Una seconda opportunità

di NiNieL82
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di una fantastica avventura ***
Capitolo 2: *** Ballando in tre su di un tavolo (ovvero quando ci si mette anche la musica) ***
Capitolo 3: *** Vi presento Hannah ***
Capitolo 4: *** A casa di Peter ***
Capitolo 5: *** 11 OTTOBRE 1999: LA PRIMA RIPRESA DELLA TRILOGIA ***
Capitolo 6: *** Un nuovo arrivo ***
Capitolo 7: *** Quando nasce un amore.... ***
Capitolo 8: *** Festa del Ringraziamento a casa di Elijah ***
Capitolo 9: *** 8 dicembre 1999: i miei primi ventitre anni ***
Capitolo 10: *** Vado a vivere da sola ***
Capitolo 11: *** Natale a casa Jackson ***
Capitolo 12: *** Una nuova vita ***
Capitolo 13: *** Matamata.. Quando Hobbiville rivive nella Nuova Zelanda ***
Capitolo 14: *** Io, tu e la bambina.... ***
Capitolo 15: *** La seconda gita fuori porta ***
Capitolo 16: *** Il nove elfico: nove uomini, otto tatuaggi ***
Capitolo 17: *** I miei primi diciotto anni ***
Capitolo 18: *** Ritorno dall'inferno ***
Capitolo 19: *** Ricominciare di nuovo: lo sport preferito di Ilaria ***
Capitolo 20: *** Il processo ***
Capitolo 21: *** Ti chiedo scusa ***
Capitolo 22: *** La fine di un incubo e il ritorno alla normalità ***
Capitolo 23: *** Surfing in New Zealand ***
Capitolo 24: *** THE LONG AND SHORT OF IT ***
Capitolo 25: *** 22 dicembre 2000... ***
Capitolo 26: *** La richiesta di Martine ***
Capitolo 27: *** In giro per Manchester ***
Capitolo 28: *** Claudine... ***
Capitolo 29: *** The return of the fellowship... ***
Capitolo 30: *** Andata e ritorno... ***
Capitolo 31: *** Le verità nascoste ***
Capitolo 32: *** E penso a te ***
Capitolo 33: *** Amettere i propri errori e ricominciare da capo ***
Capitolo 34: *** Los Angeles Loa Angeles ***
Capitolo 35: *** Le premiere ***
Capitolo 36: *** Nubi all'orizzonte ***
Capitolo 37: *** Destini incrociati ***
Capitolo 38: *** E' finita.. ***
Capitolo 39: *** E' un arrivederci,non un addio ***
Capitolo 40: *** A Roma ***
Capitolo 41: *** Welcome home Ilaria e Hannah ***
Capitolo 42: *** L'ultimo ciack ***
Capitolo 43: *** Epilogo: Una seconda opportunità ***



Capitolo 1
*** L'inizio di una fantastica avventura ***


IMPORTANTE

IMPORTANTE: la storia che vi apprestate a leggere è solo il frutto della mia fantasia (piuttosto malata). Qualunque cosa che riguardi i personaggi che citerò è puramente inventata, a parte piccole notizie spulciate dagli extra o da internet. Ilaria e Hannah non esistono. E io (purtroppo) non conosco nessuno degli attori e il regista de ‘Il Signore degli Anelli”  

PS: NON MI SONO PRESENTATA!!!!! Mi chiamo Niniel. E mi piace scrivere. Nonostante non ne abbia mai pubblicato una, scrivo fic da molto tempo e a questa cio sono particolarmente legata. Quindi, se dovete fare delle obbiezioni, correzioni o simili, siate clementi. Accetto tutto, basta che le critiche siano veramente sensate e costruttive. Naturalmente, questa fic è scritta con l’intento di divertire, nulla di più. Spero che la storia, scritta da una pazza fan sfegatata del film e di tutti i libri riguardanti la trilogia tolkieniana e affini, vi piaccia. E se, qualcuno dovesse notare qualche somiglianza, non abbiatemene. Le fic son tante e io non le ho lette tutte. E non è mia intenzione plagiare nessuno. Dopo questo… Vi auguro buona lettura. 

Una seconda opportunità


PROLOGO
:

L’inizio di una fantastica avventura.


“Peter!!” risuonò allarmata una voce femminile nella casa che sino a quel momento era stata silenziosa.
Alla scrivania stava Peter Jackson, noto regista splatter, che lavorava a dei fogli serio.
Quando sentì la voce di sua moglie Fran chiamarlo, scosse la testa e sorrise e passando una mano sugli occhi, alzando così gli enormi occhiali tondi disse fingendosi seccato:
“Che c'è Fran? Tu e Philippa non siete di nuovo d'accordo su qualcosa? Ma quando la smetterete di beccarvi voi tre. Capisco Ilaria, che ha solo quindici anni, ma voi due siete grandi abbastanza...” e si fermò conocchi e bocca completamente sbarrati per la sorpresa.
Aveva raggiunto la porta, con le mani nelle tasche dei suoi enormi bermuda color cachi. Fu allora che l sua frase rimase trocata a metà per la sorpresa. E poco ci mancò che gli prendesse un colpo.
Davanti ai suoi occhi, infatti, si ripeteva una scena che da padre aveva vissuto due volte quando Fran aveva messo al mondo Billy e Katie, suoi figli e che ora viveva come spettatore indiretto -ma neanche tanto indiretto- attraverso Ilaria.
“Peter..."  disse Philippa. "Non è uno scherzo. Ilaria sta per avere la bambina”.
"All'ospedale..... Di corsa." disse Peter dirigendosi verso di loro.

Ilaria. Chi era Ilaria? Prima di tutto era la figlia adottiva di Peter e Fran, entrata in casa Jackson da appena un anno, anche se la conoscevano da quando era in fasce e fosse sempre stata un ospite fisso e di riguardo in casa loro. Orfana dei due più grandi amici che i coniugi Jackson avessero mai avuto, italiani trapiantanti in Nuova Zelanda, Ilaria era arrivata in casa del regista e della moglie incinta di un mese, di un ragazzo che aveva ben pensato di scappare dopo la malefatta.
Peter e Fran, nonostante la gioia iniziale di avere Ilaria in casa mantenendo la promessa fatta ai genitori quando avevano accettato di battezzarla, dovettero fare i conti con una strana sensazione, mista di paura e meraviglia, una volta appresa la notizia.
Volevano Ilaria in casa. Ma non potevano decidere per lei se farle avere o no quel bambino.Sviscerarono la situazione con cura, arrivando all'unica conclusione che avrebbe segnato le vite di tutti, bambino compreso: far decidere la ragazza del suo futuro, riponendo così in lei la più grande fiducia e offrendole tutto il loro sostegno, qualunque decisione avesse preso.
Entrambi sapevano che Ilaria era una ragazza segnata dalla vita e dagli eventi. Sapevano che Marta e Antonio, il padre e la madre della ragazza, non erano stati ottimi genitori e che, per questo motivo, llaria aveva creato una scorza dura, difficile da abbattere, almeno che non le si dimostrasse tutto l'affetto possibile. Come per quindici anni, avevano fatto Peter e Fran.
Fu forse il fatto di avere vicini i due amici dei genitori che diede ad llaria il coraggio di avere il bambino. Una decisione sofferta che, lei per prima, s’imponeva come punizione per il suo comportamento irresponsabile. Naturalmente Peter e Fran non seppero mai il vero motivo della decisione della figlia adottiva, ma l' accettarono, aiutandola a continuare gli studi alla scuola di cinema.
Perché era questo il sogno di llaria. Diventare una regista, come l'uomo che aveva sempre considerato suo padre.

In quello stesso periodo, Peter e Fran, aiutati da Philippa Boyens, loro fidata amica, avevano cominciato la stesura di una sceneggiatura, basata su uno dei libri più importanti e conosciuti del ventesimo secolo:‘Il Signore degli Anelli’.
La loro impresa oltre ad essere pazza (Peter aveva deciso di girare i tre film tutti assieme) era anche molto complicata. Sapevano benissimo che quel progetto avrebbe richiesto molto del loro tempo e dei loro sforzi. Ma sapevano di fare qualche cosa d’eccezionale, che sarebbe rimasto nella storia del cinema. Lo stesso J.R.R.Tolkien aveva affermato che nessuno sarebbe mai riuscito a mettere su schermo la sua trilogia. Non poteva immaginare che quasi cinquant’anni dopo un gruppo di tre persone adulte e una ragazzina di quindici anni, innamorata del libro, confidando nei progressi dell'informatica applicata al cinema, avrebbero cominciato una fantastica avventura che li avrebbe arricchiti nello spirito (e anche nelle tasche) e fatti crescere -almeno per quello che riguardava llaria-.

Passarono così sette mesi, e quel 21 febbraio 1997, Peter e Fran assieme a Philippa accolsero tra loro la bambina che llaria aveva messo al mondo.

“Ecco sua nipote, mister Jackson. Sua figlia è stata bravissima.” disse l'infermiera avvicinandosi a Peter e porgendo la piccola ancora tutta rossa per lo sforzo compiuto per nascere ma profondamente addormentata.
Il regista, commosso e incredulo, la guardò e disse:
“Com'è piccola.”
“Stia tranquillo, è normale. Ha pesato solo due chili e e cinquecentocinquanta grammi, ma deve pensare che la madre è molto giovane.” disse l'infermiera sorridente.
“Peter... Nasce in concomitanza con il progetto del film!” sorrise Philippa.“E' un buon segno!” ribattè Fran allegra.
“Come la chiamerete?” chiese l'infermiera.
“Hannah!” dissero Peter e Fran assime.
“Ilaria la vuole chiamare così.” aggiunse Fran tranquilla.
“Allora... Come la devo registrare? Hannah...?” chiese l'infermiera scrivendo in una cartella.
“Jackson. Si chiamerà Hannah Jackson.” disse Peter guardando la bambina che gli dormiva beata tra le braccia, stringendo forte i piccoli pugni e sbadigliando.

Due anni dopo - agosto 1999
Primo incontro di Peter con i due protagonisti del film.

Era dannatamente nervoso. Si rosicchiava le unghie il doppio delle volte, fumava il triplo e non riusciva a stare fermo con le gambe che sembravano in preda ad un attacco forsennato di tarantella.
Sapeva di esser timido e con questa cosa, visto il lavoro che faceva, doveva lavorare parecchio visto che poteva essere davvero un problema per lui. Così quando gli attacchi più acuti lo coglievano si limitava ad arrossire e a non parlare. Ma quella cazzo di paura lo infastidiva. Porco cane! La parte era sua. Lui era Frodo Baggins, il protagonista di una delle più importanti trilogie cartacee della storia del ventesimo secolo. Che ci voleva a tranquillizzarsi? Era la prima volta -in undici anni d’onorata carriera- che aveva paura del salto che stava per fare. Eppure aveva fatto molte produzioni indipendenti, film che in molti cinema non erano nemmeno stati proiettati. Dentro di sé, però, sapeva che quello che stava per fare era importante. Per lui e per la sua carriera in primis. E per tutte le persone che ne sarebbero state coinvolte.In quel momento però avrebbe pagato pur di essere completamente sereno, come lo era stato Sean Astin -il ragazzo che avrebbe interpretato Samwise Gamgee, suo coprotagonista- da quando si erano incontrati in quel dannatissimo albergo a Los Angeles, prima di intraprendere il viaggio assieme per Wellington.
Sentirono qualcuno avvicinarsi. Forse era Fran Walsh, moglie del regista appena andata in cucina per portare qualcosa da bere per gli ospiti e no lasciandoli a chiacchierare con l'amica di famiglia e co-sceneggiatrice Philippa Boyens, oppure uno dei due figli del regista che si erano appena intravisti quando erano entrati in casa. Tutti si voltarono e, invece, videro Peter Jackson.
Pantaloni tre quarti verdi, maglietta a righe e un giubbotto senza maniche. Capelli lasciati al caso e occhialoni tondi. Barbone incolto e una pancia che -Elijah pensò- se si vestiva da Babbo Natale non avrebbe avuto bisogno d’alcun tipo d’imbottiture.
Peter sorrise. E guardando i due ragazzi disse:
“Benvenuti nella mia umile dimora. Io sono Peter Jackson”.
Aveva un tono di voce molto alto e allegro. Sean Astin gli aveva detto che suo padre aveva lavorato con lui in ‘Sospesi nel tempo’ e che sapere di dover lavorare con lui lo rendeva euforico visto che, per quello che gli aveva detto sempre suo padre e non solo, era davvero un gran regista. Quando cominciarono a chiacchierare, poco dopo l'arrivo del mastro cineasta, Elijah si rese conto che era davvero un uomo spassoso, che metteva assieme l'utile con il dilettevole. Un uomo che era rimasto ancorato ai suoi sogni di bambino e che trascinava come un pioniere tutti dentro il suo sogno, facendolo amare come lo amava lui.
“Allora? Elijah cosa ne pensi?” chiese Peter guardando il giovane attore.
Elijah sorrise, ricacciando dentro l'imbarazzo che lo pervadeva. E schiarendosi la voce disse:
“Sapete che, con questo film, scriveremo un importantissimo capitolo della storia del cinema. Ma che possiamo anche miseramente fallire”.
Deglutì a vuoto, quando finì di parlare. Che bell'idea aveva avuto. Dare del pazzo al regista. Proprio una grandissima idea. Invece di arrabbiarsi Peter sorrise e disse:
“Ammiro la tua schiettezza. Sì! Conosco la portata del progetto. So che non sarà una passeggiata e che la storia, oltre ad essere lunga, è molto complessa. Parliamo di tre libri. Parliamo di un mondo popolato da hobbit con piedi pelosi ed elfi dalle orecchie a punta. E dobbiamo ricordarci che il fantasy è un genere che è stato molto messo da parte dall'industria cinematografica. Infatti non è molto apprezzato dalla critica”.
Peter si grattò la barba mentre parlava con Sean ed Elijah.In quel momento, entrò Fran accompagnata da una ragazza che prima Elijah non aveva visto.
“E' vero anche che ‘Il Signore degli Anelli’ è uno tra i libri più letti del ventesimo secolo e che la schiera di fan del professor Tolkien è notevole.” intervenne Fran poggiando il vassoio che portava.
La ragazza dietro di lei poggiò l'altro vassoio e incrociò lo sguardo di Eljah. Si scrutarono e il ragazzo si accorse che la ragazza che aveva di fronte, anche se non era proprio il suo tipo, era molto carina. Aveva un viso dolcissimo, con occhi di un marrone chiaro e striature verdi. La bocca era piccola e carnosa e i capelli biondo cenere, forse molto più tendenti al castano chiaro. Anche la pelle era molto chiara e liscia. La guardò mentre spostava i capelli, lunghi fino alle spalle e si accorse che era dolce anche nei movimenti e che era un trionfo di sguardi e di curve morbide ma non esageratamente.
Peter non fece caso allo scambio di sguardi tra i due e serio disse:
“Il fatto che ’Il signore degli Anelli’ sia un dei libri tra i più importanti del ventesimo secolo e che il suo seguito sia notevole può essere, per noi, un'arma a doppio taglio”.
Ilaria sorrise ad Elijah facendolo arrossire notevolmente e poi, tranquilla si mise a sedere da una parte ascoltando quello che avevano da dire i presenti.
“E’ vero anche che il film potrebbe essere un flop, come potrebbe essere un successo.” disse Fran.
“Mamma, papà…” intervenne Ilaria. ”Posso parlare?”.
“Prego.” sorrise Peter.
“Io non sono una maga. Non ho la sfera magica per dirvi se quello che stiamo facendo avrà o no successo. Se stiamo per produrre un capolavoro che smuove le masse o un misero flop al botteghino. So che sarebbe meglio un successo, visto quello che padre ha fatto per questo film e per arrivare alla New Line e avere i soldi della produzione. Quello che voglio dire è questo. Fermatevi per un attimo a pensare a quanto grande sia questo progetto. Tre film, girati assieme, in Nuova Zelanda, lontani da Hollywood… Un progetto complesso, sì! ma comunque grandioso. Qualunque sia il risultato. Perché quello che vi apprestate a fare è qualche cosa che rimarrà nella storia. Con questo film scriveremo un capitolo grandissimo della storia cinematografia, per l’impegno, per gli effetti speciali, che solo mio padre può far così bene assieme alla Weta Digital. E poi non dobbiamo dimenticare che già da adesso stanno lavorando uomini alla costruzione di oggetti e cose varie per la scenografia. Tutti hanno un ruolo importante, ma nessuno è indispensabile. Quindi, se avete paura, la porta è quella. Per quest’avventura ci vuole coraggio oltre che una buona dose di fortuna.” concluse Ilaria non nascondendo un certo imbarazzo nel parlare così apertamente.
Philippa sorrise e disse:
“Anche John Rhys-Davis la pensa come lei”.
Peter annuì. E guardando i due ragazzi disse:
“Allora… Siete pronti a tuffarvi in questa straordinaria avventura”.
Sean saltò in piedi e stringendo la mano di Peter disse:
“Ero pronto prima. E ora lo sono di più”.
“Ok!” disse Elijah stringendo la mano di Peter.
“Allora non ci basta che attendere l’arrivo dei due hobbit e dell’elfo. Ed entro due giorni, cominceremo l’allenamento.” disse Peter felice come una pasqua.
“Perché non accompagni i due signori in giro per Wellington, Ilaria?” propose Fran, guardando la figlia con un'aria complice. Ilaria guardò la madre e Philippa e sussurrò:
“E per il mio piccolo problema?”
“Tutto apposto. Ci siamo noi tre. Puoi stare più che tranquilla.” sorrise Philippa.
“Ecco! Allora tranquilla, tranquilla non posso proprio esserlo, non trovi?!” esclamò la ragazza porgendo una domanda che fece scatenare la rappresaglia della madre che la rincorse per tutta la camera fino a che non si riparò dietro ad Elijah e Sean. E dietro di loro disse:
“Il film dipende dalla loro presenza. Fai del male a me e farai del male a loro.” e fece una risatina malefica che fece ridere i due giovani attori.
“Peeter !!!!” urlò Fran “Non abbiamo una figlia. Abbiamo una sporca ricattatrice.” poi, voltandosi di nuovo verso Ilaria gli disse: “Tanto io e Philippa ti prenderemo”.
“Sean… Elijah… Chiedo asilo” supplicò la ragazza.
“Sono sposato. E mia moglie è molto gelosa. Altrimenti ti avrei ospitata.” sorrise Sean
“Elijah?” chiese Ilaria voltandosi verso il ragazzo.
“Mah… Per me va bene!” sorrise lui ma Peter, da bravo papà protettivo, si intromise dicendo:
“Ehi! Calmi… Tu dormi qui stasera. E ti sopporterai le angherie di Fran e Philippa, con dignità”
.“E tu mi difenderai?” chiese Ilaria abbracciandolo.
“Certo. Nessuno ha lo stesso gusto dell’ horror che hai tu piccola. Con chi potrei fare i miei scherzi da infarto, altrimenti."sorrise Peter bonario.
“Va bene.” rise Ilaria. E inforcando gli occhiali disse: “Seguitemi miei prodi. Comincia la gita”.
“Peter?” chiese Sean preoccupato. “Ma siamo in buone mani?”.
“Certo! Le ho insegnato io a guidare.” disse Peter mettendo le mani nelle tasche dei pantaloncini. “Andate e ricordate che mia figlia è il meglio che potete trovare a Wellington”.
Elijah non ascoltava i due. Guardava sorridente Ilaria imbabbuccarsi per bene. Pensava che era molto carina e che gli sarebbe piaciuto conoscerla meglio in quei mesi che sarebbero stati a Wellington. E proprio mentre si dilungava in questi pensieri, Ilaria lo guardò dritto negli occhi, cogliendolo proprio mentre la fissava. Lui sorrise imbarazzato. Lei per stemperare quel piccolo momento d'imbarazzo disse:
“Seguitemi e non voltatevi mai. Cose oscure sono all’opera in questa casa”.
Elijah sorrise. Sean un po’ meno. Infondo era nelle mani di una ragazza che era fresca di patente. E, per uno come lui che era prudente fino all’inverosimile, non era certo un buon augurio.

“Wellington è molto piccola, ma ci si può divertire lo stesso se volete.” disse Ilaria guidando, senza staccare mai gli occhi dalla strada. “C’è il Fiedel’s che è un locale davvero niente male e tanti altri. Almeno non vi annoierete una volta finito di lavorare il venerdì sera”.
Elijah continuò a fissarla di nascosto per tutto il tempo mentre lei guidava. Certo! Aveva riso di Sean che si era arpionato alla portiera, terrorizzato. Ma non poteva non guardare quella ragazza che lo affascinava, tra l’altro, senza un motivo apparente. Era uscito a brandelli da una storia adolescenziale che gli aveva fatto giurare di non volere una donna per molto tempo.
“Avete mai letto il libro?” chiese Ilaria guardando Elijah e Sean.
“Una volta. Mi sa che dovrò rileggerlo vero?” chiese Sean tranquillo.
“Si!” sorrise Ilaria. "Pensa che io lo rileggo ogni anno, da quando ho nove anni”.
“Ecco che ora riconosco in te un po’ della pazzia dei Jackson.” rise Sean.
“Io non sono la figlia di Peter e Fran. Mi hanno adottato alla morte dei miei genitori. Erano molto amici e avevano deciso che, se succedeva loro qualche cosa, dovevo stare con Peter e Fran. E così è stato. Vivo dai Jackson da un anno circa. E con loro sto molto bene”.
Ilaria parlò tranquilla, nonostante un velo di tristezza fosse sceso nei suoi occhi per sparire quando, imponendosi di sorridere, disse tranquilla:
“Che ne dite se vi porto a mangiare un boccone. Paga papà. Ho la sua carta di credito”.
Quel mutamento che Elijah aveva visto in Ilaria, almeno per lui, era molto strano. Che fosse una ragazza spiritosa, molto simile al padre adottivo quanto una figlia naturale, lo aveva visto durante tutto il tragitto. Inoltre era molto semplice capire la giovane e infatti gli era bastata quell’oretta assieme per inquadrare il suo carattere. Ma in quel momento aveva capito che nel cuore di quella ragazza c’era qualche cosa che la faceva diventare triste, anche se solo per un attimo, e la faceva rabbuiare notevolmente togliendo parte di quella luce e allegria che apparentemente portava con sé.

La mattina dopo Peter uscì di buon’ora. Nonostante fosse notevolmente sobbarcato di lavoro aveva deciso di portare i nuovi arrivati a casa Jackson prima di fiondarli nel lavoro, per parlare tutti assieme del progetto e della sua portata come aveva fatto con Sean ed Elijah.
Ilaria si alzò dal letto. Non aveva chiuso occhio tutta la notte ed era in condizioni indecenti. Hannah, infatti, aveva pensato di non dormire per tutta la notte e di farle fare i duecento metri di ninna nanna, facendole fare su e giù per tutta la stanza.
Con una felpa slacciata sopra ad una ridottissima camicia da notte, scalza e spettinata, si avvicinò al frigo e prese il cartone del latte per berne un po'. Lo portò alla bocca e ne trangugiò un lungo sorso. Fu allora che sentì qualcuno dire, con voce allegra e un fortissimo accento britannico:
“Salute”
.Ilaria si voltò spaventata e per poco non le andò di traverso tutto il latte che aveva bevuto. Tossì e si voltò. Ci volle qualche secondo prima di capire che quello doveva essere uno degli attori che Peter portava a casa per rivedere le priorità del film e i vari allenamenti da fare.
Davanti aveva un ragazzo decisamente bello. Alto, magro e con capelli neri e ricci, occhi neri e un viso regolare, con la mascella squadrata. Le labbra fini si piegarono in un sorriso a cui Ilaria rispose a sua volta.
“Grazie” affermò rauca.
La gola le faceva male per via del latte andato di traverso e, per di più, si sentiva una perfetta idiota. Aveva fatto proprio una figura da stupida spaventandosi a quel modo. Il ragazzo sorrise ancora e avvicinandosi disse:
“Io sono Orlando. E tu?”
Ilaria asciugò la mano e trattenendo a stento il rossore per la figura appena fatta, schiarì la voce e disse:
“Ilaria”.
Orlando la guardava incuriosito senza sapere che, in quel modo, un notevole languore da tempo non provato si stava impossessando del ventre della ragazza, lasciandola sconcertata e, se possibile, ancora più imbarazzata.
“Scusa la domanda.” , disse Orlando incrociando le braccia al petto. “Non capisco che ci fai in camicia da notte nella cucina dei Jackson… So che hanno due figli. Ma so che sono molto piccoli e tu, scusa se mi permetto, sei un po’ troppo… Donna.”
Ilaria si grattò la testa e disse.
“Sono la figlia adottiva dei Jackson e abito qui. E ora se permetti…” e scansando Orlando uscì dalla cucina.
Orlando sorrise e prima che lei sparisse disse:
“Questo vuol dire che ti rivedrò ancora ogni volta che mi avvicinerò alla cucina dei Jackson?”.
Ilaria aggrottò le sopracciglia e rispose:
“Certo! Pensa tu che mi potresti vedere addirittura in salotto la prossima volta, guarda un po’.
Orlando rise e mettendo le mani avanti disse:
“Scusa la cafoneria. Non mi sono scusato prima e ora ti sto prendendo in giro. Ma non mi sarei mai immaginato di trovare una bella ragazza della mia età circa, seminuda tra l'altro, nella cucina del mio regista. E questo… Mi fa pensare che magari avere di nuovo questa fortuna mi renderà molto felice, nei giorni a seguire.”
Ilaria sorrise e rispose:
“Beh! Nemmeno io credevo che gli attori di papà fossero dei pazzi che amano andare in giro a far spavntare la gente. Ma sono tranquilla. Mi piacciono le sfide” e salutandolo con una mano sparì nel corridoio saltellando.
Quel ragazzo era bello. Ma avergli dato il benservito era una gran soddisfazione, specialmente dopo la figuraccia che ci aveva fatto.
Ilaria non lo sapeva ma aveva appena conosciuto Orlando Bloom, promettente star del cinema moderno, anche se lei ancora non lo sapeva.
E con lui conobbe Billy Boyd. Tra i due si instaurò una forte amicizia sin dalle prime battute, merito di una strana alchimia che portò i due a ridere e scherzare come se fossero due amici di vecchia data.

Lentamente cominciò a prendere forma quel progetto. L’idea di Peter era quella di riunire il giovanissimi del cast e fargli passare un po’ di tempo assieme, insegnando loro a tirare di scherma, ad andare in canoa e cercando di dare un po’ di tono al fisico meno atletico o troppo gracile. Quello che Ilaria non sospettava era che, Peter e Fran, d’accordo con Philippa, cercavano di avvicinare la ragazza ai giovani della Compagnia e darle quella seconda opportunità che lei per tre anni, quasi, si era negata da sola vivendo solo per la piccol a figlia. Cosa giustissima, indubbiamente, ma che non gli aveva permesso di coltivar nuove amicizie e di non vivere la sua vita a soli diciasette anni.

Dal salotto provenivano le voci di Peter e Fran.
“Fran ti ho detto che non posso andare. Oggi arrivano due della New Line e non posso uscire dal mio ufficio per tutto il giorno.” spiegò Peter agitato.
E ne aveva i buoni motivi. Aveva dimenticato una cosa importantissima e a quanto pareva Fran era impossibilitata a fare le sue veci.
“Billy e Kate hanno l’influenza."disse infatti la donna. "Non posso muovermi nemmeno io. Li devo assolutamente portare dal pediatra. E di sicuro ci devo portare anche Hannah dal momento che è già la terza notte che non dorme e Ilaria sta cominciando a coltivare istinti omicidi”
Fran e Peter si guardarono negli occhi e assieme, a gran voce gridarono:
“Ilariaaaaaa!”
La ragazza di corsa scese le scale e guardando i genitori con un’espressione mista tra lo spaventato e il perplesso, domandò spiazzata:
“Ma vi siete bevuti il cervello? Perché gridate in questa maniera .”
Peter sorrise alla ragazza e disse, abbracciandola:
“Tu! Mia salvezza! Ora ti lavi e vai all’aeroporto a prendere il povero Dominic Monaghan, visto che nè io nè tua madre possiamo andarci”.
Ilaria ridusse gli occhi a due fessure e replicò:
“Ditelo che mi avete adottato solo perché avevate deciso di fare i film e avevate bisogno di qualcuno da schiavizzare”.
“Schiavizzare? Che paroloni! Diciamo che sei il nostro braccio destro” disse Fran con un sorriso ammaliante.
“Potreste fare politica, ci avete mai pensato prima?” ironizzò Ilaria staccandosi dall’untuoso abbraccio paterno.
“Preferiamo qualcosa di più onesto” sorrise sornione Peter.
“Come sfruttare la vostra figlia adottiva ad esempio, vero?” continuò sarcastica Ilaria.
Peter abbracciò di nuovo la ragazza e sorridendo le disse:
“Ti voglio bene anche io” e le baciò una tempia fuggendo subito dopo via e portandosi dietro Fran.
Come sempre i due coniugi Jackson erano troppo 'convincenti'.

Seduta sulla poltrona, nella sala dell’aeroporto, Ilaria leggeva tranquilla il curriculum del giovane attore aspettando che l'aereo atterrasse.
- Dominic Monaghan: Berlino! Porca miseriaccia! È nato a Berlino. Un cittadino del mondo dato che ora vive allegramente a Manchester. Comunque… Berlino, 8 dicembre 1976 (sei anni più grande di me)… varie parti... bla, bla , bla... Ha solo ventidue anni e ha un curriculum interessante. Beato lui. Io ho appena preso il diploma e sono in cerca di lavoro. Speriamo di fare come Orlando, che appena finita la scuola è entrato a far parte del cast-
[ - E’ in arrivo da Melbourne il volo…- ]
La voce dello speaker risvegliò Ilaria che alzando di scatto la testa disse:
“Ebbene… Andiamo a vedere com’è questo Dominic Monaghan” e sollevandosi andò verso l’uscita indicata poco prima all'interfono.
Lo vide quasi subito. Capelli rasati, barba incolta, ghigno sarcastico e occhi chiari e buffissime orecchie a sventola alle quali si aggiungeva un simpatico naso a patata. Ilaria sorrise e avvicinandosi, disse:
“Ciao!”
Dominic si voltò a guardarsi intorno per vedere se ce l’avesse con lui.
Quando si rese conto che era così, sorrise alla ragazza e disse:
“Ciao!”
“Tu sei Dominic Monaghan vero?” chiese Ilaria tranquilla.
Il ragazzo che non sapeva chi fosse la ragazza che aveva di fronte sorrise e, fingendo una falsa nota di modestia nella voce, ammise:
“Non sapevo di essere conosciuto anche nell’emisfero australe. Che emozione. Comunque piccola. Se hai una penna ti firmo un autografo...”
Quell’aria di finta sufficienza lasciò Ilaria alquanto perplessa.Infatti guardò il ragazzo un po’ stupita, almeno all'inizio sollevando come suo solito un sopraciglio e facendogli così capire che non era lì per un autografo con l'ausilio di quell'unico sguardo.
- E’ pazzo! Pazzo completamente- pensò tra se la ragazza.
“Sono venuta qui per portarti a casa Jackson. Devono fare una sorta di mega riunione con tutti gli attori, per vedere il da farsi prima dell'inizio delle riprese!” rispose Ilaria scuotendo la testa. “Ma tu guarda che da quando ci sono questi a Wellington me ne capitano di tutti i colori. Non è un film questo! È una tortura” aggiunse a voce, allontandosi e lasciando Dom indietro che interdetto domandò:
“E le valigie?”.
Ilaria si voltò e guardò la curiosa espressione afflitta del giovane inglese e ridendo disse:
“Il budget del film e troppo alto, quindi siamo stati costretti a fare qualche piccolo taglio alle spese... Se non hai ancora capito… Le valigie te le porti da solo”
Dom guardò Ilaria allontanarsi e caricandosi la borsa sulle spalle si lamentò:
“Vengo qui da solo. Lontano da casa e dagli amici e mi trattano male” e fingendo di piangere disse “Voglio tornare a Manchester.”
Ilaria, ‘impietosita’ tornò indietro e prendendo una borsa delle più leggere -almeno a prima vista- al ragazzo disse:
“Dai scemo che ci aspettano!”.
Dom piego leggermente la testa, guardandola mentre si allontanava, per poi dire, una volta che l’ebbe raggiunta:
“Lo sai che sei molto carina?”
“Lo sai chi è mio padre?” rise Ilaria.
“Il primo ministro neozelandese?” chiese Dom.
“Il primo ministro neozelandese è una donna, animale.” disse Ilaria allontanandosi da lui, tenendo sempre alto lo spirito giocoso che sembrava si fosse creato tra i due fin dalle prime battute.
“Allora chi?” chiese curioso Dom.
Ilaria lo fece avvicinare e gli disse all’orecchio:
“Peter Jackson.” e ridendo si allontanò.
E mentre la guardava camminare davanti a lui sentì un brivido piacevole percorrergli la schiena. Ma non per quello che aveva saputo.

Ascoltarono canzoni dei Radiohead, che ad entrambi piacevano, per tutto il tragitto. Non sapevano certo che in realtà erano molto più simili di quanto potessero immaginare.
Infatti, sia Dom che Ilaria erano come svuotati, forse sfiduciati dal sesso opposto, per via di alcune cose successe in passato. Magari prossimo per Dom; non troppo per Ilaria.
A Manchester, dopo due anni, Dom aveva finito la sua storia con una ragazza a cui teneva particolarmente. Che amava si poteva dire. Le cose erano davvero finite male. Lui, da ormai sei mesi, evitava qualsiasi tipo di legame. Era troppo scottato per poter di nuovo dare fiducia a qualcuno. E non sapeva che lo stesso valeva per Ilaria che, dopo Hannah, aveva accuratamente sviato qualsiasi tipo di relazione o flirt.Ma in quella macchina, Dom, si trovò, notevolmente sorpreso, a provare qualche cosa che, lui per primo, non sapeva decifrare. Quel profumo, quel modo di muovere i capelli quando li voleva togliere dagli occhi. Ilaria, senza saperlo, riusciva a catturare l’attenzione di un uomo con gesti semplici, normali, che lei riusciva a rendere seducenti. Inoltre, anche se la conosceva da poco più di un’ora, che quella ragazza era davvero simpatica ed estremamente divertente.

Nella stanza dove si erano riuniti faceva un po’ di freddo. Nonostante questo, Peter rideva, guardando ogni tanto l’orologio. Elijah era nervoso. NOn rimasto indifferente ad Ilaria, doveva ammetterlo, ma c'era qualche cosa che sentiva lo teneva lontano da lei, qualche cosa che non si sapeva spiegare nemmeno lui. E non si trattava di timidezza. Per non parlare del fatto che da quando era arrivato, Orlando non aveva smesso per un solo attimo di fare il farfallone con la ragazza. E a lui, davanti al brillante e senza vergogna Orlando Bloom, rimaneva la fraterna amicizia che Ilaria aveva per Billy e Sean. Sembrava quasi di andare a sbattere contro un muro d’indifferenza, che cavolo!!!Dal canto suo, Elijah, non poteva certo biasimare la ragazza. Non si era mai fatto avanti come Orlando. E questo era un problema già in partenza. Ed Elijah lo sapeva più che bene. Forse, semplicemente, ci voleva solo un po’ di tempo per far capire alla ragazza l’interesse che provava per lei e una volta riuscito a parlare con lei quella maledettissima lacuna sarebbe stata colmata. E forse allora le cose serebbero di certo cambiate tra i due, sempre che prima non l’avesse accalappiata qualcun altro. Non ci voleva certo un mago per capire che anche Orlando la pensava come lui. Con i suoi modi da gentiluomo, con il suo essere sempre brillante, allegro in presenza della ragazza, non aveva certo fatto mistero del fatto che Ilaria gli piacesse. E sapeva che non ci sarebbe voluto molto perché giocasse le sue carte migliori.
In quel momento, però, mentre aspettava, Elijah notò con un misto di preoccupazione e di allegria la non velata impazienza di Orlando che guardava l’orologio e si voltava ripetutamente verso la porta. Entrambi avevano paura che quel Monaghan potesse essere un altro avversario da battere rendendo la disputa sempre più accesa, anche se non era stata dichiarata.
Non ci volle molto per capire che quello che avevano pensato tacitamente entrambi potesse tradursi in realtà.
Sentirono una ragazza urlare e ridere poco lontano dalla porta chiusa.Peter si alzò, andò ad aprire e rise a sua volta, divertito dalla scena che vedeva. Poi voltandosi verso i presenti disse:
“Vi presento Meriadoc Brandibuck, al secolo Dominic Monaghan.” e fece un buffissimo inchino lasciando l’uscio libero.
Dom apparve sulla porta ridendo nonostante fosse un po' affaticato. Portava Ilaria su di una spalla, come un sacco di patate e la sculacciava continuamente, ignaro delle grida di disapprovazione della ragazza.
Quando entrò, in malo modo, fece scendere la giovane che, manco a farlo apposta, mise male un piede, perse l’equilibrio e cadde rovinosamente, dando un notevole, dolorosa e rumorosa sederata sul pavimento. Inutile dire che tutti i presenti scoppiarono a ridere, mentre Dom, dopo essersi liberato di Ilaria, disse tendendo la mano a Peter:
“Piacere Dominic Monaghan. Complimenti, bella figlia. Un po’ pesante, ma comunque bella”.
Ilaria, aiutata da Billy a rialzarsi, sentendo la frase appena pronunciata, aggredì Dom alle spalle e buttandoglisi addosso lo fece cadere bocconi sul pavimento.
“Cosa sono io?” chiese Ilaria, dandogliele di santa ragione.
“Una piuma” urlò Dom. “Un fuscello. Basta che scendi e la smetti di picchiarmi. Abbi pietà”.
Ilaria rise e incrociando le braccia disse:
“Allora? Chi è che comanda qui?”
“Se mi fai mettere a pancia in su puoi comandare anche tu. A me va più che bene.” rispose Dom serio.
Ilaria spalancò gli occhi e la bocca contrariata e ricominciò il trattamento riservato poco prima al giovane di Manchester.
Peter, in parte divertito dalla scena, si avvicinò ad Ilaria e, con le mani incrociate dietro la schiena, si piegò vicino alla figlia e disse:
“Ti lascerei fare, solo per la sua sfacciataggine. Ma mi serve Merry e i tempi stringono e se tu continui così me lo storpi, il ragazzo. Quindi, ti prego, lascialo vivere, anche se non lo merita. Fallo per me, almeno”
.Ilaria, fulminando il padre con lo sguardo disse:
“Qualcosa mi dice che hai trovato un alleato papà, per i tuoi scherzi. Sappi che stai tenendo uno che, per tutto il tragitto aeroporto/casa non ha fatto altro che rompermi le scatole provandoci continuamente. Se vuoi tenere qualcuno che possa sedurti la figlia, bene lo hai trovato. E poi.. E’ folle come te.” e si alzò fingendosi arrabbiata.
Dom rimase sdraiato per terra e alla domanda di Peter:
“Stai bene?” rispose con un lamentoso:
“Voglio la mamma!” scatenando l’ilarità generale.
Ilaria, invece, si mise a sedere sul divano, vicino ad Orlando, allontanandosi preventivamente dal nuovo arrivato, seduto accanto a lei, riuscendo in parte nel suo intento, ma facendo notevolmente scurire Elijah che guardava Orlando mentre stringeva a sé la ragazza difendendola dal suo connazionale.
“Povera.” disse Orlando con fare paterno, coccolando Ilaria e accarezzandole i capelli.
Ilaria, allungandosi leggermente, schioccò un tenero bacio alla guancia di Orlando e disse, tranquilla, stringendosi, nuovamente a lui e accucciandosi sul suo petto:
“Grazie Orlando. Ti voglio bene”.
Dom, nato senza vergogna, ruppe il tenero idillio e buttandosi nello stesso divano disse:
”Anche io.” e avvicinandosi al viso di Ilaria, le leccò una guancia, provocandone l’immediata reazione di disgusto e, passando una mano sulla parte del viso ancora umidiccia, disse con aria schifata:
“Che schifo! Ma che cazz...pita di attori hai scelto mamma”.
“I migliori.” rise Fran.
“Avevi qualche dubbio, per caso?” chiese Dom con un sorriso da beota dipinto sul volto.
Si continuò così per qualche minuto poi, dopo che Dom si fu appoggiato al fianco d’Ilaria (stretta più forte ad Orlando, per scappare dal nuovo arrivato) e la situazione si fu notevolmente tranquillizzata, Peter si schiarì la voce e disse:
“Bene… Ora che tutti i giovani della Compagnia sono presenti, vorrei parlarvi di qualche cosa che riguarda la vostra preparazione per il film. Primo: farete equitazione, imparerete a tirare di scherma e farete dei corsi di canottaggio. È fondamentale che sappiate fare tutte e tre queste cose. Secondo: dovrete andare in palestra, visto che molti di voi sono gracilini….”.
“Ahahahahahahah!” rise sarcastica Ilaria, alzando la testa e guardando Dom che, colto nel segno rispose offeso:
“Perché non guardi quello che ti stringe allora.” disse Dom. “Anche lui non scherza in fatto di ossatura in vista”.
“Invece lui è perfetto così. È un elfo e gli elfi sono magri e veloci.” disse Ilaria e gli fece una linguaccia di risposta.
“See... Tanto un giorno cederai al mio fascino di uomo di Manchester. Vedrai.” disse Dom rimettendosi nella posizione originale.
Peter sorrise e disse:
“Farò finta di non aver sentito le avance di Dom a mia figlia!"e ridendo assieme agli altri aggiunse:"Poi volevo anche dirvi che sia io, che Fran, che Philippa, che come sapete con me scrivono la sceneggiatura del film, abbiamo pensato che qualsiasi idea vi venga in mente per possibili cambiamenti del copione, la esterniate. Se saranno buone idee verranno inserite nella sceneggiatura e quindi nei vostri nuovi copioni”
.Tutti annuirono. Era bello, infondo che, nonostante non si conoscessero ancora bene, il regista e le sceneggiatrici del film deponessero in loro estrema fiducia. E, vista la durata di quell’avventura, quella scelta era come una boccata d’aria fresca, quando meno te l’aspetti, per tutti loro.
“Papà?” chiese Ilaria troncando il silenzio che si era creato.
“Dimmi?” chiese Peter.
“Perché a Dominic non hai fatto quel discorso pizzoso che hai fatto sulla pericolosità del film, come lo hai fatto agli altri?” chiese Ilaria guardando Peter, rimanendo sempre abbracciata ad Orlando.
“Perché è pazzo abbastanza. Non c’è bisogno di motivarlo ulteriormente”.
“Bene. Nemmeno due ore a Wellington e già mi faccio riconoscere. La mia mamma ne sarà felicissima, quando glielo dirò.”.
“E tu non dirglielo. Sei in Nuova Zelanda, mica a tre passi da casa.” disse Billy sorridendogli e alzandosi proprio mentre Dom lasciava la posizione occupata sino ad allora.
Dom si lisciò i pantaloni e rispose, sorridendo:
“Facendo lo scemo non mi sono ancora presentato... Io sono Dominic Monaghan anche se credo che lo avrai capito. Piacere…?” e diede la mano a Billy che, stringendo quella di Dom rispose:
“Billy. Billy Boyd. Sono Pipino. Questo significa che dovremo girare molte scene assieme. Magari diventeremo amici.”.
“Perché no!” sorrise Dom guardandolo a sua volta.
Nel mentre anche Ilaria si era alzata dal divano, liberandosi dall’abbraccio di Orlando che la guardò sistemarsi i vestiti e i capelli salvo essere poi chiamato da Phlippa che gli chiese se fosse o no di Londra.
Sean, guardando Peter, disse:
“Allora Peter. Quando cominciamo?”
.Il regista sorrise e disse:
“Dopodomani.”.
“Qualche raccomandazione?” chiese Billy entusiasta come al solito.
“No!" rispose Peter mettendo le mani in tasca. "A parte quella di trattare bene mia figlia. Vi aiuterà molto in questi giorni.” aggiunse guardando tutti.
“Visto che sei il padre… Possiamo essere i suoi cavalieri e portarla a divertirsi stasera? Magari in qualche pub con noi…” disse Orlando riabbracciando Ilaria.
“Certo! Crdo che un po' di divertimento non faccia male a nessuno, visto il lavoro che ci aspetta!” sorrise Peter guardando Ilaria che, radiosa, abbracciò il padre e chiee:
“Davvero posso?”.
“Certo.” rispose ancora Peter accogliendo la ragazza tra le braccia.
Ilaria, felice, si voltò verso il gruppo degli attori e disse.
“ Bene. Allora.. Che ne dite se passo a prendervi alle dieci all’albergo dove alloggiate?”
.“Okay!” risposero tutti.
“Allora, fatevi trovare già nella hall, passo a prendervi in macchina.” detto questo, salutò tutti e baciando il padre corse in camera dalla figlia che dormiva beata nella culla.
E divertita pensò che, quell’esperienza, per quanto lunga e strana potesse sembrare, era in fondo piacevole. Che quelli che erano arrivati, erano cinque ragazzi meravigliosi e che con loro lavorare sarebbe stata una piacevole passeggiata. E che non vedeva l’ora di cominciare a lavorare con loro a quella fantastica avventura. 

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Capitolo 2
*** Ballando in tre su di un tavolo (ovvero quando ci si mette anche la musica) ***


Come sempre

Come sempre… Vi auguro buona lettura

.

Ballando in tre su di un tavolo
(ovvero quando ci si mette anche la musica).

Arrivarono al pub che già semravano ubriachi senza aver toccato un solo goccio d'alcool talmente erano allegri e rumorosi. Sapevano infatti che fino al giorno dopo erano ancora liberi da qualsiasi impegno lavorativo e questo gli permetteva di far bisboccia e stare fuori fino a tardi. Peter era stato categorico almeno con gli hobbit era stato categorico: niente serate brave durante la lavorazione e soprattutto niente ore piccole durante la settimana poichè erano costretti ad alzarsi al mattino presto e fare tardi era sicuramente la cosa meno consigliata.
Ma quella sera le cose erano diverse.
Entrarono nel pub affollatissimo e si guardarono intorno. La musica era assordante al punto che quando parlavano erano costretti a strillarsi nelle orecchie a vicenda. A malapena, solo grazie all'aiuto di una cameriera che aveva puntato gli occhi addosso ad Orlando, trovarono un tavolo per sei. Solo una volta che si furono sistemati ebbe inizio la scenetta di Dom che, dopo aver ordinato la sua birra, cominciò a prendere in giro Ilaria che aveva preso un’aranciata.
“La piccola ci va piano!" sorrise mettendole un braccio attorno alle spalle.
“No! È che devo guidare.” rispose Ilaria dandogli una gomitata allo stomaco. “E anche se volessi qualche cosa d’alcolico, non credo di poter andare oltre ad una birra o un Bacardi Breezer. Quindi… Zitto e bevi la tua birra, piccolo damerino inglese”.
“Uuuuuuuh!” fecero il verso gli altri sfottendo Dom.
“Mi sa che hai trovato pane per i tuoi denti.” rise Billy.
Dom sistemò la maglietta e rispose, senza smettere di fissare Ilaria:
“L’ho detto e lo ripeto: tanto prima o poi cederai al mio fascino inglese, da vero uomo di Manchester.” e subito dopo stampò un bacio sulla guancia della ragazza che guardandolo con sguardo assassino lo minacciò:
“Ti prendo per le orecchie, eh!”.
“Lascia stare le mie orecchie.” rispose Dom facendo una voce talmente stridula che nonostante la musica altissima, alcuni avventori del tavolo affianco a loro si voltarono a guardare i loro vicini con aria perplessa.
Sean si voltò a guardare i vicini e scuandosi con un sorriso tornò a poggiare i gomiti sul tavolo e scuotendo la testa mormorò:
"Già cominciamo a farci riconoscere a quanto pare!" e fece ridere Billy al quale aveva lanciato uno sguardo afflitto.
“Sempre a metterti in mostra, tu.” disse Elijah.
Ilaria sorrise al ragazzo, contenta che ogni tanto combattesse la sua timidezza e riucisse a spiccicar parola anche se lei era presente.
Aveva notato inoltre che il giovane attore di Los Angeles aveva legato parecchio con Sean in quell'ultima settimana. Il che era una vera e propria benedizione dal momento che avrebbero dovuto stare a stretto contatto una volta cominciato a lavorare. E pr la riuscita del film era molto importante che si creasse una buona alchimia tra i vari protagonisti

La reazione di Elijah al sorriso di Ilaria, invece, fu totalmente diversa, non molto dissimile da quella di qualche giorno prima, quando la vide per la prima volta. In ogni gesto della ragazza Elijah cercava una speranza, seppur remota, di poterle interessare. Era per questo che forse i due non riuscirono a spiccicar una sola parola che non fosse un semplice ciao.
Certo però, se tutto partiva in situazioni come quella, la cosa diventava sicuramente difficile.Ilaria gli stava di fronte, separata da un enorme tavolo di legno e affiancata da Billy e Dom, con i quali cominciava ad instaurare un ottimo rapporto. Come non era riuscita a fare con lui e solo per colpa sua.
E mentre Elijah vagava con il pensiero, nel locale risuonarono le note della famosa canzone dei Village People: YMCA.

Bastarono le prime note della canzone che tutti attorno a loro gridarono divertiti e saltarono sui tavoli, cominciando a ballare.
Dom, guardando attorno, si voltò con il viso illuminato verso i compagni e chiese eccitato come un bambino che vuole fare il bagno:
“E noi?”.
Ilaria non se lo fece ripetere due volte. Guardò tuti senza e senza dire una parola salì prima sulla sedia e poi sul tavolo e cominciò a ballare. Dom la seguì e a ruota salirono Orlando ed Elijah, mentre Sean e Billy continuarono a bere le loro birre ridendo e indicandoli di tanto in tanto. E sulle note di quella canzone risero, saltarono, ballarono e, naturalmente, come sempre da quando era uscita quella canzone, mimarono il ritornello sollevando le braccia.
Elijah, dal canto suo, cercava un approccio con Ilaria, avvicinandosi a lei con la scusa di ballare. Ma fu tutto inutile. O era appiccicata a Dom (o era meglio dire il contrario!), oppure rideva e scherzava assieme ad Orlando.
Sconsolato scese dal tavolo e si avvicinò al bancone. Prese un’altra birra e poi andò in bagno. Quando uscì c’era quella musica che lui definiva “hip-pop da struscio”. E manco a farlo apposta, al loro tavolo, Orlando e Dom ballavano appiccicatissimi ad Ilaria, mentre Billy e Sean li prendevano in giro più o meno pacatamente. E mentre la osservava muoversi sinuosa, ridendo con Dom che le cingeva la vita con un braccio poggiando il mento sulla spalla, mentre Orlando, stringendola in ugual la guardava fissa negli occhi, pensò:
-Ma porco Giuda. Anche la musica ci si mette. Comincio a credere che questi siano segni del destino, per farmi capire che io, con quella ragazza non ho nessuna possibilità. E poi ammettilo. Quei due le loro carte le sanno giocare. Tu, pisciasotto che sei, nemmeno ci provi. Ti sta bene!– e con aria triste si avvicinò al tavolo.
Ilaria invece ballava divertita. Perché era quello che, senza nessuna malizia, stava facendo ignara delle reazioni che potevano avere i tre giovani del cast. Quella sera voleva solo ridere. Non era una madre. Non era un’orfana. Era solo una ragazza di diciassette anni che rideva.
Si! Quella sera avrebbero ballato in tre su quel tavolo, lontani da tutti, anche dai sorrisi di quelli che lì intorno, li guardavano.

“Allora? Non ti sei ancora decisa?” disse Dom con la voce impastata, per via delle troppe birre bevute.
E pensare che era quello messo meglio. A parte Billy e Sean che prima che il coma etilico potesse coglierli decisero di prendere un taxi e tornare in albergo, Elijah e Orlando -erano quelli che nonostante avessero bevuto meno- erano conciati infinitamente peggio.
Elijah, non abituato a bere era finito, dopo essersi scolato quattro birre, a sparare battutine idiote, peggio di una mitraglietta caricata a freddure. Orlando, invece, aveva finito la serata davvero male. Il londinese, infatti, aveva una capacità di reggere l’alcool talmente ridicola che, dopo una birra era fuso, dopo due completamente ubriaco. Così, dopo essere arrivata in albergo, ed essersi fatta aiutare da alcuni inservienti, riuscì ad accompagnare i tre alle rispettive camere.
Si trovò, in questo modo, abbracciata a Dom, ultimo rimasto, nel corridoio dell’albergo, barcollando pericolosamente assieme a lui che tra una risatina e l’altra diceva cose sconnesse che Ilaria fingeva di ascoltare.
E fu così che arrivò la domanda:
“Allora? Non ti sei ancora decisa?”.
Sorrise sentendo quella voce bella e profonda, dopo tutto, ma resa notevolmente buffa dalla sbronza.
“Su cosa, Dominic?” chiese lei assecondandolo sorridente.
“Sulla casa nel Kent che voglio prendere. Di quanto sarebbe bello vivere io e te e la bambina…” disse con la voce incerta, trattenendo il singhiozzo.
“Quale bambina?” chiese Ilaria allarmata, voltandosi verso di lui, allarmata.
“Quella che avremo. Una femmina. Come te. Bella e con gli occhi del mio colore…” rispose candidamente lui.
Ilaria sospirò tranquilla dandosi subito della stupida. Come poteva sapere Dom dell’esistenza di Hannah? Lo aveva conosciuto quella mattina. Sorrise e calma disse:
“Certo Dom. Una bambina. Bella e con gli occhi azzurri”.
“Dico sul serio. Guarda... Se entri nella mia stanza possiamo anche cominciare. Magari non avremo una bambina ma almeno ci divertiamo come matti” disse Dom serissimo.
“Facciamo che ne riparliamo quando sei sobrio, uhm?” rispose Ilaria aprendo la porta della camera e aiutandolo ad entrare.
Lo vide buttarsi nel letto e notò subito una strana escrescenza nel basso ventre. Sorrise un po’ imbarazzata e disse:
“Io vado. Altrimenti, domani non ce la faccio ad alzarmi. Ciao Dom.” e uscì trattenendo una risata.
Quando arrivò alla macchina sospirò. Quei tipi erano strani. E per questo le piacevano.

Arrivò a casa che erano le due. Le luci erano spente e quando entrò cercò di fare meno rumore possibile. Salì in camera e vide Hannah dormire nel suo letto, col suo pigiamino con gli orsacchiotti disegnati sopra e Mr. Patata stretto al petto. I ricci biondi erano talemente tanto spettinati che sembravano sparati in ogni direzione e le lenzuola spostate dal movimento della bambina nel sonno erano abbandonate malinconicamente ai piedi del letto.
Ilaria raccolse il ciuccio caduto accanto al visino della bambina e accarezzandole i capelli andò a prepararsi per andare a dormire.
Tornò poco dopo e sdraiandosi vicino alla bambina le accarezzò il visino e piano disse:
“Stasera la mamma si è divertita davvero tanto. Però mi fa paura quello che mi sta succedendo, piccola. Quei tre sono pazzi… E mi confondono. Uff! Hannah, non crescere. Essere grande è talmente un gran casino.” e sospirando le baciò una guancia, l’abbracciò forte e le disse:
“Ti voglio un mondo di bene amore mio” e si mise dormire.



Piccola nota della scrittrice:per il pezzo dove Orlando, Dom e Ilaria ballano sul tavolo, ho preso spunto da una mia esperienza realmente vissuta. Durante una vacanza ho visto questa piccola coreografia da un gruppo di tedeschi ubriachi. Un’esperienza irripetibile, sotto molti punti di vista.Per la canzone un piccolo omaggio ad un capitolo della fic ‘Per colpa di Nessie’ di Mandy. Non sapevo che canzone mettere e rileggendo quel capitolo, ho deciso per quella. Infondo, qual è la persona che non può dire di aver ballato quella canzone almeno una volta nella vita?Per il resto… La poca dimestichezza con gli alcolici di Orlando ed Elijah è ormai cosa nota a tutti. Le fan non me ne abbiamo a male per questa piccola presa in giro.Non c’è altro da aggiungere. Alla prossima. Niniel.

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Capitolo 3
*** Vi presento Hannah ***


Grazie prima di tutto a paddina

Grazie prima di tutto a paddina, Fefe90 e wolvie91. Sono felicissima che qualcuno abbia letto la mia fic. Grazie davvero. Spero che il seguito vi piaccia ancora e che possa sapere in futuro che cosa ne pensate. Un saluto a che a Mandy che risponde sempre alle mie recensioni da fan sfegatata della sua fic.Per quanto riguarda i sentimenti.. NESSUNA PAURA ^______^ . Non ci sarà nessuna Mary Sue, anzi, le cose cambieranno notevolmente in questo capitolo.Spero che vi piaccia. E tranquilla Fefe90, non sono arrabbiata per la tua piccola critica. Ho chiesto di farle io per prima se erano costruttive. E tu hai fatto più che bene a farla. Una bacio a tutte. E come sempre… Buona lettura

.

VI PRESENTO HANNAH

Passarono due settimane, lavorando come dei matti sulla preparazione atletica imparando a tirare con l'arco o di scherma, ad andare a cavallo e ad usare un kajak.
Ilaria si rivelò una guida per loro che, da quando erano arrivati, non facevano altro che correre avanti e indietro per Wellington in un tour che andava dall’albergo dove alloggiavano agli Stone Street Studios dalle prime ore del mattino fino a notte tardi. E in questi continui spostamenti avere vicino una ragazza talmente attiva e vitale era per loro un ottimo aiuto specimente quando la sera si ritrovavano con lei nella macchina che gli accompagnava all’albergo. Loro visibilmente stanchi, spompati da una giornata fatta di tiri con l’arco, galoppate, corsi di canoa e lezioni di scherma -impartite niente meno da Bob Anderson, controfigura di alcuni importanti attori di qualche ventennio prima-, lei allegra e -a seconda della notte che passava con Hannah- sveglia e attiva come se si fosse appena alzata dal letto, che cercava di farli ridere e fargli dimenticare la stanchezza accumulata.
Fu così che in quelle due settimane Orlando, Elijah e Dom sentirono il loro interesse per la giovane ragazza crescere notevolmente, cominciando a sentirsi veramente attratti dalla figlia del loro regista. Naturalmente, Ilaria, si accorse delle attenzioni che le venivano rivolte. E questo, un po’ la spaventò. Questo non perché non si fidasse dei tre ragazzi ma preferiva andarci con i piedi di piombo vista la sua situazione. Sapeva che per lei qualsiasi cosa legata al sesso opposto era tutta in salita dato che, da quasi tre anni, sapeva di essere diversa dalle altre ragazze e, quindi di non potersi innamorare come facevano loro.

Quella mattina era proprio una mattina no. Il giorno prima aveva lavorato sedici ore al portatile col ’Silmarillon’ in mano, cercando di aggiungere note salienti del libro che potessero collegarsi con la storia del ‘Signore degli Anelli’ e col prologo che Philippa e Fran si rifiutavano di scrivere. Inoltre, quasi a farlo apposta, Hannah l’aveva di nuovo costretta a fare i cento metri di ninna nanna, facendo ogni sorta di capriccio e piangendo come una dannata. E, quando il diavolo ci mette la coda, doveva portare la bambina all’asilo nido e quindi, che lo volesse o no, doveva fare mille corse in macchina dato che dopo doveva correre dagli attori e portarli sul set per le prove dei costumi non ancora terminati.
Si stava, appunto, preparano per uscire quando sentì bussare alla porta di camera.
“Avanti!” biascicò sbadigliando per il sonno accumulato, continuando a cercare una maglietta da mettere.
“Piccola. Come hai dormito?” chiese Peter entrando e chiudendosi la porta dietro le spalle.
“Tua nipote non mi ha fatto chiudere occhio… Ma sopraviverò anche a questa. Sono una donna forte io.”scherzò Ilaria alzando un pugno per dare forza alla sua affermazione.
Peter rise con lei e grattandosi la barba disse:
“Posso chiederti un favore?”
“Sento puzza di bruciato qui.” rispose Ilaria sospettosa.
Peter sorrise appena e grattandosi la barba disse:
“Dovresti andare a prendere quei cinque pazzi all’albergo..."
"Lo so! Porto Hannah al nido e vado" lo interruppe Ilaria prendendo la maglietta e sedendosi nel letto aggiunse: "Anzi! Ora vado a lavarmi così non faccio troppo tardi!"
Ilaria sorrise e guardò il padre adottivo che non ricambiò il sorriso, anzi embrava teso.
"Papà" mormorò lei preoccupata.
Peter sospirò e rispose grattando la barba:
"Devi portarli allo studio tra mezz'ora. Quindi dovresti andarci prima di portare la bambina all’asilo nido.”.
Pronunciò quella frase con la voce talmente bassa che la ragazza faticò a sentirlo, ma nonostante questo capì tutto e fulminandolo con lo sguardo, sibilò:
“Ti rendi conto che loro non sanno che io sono una ragazza con figlia a carico. Vero?”
“Lo so...” sospirò Ptere che evidentmente si aspettava quella reazione da parte della figlia.
“Allora come fai a chiedermi di andare da loro con Hannah dietro….”tuonò lei.
La furia di Ilaria venne bloccata da Peter che, mettendo una mano avanti per bloccare il fiume in piena di insulti prontia straripare dalla bocca della figlia, con estrema tranquillità disse:
“Lo sapevi dall’inizio che un giorno avresti dovuto dir loro della bambina. Staranno qui un anno, cosa credi che non lo avrebbero scoperto da soli o che saresti stata capace di nascondere la piccola per sempre?”
Ilaria contrasse la mascella. Era nervosa. Il ragionamento di suo padre era più che giusto, ma questo non cambiava il fatto che lei si sentisse spaventata da quell'inaspettato passo richiestole così a brucia pelo.
“Io volevo solo che lo sapessero in un maniera differente invece di trovarsi la bambina di fronte di punto e in bianco! Per sbaglio quasi, ecco.” spiegò lei con un filo di voce. Se avesse continuato a parlare sarebbe scppiata in lacrime per colpa della rabbia, accidenti!
Peter sorrise e chinò la testa scuotendola. Questo lasciò la giovane interdetta che, però, non ebbe comunque il tempo di rispondere visto che il padre disse, stavolta severo:
“Tu volevi usare Hannah per vedere chi ancora ti correrà dietro. Una carta da giocare dopo esserteli cotti per bene, vero. Beh! Ti devo dare una notizia. Non aspetterai ancora! Lo farai oggi. Non cambierà nulla, vedrai.”
“Per te non cambierà nulla. Per me si.”sbottò Ilaria che sentiva gli occhi cominciarsi ad inumidire.
Peter sospirò. Cominciava a spazientirsi. E uscendo dalla stanza, conscio del fatto che la figlia non avrebbe finito quella discussione nemmeno un’ora dopo se solo continuava a stare lì, replicò con voce arresa:
“Devi capire che, prima di tutto, sei una madre. E che il modo in cui presenti alle persone che ti stanno da poco vicine tua figlia non cambierà mai la tua situazione. Che ti piaccia o no.”e con la testa china uscì dalla stanza.
Ilaria imprecò in un misto tra l’inglese e l’italiano e lanciando la maglietta che teneva in mano, cacciò a stento dentro due lacrime. Dopo tre anni, quello era il suo primo banco di prova.

Hannah rideva, giocando con la sbarra del passeggino sul quale stava attaccato un pupazzetto di stoffa con i campanellini. La piccola non lo sapeva ma Ilaria la invidiava un po’ per quella sua innocenza. Non poteva credere che anche lei, anni prima era stata così.
Entrò nella hall e vide i cinque ridere e scherzare tra loro, incuranti del suo arrivo, almeno fino a che si girò Dom che correndo a braccia aperte verso lei disse:
“Non hai idea di come sia eccitante per me vedere una ragazza che fa la baby-sitter.”e cercò di abbracciarla, ma Ilaria lo scansò proprio all'ultimo momento e guardandolo in tralice disse:
“Non son la sua baby-sitter, animale.” e sorridendo si allontanò per dirigersi verso gli altri quattro.
Billy abbracciò Ilaria e dopo averle dato un bacio sulla guancia guardò il passeggino e scompigliando i capelli della bambina, si chinò per vedere il viso di Hannah -che ricambiò lo sguardo con un sorriso solare-, sorrise e chiese:
“Chi è questa caramellina dai riccioli biondi? Guarda che belle guanciotte.”e pizziccandole dolcemente una guancia cominciò a giocare con la bambina.
Lo stesso fecero Orlando e Sean, seguiti da Elijah e Dom. Ilaria accarezzò i capelli della bambina e cercando di essere tranquilla, disse:
“Vi presento Hannah.”
“Hannah come mia sorella.” buttò Elijah distratto.
“Hannah come mia figlia.” ribatté piano Ilaria.
Con una sincronia che sembrava studiata tutti e cinque si voltarono di scatto. Orlando stupito. Elijah forse più di Orlando. Billy e Sean un po’ spaesati.
Solo Dom avvicinò il viso a quello di Hannah e facendole delle smorfie la fece ridere ancora di più.
“Ciao Hannah. Io sono lo zio Dom e sono quello che si è innamorato perso della tua mamma.”
“See!! Innamorato perso. Addirittura.” rise Ilaria guardandolo mentre giocava a mangiare un piedino della bambina.
Dom rispose alla provocazione con una smorfia e guardando Hannah continuò:
“Mi raccomando. Non crescere come la mamma. Non strappare il cuore ad ogni povero cristo che ti si avvicina.”
“E smettila che così la spaventi” si intromise Sean. “Quanto ha?”chiese con gli occhi che gli brillavano.
Ilaria sorrise. Sean sentiva la mancanza di casa più degli altri dal momento che ci aveva lasciato una moglie e una figlia piccola.
“Trentuno mesi. Quasi tre anni.” sorrise la ragazza.
“Come Ally. Mia figlia.(*)” continuò Sean rapito dalla bambina.
Solo allora Orlando si avvicinò e spostando Dom, disse:
“Falla vedere anche a me.” e sorridendole le accarezzò una guancia. “ Ciao piccola. Ma è davvero un angelo. Ciao bella. Io sono lo zio Orlando.”
“Il marpione della compagnia.” si intromise Dom fingndosi seccato.
Ilaria rise mentre Orlando fingeva di picchiare Dom. E spostando la carrozzina disse:
“Su! Dobbiamo andare agli studios. Siamo già in ritardo. Peter oggi vi ammazza. E forse ammazza anche me che dovevo venire a prendervi. E poi, devo portare Hannah all’asilo nido…”
“No” fu il coro che seguì quell’affermazione.“Portala con noi agli studios.” dissero Orlando e Dom assieme.
“E chi la tiene se io devo fare qualche cosa per Pete e Fran?” chiese Ilaria.
“Noi!” riposero indignati i due in un solo coro. “Tanto non abbiamo nulla da fare in questi giorni. A parte provare i costumi e le protesi.” continuò Orlando.
“Davvero?” si accertò Ilaria ancor prima di rispondere si.
“Lo prometto io per loro.” sorrise Sean.
“Va bene, allora. Se è Sean a prometterlo mi fido!" e ridendo dell'espressione contrariata di Dom e Orlando, aggiunse divertita: "Tutti in macchina. È tardissimo.” e inforcò gli occhiali e spingendo il passeggino, aiutata da Dom, uscì con loro dall’albergo.

Ilaria dondolava il passeggino con la gamba, avanti e indietro, con il portatile di Peter poggiato sulle gambe, leggendo tranquilla.
La trovò così Billy. La guardò a lungo, in silenzio, sorridendo quando la vide sistemarsi gli occhiali da vista con un dito e grattarsi la testa con la matita, mentre Hannah dormiva beata con il suo ciuccio in bocca.
“Scusa se non ti ho detto nulla sulla bambina.” disse alla fine Billy, sorprendendo la ragazza che, alzando gli occhi dal portatile, tolse gli occhiali e fece segno allo scozzese di sedersi accanto a lei.
Billy obbedì e quando fu vicino ad Ilaria, dopo che lei ebbe chiuso il portatile, le chiese:
“Elijah è rimasto molto colpito. Non credo che ti ronzerà più attorno. E non volevo che pensassi lo stesso di me.”
“Billy... Tu sei il primo con cui ho fatto amicizia. So che magari preferivi dirmi la tua a quattrocchi invece che davanti a tutti. So che un pensiero simile non ti ha sfiorato nemmeno la testa. E se anche fosse... Tranquillo. Non sono arrabbiata nemmeno con Lij. Siete tutti molto giovani. E vedere una ragazza madre di una bambina di tre anni a soli diciassette.. Beh! È troppo per chiunque credo.”
Billy sorrise e guardando Ilaria disse:
“Ti ammiro. Crescere una bambina non è facile. Se si è da soli, poi, ancora peggio. Ma tu sei anche giovane. Hai fegato ragazzina.”e sorrise scompigliandole i capelli.
Ilaria rise e si scostò per nulla infstidita dal gesto affettuoso del ragazzo. Poi, guardando Billy, disse:
“Promettimi che sarai sempre sincero con me. E che tra noi nascerà una bellissima amicizia che coltiveremo di giorno in giorno, da qui al dicembre 2000.”
Ilaria tese la mano a Billy che, stringendola, disse:
“Lo prometto! E ti dico di più. La nostra amicizia continuerà anche oltre dicembre 2000”
Ilaria strinse più forte Billy e dimenticò il fatto che, molto probabilmente, le cose con gli altri sarebbero cambiate.
Sapeva che prima di un compagno aveva bisogno di un amico. E Billy, in quel mese passato assieme, aveva incarnato quel ruolo magistralmente.




(*) Per tutte le fan di Sean Astin: scusatemi se ho sbagliato l’età della figlia di Sean. È che, guardando gli extra, mi è sembrato di capire che, mentre giravano ISDA la bambina avesse all’incirca tre anni. Se ho sbagliato, non abbiatemene. Il mio è stato solo un piccolo errore. Spero. Baci e a presto. Niniel.

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Capitolo 4
*** A casa di Peter ***


A CASA DI PETER

A CASA DI PETER
(coperte, ciucci, ninna nanne, coccole e… il solito maniaco).

Le riprese erano finalmente cominciate.
E con loro era arrivato anche il super lavoro. Non c'era un giorno che i ragazzi non imparassero a tirare di scherma, non provassero costumi, protesi e la sera, quando si potevano riposare, finivano sempre a casa di Peter a correggere i copioni, mettendo qualche nuova battuta, dando idee originali, comiche o drammatiche a seconda di quello che richiedeva la scena.
Quella sera, appunto, erano tutti nella sala. Sceneggiatori e attori avevano tutti a portata di mano -e di penna- il copione, per apportare delle correzioni. In breve quelle correzioni giornaliere del copione divennero una sorta di routine per tutto il cast e anche per Peter, dato che Fran e Philippa erano un vulcano attivo di idee e cercavano continuamente qualcosa di nuovo che si avvicinasse abbastanza ai testi di Tolkien, correggendo notte tempo le battute scritte in precedenza. E per questo, molti mesi dopo, la Compagnia e tutto il resto del cast, avrebbero trovato sempre un copione fresco di stampa, che rendeva inutili gli sforzi fatti fino a quel momento per studiare le parte.
Quella sera, Hannah, in stato di grazia, dormiva beata nel passeggino e Ilaria, con un foglio in mano anche lei, occhiali da vista e penna era pronta a correggere ogni minimo errore, abbracciata a Billy e poggiando la testa sulla sua spalla.
Dom non fece altro che guardarli, con una punta d’invidia malcelata ma che rendeva, per chi la guardava, la situazione divertente, almeno per chi lo stava ad osservare. Cosa che né Billy, né Ilaria avevano fatto, pensando tranquillamente ai fatti loro.
Fu così che in un momento di pausa, Dominic, puntando il dito contro Ilaria che si era stretta più a Billy e gli aveva schioccato un bacio sulla guancia, disse imbronciato:
“Le voglio anche io le coccole, uffa.”
Ilaria sorrise e, dando un altro bacio a Billy, si avvicinò a Dom e lasciandosi scivolare dietro di lui disse, cingendogli il collo con le braccia e baciando anche a lui una guancia:
“Povero. Il piccolo Dom dalle orecchie a sventola vuole le coccole. Ma lo sa che Ilaria fa le coccole a Billy solo perché, con lui, ha una storia di puro sesso sfrenato.”
“Davvero!!” chiese Dom, voltandosi verso la ragazza, mentre gli occhi erano illuminati da uno strano bagliore che celava più che un certo interesse per la faccenda, una strana e inspiegabile malizia.
“Uhm, uhm” annuì Billy accompagnando l’affermazione con un gesto della testa. “E ci facciamo i filmati” continuò calcando la mano.
“Pensa che ieri volevo mettere ‘Biancaneve e i sette nani’ a Billy e Katie e ho trovato un filmato a luci rosse che avevano fatto in casa” aggiunse Peter facendo ridere tutti.
Dom ascoltava in silenzio. Non poteva negare che il tocco leggero della mano della ragazza era più che piacevole, ma, con i discorsi fatti quelle carezze -visto il lungo digiuno riguardante certe faccende- non erano tra le più consigliate. E la paura del povero ragazzo di Manchester era che 'qualcuno' decidesse di svegliarsi, buttandolo così nel ridicolo.
E voltandosi di nuovo verso Ilaria disse:
“Anche io ho la telecamera. Che ne dici se facciamo uscire tutti e al posto de ‘Il Signore degli Anelli’ facciamo un bel filmino di quelli vietati ai minori…” ma non fece in tempo e terminare la frase che emise un grido di dolore talmente forte che tutti lo guardarono allarmati.
Ilaria, senza scomporsi più di tanto, si sollevò dalla poltrona e mettendosi tra le braccia di Elijah disse:
“Almeno con te non rischio.”
“E chi te lo dice”disse Elijah con un risatina malefica.
Ilaria lo guardò. Elijah era stato quello che era rimasto più sconvolto dal fatto che Ilaria fosse già una mamma e questo l'aveva allontanato per un po' da lei. Nonostante la cosa non si fosse protratta al lungo, Ilaria ricordava con tenerezza l’imbarazzo del giovane mentre ammetteva che si sentiva uno stupido per quello che aveva fatto. Ilaria non poté nascondere, nonostante tutto, una certa delusione. Pensava che il ragazzo fosse abbastanza maturo per capire la sua situazione e suo malgrado, accettò l’amicizia che Lij le offriva.
Mntre gli stava abbracciata lo guardò mentre rideva ricambiandole un ghigno malefico e sorridendo a sua volta si sollevò ed eclamò:
“Papà… La prossima volta che apri una colonia di attori in Nuova Zelanda, non mettermi in mezzo. Io ho una figlia a cui badare.”
In quel momento, quasi si sentisse chiamata in causa, Hannah cominciò a piangere. Ilaria subito si sollevò e si avvicinò al passeggino e prendendo la bambina in braccio, mormorò dolcemente:
“La mia piccola. Ha perso il ciuccio.” e prendendo l’oggettino dal passeggino si rivolse a Peter dicendo: “Papo. Vado un po’ fuori.”
“Okay” fece Peter con un segno della mano.

Ilaria uscì nel terrazzino e cominciò a cantare la stessa ninna nanna che le cantava la mamma quando era più piccola. Era una vecchia canzone per bambini, uscita da chissà dove. Ilaria ricordava bene solo il titolo: ‘La ninna nanna del chicco del caffè’(*). Cantava a voce bassa, in italiano, dondolando la piccola.
Fu così che la trovò Orlando. Con la bambina tra le braccia, la testa di Hannah poggiata sul seno della mamma mentre dormiva beata e il mento della ragazza poggiato sulla testa della figlia che stringeva forte a se.
Buttò il mozzicone di sigaretta(*) e avvicinandosi, con le mani nelle tasche dei jeans, chiese:
“Cosa canti?”
Ilaria sussultò appena. Non si era accorta della presenza del ragazzo. Poi, sorridendo, disse:
“La ninna nanna del chicco del caffè”.
Orlando aggrottò la fronte cercando di ricordare qualche cosa della sua infanzia che gli riportasse alla mente qualche cosa di vagamente somigliante. Ma dovette arrendersi e chiese:
“Cos’è?”
“È una ninna nanna italiana. Me la cantava sempre mia madre.” rispose la ragazza baciando i ricci biondi della figlia.
“Sembra funzionare.” sorrise Orlando.
“Si” sorrise a sua volta Ilaria.
Orlando non poté fare a meno di guardare la ragazza sorridere radiosa mentre si muoveva con piccoli passi, quasi ballasse assieme alla sua piccola che dormiva tranquilla. E trasmetteva la stessa tranquillità.
“È così grande?” chiese dopo un minuto di silenzio.
“Cosa?”reolicò Ilaria bloccandosi.
“L’amore per un figlio?” domandò ancora Orlando.
Ilaria sorrise e sistemando meglio la figlia disse:
“Si. È la cosa più grande che ti possa capitare. Forse non da spazio ad altro. Non posso ancora dirlo visto che abito ancora on i miei e loro mi aiutano molto, ma ci sono volte, specialmente quando sto male che lo credo veramente. Penso che dopo Hannah non potrò amare nessun uomo più come prima. E questo mi spaventa. E come se mi spaventa” e voltandosi verso Orlando continuò:”Alle volte mi chiedo se sono o no all’altezza di un compito del genere.”
“Non me ne intendo molto... Ma per quello che vedo per quello che so… Per essere così giovane, sei una mamma davvero grande.”
Ilaria sorrise e chinò l tsta imbarazzata, nascondendo la cosa baciando i riccioli della piccola. Orlando si grattò la testa a disagio per aver messo in imbarazzo la giovane. Calò quindi un silenzio un po' teso almeno finché Ilaria non si accorse che il giovane londinese, forse, o meglio certamente, si stava avvicinando un po’ troppo al suo viso. E quello, normalmente voleva dire solo una cosa:
-Oh Dio mio! Questo mi sta per baciare. - pensò la ragazza come bloccata da quella situazione.
Orlando si stava avvicinando sempre di più. Ilaria voleva bloccarlo, ma era come se le sue gambe fossero divenute di pietra. Voleva scappare, ma aveva paura di farlo. Stava quasi per avvicinarsi alle sue labbra -nonostante un'inquietante vocina le dicesse di non farlo- quando sentì la porta del terrazzino aprirsi e la voce di Billy dire:
“Ehy! Orlando. Peter ti sta aspettando…”
Orlando si allontanò imbarazzato e Ilaria divenne più rossa di un pomodoro. Billy, a sua volta colpito, balbettò, grattandosi la testa:
“Scusate. Ho forse interrotto qualche cosa?”
“NO!” disse Ilaria “Nulla. Non hai interrotto nulla. Ora se mi scusate, porto Hannah a letto.” e con la testa china rientrò
“Billy... Tanto così!” e Orlando fece vedere una piccola distanza tra pollice ed indice “... e l’avrei baciata. Potevi aspettare almeno cinque minuti. Cinque e ce l’avrei fatta.”si lamentò Orlando.
Billy abbassò la testa e sorridendo rispose:
“Per come se ne è andata via, ringraziami piuttosto di non averti fare una cazzata con i fiocchi.”
“Perché?” chiese Orlando sollevandoun sopracciglio.
Billy sorrise e scuotendo la testa replicò:
“Entra Orlando. Un giorno capirai.” e ridendo si avvicinò all’amico e dandogli una pacca sulla spalla lo fece entrare dentro.
Ma quella serata era ricca di sorprese. E questo Billy non poteva saperlo.

“Devo andare al bagno.” disse Orlando.
“Allora devi salire al piano di sopra. Qua c’è Philippa. Non sta bene.” disse Fran.
“Ha la bua al pancino” fece eco Dom facendo una vocina davvero idiota.
“No! È la tua presenza che la far star male” ironizzò Elijah.
“Lij. Tu mi ferisci. Eppure mi chiedo come mi puoi trattare così dopo la notte di passione che abbiamo passato assieme” continuò Dom, coprendo il viso con le mani facendo finta di singhiozzare.
“No! È che credevo fosse la camera di Orlando. Dai.. Ero ubriaco, Dom” fece Elijah cercando di calmare l’amico e di sembrare il più serio possibile.
“Poi, quello che dovrebbe piangere sono io” intervenne Billy “Avevi giurato di amarmi e invece… Al primo ostacolo mi tradisci. Ohhh!” e si buttò nella braccia di Sean che dandogli qualche pacca sulle spalle e guardando male Dom disse:
“Sei un bruto. Dopo quello che ha fatto per uscire allo scoperto, gli spezzi pure il cuore. Non ti credevo capace di tanto.”
Orlando guardò Elijah e, incrociando le braccia disse:
“Con te faccio i conti dopo. Mi hai tradito con Dom. Te ne rendi conto. Mi hai tradito con un pazzo maniaco. Mi hai deluso Lij, davvero tanto” e sospirando fece una faccia contrita, per poi mutare espressione e dire: “Frannie, dov’è il bagno?”
“L’ultima porta a destra. Non ti puoi sbagliare è dopo la camera di Ilaria.”
“E non entrare nella camera di Ilaria” urlò Dom dietro.
“Zitto tu! Sempre il solito deficiente maniaco” rise Orlando sull’uscio, per poi sparire e salire le scale.
Dom incrociò le braccia e guardando Elijah, disse serio:
“Credo di aver dato una cattiva impressione di me, non trovi?”
Elijah lo guardò e scoppiò a ridere, mentre Dom gli si buttava addosso e faceva finta di picchiarlo.

“Bagnetto!!! Dove sei che non resisto” canticchiava Orlando.
E mentre si cimentava nelle sue dubbie doti di autore e cantante pensò alle parole di Fran. ‘Dopo la camera d’Ilaria’
.In un attimo le balenò il ricordo del 'quasi bacio' con la ragazza e pensò:
-Devo smetterla. Smettere di pensare che possa succedere qualche cosa con quella ragazza. Perché non mi prende un po’ di paranoia come ad Elijah. Sarebbe molto meglio. Almeno me la toglierei dalla testa… E cercherei il bagno, invece della sua camera.–
Manco aveva finito di formulare la frase che si trovò davanti ad una porta aperta. Si bloccò e si poggiò sullo stipite. Era quasi arrivato al bagno. Ma in quel momento era molto meglio, almeno per lui, fissare quella scena.
Ilaria dormiva abbracciata alla bambina, stringendola. Entrò e la guardò. Ma mentre si avvicinava, schiacciò un giocattolo di Hannah che, emettendo un suono strano dovuto alla pressione, fece svegliare la ragazza che stupita di trovare l’attore nella sua stanza gli chiese con voce assonnata e passando una mano sulla faccia:“Orlando? Che ci fai qui?”
“Cercavo il bagno”sorrise lui, parlando a voce bassa.
E nel mentre le parlava prese una coperta per coprirla. Ilaria si voltò, sorrise e lo ringraziò. Ma fu una mossa azzardata. Infatti, in men che non si dica, si trovarono talmente vicini che fu impossibile non baciarsi. E Orlando lo fece.La baciò con passione da subito. Ma fu Ilaria ad allontanarlo e piano disse:
“Orlando. È meglio se esci dalla mia camera.”
“Scusa. È stato più forte di me” si scusò Orlando.
“Esci ti prego” mormorò Ilaria.
Era fredda. Glaciale. Non voleva baciarlo. E lui lo aveva fatto lo stesso.
A testa china, Orlando, lasciò la stanza ed entrò nel bagno. Ilaria si alzò e chiuse la porta. A chiave. Sapeva sol che Orlando non doveva fare quello che aveva fatto. Non poteva baciarla così. Eppure, dopo vaerla vista scappare al suo primo tentativo, lo aveva rifatto, riuscendoci stavolta però. E questo la faceva davvero infuriare.
Con un sospiro rientrò sotto le coperte. Inutile dire che quella notte per Ilaria anche il leggero respiro di Hannah era un elemento di disturbo che non gli permetteva di prendere sonno.



(*) Un piccolo omaggio alla mia infanzia. La ninna nanna del chicco di caffè era una canzoncina dello Zecchino d’oro che mia madre mi cantava sempre. Mi sembrava un omaggio ai miei ricordi di bambina metterla nella fic. Perdonate la nostalgia.

(*)Sapete se Orlando Bloom ai tempi che ha iniziato la Compagnia fumasse’ ? Io credo di si. Ecco perché lo messo. Chi lo sa mi renda partecipe. Magari non potrò correggere questo capitolo, ma in futuro vedrò di fare di meglio e non sbagliare. Alla prossima. Niniel.

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Capitolo 5
*** 11 OTTOBRE 1999: LA PRIMA RIPRESA DELLA TRILOGIA ***


Allora

Allora, prima di tutto ringrazio ancora wolfie che mi segue… sniff. Che tristezza… Sto distruggendo involontariamente Orlando. Giuro non volevo. Anzi. Credevo che avessi screditato più Elijah facendolo mettere volontariamente da parte dopo la scoperta dell’esistenza di Hannah (cosa che tra l’altro mi è sembrata molto più coerente della scelta di Orlando e Dom di voler continuare a provarci con lei, visto la giovane età di tutti e tre). Comunque… Mi cospargo di cenere e il capo e chiedo scusa a Orlando e fan se l’ho screditato. Che, credete, non ci impazzirò, ma mi piace molto anche luiPoi… Mi son dimenticata di scrivere una cosa prima. Mandy… Grazie per l’attenzione che porti a questa povera disgraziata. ^______^ Ho letto la tua intenzione. Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi. Sii cattiva se lo devi essere. Magari non mi distruggere completamente.. Scherzo. Solo che mi ha resa felice sapere che Vuoi leggere la mia fic. Grazie, sono commossa.Dopo quest’untuosità (da me si direbbe che sono stata un po’ lecchina oh Dio!!!! Non volevo nemmeno questo). Spero che questo capitolo riabiliti il povero Orlando e voi vi divertiate.Un bacio a tutti. E come dico sempre… BUONA LETTURA…^________^

                          

11 OTTOBRE 1999: LA PRIMA RIPRESA DELLA TRILOGIA:
(quattro hobbit. Un amico e il saggio e… ‘Scusa se quella sera ti ho baciata').

Le riunioni per le varie ed eventuali correzioni del copione continuarono.
Peter e Fran, assieme a Philippa, decisero di farsi aiutare da Ilaria per le nuove stesure e ribattiture del copione, riempiendo così le sue giornate che, con Hannah a cui badare, dovevano essere fatte di quarantotto ore. Almeno per lei. Ma non si lamentava comunque. Quello era il mondo al quale voleva appartenere. Quella era la vita che avrebbe vissuto se i suoi sogni si sarebbero avverati. In quel periodo c’era solo una cosa che la spaventava: il veloce mutare dei suoi sentimenti.
Sapeva di piacere ad Orlando, almeno era una certezza dopo il bacio che le aveva rubato quella sera. Sapeva che la seguiva con lo sguardo da un po’ di tempo (cosa che le avevano fatto notare Fran e Philippa e che ad Ilaria metteva i brividi lungo la schiena) e che appena poteva correva ad aprirle la porta e ad aiutarla a salire dove magari lei non riusciva. Un vero gentleman si potrebbe dire. Mancava solo che mettesse la giacca sopra una pozzanghera per non farle sporcare i piedi e il gioco era fatto. Eppure c’era qualche cosa di nuovo che cominciava a delinearsi all'orizzonte, almeno nei pensieri di Ilaria. Era Dom e quello che le faceva provare quando stavano vicini.
Per quanto potesse essere bello Orlando, ed Elijah avere la sua stessa età, per quanto potesse essere amica di Billy e Sean, Dom era l’unico capace di darle una scarica di adrenalina in più degli altri, solo standogli vicino.
Perché Dom sapeva essere indisponente e divertente allo stesso tempo, col suo fare malizioso e dissacrante, quasi volesse prendere in giro chiunque gli capitasse a tiro (cosa che gli riusciva più che bene, inutile negarlo). E aveva la capacità di imbarazzarla, tante volte e allo stesso tempo farsi scusare della sua sfrontatezza, facendola ridere quando le cose non andavano come voleva. E Ilaria non poteva negare che le piaceva quando si perdevano a parlare fitto, fitto, a coccolarsi e a ridere, marcando amorevolmente i difetti l’uno dell’altro. Perché Dom Monaghan era un pazzo o meglio ‘un’idiota’ come la correggeva Billy sovente, scherzando anche lui sulla natura dell’amico di Manchester. Ma con lei sapeva essere dolce come nemmeno Orlando sapeva essere nei suoi gesti galanti.
E questo pensiero la rendeva davvero nervosa. Perché sapeva che in quel momento tutto diventava più chiaro, almeno per lei. E se avesse dovuto decidere chi le dava più emozioni tra Dom ed Orlando, il manchesteriano avrebbe battuto il londinese in tutti i fronti.

“Hai paura che un ragno ti cammini sulla spalla?” chiese Peter mimando con le dita i cassettini del ragno, sulla spalla di Dom.
“No!” rispose tranquillo il ragazzo.
“Allora… Nella scena un ragno ti camminerà nella spalla. Tu lo dovrai prendere in mano e posarlo sul ramo davanti a te.” continuò Peter spiegando la dinamica della scena a Dom e Sean, vestiti di tutto punto da hobbit.
Era arrivato il fatidico giorno, infine: la prima ripresa della trilogia de ‘Il Signore degli Anelli’.
Dopo tante prove di costumi e mille sforzi fisici, tanti cambiamenti del copione originale, era arrivata la prima scena. Quella dove i quattro hobbit si trovano davanti al Cavaliere Nero per la prima volta. Peter aveva discusso con loro la scena parecchie volte, spiegandogli che quello che dovevano provare era un terrore atavico, verso qualche cosa che loro non conoscevano ma sapevano essere pericolosa.
“Ricordatevi…” continuò Peter quella mattina. “I Cavalieri Neri sono dei mantelli neri che racchiudono chissà quale massa informe. L’unica cosa che si può dire è che sono fatti dello stesso materiale di cui sono fatti gli incubi e che questo li rende davvero spaventosi.”
Ilaria ascoltava i discorsi del padre in silenzio. Non perché interessata. Lei non doveva girare la parte, ma per il semplice motivo che, seduto accanto a lei, c’era il sorridente Orlando Bloom che, inconsapevolmente, tenendole un braccio dietro la schiena la faceva sentire nervosa, quasi camminasse su di un filo di lana. Infatti, dopo quel bacio rubato in camera sua, Ilaria lo aveva prontamente evitato, almeno quando poteva. E così aveva precluso qualsiasi contatto col giovane londinese.
E mentre Ilaria si perdeva il divagazioni del tipo ‘gli dico di lasciarmi oppure no?’, Carol Cunningham parlando con un megafono e rivolgendosi al capannello di curiosi che si era creato e non solo, fu chiara da subito: chiunque avesse tenuto un cellulare o una radio accesa, avrebbe fatto un bel volo in acqua assieme all’apparecchio incriminato. E dopo le minacce di morte dell’aiuto regista, Peter finalmente gridò:
“AZIONEEE!!!” e cominciarono le riprese.
La scena, a dire il vero, consisteva solo nell’inquadrare Frodo che fissava il vuoto e accorgendosi del pericolo, intimava gli altri tre hobbit di nascondersi sotto la radice di un albero.
Inutile dire che era molto più semplice a dire che a girare. Ci volevano primi piani di tutti e quattro, riprese di loro assieme e così via dicendo, senza contare che alle volte qualcosa non andava come doveva e le scena doveva essere rifatta. Così le riprese durarono due ore, poi il resto del lavoro venne rimandato alla notte, quando fecero le riprese della fuga sul traghetto del Brandivino.
All’ultima ripresa, Peter gridò:
“Controllo quadruccio.”
Fu allora che Orlando si voltò verso la ragazza e le disse:
“Ti devo parlare” guardandola dritto negli occhi.
Il panico prese Ilaria bloccandola completamente, in un mix di paura e d’imbarazzo, fino a che non sentì Dom urlare:
“AAAAAMMMMMMOOOOOOOORRRRRREEEEEEEEE!!!!” e correndo verso la ragazza continuò. “Vieni qui da zio Dom che ha voglia di festeggiare il primo giorno di riprese con un bacio appassionato, coronato da un after di sesso sfrenato.”
Ilaria colse l’occasione e guardando Orlando, disse:
“Scusa. Ma devo scappare” e alzandosi cominciò a correre, cercando di scappare da Dom e dal suo affetto.
Cominciarono così a rincorrersi per il piccolo bosco di Wellington, dove era stata girata la scena. E mentre chi li vedeva passare rideva divertito dalla scena, loro si allontanarono un po’ troppo.
“Smettila Dom, dai!” supplicò Ilaria col fiatone ma senza smettere di correre.
“No!” rispose Dom affaticato anche lui, ma senza fermarsi. “Fino a che non faremo cose talmente bollenti che anche i poli si scioglieranno, non ti lascio.”
“Non sono una da una botta e via” urlò ridendo divertita Ilaria.
“Non ho questa intenzione, piccola. Non con te.” rispose Dom sincero.
Ilaria si bloccò di botto, fissando stupita Dom, che, non accortosi del fatto che la ragazza si fosse fermata, non ce la fece in tempo a frenare e la travolse cadendole addosso. Ilaria rise di gusto e piano disse:
“Volevi fare cose bollenti. Beh! La posizione è quella.”
Dom si fece serio e l’accarezzò, spostando un ciuffo di capelli dal viso della ragazza, disse piano:
“Non sto giocando con te, anche se può sembrarti il contrario.”
“Dom sei serio?” disse Ilaria fingendosi spaventata, senza celare un velo sarcastico nella sua espressione e nella voce.
Dom sorrise e guardandola ancora negli occhi replicò:
“Ho scherzato troppe volte vero? Me lo merito se mi prendi in giro. Ma quello che ti voglio dire è che mi piaci davvero. E non mi importa se sarà difficile perché sei mamma. Sono pronto a tutto, pur di starti vicino. Davvero...”
Stava per baciarla quando Ilaria lo bloccò e disse:
“No! Ti prego, non farlo o rovinerai tutto, davvero. E dopo quello che mi hai detto non voglio” e si puntellò sui gomiti per guardalo meglio.
Dom si sollevò e la guardò stupito, chiedendogli:
“Tu sei spaventata. E forse ho capito da che cosa. Anche se sembra che ti precludi ogni opportunità di avere un nuovo amore. È uno sbaglio.”
“Prima che iniziasse tutto questo, io credevo che non avrei mai più amato. Ora mi ritrovo a sentirmi confusa da quello che provo. Penso che sono una madre, ma anche che potrei amare ancora. E mai, da tre anni a questa parte mi era successo così presto. Ti chiedo solo un po’ di tempo. Solo un po’”
Dom la guardò ancora poi, lentamente, spaventato più dal fare una mossa sbagliata, si avvicinò e l’abbracciò forte dicendo piano:
“Ti aspetterò per tutto il tempo che ci vorrà. Te lo prometto” e dolcemente le baciò il collo.

Orlando aspettò che Ilaria tornasse e quando la vide la fece avvicinare a sé prendendola per una mano e disse:
“Ti devo parlare.”
Ilaria sospirò e lo seguì.
“Io volevo solo parlare di quel bacio…” precisò l'attore inglese imbarazzato.
“Orlando. È tutto passato” sorrise lei interrompendolo.
“Non è vero. Non sei più la stessa. Almeno con me.”si lamnetò Orlando.
E faceva bene a farlo.
Era verissimo che la ragazza non era stata la stessa. Si era staccata e lo aveva avvertito in piccoli gesti, invisibili per gli altri, netti per lui. E il perché era quel bacio, non poteva negarlo.
“Sei arrabbiata con me? Ho tutto il diritto di saperlo” continuò Orlando
“Orlando non ho nulla” cercò Ilaria di evitare il discorso, andandosene imbarazzata.
Il ragazzo non si scoraggiò e bloccando la ragazza per un polso disse:
“È per quel bacio, non lo negare.”
Ilaria fece di si con la testa facendo sentire il bisogno, al ragazzo, di stringerle il viso tra le mani e baciarla di nuovo. Ma si bloccò e baciandole la fronte disse:
“Io saprò aspettare. E ti vorrò bene, che tu mi scelga o no. Ma non mi allontanare da te. Ti prego.”
Ilaria lo abbracciò e mormorò:
“Ok!”
“E scusami se quella sera ti ho baciata” sorrise Orlando poggiando la fronte contro quella di lei.
Si guadarono negli occhi e sorrisero assieme. Forse Ilaria aveva già deciso chi voleva stesse al suo fianco. Ma mentre Orlando con un pollice le accarezzava una guancia e dopo le baciava la fronte le fece capire che, nonostante tutto, chi le stava vicino, anche se la conosceva da poco, le voleva bene, ognuno in maniera diversa dall’altro, ridandole un po’ di fiducia nel sesso maschile. Fiducia persa da troppo tempo.

Billy guardò Ilaria sorridere, mentre usciva dalla roulotte dove aveva appena smesso i panni di Pipino.
E sorridendo a sua volta chiese alla ragazza:
“Che ti ridi?”
“Ho fatto pace con Orlando e forse qualche cosa si sta movendo. Almeno nella mia testa” rispose la ragazza.
Sean uscì a sua volta e chiese:
"Cosa si sta risolvendo?”
“Cosa vuoi che risolva una rimbambita come lei. Nemmeno le parole crociate con le lettere sopra riesce a risolvere da sola.”
Il sarcasmo di Billy non colse di sorpresa Ilaria che, sentendosi punta si buttò contro il suo migliore amico, cominciando a fargli il solletico:
“Basta. Basta, ti prego. Non merito una morte così atroce. Ti pregoooo!” implorò Billy facendo ridere la ragazza e l’amico.
Quando Ilaria si sentì abbastanza soddisfatta della sua vendetta, si sedette tra le gambe di Billy, poggiando la schiena al suo petto e una mano al braccio che la stringeva.
“Cosa ti fa capire che ti stai innamorando di qualcuno?” chiese Ilaria ai due.
Sean si grattò una guancia e rispose:
“Lo stomaco.”
“Lo stomaco?” replicò Ilaria perplessa.
“Le farfalle nello stomaco. È questo che intendevi Sean, vero?”.
Sean sorrise e disse:
“Certo che quando ti innamorerai lo saprai solo tu. E sarà unico. Qualsiasi sensazione proverai.”
“Ma non ti sei mai innamorata? E il padre della bambina?” chiese Billy, stringendola di più.
“Allora ero davvero una bambina. Che cosa vuoi che ne capissi di amore?” rispose la ragazza.
“Io invece credo che tu sia una persona che sa molto riguardo all’amore. Hai una figlia. E io, da padre, so cosa vuol dire amare così tanto qualcuno. Tu sai amare. È solo che hai paura a farlo” disse Sean “Eppure tu hai paura di amare una persona che non sia tua figlia. Tu ti sei completamente votata a lei senza pensare che lei, un giorno, cercherà quello da cui tu sei fuggita e rimarrai sola.”
Billy guardò Sean e prendendolo in giro disse:
”Mio Dio! Sei proprio un filosofo e non ce lo hai mai detto.”
Sean rise a sua volta e rispose:
“Le mie doti le esterno con chi le merita.”
Continuarono a prendersi in giro, senza accorgersi che Ilaria aveva smesso di fare domande. Sean non sapeva che in quel momento aveva messo in moto un processo che, di li a poco, avrebbe cambiato per sempre la vita d’Ilaria.

