Powers

di crazyhorse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** An Unexpected Work ***
Capitolo 2: *** A BAD LIGHT IN THE STABLE ***
Capitolo 3: *** I Thought I'd Seen Everything ***
Capitolo 4: *** Freak Like Me ***
Capitolo 5: *** Where It Began ***
Capitolo 6: *** Her Fear ***
Capitolo 7: *** Demon's Eyes ***
Capitolo 8: *** I Can't See Myself Leaving You ***



Capitolo 1
*** An Unexpected Work ***


AN UNEXPECTED WORK DISCLAIMER: Supernatural ed i suoi personaggi non mi appartengono, sono di proprietà esclusiva di Eric Kripke. Mi appartiene, invece, il personaggio di Allison Carter. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.


CAPITOLO 1  - AN  UNEXPECTED WORK

Sulla Highway 89 a quell’ora del mattino l’unico rumore che si poteva udire era il rombo del motore della Chevrolet Impala nera del ’67 di Dean e Sam Whinchester.
In quel momento si trovavano alla periferia nord di Kemmerer nel Wyoming sud-orientale diretti a nord verso l’Idaho. Al volante c’era Sam, mentre sul sedile del passeggero, Dean stava dormendo. Erano partiti da Lexington, nel Nebraska, la sera prima dopo aver mandato all’inferno lo spirito vendicatore di un uomo ucciso qualche mese prima a causa di un’iniezione di penicillina, alla quale era allergico,  che stava decimando il personale dell’ospedale locale. Dean aveva giudato tutta la notte ma alle 3, in occasione di una sosta per fare rifornimento, Sam gli aveva dato il cambio.
Proseguivano indisturbati sulla highway deserta costeggiata da entrambe i lati da una fitta boscaglia, tuttavia nessuno dei due era tranquillo.
Tutto intorno a loro era silenzioso, immobile e pacifico, se non fosse per quell’unica  buca in mezzo alla carreggiata che Sam proprio non aveva visto:
“Dov’è? DOV’E’! Sam non lo vedo! Cos’è stato?!!” Dean si era svegliato di soprassalto e aveva cominciato a puntare la pistola, che teneva in mano mentre dormiva, davanti a se come se si aspettasse di trovare qualcosa a cui sparare.
“Calmati Dean! Scusa non avevo visto la buca!” disse Sam tranquillamente.
“Whao! Stai attento. Mi hai spaventato a morte! Non sono tranquillo a passare in questa zona!” Confessò Dean guardandosi intorno.
“Lo so fratello, lo so!” Rispose Sam sollevando la felpa beige con cappuccio che indossava in quel momento e mostrandogli la pistola che portava alla cintura. “In ogni caso dovremmo essere appena usciti dalla trappola del diavolo di Colt. E poi evitare questa zona ci avrebbe allungato il viaggio di due giorni!”
“Dannazione!” Imprecò Dean per scaricare l’adrenalina.  Poi, calmatosi un po’, si rivolse al cruscotto della macchina e disse dolcemente: “Scusa piccola. Vedrai che non succederà più! Oddio che ore sono?”
“Sono le 6.”
“Accidenti, mi scoppia la testa!” Poi, siccome lui non era tranquillo per niente seduto dov’era al posto del passeggero, allungò lo sguardo sul contakilometri e disse:
“Ehi, sei sicuro che abbiamo abbastanza carburante? Non è il caso di fermarci al prossimo benzinaio?”
“No, possiamo andare avanti almeno fino dopo il confine con l’Idaho!” rispose Sam tranquillamente.
“Se lo dici tu” disse Dean con poca convinzione nella voce. Poi continuò:
“Allora cos’abbiamo a…dov’è questo posto?” Cercò fra alcuni articoli di giornale  che aveva raccolto sul tappettino dell’Impala e poi proseguì: “Sugar Town? Come fa una città a chiamarsi Sugar Town?”
A quel punto intervenne Sam per aggiornarlo sulla situazione:
“Dunque, abbiamo 5 morti in 2 giorni. Tutti nelle loro abitazioni. In ognuna porta e finestre sono state trovate scassinate. Le vittime abitavano nello stesso isolato. L’unica cosa che li accomuna è che i corpi sono stati quasi divorati, cuore compreso, probabilmente da un’animale, pensa il medico legale.  La polizia sta cercando collegamenti fra di loro, ma senza risultato per ora. Praticamente brancolano nel buio. Ho addirittura scoperto che pensano di chiamare l’FBI.”
“Ehi, FBI? Hai detto FBI? Beh, è decisamente meglio che arriviamo noi prima dell’FBI, fratello. Quelli non li voglio vedere neanche nello specchietto retrovisore!” Poi continuò: "Cosa pensi? Lupo mannaro?”
“Lupo mannaro!” concordò Sam
“Passami la cartina. Voglio vedere dove siamo!”
Sam prese una mappa da sopra il cruscotto e la passò al fratello.
“Allora, ho appena visto il cartello di Afton, quindi ora siamo qui. Se ci diamo una mossa arriviamo per oggi pomeriggio!” Disse Dean convinto.
Non fece in tempo a terminare la frase che l’Impala cominciò a singhiozzare e a perdere velocità.
“Merda, cosa le hai fatto!” Imprecò Dean visibilmente preoccupato. Poi proseguì quasi gridando: “Te l’avevo detto, dovevamo fermarci a fare rifornimento!”
“Dean cosa dici!? C’è ancora un quarto di carburante!” Le proteste di Sam furono inutili: la macchina ormai si era fermata e spenta per giunta.
“Va bene Sam, come vuoi. Oh, guarda che fortuna! Ci siamo fermati proprio di fronte a una locanda! Facciamo così, mentre tu aggiusti questo casino, io vado a farmi un caffè!”
Non lasciò neanche il tempo a Sam di ribattere che scese dalla macchina e si incamminò verso il locale sulla destra della strada, proprio di fronte a dove l'Impala aveva deciso di fermarsi.
Dean entrò nel locale facendo suonare una campanella appesa sopra la porta. La taverna di Robert (come annunciava l’insegna appesa fuori) non era grande ma calda ed accogliente, i muri erano rivestiti di legno e un camino era acceso in un angolo. L'unica nota stonata erano diversi trofei di caccia appesi alle pareti: “grottesco!!” pensò Dean.
Gli unici altri clienti della taverna in quel momento erano due muratori seduti ad un tavolo in un angolo che stavano consumando una generosa colazione.  Dean puntò dritto verso il bancone e si sedette proprio nel momento in cui un signore alto e ben piantato in terra usciva dalla porta della cucina. Non appena vide Dean gli si avvicinò e gli chiese:
“Buongiorno figliolo! Cosa ti porto?”
“Caffè” Rispose lui lapidario pensando fra sé “Buongiorno figliolo? Ma dove sono finito?”
In pochi istanti quello che doveva essere Robert gli portò una tazza di caffè nero fumante che Dean cominciò a bere tranquillamente pensando al lupo mannaro che aspettava lui e suo fratello a Sugar Town.
Non era a metà della tazza che sentì suonare la campanella all'ingresso del locale; pensando che fosse Sam si girò ma vide che invece era entrata una ragazza con un ingombrante plico di documenti in mano; in due secondi netti la squadrò per bene: 1,65, 50 Kg circa, occhi grigi, capelli…capelli? I capelli li vide solo quando lei si tolse quella buffa cuffia a strisce colorate con un pon-pon altrettanto colorato: capelli lunghi castani. Un moto di allegria gli invase lo stomaco:
“Bene, vediamo se tre sole ore di sonno hanno scalfito il mio fascino.” Pensò mentre stava per alzarsi dalla sedia al bancone per dirigersi verso il tavolo dove la ragazza si era seduta.
Malauguratamente fù preceduto da Robert. “Dannazione!!!” pensò Dean.
In effetti il proprietario della taverna era uscito dalla cucina e si era avvicinato subito alla ragazza:
“Ciao Robert! Mi dai un caffè e una fetta di crostata per favore?” disse lei.
“Ciao Allison! Arrivo subito!”
In un tempo da record Robert fù di ritorno con il caffè e la crostata. Tuttavia lei lo trattenne chiedendogli:
“Robert, hai visto Grant questa mattina?”
“No, perché?”
“Ieri sera intorno alle 8 c’è stato in incidente vicino al ranch: ho trovato un minivan finito fuori strada e all’interno c’era solo una bambina priva di sensi. Magari Grant ti aveva detto qualcosa.”
“Non ho ancora visto Grant oggi. Dici che sul minivan c’era solo una bambina? Da sola? Com’è possibile? Mica poteva guidare lei?”
“Non so casa dirti Robert. Forse gli agenti hanno trovato i genitori che erano andati a cercare aiuto nelle vicinanze.”
Robert alzò le spalle  e lasciò la ragazza ai suoi documenti.
Dean cominciò a pensare: “Beh, incidente d’auto, genitori scomparsi, una ragazzina ferita…vale la pena approfondire, e poi abbiamo preso lavori per molto meno!” Continuò a rimuginare su cosa di soprannaturale  potesse aver causato l’incidente e, nel frattempo teneva d’occhio la ragazza, che a quanto pareva si chiamava Allison. Così passò circa mezz’ora.
Quando ebbe finito la sua colazione lei si alzò dal suo tavolo e si avviò verso l’uscita. Nel frattempo Dean la osservava dallo specchio che ricopriva completamente la parete dietro il bancone: voleva vedere che macchina aveva e che direzione evrebbe preso.
Raggiunta l’uscita Allison appoggiò borsa e documenti su un tavolo vicino all’attaccapanni, si mise  sciarpa, cuffia e  giaccone imbottito e salutò Robert:
“Ciao Robert, ci vediamo domani. Salutami Elise!”
“Ok, ciao Allison…Allison??”
“Sì?”
“I documenti sul tavolo, li lasci qui?”
“Come farei senza di te Robert!! Grazie!”
Proprio mentre lei stava radunando i suoi documenti, la porta si apri improvvisamente colpendola in pieno sulla schiena, facendo cadere a terra tutti i fogli e facendo quasi fare la stessa fine anche a lei:
“Cavolo, che disastro.” sussurrò lei mentre si chinava a raccogliere i documenti sparsi per terra.
Dean rise perché aveva visto l’artefice di quel disastro: Sam, con la grazia di un panzer tedesco della seconda guerra mondiale, aveva spalancato la porta della taverna e fatto strage di documenti:
“Dean…” Cominciò Sam ignaro di quello che aveva causato.  Poi però si accorse che qualcosa dietro la porta non andava, si girò e si rese conto di quello che era successo: una ragazza con una buffa cuffia colorata era chinata a terra e stava raccogliendo vari documenti sparsi per terra:
“Accidenti mi dispiace. Aspetta ti aiuto.” e si chinò anche lui per aiutarla.
“Grazie…” gli rispose lei.
Dopo aver raccolto tutti i documenti entrambi si rialzarono e Sam fù letteralmente folgorato da quegli occhi vivaci ed intelligenti di uno strano colore grigio che lo stavano fissando. Notò che tutto di quella ragazza era armonioso: il viso aveva lineamenti delicati ai quali il mento con una fossetta al centro dava una nota di forza; non era alta (in confronto al suo metro e novanta) ma proporzionata, atletica e slanciata. Sam percepì una specie di luce che veniva proprio da questa ragazza con la cuffia colorata. Mosso come da un'istinto Sam si presentò:
“Sam” disse allungando prontamente la mano.
“A-Allison” gli rispose lei contraccambiando la stretta di mano ed assumendo, in viso, un colore molto vicino al "rosso pomodoro".
“Scusa mi dispiace, non ti avevo vista.”
“Non c’è problema. Ciao Robert!” rispose lei e schizzò fuori lasciando Sam in mezzo alla porta come una pertica in mezzo a un deserto.
“Ciao!!” Fece Robert dalla cucina.
Non appena il bagliore che Allison aveva impresso nella mente di Sam si affievolì leggermente, lui vide che suo fratello in fondo al locale stava ridendo di gusto. Sperando che il caffè che stava bevendo gli andasse di traverso disse:
“Dean dai vieni ho fatto rifornimento e possiamo proseguire, abbiamo ancora un sacco di strada da fare.”
Tuttavia Dean gli rispose:
“No Sam dai vieni qui, prenditi un caffè!”
“E dai non arriveremo mai per oggi pomeriggio se continuiamo a perdere tempo!” si lamentò Sam.
“Ehi non ho lasciato io a secco la mia macchina!” Rispose Dean piccato. Poi, una volta che Sam si fù seduto di fianco a lui, continuò: “Ho trovato un lavoro qui! Contento?” E indicò la porta dalla quale Allison era appena uscita.
“Sarebbe?” Chiese Sam scettico.
“Incidente d’auto, ieri sera, fresco fresco! Nell’auto c’era solo una ragazzina, dei genitori nessuna traccia!”
“E allora potrebbe essere stato un animale! Con tutta la foresta che c'è qui intorno!” gli rispose Sam spazientito.
“Dai bello, abbiamo accettato lavori per molto meno! E poi il meglio deve ancora venire. A trovare la macchina e la ragazzina è stata cuffia colorata che è appena uscita di qua lasciandoti a bocca aperta sulla porta!”
“Dean dobb…” ma Dean lo interruppe bruscamente:
“Coraggio Sam goditi la vita!”
“Ok, ok!” si arrese Sam. Poi continuò “Sappiamo qualcos’altro dell’incidente?"
“No, la ragazza…aspetta come ha detto che si...”
“Allison” rispose Sam prima ancora che Dean potesse terminare la frase.
“Beccato!!” scherzò Dean mettendosi a ridere. Sam lo fulminò con lo sguardo e lui si fece serio: “Scusa scusa! Allora…Allison…ha parlato di un certo Grant, forse è lo sceriffo!”
“Forse. Allora bisognerà cercare una sistemazione.” disse Sam rassegnato.
“Si, nell’entrare in città ho visto un cartello che indicava un motel poco più a nord sulla destra. Dai andiamo!”
Dean pagò il caffè e poi entrambi uscirono dal locale. Appena fuori si rivolse indispettito a Sam:
“Ok dammi le chiavi, guido io”
“Va bene, va bene.”
Salirono in macchina, Dean mise in moto e si diresse subito a nord sempre sulla highway 89. Dopo neanche un Km svoltò a destra seguendo l’insegna: “DREAMLAND MOTEL – VACANCY”. Affittarono una stanza come Dean e Sam Adams e vi si chiusero subito dentro.
“Ok, allora da dove partiamo?” Chiese Sam.
“Da dove parti tu non lo so, io mi faccio un paio di ore di sonno, visto che non sono riuscito a dormire in macchina!” E lanciò un’occhiataccia a Sam “poi io comincierei dallo sceriffo, cosa dici?”
“Ok, buon riposo” Disse Sam, mentre accendeva il suo portatile per fare delle ricerche su Afton, Wyoming.



Scusate ma ho sempre sognato di scrivere questa frase. Esclusi i personaggi appartenenti a Supernatural gli altri sono di pura invenzione. Ogni riferimento a persone reali o avvenimenti realmente accaduti (mi rendo conto che questa opzione è praticamente impossibile) è puramente casuale.

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Capitolo 2
*** A BAD LIGHT IN THE STABLE ***


