Alice... dove mi stai trascinando?

di essie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Alice... dove mi stai trascinando? ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Alice... dove mi stai trascinando? ***


Piccola one-shot nata in un momento di pazzie ;) Ci ho messo vent'anni a finirla =)

Contiene diverse citazioni dai libri "I love shopping a New York", "La regina della casa" e "La ragazza fantasma" di Sophie Kinsella.

Spero vi piaccia.

Alice... dove mi stai trascinando?

 

-Alice! E’ una pazzia!- mi lamento, evitando per un pelo una pozzanghera, camminando un po’ incerta. La colpa, naturalmente, era di Alice Brandon, la mia migliore amica, la quale mi ha costretto a indossare un paio di tacchi che mai avrei messo.

Il tutto per ricambiare quel favore che mi ha fatto qualche mese fa… neanche lo ricordo!

Il fatto è che sono molto impegnata. Sapete, sono un avvocato, e tutti sanno che gli avvocati non hanno mai un attimo di tempo libero! Ma ad Alice non interessa: lei è una stilista, il che vuol dire che se ne sta tutto il giorno spaparanzata su un costoso divano di pelle a dare ordini qua e là sorseggiando gin tonic.

Mentre cammino, lancio un’occhiata all’orologio. Sono le 12.02. Cercando di non farmi notare da Alice, la quale saltella felice nel suo mini abito rosa antico al mio fianco, estraggo dalla borsa i documenti riguardanti l’accordo Meyer. Apro il fascicolo e scorro le pagine rapidamente, alla ricerca di errori.

Da quando lavoro alla Twilight ho imparato a leggere molto più veloce… e a mangiare più veloce… e a parlare più veloce… e a fare sesso più veloce…

Sul serio, non sto scherzando. Fino a tre mesi fa uscivo con Jacob Black; lavorava anche lui alla Twilight, si occupava dei grossi contratti internazionali. Bello, abbronzato, dai corti capelli neri e gli occhi più seducenti del mondo, era il più ambito dello studio. Eravamo (beh, io lo sono ancora) estremamente impegnati. Avevamo fissato circa sei minuti per le nostre performance: lui mi faceva venire, io lo facevo venire… e poi controllavamo la posta elettronica. Credetemi se vi dico che quello era veramente sesso soddisfacente.

Sfortunatamente, Jacob tre mesi fa ha ricevuto una splendida offerta di lavoro a Seattle e la cosa è finita. Addio divertimento!

-Bella!- sussulto e guardo Alice, colpevole. Non sono ossessionata dal lavoro, lo giuro. E’ che lo prendo molto sul serio.

-Ehm, sì?- dico innocentemente, evitando un’altra pozzanghera.

Sospira, esasperata. –Bella, metti via quei documenti. Sai, secondo me dovresti lasciare il lavoro. Sei una così bella ragazza! Saresti perfetta come modella, credo di avertelo già detto…-

Alice parla, ma io non la ascolto. Non posso lasciare il mio lavoro; mia madre è un avvocato piuttosto famoso, come mia nonna, e così via. E’ come una tradizione! Ho studiato legge ad Harvard, in America, e mi sono laureata molto in fretta. Credo che la velocità sia il mio forte, sapete? Ormai la mia vita dipende dal tempo.

-Dove stiamo andando, Alice?- la interrompo sbuffando. Le 12.06. –E perché sono vestita così?-

Indosso un abito abbastanza corto blu e un paio di scarpe col tacco molto alto, un semplice cardigan a coprire le mie spalle nude. Certo, a Londra non fa poi così freddo… ma mi sembra un abbigliamento decisamente esagerato!

-Siamo arrivati!- trilla felice. Alzo gli occhi e subito inarco le sopracciglia: cosa ci facciamo davanti alla Cullen Communications?

-Qui? Perché?-

La Cullen Communications è la più grande società di pubbliche relazioni di tutta Londra. Edward Cullen, il grande capo, ha una reputazione da far paura; tutti dicono che è un genio. Ha creato la Cullen C. dal nulla, e guardate dove è arrivato! A parte questo, di lui non so nulla. Mai visto, mai incontrato.

Alice sorride, maliziosa. –Entriamo. Dovrai fare una piccolissima cosa per me-

La Cullen Communications è un posto molto chic, dai pavimenti di legno chiaro e divani eleganti. C’è gente ovunque, che corre qua e là con aria indaffarata.

Alice mi trascina verso l’ascensore, premendo il tasto del decimo piano. Sembra piuttosto eccitata, è preoccupante. Come è preoccupante che nessuno ci abbia ancora fermate… insomma, non si accorgono che non non c’entriamo niente?!

-Alice, dove mi stai trascinando?- insisto a denti stretti quando, dopo essere sbucate in un raffinato corridoio deserto, ci fermiamo davanti a una porta di legno massiccio. Deve essere una sala riunioni.

-Vai lì dentro-

La guardo sconvolta. –Cosa?!-

-Vai lì dentro- ripete tranquilla. –Ti scegli il più figo di tutti e gli chiedi di uscire-.

Credo che la mia mascella stia per toccare terra.

Incrocia le braccia. –Mi devi restituire il favore, Bella. Hai detto che l’avresti fatto-

-Ma… ma non credevo dovessi fare una cosa del genere! E’ una cavolata, Alice!-

Ditemi che è un incubo!

-Entra!- mi ordina, severa. Ad essere sincera, me lo dice anche l’istinto. E Angie questa mattina mi ha chiamata cinguettando che il mio oroscopo diceva che avrei trovato l’amore della mia vita, oggi. E il mio istinto mi dice che non succederà niente di brutto.

Basta che non dica il mio nome, no? Così nessuno si ricorda di me. Forse penseranno addirittura di averlo sognato!

Accenno un “ci vediamo dopo” leggermente incazzato ad Alice, che sorride gongolante. Prima o poi la ammazzerò.

Dopo aver bussato brevemente, con il cuore che palpita furioso nel mio petto e le gambe che tremano lievemente, entro nella stanza. E mi blocco, trattenendo il fiato.

 

Ci sono dodici persone, sei uomini e sei donne, sedute composte attorno a un tavolo da riunione. Si voltano tutti verso di me. Li guardo, raggelata… e ora che faccio?

Non so per quanto tempo rimaniamo a guardarci, ma so che, all’improvviso, devo mettere fine a questa sceneggiata.

Avanzo decisa, scrutando gli uomini. Un biondino dall’aria stupida mi guarda a bocca aperta. C’è n’è uno con i capelli scuri pettinati all’indietro carino, ma è troppo accigliato. Quello dai capelli biondo miele seduto accanto all’unico posto vuoto (quello riservato alle persone importanti) mi osserva incuriosito. Ha gli occhi amichevoli… peccato che i biondi non siano mai stati il mio genere. Ad Alice, però, piacerebbe di sicuro.

Le donne mi guardano quasi male, mi viene da ridere.

Nessuno cattura particolarmente la mia attenzione.

Chissà perché Alice ha voluto che entrassi proprio qui dentro, penso voltandomi. Insomma, è ovvio che non avrei…

La porta si apre, e io vado a sbattere contro un petto duro e non eccessivamente muscoloso, coperto da un’immacolata camicia bianca. Alzo lo sguardo, pronta a scusarmi.

Cavolo!, è l’unico pensiero che la mia mente riesce a elaborare.

Davanti a me c’è l’uomo più bello che abbia mai visto. “Bello” è riduttivo, in realtà. E’ alto, dai capelli di una qualche tonalità del castano, disordinati, il naso dritto le labbra morbide e piene, le sopracciglia lievemente aggrottate. Gli occhi, poi! Di un profondo, dolcissimo verde smeraldo.

Mi ritrovo ad arrossire sotto il suo sguardo penetrante.

-Lei è…?- dice a bassa voce, scrutandomi a fondo. Al suono di quella melodia, calda e leggermente roca, rabbrividisco.

-N… nessuno di importante- balbetto.

Sorride divertito. –E cosa fa qui? È una giornalista?-

Le parole mi escono dalla bocca da sole, senza che io possa fermarle. Non sono lucida in questo momento.

-Le andrebbe di uscire con me?-

Alle mie spalle sento una donna dare un risolino e almeno cinque persone trattengono il respiro.

Oddio. Cos’ho fatto?

Il tipo inarca le sopracciglia. –Prego?-

-Le… le ho chiesto un appuntamento- ripeto, la voce che trema. Cazzo, cazzo, cazzo!

Si morde il labbro inferiore, fissandomi. Ed è maledettamente sensuale.

Non saltargli addosso Bella… concentrati…

-Le faccio io una domanda- incrocia le braccia, ma sembra ancora piuttosto divertito. Oh, fa che non chiami la sicurezza. E’ tutta colpa di Alice!

-Ha idea di chi io sia? Risponda sinceramente-

Lo guardo curiosa. Chi è? Il prossimo re d’Inghilterra?

-No- ammetto abbassando lo sguardo.

-E vorrebbe uscire con me?-

Ah, ma quanto è snob! Cioè, se io non conosco il suo illustre nome non posso uscire con lui?

Lo guardo con sfida. –Esatto-

Si fruga nelle tasche… oddio, sta chiamando davvero la sicurezza…

Mi stupisce porgendomi un biglietto da visita. Per qualche secondo lo guardo, immobile, incapace di dire “a”.

-Per accordarci, no?- mi rivolge un’occhiata tra il dolce e l’insicuro.

Mi riprendo. –Certo…- Estraggo dalla borsa un biglietto da visita, a mia volta, e glielo porgo, prendendo il suo senza neanche guardarlo.

Anche se, lo ammetto, muoio dalla curiosità.

Guarda alle mie spalle, quasi nervoso. –Non è uno scherzo, vero?-

-Certo che no!- esclamo offesa.

Il tizio sorride, illuminandosi, e a me si ferma il cuore. –Bene. Ti chiamo io-

Annuisco deglutendo. –Allora ci sentiamo…-

Non posso credere che sia vero. Che stia veramente accadendo.

Lo saluto con la mano, accenno un sorriso ed esco sotto gli occhi di tutti.

Mi appoggio alla porta, respirando profondamente.

Oddio.

 

-Allora?- domanda Alice trotterellandomi di fianco quando arrivo di sotto, dieci minuti più tardi. Non penso al tempo, né al lavoro. Solo a lui.

Percorriamo in silenzio le strade di Londra.

-Bellaaa, hai scelto qualcuno?-

Annuisco, e lei strilla felice.

Per la prima volta, tiro fuori il biglietto. Lo guardo.

I miei occhi si spalancano.

Oh, cazzo!

 

Ahah, lo volete un piccolo seguito?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Grazie infinite per le recensioni, tutte splendide, a cui ho già risposto.

Ho scritto questo capitoletto un paio di giorni fa, e oggi eccomi qui ad aggiornare. Purtroppo, credo che non riuscirò a concludere in due capitoli =(  Vi sta bene una mini ff? Al massimo cambio qualche cosuccia in questo capitolo, in modo da far terminare la storia.

Spero vi piaccia. Naturalmente vorrei sapere cosa ne pensate ;) Questo capitolo, stranamente, mi piace. E' un po' cortino, ma mi piace.

Buona lettura.

 

Alice... dove mi stai trascinando?

Capitolo 2

 

-Oh, Bella, quanto sei melodrammatica!- si lamenta Alice coprendosi le orecchie con le mani, mettendo in mostra le sue unghie dorate, curatissime.

Farfuglio qualcosa d’incomprensibile e incrocio le braccia, offesa.

-Non mettere il broncio! Chissà Edward cosa direbbe…-

-Alice!- la riprendo arrossendo –è una cosa seria!-

Sorride maliziosa. –Certo, certo. Ti ha già telefonato?-

Sono passati tre giorni dal mio incontro con quello che si è rivelato essere Edward Cullen, capo e fondatore della Cullen Communications, e non ho ancora ricevuto chiamate da parte sua, o della sua segretaria. Sinceramente un po’ ci ho sperato, ma ormai quella flebile fiammella si è spenta trasformandosi in lieve delusione. Perché, forse, questa volta ci ho creduto veramente. I suoi occhi verdissimi trasudavano di dolcezza e di limpida sincerità, unite a quel pizzico d’insicurezza che mi ha immediatamente intenerito e ben disposto nei suoi confronti.

-No- dico secca.

-Beh, di certo è un uomo molto impegnato- commenta. Improvvisamente s’illumina come una bambina che ha ricevuto un regalo inaspettato. –Ti prego  Bella… posso sceglierti i vestiti? La mise perfetta?-

Scrollo le spalle con falsa indifferenza. –Fai un po’ come vuoi. Tanto non chiamerà-

-Quanto sei pessimista…-

-Parliamo d’altro- suggerisco con gli occhi bassi, bevendo un sorso d’acqua dal bicchiere estremamente fine e raffinato.

Io e Alice siamo a pranzo in uno dei ristoranti più costosi e rinomati di Londra. E’ un sabato stranamente soleggiato e caldo, quindi ne abbiamo approfittato per uscire… e, purtroppo per me, fare un po’ di shopping.

Mi muovo a disagio sulla sedia, guardandomi nervosamente intorno. Alice ridacchia, gli occhi di un azzurro limpido fissi sul mio viso.

-Non c’è niente da ridere!- sbotto.

-Bella, sei semplicemente divina… e sai come si dice: “se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire”!-

Indosso una camicetta blu scuro e un pantalone nero aderente, con ai piedi i soliti tacchi vertiginosi. Ma la cosa più tremenda è il robino che ho al posto dei comuni, confortevoli slip. Cavolo, è dal college che non vesto più quei capi di abbigliamento! Anche se, lo ammetto, la lingerie sexy mi ha sempre affascinato. Un tempo mi piaceva comprarla.

