The pride of the fallen mask di CHOU (/viewuser.php?uid=22104)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** giù le mani dalla serpe ***
Capitolo 3: *** hosmeades ***
Capitolo 4: *** Buona Natale, Harry ***
Capitolo 5: *** infermeria ***
Capitolo 6: *** la torre di astronomia ***
Capitolo 7: *** nuova quotidianità ***
Capitolo 8: *** Al campo da Quidditch ***
Capitolo 9: *** compromessi e inizi ***
Capitolo 1 *** Nuovo inizio ***
Titolo:
the pride
of the fallen mask
Paring:
DracoXHarry
Summery:
La seconda guerra magica si è finalmente conclusa. Harry,
Ron ed Hermione ritornano ad Hogwarts per finire gli studi. Anche Draco
Malfoy si trova a scuola ma la sua posizione non è
più la stessa. Il giovane serpeverde viene preso di mira con
scherzi e piccole vendette. Riuscirà qualcuno ad aiutarlo a
uscire dal baratro nel quale è caduto? Malfoy
riuscirà a mettere da parte l'orgoglio e accettare la mano
che gli verrà tesa?
Declamers:
i personaggi non mi appartengono. Tutti i diritti rimangono
all'autrice. Questa storia è scritta per puro divertimento e
non a scopo di lucro.
Rimase immobile. Semplicemente fermo in mezzo a
quel vorticare di persone e voci.
Alle sue orecchie giungevano solo suoni indistinti e soffusi. Si
sentiva stanco, spossato e vuoto.
Aveva sconfitto Voldemort. Nella sua testa continuava a ripetersi
quella frase come un mantra. Ma suonava vuota, priva di significato
reale.
Sirius era morto, con lui Silente e Piton. I suoi genitori, anche loro
erano morti per salvarlo.
Quella guerra...anche nella vittoria del sangue era stato versato.
Sangue di nemici e di amici. Il cuore di Harry saltò un
battito.
Gli occhi iniziarono a bruciare.
Le voci prima confuse diventavano mano a mano più chiare.
Sentiva che stava per riprendere contatto con la realtà.
Appena i suoi occhi misero a fuoco la sala grande ,capì.
Aveva sconfitto Voldemort. Quella frase non suonava più
vuota ma si era impregnata di un nuovo significato.
Tutta quella gente, tutte le persone innocenti e quelle che amava,
erano riunite in quella immensa sala che per anni aveva accolto
generazioni di maghi. Si abbracciavano e vegliavano sui corpi oramai
privi di vita dei loro cari. E invocavano il suo nome.
Sconfiggendo Voldemort aveva ridato la speranza e il sorriso a quelle
persone. Era riuscito a lenire un po' il dolore e la paura che
aleggiava nei loro cuori. In un modo contorto, crudele, con la morte di
una persona ,lui era riuscito a renderle felici.
Ginny gli si fece accanto , sfiorandogli il braccio.
"E' tutto finito ,Harry. Grazie"
Sentì le braccia della ragazza avvolgerlo in un abbraccio.
Ma non c'era calore, non più. In tutti quei mesi di guerra
la sua piccola Ginny gli era mancata. Però, dopo alcuni
mesi, Harry si era ritrovato a chiedersi di che colore fossero gli
occhi della ragazza. Aveva passato notti intere a domandarselo, a
sforzarsi di ricordare. Avrebbe potuto chiedere a Ron ma voleva essere
lui a trovare la risposta.
Alla fine aveva desistito, gli venivano in mente iridi metallizzate ,
ma era convinto che non appartenessero alla piccola Weasley.
"Vai da tua madre Ginny, ha bisogno di te"
La rossa annuì e
si avvicinò a Molly, ricurva sul corpo senza vita di Fred.
Harry Potter distolse lo sguardo. Gli occhi smeraldini si posarono su
tre figure. Biondissime e spaventate. Lucius, Narcissa e Draco Malfoy
erano stretti gli uni agli
altri, sul viso un' espressione di smarrimento.
I capelli di Draco erano anneriti dal fumo e la pelle diafana era
ricoperta di graffi.
Harry rimase a fissare la figura del biondo. Come piccoli e luminosi
flash rivide quello stesso ragazzo tornato bambino che gli tendeva la
mano. L'espressione strafottente e il sorriso sbieco.
Rivide tutti i loro scontri. Percorse con la memorie il loro passato
fino a quando l'aveva salvato dal fuoco. In quel momento aveva sentito
un enorme squarcio al petto quando aveva capito che Draco Malfoy
sarebbe rimasto ucciso bruciato vivo. Quello spocchioso serpeverde non
poteva morire così, non davanti ai suoi occhi.
Gli occhi grigi di Malfoy andarono a incrociare quelli verdi del
grifone.
L'eroe del mondo magico distolse lo sguardo.
Draco seguì con gli occhi la figura malconcia di Harry
finché questi non uscì dalla sala.
"Padre, madre, arrivo subito"
"Draco!" la voce preoccupata di Narcissa fece sorridere il
più piccolo dei Malfoy. Era la prima volta che vedeva sua
madre preoccuparsi per lui.
"Stai scappando?"
La voce strascicata di Malfoy fece voltare di scatto il moretto.
Per qualche secondo osservò il viso del suo interlocutore.
"Non ce la facevo più, volevo solo rimanere da solo" Harry
parlò con voce stanca. Non aveva voglia di pensare a qualche
risposta mordace. Voleva solo rimanere in raccolta con se stesso.
"Volevo solo ringraziarti per aver salvato me e la mia famiglia"
Il moretto spalancò gli occhi. Malfoy lo stava ringraziando?
"Bhe , allora addio san Potter"
Harry trattene un sorriso. Solo uno come lui poteva ringraziarlo e
insultarlo in contemporanea.
Si vergognava ad ammetterlo ma questo breve scambio di battute con il
suo antico rivale l'aveva fatto sentire a casa.
Più dell'abbraccio di Ginny, pensò colpevole.
Perso nei suoi pensieri non si accorse che Draco si stava allontanando.
"Malfoy!"
Il biondo si girò sorpreso.
"Arrivederci" Harry tese la mano verso di lui.
Gli occhi di Draco si spalancarono. Sentì un nodo
stringergli la gola, soffocandolo. Sentì le lacrime salirgli
fastidiosamente all'angolo degli occhi.
Titubante afferrò la mano che gli veniva porta. Lentamente
strinse le lunghe dita diafane intorno alla mano ambrata di Harry. Lo
sguardo incollato sulle loro mani intrecciate.
L'aveva afferrata, finalmente. Quella mano di cui, da 6 anni, voleva
sentire la consistenza sotto
la sua, finalmente l'aveva afferrata.
Se Draco guardava rapito le loro mani unite, Harry osservava lui. Non
l'aveva mai visto...emozionato. Le guance solitamente pallide del
serpeverde erano tinte di un lieve rossore e gli occhi erano liquidi.
Metallo fuso, registrò la sua mente.
Sentiva un tepore piacevole sprigionarsi dal corpo di Malfoy.
La stretta si sciolse.
Draco accennò un gesto col capo per poi voltarsi e rientrare
velocemente nella sala grande.
***
Nei mesi successivi l'eroe del mondo magico non
ebbe tempo per riposarsi. Ogni giorno si recava al ministero, pronto ad
assistere ad un nuovo processo. Tanti vennero condannati ad Azkaban
sotto i suoi occhi verde speranza.
Ron ed Hermione lo accompagnavano ogni volta, talvolta partecipando
attivamente come testimoni, altre come supporto morale per il loro
amico. La famiglia weasley coccolava Potter cercando di trasmettergli
quel calore che gli ultimi mesi di guerra gli avevano sottratto. Molly,
poi, era costantemente preoccupata che l'avada kedavra che aveva
ricevuto da Voldemord avesse avuto effetti collaterali.
Harry guardava con occhi pieni d'affetto tutti gli abitanti della Tana
ma il suo sguardo non riusciva a posarsi per più di qualche
secondo sul viso distrutto dal dolore di George. La morte di Fred aveva
segnato profondamente tutta la numerosa famiglia, ma George sembrava
essere diventato l'ombra di se stesso. Harry giurò di non
averlo più visto sorridere da quando l'incubo era finito.
Ginny si ritrovava spesso ad osservare il suo ragazzo, assorto nei suoi
pensieri, realizzando che c'era qualcosa che decisamente non andava.
"Amore c'è qualcosa che non va?" gli chiese un giorno la
rossa.
"Niente, Ginny, stavo solo pensando"
"A cosa?"
Gli occhi verdi si fecero ancora più distanti.
"Domani c'è la sentenza per i Malfoy e io devo presagire"
"Vedrai che avranno quello che si merita, dannati mangiamorte" il
ringhio rabbioso con cui pronunciò la frase fece tremare
leggermente Harry.
"Mi ha ringraziato."
"Cosa?"
"Niente, niente. Ora vado a dormire. Buonanotte Ginny"
La ragazza annuì lievemente sporgendosi per baciarlo. Harry
si spostò leggermente facendo un sorriso incerto per poi
sparire su per la scala a chiocciola. La rossa arricciò le
labbra contrariata. Decisamente qualcosa non andava.
Quando Harry Potter tornò alla Tana la
sera successiva gli si poteva scorgere un barlume di soddisfazione
negli occhi. Non si poteva dire lo stesso di Ron i cui occhi azzurri
mandavano scintille.
"Eddai Ron, non fare il bambino" lo riprese la riccia.
"Il bambino? Ti rendi conto Herm? Per colpa sua -un braccio
andò ad indicare il moretto- quella schifosa serpe
è in libertà! Merlino, sono dei mangiamorte!"
Il signor Weasley annuì convinto alle parole del figlio.
"Malfoy non ha mai ucciso nessuno, è stato costretto. Ed
è solo merito di Narcissa Malfoy se io ora sono qui, vivo.
Glielo dovevo" rispose semplicemente Harry.
"Si tu sei vivo, ma non si può dire lo stesso di Fred. O di
Remus e Tonks. A Ted non pensi? A tutti quelli che sono morti per colpa
loro ,non pensi? Eh Harry?" George Weasley era furente, le guance rosse
infiammate come i suoi capelli. C'era rabbia e dolore nelle suo parole.
Potter sostenne il suo sguardo per poi passare in rassegna tutta la
famiglia Weasley. Tutti lo guardavano con aria di rimprovero, anche
Molly, benchè continuasse a stare in uno ostinato silenzio.
"So bene cos'è il dolore della perdita. Ma Malfoy e sua
madre sono anche loro delle vittime."
"Me ne sbatto! Avrebbero dovuto finire anche loro ad Azkaban come quel
bastardo di Lucius"
"George ha ragione, Harry" la voce di Ron era poco più che
un sussurro.
Il moro si morse un labbro e si diresse spedito fuori da quella casa
divenuta d'un tratto troppo soffocante.
Dannazione! Calciò con rabbia un sassolino. Lo
sapeva anche lui che i Malfoy avevano fatto cose orribili ma non era
colpa loro. Sopratutto non di Draco.
Il ragazzo ispirò a lungo osservando il cielo terso. Se
poteva godere ancora delle splendida vista delle stelle lo doveva solo
a quella donna ritenuta da tutti crudele ma che per salvare il proprio
figlio avrebbe rischiato anche la sua vita. Sapeva benissimo che non
aveva mentito a Voldemord per salvarlo ma solo per poter entrare ad
Hogwarts e riabbracciare suo figlio. Però non gli importava,
comunque fosse, l'aveva salvato. E Malfoy, quel dannato furetto, aveva
sofferto , ne era certo, a compiere quelle azioni. L'aveva visto
piangere molti mesi prima in un bagno di Hogwarts, l'aveva visto
disperarsi davanti all'idea concreta di uccidere Silente – il
cuore del moro si strinse dolorosamente al ricordo della morte del
preside - l'aveva visto rischiare la sua vita per salvare Goyle dalle
fiamme maledette. Anche lui era una vittima di quella crudele guerra,
Harry , di questo ne era convinto.
"Harry...gli passerà. La perdita di Fred per loro
è stato un duro colpo."
Il ragazzo si voltò leggermente verso Hermione,
sorridendogli mogio.
"Meritano una seconda possibilità" continuò lei
facendosi più vicino.
"Anche se Malfoy rimarrà sempre l'odioso furetto di sempre"
terminò con tono leggero.
A quelle parole il viso di Harry si aprì in un sincero
sorriso. Prese una mano di Hermione e la strinse leggermente.
"Grazie".
***
La stazione di King's Cross era gremita di persone
e animali. Harry ,Ron ed Hermione si facevano largo tra la folla per
raggiungere l'enorme treno rosso.
