Dear Heart, Why Him?

di Something Rotten
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) And I, and I need your soul because your always soulful ***
Capitolo 2: *** 2) Ian Watkins\Brandon Boyd) Love hurts ***



Capitolo 1
*** 1) And I, and I need your soul because your always soulful ***


San Valentino ù_ù
Personalmente odio questo giorno, ho un ragazzo ma credo che per esprimere quello che si prova non serva per forza un giorno all'anno, diavolo!
Tralasciando questo ù.ù
Saranno un paio di flash sulle mi coppie preferite. ù-ù
Forse saranno tutte estremamente fluff, altre un po di meno, ù.ù
Darò il peggio di me, lo giuro.

 Dear Heart, why him?

1) Frerard.

«And I, and I need your soul because your always soulful
And I and I need your heart, because your always in the right places


Gerard odiava San Valentino, odiava con tutto il cuore quella festa.
La odiava fin da piccolo, quando, con il padre ed il fratellino, se ne andava per i negozi a cercare il regalo perfetto per la madre.
Aveva buon gusto in fatto di regali, ma era così dannatamente improntato sulla ricerca del regalo perfetto da dimenticarsi, pure, di mangiare.
Perché se Gerard Way faceva qualcosa, la doveva fare in grande stile, sennò era inutile.
Ed era per questo che, quel tredici Febbraio, aveva spento tutti i telefoni, compreso quello di casa, per finire di "confezionare" il regalo per il suo ragazzo.
Aveva messo dell'ottima musica rilassante, per aiutarlo nella creazione, aveva perfino preparato la macchina del caffè da dodici tazze, quella delle grandi occasioni, ed infine aveva comprato anche una carta da lettere buona, quella raffinata.
Non gli importava che il colore fosse così dannatamente da checca, rosa schocking per la precisione, e che la carta profumasse di fragola da far schifo.
Era colpa del suo ragazzo se era diventato così sentimentale e, soprattutto, così poco mascolino.
Si era posizionato in cucina, dove c'era abbastanza luce e soprattutto un po d'ordine.
Aveva preso un vecchio disegno che raffigurava il volto del ragazzo, lo aveva perfezionato apportando un paio di modifiche necessarie  e poi lo aveva piegato con cura  e con attenzione, una volta che tutto il colore si era asciugato, evitando così delle sbavature antiestetiche.
Poi aveva preso la carta rosa e profumata, cercando di scrivere tutto quello che sentiva in quel momento nel migliore dei modi, evitando anche ripetizioni e cose varie.
Sembrava una tredicenne alle prese con un compito in classe sull'amore!
Dopo qualche ora, con sua grande sorpresa, aveva finito tutto.
Non gli restava che comprare qualcosa di abbastanza carino!
Pensava che se si fosse presentato al suo ragazzo con una lettera ed un suo ritratto, l'altro lo avrebbe preso decisamente a testate, dandogli , per giunta, del tirchio.

Era tornato a casa verso le nove della sera, stanco e spossato.
Dopo tanti giri in compagnia del fratello aveva trovato il regalo perfetto da poter allegare a tutto il resto.
Si sentiva soddisfatto del regalo e soprattutto del suo estro artistico, non si sentiva così pieno di sé da tempo, più o meno da quando aveva rivelato i suoi sentimenti all'altro.
Certo non era stato uno dei momenti più romantici della sua vita, visto che era parzialmente alterato dall'alcol e dalla vicinanza del ragazzo.
Ma aveva detto una delle cose più romantiche che gli fosse mai balenata nella mente, anche se l'aveva copiata da David Bowie.
"Senza di te io sarei il nulla" gli aveva detto, mentre l'altro gli preparava un caffè per riprendersi dalla sbornia.
"Lo so, non c'è bisogno che me lo dici".
"No, non hai capito. Io ti amo e non sarei niente per davvero."
L'altro era rimasto, immobile, osservando il caffè venire su nella macchinetta, come se fosse congelato.
L'osservava, mentre sorrideva  come un cretino.
Si ricordava benissimo, l'espressione che aveva sul viso quando si era girato per guardarlo.
Aveva un sorriso enorme, ai limiti tra l'incredulo ed il felice.
Poi si erano baciati, senza dirsi nient'altro.
Solo qualche bacio, prima di addormentarsi sul letto.
Non era stato un granché come poeta, ma ne era lo stesso orgoglioso.
E, anche se era passato poco più di un anno, sentiva ancora il calore pervadergli il petto quando ripensava a quel giorno.
E nel ricordo si era addormentato sul divano, ancora vestito e soprattutto ancora con il regalo tra le mani.

