Powers di crazyhorse (/viewuser.php?uid=116878)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** An Unexpected Work ***
Capitolo 2: *** A BAD LIGHT IN THE STABLE ***
Capitolo 3: *** I Thought I'd Seen Everything ***
Capitolo 4: *** Freak Like Me ***
Capitolo 5: *** Where It Began ***
Capitolo 6: *** Her Fear ***
Capitolo 7: *** Demon's Eyes ***
Capitolo 8: *** I Can't See Myself Leaving You ***
Capitolo 1 *** An Unexpected Work ***
AN UNEXPECTED WORK
DISCLAIMER: Supernatural ed i suoi personaggi non mi appartengono, sono
di proprietà esclusiva di Eric Kripke. Mi appartiene, invece, il personaggio di
Allison Carter. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.
CAPITOLO 1 - AN UNEXPECTED WORK
Sulla Highway 89 a quell’ora del mattino l’unico rumore che
si poteva udire era il rombo del motore della Chevrolet Impala nera del
’67 di Dean e Sam Whinchester.
In quel momento si trovavano alla periferia nord di Kemmerer nel
Wyoming sud-orientale diretti a nord verso l’Idaho. Al volante
c’era Sam, mentre sul sedile del passeggero, Dean stava dormendo.
Erano partiti da Lexington, nel Nebraska, la sera prima dopo aver
mandato all’inferno lo spirito vendicatore di un uomo ucciso
qualche mese prima a causa di un’iniezione di penicillina, alla quale era
allergico, che stava decimando il personale dell’ospedale locale.
Dean aveva giudato tutta la notte ma alle 3, in occasione di una sosta
per fare rifornimento, Sam gli aveva dato il cambio.
Proseguivano indisturbati sulla highway deserta costeggiata da entrambe
i lati da una fitta boscaglia, tuttavia nessuno dei due era tranquillo.
Tutto intorno a loro era silenzioso, immobile e pacifico, se non
fosse per quell’unica buca in mezzo alla carreggiata che
Sam proprio non aveva visto:
“Dov’è? DOV’E’! Sam non lo vedo!
Cos’è stato?!!” Dean si era svegliato di soprassalto
e aveva cominciato a puntare la pistola, che teneva in mano mentre
dormiva, davanti a se come se si aspettasse di trovare qualcosa a cui
sparare.
“Calmati Dean! Scusa non avevo visto la buca!” disse Sam tranquillamente.
“Whao! Stai attento. Mi hai spaventato a morte! Non sono
tranquillo a passare in questa zona!” Confessò Dean
guardandosi intorno.
“Lo so fratello, lo so!” Rispose Sam sollevando la felpa
beige con cappuccio che indossava in quel momento e mostrandogli la
pistola che portava alla cintura. “In ogni caso dovremmo essere
appena usciti dalla trappola del diavolo di Colt. E poi evitare questa
zona ci avrebbe allungato il viaggio di due giorni!”
“Dannazione!” Imprecò Dean per scaricare
l’adrenalina. Poi, calmatosi un po’, si rivolse al
cruscotto della macchina e disse dolcemente: “Scusa piccola.
Vedrai che non succederà più! Oddio che ore sono?”
“Sono le 6.”
“Accidenti, mi scoppia la testa!” Poi, siccome lui non era
tranquillo per niente seduto dov’era al posto del passeggero,
allungò lo sguardo sul contakilometri e disse:
“Ehi, sei sicuro che abbiamo abbastanza carburante? Non è il caso di fermarci al prossimo benzinaio?”
“No, possiamo andare avanti almeno fino dopo il confine con l’Idaho!” rispose Sam tranquillamente.
“Se lo dici tu” disse Dean con poca convinzione nella voce. Poi continuò:
“Allora cos’abbiamo a…dov’è questo
posto?” Cercò fra alcuni articoli di giornale che
aveva raccolto sul tappettino dell’Impala e poi proseguì:
“Sugar Town? Come fa una città a chiamarsi Sugar Town?”
A quel punto intervenne Sam per aggiornarlo sulla situazione:
“Dunque, abbiamo 5 morti in 2 giorni. Tutti nelle
loro abitazioni. In ognuna porta e finestre sono state trovate
scassinate. Le vittime abitavano nello stesso isolato. L’unica
cosa
che li accomuna è che i corpi sono stati quasi divorati, cuore
compreso, probabilmente da un’animale, pensa il medico
legale. La polizia sta cercando collegamenti fra di loro, ma
senza risultato per ora. Praticamente brancolano nel buio. Ho
addirittura scoperto che pensano di chiamare l’FBI.”
“Ehi, FBI? Hai detto FBI? Beh, è decisamente meglio
che arriviamo noi prima dell’FBI, fratello. Quelli non li voglio
vedere neanche nello specchietto retrovisore!” Poi
continuò: "Cosa pensi? Lupo mannaro?”
“Lupo mannaro!” concordò Sam
“Passami la cartina. Voglio vedere dove siamo!”
Sam prese una mappa da sopra il cruscotto e la passò al fratello.
“Allora, ho appena visto il cartello di Afton, quindi ora siamo
qui. Se ci diamo una mossa arriviamo per oggi pomeriggio!” Disse
Dean convinto.
Non fece in tempo a terminare la frase che l’Impala cominciò a singhiozzare e a perdere velocità.
“Merda, cosa le hai fatto!” Imprecò Dean
visibilmente preoccupato. Poi proseguì quasi gridando: “Te
l’avevo detto, dovevamo fermarci a fare rifornimento!”
“Dean cosa dici!? C’è ancora un quarto di
carburante!” Le proteste di Sam furono inutili: la macchina ormai
si era fermata e spenta per giunta.
“Va bene Sam, come vuoi. Oh, guarda che fortuna! Ci siamo fermati
proprio di fronte a una locanda! Facciamo così, mentre tu
aggiusti questo casino, io vado a farmi un caffè!”
Non lasciò neanche il tempo a Sam di ribattere che scese
dalla macchina e si incamminò verso il locale sulla destra della
strada, proprio di fronte a dove l'Impala aveva deciso di fermarsi.
Dean entrò nel locale facendo suonare una campanella appesa
sopra la porta. La taverna di Robert (come annunciava l’insegna
appesa fuori) non era grande ma calda ed accogliente, i muri erano
rivestiti di legno e un camino era acceso in un angolo. L'unica nota
stonata erano diversi trofei di caccia appesi alle pareti:
“grottesco!!”
pensò Dean.
Gli unici altri clienti della taverna in quel momento erano due
muratori seduti ad un tavolo in un angolo che stavano consumando una
generosa colazione. Dean puntò dritto verso il bancone e
si sedette proprio nel momento in cui un signore alto e ben piantato in
terra usciva dalla porta della cucina. Non appena vide Dean
gli si avvicinò e gli chiese:
“Buongiorno figliolo! Cosa ti porto?”
“Caffè” Rispose lui lapidario pensando fra sé “Buongiorno figliolo? Ma dove sono finito?”
In pochi istanti quello che doveva essere Robert gli portò una tazza di
caffè nero fumante che Dean cominciò a bere
tranquillamente pensando al lupo mannaro che aspettava lui e suo
fratello a Sugar Town.
Non era a metà della tazza che sentì suonare la
campanella all'ingresso del locale; pensando che fosse Sam si girò ma vide che invece
era entrata una ragazza con un ingombrante plico di documenti in mano;
in due secondi netti la squadrò per bene: 1,65, 50 Kg circa,
occhi grigi, capelli…capelli? I capelli li vide solo quando lei
si tolse quella buffa cuffia a strisce colorate con un pon-pon
altrettanto colorato: capelli lunghi castani. Un moto di allegria gli
invase lo stomaco:
“Bene, vediamo se tre sole ore di sonno hanno scalfito il mio
fascino.” Pensò mentre stava per alzarsi dalla sedia al
bancone per dirigersi verso il tavolo dove la ragazza si era seduta.
Malauguratamente fù preceduto da Robert. “Dannazione!!!” pensò Dean.
In effetti il proprietario della taverna era uscito dalla cucina e si era avvicinato subito alla ragazza:
“Ciao Robert! Mi dai un caffè e una fetta di crostata per favore?” disse lei.
“Ciao Allison! Arrivo subito!”
In un tempo da record Robert fù di ritorno con il caffè e la crostata. Tuttavia lei lo trattenne chiedendogli:
“Robert, hai visto Grant questa mattina?”
“No, perché?”
“Ieri sera intorno alle 8 c’è stato in incidente
vicino al ranch: ho trovato un minivan finito fuori strada e
all’interno c’era solo una bambina priva di sensi. Magari
Grant ti aveva detto qualcosa.”
“Non ho ancora visto Grant oggi. Dici che sul minivan c’era
solo una bambina? Da sola? Com’è possibile? Mica poteva
guidare lei?”
“Non so casa dirti Robert. Forse gli agenti hanno trovato i
genitori che erano andati a cercare aiuto nelle vicinanze.”
Robert alzò le spalle e lasciò la ragazza ai suoi documenti.
Dean cominciò a pensare: “Beh, incidente d’auto,
genitori scomparsi, una ragazzina ferita…vale la pena approfondire, e poi abbiamo preso lavori
per molto meno!” Continuò a rimuginare su cosa di
soprannaturale potesse aver causato l’incidente e, nel
frattempo teneva d’occhio la ragazza, che a quanto pareva si chiamava Allison. Così passò
circa mezz’ora.
Quando ebbe finito la sua colazione lei si alzò dal suo
tavolo e si avviò verso l’uscita. Nel frattempo Dean la
osservava dallo specchio che ricopriva completamente la parete dietro il bancone: voleva vedere che
macchina aveva e che direzione evrebbe preso.
Raggiunta l’uscita Allison appoggiò borsa e documenti su
un tavolo vicino all’attaccapanni, si mise sciarpa, cuffia
e giaccone imbottito e salutò Robert:
“Ciao Robert, ci vediamo domani. Salutami Elise!”
“Ok, ciao Allison…Allison??”
“Sì?”
“I documenti sul tavolo, li lasci qui?”
“Come farei senza di te Robert!! Grazie!”
Proprio mentre lei stava radunando i suoi documenti, la porta si apri
improvvisamente colpendola in pieno sulla schiena, facendo cadere a
terra tutti i fogli e facendo quasi fare la stessa fine anche a lei:
“Cavolo, che disastro.” sussurrò lei mentre si chinava
a raccogliere i documenti sparsi per terra.
Dean rise perché
aveva visto l’artefice di quel disastro: Sam, con la grazia di un
panzer tedesco della seconda guerra mondiale, aveva spalancato la porta
della taverna e fatto strage di documenti:
“Dean…” Cominciò Sam ignaro di quello che aveva
causato. Poi però si accorse che qualcosa dietro la porta
non andava, si girò e si rese conto di quello che era successo:
una ragazza con una buffa cuffia colorata era chinata a terra e stava
raccogliendo vari documenti sparsi per terra:
“Accidenti mi dispiace. Aspetta ti aiuto.” e si chinò anche lui per aiutarla.
“Grazie…” gli rispose lei.
Dopo aver raccolto tutti i documenti entrambi si rialzarono e Sam
fù letteralmente folgorato da quegli occhi vivaci ed
intelligenti di uno strano colore grigio che lo stavano fissando.
Notò che tutto di quella ragazza era armonioso: il viso aveva lineamenti
delicati ai quali il mento con una fossetta al centro dava una nota di
forza; non era alta (in confronto al suo metro e novanta) ma
proporzionata, atletica e slanciata. Sam percepì una specie di luce che veniva proprio
da questa ragazza con la cuffia colorata. Mosso come da un'istinto Sam si presentò:
“Sam” disse allungando prontamente la mano.
“A-Allison” gli rispose lei contraccambiando la stretta di
mano ed assumendo, in viso, un colore molto vicino al "rosso pomodoro".
“Scusa mi dispiace, non ti avevo vista.”
“Non c’è problema. Ciao Robert!” rispose lei e
schizzò fuori lasciando Sam in mezzo alla porta come una pertica
in mezzo a un deserto.
“Ciao!!” Fece Robert dalla cucina.
Non appena il bagliore che Allison aveva impresso nella mente di Sam si
affievolì leggermente, lui vide che suo fratello in fondo al
locale stava ridendo di gusto. Sperando che il caffè che stava
bevendo gli andasse di traverso disse:
“Dean dai vieni ho fatto rifornimento e possiamo proseguire, abbiamo ancora un sacco di strada da fare.”
Tuttavia Dean gli rispose:
“No Sam dai vieni qui, prenditi un caffè!”
“E dai non arriveremo mai per oggi pomeriggio se continuiamo a perdere tempo!” si lamentò Sam.
“Ehi non ho lasciato io a secco la mia macchina!” Rispose
Dean piccato. Poi, una volta che Sam si fù seduto di fianco a
lui, continuò: “Ho trovato un lavoro qui! Contento?”
E indicò la porta dalla quale Allison era
appena uscita.
“Sarebbe?” Chiese Sam scettico.
“Incidente d’auto, ieri sera, fresco fresco! Nell’auto
c’era solo una ragazzina, dei genitori nessuna traccia!”
“E allora potrebbe essere stato un animale! Con tutta la foresta
che c'è qui intorno!” gli rispose Sam spazientito.
“Dai bello, abbiamo accettato lavori per molto meno! E poi il
meglio deve ancora venire. A trovare la macchina e la ragazzina
è stata cuffia colorata che è appena uscita di qua
lasciandoti a bocca aperta sulla porta!”
“Dean dobb…” ma Dean lo interruppe bruscamente:
“Coraggio Sam goditi la vita!”
“Ok, ok!” si arrese Sam. Poi continuò “Sappiamo qualcos’altro dell’incidente?"
“No, la ragazza…aspetta come ha detto che si...”
“Allison” rispose Sam prima ancora che Dean potesse terminare la frase.
“Beccato!!” scherzò Dean mettendosi a ridere. Sam lo
fulminò con lo sguardo e lui si fece serio: “Scusa scusa!
Allora…Allison…ha parlato di un certo Grant, forse
è lo sceriffo!”
“Forse. Allora bisognerà cercare una sistemazione.” disse Sam rassegnato.
“Si, nell’entrare in città ho visto un cartello che
indicava un motel poco più a nord sulla destra. Dai
andiamo!”
Dean pagò il caffè e poi entrambi uscirono dal locale. Appena fuori si rivolse indispettito a Sam:
“Ok dammi le chiavi, guido io”
“Va bene, va bene.”
Salirono in macchina, Dean mise in moto e si diresse subito a nord
sempre sulla highway 89. Dopo neanche un Km svoltò a destra
seguendo l’insegna: “DREAMLAND MOTEL –
VACANCY”. Affittarono una stanza come Dean e Sam Adams e vi si
chiusero subito dentro.
“Ok, allora da dove partiamo?” Chiese Sam.
“Da dove parti tu non lo so, io mi faccio un paio di ore di sonno, visto che non
sono riuscito a dormire in macchina!” E lanciò
un’occhiataccia a Sam “poi io comincierei dallo sceriffo,
cosa dici?”
“Ok, buon riposo” Disse Sam, mentre accendeva il suo portatile per fare delle ricerche su Afton, Wyoming.
Scusate ma ho sempre sognato di scrivere questa frase. Esclusi i
personaggi appartenenti a Supernatural gli altri sono di pura
invenzione. Ogni riferimento a persone reali o avvenimenti realmente
accaduti (mi rendo conto che questa opzione è praticamente impossibile)
è puramente casuale.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** A BAD LIGHT IN THE STABLE ***
A BAD LIGHT IN THE STABLE
A BAD LIGHT IN THE STABLE
Alle due del pomeriggio, dopo un pasto veloce, Sam e Dean erano davanti
alla stazione di polizia di Afton diretti dallo sceriffo, con in tasca due tesserini che dovevano
passare per documenti di riconoscimento dell’ordine dei
giornalisti intestati rispettivamente a Sam Callahan e Dean Brosnan.
Appena entrati un giovane agente li
fermò:
-Posso aiutarvi?-
Dean rispose per primo mostrando al poliziotto il tesserino e stando
ben attento a nascondere con le dita l’intestazione dello stesso,
che in realtà testimoniava l'appartenenza del signor Dean Brosnan al
club degli scacchi della città di Portal in Alabama:
-Salve, sono Dean Brosnan del LINCOLN DAILY MIRROR. Io e
il mio collega vorremmo parlare con lo sceriffo dell’incidente di
ieri sera.-
L’agente lo guardò un po’ scettico poi rispose secco:
-Aspettate qui- e si diresse verso un ufficio in fondo al
corridoio. Dopo un minuto la sua testa spuntò dalla stessa porta
che l’aveva inghiottito poco prima e disse a quelli che pensava
fossero giornalisti:
-Da questa parte!-
Sam e Dean lo raggiunsero e furono introdotti in un piccolo ufficio con una
scrivania troppo piccola per tutte le pratiche che vi erano appoggiate
sopra e dietro la quale c’era seduto lo sceriffo: un uomo alto
non più di 1,70 m e anch’egli, come Robert della locanda,
ben piantato in terra. Una targhetta sulla scrivania diceva:
“SCERIFFO GRANT VALENTI”.
I giornalisti Callahan e Brosnan furono accolti calorosamente:
-Buongiorno signori, sceriffo Valenti!- e porse loro la mano con fare molto amichevole.
-Sam Callahan- rispose Sam
-Dean Brosnan, LINCOL DAILY MIRROR- rispose Dean mentre in
realtà pensava fra sé: “Oh sarà molto
più facile del normale!!”
Una volta lasciati soli lo sceriffo disse:
-Allora ragazzi, Steve, qui, mi ha detto che dovete scrivere un
articolo sull’incidente di ieri sera. Ah brutto affare povera
ragazzina!-
-Come sta, a proposito?- Chiese Sam che sembrava davvero in apprensione.
-Beh, ha diverse lesioni interne. In sala operatoria hanno fatto
quel che potevano. Ha superato l’intervento, ma i medici la stanno
tenendo in coma…coma…che diavolo di parola ha usato quel
medico..-
-Farmacologico?- gli suggerì Sam
-Farmacologico, bravo ragazzo grazie. La prognosi ovviamente è ancora riservata.-
-Certamente!- era sempre Sam a parlare. -E dei genitori cosa avete scoperto?-
-Bah, la macchina è di un certo Fred Stratford di
Buffalo- consultò qualche appunto che aveva sulla
scrivania poi continuò: -sposato con Ginger Stratford.
Hanno una figlia, ovviamente, Karen, 9 anni. Abbiamo
telefonato a casa, ma non risponde nessuno, pensiamo che siano stati in
macchiana tutti e tre.-
-Quindi nessuna traccia?- Sempre Sam.
-No purtroppo! Non so casa dirvi ragazzi!- il tono di voce dello sceriffo tradiva un'evidente sconforto.
-Dove è avvenuto l’incidente?- Sempre Sam
-Proprio al confine del territorio di Afton con Aubum a 5 minuti
di macchina da qui sulla highway 89. Bah, non so perché ma in certi periodi
dell’anno la gente decide di farsi male tutta insieme!- si
lamentò lo sceriffo Valenti.
Questa volta fù Dean a parlare:
-Avete dato un’occhiata intorno al punto dell’impatto?-
-Certo!- Rispose lo sceriffo chiaramente offeso.
-Mi scusi, ovviamente avete dato un'occhiata in giro! Non avete notato orme di animali, o qualcosa di strano?-
-Strano come…?-
-Come…per esempio tracce di animali che potrebbero aver
portato via i corpi dei genitori. O magari strane polveri intorno alla
macchina, scariche di elettricità statica. Per caso le vostre
radio funzionavano bene mentre facevate i rilevamenti?-
Spiegò Dean, beccandosi un’occhiataccia di rimprovero dal
fratello, preoccupato del fatto che potevano essere scoperti.