"Fa impressione riprendere il treno e sapere che ad Hogwarts non ci
saranno i nostri compagni" ammise la ragazza con rammarico.
Ron sospirò forte.
"Mi mancheranno"
A causa della clandestinità a cui erano stati obbligati ,i
tre ragazzi, non avevano avuto l'occasione di portare a termine il
settimo anno come invece i loro compagni avevano fatto. Per cui si
ritrovavano per l'ultima volta su quel treno magico, pronti per
affrontare il loro ultimo anno nella scuola di magia. I loro amici
avevano già conseguito il diploma e Neville stava studiando
per diventare Auror mentre gli altri avevano deciso di prendersi un
anno di meritato riposo.
La professoressa McGranitt aveva preso in mano le redini della
presidenza di Hogwarts mentre la cattedra di pozioni e difesa contro le
arti oscure erano andate al professore Lumacorno.
A quel pensiero Harry non riuscì a trattenere un gemito. Non
avrebbe mai pensato di dirlo ma gli mancava Piton. Seriamente. Da quando aveva scoperto la
verità sul suo professore di pozioni aveva sentito nascere
dentro si sé un senso di ammirazione per quell'uomo
così coraggioso e solo. Forse, si pentiva di averlo odiato
per anni.
"Iniziamo bene, guarda chi c'è!" il borbottio di Ron
attirò l'attenzione dei suoi amici su una figura alta e
pallida che stava salendo due carrozze più in là.
Draco Malfoy tornava ad Hogwarts quindi.
"Sarà dura" sospirò la riccia.
"Puoi dirlo forte! Pensavo di non dover rivedere più la sua
brutta faccia da mangiamorte!"
"RON! E comunque io mi riferivo a lui. Non avrà vita facile
per i suoi trascorsi"
Harry osservò il biondo salire elegantemente i pochi gradini
per raggiungere lo scompartimento.
"Hey! Chi vuole fare una partita a scacchi magici?" disse poi il moro
mettendo un braccio intorno alle spalle dei suoi amici.
Hermione alzò gli occhi castani al cielo.
"Io mi porterò un po' avanti con lo studio"
"Ma dai! Non abbiamo ancora incominciato!"
"Ma non voglio finire come voi due, quindi , giocate pure. Io
studierò"
I due ragazzi si lanciarono uno sguardo colmo di significati ,poi,
sghignazzando, salirono sulla carrozza e presero posto su uno
scompartimento vuoto
Questa
è la mia
prima drarry che pubblico – e che scrivo XD se non ricordo
male...
u.u'' – è stat revisionata da una mia amica ,
quindi per gli
errori prendetevela con lei! XD no scherzo ù.ù
la
ringrazio
tanto *^*
questa
storia
comprenderà 9 capitoli più un epilogo ed
è già conclusa.
L'aggiornerò una o due volte a settimana, preferibilmente di
sabato.
Spero
che vi
piaccia -s'inchina-
|
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Capitolo 2 *** giù le mani dalla serpe ***
Erano
passate poco più di tre settimane dall'inizio della scuola
ed Harry
avrebbe tanto voluto che fosse già finita. Non che la scuola
lo
annoiasse, no quello no, ma non riusciva proprio ad abituarsi ad
avere tutti gli occhi perennemente puntati su di lui. Non era come
gli altri anni in cui, sì era famoso, ma nessuno
bisbigliava al suo passaggio. Da quando aveva sconfitto
Voldemord la gente aveva preso la spiacevole abitudine di fissarlo
. Le ragazze lo attorniavano, causando la fastidiosa
gelosia
di Ginny, i ragazzi lo salutavano nei corridoi ogni volta che lo
incrociavano. Letteralmente ogni volta. Così Harry si
ritrovava
salutare per l'undicesima volta la stessa persona nell'arco di poche
ore. Era snervante. Fottutamente snervante.
Neppure Ron ed
Hermione se la cavavano meglio. Come amici ed compagni dell'eroe del
mondo magico , erano costantemente tampinati da fan molesti.
La
cosa peggiore era che, se da un lato tutta la popolazione di Hogwarts
pendeva dalla sue labbra, dall'altra non passava giornata che non
insultassero i serpeverde. In particolare Draco Malfoy.
Harry si
era ritrovato nella disarmante situazione di vedere dei ragazzi del
terzo anno di tassorosso insultare il principe delle serpi. Aveva
visto gli occhi di Malfoy assottigliarsi e gelare con lo sguardo i
tassorosso ma questi non avevano desistito.
La cosa che però
colpiva Harry era la totale assenza di reazione nel biondo. Con lui
era sempre stato mordace e velenoso mentre adesso sembrava come
svuotato di tutte le forze. Solo il suo solito ghigno di disprezzo
assicurava al moro che quello che aveva davanti era lo stesso Malfoy
che per anni aveva odiato.
Una sera ne aveva parlato ad Hermione,
mentre Ron era intento a giocare a scacchi magici con dei
primini.
"Hai notato anche tu lo strano comportamento di
Malfoy?"
La ragazza mordicchiò leggermente la punta della
piuma, gli occhi fissi sulle pagine di un enorme tomo.
"Cioè?"
"Se
ne sta sempre per i fatti suoi. Non risponde agli insulti e si
comporta in modo da risultare invisibile. Non parla nemmeno
più con
noi" raccontò Harry giocando con la bacchetta.
"Bhe,
tutti i suoi compagni si sono già diplomati, sono solo lui e
Goyle
adesso. Inoltre... oh! Ecco! Essenza di mandragola! Mi pareva che mi
stesse sfuggendo qualcosa – disse iniziando a scrivere veloce
sulla
pergamena. Il moretto sbuffò- comunque , stavo
dicendo...è ovvio
che non risponde agli insulti! Cosa può dire? Sì
è quello che ho
fatto e me ne vanto? Quei ragazzi dicono la verità infondo e
lui lo
sa. Per questo non ribatte. E poi, Harry, quando mai Malfoy ha
parlato con noi?”
Il grinfondoro roteò gli occhi.
"Lo
sai cosa voglio dire"
"Oh Harry, per l'amor del cielo.
Goditi questo momento di pace. Se vuoi proprio preoccuparti,
preoccupati per Ron. Quello stupido sta perdendo tutti i suoi galeoni
a quella stupida scacchiera."
"Non dovresti essere tu ad
aiutarlo visto che sei la sua ragazza?"
Hermione arrossì.
"Io
vado a fare due passi. Tu assicurati che gli rimangano almeno le
mutante. Buonanotte Herm"
Quasi non sentì lo 'scemo' che la
ragazza gli lanciò mentre stava attraversando il ritratto
della
signora grassa.
Si era portato con sé il mantello
dell'invisibilità.
"Certe abitudini sono dure a morire"
disse tra sé e sé sorridendo.
Si godette l'aria fresca della
sera mentre passeggiava assorto per il castello deserto. Ma gli occhi
speranza non vedevano i corridoi bui e deserti ma davanti a lui
scorrevano le immagini della battaglia finale. Rivedeva quella sera,
ancora così viva nella sua memoria.
Distrattamente si chiese se
la stanza delle necessità esistesse ancora. Non aveva avuto
ancora
il coraggio di cercarla, temeva che una volta aperta, il fuoco
maledetto che infuocava quella sera fosse ancora vivo.
Senza
volerlo si ritrovò a pensare a Malfoy e al suo
comportamento. Forse
Hermione aveva ragione, doveva godersi questo momento di pace.
Eppure...eppure scontrarsi con quella stupida serpe lo faceva sentire
tranquillo, a posto con se stesso.
In tutti quegli anni lui aveva
sempre usato Malfoy come valvola di sfogo. Per anni aveva tenuto
dentro di sé una grande rabbia, rabbia contro il suo
destino, conto
Piton, contro il fatto che la gente lo proclamasse un eroe. E rabbia
contro se stesso. L'aveva tenuta tutta dentro e sarebbe scoppiato se
non fosse stato per Malfoy. Ogni vota che si insultavano riversava la
sua rabbia su di lui, sentendosi poi leggero.
Si vergognava ad
ammetterlo ma lui odiava così tanto quel biondo solo per
riflesso
della rabbia che gli vomitava addosso per poi sentirsi meglio.
Altro
che eroe del mondo magico. Harry Potter era un egoista. Per sentirsi
meglio con se stesso continuava ad assillare Malfoy con frecciatine e
faceva di tutto perché il biondo attaccasse briga con lui.
Aveva
bisogno di sfogarsi su di lui. Un bisogno quasi viscerale. Forse, se
fosse stato meno egoista e più attento all'altro avrebbe
capito che
dietro la tregua che aveva stipulato silenziosamente il sesto anno
nascondeva un terribile segreto. Forse se fosse stato più
attento
avrebbe potuto vedere la disperazione nei suoi occhi e
aiutarlo...aiutare Silente. Scosse la testa amareggiato dai suoi
stessi pensieri. Non aveva senso fare questo ragionamento ora che era
tutto finito. Doveva accettare quello che era stato e andare
avanti.
Stava per tornare al dormitorio rosso-oro quando delle
voci sconosciute attirarono la sua attenzione. Silenzioso si
infilò
il mantello e si diresse verso la biblioteca.
La stanza era
illuminata da molte candele. Harry scivolò
attraversò la porta
semiaperta.
"Allora, stronzetto, non fai più il principino
adesso?" soffiò fuori un ragazzo del settimo anno che
indossava
una divisa di corvonero.
"Cos'è, ora che papi non ti para il
culo non riesci nemmeno a difenderti?" cantilenò un
altro.
Draco Malfoy strinse le labbra. Sul viso pallido iniziava
già ad affiorare lo spettro di un livido.
"Fate schifo. Voi
tutti! Dovreste morire. Invece feccia come te osa mettere piede in
questa scuola"
Harry dovette far violenza su se stesso per
non intervenire. Aveva la gola che gli bruciava dalla voglia di
urlare che non era vero, che non avevano il diritto di offenderlo
così. Sapeva per che se fosse intervenuto , Malfoy non
glielo
avrebbe mai perdonato.
Draco si sistemò i vestiti sgualciti,
nascondendo l'orgoglio ferito con una maschera di indifferenza.
"Per
colpa tua pure il tuo caro amico Goyle è finito in
infermeria. Spero
che gli siano piaciuti i cioccolatini a quell'animale"
Harry
vide un lampo di puro odio saettare negli occhi di mercurio
fuso.
"Bastardo!" sibilò Draco tirando fuori la
bacchetta e schiantando il ragazzo più vicino.
Il corpo
schiantato del corvonero andò a colpire uno dei suoi due
compagni e
entrambi volarono contro la porta della biblioteca in un tonfo
sordo.
"Assassino"ringhiò il corvonero lanciando un
incantesimo che in una striscia rossa andò a colpire il viso
di
Malfoy.
Il ragazzo corse verso gli altri suoi due compagni.
"Tod,
Richard, andiamocene presto"
I tre corvonero lasciarono la
biblioteca, spaventati che potessero arrivare dei professori attirati
dla rumore.
Harry era rimasto a guardare immobile la scena. Alzò
gli occhi su Draco e quello che vide gli fece male al cuore. Malfoy
aveva una mano sul viso a tamponare un enorme taglio da cui usciva
copioso del sangue. Aveva gli occhi più tristi che Harry
avesse mai
visto.
Il moro sentì crescere dentro una rabbia cieca nei
confronti di quei ragazzi che avevano osato ridurre così
l'orgoglioso serpeverde.
Avanzò di qualche passò verso la
figura del biondo , sempre nascosto dal mantello.
Vide Malfoy
prendere la bacchetta e puntarsela al viso, iniziando a mormorare
degli incantesimi di guarigione.
Per Harry fu troppo. Deciso si
tolse il mantello e in pochi passi colmò la distanza che
c'era tra
loro e blocco il polso di Malfoy.
"Potter...?" il biondo
spalancò gli occhi trovandosi improvvisamente la mano del
grifondoro
a bloccare la sua.
"Ma cosa..."
"Lascia fare a
me , Malfoy"
Harry estrasse la sua bacchetta cominciò a
ripetere l'incantesimo che Draco stava mormorando poco prima. In
pochi secondi il taglio smise di sanguinare e si rimarginò.
Anche i
lividi erano spariti.
"Ce la facevo anche da me, sfregiato.
Sono molto più bravo da te con gli incantesimi di guarigione"
"Lo
so" mormorò solo Potter non riuscendo a distogliere lo
sguardo
dagli occhi feriti di Malfoy.
Sapeva benissimo che Malfoy era un
mago -gli costava ammetterlo- in gamba. Ed era ben certo che sapesse
auto medicarsi ma....non aveva resistito. Sarebbe stato troppo triste
da sopportare vederlo curarsi da solo.
