raggiunti dalle altre due coppie.
Il ricevimento proseguì senza ulteriori intoppi. Ci furono brindisi, balli, risate e verso le sei Leslie e Ron tagliarono la mastodontica torta, frutto del lavoro certosino di Molly.
In pieno spirito babbano venne addirittura proposto il lancio del bouquet che finì dritto dritto nelle mani di una imbarazzata ed arrossita Hermione che non ebbe il coraggio di spiegarne a Severus il significato.
Ormai si era fatta sera e, dopo i fuochi d'artificio gentilmente offerti dalla Tiri Vispi Weasley, fu l'ora di consegnare le bomboniere e di ritornare alle proprie dimore.
Severus ed Hermione si avvicinarono agli sposi pronti a congedarsi e a tornare ad Hogwarts.
-Congratulazioni! È stata una cerimonia bellissima.- esordì lei.
-Grazie a voi... Ci siamo molto divertiti, mi dispiace solo per Sarah e Neville, spero che la cosa si risolva presto.- rispose Leslie abbracciandola mentre i due uomini si stringevano la mano.
-Hermione ho una cosa per te. Aprila pure quando sarai ad Hogwarts, non c'è fretta. È un pensiero per ringraziarti ancora di ciò che hai fatto per me.- Leslie le sorrise e le porse una scatolina marroncina avvolta da un fiocco argentato.
-Grazie mille ma non dovevate. Sono stata felicissima di avervi aiutato.- la ringraziò Hermione con le lacrime agli occhi; abbracciò un'altra volta i due coniugi e si diresse insieme agli altri verso il camino, pronta per tornare a casa.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Harry e Ginny entrarono nei loro appartamenti stanchi ma felici; i bambini avevano chiesto di rimanere alla Tana quella sera, talmente stanchi ma elettrizzati da non voler tornare al castello.
La donna si diresse verso il letto togliendosi le scarpe dal tacco vertiginoso e iniziando a massaggiarsi i piedi.
-Non capisco perché tu insista a mettere quelle trappole infernali. Non penso che il gioco valga la candela, o sbaglio?- Harry, con tono scettico ma premuroso, le si sedette accanto.
La fece sdraiare e prese a massaggiarle lui stesso i piedi, sentendola emettere un sospiro di appagamento.
-Lo dici tu. Queste trappole infernali sono la cosa che ci slancia e ci rende irresistibili ai vostri occhi. Nel mio special caso mi permettono di essere alta come te almeno ogni tanto.-
Harry ridacchiò continuando il messaggio verso i polpacci contratti.
-Veramente, e penso di poter parlare anche a nome del resto del genere maschile, ti trovo più irresistibile senza quelle trappole, o ancora meglio senza nulla addosso.- sorrise sornione facendo salire ulteriormente le mani.
-Signor Potter, sta forse cercando di sedurmi? Guardi che io sono una donna sposata e molto fedele.-
-Farò un tentativo comunque.- concluse lui avventandosi sulle labbra sorridenti di lei.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Un elfo bussò alla porta che Severus ed Hermione si erano appena chiusi alle spalle porgendo una pergamena che Oliver aveva lasciato prima di andarsene dal castello.
-Cos'è?- chiese Hermione affacciandosi oltre la spalla dell'uomo che si era seduto sul bordo del letto a leggere.
-Baston. Chiede un periodo di aspettativa per motivi personali. Penso che sia abbastanza evidente quali siano... Ma perché mi devono sempre complicare la vita questi Grifondoro da strapazzo?- sbuffò lui passandosi una mano nei capelli.
-Ehi sono anche io una Grifondoro!- obiettò lei.
-E infatti anche tu mi hai complicato la vita, anche se in senso positivo.- Severus si voltò verso la donna e la baciò prendendole a coppa il viso con le mani.
-Che giornatina... penso che quello che ci vuole adesso è un bel bagno caldo. Vieni con me?- chiese lui alzandosi dal materasso e sgranchendosi le braccia e la schiena.
-Vai avanti, ti raggiungo tra poco!-
Mentre il dolce suono dei rubinetti che riempivano la vasca le faceva da sottofondo, Hermione iniziò a svestirsi, avendo cura di riporre il vestito nell'armadio senza spiegazzarlo.
Mentre appendeva la sua mantella la scatolina che Leslie le aveva regalato cadde per terra e lei si chinò a raccoglierla.
Era veramente stupita che le avessero fatto un pensierino, non era proprio necessario.
Sorridente sciolse il fiocco argentato fino a liberare il coperchio della scatolina e riuscire ad aprirla.
Scostò la carta velina bianca ed ecco che apparire una collana posta sul velluto bianco.
Era una catena sottile argentata con un ciondolo a forma sferica e un angioletto con un mezzo cristallo color rosa pallido.
Tirò fuori la collana delicatamente sentendola tintinnare e notando un bigliettino in carta pergamenata nascosto tra la carta velina che racchiudeva una sola parola “Congratulazioni”.
Improvvisamente seppe cosa teneva fra le mani.
Chiama angeli lo chiamava sua mamma, ne aveva uno uguale e glielo aveva fatto vedere qualche volta quando era bambina.
E c'era un'occasione in particolare in cui regalare un chiama angeli, specialmente se accompagnato da un biglietto del genere.
Il suo dolce suono funge da tranquillante per i bambini e in genere lo si regala ad una donna in dolce attesa.
Hermione spalancò gli occhi mentre il significato di quel regalo la investì facendole girare la testa.
-Oh mio Dio...-