-Polveri? Elettricità statica? No niente del genere! Ma ragazzi, di cosa stiamo parlando?-
-Mi scusi!- Intervenne subito Sam -il mio collega si
fa prendere dall’emozione...ogni tanto. Ehm, ma che ora
era quando è avvenuto l’incidente?-
-Erano circa le 9. Ho ricevuto una telefonata da Allison Carter,
brava ragazza lei e anche bella se devo dirla tutta, ehm comunque
Allison mi ha chiamato dicendo che aveva trovato la macchina mentre veniva via dal
ranch che c’è li vicino.-
-Ho capito. Beh, non è molto tardi, ma immagino che
fra il buio e il ghiaccio….- Sam lasciò la frase
in sospeso.
-Esatto! Ahh quella strada sembra maledetta, ragazzi datemi
ascolto! Muore troppa gente nel tratto che c’è al confine
fra Afton ed Aubum! E poi in certi periodi sembra che le persone
cerchino gli alberi apposta per schiatarcisi contro! Roba da
matti! Ci sono degli anni che dovrei mettere una coppia di agenti fissi
lì intorno con il metro in mano!-
Lo sceriffo ci aveva preso gusto a parlare, ma fu interrotto dal telefono che squillava:
-Sceriffo Valenti!-
Pausa
-OK Gwuenda chiuditi in casa. Arrivo subito!- poi rivolto a
Sam e Dean: -Scusate ragazzi ma devo proprio andare. Afton
è un paese tranquillo, ma uno o due individui li sbatterei
volentieri fuori dalla città a calci!- Dicendo questo si
alzò e Sam e Dean lo imitarono. Lo sceriffo li precedette
per aprire loro la porta, ma si fermò sulla soglia:
-Allison?!!-
Ma la ragazza era concentrata a leggere gli annunci sulla bacheca di fronte all’ufficio dello sceriffo.
-Allison!!- ripetè lui.
Allison si riscosse, si voltò e rimase immobilizzata:
-S-Sam?!-
-Ah, così vi siete già conosciuti?- chiese lo sceriffo Valenti
-Ci siamo incrociati da Robert questa mattina.-
Spiegò lei, poi rivolta a Sam -Cosa ci fai qui? Cosa
è successo?- sembrava nervosa.
Grant intervenne prima che Sam o Dean potessero parlare:
-Questi due ragazzi sono dei giornalisti del “LINCOLN DAILY
MIRROR” e sono venuti per l’incidente di ieri sera.-
Allison non aveva mai sentito nominare quel quotidiano:
-LINCOLN…DAILY…MIRROR??- chiese poco convinta…molto poco convinta.
-Sì, prima la sua tiratura era limitata a Kemmerer , ora
ci stiamo espandendo. Dean Brosnan, piacere di conoscerti.- Si
affrettò a spiegare Dean porgendole la mano e sfoggiando un sorriso smagliante.
-Oh- fece Allison ancora senza troppa convinzione. -Piacere mio- e gli strinse la mano.
A questo punto lo sceriffo, che aveva particolarmente fretta, prese il comando della conversazione:
-Ascolta Allison, i ragazzi qui vorrebbero vedere il posto
dell’incidente ma io non ho tempo, mi ha chiamato Gwenda per un
problemino con il suo vicino…come al solito. Visto che sei stata
tu a denunciare l’accaduto puoi accompagnarli, per favore?-
-Oh no Grant, ascolta ho un sacco di cose da fare,…-
non fece in tempo a finire la frase che Grant la interruppe:
-E dai Allison lavori sempre…divertiti ogni tanto!!-
-Ok ok va bene li accompagno io!!- Rispose lei con un filo di rassegnazione nella voce.
Grant si rivolse ai due ragazzi:
-Bene ragazzi vi accompagnerà Allison sul posto. Io devo andare. Arrivederci e buon lavoro!-
-Arrivederci. Grazie e buon lavoro anche a lei!- rispose
Dean con un fare che ad Allison sembrò un tantino forzato.
-Aspetta Grant!! Novità sulla bambina? E i
genitori?- Allison fermò subito lo sceriffo prima che
questi uscisse di corsa diretto a risolvere i problemi di Gwenda con il
vicinato molesto.
-Ho chiamato l’ospedale stamattina preso. Hanno rilevato
diverse lesioni interne compatibili con l’incidente. Era appena
uscita dalla sala operatoria ma per ora la tengono in
coma...ehm farmacologico. Mi dispiace Allison. Per quanto riguarda i
genitori,
abbiamo scoperto che la macchina è intestata a un certo Fred
Stratford di Buffalo…- trasse di tasca il solito foglietto
poi continuò -la moglie si chiama Ginger Stratford. Immagino che
la bambina che hai trovato nel minivan sia Karen, 9 anni. A casa non risponde nessuno,
quindi penso che fossero in macchina tutti e tre. Ma dei genitori
non c’è traccia intorno al luogo
dell’incidente.-
-Ho capito. Povera bambina. Grazie Grant. Ci risentiamo. Ciao.- rispose Allison, poi rivolgendosi a Dean e Sam:
-Ok pare che debba farvi io da guida. Siete pronti?-
-Nati pronti!!- Fece Dean sicuro come un pompiere.
Si avviarono verso l’uscita: Allison in testa seguita da Dean e Sam.
Una volta che tutti e tre furono sui rispettivi mezzi di trasporto,
Allison fece segno ai due ragazzi di seguirla e svoltò sulla
highway 89 in direzione sud. Persorsero circa 2 Km prima di svoltare a
destra all’interno della zona industriale; passarono davanti alla
Carter Tools e proseguirono fino in fondo alla strada dove svoltarono a
destra e poi nuovamente a destra dove
presero la Franklin in direzione ovest verso la county road 198.
Percorsero quest’ultima verso nord per poche decine di metri fino alla Nield
Avenue sempre in direzione ovest.
Erano in viaggio da circa 10 minuti e Dean cominciò a preoccuparsi:
-Ehi Sam ma lo sceriffo non aveva detto che l’incidente era avvenuto a 5 minuti dalla stazione di polizia?-
-Sì, perché?- rispose Sam tranquillamente, mentre si godeva il paesaggio fuori dal finestrino.
-Siamo partiti già da 10 minuti e in più ci stiamo
allontanando dalla Highway 89!- Dean era visibilmente nervoso ora
e, lo divenne ancora di più quando, dopo circa 1 Km, svoltarono a
destra sulla Majestic, una stradina stretta piena di buche e tutta
curve:
-Dannazione, ma dove ci sta portando questa qui?- Poi si
rivolse al cruscotto dell’Impala dicendo dolcemente: -Scusa piccola
finirà presto te lo prometto!-
Sam rise.
Nel frattempo avevano raggiunto e passato un ponte sullo Snake River e
stavano continuando diretti all’incrocio che immetteva
nuovamente sulla Nield, che nel frattempo era diventata Interstatale
238. Proseguirono su questa strada per circa 4 Km poi svoltarono a
destra sulla Lander Lane: anche questa stretta, tutta curve e per di
più in salita: ora Dean era decisamente angustiato:
-Quando arriviamo gliene dico quattro! Sam ci sta portando chissà dove! Non mi fido!-
-Rilassati! Dovremmo essere arrivati ormai!- Sam, al
contrario era perfettamente tranquillo, mentre superavano un
altro ponte sullo Snake River.
A questo punto la Lander cominciò una leggera discesa che
terminò solo all’incrocio con la Thompson-Branagh Lane,
una strada di circa 2 km che incrociava la Highway 89; superato anche
quest’ultimo incrocio svoltando a sinistra, il fuoristrada di
Allison accostò immediatamente sulla banchina a destra seguito
dall’Impala di Dean e Sam.
Questi ultimi, dopo essere scesi, andarono incontro alla ragazza; Dean era visibilmente provato:
-Pensavo fosse più vicino, lo sceriffo ci aveva detto che ci sarebbero voluti solo 5 minuti.-
-Conosco una scorciatoia!!- Rispose Allison ridendo.
Anche Sam rise.
-Ah sì?- Rispose, invece, Dean con molto disappunto.
A quel punto Allison cominciò a spiegare quello che aveva trovato la sera prima:
-Allora, il minivan è andato a finire contro
quell’albero- e indicò un pino poco distante da dove
avevano parcheggiato le loro auto.
Prima di avviarsi verso il punto indicato, Dean prese uno zaino dai
sedili posteriori dell’Impala, ne trasse il lettore EMF camuffato
da walk-man ed indossò le cuffie.
Mentre Sam era intento ad analizzare centimetro per centimetro il
terreno vicino alle tracce di pneumatici del minivan, Dean
cominciò a girare intorno alla zona indicata da Allison con
l’EMF per rilevare eventuali tracce di radiazioni
elettromagnetiche fuori dalla norma. Tutto d’un tratto il
rilevatore cominciò a suonare sempre più forte come fosse improvvisamente impazzito, a mano a
mano che Dean si avvicinava al punto esatto in
cui si trovava il minivan la sera prima; lo spense più in fretta
che potè, ma si premurò di verificare che Allison non si
fosse accorta di nulla: si voltò a cercarla con lo sguardo e
fù contento di vederla concentrata su suo fratello. Sorrise e si
avvicinò a Sam per discutere delle tracce trovate fino a quel
momento:
-Allora Sam, cos’hai trovato?-
-Un sacco di impronte di…mah direi un cane. Molto grosso.
O magari un lupo. Ho controllato solo qui intorno, ma secondo me vale
la pena verificare se più all’interno della foresta
c’è dell’altro. E tu?-
-Il rilevatore qui sembrava impazzito quando mi sono avvicinato
al punto d’impatto! Ma direi che la ragazza non si è
accorta di nulla. Aveva di meglio a cui pensare, non so se mi
spiego!!- E lanciò al fratello un’occhiata carica di
allusioni; quindi, senza dargli la possibilità di replicare si
volse verso Allison e le fece cenno di avvicinarsi. Subito le chiese:
-Immagino che qui così vicino al bosco sia pieno di animali.-
-Si, dicono che nella foresta si possano trovare orsi, lupi,
linci, insomma gli animali che vivono normalmente in una
foresta.- Rispose Allison un pò sorpresa.
-Ma tu non hai notato nulla l’altra sera, quando è
capitato l’incidente? Tipo qualche rumore inquietante, qualche
lampo di luce, elettricità statica magari?-
A questo punto Allison era veramente sorpresa:
-Ehi aspetta un attimo, cosa c’entra
l’elettricità statica con una macchina che si
schianta contro un albero?- Fece una piccola pausa (durante la
quale Dean si beccò la seconda occhiata storta dal fratello
della giornata) poi continuò:
-Comunque, no. Io ero al ranch di Walter, giù per quella
strada- ed indicò la via sulla destra in fondo alla quale c’era la
proprietà di Walter -ma quello è un posto
tranquillo e abbastanza isolato. Normalmente non si sentono i rumori
della strada. Inoltre non ho mai visto animali spingersi fino qui,
in genere se ne stanno il più lontano possibile. Aspetta un
attimo, adesso che ci penso, circa mezz’ora prima che venissi via
c’è stato un breve black out e la radio ha cominciato a
gracchiare! Ma cosa c’entra?-
-Avvengono spesso incidenti in questa zona?- Sam
pensò fosse meglio fare finta di non aver sentito le ultime
parole di Allison.
-Beh, è una strada abbastanza frequentata, ma non di notte
quando la gente comincia a spingere sull’acceleratore, se poi
consideri che in questa stagione c’è il ghiaccio un giorno
si e l’altro pure…sì direi che ce ne sono
abbastanza.…sì ce ne sono…troppi.- rispose
lei mentre un velo di tristezza calava sui suoi occhi e sulla sua voce.
-Tutto ok?- chiese Sam che si era accorto del cambiamento nello sguardo e nel tono di voce di lei.
-Sì, sì grazie. Non è niente!- rispose Allison
minimizzando, poi guardò l’orologio ed aggiunse -Ascoltate
io avrei da
fare al ranch. Riuscite a tornare indietro da soli?-
-Veramente sarebbe meglio che dessimo un’occhiata qui nei dintorni del bosco ancora un po’.- Sam
-Aspetta, non è il caso di andare a spulciare i quotidiani
vecchi ed i documenti nella biblioteca centrale?- Dean.
Sam rispose con un’espressione di sorpresa allo stato puro
stampata in faccia: di solito era lui che proponeva delle ricerche in
biblioteca. Per un lungo istante i due fratelli si fissarono negli occhi,
ingaggiando un combattimento silenzioso per decidere cosa sarebbe stato
meglio fare.
Allison capì che era meglio interrompere quella “quiete prima
della tempesta” e, mentre pensava”ahhhh, testosterone, che
amarezza!!”, propose loro una soluzione alternativa:
-Ok state a sentire, chi di voi vuole andare in biblioteca
vada, l’altro può dare un’occhiata qui intorno. Lo
riaccompagno io quando ho finito. Alloggiate ad Afton o tornate a
Kemmerer?-
-Alloggiamo qui, al Dreamland- rispose in fretta Sam. Poi aggiunse -Dean va bene per te?-
-Sì, ma devo dire che avrò qualche difficoltà a trovare la strada per tornare in città.-
-Tranquillo, è facile. Dirigiti verso sud per circa 3 Km.
La biblioteca la trovi sulla Main, che è la seconda a
sinistra.- Disse Allison tranquillamente.
-Ehi, ma allora la strada di prima?-
-Ehi, lo sceriffo ha detto che dovevo divertirmi un po’!!- gli rispose lei sorridendo.
L’espressione di Dean era carica di risentimento mentre rimontava
sull’Impala e avviava il motore per rientrare ad Afton.
Lasciati soli Sam ed Allison si misero d'accordo per incontrarsi al
termine dei rispettivi programmi per il resto del pomeriggio:
-Bene, io vado al ranch. Tu fai un giro qui intorno? Io ne
avrò per un paio d’ore circa.- chiese lei
evidentemente imbarazzata.
-Sì, nessun problema.-
-Quando hai finito puoi prendere la strada dove c’è
il cartello “ranch”, percorrila fino in fondo, non puoi
sbagliare.- Allison gli diede le indicazioni per raggiungerla
più tardi.
-Ok.- anche Sam era evidentemente nervoso
-A dopo.-
Sam guardò Allison rimontare in macchina e
dirigersi verso il ranch. “Coraggio concentrati!” si disse
mentre entrava nel fitto della foresta. Indossò le cuffie del
rilevatore EMF e cominciò a gironzolare alla ricerca di eventuali orme, rami rotti, tracce di
trascinamento di corpi e qualunque altra cosa che pottesse far pensare
al passaggio di qualche spirito o demone che evidentemente aveva le sembianze di
un grosso cane o di un lupo e che in un qualche modo doveva aver trasportato le sue
vittime lontano dal minivan. A causa del pantano era difficile seguire
le tracce che venivano direttamente dal luogo dell’incidente, ma
anche grazie al provvidenziale rilevatore EMF, Sam riuscì ad
individuare una pista che lo portò fino ad un sentiero segnato
all’interno della foresta. A quel punto fù praticamente
impossibile seguire le orme ed i segnali fisici, quindi dovette
basarsi solo ed esclusivamente sulle radiazioni elettromagnetiche
rilevate. Anche questo, però, si rivelò essere più
difficile del previsto, in considerazione del fatto che il
sentiero si trovava praticamente sotto la linea elettrica che
disturbava i segnali. Decise in ogni caso di procedere
un pò fuori dal sentiero, ma dopo circa un quarto d’ora si rese conto che era
impossibile continuare. Ripose nello zaino che gli aveva consegnato
Dean prima di andarsene, il rilevatore EMF e si apprestò a
tornare indietro, quando capì che non sapeva come fare: si era perso.
Improvvisamete sentì dei rumori davanti a sé: "Cavalli, sono
decidamente dei cavalli" pensò Sam. Seguì quei rumori fino a trovarsi
esattamente di fronte al campo coperto del ranch. All'interno di questo
campo Sam notò subito
Allison con un cavallo piccolo ma decisamente molto agile. Si
fermò a guardarla letteralmente rapito dall’armonia
e dall’affiatamento che lei aveva creato con quell’animale:
sembrava che comunicassero con il pensiero, come fossero una cosa sola
che si muoveva con un’eleganza ed una semplicità nello
stesso tempo che Sam non aveva mai visto in vita sua. Era così
assorto in quei pensieri che non si accorse che alle sue spalle stava
arrivando un uomo a cavallo:
-Buon pomeriggio, posso aiutarla?- si informò quest'ultimo.
-Salve…?- Sam era un po’ perplesso.
-Sono Walter Jackson, il proprietario del ranch!- spiegò l’uomo a cavallo.
-Oh…Oh, salve- disse Sam -Sam Callahan,
giornalista di Kemmerer. Devo scrivere un articolo sull’incidente
di ieri sera. Stavo dando un’occhiata in giro- si
affrettò a spiegare.
-Certo certo!- rispose Walter; poi, accortosi che Sam non
prestava minimamente attenzione a lui, sorrise perchè stava per
fare una domanda per la quale già conosceva la risposta che il
ragazzo avrebbe dato:
-Bella, eh!?-
-Splendida.- Rispose infatti Sam senza pensare e senza neanche voltarsi verso Walter.
-Già, lo immaginavo!- Poi, sorridendo perchè
stava per fare una cosa le cui conseguenze erano a lui già note,
fece cadere a terra il suo cappello e disse:
-Oh che sbadato! Senti ragazzo…Sam hai detto? Me lo raccogli per
favore? Sai a una certa età…- Walter cercò di
essere il più naturale possibile.
-Certo, aspetti!- Sam gli andò incontro e si
chinò per raccogliere il “cappello caduto”, tuttavia
muovendosi spezzò alcuni rami secchi vicino a sé e questo
spaventò il cavallo di Allison che reagì con una serie di
sgroppate da manuale.
-Accidenti!- sussurrò Sam, poi ad alta voce: -Scusa!-
-Tranquillo!- la voce di Allison dal campo rispose a Sam,
poi rivolta al cavallo: -Breath, che ti prende è solo
Sam!!-
Sam sorrise: il tono di confidenza e naturalezza con cui lei aveva
pronunciato le parole “è solo Sam” gli diedero un
brivido.
-Ok, ragazzo grazie!!- disse Walter ridendo, e poi nell’allontanarsi: -Finisci il tuo giro!!-
A quel punto rise anche Sam, solo in quel momento aveva capito cosa era
successo: quel diavolo di Walter l’aveva preso in giro tutto il
tempo, e lui ci era cascato con tutte le scarpe!
Scuotendo la testa, decise che era ora di tornare indietro. Seguì
faticosamente, in mezzo alla fitta boscaglia, la parete del campo
coperto, stando bene attento questa volta a non fare rumori, fino a che
non sbucò all’ingresso del ranch proprio mentre Allison
usciva dal campo con il cavallo. Le si avvicinò e disse:
-Sembra proprio che riesca solo a combinare guai quando ci sei tu!!-
-Non c’è problema ho le spalle larghe, ci vuole ben
altro per farmi cadere da cavallo!!- lo tranquillizzò lei
cercando di sembrare disinvolta.