Draco lo spostò malamente
da lui e fece per uscire dalla stanza.
"Non voglio il tuo
aiuto Potter, non cercare di fare l'eroe" disse velenoso prima
di uscire dalla sala.
Harry rimase a guardare a bocca aperta la
porta chiudersi.
Sentì le guance imporporarsi dalla rabbia.
Maldetto Malfoy! E lui che si era pure preoccupato.
"Sei
sempre il solito stronzo" gridò all'aria.
Quando
ritornò nella camerata si accorse di essersi assentato per
un paio
d'ore,
"Sei impazzito? Ci siamo preoccupati idiota!" Ron
lo stava aspettando in sala comune e sembrava furente.
"Scusate,
ho incontrato Malfoy"
"Malfoy? Non vi siete picchiati
vero?" chiese Hermione, sbucando dal divano.
"No,
almeno, non sono stato io a picchiarlo"
Il rosso alzò un
sopracciglio.
"Tre corvonero, l'hanno ferito"
"La
situazione peggiora sempre di più" mormorò la
ragazza.
Ron
represse uno sbadiglio, poco interessato alla salute del
furetto.
"Hermione, tu per caso sai cos'è successo a Goyle?"
La ragazza piegò leggermente il capo a destra, frugando nei
ricordi, intorpiditi dal sonno che sentiva pesante addosso.
"Ho
sentito che da qualche giorno è ricoverato al san mugo
perché aveva
mangiato dei dolci avvelenati. Un qualche scherzo pesante si
pensa"
Potter spalancò gli occhi.
"Quel pacco...era
destinato a Malfoy, l'hanno detto i corvonero" disse vacuo
ripensando allo sguardo addolorato che aveva Malfoy. Senso di colpa,
quindi.
"E' terribile. Dovrebbero smetterla con questa storia
di vendicatori del bene"
"Quello che è terribile-
l'interruppe Ron- è la straordinaria estraneazione di Harry!
Come
non hai potuto sapere di Goyle, è di dominio pubblico. Dove
vivi
amico mio?"
Il moro lo ignorò
***
La
sveglia suonò fastidiosamente. Harry mugugnò
qualcosa mentre
allungava il braccio per afferrare gli occhiali.
"Ron...RON!"
Il
rossino si girò di lato continuando a russare.
Santo merlino,
pensò il moro alzandosi.
"Ron...sai che se arriviamo in
ritardo Hermione si arrabbierà"
Ron scattò a sedere sul
letto con un espressione sconvolta.
"Se arrivo in ritardo
anche oggi mi scuoia vivo" biascicò con voce impastata dal
sonno.
Potter rise per poi sparire in bagno.
"Oh,
siete in orario. Non ci speravo" sorrise Hermione vedendo i suoi
due amici uscire dal dormitorio. Ron sembrava più morto che
vivo,
con gli occhi ancora mezzi chiusi dal sonno.
"Che lezione
abbiamo oggi?" chiese il moro
"Due ore di
trasfigurazione e due ore di cura delle creature magiche. Le lezioni
pomeridiane non le conosco ancora"
"Questo si che è un
evento!"
La riccia ignorò il suo ragazzo ,limitandosi a
tirargli un'occhiataccia.
Harry rise e iniziò a dirigersi verso
la sala grande per fare colazione, seguito dai suoi amici.
Dopo
una abbondante colazione il trio si diresse nell'aula della
professoressa McGranitt.
"Non ne posso più giuro!"
"Eh
Harry, il brutto dell'essere famosi"
Potter lanciò un
occhiata in tralice al suo amico.
"Oh, insomma, per loro sei
un eroe. Gli hai dato un mondo migliore, ovvio che si emozionano
quando ti vedono" fece pratica Hermione entrando nell'aula
già
piena di gente.
"Si lo so , lo so ma offrirsi di sbucciarmi
la mela è un po' troppo no?"
I due ragazzi risero ed Harry
si sarebbe unito a loro se la sua attenzione non fu attirata da una
chioma bionda seduta in prima fila.
Draco Malfoy stava seduto
compostamente su uno dei banchi in prima fila. Attorno a lui,
leggermente staccati, c'erano gli altri studenti. Nessuno si era
voluto sedere affianco al serpeverde.
Il grifondoro assottigliò
gli occhi. Non era giusto. Forse era il suo istinto da grifondoro ma
trovava profondamente ingiusto che Malfoy dovesse sopportare
quell'isolamento carico di disprezzo.
"Ragazzi io vado a
sedermi vicino a Malfoy" bisbigliò.
"Ma sei matto?!"
urlò Ron.
"Shh! Guarda! Lo stanno ignorando"
"Ti
vorrei ricordare che quella è la serpe che ci ha reso la
vita
impossibile per sei lunghi anni!" fece Ron abbassando nolente il
tono di voce.
Harry rimase in silenzio. Ron aveva ragione ma
quello...quello non era il vero Malfoy. O per lo meno non era
più lo
stesso Malfoy che adesso sedeva isolato in un'aula gremita di
persone. L'aveva visto. Aveva visto la sua espressione sofferente in
quei mesi. L'aveva – si vergognava ad ammetterlo- studiato a
lungo
in quei mesi e ora aveva l'assoluta certezza che stesse
soffrendo.
"Ron , anche lui è-"
"Si, si lo so!
È un'altra vittima di tu-sai-chi. Fa come vuoi. Ma per me ti
sei
bevuto il cervello, amico"
Hermione rimase in silenzio ad
osservare il suo ragazzo e il suo migliore amico. Sinceramente non
riusciva a capire Harry. Aveva visto anche lei che Malfoy era stato
solo un burattino nelle mani di un pazzo e che non voleva fare tutto
quel dolore. Sapeva anche che il serpeverde soffriva per quello che
era stato costretto a fare. Ma lo stesso non capiva perché
il suo
amico prendesse la sua situazione tanto a cuore.
"La lezione
incomincia. Ron vieni a sederti" disse solamente.
Harry
sorrise all'amica e andò a sedersi al fianco a Malfoy.
Il ragazzo
che era sopravvissuto poté notare una curiosa reazione.
Sulla stanza
era scesa un pesante silenzio e poteva sentire gli occhi di tutti
perforargli la schiena. Un po' poteva capirli, lui e Malfoy non erano
mai stati a contatto, se non quando facessero a botte. Inoltre tutti
vedevano nel biondo serpeverde un mangiamorte, nemico quasi naturale
di Harry.
"Cosa ti dice che voglio sedermi vicino a te?"
chiese Malfoy altezzoso.
"Nessuna cosa mi dice il contrario,
Malfoy" ribbattè Harry tirando fuori il calamaio e la piuma.
Non aveva voglia di dare spiegazioni.
Draco rimase a guardare il
moro trafficare con la borsa e per un attimo sentì un calore
salirgli al petto.
"Fai come vuoi Potter" disse
solamente per aver l'ultima parola.
Harry sorrise trionfante.
La
lezione scorreva veloce e i due ragazzi si comportavano come se
l'altro non esistesse.
Malfoy , però, continuava a lanciare
occhiate di traverso al moro quando quetsi non poteva scorgerlo,
quasi per assicurarsi che fosse vero. Che Harry Potter fosse seduto
vicino a lui. Lui! Draco Malfoy, il ragazzo che per
anni
l'aveva tormentato e cercato di ucciderlo.
Si morse il labbro
inferiore senza riuscire a impedirsi di provare una sensazione di
calore.
Era da quando aveva teso per la prima volta la mano a
quello stupido grifondoro che desiderava averlo così vicino.
Se
le occhiate di Malfoy erano discrete, non si poteva dire altrettanto
di quelle perforanti di Ron. Harry ne era quasi certo: se avesse
continuato a guardarlo così gli avrebbe perforanti la testa.
La
campanella suonò e la McGranitt decretò che la
lezione era finita.
Senza nemmeno salutare Malfoy raccolse le sue cose velocemente
uscì
dall'aula. Il moro lo seguì con lo sguardo
finchè, dopo aver
ricevuto una leggera spallata uscì dall'aula.
Sospirò.
"Com'è
andata con Malfoy?" chiese Hermione mettendosi al suo
fianco.
"Non ci siamo uccisi a vicenda, è già
tanto"tentò
di scherzare il moro.
"Non penso che Malfoy attaccherà
ancora qualcuno. È ancora troppo sconvolto per la guerra"
Ron
sbuffò sonoramente, prendendo Hermione per mani e
dirigendosi a
passo svelto verso la capanna di Hagrid dove si sarebbe svolta la
seguente lezione.
"E basta con sto Malfoy di
merda!"
"Harry! Ron ,Hermione. Che piacere
vedervi. C'ho preparato per oggi una vera chicca. Questi animaletti
–
Hagrid indicò uno strano animaletto di piccole dimensione
all'apparenza innocuo- sono fantastici."
I ragazzi guardarono
il mezzo gigante e sorrisero benevoli.
Presero posto in
semicerchio.
"Non vai da Malfoy? È lì solo soletto"
fece sarcastico il rosso.
"Qui non siamo in coppia. L'ho
fatto solamente perché qui tutti lo odiano e nessuno gli si
avvicina
se non per insultarlo."
"Harry. Ora cercherò di
spiegartelo con calma. Anche noi lo odiamo, ti ricordi
vero?"
"Ronald!"
Il ragazzo guardò preoccupato
Hermione. Odiava quando la ragazza usava il suo nome per intero,
presagiva guai.
"Questi sono Fireph. Sono bestiole
particolari. C'hanno il pelo infiammabile" iniziò a spiegare
Hagrid prendendo in mano uno di quegli esserini col muso a
punta.
"Guardate qui.- con la manona andò a sfiorare il
manto fulvo dell'animale - vedete che fiammata. Forte eh?"
continuò entusiasta mostrando come dal corpo del Fireph
uscissero
delle vere e proprie fiammate.
I ragazzi guardavano atterriti
quelle palle di pelo incendiarie.
"E cosa ci dovremmo fare
noi?" chiese un ragazzotto di tassarosso con un brutto principio
di acne.
"Ci dovete prendere cura di loro. Lavarli. Bene
mettetevi a coppie e iniziate. Voi tre potete stare anche tra voi"
concluse Hagrid rivolgendosi ad Harry Ron ed Hermione.
"Non
ancora!" gemette Weasley prevedendo che l'amico sarebbe andato
da Malfoy.
Harry azzardò un mezzo sorriso.
"Forse non ce
n'è bisogno" intervenne la ragazza indicandogli un ragazzo
con
la divisa di tassorosso che si avvicinava a Malfoy.
Il moro scattò
in piedi e in poche falcate raggiunse la serpe.
"Mi spiace,
ma con Malfoy ci sto io" disse semplicemente , cercando di
ignorare quanto quelle parole giungessero strane alle sue
orecchie.
Il tassorosso indurì l'espressione ma acconsentì.
"Come
vuoi Harry" grugnì prima di allontanarsi.
"So
difendermi anche da me Potter. Non ho bisogno di una balia"
Harry
incatenò lo sguardo con quello magnetico del biondo. Allora
aveva
avvertito anche lui il pericolo. Infondo Harry stesso aveva visto in
più di un'occasione quel tassorosso sputare veleno su Malfoy.
"Sai
com'è, sarà la sindrome dell'eroe"
Draco, non riuscì a
trattenere un mezzo sorriso. Harry non disse nulla ma
registrò
quell'alzarsi leggero delle labbra.
"In così poco tempo ed è
già la seconda volta che devo averti vicino. Mi sa che la
mia buona
stella mi ha abbandonato"
"Io non ci credo Herm!
Perché lo aiuta?"
" Harry mi ha raccontato che la sera
della battaglia Malfoy l'ha ringraziato" bisbigliò la
ragazza.
"Cosa? Il furetto? Non ci credo!"
Hermione
alzò le spalle.
"Ora possiamo smettere di preoccuparci per
Harry e tentiamo di lavare sto coso?"
***
"Harry!"
Ginny raggiunse il moretto, che stava pulendo la sua scopa, nella
sala grande di grifondoro sorridendo.
"Ciao Ginny"
"Ho
sentito che stai facendo il buon samaritano come al solito" lo
prese in giro la rossa sedendogli affianco.
Potter alzò un
sopracciglio in una muta richiesta di delucidazioni.
"Malfoy.
Sei sulla bocca di tutti. Mezza scolaresca si sta chiedendo
perché
stai aiutando quel traditore e l'altra metà sta invidiando
Malfoy
perché può stare vicino al salvatore del mondo
magico.
"E'
proprio impossibile che tu e Ron vi riferiate a Malfoy senza
chiamarlo traditore o mangamorte?" chiese Harry stanco da quella
situazione.