Angolino di Zebraviola

Buonasera! Scusate il ritardo ma dovevo sistemare il capitolo.
Spero che sia all'altezza delle vostre aspettative! In realtà questo è un capitolo che dice tanto e nulla allo stesso tempo. Spero di aver dato onore al matrimonio di Ron e Leslie.
Avete anche visto il nostro Oliver che finalmente ha realizzato il misfatto e si è “vendicato”, spero di non essere stata troppo crudele nei suoi confronti.
Il capitolo si è chiuso con un colpo di scena! Che ne pensate?
Questo era l'ultimo capitolo vero e proprio di questa storia ma arriverà anche l'epilogo! Pensate che l'intera fanfiction è nata partendo proprio da una fanart che ho rivenuto su deviantart e all'inizio doveva essere completamente diversa!
Se qualcuno fosse interessato e curioso di come dovevano andare le cose me lo chieda pure :D
Per favore fatemi sapere cosa ne pensate, ci sono rimasta abbastanza male per le sole 4 recensioni ricevute :(
Questo che vedete in foto è un chiama angeli come l'ho pensato io (questo in particolare l'ho proprio realizzato io e lo vendo anche se qualcuno fosse interessato. Se cliccate l'immagine vi porta alla mia pagina FB di creazioni e bijoux ^^)


Cliccando l'immagine qua sotto accederete alla mia pagina Facebook, iscrivetevi! ^^

Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Epilogo

Epilogo





Note iniziali:
Salve a tutti! Generalmente non lascio nessuna nota all'inizio del capitolo ma, essendo questo l'epilogo di questa storia, volevo dire due cose (ciò non vi esime da leggere anche sotto xD). Questa storia, l'intera storia, è nata anni fa proprio dall'epilogo. Vidi in giro per Deviantart una fanart di Maaiker che mi ispirò particolarmente; è quella che vedete nel banner con il titolo della storia e qui potete vederla in tutto il suo splendore Fanart di Maaiker
E poi volevo dirvi che mancano solo cinque recensioni alle 300 e ci terrei davvero, DAVVERO, tanto arrivarci (quindi recensite!!!!). Ci sentiamo alla fine! Buona lettura!