Entrarono in scuderia e, mentre lei sistemava i finimenti, Sam si
avvicinò al cavallo che, come capì dalla targhetta sulla
porta del box si chiamava One Breath(1) C. e le fece un grattino sulla
fronte; lei (perché in effetti era una femmina) ricambiò
la cortesia allungando il naso verso le sue mani per cercare
qualche cosa di goloso da magiare:
-Ruffiana che non sei altro!- la rimproverò Allison.
Ormai erano le 7 di sera passate, era buio e cominciava anche a fare
freddo seriamente. Allison sistemò la coperta da riposo su One
Breath e cominciò a pulirle gli zoccoli, ma lei non voleva
saperne di stare ferma:
-Ma cosa avete voi cavalli in questi giorni?- Poi
spiegò a Sam: -Fallen Angel(1) ha fatto lo stesso ieri
sera!-
-Ieri sera?- Chiese lui improvvisamente molto interessato.
-Sì, perché?-
-Aspetta un secondo, scommetto che dopo poco è andata via la luce e
la radio ha cominciato a gracchiare!- continuò Sam che
aveva già capito come si erano svolti i fatti.
-Beh, sì, in effetti…- Allison non fece
in tempo a finire la frase che il buio più totale invase
l’intera scuderia, i cavalli cominciarono ad agitarsi nei loro
box e la radio cominciò a gracchiare:
-Proprio così!- Fece Allison, e poi -No, ancora no!!-
Sam mise all’erta tutti i suoi sensi e, soprattutto, mise una mano
in tasca attorno ad un sacchetto di sale che aveva preso
dall’Impala prima che Dean se ne andasse. Si guardò
intorno e poi vide che dalla porta della scuderia stava entrando un
bagliore di luce bianca sempre più intenso. Questo bagliore
sembrava rispondesse ai movimenti di un grosso cane nero che in quel
momento stava facendo il suo ingresso nell’edificio davanti agli
occhi attoniti di una pietrificata Allison. Il cane aveva il pelo lungo
e arruffato, le orecchie ribaltate indietro e ringhiava mostruosamente,
mostrando un paio di zanne color avorio imponenti e minacciose.
-Sam?- chiamò lei evidentemente annichilita dalla paura.
-Sono qui Ally, niente paura. Vieni di fianco a me, ok?
Andrà tutto bene.- disse lui mentre, prontamente, stava
già disegnando un cerchio con il sale attorno a sè e a One
Breath, tenendo sempre d’occhio il cane. Poi il più
tranquillamente possibile le disse ancora:
-Vieni qui, piano, senza toccare il sale per terra, mi raccomando!”-
-Sì- fu tutto quello che Allison riuscì a dire, mentre
cercava di raggiungere Sam nonostante le sue gambe sembrassero
semolino.
Non appena lei fù completamente all’interno del
cerchio il cane emise un ululato agghiacciante e scomparve in una
nube di fumo grigio fuori dalla scuderia prima e verso il cielo poi.
“Accidenti quella cosa puntava Allison! E quando ha capito che
non poteva fare più nulla se l’è svignata!”
questo pensiero Sam decise di tenerlo per sé!
Allison, bianca come un lenzuolo, era ancora immobile accanto a lui e alla cavalla.
-Ally, Ally, Allison!!- Sam cercò di scuoterla, il
più dolcemente possibile ma dovevano assolutamente andare via di
lì velocemente.
-Ci sono, ci sono. Sam, cosa è succeso? Cos’era quel
cane? Come mai era qui? Sam ti rendi conto che è
una cosa impossibile? Oddio forse sto impazzendo?- Poi
guardò a terra e vide il cerchio bianco. Solo allora capì
che si trattava di sale:
-Sale? Sale?!!? Ok, non sto impazzendo, ma forse sto
sognando!...No, non sto neanche sognado perché mi viene da
vomitare!- Allison era un po’ confusa, ma proseguì con decisione:
-Ora mi devi dire la verità: voi due non siete giornalisti, vero? Sam cosa sta succedendo?-
-Ok una cosa alla volta, Ally. Ora è importante che andiamo via
di qui il prima possibile! Ricordati di stare all’interno del
cerchio di sale-
-Va
bene!- rispose lei semplicemente: istintivamente si fidava di lui e,
nonostante avesse litri di adrenalina che le scorrevano nelle vene e
milioni di domande che le frullavano nel cervello, decise di rimandare
tutte le richieste di spiegazioni ad un altro momento.
Mentre Allison finiva di sistemare One Breath, Sam, come un leone in gabbia, continuava a
camminare avanti e indietro per la scuderia in modo da tenere sotto
controllo la situazione.
In 5 minuti lei aveva sistemato cavalla e finimenti, chiuso a chiave selleria e scuderia ed era pronta per andarsene.
Stavano dirigendosi verso il fuoristrada quando lei disse:
-Puoi guidare tu, per favore, io non mi sento…-
-Non c’è problema.- rispose Sam senza troppi complimenti e
quasi strappandole di mano le chiavi del fuoristrada che lei gli stava porgendo: non era tranquillo per niente in quel posto!
Montarono in macchina e fecero ritorno ad Afton, al Dreamland Motel.
Sam parcheggiò di fianco all’Impala di Dean e, una volta
spento il motore, scesero entrambi e si diressero di corsa verso la stanza 47.
*Non ho resistito ad omaggiare due bellissimi episodi di "X-FILES".
"Fallen Angel" 1x09 scritto da Howard Gordon e Alex Gansa e diretto da
Larry Shaw; "One Breath" 2x08 scritto da Glen Morgan e James Wong e diretto da R.W. Goodwin.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** I Thought I'd Seen Everything ***
I THOUGHT I'D SEEN EVERYTHING
I THOUGHT I'D SEEN EVERYTHING (1)
Dopo aver lasciato Sam alla ricerca di tracce di qualche demone o
spirito a forma di grosso cane, Dean, inveendo mentalmente contro
Allison per lo scherzo che gli aveva fatto (che tra parentesi lui non
trovava affatto divertente), si avviò alla biblioteca centrale di
Afton. Non ebbe difficoltà a trovarla; parcheggiò
l’Impala proprio di fianco alle scale e si diresse
all’entrata.
Una volta raggiunto il bancone dell’impiegata
ed accortosi che era vuoto, si guardò intorno cercandola e
chiedendosi chi era stato l’imbecille che l’aveva chiamata
“Biblioteca Centrale di Afton” dato che ad Afton
c’era solo quella di biblioteca.
Cominciava a spazientirsi: non c’era traccia dell’impiegata
da nessuna parte. Poi improvvisamente una voce squillante dietro di lui richiamò la sua attenzione:
-Buongiorno, cosa posso fare per te?-
Dean si girò di scatto e si trovò faccia a faccia con
l’impiegata che, come suggeriva la targhetta che lei portava sul
bavero della giacca , doveva chiamarsi Kelly; la squadrò
come aveva fatto quella mattina con Allison: 1 metro e 70, circa 55 Kg, snella, gambe chilometriche,
capelli biondi e mossi, occhi scuri e un sorriso enorme. Illuminandosi Dean le rispose immediatamente:
-Beh, Kelly, un sacco di cose..!- poi si ricompose,
sfoderò il suo sorriso migliore, trasse di tasca il documento
del giornalista Dean Brosnan e mostrandoglielo disse:
-Ehm, Dean Brosnan giornalista di Kemmerer, LINCOLN DAILY MIRROR.
Avrei bisogno del tuo aiuto per fare delle ricerche storiche su questo
meraviglio paese del Wyoming!-
-Oh- rispose lei ammirata -Che tipo di documenti storici stai cercando?- gli chiese.
-Direi quotidiani, tutti quelli che ci sono. Poi anche i
censimenti se fosse possibile Kelly, per favore!- rispose lui allargando
ancora di più il suo sorriso.
-Certo! Vieni ti faccio vedere dove puoi metterti.- disse lei mentre
usciva dal bancone e precedeva Dean nella sala di lettura.
Contro
la parete nord c’erano tre computer, non proprio
recentissimi ma comunque funzionanti, posti su tavoli spaziosi. Kelly
fece accomodare Dean al tavolo centrale (quello più luminoso) e poi
disse:
-Alcuni anni li abbiamo nel computer, ma quelli più vecchi
sono solo su carta. Te li vado a prendere. Torno subito!- si
voltò e, quasi svolazzando sul pavimento, si diresse verso
una porta che diceva: MAGAZZINO.
Mentre aspettava Kelly con i quotidiani più vecchi, Dean accese
il computer, cercò la sezione che gli interessava e
cominciò a dare un’occhiata ai giornali più recenti.
Fu molto fortunato perché dopo soli 3 minuti la sua
attenzione fu catturata da una notizia sulla morte di un certo Edward
Carter nel 2007 in seguito ad un incidente stradale.
“Carter, Carter… Dove ho già sentito questo
nome…?”
Dean stava pensando questo, quando Kelly, sempre
svolazzando, riapparve spingendo un carrello con sopra 9
pesanti ed enormi volumi consunti.
-Oddio!- l’espressione del viso di lui tradì
un’evidente sconforto. Chiaramente Kelly se ne accorse,
perché gli propose un aiuto:
-Lo so, qui i sistemi informatici non sono molto
all’avanguardia! Vuoi una mano? Magari se mi dici cosa cerchi in
particolare posso aiutarti!-
Dean si illuminò improvvisamente:
-Oh, magari grazie mille! Molto gentile- la ringraziò sfoderando
nuovamente il suo sorriso migliore. Poi proseguì: -Vediamo…devo fare un pezzo sugli incidenti
stradali….nelle località di montagna…una specie di
statistica!- disse cercando di essere più il convincente
possibile, ma nutrendo forti dubbi in merito alla riuscita dei suoi
tentativi.
-Ohh- rispose Kelly ammirata fissandolo negli occhi azzurri. Poi
proseguì: -Beh, vediamo…direi di partire dal 1940, sai prima di questa data le informazioni che abbiamo non sono
molto affidabili…e anche dopo a dire la verità non sono
particolarmente precise, ma magari ragionandoci un
po’…- mentre parlava spostò un volume sul
ripiano più in basso del carrello.
-Ne rimangono comunque 8!- disse Dean sprofondando nella
sedia. Poi fu colpito da un’intuizione: -Aspetta!
Senti Kelly, avete dei rapporti di polizia sugli incidenti stradali che
avvengono fra ottobre e…diciamo febbraio di ogni anno?-
Lei lo guardò stupita: -Beh, questa sì che è
una strana domanda! Fammi pensare dove possiamo cercare…dovrei avere da qualche parte i rendiconti
delle spese del comando di polizia. Sai, alleghiamo tutti i rapporti
dello stesso periodo, magari spulciando un pò qua e un pò
là…-
-Fantastico!- disse Dean evidentemente rincuorato.
In due minuti Kelly fu di ritorno con un secondo carrello il cui carico, per fortuna, era minore di quello precedente.
-Ecco, vedi?-disse la ragazza a Dean mostrandogli come erano composti
i faldoni dei rendiconti -i rapporti sono allegati fuori dai
rendiconti, ma dentro ogni carpetta! Oh, scusa devo andare a rispondere
al telefono!-
Mentre Kelly si allontanava Dean pensò con gioia che la persona
che aveva ideato il sistema di archiviazione dei documenti non doveva
essere la stessa che aveva dato il nome alla biblioteca!
Kelly si assentò per più di un’ora, fra telefonate
e visitatori bisognosi della sua assistenza. Dean ne approfittò
per studiare accuratamente i rapporti della polizia. Riuscì
anche a stabilire un pattern molto particolare sull’andamento del
numero degli incidenti mortali sulla Highway 89 fra Afton ed Aubum.
Prese qualche appunto, fece qualche copia di alcuni rapporti in base
alle date, e decise che era meglio parlarne con Sam quella sera.
Per farsi un’idea di cosa potesse aver interesse a far schiantare
le persone fuori strada, prese il giornale del padre e cominciò
a sfogliarlo. Passò in rassegna vari spiriti vendicatori e
giustizieri, lupi mannari, vampiri, demoni, streghe che succhiano la
vita dagli esseri umani, geni che si nutrono del sangue delle persone,
ma nulla che gli permettesse di collegare gli incidenti a qualcosa di
soprannaturale. Nelle ultime pagine, però, notò una
sezione alla quale non aveva prestato molta attenzione prima di allora:
“SPIRITI, DEMONI E LEGGENDE DEL VECCHIO CONTINENTE”. Dean
cominciò a leggere particolarmente interessato dalla breve
descrizione che suo padre aveva fatto di uno spirito, il gytrash(2), che
si presentava sotto forma di animale (grosso cane per l’eattezza) e
che aggrediva i forestieri nella vecchia Inghilterra. Avrebbe
voluto che suo padre avesse scritto di più, per esempio come
distruggerlo, ma dovette accontentarsi di queste poche informazioni.
Quando Kelly fu di ritorno, lui aveva già tutti i dati
che gli servivano e si era fatto un’idea più precisa di
quello che sarebbe stato il compito suo e di Sam, quindi le disse:
-Beh, Kelly, grazie, direi che ho tutto quello che mi
serve!- aveva fretta di andare al motel per parlare
tranquillamente con suo fratello.
-Oh, davvero?- Rispose lei con la voce colma di delusione.
-Sì…sì, ma sai mi devo fermare qualche giorno in città…quindi…-
Purtroppo, per la seconda volta quel giorno i suoi “tentativi di
rimorchio” fallirono per cause non imputabili alla sua
volontà: un tizio, uno con i brufoli, gli occhiali e
l’aria profondamente antipatica, stava camminando e leggendo allo
stesso tempo per cui finì dritto dritto contro il carrello che
portava i volumi dei quotidiani, rovesciandolo a terra.
-Ehi sta un po’ attento!- lo rimproverò Dean.
Ma questi, senza neanche gurdarlo in faccia, si rialzò e se ne andò.
-Ma guarda un po’!!- poi, cavallerescamente, si
chinò per aiutare Kelly a raccogliere gli sventurati libroni, ma
si fermò improvvisamente:
-Aspetta un attimo!-
Prese il volume che cadendo si era
aperto in corrispondenza di un articolo il cui titolo aveva catturato
la sua attenzione: “AVVICENDAMENTO AL COMANDO DELLA CARTER TOOLS
DI AFTON: ALLISON CARTER PRENDE IL POSTO DEL PADRE EDWARD TRAGICAMENTE
SCOMPARSO”
-Santa...- disse Dean con un filo di voce -Ecco dove avevo già sentito questo nome!-
-Si- disse Kelly -Che brutta storia,
povera Allison! Sua madre morta in un incendio quando lei aveva solo 6
mesi o giù di lì, praticamente non l’ha mai
conosciuta. E suo padre che nel 2007 si va a schiantare contro un
albero mentre tornava a casa!- era veramente dispiaciuta.
-Frea, frena!- Dean era sconcertato, un uragano di
pensieri gli invasero la mente e voleva fare un pò di ordine:
-Sua madre è morta che lei aveva 6 mesi in un incendio!
Mer…accidenti! E dopo suo padre! Se ho capito bene la Carter
Tools è importante nella vostra zona, vero?-
-Oh, sì è una delle aziende meccaniche più importanti nella contea!-
-Allora immagino che questi incidenti non siano passati
inosservati, voglio dire..saranno stati diversi i giornali a
parlarne!-
-Penso di sì. Aspetta prendo il volume relativo al 1981, l’anno della morte della madre di Allison.-
Dopo pochi secondi Kelly gli porse l’enorme volume e Dean
cominciò a sfogliare le pagine ingiallite e rovinate dal tempo
fino a che non trovò quello che stava cercando, e
cioè un articolo di un quotidiano del 15 novembre 1981:
“SERENA CARTER MORTA IN UN INCENDIO DOMESTICO. LA FIGLIA
MIRACOLOSAMENTE ILLESA: Serena Carter, moglie dell’imprenditore
Edward di Afton, è morta ieri notte a causa di un incendio che
si è sviluppato nella stanza della loro bambina, Allison, di
appena 6 mesi. Grazie alla prontezza di riflessi del padre,
quest’ultima è uscita illesa dalla tragedia. Le indagini
sono ancora in corso, ma secondo fonti certe i vigili del fuoco non hanno
nessun indizio che aiuti ad identificare le cause del rogo.”
-Wow!- fece lui senza parole.
-Già!- concordò Kelly.
-Senti posso fare una copia di questi articoli…per favore,
Kelly?- chiese lui facendo ancora ricorso al suo sorriso.
-Beh, veramente…ma sì!- si convinse lei fissando gli occhi azzurrissimi di Dean.
-Grazie!-
Dean era decisamente eccitato, le sue sinapsi lavoravano a tutta
velocità cercando di metabolizzare tutte le notizie che gli
erano letteralmente precipitate addosso come una valanga nel corso del
pomeriggio.
“Chissà cosa dirà Sam!” pensava mentre
salutava frettolosamente una Kelly delusa per l’appuntamento
mancato e si dirigeva verso l’Impala per tornare al motel. Lungo
il tragitto fu colpito da un pensiero:
“E se anche lei avesse dei….poteri come Sammy?
Eppure è di due anni più grande di lui!
Com’è possibile?”
Quando arrivò al Dreamland, si precipiò giù dalla
macchina e subito dentro la stanza sua e di suo fratello: vuota!
“Dannazione!” Prese il cellulare e chiamò Sam:
niente ricezione: “Dannazione!” ripetè nervosamente,
aveva bisogno di parlare subito con suo fratello!
“OK, allora mi faccio una doccia, magari mi calmo!”
Mentre era sotto la doccia bollente, sentì che la porta della camera si apriva e la voce eccitata di Sam lo chiamava:
-Dean! Dean! Vieni fuori, accidenti!! Siamo stati assaliti da uno spirito-cane al ranch!-
Nella stanza, Sam ed Allison sentirono il rumore della doccia cessare e, dopo poco Dean uscì dal
bagno….tutto bagnato con addosso solo un asciugamano striminzito
attorno alla vita. Appena vide Allison vicino alla porta della camera lui
schizzò nuovamente in bagno prendendosela con suo fratello:
-Accidenti Sam, non sei solo tu, dimmelo subito!! Che imbarazzo!-
Allison, che nel frattempo aveva assunto il colore non di un pomodoro,
ma di un intero campo di pomodori, si lasciò cadere, sfiancata
dagli eventi, su una sedia vicino al tavolo dove erano sparsi fogli,
mappe di Afton e delle zone circostanti ed un libro fitto fitto di
appunti scritti a mano.
Pochi secondi dopo Dean uscì dal bagno…asciutto e vestito, questa volta.
-Ok Sam, racconta- disse visibilmete imbarazzato e desideroso di cambiare argomento.
-Eravamo dentro la scuderia, quando la luce è andata via ed il locale
è stato invaso da massicce manifestazioni di elettricità
statica. Poi è comparso un grosso cane nero, davvero minaccioso
credimi, che si muoveva in una specie di aura bianchissima e che puntava Allison, Dean era lì per lei!!- Sam
era così agitato che non riusciva a stare fermo, continuava a
camminare avanti e indietro per la stanza.
-Accidenti! Allora il cane nero conferma quello che ho ipotizzato
dopo la mia visita in biblioteca, ma non capisco perché volesse
Allison! Questo non quadra.- ragionò Dean pensieroso ad alta voce.
-Perché cos’hai scoperto in biblioteca?- chiese Sam ansioso.
-Ogni 6 anni si susseguono una serie di incidenti più o
meno nello stesso punto della highway 89: a cavallo del confine nord di
Afton. Non possono essere semplici incidenti, perché in quei
periodi ce ne sono troppi. Secondo me il 90% di questi è
provocato dal nostro spirito. E forse ho capito di cosa si
tratta.-
-Cosa?- lo incalzò Sam sempre più ansioso.