A BAD LIGHT IN THE STABLE A BAD LIGHT IN THE STABLE

Alle due del pomeriggio, dopo un pasto veloce, Sam e Dean erano davanti alla stazione di polizia di Afton diretti dallo sceriffo, con in tasca due tesserini che dovevano passare per documenti di riconoscimento dell’ordine dei giornalisti intestati rispettivamente a Sam Callahan e Dean Brosnan.
Appena entrati un giovane agente li fermò:
-Posso aiutarvi?-
Dean rispose per primo mostrando al poliziotto il tesserino e stando ben attento a nascondere con le dita l’intestazione dello stesso, che in realtà testimoniava l'appartenenza del signor Dean Brosnan al club degli scacchi della città di Portal in Alabama:
-Salve, sono Dean Brosnan del LINCOLN DAILY MIRROR. Io e il mio collega vorremmo parlare con lo sceriffo dell’incidente di ieri sera.-
L’agente lo guardò un po’ scettico poi rispose secco:
-Aspettate qui- e si diresse verso un ufficio in fondo al corridoio. Dopo un minuto la sua testa spuntò dalla stessa porta che l’aveva inghiottito poco prima e disse a quelli che pensava fossero giornalisti:
-Da questa parte!-
Sam e Dean lo raggiunsero e furono introdotti in un piccolo ufficio con una scrivania troppo piccola per tutte le pratiche che vi erano appoggiate sopra e dietro la quale c’era seduto lo sceriffo: un uomo alto non più di 1,70 m e anch’egli, come Robert della locanda, ben piantato in terra. Una targhetta sulla scrivania diceva: “SCERIFFO GRANT VALENTI”.
I giornalisti Callahan e Brosnan furono accolti calorosamente:
-Buongiorno signori, sceriffo Valenti!- e porse loro la mano con fare molto amichevole.
-Sam Callahan- rispose Sam
-Dean Brosnan, LINCOL DAILY MIRROR- rispose Dean mentre in realtà pensava fra sé: “Oh sarà molto più facile del normale!!”
Una volta lasciati soli lo sceriffo disse:
-Allora ragazzi, Steve, qui, mi ha detto che dovete scrivere un articolo sull’incidente di ieri sera. Ah brutto affare povera ragazzina!-
-Come sta, a proposito?- Chiese Sam che sembrava davvero in apprensione.
-Beh, ha diverse lesioni interne. In sala operatoria hanno fatto quel che potevano. Ha superato l’intervento, ma i medici la stanno tenendo in coma…coma…che diavolo di parola ha usato quel medico..-
-Farmacologico?- gli suggerì Sam
-Farmacologico, bravo ragazzo grazie. La prognosi ovviamente è ancora riservata.-
-Certamente!- era sempre Sam a parlare. -E dei genitori cosa avete scoperto?-
-Bah, la macchina è di un certo Fred Stratford di Buffalo- consultò qualche appunto che aveva sulla scrivania poi continuò: -sposato con Ginger Stratford. Hanno una figlia, ovviamente, Karen, 9 anni. Abbiamo telefonato a casa, ma non risponde nessuno, pensiamo che siano stati in macchiana tutti e tre.-
-Quindi nessuna traccia?- Sempre Sam.
-No purtroppo! Non so casa dirvi ragazzi!- il tono di voce dello sceriffo tradiva un'evidente sconforto.
-Dove è avvenuto l’incidente?- Sempre Sam
-Proprio al confine del territorio di Afton con Aubum a 5 minuti di macchina da qui sulla highway 89. Bah, non so perché ma in certi periodi dell’anno la gente decide di farsi male tutta insieme!- si lamentò lo sceriffo Valenti.
Questa volta fù Dean a parlare:
-Avete dato un’occhiata intorno al punto dell’impatto?-
-Certo!- Rispose lo sceriffo chiaramente offeso.
-Mi scusi, ovviamente avete dato un'occhiata in giro! Non avete notato orme di animali, o qualcosa di strano?-
-Strano come…?-
-Come…per esempio tracce di animali che potrebbero aver portato via i corpi dei genitori. O magari strane polveri intorno alla macchina, scariche di elettricità statica. Per caso le vostre radio funzionavano bene mentre facevate i rilevamenti?- Spiegò Dean, beccandosi un’occhiataccia di rimprovero dal fratello, preoccupato del fatto che potevano essere scoperti.
-Polveri? Elettricità statica? No niente del genere! Ma ragazzi, di cosa stiamo parlando?-
-Mi scusi!- Intervenne subito Sam -il mio collega si fa prendere dall’emozione...ogni tanto. Ehm,  ma che ora era quando è avvenuto l’incidente?-
-Erano circa le 9. Ho ricevuto una telefonata da Allison Carter, brava ragazza lei e anche bella se devo dirla tutta, ehm comunque Allison mi ha chiamato dicendo che aveva trovato la macchina mentre veniva via dal ranch che c’è li vicino.-
-Ho capito. Beh, non è molto tardi, ma immagino che fra il buio e il ghiaccio….- Sam lasciò la frase in sospeso.
-Esatto! Ahh quella strada sembra maledetta, ragazzi datemi ascolto! Muore troppa gente nel tratto che c’è al confine fra Afton ed Aubum! E poi in certi periodi sembra che le persone cerchino gli alberi apposta per schiatarcisi contro!  Roba da matti! Ci sono degli anni che dovrei mettere una coppia di agenti fissi lì intorno con il metro in mano!-
Lo sceriffo ci aveva preso gusto a parlare, ma fu interrotto dal telefono che squillava:
-Sceriffo Valenti!-
Pausa
-OK Gwuenda chiuditi in casa. Arrivo subito!- poi rivolto a Sam e Dean: -Scusate ragazzi ma devo proprio andare. Afton è un paese tranquillo, ma uno o due individui li sbatterei volentieri fuori dalla città a calci!- Dicendo questo si alzò e Sam e Dean  lo imitarono. Lo sceriffo li precedette per aprire loro la porta, ma si fermò sulla soglia:
-Allison?!!-
Ma la ragazza era concentrata a leggere gli annunci sulla bacheca di fronte all’ufficio dello sceriffo.
-Allison!!- ripetè lui.
Allison si riscosse, si voltò e rimase immobilizzata:
 -S-Sam?!-
-Ah, così vi siete già conosciuti?- chiese lo sceriffo Valenti
-Ci siamo incrociati da Robert questa mattina.- Spiegò lei, poi rivolta a Sam -Cosa ci fai qui? Cosa è successo?- sembrava nervosa.
Grant intervenne prima che Sam o Dean potessero parlare:
-Questi due ragazzi sono dei giornalisti del “LINCOLN DAILY MIRROR” e sono venuti per l’incidente di ieri sera.-
Allison non aveva mai sentito nominare quel quotidiano:
-LINCOLN…DAILY…MIRROR??- chiese poco convinta…molto poco convinta.
-Sì, prima la sua tiratura era limitata a Kemmerer , ora ci stiamo espandendo. Dean Brosnan, piacere di conoscerti.- Si affrettò a spiegare Dean porgendole la mano e sfoggiando un sorriso smagliante.
-Oh- fece Allison ancora senza troppa convinzione. -Piacere mio- e gli strinse la mano.
A questo punto lo sceriffo, che aveva particolarmente fretta, prese il comando della conversazione:
-Ascolta Allison, i ragazzi qui vorrebbero vedere il posto dell’incidente ma io non ho tempo, mi ha chiamato Gwenda per un problemino con il suo vicino…come al solito. Visto che sei stata tu a denunciare l’accaduto puoi accompagnarli, per favore?-
-Oh no Grant, ascolta ho un sacco di cose da fare,…- non fece in tempo a finire la frase che Grant la interruppe:
-E dai Allison lavori sempre…divertiti ogni tanto!!-
-Ok ok va bene li accompagno io!!- Rispose lei con un filo di rassegnazione nella voce.
Grant si rivolse ai due ragazzi:
-Bene ragazzi vi accompagnerà Allison sul posto. Io devo andare. Arrivederci e buon lavoro!-
-Arrivederci. Grazie e buon lavoro anche a lei!- rispose Dean con un fare che ad Allison sembrò un tantino forzato.
-Aspetta Grant!! Novità sulla bambina? E i genitori?- Allison fermò subito lo sceriffo prima che questi uscisse di corsa diretto a risolvere i problemi di Gwenda con il vicinato molesto.
-Ho chiamato l’ospedale stamattina preso. Hanno rilevato diverse lesioni interne compatibili con l’incidente. Era appena uscita dalla sala operatoria ma per ora la tengono in coma...ehm farmacologico. Mi dispiace Allison. Per quanto riguarda i genitori, abbiamo scoperto che la macchina è intestata a un certo Fred Stratford di Buffalo…- trasse di tasca il solito foglietto poi continuò -la moglie si chiama Ginger Stratford. Immagino che la bambina che hai trovato nel minivan sia Karen, 9 anni. A casa non risponde nessuno, quindi penso che fossero in macchina tutti e tre. Ma dei genitori non c’è traccia intorno al luogo dell’incidente.-
-Ho capito. Povera bambina. Grazie Grant. Ci risentiamo. Ciao.- rispose Allison, poi rivolgendosi a Dean e Sam:
-Ok pare che debba farvi io da guida. Siete pronti?-
-Nati pronti!!- Fece Dean sicuro come un pompiere.
Si avviarono verso l’uscita: Allison in testa seguita da Dean e Sam.
Una volta che tutti e tre furono sui rispettivi mezzi di trasporto, Allison fece segno ai due ragazzi di seguirla e svoltò sulla highway 89 in direzione sud. Persorsero circa 2 Km prima di svoltare a destra all’interno della zona industriale; passarono davanti alla Carter Tools e proseguirono fino in fondo alla strada dove svoltarono a destra e poi nuovamente a destra dove presero la Franklin in direzione ovest verso la county road 198. Percorsero quest’ultima verso nord per poche decine di metri fino alla Nield Avenue sempre  in direzione ovest.
Erano in viaggio da circa 10 minuti e Dean cominciò a preoccuparsi:
-Ehi Sam ma lo sceriffo non aveva detto che l’incidente era avvenuto a 5 minuti dalla stazione di polizia?-
-Sì, perché?- rispose Sam tranquillamente, mentre si godeva il paesaggio fuori dal finestrino.
-Siamo partiti già da 10 minuti e in più ci stiamo allontanando dalla Highway 89!- Dean era visibilmente nervoso ora e, lo divenne ancora di più quando, dopo circa 1 Km, svoltarono a destra sulla Majestic, una stradina stretta piena di buche e tutta curve:
-Dannazione, ma dove ci sta portando questa qui?- Poi si rivolse al cruscotto dell’Impala dicendo dolcemente: -Scusa piccola finirà presto te lo prometto!-
Sam rise.
Nel frattempo avevano raggiunto e passato un ponte sullo Snake River e stavano continuando diretti  all’incrocio che immetteva nuovamente sulla Nield, che nel frattempo era diventata Interstatale 238. Proseguirono su questa strada per circa 4 Km poi svoltarono a destra sulla Lander Lane: anche questa stretta, tutta curve e per di più in salita: ora Dean era decisamente angustiato:
-Quando arriviamo gliene dico quattro! Sam ci sta portando chissà dove! Non mi fido!-
-Rilassati! Dovremmo essere arrivati ormai!- Sam, al contrario era perfettamente tranquillo, mentre  superavano un altro ponte sullo Snake River.
A questo punto la Lander cominciò una leggera discesa che terminò solo all’incrocio con la Thompson-Branagh Lane, una strada di circa 2 km che incrociava la Highway 89; superato anche quest’ultimo incrocio svoltando a sinistra, il fuoristrada di Allison accostò immediatamente sulla banchina a destra seguito dall’Impala di Dean e Sam.
Questi ultimi, dopo essere scesi, andarono incontro alla ragazza; Dean era visibilmente provato:
-Pensavo fosse più vicino, lo sceriffo ci aveva detto che ci sarebbero voluti solo 5 minuti.-
-Conosco una scorciatoia!!- Rispose Allison ridendo.
Anche Sam rise.
-Ah sì?- Rispose, invece, Dean con molto disappunto.
A quel punto Allison cominciò a spiegare quello che aveva trovato la sera prima:
-Allora, il minivan è andato a finire contro quell’albero- e indicò un pino poco distante da dove avevano parcheggiato le loro auto.
Prima di avviarsi verso il punto indicato, Dean prese uno zaino dai sedili posteriori dell’Impala, ne trasse il lettore EMF camuffato da walk-man ed indossò le cuffie.
Mentre Sam era intento ad analizzare centimetro per centimetro il terreno vicino alle tracce di pneumatici del minivan, Dean cominciò a girare intorno alla zona indicata da Allison con l’EMF per rilevare eventuali tracce di radiazioni elettromagnetiche fuori dalla norma. Tutto d’un tratto il rilevatore cominciò a suonare sempre più forte come fosse improvvisamente impazzito, a mano a mano che Dean si  avvicinava al punto esatto in cui si trovava il minivan la sera prima; lo spense più in fretta che potè, ma si premurò di verificare che Allison non si fosse accorta di nulla: si voltò a cercarla con lo sguardo e fù contento di vederla concentrata su suo fratello. Sorrise e si avvicinò a Sam per discutere delle tracce trovate fino a quel momento:
-Allora Sam, cos’hai trovato?-
-Un sacco di impronte di…mah direi un cane. Molto grosso. O magari un lupo. Ho controllato solo qui intorno, ma secondo me vale la pena verificare se più all’interno della foresta c’è dell’altro. E tu?-
-Il rilevatore qui sembrava impazzito quando mi sono avvicinato al punto d’impatto! Ma direi che la ragazza non si è accorta di nulla. Aveva di meglio a cui pensare, non so se mi spiego!!- E lanciò al fratello un’occhiata carica di allusioni; quindi, senza dargli la possibilità di replicare si volse verso Allison e le fece cenno di avvicinarsi. Subito le chiese:
-Immagino che qui così vicino al bosco sia pieno di animali.-
-Si, dicono che nella foresta si possano trovare orsi, lupi, linci, insomma gli animali che vivono normalmente in una foresta.- Rispose Allison un pò sorpresa.
-Ma tu non hai notato nulla l’altra sera, quando è capitato l’incidente? Tipo qualche rumore inquietante, qualche lampo di luce, elettricità statica magari?-
A questo punto Allison era veramente sorpresa:
-Ehi aspetta un attimo, cosa c’entra l’elettricità statica  con una macchina che si schianta contro un albero?- Fece una piccola pausa (durante la quale Dean si beccò la seconda occhiata storta dal fratello della giornata) poi continuò:
-Comunque, no. Io ero al ranch di Walter, giù per quella strada- ed indicò la via sulla destra in fondo alla quale c’era la proprietà di Walter -ma quello è un posto tranquillo e abbastanza isolato. Normalmente non si sentono i rumori della strada. Inoltre non ho mai visto animali spingersi fino qui, in genere se ne stanno il più lontano possibile. Aspetta un attimo, adesso che ci penso, circa mezz’ora prima che venissi via c’è stato un breve black out e la radio ha cominciato a gracchiare! Ma cosa c’entra?-
-Avvengono spesso incidenti in questa zona?- Sam pensò fosse meglio fare finta di non aver sentito le ultime parole di Allison.
-Beh, è una strada abbastanza frequentata, ma non di notte quando la gente comincia a spingere sull’acceleratore, se poi consideri che in questa stagione c’è il ghiaccio un giorno si e l’altro pure…sì direi che ce ne sono abbastanza.…sì ce ne sono…troppi.- rispose lei mentre un velo di tristezza calava sui suoi occhi e sulla sua voce.
-Tutto ok?- chiese Sam che si era accorto del cambiamento nello sguardo e nel tono di voce di lei.
-Sì, sì grazie. Non è niente!- rispose Allison minimizzando, poi guardò l’orologio ed aggiunse -Ascoltate io avrei da fare al ranch. Riuscite a tornare indietro da soli?-
-Veramente sarebbe meglio che dessimo un’occhiata qui nei dintorni del bosco ancora un po’.- Sam
-Aspetta, non è il caso di andare a spulciare i quotidiani vecchi ed i documenti nella biblioteca centrale?- Dean.
Sam rispose con un’espressione di sorpresa allo stato puro stampata in faccia: di solito era lui che proponeva delle ricerche in biblioteca. Per un lungo istante i due fratelli si fissarono negli occhi, ingaggiando un combattimento silenzioso per decidere cosa sarebbe stato meglio fare.
Allison capì che era meglio interrompere quella “quiete prima della tempesta” e, mentre pensava”ahhhh, testosterone, che amarezza!!”, propose loro una soluzione alternativa:
-Ok state a sentire, chi di voi vuole andare in biblioteca vada, l’altro può dare un’occhiata qui intorno. Lo riaccompagno io quando ho finito. Alloggiate ad Afton o tornate a Kemmerer?-
-Alloggiamo qui, al Dreamland- rispose in fretta Sam. Poi aggiunse -Dean va bene per te?-
-Sì, ma devo dire che avrò qualche difficoltà a trovare la strada per tornare in città.-
-Tranquillo, è facile. Dirigiti verso sud per circa 3 Km. La biblioteca la trovi sulla Main, che è la seconda a sinistra.- Disse Allison tranquillamente.
-Ehi, ma allora la strada di prima?-
-Ehi, lo sceriffo ha detto che dovevo divertirmi un po’!!-  gli rispose lei sorridendo.
L’espressione di Dean era carica di risentimento mentre rimontava sull’Impala e avviava il motore per rientrare ad Afton.
Lasciati soli Sam ed Allison si misero d'accordo per incontrarsi al termine dei rispettivi programmi per il resto del pomeriggio:
-Bene, io vado al ranch. Tu fai un giro qui intorno? Io ne avrò per un paio d’ore circa.- chiese lei evidentemente imbarazzata.
-Sì, nessun problema.-
-Quando hai finito puoi prendere la strada dove c’è il cartello “ranch”, percorrila fino in fondo, non puoi sbagliare.- Allison gli diede le indicazioni per raggiungerla più tardi.
-Ok.- anche Sam era evidentemente nervoso
-A dopo.-
Sam guardò Allison rimontare in macchina e dirigersi verso il ranch. “Coraggio concentrati!” si disse mentre entrava nel fitto della foresta. Indossò le cuffie del rilevatore EMF e cominciò a gironzolare alla ricerca di eventuali orme, rami rotti, tracce di trascinamento di corpi e qualunque altra cosa che pottesse far pensare al passaggio di qualche spirito o demone che evidentemente aveva le sembianze di un grosso cane o di un lupo e che in un qualche modo doveva aver trasportato le sue vittime lontano dal minivan. A causa del pantano era difficile seguire le tracce che venivano direttamente dal luogo dell’incidente, ma anche grazie al provvidenziale rilevatore EMF, Sam riuscì ad individuare una pista che lo portò fino ad un sentiero segnato all’interno della foresta. A quel punto fù praticamente impossibile seguire le orme ed i segnali fisici, quindi dovette basarsi solo ed esclusivamente sulle radiazioni elettromagnetiche rilevate. Anche questo, però, si rivelò essere più difficile del previsto,  in considerazione del fatto che il sentiero si trovava praticamente sotto la linea elettrica che disturbava i segnali. Decise in ogni caso di procedere un pò fuori dal sentiero, ma dopo circa un quarto d’ora si rese conto che era impossibile continuare. Ripose nello zaino che gli aveva consegnato Dean prima di andarsene, il rilevatore EMF e si apprestò a tornare indietro, quando capì che non sapeva come fare: si era perso.
Improvvisamete sentì dei rumori davanti a sé: "Cavalli, sono decidamente dei cavalli" pensò Sam. Seguì quei rumori fino a trovarsi esattamente di fronte al campo coperto del ranch. All'interno di questo campo Sam notò subito Allison con un cavallo piccolo ma decisamente molto agile. Si fermò  a guardarla letteralmente rapito dall’armonia e dall’affiatamento che lei aveva creato con quell’animale: sembrava che comunicassero con il pensiero, come fossero una cosa sola che si muoveva con un’eleganza ed una semplicità nello stesso tempo che Sam non aveva mai visto in vita sua. Era così assorto in quei pensieri che non si accorse che alle sue spalle stava arrivando un uomo a cavallo:
-Buon pomeriggio, posso aiutarla?- si informò quest'ultimo.
-Salve…?- Sam era un po’ perplesso.
-Sono Walter Jackson, il proprietario del ranch!- spiegò l’uomo a cavallo.
-Oh…Oh, salve- disse Sam -Sam Callahan, giornalista di Kemmerer. Devo scrivere un articolo sull’incidente di ieri sera. Stavo dando un’occhiata in giro- si affrettò a spiegare.
-Certo certo!- rispose Walter; poi, accortosi che Sam non prestava minimamente attenzione a lui, sorrise perchè stava per fare una domanda per la quale già conosceva la risposta che il ragazzo avrebbe dato:
-Bella, eh!?-
-Splendida.- Rispose infatti Sam senza pensare e senza neanche voltarsi verso Walter.
-Già, lo immaginavo!- Poi, sorridendo perchè stava per fare una cosa le cui conseguenze erano a lui già note, fece cadere a terra il suo cappello e disse:
-Oh che sbadato! Senti ragazzo…Sam hai detto? Me lo raccogli per favore? Sai a una certa età…- Walter cercò di essere il più naturale possibile.
-Certo, aspetti!- Sam gli andò incontro e si chinò per raccogliere il “cappello caduto”, tuttavia muovendosi spezzò alcuni rami secchi vicino a sé e questo spaventò il cavallo di Allison che reagì con una serie di sgroppate da manuale.
-Accidenti!- sussurrò Sam, poi ad alta voce: -Scusa!-
-Tranquillo!- la voce di Allison dal campo rispose a Sam, poi rivolta al cavallo: -Breath, che ti prende è solo Sam!!-
Sam sorrise: il tono di confidenza e naturalezza con cui lei aveva pronunciato le parole “è solo Sam” gli diedero un brivido.
-Ok, ragazzo grazie!!- disse Walter ridendo, e poi nell’allontanarsi: -Finisci il tuo giro!!-
A quel punto rise anche Sam, solo in quel momento aveva capito cosa era successo: quel diavolo di Walter l’aveva preso in giro tutto il tempo, e lui ci era cascato con tutte le scarpe!
Scuotendo la testa, decise che era ora di tornare indietro. Seguì faticosamente, in mezzo alla fitta boscaglia, la parete del campo coperto, stando bene attento questa volta a non fare rumori, fino a che non sbucò all’ingresso del ranch proprio mentre Allison usciva dal campo con il cavallo. Le si avvicinò e disse:
-Sembra proprio che riesca solo a combinare guai quando ci sei tu!!-
-Non c’è problema ho le spalle larghe, ci vuole ben altro per farmi cadere da cavallo!!- lo tranquillizzò lei cercando di sembrare disinvolta.
Entrarono in scuderia e, mentre lei sistemava i finimenti, Sam si avvicinò al cavallo che, come capì dalla targhetta sulla porta del box si chiamava One Breath(1) C. e le fece un grattino sulla fronte; lei (perché in effetti era una femmina) ricambiò la cortesia allungando il naso verso le sue mani per  cercare qualche cosa di goloso da magiare:
-Ruffiana che non sei altro!- la rimproverò Allison.
Ormai erano le 7 di sera passate, era buio e cominciava anche a fare freddo seriamente. Allison sistemò la coperta da riposo su One Breath e cominciò a pulirle gli zoccoli, ma lei non voleva saperne di stare ferma:
-Ma cosa avete voi cavalli in questi giorni?- Poi spiegò a Sam: -Fallen Angel(1) ha fatto lo stesso ieri sera!-
-Ieri sera?- Chiese lui improvvisamente molto interessato.
-Sì, perché?-
-Aspetta un secondo, scommetto che dopo poco è andata via la luce e la radio ha cominciato a gracchiare!- continuò Sam che aveva già capito come si erano svolti i fatti.
-Beh, sì, in effetti…-  Allison non fece in tempo a finire la frase che il buio più totale invase l’intera scuderia, i cavalli cominciarono ad agitarsi nei loro box e la radio cominciò a gracchiare:
-Proprio così!- Fece Allison, e poi -No, ancora no!!-
Sam mise all’erta tutti i suoi sensi e, soprattutto, mise una mano in tasca attorno ad un sacchetto di sale che aveva preso dall’Impala prima che Dean se ne andasse. Si guardò intorno e poi vide che dalla porta della scuderia stava entrando un bagliore di luce bianca sempre più intenso. Questo bagliore sembrava rispondesse ai movimenti di un grosso cane nero che in quel momento stava facendo il suo ingresso nell’edificio davanti agli occhi attoniti di una pietrificata Allison. Il cane aveva il pelo lungo e arruffato, le orecchie ribaltate indietro e ringhiava mostruosamente, mostrando un paio di zanne color avorio imponenti e minacciose.
-Sam?- chiamò lei evidentemente annichilita dalla paura.
-Sono qui Ally, niente paura. Vieni di fianco a me, ok? Andrà tutto bene.- disse lui mentre, prontamente, stava già disegnando un cerchio con il sale attorno a sè e a One Breath, tenendo sempre d’occhio il cane. Poi il più tranquillamente possibile le disse ancora:
-Vieni qui, piano, senza toccare il sale per terra, mi raccomando!”-
-Sì- fu tutto quello che Allison riuscì a dire, mentre cercava di raggiungere Sam nonostante le sue gambe sembrassero semolino.
Non  appena lei fù completamente all’interno del cerchio  il cane emise un ululato agghiacciante e scomparve in una nube di fumo grigio fuori dalla scuderia prima e verso il cielo poi.
“Accidenti quella cosa puntava Allison! E quando ha capito che non poteva fare più nulla se l’è svignata!” questo pensiero Sam decise di tenerlo per sé!
Allison, bianca come un lenzuolo, era ancora immobile accanto a lui e alla cavalla.
-Ally, Ally, Allison!!- Sam cercò di scuoterla, il più dolcemente possibile ma dovevano assolutamente andare via di lì velocemente.
-Ci sono, ci sono. Sam, cosa è succeso? Cos’era quel cane?  Come mai era qui? Sam ti rendi conto che è una cosa impossibile? Oddio forse sto impazzendo?- Poi guardò a terra e vide il cerchio bianco. Solo allora capì che si trattava di sale:
-Sale? Sale?!!? Ok, non sto impazzendo, ma forse sto sognando!...No, non sto neanche sognado perché mi viene da vomitare!- Allison era un po’ confusa, ma proseguì con decisione:
-Ora mi devi dire la verità: voi due non siete giornalisti, vero? Sam cosa sta succedendo?-
-Ok una cosa alla volta, Ally. Ora è importante che andiamo via di qui il prima possibile! Ricordati di stare all’interno del cerchio di sale-
-Va bene!- rispose lei semplicemente: istintivamente si fidava di lui e, nonostante avesse litri di adrenalina che le scorrevano nelle vene e milioni di domande che le frullavano nel cervello, decise di rimandare tutte le richieste di spiegazioni ad un altro momento.
Mentre Allison finiva di sistemare One Breath, Sam, come un leone in gabbia, continuava a camminare avanti e indietro per la scuderia in modo da tenere sotto controllo la situazione.
In 5 minuti lei aveva sistemato cavalla e finimenti, chiuso a chiave selleria e scuderia ed era pronta per andarsene.
Stavano dirigendosi verso il fuoristrada quando lei disse:
-Puoi guidare tu, per favore, io non mi sento…-
-Non c’è problema.- rispose Sam senza troppi complimenti e quasi strappandole di mano le chiavi del fuoristrada che lei gli stava porgendo: non era tranquillo per niente in quel posto!
Montarono in macchina e fecero ritorno ad Afton, al Dreamland Motel.
Sam parcheggiò di fianco all’Impala di Dean e, una volta spento il motore, scesero entrambi e si diressero di corsa verso la stanza 47.


