Come sono finita insieme ad uno sconosciuto

di Lydia17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come tutto è iniziato ***
Capitolo 2: *** Domande ***
Capitolo 3: *** L'inizio di qualcosa. ***
Capitolo 4: *** La prima uscita ***
Capitolo 5: *** Quello che segue. ***
Capitolo 6: *** Il ritorno del passato. ***
Capitolo 7: *** Il primo bacio ***
Capitolo 8: *** I sentimenti del passato fanno male ***
Capitolo 9: *** "Devi sbrigarti a scegliere" ***
Capitolo 10: *** Una nuova amicizia ***
Capitolo 11: *** Verità svelata ***
Capitolo 12: *** La prima volta...??? ***
Capitolo 13: *** Sarà la fine? ***
Capitolo 14: *** Fine di una storia, inizio... ***
Capitolo 15: *** Ricapitoliamo ***
Capitolo 16: *** La fine o un nuovo inizio? ***



Capitolo 1
*** Come tutto è iniziato ***


capitolo I CAPITOLO I

Solamente ora mi rendo conto di quello che mi sta succedendo. Sicuramente è accaduto durante quella festa prima del rientro a scuola. E ora? Che cosa faccio?
-Ehi amico, stai bene?- chiede il ragazzo dietro la porta.
Come posso spiegare la mia presenza nel bagno dei maschi? La porta si apre ed io sono paralizzata dal terrore di essere scoperta nella mia situazione ma ora il ragazzo dagli occhi verdi è l’ultimo dei miei problemi. Perché mi fissa?
-Cosa ci fai qui?- mi chiede gentilmente.
-Mi sono sentita male e il bagno delle ragazze era occupato-, devo riuscire ad andare via ed evitare altre domande da parte sua.
-Bugiarda- dice, osservando quel mio maledetto tic nervoso alla mano, mi ha beccato e ora?
-Non credo di doverti alcuna spiegazione. Neanche ti conosco.
-Giusto.
-Bene, allora ciao.
-Cos’hai?- deve aver visto lo shock nei miei occhi- Per favore, dimmi cos’hai, posso… voglio aiutarti
Ora sono proprio stufa, perché uno sconosciuto mi sta così addosso?
-Senti, non voglio essere maleducata ma io non ti conosco e tu non conosci me, allora perché non ti fai gli affari tuoi e mi lasci in pace?
-Io so chi sei
Il mio cervello andava in tilt, non ho molti amici e lui non era certo tra questi.
-Beh, io no-, lo sconosciuto mi porge la mano come per presentarsi.
-Ciao, io sono Andrea-, esito ma non so per quale oscura ragione gli stringo la mano, sono sempre stata un tipo diffidente.
-Piacere, Eliana-, il ragazzo inizia a ridacchiare, la cosa m’innervosisce. È pazzo o cosa?
-Scusa, non volevo; ora ti fiderai di me? Mi vorrai raccontare ciò che ti è successo?
-Ho avuto una brutta sensazione e ho dato di stomaco, tutto qua.
-Va bene, ancora non ti fidi, è giusto, ti capisco.
-Allora mi lasci andare?
-Per adesso sì.
-Per adesso? Credi che avremo altri incontri in futuro? Non credo proprio-, gli sbatto la porta in faccia ma subito mi pento: com’è possibile che io desideri l’aiuto di un estraneo, anche se ora non lo è più? Meglio non pensarci e tornare in classe.
Il ritorno in corriera è abbastanza tranquillo e per fortuna sto per arrivare a casa. Mi sono resa conto solo oggi che Andrea viene alla mia stessa fermata e vive nel mio stesso paese, lo osservo e sempre più cresce in me un senso d’invidia che vorrei spegnere, perché lui ride e scherza con i suoi amici mentre io per la maggior parte delle volte sono sola accompagnata dalla mia solitudine. Ogni tanto mi concedevo una guardata e avvolte il suo sguardo, incrociava il mio e giuro, credo di essere arrossita almeno un paio di volte. Per fortuna sarei dovuta scendere a momenti, ma lui si avvicinò e si sedette al mio fianco.
-Ora ti fidi?
-Perché ti ostini? Non sai niente di me.
-Esatto di nuovo. Però se tu non mi vuoi parlare mi sembra chiaro che io non sappia niente di te o sbaglio?
Colpita.-Hai ragione, te lo concedo. Che cosa vuoi sapere?
-Ormai è tardi, questa è la tua fermata… ti aspetterò domani.
-Ci vediamo a scuola allora.
Ride. È veramente pazzo… -No, cos’hai capito? Domani mattina in corriera potremo parlare tranquilli, ora vai.
Ormai era tardi per chiedere spiegazioni, dovevo scendere. Qualcosa in me non vedeva l’ora che diventasse “domani mattina”.

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Capitolo 2
*** Domande ***


noi L’inizio di una nuova giornata. Sono ansiosa di vedere se lui manterrà la parola. Vorrà ancora parlarmi? I miei genitori sono già usciti per andare a lavorare e mi sento così sola in questa casa così grande. È tardi, devo sbrigarmi ad andare alla fermata. Non c’è più il clima estivo e il caldo lascia spazio al vento autunnale, che non è niente male. La corriera non è ancora arrivata, meno male.
Il telefono squilla, chi sarà a quest’ora? Un numero sconosciuto.
- Pronto?
- Ciao Eliana, sono Andrea – come fa ad avere il mio numero? – Per favore non salire, aspettami.
- Sono appena arrivata e qui non si vedono ancora le corriere. - non so perché gli rispondo così, ma ora voglio togliermi un dubbio… - Come fai ad avere il mio numero?
- Te lo spiego quando arrivo. Ok?
- Va bene.
Metto il telefono in tasca e aspetto che lui arrivi a darmi le spiegazioni dovute. Passati cinque minuti lo vedo arrivare con un sorriso mozzafiato, ma talmente bello da diventare irritante.
-Eccomi, sei rimasta… che bello!
-Sono rimasta solo perché voglio delle spiegazioni.
-Certo, e anch’io voglio farti delle domande.
Lo fisso cercando di capire dove vuole arrivare con quel tono di voce che suggerisce una presa in giro.
-Vogliamo andare o vuoi perdere anche questa?- ma guarda con che velocità cambia tono, ora fa il simpatico. – Prima le signore.
Il suo comportamento cavalleresco è rovinato dalla sua sfacciataggine. Mi siedo e lui rimane in piedi al mio fianco in attesa, non crederà che lo faccia sedere di fianco a me?
-Mi fai spazio?- oddio no, era come temevo.
-Ci sono i tuoi amici dietro, perché non vai da loro? Se non lo fai, si offenderanno – sperando che si allontani ma invano.
Scoppia a ridere. - Non devi preoccuparti di loro, io ho cose molto più importanti al momento.
Io sarei più importante dei suoi amici? È davvero ammattito il ragazzo!
-Non ti offendere ma sei diventata tutta rossa.
Oh mio Dio!
-Siediti – tolgo in fretta e furia lo zaino e si siede.
-Grazie. Bene, ora possiamo incominciare con le domande.
-Voglio sapere come hai avuto il mio numero.
-Da una tua amica.
-Oh bene! – begli amici che ho! Danno il mio numero al primo sconosciuto che passa.
-Comunque non prendertela con lei, diciamo che l’ho “costretta” a darmelo.
Il costretta tra virgolette non mi suggerisce niente di buono, anche se la scena è simpatica; si apre un sorriso sul mio volto e la curiosità prende il sopravvento. – Posso sapere come l’hai “costretta”?
-Beh diciamo che piaccio a molte più persone di quanto pensassi.
Ora passa per megalomane ma il suo tono di voce è di scherzo, sta provando a fare una battuta e scoppio a ridere, si girava verso di me scioccato.
-Certo che sei buffo.
Per fortuna non l’ho spaventato. – Grazie. Da parte tua lo prendo come un complimento. Però ora passiamo ai fatti importanti: le mie domande.
Chissà cosa mi aspetterà. – Quand’è il tuo compleanno?
Sono queste le domande che vuole farmi? Non è possibile!
Non posso far altro che tirare un sospiro di sollievo e riderci sopra.

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Capitolo 3
*** L'inizio di qualcosa. ***


Ultima ora di lezione, finalmente. La mattinata è passata velocemente e sono stata distratta per tutta la durata delle lezioni. Ripensavo a tutte le domande idiote che mi ha fatto Andrea, mi ha lasciato sconvolta, pensavo di peggio e invece mi ha chiesto dei miei passatempi, i miei film preferiti, la musica che ascolto… sciocchezze. Però ancora non capisco cosa vuole da me…no sarà interessato a me? Stamattina è stato con me fino al suono della campanella e se ne è andato dandomi un bacio sulla guancia e uno dei suoi bellissimi sorrisi. Chissà perché alcune mie compagne mi hanno guardato male. Ora devo pensare a cosa devo fare con il mio problema. Sarà complicato nasconderlo tra un po’ di tempo. Devo trovare qualcuno che mi aiuti. Fine dell’ora, posso tornare a casa finalmente…ma guarda un po’ chi sta aspettando fuori scuola… ma sta aspettando me? - Eliana! Finalmente sei uscita! Non vedevo l’ora di vederti. - Perché lo fai? - Fare cosa? - Essere così gentile con me. - Ah, non l’hai ancora capito? Pensavo fosse ovvio. Forse ho capito e il mio cuore batte talmente forte sperando che sia quello che pensa, ma voglio che sia lui a dirmelo. - No, ma perché non ti fai capire meglio? - Bene, vuoi essere chiara… Ok è complicato dirlo però ci provo, il fatto è questo: Eliana tu mi piaci. - Ah…- rimango senza parole, sono contenta e stordita allo stesso tempo non mi aspettavo veramente una sua dichiarazione, è meglio se me ne vado. - No, aspettami! Anche se vado a passo veloce riesce a raggiungermi e a bloccarmi. Cosa posso dirgli? Non voglio scoppiare in lacrime davanti a lui, non lo voglio far star male ma ormai è tardi le lacrime non smettono di uscire… - Perché piangi? È per quello che ti ho detto? - No, tu non c’entri, non so perché piango!- gli rispondo tra i singhiozzi. Chiudo gli occhi per non guardarlo e mi copro il volto con le mani, e all’improvviso mi sento avvolgere dalle sue braccia che cercano di darmi conforto, e prova a calmarmi come per i bambini: baciandomi la testa e tenendomi stretta a sé come se potesse liberarmi dal mio sconforto. Restiamo così per un tempo che a me sembra infinitesimale e io vorrei rimanere così, ma lui si allontana e mi domanda:- Ora vuoi andare? - Veramente no, però dobbiamo. - Ma stai bene? - Sì, sì, grazie per l’interessamento. - Posso chiederti una cosa? - Te lo devo. - Vorrei venire da te a pomeriggio, se è possibile? Vorrei assicurarmi che tu stia bene. - Sì, credo che sia possibile. I miei non ci sono e staranno fuori fino a tardi. - Basta che non pensi male di me…! Che scemo! Come posso pensare una cosa simile di lui? – Non ci avevo pensato veramente. Mi prende per mano e iniziamo a camminare. È meraviglioso vederlo sorridere, e pensare che basta così poco per vederlo così. Sono le 17.00, tra poco sarà qui. Suonano alla porta, i miei piedi non vogliono obbedire e restano fermi lì all’estremità delle gambe. Suonano ancora, corro alla porta e apro, lui è lì davanti a me e non posso far altro che ricambiare il suo sorriso di saluto. - Ciao. - Ciao. Posso?- Idiota! L’hai lasciato sulla porta! - Sì, scusami, entra. Visto? Sto bene. - Sì lo vedo, ma vorrei chiarire, anzi vorrei sapere cosa provi tu per me… non voglio forzarti però visto che mi sono esposto vorrei che anche tu parlassi con me. - È giusto, ma il problema è che io non sono tanto sicura dei miei sentimenti. Certo, mi trovo molto bene in tua compagnia, però non saprei dirti se è lo stesso sentimento che hai nei miei confronti. - È già un passo avanti, almeno provi qualcosa per me che non sia rabbia… Ma credi che potrà diventare qualcosa di più? - Forse. Anzi, spero di sì, perché come ti ho già detto con te io mi trovo bene. - Quindi può già cominciare qualcosa? Terrore. Se iniziassi una storia con qualcuno a forza di cose il mio segreto verrà svelato. - Hai paura? Te lo si legge in faccia. Comunque non preoccuparti ti sto solamente chiedendo un’uscita insieme. Un appuntamento? Ok, è possibile.