-Un gytrash! Ho trovato un accenno sul giornale di papà,
ma non c’è molto perché in effetti si pensa che sia
arrivato dall’Europa con i primi emigranti inglesi. Guarda i dati
che ho trovato in biblioteca: normalmente la media di incidenti mortali
lungo la Highway 89 fra Afton ad Alpine è di circa 10 in un anno
più che altro concentrati in inverso, ok? Poi ogni 6 anni in
questo periodo e per circa due mesi il numero di incidenti si impenna:
Sam, si parla di 50 incidenti mortali solo nell’area del confine nord di
Afton per un totale di circa 80 vittime! L’ultima volta che
è successo è stato nel 2007, ma sono riuscito a
ricostruire il pattern fino al 1943. Prima è difficile
fare delle ipotesi perché il conto della popolazione veniva
tenuto in modo troppo approssimato.- spiegò Dean tutto d'un fiato.
-Dean, ma che spirito è un gytrash, non l’ho mai sentito!- chiese Sam incuriosito.
-In effetti anche le informazioni di papà sono molto
scarse. A parte le origine inglesi, dice solo che aggredisce i
forestieri, coloro che non appartengono alla sua “zona di
caccia”, forse approfitta del fatto che le vittime si sentono
spaesate.-
A questo punto Dean si fermò esitando, ma poi proseguì:
-E poi guarda cosa ho trovato fra i vecchi quotidiani.- e indicò uno dei tanti fogli sparsi sul tavolo.
Mentre leggeva, Sam sgranò gli occhi, trattenne il respiro e si
sedette: -Oddio!!- disse alzando lo sguardo verso Allison.
-Già!!- rispose Dean, che però non aveva
finito: -E non ho ancora finito!- continuò indicando un
secondo articolo di giornale:
-Merda!- fu l’unica cosa che Sam riuscì a dire.
-Già!- ripetè Dean.
Allison, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, non ce la
fece più; si alzò con impeto dalla sedia che si ribaltò per terra e gridò:
-BASTA!! Ehi, ci sono anche io qui nel caso non ve ne foste
accorti!! Di cosa state parlando? Gytrash? Cos’è? Spiriti?
Fantasmi? Ma siete impazziti? Chi diavolo siete voi??!!!- Era fuori
di sé, aveva bisogno di aria fresca e voleva andare via di
lì.
Stava per uscire dalla stanza, quando Sam cercò di fermarla:
-Ally aspetta….-
Lei si girò furiosa, lampi rabbiosi le saettavano negli occhi; incenerì Sam con uno sguardo e
disse: -Non chiamarmi mai più così!!- e si
voltò nuovamente verso la porta per uscire di corsa.
(1) "I Thought I'd Seen Everything" Adams/Kennedy/Lange 2008 Album "11"
(2) Il gytrash non l'ho inventato io, ma è uno spirito che
fa veramente parte delle credenze popolari inglesi del 1800. Io
personalmente ne sono venuta a conoscenza leggendo un libro decisamente
sottovalutato, e cioè "JANE EYRE" di Charlotte Bronte.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Freak Like Me ***
FREAK LIKE ME
FREAK LIKE ME
-Dannazione!- imprecò Sam; poi rivolto al fratello: -Dean quello
che hai trovato in biblioteca ha una portata
gigantesca…vuol dire che anche lei…ha…dei
poteri. Se è così veramente, significa che è in
pericolo!- era sconvolto.
Dean, che ormai aveva capito cosa provasse suo fratello per quella ragazza, rispose:
-Lo so….e muoviti fratello cosa ci fai ancora qui! Corri
fuori, fermala e riportala indietro! Devo insegnarti proprio
tutto?-
Sam non ci pensò due volte, si precipitò fuori dalla stanza con lo scopo di riportare indietro Allison.
Nel frattempo lei si era avvicinata al suo fuoristrada e stava cercando
le chiavi che, però, erano sul tavolo della stanza del motel:
-Accidenti!!- stava infatti sussurando nervosamente cercando nella propria borsa.
Quando Sam fu esattamente dietro di lei allungò un braccio per fermarla e le disse:
-Aspetta, scusa…-
La ragazza fece un saltò in avanti per lo spavento:
-Cavolo!! Sam, mi hai spaventata a morte!!-
-Scusa...senti torna dentro. Hai ragione. Dobbiamo sederci e spiegarti
tutto dall’inizio. Va bene?- le disse stringendole le
spalle e fissando il proprio sguardo sul viso di lei.
-Sam è tutto così assurdo, non so cosa
credere..- rispose la ragazza sentendosi addosso quegli occhi infiniti e temendo di perdersi dentro di essi.
-Credi a quello che hai visto tu stessa, poco fa al
ranch! Alli…son c’è una spiegazione per tutto
ciò che è successo, sembra assurdo ma c’è,
te lo assicuro!- questa volta Sam fissò i suoi luminosi fanali blu dritti
negli occhi di lei.
Allison pensò che effettivamente Sam non aveva tutti i torti:
poco fa al ranch c’era anche lei, anche lei aveva visto quel cane
enorme e minaccioso muoversi verso di lei in un’aura candida e
scomparire verso il cielo non appena tutti e tre (cavallo compreso) si
furono riparati all’interno di un cerchio di sale disegnato sul
terreno. Infine disse un po' imbarazzata:
-Ok, vengo…senti...ehm mi dispiace per prima. Non dovevo
aggredirti a quel modo. E’ solo che…prima d’ora solo
un’altra persona mi aveva chiamato così…- poi,
arrossendo e con una punta di esitazione nella voce, finì la frase: -Se ti fa piacere puoi
continuare a chiamarmi Ally.-
Sam si accorse che lei tremava mentre pronunciava quelle parole e,
mosso da un istinto profondo che sentì partire direttamente dal
suo stomaco, le si avvicinò e la sommerse in un lungo abbraccio
caldo, confortante e potente: voleva farle sentire la sua presenza e
farle capire che lui era lì per lei, per aiutarla e starle vicino. Dopo
un paio di minuti, nonostante non volesse, chiamò a raccolta tutta
la sua forza, e disse:
-Dobbiamo rientrare, ci sono un sacco di cose di cui parlare.-
Rientrarono nella stanza, dove Dean stava studiando attentamente la piantina della contea di Lincoln.
Fu Allison a prendere l’iniziativa sedendosi di fronte a lui e dicendo con determinazione:
-Ok sono tutta orecchi!!- ma continuò
immediatamente, interrompendo Sam che aveva già aperto la bocca per cominciare a
parlare: -E cominciate da chi siete veramente!-
-Ehi la copertura di giornalisti era ottima!- protestò Dean ferito nell'orgoglio.
Allison rispose sarcastica:
-LINCOLN DAILY MIRROR? Andiamo Dean, LINCOLN...DAILY...MIRROR? La prossima volta provate con una testata più
americana per favore!-
A quel punto Sam pensò fosse meglio porre fine a quel battibecco sterile e disse:
-Ok, ok, ora basta! Winchester. Sam e Dean. Questi sono i nostri nomi, siamo fratelli e
quello che hai visto al ranch stasera è quello che facciamo, che
abbiamo sempre fatto.-
-Fatemi capire voi combattete cosa di preciso? Spiriti, demoni,
cosa? E come mai fate questo nella vita? Insomma...- proseguì con la voce piena di incertezza: -non ho mai sentito
di….un’organizzazione....governativa...che
combatta…queste…cose.-
Questa volta fu Dean a
risponderle:
-Affari di famiglia. Fattelo bastare!- Non avrebbe
voluto essere così sgarbato, ma quello non era nè il luogo nè
tanto meno il momento per discutere della storia della sua famiglia.
Inoltre non era mai stato molto a suo agio a parlare di questi
argomenti con persone che non erano Sam. Per fortuna Allison fu
abbastanza sveglia per capirlo e parve soddisfatta quando disse semplicemente:
-Oh! Ok, liberi professionisti quindi. Andiamo avanti!-
-Ascolta Ally, quella di questa sera è una cosa
seria. Quello spirito c’è l’ha con te, e in
genere quando uno spirito ce l’ha con qualcuno non lo molla tanto
facilmente. In più non sono trascorsi 6 anni dall'ultima volta
che questo gytrash si è risvegliato nel 2007, quindi dobbiamo capire
cos’hai tu di speciale che...-
Sam non fece in tempo a finire la frase perché arrivò secca la risposta di Allison:
-Ehi! Di speciale ho un sacco di cose, tesoro, vuoi che ti faccia un
elenco?- lasciò in sospeso la frase perché facesse
più effetto, poi riprese: -Scherzo! Non lo so Sam, sono
nata qui, ho vissuto sempre qui, ho dovuto imparare ad arrangiarmi fin
da piccola…mando avanti la ditta di mio padre e ho un sacco di
responsabilità per questo, ma non penso che ad un grosso
cane-spirito che se ne va in giro in un’aureola interessi tutto
questo!-
Sam ebbe un sussulto quando lei nominò suo padre e volle affrontare subito la questione:
-Dean ha trovato questo in biblioteca.- e le mise sotto gli
occhi una stampa di un vecchio articolo del Lincoln Gazzette. Allison
non ci mise molto a riconoscerlo:
-Sì, è l’articolo sulla morte di mio padre nel 2007
a causa di un incidente stradale. Era andato ad una cena di lavoro ad
Alpine, poi nel ritorno ad...Aubun...uscì...di strada...-
Mentre
pronunciava queste parole impallidì visibilmente e le
mancò il respiro:
-Voi pensate che…oddio…- cercò con lo
sguardo il viso di entrambi i fratelli Winchester per avere spiegazioni riguardo a quel
pensiero tanto spaventoso.
-Mi sembra di aver capito che sia il caso di non nasconderti
nulla- disse Dean cercando una conferma nello sguardo di suo fratello
che
annuì, quindi continuò: -perciò sì,
potrebbe anche essere che
ad uccidere tuo padre sia stato il gytrash. Scommetto che non sei stata
tu a riconoscere il suo corpo, vero? E poi, ho letto
nell’articolo che il funerale è
stato fatto a bara chiusa.-
-Infatti, Grant...lo sceriffo Valenti disse che il corpo era troppo sfigurato a causa
dell’incidente e volle riconoscere lui la salma. E poi, per lo
stesso motivo non fu possibile lasciare aperta la bara durante
il funerale. Perché, cos’hai in mente?- chiese sentendosi il cuore in gola,
anche se aveva già intuito dove volesse arrivare Dean.
-Beh, l’incidente dell’altra sera è
sicuramente stato causato dal gytrash e i corpi dei genitori della
bambina non sono stati trovati, perciò…-
-Vuoi dirmi che Grant mi avrebbe mentito e che in realtà
il corpo di mio padre non fu mai trovato?- dare voce a
quel pensiero le provocò una fitta di dolore allo stomaco;
guardò Sam in cerca di aiuto e lui provò a
tranquillizzarla:
-Ascolta per ora non sappiamo molto di questo gytrash, se non che
attacca i viaggiatori, quindi se tuo papà è stato
attaccato fuori Afton è probabile che sia colpa di questo
spirito. Purtroppo, però non sappiamo altro, voglio dire
perché lo fa? In genere gli spiriti uccidono per una ragione:
difesa, vendetta, sopravvivenza, ma senza dati, informazioni o prove di
nessun tipo brancoliamo nel buio.- Fece una pausa, sembrava pensieroso, poi
continuò: -Però mi è venuta in mente un
cosa. Dean non hai appena detto che il gytrash ha origini inglesi e che
potrebbe essere giunto in America con i primi emigranti?-
-Sì, perché?-
-Beh, non può essere venuto negli Stati Uniti sulla
Mayflower a spasso per il ponte della nave, no? Deve essere stato
portato qui attraverso un oggetto, magari un dipinto,
un’urna, un vaso, qualcosa dalla quale poi, per qualche motivo,
è riuscito a liberarsi.- si voltò verso Allison: -Ally, tu conosci questa gente, dev’essere una famiglia di
persone riservate, scontrose, magari poco conosciute e che rifiutano la
compagnia e la vita sociale del paese e della comunità! Non ti
viene in mente nessuno?-
Allison ci pensò un istante poi disse:
-Sam, la città è piccola, ci conosciamo tutti
più o meno…aspetta un momento al confine sud di Afton
c’è una casa abbandonata, vecchia, sta quasi per crollare.
Mio padre diceva che ci abitava una vecchia signora da sola, ma io
non l’ho mai vista e
non so neanche che fine abbia fatto adesso che ci penso. Ci sono stata
un paio di volte con i miei amici quando era piccola, perché i
ragazzi più
grandi dicevano che la casa era infestata dai fantasmi! A parte questo,
gli altri
abitanti sono tutta gente tranquilla che lavora.-
-Ok allora domani mattina come prima cosa andiamo a controllare
questa villa.- disse Sam rivolgendosi a Dean. Poi verso Allison: -Dove si trova questa casa abbandonata?-
Allison lo stava fissando con occhi infuocati:
-Oh, non c’è bisogno che te lo dica ora, ti darò le
indicazioni domani lungo la strada!- rispose lei con fermezza.
-No Ally tu non vieni, è troppo pericoloso, quella cosa vuole te, capisci?-
-Sam ha ragione, è troppo pericoloso.- gli diede man forte il fratello.
-Quella cosa, potrebbe aver ucciso mio padre, forse siete voi che
non capite!!- ci fù un attimo di tensione palpabile fra tutti e tre,
poi lei proseguì irremovibile: -Niente su questa terra o fuori
da essa potrebbe tenermi lontano da quel posto. O vengo con voi domani o ci
vado io da sola adesso! Come preferite!- e fece per alzarsi.
Sam e Dean si scambiarono uno sguardo sorpreso e Dean, alzando le mani in segno di resa, disse:
-E' tutta tua fratello!-
-Allora siamo d'accordo per domani!- disse Allison. Evidentemente
rincuorata e, dopo aver riacquistato un colore più umano in
viso,
continuò:
-Ho fame e voi? In
più mi devo fare una doccia!-
-Bene, anch'io ho proprio voglia di un bell'hamburger!- concordò Dean.
-Hamburger?! Ma sei matto?!- gli rispose Allison come se lui
l’avesse insultata. -Italiano!! Venite, offro io!-
Allison, ora, si sentiva eccitata, carica come una molla. Precedette
i fratelli Winchester lungo la strada che portava a casa sua e, quando arrivarono, per
prima cosa aveva intenzione di rendersi presentabile: aveva bisogno di una doccia. Stava per dirigersi verso il bagno dicendo:
-Vado a farmi…-
Ma Dean la interruppe:
-No ,sentite io devo fare una cosa…sai Sam...quella cosa… emh…capito?-
-Dean cosa dici non…- non finì la frase perché Dean lo precedette:
-Ok siamo d’accordo! Domani mattina voi andate a
controllare la casa, io andrò a farmi un giro nella foresta, non
penso che i corpi di tutta quella gente si siano volatilizzati nel
nulla. Buona serata!- senza lasciare il tempo nè a Sam nè
ad Allison di replicare, si voltò ed uscì speditamente dalla casa.
Allison fu
la prima a riscuotersi:
-Bene, allora io vado a farmi una doccia tu mettiti comodo.-
-Ok- rispose semplicemente Sam che cominciava a sentirsi un po’ in imbarazzo.
Prima di andare in bagno, Allison si avvicinò allo stereo,
ragionò per qualche secondo sui cd caricati: pensò che
i Deep Purple, per quanto le piacessero, non sarebbero stati in
grado
di creare l’atmosfera che voleva lei:
“Ok Carter, vediamo se riesci a sciogliere un po' Sam dagli occhi
blu seduto sul tuo divano” pensò. Decise invece che Lauryn
Hill era perfetta, per cui lasciò il cd che era già
nello stereo e fece partire la riproduzione: subito una voce calda, sensuale ed
avvolgente invase la casa:
"You're just too good to be true
Can't take my eyes off you.
You'd be like heaven to touch.
I wanna hold you so much.
At long last love has arrived.
And I thank God I'm alive.
You're just too good to be true.
Can't take my eyes off you..." (1)
Sam fu colto alla sprovvista: prima il profumo stuzzicante di un
cibo vero invece che il solito panino ed ora anche la musica adatta
all’occasione; pensò:
“Accidenti e ora come faccio a non saltarle addosso appena esce dal
bagno? Ok, ok pensa Sam pensa, devi trovare qualcosa da fare per
tenerti impegnato!”
Decise di andare in cucina e preparare la
tavola: cominciò a cercare fra i pensili, i cassetti e gli
armadi finchè non ebbe perfettamente apparecchiato.
Stava ammirando il suo lavoro, soddisfatto, quando lei finalmente
ritornò:
-Wow che servizio!- disse mentre andava a controllare la pasta.
-Ho pensato di apparecchiare nel frattempo.- si giustificò incerto Sam.
-Hai fatto benissimo. Siediti è pronto.- lo invitò lei. Dopo di che preparò i piatti, mise in
tavola una bottiglia di Chianti che aveva portato dall’Italia
l’estate passata e raggiunse Sam a tavola.
-Chianti?- chiese lui incuriosito.
-Si, è un vino italiano. Mia madre era italiana. L’estate scorsa
sono stata un mese a casa dei miei nonni in Toscana. Quello è un
souvenir. Ma ora tu sai più o meno tutto di me e io non so quasi nulla
di te. Dai racconta!-
-Beh la storia della mia vita è..è una storia lunga.- divagò Sam nella speranza di ovviare l'argomento.
-Pensi che riuscirò a dormire dopo quello che è
successo stasera? Ho tutta la notte a disposizione! Dai
racconta!- insistette lei.
-Ok, ok.- Sam si arrese e cominciò:
-Beh, io e mio fratello facciamo questo lavoro praticamente da
sempre. E' stato nostro padre ad insegnarci tutto quello che sappiamo,
l’agenda che hai
visto in camera nostra è sua. Lui iniziò a cacciare
demoni in cerca di
quello che uccise nostra madre quando io avevo 6 mesi....- mentre
parlava pensò che, forse, non era il caso di darle tutti quei dettagli sulla
morte della madre, ma fissando gli occhi grigi di Allison si rese conto
che resistere sarebbe stato molto più difficile del
previsto...anche se il pensiero di sua madre gli gonfiò il cuore
di tristezza ed amarezza.
-E tu ti senti tremendamente in colpa per quello che è
successo a tua madre. Conosco quella sensazione. Mi ha accompagnato per
mesi, dopo la morte di mio padre. Ma, Sam tu non
c’entri, inoltre avevi solo 6 mesi
che...cosa...potevi...fare...aspetta…aspetta...- Il velo che
aveva coperto i luminosi occhi
di Sam mentre parlava di sua madre aveva inizialmente indotto Allison
a cercare di consolarlo, ma poi una folgorazione
attraversò la sua
mente:
-Tua madre è morta quando tu avevi 6 mesi?
Com’è possibile? Sam, mia madre è morta nello
stesso modo! Vuoi dire che anche lei è stata uccisa da un...accidenti!- Allison non sapeva cosa pensare, possibile che
quella fosse solo una coincidenza?