*Non ho resistito ad omaggiare due bellissimi episodi di "X-FILES". "Fallen Angel" 1x09 scritto da Howard Gordon e Alex Gansa e diretto da Larry Shaw; "One Breath" 2x08 scritto da Glen Morgan e James Wong e diretto da R.W. Goodwin.

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Capitolo 3
*** I Thought I'd Seen Everything ***


I THOUGHT I'D SEEN EVERYTHING I THOUGHT I'D SEEN EVERYTHING (1)

Dopo aver lasciato Sam alla ricerca di tracce di qualche demone o spirito a forma di grosso cane, Dean, inveendo mentalmente contro Allison per lo scherzo che gli aveva fatto (che tra parentesi lui non trovava affatto divertente), si avviò alla biblioteca centrale di Afton. Non ebbe difficoltà a trovarla; parcheggiò l’Impala proprio di fianco alle scale e si diresse all’entrata.
Una volta raggiunto il bancone dell’impiegata ed accortosi che era vuoto, si guardò intorno cercandola e chiedendosi chi era stato l’imbecille che l’aveva chiamata “Biblioteca Centrale di Afton” dato che ad Afton c’era solo quella di biblioteca.
Cominciava a spazientirsi: non c’era traccia dell’impiegata da nessuna parte. Poi improvvisamente una voce squillante dietro di lui richiamò la sua attenzione:
-Buongiorno, cosa posso fare per te?-
Dean si girò di scatto e si trovò faccia a faccia con l’impiegata che, come suggeriva la targhetta che lei portava sul bavero della giacca , doveva chiamarsi Kelly; la squadrò come aveva fatto quella mattina con Allison: 1 metro e 70, circa 55 Kg, snella, gambe chilometriche, capelli biondi e mossi, occhi scuri e un sorriso enorme. Illuminandosi Dean le rispose immediatamente:
-Beh, Kelly, un sacco di cose..!- poi si ricompose, sfoderò il suo sorriso migliore, trasse di tasca il documento del giornalista Dean Brosnan e mostrandoglielo disse:
-Ehm, Dean Brosnan giornalista di Kemmerer, LINCOLN DAILY MIRROR. Avrei bisogno del tuo aiuto per fare delle ricerche storiche su questo meraviglio paese del Wyoming!-
-Oh- rispose lei ammirata -Che tipo di documenti storici stai cercando?- gli chiese.
-Direi quotidiani, tutti quelli che ci sono. Poi anche i censimenti se fosse possibile Kelly, per favore!-  rispose lui allargando ancora di più il suo sorriso.
-Certo! Vieni ti faccio vedere dove puoi metterti.- disse lei mentre usciva dal bancone e precedeva Dean nella sala di lettura.
Contro la parete nord c’erano tre computer, non proprio recentissimi ma comunque funzionanti, posti su tavoli spaziosi. Kelly fece accomodare Dean al tavolo centrale (quello più luminoso) e poi disse:
-Alcuni anni li abbiamo nel computer, ma quelli più vecchi sono solo su carta. Te li vado a prendere. Torno subito!- si voltò e, quasi svolazzando sul pavimento, si diresse verso una porta che diceva: MAGAZZINO.
Mentre aspettava Kelly con i quotidiani più vecchi, Dean accese il computer, cercò la sezione che gli interessava e cominciò a dare un’occhiata ai giornali più recenti.
Fu molto fortunato perché dopo soli 3 minuti la sua attenzione fu catturata da una notizia sulla morte di un certo Edward Carter nel 2007 in seguito ad un incidente stradale.
“Carter, Carter… Dove ho già sentito questo nome…?”
Dean stava pensando questo, quando Kelly, sempre svolazzando, riapparve spingendo un carrello con sopra 9 pesanti ed enormi volumi consunti.
-Oddio!- l’espressione del viso di lui  tradì un’evidente sconforto. Chiaramente Kelly se ne accorse, perché gli propose un aiuto:
-Lo so, qui i sistemi informatici non sono molto all’avanguardia! Vuoi una mano? Magari se mi dici cosa cerchi in particolare posso aiutarti!-
Dean si illuminò improvvisamente:
-Oh, magari grazie mille! Molto gentile- la ringraziò sfoderando nuovamente il suo sorriso migliore. Poi proseguì: -Vediamo…devo fare un pezzo sugli incidenti stradali….nelle località di montagna…una specie di statistica!- disse cercando di essere più il convincente possibile, ma nutrendo forti dubbi in merito alla riuscita dei suoi tentativi.
-Ohh- rispose Kelly ammirata fissandolo negli occhi azzurri. Poi proseguì: -Beh, vediamo…direi di partire dal 1940, sai prima di questa data le informazioni che abbiamo non sono molto affidabili…e anche dopo a dire la verità non sono particolarmente precise, ma magari ragionandoci un po’…- mentre parlava spostò un volume sul ripiano più in basso del carrello.
-Ne rimangono comunque 8!- disse Dean sprofondando nella sedia. Poi fu colpito da un’intuizione: -Aspetta! Senti Kelly, avete dei rapporti di polizia sugli incidenti stradali che avvengono fra ottobre e…diciamo febbraio di ogni anno?-
Lei lo guardò stupita: -Beh, questa sì che è una strana domanda! Fammi pensare dove possiamo cercare…dovrei avere da qualche parte i rendiconti delle spese del comando di polizia. Sai, alleghiamo tutti i rapporti dello stesso periodo, magari spulciando un pò qua e un pò là…-
-Fantastico!- disse Dean evidentemente rincuorato.
In due minuti Kelly fu di ritorno con un secondo carrello il cui carico, per fortuna, era minore di quello precedente.
-Ecco, vedi?-disse la ragazza a Dean mostrandogli come erano composti i faldoni dei rendiconti -i rapporti sono allegati fuori dai rendiconti, ma dentro ogni carpetta! Oh, scusa devo andare a rispondere al telefono!-
Mentre Kelly si allontanava Dean pensò con gioia che la persona che aveva ideato il sistema di archiviazione dei documenti non doveva essere la stessa che aveva dato il nome alla biblioteca!
Kelly si assentò per più di un’ora, fra telefonate e visitatori bisognosi della sua assistenza. Dean ne approfittò per studiare accuratamente i rapporti della polizia. Riuscì anche a stabilire un pattern molto particolare sull’andamento del numero degli incidenti mortali sulla Highway 89 fra Afton ed Aubum. Prese qualche appunto, fece qualche copia di alcuni rapporti in base alle date, e decise che era meglio parlarne con Sam quella sera.
Per farsi un’idea di cosa potesse aver interesse a far schiantare le persone fuori strada, prese il giornale del padre e cominciò a sfogliarlo. Passò in rassegna vari spiriti vendicatori e giustizieri, lupi mannari, vampiri, demoni, streghe che succhiano la vita dagli esseri umani, geni che si nutrono del sangue delle persone, ma nulla che gli permettesse di collegare gli incidenti a qualcosa di soprannaturale. Nelle ultime pagine, però, notò una sezione alla quale non aveva prestato molta attenzione prima di allora: “SPIRITI, DEMONI E LEGGENDE DEL VECCHIO CONTINENTE”. Dean cominciò a leggere particolarmente interessato dalla breve descrizione che suo padre aveva fatto di uno spirito, il gytrash(2), che si presentava sotto forma di animale (grosso cane per l’eattezza) e che aggrediva i forestieri nella vecchia Inghilterra. Avrebbe voluto che suo padre avesse scritto di più, per esempio come distruggerlo, ma dovette accontentarsi di queste poche informazioni.  
Quando Kelly fu di ritorno, lui aveva già tutti i dati che gli servivano e si era fatto un’idea più precisa di quello che sarebbe stato il compito suo e di Sam, quindi le disse:
-Beh, Kelly, grazie,  direi che ho tutto quello che mi serve!- aveva fretta di andare al motel per parlare tranquillamente con suo fratello.
-Oh, davvero?- Rispose lei con la voce colma di delusione.
-Sì…sì, ma sai mi devo fermare qualche giorno in città…quindi…-
Purtroppo, per la seconda volta quel giorno i suoi “tentativi di rimorchio” fallirono per cause non imputabili alla sua volontà: un tizio, uno con i brufoli, gli occhiali e l’aria profondamente antipatica, stava camminando e leggendo allo stesso tempo per cui finì dritto dritto contro il carrello che portava i volumi dei quotidiani, rovesciandolo a terra.
-Ehi sta un po’ attento!- lo rimproverò Dean.
Ma questi, senza neanche gurdarlo in faccia, si rialzò e se ne andò.
-Ma guarda un po’!!- poi, cavallerescamente, si chinò per aiutare Kelly a raccogliere gli sventurati libroni, ma si fermò improvvisamente:
-Aspetta un attimo!-
Prese il volume che cadendo si era aperto in corrispondenza di un articolo il cui titolo aveva catturato la sua attenzione: “AVVICENDAMENTO AL COMANDO DELLA CARTER TOOLS DI AFTON: ALLISON CARTER PRENDE IL POSTO DEL PADRE EDWARD TRAGICAMENTE SCOMPARSO”
-Santa...- disse Dean con un filo di voce -Ecco dove avevo già sentito questo nome!-
 -Si- disse Kelly -Che  brutta storia, povera Allison! Sua madre morta in un incendio quando lei aveva solo 6 mesi o giù di lì, praticamente non l’ha mai conosciuta. E suo padre che nel 2007 si va a schiantare contro un albero mentre tornava a casa!- era veramente dispiaciuta.
-Frea, frena!- Dean era sconcertato, un uragano di pensieri gli invasero la mente e voleva fare un pò di ordine: -Sua madre è morta che lei aveva 6 mesi in un incendio! Mer…accidenti! E dopo suo padre! Se ho capito bene la Carter Tools è importante nella vostra zona, vero?-
-Oh, sì è una delle aziende meccaniche più importanti nella contea!-
-Allora immagino che questi incidenti non siano passati inosservati, voglio dire..saranno stati diversi i giornali a parlarne!-
-Penso di sì. Aspetta prendo il volume relativo al 1981, l’anno della morte della madre di Allison.-
Dopo pochi secondi Kelly gli porse l’enorme volume e Dean cominciò a sfogliare le pagine ingiallite e rovinate dal tempo fino a che non trovò quello che stava cercando, e cioè un articolo di un quotidiano del 15 novembre 1981:
“SERENA CARTER MORTA IN UN INCENDIO DOMESTICO. LA FIGLIA MIRACOLOSAMENTE ILLESA: Serena Carter, moglie dell’imprenditore Edward di Afton, è morta ieri notte a causa di un incendio che si è sviluppato nella stanza della loro bambina, Allison, di appena 6 mesi. Grazie alla prontezza di riflessi del padre, quest’ultima è uscita illesa dalla tragedia. Le indagini sono ancora in corso, ma secondo fonti certe i vigili del fuoco non hanno nessun indizio che aiuti ad identificare le cause del rogo.”
-Wow!- fece lui senza parole.
-Già!- concordò Kelly.
-Senti posso fare una copia di questi articoli…per favore, Kelly?- chiese lui facendo ancora ricorso al suo sorriso.
-Beh, veramente…ma sì!- si convinse lei fissando gli occhi azzurrissimi di Dean.
-Grazie!-
Dean era decisamente eccitato, le sue sinapsi lavoravano a tutta velocità cercando di metabolizzare tutte le notizie che gli erano letteralmente precipitate addosso come una valanga nel corso del pomeriggio. “Chissà cosa dirà Sam!” pensava mentre salutava frettolosamente una Kelly delusa per l’appuntamento mancato e si dirigeva verso l’Impala per tornare al motel. Lungo il tragitto fu colpito da un pensiero:
“E se anche lei avesse dei….poteri come Sammy? Eppure è di due anni più grande di lui! Com’è possibile?”
Quando arrivò al Dreamland, si precipiò giù dalla macchina e subito dentro la stanza sua e di suo fratello: vuota!
“Dannazione!” Prese il cellulare e chiamò Sam: niente ricezione: “Dannazione!” ripetè nervosamente, aveva bisogno di parlare subito con suo fratello!
“OK, allora mi faccio una doccia, magari mi calmo!”
Mentre era sotto la doccia bollente, sentì che la porta della camera si apriva e la voce eccitata di Sam lo chiamava:
-Dean! Dean! Vieni fuori, accidenti!! Siamo stati assaliti da uno spirito-cane al ranch!-
Nella stanza, Sam ed Allison sentirono il rumore della doccia cessare e, dopo poco Dean uscì dal bagno….tutto bagnato con addosso solo un asciugamano striminzito attorno alla vita. Appena vide Allison vicino alla porta della camera lui schizzò nuovamente in bagno prendendosela con suo fratello:
-Accidenti Sam, non sei solo tu, dimmelo subito!! Che imbarazzo!-
Allison, che nel frattempo aveva assunto il colore non di un pomodoro, ma di un intero campo di pomodori, si lasciò cadere, sfiancata dagli eventi, su una sedia vicino al tavolo dove erano sparsi fogli, mappe di Afton e delle zone circostanti ed un libro fitto fitto di appunti scritti a mano.
Pochi secondi dopo Dean uscì dal bagno…asciutto e vestito, questa volta.
-Ok Sam, racconta- disse visibilmete imbarazzato e desideroso di cambiare argomento.
-Eravamo dentro la scuderia, quando la luce è andata via ed il locale è stato invaso da massicce manifestazioni di elettricità statica. Poi è comparso un grosso cane nero, davvero minaccioso credimi, che si muoveva in una specie di aura bianchissima e che puntava Allison, Dean era lì per lei!!- Sam era così agitato che non riusciva a stare fermo, continuava a camminare avanti e indietro per la stanza.
-Accidenti! Allora il cane nero conferma quello che ho ipotizzato dopo la mia visita in biblioteca, ma non capisco perché volesse Allison! Questo non quadra.- ragionò Dean pensieroso ad alta voce.
-Perché cos’hai scoperto in biblioteca?- chiese Sam ansioso.
-Ogni 6 anni si susseguono una serie di incidenti più o meno nello stesso punto della highway 89: a cavallo del confine nord di Afton. Non possono essere semplici incidenti, perché in quei periodi ce ne sono troppi. Secondo me il 90% di questi è provocato dal nostro spirito. E forse ho capito di cosa si tratta.-
-Cosa?- lo incalzò Sam sempre più ansioso.
-Un gytrash! Ho trovato un accenno sul giornale di papà, ma non c’è molto perché in effetti si pensa che sia arrivato dall’Europa con i primi emigranti inglesi. Guarda i dati che ho trovato in biblioteca: normalmente la media di incidenti mortali lungo la Highway 89 fra Afton ad Alpine è di circa 10 in un anno più che altro concentrati in inverso, ok? Poi ogni 6 anni in questo periodo e per circa due mesi il numero di incidenti si impenna: Sam, si parla di 50 incidenti mortali solo nell’area del confine nord di Afton per un totale di circa 80 vittime! L’ultima volta che è successo è stato nel 2007, ma sono riuscito a ricostruire  il pattern fino al 1943. Prima è difficile fare delle ipotesi perché il conto della popolazione veniva tenuto in modo troppo approssimato.- spiegò Dean tutto d'un fiato.
-Dean, ma che spirito è un gytrash, non l’ho mai sentito!- chiese Sam incuriosito.
-In effetti anche le informazioni di papà sono molto scarse. A parte le origine inglesi, dice solo che aggredisce i forestieri, coloro che non appartengono alla sua “zona di caccia”, forse approfitta del fatto che le vittime si sentono spaesate.-
A questo punto Dean si fermò esitando, ma poi proseguì: 
-E poi guarda cosa ho trovato fra i vecchi quotidiani.- e indicò uno dei tanti fogli sparsi sul tavolo.
Mentre leggeva, Sam sgranò gli occhi, trattenne il respiro e si sedette: -Oddio!!- disse alzando lo sguardo verso Allison.
-Già!!- rispose Dean, che però non aveva finito: -E non ho ancora finito!- continuò indicando un secondo articolo di giornale:
-Merda!- fu l’unica cosa che Sam riuscì a dire.
-Già!- ripetè Dean.
Allison, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, non ce la fece più; si alzò con impeto dalla sedia che si ribaltò per terra e gridò:
-BASTA!! Ehi, ci sono anche io qui nel caso non ve ne foste accorti!! Di cosa state parlando? Gytrash? Cos’è? Spiriti? Fantasmi? Ma siete impazziti? Chi diavolo siete voi??!!!- Era fuori di sé, aveva bisogno di aria fresca e voleva andare via di lì.
Stava per uscire dalla stanza, quando Sam cercò di fermarla:
-Ally aspetta….-
Lei si girò furiosa, lampi rabbiosi le saettavano negli occhi; incenerì Sam con uno sguardo e disse: -Non chiamarmi mai più così!!- e si voltò nuovamente verso la porta per uscire di corsa.