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Capitolo 6
*** Un nuovo arrivo ***


Paddina e Vampyre vi ringrazio per le recensioni

Paddina e Vampyre vi ringrazio per le recensioni. Specialmente quella di Vampyre: sono d’accordo con te.. W ISDA, libro e film. Gli adoro. Comunque non mi dilungo. Nelle recensioni rispondo sempre. Ho aperto anche un sondaggio: chi preferite tra Dom Orlando? Fatemi sapere. Anche se la storia so già come deve andare mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi. Mi raccomando, ditemelo, ci tengo.. Per il resto..Buona lettura.

 

UN NUOVO ARRIVO
(Ti presento il nuovo Aragorn: ovvero. Quando parte Stuart e arriva Viggo)
.

Lentamente il cast cominciò a prendere vita. Arrivarono infatti nell’ordine:
Sean Bean – Boromir;
John Rhys Davis – Gimli;
Stuart Townsend – Aragorn.
Cominciarono anche loro vari allenamenti che li avrebbero preparati alla lavorazione del film e al miglioramento del proprio personaggio. Tutto sembrava aver preso la giusta piega, almeno fino ad una mattina, quando tutti ricevettero una notizia non proprio bella.

Nella roulotte degli hobbit si ascoltava musica ad alto volume come sempre, anche se erano le cinque del mattino. Si stavano preparando a diventare hobbit, come tutte le mattine. E proprio mentre Dom, ancora assonnato, cominciava a raccontare una barzelletta, entrò Ilaria con i copioni in mano. Cosa insolita visto che normalmente la ragazza a quell’ora dormiva della grossa.
“Ilaria?! Che ci fai qui a quest’ora?” chiese Elijah guardandola entrare.
“Salve miei prodi. Io e Philippa siamo reduci da una nottata in bianco” sbadigliò Ilaria sedendosi sulla base di marmo dello specchio, spostando qualche aggeggio a lei sconosciuto. “Ieri è successo un casino in piena regola.”
“Cosa?” chiese Dom curioso.
“Stuart ha levato le tende e dalle sei di ieri sera, siamo rimasti senza Aragorn. L’unica cosa che so è che Fran è partita con la velocità della luce per vedere qualche attore sul quale aveva buttato l’occhio, papà, invece, si è dato alla pazza gioia, spiluccando dalla sua videoteca i film più recenti e cercando qualcuno di adatto. Mentre io e Philippa, disperate, abbiamo accudito i tre piccoli pargoli che allietano casa Jackson. Da sole. Inoltre stavamo cercando di riscrivere alcune battute precedentemente corrette, mentre Billy, Katie e Hannah, riscrivevano e giravano la nuova versione de ‘L’esorcista’. Mai visti bambini più pestiferi. Quei tre insieme fanno per un plotone all’attacco. Specialmente Hannah. Proporrò mia figlia per il ruolo di Cavaliere Nero. Riusciva a fare certi urletti striduli da disturbare perfino un sordo” rispose Ilaria rubando il caffè di Billy che la guardò contrariato.
“Allora domani saltano le riprese di Colle Vento?” chiese Elijah.
“Se non trovano Aragorn, si. Credo proprio di si.” rispose ancora Ilaria sorseggiando il caffè.
Poi, guardando i copioni disse:
“Bene. Io ho sonno e vado a dorimire. Questi sono i vostri copioni. Divideteli e buon lavoro. Ciao.”e salutandoli con una mano uscì dalla roulotte.

La mattina dopo, da Peter in persona, Ilaria venne convocata presso la vecchia caserma dove venivano allenati gli stuntman per i vari combattimenti e dove Bob Anderson impartiva un po’ a tutti lezioni di scherma.
Arrivò stretta nella sua gonna preferita e in un caldo cappotto, maledicendo il giorno in cui aveva detto a Peter di voler partecipare al progetto de ‘Il Signore degli Anelli’.
Entrò nello studio e vide una scena particolare: tutti gli stuntman, agguerritissimi, pronti ad attaccare un uomo, armato di sola spada e notevolmente spaventato. E Peter da una parte che guardava divertito.
Ilaria si avvicinò al padre e disse:
“Papà? Ma chi è quello?”.
Peter si grattò la barba e rispose:
“Aragorn. O meglio... Ora è Viggo Mortensen, ma da domani sarà Aragorn.”
Ilaria squadrò l’uomo. Pensò subito che fosse molto bello, troppo, specialmente quando dopo avergli fatto bloccare la marea di stuntman inferociti a pochi passi, lo facero ridere con una battuta del tipo:
“Ecco quello che ti aspetta.”
E il cuore saltò ancora qualche battito nel momento in cui il padre glielo presentò, stavolta sotto lo sguardo divertito di Philippa e della madre.
“Viggo, questa è Ilaria, mia figlia adottiva e perno della produzione.”
Ilaria arrossì e sentì mille farfalle svolazzarle per lo stomaco. Era quella la sensazione di cui Sean Astin parlava?
Viggo sorrise e la ragazza, per togliersi dall'imbarazzo, disse:
“Lo lasci perdere. Non è vero. Fa tutto da solo e non vuole ammetterlo. Lo fa dire agli altri. Sa... Lui è un falso modesto”
La battuta di Ilaria fece ridere Viggo che, guardandola negli occhi disse:
“Non darmi del lei. Mi fai sentire vecchio. E non lo sono. Dammi del tu e chiamami pure Viggo, se vuoi. Mi faresti un grande piacere.”
FARFALLE!!! FARFALLE E ANCORA FARFALLE CHE VOLVANO NELLO STOMACO.
Ilaria sorrise e allegra rispose:
“Sono più che felice di darti del tu. Allora a presto Viggo.”
“A presto Ilaria.”rispose cordiale il nuovo arrivato.
Sapeva che era stato educato e che, prima di fare qualche passo nella direzione che lei aveva preso, avrebbe pensato che poteva essere sua figlia. Ma quelle farfalle che svolazzavano nello stomaco della ragazza, per lei erano la prova inconfutabile di qualche cosa che credeva di nuovo impossibile da provare: le piaceva il nuovo Aragorn.

La mattina dopo Orlando stava mettendo le lenti a contatto blu e lacrimando vistosamente imprecò, facendo ridere i quattro hobbit presenti e Sean Bean vestito di tutto punto da Boromir.
“Film di razzisti. Per forza gli occhi azzurri dobbiamo avere tutti quanti? E io devo violentare i miei bellissimi occhi nocciola tutti i giorni con ‘ste lenti. Proprio da pazzi.”
Ilaria, arrivata da poco, aveva sentito quello che Orlando aveva detto e, facendo segno di tacere a chi l’aveva vista, si avvicinò di soppiatto alle spalle di Orlando e, con la cartella delle ordinazioni datale da Peter, cominciò a picchiare Orlando dicendo:
“Brutto egocentrico del cazzo. Ma te ne sei accorto di quello che devono passare questi quattro martiri ogni mattina. Un’ora, e dico una, in piedi per metter i piedi in lattice. E non gli ho mai sentiti lamentarsi un sola volta…”
“Colpa mia se a quell’ora non ci sei?” gridò Orlando cercando di schivare i colpi ma senza successo.
“Brutto animale, narcisista ed egocentrico.” continuò la ragazza.
“Staccatemela. Staccatemela vi prego.” implorò Orlando mentre Sean Bean, con le lacrime agli occhi, placcava nella maniera più gentile che potesse, Ilaria.
Dom, per non essere di meno, cominciò a fare il deficiente e cingendo la vita di Ilaria, le disse:
“Vederti fare tutto questo movimento mi ha messo addosso una strana eccitazione. Che ne dici se andiamo nella roulotte degli hobbit e ci chiudiamo dentro…?” ma non fece in tempo a finire la frase che lo stesso trattamento riservato ad Orlando venne riservato al povero Dom che, coprendosi la testa con le mani disse:“Aiutate me ora”.
“Mi sa che te la sei andata cercare” rispose Orlando guardandoli divertito assieme agli altri.
Ci volle un po’ perché la situazione si tranquillizzasse e che Ilaria, ripreso il controllo di se stessa dicesse:
“Sono venuta qui per dirvi che abbiamo trovato il nuovo Aragorn!”
“E chi sarebbe, di grazia?” chiese Elijah allegro.
“Viggo Mortensen. Danese di padre e di madre americana. Convinto a girare con noi da mio padre e da suo figlio, patito del libro, come la sottoscritta” sorrise Ilaria.
Orlando guardò gli occhi di Ilaria illuminarsi. E un pensiero a frullargli nella testa: che Ilaria provasse attrazione per l’ultimo arrivato?
”Quanti anni hai detto che ha?” chiese lo stesso Orlando guardndosi allo specchio e cercando di non mostrare vero interesse al nuovo arrivato.
“Non l’ho detto. Comunque ne ha quarantuno. Tutti portati bene, uno per uno.” sospirò Ilaria.
Dom guardò Orlando. Chissà perché, ma quel sospiro non piaceva nemmeno a lui. Che fosse il preludio di una cotta da scolaretta che avrebbe allontanato la ragazza quel poco che erano riusciti a farla avvicinare? Nessuno dei due voleva immaginarlo. Era vero però che gli occhi di Ilaria erano stranamente luminosi. E loro così non li avevano visti.

Viggo si stava finendo di vestire da Aragorn, quando sentì un lungo fischio provenire dalla porta della roulotte. Si voltò e vide Ilaria sorridente mentre, a braccia conserte poggiata sullo stipite della roulotte, lo guardava. Viggo la osservò per qualche secondo e prendendo la macchina fotografica chiese alla ragazza:
“Fammi un favore. Guarda l’orizzonte, per un po’".
Alla domanda di Viggo, Ilaria strabuzzò gli occhi e chiese allarmata:
“Non vorrai farmi una foto, per caso?”
Viggo sorrise e fece cenno di si con la testa, mentre Ilaria, muovendo l’indice decisa, disse:
“Non se ne parla nemmeno. Io non faccio una foto dal giorno che è nata mia figlia.”
“Quella bellissima bambina che Peter mi ha presentato ieri? Hannah se non mi ricordo male.”
“Ricordi benissimo. Ma ti prego, non fotografarmi. Esco male in foto…”
“Nessuno esce male in foto, se la foto la faccio io. Dai fammi contento.”
Ilaria guardò Viggo negli occhi e sentì saltare un battito. Ma proprio uno che la faceva sentire una bambina capricciosa le doveva piacere?
Pensare che aveva smesso di farsi fotografare perchè pensava che, dopo la nascita di Hannah, non potesse rivedere nella foto la stessa persona che era prima di partorire. Mise un po’ il broncio e disse:
“Va bene. Ma tu mi prometti che stasera verrai con me al pub, così ti presenterò gli altri.”
L’uomo ci pensò un attimo e poi, sorridendo, rispose:
“Ci sto. Ci guadagno una foto con una bella ragazza e una bella birra. Che altro chiedere di più”
-Io due cosine te le chiederei…- pensò maliziosa la ragazza, per poi chiedere a voce alta: “Come hai detto che mi devo mettere?”

Al pub la musica altissima era di prassi. Billy, Sean Astin e Sean Bean, Elijah e Dominic bevevano tranquillamente la loro birra, mentre Orlando si era fatto portare un the alla pesca. Videro Ilaria arrivare qualche minuto dopo loro, accompagnata da un uomo che non avevano mai visto prima. Dom, già notevolmente brillo, si alzò dalla sedia e urlò alla ragazza:
“Lui si e io no, ah? E chi è questo. Viene per ultimo e si prende il meglio.”
Ilaria sorrise e avvicinandosi all’orecchio di Viggo disse, a bassa voce:
“Tranquillo, ora è così perché è ubriaco. Quando è sobrio è molto peggio” e voltandosi verso gli altri salutò. “Salute ragazzi”.
Gli altri alzarono i bicchieri e salutarono con un sorriso, mentre la ragazza, accomodandosi assieme all’uomo, disse:
“Questo è Viggo. È il nuovo arrivato trattelo bene” e voltandosi verso l’uomo disse: “Se mi permetti ti presento gli altri” e con un gesto teatrale cominciò a presentare, indicando i presenti uno per uno.
“Il protagonista – Elijah Wood.
Il migliore – Sean Astin.
Il mio migliore amico interprete magistrale di Peregrino Tuc (o Pipino) – Billy Boyd.
Saltò volontariamente Dom e continuò:
L’elfo astemio – Orlando Bloom.
L’uomo di Gondor – Sean Bean.
E a casa Gimli ovvero John Rhys Davis” e si mise a sedere bevendo un sorso dalla bottiglia di Elijah.
“E lui?” chiese Viggo indicando Dom.
“AH! Una contro figura” rispose Ilaria con aria annoiata.
“Non è vero” saltò punto Dom. “Io sono Merry Brandibuck, pietra d’angolo, anello mancante…”
“See.. Santissima Trinità” lo prese in giro Ilaria.
“Anche…” rispose Dom allo sfottò. “Comunque. Il più bello e il più bravo della Compagnia. Il migliore. Dominic Monaghan” e fece un buffo inchino.
I presenti come sempre risero di gusto alla performance del giovane manchesteriano. Poi, dopo che tutti si stettero zitti, Viggo disse:
“Mi chiamo Viggo Mortensen e sono Aragorn. Altro non so dirvi. Spero che impareremo a conoscerci. E che qualcuno mi porti una birra.”
La serata andò bene. Solo Orlando sentì il sospetto nato la mattina diventare sempre più forte. Ilaria guardava Viggo con gli occhi luminosi. E questo non gli piaceva. Di certo non poteva far si che l’ultimo arrivato, come lo aveva chiamato Dom, gli portasse via la ragazza che gli piaceva.

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Capitolo 7
*** Quando nasce un amore.... ***


Ringrazio ancora chiunque si ferma a leggere la mia fic

Ringrazio ancora chiunque si ferma a leggere la mia fic. L’unica cosa che vi posso dire è che da questo capitolo, la storia prenderà una piega diversa e molte cose si chiariranno. Come sempre vi auguro buona lettura. 

QUANDO NASCE UN AMORE… E LITIGHI CON QUALCUNO CHE NON TI ASPETTI 

Il tempo cominciò a passare. Giorni di lavoro serrato, tra continue riprese, alle volte monotone, di una sola scena. Per non parlare delle sedute estenuanti per il trucco e la consueta ora in piedi per i ragazzi che interpretavano gli Hobbit per mettere i piedi in lattice.
Ilaria passava molto del suo tempo con gli attori e a riscrivere le parti che poi consegnava fresche di stampa dopo una notte passata con evidenziatore in mano e portatile vicino. Anche Viggo cominciò a far parte del gruppo che si riuniva a casa di Peter per correggere i copioni.
Naturalmente questo aiutò la giovane ad avvicinarsi sempre di più all'attore americano, alimentando speranze sicuramente inutili su di una loro probabile relazione. Così, se prima Orlando credeva che Ilaria si comportasse in maniera carina con Viggo solo perchè era l'ultimo arrivato e doveva ambientarsi, con il passare delle settimane si accorse che, realmente, la ragazza si sentiva attratta dal rude ramingo e dal suo fascino da intellettuale sognatore. Del resto, dopo l’arrivo di Viggo, molte persone erano rimaste affascinat da Viggo, dal suo essere un artista virtuoso, capace di cimentarsi nella recitazione, nella musica, nella scrittura e nella pittura. Per non parlare che aveva anche un cervello niente male e che molti erano attratti da lui solo per il suo modo di pensare e di esporre teorie che parlavano di mondo, amore, guerra, universo e vita. Viggo era un tipo di quelli che ti ritrovi ad ascoltarli mentre parlano con la bocca aperta, chiedendoti da dove potesse accingere tutte quelle conoscenze.
Un vero e proprio genio inarrivabile, insomma.
Senza contare il lato sessuale. Non c'era persona di sesso femminile o un omossessuale a non essere attratte da lui come da delle calamite. E come dargli torto? Viggo era il classico uomo di altri tempi, un vero gentleman, di quelli che sembra abbiano studiato in un collegio per imparare la buona educazione. Era taciturno, nonostante si fosse ben integrato nel gruppo. Si allenava talmente tanto con la spada che una mattina perfino la polizia lo aveva fermato. Faceva il fotografo e sapeva anche cucinare. In parole povere: c'era il tanto di odiarlo per via di tutta quella perfezione. Peccato che fosse anche un gran simpaticone e fosse davvero difficile riuscirci.
-Certo che se fossi una donna mi innamorerei anche io di lui.- pensava Orlando corrucciato, fumando da solo una sigaretta. –Sa fare tutto. Scrive poesie e canzoni. Ha inciso un disco. Sa recitare. Per non parlare del fatto che non è neppure da buttare via e allora siamo a cavallo. Certo però che mi innamorerei di lui avessi trenta, trentacinque anni... Non diciassette. Non si può amare qualcuno che potrebbe essere tuo padre...-
Spesso, negli attimi di pausa, questi erano i pensieri che attanagliavano la mente del giovane attore londinese, che, a dire il vero, un po’ -o era meglio dire molto??- si sentiva geloso delle attenzioni che la giovane italo-neozelandese aveva per il nuovo arrivato.
Anche quella mattina, tra un ciack e un altro, non poté fare a meno di notare che la giovane si divertiva un mondo a giocare con Viggo che, ridendo, senza nessuna malizia, la portava in giro sulle spalle mentre lei gli ordinava di andare al trotto come una bambina con un pony.
-Devo parlarle oppure qui finisce che divento scemo. Al diavolo la storia che lei è una mamma, ed è tutto più complicato. Non posso perderla così. NON VOGLIO PERDERLA PER L’ULTIMO ARRIVATO, CAZZO! Capisco perché ha deciso di stare con Dominic, ma non perché l’ultimo arrivato me la vuole portare via. Non gliela lascio– pensò Orlando risoluto, sollevandosi dalla sedia dove era stato seduto, perso nei suoi pensieri, per poi voltarsi attratto dalle grida di qualcuno.
Manco a farlo apposta quel qualcuno era Ilaria, lanciata da Viggo, finiva tra le braccia di Sean Bean, che senza alcuna difficoltà, la accoglieva tra le sue braccia e la rilanciava a Viggo, mentre John Rhys Davies se la rideva come un matto, guardando la scena.
Orlando guardò i tre in un misto di tristezza e gelosia letali in quel momento. E sospirando pensò:
-Però cazzo. Anche lei. Può fare meno la disponibile. Invece no! Si fa lanciare… Donne. Chi le capisce è bravo. - e stizzito si allontanò, non dando retta ad Elijah che lo chiamava per insegnarli a giocare a TIG.

Ilaria corse da Billy che parlava con i due Sean di una scena appena girata. Gli coprì con le mani gli occhi e disse, allegra:
“Chi sono?”
“Ti prego Dio, fa che sia lei... Cindy Crawford?” chiese Billy facendo ridere i due amici.
Ilaria mise il broncio e disse:
“No! Non sono ‘MissMaGuardaCheBelloIlMioNeoÈPiaciutoPureARichardGere’
“Caspita. E pensare che credevo che gli amici la chiamassero solo Cindy...” ironizzò Billy.
“E smettila” rise Ilaria colpendolo.
“Che c’è?” chiese Billy stringendola forte.
“Ti devo parlare” e prendendo una mano dell’amico l’allontanò dagli altri due.
“Che c’è?” chiese Billy scostando il ricciolo della parrucca di Pipino che aveva davanti al viso.
“Credo di essermi innamorata” sorrise la ragazza.
“EEEEH” esultò Billy. “E chi è il fortunato? Orlando? Dom? Elijah? Io?” e fece un cenno buffo che fece ridere la ragazza, che scostando di nuovo il ciuffo caduto sul viso del giovane rispose:
“Viggo.”
Billy sollevò un sopracciglio e piazzò u un'espresione tanto strano che Ilaria non gli aveva mai visto fare prima e che la preccupò un po'.
“Stai scherzando, vero?” domandò gelido Billy.
“Mai stata più seria.”
Il sorriso di Ilaria lasciò spazio alla confusionedi Billy che stringendo i pugni disse:
“Te ne rendi conto, vero di quello che stai dicendo?”
“Me ne rendo conto, perché?”
“E mi chiedi pure il perché! Cazzo Ilaria, ci sono due ragazzi che ti corrono dietro da tre mesi oramai e tu.. Prendi e ti innamori del primo arrivato. Ma dico! Stai impazzendo?”.
Billy era scosso. O meglio. Era quel che si dice -usando un francesismo noto ai più- incazzato nero. E Ilaria in quelle condizioni non l’aveva mai visto. Lui, noto per la sua proverbiale calma, ora era roso da un sentimento di rabbia e di impotenza che lo schiacciava.
“Perché sto impazzendo Billy? Spiegami che c'è di così sbagliato in quello che ti ho appena detto!"replicò Ilaria in tono di sfida.
Ben presto si rese conto di aver sbagliato. BIlly strinse la mascella e poi sbottò:
“Perché è una cosa finita in partenza. Perché quell’uomo non ti vorrà mai come compagna, visto che hai ventiquattro anni di differenza da lui. E che per un mese mi hai rotto le palle parlandomi di quanto potesse essere dolce Orlando e di quanto ti facesse stare bene Dom, per poi...”ed emise uno strano verso misto di rabbia e frustrazione.
“Io credo che quello che provo per Viggo sia sincero!”si giustificò Ilaria.
“No. No. No NO! Tu non ami Viggo. Potrei pensare che forse stai cercando un padre per tua figlia. Ma so che non è nemmeno quello. Tu non hai le palle per ammettere nemmeno a te stessa che ti sei innamorata di uno di quei due e che potresti essere felice, abbandonando il tuo ruolo di donna martire e pura… Non reggerai per sempre. Devi cedere all’amore. Non puoi sfuggirgli. Non più.”
“MA SI PUO’ SAPERE CHE CAZZO TI PRENDE?”strillò Ilaria risentita, cacciando dentro un singhiozzo che l'avrebbe fatta sicuramente scoppiare in lacrime.
“CHE CAZZO MI PRENDE? Lo sai cosa è successo un paio di giorno fa? Ho parlato con Dom. E ho parlato di te. E lui mi raccontava di quanto fosse bello aver incontrato Hannah e te, qua in Nuova Zelanda. E che prova qualche cosa che lo spaventa, ma che lo vuole comunque vivere. Mentre tu, per colpa della tua paura, butti tutto al cesso. E lo fai guardando un uomo che ti potrà coccolare, ma che ti tratta come una figlia, ne più, ne meno.”replicò Billy sputando fuori tutta la sua rabbia.
“SMETTILA. Non ti voglio più sentire. Capito? Mai più!" gridò Ilaria e dicendo questo corse via, lasciando Billy da solo, ancora ansimante per colpa della sonora arrabbiatura appena presa.
E mentre Ilaria piangeva, correndo per gli studi, pensò che Billy era l’ultima persona in quel momento con cui aveva bisogno di litigare.

Orlando vide Ilaria arrivare alla sala mensa. Notò che era un po’ giù, ma non fece caso che, passando vicino al tavolo di Dom e Billy, non si era nemmeno fermata a salutare. E non poteva immaginare che, nemmeno due ore prima, Ilaria, stava piangendo lacrime amare e che chiedere chiarimenti in un momento così delicato non era poi tanto indicato.
Ma, ignaro dei vari avvenimenti, si avvicinò al tavolo della ragazza e le disse:
“Ti devo parlare.”
“Parla” sibilò lei glaciale.
“Volevo parlarti a quattr’occhi...”
“Sono sola. Se vuoi parliamo qui, almeno che anche tu non debba dirmi quanto sono superficiale ed immatura, come fa tutto il resto della Compagnia, allora fai pure, spara” e gli occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.
Orlando se ne accorse e imbarazzato balbettò:
“Io... Io...”
“Allora, ragazzino, volevi insultarmi? Fai pure. Non aspetto altro.”
La rabbia di Ilaria era tanta e tale che cominciò a singhiozzare. Molti nella sala mensa si misero in piedi a guardare quello che stava succedendo, mentre Orlando avrebbe volentieri preferito farsi un buco lì e sprofondarci. Dom, invece, si avvicinò al tavolo e chiese piano:
“Che avete? Vi stanno guardando tutti.”
“Ilaria è sconvolta…” cercò di scusarsi Orlando.
“Smettetela di urlare almeno” continuò Dom.
“Io urlo quanto mi pare” continuò Ilaria. “E urlo perché sono stufa di voi due. Di tutta questa situazione assurda che si è venuta a creare e che mi sta sfuggendo di mano. E sono stufa di Billy... E di tutto questo... Io quattordici mesi così non li reggo. Non ce la faccio. E fareste meglio a ficcarvelo nelle vostre testoline vuote. E accidenti a me e a quando vi ho fatti entrare tutti nella mia vita” e alzandosi corse fuori.
Viggo la seguì a ruota. E quando la ragazza si fermò, le si avvicinò e disse:
“Ehy piccola. Che hai? Mi hai fatto spaventare in sala mensa. Che ti hanno fatto quei due per farti arrabbiare tanto?”.
Ilaria accolse l’abbraccio di Viggo e, chiudendo gli occhi, si fece baciare la fronte, solleticata dalla barba incolta dell’attore. E tirando sul naso disse:
“Che cosa sono io per te Viggo?”
L’uomo la guardò negli occhi, stupito da quella domanda e, abbracciando di nuovo la ragazza, rispose:
“Una figlia. La mia seconda figlia. Davvero”.
Viggo non conosceva i sentimenti di Ilaria e fu sincero con lei. Talmente tanto che una lancia gelata bucò il cuore della ragazza e lo distrusse, come può succedere con un vetro o con un bicchiere che cadendo si frantuma in mille pezzi. E il freddo che le attanagliava il petto si sciolse facendola cadere in una tale depressione che le lacrime cominciarono a pungerle gli occhi, facendola piangere ancora di più e ancora più forte. E affondando la testa nel petto del ramingo, si lasciò andare e cominciò a piangere come una bambina, a singhiozzi, mentre Viggo continuava ad accarezzarle la testa.
Fu allora che capì perché stava male. Perché si sentiva una merda. Una merda con Orlando e con Dom. Perché aveva rifiutato i loro sentimenti sinceri per qualcosa di inutile, solo perché aveva paura di soffrire. E c’era riuscita lo stesso alla fine. E poi, se doveva essere sincera, il dolore vero era stato un altro, ed era stato mille volte più grande. Era quello che l’aveva presa quando aveva litigato con Billy. Era stato terribile, devastante. Doloroso più di qualsiasi altra cosa, mai provato prima. Molto di più che sapere che a Viggo non importava nulla di stare con lei.
Ad un tratto qualcuno, dietro di loro, s’intromise con un colpo di tosse e chiese:
“Viggo potrei parlare da solo con Ilaria?”
A Ilaria mancò un battito. Era Billy.
Viggo sorrise e piano disse.
“Te l’affido” e baciando la testa della ragazza un’ultima volta si allontanò.
Ilaria si lasciò scivolare per terra e Billy fece lo stesso e sereno disse:
“Sono uno stronzo!”
“È una domanda o un ‘affermazione?” sorrise Ilaria asciugando le lacrime.
“Diciamo tutte e due” sorrise lo scozzese a sua volta.
Ilaria rise più forte e tirando su col naso rispose:
“Un po’ forse.”
Lui l’abbracciò e disse:
”Quello che ho detto lo pensavo, non lo nego. Ma non volevo ferirti. Il fatto è che sentirti dire quella cosa mi ha fatto perdere il controllo...”
“Non lo sopporto.”
“Cosa?”
“Litigare con te folle di un hobbit. Non farlo mai più. Non mi sono mai sentita più sola in tutta la mia vita. Sola e debole.”e dicendo questo, Ilaria strinse a se l’amico che baciandole i capelli disse:
“Non lo farò più. Giuro.”
E sorridenti stettero per un po’ stretti.

“Okay!! Controllo quadruccio.”
La voce di Peter risuonò nello studio.
Ilaria era seduta in un angolo. Gli occhi e il naso le facevano ancora male per via del recente pianto. Sorrise a Billy, Sean ed Elijah che passarono chiacchierando sorridenti. Poi vide Dom e Orlando e provò subito un fortissimo moto di vergogna impossessarsi di lei. Il rossore la colse. Aveva proprio fatto una figura barbina. Si alzò e li bloccò per la collottola, dicendo piano:
“Vi devo parlare.”e senza nemmeno aspettare una loro risposta si allontanò. I ragazzi in silenzio la seguirono. Quando finalmente si furono bloccati, Ilaria disse:
“Stamattina sono stata imperdonabile. Con te Dom, ma soprattutto con Orlando. Avevo litigato con Billy e stavo male. E ho riversato tutta la mia frustrazione su di voi. E mi spiace. Non volevo offendervi. In alcun modo.”
I due ragazzi, assieme, senza nemmeno rendersene conto, abbracciarono la ragazza e le baciarono entrambe le guancie.
“La perdoniamo?” chiese Orlando a Dom.
“Perdoniamola” e abbracciandola più forte la fecero cadere tra le foglie sparse per tutto lo studio.
Ilaria rise felice. Era vero quello che aveva detto Billy: stava buttando al vento l’amore di due persone fantastiche. Allora se lo aveva capito, cosa la bloccava ancora? Cos’era quella paura che la travolgeva continuamente?In quel momento, giocando con Dom e Orlando, non poteva sapere che il tempo le avrebbe dato le risposte che cercava. Quello che sapeva era solo che, qualsiasi momento vissuto con loro, era un ricordo che custodiva caro nel suo cuore. Infondo, non capita tutti giorni di avere come amici elfi, uomini, nani e hobbit.

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Capitolo 8
*** Festa del Ringraziamento a casa di Elijah ***


Allora fine del sondaggio

Allora fine del sondaggio. Ora la storia prende una direzione totalmente differente, anche se non escluderei colpi di scena, se fossi in voi. Grazie come sempre a Paddina, Fefe, Wolfie e Vampyre che continuano a seguirmi e a chiunque leggerà la mia storia. Spero che vi piaccia sempre. Niniel.Come sempre…Buona lettura.

FESTA DEL RINGRAZIAMENTO A CASA DI ELIJAH
(e quando tutto inizia ad essere più chiaro di prima).


Ilaria, mentre si guardava allo specchio finendo di prepararsi, aveva come la strana sensazione di essersi dimenticata di qualcosa di davvero importante. La festa organizzata da Elijah per il Giorno del Ringraziamento era finalmente arrivata e si prospettava un giovedì mattina tranquillo, rispetto al solito tran tran giornaliero fatto di riprese, copioni, orecchie e piedi in lattice e resistere alle battutacce di Dom.
Fu in quel momento che la giovane ricordò quello che non riusciva a ricordare e colpendosi delicatamente la fronte pensò:
-Ecco cosa mi sono dimenticata… Tra poco più di una settimana sarà il compleanno di Dom. – e prendendo Hannah che stava seduta sul letto a torturare un bambolotto, la finì di preparare puntandole un fermacapelli a forma di coccinella -regalatole da Viggo- tra i ricci. Non sapeva ancora cosa regalare a Dom. –E dovrei decidermi. – e sollevò la piccola baciandole una guancia.
Rimase qualche secondo ferma a pensare, quando sentì Hannah tirarle un ciuffo dei capelli e dire:
“Mamma... Mamma”
“Che c’è piccola?” sorrise la ragazza alla figlia.
“Mettimi giù” rispose innervosita la bambina.
“Va bene. Ma non scendere le scale e non rompere le scatole a Katie e Billy. E non infastidire zia Fran e zio Peter..." e scuotendo la testa arresa ammise in un borbottio scorato: "Si! Devo dire che mi ascolta mia figlia” e sorridendo finì di truccarsi.
Aveva messo una camicia bianca, lasciando sbottonato qualche bottone. Una gonna lunga nera e un cardigan. E delle scarpe alte. I capelli cadevano lisci sulle spalle, mentre il viso era arricchito da un leggero strato ti trucco. Mise il ciondolo regalatogli da Peter e Fran per il suo sedicesimo compleanno e due piccoli pendenti. Sorrise mettendo il lipgloss e poi sentì la voce di Peter che la chiamava da giù:
”Ilaria! Noi siamo pronti ti stiamo aspettando.”
“Arrivo” gridò la ragazza e prendendo la borsetta e chiudendosi la porta alle spalle pensò che probabilmente quella era una delle ultime volte che si preparava per andare ad una qualsiasi festa con i Jackson.
Infatti se aveva dimenticato il compleanno di Dom un motivo c’era visto che da ormai un paio di mesi aveva deciso una cosa: con i soldi che guadagnava lavorando per Peter e Fran girando con loro la trilogia, avrebbe preso una casa e affrontato così una grande prova. Andare a vivere da sola con la sua bambina.
E quello, per lei era il momento più adatto.

“Buon Giorno del Ringraziamento” dissero i Jackson entrando in casa di Elijah.
Hannah lasciò subito la mano della madre e corse da Billy e Dom che ridendo l’accolsero felici come delle pasque.
“Scusala Lij. È una vera e propria peste” si scusò Ilaria, imbarazzata dal fatto che la figlia avesse proprio dimenticato di salutare il padrone di casa.
“Non ti preoccupare. Non mi offendo per così poco” sorrise Elijah e abbracciandola aggiunse: “Buona Festa del Ringraziamento.”
“Anche a te” sorrise la ragazza rispondendo all’abbraccio.
Quando entrò nella sala vide tutta la Compagnia schierata. C’era anche Philippa, che rideva ascoltando Billy cantare l’inno scozzese mentre Hannah che stava in grembo a Dom, batteva le mani.
“Però è bravo” disse Philippa ad Ilaria, quando la ragazza si fu avvicinata a salutarla. Ilaria si mise a sedere e Philippa le domandò: "Vedo che tua figlia ti ha abbandonata appena entrata in casa!"e rise divertita dell'espressione arresa della giovane che replicò:
"Che vuoi che ti dica. Mia figlia preferisce le orecchie a sventola di Dom Monaghan a sua madre..." e voltandosi nella loro direzione, Ilaria, vide Dom ricevere un bacio da Hannah, mentre Billy si fingeva offeso, ricevendo un altro bacio dalla bambina.
Orlando, proprio in quel momento si avvicinò e cingendole la vita e poggiando il mento sulla spalla disse all’orecchio di Ilaria:
“Good Thank’s Given Day(*)”
“Anche a te Ultimo dei Moichani” sorrise Ilaria prendendolo in giro per la sua pettinatura.
“Dov’è la mia piccola Stella del Vespro?” chiese Orlando.
“Ma non la chiamava Viggo così?” chiese Ilaria.
“Sai... Arwen è un elfo. E anche io lo sono. Come vuoi che la chiami, se non Stella del Vespro” rispose Orlando.
“Non fa una grinza. Comunque… Ora è Cioccadoro. Sai... Gli hobbit hanno deciso di chiamarla così” rispose Ilaria tranquilla.
Orlando sorrise e correndo verso la bambina la prese in braccio e cominciò a farle il solletico, facendola ridere come una matta.
“Gli vogliono tutti bene. Quando ci sino Ally e Hannah nelle vicinanze, tutti impazziscono”disse Philippa guardando la scena divertita.
“Si. Anche se non so quanto sia utile per la salute mentale della mia bambina che la chiamino in mille modi diversi. E se poi mi finisce a fare come Gollum?”
Philippa rise forte e si alzò dalla sedia chiedendo ad Ilaria se voleva bere un po' di ponch.

Mangiarono il classico ‘turkey’, tacchino, per pranzo. E nonostante Ilaria non amasse tanto la carne bianca ammise che quel tacchino ripieno era davvero buono.
“Ci credo. Ho fatto venire mia madre e mia sorella apposta dall’America per poter mangiare un tacchino come si deve” rispose Elijah.
Ilaria rise guardando lo sguardo di Hannah Wood e della madre Debra, mentre Elijah mangiava a bocca aperta, ignorandole apertamente. Anzi. Si voltò verso la piccola, seduta accanto a lui e sorridendo avvicinò il viso ad Hannah e disse:
“Ma guardala quanto è bella” e diede un bacio alla guancia di Hannah che aveva tutto il musetto sporco. "Sei tuta sporca, lo sai?" sorrise il californiano che prendendo un fazzoletto, aggiunse: “Ecco! Ora Cioccadoro è tutta pulita."
“Hannah?” intervenne Dom. “Dì a zio Lij con chi sei fidanzata.”
La bambina si sollevò un po’ allungando il braccio e indicò col ditino Dom che allungandosi a sua volta fece finta di morderlo, facendo ridere la piccola. Poi, rimettendosi a sedere, l'attore di Manchester chiarì:
“Hannah è già prenotata.”
“Ma veramente a me e a Sean, ha detto di essere fidanzata con me” s’intromise Viggo mentre Sean Bean annuiva tranquillo.
Dom sbarrò gli occhi e fingendo di piangere disse:
“Hannah è cattiva mi ha fatto la bua” e si poggiò ad Orlando che gli diede piccole pacche sulle spalle.
La vocina di Hannah arrivò subito limpida e disse, un po’ dispiaciuta:
“Sio non piangele(*)” e aiutata dalla mamma, scese dalla sedia e corse tra Orlando e Dom che issandola tra di loro la sommersero in una marea di baci e di attenzioni.
“Vuoi rimanere con gli zii?” chiese Orlando.
Hannah fece cenno di si con la testa e i due, dopo aver avvicinato una sedia e averci messo sopra qualche cuscino, misero tra loro Hannah giocando a fare i bravi paparini e stando attenti a qualsiasi cosa la bambina facesse.
“Ecco, mia figlia mi ha tradito di nuovo. Mi sa che mi devo cominciare a preoccupare... Qua finisce che a Dicembre 2000 prende l'aere e se ne va via senza dirmi nulla!” scherzò Ilaria.
“Dai" Non essere pessimista... Tu stai sempre con lei. Credo che sia iù che normale che appena ci vede corre a giocare con noi. E poi è con l’elfo Legolas. Tra un paio d’anni sarà la ragazzina più invidiata del mondo” rise Billy.
"Perchè non hai citato anche l'incantevole Merry?" domandò risentito Dom.
"Perchè sono sicuro che si vergognerà di essere stata a stretto contatto con te una volta cresciuta e diventata una bellissima ragazza!" rispose pronto Billy.
“Bella ragazza, eh? Se non le bacate la mente prima” si lamentò scherzosamente Ilaria, facendo ridere Billy ed Elijah. E continuando disse: “Sì, voi. Inutile che vi mettiate a ridere. Tu, Billy. E anche tu Lij. E Dom e Orlando. E Viggo, pure. Con tutti questi nomignoli, vedrete che diventerà peggio di Gollum. Sono Cioccadoro o SSStella del Vessspro?” e dicendo quelle parole emise dei lunghi sibili.
Elijah e Billy risero più forte, mentre Ilaria, guardando Hannah, le faceva le boccacce per farla ridere.

“Dom!! vuoi stare attento con quel dannatissimo coltello tra le mani? Finirai per tagliarti” disse Ilaria arrabbiata.
“Se la persona in questione è un idiota calzato e vestito, Ilaria cara non puoi farci nulla. Lascialo fare e basta” disse Hannah Wood uscendo con la torta tra le mani.
Fu proprio per rispondere ad Hannah che Dom si voltò e perse il coltello facendosi un piccolo taglio nel dito.
“Ahia!” si lamentò.
Ilaria, con un’espressione di quelle che usava con Hannah per farla sentire in colpa, disse:
“Hai visto? Te l’avevo detto. Dai fammi vedere” e prendendo la mano guardò il taglietto.
“Fa male!” si lamentò il ragazzo.
“Pensa che ti è andata bene. Potevi prendere qualche punto sai?” scherzò Ilaria.
“Non lo trovo divertente. Mi sono tagliato. A me non fa tanto ridere” disse contrariato Dom che già cominciava a sudare freddo.
“Per un taglietto. Dai vieni in bagno che lo disinfettiamo” ordinò lei.
“Va bene mamma” sorrise Dom seguendo Ilaria in bagno, nonostante guardasse preoccupato la mezza luna che d bianca aveva cominciato a tingersi di rosso e a perdere copiosamente sangue.
Una volta arrivati Dom cominciò a sciacquare il dito sotto l’acqua mentre Ilaria cercava disinfettante e cerotti. Una volta trovati prese la mano del ragazzo e ispezionando la ferita la cominciò a pulire e lo canzonò dicendogli:
“Sei irrimediabile. Proprio un bambino. Potevi stare attento almeno. Te lo avevo detto. E tu invece... No! Sempre di testa tua devi fare. Sempre…. Ecco... Aspetta un momento, che metto il cerotto…” e sorridendo unì i margini del cerotto e trionfante disse: “Fatto!” e guardò Dom.
Era estremamente vicino a lei. Aveva anche piegato la testa. Ilaria stette in silenzio, ferma, col cuore che le batteva a mille. E chiudendo gli occhi accolse il bacio di Dom, accorgendosi di non aver aspettato altro da quell’agosto. E gli rispose.
Si baciarono dolcemente prima, sempre con più passione poi, abbracciandosi, stringendosi.
“Dom...” disse Ilaria tra un bacio e l’altro. “Magari… ci… cercano… Non credi… che… sia… più... conveniente... uscire... e... tornare... dagli altri...”
Dom prese una mano della ragazza e la baciò e poi, avvicinandosi di nuovo a lei, la baciò di nuovo. Anche lui aveva atteso troppo quel momento per non assaporarlo nella sua pienezza ora che si stava verificando. E quando Ilaria cercò di metterlo in guardia ancora una volta sulla possibilità che qualcuno li scoprisse, lui sorrise, le morse dolcemente il labbro e disse:
“Shhh! Ho solo voglia di baciarti. Mi sembra di aver aspettato un po’ troppo, non trovi?”
Ilaria sorrise e cingendogli il collo, rispose:
“Hai ragione. Al diavolo tutto” e chiudendo gli occhi riprese a baciare il ragazzo, passandogli una mano tra i capelli, prima, e accogliendo i suoi baci nel collo, poi.

Ilaria si avvicinò a Billy e prendendogli una mano, lo condusse lontano dagli altri e gli sussurrò eccitata:
“Ricordi che qualche tempo fa ti dissi che mi ero innamorata di Viggo?”.
Billy annuì, cercando di capire il nesso di quella domanda. Ilaria sorrise e avvicinando la bocca all’orecchio di Billy continuò:
”Ora ho capito tutto. E devo dire grazie ad un piccolo taglio.”
“Continuo a non capire...”
“Ho baciato Dom.” sorrise Ilaria.
Billy rimase qualche secondo in silenzio, poi, aggrottando le sopracciglia chiese:
“Dom? Dom? Quello che conosco anche io, pazzo, maniaco…?”
Ilaria annuì sorridente. Fu allora che lo scozzese diede il meglio di sé facendo un segno di vittoria e dicendo:
”Mi spiace per Orlando ma tifavo per Dom dall’inizio. Primo perché è il mio migliore amico. Sto legando davvero tanto con lui. Secondo perché siete una coppia di pazzi tutti e due. E insieme state troppo bene. Ma ora racconta, racconta. Quando è successo? Chi ha baciato chi?”
L’entusiasmo di Billy era tanto e tale che Ilaria cominciò a ridere, guardando le buffe espressioni che faceva il ragazzo. E mettendo un dito sotto il naso, cercando di ricomporsi, rispose:
“Nel bagno, qualche minuto fa. Ed è stato lui a baciare me.”
“E quando lo direte ad Orlando?”.
Billy porse quella domanda a bruciapelo, non sapendo che né Ilaria, né Dom ci avevano pensato. E in un attimo la ragazza tornò con i piedi per terra a pensare che anche se aveva capito che voleva molto bene a Dom e che con lui poteva provare ad avere una storia, c’era Orlando a cui dare la notizia.
Lo scozzese si accorse della reazione della ragazza e piano disse:
“Non ci avete pensato, vero?”
Ilaria annuì e chiese:
“E cosa gli dico io adesso?”
“La verità. Ovvero che tu e Dom avete scoperto che tra di voi c’è un buon feeling e che volete provare a vedere come vanno le cose. So che Orlando è una persona intelligente e che non sia arrabbierà. Anzi… Sarà felice. E sai perché? Non si sentirà in colpa a corteggiare quella truccatrice carina, che ha la sua età. Ho notato che gli ha messo gli occhi addosso da un po’”.
Ilaria sorrise. Era inutile dire che Billy quando voleva la sapeva far ridere.
Ma in quel momento la giovane figlia del regista aveva un altro problema. Dovevano dire a Orlando che lei e Dom avevano deciso di frequentarsi. E, per quanto il londinese fosse comprensivo, era anche testardo e orgoglioso e non accettava un due di picche come risposta.
“Dai! Andiamo fuori. Ci staranno aspettando” disse sereno Billy. E stringendola ritornò nella sala.
Fu allora che Ilaria incontrò lo sguardo di Dom che sorrise dolcemente, mentre Orlando li vicino, rideva a crepapelle con Lij e Sean Astin.
Aveva scelto chi dei due preferiva. Dopo tre mesi c’era riuscita. Ma questo significava dare del dolore a qualcuno. E questo la faceva stare male.

 

 

(*)Credo si scriva così Giorno del Ringraziamento in inglese, se ho sbagliato perdonatemi ^_____^
(*)Non sono scema. Hannah ha solo tre anni, nemmeno compiuti, ecco perché parla così.

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Capitolo 9
*** 8 dicembre 1999: i miei primi ventitre anni ***


Come sempre vi auguro buona lettura

 

Come sempre vi auguro buona lettura. Baci Niniel^___^

 

8 dicembre 1999: i miei primi ventitre anni.

 

Ad Ilaria -e anche a Dom- non era mai successo di vivere una storia clandestina. E per come si erano messe le cose tra di loro la clandestinità era l'ingrediente principale della loro relazione.
Billy era l'unico davvero a conoscenza della relazione e a quanto pareva era davvero una tomba, visto che nessuno aveva mai sollevato il minimo sospetto.
Ma da bravo amico, Bill non perdeva occasione per ricordare ai due piccioncini quanto fosse rischioso per loro e per la futura produzione del film non dire nulla non solo al resto della troupe e alla famiglia di Ilaria, ma ad Orlando in primis.
Checché se ne dicesse, Orlando era davvero cotto della giovane figlia del regista e non aveva mai perso la speranza, continuando a corteggiare Ilaria anche davanti a Dom.
"Devi prendere coscienza del fatto che c'è un limite. E quando lo supererete non potrete più tornare indietro e sarà davvero molto difficile sistemare le cose!"suggeriva spesso e volentieri, un serissimo Billy.
Per quanto Ilaria fingesse che non fosse così complicata la sua relazione con Dom, ben presto si rese conto che Billy non solo aveva ragione, ma che quel livello limite tanto decantato era molto più vicino di quanto pensasse.
Successe un giorno qualunque. Riprese, trucco, ciucci di Hannah che spuntavano come per magia dalla borsetta al posto della penna che Peter le aveva chiesto, rilettura del copione, corse all'asilo nido, tra i set e ordinazioni. Un giorno qualunque quello in cui giravano la scena della corsa sul traghetto di Buckburgo. Inaspettatamente, ma non poi tanto visto il film che stavano girando, le riprese vennero bloccate perchè Dom si ferì il piede. In principio, visto il colorito cereo di Dom, tutti pensarono che fosse qualche cosa di serio. Lo portarono a medicare alla roulotte e Billy lo seguì. Ilaria aveva assistito a tutta la scena prima da dietro la cinepresa, poi con la scusa di accertarsi che tutto andasse bene e vedere se potevano continuare a girare, spaventata seguì Dom e Billy e rimase ad assistere alla medicazione, guardando il ragazzo sudare freddo mentre le veniva tolta dal piede quella che, a dire di Dom, era una scheggia grandissima.
Ci volle davvero poco per rendersi conto che l'oggetto estraneo estratto dal piede di Dom era una scheggia di legno, non più grande della metà della metà di un fiammifero. Billy e Ilaria la guardarono e dopo un attimo di silenzio scoppiarono a ridere come dei matti.(*).Billy corse subito a raccontare tutto ad Elijah e Sean, mentre Dom, nella roulotte, stava seduto nella sedia cercando di riprendersi un poco dallo spavento. Una volta soli Ilaria lo guardò. E sorridendo disse, mettendosi a sedere nella base dove si poggiavano tutti i trucchi:
“Allora reduce di guerra? Fammi rivedere la scheggia al titanio che ti hanno tolto dal piede. Quanto hai detto che era grande?”
Dom finse di non ascoltarla e aprì il pezzetto di cotone che gli aveva lasciato il dottore e mostrò orgoglioso la scheggia appena tolta. Ilaria fece davvero un grande sforzo per trattenersi dal ridere. Rivedendola, si rese conto che quella scheggia era ancora più piccola di quello che era una volta tolta dal piede e ripulita. Con uno sforzo stoico si trattenne da scoppiare in faccia al ragazzo e cercando di ricomporsi, col tono più serio che le riusciva, disse:
“E questa era la tua enorme scheggia”.
Dom continuò ad ignorare la sottile vena sarcastica nella voce della ragazza e rispose, fiero:
”Certo! E la tengo. E la incornicio pure.”
“Ah! Come la pallottola estratta ad un soldato. Magari la fai bagnare in oro, che ne dici Mr. Sopravvissuto?”
“Mina il mio amor proprio essere preso così in giro lo sai?” puntualizzò Dom, che bloccando la ragazza, cominciò a farle il solletico e prendendola in giro, dopo la baciò.
Proprio in quel momento entrò Billy che, vedendo i due baciarsi, si voltò verso la porta della roulotte e chiese:
“Avete la biancheria addosso? Posso voltarmi?”
“Si scemo” rise Dom, buttandosi addosso all’amico.
“Eh!Eh! Come stanno i miei due clandestini?” chiese Billy portando Dom sulle spalle.
“Clandestini?” chiese Ilaria stupita.
“Clandestini” continuò Billy “Ve lo dico e ve lo ripeto... sembrate due amanti di qualche romanzo di appendice che si incontrano di nascosto e vivono la loro passione di nascosto... Un po' alla 'Anna Karenina… Questo farà felice Bean quando verrà a sapere che conosco un film dove lui ha recitato” e rise di gusto per la sua battuta.
Dom guardò Ilaria e rispose:
“Chissà perché, ma questa storia della clandestinità sta rendendo tutto più eccitante!"(*)"
Billy sospirò e scuotendo la testa arreso disse:
“Sempre il solito. Dai Dom. andiamo.”
“Dove?” chiese il ragazzo ridendo.
“A lavorare” rise Billy a sua volta.
“A dopo piccola” disse Dom baciando Ilaria sulla bocca e saltando di nuovo sulla schiena di Billy che, con un gemito, disse:
“Cristo! Dom! Sei pesantissimo. Potresti scendere?”
“Ma io sono ferito gravemente” rispose Dom mettendo il broncio.
"Ilaria, un giorno mi spiegherai come fai a stare con un elemento simile. Dai andiamo” e con Dom sulle spalle, con qualche difficoltà uscì dalla roulotte.
Ilaria li salutò sorridendo con un cenno della mano e pensò alle parole di Billy. Sentirsi una clandestina, in quel momento, col terrore di una brutta razione da parte di Orlando, una volta scoperto il suo rapporto con Dom, non la tranquillizzava per niente. Per non parlare del fatto che stava tenendo una cosa troppo importante nascosta ai suoi genitori e questo la faceva sentire ancora di più in colpa. Scuotendo la testa disse a voce alta:
“Anche i sensi di colpa ci volevano. Bene. Mi sento proprio una stupida. Devo decidermi a dirlo a Orlando. Oppure, come diceva sempre la nonna 'saranno cazzi' lo so.”
Uscì dalla roulotte e come se nulla fosse si mise dietro la cinepresa vicino al padre che vedendola tirata in viso le chiese:
"Tutto bene?"
Ilaria sollevò lo sguardo verso il padre e si rese conto che gli occhi scuri dell'uomo la stavano scrutando da dietro le lenti. Sorrise debolmente e rispose:
"Sì! Sono solo un po'stanca... Credo che stasera dovrò bermi qualche caffè se voglio aiutarvi a correggere i copioni!" e baciando la guancia del padre aggiunse: "Allora Jackson... Non siamo qua a pettinare le bambole... Muoviti sù!" e ridendo lasciò che il padre gridasse:
"Motore! Azione!" e guardò Dom recitare con gli altri in silenzio attraverso lo stesso monitor usato dal padre. Ignorò gli sguardi del padre e la strana sensazione alla bocca dello stomaco che come un continuo rintoccare di campane a morto, le ricordava che non poteva più perdere tempo prezioso.

L’8 dicembre arrivò molto più in fretta di quello che si pensava e il lavoro era davvero indietro, nonostante fossero solo agli inizi. Qualcuno aveva cominciato a vociferare che probabilmente non sarebbe bastato un anno per tutti e tre i film.
In mezzo a tutte le protesi, Dom decise di festeggiare i suoi ventitrè anni il sabato successivo l'8 Dicembre lasciando ad Ilaria più tempo per decidere un regalo: un lettore MP3, oggetto desiderato da Dom dopo averlo visto ad Elijah. E visto che nessuno ci aveva pensato decise di comprarlo lei. Attese i giorni che la separarono dalla festa trepidante. Non sapeva perchè ma sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco, una sensazione che non sapeva fosse buona o no. E rigirandosi il pacco tra le mani, spesso e volentieri, nei pochi momenti di pausa che le venivano concessi, pensava che forse Billy avesse ragione e che lei e Dom dovessero dire a tutti della loro relazione.

La sera del compleanno di Dom arrivò per prima, per aiutare il ragazzo nei preparativi.
Quando Dom la vide sorrise e dopo averla baciata disse:
“Hannah?”
“Dai nonni. I genitori di Peter si sono offerti di tenere Billy, Katie e Hannah almeno per stanotte. Sai.. Io sono fuori, Peter e Fran devono lavorare con Philippa… Quindi oggi non farò la mammina premurosa.”
Dom sorrise malizioso e l’abbracciò poggiandole un mento sulla spalla e cominciandole a baciare il collo, chiese sorridendo:
“Che buon profumo. Che cos’è?” e poggiò il naso nell’incavo del collo della ragazza, che sorridendo a sua volta, rispose:
“Il mio shampoo alla vaniglia. Bello vero?” e prese dalla borsa il pacchetto regalo e baciando il ragazzo, disse: “Buon Compleanno MR. Monaghan, spero che il regalo sia di suo gradimento.”
“Non dovevi” rispose Dom in evidente stato d’imbarazzo.
“Certo che dovevo. E poi... Guarda! Sono certa che è una cosa che desideri.”
Con mani febbrili, quasi come un bambino a Natale, Dom , sfilò la carta e sorridendo felicissimo disse, abbracciando e baciando le labbra della ragazza:
“Un lettore MP3 come quello di Lij. Grazie” e sollevandola da terra la baciò di nuovo.
Continuarono a baciarsi a lungo. Lui le teneva i fianchi, mentre lei poggiava le mani sul tavolo li vicino, rispondendo sorridente ai baci appassionati di Dom.
“Che ne dici se…?” chiese Dom serio tra un bacio e l’altro.
Ilaria si staccò e storse un po’ la bocca e piano disse:
“Potrebbe arrivare qualcuno.”
“Non arriverà nessuno prima di due ore.”
“Te l’hai studiata bene, ah?”
“Devo dire che, oltre l’idea di stare a coccolarti non mi dispiaceva affatto. Quindi ho tenuto lontani gli altri per questo motivo. Almeno un po’ credo di meritarlo. Ti ho aspettata per quattro mesi...”
Ilaria sorrise e disse:
“Aspettiamo ancora un po’, uhm? Non credo che sarebbe giusto accelerare i tempi ora. Mi spiace Dom, non me la sento. Tu non sai da quanto tempo non faccio l'amore con qualcuno... Gustiamoci quello che stiamo vivendo, passo per passo, senza fretta."
Dom mise il broncio come un bambino e piano disse:
“Ma oggi è il mio compleanno!”
“Niente sesso! Però per le coccole...”
“Nudi?(*)”chiese speranzoso Dom.
“No!” rise Ilaria di gusto. “Con tutti i vestiti addosso”
Dom sembrò pensarci un attimo poi, alzando le spalle disse:
“Va bene. Meglio di niente.” e caricandola sulle spalle come un sacco di patate la portò in camera.

Due ore dopo la compagnia era tutta riunita nella sala da pranzo di Dom.
Dom guardava continuamente Ilaria con aria complice tra una forchettata e l’altra. Fu allora che Viggo prese parola e guardando Orlando gli chiese:
“Ob! Oggi è il compleanno di Dom, dovresti essere euforico, specialmente dopo il bacio che vi siete dati ieri sera al pub” e accompagnò l’affermazione con una sonora risata.
Anche Dom rise e pulendosi la bocca con un tovagliolo replicò:
“Viggo... Ho dato baci migliori. Orlando sarà pure un bel ragazzo, ma non è il mio tipo!”
Orlando guardò Ilaria e sorrise e tagliente più di un coltello disse:
“Già! Visto che quello che piace a me, piace anche a te, purtroppo.”
Ilaria che era lì vicino sentì tutto e sbarrò gli occhi fissando Orlando, mentre si alzava per andare nel salotto. E poggiando la forchetta lo seguì. Lo stesso fece Dominic.
Una volta arrivato nel salottino, il giovane londinese si bloccò e voltandosi verso Ilaria, che lo seguiva, disse:
“Quando me lo volevate dire?”
“Cosa?” chiese Ilaria allargando le braccia.
“Che tu e Dom state assieme. Da quanto tempo avete una storia? Da mesi?” chiese Orlando stringendo gli occhi e riducendoli a due fessure.
“Dalla festa del Ringraziamento a casa di Lij” intervenne Dom serio.
“Oh! Una storia recente allora!” disse sarcastico Orlando. “Da quanto te la porti a letto, Dom?” chiese poi sempre più inviperito.
“Sei ingiusto” disse Ilaria con le lacrime agli occhi.
“Io sarei quello ingiusto? Io? È da agosto che ti muoio dietro. E oggi ti vedo in cucina, nella casa del mio amico, mentre lo baci di nascosto. Dimmi ora chi è l’ingiusto?” sibilò Orlando.
“Orlando! Io ti voglio bene, ma soltanto come amico...” disse Ilaria schietta.
“Io no! Io ti desidero. Hai capito. Non faccio altro dalla volta che ti ho vista bere latte nella cucina dei Jackson. Dalla volta che ti ho baciato nella tua camera.”
Dom aggrottò le sopraciglia e guardò Ilaria che senza accorgersi della reazione del ragazzo alla notizia del bacio che Orlando le aveva rubato tempo prima, disse avvicinandosi all’attore londinese:
“Orlando ragiona. Io ti voglio bene, ma mi sento più in sintonia con Dom…”
“Io ti voglio. Hai capito. E vederti baciare lui, dopo una settimana che lo vedo euforico, senza saperne il motivo, per me è stata una mazzata. E non la sopporto” e dicendo questo uscì di casa, prendendo il giubbotto, senza salutare nessuno.
“Devo parlarci” disse Dom cercando di seguirilo.
Ilaria lo trattenne scuotendo la testa.
“No! È meglio che ci parli io. Ripasso dopo per dirti com’è andata. Va bene?” disse Ilaria e guardando triste Dom uscì senza salutarlo.
In quel momento, l'attore sentì come se il cuore gli si fosse spezzato. Aveva paura di perdere entrambi. Ed era l’ultima cosa che voleva.

Ilaria guidò piano, osservando la strada da una parte all’altra. Ed ad un tratto lo vide. Schiena piegata, mani in tasca, la testa talmente stretta nelle spalle che sembrava quasi volesse sprofondarci dentro.
Diede due piccoli colpi al clacson facendolo suonare debolmente. Orlando si voltò e la vide.
“Sali ti prego” lo implorò Ilaria accostandosi, dopo aver abbassato il finestrino.
“Ho voglia di camminare” continuò il ragazzo duro.
“E io di parlarti, invece” continuò Ilaria.
Orlando si guardò intorno. Non c'era nemmeno un coffee-shop aperto per dire che voleva prendere un caffè e seminarla inqualche modo. Rendendosi conto di non aver altra scelta, replicò:
“Accosta, almeno posso salire”
Nonostante il tono asciutto di Orlando, Ilaria accostò la macchina e sorrise, felice di vedere un inaspettato spiraglio. Poco dopo, Orlando aprì la portiera della macchina e disse secco:
“Di cosa devi parlarmi? Sbrigati, non ho tempo da perdere.”
“Orlando io ti vog…” ma non riuscì a finire a frase che subito Orlando la bloccò e voltandosi, con gli occhi rossi e gonfi di pianto -cosa che lasciò basita Ilaria che mai aveva visto Orlando così- disse:
“Risparmiami la pantomima del ‘Ti voglio bene ma non ti merito’. Sono grande abbastanza per non credere a certe stronzate” e chinando la testa continuò: “Io non ti voglio bene. Non più. Da tempo ormai penso che potrei, benissimo, essermi innamorato di te, perché i sentimenti sono quelli. Mi piaci. E mi piace spiarti quando cammini, quando ridi, quando stai con Hannah o parli con Peter e Fran. E mi piaci perché sai ridere e fai ridere la gente. Credevo di avertelo fatto capire con quel bacio, ma è stato inutile. Tu già da allora volevi Dom, non me. Sbaglio per caso? Ed io, come un coglione, pensavo che voi due foste solo due buoni amici, niente di più. Non pensavo che tu lo desiderassi... Infondo ho pensato la cosa più sensata. Io sono quello più bello, io sono quello che non la fa disperare... Ma mi sbagliavo. Vero? Non ho mai capito nulla per davvero.”
“Ob! Io so di aver sbagliato e tu non hai la minima idea di quanto questo mi faccia soffrire... Ma non ti sembra un po' troppo esagerato comportarti come ti sei comportato a casa di Dom? Non ti sembra che tu sbagli dando tutte le colpe a me?” chiese Ilaria cominciano a piangere.
Orlando scosse la testa sorridendo incredulo a quello che la giovane aveva appena detto. Ilaria lo guardo, cercando di tamponare con una mano le lacrime che le bagnavano il viso.
“Possibile che davvero non capisca che vederti con un altro mi ha fatto male da morire? E tutto perché io sono innamorato di te”sibilò Orlando. “E sto soffrendo per colpa tua. Non riesco a tirare Dom in mezzo, penso che lui la viveva come la vivevo io e ha colto l’occasione, quando gli si è presentata. Quello che non sopporto è che dopo quel bacio, a me, hai dato un bel calcio in culo; a lui no.”
“Io non volevo farti male. Ma in quel periodo ero ancora confusa, non sapevo chi realmente volevo. E non l’ho capito sino al giorno del Ringraziamento, quando Dom mi ha baciata” e asciugando una lacrima mise in moto la macchina e partì. Fuori pioveva e faceva un po’ di freddo. Ma di sicuro faceva molto più caldo che dentro il piccolo abitacolo dell’utilitaria della ragazza, dove solo il monotono sfregare dei tergicristalli della macchina, rompeva il silenzio tra i due. E mentre guidava in direzione di Orlando, Ilaria pensò che mai come allora aveva sbagliato a far rientrare un uomo nella sua vita.

Tornò a casa di Dom completamente fradicia. Ricordò quando Orlando era sceso dalla macchina, senza dirle nemmeno ciao. Era davvero frustrante per lei quella situazione.
Chiuse la porta dietro le spalle. Nella sala da pranzo non c’era più nessuno, tutti se ne erano andati.
-Certo. Dopo la bella scenetta offerta da me e da Orlando, chi volevi che rimanesse. – pensò la ragazza.
Entrò nel salotto e vide Dom, seduto in una poltrona, con le mani unite, guardando il pavimento. Quando sentì la ragazza entrare nella stanza, sollevò la testa e piano chiese:
“Com’è andata?”
“È fuori di sé. Sta male. Non credo che gli passerà tanto facilmente. Ma stai tranquillo. È arrabbiato solo con me. Contro di te non ha nulla.”
“Dagli un po' di tempo e poi sarà felice anchelui per noi e per la nostra storia…” sospirò Dom.
“Noi non stiamo assieme” disse Ilaria con fare arreso.
“Si, invece” rispose Dom punto sul vivo.
“Invece no. Quattro baci non includono la parola ‘stiamo assieme’. Nessuno sa di noi. Nemmeno Peter e Fran. Solo Billy. Siamo solo una coppia di ragazzi che si frequenta, per vedere come va... Niente di più!” e aprendo le braccia si lasciò cadere nel divano.
“Io non voglio perdere quello che c’è stato tra noi. Anche se per te è poco...” disse piano Dom.
“E io non voglio perdere Orlando” sospirò Ilaria.
“È per quel bacio, vero?”
“Quel bacio non c’entra. Me lo ha dato più di due mesi fa.”
La voce infastidita di Ilaria fece arrabbiare Dom che saltando in piedi disse:
“Cerchi di salvare un'amicizia ambuùigua e non una storia che ti può rendere felice dopo tanto tempo?”
“Anche la nostra storia è ambigua, Dom... E comunque... Dopo tutto questo non so se posso continuare..." rispose Ilaria passando una mano nei capelli e chinando la testa aggiunse:"Dammi solo un po’ di tempo. Ho bisogno solo di tempo. Per capire se sono disposta a perdere un amico, dopo anni che sono rimasta sola, o fregarmene di tutto e continuare quello che avevo cominciato assieme a te. Perché ora non lo so. Ho solo bisogno di parlare con Billy e vedere cosa ne pensa lui” e dicendo questo si alzò dalla poltrona.
“Hai Billy, Sean, Lij, Viggo e gli altri. Hai bisogno anche di Orlando?” chiese Dom piano.
“Quanto ho bisogno di te” rispose la ragazza senza guardarlo in faccia. “Ho bisogno di due amici, prima di un uomo che mi scaldi il letto” e a testa china uscì dalla stanza, per uscire, poi, dalla casa, chiudendo la porta d’ingresso, piano.
Dom si alzò lentamente. E come un automa si avvicinò a bagno. Aveva solo un gran mal di testa. Si guardò allo specchio e aprendo lo sportellino, prese la scatola degli analgesici e ne prese uno, accompagnandolo con un po’ d’acqua del rubinetto. Sempre lentamente si avvicinò alla sua camera e con un sospiro si abbandonò sul letto. E con voce strana, cantò:
“Happy birthday to me. Happy birthday to me. Happy birthday fool Dom, happy birthday to me.”
E piangendo pensò che per la prima volta in quattro mesi desiderava solo ed esclusivamente essere a casa, a Manchester, dalla sua famiglia.

Ilaria suonò il campanello due volte prima che Billy aprisse la porta. Quando si trovarono faccia a faccia, la ragazza scoppiò in lacrime e Billy facendola entrare disse:
“Non è andata bene, vero?”
Ilaria strinse forte l’amico e cominciando a singhiozzare più forte replicò:
“Non chiedermi niente. Ho solo voglia di piangere e di non pensare nè a Dom nè ad Orlando per un po’. E voglio che tu mi stringa. Forte. Fino a farmi male.”
Billy strinse forte l’amica. E così stettero per molto tempo,senza dire una parola.

 

(*) Questo divertente episodio, per chi è interessato, è raccontato nei DVD extra della versione estesa de ‘La Compagnia dell’Anello’. Lo raccontano Billy e Dom e fanno davvero ridere. Ve lo consiglio.^___^
(*)(*) Giuro!!!!!! È l’ultima volta che faccio dire e fare il maniaco a Dom. Ve lo prometto.

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Capitolo 10
*** Vado a vivere da sola ***


Non mi odiate per il capitolo precedente

Non mi odiate per il capitolo precedente. Lo so Wolfie che Orlando non lo farebbe mai quello che ha fatto. Ma non credo che nessuno starebbe bene se la persona che ama la preferisce ad un altro. E per quanto riguarda Dom.. Non ho spiegato bene forse.. Mi spiace. Lei ha detto che ha bisogno che ha bisogno di un amico, prima di un’amante, solo che, scossa dalla reazione di Orlando, ha reagito male anche con Dom. comunque avete azzeccato. Ilaria è confusa. So che nel capitolo precedente non si è comportata bene. Ma pensate anche che Ilaria ha uno strano passato alle spalle e che quello che ha vissuto l’ha resa molto forte, da una parte, debole da un’altra. E quella parte è quella dei sentimenti.Bene. Che Ilaria abbia scelto Dom è palese. Piuttosto… Cosa farà ora per riacquistare l’amicizia di Orlando? Leggete figliole e lo saprete.Buona lettura. 

 

VADO A VIVERE DA SOLA

 

Peter Fran e Philippa stavano nel salotto a discutere della sceneggiatura del film quando Ilaria entrò. I tre continuarono a parlare tra di loro di Hobbit, Elfi e Nani così che Ilaria fu costretta a fingere un colpo di tosse per attirare la loro attenzione. Tutti si bloccarono e la guardarono ed Ilaria, sorridendo e sedendosi sul divano, schiarì la voce portando un pugno chiuso davanti alla bocca e annunciò a bassa voce:
“Voglio andare a vivere da sola. Ho trovato una casa, mi ha aiutato Billy e, infatti, dovrei andare a vivere vicino a lui. Ho un lavoro e non sono più una bambina. Volevo solo
che voi siate a conoscenza della mia decisione…”
“Cosa? Cosa?” chiese Fran, seduta a gambe incrociate su di un cuscino sul pavimento che, a quanto pareva, non aveva capito una sola parola di quello che aveva detto la figlia adottiva.
“Vuole andare a vivere da sola” disse Philippa guardando Fran come se fosse una bomba ad orologeria pronta a scoppiare.
“Beh… Infondo ha diciassette anni, per legge è maggiorenne e può fare quello che vuole” intervenne Peter calmo.
Fran socchiuse gli occhi e disse:
“Non sai badare ancora bene a te stessa e vuoi andare a vivere da sola?”
“Non è vero” intervennero Peter e Philippa. “Sai che Ilaria è molto matura per l’età che ha... In determinati aspetti, almeno” continuò Peter guardando notevolmente agitato lo sguardo assassino della moglie.
“Sapete benissimo che per me Ilaria è come una figlia. E come tale la tratto. Per me è ancora troppo giovane per andare via di casa. Ha una figlia a cui badare. Non riuscirebbe a stare dietro alla casa, alla bambina e al lavoro assieme. È troppo…”
“Fammi provare almeno” supplicò la ragazza, piano.
Philippa mise una mano sulla spalla di Fran e disse:
“Fattene una ragione. Ilaria è una donna ormai. Lo è diventata tre anni fa, quando ha messo al mondo Hannah. E non siamo noi che possiamo bloccarla. È grande abbastanza per decidere per sé. E so che ce la può fare. E credo che sono poche le ragazze di cui lo direi. Ragazze molto più grandi di lei, per giunta. In questi quattro anni ha stupito tutti, me compresa.”
“Vero” disse Peter. ”Ilaria non ha mai dato un problema, da quando Hannah è nata.
Come non fai ad avere fiducia in lei?” e dicendo le ultime parole fece un occhiolino alla ragazza che sorrise guardando la faccia sorniona del padre. “Se vuole andare a vivere da sola ha al mia benedizione” continuò, mettendo le mani in tasca.
Fran lo guardò corrucciata,facendo ridere i presenti, Ilaria compresa. E poi, muovendo la mano come per dire ‘Uff lasciatemi perdere’ disse:
“Va bene. Ma se qualcosa va male... Sappi che casa Jackson è sempre aperta per te” e dicendo questo ricevete l’abbraccio di Ilaria che, buttandosi addosso alla mamma seduta sul pavimento, la fece cadere all’indietro. Rimasero un attimo zitte a fissarsi negli occhi e poi scoppairono a ridere come due bambine.

“Allora… Come và?” chiese Sean Astin sedendosi a mangiare con Ilaria.
Era passata una settimana da quando aveva litigato con Orlando. E da altrettanto tempo con Dom non aveva avuto nessun contatto, di nessun tipo.
Ilaria guardò Sean vestito da Sam. L’uomo non lo sapeva, ma, per Ilaria, assieme a Billy, era uno dei pochi che riusciva a darle un po’ di tranquillità. E in quel momento solo Dio sapeva quanto ne aveva bisogno.
“Stasera mi portano i mobili” sorrise Ilaria, mangiando la sua insalata.
“Allora sabato festeggiamo” disse Elijah avvicinandosi al tavolo di Sean e Ilaria, ricevendo subito un buffetto alquanto forte da John Rhys Davies che con il solito tono nanesco, disse:
“Tu sei il protagonista e dovresti essere il più serio di tutto il cast. Non è il comportamento consono ad una star del tuo calibro.”
“Quello che dico anche io…” si aggiunse Billy.
Ilaria sollevò la testa. Era da un po’ che non si trovavano tutti allo stesso tavolo a parlare e a mangiare tranquilli e questo la fece felice. Ma quando sentì la voce di Billy, non poté fare a meno di guardare l’amico. E vide che con lui c’era anche Dom.
“Che festa?” chiese Dom sorridente.
“Per la nuova casa d’Ilaria. Ricordi, qualche settimana fa... Ne parlavamo io ed Ilaria mentre tu facevi, come il tuo solito, l’idiota” disse Billy.
Dom aggrottò la fronte e poi, aprendo la bocca, disse:
“Aaaaaaaaahhhhhhh! Ho capito. E quando mi inviti a vederla?”
Ilaria sbarrò gli occhi. E sentì il cuore perdere un battito.
“Quando tutto sarà pronto. Nessuno ci è mai entrato.”
“Nessuno tranne me” puntualizzò Billy sorridente.
“E me” disse Elijah alzando la mano.
“Perché lui si e io no?” si lamentò giustamente Dom.
“Perché io mi sono presentato di nascosto. Avevo seguito Bill” rise Elijah ricevendo un altro pesante bufetto da Sean stavolta che mormorò minaccioso:
“E’ mai possibile che non fai altro che dire scempiaggini, tante volte?”
“MA E’ LA VERITA’!” si lamentò Elijah grattandosi la testa.
Sean lo fulminò con lo sguardo. Ilaria sapeva perché. Inutile negarlo. Sean voleva che Ilaria e Dom ricominciassero a parlare. E quello era il momento adatto.
Dal giorno del suo compleanno, non avevano più parlato. E quella era la prima volta che lo vedeva ridere assieme a lei e Billy, mentre prendevano in giro il povero Elijah, la ragazza si sentì come sollevata. E per un minuto non pensò che, poco lontano, Orlando, la guardava di nascosto, ancora risentito dal fatto che non riuscisse a resistere al suo diktat di stare lontano da quello sguardo allegro e splendente della ragazza.

Il sabato dopo, Billy, l’aiutava a scaricare gli scatoloni. O meglio, scaricava gli scatoloni. Da solo.
Ilaria si era trasferita quella mattina e ancora con gli occhi lucidi ricordava gli occhialoni tondi di Peter appannarsi e Fran che non finiva mai di raccomandarsi con la ragazza, quasi che partisse in guerra e non pochi isolati più in là.
Ora invece rideva guardando Billy che, rosso in viso, portava le scatole, mentre lei, con Hannah in grembo, sorrideva e scherzava con lui.
Alla fine, sbuffando, lasciò andare lo scatolone e disse:
“Questo era l’ultimo.”
“Grazie Billy. Se non ci fossi tu dovrebbero inventarti, lo sai?” sorrise Ilaria dando alla figlia l’ennesimo cucchiaio di yogurt alla frutta.
“Complimenti. Primo per la faccia di culo. Dopo quello che ho fatto, hai anche il coraggio di prendermi in giro. Secondo perché, nonostante tutto, hai buon gusto nell’arredare.”
“Grazie!” sorrise Ilaria baciandogli una guancia, mentre lui si sedeva davanti a lei. Il ragazzo sorrise e prendendo Hannah in braccio, le baciò una guancia e la guardò mentre Ilaria continuava a darle da mangiare.

La sera stessa, la casa era gremita.
Truccatori, acconciatori, cameraman, responsabili di scena. Gli attori. C’erano tutti quella sera a casa di Ilaria, per festeggiare con lei l’acquisto della nuova
casa. Certo. Ilaria non si stupì di non vedere arrivare Orlando. Ma si commosse, quando, aprendo la porta, vide Dom, sorridere e chiederle:
“Scusi.. Mi hanno detto che qua c’è una festa. Hanno detto bene?”
Ilaria sorrise a sua volta e stringendo Dom gli sussurrò:
“Sono contenta che tu sia qui!”
Dom sorrise e rispose:
“E secondo te mi potevo perdere la festa d’inaugurazione della casa della ragazza più bella del mondo.”
Ad Ilaria venne da ridere. Dom non riusciva ad essere mai serio e aveva detto quella frase con un espressione tanto buffa che la ragazza non poté fare a meno di ridergli in faccia.
Dom, allora, fingendosi offeso disse:
“Ma dico io! Si può ridere se qualcuno ti fa un complimento. Cose da pazzi.”
Ilaria rise ancora di più e spostandosi da una parte cercò di scusarsi:
“Dai entra, pazzo”
“Pure!!!” si lamentò scherzosamente Dom, mentre Ilaria, ridendo chiudeva la porta.

{Qualche giorno più tardi… Due giorni prima dell’inizio della pausa natalizia del film. A casa di Ilaria.}.

Driiinnn

Ilaria alzò la testa e guardò la sveglia. Erano le 10:30.
-Andrà Fran ad aprire – pensò nascondendo la testa sotto il cuscino.

Drrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnn.

Stavolta Ilaria si sollevò, svegliando anche la bambina che dormiva accanto a lei e guardandosi attorno disse:
“Cazzo! Fran non andrà mai ad aprire alla porta di casa mia…” e alzandosi come un fulmine, si vestì e prese la bambina in braccio.

Drrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn

“ARRIVOOOO!!!!” urlò spazientita Ilaria.
-Ma chi cavolo è che viene a rompere le palle di mattina presto. Specialmente di domenica mattina- pensò la ragazza sbuffando.
Quando aprì la porta si rese conto di chi aveva di fronte solo quando Hannah con la sua vocetta limpida, disse:
“Sio Orlando!” e tese le braccia al collo del ragazzo, passando così tra le sue braccia.
“Non venga mai detto che a me non mi muoiono dietro le ragazze” sorrise Orlando.
“Orlando che ci fai qui???” chiese stupita Ilaria.
Orlando schiarì a voce e disse:
“Sono venuto per parlarti.”
Ilaria lo guardò ancora più stupita e spostandosi lo fece entrare.
Inutile dire che Orlando la osservò. Aveva i pantaloni di una tuta che mettevano in risalto il fondoschiena tondo ma non abbondante; la pelle bianca lasciata nuda dalla canottiera intima nera, dove non arrivava il pantalone. La pancia piatta. I fianchi tondi. Il seno grande ma non esageratamente. E i capelli… Li piegò davanti a lui in una coda alta, lasciando che qualche ciuffo fosse libero di svolazzare da una parte all’altra, vicino alle orecchie. Camminava scalza mentre si avvicinava al tavolo e, mettendo al collo di Hannah il bavaglino, disse:
”Fai vedere a zio Orlando quanto sei brava a mangiare lo yogurt da sola.”
Orlando si perse per un po’ a guardare Hannah mentre mangiava l’alimento con un cucchiaio più grande di lei, facendo smorfie talmente assurde da far ridere il giovane londinese, che, ogni tanto, buttava l’occhio anche sulla mamma, intenta a preparare il caffè.
Quando le porse la tazza, il ragazzo rise e piano disse:
”Mi sa che ora devi fare un bagno alla bambina.”
“Mi sa proprio di si” sorrise Ilaria e prendendo la figlia in braccio disse: “Dai. Andiamo a farci belle. Quante volte la mamma. ti ha detto che devi sempre essere bella e pulita davanti ad un signore. Ah?” scherzò poi, baciando una guancia della bambina che giocava con un ciuffo libero dei capelli della madre.
Orlando provò una stretta al cuore. Ilaria con la figlia diventava ancora più luminosa, più dolce, più amabile. E questo era una cosa a cui lui per primo non poteva pensare, specialmente dopo quello che era successo.
Aspettò qualche secondo e poi la rivide apparire. Sorridente, mentre gli diceva:
“Adesso è nel suo box a giocare. È una delle poche volte che rimane nella sua cameretta. Altrimenti sta sempre nel lettone con me...”
“Scusami!”
Ilaria si bloccò e guardò Orlando. Dire che quel giorno la stava sorprendendo era poco. Arrivava lì senza preavviso, le chiedeva pure scusa. Non sapeva cosa aspettarsi, ora.
“Scusarti. Ma ti pare... Tu non hai nulla da scusarti..” disse Ilaria imbarazzata.
“No. Ho molto da farmi perdonare. E sono qui perché voglio che tu me lo dica. E non pensare che per me sia facile. Sai quanto sono orgoglioso e restio a chiedere scusa. A chiunque…”
“Sai benissimo che, solo presentandoti a casa mia, hai ottenuto la grazia piena.”
“Voglio sentirtelo dire.”
Ilaria si sollevò e abbracciandolo, disse, commossa:
“Certo che ti perdono.”
E stretta al ragazzo rimase ancora qualche minuto, mentre Hannah dentro la sua cameretta giocava felice, ignara che la mamma, in quel momento, si sentiva la ragazza più felice del mondo. Questo perché aveva di nuovo fatto pace con Orlando e, in vista della partenza del cast per Natale, quella era una buonissima notizia.

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Capitolo 11
*** Natale a casa Jackson ***


Chiedo immensamente scusa se in questi due giorni non ho postato nulla

Chiedo immensamente scusa se in questi due giorni non ho postato nulla. Almeno vi ho lasciate sulle spine. Comunque. GRAAAAAAAAZZZZZZIIIIEEEE A TUTTE PER L’AFFETTOCHE MI PORTATE. Siccome questa è una storia a più capitoli, credevo che fosse un po’.. pallosa? Se lo diventa ditemelo mi raccomando. Che altro posso dirvi. Grazie a che mi segue. Spero davvero di non deludervi. Qua ci sarà una piccola digressione sul passato non molto remoto di Ilaria. Spero di darvene altre in un futuro prossimo, sempre che il p non mi dia troppi problemi. Per quanto riguarda il resto… 
Come sempre.. Buona lettura (non c’è altro da dire ^___^)
Un bacio a tutte Niniel.


                                                            NATALE A CASA JACKSON. 
                                   (passato, presente e futuro a cui pensare in soli quindici giorni).

Dicembre 1996, il giorno della vigilia in casa Jackson… Nella camera di Ilaria.

“Ma porca troia!” inveì in perfetto italiano Ilaria.
Si concedeva ancora quel lusso, specialmente quando si sentiva agitata come in quei momenti. Come quel giorno.
Mai aveva avuto tanta paura in tutta la sua vita. Mai. E non era un esagerazione. Anzi. Lei, fino a quel giorno se ne era sempre fregata di quello che la gente pensava di lei; che si fottessero i ben pensanti, a lei non le importava degli sguardi sul suo pancione. Aveva scopato ed era rimasta incinta, che agli altri piacesse o no, quella era la sua vita ora. Inutile cercare di cambiarla, non poteva più tornare indietro.
Ma quella sera, quella scorza che aveva messo su con tutti, tranne che con Peter e Fran, si sgretolò, per lasciarla nuda e indifesa. Quella sera, la ragazza spavalda, lasciò il posto a quella insicura, troppo spaventata di mettersi a nudo davanti alla famiglia dei suoi tutori. E la sola idea di ferirli la atterriva.
“Non imprecare in italiano. Non sta bene in qualunque lingua tu lo faccia” sorrise qualcuno sulla porta.
Si voltò e vide Peter sorriderle. Si voltò per guardarsi di nuovo allo specchio e disse:
“Non sono fatta per le cose troppo femminili. Guarda che stavo per fare. Stavo per rompere la collana preferita di Fran!”
Peter si avvicinò e mormorò, aiutandola ad agganciare il delicato giro di perle:
“Lo vedo che sei spaventata. Lo sai che non è la prima volta che ti vedono…”
“Si! Lo so. Ma le altre volte non aspettavo un bambino senza essere sposata. E non ero la vostra figlia adottiva...”
Peter fece voltare la ragazza e prendendola per le spalle la scosse e disse:
“Andrà tutto bene. Ci siamo io e Fran con te. Non c’è nulla di cui preoccuparsi” e tendendogli la mano disse: “Andiamo, ora. Ci aspettano.”
Ilaria prese la mano del padre. Quanto era stato facile chiedergli di poterlo chiamare papà? Quanto era difficile, ora, scendere le scale con la giuda rossa che faceva tutti giorni da oramai sette mesi?
Una volta giù sentì il vociare dei parenti di Peter nella sala da pranzo. La sera era calda, ma qualcuno stava ancora in giardino a godersi la leggera brezza che ogni tanto scompigliava qualche chioma e portava un po’ di sollievo nella calura di quella vigilia di Natale neozelandese.
Ilaria avrebbe per sempre ricordato gli sguardi su di lei e sulla sua pancia. Sguardi che conosceva, misti a pietà e a biasimo. Anche se quella poteva e doveva essere la sua famiglia, non si comportavano diversamente dagli altri.
Si sentì così un’estranea in piena regola, come qualcuno che ha rotto qualche cosa in casa della padrona e tutti lo guardano torvo. E quel sentimento persistette fino a che non si misero a sedere a tavola. Fu allora che Peter richiamò l’attenzione battendo su di un bicchiere. E schiarendosi la voce disse:
“Sono sempre stato noto per una piccola nota di pazzia. E ne vado fiero. Perché per quella pazzia, ora, faccio un lavoro che mi piace e che mi frutta abbastanza. Se avessi seguito chi mi diceva di fare il contrario, solo perché abitavo in Nuova Zelanda e non a Los Angeles, probabilmente non sarei così soddisfatto. Perché ho sempre agito di impulso, tranne quando riguarda gli affetti. Altrimenti ora non avrei Fran e miei figli. E non avrei Ilaria. Questa ragazza, seduta tra me e mia moglie e la stessa che, qualche tempo fa, abbiamo annunciato di avere adottato. Questa ragazza ci renderà zii tra due mesi, se tutto va bene, di una bellissima bambina, che chiamerà Hannah, in inglese, come il nome della persona che ha amato più di tutte nella sua vita: sua nonna. E io e Fran le staremo vicini. L’aiuteremo se ne avrà bisogno. E lo faremo con il cuore. Perché Ilaria è parte della nostra famiglia. E questo Natale siamo tutti riuniti perché io voglio che Ilaria riceva da voi la stessa accoglienza che ha ricevuto da noi. E che la consideriate parte della famiglia. Perché, anche se non lo faceste, non mi importerebbe. Amiamo troppo questa ragazza per lasciarla sola.” 
Si mise a sedere. E voltandosi verso Ilaria fece un occhiolino e un sorriso. Ilaria rispose commossa. Non le importava più quello che dicevano i parenti di Fran e Peter. Lei era a casa. Lo era sempre stata e, da allora, lo sarebbe stata per diritto.

Dicembre 1999, a casa Jackson, il giorno di Natale, dopo il pranzo di rito.

Non seppe mai quanti furono falsi con lei e la accettarono solo per far buon viso a cattivo gioco. Sapeva solo che, tre anni dopo, si trovava a pulire il musetto della bambina che aveva messo al mondo, mentre Fran, Peter, Philippa e famiglia e i genitori di Peter e Fran stavano seduti alla stessa tavola parlando di quanto Hannah, Billy e Katie si fossero fatti grandi.
Era quello il suo Natale presente. Era quello il suo mondo d'amore. L’unico banco di prova che dopo tre anni la spaventava un po’. Perché quelle erano le persone che amava e che l’amavano. Beh! A parte quelle che erano partite qualche giorno prima e che rappresentavano il suo presente, il suo passato e il suo futuro. Così come sapeva che se si voltava, avrebbe trovato sempre mani amorevoli su cui fare affidamento. E questo la rendeva tranquilla.

Dicembre 1999, a casa Jackson, il giorno dopo Natale…

Il futuro…

La vibrazione fece tremare lievemente la sedia. Ilaria prese il cellulare e non poté fare a meno di sorridere. Sopra c’era scritto: ‘DoMerryIlPazzo’.
Accettò la chiamata e uscendo in giardino, rispose:
“Pronto”
“Auuuuuuuuuuugggggggggggguuuuuuri internazionali, anche se in ritardo a una ragazza meravigliosa. Buon Natale, stella.”
“Sei ubriaco, vero?” rise Ilaria.
Dom punto rispose con una vocetta da bambino ferito(per quanto il suo grosso timbro di voce lo permettesse):
“Mi sto comportando bene, ora che sono a casa della mamma… E poi...”
“Poi...?” chiese curiosa la ragazza.
“Poi ho fatto una sorta di fioretto. Se mi comporto bene, spero che Babbo Natale, sotto l’albero, mi regali la possibilità di stare con te.”
Ilaria, che aveva camminato a grandi falcate per il piccolo spiazzo di fronte alla casa, si bloccò, socchiuse gli occhi e disse:
“Inutile chiederti ancora del tempo, vero?”
“Beh.. Fino al 10 gennaio hai tutto il tempo che vuoi. Dopo aspetto una risposta.”
La risposta di Dom non ammetteva repliche. Dopo un mese, infondo, aveva avuto tutto il tempo per pensare. Quindici giorni, tra l’altro, gli aveva passati da sola. Che altro voleva? Tutto il periodo di lavorazione per pensarci?
“Quando torni ti darò una risposta… Contento?”
Dom rise e piano disse:
“Se me la dai ora... Il primo aereo per Wellington è mio. E sono da te.”
Una strana voglia di dire ‘Fallo! Non chiedo altro’, s’impadronì di Ilaria. Ma si bloccò e rispose:
“Stai con i tuoi. Non li vedrai per un po’ di tempo dopo. Passa le vacanze di Natale con loro. Io ti rivedrò per dodici mesi filati. Non c’è alcuna fretta.”
Il ragazzo sospirò. E piano disse:
“Mi manchi.”
“Anche tu. Ma è meglio aspettare. Davvero.”
La risposta di Dom si fece attendere qualche minuto. Poi, con il solito spirito allegro che lo caratterizzava, disse:
“Va bene. Allora ci vediamo tra due settimane. Un bacio piccola.”
“Un bacio anche a te.”
E sorridendo spense il cellulare.
Chissà perché, ma quella chiamata l’aveva riempita di gioia.

Dicembre 1999, il veglione di Capodanno.

Cambia il secolo, cambia il millennio e poi.. Comincia solo un nuovo anno.

Quella chiamata di Dom le aveva fatto pensare al futuro. Al suo futuro. In quel Natale un po’ strano si sentiva come il personaggio di ‘Canto di Natale’ di Dickens, dove il povero protagonista si trova a rivisitare i suoi vecchi Natali, quello presente e il cupo Natale futuro.
Certo, per lei era stato un pelino diverso. Ma aveva fatto il suo stesso viaggio. E ora, alla finestra di casa Jackson, mentre Philippa cantava assieme a Fran le note di una canzone degli anni sessanta, giocando col karaoke regalato da Peter a Fran, Ilaria pensava ad un Natale futuro. Forse perché quella era la notte dei cambiamenti: cambiava un anno, un secolo, un millennio... Forse, più semplicemente era cambiata lei. E dopo anni si concedeva, forse, addirittura per la prima volta, all’amore. 
Ed era quella la sua visione di Natale. Dom che apriva con lei un pacco. Hannah che rideva... Due bambini che assomigliavano a lei e al ragazzo in maniera impressionante...
Un leggero rossore s’impadronì di Ilaria che, sospirando, appoggiò il viso alla finestra.
“Pensi a lui?” chiese Fran avvicinandosi a lei.
Ilaria guardò la madre e annuì. Fran sorrise e disse:
“Quando torna fammi il piacere di non fare i casini che hai fatto il mese scorso. Pensa al tuo futuro, una volta ogni tanto.”
Ilaria guardò Fran. Possibile che sapesse? Era così palese tutta la storia? E pensare che lei, Orlando e Dom avevano fatto di tutto per tenerla nascosta.
Sorrise. Pensò che infondo, Fran era stata molto più vicino a lei della sua madre naturale. E che poteva dire di conoscerla meglio delle tasche.
“Devo pensare al futuro, dici? Eppure il futuro è così lontano. Ho solo diciassette anni…”
“Stasera è la notte del futuro. Oggi cambia tutto. Anche tu se vuoi. E non dire che non è vero. Almeno provaci.”
“Tu dici che non mi ferirà?”
“Quello non te lo posso dire. Posso solo dirti che è più facile far piangere una persona che renderla felice. E che quando ami vai incontro a questo rischio mille volte. Da una parte e dall’altra.”
Ilaria sospirò e rispose:
“E’ così difficile. Porco cane.”
“Lo so. Ma almeno dopo, oltre ad un grande migliore amico, avrai un altro punto fermo... E quello sarà Dom.”
Ilaria sorrise a Fran e abbracciandola disse:
“Ti voglio bene mamma.”
“Te ne voglio anche io piccola.” 

Quelle parole cambiarono qualcosa? Il futuro fece meno paura quella sera di dicembre.
Una cosa era certa per Ilaria. Pensare alla sua vita le aveva fatto capire una cosa: avrebbe avuto sempre dei punti fermi, su cui poggiare. Hannah, Peter, Fran, Philippa, Billy e (forse, perché no!)... Dom.

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Capitolo 12
*** Una nuova vita ***


Nuova pagina 1

*___* sono commossa. Perché noto che la mia fic è seguita. E questo non lo credevo dato che, all’inizio, avevo paura di pubblicare la mia storia. Non mi sono mai scusata per gli errori di battitura, lo farò ora. Ma vorrei ringraziare chi ancora legge la mia pazza storia.^___^
Grazie a Vampyre che mi ha recensita dicendomi di essere felice di sapere che cosa Ilaria provasse quando è rimasta incinta di Hannah.tranquilla comunque… Lo saprai subito che cosa accadrà con Dom. ma niente spoiler. 
Mandy. Sullo slash sono d’accordo anche io, non sono una fan accanita. Anzi, le fic slash, mi spiace per chi le scrive, non mi soffermo nemmeno a leggerle. Non lo so perché.. forse è un fatto mentale, un rifiuto di credere che quello che dicono può realmente accadere. E visto che Lij, il mio preferito, è sempre messo assieme a Orlie a (.. come avevi detto nella fic una Chattata particolare? ^__^).. Preferisco sorvolare… Chiamami scema. Ma non posso pensare che Billy e Dom abbiano una storia.^___^. Ps: grazie per la recensione, tu sei una veterana e ci tenevo a sapere il tuo particolare parere (ANCHE GLI ALTRI SONO IMPORTANTI NON VI OFFENDETE). E sono felice che il personaggio di Ilaria non sia un personaggio scialbo, ma susciti qualche interesse. 
Più in la avrete altre notizie sul suo conto. Infondo Ilaria è una che ha vissuto parecchio. E ne passerà ancora tante.
Poi… Ha scelto Dom.. Perché? Un bel dilemma. No. Scherzo. Dom è pazzo davvero. E Billy lo ha anche detto. ‘È pazzo come te’…Probabile che il carattere dei due non sia poi tanto differente. Certo… Come lui ce ne sono pochi. E Ilaria ne deve fare ancora tanta di strada per diventare come lui.^__^
Un grazie ancora va a Fefe, Paddina e Wolfie, che mi recensiscono sempre. Grazie davvero.
Mi sembra di essere alla cerimonia degli Oscar. Tra poco mi metto anche a ringraziare Dio e le forze della natura che mi hanno fatto scrivere questa storia. Mi sa che sto scadendo…
Va bene. Prima che davvero mi metta a dire quello che ho scritto prima, vi dico solo che l’introduzione è lunga perché deve introdurre un capitolo importante. Di più non posso dirvi. Tranne un bacio, alla prossima e.. Buona lettura, come sempre.


                                                                                     UNA NUOVA VITA 
                                                                   



Il 10 gennaio Ilaria si ritrovò ad aspettare all’aeroporto, assieme agli autisti, il ritorno dei ragazzi dalla vacanze di Natale. Era felice di rivedere tutti, ma una cosa metteva la giovane figlia del regista in subbuglio: la possibilità di rivedere finalmente Dom. 
Inutile dire che aveva pensato a lui giorno e notte, specialmente dopo la chiacchierata assieme a Fran. E dopo gli ‘auguri’ che Dom le aveva fatto per Natale. 
Ora, sapere che era a soli pochi minuti di volo da lei, la rendeva estremamente felice, e sentiva quasi che da un momento all'altro potesse cominciare anche a volare. Che avesse una cotta per il pazzo di Manchester era noto a molti. L'unica cosa che incuriosiva tutti, però, era quella di sapere che cosa Ilaria avrebbe finalmente detto a Dom una volta si fossero trovati faccia a faccia, cosa che lei teneva al sicuro per sé.
Ora la giovane aspettava solo che col suo sorriso (e le sue orecchie) apparisse dall’uscita dell’imbarco e potesse dirle che cosa aveva deciso.

“Ma è mai possibile che un uomo di trent’anni sbavi mentre dorme?” chiese Elijah, lamentandosi di Billy che, durante il viaggio, aveva dormito sulla spalla del ragazzo bagnandogli la camicia(*).
“Io non sbavo..” rispose Billy risentito.
“Oh si. Guarda la mia camicia. Di certo non mi sbavo da solo” si lamentò il californiano.
“E basta” esordì, con forte accento americano Sean Astin. “Appena tornati in Nuova Zelanda e già lì a farci riconoscere. Siamo senza speranza.”
Queste furono le prime parole che Ilaria sentì pronunciare ai suoi amici, prima di vederli tra la folla dei passeggeri che avevano preso il loro aereo. E quando li ebbe a portata d’occhio e di voce, alzò una mano e urlò:
“Ragazzi!”
Tutti si voltarono e corsero, come meglio potevano verso la ragazza.
Cominciò così la unga processione degli abbracci. Dalle battute su Billy di Lij, agli abbracci di Billy e Sean A. Dal gioco idiota di Viggo e Sean B, che, come sempre, iniziarono a lanciarsi Ilaria uno contro l’altro dopo essere riusciti a prenderla in braccio nonostante i calci e le grida, fino all’abbraccio cordiale di John. E la forte emozione di rivedere Orlando che abbracciandola ammise:
“Mi sei mancata”
“Anche tu inglese pomposo.”
Alla fine, Ilaria, ebbe un tuffo al cuore. Le gambe le mancarono e le si piazzò un sorriso ebete. E lo vide. Capelli un po’ più lunghi di quando era partito, barba incolta, il solito naso a patata e le solite orecchie a sventola.. E naturalmente quella faccia da schiaffi con sopra stampato il miglior ghigno sarcastico che potesse.
Quando gli occhi di entrambi si incontrarono, i cuori dei due cominciarono a battere un po’ più forte, per esplodere, quasi, quando si strinsero l’un l’altro. Fu un momento bellissimo, se Dom, fingendo di aspirare forte il profumo della ragazza, poggiando le labbra nell'incavo del collo di Ilaria -e facendole venire la pelle d'oca!!- fece una pernacchia, distruggendo quel bellissimo momento.
“Vedo che ti dai da fare per mettere in mostra le tue doti da vero gentleman” lo canzonò Ilaria, assestandogli un pizzicotto sul braccio, dando attenzione di non fare troppo forte.
Dom, come suo solito, prese la palla al balzo e con la solita vocetta da bambino lamentoso, replicò:
“Ahi! Brutta megera. Mi hai fatto male… Lo sai che non mi sei mancata per niente?”
“Nemmeno tu” continuò Ilaria, allontanandosi sorridente.
Notando che la ragazza sembrava aver smesso di giocare, Dom cercò subito di riparare e ribatté:
“Dai! Tu lo sai che stavo scherzando vero?” e correndole dietro aggiunse: “Davvero. Mi sei mancata…”
“Tutti gli attori mi seguano” disse Ilaria tranquilla. “E toglietemi questo pazzo scatenato da dosso.”