Come se lui le avesse letto nel pensiero rispose:
-Lo so...ehm Dean ha trovato anche un'articolo sull'incendio di casa tua,
in biblioteca. Comunque, non penso che sia solo una coincidenza..ma in ogni caso
quella
cosa ora non è più un problema, l’abbiamo eliminato
tempo fa!-
Sam cercò le parole con estrema cura, senza
scendere troppo nei dettagli: non fece riferimento ai poteri, al fatto
che la porta dell’inferno si trovasse a pochi km da dove lei
aveva sempre vissuto ed al fatto che le persone come loro (ormai non
aveva dubbi sul fatto che anche Allison avesse dei poteri, si trattava
solo di scoprire che cosa era in grado di fare) potevano essere il
bersaglio preferito delle forze del
male. In quel momento fu contento che il demone dagli occhi
gialli si fosse concentrato su di lui: chissà cosa sarebbe
successo se avesse scoperto di avere Allison a due passi dalla porta
dell’inferno! Un senso di sollievo lo pervase: in qualche modo,
anche se allora non si conoscevano ancora, era stato in grado di
proteggerla.
-Oddio i miei sono stati ammazzati da demoni e spiriti e io me ne
stavo qui…- solo in quel momento Allison collegò le morti
dei suoi genitori e gli occhi le si riempirono di lacrime, ma non
voleva piangere:
-Sam mi mancano così tanto!-
-Sì, lo so, anche a me...- cercò di calmarla
stringendole forte le mani. Apparentemente funzionò,
perché lei lucidamente disse piano:
-Sai cosa penso? Penso che loro, i nostri genitori, siano sempre
con noi, che vigilino su di noi e ci proteggano. Puoi metterli in
paradiso o su una stella, dove vuoi. Personalemte ho bisogno di credere
che mio padre sia con me tutti i giorni alla Carter Tools perché
se sapessi di essere sola non potrei prendere tutte quelle decisioni
che prendo quotidianamente e che influenzano anche la vita di tutti
quelli che ci lavorano; ho bisogno di credere che mia madre sia al mio
fianco giorno dopo giorno per darmi la forza di cui ho bisogno.-
Allison stava raschiando tutta l'energia che aveva in corpo per non
piangere, per non crollare, cosa che le risultò ancora
più difficile quando Sam fissò i propri enormi occhi blu
nei suoi.
-Ok, per stasera può bastare, non ti chiederò come
mai questi demoni ce l’hanno con i miei genitori.- Allison si abbandonò sulla sedia e respirò
profondamente, per raffreddarsi un poco, poi continuò,
desiderosa di cambiare argomento:
-Perciò tu e Dean girate in macchina gli Stati Uniti in cerca di
qualcosa di sopranaturale da eliminare? Sam è…è
assurdo. Se non fosse per quello che ho visto stasera penserei che sei
matto.-
-Lo so sembra fuori da ogni logica ed è veramente dura,
voglio dire sei sempre in giro alla ricerca del male, ma quando sai di
aver salvato la vita di qualcuno, che qualcuno vivrà per merito
tuo, vedere la gratitudine nei loro occhi…questo ti ripaga
di tutti i sacrifici…beh, quasi tutti.- Non gli era mai
capitato di aprirsi così con una persona appena conosciuta, ma
aveva l'impressione che di fronte ad Allison il filtro che si
trovava fra il suo cervello e la sua bocca smettesse improvvisamente di
funzionare; questa cosa lo impauriva un po' ma allo stesso tempo lo
sollevava, perchè gli permetteva di liberarsi di un peso che gli
premeva costantemente il cuore. Quel "quasi tutti" era riferito
alla morte dei suoi genitori: entrambi, in circostanze differenti,
avevano sacrificato la propria vita per salvarla a lui e a suo
fratello. Se la madre di Allison era morta in un incendio quando lei
aveva 6 mesi, doveva essere stato Azazel ad ucciderla e questo
voleva dire che uno dei genitori della ragazza dieci anni prima aveva
fatto un patto con il demone per salvare la vita di qualcuno. Sam
decise, però, di tenere per sè anche questo...piccolo
particolare: per quella sera c'era già abbastanza carne al fuoco
ed aggiungere anche della benzina avrebbe solo peggiorato le cose.
Aveva, invece, una domanda che gli frullava nella mente
e a quel punto non ce la fece più a tenerla per sé:
-Senti, avrei una domanda...puoi anche non rispondermi se vuoi. Prima
nel parcheggio del motel hai detto che solo un’altra persona
nella tua vita
ti chiamava Ally…- mentre parlava la sua mente recitava
silenziosamente una preghiara: "Ti prego dimmi che era uno dei tuoi
genitori!". Trasse un profondo sospiro di sollievo quando lei rispose:
-Mio padre…era mio padre. Lui mi chiamava sempre Ally.- rimase in silenzio per qualche secondo poi riprese:
-Ma non ti preoccuppare, va bene così, mi piace quando mi chiami Ally.- e sorrise.
"Accidenti quando sorride è ancora più bella!!”
pensò Sam mentre il suo cuore accellerava paurosamente la
frequenza dei battiti come se volesse saltargli fuori dal torace.
Si fissarono negli occhi per un lungo momento, restando in silenzio,
come se quel silenzio in realtà potesse sussurrare loro quello
che provavano l’uno per l’altra in quell’istante.
Entrambi si
sentivano come se una corda dolce e vellutata ma nello stesso tempo
forte ed indistruttibile improvvisamente li avesse legati insieme.
Affondando negli occhi grigi e sconfinati di Allison per la prima volta
da quando quella mattina l’aveva incontrata i lacci che
stringevano il cuore e lo stomaco di Sam si allentarono. Con una luce brillante negli occhi che
ora sembravano ancora più grandi, Allison si alzò dal
tavolo e si avvicinò a Sam, gli prese
la mano stringendola forte e lo accompagnò sul divano dove
lui si sedette.
Questa volta fu Sam a dover fare appello a tutta la forza che
aveva in corpo per non rovinare quel momento: il suo istinto (che
stranamente aveva la voce di suo fratello; “Chissà
perché?” si chiese) gli diceva di andare avanti, di
portarla di sopra e fare l’amore con lei tutta la notte, ma il
suo cervello ed il suo cuore glielo impedirono, non doveva essere la
storia di una notte: non con lei!
Mentre tutti questi pensieri turbinavano nella mente di Sam come un
uragano, Allison aveva spento lo stereo e finalmente si stava accoccolando di fianco a lui; coprì entrambi con il
piumino che teneva sempre a portata di mano, gli prese il braccio e lo
sollevò intorno alle proprie spalle, poi si allungò per
dargli un bacio: in quel momento lo stomaco di Sam fece una capriola e
lui si sentì invadere completamente da un’esplosione allo
stesso tempo di pace e liberazione: la strinse forte a sè.
Si addormentarono
così: rannicchiati su un divano troppo piccolo, stretti l'uno
all’altra ma in pace.
(1) "Can't Take My Eyes Off You" 1967 scritta da Bob Crewe e Bob Gaudi.
La versione a cui faccio riferimento è, ovviamente, quella del
1998 di Lauryn Hill (album "The Miseducation of Lauryn Hill)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Where It Began ***
WHERE IT BEGAN
WHERE IT BEGAN
"Sam…Sam!!”
Sam si svegliò di soprassalto tutto sudato: aveva sentito distintamente la voce di sua madre che lo chiamava.
In pochi secondi ricordò dove fosse e realizzò che
doveva aver sognato: era semisdraiato sul divano di Allison con lei che
dormiva beatamente abbracciandolo. Sì, decisamente aveva
sognato.
Guardò l’orologio: le 4,30 del mattino. Provò ad
alzarsi senza svegliare Allison, ma questo compito fu più
difficile del previsto dal momento che ogni articolazione che aveva in
corpo era completamente anchilosata.
“Accidenti non ho più l’età per dormire...in
posti così piccoli!” pensò mentre
adagiava delicatamente la testa della ragazza sul bracciolo del divano. Ricordò con
amarezza anche i sedili dell'Impala che troppo spesso l'avevano
accolto durante la notte.
Stiracchiandosi si diresse in cucina per fare il caffè e delle
ricerche: la sera prima aveva visto il portatile di Allison sul tavolo della
sala, così, il più silenziosamente possibile, portò il
computer in cucina e lo accese.
Quando ebbe una tazza di caffè fumante sotto il naso si
collegò ad internet e cominciò a cercare informazioni su
demoni europei, leggende, miti animali e tutto
quello che gli veniva in mente, dal momento che non aveva a portata di
mano nè i
suoi libri nè il giornale di suo padre. Nonostante tutto fu
letteralmente sepolto dall'enorme quantità di credenze
popolari, superstizioni e leggende che caratterizzavano la mitologia
europea; scoprì che probabilmente il gytrash aveva origine
celtiche, dal momento che i paesi nelle cui culture si ritrovavano
tracce di questo spirito erano più o meno gli stessi che tali
popolazioni attraversarono durante la loro espansione all'interno del
vecchio continente.
Continuò le sue ricerche fino a quando non sentì dei
rumori in soggiorno; Allison si era svegliata ed evidentemente anche
lei era tutta rotta perché Sam sentì i suoi lamenti:
-Ahi! Aho! Cavolo non ho più l’età per dormire
sul divano e adesso mi metto anche a dare la caccia ai fantasmi! Brava
Carter, complimenti!-
Sam stava per chiamarla, ma si interruppe quando sentì che lei non aveva finito:
-Che delusione Carter hai il fisico di un’ottantenne e poi pretendi che Sam dagli occhi blu si accorga di te!-
-Cosa?- disse lui dalla cucina, sorridendo e facendo finta di non aver capito le sue parole.
-Sam!! Oh mio Dio! Mi hai spaventata a morte! No
niente…come stai? Hai dormito…ehm...voglio
dire…insomma...OK!! MI FACCIO UN CAFFE’ TU LO VUOI!!?-
chiese, quasi urlando, mentre entrava in cucina visibilmente
imbarazzata.
-Veramente, mi sono già servito!- rispose lui.
-Hai fatto benissimo.- Poi, incapace di tenere per sè quel
dubbio che l'attanagliava, continuò: -Ascolta Sam, per ieri
sera, io…non
so…forse tu...ti aspettavi...che...noi...voglio dire...-
"Accidenti che risveglio traumatico!" pensava mentre cercava, inutilmente, di dare un
senso alle sue parole.
Per fortuna lui, vedendola in difficoltà, intervenne risoluto ma tranquillo:
-Non mi aspettavo assolutamente niente!-
-Ok, bene.- rispose semplicemente Allison, felice di potersi voltare
per preparare un caffè anche per sè, in modo che lui non
vedesse l'imbarazzante tonalità di rosso che aveva assunto
il suo viso.
Quando anche la ragazza ebbe una tazza di caffè nero fumante davanti , lui la mise al
corrente dei risultati delle sue ricerche:
-Mi sono svegliato presto.- cominciò a
spiegare, sorvolando sul fatto che la causa di quella levataccia era
stata sua madre che, in sogno, gli aveva detto frasi per lui senza
senso.
-Non riuscivo a dormire...- mentì -non capisco perché il gytrash ce
l’ha con te, Ally. E’ una cosa che non ha alcun senso.
Allora ho pensato di fare qualche ricerca in internet. Ho visto il tuo
computer ieri sera. Spero non ti dispiaccia.-
-No figurati, anzi. Cos’hai scoperto?- chiese lei
curiosa sedendosi accanto a lui.
-Allora, il gytrash è uno spirito di origine
europea, per la verità. Se ne trovano tracce anche nella cultura
spagnola e francese oltre che in quella anglosassone. Ho il sospetto che
già i Celti avessero scoperto la sua esistenza. E poi sta a
sentire:
può presentarsi sotto forma di grosso cane nero, cavallo
o, tieniti stretta... mulo!-
-Ma un mulo non fa
paura!- disse Allison perplessa.
-In effetti…quindi abbiamo scoperto di avere a che fare
con uno spirito che si presenta sotto forma di grosso cane, cavallo o
mulo; aggredisce i forestieri, provocando incidenti mortali.
Questo è quello che sappiamo. Quello che non sappiamo è
cosa ne faccia delle sue vittime e perché, perché ce l’ha con te, e soprattutto come si distrugge!-
-Cioè le cose più importanti!- riassunse lei avvilita.
-Tranquilla, scopriremo tutto quello che ci serve! Allora, andiamo a
buttare giù dal letto mio fratello?- rispose Sam nel
tentativo di risollevarle il morale.
-Andiamo.- acconsentì Allison.
Nel giro di 5 minuti erano già al motel. Prima di aprire la porta della
camera ed entrare, Sam, con aria interrogativa si voltò verso Allison
che era
rimasta un po' indietro:
-Forse è meglio che io aspetti qui, sai…almeno
finchè non sono sicura che Dean sia vestito!- spiegò lei.
-Ok- rispose lui sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle.
Una volta nella stanza vide che Dean stava ancora dormendo
profondamente, per cui gli si avvicinò e cercò di
svegliarlo:
-Dean! Dean dai svegliati, dobbiamo andare!-
Niente, Dean non si muoveva neanche. A quel punto Sam gli mise due dita
sulla gola per cercare di sentire il polso carotideo, non pensava davvero che
fosse morto, ma d’altra parte ne aveva viste troppe in vita sua per escludere
qualcosa a priori. Bene, suo fratello era ancora vivo.
-Dean!- gridò più forte: niente
-Dai bello sveglia!- riprovò, questa volta scuotendolo.
-Oh, oh, che c’è, dove…- finalmente Dean
si svegliò, si guardò intorno, e, quando vide Sam seduto
sul proprio letto ancora in ordine, disse esultando:
-Wow! E vai fratello! Allora com’è andata?-
-Non lo saprai finchè avrò la forza per respirare!- sbottò Sam senza troppi complimenti.
-E dai non puoi non….-
-Muoviti, dobbiamo andare, vestiti!- lo interruppe
bruscamente Sam che non aveva la benché minima intenzione di
discutere dei suoi sentimenti per Allison con suo fratello.
-Va bene…stallone. Ok ora vado in bagno, sono pronto in due minuti.-
Quando uscì dal bagno Dean era perfettamente sveglio e perfettamente
non rassegnato di fronte ai rifiuti di Sam di raccontargli tutti i
dettagli della sera prima. Uscì dalla stanza e, dirigendosi
verso l’Impala, salutò allegramente Allison:
-Buongiorno raggio di sole. Dormito bene?-
Lei rimase a bocca aperta:
-Buongiorno...- e guardò Sam:
-Tranquilla, tutto sotto controllo.-
cercò di rassicurarla lui, poi mentre saliva
sull'Impala accanto a Dean le disse:
-Ti seguiamo. Andiamo al punto dell’ultimo incidente.-
-Ok, ma non dovevamo andare alla casa abbandonata noi?-
-Non vorrai mica andarci disarmata?- le chiese Dean serio.
-Per carità!- rispose Allison sarcastica.
Quando i due ragazzi furono in macchina tranquilli, Dean tornò alla carica più elettrizzato di prima:
-Allora fratello, dai racconta!-
Ma evidentemente Sam aveva altri pensieri per la testa, o magari fece finta di non capire, perché gli rispose:
-Allora ho scoperto che questo gytrash era diffuso non solo in
Inghilterra, ma anche in Francia, Irlanda e Spagna….- mentre parlava, Dean cercò di interromperlo:
-Sam io non…- ma Sam non ne voleva sapere e continuò come un fiume in piena:
-No aspetta, stai a sentire! Aggredisce i forestieri. E questa
cosa non mi convince perché dove siamo stati attaccati ieri sera
io ed Allison non era fuori dal territorio di Afton, quindi lei in
teoria non era “forestiera” in quel caso. Come mai,
allora, il gytrash puntava solo lei se ero più forestiero io per
esempio? Poi ho scoperto che si può presentare sotto forma di
cane, cavallo o mulo!- si interruppe qualche secondo (durante i
quali Dean alzò gli occhi al cielo) poi riprese: -Purtroppo non ho trovato niente su possibili veicoli che possano
contenerlo o trasportarlo, nè su come eliminarlo.-
-Fammi capire, sei stato tutta la notte a casa con lei da solo e
hai fatto delle ricerche? Delle ricerche Sam?!! Ma come fai ad essere
mio fratello?!!- Dean quasi stava gridando indignato.
-No beh, abbiamo dormito, poi mi sono svegliato..- cominciò Sam
tranquillamente, poi si interruppe ed inveì mentalmente contro sè stesso per aver abbassato la guardia.
-Dormito?! Oddio ancora peggio che fare delle ricerche!- ora Dean era avvilito.
A quel punto non aveva più senso stare sulla difensiva, per cui
Sam cercò di salvare la situazione come meglio poteva:
-Dean smettila, prima di tutto non sono affari tuoi! E poi non
voglio che sia la storia di una notte! Non con lei, dannazione!-
Nel sentire quelle parole un'espressione disorientata comparve sul volto di Dean:
-Allora è una cosa seria! Sam non ti…-
sussurrò con un filo di voce e senza riuscire a
terminare la frase.
Sam lo ignorò mentre guardava la foresta che correva veloce fuori dal finestrino della macchina.
Arrivarono sul posto dopo un paio di minuti. Accostarono e Dean spense
il motore. Una volta scesi dall’Impala i due fratelli aprirono il
baule e sollevarono un doppio fondo scoprendo un vero e proprio
arsenale: nei vari scomparti erano alloggiati pistole semiautomatiche e
meno recenti, doppiette, fucili a pompa, caricatori di
proiettili in argento e cartucce riempite di sale,
contenitori di acqua santa, coltelli, alcuni con la lama
di argento altri di ferro, paletti di legno appuntiti, taniche di
combustibile, sale, tanto sale e qualunque altra cosa che servisse per
eliminare le creature soprannaturali.
-Allora cosa vuoi Sam?- chiese Dean.
-Prendo la
mia 9 mm, poi vediamo…un coltello …lama di ferro....anzi fai due. Basta
dovrei essere a posto.-
Sam si fissò la pistola alla cintura, mise un coltello nella
tasca della giacca, mentre il secondo lo porse ad Allison, la
quale si era avvicinata a loro ed era rimasta pietrificata
alla vista di cosa contenesse lo scomparto segreto dell'Impala.
Sam cercò di riportarla alla realtà:
-Ally?! Ally, prendi questo e tienilo a portata di mano può servirti. Ha una lama in puro ferro.-
-Eh? Ah sì il coltello…in ferro…sì, ora lo metto in tasca.- ribattè lei allibita
-Tutto bene?-
-Sì, si, certo io…vedo tutti i giorni arsenali
nascosti dentro i bauli delle macchine!- rispose cercando di
sembrare disinvolta.
-Bene se abbiamo tutto, io vado! Teniamoci in contatto-
fece Dean mentre, anche lui, prendeva una pistola e due coltelli dal
baule e s'incamminava verso il bosco.
-Ok, ciao!!-
Sam ed Allison salirono sul fuoristrada di lei e si avviarono verso sud
dall’altra parte di Afton. Si fermarono un minuto alla Carter
Tools, giusto il tempo di avvisare che Allison non
sarebbe andata in ufficio quel giorno. Dopo di che si immisero nuovamente sulla
Highway 89 e la percorsero per altri 3 Km circa, poi svoltarono a sinistra in una
stradina sterrata piena di buche.
Mentre fermava il
fuoristrada, Allison disse:
-Ecco la casa è quella- ed indicò un rudere di
due piani circondato da un porticato e che doveva risalire a
metà del 1800. Era situata abbastanza all’interno rispetto alla
highway 89 ed era completamente circondata dalla boscaglia che, a causa della
prolungata incuria, si era arrogata il diritto di crescere
selvaggiamente e
liberamente.
Il tetto della casa era per metà distrutto, le finestre non
avevano più i vetri ed il legno delle pareti esterne era tutto scuro per
l’esposizione alle intemperie e la mancanza di manutenzione.
Scesero dal fuoristrada e Sam le disse:
-Ok Ally, seguimi, fai quello che ti dico e vedrai che andrà tutto bene.-
-Va bene- ribattè lei tranquillamente.