(1) "I Thought I'd Seen Everything" Adams/Kennedy/Lange 2008 Album "11"
(2) Il gytrash non l'ho inventato io, ma è uno spirito che fa veramente parte delle credenze popolari inglesi del 1800. Io personalmente ne sono venuta a conoscenza leggendo un libro decisamente sottovalutato, e cioè "JANE EYRE" di Charlotte Bronte.

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Capitolo 4
*** Freak Like Me ***


FREAK LIKE ME FREAK LIKE ME

-Dannazione!- imprecò Sam; poi rivolto al fratello: -Dean quello che hai trovato in biblioteca ha una portata gigantesca…vuol dire che anche lei…ha…dei poteri. Se è così veramente, significa che è in pericolo!- era sconvolto.
Dean, che ormai aveva capito cosa provasse suo fratello per quella ragazza, rispose:
-Lo so….e muoviti fratello cosa ci fai ancora qui! Corri fuori, fermala e riportala indietro! Devo insegnarti proprio tutto?-
Sam non ci pensò due volte, si precipitò fuori dalla stanza con lo scopo di riportare indietro Allison.
Nel frattempo lei si era avvicinata al suo fuoristrada e stava cercando le chiavi che, però, erano sul tavolo della stanza del motel:
-Accidenti!!- stava infatti sussurando nervosamente cercando nella propria borsa.
Quando Sam fu esattamente dietro di lei allungò un braccio per fermarla e le disse:
-Aspetta, scusa…-
La ragazza fece un saltò in avanti per lo spavento:
-Cavolo!! Sam, mi hai spaventata a morte!!-
-Scusa...senti torna dentro. Hai ragione. Dobbiamo sederci e spiegarti tutto dall’inizio. Va bene?- le disse stringendole le spalle e fissando il proprio sguardo sul viso di lei.
-Sam è tutto così assurdo, non so cosa credere..- rispose la ragazza sentendosi addosso quegli occhi infiniti e temendo di perdersi dentro di essi.
-Credi a quello che hai visto tu stessa,  poco fa al ranch! Alli…son c’è una spiegazione per tutto ciò che è successo, sembra assurdo ma c’è, te lo assicuro!- questa volta Sam fissò i suoi luminosi fanali blu dritti negli occhi di lei.
Allison pensò che effettivamente Sam non aveva tutti i torti: poco fa al ranch c’era anche lei, anche lei aveva visto quel cane enorme e minaccioso muoversi verso di lei in un’aura candida e scomparire verso il cielo non appena tutti e tre (cavallo compreso) si furono riparati all’interno di un cerchio di sale disegnato sul terreno. Infine disse un po' imbarazzata:
-Ok, vengo…senti...ehm mi dispiace per prima. Non dovevo aggredirti a quel modo. E’ solo che…prima d’ora solo un’altra persona mi aveva chiamato così…- poi, arrossendo e con una punta di esitazione nella voce, finì la frase: -Se ti fa piacere puoi continuare a chiamarmi Ally.-
Sam si accorse che lei tremava mentre pronunciava quelle parole e, mosso da un istinto profondo che sentì partire direttamente dal suo stomaco, le si avvicinò e la sommerse in un lungo abbraccio caldo, confortante e potente: voleva farle sentire la sua presenza e farle capire che lui era lì per lei, per aiutarla e starle vicino. Dopo un paio di minuti, nonostante non volesse, chiamò a raccolta tutta la sua forza, e disse:
-Dobbiamo rientrare, ci sono un sacco di cose di cui parlare.-
Rientrarono nella stanza, dove Dean stava studiando attentamente la piantina della contea di Lincoln.
Fu Allison a prendere l’iniziativa sedendosi di fronte a lui e dicendo con determinazione:
-Ok sono tutta orecchi!!- ma continuò immediatamente, interrompendo Sam che aveva già aperto la bocca per cominciare a parlare: -E cominciate da chi siete veramente!-
-Ehi la copertura di giornalisti era ottima!- protestò Dean ferito nell'orgoglio.
Allison rispose sarcastica:
-LINCOLN DAILY MIRROR? Andiamo Dean, LINCOLN...DAILY...MIRROR? La prossima volta provate con una testata più americana per favore!-
A quel punto Sam pensò fosse meglio porre fine a quel battibecco sterile e disse:
-Ok, ok, ora basta! Winchester. Sam e Dean. Questi sono i nostri nomi, siamo fratelli e quello che hai visto al ranch stasera è quello che facciamo, che abbiamo sempre fatto.- 
-Fatemi capire voi combattete cosa di preciso? Spiriti, demoni, cosa? E come mai fate questo nella vita? Insomma...- proseguì con la voce piena di incertezza: -non ho mai sentito di….un’organizzazione....governativa...che combatta…queste…cose.-
Questa volta fu Dean a risponderle:
-Affari di famiglia. Fattelo bastare!- Non avrebbe voluto essere così sgarbato, ma quello non era nè il luogo nè tanto meno il momento per discutere della storia della sua famiglia. Inoltre non era mai stato molto a suo agio a parlare di questi argomenti con persone che non erano Sam. Per fortuna Allison fu abbastanza sveglia per capirlo e parve soddisfatta quando disse semplicemente:
-Oh! Ok, liberi professionisti quindi. Andiamo avanti!- 
-Ascolta Ally, quella di questa sera è una cosa seria. Quello spirito c’è l’ha con te, e in genere quando uno spirito ce l’ha con qualcuno non lo molla tanto facilmente. In più non sono trascorsi 6 anni dall'ultima volta che questo gytrash si è risvegliato nel 2007, quindi dobbiamo capire cos’hai tu di speciale che...-
Sam non fece in tempo a finire la frase perché arrivò secca la risposta di Allison:
-Ehi! Di speciale ho un sacco di cose, tesoro, vuoi che ti faccia un elenco?- lasciò in sospeso la frase perché facesse più effetto, poi riprese: -Scherzo! Non lo so Sam, sono nata qui, ho vissuto sempre qui, ho dovuto imparare ad arrangiarmi fin da piccola…mando avanti la ditta di mio padre e ho un sacco di responsabilità per questo, ma non penso che ad un grosso cane-spirito che se ne va in giro in un’aureola interessi tutto questo!-
Sam ebbe un sussulto quando lei nominò suo padre e volle affrontare subito la questione:
-Dean ha trovato questo in biblioteca.- e le mise sotto gli occhi una stampa di un vecchio articolo del Lincoln Gazzette. Allison non ci mise molto a riconoscerlo:
-Sì, è l’articolo sulla morte di mio padre nel 2007 a causa di un incidente stradale. Era andato ad una cena di lavoro ad Alpine, poi nel ritorno ad...Aubun...uscì...di strada...-
Mentre pronunciava queste parole impallidì visibilmente e le mancò il respiro:
-Voi pensate che…oddio…- cercò con lo sguardo il viso di entrambi i fratelli Winchester per avere spiegazioni riguardo a quel pensiero tanto spaventoso.
-Mi sembra di aver capito che sia il caso di non nasconderti nulla- disse Dean cercando una conferma nello sguardo di suo fratello che annuì, quindi continuò: -perciò sì, potrebbe anche essere che ad uccidere tuo padre sia stato il gytrash. Scommetto che non sei stata tu a riconoscere il suo corpo, vero? E poi, ho letto nell’articolo che il funerale è stato fatto a bara chiusa.-
-Infatti, Grant...lo sceriffo Valenti disse che il corpo era troppo sfigurato a causa dell’incidente e volle riconoscere lui la salma. E poi, per lo stesso motivo non fu possibile lasciare aperta la bara durante il funerale. Perché, cos’hai in mente?- chiese sentendosi il cuore in gola, anche se aveva già intuito dove volesse arrivare Dean.
-Beh, l’incidente dell’altra sera è sicuramente stato causato dal gytrash e i corpi dei genitori della bambina non sono stati trovati, perciò…-
-Vuoi dirmi che Grant mi avrebbe mentito e che in realtà il corpo di mio padre non fu mai  trovato?- dare voce a quel pensiero le provocò una fitta di dolore allo stomaco; guardò Sam in cerca di aiuto e lui provò a tranquillizzarla:
-Ascolta per ora non sappiamo molto di questo gytrash, se non che attacca i viaggiatori, quindi se tuo papà è stato  attaccato fuori  Afton è probabile che sia colpa di questo spirito. Purtroppo, però non sappiamo altro, voglio dire perché lo fa? In genere gli spiriti uccidono per una ragione: difesa, vendetta, sopravvivenza, ma senza dati, informazioni o prove di nessun tipo brancoliamo nel buio.- Fece una pausa, sembrava pensieroso, poi continuò: -Però mi è venuta in mente un cosa. Dean non hai appena detto che il gytrash ha origini inglesi e che potrebbe essere giunto in America con i primi emigranti?-
-Sì, perché?-
-Beh, non può essere venuto negli Stati Uniti sulla Mayflower a spasso per il ponte della nave, no? Deve essere stato portato qui attraverso un oggetto, magari un dipinto, un’urna, un vaso, qualcosa dalla quale poi, per qualche motivo, è riuscito a liberarsi.- si voltò verso Allison: -Ally, tu conosci questa gente, dev’essere una famiglia di persone riservate, scontrose, magari poco conosciute e che rifiutano la compagnia e la vita sociale del paese e della comunità! Non ti viene in mente nessuno?-
Allison ci pensò un istante poi disse:
-Sam, la città è piccola, ci conosciamo tutti più o meno…aspetta un momento al confine sud di Afton c’è una casa abbandonata, vecchia, sta quasi per crollare. Mio padre diceva che ci abitava una vecchia signora da sola, ma io non l’ho mai vista e non so neanche che fine abbia fatto adesso che ci penso. Ci sono stata un paio di volte con i miei amici quando era piccola, perché i ragazzi più grandi dicevano che la casa era infestata dai fantasmi! A parte questo, gli altri abitanti sono tutta gente tranquilla che lavora.-
-Ok allora domani mattina come prima cosa andiamo a controllare questa villa.- disse Sam rivolgendosi a Dean. Poi verso Allison: -Dove si trova questa casa abbandonata?-
Allison lo stava fissando con occhi infuocati:
-Oh, non c’è bisogno che te lo dica ora, ti darò le indicazioni domani lungo la strada!- rispose lei con fermezza.
-No Ally tu non vieni, è troppo pericoloso, quella cosa vuole te, capisci?-
-Sam ha ragione, è troppo pericoloso.- gli diede man forte il fratello.
-Quella cosa, potrebbe aver ucciso mio padre, forse siete voi che non capite!!- ci fù un attimo di tensione palpabile fra tutti e tre, poi lei proseguì irremovibile: -Niente su questa terra o fuori da essa potrebbe tenermi lontano da quel posto. O vengo con voi domani o ci vado io da sola adesso! Come preferite!- e fece per alzarsi.
Sam e Dean si scambiarono uno sguardo sorpreso e Dean, alzando le mani in segno di resa, disse:
-E' tutta tua fratello!-
-Allora siamo d'accordo per domani!- disse Allison. Evidentemente rincuorata  e, dopo aver riacquistato un colore più umano in viso, continuò:
-Ho fame e voi? In più mi devo fare una doccia!- 
-Bene, anch'io ho proprio voglia di un bell'hamburger!- concordò Dean.
-Hamburger?! Ma sei matto?!- gli rispose Allison come se lui l’avesse insultata. -Italiano!! Venite, offro io!-
Allison, ora, si sentiva eccitata, carica come una molla. Precedette i fratelli Winchester lungo la strada che portava a casa sua e,  quando arrivarono, per prima cosa aveva intenzione di rendersi presentabile: aveva bisogno di una doccia. Stava per dirigersi verso il bagno dicendo:
-Vado a farmi…-
Ma Dean la interruppe:
-No ,sentite io devo fare una cosa…sai Sam...quella cosa… emh…capito?-
-Dean cosa dici non…- non finì la frase perché Dean lo precedette:
-Ok siamo d’accordo! Domani mattina voi andate a controllare la casa, io andrò a farmi un giro nella foresta, non penso che i corpi di tutta quella gente si siano volatilizzati nel nulla. Buona serata!- senza lasciare il tempo nè a Sam nè ad Allison di replicare, si voltò ed uscì speditamente dalla casa.
Allison fu la prima a riscuotersi:
-Bene, allora io vado a farmi una doccia tu mettiti comodo.-
-Ok- rispose semplicemente Sam che cominciava a sentirsi un po’ in imbarazzo.
Prima di andare in bagno, Allison si avvicinò allo stereo, ragionò per qualche secondo sui cd caricati: pensò che i Deep Purple, per quanto le piacessero, non sarebbero stati in grado di  creare l’atmosfera che voleva lei:
“Ok Carter, vediamo se riesci a sciogliere un po' Sam dagli occhi blu seduto sul tuo divano” pensò. Decise invece che Lauryn Hill era perfetta, per cui lasciò il cd che era già nello stereo e fece partire la riproduzione: subito una voce calda, sensuale ed avvolgente invase la casa:

"You're just too good to be true
Can't take my eyes off  you.
You'd be like heaven to touch.
I wanna hold you so much.
At long last love has arrived.
And I thank God I'm alive.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off  you..." (1)