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Capitolo 4
*** La prima uscita ***


Aspetto il mio turno. Oggi l’insegnante di danza è leggermente esagerata. È ovvio che dobbiamo allenarci per il saggio di Dicembre ma è folle farci ballare il Lago dei Cigni una per volta. Ora tocca a me. È una bella sensazione ballare: volteggi e salti sono il mio pane quotidiano, ma oggi ho la testa da un’altra parte: oggi c’è il mio primo appuntamento con Andrea. L’ultimo salto prima della morte del cigno ma qualcosa mi distrae e giro la testa e vedo qualcuno che non avevo mai visto in quel luogo da me tanto amato: Andrea, che mi saluta con la mano ma mi guarda in modo preoccupato e capisco perché visto che sto per cadere a terra dopo aver perso l’equilibrio per il salto. Una volta a terra, mi rialzo velocemente e mi scuso con l’insegnante che mi sta sgridando come una furia e mi sta mandando a cambiarmi nello spogliatoio. Sono completamente sudata e tesa, ci vorrebbe proprio un bel bagno caldo, ma come faccio con lui? Mi verrà qualcosa al momento ora è meglio sbrigarsi. - Ciao, ti sei fatta male? - Ciao, no, sono cose che capitano. Tu ,piuttosto, cosa ci fai qui? - Sono venuto a prenderti. - Grazie, ma non avresti dovuto disturbarti, casa mia è qui vicino. - Ti da fastidio la mia presenza per caso? - No, te l’ho già detto che mi piace molto stare con te, – la vergogna a dovergli ripetere le stesse cose- ma dovevamo vederci più tardi o sbaglio? - Sì sarei dovuto venire più tardi ma avevo tanta voglia di vederti, specialmente quando fai qualcosa che ti piace. Gli rispondo tutta rossa in volto, almeno è l’unico che ha capito che la danza è una delle cose che mi piace fare: - Ah ok, allora andiamo? Camminiamo presi per mano e siamo quasi arrivati a casa mia quando mi accorgo che ci sono due macchine familiari: quelle dei miei genitori. Oh no! Lascio la presa dalla sua mano e mi guarda cercando le spiegazioni sul mio volto e io gli rispondo: - Ci sono i miei genitori a casa, non pensavo tornassero così presto, è strano non lo fanno mai. - Cosa vuoi fare? Vuoi che me ne vada? - No, però se mi vuoi aspettare dentro dovrai sopportare i miei genitori giusto il tempo che mi faccio una doccia e mi cambio. - Penso di poter sopravvivere. - Ok, allora entriamo. Apro la porta e i miei genitori si bloccano e smettono di fare le loro cose quando vedono il ragazzo di fianco a me. - Eliana tesoro, com’è andata a danza? – mio padre. - Bene, bene. Ehm, lui è Andrea. Andrea, loro sono mio padre Fabio e mia madre Annalisa. - Piacere, signore, signora.- dice porgendo la mano a entrambi. - Ora scusatemi se ve lo lascio ma devo farmi urgentemente una doccia. A dopo. Mi allontano a grandi passi e sento mia madre chiedergli: - Cosa posso offrirti? Un tè o un caffè?- e lui: - un tè, la ringrazio. Dopo aver fatto del mio armadio un campo di battaglia scelgo un semplice vestito blu e un copri spalle nero e un paio di ballerine nere col tacchetto. Scendo le scale con i capelli leggermente bagnati ma non mi importa perché non vedo l’ora di stare sola con lui. Arrivo nel salone e li vedo tutti e tre seduti sul divano a guardare delle mie foto da piccola, ma è possibile che le poche volte che ci sono ne combinano di tutti i colori? - Andrea sono pronta, andiamo? - Oh, si certo andiamo. Beh è stato un piacere conoscervi. - Dove andate di bello?- mia madre, quell’impicciona; anche se a dire il vero anche io sono curiosa di sapere dove mi vuole portare. - I miei genitori volevano passare una serata in una località marittima e poi andare a cena fuori. Wow, a cena fuori. – Davvero? - gli chiedo. - Sì, certo.- guarda l’orario- e credo sia anche ora di andare altrimenti facciamo tardi. - Si, si, andiamo allora. Appena usciti di casa lo fermo e gli chiedo:- Come si sono comportati i miei? - Sono delle persone veramente in gamba, dei genitori meravigliosi.

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Capitolo 5
*** Quello che segue. ***


CAPITOLO V Sono sveglia, ancora non ci credo: ho passato la serata più bella della mia vita. Certo è stato un po’ strano ma alla fine mi sono divertita veramente tanto. Ieri mi ha portato a casa sua e mi ha presentato ai suoi genitori, che sono stati così contenti di conoscermi che mi hanno fatto sentire in imbarazzo, poiché non ho mai ricevuto tante attenzioni da persone conosciute da poco. Una volta entrati in macchina il padre di Andrea ha acceso la radio e per tutto il viaggio non ha fatto altro che cantare accompagnato dalla voce della moglie, è stato strano ma anche…divertente. Arrivati nel posto prestabilito e parcheggiata la macchina, i suoi genitori ci salutano e ci augurano una buona serata mentre iniziano a incamminarsi verso il centro del paese. Ero così su di giri nello stare sola con lui che quando mi prese la mano per passeggiare io gli afferrai il braccio e lo misi sulla mia spalla per stargli più vicina. È rimasto talmente stupito da questo mio comportamento che mi venne da ridere. Quanto poco mi conosci piccolo ingenuo! Passeggiammo sulla spiaggia finché non arrivammo sul pontile e ci sedemmo su degli scogli vicino la riva. Siamo rimasti seduti lì a mirare il mare e la luna che si rispecchiava per circa mezz’ora, ma poi era arrivato il momento di andare a cenare, mi ha portato in pizzeria che a quanto mi è parso di capire ci va molto spesso da solo, perché il titolare mi ha fatto notare con una battuta che quella sera finalmente Andrea non era da solo. E a questo giro è toccato a lui diventare rosso e trovarsi in una situazione d’imbarazzo. Sono stata contenta di scoprire che quello è uno dei suoi luoghi preferiti e che ci ha portato me per prima adesso avevamo qualcosa in comune: ognuno conosceva il luogo preferito dell’altro. Appena finito di cenare i suoi genitori lo chiamano per avvisare che si stava facendo tardi e che era ora di andare e di farci trovare vicino la macchina. Avevo perso la cognizione del tempo: era davvero così tardi? Durante il viaggio di ritorno con il sottofondo canoro dei suoi genitori, io e lui abbiamo avuto le mani intrecciate per tutto il viaggio. Sono andata a letto a mezzanotte inoltrata e ancora non riuscivo a prendere sonno. Stamattina mi sono svegliata felice e rilassata, cosa che non mi era mai capitata prima d’ora. Vedo che ora è: si sta facendo tardi bisogna sbrigarsi. Mi alzo, mi lavo, mi vesto e scendo per la colazione: ora sono pronta per andare. Arrivo alla fermata e lo cerco tra gli altri ragazzi ma…... cosa?! Una ragazza dai ricci capelli gli sta appiccicata come una sanguisuga al braccio e ridono e scherzano tra loro. Non ci posso credere! Neanche è iniziata tra noi che è già finita? Mi vede e mi saluta col braccio libero dalla sanguisuga e fa un sorriso a trentadue denti, che ora vorrei prendere e sbattere a terra e calpestare con i miei piedi! Che bastardo! Mi avvicino osservando torva la piccola sanguisuga che a sua volta mi guarda sbigottita. - Ciao. - Ciao. - gli rispondo con calma, anche se so che sto per perdere le staffe. – Come stai?- gli faccio. - Meravigliosamente! Tu? - Bene, non ho né caldo né freddo. Ma perché la sanguisuga non ci lascia soli? - Come mai? Non ti sei divertita ieri sera?- ora è la piccoletta a guardarmi torva e dentro sento un senso di potere e d’imbarazzo e le guance in fiamme, perché deve parlare di cose private che riguardano noi davanti alla piccoletta? - No, mi sono divertita, talmente tanto che non sono riuscita a prendere sonno molto facilmente. Ooops come può essermi scappata una cosa del genere? - Lo prendo come un complimento? - Non lo prendere proprio in considerazione, ok? - Oook. Scusa, non vi ho ancora presentate: lei è Ilenia, la mia migliore amica Ora è tutto chiaro, ma ancora non mi va giù che gli stia così appiccicata. Le stringo la mano e lei ricambia con molta più forza: ho capito non gli vado a genio. La cosa è reciproca. - Piacere, Eliana. - So chi sei. Non fa altro che parlare di te da quando mi ha chiamato ieri nel cuore della notte. Non so se prenderlo come un affronto o cosa: ha chiamato lei e non me? Certo, è stupido essere gelosa della sua migliore amica, almeno credo; ma io sono gelosa del fatto che a lui riesca talmente facile avere una migliore amica e amici, anche se dovrò sopportare questa pazza per…ahimè…molto tempo. - Beh, vogliamo andare?- dice lui. - Sì, andiamo. - gli rispondo. Saliti in corriera, lui si siede al mio fianco ma la sanguisuga gli salta praticamente in braccio come i poppanti. È proprio odiosa, però non posso obbligarla a lasciarci da soli giacché tra me e lui non c’è stato neanche un bacio.