Dopo essere ritornata a casa dall'aereoporto ed essersi data una sistemata, Ilaria arrivò da sola a casa di Peter in macchina.
Prima di lasciarsi si era data appuntamento con i ragazzi e sapeva, infatti, che avrebbe trovato tutti lì, o almeno quelli che, dopo essersi rinfrescati e riposati dal lungo viaggio, avrebbero deciso di passare una serata a casa del regista per una rimpatriata degna del nome.
Quando fermò la macchina vide quella di Elijah e quella di Orlando. Sorrise, sistemando i pantaloni e la maglietta che lasciava scoperto l’ombelico e mettendo a posto un ciuffo dietro l’orecchio si chinò e prese in braccio Hannah che, appena sentiti i freni si era affacciata e riconosciuta la macchina di Ilaria era corsa fuori felice. Ilaria la sera prima l'aveva lasciata a casa di Peter per comodità. Infatti, poco prima di andarsene, Hannah si era addormentata e Ilaria, non avendo cuore di svegliarla e sapendo di doversi alzare presto per andare in aereoporto, decise di lasciarla a dormire nella sua vecchia camera, a casa di Peter, appunto.
“Mamma!”gridò Hannah con le braccia larghe correndo verso la madre.
“Piccola. Ma chi ti ha regalato questa bella Barbie?” chiese Ilaria guardando stupita il giocattolo tra le mani della bambina.
“Sio Lija” rispose la bambina baciando dolcemente la guancia di Ilaria.
“Ma è davvero bella” osservò la giovane guardando se le scarpe, gli anelli e gli orecchini fossero stati tolti alla bambola.
“Lo zo. E anche i attri sii mi hanno ragaato tate coze.”ammise candida Hannah con gli occhi che le brillavano per la gioia. 
“Ma davvero!? Ma fammi vedere” disse Ilaria mettendo a terra Hannah e prendendole la mano si diresse verso casa Jackson.
Dentro c’erano davvero tanti giochi. E Hannah mostrò alla madre tutto, estasiata, quasi si trovasse davanti al paradiso del giocattolo.
Ilaria imbarazzata guardò i vari pacchi e prendendo un bambolotto, disse:
“Non vi dovevate disturbare così” a voce alta e a nessuno in particolare.
“Chi ti dice che per me sia stato un disturbo?” ribatté qualcuno alle sue spalle.
Ilaria si voltò e vide Dom che sorridente indicò il bambolotto e continuò:
“L’ho scelto io. In Inghilterra ne vendono a chili di quei bambolotti, così ho pensato ad Hannah e ho deciso di comprarlo.”
Ilaria sorrise e chinando la testa giocò un po’ con la figlia, prima che Dom le dicesse:
“Stasera… Magari porto un film da Blockbuster... Magari ‘La Bella Addormentata’? Che ne dici?”
“Che stasera non c’è Hannah. E che puoi smetterla di fingere di fare il bambino solo per incantare me e la mia bimba.” rispose Ilaria facendo la linguaccia a Dom e sorridendo conciliante.
“A parte il fatto che io adoro i cartoni. Amo ‘Il re Leone’ e vuoi che non guardi altri cartoni..”si giustificò Dom avvicinandosi alle due.
“Chi è che non ama quel cartone, scusa? Ci sono Timon e Pumba che sono una meraviglia” ammise Ilaria mostrando il bambolotto che Dom le aveva regalato ad Hannah.
Dom schiarì la voce e disse, serio:
”Prima che ci perdiamo nei meandri di una discussione senza senso... Stasera allora? Posso portare qualche cosa di più spinto?”
Ilaria sollevò lo sguardo verso l'attore di Manchester e seria replicò:
“Non ci provare nemmeno. L’unica cosa di spinto che voglio vedere è la mano di Rose che si spiaccica al vetro della macchina dopo aver fatto l’amore con Jack, in ‘Titanic’
’Titanic’? A parte il fatto che è claustrale. E poi, scusa se te lo dico, ma è palloso. Per quello porto un cartone animato. Almeno non mi addormento.”protestò Dom.
“Se vuoi passare la serata con me porta ‘Titanic’, altrimenti niente.”lo minacciò scherzosamente Ilaria.
“Malvagia!" pigolò il ragazzo di Manchester: "Ma va bene. Cosa non si fa per non andare a buca.”
Ilaria sorrise a Dom che, dopo essersi seduto davanti a lei, giocava con Hannah. E in quel momento si sentì protetta. Avere quel ragazzo vicino le dava quella sicurezza che da tempo le mancava. Forse era per quella sua pazzia che celava una serietà intrigante(*). Forse per quel suo essere sempre sopra le righe, regalandole un’allegria che per troppo tempo si era negata. Forse perché aveva saputo aspettare e lei non se lo sarebbe mai aspettata. Non da lui. Lui che sembrava così reattivo, quasi avesse sempre l’argento vivo addosso.
Nel mezzo di quei pensieri venne distratta da uno stano rumore. Uno scatto. Si voltò e vide Viggo che ridendo disse:
“Sembravate una famiglia”
Dom e Ilaria si guardarono negli occhi e sorrisero, complici. Chissà perché, ma quello che aveva detto Viggo non dispiaceva affatto ai due.

[- Jack.. Sto volando. Sto volando Jack-]
“Ma buttacela in mare, almeno ti salvi” disse Dom ormai giunto allo sfinimento dopo due ore di film.
“E smettila” lo rimproverò Ilaria con le lacrime agli occhi.
“Si. Tu piangi. Quello che dovrebbe piangere sono io. Potevamo davvero vedere ‘Il re Leone’ e invece mi sto sorbendo questa terribile tragedia cinematografica. E potrei fare benissimo altro.”
L’occhio clinico di Dom si posò sulle labbra di Ilaria mentre lei, stanca di sentire le lamentele del ragazzo, con un groppo in gola, stoppò il film proprio durante il primo bacio dei due sfortunati amanti.
“Sei contento?” disse alzandosi e dirigendosi in cucina.
“Dai Ila! Quel film è una boiata di quelle con i fiocchi. Fenomeno di massa di quelli plateali.” la seguì Dom, giustificando il suo punto di vista tutto negativo sul film di James Cameron.
“Ah! Attento Mr. Monaghan!" si intromise Ilaria sollevando un dito con aria saccente e aggiunse: "Potresti darti la zappa sui piedi, sai. Guarda che ‘Il Signore degli Anelli’ è un film che nasce con quell’intento. Quindi non sputare nel piatto dove mangi. I fenomeni di massa riempiono i cinema. E anche il film che stai girando lo farà.”
Dom guardò Ilaria mettere il gelato nella ciotolina colorata. Era straordinaria quella sera. Almeno per lui.
Aveva un vestitino leggero, corto, stretto sul seno, con una gonna straordinariamente trasparente. I capelli bloccati da un bastoncino in plastica e alle orecchie due piccole lune d’argento.
La tentazione fu più forte. E mentre la ragazza preparava le porzioni del dolce, il ragazzo poggiò le labbra sul collo bianco, leggermente reclinato a sinistra.
La pelle di Ilaria, al contatto con le labbra di Dom, divenne subito d'oca e con gli occhi sbarrati si trovarono uno di fronte all'altro, persi nei rispettivi occhi, in silenzio, con il solo rumore dei loro respiri a riempire quel silenzio così gonfio di attesa.
Bastava poco. Ilaria lo sapeva. E a quanto pare Dom non si fece attendere. Poggiò le mani sui fianchi della ragazza, spostò con una mano la ciocca di capelli che le copriva gli occhi e sorrise.
Fu in quel momento che Ilaria chiuse gli occhi, spaventata e felice di perdersi allo stesso tempo.
E fu così che cominciarono a baciarsi, mentre Dom portò le mani sul viso della ragazza, baciandola con passione. Un po' troppa passione visto che Ilaria, stringendosi all'attore sentì chiara e forte l'erezione del giovane premere da dentro i suoi pantaloni.
“Dom.. ‘Petta un... att... attimo” cercò di riprendere il controllo Ilaria facendo un po’ di pressione sul petto del ragazzo.
“Che c’è?” chiese lui un po’ disturbato da quella reazione della ragazza.
Ilaria si allontanò. Le girava la testa, ma non voleva bruciare quel momento importante per entrambi e non voleva nemmeno che il sesso rovinasse tutto. “Credo che sia meglio che ti dica quello che penso. Ci ho pensato tutti questi giorni... E voglio che tu lo sappia.”spiegò lei guardando Dom negli occhi.
Ilaria prese la mano del ragazzo e lo accompagnò al divano. Si mise a sedere e portando le gambe sul sedile morbido, poggiò il mento sulle ginocchia e piano domandò:
“Tu vuoi stare con me?”
“Certo.”rispose Dom un po' risentito dalla domanda della ragazza. Gli sembrava di averle dimostrato abbastanza quanto volesse stare con lei.
“E sai a quello che vai incontro? Lo sai che la nostra non sarà una relazione facile? Che se per tutto questo tempo sono stata sola un motivo ci sarà? Dom... Tu mi piaci da morire. In questi ultimi giorni non c’è stato un solo momento in cui non ti abbia pensato. Io voglio che tu faccia parte della mia vita. Lo voglio davvero con tutto il cuore. Perché mi fai stare bene, al di fuori delle stronzate che possiamo dire e fare. Ma prima di tutto sono una madre. E per starmi vicino ci vuole coraggio. Tu ne hai?”disse Ilaria guardandolo dritto negli occhi.
Dom deglutì. Aveva pensato mille volte a questa evenienza. Gli era sembrato semplice da subito amare Hannah, ma non aveva mai pensato ad un dopo, quando la sua relazione con Ilaria sarebbe cominciata. Non aveva paura di dover assumere un ruolo di 'quasi padre', ma vederselo sbattuto in faccia non era quello che aveva immaginato come inizio della sua relazione con la donna che aveva da sempre amato. O almeno da quando era arrivato in Nuova Zelanda.
Prese un respiro e sorridendo dolce disse:
‘’Certo. E non sono mai stato sicuro di qualcosa come ora lo sono per te. Io ti voglio. E voglio stare insieme a te. Per tutto il tempo che vorrai e che ci sarà concesso stare assieme. Non ti posso dire per sempre. Non ci credo nemmeno io ai per sempre. E non mi piacciono. Sono falsi. E io con te non voglio esserlo. Mi piaci troppo per esserlo. E voglio essere sincero già da subito. Non metterò mai Hannah dietro i miei bisogni. Lei c’è da prima di me e se qualcuno alle volte si deve fare da parte, beh!, quello sarò io. Voglio che tu ed Hannah siate felici. E lotterò per riuscirci. Che ti piaccia o no…”
Dom venne bloccato da Ilaria che, con le lacrime agli occhi, gli disse:
“Voglio stare con te Monaghan.”
Dom rise e abbracciandola replicò:
“Non aspettavo altro che questa frase, da quando ti ho conosciuta.”

La mattina dopo Billy vide Dom e sorridendo gli chiese:
“Allora? Come è andata ieri sera? Ti vedo stanco. Sesso sfrenato sino alle 3:45”
Dom sfoderò il suo migliore sguardo assassino e puntando il dito contro l’amico disse:
“Un’altra battuta del genere e ti uccido Bill. Non scherzo”
Billy guardò perplesso Dom e mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni si allontanò dall’amico (visto quanto era suscettibile era meglio mettere una certa distanza tra lui e il suo naso) e vagò per gli studi ancora deserti, dato che ancora non erano cominciate le riprese. Fu allora che vide Ilaria. Seduta a rileggere al pc portatile i vari copioni da ristampare. E avvicinandosi, le chiese:
“Scusa se sono invadente.. Ma che è successo tra te e Dom ieri sera?”
In un attimo gli occhi di Ilaria si illuminarono e guardano Billy rispose:
”Abbiamo visto Titanic... Ci siamo dichiarati e abbiamo mangiato il gelato. E…”
”E...?” domandò Billy con una punta di sospetto, immaginandosi che la pausa ad effetto non si sarebbe conclusa con la frase 'e abbiamo fatto sesso!'.
“Abbiamo dormito abbracciati.”concluse Ilaria raggiante.
Billy la guardò e mormorò:
“Ecco perché mi voleva uccidere quello li quando gli ho chiesto se avevate fatto sesso. Ho messo il dito su di una ferita aperta. Lo sai che un uomo ci tiene a questa cose.”
Ilaria, che era scoppita a ridere quando sentì quello che Billy aveva chiesto a Dom, con ancora le lacrime agli occhi disse:
“Lo sai che quando fai quella faccia Dom pensa seriamente che tu sia idiota.”
Billy sbarrò gli occhi per poi abbassare la testa e dire:
“Bella coppia di amici. E pure assieme state ora.”
Ilaria rise più forte. Poi, calmandosi, poggiando una mano sulla spalla del suo migliore amico e tranquilla ammise:
“Sono felice Bill.”
Billy poggiò una mano su quella di Ilaria e rispose:
“Anche io per voi” e sorridendo le baciò una guancia.

La sera, nella sua camera, rileggeva una parte del ‘Silmarillon’ datale da Peter per rivedere alcune parti della sceneggiatura del film.
Era tutto perfettamente silenzioso. Giù lavoravano i suoi genitori assieme a Philippa, mentre lei per non distrarsi troppo era salita al piano di sopra.
Proprio mentre leggeva le ultime due pagine e cominciava a battere alcune battute al computer sentì qualcuno bussare piano. Era Fran.
“Posso entrare?”
“Certo.”
Ilaria guardò la madre sedersi al suo fianco e disse:
“Cosa ho fatto ora?”
“Non farlo soffrire Ilaria. Non farlo mai soffrire. Non lo merita.”
Ilaria sospirò e domandò:
“Lo sai non è vero?”
“Come facevo a non notare che Dom si lamentava molto meno di tutte le allergie che lo colpiscono giornalmente. Quel ragazzo alle volte è proprio una discarica.”
Ilaria rise e guardando la madre disse: 
“Che vuoi che ti dica. Sono rinata. Da quando lui è entrato nella mia vita tutto mi sembra più facile. Almeno in apparenza. So che cambierà. Che non tutto andrà sempre bene. Ma almeno so di non aver fatto una cazzata e non aver lasciato un’opportunità importante, buttandola alle ortiche.”
Fran sorrise e abbracciandola disse:
“Quello che ti posso dire è che ora non devi più pensare solo a te e ad Hannah. Ma anche a chi ti ama. E Dom lo fa.”
Ilaria rise e disse:
“Lo so. E cercherò di essere il più forte possibile. Prometto.”
Fran sorrise e le baciò la testa.
Stava per uscire dalla stanza quando disse:
“E mi raccomando... Usa il contraccettivo. Non metterti nei guai. Mi fido di te ma alle volte da giovani...”
“Prometto mamma che non farò più una stupidaggine di quel genere.”
Fran sorrise e uscendo dalla camera chiuse la porta.
Ilaria sorrise a sua volta, sembrava quasi che tutto il dolore di quegli anni si fosse cancellato. Ed era bastato solo dire un semplice sì. Un solo sì per decidere di essere felice.








(*) Non mi odiate fan di Billy. Era solo per rendere la scena un po’ divertente che ho detto che Billy sbavava. Volevo far sbavare Bloom.. Ma ce lo vedeste, voi, mentre dorme assieme a Wood, sbavandogli sopra. Ne va del suo charme inglese..^__^ Diciamo che Billy fa ridere un po’ di più del bel Bloom. E questa è una bella e buona libertà, che mi sono presa..
(*) Mi ha dato lo spunto Mandy nella sua recensione.. Era talmente carina come definizione che l’ho inserita nella storia. Thank’s Mandy

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Capitolo 13
*** Matamata.. Quando Hobbiville rivive nella Nuova Zelanda ***


Leggete la traduzione alla fine è importante

Leggete la traduzione alla fine è importante^___^ grazie e buona lettura. 

                        Matamata.. Quando Hobbiville rivive nella Nuova Zelanda
                                         (arriva Gandalf, si parte per tre giorni, si prendono decisioni importanti e Peter...)

Hannah correva tranquilla per il set quando andò a sbattere contro due gambe. Cadde rovinosamente e stava già mettendo il broncio per cominciare a piangere quando la persona contro cui aveva sbattuto la prese in braccio.
Ilaria corse verso di lei e desolata si scusò come meglio poté:
“Scusi sir. Io non volevo che mia figlia... Oh Dio che vergogna!”
L’uomo rise di gusto, facendo sorridere anche la bambina che giocherellava col cappello bianco che l'uomo indossava. Divertito sinceramente, fu lo stesso proprietario del cappello che mettendo il panama alla bambina, domandò:
“E chi è questo angioletto?”
Hannah sorrise e rispose:
“Hannah Jackson”
L’uomo guardò Ilaria e poi la bambina e si presentò:
“E io sono Ian McKellen!”
“Tu sei il mio nonno?” chiese candida Hannah.
Il rossore avvampò nel viso di Ilaria che tra sé e sé pensò:
-Non credo che papà abbia mai detto qualche cosa riguardo un mio possibile licenziamento... Ma comincio a pensare che dopo questa sono fuori dalla produzione!-
Ian McKellen rise forte e disse:
”Devo ammettere che questa è una creatura angelica. È di una purezza unica. E io che credevo che mi sarei annoiato… Se dovevo venire in Nuova Zelanda per avere una nipotina bella come te, allora sarei venuto prima. Va bene. Allora per te sarò nonno Ian. Va bene Hannah?”
Hannah annuì e a voce alta, ripeté senza sbagliare:
“Nonno Ian”

Di lì a poco arrivarono tutti gli altri attori. Mirando Otto, Liv Tyler, Bernard Hill, Karl Urban, Ian Holm, Hugo Weaving. Tutti nomi altisonanti, che appartenevano ad attori di talento che Ilaria aveva avuto modo di ammirare in altri film. Certo! L’emozione più grande fu quella di trovarsi di fronte a Cate Blanchett, bella ed eterea come non mai, quasi fosse per davvero dama Galadriel appena scesa dall’aereo. 
Ilaria poté godere poco della compagnia dei nuovi arrivati. Infatti, dopo nemmeno tre giorni si trovò con le valigie pronte: destinazione Matamata.

Dom baciò la bocca di Ilaria e disse:
“Due settimane a Matamata. Senza Hannah. Senza genitori -almeno non tutti e due-. E con due camere d’albergo tutte per noi.”
Si stringevano l’un l’altro, quando di soppiatto si avvicinò Lij che buttandosi addosso ai due, disse:
”Ammoooorreeeeee! Ora possiamo darci al sesso sfrenato.”
Ilaria alzò gli occhi al cielo e piano disse:
“Ma è mai possibile che ne sistemo uno e gli altri mi diventano tutti maniaci”
“Grazie!” replicò Sean Astin lì vicino.
“Tranne te Sean. Tranne te Sean" intervenne Ilaria “Ma devo dire che Lij si sta dando davvero da fare per raggiungere i livelli di Dom. Vero?” e guardò Lij che mettendo su un finto broncio replicò:
“Ma io volevo chiudermi nella stanza assieme a te e fare cose molto sporche per le prossime settimane.”
“Mi spiace Frodo. Ma sono già stata promessa a Billy. Quindi devi fare la fila” rispose Ilaria serissima mentre Billy la stringeva cingendole le spalle con un braccio e sorridendo compiaciuto.
“Ed io?!” chiese Dom reclamando il suo diritto di prelazione.
“Devi aspettare lo stesso. Prima l’ho promesso ad Orlando. E sai com’è? Ogni promessa e debito. Quindi... Fino a quando starà a Matamata... Starò molto vicina a Orlie e Billy.”
“Ma a me non piacciono le orge... Non voglio trovarmi a baciare Bloom” si lamentò Billy.
“Tranquillo Boyd. Per me è lo stesso” rispose Orlando disgustato. “Rimane il problema di vedere chi se la prende per primo”
“Chi riesce ad acchiapparla, no?” disse Billy guardando Ilaria di sbieco.
Ilaria, capita l’antifona prese a correre mentre Billy e Orlando la seguivano, cercando di prenderla.
“Ancora le occhiaie vecchio mio?” domandò Elijah guardando Dom e poi di nuovo il simpatico siparietto fatto dai tre amici.
“Lo so” sorrise Dom strofinando gli occhi e poi guardando Elijah chiese: “Dici che si vede così tanto che mi manda in bianco?”
Elijah sorrise e disse:
“Un po’. Tranquillo Dom! L’attesa rinforza solo la passione. E poi l’hai detto anche tu? Due settimane a Matamata con due stanze d’albergo solo per voi. Cosa puoi chiedere di meglio?”
-Farlo con la donna che amo?- pensò Dom seguendo Elijah che si dirigeva verso l'albergo mentre Ilaria poco lontano sfrecciava davanti a Peter e Barry Osborne che parlottavano del film mentre Orlando e Billy la seguivano ridendo.

Nella stanza faceva caldo. Quell’estate era torrida certo, ma le carezze che i due si stavano scambiando erano davvero bollenti.
Così, quella mattina del 17 gennaio, nella camera di Dom, sdraiati sul letto, Ilaria abbracciava il suo ragazzo, che la sovrastava accarezzandola dolcemente.
E proprio mentre la stava baciando, la mano del ragazzo, sapientemente scivolò sotto la maglietta catturando un seno e accarezzandolo impaziente.
“Dom…” sospirò Ilaria.
“Che c’è?” chiese il ragazzo non nascondendo una certa urgenza nella voce.
“La mano” sospirò ancora lei.
“Ti sto facendo male? Ti da fastidio per caso?” chiese Dom baciandole il collo.
“No!” sorrise Ilaria e infilando le dita tra i capelli del ragazzo prese a baciarlo con più passione.
Continuarono a baciarsi, sempre con più passione, mentre le magliette di entrambi volavano leggere sul pavimento. Ormai mancava davvero poco perché finalmente decidessero di fare quel passo importante per la loro relazione quando il cellulare di Ilaria squillò.
La ragazza bloccò il giovane attore e allungando una mano prese il telefono dal comodino dove era appoggiato. Dom guardò il display lampeggiare, non aspettandosi niente di buono. Ed infatti...
“Papà” disse lei sollevandosi e prendendo l’apparecchio rispose: “Papà! Sì! No! Certo! Hai ragione. Dato che la mamma non c’è... Certo! Vengo subito.”
-Magari- pensò Dom coprendo gli occhi con una mano e lasciandosi cadere supino sospirò frustrato.
Ilaria chiuse il cellulare e ricomponendosi disse, baciando una guancia del ragazzo:
“Scusa Dom, ma devo andare. Mi spiace.”
Dom si mise a sedere nel letto e si lamentò, giustamente:
“Tu stai scherzando vero? Non mi puoi lasciare da solo, ora!!!” Noi stavamo per…”
Ilaria infilò la maglietta e ravviando i capellicon una mano per metterli un po’ apposto rispose:
“Lo so. Ma il dovere mi chiama. E se è nella persona di Peter Jackson… Beh! È meglio che mi dia una mossa, dato che sarebbe capace di uccidermi a colpi di telecamera a nuca.”
Dom si abbandonò sul letto e lamentandosi borbottò:
“I pro e i contro di stare con la figlia del regista. Ma sei sicura che solo Fran sia a conoscenza del nostro dolce segreto?”
“Al cento per cento. Non credo che la mamma gli abbia detto nulla.”replicò la ragazza guardandosi intorno, accertandosi di non aver dimenticato nulla.
“Dirglielo noi?” chiese sprenzoso Dom.
“Vuoi che arrivi con l’elicottero tutti i giorni, direttamente da Wellington? Papà ne sarebbe capace. Lo sai” rispose Ilaria mettendosi le scarpe sedendosi sul letto.
“Di questo passo tengo la castità fino al matrimonio” ironizzò Dom.
“Vedrai che quando succederà sarà tutto meraviglioso.” e baciando il ragazzo, uscì dalla camera, lasciando Dom da solo con i suoi ‘pensieri’.

“Non capisco come faccia Ilaria ad essere così allegra in questo periodo” disse Peter a Ian McKellen, già vestito di tutto punto da Gandalf. “E da un po’ che la osservo... Sembra...”
“Diversa?” chiese divertito l’attore.
“Un po’” rispose Peter. “Quasi fosse… Luminosa. Sembra che abbia la testa sulle nuvole.”
“Peter! È innamorata” rise Ian.
“Cosa?!” esclamò stupito il regista.
“Amore Mr Jackson... E si vede lontano un miglio” proseguì Ian.
Peter guardò Ilaria mentre rideva con Ian Holm, vestito da Bilbo. E con il sospetto degno del papà più geloso pensò:
-E chi sarebbe il ragazzo in questione?-
Ian capì i pensieri dell’uomo e sorridendo mise il capello di Gandalf chiedendogli per distoglierlo dai suoi pensieri:
“Ordine del giorno?”

Passarono nove giorni. E sembrava quasi ci fosse una maledizione sul letto di Dom dato che ogni volta che stava per fare l’amore con Ilaria o bussavano alla porta, o chiamavano dall’albergo, oppure chiamava Hannah, disperata dalla mancanza della mamma.
Bisognava armarsi d’ingegno. E mentre preparavano la festa a sorpresa per il compleanno di Elijah, Dom prese la sua decisione.
San Valentino le avrebbe regalato una nuova occasione. Quella più importante.

#EHHH LA BOTTIGLIA CHE IO VOGLIO 
GUARISCE IL CUORE E ANNEGA IL CORDOGLIO
CON PIOGGIA E VENTO 
SISSIGNOR, MA CI SON
MOLTE MIGLIA, ANCOR…..
DOLCE E’ IL RUMORE 
DELLA PIOGGIERILLINA 
E IL RUSCELLO CHE PARTE DALLA COLLINA.
MA MEGLIO DI QUESTO E SOPPRATTUTTO
UN BOCCALE DI BIRRA DENTRO IL TUC #


“Bravi!!!” disse Ilaria abbracciando Elijah.
Dopo tante prove, finalmente, Billy, Dom ed Elijah avevano imparato la canzone da cantare nella scena dove gli hobbit per l’ultima volta stanno assieme al ‘Drago Verde’.
Gli altri si abbracciarono, mentre Peter, sospettoso guardava Ilaria che abbracciava il giovane attore californiano e poi Dom e Billy. Da quando era a Matamata non aveva fatto altro che pensare a chi potesse essere il fortunato che stava con ‘la sua bambina’.
Aveva pensato un po’ a tutti. Billy, anche se lo scartò subito, dato che era troppo amico di Ilaria; Dom, che scherzava un po’ troppo spesso su di una possibile unione tra lui e la ragazza. Per non parlare di Elijah, coetaneo di Ilaria, sempre disponibile con lei. E Orlando? Lui con sua figlia ci parlava sempre fitto, fitto e la coccolava sempre. Anche la sera prima Orlando aveva chiamato Ilaria in un angolo e avevano passato qualche minuto in allegria.
Chi era il giovane fortunato? Chi era il ragazzo che aveva la capacità di rendere sua figlia così felice? Dom, Elijah o Orlando?

Billy guardò Dom uscire dalla camera d’albergo stranamente contento, per essere mattina presto. E con fare indagatorio chiese:
“Sei troppo felice. E la tua ragazza non è uscita dalla tua camera. O ti sei dato all’artigianato... Oppure tra poco vedrò uscire una biondina mozzafiato dalla porta della tua camera. In quel caso, sappi, un bel destro sul muso non te lo toglie nessuno”
“Ma anche no!” rise Dom. “Anche se ne avrei bisogno...” aggiunse il ragazzo di Manchester pensieroso.
“Di cosa? Della mano? Se vuoi ti aspetto qui fuori e dico che non sei stato tanto bene, così se arriviamo tardi nessuno ci sgrida. Anche se, visto come stai messo, dubito fortemente che ti bastino più di tre minuti” rise Billy.
Dom, con la sua solita finezza e gentilezza, tipica di un vero lord inglese, sollevò il dito medio davanti al viso dello scozzese e replicò:
“Ringrazia Dio che siamo amici. E poi... Come potrei?”
“Beh... Lo avrai fatto tante volte quando eri un giovincello. Non credo che…” ma Billy venne bloccato da Dom che, col suo solito sguardo assassino, lo stesso che usava quando qualcuno osava prenderlo in giro per la sua forzata castità, ribatté:
“Io l’ho fatto davvero presto. Non ho conosciuto quel tipo di solitudine.”
“Addirittura” rise forte Billy.
Dom, cercò di afferrare l’amico, ma lo scozzese scappò veloce e ridendo disse:
“Sono serio” e sollevando le mani in segno di resa chiese: “Come mai sei felice, caro Monaghan?”
“Domani che giorno è?”chiese Dom lucidandosi le unghie sulla maglietta con uno sguardo malizioso stampato in viso.
“Quattordici.” rispose Billy.
“Allora?” sorrise sempre più divertito il giovane mancuniano.
Billy si grattò la testa e pensò e scuotendo la testa replicò:
“Non mi viene niente in mente.”
“Ma a Glasgow è arrivato San Valentino?” domandò con un sopracciglio sollevato Dom.
Billy lo guardò stupito e disse, sbarrando gli occhi nella sua classica espressione stupita.
“Mio Dio come sei venale. Festeggi San Valentino?”
“E tu dici a me che sono un idiota poi, eh?”puntualizzò il più giovane.
“Io non lo dico e basta. Ne ho l’assoluta certezza che tu sia idiota.” lo punzecchiò lo scozzese.
“Boyd.. Fottiti.” rispose Dom allontanandosi serio, senza ascoltare le provocazioni del migliore amico.
Si stava appunto allontanando quando Billy lo seguì e disse:
“Dai… Che vuoi fare domani?”
Dom sorrise e piano disse:
“Cenetta a lume di candela. Regalo. Musica d’effetto. E... Finale col botto.”
Billy si finse schifato e piano disse.
“Depravato. La nostra piccola Ilaria. La vuoi sedurre per compiacerti...”
Dom, giunto allo sfinimento (e per questo Billy si meritava un premio) si allontanò e con accento perfettamente inglese disse:
“Fottiti! Col cuore Bill. Fottiti.”

Stava rileggendo una parte del copione nel portatile, quando vide apparirle davanti un foglietto:
DOMANI 14 FEBBRAIO 2000, NELLA CAMERA 206, MUNITA DI UN OTTIMO DETERRENTE PER LE ZANAZARE CARNIVORE DI MATAMATA, TI INVITO UFFICIALEMNTE A PASSARE LA SERATA DI SAN VALENTINO, IN COMAPGNIA DELL’UOMO PIU’ AFFASCINATE DEL CREATO: IO, DOMINIC MONAGHAN.. “ e guardando il ragazzo disse sarcastica: “Addirittura l’uomo più affascinante del creato.”
“Si!” sorrise lui.
“Uhm! Camera tua. Chissà perché ma so dove andrai a parare” rise Ilaria baciando Dom.
“Vieni allora?”
“Non mancherò” e baciandolo di nuovo chiuse il portatile con una mano.

Per quella sera si fece accompagnare in città per comprare un vestito adatto all’occasione. Ne trovò uno nero a bretelline, stretto nel seno e leggermente più largo in vita. Sopra buttò uno scialle gitano, con tanto di frange e nero come il vestito.
Alle nove, con passo lento, camminò per i corridoi deserti dell’albergo, dove l’unico rumore che sentiva era quello dei tacchi che rimbombava ogni paso che faceva.
Pensò a come si sarebbe presentato il ragazzo. Pazzo com’era era più che capace di presentarsi in mutande e cravatta, dato che aveva promesso ad Ilaria di metterla per quella sera.
Arrivò davanti alla porta alle 21 in punto, mentre il cuore accelerò violentemente i battiti. Chiuse gli occhi e bussò piano.
La porta si aprì quasi subito e Ilaria vide il ragazzo fare capolino e sorriderle, per poi prenderle un polso e tirarla dentro la camera.
Ilaria lo osservò attentamente e piano disse:
“E la cravatta?”
“Ora la metto” sorrise Dom.
Era elegante. Non c’era che dire. Una camicia nera su di un completo grigio fumo. E la cravatta nera. Ilaria fischiò e avvicinandosi, sistemando il nodo disse:
“Sei proprio un figurino stasera. Complimenti!” e gli baciò dolcemente le labbra.
“Anche tu sei bellissima” sorrise lui rispondendo al bacio.
Si baciarono con passione. Sapevano che quella sera avrebbero compiuto un passo importante. E sapevano che era questione di un bacio in più perché dimenticassero cena e resto per andare a finire sul letto a fare cose più interessanti.
Ilaria si bloccò e pulendo le labbra del ragazzo dal lipgloss chiese:
“Quando mangiamo?”
“Ora!” disse Dom e prendendole una mano la fece avvicinare alla tavola e disse, aiutandola a sedere: “Stasera, per lei, la casa offre: pasta con le ostriche. Caviale e questo ottimo champagne.( e abbandonando la r moscia che aveva utilizzato per le presentazioni, divertendo Ilaria continuò) Non mi chiedere anno di imbottigliamento e altre cose perché non lo so. Le bevo solo certe cose.”
Ilaria rise e quando Dom si fu seduto, assieme a lui cominciò a mangiare. Stettero un’oretta a ridere e scherzare. A parlare di loro, di Hannah, di loro amici, del film. Passarono quel momento in allegria. Poi qualcuno bussò:
“Anche stanotte?” chiese Ilaria preoccupata guardando Dom alzarsi e andare ad aprire.
“No” sorrise lui.
Entrarono due camerieri che tolsero i piatti e le varie portate e lasciarono tutto in ordine, una volta andati via.
Fu allora che Dom , prendendo la mano di Ilaria, la fece alzare e le porse un pacco che aveva nella tasca interna della giacca.
Era abbastanza grande e Ilaria disse, imbarazzata:
“Ma io mi sono limitata solo ai cioccolatini.”
“Shh! Aprilo. So che ti piacerà!”
Ilaria scartò il pacco e quando vide il regalo disse:
“Ma questo è il cd che ascolti sempre tu. Quello dei Coldplay.”
“Sapevo che ti piaceva ‘Yellow’ il loro singolo. Ti ho sentita una volta mentre lo cantavi. Così ho deciso di prendere il cd. L’ho comprato anche per me.”
Ilaria sorrise e abbracciò il ragazzo e aprendo la custodia disse:
“Metti ‘Yellow’ dai!”
Il ragazzo ubbidì e avvicinandosi al lettore DVD della camera, fece partire la canzone. Si avvicinò alla ragazza e ballando assieme a lei, cominciò a cantare assieme a Chris Martin. Un pezzo in particolare:
Your skin /oh yeah your skin and bones/ turn into something beautiful /and you know I you know I love you so / you know I love you so...”
Ilaria sorrise e prese a baciarlo con più passione. E in un attimo si trovarono sul letto. Le mani correvano sui vestiti, slacciando ogni bottone, ogni stringa, che impedisse loro il contatto con la pelle del partner. E quando anche l’ultimo indumento intimo volò sul pavimento, dopo averla baciata ancora una volta, Dom chiese ad Ilaria:
“Se non sei pronta…”
Ilaria sorrise e baciandolo disse:
“Sono pronta tranquillo” e dolcemente cominciarono a fare l’amore.

Alle 4 erano già svegli e pronti per uscire ed affrontare una giornata lavorativa, mangiando, per collazione i cioccolatini che Ilaria aveva regalato a Dom. 
“Usciamo assieme?” chiese lui con il labbro superiore sporco di cioccolata.
“Meglio di no” disse Ilaria pulendo con un dito il labbro del ragazzo e guardando l’ora disse: “Forse è meglio che vada, altrimenti papà mi vede e sono cavoli.”
Ilaria aprì la porta e vide Billy. Sorrise e baciandogli una guancia lo salutò velocemente e si allontanò. Lo scozzese stupito guardò Dom sulla porta con gli occhi sbarrati e disse, abbracciandolo:
“Finalmente! ( e finse di essere commosso dando qualche pacca sulle spalle di Dom). E’ un giorno memorabile per tutta l’umanità.”
“Non ti puoi immaginare come sono felice” disse serio Dom.
“E ci credo. Dopo tanti tentativi, dopo un mese assieme ci siete riusciti.”
Dom sorrise. Aveva una voglia matta di correre fuori e urlare e dire al mondo che amava quella ragazza. La sua ragazza. Che ogni giorno di più lo rendeva l’uomo più felice della terra.

Ilaria pensò a lungo a quella serata passata con Dom, arrossendo ogni volta che un sospiro troppo forte potesse manifestare il suo pensiero.
Inutile dire che era inutile provare a lavorare quella mattina e chiudendo il portatile sospirò e stropicciò gli occhi, quando sentì qualcuno chiedere malizioso:
“A cosa pensi?”
“A te Dom. E al fatto che per colpa tua non riesco a lavorare.”
Dom si avvicinò e cominciò a baciare Ilaria. Si baciarono a lungo fino a che la ragazza voltandosi vide Peter fermo sulla porta della roulotte, mentre li guardava engtrambi stupito. Ilaria si staccò da Dom che la guardò perplesso. Gli bastò voltarsi per sbiancare. Aveva di fronte il suo regista e stava baciando la sua figlia adottiva, come se niente fosse. Si staccarono immediatamente, un po’ imbarazzati, sistemandosi le magliette.
“Tu e lui..?” chiese Peter stupito.
“Si!” sorrise Ilaria.
Avrebbe preferito dirglielo in un altro modo, ma facendo cenno a Dom di uscire si avvicinò al padre e disse:
“Papà. Io sono felice e ti prometto che non succederà nulla al film se io e Dom staremo assieme..”
“Voglio solo che tu non soffra. E solo che... Era da una settimana che mi chiedevo chi fosse...”
Ilaria rise e sussurrò dolcemente:
“La mamma me lo ha detto”
“Bene. Fatevi beffe di me. Tenetemi allo scuro” finse Peter di essere offeso.
Ilaria baciò una guancia del padre e piano disse:
“Tranquillo. È l’ultima volta che lo faccio..”
“Voglio ben vedere. Ci son rimasto male sai?” replicò il regista fingendosi risentito.
Ilaria rise e abbracciandolo disse:
“Papo. Sono felice che tutto stia andando così. È tutto perfetto, bello.”
”Si. Ma se ti fa soffrire, Merry o no, gli taglio le gambe.”
“Tranquillo. Non lo farà.”
Abbracciò l’uomo che alzando la testa disse:
“Credo che io e Dom dovremo fare un bel discorsetto assieme..”
Ilaria sospirò allegra. Infondo se aveva aspettato a parlarne a Peter, quello era il motivo principale.

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Yellow (Coldplay) 

Look at the stars 
look how they shine for you 
and everything you do 
yeah they were all yellow 
I came along 
I wrote a song for you 
and all the things you do 
and it was called yellow 
So then I took my turn 
oh what a thing to have done 
and it was all yellow 

your skin 
oh yeah your skin and bones 
turn into something beautiful 
and you know 
you know I love you so 
you know I love you so 

I swam across 
I jumped across for you 
oh what a thing to do 
'cos you were all yellow 
I drew a line 
I drew a line for you 
oh what a thing to do 
and it was all yellow 

and your skin 
oh yeah your skin and bones 
turn into something beautiful 
and you know 
for you I bleed myself dry 
for you I bleed myself dry 

it's true 
look how they shine for you 
look how they shine for you 
look how they shine for 
look how they shine for you 
look how they shine for you 
look how they shine 

look at the stars 
look how they shine for you 
and all the things that you do

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Guarda le stelle
vedi il modo in cui brillano per te
e nonostante tutto quello che fai
esse sono sempre tutte gialle
Io sono venuto ho scritto una canzone per te
e nonostante tutte le cose che fai
è sempre "giallo" e così ho seguito la mia strada
una cosa importante da fare
e nonostante tutto è sempre "giallo"
La tua pelle
la tua pelle e le tue ossa
si sono trasformate in qualcosa di meraviglioso
lo sai, lo sai che ti amo lo sai che ti amo
Ho nuotato
ho superato ostacoli per te
una cosa importante da fare perché tu sei tutta "gialla"
ho tracciato una linea
ho tracciato una linea per te una cosa importante da
fare ed è sempre "giallo"
La tua pelle
la tua pelle e le tue ossa
si sono trasformate in qualcosa di meraviglioso
e tu lo sai
ho donato tutto il mio sangue per te
ho donato tutto il mio sangue
E' vero, guarda come brillano per te...
Guarda le stelle
vedi il modo in cui brillano per te nonostante tutto quello che fai

(mai canzone più azzeccata per descrivere un momento come quello che hanno vissuto Dom e Ilaria)
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Capitolo 14
*** Io, tu e la bambina.... ***


Dopo lo smielamento

Dopo lo smielamento.. Ecco un capitolo dove si ride. Perché? E se vi dicessi che dopo Matamata i due piccioncini ritornano? Altro che Coldplay allora.. C’è HANNAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! Sono bastarda che volete che vi dica. Buahahahahahahahahah.
Basta. Oggi sto davvero sclerando. Per i ringraziamenti… leggete a pag.777 di televideo.. No. Scherzo. Vi ringrazierò privatamente per recensione. 
Un bacio a tutte. Niniel.


                             Io, tu e la bambina… E la fuga dal padre premuroso…
                     (prime paure.. una dolce parola difficile da dire e.. ‘Tu cosa ci fai nudo nel letto della mamma?’) 

Matamata, 16 febbraio 2000.
Due giorni dopo…
.

Per quanto fosse impossibile anche solo pensarlo, specialmente se si trattava di un film in fase di lavorazione che richiedeva la presenza degli attori sul set e no ventiquattrore su ventiquattro, Dom era riuscito a nascondersi per tutto il tempo in cui stette a Matamata. Coscio del fatto che fino a che stava sul set poteva deviare il discorso riguardante la sua relazione con Ilaria -almeno per quello che riguardava Peter che non smetteva di fiatargli sul collo un solo attimo- da quando avevano fatto l'amore, il giovane attore di Manchester si godeva la sua relazione con la giovane figlia del regista e tutte le svolte positive che aveva portato fare sesso con lei. Era semplice, quindi, trovarli assieme quando non lavoravano. E con i cellulari rigorosamente spenti, i due si chiudevano in camera e non uscivano fino a nuovo ordine. Come appunto stava succedendo quella sera.

Ilaria baciava Dom. Erano stretti, nudi e felici. Accarezzandogli una guancia disse:
“Non credi che sia ora di smetterla di fuggire da mio padre e parlargli da uomo a uomo?”
Dom sorrise e sfregando il naso contro quello della ragazza rispose:
“Se ti dicessi: manco morto?”
“Dovrai pur affrontarlo, uno di questi giorni. Attento però a non far aumentare la sua furia omicida. Specialmente non fare l'idiota e non fare il grosso, grossissimo errore di dirgli che lo abbiamo fatto. Altrimenti, invece delle gambe, ti taglia qualcos’altro!” replicò Ilaria con un sospiro, abbandonandosi al fianco del ragazzo.
“Ti dispiacerebbe, ah?” chiese malizioso Dom.
Ilaria lo guardò con un sopracciglio sollevato. Si conoscevano abbastanza e questo aiutava Ilaria a non soccombere alla malizia di Dom e a tutte le sue battute. Si mise di fianco e poggiando il gomito sul cuscino rispose:
“Non più di tanto. Potrei sempre scegliere tra Lij e Orlie.. Mi spiace che mio padre si faccia la galera con il film pronto ad uscire…” e sorridendo Ilaria tornò supina.
“Ma brutta…” si finse indignato il ragazzo cominciandole a fare il solletico.
Da lì a rifare l’amore il passo fu davvero breve.

Matamata, 18 febbraio 2000.
IL GIORNO DELLA PARTENZA: quando la verità non si può più nascondere.


Ilaria rideva con Elijah e Billy. Dom si stava avvicinando a loro, quando sentì una mano afferrargli la spalla e bloccarlo.
Il ragazzo serrò gli occhi e, molto lentamente si voltò.
Di fronte a lui stava Peter, privo del suo solito sorriso bonario. Sembrava sul piede di guerra. E questo non prometteva niente di buono.
“Ragazzo… Ti devo parlare” disse il regista laconico.
Ilaria, Elijah e Billy, che avevano smesso di parlare, alla vista del quadretto guardarono Dom allontanarsi, salvo poi ridere a crepapelle una volta lontani che furono abbastanza lontani dal campo visivo e uditivo del giovane attore e del mastro cineasta.

La vera tragedia, però, la viveva Dom. Guardò Peter di sottecchi chiedendosi quale punizione corporale volesse impartigli per aver sedotto la ‘sua bambina’.
-Che ad essere sinceri, in questi giorni, non mi ha dato modo di pensare che sia ancora una bambina...- pensò sincero Dom.
Una volta fermi, Peter si schiarì la voce e poggiandosi ad una parete della hall, a braccia conserte, disse:
“Ho saputo che tu e Ilaria state assieme?”
“Sì!” rispose con un filo di voce Dom, quasi fosse rimasto senza nel breve tragitto che aveva appena fatto con il regista.
“Sai che Ilaria ha quasi sei anni meno di te. Vero?" domandò Peter troppo serio per poter fare una sola battuta.
Stavolta Dom si limitò ad annuire, solamente, guardando sempre Peter di nascosto.
L’uomo, non sentendo nessuna risposta da parte del giovane, si grattò la barba e aggiunse:
“Voglio molto bene ad Ilaria. Lo sai? E sai perché? Perché mi ha sempre amato come se fossi il suo vero padre. E non posso negare di essere stato più che felice di trovarmela in casa, anche se i suoi genitori erano morti. Ilaria è Ilaria. Sai cosa vuol dire il suo nome(*)? Gioia. Allegria. E lei te la porta davvero la gioia e l’allegria. Sai quando dicono che il nome segna il destino di una persona? Ecco. Lei ne è l’esempio. Ma tu non puoi immaginarti quanto abbia sofferto. Prima che le arrivasse la notizia della morte dei suoi genitori. L’ho raccolta da un ospedale a Hamilton, incinta. Praticamente allo sbando. Ho lottato per riottenere la fiducia che aveva perso in qualsiasi essere umano. E ci sono riuscito... Quello che voglio è che la mia bambina...”
-Eh! Come volevasi dimostrare!!!- pensò Dom per nulla sorpreso dalla parola appena pronunciata dal regista.
“…non soffra come ha già sofferto in passato. Perché giuro che se solo le fai del male, se solo verserà una sola lacrima... Ti tolgo quello che hai di più caro al mondo. Giuro!”
-EH NO! Lui no. Dopo anni di adorata carriera lo vuole decapitare! Meglio che faccia la faccina da bambinone, quella che piace tanto alle mamme...- pensò ancora Dom e grattandosi la testa rispose:
“Io credo di essermi innamorato di tua figlia da quando ho messo piede in Nuova Zelanda. Non potrei e non vorrei, anzi... Non voglio farle del male. Puoi stare più che tranquillo.”
Peter guardò il ragazzo con la sua solita espressione sorniona e piano disse:
“Te la sei fatta addosso, eh?”
Dom sbarrò gli occhi incredulo. L'aveva preso in giro per tutto il tempo?!
Ecco da chi aveva preso Ilaria. E meno male che non era la figlia naturale e che quello era solo il risultato dovuto agli anni passati assieme al patrigno, altrimenti sarebbe venuta fuori la più grande stronza della faccia della terra. E chiamala stronza sarebbe stato solo un piccolo eufemismo.
Peter, che dal troppo ridere dovette asciugarsi gli occhi disse:
“Tengo ad Ilaria. Ma non al punto di tagliarti il tuo... migliore amico? Lo posso chiamare così?”
Dom strinse gli occhi e scosse debolmente il capo. E replicò:
“Ringrazia che sono innamorato di tua figlia…”
Peter rise più forte e poggiando una mano sulla spalla del ragazzo disse, ridendo senza posa:
“Dovevi vedere la tua faccia alla minaccia di ‘toglierti la cosa a cui tieni di più al mondo'… AHAHAHAHAHAHAH”
“Mi potrei spazientire” disse Dom non abituato ad essere l’oggetto degli scherzi. 
Peter si asciugò gli occhi e disse, stavolta serio:
“Davvero, stavolta. Te l’affido. Ma non farla soffrire, non lo merita. Ha davvero sofferto molto.”
Dom sorrise e disse:
“Tranquillo Pete. Non voglio farle male. Anche io ho detto sul serio, nonostante fossi terrorizzato per il mio migliore amico.”
Si stavano allontanando, quando Dom bloccò Peter.
“Pete?” lo chiamò.
Il regista si voltò aspettando la domanda con le mani nelle tasche dei bermuda consumati. E Dom, serafico, chiese:
“Ma per il significato del nome... Quale sito hai cercato su internet.. Vorrei sapere anche il significato del mio.”
Peter sorrise e avvicinandosi al ragazzo, lo prese per un orecchio e disse:
“Il fatto che tu stia assieme a mia figlia, non ti da la possibilità di sfottermi... Capito?”
E si allontanò con il padiglione auricolare di Dom stretto tra le dita, ignorando le proteste e i lamenti di dolore del giovane mancuniano.

“Mia figlia compie tre anni. Ci pensi?” chiese Ilaria sedendosi al tavolo di Billy.
Billy sollevò lo sguardo dalla sua insalata e addentandone un pezzo rispose:
"Ciao Bill! Sono contenta di vederti... Anche io Ila... Tutto ok?"
"Ti ho appena detto che mia figlia oggi compie tre anni!" ripeté Ilaria seria, sistemando le cose che aveva preso alla mesa sul tavolo.
“Ti senti vecchia?” chiese Billy addentando tranquillamente la sua bistecca.
“Sì! Ed è un problema visto che non ho nemmeno diciotto anni e già mi devo sentire vecchia! Anche se so che il problema, principalmente è un altro?” disse lei giocando con un ricciolo d’insalata.
“Quale?” chiese Billy a bocca piena(*).
Ilaria lo guardò disgustata e disse:
“Animale. Ora capisco perché tu e Dom andate tanto d’accordo. Siete uguali. Comunque… Penso che la mia bambina sta crescendo e questo mi rende un po’ triste!”
“Come?!” chiese Billy bevendo un sorso d’acqua per far passare il boccone andato di traverso.
“No! Non hai capito. È che oggi ha tre anni, domani ne ha sei e tra due settimane venti. E in men che non si dica me la vedo davanti con un vestito bianco, avvolta in un velo leggero che se ne va di casa per vivere la sua vita” disse Ilaria addentando un pomodorino.
“Frena. Frena. A parte il fatto che Orlando appena ha sentito che Hannah ha accelerato i tempi di crescita ha deciso che passerà all’attacco alla velocità della luce. Sai... Si è fatto scappare la mamma...” fece Billy serio. 
“Ma smettila” rise Ilaria lanciandogli un tovagliolo.
Billy rise a sua volta, poi, guardando la ragazza disse, stavolta realmente serio:
“Ho capito che cosa vuoi dire. Tra te e Dom non è una storiella. Almeno non credo visto come quello scatenato parla di te.”
Ilaria guardò Billy e piano disse:
“Da quando abbiamo fatto l’amore…”
“Dio mio. Risparmiami i particolari” scherzò lo scozzese.
“MMMMMMHHH! Che rottura di palle. Già mi devo sorbire il tuo amico e quel pazzo di un londinese, per non parlare del californiano. Ci vuoi anche tu?” chiese Ilaria al colmo dell'esasperazione. “Comunque. Io sono seria. Da quando abbiamo fatto l’amore per la prima volta mi sento come un’adolescente alle prime esperienze. Mi sembra che tutto sia rose e fiori e che...”
“E che...?”
“Che mi sia già innamorata di lui. Credo di amarlo.”
Ilaria era notevolmente imbarazzata. Billy sorrise e sollevandosi disse abbracciandola forte:
“La mia piccola migliore amica. Che problemi assurdi che ti metti alle volte. Ma è naturale che due persone si uniscano così tanto quando stanno assieme.. In quel modo. Per non contare, poi, che tu e Dom per un paio di settimane siete stati una coppia. Ufficiosa. Ma pur sempre una coppia.”
Ilaria guardò Billy. Era serio. E sorridendo chiese:
“Credi che debba dirglielo?”
“Appena puoi, si! Diglielo. E credo di conoscere la sua risposta..”
Ilaria abbracciò Billy a sua volta e sorrise debolmente.
Anche quella volta ci voleva un po’ di coraggio per dire una parola forse troppo difficile da dire.

21 febbraio 2000: i miei primi tre anni.
A casa di Ilaria.


A casa della ragazza tutto era pronto per festeggiare il compleanno di Hannah che aveva passato l’intera giornata a casa di Peter e Fran.
Era appena arrivata la torta dalla pasticceria e Ilaria la stava per sistemare nel frigo quando sentì qualcuno che l’afferrava per la vita e la costringeva a voltarsi, baciandola con passione.
“Dom sto organizzando la festa di compleanno per mia figlia. La vuoi smettere di fare l’idiota e darmi una mano?” sussurrò Ilaria sospirando estasiata.
“Ho voglia di baciarti” rispose il ragazzo sulle labbra della ragazza.
“See! Tu hai voglia di qualcos’altro, o sbaglio?” replicò Ilaria guardandolo negli occhi allontanandosi un poco dalle labbra del ragazzo.
“Non lo nego” rispose malizioso Dom baciando la bocca della sua ragazza.
Ilaria si staccò ridendo e piano disse:
“Facciamo una bella cosa. Diciamo che stasera vai a casa e che prendi qualche cambio e che stanotte festeggerai con la sottoscritta... qualcos’altro. Ti va bene?”
Lui l’abbracciò e, guardando in alto, serrando la bocca da un solo lato, come suo solito disse:
“Mhh! Dovrò disdire con Angelina, però...”
Ilaria lo colpì e ridendo disse:
“Vai a casa tua, va. Se non vuoi che ti prenda a calci nel didietro.”
Dom sorrise e guardando la ragazza, prima di uscire, si avvicinò e dolcemente la baciò.

Era stata una serata lunga. Bella, ma lunga.
Quando tutti se ne furono andati, Dom portò Hannah, profondamente addormentata, nella sua cameretta e l’adagiò piano piano nella culla. Ilaria lo guardò appoggiata allo stipite della porta sorridente e prima che il ragazzo chiudesse la porta, dopo essersi avvicinato a lei, lo baciò e disse:
“Sei stato davvero bravissimo.”
Lui, cominciandosi a dare arie, rispose:
“Hai di fronte a te un mago. Io con i bambini non sono bravo... Ma molto, molto di più.”
“E smettila” rise lei per accogliere il suo bacio e dire con voce suadente:”Sai che se Hannah è crollata, è probabile che non si svegli per tutta la notte...”
Ma non riuscì a finire la frase che Dom l’aveva presa in braccio e la portò in camera da letto, chiudendo la porta con un calcio mentre Ilaria rideva come una matta.

Ilaria sentiva Dom muoversi sempre più veloce, mentre entrambi respiravano sempre più forte chiamandosi e stringendosi l’uno all’altra. E mano a mano che la loro passione raggiungeva il culmine, il ragazzo strinse forte le mani della ragazza, lasciate lunghe sopra la testa.
Alla fine, Dom si lasciò cadere al fianco della ragazza e guardandola sorrise, la baciò e l’accolse in un caldo abbraccio, mentre lei poggiava la fronte sul petto del compagno coricato supino, sospirando.
“Che c’è?” chiese lui baciandole la fronte e accarezzandole i capelli.
“Ti devo dire una cosa” disse Ilaria piano. “E da un po’ che ci penso. Avevo paura della tua reazione, ma te lo dirò lo stesso..”
In quel momento Dom riuscì solo a prevedere il peggio e mettendosi a pancia in giù, abbracciando il cuscino, le chiese:
“Riguarda noi?”
“Si!”pigolò Ilaria mettendosi supina, voltandosi a guardarlo.
Dom sospirò profondamente e domandò:
“Che cosa c’è?”
Ilaria si mise a sedere abbracciando le gambe e portandole vicino al petto rispose:
“Ho bisogno di te”
“Anche io!”
“Io non faccio altro che pensare a te e sognare il momento che passeremo la notte assieme. E come se tu stessi diventando una droga. E mi spaventa. È da quando abbiamo fatto l’amore che non faccio altro che pensarti e pensarti... E non so se sia giusto dirtelo, ma...”
Dom si sedette accanto a lei e prendendole il viso tra le mani, con una certa urgenza disse:
“Non mi vuoi lasciare vero?”
“NO!” disse Ilaria.
Nel petto di Dom, fu come se avessero tolto un enorme peso. Il cuore che fino a quel momento aveva battuto con tonfi sordi, riprese il suo battito regolare. E sorridendo, disse:
“Mi hai fatto quasi prendere un colpo, sai? E io che credevo chissà che cosa…”
“Ti amo!” lo bloccò Ilaria.
Dom si zittì. E in quel momento Ilaria si sentì immensamente stupida come una bambina che crede di aver detto qualche cosa di sbagliato.
“Potresti ridirlo? Ti prego” implorò Dom sorridente.
Ilaria lo guardò, prima stupita, poi sorridente e mormorando disse:
“Ti amo.”
“Ridillo?” rise Dom, avvicinandosi alla bocca della ragazza sempre più.
“Ti amo” rise Ilaria, fingendosi spazientita.
Dom, allora le si buttò addosso e baciandola disse:
“Anche io. Da sempre. Da quando ti ho vista. E l’ho capito dalla prima volta che ho sentito il tuo profumo.”
Si abbracciarono forte, scherzarono e risero. Poi, sempre abbracciati, si addormentarono, felici.
In quel momento non importava quanto tempo sarebbero stati assieme. Importava solo che avessero detto una parola che, da tanto tempo avevano paura di dire tutti e due.

Quattro mesi dopo…

La storia dei due ragazzi andava a gonfie vele. Inutile dire che sia Ilaria che Dom non perdevano occasione di nascondersi sotto le coperte e fare l’amore. Hannah, dal canto suo, si era accorta della presenza invadente dello zio Dom ma non se ne curava più di tanto. Forse perché, tante volte il ragazzo, quando la bambina si svegliava era già andato a metter i piedi hobbit; o forse perché, quando era in casa, Dom non perdeva un solo momento per giocare con lei e con la mamma. Certo che quando Hannah meno se lo aspettava Dom rapiva Ilaria in camera da letto e stava con lei, tenendosela stretta solo per se.

Come molte sere da cinque mesi a quella parte, Dom rimase dormire a casa della ragazza. Avevano appena finito di fare l’amore(*), quando Dom, dopo averla baciata, si alzò e disse:
“Vado in bagno”
Gironzolava nudo per la casa. Entrò in bagno, fece pipì e si voltò. Si dovette voltare una seconda volta per vedere chi aveva davanti. Camicia da notte bianca, riccioli biondi scomposti, in braccio Mr Patata, il suo orsetto preferito e una strana espressione. Lo guardava stringendo gli occhi, confusa… Quella che aveva di fronte era Hannah. Ma che diavolo ci faceva un bambina di tre anni in piedi a quell'ora?
Dom prese subito un asciugamano e cercò di coprirsi come meglio poteva. Ma Hannah chiese lo stesso:
“Pecchè sei tutto nudo? No ti viene un laffreddole cozì?”
Dom, che non sapeva cosa rispondere chiamò Ilaria, sistemando alla bene e meglio l’asciugamano.
Ilaria si presentò all’incirca nelle stesse condizioni e portando i capelli indietro con la mano, disse:
“Che c’è?” e quando si accorse della bambina, mettendo una mano davanti alla bocca disse:
“E tu che ci fai in piedi da sola? Come hai fatto a scendere?”
“Voevo dommire co te” disse la bambina allungando le braccia per farsi prendere in braccio.
Ilaria guardò la stanza e disse a Dom:
“La mamma si era dimenticata di dire a zio Dom che stasera Hannah faceva le prove per imparare a dormire nel lettino, come fanno i bambini grandi!”
“Oh! Le prove del lettino” fece Dom sarcastico facendo segno di cavare gli occhi alla ragazza.
“Hannah. Io e lo zio Dom, vogliamo dirti qualche cosa di importante” e facendo a Dom segno di seguirla, si avvicinò al tavolo dovee poggiando sopra Hannah, disse:
“Io e zio Dom ci siamo fidanzati, come te e Willy all’asilo.”
“E vi scambiate anche la melenda?” chiese Hannah giocando con Mr Patata.
“Beh! È un po’ diverso” disse Dom.
“I fidanzati, quando sono grandi fanno tante cose. Si danno tanti baci, escono assieme, dormono nello stesso letto” rispose Ilaria.
“E dommono nudi come zio Dom?” chiese angelica la bambina.
“Non sempre” rispose imbarazzata Ilaria.
Hannah guardò i due e domandò:
“Allora io e zio Dom non siamo fidanzati?”
Dom sorrise e piano disse:
“Eh no! Io ormai sono fidanzato con la mamma. Però... Sai come si chiama, alle volte, il fidanzato della mamma? Papà. E tu mi vorresti come papà?”
Ilaria sbarrò gli occhi. Tutto si aspettava, meno quella domanda e, guardando la figlia, aspettò la risposta:
“Sì!" urlò la bambina buttando le braccia al collo al ragazzo.
Inutile dire che gli occhi di Hannah erano luminosi, mentre Ilaria la guardava commossa e benediceva la fortuna di averle dato un ragazzo così speciale.

Dormirono, alla fine, tutti assieme abbracciati, fino alle 3:45(*), quando Dom si svegliò per prepararsi per andare agli studi.
Ilaria lo seguì e lo trovò sotto la doccia. Sorridente si avvicinò al box e poggiando la testa disse:
“Dom?”
“Che c’è?” chiese lui insaponandosi.
“Grazie” disse piano lei.
“Di cosa?” chiese Dom smettendosi di insaponare.
“Per ieri...” rispose Ilaria guardando la sagoma nella doccia.
“Beh.. So di essere un grande a letto. Ma ringraziarmi...” scherzò Dom riprendendosi ad insaponare.
“Ma quanto sei scemo, ah? Stavo dicendo per Hannah, mica per.. Ohhhh, ma cosa ci parlo a fare con te..” rispose Ilaria, fingendosi arrabbiata e allontanandosi.
Ma Dom fu più veloce e bloccando la ragazza per un polso, la portò con se sotto la doccia.
“Dom! Mi si arricceranno tutti i capelli ora, uffa.”
Lui la baciò. Una volta. Due volte. Poi le tolse la camicia da notte. E sollevandola un poco disse, sulle sue labbra:
“Ti avevo promesso di renderti felice. Te. E la bambina. Lo sto cercando di fare. Quello di ieri sera... Lo volevo fare da tanto tempo. E ora sono felice di averlo fatto.”
E baciandola fece l’amore con lei sotto la doccia.

Stesso giorno, ore sette in punto. Agli studi.

Ilaria entrò nella roulotte e sorrise salutando gli hobbit.
Billy, sorpreso, la bloccò e la fece sedere sulle sue ginocchia e toccando i boccoli, chiese:
“Come mai riccia? Non ti avevo mai vista così!”
Ilaria sorrise a Dom complice e disse:
“Volevo cambiare” e si alzò dicendo tranquilla:”Io vado a lavorare, scansa fatiche” e salutandoli con una mano, uscì fuori.
Tutti e tre si volsero a guardare Dom con sguardi del tipo ‘COMPLIMENTI’.
Dom sorrise e disse con una tranquillità che era tutta un programma, mangiando la sua razione di porridge:
“Voleva cambiare…”










(*) Deriva dal latino Hilaris (prestito dal greco hilaros) e significa "allegra, gaia, lieta". Ecco perché per me è un nome fantastico. Ed ecco perché l’ho scelto.
(*) Qualcuna di voi sa dirmi se ricordate la scena del film dove Billy parla con la bocca piena. Credo che ci sia, ma non mi ricordo quale sia. Uff!!! sono pazza lo so! ^___^
(*) Non sono conigli scopatori. Sono solo una coppia affiatata, si amano e passano tanto tempo assieme. È una cosa che volevo precisare. Non faranno solo quello. Prometto. ^___^
(*) I nostri cari beniamini, poveretti, dovevano alzarsi ad orari proibitivi, tipo le 3:45, per andare agli studi e mettere i piedi hobbit.

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Capitolo 15
*** La seconda gita fuori porta ***


Dopo il lampo di genio di Dom

Dopo il lampo di genio di Dom , di girare nudo per casa, ecco il nuovo capitolo. Lungo mi spiace.. Mi sta prendendo di scrivere capitoli lunghi. Sarà che da quando ho l’influenza mi ha preso così.. vabe..
Comunque.. Basta cianciare. Vi auguro buona lettura.


                                            LA SECONDA ‘GITA’ FUORI PORTA
                                                   (girando Lothlòrien, arrivano i primi problemi.)

Dopo due mesi di lavoro divisi, eccoli di nuovo assieme, lontani da Wellington a girare le scene del paradiso della Terra di mezzo: Lothlòrien. Naturalmente una trasferta con quattro hobbit, un elfo, due uomini e un nano non poteva essere una noia, ma nemmeno una passeggiata. Ilaria lo sapeva da quando aveva cominciato a preparare la valigia. Quelli erano dei pazzi (e non parlava dei più giovani solamente) e chissà come le avrebbero fatto passare l’intero viaggio, pur di ridere a suo spese. Ed ebbe la conferma quando si trovò sul piccolo pullman che li portava in giro.
Dovette sottostare ai dispetti di Viggo (che sol in apparenza era il più serio), a quelli di Orlando ( che riusciva ad essere un ero e proprio bambino cresciuto), per non parlare di quelli di Billy, Lij e Dom (che anche se erano assieme, non si faceva mancare l’opportunità di rompere le scatole alla ragazza, facendole scherzi tra i più cattivi di tutti).
Per tutto il viaggio si lamentò col padre, inutilmente, dato che l’uomo, ridendosela, le diceva sempre:
“Hai preso in giro tua madre perché ha urlato per dare voce ai Cavalieri Neri. Hai preso in giro me perché ho dato le mie preziosissime espressioni ai tecnici del CGI per Gollum. Hai preso in giro Dom per la sua scheggia nel piede. Sean Astin perché è un maniaco della sicurezza. Lij perché hai detto che fa espressioni assurde. Sean Bean per la sua paura di viaggiare in elicottero. Billy per la ripresa del petardo e Orlando per la costola rotta. E Viggo per..”
“A dire il vero sono io che le rompo più le scatole!” intervenne il ramingo.
“Appunto!” puntualizzò la ragazza.
“Ma devi pagare per tutto quello che hai fatto agli altri…” continuò Peter e voltandosi disse: “Beh! Il viaggio è lungo. Avanti ragazzi, dovrò pur passare il tempo.” 
Ilaria urlò. Ma fu inutile. Gli attori cominciarono a farle il solletico e non ci fu scampo.

Quando arrivarono, Peter li portò a vedere la location dove si sarebbero girate le scene, anche se, come accadeva la maggior parte delle volte, avrebbero finito il tutto in uno studio a Wellington.
Tutti guardarono il lago stupiti. Era davvero un posto meraviglioso. Elfico, proprio simile al Bosco d’Oro, grazie alle radici degli alberi che scendevano nell’acqua, formando piccoli porticcioli, dove potevano approdare le barche elfiche come Lothlòrien.
“E’ fantastico” disse orlando con un sospiro,guardando il panorama.
Ilaria si avvicinò a e poggiandosi su una spalla del ragazzo, disse:
“Aspetta a dirlo. Andrete in giro con le barche elfiche su questo lago”
“No problem! Ho fatto i corsi di ‘pagaiamento’ prima di cominciare le riprese” rispose sicuro Orlando.
“Perché lui si e io no?” chiese, lamentandosi Sean Bean.
“Questo è un problema, visto che Boromir, nella sua canoa porta Merry e Pipino” disse Ilaria guardando Dom che sorridendo, rispose:
“Ci saranno Fon e Martin su quelle barche, non io.”
“Ma che animale” rise Billy. “Sei contento che la tua controfigura venga fatta fuori al posto tuo.”
“Non ho detto questo!” esclamò il manchesteriano.
“Zitto!” intervenne Elijah. “Hai proprio il coraggio di un hobbit.”
Orlando tutto contento, prese la palla al balzo e disse:
“Dicono che quello che si somiglia ad un hobbit, sia proprio Dom. Basso è basso. Mangione è mangione dato che fa colazione anche due volte al giorno. E poi è fatto in scala. È basso..”
“Sto sinceramente pensando di uccidere Bloom!” esclamò Dom.
“Magari ha anche quello in scala, vero Ilaria?”
Ilaria cominciò a ridere mentre Orlando fuggiva da Dom che aveva cominciato a corrergli dietro.
Billy, allora abbracciò la ragazza e disse, sorridente:
“Perché non ci mettiamo insieme noi due. Magari costruiamo una bella famiglia. E andiamo a trovare Dom in carcere, dato che credo che ucciderà l’elfo, dopo avergli procurato questa terribile onta, parlando del suo migliore amico in termini così dispregiativi.”
“Si potrebbe.. la chiami tu la tua ragazza per chiederle di farmi da testimone?” chiese la ragazza guardando l’amico negli occhi.
“Sei diabolica..” esclamò Billy rispondendo allo sguardo dell’amica, per poi, continuare sorridente: “Mi piace!!”
E si avvicinarono agli altri, mentre Dom, seguendo il povero Orlando gridava:
“Devi pagare col sangue…”


Qualche sera dopo si trovarono in un pub, come loro solito, con qualcuno della troupe, a fare baldoria in vista del fine settimana di riposo.
C’era un sacco di gente quella sera. E per di più, dopo due ore dal loro arrivo, Dom era già brillo. E questo lo rendeva anche un po’ stronzo.
“Alla salute ragazzi” disse alzandosi, Dom, per fare un brindisi. “Al ventitreenne più fuori di testa del mondo.”
“A Dom!” gridarono tutti i presenti.
“E alla mia ragazza” continuò Dom. “Che stanotte mi farà tanta compagnia. Non è vero amore?” e sedendosi baciò il collo della ragazza, che delicatamente rifiutò il ragazzo, piegando la testa dalla parte dove Dom la baciava, mentre tutti facevano un versetto concitato , quasi fossero delle scimmie.
E sarcastica, Ilaria, guardando il ragazzo, disse:
“Tu stanotte dormirai da solo. Non ti farei entrare nella mia camera, in queste condizioni, nemmeno fosse George Clooney in persona a chiedermelo.”
“Che cosa vorresti dire?” chiese Dom sorseggiando un altro sorso della sua birra e guardandola con la coda dell’occhio.
“Che stasera farai passare da solo la scuffia. Non dormo con gli ubriaconi” disse Ilaria pizzicando il naso di Dom.
Tutti risero e Dom non prese bene la reazione, seppur scherzosa della ragazza e tracannando l’ennesimo sorso di birra, disse:
“Cosa vorresti dire, che se non me la dia tu, stanotte rimango a secco? Cosa credi che ho perso tutto il mio charme solo perché da un paio di mesi sto con te? Io posso avere tutte le donne che voglio, se tu mi chiudi la porta in faccia.”
Ilaria strinse un poco gli occhi perplessa e incrociando le braccia disse:
“Mi sa che hai davvero preso una bella sbronza se spari cazzate di questo tipo” e sorrise guardando il partner bere di nuovo dalla bottiglia un altro goccio.
“Ti credi superiore perché sei la figlia del regista vero?” disse lui incrociando le braccia, mentre nel tavolo era scesa una strana tensione. “Cosa credi che non posso alzarmi ora e abbordare una?”
“Dom che stai dicendo?” chiese piano Billy, guardando Ilaria decisamente a disagio per la situazione che si era creata.
“Cercheresti un’altra con la ragazza che hai?” scherzò Viggo.
“Se la lasci, domani non la ritrovi libera Ilaria. Me la prendo in un batter d’occhio!” scherzò Orlando cercando di stemperare la situazione. 
Dom si alzò con sguardo di sfida e si avvicinò al bancone.
“Dom! non fare lo stupido” gridò inutilmente Sean A.
“Dooom! È lo scherzo più idiota che hai fatto!” continuò Elijah. “No fare stronzate di cui potresti pentirti.” 
Ma Dom non sentì ragioni. E alzandosi si avvicinò al bancone e abbordò una bionda scialba.
Ilaria, che fino ad allora era rimasta bloccata, mentre nella sua testa si delineava un tremendo deja-vù, si sollevò e si avvicinò a Dom. lo fece girare e con forza lo schiaffeggiò.
Dom, tenendo la parte offesa, la guardò fisso e, quasi miracolosamente si riprese. E capì la portata della cazzata fatta.
Ilaria intanto a passo svelto, uscì dal locale, mettendo il cappotto e stringendosi forte ad esso.
Camminò veloce, asciugando le lacrime maledicendosi silenziosamente per essersi fidata di nuovo di un uomo. Fu allora, mentre portava dietro l’orecchio un ciuffo che sentì:
“Ila.. Aspetta”
“Vattene Dom” rispose lei senza voltarsi.
“Ila.. Scusami cazzo. Stavo scherzando. Dovresti conoscermi, quando sono brillo non riesco a controllarmi.. Faccio e dico stronzate e cose che nemmeno penso. Dai.. Sono alticcio. Non sono in condizioni di fare discussioni di alcun tipo. E poi ho freddo..”
Ilaria si voltò. Piangeva. E questo fece sentire il ragazzo davvero in colpa. Molto più di prima.
“Amore scusami” disse lui avvicinandosi e prendendole il viso tra le mani.
Cercò di baciarla, ma Ilaria con un gesto stizzoso lo allontanò e piangendo disse:
“TE NE RENDI CONTO CHE MI HAI FATTO DAVVERO MALE?”
“Ila.. Lo sai che alle volte sono uno stronzo. Ma ti prego. Te l’ho già detto. Parliamone domani, ti prego. Ora ho freddo, non ho nemmeno il cappotto.”
Ilaria strinse gli occhi e disse:
“Non c’è niente da dire. Porca troia, Dom! Ma te ne rendi conto di quello che hai fatto? Mi hai ferito senza un motivo. Solo per tenere alta la tua virilità. Mi hai detto di essere una bambina viziata solo perché ero la figlia di un regista. Mi hai coperto di cattiverie e ti sei messo a fare il coglione con una biondina, solo per dimostrarmi che il tuo sex appeal era intatto. Sai che ti dico? Vai da quella a farti scaldare.”
“Ilaria.. Cristo! Ero ubriaco. Porco cane. Lo vuoi capire. E lo sono anche adesso. Ti prego. Torniamo dentro. Andiamo in albergo. Dormiamoci su e riparliamone domani. Altrimenti diremo cose più grandi di noi e ce ne potremo pentire.”
Dom cercò di bloccare Ilaria per un polso. Ma lei lo scansò di nuovo e disse:
“Lasciami. Se non l’hai ancora capito… se sto male è solo colpa tua. E non ci può essere un chiarimento dopo quello che hai fatto. Nono lo voglio io. Hai capito, Dom?”
“Ilaria che cosa vuoi dire?” chiese il ragazzo guardando il volto severo della compagna, che aveva smesso di piangere di botto.
“Quello che hai capito Dom. è finita. Se lo hai fatto con me davanti.. Cosa farai quando non ci sono..”
Ilaria venne bloccata da Dom che prendendole il viso tra le mani, piangendo disse:
“NO! Tu non lo penso!” e poggiando la fronte contro quella della ragazza continuò: ”Non mi puoi lasciare. Dobbiamo fare ancora tante cose. E poi.. Non posso stare senza te e la bambina.”
“Dom… è finita” disse piano Ilaria.
Dom pianse più forte mentre Ilaria staccava le mani del ragazzo dal suo viso delicatamente si allontanava a testa china, a piccoli passi, sicura che Dom non l’avrebbe seguita. E fu così. Ma prima che la ragazza se ne andasse. Il ragazzo alzò la testa e gridò:
“TI AMO!”
Ilaria alzò la testa, con sguardo triste, mentre nuove lacrime le bagnavano gli occhi. E piano rispose:
”Anche io” e si allontanò.
Dom, allora si lasciò andare ad un pianto sconsolato e mettendosi a sedere su di una panchina, prese la fronte tra le mani.
Non seppe quanto tempo rimase li a piangere. Magari un minuto. Magari un’ora. 
Non seppe dirlo. Tempo dopo, ripensando alla serata, avrebbe ricordato una mano porgergli il cappotto, mentre un’altra si poggiava dolcemente sulla sua spalla.
Dom sollevò lo sguardo e vide Billy che piano disse:
“Andiamo amico, per stasera è meglio che vieni con me” e sorreggendolo, si allontanò.

Ilaria uscì dalla stanza. Sapeva che Billy era da Dom. e sapeva che anche Lij aveva fatto lo stesso. Camminò lentamente per il corridoio dell’albergo e bussò ad una camera. 
Aprì Orlando. La ragazza sapeva che in passato avrebbe fatto a meno di bussare proprio a quella porta. Ma erano passati sei mesi da quando avevano litigato (se si voleva dire che quello era stato litigare) e lei aveva bisogno di un amico. E fino a prova contraria, Orlando lo era.
Il ragazzo, spettinato, con gli occhi socchiusi da sonno, sbadigliò e si grattò la testa e piano disse:
“Che ci fai qui?”
“Posso entrare?”
Il ragazzo si spostò da un lato e fece passare la ragazza. La osservò mentre si sedeva nel letto. E quando si fu seduta, fece lo stesso e guardandola, chiese:
“Come stai?”
“Per te ho fatto bene a lasciare Dom?”
Orlando sorrise e, grattando di nuovo al testa, disse tutto di un soffio.
“Dom è un pazzo. Ride e scherza sempre. Non lo si può mai prendere sul serio. Specialmente quando è ubriaco. E stasera lo era. Ecco perché si è comportato così.”
Ilaria sospirò e con un gesto della mano spostò una ciocca di capelli che la infastidiva e disse:
“Anche tu ridi sempre. Anche tu scherzi. Ma sono sicura che non avresti mai fatto una cosa simile. Mai.”
“Io non posso giudicare un mio amico per un suo comportamento sbagliato. Voglio bene a Dom e ne voglio tanto anche a te. Ed è per questo che non mi posso schierare.”
Ilaria chinò la testa e piano cominciò a piangere. Orlando l’abbracciò e disse:
“Su. Non piangere. Dai. Lo sai che non è bello pianger davanti ad un ragazzo? È un segno di debolezza.. E poi potrei approfittare di te.. E magari tu ci stai…”
Orlando scherzava. Ilaria lo sapeva. Ma le lacrime continuarono a scendere copiose, mentre il giovane londinese la stringeva. 
“Posso rimanere qui, stanotte?” chiese Ilaria, guardandola col viso gonfio dal pianto.
Orlando la strinse forte e disse:
”Certo! Puoi..”

Billy bussò alla camera della ragazza. Erano passati quattro giorni da quando tra lei e Dom era finita. E per tutto quel tempo, il giovane manchesteriano, aveva monopolizzato l’attenzione di Billy, tenendolo lontano dalla ragazza.
Ilaria quando vide lo scozzese sorrise e disse:
“Billy!!”
“Posso entrare?” chiese cortese il ragazzo.
“Certo. Entra” disse la ragazza facendo un segno con la mano.
Si mise a sedere sul letto e guardando la ragazza, in piedi davanti a lui, disse:
“Non ci hai ripensato, vero?”
Ilaria scosse la testa e sospirò e inforcando gli occhiali che aveva tolto quando il ragazzo era entrato nella sua camera, disse:
“Cosa devo pensare? Se devo tornare assieme a lui o se devo cavargli gli occhi? A questo devo pensare?”
“Tu per me sei come una sorella minore. E lo stesso e Dom. vi voglio bene a tutti e due. E tu non puoi nemmeno immaginare quanto per me sia stato bello sapere che vi eravate messi assieme. I miei due migliori amici.”
Ilaria trattenne a stento le lacrime. E piano disse:
“Tu non lo sai quanto fa male quello che ha fatto. Lo so che era ubriaco. Ma è stato come se fossi tornata indietro, nel tempo, quando io e Dean eravamo assieme. Mi sono sentita impotente come allora. Sola come allora, quando lui mi tradiva.”
Billy la guardò e disse:
“Tu lo sia che Dom non è Dean. Lo sai, vero?”
Ilaria fece cenno di so con l testa e sospirando lasciò cadere le lacrime che non accennavano a smettere di scendere.
Billy l’abbracciò. Non disse una sola parola. Ebbe solo un’idea. Aspettare una mossa da parte di uno dei due era come aspettare la manna dal cielo. 
Decise che avevano bisogno di una spinta. E lui gli e l’avrebbe data.

Qualche sera più tardi Ilaria venne convocata nella hall. Erano le 19:30.
Come sempre, da quando tra lei e Dom era finita, decise di non uscire. E rimase sorpresa di quell’inattesa convocazione.
Scese nella hall e avvicinandosi al banco della reception disse:
“Mi dica!”
“Lei è la signorina Jackson, se non sbaglio?”
“SI. Perché mi avete chiamata?”
“L’attendono dei nostri addetti nel salone di bellezza antistante alla beauty-farm. Suo padre l’attende per una cena con dei dirigenti della New Line Cinema… Se ora mi desse l’onore di accompagnarla?”
Ilaria guardò stupita l’uomo. Peter non le aveva detto nulla di quella cena. Seguì l’uomo in silenzio. E una volta nel salone, lasciò che le persone che le stavano attorno, lavorassero per renderla bella.

Chiudete gli occhi. Fate partire, nella vostra testa, la colonna sonora di ‘Pretty Woman’ e ricordate la scena dove Julia Roberts esce a fare compere assieme a Richard Gere. 
Ci siete? Ecco.. lo stesso trattamento venne riservato ad Ilaria, che una volta pronta, guardandosi allo specchio, vide una nuova ragazza che non conosceva e che niente aveva a che fare con la mamma di diciotto anni che era lei.
Aveva un vestito lungo. Stretto nel busto, più morbido sui fianchi, una stola di velluto e dei sandali argentati con un tacco molto alto. Vertiginosamente alto.
- Arriverò carponi davanti agli addetti della New Line. - pensò Ilaria. 
Le avevano piegati i capelli in un elegantissimo nodo e l’avevano truccata in maniera impeccabile.
Ilaria si intravide in una vetrata della hall, compiaciuta. Almeno, oltre le coccole gratis che le avevano fatto, tra massaggi e le varie cose, quella sera si sentì più che desiderabile.
“Signorina.. Se vuole seguirmi?” disse qualcuno.
Ilaria si voltò e annuì sorridente. L’uomo l’accompagnò e piano disse, vicino all’uscita:
“L’attendono sulla veranda” e indirizzandola con un braccio e un lieve inchino, la lasciò proseguire da sola. 
Si aspettava di veder da un momento all’altro Mark Odersky e Barrie Osborne, sorridere assieme a Peter e qualche capoccia della New Line. Ma non vide nessuno di loro.
Elegantissimo, aspettava in piedi, vicino al tavolo, Dom, che quando la sentì arrivare, si avvicinò e disse, schioccandole un tenero bacio sulla guancia:
“Sei bellissima”
“Dov’è mio padre?”
La voce inquisitoria di Ilaria lasciava poco spazio alle smancerie, Dom se ne rese subito conto. E grattandosi la testa, disse:
“Credo che sia in un pub, ridendosela alle nostre spalle, assieme agli altri…”
Ilaria sbuffò e arrabbiata disse:
“Non so con chi mi devo più incazzare. Se con te o con mio padre.”
“C’entra anche Billy..” continuò Dom imbarazzato.
“ROBA DA NON CREDERCI. MI AVETE PRESO IN GIRO E ADESSO DOVREI STARMENE QUI.. SCUSA MA QUESTA SCENEGGIATA È DURATA ANCHE TROPPO SECONDO I MIE GUSTI. E ORA SE MI PERMETTI…”
Ilaria stava per andarsene, ma sentì la mano di Dom bloccarla per un polso, ferma e salda. Si voltò e disse:
“Mi fai male.”
“Ti lascio andare solo se mi fai parlare.”
Il sorriso del ragazzo era disarmante. Ilaria si rilassò e Dom lasciò la presa, subito. Con estrema galanteria la fece accomodare spostando la sedia. E poi, mettendosi a sedere, disse:
“Mi potresti concedere una tregua almeno per stasera?”
involontariamente aveva allungato una mano per prendere quella della ragazza che, pronta, scansò subito il gesto facendo scendere nuovo imbarazzo tra i due.
Dom, che aveva capito di aver sbagliato approccio con la ragazza, sospirò, portando i pugni dietro il piatto e piano disse: 
“Questa sera, Billy e Peter, mi hanno regalato una seconda opportunità. Quella di potermi far scusare per il mio inqualificabile comportamento. E sono qui, grazie a loro, per chiederti scusa. E lo voglio fare davvero. Perché in questi sei mesi, sono cambiato. E vorrei che tu capissi quanto realmente abbia bisogno di te e della bambina. E questo perché siete diventate la mia famiglia. E non vi voglio perdere. E so che non lo vuoi nemmeno tu. Quello che ti chiedo è di darmi anche tu una seconda opportunità. Non credi che me la meriti?”
nel frattempo era arrivata la cena. Ilaria, ascoltò il ragazzo giocherellando con il cibo davanti a se, mentre il cuore le batteva forte. Anche a lei era mancato Dom, inutile negarlo. E guardandolo con gli occhi lucidi, disse:
“Quando fai così ti prenderei volentieri a schiaffi.”
“Perché non lo fai?” sorrise Dom.
“Perché non ci riesco. Uffa.”
Dom sorrise a sua volta e guardò Ilaria che cominciava a mangiare in silenzio. Certo! Dopo quel discorso non corsero in camera a strappasi i vestiti di dosso. Ma, almeno, dopo una settimana lontani, riuscivano a stare nella stessa camera senza ignorarsi e a parlare come due persone civili.

Finirono di cenare e Dom, prendendo la mano della ragazza, la fece alzare e disse:
“Vieni con me?”
“Dove?” chiese stupita la ragazza.
“È una sorpresa.. C’è una macchina che ci aspetta fuori. Andiamo!”
Ilaria mise la stola e, perplessa, seguì Dom.
La cosa più strana era che, nessuno dei due, notò che si tenevano per mano e che questo era per loro un gesto più che naturale. 

Arrivarono su di una bellissima spiaggia. Avevano girato a lungo e ora, su di un pontile, la macchina poco lontana, con un’autista dentro ad attenderli, si trovarono a sorridere, parlando sottovoce.
Look at the stars 
look how they shine for you 
and everything you do 
yeah they were all yellow 
I came along 
I wrote a song for you 
and all the things you do 
and it was called yellow 
So then I took my turn 
oh wh at a thing to have done 
and it was all yellow
” canticchiò Dom.
Ilaria sorrise e piano disse:
“Mi immaginavo la nostra canzone da ascoltare davanti al mare. Che delusione. La canti tu invece del grande Chris”.
Dom sorrise e fischiò forte e dalla macchina arrivarono le prime note della canzone e il ragazzo, ridendo furbetto, disse:
“Ti pare che mi facevo mancare la nostra canzone?”
Ilaria guardò verso la macchina dove, sorridente stava l’autista, mentre Dom la stringeva e ballava assieme a lei.
Poco dopo Ilaria si allontanò e a bocca chiusa canticchiò il ritornello. Dom si avvicinò e cingendole la vita, le disse ad un orecchio:
”Devo darti una cosa. Poi deciderai se stare ancora con me oppure tornare in camera da sola.”
Guardò le mani di Dom poggiate sul suo ventre e voltandosi, lentamente disse:
“Dom.. Io..”
“Shhh!” sorrise lui e porgendole un cofanetto in velluto nero, disse: “Accettalo. Il mio primo regalo importante. Per te.”
Ilaria aprì la scatoletta e vide un anello e Dom disse:
“Sai cosa c’è dentro. Non sto a dirti… ‘Apri.. è una sorpresa ’. Lì c’è un anello. Come ti ho già detto, il mio primo regalo importante. In tutta la vita. Davvero. Questa è una prova, un segno tangibile, di ciò che provo. Un segno che fa a pugni con te e con la paccottiglia che tanto ti piace. Ma vorrei ce tu lo accettassi. Primo perché vorrebbe dire che noi due possiamo stare assieme. Secondo.. Perché sarei sicuro che ogni volta che guarderai quell’anello mi penserai.”
Ilaria guardò il gioiello. Era un piccolo brillante, semplice, ma che riusciva davvero ‘a fare a pugni con lei’, come aveva detto Dom poco prima. Era semplice. Minimale. E quella sua semplicità lo rendeva bello, unico.
“Io voglio tornare a stare con te” continuò Dom. “Sai che non credo ai per sempre. E non ci credi nemmeno tu. Abbiamo preso troppi calci per continuare a crederci. Io prima di venire qui. Tu molto prima che tutto questo avesse inizio. Ma credo che quello che c’è tra di noi sia qualche cosa di immenso e puro, che va oltre una storia adolescenziale. Tutto quello che proviamo è troppo forte. Cristo! Mi fa paura stare senza di te. Ed è per questo motivo che stasera ti ho portata qui. Che ti ho fatta uscire con l’inganno dalla tua stanza. Che mi son messo a dire cose che normalmente non direi mai. Mettiti nei miei anni, un solo attimo. E capirai che quello che sto perdendo, se tu mi lasci è davvero troppo. Che tutto quello che abbiamo creato assieme in questi sei mesi, si distruggerebbe in un solo secondo. E io non posso e non voglio che questo accada. Davvero. Ti sto chiedendo una seconda opportunità. Quella che mi hanno dato Billy e Peter aiutandomi. Gli uomini più importanti della tua vita. Dammi la possibilità di diventarlo anche io. Non come padre. Non come il tuo migliore amico. Ma come il tuo compagno. Ti prego. Metti quell’anello e dammi la possibilità di tornare assieme. Davvero.”
Ilaria sollevò il capo e una lacrima scese veloce. Girò l’anello tra le dita e piano disse:
“Non posso.”
“Almeno tienilo. E promettimi di pensarci. Non voglio metterti fretta, ti ho saputo aspettare altre volte. Ti aspetterò anche questa” disse Dom cercando di guardarla negli occhi.
“Io.. Io devo andare..” e senza aggiungere altro corse via.
Dom chinò la testa. Si avvicinò all’autista e gli disse:
“La vada a prendere e la riaccompagni in albergo. Per favore.”
“E lei?” chiese l’autista.
“Chiamerò degli amici” e sorrise allontanandosi. 
Solo, sul pontile, guardava il mare mentre una leggera brezza gli scompigliava i capelli. Sentiva il rumore delle onde infrangersi sulla riva. La luce lontana del faro illuminava debolmente la zona… Ilaria era andata via. E lui era solo. Ci aveva creduto in quella serata. Aveva sperato, per un attimo di esserci riuscito. Ma non era così. Guardò la scatoletta vuota che teneva tra le mani e con un gesto di rabbia la buttò nel mare, scagliandola lontano. Poi si lasciò andare e affondò la testa tra le braccia cominciando a piangere, in silenzio.
Solo quando si fu sfogato prese il cellulare e, facendo il numero di Billy, tirando su col naso, disse all’amico:
“Bill.. Sono al molo. Passami a prendere. È fuggita via.

Aveva ancora il fiatone…
Aveva corso per il corridoio, con l’anello stretto nel pugno e con gli occhi gonfi di pianto. Ed ora era davanti alla sua porta. Indecisa se bussare oppure cercare un foglio e lasciare una lettera.
Fu più forte il bisogno di parlare a Dom che le fece bussare alla porta.
Quando il ragazzo aprì, Ilaria notò da subito che aveva pianto. Lui, quando la vide, asciutto, disse.
“Che cosa ci fai qui?”
Ilaria chinò la testa e disse: devo parlarti.”
Dom la fece entrare e poi chiuse la porta alle sue spalle. Poi voltandosi disse:
“Di cosa devi parlarmi?”
Ilaria sospirò. E piano disse:
“Ti devo raccontare una storia.. tu promettimi solo che mi ascolterai. Promettilo?”
Dom toccò il petto e sollevò due dita, chiudendo gli occhi. Poi fece cenno alla ragazza di cominciare a raccontare.
Ilaria prese fiato e disse:
“Il mio primo ragazzo si chiamava Dean. Aveva due anni più di me ed era il classico ragazzino ricco che provava tutto. Con lui ho concepito Hannah. E per colpa sua.. Ora siamo qui..”

Hamilton, quattro anni prima..

La musica a quella festa era davvero altissima. 
Ilaria era già ubriaca. Aveva bevuto di tutto. E si era fatta anche qualche canna. Truccatissima. Con i capelli ricci in disordine.
In quel periodo non stava per niente bene e quella sera sembrava davvero non riuscire a reggere nulla. Nemmeno gli effetti della canna e della sbronza. Sorrise, mentre camminava barcollando su per le scale. Chissà che avrebbe detto quella stronza di sua madre vedendola in quelle condizioni. La piccola principessa che aveva presentato in società vestita con un abito di Versace, truccata da bambola, che accennava sorrisi e beveva succo di frutta. Lei che non era così… 
Ma non era nemmeno quella ragazza che stava cercando un cesso per vomitare. 
Gli unici che sapevano che realmente era Ilaria erano le uniche due persone al mondo di cui si fidava: Peter Jackson e Fran Walsh. Loro che l’accoglievano nella loro casa a Wellington quando le cose non andavano bene. Loro che l’aiutavano sempre..
Entrò nel bagno. Vomitò. E pensò che da loro, così, non si sarebbe dovuta far vedere.
Quando uscì dal bagno entrò in una stanza caso, senza nemmeno bussare. Si buttò nel letto e sospirò. Aveva quattordici Cristo. Era una bambina. E giocava a fare la grande. Ma a chi la dava a bere? Era spaventata. Non s era spinta oltre con le droghe solo perché aveva paura degli aghi. E se fosse arrivata anche lì..
I suoi pensieri vennero interrotti da dei lamenti di piacere. E tra quei lamenti distinse un nome: Dean.
Avrebbe pensato che si trattasse di un'altra persona fino a che non sentì anche la voce del ragazzo. E capì che era il SUO Dean.
Si sollevò dal letto con uno scatto correndo nella camera affianco. E trovò lì il ragazzo, seduto, che sorrideva compiaciuto, mentre una ragazza si muoveva sopra di lui buttando all’indietro il capo.
La rabbia cieca s’impadronì di Ilaria che urlando si buttò sopra la coppia.
In futuro non ricordò mai bene quello che successe. L’unica cosa che ricordava come se fosse successa in quel momento era che, uno schiaffo di Dean le fece perdere l’equilibrio e lei cadde battendo la testa…

Si risvegliò all’ospedale. Dean l’aveva mollata lì ed era fuggito. Di lui non avrebbe saputo più nulla per molto tempo.
Quello che accadde in quelle ore cambiò la via di Ilaria.
Ricordava ancora che si era messa a sedere nel letto e aveva toccato la testa. E piano aveva chiesto, intontita dal colpo e non solo:
“Dove sono?”
“All’ospedale bambina. Hai dato una bella botta con la testa. Poteva andarti peggio sai?” rispose una dottoressa corpulenta, mentre sistemava qualche cosa guardando la sua cartella. “Cosa hai bevuto e fumato, ah? Non sei troppo piccola per farti di marijuana? E i tuoi lo sanno?”
“I miei genitori non sanno molte cose di me. Non mi stupirebbe se non sapessero che classe frequento. Non credo che sappiano che mi faccio di marijuana. E tanto meno che gli interessi” sorrise Ilaria tenendo una mano su una tempia.
La dottoressa guardò Ilaria con un lampo di pietà. E piano disse:
“Comunque.. È meglio che stai attenta a quello che fai. Specialmente nelle tue condizioni.”
Ilaria strinse gli occhi, perplessa. La dottoressa guardò Ilaria ancora con una nuova nota di pietà nel viso. E piano rispose:
“È meglio che li chiami i tuoi genitori cara. Devi dirgli che sei incinta”

I suoi genitori erano a Queenstown. Dean era scappato. Lei era sola ad Hamilton, in un ospedale, senza un soldo, senza un documento, incinta e disperata.
Le uniche persone che le venne in mente di chiamare erano loro: Peter e Fran. E lo fece.

Non disse nulla ai Jackson riguardo le sue condizioni. Quello che faceva, lo faceva per ferire la madre e il padre, non Peter e Fran.
Passò con loro due settimane di tranquillità. Con loro fu Ilaria. La ragazza che usava i maglioni più grandi di lei per nascondere le proprie forme di donna che cominciavano ad essere troppo tonde. La ragazza spaventata da tutto e da tutti. Che i genitori non capivano. E che doveva lottare per crescere, da sola.
Fino a che non arrivò la notizia della morte dei genitori…

Nella camera di Dom.. Quattro anni dopo…

Ilaria guardò Dom. e piano disse
“Ero sola. Ricca. I miei genitori erano ricchi. ma sola. Sola ad affrontare la prova più grande della mia vita. Mettere al mondo un bambino e dirlo alle uniche persone che mi premeva di non ferire. Giurai allora che non mi sarei trovata in quella situazione. Mai più…”
Dom le prese la mani e disse:
“Io non volevo farti del male.. Non sapevo..”
“Sono venuta io qui a chiederti scusa. Fammi parlare” sorrise Ilaria accarezzandogli il mento.
Dom si mise a sedere e la guardò inginocchiarsi davanti a lui e baciargli le mani. Una sensazione piacevole pervase il corpo del ragazzo che chiuse gli occhi e li riaprì piano, quando la ragazza disse:
“Perdonami perché ti ho messo alla stregua di Dean. Perché non ti ho ascoltato. Tu hai sbagliato, ma io ho sbagliato di più. Perché non ti ho detto che sono sta male anche io in questi giorni. E che mi fa male pensare che potrei perderti. Perché nemmeno io voglio perdere quello che abbiamo costruito assieme. E non credere che anche per me sia facile. Stare con una come è difficile. Lo so. Ma so che tu ci volevi provare. E io ti ho bloccato. Mi puoi perdonare. Perché io voglio stare di nuovo con te” e dicendo questo porse l’anello a Dom.
Il ragazzo prese la vera tra le mani e la infilò nell’anulare sinistro della ragazza e la baciò piano. Lei sorrise e sdraiandosi sopra di lui cominciò a spogliarlo.
Fecero l’amore, con tranquillità, assaporando ogni momento.
Si erano perdonati.