"Bhè è quello che è"
mormorò
confusa.
"Non è vero! Non è-... oh basta è
inutile. Vado
al campo da Quidditch"
Il ragazzo si alzò dirigendosi fuori
dal dormitorio con la sua scopa.
Ginny rimase a guardare il
ritratto della signora grassa con un espressione di profonda
tristezza nello sguardo.
Il
vento freddo invernale sferzava il viso congestionato di Harry.
La
firebolt sfrecciava veloce in mezzo al campo.
Si sentiva bene,
libero. Sospeso in aria era libero di dare sfogo ai suoi
pensieri.
Curvò leggermente a sinistra.
Possibile che solo lui
si preoccupasse delle sorti di Malfoy? Perché la gente non
riusciva
ad andare oltre la apparenze?
Virò a destra.
Anche lui aveva
passato anni a odiare l'atteggiamento spocchioso dell'altro. Era solo
un ragazzino viziato di buona famiglia. Senza rispetto per niente e
nessuno. Era questa l'opinione che aveva di lui. Ricco, viziato e
prevenuto. Per anni era stato convinto che Draco Malfoy fosse il
sunto di tutto quello che un ragazzo potesse avere per farsi
detestare.
Poi era iniziata la vera guerra.
Impennò la scopa
verso l'alto.
Aveva iniziato a scorgere la fragilità che stava
dietro quella maschera da spocchioso bastardo. Aveva visto le sue
lacrime disperate e come il padre aveva sacrificato la vita del
proprio figlio per i suoi ideali. L'aveva venduto a Voldemort che
l'aveva obbligato a uccidere e torturare.
L'aveva visto cercare di
salvare la vita a Goyle e ringraziarlo.
Forse, proprio in quel
momento, aveva capito quanto c'era dietro alla maschera che il
serpeverde indossava.
Per cui non avrebbe permesso a nessuno di
umiliarlo e fargli pagare una colpa non sua e che stava già,
comunque, pagando a caro prezzo.
Atterrò con grazia in mezzo al
campo.
Volente o nolente Malfoy si sarebbe arreso alla sua
presenza . Perché lui non aveva intenzione di lasciarlo solo
anche a
costo di far tornare il 'vecchio Malfoy'.
Gli sarebbe rimasto
affianco finché la bionda serpe non sarebbe stato ancora
capace di
gelare tutti con la sua lingua velenosa.
Chiedo scusa per la atroce
impaginazione... çAç ma oggi la tecnologia mi
odia!!!
Ringrazio tutti quelli che
hanno letto e/o recensito ^^ grazie di cuore!
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Capitolo 3 *** hosmeades ***
La
scena che si presentava agli occhi della scolaresca di Hogwarts era
una delle più sconvolgenti e strane: seduti allo stesso
tavolo,
chini sui libri e con le bacchette riposte, Draco Malfoy ed Harry
Potter stavano studiando. Assieme. Non si parlavano, se non quando
Harry chiedeva delucidazioni ora su quella pozione ora sull'altra.
Malfoy rispondeva brusco ma esauriente e il moro si disse che , non
facendo caso agli insulti, farsi aiutare da Malfoy non era
così
male.
Lanciò un occhiata al compagno. Draco portò una
mano a
sistemarsi una biondissima ciocca dietro l'orecchio,
arricciò
leggermente il naso concentrandosi maggiormente su un passaggio che
non gli era molto chiaro.
"Ora spiegami perché dobbiamo
studiare assieme" chiese all'improvviso la serpe alzando gli
occhi dal libro.
"Bhe io non so nulla di pozioni e tu
potresti volere una mano in trasfigurazione"
"Potter,
per caso ti hanno obliviato? Sai chi sono io?"
"Sei
Draco Malfoy,. E io sono Harry Potter. Ora che abbiamo fatto le
presentazioni possiamo iniziare?
Senza che Harry lo volesse
realmente, la sua mente rettificò il pensiero di poco prima:
stare
con Malfoy non era poi così male.
Erano oramai due mesi che
Potter si sedeva vicino a Draco ogni lezione e due o tre volte alla
settimana lo raggiungeva , contro il volere del biondo, per studiare
insieme a lui in biblioteca.
Ancora pochi giorni e sarebbe stato
Natale.
Lo studio proseguì in silenzio per un'altra ora e proprio
quando il grifondoro pensò che se avesse sprecato anche un
solo
altro minuto sullo studio sarebbe morto, la voce di Malfoy lo
distolse dai suoi nefasti pensieri.
"Abbiamo finito
Potter"
Il viso di Harry si illuminò.
"Toglimi una
curiosità, sfregiato, perché passi buona parte
dei tuoi pomeriggi a
fare qualcosa che si vede benissimo che ti annoia a morte?
Cos'è?
Litigato con lenticchia?" ghignò.
Il moro boccheggiò per un
momento non sapendo cosa rispondere. 'Per stare con te' suonava un
po' stonato. Lui non voleva realmente stare con lui, non voleva
lasciarlo solo. Erano due cose completamente diverse.
"Non
pensare che mi faccia piacere passare del tempo con te Potter"
Malfoy continuava a tenere un tono di voce supponente , cosa che fece
sorridere Harry.
"Non mi hai mai cacciato" rispose con
semplicità e un'alzata di spalle.
Anche se Malfoy non reagiva con
gli altri, Harry aveva notato con piacere che con lui si comportava
naturalmente. Quindi se realmente non l'avesse voluto tra i piedi
glielo avrebbe detto chiaramente. E nemmeno tanto gentilmente, su
questo Harry ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
Malfoy puntò i
suoi incredibili occhi su Potter poi, come se nulla fosse, si
alzò e
se ne andò. Si fermò giusto sulla porta della
biblioteca e sempre
senza voltarsi parlò:
"Mi raccomando. So che la puntualità
possa essere un concetto difficile per te , ma ti sarei grato se
lunedì arrivassi in orario." parlò con voce un
po' troppo
veloce e smozzicata per riuscire a impostarla su un tono
indifferente.
Potter scosse la testa divertito dal comportamento
del biondo. In questi mesi si era domandato come avesse potuto
odiarlo così visceralmente e per così tanto
tempo. Draco Malfoy ,
questa sua versione più 'umana', era estremamente piacevole.
Poco
importava se le sue frasi ,sempre pungenti , indisponevano la maggior
parte delle persone. Personalmente ,Harry, le trovava oramai
così
dannatamente malfoyane- rise leggermente a pensare quella parola- che
gli risultavano quasi divertenti. Insulti a parte, ovviamente.
Draco
si diresse nei sotterranei e dopo essere entrato nella sala comune
dei serpeverde , si diresse verso la sua stanza, felice che la
McGranitt gli avesse permesso di usare la sua vecchia stanza da
prefetto.
Appoggiò la borsa a terra e si diresse alla scrivania
da cui prese carta e piuma. Iniziò a scrivere velocemente e
in modo
elegante a Blaise. Da quando aveva ricominciato la scuola si era
sempre tenuto in contato con Blaise, Nott e Pansy. Una volta finito
di scrivere appoggiò la penna e rilesse il messaggio. Anche
questa
volta non aveva minimamente accennato a quella strana tregua che si
era instaurata tra lui e Potter.
Da un paio di mesi a questa
parte ,Potter, gli stava appiccicato come un'ombra. Draco sapeva bene
che il grifondoro voleva proteggerlo dai sui stessi compagni.
Storse
la bocca.
Potter che lo aiutava. Lanciò uno sguardo alla porta
chiusa della stanza. Con i suoi compagni di casata aveva instaurato
un rapporto civile ma nessuno voleva stargli troppo vicino. Pensare
che fino a due anni fa facevano a gara per sederglisi affianco.
Da
quando era stato obbligato a ricevere il marchio la sua vita era
stata una lenta e inarrestabile discesa verso gli inferi. Era
arrogante e presuntuoso ma non cattivo realmente. Essere un
mangiamorte l'aveva distrutto.
La maggior parte degli studenti
l'avrebbe volentieri visto morto, alcuni ci avevano anche provato. Il
suo pensiero volò a Goyle che giaceva ancora incosciente in
un letto
del San mungo.
Non aveva mai cercato di difendersi. Si era
meritato tutto questo, sia per quello che aveva fatto sia per come si
era comportato in tutti quegli anni di scuola. Chissenefrega se suo
padre si sarebbe vergognato per come suo figlio – un Malfoy!-
si
stava facendo trattare. Non aveva più la forza di tornare ad
indossare quella maschera perfetta e lucente che suo padre gli aveva
costruito addosso. Era stanco e terrorizzato. Aveva una fottuta paura
ogni volta che chiudeva gli occhi che una volta riaperti avrebbe
scoperto che era stato tutto un sogno e lui era ancora intrappolato
in quella morsa di paura e dolore.
Poi era entrato nella sua
routine Harry Potter. Da quella sera in biblioteca gli era rimasto
accanto.
L'aveva curato...si rigirò più volte quelle
parole
sulla lingua, abituandosi al loro suono.
Harry Potter l'aveva
curato. Chiuse gli occhi lasciandosi andare sul letto. Sempre...aveva
sempre desiderato che quello stupido moro si preoccupasse per lui.
L'aveva stuzzicato e attaccato per anni solo per aver un suo sguardo.
Era patetico. La sua ossessione per Potter era patetica. Tentare di
ucciderlo era stata la cosa più atroce che avesse cercato di
fare.
Uccidere la persona che si am-
Draco scacciò quel pensiero. Non
si era mai permesso di pensarlo. Non poteva, prima. Se Voldemort
l'avesse scoperto l'avrebbe ucciso. Adesso, invece, non voleva
pensarlo. Potter stava con lui solo per il suo dannato spirito da
grifondoro.
Richiuse gli occhi cercando di scivolare tra le spire
di Morfeo.
Il suo ultimo pensiero volò a Potter.
* *
*
"Ahh!
Mi è mancata Hogsmeade?"
Ron camminava contento per le
strade innevate del paesello. Era il weekend prima dell'ultima
settimana di scuola prima delle vacanze natalizie. I negozi di
Hogsmead erano presi d'assalto dai ragazzi in cerca degli ultimi
regali di natale. Zonko e Mielandia erano i più affollati.
"Guarda
che fila!" ululò sconsolato Ron guardando la lunga fila che
si
protraeva fin fuori al negozio.
"Oramai siamo qui" fece
Harry mettendosi in fila.
"Ma Hermione?"
Ron si
guardò intorno alla ricerca della sua ragazza.
"E' con
Ginny. Compere femminili"
"Chissà cosa ci
compreranno!"
Harry non si sentì di condividere l'entusiasmo
dell'amico. Ron ed Hermione erano molto affiatati, sembravano essere
nati apposta per stare insieme. Erano molto diversi tra loro ma si
completavano. Battibeccavano spesso ed Hermione era pungente con lui
ma, dopo ogni litigio, erano sempre insieme quasi dimenticandosi di
quello che era successo. Era proprio quello che manteneva vivo il
loro rapporto. Si amavano, si scontravano per poi capire che il loro
era amore vero.
Lui e Ginny invece...voleva bene alla piccola
Weasley però non era sicuro che il loro fosse amore. Stare
con Ginny
era semplice , ma non c'era nessuna emozione totalizzante.
"Ancora
due persone e poi siamo dentro" gioì Ron soffiandosi aria
calda
sulle mani per riscaldarle.
"Bene, si gela" disse Harry
risvegliatosi dai suoi pensieri.
Mielandia era straordinaria come
il solito. Tutte le pareti erano ricoperte da dolci di ogni forma e
colore. Su una piccola mensola erano risposti dei piccoli oggetti. Un
bagliore oro attirò l'attenzione del moro.
Il grifondoro si
avvicinò alla parete , gli occhi fissi su delle piccole
sfere d'oro.
Piccoli boccini d'oro erano legati con un fiocco di seta di colori
diversi.
"Sono una novità di quest'anno. Sono belli vero?"
disse gioviale l'anziano proprietario.
Harry sorrise.
"Sono
dei veri boccini?" chiese titubante.
"Ma certo! Solo che
hanno una particolarità: una volta slegati dal nastro si
librano in
aria solo di un metro e volano in un raggio 50 centimetri. Sono un
po' degli antistress, servono per giochicchiarci"
Il
grifondoro continuò a guardare rapito i boccini.
"Prendo
questo" disse prendendo in mano un boccino dopo averli studiati
per bene.
L'anziano mago sorrise compiaciuto.
"Harry!
Eccoti, non ti avevo più visto. Cos'hai comprato?"
"Oh
una stupidata, tu Ron?"
L'amico aprì il sacchetto che teneva
in mano ed Harry poté vedere un infinità di dolci
avvolti in
colorate confezioni.