Sam fu colto alla sprovvista: prima il profumo stuzzicante di un cibo vero invece che il solito panino ed ora anche la musica adatta all’occasione; pensò:
“Accidenti e ora come faccio a non saltarle addosso appena esce dal bagno? Ok, ok pensa Sam pensa, devi trovare qualcosa da fare per tenerti impegnato!”
Decise di andare in cucina e preparare la tavola: cominciò a cercare fra i pensili, i cassetti e gli armadi finchè non ebbe perfettamente apparecchiato. Stava ammirando il suo lavoro, soddisfatto, quando lei finalmente ritornò:
-Wow che servizio!- disse mentre andava  a controllare la pasta.
-Ho pensato di apparecchiare nel frattempo.- si giustificò incerto Sam.
-Hai fatto benissimo. Siediti è pronto.- lo invitò lei. Dopo di che preparò i piatti, mise in tavola una bottiglia di Chianti che aveva portato dall’Italia l’estate passata e raggiunse Sam a tavola.
-Chianti?- chiese lui incuriosito.
-Si, è un vino italiano. Mia madre era italiana. L’estate scorsa sono stata un mese a casa dei miei nonni in Toscana. Quello è un souvenir. Ma ora tu sai più o meno tutto di me e io non so quasi nulla di te. Dai racconta!-
-Beh la storia della mia vita è..è una storia lunga.- divagò Sam nella speranza di ovviare l'argomento.
-Pensi che riuscirò a dormire dopo quello che è successo stasera? Ho tutta la notte a disposizione! Dai racconta!- insistette lei.
-Ok, ok.- Sam si arrese e cominciò:
-Beh, io e mio fratello facciamo questo lavoro praticamente da sempre. E' stato nostro padre ad insegnarci tutto quello che sappiamo, l’agenda che hai visto in camera nostra è sua. Lui iniziò a cacciare demoni in cerca di quello che uccise nostra madre quando io avevo 6 mesi....-  mentre parlava pensò che, forse, non era il caso di darle tutti quei dettagli sulla morte della madre, ma fissando gli occhi grigi di Allison si rese conto che resistere sarebbe stato molto più difficile del previsto...anche se il pensiero di sua madre gli gonfiò il cuore di tristezza ed amarezza.
-E tu ti senti tremendamente in colpa per quello che è successo a tua madre. Conosco quella sensazione. Mi ha accompagnato per mesi, dopo la morte di mio padre. Ma, Sam tu non c’entri, inoltre avevi solo 6 mesi che...cosa...potevi...fare...aspetta…aspetta...- Il velo che aveva coperto i luminosi occhi di Sam mentre parlava di sua madre aveva inizialmente indotto Allison a cercare di consolarlo, ma poi  una folgorazione attraversò la sua mente:
-Tua madre è morta quando tu avevi 6 mesi? Com’è possibile? Sam, mia madre è morta nello stesso modo! Vuoi dire che anche lei è stata uccisa da un...accidenti!- Allison non sapeva cosa pensare, possibile che quella fosse solo una coincidenza?
Come se lui le avesse letto nel pensiero rispose:
-Lo so...ehm Dean ha trovato anche un'articolo sull'incendio di casa tua, in biblioteca. Comunque, non penso che sia solo una coincidenza..ma in ogni caso quella cosa ora non è più un problema, l’abbiamo eliminato tempo fa!-
Sam cercò le parole con estrema cura, senza scendere troppo nei dettagli: non fece riferimento ai poteri, al fatto che la porta dell’inferno si trovasse a pochi km da dove lei aveva sempre vissuto ed al fatto che le persone come loro (ormai non aveva dubbi sul fatto che anche Allison avesse dei poteri, si trattava solo di scoprire che cosa era in grado di fare) potevano essere il bersaglio preferito delle forze del male. In quel momento fu contento che il demone dagli occhi gialli si fosse concentrato su di lui: chissà cosa sarebbe successo se avesse scoperto di avere Allison a due passi dalla porta dell’inferno! Un senso di sollievo lo pervase: in qualche modo, anche se allora non si conoscevano ancora, era stato in grado di proteggerla.
-Oddio i miei sono stati ammazzati da demoni e spiriti e io me ne stavo qui…- solo in quel momento Allison collegò le morti dei suoi genitori e gli occhi le si riempirono di lacrime, ma non voleva piangere:
-Sam mi mancano così tanto!-
-Sì, lo so, anche a me...- cercò di calmarla stringendole forte le mani. Apparentemente funzionò, perché lei lucidamente disse piano:
-Sai cosa penso? Penso che loro, i nostri genitori, siano sempre con noi, che vigilino su di noi e ci proteggano. Puoi metterli in paradiso o su una stella, dove vuoi. Personalemte ho bisogno di credere che mio padre sia con me tutti i giorni alla Carter Tools perché se sapessi di essere sola non potrei prendere tutte quelle decisioni che prendo quotidianamente e che influenzano anche la vita di tutti quelli che ci lavorano; ho bisogno di credere che mia madre sia al mio fianco giorno dopo giorno per darmi la forza di cui ho bisogno.-
Allison stava raschiando tutta l'energia che aveva in corpo per non piangere, per non crollare, cosa che le risultò ancora più difficile quando Sam fissò i propri enormi occhi blu nei suoi.
-Ok, per stasera può bastare, non ti chiederò come mai questi demoni ce l’hanno con i miei genitori.- Allison si abbandonò sulla sedia e respirò profondamente, per raffreddarsi un poco, poi continuò, desiderosa di cambiare argomento:  
-Perciò tu e Dean girate in macchina gli Stati Uniti in cerca di qualcosa di sopranaturale da eliminare? Sam è…è assurdo. Se non fosse per quello che ho visto stasera penserei che sei matto.-
-Lo so sembra fuori da ogni logica ed è veramente dura, voglio dire sei sempre in giro alla ricerca del male, ma quando sai di aver salvato la vita di qualcuno, che qualcuno vivrà per merito tuo, vedere la gratitudine nei loro occhi…questo ti ripaga di tutti i sacrifici…beh, quasi tutti.-  Non gli era mai capitato di aprirsi così con una persona appena conosciuta, ma aveva l'impressione che di fronte ad Allison il filtro che si trovava fra il suo cervello e la sua bocca smettesse improvvisamente di funzionare; questa cosa lo impauriva un po' ma allo stesso tempo lo sollevava, perchè gli permetteva di liberarsi di un peso che gli premeva costantemente il cuore. Quel "quasi tutti" era riferito alla morte dei suoi genitori: entrambi, in circostanze differenti, avevano sacrificato la propria vita per salvarla a lui e a suo fratello. Se la madre di Allison era morta in un incendio quando lei aveva 6 mesi, doveva essere stato Azazel ad ucciderla e questo voleva dire che uno dei genitori della ragazza dieci anni prima aveva fatto un patto con il demone per salvare la vita di qualcuno. Sam decise, però, di tenere per sè anche questo...piccolo particolare: per quella sera c'era già abbastanza carne al fuoco ed aggiungere anche della benzina avrebbe solo peggiorato le cose. Aveva, invece, una domanda che gli frullava nella mente e a quel punto non ce la fece più a tenerla per sé:
-Senti, avrei una domanda...puoi anche non rispondermi se vuoi. Prima nel parcheggio del motel hai detto che solo un’altra persona nella tua vita ti chiamava Ally…- mentre parlava la sua mente recitava silenziosamente una preghiara: "Ti prego dimmi che era uno dei tuoi genitori!". Trasse un profondo sospiro di sollievo quando lei rispose:
-Mio padre…era mio padre. Lui mi chiamava sempre Ally.- rimase in silenzio per qualche secondo poi riprese:
-Ma non ti preoccuppare, va bene così, mi piace quando mi chiami Ally.- e sorrise.
"Accidenti quando sorride è ancora più bella!!” pensò Sam mentre il suo cuore accellerava paurosamente la frequenza dei battiti come se volesse saltargli fuori dal torace.
Si fissarono negli occhi per un lungo momento, restando in silenzio, come se quel silenzio in realtà potesse sussurrare loro quello che provavano l’uno per l’altra in quell’istante. Entrambi si sentivano come se una corda dolce e vellutata ma nello stesso tempo forte ed indistruttibile improvvisamente li avesse legati insieme.
Affondando negli occhi grigi e sconfinati di Allison per la prima volta da quando quella mattina l’aveva incontrata i lacci che stringevano il cuore e lo stomaco di Sam si allentarono. Con una luce brillante negli occhi che ora sembravano ancora più grandi, Allison si alzò dal tavolo e si avvicinò a Sam, gli prese la mano stringendola forte e  lo accompagnò sul divano dove lui si sedette.
Questa volta fu Sam a dover fare appello a tutta la forza che aveva in corpo per non rovinare quel momento: il suo istinto (che stranamente aveva la voce di suo fratello; “Chissà perché?” si chiese) gli diceva di andare avanti, di portarla di sopra e fare l’amore con lei tutta la notte, ma il suo cervello ed il suo cuore glielo impedirono, non doveva essere la storia di una notte: non con lei!
Mentre tutti questi pensieri turbinavano nella mente di Sam come un uragano, Allison aveva spento lo stereo e finalmente si stava accoccolando di fianco a lui; coprì entrambi con il piumino che teneva sempre a portata di mano, gli prese il braccio e lo sollevò intorno alle proprie spalle, poi si allungò per dargli un bacio: in quel momento lo stomaco di Sam fece una capriola e lui si sentì invadere completamente da un’esplosione allo stesso tempo di pace e liberazione: la strinse forte a sè.
Si addormentarono così: rannicchiati su un divano troppo piccolo, stretti l'uno all’altra ma in pace.

(1) "Can't Take My Eyes Off You" 1967 scritta da Bob Crewe e Bob Gaudi. La versione a cui faccio riferimento è, ovviamente, quella del 1998 di Lauryn Hill (album "The Miseducation of Lauryn Hill)

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Capitolo 5
*** Where It Began ***


WHERE IT BEGAN WHERE IT BEGAN

"Sam…Sam!!”
Sam si svegliò di soprassalto tutto sudato: aveva sentito distintamente la voce di sua madre che lo chiamava.
In pochi secondi ricordò dove fosse e realizzò che doveva aver sognato: era semisdraiato sul divano di Allison con lei che dormiva beatamente abbracciandolo. Sì, decisamente aveva sognato. 
Guardò l’orologio: le 4,30 del mattino. Provò ad alzarsi senza svegliare Allison, ma questo compito fu più difficile del previsto dal momento che ogni articolazione che aveva in corpo era completamente anchilosata.
“Accidenti non ho più l’età per dormire...in posti così piccoli!” pensò mentre adagiava delicatamente la testa della ragazza sul bracciolo del divano. Ricordò con amarezza anche i sedili dell'Impala che troppo spesso l'avevano accolto durante la notte.
Stiracchiandosi si diresse in cucina per fare il caffè e delle ricerche: la sera prima aveva visto il portatile di Allison sul tavolo della sala, così, il più silenziosamente possibile, portò il computer in cucina e lo accese.
Quando ebbe una tazza di caffè fumante sotto il naso si collegò ad internet e cominciò a cercare informazioni su demoni europei, leggende, miti animali e tutto quello che gli veniva in mente, dal momento che non aveva a portata di mano nè i suoi libri nè il giornale di suo padre. Nonostante tutto fu letteralmente sepolto dall'enorme quantità di credenze popolari, superstizioni e leggende che caratterizzavano la mitologia europea; scoprì che probabilmente il gytrash aveva origine celtiche, dal momento che i paesi nelle cui culture si ritrovavano tracce di questo spirito erano più o meno gli stessi che tali popolazioni attraversarono durante la loro espansione all'interno del vecchio continente.
Continuò le sue ricerche fino a quando non sentì dei rumori in soggiorno; Allison si era svegliata ed evidentemente anche lei era tutta rotta perché Sam sentì i suoi lamenti:
-Ahi! Aho! Cavolo non ho più l’età per dormire sul divano e adesso mi metto anche a dare la caccia ai fantasmi! Brava Carter, complimenti!-
Sam stava per chiamarla, ma si interruppe quando sentì che lei non aveva finito:
-Che delusione Carter hai il fisico di un’ottantenne e poi pretendi che Sam dagli occhi blu si accorga di te!-
-Cosa?- disse lui dalla cucina, sorridendo e facendo finta di non aver capito le sue parole.
-Sam!! Oh mio Dio! Mi hai spaventata a morte! No niente…come stai? Hai dormito…ehm...voglio dire…insomma...OK!! MI FACCIO UN CAFFE’ TU LO VUOI!!?- chiese, quasi urlando, mentre entrava in cucina visibilmente imbarazzata.
-Veramente, mi sono già servito!- rispose lui.
-Hai fatto benissimo.- Poi, incapace di tenere per sè quel dubbio che l'attanagliava, continuò: -Ascolta Sam, per ieri sera, io…non so…forse tu...ti aspettavi...che...noi...voglio dire...- "Accidenti che risveglio traumatico!" pensava mentre cercava, inutilmente, di dare un senso alle sue parole.
Per fortuna lui, vedendola in difficoltà,  intervenne risoluto ma tranquillo: 
-Non mi aspettavo assolutamente niente!- 
-Ok, bene.- rispose semplicemente Allison, felice di potersi voltare per preparare un caffè anche per sè, in modo che lui non vedesse l'imbarazzante tonalità di rosso che aveva assunto il suo viso.
Quando anche la ragazza ebbe una tazza di caffè nero fumante davanti , lui la mise al corrente dei risultati delle sue ricerche:
 -Mi sono svegliato presto.- cominciò a spiegare, sorvolando sul fatto che la causa di quella levataccia era stata sua madre che, in sogno, gli aveva detto frasi per lui senza senso.
-Non riuscivo a dormire...- mentì -non capisco perché il gytrash ce l’ha con te, Ally. E’ una cosa che non ha alcun senso. Allora ho pensato di fare qualche ricerca in internet. Ho visto il tuo computer ieri sera. Spero non  ti dispiaccia.-
-No figurati, anzi. Cos’hai scoperto?- chiese lei curiosa sedendosi accanto a lui.
-Allora, il gytrash è uno spirito di origine europea, per la verità. Se ne trovano tracce anche nella cultura spagnola e francese oltre che in quella anglosassone. Ho il sospetto che già i Celti avessero scoperto la sua esistenza. E poi sta a sentire: può presentarsi sotto forma di grosso cane nero, cavallo o, tieniti stretta... mulo!-
-Ma un mulo non fa paura!-  disse Allison perplessa.
-In effetti…quindi abbiamo scoperto di avere a che fare con uno spirito che si presenta sotto forma di grosso cane, cavallo o mulo;  aggredisce i forestieri, provocando incidenti mortali. Questo è quello che sappiamo. Quello che non sappiamo è cosa ne faccia delle sue vittime e perché, perché ce l’ha con te, e soprattutto come si distrugge!-
-Cioè le cose più importanti!- riassunse lei avvilita.
-Tranquilla, scopriremo tutto quello che ci serve! Allora, andiamo a buttare giù dal letto mio fratello?-  rispose Sam nel tentativo di risollevarle il morale.
-Andiamo.- acconsentì Allison.
Nel giro di 5 minuti erano già al motel. Prima di aprire la porta della camera ed entrare, Sam, con aria interrogativa si voltò verso Allison  che era rimasta un po' indietro:
-Forse è meglio che io aspetti qui, sai…almeno finchè non sono sicura che Dean sia vestito!- spiegò lei.
-Ok- rispose lui sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta nella stanza vide che Dean stava ancora dormendo profondamente, per cui gli si avvicinò e cercò di svegliarlo:
-Dean! Dean dai svegliati, dobbiamo andare!-
Niente, Dean non si muoveva neanche. A quel punto Sam gli mise due dita sulla gola per cercare di sentire il polso carotideo, non pensava davvero che fosse morto, ma d’altra parte ne aveva viste troppe in vita sua per escludere qualcosa a priori. Bene, suo fratello era ancora vivo.
-Dean!- gridò più forte: niente
-Dai bello sveglia!- riprovò, questa volta scuotendolo.
-Oh, oh, che c’è, dove…- finalmente Dean si svegliò, si guardò intorno, e, quando vide Sam seduto sul proprio letto ancora in ordine, disse esultando:
-Wow! E vai fratello! Allora com’è andata?- 
-Non lo saprai finchè avrò la forza per respirare!- sbottò Sam senza troppi complimenti.
-E dai non puoi non….-
-Muoviti, dobbiamo andare, vestiti!- lo interruppe bruscamente Sam che non aveva la benché minima intenzione di discutere dei suoi sentimenti per Allison con suo fratello.
-Va bene…stallone. Ok ora vado in bagno, sono pronto in due minuti.-
Quando uscì dal bagno Dean era perfettamente sveglio e perfettamente non rassegnato di fronte ai rifiuti di Sam di raccontargli tutti i dettagli della sera prima. Uscì dalla stanza e, dirigendosi verso l’Impala, salutò allegramente Allison:
-Buongiorno raggio di sole. Dormito bene?-
Lei rimase a bocca aperta:
-Buongiorno...- e guardò Sam:
-Tranquilla, tutto sotto controllo.- cercò di rassicurarla lui, poi mentre saliva  sull'Impala accanto a Dean le disse:
-Ti seguiamo. Andiamo al punto dell’ultimo incidente.-
-Ok, ma non dovevamo andare alla casa abbandonata noi?-
-Non vorrai mica andarci  disarmata?- le chiese Dean serio.
-Per carità!- rispose Allison sarcastica.
Quando i due ragazzi furono in macchina tranquilli, Dean tornò alla carica più elettrizzato di prima:
-Allora fratello, dai racconta!-
Ma evidentemente Sam aveva altri pensieri per la testa, o magari fece finta di non capire, perché gli rispose:
-Allora ho scoperto che questo gytrash era diffuso non solo in Inghilterra, ma anche in Francia, Irlanda e Spagna….- mentre parlava, Dean cercò di interromperlo:
-Sam io non…- ma Sam non ne voleva sapere e continuò come un fiume in piena:
-No aspetta, stai a sentire! Aggredisce i forestieri. E questa cosa non mi convince perché dove siamo stati attaccati ieri sera io ed Allison non era fuori dal territorio di Afton, quindi lei in teoria non era “forestiera” in quel caso. Come mai, allora, il gytrash puntava solo lei se ero più forestiero io per esempio? Poi ho scoperto che si può presentare sotto forma di cane, cavallo o mulo!- si interruppe qualche secondo (durante i quali Dean alzò gli occhi al cielo) poi riprese: -Purtroppo non ho trovato niente su possibili veicoli che possano contenerlo o trasportarlo, nè su come eliminarlo.-
-Fammi capire, sei stato tutta la notte a casa con lei da solo e hai fatto delle ricerche? Delle ricerche Sam?!! Ma come fai ad essere mio fratello?!!- Dean quasi stava gridando indignato.
-No beh, abbiamo dormito, poi mi sono svegliato..- cominciò Sam tranquillamente, poi si interruppe ed inveì mentalmente contro sè stesso per aver abbassato la guardia.
-Dormito?! Oddio ancora peggio che fare delle ricerche!- ora Dean era avvilito.
A quel punto non aveva più senso stare sulla difensiva, per cui Sam cercò di salvare la situazione come meglio poteva:
-Dean smettila, prima di tutto non sono affari tuoi! E poi non voglio che sia la storia di una notte! Non con lei, dannazione!-
Nel sentire quelle parole un'espressione disorientata comparve sul volto di Dean:
-Allora è una cosa seria! Sam non ti…- sussurrò con un filo di voce e senza riuscire a terminare la frase.
Sam lo ignorò mentre guardava la foresta che correva veloce fuori dal finestrino della macchina.
Arrivarono sul posto dopo un paio di minuti. Accostarono e Dean spense il motore. Una volta scesi dall’Impala i due fratelli aprirono il baule e sollevarono un doppio fondo scoprendo un vero e proprio arsenale: nei vari scomparti erano alloggiati pistole semiautomatiche e meno recenti, doppiette, fucili a pompa, caricatori di proiettili in argento e cartucce riempite di sale, contenitori di acqua santa, coltelli, alcuni con la lama di argento altri di ferro, paletti di legno appuntiti, taniche di combustibile, sale, tanto sale e qualunque altra cosa che servisse per eliminare le creature soprannaturali.
-Allora cosa vuoi Sam?- chiese Dean.
-Prendo la mia 9 mm, poi vediamo…un coltello …lama di ferro....anzi fai due. Basta dovrei essere a posto.-
Sam si fissò la pistola alla cintura, mise un coltello nella tasca della giacca, mentre il secondo lo porse ad Allison, la quale  si era avvicinata a loro ed era rimasta  pietrificata alla vista di cosa contenesse lo scomparto segreto dell'Impala. Sam cercò di riportarla alla realtà:
-Ally?! Ally, prendi questo e tienilo a portata di mano può servirti. Ha una lama in puro ferro.-
-Eh? Ah sì il coltello…in ferro…sì, ora lo metto in tasca.- ribattè lei allibita
-Tutto bene?-
-Sì, si, certo io…vedo tutti i giorni arsenali nascosti dentro i bauli delle macchine!- rispose cercando di sembrare disinvolta.
-Bene se abbiamo tutto, io vado! Teniamoci in contatto- fece Dean mentre, anche lui, prendeva una pistola e due coltelli  dal baule e s'incamminava verso il bosco.
-Ok, ciao!!-
Sam ed Allison salirono sul fuoristrada di lei e si avviarono verso sud dall’altra parte di Afton. Si fermarono un minuto alla Carter Tools, giusto il tempo di avvisare che Allison non sarebbe andata in ufficio quel giorno. Dopo di che si immisero nuovamente sulla Highway 89 e la percorsero per altri 3 Km circa, poi svoltarono a sinistra in una stradina sterrata piena di buche.
Mentre fermava il fuoristrada, Allison disse:
-Ecco la casa è quella- ed indicò un rudere di due piani circondato da un porticato e che doveva risalire a metà del 1800. Era situata abbastanza all’interno rispetto alla highway 89 ed era completamente circondata dalla boscaglia che, a causa della prolungata incuria, si era arrogata il diritto di crescere selvaggiamente e liberamente.
Il tetto della casa era per metà distrutto, le finestre non avevano più i vetri ed il legno delle pareti esterne era tutto scuro per l’esposizione alle intemperie e la mancanza di manutenzione.
Scesero dal fuoristrada e Sam le disse:
-Ok Ally, seguimi, fai quello che ti dico e vedrai che andrà tutto bene.-
-Va bene- ribattè lei tranquillamente.
Si avvicinarono alla casa e salirono i due gradini che conducevano al porticato; il legno scricchiolava sotto i loro passi ed entrambi si muovevano con circospezione facendo attenzione a non rompere le assi.
Sam si guardò attorno: sui muri esterni della casa le macchie scure che aveva visto da lontano non erano causate dal tempo come aveva pensato inizialmente, ma in realtà erano chiazze di muschio e piante rampicanti che avevano coperto quasi tutta superficie anteriore della villa. Dalla finestra che stava sulla destra della porta d’ingresso si poteva vedere quella che una volta doveva essere stata la cucina, anche se ora regnava l’anarchia più totale della natura: insetti, piccoli roditori e animali della foresta dovevano aver utilizzato quella casa come riparo, indisturbati per chissà quanto tempo.
Mentre lui si dirigeva verso l’angolo della costruzione per vedere cosa ci potesse essere sul retro, Allison si avvicinò alla finestra sulla sinistra della porta d’ingresso e guardò dentro. Quando vide cosa conteneva quella stanza, decise che bisognava subito chiamare Sam:
-Sam..- disse in un sussurro, poi, dandosi della stupida perchè lì intorno non poteva esserci nessuno (...o magari niente) che non udisse anche un sussurro, disse a voce alta:
-Sam vieni qui, guarda!!-
Lui le si avvicinò e guardò dentro:
-Accidenti, è uno scheletro! Vieni entriamo, sul retro non c’è niente, solo giungla.-
Entrarono e si diressero immediatamente nella stanza dove avevano visto lo scheletro. Allison si chinò per studiarlo con attenzione:
-Era una donna a giudicare dalla forma del baccino. Inoltre doveva avere una certa età, perché la colonna vertebrale è curva, guarda!- disse indicando varie parti dello scheletro a Sam che l’ascoltava stupito. 
-Chissà da quanti anni è qui.- si limitò a rispondere lui, mentre cercava nella stanza qualche indizio interessante.
La sua attenzione fu attratta  da una cosa in particolare: un’urna rovesciata il cui coperchio era rotolato poco lontano. Quello che lo colpì furono i dipinti sulla superficie dell’urna: su un fondo di colore beige chiaro si distinguevano chiaramente tre figure, cioè un grosso cane nero, un molto più grosso cavallo anche lui nero ed infine un mulo, nero anche quello.
-Guarda Ally, scommetto quello che vuoi che il gytrash è arrivato negli Stati Uniti qui dentro!- disse Sam eccitato prendendo in mano l'urna.
-Già...- rispose lei assorta mentre stava ancora analizzando lo scheletro, poi proseguì sgomenta: -e magari questa povera donna è stata la sua prima vittima...-
Erano entrambi talmente concentrati nei rispettivi pensieri che, quando il cellulare di Sam squillò, fecero un salto per aria e l'urna rotolò in terra, senza rompersi per fortuna.
Sam rispose al telefono:
-Dean, accidenti ci hai spaventato a morte, cosa vuoi?- chiese ancora con il fiatone per lo spavento.
-Mi dispiace- il suo tono di voce era concitato: -Senti a che punto siete voi? Perché qui c’è qualcosa che dovresti vedere!-
Sam gli rispose mettendolo al corrente delle loro scoperte:
-A parte uno scheletro di chissà quanti decenni fà e l’urna tramite la quale quella cosa è arrivata qui…niente di particolare!-
Ma Dean era troppo concentrato sulle sue di scoperte per cui, poco in vena di convenevoli, proseguì come se non avesse neanche sentito quello che gli aveva appena detto suo fratello:
-Senti qui è un casino, ho trovato un cimitero di corpi ammassati in una caverna. Sam è un disastro, ci saranno scheletri di almeno un secolo! Saranno quasi un centinaio!- si interruppe per prendere fiato, quindi continuò, stando attento ad usare il singolare:
-DEVI venire subito!- 
-Dannazione!! Dove sei? Ti raggiungiamo.-
-Sono a circa un quarto d’ora di cammino dalla Highway 89. Non so esattamente, perché non ho seguito un sentiero segnato! Sam non penso che Alli…- ma il fratello non gli fece finire la frase:
-Aspetta! Ally conosci una caverna a circa 15 minuti di cammino dalla Highway 89?-
-Sì, ci passo spesso quando vado a fare le passeggiate a cavallo nella foresta.-
-Ok arriviamo!- e riattaccò. Poi si rivolse ad Allison-
-Andiamo, Dean ha trovato dei corpi nella caverna!-
Appena ebbe terminato quella frase si morse la lingua mentre pensava “Merda! Potevo essere più delicato e se fra quei corpi ci fosse anche suo padre?”
-Oh…oh.- fu tutto quello che Allison riuscì a dire.
Sam capì che lei doveva aver avuto lo stesso pensiero perchè, improvvisamente, si immobilizzò al centro della stanza come se non riuscisse neanche a respirare, lo sguardo fisso su di lui pallida come un lenzuolo.
Lui le si avvicinò, l’abbracciò più forte che poteva sperando che quel contatto la rinfrancasse un po', poi le prese le chiavi del fuoristrada dalla tasca della giacca e le disse:
-Ally, dobbiamo andare. Tranquilla affrontiamo una cosa alla volta. Ora dobbiamo raggiungere la grotta.-
Allison si riscosse e alzò lo sguardo fissando Sam negli occhi, poi finalmente riuscì a dare voce al terribile pensiero che le era precipitato nella mente come un meteorite dallo spazio:
-Oddio Sam, e se fra quei corpi ci fosse anche mio padre?- era sconvolta.