Quando le riprese di Lothlòrien terminarono tornarono a Wellington. Di quelle settimane passate lontano dalla loro ‘base’ ricordarono il trambusto di girare scene complicate, si, ma che comunque segnarono una tappa importante del loro viaggio.

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Capitolo 16
*** Il nove elfico: nove uomini, otto tatuaggi ***


Dopo la piccola digressione sulla vita di Ilaria

Dopo la piccola digressione sulla vita di Ilaria, ecco un altro capitolo. Spero che vi piaccia. Buona lettura. Niniel.

                                        Il nove elfico: nove uomini, otto tatuaggi.

Le riprese erano ormai giunte a metà e quindi arrivate a buon punto. Mancava solo metà del viaggio e la maggior parte delle riprese della ‘Compagnia’ e de ‘Le Due Torri’ erano state fatte. Mancava solo da girare ‘IL Ritorno del Re’, ma essendo il film più lontano in fatto di uscite, era quello che preoccupava di meno.
In quello stesso periodo arrivò Andy Serkis..
E in una rocambolesca corsa, Ilaria fu incaricata di andarlo a prendere all’aeroporto.

“Ilaria..” la chiamò Peter trovandola agli studi. “Meno male e che ti ho trovata… Mi dovresti fare un favore.”
“Dimmi papà!” sorrise la ragazza incrociando le braccia.
Peter sorrise e disse:
“Ti ho parlato del fatto che stiamo aspettando Andy Serkis, il doppiatore di Gollum?”
Ilaria annuì e Peter continuò:
”Dovresti mollare tutto e farmi l’immenso favore di andarlo a prendere all’aeroporto.. Arriva oggi!”
“OH DIO” esclamò Ilaria. “E a che ora arriva l’aereo?”
“Tra un’ora!” esclamò mortificato Peter.
“Avvertire prima no, eh? Il fatto che tu stia girando un colossal non ti da la scusa per diventare arteriosclerotico. Curati papà.”
Peter guardò la figlia e sorridendo la salutò con la mano. Infondo, se non ci fosse stata anche lei ad aiutarlo, quel film non sarebbe stato lo stesso.

Andy Serkis si rivelò un’ottima persona da subito. Parlò nella macchina con Ilaria dei metodi di ripresa utilizzati nelle riprese del film, dell’importanza de progetto e dei vari personaggi del cast…
“Presi tutti assieme sono una banda di pazzi scatenati. E poi, non credere, ma sono quelli più grandi i casinisti. Battono in curva i ragazzi dieci a uno. Davvero. E poi, dovrai fare l’abitudine al fatto di lavorare tra stregoni, orchi, nani e hobbit. E uomini, che si fingono normali ma che son più simili a dei pazzi scatenati. E poi c’è mio padre… Hai parlato con mio padre Andy?” chiese Ilaria guardando l’attore seduto accanto al posto di guida.
Andy sorrise e disse:
“Si mi ha detto qualche cosa riguardo il doppiaggio di Gollum.!”
Ilaria guardò perplessa l’uomo. Aveva parlato il giorno prima con Peter e si era accordato che, nel film, Gollum dovesse essere interpretato da un uomo.
“Credo che mio padre stia realmente diventando arteriosclerotico e si sia dimenticato di dirti che ormai non devi più doppiare Gollum. Ma dovrai recitare la sua parte.”
Andy sospirò e guardando Ilaria, chiese:
“Cosa?!”
“Non prendertela con me. Io vengo in pace.”
Chissà perché, ma ad Andy, quella storia non gli piaceva per niente..

Arrivarono sul set di Osgiliath…
La scena che Peter aveva deciso di girare non era presente nel libro(*), Ilaria lo sapeva. Ma sapeva anche che per girarla serviva Andy.
Appena entrati nel set, una costumista rapì l’attore e lo portò in una roulotte per provare un costume. Ilaria attese speranzosa fuori. Ma quando Andy uscì fuori non poté trattenersi dal sorridere.
“Anni di onorata carriera buttati al cesso” scherzò l’attore.
Ed era vero. Per facilitare le riprese col motion-capture, nuova frontiera nella lavorazione di un film, Andy doveva indossare una tuta bianca di lycra, con annesso cappuccio che aveva i buchi solo per il naso, la bocca e gli occhi. Certamente era molto comodo per gli addetti della Weta Digital lavorare con un attore in quelle condizioni. Lo stesso non poteva dire l’attore inglese..
“Benvenuto in Nuova Zelanda, Andy” rise Ilaria.
“Me lo potevi dire” rise a sua volta Serkis.
“GIURO! Non lo sapevo”
Proprio in quel momento arrivò Peter che vedendo Andy già pronto, disse:
“Allora sei già pronto!” e avvicinandosi, porgendogli la mano disse, sembrando la copia di Sean Connery in ‘007’ quando arrivavano il momento delle presentazioni. “Piacere. Io sono Jackson. Peter Jackson. Grande capo di questa accozzaglia di questi pazzi scatenati.”
“Augh!” fece Ilaria e continuando a braccia conserte disse: “E anche un grandissimo bastardo direi. Ti pare che fai venire una persona direttamente dal vecchio continente per farlo vestire in questo orripilante modo. Dai papà. Hai quasi quarant’anni. Contieni la tua indole infantile.”
Peter guardò la ragazza da dietro gli occhialini e piano disse, voltandosi verso Andy.
“Avrai capito che lei è mia figlia. È pazza solo perché da piccola ne hanno fatto vola vola e lei ha sbattuto la testa contro il soffitto e non è stata ripresa in caduta. Non è cattiva però. Almeno sino a che le diamo le sue medicine… Infatti, se un giorno ti dovesse capitare di vederla quando non le ha prese scappa”
Ilaria guardò torvo i padre. Sapeva che quando voleva sapeva essere anche meglio di Dom, quindi, intuendo che tirava una brutta aria, diede una pacca sulla spalle di Andy e disse:
“Piacere di averti conosciuto Andy. Credo che ci sarà modo di rivederci in futuro.”
“Lo spero” sorrise l’attore salutandola con un cenno di mano.
“Io allora vado. So che sei in buone mani. Almeno spero..” disse Ilaria ridendo, allontanandosi dai due.
Anche l’ultimo protagonista era arrivato.

“Siamo nove membri. Abbiamo la possibilità di avere un simbolo per ricordarci in futuro.. E non ce lo facciamo tatuare? Io credo che sia un’idea fantastica” disse Billy in un pub, un sabato sera di fine giugno, sorseggiando Guinness.
“Io ci sto” disse Dom.
“Facciamolo davvero, però” intervenne Elijah.
“Certo!” disse Orlando.
“Il problema sta nel vedere se Ian e John lo faranno il tatuaggio” intervenne Viggo.
“Ian non credo che abbia problemi.. John invece..” disse Sean B. titubante.
“Sapevo che aveva paura di vedere sangue” disse Orlando.
“Anche io lo sapevo!” disse Dom. “Non credo che sarà facile convincerlo!”
“Ma alla fine ci starà. Sarà il nostro simbolo…” disse Billy.
“E Sean Astin?” chiese malizioso Dom “Farà o no il tatuaggio”
Sean fece una smorfia e con un accento americanissimo disse:
“Certo!!”
Tutti risero.
Ilaria guardava i ragazzi con sguardo apprensivo. Dom, se ne accorse e cingendole le braccia disse:
“Perché sei preoccupata? Se vuoi lo fai anche tu il tatuaggio assieme a me.. Decido io la parte e sto a guardare tutto il tempo..”
“Cioè.. Stanno assieme e lui fa sempre il maniaco” sorrise Billy.
Ilaria sorrise di rimando all’affermazione del ragazzo e disse:
“Non mi piacciono i tatuaggi.”
In effetti era vero. Dom, una sera, aveva osservato Ilaria mentre dormiva e aveva notato che non aveva un solo segno nel suo corpo, che testimoniasse gli anni di ribellione. E guardandola malizioso, chiese:
“Come mai odi così tanto i tatuaggi?”
Ilaria sorseggiò la birra che aveva tra le mani e disse:
“Semplice. Li trovo troppo definitivi. E poi.. Se mi stufo. Avere una cicatrice perché lo voglio togliere non è bello.”
Orlando la guardò e piano disse:
“Io lo so perché hai paura dei tatuaggi!”
Dom, colpito dall’affermazione del londinese, disse, fingendosi offeso:
“Hai il coraggio di rivelare i tuoi segreti a Orlando Bloom e non Dom Monaghan.. Il tuo ragazzo.. L’uomo della tua vita.. Il padre dei tuoi figli..”
“E smettila!” rise Billy dandogli uno spintone. Poi guardò Orlando, non curandosi dello sguardo omicida di Dom e disse: “Continua Ob.”
Orlando, come suo solito, fece un gesto teatrale, facendo ridere i ragazzi attorno a lui e piano disse:
“Ilaria, una sera, mentre mi preparavo, parlava con una costumista..”
“Quella carina a cui stai facendo il filo da marzo?” intervenne Laij di fondo, interessato più alla notizia della costumista che all’aneddoto raccontato da giovane londinese.
“MA RIUSCIAMO A NON FAR GLI IDIOTI PER ALMENO UNA DECINA DI MINUTI” chiese Billy cercando di esser serio, ma si tradì ridendo a sua volta. “Per piacere Ob.. Continua.”
“Allora. Ero nella roulotte che mi stavo cambiando..”continuò Orlando presagendo un’ennesima interruzione che, infatti non si fece attendere.
Dom, cogliendo la palla al balzo, guardò torvo Ilaria e disse:
“Eri nella stessa roulotte di Orlando? E lui si stava cambiando..?”
“Che vuoi che ti dica.” Fece Ilaria facendo la va “È un gnocco di prima qualità.. Se ho la possibilità, visto che ho il disonore di vedere il tuo ‘fisico’ (e fece il segno delle virgolette con le dita) tutte le volte che voglio.. guardo Orlando e sbavo.. E sono certa che in futuro sarò tra le donne più invidiate del pianeta. Cosa che non accadrà se dico di aver visto nudo te.”
“Te le vai a cercare amico” disse Billy dando delle piccole pacche a Dom, sulle spalle. 
“EH! Un po’ si!” fece Elijah comprensivo.
“Ma senti questi..” fece Dom scotendo la testa.
“POSSO CONTINUARE?” si intromise Orlando alterato.
“Continua!” dissero tutti in coro.
Orlando schiarì di nuovo la voce. E piano disse:
“Allora… Ero nella roulotte, quando, dopo aver tolto la casacca del costume di Legolas, la costumista mi dice che il tatuaggio che ho nella pancia…”
“Allora non hai tenuto fede alla promessa di rimanere vergini fino al matrimonio..”
“Bloccami un’altra volta e ti uccido Monaghan” disse Orlando puntando l’indice contro Dom e ridendo per la battuta dell’amico.
“Se me lo dici così Orlie, non ti posso resistere” scherzò ancora Dom, ma Billy le assestò un ceffone sulla testa assieme ad Ilaria dicendo cine lei, all’unisono:
“La vuoi smettere di fare l’idiota una buona volta?”
“Qua si fa notte se si continua così!” affermò Sean A. guardando rassegnato il gruppo di amici.
“È inutile con loro essere seri” disse poi Sean B.
“L’ho capito da quando sono arrivato che è come combattere con i mulini a vento. Specialmente con Dom” affermò Viggo serio.
“MA SE SEI QUELLO CHE FA PIÙ CASINO DI TUTTI NOI MESSI ASSIEME!”affermò Dom punto dall’affermazione del ramingo.
“Si. Ma per raggiungere i tuoi livelli ci vuole una scuola apposita” intervenne Elijah.
Orlando, ormai allo stremo, alzò gli occhi al cielo e disse:
“Arrangiatevi..”
“Stanno facendo tanti giri..” disse Billy.
“Appunto..” disse Orlando rassegnato.
La situazione era diventata caotica. Al tavolo ognuno diceva quel che voleva e Ilaria, disse pacata, riuscendo ad intromettersi nell’unico momento d quiete:
“Tutto ‘sto casino per scoprire che ho capire che ho paura degli aghi”.
Tutti si voltarono a guardarla e poi scoppiarono a ridere. 
Certo che affrontare le proprie paure con quelli lì era davvero mortificante.

Era mattina presto. Erano stati in un parcheggio per tutta la notte, a girare la scena dei cancelli di Moria, soffrendo il freddo nel parcheggio dove era stato allestito il set, con tanto di fiume annesso. Ed ora nel pulmino, dove stava la Compagnia al completo, Pete e Ilaria regnava un’irreale silenzio.
Fu Dom a rovinare l’atmosfera, cercando di poggiarsi sul seno della ragazza ogni qualvolta le si avvicinava.
“Dom se non la smetti ti uccido!” disse Ilaria fingendosi minacciosa.
“È peggio dell’ape col miele” disse Sean A. guardandolo perplesso.
“Con tutto questo ben di Dio a portata di mano vuoi che non ne approfitti in un momento di bisogno?” chiese Dom all’amico indicando scherzoso l’abbondante seno della ragazza.
Ilaria, alla provocazione, rispose attaccando. E mentre riempiva Dom di pizzicotti e di sberle sulla nuca (e Orlando ed Elijah aprivano le scommesse per puntare sul vincitore) Billy, con un grosso sbadiglio, disse:
“Lasciale almeno un lembo di pelle sano. Altrimenti stasera salta l’appuntamento dal tatuatore.. E noi siamo pure gli ultimi rimasti” e si passò una mano sugli occhi.
Dom bloccò le mani della ragazza e cercando di baciarla disse:
“Dai vieni a farmi compagnia stasera..”
Ilaria ridendo si scansò, evitando il bacio del ragazzo e, mollandole l’ultimo ceffone sulla testa disse, cercando di essere seria (un’impresa davvero titanica, potete giurarci):
“Si così svengo. Solo il rumore dell’aggeggino per fare il tatuaggio mi fa svenire.”
“Casomai aggeggione” puntualizzò Elijah. “Comunque è meglio affrontarle le proprie paure. A me mi ha aiutato Ian. Vero?”
“Uhm uhm!” annuì lo stregone sorridente.
“Voleva che gli tenessimo la mano per tutto il tempo” rise Sean B.
“AH!AH!” fece Lij facendo il verso al collega. “È solo che il mio tatuaggio è nella parte più delicata di quello di tutti gli altri.”
“Io lo fatto nel polso. E non è una passeggiata” disse Orlando per puntualizzare che anche lui aveva fatto il tatuaggio.
“E io? Che cosa devo dire io che l’ho fatto nella caviglia?” saltò su Sean A.
“Niente in confronto a dove l’ha fatto Elijah” disse Sean B.
Ilaria guardò interessata il ragazzo e disse:
“Ora sono proprio curiosa di sapere dove hai fatto il tatuaggio Lij..”
“SE GLI E LO FAI VEDERE TI UCCIDO!!” disse Dom facendo ridere gli amici.
“Perché?” chiese Ilaria stupita.
“Se un giorno dovessi venire a conoscenza del posto dove Lij ha fatto il tatuaggio, sarà solo grazie ad internet. E non perché te lo ha fatto vedere lui dal vivo!” continuò Dom sedendosi bene e incrociando le braccia al petto mettendo il broncio, come fanno i bambini.
“Ecco perché hai insistito tanto affinché non lo mostrassimo a nessuno” fece Orlando puntandogli l’indice contro.
Nel pullman si creò un grande parapiglia mentre tutti si alzavano per sbeffeggiare Dom. gli unici che rimasero al posto furono Ian, John, Ilaria e Peter.
I primi due per tenere alta la serietà in mezzo a quegli scriteriati; Ilaria solo per non morire schiacciata; Peter perché dormiva della grossa.(*)

“Fermo!” disse Ilaria armeggiando un barattolo di vaselina dietro le spalle di Dom.
“Cerca di capire. Non è normale per me sapere che qualcuno usa la vaselina ed io non posso vedere esattamente come” disse Dom cercando di guardare Ilaria mentre stava disteso sul letto.
Ilari le diede un colpo al sedere e disse, ridendo.
“Sto assieme ad una maniaco, me lo devo sempre ricordare..”
“Io non sono un maniaco. sono solo un uomo preoccupato della sua virilità” disse Dom sorridendo malizioso.
“SHHH! Non ti ho detto io di fare quel tatuaggio. Lo sapevi che queste cose vanno pulite con la vaselina(*)” 
“Ma tu guarda che bambina maliziosa” disse Dom mentre Ilaria, con un pezzo di cotone fermo a mezz’aria, disse, fingendosi contrariata dall’affermazione del ragazzo:
“Io sono quella maliziosa? Io?” e poggiò il pezzetto di cotone sulla spalla di Dom che socchiudendo gli occhi, in una smorfia di dolore disse:
“Piano. Mi fa male”
Ilaria sorrise chiese, sempre passando la vaselina sul disegno del nove elfico:
“Cosa è entrata per caso? Una scheggia?” e dandole una pacca sul sedere disse: “Finito”
Dom si sollevò e disse, facendo il verso alla ragazza:
È entrata per caso una scheggia?” e mettendo una maglietta continuò: “Donna tu non puoi conoscere questo dolore!”
“Infatti ne conosco uno peggiore. Quello del parto. E non credo che sia proprio la stessa cosa” rispose Ilaria sistemando le cose che aveva usato.
“Sempre a farmi a pezzi eh!” chiese Dom cingendole la vita e baciandole il collo.
“Certo!” sorrise Ilaria voltandosi. “E non smetterò fino a quando non mi permetterai di vedere il tatuaggio di Elijah..”
Dom si grattò la barba facendo finta di pensare disse:
“Farti vedere il tatuaggio del bel Frodo… Fammi pensare.. NO!”
“Ma dai!! È solo un tatuaggio” disse Ilaria sorridendo.
“Non è il tatuaggio. È la punto dove sta il tatuaggio che non mi piace..” ammise Dom allontanandosi.
“Ma dai.. Solo uno sguardo!” disse la ragazza implorante, ridendo però della reazione del compagno.
“Abbiamo giurato di non farlo vedere agli estranei..” aggiunse Dom ridendo a sua volta. Infondo ne stava uscendo una scenetta esilarante da quella storia del tatuaggio.
“Ma io non sono un’estranea…” disse Ilaria col broncio.
Dom si voltò, la guardò e prendendola in braccio, disse:
“Non credo proprio” e facendo ridere la ragazza entrò in camera e prima di buttare la ragazza sul letto, chiuse la porta con un calcio.



(*) La scena di Frodo e Sam a Osgiliath, è stata introdotta dal regista. Una scena che non apprezzo completamente. Perché ha messo in cattiva luce una delle poche persone che non sono state attratte dall’anello. Ma questa è una divagazione. Peter Jackson e sceneggiatrici, cinematograficamente parlando, hanno fatto una bellissima scena. Magari a me non piace ma molti l’hanno stimata e io li rispetto (scusate la divagazione)
(*) Questa nota la scrivo per chiedervi un favore. È da ormai tre anni, forse quattro, che ho saputo dell’esistenza di questi tatuaggi. So che Orlando Bloom lo ha fatto nel polso; Dominic Monaghan nella spalla destra (se non sbaglio); Elijah Wood nel pancino, molto, molto in basso. L’unico che ha ammesso di averlo fatto in una zona delicata, impossibile da far vedere in pubblico è stato sir Ian McKellen. John Rhys Davies non l’ha fatto. Sapreste dirmi dove lo hanno fatto gli altri, visto che ho cercato notizie ma non se ne trovano più? (sono pazza lo so ^__^ ma è una che volevo sapere. Specialmente per quello di Viggo Mortensen. C’è una scommessa di mezzo. Eheheheheh!) 
(*) Piccola precisazione. Non ho tatuaggi perché la paura di Ilaria degli aghi è una delle mie fobie date in prestito alla protagonista visto il contesto. So però che per disinfettare, per chi non lo sapesse, il tatuaggio si usa la vaselina. Se qualcuno di voi sapesse il contrario.. Beh! Non credo sia importante era solo un modo per darvi un’informzione sulla storia (si vede che sto male. Sto facendo osservazioni inutili o_O)

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Capitolo 17
*** I miei primi diciotto anni ***


Non credevo che avrei scritto questo capitolo durante la mia ricaduta

Non credevo che avrei scritto questo capitolo durante la mia ricaduta (saranno due settimane che sono influenzata, oramai.)
Quello che vi apprestate a leggere è un capitolo che non sapevo se pubblicare. Infatti dovrei alzare il raiting della storia solo per questo. Vorrei avvisare chiunque che in questo capitolo, per me, c’è una scena molto forte, che riguarderà la protagonista. Chiedo quindi a chiunque di scusarmi. E consiglio la lettura di questo capitolo a persone un po’ grandi. Magari è una stronzata, visto quello che passa in tv al giorno d’oggi. Ma credo che anche quello sia un motivo per cui chiedo a chiunque è minorenne di non leggerlo.
La scelta della data di nascita è dovuta al fatto che volevo che la protagonista avesse il mio stesso segno zodiacale. Il cancro. Sono vanesia lo so. Ma non potevo farla nascere il mio stesso giorno, che guarda caso è lo stesso in cui è nata Liv Tyler.. Ma non sono lei purtroppo. Sigh!
Ps: grazie Vampyre che appena pubblico un capitolo metti subito una recensione. Mi fa davvero piacere. E sono contenta che ti piaccia il personaggio di Billy. È uno dei miei preferiti, sia nella fic, che nella realtà.
Ps2: grazie Fefe per gli auguri di pronta guarigione. Una bacio anche a te.
Ps3: quani anni hai Paddina??^__^


                   16 LUGLIO 2000: I MIEI PRIMI DICIOTTO ANNI.



La mattina del suo compleanno, Ilaria fu costretta ad alzarsi prestissimo. I bambini, come ogni volta avevano preso tutti e tre l’influenza e Fran non poteva andare sul set. Decise quindi di mandare l’unica persona capace di fare le sue veci.. Ilaria.
E così, alle quattro del mattino, sistemando Hannah, ancora addormentata, nel sedile posteriore, tra uno sbadiglio e un altro, accese la macchina e si avviò verso la casa dei Jackson, dove Fran, commossa come ogni 16 luglio riusciva a commuoversi, fece gli auguri alla figlia e prese in custodia la piccola Hannah, salutando il marito che lasciò la casa assieme ad Ilaria.
Sarebbe stato un giorno pieno, con molte scene importanti de ‘La Compagnia dell’Anello’ da girare e anche qualche nuova scena de ‘Il Ritorno del Re’.. E naturalmente il famoso making of del film, che quel giorno più degli altri incombeva sulla loro testa.

Entrò nella roulotte degli hobbit che non avevano cominciato a mettere i piedi di lattice.
Quando Billy la vide, ridendo, le si buttò al collo, dicendole:
“Auguri piccola”
Elijah accortosi dell’arrivo della ragazza proprio mentre Billy le faceva gli auguri, scansò lo scozzese e abbracciandola fortissimo, disse:
“Auguri stella.”
Ilaria accolse gli abbracci dei ragazzi sorridendo e sarcastica disse:
“Se continuate a stringermi così, finisco col non arrivare viva al 17 luglio e sorridendo dolce, disse: “Comunque grazie.”
Sean si avvicinò e abbracciandola disse:
“I miei migliori auguri, Ila” e le baciò una guancia.
In quello stesso momento arrivò Dom che, facendo il pazzo come suo solito, disse, scansando Sean e abbracciando Ilaria disse:
“Ehy! Ehy! È la mia ragazza! Andateci piano con le effusioni” poi voltandosi e baciandola, disse: “Di nuovo auguri, amore.”
Billy sorrise e malizioso disse:
“Come mai di nuovo auguri? Avete dormito assieme, ah?”
“In Scozia non sono arrivati i cellulari dev’essere, dato che Bill non ne conosce l’utilizzo, oltre quello della PlayStation” disse Dom sorridendo. “Le ho mandato un sms alle tre. L’ora che è nata. Volevo essere originale. E ci sono riuscito…” e fece una linguaccia all’amico.
“Uhm! Ancora con questa storia della PlayStation?” si lamentò Billy. “Guarda che nemmeno tu sei un grande giocatore..”
“Sempre meglio di te. Sai che ha fatto due sere fa, dopo che te ne sei andata?” chiese Dom guardando Ilaria. “ Ha deciso di voler giocare anche lui stavamo giocando a Fifa 2000, quel gioco che abbiamo regalato ad Elijah.. Sai che cosa ha fatto. Mi ha fatto perdere per forfait. Invece di corre con la X usava il . E sai a che cosa serve il ? A entrare con tackle aggressivo. Ha falciato tutti i giocatori della squadra avversaria. E ha fatto eliminare il Manchester dalla Champions League. Cose da pazzi.”
Ilaria rideva. Billy faceva strane smorfie, mentre tutti si tenevano la pancia dal troppo ridere..

Ilaria guardava sul portatile i nuovo copioni da correggere. Dom si avvicinò e abbracciandola, le baciò il collo e le disse all’orecchio:
“Stasera non possiamo fare l’amore vero?”
Ilaria sorrise maliziosa e togliendo gli occhiali, chiuse il portatile e disse:
“No! A quanto pare stasera avrò ospiti a cena. E visto l’orario a cui mi sono svegliata, questa mattina, non credo che potrei reggere alla tua passione.. Mi spiace” e ridendo le diede un piccolo bacio sulle labbra.
Dom sorrise e con voce suadente disse:
“Possiamo farlo ora!” 
Ilaria lo guardò mordendosi il labbro e curiosa, disse:
“E dove, di grazia?”
Dom le passò la bocca sul collo e le disse all’orecchio:
“Qui? Dove sennò? Nella sala del trono di Gondor?”
Ilaria sorrise e disse:
“E se ci scoprono?”
“Ho pensato a tutto. Billy ed Elijah faranno da palo fuori, tenendo lontani ospiti indesiderati”
“Perché continuo a farti domande idiote me lo chiedo.. Dopo un anno assieme dovrei essermi abituata a questa tue trovate..” rispose Ilaria compiaciuta, baciando la bocca di Dom.

“Non credi che ci sentiranno?” chiese Ilaria guardando il ragazzo.
“Se facciamo piano no!” rispose Dom baciandole il mento.
Continuarono a baciarsi a lungo. Il ragazzo prese il viso della ragazza tra le mani e dolcemente cominciò a darle piccoli baci, movendosi, delicatamente sopra il corpo di lei.
Alla fine, quando l’ultimo sospiro di Ilaria venne fatto morire sulla spalla del ragazzo, Dom sorrise e disse, baciandole la fronte:
“Ti amo”
“Anche io” rispose lei stringendosi al ragazzo.

Alle otto, quando gli attori cominciavano a svestire i panni del personaggio che per tutto il giorno avevano impersonato, Ilaria salì in macchina e si diresse verso casa.
Accese lo stereo e cominciò a cantare sulle note di ‘Wonderwall’ degli Oasis. 
Today is gonna be the day 
That they're gonna throw it back to you 
By now you should've somehow 
Realized what you gotta do 
I don't believe that anybody 
Feels the way I do about you now
(*)”
Mescolò qualche cosa lentamente e accese un altro fornello. E poi andò a prepararsi.
Fu allora che sentì suonare alla porta. Si avvicinò alla porta e l’aprì, senza nemmeno guardare chi fosse e disse allegra:
“Ragazzi! Ma che ci fate qui. Avevo detto alle nove. Sono appena le otto e mezza.
“Ciao Ilaria..”
Ilaria si voltò. Davanti a lei un mazzo di rose, i fiori che lei odiava più di tutti.
E davanti a sei un uomo che non era Dom.

Dean la guardò. Dopo cinque anni di silenzio, quella che si trovò di fronte era una giovane donna, diversa dalla ragazzina sbandata che aveva conosciuto. Dei boccoli ribelli non rimaneva nulla, al contrario, un elegantissimo nodo raccoglieva la chioma liscia. Un abitino scuro a bretelline con sopra un copri spalle dello stesso colore. Alle orecchie la stessa paccottiglia che era solita portare a parte un leggero brillare all’anulare sinistro.
Ilaria a sua volta guardò il ragazzo che aveva di fronte. Spento nel viso, invecchiato anzitempo, con mani non sicure, tremanti. Di Dean, il ragazzo di cui tutte si innamoravano, che se ne fregava di tutto, rimaneva solo un tenue ricordo, troppo sbiadito anche nella mente di Ilaria.
“Che ci fai qui?” chiese la ragazza sorpresa e un po’ spaventata.
Dean sorrise e porgendole le rose disse:
“Auguri!” e piano disse: “È il tuo compleanno oggi..”
“Si!” sussurrò la ragazza prendendo le rose.
Dean si avvicinò stava per baciarla, quando Ilaria si scansò. Ilaria aveva sognato quel momento ma non così. 
Voleva rivedere Dean da quella volta che l’aveva abbandonata all’ospedale, ma non per saltargli al collo e riempirlo di baci come forse lui si aspettava. No! Voleva gridargli contro tutto l’odio che aveva nei suoi confronti, tutto il dolore che aveva provato quando lui l’aveva lasciata quando aveva deciso di vivere la sua vita.
Si avvicinò al lavandino. Riempì un vaso d’acqua e vi mise le rose, nel mentre Dean si era messo a sedere nel divano, guardando le foto nella libreria. Una in particolare attirò la sua attenzione. Era una foto che aveva fatto Viggo qualche mese prima, molto bella, che ritraeva lei e Hannah sorridenti. Ilaria adorava quel ritratto e per quello le aveva dato quella collocazione, affinché chiunque si mettesse a sedere nel divano potesse vederla.
E Dean la vide. Si sollevò dal divano e si avvicinò alla libreria, prendendo sorridente la foto. E facendola vedere anche ad Ilaria, disse, felice..
“Lei è..?”
“Hannah. Si chiama Hannah” disse Ilaria asciutta.
“Hannah” sorrise ancora guardando la foto e accarezzando la parte della bambina, mentre quello strano senso di malessere che aveva preso la ragazza da quando era entrato il ragazzo in casa si era impossessato di lei, continuava a crescere.
“Ti somiglia, sai?” disse Dean guardando Ilaria.
“Non sei il primo a dirmelo” disse sempre più dura la ragazza.
“Hannah. È un nome bello. Semplice. E lei.. Dov’è? Dorme?” chiese Dean guardando verso il corridoio buio.
“No! È a casa di Peter con Billy e Katie” rispose Ilaria avvicinandosi e prendendo la foto dalle mani del ragazzo per riporla nella libreria. E poi, incrociando le braccia, guardando Dean dritto negli occhi, disse: “Si son presi loro cura di tua figlia, dopo che tu te ne sei andato via. Ero sola. Sai? I miei sono morti dopo una settimana che ho scoperto di aspettare Hannah. Dopo una settimana che tua madre mi ha sbattuto la porta in faccia dandomi della puttana, pur di difendere il suo bambino…” e lentamente si allontanò da Dean. Qualcosa gli e lo consigliava. Ma non sapeva cosa.
Dean sospirò e voltandosi, guardandola allontanarsi, disse:
“Come mi puoi giudicare. Ero un ragazzino. Avevo poco più della tua età ora…”
“Anche io ero una bambina. Eppure non mi son tirata indietro” rispose Ilaria.
“Non ti ho chiesto io di mettere al mondo la bambina” attaccò Dean, guardando Ilaria.
“Certo che non me lo hai chiesto.. Sei fuggito prima di potermelo dire” disse Ilaria sarcastica avvicinandosi ai fornelli e spegnendo il gas.
Dean la seguì e la guardò mentre armeggiava tra i fornelli. E piano disse:
“Sei una donna, oramai. Si vede da come ti muovi.. Da come parli”
“Che cosa vuoi Dean?” chiese ilari pulendosi le mani con un telo.
“Che?” chiese stupito il ragazzo.
“Se sei venuto qui hai sicuramente bisogno di qualche cosa. Spara” disse Ilaria lanciando il telo sul lavandino.
Dean sorrise, Ilaria si rese conto che tratteneva a stento la rabbia. Era molto più tirato da quando era arrivato.
“Il tuo vecchio sta facendo un film. Quello su quel libro che ti piaceva tanto quando eri una ragazzina..”
“Se sei venuto per chiedere soldi a me o a Peter, hai sbagliato indirizzo. Mio padre ha messo soldi in gioco per questo progetto, non creo che gli avanzi qualche cosa da prestarti..” disse telegrafica Ilaria.
“Io ne ho bisogno” disse Dean stringendo i pugni. “Tu non sai in che situazione mi trovo. Mio padre mi ha tolto il vitalizio da quando ha lasciato la mamma.. Ho bisogno di un aiuto.”
“Mi spiace. Non posso aiutarti. E se ora vuoi andartene. Mi faresti un grosso favore. Sto aspettando degli ospiti. E non voglio che ti trovino qui.”
“Sei diventata la puttana degli attori del film di tuo padre?”
“Se lo sono o no sono solo cazzi miei. A te non importa” sibilò Ilaria stringendo gli occhi. 
“Non hai nemmeno rispetto per nostra figlia…” disse con disprezzo Dean.
“NOSTRA FIGLIA? NOSTRA FIGLIA? MIA FIGLIA VORRAI DIRE. O TI DEVO PER CASO RICORDARE CHE SONO STATA IO A CRESCERLA IN QUESTI QUATTRO ANNI, MENTRE TU TE LA SPASSAVI IN FRANCIA, MENTRE IO SPUTAVO SANGUE, PER VIA DELLA GENTE E DEL SUO MODO DI PENSARE…”
Ilaria venne bloccata da uno schiaffo di Dean. Si mantenne la parte offesa e gridò ancora:
“MA SEI MATTO?”
Un ennesimo schiaffo di Dean colpì il viso di Ilaria, facendola cadere e sbattere lo zigomo allo spigolo di un mobile della cucina. Ilaria sentì il calore del sangue mentre questo lento scendeva sulla guancia e dal labbro.
Spaventata, con le lacrime, si sollevò e cercò di raggiungere la porta per scappare chiedere aiuto. Ma Dean fu più veloce. E bloccandola per i capelli, la tirò vicino. Alcuni capelli si strapparono, lasciando Ilaria stordita per via del dolore intenso. Con le lacrime agli occhi guardò Dean e piano disse:
“Basta ti prego. Basta.. “
Fu inutile anche chiederlo. Dopo quell’implorazione, un pugno colpì il viso della ragazza, facendola cadere di nuovo. Rimase a terra, inebetita dal pugno, spaventata, bagnata dal sangue e della lacrime. Sentì un ancora un dolore fortissimo. Dean, ormai impazzito, schiacciava la mano di Ilaria che urlava mentre tre dita cedevano sotto il peso della scarpa. A quell’urlo un’ondata violenta di calci al ventre investì Ilaria, che disperata, col braccio dove la mano non era stata rotta, cercò di coprirsi.
Cedette anche l’osso del braccio. E Ilaria pensò che fosse finita. E senza nemmeno urlare si lasciò andare. 
E tutto divenne buio…

Elijah chiuse la portiera, ridendo assieme a Dom e Orlando. Billy scese subito dopo e voltandosi verso il piccolo giardino di Ilaria, chiese:
“Come mai la porta di casa di Ilaria è aperta?”
Dom, Orlando ed Elijah si voltarono e guardarono la porta spalancata e correndo entrarono..

Trovarono Dean che ancora prendeva a calci Ilaria, svenuta nel pavimento. Orlando e Dom, senza controllarsi, cosa strana specialmente per il giovane londinese, saltarono addosso a Dean e con rabbia cieca lo cominciarono a colpire, mentre Billy terrorizzato teneva il viso di Ilaria che era ormai più simile ad una maschera di sangue.
Nello stesso momento arrivarono Sean A, Sean B., Viggo, Ian e Andy. Davanti alla scena che si presento rimasero prima sconcertati, poi, cominciarono a dare i primi soccorsi alla ragazza.
“Ragazzo che c’è qui?” chiese sir McKellen avvicinandosi a Billy, che con le lacrime agli occhi disse:
“L?ho chiamata ma non risponde” 
la faccia dell’uomo si contrasse in un espressione simile a quella di Gandalf quando succedeva a qualcosa di imprevisto. E piano disse:
“Billy. Devi chiamare un ambulanza. Potrebbe essere una cosa più seria di quello che sembra. E tu…”
Stava rivolgendosi a Viggo, ma l’uomo era scattato via e si era buttato addosso a Dean, appena graziato da Sean A. ed Elijah che avevano bloccato Orlando e Dom, colto da un attacco d’ira nel momento in cui aveva sentito le condizioni della ragazza dalla bocca del collega.
Fu difficile per tutti quelli presenti non spaccare la faccia al ragazzo, ma in quel momento era più importante Ilaria.

Peter, Philippa e Fran stavano lavorando, mentre i bambini dormivano al piano superiore, quando il telefono squillò.
Peter si sollevò sorpreso e rispose.
Non disse una sola parola, ma quando chiuse il ricevitore, Fran, spaventata chiese.
“Pete? Che è successo?” 
“Ilaria.. È tornato Dean. L’ha pestata selvaggiamente. Ora è all’ospedale. I medici la stanno visitando…” e in quel momento una lacrima bagnò il viso sempre sorridente del regista.
“Pete? Ilaria è viva vero?” chiese Philippa piano.
“Andiamo all’ospedale” disse il regista con occhi lucidi e abbracciando la moglie pianse forte.



(*)Oggi è il giorno/ nel quale loro te lo rinfacciano/ ora dovresti aver capito in qualche modo/ cosa devi fare/ non credo che qualcuno/si senta come me nei tuoi confronti ora

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Capitolo 18
*** Ritorno dall'inferno ***


Paddina

Paddina, spero di ricordarmi di farti gli auguri, però… Hai scritto alla tua veneranda età in una recensione.. E io che devo dire… 23 anni. Non sono pochi..^^
Dopo la performance di Orlando e Dom, come ha detto Vampyre, da giustizieri della notte, arriva il nuovo capitolo…
So che scrivere che era meglio non leggere il capitolo, lo penso ancora. C’è già troppa violenza in giro, ci vorrà anche questa.. Ecco perché non volevo scriverlo. E ho messo meno cazzotti in mezzo, dato che nella scena originale, Ilaria, ne usciva molto peggio. Comunque. Un po’ di silenzio ora. Siamo in un ospedale…



                                                                      Ritorno dall’inferno…

Billy e Dom stavano in silenzio, mentre Elijah teneva la testa tra le mani. Orlando, con gli occhi lucidi, colpiva ripetutamente la macchinetta del caffè che, quesi volesse farlo apposta, aveva deciso di mangiarle i soldi. Ian McKellen camminava avanti e indietro, in silenzio, senza curarsi di nessuno. Andy fissava un punto lontano da se e Sean A, scuoteva la testa mentre Sean B diceva:
“Io non capisco perché. Perché picchiarla in quel modo, perché continuare ad infierire anche quando era priva di sensi. E il fregarsene quando Orlando e Dom lo hanno aggredito. non lo so. Mi sento svuotato..”
In quello stesso momento Orlando, perdendo il controllo, diede un calcio fortissimo alla macchinetta facendo trasalire Billy seduto, pensieroso, lì vicino. Bernard Hill, appena arrivato con Mirando Otto, cinse le spalle dell’attore e piano disse:
“Tranquillo, ragazzo. Tranquillo. La macchinetta non c’entra niente con questa storia”
Orlando scosse la testa e alzò gli occhi lucidi. Guardò Dom, seduto poco più in là. Silenzioso, le mani che le reggevano la fronte e un leggero fremito che lo scuoteva.
Lui era il ragazzo di Ilaria. Eppure.. Non aveva fatto come Orlando. Non aveva cercato di spaccare il mondo come stava facendo Ob. Stava da solo, da una parte. In silenzio, singhiozzando. Ilaria era sua. E l’amava. Ma non per questo aveva dato la colpa a chiunque per quello che era successo.
Lui era il ragazzo di Ilaria. E anche se non reagiva in maniera spettacolare, non voleva dire che non amasse Ilaria…
E questo bruciò ad Orlando.

Peter arrivò trafelato. Lo seguivano Philippa e Fran e con loro i bambini. Hannah, quando entrò nella sala dove erano stati ospitati, vide Dom piangere e correndo, chiese, buttandosi addosso al padre:
“Papà.. Dov’è la mamma? Devo dille che non ho più la flebbre…”
Dom sorrise tra le lacrime e stringendo la bambina, pianse più forte. Elijah, sorridendo ad Hannah, le disse, prendendola in braccio.
“Che ne dici se tu Billy e Katie venite a casa di zio Lij. Così giochiamo con la PlayStation?”
Hannah guardò Elijah. Non sapeva che avevano i grandi e perché tutti si comportassero in maniera strana. E, nemmeno arrivata, trascinata dall’entusiasmo dei figli di Peter, seguì Lij, senza capire perché nessuno l’avesse accompagnata dalla madre..

Tre costole rotte, più due dita della mano destra e il braccio sinistro, che per via delle lesioni subite, doveva essere immediatamente operato. Allo zigomo era stata riscontrata solo un’escoriazione. Dovettero metter due punti al labbro superiore, per via del taglio profondo causato dallo schiaffo di Dean. Nel resto del corpo erano state riscontrate varie ecchimosi e ferite, dovute alla ferocia dello scontro.
Fu questo, quello che disse il dottore uscendo dalla camera di Ilaria, dicendo infine:
“Possiamo dire anche che è stata molto fortunata. Poteva riportare danni più gravi. Alle volte, le vittime di pestaggi così violenti, possono anche rimanere vittime di emorragie interne. Ilaria invece, almeno in quello, non ha nulla.”
“Possiamo entrare?” chiese Fran con le lacrime agli occhi.
Il dottore annuì. E piano disse:
“Non stancatela troppo. Oltre che al livello fisico, Ilaria ha subito un grosso trauma anche a livello mentale. Non chiedetele nulla. Nulla che riguardi l’incidente o cose attinenti, affinché non ve lo chieda lei. E anche in quel caso cautela. Mi raccomando.”
Peter annuì debolmente. E con la moglie e Dom, entrò nella camera della figlia.

Quello che il dottore aveva detto non rispecchiava alla perfezione quello che i tre si trovarono di fronte quando entrarono in camera di Ilaria.
Il viso di Ilaria era tumefatto; aveva un occhio talmente gonfio da non poterlo tenere aperto; la guancia sinistra era piena di escoriazioni. Nel labbro si vedevano chiari i tre punti di sutura.
Al rumore della porta che si apriva, Ilaria aprì l’occhio normale e salutò con la mano sinistra.
Dom, corse nel letto e accarezzandole i capelli disse, con le lacrime agli occhi:
“Che ti hanno fatto amore. Come ti ha ridotta”
Ilaria chiuse l’occhio sano e una lacrima scese, mentre emetteva un lungo sospiro di dolore.
“Shh! Non ti sforzare” sorrise Peter. “Tranquilla. Ora ci siamo io Fran e Dom, qui. E fuori ci sono tutti gli altri, che vogliono sapere come stai.”
Fran sorrise dolce, mentre Dom guardava Ilaria senza smettere per un solo attimo di passarle le mani tra i capelli.
Ilaria chiuse gli occhi e mordendosi il labbro inferiore disse, piano:
“Voglio solo sapere dov’è ora?”
“In prigione. Era scappato dalla Francia perché aveva fatto la stessa cosa alla sua compagna. Lei l’ha quasi ridotta in fin di vita, almeno con te..”disse Dom, ma si bloccò.
Era un eufemismo dire che le era andata bene. Perché a vederla così, si vedeva che tanto bene non le era andata. Ilaria sospirò. Guardò Fran piangere e gli occhialoni tondi appannati di Peter e la faccia scura di Dom. 
E sospirando, a fatica disse, chiese:
“Voglio parlare con Billy”
I due genitori annuirono debolmente e uscirono, lasciando Ilaria da sola con Dom, che non ce la faceva a lasciarla, dopo lo spavento preso.

Billy entrò nella camera e vide Ilaria piangere con Dom, che stava sdraiato vicino a lei.
Era lampante che per loro due la situazione che si era creata era molto più difficile di quella che si era creata nel gruppo. Loro erano una coppia. E avrebbero dovuto fare i conti con quel fantasma per chissà quanto tempo.
Dom si voltò e lo vide. E baciando dolcemente Ilaria disse:
“Io vado. Ti lascio sola con Bill” e alzandosi dal letto della ragazza diede una pacca all’amico e uscì fuori.
Ilaria sorrise debolmente a Billy e lo scozzese, con le mani nelle tasche dei jeans si avvicinò al letto.
“Immagini perché ti ho voluto qui, vero?” chiese Ilaria piano.
“Forse si” sorrise Billy piano.”E credo che riguardi il fatto che Dom, Fran e Pete sono distrutti da quello che è successo.”
“Ci sarà un processo sicuramente, Bill, lo sai. E io non voglio che nessuno di voi sia coinvolto in questa faccenda. Avete da girare il film. E ci manco solo io a darvi problemi” disse Ilaria diretta.
“Che vuoi dire?” chiese Billy aggrottando la fronte.
“Hai capito benissimo quello che voglio dire. Al processo sarò sola. Voi avete già troppi problemi col film da girare. Promettimi che chiederai agli altri di rimanerne fuori. Promettilo?”
Billy scosse la testa e piano disse:
“Sai che fuori stanno tutti male. Ci siamo affezionati a te e non puoi chiedere questo. Loro vogliono starti vicino..”
“BILL NO! Non voglio. E sai perché? La mamma tratteneva a stento le lacrime. Papà pure. Come posso sopportare l’idea di riempire le loro giornate con i miei problemi, più di quanto le riempirò senza averli vicino? Sarei la prima a stare male. E tu lo sai. Ci tengo a questo film. Ho cominciato a scrivere le prime righe del copione assieme a loro quando ero incinta di Hannah. Ci tengo quanto loro a ‘IL SIGNORE DEGLI ANELLI’. Ti chiedo solo un favore. Lasciatemi combattere da sola e fate un buon lavoro. Così, quando starò male, sorriderò guardandovi.”
Billy sorrise e abbracciandola dolcemente disse:
“Tanto, anche se protestassi, tu insisteresti e basta. E non voglio. Quando vado fuori lo dirò a tutti. Prometto.”
Ilaria sorrise, abbracciando l’amico col braccio sano e piano disse:
“Bill?”
“Uhm?”
“Ho avuto paura di non aver più tempo di dirti una cosa.”
“Cosa?”
“Che tu sei quel fratello maggiore che ho sempre sognato di avere. E che ti voglio un bene dell’anima.”
Billy sorrise e stringendola più forte disse:
“Anche io. Anche io.”

Nei corridoi dell’ospedale regnava la più totale calma.
Ilaria chiuse gli occhi e il primo pensiero volò alla figlia. Chissà come stava? Chissà se chiedeva di lei? Conoscendola si. Pianse lievemente. E poi si addormentò.
E sognò…

Una bambina cantava canticchiava una canzone, in un campo. Era estate. La bambina, vestita di bianco, che coglieva i fiori, era Hannah. Si sollevò e corse verso di lei, porgendole il mazzolino di margherite colte. Ilaria sorrise, mentre Dom si sdraiava sulle sue gambe, scherzando come suo solito con Hannah.
Baciò Dom, poi una fortissima corrente la trascinò lontano dai due. Urlò disperata. E poi cadde. 
Si voltò e si guardò attorno. Tutto era cupo e la terra era arsa. Lontano una montagna. Era il Gorgoroth, la pianura di Mordor.
Pianse rialzandosi. Sanguinava e zoppicava. Fu allora che vide lontano un uomo tramutarsi in lupo e caricare verso la sua parte. Cominciò a correre in quella pianura nuda e senza un riparo, cadendo e inciampando ad ogni passo, mentre il lupo si avvicinava sempre più. 
Quando cadde l’ennesima volta, pianse disperata, mentre il lupo, quando ormai l’ebbe raggiunta, l’attaccò.
Ilaria sapeva che era un sogno, ma soffrì come una matta. Urlò. Una volta, due volte. Sentiva dolori lancinanti alla mano destra e al braccio sinistro e al fianco, mentre avvertiva avvertì come uno strappo.
La svegliarono le infermiere, allarmate.
Ilaria era affannata e sudava. I punti erano partiti dal labbro e il dolore l’aveva inebetita notevolmente.
La sedarono, prima di riammetterle i punti. E quando i sedativi fecero effetto. Ilaria si addormentò di nuovo, stavolta senza fare nemmeno un sogno.

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Capitolo 19
*** Ricominciare di nuovo: lo sport preferito di Ilaria ***


Piccola precisazione

Piccola precisazione. Paddina me lo ha fatto notare. Come sempre dimentico qualche cosa. Bernard Hill, noto per la sua vena ironica, quando sposta Orlando, fa una battutina, di quelle che io sovente faccio per tirare su il morale della gente. Vista la situazione credevo che mi avreste tirato i pomodori addosso, per il vizio di mettere sempre qualche battuta in ogni capitolo, sminuendo un momento così…. Austero? Doloroso? Coinvolgente (o sconvolgente ^^). Invece non ho fatto nulla perché, da brava rimbambita che non sono un’altra, ho dimenticato di specificarlo. Vedrò di correggere. Magari più in là. Per ora mi cospargo il capo di cenere e vi auguro buona lettura…
Per la frase sull’età scherzo anche io. Credo che devo rivedere i miei criteri in fatto di battute. Mi sa ce sto davvero scadendo. Sarà colpa della mia degenza? Bah.. Germi bastardi.. è_é
Ps: ha detto Ilaria di dirvi di andare a vedere King Kong.. Sapete.. Peter.. BUAHAHAHAHAHAHAHAHAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!! v_v mi vergogno..


                                                        Ricominciare di nuovo: lo sport preferito di Ilaria.
                                  (quando per ricominciare bisogna affrontare la tua più grande paura in un aula di tribunale)

Stette quasi due mesi in ospedale.
Le ferite si rimarginarono. Al braccio destra e alla mano sinistra portava il gesso, per via delle brutte fratture. Le costole erano guarite. La faccia sgonfiata.. 
Ma… C’è sempre un ma…
Frase retorica ma vera.
Ilaria aveva subito un’aggressione in piena regola. E non da uno qualsiasi. No. Dal padre biologico di sua figlia. Dall’uomo che le aveva regalato involontariamente la cosa più bella della sua vita. Dall’uomo che aveva amato per sette mesi (amato poi! Da quando stava con Dom aveva rivisto la sua concezione d’amore)..
Tutto questo la faceva sentire peggio, se vogliamo, minando il suo buon umore più di una volta.
Insomma. L’Ilaria che usciva dall’ospedale il 31 agosto 2000 dall’ospedale, era una ragazza guarita nel corpo, certo con qualche piccolo acciacco, ma comunque guarita. Ma con ferite profonde che non voleva far vedere, per colpa di quella scorza che piazzava ogni volta che le succedeva qualche cosa di veramente brutto.
Certo era che per tutti i ragazzi, Dom in particolare, rivederla in piedi dopo tanto, era davvero un sollievo. una sorta di piccolo passo in avanti, in un’esperienza che, loro per primi, credevano solo potesse affondarla.

Hannah giocava con una bambola, seduta nel pavimento di casa Jackson, con due simpatiche codette corte che trattenevano i suoi ricci biondi.
Stava in casa Jackson da quando Ilaria era stata pestata e, per qualche tempo, pensarono di non farle veder la madre, viste le sue condizioni. E questo la rendeva triste, nonostante Dom, Lij, Billy, Orlando e Viggo assieme a Ian, facessero di tutto per farla distrarre e non pensare alla madre.
Quella mattina, giocava da sola, cosa che succedeva da tempo, oramai. Sentì la serratura schioccare e vide entrare Peter seguito da Orlando, Lij e Billy. Salutò con la mano gli zii, che la guardavano in maniera curiosa, poi si voltò di nuovo verso la porta sbarrando gli occhi e aprendo la bocca per la meraviglia. Accompagnata a quella di Dom, sentì una voce che conosceva bene: quella di sua madre. 
E saltando su, si mise a correre verso la porta aperta, gridando con la sua bellissima voce cristallina:
“MAMMA! MAMMA!”
Ilaria quando vide la bambina avvicinarsi, si inginocchiò e l’abbracciò forte, ignorando le lamentele del suo corpo ancora convalescente.
E Hannah buttandosi al collo della mamma, con le lacrime al collo, disse:
“Mamma! Non mi lacciare più. Non voio ztare da zola(*)
Ilaria, con gli occhi lucidi e baciandola e spostandole i capelli dal viso, la guardò dritta negli occhi e disse:
“La mamma non ti lascerà mai più. Promesso” e abbracciandola forte chiuse gli occhi.
Avere sua figlia vicino, per lei, era un tonico per l’anima, molto meglio di tutte le medicine che le davano all’ospedale per farla stare tranquilla quando aveva qualche incubo.

Ritornare sul set fu strano, specialmente se, con la scusa, non le facevano fare quasi nulla, per via della sua situazione, lasciandola inattiva.
Guardò per tutto il giorno sfilare davanti a se elfi, nani, uomini, hobbit e stregoni, per non parlare degli stunt, che, vestiti da Uruk, le diedero il bentornato facendole scherzi degni da Guinness dei primati.
Per via del braccio ancora rotto, seguì il padre annotando le cose che Peter diceva su di un registratore.
Rise guardando Dom e Billy che a malapena, trattenevano le smorfie di dolore tra le mani di Barbalbero(*); Orlando lamentarsi delle lenti a contatto (che, quando non doveva fare primi piani non metteva) e Viggo che, come un bambino, lo sfotteva miseramente.
Questa situazione fece sentire Ilaria a casa. Perché quella lo era. E loro sarebbero stati la sua cura fino a che non avrebbe affrontato il processo, scendendo di nuovo in un inferno personale, fatto, stavolta, di poltrone e di avvocati; di giurie e di giudici. E in una sedia vicino a lei l’artefice di tutto quello. Dean. L’uomo che aveva distrutto tutto quello che aveva creato. E che ora, per tenerlo assieme, era costretta a lottare e stringere i denti come, troppe volte aveva fatto in vita sua.

La prima lettera di apparizione arrivò la seconda settimana di settembre.
Fran, quando Ilaria la lesse, l’abbracciò fortissimo e piano disse:
“Permettimi di starti vicino, come quando è nata Hannah…”
“No! E non prenderla come un’offesa. Non lo è. Voglio farcela da sola. Voglio riuscirci.”
La mano di Ilaria tremava, nonostante si imponesse la calma. E Fran se ne accorse subito. E piano disse di nuovo:
“Tu hai bisogno di aiuto..”
“No! Davvero. Voi dovete finire il film per Natale e dovete fare di tutto per stare a passo con i tempi, che cominciano a stringere. Davvero, mamma, voglio farcela da sola.”
Ilaria sorrise dicendo quelle parole. Fran non le credeva. Non per cattiveria. No. Vedeva nel viso della figlia tanto dolore represso e il fatto che voleva far vedere al mondo di essere più forte di quanto pensassero gli altri, in quel momento non l‘avrebbe aiutata.

Quella mattina arrivò al tribunale stretta nel suo cappotto, in silenzio.
Nella stessa postazione dove doveva sedersi anche lei vide Sophie, ex compagna di Dom. aveva all’incirca l’età del ragazzo e capelli biondo scuro, lisci, legati in una coda di cavallo. Vicino aveva un bastone, segno tangibile del fatto che, dopo mesi di riabilitazione, non si era ancora ripresa del tutto.
Si sedette accanto a lei senza nemmeno guardarla negli occhi. Ammetteva di non parlare bene francese ma, anche, di non aver nulla da spartire con quella donna, se non che la sfortuna di aver conosciuto lo stesso uomo violento.
Dopo cinque minuti dal suo arrivo si avvicinò il loro avvocato e si chiamava Eddie Williams. Lo aveva contatto Peter. Era uno di quei principi del foro, molto conosciuti a Wellington, che godeva della stima dei colleghi e di quelli che aveva difeso. Un professionista nel suo campo, in parole povere.
Si avvicinò e spiegò loro la sua strategia. Ammise che la situazione sarebbe stata difficile. E che ci avrebbero messo un po’ a finire quel processo. E che dovevano essere forti. Smise di parlare solo quando entrò l’avvocato Bing, avvocato difensore di Dean.
Ilaria, quando vide l’ex ragazzo ebbe un leggero capogiro. Non era ancora pronta a vederlo. Eppure doveva se voleva affrontare il processo.
Il suo avvocato mise apposto dei fascicoli. Sorrise alle due ragazze e si schiarì la voce.
Stava avendo inizio il peggior incubo della vita di Ilaria. 
E questo rappresentava l’affrontare la sua storia davanti a che nemmeno la conosceva. 


(*) Mamma non mi lasciare più. Non voglio più stare da sola.
(*) Piccolo aneddoto: per chi non lo sapesse, i poveri Dom e Billy, nella realtà hanno recitato in un animatronic (spero si scriva così) che raffigurava il faccione di Barbalbero (che è uno dei miei personaggi preferiti ^__^) e che aveva due mani. I poveri malcapitati, dovettero sedersi su di un sellino piazzato sulle mani di Barbalbero, che, a detta di Dom Monaghan era il più scomodo di tutta la Nuova Zelanda, tanto che Billy Boyd ha ammesso che, qualsiasi posizione assumesse si schiacciava i ‘gioielli di famiglia’. Quindi le smorfie sopra nominate non sono una mia invenzione, ma un’esperienza vissuta (o sofferta?????) dai due attori.






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Capitolo 20
*** Il processo ***


Fefe non sai quanto sono contenta del fatto che la mia storia ti sia piaciuta

Fefe non sai quanto sono contenta del fatto che la mia storia ti sia piaciuta. Davvero. E ti ringrazio ancora per avermi mandato gli auguri di pronta guarigione. Ma mi sa che st’influenza non ha intenzione di passare.
Sono contenta anche del fatto che il pestaggio non sia risultato una scena così brutta. 
Vampire, mi ha fatto felice leggere la tua recensione. Non c’è bisogno di censurasi. Non sono due parolacce a scandalizzarmi, tranquilla.^_^
Come mi ha fatto notare Fefe, nel capitolo precedente, ho scritto che Sophie è la ex ragazza di Dom. Errore!!! È l’ex di Dean. Grazie ancora Fefe che me lo hai fatto notare. Come ho già detto mi sto rimbambendo. Tristezza.
Comunque… Ora basta con le stupidaggini. Un bacio a tutte e..
Buona lettura.

                                                                                  IL PROCESSO.

[PRIMO GIORNO DI UDIENZA 10 SETTEMBRE 2000: LE PRIME DEPOSIZIONI]
“IN PIEDI ENTRA LA CORTE”
Ilaria respirò a fondo e chiuse gli occhi dopo che il giudice e la corte entrarono nell’aula. Guardò Dean che sorrideva sicuro. Non era un buon segno…
“Seduti..” disse il giudice guardando il foglio. “Allora. Ordine del giorno: un caso di aggressione. Ad accusare Dean Morris sono Sophie Le Blanc e Ilaria Jackson, entrambe compagne dell’imputato in periodi diversi.” Alzò la testa e disse: “Che pena richiede l’accusa?”
L’avvocato si sollevò e avvicinandosi al giudice disse:
“La pena richiesta per legge. Dieci anni e un’ammenda di 10'000 $ neozelandesi da versare alle vittime”
“Dieci anni! È una pazzia!” saltò su l’altro avvocato “Il mio cliente da due anni ha seri problemi con alcool e droga. Quello di cui ha bisogno è un aiuto serio. Non di un’ammenda da pagare e del carcere. È inconcepibile”
Ilaria guardò Dean un’altra volta. Rideva di nuovo. Sembrava che avesse la vittoria in tasca. E per quelli come lui era più che normale.

“Per l’accusa chiamiamo a deporre Katleen O’Connell” 
Entrò una ragazza in aula. Ilaria la conosceva bene. Era la sua migliore amica. Almeno fino a quando era stata con Dean.
Sospirò agitandosi ancora di più e aspettò che il suo avvocato cominciasse a interrogarla.
L’avvocato Smith si avvicinò a Katleen e le porse la prima domanda.
“Signorina O’Connell, nel 1997, che rapporti aveva con la signorina Jackson e il signor Morris?”
“Eravamo nello stesso gruppo” ripose la ragazza incerta. Non guardava mai ilria in faccia. Forse per la vergogna di per preferito darle un calcio nel culo, invece che starle vicino come solitamente un’amica fa ?
“E con la signorina Ilaria. Che rapporti aveva con lei?”
“Era la mia migliore amica”
Mille ricordi affiorarono nella mente di Ilaria. E un sorriso le illuminò per qualche secondo il viso. Quanto erano pazze…
“E con il signor Morris?”
“Prima nessuno. Poi…”
Gli occhi di Katleen incontrarono quelli di Ilaria e si riempirono di lacrime.
“Allora?” chiese pacato l’avvocato.
“Siamo stati assieme nello stesso periodo che Ilaria stava con lui. E…” 
“E…..?”
“..E mi metteva in contatto con delle persone che mi vendevano della droga.”
Ad Ilaria si accapponò la pelle. Sapeva che nel suo gruppo girava della droga. Che qualcuno si bucava. E che lei era stata sul punto di svenire quando lo aveva visto fare a Steve, il migliore amico di Dean. Ma mai, mai e poi mai, avrebbe creduto che Kat, la sua migliore amica facesse lo stesso.
“Quindi il signor Morris era già coinvolto in questo giro dal 1997?”
“Si.. Conosceva delle persone..”
“OBBIEZIONE VOSTRO ONORE. Quello che il mio cliente ha fatto prima che avvenissero entrambe le aggressioni, non è un fatto attinente con la situazione moderna..” intervenne l’avvocato Bing.
“Oh! Caro collega. Invece ti devo contraddire” intervenne Smith. “La situazione odierna è centrata sulla violenza del suo cliente. Da questo si capisce quanto la vita di quest’ultimo possa essere stata sregolata e instabile. Quello che ha fatto è solo la somma degli eventi che lo hanno portato in quest’aula. Un uomo sbandato, che da due anni è dipendente di eroina e dall’alcool.”
“L’accusa ha ragione Mr. Bing. Devo respingere la sua obbiezione” disse il giudice. “Può continuare Mr. Smith.”
L’uomo schiarì la voce e disse:
“Come stavamo dicendo.. Nel 1997, lei è diventata tossicodipendente. E da quale sostanza dipendeva, signorina O’Connell?”
“Eroina”
“E ha detto che anche il signor Morris faceva uso di droghe. Quali?”
“Sniffava coca. Ma non era dipendente. Smetteva quando voleva. E non si è mai bucato. Almeno fino a quando è stato a Wellington.”
“Lei è mai stata picchiata dal signor Morris?”
“No”
“Quindi quando stava con lei il signor Morris non l’ha mai picchiata come ha fatto con la signorina Jackson e la signoria Le Blanc?”
“Solo uno schiaffo, qualche volta.”
“OBBIEZIONE! Questo mette in cattiva luce il mio cliente.”intervenne l’avvocato Bing
“Con questo voglimo solo far vedere che il suo cliente ha sempre covato la violenza che ha fatto esplodere con le mie due clienti” continuò Smith.
“Obbiezione respinta.” disse il giudice.
Ilaria sospirò. Si sentiva a pezzi.. Quel tribunale e quel processo la stavano atterrando. E per la prima volta, sentiva il bisogno di scappare e stare accanto ad una sola persona: Dom.

Rientrò a casa. Sorrise sentendo le voci nel salotto. C’erano Philippa, Fran, Sean, Dom, Elijah, Billy ed Andy. Gli altri, assieme a Peter erano a fare le riprese in notturno del Fosso di Helm.
“Io dico che questa scena non può andare” disse Philippa scioccata.
“Dai!” rise Dom. “Un gavettone in piena regola. Ci sta d’incanto..”
“Infondo siamo in mezzo ad un’inondazione” aggiunse Billy, facendo la eco a Dom.
“NO! NO E POI NO!” disse Philippa. “Saruman non prenderà nessun gavettone” disse Philippa con una faccia buffissima.
“Abbiate rispetto” rise Fran.
“Io dico che al pubblico piacerebbe” disse Dom piano.
“Altre idee?” disse Philippa ignorandolo.
“Togliere la tuta di lycra a Gollum?” chiese Andy facendo ridere tutti.
“Io propongo di annegare Gollum. Mi sta così antipatico” sorrise Ilaria stando sulla porta della sala.
Dom quando la vide saltò su dal divano e corse ad abbracciarla e baciandola disse:
“Amore.. Com’è andata?”
“Beh! Papà aveva ragione. Smith sa il fatto suo. E ha messo l’acqua al collo a Dean” rispose Ilaria che mano nella mano con Dom, si avvicinava al divano. Si mise a sedere in grembo al ragazzo, continuò: “Spero proprio che non ce la faccia. Solo per quella faccia di cartone che piazza ogni volta che chiamano qualcuno a testimoniare. Se lo merita.”
Dom la baciò. E piano disse:
“Andrà bene”
Elijah sorrise e disse:
“E poi domani andrà bene per forza. Ci saremo anche noi!”
“Ragazzi. Io sono felice che voi mi vogliate stare vicini ma…” disse Ilaria ma Dom, sorridendo e baciandole il collo disse:
“Dobbiamo venire per forza. Che tu lo voglia o no.”
“Per cosa?” chiese Ilaria stupita.
“Deporre. Domani dobbiamo deporre” disse Billy.
“State scherzando?” chiese Ilaria.
“No!” sorrise Sean A. guardando Ilaria. “E verranno tutti quelli che erano presenti al tuo compleanno e che hanno visto la scena… Hai capito..”
“E dopodomani dobbiamo deporre anche io e tuo padre” sorrise Fran.
Ilaria sorrise e non disse altro. Anche se diceva il contrario. Sapere che anche loro erano vicino a lei, specialmente in quel momento così orribile per lei.

“Signor Monaghan” chiese l’avvocato Smith mettendo le mani sul banco e guardando il ragazzo. “Potrebbe dirci qual è il suo rapporto con la signorina Jackson?”
“Certo. Stiamo assieme da quasi un anno” rispose Dom tranquillo.
“Bene. Ilaria le ha mai parlato di Dean Morris?”
“Si!”
“Perché?”
“Hanno messo al mondo una bambina.”
“Una bambina che non conosce suo padre. Vero signor Monaghan?” 
Dom guardò l’avvocato allontanarsi e disse:
“Vero!”
Inevitabilmente lo sguardo di Dom si spinse verso Dean che fissava verso le due ragazze che parlottavano tra di loro, per la prima volta dopo la diffidenza dei primi giorni. Strinse i pugni e sentì la voce dell’avvocato chiamare un’obbiezione, mentre l’avvocato che difendeva Ilaria si lamentava per l’interruzione inutile. Sentì arrivare l’ennesima domanda ovattata, lontana.
“Signor Monaghan. Ci illumini. Ci dica lei da quanto vivete come se fosse una famiglia voi due?”
“Da un paio di mesi. Lavoro permettendo” rispose Dom serio.
“Che cosa ha provato quando Ilaria è stata pestata?”
Eccola! La domanda stupida. Stupida e retorica, di quelle da processo, che ti aiutano in situazioni simili. Dom sospirò e alzando la testa disse piano:
“La porta aperta. Ecco cosa posso dire per cominciare. La paura che ho provato nel vedere quella porta aperta. Perché Ilaria non fa mai una cosa simile. E credo che non lo faccia nessuno. E poi la disperazione di vederla sdraiata sul pavimento, immobile, che non si muoveva. Quasi fosse morta.”
“Lei che fece?”
“Cosa farebbe lei se vedesse la sua ragazza mentre viene pestata da un pazzo, mentre lei non reagisce? Ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque al mio posto. Ho picchiato Dean. E non me ne pento. So che non si alla violenza con altra violenza. Ma era l’unica cosa che potevo e dovevo fare.. Dovevo difenderla. Lo avrebbe fatto chiunque al mio posto?”
Dom aveva gli occhi lucidi. L’avvocato sorrise e disse:
“Non ho altre domande.”

“Signor Boyd! Che cosa è per lei la signorina Jackson?” chiese l’avvocato Smith
“La mia migliore amica” sorrise Billy guardando Ilaria.
“Allora avete un buon rapporto?”
“Il migliore della mia vita. Senza dimenticare quello con la mia ragazza.” 
Nella sala si rise e Ilaria scambiò con Billy uno sguardo dolce. Sapeva che su di uno come lui poteva contare.
Smith rise e incrociando le braccia sul petto disse:
“Immagino che vi diciate molte cose!”
“Abbastanza” disse Billy sistemandosi nella sedia com’era solito fare.
“Sa se il signor Morris avesse minacciato la signorina Jackson?”
“No, che io sappia”
“Quindi, lei, può dire che Ilaria non si aspettava da un momento all’altro, si sarebbe trovata davanti il signor Morris?”
“No, non lo aspettava. So di sicuro che o io o Dom lo avremmo saputo.”
“Non ho altre domande.”

“Signor Bloom!”
Ilaria si chiese che bisogno c’era di fare andare tutti lì. Avevano interrogato Lij e Sean A., con Andy e Viggo. E ora Orlando. 
Lo guardò e si accorse che il londinese era nelle stesse condizioni di Dom. E questo le fece male.
“Signor Bloom!” disse l’avvocato. “Lei è molto amico della signorina Jackson?”
“Si!” rispose piano Orlando.
“Da quanto è che conosce Ilaria?”
“Da quando sono arrivato in Nuova Zelanda”
“Da quanto, in mesi?”
“Più di un anno”
“Quindi è stato molto vicino alla mia cliente per questo periodo?”
“Come tutti gli altri del resto.”
“Andate molto d’accordo?”
“Si! Forse perché quello che hanno detto i miei amici e colleghi è vero. È facile essere amici di Ilaria.”
“Cosa ha provato quando ha visto la scena?”
La stessa domanda fatta a Dom. ma perché solo a loro due, poi?
“Ho avuto paura. Paura di perderla. E senza un motivo. E questo mi ha fatto impazzire. Come una belva.”
In quel momento fu facile ricordare quello che era successo in quei mesi per Ilaria. Da quando erano arrivati tutti a Wellington. E anche di quello che aveva fatto Orlando prima che lei e Dom si mettessero assieme.
E fu allora che sentì una frase che la colpì.
La voce di Orlando, col suo accento inglese, disse piano:
“Ho cercato di difenderla. Perché non potevo permettere che quel pazzo le facesse ancora più male. Dovevo difenderla. Semplicemente. È stata la prima cosa che ho pensato. E l’ho fatta. Ho reagito così perché volevo fargli male. Lo stesso male che stava facendo a lei. E che stava facendo a me…”
Quella fu una sorta di seconda dichiarazione. 
Ilaria chinò il capo. E pianse.

[IL GIORNO DOPO. ORE 10:30, AL BANCO, PER DEPORRE]

“Mr. Jackson? Quando ha adottato Ilaria?”
“Il 25 luglio 1996.”
“Per quale motivo?”
Peter guardò Ilaria e scosse la testa e rispose:
“Ilaria è arrivata a casa mia nell’inverno del 1996. Era a casa mia perché, dopo aver avuto una lite con Dean, che allora era il suo ragazzo, era finita in un ospedale ad Hamilton. L’ho presa da allora in casa.”
“E i suoi genitori?”
“Erano a Queenstown per lavoro. Ilaria non è voluta andare loro. Ha preferito stare con noi?”
“Avete sempre avuto un ottimo rapporto con la ragazza?”
“Certo! Ilaria era la figlia di miei due amici. E per di più sono suo padrino.”
“Può raccontarci cosa è successo dopo il 25 luglio 1996?”
Peter sospirò e piano disse:
“Dopo che accolsi Ilaria in casa passarono sei giorni, prima che una sera venissi contattato dalla polizia di Queenstown che mi diede la notizia della morte dei genitori della ragazza. Facemmo il funerale e poi, qualche giorno dopo la tumulazione dei due corpi nel cimitero di Wellington, è stato aperto il testamento, nel quale si attestava che Ilaria era l’erede universale e che le spettavano tutti i beni della sua famiglia. C’era però una clausola, di cui io e Fran, mia moglie eravamo a conoscenza: Ilaria, nel caso si fosse trovata orfana di entrambi, sarebbe stata affidata automaticamente a noi. E così è stato.”
“La vita di Ilaria era dissoluta prima di entrare nella sua famiglia?”
“Non posso negare che Ilaria sia stata una ribelle. E che abbia fatto molte sciocchezze. Ma non è mai andata oltre una certa linea. Il fatto che abbia deciso di mettere al mondo un bambina a soli quindici anni per me è stata una grande espiazione dei suoi ‘peccati’ passati. E questo mi ha dato la possibilità di riporre in lei tutta la mia fiducia. E se non me ne sono pentito, in questi diciotto anni che la conosco, non me ne sono pentito in questi quattro anni di convivenza.”
“Non ha mai avuto paura? Infondo quella che aveva preso in casa considerandola una figlia, era incinta al momento che l’ha adottata.”
“Ho avuto paura quando ho scoperto della gravidanza. Non posso negarlo. Ilaria era molto immatura. E io ero molto giovane. E lo era anche mia moglie. E nonostante fossi padre di due bellissimi bambini, ho avuto paura che quello che stava succedendo potesse sfuggirmi di mano e che non potessi essere all’altezza della situazione.”
“Poi?”
“Poi ho preso coraggio e ho deciso di aiutare quella ragazza, in qualsiasi modo potessi farlo.”
“Ha avuto grandi soddisfazioni da sua figlia?”
“Certo! Non credo che se non mi avesse dato tutte le soddisfazioni che mi ha dato, avrei acconsentito a farla lavorare al mio progetto.”
“Il Signore degli Anelli?”
“Si!”
Peter sorrise e guardando Ilaria le fece un occhiolino. Era anche quello un modo di proteggerla.

Fran stava seduta al banco. Ilaria la guardava fissa. Dopo Peter era la persona che le faceva più male vedere.
“Lei, signora Walsh, ha avuto problemi con Ilaria?”
Fran schiarì la voce e rispose:
“Come ha già detto mio marito, Ilaria è sta una ragazza difficile. Almeno i primi mesi. E non posso negare di avere avuto dei problemi con lei.”
“Di che genere?”
“Ilaria ha fatto uso di droghe leggere fino a che è entrata a far parte della mia famiglia. Ma dopo la mia paura, ho capito che dovevo amare quella ragazza. Una ragazza dura, che aveva affrontato da sola il mondo. E da sola era cresciuta. E se io mi aprivo al suo mondo, la gente col quale abbiamo convissuto, dopo la scoperta della gravidanza…”

[QUATTRO ANNI PRIMA… CASA JACKSON.. WELLINGTON]

Entrò sbattendo la porta della casa dei Jackson.
Era nera. Incazzata nera. Peter la guardò dal salotto e disse:
- Ilaria che hai? -
- A scuola vogliono parlarvi… Quel covo di bene pensanti.. Vogliono che veniate a scuola con me.. Il preside vi deve parlare..- rispose Ilaria guardando Peter dalla rampa di scale.
- Di cosa, però? – chiese Fran avvicinandosi.
- Delle analisi che mi hanno fatto fare. – e salì veloce le scale.
- Ilaria ma che è successo alle tue analisi del sangue..- tentò di chiedere Peter avvicinandosi alla rampa di scale, ma non ottenne risposta. Anzi.. Ilaria sbatté anche la porta della sua camera, lasciando perplessi i due.
- Sarà molto più difficile di quanto credevamo..-

{….}
Ilaria guardò Peter e Fran. Accarezzò la piccola pancia di cinque mesi e chinò la testa imbarazzata.
- Perché? Perché non ce lo hai detto? Lo sai che noi ci fidiamo..- diceva Peter piano.
- Hai fatto uso di droghe leggere e non ci hai detto nulla?- chiese Fran piano.
- Non credevo che fosse importante. E poi è successo mesi fa. - disse Ilaria fingendo indifferenza.
Non era quello il tono. Peter si passò una mano sugli occhi e disse:
- Te ne rendi conto che ora non posso avere più fiducia in te? Te ne rendi conto? E se non avessi smesso?..-
- Ho smesso. L’ho fatto solo qualche volta. Porca miseria. – saltò punta Ilaria.
-E chi me lo dice? Io ho due figli a cui badare, più la bambina in arrivo.. Non posso fidarmi. – continuò Peter.
- Ho detto che ho smesso.. – esclamò esasperata Ilaria.
-E chi ce lo garantisce?- chiese Fran.
- Il fatto che il solo sapere di aver perso la vostra fiducia mi ucciderebbe. Vi può bastare. Vi fa piacere sapere che non volevo nemmeno dirvi che aspettavo un bambino per non apparire una bambina stupida ai vostri occhi. Che quello che facevo, lo facevo per far del male ai miei. Ma che prima di fare del male a voi mi taglierei un braccio. Che ho sempre sperato che un giorno potessi dire che ero vostra figlia. Perché è sempre stato così. Da quando ero piccola. E ho sempre avuto paura di ammettere che preferivo chiamare voi due mamma e papà, piuttosto che Marta e Antonio. E ora che posso ho paura che voi mi ridiate in faccia…-
Ilaria piangeva quando Peter la bloccò. E abbracciandola disse solo, commosso a sua volta:
- Fallo allora. Fallo!-

Fran guardò Ilaria e disse:
“Quella è stata la prima volta che mi ha chiamato mamma. Da quel giorno, per me è come se Ilaria l’abbia messa io al mondo. E non mi importa del passato. Il passato è passato e rimane tale. Ilaria ha fatto tante cose da quando è entrata a far parte della nostra famiglia. E io posso dire di avere una figlia modello.”
“Quindi, lei, signora Walsh, non sostiene che Ilaria, per lei e suo marito è stata un intralcio per la vostra famiglia?”
“Lei lo direbbe di sua figlia?” chiese Fran guardando sorridente Ilaria.
L’avvocato sorrise e piano disse:
“Non ho più domande” e si sedette.

Quella sera Ilaria, a casa di Dom, ripensò a quegli ultimi giorni.
Il processo l’aveva spompata e lei si sentiva come spompata, svuotata da quello che era successo. Tutti i suoi amici che dovevano testimoniare. Dom, Fran e Peter al banco degli imputati. Hannah che cominciava a risentire della mancanza della madre, che stava molto fuori per il processo…
Quella situazione la stava davvero demoralizzando. E non era un bene.
Sentì Dom sdraiarsi dietro di lei e spostare il lenzuolo per baciarle un braccio. Si mosse dolcemente e disse:
“No! Amore, no! Non ancora.”
Erano due mesi che non facevano l’amore. Dom sospirò rassegnato e abbracciandola dormì accanto a lei. Pur di poterle stare vicino, era disposto anche a dormire e basta con lei, anche se doveva stare in castità forzata.




NOTA: IL PROCESSO NON È UNA DELLE SCENE MIGLIORI CHE HO SCRITTO. NON HO QUESTA GRANDE CONOSCENZA DI PROCESSI, RINGRAZIANDO DIO. SEGNO SOLO GLI INTERROGATORI DELL’AVVOCATO SMITH ANCHE PER QUESTO. E PER NON ALLUNGARE ANCORA DI PIÙ LA STORIA. SPERO DI NON AVERVI ANNOIATO. AL PROX CAPITOLO. NINIEL82.

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Capitolo 21
*** Ti chiedo scusa ***


Wolvie

Wolvie.. Addirittura avvocato?! ^__^ Comunque sono felice che anche a te la mia storia piaccia. Davvero. Ma non è che vi state drogando tu e Fefe ah…? Scherzo. Davvero sono felice che vi piaccia.
Per le domande dell’avvocato Smith.. Beh! Era per far capire che Orlando non ha dimenticato Ilaria. Sapete com’è lui. È orgoglioso e testardo e non sopporta ancora l’idea del due di picche. Qualche volontaria per consolare Orlanduzzo?? Basta da! Sto di nuovo sclerando. 
Sono seria.. Spero.
Dopo questo sproloquio…Vi auguro buona lettura.

                                                                                 Ti chiedo scusa.
                                                                                  (e la fine di un incubo)

Tra Ilaria e Sophie si instaurò, alla fine un ottimo rapporto.
Stettero molto assieme e Ilaria, che da quando era stata aggredita, si era trasferita in casa Jackson, di nuovo, aveva offerto alla compagna di sventura francese la sua casa.
Passarono così molto tempo assieme, con Leatitia, la figlia di Sophie, Hannah ed Ally, la figlia di Sean A. che, da quando era arrivata in Nuova Zelanda, era diventata la migliore amica della figlia di Ilaria. 
E fu in una serata passata assieme che Ilaria ammise per la prima volta a se stessa, di aver paura di fare l’amore con Dom. 

“Alora?” disse Sophie con l’accento francese reso più marcato dalla ‘r’ moscia, caratteristico della nazione. “Discevo. Leatitia era ferma sul passeggino, guardando mia madre che le fasceva delle smorfie tremande. Alora ha preso il noso dela mama e lo ha tirato fortissimo..”
“Alle volte mi chiedo se i bambini lo facciano apposta a fare queste scenette assurde. Riescono a fare delle faccette che sono tutte un programma.”
“È vero. Sono davero esilaranti.”
Ilaria rideva quando Sophie, guardando l’orologio, disse:
“Non volio mandarti via da casa tua. Ma è tardi. Non vai dal tuo ragasso?”
Ilaria chinò la testa e rispose:
“Tu quanto hai aspettato prima di avere un’altra storia, dopo quello che ti ha fatto Dean?”
Sophie sospirò. E piano disse:
“Io non avevo nessuno quando sono stata aggredita da Dean. Ma tu hai Dom. L’ho conosciutò ed un ragasso fantastico. Prova a stare con lui. Dirle tutto. E vedrai che starai melio.”
“E se io fossi spaventata? Se io non volessi? Che devo fare?” chiese Ilaria guardando Sophie.
“Perché dopo sarà più diffiscile. Ecco purchè? E perderai Dom” disse Sophie poggiando il barattolo di yogurt che aveva mangiato sino ad allora. E fu allora che Ilaria si sentì strana.
In tutto quel periodo quel pensiero non l’aveva nemmeno sfiorata. Aveva sempre creduto che anche amandolo in maniera platonica, lui l’avrebbe ricambiata. Non aveva pensato, invece che era un uomo che aveva le sue necessità e aveva il bisogno di stare con la propria ragazza.
I grandissimi occhi chiari di Sophie scrutarono quelli scuri di Ilaria e sorridendo, poggiando una mano sulla spalla della ragazza disse:
”Tu ami Dom. si vede da come lo guardi. E lui è così attascato a te.. Non mollare tutto mon pètit. E sii forte. E scerca di Dom un po’ di sicuressa. Dean non deve vinscere. Se tu lasci Dom, lui avrà vinto. Non buttare la tua storia.”
Ilaria sorrise e disse:
“Ci proverò. Davvero. Ora devo andare.”
Fece un sorriso. Un sorriso di circostanza e prendendo Hannah ed Ally, uscì dalla casa.
Una volta in macchina si appoggiò sul volante e picchiandolo pianse. Le bambine stettero in silenzio, guardando stupite la ragazza. Quando si accorse dell silenzio di Hannah e Ally alzò la testa e asciugando gli occhi col palmo della mano, disse:
“La mamma non sta bene. Che ne dite se andiamo da zio Peter?”
Le bambine urlarono un ‘si’ all’unisono.
Ilaria mise in moto e fece scendere un poco il finestrino. Ottobre finiva. L’estate arrivava a grandi passi. Ma nel cuore di Ilaria, l’inverno 2000 tardava a sciogliersi.

Dal banco vide Billy, Dom , Fran e Philippa. Sospirò e chiuse gli occhi. Il processo stava per finire. Toccava a lei testimoniare.
“Cosa è successo il 16 luglio 2000?”
Ilaria sospirò e sistemando la gonna cominciò a raccontare…
E per la prima volta, chi le stava vicino sentì il racconto do quello che succedeva. Inutile dire che la ragazza parlò di tutto. Dei calci, dei pugni, delle ossa che cedettero sotto i colpi. Il sapore di sangue nella bocca. La paura di morire. Cominciò a piangere e piano disse:
“Mi chiedevo perché a me. Perché dopo quello che, per colpa sua, aveva passato, doveva farmi anche tutto quel male? Perché quel ragazzo amava solo farmi del male. Sia fisicamente che mentalmente. Ero felice. Ho una figlia che amo. Amici che mi vogliono bene. Un compagno che adoro. Dei genitori fantastici. Due fratellini meravigliosi.. E arriva lui…”
“Sta ancora male?”
“Si. Sto ancora male. Ed è la prima volta che lo ammetto. Anche a me stessa. È come se dentro si fosse ghiacciato tutto e non potessi provare nulla. Solo dolore e rancore. E mi sento bloccata. Bloccata da tante cose che nemmeno io capisco e riconosco.”
Ilaria pianse ancora. Lontano, a testa china, anche Dom piangeva, stringendo i pugni. Billy gli strinse forte una spalla. 
“Può bastare.”

Quella sera, dopo qualche settimana, si ritrovarono tutti riuniti a casa di Peter per discutere alcune scene da girare e alcune parti del copione da riscrivere.
Ilaria stava seduta accanto a Dom, giocando con Hannah, proponendo delle battute che facessero sorridere dopo l’inondazione di Isengard.
“Propongo il gavettone per l’ennesima volta” propose speranzoso Billy.
“Ragazzi no” sorrise Fran.
“Ma dai.. Perché no?” chiese Dom facendo il solletico ad Ilaria e facendo le smorfie ad Hannah che gli tirava la maglietta.
“Dooom. No! Non puoi distruggere una mia icona del terrore infantile. Non mi puoi sminuire così il primo Dracula” rispose Ilaria pestando una mano del ragazzo e facendo un occhiolino alla figlia che sgridava Dom ogni volta che si avvicinava alla mamma.
“Far dire che Pipino è affamato?” chiese Billy mettendosi a sedere meglio e poi ringraziando Elijah che gli porgeva il contenitore in plastica dei pop-corn.
“E magari far vedere che Merry è più alto” disse Dom facendo una smorfia all’amico
“A me piace” disse Peter sistemando gli occhiali.
“Che ne dici Philippa?” chiese Fran guardando l’amica e collega.
“Perché no. Magari ci ricami un po’. Uhm?” rispose Philippa.
“Basta che domani si provi senza troppe lamentele” ribatté Peter, facendo ridere Elijah come un matto mentre Dom faceva finta di niente. Sapeva che quella frecciatina era rivolta a lui.
“Io vado a mettere questa stellina a dormire, prima che si trasformi in un diavoletto calzato e vestito” e baciando la guancia di Dom, disse. “Aspettami dopo. Vengo a dormire da te” e sorridendo salì al paino superiore.
Salì nella sua vecchia cameretta e si mise a cullare la bambina cantando la solita ‘Ninna Nanna Del Chicco Di Caffè’. 
Dopo meno di mezz’ora, sentì il campanello suonare. Spostò i capelli della bambina, vedendo gli occhi chiusi e il visino sereno, rapito dal sonno e uscì socchiudendo l’uscio. 
Scese per chiedere chi fosse e vide una donna ferma sulla porta. Era mora, con i capelli legati in un elegante nodo, trucco leggero e vestiti firmati.. aveva solo un’espressione colpevole nel viso, nonostante questo gli occhi verdi avevano trasmettevano una strana gravosità che Ilaria conosceva bene.
Peter si voltò verso la ragazza e disse:
“La signora Morris vorrebbe parlarti”
Ilaria si sedette su di un gradino e fece un cenno alla donna di parlare senza nemmeno chiederle di entrare. Era tesa in viso, come quella mattina in tribunale.
Peter la guardò colpito, mentre dal salotto non proveniva nessun rumore.
Il tempo che passò tra il gesto di Ilaria e il successivo sospiro della madre di Dean sembrò lunghissimo ai presenti che, tra le due sentirono la tensione crescere.
“Scusa!” disse Martine, la madre di Dean, sospirando ancora e trattenendo un conato di lacrime.
Per Martine stare su quella porta era un’ammissione di colpa in piena regola. E per una che aveva vissuto come lei, senza chinarsi davanti a nessuno, era davvero umiliante.
“Sono venuta qui..” continuò poi, “.. per chiederti scusa da parte di mio figlio. Per chiederti scusa della violenza che ti ha scaricato contro in maniera così cruenta. Per quella bambina che non ha voluto crescere. Per quella ragazza che le ho permesso io per prima di lasciare sola. Non sto cercando di giustificare mio figlio. E non sono qui per scendere a compromessi. Dean ti ha fatto male e deve pagare. Sono qui per porgerti le scuse di un uomo che si è perso. E di una madre che non ha fatto molto per recuperarlo. Ecco per cosa.”
Nel silenzio della casa riecheggiò l’applauso lento di Ilaria che, con un sorriso sarcastico, con gli occhi pieni di lacrime pronte ad uscire, disse:
“Bella questa scena. Davvero commovente. Ora se mi permette vado a chiamare quelli dell’Accademy per vedere se la posso proporre come attrice non protagonista…”
“ILARIA!!! MA CHE MODI SONO QUESTI?” chiese Peter stupito della reazione della figlia.
Ilaria, ormai incapace di trattenere le lacrime disse:
“No, papà non metterti in mezzo. Tu non sai nemmeno che cosa ho passato per colpa di quella donna. È vero che ha aiutato suo figlio a non crescere la bambina che insieme avevamo concepito. Le ha permesso di scappare in Francia o dove diavolo lo ha mandato. E a me mi ha chiamato puttana. La ricordo ancora la mattina che ho bussato alla porta di casa sua, signora Morris. Ricordo la sua faccia. Ricordo che ha chiamato mia figlia bastarda. Beh! La sa una cosa, signora Morris? Quella bastarda cresce bene senza suo figlio. Anzi. Credo che potrà solo essere una persona migliore, visto quello che ha fatto Dean. E per quanto riguarda me… Ho ricominciato da zero tante di quelle volte, che non credo nemmeno sarà tanto difficile, per me rialzarmi stavolta. Perché so che attorno ho persone che mi amano e che mi stanno vicine. Io non sono sola come lei. No. E ringrazio Dio che mi ha tenuto lontano da quella casa, da lei e sa suo figlio…”
“MAMMA!” urlò Hannah.
Ilaria si voltò e vide la bambina ferma, in cima alle scale, stringendo forte Mr. Patata, piangendo.
Salì in fretta e prendendola in braccio, la strinse fortissimo e disse:
“Tranquilla. Non è nulla. La mamma si è arrabbiata un poco. Ma non è nulla” e baciandole la fronte disse: “Adesso andiamo. Uhm!” e voltandosi verso Martine, disse: “Quello che non mi spezza mi fortifica. Ritornerò alla mia vita. Sarà difficile. Ma ci riuscirò. Non so se posso dire lo stesso per lei” e si allontanò veloce.
In quel momento nella casa regnò il silenzio più totale. Peter si grattò la testa e piano disse:
“Io non so che cosa le abbia preso. Davvero. Mi spiace. Io…”
“Conosco Ilaria e so che quello che ha detto lo pensava. È così. Non la può cambiare. E non è lei quello che deve scusarsi. Ma io” sospirò Martine e frugando nella borsetta prese un cartoncino e, porgendolo a Peter, disse:
“questo è il mio indirizzo. Ora scusi.. Ma devo andare.”
“Aspetti. L’accompagno io” si offrì Peter.
Quando la porta si chiuse dietro le spalle del regista, nella sala dove erano stati tutti gli attori, tirò quasi un sospiro di sollievo.
Era certo che quella scenata non se l’aspettava nessuno di loro.

Dom guardò Ilaria seduta sul pavimento mentre piangeva. Le porse una tazza di caffè e, sedendosi accanto a lei, abbracciandola, chiese:
“Come stai?”
“Come una che è stata investita da una schiera di camion lanciati sulla strada a tutta velocità.
Dom sorrise e poggiando una guancia sulla testa della ragazza, disse:
“Tranquilla. Tra due gironi sarà tutto finito” e le baciò una tempia.
- See! A parole è tutto finito. Ma dentro? Cosa mi porto dentro io?- penso Ilaria 
“Sono spaventata Dom. Tutte queste emozioni in un paio di mesi..”
“Lo sai che per tutto, ci sono io” sorrise lui accarezzandole la testa e prendendole il mento tra due dita disse, baciandole il naso:
“Che ne dici se adesso ti preparo il bagno e tu ti fai una bella doccia calda? Uhm? Così dopo ce ne andiamo a nanna.”
Ilaria annuì col capo, sorridendo debolmente e accolse il tenero bacio di Dom sulle labbra. Poi lo guardò allontanarsi verso il bagno.
Bevé lentamente il caffè rimasto, poi si sollevò e mise la tazza nel lavandino. In quello stesso momento un flash travolse la ragazza. Il viso di Martine sulla porta.. Dean che la picchia.. La faccia di Peter e Fran quando annuncia la gravidanza inattesa…. Il processo.. Dom che vuole fare l’amore con lei… Le parole dette dalle persine durante gli interrogatori… Le scuse di Martine.. Quel ‘puttana’ gridatole da Dean..
Tutto cominciò ad accavallarsi nella mente di Ilaria che, disperata portò le mani alle orecchie lasciando cadere la tazza cominciando ad urlare. Dom corse fuori dal bagno e si avvicinò alla ragazza, abbracciandola e bloccandola, mentre scivolava contro il mobile e tornava sedersi sul pavimento, tremando.
Lui la strinse forte e disse:
“Tranquilla. Ci sono io ora. È passato tutto amore. Tutto. Nessuno ti farà più del male, promesso” e le baciò la fronte in silenzio stringendola più forte a se.

La mattina dopo fu Sophie a deporre. Rivisse la sua storia con Dean in una maniera più distaccata da quella di Ilaria, quasi che quello che raccontava non le appartenesse più.
Raccontò che il 27 ottobre 1999 aveva scoperto do aspettare un bambino e che, spaventata dalla reazione del compagno, cercò di abbondare la casa prima che lui tornasse da uno dei suoi soliti giri. Invece, uno strano scherzo del destino, volle che tornasse proprio mentre sistemava Leatitia nel passeggino e si accingeva ad abbandonare la casa. Pestò Sophie in maniera più violenta di quella di Ilaria, facendola entrare in coma, dal quale uscì solo sette giorni dopo. Nel frattempo, lui era scappato con tutti i soldi della ragazza e non aveva lasciato alcuna traccia.
Sentendo raccontare la storia di Sophie, Ilaria sentì il bisogno di alzarsi e uscire fuori. Sentiva freddo. Ma quel freddo che aveva portato dentro cominciava a sciogliersi, lentamente, con la consapevolezza che mancava poco affinché quell’inferno finisse. 
Ma quel freddo, sciogliendosi, lasciava il posto ad un sapore dolciastro che, quella mattina la costrinse ad andare in bagno a vomitare.

[PENULTIMO GIORNO DEL PROCESSO: DEAN AL BANCO DEGLI IMPUTATI]

“Signor Morris, perché ha fatto quello che ha fatto? Ce lo può dire?” chiese l’avvocato Bing guardando il cliente.
“Io amo Sophie e Ilaria.. è solo che ho bisogno di aiuto per non essere violento. Io mi drogo e bevo. E alle volte do di matto. Ed è come se qualcuno mi costringesse a fare così. Qualcuno che non ero io. Come se avessi una seconda personalità. Come se in quei momenti la pazzia fosse tanta e tale da non rendermi conto che ero io quello da cambiare, non il mondo intorno a me.”
“Quindi ammette di aver sbagliato?”
“Si me ne rendo conto. E mi accorgo che per colpa di questo mio modo di essere così sbagliato, non potrò rivedere Hannah e Leatitia.. Forse per tutta la vita..”
“Sue figlie?”
“Si!”
Il silenzio regnò nella sala. Solo un singhiozzo lo ruppe, Ilaria si voltò e vide Martine che premendo un fazzoletto contro la bocca usciva dall’aula.