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Capitolo 6
*** Il ritorno del passato. ***


CAPITOLO VI È suonata la ricreazione già da un po’ ma Andrea non si è fatto ancora vedere, forse è meglio se vado a controllare nel caso fosse successo qualcosa. Salgo su per le scale ma un’orrenda sensazione di nausea mi costringe a deviare per il bagno delle ragazze e a… buttare l’anima nel gabinetto senza controllare che ci fosse qualcun altro nel bagno. Avrei dovuto guardare chi c’era: Ilenia mi fissava. - Che cos’hai? - Niente è solo un po’ di mal di stomaco, deve essere per qualcosa che ho mangiato prima. Ma Andrea dov’è? - Doveva finire il compito di matematica, lo conosci è il solito perfezionista. - Ah sì? - Già… ok io vado a dopo allora. - Sì, a dopo. – esco dal bagno quasi correndo e vado a sbattere contro qualcuno tanto familiare quanto odiato, che non avrei mai più voluto vedere in vita mia: Eric. Ma che ci fa quest’idiota nella mia scuola? - Ciao! Che bello rivederti! Come stai? - Oh ciao, bene grazie, tu? - Insomma, mi hai fatto stare molto male quest’estate, durante la festa sei sparita. - Già avrei dovuto scusarmi, ma non avevo il tuo numero e il giorno dopo sarei dovuta partire e poi quando sono tornata, tu eri già andato via dalla casa a mare dei tuoi. - Ok allora sei perdonata! Su, dammi un bacio… - ma è veramente un’idiota se pensa che tornerò insieme con lui! - Eliana!- da lontano una voce a me cara squarcia il rumore dei miei cattivi pensieri. - Andrea! – mi butto letteralmente tra le sua braccia anche se può sembrare un gesto sfacciato ma non m’importa voglio stare sola con lui e niente e nessuno me lo impedirà. Mi bisbiglia all’orecchio: - Chi è lui? - Ehm, Andrea lui è Eric, il mio ex. - Il tuo cosa…? Oh diamine, veramente lieto di conoscerti! – ma perché è così strano? - Piacere mio, Andrea. Fine della ricreazione, con mio grandissimo sollievo. Do un bacio sulla guancia del mio salvatore ma stranamente non è ricambiato e scendo a malincuore le scale per tornare in classe. Finita la giornata scolastica, trovo mio padre ad aspettarmi fuori. Mi ero completamente scordata che avevo le prove di danza subito dopo scuola, e non ho neanche il tempo di avvisare Andrea, spero che non se la prenderà. Ma quanto mi sbagliavo! Prima di iniziare le prove mi arriva un messaggio: “Mi hai lasciato solo per andare a divertirti col tuo ex?” Oddio, l’ho combinata grossa. Anche se a dire il vero lui non ha il diritto di parlarmi così, non può avere il controllo della mia vita. Dopo le prove trovo un altro messaggio: “Spero che almeno ti stia divertendo più di ieri sera”. Ora basta, lo chiamo e gli spiego la situazione prima che sia troppo tardi. - Pronto? - Andrea, sei proprio un’idiota. Dobbiamo parlare. - Oh, sì mettiamo in chiaro la situazione. - Perdonami. - Cosa? - Sì, hai capito bene. Mi dispiace non averti avvisato ma c’è stato un cambio di programma: mio padre è venuto a prendermi e ad accompagnarmi alle prove di danza; anche se mi sembra che ci sia qualcun altro che deve chiedere scusa. - Sì, hai ragione, non avrei dovuto mandarti quei messaggi un po’ cattivi, ma Ilenia mi aveva convinto e mi aveva detto che se non rispondevi avrebbe significato che tu stavi con lui, e ho iniziato a preoccuparmi per noi due. Che carino! Che dolce! - Va bene, per ora. Ma quando ti rivedrò dovrai scusarti per bene. - Non vedo l’ora. Ci vediamo stasera? - Ok, vada per stasera. - Che cosa vuoi fare? - Guardiamo un film a casa con i pop-corn? - Allora ti aspetto alle otto a casa mia? - Certo, deve venire qualcun altro?- chiedo nel caso ci fosse la sanguisuga. - No, tu vuoi far venire qualcuno? - No e tu? - No. - Allora ci vediamo stasera, a dopo. - A dopo. Torno a casa contenta ma ora devo studiare, poi mi riposo un po’ mi faccio un bel bagno caldo e mi metto un paio di jeans e una camicia nera. Suonano alla porta! Andrea? Eppure eravamo rimasti che sarei andata a casa sua. No, Eric.

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Capitolo 7
*** Il primo bacio ***


CAPITOLO VII - Dove vai? Stai uscendo? - Sono affari miei, e non credo t’importi. - Dai non essere così scontrosa nei miei confronti. - Dopo tutto quello che ho sopportato per colpa tua, non credo proprio. - Sì, va bene ti chiedo scusa, ma sono cambiato e vorrei un’altra possibilità. - Troppo tardi, c’è già un altro. - Chi? Lo spilungone di stamattina? - Sì, e il suo nome è Andrea. - Quindi è per lui che ti stai facendo carina. - Anche se fosse, non sarebbe affar tuo come ti ho già detto. Guardo l’orologio a muro e sono già le otto e un quarto. Prendo la giacca, la borsa e chiudo la porta. - Sei ancora qui? Non vedi che sto uscendo? Devi sparire da qui e dalla mia vita. - Non essere così melodrammatica. - Non lo sono! Sei tu quello che mi ha rovinato a vita. - Neanche ti avessi messo incinta…. O no? Sbianco totale: l’idiota ci è arrivato da solo. Ha scoperto tutto. - Lasciami andare. - Ok, vai dal tuo spilungone. Arrivata a casa di Andrea, non posso far altro che buttarmi tra le sue braccia e scoppiare in lacrime. - Ma perché ogni volta che mi vedi piangi come una fontana?- mi chiede con una risata sul volto ma con tono di paura. Ma ho il dovere di dirgli tutta la verità se voglio che ci sia qualcosa di importante tra di noi. - Sono incinta. - Cosa? Di chi? - Di Eric. - Quel figlio di… Ma quando è successo?- come fa a conoscere il passato “burrascoso” di Eric? - Inizio di agosto, durante una festa di amici suoi. - Tu cosa vuoi fare? - Non lo so! Io volevo avere una vita normale non questo!- dico mostrando la pancia. - Lo so, o almeno, posso capire. Però io voglio aiutarti. Ricorda che non sarai mai sola. - Sì, me ne ricorderò. - Bene, ora per cambiare completamente discorso guardiamoci un bel film, se vuoi ne riparliamo un’altra volta. Ti va? - Ok, ci sono i pop-corn? - Certo che ci sono! Guardare un film abbracciati è terribilmente confortante, chissà quante volte mi sarò addormentata e quante sarò stata svegliata dalle sue risate. Il film è finito, è ora di andare ma accade qualcosa di sorprendente e che ho desiderato avvenisse dal momento in cui lui ha dichiarato i suoi sentimenti: finalmente il nostro primo bacio. Che è interrotto bruscamente dall’arrivo improvviso di una pupattola dai grandi occhi verdi.- Ma cosa fate? Andrea si alza di scatto e prende la piccola in braccio e le dice: -Amore del fratellone tuo, ma tu non dovevi dormire a quest’ora? - Ho sognato una cosa brutta. - E cosa, piccolina?- m’intrometto io. - Che il fratellone non stava più con me. - No tesoro, Andrea non ti lascerà mai. - Sicura? - Sì, e ora io vado, così puoi dormire insieme al fratellone, va bene? - Sìsìsì! Che bello! Io dormo col fratellone! - Ora vai a letto che vengo da te dopo aver salutato la mia amica. - Va bene! Ciao amica del fratellone. - Ciao tesorino. La bambina va in camera e devo salutare a malincuore l’amore mio, poiché lui ora è questo per me. - Allora ci vediamo domani? - Sì, a domani. Sono già fuori quando mi sento tirare da un braccio e mi bacia con più passione di prima, quando riesco a parlare, gli dico:- E questo? - Il bacio della buonanotte. - risponde e fa un sorriso da cucciolo. - Vai da tua sorella, altrimenti rischia di offendersi con me che ti sto trattenendo. - Ok, allora a domani. Torno a casa e vado dritta in camera mia e dopo che ho indossato il mio pigiama, squilla il telefono. - Pronto? - Eliana, devo dirti una cosa. - La piccola? - Dorme. Volevo dirti che ti amo. - Anch’io. - Ah si? Perché non me lo dici per intero? - Sei proprio sfacciato lo sai? Andrea, ti amo. - Ora ne sono sicuro. - Dormirai più tranquillo? - Sì, perché tu no? - Veramente sapevo già che mi amavi. - Beh ma ora ne hai la certezza. - Va bene. Ora vai a dormire che è tardi. - Anche tu. - Sono già a letto. - Posso venire da te? - Ma sei proprio sfrontato! Vai a dormire con tua sorella. - Vado, vado amore mio…. Ricordati di sognarmi. - Certo, come ogni notte. - e gli chiudi il telefono in modo che non abbia possibilità di replicare.

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Capitolo 8
*** I sentimenti del passato fanno male ***


CAPITOLO VIII Tutta la notte passata a piangere per colpa di una persona del mio passato che viene a rovinare il mio futuro. Il risveglio non è come quello di ieri. Oggi sono tutta dolorante e stanca. Penso di non andare a scuola oggi a causa della febbre che sta salendo rapidamente: sarà lo stress per la grande notizia? Mando un messaggio ad Andrea per avvisarlo che nella mattinata non ci saremmo visti. Risponde con un faccino triste. No, non voglio che sia triste per colpa mia, non dopo quello che è successo ieri. Gli mando un altro messaggio con scritto che se voleva avrebbe potuto passare il pomeriggio da me, e mi risponde con un faccino felice e un “ok, ci sarò”. Scendo dal letto giusto per prendere delle medicine e poi mi rimetto a letto per dormire fino a pomeriggio. Il pomeriggio arriva, e con lui anche Andrea. Mia madre lo fa salire in camera, dopo di che esce e torna alle sue faccende. Lui mi vede malaticcia e mi da un bacio sulla fronte. - Ciao, amore mio, come stai? Bene. Ho preso delle medicine e ora sto meglio. - Ne vuoi parlare? Credo ti farebbe stare meglio. - Sì, hai ragione, ma è come se avessi un blocco e poi, provo vergogna a raccontarti la storia. - Ma sbaglio o siamo anche amici? E gli amici non si raccontano tutto? - Ve bene, ma dammi del tempo. - Tutto quello che ti serve. Dopo dieci minuti di assoluto silenzio passati a fissarci, non posso far altro che esplodere come una bomba a orologeria e raccontargli tutto quello che ricordavo, non mi sembrava giusto nei suoi confronti. - In realtà, devo confessarti che non ricordo molto bene cosa sia successo quella sera. - Cosa…? Stai dicendo che…non sei sicura di essere incinta, non è così? - Sì, il fatto è che ho un ritardo enorme e ho iniziato ad avere nausea ultimamente, però non ho mai fatto un controllo per accertarmi della situazione. - E perché non lo fai? - Hai la minima idea di quello che farebbero i miei genitori se venissero a sapere che sono incinta? - Ok, allora fammici pensare un momento… sì, ci sono! Domani andiamo in ospedale, tu fingi un dolore addominale, ti fanno un’ecografia e voilà il gioco è fatto! - Lo sai che sei proprio geniale? - E non mi merito un premio? - Sì, hai ragione. Avrai il privilegio di stare seduto di fianco a me sul letto mentre guardiamo il film. - Va bene, per ora mi accontento; però più tardi voglio il mio premio. - Sì…vedremo. Al termine del film sono costretta a dargli il premio meritato. Dopo il bacio-premio, mi tiene tra le sue braccia e mi culla finché non mi addormento. La febbre è salita di nuovo. L’appuntamento per domani è rimandato. Sento dei passi, qualcuno sta salendo in camera mia: sono due persone. Mia madre apre la porta e alle sue spalle c’è una figura tanto odiosa quanto antipatica: Eric. - Cosa ci fa lui qui? - Ho saputo che stavi male. - E a te cosa importa? - Molto.- cosa vuole? - Vi lascio soli. - mia madre esce frettolosamente dalla stanza, ha capito che la situazione sta per scaldarsi. - Ti avevo detto di sparire dalla mia vita. - È mio il bambino che aspetti? - Francamente non sono sicura di aspettare un bel niente. - Non hai fatto un controllo? - Pensavo di fare un’ecografia domani con Andrea. - Ancora lui? - Sì, e non dovrebbe importarti. Tra noi è finita. - Dopo tutto quello che abbiamo passato quest’estate? - Proprio a causa di quello. - Ma perché mi dici così? Ancora non hai capito quanto tengo a te? - Cosa?? - Sì, giuro su tutto quello che vuoi, ma io ti amo, ti ho amata e non posso vivere senza te. - Perché l’hai fatto? - Fatto, cosa? - Dirmi tutte quelle cose, dannazione! - Perché le sento veramente Eliana. Non sto scherzando. - Io non posso più crederti. Lo capisci? - No, veramente no. Io posso solo dirti che tutte le storie prima di te non hanno più importanza. - E invece per me sì! Ho visto quante ragazze hai preso in giro, la mattina frequentavi una e il giorno dopo ne avevi già un’altra. - Ma ora è diverso! Quando ti ho visto abbracciata a quello spilungone, mi veniva voglia di picchiarlo. - Ancora non capisci? - Sì, invece. Sei tu quella che non vuole capire la mia posizione. E se ne va sbattendo la porta e facendomi sentire come un verme schifoso.