Il giorno dopo, con un gran mal di schiena dovuto alla posizione scomoda, si era diretto verso la casa del ragazzo.
"Gee!" il piccoletto gli era saltato in braccio, rendendo ancora più forte il mal di schiena.
"Ouch" aveva detto, mentre l'altro si  scusava per avergli fatto male "Non è colpa tua, sono io che dormo in piedi come i cavalli."
"Non hai più l'età vecchio!"
"Ti odio...ah, Buon San Valentino Frankie.." aveva esclamato baciando il più piccolo.
"è San Valentino?" aveva chiesto l'altro, non appena era finito il loro bacio.
"Non ci provare piccoletto, entriamo?"
"Oh, si certo."
Frank aveva fatto accomodare il più grande nel salotto, prima di sparire nello stanzino, per poi ricomparire con un enorme busta bianca.
"Posso fare prima io?" aveva chiesto titubante Gerard.
"Certo, adoro ricevere regali."
Frank aveva preso la busta dalle mani di Gerard, aprendola come se fosse un ragazzino nel giorno di Natale.
Apriva la busta sorridente, muovendo lo sguardo dal contenuto a Gerard, sorridendo ancora di più.
Aveva aperto la prima bustina, dove c'era il disegno.
L'aveva guardato per interminabili secondi, come se ci fosse solo quello nella busta.
Aveva ancora i capelli verdi su quel disegno, ciò significava che era molto tempo prima.
"Gee è stupendo.." aveva biascicato "Ma di quanti anni fa è?"
"Tanti, mio piccolo nano."
"Devo trovare una cornice.. lo voglio in salotto questo qui!" aveva commentato nel pieno dell'entusiasmo.
"Prima apri il resto."
Con la stessa espressione da bambino dipinta sul volto, aveva aperto la seconda bustina.
"Dio!" aveva esclamato, reprimendo la voglia di ridere per la carta.
"Lo so è da checca, ma non ho trovato di meglio."
"No, Gee... va benissimo così."
"Non leggerla ad alta voce, mi imbarazzo."
"Ok, ok, la leggo a mente, sempre se riesco a decifrare la tua scrittura. Nel disegno sei perfetto, peccato per la scrittura.. Mon amour."
Aveva letto la lettera, soffermandosi in particolare su di una frase.
Alla fine non aveva retto, doveva leggerla ad alta voce, per capire se era riuscito a decifrarla correttamente.
"Ed io ho bisogno di te ,Frank. Ne ho bisogno perché hai così tante emozioni nell'anima da rendermi meno apatico. Ho bisogno di te perché sai sempre quello che fare e perché tu ed i ltuo cuore siete sempre nel momento giusto al posto giusto. E forse non capirai il senso di queste mie parole, perché cazzo, sono sempre così scontate e rubate da altri cantanti... ma io ti amo."
"Ti ho detto di non leggerla ad alta voce!"
"Non ho saputo resistere, mi dispiace.."
"Ti odio."
"Hai appena sostenuto il contrario e cavolo, è la seconda volta che me lo dici."
"Ti amo, ti amo, ti amo per altre dodici volte, ognuna per ogni mese che abbiamo passato insieme."
"Sono più di  trentasei, i mesi che abbiamo passato insieme."
"Lo so, ma ne ho perso il conto! E devi ancora aprire l'altro regalo..."
Frank aveva preso tra le mani il piccolo pacchetto, scuotendolo per cercare di capire quello che c'era all'interno.
Ma non riuscendo a sentire nessun rumore, lo aveva aperto.
La sua espressione era impagabile, Gerard si rammaricava del fatto che non avesse portato alcuna macchinetta fotografica per immortalarlo.
"Oh, Cristo."
"Ti piacciono?"
"Cristo..."
"Sai cosa sono, vero?"
"Si.."
Frank era diventato rosso come un pomodoro, tirando fuori dalla scatola quel paio di manette leopardate.
"Se vuoi possiamo usarle subito.." aveva commentato Frank, scivolando dall'imbarazzo per atterrare sull'erotico.
Gerard non se l'era fatto ripetere due volte, avvicinandosi al più piccolo.
"Gerard Way, te l'ho mai detto che ti amo?" aveva chiesto Frank, mentre il più grande si posizionava sopra di lui.
"No, ma potresti cominciare a farlo.."


Giudicate voi o.o
Naturalmente ci sarà anche la versione di Frank ù.ù
Alla prossima e ringrazio in anticipo tutti quelli che son arrivati fino a qui senza vomitare anche l'anima.