-E poi- continua Alice, convincente –avrai anche tu almeno un capo di biancheria sexy nel cassetto!-

Sbuffo. –A cosa mi servirebbe?-

No, non ho più completini sexy. Mia madre me li ha bruciati quando, a casa mia, li ha trovati “per caso” (parole sue). Era furiosa, continuava a strillare che dovevo pensare a fare carriera e non a frivolezze come l’amore. Sembra che, immersa com’è nel suo lavoro, si sia dimenticata di essere una donna, ed io non voglio finire come lei, così rigida e severa, senza più divertimenti o frivolezze. Non biasimo mio padre Charlie… lei lo ha lasciato per concentrarsi sulla sua carriera. Sì, ultimamente è piuttosto insensibile e insofferente a tutto ciò che non riguarda il mestiere di avvocato.

Alle mie parole, Alice spalanca gli occhi, incredula, e con mia grande sorpresa chiama il cameriere chiedendo il conto.

-Alice… dove mi stai trascinando?- domando quando lei saltella allegramente fuori dal ristorante con me alle calcagna.

Fa un sorriso smagliante. –Nel primo negozio di intimo che troviamo, cara Bella!-

 

-Ah, l’ho sempre detto che dovrei iniziare a disegnare intimo!- sospira Alice –è il mio mondo!-

Mi ha “obbligata” a comprare una decina completini di raso e di pizzo assolutamente proibiti, più calze autoreggenti, guepiere, reggicalze… e chi ne ha più ne metta!

-Lo sai che non indosserò mai nessuno di questi indumenti, vero?-

Ride. –Secondo me, invece, lo farai eccome!-

Inarco le sopracciglia. Alice non si può contraddire.

-Sei impossibile- borbotto. E’ ormai quasi sera, stiamo facendo una passeggiata in Hyde Park.

-Sei triste, vero? Ti dispiace- dice dopo qualche metro silenzioso.

-Per cosa?-

-Edward… lui non ti ha chiamato-

-In fondo me l’aspettavo, Alice. Probabilmente ha buttato il mio biglietto da visita nel cestino della spazzatura alla prima occasione-

Rimane in silenzio, dandomi, forse, tacitamente ragione.

-Quindi tra poco il grande evento!- cambio argomento, tentando di infondere alla mia voce l’allegria che occorre.

Alice sorride felice, e per tutto il tragitto verso casa mia chiacchieriamo dell’imminente matrimonio di Emmett, suo fratello, con una ragazza americana di nome Rosalie Hale. Emmett è il mio migliore amico dai tempi del liceo, allora eravamo inseparabili. Purtroppo, però, al college ci siamo dovuti dividere: io sono andata ad Harvard, lui alla New York University, dove ha conosciuto quella che adesso è la sua futura moglie. Non l’ho mai incontrata né conosciuta, ma a quanto dicono tutti è una ragazza straordinaria.

Io sarò la testimone di Emmett. Non me l’aspettavo, quando me l’ha chiesto, ma ovviamente non ho saputo dire di no. Non ho voluto dire di no, perché mai avrei dovuto farlo?

Ho fatto i salti mortali per ottenere i giorni liberi. Aro è molto inflessibile su queste cose, ma io so essere molto persuasiva.

-Purtroppo credo che non riusciremo a tenere lontani i paparazzi…- conviene quando glielo faccio notare. Alice è famosa, molto famosa, in tutta Europa. E ha intenzione di espandersi anche verso gli Stati Uniti. Ma non è solo questo, poiché, a quanto ho capito, Rosalie appartiene a una famiglia molto ricca e influente.

-Quando partiremo noi?- le chiedo curiosa, ansiosa di fare le valigie e allontanarmi dall’Inghilterra. Amo Londra, ma non faccio una vacanza da almeno due anni!

-Penso due giorni prima del matrimonio-

Il matrimonio si terrà a Santa Monica, in California, poco distante da Los Angeles. E’ stato lì che Emmett e Rosalie si sono dichiarati, mettendosi successivamente insieme. E’ stato lì che lui le ha chiesto di sposarlo. E sarà lì che i due celebreranno la loro unione.

Arrivate al portone di casa mia, Alice mi saluta con affetto e chiama un taxi per farsi riportare a casa. Una volta dentro lavoro per qualche ora, rivedendo accordi e contratti, poi corro a farmi una doccia e, ormai a notte fonda, m’infilo a letto.

Il telefono resta muto.

 

Colgo l'occasione per consigliarvi due fan fiction. Di solito non lo faccio, ma questo è un caso speciale ;)

La prima è quella che sto scrivendo insieme a Love Today, ovviamente su Edward e Bella, rating arancione. E' molto divertente, una cosa simpatica, se volete andatela a leggere. http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=654833&i=1

La seconda è una fan fiction che ho iniziato a leggere da poco, bellissima, molto divertente. E' su Robert Pattinson, e so che ad alcune di voi (ahah, una in particolare, ma non faccio il suo nome... cioè, il suo nick) lui proprio non piace. Ma questa ff è troppo divertente... l'ho già detto? xD Quindi, ve la consiglio. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=575033

 

Con questo, vi lascio e vi auguro una buona serata =)

Aspetto il vostro parere sul capitolo e sull'idea di continuare facendola diventare una mini ff.

:***

S.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eccomi qui, finalmente, con il capitolo. Avrei voluto aggiornare mercoledì scorso, in realtà, ma ho avuto qualche problema di studio ;) Adesso è tutto a posto, e sono di nuovo qui.

Allora, questo capitolo è particolare. So che molte di voi, alla fine, saranno dubbiose, ma non preoccupatevi: niente clichè XD

Recensioni diminuite, ma me lo aspettavo. Il fatto che Edward non abbia chiamato può aver deluso qualcuno. Beh, avrà avuto i suoi buoni motivi, no? =)

Grazie a tutte voi, devo ancora rispondere alle recensioni del capitolo precedente, ma lo farò di certo. Vi ricordo che se volete vedere la vostra comparire nella pagina delle recensioni dovete scriverla più lunga di 10 parole, se no la ricevo via messaggio privato.

Grazie ancora a tutte =D

Buona lettura. Non ho riletto, quindi scusate anticipatamente per gli errori.

 

Alice... dove mi stai trascinando?

Capitolo 3

 

-Allora arrivederci, Bella- mi saluta Angela Weber, mia collega e grande amica, con un sorriso. L’abbraccio un’ultima volta, poi la lascio tornare a lavorare.

-Aro, sto andando- ripeto per quella che sarà la settima volta.

-Cara, non vuoi salutare anche Jared?- replica lui imperturbabile.

Alzo gli occhi al cielo. E’ tutta la mattina che cerco di andarmene, ma il capo per qualche ignota e ridicola ragione mi sta costringendo a salutare i miei colleghi, quelli degli uffici vicini e tutti i soci anziani.

-Ciao, Jared!- urlo per farmi sentire. Lui solleva il capo e mi guarda stupito, ma non posso dargli torto: in due anni ci saremo scambiati a malapena quattro parole. Accenna un saluto con la mano e torna ai suoi documenti.

Mi rivolgo ad Aro. –Adesso posso andare?-

-E’ che mi dispiace per la tua partenza, Bella. Qui ci sei molto preziosa- Chissà perché è convinto che partecipare al matrimonio del mio migliore amico sia per me una seccatura, che preferirei stare qui ad ammazzarmi di lavoro piuttosto che andare in California a spassarmela per qualche giorno.

-Lo so, lo so- parlo con finto rammarico, l’espressione dolente –purtroppo è una cosa importante. Non partirei mai se non lo fosse-

Annuisce afflitto e finalmente mi lascia libera. Saluto ancora i miei colleghi, i quali mi osservano alcuni con malcelata invidia, altri con un’inquietante espressione accusatoria, ed esco sotto il cielo nuvoloso di Londra. La mia Londra… la abbandonerò nel primo pomeriggio. Tra qualche ora, quindi.

Torno a casa e come d’abitudine la prima cosa che faccio è controllare il telefono. Ho una chiamata non risposta da parte di mia madre, nient’altro.

Sospiro: devo chiamare Renèe. Devo farlo, però.

È una telefonata interminabile; mia madre è in ufficio, tutta presa da una causa importante, e neanche ricorda che oggi devo partire per Los Angeles. Mi chiede anche chi è Emmett, ma lo conosce benissimo. Mi saluta con un brusco “ciao” e mette giù, senza nemmeno aspettare la mia risposta, senza augurarmi “buon divertimento”… 

In realtà, Emmett l’ha invitata al matrimonio, ma lei ha rifiutato di partecipare. Mio padre Charlie, invece, quasi sicuramente ci sarà, ed io non vedo l’ora di riabbracciarlo: è più di un anno che non lo vedo, ma ci sentiamo al telefono una volta a settimana.

Dopo l’ennesimo sospiro, vado in bagno per una doccia rilassante. Non vedo l’ora di partire!

Alice ha insistito per prepararmi le valigie, e io l’ho lasciata fare. A volte è molto ostinata, ma è un’amica sincera, davvero preziosa. Partiremo insieme per la California, tra poco.

 

-Forse è quella! No… no, quella!-

-Alice, sei incredibile! Come fai a non riconoscere le tue valigie?-

-Le ho viste poche volte!- ribatte sulla difensiva.

Siamo davanti al nastro da mezzora. Con tanta fatica abbiamo individuato quattro delle sue cinque valigie, ne manca solo una.

-Eccola!- grida improvvisamente, esultante, indicando un’elegante valigia di pelle beige. La ricordo bene: l’abbiamo comprata da Harrods pochi mesi fa.

La aiuto a scaricarla, e insieme arranchiamo verso l’uscita sotto gli sguardi curiosi delle altre persone.

A Los Angeles sono le 18.05 e c’è un piacevole venticello fresco. Appena scesa dall’aereo ho tolto la giacca a causa del caldo. Non ci sono abituata, a Londra il tempo non è dei migliori!

-Serve aiuto?- chiede una voce familiare alle nostre spalle.

Mi volto di scatto.

-Emmett!- strilla Alice trattenendo rumorosamente il fiato, correndogli in braccio.

-Ehi, pulce, piano!- ride accogliendola tra le sue braccia. –Bella?- mi chiama con un gran sorriso.

Io sono immobilizzata, non riesco a muovermi. Emmett! I capelli sono sempre neri e ricci, gli occhi azzurri e gentili come quelli di Alice, ma sembra più grosso… più adulto. Il mio migliore amico…

-Bella…- sospira divertito –non dirmi che stai piangendo!- Fa scendere Alice e mi sorride dolcemente.

Mi tocco la guancia: eh sì, è bagnata.

-Emm- sussurro roca, andandogli incontro, stringendo con forza le braccia attorno al suo collo. Ricambia la stretta e finalmente mi sento completa. –Mi sei mancato!-

-Anche tu, Bella- mi abbraccia con più vigore, quasi stritolandomi –anzi, Bellina- si corregge subito dopo ridacchiando.  Mi ha sempre chiamato così, “Bellina”, ma dopo aver debolmente protestato ho dovuto desistere.

Restiamo abbracciati per diversi minuti, poi lui ci conduce verso l’uscita dell’aeroporto con alcune nostre valigie in mano. Non pare costargli nessuno sforzo, come al solito.

-Dove andiamo? In albergo?- chiede Alice impaziente, trotterellandogli accanto. Già, noi non sappiamo niente di questo viaggio! Non ci hanno detto niente, limitandosi a prenotarci il volo!

-In albergo? Ma no! La famiglia della mia Rose ha un’abitazione sulla spiaggia, sarà riservata agli ospiti più importanti-.

Sorrido per l’affetto che trasuda dalle sue parole.

-Sei sicuro che ci staremo?- domando dubbiosa.

Arriviamo fino ad una Mercedes che sembra nuova di zecca e, mentre io e Alice ci accomodiamo sui sedili di pelle, Emmett sistema i nostri numerosi bagagli nel cofano.

-Certo che sono sicuro! Attualmente in casa ci siamo io, Rosalie, suo fratello Jasper e una delle sue più care amiche, Tanya. Stanotte dovrebbe arrivare anche il cugino di Rose e Jasper- spiega mettendo in moto.

-Quanto dista Santa Monica?- dice Alice sbadigliando. Dopo un viaggio di undici ore anche io sono parecchio stanca! Senza contare il sonno, poiché a Londra adesso è notte fonda.

-Venti minuti, tranquilla. Intanto godetevi questo paesaggio meraviglioso! La California ha così tanto da offrire!-

 

Se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi! Ho davanti una spiaggia bianca e pulitissima, il mare limpido e mosso da una brezza leggera, il cielo di un azzurro irreale… ma l’elemento che più mi colpisce è la grandiosa, straordinaria villa innanzi a me. Non trovo le parole per descriverla!

-Che bella, Emm!- commenta Alice tranquilla, osservandola con interesse.

-Chiudi la bocca, Bellina. Ti entrano le mosche- dice lui ridendo. –Venite dentro, devo farvi conoscere Rose e gli altri! E poi, vorrete di sicuro riposarvi- Mi circonda le spalle con un braccio e prende la mano di Alice, conducendoci all’entrata.

-Wow- mi lascio sfuggire senza fiato quando entriamo nell’ingresso.

-Amore!- trilla una voce melodiosa sopra di noi, proveniente dalla scala maestosa.

Alzo gli occhi e vedo una ragazza bellissima dai lunghi capelli biondi e gli occhi di un blu intenso gettarsi tra le braccia di Emmett e dargli un lungo bacio sulle labbra. Deve essere Rosalie.

 -Rose, tesoro- Emmett la guarda con amore infinito e indica Alice –Lei è mia sorella Alice-

Rosalie quasi la soffoca con un abbraccio entusiasta a cui Alice però risponde contenta. Noto altre due persone scendere nell’ingresso, probabilmente Jasper e Tanya.