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Capitolo 9
*** "Devi sbrigarti a scegliere" ***


CAPITOLO IX Passa una settimana ma la febbre non ne vuole sapere di scendere. Dopo la visita di Eric e grazie a quello che mi ha confessato, non riesco anzi non voglio vedere Andrea per non peggiorare la situazione tra noi due. Ma lui si ostina e viene ogni giorno, mia madre sa che non voglio che entri e per questo la devo ringraziare. Manda messaggi a tutte le ore, pieni di preoccupazione. Devo scegliere, ma prima di fare la mia scelta devo capire cosa provo per chi. Eric ed io siamo stati insieme per tutta l’estate e abbiamo passato dei momenti bellissimi insieme e gli ho voluto molto bene, ma ora? Io sto con Andrea. Lo amo, di questo sono sicura. Ma ne sono veramente sicura? Certo! Che stupida! Non dovrei neanche pensare una cosa del genere, però devo essere totalmente sincera anche con me stessa: credo di provare ancora qualcosa per Eric. Non dovrei. Oh, ma perché tutto questo casino nella mia testa? Eric, Andrea. Andrea, Eric. Poi il dubbio del bambino: c’è o non c’è? Per fortuna la febbre sta scendendo, così domani potrò andare a scuola e chiarire la situazione. Ora è meglio se chiamo per aggiornarmi sulle materie per domani. - Pronto? - Ciao Betta, sono Eliana. Potresti darmi i compiti per domani? - Eliana! Certo certo! E dopo devo assolutamente raccontarti una cosa che è successa oggi! - Va bene, dopo mi racconti tutto, ora mi dai i compiti?- la solita pettegola. - Ok, per domani è confermato il compito di italiano, matematica non c’è niente perché il prof è mancato per tutta la settimana…poi che abbiamo? Ah sì religione, e poi storia spiega. È tutto. - Perfetto. Ora, che mi dovevi raccontare?- provo a essere almeno interessata. - Oggi la tua vecchia fiamma Eric si è in pratica scannato contro Andrea, il ragazzo di quinto che ti fa la corte già da un po’. - ma non è possibile! Manco una settimana e succede il finimondo! - Oddio! Si è fatto male? - Quale dei due?- razza di pettegola, perché questo tono malizioso? - Come quale dei due? - Dai non fare la scema, ammetti che fai la civetta con tutti e due. - Non è vero! Io non ho più niente a che fare con Eric. Ora sto con Andrea. - Non mi convinci. Vabbè ci vediamo domani. - Certo.- anche se ora vorrei spaccarle il telefono in testa a quella pettegola. Ora bisogna informare Andrea del mio ritorno a scuola, però non voglio parlarci né per telefono né di persona; gli mando un messaggio: “Domani ci vediamo a scuola, però non venire a disturbare a pomeriggio che sicuramente starò dormendo.” Mi dispiace aver detto che mi disturba ma è l’unico modo per tenerlo lontano. Subito risponde: “Non verrei mai a disturbarti, quindi ok, ci vediamo domani”. Che tristezza. Non avrei voluto comportarmi così, però ho dovuto farlo perché è giusto. Arriva l’indomani e devo incontrarmi con Andrea alla fermata. Sapevo che oggi in qualche modo sarebbe stata tragica, e infatti fu così. Appena uscita da casa mi ritrovo entrambi davanti alla porta che stavano aspettando. Così complicano la situazione, non lo capiscono? - Ciao- dicono all’unisono. - Ciao- rispondo. Si mettono ai miei lati e mi prendono entrambi la mano, ma mi allontano e cammino avanti sola. - Perché fai così?- certo che Andrea è sempre il solito idiota, come se non fosse logico il perché! - Credo sia facile capire il perché, siccome manco una settimana voi due vi date ai divertimenti sfrenati- il mio sguardo ora è minaccioso, mi hanno fatto proprio arrabbiare. - Ohoo, ti riferisci a quello che è successo ieri… ma non è stato niente di grave. - Certo, Eric; e l’occhio nero che questo stupido sta cercando di nascondermi non è niente di grave? E tu, cos’hai fatto ad Eric?- questa volta rivolta ad Andrea, che continuava a stare girata da una parte per nascondermi l’occhio. Allora Eric replica:- Forse se tu ti sbrigassi a scegliere, perché ti conosco troppo bene e so che sceglierai, noi due non litigheremmo. - Sì, devo ancora decidere. Mi serve molto più tempo. Non è facile. S’intromette Andrea: - Quindi lasciala decidere in pace, allontanati! - Guarda, idiota che lo stesso vale per te! E iniziano a spingersi come i bambini quando litigano e poco ci manca che arrivino alle mani. Ma perché i maschi sono così immaturi? - Aspettaci!- urlano entrambi. All’uscita da scuola la storia si ripete o quasi…almeno stavolta non arrivano alle mani. Sono stufa di questo loro comportamento infantile, per fortuna oggi ho allenamento a danza così potrò pensare. Dopo tre ore e mezzo di allenamento non ricavo un bel niente dai miei pensieri e perciò sono di nuovo al punto di partenza. Arrivo a casa, mi butto sul letto e cado in un sonno profondo. Verso mezzanotte mi sveglio e controllo i messaggi sul telefono, non l’avessi mai fatto! C’erano una decina di messaggi da parte di Andrea, e ora che faccio? È tardi, non lo posso chiamare, lo sveglierei. Il telefono squilla. Chi diavolo può essere a quest’ora? Indovina un po’: Andrea. - Pronto? - Eliana, menomale hai risposto! Ero preoccupato, pensavo non volessi più parlarmi. - No, non dire sciocchezze. Non ho risposto ai tuoi numerosi messaggi perché dopo le tre ore e mezzo di allenamento ero stanca morta e mi sono addormentata come un sasso. - Non ti sembra di esagerare con la danza? - È un periodo un po’ complicato. Dobbiamo mettere in scena uno spettacolo complesso e serve molto allenamento. - Ok, allora è meglio se ti rimetti a dormire, sarai ancora stanca. - Sì, certo. Allora ci vediamo domani. - Ok, a domani. Buonanotte e sogni d’oro. - Anche a te.- non mi ero resa conto di essere ancora così stanca. Di male in peggio, dopo che chiudo la chiamata mia arriva un messaggio da parte di Eric: “Ti assicuro che farò qualsiasi cosa per te. Posso cambiare. Buonanotte e che il sonno ti porti consiglio! Ti amo. Eric.” Se pensa di illudermi nuovamente con queste stupide frasette e che domani sarò capace di dargli una conferma, si sbaglia di grosso.

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Capitolo 10
*** Una nuova amicizia ***


CAPITOLO X Il sonno ha portato veramente consiglio! Durante la mia dormita ho avuto un’illuminazione, anzi direi più che mi sono ricordata di qualcosa che devo fare con urgenza. Esco da casa, e come se giocassero alle belle statuine, mi ritrovo due bellimbusti piazzati davanti alla porta di casa nella stessa posizione di ieri. - Dobbiamo chiarire una cosa – stanno sul punto di interrompermi ma intervengo dicendo: - dobbiamo fare l’ecografia. - Giusto. Oggi pomeriggio? – Andrea è consapevole della situazione, però non so se dargli ragione anche questa volta, Eric sembra alquanto dubbioso. - Tu cosa stai pensando Eric? – voglio una conferma ai miei sospetti. - Niente, credo che lui stia correndo un po’ troppo. - Perché? Io credo che sia una buona idea. Dobbiamo essere rapidi in modo che se trovassimo qualche ostacolo, avremmo tutto il tempo per superarlo o aggirarlo in qualche modo. Guardo l’orologio: si sta facendo tardi. - Ok, ragazzi ne parliamo più tardi? - Parliamone mentre camminiamo. Comunque Andrea credo sia stupido buttarsi nell’ignoto così, dovremmo organizzarci meglio prima, non sarebbe più opportuno rimandare la visita a dopodomani? - Io preferirei oggi. – ma sembra che la mia opinione non conti niente. - Ne riparliamo più tardi. Entrando a scuola tutti ci fissano e iniziano a parlare sottovoce tra di loro. Che rabbia! Non mi piace essere al centro delle loro attenzioni! - Bene, io me ne vado in classe. - Aspetta, ti accompagno. - si propone Andrea. - No, non c’è bisogno. - Ok, allora ci vediamo alla ricreazione – e mi saluta con un bacio che causa il mio rossore… - Ok, a dopo – ed Eric mi guarda come se fosse contrariato da quello che è successo, conosco il motivo: la gelosia. Dopo un’estenuante giornata a scuola torno a casa da sola, perché entrambi avevano impegni sportivi. Sul letto inizio a leggere un libro, ma mi annoio dopo neanche mezz’ora e lo lascio. Mi serve qualcuno con cui parlare, con cui condividere i miei pensieri e le mie opinioni. Mi servirebbe un’amica. Ma tutte quelle che si sono definite tali, si sono sempre rivelate delle pettegole e delle bugiarde. Vabbè vorrà dire che andrò a fare dello shopping per liberare la mente dai brutti pensieri. Vado a vedere se il mio negozio preferito sta aperto. Purtroppo c’è anche qualcun altro che conosco: la sanguisuga. - Ciao, come va? - Bene, grazie, tu? - Sì, bene. Anche tu fai acquisti qua? - A volte, è uno dei pochi negozi in cui trovo qualcosa d’interessante. - Ah, sì è vero, per questo è uno dei miei negozi preferiti. - Bene. Allora, come va con Andrea? - Insomma, vorrei stare un po’ da sola con lui ma c’è sempre qualcuno che s’intromette. - Io non mi sto più intromettendo, giuro. - Sì lo so, però c’è Eric che sta sempre in mezzo. - Tu non sai cacciarlo? O vuoi anche lui? - Come ti viene in mente una cosa del genere? Io non voglio stare con Eric! - Sono voci che circolano… comunque se vuoi un aiuto per spaccargli il suo visino posso darti una mano. - Sarebbe davvero divertente. Però sono le cose che mi dice che mi confondono. - Che cosa dice? - Si è dichiarato. - Vuoi una mano? - Sì, mi saresti davvero di grande aiuto. Ma io non voglio che Andrea sappia niente di quel che è successo. - Ok, posso stare zitta. Però sai che arriverà il momento in cui dovrai dirglielo. - Sì, ma fino ad allora acqua in bocca. Anche se sono convinta che tu glielo diresti con molto piacere solo per fare una bella figura davanti ai suoi occhi, o sbaglio? - Non sbagli, lo farei molto volentieri. - Anche tu provi quello che provo anche io, però non sei così cattiva. - Io voglio soltanto il suo bene e so che con me lo potrà avere. - E cosa ti fa dire che io possa essere il suo bene? - Glielo si legge in faccia. Senti, ti va se ci andiamo a prendere qualcosa? - Mmmh sì dai, non ho nient’altro da fare. - Comunque Andrea non mi ha detto quasi niente, quindi ti conviene parlare. - Non è facile, ma c’è la possibilità che io sia incinta di Eric. - Cosaaaaaa??? – rimasta a bocca aperta…Che buffa! Le do un colpo per farla riprendere. - Scusa, ma cosa ci trovavi in Eric? - Bella domanda. - Lo so tutte le mie domande sono intelligenti. - Beh francamente non so cosa risponderti.