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Capitolo 6
*** Her Fear ***


HER FEAR HER FEAR

Sam afferrò gentilmente le spalle di Allison e le disse:
-Ascolta tu sei forte ce la farai, almeno adesso sarai sicura di quello che è successo. E poi io e Dean possiamo sconfiggere qualunque cosa abbia fatto del male a tuo padre, ma ora devi concentrarti!-
-Ok, ok.- rispose lei come in trance.
Si precipitarono in macchina e partirono a tutta velocità. Allison rimase in silenzio per tutto il tragitto, insofferente nei confronti di quell'insopportabile inerzia a cui il sedile del suo fuoristrada la costringeva.
Sam si accorse che lei era impaziente di arrivare alla caverna anche se non sapeva minimamente quale scenario avrebbero trovato.
Finalmente, dopo aver superato la strada sulla destra che portava al ranch, scorsero l’Impala di Dean  parcheggiata sulla banchina.
Mentre Sam fermava il fuoristrada vide Allison schizzare fuori prima ancora che il veicolo fosse completamente fermo e, come un fulmine, fiondarsi dentro la foresta:
-Ally aspettami non è una buona idea che tu vada avanti da sola!-
-Per prima cosa dobbiamo trovare il sentiero segnato, poi lo dobbiamo seguire fino alla caverna.- disse lei guardandosi intorno: non aveva neanche sentito le proteste di Sam.
-Ok, per cui proseguiamo verso est fino al sentiero?- chiese lui pazientemente cercando di ricordare il percorso che aveva fatto il giorno prima.
-Sì, vieni!- Allison si lanciò nuovamente fra la fitta boscaglia, mentre lui cercava di starle dietro.
Dopo circa tre minuti di cammino la ragazza sentenziò soddisfatta:
-Ecco il sentiero finalmente!- e si incamminò quasi di corsa verso nord lungo uno stretto percorso battuto e costeggiato da alberi che portavano una croce rossa sul tronco. Proseguirono ancora; nella foresta faceva freddo ed ogni loro respiro si trasformava in una nuvola di condensa, tuttavia Allison camminava spinta da una determinazione che colpì molto Sam, anche se lui conosceva benissimo la sensazione che la stava muovendo verso la loro destinazione.
Dopo diversi minuti di marcia arrivarono nella piccola radura dove si trovava la caverna:
-Eccoci!- disse Allison.
Dean era fuori che li aspettava e, nell’istante in cui li vide arrivare andò loro incontro con il preciso intento di impedire ad Allison di entrare:
-Ascolta non è un bello spettacolo lì dentro…- cercò di convincerla.
-Spostati!- disse lei secca.
-Non penso che tu...-  ma Dean non riuscì a terminare la frase.
-Spostati subito altrimenti ti stendo e passerò sopra il tuo corpo!!- rispose Allison rabbiosa fissandolo dritto negli occhi con aria di sfida. A quel punto Dean alzò le mani e si fece da parte per lasciarla passare. I due fratelli la osservarono entrare nella caverna implacabile come uno schiacciasassi.
-Sam stalle dietro, non so se ci sia suo padre lì dentro, ma è un posto decisamente raccapricciante…perfino per noi.-
Sam fissò suo fratello negli occhi il tempo necessario per cogliervi un velo di preoccupazione, poi corse dentro la caverna cercando di raggiungere Allison.
La caverna cominciava con un angusto e stretto cunicolo che mise a dura prova il metro e novanta di Sam. Dovette camminare leggermente curvo; in più era buio pesto e questo lo costrinse a procedere lentamente, per dare il tempo ai suoi occhi di abituarsi all’oscurità, e ad aiutarsi con le mani tastando le pareti in modo da poter avanzare con sufficiente sicurezza. C'era un pungente odore di muffa, faceva freddo e l'umidità penetrava nelle sue ossa come mille lame di rasoio; un brivido gli corse lungo tutta la schiena.
Si inoltrò sempre di più, finchè il cunicolo non si aprì in un ampia camera alta e più luminosa. Entrando vide  che anche Allison era appena arrivata. La ragazza era ferma a pochi metri dall’ingresso, pietrificata dalla vista agghiacciante che si schiudeva davanti a loro. Un’enorme quantità di corpi erano ammonticchiati ed abbandonati su tutto il terreno secondo uno schema temporale ben preciso: alcuni, quelli più vicini all’ingresso della camera, erano chiaramente esseri umani che sembravano mummificati, mentre dei corpi ammassati sul fondo era rimasto solo lo scheletro. Sam rimase senza parole.
Finalmente arrivò anche Dean:
-Dannazione saranno più di un centinaio. E sembrano imbalsamati, mummificati o qualcosa del genere. Ce ne sono di più recenti; guardate, questi due qui potrebbero essere i due dell’incidente dell’altra sera.- disse indicando due corpi completamente disidratati ma i cui indumenti sembravano meno rovinati degli altri. Allison si chinò sopra la donna:
-Non direi che siano stati mummificati oppure imbalsamati. Quelli sono procedimenti estremamente delicati e complicati. Sembra più che altro...- si interruppe mentre pensava, infine concluse: -che siano stati disidratati così velocemente da lasciar intatti tutti i tessuti.-
Alzò lo sguardo e vide che i due fratelli la fissavano con aria interrogativa.
-Laurea in scienza biologiche.- spiegò lei.
-Oh.- fecero Sam e Dean all’unisono.
A quel punto anche Sam si chinò su uno dei corpi più recenti per analizzarlo, poi disse:
-Difficile che un demone o uno spirito uccidano solo per un po' d'acqua. Secondo me quello che voleva il gytrash era la linfa vitale di queste persone. Forse ne ha bisogno per sopravvivere.-
Rivolse lo sguardo verso il punto dov’era Allison poco prima, ma lei aveva già ripreso la ricerca di ciò che le interessava e che monopolizzava i suoi pensieri: suo padre. La vide muoversi in quel labirinto terrificante con gli occhi bassi alla ricerca di qualche particolare che le permettesse di riconoscerlo.
Tutto d’un tratto lei si fermò e si chinò di fianco ad uno scheletro coperto da brandelli di vestiti. Sam, che la stava seguendo passo per passo, la vide rimanere perfettamente immobile per qualche minuto e poi spostare leggermente un brandello di tessuto di quelli che dovevano essere stati i pantaloni. Lui si sporse leggermente per cercare di vedere che cosa stesse cercando la ragazza: vide che a terra era caduto un ciondolo lucente di oro bianco raffigurante una foglia di edera.
Allison lo afferrò, si alzò di scatto e corse verso l’uscita. Sam decise che era meglio non cercare di fermarla, ma di seguirla fuori dove l’aria fresca le avrebbe permesso di respirare di nuovo.
Quando la raggiunse lei era chinata sulle ginocchia e singhiozzava. Evidentemente lo sentì arrivare perché si voltò e gli si buttò fra le braccia esattamente nel momento in cui lui stava per toccarla:
-Sam, è lui! Ho riconosciuto alcuni brandelli di abiti e questa.- gli disse tirando fuori dalla propria giacca la stessa catenina che lui aveva visto fra i resti nella caverna. Poi gli spiegò: -Mio padre ne regalò una uguale a mia madre, poi, dopo la sua morte lui la teneva sempre con sé, non se ne separava mai!- dicendo questo aprì il pugno sinistro e gli mostrò il ciondolo che aveva raccolto nella caverna.
Sam le si avvicinò ancora di più e la strinse in un lungo abbraccio caldo e rassicurante e lei gli si aggrappo con tutte le sue forze. Capiva esattamente come si sentiva Allison in quel momento, comprendeva in pieno cosa volesse dire quel frastuono assordante di eventi ed emozioni. Quell’abbraccio durò fino a quando lei non smise di tremare e non riprese il controllo dei suoi pensieri e delle sue emozioni.  
Nel frattempo Dean li aveva raggiunti fuori dalla caverna; a quel punto Allison si era calmata, ed anzi era perfettamente padrona di sé quando, con un fuoco che le brillava negli occhi grigi, chiese rivolta ai due fratelli:
-Ok come facciamo per rispedire quel bastardo all’inferno da dove è venuto?-
Sam la fissò negli occhi e rispose allarmato:
-Whoa, whoa frena frena! No Ally è troppo pericoloso non posso permetterti di aiutarci. Potrebbe succederti qualcosa!-
-Sam quella cosa ha ucciso mio padre! E poi l’ha nascosto! Per tre lunghi anni ho pianto su una tomba vuota! Mi dispiace ma non potrai dire nulla che mi convinca a restare qui a guardare!-
-No Ally…- ma Sam venne interrotto dalla voce grave ma decisa di Dean:
-Ha ragione, Sam, senza di lei non ce la possiamo fare.-
Sam si voltò sbalordito verso suo fratello fissandolo negli occhi:
-Dean non possiamo permettere che Ally rischi la sua vita. Questo lavoro è una nostra decisione! Quel demone ha ucciso decine di persone!-
-Già fra le quali mio padre! Sam devo farlo. Devo aiutarvi. Smettila di volermi proteggere a tutti i costi! Io non voglio essere protetta maledizione!! Tu più di chiuncque altro dovresti capire!!- riprese la ragazza più decisa che mai.
-Sam ascolta- disse Dean con calma -da quello che mi hai raccontato sull’urna che avete trovato nella casa abbandonata l’unico modo per uccidere il gytrash è distruggerla. Ma se  non sappiamo dov’è questo figlio di puttana, se non lo attiriamo in una trappola non servirà a nulla rompere l’urna, anzi sono convinto che  questo lo renderbbe indistruttibile. Il punto è che in qualche modo dobbiamo rinchiuderlo nuovamente li dentro e solo dopo distruggere l'urna.-
Allison aveva già capito il piano di Dean:
-E siccome lui cerca me per qualche strano motivo, io farò da esca mentre voi gli darete quel che si merita! Giusto?- disse guardando Dean in cerca di una conferma.
-Esatto.- rispose lui.
Sam fissava entrambi attonito, infine si arrese:
-Ok avete vinto. Ma tu fratello dovrai arrangiarti da solo, perché io non ho intenzione di mollarla neanche per un secondo!-
-Bene, sentite come faremo: tu Allison dovrai fare da esca per lo spirito e, siccome stiamo parlando di uno spirito  che si presenta sotto forma di cane, ti consiglio di venire a cavallo.-
-Non c'è problema!- acconsentì lei rincuorata. I suoi cavalli la facevano sentire più al sicuro…o magari meno in pericolo.
-Mentre tu e Sam siete al ranch a prepararvi io vado alla casa abbandonata a prendere l’urna e la porto qui. Appena pronti ci incamminiamo nella foresta. Secondo me quel brutto figlio di puttana è più vulnerabile vicino alla sua tana, quindi l’urna...ed io staremo qui-
Poi rivolto ad Allison:
-Allison, riesci a girare intorno a questa radura fino a che il gytrash non si fa vivo? In questo modo sarai vicino a noi e, se ci fosse bisogno, potremo intervenire velocemente. Sam, cosa ne pensi?-
-Ally?- chiese Sam senza troppa convinzione.
Lei annui pazientemente aspettando il resto del piano, ed infatti Dean continuò:
-Bene, allora quando quello stronzo si fa vivo, tu Allison ti fai seguire fin qui, dove noi gli prepareremo una bella festa a sorpresa! Eh, come va secondo voi? Siamo tutti d’accordo?- concluse Dean soddisfatto.
Sam sembrava incerto ma alla fine disse riluttante:
-Va bene-.
-Benissimo! Allison?-
-D’accordo!-
-Perfetto!- disse Dean alla fine soddisfatto.