Bloccò la macchina davanti alla vecchia casa dei Morris. Era tutto acceso.
Hannah si lamentava. Ilaria la guardò e accarezzandole una guancia disse:
“Shh! Amore. Andiamo subito dai nonni Jackson. Prima però mi devi promettere di comportarti bene. Stiamo andando a trovare una persona che ti vuole conoscere. Me lo prometti che aspetti un po’?”
Hannah, con un piccolo broncio fece si con un cenno della testa stringendo meglio Mr. Patata.
“Dai” sorrise Ilaria, spostandole con una mano i boccoli dal viso. “Prima andiamo, prima arriveremo dai nonni” e baciandole la fronte scese dalla macchina.
Si avvicinarono alla casa velocemente. Ilaria bussò alla porta e aspettò qualche secondo che qualcuno aprisse. Qualcuno che non si fece aspettare troppo. 
Aprì la porta una ragazza con una carnagione mulatta, dei bellissimi occhi neri e un leggero sorriso sul volto. Filaria pensò fosse la cameriera.
“Scusi?” chiese la ragazza con un forte accento indiano.
“Sono la signorina Jackson. Sono venuta per parlare con la signore Morris.”
La ragazza guardò Ilaria e piano disse:
“Un attimo” e chiuse la porta.
Riapparse qualche minuto dopo. E gentile disse:
“Prego. Potete entrare.”
Ilaria seguì la ragazza che la guidò nell’immenso salotto della casa. Era cambiato da quattro anni prima. I mobili moderni erano stati sostituiti da altri, antichi, dando alla casa un aspetto austero.
“Si accomodi” sorrise la ragazza.
“Grazie!” sorrise Ilaria a sua volta sedendosi nel divano.
Hannah canticchiava a bocca chiusa la ‘Ninna Nanna Del Chicco Di Caffè’ tirando le orecchie del povero Mr. Patata, quando sentirono dei passi arrivare dal corridoio. Si voltarono e videro Martine.
Era elegante nonostante fosse a casa. I capelli erano ben riavviati. Il trucco impeccabile.
“Ciao piccola!” disse guardando Hannah.
Al ‘piccola’ dettogli da Martine, Hannah si stranì un pochino. Guardò la donna e girando con un ditino un boccolo, chiese:
“Chi sei?”
“Io sono la mamma del tu papà. Mi chiamo nonna Martine.”
Hannah corrugò la fronte guardando perplessa la donna, per poi dire, sicura:
“Io la conosco la mamma di papà Dom. e non sei tu”
Alla lamentela della figlia, Ilaria sorrise e prendendola in braccio, disse:
“Questa è la mamma del tuo papà. Quello che mamma ti ha detto che era partito lontano.”
“E perché a lei posso vederla e papà no?” chiese Hannah perplessa.
“Il tuo papà è volato in cielo il giorno che sei nata tu…”
Quell’affermazione di Martine fece voltare di scatto, guardando la donna stupita. Tutto si poteva spettare meno che quella risposta alla bambina.
“Il tuo papà è volato in cielo il giorno che sei nata tu…” continuò Martine. “…e sai perché?” chiese chinandosi e guardando bene la bambina.
Ilaria pensò malignamente che era un modo per accertarsi che quella fosse davvero Hannah. 
“No!” rispose Hannah mettendo bene Mr. Patata.
“Perché gli angeli hanno pianto tanto quando tu sei venuta qui. E allora è andato lui al posto tuo.”
“Allora non si arrabbia se io chiamo zio Dom papà?”
Martine sorrise dolce e accarezzando la testa della bimba disse:
“Se gli vuoi bene ne sarà felice. Basta che ti voglia bene anche lui…”
“Si. Papà Dom mi vuole bene quanto tutto l’unicerso.”
“Universo. Ha detto universo.” corresse Ilaria.
Martine sorrise di nuovo. Per Ilaria quello che aveva detto era una sorta di liberazione. Non aveva mai pensato di eliminare il problema dalla radice dicendo che Dean era morto. E il fatto che lo avesse fatto la madre era un modo per non avere colpe in futuro.
“Anche la nonna volerà in cielo tra un po’. Lo sai?” disse Martine guardando Ilaria mentre parlava.
Ilaria la fulminò con lo sguardo. Cercava la sua pietà, forse?
“Perché devi volare in cielo..”
“Perché non sto bene e quello che ho lo possono curare solo in cielo” disse piano Martine guardando Ilaria.
“Le sembrano cose da dire ad una bambina? Ma sta impazzendo? Cosa credeva che avrei pianto alla notizia della sua malattia? È la persona più patetica che abbia mai conosciuto. Prefervo la donna stronza e ricca che era prima, lo sa? Almeno non cercava compromessi, pur di piacere a qualcuno. Non le interessava nemmeno piacer a qualcuno. Aveva i suoi soldi per comprarsi l’altrui amicizia” disse Ilaria calma, per non far allarmare la bambina.
“Quando capirai che non ti voglio far del male? Che tengo a te e alla bambina?” sospirò Martine.
“Ora tiene a me e alla bambina? Come mai quattro anni fa non le interessava nemmeno l’esistenza di mia figlia? Me lo spiega? Cos’è la malattia l’ha resa una nuova Madre Teresa? Non mi incanta. Non più oramai. Tutte quello di brutto che mi è successo è solo colpa sua. Sua e di nessun altro. Se lei non avesse fatto partire Dean in Francia, questo non sarebbe, lui non sarebbe diventato dipendente di cocaina. Non avrebbe picchiato Sophie e me e ora non starebbe davanti ad un giudice, per essere giudicato. Credeva di fare del bene comportandosi come si è comportata. Invece. Proteggendo i suoi interessi, ha distrutto tutto come al solito” e dicendo questo si sollevò dal divano, prendendo Hannah in braccio.
“Sei venuta qui per insultarmi? Ti ho chiesto di perdonarmi due volte. E tu mi insulti ogni volta che lo faccio” disse Martine sollevandosi con lei.
“No. Sono venuta qui perché voleva che mia figlia conoscesse la madre di suo padre. Ma mi accorgo di aver di nuovo sbagliato. Quelle come lei sono persne che non cambiano, e cercano l’altrui compassione solo per tranne benefici che solo a loro posso giovare.”
“Ti sto solo chiedendo di perdonarmi. Ci riuscirai mai a farlo?” continuò Martine.
Ilaria la guardò e acida disse:
“Si guardi dentro e mi dica: lei si perdonerebbe se fosse al mio posto?”
Martine chinò la testa e Ilaria continuò:
“Comunque, questo, non vorrà dire che mia figlia non si potrà godere la nonna. Quando vuole.. Sa dove rintracciarmi. Le porterò Hannah. Lei non c’entra nulla con i nostri dissapori” e con un cenno della testa disse: “E se ora mi permette. Io me ne anderei?” e senza aspettare risposta, uscì fuori.

[ULTIMO GIORNO D’UDIENZA: 26 OTTOBRE 2000: ARRINGHE FINALI E IL GIUDIZIO]

La fine di un incubo….

“Cari presenti. Giuria. Vostro onore..” cominciò l’avvocato Smith guardando il giudice e i consiglieri. “Oggi dobbiamo decidere se un soggetto pericoloso come Dean Morris possa rimanere libero, oppure no . Ebbene.. Possiamo, dopo il racconto di Ilaria e Sophie e dei loro amici, lasciare che questo avvenga. Lasciare libero un uomo che ha avuto il coraggio di offendere la dignità di due ragazze, malmenandole senza un motivo, trasportato solo da un rabbia cieca. Io mi chiedo: possiamo far si che, un uomo incline alla violenza non venga punito per le sue malefatte? Se lo volete fare, allora fatemi un favore. Un piccolo favore: guardate gli occhi di quelle due ragazze. Di guardarli e porvi una domanda. Devono occhi come questi versare lacrime per colpa di individui simili? No. Non è giusto.
È per questo che chiedo che la pena che ho chiesto all’inizio venga accolta dalla corte: dieci anni e un’ammenda da pagare alle due vittime.
E non pensiate che la mia sia una richiesta esagerata. Perché non lo è. Cosa chiederebbe ognuno di voi trovandosi di fronte alla situazione da noi esposta in questi giorni? Cosa fareste se la vostra compagna, se vostra figlia, vostra madre, la vostra compagna, la vostra migliore amica venisse trattata in questo modo? Vorreste una giusta punizione. E questa è una punizione esemplare. Per la legge. Perché niente al mondo potrà cancellare quello che stanno provando queste due ragazze.niente al mondo cancellerà il ricordo di questa aggressione senza senso. È, quindi, un nostro dovere, diritto e dovere rendere giustizia a queste due vittime innocenti.. ed io mi appello a questo nostro dovere e al suo completo adempimento. E far si che la legge trionfi”
L’avvocato Smith si mise a sedere. Si sollevò l’avvocato Bing. E schiarendosi la voce, disse:
“Non mi dilungherò come il mio collega. È inutile nascondere l’evidenza purtroppo. Il mio cliente ha sbagliato e deve essere punito per quello che ha fatto. Ma dieci anni non sono forse troppi? Non è troppo condannare ad una pena così lunga un uomo che ha solo bisogno di aiuto? Perché Dean ha bisogno di aiuto. Dovete dargli aiuto. Non potete negarglielo. Dovete permettere che questo ragazzo si disintossichi. E che possa vedere crescere le sue due figlie. Quello che vi chiedo io è di pensare che, se un uomo sbaglia deve pagare, si. Ma deve avere la possibilità che l’errore che ha fatto non si ripeta più.”
Si mise a sedere e guardò Dean annuendo.
“LA CORTE SU RITIRA PER DELIBERARE. IN PIEDI.”
Ilaria guardò Sophie e le strinse la mano. Si sentì una stupida per aver pensato che non aveva nulla da spartire con lei. Erano molto più simili di quanto credesse all’inizio.
Poi si voltò e vide tutti gli amici seduti, dietro la sua postazione. Elijah, Sean A., Sean B., Ian, Viggo, Billy, Dom, Orlando, John, Bernard; Karl, Andy, Miranda e Liv. Tutti erano lì, pur di starle vicini. E con loro c’erano anche Peter e Fran che si tenevano la mano e accanto Philippa.
Ilaria, commossa, fece un cenno con la mano per salutarli. Qualsiasi risultato avesse avuto il processo, per lei era una vittoria avere, comunque, accanto delle persone eccezionali.

“ENTRA LA CORTE. IN PIEDI.”
Tutti si alzarono mentre il giudice si sedeva nella sua sedia.
“Seduti, prego.”
Quando tutti si furono di nuovo accomodati, il giudice si schiarì la voce. Ilaria prese di nuovo la mano di Sophie tra le sue. Tremavano tutte e due.
Fu allora che, con un foglio in mano, il giudice prese la parola.
“Prendere delle decisioni alle volte è difficile. Molto più di quanto ci possiamo immaginare. Sappiamo però che l’imputato Dean Morris è colpevole. Lo hanno riferito i vari reperti. Le vittime delle aggressioni. E lo stesso imputato. Naturalmente la corte non dimentica lo stato dell’imputato. Ma questa non è una giustificazione per il suo comportamento. Pertanto, la corte condanna Dean Morris allo sconto della pena di anni 1dieci di carcere e il pagamento di un’ammenda di 10'000 $ neozelandesi alle signorine Jackson e Le Blance. Così deciso. L’udienza è tolta.(*)”
Alla parola ‘la corte condanna..’ tutti gli amici di Ilaria saltarono in pidi e applaudirono, fregandosene del comportamento consono da tenere in un aula di tribunale.
Sophie e Ilaria si abbracciarono commosse, mentre Dean, ammanettato usciva dall’aula. L’incubo era davvero finito.



(*) Mi da un po’ di Forum, ma serva per rendere l’idea. ^___^






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Capitolo 22
*** La fine di un incubo e il ritorno alla normalità ***


Vampyre e Paddina vi ringrazio per aver recensito

Vampyre e Paddina vi ringrazio per aver recensito. Il processo e finalmente finito. Ilaria non è stata molto bene in questi giorni, ma ricordatevi che ha delle persone meravigliose affianco. Per quanto riguarda la storia con Dom.. Beh! Sapete come è Dom. è uno che cerca di portare il sorriso a tutti. Ha ammesso lui per primo di essere stato il giullare della sua classe, ma di aver dato un freno alla sua esuberanza per il fatto che lo zio era uno scrittore.
Mi ha colpito molto che un po’ tutte vi siete fatte prendere dalla rabbia verso Dean (giustificata per Dio). Tutte avete chiesto di farlo finire in galera e buttare la chiave. Beh! Spero che la pena data al pazzo sia piaciuta.. Eheheheheheeheheheheheeh.
Per quanto riguarda la storia con Dom. beh tutto si mette a posto, credevate il contrario. Altrimenti come potrei raccontare il resto della storia? Spero sempre di non annoiarvi. Basta ora…
Ora.. Siete invitate alla festa in casa Jackson. Dopo una vittoria legale del genere si festeggia. E Peter ha voluto anche voi.
Buona lettura.


La fine di un incubo.. e il ritorno alla normalità

Quella sera si festeggiò a casa Jackson e, vista l’occasione, anche Sophie venne invitata.
Finalmente, dopo tante lacrime versate, Ilaria ritornò a sorridere. Era davvero felice di aver messo alle spalle tutto. Felice sollevata. 
Dom la guardò mentre rideva con Sophie e Fran. Billy gli si avvicinò e chiese:
“Beh! Felice che questo incubo sia finito?”
“Felicissimo” sorrise Dom.” Ma lo sarei ancora di più se riuscissi a rifare l’amore con Ilaria. E dal giorno del suo compleanno che non lo facciamo.”
“Ops! E tutte le sere che avete dormito assieme?” chiese Billy guardando stupito l’amico.
“Nulla. Abbiamo sempre e solo dormito. Il bello è che anche io sono fatto di carne e non posso reggere per sempre.”
“Dom..Ilaria è spaventata. Dovresti parlarle!”.
“Mi direbbe che sono un egoista. E che non la capisco.”
“Io dico che non succederà” e sorridendo si allontanò. Dom guardò Ilaria e, a passi veloci si avvicinò a lei.

Ilaria guardò Dom avvicinarsi. Maggior parte del veleno che aveva dentro sembrava essersi sciolto. Abbracciò il ragazzo e gli disse:
“Ti devo parlare dopo. Lascio la bambina qua e passo da te. Uhm?”
Dom la guardò stupito. E piano disse:
“Ok!”
Ilaria sorrise e lo baciò. Dom sorrise a sua volta e guardò Billy. Sollevò i due pollici verso l’amico in segno di vittoria. E facendo il matto, come suo solito, si allontanò.

Ilaria e Dom entrarono in casa. Lui agitato. Lei tranquilla.
La ragazza si mise a sedere nel divano e guardando Dom, chiese con un sorriso:
“Allora? Che cosa mi offri da bere?”
“Ho del caffè. Del the verde. Succo d’arancia. Acqua..”
“Caffè?” ripose Ilaria ridendo.
Dom entrò in cucina per riapparire un paio di minuti dopo con una tazzona gigantesca di caffè freddo, come piaceva ad entrambi.
“Uhm! Monaghan’s caffè” sorrise lei prendendo la tazza che le porgeva il ragazzo. “Mi da di casa” continuò sorseggiandolo lentamente.
Il ragazzo si era seduto accanto a lei e aveva passato un braccio sulle spalle della ragazza, abbracciandola tranquillo.
“Di cosa dovevi parlarmi?” chiese piano, poggiando la fronte su di una tempia di Ilaria e facendola ridere.
“Di noi” sorrise lei.
“Quel sorriso fa presagire un buon discorso” disse lui baciandola dolcemente.
Lei poggiò la tazza di caffè e disse:
“Devo chiederti scusa.”
“Per cosa?” chiese stupito Dom lasciando cadere una ciocca di capelli della ragazza che aveva accarezzato con le dita.
“Perché ho fatto la stupida. Ho scaricato tutte le mie paure su di te, lasciando che la nostra storia vegetasse per tutto questo periodo, impedendoli di andare avanti.”
“Tu non hai nessuna colpa. Tutti, dopo quello che hai fatto tu avrebbero reagito nello stesso modo…”
“No! Tu mi hai amato comunque. Mi sei stato vicino. Hai accettato tre mesi e mezzo di astinenza sessuale. Mi sei stato vicino nonostante tutto. Hai aspettato, mi ha sorretta durante il processo. E io ti allontanavo. Non mi rendevo conto di quello che avevo. Della persona meravigliosa che sei. Del ragazzo speciale che avevo accanto. Perché tu ei speciale. Nessuno avrebbe fatto quello che hai fatto tu. E io invece.. Ho pensato che tu potessi essere come Dean. Mi faccio schifo anche se lo dico. Ma tu non sei Dean. Perché sei dolce. E ti amo. Ti amo quando surfi con gli altri e mi fai morire si paura. Ti amo quando dormi così profondamente da sembrare un bambino. Ti amo perché hai detto a mia figlia che poteva chiamarti papà. Ti amo perché mi coccoli sempre, anche se non abbiamo fatto l’amore. E ti amo perché mi fai ridere. Ti amo quando reciti e quando sbagli ti metti a ridere. Come per l’uscita dei quattro hobbit sul monte di Colle Vento. Ti amo quando mi porti in un angolino per baciarmi. E ti amo perché per riconquistarmi mi hai portato in un ristorante costosissimo e mi hai portato a ballare ‘Yellow’ sul mare. E ti amo…” 
Dom bloccò Ilaria con un bacio. Lei a sua volta lo baciò e piano disse:
“Voglio fare di nuovo l’amore con te..” e sollevandosi gli prese le mani e lo accompagnò nella camera da letto. Delicatamente si sdraiarono a letto.
Le mani di lui cominciarono a correre sul corpo di lei. I vestiti di entrambi cominciarono a volare sul pavimento. Lo eccitava il respiro di lei. Aveva atteso quel momento per troppo tempo. E ora…. Voleva vivere e godere di ogni respiro, sospiro o gemito che riusciva a strappare alla ragazza. E ci stava riuscendo benissimo.
Fecero l’amore aggrappati l’uno altro, dolcemente. E alla fine, mentre lui le baciava il collo e il seno, lei lo strinse forte a se e pianse.
Il veleno che aveva dentro sembrava ormai sciolto completamente. Rimanevano ferite che avrebbero sanguinato ancora sicuramente. Ma questo non spaventava Ilaria. Anche se quella meravigliosa avventura stava per finire, lei sapeva che quello che aveva creato non si sarebbe distrutto. 


SCUSATE LO SMIELAMENTO. MA DOVEVO FAR SCUSARE ILARIA INFONDO AVEVA LASCIATO DOM A SECCO PER TRE MESI E MEZZO. E NON È POCO PER CHI CONOSCE IL SOGGETTO. COMUNQUE… SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO. ALLA PROX. BACI NINIEL.

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Capitolo 23
*** Surfing in New Zealand ***


BUONA LETTURA

BUONA LETTURA ^_____^

                               Surfing in New Zealand.

“Io dico. Già sono stata male quando quel deficiente di Orlando ti ha portato sulla teleferica..” stava dicendo Ilaria quando il londinese la bloccò e disse:
“Gli ho fatto provare un po’ di adrenalina. Sana e pura adrenalina.”
“Si. L’adrenalina me l’avrebbero iniettata nel cuore se vi venivo a vedere” continuò Ilaria guardando il bel Bloom in cagnesco. “Comunque. Sono stata male quando hai surfato per la prima volta. Poi la volta che ti sei fatto male al piede mentre giravi. Dillo eh? Se mi vuoi far morire di infarto dillo pure Dom. perché se esci oggi con questo mare ci riuscirai benissimo” disse Ilaria non nascondendo l’ansia anella voce. “E poi tu.. Sean? Hai paura di stare negli stadi se non hai vicino le uscite di sicurezza e ti metti ad aiutare gli elicotteri per evitare stragi ed esci con le onde così alte?”
“Le onde vogliono alte, Ila, per surfare” puntualizzò Elijah con una punta di velato sarcasmo.
“Tu zitto. Sei scavezzacollo peggio di Dom e Orlando.” Sibilò Ilaria guardando torvo il californiano.
“Sblomie è così solo perché ci sono io a dargli una spinta” disse Orlando indicandosi trionfante con i pollici.
“Non mi vanterei più di tanto di essere il Lucignolo della situazione, con Ilaria preoccupata in questo modo?” sorrise Billy guardando Orlando.
“Ma porco cane. Ci stiamo divertendo. Perché non vieni anche tu?” chiese Dom guardando Ilaria mentre tirava su la zip della muta.
“COOOOOSA? Io lì fuori con voi. Mi sembra più sensato che io vi chieda di stare qui a guardare le onde, non trovate?” disse Ilaria guardando i cinque ragazzi.
Cercava come ogni volta di dissuadere gli amici dal fare surf, ma era inutile. Sapeva ormai che quello era il loro passatempo in Nuova Zelanda. Ma a quasi riprese finite,non voleva che il padre si trovasse senza elfo Legolas o uno degli hobbit, peggio se, quello hobbit era Frodo.
“Tranquilla Ila. Non ci succederà niente. C’è Billy con noi” cercò di tranquillizzarla Sean.
“EEEHHH! Allora posso stare tranquilla, guarda. Sono la tranquillità fatta a persona” disse Ilaria facendo il sorrisetto sarcastico a Sean.
“Allora? Sono venuta qui per vedervi surfare” disse Christine, la moglie di Sean guardando i cinque e ridendo come una matta.
“Christine?!” disse Ilaria sbigottita. 
La moglie di Sean rise bevendo la sua Coca Cola mentre Orlando disse, inforcando la tavola:
“Allora la smettete di cincischiare e prendete quelle tavole, prima che la mamma si lamenti di botto?”
“Ok!” dissero gli altri imitando Orlando.
“Ecco. Quattro pecore dietro un caprone” disse Ilaria mentre Orlando, poco lontano alzava il dito medio rivolto verso lei. “SEE! Fai pure Bloom, tanto ho ragione io. E mi raccomando.. Non fate stronzate, mi raccomando. E tornate subito…”
“Si! E non date confidenza agli sconosciuti” ironizzò Christine. “Ilaria sono tutti maggiorenni e vaccinati. Non trovi che sia esagerato?”
“Ma io ho la tachicardia!” ammise Ilaria.
“Vedrai tra due mesi rimpiangerai queste giornate assieme” disse Christine addentando un tramezzino.
Ilaria guardò Ally ed Hannah giocare sulla spiaggia a rincorrersi, mentre i cinque si lanciavano sulle onde con la loro tavola.
Era vero. Cominciato novembre mancava solo un mese alla fine delle riprese. E anche se, dopo un anno sembrava quasi una benedizione un po’ di riposo per tutti, per Ilaria, l’idea di vedere gli amici partire era devastante.

Dopo una buona mezz’oretta che giocavano con le onde, si ritrovarono tutti nella spiaggia. Ally ed Hannah accolsero i ragazzi come degli eroi, mentre Dom si sedeva accanto ad Ilaria e la baciava appassionatamente, solo per toglierle il broncio dal viso.
“Per smetterla di fare l’idiota è sempre tempo” disse piano lei facendo due occhiatacce.
“Sono felice di sapere che ti preoccupi per me” continuò Dom.
“Non tanto per te. Quanto perché hai un film da girare” finì Ilaria.
Dom strinse gli occhi e Billy ironizzò dicendo:
“Meno male che state assieme. Altrimenti qua finiva male”
Elijah e Orlando fumavano tranquilli, quando Ilaria disse:
“Tra un mese e mezzo mi mancheranno questi battibecchi” sorrise Ilaria malinconica. 
E la malinconia scese anche del resto del gruppo. Per tutti si stava avvicinando l’ora dell’arrivederci. Solo nel momento in cui sarebbe usciti i film si sarebbero ritrovati tutti assieme(*).
“C’è da dire che avrò sempre un buon ricordo di questi anni” disse Billy guardando fisso la sabbia che faceva scendere a cascata dalla mani la sabbia presa in precedenza. Poi sbattendo i palmi l’uno contro l’altro e guardando gli amici continuò: “Cioè.. Ho incontrato voi. E siamo diventati amici. Ho lavorato con un regista favoloso come Peter Jackson. Ho conosciuto un’anima libera come Viggo. Ho trovato la mia migliore amica. E udite, udite.. Posso dire di essere amico di sir Ian McKellen. E che dire di Fran Kubric Walsh? E Philippa. Questa sarà la parte più bella della mia vita, ogni volta che mi volterò a guardare indietro..”
“Come sei profondo!” scherzò Orlando guardando con occhi dolci. 
Billy lo colpì e ne scaturì una battaglia furibonda che, per qualche attimo, cancellò la malinconia.
“Ecco gli attori della trilogia tolkienana. Non riescono a stare seri per più di dieci minuti. Nulla” disse Ilaria piano.
“Che vuoi che ti dica” ironizzò Christine. “Sono degli scavezzacollo.. Li chiami tu così. O sbaglio?”
Ilaria la guardò in cagnesco e cominciò a farle il solletico. Solo dopo che si furono tutti calmati, mentre Elijah accendeva un’altra sigaretta, disse:
“Diciannove anni di vita e tredici che vivo a Los Angeles. E solo uno che surfo. Ci pensate che sono dovuto venire in Nuova Zelanda per imparare?”
Tutti guardarono Elijah e Dom, spingendolo gli si buttò addosso, assieme ad Orlando e Billy. Poi arrivò anche Sean..
Ilaria rise guardandoli. A gennaio avrebbe ricordato quei momenti. Per il momento non poteva fare altro che fermare quegli istanti nella sua testa e sperare di non cancellarli mai, per niente al mondo.



(*) Quando il film è finito, nessuno, o meglio pochi, sapevano che ci sarebbero state delle pick-up. Quindi, il momento dell’addio, per loro è stato il 21 dicembre 2000.. Ma non dico altro dato che scriverò un capitolo su questa vicenda
PICK-UP: per chi non lo sapesse le pick-up, sono specie di miglioramenti al film. Si riproduce lo stesso set e magari si cerca di migliorare la scena principale. So che per molti sarà un commento superfluo, ma io, fino a che non ho visto gli extra de ‘Il Signore degli Anelli’ non ne conoscevo nemmeno l’esistenza. Quindi, questa precisazione è per quelle che come me non conoscono questo metodo lavorativo cinematografico.

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Capitolo 24
*** THE LONG AND SHORT OF IT ***


Di nuovo Buona lettura

Di nuovo Buona lettura.
Ps: non scrivo commenti per il semplice fatto che sto scrivendo di fila tre capitoli. Baci quindi a chiunque legge questa fic e mi recensisce. Come dice Renato Zero… VI AMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
Non sto impazzendo, mi è di nuovo tornata la febbre. Così imparo a uscire di notte dopo due settimane di convalescenza. La mia università la vedo in cartolina, se continuo così. Uff! è_è
Va be.. basta buona lettura.

THE LONG AND SHORT OF IT: un cortometraggio, una domenica diversa e una proposta importantissima.

Alla fine, Sean Astin, mise in azione la macchina da presa prestatagli da Peter e, dopo aver scritto una sceneggiatura con Dom ( che aveva passato tante serate a casa dell’amico assieme ad Ilaria per la gioia di Hannah), si mise a girare un cortometraggio con protagonisti Fon, la controfigura in scala di Billy Boyd, Big Paul, la controfigura in scala che veniva usata per tutti i personaggi alti (anche Liv Tyler) e Andrew Lesnie, direttore della fotografia nel film.
Quella mattina venne così assoldata per la lavorazione del corto. Così, tra un abbraccio con Lij, una smorfia ad Andy, una pacca al padre che aveva offerto la sua partecipazione come autista del pullman, provò una stranissima esperienza, dove i ruoli si invertivano, sotto la sottile pioggia della mattina. Ma si divertì come mai le era successo in quei mesi.

Passò la settimana tra lavoro e sorrisi, come sempre, anche se tutto diventava più frenetico, visto che mancavano meno di due settimane alla fatidica data finale.
Una di quelle sere, nella sala dove venivano proiettate le prime del film di Jackson agli stessi addetti, venne proiettato ‘The long and short of it’ , alla quale parteciparono tutti nonostante l’ingrato orario al quale si dovevano svegliare.

Dom quella sera era stranamente nervoso. Ilaria per prima se ne accorse.
A dire il vero era dalla fine del processo che macchinava qualche cosa in gran segreto, lasciando Ilaria allo scuro dei suoi progetti 
Nella settimana che precedette la proiezione del corto, però, aveva lasciato trapelare qualche notizia che diede solo a Peter, mettendolo in mezzo al suo favoloso piano. E Ilaria di questo se ne era accorta.
Così, quando arrivarono nella sala e Dom l’abbracciò, la ragazza non si stupì quando, all’orecchio le disse:
“Stasera ho chiesto a tuo padre di tenere Hannah. Ti devo parlare”
“Che cosa vuole Mr. Monaghan?” chiese Ilaria maliziosa mettendole mani sui fianchi e voltandosi a guardarlo in viso.
In quel momento, mentre Dom, serio si apprestava a rispondere alla ragazza, Viggo e Sean B., in un attacco goliardico in piena regola, presero Ilaria tra le braccia e giocarono a lanciarsela, come facevano da un anno a quella parte, bloccando un discorso importante, però, quella volta.

Alla fine del film, dopo le prese in giro a Peter e ad Andrew Lesnie per la ‘bellissima interpretazione’, Ilaria venne rapita da Dom, che, stanco di essere interrotto ogni volta che provava a parlare con la ragazza, decise di portarla a casa sua.
Quando entrarono, Ilaria poggiò la felpina sul divano e voltandosi, trovandosi Dom praticamente davanti le poggiò due dita sul viso e disse, con voce bassa e suadente:
“Allora? Di cosa dovevi parlarmi di tanto importante da farmi lasciare mia figlia a casa dei nonni. Uhm?”
Dom baciò a ragazza. E prendendole il viso tra le mani disse:
“Ti devo dire una cosa. Una cosa a cui penso dal 10 gennaio 2000.”
Ilaria aggrottò la fronte e piano disse:
“Che c’è?” e sorrise dolce baciandolo di nuovo.
Dom la spostò dolcemente e disse:
“Non voglio che dopo la mia partenza la nostra storia finisca. Ho cominciato questo viaggio con te, lo voglio finire con te. Non posso buttare tutto al cesso tutto. Non posso e non voglio. Ed è per questo che ho preso una decisione importante.”
“Che cosa?” chiese Ilaria incrociando le braccia la petto e guardando incuriosita il ragazzo.
In realtà, Ilaria sentiva il cuore accelerare i battiti, sempre di più, sempre di più e quella strana sensazione di vuoto che solo la gioia di qualche cosa di inaspettato può dare. Aspettava con ansia quella risposta. Forse, un po’ la immaginava.
“Dopo il film” disse piano il ragazzo. “.. vorrei andare a vivere a Los Angeles. E vorrei che tu ed Hannah veniate con me.”
Ilaria lo guardò un attimo negli occhi e disse:
“Dom lo sai quanto è difficile per me prendere armi e bagagli e mollare tutto. E poi, devi ricordarti che ho la piccola Hannah. Io qui ho tutto Dom, non posso mollare ogni cosa di punto e in bianco. Qui ho la mia vita. Quella che ho ricominciato assieme a Peter e Fran. Non li posso abbandonare.”
“Anche io faccio parte della tua vita. Eppure non mi segui. E così anche Billy fa parte della tua vita eppure non vai in Scozia da lui…”
“Dom. Dom. Aspetta. Non ti ho detto che non ti seguirò. No. Io voglio solo aspettare un po’. Non posso mollare tutto di punto e in bianco come se niente fosse. Io voglio salutare la Nuova Zelanda prima di seguirti… E voglio farlo senza rimpianti. Voglio stare con te con la consapevolezza che nulla potrà allontanarci. Nemmeno il rammarico di aver fatto tutto troppo in fretta. E poi pensa che io ho solo diciotto anni e tu ventiquattro. Non ti sembra tutto un po’ troppo. Devi solo sapere una cosa. Ovunque andrai io ti amerò. Perché sei l’uomo più importante della mia vita. Solo Peter ti può affiancare. Solo mio padre te ne rendi conto…”
A quelle parole le labbra del ragazzo chiusero la bocca in un bacio appassionato e dolcemente fecero l’amore.

-Fai come vuoi. Hai tutto questo periodo per pensarci. Io voglio davvero che tu venga a vivere da me. Non mi importa quando e quanto tempo ti ci vorrà. Ma desidero averti accanto. Davvero.-
Questo le aveva chiesto Dom quella sera dopo aver fatto l’amore con lei, poggiando la testa su quella di Ilaria e sorridendo piano.
Ilaria era felice della decisione del ragazzo. Ma voleva ancora un po’ di tempo per prendere tutto e andarsene. Certo.. Sapere che aveva comunque qualcuno ad aspettarla in un altro continente la faceva davvero felice. Però avere questo out-out la preoccupava. Magari avrebbe avuto esiti negativi col passare del tempo.
“Mamma?” richiamò la vocina di Hannah, ancora assonnata.
“Si!” disse Ilaria guardando la bambina.
“Leggi ancora il libro, dai.”
Ilaria guardò il libro che aveva tra le mani e piano lesse:
CAPITOLO 1: IL BAMBINO SOPRAVVISSUTO.
Mr. e Mrs. Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante…”


Ecco piccola nota. Avrete anticipazioni al più presto. Ora credo che smaltirò la mia terza ricaduta con il letto.
Il libro letto da Ilaria è ‘
Harry Potter e la pietra filosofale’ uno dei miei libri preferiti. Dopo ‘Il Signore degli Anelli’ naturalmente.
Baci alla prossima Niniel.

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Capitolo 25
*** 22 dicembre 2000... ***


Paddina tranquilla

Paddina tranquilla. Orlando è tutto tuo. Anche se, ora che so che si è lasciato, se me lo trovo davanti a Londra, questo Capodanno, un pensierino ce lo faccio. Mi spiace ma sai com’è. Io adoro quei tre pazzi di Sblomie, Ob ed Elwood, quindi, trovarmeli davanti, per me, sarebbe pari ad un infarto.. Se non di più.. Deliri da febbre. 38 e 8. E non riesco a dormire. Quindi scrivo la fic.
Vi mando tanti baci germosi. E spero che questo capitolo vi piaccia. Smac smac. 

22 DICEMBRE 2000: THE LAST DAY OF THE LORD OF THE RING.

Si era deciso così. Il 21 dicembre, gli hobbit avrebbero girato assieme l’ultima scena della trilogia, assieme. Come si era iniziato, l’11 ottobre 1999, con i quattro hobbit che fuggivano dal Cavaliere Nero, si finiva. E la scena era quella dell’incoronazione di re Aragorn. e tra piedi finti, orecchie da elfo, denti rotti e spade spezzate, la trilogia volgeva al termine. E un po’ di malinconia entrò nei cuori di tutti. Ilaria compresa.
L’aneddoto che vi sto per raccontare è il racconto di quella giornata.

Nella roulotte degli hobbit i ragazzi ridevano e parlavano tra di loro. Non sembrava che il giorno dopo sarebbe finito tutto e che il 23 dicembre sarebbero saliti su di un aereo per lasciare definitivamente la Nuova Zelanda.
Dom faceva come sempre il matto, facendo le solite battutacce caratteristiche della sua delicata personcina. Billy sonnecchiava tra una cucchiaiata e l’altra di porridge. Sean aveva bevuto il suo solito caffè di troppo ed era iperattivo all’inverosimile, mentre Elijah faceva da spalla a Dom. alla fine si divisero, ognuno a svolgere il proprio ordine del giorno. Passarono una giornata divisi, fino a che l’ultima fatidica scena venne girata.
Così, per l’ultima scena Viggo decise di partecipare e assieme a lui si unirono Orlando e tutti gli altri, ancora in costume da scena. L’idea del ramingo era eccellente, lo ammise anche Peter. Infatti, Viggo pensò che, stando lì davanti ai quattro ragazzi, avrebbe dato lor l’opportunità di chinarsi realmente davanti al re e si sarebbe tolto una soddisfazione personale. Mica tutti i giorni ti fanno la riverenza.
Solo che, mentre Orlando si posizionava vicino al ramingo, Ilaria ebbe una straordinaria idea, quella di dire:
“Ma tu non hai la corona per fare il re.”
Orlando lo guardò e prendendo Ilaria per mano si allontanò dal gruppo, mentre Dom urlava da dietro:
“Usa il preservativo. E se proprio non ci riesci, lascia la mia ragazza, se non vuoi fare un volo dall’aereo. Senza paracadute stavolta.”
Orlie, voltandosi verso l’amico, cinse il braccio di Ilaria, facendo ridere gli hobbit e gli altri.
Passarono lontani qualche minuto, poi, Orlando, con una faccai che sembrava quella di un bambino che scarta i regali a Natale, si avvicinò con un pezzo di cartone con tanto di punte. Una corona in piena regola per il re di Gondor. 
“Ecco la corona, Grampasso!” sorrise Orlando ficcandole il ritaglio sulla testa.
Viggo la sistemò e Peter cominciò a girare la prima scena.
Ma come ben si sa, è difficile che la prima sia perfetta e, ad ogni nuovo ciak, dalla borsetta di Ilaria cominciarono ad uscire pastelli di ogni colore che permettevano di ritoccare, in maniera terrificante, la corona del ramingo.
Naturalmente il lavoro di Orlando e Ilaria non sarebbe stato lo stesso se Richard Taylor, scenografo del film e capo della Weta Workshop, non avesse offerto il suo aiuto. 
Così, mentre i ragazzi vestiti da hobbit trattenevano a stento dal ridere e Orlando si beffava dell’amico e della ridicola corona che portava, Ilaria rideva in diparte con una mano sulla bocca, mentre Fran riprendeva tutto per il making-off.
Alla fine Peter urlò:
“CONTROLLO QUADRUCCIO!”
Agli hobbit vennero affidate delle bottiglie di champagne, mentre il fotografo, cominciava a posizionarli nel migliore dei modi per fare la foto del brindisi finale.
Ilaria guardò commossa gli amici sorridere e salutare tutti con un brindisi.
Fu allora che Billy le si avvicinò e disse:
“Domani parto, ma voglio che tu prenda questo.”
Le porse un cellulare. Ilaria lo guardò e chiese stupita:
“Perché mi regali un cellulare?”
Billy sorrise e piano disse:
“Perché da domani starò lontano. E non potrò risolvere tutti i tuoi problemi. E allora cercherò di farlo per telefono. Che ne dici?” 
Ilaria abbracciò forte l’amico. E commossa disse:
”Grazie. Sarà un modo per sentirti meno lontano. Davvero.”
E abbracciati si dondolarono un poco felici. 
“Tutti a raccolta per la foto finale. Viggo, mi raccomando. Tieni la corona è fantastica, davvero.”
Si sistemarono alla bene meglio, in una sorta di piramide dove tutti gli attori, produttori e sceneggiatrici, vennero messi in mezzo, compreso Peter, che stava a capo della piramide creata. Naturalmente, Dom , con la solita delicatezza che lo contraddistingueva, tirò Ilaria verso di se e poggiandole il meno sulla spalla, disse piano:
“Ti amo”
Lei sorrise e voltando leggermente la testa baciò una guancia di Dom, proprio mentre il fotografo scatta la foto…

Si ritrovarono stretti, dopo aver fatto l’amore, l’uno accanto all’altra. Fu allora che Dom , mentre accarezzava un braccio alla ragazza le chiese:
“Hai deciso?”
“Ho deciso” rispose lei sorridente.
Quel sorriso riempì di speranza Dom, che allegro, disse:
“Allora vieni a vivere con me?”
“No!” disse Ilaria tranquilla.
Dom la guardò e disse, mettendosi a sedere:
“Non mi fai ridere.”
“Infatti non sto scherzando. Ho deciso. Non parto!” rise Ilaria guardando la faccia di Dom alla notizia.
Il ragazzo, davanti alla reazione della ragazza, scattò in piedi, e disse, arrabbiato:
“Come cazzo fai a ridere, me lo spieghi? Stai mandando a puttane la nostra storia dicendo che non vuoi venire a stare con me con un sorriso sulle labbra. Come se niente fosse. Io non ti voglio lasciare. Lo sai. Te l’ho detto quante volte..”
“Chi ha parlato di finire la nostra storia?” disse Ilaria tranquillissima, mettendosi a seder sul letto e coprendosi con il lenzuolo.
“Come credi che possa durare una storia con due persone ai capi opposti del pianeta. E poi l’hai detto tu che non vuoi venire a vivere a Los Angeles.”
Per Ilaria fu davvero difficile trattenersi dal ridere ancora una volta. L’espressione di Dom era più che comica, dato che, accomunandone anche il tono di voce, sembrava un bambino che è stato appena sgridato.
E ridendo, mettendo una ciocca di capelli dietro l’orecchio e avvolgendosi dietro il lenzuolo, disse, mettendosi in ginocchio e facendo avvicinare il ragzzo con un cenno di mano. E baciandolo, gli disse, guardandolo negli occhi sorridendo:
“Appunto. Non parto con te ma questo non vuol per forza dire che tra noi è finita” e cominciò a baciargli il collo.
“A no? E mi spieghi come faremo se non ci vedremo mai” disse Dom , piano, incapace di resistere ai baci e i teneri morsi che la ragazza gli dava sul collo.
“Chi ha detto che non ci vedremo mai” disse Ilaria suadente, parlando nell’orecchio di Dom, poi baciandole la bocca, continuò, nell’altro orecchio: “Conosci il detto: SE MAOMETTO NON VA ALLA MONTAGNA, LA MONTAGNA VA DA MAOMETTO?” e sorrise torturandogli ancora il collo, con languidi baci
“Lo conosco. E allora?” disse Dom , sospirando, non indifferente alla dolce tortura che gli faceva subire la sua ragazza.
“Diciamo che io verrò da te… Qualche settimana, ogni due mesi… Questo per un tot di tempo.. Poi.. Un bel giorno, mi vedrai con tanto di bambina vicino. E valigie. A vivere da te…Che ne dici?” disse Ilaria baciando il petto del compagno.
“E tutti quei soldi.. Dove li trovi..” chiese Dom tranquillo, guardando la ragazza che lo baciava dolcemente.
Ilaria prese di nuovo possesso delle labbra del ragazzo e dopo averlo baciato, disse:
“Ero l’erede universale dei miei genitori. E come ti ho già detto, anche se non li ho mai usati, ho una quantità di soldi non indifferente, tra bot, cct e compagnia bella. Per non parlare delle case dei miei genitori… Diciamo che non me la passerei tanto male, se quei soldi non mi facessero schifo. E visto che in questi quattro anni non li ho mai usati, ma quello che ho ottenuto, l’ho ottenuto lavorando, dico che è ora di cominciare a spulciare in banca il mio conto e usare quei soldi per un buon fine: vederti” disse Ilaria baciando sempre più il collo di Dom che prendendole il viso tra le mani, disse:
“Giurami che lo farai. Giuralo.”
Ilaria sorrise e buttandogli le braccia al collo, disse piano:
“Certo!” e buttandosi nel letto, portò su di se anche Dom.. E fecero di nuovo l’amore.

La mattina dopo Ilaria a lavoro, sentì una strana atmosfera pervadere gli studi, come se tutti, anche gli oggetti usati per quindici mesi, dicessero piano addio a tutto quello che lo circondava.
Guardò gli amici sorridere. Billy, Orlando, Dom , Lij, Sean Astin ( che quel giorno per l’ultima scena da girare del film aveva portato con se Ally, che giocava tra le scenografie assieme ad Hannah), Ian e John. Tutti in ‘borghese’ dato che solo Viggo doveva ancora indossare i panni del ramingo per l’ultima volta.
La scena che Viggo doveva girare era quella della vestizione del re, prima della partenza di tutti i cavalieri di Rohan e Gondor per il Cancello Nero. Orlando abbracciava Peter facendo lo scemo e fingendo di piangere come un bambino, mentre Karl e Bernard ridevano, facendolo a pezzettini per come si era vestito, facendo ridere anche il loro regista.
E mentre due dipendenti della Weta Workshop, vestiti da cavalieri di Gondor, si preparavano a vestire il Re ritornato, Viggo, agitato, un po’, si apprestava a girare la scena, l’ultima della trilogia.
E quando, dopo il ciak di Sean e Lij ( con tanto di boa di piume colorate intorno al collo) la scena venne girata e Peter urlò “BUONA” la sala del trono esplose in un applauso fragoroso e commosso, mentre Viggo baciava la piccola Ally e Hannah e tutti gli altri si avvicinavano per abbracciarlo…
‘Il Signore degli Anelli’ quel 22 dicembre 2000 finiva, dopo quattordici mesi… 
Forse.

Si ritrovarono a festeggiare, tutti assieme in un capannone non molto lontano dagli studi. Dentro era stato allestito un enorme palco dove stavano tutti gli attori e gli stunt, e con loro Philippa, Fran e in disparte anche Ilaria. E Peter, col microfono, fece un bellissimo discorso…
“Trovarci qui, significa solo una cosa. La trilogia, girata sta finendo, so che molti di voi lavoreranno anche a gennaio per la produzione del film. E sono grato a tutte queste persone. Che dire.. Mi mancherà il film. Non credo che nessuno farà quello che abbiamo fatto noi. Tre film da girare assieme sono stati una scommessa per tutti. Attori, produttori, sceneggiatrici, costumisti, scenografi, truccatori, addetti all’immagine.. Tutti hanno un merito. E stasera ho l’opportunità di ringraziarvi tutti. Davvero. Anche quelli che non ho avuto la possibilità di conoscere. E naturalmente a tutto il cast che ha veramente formato una famiglia, vivendo fianco a fianco per quattordici mesi ( e per qualcun altro di più) senza mai lamentarsi. Ve ne sono grato.
Davvero è stato fantastico lavorare con ognuno di voi. Grazie. Grazie davvero”
E commosso guardò tutti che applaudivano.
Ilaria si avvicinò al padre e abbracciandolo disse:
“Non te l’ho mai detto.. Ma grazie. Grazie per avermi permesso di aver fatto parte di tutto questo. È stato un onore. Te ne sono grata. Davvero.”
Peter l’abbracciò e disse avvicinandole le labbra all’orecchio:
“Grazie anche a te”
“Per cosa?” chiese Ilaria stupita guardando il padre.
“Perché sei rimasta con noi. Almeno ancora un po’. Lo so che partirai. E me ne farò una ragione, come se la fanno tutti i padri nel vedere la loro figlia che lascia la loro casa per sempre. Ma saperti ancora qui a Wellington, mi rende felice. Davvero”
Ilaria guardò il padre con gli occhi lucidi e lo abbracciò, mentre Dom li guardava da lontano. 
Sapeva che non poteva chiederle di abbandonar il padre e la madre adottiva di botto. Lui era il suo compagno. Peter e Fran le uniche persone che l’avevano accettata quando i suoi genitori erano morti e lei era rimasta incinta.

Dom aveva bevuto qualche birra di troppo. Infondo il giorno dopo non lo aspettavano piedi hobbit.
Billy si avvicinò e sorridendo lo abbracciò e disse:
“Mi mancherai biondino finto. E mi mancheranno le nostre uscite, con annesse pisciate nelle fontane pubbliche di Wellington.”
Dalla sedia accanto a quella di Dom , Ilaria rideva guardando Dom e Billy abbracciarsi e stringersi forte, mentre Viggo li fotografava.
“Anche tu mi mancherai maiale di uno scozzese. Verrò a trovarti. Puoi starne certo” disse Dom sorridendo.
Orlando trangugiò un sorso della sua birra e guardandosi attorno disse:
“Ma questo non è il pub dove siamo venuti per la prima volta tutti assieme?”
Elijah guardò il locale e piano disse:
“SI. Quello di ‘YMCA’. Vero?”
“Si lo ricordo” disse Sean guardando il locale, “Avete ballato in tre sul tavolo. Come dimenticarlo.”
“Eppure mi piacerebbe tanto ballare come quel giorno davvero” disse Billy. 
“Si può rimediare” sorrise Ilaria guardando Dom. “Vero amore?”
“Sempre io, vero?” chiese Dom guardando la ragazza con la coda dell’occhio.
“Daaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiii” supplicò scherzosamente Ilaria, guardandolo con occhi dolci.
“E va bene…” disse Dom alzandosi e baciando la ragazza e guardando gli amici, chiese: “YMCA?”
“YMCA” risero tutti.
“Vado e torno” disse Dom allontanandosi dal tavolo.
Dopo poco tornò. E riprendendo la sua Guinness disse:
“Tra dieci minuti.”
Pochi minuti dopo le prime note della canzone risuonarono nel locale. E tutti guardandosi prima negli occhi, salirono assieme sul tavolo ballando e saltando e mimando la canzone. E quando l’ultima nota svanì, tutti si fermarono ad applaudire divertiti, mentre Ilaria e Dom si baciavano tranquilli.
Una volta scesi, Orlando prendendo il suo bicchiere di aranciata, disse:
“Dobbiamo fare un brindisi”
Tutti sollevarono i bicchieri aspettando la motivazione del brindisi.
“Un brindisi ai miei amici. Quelli che mi hanno regalato un sorriso in questi sedici mesi che sono stato lontano da casa. Affinché la nostra amicizia continui anche dopo la partenza da Wellington. E a Peter che, con il suo film, non solo ha creato un’atmosfera innaturale.. fantastica, diciamo, ma ha anche permesso a tutti noi di conoscerci, coltivare amicizie che altrimenti non avremmo coltivato e vivere esperienze irripetibili. A Peter!”
“A Peter” risposero gli altri.
Quello era il loro modo di dire che a tutti dispiaceva partire…

Non smisero di baciarsi per un secondo appena scesero dalla macchina di Dom.
Entrarono in casa di lui e, dopo aver chiuso la porta, cominciarono a spogliarsi, veloci.
E con ancora alcuni indumenti addosso, Dom prese Ilaria in braccio e la portò in camera da letto.
La lasciò sdraiare delicatamente e si tolse i pantaloni, aiutato da lei. Sempre delicatamente finì di spogliare la ragazza e sdraiandosi sopra di lei fece volare i boxer e le mutandine dal letto. Espertamente Dom cominciò ad accarezzare malizioso la pelle della ragazza, facendola fremere e trasalire ogni volta che la toccava. E lo stesso fece Ilaria. Certo, dopo di un anno sapevano che cosa piaceva all’altro. Ma chissà che cosa avrebbe detto Ilaria, nell’agosto 1999, se avesse potuto vedere che, l’ultimo giorno di riprese avrebbe cercato in Dom quel piacere che da tempo si era negata. Chissà se quel giorno avrebbe immaginato che nel dicembre 2000, avrebbe voluto che ogni movimento del ragazzo sul suo corpo fosse eterno.
Con un respiro soffocato di Dom tutto finì. Rimasero allacciati ancora qualche minuto baciandosi e sorridendosi, strofinando il naso l’uno contro l’altro. Poi Dom si abbandonò sorridente e l’abbracciò. 
“Mi mancherai anche per questo Monaghan” sorrise lei.
Dom sorrise e facendo finta di lucidarsi le unghie disse:
“Lo so piccola. Sono un grande a letto. Sai le mie performance sono da Guinness dei primati. Infatti se tu guardi il libro, sotto la voce incontri erotici migliori vedrai che sono citato per dieci anni consecutivi”
Ilaria rise e disse alzandosi e poggiando una guancia al palmo della mano:
“Hai cominciato a quattordici anni?”
“Ho cominciato a quattordici anni, qualche cosa in contrario?” chiese Dom sorridendo alla ragazza.
Ilaria si sdraiò di nuovo e piano disse, chiudendo gli occhi come se volesse dormire:
“Mi sa che a quattordici anni, caro Monaghan, tu ti consolavi in solitario con una compagna di avventura, conosciuta da tutti gli omini focosi come te”
Dom, scandalizzato prese a farle il solletico e disse:
“Chiedi scusa. Chiedi scusa a papà. Lo sai che io queste cose non le faccio.”
“No! Non ti chiederò mai scusa. Lo so che fai ancora le capatine in bagno quando ti lascio in bianco.
Dom,salì sopra la ragazza sovrastandola e facendole di più il solletico, mentre lei urlava e scalciava. Poi, senza un motivo si bloccò e fissò Ilaria che, ancora scossa dal troppo ridere, guardò il ragazzo avvicinarsi e baciarlo.
Rifecero l’amore dolcemente, senza urgenza e quando tutto finì, lei accarezzò il viso del ragazzo e pianse e piano, abbracciandolo disse:
“La sai una cosa Monaghan? Mi mancherai in un maniera fottuta. E so che appena questa malinconia diventerà insopportabile, prenderò il primo aereo e verrò a Manchester da te..”
Lui l’abbracciò più forte e piano disse:
“Sono felice di aver fatto questo film. E sai perché? Perché anche se non avrò successo, mi ha dato la possibilità di conoscere te.”
E abbracciati si baciarono a lungo.

La mattina dopo Ilaria dormiva profondamente accanto a Dom. era nuda sotto il lenzuolo che la copriva. I capelli sparsi nel cuscino che lei stringeva, il seno schiacciato contro il materasso. Era tranquilla sorridente.
Dom la guardava sentendosi pervadere anche lui dalla tranquillità e si sentì completo. Aveva un buon lavoro, una ragazza bella e intelligente vicino che amava con tutto il cuore.
Le sfiorò la schiena e, senza volerlo, la svegliò. Lei si stiracchiò e avvicinandosi a lui, poggiando la sua fronte contro quella del ragazzo disse:
“Lascia perdere ogni donna che ti si avvicina Dumbo, se non vuoi perdere qualcosa che già mio padre ha minacciato di farti perdere.”
Dom rise e disse:
“Tranquilla femmina. Ti sarò più che fedele. Ed è tanto per uno come me.”
Ilaria lo spinse e tirandole una cucinata disse:
“Ma va via Don Giovanni da strapazzo.” 
Ricominciarono a ridere e dolcemente, per l’ultima volta, almeno per allora, fecero dolcemente l’amore.

Vedere partire tutti quanti rese nervosa Ilaria. Salutò tutti e con loro rise. Ma il vero nodo alla gola lo ebbe quando dovette salutare Billy.
Lo scozzese si avvicinò sorridendo e disse:
“Ecco la mia migliore amica. Anche se stati dalla parte opposta del globo, ti chiamerò tutti i sacrosanti giorni. Promesso.”
Ilaria, con i lacrimoni agli occhi disse:
“Sappi che devo passare a trovare Dom, quindi.. Mi vedrai prestissimo a casa tua, Pipino.”
“E io ti aspetto..”
Si stavano ancora abbracciando, quando un forte strattone, staccò Ilaria dall’amico, facendola urlare spaventata. Era Sean Bean che, come suo solito, prese Ilaria in braccio e fece finta di lanciarla a Viggo che ridendo disse:
“E se non la prendo? Credi che si farà male Sean?”
“Proviamo?” chiese Bean.
Ilaria spaventata, urlò:
“METTETEMI GIÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙ” mentre gli altri attori guardavano divertiti.
Quando Sean la mise in terra, ancora traballante, Ilaria disse:
“Ecco una cosa che non mi mancherà di voi due.”
“E di me che cosa ti mancherà?” chiese Orlando cingendole la vita e poggiando il mento sulla sua spalla.
“Orlando!” esclamò Ilaria saltando al collo del londinese. “Certo che mi mancherai anche tu. Il mio elfo preferito.”
“Allora mi ami?” chiese speranzoso Orlando, stringendola più forte.
“UFFA! Mollami. Sono fidanzata. Accidenti a te elfo vanesio. Hai rovinato il nostro saluto.”
Nel mentre si avvicinò Dom che chiudendo Ilaria tra le braccia sue e di Orlando disse:
“Anche tu mi mancherai maschione”
“Tesoro. Sai che mi mancherai anche tu” scherzò Orlando mandando bacini a Dom che rispondeva socchiudendo gli occhi.
Ilaria si divincolò e facendo finta di piangere cercò conforto in Andy Serkis appena arrivato.
Così dopo vari scherzi, lacrime, abbracci, saluti e affini, gli attori salirono sull’aereo
Dalla terrazza Ilaria guardò il velivolo allontanarsi pensando che quei quattro pazzi di Dom, Lij, Orlando e Billy, con il supporto di Viggo, facevano scherzi a tutti.
“Quelli sono fuori” disse Ilaria malinconica
“Certo metteranno a soqquadro l’aereo della Qantas, stanne più che sicura” rise Philippa seguendo l’aeromobile che si staccava dalla terra e raggiungeva il cielo limpido.
“A qualcuno mancherà un certo Dom. oppure mi sbaglio?” chiese Fran mettendosi tra le due.
“Io direi di si!” affermò Philippa sorridente.
Ilaria sorrise e senza dire niente si allontanò dalla terrazza. Peter la guardò e disse:
“Sarà più difficile di quanto credevo. Non la vedremo sorridere molto questo Natale, ver?”
Fran abbracciò Peter e rispose:
“L’importante è starle vicino.” 
E la guardarono allontanarsi col capo chino e Hannah per mano.

Mise Hannah a letto. E dopo aver letto ancora qualche riga del libro, diede la buonanotte alla figlia con un bacio sulla fronte.
“Mamma?”
“Uhm?”
“Ma il papà e gli zii tornano a casa da noi?”
“No. Qua no. Però potremo andare a trovarli. Tutti. Va bene?”
“E papà lo sa che gli manco?”
“Certo che lo sa. Infatti tra qualche tempo passerà a trovarci e ti stringerà forte, forte. Come solo lui sa fare.”
“E così dormirà di nuovo nudo con te? Vero mam….”
“Notte piccola. È tardi su. Ora i bambini bravi dormono. Altrimenti Babbo Natale non ti porta nemmeno un gioco.”
Hannah sorrise baciando la mamma e calma si mise a dormire.
Ilaria uscì in cucina e staccò l’albero che ancora si accendeva e si spegneva. Si mise a sedere e addentando un pezzo d cioccolato pensò che quella era la prima sera senza la Compagnia a Wellington.
-Già ti mancano. E che farai tra un mese? Stavolta non tornano dopo Natale. Datti una regolata amica. E cerca di non pensare troppo. Altrimenti rischi di impazzire-
Sistemò qualche cosa e poi, dopo essersi lavata i denti si andò a coricare.
Fu allora che sentì il cellulare squillare.
“Pronto!” rispose lei.
“Pronto. Ciao amore. Scusa l’ora, ma mi mancavi già”
Era Dom, con la sua bellissima e tranquilla voce. La stava pensando, come lei pensava a lui.




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Capitolo 26
*** La richiesta di Martine ***


Dirvi che mi commuovete è poco

Dirvi che mi commuovete è poco. Grazie davvero a tutte. È bello che leggiate la mia storia. Piccolo aneddoto: stamattina, girovagando per internet ho visto una foto che mi ha fatto morir dal ridere. Era di Dom e Orlie che si baciavano appassionatamente. E Dom faceva fare il caschè (si scrive così) a Orlie per baciarlo. Ho riso davvero. Mi è salita anche la febbre per colpa loro e del troppo ridere. Ma quanto sono deficienti quelli della Compagnia. 
Brutta notizia. La storia è all’incirca a poco più della metà, quindi dovrete sopportarmi ancora un po’. Eheheeheheeheheh. Lo so.. Non fuggite ragazze. Dai. Tornate qui..^___^
Comunque. Tra qualche capitolo, Ilaria farà un viaggio in Inghilterra. E sicuramente faremo un viaggio anche noi, a grandi linee, nel passato di Dom. per chi è interessato. Spero che vi piaccia..
Per quanto riguarda il capitolo che scrivo.. E da periodo natalizio. E guarda caso siamo a dicembre. 
Buona lettura a tutti. Baci Niniel.


                                                       La richiesta di Martine.

Natale passò senza troppi scossoni. La solita festa a casa Jackson.
Il 28 dicembre, però chiamò Martine a casa di Ilaria. Aveva una voce bassa addolorata.
“Ilaria, sono Martine.”
Ilaria non rispose. Martine, abituata ai silenzi della ragazza continuò sicura:
“Volevo vedere la bambina per darle il regalo di Natale.”
“Va bene” rispose Ilaria fredda.
Si misero d’accordo per la data e l’ora e poi, caricò Hannah sulla macchina e corse a casa di Peter. 

Fermò la vettura davanti alla casa come faceva sempre, prese la bambina in braccio ed entrò in casa dei genitori.
Dentro vide Billy e Katie che giocavano tranquilli. Lasciò la figlia con i due ‘fratelli’ ed entrò nel salotto. Vide Fran seduta a guardare i quotidiani girati quando ancora c’erano i ragazzi a Wellington.
“Mamma” sorrise Ilaria avvicinandosi alla donna e baciandole una guancia continuò: “Peter Jackson te li paga gli straordinari, non è vero?”
“Ciao piccola” disse Fran guardando Ilaria che si sedeva nel divano. E stiracchiandosi, dopo aver spento il videoregistratore, disse: “Quel tiranno di tuo padre non mi lascia un momento di libertà. Ma cosa vuoi che ti dica, sono una mamma che lavora io. La mia giornata dovrebbe essere fatta di ventiquattro ore per poter avere un po’ di tempo anche per me stessa..”
Ilaria rise e Fran, guardandola, le chiese teneramente:
“Dom ti ha chiamato?”
“Tutti i giorni. E mi hanno chiamato anche Viggo, Billy, Orlando e Sean. Ed Elijah con sua sorella Hannah. Quella ragazza è fantastica. Mi fa morir dal ridere. Fortunato Elijah ad avere una sorella come lei, davvero.”
Fran guardò la ragazza e disse:
“E poi? Chi ti ha chiamato?” 
Ilaria passò una mano sulla faccia e disse:
“Martine.”
Fran sorrise e disse:
“La madre di Dean è rientrata prepotentemente nella tua vita, quando meno te lo aspettavi. Non ti abituerai mai alla sua presenza. E poi, per via della sua malattia, ti senti in colpa, solo perché non riesci a provare un po’ di compassione per lei.”
Ilaria guardò Fran e piano disse:
”Da quando ho saputo che la nonna sta male, sento pena per Martine…”
“Pena è una parola molto forte..” continuò Fran. “E tu sei troppo intelligente per farti schiacciare da un sentimento simile…”
In quello stessi momento la conversazione venne bloccata dalle grida di gioia di Hannah. Le due donne si voltarono e videro Peter entrare nella stanza sorridendo, con Hannah in braccio.
Quando il regista vide la figlia le baciò una guancia e disse:
“Come stai? Ti mancano quei pazzi del cast, ah?” e mise giù la piccola Hannah.
Ilaria sorrise e piano disse:
“Certo che mi mancano. Avevi qualche dubbio?”
“Nessuno. Io e tu madre ne stavamo parlando ieri. E pensavamo giusto al fatto che forse potresti sentire un po’ la mancanza di Dom & company. Quindi..” sorrise Peter facendo il vago e lasciando volutamente il discorso a metà.
“Quindi?” chiese Ilaria che sentiva puzza di bruciato.
“Ieri stavo guardando i giornalieri de ‘La Compagnia’ e ho visto che molte cose non vanno come volevo. Quindi..È probabile che delle persone a te molto care, tornino in Nuova Zelanda entro l’estate, giusto per girare qualche pick-up…” rispose Peter, che venne bloccato da Ilaria che, saltandogli al collo, disse:
“Grazie papà. Grazie mamma. È il regalo di Natale più bello che potevate farmi…”
“Ma io non ho finito” sorrise Peter guardando la figlia. E grattandosi il mento, disse, con la solita espressione sorniona: “Ora arriva il bello e sai perché? Io, la mamma e Philippa, abbiamo deciso di metterti dietro la cinepresa. Sarà la tua prima vera volta da regista. Che ne dici?”
“Non state scherzando, vero?” chiese Ilaria guardando stupita i genitori.
“No! Abbiamo riposto tutta la nostra fiducia su di te. E ci aspettiamo il meglio. Se non di più..” disse Fran abbracciando il marito seduto sul bracciolo della poltrona dove stava seduta lei.
“Da te vogliamo il meglio. E non solo perché sei nostra figlia. No. Ma anche perché ami questi libri. Ecco perché” sorrise Peter.
Ilaria saltò addosso al collo dei genitori e disse:
“Non vi deluderò. Promesso!”

Il giorno dopo, come pattuito, Ilaria andò a casa di Martine.
La donna rideva con la bambina e quasi subito le diede il suo regalo. Era una Barbie, giocattolo preferito di Hannah, dopo Mr. Patata naturalmente.
“Come sei bella” disse Martine guardando la bambina. Poi voltandosi verso Ilaria continuò: “Ti somiglia molto. Direi quasi che l’hai fatta da sola. E non fosse per il naso. È lo stesso di Dean..”
“Cosa vuole dire?” chiese Ilaria dura.
“Nulla di male. È solo che.. Vorrei tanto che mio figlio potesse conoscere sua figlia, almeno una sola volta nella vita.”
Ilaria non rispose. Guardò Hannah e poi Martine pensierosa.
“Ti prego. Non ti chiedo molto. Falle vedere la bambina. Almeno una volta. Che ti costa una volta?”
“Suo figlio non ha voluto veder Hannah quando è nata ed ora che è in prigione, di botto, vuole conoscerla. Non ha pensato a quello che potrebbe pensare la bambina, trovandosi davanti a qualcuno che sostiene di essere il padre che non ha mai conosciuto? Non ha pensato a come reagirebbe se venisse a sapere che il padre è un uomo orribile che sta in prigione?”
Martine la guardò e piano, disse:
“È l’unica volta che ti chiede di vederla. Gli chiederò io, espressamente, di non dire che lui è il vero padre. Infondo, quando lui uscirà dal carcere, tu mica starai qui. Starai lontana. E lui, così perderà l’unica occasione della sua vita di vedere Hannah…”
Ilaria si alzò. E Prendendo la bambina in braccio, sistemandole un boccolo con il ferma capelli a forma di coccinella regalatole da Viggo, disse, secca:
“Ci devo pensare..” e baciando la guancia della figlia disse: “Hannah. Saluta la nonna che dobbiamo andare.”
Hannah guardò Martine e, allungandosi un po’, baciò la guancia della nonna e facendo un cenno con la manina, disse:
”Ciao nonna.”
Ilaria non salutò nemmeno. Uscì e basta.
Quella richiesta era davvero troppo per lei.

“Te ne rendi conto, amore? Mi ha chiesto di portare mia figlia davanti a quel pazzo scatenato e maniaco di Dean. È pazza. Completamente..”
Ilaria urlava , mentre Dom, dall’altra parte dell’apparecchio, preparava la colazione(*)
“Ilaria.. Dean è suo padre” disse il ragazzo buttando i cereali nella scodella.
“Lo sei stato tu, molto più di Dean.”
“Ma io non sono il vero padre. E penso che, un giorno potrebbe anche scoprire la verità. E tu starai molto male.”
“Lo so che un giorno Hannah scoprirà la verità. È inevitabile. Ma so che capirà che t, entrato nella nostra vita dopo quattro anni dalla sua nascita, hai avuto più coraggio di un uomo che l’ha abbandonata quando nemmeno era nata. Un uomo che ha pestato la madre…”
“… ma sempre suo padre”

Arrivò alla prigione. Chiese ad un poliziotto se poteva tenerle la bambina, prima di farla entrare. L’uomo acconsentì. Ed Ilaria entrò dentro.
Quando Dean la vide si mise in piedi.
Ilaria notò subito che non e la passava bene. La barba era incolta, il viso scavato e gli occhi arrossati, come se avesse pianto di recente.
La ragazza si mise a sedere, proprio di fronte a quello che era stato il suo aggressore. Si sistemò nella sedia e disse, tranquilla, asciutta:
“Prima di far entrare Hannah, ho un paio di cose da chiederti.”
Dean fece un cenno come per dire ‘parla, ti ascolto’. Ilaria sospirò forte e continuò, dura stavolta, secca:
“Hannah ha un padre. E quel padre non sei tu, ma il mio compagno. Martine mi ha detto che ti avrebbe parlato di questo.. Non voglio che tu ti metta a dire alla bambina che sei suo padre e stronzate simili. Mi hai già sconvolto abbastanza la vita senza che ci mettiamo in mezzo anche questa. Non voglio che mia figlia sappia che tu sei il vero padre..”
“Mi odi a tal punto?” chiese Dean piano.
“Fai tu, mi ha spaccato la faccia e praticamente fratturato ogni osso che ti capitava a tiro di scarpa. Che vuoi, che mi metta a dire che sei la persona migliore che incontrato nella mia vita. Lo sa meglio di chiunque altro che non è così..”
Dom non rispose. Accese una sigaretta e la offrì ad Ilaria che disgustata rispose:
“Ho smesso quando ho scoperto di aspettare Hannah.”
“Brava. Fa male” disse sarcastico Dean.
“Non c’è bisogno che me lo venga a dire tu” rispose Ilaria infastidita.
“Allora. Quando la fai entrare la bambina?” chiese calmo Dom.
Ilaria si alzò. Disse qualche cosa al poliziotto di guardia e quello aprì la porta. Entrò Hannah, accompagnata da un altro agente.
La bambina si guardò intorno, impaurita.
Stringeva tra le braccia Mr. Patata. E quando vide Ilaria le si avvicinò dicendo:
“Mamma? Perché siamo qui?”
Ilaria prese in grembo la bambina e le disse:
“Perché ti devo far conoscere una persona.”
Dean guardò la bambina. Aveva un vestitino a righe gialle e bianche a bretelline. Le codette basse e qualche boccolo che scappava libero. Riconobbe l’orsacchiotto. Era lo stesso che aveva visto in camera di Ilaria tante volte. Ora lo teneva la bambina.
“Chi sei tu?” chiese Hannah sistemandosi sulle ginocchia della madre.
Ilaria fissò Dean stringendo le palpebre. E Dean, tossicchiando rispose:
“Sono il fratello del tuo papà.”
“Io ho visto zio Matthew. Ma tu non gli somigli per nulla..”
Ilaria rise portando un dio sotto il naso e disse:
“Ti ricordi che hai detto la stessa cosa di nonna Martine? Bene. Lui è il figlio di nonna Martine.”
“Ah!” disse la bambina guardando la mamma. “Lui è il fratello del papà volato in cielo, vero?” chiese guardando Dean.
Il ragazzo sospirò rassegnato e disse:
“Quello.”
Hannah sorrise e disse, tranquilla:
”Gli puoi dire ogni cosa?”
“Tutto” sorrise Dean guardandola.
Hannah lo guardò dritto negli occhi e disse;
“Allora digli che, anche se ho conosciuto papà Dom, gli voglio bene lo stesso” 
“Lo sa. Dal cielo vede tutto” sorrise Dean scompigliando i capelli della bambina che, un po’ imbarazzata, disse:
“Allora chiedile se può aiutare zio Peter e zia Fran e zia Philippa per il lavoro e…”
“E..?” chiese Dean curioso.
“.. se può far sposare mamma con papà Dom.”
Dean guardò Ilaria che rimase inflessibile. Non gli importava che credesse che si stava per sposare. Molto meglio così.
Dean sorrise forzatamente. E piano disse:
“Basta che tu lo desideri davvero e succede.”
“Davvero?” chiese la bambina meravigliata per la semplicità del suo compito.
“Davvero” sorrise con gli occhi lucidi Dean.
“Adesso è ora di andare piccola” disse Ilaria facendo scendere dalle ginocchia la figlia.
La bambina guardò l’uomo. E avvicinandosi, le diede un bacio e chiese:
“Come ti chiami?”
“Mike. Mike Corleone” 
Ad Ilaria venne da ridere. ‘Il padrino’ era il film preferito di Dean. E anche quella volta lo aveva fatto vedere.
Hannah sorrise. Si allontanò e con la manina disse:
“Ciao zio Mike”
“Ciao Hannah” sorrise lui scotendo a sua volta la mano.
Ilaria stava per uscire quando Dean, disse:
“Buon anno. E che tutto ti vada bene. E che l’uomo che ti sta accanto, sia una persona degna di te.”
Ilaria si voltò. Lo guardò e piano disse:
”Grazie. Anche se credo che, comunque, avrò quello che mi hai augurato..” e prima di uscire disse, mettendo un ciuffo dietro l’orecchio: “Comunque auguri di buon anno anche a te… E buona fortuna.” E senza aspettare una risposta uscì dal carcere.

Hannah aprì e chiuse quella parentesi. Lasciò quella giornata ala passato, obliandola completamente, forse, visto che, nemmeno anni dopo, parlò di quell’episodio.
Di questo Ilaria gli fu immensamente grata.
E così, dopo appena due settimane dalla partenza, la ragazza sentì l’immenso bisogno di avere Dom affianco.

-Accidenti a me. Me lo merito. Lo so che nell’emisfero boreale fa freddo in gennaio. Ma questa Gran Bretagna è gelida, Cristo!- pensava Ilaria, appena atterrata all’aeroporto di Manchester.
Prese la valigia dal tappeto trasportatore e cercò un taxi.
Salì e diede l’indirizzo della casa di Dom.
Pensò per tutto il viaggio a che faccia avrebbe fatto l’inglese trovandosela di fronte. Un po’ di stanchezza la colse. 
Chiuse gli occhi, mentre le strade di Manchester correvano davanti a lei.
Nella sua mente si proiettarono le immagini dell’incontra con Dean, delle lacrime di Hannah alla notizia della sua partenza.. Quello, in particolar modo la fece stare male.
Il taxi si fermò. Ilaria aprì gli occhi, guardò a destra e a sinistra e pagò il tassista. Quando ebbe recuperato la valigia, quasi per miracolo la stanchezza sparì. Guardò i gradini e corse come una pazza verso la porta rossa. Bussò delicatamente.
Sentì qualcuno ciabattare e lo schiocco della serratura. E lo vide. Dom, mezzo addormentato, spettinato, con una barba lunga da far paura. Lui si grattò la tesa sbadigliano, poi, sbarrò gli occhi stupito e, quasi per chieder conferma di quello che stava vedendo, convinto che fosse uno scherzo del sonno. Chiese:
“Ilaria?”
Lei rise. Gli si buttò al collo e lo baciò. E poggiando la fronte contro quella del ragazzo, disse:
“Ti amo. Mi sei mancato tantissimo”
Non fecero in tempo a chiudere la porta che già i vestiti volavano da ogni parte. E nel letto ad una piazza del ragazzo, fecero l’amore, sotto i sorrisi ammiccanti dei poster e sotto i trofei da lui vinti(*)

“Cristo che sorpresa” disse Dom baciando Ilaria sorridente.”potevo morire di infarto però.”
“Poco male. Sarei andata da Bloom e mi sarei consolata con lui” scherzò Ilaria.
Dom le tirò una cuscinata facendola ridere di gusto. Poi, Ilaria, facendosi seria, disse:
“Dico che per l’infarto muore mia madre se mi vede nuda nel letto di suo figlio..” cercò di alzarsi, ma Dom l’arpionò di nuovo e cominciò a baciarla, dicendo: “Tranquilla. Sono tutti fuori. Ritorneranno tra qualche oretta” e portandosi su di lei, ci fece di nuovo l’amore.

Erano in cucina a mangiare quando una porta si spalancò e una voce femminile cominciò ad urlare..
“DOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM! DOOOOOOOOOOOOOOOM!”
Il ragazzo si alzò e andò alla porta della cucina facendo l’occhiolino alla ragazza, disse, rivolto alla madre:
“MAMMA SONO IN CUCINA: HO UNA SORPRESA PER TE.”
La donna si avvicinò alla porta e quando fu vicino al figlio, disse:
“Che c’è?” poi si voltò e vide Ilaria.
Stentò un po’ a riconoscerla. L’unica volta che l’aveva vista era praticamente tumefatta in viso.
“La conosci già. Ilaria..” disse Dom abbracciandola sorridente.
La donna si avvicinò e scansando il figlio, abbracciò Ilaria dicendo:
“Ecco la donna che ha fatto innamorare mio figlio. Di sicuro hai qualche cosa di speciale se lo hai fatto cuocere così a puntino. E poi.. Posso dirtela una cosa? Sei veramente bellissima. E ora lo posso dire.. Senza quei lividi.”
Aureen Monaghan era come il figlio. Diretta. E questo piacque subito ad Ilaria che, con un sorriso sincero, disse:
“Volevo conoscerla. Hannah la adora. Parla sempre di lei.
Il signor Monaghan entrò e la moglie disse:
“Austin. Guarda. C’è la ragazza di tuo figlio. Matt? Vieni su. Vieni a conoscere Ilaria.”
In un attimo Ilaria si trovò coperta di attenzioni. Certo. La vita è strana, se per Dean aveva paura di stare vicino a casa Morris, con Dom , casa Monaghan sembrò un dolce rifugio. Una seconda casa. 






(*) Non so se quello che ho scritto è possibile. Ma facendo un rapido calcolo tra Wellington e Londra ci sono 11 ore di fuso orario. Quindi, Ilaria, mentre parla con Dom sta cenando. E Dom sta facendo colazione.
(*) Un capitolo simile, un po’ diverso, lo potete trovare in Frammenti. Mandy, giuro non volevo copiare. Questo lo avevo scritto pirma di conoscere il sito. GIURRRRRROOOOOO.. please don’t kill me.






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Capitolo 27
*** In giro per Manchester ***


Bene bene

Bene bene.
Fefe grazie per i complimenti e Vampyre grazie per le recensioni e le opinioni che date sulla mia storia. Sono felice che vi piaccia. Davvero. Ora.. Parlando d’altro..
Stavo guardando in un sito di Dominic Monaghan le foto della sua famiglia. Credo che sia identico alla madre. Davvero. Ho visto anche il fratello. Carino. Praticamente.. Dom, senza naso a patata, orecchie a sventola e moro. Hanno anche la barba uguale. Non scherzo!!! Chissà che hanno detto mamma Bloom e mamma Monaghan del bacio che si sono dati i figli.. E mamma Wood, del fatto che si dice che Lij e Dom si stiano addirittura per sposare??
Basta stupidaggini. Quello che vi apprestate a leggere è un capitolo che parla della famigliola del ragazzo di Manchester. Incontreremo mamma Aureen, il papà Austin e il fratello Matthew. E poi..
DISCLAIMER: quello che leggerete nei capitoli non è per nulla vero. Io non conosco Dominic Monaghan, purtroppo (e lo dico per vari motivi che non sono legati solo al fatto che sia un attore famoso..). I nomi che seguono sono inventati, a parte quelli della famiglia del Monaghan, presi dal sito. Non so, quindi, se il fratello ai tempi, era sposato o no (ora credo che lo sia. O mi sto confondendo con Zack il fratello di Lij -____-“ che rimbambita che sono…) quello che leggete è inventato quindi. Questo vale specialmente per il personaggio di Claudine… Chi leggerà capir
à.

                                                               In giro per Manchester.

“Come mai questo barbone?”disse Ilaria tormentando il barbone del ragazzo.
“Mi piace! Sono sexy vero? “ chiese il ragazzo baciando Ilaria.
“SEE! Come uno stoccafisso” rispose Matt, il fratello maggiore di Dom, che poi, rivolto ad Ilaria disse: “Comunque. Sei ancora in tempo per metterti col Monaghan migliore, Ila.”
La ragazza sorrise e disse:
“Mi spiace Matt. Ma sei arrivato tardi.”
Aureen guardò Ilaria e disse:
“Dom, non smetterò di dirti che se ti lasci scappare questa ragazza farai la più grande cavolata della tua vita.”
“Sono senza speranze. Ti devo sposare per forza” concluse Dom sorridendo alla ragazza.
“Allora? A quando le nozze. Vi sposate qui o in Nuova Zelanda…” continuò la madre.
“Stavamo scherzando!” dissero insieme Dom e Ilaria.
“Hai visto come la pensano allo stesso modo i ragazzi di oggi? Ci pensano due volte prima di sposarsi” disse il padre di Dom addentando un pezzo di carne.
Dom guardò l’orologio e alzandosi, baciando la fronte della ragazza, disse:
“Tu sei pronta. Dopo usciamo.”
“Si!” ripose Ilaria guardando Dom. “Fai in fretta, mi raccomando. L’appuntamento tra mezz’ora.”
“Adesso mi preparo. Tu nel frattempo, disfa le valigie in camera mia. Così stanotte andiamo direttamente a dormire..” disse Dom quando venne interrotto dalla madre che disse:
“Ilaria dorme vicino alla camera mia e di tuo padre.”
“Ma mamma. Siamo stati lontani tanto tempo. Non mi vorrai fare una carognata simile?” chiese Dom allargando le braccia.
“Certo che te la faccio. Non sei più in Nuova Zelanda piccolo. Ora vai e lavati. E per la valigia, cara..” disse voltandosi dolce verso la ragazza.”..andiamo ti do una mano io a sistemare le cosa. Uhm!”
Ilaria sorrise e guardò mentre Dom si allontanava col broncio. Aureen le si avvicinò e la guidò alla camera. E mentre in silenzio sistemavano le cose di Ilaria nell’armadio, la donna disse:
“Non ti offendere piccola. Non vi ho divisi perché non mi fido di te. E di lui che non mi fido..” e le fece l’occhiolino.
In quel momento Ilaria notò quanto madre e figlio si rassomigliassero in maniera imbarazzante.
“Sono pronto!” disse Dom sulla porta guardando le due donne.
Ilaria sorrise e disse:
“Arrivo!” e mettendo il cappotto disse alla madre del ragazzo. “Lasci. Finisco io.”
“Tranquilla, per non è un problema. Vai e divertiti” sorrise Aureen.
Ilaria sorrise alla donna e disse, timida: “Grazie” per poi avvicinarsi al ragazzo che cingendole la vita con un braccio l’accompagnò fuori dalla casa.

Manchester era una città meravigliosa. Almeno per Ilaria. Un po’ industriale a dire il vero, ma ottima concorrente della capitale.
“Mi piace Manchester. È davvero una città meravigliosa” disse Ilaria.
“Solo perché hai la mia abbagliante bellezza al tuo fianco” disse Dom con un tono di voce che era tutto un programma.
“Abbagliante un par di palle. Le tue orecchie riempiono tutto l’abitacolo. Si può intervenire chirurgicamente sai?” rise Ilaria guardando la faccia sconsolata di Dom.
“La cosa bella è che ti sei fatta ventiquattro ore di viaggio per farmi a pezzettini” disse Dom svoltando a destra.
“No. Non sono venuta qui per farti a pezzetti. È solo che avevo bisogno di rivedere te e i tuoi maniglioni antipanico dell’amore” rispose Ilaria tirandogli le orecchie.
“Antipatica!” disse Dom fingendosi offeso.
“Questa brezza che senti tesoro non è la corrente che viene dal finestrino. No. È senso dell’umorismo che ti sorpassa a 150 all’ora” rise Ilaria baciandogli la guancia dopo che lui aveva fatto una faccia offesa.

“Perché non mi avete detto che avete passato Capodanno ad Edimburgo tutti voi del cast?” disse Ilaria colpendo Dom che cercava di ripararsi dietro il braccio, tenendolo alto.
“Eravamo tutti uomini intanto. Che volevi farci con loro? Sono dei pazzi, appena un po’ d’alcool e diventano sboccati e maniaci..” cercò di giustificarsi il ragazzo.
Ilaria lo guardò e disse piano, fingendosi arrabbiata:
“E tu cosa sei, perché? E poi.. Vi ho sopportati un anno e non vi sopportavo una notte?” disse Ilaria guardandolo negli occhi, fingendosi di nuovo arrabbiata.
“Dai.. Lo sai che ti vogliamo bene. Ma non c’erano nemmeno Liv e Miranda. E nemmeno John e Ian. Eravamo solo noi. Ah! Non è venuto nemmeno Sean Astin. C’era solo Bean..” continuò Ilaria.
Ilaria stava di nuovo per attaccare Dom quando sentirono una voce gridare:
“DOOOMMM! Vecchia puttana ubriacona..”
Davanti a tanta finezza (‘very british’ pensò Ilaria), Ilaria non poté far altro che voltarsi e guardare che fosse il piccolo lord dal linguaggio forbito. E vide un ragazzo, dall’aspetto tipicamente inglese, simile all’amico di Hugh Grant in ‘Notthing Hill’ , magari più carino.
“Ehy!” disse Dom sollevandosi e abbracciando il ragazzo che guardando Ilaria disse:
“E la tua ragazza? Quella di Wellington lo sa che stai uscendo con uno schianto simile?”
Dom sorrise e disse:
“La ragazza meravigliosa è lei. È lei la ragazza di Wellington” e baciandole una guancia continuò: “Mi ha fatto una sorpresa stamattina. Mi è piombata in casa rischiando di farmi venire un infarto” disse Dom bevendo la sua birra.
“Però non ti sei lamentato” aggiunse Ilaria sorridendogli.
“UUUHH! Questa sa come prenderti vecchio pisello pazzo” continuò il ragazzo nella sua colorita visione affettuosa di Dom. Poi, guardando Ilaria disse: “Comunque posso dirtela una cosa.. La prossima volta che te ne vai in culo al mondo, vengo anche io. Tanta grazia è sprecata per te, Monaghan.”
“Si magari è adatta a te?” sorrise Dom lanciandole un pezzetto di tovagliolo con cui stava giocherellando.
“Certo, è adattissima a me. Ogni bella donna è adatta a me” disse il ragazzo sorridendo e voltandosi a guardare il sedere di una cameriera che passava accanto al tavolo. “Comunque io sono Edward McNamara. Chiamami pure Eddie. O Ed se ti viene meglio…” e porse la mano alla ragazza che rispose sorridente:
“Ilaria Jackson. La ragazza do Dominic Monaghan..” mentre Eddie fischiava ad una ragazza che aveva la minigonna.
“E meno male che sei fidanzato, depravato” rise Dom. 
L’amico non rispose all’insulto ma gli lanciò un fazzoletto intero e chiamò una cameriera ordinando a sua volta.
“E gli altri?” chiese Dom tranquillo.
“Sono fuori. Stanno parlando con delle vecchie conoscenze…” poi si rabbuiò un attimo e disse:”Cazzo!!” e guardando Dom disse: “Lo sapevo che…” ma non finì la frase che arrivarono altri due ragazzi seguiti da una ragazza.
Uno degli ultimi arrivati prese una sedia e dopo essersi seduto sopra a cavalcioni, disse:
“Non dirmi che tu sei la ragazza di cui Dom parla sempre”
“Si. Se la ragazza in questione si chiama Ilaria ed è di Wellington..” sorrise Ilaria.
“A quanto pare si parla della stessa persona. Comunque se mi dovessi lasciare mi porti in Nuova Zelanda, la prossima volta. Vero Dom?”
“Eccheppalle! Pure te.. Va bene. Affitteremo un jet. Solo per noi” disse Dom sorridendo.
“Che idiota che sono. Non mi sono presentato..” aggiunse il ragazzo, prima che Dom lo bloccasse e dicesse:
“Meno male che te ne sei accorto. Meglio tardi che mai.”
Il ragazzo fulminò Dom con uno sguardo assassino (lo stesso che Dom faceva a Billy quando diceva qualche cazzata davvero abominevole) e continuò, guardando Ilaria:
“Sono Rob. Robert S.Claire. amico di Dom da meno tempo di Ed, ma comunque grande amico di bisboccia..” e sorridendole le porse la mano.
“E io sono Howard McGregor. Amico di vecchia data e coscienza di Dominic Monaghan, anche se, ad essere sinceri, da quando si è messo con te non ce ne è molto bisogno. Hai cambiato tantissimo questo pazzo. Ed una cosa che dobbiamo riconoscerti come merito..”
“Ilaria” disse lei porgendo la mano in un enorme sorrisone.
Si avvicinò anche la ragazza. Gli ultimi arrivati si guardarono un po’ imbarazzati, senza che Ilaria ne capisse il perché. E la confusione aumentò quando Dom, si irrigidì davanti alla ragazza.
“Ciao. Io sono Ilaria..” disse Ilaria alzandosi e porgendole la mano. Mano che la nuova arrivata rifiutò, lasciando Ilaria perplessa e imbarazzata. E l’altra, accendendo una sigaretta da quella di Ed, disse:
“Claudie. Claudie Chease!” disse asciutta.
Dom guardò la ragazza con disprezzo. Ilaria non capiva il perché di tanta agitazione da parte degli amici di lui, la freddezza nei suoi confronti da parte di Claudie e il disprezzo di Dom davanti alla ragazza. 
In quel momento ricordò qualche brutto aneddoto raccontato da Dom a proposito di una certa Claudine. Che fosse la stessa persona?

La serata passò bene, nonostante tutto.
Tra una birra e l’altra, Dom e gli altri erano già alticcia. E Ilaria dovette imporsi alla bene meglio per non finire in coma etilico prima della fine della serata.
Era quello, infondo, il battesimo del fuoco a cui la fecero sottoporre gli amici di Dom per accettarla nel gruppo. E l’esito fu positivo.
A fine serata, quando arrivò il momento di dividersi, Ilaria fu costretta a chiamare un taxi viste le condizioni in cui versava Dom.
E una volta sul mezzo mille domande l’assalirono. Chi era quella ragazza che aveva fatto la gatta morta con Dom per tutta la serata, come se lei non ci fosse? Perché Dom la evitava come se avesse la peste? Perché gli amici erano così tesi, quando la videro avvicinarsi al tavolo?
Erano queste le domande che si poneva, mentre Dom, abbastanza alticcio, con voce impastata le ripeteva, continuamente, quanto fosse felice di averla di nuovo al suo fianco in giro per Manchester.







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Capitolo 28
*** Claudine... ***


http

http://fleur88.splinder.com/archive/2004-07 questo è il sito dove ho trovato la foto del bacio. Non è perfetta. Ma si vede. A me ha fatto morire dal ridere. Ma quanto è deficiente Dom e anche Orlando. Se siete fan sfegatate do Orlando non guardate le foto con la Bosworth. Non la voglio sulla coscienza…Ho letto un paio di maledizioni in aramaico nei suoi confronti e mi spiace se poi Orlie rimane senza ragazza per colpa mia.. ^___^
Buona lettura 


                                            Claudine: corsi e ricorsi di una storia finita.

Febbraio 1999, Manchester.

Aveva camminato sotto la pioggia in silenzio, a testa china, incapace di piangere.
Nella sua testa sentiva ancora i gemiti, la voce della ragazza chiamare un nome che non era il suo. E poi il ricordo i quel groviglio di lenzuola. Di corpi. E un dolore mai provato prima.
Quello che aveva visto lo aveva ucciso, dentro. Non avrebbe più amato. Mai più. Che le donne si andassero a farsi sfottere. Lui non aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino costantemente. Non più ora..
Quanto contava su quella storia? Parecchio. Porca miseria. E credeva anche di essersi innamorato di quella ragazza. Accidenti a lei…
Sentiva una fitta fortissima allo stomaco, quasi lo stessero triturando.
Claudie gli aveva fatto male. Come aveva potuto farlo con un altro. Dopo un anno che stavano assieme…
La pioggia bagnava la faccia di Dom che correva. Scappava da quell’immagine che aveva dentro la testa e che lo faceva urlare.
Al diavolo le donne! Non voleva più correre il rischio di trovare la sua donna a letto on un altro..


7 Gennaio 2000, Manchester a casa di Ed, fuori città.

Si erano riuniti tutti lì. Ilaria conobbe così i vecchi amici di Dom, anche se, dopo poco, si accorse che, gli unici che davvero si potevano definire tali erano Ed, Rob ed Howie..
Si ritrovarono a passare tre giorno assieme. Tre giorni in cui, inevitabilmente arrivò la domanda che, Ilaria per prima si era stupita di non aver sentito.
“Dom. lo sai che sei cambiato?”
Il ragazzo si passò una mano sul viso e sospirando, serio, disse:
“Certo che sono cambiato. Sono stato dall’altra parte del mondo per un anno. Ho fatto esperienze che nemmeno in una vita potrei ripetere. È certo che sono cambiato. Fisicamente e mentalmente…”
“E poi..” aggiunse malizioso Ed.”Da quando è sta con Ilaria voglio vedere se non cambia. Chissà tutto quello che hanno fatto in Nuova Zelanda..” ma venne bloccato da una cuscinata lanciata dalla ragazza, Sandy.
Tutti risero, tutti tranne Claudine.

Alla sera, prima che facesse del tutto buio, tutti uscirono fuori, nel giardino. E i ragazzi, preso un pallone, cominciarono giocare la solita partitella tra amici.
“Ecco Monaghan, nuovo centravanti del Manchester United, avanza verso la porta avversaria. Nessuno ha la sua classe, la sua grazia. E nessuno degli avversari può fermarlo..” disse Dom facendosi da solo la telecronaca.
“Palle” intervenne Ed. “Il difensore del glorioso Manchester City avanza verso quella mezza calzetta del centravanti avversario e…” e con una poderosa scivolata falciò il povero Dom che, sfruttando anche la situazione, si buttò a terra gridando come un matto.
Poi, mettendosi a sedere, disse, alzando una mano:
“Rigore! Questo è rigore”
Jason, un altro loro amico che faceva l’arbitro, guardò storto Dom e disse:
“No! È punizione.”
Dom si sollevò e pulendo i pantaloni, disse, a voce alta, facendo l’indifferente.
“Cornuto!”
“Ti ho sentito sai? Monaghan, ma non sei un po’ troppo vitale dopo tutte le scene che hai fatto per il calcio di Ed, non vorrai mica dirmi che hai fatto finta?” intervenne Jason ridendo.
Dom, che fino ad allora aveva camminato benissimo, si piegò a toccare il ginocchio destro e disse:
“AAAAHHH! CHE MALLLLLLLLEEEEEEEE! La mia carriera. Distrutta. Non potrò più suonare il violino…” poi avvicinandosi ad Ilaria la baciò e disse: “Dammi un bacio alla bua, così passa tutto…”
Ilaria rise e lo spinse e disse:
”Vai rammollito. E fammi vedere che ho fatto bene a scegliere un manchesteriano e non un londinese.”
Dom sorrise e corse di nuovo verso gli amici a giocar a pallone, felice come un bambino. Ilaria scosse la testa e, voltandosi verso Sandy, chiese:
“Dimmi che prima non era così. Che è diventato così col passare del tempo, per via del suo lavoro..”
Sandy rise e dando una piccola pacca sulla spalla di Ilaria disse:
“Tranquilla. Dom è sempre stato così”
Ilaria scosse la testa rassegnata e aggiunse con un sospiro:
“E pensare che tutti mi avete detto che è cambiato da quando stiamo assieme.”
“Oh si! È cambiato moltissimo. Nemmeno quando era con Claudine era così..”
“Claudie?!” chiese Ilaria stupita.
Sandy sorrise e rispose:
“Tu la conoscerai per Nala, forse. Era il nomignolo che Dom le aveva affibbiato una volta diventato il suo ragazzo.. Sai che a Dom piace molto ‘Il Re Leone’ beh… Lui era Simba e lei era Nala.”
In quel momento nella testa di Ilaria si delinearono fitti i ricordi che aveva da Wellington. Dom le aveva parlato di una certa Nala. Di una ragazza importantissima della sua vita. Ma non gli aveva mai spiegato il motivo della loro rottura.
“Scusa se te lo chiedo.. Ma perché si sono lasciati?” chiese Ilaria fingendo un indifferenza che infondo non provava.
“No. Non ti scusare. Sono sicura che Dom non te lo abbia mai detto perché quello che Claudine gli ha fatto lo ha ferito parecchio. 
In realtà, Claudine è stata la prima ragazza che è stata con Dom. avevano quattordici anni quando si sono messi assieme. Una di quelle amicizie che ci sono fin da quando si è piccoli. Beh. Da quando Dom era arrivato a Manchester, Claudine gli era stata sempre vicino. E così, si misero assieme. Fecero anche l’amore…”
-Allora lo ha fatto davvero a quattordici anni..- pensò Ilaria guardando un attimo verso il ragazzo e poi rivolgendo lo sguardo nuovamente su Sandy, che continuò il so racconto:
“Durò per tre mesi. Poi non ricordo per quale motivo si lasciarono. Si persero anche di vista. Dom aveva un gruppo d’amici, lei un altro. La seconda volta che si misero assieme, fu perché si incontrarono ad una festa e cominciarono, di nuovo ad uscire. Avevano sedici anni. Durò solo un mese. Ma rimasero amici, almeno quella volta. Un’altra volta.. Ma quella la conto solo io e Claudine, si sono messi assieme a diciassette anni. Durò solo due settimane. Ed infine.. La quarta e ultima volta. Avevano diciannove anni. Durò un anno e due mesi. E finì il 7 febbraio 1999…”
“Sei mesi prima…” intervenne Ilaria.
“Si. Sei mesi prima di partire. Lui aveva fatto il provino e aspettava una risposta. Sai perché si lasciarono?”
Ilaria scosse la testa in segno di diniego. Sandy guardò Dome poi Ilaria e disse:
“Come ti ho già detto, Dom aveva fatto il provino per Frodo e aspettava una risposta. Risposta che non si fece attendere. Lo chiamarono per comunicargli che aveva ottenuto la parte di Merry. Immagina la gioia. Tu magari sai com’è andata ufficialmente, io invece conosco la versione ufficiosa. Comunque. Da bravo inglese offrì una birra a tutti gli amici e poi, felice, andò a casa di Claudine. La trovò a fare l’amore con un altro uomo. Immagina che colpo. So solo che scappò via e partì per qualche giorno per Londra. Lo capisco sai. Anche io lo avrei fatto… Allora. Dopo quell’episodio, Dom accettò di vedere Claudine solo un’altra volta. E la lasciò. Soffrirono entrambi. Lei di più. Perché, subito dopo, all’aeroporto Dom prese l’aereo che l’avrebbe portato in Nuova Zelanda. Da te…” e sorridendo Sandy si voltò e guardò Ilaria.
Ilaria rispose al sorriso e disse:
“Non lo sapevo.. Davvero. Dom non mi ha mai parlato di questa storia…”
“E ci credo, piccola. Aveva te. Mica si metteva a pensare a chi gli aveva fatto male. E poi… Meglio che se la dimentichi completamente quella con una come te. Specialmente dopo quello che hai fatto per lui..”
“Cosa ho fatto io per Dom?” chiese Ilaria ridendo.
“Dom mi ha fatto vedere le foto degli attori del film. E se tu hai scelto lui, snobbando quel moretto riccioluto, che sprizza sex appeal da tutti i pori… Beh! Se ti lascia andare è proprio un coglione calzato e vestito…” e dicendo questo fece ridere Ilaria di gusto.

Entrò nella camera dove lei e Dom alloggiavano. Aveva lasciato la porta socchiusa. Quando la sentì aprire si voltò e vide il ragazzo, guardando allo specchio davanti a lei.
“Dom” sorrise voltandosi.
Lui si avvicinò e la baciò.
“Lo sai che ho una voglia matta di fare l’amore con te?” le disse all’orecchio. “che ne dici se ora ci chiudiamo in camera?” continuò malizioso.
Ilaria si allontanò mordendosi il labbro. E sorridendo, disse, sistemando ancora qualche cosa:
”No!” e con la coda dell’occhio controllò la reazione del ragazzo.
Dom la guardò perplesso e accarezzandole la testa, disse:
“Che hai?”
“Dimmi chi ti ha fatto piacere rivedere da quando sei a Manchester” chiese Ilaria sedendosi nel letto.
Dom guardò in aria facendo la solita smorfia pensierosa e idiota che lo contraddistingueva, piegando il labbro da una parte e socchiudendo un occhio disse:
“Mia madre. Mio padre.. E si… Anche quella testa di cazzo di mio fratello” e saltò addosso alla ragazza che gridò divertita.
Dom cominciò a baciarle il collo quando lei disse:
“E Claudine? O meglio.. Nala” chiese mettendogli una mano davanti alla bocca per fermare i suoi baci.
Dom la guardò stupito e poi, mettendosi a sedere, sorrise e disse:
“Parlavi di questo con Sandy?”
“Si!” rispose Ilaria sedendosi vicino a lui.
“Tranquilla. È l’ultima persona che volevo rivedere una volta qui a Manchester. Ma l’ho evitata per un anno (un anno fantastico devo dire).. Non posso evitarla in eterno, vero?” e guardò Ilaria negli occhi sorridendo.
Ilaria lo guardò e gli carezzò una guancia. Dom sospirò e chinando la testa, disse:
“L’ho odiata. Ho sofferto come un cane dopo quella sera, per colpa sua. No. Non volevo rivederla. È l’ultima persona che volevo vedere. Ma lei a quanto vedo sta frequentano le stesse persone che non voleva che frequentassi, i miei amici. E poi… Da quando ha saputo di te è diventata peggio di un gatto attaccato alle palle. Pensa che questa è la prima volta che accetto una riunione assieme a loro. Perché so che si metterà in mezzo anche lei. E tu non immagini nemmeno quanto mi disgusta. Ed ecco anche perché ho passato il Capodanno ad Edimburgo.. Volevo anche vedere gli altri, intendiamoci. E perché con lei non scambio una sola parola. Ho notato che te ne sei accorta del fatto che la evito. Ora ne sai la ragione” la guardò negli occhi e disse: “Frase scontata e da telenovela di second’ordine… Ma sono innamorato di te. E non ti voglio perdere. Davvero!”
Ilaria lo baciò e accarezzandogli le guance disse:
“Io mi fido di te. Basta che tu sia sempre sincero e mi dica sempre la verità. E non ci sarà nessuna Claudine che tenga” e lo abbracciò.
Dom si strinse a lei e ne aspirò il profumo alla vaniglia. Quanto le era mancato, da quando erano partiti. Sorrise e dandole un piccolo bacio disse:
“Ora ce ne dici se riprendiamo da dove abbiamo lasciato..”
Ilaria sorrise e portò il ragazzo su di lei, cominciandolo a spogliare. E lui fece lo stesso con lei. E dolcemente fecero l’amore.