-Mentre lei- prosegue Emmett, girandosi verso di me –è Bella-

Rosalie questa volta si limita a osservarmi e a stringermi la mano con un sorriso composto. –E’ un piacere conoscerti, Bella-

Sono sorpresa, ma cerco di non darlo a vedere. –Anche per me, Rosalie. Emmett mi ha parlato molto di te- rispondo gentile.

Ci presenta Jasper, un bel ragazzo dai capelli biondo miele e gli occhi blu come quelli della sorella. Ha un’aria vagamente familiare, ma non ricordo dove posso averlo già visto. Tanya è molto carina e mi sembra simpatica, mi saluta con un calore in grado di eguagliare solo quello di Emmett.

-Bella, sono felicissima che tu sia qui! Emmy ci ha parlato a lungo di te e Alice, ormai mi sembra quasi di conoscervi!- dice abbracciandomi, abbandonando le formalità. Saluta anche Alice e ci rivolge un sorriso luminoso.

-Sarete stanche, volete dormire un po’?- si intromette Rosalie cortese. –Io e Tanya vi accompagnamo alle vostre stanze, domani se vorrete faremo il giro della casa, in modo da familiarizzare con i luoghi-

Chissà perché è così formale!

Emmett bacia sulla guancia me ed Alice e si allontana con Jasper, di cui ho sentito addosso lo sguardo per tutto il tempo.

Quando Alice e Rosalie si allontanano chiacchierando non posso fare a meno di guardare Tanya perplessa. Ho fatto qualcosa di male?

Lei sorride ancora e mi conduce su per le scale.

-Non dare retta a Rose- dice camminando per diversi corridoi con me alle calcagna –è solo… beh, te lo spiegherà lei- Si ferma davanti a una porta.

-Non sembro starle molto simpatica- osservo.

Ridacchia. –Rosalie è così. Ti consiglio di parlarle, domani. Ah, questa è la tua stanza-

-Grazie- le sorrido e sbadiglio per l’ennesima volta.

-Io sono nella camera accanto, se hai bisogno-

-E in questa chi c’è?- domando curiosa, indicando quella davanti alla mia. Spero non sia di Emmett e Rosalie, non voglio ascoltare le loro effusioni notturne. È già capitata tempo fa una situazione simile, e non voglio ripeterla.

-Edward, il cugino di Rose e Jazz. È una persona straordinaria!- i suoi occhi brillano –Lo conoscerai domani-

Edward… mi ritorna in mente Edward Cullen, ma allontano subito il pensiero. Non devo pensare a lui, adesso.

-Buonanotte- la saluto assonnata, entrando in camera.

Non guardo neanche l’arredamento, i miei occhi sono subito catturati dall’enorme letto matrimoniale. Senza che me ne renda conto sono già sprofondata tra i cuscini, nel mondo dei sogni.

 

Naturalmente, aspetto con ansia il vostro parere. Ve l'ho detto, niente clichè. XD

Alla prossima!

S.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Buonasera! Come state? Felici di "vedermi"? ;)

Grazie a tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo, grazie davvero. Questo non mi piace per niente, ma aspetto i vostri commenti =)

Piccola precisazione: ciò che ho detto nello scorso capitolo, niente clichè, non era riferito a Edward, ma a un'altra cosa ;)

Non devo dire altro, quindi godetevi il capitolo. L'ho già detto che fa pena? xD

Buona lettura.

 

Alice... dove mi stai trascinando?

Capitolo 4

 

 

-Buongiorno Bella!- esclama Emmett quando, dopo sette tentativi di trovarla, sbuco in veranda.

-Buon… buon… buongiorno- dico tra uno sbadiglio e l’altro. Ci sono anche Jasper, che mi saluta con un sorriso, e Rosalie. Lei accenna un “ben svegliata” formale e torna a mescolare il suo tè con un cucchiaino d’argento. Emmett le scocca un’occhiata divertita senza dire niente.

-Dormito bene, Bella?- chiede Jasper gentilmente.

-Sì, grazie. La camera è fantastica- rispondo versando il caffè nella tazza. Sento Rosalie ed Emmett cominciare una discussione su come passare la giornata.

-Ne sono felice-

-Sai…- bevo un sorso, pensierosa –mi sembra di averti già visto da qualche parte, ma non ricordo dove-

Il suo sorriso si amplia e diventa enigmatico. –Beh, tu vieni da Londra, no? Forse ci siamo visti in giro. Io continuo a spostarmi da Londra a New York-

Lo guardo stranita. –Ma…-

-Buongiorno a tutti!- Tanya si siede accanto a me salutandoci vivacemente. È in perfetto ordine, come se non sia mai andata a dormire. -E’ arrivato Edward? E’ un secolo che non lo vedo-

-Sì, è arrivato stamattina alle cinque- risponde Rosalie con un gran sorriso –ma sono sicura che è già in piedi-

-Alice sta dormendo?- mi domanda Emmett.

-No, non penso. Probabilmente sta decidendo cosa indossare-

Ridacchia. –Non cambierà mai…-

-Vado a cercarla- propongo alzandomi.

-Non mangi niente?- chiede Tanya sorpresa.

-Di solito la mattina bevo solo una tazza di caffè- spiego scrollando le spalle. Mi muovo verso la vetrata, ma la voce di Rosalie mi richiama.

-Perché? Vuoi mantenere la linea?- Mi fissa con le sopracciglia inarcate.

-No, è che la mattina devo sempre correre in ufficio, quindi ho pochi minuti per fare colazione. Ormai bere il caffè prima di lavorare è un’abitudine-

-Ah- lascia cadere il discorso e osserva il mare azzurro e mosso da una brezza leggera portando la tazza raffinata alle labbra.

Rientro in casa e mi avventuro per i corridoi alla ricerca della camera di Alice. Scendo e salgo rampe di scale a caso, percorro decine di corridoi e svolto in ogni direzione possibile.

-Alice?- la chiamo mentre cammino. –Alice, sei qui?-

Mi accorgo che il corridoio in cui ho appena messo piede mi è vagamente familiare…

-Aaah!- ho appena il tempo di gridare, prima che la porta davanti a me si spalanchi completamente e vada a sbattere forte contro la mia povera testa.

Poi… il buio.

 

-…ehi? Oddio, svegliati!-

Sentivo una voce lontana chiamarmi. Tento di parlare, ma mi esce solo un confuso “mmh?”.

-Isabella? Ci sei?- la voce è familiare, forse sto sognando.

-Bella- preciso flebile, mantenendo gli occhi serrati.

-Bella?- ripete confusa la voce. È una voce maschile, calda e confortante.

-Bella, non Isabella- chiarisco. –Cos’è successo?-

Che mal di testa!

Chiunque sia, è imbarazzato. –Ehm… diciamo che hai sbattuto contro la porta e hai perso conoscenza-.

-Oh, è colpa tua!- ribatto con fervore –non sei stato attento-

Ride. Ed è un bel suono. –Sì, hai ragione. Ti chiedo scusa, Bella-

Sorrido e mi giro su un fianco… ma dove sono? È straordinariamente morbido!

-In camera mia, sul letto- mi informa quando glielo chiedo. Le sue labbra sembrano a un soffio dalle mie.

Apro gli occhi. –Wow- commento dopo qualche secondo. –Non dava l’impressione di essere un sogno!-.

Edward Cullen mi sorride divertito. È sdraiato su un fianco, accanto a me, il viso a pochi centimetri dal mio. Sì, è decisamente un sogno.

-Io sono qui veramente- dice. –E’ un piacere rivederti-

Lo fisso muta. –Come?- mormoro stupidamente.

Fa un cenno affermativo col capo. –Ciao, Bella. Ehm, ecco, non mi aspettavo di ritrovarti qui, ma…-

-No- lo interrompo, il cuore che batte all’impazzata nel mio petto. –No, no, no! Dimmi che non è vero!-

Con il pollice mi sfrega delicatamente un punto sul lato sinistro della testa.

-Ahi!- esclamo. Mi pulsa dolorosamente, segno che è tutto vero. –Cavolo-

Ma non ci credo lo stesso. Cullen non può essere qui, maledizione! Cos’è, una di quelle soap opera tipo Beautiful, dove succedono le cose più incredibili?!

-Già- conviene Edward alzandosi. La mia immaginazione non gli ha reso giustizia.

Mi offre la mano invitandomi a fare lo stesso, e dopo un attimo di esitazione accetto. Devo ancora realizzare tutto.

-Ti senti bene?- indaga osservandomi.

Annuisco. Non so come comportarmi… insomma, cosa devo dire? Sa il mio nome, quindi si ricorda di me. Forse crede che io sia pazza, e non ha tutti i torti.

-Grazie per… per…- balbetto fissando i suoi occhi. Non ricordo più cosa stavo dicendo! Impossibile!

Mi sorride dolcemente. –Di niente-

Ok, è ora di andare. Non voglio combinare qualche stupidaggine!

-Bene, io… io vado- sussurro dirigendomi verso la porta.

-Bella?- mi richiama Edward. –Dopo possiamo parlare?-

Deglutisco. –Sì. Dopo possiamo parlare-

 

-Dov’eri finita?- mi interroga Emmett quando, finalmente, rispunto in veranda. Sono ancora un po’ scossa.

Ci sono tutti, manca solo Edward.

-Ehm…-

-Colpa mia- dice una voce dolce alle mie spalle.

-Aaah!- Emmett mi guarda malizioso. Ovviamente ha frainteso.

-No, Emm!- lo blocco prima che inizi con le solite battutine. Negli anni mi ci sono abituata, ma sono sempre irritanti.

-Edward!- strilla Tanya alzandosi e gettandogli le braccia al collo, abbracciandolo con trasporto. Cerco di ignorare quella strana, fastidiosa gelosia che si impadronisce di me. Una gelosia del tutto immotivata.

Alice e Edward si stringono la mano, poi lui saluta Jasper, al quale scocco uno sguardo truce.

-Cosa intendevi prima?- chiede Alice incuriosita. –Hai già conosciuto Bella?-

-Sì, non si è sentita bene mentre passava davanti alla mia stanza ed io l’ho semplicemente aiutata-

Mi siedo accanto ad Alice, che osserva il mio abbigliamento con approvazione.

-Andiamo in spiaggia?- Jasper sbadiglia stiracchiandosi –è troppo tempo che non mi faccio una nuotata degna di questo nome!-

Tutti sono d’accordo, io e Alice siamo particolarmente entusiaste.

-Vieni, Bella!- esclama lei afferrandomi la mano e obbligandomi ad alzarmi dalla sedia.

-Alice… dove mi stai trascinando?- chiedo esasperata.

-A prepararci, no?- dice allegramente, e mi spinge verso l’interno della villa.

 

Alla fine le racconto tutto, dall’identità di Edward allo “scontro”, terminando con l’ultima richiesta di lui.

Rimane qualche secondo in silenzio. Quando le ho svelato che Edward è Edward si è messa a strillare e a saltellare per tutta la stanza.

-Ha detto che ti vuole parlare…- mormora meditabonda.

-Esatto- confermo sospirando. In realtà sono piuttosto preoccupata. Mi rendo conto solo adesso che Edward Cullen è qui a Santa Monica, e che è il cugino della quasi-sposa del mio migliore amico, il quale è il fratello di quella che considero mia sorella e… che casino!

-Smettila di preoccuparti Bella! Ho visto come ti guarda: ti vuole. Gli interessi!-

-Mi avrà preso per pazza- piagnucolo, la testa tra le mani. Siamo nella mia stanza, sedute sul letto morbido. I costumi li abbiamo indossati già da un bel po’, le borse per il mare sono pronte.

Con gli uomini sono piuttosto insicura, non ho una relazione vera da… due, tre anni?

-Quanti problemi ti fai! Certo che te lo sei scelto bene, però…-

-Alice!- urlo, imbarazzata.

-Dimmi che non ho ragione- mi sfida.

-Certo che hai ragione!- grido esasperata –Edward è il più…- mi interrompo, sentendo qualcuno schiarirsi la voce alle nostre spalle.

-Sì?- dico voltandomi. Mi immobilizzo: Edward è davanti a noi, splendido nella sua semplice t-shirt bianca e il costume blu scuro.

Perché tutte a me? Che ho fatto di male?

-Edward!- Alice gli sorride tranquilla. –Ti serve qualcosa?-. Il suo tono è chiaramente malizioso.

-Emmett dice che se siete pronte possiamo andare. Ma se volete chiacchierare ancora un po’ vi aspettiamo-. Lui, invece, è divertito.

-No, abbiamo finito- cinguetta Alice balzando in piedi e prendendo la borsa per il mare.

La seguo, avvertendo due occhi verdi sulla mia figura. Sono tremendamente a disagio.

-Bella?- mi richiama, quando Alice è sparita giù per le scale. Cazzo.  

Mi volto nervosa. Illusa ragazzina, ecco cosa mi dirà. Credevi davvero di piacermi? Tu ed io?!

-Tu non sei pazza. Non ho mai pensato a te in questo modo. Non sei pazza-

 

 

Aspetto le vostre recensioni *corre a nascondersi dietro il divano*

:**

S.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Un po' stordita a causa di quelle meravigliose immagini di Breaking Dawn che circolano su Facebook da ieri sera, eccomi qui ad aggiornare! Oddio, ma le avete viste? *Q*            Direi che non vedo l'ora dell'arrivo di novembre!

Capitolo importante, questo. Non mi convince, sinceramente, ma decidere sta a voi ;) Quindi aspetto con ansia le vostre fantastiche recensioni =)

Nel capitolo si scopre qualcosa in più sulla nostra Tanya... chissà cosa ne penserete! Vi ricordo che per alcune scene ho preso spunto dai tre libri di Sophie Kinsella citati nel primo capitolo.