Si avvicinarono alla casa e salirono i due gradini che conducevano al
porticato; il legno scricchiolava sotto i loro passi ed entrambi si
muovevano con circospezione facendo attenzione a non rompere le assi.
Sam si guardò attorno: sui muri esterni della casa le macchie
scure che aveva visto da lontano non erano causate dal tempo come aveva
pensato inizialmente, ma in realtà erano
chiazze di muschio e piante rampicanti che avevano coperto quasi
tutta superficie anteriore della villa. Dalla finestra che stava
sulla destra della porta
d’ingresso si poteva vedere quella che una volta doveva essere
stata la cucina, anche se ora regnava l’anarchia più
totale della natura: insetti, piccoli roditori e animali della foresta
dovevano aver utilizzato quella casa come riparo, indisturbati per
chissà quanto tempo.
Mentre lui si dirigeva verso l’angolo della costruzione per
vedere cosa ci potesse essere sul retro, Allison si avvicinò
alla finestra sulla sinistra della porta d’ingresso e
guardò dentro. Quando vide cosa conteneva quella stanza, decise che bisognava subito chiamare Sam:
-Sam..- disse in un sussurro, poi, dandosi della stupida perchè lì intorno non
poteva esserci nessuno (...o magari niente) che non udisse anche un
sussurro, disse a voce alta:
-Sam vieni qui, guarda!!-
Lui le si avvicinò e guardò dentro:
-Accidenti, è uno scheletro! Vieni entriamo, sul retro non c’è niente, solo giungla.-
Entrarono e si diressero immediatamente nella stanza dove avevano visto
lo scheletro. Allison si chinò per studiarlo con attenzione:
-Era una donna a giudicare dalla forma del baccino. Inoltre
doveva avere una certa età, perché la colonna vertebrale
è curva, guarda!- disse indicando varie parti
dello scheletro a Sam che l’ascoltava stupito.
-Chissà da quanti anni è qui.- si limitò a
rispondere lui, mentre cercava nella stanza
qualche indizio
interessante.
La sua attenzione fu attratta da una cosa
in particolare: un’urna rovesciata il cui coperchio era rotolato
poco lontano. Quello che lo colpì furono i dipinti sulla
superficie dell’urna: su un fondo di colore beige chiaro si
distinguevano chiaramente tre figure, cioè un grosso cane nero, un molto più
grosso cavallo anche lui nero ed infine un mulo, nero anche quello.
-Guarda Ally, scommetto quello che vuoi che il gytrash è
arrivato negli Stati Uniti qui dentro!- disse Sam eccitato prendendo in
mano l'urna.
-Già...- rispose lei assorta mentre stava ancora analizzando lo
scheletro, poi proseguì sgomenta: -e magari questa povera donna
è stata la sua prima vittima...-
Erano entrambi talmente concentrati nei rispettivi pensieri che, quando
il cellulare di Sam squillò, fecero un salto per aria e
l'urna rotolò in terra, senza rompersi per fortuna.
Sam rispose al telefono:
-Dean, accidenti ci hai spaventato a morte, cosa vuoi?- chiese ancora con il fiatone per lo spavento.
-Mi dispiace- il suo tono di voce era concitato: -Senti a che punto siete voi? Perché qui c’è
qualcosa che dovresti vedere!-
Sam gli rispose mettendolo al corrente delle loro scoperte:
-A parte uno scheletro di chissà quanti decenni fà
e l’urna tramite la quale quella cosa è arrivata
qui…niente di particolare!-
Ma Dean era troppo concentrato sulle sue di scoperte per cui, poco in
vena di convenevoli, proseguì come se non avesse neanche sentito
quello che gli aveva appena detto suo fratello:
-Senti qui è un casino, ho trovato un cimitero di
corpi ammassati in una caverna. Sam è un disastro, ci saranno
scheletri di almeno un secolo! Saranno quasi un centinaio!- si
interruppe per prendere fiato, quindi continuò, stando attento
ad usare il singolare:
-DEVI venire subito!-
-Dannazione!! Dove sei? Ti raggiungiamo.-
-Sono a circa un quarto d’ora di cammino dalla Highway 89.
Non so esattamente, perché non ho seguito un sentiero segnato!
Sam non penso che Alli…- ma il fratello non gli fece
finire la frase:
-Aspetta! Ally conosci una caverna a circa 15 minuti di cammino dalla Highway 89?-
-Sì, ci passo spesso quando vado a fare le passeggiate a cavallo nella foresta.-
-Ok arriviamo!- e riattaccò. Poi si rivolse ad Allison-
-Andiamo, Dean ha trovato dei corpi nella caverna!-
Appena ebbe terminato quella frase si morse la lingua mentre pensava
“Merda! Potevo essere più delicato e se fra quei corpi ci
fosse anche suo padre?”
-Oh…oh.- fu tutto quello che Allison riuscì a
dire.
Sam capì che lei doveva aver avuto lo stesso pensiero
perchè, improvvisamente, si immobilizzò al centro della
stanza come se non riuscisse neanche a respirare, lo sguardo fisso su
di lui pallida come un lenzuolo.
Lui le si avvicinò,
l’abbracciò più forte che poteva sperando che quel
contatto la rinfrancasse un po', poi le prese le chiavi del fuoristrada
dalla tasca della giacca e le disse:
-Ally, dobbiamo andare. Tranquilla affrontiamo una
cosa alla volta. Ora dobbiamo raggiungere la grotta.-
Allison si riscosse e alzò lo sguardo fissando Sam negli occhi,
poi finalmente riuscì a dare voce al terribile pensiero che le
era precipitato nella mente come un meteorite dallo spazio:
-Oddio Sam, e se fra quei corpi ci fosse anche mio padre?- era sconvolta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Her Fear ***
HER FEAR
HER FEAR
Sam afferrò gentilmente le spalle di Allison e le disse:
-Ascolta tu sei forte ce la farai, almeno adesso sarai sicura di
quello che è successo. E poi io e Dean possiamo sconfiggere
qualunque cosa abbia fatto del male a tuo padre, ma ora devi
concentrarti!-
-Ok, ok.- rispose lei come in trance.
Si precipitarono in macchina e partirono a tutta
velocità. Allison rimase in silenzio per tutto il tragitto,
insofferente nei confronti di quell'insopportabile inerzia a cui il
sedile del suo fuoristrada la costringeva.
Sam
si accorse che lei era impaziente di arrivare alla caverna anche se non sapeva
minimamente quale scenario avrebbero trovato.
Finalmente, dopo aver
superato la strada sulla destra che portava al ranch, scorsero
l’Impala di Dean parcheggiata sulla banchina.
Mentre Sam fermava il fuoristrada vide Allison schizzare
fuori prima ancora che il veicolo fosse completamente fermo e,
come
un fulmine, fiondarsi dentro la foresta:
-Ally aspettami non è una buona idea che tu vada avanti da sola!-
-Per prima cosa dobbiamo trovare il sentiero segnato, poi lo
dobbiamo seguire fino alla caverna.- disse lei guardandosi
intorno: non aveva neanche sentito le proteste di Sam.
-Ok, per cui proseguiamo verso est fino al sentiero?- chiese lui
pazientemente cercando di ricordare il percorso che aveva fatto il
giorno prima.
-Sì, vieni!- Allison si lanciò nuovamente fra
la fitta boscaglia, mentre lui cercava di starle dietro.
Dopo circa tre minuti di cammino la ragazza sentenziò soddisfatta:
-Ecco il sentiero finalmente!- e si incamminò quasi di corsa verso
nord lungo uno stretto percorso battuto e costeggiato da alberi che
portavano una croce rossa sul tronco. Proseguirono ancora; nella
foresta faceva freddo ed ogni loro respiro si trasformava in una nuvola
di condensa, tuttavia Allison camminava spinta da una determinazione
che colpì molto Sam, anche se lui conosceva benissimo la
sensazione che la stava muovendo verso la loro destinazione.
Dopo diversi minuti di marcia arrivarono nella piccola radura dove si trovava la caverna:
-Eccoci!- disse Allison.
Dean era fuori che li aspettava e, nell’istante in cui li vide
arrivare andò loro incontro con il preciso intento di impedire
ad Allison di entrare:
-Ascolta non è un bello spettacolo lì dentro…- cercò di convincerla.
-Spostati!- disse lei secca.
-Non penso che tu...- ma Dean non riuscì a terminare la frase.
-Spostati subito altrimenti ti stendo e passerò sopra il tuo
corpo!!- rispose Allison rabbiosa fissandolo dritto negli occhi con aria di sfida.
A quel punto Dean alzò le mani e si fece da parte per lasciarla
passare. I due fratelli la osservarono entrare nella caverna implacabile
come uno schiacciasassi.
-Sam stalle dietro, non so se ci sia suo padre lì dentro,
ma è un posto decisamente raccapricciante…perfino per
noi.-
Sam fissò suo fratello negli occhi il tempo necessario per
cogliervi un velo di preoccupazione, poi corse dentro la caverna
cercando di raggiungere Allison.
La caverna cominciava con un angusto e stretto cunicolo che mise a dura
prova il metro e novanta di Sam. Dovette camminare leggermente
curvo; in più era buio pesto e questo lo costrinse a procedere
lentamente, per dare il tempo ai suoi occhi di abituarsi
all’oscurità, e ad aiutarsi con le mani tastando le pareti
in modo da poter avanzare con sufficiente sicurezza. C'era un pungente
odore di muffa, faceva freddo e l'umidità penetrava nelle sue
ossa come mille lame di rasoio; un brivido gli corse lungo tutta
la
schiena.
Si inoltrò sempre di più, finchè il cunicolo non
si aprì in un ampia camera alta e più luminosa.
Entrando vide che anche Allison era appena arrivata. La
ragazza era
ferma a pochi metri
dall’ingresso, pietrificata dalla vista agghiacciante che si
schiudeva davanti a loro. Un’enorme quantità di corpi
erano ammonticchiati ed abbandonati su tutto il terreno secondo uno
schema
temporale ben preciso: alcuni, quelli più vicini
all’ingresso della camera, erano chiaramente esseri umani che
sembravano mummificati, mentre dei corpi ammassati sul fondo era
rimasto solo lo
scheletro. Sam rimase senza parole.
Finalmente arrivò anche Dean:
-Dannazione saranno più di un centinaio. E sembrano
imbalsamati, mummificati o qualcosa del genere. Ce ne sono di
più recenti; guardate, questi due qui potrebbero essere i due
dell’incidente dell’altra sera.- disse indicando due
corpi completamente disidratati ma i cui indumenti sembravano meno
rovinati degli altri. Allison si chinò sopra la donna:
-Non direi che siano stati mummificati oppure imbalsamati. Quelli sono
procedimenti estremamente delicati e complicati. Sembra più
che altro...- si interruppe mentre pensava, infine concluse: -che siano stati disidratati così velocemente da
lasciar intatti tutti i tessuti.-
Alzò lo sguardo e vide che i due fratelli la fissavano con aria interrogativa.
-Laurea in scienza biologiche.- spiegò lei.
-Oh.- fecero Sam e Dean all’unisono.
A quel punto anche Sam si chinò su uno dei corpi più recenti per analizzarlo, poi disse:
-Difficile che un demone o uno spirito uccidano solo per un po' d'acqua. Secondo
me quello che voleva il gytrash era la linfa vitale di queste persone. Forse ne ha bisogno per
sopravvivere.-
Rivolse lo sguardo verso il punto dov’era Allison poco prima, ma
lei aveva già ripreso la ricerca di ciò che le
interessava e che monopolizzava i suoi pensieri: suo padre. La vide muoversi in quel labirinto
terrificante con gli occhi bassi alla ricerca di qualche particolare
che le permettesse di riconoscerlo.
Tutto d’un tratto lei si fermò e si chinò di fianco
ad uno scheletro coperto da brandelli di vestiti. Sam, che la stava
seguendo passo per passo, la vide rimanere perfettamente immobile per
qualche minuto e poi spostare leggermente un brandello di tessuto di quelli
che dovevano essere stati i pantaloni. Lui si sporse leggermente per cercare di vedere che cosa stesse
cercando la ragazza: vide che a terra era caduto un ciondolo lucente di
oro bianco raffigurante una foglia di edera.
Allison lo afferrò, si alzò di scatto e corse verso l’uscita.
Sam decise che era meglio non cercare di fermarla, ma di seguirla fuori
dove l’aria fresca le avrebbe permesso di respirare di nuovo.
Quando la raggiunse lei era chinata sulle ginocchia e singhiozzava.
Evidentemente lo sentì arrivare perché si voltò e
gli si buttò fra le braccia esattamente nel momento in cui lui
stava per toccarla:
-Sam, è lui! Ho riconosciuto alcuni brandelli di abiti e
questa.- gli disse tirando fuori dalla propria giacca la stessa catenina che lui
aveva visto fra i resti nella caverna. Poi gli spiegò: -Mio padre ne regalò una uguale a mia madre, poi, dopo la
sua morte lui la teneva sempre con sé, non se ne separava
mai!- dicendo questo aprì il pugno sinistro e gli mostrò il ciondolo che aveva raccolto nella caverna.
Sam le si avvicinò ancora di più e la strinse in un lungo
abbraccio caldo e rassicurante e lei gli si aggrappo con tutte le sue
forze. Capiva esattamente come si sentiva Allison in quel momento,
comprendeva in pieno cosa volesse dire quel frastuono assordante di
eventi ed emozioni. Quell’abbraccio durò fino a quando lei
non smise di tremare e non riprese il controllo dei suoi pensieri e
delle sue emozioni.
Nel frattempo Dean li aveva raggiunti fuori dalla caverna; a quel punto
Allison si era calmata, ed anzi era perfettamente padrona di sé
quando, con un fuoco che le brillava negli occhi grigi, chiese rivolta ai
due fratelli:
-Ok come facciamo per rispedire quel bastardo all’inferno da dove è venuto?-
Sam la fissò negli occhi e rispose allarmato:
-Whoa, whoa frena frena! No Ally è troppo pericoloso non
posso permetterti di aiutarci. Potrebbe succederti qualcosa!-
-Sam quella cosa ha ucciso mio padre! E poi l’ha nascosto!
Per tre lunghi anni ho pianto su una tomba vuota! Mi dispiace ma non potrai
dire nulla che mi convinca a restare qui a guardare!-
-No Ally…- ma Sam venne interrotto dalla voce grave ma decisa di Dean:
-Ha ragione, Sam, senza di lei non ce la possiamo fare.-
Sam si voltò sbalordito verso suo fratello fissandolo negli occhi:
-Dean non possiamo permettere che Ally rischi la sua vita. Questo
lavoro è una nostra decisione! Quel demone ha ucciso decine di
persone!-
-Già fra le quali mio padre! Sam devo farlo. Devo
aiutarvi. Smettila di volermi proteggere a tutti i costi! Io non voglio
essere protetta maledizione!! Tu più di chiuncque altro dovresti capire!!-
riprese la ragazza più decisa che mai.
-Sam ascolta- disse Dean con calma -da quello che
mi hai raccontato sull’urna che avete trovato nella casa
abbandonata l’unico modo per uccidere il gytrash è
distruggerla. Ma se non sappiamo dov’è questo figlio di puttana, se non lo
attiriamo in una trappola non servirà a nulla rompere
l’urna, anzi sono convinto che questo lo renderbbe
indistruttibile. Il punto è che in qualche modo dobbiamo
rinchiuderlo nuovamente li dentro e solo dopo distruggere l'urna.-
Allison aveva già capito il piano di Dean:
-E siccome lui cerca me per qualche strano motivo, io farò
da esca mentre voi gli darete quel che si merita! Giusto?- disse guardando Dean in cerca di una conferma.
-Esatto.- rispose lui.
Sam fissava entrambi attonito, infine si arrese:
-Ok avete vinto. Ma tu fratello dovrai arrangiarti da solo,
perché io non ho intenzione di mollarla neanche per un
secondo!-
-Bene, sentite come faremo: tu Allison dovrai fare da esca per lo
spirito e, siccome stiamo parlando di uno spirito che si presenta
sotto forma di cane, ti consiglio di venire a cavallo.-
-Non c'è problema!- acconsentì lei rincuorata. I suoi cavalli la facevano
sentire più al sicuro…o magari meno in pericolo.
-Mentre tu e Sam siete al ranch a prepararvi io vado alla casa
abbandonata a prendere l’urna e la porto qui. Appena pronti ci
incamminiamo nella foresta. Secondo me quel brutto figlio di puttana
è più vulnerabile vicino alla sua tana, quindi
l’urna...ed io staremo qui-
Poi rivolto ad Allison:
-Allison, riesci a girare intorno a questa radura fino a che il
gytrash non si fa vivo? In questo modo sarai vicino a noi e, se ci
fosse bisogno, potremo intervenire velocemente. Sam, cosa ne
pensi?-
-Ally?- chiese Sam senza troppa convinzione.
Lei annui pazientemente aspettando il resto del piano, ed infatti Dean continuò:
-Bene, allora quando quello stronzo si fa vivo, tu Allison ti fai
seguire fin qui, dove noi gli prepareremo una bella festa a sorpresa!
Eh, come va secondo voi? Siamo tutti d’accordo?- concluse Dean soddisfatto.
Sam sembrava incerto ma alla fine disse riluttante:
-Va bene-.
-Benissimo! Allison?-
-D’accordo!-
-Perfetto!- disse Dean alla fine soddisfatto.
Alle 8 di sera erano tutti e tre al ranch e, mentre Allison si
preparava, Sam e Dean si spartirono le armi: Sam optò per un
fucile caricato con proiettili di sale, due coltelli con lama di ferro
dei quali uno lo fissò alla sua caviglia e una generosa
scorta di sale che andò a riempire il suo zaino. Dopo di che
entrambi raggiunsero Allison in scuderia. Lei era ferma davanti ai box
dei suoi cavalli e stava pensando ad alta voce:
-Ok cane nero, grosso, foresta…decisamente tocca a te Breath!!-
Tirò fuori One Breath e la legò in mezzo al corridoio
della scuderia. Dean sembrò scettico su questa decisione:
-Sei sicura che non sia meglio un cavallo bello grosso…?-
-Perché? Lei corre come cento cavalli messi insieme te lo posso assicurare!! Vero Breath?-
Neanche avesse capito quelle parole One Breath cominciò a
battere gli zoccoli sul pavimento impaziente di dare dimostrazione
delle sue qualità.
-Ok, come vuoi!- Dean alzò le mani in segno di resa,
dopodichè si avvicinò a Fallen Angel il quale, da dentro il suo box, assisteva
tranquillo a tutta la discussione:
-Ehi amico, come va?- e gli fece un grattino dietro
l’orecchio. Il puledro sembrò gradire particolarmente
quell’inattesa attenzione e gli stampò una leccata in
piena faccia:
-Ehi vacci piano bello!!- lo ammonì Dean con
un’espressione di disapprovazione sul viso. Dopo che si fù
ripulito chiese ad Alison:
-Maschio o femmina?-
Lei rispose subito:
-Maschio!!- poi precisò -Stallone!!-
-Lo sapevo! Ci siamo capiti subito io e te, vero? Ehi, è
dura lo so, amico, mantenere certi standard, ma qualcuno lo deve
pur fare!!- disse scherzosamente lui con un tono di voce spavaldo. Poi chiese
incuriosito: -Cosa vuol dire la “C”?-
-Cosa? Quale C? Ah, quella alla fine dei nomi! Non ne ho la
più pallida idea. Siccome ce l’hanno entrambi significa
che vengono dallo stesso allevamento. Mio padre li comprò al
nord, mi pare, ma non fu preciso quando gli chiesi da dove
venissero. Non mi sono mai posta troppe domande, in fondo i cavalli
hanno certi strani nomi…-
-Umh. Sì...forse...- fece Dean pensieroso.
