Capitolo 11
RAGAZZI! Siamo giunti
all’ultimo capitolo! Vi ringrazio già da adesso per aver letto la mia storia!
Non so cosa farei senza di voi che commentate! ( frase fatta eheh ;)).
Spero la storia sia
stata di vostro gradimento, ci ho messo moltissimo impegno a scriverla.
Non perdetemi di
vista, perché ho già in mente qualcos’altro da pubblicare…^^
Ora vi lascio
all’ultimo capitolo. Enjoy it! E…Grazie ancora!
PS: la canzone finale
è di Jesse McCartney: “Because you live” ©
Passarono più di cinque anni da
quel fatidico giorno, cinque anni vissuti nel silenzio e nell’indifferenza.
-
Mamma! Mamma! Guarda!!!!!!!!-
-
Che c’è Hoshi? Cosa hai visto?- chiese Sana al
figlioletto che le si era attaccato con prepotenza alla gonna, incitandola a
guardare un manifesto pubblicitario.
-
Oggi ci sono mondiali Karatè! Io andare! Voglio andare
con mamma e papà!-
-
Hoshi ma lo sai che papà oggi lavora, deve girare il
nuovo film! Ci andremo un'altra volta…
-
No! Hoshi vuole andare oggi! Oggi, oggi, oggi!
-
Hoshi non fare i capricci, dai andiamo, sali in
macchina, papà ci aspetta agli studi televisivi…
Improvvisamente lo sguardo di
Sana si posò su un enorme tabloid, che ritraeva un bellissimo ragazzo biondo
con indosso un karenji mentre sferrava in sequenza abili colpi di karatè.
“ Oggi ci saranno i mondiali di karatè! Proprio qui a Tokyo! Mi
raccomando non mancate! Atà!” diceva mentre rompeva abilmente in due un
pezzo di legno.
Era passato davvero tanto, tanto
tempo da quel giorno, ma mai l’aveva dimenticato, neanche per un secondo, dato
che aveva sempre la sua copia spiccicata davanti agli occhi.
Il piccolo Hoshi infatti,
riconosciuto all’anagrafe e da tutti come Hoshi Kamura, era identico ad Hayama,
nonostante Naozumi facessero di tutto per negare l’evidenza, entrambi erano
consapevoli che era Akito il padre di Hoshi.
Suo marito le aveva proibito di
contattarlo, dicendogli che era per il bene del piccolo.
Con il passare del tempo Sana si
auto-convinceva di essersi comportata da vigliacca, e se avesse potuto, sarebbe
corsa da Hayama a raccontargli tutto.
Ma con quale faccia si sarebbe
potuta presentare da lui? Come un fantasma uscito dal passato?
La sua mente vagava tra questi
pensieri, non facendole accorgere che suo figlio si era allontanato un po’
troppo dalla sua vista, vagando tra i passanti.
Sana tornò nel mondo reale e
sospirando disse:- Andiamo Hoshi, si è fatto tardi…Hoshi? HOSHI?!-
Si guardò intorno, ma di suo
figlio nessuna traccia.
-
Hoshi!!!!!- urlò ancora più forte.
Improvvisamente si sentì una
macchina frenare violentemente, facendo girare tutti nell’arco di 20 metri.
-
Oh no….- pensò Sana temendo il peggio iniziando a
correre in direzione della macchina.
Superò dei passanti incuriositi e
le si fermò il sangue, nel vedere Hoshi tra le braccia di un uomo sdraiati sul
ciglio della strada.
-
HOSHI!- urlò raggiungendolo.
Un signore incappucciato con il
k-way e gli occhiali da sole lo teneva ben stretto a se.
-
Mamma!- gridò il piccolo abbracciando la madre.
-
Tesoro!- esclamò lei.
Il signore incappucciato si
rialzò, sgrullando la terra dai pantaloni.
Un passante si rivolse a Sana:-
Signora è suo figlio?-
-
Sì- annuì lei tenendolo stretto a se.