Vi ricordo la mia pagina di fb, su cui aggiungerò anche anteprime delle mie fiction e altre cose: http://www.facebook.com/?sk=messages&tid=1326206532470#!/profile.php?id=100002098235439

Non ho più niente da dire! Buona lettura, spero davvero che il capitolo vi piaccia ;)

 

Alice... dove mi stai trascinando?

Capitolo 5

 

 

-Bella, stai bene?-

Guardo Emmett con occhi vacui. –Come?-

-Sei strana. È tutto a posto?- ripete lentamente, aprendo la porta di casa e conducendomi fuori.  I raggi caldi del sole mi colpiscono immediatamente il viso.

-Sto bene, Emm- dico mentre infilo gli occhiali da sole. –Rilassati-

-Quello che non stai facendo tu!- ridacchia e mi circonda il collo con il braccio stringendomi a sé.

Sento due gelidi occhi blu perforarmi la nuca e digrigno i denti. Rosalie non può separarmi dal mio migliore amico.

-Ho i miei buoni motivi- borbotto.

-Hanno anche un nome, quei motivi? Magari uno che inizia per E finendo per D…-

Mi guardo freneticamente attorno, ma nessuno sta ascoltando la nostra conversazione. Alice, Jasper e Tanya parlottano tra loro sorridenti; Edward e Rosalie, invece, sono in disparte e discutono con aria seria.

-Te l’ha detto Alice?- sospiro rassegnata. Ovvio, Alice doveva vuotare il sacco con qualcuno.

-Avrei preferito che me lo dicessi tu- replica Emmett.

-Oh, Emm!- Lo abbraccio forte, respirando il suo profumo familiare. –Te lo avrei raccontato più tardi! Sono arrivata ieri e non abbiamo avuto tempo di stare insieme e di parlare a quattr’occhi…- mi blocco quando Tanya si avvicina a noi, i capelli biondo rossicci scompigliati dal vento leggero.

-Ho interrotto qualcosa?- chiede, e sul suo viso compare un’espressione colpevole.

-No, niente di importante- le sorrido.

-Bella, volevo mostrarti la spiaggia- mi propone –e magari raccontarti qualcosa su Santa Monica-

Accetto incuriosita e la affianco, mentre Emmett si allontana verso gli altri.

-Sai, a Santa Monica ci sono soprattutto liberal, intellettuali e “seguaci della macrobiotica”…-

-La macrobiotica?- ripeto perplessa.

Annuisce con aria di chi la sa lunga. –E’ una dieta basata su cereali integrali, verdure e pochissimi alimenti di origine animale. Ho provato a seguirla… inutile dire che ho miseramente fallito!-.

-Io non ce la farei mai- commento ridendo.

-Pensa a Rosalie: ormai sono due mesi che non mangia praticamente niente. Lei è una “seguace della macrobiotica”- alza gli occhi al cielo. –E’ ossessionata dall’idea di dimagrire. Sogna il matrimonio perfetto da tutta la vita-

-E tu? Sei fidanzata?-

Sorride enigmatica. –Sì, diciamo che sono fidanzata. A te non lo chiedo: lo so già. Emmett ci ha detto tutto di te, dal tu piatto preferito al tuo primo ragazzo-.

-Oh, no!- Mi copro il viso con le mani, imbarazzata.

-Forse è meglio cambiare argomento!- suggerisce ridendo. –Dicevo… qui ci sono soprattutto amanti del surf e dello skateboarding- Con il dito indica un punto in lontananza, dove s’intravedono delle persone su tavole da surf che si divertono in mare. –E il clima è semplicemente stupendo

-Perché qui non c’è nessuno?- domando con le sopracciglia aggrottate.

-Questo tratto di spiaggia è privato- spiega –diciamo che gli Hale sono molto ricchi!-

-Wow!- Davanti a noi è comparso uno spazioso gazebo bianco davvero elegante. All’interno ci sono qualche divano, una poltrona e un tavolo, immagino sia per il pranzo.

-Proprio come lo ricordavo!- esclama allegramente Edward alle mie spalle. Lui, Rosalie e Jasper ci superano e iniziano a sistemare le loro cose.

-Carino, vero?- Emmett sorride affiancandomi con Alice.

-Davvero carino!-

Ridacchia e mi stampa un bacio sulla guancia. –Dopo parliamo, te lo prometto-

La lista si allunga: Rosalie, Edward, e adesso anche Emmett!

Bevo un po’ d’acqua dalla bottiglietta che ho portato con me, ma appena punto lo sguardo su Edward inizio a tossire.

-Bella?- Alice, preoccupata, mi batte forte la mano sulla schiena.

-Sto… sto bene- boccheggio con un respiro profondo, e i Brandon, i quali hanno capito tutto, scoppiano in una fragorosa risata facendomi avvampare ancora una volta.

-Cosa succede?- chiede Rosalie, le sopracciglia inarcate. Indossa un costume rosso che io non potrei mai sognare di mettere.

-Niente, niente- si affretta a dire Alice, liberandosi dell’abitino che nascondeva il suo bikini viola nuovo di zecca.

Anche gli altri seguono il suo esempio, e in breve rimango l’unica ancora coperta. Emmett, Rosalie ed Alice corrono subito in acqua. Premurandomi di tenere lontano lo sguardo da Edward, semplicemente magnifico mezzo nudo, sciolgo i lacci del vestitino facendolo cadere ai miei piedi, rimanendo nel mio semplicissimo bikini verde acqua.

-Ci credo che non hai bisogno della dieta macrobiotica!- osserva Tanya, in verde, sorridendomi. Emette uno strillo spaventato quando Edward se la carica in spalla e corre verso il mare buttandola in acqua.

Che gelosia!, stringo i pugni.

-Sai, Edward e Tanya hanno molto in comune- mormora Jasper accanto a me.

-Ah, davvero?- dico senza il minimo interesse. Non voglio sapere quanto sono affiatati quei due! E Tanya, poi, non era fidanzata?

-Già- annuisce –per esempio, a entrambi piacciono le donne- Mi sorride e corre a tuffarsi, lasciandomi sotto il gazebo con la bocca spalancata.

 

-Cosa facciamo stasera?- chiede Alice impaziente.

-Tesoro, forse è meglio aspettare l’arrivo degli altri prima di decidere- rispondo bisbigliando. Sono completamente abbandonata sul lettino e sto facendo di tutto per abbronzarmi.

Scatta in piedi a velocità impressionante. –Vado a chiederglielo!- Corre in acqua tralasciando il fatto che ne è uscita da neanche tre minuti.

Sbadiglio, placida.

-Non ti si brucia la schiena?- sussurra Edward dal lettino accanto al mio.

Annuisco ma non mi muovo. –Appena torna Alice le chiedo di aiutarmi a mettere la crema solare… sulla schiena non ci arrivo-.

-Te la metto io, se vuoi-

Al solo pensiero delle sue mani su una qualunque parte del mio corpo vado a fuoco. No, è decisamente meglio non saltargli addosso con gli altri a pochi metri.

Peccato che Edward non aspetti la mia risposta. Sento subito la crema fresca su alcuni punti della mia schiena bollente, poi le sue mani scorrere lievi sulla mia pelle. Il suo tocco è gentile, discreto, ma in qualche modo estremamente sensuale, e mi scombussola.

-Sei caldissima- la sua voce prima era così roca?

-Mmm- mi sfugge quando il suo indice traccia una linea appena sopra il bordo delle mutandine del costume.

-Dovremmo parlare…-

-Mmm- ripeto. Apro gli occhi e mi immergo nei suoi, più intensi di quanto ricordassi. –Inizia tu-

Prende quello che mi sembra un profondo respiro.

-La prima volta che ti ho vista in quella sala riunioni ho pensato che fossi splendida. Eri così imbarazzata!- sorride, abbandonando definitivamente la mia schiena. Mi tiro su a sedere e incrocio le gambe sotto di me guardandolo in silenzio.

-Volevo chiamarti subito, ma sono riuscito a trattenermi fino a sera- scuote la testa –avevo già il telefono in mano quando ho ricevuto una chiamata da Jasper, che è il mio socio. Era in visita alla nostra sede di New York prima di venire qui a Los Angeles. Sui giornali qualche tempo fa si parlava di un probabile accordo tra la Cullen C e la Bank of New York-

-Sì, credo di ricordare qualcosa…- annuisco, pensierosa. Sono certa di averlo letto da qualche parte, forse sul Times.

-Dovevo venire a Santa Monica la settimana scorsa e sono venuto qui. Tutto prima della chiamata di Jasper-

-Ma… ma a Nwe York non c’era nessuno in tua vece?- dico perplessa.

-C’era Lauren Mallory, la mia assistente. O meglio, ex assistente- sorride con amarezza. –Jasper, arrivato a New York intorno alle quattro del pomeriggio, mi ha chiamato subito avvertendomi che gli uffici erano completamente deserti. La reception, l’open space… tutto vuoto, anche i telefoni non squillavano più. Ha fatto brevi ricerche, qualche telefonata, e ha scoperto che una nuova società di PR era in trattativa con la Bank of New York, ce la stava “rubando”-.

-Lauren!- esclamo senza esitazioni –è stata lei, vero?-

-Già, è stata lei. Sono piombato a New York, cogliendo di sorpresa lei e i suoi collaboratori, li ho portati tutti in una sala riunioni e ho perquisito le loro scrivanie…-

-Aspetta- lo interrompo, assorbita dal racconto –ma non c’è una clausola nel contratto di assunzione che impedisce espressamente ai dipendenti di fare cose del genere? Non puoi fargli causa?-

Ride, e la sua tranquillità mi stupisce. –E’ quello che ho fatto, Bella. Ci stavo arrivando-

-Ah- rispondo avvampando.

-Si vede che sei un avvocato- ammicca. –Comunque, adesso Lauren e gli altri quattro sono stati licenziati e la società è ripresa molto velocemente-.

-Nessun risarcimento?-

-Sì, è tutto a posto, e la Bank of New York è definitivamente un nostro cliente. E' stata una settimana infernale. Ed è per questo che non sono riuscito a chiamarti- Esita, poi mi prende la mano. –Vorrei rimediare, però-

Osservo la mia mano nella sua e vendo pervasa da un’insolita sensazione di benessere. Da quanto tempo non mi sento così?

-In che modo vorresti rimediare?- domando curiosa. Adesso sono a mio agio con lui, ed è strano.

-Magari… chiedendoti di uscire stasera- propone, disegnando piccoli cerchi concentrici sul dorso della mia mano con il pollice. Sembra imbarazzato e… insicuro?

Con la coda dell’occhio vedo gli altri correre verso il gazebo dietro di noi grondanti d’acqua.

-Ehi, voi due!- ci urla Emmett –cosa avete fatto da soli per tutto questo tempo? Avete giocato a dama?-

Non gli presto attenzione, gli occhi fissi in quelli verdissimi di Edward, velati da una patina di dolcezza insostenibile.

-Sì- gli rispondo, e mi trema la voce. –Sì-

 

Esauriente il racconto di Edward? Povero piccolo, visto che aveva le sue buone ragioni? *.*

Ora, veniamo a voi... qualcuno leggeva la mia Love's Recipes? Ricordate le domandine che facevo ogni volta alla fine del capitolo?

Che libro state leggendo in questo periodo? =D

Grazie per essere arrivate fin qua ;)

Alla prossima!

:***

S.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Questo capitolo è orrendo. Non lo dico per farmi dire il contrario, è orrendo veramente! Lo odio!

L'ultimo libro che ho letto è stato "Acqua agli Elefanti", un libro assolutamente meraviglioso che vi consiglio. E' bellissimo *.* Mi sono innamorata perdutamente del protagonista! E mi avete dato anche qualche spunto per i prossimi acquisti!

Dedico il capitolo a Love Today (sto scrivendo una fic con lei, se ne avete voglia fateci un salto e diteci cosa ne pensate!), la quale mi ha fatto capire in privato con quanta impazienza attendesse l'aggiornamento ;) Eccolo qui!

Oook, ho finito di ciarlare. Spero che il capitolo vi piaccia, per quando sia improbabile -.- L'appuntamento nel prossimo! 

 

Capitolo 6

 

 La madre di Rosalie e Jasper dà subito l’impressione di essere una donna tutta d’un pezzo, e sono certa di non sbagliarmi.

Siamo tutti riuniti nell’ingresso, Mrs Hale è appena arrivata. Ha i capelli biondi e lisci della figlia, gli stessi occhi penetranti di Jasper e il viso dall’aria severa. Sono sicura che questa donna non ama essere contraddetta.

-Dov’è papà?- le chiede Rosalie invitandola a sedere in soggiorno.

-Arriva direttamente al matrimonio, aveva alcuni affari da sbrigare a casa- spiega con voce autoritaria.

Mrs Hale indossa un tailleur di Chanel di seta, ha i capelli elegantemente raccolti e, da come Alice la fissa incredula, la sua borsa deve essere della nuova collezione di Dior.

-Buongiorno, Susan. Come sta?- la saluta Emmett con rispetto. È il turno di Edward, di Tanya, la quale viene accolta con un sorriso freddo, e infine tocca ad Alice e me.

-Lei è mia sorella Alice- la presenta Emmett.

Susan la valuta in silenzio, poi le stringe la mano e sorride. –Che belle scarpe, cara-

-E lei, invece, è la mia amica Isabella-

Al mio nome Susan scatta come una molla e lancia un’occhiata fugace a Rosalie. –Tu sei Isabella? Isabella Swan?- Il suo tono non è amichevole.

-Ehm, sì- rispondo nervosa, tendendole la mano.

-L’amica del futuro marito di mia figlia?- chiede ancora, evidenziando le parole “amica” e “marito” come se non capissi la sua lingua.