Alle 8 di sera erano tutti e tre al ranch e, mentre Allison si preparava, Sam e Dean si spartirono le armi: Sam optò per un fucile caricato con proiettili di sale, due coltelli con lama di ferro dei quali uno lo fissò alla sua caviglia  e una generosa scorta di sale che andò a riempire il suo zaino. Dopo di che entrambi raggiunsero Allison in scuderia. Lei era ferma davanti ai box dei suoi cavalli e stava pensando ad alta voce:
-Ok cane nero, grosso, foresta…decisamente tocca a te Breath!!-
Tirò fuori One Breath e la legò in mezzo al corridoio della scuderia. Dean sembrò scettico su questa decisione:
-Sei sicura che non sia meglio un cavallo bello grosso…?-
-Perché? Lei corre come cento cavalli messi insieme te lo posso assicurare!! Vero Breath?-
Neanche avesse capito quelle parole One Breath cominciò a battere gli zoccoli sul pavimento impaziente di dare dimostrazione delle sue qualità.
-Ok, come vuoi!- Dean alzò le mani in segno di resa, dopodichè si avvicinò a Fallen Angel il quale, da dentro il suo box, assisteva tranquillo a tutta la discussione:
-Ehi amico, come va?- e gli fece un grattino dietro l’orecchio. Il puledro sembrò gradire particolarmente quell’inattesa attenzione e gli stampò una leccata in piena faccia:
-Ehi vacci piano bello!!- lo ammonì Dean con un’espressione di disapprovazione sul viso. Dopo che si fù ripulito chiese ad Alison:
-Maschio o femmina?-
Lei rispose subito:
-Maschio!!- poi precisò -Stallone!!-
-Lo sapevo! Ci siamo capiti subito io e te, vero? Ehi, è dura lo so, amico, mantenere certi standard,  ma qualcuno lo deve pur fare!!-  disse scherzosamente lui con un tono di voce spavaldo. Poi chiese incuriosito: -Cosa vuol dire la “C”?- 
-Cosa? Quale C? Ah, quella alla fine dei nomi! Non ne ho la più pallida idea. Siccome ce l’hanno entrambi significa che vengono dallo stesso allevamento. Mio padre li comprò al nord, mi pare, ma non fu preciso quando gli chiesi da dove venissero. Non mi sono mai posta troppe domande, in fondo i cavalli hanno certi strani nomi…-
-Umh. Sì...forse...- fece Dean pensieroso.
Nel frattempo Allison aveva finito di preparare One Breath e  stava indossando un paio di lunghi speroni ma fu distratta da una rampata della cavalla:
-Lo so Breathy, ma devo essere certa che tu corra come non hai mai fatto in vita tua. Mi dispiace, cercherò di fare piano, ok?- e le diede un'affettuosa carezza sulla fronte.
-Pronta!- disse infine.
-Bene io allora vado. Ci vediamo qui fra 10 minuti. Sam, teniamoci in contatto, ok?- ribattè Dean.
-Ok, ci sentiamo.-  gli rispose Sam.
Intanto Allison si stava avviando verso il campo per riscaldare la cavalla; le ci vollero pochi minuti, perché non voleva stancarla troppo. Quando uscì si rivolse a Sam:
-Ok come funziona ora?-
-Allora, prima di tutto prendi il cellulare con gli auricolari: non voglio perderti neanche per un istante, parlami sempre, capito?-
Allison si fissò gli auricolari del cellulare sotto la cuffia.
-Poi, scendi che ti metto questo.-
Sam trasse di tasca il secondo fodero con il coltello che aveva preso dall’arsenale sull’Impala. Come lo vide Allison cercò di protestare:
-Ehi, Sam io non ho mai usato armi, non saprei come fare!-
-Senti, è solo un coltello e poi non ci penso neanche per un minuto a lasciarti là in mezzo disarmata. Ho bisogno di sapere che puoi difenderti se io non sono lì con te! Usalo non pensarci troppo, capito?- Sam era deciso e non avrebbe ammesso altre proteste, per cui Allison si rassegnò:
-Va bene, va bene.-
Scese da cavallo e lasciò che Sam le fissasse allo stivale il fodero con il coltello.
Quando finì lui si rialzò, la squadrò per bene e disse:
-Ok direi che non assomigli per niente ad un’ottantenne!-
Il volto di Allison arrossì violentemente, mentre risaliva a cavallo; tuttavia decise di non approfondire cos'altro avesse udito Sam delle lamentele che aveva fatto quella stessa mattina svegliandosi.
In quel momento Dean fu di ritorno con una sacca. Si avvicinò a loro e disse, indicando il proprio bagaglio:
-Tutto pronto e voi?- poi notato il colore imbarazzante del volto di Allison aggiunse: -Cosa è successo?-
-NIENTE NIENTE- quasi gridò lei in preda alla vergogna. Poi continuò: -Abbiamo tutto?-
 -Direi di si. Noi ti seguiremo da lontano. Ma come facciamo per arrivare alla radura? Non c’è una scorciatoia, tipo?- chiese Sam.
-Per raggiungere la caverna da qui, dovete seguire il sentiero segnato in blu verso est e poi quello rosso che abbiamo preso noi questa mattina fino alla caverna.-
-Ok, ora prova a chiamarmi- disse Sam.
-SAM!- disse Allison ad altavoce nel microfono degli auricolari per attivare il servizio di chiamata rapida. Dopo pochi secondi sentì il segnale di libero, poi la voce di lui risponderle:
-Mi senti?-
-Forte e chiaro!-
-Pronta?-
-Nata pronta!!- rispose lei con sicurezza.
Partirono: Allison e One Breath andarono avanti di buon passo mentre i due fratelli le seguivano da una certa distanza…ma neanche poi troppa.

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Capitolo 7
*** Demon's Eyes ***


DEMON'S EYES DEMON'S EYE(1)

La radura della caverna distava circa 10 minuti di cammino dal ranch. Durante il tragitto Sam ed Allison erano in costante contatto telefonico:
-Dunque sono fra le chiamate rapide della tua rubrica?- le chiese Sam sorridendo. Dean alzò gli occhi al cielo, ma quella domanda allentò un poco la tensione.
-A quanto pare..- rispose  lei cercando meglio che poteva di ostentare indifferenza, anche se in realtà stava arrrossendo; per fortuna però, quello, Sam e Dean non riuscirono a vederlo.
-Bene! Come va là davanti Ally. Tranquilla?-
-Sì come no! E' notte, ci saranno dieci gradi sotto zero e sono nella foresta a fare da esca per un cane spirito che non si sa perché mi vuole morta. Direi che tutto sommato potrebbe essere peggio...potrebbe piovere(2), no?-
-Beh, se sei in grado di fare del sarcasmo vuol dire che tanto preoccupata non sei! Bene, meglio così.- Sam si tranquillizzò un poco.
Nonostante anche il fratello indossasse gli auricolari, Dean aveva sentito il commento della ragazza, e pensò "Se comincia a piovere davvero la uccido con le mie mani!"
La foresta era buia e faceva freddo; per fortuna la luna piena rischiarava un po' il sentiero. Quando arrivarono nei pressi della radura Allison avvisò i ragazzi:
-Siamo arrivati, voi proseguite dritto e sbucherete direttamente di fronte alla caverna. Io seguo il sentiero sulla destra e comincio a girare intorno.-
Una volta arrivati alla radura Dean e Sam cominciarono a prepararsi: Dean trasse dalla sacca l’urna e la sistemò per terra vicno a sé, poi, freddo e concentrato sul piano, controllò la sua arma, un fucile a pompa caricato con proiettili d’argento, sembrava tutto a posto quindi, fece scorrere indietro l’astina in modo da inserire il primo colpo nella camera di fuoco. A questo punto non gli restava che aspettare, per cui si sedette pazientemente su un sasso vicino all'ingresso della caverna.
Nel frattempo Sam aveva disegnato sul terreno un cerchio con del sale attorno a sè e a Dean; si sentiva, comunque, in fibrillazione e continuava a chiedere ad Allison dove si trovasse. Dopo la centesima volta che le rivolgeva la stessa domanda, si trovò fra due fuochi:
-Sam, sono dieci metri più avanti di dov’ero dieci metri fa quando mi hai fatto la stessa domanda l’ultima volta!- gli rispose Allison esasperata.
-Dai fratello lasciala respirare! Se la caverà benissimo!!- lo rimproverò Dean.
Sam ignorò entrambi i commenti, si zittì ma continuò a passeggiare avanti e indietro come un leone in gabbia.
I muniti divennero quarti d’ora, ma del gytrash nessuna traccia, i ragazzi cominciarono ad avere freddo e Dean cominciò a nutrire qualche dubbio sul suo piano:
-Sam, qui non succede niente. Non è che questo spirito è più intelligente di quel che pensavamo e ha capito che è una trappola?- chiese un po' in ansia.
-No, secondo me sta solo aspettando il momento giusto.- cercò di tranquillizzarlo Sam. Poi, sopraffatto dalla curiosità, rivolse lui una domanda al fratello:
-Senti Dean, ma secondo te cosa succederà?-
Dean rispose senza esitazioni:
-Non me lo chiedere, Sammy, ma secondo me ci sarà da ballare! Dannazione si è anche alzato il vento!- protestò poi rabbrividendo e chiudendosi completamente la giacca di pelle, quindi si alzò e cominciò anche lui a camminare nervosamente avanti e indietro per cercare di scaldarsi un poco. Per tutta risposta Sam lo guardò in tralice: non sopportava quando suo fratello lo chiamava "Sammy".
Ormai era mezz’ora che Allison girava intorno alla radura e cominciava ad avere mal di schiena, dal momento che una sella non era la cosa più comoda su cui stare seduta per delle ore.
Poi, improvvisamente un brivido gelido scosse il suo corpo; lei allertò tutti i suoi sensi al massimo, poi quando fu sicura disse:
-Ragazzi...lo sento arrivare!-
-Che vuoi dire? Lo vedi arrivare, forse. Gli spiriti non fanno rumore!- la corresse Sam.
Allison fermò One Breath che ubbidì tesa come una corda di violino: ogni singolo muscolo del suo scattante corpo pronto a contrarsi al minimo comando ed orecchie rivolte in avanti come se sapesse già cosa sarebbe comparso fra gli alberi. Poi il cielo fu squarciato da un lampo bianco e proprio davanti a loro, a circa 50 m, comparve il gtrash immerso nella sua aura bianca, ma non come cane, bensì come cavallo, un enorme cavallo nero:
-Merda!- esclamò Allison.
-Ally, cosa c’è?- la voce di Sam era allarmata.
-Sam, cosa succede?- chiese Dean irrequieto.
-Sam è un cavallo!- 
-Cosa?-
-E’ un cavallo, non è il cane!-
-Merda!- concordò Sam.
-Allora?- insistette Dean che si sentiva sempre più ansioso non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
Fra gli alberi One Breath cominciò a raspare il terreno impaziente ed Allison ebbe la sensazione che, se avesse potuto, la sua cavalla si sarebbe coraggiosamente scaraventata contro il  gytrash a tutta velocità per affrontarlo direttamente. La ragazza e lo spirito si studiarono da lontano per un lungo istante: lei non si aspettava di dover combattere ad armi pari, ma in quel momento, fissando lo spirito negli occhi neri e profondi come un’abisso, ebbe la conferma che lui voleva la sua morte.
Con calma si rivolse a Sam:
-Sam ascolta, non mi seguirà fin sotto alla caverna. Là si sente troppo vulnerabile. Devo portarlo fino alla radura che c’è più a sud.-
-Ally, come lo sai, non…-
-Lo so e basta! Zitto e ascolta! Dovete correre più veloce che potete in direzione sud, sbucherete esattamente al centro di un’altra radura. Io vedo di tenerlo a bada fin che posso poi vi raggiungo. Sam, fate presto non so quanto potrò resistere!-
Mentre ascoltava Allison al cellulare, Sam prese l'urna e la infilò nuovamente nella sacca, poi riferì velocemente a Dean quello che gli aveva detto la ragazza. Fiondandosi in mezzo alla foresta dietro a suo fratello Dean si lamentò:
-Ma perchè non ci capitano mai lavori normali su una bella e calda spiaggia della Florida per salvare una tranquilla ed indifesa bella ragazza?-
-Zitto e corri!- lo riprese il fratello.
Nel frattempo Allison, ferma fra la fitta boscaglia, non si sentiva per niente spaventata, anzi sapeva esattamente cosa fare. Puntò gli speroni nella pancia di One Breath con tutta la sua forza: bisognava cominciare a correre. La cavalla non aspettava che quel comando e, come un’esplosione, schizzò in avanti e cominciò a  zigzagare fra gli alberi agli ordini di Allison. Acquistavano sempre più velocità e la ragazza aveva la sensazione che gli zoccoli di One Breath non toccassero neanche terra: aveva la senszione di volare. Allison si aspettava di vedersi piombare il gytrash di fronte da un momento all’altro, dopo tutto era pur sempre uno spirito e quindi non rispondeva alle naturali leggi della fisica alle quali invece lei e One Breath dovevano irrimediabilmente sottomettersi. Tuttavia ad ogni controllo che faceva della situazione alle sue spalle, notava che lo spirito non recuperava terreno: fu contenta, stupita, ma anche preoccupata perché sapeva che la sua mortale cavalla non avrebbe potuto resistere ancora a lungo mantenendo quella velocità.
Per fortuna Sam e Dean impiegarono poco per raggiungere alla radura più a sud:
-Ally, ci siamo. Siamo pronti!-
-Ok, bene. Arrivo.-
Siccome aveva preso la direzione sud-est per guadagnare terreno e lasciare i due fratelli tranquilli mentre correvano verso il punto designato, Allison svoltò bruscamente a sinistra, verso ovest, e in pochi secondi sbucò in un grande spazio privo di alberi. Con tutto il fiato che aveva in corpo gridò rivolta a Dean e Sam:
-Non sparate!! NON SPARATE!-
-Ehi, ma cosa le prende?- Dean era allibito, come del resto anche Sam:
-Ally cosa stai dicendo?-
Lei arrestò One Breath a pochi metri dal cerchio di sale nel quale si trovavano i due fratelli. L'urna era vicino a loro ma fuori dal cerchio. La ragazza si voltò e, con una calma surreale visto quello che stava accadendo, entrò anche lei all’interno del cerchio. Scese da cavallo mentre Sam la fissava e le chiedeva ancora:
-Ally, cosa…succede?-
A quel punto anche il gytrash raggiunse la radura e, in quel preciso istante tutto  intorno a loro si fermò. L’aria era immobile e non si udivano movimenti provenire dalla foresta; i ragazzi si sentivano come all’interno di una bolla di sapone, come se tutto il mondo al di fuori della  radura dov'erano loro fosse scomparso.
-Devete fidarvi di me adesso. Aspettate  a sparare, ma tenetevi pronti! Bisogna colpirlo nel momento in cui è più vulnerabile, cioè quando attacca!-
Nel frattempo l'enorme cavallo nero si stava avvicinando cautamente fissando Allison, poi, senza preavviso, si impennò e, nello stesso istante, Sam e Dean vennero scaraventati a diversi metri di distanza fuori dal cerchio di sale. 
-NOOO!!!- gridò lei correndo verso i ragazzi.
A quel punto, oltre che provare un profondo rancore verso quello spirito che aveva ucciso suo padre, Allison si sentì invadere anche da una furia incontenibile.
-Tutti interi?- chiese loro
-Sì, sì...ma quando posso sparargli, ne ho una gran voglia!- rispose Dean impaziente mentre si ripuliva i vestiti dalla terra.
-Si, penso- rispose invece Sam mentre si rialzava, poi continuò allarmato: -Ally vuole colpire noi per arrivare indisturbato a te. Sali a cavallo e scappa!-
-NO!- ruggì lei irremovibile.
Allison guardò prima Sam poi Dean che aveva già imbracciato nuovamente il fucile e lo stava caricando; poi improvvisamente i suoi occhi si illuminarono, e nello stesso istante un vento caldo si alzò intorno a tutti e tre, sempre più forte, ed il fulcro di quella manifestazione inattesa sembrava essere proprio Allison. A quel punto la ragazza si voltò e comiciò ad avvicinarsi al gytrash tendendo davanti a sè il braccio sinistro: la sua energia e la sua determinazione continuavano ad aumentare proporzionalmete all'intensità del vento attorno a lei che le faceva svolazzare i capelli e gonfiare i vestiti.
-Senti, si farà ammazzare! Se non la fermi tu, lo farò io!- gridò Dean rivolto al fratello mentre già si stava dirigendo verso la ragazza.
-No, fermo!- Sam lo afferrrò saldamente per un braccio.
-Sam, è fuori di testa!-
-No, sa perfettamente quello che fa!- replicò Sam imbracciando ach'egli il fucile e tenendosi pronto a sparare.
“Avanti brutto bastardo. E’ me che vuoi vero? Allora vieni a prendermi!” pensava Allison mentre fissava il gytrash dritto nei suoi occhi neri. Il possente cavallo di fronte a lei scalpitava, raspava il terreno e scrollava il collo nervosamente, come se volesse liberarsi da un'invisibile forza che lo stava trattenendo. Allison continuava ad avanzare sicura e si fermò solo quando fu  a non più di 5 metri dal gytrash; una vera e propria bufera che la circondava, lo sguardo fisso su di lui, in attesa. Un istante dopo essersi fermata, Allison  abbassò il braccio e lo spirito spiccò un salto verso di lei, che tuttavia rimase immobile.
 
(1) 1971 Deep Pourple "Demon's Eye" Blackmore/Gillian/Glover/Lord/Paice; Album "Fireball"
(2) citazione dal film "Frankenstein Junior"  1974 Gene Wilder / Mel Brooks

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Capitolo 8
*** I Can't See Myself Leaving You ***


I CAN'T SEE MYSELF LEAVING YOU I CAN'T SEE MYSELF LEAVING YOU (1)