"Harry , Ron! Siamo qui!" Hermione
si stava sbracciando per farsi vedere.
"Avete trovato
qualcosa di bello?" chiese Ron.
Ginny e Hermione di
scambiarono un'occhiata complice.
"Andiamo ai tre manici di
scopa , dai" propose Ginny prendendo per mano Harry e
dirigendosi verso il locale.
Come al solito il pub era pieno di
gente e i quattro ragazzi fecero fatica a trovare un tavolo
libero.
"Vado a ordinare quattro burrobirre" propose
Harry, contento di avere un pretesto per allontanarsi dalle
attenzioni di Ginny.
"Allora, cosa farai in queste
vacanze?"
Lo sguardo di Hermione si scurì e il rosso capì
di aver sbagliato.
"Niente, i miei genitori non si ricordano
di me."
"Bene, vorrà dire che lo passeremo insieme. Sei
ufficialmente invitata a passare il Natale da me"
La riccia
si aprì in un sorriso radioso e abbracciò
realmente intenerita
Ron.
"E tu Harry? Ci sarai anche tu vero?" chiese Ginny
vedendo che il moro stava tornando, facendo lievitare le quattro
burrobirre.
"Dove?"
"A casa nostra per
natale"
"Ah..."
Sinceramente non aveva nemmeno
preso in considerazione di passare il natale alla Tana. Troppo cose
erano successe negli ultimi mesi. Non era ancora pronto a vedere la
famiglia riunita per festeggiare senza Fred. Non era ancora pronto a
sentire i singhiozzi soffocati della signora Weasley, a reggere lo
sguardo vuoto di George. Vedere Teddy e pensare che i suoi genitori
non c'erano più. Fred, Tonks e Lupin...erano tutti morti per
combattere la sua battaglia.
Aveva bisogno di stare un po' da
solo, cosa che non gli capitava dall'inizio della guerra.
"Mi
spiace ma non penso che verrò. Ringraziate vostra madre"
"Stai
scherzando Harry?" chiese Ron.
"Perchè?"
Hermione
stava in silenzio bevendo lentamente la calda bevanda.
"Vorrei
rimanere un po' da solo. Mi spiace" si scusò mesto Harry.
Il
rosso sospirò dando una pacca sulla schiena all'amico.
"Vorrà
dire che quando tornerò ti farò un resoconto
dettagliato di tutto
quello che ti sarai perso" sorrise.
Ginny continuava a
guardare il suo ragazzo senza capire.
"Ma Harry, potevamo
stare assieme così"
"Direi di tornare ad Hogwarts. Si
sta facendo tardi" fece Hermione alzandosi. Non aveva voglia di
assistere a un litigio.
"Si hai ragione Herm."
Era
tardi quando tornarono al castello e la stanchezza si faceva sentire.
Senza fermarsi in sala comune i ragazzi si diressero ai propri
dormitori.
Era
lunedì mattina e stava per incominciare l'ultima settimana
di scuola
prima delle vacanze.
Come al solito la sveglia suonò e Harry
scrollò Ron perché si svegliasse.
Si lavarono lentamente ancora
profondamente intorpiditi.
"Harry – biascicò Ron – oggi
pomeriggio ti va di allenarti un po' a Quidditch?"
il moro
emise uno strano gemito.
"Mi spiace ma oggi mi vedo con
Malfoy per studiare"
"Tu mi stai dando buca per Malfoy?"
chiese oltraggiato.
"Lo sai che ho questo impegno"
"Ma
insomma! Harry! Merlino, già è strano che tu
passi del tempo con
quello là , ma non ci posso credere che lo preferisci a me"
Harry
alzò gli occhi al cielo.
"Non lo preferisco a te. E che ho
già un impegno. Adesso muoviti che sennò
arriviamo tardi"
disse inforcandosi gli occhiali.
Appena furono vestiti uscirono
dalla torre di grifondoro.
"Cos'ha Ron?" chiese Hermione
notando che Ron camminava davanti a loro sbuffando.
"Nien-"
"Malfoy!
Ecco cosa c'è!" sbottò Weasley voltandosi.
"Cos'ha
fatto adesso?" il tono della riccia era esasperato ben sapendo
che da mesi Malfoy non faceva una sola battuta su di loro.
"Harry
lo preferisce a me"
La ragazza si portò una mano alla
tempia, facendo un profondo respiro. Certo, amava Ron , ma alle volte
gli faceva proprio saltare i nervi.
"Ron! Sai benissimo che
non è così"
"Preferisce studiare con lui che allenarsi
con me"
Il broncio del rosso era quasi comico da quanto era
accentuato.
Hermione aggrottò le sopracciglia.
"Avevo già
un impegno con Malfoy" disse Harry a mo' di spiegazione.
"Allora
hai capito adesso zuccone?"
Harry fissava disperato una lunga
lista di ingredienti di pozioni. Portò lo sguardo sconsolato
sull'ampollina che conteneva un liquido di un frustrante color
petrolio. Avrebbe dovuto essere di un brillante blu.
"Ok, non
hai capito. Io ci rinuncio" esclamò Malfoy lasciando cadere
teatralmente la penna.
"Cosa fai per le vacanze di
Natale?"
Draco alzò un sopracciglio.
"Cosa c'entra
con la pozione?"
"Nulla. Non ho più voglia di fare
questa stupida pozione!" fece Harry stizzito per non essere
riuscita a farla.
"Non è una stupida pozione solo perché tu
non sei in grado di farla. Comunque tornerò a casa domani,
prima
dell'inizio ufficiale delle vacanze"
Il moro annuì.
"Io
starò qua. Ho bisogno di tranquillità."
"Non mi sembra
di avertelo chiesto"
"Devi sempre essere così acido
Malfoy?" chiese infastidito dal comportamento poco conciliante
del serpeverde.
"Devi girare in senso orario per tre volte e
aggiungere mandragola essiccata"
Harry represse un sorriso.
Stando con Malfoy aveva notato particolari del suo carattere che
prima non capiva . Quello era esattamente un tipico modo in perfetto
stile Malfoy per scusarsi del suo comportamento.
Notando il
sorriso malcelato del moro , Draco, si sentì arrossire
capendo che
Potter aveva intuito cosa si celava dietro alle sue parole.
"Ah!
È tardi. Devo andare da Ron."
Il grifondoro scattò in
piedi.
"Allora... - guardò Malfoy ancora compostamente
seduto – ci vediamo dopo le vacanze?" chiese incerto. Non
sapeva perché ma l'idea che non l'avrebbe rivisto per quasi
tre
settimane gli faceva venire l'amaro in bocca.
Draco sostenne lo
sguardo smeraldino.
"Esatto"
Forse se l'era solo
immaginato ma gli era sembrato che la voce del biondo avesse una nota
triste.
"Allora...aspettami un attimo qui per favore"
Harry si affrettò a uscire dalla biblioteca.
Malfoy piegò la
testa di lato confuso.
Dove diavolo era andato?
Lo sguardo
della serpe cadde sulla borsa abbandonata di Potter. Passò
una mano
affusolata sulla stoffa leggermente ruvida.
"Eccomi!"
Harry
si avvicinò al tavolo e prese la sua borsa, allontanandosi
di nuovo
.
"Tieni" disse lanciando qualcosa a Malfoy.
Draco
prese al volo il piccolo oggetto incartato che il moro gli aveva
lanciato.
"Bhe, Buon Natale Malfoy" biascicò
leggermente rosso in viso Harry. Si sentiva un idiota a fare un
regalo a Malfoy.
Se si fosse preso la briga di guardare Draco in
faccia avrebbe potuto vedere una sincera espressione stupita sul suo
volto. Se si fosse fermato ad osservare Malfoy scartare il regalo
avrebbe visto le sue guance tingersi di rosso e sorridere. Un vero
sorriso.
Il biondo si rigirò tra le mani il piccolo boccino d'oro
legato un un leggero nastro verde bottiglia.
Draco strinse tra le
dita quel piccolo regalo sentendo un violento calore al petto. Si
portò una mano alla bocca , come a voler soffocare
l'emozione.
Guardò il boccino.
Quello era decisamente il
regalo più bello che avesse mai ricevuto.
ecco il seguito! ringranzio tutti quelli che mi
hanno seguito fino a qui....ora nn ho tempo çAç
ma la prossima volta vorrei ringraziare uno per uno! alla prossima!!!
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Capitolo 4 *** Buona Natale, Harry ***
"
"Sei
proprio sicuro di non voler venire con noi?" Ron fece un ultimo
tentativo per convincere l'amico a passare il Natale con loro.
"Ti
ringrazio ma, veramente, starò bene qui"
Hermione lo
abbracciò forte.
"Non sentirti troppo solo Harry" gli
bisbigliò all'orecchio per poi spostarsi e uscire ,assieme a
Ron e
Ginny, dalla sala comune.
Finalmente solo Harry ritornò nella
sala comune deserta. Con piacere constatò che tutti erano
tornati a
casa per le vacanze. Il castello stranamente vuoto non gli metteva
tristezza ma un senso di profonda pace.
Tirò fuori l'enorme libro
sul Quidditch e incominciò a sfogliare con attenzione la
pagine,
riscaldato dal fuoco che scoppiettava nel camino.
Senza
accorgersene scivolò in un sonno senza sogni.
Quando il mattino
dopo si svegliò ci mise qualche secondo prima di ricordarsi
che le
vacanze erano incominciate e che quindi non c'erano lezioni. Di buon
umore si diresse in sala grande per fare colazione.
I quattro
grandi tavoli erano pressoché deserti. Tutti i grifondoro e
i
tassorosso erano tutti tornati a casa. Solo a serpeverde e corvonero
c'erano ancora pochi studenti.
Quando fece il suo ingresso nella
sala e si diresse verso il suo tavolo, i corvonero lo salutarono con
un sorriso e lo invitarono a unirsi a loro. Harry scosse la testa e
rifiutò gentilmente. Prese posto al suo tavolo e
iniziò a servirsi
di succo di zucca e budino alla vaniglia.
Non
faceva molto freddo per cui i primi giorni Harry si azzardò
ad
avventurarsi fino alla capanna di Hagrid.
Il mezzo gigante stava
trafficando con delle pentole.
"Ciao Hagrid, cosa stai
facendo?"
"Oh Harry. Buon giorno. Mi ci sto impegnando
per cucinare"
Thor corse a farsi accarezzare dal ragazzo. Il
moro iniziò a coccolare l'enorme cane guardando diffidente
la strana
poltiglia che stava bollendo nella pentola.
"Ehm, come
mai?"
"Domani, per Natale, madama Maxime mi ha invitato
da lei. E io le c'ho detto che l'avrei preparato io la cena. Ma non
mi sta venendo granchè bene" sospirò sconsolato
l'uomo mentre
continuava a spadellare quello che Harry riconobbe come un triste
tentativo di pollo arrosto.
"Se vuoi ti posso dare io una
mano"
Hagrid spalancò gli occhi marroni aprendosi in un
sorrisone.
"Oh Harry! Grazie. Sai non posso farci brutta
figura" disse arrossendo.
Il grifondoro sorrise di rimando
avvicinandosi anche lui ai fornelli.
"Allora, Hagrid, cosa
vuoi preparare?"
Tre ore dopo Harry strisciò verso il
castello, completamente sfinito. Cucinare con Hagrid era stata
l'esperienza più stancante che avesse mai fatto. Aveva
cucinato quel
dannato pollo per ben tre volte. Una l'aveva bruciato, la seconda era
finito in bocca a Thor e finalmente al terzo tentativo ce l'aveva
fatta. La parte più complicata era stata però il
soufflé.
Gemette
al solo pensiero.
Si buttò sul letto intenzionato a dormire per
dodici ore filate.
L'indomani sarebbe stato Natale.
Distrattamente
si chiese se i suoi regali fossero
arrivati
alla tana. Aveva
comprato una borsa di perline , come quella che era andata distrutta,
ad Hermione. A Ron aveva preso una scopa nuova, gli era costata una
piccola fortuna ma ne sarebbe valsa la pena per vedere il viso
dell'amico illuminarsi di gioia. Aveva mandato dei regali a Neville,
Luna , Dean ,George e ai signori Weasley.
Sospirò chiudendo gli
occhi.
* *
*
Avrebbe
voluto dormire più a lungo ma un fastidioso stridio
l'obbligò ad
aprire gli occhi. Prese di malavoglia gli occhiali indossandoli e
cercò la fonte del rumore. Individuò quasi subito
un bellissimo
gufo che picchiettava con le unghie sulla finestra. Un po' seccato e
un po' rassegnato si diresse alla finestra aprendola. Un vento gelido
gli fece arrossare le guance e un po' di neve gli finì sui
cappelli.