-Sì- ripeto perplessa. Mrs Hale somiglia troppo a mia madre.

-E cosa fai qui?-

Ritiro lentamente la mano.

Emmett interviene, per fortuna. –Susan, Bella è una mia carissima amica, e per me la sua presenza in questi giorni è importante-.

Lei china il capo di lato. –Mia figlia non ti basta, Emmett?-

Nella stanza cala un silenzio raggelante.

-Zia, che ne dici di bere qualcosa?- propone Edward portandosi al mio fianco –hai fatto un lungo viaggio per venire qui-

Lei si lascia distrarre e Jasper la conduce fuori dalla stanza.

-Grazie- mormoro a Edward e a Emmett, che mi sorride e si allontana.

-Susan Hale è la donna più irritante, stronza ed egocentrica del mondo. Perdonami per il giudizio, ma è così-

Guardo Edward, accigliata. – Ma lei non mi conosce-

-Temo che…- sospira e mi stringe delicatamente la mano nella sua, come questa mattina alla spiaggia. Mi guardo intorno, siamo rimasti soli. –Temo che Rosalie le abbia parlato di te-

-Oh, fantastico. Quindi mi tratterà come un’emarginata per tutta la sua permanenza!- Non bastava la figlia, ora anche la madre!

Edward mi accarezza dolcemente la guancia, colpendomi con tutta l’intensità del suo sguardo color smeraldo.

Che brividi!

-Non ti preoccupare- sussurra, e per qualche ignoto motivo mi sento meglio. È come se mi stesse togliendo un peso dalle spalle per caricarlo sulle sue.

Abbasso lo sguardo.

-Bella- mi richiama sollevandomi il mento gentilmente. –Hai capito? Non ti devi preoccupare. Non ci pensare-

-Sì, ho capito- bisbiglio.

-Adesso fammi uno dei tuoi magnifici sorrisi-

-Edward…-

-Bella-

Scoppio a ridere a causa della sua espressione implacabile e dopo qualche secondo si unisce a me.

-Visto? Stai ridendo- mi fa notare.

-Tu volevi un sorriso- replico.

-Sì… ma vederti ridere è ancora più bello-

Avvampo e lui ridacchia. –E quando arrossisci sei superlativa-

-Lo fai apposta, vero?-

-No- dice, gli occhioni verdi intrisi di sincerità –ti do fastidio?-

Sospiro e gli sorrido. –No, Edward. Non mi dai fastidio-

 

-Allora, Bella? Come va con Edduccio tuo?-

-Emmett- sibilo.

-Cosa c’è?-

-Bella, in realtà anche io vorrei capirci qualcosa di più-

-Alice…-

Con i due Brandon non ho difficoltà a parlare. Il problema è la presenza di Rosalie: sa che io e suo cugino abbiamo un appuntamento? Cosa ne pensa?

-Mi ha chiesto di uscire stasera- ammetto infine, lo sguardo fisso sul pavimento.

-COSA?- Alice scatta in piedi. –E tu me lo dici adesso?-

-Non sapevo ci dovessi uscire tu- ribatto.

-Come faccio a renderti perfetta in così poco tempo?-

-Alice…-

Se n’è già andata, ma sono tranquilla. So che non è arrabbiata.

-Quindi stasera uscite? Gli hai detto di sì, vero?- riprende Emmett fissandomi. Poi ridacchia. –Non vedo l’ora che incontri Charlie al matrimonio!-

-Non farmi pensare a quello che succederà!- borbotto. –Certo che gli ho detto di sì, Emm. Come potrebbe essere il contrario?-

-Edward è diverso dagli altri, vero?-

Annuisco senza dire nulla.

-E Renèe?-

-Renèe cosa?-

-E’ sempre la solita menefreghista insensibile?-

Inarco le sopracciglia. –Credi davvero che possa cambiare?-

-No- sospira e si alza –no-

Mi bacia la fronte ed entra in casa lasciandomi sola con Rosalie.

Jasper si è scusato per il comportamento della madre, mentre lei non mi parla da colazione.

La sua voce mi fa sobbalzare. –Chi è Renèe?-

-Mia madre- sospiro.

-Emmett parla di lei in quel modo?- E’ incredula.

-Io per prima parlo di lei in quel modo. Reneè non c’è mai stata per me, sa solo criticarmi ed esortarmi ad impegnarmi nel lavoro e a lasciar perdere l’amore-

Alzo gli occhi su di lei: mi fissa a bocca aperta, gli occhi blu spalancati.

-E tuo padre?-

-Non lo vedo da tre anni. Mia madre lo ha lasciato quando ero molto piccola-

-Mi… mi dispiace- mormora sincera.

Liquido la cosa con un gesto noncurante della mano. –E’ tutto a posto. Quando avevo cinque anni ho conosciuto i Brandon, vivevano nella villa vicina a quella di mia madre a Londra. Charlotte e William mi hanno trattata come una figlia- sorrido al ricordo dei signori Brandon. –Mi hanno praticamente cresciuta loro-

-E’ impossibile che una madre sia così…-

-L’anno scorso il tredici novembre mi ha chiamato per farmi gli auguri di buon compleanno…-

Mi guarda confusa.

-Il mio compleanno è il tredici settembre- spiego.

Si porta la mano alla bocca. –Mi dispiace- ripete.

-Ed è per questo che sono così attaccata ad Alice ed Emmett-

Abbassa gli occhi. –Non c’è mai stato niente tra Emmett e te?-

-Assolutamente niente, lui per me è un fratello-

-Ma tu lo conosci così bene… sei sicura che…-

-Rosalie- la interrompo –Emmett ti ama come mai ha amato qualcuno. Non l’ho mai visto così in vita mia e sono davvero felice per voi due. E poi… e poi a me piace Edward- confesso a bassa voce.

-Davvero?- dice sorpresa. Probabilmente non ha ascoltato la conversazione che ho intrattenuto con Emm.

-Già- annuisco arrossendo. –Stasera usciamo insieme-

-Come fa a piacerti? È talmente dolce che mi fa venire le carie! E poi da quando Lucy è andata via…-

-Chi è Lucy?- chiedo. Sono certa di non averla mai sentita nominare, ma sono qui da poco.

-Ehm… nessuno, nessuno- Rosalie si guarda freneticamente attorno.

Qui c’è qualcosa che non va.

-Rosalie…-

-Devo andare! È stato un piacere parlare con te, Bella- Mi abbraccia velocemente e scompare dentro casa.

C’è sicuramente qualcosa che non va.

 

La cosa a cui mai rinuncereste?

Fa schifo il capitolo, vero? Oddio -.-

A presto ^^ Vi ringrazio per le recensioni dello scorso capitolo, grazie davvero!

:***

S.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Rieccomi con il capitolo che attendete tutte! L'appuntamento ;) Non è tutto in questo capitolo, però.

Neanche questo mi convince, purtroppo. La fine forse va bene!

Allora... che altro dire? Grazie infinite a tutte le persone che hanno speso un minuto della loro vita per recensire lo scorso capitolo, i vostri commenti sono tutti bellissimi e li leggo sempre con il sorriso sulle labbra =D E scusatemi sul serio se non vi ho ancora risposto -.- Sono pessima, ma questa è stata una settimana orribile per la mia povera salute.

Vi lascio il capitolo... dopo le due anticipazioni che ho messo su Facebook. Se volete aggiungermi, questa è la mia pagina: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002098235439#!/profile.php?id=100002098235439

Ah, un'altra cosa. Un paio di giorni fa ho pubblicato una OS e il primo capitolo di una mini fan fiction (durerà solo due capitoli), se ne avete voglia fateci un salto ;) Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Attenzione, però: il rating della mini fic è rosso, quella della OS è arancione ma il genere è erotico/commedia =) Entrambe Edward/Bella.

Naturalmente aspetto i commenti per il capitolo che state per leggere ;) Perdonate gli eventuali errori, non ho riletto.

Buona lettura ^^

 

Capitolo 7

 

 

-Bella, sei meravigliosa!- squittiscono Alice e Tanya all’unisono appena esco dal bagno.

-Non è troppo corto?- chiedo insicura.

-E’ perfetto. Tu sei perfetta-

-Edward impazzirà- aggiunge Tanya ammiccando.

Indosso un abito della nuova collezione disegnata da Alice. È bianco, lungo fino a metà coscia, e mi sta stranamente bene.

-Ecco le scarpe!- cinguetta lei porgendomene un paio dai tacchi altissimi, intonate al vestito.

Abbiamo fatto un patto: io sceglievo il vestito, Alice le scarpe. Si è quasi messa a urlare quando ho affermato che volevo mettere un jeans e un semplice top.

Meno male che per il matrimonio ho acquistato tutto da sola, lei mi avrebbe di certo trasformata in un confetto!

Sospiro, rassegnata, e infilo quelle trappole mortali.

-Sei bellissima- Tanya mi sorride.

-Grazie- mormoro, imbarazzata. Lo sono davvero? Piacerò a Edward?

La porta si spalanca, rivelando Emmett.

-Bella…- si interrompe di botto quando mi vede. –Bella?- ripete incredulo, come per accertarsi di avere davanti la sua migliore amica.

-Sì- sussurro avvampando per l’ennesima volta.

Mi viene incontro e mi abbraccia forte. –Sei magnifica!-

Sorrido ancora, e lui ricambia. La sua incredulità dovrebbe essere un’offesa?

-Edward ti sta aspettando giù- mi informa. –Con lui c’è Susan, quindi ti consiglio di andarlo a salvare al più presto-.

-Sono pronta?- chiedo ad Alice. Sono esageratamente nervosa.

-Ti senti pronta, Bella?- replica lei con dolcezza.

Mi guardo allo specchio e sorrido: sì, sono pronta.

 

Quando scendo nell’ingresso vedo subito Susan seduta su una poltrona, i gelidi occhi azzurri fissi su di me. Rosalie, accanto a lei, mi rivolge un sorriso esitante che io ricambio incerta. Ci vorrà del tempo, ma sono sicura che prima o poi diventeremo buone amiche.

Susan le sussurra qualcosa che io interpreto come “brutto portamento e caviglie secche” e la figlia alza gli occhi al cielo guardandola severa.

-Scusi?- Sento una voce calda alle mie spalle.

Mi volto ed eccolo qui: Edward. Questa sera è splendido: indossa un jeans marrone chiaro e una semplice camicia bianca, ma nell’insieme è bellissimo, anche elegante.

Lo fisso confusa.

-Stavo cercando la mia accompagnatrice, ma un angelo è capitato sul mio cammino. Come posso resistergli?- prosegue con un dolce sorriso.

Arrossisco appena comprendo il significato delle sue parole. –Beh…- balbetto –potresti smettere di tentare di resistergli…-

-Mmm- dice meditabondo, prendendomi la mano e posandovi un delicato bacio sul dorso. –Giusto-

Oh mio Dio, le mie gambe stanno tremando e il cuore ha preso a battere più velocemente del solito… se gli salto addosso faccio la cosa sbagliata?

-Dove andiamo?- Meglio cambiare argomento.

-Ho già preparato tutto- dice illuminandosi –andiamo?-

-Certo-

Saluto Rosalie, la quale mima con le labbra la parola “carie” e ridacchia. Mrs Hale ci osserva in silenzio, le labbra serrate in una linea dritta. Insomma, cos’ha contro di me? Non è felice che io esca con Edward, anziché stare con Emmett?

-Dove mi porti?- chiedo a Edward, curiosa, mentre usciamo di casa. Il mare è calmo e limpido, e ha la forza di infondermi tranquillità.

Mi sorride e scuote la testa con aria furba. –Non rovinerò la sorpresa, mi dispiace! Riesci a camminare sulla spiaggia con quei tacchi?-

A questo Alice non ha pensato!

-Ammazzerò Alice, prima o poi- bisbiglio tra me. E ora come cavolo faccio?

-Vieni, se vuoi ti porto io-

-E come?-

In un secondo mi ritrovo in braccio a Edward, una sua mano dietro le ginocchia e l’altra dietro la schiena. Ride al mio piccolo strillo spaventato ed io, ancora frastornata, allaccio le braccia dietro al suo collo.

-Potevo semplicemente togliere le scarpe- Sono senza fiato.

-Lo so-

-Non mi farai scendere, vero?- chiedo sorridendo.

-Mmm, direi di no. Fuorché tu non me lo chieda, ovviamente-

Non parlo, non servirebbe a niente. Edward sa che non glielo chiederò.

Appoggio il viso sulla sua spalla e chiudo gli occhi, beandomi del suo profumo e della sua presa forte. Ha un profumo molto particolare, inebriante.

-Sei stanca?- mi domanda premuroso.

Lo guardo. –No, sto bene. Perché me lo chiedi?-

-Oggi è stata una giornata impegnativa…-

Lo interrompo con un gran sorriso. –Sto bene, Edward- Avvicino l’indice al suo viso e gli sfioro piano la guancia. E’ la prima volta, e ho i brividi.

-Mi sto solo preoccupando per te- mormora con dolcezza.

-Non ce n’è bisogno- ribatto pronta. Non sono più abituata a questo genere di cose.

-Ma io voglio farlo- replica imperturbabile.

Mi fa scendere, ma io non ho occhi che per lui.

Solleva la mano e la posa delicatamente sulla mia guancia, sorridendomi. –Mi… mi viene spontaneo, Bella- confessa, e per la prima volta un timido rossore fa capolino sul suo volto.

-Davvero?- sussurro.

Siamo vicini. Troppo vicini.  

Annuisce e sospira brevemente. –Spero tu abbia fame-

Aggrotto le sopracciglia. –Perché?-

-Perché se no tutto ciò che ho preparato è stato inutile- risponde semplicemente, indicando con la mano qualcosa alla mia sinistra.