Nel frattempo Allison aveva finito di preparare One Breath e
stava indossando un paio di lunghi speroni ma fu distratta da una
rampata della cavalla:
-Lo so Breathy, ma devo essere certa che tu corra come non hai
mai fatto in vita tua. Mi dispiace, cercherò di fare piano,
ok?- e le diede un'affettuosa carezza sulla fronte.
-Pronta!- disse infine.
-Bene io allora vado. Ci vediamo qui fra 10 minuti. Sam, teniamoci in contatto, ok?- ribattè Dean.
-Ok, ci sentiamo.- gli rispose Sam.
Intanto Allison si stava avviando verso il campo per riscaldare la
cavalla; le ci vollero pochi minuti, perché non voleva stancarla
troppo. Quando uscì si rivolse a Sam:
-Ok come funziona ora?-
-Allora, prima di tutto prendi il cellulare con gli auricolari:
non voglio perderti neanche per un istante, parlami sempre,
capito?-
Allison si fissò gli auricolari del cellulare sotto la cuffia.
-Poi, scendi che ti metto questo.-
Sam trasse di tasca il secondo fodero con il coltello che aveva preso
dall’arsenale sull’Impala. Come lo vide Allison
cercò di protestare:
-Ehi, Sam io non ho mai usato armi, non saprei come fare!-
-Senti, è solo un coltello e poi non ci penso neanche per
un minuto a lasciarti là in mezzo disarmata. Ho bisogno di
sapere che puoi difenderti se io non sono lì con te! Usalo non
pensarci troppo, capito?- Sam era deciso e non avrebbe ammesso
altre proteste, per cui Allison si rassegnò:
-Va bene, va bene.-
Scese da cavallo e lasciò che Sam le fissasse allo stivale il fodero con il coltello.
Quando finì lui si rialzò, la squadrò per bene e disse:
-Ok direi che non assomigli per niente ad un’ottantenne!-
Il volto di Allison arrossì violentemente, mentre risaliva a
cavallo; tuttavia decise di non approfondire cos'altro avesse udito Sam
delle lamentele che aveva fatto quella stessa mattina svegliandosi.
In quel momento Dean fu di ritorno con una sacca. Si avvicinò a loro e disse, indicando il proprio bagaglio:
-Tutto pronto e voi?- poi notato il colore imbarazzante del volto di Allison aggiunse: -Cosa è successo?-
-NIENTE NIENTE- quasi gridò lei in preda alla vergogna. Poi continuò: -Abbiamo tutto?-
-Direi di si. Noi ti seguiremo da lontano. Ma come facciamo
per arrivare alla radura? Non c’è una scorciatoia,
tipo?- chiese Sam.
-Per raggiungere la caverna da qui, dovete seguire il sentiero
segnato in blu verso est e poi quello rosso che abbiamo preso noi questa mattina fino alla caverna.-
-Ok, ora prova a chiamarmi- disse Sam.
-SAM!- disse Allison ad altavoce nel microfono degli
auricolari per attivare il servizio di chiamata rapida. Dopo pochi
secondi sentì il segnale di libero, poi la voce di lui risponderle:
-Mi senti?-
-Forte e chiaro!-
-Pronta?-
-Nata pronta!!- rispose lei con sicurezza.
Partirono: Allison e One Breath andarono avanti di buon passo mentre i due fratelli le
seguivano da una certa distanza…ma neanche poi troppa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Demon's Eyes ***
DEMON'S EYES
DEMON'S EYE(1)
La radura della caverna distava circa 10
minuti di cammino dal ranch. Durante il tragitto Sam ed Allison erano in costante
contatto telefonico:
-Dunque sono fra le chiamate rapide della tua rubrica?- le
chiese Sam sorridendo. Dean alzò gli occhi al cielo, ma quella domanda allentò un poco la tensione.
-A quanto pare..- rispose lei cercando meglio che poteva di ostentare
indifferenza, anche se in realtà stava arrrossendo; per fortuna però,
quello, Sam e Dean non riuscirono a vederlo.
-Bene! Come va là davanti Ally. Tranquilla?-
-Sì come no! E' notte, ci saranno dieci gradi sotto zero e sono
nella foresta a fare da esca per un cane spirito che non si sa
perché mi vuole morta. Direi che tutto sommato potrebbe essere
peggio...potrebbe piovere(2), no?-
-Beh, se sei in grado di fare del sarcasmo vuol dire che tanto
preoccupata non sei! Bene, meglio così.- Sam si
tranquillizzò un poco.
Nonostante anche il fratello indossasse gli
auricolari,
Dean aveva sentito il commento della ragazza, e pensò "Se comincia a piovere davvero la uccido con
le mie mani!"
La
foresta era buia e faceva freddo; per fortuna la luna piena rischiarava
un po' il sentiero. Quando arrivarono nei pressi della radura Allison
avvisò i ragazzi:
-Siamo arrivati, voi proseguite dritto e sbucherete direttamente
di fronte alla caverna. Io seguo il sentiero sulla destra e comincio a
girare intorno.-
Una volta arrivati alla radura Dean e Sam cominciarono a prepararsi:
Dean trasse dalla sacca l’urna e la sistemò per terra
vicno a sé, poi, freddo e concentrato sul piano, controllò la sua arma, un fucile a pompa
caricato con proiettili d’argento, sembrava tutto a posto quindi,
fece scorrere indietro l’astina in modo da inserire il primo
colpo nella camera di fuoco. A questo punto non gli restava che
aspettare, per cui si sedette pazientemente su un sasso vicino all'ingresso della caverna.
Nel frattempo Sam aveva disegnato sul terreno un cerchio con del sale
attorno a sè e a Dean; si sentiva, comunque, in fibrillazione e
continuava a chiedere ad
Allison dove si trovasse. Dopo la centesima volta che le rivolgeva la
stessa domanda, si trovò fra due fuochi:
-Sam, sono dieci metri più avanti di dov’ero dieci
metri fa quando mi hai fatto la stessa domanda l’ultima
volta!- gli rispose Allison esasperata.
-Dai fratello lasciala respirare! Se la caverà benissimo!!- lo rimproverò Dean.
Sam ignorò entrambi i commenti, si zittì ma
continuò a passeggiare avanti e indietro come un leone in gabbia.
I muniti divennero quarti
d’ora, ma del gytrash nessuna traccia, i ragazzi cominciarono
ad avere freddo e Dean cominciò a nutrire qualche dubbio sul suo piano:
-Sam, qui non succede niente. Non è che questo spirito
è più intelligente di quel che pensavamo e ha capito che
è una trappola?- chiese un po' in ansia.
-No, secondo me sta solo aspettando il momento giusto.- cercò di
tranquillizzarlo Sam. Poi, sopraffatto dalla curiosità, rivolse
lui una domanda al fratello:
-Senti Dean, ma secondo te cosa succederà?-
Dean rispose senza esitazioni:
-Non me lo chiedere, Sammy, ma secondo me ci sarà da ballare!
Dannazione si è anche alzato il vento!- protestò poi
rabbrividendo e chiudendosi completamente la giacca di pelle, quindi si
alzò e cominciò anche lui a camminare nervosamente avanti
e indietro per cercare di scaldarsi un
poco. Per tutta risposta Sam lo guardò in tralice: non sopportava quando suo fratello lo chiamava "Sammy".
Ormai era mezz’ora che Allison girava intorno alla radura e cominciava ad
avere mal di schiena, dal momento che una sella non era la cosa
più comoda su cui
stare seduta per delle ore.
Poi, improvvisamente un brivido gelido scosse il suo corpo; lei allertò tutti i suoi sensi al massimo, poi
quando fu sicura disse:
-Ragazzi...lo sento arrivare!-
-Che vuoi dire? Lo vedi arrivare, forse. Gli spiriti non fanno rumore!- la corresse Sam.
Allison fermò One Breath che ubbidì tesa come una corda
di violino: ogni singolo muscolo del suo scattante corpo pronto a
contrarsi al minimo comando ed orecchie rivolte in avanti come se
sapesse già cosa
sarebbe comparso fra gli alberi. Poi il cielo fu squarciato da un lampo
bianco e proprio
davanti a loro, a circa 50 m, comparve il gtrash immerso nella sua
aura bianca, ma non come cane, bensì come cavallo, un enorme
cavallo nero:
-Merda!- esclamò Allison.
-Ally, cosa c’è?- la voce di Sam era allarmata.
-Sam, cosa succede?- chiese Dean irrequieto.
-Sam è un cavallo!-
-Cosa?-
-E’ un cavallo, non è il cane!-
-Merda!- concordò Sam.
-Allora?- insistette Dean che si sentiva sempre più ansioso non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
Fra gli alberi One Breath cominciò a raspare il terreno impaziente ed Allison ebbe la
sensazione che, se avesse potuto, la sua cavalla si sarebbe coraggiosamente scaraventata
contro il gytrash a tutta velocità per affrontarlo
direttamente. La ragazza e lo spirito si studiarono da lontano
per un lungo istante: lei non si aspettava di dover combattere ad armi
pari, ma in quel momento, fissando lo spirito negli occhi neri
e profondi come un’abisso, ebbe la conferma che lui
voleva la sua
morte.
Con calma si rivolse a Sam:
-Sam ascolta, non
mi seguirà fin sotto alla caverna. Là si sente troppo
vulnerabile. Devo portarlo fino alla radura che c’è
più a sud.-
-Ally, come lo sai, non…-
-Lo so e basta! Zitto e ascolta! Dovete correre
più veloce che potete in direzione sud, sbucherete
esattamente al centro di un’altra radura. Io vedo di tenerlo a
bada fin che posso poi vi raggiungo. Sam, fate presto non so quanto
potrò resistere!-
Mentre ascoltava Allison al cellulare, Sam prese l'urna e la
infilò nuovamente nella sacca, poi riferì velocemente a
Dean quello che gli
aveva detto la ragazza. Fiondandosi in mezzo alla foresta dietro a suo
fratello Dean si lamentò:
-Ma perchè non ci capitano mai lavori normali su una bella e
calda spiaggia della Florida per salvare una tranquilla ed indifesa
bella ragazza?-
-Zitto e corri!- lo riprese il fratello.
Nel frattempo Allison, ferma fra la fitta boscaglia, non si sentiva per niente spaventata, anzi sapeva esattamente
cosa fare. Puntò gli speroni nella pancia di One
Breath con tutta la sua forza: bisognava cominciare a correre. La
cavalla non aspettava che quel comando e, come un’esplosione,
schizzò in avanti e cominciò a zigzagare fra gli
alberi agli ordini di Allison. Acquistavano sempre più
velocità e la ragazza aveva la sensazione che gli zoccoli di One Breath
non toccassero neanche terra: aveva la senszione di volare. Allison si aspettava di
vedersi piombare il gytrash di fronte da un momento all’altro, dopo tutto
era pur sempre uno spirito e quindi non rispondeva alle naturali leggi
della fisica alle quali invece lei e One Breath dovevano
irrimediabilmente sottomettersi. Tuttavia ad ogni controllo che faceva
della situazione alle sue spalle, notava che lo spirito non recuperava terreno: fu contenta, stupita, ma
anche preoccupata perché sapeva che la sua mortale cavalla
non avrebbe potuto resistere ancora a lungo mantenendo quella
velocità.
Per fortuna Sam e Dean impiegarono poco
per raggiungere alla radura più a sud:
-Ally, ci siamo. Siamo pronti!-
-Ok, bene. Arrivo.-
Siccome aveva preso la direzione sud-est per guadagnare terreno e
lasciare i due fratelli tranquilli mentre correvano verso il punto
designato,
Allison svoltò bruscamente a sinistra, verso ovest, e in pochi
secondi sbucò in un grande spazio privo di alberi. Con tutto il
fiato che aveva in corpo gridò rivolta a Dean e Sam:
-Non sparate!! NON SPARATE!-
-Ehi, ma cosa le prende?- Dean era allibito, come del resto anche Sam:
-Ally cosa stai dicendo?-
Lei arrestò One Breath a pochi metri dal cerchio di sale nel
quale si trovavano i due fratelli. L'urna era vicino a loro ma fuori
dal cerchio. La ragazza si voltò e, con una calma surreale visto
quello che stava accadendo, entrò anche lei all’interno
del cerchio. Scese da cavallo mentre Sam la fissava e le chiedeva ancora:
-Ally, cosa…succede?-
A quel punto anche il gytrash raggiunse la radura e, in quel preciso
istante tutto intorno a loro si fermò. L’aria era
immobile e non si udivano movimenti provenire dalla foresta; i ragazzi
si sentivano come all’interno di una bolla di sapone,
come se tutto il mondo al di fuori della radura dov'erano loro fosse scomparso.
-Devete fidarvi di me adesso. Aspettate a sparare, ma tenetevi pronti! Bisogna colpirlo nel momento in cui
è più vulnerabile, cioè quando attacca!-
Nel frattempo l'enorme cavallo nero si stava avvicinando cautamente fissando
Allison, poi, senza preavviso, si impennò e, nello stesso istante, Sam e Dean
vennero scaraventati a diversi metri di distanza fuori dal cerchio di
sale.
-NOOO!!!- gridò lei correndo verso i ragazzi.
A quel punto, oltre che provare un profondo rancore verso quello spirito che aveva
ucciso suo padre, Allison si sentì invadere anche da una furia
incontenibile.
-Tutti interi?- chiese loro
-Sì, sì...ma quando posso sparargli, ne ho una gran
voglia!- rispose Dean impaziente mentre si ripuliva i vestiti dalla
terra.
-Si, penso- rispose invece Sam mentre si rialzava, poi continuò allarmato: -Ally vuole
colpire noi per arrivare indisturbato a te. Sali a cavallo e
scappa!-
-NO!- ruggì lei irremovibile.
Allison guardò prima Sam poi Dean che aveva già
imbracciato nuovamente il fucile e lo stava caricando; poi
improvvisamente i suoi occhi si illuminarono,
e nello stesso istante un vento caldo si alzò intorno a tutti e tre,
sempre
più forte, ed il fulcro di quella manifestazione inattesa
sembrava essere
proprio Allison. A quel punto la ragazza si voltò e
comiciò ad
avvicinarsi al gytrash tendendo davanti a sè il braccio sinistro: la sua energia e la sua determinazione
continuavano ad aumentare proporzionalmete all'intensità del
vento attorno a lei che le faceva svolazzare i capelli e gonfiare i
vestiti.
-Senti, si farà ammazzare! Se non la fermi tu, lo farò
io!- gridò Dean rivolto al fratello mentre già si stava
dirigendo verso la ragazza.
-No, fermo!- Sam lo afferrrò saldamente per un braccio.
-Sam, è fuori di testa!-
-No, sa perfettamente quello che fa!- replicò Sam imbracciando ach'egli il fucile e tenendosi pronto a sparare.
“Avanti brutto bastardo. E’ me che vuoi vero? Allora vieni
a prendermi!” pensava Allison mentre fissava il gytrash dritto
nei suoi occhi neri. Il possente cavallo di fronte a lei scalpitava, raspava il
terreno e scrollava il collo nervosamente, come se volesse liberarsi da
un'invisibile forza che lo stava trattenendo. Allison continuava ad
avanzare sicura e si
fermò solo quando fu a non più di 5 metri
dal gytrash; una vera e propria bufera che la circondava, lo
sguardo fisso su di lui, in attesa. Un istante dopo essersi fermata,
Allison abbassò il braccio e lo spirito
spiccò un salto verso di lei,
che tuttavia rimase immobile.
(1) 1971 Deep Pourple "Demon's Eye" Blackmore/Gillian/Glover/Lord/Paice; Album "Fireball"
(2) citazione dal film "Frankenstein Junior" 1974 Gene Wilder / Mel Brooks
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** I Can't See Myself Leaving You ***
I CAN'T SEE MYSELF LEAVING YOU
I CAN'T SEE MYSELF LEAVING YOU (1)
Nel frattempo Sam aveva capito cosa volesse fare Allison: voleva
che il gytrash le si scatenasse contro, per dare modo a lui e a Dean di ferirlo
nel momento in cui era più vulnerabile.
-No, sa perfettamente quello che fa!- disse a Dean che stava
protestando per attaccare subito lo spirito. Mentre
parlava, freddo e risoluto, puntò il fucile davanti a sè, verso l'enorme
cavallo nero.
Vedendo il fratello così sicuro di quello che stava facendo,
anche Dean imbracciò il fucile e mirò allo spirito.
Si svolse tutto in un istante: una frazione di secondo prima che il
gytrash
piombasse sopra Allison i due fratelli fecero fuoco ed un proiettile di
sale ed uno d'argento lo
colpirono in pieno
petto, polverizzandolo. La densa nube nera, scaturita da
quell’impatto, avvolse vorticosamente Allison per un istante,
prima di schizzare verso il pacifico cielo scuro della notte. Infine le
convulse spire di ciò che rimaneva dello spirito
piegarono verso l'urna, che Dean stava già tenendo sotto tiro,
seguite dal grido rabbioso di Allison:
-Tornatene all’infermo brutto figlio di puttana!!!-
Uno sparo assordante mandò in frantumi l'urna ed il terreno
intorno ad essa si ricoprì di fiamme e braci. Dopo pochi secondi
tutto finì ed a terra rimasero solo dei cocci anneriti.
I tre ragazzi rimasero immobili a fissare l'erba bruciacchiata davanti
a loro. Dean riportò alla realtà gli altri due con una
domanda:
-Allison...ehm scusa ma come hai fatto a fare quello che hai appena fatto?-
-Non ne ho la più pallida idea. Mi è venuto
automaticamente...oddio sono un mostro!!- rispose lei che non sapeva se
si sentiva più sconcertata o spaventata da quell'idea.
-Dean! Non capisci? Questi sono i suoi poteri!!- Sam si era rivolto al
fratello come se Allison non fosse neanche presente, tuttavia ci
pensò lei a ricordagli che non erano da soli:
-Ehm...scusa...scusa Sam! Hai davvero detto...P-O-T-E-R-I?- gli chiese scandento lettera per lettera la parola "poteri".
-Ma certo! Adesso è tutto chiaro! Dean come fai a non capire?
Per il gytrash lei era un pericolo. Con i suoi poteri avrebbe potuto
sconfiggerlo e lui lo
sapeva, per questo la
voleva morta!-
-Beh, in effetti ha una sua logica...- concordò Dean pensando alle parole del fratello.
-Io?- disse Allison incredula.
-Sì!- rispose Sam guardando appena la ragazza. Poi si volse di
nuovo verso Dean: -Dean non hai visto cos’è riuscita a fare prima?
Ha saputo
capire le debolezze del gytrash, l’hai immobilizzato,
era fermo
perché lei voleva che restasse fermo. E si è mosso solo
quando lei glielo ha permesso. E' riuscita a controllare i suoi
movimenti!-
-Aspetta, aspetta! Vuoi dire che l'ha potuto fare perchè era
un'animale? Lei potrebbe controllare gli animali?- chiese Dean che
sembrava elettrizzato -Sam secondo me lo potrebbe fare con tutti gli
animali, voglio dire anche con quelli...ehm in carne e ossa? Cosa ne
dici?-
-Potrebbe essere, certo!-
-Fantastico!!- Dean ora era letteralmente esaltato, poi continuò
sempre rivolto a suo fratello: -senti, ma non pensi che potrebbe...-
Ancora una volta, però, i due ragazzi erano partiti per la
tangente con i loro discorsi ignorando la diretta interessa, che si
trovò costretta a richiamare nuovamente la loro attenzione:
-Ehi, fermi, fermi un secondo! Ci sono anch'io! Sentite, ma come fate ad essere così sicuri?-
A quel punto Sam e Dean avrebbero dovuto spiegarle che a causa dei
suoi poteri sangue di demone le scorreva nelle vene, che
sua madre era morta proprio per evitare questo e che lei e gli altri
ragazzi come lei, Sam compreso, facevano parte di un piano che le forze
demoniache avevano organizzato per fare di loro veicoli invincibili del
male. I due fratelli esitarono, scambiandosi
uno sguardo dubbioso perchè nessuno dei due sapeva come
dirglielo.