Claudie guardò Ilaria. Stava aiutando a preparare il pranzo.
Si avvicinò alla giovane compagna del suo ex e disse:
“Quindi tu sei Ilaria. La famosissima nuova ragazza di Dom.”
“Si” rispose Ilaria tranquilla continuando ad affettare verdure.
“Quanti anni hai?” chiese guardando le verdure che Ilaria tagliava Claudine, mentre, dandosi una piccola spinta saliva sul piano di lavoro.
“Diciotto.. Diciannove a luglio” rispose Ilaria deglutendo e guardando Claudie con la coda dell’occhio.
Per la prima volta, da quando l’aveva conosciuta, Ilaria si accorse di quanto potesse essere bella quella ragazza. Capelli neri e lisci. Occhi verdi con delle piccole sfumature gialle. Bocca carnosa e pelle bianchissima. E un corpo snello asciutto.
All’affermazione della ragazza, Claudine sorrise, emettendo un leggero sibilo, o almeno questo sembrò ad Ilaria.
“Che carina. Non lo sapevo che Dom cercasse le ragazzine adesso. Sei anni in meno non sono pochi. Dove ti ha trovato? In un asilo nido in Nuova Zelanda?”
Ilaria buttò una foglia di lattuga dentro il recipiente e poggiando il coltello, incrociando le braccia, stringendo gli occhi, chiese:
“Si può sapere che diamine ti ho fatto?”
“Hai scelto il ragazzo sbagliato stavolta, stellina. Quello con cui stai.. Non potrà mai essere il tuo ragazzo. Lo sai vero?”
Ilaria si strinse ancora di più nelle braccia e piano rispose:
“Vi siete lasciati. Dom non è più il tuo ragazzo. È inutile che tu cerchi di mettermi in imbarazzo. Dom è il mio ragazzo e non ho nessuna intenzione di instaurare una schermaglia con te per qualcosa che mi spetta.”
“tu non puoi immaginare quanto la nostra storia sia stata importante. Tu non sai nulla della nostra storia, non è vero?” disse Claudine stringendosi più nel suo enorme golfo celeste.
“Si qualche volta. E mi ha detto anche che ti sei data da fare l’ultima volta che vi siete visti, vero?” disse Ilaria tagliente.
“Ci sono cose che non si possono dividere… La storia tra me e Dom è importante, ci siamo messi assieme e quattro volte…”stava dicendo Claudie quando qualcuno disse:
“E quattro volte ci siamo lasciati…”
Era Dom. le ragazze si voltarono e Ilaria sorrise. Il ragazzo le si avvicinò e abbracciandola disse:
“Io amo questa ragazza fantastica. Mi ha dato tanto. E io voglio stare con lei. Te l’ho già detto che non c’è spazio per te.”
“Sei diventato un grandissimo stronzo” rispose Claudine. 
“Ho avuto una grande maestra” rispose Dom che abbracciando meglio Ilaria le disse: “L’aria è diventata pesante qui. Che ne dici se ce ne andiamo e torniamo a Manchester?”
Ilaria annuì dolcemente accogliendo il bacio di Dom.
Pochi minuti dopo, in macchina, Dom rideva e scherzava, come se quello che aveva detto pochi minuti prima non esistesse più.
Claudine per lui era una storia da buttare alle spalle.





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Capitolo 29
*** The return of the fellowship... ***


E dopo Dean e Martine

E dopo Dean e Martine, ecco un altro personaggio che non vi piace: Claudine. Addirittura Vampyre e Paddina hanno fondato un club ‘AMMAZZIAMO CLAUDINE A TUTTI I COSTI’. Sta un po’ antipatica anche a me, ad essere sinceri. Cioè dico io.questa viene, si mette a dire di essere la ragazza di Dom e fa casini. OH Dio! Proprio casini non ne ha ancora fatto.
PS! il riccioluto moro che spruzza sex appeal da tutti i pori è Orlando. Mi succedono sempre dei casini ogni volta che qualcuno lo legge. 
Va be. Ecco il prossimo capitolo. Per chi ha piacere di rivedere Billy, Lij e Orlando.. Eheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheheh! Un bacio a tutte. 
E come sempre..
Buona lettura.
Niniel.


                                                            The Return of the Fellowship.
                                                        (quando ad Edimburgo ci si rincontra tutti)

La mattina del 10 gennaio Dom svegliò Ilaria con una margherita, fregandola sul naso e gli occhi della ragazza.
Ilaria si svegliò e guardando Dom, disse:
“Buon primo anniversario Monaghan.”
“Buon primo anniversario Jackson.”
Ilaria sorrise e prese la margherita. La portò al naso e ne aspirò l’aroma. Niente rose. Come aveva chiesto lei. Non le piacevano. Le trovava banali. Come chi le regalava. E guardando il ragazzo che le stava vicino, disse:
“Ieri notte ha chiamato papà. Ho anche parlato con Hannah. Mi ha detto di darti mille baci” e sorrise ritornando ad aspirare il profumo della rosa.
“Mille baci. Uhm! Interessante! Che ne dici se cominciamo a darceli questi mille baci.. E magari cominciamo a fare qualcos’altro…” disse Dom infilandosi sotto le coperte e mettendosi sopra la ragazza.
Ilaria accolse i baci del ragazzo, ma appena quello cercò di togliere la casacca del pigiama, gridò, divertita, cercandolo di bloccare,senza troppo convinzione, però:
“Dai! Smettila. Prima che entri tua madre… Smettila.. Amoreee”
Dom le baciava il collo e rispose, facendole un po’ di solletico:
“La mamma e il papà sono a lavoro. E poi.. Shh! O svegli Matt” e rise di più torturando la povera ragazza.
“Già sveglio” rispose Matt sulla porta, a braccia conserte. “Va bene che è il vostro anniversario. Ma contenetevi perdinci” disse uscendo e fingendosi contrariato.
I due ragazzi scoppiarono a ridere e Dom, accarezzando i capelli della compagna, disse, dolce:
“Stasera serata romantica. Solo per te e per me. Hai capito?”
Lei le baciò una guancia e rispose:
“Ok, Dumbotto! Serata romantica. Ma prima che impazzisca” e si sollevò uscendo dal letto. “Doccia ristoratrice” e baciandogli lievemente la bocca lo lasciò da solo, nel letto, con i suoi ‘pensieri’.

La serata in effetti fu realmente romantica. Molto romantica. Parecchio romantica.
Cenetta a lume di candela. Regali. Fiori. E ‘Yellow’ dei Coldplay come colonna sonora.
“dovremmo farle più spesso ‘ste cose” disse Dom facendo ridere Ilaria.
“Magari per l’anniversario della nostra prima volta, che ne dici?” chiese la ragazza sorseggiando lo champagne dal suo calice.
“Si! Ma niente regali. Sai com’è… Avrò girato un film, ma da qui a star internazionale, ce ne passa…” rispose Dom facendo ridere di nuovo la ragazza.
E pulendosi la bocca con un tovagliolo, chiese al ragazzo sorridente:
“A Manchester non c’è il mare, Mr. Monaghan. Dove mi vuole portare, quindi? A casa a fare le ninne?” 
“Ci aspetta una serata nel hotel a cinque stelle più bello di tutta la Gran Bretagna” sorrise Dom malizioso.
“È il ‘Savoy’?” chiese Ilaria canzonando il ragazzo, parlando di un albergo esclusivo di Londra.
Dom le fece il verso. E piano disse:
“No! Rimarremo a Manchester. Quante volte te lo devo dire che non sono un Paperon De Paperoni?” e fece finta di essere offeso.
Ilaria gli prese una mano e disse:
“Lo sai che scherzo.. A me va bene tutto…”
“Basta che ci sia io, vero?” chiese Dom, dandosi arie.
“Fammi finire…” disse Ilaria contrariata, ma sorridente. “Ti dicevo… A me va bene tutto. Fino a che Lij, Billy oppure Orlie, faranno abbastanza successo, da permettermi di mollarti e vivere negli agi” e rise guardando la faccia stupita di Dom dall’esito della frase.
Dom scosse la testa. E guardando in alto, disse:
“Mi punisci così per tutte le cazzate che ho detto? Mi mandi una che è peggio di me. Non si fa così” e mentre lo diceva, Ilaria, con la punta di un dito, asciugava le lacrime scese per il troppo ridere.

La camera era bellissima. Come l’hotel del resto. Ballavano tranquilli ‘Everybody hurts” dei REM. Quella era una delle canzoni preferite della ragazza.
Ilaria ogni tanto canzonava Dom, stranamente serio in quel momento.
“Mio Dio che muso lungo che ha il piccolo Sblomie” sorrise baciandolo dolcemente.
Dom rispose al bacio e disse:
“Sto pensando.”
“Uhm! Allora stappiamo una bottiglia di champagne per festeggiare questo momento” rise Ilaria.
“Ma sei andata da Billy, prima di venire a Manchester? Fai battute idiote come le sue..” fece Dom fingendo irritazione.
“Meglio che non lo dica allo scozzese quanto parli male di lui” disse Ilaria poggiando la testa sulla spalla del ragazzo e chiudendo gli occhi.
Dom sospirò e poggiando le labbra sui capelli di lei, disse:
“Un anno. Ci pensi? Un anno assieme. E sembra…”
“.. come se fosse il primo giorno, non è vero?” sorrise Ilaria, guardandolo di nuovo negli occhi.
Dom la guardò e sorrise. E disse:
“Sono felice di averti incontrato ragazzina capricciosa. Sono felice che tu abbia scelto me.”
Ilaria sorrise e disse:
“No, sai com’è.. Orlando è troppo bello. Le ragazze se ne accorgeranno. E siccome sono un tipo geloso…” ma venne interrotta da Dom che sollevò gli occhi al cielo, facendola ridere. Poi seria, disse: “Sono felice anche io di averti incontrato folle di un inglese” e baciandolo lo tirò per la cravatta e lo fece cadere nel letto sopra di lei.

La mattina dopo si svegliarono abbracciati.
Ilaria sorrise e Dom sospirando disse:
“Quando hai detto che torni a Wellington?” e si mise a sedere sbadigliando e passando le mani sulla faccia.
“Sto qui due settimane. Abbiamo ancora una settimana e un girono..” e sollevandosi le baciò la spalla destra, appoggiando le labbra proprio sul tatuaggio del nove elfico. E poi, alzandosi, portando vi il lenzuolo, tenendolo stretto, disse, andando verso il bagno: “Ora preparati. Ho promesso a tua madre che sarei uscita assieme a lei, questa mattina. Mi vuole portare a fare compere..” ed entrò in bagno, chiudendo la porta e lasciando un pezzo di lenzuolo fuori.
Dom sorrise e mettendo i pantaloni(*) si avvicinò alla porta. L’acqua scendeva dentro la vasca da bagno, mentre Ilaria canticchiava ‘Sunday Bloody Sunday’ degli U2.
“Che cosa facciamo in questi giorni?” chiese poggiando la testa sulla porta.
“Andiamo ad Edimburgo” disse Ilaria.entrando nella vasca.
Dom rimase un attimo perplesso e chiese, quasi per assicurarsi di aver sentito bene:
“Edimburgo?” e aprì la porta.
Ilaria smise di insaponarsi un attimo e disse:
“Edimburgo, si! Billy Boyd, quel nostro caro amico. Ricordi. Ci andavamo entrambi molto d’accordo se non mi ricordo male…Sai, Wellington, un anno fa nemmeno…” e riprese a insaponarsi.
Dom, avvicinandosi alla vasca, disse, sedendosi nel bordo della vasca:
“Ila.. Edimburgo… Lo so ce vuoi molto bene a Billy.. Ma io pensavo di passare un po’ più di tempo con te. E tu vai da Billy.”
Ilaria si voltò di scatto. Smise di insaponasi e dallo sguardo che aveva, Dom, capì che tirava aria di guerra. E disse:
“Io credevo che fossi arrivata da Wellington per stare con me..”
“Da quando sono diventata una sua proprietà, Mr. Monaghan?” chiese Ilaria guardando il ragazzo negli occhi.
Dom non rispose e Ilaria continuò:
“Bill è il mio migliore amico. Ho bisogno di vedere te, tanto quanto ho bisogno di vedere lui. ti ha mai sfiorato l’idea che gli altri manchino anche a me e che fossero anche amici miei?” disse Ilaria uscendo dalla vasca.
Dom la guardò avvolgersi in un asciugamano. E alzandosi disse:
“Lo so che sono anche amici tuoi.. Solo che…”
“Solo che cosa? Dominic. Non ho dieci anni. Non sono una stupida. Stiamo insieme da un anno e ho capito che vuoi che non parta” disse Ilaria guardandolo dritto negli occhi.
In quel momento Dom si sentì come un bambino capriccioso ed egoista. E alzando un po’ la voce, disse:
“Scusa se non ti vedrò per chissà quanto tempo, dopo che parti a Wellington. E se vorrei passare un po’ di tempo assieme a te.”
Ilaria si voltò e puntando un dito indice contro il viso del ragazzo, disse:
“Bel modo per farmi pesare il fatto che non sono partita assieme a te… Tu non hai capito nulla Monaghan. Io ho.. Io ho bisogno di starti vicino, tanto quanto ne hai tu…” e si allontanò prendendo la bianche ria pulita dalla borsetta.
Ed entrando in bagno, chiuse la porta sbattendola.
Infondo non litigavano da un anno, quasi….

La mamma di Dom sorrise, guardando la faccia contrariata della ragazza.
Erano uscite, subito dopo che erano Ilaria e Dom erano tornati dall’albergo. E ognuno dei due era andato nella propria camera sbattendo la porta.
Ora, nella macchina di Aureen, Ilaria, guardava fuori dal finestrino, col mento poggiato sul palmo della mano, stretta nel suo cappotto e nella sua sciarpa multicolore.
“Avete litigato?” chiese Aureen piano, sorridendo.
Ilaria si voltò, guardò la mamma del ragazzo e annuì, per tornare a guardare fuori dal finestrino.
“E perché avete litigato?” chiese la donna sorridente, mentre posteggiava la vettura.
“Voglio andare ad Edimburgo da Billy, voglio vedere il mio migliore amico” disse lei.
“E lui vuole che invece tu rimanga qui a Manchester a passare un po’ più tempo con lui. Giusto? “ chiese Aureen sistemandosi per scendere dalla macchina.
“Giusto” disse Ilaria sistemando la cuffietta sulla testa.
“E tu vacci lo stesso. Non te lo sto dicendo per farti lasciare con Dom, anzi, sono felice che abbia trovato una ragazza come te. Mi piaci molto più di quella Claudine.. Quanto mi stava antipatica… Ma torniamo a noi. Vai ad Edimburgo e fregatene. Non può controllarti per tutta la vita” disse Aureen uscendo assieme alla ragazza e mettendo l’antifurto all’auto. “E poi… Fa tanto i capricci. Ma è uno che se le fai vedere che sta sbagliando, ammette i suoi errori” e accarezzò una guancia della ragazza che rispose con un sorriso.
Infondo, era proprio vero. Se Dom era un ragazzo così, era solo perché aveva una famiglia fantastica.

Partì la mattina dopo, prestissimo, col primo treno.
La sera prima aveva avuto un’altra sfuriata con Dom sulla partenza. Sul treno ci pensava ancora, guardando le campagne inglesi scorrerle davanti.
-Accidenti a Dom e alla sua testardaggine. Ma proprio con un inglese dovevo mettermi? Io. Italiana di nascita, neozelandese di adozione. Che ne so.. Magari uno come Russel Crowe me lo potevo cercare. Quello si che è un figone. E poi è neozelandese di nascita, anche se vive in Australia. Oppure un italiano tipo che ne so, Mastroianni da giovane… Che ne so io…Invece no! Dominic Monaghan, nato a Berlino e residente a Manchester da ormai dodici anni. Sono una scema, ecco cosa sono. E innamorata persa per giunta. E questo che mi frega. –questo pensava Ilaria mentre le immense vallate verdi si alternavano alle colline del medesimo colore, mentre il grigiore della Manchester industriale e moderna, era lontano anni luce.

{ IL TRENO DIRETTO DA MANCHESTER, È IN ARRIVO SUL BINARIO CINQUE. SI PREGA DI SOSTARE DIETRO LA LINEA GIALLA E DI NON ATTRAVERSARE I BINARI…}
Ilaria scese dal treno. Si guardò attorno mettendo bene lo zaino. E poi lo vide. Mani nelle tasche della giacca e il solito sorriso. Il suo migliore amico. Corse verso di lui e parendo le braccia, gridò felice:
“BILLY!” e si buttò al collo del dell’amico. E piano, con i lucciconi agli occhi disse: “Quanto mi sei mancato!” e lo riempì di baci.
“Anche tu mi sei mancata. E poi… Ho una sorpresa per te” disse Billy guardando Ilaria e prendendole lo zaino.
Ilaria guardò lo scozzese con una strana apprensione. Forse la sorpresa consisteva nel fatto che con loro, ci sarebbe stata Allison, la ragazza di Billy. Questo l’avrebbe fatta sentire sicuramente il terzo incomodo 
Entrarono in macchina. Ilaria allacciò le cinture di sicurezza e si guardò allo specchietto. E tirò un grido di spavento. Dietro, sbellicandosi dalle risate c’erano nientepopodimenoche Lij e Orlando.
“Ob ed Elwood. Ma sono scherzi da fare questi?” disse Ilaria voltandosi e guardando i due che, da quanto stavano ridendo avevano gli occhi arrossati.
Elijah, trattenendo a stento la ridarella che lo aveva colpito, disse, asciugando gli immensi occhioni azzurri:
“Siamo assieme da Capodanno. Credevo che lo avresti capito che c’era qualcuno con Billy. Ma sei proprio tarda alle volte.”
Orlando a quell’affermazione rise ancora più forte e si appoggiò alla spalla del ragazzo, che rise più forte a sua volta. 
Che bello essere con i vecchi amici. C’è sempre bisogno di qualcuno che ti faccia giustamente a pezzi, solo perché sostiene di volerti bene.

Per tutto il viaggio avevano parlato di quanto a tutti mancava la Nuova Zelanda e le riprese. E non si stupirono, i ragazzi, della reazione di Dom, alla notizia della partenza.
“Infondo non vi vedrete di nuovo per molto tempo” disse Billy sorridendo.
“E sai che Dominic era il maniaco ufficiale della Compagnia dell’Anello” continuò Elijah.
“Mi sa che hai avuto un ottimo maestro allora, dato che, dopo nemmeno un anno segui più che bene le sue orme” disse Ilaria facendogli una linguaccia dallo specchietto retrovisore.
“Povero Lij” fece Orlando accarezzandogli la testa e dandogli un bacio sulla guancia disse: “Tranquillo. Lo zio Orlie ti sta vicino.”
Proprio in quel momento l’attenzione di Ilaria venne attirata da una macchina ferma davanti alla casa di Billy. E guardando lo scozzese disse:
“Hai qualche altra sorpresa, per caso?”
“No!” rispose Billy fermando la macchina.
“Ma quella non è…?” disse Elijah stringendo gli occhi.
“La macchina di Dom” disse Ilaria slegando la cintura e scendendo dalla macchina.
Si sistemò la sciarpa e disse, incrociando le braccia e avvicinandosi al ragazzo:
“Che ci fai qui? Ieri notte hai detto che ero una stupida e che il viaggio ad Edimburgo me lo potevo fare anche da sola. E l’ho fatto. Quello che non capisco è cosa ci fai tu qui.”
Dom sorrise e grattando la barba, disse:
“Sono venuto a trovare Billy. E poi non potevo lasciarti da sola sapendo che con te c’erano anche Elwood e Orlie. Dai ne va della mia dignità di gentleman..”
“Di che eri geloso come una scimmia, invece” disse Ilaria avvicinandosi e guardandolo negli occhi.
Stettero a fissarsi qualche secondo e poi scoppiarono a ridere e Dom, abbracciandola, disse:
“Voglio stare con te, sono venuto specialmente per questo” 
“Sai quanto ti detesto quando fai lo stronzo? E specialmente quando fai il geloso. Sei un grandissimo stronzo. Lo sai che, per colpa tua ho pianto tutta la notte? E che per colpa tua son stata male tutto il viaggio? E….”
Il fiume in piena delle parole di Ilaria venne bloccato da Dom che le diede un bacio mozzafiato, per poi guardarla negli occhi e dire:
“Non lo farò più. E poi pensa che per venire qui, ho rinunciato ad una particolarissima serata alla quale partecipava addirittura Claudine. Doveva essere un festino droga, sesso e alcool a fiumi”
Ilaria colpì Dom ridendo e disse:
“Lo vedi che tu diverti a farmi stare male… Uffa!”
Naturalmente fu inutile colpirlo. Dom le bloccò le mani e la baciò di nuovo.
“Comunque se lo facevi, io facevo un festino di sesso con Billy, Elijah e Orlie. Così impari.”
“Credo che sarebbe stato molto peggio!” sorrise Dom abbracciandola e baciandola di nuovo.
“Non farlo più. Un’altra scenata simile e vado a Wellington e non torno più” disse Ilaria.
In quello stesso momento, Elijah e Billy guardavano Orlando. Certo, in quel periodo non era stato con le mani in mano. Aveva frequentato altre ragazze. Ma per Ilaria provava qualche cosa di forte. Forse era per il due di picche che lei le aveva dato. Forse perché davvero ne era innamorato. Il fatto era che, ora, mentre li guardava baciarsi e ridere, l’allegria che aveva avuto quando aveva saputo dell’arrivo della ragazza era sparita, lasciando il posto alla malinconia.
“Hai fatto male a innamorarti di lei, amico” disse Lij dandogli una pacca sulle spalle.
“Lo so che ho fatto male” disse Orlando stringendo un po’ gli occhi e guardando i due giocare amorevolmente.
“Ricorda che lei è la ragazza di uno dei tuoi migliori amici. Mi raccomando” disse Billy entrando in casa con lo zainetto sulle spalle.
Orlando si voltò a guardare Billy entrare. Elijah lo guardò e sorrise, comprensivo.
In quel momento però, Orlando era molto triste.

Era bello ritrovarsi tutti assieme. Ilaria guardò gli amici mangiare tutti allo stesso tavolo e la tranquillità la pervase.
Ricordò quello che le aveva detto Peter pochi giorni prima. E ridendo, lanciò il discorso, prendendolo alla larga.
“Che bello essere tutti riuniti. Anche ad Edimburgo. Sembra quasi di aver portato un pezzo di Wellington in Gran Bretagna.”
I ragazzi risposero con un “Uhm! Uhm!” generale al quale Billy aggiunse:
“Avervi qui è come riavere tutti i miei fratelli qua. Mancano Viggo e i due Sean.”
“Anche per me è come riavere tutti i miei fratelli vicino. Specialmente da quando ho rivisto voi tre…” aggiunse Dom.
“Anche quando ha rivisto me?” chiese Ilaria sorridente.
“Chissà perché, ma per me c’è qualche cosa che mi dice che proprio tuo fratello, Dom, non vorrebbe essere. Vero, Monaghan?” disse Elijah addentando un pezzo di insalata.
Dom sorrise e bevendo un po’ di birra dal suo bicchiere, guardò con la cosa dell’occhio la compagna, che, pulendosi la bocca con il tovagliolo, finì di masticare e disse:
“Comunque ci sono delle novità in campo Peter Jackson.”
Lo disse con aria indifferente, mentre gli altri quattro si voltarono interessati e assieme chiesero:
“Cosa?”
Ilaria rise della curiosità. E bevendo il suo bicchiere di vino rosso, disse:
“Si faranno le pick-up, quest’estate.”
Lasciò cadere la notizia, come se niente fosse.
I quattro, naturalmente, rimasero qualche minuto in silenzio, poi Orlando cominciò a ridere, seguito a ruota dagli altri tre.
“Piccola non sai dire le bugie, mi spiace” disse Billy guardandola divertito.
“Sono io l’attore della coppia, Ila” disse Dom prendendola in giro.
“Ci ha tenuto un anno in Nuova Zelanda e ora vuole che torniamo indietro. Dai, inventane una migliore di bugia…” disse Orlando.
Elijah, alzando la voce, disse:
“Ehy! Ehy! Perché la prendete in giro questa poveretta, ah? Ha avuto dei problemi da piccola. Siete cattivi a penderla in giro così spudoratamente” e rise forte, facendo accigliare di più la ragazza che, alzandosi, prese il cellulare dalla tasca del cappotto e disse:
“Se non credete a me, crederete a papà… Guardate la buona fede. Faccio rispondere a Dom. Va bene?” e diede il cellulare al ragazzo che selezionò il tasto di chiamata e, dopo qualche secondo si ritrovò a parlare con il regista. Parlarono a lungo. Poi, dopo i saluti da bravo genero, si mise a sedere e disse, porgendo il cellulare alla ragazza:
“Ebbene si ragazzi. Il caro Peter ci vuole tutti a Wellington questa estate per girare le pick-up del film. Ma la notizia più triste è che Ilaria starà dietro la cinepresa. Ve ne rendete conto che trauma?” 
Ilaria che fino a quel momento aveva annuito soddisfatta alle affermazioni di Dom, si voltò sbarrò gli occhi e cominciò a picchiarlo dove meglio veniva. 
Inutile dire che, a fine serata, erano quasi tutti ubriachi per aver festeggiato la notizia di tornare in uno dei pochi posti dove volevano essere in quel momento: Wellington.

Quella sera Ilaria e Dom divisero assieme la camera. Naturalmente, fecero dolcemente l’amore….
Alla fine, Ilaria abbracciata a Dom che stava sdraiato sotto di lei, si poggiò sul suo petto, rimanendo ancora allacciata al ragazzo. Lui la baciò. E così, incrociando le mani, dolcemente parlarono un po’ di tutto. Fino a che Dom disse:
“Che ne dici se, prima che cominciamo a girare ci facciamo un viaggetto? Io e te e la bambina
Ilaria lo baciò e disse:
“Uhm! E perderesti la nostra sacrosanta intimità per fare quello che ti piace con me?”
“Ma che bambina maliziosa..” disse Dom cominciando a farle il solletico. “Ma dico io.. E io che pensavo di chiamare Sean e Christine per portare Ally, così Hannah non si annoiava…”
Ilaria cominciò a ridere. Sapeva come finiva quel loro giochetto. E infatti Dom non si fece attendere. Si chinò lievemente e ricominciò a baciarla. Fecero di nuovo l’amore. Infondo, sarebbe passato un po’ di tempo prima che potesse riaccadere.





(*) ‘Senza biancheria!!’ direte voi. Ebbene si. Ho letto in svariati siti di Dom che il ragazzo non usa le mutande. Sempre che non sia una battuta delle sue. Ma, pazzo com’è, credo che sia più che probabile.. Evviva la sincerità… Anche se credo che non sia molto igienico. O_o VERO!!! 

http://www.dommonaghan.altervista.org/baci...cidom/kd003.jpg c’èra una volta un ragazzo molto carino che firmava autografi. Tutto quello che avreste voluto sapere sulla coppia del secolo. Ma che avrà detto Ilaria, porco cane. Bah! Sti maschi.

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Capitolo 30
*** Andata e ritorno... ***


Presto avrete il resoconto delle doti canore di Lij e Dom

Presto avrete il resoconto delle doti canore di Lij e Dom, dato che ho scoperto che i due attori, assieme a Billy Boyd, hanno partecipato all’album ‘Pandemoniumofamerica’ album del famigerato Aragorn, ovvero Viggo Mortensen. E visto che non lo avevo mai sentito.. L’ho scaricato. Sono deficiente. A dire il vero, la curiosità di sapere come cantano quei due scemi dei miei due hobbit preferiti, mi ha convinta a scaricare i brani. Credo che non ho fatto niente di illegale dato che in Italia non è mai uscito. Adesso, dato che non ho la possibilità di sentirle, le metto in una compilation e le ascolto. Domani però. Quindi nel prox capitolo avrete la mia opinione più vera.
Adesso… Stavolta dobbiamo dire addio ad un personaggio. Forse avrete capito chi è. Spero di non essere pesante.
Alla prossima. Per il momento, vi auguro buona lettura.

Andata e ritorno: quando vorresti stare lontana dai problemi e quelli ti assalgono.

13 gennaio 2001: Edimburgo, casa di Billy, nella camera di Orlando.

Quattro loschi figuri vicino al letto del bell’elfo, confabulano tra di loro.

“Secondo voi dorme?” chiese la ragazza a voce bassa.
“Si! Guarda che faccia da beota” aggiunse uno dei ragazzi con la stessa voce piccola.
“Ma quello è un filo di bava?” chiese la ragazza stupita.
“Credo” rispose uno dei tre.
“Che schifo” disse la ragazza.
“Anche gli elfi, nel loro piccolo, sbavano” disse il ragazzo che aveva risposto per primo, trattenendo il sorriso che cominciava a salire
“Secondo voi si incazza se lo svegliamo?” chiese quello con la voce più grossa.
“Dai.. Per il suo compleanno questo e altro” disse il ragazzo più giovane.
Pochi secondi dopo…
L’INFERNO!!
Trombette e pernacchie di Carnevale cominciarono a suonare nella stanza.
Il povero Orlando balzò sul letto, con gli occhi sbarrati e i capelli sconvolti. E guardando gli amici, disse:
“MA SIETE MALATI? SVEGLIARE UN POVERO CRISTO CHE DORME, IN QUESTO MODO…”
“AUGURIIIII!” si buttò Ilaria sul letto mentre Orlando si ritrovava con la ragazza sdraiata sopra, che le baciava ripetutamente le guance mentre Dom, con tranquillità disse: “Ilaria. Non ho soldi per tenere un figlio di Orlando. Su alzati e ricomponiti, per piacere” e sorrise guardando la ragazza che spettinata si sedeva sul letto, assieme a Bloom che, più spettinato di prima, disse:
“Continuo a chiedermi che cosa possa aver trovato in uno come te” 
“Me lo chiedo anche io, sai?” disse Ilaria guardandolo.
Orlando sorrise e la buttò nel letto saltandole sopra, seguito da Dom che si buttò con loro. Poco dopo seguì Elijah e poi.. Strano ma vero.. Billy…

Quella era l’ultima serata ad Edimburgo. L’ultima assieme prima di tornare in Nuova Zelanda.
Avevano finito di mangiare. Ilaria e Dom erano seduti nel divano. Lui con un braccio le cingeva le spalle, mentre lei giocherellava con il bordo di un cuscino. Orlando ed Elijah fumavano tranquillamente nelle poltrone, uno di fronte all’altro, mentre Billy si mise a sedere nel divano accanto a Dom.
“E ti ricorsi quella volta che Orlando è caduto da cavallo e Brett gli è caduto sopra?” disse Billy asciugando gli occhi per il troppo ridere.
“Porco cane, si!” disse Elijah spegnendo la sigaretta. “Come ti lamentavi Ob” disse poi guardando il londinese che si difese dicendo:
“Avrei voluto vedere voi nelle mie condizioni. Ditelo che eravate gelosi, perché io mi sono fatto male in maniera spettacolare, cadendo da cavallo e voi, sempre a piedi, non vi siete fatti nulla. E poi, per essermi rotto una costola, non mi sono per nulla lamentato” e spense il mozzicone anche lui.
“COSA?” gridarono gli altri quattro.
“Se non hai fatto altro che lamentarti” disse Ilaria poggiando la testa sulla spalla di Dom.
“Te lo ricordi Dom?” disse Billy facendo un segno a Dom che disse:
“E come se me lo ricorso. Cominciava.. ‘Mi fa male il fegato ho il pancreas di fuori, lo stomaco non me lo sento più… E le ossa poi. E la schiena. Credo che mi son fatto male e la schiena va di nuovo operata..” e rise di gusto guardando la faccia contrariata di Orlando che, lanciandogli un cuscino all’amico e aggiunse:
“Fossi in te starei zitto. O vorresti che raccontassi la bellissima scena del traghetto di Buckburgo?”
Ilaria rise e disse:
“Quella è stata davvero pietosa Dom. una figuraccia che figuraccia non si può” 
Dom le si buttò addosso e disse:
“E meno male che sei la mia ragazza… da quando sei arrivata non fai atro che prendermi in giro…”
“Spiegami come non faccio a non prenderti in giro con quella faccia… Aiutooo” gridò Ilaria, mentre Billy li guardava ridendo.
“Io credo che una nota di merito vada a quel poveretto di Viggo” disse Lij. “Ha recitato nonostante si fosse distrutto un piede, vorrei farvi notare…
“Vero!” disse Ilaria alzandosi e sistemando i capelli spettinato, facendo ridere di gusto a Dom.
“Quello è un pazzo” disse Orlando. “Quando si mette a parlare delle stelle, del creato, del passato e del futuro, di Dio.. Fa certi discorsi…”
“Che devi essere ubriaco per seguirli” disse Dom mettendo il labbro in una posizione buffa.
Ilaria lo colpì col cuscino scatenando la rappresaglia e costringendo Billy ad alzarsi. E fu mentre li guardava picchiarsi che disse:
“Non vi ho fatto vedere quello che ho fatto dopo essere arrivato” ed uscì per rientrare con due pacchi enormi di foto.
“Non dirmi che..?” disse Orlando alzandosi e avvicinandosi allo scozzese.
“Quelle sono le foto della Nuova Zelanda..?” disse Elijah seguendo Orlando.
“Si!” sorrise Billy trionfante.
Guardarono le foto ridendo e ricordando aneddoti divertenti e no di qui sedici mesi passati assieme. Per Ilaria fu come rivivere quell’anno assieme a loro. Un anno bellissimo, che andava oltre ogni aspettativa iniziale. 
Dalla relazione con Dom che l’aveva fatta crescere… All’amicizia con Billy e tutti gli altri… Il fatto che sua figlia potesse chiamare qualcuno papà. Certo.
C’era stato anche il pestaggio.. Dean che tornava dal suo passato…
Ma guardando quelle foto, si rese conto che era cambiata, che era diversa. Che tutto in lei era mutato notevolmente. E che quella sarebbe stata l’esperienza più grande della sua vita.. Anzi.. Lo era già.

Dopo cinque gironi da loro ritorno a Manchester, Ilaria si ritrovò con le valigie in mano e un biglietto di sola andata per Wellington.
Aureen, quando Ilaria era ormai pronta a partire, l’abbracciò e, con gli occhi lucidi disse:
“Mi raccomando. Voglio rivederti a Manchester con la bambina la prossima volta. Davvero. Ritorna. Mi farai un grande piacere.”
Si abbracciarono. E Ilaria, altrettanto commossa, disse:
“Grazie di tutto e scusi del disturbo. Non volevo essere invadente..”
“Non dirlo nemmeno per scherzo. Mi ha fatto piacere averti per la casa” sorrise Aureen. “Con tre uomini a cui badare, avere una donna in casa e sempre utile”
Ilaria sorrise e salutò il padre di Dom con una stretta di mano. E poi, dimostrando che buon sangue non mente, Matt, strinse forte Ilaria e la sollevò da terra, facendola gridare divertita. E piano, dopo averla rimessa coi piedi per terra, disse:
“Ricordati che sei ancora in tempo. Il Monaghan senza naso a patata ti aspetta.”
Ilaria disse mentre Dom, puntando un dito contro il fratello, disse:
“Ringrazia Dio che la tua morte porterebbe sconforto a nostra madre. Altrimenti ti avrei ucciso.”
“Ho solo riscontrato un dato di fato fratellino. Hai un naso orribile…”
Dom spinse Ilaria fuori dalla porta e disse:
“Tappa le orecchie che non devi sentire le parole ingiuriose che quel cattivo mi dice…” e dicendo questo, ebbe la scusa per far uscire la ragazza di casa e poter, almeno un po’, stare da solo con lei…

Ilaria guardava Dom. era un ragazzo pazzo. Capace di entrare nel tuo letto mentre dormivi e svegliarti perché voleva solo parlarti. Lo aveva fatto quella mattina, quando, verso le sei, si era avvicinato al suo letto e, infilandosi nelle coperte, l’abbracciò e la strinse svegliandola. Si giustificò dicendo di aver bisogno di parlarle. E lo fecero, almeno fino a che, il ragazzo la spogliò e ci fece l’amore, soffocando sospiri di entrambi con dolci baci.
Era questo, quello che Ilaria amava di Dom. il suo essere imprevedibile. Ora però.. 
Lo guardava mentre la sua canzone preferita, quasi fosse uno scherzo, risuonava lenta, dicendo:
When the day is long and the night, the night is yours alone, 
When you’re sure you’ve had enough of this life, well hang on. 
Don’t let yourself go, everybody cries and everybody hurts sometimes…
.’(*)
Ilaria accarezzò una ciocca di capelli di Dom e disse:
“Che hai?”
Il ragazzo sospirò e continuò a guidare. Stava male perché stava per partire. Lei lo sapeva.
E sorridendo, disse, poggiando la testa sul sedile e guardando il ragazzo:
“Tornerò. Tranquillo.”
A quell’affermazione, Dom bloccò la macchina su di una banchina. E scendendo si mise a sedere sul cofano. Ilaria sistemò la sciarpa e uscì anche lei dall’abitacolo, avvicinandosi al ragazzo che, voltandosi la guardò e disse:
“Io non posso farcela.”
“A cosa?” chiese Ilaria accarezzandole una guancia e cercando di sollevarle il viso.
“A stare così” disse Dom allontanandosi dalla carezza della ragazza. “Io non posso averti in casa per due settimane e poi non vederti più per un mese…”
“Ti ho detto che tornerò…” disse Ilaria avvicinandosi. E poi, prendendogli il viso tra le mani, sollevandosi un poco lo baciò e disse:
“Lo sai quanto mi sei mancato in quelle sue settimane che siamo stati lontani?”
Dom la guardò e non rispose e Ilaria, sorridente, continuò, abbracciandolo:
“Tantissimo. Talmente tanto che al primo scoglio che ho incontrato, ho preso il primo aereo e sono venuta da te. E lo sai perché?”
“Perché?” chiese Dom sospirando e guardando le macchine che scorrevano veloci sull’autostrada.
“Perché nessuno come te, ha fatto tanto per aiutarmi. Solo Peter e Fran.. qualsiasi ostacolo, da quando sto con te, lo abbiamo superato assieme. E li supereremo assieme, tutti. Sempre. Qualsiasi cosa accada. Ti amo. E lo farò anche domani. Anche se ci sarà il Pacifico a separarci. In Nuova Zelanda a pensare a oggi che ti dico quanto ti amo e quanto tu possa essere importante per me. E poi… Tranquillo. Io tornerò. Te l’ho già detto” e lo baciò stringendo tra le mani i due lembi del cappotto del ragazzo.
Lui sorrise con gli occhi lucidi. Le prese una mano e l’accompagnò in macchina. Poi, riaccendendo la radio, con sottofondo, una canzone d’amore che, Ilaria aveva già sentito, ma che per la prima volta la colpì sinceramente…
“I'll be your dream 
I'll be your wish I'll be your fantasy 
I'll be your hope I'll be your love 
Be everything that you need 
I'll love you more with every breath 
Truly, madly, deeply do
I will be strong I will be faithful 
'cause I'm counting on 
A new beginning 
A reason for living 
A deeper meaning, yeah”
(*)
Ilaria si voltò e guardò Dom, pensando che erano le stesse parole che si erano detti prima.
“I want to stand with you on a 
mountain 
I want to bathe with you in the sea 
I want to live like this forever 
Until the sky falls down on me
” (*)
La ragazza si voltò, guardando fuori dal finestrino e con la mano coprì la bocca. Non voleva che Dom la vedesse piangere. E mentre le note di quella canzone risuonavano dolci nell’abitacolo, la macchina correva verso l’aeroporto.

Tre mesi dopo…

Ilaria giocava con Hannah, quando squillò il cellulare.
“Aspetta amore. La mamma deve rispondere al cellulare” e baciando la figlia andò a rispondere al cellulare.
Ascoltò quello che l veniva detto dall’altra parte, cambiando lentamente espressione.
Poi prese una giacchetta e la mise alla bambina, che si lamentava per la brusca interruzione del suo gioco. E senza dire una parola alla bambina, la portò a casa dei Jackson. Doveva andare all’ospedale. E lì, una bambina non poteva andare.

Il respiratore funzionava. Ilaria sentiva il soffio e il tonfo della valvola meccanica. Alla paziente era stata somministrata la morfina, proprio mentre la ragazza era nella stanza.
Era in una camera di una clinica privata di Wellington. Nella camera dove Martine aveva cominciato la sua lenta agonia.
Erano passate ormai due settimane dalla chiamata che Ilaria aveva ricevuto a casa sua. Certo, i suoi rapporti con la donna non erano dei migliori, ma avevano sempre cercato di essere civili, almeno per la piccola Hannah.
In quel momento, nella stanza di quell’ospedale, Ilaria guardava la donna dormire, tranquilla dopo una notte di inferno.
Il respiratore continuava il solito monotono lavoro: soffio, tonfo, soffio, tonfo…
Ad un tratto gli occhi della donna si aprirono e un sorriso segnò le labbra bianche…
“Ilaria.. Sei ancora qui?”
“Si! Sono ancore qui..” disse Ilaria chiudeva il libro che aveva cominciato a leggere. 
Martine tossì e cercò di sollevarsi, aiutata da Ilaria. Poi, una volta che il guanciale le venne accomodato dietro la schiena, disse:
“Te lo chiedo di nuovo…”
“Cosa?” chiese Ilaria mentre riempiva un bicchiere d’acqua.
“Perdonami quello che ti ho fatto….”disse Martine prendendo tra le mani il bicchiere e guardando la ragazza che, lentamente si mise a sedere nella sedia, guardando il vuoto davanti a lei…
Voleva perdonarla. E sentiva che in quei mesi di vicinanza, avevano costruito una sorta di rispetto reciproco l’una per l’altra.
“Non è l’unica che dovrebbe essere perdonata. Lo sa, vero?” disse Ilaria guardandola negli occhi.
Martine sorrise e disse:
“Se ti riferisci al fatto che mi hai sbattuto la porta in faccia per quasi un anno, beh.. Al tuo posto avrei fatto lo stesso. Ma sono cambiata veramente, per quanto possa sembrare strano. Un tempo avrei preferito morire che strisciare a chiedere perdono a qualcuno. Ora, prima di morire, voglio che tu mi conceda il tuo perdono. Perché con te e con tua figlia, ho sbagliato molto di più che con qualunque altra persona in tutta la mia vita. E voglio davvero che tu mi perdoni. Per quella porta che ti ho sbattuto in faccia, per quell’aiuto che ti ho negato…”
Ilaria toccò la mano della donna e disse:
“Diciamo che siamo pari. Uhm! Io l’ho trattata male. Lei lo ha fatto con me tempo fa… La perdono…”
Martine sorrise e piano disse:
“Un’ultima cosa.”
“Cosa?” chiese Ilaria.
“Voglio vedere mio figlio per l’ultima volta…” implorò Martine.
Ilaria guardò la donna e sbarrò gli occhi. Non poteva chiedergli una cosa simile…

All’aeroporto Dom trovò Fran ad aspettarlo. Si era imbarcato col primo volo che aveva trovato per Wellington, dopo che Ilaria le aveva spiegato la situazione.
Quando si videro Dom sorrise e abbracciando la donna disse:
“Frannie? Come mai sei qui?”
Fran guardò Dom e preoccupata disse:
“Sono felice che tu sia qui, Dom. Ilaria sta molto male. Malissimo. Ma non fisicamente. Fosse quello. Sta male mentalmente.si sfoga si. Con me. Con Peter. Ma so che ha paura. Paura perché deve affrontare Dean. E dopo quella piccola parentesi di Natale, non voleva più saperne di lui.”
Dom guardò preoccupato la donna e disse:
“Dov’è ora?”
“A casa sua. Hannah sta praticamente vivendo con noi. Lei non è mai a casa sua. È sempre all’ospedale. Certo. L’ammiro perché ha perdonata Martine… Ma sta perdendo il sonno l’appetito…” rispose Fran gesticolando.
Dom sorrise e disse:
“Facciamo una cosa allora… Lasciamola riposare un po’. Poi, magari, passo a casa sua. Che ne dici? Magari ci parlo un po’..”
Fran sorrise. Sapeva che se si sarebbero trovati soli in una casa non avrebbero parlato di nulla. Avrebbero fatto l’amore. Ma non poteva essere lei ad impedirlo. Sapeva che, al di fuori di tutto questo, per Ilaria avere Dom con lei, sarebbe stato meglio di qualsiasi medicina.

Entrò nella casa silenziosa. Era tutto in ordine. Guardò la casa con un sorriso. Quanti ricordi aveva lì.
Sorrise. Percorse piano il corridoio e si poggiò allo stipite della porta della camera di Ilaria. La guardò in silenzio, mentre dormiva. Era tranquilla, almeno in quel momento. Ma si sa com’è Dom..
Colto dalla folgorazione di una brillante idea, decise di spogliarsi e delicatamente entrò nel letto della ragazza.
Ilaria, sentendo il letto muoversi si voltò allarmata e voltandosi di botte, guardò dalla parte del ragazzo e disse, quando capì che era lui:
“Dom! Ma sei pazzo? Mi hai fatto prendere un colpo. E che ci fai nel mio letto” e ridendo disse: guardando sotto le lenzuola: “Sei tutto nudo.”
“Indovina!” sorrise lui abbracciandola e stringendola “Ho voglia di fare l’amore con te” le disse piano ad un orecchio.
Ilaria lo strinse e disse:
“Anche io” e lo baciò.
Il ragazzo sorrise e lentamente cominciò a spogliare la ragazza.
Fecero l’amore, dolcemente, senza soffocare un sospiro o un gemito, riempiendo con le loro voci, la casa.

Qualche girono dopo… Penitenziario.

Dom tamburellava le dita sul tavolo.
Qualche sera prima aveva promesso ad Ilaria che sarebbe andato lui a parlare con Dean. E lo aveva fatto. 
Ora era lì, davanti ad un vetro, mentre aspettava che la sedia davanti a lui si riempisse.
E quando accadde, cercò in tutti i modi di controllarsi e non sputare il vetro che li divideva e andarsene.
Dean, invece sorrise e guardandolo disse:
“Allora sei tu Dominic Monaghan. Il nuovo ragazzo di Ilaria. Certo. Poteva fidanzarsi con qualche fotomodello dato che c’era. Se fossi stato io il figlio del regista chissà che cosa avrei fatto” e sorrise grattando le braccia. 
Dom non rispose. Lo guardò alzando un sopraciglio e continuò a tamburellare le dita sul tavolo. Più velocemente stavolta.
“Allora Monaghan. Cosa sei venuto a raccontarmi com’è scoparti la madre di mia figlia e di come sia bello farti chiamare papà da Hannah. E così, vero?” chiese Dean avvicinandosi al vetro, guardando Dom fisso negli occhi.
“Ti piacerebbe, vero. Almeno avresti del buon materiale per farti delle seghe la notte. Sai un po’ ti capisco. Qua son tutti uomini… Ma non son venuto per questo. Porto notizie… Su tua madre” disse Dom senza mai abbassare lo sguardo “Sta molto male. Credo che le rimanga davvero poco. È meglio che contatti il tuo avvocato e ti faccia dare un permesso per uscire almeno un giorno. Davvero. È agli sgoccioli ormai…”
Dean, sbarrò gli occhi e chinò la testa. E piano disse:
“Scusami.. Ma preferisco rimanere da solo.”
Dom lo guardò e alzandosi disse:
“Va bene” e mentre si allontanava vide Dean che, tendendo la testa tra le mani, piangeva disperato.

Tre giorni dopo, al ragazzo, venne accordato il permesso di uscita.
Ilaria quel giorno rimase a casa con Dom ed Hannah. Per lei fu una sorta di tregua. Ma era una tregua che sarebbe durata poco, visto quello che sarebbe successo pochi giorni più tardi..

[6 maggio 2001]

Erano passate due settimane da quando Dean era andato da Martine. E dopo quell’incontro, quasi non avesse aspettato altro che rivedere il figlio, la donna peggiorò notevolmente.
E la sera del 6 maggio cominciò la sua agonia…

Ilaria guardava la donna dormire. Le stava vicino da ormai sette giorni. Era stanca. E per di più non riusciva a mangiare nulla.
Fu proprio quando la stanchezza divenne insopportabile e stava per appisolarsi su la sedia coperta dal giubbotto, che Martine si svegliò. Sorrise e guardando Ilaria, disse:
“Sei ancora qui?” 
Ilaria annuì. Martine sospirò e chiuse gli occhi e disse:
“Sta finendo. Lo so. ma vorrei che tu mi giurassi qualche cosa. Giurami che darai ad Hannah tutto l’amore che io non ho potuto darle. E che non ho voluto darle. Giuramelo”
Ilaria annuì cominciando a piangere. Era spaventata.
Martine la guardò ancora e, dopo aver tossito, disse:
“E promettimi che le parlerai di me. Non far morir con me il mio ricordo” disse mentre il respiro era pari ad un fischio.
Ilaria pianse più forte. Poi, stringendole la mano, disse:
“Lo farò. Lo giuro sulla cosa che ho più cara al mondo..”
Martine sorrise e chiuse gli occhi, mentre due lacrime le solcavano il viso.
“Non lasciarmi la mano. Ilaria” chiese piano.
“Non la lascio. Sono qui” disse la ragazza.
E non lo fece. Stettero unite fino alle 23:30. 
Fu a quell’ora che Martine, con un lungo rantolo, lasciò la vita, chiudendo gli occhi per non riaprirli più.
Ilaria la guardò. Si portò le mani alla bocca e sconvolta corse fuori. Cercando un medico.
Era la prima volta che la ragazza vedeva morire qualcuno.
E quando il dottore arrivò, Ilaria rimase fuori dalla stanza, lasciandosi scivolare lungo la parete. E con un lungo pianto scaricò la tensione. Poi. Guardando la porta chiusa, disse, asciugando gli occhi con una mano:
“Addio Martine” e stanca si strinse le ginocchia al petto e poggiando la testa chiuse gli occhi, abbandonandosi al suono del silenzio…

The Sound Of Silence (Simon & Garfunkel)

Hello darkness, my old friend, 
I've come to talk with you again, 
Because a vision softly creeping, 
Left its seeds while I was sleeping, 
And the vision that was planted in my brain 
Still remains 
Within the sound of silence. 
In restless dreams I walked alone 
Narrow streets of cobblestone, 
'Neath the halo of a street lamp, 
I turned my collar to the cold and damp 
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light 
That split the night 
And touched the sound of silence. 

And in the naked light I saw 
Ten thousand people, maybe more. 
People talking without speaking, 
People hearing without listening, 
People writing songs that voices never share 
And no one dare 
Disturb the sound of silence. 

"Fools" said I, "You do not know 
Silence like a cancer grows. 
Hear my words that I might teach you, 
Take my arms that I might reach you." 
But my words like silent raindrops fell, 
And echoed 
In the wells of silence 

And the people bowed and prayed 
To the neon god they made. 
And the sign flashed out its warning, 
In the words that it was forming. 
And the sign said, "The words of the prophets 

are written on the subway walls 
And tenement halls." 
And whisper'd in the sounds of silence.




NOTA: HO SENTITO LA CANZONE ^______________________________________________________^ quelli sono proprio deficienti. Non ci sono parole per spiegarlo.. scaricate Shadow e Half Fling (specialmente la seconda). Sto ancora ridendo. Sono pazzi. 

(*)
Quando il giorno e lungo e la notte,la notte e solo tua, 
Quando sei sicuro che ne hai avuto abbastanza di questa vita,resisti 
Non lasciarti andare,tutti piangono e tutti soffrono a volte


(*)
Sarò il tuo sogno 
Sarò il tuo desidero, sarò la tua fantasia 
Sarò la tua speranza, sarò il tuo amore 
Sarò tutto ciò di cui hai bisogno. 
Ti amerò di più ad ogni respiro 
E lo farò sinceramente pazzamente e profondamente
Sarò forte e fedele 
Perché sto contando su 
Un nuovo inizio 
Una ragione per vivere 
Un significato più profondo …. 


(*)
Vorrei stare con te su una montagna 
Vorrei fare il bagno con te nel mare 
Vorrei stare così per sempre 
Finché non mi cadrà addosso il cielo

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Capitolo 31
*** Le verità nascoste ***


Colgo l

Colgo l’occasione per salutare Fr@ e complimentarmi con lei per il fatto che un solo giorno ha letto ventisei capitoli della storia. E, come se non bastasse, ha finito a casa l’opera di distruzione. Ora le cose sono due… O sei pazza? Oppure la storia ti è piaciuta. Spero la seconda. Dai sto scherzando.
Ringrazio anche Fefe, Wolvie, Vampyre e Paddina che cominciano a recensire. E anche Mandy, che mi ha ascoltato quando le ho rotto le scatole per leggere la mia storia. Come ho già detto.. Sono commossa. *________*
Nonostante i ringraziamenti questo non è l’ultimo capitolo, anche se la fine si sta avvicinando a grandi passi. Non so se ci riuscirò, ma spero di finire la storia prima di Natale. Nel caso non ci riuscissi, dovrete aspettare la fine delle vacanze per leggere l’epilogo.
Il capitolo che state per leggere ha una modifica nel testo. Una modifica non voluta, ma che ho inserito leggendo le vostre recensioni. Come avrete capito si parlerà della ragazza più amata della ff: Claudine.
E questa ve la dedico. Non odiatemi. Eheheheheheheheheheheheheheheh!
PS: dai Vampyre.. La scena del bel Bloom che sbava è divertente ^_____^
PS2: Wolvie da quanto ho capito non stai molto bene. Auguri di pronta guarigione…
Buona lettura comunque. E saluti da Niniel.


                                                                     LE VERITÀ NASCOSTE 
                                    (o meglio quando dicevo che quella Claudine avrebbe fatto qualche danno).

Il funerale di Martine fu celebrato in una chiesa cattolica a Wellington. Parteciparono Ilaria, Dom, Hannah, Peter, Fran e Philippa. Arrivò perfino il marito di Martine dalla Francia, con la sua nuova compagna. E Dean, per la prima volta in vita sua, pianse come un bambino. 
Ilaria lo guardò con disgusto. Non provava pena per lui. sapeva che il perdono che aveva concesso a Martine, non lo avrebbe, mai, concesso a lui.
Il bello era che, Ilaria, quel giorno, non sapeva che, quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto Dean.
Infatti, il padre, chiese che, tramite un’ordinanza del tribunale di Wellington, Dean venisse trasferito in Francia, dove avrebbe finito di scontare la pena.
Ci riuscì. E dopo la sua partenza Ilaria non ebbe più sue notizie.

Uno che invece doveva fare i conti col passato era Dom.
Dopo la pausa neozelandese e, di conseguenza, il suo ritorno a Manchester, Dom, si ritrovò a dover fronteggiare la persona che meno voleva fronteggiare. E quella era la donna che lo aveva fatto soffrire: Claudine.

Non si sa mai come, ma la maggior parte delle volte che vuoi che le cose vadano bene, succede sempre qualche cosa che le fa andare male.
E vuoi che sia l’equivoco. E vuoi che siano le paure. Ma c’è sempre qualche cosa che rovina tutto. O, alle volte, qualcuno.
Nel caso di Dom, il guastafeste, era UNA guastafeste. E rispondeva del nome di Claudine.
Dopo la loro rottura, Dom aveva prontamente evitato ogni contatto con lei. E ancora di più, lo aveva evitato, dopo che si era messo con Ilaria. Aveva le migliori intenzioni e non voleva che una persona simile potesse mettergli i bastoni tra le ruote.
Ma se, quando lo aveva tradito, Dom, era solo un attore di fiction televisive, ora era uno dei co-protagonisti della saga fantasy più conosciuta al mondo: Il Signore degli Anelli.
E questo dettaglio faceva molta gola a Claudine, che riscoprì un grandissimo affetto per il ragazzo.
Accadde una sera che, dopo varie telefonate della ragazza che, per chissà quali mezzi potenti aveva ottenuto il numero di Dom, il ragazzo, sfinito chiamò l’unica persona che lo potesse consigliare. E quella era una: Billy.
“Pronto” disse lo scozzese rispondendo al telefonino.
“Bill” rispose Dom con una voce abbattuta.
“Sblomie! Che hai? Ti sento strano. Se ti manca Ilaria cadi male. Sappi che non vedo Allison da una settimana e sono nelle tue stesse condizioni.”
La voce allegra dello scozzese irritò un po’ Dom che piano disse:
“Non sto chiamando per Ilaria. Sto chiamando per Claudine”
Billy non rispose subito. Poi piano disse:
“Mi devo incazzare, Dom?”
Dom sorrise. Sapeva che Billy gli voleva bene. Ma sapeva che, qualsiasi stronzata avesse fatto per far soffrire Ilaria, gli e l’avrebbe fatta pagare. 
“No, Bill. Non ho tradito Ilaria. Lo sai che non lo farei mai. È solo che Claudine…”
“Che vuole questa? Non ti ha mai cercato tutto il tempo che stavi a Wellington e ora che sta per uscire la trilogia rompe le palle. Bel soggetto, Dom. sempre detto io che per stare con te bisogna essere pazze o cieche” sorrise Billy.
“E Ilaria?” chiese Dom divertito.
“Ilaria è un caso a parte. È un mistero anche per me il fatto che lei abbia scelto te e non Lij o Orlie…” disse Billy facendo una vocetta strana.
Dom sorrise. E piano disse, camminando per la stanza mentre parlava:
“Ti ho chiamato per chiederti che potevo fare con quella pazza. Ha trovato il mio numero di cellulare e non fa altro che chiamarmi. A qualsiasi ora del giorno. Costantemente. E mi chiede cose assurde. Mi ha anche invitato ad una festa dai suoi parenti. Mi ha chiesto stronzate simili che se te le dicessi ti metteresti a ridere”
“Certo che è difficile essere ricercato da due belle donne. Infondo sia Ilaria che Claudine sono due ragazze molto belle. Un po’ ti invidio, Dom..” disse Billy cominciando a ridere.
Dom rise e disse:
“Certo. A te non ti si fila nessuno. Nessuno li vuole gli scozzesi, vecchi e ubriaconi.”
“Questa è una bastardata…” e rise di nuovo. Poi, facendosi serio disse: “Comunque, amico… Se quella ti rompe le palle devi mettere fine a questa scocciatura e parlarne con Ilaria. Se non gli e lo dici potrebbe succedere qualche casino.”
Dom annuì. E piano disse:
“Non vedo l’ora di andare in Nuova Zelanda. Così la rivedrò. Non ce la faccio a stare da solo… Poi con questa storia di Claudine è diventato più difficile starle lontano.”
“Lo so” sorrise Billy comprensivo.

29 giugno 2001: il ritorno a Wellington. Le pick-up de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello.

Era emozionata. Come il giorno che aveva deciso di mettersi con Dom. Forse di più. Perché erano stati lontani per più di una ventina di giorni. E riaverli a casa come quando avevano girato, la rendeva euforica.
Aspettava i ragazzi che uscissero dalla sala dove ritiravano i bagagli e sorrise quando li vide.
I due Sean, che parlavano con Ian e Lij. Dom e Billy che facevano scherzi ad Orlando. John che sbadigliava infastidito dal fuso orario. Viggo che prendeva meglio la macchina fotografica. Quando uscirono, una cosa che stupì Ilaria fu il fatto che i flash di mille fotografi assalì i protagonisti, intontendola, però, notevolmente.
Infondo, il ritorno del cast a Wellington faceva davvero notizia.
-Chissà cosa succede quando escono i film. Isteria allo stato puro. Poco male. Avrò materiale per prenderli per il culo tutta la vita..- rise Ilaria tra se e se cercando di recuperare i ragazzi.
Quando Billy la vide corse veloce verso di lei trascinando il suo carrello e abbracciandola disse:
“Che bello essere di nuovo qui…” e guardando l’aeroporto, disse: “Se non sbaglio è il terzo compleanno che passo a Wellington…”
Ilaria sorrise e stringendolo forte disse:
“Boyd.. Mi sei mancato!”
“Anche tu Jackson” sorrise Billy.
Dietro di lei apparve Christine, la moglie di Sean Astin. Ilaria quando la vide sorrise e meravigliata disse:
“E questa sorpresa.”
Christine era incinta del secondo bambino. Sorrise e disse:
“Bella vero, la sorpresa?”
“Certo! Caspita sono felicissima per voi. E questo? Maschio?”
Sean scosse la testa e disse:
“Sarò circondato da tre bellissime donne…”
Ilaria sorrise e abbracciando l’uomo disse:
“Caspita. Auguri Sean…” e lo abbracciò.
“Quando andiamo da Hannah?” chiese Ally.
Sean rise e prendendola in braccio, disse:
“Adesso andiamo. Tranquilla” e allontanandosi con la moglie fece un occhiolino ad Ilaria.
Poi arrivarono gli altri saluti. Per ultimo lasciò Dom che, stupendo Ilaria, l’abbracciò più forte e la strinse a lungo, dondolandola, come se non si vedessero da tanto tempo. Ilaria lo guardò e piano disse:
“Sono felice anche io di rivederti” e prendendogli la mano, uscì dall’aeroporto assieme a lui. 

16 luglio 2001
Ore 10:30… Ilaria dirige una scena di Merry e Pipino, negli studi.

“Preferivo Frannie a te” disse Billy guardando Ilaria crucciato.
La ragazza le fece una linguaccia e poi tornò a guardare il monitor.
“Hitler era una mammoletta in confronto a te, tesoro” disse Dom sorridendole e cercandola di abbracciare.
Ma Ilaria si allontanò e disse risoluta:
“Niente effusioni nel posto di lavoro, caro hobbit dalle orecchie a sventola. Io sono il tuo capo”
“Mi sento come Micheal Douglas in quel film con Demi Moore.. Come si intitolava? ‘Rivelazioni’, forse..” disse Dom guardando Billy.
“Se ti ritrovi a frati Ilaria su di una sedia girevole dentro un ufficio, allora si. Me credo che alla fine quella che dovrebbe denunciarti per molestie è lei, non tu..”
Dom prese a seguirlo, mentre Ilaria continuava a guardare la scena che aveva girato.
“Cosa volevi dire Boyd?” urlò Dom correndo.
“Nulla. A parte che sei un maniaco patentato..” disse Billy scappando da Dom.
Ilaria sollevò la testa per un attimo, per poi riabbassarla subito dopo e scotendola disse:
“Uomini..”

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.
Dom guardò il telefonino che si accendeva e spegneva, mentre la suoneria ascendente diveniva sempre più forte. Quattro squilli, cinque squilli..
Sospirò e rispondendo disse:
“Claudine che vuoi?”
La ragazza dall’altra parte della cornetta sorrise e disse:
“Ti stavo pensando. E ho deciso di chiamarti. Ti ho disturbato?”
“Si! Mi stavo preparando per andare al compleanno della mia ragazza..” rispose Dom con voce seccata.
“Ah!” continuò Claudine delusa.
“La smetti di fare la vocetta infastidita. Non sono più il tuo ragazzo. Da più di un anno, oramai” puntualizzò Dom grattando la testa e sbuffando.
“Io non ho smesso di amarti però” aggiunse la ragazza.
“Ma smettila. Te ne rendi conto che stai diventando patetica? Per piacere. Fallo per te, almeno. Smettila. Finisci questa messinscena e lasciami in pace. Davvero. Almeno per quello che c’è stato. Non voglio odiarti solo perché stai facendo la stronza ora. Lasciami in pace. Ho una donna fantastica accanto. E c’è sua figlia.. La bambina più meravigliosa che abbia mai conosciuto…” disse Dom cercando di essere gentile, ma senza nascondere una certa nota di fastidio che lo coglieva ogni volta che Claudine chiamava.
“Non vuoi più sentirmi. Preferisci una ragazzina… Alla ragazza che ti è stata vicino per quasi dodici anni della tua vita?” chiese Claudine alterandosi…
“Si” e chiuse il cellulare.
Non c’era altro da dire.

La sera, Ilaria, festeggiò con gli amici i suoi diciannove anni. Festeggiarono fino a tardi dato che, il giorno dopo era sabato e nessuno doveva fare nulla.
Per la ragazza fu una festa importante, perché cancellava parte dei brutti ricordi legati al compleanno dell’anno scorso.
E mentre risuonava ‘YMCA’ e Dom ballava poggiando il mento alla sua spalla, ridendo, cingendola per la vita, Ilaria si sentì felice. Felice come nessuno mai.

Dom si stava ‘preparando’ per andare a dormire.
Dire che si stava preparando era un eufemismo per nascondere il fatto che stava per fare quello che lo divertiva di più: farsi trovare nudo nel letto.
Infatti, sorridendo, entrò sotto le coperte, mentre Ilaria, dopo aver guardato fuori dalla finestra, disse entrando:
“Vedrai che stasera nevica…”
Aveva il solito pigiama diviso in due parti, ma il ragazzo la trovò ugualmente bella ed eccitante.
E guardandola con aria furba, disse:
“Forse! Perché allora non vieni a scaldarmi?”
Ilaria incrociò e braccia sorridendo disse, guardando la faccia da schiaffi di Dom:
“Potresti avere meno freddo se dormissi vestito. Non trovi che faresti meglio?” e si avvicinò ad accarezzare le lenzuola.
“E tu saresti così cattiva da non venirmi a scaldare?” chiese il ragazzo guardandola di sottecchi.
Ilaria rise e si allontanò dal letto per avvicinarsi allo stereo. E piano disse, prendendo la custodia di un cd:
“Ho comprato un cd..” e schiacciando l’eject per far uscire la piastrina disse: “..’5’ di Lenny Kravitz. Lo conosci?” e aprì, sorridendo maliziosa, la custodia.
“Ne ho sentito parlare” rispose Dom con un sorrisetto che era tutto un programma.
“Allora conoscerai ‘If you can’t say no’” disse piano lei, schiacciando play.
Nella stanza si diffusero le prime note della canzone. Una musica lenta e conturbante. E movendo la bocca, Ilaria, salì gattoni sul letto, ripetendo le stesse parole cantate.
People get around 
This is a part for you 
If you come undone 
Then this is what you do
” 
Dom sorrise guardandola, mentre lei si avvicinava sempre più a lui. e poggiando il naso contro quello del ragazzo lo sfregò e cantò un altro pezzo:
“I know that you are in love with me 
But I also know your kind 
Well, baby you got a lot of nerve 
So just try to keep me in mind, oh oh...” e piano disse::
“Bella vero?” e lo baciò dolcemente.
“Sexy” rispose Dom passandole una mano sui capelli per scioglierli e lasciarli liberi sulle spalle: “Molto sexy” e si sdraiò sul corpo della ragazza.
“Uhm!” disse lei accarezzando i capelli di lui.
Dom cominciò a spogliarla dolcemente, carezzando con la punta delle dita la pelle liscia.
If you can't say no just think about 
If you can't say no just think about 
If you can't say no just think about me 
If you can't say no just think about 
If you can't say no just think about 
If you can't say no just think about me.
.”
E mentre i pantaloni della ragazza volavano sul pavimento cominciarono ad esplorarsi e accarezzarsi. E fecero l’amore.
Infondo anche quello era un modo per festeggiare l’ultimo compleanno da teen-ager di Ilaria.

Due notti dopo, Ilaria, Dom e Hannah dormivano abbracciati nel lettone. Fuori nevicava di già e Ilaria, freddolosa all’inverosimile, decise di alzarsi e andare a prendere una coperta dalla cassapanca in cucina.
Camminò stretta nel suo pigiama quando sentì un cellulare squillare. Era quello di Dom. sorrise, pensando ad uno squillo di Orlie o Lij. Ma il cellulare continuò a squillare. Qualcuno lo stava chiamando. Spaventata si avvicinò al tavolo del salotto. Guardò il display accendersi e spegnersi e lesse Claudie.
In quel momento il cuore della ragazza si bloccò, stretto da una morsa gelida che le bloccava il respiro. Le tempie cominciarono a pulsare e con mano tremante rispose:
“Pronto!”
“Dom?” chiese Claudine senza sapere chi fosse dall’altra parte.
“Sai chi sono, Claudine.. Che ci fai col numero del mio ragazzo?”
La ragazza rise, mentre ad Ilaria il cuore divenne una pietra pesante. E tranquilla, Claudine, disse:
“Come ti avevo detto a Manchester? ‘Hai scelto il ragazzo sbagliato stavolta…’ e lo hai fatto piccola. Credi davvero che, dopo tutto quello che c’è stato tra noi potrebbe stare con una bambina come te? Sii sincera… Lui ha bisogno di una donna, non di una bambina” disse sibillina Claudine.
“In caso contrario lui è nel mio letto che dorme” disse Ilaria in un soffio.
“O certo. Ora che è a Wellington può anche dormire nel tuo letto. Ma chiedile quanto è stato felice di stare nel mio di letto, la sera che ha litigato con Ed… Ciao piccola… Salutami Dom. mi raccomando” e chiuse la chiamata.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Si voltò e vide Dom. una grossa lacrima scivolò sul viso e cadde giù.
Dom, grattandosi la testa, preoccupato, cercò di avvicinarsi e disse:
“Chi era?”
Ilaria si scansò. Voleva fargli male. Magari tirargli il suo stesso cellulare in faccia. E piangendo, con una strana calma che non rispecchiava l’inferno che aveva dentro, disse:
“Che hai fatto?”
Dom la guardò di nuovo aggrottando la fronte e piano disse:
“Io proprio non capisco che ti prenda…” e cercò di avvicinarsi di nuovo. Ma Ilaria fu più veloce e, scoppiando in un pianto convulso, gridò:
“CHE COSA CAZZO HAI FATTO? LO SAI CHI ERA AL TELEFONO? LO SAI? ERA CLAUDINE…”
“Ilaria io ti posso spiegare.” cercò ancora di dire Dom, tentando per l’ennesima volta di abbracciarla e cercare di calmarla.
Ma anche quell’ennesimo tentativo di abbracciarla fu vano e Ilaria, allontanandosi gli urlò:
“NON MI TOCCARE” per poi sibilare a denti stretti: “Non mi toccare, mi fai schifo..”
“Ti prego amore.. Ascoltami. Io non so che cosa ti abbia detto quella lì. Ma ti giuro, posso spiegarti…” disse Dom con tono implorante.
“COSA TI DEVO FAR SPIEGARE DIMMELO? MI VUOI DIRE QUANTE VOLTE TI HAI SCOPATO QUELLA TROIA? VUOI SPIEGARMI CHE CAZZO HAI FATTO LA SERA CHE HAI LITIGATO CON ED?” gridò Ilaria sconvolta dal pianto e dalle lacrime.
In quel momento il ragazzo capì quello che era caduto e piano disse:
“Puoi arrabbiarti come e quanto vuoi. Puoi spaccarmi la faccia. Ma non puoi negare di aver sentito solo una campana. Ti prego dammi la possibilità di spiegarti…”
“Non c’è nulla da spiegare..” disse Ilaria allentandosi.
Dom l’afferrò per le spalle e scotendola per le spalle disse:
“C’è tutto da spiegare invece.. Cristo! Io non ti voglio perdere. Fammi parlare. Permettimi di difendermi…”
Ilaria sbarrò gli occhi e piano, si allontanò da Dom e si mise a sedere su di una poltrona.
Dom fece lo stesso. E piano, guardando Ilaria negli occhi, cominciò a raccontare:
“Dopo la morte di Martine, sono tornato a Manchester. stavo uscendo con gli amici di sempre. Accadde una sera che io e Ed cominciammo a bere sodo. E sai come finisce tra noi quando beviamo. Abbiamo iniziato una discussione sulle doti calcistiche del Manchester United e su quelle del Manchester City. Solo che la discussione degenerò in una sfuriata degna di due ubriaconi, di tipo inglese.
Solo che quella sera andanno davvero troppo in la e dovettero dividerci, prima che arrivassimo a darcele di santa ragione. Ed venne accompagnato da Howie. Io da Claudine…”
“OH! Che coincidenza” disse Ilaria sarcastica.
“Mi fai parlare?” chiese Dom infastidito.
Ilaria voltò la testa. In realtà era un modo per dire di continuare a parlare. E il ragazzo continuò il suo racconto:
“Non so come. Ricordo solo che dopo un attimo di annebbiamento, mi trovai a salire le scale di casa sua e, annebbiato dall’alcool. E si di giri per quella discussione. Io non avevo intenzione di… Hai capito. Ma lei si. E l’unica cosa che lei poteva fare era…Avere un rapporto orale con me…”
“Mio Dio!” disse la ragazza sollevandosi e trattenendo un conato di lacrime.
Dom la seguì e disse:
“Non gli e l’ho permesso. Giuro…”
“PERCHÉ DOVREI CREDERTI. DIMMELO. CHI MI DICE CHE QUELLO CHE MI STAI RACCONTANDO NON SIA UNA STRONZATA COLOSSALE, CHE TI SEI INVENTATO PER PARARTI IL CULO? INFONODO NON SONO IO QUELLA CHE SI È MESSA A DIRE, LA PRIMA VOLTA CHE SONO VENUTA A MANCHESTER, QUANDO SONO PARTITA CHE NON CE L’AVREI FATTA. SEI STATO TU…” urlò Ilaria voltandosi e guardando Dom negli occhi che, urlando a sua volta disse:
“NON MI CREDI?”
“NO!”
“STAI BUTTANDO AL CESSO QUESTO ANNO ASSIEME?”
“NON SONO IO QUELLA CHE SI SCOPA UN ALTRO QUANDO TU NON CI SEI..”
“IO NON HO FATTO NULLA, CAZZO…”
“SMETTETELA…”
La voce che aveva gridato non era quella di Ilaria. Hannah si era alzata e piangendo e tappandosi le orecchie, disse:
“Cattivi. Perché litigate. Cattivi.”
Ilaria le si avvicinando e prendendola in braccio, premendo le labbra contro la testa della bambina, disse:
“Tranquilla. C’è la mamma” e guardando Dom disse: “Vattene”
“Vuoi ragionare?” disse lui stringendo i pugni.
“Vattene” ripeté Ilaria.
“Ilaria.. Se me ne vado.. Non torno sui miei passi stavolta. Io non ho colpa” disse Dom sicuro.
“Nemmeno io” disse Ilaria più risoluta di lui.
“Allora.. È finita” chiese lui chinando la testa.
“Si!” rispose Ilaria ingoiando un rospo di lacrime “Puoi andartene”
Dom alzò la testa. Aveva le lacrime agli occhi. Poi, abbassando di nuovo la testa e andò in camera. Hannah lo guardò e chiese alla mamma:
“Che fa papà?”
“Va via!” disse Ilaria seria.
Hannah allora scese dalle braccia di Ilaria e correndo verso Dom, disse, Cingendogli con le braccia le gambe:
“Rimani papà. Rimani.”
Dom s’inginocchiò e accarezzando i capelli della bambina e il visino, disse:
“Io e la mamma possiamo dirci cose davvero cattive, ma questo non vuol dire che non vorrò più bene a te..”
“Tu non la lasci la mamma. Vero?” chiese Hannah ricominciando a piangere.
“Io e la mamma staremo divisi. Ma solo per un po’…” disse Dom ma venne bloccato da Hannah che lanciando Mr. Patata per terra, gridò:
“NO!” e piangendo forte disse: “VI ODIO. A TUTTI E DUE”
Ilaria si avvicinò ad Hannah, cercandola di calmare. Poi rivolta a Dom, disse:
“Vattene. Ti prego. La bambina è sconvolta…”
Dom non rispose. Si sollevò. E uscì dalla casa, mentre Hannah ormai scossa da un pianto isterico urlava:
“Ti prego papà. Non te ne andare..”

La realtà era un’altra. E qualche giorno dopo il suo litigio, Ilaria lo avrebbe capito. Lei perdendo Dom aveva perso un compagno. Ma Hannah, da quando la sua storia era finita aveva perso quella stabilità che lei aveva creato in quei diciotto mesi, perdendo il padre che non aveva mai avuto.
Quella volta Claudine l'aveva fatta davvero grossa....






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Capitolo 32
*** E penso a te ***


Scusate se non ho recensito subito

Scusate se non ho recensito subito, ma per cause di forza maggiore ieri non ho potuto scrivere un altro capitolo. 
Primo: Wolvie sono felice che tu stia di nuovo bene.
Secondo: Vampyre.. Siamo a Natale e siamo tutti più buoni, che c’entrano quei poveri micietti con Claudine? Non meritano una fine orribile.
Terzo: anche io mi sono sputata quando Dom e Ilaria si sono lasciati. Sono stronza e bastarda.
Quarto: spero di riuscire a continuare a scrivere così in fretta Fr@, scuola permettendo… Sai la facoltà…
Per il resto. Spero che il prossimo capitolo vi piaccia. E che non vi sembri melenso solo perché ho preso spunto da una bellissima canzone di Battisti (E BASTA CON QUESTE CANZONI direte voi… Avete ragione… -__-‘’).
Buona lettura. 
Un bacio a tutte Niniel.


NOTA IMPORTANTE: NON VOLEVO COPIARE GIURO. MA NEL PEZZO DOVE DOM ESCE NUDO DALLA CAMERA NEL CAPITOLO ‘IO, TU E LA BAMBINA…’ NON AVEVVA NESSUNA INTENZIONE DI COPUIARE UNO DEI CAPITOLI DELLA STORIA DI MANDY UNA RAGAZZA DI NOME JENNIFER. HO SOLO PENSATO CHE MOLTE PERSONE CHE HANNO APPENA FATTO L’AMORE CON LA RAGAZZA/O, DOPO RIMANGONO IN LIBERTA’, GIRANDO PER LA CASA COMPLETAMENTE NUDI. GIURO, NON VOLEVO COPIARE. UN BACIO A TUTTI.


                                                                                                                                             …..Non so con chi adesso sei 
                                                                                                                                               non so che cosa fai 
                                                                                                                                               ma so di certo a cosa stai pensando 
                                                                                                                                               è troppo grande la città 
                                                                                                                                               per due che come noi 
                                                                                                                                               non sperano però si stan cercando cercando…..”
                                                                                                                                                                            (“E penso a te” Lucio Battisti)




                                                                              E penso a te 

Il telefono squillava. Ilaria era accucciata per terra, con le gambe strette al petto e gli occhi gonfi.
Gli mancava. Aveva paura di rispondere solo perché sapeva che, se sentiva la voce di Dom dall’altra parte, sarebbe caduta la sua autodeterminazione e avrebbe detto al ragazzo che l’unica cosa che veramente voleva era quella di stare di nuovo con lui.
Ed era davvero quello che voleva, era davvero quello che aspettava da quando lo aveva rivisto la mattina dopo il suo litigio.
Voleva stare con Dom. voleva stare con lui e ridere…
Eppure, ogni mattina, lui rideva con gli amici, non si curava di lei, nemmeno la guardava mentre si accingeva a diventare Merry.
La snobbava, come aveva promesso. Infondo quello che era successo era solo colpa di Ilaria e lei lo sapeva. Come avrebbe voluto dirgli tutto quello che provava… 
Ma non poteva. Il suo maledetto orgoglio gridava ogni volta che ci pensava. E non le permetteva di perdonare quello che il ragazzo le aveva fatto, anche se il ricordo del ragazzo la prendeva continuamente. 
Il telefono squillò ancora. Ilaria sospirò e non rispose. Sarebbe scattata la segreteria.
“QUESTA È LA SEGRETERIA TELEFONICA DI HANNAH E ILARIA. SE VOLETE LASCIARE UN MESSAGGIO, MI RACCOMANDO FATELO DOPO IL BIP.. CIAOO!!”
Dopo io segnale acustico la voce di Lij riempì la stanza e disse:
“Ciao piccola. Sono Elijah. Volevo sapere se alla festa che stiamo organizzando io e Viggo per Billy vieni anche tu. Fammi sapere, davvero. Ci teniamo tutti alla tua presenza. Un bacio e a domani…”
Ilaria poggiò la testa alle ginocchia e si lasciò andare ad un pianto lungo e isterico. Non era Dom quello dall’altra parte. Ma la cosa che la rendeva triste era che si stava estraniando anche dal gruppo dei suoi amici.

Dom stava dormendo. Il letto era da tre giorni che non lo rifaceva. E se non fosse stato che doveva girare, forse non si sarebbe nemmeno alzato.
Stava male, non poteva negarlo a nessuno, nemmeno a se stesso.
Ilaria le mancava. Quando la mattina andava sul set, non perdeva l’occasione per spiarla. E lo faceva ogni volta che la vedeva girata da una parte, oppure intenta a leggere i vari copioni che riscriveva per Peter.
Quante volte si era chiesto se se ne era mai accorta? Se aveva sentito i suoi occhi sulla schiena?
E mentre pensava il telefono squillò. Si sollevò e lo guardò. Poteva essere lei, perché no?
Con mano tremante si avvicinò alla cornetta. La sollevò e rispose:
“Pronto!”
“Monaghan.. Sono Viggo. Stiamo prenotando un tavolo ad un ristorante per festeggiare il compleanno di Billy. Tu sei dei nostri?”
Dom sorrise. Sapeva che chiedere se c’era anche Ilaria era superfluo. E piano disse:
“Certo. Non posso mancare al compleanno di Bill, lo sai Viggo”
L’uomo sorrise e disse, tranquillo:
“Ci sarà anche lei…”
“Lo so”
“Volevo solo che tu lo sapessi…”
“Lo immaginavo…”
Viggo sospirò. E sorridendo, rispose:
“Allora ci vediamo sul set, domani, uhm?”
Dom sorrise e rispose ‘Si’ e poi chiuse il telefono.
E con un grosso sospiro si lasciò cadere di nuovo sul materasso. Rimase fermo a guardare il soffitto. Mille pensieri gli affollarono la mente. Un anno prima era a casa di Billy che festeggiava il compleanno dell’amico accompagnato da Ilaria.
Quella volta, sarebbe stato come se, quello che c’era stato, si fosse definitivamente cancellato.

Uscirono dall’acqua stringendo forte le loro tavole da surf. Elijah si scompigliò i capelli con una mano, mandando dappertutto goccioline d’acqua. Billy piantò la tavola nella sabbia e Sean si mise a sedere sospirando.
Orlando rideva con Dom, mentre si complimentavano per la ottima surfata che avevano fatto, mentre Viggo, dopo essere arrivato in possesso della digitale, fotografava le onde.
Orlando si mise a sedere, prese la sigaretta che le offriva Elijah e, dopo averla accesa, guardò Dom e gli chiese:
“Non vi siete ancora decisi di tornare assieme, allora?”
Dom smosse con la mano un po’ di sabbia e guardando l’amico, disse:
“La vedi qui a dirmi di stare attento alle onde troppo alte?”
Orlando aspirò una lunga boccata e sorrise. E scotendo la testa, dopo aver sputato il fumo, disse:
“No. Però era divertente. È fuori come un balcone quella ragazza. Non ne combina mai una giusta..”
Dom guardò il mare pensieroso e disse:
“Non voglio sembrarti cattivo. Ma quando ha scelto me, mi sono sentito il re del mondo. Era davvero la cosa che volevo di più in quel momento. Ma ora è come se quello che mi ha dato me lo avesse tolto per sempre e non posso tornare indietro…”
Orlando lo guardò. E piano disse:
“Sei tu che hai detto che non saresti tornato sui tuoi passi”
“Lo so!” aggiunse Dom.
Orlando fumò in silenzio, guardando il mare. Se prima avrebbe voluto avere una possibilità, una sola per stare con lei, ora che ce l’aveva si sentiva una merda solo a pensare di usarla. Non che Ilaria non li piacesse più, al contrario. Solo che vedere Dom in quelle condizioni lo faceva stare male. Davvero.
Spense la sigaretta e disse, dando una pacca all’amico:
“Stasera alla festa di Bill mettiti in tiro” e sorrise alzandosi.
Dom sorrise e giocherellando con la sabbia, disse:
“Non mi importa di altre donne.. Lo sai” 
“Chi ti ha detto che ci saranno altre donne. Io voglio che tu lo faccia per Ilaria… Vedrai. Stasera qualche cosa si smuoverà” e si allontanò tranquillo.

Nel ristorante c’era una grande bolgia. Tutti gli attori protagonisti e no, gli stuntman, la troupe presentatisi alla festa erano sparsi per la sala, ridendo e scherzando tra di loro mentre Ilaria entrava nel ristorante tenendo per mano la figlia.
Notò subito Elijah che faceva lo scemo con Sean A e con Orlando, che per rispondere all’amico, cercava sempre di strangolarlo, naturalmente per scherzo.
Lo sguardo della ragazza vagò per la stanza, quando una mano dolcemente si poggiò sulla sua spalla, aiutandola a togliere il cappotto. Era Billy. 
“Bill sei tu!” sorrise Ilaria chinando la testa e aiutando lo scozzese a sfilarsi il cappotto.
“Credevi che fossi un altro?” chiese malizioso il ragazzo.
Ilaria non rispose. Si voltò e sorrise e disse:
“Auguri Billy Boyd” e lo abbracciò forte, stringendo gli occhi.
Quando gli riaprì vide entrare Dom nel locale. Il cuore cominciò a martellare all’impazzata. E, lasciando cadere le braccia, lo guardò sorridere a Sean B. mentre Elijah correndo gli saltava al collo e Orlando gli dava una pacca sulla spalla.
Billy si voltò verso la direzione dove guardava Ilaria e si accorse della presenza dell’amico. Poi voltandosi, guardò Ilaria in viso e si accorse che due grosse lacrime erano pronte ad uscire. E abbracciandola disse:
“Che ne dici se io, scozzese di nascita, ti porto al tavolo della vivande per assaggiare questo straordinario salmone neozelandese?”
Ilaria sorrise. Billy era un grande. Aveva capito che non era il momento adatto, per lei, di incontrare Dom e, facendo finta di niente, si era allontanato dai suoi compagni per stare con lei e farle asciugare quelle lacrime che volevano scendere. E, sorridendo, dolce, disse, al ragazzo:
“Sei una persona speciale Bill. Sono davvero una stupida a non essermene mai accorta..”
Billy la guardò e sorrise, dicendo:
“Lo sapevo che la vicinanza di quell’idiota ti avrebbe bacato il cervello. Ma solo perché sei tu, ti perdono” e le baciò i capelli, mentre Ilaria si voltava a guardarE Hannah che giocava con Ally e Dom che in quel momento aveva smesso di guardare dalla sua parte per parlare con gli amici.

A tavola si ritrovarono tutti vicini. La cosa comica era che, Ilaria si trovò in mezzo a Dom e Orlando.
L’iniziale imbarazzo si dileguò quando l’ex compagno e il londinese presero a fare scherzi agli altri commensali, mettendola in mezzo e facendola ridere come non succedeva da un paio di settimane.
Naturalmente, la vicinanza di Dom non fu indolore per la ragazza. E viceversa per lui.
Ad un certo punto della serata, infatti, dopo che Dom si fu alzato per andare a ballare un tango scatenato e ‘sensuale’ con Billy, il manchesteriano, schiarendosi la voce, disse, tranquillo: 
“Stai bene stasera”
Ilaria sorrise e giocherellando con il bicchiere che aveva davanti, sorrise e guardando Dom negli occhi, disse:
“Grazie”
Vederla sorridere lo fece impazzire. In un attimo il cuore le incominciò a battere fortissimo, facendogli anche girare la testa. Sospirò tenendo la fronte. Ilaria lo guardò aggrottando la fronte e, chinandosi per guardarlo meglio, disse:
“Tutto apposto?”
Dom la guardò e ricordò l’avvertimento di Orlando appena arrivato. ‘Cogli le occasioni al volo, mi raccomando’
Quella era un’occasione. E intelligentemente la sfruttò a proprio favore.
“Mi faresti compagnia fuori. Ho un po’ di mal di testa…”
Ilaria lo guardò perplessa. Poi, con un sorriso, annuì.

Si ritrovarono nel giardino del ristorante a camminare.
Ilaria stretta nel suo cappotto nero, Dom stretto nella giacca del completo elegante che aveva indossato, maledicendo la propria stupidità che gli aveva fatto lasciare il cappotto nel guardaroba.
Camminarono un po’, quando, il ragazzo ebbe il coraggio di chiederle:
“Allora? Come va?”
Ilaria si fermò qualche passo più avanti, scosse la testa e disse:
“Che cosa vuoi sapere Dominic?”
Dominic? DOMINIC! Dopo tutto quello che c’era stato lo trattava come un estraneo. Lo chiamava col suo nome per intero, quando nessuno del cast o della troupe lo faceva? Trattenne la rabbia. Si mise le mani in tasca e sospirò avvicinandosi alla ragazza. E piano disse:
“Voglio sapere come stai, niente di più”
Un lungo brivido percorse la schiena della ragazza che voltandosi di nuovo, trattenne l’impulso di baciarlo e ricominciò a camminare, come se niente fosse. Poi, alzando la testa e guardando le stelle disse:
“Sto bene Dominic. Sopravvivo.”
Voleva chiedergli: ‘E tu? Che fai? Sopravvivi anche tu?’ ma quando si voltò si trovò davanti, a pochi millimetri il viso del ragazzo dal suo. Sentiva il suo profumo entrare nelle narici. Come aveva desiderato sentirlo quando lui era lontano. E ora.. Si impediva di avvicinarlo, per orgoglio.
“Mi manchi” disse lui piano avvicinando le labbra a quelle di Ilaria.
“Forse è meglio che non lo facciamo” disse Ilaria senza muoversi.
“Bloccami tu allora. Io non ci riesco” sorrise Dom.
la stava per baciare quando il cellulare di Dom squillò. In un attimo, il ricordo di quella sera riaffiorò prepotente nella testa di Ilaria che, staccandosi, come risvegliata da un sogno, disse:
“Scusa. Io non dovevo. Forse è meglio che vada…”
Si allontanò e Dom seguendola la prese per le spalle e disse:
“Che hai?”
Ilaria trattenne le lacrime. Ma quella volta fu inutile. Aveva cercato di non piangere per troppo tempo. E cominciando a singhiozzare disse:
“Non ci riesco. Mi basta il suono di un cellulare per pensare che quello che mi ha detto Claudine possa essere vero. Te ne rendi conto?”
“Io ti giuro che non è così… Io non ho fatto niente con quella lì. Lo vuoi capire?”
“Non ci riesco. Scusa. Ma non ce la faccio. Ti prego. Di alla mamma che stasera voglio stare da sola. Di tenere Hannah…” e senza aspettare una replica, corse via. 
Dom si portò le mani ai capelli. E con un grido calciò il vuoto. Quello per lui era il responso finale: era davvero finita.

Ilaria guidava piano. Aveva ancora gli occhi arrossati dal pianto e tutto il mascara era colato giù. Stava male, perché si era resa conto di amare Dom , ma di non aver più fiducia in lui. voleva tornare a casa. Ma la paura di trovarsi sola, nel suo appartamento, la fece girovagare ancora senza una meta.
Cosa stava facendo Dom, in quel momento?
Cosa stava pensando in quel momento? 
Girava anche lui per le strade di Wellington senza una meta? Anche lui sperava di incontrala in quella città che quella sera sembrava davvero troppo grande per entrambi?
Senza volerlo si trovò davanti ad un’abitazione che conosceva bene. Sorrise quando vide la luce accesa.
Parcheggiò, scese dalla macchina e corse verso la porta. Bussò, sperando con tutto il cuore di non disturbare.
Billy aprì la porta e la vide. Non chiese nulla. Sapeva perché era così. Aveva parlato con Dom alla festa, dopo la sua fuga.
“Billy. È finita. L’ho capito stasera…” disse lei. E ricominciò a piangere.
Non ci fu bisogno di parole. Billy abbracciò forte Ilaria e l’accompagnò dentro casa, chiudendo l’uscio alle loro spalle.




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Capitolo 33
*** Amettere i propri errori e ricominciare da capo ***


Paddina ho letto la tua recensione

Paddina ho letto la tua recensione..
Ebbene si. La storia non sta finendo in maniera imminente. Credo che con questo ritmo a Natale, forse dopo, sarà finita. Ma c’è ancora qualche colpo di scena…
Quindi.. Aspettatevi ancora qualche capitolo.. Poi dovremo salutare Ilaria e Hannah
Certo. Mi fa piacere che vi siate affezionate alla storia. E ve l’ho già detto, questo mi commuove parecchio.
Ma tranquille… Paddina in primis. La storia non sta finendo. Almeno per ora.
Un bacio a tutte.
Buona lettura. Niniel.




                                  Ammettere i propri errori e ricominciare da capo.


Ammettere che la loro storia era finita li fece allontanare ancora di più.
A nulla valsero i discorsi che facevano Liv e Miranda ad Ilaria. E, tanto meno, quelli che facevano Billy e gli altri a Dom. i due ragazzi avevano chiuso la loro storia e ne pagavano le conseguenze.
Anche se, le conseguenze più grandi le avrebbe pagate sempre l’unica persona che aveva vissuto con loro quella storia: Hannah.
La bambina da quando Dom e Ilaria si erano lasciati, aveva cominciato a non mangiare più, a non dormire più e a comportarsi in maniera strana, facendo cose che prima non faceva.
Davanti a questo cambiamento, Ilaria fu costretta a fare l’unica cosa che le sembrò più ovvia: preparare armi e bagagli e andare a casa di Peter e regalare alla figlia quella tranquillità che solo Fran, Peter, Billy e Katie potevano donarle.

Fran cullava Hannah, quando Ilaria, dopo le riprese, entrava in cucina. Era stanca e aveva sempre gli occhi gonfi. Fran sapeva perché, l’aveva sentita piangere parecchie volte durante la notte. E con lei anche Pete, ma non si erano mai permessi di intromettersi. Sapevano che la ragazza avrebbe prontamente negato anche l’evidenza, inventandosi chissà che cosa per uscirne. E così, quando casa Jackson cadeva nel silenzio della notte, sovente, si sentivano i singhiozzi di Ilaria dal piano superiore.
Ilaria sorrise e si avvicinò alla figlia con l’intento di prenderla in braccio, quando Fran, con un gesto della mano la bloccò dicendo a bassa voce:
“La faresti di nuovo innervosire. Meglio che stia con me. Rimani qui per piacere, fino a che non si addormenta. Ti voglio parlare, dopo.”
Ilaria annuì e guardò la donna allontanarsi, mentre Hannah, con la guancia poggiata sulla spalla della donna, dormiva a bocca aperta e i pugni chiusi.
Cominciò a cenare. Mise a scaldare qualche cosa, quando sentì la madre dietro di lei.
“Lascia stare quello. Davvero. È questione di qualche minuto. Poi potrai mangiare.”
Ilaria spense il fornello e si mise a sedere. Fran fece lo stesso, mettendosi al suo fianco. E, spostandole un ciuffo dagli occhi, sospirò e disse:
“La bambina è stata male oggi. Molto male. Lo so che le cose tra te e Dom ve le dovete aggiustare voi, te lo avevo promesso quando vi siete messi assieme. Ma vi state dimenticando che a soffrire con voi, per la fine della vostra storia c’è anche una bambina. E questa bambina, per di più, vi ha visto scannarvi senza una buona ragione.. Almeno per lei…”
“Le so queste cose, mamma. Le so” disse Ilaria poggiando la testa sulle braccia incrociate.
“E poi.. Anche tu Ilaria. Anche tu non stai bene. Cosa credi che non me ne sia accorta e non se ne sia accorto anche tuo padre che di notte fai l’alba a forza di piangere? Metti da parte l’orgoglio e perdonalo..” disse Fran toccandole la spalla.
Ilaria si sollevò e disse, piano, triste:
“Non è solo un fatto di orgoglio. Io credevo in lui. Credevo che sarebbe stato attento a queste cose. Specialmente a lei. E invece no! Mi ha tradita, mamma, te ne rendi conto?” e si voltò a guardare la reazione di Fran.
“Io non ci credo” sospirò la donna.
“Mamma. È chiaro come il sole che lo abbia fatto…” disse Ilaria.
“Ila.. Quella che stai buttando via non è una storiella. Una storia di un anno e mezzo, intensa come la vostra, non la lasci finire così. Per una troietta se mi permetti il termine.. Sai che lei non è nulla. Almeno per Dom, visto quello che rappresenta per te. Tu sei convinta che il passato di Dom sia uno spauracchio che tu non puoi controllare. E non pensi che, quella paura, di diritto la dovrebbe avere Dom, non tu. Non devi avere paura dei fantasmi del passato. Perché sono fatti per farti del male. Claudine è solo un’illusione che ti fa paura… Ma non lo è!” disse sorridente Fran.
“E invece lo è” disse Ilaria cominciando a piangere. “Io ci provo a non pensarci, ma il suo passato mi fa paura. Io non so quanto e come ha amato quella. E come e quanto ha amato prima di me…”
“Di sicuro meno di quanto ha amato te. Ma non te ne rendi conto che non fa altro che seguirti con lo sguardo? Che è da un po’ di tempo che lavora ed è tristissimo? È distrutto quel ragazzo. E non dal peso della colpa. No! È distrutto da un dolore sincero. Lui vuole farti capire che è innocente, ma non sa come. Piccola, davvero, dagli un’altra opportunità” disse Fran supplichevole.
“Io non so più nulla. Più nulla.”
Fran sospirò e guardò Ilaria uscire dalla cucina in lacrime, a testa china, senza dire nessun’altra parola.

Peter parlava con gli attori di una scena che dovevano girare.
“Allora ora voi correte. Scappate dagli Uruk. Tu, Orlando ti giri e scocchi una freccia. Va bene?”
Tutti dissero si. Peter guardò Dom. Era giù. Sapeva che cercava di essere di essere allegro, almeno per le scene.
“Dom che hai?” chiese Peter guardandolo.
Dom sorrise e disse, facendo lo scemo come suo solito:
“Oh! Io ed Elijah abbiamo litigato ieri notte. Abbiamo deciso che la nostra relazione non può continuare. Il classico divo senza cuore.. Ma passerà”
Peter lo guardò e serio disse:
“Dom seriamente. Tanto lo so che stai così per Ilaria. Cosa è successo alla festa di Billy. Mi ha anche lasciato Hannah a casa…”
“Con tua figlia è finita” troncò il discorso Dom.
“Allora è una cosa definitiva?” chiese Peter guardandolo da sopra gli occhialoni tondi.
“Si! E stavolta la colpa non è la mia. Ilaria fa l’ottusa. Ho sbagliato una volta. E ho pagato. Ma stavolta sono pulito. Diciamo che alle volte si sbaglia e che Ilaria c’è caduta a piedi uniti, nell’errore. E che si renda conto del male che sta facendo a me e alla figlia, allontanandomi da lei.”
Peter guardò Dom.
Il ragazzo si aspettava una reazione esagerata da parte del padre della ragazza che aveva appena fatto a pezzettini. Invece, stupendo Dom, Pete, lo abbracciò e con le lacrime agli occhi, disse:
“Spero che capisca. Vedervi divisi, per me è come se ci sia stato un divorzio in casa e non lo accetto”
E sorrise a Dom con gli occhiali appannati.