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Capitolo 11
*** Verità svelata ***


CAPITOLO XI Ho dormito tutta la notte pensando a quello che mi ha chiesto Ilenia. Cosa ci trovavo in Eric? Ricordo che lui era fantastico, bellissimo, gentile, simpatico, era tutto per me. Il suo unico difetto era che guardava troppo le altre ed era una cosa molto fastidiosa. Passavamo tutte le mattine alla stessa spiaggia e la sera con la stessa comitiva e qualche pomeriggio stavamo insieme soli, magari a prenderci un gelato o qualcosa da bere. Poi però sono dovuta partire e questo ha rovinato tutto…solo che non ho mai capito il perché. Guardo la sveglia: sono le 6.30. è meglio sbrigarsi. Per oggi sono riuscita a convincere Ilenia a passare da casa mia per andare insieme a scuola. Quando esco, trovo lei e dietro gli altri due. Guardo per primo Eric e mi chiedo come ha fatto a piacermi uno con la faccia così da idiota. Sarà stato vero amore? Se fosse così, l’amore è cieco. Prendo Ilenia per mano e la trascino via fino alla fermata. - Allora che si fa? - Non saprei, ma cosa ci facevano loro lì? - Lo fanno ogni mattina. - Ma è orrendo! Non hanno un loro onore maschile? - Già, è vero. Me lo chiedo anch’io. - Mi sembra ovvio che siano presi, ma non lo sono un po’ troppo? - Io non so proprio cosa fare con loro, per questo mi devi aiutare, ti prego. - Beh, se me lo chiedi così…credo di poter fare uno sforzo ma non credo di esserti molto utile. - Almeno proviamoci. - Ok va bene. Vuoi che venga da te a pomeriggio? - Sì, grazie. Come vorrei che il tempo potesse andare avanti veloce, sarebbe fantastico vedere quello che accadrà tra qualche giorno o qualche mese, ma bisognerebbe avere anche un tasto per tornare indietro e cercare di riparare i danni fatti; ma che vita sarebbe? Il tempo non va sprecato. Io sono ancora giovane e non credo di aver commesso molti errori e forse quelli che ho fatto, non sono neanche molto gravi…ovviamente scherzo. Ogni errore per quanto piccolo o grande porta sempre a qualcosa che essa sia positiva o negativa non importa. Penso che se stia aspettando un bambino lui sarà tra le cose più positive dei miei errori. Torno a casa con la testa immersa in mille pensieri. I miei genitori, cosa penserebbero di me? Forse dovrei raccontare loro la verità ma non ne sono completamente sicura. Suonano e vado ad aprire. - Ilenia, devo farti una domanda. - Bene, almeno mi fai entrare? - Sì, scusa. - mi sposto per farla passare – secondo te, dovrei parlarne con i miei genitori? - Sì, credo sia giusto nei loro confronti anche se forse non sei..sai… - Incinta? Guarda che non è una malattia. - Lo so, però vedere che un altro essere si nutre attraverso un altro è disgustoso!!! - E tu come sei nata allora? - Lo so, è controversa la cosa, ma non mi piace lo stesso! - Certo che sei proprio uno spasso! - Ridi, ridi pure… - Per scusarmi t’invito qui a cena…ti va? - Mmmmh…ottimo, e di grazia cosa si mangia? - Patate al forno e petti di pollo. È di tuo gradimento? - Sì può andar bene.- dice scherzando con un tono superbo. - Non ti conviene usare questi toni con i miei altrimenti ti cacceranno fuori a pedate. - Oh, allora farò la brava bimba. - Bene, ora aiutami a pelare le patate. - Cosa? Mi inviti a cena per aiutarti a preparare? - Beh…dai che ti costa? Lo faccio sempre da sola, una volta tanto che invito un’amica a cena, vorrei che mi aiutasse. - Sì, certo…e poi laverò i piatti? Uff…secondo me hai preso troppo sul serio la storia dell’amica. Peliamo le patate ma credo che Ilenia non ne abbia pelata una in vita sua. - La prossima volta ordina una pizza. - Ilenia! Dov’è il tuo spirito culinario? - Mai avuto. Preferisco digitare un numero di telefono e dire: “Una maxi-piccante”. - Certo che hai proprio buon gusto. - Ovviamente. Arrivano i miei. Sembrano calmi, guardo Ilenia sperando che capisca le mie intenzioni. - Credo sia il momento delle presentazioni! Signore, signora, io sono Ilenia, un’amica di Eliana. - Mamma, papà non vi dispiace se l’ho invitata a cena? - No tesoro, sai che un po’ di compagnia ci piace. - Sì tesoro, fossero così tutte le sere! - Bene, allora sedetevi che è quasi pronto. - Che cosa hai preparato? - Patate al forno e petti di pollo, signora, ed io ho dato una mano. - wow sta cercando di farsi piacere ai miei! Dopo mangiato inizia a prendermi l’ansia. Non so come la prenderanno, e questo mi spaventa. La cosa buffa è che io non sono sicura di niente e non voglio dare false speranze o inutili preoccupazioni. - Mamma, papà… - Cosa c’è? - Devo dirvi una cosa. - Perché quella faccia? È qualcosa di grave? - Insomma…non tanto però…c’è la possibilità, l’eventuale probabilità che io… - Uffa! Basta con questi giri di parole! È possibile che Eliana sia incinta! Gli sguardi dei miei genitori passarono rapidi da Ilenia a me, e un’incredulità sui loro volti che aggiungeva altro panico nel mio cuore. È stato terribile.

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Capitolo 12
*** La prima volta...??? ***


CAPITOLO XII È passato più di un mese. E i miei ancora non mi parlano. Sì, abbiamo fatto i controlli dovuti e non è risultato niente, ma allora perché non vogliono parlarmi? Cosa posso aver fatto di tanto grave? I giorni a scuola passano rapidi e a causa del loro allontanamento, io mi sto allontanando da Andrea e l’unica con cui parlo al momento è solo Ilenia. Non so perché lei ma è l’unica che mi ha aiutato in questo periodo. Forse anche per scusarsi del casino che mi ha combinato. Sia chiaro, i miei sentimenti per Andrea non sono cambiati, ma voglio stare ancora un po’ da sola. - Eliana! - Sì, dimmi che c’è? - Sei una stupida! Ti sembra normale non darmi più tue notizie da una settimana? Andrea è preoccupato! Sapevo che lei riferiva tutto quello che le dicevo ad Andrea. - Lo so, scusami. Ma dovevo avere un po’ di tempo da passare da sola. - Non devi scusarti con me, ma dovresti parlare con lui. - Allora non capisci??! Non lo voglio vedere! Non voglio vedere nessuno! - Eliana hai bisogno di lui ora più che mai! - Non è vero, non farlo passare per un salvatore solo perché se sta con me è contento! - Cosa centra lui ora? Io voglio il tuo di bene! Wow, cazzo. Non pensavo che ci fosse veramente tutto questo legame tra noi due, non pensavo fossimo così amiche. - Ma vedo che i miei sforzi non sono per niente graditi. - No, non è vero. Il fatto è che sto passando un periodo brutto e non dovevo prendermela con te. - Ancora i tuoi? - Sì, e mi ci sto abituando, cavolo! E fa così male, non ho più nessuno. - Perché non ricominci con Andrea? - Forse è una buona idea…ci penserò, grazie. – l’abbraccio e la saluto. Dopo un po’ di strada fatta da sola, qualcuno mi tira per un braccio. - Ho parlato con Ilenia. - Bene, Andrea. Allora ciao. - Come ciao? - Non hai capito cosa ti ha detto? - Veramente ero venuto a chiederti proprio questo: spiegazioni. - E su cosa? Sul fatto che voglio restare sola? - No, sul fatto che hai detto che ci penserai. Ma tu non mi amavi? Perché devi aspettare? - Credevo anche tu mi amassi. - Ma io ti amo! - L’ho visto! - Parla chiaro non ho più voglia di scherzare. - Oddio, smettila! Sembri Eric! - Non paragonarmi a quel verme! - Vero, non reggeresti il confronto. Forse è anche meglio di te. - Perché mi vuoi fare del male? - Perché tu cosa hai fatto? Non ti sei degnato neanche una volta per tutto il mese a venire da me o chiedermi come stavo! - Scusami, mi dispiace. - E di cosa? Di avermi illusa con quella tua promessa e rompendola dopo neanche un mese? - Ti ho chiesto scusa. So di aver sbagliato. Sarei dovuto stare al tuo fianco invece ho solo litigato con Eric. Però non puoi lasciare che un mio comportamento da stupido rovini quel poco che abbiamo passato insieme. -Scoppio in una risata che mi fa piegare in due dalle risate, è veramente idiota. - Perché ridi? - Semplice, perché sei un’idiota! Una volta ti ho confessato cosa provavo veramente e ancora non hai capito niente. - Che vuoi dire? - Andrea, io ti amo e non vorrei mai perderti, se provassi a spezzarmi il cuori verrei da te e ti prenderei a schiaffi. – dico ghignando e facendogli capire che scherzavo, anche se… - Ma lo sai che ti amo anche io? – dice baciandomi. - Ne avevo un vago sospetto. – gli stringo la mano e insieme andiamo alla fermata. Nel pomeriggio lui sta studiando a casa mia, guardo alcuni suoi libri, ma leggo solo cose aliene…ma che diavolo fanno in quinto? - Non guardare male i miei libri, non saranno mica loro ad allontanarmi da te. – questo è poco ma sicuro, altrimenti li brucio. Mi avvicino a lui e mi appoggio al suo braccio, sono un po’ giù. - Cos’hai? - I miei non mi rivolgono più la parola. - Da quanto? - Da quando Ilenia non gli ha detto che ero incinta. - Ma perché non sta mai zitta? - No, lei mi ha aiutato è molto, vedi io ci stavo girando intorno ma lei è intervenuta in mio aiuto. - Ah capito, allora le devo un favore. - Andrea? - Si? - Mi dai un bacio? – non so perché gliel’ho chiesto, se avessi voluto me lo sarei preso e basta ma… - Che razza di domande! – dice sorridendomi. Mi bacia, ma in modo strano, anzi in modo un po’ troppo passionale…che si stia spingendo troppo oltre? - Andrea, ma che fai? – dico con un sorriso sulle labbra mentre con le mani mi accarezza la schiena sotto la maglietta. - Tu cosa credi? - Non…credo…vada bene così… - e lo butto giù dal letto. All’inizio mi guarda sconcertato poi imbarazzato, ha capito in cosa ha sbagliato. - Scusami. - Va bene, ma non farlo mai più. – una lacrima mi scende sulla guancia, non è che non lo volessi ma forse era ancora presto per noi due. - Davvero, mi dispiace. Io…non volevo farti piangere. - Oh, sei proprio un’idiota! Non piangevo per te.