Seguo il suo sguardo e spalanco la bocca, completamente strabiliata.

Sulla spiaggia, davanti a noi, è comparso un tavolo elegantemente apparecchiato. Accanto ad esso c’è un cameriere dai capelli scuri.

-Mr Cullen, Miss Swan- ci saluta con un sorriso.

Io ho ancora la bocca aperta dallo stupore.

-Buonasera, Aaron- Edward annuisce, poi lo guarda con rimprovero. –Quante volte ti ho detto di darmi del tu e di chiamarmi Edward?-

Aaron ride e scuote la testa.

-Ma… ma come…?- balbetto.

-Volevo qualcosa di speciale- mormora Edward –e questo mi sembrava perfetto. Spero vada bene, possiamo anche andare…- Si blocca quando mi lancio su di lui, travolgendolo in un abbraccio.

-Grazie- bisbiglio stringendomi a lui. –Grazie-

 

Per la cena sul mare ci sono due immagini. La mia preferita è questa che vi ho messo su fb, si avvicina molto a come me la sono immaginata: 

http://www.facebook.com/update_security_info.php?wizard=1#!/photo.php?fbid=115954858484455&set=a.103320369747904.7241.100002098235439&theater

Questa è l'altra: 

http://www.tuttomaldive.it/Ihuru%20vicino2/Foto%20Ihuru/Ihuru%20diner.jpg

 

Veniamo alla domanda. Mmm... il vostro piatto preferito? 

 

A presto!

:**

S. 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Buonasera a tutte! Lo so, so di essere in leggero ritardo, ma ho avuto un breve calo di ispirazione -.- Ora è tutto a posto, comunque, ed eccovi il nuovo capitolo. Probabilmente non è come ve lo aspettate, ma cosa ci posso fare? xD

Spero vi piaccia, comunque. Adesso finisco di rispondere alle bellissime recensioni che avete lasciato per il capitolo scorso =) Sono un po' diminuite, ma anche a me il capitolo 7 non piaceva.

Questo non mi dispiace, ma non succede granchè, quindi non aspettatevi grandi cose. Avrete il vostro racconto, e forse l'intero appuntamento (magari dal punto di vista del nostro Edward...) negli extra e missing moments che FORSE pubblicherò quando la storia sarà terminata. Non vi prometto nulla, ma ho già in mente qualche ideuzza interessante =) Certo, sempre che siate d'accordo!

Basta ciarlare. Spero che il capitolo vi piaccia e che non restiate deluse =(

Ditemi cosa ne pensate, naturalmente. Un ringraziamento speciale a tutte le persone che oggi si sono divertite con me su facebook a cercare e darmi pareri sulle probabili immagini del matrimonio di Emmett e Rose (abiti, acconciature, scarpe...ne ho la bacheca piena!). Le ringrazierò meglio quando verrà il momento del matrimonio. Se volete aggiungermi come amica dovete solo andare sulla mia pagina, qui su efp =)  

Buona lettura.

 

Capitolo 8

 

-Bella?-

Mi volto dall’altra parte del letto per sottrarmi a quella voce squillante.

-Bella, Bella, svegliati!-

-Mmm- Mi copro la testa col cuscino.

-BELLA!-

Scatto a sedere, spaventata, gli occhi spalancati. –Come? Cosa?-

-Ben svegliata- cinguetta Alice allegramente. È seduta accanto a me con un gran sorriso, perfettamente vestita.

-Alice- ringhio –cosa c’è?-

Mai interrompermi mentre dormo, potrei diventare violenta!

-Devi raccontarmi tutto. Nei dettagli- dice risoluta, ma la vedo allontanarsi impercettibilmente. Ha una strana espressione, quasi… colpevole?

-Che ore sono?- chiedo. Mi libero delle coperte e mi alzo in piedi con uno sbadiglio, dirigendomi verso il bagno strofinandomi gli occhi.

-Le otto in punto- risponde seguendomi.

-E se io non volessi raccontarti nulla?- la stuzzico mentre mi lavo il viso, per poi passare ai denti.

-Ti obbligherò- Sorride candidamente.

Le lancio un’occhiataccia attraverso lo specchio e cambio argomento. –Cos’avete fatto ieri?-

Apro l’acqua della doccia e ne controllo la temperatura.

-Ti preparo i vestiti- dice quando mi spoglio dei pantaloncini e della canottiera che ho usato per dormire ed entro nel box doccia.

-Alice?- la chiamo interdetta, ma lei non risponde.

Finisco di lavarmi e mi avvolgo in un grande asciugamano bianco. Torno in camera, dove Alice ha appoggiato i vestiti sul letto. Lei è seduta al centro del materasso e si tortura le dita, nervosa.

-Sono andata a letto con Jasper- sussurra infine.

Per poco non lascio cadere l’asciugamano. –C… cosa?-

-E’ successo- bisbiglia.

-Come è successo?- incalzo io, infilando l’intimo.

Sospira. –Stanotte sono scesa per un bicchiere d’acqua, e lui era lì, seduto in cucina. Non riusciva a dormire. Abbiamo parlato un po’… e alla fine…- racconta, come se stesse confessando un omicidio. –Mi sono svegliata accanto a lui e sono fuggita-

-Oh, Alice- L’abbraccio forte, ormai completamente vestita. –E adesso?-

-Non lo so!-

-Com’è stato?- domando maliziosa.

-Diciamo che… oddio, Bella, non avrei mai voluto smettere!-

-Quindi ti è piaciuto- constato.

Annuisce. –Dopo a colazione sarà così imbarazzante! E se lui fa finta che non sia successo niente? Secondo te io devo far finta che non sia successo niente? Lo posso guardare? È così bello! E se non mi parla? Io devo…-

-Alice- Le poso le mani sulle spalle e lei si blocca. –Fai un respiro profondo e cerca di tranquillizzarti-

-Ma io non so cosa fare-

-Andrà tutto bene- tento di calmarla.

-D’accordo- dice poco convinta.

-E adesso andiamo a fare colazione-

Mentre usciamo il mio sguardo indugia sulla porta chiusa di Edward. Starà ancora dormendo? Ha già fatto colazione?

In veranda ci sono solo Rosalie e Tanya. Le salutiamo e ci accomodiamo al tavolo.

-Sei nervosa, Rose?- Alice pare essersi rasserenata.

-Solo un po’- le risponde Rosalie deglutendo. Sembra terrorizzata.

Imburro una fetta di pane tostato, affamata, e me la spazzolo in un secondo.

-Bella- comincia Tanya osservandomi imburrarne un’altra –Edward ti ha fatto mangiare, ieri sera, vero?-

Avvampo. –Sì, ma… stamattina ho stranamente fame-

Le tre ridacchiano. –Hehe, ieri Edward ti ha stancata! Avete fatto molta attività fisica?-

-No!- Mi copro il viso con le mani, imbarazzata. –Noi non… non abbiamo fatto…-

-Ah no?- fa Tanya, le sopracciglia inarcate.

-No!- ripeto.

-Tranquilla, Bella, sappiamo che non avete fatto nulla- mi sorride Rosalie. –Anzi, potresti andarlo a chiamare? Tra poco ho l’ultima prova del vestito e lui mi ha promesso che andava a ritirare le bomboniere-.

-Certo!- accetto felice –è in camera sua?-

-Credo stia ancora dormendo. Se non ti va di svegliarlo vado io…-

-No, no, ci vado! Ma Emmett e Jasper dove sono?-

-Beh, visto che domani c’è il matrimonio, Emmett è in un posto che sappiamo solo io e Edward- spiega Tanya con un sorrisetto. –E Jazz gli fa compagnia-

-Edward rimane qui?- domando speranzosa.

-Li raggiunge stasera-

-Ah- Mi alzo, lievemente delusa, e mi dirigo in camera di Edward.

Busso alla sua porta, ma non ottengo risposta. Probabilmente sta ancora dormendo.

Entro silenziosamente e trovo la camera immersa nel buio. Cammino con attenzione fino al letto e scorgo il suo viso rilassato. Respira regolarmente, l’espressione rilassata. Sembra un bambino.

-Edward?- lo chiamo, inginocchiandomi accanto alla sua testa.

È tenerissimo mentre dorme! La mia mano si muove da sola, andandogli ad accarezzare i capelli morbidi, percorrendo piano la sua guancia.

-Edward?- Lo scuoto leggermente. –Devi alzarti-

Apre gli occhioni verdi all’improvviso e li punta nei miei. –Bella?- E’ sorpreso.

-Sì?- mormoro deglutendo. La sua voce, così roca, è maledettamente sexy.

-Bella?- dice ancora.

Annuisco. –Sono qui, Edward-

In meno di un secondo mi ritrovo sul letto.

In meno di un secondo le sue labbra premono sulle mie.

In meno di un secondo le mie mani sono tra i suoi capelli e lo avvicinano a me.

Edward è sopra il mio corpo e mi fissa come se mi vedesse per la prima volta.

-Cosa c’è?- sussurro, inebriandomi nel suo profumo che regna nella stanza, ed è ancora più intenso qui, tra le lenzuola.

-Buongiorno-

Mi bacia con passione, affondando le dita tra i miei capelli, e percorre le mie labbra con la sua lingua, che un attimo dopo è intrecciata con la sua. Il suo sapore è assurdo, la sera scorsa mi ha quasi dato alla testa.

-Edward- bisbiglio ansimante quando si separa da me.

Sorride e si abbassa sul mio collo, strofinando il naso sulla mia pelle e prendendo ad accarezzarlo con la sua bocca morbida, facendomi rabbrividire.

-Mmm, Bella… la mattina sei irresistibile-

Sollevo un sopracciglio e lo attiro a me impossessandomi delle sue labbra ancora una volta.

-Solo la mattina?- lo provoco.

Ribalto le posizioni e gli accarezzo il petto sorridendo della sua espressione. Indossa solo una t-shirt bianca che evidenzia i suoi muscoli e un morbido pantalone grigio.

Gli lascio ancora un piccolo bacio e poi mi separo definitivamente da lui sdraiandomi al suo fianco sul materasso morbido, il respiro lievemente affannoso.

-Buongiorno- dico in ritardo, e lo sento ridacchiare.

Ieri sera, quando ci siamo separati davanti alla porta di camera mia, ha detto di voler fare le cose con molta calma. Cavolo! Non credo fosse nei suoi piani ritrovarci sul suo letto, ansanti, dopo aver terminato un bacio mozzafiato quando solo poche ore fa ci siamo ufficialmente messi insieme.

Sto correndo troppo? Non m’importa. Mi piace Edward, ed io piaccio a lui. Per adesso voglio solo vivere questi giorni con lui, poi si vedrà.

-Perché sei venuta a svegliarmi? Non che mi abbia dato fastidio, eh…-

Alzo le spalle. –Mi ha mandato Rosalie. Dice che devi andare a ritirare le bomboniere- spiego.

-Ah, giusto. Ti va di venire?-

Mi sporgo e gli scocco un altro bacio sulle labbra. –Ovvio. Sempre se non ho nient’altro da fare-

-Fidati, non avrai nulla da fare- mi assicura con un sorriso.

Si alza dal letto in tutta la sua bellezza e prende alcuni vestiti chiudendosi in bagno.

Sospiro felice, chiudendo gli occhi, e senza rendermene conto scivolo nel sonno cullata dal suo profumo.

-…la? Bella?-

Apro gli occhi di scatto e mi guardo intorno disorientata. –Dove sono?-

-Sei in camera mia, Bella-

Volto il capo e vedo Edward, vestito, seduto accanto a me con un sorriso divertito.

-Ancora buongiorno- ride.

-Mmm, ero stanca. Ieri sera siamo tornati tardi e Alice stamattina è venuta a svegliarmi-

-Come mai?- Mi porge la mano e mi aiuta a scendere dal letto.

-Voleva che le raccontassi il nostro appuntamento- dico tranquilla, aprendo la porta della sua stanza.

Ci avventuriamo per la casa mano nella mano.

-E tu gliel’hai raccontato?-

-No, non ne ho avuto il tempo-

Sbadigliamo insieme e sorridiamo.

-Jasper mi ha chiamato, prima. Voleva un consiglio-

-Su Alice?- tiro a indovinare.

-Te l’ha detto, eh? Stanotte si sono divertiti. E credo che a lui piaccia veramente la piccola Alice, che stanotte non sia stato solo un gioco-

-Lei mi è sembrata piuttosto presa da Jasper, ma non mi ha detto molto. Era preoccupata su come comportarsi con lui-.

-Jazz era terrorizzato- Scuote la testa mentre sbuchiamo in veranda. Adesso c’è anche Susan, la quale ci lancia un’occhiata piena di disapprovazione e non dice niente.

-Come mai?- bisbiglio curiosa.

-Beh, quando si è svegliato non l’ha vista più…-

-Vai con Edward, Bella?- Rosalie interrompe la nostra conversazione.

Annuisco. –Se non devo fare qualcosa qui…-

-No, no, vai pure-

-Tornate presto!- ci urlano dietro con malizia mentre ci allontaniamo.

 

Siete d'accordo con la scelta di Bella di vivere tutto al momento e godersi il suo Edward in santa pace prima di tornare alla vita 'reale'?

Ditemi se il capitolo vi è piaciuto, mi piace chiacchierare con voi. Qui su efp ci sono persone davvero interessanti e simpatiche =D

A presto con il prossimo!

:***

S.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 

Capitolo 9

 

-E adesso torniamo a casa?- chiedo a Edward quando usciamo dal negozio, attenta a non muovere troppo lo scatolone che ho tra le braccia. Lui ne regge altri due.

A quanto pare gli invitati al matrimonio sono circa duecento. Duecento! Non riesco ancora a crederci. Rosalie mi ha spiegato che sarebbero dovuti essere molti di più.