Il gufo depositò un rotolo di pergamena e poi
volò via.
Il
ragazzo prese il messaggio e lo srotolò.
A
Harry Potter,
le auguriamo di passare un piacevole
Natale.
Cordiali saluti
Il Ministero della Magia.
Il
grifondoro si passò due dita sulle tempie cercando di
frenare il
nervosismo che si stava facendo largo in lui. Il Ministero che gli
aveva sempre dato contro ora gli faceva gli auguri di Natale e
sceglieva proprio le 8 del mattino per spedirgliele. Lanciò
un
occhiata astiosa alla sveglia sul comodino che segnava beffarda le
8.03
Si guardò in torno e solo allora individuò tanti
pacchettini posti disordinatamente intorno al suo letto.
Allungò
la mano e afferrò quello più vicino a lui,
sentendo crescere dentro
di lui una sensazione di calore che provava ogni volta che qualcuno
gli faceva un regalo. Era di Ron. Aprì velocemente la
scatola e vi
trovò dentro un album di foto. Lo aprì iniziando
a sfogliarlo
lentamente. C'erano foto fatte anche durante il primo anno di scuola,
alla tana, a Hogsmeade. Erano foto di loro assieme, in tutte
sorridevano.
Harry sentì una morsa al cuore vedendo una foto di
lui, Ron ,Hermione che accarezzavano un enorme cane nero.
Sirius.
Accarezzò la foto grato a Ron di quel meraviglioso
regalo.
Un rumore riportò la sua attenzione sui regali. Da un
'enorme pacco proveniva come un fruscio.
Rincuorato che era da
parte di Hermione e non di Hagrid, aprì meno guardingo il
pacco.
Un'ondata di aria lo travolse. Sbattè più volte
le palpebre.
Una
bellissima civetta bianca e nera muoveva stizzita le ali. Harry
avvicinò rapito la mano alla gabbia. Svelto l'animale gli
becco un
dito.
"Ahi!" si postò il dito ferito alle labbra. Anche
Edvige lo beccava.
Aprì la gabbia e la civetta iniziò a volare
per tutta la stanza per qualche minuto. Poi si fermò sul
letto di
Harry, fissando il ragazzo. Spalancò ancora le ali e con un
breve
volo finì appollaiata sulla spalla del moro.
Harry prese ad
accarezzarla lentamente. Edvige gli mancava da morire.
Per tutta
la mattinata spacchettò regali. La signora Weasley gli aveva
fatto
il solito maglione , Hagrid gli aveva regalato un set per la
manutenzione della bacchetta e Ginny gli aveva preso un libro.
Ripose
l'animale nella gabbia e stette a osservarlo.
"Ti
chiamerò...- si passò una mano tra i capelli
pensieroso –
ehm....Evy!"
Soddisfatto di aver trovato il nome uscì dalla
torre per andare a pranzo.
Appena mise piede nella sala grande la
voce della McGranitt lo richiamò.
"Potter!"
"Professoressa"
Non
riusciva a comprendere per quale ragione la preside sembrasse
arrabbiata.
"Venga
con me" senza aspettare risposta si diresse veloce verso il suo
ufficio.
Harry seguì la direttrice domandandosi cosa mai potesse
aver combinato , il giorno di Natale, praticamente solo nel castello
e con un inizio di raffreddore.
La direttrice si era fermata ai
Gargoyle guardiani.
"Gatto tigrato" la porta si aprì e
Harry fu travolto da migliaia di pacchetti di mille colori.
"Ma
cosa..."
"E' esattamente quello che vorrei sapere
io!"
Il salvatore del mondo magico si fece largo tra i
pacchettini notando con sommo orrore che erano tutti indirizzati a
lui.
"Come mai sono arrivati qui?"
"I suoi
ammiratori, non sapendo il suo indirizzo ,li hanno spediti alla
scuola"
Harry non trattenne un gemito alla vista di un
piccolo gufetto grigio che lasciava cadere l'ennesimo
pacchetto.
"Vedo che è rimasto senza parole. Se la cosa la
può far star meglio, sono tutti dolci"
Il moro alzò un
sopracciglio in una muta domanda.
"Abbiamo controllato ogni
singolo – fece una smorfia – pacco per essere
sicuri che non
volessero vendicarsi di lei per aver ucciso Voldemort. Alcuni
mangiamorte non si sono ancora arresi."
"Ah...oh"
"Interessante
signor Potter"
Harry arrossì al tono della professoressa.
Era veramente seccata da tutta quella storia.
"Non li
voglio...le spiace farli avere ad Hagrid e Grop? Loro gradiranno"
disse con un sorriso.
Ma la McGranitt assottigliò li occhi.
"Non
fa nulla, ci penso io!" si affrettò a correggersi il moro.
Con
un veloce movimento della bacchetta fece sparire tutti i regali. La
donna sospirò soddisfatta.
"Grazie. Ora può andare a
tornare. Buon Natale Harry" disse modulando la voce su un tono
più dolce.
"Buon Natale anche a lei"
Forse
non era stata una buona idea uscire dal castello. L'aria era gelida e
la neve aveva da poco smesso di cadere. Nemmeno l'orario era dei
più
consigliati.
Si sedette sulle rive del lago nero sfregandosi le
mani per cercare di scaldarle. Si annotò mentalmente di
comprarsi
dei guanti e qualcosa per tenersi caldo.
La vista del lago
ghiacciato e ricoperto di neve gli mozzò il respiro. Anche
se erano
anni che vedeva
lo
stesso paesaggio ogni volta rimaneva colpito dalla sua bellezza.
Gli
alberi spogli erano innevati e si sentiva solo il rumore del
vento.
Alzò lo sguardo verso il cielo plumbeo facendolo vagare
pigro. Finchè non individuò un piccolo puntino
nero che man mano
che si avvicinava diventava sempre più grande. Perplesso
sforzò lo
sguardo per capire cosa fosse, in mano teneva già stretta la
bacchetta.
Un' enorme gufo con uno splendido piumaggio nero e
avorio, planò elegante sulle acque ghiacciate del lago. Si
fermò
davanti ad Harry e gli tese la zampa.
Confuso il ragazzo sciolse
il pacchetto che il gufo gli porgeva. L'animale emise un verso di
ringraziamento e si elevò in volo.
Harry si rigirò il pacchetto
finchè non trovò un biglietto.
Sono
sicuro che starai vagando come un idiota vestito troppo leggero.
Chissà che notizia: Harry Potter, l'eroe, dipartito per
colpa di una
broncopolmonite.
Terrei l'articolo per
rallegrarmi nei
momenti di sconforto.
D.M.
Il
grifondoro arricciò il naso per quel messaggio che di
spirito
natalizio conteneva ben poco.
Una folata di vento lo fece
rabbrividire.
Detestava doverlo ammettere ma Malfoy ci aveva preso
in pieno questa volta. Stava gelando.
Aprì il pacco titubante.
Infondo si trattava sempre di un serpeverde.
Stracciò la carta
tirando fuori quella che sembrava una sciarpa verde. Appena la prese
in mano la sciarpa vibrò e prese vita proprio andando ad
arrotolarsi
intorno al collo di Harry. Delicatamente.
Potter portò una mano
al collo sfiorando con le dita la morbidissima stoffa.
Non poteva
crederci che Malfoy gli avesse fatto un regalo, sopratutto uno
così
bello.
Riprese in mano il biglietto rileggendolo. Stavolta
sorrise. Allora non voleva vederlo morto.
Ora sentiva un piacevole
tepore farsi strada in lui e il merito non era della sciarpa.
Tornò
a guardare il lago mentre gli ritornavano alla mente piccoli
frammenti di ricordi.
"Perchè
mi aiuti? Aiutare un mangiamorte non ti farà sentire
realizzato San
Potter"
"Smettila"
"Smettila
tu! Apri gli occhi. Anche se mi difendi non cambia nulla. Non
è
sedendoti affianco a me a lezione che cambierai quello che ho
fatto"
"Ma
tu non volevi"
"Ho
torturato, imprigionato..."
"Ma
non hai ucciso nessuno! Sei stato obbligato"
"Non
ho più intenzione di sopportarti ,sfregiato, torna dai tuoi
amici"
"Ci
vediamo domani Malfoy"
"Ti
hanno infastidito di nuovo?"
"Finiscila
di fare mamma chioccia ,Potter, mi so difendere da solo"
"Ok,
furetto, scusami se mi preoccupo"
"Tu ti preoccupi per
me?"
Harry si sentì a disagio per il tono usato da
Malfoy.
"Sei
un mio compagno"
"Per sette anni non lo sono
stato"
"Vuoi
proprio renderti insopportabile, eh Malfoy?"
"
E tu come al
solito dimostri una coerenza impeccabile"
Harry
si strinse ancora di più nella sciarpa. In quei due mesi
avevano
battibeccato quasi ogni giorno.
Non erano li stessi scontri
verbali che avevano avuto in tutti quegli anni. Le frasi di Malfoy
erano prive del solito astio, pungevano ma non ferivano.
Gli
mancava. Gli costava anche solo pensarlo ma Malfoy gli mancava.
Era
una sensazione strana. Aveva fatto a meno della sua presenza per anni
e adesso, tempo di un paio di mesi gli mancava.
Si morse un
labbro.
Non era vero. Era da quando aveva undici anni che il
biondo serpeverde era una – fastidiosa – costante
nella sua
vita.
Si alzò da terra scrollandosi di dosso la neve.
Ancora
una settimana e l'avrebbe rivisto.
Seduto
sul grande letto a baldacchino , Draco Malfoy, continuava a giocare
col boccino. Lo sguardo fisso fuori dalla finestra. Il cielo grigio
ben si intonava ai suoi occhi.
Un grande gufo si posò sulla
finestra. Draco si affrettò ad aprire.
"Bravo Luya"
disse accarezzando il petto dell'animale. L'anello a forma di
serpente che portava al dito luccicò.
Chissà se aveva fatto bene
a fare quel regalo a Potter.
Rimirò il boccino che svolazzava
davanti al suo viso.
Tra una settimana sarebbe tornato a
Hogswart.
* *
*
"Harry!"
"Ron
, Hermione!" il ragazzo si precipitò ai cancelli per
accogliere
i suoi amici.
"Ci sei mancato"
"Anche voi mi
siete mancati , ragazzi" Harry si sentì un bugiardo mentre
gli
strinse in un abbraccio. Li aveva pensati ma non gli erano mancati,
era stato ben contento di rimanere solo.
"Ron ti ringrazio
per il regalo, è stata un'idea bellissima – Ron
arrossì a quelle
parole così calorose – anche tu Herm, grazie. Evy
è stupenda"
La ragazza guardò soddisfatta l'amico.
"Grazie a te per
quella scopa! Ti sarà costata un casino. E' fantastica!"
esclamò con un enorme sorriso Ron.
"Anche la borsetta. Sai
bene quanto ci tenevo. Oh, Harry. Ti sei comprato una sciarpa ,che
bella!"
Hermione andò a toccare la sciarpa saggiandone la
morbidezza.
"Ehm – si portò una mano dietro la nuca ,
toccandosi a disagio i capelli – me l'ha regalata Malfoy"
La
mano della ragazza si immobilizzò.
"Cosa?!" esplose
Ron
"Penso che l'abbia fatto per ricambiare il mio regalo"
disse Harry cercando di salvare la situazione.
Solo quando vide
gli occhi di Ron spalancarsi all'inverosimile capì che
l'aveva solo
peggiorata.
"Gli hai fatto un regalo?! Ma ti sei bevuto
completamente il cervello?"
"Ma è veramente bella, Ron,
guarda" fece il moro togliendosi la sciarpa e porgendogliela.
Il
rosso rimase immobile. Alzando gli occhi al cielo Hermione prese la
sciarpa in mano. Subito vibrò e andò ad
avvolgersi al collo della
ragazza che emise un 'oh' stupito.
"Non sapevo che Malfoy
conoscesse certi incantesimi" si stupì la grifondoro
srotolandosi l'indumento magico.
"Cosa vuoi dire?"
"Bhe,
non pensavo che sapesse incantare una sciarpa. Non pensavo che si
fosse dato pena per imparare certi incantesimi"
"Vuoi
dire che l'ha incantata lui?" chiese spalancando gli occhi verdi
il moro.
"Bhe ovvio. Non vedi che non c'è nessuna etichetta?
E poi non vendono certe cose che io sappia."
"Vedi?! Ora
si spiega. Voleva che ti strozzasse!"
Harry non sentì
nemmeno le parole dell'amico troppo preso ad assimilare la parole di
Hermione.