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Capitolo 13
*** Sarà la fine? ***


CAPITOLO XIII Dopo un po’ Andrea se ne va senza dire niente, mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e senza parlare. Alle otto vado a cenare e poi voglio chiarire la situazione con Andrea perché non mi quadra la situazione. Dieci squilli e non risponde, ritento e finalmente risponde. - Dimmi – dice Andrea con un aria un po’ strana. - Io volevo chiederti come stai? - Io sto benissimo! Che cosa dovrei avere che non va? - Scusa, ma non ti alterare. - Oh, ma io non mi altero. - Mi era sembrato il contrario! E comunque scusa se ti ho chiamato e ti ho disturbato! - Smettila! - Di fare cosa? - Di scusarti! Io non capisco perché ti devi scusare ogni volta anche quando non è colpa tua! - Perché di chi è la colpa? Non è forse colpa mia, perché non l’ho fatto con te, anche se avrei voluto? - Ma…cosa? - Sì, avrei voluto ma non potevo. - Spiegati, cos’hai? - Avevo pensato a Eric e a tutto quello che è successo con i miei genitori. - Eric! Ancora lui! - Ma la smetti? Io ti amo e non ti farei mai un torto simile. - Certo lo so, ma il fatto è che pensi ancora a lui e m’infastidisce e non posso farci niente! - Ok, ok senti ci vediamo domani va bene? - Sì, buonanotte amo0re. - Buonanotte anche a te. E finalmente a dormire tranquilli. Il giorno dopo a scuola iniziò come una giornata tranquilla ma la fortuna era pronta a darmi filo da torcere. - Ciao, Eric! - Ciao, Eliana! Come stai? - Bene, grazie. Tu invece? - Insomma, il mio cuore è sempre a pezzi. - Smettila per favore, mi stai iniziando a stancare. - Ok, ci proverò ma non ti aspettare chissà cosa. – e se ne va. - Eliana! Scusa il ritardo! - Amore! Buongiorno! – e gli do un bacio e stordito ricambia. - Wow, quanto fervore! Come mai? - Ho pensato che se ti amo devo dartene dimostrazione tutti i giorni, o almeno finche non ti stancherai di me. - E come potrei? – e ci baciamo di nuovo. - Dai, vai in classe altrimenti fai tardi - Vado, angelo mio. - Va piccolo diavolo. Ci vediamo dopo? - Sì, sì e ovvio. – e anche lui se ne va. Suonata la ricreazione vado da Andrea e lo vedo parlare con Eric e c’è anche Ilenia, ma perché ha le braccia che bloccano Andrea? Ma che diavolo sta succedendo? Perché sembrano che stiano litigando? Mi avvicino, e Andrea mi guarda come se fosse arrabbiato. - Ma cosa è successo? – chiedo spaventata. - Eliana… - mi supplica Ilenia. - Cosa? – chiedo io. - Hai la faccia tosta anche di chiedere cosa! – urla Andrea – avresti dovuto raccontarmi tutta la verità! - Che verità? - Certo, ora fai la santarellina, no? Intanto m’illudi ed io come uno stupido ho creduto che tu mi amassi. - Io ti amo, Andrea. E non capisco perché mi tratti così? - Il tuo amico, anzi il tuo amante qui mi ha appena detto che tempo fa si è dichiarato e tu non mi hai detto niente, maledizione! Come posso continuare a crederti? - Andrea, te l’avrei detto. - Sì. E quando? - Quando mi sarei sentita pronta. - Ah, beh giustamente! E dopo tre mesi non ci hai mai pensato vero? Volevi che lo scoprissi da lui, vero? - No! - Comunque forse è meglio allontanarci. - Andrea…io… - Stai zitta! Non peggiorare la situazione. - Smettila! – ci interrompe Ilenia. - Ilenia, per favore non ti ci mettere pure tu, sono stanco di tutte queste bugie e nascondermi le cose peggiora solo la situazione. - Allora devi sapere che io ero a conoscenza del fatto. – risponde Ilenia che con tutta la sua faccia tosta vuole difendermi ma così non fa che peggiorare la situazione perché Andrea la guarda con occhi sbarrati. - Tu? Anche tu? Pensavo fossi la mia migliore amica! - Ed io pensavo fossi abbastanza intelligente da capire. - Bene, ora mi dai anche dello stupido! Me ne vado. E rimaniamo io, Ilenia ed Eric, e quest’ultimo ha sul volto un ghigno insopportabile e per questo gli sferro un pugno in pieno viso talmente forte che mi faccio male da sola. Scoppio in lacrime per ben due motivi: il dolore alla mano e un altro più forte al cuore, poiché l’unico ragazzo che abbia mai amato mi ha appena lasciato. La giornata prosegue in infermeria finché non arriva mio padre per portarmi a casa, anche se credo avrebbe preferito lasciarmi lì. In macchina c’è silenzio e nessuno parla. Ma… - Che cosa è successo alla mano? - Niente e poi non credo t’importi. - Perché dici così? - Papà, sono mesi che tu e mamma non mi rivolgete la parola! - Noi? Se per questo neanche tu hai mai provato ad avvicinarti a noi, e comunque non cambiare discorso e rispondi. - Ho tirato un pugno a un ragazzo e mi sono fatta male, e molto. - Ah, e come mai? Cosa ti avrà mai fatto questo povero ragazzo? - Non ti conviene biasimarlo, è stato davvero cattivo nei miei confronti. - Quindi non vuoi dirmi cosa ha fatto? - Non credo ti piacerebbe. - Ok, allora non ti chiedo niente; e Andrea? – al pronunciare quel nome le lacrime riempiono i miei occhi. - Perché piangi? - Andrea, mi ha lasciato a causa di quello stupido a cui ho tirato il pugno! vi prego recensite... sto per finire le idee e non so proprio come continuare!!!!

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Capitolo 14
*** Fine di una storia, inizio... ***


CAPITOLO XIV Ma è possibile che la notte non faccio altro che pensare a lui? Non è possibile! Lo amo così tanto da starci male? Io voglio, anzi devo sapere cosa lui pensa e prova per me e non voglio che pensi qualcosa di me che non esiste. Il giorno dopo appena arrivata a scuola andai da Andrea per potergli parlare chiaramente. - Andrea! – nessuna risposta. - Andrea! – ancora niente. Possibile che sia così infantile quel pezzo d’idiota? - Andrea! Devi ascoltarmi! - E con quale diritto mi chiedi di ascoltarti? - Ascoltami e stai zitto! - Bene, parla allora. Non ho molto tempo. - Voglio spiegarti cosa… - No, se mi devi parlare di quel fatto scortati che io ti ascolti, ne ho abbastanza delle tue storie. - Ed io ne ho abbastanza dei tuoi comportamenti infantili, è da stupidi compostarsi così sei un idiota! - Allora vattene! Per te sono sempre un’idiota, giusto? - Non hai mai capito niente di me, e solo ora l’ho capito! - Se è per questo anche tu, non hai mai capito niente. - Me ne vado, tanto qui finisci male. – mi giro e me ne vado. - Aspetta! – Andrea sembrava quasi pentito. - Cos’altro vuoi? – risposi acida. - Che ti è successo alla mano? – beh, avevo un enorme livido che usciva dalla fasciatura… - Se proprio t’interessa, ho tirato un pugno a Eric e mi sono fatta male, molto male. – pensavo fosse un modo per riavvicinarsi…ma… - E perché lo avresti fatto? Tanto Eric t’interessa. - Volevo ritirare quello che avevo detto prima ma non lo farò: sei proprio un’idiota! Io non ti ho mai preso in giro e se non ti ho detto niente di quel messaggio, era perché sapevo che ne avresti sofferto. Ma tu hai mai pensato a quello che ho provato io mentre ti nascondevo quello? Ti sei mai messo nei miei panni? Silenzio assoluto. - Bene, ora me ne vado ed è chiaro che tra noi è finita per sempre. Me ne andai più sconsolata di prima. Se pensavo fosse facile, ora credo che quest’esperienza mi aiuterà in futuro e che quel cretino non avrà mai più un buon rapporto con me. - Eliana! - Ciao, Ilenia. Come va? - Insomma, ho chiuso definitivamente ogni rapporto con Andrea. - Perché? - Sono stufa dei suoi comportamenti infantili, comunque credo che forse dovresti parlarci anche tu, siete amici da sempre dovrà perdonarti per forza. - Sì, credo che ci parlerò e se non dovesse ascoltarmi farò come te, lo lascerò stare tanto è lui che ci perde e parecchio devo sottolineare. - Senti, io vado o si farà tardi. A Ilenia andò molto meglio rispetto a Eliana. Passarono alcuni mesi nei quali Eliana era riuscita a dimenticare Andrea, e l’innamoramento per lui ormai era passato. Un bel giorno arrivò una notiziona… - Eliana! Eliana! – una voce da dietro mi fece “stonare” a prima mattina. - Ilenia, dai a prima mattina no! - Devo comunicarti una notizia fantastica! Però non so se ti piacerà. - Dimmela e basta! - Mi sono fidanzata…però è lui che forse non ti piacerà: è Andrea. - Ilenia! – urlai tutta contenta – come puoi solo pensare una cosa del genere? Sapevo che ti piaceva e se tu sei contenta, lo sono anch’io. Comunque gli farò un discorso. - Che discorso? Devo spaventarmi? - No, non preoccuparti! Anzi eccolo che arriva. Andrea, vieni qua! - Ciao, Eliana; ciao, amore. – e la bacia davanti a me come se niente fosse, intanto mi coprivo gli occhi per dargli un po’ di privacy. Però quando finirono presi Andrea da parte e gli dissi: - Andrea! Sono seria, se la fai soffrire, te la vedrai con me e non sarà piacevole. – dissi con un sorriso che lo spaventò e che lo fece esitare a rispondere: - Sì, certo. - Bene, allora io vado. E se il destino non fosse avverso a tutti? Bene, questo è il caso in cui il destino dà una mano. Boom! Sbattei contro una chioma rossa e caddi a terra con un gran botto. - Scusami! – disse il ragazzo dai rossi capelli. - E di che? Hai solo fatto cascare a terra una ragazza che non vedeva l’ora di cadere col sedere sul pavimento. - Bene, vedo che sei spiritosa, e molto! Ti do una mano? - No, saresti troppo gentile! – e gli porgo la mano per aiutarmi. - Comunque per informazione il mio nome è Emanuele. - Piacere, Eliana. Ma sei nuovo? Non mi sembra di aver mai visto un tipo strano come te con i capelli rossi e occhi verdi. - Beh…accetto i complimenti riguardo al mio aspetto e sì, sono nuovo. E dovrei andare in 4D. - Allora sei quel ragazzo nuovo! Vieni con me, sei nella mia classe, vedrai ti divertirai! E lo presi sottobraccio, ma non ero consapevole del fatto che qualcuno mi osservava: Andrea e Ilenia; uno stupefatto e disgustato, e l’altra felice e spensierata. - Ilenia, andiamo in classe? - Sì, ma perché fai quella faccia? - No, niente. Mi sento poco bene. - Non sarà per Eliana? - No, amore. Perché pensi che sia così? Non ho occhi che per te e lo sai bene. - Non intendevo questo, pensavo fossi preoccupato per lei visto come si stava comportando con quel ragazzo, che oltretutto non conosce. - Non m’interessa più niente di lei. – disse freddo. - Anche dopo tutti i bei momenti che avete passato insieme? - Esatto. Ora andiamocene. – ed entrambi se ne andarono. Intanto in 4D si era creata molta confusione quando le ragazze videro il nuovo arrivato e per poco non mi fecero cadere per terra. Almeno sarei stata tranquilla per un po’, visto che ora tutti si sarebbero interessati a Emanuele. - Oddio, le tue compagne sono pazze! - Cosa ti avranno mai fatto quelle povere bestie? - Hai molta stima di loro vero? - Le amo follemente. Tu piuttosto perché sei qui? - Beh, sei l’unica che conosco… - lo guardai strano – ah, non ti riferivi al perché mi sono seduto qui, vero? Ahahahah comunque sono in questa scuola perché mio padre ha avuto una promozione in questa città e la famiglia segue. - Ho capito tutto. Hai fratelli più grandi o sei figlio unico? - Per tua sfortuna sono figlio unico e non degli amici carini da presentarti. - Non lo chiedevo per secondi fini, era solo per parlare un po’. - Ok, mentre tu? E lo chiedo con secondi fini. – mi misi a ridere, ma di cuore era da molto che non ridevo così. - Finalmente una risata! - Grazie, non ridevo così da un bel po’, comunque anch’io sono figlia unica. - Ah, peccato! Allora dovrò chiederti di uscire con me. – diventai seria dopo quella richiesta. - Senti, rosso; non esagerare. - Era solo per parlare! – possibile che mi stia facendo il verso? – comunque volevo conoscere la città. - Io non sono di questa città, comunque un pomeriggio potremmo fare un giro insieme.