-
E’ corso velocemente in mezzo alla strada mentre il
semaforo era rosso, per fortuna questo signore ha avuto i riflessi pronti per
prenderlo scaraventandosi in strada, se suo figlio è vivo è tutto merito suo.
L’uomo con il k-way sorrise
dicendo:- E’ stata fortuna niente di più, comunque tu piccolo stai più
attento!-
-
Sì signore con il cappuccio.- disse ingenuamente Hoshi
guardandolo con i suoi occhioni color nocciola.
-
Non so davvero che dire per ringraziarla, le devo la
vita di mio figlio….- disse Sana con le lacrime agli occhi.
-
Non mi deve niente mi creda, ho fatto ciò che avrebbe
fatto chiunque altro...- disse sorridendo.
Sana sorrise a sua volta.
Il signore con il cappuccio posò
lo sguardo sul corpo di Sana, e, con un sorriso malizioso, disse:- sei sempre
uguale…il solito manico di scopa.-
Si girò e face per andarsene,
Sana lì per lì non capì subito cosa intendesse con quella frase, ma poi la sua
mente fu attraversata da un improvviso flash-back..
Ma non poteva essere…insomma non
era possibile…
- Scusi, cosa ha detto…?- chiese
incredula al tizio incappucciato.
Lui rispose con un altro
sogghigno, ma non si girò.
-
Fermo dove sei!- urlò Sana rincorrendolo con Hoshi al
seguito.- Tu non puoi essere…
Il tizio si girò togliendosi gli
occhiali e il cappuccio, e Sana si ritrovò davanti colui che le aveva dato un
figlio a tradimento e che non avrebbe mai dimenticato.
-
Ciao Kurata, ci si rivede eh !- disse lui sorridendo.
-
Hayama?!- urlò lei incredula e senza parole.
-
E chi sennò? Te ne saresti dovuta accorgere già dalla
battutina di prima…
Sdeng!!!!!!
Di colpo partì il mitico
martellino di gomma, e Hoshi rimase impassibile nel vedere la madre che
prendeva a martellate l’uomo che lo aveva appena salvato.
-
Ma come ti permetti!? Sei sempre il solito!- urlò Sana.
-
Ma daaaaai! E tu sei sempre la solita, te la prendi per
cose stupide come queste.
“Ma che cosa…?” pensò il piccolo
Hoshi, ma capii subito che alla mamma
non piaceva il nuovo individuo quindi lo guardò storto.
-
Piccolo tua madre è una belva sai?-disse Hayama
difendendosi abilmente da un altro attacco e rivolgendosi a Hoshi.
Incontrò lo gelido sguardo del
ragazzino, che lo fissava con occhi freddi…occhi che erano uguali a…
Hayama si fermò e osservò
spaventato Hoshi.
Anche Sana lo guardò incredula,
aveva assunto lo stesso suo atteggiamento… con quegli occhi…gli stessi che per
tanto tempo l’avevano terrorizzata…
Hayama posò lo sguardo su Sana
poi di nuovo su Hoshi e di nuovo su Sana:- Che significa questo?
Sana rimase in silenzio.
-
Lui…è mio figlio?-
Sana capì che in quel momento non
sarebbe servito a niente mentire, perciò sospirò e guardando in basso annuì.
Hayama rimase di stucco.
Hoshi non ci capiva niente.
-
Mamma ma che dice questo?- chiese il piccolo tirandole
un lembo della gonna, ma si dovette interrompere, perché il tizio che non gli
stava per niente simpatico baciò improvvisamente sua madre.
Anni dopo…
“ Buonasera e benvenuti a
Radio Tokyo One, ospite qui con noi abbiamo Naozumi Kamura, il famoso attore divenuto
famoso in tutto il mondo grazie ai suoi numerosi film! Buonasera signor Kamura!”
“ Buonasera a voi e a tutta la città di Tokyo.”
“Ci dica, come vanno le cose
di questi tempi?”