Nel frattempo Sam aveva capito cosa volesse fare Allison: voleva che il gytrash le si scatenasse contro, per dare modo a lui e a Dean di ferirlo nel momento in cui era più vulnerabile.
-No, sa perfettamente quello che fa!- disse a Dean che stava protestando per attaccare subito lo spirito. Mentre parlava, freddo e risoluto, puntò il fucile davanti a sè, verso l'enorme cavallo nero.
Vedendo il fratello così sicuro di quello che stava facendo, anche Dean imbracciò il fucile e mirò allo spirito.
Si svolse tutto in un istante: una frazione di secondo prima che il gytrash piombasse sopra Allison i due fratelli fecero fuoco ed un proiettile di sale ed uno d'argento lo colpirono in pieno petto, polverizzandolo. La densa nube nera, scaturita da quell’impatto, avvolse vorticosamente Allison per un istante, prima di schizzare verso il pacifico cielo scuro della notte. Infine le convulse spire di ciò che rimaneva dello spirito piegarono verso l'urna, che Dean stava già tenendo sotto tiro, seguite dal grido rabbioso di Allison:
-Tornatene all’infermo brutto figlio di puttana!!!-
Uno sparo assordante mandò in frantumi l'urna ed il terreno intorno ad essa si ricoprì di fiamme e braci. Dopo pochi secondi tutto finì ed a terra rimasero solo dei cocci anneriti.
I tre ragazzi rimasero immobili a fissare l'erba bruciacchiata davanti a loro. Dean riportò alla realtà gli altri due con una domanda:
-Allison...ehm scusa ma come hai fatto a fare quello che hai appena fatto?-
-Non ne ho la più pallida idea. Mi è venuto automaticamente...oddio sono un mostro!!- rispose lei che non sapeva se si sentiva più sconcertata o spaventata da quell'idea.
-Dean! Non capisci? Questi sono i suoi poteri!!- Sam si era rivolto al fratello come se Allison non fosse neanche presente, tuttavia ci pensò lei a ricordagli che non erano da soli:
-Ehm...scusa...scusa Sam! Hai davvero detto...P-O-T-E-R-I?- gli chiese scandento lettera per lettera la parola "poteri".
-Ma certo! Adesso è tutto chiaro! Dean come fai a non capire? Per il gytrash lei era un pericolo. Con i suoi poteri avrebbe potuto sconfiggerlo e lui lo sapeva, per questo la voleva morta!-
-Beh, in effetti ha una sua logica...- concordò Dean pensando alle parole del fratello.
-Io?- disse Allison incredula.
-Sì!- rispose Sam guardando appena la ragazza. Poi si volse di nuovo verso Dean: -Dean non hai visto cos’è riuscita a fare prima? Ha saputo capire le debolezze del gytrash,  l’hai immobilizzato, era fermo perché lei voleva che restasse fermo. E si è mosso solo quando lei glielo ha permesso. E' riuscita a controllare i suoi movimenti!-
-Aspetta, aspetta! Vuoi dire che l'ha potuto fare perchè era un'animale? Lei potrebbe controllare gli animali?- chiese Dean che sembrava elettrizzato -Sam secondo me lo potrebbe fare con tutti gli animali, voglio dire anche con quelli...ehm in carne e ossa? Cosa ne dici?-
-Potrebbe essere, certo!-
-Fantastico!!- Dean ora era letteralmente esaltato, poi continuò sempre rivolto a suo fratello: -senti, ma non pensi che potrebbe...-
Ancora una volta, però, i due ragazzi erano partiti per la tangente con i loro discorsi ignorando la diretta interessa, che si trovò costretta a richiamare nuovamente la loro attenzione:
-Ehi, fermi, fermi un secondo! Ci sono anch'io! Sentite, ma come fate ad essere così sicuri?-
A quel punto Sam e Dean avrebbero dovuto spiegarle che a causa dei suoi poteri  sangue di demone le scorreva nelle vene, che sua madre era morta proprio per evitare questo e che lei e gli altri ragazzi come lei, Sam compreso, facevano parte di un piano che le forze demoniache avevano organizzato per fare di loro veicoli invincibili del male. I due fratelli esitarono, scambiandosi uno sguardo dubbioso perchè nessuno dei due sapeva come dirglielo.
Dal canto suo, Allison, che di fronte a situazioni di stress reagiva o paralizzandosi o diventando un po' logorroica, li incoraggiò:
-Avanti! Non potete starvene lì impalati senza dire niente! Per la miseria, mi avete detto che praticamente sono una strega e poi non rispondete alle mie domande? Come potete pretendere che non vi faccia delle domande? E ringraziate che ve ne faccio solo una alla volta, perché ne ho almeno un milione che mi frullano per la testa! Come fate ad essere sicuri di quello che dite? Com’è possibile che esistano cose di questo tipo? Da dove vengono questi poteri? Come faccio a controllarli? Cosa mi succederà d’ora in poi? E’ una cosa buona o cattiva? E poi voglio sperare di non essere l'unica sulla faccia della terra a...fare queste cose! Ehi, magari la morte di mia madre c'entra in tutto questo?!! Cosa…-
-Ok, ok hai vinto!- la interruppe Sam: -Siamo sicuri di quello che ti abbiamo detto per...diversi motivi...- ma era comunque in difficoltà mentre cercava le parole giuste:
-Sam ti prego, non puoi non spiegarmi!- lo incalzò nuovamente Allison.
A quel punto Dean decise di tagliare corto e, senza mezze misure, si lanciò:
-Va bene, te lo spiego io perchè siamo sicuri che tu abbia dei poteri particolari. Prima di tutto perché ce li ha anche lui.- ed indicò il fratello.
-Oh mio Dio! E cioè…- disse lei fissando Sam sbigottita.
-Io…ho...-
Intervenne ancora Dean:
-Lui ha cominciato con delle visioni su come la gente muore, ha continuato con la telecinesi, ed infine riesce a salvare le persone possedute da demoni...facendoglieli vomitare...non è un bello spettacolo in effetti!-
-Dean dannazione! Già che ci sei puoi anche dirle del sangue di demone!- protestò Sam.
-Già è vero! In pratica a causa dei tuoi poteri quel figlio di puttana di Azazel, quando avevi 6 mesi, ti ha fatto bere una goccia del suo sangue, per nutrirli penso o qualcosa del genere....in effetti tua madre è morta proprio per proteggerti da lui e da quello che ti voleva fare. Di conseguenza tu...voi due avete sangue di demone che scorre nelle vostre vene e questo vi rende abbastanza importanti per quei bastardi! Direi che il quadro della situazione ora è completo!- concluse lui con un'espressione soddisfatta dipinta sul viso.
-Merda! Che casino!- fece Allison sopraffatta da quell'uragano di informazioni che le stavano piovendo addosso incessantemente.
-E lo dici a me?- concordò Sam.
-Sentite, cosa significa tutto questo?-
Di nuovo Dean precedette suo fratello nel rispondere all'ennesima domanda della ragazza:
-Oh, non ti devi preoccupare! E' una vita che giro l'America con lui, non è un mostro! E non lo sei neanche tu! Si tratta solo di gestire questi poteri...magari evitando di fare delle stronzate...come per esempio allearsi con qualche demone!-  di sottecchi Dean lanciò uno sguardo in tralice a Sam che gli rispose allo stesso modo.
Siccome Allison aveva un'espressione sconvolta stampata in faccia da un buon quarto d'ora, Sam decise di usare quella dolcezza che suo fratello aveva messo da parte fino a quel momento. Le si avvicinò, le diede un bacio delicato e, spostandole una ciocca di capelli dalla fronte, disse:
-Ascolta Ally, stai tranquilla, il demone che ha ucciso tua madre e la nostra non è più un problema. Ma le forze del male sono tante e potenti, non so come le tue…le nostre abilità potrebbero essere loro utili, quindi d'ora in avanti dovrai stare molto attenta.-
-Ok. Non ho ancora capito bene quello che è successo questa notte, ma le mie sinapsi stanno per impazzire! Possiamo tornare al ranch e riparlarne domani? Ho bisogno di pensare.-
-Certo.- le rispose Sam sorridendo.
Allison si avvicinò a One Breath che aveva assistito a tutta la scena brucando tranquillamente l'erba senza fare una piega:
-Ok, cavalla da caccia che non sei altro, bel lavoro. Ora torniamo a casa!- e le schioccò un bacio affettuoso sul morbido e vellutato naso.
-Andiamo!- disse Sam passando un braccio sopra le spalle di Allison e avviandosi, insieme a Dean, sul sentiero verso il ranch.
Una volta che Allison finì di sistemare la cavalla, fecero ritorno ad Afton.
Per tutto il tragitto Dean rimase stranamente silenzioso, poi, mentre parcheggiava l'Impala di fronte alla stanza n. 47 del Dreamland Motel, disse a Sam:
-Beh fratello, finalmente abbiamo trovato una ragazza strana come te!-

Chiusi nella loro camera, i due fratelli Winchester cominciarono a preparare i bagagli e Sam si lamentò della delicatezza da elefante che suo fratello aveva usato nei confronti di Allison poco prima nella foresta.
-E allora!? Per lei è meglio fare i conti subito con quella che sarà la sua vita d'ora in avanti! Che senso aveva dirle una mezza verità?! Deve sapere a che cosa andrà incontro!-
Sam ascoltò in silenzio le parole del fratello e riflettè qualche istante prima di rispondere:
-Già, forse hai ragione! Spero solo che non si senta fuori dal mondo ora!-
-No! Se la caverà benissimo! E' una sveglia!- lo rassicurò Dean.
Poi un pensiero fece capolino nella mente di Sam:
-Dean, ti è mai capitato di sognare...la mamma?- chiese incerto.
-La mamma...no, perchè?-
-L'ho sognata la scorsa notte.-
Improvvisamente il cervello di Dean si trasformò in un'enorme antenna: non credeva alle coincidenze e poi l'esperienza gli aveva insegnato che se Sam faceva un sogno di quel genere c'era sotto qualcosa e quel qualcosa non andava sottovalutato, soprattutto in considerazione del fatto che lui non riusciva a togliersi dalla testa che Allison non poteva essere solo una semplice ragazza di montagna con dei poteri. Sicuro del fatto che se suo fratello aveva sognato la mamma proprio ieri notte, non poteva trattarsi di un caso, gli chiese ancora, cercando, tuttavia, di mostrare più disinteresse possibile:
-Ti ha detto qualcosa per caso?-
-Mah, non saprei, ha farfugliato qualcosa riguardo alle coincidenze ed al fatto che non devo decidere niente...in effetti non ho capito granchè delle sue parole.- confessò Sam dubbioso sedendosi sul letto.
Dean si voltò a studiare suo fratello, che seduto sul letto rifletteva sul suo sogno, e rivide loro padre. Loro padre che per stanare Azazel senza mettere in pericolo i suoi figli, era praticamente scappato cancellando le sue tracce per mesi e mesi senza che neanche loro riuscissero a rintracciarlo. Entrambi cocciuti ed ostinati come muli, andavano dritti per la loro strada, facevano quello che andava fatto sacrificandosi per il bene della famiglia, o per vendetta, ed ignorando i sentimenti di chi doveva, poi, subirne le conseguenze...nel bene o nel male. Forse era proprio per quello che lui e Sam discutevano sempre quando c'era una decisione importante da prendere: mentre lui nei confronti di loro padre si era sempre comportato come il bravo soldatino che eseguiva gli ordini senza sindacare su nulla, Sam, praticamente la copia più giovane di papà, discuteva, obiettava, chiedeva e si opponeva strenuamente ed ora faceva lo stesso con lui, e nonostante lui, Dean, lottasse con tutte le sue forze per non piegarsi, l'istinto protettivo verso suo fratello, alla fine, aveva sempre la meglio.  Lo stomaco gli  si contrasse in un crampo mentre pensava di aver praticamente vissuto tre quarti della propria vita cercando di proteggere Sam, fino a compiere l'estremo scarificio. Da quando loro padre gli aveva messo il fratellino di soli 6 mesi fra le braccia ordinandogli di portarlo fuori di corsa dalla loro casa che veniva velocemente dilaniata dalle fiamme quel maledetto 2 novembre 1983, lui si era sentito sempre responsabile per Sam e, per istinto, tutto quello che faceva lo faceva con un unico scopo: proteggere Sam sempre e comunque e a qualunque costo...vita inclusa.
Ed ora sarebbe stato Sam a sacrificarsi per proteggere da tutto e tutti qualcun altro a cui egli, Dean sospettava, teneva più della sua stessa vita.
Respirò profondamente e si fece serio prima di dire quello che sapeva avrebbe scatenato la rabbia di Sam; tuttavia non poteva tacere, come del resto non aveva mai taciuto nessuno dei suoi pensieri...quando questi pensieri non riguardavano i suoi sentimenti:
-Sam ascolta devo dirti una cosa...oh, al diavolo...- disse infine ricacciando indietro ogni tentennamento e sguinzagliando tutti i suoi progetti: -senti ho pensato una cosa riguardo Allison ...ho intenzione di chiederle di unirsi a noi, non solo per i suoi poteri, ma anche per le sue competenze scientifiche! Sam, lei potrebbe semplificarci la vita e non poco!-
Sam lo ascoltò a bocca aperta, e quando suo fratello finì di parlare rimase di sasso. Dopo qualche secondo, che utilizzò per vagliare tutte le possibili conseguenze se la ragazza avesse accettato, disse:
-Scordatelo è troppo pericoloso! E soprattutto per una con i suoi poteri è ancora più pericoloso! Non voglio che rischi la vita! Voglio che la sua sia lunga e felice! Dean non se ne parla neanche!- il tono di voce era di quelli che non avrebbero ammesso repliche, per cui Dean non rispose, ma era sempre più convinto di quello che pensava riguardo alla ragazza, e questa volta sarebbe stato lui ad andare dritto per la sua strada.
Finirono di preparare i bagagli e poi si misero a letto, ma nessuno dei due dormì serenamente.
La mattina dopo si svegliarono di buon ora. Avevano appuntamento con Allison alla locanda di Robert per le 8, ma alle 7,30 loro erano già là ed avevano anche ordinato la colazione: Sam una semplice tazza di caffè, mentre Dean ogni ben di Dio il cui nome era stampato sul menù...tanto avrebbe pagato un certo signor Clint Kubrik.
Quando arrivò, Allison si sedette al tavolo insieme a loro e li salutò:
-Buon giorno Dean e buon appettito!-
-Grassie!- rispose lui abbozzando un sorriso senza smettere di masticare.
-Ciao...Sam...- si schiarì la voce, poi: -...come state?-
-Ciao! Bene!- rispose velocemente Sam per entrambi, poi continuò -Quindi dopo andrai dallo sceriffo per denunciare il ritrovamento di tutti quei corpi? Cosa hai in mente di dirgli?-
-Beh, che durante una passeggiata a cavallo ho avuto la malaugurata idea di entrare nella caverna, eccetera, eccetera...-
Sam annuì in silenzio. Intorno a quel tavolo si era creata una tensione palpabile, avendo avuto un coltello in mano si sarebbe riusciti a tagliare l’aria.
-Ok, ora sono ufficialmente imbarazzato!- disse Dean, una volta che ebbe finito di trangugiare i panini, fissando gli altri due che non osavano neanche guardarsi in faccia.
-Scusate, devo andare in bagno.-
Sam si alzò e si diresse verso il bagno. Non fece in tempo a chiudersi la porta alle spalle che Dean si rivolse ad Allison:
-Dobbiamo parlare prima che Sam ritorni! Lui non vuole, ma io in tutta coscienza non posso non dirti nulla!- non le lasciò il tempo di rispondere e continuò: -Ascolta, dopo quello che è successo ieri sera devo chiederti una cosa. Tu e i tuoi poteri… le tue abilità chiamale come ti pare ci sarebbero molto utili in quello che facciamo io e mio fratello. Inoltre le tue competenze mediche potrebbero risparmiarci un sacco di fastidi con i medici legali. Devo chiederti di unirti a noi nelle nostre caccie!-
Allison rimase a bocca aperta anche perché Dean aveva parlato così in fretta da portarla a chiedersi se lui avesse realmente detto quello che lei aveva capito:
-Dean io …io….- era sbalordita, stava fissando Dean in faccia senza che nessun suono articolato e con un qualunque significato riuscisse ad uscire dalla sua bocca. Lui si accorse della confusione che regnava sovrana nella mente di lei per cui proseguì:
-Senti, non voglio che tu mi risponda ora. E’ giusto che ti prenda il tempo necessario per pensarci, anche perché significherebbe abbandonare la tua vita così come l’hai vissuta fin’ora per iniziarne un’altra che...beh non sempre segue diciamo regole ortodosse, per non parlare dei pericoli! Però considera che la mia è una richiesta seria, Allison. Non ti preoccupare di Sam. Con lui me la vedo io!- nel dire quelle parole le allungò un bigliettino con su scritto il suo nome e numero di cellulare.
Allison era talmente sconvolta che, quando Sam ritornò dal  bagno, aveva ancora la bocca aperta:
-Cosa succede?-
La ragazza finalmete si riscosse:
-Niente niente!- si affrettò a rispondere, nascondendo il biglietto che le aveva allungato Dean pochi secondi prima.
-Bene ragazzi io vado a scaldare la macchina. Sam, ti aspetto fuori!- così dicendo Dean si alzò, strizzò l’occhio ad Allison e si avviò verso l'uscita, ma:
-Dean!!!- Allison lo aveva fermato sulla soglia gridando il suo nome ed alzandosi così velocemente che per poco la sedia non si rovesciò a terra. Tuttavia per qualche istante la ragazza non disse nulla, solamente lo fissava negli occhi. Poi, infine:
-Grazie....per quello che avete fatto....tutti e due....solo....grazie.-
-Non dirlo neanche!- rispose risoluto Dean sorridendo con quella sua tipica espressione spavalda, prima di uscire dal locale.
In quel momento fra Sam e Allison calò un’aria talmente immobile che persino i loro pensieri facevano rumore, tuttavia lei riuscì a dire:
-Senti è inutile che la tiriamo per le lunghe, tu uscirai da quella porta e io non ti rivedrò mai più.-
Lui la strinse nel suo abbraccio caldo e rassicurante, le diede il bacio più dolce che poteva, poi disse:
-Senti, non pongo limiti alle possibilità che la vita ci dà, Ally. Però, per ora devi stare tranquilla e allerta. Quello di cui abbiamo parlato ieri non è uno scherzo. E tu potresti essere in pericolo. Per qualunque cosa, se noti un particolare, per quanto minuscolo ti possa sembrare,  chiama capito?-
Lei annuì semplicemente, poi alzò il viso e lo guardò negli occhi. Sorrise.
-Cosa c'è?- chiese lui.
-Non avevo notato fino ad ora di che strano colore fossero i tuoi occhi...- sempre sorridendo, per cercare di ricacciare indietro due enormi lacrime che minacciavano di inondarle gli occhi, continuò: -...sembrano bluverde con delle pagliuzze...lascia perdere...- stava prendendo tempo e lei odiava prendere tempo, per cui si lasciò andare all'urgente bisogno di dirgli quanto le importasse di lui, e lo fece a modo suo: -Senti Sam...fammi un favore...ehm quando sei là fuori. Stai attento! Non ti chiedo di tirarti indietro, solo…sii prudente!-
-Ok!- rispose lui e la baciò di nuovo, poi mentre la stringeva sussurrò: -Mi macherai Ally, ma sei più al sicuro qui.-
Dopo di che si girò ed uscì dal locale senza voltarsi indietro, perché, se l’avesse fatto, non era sicuro che sarebbe riuscito arrivare alla macchina.
Risoluto montò sull’Impala e Dean partì alzando un gran nuvolone di polvere nel parcheggio della locanda.
Per la mezz’ora seguente Sam rimase immobile senza parlare, semplicemente guardava fuori dal finestrino quelle foreste e quelle montagne, rivolgendo loro la preghiera silenziosa di proteggere Allison da tutto quello che di male può esserci sulla terra.
Dopo circa un’ora di viaggio Dean ruppe quel denso silenzio dicendo:
-Gliel’ho chiesto Sam. Le ho chiesto di venire con noi!-
-Dean come…non capisci che deve passare inosservata, che le forze del male non devono neanche sapere della sua esistenza?!- era furioso.
Ma Dean era più furioso di lui, certe volte avrebbe voluto sbattere la testa di suo fratello contro un muro per ficcarci dentro un po' di buon senso con la forza:
-Sam, prima o poi lo scopriranno in ogni caso, ed allora noi potremo proteggerla! Le potremo insegnare come proteggersi! Sei tu che non capisci! Credi che dopo ieri sera passerà molto tempo prima che qualche figlio di puttana di un demone trovi il sistema di sfruttare i suoi poteri? Ed allora non credi che sia meglio per lei avere noi lì vicino?! E poi credi che il sogno della mamma sia una coincidenza? Credi che la mia macchina si sia fermata proprio davanti a quella locanda proprio in quel momento per caso, due giorni fa? Sam quest'incontro non è stato casuale! Proprio per niente! E poi, fratello, questa è la sua di vita e deve essere lei a decidere! Non tu!! Forse era proprio questo che la mamma voleva dirti!- 
-Dean non m'importa! Ally deve vivere!! Non deve morire come la mamma o Jessica! Deve vivere! E il modo migliore è che stia lontano da me!- urlò di rimando Sam; dopo di che si voltò nuovamente a guardare fuori dal finestrino, in silenzio.

(1) Aretha Franklin "I Can't See Myself Leaving You" Shannon 1968

Due note:
1- LO SO, con il finale ho praticamente mandato a ramengo il mio buon proposito di scrivere una storia che rispecchiasse un normale episodio di Supernatural. LO SO Dean non avrebbe mai chiesto a qualcuno di seguire lui e Sam. Mi scuso con tutti quelli a cui la fine della mia storia non è piaciuta, ma non ho saputo resistere alla tentazione.
2- Personalmente sono particolarmente soddisfatta di come sia venuto questo capitolo: complimenti a me! Però mi piace dare a Cesare quel che è di Cesare, per cui devo dire che tabina ed il suo commento del 01/02/11, che ho preso come una critica costruttiva, mi hanno spronato ad andare più a fondo nel rapporto fra Sam e Dean. Quindi ho deciso di riscrivere buona parte del capitolo, che è venuto molto meglio di com'era prima! Spero che piacca a voi come piace a me! Fatemi sapere!!

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