Orlando camminava per le roulotte, vestito do tutto punto da Legolas, con in mano, invece dell’arco, il cellulare. E come sempre, quando si trattava di apparecchi tecnologici, lo sguardo spaventato, fissava l’oggetto, come se, da un momento all’altro potesse esplodergli in mano. Ilaria sorrise mentre lo guardava. Si avvicinò e gli disse:
“Ob! Che succede? Guardi quel cellulare come se stesse per scoppiarti tra le mani” e avvicinandosi, disse: “Tranquillo, non lo fanno. Almeno per il momento..” e rise guardando divertita l’espressione del ragazzo.
“Una cosa che so è che non esplode. Il problema è un altro. Ho salvato il nuovo numero di Dom ma non lo trovo. È come sparito. Non lo trovo…”
La ragazza guardò l’amico, stupita. E prendendo il cellulare tra le mani, disse:
“Sei sicuro che lo hai salvato? È impossibile che non lo trovi nella sim?”
“Cos’è la sim?” chiese il ragazzo stupito.
“Orlando scusa se te lo dico, ma sei proprio su Marte. La sim è la scheda. Dio mio! Sei irrecuperabile eh?” disse Ilaria guardando la rubrica.
“Allora? C’è?” chiese Orlando mentre i numeri scorrevano veloci sotto i suoi occhi.
“No!” disse Ilaria porgendogli il cellulare. “Dovresti disegnarlo. E magari salvarlo stavolta. Scemo…”e rise guardando la faccia imbronciata dell’amico.
“Tu ce l’hai?” chiese Orlando guardando la ragazza speranzoso.
Ilaria mise le mani nelle tasche dei pantaloni e, chinando la testa, disse:
“No! Sai che sono l’ultima persona a cui credo che lui darebbe il suo numero di telefono.”
“Tu prova a chiederglielo…” disse Orlando con un sorriso dolce.
“Non è così facile, Orlie. Non lo è..”
Gli occhi di Ilaria si riempirono di lacrime. Orlando non continuò. E con un sorriso, disse:
“Tranquilla. Lo chiedo ad Elijah..”
Ilaria annuì. Erano quelle le piccole cose che le facevano pensare che oramai non c’era più nulla da fare.

La ragazza camminava tranquilla tra le roulotte. Aveva passato una giornata intera a girare le varie scene con la Compagnia che Peter non poteva girare. Ora, con dei fogli tra le mani, datigli da Philippa, correva verso la roulotte degli hobbit.
Stava salendo le scale in alluminio che portavano all’interno dell’abitacolo, quando sentì la voce di Billy, chiara dire:
“Allora secondo te perché Ilaria è ancora arrabbiata?”
Dom sospirò e piano disse:
“Ha paura io lo so. E tu che dici?”
“Che state mandando a puttane una storia di un anno e mezzo per orgoglio. Tu e lei. E la colpa è tutta di una conturbante moretta che voleva dividervi e c’è riuscita. O sbaglio?” rispose Billy sorridendo.
Dom sorrise a sua volta e disse:
“Claudine ha fatto davvero un grosso casino. E la cosa che mi da fastidio è che fa finta di nulla. Ho dovuto cambiare anche il numero di telefono, per staccarmela di dosso. E intanto, anche se lei non mi chiama più, Ilaria non mi guarda nemmeno in faccia. E io non so che cosa fare..”
“Devi combattere Dom. Per te e per Hannah e Ilaria. Vuoi un bene dell’anima a tutte e due. Io lo so. combatti Dom, combatti.”
“Io ho una dignità Billy. Amerò Ilaria, ma non posso tornare sui miei passi. Sarebbe come accettare le mie colpe. E io non ne ho” rispose Dom con un sospiro.
“Ne sei sicuro?” chiese Billy tranquillo.
“La vuoi la verità?” sorrise Dom.
“La più vera..” sorrise Billy a sua volta.
Dom sorrise e disse, piano ma sicuro…
“Non mi sarei fatto fare un pompino da quella nemmeno se mi avesse pagato. Giuro, non lo ha fatto. E non lo dico perché voglio fare l’onesto per farmi bello davanti a lei. Lei non c’è. E tu sei il mio migliore amico. Che cosa ottengo se ti dico una balla? Nulla. Questo ti fa capire che quello che ti dico è vero. Mi ha fatto schifo. Era un essere viscido attaccato alle mie braghe. E poi non sopportavo l’idea di vedere qualcuno così sottomesso. Che scendesse così in basso solo per separarmi dalla donna che amo davvero. Perché quella ragazza, quella che sta dietro a quella cinepresa, la amo davvero. E non ho intenzione di farlo con un’altra che non sia lei…”
Quelle furono le ultime parole che Ilaria sentì. Con un leggero scatto, saltò su e si mise a correre, lasciando i nuovi copioni ad una truccatrice e a testa china, cominciò a piangere. Quelle parole l’avevano scossa, perché erano la prova che quello che aveva detto Dom riguardo la sua innocenza era vero e che lei, per tutto quel tempo, lo aveva accusato di qualche cosa che lui non aveva mai fatto.
Fu proprio mentre un forte singhiozzo la scuoteva che Viggo la vide correre. La seguì e quando la raggiunse, disse, abbracciandola:
“Che hai?”
Ilaria si voltò. Guardò l’uomo con il costume di scena e, abbracciandolo forte, disse:
“Stringimi. Ho solo bisogno di avere qualcuno che mi stringa.”
Viggo, sorpreso da quella reazione, strinse più forte la ragazza, che, singhiozzando, si perse nel petto dell’uomo.

La sera cominciò a piovere che Dio la mandava.
- Ci manca un’alluvione come l’estate del 1999 e siamo apposto.-
Questo era quello che Ilaria pensò guardando dalla finestra mentre sorseggiava cioccolata calda.
Le parole di Dom le tornarono alla mente. Era chiaro come il sole che Dom non sapeva della sua presenza quando aveva detto quelle cose a Billy. Ed era chiaro, in quel momento, che stava cercando in tutti i modi di lasciarsi alle spalle Claudine una volta per tutte.
Un tuono fece trasalire Ilaria, riportandola alla realtà. Si voltò e tornò a guardare fuori. Sospirò. Si allontanò dalla finestra e prese il cappotto e le chiavi e uscì fuori.
Corse sotto la pioggia. L’acqua la bagnava completamente, mentre a testa china cercava di non pensare alle mille parole che le ronzavano per la testa
Arrivò davanti alla casa di Dom, ansimante, stanca ma risoluta…
Si avvicinò all’uscio e picchiò forte. Dom aprì quasi subito. E quando la vide poco ci volle che gli venisse un colpo.
E piano, disse:
“Ehy! Che ci fai qua?”
“Devo parlarti!” disse Ilaria veloce.
“Di cosa?” chiese Dom sorridente, per poi aggiungere:” Potresti farlo dentro. Sei fradicia. Non voglio uno dei registi all’ospedale con la polmonite solo perché non l’ho fatto entrare in casa col diluvio” e le fece spazio per passare.
La guardò mentre entrava, tremante. Represse l’impulso di stringerla forte. Ilaria, per togliere un po’ di freddo dalle ossa si mise davanti al termosifone.
Dopo che Dom ebbe sistemato il cappotto della ragazza, entrò nel salotto e chiese:
“Vuoi qualcosa di caldo?”
“Caffè!” sorrise Ilaria.
Dom sparì di nuovo, per tornare pochi minuti dopo con una tazza fumante e porgendogliela disse:
“Attenta. È bollente”
“Ti devo parl…” stava per dire Ilaria quando Dom, quasi stesse scappando da quella discussione, uscì nel corridoio e disse:
“Che scemo che sono. Aspetta che ti porto qualche cosa di asciutto. Ti dovrò dare la mia biancheria. Lavata si intende. Non ti crea problemi. Vero?”
“N-no! V-va bene” rispose la ragazza.
Dom rientrò nella sala con una tuta e con un paio di boxer neri che Ilaria gli aveva regalato per chissà quale occasione speciale. E porgendole gli indumenti asciutti disse:
“Puoi andare in bagno a cambiarti se vuoi”
La ragazza annuì. E prendendo il piccolo fagotto entrò nel bagno. Ne uscì poco dopo, con un asciugamano avvolto nella testa.
Si mise a sedere, lontano, ma di fronte a Dom, piegando una gamba sotto il corpo. E riprendendo il caffè, ne bevve un lungo sorso.
Fu allora che disse:
“Ho capito che sono una stupida. E non ci sono parole per giustificarmi. Ho capito che con Claudine non hai niente a che fare. E non so se ora è troppo tardi, per noi. Perché non faccio altro che pensare a quanto era bello stare assieme. A quanta sicurezza che mi davi. A quanto amore mi hai dato. A me e a mia figlia. E so che non è facile. Ma c’è una cosa che devo dirti.. Io ho paura del tuo passato. Di quelle donne che hai amato prima di me. Di Claudine. Di quanto poteva essere diverso quello che provavi per lei, in confronto con quello che provavi per me. E per me, questa insicurezza, è uno spauracchio difficile da gestire. O forse, nemmeno lo voglio gestire. Per me è stato più facile sbatterti una porta in faccia davanti ad un presunto tradimento, prima di darti la possibilità di provarmi che eri innocente. Ecco perché ho dato di matto…”
“Ila.. Che vuoi dirmi?”
“Che sto facendo il primo passo. E che voglio tornare con te, se tu lo vuoi. E ricominciare da capo” disse lei alzandosi e avvicinandosi a lui si piegò sul suo volto. “Voglio stare di nuovo con te Dom.”
Il ragazzo voltò la testa. Ilaria si sollevò e con gli occhi pieni di lacrime disse:
“Ti sto chiedendo di perdonarmi..”
Dom si sollevò e disse:
“Stamattina ho parlato con Billy di questa storia. Lui mi ha chiesto di combattere. E vorrei farlo. Ma la cosa buffa è che, ora che tu vuoi tornare con me, io sento di aver bisogno di tempo..”
“Tempo per cosa? Per pensare a come farmela pagare?” chiese Ilaria piangendo.
“No! Tempo per capire che cosa ho perso, lasciandoti. E che cosa guadagnerei, facendoti rientrare nella mia vita”
Ilaria si mise a sedere. Era scossa dai singhiozzi, mentre Dom, calmo, disse:
“Forse è meglio che chiami un taxi”
Ilaria annuì piano. 

Quando tornò a casa fece una doccia bollente e poi si mise a lavorare al portatile.
Scelta sbagliata. Dopo nemmeno dieci minuti cominciò a piangere. Fu in quel momento che sentì il campanello suonare. Chiuse il portatile e andò ad aprire. E quando lo fece, sulla porta vide Dom, bagnato come un pulcino.
“Avevo deciso di fare una passeggiata” sorrise il ragazzo grattandosi la testa “Sai! Con una giornata così bella non volevo perdere l’occasione” continuò notevolmente intirizzito.
Ilaria sorrise e facendosi spazio lo fece entrare in casa.
“Visto che di biancheria non c’è bisogno, che ne dici se ti porto i pantaloni della tua tuta e che ti porti una felpa..” poi entrando nella stanza, gridò: “TI VA BENE QUELLA CON LA FACCIA DI TOPOLINO? NON NE HO MOLTE GIGANTESCHE…”
“SI!” rispose Dom dalla stanza.
Quando Ilaria rientrò, gli porse gli indumenti e disse:
“Sai dov’è il bagno..”
Si fermò a fissare Dom negli occhi. E pochi minuti dopo si stavano baciando.
“Era tutto questo il tempo di cui avevi bisogno?” chiese Ilaria con un sorrise, rispondendo al bacio.
Dom non rispose, ma, prendendola in braccio, la portò nella camera e la buttò nel letto.
Fecero l’amore, come se fosse la prima volta, riscoprendosi, accarezzandosi e baciandosi, come due liceali alle prime esperienze. E quando insieme si unirono, si strinsero l’uno all’altro, assaporando i rispettivi sapori.
Quando, con l’ultimo gemito, Dom, si lasciò andare accanto ad Ilaria, i due poggiarono la fronte l’uno contro quella dell’altra.
“Perché mi hai mandato via, se poi mi avevi perdonato? Me lo spieghi?” disse Ilaria piano.
Dom sorrise e avvicinandosi all’orecchio della ragazza, rispose:
“Perché dopo è più bello fare l’amore”
Ilaria si sollevò e lo guardò bene e disse, fingendosi sdegnata:
“Sei perverso..”
Dom rise più forte e disse, abbracciandola e baciandola:
“Inutile che lo neghi. Intanto lo so che sono il maestro dell’amore.. Il bacino più veloce della cara e vecchia Inghilterra, colonie comprese.”
“See! Rodolfo Valentino dei poveri..” rispose lei alla provocazione tirandogli una cuscinata alla quale, Dom, rispose con una fitta serie di pernacchie alla pancia per farle il solletico, una volta che riuscì a sovrastarla.
“Ti prego, basta…” diceva Ilaria divertita, mentre cercava di divincolarsi.
Dom, si bloccò lentamente. E la baciò.
“Scusami!” disse lei fregando il naso su quello del ragazzo e dopo averlo di nuovo baciato disse, guardandolo negli occhi: “Sono stata una bambina. Spero solo che non mi succeda mai più.”
Lui sorrise e lucidandosi le unghie sul lenzuolo, disse:
“Lo so che è difficile stare con un uomo come me che spruzza fascino da ogni poro e ha un sex appeal esplosivo…” ma non finì che stavolta fu Ilaria a sovrastarlo e a prenderlo a cuscinate.
Stavano ridendo quando suonò il campanello. Ilaria si bloccò e guardando Dom, disse, sbarrando gli occhi:
“Hannah. E c’è papà…”
“Cazzo..” disse Dom, trattenendo, però il sorriso che la situazione gli procurava.
Si buttarono dal letto e si vestirono in fretta, mentre Ilaria gridava:
“Arrivo!”
Quando aprì la porta disse:
“Scusa papà. Mi sono addormentata…”
In quello stesso momento Dom si sbatté il piede al tavolino del salotto e urlando per il dolore, si buttò nel divano, urlando:
“Ma porca…”
Hannah sbarrò gli occhi e correndo entrò nella casa urlando felicissima:
“Papà!”
Peter sbarrò gli occhi e imbarazzato, disse:
“Se avevate fatto pace potevi chiamare…”
Ilaria, egualmente impacciata, disse grattandosi la testa:
“Non potevo. È stata una cosa improvvisa.”
Peter guardò la ragazza e in un attimo l’imbarazzo sparì e con un sorriso sincero, disse:
“Sono felice per voi. Dom, anche se è pazzo come un cavallo, è un ragazzo apposto. E mi sto abituando all’idea di vedervi assieme.
Ilaria sorrise luminosa e baciandogli una guancia e abbracciandolo forte, disse:
“Ti voglio bene papone”
“Anche io” disse Peter stringendola a sua volta per poi, liberandola dal suo abbraccio, disse: “Bene. Non vi rubo un momento in più” e sorridendo se ne andò via.

Fu difficile far star ferma Hannah. Era felicissima. Rivedere la madre e Dom assieme, furono la migliore delle cure e la migliore delle ninna nanne che potessero cantarle.
E così quella notte si trovarono a dormire tutti e tre nel lettone, abbracciati, Hannah in mezzo e le mani di Dom e Ilaria intrecciate.
Quella era la loro normalità. Essere una famiglia e accettare il fatto, anche se erano giovani. 
E dopo un mese lontani, quella fu la prima notte che Ilaria, Hannah e Dom dormirono tranquilli.





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Capitolo 34
*** Los Angeles Loa Angeles ***


Vampyre non succede nulla se non recensisci appena aggiorno

Vampyre non succede nulla se non recensisci appena aggiorno. Spero più che altro che l’esame sia andato bene.
Per quanto riguarda le vendette.. Naaaaa! Ilaria è superiore. Non le fa queste cose.
Beh. Per le recensioni… Voglio vedere chi è la centesima. La vincitrice non vince nulla, solo la gloria del numero 100 che, negli albi di Dylan Dog ha addirittura il privilegio di essere a colori… Scherzo va.
Capitolo importante. Ditemi che ne pensate. A questo ci tengo. Volevo cambiare fino all’ultimo, ma poi ci ho ripensato.
Buona lettura. Baci Niniel.


                                                                      Los Angeles Los Angeles

Los Angeles era una città gigantesca. Diversissima da Wellington. Sicuramente meno a misura di uomo.
Era lì per un motivo ben preciso. Dom aveva finalmente comprato la casa che sognava e, lei e Hannah erano state invitate per un mese, per la gioia della piccola che si trovò a giocare con Ally praticamente tutti i giorni.
La ‘catapecchia’ (come l’aveva ribattezzata il ragazzo) era una casa bellissima, con otto stanze, quattro bagni, un salotto, una cucina gigantesca, giardino con piscina, mansarda abitabile e un enorme gigantesco garage.
La classica villona da ricconi. Certo. ce ne erano più grandi, ma Dom, dal primo momento che l’aveva vistasi si era innamorato di quella.
“Otto stanze? Ma cosa te ne fai?” chiese Ilaria divertita.
“La mia camera da letto. Quindi lì ci dormirai anche tu..” e baciò il collo della ragazza che si mise a ridere divertita e continuò, poggiandole il mento sulla spalla stringendola più forte per la vita: “Poi c’è la camera di Hannah. E quella dei bambini che avremo. Tre o quattro. Dipende da quanto la mia virilità sia stata messa a dura prova dalle enormi mani di Barbalbero” rise Dom.
“Va bene. Allora facciamoci un paio di conti… Diciamo che avremo quattro figli, con Hannah saranno cinque. La stanza nostra, una per gli ospiti.. Ne avanza comunque una. Che ne fai di quella?” chiese Ilaria voltandosi appena per guardare in faccia il compagno, che ridendo disse:
“Sala giochi. Play Station, flipper, stereo da mettere a palla…” disse Dom dondolando la ragazza.
“E i bambini.come facciamo se si svegliano?” chiese Ilaria divertita.
“La tata. Avremo la tata. Cinque figli infondo vanno mantenuti. E mentre la tata si dispera con i bambini, noi sul flipper faremo l’amore..” rispose Dom all’orecchio di Ilaria che girandosi disse:
“Invece io la vedo diversa. Magari uno o due figli in meno. Due o tre più Hannah, va più che bene. Una o due stanze per gli ospiti che verranno da Vecchio e dal Nuovissimo Continente. Sai? Quelle persone chiamate parenti.. E siamo a sei. Uno studio dove potremo lavorare: tu per studiare i copioni; io per.. Beh! Magari lavorerò a qualche progetto cinematografico”disse Ilaria baciandolo.
“E l’ottava?” chiese Dom spaesato.
“Libera.” rispose Ilaria allontanandosi. 
“Per cosa?” chiese Dom perplesso. 
“L’ultimogenito. Alle volte aspettato. Alle volte nemmeno cercato. Oppure vuoi finire screditato dalla stampa perché, in casa con otto stanze, ti sei messo a fare la stanza giochi e non hai pensato al povero pargolo…” disse Ilaria sorridente.
“Poco male, mi rimane la mansarda” disse speranzoso Dom , raggiungendola.
Ma Ilaria, abbracciandolo, disse, sorridendo divertita all’idea di rovinare i progetti del ragazzo:
“La mansarda, caro Sblomie. Ci sono le cose dei bambini da sistemare. E la mansarda va più che bene.”
“Ma è terribile” disse Dom col broncio.
“Questa è la vita responsabile” e salutandolo con una mano entrò nella graziosa porta bianca.

A Los Angeles stava la maggior parte del cast. E se non fosse stato per i vari impegni di lavoro, quel novembre 2001 sarebbero stati tutti assieme.
Elijah solo fu costretto a lasciare la città degli angeli per andare a girare le scene del nuovo film, ‘All I Want’, slittate all’ultimo momento per la fine dell’anno, dopo il casting di marzo, dove Elijah aveva conosciuto le due protagoniste femminili: Mandy Moore e Franka Potente.
Ilaria nel frattempo, aggiungeva un tocco femminile alla casa di Dom, facendo morir dal ridere Billy ed Alison che erano andati a trovarli.
“Alison questa è la realtà del loro rapporto da quasi due anni. Fare cose che l’altro non sopporta” disse Billy ridendo assieme alla compagna.
Ilaria sorrise e sistemando qualche cosa su di una mensola nel soggiorno, disse:
“Io non sto facendo niente di male infondo. Sto solo cercando di rendere questa casa più accogliente.”
“Perché prima non lo era?” chiese Dom contrariato.
Ilaria le baciò la bocca e rispose:
“Tu nemmeno sai dove sta di casa l’accoglienza, mio caro Monaghan” e si mise a sistemare qualche cosa.
“Scusa… Infondo ci vivrete tutti e due qua dentro, un giorno” disse Alison “Lei sta solo aggiungendo un tocco di femminilità nella propria casa.”
“Si! Va bene il femminile e il suo maledettissimo tocco. Ma nel letto, sembra si sia spiaccicata una mummia che si è fatta un trip. Ha messo nastri colorati sulla parete e sulle sbarre del letto, ve ne rendete conto?” disse Dom facendo una voce disperata che fece scoppiare Billy e compagna in una fragorosa risata, mentre Ilaria dalla cucina, diceva contrariata:
“Non sono nastri animale. È tulle. E non è avvolto nella spalliera del letto e basta..”
Billy, piegato in due dal troppo ridere, disse, asciugandosi un occhio:
“Visto che hai detto che tu nel letto con una donna non ci dormi mai, potresti inventarti qualche giochetto erotico con quei nastrini…”
“TULLE!” gridò Ilaria dalla cucina.
“See!” rispose Dom abbandonandosi nel divano. “Mi ha detto, chiaro come il sole che se provo a toccare uno solo di quei cosi..”
“Sei morto! Anzi ti disintegro” disse Ilaria entrando e baciandogli una guancia.
“Mai metterti una donna in casa. È partita dalla saliera e dalla zuccheriera in cucina ed è finita alle minacce di morte in salotto…” disse Dom sconsolato.
Billy non poté ridere più forte lasciando interdetto l’amico e facendo scoppiare in una sonora risata anche Alison, trattenutasi per educazione sino a quel momento.

Hannah dormiva tranquilla in quella che aveva ribattezzato ‘la sua cameretta di Los Angeles’e che da subito aveva adorato, perché aveva una cosa che a Wellington non aveva : il lettino per invitare Ally a dormire a casa da lei.
Poco lontano, nella stanza di Dom, i due ragazzi facevano dolcemente l’amore. E quando Ilaria si mise a sdraiare accanto al ragazzo, guardò la camera attorno a se.
Pensò che nella penombra era totalmente diversa e sospirando disse:
“Questa casa al buio sembra diversa. Fa davvero paura…” e lo abbracciò.
“Si specialmente quelle fascette…” disse serio Dom, mentre Ilaria, spingendolo disse, fingendosi infastidita:
“E smettila. Mamma mia.”
Dom rise e la baciò. Poi accarezzandole le guance con i pollici disse:
“C’è una cosa che volevo dirti da tanto tempo… E trovo solo ora il coraggio di dirtela. Vuoi sposarmi?”
Ilaria sbarrò gli occhi e piano chiese:
“Stai scherzando?”
“No!” disse lui baciandola di nuovo.
Ilaria rispose al bacio e disse:
“Lo sai che è un passo importante? Vero?”
“Lo so. e sono sicuro di quello che ti sto chiedendo. Vuoi stare con me per tutta la vita?” chiese Dom sorridendo piano.
Ilaria sospirò e si mise a sedere nel letto poggiando la schiena alla spalliera.
“È una domanda Ila, che richiede una risposta breve. Si o no.”
Ilaria guardò Dom alzarsi a sua volta. E piano disse:
“Io.. Io..”
Non avrebbe mai immaginato che le avrebbe fatto tanto paura una proposta simile. Guardò Dom che piano ribadì:
“O si, o no”
“E cosa succede se dico no?”chiese lei piano.
“Nulla. Non cambierà nulla. Te lo giuro..” la rassicurò lui.
Ilaria sorrise nervosa e mordendo una pellicina al lato del pollice disse:
“Lo sai che ho solo diciannove anni. E che ti amo da morire. Giuro. Ci ho pensato anche io milioni di volte. E anche io voglio formare una famiglia con te.”
“O si o no” disse ancora Dom , stavolta più deciso.
Ilaria sospirò e piano disse:
“…SI!” e gli cinse il collo con le braccia mentre Dom, urlando di gioia portò in avanti il peso del corpo e caddero dal letto, ridendo e baciandosi felici.

La mattina dopo, Hannah, mangiava latte e cereali. Dom guardava Ilaria sorridendo. E Ilaria, mettendosi a sedere accanto alla figlia disse:
“Una volta mi hai detto che volevi che la mamma si sposasse, vero?”
Hannah ingoiò l’ennesima cucchiaiata di cereali e disse:
“Si! Col papà”
Dom rise e sedendosi a cavalcioni sulla sedia, disse alla bambina:
“Il prossimo anno io e la mamma ci sposeremo. E tu sarai la damigella..”
Hannah guardò la madre e il padre e, buttandosi al collo dell’ultimo disse:
“Che bello! Allora non vi lascerete mai più?”
Dom sorrise e baciandole una guancia disse:
“Lo sai che mi hai fatto un regalo davvero bellissimo? Se tu non avresti voluto, io non avrei potuto sposare la mamma..”
“Io voglio che sposi la mamma. Almeno veniamo a vivere qui e io sto più con Ally e ci gioco di più” disse Hannah serissima.
Dom guardò Ilaria e, serio anche lui, disse:
“Certo che questo è un bel motivo per sposarsi. Credo che sia uno dei principali.”
Ilaria rise e abbracciando Hannah baciò Dom.
Quel viaggio a Los Angeles aveva cancellato tutti gli spettri del passato e aveva portato con se una speranza. Una candida speranza.



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Capitolo 35
*** Le premiere ***


Ebbene si

Ebbene si. La fine si sta avvicinando (finalmente direte voi!). Ancora qualche capitolo e tutto finirà. Quindi tra poco ci saluteremo. Sniff! Sniff!
Sappiate che per i figli Ilaria scherzava, tranquilla Paddina. Si stavano prendendo in giro.
Per il tulle sulla spalliera del letto, non so chi, ma in casa di una star c’era. E siccome mi aveva fatto ridere, dato che era una cosa stravagante lo inserita nella fic. Stravaganze da Hollywood. Infondo è lì che Dom e Ilaria stanno. Eheheheheheheheheheheheh!
Per chi è interessato, Wolvie ha aperto un sito sulla oramai amatissima Claudine. Non so che cosa ne pensate dell’altro capitolo. Quindi scriverò nel prossimo le vostre considerazioni. Inutile che vi ripeta che voglio sapere che cosa pensate del fatto che Dom abbia già chiesto a Ilaria di sposarlo. È stata una scelta sofferta. (addirittura!!) perché non sapevo se stavo, o no, facendo la cosa giusta. O meglio.. Magari era una stupidaggine. Voglio sapere la vostra opinione.
Aspettato le vostre opinioni. Accetto qualsiasi critica, come ho sempre detto, basta che sia costruttiva e non offensiva.
PS: tra poco vi arriverà la partecipazione di Dom e Ilaria. Questo significa che alle nozze siete invitate anche voi.. ^____________^
Un bacio a tutte. 
Buona lettura. Niniel.


                                                       10 dicembre 2001: Londra.
                                     16 dicembre 2001: Los Angeles.
                                     18 dicembre 2001: Wellington.

                                            (‘La Compagnia dell’Anello’ un film sulla bocca di tutti)


Qualche settimana dopo, Ilaria e Dom partirono per Manchester, dove il ragazzo avrebbe festeggiato i venticinque anni, da mamma e papà. E per renderli partecipi della decisione presa.
Certo. Ilaria pensava che sarebbe stata una passeggiata dirlo ad Aureen e Austin. Ma dovette ricredersi, quando si trovò davanti alla donna, al suo ritorno a Manchester. portarle via il figlio non l’avrebbe resa la più amata.

Erano seduti tavola, quando Dom decise di dare la notizia.
La mamma di Dom stava servendo la cena. E quando si fu seduta, il ragazzo si alzò e disse:
“Devo darvi una notizia.”
Aureen lo guardò stupita. In un attimo le vennero gli occhi lucidi. Austin e Matt, invece, lo guardavano curiosi.
Dom schiarì di nuovo la voce e disse:
“Ormai ho venticinque anni. E da due sto con una ragazza meravigliosa… Siete i primi a saperlo. Io e Ilaria abbiamo deciso di sposarci.”
Il padre sorrise e batté le mani, Matt, invece si alzò dalla sedia e abbracciando Dom, disse:
“Hai fatto bingo fratellone” e poi, voltandosi verso Ilaria, le disse ad un orecchio, abbracciandola: “Sei ancora in tempo per cambiare idea” e la fece ridere di gusto.
Austin, invece, commosso, abbracciò il figlio e disse:
“Me l’hai fatta davvero bella. Tutto mi immaginavo ma non che ti sposassi. Complimenti. Ottima scelta…” e poi, guardando Ilaria disse: “Invece, per te, mi chiedo che errori devi scontare dalla vita precedente, per sposarti Dom.”
Hannah guardava perplessa il via vai che gli adulti avevano messo in atto, mentre Aureen, abbracciando Dom lo strinse forte e disse:
“Ottima scelta mio caro. Non potevi trovare ragazza migliore. Davvero.”
Ilaria sorrise a Dom che abbracciava commosso la madre. Non si intromise. Era un momento di quelli da film romantici, quando la madre si rende conto che il figlio se ne andrà a vivere da un’altra parte, con una nuova famiglia. Poi, quando Aureen si voltò verso la ragazza, Ilaria capì da dove aveva preso il futuro marito, dato che la donna, disse:
“Ma mi spieghi come fai tu, carina delicata, dolce e simpatica a stare con un microcefalo come mio figlio…”
Ilaria si trattenne per quanto le fu possibile, poi, abbracciando Aureen scoppiò a ridere guardando la faccia contrariata di Dom.

Quella notte uscirono con gli amici. C’era un certa tensione ed era per due motivi: 
- primo: dovevano dire a tutti che si sarebbero sposati;
- secondo: avrebbero rivisto Claudine.
Certo. Ilaria sapeva che Dom era suo. Suo e basta. Ma non poteva negare che la presenza della ragazza la innervosisse parecchio. Quando videro arrivare Ed e gli altri, Dom sorrise e paino disse:
“Aspetta quando lo saprà Ed che mi devo sposare… Si metterà ad offrire da bere a tutti.”
Ilaria rise guardando i ragazzi arrivare. Non poteva negare che, vedere Claudine le procurava fastidio, ma la certezza che, di li a poco si sarebbe vendicata per quello che era accaduto tre mesi prima, la faceva sentire meglio.
Ed, come suo solito, non poté trattenersi e, con una stretta vigorosa all’amico, disse:
“Brutto attore stronzetto. Auguri. Mica si compiono tutti i giorni venticinque anni. “
“Grazie Ed” disse Dom fingendosi commosso. “Le tue belle parole sono un tonico per me…”
“Smettila di sfottere e dimmi quante tope hai visto nella città degli angeli” disse Ed guardando una cameriera procace che gli passava vicino. 
“Beh! Non mi sono occupato delle tope americane” disse sincero Dom.”Avevo altro a cui pensare..”
Ed guardò Ilaria e piano disse:
“Me lo porti sulla cattiva strada, il ragazzo. Un tempo avrebbe fatto carte false pur di andare in giro per conquistare delle belle ragazze..”
Ilaria sorrise e sollevò il bicchiere, mentre Dom , quasi si volesse scusare, disse:
“Che vuoi farci. Ho intenzioni serie, io”
Howard si avvicinò e disse, abbracciando Dom e salutando Ilaria con un sorriso:
“Questa è la volta buona che Dom smette di fare cazzate, ragazzi.”
“Sarebbe ora!” disse Sandy. “Ha un quarto di secolo questo demente. E già deve ringraziare Dio di aver trovato qualcuno come Ilaria che lo sopporta…” e girandosi verso la ragazza le disse: “Ti faranno una statua tesoro..” e le baciò tre volte la guancia per salutarla.
Claudine arrivò al tavolo silenziosa. Ilaria non lo sapeva, ma Ed l’aveva prontamente minacciata prima di entrare nel locale, dicendole che, se avesse fatto qualsiasi cosa per far litigare lei e Dom, l’avrebbe accompagnata a casa a calci in culo.
Ma, dopo il suo arrivo, Dom, riuscì per davvero a vendicarsi e vendicarla, abbracciando Ilaria e dicendo raggiante:
“Ragazzi. Vi devo dare una notizia.”
“Sei gay e io posso mettermi con Ilaria” disse Ed, prendendo una birra da quelle che aveva portato la cameriera.
“Niente di questo..” disse Dom che, voltandosi verso Ilaria e guardandola disse: “A fine dell’anno prossimo, Ilaria ed io.. Ci sposeremo.”
Ed sbarrò gli occhi e si soffocò con la birra che stava bevendo. Dopo che Howie e Rob andarono n suo aiuto, disse, pulendo con una mano la bocca:
“Brutto bastardo. Almeno, queste notizie, dammele quando non sto bevendo.”
Sandy, invece, guardò Ilaria e saltando in piedi, si avvicinò a lei e abbracciandola disse:
“Congratulazioni, piccola. Davvero. Non si trova tutti i giorni qualcuno che sta per diventare ricco e sposarselo… Va be… C’era quello moretto che era più bello. Ma hai fatto meglio con un lui. Non saresti stata tranquilla. Lo so… Con tutte le donne che le gireranno dietro. L’ho visto nei trailer con la parrucca bionda.. Mio Dio.. Se la potevano risparmiare.. Ma è bello lo stesso… ”
Ilaria rise sulle considerazioni della parrucca di Orlando e ringraziò. Naturalmente, non poté fare a meno di voltarsi e vedere la faccia di Claudine. Fu in quel momento che capì che la vendetta non deve per forza essere qualcosa di estremamente cattivo, ma, alle volte, bastava solo spiattellare la propria gioia per renderla perfetta. E in quel momento lo era.

Il 10 dicembre, come deciso dalla produzione, tutto il cast si riunì a Londra per l’anteprima mondiale del primo film della trilogia: La Compagnia dell’Anello.
Naturalmente Ilaria e Dom, partirono il giorno prima, con l’intento di dare la notizia a Peter e Fran che, lo stesso giorno, con Katie e Billy, per la gioia di Hannah, sarebbero arrivati da Wellington, per partecipare alla prima del film sul quale, da quattro anni a quella parte, avevano sputato sangue giorno e notte, affinché venisse realizzato. Lo stesso film che li aveva fatti avvicinare ad Ilaria e che, per uno strano gioco del destino, l’avrebbe portata via da Wellington…

Peter e Fran arrivarono con le valigie. Ilaria quando li vide li strinse fortissimo. E, con Dom che la seguiva, entrò nella camera da letto dei genitori e li fece sedere.
Lei rimase in piedi, stringendo l’indice e il medio della mano destra nel pugno della sinistre, mentre i due tutori la guardavano curiosi.
“Allora? Cosa ci devi dire?” chiese dolce Fran.
“Appunto. Ho assoluto bisogno di riposarmi. Quasi ventiquattro ora di volo non sono un gioco…” scherzò Peter.
Ilaria sospirò e, con un sorriso, disse, radiosa:
“Io e Dom abbiamo preso una decisione.”
“Vi lasciate” sorrise Peter.
“NO!” dissero assieme Ilaria e Dom.
“Scherzavo. Mamma mia come siamo suscettibili” disse Peter mettendo le mani avanti.
“Sii un po’ serio amore. I ragazzi ci stanno dicendo una cosa importante” sorrise Fran toccando un braccio del marito.
Peter guardò i due da sotto gli occhiali, con la solita faccia furba che lo contraddistingueva e affondando un po’ nella sedia, disse, serio:
“Va bene. Faccio il serio”
Ilaria sorrise, guardando Dom e, poi, voltandosi verso i suoi genitori, annunciò felice:
“Io e Dom.. Abbiamo deciso… Di sposarci entro la fine dell’anno prossimo.”
Silenzio. La mascella di Peter si spalancò, lasciando il regista a bocca aperta, incapace di dire una parola. Fran, invece, piegò la testa e disse, seria, nonostante l’espressione del marito:
“Bene! Sapete che dirò un di quelle da mamma saccente che non vi piaceranno affatto. Ma io ho più esperienza di voi. E non credo che sia giusto pensare al matrimonio alla vostra età. Cioè.. Ilaria ha solo diciannove anni. Venti l’anno prossimo, ma sono comunque molti. E Dom, non credere che nella vostra situazione, avere ventisei anni sia un vantaggio. Per me siete molto giovani e ci penserei..”
“E allora?” chiese Ilaria contrariata dalla reazione della madre.
“Quello che Fran vuole sapere…” disse Peter dopo aver ritrovato l’uso della parola. “… e se siete pronti per questo passo.”
Ilaria socchiuse gli occhi. Stava per rispondere, quando Dom disse:
“Io credo che non ci si debba porre nemmeno la domanda, dopo due anni che stiamo assieme. Dopo due anni che ne abbiamo passato di cotte e di crude. Abbiamo convissuto. Siamo stati lontani. Abbiamo riso e scherzato. Ci siamo lasciati. Abbiamo sperimentato tutto..”
“Come tutto?” chiese allarmato Peter.
“Papà!” disse Ilaria guardando il padre.
“Scusa! Dice che ha sperimentato tutto con mia figlia e io non devo preoccuparmi?” disse Peter contrariato.
“Pete.. A parte che stanno assieme da tanto tempo. Credi che sarebbe normale se non avessero fatto nulla?” disse Fran sorridendo al marito.
“Si. Ma almeno non dirlo…” disse Peter, guardando Dom.
“Ma io non intendevo quello” si giustificò il ragazzo.
“Hai visto non accetti… “ stava per dire Fran, quando Ilaria, seccata, disse:
“Stiamo facendo una discussione seria, accidenti. Io e Dom ci vogliamo sposare. E non mi importa se per molti il fatto che ho solo vent’anni, sia un motivo per dire che questo matrimonio non si dovrebbe fare… Io amo Dom. e lo sposo. Qualunque cosa accada. E sappiate che non mi sposo per l’abito da sposa. Ma perché lo voglio veramente. Lo desidero. Sei stata tu a farmelo capire, tempo fa. Mi hai detto che hai capito di voler sposare papà perché volevi passare il resto della tua vita con lui. E anche io lo voglio. Voglio essere la sua compagna nel bene e nel male. E se vi dico di essere pronta oggi, tra un anno lo sarò di più.”
Peter si sollevò dalla sedia e abbracciò la figlia e, commosso disse:
“Allora congratulazioni piccola” e poi, voltandosi verso Dom, disse: “Te la concedo. Ma se la fai soffrire, stavolta te lo taglio davvero.”
Dom sorrise e abbracciò Peter, disse:
“Tranquillo. Ora non credo che ci sarà nessuna Claudine a dividerci..”
“E gli altri che hanno detto?” chiese Fran ai due.
“Veramente non gli abbiamo detto nulla” dissero sorridenti due.
L’occasione per dare la notizia si presentò il 9dicembre. Tutti si sarebbero riuniti per la premiere di Londra e sarebbe stato più facile dare la notizia a tutti, escludendo solo pochi che sarebbero stati avvertiti dopo.
Billy, quella sera li vide scendere, Dom e Ilaria mano nella mano, con la felicità stampata a lettere cubitali nella faccia. Ilaria gli corse incontro e lo abbracciò e disse:
“Boyd!”
Billy la guardò un attimo, allontanatola, tendendola per le spalle. E disse, curiosa:
“Sei strana. Che cosa è successo in questo periodo che non ci siamo visti, ah?”
Dom guardò l’amico e dandogli il cinque e una sonora pacca sulle spalle, con tanto di abbraccio, disse:
“Dobbiamo fare un annuncio. Ma se ti fai uscire qualche cosa con gli altri.. Giuro che ti uccido, scozzese” scherzò puntandogli contro l’indice.
Billy sorrise e disse, mettendo una mano sul petto:
“Sarò muto come una tomba.”

Dopo pochi minuti si trovarono tutti nella hall, seduti si dei divanetti, aspettando le limousine che gli avrebbero accompagnati al cinema.
Parlavano tutti, ridendo e ricordando quello che avevano fatto, mentre Dom faceva il pazzo:
“Allora Orlando… Con la scusa che sei un figo e che hai fatto un filmone, quante te ne sei fatto?”
“Io sono uno che cerca la storia seria…” ribadì Orlando.
“Si! Specialmente con quella modella biondissima, che lo farebbe venir duro anche ad un morto…” disse Lij.
“Ma è mai possibile che non fate altro che fare battute zozze?” disse Billy scandalizzato. “E comunque Lij ha ragione. Era una bella ragazza” continuò sorridendo.
“Siete dei depravati ragazzi” rise Liv. “Mi spiegate come potete dire queste cose di una ragazza che sta con Orlando…”
“Ragazza?” disse Sean Bean. “Se è la stessa che penso io, quella è una dea. Anche se, per quanto ne so, ha qualche anno in più di Mr. Bloom..”
“E come fai a saperlo?” chiese Viggo, curioso.
“Viggo. È una modella” disse Billy. “Sono conosciute le modelle…”
“Comunque Kelly(*)…” disse Orlando. “… è la donna della mia vita. E ci so benissimo assieme a lei. E non la voglio lasciare. Per niente al mondo. E poi, Elwood, hai poco da dire. Non hai la ragazza da quando siamo andati in Nuova Zelanda. Che ne dici se ti fai una bella scopata..”
“Ma che piccolo lord inglese” disse Ilaria piano a Liv che rise divertita dalla battuta.
“Io comunque ho la ragazza. È tedesca e si chiama Franka. Franka Potente” disse Elijah divertito.
“La stessa che sta girando il film con te, Monkey?” chiese Dom.
“Si!” sorrise Lij.
“MA È PIÙ GRANDE DI TE…” aggiunse Dom.
“Lo so..” disse Lij. “Ma l’amore non ha età. E poi sono solo sette anni di differenza” continuò con non curanza.
“Io ho la ragazza grande solo tre anni e mi fate a pezzi. Lui che ha la ragazza sette anni più grande non gli dite nulla?” si lamento Orlando.
“Perché la tua è una topa che è sprecata con te, Ob” disse Dom.
Ilaria lo colpì e disse:
“Come sei animale..”
Dom sorrise e fece una smorfia. Tutti notarono però la dolcezza dei gesti di entrambi, Viggo e Ian in primis.
Billy, invece guardando Elijah, disse:
“Allora Lij? A quando le nozze?”
“See! Ho vent’anni” sorrise Elijah. “Però sto bene.”
“L’importante è che tu sia felice Lij” disse Liv sorridente.
“Grazie Liv” sorrise ancora Lij.
Ian, invece, disse a Dom:
“E tu quando la metti la testa apposto, Dominic?”
Dom sorrise e guardando Ilaria disse:
“Io la testa apposto l’ho messa da tempo.”
“Ma mi sa che il passo finale è nell’aria” continuò Ian.
“Infatti credo che Ilaria ci possa dire di più” rise Viggo.
Fu allora che Billy guardò Ilaria e intuì a che cosa l’espressione della sua migliore amica fosse collegata. E incrociando lo sguardo di Ilaria sorrise.
“Beh! Una notizia ci sarebbe…” disse Dom grattandosi la testa.
“Ilaria ha capito la cazzata che ha fatto mettendosi con te e vuole lasciarti per mettersi con una persona migliore.. Tipo me..” disse Orlando alzandosi e facendo segno vittorioso.
“Ma tu non avevi la ragazza?” chiese Elijah ad Orlando.
“E zitti, porca miseria” disse Billy.
“Io e Ilaria…” disse di nuovo Dom.
“Però sarebbe bello vedere come starebbero Ilaria e Orlando, assieme..” disse Sean Astin sorridendo.
“Andate a cagare. Non si può dire nulla” disse Dom spazientito.
“Ci sposiamo..” disse Ilaria tranquilla.
Attimo di silenzio. I presenti guardarono i due con la stessa espressione di Peter (senza la bocca aperta però). Il primo a riprendersi fu Billy che alzandosi disse:
“Posso farti da testimone o stai facendo un casting apposta?”
“No. Certo se poi non hanno impegni vorrei anche Lij, Orlando e Sean Astin. Gli altri non me ne vogliano, ma a loro sono molto legato”
I tre interpellati saltarono addosso al ragazzo, ridendo e dandogli pacche sulle spalle, mentre Ilaria guardando Liv, disse:
“Naturalmente tu, Miranda e Sophie mi farete da damigelle. E la damigella d’onore sarai tu. Ah! Mi raccomando chiama Alison, Bill, voglio anche lei come damigella.”
“Certo..” sorrise lo scozzese. “Ne sarà onorata.”
“Ma ve ne rendete conto? Dom e Ilaria si sposano..” disse John. “Un tempo una come lei avrebbe cercato uno serio.. Invece..”
“Lo so John” rispose Ian. “Ma che vuoi farci. L’amore è cieco…”
Dom sollevò gli occhi al cielo e disse:
“Ma sono così messo male?”
“Molto Dom. Moltissimo” disse Elijah dandogli qualche pacca sulla spalla.
Il manchesteriano seguì l’amico californiano, mentre gli altri si complimentavano con la futura sposa.

La mattina del 10 dicembre Ilaria guardò Dom che gli dormiva affianco.
Lo accarezzo dolcemente e, quando il ragazzo aprì gli occhi, sorrise e baciandolo, disse:
“Mi sembra diverso ora vederti, da quando tutti sanno del matrimonio.”
“Tranquilla che ci beccheremo qualche mega scherzo da parte di Billy, Orlando e Lij. E vedrai che si metteranno in mezzo anche Viggo e Sean. Bean. Astin è uno che ha messo la testa apposto.” 
Ilaria accarezzò una guancia a Dom e disse:
“Aspetta il giorno del matrimonio, allora” e rise con Dom, dicendo: “Cosa credi che ci faranno passare la cerimonia senza scossoni? Ma questo è lo scotto da pagare per avere degli amici che si assomigliano a dei bambini.”
“Un bambino…” disse Dom guardando il soffitto. “Da quando ti ho conosciuto, penso che non sarebbe male come idea, quella di dare un fratellino ad Hannah. Magari.. Perché non smetti di prendere la pillola.”
Ilaria sorrise e disse:
“Prima di pensare a queste cose, caro il mio futuro maritino, pensa che stasera hai la prima mondiale della tua grossa fatica cinematografica” e si alzò tirando il lenzuolo per coprirsi.
“Ma per quella storia ci penserai, vero?” chiese Dom alzandosi e mettendo i boxer.
“A cosa?” chiese Ilaria entrando nel bagno.
“Ad avere il bambino” disse Dom affacciandosi nella porta. “A smettere di prendere la pillola e di provarci”
“Guarda.. Finisco di prendere questo blister e ne parlo col ginecologo” disse Ilaria poco convinta.
“Ilaria non sto scherzando. Il mio desiderio è avere una famiglia numerosa…” disse Dom abbracciandola per la vita e guardandola dallo specchio che aveva di fronte.
La ragazza si voltò e piano disse, prendendo il viso del ragazzo tra le mani:
“Va bene. Se ci tieni ad essere il Sam della Compagnia degli Attori, cercheremo di avere un bambino. Però, prima di progettare il Manchester United di Dominic Monaghan, devo parlare col ginecologo. Quindi, prima di gennaio 2002 dovrai aspettare.”
“Andiamo da qualcuno a Los Angeles” continuò Dom con voce lamentosa.
Ilaria lo guardò. Gli accarezzò una guancia e lo baciò e, dolcemente disse:
“Dom.. Ci sposeremo ad ottobre. Abbiamo dieci/undici mesi di tempo. È quasi un anno di tempo. Se ritardiamo di un mese non succederà niente”
“Tu promettimi che ci penserai una volta a Wellington” disse lui con tono supplichevole.
“A gennaio lo farò. Davvero. E ora vai. Mi devo preparare, dobbiamo uscire per comprare qualche vestito per stasera.”
Dom uscì. Ilaria riempì la vasca silenziosa. Si sentiva uno straccio. Un vero e proprio schifo. Aveva mentito a Dom, all’uomo che aveva chiesto di sposarla.
Entrò nella vasca e sospirò. Non era pronta ad essere madre. Non era pronta ad esserlo per la seconda volta. Non a vent’anni.

La sera, davanti all’albergo arrivarono le limousine. Dom, dopo averne adocchiato una, disse:
“Ehy! Io e Ilaria prendiamo questa.”
Stava per entrare, quando Peter lo bloccò e disse:
“No! Tu andrai con Billy e con Elijah. Sean A. e Sean B. assieme ad Orlando prendete questa. Liv, Viggo e Ian questa. John e Hugo qua. Cate può prendere quella col marito. Io, Fran e Ilaria questa. Mi spiace Dom. ma abbiamo deciso così” disse Peter dopo aver sistemato tutti nelle macchine.
Ilaria baciò Dom e disse:
“Dai! È il tuo momento. Vai e falle morire quelle ragazzine lì fuori. E firma autografi e non assegni. Mi raccomando. A dopo, Sblomie..”
“Ci vediamo al cinema” disse lui, mentre Billy lo tirava dentro la macchina.
“Mi spiace” si intromise di nuovo Peter. “Caro il mio inglesuccio innamorato Ilaria anche al cinema starà con me e on Fran. Tranquillo. Da ottobre ti passerà la smania di stare assieme.”
Dom, mentre la macchina partiva, salutò sconsolato Ilaria, mandandogli baci con la mano, mentre Elijah e Billy lo torturavano.
Ilaria salutò con la mano finché la limousine sparì dal campo visivo. Poi, sistemando la gonna nera e la camicia bianca sotto la giacca, sistemando la sciarpa si avvicinò ai genitori e disse, prendendoli a braccetto:
“Mamma e papà. Questo è il vostro momento. Andiamo al cinema a vedere il vostro film.”
Peter baciò la tempia della figlia e chiese alle due donne:
“Emozionate?”
Fran e Ilaria si guardarono e ridendo, dissero, assieme:
“Naaaaaa! Nemmeno un po’” 
Peter le guardò da sopra gli occhiali e disse, piano, ridendo:
“Bugiarde!” e dopo averle fatte accomodare, entrò con loro in macchina.

Il 16 dicembre parteciparono alla prima americana, quella di Los Angeles.
Ilaria dovette accompagnare Peter, poiché Fran era tornata con i tre bambini a Wellington.
L’emozione di Londra era scemata lentamente, portando ottimi risultati. La critica aveva parlato di un ottimo film e, nonostante il film non fosse ancora uscito, l’operazione di marketing prese il via, facendo si che alla televisione non si aspettasse altro. E anche se molti puritani di Tolkien storcevano il naso, il film si preannunciava un vero e proprio successo, con tanto di sold out al botteghino per l’uscita il 18 dicembre.
Ilaria, approfittando della gita a Los Angeles passò col compagno i due giorni che doveva stare a Los Angeles.
Naturalmente sfruttarono il tempo a loro disposizione nel migliore dei modi, passando addirittura un’intera giornata a letto. Solo la mattina del 16 furono costretti ad alzarsi dal letto, per andare a comprare un vestito adatto per l’occasione.
Così quella sera, accettando per l’ennesima volta il fatto che, come a Londra, dovettero stare divisi, Ilaria lasciò l’albergo con il padre.
Peter guardò la figlia quando scese le scale dall’albergo con un bellissimo vestito nero, senza bretelline, che fasciava il seno e il busto, rimanendo liscio e morbido sui fianchi. I capelli erano legati in un elegantissimo nodo. Il trucco leggero e la catenina che lui e Fran le avevano regalato per i suoi sedici anni.
Le porse una mano e accompagnandola mentre scendeva gli ultimi gradini, disse:
“Sei bellissima” e le baciò una guancia.
“Grazie papo. Sono emozionata, più di quando eravamo a Londra. Mamma! Sto tremando”e prendendo la stola dalla borsa la buttò sulle spalle. Poi, pizzicando il lobo per sistemare l’orecchino disse, prendendo il padre sotto braccio:
“Oggi Los Angeles. Domani aereo e dopodomani Wellington. Questa è la fama caro padre”
“Dai che oggi ti porto al cinema.. Andiamo a vedere quel film.. ‘Il Signore degli Anelli’.. Dicono che sia un bel film. Io l’ho visto e mi è piaciuto. E a te?” chiese Peter facendo ridere la figlia.
“Uhm! Bello! Dovremo complimentarci col regista, non trovi? Lo conosci?” disse Ilaria ridendo col padre.
“Chiedilo a tuo padre. Forse lo conosce” rise Peter.
Ilaria lo guardò e disse:
“Andiamo papo. Ci aspettano” e a braccetto, uscirono e andarono nella limousine.

Wellington e il suo calore. Quello Ilaria avrebbe ricordato ogni volta che il ricordo dell’uscita del film l’avrebbe colta.
Avrebbe ricordato l’entrata dell’Embassy con la gigantesca locandina del film. E fuori.. La Terra di Mezzo. O meglio Hobbiville.
Si commosse quando vide tutti sul palco delle celebrità. E quando lo speaker chiamò Peter, la ragazza guardò Fran e disse:
“Wellington accoglie il papà come un eroe.”
Fran sorrise e disse:
“Ora si monta la testa”
“No! Rimarrà lo stesso pazzo”disse Ilaria guardando i ragazzi che facevano le foto, facendo i pazzi come loro solito.
“Aspetta domani… Quando si alza, se comincerà a farneticare cosa del tipo, sono più potente di Spielberg, allora ci dobbiamo preoccupare” disse Fran, prendendola sotto braccio e avvicinandosi al palco.
I ragazzi, quando videro Ilaria si avvicinarono e cominciarono a parlare tra loro.
“Allora!” disse Ilaria ridendo. “Oggi il mondo conoscerà il vostro film.. Emozionati?”
Dom abbracciò la ragazza e disse, facendo lo scemo:
“Tranquilla. Tanto ti sposo lo stesso. Anche se il film va male..”
Ilaria lo colpì e disse:
“Come sei scemo. Ora per punizione, starò vicino a Billy ed Orlando al cinema” e allontanandosi con i due ragazzi disse: “Non sono dell’umore di sentire cattiverie, oggi. Allontanatemi da questo squalo..” e ridendo entrarono al cinema, passando tra una fila di elfi.








(*)Orlando prima di Kate ha avuto una ragazza che faceva la modella. L’ho letto e ho visto anche la foto. Molto bella, più della Bosworth, secondo me. Il problema è che non so il nome. Quindi, per le fan di Orlando, se conoscete il nome di questa ragazza, non me ne vogliate se è sbagliato.Era un modo per dire che il ragazzo aveva dimenticato, finalmente, Ilaria.




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Capitolo 36
*** Nubi all'orizzonte ***


Oggi sono davvero giù

Oggi sono davvero giù. Ho ricevuto una lettera dalla LAV, che da anni si schiera contro la vivisezione. Quello che ho letto è una cosa davvero terribile. 
Io sono contraria a qualsiasi tipo di tortura, sia fatti ad uomini o animali. Ma quelle contro gli animali proprio non le sopporto.
Sappiate che in Cina, luogo dove la maggior parte delle industrie italiane e non compra le pellicce per fare scarpe e guanti e balle varie, usa dei metodi di uccisione (e l’uccisione di animali per fabbricare pellicce, comunque venga fatta è sbagliata) a dir poco barbari.
I cani, i gatti, le volpi, vengono uccisi in una maniera che non vi posso spiegare qui, perché ha turbato me e non voglio turbare anche voi. Se volete sapere qualche cosa di più potete contattarmi direttamente dal sito. Vi darò tutti gli indirizzi. Naturalmente vi chiedo cortesemente di far passaparola. 
Per chiunque ha il coraggio di chiedermi il sito dove si vede questa inumana uccisione, ho il link. Io non ho il coraggio di entrarci. Contattatemi e ve lo do. 
Scusate se ho usato questo spazio per dire queste cose. Ma quello che ho letto è inumano. Davvero. E per una che ha smesso anche di comprare trucchi e di regalarli perché sa che sono testati, così come le medicine, è una cosa inaccettabile, specialmente nel 2005.

Ora spazio alla ff. Come al solito.. Buona lettura. Baci. Niniel82.



                                                                            Nubi all’orizzonte.

Dopo aver passato il Natale a Los Angeles con Dom, i due piccioncini, decisero la data del matrimonio: domenica 8 dicembre 2002.
Il giorno del compleanno di Dom, presso una chiesa della città di nascita del ragazzo, i due avrebbero contratto matrimonio, quasi quello fosse un augurio per la loro vita futura…

Dopo la notizia delle tredici nomination all’Oscar della Compagnia, Ilaria e Dom stettero un po’ di tempo a Wellington, in attesa del viaggio che li avrebbe riportati a Los Angeles a fine febbraio, periodo di premiazioni..
Accadde una sera che, dopo aver cenato, a casa di Ilaria, Dom, fu colto da un fortissimo mal di testa che non gli permise nemmeno di chiudere occhio. All’alba, dopo una notte insonne, decise di alzarsi. Guardò Ilaria che, stretta al cuscino, dormiva beata. Camminando a piedi scalzi si diresse al bagno, e, avvicinandosi allo specchio, ne aprì l’anta e guardò dentro. Fu allora che vide il nuovo blister. Lo prese tra le mani e lo rigirò. Era nuovissimo. E questo significava solo una cosa. Ilaria gli aveva mentito. Non era mai andata dal ginecologo per sapere cosa fare per avere un bambino.
Incollerito si avvicinò al letto della ragazza, col blister in mano e svegliandola disse:
“Stavo cercando degli analgesici, quando ho trovato questa.. Perché mi hai detto che stavi ancora prendendo la pillola?”
Ilaria si mise a sedere nel letto e disse, scostando i capelli dalla faccia:
“Te lo dovevo dire.. Solo che.. “
“Solo che cosa? Non vuoi fare un bambino?” chiese Dom guardando la scatola, piano.
“N-non credo di essere pronta…” disse Ilaria imbarazzata.
“Dovevi dirmelo” gridò il ragazzo.
“Ti prego, non urlare” disse Ilaria abbracciandolo.
“Perché? Perché non mi hai detto che non eri pronta ad avere un bambino? Perché non mi hai confidato le tue paure. Io ti avrei capita, ti avrei ascoltata..” lui allontanandosi dall’abbraccio.
“Avevo paura di ferirti” ammise la ragazza tra le lacrime.
“Perché? Cosa credi di avere fatto così?” disse Dom voltandosi a guardarla.
“Dom non ho nemmeno vent’anni. Non pensi che stiamo correndo un po’ troppo. Accetto il matrimonio, perché voglio davvero passare tutta la vita con te, ma non posso darti un bambino. Non sono pronta ad essere di nuovo madre. Sono troppo giovane…”disse lei seguendolo.
Dom si voltò e guardandola, disse:
“Due anni che sto con te.. Ne abbiamo passate di tutti i colori. Ci è successo di tutto. Ed ora mi fai schifo. Ma non perché non hai voluto fare un bambino con me. No! Credo che sia per questa bugia del cazzo che mi hai detto. Non la sopporto, non da te…”
Ilaria guardò e disse:
“Noi ci dobbiamo sposare…”
“Sei giovane per un figlio, lo sei per un matrimonio. Non trovi?” disse Dom cercando una coperta nella panca vicino all’andito.
“Che vuol dire?” disse Ilaria con gli occhi pieni di lacrime. “È finita?”
“Sono le tre. Ho bisogno di un analgesico e di dormire. Dico che l’unica certezza che ho è che stanotte dormirò nel divano. Domani ne riparliamo” e sistemandosi nel divano, si mise a dormire.
Ilaria, a testa bassa, ritornò nella sua camera e si mise a dormire. Prese sonno solo un’ora passata a piangere.

La mattina dopo si svegliò tardi. Si diresse verso il salotto e vide che nel divano la coperta era piegata e sopra c’era un foglio. Lo prese e lesse:

‘Non ho chiuso occhio. Ci ho provato, ma non ci riesco. Sto pensando a quanto sono cambiato in questi due anni con te.
So di non essere più quello di una volta, perché, da quando sto con te, ho cercato di essere una persona migliore, adatta alla persona speciale che tu sei. 
Da quando ci siamo messi assieme son sempre stato attento a non farti soffrire di più di quello che avevi già sofferto. Ma mai, e giuro e ripeto, mai, avrei pensato che tu potessi sbagliare come hai sbagliato. E a farmi male come mi hai fatto. Ora ho solo bisogno di capire se voglio salvare la nostra storia e ritornare a fidarmi di te. Ti chiedo solo un po’ di tempo. È la seconda volta che t lo chiedo, ma ne ho bisogno. Come ho bisogno di capire. Scusami. L’unica cosa che ti chiedo è che, qualunque cosa ci accada, Hannah ne rimanga fuori e, io, possa ancora considerarmi suo padre….”

Ilaria strinse la lettera portando una mano alla bocca, poggiandone le labbra al dorso. E, abbandonandosi al divano, scoppiò in un pianto convulso.. alle volte il destino gioca dei tiri davvero ignobili.

Dopo quella sera, Ilaria e Dom non si sentirono più. O, per lo meno, non si cercarono, a nulla valsero le parole di Billy, Lij, Sean e Peter. Dom continuava a ribadire di aver bisogno di tempo per riflettere e avere un quadro completo di quella situazione che, senza che lui lo chiedesse, gli era sfuggita di mano.
Ilaria, soffriva. Piangeva molto e si rifugiava in casa sua dove passava intere serate a disperarsi, aspettando una telefonata di Dom.
Non che Dom stesse meglio. Al contrario. Anche lui piangeva e si disperava, chiedendosi se fosse il caso di ritornare sui suoi passi. E una parte di lui, non desiderava altro.

LOS ANGELES – ultimi giorni di marzo…. Premiazione degli Oscar.

Ilaria prese un taxi e andò a casa di Dom. risalì la strada e bussò alla porta.
Quando Dom aprì e la vide, non poté fare a meno di guardarla. Era triste. Si. Ma era anche bellissima. Sospirò e disse:
“Ciao!”
“Ciao!” sorrise lei con gli occhi ancora lucidi per colpa di un recente pianto.
“Entra!” disse lui spostandosi.
Lei entrò. Si guardò intorno e sorrise, notando che il ragazzo non aveva cambiato nulla dall’ultima volta che era stata in quella casa. Dom , che le si era avvicinato, l’aiutò a togliere la giacca. Il tocco delle mani del ragazzo, sulle sue spalle la fece rabbrividire. Si voltò e lo guardò. Lui sorrise dolce e poggiò la giacca sul divano e si mise a sedere su di una poltrona. Ilaria, invece, rimase in piedi:
“Dom. ho bisogno di te. Ho bisogno di sapere che ci sei. Ho bisogno di sapere che mi hai perdonato. E che possiamo stare assieme… Perdonami. Non ti mentirò mai più, lo giuro..”
Dom la guardò. Si sollevò lentamente dal divano. E lentamente si avvicinò a lei. Aveva voglia di lei, non poteva negarlo. Di vederla chiudere gli occhi e mordersi il labbro quando entrava in lei. E di vederla sorridere quando tutto finiva.
Le accarezzò i capelli e si avvicinò alle labbra, schioccandole dolci e teneri baci che, mano a mano divennero sempre più intensi. La strinse a se.
Desiderava fare l’amore con lei. Baciarla. E lo fece. E scesero sul pavimento, mordendosi, spogliandosi, gemendo e sospirando. E dolcemente cominciarono a fare l’amore.
E mentre l’urgenza della fine li faceva muovere più veloci, Ilaria si strinse a Dom, poggiando le labbra sulla spalla e piangendo felice. E guardandolo in viso, ancora col fiato corto, gli accarezzò i capelli e lo baciò e permettendogli di poggiarsi sul suo seno, disse:
“Non voglio più stare come sono stata in queste settimane.”
Dom si poggiò sul seno della ragazza e con faccia beata sospirò, senza rispondere…

Alla fine vinsero quattro Oscar, ai quali mancava all’appello quello più ambito: Miglior Film 2001.
Ilaria partecipò alla premiazione in veste di accompagnatrice del regista. Si ritrovò così sballottolata in qualcosa che lei per prima definiva, un ambiente preconfezionato. E infondo lo era. La nauseavano quelle attricette vestite da dive, ma che di dive avevano ben poco. Aveva ancora in mente la risposta di Elwood ad una affermazione, sul fatto che, dopo l’uscita della Compagnia era divenuto una stella. La sua risposta fu perentoria: “NON SONO UNA STELLA, UNA STELLA È UNA PALLA DI GAS CHE BRUCIA…” Una bella prova di modestia da parte di un vent’enne. Prova che avrebbero fatto bene a dare anche quelli che erano alla premiazione, dato che, quel convivio di grandi attori, con ingaggi stratosferici, era più una bella mostra di tette, nasi, culi e bocche rifatte.
Dopo la premiazione il party, andarono all’albergo. 
“Papà. Fermami vicino a casa di Dom, sto con lui stasera” disse Ilaria sciogliendo i capelli e sistemando la giacca che Peter gli aveva dato.
L’uomo la guardò e disse:
“Va bene. Ma te la detraggo dallo stipendio questa improvvisata” scherzò guardandola.

Quando arrivò a casa di Dom, entrò e lo trovò a guardare la TV. Sorridente, si avvicinò, sciogliendo i capelli dall’elegante nodo in cui erano sciolti e, mettendosi a sedere accanto a lui, lo baciò.
Le mani di Dom corsero febbrili sui vestiti della ragazza. E con una strana urgenza, fecero l’amore. 
Inutile dire che lo fecero per tutta la notte, cercando quella passione che non avevano avuto la possibilità di scambiarsi in quel periodi che erano stati lontani.
La mattina, poco prima dell’alba, mentre Dom accarezzava languidamente un braccio della ragazza, disse, affondando il naso tra i capelli della ragazza.
“Vieni qua..”
Ilaria sorrise e si avvicinò, voltandosi e guardando il ragazzo negli occhi. Dom le accarezzò i capelli e ripeté:
“Vieni a vivere qui con me.”
Ilaria si sollevò e disse:
“Dom.. Io non so se dopo quello che è successo…”
“Appunto, dopo quello che è successo dobbiamo stare assieme. Se vogliamo salvare la nostra storia e avere di nuovo fiducia l’uno nell’altro, dobbiamo vivere assieme.”
Ilaria passò la mano sulla faccia e sospirando disse:
“Mi sembrava strano che non mi avessi ancora presentato il conto per quello che ho fatto… Non bastava il silenzio per tutti quei giorni. Ora anche le ripicche. Cosa vuoi dimostrarmi?”
Dom si sollevò e infilando i pantaloni, disse:
“Voglio solo salvare la nostra storia” e si allontanò dal letto.
“Non hai pensato che, in questo modo, la nostra storia, così la uccidi?” disse Ilaria mettendo la maglietta di Dom.
“Se la metti così la nostra storia l’hai cominciata ad uccidere tu…” rispose Dom voltandosi e guardandola triste.
“Per quanto ancora vuoi punirmi?” chiese Ilaria infilando le mutandine e seguendolo.
“Io non ti sto punendo…” fece lui andando in cucina e prendendo qualche cosa dal frigo.
“Dom.. Dimmelo. È finita?” disse Ilaria guardandolo triste.
Il ragazzo bevve un lunghissimo sorso dal cartone di succo d’arancia e asciugandosi la bocca con il dorso della mano, disse:
“La verità è che ho paura di risponderti. Non ti voglio perdere. Ma non posso negare che mi hai ferito. Troppo “
“Non puoi farmi questo. È peggio che lasciarci…” disse Ilaria quasi implorante.
Dom la prese per le spalle e scotendola, disse:
“Ti amo. Ma mi sento come svuotato. Ho solo bisogno di stare un po’ con i miei pensieri..”
“Cosa devo fare? Farti innamorare di nuovo di me?” chiese Ilaria con le lacrime agli occhi.
“Forse. E ora scusa. Sono stanco. Ho bisogno di dormire. E anche tu…” e dicendo questo, Dom, salì in camera, senza aggiungere altro.
Ilaria si lasciò scivolare nel divano e pianse a dirotto. Lo stava perdendo. E la sola idea la distruggeva. 
Era inutile negare che in quegli ultimi sei mesi, non avevano fatto altro che ferirsi. Prima per Claudine, poi, per la storia del bambino. E la lontananza, di certo , non aiutava i due.
Quello che Ilaria voleva era solo un po’ di pace. E questa, Dom, in quel momento, non era proprio in grado di dargliela.

[SI PREGA I GENTILI PASSEGGIERI DI ALLACCIARE LA CINTURA DI SICUREZZA FINO AL COMPLETATO ATTERRAGGIO DELL’AEROMOBILE…]

Ilaria respirò forte e chiuse gli occhi. A Los Angeles aveva lasciato una storia in frantumi e una figlia smarrita dalla nuova situazione che si era creata. E lei, per poter respirare, aveva deciso di lasciare tutto e partire a Edimburgo, da Billy.
Quando l’aereo si fermò, Ilaria cominciò a sentirsi più leggera. L’idea di vedere il suo migliore amico sembrò cancellare parte di tutti quei dolori e quei rancori accumulati.
E quando uscì dal gap, lo vide. Corse incontro allo scozzese che, ridendo e allargando le braccia l’accolse in una calorosa e tenera stretta.
“Billy Boyd.. Il mio migliore amico” disse Ilaria stringendosi a lui, con gli occhi lucidissimi.
“La mia piccola migliore amica. Che casini hai combinato stavolta per venire Direttamente da Los Angeles col primo aereo?”
Ilaria sorrise e disse, prendendolo sotto braccio:
“Una lunga storia, Mr. Boyd. Te la racconto strada facendo”
Billy sorrise e la seguì, prendendo tra colla l’enorme borsone che Ilaria aveva portato.

“E questo è tutto” disse Ilaria sorseggiando il the che lo scozzese le aveva preparato.
Billy sorseggiò il the che aveva tra le mani e disse, serio:
“E che cosa hai deciso?”
Billy aveva la straordinaria capacità di arrivare dove non arrivava nemmeno Dom. riusciva a toccare le corde giuste e far desistere Ilaria, qualunque cosa lei dicesse. Era l’unico capace di farla ragionare, assecondando il carattere fumantino della ragazza e aiutandola nei momenti di difficoltà.
Ilaria guardò Billy negli occhi e poi chinò la testa e disse, piano:
”Io voglio andare a vivere da lui. Ma ho paura di ceder ad uno sporco ricatto…”
Billy fece cenno di fermarsi ad Ilaria e bevendo un altro sorso di the, disse:
“Tu lo sai che Dom non ti farebbe mai una carognata simile… E sono convinto che, se ti ha chiesto di andare a vivere con lui un motivo ci sarà. Basta che tu abbia il coraggio di stare con lui, nonostante il dolore…”
Ilaria giocherellò col the nella sua tazza e sospirò. Si sentiva bene, ma l’ombra di quei giorni gravava su di lei.

Passò tre giorni ad Edimburgo. Una città meravigliosa, ma che non era la stessa, senza Dom accanto. Billy era un compagno fantastico, con cui passare il tempo. Ma era, comunque, uno che non aveva passato con lei quello che aveva passato con Dom.
Sapeva di dover tornare. Sapeva che a Los Angeles l’aspettavano Dom ed Hannah. 
Una mattina si svegliò e avvicinandosi all’amico, disse, abbracciandolo, mentre preparava la colazione:
“Billy. Lo sai che ho preso una decisone. Infondo la notte è portatrice di consiglio..”
Billy sorrise e mangiando un pezzo di toast, disse:
“Che cosa hai deciso, dopo tre giorni che non hai fatto altro che temporeggiare?”
Ilaria sorrise e disse, allontanandosi dal ragazzo e prendendo un bicchiere dove versò del succo d’arancia.
“Vado a vivere con Dom , in attesa del giorno del nostro matrimonio. Amo troppo quel pazzo scatenato del tuo amico, per perderlo per una stronzata simile. E quello che voglio è che lui sia felice…” disse Ilaria.
Billy rise e guardandola, disse:
“Facciamo che vi organizziamo e facciamo una sorpresa a quell’idiota del mio migliore amico? Ad esempio, io parto da solo a Los Angeles che ne so. Domani? Beh.. Magari mi gioco Dom e poi… Arrivi tu e lo finisci con la notizia che andrete a vivere assieme.”
Ilaria guardò l’amico e, tendendogli la mano, disse ridendo:
“Ci sto. È più bello fare una sorpresa, non trovi?”
Billy rise e catturandola tra le braccia la strinse forte a se..




Non mi odiate perchè sto facendo passare un'altra bufera ai due.. Mi spiacerebbe. un bacio da Niniel e scusate il ritardo. Comunque mancheranno meno di dieci capitoli, alla fine della storia. Baci a tutte.

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Capitolo 37
*** Destini incrociati ***


Ebbene si

Ebbene si. Ho fatto il conto. Meno sette. E diremo addio ad Ilaria e Hannah. Vampire, in cantiere c’è una storia su Orlando Bloom, ma credo che la pubblicherò verso gennaio/febbraio. Impaziente aspetto la storia di Paddina, che la sta scrivendo..
Beh. Credevo di avervi stancato con la mia storia. Allora piccolo sondaggio: CHE FINALE VORRESTE PER ILARIA, HANNAH E DOM?
Ditemelo voi. Io aspetto un vostro giudizio. Naturalmente, come ho già detto, la storia è già finita, qua accanto a me, in un quadernino. Ma mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate voi. Specialmente dopo questo capitolo. Lungo, ma che spero vi piaccia.

Come ormai di consuetudine.. Buona lettura, Niniel82.


                                                                            Destini incrociati.

Dom, dopo la partenza di Ilaria si trovò a fronteggiare un piccolo problema: Hannah preferiva stare a casa di Sean che sola con lui. 
Da una parte, dato che, dopo due anni era oramai il padre della bambina, Dom, non sopportava l’idea di essere secondo alla figlia della collega. Ma da un’altra parte, il fatto che la bambina non ci fosse gli lasciava campo libero e gli permetteva di passare intere nottate fuori, a sfogare la sua natura libertina.
Cominciò così a guardare altre donne, ma senza mai andare oltre ad un sorriso o ad un semplice ciao.
Quello che Dom non sapeva era che, il destino può giocare scherzi spiacevoli, che possono concludersi in situazione altrettanto sgradevoli che portano solo dolore.
E Dom, in quel gioco ci stava per cadere, affondando fino al collo, senza nemmeno chiedersi se quello che stava facendo era giusto o sbagliato.

Billy era da poco arrivato da Edimburgo. Aveva inventato una scusa, tipo che Ilaria era rimasta a casa sua per riflettere un po’.
La balla funzionò, ma non ebbe l’effetto sperato. Buttò Dom in uno stato depressivo ancora più grande e, lo portò a prendere una decisione. Dopo due anni si trovava a decidere da solo della sua storia con Ilaria, ma la cosa più deprimente era che, nemmeno si rendeva conto che se faceva una cosa simile in quel momento, avrebbe deciso il desino di troppe vite.

Los Angeles: Miami Beach.. Casa Monaghan

“Ed ecco a voi direttamente da Venice Beach, in arrivo, solo per voi, l’uomo con gli occhi più grandi del mondo.. Elijah Wood…” disse Dom scherzando, ma smise subito, vista la faccia dell’amico: “Cristo. Che faccia da cazzo Monkey. Che cosa ti è successo?”
Elijah guardò Dom e disse:
“Non tira aria, amico”
“Problemi con la topolona tedesca. La menopausa l’ha già colpita?(*)” disse Dom facendo lo scemo.
“Ma vai a farti fottere e pensa ai tuoi di problemi.. Io ho litigato con Franka. Ha detto che stiamo troppo appiccicati. Te ne rendi conto? Io! Si lamenta che io sto troppo attaccato ad una persona. Roba da non crederci…” disse Lij entrando e accendendosi una sigaretta.
Dom si mise a sedere vicino all’amico, con tanto di lecca-lecca in bocca e guardandolo, serio, quasi enunciasse qualche teoria rivoluzionaria della fisica nucleare, disse, dando qualche pacca sulle spalle di Elijah:
“Caro mio.. Tanto lo so che è inutile battersi. Loro vincono sempre. qualunque cosa tu faccia. Anche se sbagliano loro, vincono. È questo che dobbiamo capire Lij. Non sono come noi. E meno male aggiungo. E sai perché?” chiese Dom alzandosi dal divano.
“No. E mi fa paura” sorrise il californiano.
Dom guardò Elijah con aria furba e piano disse:
“Stasera io e te ci andiamo a divertire. In barba a tutte le donne che ci fanno soffrire. siamo attori, quelli che possono avere sesso facile e che sarebbero felici di farsi una donna diversa un giorno si e l’altro pure. Stasera ci divertiremo come non succede più da quando siamo tornati dalla Nuova Zelanda. Sai che ti dico amico? Le donne sono tutte una gran rottura di coglioni.”
Lij guardò perplesso Dom e disse:
“Ti devo per caso ricordare che hai una ragazza e una bambina che ti crede suo padre?”
“Stasera io non sono il ragazzo di nessuno. Non sono un attore famoso e tanto meno un uomo depresso. O un padre di famiglia…”
“Dom? stai bene?” chiese Lij preoccupati.
“Mai stato meglio, compare. Mai stato meglio” sorrise Dom guardando l’amico.

Los Angeles: poco lontano da casa Monaghan… Casa Astin.

“Dobbiamo far preparare la camera per Ilaria ed Hannah o credi che andrà direttamente a dormire a casa di Dom?” chiese Sean, guardando il display del cellulare quasi aspettasse la chiamata di Ilaria che annunciava il suo arrivo da un momento all’altro.
Christine sorrise uscendo dalla cucina, con la piccola Elizabeth tra le braccia, mentre Hannah correva per la casa inseguendo Ally, disse al marito:
“Tranquillo. Guarda che mi ingelosisco eh!” scherzò Christine sul suo peggior difetto.
“No! Non è come pensi tu..” scherzò Sean guardando la moglie e dandole un tenero bacio una volta che la ebbe accanto. E continuò: “Mi sono affezionato a quei due. E sapere che da un po’ le cose non vanno come vogliono, mi infastidisce. Ecco perché voglio che quei due tornino assieme. Anche per una sorta di piacere personale…” sorrise Sean.
“Bel pensiero, tesoro. Un po’ perverso.. Ma bello” disse Christine allontanandosi ridendo.
“Ringrazia che sei mia moglie,altrimenti ti avrei uccisa…” disse Sean fingendosi indignato.
Christine fece un segno con la mano ed entrò nella camera delle bambine..

Edimburgo: aeroporto.. Check-in.

Ilaria tremava. Sapeva che da quella decisone dipendeva tutta la sua vita. Sapeva che avrebbe dato un taglio alla vecchia Ilaria per dar spazio ad un’altra nuova.
Alison, vicino a lei, guardava i biglietti e diceva:
“Credi che ci annoieremo in California? Ilaria? Ilaria? Ilaria!” e sorrise guardando la faccia assente della ragazza. “A cosa stavi pensando?”
Ilaria sorrise appena e, chinando la testa, disse:
“A quanto cambierà la mia vita dopo che accetterò questa proposta”
Alison sorrise e disse:
“Certo che sei strana. Ti metti a pensare a queste cose ad un gap, nell’aeroporto…” e rise guardando la faccia divertita della ragazza.
“Ma come ti permetti di prender in giro una povera ragazza innamorata…” disse Ilaria fingendosi arrabbiata.
Alison rise e rispose:
“Dovresti vedere la tua faccia. Allora mi capiresti…” e prendendo meglio il trolley, uscì dalla sala d’attesa, seguita dall’italiana.

Los Angeles: in un locale della west side… Dom ed Elijah…

La musica era assordante. Lij non stava proprio a suo agio. Solo Dom si sentiva bene in mezzo a quel parapiglia. Girava per il locale, giocando con le bariste e carteggiando le presenti. Elijah lo guardò perplesso e disse:
“Era questo che intendevi quando dicevi che non eri il ragazzo di nessuno?”
Dom guardò Elijah e con voce impastata, da ubriaco, rispose:
“Si!” e guardando il locale disse: “Oggi sono più libero di una farfalla…”
Elijah guardò Dom stranito. E piano disse:
“Ilaria non merita questo, Dom” 
“E io mi meritavo quello che lei ha fatto a me?” chiese Dom guardando l’amico serio.
“Non è un gioco al rialzo Dom. non è che chi fa più male vince. Qua hai solo da perdere se sbagli..” disse Elijah preoccupato.
Dom fece finta di non sentirlo, ma sollevò un braccio, gridando:
“Billy. Che ci fai qui?” 
Lo scozzese si avvicinò.. Da quel momento in poi, il gioco del destino cominciò…

Nel frattempo…

Los Angeles: casa Astin.. Ilaria ed Alison arrivano a casa di Sean…

Ilaria ed Alison arrivarono a casa di Sean che erano ormai le 22:30.
Quando Christine aprì la porta era preoccupatissima e quando vide le ragazze davanti all’uscio, si sentì anche peggio.
Sean, poco prima era uscito per raggiungere Billy e Lij che avevano chiamato per avvertire che Dom non si trovava più e che, da due ora si era allontanato dal locale, senza avvertire.
Christine, piazzando il miglior sorriso che poteva fare, guardò Ilaria e disse:
“Alison! Ilaria! Già qui? Perché non avete chiamato? Avrei mandato Sean a prendervi. Quante volte dobbiamo dirvi che…”
“Los Angeles è una città pericolosa…. “ disse Ilaria entrando e baciando una guancia della donna. Poi continuò: “Lo sappiamo Christine. Ma eravamo davvero stanche. E abbiamo bisogno di dormire. E di una doccia bollente prima.. Vero Alison?” sorrise Ilaria alla ragazza di Billy.
Alison sorrise e disse:
“Vai tu di sopra. Poi vado io” rispose Alison.
Ilaria salì al piano superiore. Fu allora che Christine disse, sottovoce ad Alison:
“Sean è uscito da più di due ore. Non si trova…”
“Come non si trova?” disse Alison allarmata.
“Sparito. Sean, Lij, Orlando e Billy lo stanno cercando, ma non riescono a trovarlo..” disse Christine tormentandosi le dita.
“O porca… “ imprecò Alison portandosi una mano alla fronte.
“Sean è uscito di corsa ed è andato a prendere Orlando. Ma niente. Si sono incontrati, lui e gli altri, ma, anche se stanno girando per tutta la città, di Dom non c’è traccia” continuò Christine.
Alison morse il labbro inferiore e disse:
“Spero solo che tutto si risolva al più presto. E che domani, Ilaria, trovi Dom a casa.. Non posso nemmeno immaginare quello che succederebbe se..”
Christine scosse la testa e non rispose. 
Pensare a quello che poteva succedere se non trovavano Dom, era davvero una cosa sconfortante.

Da qualche parte a Los Angeles… I quattro amici si incontrano..

“Lij..! Allora?” chiese Billy.
Elijah si avvicinò trafelato. E ancora col fiatone, disse a Billy e Sean:
“Niente. Io e Orlie ci siamo divisi, ma è stato inutile. Ho girato una trentina di locali, ma non l’ho trovato…. E per di più, poco fa, son dovuto scappare da un’orda di ragazzine assatanate. Da paura… Guardate… Se trovo Dom…” e scosse la testa tra l’infuriato e lo stanco.
In quello stesso momento arrivò il londinese che bloccandosi, calmo, dato che aveva avuto la straordinaria idea di camuffarsi, disse:
“Non presente all’appello”
“Nemmeno l’ombra di Dom, quindi?” disse Billy grattandosi la testa.
“Nemmeno un capello. È inutile continuare a cercarlo” disse Orlando, mettendo le mani in tasca “Se non lo avete trovato voi, che siete andati fino casa sua e non lo abbiamo trovato noi che ci siamo girati tutti locali di Los Angeles, beh.. Io non so che fare..”
“L’unica è aspettare che passi la notte e domattina andare a vedere se lo troviamo a casa” disse Elijah che lentamente si era ripreso dalla corsa.” 
“E sperare che Ilaria non scopra questa sua fuga” disse Billy che arrabbiandosi di più, disse: “Dovevamo immaginarlo che lo avrebbe fatto. Era nero con Ilaria, per un sacco di cose..”
“Ma questo non lo autorizza a scappare con una donna che nemmeno conosce” disse Orlando serio.
Sean annuì e disse:
“Anche io la penso come Ob. Vada che era ubriaco. Vada che è incazzato. Ma non ha il diritto di tradire Ilaria.”
“A conti fatti, la prova che l’abbia tradita non ce l’abbiamo ancora..” disse Lij speranzoso.
Tutti stettero in silenzio. Nessuno voleva contraddire Elijah, perché tutti erano amici di Dom. ma in quel momento, era più facile pensare che quella serata, per il ragazzo di Manchester, si fosse conclusa tra le lenzuola di un letto, nelle braccia di una donna bellissima, che non aveva conosciuto prima di allora.

Da qualche parte a Los Angeles… Dom e una sconosciuta entrano in un locale.

Nello stesso momento in cui, una folla di ossesse si gettava su Elijah, costringendo a scappare il giovane attore californiano, nello stesso locale entrava Dom, stringendo una ragazza per la vita.
La ragazza in questione, almeno qualche spanna più alta di Dom, si chiamava Isabel, una ragazza di una bellezza sconvolgente, dai tratti stranamente latini, ereditati dalla madre portoricana e da dei bellissimi occhi grigio-azzurri, ereditati dal padre, californiano.
Dom trovò un tavolo e si sedette, accompagnato dalla ragazza. E dopo aver sorseggiato il drink che aveva ordinato, guardandosi intorno (per evitare gli obbiettivi indiscreti) riprese a flirtare spudoratamente con la bella mora:
”Ti ho mai detto che sei bellissima?”
Isabel sorrise e disse:
“Certo. Lo hai detto poco prima di mettermi le mani sul sedere, in quel locale dove ci siamo incontrati..”
Dom rise a sua volta e sfoderando la sua solita faccia da schiaffi, disse:
“Dovevo cercare in qualche modo di farmi notare da una ragazza bella e maledettamente alta come te..”
Isabel rise di gusto e disse, senza mettersi nessun problema:
“Io credo che quello basso sei tu. Sono giusta come altezza. Nemmeno un metro e ottanta..”
Trovarsi lì in quella situazione era l’ultima cosa che si aspettava, di certo. non credeva che quella sera, dopo essere uscita per divertirsi, avrebbe rimorchiato, non uno qualsiasi. Ma un attore. Dominic Monaghan, Merry de ‘Il Signore degli Anelli’.
Quello che non sapeva era che quella sera il suo destino si sarebbe incrociato con quello di altre persone.
Dom, dal canto suo aveva trovato la ragazza disponibile e quel sesso facile decantato ad Elijah e aggiunto come optional nella sua carriera artistica.
“Io sono un attore” affermò riprendendo a sorseggiare il suo drink.
Sapeva che la maledizione di aver girato la trilogia, ora che era diventata famosa, era che, appena i trovava di fronte qualcuno veniva riconosciuto. E che tutti lo chiamavano…
“Lo so..Merry della trilogia tolkieniana. Ho visto quel film. Mio padre mi leggeva sempre il libro quando era piccola..”
Dom in quel momento capì che se aveva accettato il suo invito, quella sera, molto probabilmente era proprio per quel motivo. E, prendendo la palla al balzo, disse:
“Casa mia o casa tua…?”
“Casa tua. Abito ancora dai miei..” rispose Isabel con un sorriso.
In un attimo Dom ebbe un flash. Ilaria che entrava a casa Jackson e lui che la caricava sulle spalle, la prima volta che si erano visti.
Mosse la testa, come per cacciare il pensiero e sorridendo, disse:
“Allora.. Andiamo..”

Nella macchina di Sean: Billy e Sean rientrano a casa Astin…

Billy poggiò la testa sul sedile, stanco, passando una mano sulla faccia, disse:
“Voglio bene a Dom. ma se fa del male ad Ilaria.. Giuro che gli spacco la faccia”
Sean continuò a guardare la strada, attento e rispose:
“Tranquillo Billy. Tutto si risolverà.”
Billy sospirò ancora e disse:
“Lo spero tanto Sean. Ma lo hai detto tu stesso. Stasera Dom potrebbe aver commesso la più grande cazzata della sua vita…”
Stettero in silenzio fino a che la macchina non si bloccò davanti alla casa di Sean. Scesero, dopo aver parcheggiato ed entrarono nella casa, ormai immersa nel buio.
Si salutarono con una pacca, appena Sean arrivò alla sua stanza. E passando davanti a quella di Ilaria, che aveva la porta aperta, Billy si fermò ed entrò. Sorrise, guardandola mentre dormiva con la piccola Hannah vicino. E coprendo bene le due, gli occhi dello scozzese, si inumidirono. Dom non se ne rendeva conto, ma con Ilaria e Hannah aveva trovato un tesoro enorme. E lo stava gettando via per due tacchi a spillo vertiginosi. 
Si asciugò gli occhi e piano disse:
“Ti proteggerò io Ilaria. Te lo prometto” e baciandole i capelli, uscì fuori.

Nella macchina di Dom…

Che cosa ci faceva con quella ragazza in quella macchina. L’aveva osservata per tutto il tragitto e non aveva sentito nulla per lei. 
Impossibile che fosse così preso da non riuscire nemmeno a ferire Ilaria, facendo il cascamorto con un’altra. Il cascamorto poi.. sapeva dove stava andando a parare la sua serata. 
Sentì la mano della ragazza poggiarsi sulle sue gambe e salire fino al cavallo dei pantaloni, dove diede una leggera pressione. Si voltò e guardò il viso di Isabel che sorrideva maliziosa. Ma anche in quel momento, quel gesto, lo riportò ad Ilaria a quando, a casa dei suoi, a Manchester, lo baciava sul divano, poggiando la testa sulla sua spalla.
Scacciò anche quella volta il pensiero e accelerò.
Arrivò presto a casa. E mentre Isabel lo guardava compiaciuta, pensando forse di averlo eccitato, entrò in casa con lei, baciandola.
E mentre le mani del ragazzo correvano sul corpo della ragazza, ebbe un flash: Ilaria sotto di lui che si mordeva il labbro e inarcava la schiena, chiudendo gli occhi.
Fu allora che si bloccò e piano disse:
“Non posso”
“Perché?” domandò stupita Isabel.
“Non posso” ribadì Dom che, buttandosi sul divano, cominciò a piangere.

Il mattino dopo…

Casa Astin… Camera di Ilaria.

Ilaria si svegliò. Sorrise guardando la figlia dormire accanto a lei. Le accarezzò dolcemente i ricci per svegliarla.
Si alzò con delicatezza e andò al bagno, cominciando a prepararsi.
Quando fu pronta passò davanti alle camere dove dormivano Sean e Billy. E li trovò che ancora riposavano.
Sempre lentamente, senza fare un solo rumore, uscì dall’abitazione. In quel momento una strana tensione si impadronì della ragazza. Non sapeva decifrare per cosa. Ma si sentiva strana.
Prese un taxi. Scese davanti a casa di Dom dopo aver pagato. E guardando l’abitazione, con passo incerto, arrivò davanti alla porta.

“Ilaria”.. Si. Ma chi era Ilaria?
Era questo quello che si domandava Isabel quella mattina. Andò in cucina e aprì il frigo. Prese un succo d’arancia e ne mandò giù un abbondante sorso.
Intanto quel nome la torturava. Ilaria. Chi poteva essere? Dom aveva pianto quando aveva pronunciato il suo nome, che lei, tra l’altro, si era dovuta far ripetere qualche volta prima di capirlo. Lui le aveva detto che era italiano.
Ma chi era? E perché Dom piangeva parlando di lei?
In quello stesso momento qualcuno bussò alla porta. Isabel sbuffò. E andò ad aprire.

Ilaria tremava. Ancora non si spiegava il perché.
Bussò.
Qualcuno si avvicinò alla porta. Immaginava già Dom , con i capelli sconvolti che le apriva la porta. Allora le mani le tremarono di più. Sentì lo schiocco della serratura e sorrise. Ma quel sorriso le morì sulle labbra.
Una ragazza con lunghissimi capelli neri, le si parò davanti, nuda, coperta solo da un lenzuolo.
Chi era quella?

Chi era quella ragazza? Che ci faceva a casa di Dom? la squadrò da capo a piedi e chiese:
“Chi sei?”
Ilaria la guardò. E, con gli occhi pieni di lacrime rispose:
“Ilaria..”
Isabel si portò una mano alla bocca, sentendo una forte fitta allo stomaco..

Si era svegliato nudo nel letto, senza il lenzuolo addosso. Per un attimo pensò di vedere Ilaria entrare dalla porta di camera. Poi si ricordò tutto. E capì l’immane cazzata che aveva fatto. Si passò la mano sul viso. E chiudendo gli occhi ripensò che, si, all’inizio si era tirato indietro, ma dopo aveva fatto sesso con quella ragazza, di cui nemmeno ricordava il viso. Si sollevò. Mise i pantaloni e uscì dalla stanza, grattandosi la testa. Fu allora che sentì il campanello suonare e Isabel dire:
“Chi sei?”
E fu allora che il cuore del ragazzo si bloccò, quando, con voce rotta, una terza persona, disse:
“Ilaria”
Preso dal panico scese giù. E vide Isabel voltarsi lentamente verso di lui e guardarlo disgustata. E dietro di lei Ilaria.
E dietro le due ragazze.. Billy.

Qualche ora prima…

Ore 9:30 del mattino, casa Astin.

Billy si svegliò di soprassalto. Si voltò e vide Alison dormire serena accanto a lui. Sorrise abbracciandola. Amava quella ragazza. Da tre anni lo completava. E non voleva perderla. Per niente al mondo. Si sollevò lentamente e andò al bagno. Passò davanti alla porta di Ilaria. Era aperta come l’aveva lasciata la notte prima. Solo che nel letto c’era solo Hannah.
“Cazzo” imprecò lo scozzese tornando indietro.
Entrò nella stanza di Sean e scotendolo, lo svegliò dicendogli:
“Sean. Sean! Cristo svegliati. Ilaria è già uscita.”
“OH PORC..” esclamò l’americano.
“Che aspettate!” disse Christine guardando allarmata. “Andate e fermatela, prima che succeda qualche casino..”
I due si sollevarono. E senza nemmeno lavarsi, presero le macchine uscirono dal parcheggio ingranando la quinta. E per Sean Astin non era una cosa da tutti i giorni.

Appena arrivati davanti alla casa di Dom il taxi che aveva lasciato Ilaria davanti alla casa sfrecciò davanti ai due attori ignari, mentre Ilaria, tremante risaliva il piccolo viale. Billy, guardando Sean che non trovava parcheggio, decise di far fermare l’amico, dicendogli:
“Io continuo a piedi.. Tu cerca un parcheggio.”
Sean annuì e, dopo aver fatto scendere Billy, ripartì, cercando un parcheggio.
Billy scese dalla macchina e si mise a correre.
- Fai che non sia come penso. Fai che non sia come penso.. – pregava lo scozzese mentre si avvicinava all’abitazione di Dom.
Quando arrivò davanti alla porta, però, vide Ilaria ferma. Davanti a lei la ragazza che aveva intravisto la sera prima, coperta solo da un lenzuolo. E dietro Dom, smarrito.
Quello che temeva era successo.

“Amore ti posso spiegare..” disse Dom spaventato, guardando Ilaria.
“Appunto. Spiegaci che cosa succede” disse Isabel, secca. Dietro Ilaria piangeva col capo chino.
Dom ignorò Isabel e avvicinandosi alla ragazza, disse implorante, prendendo il viso della ragazza tra le mani.
Ilaria scacciò le mani del ragazzo e disse:
“Non c’è nulla da spiegare” disse Ilaria con voce rotta dai singhiozzi.
“Aspetta prima o prendere decisioni…” disse Dom disperato.
“Io ho preso già una decisione. E so che sarà la più giusta della mia vita” e dicendo questo corse via.
Senza nemmeno accorgersi di chi fosse, cozzò contro Billy che guardandola allontanarsi impotente. E poi, voltandosi verso Dom, disse:
”CHE CAZZO HAI FATTO MONAGHAN? MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO? TE NE RENDI CONTO? L’HAI PERSA!” e scotendo la testa disgustato, si voltò verso il vialetto e guardò l’amico. L’avrebbe colpito con un gancio, per la prima volta dopo tre anni, ma riprese il vialetto, correndo come un dannato. E Dom non poté far altro che seguirlo con lo sguardo. Poi si voltò verso Isabel e disse:
“Non so che cosa dire. È stata una cazzata la mia.. Spero che capirai..”
“Sai che ti dico? Vaffanculo!” e salì sopra a vestirsi.
Uscì poco dopo, sistemandosi un orecchino, senza nemmeno guardare Dom che piangeva nel divano, lasciando la porta d’ingresso aperta.
Poco dopo, da quella stessa porta entrò Sean. Si guardò intorno e, dopo aver visto Dom piangere, si avvicinò all’amico e sedendosi vicino a lui, lo abbracciò e disse, piano:
“Forza. Ne devi avere davvero tanta..” e diede una pacca all’amico che si abbandonò ad un pianto più convulso. 





(*) le fan di Orlando odiano la Bosworth. Io faccio a pezzi la Potente che ha fatto tanto male al cuore del mio personaggio preferito…^________^

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Capitolo 38
*** E' finita.. ***


Allora visto che questa storia la pubblicherò il 24 dicembre

Allora visto che questa storia la pubblicherò il 24 dicembre, non perdo tempo e farò gli auguri. A tutte una per una.
Wolvie: auguri alla prima che mi ha recensito. E per questo sei la prima che cito. Ti auguro davvero un Buon Natale.
Fefe: la centesima nella lista delle recensioni ma la seconda che mi ha recensito, quando stavo per cancellare la storia. Buon Natale anche a te.
Paddina: anche se lo leggerai a gennaio, grazie per avermi dato l’onore di leggere per prima il capitolo della tua storia, chiedendomi una mia personale opinione. Buon Natale anche a te.
Vampyre: che nella prima recensione che ha scritto mi ha fatto capire di essere anche lei una fan del ISDA e che mi recensisce appena pubblico un capitolo.
Fr@: arrivata per ultima, ma che ha avuto il coraggio di leggere i miei scleri in una sola mattina e che continua a seguirmi. Buon Natale.
Mandy: ovunque tu sia… Buon Natale. Di la verità che tra te e Orecchiotto è nata una storia e te lo stai spupazzando per bene. Comunque, grazie per la mega recensione, la prima che hai scritto, ci tenevo a sapere la tua opinione. E se lo leggerai. Buon Natale.
Dalila88: hai recensito solo una volta. Auguri di Buon Natale anche a te.
Bene..
Dopo voglio fare un augurio a tutti gli italiani che sanno di essere…. No quello lo lascio a Ciampi. Che dirvi. Vi volevo ringraziare una per una. E l’ho fatto. A Natale. Poi saluto Lij che so che legge la mia storia. Ciao piccolo.. Baciotti :******
Scherzo… ^________________^ 
Di sicuro mi odierete dopo il capitolo precedente. Beh! Vi auguro davvero un bellissimo e felicissimo Natale. E non mangiate troppo pandoro, che dopo vi fa male la pancia. E aprite i regali la notte del 24 a mezzanotte. E poi a nanna, se no non arriva Babbo Natale…
E dite a questi signori che mi stanno mettendo questa enorme camicia bianca di lasciarmi libere le mani…
Buahahahahahahahahahahahahahah! Ora basta davvero. Baci e auguri da Niniel.