“Il lavoro va come sempre alla
grande, ho altri tre film in produzione”
“Bene! Aspetteremo con ansia di vederla sul grande schermo! …e ci
dica…con la vita affettiva?”
“ Ehm… tanto lo sapete già da
tempo…sono sempre scapolo…”
Altrove…
-
Tesoro corri! Farai tardi a scuola!!!!!- urlò Sana
armeggiando ai fornelli.
-
Si ma’ vado, vado!!- un ragazzo adolescente scese
velocemente le scale, prese il cappotto e preparò frettolosamente lo zaino.
-
Hoshi oggi ti accompagno a karatè io ok?- disse un uomo
sulla 30ina mordendo al volo una frittella baciando la moglie.
-
Acchan ricordati però! – disse lei dopo averlo baciato
dolcemente
-
Non ti preoccupare Kurata, me ne ricorderò…
-
La smetti per favore di chiamarmi così??? Sono 6 anni
che siamo sposati, potresti anche chiamarmi per nome!
-
Ok Sana-sama, ti amo, ci vediamo stasera- disse Akito
baciandola con trasporto.
-
Ciao Acchan!- rispose lei dopo aver consumato per bene il
bacio.
-
Fossi in te mi guarderei le spalle, ciao amore!- le
fece l’occhiolino e detto questo scappò via.
-
Esco anch’io mamma ciao!- esclamò Hoshi afferrando lo
zaino.
-
Ciao Hoshi!- esclamò la madre.
“ Ma cosa intendeva per…” pensò
toccandosi le spalle.
Al tatto sentì che aveva qualcosa
attaccato dietro, lo staccò: era un bigliettino post-it.
Sopra c’era scritto “Because you live and
breathe, Because you make me believe in myself when nobody else can
help…Because you live, girl, my world has twice as many stars in the sky…”
Poi un po’ più in basso… “ Ti amo
Sana”
Ripetendosi in mente quella frase
non poté far a meno di sorridere e a bassa voce, come se si vergognasse ancora
a dirlo, pronunciò codeste parole: Ti amo Akito.
Epilogo
Hoshi era seduto al suo banco
giocherellando annoiato con la matita.
“Che pizza la scuola! A che serve
poi boh! Tanto qui non si fa lezione comunque, guarda che macello che fanno
‘sti moccosi…”
Si alzò facendo per uscire dalla
classe, ma improvvisamente qualcuno lo bloccò afferrandolo per il braccio.
Si girò scocciato.
Una ragazza bionda con i capelli
legati dietro la nuca lo guardava fisso negli occhi, con un aria di sfida.
-
Stai scappando? Non te ne puoi andare sai? la
campanella non è ancora suonata.-
-
Lasciami in pace Keiko, io faccio quello che mi pare…
-
No invece! Piuttosto dovresti dire qualcosa ai tuoi
amichetti, non permettono lo svolgimento delle lezioni…
Hoshi la guardò con il suo
sguardo gelido (chissà da chi lo aveva ereditato ohoh ^^) e lei ricambiò con un
sorrisino che gli dava tanto sui nervi.
-
Lasciami perdere ti ho detto.- ripeté scocciato.
-
No. – ribatté lei con decisione.
Rimasero a guardarsi per un
attimo, poi lui si divincolò ed aprì la porta della classe.
Stava per andarsene quando…
- Non ti lascerò in pace così
facilmente Hayama, costi quel che costi! –
Fine!!!!!!!!!!!!!
XOXO
Francesca
Buona sera a tt i lettori!!!!!
Vi sarete chiesti cm mai ho aggiornato, è solo che ho cambiato un po' la punteggiatura...la grammatica...insomma, gli ho dato una aggiustatina, la storia cmq è sempre la stessa.
Colgo l'occasione per ringraziarvi delle recensioni... VI VOGLIO BENEEEEEEEEEEE!!!!!!
Non credo che farò il seguito della storia, ma di sicuro ne scriverò un altra ( sempre su Kodocha)...quindi... NON PERDETEMI DI VISTA!!!!!!!
Bacioni
surferfrancy