Stamattina mentre Edward ed io ci allontanavamo dalla villa abbiamo scorto un sacco di uomini indaffarati a montare un gigantesco gazebo.

-Mi stupisco che abbiano cominciato solo oggi- aveva sorriso lui quando gliel’avevo fatto notare. –Di solito ci vuole molto più tempo, ma loro sono bravissimi in queste cose-.

Ci dirigiamo all’auto e, con molta attenzione, depositiamo gli scatoloni contenenti le bomboniere nel portabagagli.

-Torniamo solo se non sei affamata come lo sono io-

-In effetti…- ammetto.

Chiude il cofano e mi sorride. –Allora andiamo a mangiare qualcosa-

-Non avranno bisogno di noi?-

-Nah. Anzi, più stiamo lontani dalla villa, meglio è. Rosalie tra poco sono certo che avrà una crisi isterica, Susan le fa un sacco di pressioni-. Mi prende la mano, e insieme ci incamminiamo per il Lincoln boulevard.

Aggrotto la fronte. –E come mai?-

-Vuole che il suo matrimonio sia perfetto. È da quando Emmett a chiesto a Rose di sposarlo che la tormenta-

Troviamo un accogliente ristorantino e ci entriamo senza esitare. Ci sono solo un paio di coppie e due ragazzine sui quattordici anni, le quali, appena ci accomodiamo a un tavolo poco lontano dal loro, guardano Edward sognanti e ridacchiano.

-Povera Rosalie… ma non può fare qualcosa?-

Scuote la testa. –Con Susan è una battaglia persa in partenza-. Sospira.

-Odio le persone come lei-. Apro di scatto il menù. –La sua vita l’ha già vissuta, e ora deve permettere alla figlia di fare lo stesso. Non può dirigere quella di Rosalie!-

Mi osserva curioso e apre il menù con molta calma.

-A queste cose ci tengo parecchio- mi giustifico avvampando. Scorro la lista dei piatti, indecisa. La maggior parte sono di mare, ma ci sono anche roast beef, bistecche, hot dog, e cucina messicana.

-La penso come te. Ogni persona intelligente ti darebbe ragione-. Ennesimo sorriso. –Stamattina hai fatto qualche scatto?-

Annuisco. –Mi sono alzata all’alba, ne ho fatti un paio e sono tornata a dormire. Oggi e domani conto di farne tantissimi-

-Ed io ti darò una mano- dice ammiccando. –Ricorda che devi farmi vedere le foto che hai fatto a Londra-

La mia grande passione, se escludiamo dormire, è la fotografia. L’ho scoperta quando ero piccola e non ho mai smesso di scattare foto a tutto ciò che mi circonda. Emmett, uno dei pochi a sapere di questo mio hobby, due anni fa mi ha regalato una macchina fotografica professionale; da quel giorno la porto sempre con me.  E, la sera scorsa, ne ho parlato anche a Edward.

-Non me ne sono dimenticata. Alla prima occasione…-

-… cioè quando torniamo a casa…-

-… te le mostrerò- concludo ridendo.

Si avvicina un cameriere. –Desiderate ordinare?-

-Ehm, sì…-. Do un’occhiata veloce al menù. –Per me una seafood-

È un secolo che non mangio del pesce.

-Anche per me- soggiunge Edward.

Il cameriere si allontata con un sorriso cortese ed io incrocio lo sguardo di una delle ragazzine. Entrambe sono pesantemente truccate e indossano mini abiti decorati con paillettes dalla generosa scollatura, la quale sfoggiano con evidente soddisfazione.

Punto gli occhi su Edward. –Quindi questa notte non dormirai alla villa-

-No, raggiungo Emmett e Jasper-

Prendo un grissino dal cestino e comincio a sgranocchiarlo, pensierosa.

-Com’è il tuo vestito per il matrimonio?-

Lo fisso sorpresa, e lui fa spallucce.

-In realtà domani mi presenterò in jeans e top-

Scoppia a ridere proprio mentre il cameriere arriva e ci serve i piatti.

-Saresti perfetta lo stesso. Ora me lo dici?-

Sospiro. –Abito rosso. Lungo. Semplice-

-Rosso?- ripete con un sorriso.

-Ho una specie di fissazione per gli abiti rossi-. Apro il guscio di un’ostrica e con la forchettina la compatto. Non le ho mai assaggiate, ma Alice dice che sono molto buone e mi ha insegnato il giusto modo per mangiarle. Porto l’ostrica alla bocca e la ingoio, bevendo un sorso di champagne che il cameriere ha portato senza che lo ordinassimo.

-Scollato?-. La voce di Edward mi riporta alla realtà.

-Quanto basta-. Ridacchio a causa del suo sguardo truce.

-Mmm. Questo vuol dire che dovrò starti attaccato per tutta la giornata…-. Sorride ed io ricambio tranquilla.

-Non mi dispiacerebbe-

-Lo so. Per questo lo farò davvero-

E, con eleganza, porta alla bocca la forchetta, l’espressione estremamente soddisfatta.

 

-Oh mio Dio- mormora Edward per l’ennesima volta. –Oh mio Dio-

-Edward- bisbiglio imbarazzata.

Siamo in spiaggia, seduti sullo stesso telo, un vento leggero che mi scompiglia i capelli. Il mare, a poca distanza, è più azzurro che mai.

-Bella… Bella, tu hai talento. Un talento enorme-

-Sono solo scatti così, tanto per passare il tempo- cerco di minimizzare.

-Non minimizzare- mi riprende infatti –sono foto magnifiche. Questa dov’è?-. Indica un’immagine.

Mi ha raccontato di non aver mai visitato Londra, e ciò è assurdo! Come si fa a vivere in una città del genere e non averla mai visitata?! Londra è… semplicemente Londra.

-Portobello Road-. Volto la pagina dell’album. –Westminster… il London Eye… Trafalgar Square… King’s Road… Covent Garden… Notting Hill… Knightsbridge… oh, e questa è la sede della Twinings*!... Oxford Street… e Primrose Hill-. Mi illumino quando vedo la fotografia dello skyline di Londra.

-Questa è splendida- commenta Edward.

-E’ una delle mie preferite-

Ormai è il tramonto, e io ne ho approfittato per scattare decine e decine di fotografie. Ne ho fatta qualcuna anche a Edward, ma non credo se ne sia accorto.

-Anche questa è bellissima- sussurra, fissando l’immagine dell’Hyde Park la mattina, quando l’aria di Londra è fresca e pulita. È un parco vastissimo, quieto, rilassante.  E con un sacco di scoiattoli, una volte me n’è caduto uno tra le braccia!

-E questa…- Mi mostra la foto di Piccadilly Circus di sera. -Potresti fare la fotografa senza sforzo-

-Edward…- dico con un sospiro.

Si stende accanto a me, su un fianco, e il suo naso sfiora il mio a causa della vicinanza dei nostri volti. –Sto parlando sul serio, Bella-. Con il pollice mi sfiora la guancia.

Scuoto la testa e mi avvicino a lui, abbracciandolo, seppellendo il viso nel suo collo.

Mi lascia un bacio sulla guancia, stringendomi a sé, e appena alzo la testa si appropria con dolcezza delle mie labbra.

-Scusate se vi interrompo- tuona una voce sopra di noi.

Sobbalziamo e solleviamo lo sguardo, trovando Rosalie a pochi passi. Sembra distrutta, ha gli occhi spiritati.

-Ho appena subito la tortura della ceretta su ogni mio lembo di pelle, e, per quanto mi piaccia vedervi sbaciucchiare sulla spiaggia al tramonto, credo di aver bisogno di voi a casa-

Dire che è nervosa è poco.

Raccolgo velocemente l’album e scatto in piedi mentre Edward piega il telo su cui eravamo sdraiati. Insieme, la seguiamo nella villa.

Di certo non ci spetta una serata tranquilla.

 

 

*La Twinings è un’azienda inglese produttrice di the. Nel 1706 è stata una delle prime società ad aver introdotto in Gran Bretagna questa bevanda.

 

I luoghi che Bella mostra a Edward attraverso le fotografie ovviamente sono veri posti di Londra, i quali, se avete in programma di andarci (io proprio adesso sto tornando in Italia) vi consiglio di visitare. Londra è… semplicemente Londra xD

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Per questo capitolo ringrazio soprattutto vanderbit ed essebi, che su facebook mi hanno 'mostrato' un sacco di abiti, scarpe, acconciature, eccetera. Ma vanderbit è stata superlativa, e molti abiti, in questo capitolo, me li ha consigliati lei =) Ringrazio anche tutte le altre persone che hanno espresso i loro pareri, mi sono divertita molto =D

Non ho altro da dire. Grazie a tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo :***  Sono davvero felice che la storia continui a piacere almeno a voi =D

 

Capitolo 10

 

-Allora… devi andare-

-Già-. È davanti a me, un borsone in mano e un lieve sorriso sul volto.

-Bene- dico impacciata. –Ehm… fa buon viaggio-

Sono davvero cretina! “Fa buon viaggio”?!

Edward sospira, apparentemente esasperato. –Bella? Vuoi baciarmi e salutarmi come si deve o vuoi continuare a stare lì in piedi, rigida come un bastone?-. Il suo sorriso, adesso, è divertito.

-Credevo lo facessi tu!- sbuffo. Non mi muovo.

Il fatto è che non voglio lasciarlo andare. Patetica? Certo. Infantile? Ancora di più.

-Edward? Devi andare!- lo chiama la voce di Susan dall’ingresso, rompendo il silenzio imbarazzato che si è creato tra me e lui.

Cazzo, sembriamo due ragazzini.

Edward mi si avvicina rapido, e ho appena il tempo di sentire le sue labbra calde e morbide sulla mia fronte che lui si sta già allontanando per il corridoio.

-No…- sussurro, vedendolo scomparire.

Vorrei seguirlo, abbracciarlo, baciarlo fino a soffocare e dirgli che mi mancherà. Ma allora… cosa faccio ancora qui?

Scatto all’improvviso. –Edward!- grido, precipitandomi giù per le scale. –Edward!-

Ormai sono Edward-dipendente. Non ce la farò a trascorrere il resto della giornata con la consapevolezza di essermi accontentata di un misero bacio sulla fronte. Vivendo queste ore a stretto (molto stretto) contatto con lui, sono più o meno abituata a ricevere i suoi baci, le sue carezze, i suoi abbracci, le sue parole dolci.

Arrivo all’ingresso con il cuore che batte forte. Per quanto tempo sono stata di sopra?

Ci sono Susan, Rosalie, Tanya ed Alice.

-Dov’è Edward?- urlo, scendendo tre a tre le scale.

Tutte e quattro sobbalzano. –E’ appena uscito- m’informa Tanya, perplessa.

Mi lancio verso la porta.

-Non eravate insieme fino a due minuti fa?- chiede Alice, ma io sono già fuori.

-Edward!- strillo sollevata appena lo vedo. È di spalle, ha appena depositato il borsone nell’auto.

Dopo aver chiuso la portiera si volta, sbalordito. –Bella?-

Corro sulla sabbia, inciampando ogni due passi, e gli getto le braccia al collo venendo subito investita dal suo profumo irresistibile. Dopo un attimo di sorpresa, mi stringe anche lui.

-Oh, Edward- mormoro accarezzandogli i capelli disordinati.

Ride sulla mia pelle. –Bella, lo sai che ci vedremo domani pomeriggio, vero?-. Le sue mani mi percorrono con lentezza la schiena ed io rabbrividisco.

Per tutta risposta lo bacio, beandomi delle sue labbra e del suo sapore, ed Edward risponde con passione mai vista prima: mi afferra per i fianchi, attaccando maggiormente il suo corpo al mio, e con un sospiro famelico affonda la lingua nella mia bocca. Mi sfugge un piccolo gemito quando la mia entra in contatto con la sua. Sembra apprezzare, perché mi spinge verso la macchina, inducendomi ad incrociare le gambe alla sua vita sostenendomi per le natiche. In questo modo posso sentire quanto è eccitato. E lo è, eccome se lo è!

Edward mi bacia usando solo la lingua, e a me manca l’aria.

Quando ormai respirare è impossibile, si stacca e poggia la fronte sulla mia, il respiro affannato.

-Lo so che ci vedremo domani- dico ansimante, quasi un minuto più tardi. –Ma mi mancherai-

I suoi occhi verdi mi guardano con dolcezza, ma in fondo ad essi posso scorgere ancora un’ombra del desiderio che poco fa ha animato i suoi gesti. –Tesoro, anche tu mi mancherai- bisbiglia, lasciandomi un ultimo, casto bacio sulle labbra.

Tesoro. La parola mi rimbomba nelle orecchie.

-A domani- sospiro.

Sorride. –A domani-

Sale in macchina, ed io mi avvio verso la villa con un espressione che ben rivela ciò che sto provando adesso: pura e semplice felicità.

 

-Bellaaa, svegliati!... Bella!- una voce squillante mi chiama, impaziente.

-Alice?- mormoro ad occhi chiusi. Dove sono?

-Ah, allora sei sveglia!- esclama lei. –Sbrigati a mettere il vestito, manca solo mezzora!-

Apro gli occhi di scatto, e appena vedo Alice spalanco la bocca. –Alice, sei bellissima!-

Indossa uno splendido abito color petrolio, lungo, con un magnifico spacco che le lascia scoperta una gamba, e un paio di scarpe dorate davvero molto belle. I suoi corti capelli corvini non sono scompigliati, ma sistemati in un’acconciatura a onde molto elegante.

Mi sorride. –Grazie! Ora voglio vedere te, però-

Con un sospiro mi alzo dalla sedia su cui mi sono appisolata mentre la parrucchiera mi acconciava i capelli. Non avrei voluto, ma Susan aveva insistito affermando che al matrimonio di Rosalie tutte dovevamo essere perfette.