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Capitolo 2
*** 2) Ian Watkins\Brandon Boyd) Love hurts ***


Love Hurts

La vita è infame, una puttana si potrebbe dire.
O almeno era quello che si ripeteva quel ragazzo, poggiato com'era sull'amplificatore nel mezzo di un palco deserto.
Costretto a fare un concerto, a km di distanza dalla persona che amava, cose normali se decidi di fare il cantante o il bassista o il chitarrista ecc.ecc.
Ma se è il giorno di San Valentino e per giunta, come se non fosse abbastanza, anche il giorno che hai conosciuto l'altro, beh potresti avercela a morte con tutti.
E sicuramente lui non avrebbe fatto altro durante tutto il concerto, oltre che nell'after Party che quel coglione di Ben aveva organizzato.
"Boyd, trova pace." aveva esclamato Mike, tirandosi indietro i ricci ribelli che gli ricadevano sulla fronte.
"Non ci riesco, ok? Non ci riesco."
"Perché non ci riesci?"
"Perché cazzo, io sono qui a suonare su questa merda di palco, mentre quello lì..."
"Ian?" aveva chiesto Mike
"Si, si quello lì, se ne sta su un altro palco chissà dove con quel biondino del cazzo."
"Sean?"
"Si, ma cazzo, almeno lasciami parlare, no?" aveva chiesto furente.
"Brandon, per favore, calmati, potresti avere un infarto."
"Io lo so, cavolo, lo so che quel coso è meglio di me, più giovane, più carino e meno strano... però un po di correttezza nei miei confronti... poteva lasciarmi prima di portarlo a letto."
Mike aveva sbuffato, portando l'amico a bere una sana birra, così fredda da calmare i suoi "bollenti spiriti."
"Sai che non basta, vero?" aveva chiesto Brandon, sbattendo la bottiglia contro quella dell'amico.
"Lo so, ma prima di un concerto non puoi ubriacarti come una zucchina."
"Anche tu hai ragione, dopo?"
"Puoi fare cià che vuoi."
Brandon si era parzialmente calmato, intrattenendo una piacevole conversazione con l'altro sui posti che gli sarebbe tanto piaciuto visitare nel loro tour.
C'era voluto molto tempo, prima di ottenere un sorriso dal cantante, ma Mike sapeva sempre come e cosa fare.

Il concerto era iniziato alle nove e mezza, con la sua buon'ora di ritardo.
Il pubblico era stato meraviglioso, lui un pò meno, muovendosi poco e sorridendo anche di meno, giusto verso la fine del concerto si era lasciato andare, saltellando per il palco come un invasato.
"A volte ritornano." aveva commentato Mike a microfono aperto, facendo ridere la maggior parte del pubblico, abbastanza vicino da poterlo sentire.
Dopo aver ringraziato il pubblico si era rintanato nel suo camerino, accendendo il telefono e sperando di trovare una qualche chiamata.
"Vaffanculo!" aveva urlato, tirandolo su un divanetto poco lontano da lui.
Nessun messaggio, nessuna chiamata, neanche un fottuto e misero squillo!
Aveva deciso di mettersi in tiro, quella sera, lasciando libero, almeno per una sera, il suo istinto da "predatore".
Si era preparato in un'ora, nei minimi dettagli, cercando qualcosa che mettesse in risalto il tatuaggio che aveva sulla schiena, quello che riteneva essere il più fortunato oltre che un' ottima arma da rimorchio.
Mike e Jose avevano bussato alla porta del suo camerino pochi minuti dopo, prendendolo sottobraccio e portandolo nella limousine, nella quale li aspettavano Chris e Ben.
"Finalmente è arrivata, mia piccola principessa." aveva commentato Chris, facendo ridere gli altri.
"Non scatenare Brandon, oggi è di cattivo umore." aveva commentato Mike, mentre Brandon scuoteva la testa.
"Ero di cattivo umore, ora sono pronto per fare di questa serata la più bella della mia vita.." aveva commentato con aria fiera.
"Se lo dici tu, chi è la tua prossima preda?" aveva chiesto Jose facendo mente locale sulle persone presenti al party.
"Non ne ho la minima idea, ma qualcuno sicuramente attirerà la mia attenzione."
"Su questo non ho alcun dubbio." aveva commentato Mike, ridendo, come se fosse a conoscenza di qualcosa che al cantante sfuggiva, ma aveva preferito lasciar perdere.