Epilogo


Erano più di quarant'anni che la signora Madleine abitava in Brunswick Square numero 18 e ricordava bene la famiglia Piton. Vicini così piacevoli e simpatici erano difficili da trovare ed era rimasta sinceramente dispiaciuta quando i due morirono anni addietro in circostanze strane. Il figlio della coppia, che già prima si vedeva molto raramente da quando si era trasferito nella capitale con la moglie, non si era più fatto vivo e la casa era rimasta disabitata.
Solo il nipote, a cui se non errava era stata lasciata la casa, si era fatto vedere di tanto in tanto e qualche volta era perfino passato a salutarla, in memoria del fatto che fosse stata amica dei suoi amati nonni.
L'uomo in questione, con un nome davvero singolare a parer suo, era sempre arcigno e serio ma molto educato e quando la andava a trovare bevevano il the insieme e facevano due chiacchiere; l'anziana donna non perdeva occasione per fargli domande, anche molto personali, a cui però lui rispondeva sempre abbastanza sibillinamente.
Sapeva che insegnava chimica in una scuola privata in Scozia e che era single; le dispiaceva molto che il nipote dei suoi vicini che aveva visto crescere fin da bambino non avesse nessuno nella sua vita.
Un giorno di sabato però, mentre stava contemplando il panorama fuori dalla finestra del salotto, vide Severus aprire il cancelletto del numero 20 con a fianco una donna e sorrise di riflesso notando l'aria serena di lui, mai apparsa prima sul suo viso sempre tirato, e la tenerezza con cui sfiorava la schiena della donna bruna accompagnandola dentro.
Erano passati ormai quasi cinque anni e mezzo da quel giorno e lei poteva di nuovo crogiolarsi nell'idea di avere ancora vicini piacevoli e simpatici come lo furono stati i nonni dell'uomo che viveva nella casa accanto con la moglie e la figlia.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

-Papààà!!!-
In quel sabato pomeriggio un tornado con una montagna di ricci castani corse giù dalle scale. Emily Piton, cinque anni tra pochi giorni, era una bambina vispa e intelligente con un'energia inesauribile che in alcuni giorni metteva in seria difficoltà la pazienza dei suoi genitori.
Hermione sorrise a quell'urlo e alla vista di suo marito che alzava gli occhi al cielo posando il giornale a cui, povero illuso, pensava di potersi dedicare una mezz'oretta.
-Tua figlia ti reclama.- disse ridacchiando lei passandogli la mano nei capelli per qualche secondo, interrotta dalla bambina che era entrata correndo in cucina e si era gettata ridente tra le braccia del padre.
Severus strinse a sé il corpicino della bimba e sorrise posandole un bacio sul capo perennemente spettinato come quello di sua madre.
-Papi vado a prendere una cosa, tu aspetta qui!- Emily si divincolò dalle braccia del padre e dopo avergli dato un bacio sulla guancia corse nuovamente su per le scale.
Hermione si avvicinò all'uomo e gli si sedette in braccio passandogli un braccio intorno al collo, venendo prontamente stretta da lui.
-Lo sai che è andata a prendere la sua valigetta vero?- sussurrò lei ricevendo un mugugno rassegnato in risposta che la fece ridacchiare.
La loro bambina era un terremoto ma loro la adoravano anche per quello.
E pensare che all'inizio furono completamente terrorizzati dall'imminente cambiamento.
Ricordava ancora come fosse ieri il momento in cui aveva realizzato cosa il regalo fatto da Leslie volesse significare
-Oh mio Dio...- si era ritrovata a sussurrare accarezzando tremante la sfera argentata. Dovette sedersi sul letto perché sentì che le gambe la stavano per tradire. Troppo presto... stava accadendo tutto troppo velocemente e il panico aveva preso a dilagarsi nel suo petto. Severus, uscito dalla vasca non vedendola arrivare, l'aveva trovata ancora così, con gli occhi spalancati e umidi e le mani tremanti. Inutile dire che fu preso da un'enorme preoccupazione osservandola in quello stato. Si era precipitato da lei chiedendole con apprensione cosa stesse succedendo ma a lei occorsero diversi minuti per trovare il coraggio di annunciare che stavano aspettando un bambino, anzi una bambina a giudicare dal cristallo rosa dell'angioletto.
-Co...cosa? Incinta? Ma sei sicura?-
Hermione annuì ancora tremante, pensando le cose peggiore fra le quali capeggiava l'ipotesi che lui non volesse figli o che, come temeva lei, fosse davvero troppo, troppo, presto.
Non ebbe nemmeno il tempo di alzare gli occhi su di lui che venne travolta dalle sue braccia che la strinsero forte.
Stettero per minuti interi in silenzio, entrambi a pensare a ciò che sarebbe cambiato da lì a poco.
Fu Severus il primo a sciogliere la stretta e a guardarla negli occhi.
-Hermione, non avrei mai immaginato qualche mese fa che tutto questo sarebbe successo ma ne sono felice. Certo, sono terrorizzato e pensavo che sarebbe successo più in là, ma chi siamo noi per imporre al destino di rallentare?-
Lei sorrise, asciugando una lacrima birichina che era sfuggita alle sue ciglia, e lo baciò teneramente. Dopo molti momenti pregni di questa nuova consapevolezza Severus scoppiò a ridere lasciando basita Hermione.
-Sai, quando ieri ho detto che mi sarebbe piaciuto riempire la casa di Brighton con te ammetti di non aver immaginato che sarebbe successo così presto!-