Dal canto suo, Allison, che di fronte a situazioni di stress reagiva o
paralizzandosi o diventando un po' logorroica, li
incoraggiò:
-Avanti! Non potete starvene lì impalati senza dire niente! Per
la miseria, mi avete detto che praticamente sono
una strega e poi non rispondete alle mie domande? Come potete
pretendere
che non vi faccia delle domande? E ringraziate che ve ne faccio solo
una
alla volta, perché ne ho almeno un milione che mi frullano per
la testa! Come fate ad essere sicuri di quello che dite?
Com’è possibile che esistano cose di questo tipo? Da dove
vengono questi poteri? Come
faccio a controllarli? Cosa mi
succederà d’ora in poi? E’ una cosa buona o
cattiva? E poi voglio sperare di non essere l'unica sulla faccia della
terra a...fare queste cose! Ehi, magari la morte di mia madre c'entra
in tutto questo?!! Cosa…-
-Ok, ok hai vinto!- la interruppe Sam: -Siamo sicuri di quello che
ti abbiamo detto per...diversi motivi...- ma era comunque in
difficoltà mentre
cercava le parole giuste:
-Sam ti prego, non puoi non spiegarmi!- lo incalzò nuovamente Allison.
A quel punto Dean decise di tagliare corto e, senza mezze misure, si lanciò:
-Va bene, te lo spiego io perchè siamo sicuri che tu abbia dei
poteri particolari. Prima di tutto perché ce li ha anche lui.-
ed indicò il fratello.
-Oh mio Dio! E cioè…- disse lei fissando Sam sbigottita.
-Io…ho...-
Intervenne ancora Dean:
-Lui ha cominciato con delle visioni su come la gente muore, ha continuato con la telecinesi, ed infine riesce a salvare
le persone possedute da demoni...facendoglieli vomitare...non è
un bello spettacolo in effetti!-
-Dean dannazione! Già che ci sei puoi anche dirle del sangue di demone!- protestò Sam.
-Già è vero! In pratica a causa dei tuoi poteri quel
figlio di puttana di Azazel, quando avevi 6 mesi, ti ha fatto bere una
goccia
del suo sangue, per nutrirli penso o qualcosa del genere....in effetti
tua madre è morta proprio per proteggerti da lui e da quello che
ti voleva fare. Di conseguenza tu...voi due avete sangue di demone che
scorre nelle vostre vene e questo vi rende abbastanza importanti per
quei bastardi! Direi che il quadro
della situazione ora è completo!- concluse lui con
un'espressione soddisfatta dipinta sul viso.
-Merda! Che casino!- fece Allison sopraffatta da quell'uragano di informazioni che le stavano piovendo addosso incessantemente.
-E lo dici a me?- concordò Sam.
-Sentite, cosa significa tutto questo?-
Di nuovo Dean precedette suo fratello nel rispondere all'ennesima domanda della ragazza:
-Oh, non ti devi preoccupare! E' una vita che giro l'America con lui,
non è un mostro! E non lo sei neanche tu! Si tratta solo di
gestire questi poteri...magari evitando di fare delle stronzate...come
per esempio allearsi con qualche demone!- di sottecchi Dean lanciò uno
sguardo in tralice a Sam che gli rispose allo stesso modo.
Siccome Allison aveva un'espressione sconvolta stampata in faccia da un
buon quarto d'ora, Sam decise di usare quella dolcezza che suo fratello
aveva messo da parte fino a quel momento. Le si avvicinò, le
diede un bacio delicato e, spostandole una ciocca di capelli dalla
fronte, disse:
-Ascolta Ally, stai tranquilla, il demone che ha ucciso tua madre e la nostra non è
più un problema. Ma le forze del male sono tante e potenti, non
so come le tue…le nostre abilità potrebbero essere loro
utili, quindi d'ora in avanti dovrai stare molto attenta.-
-Ok. Non ho ancora capito bene quello che è successo questa
notte, ma le mie sinapsi stanno per impazzire! Possiamo tornare
al ranch e riparlarne domani? Ho bisogno di pensare.-
-Certo.- le rispose Sam sorridendo.
Allison si avvicinò a One Breath che aveva assistito a tutta la
scena brucando tranquillamente l'erba senza fare una piega:
-Ok, cavalla da caccia che non sei altro, bel lavoro. Ora
torniamo a casa!- e le schioccò un bacio affettuoso sul morbido e vellutato naso.
-Andiamo!- disse Sam passando un braccio sopra le spalle di
Allison e avviandosi, insieme a Dean, sul sentiero verso il ranch.
Una volta che Allison finì di sistemare la cavalla, fecero
ritorno ad Afton.
Per tutto il tragitto Dean rimase stranamente
silenzioso, poi, mentre parcheggiava l'Impala di fronte alla stanza n.
47 del Dreamland Motel, disse a Sam:
-Beh fratello, finalmente abbiamo trovato una ragazza strana come te!-
Chiusi nella loro camera, i due fratelli Winchester cominciarono a
preparare i bagagli e Sam si lamentò della delicatezza da
elefante che
suo fratello aveva usato nei confronti di Allison poco prima nella
foresta.
-E allora!? Per lei è meglio fare i conti subito con quella che
sarà la sua vita d'ora in avanti! Che senso aveva dirle una
mezza verità?! Deve sapere a che cosa andrà incontro!-
Sam ascoltò in silenzio le parole del fratello e riflettè qualche istante prima di rispondere:
-Già, forse hai ragione! Spero solo che non si senta fuori dal mondo ora!-
-No! Se la caverà benissimo! E' una sveglia!- lo rassicurò Dean.
Poi un pensiero fece capolino nella mente di Sam:
-Dean, ti è mai capitato di sognare...la mamma?- chiese incerto.
-La mamma...no, perchè?-
-L'ho sognata la scorsa notte.-
Improvvisamente il cervello di Dean si trasformò in un'enorme
antenna: non credeva alle coincidenze e poi
l'esperienza gli aveva insegnato che se Sam faceva un sogno di quel
genere c'era sotto qualcosa e quel qualcosa non andava sottovalutato,
soprattutto in considerazione del fatto che lui non riusciva a togliersi
dalla testa che Allison non poteva essere solo una semplice ragazza di
montagna con dei poteri. Sicuro del fatto che se suo fratello
aveva sognato la mamma proprio ieri notte, non poteva trattarsi di un
caso, gli chiese ancora, cercando, tuttavia, di mostrare più
disinteresse
possibile:
-Ti ha detto qualcosa per caso?-
-Mah, non saprei, ha farfugliato qualcosa riguardo alle
coincidenze ed al fatto che non devo decidere niente...in effetti non
ho capito granchè delle sue parole.- confessò Sam
dubbioso sedendosi sul letto.
Dean si voltò a studiare suo fratello, che seduto sul letto
rifletteva sul suo sogno, e rivide loro padre. Loro padre che per
stanare Azazel senza mettere in pericolo i suoi figli, era praticamente
scappato cancellando le sue tracce per mesi e mesi senza che neanche
loro riuscissero a rintracciarlo. Entrambi cocciuti ed ostinati come
muli, andavano dritti per la loro strada, facevano quello che andava
fatto sacrificandosi per il bene della famiglia, o per vendetta,
ed
ignorando i sentimenti di chi doveva, poi, subirne le
conseguenze...nel bene o nel male. Forse era proprio per
quello che lui e Sam
discutevano sempre quando c'era una decisione importante da prendere:
mentre lui nei confronti di loro padre si era sempre comportato
come il bravo soldatino che eseguiva gli ordini senza sindacare su
nulla, Sam, praticamente la copia più giovane di papà,
discuteva, obiettava, chiedeva e si opponeva strenuamente ed ora faceva
lo stesso con lui, e nonostante lui, Dean, lottasse con tutte le sue
forze per non piegarsi, l'istinto protettivo verso suo fratello, alla
fine, aveva sempre la meglio. Lo stomaco gli si contrasse
in un
crampo mentre pensava di aver praticamente vissuto tre quarti della
propria vita cercando di proteggere Sam, fino a compiere l'estremo
scarificio. Da quando loro padre gli aveva messo il fratellino di soli
6 mesi fra le braccia ordinandogli di portarlo fuori di corsa dalla
loro casa che veniva velocemente dilaniata dalle fiamme quel maledetto
2 novembre 1983, lui si era sentito sempre responsabile per Sam e, per
istinto, tutto quello che faceva lo faceva con un unico scopo:
proteggere Sam sempre e comunque e a qualunque costo...vita inclusa.
Ed ora sarebbe stato Sam a
sacrificarsi per proteggere da tutto e tutti qualcun altro a cui egli,
Dean sospettava, teneva più della sua stessa vita.
Respirò
profondamente e si fece serio prima di dire quello che sapeva avrebbe
scatenato la rabbia di Sam; tuttavia non poteva tacere, come
del resto
non aveva mai taciuto nessuno dei suoi pensieri...quando questi
pensieri non riguardavano i suoi sentimenti:
-Sam ascolta devo dirti una cosa...oh, al diavolo...- disse infine
ricacciando indietro ogni tentennamento e sguinzagliando tutti i suoi
progetti: -senti ho pensato una cosa riguardo Allison ...ho intenzione
di chiederle di unirsi a noi, non solo
per i suoi poteri, ma anche per le sue competenze scientifiche! Sam,
lei
potrebbe semplificarci la vita e non poco!-
Sam lo ascoltò a bocca aperta, e quando suo fratello finì
di parlare rimase di sasso. Dopo qualche secondo,
che utilizzò per vagliare tutte le possibili conseguenze se
la
ragazza avesse accettato, disse:
-Scordatelo è troppo pericoloso! E soprattutto per una con
i suoi poteri è ancora più pericoloso! Non voglio che
rischi la vita! Voglio che la sua sia lunga e felice! Dean non se ne
parla neanche!- il tono di voce era di quelli che non avrebbero
ammesso repliche, per cui Dean non rispose, ma era sempre più
convinto di quello che pensava riguardo alla ragazza, e questa volta
sarebbe stato lui ad andare dritto per la sua strada.
Finirono di preparare i bagagli e poi si misero a letto, ma nessuno dei due dormì serenamente.
La mattina dopo si svegliarono di buon ora. Avevano appuntamento con
Allison alla locanda di Robert per le 8, ma alle 7,30 loro erano
già là ed avevano anche ordinato la colazione: Sam una
semplice tazza di caffè, mentre Dean ogni ben di Dio il cui nome
era stampato sul menù...tanto avrebbe pagato un certo
signor Clint Kubrik.
Quando arrivò, Allison si sedette al tavolo insieme a loro e li salutò:
-Buon giorno Dean e buon appettito!-
-Grassie!- rispose lui abbozzando un sorriso senza smettere di masticare.
-Ciao...Sam...- si schiarì la voce, poi: -...come state?-
-Ciao! Bene!- rispose velocemente Sam per entrambi, poi
continuò -Quindi dopo andrai dallo sceriffo per denunciare
il ritrovamento di tutti quei corpi? Cosa hai in mente di dirgli?-
-Beh, che durante una passeggiata a cavallo ho avuto la
malaugurata idea di entrare nella caverna, eccetera, eccetera...-
Sam annuì in silenzio. Intorno a quel tavolo si era creata una
tensione palpabile, avendo avuto un coltello in mano si sarebbe riusciti a
tagliare l’aria.
-Ok, ora sono ufficialmente imbarazzato!- disse Dean, una
volta che ebbe finito di trangugiare i panini, fissando gli altri due
che non osavano neanche guardarsi in faccia.
-Scusate, devo andare in bagno.-
Sam si alzò e si
diresse verso il bagno. Non fece in tempo a chiudersi la porta alle
spalle che Dean si rivolse ad Allison:
-Dobbiamo parlare prima che Sam ritorni! Lui non vuole, ma io in
tutta coscienza non posso non dirti nulla!- non le lasciò
il tempo di rispondere e continuò: -Ascolta, dopo quello che è successo ieri sera devo
chiederti una cosa. Tu e i tuoi poteri… le tue abilità
chiamale come ti pare ci sarebbero molto utili in quello che facciamo io e
mio fratello. Inoltre le tue competenze mediche potrebbero risparmiarci
un sacco di fastidi con i medici legali. Devo chiederti di unirti a noi
nelle nostre caccie!-
Allison rimase a bocca aperta anche perché Dean aveva parlato
così in fretta da portarla a chiedersi se lui avesse realmente detto
quello che lei aveva capito:
-Dean io …io….- era sbalordita, stava
fissando Dean in faccia senza che nessun suono articolato e con un
qualunque significato riuscisse ad uscire dalla sua bocca. Lui si
accorse della confusione che regnava sovrana nella mente di lei per cui
proseguì:
-Senti, non voglio che tu mi risponda ora. E’ giusto che ti
prenda il tempo necessario per pensarci, anche perché
significherebbe abbandonare la tua vita così come l’hai
vissuta fin’ora per iniziarne un’altra che...beh non sempre
segue diciamo regole ortodosse, per non parlare dei pericoli!
Però considera che la mia è una richiesta seria, Allison.
Non ti preoccupare di Sam. Con lui me la vedo io!- nel dire
quelle parole le allungò un bigliettino con su scritto il suo
nome e numero di cellulare.
Allison era talmente sconvolta che, quando Sam ritornò dal bagno, aveva ancora la bocca aperta:
-Cosa succede?-
La ragazza finalmete si riscosse:
-Niente niente!- si affrettò a rispondere,
nascondendo il biglietto che le aveva allungato Dean pochi secondi
prima.
-Bene ragazzi io vado a scaldare la macchina. Sam, ti aspetto
fuori!- così dicendo Dean si alzò, strizzò
l’occhio ad Allison e si avviò verso l'uscita, ma:
-Dean!!!- Allison lo aveva fermato sulla soglia gridando il suo nome ed
alzandosi così velocemente che per poco la sedia non si
rovesciò a terra. Tuttavia per qualche istante la ragazza non
disse nulla, solamente lo fissava negli occhi. Poi, infine:
-Grazie....per quello che avete fatto....tutti e due....solo....grazie.-
-Non dirlo neanche!- rispose risoluto Dean sorridendo con quella sua tipica espressione spavalda, prima di uscire dal locale.
In quel momento fra Sam e Allison calò un’aria talmente
immobile che persino i loro pensieri facevano rumore, tuttavia lei
riuscì a dire:
-Senti è inutile che la tiriamo per le lunghe, tu uscirai
da quella porta e io non ti rivedrò mai più.-
Lui la strinse nel suo abbraccio caldo e rassicurante, le diede il bacio più dolce che poteva, poi disse:
-Senti, non pongo limiti alle possibilità che la vita ci
dà, Ally. Però, per ora devi stare tranquilla e allerta.
Quello di cui abbiamo parlato ieri non è uno scherzo. E tu
potresti essere in pericolo. Per qualunque cosa, se noti un
particolare, per quanto minuscolo ti possa sembrare,
chiama capito?-
Lei annuì semplicemente, poi alzò il viso e lo guardò negli occhi. Sorrise.
-Cosa c'è?- chiese lui.
-Non avevo notato fino ad ora di che strano colore fossero i tuoi
occhi...- sempre sorridendo, per cercare di ricacciare indietro due
enormi
lacrime che minacciavano di inondarle gli occhi, continuò:
-...sembrano
bluverde con delle pagliuzze...lascia perdere...- stava prendendo tempo
e lei odiava prendere tempo, per cui si lasciò andare
all'urgente bisogno di dirgli quanto le importasse di lui, e lo fece a
modo suo: -Senti Sam...fammi un favore...ehm quando sei
là fuori. Stai attento! Non ti chiedo di tirarti indietro,
solo…sii prudente!-
-Ok!- rispose lui e la baciò di nuovo, poi mentre la
stringeva sussurrò: -Mi macherai Ally, ma sei più al sicuro qui.-
Dopo di che si girò ed uscì dal locale senza voltarsi
indietro, perché, se l’avesse fatto, non era sicuro che
sarebbe riuscito arrivare alla macchina.
Risoluto montò sull’Impala e Dean partì alzando un gran
nuvolone di polvere nel parcheggio della locanda.
Per la mezz’ora
seguente Sam rimase immobile senza parlare, semplicemente guardava
fuori dal finestrino quelle foreste e quelle montagne, rivolgendo loro
la preghiera silenziosa di proteggere Allison da tutto quello che di
male può esserci sulla terra.
Dopo circa un’ora di viaggio Dean ruppe quel denso silenzio dicendo:
-Gliel’ho chiesto Sam. Le ho chiesto di venire con noi!-
-Dean come…non capisci che deve passare inosservata, che
le forze del male non devono neanche sapere della sua
esistenza?!- era furioso.
Ma Dean era più furioso di lui, certe volte avrebbe voluto
sbattere la testa di suo fratello contro un muro per ficcarci dentro un
po' di buon senso con la forza:
-Sam, prima o poi lo scopriranno in ogni caso, ed allora noi
potremo proteggerla! Le potremo insegnare come proteggersi! Sei tu che
non
capisci! Credi che dopo ieri sera
passerà molto tempo prima che qualche figlio di puttana di un
demone trovi il sistema di sfruttare i suoi poteri? Ed allora
non credi che sia meglio per lei avere noi lì vicino?! E poi credi che
il sogno della mamma sia una coincidenza? Credi che la mia macchina
si sia fermata proprio davanti a quella locanda proprio in quel momento
per caso, due giorni fa?
Sam quest'incontro non è stato casuale! Proprio per niente! E
poi, fratello, questa è la sua di vita e deve essere lei a
decidere! Non tu!! Forse era proprio questo che la mamma voleva
dirti!-
-Dean non m'importa! Ally deve vivere!! Non deve morire come la mamma o
Jessica!
Deve vivere! E il modo migliore è che stia lontano da me!-
urlò di rimando Sam; dopo di che si voltò
nuovamente a guardare fuori dal finestrino, in silenzio.
(1) Aretha Franklin "I Can't See Myself Leaving You" Shannon 1968
Due note:
1- LO SO, con il
finale ho praticamente mandato a ramengo il mio buon
proposito di scrivere una storia che rispecchiasse un normale episodio
di Supernatural. LO SO Dean non avrebbe mai chiesto a qualcuno di seguire lui e Sam. Mi
scuso con tutti quelli a cui la fine della mia storia non è
piaciuta,
ma non ho saputo resistere alla tentazione.
2- Personalmente sono particolarmente soddisfatta di come sia
venuto questo capitolo: complimenti a me! Però mi piace dare a
Cesare quel che è di Cesare, per cui devo dire che tabina ed il
suo commento del 01/02/11, che ho preso come una
critica costruttiva, mi hanno spronato ad andare più a fondo nel
rapporto fra Sam e Dean. Quindi ho deciso di riscrivere buona parte del
capitolo, che è venuto molto meglio di com'era prima! Spero
che piacca a voi come piace a me! Fatemi sapere!!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=620979
|