Buona lettura. Anche a Natale.

                                                È FINITA: STAVOLTA DAVVERO.
                         (e per il bene di Hannah cercare un accordo e poi andare ognuno per la propria strada)

Elijah venne svegliato dal cellulare. Era Sean. Biascicò un’imprecazione tra i denti e rispose. Poco ci volle che gli prendesse un colpo.
Ilaria aveva trovato Dom con un’altra e ora vagava da sola per le vie di Los Angeles.
Prese velocemente i pantaloni e si rivestì. E correndo uscì di casa.

Orlando allungò un braccio, sbucando da sotto il cuscino. E ancora assonnato, non reprimendo uno sbadiglio, rispose:
“YAWAAAHH! Pronto!”
“Ilaria è da te?” chiese Billy agitato.
“No! Perché? Che cosa è successo?” chiese Orlando passandosi una mano sugli occhi per svegliarsi del tutto.
“Ilaria ha trovato Dom con un’altra…” disse Billy piano.
“COOOSA?” chiese Orlando stupito da quello che lo scozzese aveva appena detto, sbarrando gli occhi.
“Lo so guarda sono incazzato anche io. Ma in questo momento sono preoccupato per Ilaria. È sola per le strade di Los Angeles. E lo sai che non mi piace, anche se è giorno…” disse Billy preoccupato.
“Ho capito. Dammi il tempo di vestirmi e vado a cercarla. Tranquillo Bill. La troveremo” disse Orlando alzandosi e prendendo una maglietta.
“Lo so che la ritroveremo. L’importante è che chiunque la ritroverà, la porti a casa di Sean e che avvisi gli altri” disse Billy.
“Va bene” disse Orlando cominciandosi a preparare.

Ilaria camminò per Los Angeles. Per ore ed ore, senza fermarsi, con la testa china, il cellulare spento e gli occhi pieni di lacrime.
Era stanca. Stanca e triste e un peso gigante le opprimeva il petto. Non gli permetteva nemmeno di respirare facilmente. 
Arrivò davanti ad un parco e, dopo aver trovato una panchina vuota, si lasciò cadere sopra, continuando a guardare per terra.
Rimase lì ferma, mentre nella sua testa si risvegliavano le immagini di Dom che si muoveva sul corpo di un’altra donna, provando piacere ad ogni movimento.
L’aveva tradita. Come aveva fatto Dean. Come suo padre faceva con sua madre.
No! Non voleva saperne più di lui. Lo odiava. Gli faceva schifo.
Pensò per ore ed ore, ignorando la fame. Fino a che non sentì dei passi. E la voce di un uomo:
“Sei qui? Mi ha chiamato Viggo per avvertirmi che non ti trovavano e ho pensato di venirti a cercare..”
“Vattene via Dom” disse lei sibilando tra i denti, senza guardare il ragazzo in faccia.
“Sai che non posso” rispose il ragazzo. “Ti amo. E non voglio che finisca”
“Smettila di dire stronzate” disse Ilaria trattenendo un conato di lacrime, pronto ad uscire.
“Ila! Dobbiamo sposarci..” disse lui sedendosi accanto a lei.
“Come posso sposarti dopo quello che hai fatto? Mi volevi punire solo perché a diciannove anni non ero pronta a rimanere incinta un’altra volta? Beh se volevi farlo ci sei riuscito” disse Ilaria giocando con le dita, tranquilla, nonostante una grossa lacrima fosse scesa, andandosi a schiantare contro il dorsi della mano.
Dom se ne accorse e piano disse:
“Ero fuori di me. Avevo perso la fiducia in te…” disse Dom guardando davanti a se.
“E NO!” disse Ilaria scattando in piedi. “TE LO DICO IO CHE COSA VUOL DIRE PERDERE LA FIDUCIA. VUOL DIRE TROVARE IL TUO RAGAZZO A LETTO CON UN’ALTRA DONNA. SENTIRTI SVUOTATA. PERCHÉ È COSÌ CHE MI SENTO. VUOTA. E SAI PERCHÉ? OGGI TRA NOI È FINITA! E NON CI SARANNO CANZONI, LETTERE, ANELLI O DICHIARAZIONI CHE TENGANO. NON CI SARANNO RIPENSAMENTI. NON STAVOLTA. PERCHÉ NON TI PERDONERÒ. IO SONO SVUOTATA DOM, DISTRUTTA E SVUOTATA. LO CAPISCI PERCHÉ? PERCHÉ È FINITA. E NON TI VOGLIO RIVEDERE MAI PIÙ…”
“Ilaria” disse qualcuno dietro i due.
Ilaria si voltò proprio nello stesso momento in cui una lacrima solcava il viso di Dom.
Si voltò e vide Orlando che sospirando le porse una mano e disse piano:
“Ila! Oggi sei furibonda. Potresti dire cose che non pensi. Vieni con me dai..”
Ilaria si avvicinò ad Orlando che fece un cenno con la mano a Dom per tranquillizzarlo, mentre si allontanavano.
Ma Dom sapeva che non poteva stare tranquillo. Era finita. E stavolta per sempre.
Ed era solo colpa sua.

Quando Billy quando vide Ilaria corse verso di lei e abbracciandola, disse, indicando Orlando:
“Che ti ha fatto? Ti ha importunata? Ha cercato di baciarti..”
“No!” disse Ilaria facendo l’occhiolino al londinese. “È stato un vero gentleman”
“Nessuna donna si lamenta con Orlando Bloom” disse Orlando abbracciando Ilaria e facendola ridere.
Per Billy quella risata era un buon inizio. Sapeva che sarebbe stato difficile. Ma doveva aiutare la sua migliore amica a dimenticare l’unico grande amore della sua vita. Che, guarda caso era anche il suo migliore amico.

“È a casa di Sean, ora, Dom” disse Lij, chiudendo il telefono e guardando l’amico.
“Beh! Almeno non mi devo preoccupare del fatto che Bloom provi a saltare addosso alla mia ex ragazza” cercò di scherzare Dom.
Ma la realtà era un’altra. Era a pezzi. Sapeva che dopo aver perso Ilaria avrebbe perso anche Hannah. E questo lo atterriva ancora di più.
Ricordava poi, come se un nastro si fosse rotto la frase di Ilaria:
- OGGI TRA NOI È FINITA! E NON CI SARANNO CANZONI, LETTERE, ANELLI O DICHIARAZIONI CHE TENGANO. NON CI SARANNO RIPENSAMENTI. NON STAVOLTA. PERCHÉ NON TI PERDONERÒ. IO SONO SVUOTATA DOM, DISTRUTTA E SVUOTATA. LO CAPISCI PERCHÉ? PERCHÉ È FINITA. E NON TI VOGLIO RIVEDERE MAI PIÙ…-
“Mi ha detto che è svuotata e distrutta” disse piano Dom.
Elijah lo guardò e disse:
“Magari è solo arrabbiata che ne sai.”
Lo disse senza crederci lui per primo. Dom l’aveva fatta davvero grossa quella volta. E non potava contare sul beneficio del dubbio, dato che Ilaria lo aveva colto in flagrante. E questo rendeva le possibilità che la ragazza lo perdonasse davvero minime.
“Come cazzo fai Lij a fare l’attore? Non sai dire una cazzo di bugia” disse Dom sorridendo guardando Elijah.
Il californiano rise grattandosi la testa e rispose:
“Volevo solo indorare la pillola. Ma a quanto pare lo hai capito anche tu… Quando le parlerai della bambina” 
“Alla festa credo. Infondo, anche se la storia è finita, voglio vedere ancora Hannah. Costi quel che costi..”
‘È finita’. Faceva quasi impressione dirlo, dopo due anni assieme. Ora doveva solo abituarsi a quell’idea e sopravvivere, reagendo ad un dolore che lo spezzava. E, soprattutto, pensare al bene della bambina che amava come una figlia.

Qualche settimana dopo.. Alla festa a casa di Elijah.

Entrò nella casa accompagnata da Hannah e Billy.
Era straordinariamente bella e allo stesso tempo triste.
Il vestitino nero, stretto sul seno e un po’ più ampio nella gonna, arrivava fino alle ginocchia, mentre dei lacci lo stringevano dietro la schiena. I tacchi alti, la slanciavano particolarmente e i capelli, quella sera leggermente mossi, erano bloccati da un bastoncino di plastica, che permetteva alla chioma di scappare in un’acconciatura non elaborata, che sembrava quasi lasciata al caso.
Quando Hannah vide Dom corse verso di lui. fu allora che Ilaria strinse la mano di Billy e disse, trattenendo le lacrime:
“Vieni con me..”
Billy sorrise e scosse la testa e baciando una tempia della ragazza, disse:
“Non posso. Dovete parlare solo voi due. Del vostro futuro e di quello di vostra figlia.”
Ilaria sorrise forzatamente e con le lacrime agli occhi, disse:
”Va bene” e con passo lento si avvicinò al tavolo dove stava Dom.

Dom guardò Ilaria ed ebbe un sussulto. Era davvero bella. La guardò sedersi leggera accanto a lui e con occhi annacquati dall’emozione le disse:
“Sei bellissima stasera”
Ilaria sorrise lievemente, facendo intravedere, dai suoi movimenti, di non essere completamente a suo agio in quella situazione.
Sospirarono entrambi, quando Ilaria giocherellando col bicchiere disse:
“Hannah ti vuole bene come ad un padre. E per questo sono d’accordo e trai più che felice se continuasse a farlo. Nonostante quello che ci è successo..”
“Non mi perdonerai mai?” chiese Dom piano.
“Quello che ti ho detto sulla nostra storia lo pensavo. E lo penso ancora oggi. Ora siamo qui per decidere del destino di mia figlia. Qualunque si a la strada che prenderemo, voglio che Hannah continui a crescere con te.”
Dom chinò la testa, strinse gli occhi e cacciò dentro una lacrima. E tirando sul col naso, disse, guardando Ilaria in viso e stringendo il bicchiere tra le mani:
“A quali condizioni?”
Ilaria si mosse il labbro inferiore piano e, piegando la testa verso destra, guardando fisso il bicchiere con cui giocherellava, disse:
“Io e te non avremo altri rapporti. Magari amici, ammesso che possa esserci amicizia tra noi due, a prescindere da quello che è successo. Quello che ti chiedo è di mantenere quel tanto di civiltà che faccia sopravvivere la bambina alla nostra separazione.
Non ti permettere di far credere alla bambina che una tua nuova compagna è la sua seconda mamma. Perché, allora, come ti sto dando la possibilità di vedere la bambina, te la tolgo con la velocità della luce…”
Dom sorrise e sarcastico disse:
“Ho fatto tante di quelle cazzate che non credo ne farò un’altra. Specialmente di questo genere..”
Ilaria lo guardò storto. Il ragazzo tacque e lei continuò:
“Volevo anche ridarti questo” e trattenendo una lacrima porse l’anello che, fino a quel momento, per due anni aveva portato all’anulare.
Dom trattenne a sua volta le lacrime e, cercando di mascherare la tensione disse:
“Ricordi ne ‘Le Due Torri’? Aragorn cerca di lasciare Arwen e le ridà la Stella del Vespro.. Beh! Io ti dico la stessa cosa che Arwen disse ad Aragorn… ‘Tienila. È stata un regalo’” e prendendo l’anello poggiato sul tavolo dalla ragazza, lo rimise sul palmo della mano di quest’ultima, ancora aperto. E dolcemente, aiutandola a chiudere la mano in un pugno, lo ridiede a lei.
“Sai che non lo porterò più all’anulare?” disse lei mentre una lacrima scendendo bagnava anche il tavolo.
“Lo so. ma preferisco che continui a tenerlo tu. Infondo è stato un regalo importante. E voglio che tu lo porti con te, anche senza indossarlo, qualsiasi sia il destino che ci hanno riservato” e chinando la testa chiese: “Per quanto riguarda Hannah?”
“Credo che faremo come per le coppie separate, fino a che starò a Los Angeles..” rispose Ilaria guardando il bicchiere col quale aveva ripreso a giocherellare.
“Perché? Dove vuoi andare?” chiese allarmato il ragazzo.
Ilaria sospirò e chiudendo gli occhi disse:
“A Roma. Dove sono nata. E dove ho una casa. Voglio riordinare le idee. E appena potrò andrò lì. È meglio per tutti. E tu continuerai a vedere la bambina, qualunque cosa accada…”
Dom sospirò a sua volta, reprimendo la rabbia e la frustrazione che provava. Era inutile chiederle di rimanere. L’aveva persa. Una stretta al cuore gli fece provare un dolore forte e sincero. E guardandola disse, con un sorriso amaro:
“Allora.. Questa è proprio la resa dei conti. Dopo due anni.. Questa è la fine..”
“Non l’ho voluto io” disse Ilaria piano.
“Lo so” e porgendole una mano continuò: “Buona fortuna!”
Ilaria sorrise e disse:
“Anche a te..” e alzandosi si allontanò.
Dopo due anni, quella era la fine della loro storia. Senza lacrime, senza grida. Civili. Come due persone adulte ( e infondo lo erano). Due persone tristi per quell’addio raccontato dagli occhi dell’ex compagno nel quale si riflettevano le immagini di quello che avevano passato assieme nel bene e nel male. Sapevano che per il momento non potevano essere amici. E non avrebbero forzato la cosa. Avrebbero aspettato quel giorno.
E con la testa china, dopo aver deciso il destino della piccola Hannah, andarono ognuno per la propria strada.

Billy abbracciò Ilaria che singhiozzava. Sapeva che in quella storia tutti avevano da perdere qualche cosa. Ma in quel momento non riuscì a pensare a nulla, se non ai singhiozzi della sua migliore amica. E, baciandole i capelli, stringendola forte, disse:
“Tranquilla, ci sono io con te..”
Non era molto. Ma era un buon inizio. Almeno per incominciare da sola una nuova vita.




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Capitolo 39
*** E' un arrivederci,non un addio ***


Ebbene si

Ebbene si. I nostri due eroi si sono lasciati. Mi space che Dom sia uscito a pezzi, ma almeno anche lui soffre per la fine della storia con Ilaria. Coda di paglia, direte voi. Forse. Allora? Il sondaggio continua: CHE FINALE VORRESTE VOI? È una mia curiosità, anche se la storia so bene come andrà a finire.
Auguri ancora e un bacio a tutte, Niniel. E, come sempre, buona lettura.

                                                              È un arrivederci, non un addio.

Due mesi dopo….

Nel giardino di casa Astin, Ilaria guardava Hannah e Ally giocare a rincorrersi divertite, mentre lei, nel dondolo da giardino, si cullava languidamente, con la mente persa nelle divagazioni. Ricordava ancora quello che aveva passato solo due mesi prima. Me quella che la preoccupava di più era Hannah. Se non ci fosse stata la figlia,o i suoi rapporti con Dom non fossero stati così idilliaci, lei sarebbe già andata a Roma. Anche se Sean era contrario.
Infatti, da quando la sua storia con Dom era finita, Sean e Christine avevano offerto ad Ilaria la loro ospitalità, convincendola a fermarsi a Los Angeles fino a quando non sarebbe partita a Roma.
Ilaria, di suo malgrado accettò. E, impegnandosi ad essere più civile nei confronti di Dom, continuò a far vedere al ragazzo la bambina.
Quella mattina, nel giardino di casa Astin, la ragazza pensava a quello che le era successo in quei due mesi. A quanto fosse cambiata lei per prima. E a quanto fosse doloroso che lei e Dom, dopo due anni assieme non avessero più nulla da dirsi.
Sean si avvicinò e, mettendosi a sedere vicino alla ragazza, chiese, abbracciandola:
“Come stai?”
“Pensavo” sorrise Ilaria guardando l’amico negli occhi.
Sean sorrise e sospirò e disse:
“Hai voglia di parlarne?”
La ragazza tornò ad osservare le bambine che giocavano allegre. Hannah era felice, nonostante tutto quello che era successo. Sapeva, Ilaria, che in cuor suo, sua figlia, sperava che lei e Dom si sarebbero rimessi assieme e si sarebbero sposati come promesso. Ma lei sapeva che era impossibile.
Con lo sguardo ritornò a Sean e disse:
“Non mi immaginavo che quest’anno la mia storia con Dom sarebbe finita. E se mi immaginavo un epilogo, beh.. Non era questo. È stata una delle cose più devastanti della mia vita. Non te lo so spiegare. So solo che, per me, è stato come se mi fosse esplosa una bomba dentro e avesse distrutto tutto attorno a se. L’unica cosa che rimane siete voi, ovvero tutti i miei amici, i parenti e, in testa a tutto, mia figlia…”
“E Dom?” chiese Sean piano.
Ilaria scosse il capo e lo chinò e sospirò:
“Per lui non c’è posto. Non ora, almeno..”
“Ma ti manca?” chiese ancora l’americano.
Ilaria si voltò e sorrise e chiese a sua volta:
“A te mancherebbe Christine, se dovessi lasciarla?”
Sean guardò le bambine e disse:
“Si! E forse capisco quello che mi vuoi dire. Hai amato Dom, lo hai fatto per due anni. Ma lui ha fatto quello che ha fatto. Ed ora..”
“Non può far parte della mia vita..” finì la frase la ragazza sollevandosi.
“E allora come farai a Wellington, quest’estate?” chiese Sean guardandola.
Ilaria guardò l’amico. Non aveva preso sul serio la sua decisione di andarsene in Italia per un po’. Sorrise e guardandolo, disse:
“Non ci sarò con voi per queste pick-up. È da un po’ che volevo dirtelo. Parto. Me ne vado in Italia per un po’…”
”Lo sai che per me non è una soluzione scappare dai problemi. Se fai così li allontani temporaneamente, ma poi ritorneranno più grandi di prima..” disse Sean alzandosi e guardandola negli occhi.
“Invece è quello che le serve Sean” intervenne Christine. “Pensa a quello che ha passato qua e a Wellington in questi due anni assieme a Dom. sai che sarebbe solo giurare il coltello nella piaga” e abbracciandola disse: “Anche io voglio bene ad Ilaria. Ma so che l’unica cosa giusta da fare è lasciarla partire. E far si che voli da sola. Come ha detto a me..”
Le due donne si sorrisero e Ilaria disse:
“Si! L’ho detto anche a Christine. Per quanto la mia vota sia stata un po’ movimentata, non ho mai avuto la possibilità di volare da sola. Se prima c’erano i miei, poi mi hanno guidata Peter e Fran. E poi è arrivato Dom. io sono una madre ma non ho mai fatto esperienze che mi abbiano fatto maturare. E le voglio fare ora che la storia tra me e Dom è finita. Ecco perché parto…”
Sean la guardò perplesso e piano disse:
“Sarà… Ma, a mio parere, stai solo scappando dai tuoi problemi..” e si allontanò per andare a giocare con le bambine che lo accolsero con gridolini eccitati, mentre Christine, sorridente, disse, continuando a cingere le spalle di Ilaria con un braccio e facendole l’occhiolino:
“Tranquilla. Tanto se ne farà una ragione..” e ridendo con la ragazza rientrò in casa.

Il telefono squillava. Ma Dom non aveva voglia di rispondere. Che si fottesse tutto. A lui non importava più di nulla da quando aveva perso Ilaria.
Mano a mano che il tempo passava, il suo senso di colpa si faceva sempre più grande e gli faceva sempre più capire che cosa aveva perso. Anche la casa sembrava più vuota da quando lei lo aveva lasciato.
Inutile negare che aveva cercato in altre quello che non trovava in lei. Ma era inutile. Nessuna lo completava come per due anni aveva fatto Ilaria.
Il telefono smise di squillare. Dom sospirò sollevato. Ma bestemmiò subito dopo quando riprese a trillare.
Svogliato si alzò e si avvicinò all’apparecchio. E sollevandolo, rispose.
“Pronto!”
“MA QUANTO CAZZO DI TEMPO CI METTI A RISPONDERE AD UN DANNATISSIMO TELEFONO!”
“Ciao Bill. Sempre un piacere sentirti..” rispose sarcastico Dom stropicciando gli occhi.
“Dom.. Davvero. Sto cominciando a preoccuparmi. Cerca di reagire” disse Billy piano, stavolta serio.
“Reagirò il giorno in cui Ilaria dirà che mi ha perdonato..” sorrise Dom. “Infondo lo hai fatto tu e non lo può fare lei..”
“Non lo farà” disse laconico Billy.
“Perché?” chiese Dom contrariato dall’affermazione dello scozzese.
“Parte tra una settimana per Roma, Dom. E non verrà a Wellington con noi. Fattene una ragione Monaghan. Stavolta è finita sul serio…”
In un attimo il cuore di Dom andò in frantumi. Allora davvero non c’erano più speranze? Allora davvero doveva rassegnarsi all’idea che la sua storia fosse finita per sempre. Due lacrime solcarono il viso dell’inglese. Quella storia lo stava buttando in un tunnel che lo stava distruggendo.

Ilaria preparava la valigia, piegando i vestiti che le capitavano tra le mani. Certo, era strano pensare che era partita con l’idea di piantarsi stabilmente nella città degli angeli e che, ora, invece, stesse facendo una valigia per scappare.
Stava piegando una mogliettina, quando sentì qualcuno bussare.
“Avanti..” disse lei senza nemmeno voltarsi a guardare chi fosse.
“Sicura di volermi far entrare? Una volta ti ho baciata, quando ti ho trovata da sola in una camera…” 
“Orlando!” disse Ilaria voltandosi, poggiando la maglietta sui vestiti già riposti nella valigia, corse ad abbracciare l’amico.
Orlando strinse a se la ragazza, sorridendo. Poi, prendendole il viso tra le mani, chiese:
“Allora parti? Vai via e nemmeno mi dici nulla. Non si fa così. E pensare che io fino a poco tempo fa mi struggevo d’amore per te. Che antipatica che sei…”
Ilaria lo colpì e disse, allontanandosi, rimettendo i vestito nella valigia:
“Ecco che fa il cattivo. Va bene. Ti perdono solo perché ho visto quella foto che c’era sul ‘Vogue’ di questo mese. Beata la tua donna, caro Bloom…”
Orlando sorrise e si grattò la testa imbarazzato e rispose:
“Grazie…”
“E dai che lo se che ti piace che ti facciano tutti questi complimenti Bloom. Non sono mica nata ieri..” disse Ilaria facendo l’indifferente.
“Ma non sono l’unico che finge di non fare le cose…” disse Orlando avvicinandosi alla ragazza.
Ilaria si voltò e si trovò a pochi centimetri dal ragazzo. Sorrise e disse:
“Lo hai già saputo, a quanto vedo…” e si allontanò.
Orlando la seguì con lo sguardo e mettendo le mani nelle tasche disse:
“Perché a Roma? Vuoi proprio tagliare i ponti con tutti. Vero?” 
Ilaria mise qualche cosa nella valigia. E sospirando disse:
“Se sto ancora vicino a Dom impazzisco, Orlando. Non posso più stare qui. Devo far passare tutto il dolore che ho dentro. E andare a Roma è la scelta migliore che possa fare.mi spiace.. Ma devo andare…” e mise un’altra maglietta nella valigia.
Orlando la prese per le spalle e disse:
“Lo vuoi capire che se vai a Roma non ti perderà solo Dom, ma ti perderanno tutte le persone che ti amano. Billy, Sean, Christine.. Io..”
“Orlando. Se mi vuoi davvero bene, come dici, cerca di capire che devo andare se voglio essere felice. E che per me è meglio così. Lasciami andare. Non posso stare qui. Morirei, davvero” rispose Ilaria con le lacrime agli occhi.
Orlando la lasciò e chinando la testa disse:
“Io spero solo che quel biglietto non sia di sola andata” 
La voce del londinese era simile a quella di un bambino che cerca di scusarsi. E questo intenerì Ilaria che, abbracciando il ragazzo, disse:
“Se hai paura di non vedermi più.. Beh! Sappi che ci sarò sempre. E che tornerò. Non starò per sempre a Roma. Vi voglio troppo bene per abbandonarvi…”
Orlando accarezzò i capelli della ragazza e piano disse:
“Mi raccomando. Non ti dimenticare di tutti questi anni passati assieme” 
Ilaria guardò Orlando negli occhi e sorridendo annuì.

Dom guardò una foto che teneva in salotto. Carezzò la cornice e sospirò.
Nella foto, fatta da Viggo, erano ritratti lui ed Ilaria, abbracciati, che ridevano sotto la neve. In realtà, sotto l’aspetto tranquillo della foro, Dom sapeva quanto Viggo avesse penato per scattare il foto ritratto, per tutti i dispetti che continuavano a farsi tra loro.
In un attimo ripensò a quel periodo bellissimo, come gli succedeva troppe volte in quei giorni.
Mancavano sette giorni alla partenza di Ilaria. Mancavano sette giorni affinché potesse dirle che, nonostante fossero passati due mesi da quando si erano lasciati, lui l’amava ancora e non voleva perderla. Si sollevò dal divano e prese il telefono e compose il numero della ragazza.
Ma l’unica risposta che ottenne fu…
“L’utente da lei chiamato potrebbe essere irraggiungibile…” 
Chiuse il telefono e imprecò. Sapeva che non vedendo il viso di Ilaria sarebbe stato più facile dire tutto. O forse, avrebbe potuto dire tutto, dato che era più probabile che, dopo quello che aveva fatto, gli sbattesse la porta in faccia.

Elijah sorrise guardando Ilaria che giocava con Ally ed Hannah..
Si avvicinò alle due e mettendosi a sedere sul pavimento si mise a giocare anche lui.
Ilaria lo guardò. Quanto era passato da quando aveva capito che le sue attenzioni erano cambiate, per via della bambina? Tre anni. Tre lunghissimi anni, costellati da impegni di lavoro, da copioni da riscrivere e da viaggi lunghissimi dall’altra parte del mondo. Avere loro vicino era stata una mano santa. Perché, per quanto si accingessero a divenire delle star internazionali, non si erano montati mai la testa e avevano creato una vera e propria famiglia, di cui anche lei e la figlia avevano fatto parte.
Guardò Elijah e pensò che per lei, quell’anno, non ci sarebbe stata la gita a Wellington, dove avrebbe girato le pick-up de ‘Le Due Torri’. No! Lei avrebbe preso una strada diversa da quella dei suoi amici. E non sentiva dolore.
Elijah giocava con Hannah, quando disse:
“Partiremo anche noi, tra un po’. Non vedo l’ora di girare le pick-up. È come se avessi una nuova famiglia in Nuova Zelanda….”
“Lij. Partirò a Roma. Ho detto la stessa cosa ad Ob…” disse Ilaria guardando il californiano.
“Sarà un addio, vero” disse Elijah fissandola negli occhi.
Ilaria sorrise e accarezzò una guancia del ragazzo. E piano disse:
“Non è un addio, Monkey. È un arrivederci”
Il ragazzo l’abbracciò e la strinse forte dicendo:
“Mi raccomando. Appena ti sentirai più tranquilla, ritorna. Promettimelo”
Ilaria sospirò. E piano disse:
“Te lo prometto..”

la sera prima di partire, Ilaria si ritrovò da sola nell’immensa casa di Sean. Si voltò a guardare intorno il salotto nella penombra e si sentì protetta, come succedeva a casa di Peter e Fran.
Guardò le valigie chiuse e sospirò. Da quando le aveva preparate, Sean si era rabbuiato. Non aveva accettato completamente la partenza dell’amica, nonostante la moglie avesse, in tutti i modi, cercato di convincerlo che quello che Ilaria stava facendo era giusto.
Certo. un po’ tutti erano contrari alla sua partenza. Orlando, Lij, Billy… Tutti tranne Viggo. Ricordava la frase che le aveva detto.
“Se per te è la cosa giusta lo è anche per me. Non posso dirti che sono felice che tu parta. Ma non posso ancorarti al tuo passato col mio egoismo. Il tuo spirito è libero e tale deve rimanere. E se questa libertà mentale e spirituale la troverai a Roma… Per me sarà la più grande gioia.”
Ilaria sorrise. Viggo era fatto così. Amava lasciare libere le persone di scegliere. E lo aveva fatto anche con lei.
Sospirò di nuovo. Aspettava che Dom riportasse Hannah. Erano quasi le dieci di sera. E lui sapeva che la bambina da almeno un’ora doveva essere già a letto. Si lasciò cadere nel divano e massaggiò le tempie. Fu allora che bussarono.
Fuori dalla porta c’era Dom con la bambina che dormiva beata tra le sue braccia. Il ragazzo, con aria afflitta, disse:
“Scusami. So che è tardi. Ma stasera non ce la facevo a staccarmi da lei.. Non la vedrò per un po’ di tempo..”
Ilaria prese Hannah e disse:
“Dai porto a letto Hannah e ne parliamo. Uhm?”
Il ragazzo la guardò sorridente ed entrò. Da quando si erano lasciati, Ilaria aveva accuratamente evitato di stare sola con Dom. Ora, sapere che, almeno, accettava di parlare con lei, lo rendeva euforico.
Entrò e si mise a sedere e a leggere una rivista. Non aspettò molto. Ilaria ritornò subito dalla camera e si mise a sedere accanto a lui, che poggiando il giornale, disse serio e composto:
“Ti devo parlare”
Ilaria fece un segno di mano per acconsentire che il ragazzo parlasse. Sapeva che il discorso avrebbe avuto come punto centrale quello della sua partenza. Tutti gli avevano detto qualche cosa. Tutti tranne lui.
“Perché vai via?” chiese Dom.
“Per dimenticare tutto questo dolore” rispose lei sospirando e poggiandosi allo schienale del divano, guardando Dom negli occhi.
Dom non rispose. E sorridendo disse:
“Ti devo far vedere una cosa”
Frugò tra le tasche e mostrò la foto che aveva guardato pochi giorni prima. E chiese:
“Cosa ti ricorda?”
“La foto che ci ha fatto Viggo quando ha nevicato… Mi ricorso tutti i dispetti che ci siamo fatti. E Viggo, disperato, ricordi?”
“Non partire. E non farlo per me. Fallo per la bambina. E per tutto quello che c’è stato tra di noi…”
Ilaria poggiò due dita sulle labbra del ragazzo, dicendo:
“Dom no!” 
Il ragazzo la guardò sbarrando gli occhi. Ma bloccò la mano della ragazza e cominciò a baciarla. E Ilaria capì l’immenso errore che aveva fatto provocando quel contatto. Si accorse che bastava poco, anche che le labbra del ragazzo sfiorassero appena il bordo della mano, affinché lei sentisse mille brividi percorrerle la schiena. Si lasciò baciare dolcemente, mentre Dom si sdraiava su di lei, sovrastandola. 
Si baciarono a lungo, ma quando la mano del ragazzo entrò sotto la maglietta della ragazza, Ilaria lo bloccò e mettendosi a sedere disse:
“Non possiamo farlo. È sbagliato lo capisci?”
“Io ti voglio davvero. Voglio ricominciare davvero. Quante volte abbiamo litigato..” disse Dom cercandola di baciare di nuovo.
“Queste non sono le altre volte, Dom. Io non posso ritornare sui miei passi, non ora..” disse Ilaria allontanandolo.
Dom strinse forte la mascella e alzandosi, disse:
“So che non tornerai mai più. Quindi questo è un addio, vero?”
Ilaria non rispose. Dom tirò su col naso e disse:
“Allora buona fortuna Ilaria. Te lo auguro con tutto il cuore” e uscì sbattendo la porta.
Ilaria, portando una mano alla bocca, chiuse gli occhi e sussultò quando Dom uscì, sbattendo l’uscio. Poi, con un lunghissimo singhiozzo, pianse forte, piegandosi su se stessa.



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Capitolo 40
*** A Roma ***


In questo capitolo una piccola parte sarà una sorta di song

In questo capitolo una piccola parte sarà una sorta di song-fic. Mi spiace inserirla nella storia. Ma l’ho scritta e concepita in questo modo, già sulla carta, non pensando che nel sito ci sarebbe stata una categoria a parte. perdonatemi questa aggiunta.
Buona lettura naturalmente, come sempre..


                                                                                A Roma.

Passarono veloci i mesi, dopo il suo arrivo a Roma, la città eterna.
Per quanto la vita fosse difficile, all’inizio, lei e la figlia si abituarono presto alla capitale italiana. Certo. la mancanza della Compagnia e del resto del cast si fece sentire subito. E si acutizzò nei giorni a seguire. Ma, la cosa bella era che, a parte quei momenti di sconforto, che non erano molti, Ilaria riuscì di nuovo a costruirsi, da sola, una stabilità sentimentale che, da quando aveva lasciato Dom, era andata alle ortiche.

Sei mesi dopo..

La bambina era a scuola come ogni mattina. Frequentava una scuola americana, quindi le era permesso di parlare la sua lingua madre senza problemi. E per di più, in quei mesi di permanenza in Italia, aveva imparato anche la lingua di sua madre, l’italiano, rendendo orgogliosa Ilaria.
Quella mattina Ilaria stava sistemando alcune cose, quando alla radio sentì le note di una vecchia canzone:
Io mi nascosi in te poi ti ho nascosto 
da tutti e tutti per non farmi più trovare 
e adesso che torniamo ognuno al proprio posto 
liberi finalmente e non saper che fare 
non ti lasciai un motivo né una colpa 
ti ho fatto male per non farlo alla tua vita 
tu eri in piedi contro il cielo e io così 
dolente mi levai imputato alzatevi…

La ragazza sussultò lievemente. Era strano sentire quelle parole. Le ricordavano i vecchi dolori e, nel ritornello specialmente, metteva in tasta la domanda più grande che si era fatta in quegli otto mesi:
…chi ci sarà dopo di te 
respirerà il tuo odore 
pensando che sia il mio 
io e te che facemmo invidia al mondo 
avremmo vinto mai 
contro un miliardo di persone 
e una storia va a puttane 
sapessi andarci io...

Era vero. Non lo sapeva. Non sapeva più quello che avrebbe voluto dire stare con qualcuno che non fosse Dom, l’unica persona al mondo che aveva amato, se non si contavano Peter, Fran, Billy e Hannah. Quello che aveva vissuto con lui le aveva dato tanto, troppo. Quante cose avevano progettato assieme. Quante? E ora, per volontà sua, non poteva negarlo, tutto ‘era andato a puttane’ come diceva quella canzone. 
Con gli occhi lucidi ascoltò il resto della canzone, per poi scoppiare in lacrime quando il cantante cantò l’ultimo pezzo: 
…a chi 
insegneremo quello che 
noi due imparammo insieme 
e non capire mai 
cos'è se c'è stato per davvero 
quell'attimo di eterno che non c'è 
mille giorni di te e di me... 
ti presento 
un vecchio amico mio 
il ricordo di me 
per sempre per tutto quanto il tempo 
in questo addio 
io mi innamorerò di te...
”(*)
Una forte fitta allo stomaco le fece salire un fiume di lacrime agli occhi. Era ancora innamorata di lui, anche se, la distanza che aveva interposto tra loro gli permetteva di non vederlo e gli unici contatti erano quelli per telefono, per decidere quando Hannah doveva partite a Los Angeles. Di lui non si era mai dimenticata. E questa era un po’ una tortura per chi, come lei, cercava di scappare da tutto.

Due mesi dopo

La macchina ferma in un semaforo. Certo che Roma era bella. Ma era anche troppo caotica. Hannah dietro di lei si lamentava perché aveva fame. Ilaria sistemò gli occhiali da vista e si voltò. Fu allora che vide una locandina in un cinema. Era quella de ‘Le Due Torri’.
Sospirò guardandola, ricordando le scene che avevano girato a Wellington solo qualche anno prima. Ricordò la fantasia. Ecco un’altra di quelle volte in cui credeva di scoppiare solo al pensiero della fine della sua storia.
“Hannah? Che ne dici se stasera andiamo a vedere un film al cinema?” chiese Ilaria mettendo la marcia e partendo.
La bambina sorrise e chiese:
“Quale?”
“Il film dello zio..”

Passarono lentamente i giorni….

“Mamma?” disse Hannah mentre Ilaria l’aiutava a prepararsi.
“Dimmi piccola” rispose Ilaria baciando una guancia della bambina.
“Perché qui non ci sono gli zii?” chiese innocentemente Hannah.
“Perché loro lavorano a Los Angeles, adesso..” disse Ilaria mettendo la gonna alla bambina e chiudendola.
“E perché non vengono come quando eravamo in Nuova Zelanda?” chiese ancora la bambina guardando la mamma.
“Perché ora devono stare in America. E poi di nuovo in Nuova Zelanda?” rispose Ilaria prendendo la mogliettina della saluta e mettendola alla bambina, che non gradì particolarmente il capo e cominciò a grattarsi.
“E noi ci andremo?” chiese speranzosa Hannah continuando a grattarsi.
“Non lo so piccola. È meglio che per un po’ non vediamo gli zii e stiamo a Roma” disse Ilaria mettendo la camicia alla figlia.
“Ma siamo da tanto a Roma, mamma. Io voglio rivedere zio Peter e zia Fran. E anche zia Philippa…” piagnucolò Hannah.
Ilaria smise di abbottonare i bottoni e disse:
“Quante volte ne abbiamo parlato di questa faccenda, Hann? Lo sai che la mamma non può andare a Los Angeles. Non se la sente…”
Hannah guardò la mamma col broncio che l’aiutava a mettere il golfino. Ilaria le sorrise e prendendole il mento tra le dita, disse:
“Lo sai che la mamma non vuole che tu pianga. Ma la mamma non può stare dove stanno gli zii.”
“Perché hai litigato con papà?” chiese Hannah imbronciata.
Ilaria annuì piano. Hannah la guardò:
“Ma farete pace vero?” chiese Hannah con un sorriso.
L’innocenza di Hannah disarmò la madre che disse:
“Lo spero!” e prese dei calzini e li infilò alla bambina.
“Mamma?”
“Si!” sorrise Ilaria.
“Perché quando zio Billy ti ha scritto la lettera hai pianto? Hai litigato anche con lui?” chiese Hannah chinando il visino e guardando la mamma che le metteva le scarpe.
“No. È solo che zio Billy è diverso dagli altri zii. Ecco perché ho pianto” disse Ilaria piano, allacciando una scarpetta.
“Lui è diverso perché gli vuoi bene?” chiese Hannah sorridente.
“Si!”
“Come a papà Dom?” chiese ancora mentre Ilaria le metteva il cappottino.
“No. Zio Billy e papà Dom sono due cose diverse” disse Ilaria prendendo in braccio la bambina e facendola scendere dalla sedia dove l’aveva vestita.
“Ma lo vedremo di nuovo zio Billy?” chiese Hannah seguendo Ilaria che prendeva la cuffia e la sciarpa rosa.
“Forse” sorrise Ilaria legando la sciarpa. E poi premendo la cuffietta nella testa disse: “Andiamo testolina. Altrimenti arriveremo tardi all’asilo” e prendendola per mano disse: “Su!”
Stava per aprire la porta quando Hannah la bloccò e disse:
“Quando tu e papà Dom non litigherete più andremo di nuovo a casa di papà ad abitare, vero?”
Ilaria si chinò verso la figlia con gli occhi lucidi e rispose:
“Quando crescerai capirai…” e baciandole una guancia uscì dalla casa.

Quando ritornò a casa, dopo aver accompagnato la bambina all’asilo, si avvicinò al comodino, messo in camera sua e lo aprì. E con mani febbrili, prese la lettera e cominciò a leggerla.

Cara…
Cara?? Naaaa! Non è da noi chiamarci così, vero piccola? Allora ricominciamo…

Ciao…(ecco! Adesso va meglio!)
È da ormai un anno, quasi che stai a Roma. E da quasi un anno che non ci vediamo. Va bene che ti fai sentire ogni tanto, ma non è lo stesso. E quell’arrivederci diventa un addio. Ammettilo.
Perché non torni a Los Angeles e provi a parlare con Dom. Infondo lo dicevi anche tu. È strano ma non è cattivo. Almeno spero.
Comunque credo che la cosa migliore per entrambi sia quella di prendere in mano la situazione e chiarirvi , pensando alla bambina per una volta e non a voi. Ne sono certo. e sai perché. Perché tu staresti di nuovo con le persone che ti amano e che ami. E avresti quella felicità che da più di un anno ti sei negata. E credo che Dom te la darebbe questa felicità. Non posso dirti che è stato fermo e buono e che non ha cercato in altre donne quello che non gli davi tu.
Ma vedo che soffre, anche se è passato un anno dalla fine della vostra storia.
Non ti devi punire per tutta la vita. E non devi punire nemmeno lui.
Non devi immolarti a capro espiatorio per tutti gli errori tuoi e delle persone che ti sono state accanto.
Devi solo accettare questa sfida che la vita ti pone. Chiederti se vale la pena essere felici oppure no!
Io ti ammiro. Perché hai preso decisioni che una ragazza normale non avrebbe nemmeno preso in considerazione.
Io ti ammiro. Ma più di una volta ho pensato che stessi scappando da Dom perché tu per prima avevi paura, o peggio avessi deposto le armi e tanti saluti amici. 
Non ci voglio credere. Perché se è così, allora non ti conosco abbastanza dopo quattro anni. E io credevo di aver capito tante cose di te.
Dimmi Ilaria che non hai deposto le armi. Che non hai smesso di lottare per colpa dell’avvicendarsi delle cose. Dimmelo. Non posso sopportare l’idea di nono conoscerti abbastanza.
{…} Spero, naturalmente, che a giugno tu sia dei nostri a Wellington… Il film sta per finire. E io vorrei che tu mi fossi vicino, come quando tutto è cominciato… Il 29 agosto 1999…
Con affetto Billy


Ilaria rilesse la frase:
‘Io ti ammiro. Ma più di una volta ho pensato che stessi scappando da Dom perché tu per prima avevi paura, o peggio avessi deposto le armi e tanti saluti amici. 
Non ci voglio credere…’
Due lacrime le solcarono il viso. E chiudendo gli occhi ricordò il giorno in cui era partita, nell’aprile 2002. Quasi un anno prima…

“[IL VOLO A32 IN PARTENZA …]
- Questo è il mio- disse Ilaria prendendo meglio il bagaglio a mano e prendendo la mano della bambina.
-Mi raccomando piccola. Qualsiasi cosa accada sai dove trovarci- disse Christine abbracciandola commossa.
Ilaria sorrise e rispose:
-Stai tranquilla. Non i dimenticherò..-
Sean le si avvicinò e disse, commosso anche lui:
-Non fare che parti e non torni più. Ricorda che lo hai promesso…-
-Torno. Torno. Stai tranquillo- disse lei baciandole una guancia.
Elijah aprì le braccia e disse:
-Mi raccomando. Non dimenticarti di chiamarci-
-Secondo le tariffe telefoniche italiane, chiamerò tutti una volta al giorno… Dai scherzo. Vi chiamerò per farvi sapere come sto..- rise Ilaria stringendo il californiano.
-E manda qualche cartolina dalla città eterna- disse Orlando stringendola.
-Appena arrivo ne compro uno stock da un negozio di souvenir e ve le spedisco. Ok?- disse Ilaria prendendo in giro il londinese, che le diede un buffetto sul braccio, fingendosi offeso.
Billy si avvicinò ad Ilaria. Guardò l’amica e con le lacrime agli occhi, disse:
-Mi mancherai testa calda. Ti voglio un bene dell’anima. Promettimi solo che tornerai…_
Ilaria lo strinse forte a se e con le lacrime agli occhi, piano, disse allo scozzese:
-Sarai quello che mi mancherà di più, Bill. Davvero. Ti voglio un bene dell’anima-
-Anche io. Anche io- ribadì Billy stringendola forte a se.
Si staccarono, Ilaria asciugò gli occhi e chiese:
-E Dom?-
Elijah scosse la testa. Non c’era. Ilaria sospirò. E caricando meglio il bagaglio sulle spalle disse:
-Beh! Grazie a tutti per essere venuti qui. Arrivederci- e salutando con un cenno della mano, con la bambina, si allontanò.
Dopo che tutti se ne furono andati, Ilaria sentì una voce. Si voltò e lo vide.. Dom. 
Senza un perché corse verso il ragazzo e lo abbracciò. E si baciarono, appassionatamente, mentre Hannah guardava gongolante i due genitori.
Quando il bacio finì si guardarono e unirono le fronti e lui, accarezzandole il viso con entrambe le mani disse:
-Resta-
Ilaria lottò contro se stessa. Una parte le diceva di farlo, una no. E tra le due vinse la seconda.
E come se la sua voce arrivasse da un altro pianeta, rispose:
-No!-
Dom stinse i pugni e prendendo il viso tra le mani disse:
-Non lo merito. Ma ho bisogno di te. Dammi un’altra possibilità…-
Ilaria scosse la testa in segno di diniego. E con le lacrime agli occhi, disse:
-Non è un addio Dom. È solo un arrivederci…- e correndo diede il biglietto alla hostess, ignorando le grida di Dom che diceva di amarla ancora…


Aveva smesso di lottare. Era questa la verità. Aveva deposto le armi e aveva lasciato definitivamente che il destino si occupasse della sua storia con Dom.
Quella certezza balenò nella mente della ragazza dopo un anno a Roma. E le spezzò il cuore.
E sedendosi nel divano, pianse lacrime dal sapore decisamente amaro. 






(*) Non credo che molti di voi conosceranno questa canzone. A dire il vero, questo pezzo, parla di una mia esperienza, legata proprio a questa canzone. La fine di un amore, come è narrata nelle strofe. Ho deciso di metterla nella fic e farla sentire ad Ilaria perché so che cosa vuol dire stare assieme con qualcuno tanto tempo e poi trovarsi come si è trovata lei (l’esperienza che ha avuto con Dom, quella del tradimento, è solo frutto della fantasia, con delle mie esperienze personali non c’entra) quando la sua storia è finita. E pensare che non è nemmeno il mio genere…

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Capitolo 41
*** Welcome home Ilaria e Hannah ***


Vampyre e Fefe

Vampyre e Fefe… Siete incazzate con Dom a quanto vedo. E un po’ di ragione ve la do. È vero che Ilaria gli ha perdonato molte (o troppe!!) cose. E so che quello che ha fatto non è una cosa bella. Ma sta soffrendo anche lui. e molto. Mi sa che l’ho screditato come Orlando all’inizio. Va finire che mi fanno causa entrambi. Eheh!!
Va bene. Spero di postare prima del 31 i prossimi tre e ultimi capitoli. Siamo agli sgoccioli, ragazze. Quasi, quasi mi spiace finire questa storia a cui, davvero, sono molto affezionata e, mi fa immenso piacere, mi avete detto che mi è piaciuta.
Quindi meno tre. Come i giorni che mancano a finire il 2005. 
Spero di annoiarvi e deludervi con il finale…
Ma ora basta. Una bacio a tutte. Niniel.


                                                      Welcome home Ilaria e Hannah.
                                                 (ovvero Peter e le sue opere di persuasione)

La situazione rimase immutata almeno fino a quando, a metà giugno, in una caldissima mattina d’inizio estate, il cellulare d’Ilaria trillò mentre passeggiava con Hannah, mangiando un gelato per le strade del centro di Roma.
Rispose immediatamente, stupita della chiamata e della persona da cui proveniva.
“Papà!”
“Piccola!” cantò la voce festosa di Peter dall’altro capo.
“Come stai?” chiese Ilaria felice.
“Bene” e poi schiarendosi la voce chiese: “Sei occupata in questo periodo?”
Ilaria aggrottò la fronte e chiese:
“Perché?”
“Sai com’è.. Qua il lavoro è tanto. Anche Fran sta facendo salti mortali e doppie piroette pere le sceneggiature da riscrivere e per aiutarmi a girare le scene. E i registi delle altre unità stanno facendo il loro meglio. E se Philippa fosse brava dietro la cinepresa, quanto è brava a stare dietro ad una macchina da scrivere, le affiderei anche questo compito. Ma vista la situazione… Non è un compito adatto a lei. E visto che il tempo stringe, ho bisogno del tuo aiuto. Tu hai fatto la scuola di cinema e non sarebbe la prima volta che ti metti dietro la cinepresa per le pick-up. Quindi.. Puoi aiutarmi” disse Peter snocciolando con una rapidità e una strana calma le sue ragioni, nonostante la situazione fosse più che allarmante.
Ilaria si grattò la testa. Sapeva che quel ‘puoi aiutarmi..’ non era una domanda, ma un’affermazione che non ammetteva repliche. Ma sapeva che, in quel momento, in Nuova Zelanda, c’erano tutti. Dom compreso. E questo significava affrontare in due mesi quello per cui per anno era scappata.
Ma non poteva dire di no. Non a Peter.
E guardandosi intorno disse:
“Cerco un internet point e ordino on line i biglietti della Qantas..”
“Non preoccuparti. Tua madre lo ha fatto ora. Ti mando via fax la carta d’imbarco, all’albergo. Ciao piccola. E grazie..”
Ilaria guardò il cellulare. Non c’era più la finestra che indicava la chiamata in corso, ma l’immagine di Hannah, vestita a maschera il giorno del suo compleanno, sorridente.
Era in trappola. Messa dai suoi stessi genitori. Ma comunque il trappola.

Il taxi si fermò davanti alla casa. Peter le aveva dato l’indirizzo e le aveva detto che quel giorno erano tutti li, a casa di Billy per fare una grigliata, infatti dall’abitazione arrivava un chiasso assordante.
Pagò il tassista e si avvicinò alla casa. Quando arrivò alla porta si trattenne a stento dal ridere.
Stava andando a casa di Billy, ma Peter non aveva informato nessuno del suo “rientro in patria”.
Arrivò davanti alla porta, quindi. Nonostante fosse chiusa sentì un ringhio e la voce simil-arrapata di Orlando gridare da dietro l’uscio:
“Ringrazia che sono fidanzato Dom. Altrimenti… mhhh! Cosa ti avrei fatto!”
Ilaria rise sommessamente e dovette fare un grandissimo sforzo per trattenersi un’altra volta quando sentì Dom dire, con una voce equivoca:
“Tesoro. Ma tu lo sai che mi lascio sfondare solo dal dolcissimo Lij. Con te faccio solo le cose sadomaso…”
“Ma perché ci dovete mettere a me in mezzo a ‘ste cose. Ma io non lo so..” intervenne Elijah facendo finta di essere arrabbiato.
“Tranquillo. Il bell’elfo non fa raddrizzare nemmeno le bandiere in una giornata di vento…” continuò Dom con la stessa vocetta.
Orlando non rispose ma dal “Cafone!!” che urlò Dom, immaginò che il bel londinese gli avesse fatto qualche meritato gestaccio.
Ilaria alzò il pugno e picchiò l’uscio velocemente. Billy si avvicinò ridendo alla porta e disse:
“Strano non aspetto nessuno. Chi sarà?”
Quando aprì la porta, Ilaria non ce la fece più e rise. Vedere la faccia stupita di Billy che la guardava da capo a piedi a bocca aperta, senza saper cosa dire, era davvero esilarante.
“I-Ilaria?!” chiese lo scozzese abbracciandola e guardandola di nuovo. “Ma quando sei arrivata?” e la fece entrare.
“Tre ore fa. Il tempo di arrivare a casa Jackson, darmi una rinfrescata, mettere a letto Hannah, che era morta di stanchezza.. Ed eccomi qua. Di nuovo tra voi…” sorrise la ragazza stringendo di nuovo lo scozzese.
Entrarono nel salotto e Billy disse:
“Ragazzi? Guardate chi c’è?”
Elijah si voltò e correndo verso di lei, l’abbraccio e disse:
“La mia piccola pazza. In arrivo direttamente dall’Italia. Roma com’è? Vecchia come te?” 
Alle parole scherzose del californiano, Ilaria, rispose con un buffetto sul braccio, dicendo, facendo finta di essere offesa:
“Guarda che sei quello più vecchio dei due..”
“No! Cara mia io sono giovane e fresco come una rosa…” scherzò ancora Elijah, prima di venir scansato da Sean che, tenendo sempre alto lo spirito goliardico che si creava tra di loro, disse:
“Vattene via, Frodo dei miei stivali.. Ciao piccola. Come stai? Stata bene a Roma? E la piccola? Cresce bene? Ha avuto problemi con l’italiano?..”
“Guarda che è tornata dall’Italia per girare il film, non per rispondere ad un fuoco di fila di domande tue…” disse Elijah spostandolo ancora e abbracciando l’amica.
Ilaria rispose all’abbraccio prima di venire arpionata da qualcuno che le stava alle spalle.
In meno di dieci secondi, stava urlando scalciando come un’ossessa, mentre Viggo la portava qualche centimetro più in alto.
“VIIIIIIGGGGGGOOOOOOO! PORCO CANE! METTIMI GIÙ. VIGGOOOOOOOOOOOOO. TI HO DETTO DI METTERMI SUBITO GIÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙÙ” gridò senza successo Ilaria mentre il ramingo se la rideva come un pazzo.
Cominciò così la lunga processione dei saluti.
Stava abbracciando per ultimo Orlando, complimentandosi per la sua nuova storia, quando chiese:
“Ma Dom dov’è?”
“Non lo so. Stavamo facendo i perfetti innamorati quando son dovuto andare in bagno. Sai anche gli uomini più affascinati del pianeta devono fare i loro bisogni” disse Orlando dandosi finte arie.
Ilaria rise e spingendolo gli disse:
“Scusa ma devo andare a salutarlo”
Girò per la casa dello scozzese, guardando in tutte le stanze. Lo trovò solo all’ultimo, in cucina.
“Dom” disse lei serena.
Dominic si voltò lentamente e guardò Ilaria negli occhi sereno.
In quel momento, nella testa di Ilaria si delineò un film veloce che proiettò tutta la sua vita assieme al ragazzo. E quelle scene la svuotarono.
E dopo un anno si accorse di amare ancora Dom. E quando lo abbracciò il cuore fece una capriola, un salto che nessuno, nemmeno Billy aveva sortito.
Dom sorrise e staccandosi da lei, chiese:
“Come mai da queste parti?”
“Sai! Ho preso un aereo e sono arrivata ad Hong Kong e mi sono detta: -Quasi, quasi vado in Nuova Zelanda, tanto che sono qui..- Ed eccomi qui! A romperti le palle…” sorrise lei mettendo le mani nelle tasche dei jeans. 
“Tu non rompi mai le palle, stella” sorrise Dom cingendola di nuovo.
Fu un abbracciò più bello e più carico di emozioni del precedente. E baciandole una guancia, le disse:
“Sono felice che tu sia qui!”
“Anche io!” rispose Ilaria.
“Allora.. Welcome home, little crazy mama”
“Thank you, mr. Monaghan!”
e risero abbracciandosi di nuovo.

Aveva sistemato alcune controfigure, arrabbiandosi. Peter aveva bisogno di quel materiale il più presto possibile. Ma quel giorno nessuno sembrava volesse collaborare. Cavallo di Orlando compreso. Disperata, Ilaria, allora, gridò:
“Qualcuno aiuti Orlando a tenere a bada il cavallo. Bloom ci serve vivo. Non a fettine..”
Finalmente, dopo la supplica, la scena venne girata con successo e Ilaria poté mandare tutti a casa. Almeno per quel giorno
Lavorava da ormai due settimane ed era stanca come se avesse lavorato per sette mesi di fila.
Sospirò e si passò una mano sulla nuca. Ad un tratto sentì della mani posarsi sulla base del collo e, con la pressione dei pollici, cominciarono a massaggiare la parte.
“Orlando sei tu?” chiese Ilaria toccando un braccio del giovane elfo.
“In carne e ossa immortali” rise Orlando.
“Oh Dio! Umorismo inglese” disse Ilaria fingendosi disperata.
Orlando rise più forte e disse:
“E con Dom? come va?”
Ilaria sospirò e disse:
“Come vuoi che vada? Come sempre. siamo due genitori amorevoli. Hannah è felice perché siamo di nuovo a casa di Peter. E credo che per moti aspetti, visto come sta andando la situazione, credo che sia proprio così.
“Ila! Tu ami Dom. So che è inutile che lo neghi. Non lo vuoi ammettere. Questo l’ho capito..” e guardando l’immagine di entrambi riflessa allo specchio, disse: “Lui non ti aspetterà in eterno. Conosci il detto: il mare è pieno di pesci? Vuoi che qualcun’altra prenda il suo posto? Lo so che ha sbagliato. Ma ho visto com’è stato in questi mesi in cui tu non c’eri. Non piangi un anno per qualcuno che non ami. E lui lo ha fatto.. Perdonalo. Lo merita davvero” e baciandole una guancia andò via.
Ilaria sospirò e, portando le mani alla fronte, piegò il capo e disse:
“Ma io ho tanta paura…”

Ritornò a casa. La baby-sitter guardava la televisione con Hannah ridendo. Ilaria, appoggiandosi allo stipite, disse, incrociando le braccia al petto:
“Hannah? Ma non dovresti essere già a letto?”
La bambina corse dalla madre e, dandole un bacio, rispose:
“Ho fatto un disegno. Te lo faccio vedere?”
“Ok!” rispose la ragazza sorridente.
Hannah corse in camera, mentre Ilaria congedava la baby-sitter pagandola e augurandole la buona notte. Poi, con le braccia incrociate, andò nella camera della figlia. La trovò con un foglio tra le mani. La prese in braccio e disse:
“Fammi vedere questo disegno..”
Hannah mostrò il foglio e quando Ilaria lo vide si commosse. Anche se non perfette, le sagome avevano le caratteristiche di ogni attore della saga. E c’era tutta la Compagnia.
“Questi sono li zii. C’è anche zio Peter, zia Fran e zia Philippa. E questi sono Billy e Katie che giocano con Ally ed Elizabeth.. Gli altri zii non ci sono stati ma attacchiamo un altro foglio e metto anche loro..”
“E questo con la barba chi è?” chiese Ilaria indicando uno dei personaggi del disegno.
“Questo è nonno Ian” disse Hannah indicandolo a sua volta e poi, spostando il ditino su altre due figure, disse: “E questi siete tu e papà Dom. E siete anche sposati..”
Ilaria accarezzò i ricci della bambina e alzando il visino per guardarla negli occhi, disse:
“Tu lo sai che non potrà mai succedere.”
“Quindi non farete nemmeno il fratellino che mi avevate detto che avreste fatto?” pigolò la bambina.
“Nemmeno. Ora siamo solo noi due. Non sei felice?” chiese Ilaria prendendo il foglio e poggiandolo sulla scrivania piena di matite, pennarelli ed acquerelli.
“Ma io non ho il papà come le altre bambine” fece notare alla madre, Hannah, con la solita vocetta triste.
“Lo so..” disse Ilaria sorridendo. “.. ma hai una mamma che gioca tanto con te..” e facendole il solletico le fece ridere un po’, per poi lasciarla libera e cominciarla a rincorrere dopo averle concesso qualche secondo di vantaggio.

Dom si sistemò la maglietta guardandosi allo specchio. Quella era stata una giornata dura. Alla sua unità era stata assegnata Ilaria. E aveva dovuto passare con lei la giornata facendo finta che non gli importasse. Ma non era così.
Sentì delle risate e poi la porta della roulotte si aprì. Si voltò e vide Ilaria.
“Ciao” disse lei imbarazzata, accorgendosi della presenza dell’ex solo in quel momento.
“Ciao!” rispose Dom con un sorriso.
Ilaria si guardò in torno e disse:
“Ho dimenticato gli occhiali da vista, ma visto che ci sei ancora tu, entro dopo a cercarli..” 
“No! Cerca. Cerca. Non sarà certo questa la prima volta che mi vedi in mutande…” sorrise tranquillo Dom.
-No! E nemmeno senza..- pensò Ilaria. “Okay! Grazie Dom..” disse poi a voce alta cominciando a cercare.
Cercò un po’ dappertutto, alzando tutte le cose nel quale credeva potessero essere finiti sotto i suoi occhiali. Fece tanto di quel trambusto che una protesi cadde per terra. Entrambi si chinarono e sbatterono la testa uno contro l’altro.
Ilaria, tenendo al parte offesa, si mise a ridere e si sedette sul pavimento della roulotte. Anche Dom rise divertito e le chiese:
“Ti ho fatto molto male?”
“No. Fa male solo quando respiro” scherzò Ilaria guardando le dita che fino ad allora aveva premuto sulla fronte.
“Quanto sei scema. Fai vedere…” disse Dom spostando una ciocca di capelli. “Uhh! È un bel bozzo… Aspetta che vado a prendere qualche cosa da metterci sopra….”
Si alzò e si avvicinò all’armadietto porta oggetti. Prese una pomata e si mise a sedere nel pavimento vicino alla ragazza. Fregò con cura la crema sulla parte offesa, sorridendo dolce ogni qualvolta Ilaria socchiudeva gli occhi. E fu così che trovarono a fissarsi l’un l’altro, in silenzio. E lentamente, si avvicinarono e si baciarono. 
Ilaria si mise in ginocchio e, poggiando una mano sulla guancia di Dom, lo baciò con più trasporto.
Si trovarono sdraiati nella roulotte, a slacciare velocemente ogni bottone, ogni stringa che non permetteva ad entrambi di dar libero sfogo a quella passione che avevano tenuto dentro per tutti quei mesi. E in men che non si dica, fecero l’amore.
Ilaria, solo quando Dom cominciò a bloccarsi, si rese conto di quello che aveva fatto. E girando la testa da un lato, si mise a piangere.
Dom la fece voltare e sorridente disse:
“Ehy! Ehy! Perchè piangi?”
“Cosa abbiamo fatto, Dom? ci siamo comportati come due ragazzini senza cervello, te ne rendi conto?” rispose lei continuando a piangere.
“Io non capisco. Abbiamo fatto l’amore…” disse Dom spostando una ciocca dal viso di Ilaria. Ma fu la ragazza a bloccarlo, perché piangendo più forte e rovesciando la testa da un lato, disse:
“Non abbiamo fatto l’amore Dom! Noi non stiamo più assieme…”
Lo sguardo di Dom passò dallo sconcertato allo stupito per poi, alzandosi, mentre si abbottonava i pantaloni, con sguardo incazzato, disse:
“Ora non stiamo più assieme. Prima mi illudi e poi..”
“Io non ho illuso nessuno!” affermò Ilaria ricomponendosi a sua volta.
“Allora dimmelo.dimmi perché non possiamo stare assieme. Dimmi perché non posso amarti completamente. Perché vuoi comportarti come se fossimo una coppia di fratelli, quando poi, sappiamo che basta trovarci da soli in un luogo dove non entra nessuno, per fare l’amore. E accorgerci che nulla è cambiato..” disse il ragazzo lasciando scendere le braccia lungo il corpo, quasi lo avessero privato di ogni forza.
“Perché ho paura” disse lei in lacrime.
“Di cosa? Cristo!” disse lui chinandosi vicino a lei e cercando di guardarla negli occhi.
“Lo sai di cosa ho paura. Di non essere all’altezza di un uomo sei anni più grande di me. Di deluderti di nuovo, di non essere abbastanza sensuale e procace come tutte quelle ragazze che ti stanno vicino. Di vederti con un’altra, dopo che te la sei fatta… Ho paura di soffrire Dom, ecco perché, se posso evitarmi del dolore lo evito. Preferisco cento volte averti come amico, che essere di nuovo la tua compagna…” disse lei con gli occhi lucidi.
Dom la guardò, sbarrando gli occhi. Lentamente si alzò e stringendo i pugni, pianse:
“Non ti posso giurare che, se un giorno, dovessimo tornare assieme, tutto sarà perfetto. Sarei uno stupido solo a pensarlo, anche se lo vorrei. Ma sono cambiato Ilaria. Tu non potrai crederci, ma non sono più un ragazzino che vuole tutto e subito. Questo anno senza di te mi ha aperto gli occhi lo giuro. Sta a te ora decidere se credermi o no. Io non ti obbligherò più. L’ho fatto una volta e mi sono reso conto troppo tardi della cazzata che avevo fatto.”
Dom stava per uscire quando Ilaria si avvicinò a lui e abbracciandolo, disse:
“Ti prego. Rimaniamo amici. Almeno amici…”
Dom sospirò e disse:
“Se questo ti farà sentore una persona migliore.. Amici” e prima di chiudere la porta disse: “Ti amo ancora, volevo solo che tu lo sapessi..” e chiuse la porta con fragore. 
Come quando lei stava per partire a Roma.
Roma…. In quel momento si rese conto che le mancava davvero tanto la libertà che aveva lì.
Mancavano tre settimane alla fine di quella fantastica avventura. L’unica cosa che si chiedeva era se lei avrebbe retto oppure no.


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Capitolo 42
*** L'ultimo ciack ***


Meno due

Meno due. Eccoci qua al penultimo capitolo. 
Sono davvero felice che la storia che ho scritto vi sia piaciuta e vi abbia tenuto compagnia in questo mese e mezzo (credo). Davvero. Sono stata molto titubante se pubblicarla. Come sono indecisa se pubblicare la fic sul ISDA nella categoria libri, oppure la terza (che sarebbe stata la seconda se non avessi seguito lo sclero di Natale a New York) nella categoria celebrità. Credo che opterò per la seconda, dato che la prima è un’idea che ho, ma che la mia mente malata non ha ancora partorito. Ebbene si. Non vi libererete facilmente di me.
Allora penultimi ringraziamenti.
Fr@ tranquilla. Non mi annoi con le tue recensioni. Anzi, mi puoi solo fare felice. ^____^. Comunque. Per il finale, Hannah beh.. Spero che sia felice… Non gli e lo ancora chiesto. Buahahahahahahah. Scherzo. No. Davvero. Credo che domani lo saprai, quando pubblicherò il mio ultimo capitolo. Mi sta venendo la tristezza. T___T accidenti…
Fefe e Vampyre… Mi spiace che vi abbia fatto diventare Dom un ragazzino viziato. Non era un mio intento. Anche se, anche per riscattarlo, ho usato una frase di Vampyre, che ha messo nelle recensioni. [In questa storia Dom ha fatto la figura di quello che vuole tutto e subito]. Spero che abbia avuto l’effetto sperato.
Che dirvi a parte che sono felicissima perché il mio gruppo preferito si sta riunendo. I mitici Take That…Scusate la divagazione.
Va bene. Penultimo capitolo. E un bacio a tutte.
Buona lettura. Niniel.


                                                                           L’ultimo ciack.
                                                         (e la fine di una fantastica avventura).

Dopo quella sera i due ragazzi siglarono una sorta di armistizio, un patto di non belligeranza che mirava più che a non litigare e a non farsi la guerra e a cercare di non parlare dell’accaduto. Così la loro mezz’ora di passione rimase una cosa che solo loro due conoscevano.
Passarono le settimane e dopo giugno arrivò luglio. E tutti assieme, gli attori che per quattro anni avevano lavorato alla trilogia, si apprestavano a lasciare per sempre il set e mettere fine a quella loro fantastica avventura.
Ma stava per succedere qualche cosa che Ilaria non aveva calcolato. Qualche cosa avrebbe cambiato molte cose.

Ilaria stava guardando gli schizzi fatti da Peter per girare una scena.
“Direi che questo sta bene qui. Perché se Legolas deve saltare giù dall’olifante, allora dobbiamo centrare l’inquadratura…”
Ilaria stava annuendo, quando, portando una mano allo stomaco, disse:
“Scusa pà. Devo andare in bagno…” e senza dare il tempo a Peter di rispondere, si allontanò dalla sala. 
Fran, che stava andando in cucina, vide la ragazza sfrecciarle davanti ed entrare in bagno sbattendo la porta. La donna, poggiando la testa allo stipite aspettò che la figlia uscisse. E quando la vide spuntare dalla porta, disse:
“Che hai?”
Ilaria tirò su col naso e disse:
“Nulla. Nulla.” 
Fran scosse la testa e continuò:
“Ti sto osservando da un paio di giorni. E non è la prima volta che fai una capatina al bagno di mattina presto. Ilaria, c’è qualche cosa che devi dirmi?”
Ilaria scosse la testa e disse:
“Ti ho detto che non ho nulla mamma. E sai meglio di me che non può essere quello che credi sia…” e allontanandosi rientrò nella sala, lasciando così quel discorso.
Ma per quanto potesse mentire alla madre, sapeva di non poter mentire a se stessa.

Ilaria guardava nauseata l’insalata che il catering aveva propinato alla troupe. Tirò sul col naso e disse:
“Odio l’influenza. Che cazzo! Erano anni che non ne prendevo una così brutta…” si lamentò con Liv che, guardandola sorridente, rispose:
“Sicura che sia una banale influenza?”
“Che vuoi dire?” chiese Ilaria spostando un ricciolo d’insalata nel piatto.
“Ti osservo da un po’…” sorrise l’attrice.
-E daje. Ma allora è un vizio. Sembra che da un po’ l’intera troupe non faccia altro…- pensò la ragazza guardando storto l’attrice che, pormai era diventata una sua amica. “Occhio elfico. Allora mi posso fidare.” Scherzò Ilaria bevendo un sorso d’acqua.
“Stai male tutte le mattine. Ma devo dire che sei molto più luminosa in questo periodo. Quasi la tua pelle si fosse fatta più chiara. E sei molto più morbida. Le vedo le tue curve. Sembrano più tonde..” disse Liv guardandola di sottecchi, mentre, a sua volta, mangiava anche lei insalata.
“Che vuoi dire?” chiese Ilaria fissando stupita l’amica col bicchiere ancora sollevato.
“Nulla. Nulla che non si possa risolvere in nove mesi..” sorrise Liv.
“Liv. Non sono incinta..” sentenziò Ilaria laconica.
“Fai un test. Che ti costa?” disse l’attrice.
“Quale test?” chiese Miranda aggiungendosi alle due.
“Ilaria aspetta un bambino” annunciò sorridente.
“LIV!!” disse Ilaria, ma Miranda, partita per la tangente, disse:
“Davvero? Allora tu e Dom…?”
“Non è successo proprio niente Miranda. Non sono incinta. Liv stava scherzando.. E se ora mi scusate, devo andare..” e sollevandosi si allontanò a passo svelto dal tavolo.
Quella frase l’aveva oppressa. E questo perché ci aveva pensato anche lei.

La mattina dopo, uscì di casa e, prima di andare sul set, entrò in una farmacia e comprò un test di gravidanza.
Quando risalì nell’abitacolo rigirò la confezione tra le dita, preoccupata. Quello che aveva tra le mani era il suo destino. E pensare che, dopo Hannah, aveva giurato a se stessa che mai più le sarebbe successa un cosa simile. Se avesse avuto un’altra gravidanza, avrebbe avuto accanto un uomo.
Buttò la busta nel sedile posteriore e andò sul set.
Aspettò un’intera giornata, poi, quando tornò a casa, mise a dormire la bambina e fece il test.
Camminò avanti e indietro, tormentandosi l’unghia del pollice destro, fino a che il timer che aveva programmato, suonò. E quando lo fece un sussulto percorse la schiena di Ilaria.
Guardò la linguetta e le gambe cedettero. POSITIVO. Aspettava un bambino. E il padre era Dom.

Billy guidava tranquillamente con Ilaria accanto. 
Erano passato due giorni da quando Ilaria aveva scoperto la sua gravidanza. E ancora non aveva detto a nessuno dell’evento.
“…I swam across 
I jumped across for you 
oh what a thing to do 
'cos you were all yellow 
I drew a line 
I drew a line for you 
oh what a thing to do 
and it was all yellow..” canticchiò allegramente Billy, mentre Ilaria, innervosita dalle nausee, ringhiava:
“Boyd. La vuoi smettere o preferisci che ti tiri il collo?”
“Come siamo violenti di prima mattina. A parte il fatto che mi devi spiegare come mai, tutto ad un tratto odi questa canzone, con cui tu e Dom mi avete distrutto i maroni per due anni e mezzo. E poi… Mi vuoi dire una volta per tutte che diavolo hai? Sei pallida. Non riesci a guidare. Sei sempre di catt…”
“Aspetto un bambino” disse Ilaria con le lacrime agli occhi, facendo inchiodare di botto l’amico. E meno male che erano le prime ore del mattino sennò avrebbero avuto un incidente.
Billy spostò la macchina dalla carreggiata e posteggiando al lato del marciapiede, disse:
“COOOSAAA?”
“Aspetto un bambino Bill. Un bambino di Dom…” disse Ilaria prendendo un fazzoletto e asciugando gli occhi.
“Un bamb.. UN BAMBINO DA DOM! MA TE NE RENDI CONTO? DICO IO AVETE PIÙ DI VENT’ANNI TUTTI E DUE. NON SIETE DUE BAMBINI. LO SAPEVATE CHE SE NON USAVATE LE PRECAUZIONI POTEVI RIMANRE INCINTA…”disse Billy guardando la ragazza che stava piangendo vicino a lui.
“Lo sapevo. Ma è successo tutto così in fretta. E non siamo riusciti a fermarci…” rispose Ilaria con gli occhi già rossi.
Billy l’abbracciò e disse:
“Lo so. E credo ce tu sia davvero spaventata. Molto spaventata. Lo hai detto a Dom?”
“No” rispose Ilaria piano affondando la testa nella giacca del ragazzo.
“Allora devi dirglielo. È anche suo figlio ricordalo. E poi è una vita… Va salvaguardata…. Peter lo sa?” chiese ancora lo scozzese.
Ilaria scosse la testa in segno di diniego. Billy sospirò e piano disse:
“Bella responsabilità. Sapere queste cose per primo. Sappi che qualsiasi cosa accada, io ti starò vicino, sempre…. Davvero” e baciandole la fronte poggiò la testa su quella d’Ilaria. Infondo, gli amici si vedono sempre nel momento del bisogno.

Ilaria partecipò all’addio di tutti gli attori. E, per ognuno di loro, era davvero commossa.
Naturalmente c’era la preoccupazione per la gravidanza. Infatti, dopo averlo detto a Billy, Ilaria diede la notizia ai genitori. E Peter, abbastanza apertamente, la minacciò di dire lui stesso la verità a Dom se non lo avesse fatto lei.
La sera propizia, secondo Ilaria era quella dell’addio del ragazzo. E decise che lo avrebbe fatto lì.

Quella sera, Dom, era chiuso in una giacca nera, con sotto una maglietta gialla. Era commosso e, sospirando, con una mano sul cuore, chinando e grattandosi la testa disse:
“…Lavorare al film, stare in Nuova Zelanda. Essermi aperto a tutti voi, aver visto i vostri figli crescere. Tutto questo mi ha fatto desiderare di divenire una persona migliore. Non credo ci sia un complimento migliore per voi.. Grazie. Grazie davvero.”
Elijah e Andy Serkis abbracciarono Dom commosso. E lo stesso fece Peter.
Ilaria invece, da una parte, ripensava ad una frase detta dall’inglese:
“…aver visto i vostri figli crescere…”
Aveva ascoltato quella frase e sapeva che aveva indicato lei e Peter. Era vero. Dom aveva visto crescere Billy e Katie, ma in particolar modo Hannah e le aveva voluto molto bene. Quasi fosse su. E lo era diventata. A parole.
Quando la festa d’addio fu finita, Ilaria decise di avvicinarsi e tirando la manica della giacca di Dom, gli disse, piano:
“Devo parlarti…”
Dom socchiuse gli occhi, ma senza aggiungere una parola, la seguì. Solo quando furono lontani da tutti gli altri, disse:
“Che c’è”
Ilaria guardò in basso, disegnando cerchi immaginari son la punta del piede sul pavimento. E sollevando la testa, con un sorriso, ma tradita dagli occhi che si fecero lucidi, disse:
“Ho deciso di partire con voi…Quando partirete, prenderò il vostro stesso aereo..”
“E..?” chiese Dom curioso.
Ilaria sospirò. Sentì il cuore farsi più pesante per via della reazione del ragazzo. Ma omai era in ballo. E doveva continuare a ballare. Dom aveva capito che la frase non era finita. E l’avrebbe perseguitata, scherzosamente, ma comunque perseguitata, sino a quando non gli avrebbe detto tutto. E abbassando di nuovo la testa, disse, piano:
“Hai ragione. C’è dell’altro..”
“Cosa?” chiese Dom incrociando le braccia l petto.
“Io.. Non so da dove cominciare…” disse Ilaria.
“Che ne dici dall’inizio?” scherzò Dom.
Ilaria sollevò la testa. Respirò forte e guardò Dom dritto negli occhi. E tutto di un fiato disse:
“Ricordi che un mese fa, siamo stati assieme nella roulotte. Bene. Quello che tu non sai è che, dopo che ci siamo lasciati, a Roma, ho preso degli antidepressivi e ho smesso di prendere la pillola. Il bello è che ancora non ho ricominciato a prenderla. Quindi, quella sera, quando abbiamo fatto quello che abbiamo fatto, non avevamo nessuna protezione…”
“Ilaria che vuoi dire?” chiese Dom che stranamente cominciò a tremare.
“A marzo sarò mamma. E tu papà.”
Dom sbarrò gli occhi azzurrissimi e le mani cominciarono a tremare. Quello che aveva desiderato avere assieme alla donna che aveva amato alla follia, ora, lo aveva. Stava per diventare padre, per uno strano scherzo del destino. E sorridendo, disse:
“Sei..? Aspetti…?”
Ilaria sorrise davanti alla tenera espressione ai movimenti dolcemente impacciati del ragazzo. E piano, disse:
“Sono incinta” 
Dom la strinse fortissimo e disse, quasi cercasse la conferma:
“Sarò padre. Sarò padre…” e si mise a correre dagli altri urlando la stessa litania: “SARÒ PADRE… SARÒ PADRE…”
E mentre tutti si congratulavano con Dom, Ilaria pensò che, se aveva accettato così l’idea di diventare padre, un po’ era cambiato. E che essere la madre di suo figlio la onorava e basta.

La situazione tra i due, però, non si mosse di una virgola. Lei e Dom non stavano assieme, nonostante la gravidanza di Ilaria.
E così, la mattina della partenza, mentre gli attori firmavano le miniature dei jet fatti dalla Qantas in onore della trilogia, Ilaria stava in disparte, con Hannah, Ally, Elizabeth e Christine.
“Ally. Lo sai che il prossimo anno la mamma e il papà compreranno un fratellino anche per me?” disse Hannah mentre giocava con la figlia maggiore di Sean.
“Davvero?” rispose Ally.
“Si! Così la mamma e il papà staranno di nuovo assieme..” disse Hannah sempre più raggiante.
Ilaria guardò le bambine e poi Christine. La donna sorrise e disse:
“Te ne rendi conto che è quello che vuole? Fallo almeno per Hannah e per quello che deve ancora nascere…”
“Se potessi lo farei, Christine, davvero” sospirò Ilaria. “Ma ho paura. E se una parte di me ama Dom alla follia e vuole essere felice assieme a lui, un’altra mi dice di stare attenta e mi mette davanti il ricordo di Dom che fa l’amore con un ‘altra. E questo, il solo pensiero che possa succedere un’altra volta, mi terrorizza. Chi sono io per pensare che andrà meglio stavolta…” e chinando il capo si accarezzò la pancia.
“L’amore è un salto nel buio. E non sta a noi decidere quanto è giusto amare o no qualcuno. Sono cose che capitano. Che ci piaccia o no..” sorrise Christine.
Ilaria rispose al sorriso e disse:
“Qualsiasi cosa accada. Ora devo solo pensare a mio figlio.. Sono sicura che dovrò avere abbastanza amore per lui e per Hannah…”
“E vedrai che allora capirai che ne avanza ancora un po’ per Dom..” finì la frase Christine.
Ilaria sorrise, accarezzando di nuovo la pancia. Quella gravidanza la legava a doppio nodo con un mondo da cui, per un anno aveva cercato di fuggire, ma che alla fine, amava più di se stessa. E di quel mondo, Dom, ne faceva parte…

“Sei sempre il solito Orlando” disse Lij dopo che l’aereo era partito e loro si erano accomodati.
“Carino Billy che mi ha messo il dito nell’ombelico. Che feticista…” disse l’inglese. “Non può possedere il mio corpo e si attacca al mio ombelico..”
“Io non sono feticista…” intervenne Billy.
“Un po’ si. Dai” scherzò Sean coccolando Ally.
“Zii” disse Hannah correndo verso il gruppetto che si era creato. “Ma quando tornerete qui?”
Viggo rise e disse, prendendola in braccio:
“Mi sa che non torneremo prima di Natale e poi verremo solo per i tuoi diciotto anni. Umh?”
“Ma sono tanti..” si lamentò la bambina.
“Non molti” disse Orlando avvicinandosi. “Facciamo che quel giorno ci sposiamo..” e baciò una guancia della bambina facendola ridere di gusto.
In quello stesso momento, Dom , si avvicinò ad Ilaria e sedendosi accanto a lei, disse:
“Perché non proviamo ad uscire di nuovo assieme una volta a Los Angeles?”
“Dom.. Io..” disse Ilaria, ma venne bloccata dal ragazzo che, abbracciandola, disse:
“Sht! Voglio solo riempirti di coccole e di cure. Voglio passare più tempo possibile assieme alla madre del mio bambino…” 
La ragazza però si scansò e piano disse:
“Dom.. Io non voglio stare con te. Te lo dico e te lo ripeto. Ho paura..”
Dom rise e accarezzandole il viso disse:
“Non hai capito vero? A ne non importa. Io non ti lascio andare stavolta, cascasse il mondo. Non posso farlo..”
“Dom… Io” cercò di dire Ilaria. Ma il ragazzo la bloccò di nuovo e piano disse:
“Ti ho persa una volta. Credi che sarei così stupido da perderti di nuovo? No. E lo sai perché? Perché non riuscirei più a guardarmi allo specchio..” e sollevandosi dal sedile, disse: “Lo capirai, ne sono certo…” e baciandole una guancia andò da Elijah.
Amava Dom. Ma la paura che tutto potesse andare a rotoli la distruggeva. 
E voltandosi, dall’oblò, guardò la Nuova Zelanda allontanarsi. L’avrebbe rivista, quattro mesi dopo. Per l’ultima premiere del film che aveva segnato la più grande esperienza della sua vita.



Tutte le cose che ho scritto, sono prese dalla realtà, per questo capitolo. È vero il discorso di Dom, che si trova nell’ultima versione estesa. Ed è vero che Billy ha messo il dito nell’ombelico di Orlando quando, per l’ennesima volta, ha sollevato la maglietta. Le foto le troverete su un qualsiasi sito di Orlando. Bene alla prossima. L’ultima. Un bacio. Niniel.






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Capitolo 43
*** Epilogo: Una seconda opportunità ***


Buona lettura

Buona lettura. Per l’ultima volta. Niniel.

EPILOGO

UNA SECONDA OPPORTUNITÀ 

Billy sorrise guardando Ilaria. E piano disse:
“Tu devi prenderla solo in maniera diversa. E capire che non ha mai amato nessuna, come ha amato te. E devi capire che or, oltre alla tua felicità, devi pensare anche a quella dei tuoi figli. Quella di Hannah e quella del bambino che sta per nascere.”
Ilaria mescolò ancora una volta la minestra che stava preparando per pranzo e disse:
“Io devo solo capire che cosa sia giusto.”
La piccola pancia di cinque mesi la rendeva radiosa. Billy era mentre sistemava le ultime cose per il pranzo. E avvicinandosi, le disse:
“Vai a sederti. Ti do una mano…”
Ilaria so mise a sedere e disse:
“Non sono pronta per quello che mi ha chiesto” e si scompigliò i capelli.
“Al fatto che vuole una risposta entro il giorno della prima mondiale de ‘Il Ritorno del Re’?” chiese Billy voltandosi a guardarla.
“Uhm!” disse Ilaria bevendo un bicchiere d’acqua.
Lo scozzese sospirò e disse:
“Quando avete deciso di sposarvi, ad essere sinceri ero molto scettico. E non per cattiveria, piccola, no. Ma perché stavate solo gettando benzina sul fuoco. Eravate troppo giovani. E Dom ancora molto immaturo. Poi vi siete lasciati e siete cambiati parecchio. Tu sei cresciuta e hai maturato ancora di più. E Dom ha deciso di crescere, dopo un periodo buio, molto buio. Ora, tu sei incinta. Metti che sia stato uno scherzo del destino, ma, ora aspetti un bambino. E Dom vuole che tu metta le cose in chiaro. Beh. Scusa se te lo dico. Ma non gli do torto. Davvero. E ti giuro. Ora credo che la meriti una seconda opportunità”
Ilaria sospirò e disse:
“Una seconda opportunità. È questo che mi chiedi? Dare una seconda possibilità a Dominic Monaghan. Ma io… Ho solo bisogno di tempo.”
“Ne hai quanto ne vuoi..” sorrise Billy e portando la pentola sulla tavola disse: “Bene. Si mangia..” e sedendosi, pranzò con la sua migliore amica.

Il 1° dicembre 2003 era a Wellington, per l’anteprima mondiali che, per la prima volta dopo tre anni, veniva fatta nella capitale della nazione dove il film era stato girato. E la città accolse l’evento come se fosse un giorno di festa nazionale, accogliendo i protagonisti come dei veri e propri eroi, mentre milioni di persone si erano riversate nelle piccole strade della capitale neozelandese.
Ilaria sorrise guardando il tappeto rosso, i coriandoli, i festoni, le auto decappottabili.
Si commosse ascoltando i discorsi che fecero gli attori. E con loro entrò nel cinema.
Inutile dire che Ilaria pianse alla fine quando Frodo, ormai ritornato illeso dal viaggio per Mordor, era costretto a lasciare la Terra di Mezzo per sempre. E quando Sean Astin, con in braccio la piccola Ally guardò la Contea dicendo: “Sono tornato” e sullo schermo apparve la parola fine, Ilaria pianse ancora di più.
Quello era stato il suo mondo per tanto tempo. E non aveva voluto mettere la parola fine nemmeno dopo che avevano lasciato tutti la Nuova Zelanda. Ora, mentre nello schermo apparivano i ritratti dei vari protagonisti, una piccola parte di Ilaria si sentì davvero triste e sconsolata. Non ci sarebbe stato un anno prossimo per finire le riprese. Non ci sarebbero più stati Frodo, Sam, Merry, Pipino, Aragorn, Gandalf, Legolas, Gimli e Boromir. No. Come era giusto che dovesse essere ognuno tornava quello di prima, stavolta per sempre. 
E se, da una parte, Ilaria ne era felice, quella piccola parte, sentiva il cuore spezzarsi sotto il peso di quell’addio a quella fantastica avventura.

Quando si incontrarono per la festa del dopo film, Ilaria incontrò Fran e abbracciandola si congratulò con la madre per l’ottimo risultato ottenuto. Fran le toccò la pancia e disse:
“Come ti sei fatta bela. Anche la pancia, sta crescendo bene”
Ilaria rise e disse:
“Me lo spieghi perché quando sono incinta, la mia situazione sentimentale va lentamente a rotoli?”
Fran guardò la ragazza e disse:
“Basta che metti la testa apposto con la persona giusta. E la persona giusta è quel biondo mesciato che non ha fatto altro che guardarti per tutta la sera…”
Ilaria si voltò e guardò Dom. La stava guardando. Tornò a guardare la madre e disse:
“Vado a congratularmi col protagonista…” e sorridente si allontanò e si avvicinò ad Elijah e che parlava con i produttori del film.

Uscirono dalla festa in silenzio. Dom accompagnò Ilaria.
Portava Hannah tra le braccia che dormiva beatamente, mentre Elijah, dietro, parlava con Ilaria che rideva divertita ogni qualvolta che il californiano faceva una battuta.
Dom era nervoso, sembrava quasi che tutta la serata avesse avuto come unico scopo, quello di trovarsi solo con lei e parlare del suo futuro.
-Non mi arrendo, qualsiasi cosa succeda. Lei è la madre di mio figlio. E non voglio che lei stia con un altro…-
Elijah si fermò. E guardando i due amici, disse:
“Bene. Sono arrivato” e baciando una guancia di Ilaria, disse: “In contatto. Non ci perdiamo. Mi raccomando…” e avvicinandosi a Dom, gli diede il cinque e gli disse col labiale disse: “Buona fortuna…” e si allontanò per salire in macchina. 
Ilaria e Dom arrivarono in silenzio alla macchina. Il ragazzo sistemò la bambina nel sedile posteriore, coprendola con la giacca, mentre Ilaria si sistemava nel sedile anteriore.
Il silenzio tra loro due era talmente forte che anche il dolce respiro di Hannah, che dormiva, sembrava un libro che cade sul pavimento.
Fu Dom a parlare per primo.
“Allora hai deciso?”
Ilaria sospirò e guardò fuori.
In un rapido flashback rivisse il primo giorno di riprese, quell’11 ottobre 1999, quando avevano girato la scena della Strada Alberata. E ricordò una frase.
-Saprò aspettarti, qualunque cosa accada..-
“Quattro anni fa, mi hai detto che avresti saputo aspettarmi, qualunque cosa fosse accaduta.”
Dom aggrottò la fronte e guardò un punto lontano, dritto davanti a se. Poi si voltò e disse:
“Era il primo giorno di riprese, se non sbaglio..”
Ilaria annuì e sorrise. Allora Dom continuò:
“Si. Ti dissi che ti avrei aspettata. Che ti sarei stato vicino, chiunque avessi scelto.”
“Lo sai che è stata la più grande prova d’amore che qualcuno abbia fatto per me” sorrise filaria poggiando una mano sul braccio del ragazzo, che, imbarazzato dalla lusinga, col solito sarcasmo che lo contraddistingueva, fingendo modestia, disse:
“Sai.. So di essere un Gary Cooper o un Cary Grant dei giorni nostri…”
Ilaria le diede un buffetto sul braccio e disse, sorridendo:
“Ecco. Sempre a fare il matto…”
“Io sono matto. Non c’è bisogno che mi metta a farlo” sorrise Dom.
“Ecco uno dei tanti motivi che mi hanno fatto innamorare di te. La tua pazzia, la continua voglia di giocare che hai. Con te ero davvero felice” sorrise la ragazza.
“Ora però hai paura di esserlo di nuovo..” disse Dom.
La sua voce era bassa. Erano fermi dentro quella macchina da dieci minuti e ilari sapeva che mai, prima di allora, si era sentita così a disagio. Amava Dom, non poteva negarlo. Ed era felice che quel bambino lo avesse concepito con lui, visto che come padre era davvero fantastico. Ma se ricordava la fine del loro rapporto..
Era quella la sua paura più grande, quella di trovarsi nella stessa situazione di un anno prima. Il momento più brutto e doloroso della sua vita.
Sapeva di aver amato Dom dal primo bacio che si erano dati, alla festa del Ringraziamento a casa di Elijah. E che era riuscita a farla impazzire il 14 febbraio 2000 a Matamata. Ma ora..
Era inutile negare che, lei per prima, sapeva che, nonostante ci fossero molti ricordi e molto amore da dare, per lei, ricominciare quella storia era sbagliato.
Perché era come riscaldare una minestra e farla passare come il piatto del giorno, anche se non era vero.
“Allora..?” la risvegliò Dom dai suoi pensieri.
“Per me è impossibile tornare a stare assieme. Ed è impossibile che tutto torni come prima. Te ne rendi conto che noi non saremo più felici come siamo stati tre anni fa?” disse Ilaria tutto di un fiato.
“Proviamoci, almeno per i nostri figli..” la implorò Dom.
“E cosa succede se non dovesse funzionare?” chiese dura Ilaria.
“Perché devi pensare che stavolta farò gli stessi errori che ti hanno fata allontanare da me? Perché non mi dai una seconda possibilità?” disse Dom.
“Perché non ci riesco. Proprio io che sono l’emblema delle seconde opportunità. Ma questa volta non posso..” disse Ilaria voltandosi a guardare Dom, con la testa poggiata sul sedile: “Lo hai detto anche tu una volta. È finita e non c’è ritorno.”
Dom sospirò e disse:
“Stai precludendo ogni gioia a mio figlio e ad Hannah. Stai negando a tuoi figli la tranquillità di una famiglia unita..”
“Sto cercando di difenderli dal rancore. E noi ne abbiamo. E tu lo sai..” irruppe Ilaria nella frase di Dom. 
“Sei tu l’unica che porta rancore” sibilò Dom.
“Non sono io quella che si è portata a letto un'altra” sibilò, stavolta Ilaria.
Dom rimase bloccato da quell’affermazione. Non rispose e mise in moto la macchina.
Per un po’ stettero zitti. Le strade di Wellington erano innaturalmente silenziose, dopo il caos che c’era stato la sera.
Dom non era completamente calmo. E Ilaria se ne accorse perché stringeva il volante forte tra le dita, sbuffando alle volte davanti ad un rosso. E bruciò molti semafori arancione.
Ilaria accarezzava la pancia, sussultando ad ogni scossone della macchina, chiudendo gli occhi spaventata.
Hannah dietro dormiva beata.
Quando arrivarono davanti alla casa di Peter, Dom guardò dalla parte opposta di quella di Ilaria.
“Mi aiuti con la bambina?” chiese lei.
Il ragazzo scese dalla macchina sbattendo la portiera. Poi aprì dietro e prese, delicatamente la bambina tra le braccia.
Ilaria le fece strada.
Quando entrarono nella casa dei Jackson regnava un innaturale silenzio. I coniugi erano ancora alla festa.
Portarono Hannah nella vecchia stanza di Ilaria e la misero a dormire, piano:
“Grazie Dom. Grazie davvero..” disse Ilaria piano.
Dom non rispose. Scese le scale mentre Ilaria lo seguiva e gli chiedeva:
“Ma che ti è preso..”
“Che mi è preso a me, dici? Che mi è preso a me?” disse Dom dal fondo delle scale. “Io sono innamorato di te. Ecco che c’è. E non sopporto l’idea di dover rinunciare definitivamente a te. Non posso. Anche se ci siamo lasciati male, tutti hanno bisogno di una seconda opportunità.. Tutti…”
Ilaria guardò il ragazzo allontanarsi dal fondo delle scale e, con lo sguardo lo accompagnò alla porta guardandolo mentre usciva arrabbiato.

La strada era deserta. C’era caldo. Infondo era già estate.
Tutto era quieto. Tutto tranne Dom.
Si guardava intorno, quasi cercasse una via di fuga da quell’immenso dolore. 
Ad un tratto rallentò. Si fermò e scese dalla macchina. Si avvicinò ad un piccolo chiosco e prese dei fiori.
Tornò indietro, salì in macchina e li poggiò nel sedile affianco. E mettendo in moto invertì il senso di marcia. Se non voleva dargli una seconda possibilità se la sarebbe preso da solo.

Suonarono due volte. Ilaria, che per tutto il tempo aveva pianto sul divano, si alzò ed andò ad aprire. Era Dom con un bellissimo mazzo di gigli rosa e bianchi tra le mani. E con un sorriso, le disse:
“So che non ti piacciono le rose..”
Ilaria prese i fiori e si spostò per farlo entrare. Chiuse la porta e guardandolo mentre si sedeva sul divano, gli chiese:
“Perché sei tornato?”
Dom la guardò mentre toglieva i fiori dall’incarto, in attesa di una sua risposta.
Le sorrise e disse:
“Lo so che non mi merito un’altra opportunità. Me ne hai perdonate davvero tante. E io te ne sono grato. Perché in tutti quegli anni assieme, io sono cresciuto. E ho imparato ad essere forte. Per me, per te e per la piccola Hannah. Ma la cosa bella e che mi hai insegnato qualche cosa anche nel momento che mi hai detto addio. E sai perché? Perché mi hai dato la possibilità di volare da solo e rendermi conto che senza di te non posso farcela. E sono cresciuto. Ancora di più. E tu non sai quanto sia importante, per me averti accanto. Specialmente ora che aspetti mio figlio.. Io voglio passare la mia vita con te…”
“Perché? Prima non volevi” disse Ilaria sarcastica andando in cucina.
Dom la seguì e disse, correggendosi:
“Anche prima volevo passare la mia vita con te. Ma non avevo capito il vero significato di quello che stavo facendo. Ora so che sei una delle persone più importanti della mia vita e non voglio perderti. Perché ho bisogno di te e della bambina. Dei vostri sorrisi. E della ninna nanna che cantate quando state assieme. Mi manca di vederti dormire assieme a lei. E mi manchi quando leggi qualche cosa e ti sistemi gli occhiali con l’indice. E mi manchi quando blocchi i capelli con un bastoncino o con una matita. E mi manca fare l’amore con te. E di vederti sorridere dopo. Mi manchi giorno dopo giorno. Ora dopo ora. E non mi puoi negare una seconda opportunità. Non te lo permetto. Lotterò. E se non mi dirai si ora. Lo farai tra tre mesi. Perché ti aspetterò. E non m’importa se ora sono patetico. Io non posso stare come sto da quando te ne sei andata..” 
Ilaria lo guardò commossa. E cingendogli il collo con le braccia, lo baciò. E dopo gli disse:
“Accidenti a te, Dominic Monaghan. Accidenti a te e a quando riesci a convincere con una bella frase.”
“Cosa vuol dire?” chiese Dom piano.
“Vuol dire che ti concedo una seconda opportunità. Ma non sarà facile. Dovrai ricominciare da zero e farmi riacquistare la fiducia nei tuoi confronti… Ci stai?” chiese Ilaria guardandolo negli occhi.
Dom la strinse forte e ridendo disse:
“Non chiedo di meglio..” e abbracciandola di nuovo la baciò.
Andarono a dormire nello stesso letto. Certo, non fecero l’amore, ma, stando assieme, avevano siglato una sorta di patto che, dopo un anno li faceva ritornare a stare assieme.
Da quel girono finiva l’avventura de ‘Il Signore degli Anelli’, ma ricominciava la vita assieme di Dom e Ilaria.



                                                                            FINE
                                                                                            (forse)… ^___^


Ed eccoci qua. Finalmente è finita direte voi. No scherzo. Sono riuscita a postare i capitoli prima di partire a Londra. Festeggio lì il capodanno.
Che dirvi. Ringrazio
Wolvie
Fefe
Paddina
Vampyre
Fr@
Mandy
E chiunque si è fermato a leggere la mia fiction e non l’ha recensita.
Spero che vi sia piaciuta e dalle recensioni mi è sembrato di si.
Se un giorno ci riuscirò, magari, vi racconterò se le cose tra Dom e Ilaria sono andate bene. E come si chiama il loro bambino. E se Hannah è felice (anche se sono certa che lo sarà).
Grazie ancora a tutte voi. Vi auguro un buon anno e spero di rivedervi alla prossima storia.
BUON 2006 PIENO DI GIOIA A TUTTE VOI. 
Un bacio. Niniel.



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