Con addosso solo l’intimo nero che ho scelto questa mattina, mi affaccio alla finestra della mia camera. La spiaggia è inondata di gente elegantemente vestita. In lontananza si scorge l’immenso gazebo bianco in cui si svolgerà la cena, e noto una passerella che si confonde con la sabbia su cui è possibile camminare tranquillamente anche con i tacchi.

Chissà se tra la gente c’è anche Edward…

-Bella, devi vestirti- insiste Alice, sulla porta. –Sto andando da Rosalie-

-Come sta?-

Mi guarda eloquente. –Non bene-. Esce, e chiude la porta dietro di sé.

 

Quando scendo nell’ingresso vedo solo Tanya, bellissima in un abito lungo e scollato, che conversa vicino alla porta con una ragazza dai capelli neri molto carina, la quale indossa un meraviglioso abito blu.

-Bella? Sei tu?-

Sorrido a Tanya. –Sì-

-Oh mio Dio!- fa lei, a bocca aperta. –Sei… sei…- si interrompe quando la ragazza di fianco a lei si schiarisce la voce guardandola con rimprovero.

-Stai molto bene- termina, formale.

-Grazie. Dove sono Alice e Rosalie?-

Sospira. –In camera di Rosalie. Non vuole più sposarsi-

-Come?!-

-Già- dice annuendo. –Prima ho sentito urlare Susan-

-Io sono Amber- si intromette la ragazza. Si scosta dal viso una ciocca di capelli neri e sorride. –Sono la ragazza di Tanya-

Le stringo la mano, nascondendo la sorpresa. –Isabella, testimone di Emmett. Tutti mi chiamano Bella-

-Bella!- mi chiama la voce di Alice. Mi volto, e la vedo scendere le scale, Susan subito dietro di lei con un abito leggero color prugna. Sembra veramente arrabbiata.

-Oh, Bella!-. Alice mi abbraccia forte. –Sei stupefacente! Questo vestito è talmente bello che sono senza parole, sei…-

-Grazie, Alice- la blocco ridendo, notando due ragazze biondissime vestite esattamente come Tanya, ma con un acconciatura differente dalla sua, comparire nella sala. Sono certamente le altre damigelle.

-Andiamo?- la voce dura di Susan interrompe il silenzio.

-Rosalie sta scendendo?- domanda Tanya preoccupata.

-Cominciamo ad andare, adesso scende-

Le due ragazze, Tanya e Susan escono, lasciandomi sola con Alice.

-Rose non scenderà- mormora Alice. –Prima è venuto anche Jasper, ma è uscito dalla sua stanza quasi subito, sembrava molto demoralizzato-. Arrossisce appena.

-Ed Edward?-

-Non è venuto-. Alza le spalle. –Mi chiedo come stia Emmett. Il matrimonio sarebbe dovuto iniziare cinque minuti fa! E per di più, né la sua testimone, né sua sorella sono con lui-

Sospiro, e mi basta un secondo per decidere.

-Tu vai da Emmett e rassicuralo. Io vado da Rosalie-

-Tu?-. E’ dubbiosa, e non posso darle torto.

-Fidati di me-

Esce, ed io mi avvio su per le scale.

-Rosalie?-. Busso piano alla porta della sua camera.

Un singhiozzo è l’unica risposta che ricevo.

Apro la porta. –Rosalie?-

È seduta sul letto, bellissima in uno sfarzoso abito da sposa che sarà costato una fortuna.

-Sei splendida- sorride Rosalie tra le lacrime.

-Rose- sussurro, avanzando verso di lei. –Cosa fai qui? Credevo amassi Emmett-

-Ma io amo Emmett!-

-E allora perché, Rosalie, non sei su quella spiaggia a sposarlo e sei qui, nella tua stanza, a piangere? Lui è là fuori, ti sta aspettando. Sarà preoccupato, e si chiederà se hai dei ripensamenti. Emmett ti ama. Non l’ho mai visto così…-

-Non è per Emmett- m’interrompe. –Insomma, Bella, guardami!- esclama indicandosi. –Questa non sono io. Il vestito è bellissimo…-

-… ma non è adatto a te. Non è il tuo vestito- concludo con un sospiro, sedendomi al suo fianco. Sono sollevata, lo ammetto.

Annuisce e si asciuga le lacrime.

-Beh, immagino che tu non abbia un altro abito nascosto nell’armadio…- dico con una risatina. Ma mi blocco quando vedo Rosalie arrossire. –Hai un vestito nascosto nell’armadio?- bisbiglio.

-L’ho visto in una vetrina il mese scorso… era così meravigliosamente bello… non ho resistito e l’ho… l’ho comprato- balbetta.

-Allora indossa quello-

Mi guarda come se avessi detto qualcosa di scandaloso.

-Rosalie- insisto, prendendole la mano, fissandola bene negli occhi. –E’ il tuo matrimonio. Il tuo, e di nessun altro. Questo dovrebbe essere il giorno più speciale, più magico della tua vita, e vorresti viverlo con un vestito che odi, i capelli acconciati come una regina del millequattrocento e delle orribili scarpe con la punta che potrebbe fare da spillo?-.

-Questa non sono io- mormora. Si alza in piedi. –Questa non sono io- ripete più forte, determinata.

-Vuoi che ti aiuti?-

-Sì. Scioglimi i capelli, per favore. Io mi occupo del vestito-

 

Amber è la cameriera che serve Edward e Bella durante la loro prima cena, a Port Angeles, in Twilight. Nella mia disperata ricerca di una compagna per Tanya, mi è venuta in mente lei =)

 

La mia pagina facebook: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002098235439#!/profile.php?id=100002098235439

 

Mi piacerebbe leggere le vostre impressioni =)

A presto!

:***

S.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Allora. L’abito di Rosalie l’ho scelto io, ma ringrazio tutte le persone che mi hanno dato pareri sul vestito per Bella, e sulle scarpe. Ringrazio vanderbit per avermi suggerito l’acconciatura di Rose. Ringrazio artemide88 per il bouquet di Rosalie.

Purtroppo, e dico sul serio, quasi tutti i collegamenti ipertestuali conducono su facebook =( Per chi non ce l’ha, mi sembra sia visibile solo il vestito di Bella =( E, alla fine, la spiaggia.

La mia pagina: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.103320369747904.7241.100002098235439#!/profile.php?id=100002098235439

 

Il capitolo non è molto lungo, ma il prossimo lo sarà di certo ;)

Grazie per le recensioni del capitolo precedente =)

Buona lettura!

 

 

Capitolo 11

 

Sfilo tra gli invitati, rapida, avvertendo gli sguardi di tutti sulla mia figura piuttosto appariscente. Riconosco molti volti mentre corro verso Emmett, che sta parlando fitto fitto con Alice. Quando mi avvicino, mi vengono incontro.

-Bella?-. Emmett è disperato.

I fotografi e le telecamere sono ovunque, concentrati su di noi.

-E’ tutto a posto- mormoro con un sorriso. –Rose mi ha spiegato cosa non andava, e direi Che abbiamo risolto tutto alla grande-.

-Cosa…-

Interrompo Alice. –Lo vedrete tra poco. Ora è meglio che torniate ai vostri posti, la sposa sta arrivando-.

Emmett mi abbraccia forte. –Grazie- sussurra con un sorriso. –Grazie, Bella-.

-Non ho fatto niente- mi schermisco. –Stai benissimo, oggi!-.

Ride. –Ovvio!-.

L’orchestra d’archi inizia a suonare la marcia nuziale, segno che la sposa sta per apparire, ed io mi affretto verso la mia postazione.  

La prima è Tanya, un piccolo bouquet in mano, un enorme sorriso sul volto, seguita dalle altre due damigelle.

Infine, al braccio di un uomo biondo che potrebbe solo essere suo padre, compare Rosalie, radiosa. Indossa un abito molto semplice, se confrontato con l’altro, dall’ampia gonna di tulle e un corpetto elaborato, una fascia stretta in vita. I capelli sono sistemati in un’acconciatura semplice, con i capelli arricciati tirati su.

È davvero meravigliosa. Anche il bouquet è perfetto!

Mentre cammina lenta verso Emmett accompagnata dai mormorii degli invitati e dai flash delle macchine fotografiche, mi concedo uno sguardo a Susan, in prima fila: ha gli occhi spalancati, la bocca forma una linea dritta.

I miei occhi si spostano spontaneamente alla sinistra di Susan, e il mio cuore ha un sobbalzo quando incontro quelli verdissimi di Edward, elegantissimo. Mi sta fissando.

“Sei bellissima” mima con le labbra, senza distogliere l’attenzione da me. Arrossisco e abbasso lo sguardo.

Rosalie raggiunge Emmett, e insieme guardano il pastore, in attesa che inizi.

La cerimonia comincia.

 

Quando Emmett e Rosalie si voltano verso la folla con un sorriso trionfante, questa scoppia in un applauso fragoroso che dura parecchi minuti. Poi gli invitati si alzano per congratularsi con i novelli sposi.

Abbraccio il mio migliore amico, commossa, poi Rosalie.

-Grazie, Bella- bisbiglia lei –non ce l’avrei fatta senza di te-.

-Non dire sciocchezze. È stato tutto perfetto-

Mi stringe ancora una volta, poi dedica la sua attenzione agli altri parenti e amici.

Emergo con un sospiro dal mare di gente, allontanandomi di qualche metro dalla passerella.

-Bella- mi chiama una voce che ormai conosco bene, e due braccia mi circondano la vita con delicatezza. –Non ci sono parole per descrivere la tua bellezza. Sei… sei magnifica. La cosa più bella che abbia mai visto-. Edward appoggia il mento sulla mia spalla nuda.

Ha esagerato, con i complimenti. Indosso un vestito rosso, che aderisce al mio corpo fino a sotto al ginocchio, per poi allargarsi. Le scarpe sono nere, col tacco. Nel complesso sto bene, ma non sono poi così eccezionale come mi descrive!

-Grazie- sussurro comunque. –Mi sei mancato-.

-Anche tu, tantissimo-

Mi accorgo che alcuni fotografi hanno concentrato l’attenzione su di noi e mi agito, a disagio.

-Fai come se non ci fossero-

Mi giro verso Edward e gli sorrido. –D’accordo-.

Lo bacio piano, con dolcezza, muovendo lentamente la bocca sulla sua. Sospiro mentalmente e gli accarezzo i capelli, il collo, mentre le sue mani mi tengono per i fianchi.

-Oh mio Dio!- urlo staccandomi. Mi è venuta in mente una cosa.

-Bella?-

-Tu… tu sei Edward Cullen!-

Inarca un sopracciglio. –Ehm… lo so?- azzarda.

-Ma tu sei famoso! Appari sui giornali regolarmente!-

Mi guarda, preoccupato. –Oh. Non ci avevo pensato-.

-Neanche io- dico, nervosa.

C’è un istante di silenzio.

-Bene, allora io… vado a salutare i miei genitori. Prima non ne ho avuto il tempo-

Annuisco. –Certo, ci vediamo dopo-. Anche io ho una persona da vedere.

-Certo- ripete lui con un sorriso, allontanandosi.

 

-Papà!- strillo felice, correndo incontro all’uomo che non vedo da due anni. Ha sempre gli stessi capelli castani, gli stessi occhi scuri… forse qualche ruga in più.

Quando si accorge di me si illumina e sorride, felice. –Bella!-

Mi butto tra le sue braccia e Charlie mi stringe forte. –Ah, Isabella… quanto mi sei mancata, tesoro-.

-Anche tu, papà- sussurro, e mi accorgo di stare piangendo.

Mi osserva, e noto che anche i suoi occhi sono lucidi. Io e Charlie abbiamo un forte legame, anche se viviamo in due continenti diversi. Anche se ci sentiamo solo una o due volte la settimana.

-Come sei cresciuta- ridacchia. –E’ un po’ che non ci sentiamo, eh? Come stai?-

-Benissimo, io…-

-Bella, tesoro-. Lo stesso braccio che quindici minuti fa mi ha cinto la vita si riposiziona attorno a me, ed io mi irrigidisco.

Edward mi bacia la tempia e si rivolge a mio padre, ignaro. –Lei è il signor Brandon, immagino-.

-No, Edward- mormoro, il viso color porpora.

-Come?-. Corruga le sopracciglia, l’espressione adorabile.

Mi sforzo di non scoppiare a ridere.

Papà gli tende la mano con un sorrisetto. –Sono Charlie Swan, il padre di Isabella-.

Il braccio di Edward scivola via, e lo vedo allontanarsi di me di qualche passo schiarendosi la voce, imbarazzato. –Ehm… Edward Cullen-. Si stringono cautamente la mano.

Poi Charlie sospira. –Bella, vado a congratularmi con Emmett. Parleremo dopo-. Charlie per Emmett è come uno zio.

-A dopo, papà-

Lancio un’occhiata a Edward, e finalmente scoppio a ridere: ha ancora gli occhi spalancati, è terrorizzato.

-Non c’è nulla da ridere- borbotta, imbronciato.

-Invece sì, e lo sai anche tu-

Lo abbraccio alla vita e Edward mi lascia un bacio tra i capelli. È così rilassante, stare qui con lui.

-Sarà meglio avviarci al gazebo-. Indica un punto in lontananza e vedo Emmett e Rosalie camminare e qualche gruppetto di persone che li seguono.

-Andiamo- dico mentre lui intreccia le dita alle mie, con dolcezza, e mi sorride allo stesso modo.

Deglutisco e sento il mio cuore battere forte. Credo di essere ad un passo dall’innamorarmi di lui.

 

 

La spiaggia , con un sacco di posti a sedere in più. L’ho immaginata più o meno così =)

 

Ditemi cosa ne pensate ;)

 

 

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