Hermione sorrise ricordando quelle parole perché, dopo un breve calcolo, era venuto fuori che Emily era stata concepita proprio durante quella giornata passata a Brighton.
Alla fine, dopo aver ammesso che nella loro storia niente era stato normale, i due convennero che scoprire di aspettare un bambino dopo nemmeno ventiquattro ore dal suo concepimento era proprio nel loro stile e accettarono la novità con serenità. Nel giro di pochi mesi si ritrovarono a vivere nella casa dei nonni di Severus e ad arredare la sua vecchia cameretta per la loro bambina,
Dei passi frettolosi fecero tornare Hermione al presente e si costrinse ad alzarsi dalle gambe di Severus per lasciare il posto al loro piccolo tornado armato di una valigetta di plastica rosa confetto.
-Emy non possiamo giocare oggi pomeriggio? Avrei proprio tanta voglia di leggere la gazzetta tranquillo.-
La bimba scosse la testa ridendo.
-No papi, oggi andiamo al compleanno di Lily! E poi ho tanta voglia di pettinarti!-
Ebbene sì. Emily Piton adorava oltre ogni immaginazione i capelli lisci e lunghi del padre e aveva scoperto una passione, insana a parer del preside, per il gioco della parrucchiera.
-E va bene.- sospirò del tutto rassegnato l'uomo. La bambina emise un gridolino di giubilo e iniziò a tirar fuori dalla sua valigetta spazzole e fermagli mentre Hermione, persa ad osservare la sua adorabile famiglia, non poté fare a meno di ridacchiare divertita ricevendo un'occhiata raggelante dall'uomo.
Tuttavia Severus, nonostante le evidenti prese in giro della moglie e il fiocco rosa che la figlia gli stava mettendo tra i capelli, non poté far altro che pensare che fosse felice, totalmente e finalmente felice.
Dopo mezz'ora di mollettine, fiocchetti e spazzolate Hermione andò in soccorso del marito ricordando alla figlia che doveva ancora farsi il bagno prima di andare alla Tana e così la piccola parrucchiera lasciò finalmente libero il suo modello preferito per precipitarsi al piano superiore.
-Sai che non sei male? Potresti venire conciato così oggi da Harry.- ridacchiò nuovamente lei appoggiandosi al bordo del tavolo e iniziando a staccargli le varie mollettine che la figlia aveva disseminato per i capelli.
-Dobbiamo proprio andare oggi pomeriggio? È il primo giorno di vacanza, speravo proprio di potermi un po' riposare. Non possiamo lasciare Emily alla Tana e andarcene da qualche parte?- tentò lui speranzoso.
-Non ci provare. È il compleanno della migliore amica di tua figlia, non possiamo mancare. Abbiamo due mesi davanti a noi per goderci l'estate, oggi siamo richiesti là.-
-Uff! Ok signora Piton, ha vinto lei. Ma sappia che mi vendicherò per quest'obbligo oltraggioso.-
Quel pomeriggio di tardo giugno 2015 la famiglia Piton uscì dal caminetto del salotto di casa Weasley accolti dal consueto fragore.
-Io vado da Lily!- esclamò la bimba prima di correre fuori in giardino.
La Tana durante quelle occasioni si riempiva sempre di almeno una trentina di persone che mettevano a dura prova la pazienza dell'uomo. Non che non si divertisse, in fondo si trovava bene con quelle persone, ma il troppo rumore minava seriamente la sua pace mentale.
Furono accolti da una stanca ma felice Molly; la donna aveva una vera e propria venerazione per la sua nipotina ed ogni volta che c'era il suo compleanno sfornava dolci e torte per due giorni.
-Eccovi cari. Venite fuori, sono arrivati già quasi tutti!-
Hermione adocchiò velocemente tra la folla i suoi migliori amici parlottare con Teddy e si avvicinò per salutarli.
-Buongiorno ragazzi! Vedo che Molly si è superata anche quest'anno, ha invitato tutto il mondo magico?- esordì lei.
Ginny rise davanti alla faccia vagamente seccata di Severus.
-In effetti ci sono più o meno cinquanta persone oggi, mia madre ha un po' esagerato!-
-Non vedo Ron, non è ancora arrivato?-
-Non ancora. Ha mandato un gufo stamattina avvertendo che sarebbero arrivati tardi perché dovevano prima andare al San Mungo, Leslie aveva il controllo nel primo pomeriggio.-
Ron e Leslie avevano già due figli gemelli di tre anni, Molly e Fred, ed erano in attesa del loro terzogenito che sarebbe nato da lì a poche settimane. Inizialmente Ron era restio ad usare quel nome per il figlio, ritenendo fosse troppo doloroso per George avere un nipote con lo stesso nome del gemello scomparso, ma fu proprio il fratello ad insistere e così fu accolto con serenità.