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Capitolo 15
*** Ricapitoliamo ***


CAPITOLO XV Ricapitolando: nella mia vita in meno di un anno sono cambiate tante cose. Prima sono stata con Andrea, poi per vari motivi c’è stato un periodo di pausa nel quale io ho affrontato una fase di pessimismo, poi tutto è passato ma dopo un po’ ci siamo lasciati e si è messo con Ilenia, la sua migliore amica ed io sono sola. Anche se proprio sola non direi, visto che il mio amico “rosso” continua a chiedermi di uscire. - Dai, Eliana! Non farti pregare. A pomeriggio facciamoci un giro! Sì, t’invito a pranzo fuori, non puoi rifiutare! - Senti rosso! La devi smettere! Quando dico che non mi va, non va. - Mi piace questo soprannome, posso dartene uno io? - No. - Ma perché no? - La smetti? M’infastidisci! - E tu m’interessi! – non di nuovo! - Rosso, non ci pensare proprio. Non sono per te. - Perché no? E poi ti sto chiedendo una sola uscita da amici. - Ok va bene. Solo una e da amici. – dico mentre faccio con il dito il segno uno; non volevo impegnarmi con altri ragazzi e poi rimanere nuovamente scottata e delusa. - Bene, allora oggi ti porto con me dopo scuola. - D’accordo, fammi avvisare i miei. - Allora, adesso hai ricominciato a parlare con loro e non mi dici niente? Sono davvero davvero deluso da questo tuo comportamento. – dice scherzando, spero per lui. - Sì, mi devi scusare. E poi è stato tutto grazie al tuo appoggio se ora posso avere con loro un rapporto civile. Grazie. - Prego prego. Ora torniamo in classe. - Ok. Finita questa giornata scolastica Emanuele mi prende per il polso e mi trascina fuori scuola verso la sua moto, a un certo punto si avvicina quel mostro di Eric. - Ciao, bellissima. – e mi da un bacio sulla guancia. - Ciao, Eric. – e lo guardo male, come si permette, dopo tutto quello che è successo, a comportarsi così? Con quale coraggio cerca ancora di avvicinarsi a me? - Ciao, io sono Emanuele. – dice prontamente il rosso e gli porge la mano per presentarsi. - Chi è? Una nuova fiamma? Ti riprendi in fretta. - Anche se fossa non sono io la prima e non devo spiegazioni a te. - Ehi, amico. Hai frainteso, io sono un compagno di classe e niente di più. - Non per molto, amico. La signorina prima ti prende, poi ti usa e poi ti getta. - Allora siamo identici, vero Eric? – lo odiavo con tutta me stessa! Io non ero come lui non usavo le persone! - Eric, perché non la smetti di darle fastidio? – disse una voce che veniva dalle mie spalle e che una volta avevo pregato il cielo che venisse in mio soccorso. - Andrea! – mi spaventai dal tono che usai nel pronunciare il suo nome e non so perché ma non spavento soltanto me, ma anche Emanuele che mollò la presa dal mio polso per avvicinarsi alla moto, io mi girai verso Andrea che ormai era molto vicino a me. - Caro Andrea, da quanto tempo! Vedi ora abbiamo un nuovo concorrente per il cuore di Eliana. - Eric, Eric, si vede che non ti sei informato a dovere durante la tua assenza. Io e lei, - e quando disse “lei”, lo pronunciò con freddezza – non stiamo più insieme, ora sto con Ilenia, già da tre settimane. - Bene, e allora lei? – ma perché parlano così di me? - Scusate, ma perché parlate di me e non con me? - Scusa Eliana, forse è meglio che chiarite tra voi, devo andare. - Sì, certo Andrea e salutami Ilenia. – quando Andrea se ne andò, mi girai a Eric – Ora, tu, stupido imbecille starai ad ascoltarmi! Primo non chiamarmi mai più “bellissima”, secondo non provare neanche col pensiero a riconquistarmi perché t’illudi e terzo, scusa ma devo andare. Prendo il casco da mano di Emanuele e lo metto in testa, salgo sulla moto e stringo Emanuele per fargli capire che voglio andare via. Arrivammo dove dovevamo arrivare e tolti i caschi, lo guardai, il suo sguardo era strano. - Rosso, che hai? - Niente. - Su, non fare il moccioso e rispondi. - Il fatto è che non pensavo di incontrare Eric così presto. - Perché dovrebbe interessarti? Ed io ho chiuso con lui per sempre, ricordatelo. - Sì, va bene e di te sono convinto. Ma lui non mi sembra tanto convinto ad arrendersi. - Capirà che deve smetterla, con le buone o con le cattive. – gli sorrido e lo prendo per mano. - Beh, dove vuoi andare? - Sai rosso, non saprei. Scegli tu. - Bene, allora andiamo lì – indicando un posto dove vanno solitamente le coppie e lo guardo male, anche se non mi capisce. - ma sei normale? - Io? Sì, e molto. Non ti piace lì? - Non dico questo, però…vabbè farò uno sforzo per te, va bene? - Ok. Dopo aver mangiato, facemmo una passeggiata, all’inizio uno lontano dall’altro, ma a un certo punto lui si avvicina e mi prende per mano, lo guardai incuriosita da quel gesto. - Ti da fastidio? Se vuoi, posso… - No, va bene così – e non so perché ma gli strinsi la mano ancore di più mentre stava per lasciarmi. - Allora vuoi continuare a passeggiare o vuoi tornare a casa? - Stiamo ancora un po’. - Ok. - Senti rosso, come fai ad essere sicuro che una persona non sia sbagliata per te? - In che senso? - Quando una ti piace come capisci che è quella giusta? - Direi che vivendo la situazione con la mia lei devo volerle bene e innamorarmi dei suoi pregi e dei suoi difetti, dopotutto chi sa cosa vuol dire amare? – ma perché mentre dice questa cose terribilmente dolci non mi guarda in faccia? Mica mangio! Comunque mi sento un po’ a disagio a parlare di queste cose con lui. - Senti, vorrei tornare a casa, andiamo? – e gli lascio la mano. - Sì, si sta facendo tardi e poi dobbiamo studiare per domani. - Allora, accompagnami alla fermata, non c’è bisogno che mi accompagni a casa, non ti disturbare. - Sei sicura? Posso portarti a casa, non ho problemi. - Ne sei proprio sicuro? - Sì, non vorrei che incontrassi Eric o Andrea. – disse con un sorriso maligno, come se stesse facendo una cattiveria nei loro confronti. - Sai rosso, a volte mi spaventi. Pensi ancora che io voglia stare con uno di loro? Poi uno è occupato. - Mah, non saprei. Non mi fiderei del tuo pessimo istinto. - Ok, ok rosso, hai vinto tu. Ora accompagnami. - Va bene, andiamo. - Sì, sbrigati. – salimmo in moto e per tutto il viaggio rimasi abbracciata al rosso che a un certo un punto disse ridendo: - Mi soffochi così, sai? – e allentai la presa, avevo paura di quella moto ma non volevo farglielo capire, ma sbagliai perché aveva già capito. Arrivammo a casa e quando scesi dalla moto, lo salutai dandogli un bacio sulla guancia anche per ringraziarlo di non avermi fatto cadere anche se guidava come un pazzo. - Grazie, ci vediamo domani. - Sì a domani, e domani avrai anche tu un soprannome. - Wow, non vedo l’ora… Ah e trovamelo bello, ok? - No problem. Entrai a casa e dopo aver salutato i miei genitori, andai in camera mia per studiare, ma pensavo ad altro, pensavo al rosso al fianco di un’altra ragazza e qualcosa mi salì dallo stomaco, ma non ci feci caso. Alle otto andai a cenare normalmente con i miei genitori e andai a dormire. Il giorno dopo mi svegliai di soprassalto, avevo sognato qualcosa ma non ricordavo cosa, diamine! Andai a scuola e quando vidi Ilenia e Andrea avvinghiati in uno dei loro baci molto appassionati, capii tutto: avevo sognato di baciare il rosso! E adesso? - Ciao Eliana! Come va? – il rosso! Che cosa potevo fare? Non ero pronta ad affrontarlo e scappai in classe, ma una volta dentro mi accorsi che lui era il mio compagno di banco e non potevo farci niente, dovevo conviverci per forza. - Eliana eccoti! Perché sei scappata prima? Non mi avevi sentito? O era per Andrea? - No! Non ti avevo sentito, scusami. – dissi tremando. - Ma cos’hai? Stai tremando. - Davvero? È strano. Forse ho la febbre, ora vado in infermeria. - Allora vengo con te. - No! - Perché? - Non vorrei contagiarti. - Ah, sei gentile, allora non fa niente. Ti aspetterò in classe. Passai due ore in solitudine in infermeria, e qualche volta veniva una compagna di classe per controllarmi e anche per fare una passeggiata e non sopportare il professore mentre sclerava; pensavo che forse avrei dovuto raccontargli tutto del sonno e vedere come l’avrebbe presa. - Eliana? – non dirmi che era il rosso. Mi alzai... era Andrea. Strano. - Che ci fai tu qui? - Ho saputo che stavi male. - E allora? – che razza di ragazzo, l’ho sempre detto che è un idiota. - Eliana, non staremo più insieme, ma siamo amici no? – mi lasciò spiazzata questa sua domanda. - Io…io…cioè… - Non credevi che saremmo rimasti amici? - No, francamente da parte mia pensavo non ci sarebbero stati più rapporti tra noi due a tempo indefinito. – intanto si era seduto sul lettino e al sentire queste parole mi spettinò i capelli. - Sei veramente una sciocca, lo sai? Io sarò tuo amico dolo se lo vorrai. Dai, raccontami cosa ti succede in questi giorni. - Grazie, avevo proprio bisogno di confessarmi con qualcuno…credo di essere innamorata di nuovo… Ma qualcuno stava ascoltando da dietro la porta e diede un forte colpo alla porta come per sfogarsi, ma quando aprimmo la porta non c’era nessuno.