"Ah, Harry, Ginny arriverà più tardi"
"Ah,
ok"
Solo in quel momento il moro si accorse che la piccola
Ginny non c'era. Non poteva andare avanti così. Doveva
mettere fine
a quella loro strana storia.
Riguardò la sciarpa e uno stupido
pensiero gli si formulò nella testa. Arrossì
scuotendo lievemente
la testa.
No! Non c'entrava assolutamente Draco Malfoy!
Ciao a tutti! Ecco il 4
capitolo.
Volevo spendere due parole
di numero
sulla storia^^ è stata un parto!! muovere ron, hermione ed
harry è
stata una delle cose più difficili...anche perchè
nella mia mente
bacata, harry e draco si amano, quindi mi sembra naturale che si
pensino con affetto a vicenda *^* ahimè le mie sono solo
– mica
tanto solo ù.ù – fisse da yaoista
incallita quindi mi tocca farli
innamorare (anche se lo so già, sotto sotto sotto sotto
sotto... xD)
spero di essere risscita fin'ora a mantenerli IC!!. un'ultima cosa,
visto che se pubblico un capitolo alla settimana ci vorrebbero altre
6 settimane prima di finirla..quindi , anche i base a come preferite
e se riesco a trovare il tmepo, pensavo di pubblicare anche un
capitolo tipo il mercoledì. Fatemi sapere^^
finalmente sono riuscita a
ritagliarmi
un po' di tempio e posso rispondere tranquillamente alle recensioni e
ringraziare anche chi l'ha solo letta.
-mrsdarcy:
prima di tutto permettimi un :' oooohh*^*' per il tuo nick. Mr Darcy
<3 quanto mi è piaciuto quel libro! ...ok, contegno.
Grazie mille
per le tue recensioni. Sai io adoro il carattere di Draco, anche con
tutte le sue pecche, i suoi sbagli, adoro il suo smisurato orgoglio
,il suo sentirsi superiore a tutti. E benchè io pensi che il
suo
vero io sia egocentrico e ,comunque , infondo a modo suo dolce ,
adoro anche il suo alto più serpeverde. Harry, essendo anche
lui un
serpeverde in parte, non può non amare il suo atteggiamento
ù.ù
spero che questo capitolo di possa piacere^^.
-Nossettina:
ahaah draco con il morbillo sarebbe assurdo!! secondo me
schianterebbe chiunque provasse ad entrare nella sua stanza! O si
butterebbe giù dalla finestra piuttosto che farsi vedere
pieno di
puntini rossi dal suo adorato harry XD ahahhaah che scena spassosa
immagina un draco volante dalla torre che esclama: non mi
vedrai
maiiii maiiiiiii! XD
okok mi riprendo: grazie
sinceramente
per i tuoi commenti, sono contentissima che ti piaccia e che pensi
che la piattola sia inutile. Per l'amor del cielo, ginny ama
seriamente harry ma non penso che il sentimento di harry sia mai
stato amore ù.ù
-LilyChan:
penso che i weasley non riuscirebbero mai ad accettare realmente
draco con harry, però per il bene del loro beniamino lo
sopporterebbero! Mi auguro che la storia continui a soddisfarti^^
-draco
potter
: allora, prima di tutto: complimenti per il nik
ù.ù è cosa buona
giusta! Ecco postato il seguito! Devo dire che sono affezionata a
questa storia poiché io gli adoro loro due (da soli sono
fantastici
ma insieme sono perfetti!) e mi fa piacerissimo – non esiste
la
aprola ma passamela XD- che piaccia anche a te! Ho letto talmente
tante drarry che non potevo non scriverne una!
-MarchesaVanzetta:
grazie per la recensione^^ spero che continuerai a leggerla e che ti
piaccia!!
spero che le cose nonsi
stiano
evolvendo un po' lentamente ma abbi pazienza :)
-StrixOfNebula:
sono contenta che tu abbia voluto leggere la mia storia e che ti sia
piaciuta! La fine reale di harry potter devo dire che mi ha un po'
delusa. E non riuscivo proprio a essere soddisfatta di quel buco nero
che erano i 19 anni...mi sono detta: io amo le drarry, in 19 anni
succede di tutto devilsmile. Ho cercato di creare
una
situazione verosimile per fare in modo che loro due stiano assieme e
, nella fine, ho tenuto conto anche del * si censura*. Vabbè
lo
scoprirai nell'epilogo ùù
per gli errori di
grammatica mi scuso *
va a cercare con un'accetta shieru* a parte gli scherzi, una volta
postata tutta , mancano 6 capitoli in totale, la rileggerò e
correggerò tutto.
-Isilya:
*^* grazie per il tuo commento^^ mi ha fatto molto piacere! Sono
contenta che ti siano risultati IC! Hai visto? Il nostro serpeverde
dal cuore di ghiaccio ha ricambiato e harry ne è rimasto
tutt'altro
che indifferente :) spero che continuerai a seguirmi^^
-SHIERU:
è
quasi superfluo che ti ringrazi. Lo sai benissimo che senza di te
questa fic non sarebbe nemmeno stata pubblicata. Il maggior merito
che le va attribuito è però quello di sopportarmi
tutti i giorni e
sorbirsi tutte le miei idee strampalate su nuove fic! Ti ringrazio
nuovamente epr aver dato una controllata a tutti i capitoli * anche
se hai lasciato degli errori tzè* ...noo, lo sia che ti
voglio bene
*^* ti sono davvero grata che gli hai ricontrollati! Te lo scrivo
qua: le tue drarry mi piacciono tanto!! quindi muoviti a scrivere la
long -.-
|
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Capitolo 5 *** infermeria ***
Harry
fu svegliato dal familiare russare di Ron. Sbattè le
palpebre un
paio di volte prima di tirarsi le coperte fin sopra la testa e
tornare testardamente a dormire.
Un lungo stridio fece balzare in
piedi i due ragazzi.
"Ma cosa...?" chiese Ron
confuso.
"Quel maledetto uccellaccio! Hermione non ci sa
proprio fare con la scelta di animali!" sbraitò il rosso,
memore di Grattastichi.
Harry guardò l'amico prendere a pugni il
cuscino prima di abbracciarlo disperato. Con un sospiro si
alzò dal
letto dirigendosi in bagno.
"Hermione,
per piacere, non regalare mai più animali!"
La ragazza posò
il muffin che stava mangiando.
"Senti un po',a Harry piace. E
poi vi ha fatto solo un favore"
"Un favore?! Ci stava
per far venire un infarto, vero Harry?"
Ma il moro era troppo
impegnato a sondare il tavolo dei serpeverde. Inoltre aveva imparato
a sue spese che non era saggio intervenire nei loro
battibecchi.
"Harry! Mi stai ascoltando?"
Potter si
risvegliò dai suoi pensieri e arrossendo annuì a
Ron.
Non aveva
sentito una sola parola di quello che i suoi migliori amici stavano
dicendo. Era da quando aveva messo piede nella sala grande che
cercava di incrociare lo sguardo di Malfoy. Voleva assolutamente
ringraziarlo per il regalo ma il biondo sembrava ben deciso a non
incrociare il suo sguardo.
"Non vi sembra che Malfoy mi stia
evitando?" non riuscì a far a meno di chiedere.
Hermione
alzò graziosamente un sopracciglio.
"A me sembra che stia
solamente facendo colazione"
"Non ha guardato dalla mia
parte nemmeno un secondo!"
"Non ha motivo di guardare
dalla tua parte. E nemmeno tu." lo rimbeccò spiccia.
Harry
provò il forte impulso di alzare gli occhi al cielo.
"Volevo
solo ringraziarlo"
"Lo potrai fare a pozioni. Abbiamo
due ore stamattina."
Il moro rimase in silenzio. Due ore di
pozioni. Tutto d'un tratto non fu più così
ansioso di
ringraziarlo.
"Che palle! Dobbiamo cominciare proprio con
pozioni?"
La voce di Ron era disperata e nemmeno Hermione
seppe cosa ribattere.
I
sotterranei erano freddi ma perfettamente rimessi a nuovo dopo che la
scuola era stata mezza distrutta dai mangiamorte.
Entrarono a
passo mesto nell'aula e presero posto infondo. Harry notò
una testa
dai capelli biondissimi, quasi tendenti all'argento in prima
fila.
"Oh eccovi! Spero che tu abbia passato delle buone
vacanze ,Potter" chiese tutto compiaciuto Lumacorno sfregandosi
le mani grassocce.
Harry sentì un brivido di disgusto
percorrergli la schiena.
"Si grazie professore"
Odiava
il trattamento di favore che il professore teneva con lui. Per un
momento gli tornò alla memoria il comportamento di Piton.
Al
ricordo però del vecchio professore il cuore di Harry si
strinse.
Rivide il volto cereo e privo di vita di Severus Piton , i suoi occhi
neri privi di espressione. Sentì un moto che,
benchè non fosse
affetto, andava molto vicino alla stima, per quell'uomo che aveva
messo a repentaglio la sua vita per salvarlo. Salvare lui e Draco, si
corresse ricordandosi l'uccisione di Silente.
"Bene ragazzi.
Oggi faremo una pozione facile, facile. - prese un ampollina con un
liquido violaceo dentro e l'alzò per farla vedere meglio
agli
studenti – si chiama Cereas"
La mano di Hermione scattò
verso l'alto.
"A cosa serve professore?"
"E' una
pozione illusoria, chi la bene riesce a rivivere perfettamente un
momento della sua vita. Il bello è che uno può
decidere di rivivere
un determinato giorno della sua vita benchè non si ricordi
nulla."
il sorriso di Lumacorno era luminoso.
Dalla classe si elevò un
'ohh' generale. Tutti sembravano impazienti di farla. Anche Harry
dovette ammettere che era una pozione fantastica.
Con un po' più
di voglia si mise a mischiare gli ingredienti che il professore aveva
scritto alla lavagna.
Stava aggiungendo delle code di rospo
tritate quando lo sguardo gli cadde per l'ennesima volta su
Malfoy.
Basta. Doveva ringraziarlo subito e togliersi il pensiero
dalla mente, altrimenti non sarebbe mai stato in grado di
concentrarsi sulla pozione.
Osservò per un po' il nulla pensando
a come fare. Come un flash gli venne in mente che, durante il questo
anno, Malfoy gli aveva mandato un uccello di carta con un messaggio.
Storse la bocca la pensiero. Il messaggio era tutto tranne che
gentile.
Prese veloce un pezzo di pergamena e ci scarabocchio su
un:
Grazie
per la sciarpa Malfoy. H.P.
Osservò
il messaggio spiccio e decise che era perfetto. Non aveva motivo di
sprecarsi in sproloqui, ringraziare Malfoy era già
abbastanza
destabilizzante per la sua psiche e non aveva per nulla voglia di
scervellarsi per trovare frasi carine.
Alzò la bacchetta e
incantò il foglio. La pergamena vibrò e si
accartocciò formando un
piccolo uccellino.
Soddisfatto Harry prese in mano
l'origami.
"Malfoy" lo chiamò a voce bassa.
Il
serpeverde si girò.
Il moro postò le mani all'altezza della
bocca e ci soffiò sopra. Si sentì un idiota ma
non ci diede
peso.
L'uccellino di carta prese a volare. Ma dopo i primi istanti
iniziò a barcollare e prese a fare un volo instabile.
Atterrò sul
banco di Malfoy senza grazia alcuna. Il biondo alzò un
sopracciglio
all'indirizzo di Potter.
Harry si sentì andare a fuoco per la
magra figura che aveva fatto. Dannazione! Quando
l'aveva fatto
Malfoy era apparso come un gesto elegante mentre lui aveva fatto la
figura del deficiente.
Draco prese l'uccellino che emise un ultimo
sussulto, giusto per finire di umiliare il suo mittente, e poi si
aprì permettendo al ragazzo di leggere il messaggio.
Richiuse il
biglietto e lo mise in tasca continuando a dedicarsi alla sua pozione
come se non fosse successo nulla.
Harry guardò risentito il
sepreverde mescolare il liquido viola nel suo calderone.
"Vedi?
È il solito stronzo Malfoy" gli sussurrò Ron
facendolo
infuriare ancora di più.
Assottigliò gli occhi verdi
rimangiandosi all'istante tutto quello che di positivo aveva pensato
di Malfoy in quei mesi. Con un moto di stizza gli tornò alla
mente
che gli era anche mancato quello -guardò Ron- stronzo di un
Malfoy.
Le due ore passarono lentamente e l'umore del ragazzo che
era sopravvissuto non era migliorato.
Con gesti bruschi prese a
mettere a posto il suo calderone, pulendolo con un colpo di
bacchetta.
Draco finì di sistemare prima di tutti e con passo
elegante si diresse fuori dall'aula.