Chi invece non ebbe problemi di scelta di nomi furono Neville e Sarah. Dopo due anni di fidanzamento si sposarono e quando decisero di avere un bambino occorsero mesi di tentativi andati a vuoto prima che qualche dubbio si facesse strada in loro. Una visita al San Mungo diede loro la triste conferma che Sarah fosse sterile e questo fece inizialmente spaventare la donna temendo un abbandono da parte del marito. Ma Neville non si era fatto certo abbattere da quella notizia, non dopo tutto quello che aveva dovuto affrontare per stare insieme alla donna che amava. Avevano adottato una bambina di quattro anni, Audrey, che aveva ampiamente riempito il vuoto che si era creato nei loro cuori alla notizia della sterilità di lei.
La bambina, della stessa età di Albus, frequentava con quest'ultimo il secondo anno in una scuola elementare a Londra, la stessa di James che l'anno successivo sarebbe andato ad Hogwarts. Anche Emily e Lily l'anno successivo sarebbero andate nella stessa scuola e non vedevano l'ora.
La scelta delle famiglie Piton, Potter e Paciock di mandare i loro figli in una scuola babbana prima di Hogwarts era stata accolta con scetticismo da Molly che, avendo educato sette figli, riteneva l'istruzione in casa per un giovane mago in erba la cosa migliore.
-Mamma! Quando posso aprire i regali?- Lily, con Emily per mano, arrivò davanti al quintetto con un sorriso da un orecchio all'altro.
-Dopo la torta tesoro, anzi potresti andare da nonna Molly a dirle che gli zii stanno arrivando? Così intanto prepara le candeline.- la piccola gonfiò le guance dal disappunto di non poter scartare subito tutti quei bei pacchetti colorati ma acconsentì e tornò verso casa.
Hermione osservò la figlia sorridente che veniva trascinata dalla sua amica per il giardino; dopo cinque anni ancora non credeva possibile che quel piccolo tesoro fosse suo.
-Severus ti va se facciamo due passi intanto che aspettiamo la torta?-
-Certo.- lui non stava aspettando altro, aveva un bisogno estremo di un po' di silenzio.
-Ci vediamo dopo, noi andiamo a controllare se gli invitati hanno bisogno di qualcosa. Teddy perché non vai a vedere dove sono finiti James e Albus? Mi preoccupa non vederli in giro.-
-Certo zia Ginny, devo fare pratica da prefetto no?- rispose con orgoglio il giovane Tassorosso che avrebbe ricevuto la spilla l'anno successivo.
Hermione e Severus camminarono per qualche minuto in silenzio, mano nella mano, fino a raggiungere una panchina e il chiama angeli al collo di Hermione tintinnò leggermente quando i due si sedettero. Ancora dopo più di cinque anni era rimasta una delle sue collane preferite e quando Emily sarebbe cresciuta gliela avrebbe regalata come ricordo.
Hermione si accoccolò al fianco dell'uomo prendendogli la mano sinistra tra le sue e iniziò a giocare con la fede all'anulare.
-Sai, questo è stato il primo posto dove mi sono accorta di te.- esordì lei.
-La Tana?-
-No, questa panchina.-
Lui la guardò sinceramente frastornato scatenando in lei un moto ti tenerezza.
-Davvero! La sera del compleanno di Harry, quando ti diedi la mia risposta, ci siamo trovati proprio su questa panchina a fine serata e per la prima volta di vidi ridere. Mi hai fulminato fin da quel momento. Bum, dritto al cuore!-
-Bè non sono uno facile da dimenticare.- si pavoneggiò lui facendola ridere.
-Scemo. E io che cercavo di essere seria...-
Severus le passò un braccio intorno alle spalle e lei posò la testa contro il suo petto.
-Comunque ero seria davvero, quel momento mi ha aperto gli occhi. Certo non avevo immaginato che nel giro di tre mesi sarei rimasta incinta ma è stato un bell'imprevisto. Sai, quando ho capito il significato della collana e te l'ho detto ho seriamente pensato che saresti svenuto.-
-Addirittura? Sono un uomo forte io! E poi avevo capito qualcosa appena ti ho visto in viso, eri troppo stravolta.-
-Bè ci credo! Non era certo quello il modo in cui avrei voluto scoprire di aspettare un bambino, ma soprattutto non era così che avrei voluto dirtelo.- rispose lei continuando ad accarezzare la fede di lui.
-Ah sì? E come avresti voluto dirmelo sentiamo.-
Hermione sorrise teneramente e si sollevò guardandolo in viso.
-Bè intanto avrei aspettato un'occasione adatta, come ad esempio una giornata di festa. Poi ti avrei preso per mano e ti avrei portato in un posto speciale, tutto nostro. Solo allora ti avrei guardato negli occhi e, con tutta l'emozione e il coraggio grifondoriano possibile, ti avrei detto che la nostra famiglia si sarebbe allargata.-
Hermione finì quel discorso con la voce vibrante di emozione, non lasciando che la leggera ansia per la reazione dell'uomo scalfisse la sua gioia.
Severus sbattè le palpebre un paio di volte, realizzando quello che sua moglie gli aveva appena detto.
-Come adesso?- sussurrò stupito.
-Esattamente come adesso.- confermò lei emozionata.
E Severus fece quello che lei si aspettava.
-Oddio diventerò di nuovo papà.-
Esattamente quello che si aspettava.