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Capitolo 16
*** La fine o un nuovo inizio? ***


capitolo xvi CAPITOLO XVI

 Il giorno dopo andai a scuola completamente scoglionata. Chi diavolo era quella persona dietro la porta? E aveva ascoltato tutto il discorso con Andrea? E se fosse stata Ilenia e avesse capito male? E se fosse stato il rosso? Diventai rossa al solo pensiero, non doveva saperlo così.
- Ciao, rosso. – stava seduto al banco.
- Ah, ciao Eliana. Come va?
- B-bene, tu?
- Insomma, non c’è male, potrebbe andare peggio.
- Perché cosa c’è che non va?
- Niente di che, ho saputo che una persona è un po’ bugiardina e che è innamorata di qualcun altro.
- Ah si? Poverino ci starai davvero molto male, mi dispiace. – gli do una pacca sulla spalla per consolarlo, sicuramente non aveva ascoltato niente.
– Bene, allora vorrà dire che sarà una bella giornata . – dissi scherzando.
Per tutta la giornata Emanuele non fece altro che fissarmi stranamente, triste o forse malinconico non saprei, non riuscivo a leggergli dentro.
- La smetti? – bisbigliai durante l’ora di matematica.
- Di fare cosa?
- Non fare il finto tonto, smettila di guardarmi.
- Ah, quello dicevi… scusa ma perché non posso guardarti?
- Mi innervosisci!
- Hai fatto qualcosa di male e ti senti in colpa?
- Io non ho fatto niente di male – avevo capito che ad ascoltare la conversazione era stato lui ma aveva frainteso tutto a quanto pare – anzi dovresti essere tu quello con i sensi di colpa visto che hai origliato cose che non ti riguardano – intanto la professoressa si era avvicinata e ci rimproverò: - Scusate ragazzi! Perché non continuate la vostra conversazione in un’ambiente più consono, come fuori per esempio?
- Certo, volentieri! – rispose lui e prendendomi la mano uscimmo fuori.
- Ah, sì e ora come la metti?
- Hai ragione, ho origliato ma…
- E tirare un pugno alla porta solo per sfogarti, e per cosa poi, ti sembra normale?
- E fammi finire! Ho origliato, ma era perché stavo venendo a vedere come stavi e ho sentito la voce di Andrea, ho ascoltato tutto quello che vi siete detti e ho capito che lui ti piace ancora, ma poi cosa avevi?
- Niente, giramenti di testa.
- Solo quello?
- No, ma non voglio dirti altro.
- Vedo che hai molta fiducia.
- Dopo quello che hai fatto, ne hai dimostrata abbastanza nei miei confronti.
- Vabbè, devi scusarmi e ti giuro che non lo farò più, però parla.
- Ti… avevo sognato la notte prima.
- Davvero? Straordinario e cosa facevo?
- Il cretino come sempre.
- Va bene, non me lo vuoi dire, allora me lo dirai domani a colazione.
- Quale colazione?
- Domani andiamo insieme a colazione, poi ci facciamo un giro, successivamente ti porterò a pranzo e alla fine ti porto a casa.
- Wow, mi hai organizzato mezza giornata, e senza consultarmi!...e dimenticando che domani c’è scuola, giusto?
- No, non mi sono scordato. Ma noi non entreremo. – e sorride come se l’azione del giorno dopo sarebbe stata una cosa normale – ora torniamo in classe o ci daranno per dispersi.
- Va bene. – entrammo in classe e la professoressa ci guardò molto male. Finita l’ultima ora di lezione, scappai dalle “grinfie” di Emanuele o da quelle di Eric, che avevo notato mi stava cercando. Finii contro Andrea che si voltò e disse: - Ehi, ciao.
- C-ciao. – dissi sbigottita… possibile che i suoi occhi verdi facessero ancora effetto?
- Cos’hai?
- Niente. Dov’è Ilenia? – chiedo per cambiare discorso.
- A casa, malata. Ha un’allergia.
- Ah, ok. Scusa ma ora devo andare.
- Sempre di corsa? Aspettami, andiamo insieme.
- O-ok, va bene. – da lontano due occhi verdi e capelli rossi osservavano la scena e il povero Emanuele perse tutto il vigore acquistato poco prima. La mattina dopo arrivata alla fermata una moto nera mi aspettava, ma il suo proprietario ancora male!
- Si può sapere cosa ti ho fatto di nuovo?
- Niente. Andiamo! – disse arrabbiato, quasi urlando.
- Ok, calmati. Dopo mi spiegherai.
Saliti in moto partimmo per andare a fare colazione nel suo bar preferito. Seduti al tavolino gli chiesi: - Mi spieghi cosa è successo? Non credo che la fame o la mancanza di zuccheri- e feci segno alle 5 bustine di zucchero che aveva messo nel suo caffè - possa modificare radicalmente il tuo carattere solare, no?
- No, hai ragione, ma sai alla mancanza d’affetto ci vuole sempre una dose massiccia di zucchero.
- Smettila. Sembri una di quelle persone che entrano in depressione quando l’amore della loro vita non li ricambia. In fondo sei carino, e simpatico. Non avrai problemi con le ragazze, spero.
- Beh, in verità sì. C’è questa ragazza che mi fa impazzire…
- Stop, stop. Non voglio sentire niente che riguardi la tua vita privata.
- Invece tu, hai una nuova fiamma?
- Effettivamente c’è uno che mi piace, ma non so come confessargli i miei sentimenti.
- Prova con me, magari poi troverai il coraggio di parlare con lui.
- V-va b-bene… - mi presi due minuti per riflettere e dire le parole giuste.
- Allora? – mamma, quanto è impaziente questo ragazzo!
- Innanzitutto devo chiederti scusa perché negli ultimi tempi ti sto trattando davvero male, lo faccio soltanto per proteggermi da una nuova delusione che forse non potrei sopportare. Vorrei sapessi che in fondo io ti amo, anche se spesso non sembra. Spero che anche tu provi gli stessi miei sentimenti, altrimenti saprei che ne morirei visto che è ogni volta che mi illudo ne rimango ferita. Credimi quando dico che ti amo, perché anche se mi vedi parlare con altri ragazzi, so che sei geloso, ma penso solo a te. – e dopo queste ultime parole parte l’applauso che Emanuele mi ha gentilmente concesso.
- Wow, che belle parole. Mi hai veramente commosso. – e fa per asciugarsi una lacrima finta.
- Ah, ah, ah. Era da parecchio che volevo esprimermi. Ora però tocca a te.
- Cosa?
- Pensavi che avrei parlato solo io?
- No…beh, sì…io credevo che la tua confessione sarebbe bastata per oggi.
- Eh, no. Mi dispiace per te ma anche io voglio sentire cos’hai da dire alla tua lei.
- Ok, giusto. Allora…quando ti vedo con un altro sono geloso e mi agito, anche quando sei triste mi agito ma è per un altro motivo; quando sei felice e sorridi la mia giornata prende una piega diversa, migliore. Tante volte avrei voluto prendere le tue labbra e baciarle ma avevo paura che tu non contraccambiassi.
- Sei proprio cretino! – mi alzai e feci per andarmene ma lui mi si avvicinò e mi fermò.
- Perché…perché cretino? – era curioso, ma possibile che non capiva? eppure mi ero esposta parecchio. Ma ero decisa e gli avrei fatto capire tutto anche con messaggi subliminali.
- Perché non fai niente. Niente! E questo è un problema. Se ti piace una ragazza, prendimi…ehm, prendila – ora sono un po’ troppo esposta.
- Eheheh, come se fosse facile!
- Ma è terribilmente semplice, perché non lo fai? – inizia a guardarmi negli occhi per vedere se sto perdendo la ragione o se sono ancora sana di mente, o almeno è quello che credo.
- Come fai dirlo? – e distolse lo sguardo – neanche la conosci. – bene, ora il mondo crollava sotto i miei piedi, dunque lui non era innamorato di me, come io lo ero per lui?
- Davvero? Beh, neanche tu conosci il ragazzo che mi piace. – cos’altro potevo dire se non questa enorme bugia?
- Ah, sì? Bene.
- Andiamo? Sono stanca. – non potevo stare più vicina a lui se non potevo averlo. sentivo che da un momento all’altro sarei scoppiata in lacrime.
- Ok. Perché stai piangendo?
- È allergia, niente di che. – ma perché non la smettevo con le bugie?
- Le allergie non fanno piangere. – ora questo tono mi infastidiva.
- Ora sei diventato medico?
- No, ma…
- Andiamo. – presi il casco e lo indossai. Andammo in spiaggia e stesi sulla sabbia per un bel po’ ci fu solo silenzio, ma io non volevo continuare così e presi l’iniziativa. - Senti, Ema non ho intenzione di continuare in questo modo!
- Di cosa stai parlando?
- Non voglio tacere i miei sentimenti, anche se fa male io voglio dirtelo.
- Dirmi cosa? – ma perché scherzava?
- Mi prendi in giro? – fece di no con la testa. Allora era proprio cretino.
- Ti vuoi spiegare, per favore?
- Ok, dammi due minuti. – e si girò di spalle, come se non volesse vedermi.
- Io vorrei stare con te. – e si girò di scattò come una molla, quasi le mie parole avessero fatto da calamita.
- Dici sul serio?
- Certo! Prima mi riferivo a te, però quando ti ho chiesto chi era la tua lei e hai detto che non ero io mi hai spezzato il cuore, allora ho deciso di confessarti tutto tanto non avevo niente da perdere.
- Veramente stavo per confessare i miei sentimenti anche io.
- Cosa? – chiesi alquanto perplessa.
- Sì, Eliana. Tu mi sei piaciuta fin dal primo momento, mi sono innamorato dei tuoi capelli scuri e mossi e i tuoi occhi mostravano ogni tuo singolo cambiamento d’umore. All’inizio ho preferito rimanerti accanto e sapere un po’ di più sul tuo conto e sono diventato il tuo migliore amico ma poi volevo diventare qualcos’altro. Ti ho perfino aiutata con il rapporto in crisi con i tuoi per farti capire che a te ci tenevo molto ma non avevi capito.
- Io pensavo facessi tutto questo per essermi amico. Poi anche io ho iniziato a provare qualcosa per te, ma è solo grazie a un sogno che ho capito di amarti e ci sono stata male quando hai detto quelle cose prima.
- Ti sei sentita come me quando ti ho vista parlare con Andrea e ancora non sapevo cosa provavi.
- Sì, credo di sì. Mi dispiace per tutto il tempo che ti ho fatto soffrire, avrei dovuto capire prima invece di far passare il tempo e rovinarci.
- Hai ragione, ma adesso? – mi avvicinai al suo viso.
- Beh, adesso baciami scemo! – come se non fosse stato ovvio quello che dovevamo fare.
- Ne sei sicura?
- Fallo e basta. – sussurrai.
E così si baciarono, all’inizio fu un bacio lento come nei film quando i protagonisti allungano l’attesa ma quando le loro labbra si toccarono il bacio divenne più intenso ed energico. Ma il cuore di Eliana aveva un brutto presentimento e sapeva che quel momento di pace e serenità sarebbe stato interrotto

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