Erano arrivati al Party da circa mezz'ora e Brandon era già attorniato da un mucchio di ragazze.
Anche se non erano le sue prede principali, non disdegnava l'attenzione che quelle ragazze gli riservavano, era San Valentino e sicuramente non l'avrebbe passato da solo.
Certo senza amore, ma cavolo come lui spesso aveva cantanto, l'amore fa male!
Ed autoconvincendosi di questo, si destreggiava in insulse conversazioni con quelle quattro galline.
"Brindiamo?" aveva chiesto Mike, comparendo all'improvviso alle sue spalle.
"A cosa?"
"Al nostro nuovo tour?"
"Oh Jeah!" Brandon aveva alzato il calice, facendo scontrare con quello dell'amico.
Mancava poco alla mezzanotte e quindi alla fine di quel maledetto San Valentino e Brandon non aveva alcuna intenzione di pensare, anzi...
Anche se i battiti che mancavano all'appello lo ferivano incosciamente, ogni tanto il suo cervello riportava alcune immagini di Ian ed ogni volta perdeva un battito e poi un altro, tutto senza il suo controllo cosciente.
C'era solo un modo per fermare tutto quello, e Brandon l'aveva trovato in una bottiglia di Vodka, squallida, triste e limpida Vodka.
Jose non l'aveva fermato, neanche Mike lo aveva fatto, troppo impegnati a fare chissà cosa e chissà dove, si era sentito solo mentre riempiva il terzo o il quarto bicchiere, ingoiandolo come se fosse acqua.
"Stai forse dimenticando qualcosa? Boyd?"
Brandon non ci aveva fatto caso, abituato com'era all'incursione della voce di Watkins nella sua testa durante quelle rare volte che si ubriacava.
Ma quando aveva sentito il tocco leggero delle sue labbra sulla guancia, aveva capito che forse per una volta non era l'alcol la causa di quella voce.
"Che ci fai qui, Watkins?" aveva chiesto, reprimendo la voglia di baciarlo e di spaccargli in testa la bottiglia.
"Si, anch'io ti amo Boyd, ma non dimostrare così tanto il tuo affetto, eh!"
"Il mio affetto? è San Valentino cazzo e tu non mi hai neanche mandato un messaggio.."
"Da quanto tempo non prendi un aereo, Boyd? Non si possono usare i telefonini ed ero troppo impegnato a correre per raggiungere questo posto prima di mezzanotte per mandarti un fottuto messaggio, sei un testone."
"Non eri troppo impegnato a farti quel biondino?"
Ian era al limite dell'esasperazione, avrebbe voluto tanto fare male al suo ragazzo, un male fisico come un cazzotto in pieno petto, ma si era controllato.
"Boyd, ho perso venti chili, ho corso dall'areoporto fino a qui, ho quasi ucciso Mike per non avermi detto subito l'indirizzo di questo posto, tutto questo per vederti prima di mezzanotte e tutto quello che sai fare tu è dirmi se mi sono fatto Sean?"
"Si."
"No, non me lo sono fatto, ci ho pensato ma non l'ho fatto." aveva risposto ironico, prima di prendersi un pizzico sul tricipide da parte del più grande.
"Mi hai fatto male."
"Love hurts, but sometimes but sometimes it’s a good hurts" aveva risposto canticchiando e ridendo.
"Boyd sei un fottuto bastardo e Buon San Valentino."
"Anche a te, scricciolio."
Si erano baciati per un pò, prima che Ian notasse i vestiti di Brandon.
"Perché sei vestito da rimorchio?"
"mh?"
"Hai la stessa maglietta che hai usato per incantarmi... Brandon Charles Boyd, che intenzioni avevi?"
"Nessuna." aveva chiaramente mentito, lo si leggeva negli occhi e nell'espressione del viso, tutte cose che Ian aveva imparato guardando "lie to me."
"Bastardo, hai le pupille dilatate, non mi guardi negli occhi! Tu avevi intenzione di tradirmi!" aveva urlato, sotto agli occhi increduli di Mike e di Jose che assistevano allo spettacolino ingurgitando patatine e arachidi.
"Non è vero.."
Ian aveva iniziato a rincorrere l'altro per tutto il locale, spalleggiando ogni persona che senza saperlo, intralciava la sua corsa.
"Per fortuna che noi siamo single." aveva commentato Mike rubando una patatina da Jose.
"Già".


Ok questa è ancora più schif dell'altra.
Ma prendetela per buona, grazie a chi ha commentato o semplicemente letto l'altra.
Alla prossima .

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