Svenne.


Angolino (ultimo!!!) di Zebraviola

È finita. Ufficialmente finita.
24 capitoli, 133 pagine, più di 61.800 parole e quattro anni dal primo capitolo.
È stata una storia molto sentita per me; in alcuni momenti si è scritta da sola, stupendo perfino me stessa con personaggi ed eventi che si sono praticamente scritti da soli.
Ho sempre sperato che le mie idee non fossero banali né scontate e, soprattutto, ho sempre cercato di rendere il tutto quanto più “realistico” possibile. Severus a parte, volutamente diverso da come ci si aspettava, ho cercato di mantenere gli altri personaggi quanto più IC possibile, cercando di rimanere sempre in sintonia con quello che ha scritto la Rowling (ovviamente eccetto l'epilogo).
Inoltre, anche se nessuno ha mai notato la cosa, ho sempre cercato di ambientare tutto in date reali, munendomi di calendario per vedere che giorno fosse effettivamente quello in cui stavo facendo ambientare le vicende.
Esempio? Il matrimonio di Ron è ambientato domenica 4 ottobre 2009, da lì mi sono poi basata per le date di nascita di Lily (21 giugno 2010) e Emily (1 luglio 2010). Questo epilogo è ambientato alla festa di compleanno Lily il 21 giugno 2015, domenica, mentre la scuola di Hogwarts finisce la terza settimana di giugno che nel 2015 cadrà il 20 giugno.
Quindi vedete che tutto torna? Dai sono da lodare xD
Basta dai non insisto oltre, altrimenti le mie note saranno lunghe quanto l'epilogo.
Che ne pensate? Vi è piaciuto? Vi ha deluso? Ditemi qualcosa :D
Ho in mente qualche progetto legato sempre a questa storia ma intanto vi lascio qualche link a qualche one shot collegata a questa storia che ho scritto nel corso degli anni:

Hermione Granger adorava i compleanni, soprattutto il suo
Una storia ambientata subito alla fine di Hogwarts. Uno scorcio della vita di Hermione da bibliotecaria quando era ancora al fianco di Ron (ma di Romione c'è davvero poco).

Dai, esci con me?
Una fanfiction che parla di Rita ed Adam. Scoprite qualcosa di più di questi due personaggi tra cui, tra una figuraccia e un parrucchino rubato, è sbocciato l'amore.


E come sempre, per l'ultima volta xD, vi lascio il link alla mia pagina FB, iscrivetevi!

Aspetto le vostre impressioni sul capitolo!!!
Baci a tutti
Chiara

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Capitolo 27
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Buongiorno a tutti, sono ancora qui :D
Prima di tutto volevo chiedervi se l'epilogo era scritto cosi male da meritare solo due recensioni... ci sono rimasta molto male :(
Vi prego, recensitelo :D
Ok, passato il momento *vi prego sono disperata* volevo fare un piccolo sondaggino per sapere cosa più vi piacerebbe leggere scritto da me.
Vi espongo qua sotto delle idee, fatemi sapere, tramite recensione, se qualcuna di questa vi aggrada:

A) Diario di Hermione piccola: Forse non tutti lo sanno ma anni fa avevo scritto una storia (o meglio iniziato) sotto forma di Diario di Hermione che copre l'anno da quando Hermione scopre di essere una strega (19 settembre di quando compie 11 anni) fino a quando parte per Hogwarts (1 settembre di quando ne ha quasi 12). Se qualcuno intanto volesse leggerla e volesse un continuo me lo dica, la trovate a questo link:
Dal diario di Hermione Granger: l'inizio

B) Adam/Rita: Questi due personaggi sono stati creati inizialmente per fare esclusivamente da contorno ma poi mi hanno fornito dei momenti molto divertenti come la faccenda del parrucchino.
Nella storia sono apparsi solo come cammei, abbiamo visto come si sono incontrati all'inizio dell'anno grazie alla one-shot Dai, esci con me? e poi abbiamo scoperto che alla fine si sono messi insieme. Ma non sappiamo altro e mi piacerebbe scrivere di loro due, di come alla fine Rita ha ceduto e dei loro sentimenti. Avranno dei cammei anche tutti i personaggi della storia principale come Hermione e Severus e tutti gli altri insegnanti.

C) Althea McFlare: Questa sarebbe sicuramente l'opzione che più si discosta dal mondo effettivo di Harry Potter. Una storia dell'antenata di Sarah, la proprietaria del diario, la Lector Aurae per eccellenza.
Sarebbe una storia ambientata nel 1600, comunque la magia sarà presente tramite personaggi che ancora non ho deciso e farò intrecciare il mondo del Lectoris ideati da me con quello della magia rowlingiano. Se vi ho un po' incuriositi scegliete pure quest'opzione ;)

D) Idee? Ovvero, avete qualcosa in mente che io non ho detto? Avete qualche idea in mente che vorreste leggere? Non fate i timidi e ditemi pure :)

Bene detto questo vi IMPEDISCO DI IGNORARMI ANCORA :D
Dai, scherzo! Però son davvero curiosa di sapere cosa più vi piace.
Detto questo.... fatevi vivi!
Buona giornata :D
Chiara

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