Quando passò davanti a
Potter, prima di superarlo, sussurrò piano:
"Grazie a te"
Harry rimase chinato sul suo zaino, sorpreso. Aveva sentito
bene?
Alzò la testa per accertarsene ma Malfoy era già
uscito
dall'aula. Un sorriso stupido gli si andò a formare sulle
labbra
prima che lui riuscisse ad impedirlo.
*
* *
La
sala grande era tornata priva dei classici addobbi natalizi. Al
tavolo dei professori la McGranitt stava discutendo piuttosto
animatamente con madama Chips.
"Poppy, non so cosa fare per
mantenere l'ordine" disse spazientita la preside guardando con
apprensione un corvonero prendere a spintoni un serpeverde.
"Ah
Minerva, io oramai mi sono arresa. Mi chiedo solo quando l'odio e il
rancore spariranno"
La McGranitt guardò triste la sala. I
suoi occhi vigili scrutavano ogni singolo studente.
"Ho paura
che non sparirà mai Poppy – i suoi occhi verdi si
fermarono su
Harry Potter – però io nutro ancora delle speranze"
Ignaro
che la preside lo stesse osservando, Harry, mangiava tranquillamente
il suo pranzo scherzando con i suoi amici e i suoi nuovi
compagni.
Ginny era seduta poco distante, ma sembrava poco
interessata al cibo.
"Harry per caso hai già letto il libro
che ti ho regalato?" chiese mentre con la forchetta
giochicchiava con il pollo fritto.
"No mi spiace, non ho
avuto ancora tempo" le sorrise notando, con un certo dispiacere,
quanto il fermaglio che le aveva regalato, stesse male con i suoi
capelli. Sentì un moto d'affetto per Ginny che indossava con
disinvoltura un bel fermaglio di colore rosa e viola.
La ragazza
gli sorrise di rimando e continuò a mangiare.
"Harry,
spicciati, altrimenti arriveremo in ritardo per la lezione del
professore Ruf"
"Oh Hermione, datti una calmata. Manca
ancora tanto, fallo mangiare in pace!" intervenne Ron.
Harry
si era già girato per ringraziarlo ma vide che stava
baciando
Hermione. Spostò lo sguardo imbarazzato.
Un
quarto d'ora dopo i tre ragazzi stavano correndo per i corridoi di
Hogwarts. Hermione aveva un 'espressione omicida sul bel volto.
"Ve
l'avevo detto!"
"Scusaci Herm"
Quando entrarono
in aula la lezione era già incominciata da dieci minuti e il
professore tolse 10 punti a testa. Con un espressione rabbiosa
Hermione prese posto a sedere mentre Ron, titubante , gli si sedette
affianco. Harry si sedette vicino all'amica, lanciandole delle
occhiate.
Troppo concentrato a sondare le reazioni di Hermione, il
moro non sia accorse subito della mancanza di Malfoy.
Stupito
ridiede uno sguardo all'aula, quando non individuò nessuna
chioma
bionda si preoccupò.
"Ehi! - richiamò piano l'attenzione di
un serpeverde del settimo anno – hai idea di dove sia Malfoy?"
il
ragazzo lo guardò un attimo smarrito – Harry
Potter gli stava
parlando! - per poi rispondere in tono sicuro:
"E' in
infermeria"
Il grifondoro si morse internamente una guancia.
Meno male che doveva proteggerlo...
"Cos'è
successo?"
Stavolta il serpeverde rispose bruscamente.
"Sarà
stato lo scherzo di qualcuno" disse per poi girarsi esternando
palesemente la sua intenzione di porre fine alla breve
chiacchierata.
"Non ci pensare nemmeno" soffiò fuori
Ron.
Harry lo guardò perplesso.
"Provare a far cosa?"
"Ad
andarlo a trovare, oggi hai TUTTA la giornata impegnata"
Si
passò distrattamente una mano nei capelli.
"Non avevo
intenzione di andare da lui. Figurati"
Ron sembrò sondargli
la mente. Per un attimo Potter pensò che stesse usando
occlumanzia.
"Meglio così" disse in fine il rosso,
migliorando notevolmente l'umore.
Hermione, invece, non accennava
ad abbandonare il broncio.
La
giornata era tutt'altro che volata. Ron l'aveva tenuto realmente
impegnato tutto il santo giorno. Si era messo pure in testa di voler
fare tutti i compiti dell'intera settimana.
"Hermione, non
sarai ancora arrabbiata con noi spero"
La riccia fulminò Ron
con lo sguardo. Harry era troppo esausto per intervenire in aiuto
dell'amico. Giaceva in stato semicomatoso sul divano della sala
comune dei grifondoro.
"Perché mai dovrei essere arrabbiata
con voi? Avete solo fatto perdere 30 punti a grifondoro, perdere
dieci minuti di una lezione importantissima e fatto fare una pessima
figura con il professore!" sembrava che sibilasse da quanto
veleno aveva intriso le parole.
Ron lanciò uno sguardo d'aiuto al
moro, sguardo prontamente ignorato. Sconsolato si alzò e
andò a
sedere affianco alla sua ragazza, iniziando a parlarle piano.
Dieci
minuti la voce sollevata di Ron raggiunse le orecchie stanche di
Harry.
"Noi usciamo a fare due passi"
Potter li
guardò. Hermione era lievemente arrossita e l'espressione
incollerita era solo un ricordo.
"Ok, io vado a letto."
sorrise facendogli un cenno con la mano e dirigendosi verso il
dormitorio.
Raggiunse il letto a baldacchino ma non vi si sdraiò.
Al posto di spogliarsi prese dal baule il mantello
dell'invisibilità.
Tirò le tende del baldacchino, chiudendole
con la magia.
Si guardò intorno e notò con sollievo che tutti
stavano dormendo.
Uscì dalla torre e indossò il mantello.
Con
passo svelto e rabbrividendo per il freddo raggiunse l'infermeria.
La
porta era chiusa a chiave. Prese la bacchetta e la puntò
sulla
serratura.
"Alohomora"
La porta si aprì con un lieve
cigolio. Cercando di spalancarla il meno possibile, Harry si
infilò
nella stanza.
Una fila di letti candidi e ordinati erano
posizionati contro le pareti. Fece scorrere gli occhi smeraldini fino
a un letto con le tende tirate. Piano si avvicinò al letto ,
si
guardò attorno e notando che madama Chips non era
lì, tirò fuori
una mano da mantello e aprì la tenda.
Draco giaceva semimmobile
sul letto. Il viso era pallido e tirato e la pelle lievemente
imperlati di sudore.
Harry stette immobile ad osservarlo.
Apparentemente sembrava stare bene, un po' pallido ma
illeso.
Continuò a guardarlo finchè non vide Malfoy
artigliare
le coperte e tendersi in uno spasimo. La bocca era contratta in un
grido muto. Ora sudava copiosamente e sembrava sofferente.
Harry
si chinò prendendo una pezza dal comodino per asciugargli il
viso.
Appena la stoffa poggiò sulla sua fronte, Draco
spalancò
gli occhi.
Il moro ritrasse la mano , quasi si vergognasse di
essere sorpreso a compiere quel gesto dal retrogusto così
intimo.
"Potter"
Non uscì nessun suono, però, dalle
labbra secche del biondo.
"Come stai?"
Malfoy non
rispose alla domanda.
"Cosa sei venuto a fare ,
Potter?"
"Volevo vedere se stavi bene" rispose con
un'alzata di spalle.
"Sto benissimo, grazie"
Harry lo
guardò negli occhi. Gli occhi di Draco gli erano sempre
piaciuti.
Erano profondi e di un colore metallico, erano tanto belli quanto
freddi. Per anni aveva odiato quando quegli occhi incontravano i
suoi, gli sembrava che l'odio e il disprezzo di cui erano pieni
diventasse tangibile.
Adesso vi vedeva solo una profonda
stanchezza e dolore.
"Perfetto. Rimarrò qui stanotte per
assicurarmene"
Malfoy spalancò gli occhi.
"Non
voglio la tua pietà sfregiato, torna dalla zannuta e dal suo
pezzente di ragazzo."
Il moro cercò di sorvolare sugli
insulti anche se sentiva le mani prudere e una gran voglia di
tirargli un pugno.
"Tu non stai bene, ti agitavi nel sonno.
Smettila di fare il bambino viziato. Fammi spazio e stattene zitto!"
replicò duro, mettendo un ginocchio sul letto.
"Vorresti
dormire qui?...con me?" il tono di Draco era quasi
scandalizzato. Tanto che fece arrossire lievemente Harry.
"Voglio
semplicemente che tu dorma. Hai delle occhiaia paurose ,Malfoy."
Il
serpeverde sussultò alla parola occhiaia. Erano oramai
parecchie
notti che non dormiva a causa degli incubi. Alcune volte aveva anche
pensato che se Potter fosse stato lì con lui le cose
sarebbero
andate meglio. Ma i suoi erano solo pensieri astratti e assolutamente
irreali, non aveva mai minimamente immaginato che Harry Potter
volesse...
"Vorresti vegliarmi nel sonno?" chiese
sarcastico il biondo.
Harry strinse i pugni. E perchè quella
dannata serpe doveva rendere tutto così complicato? Credeva
che lui
non pensasse al fatto che stava offrendo il suo aiuto a un Malfoy? A
un ragazzo che per anni l'aveva trattato nei peggiori dei modi e
aveva odiato con tutto se stesso?
Era difficile anche per lui, per
Merlino. Però voleva ardentemente aiutarlo. Vederlo in
quello
stato...a soffrire a causa di incubi per quello che aveva
fatto.
Aveva passato anni a fare incubi su Voldemort e sapeva bene
la sensazione di angoscia che si provava. In quei momenti aveva
sempre desiderato che qualcuno si stendesse semplicemente al suo
fianco.
Guardò di nuovo Malfoy. Ma forse...forse Malfoy non
voleva lui al suo fianco.
Già, infondo si erano fatti la guerra
per anni. Però...
"Ascolta Malfoy. Capisco che tu non mi
voglia ma, spiacente, questa volta dovrai accontentarti di me"
Detto
questo spostò le coperte del letto. A quel gesto Malfoy si
spostò
facendogli spazio.
"Che non ti salti in mente di
abbracciarmi. Non sono uno smidollato come i tuoi amichetti"
replicò brusco, dandogli le spalle.
Harry si infilò nel letto,
cercando di occupare meno spazio possibile, e ricoprì
entrambi.
Draco Malfoy, nel frattempo, cercava di calmare i
battiti del suo cuore.
Non era mai stato un tipo romantico o
sentimentale ma sentire Potter così vicino a sé
gli dava
l'irrazionale idea che tutto sarebbe andato bene.
Proprio non
capiva come mai il grifondoro si era preso la sua situazione
così
tanto a cuore.
Forse...forse quando gli aveva porto la mano, alla
fine della guerra, gli aveva perdonato tutto quello che aveva fatto
negli anni addietro. Forse avrebbe potuto avere una seconda
possibilità.
Non sperava nella sua amicizia – figuriamoci nel
suo amore! – quello che voleva ardentemente era la sua stima.
Sospirò. Sentì il respiro del grifondoro pesante
e rilassato.
Doveva essersi addormentato. Delicatamente si appoggiò a
Potter,
cercando di percepire il suo calore.
Harry, sentendo il biondo
appoggiarsi a lui ,sorrise mentalmente. Con fare casuale, come se
fosse un movimento dettato dal sonno, passò un braccio
intorno alla
vita di Malfoy, rinchiudendolo in una specie di abbraccio
protettivo.
Draco arrossì ma non si scostò dalle braccia del
compagno. Solo per quella sera avrebbe potuto anche abbandonare
definitamente ogni maschera e godere di quel calore che per anni
aveva ricercato. Chiuse gli occhi e scivolò in un sonno
senza
sogni.
Appena sentì Draco sprofondare nel sonno, Harry
cercò di
alzarsi facendo meno rumore possibile.
Stette per
qualche momento in
piedi immobile prima di prendersi la testa tra le mani e soffocare un
gemito. Se ringraziare Malfoy era stato destabilizzante questo
aveva quasi dell'assurdo! Cosa diavolo gli era saltato in mente?
Lui...dormire con Malfoy?! Arrossì a quel pensiero.
Decisamente la
guerra l'aveva provato. Ohhh se l'aveva provato!
Guardò
l'ora ; era estremamente tardi. Osservò il biondo per poi
spostare
lo sguardo sul letto vuoto accanto a lui. Pazienza, era troppo tardi
per tornare nel dormitorio e stava morendo dal sonno. Facendo piano
si accomodò nel letto vuoto. Soffocò uno
sbadiglio.
Quando
il mattino presto Harry si svegliò pensò che era
assurdo che fosse
rimasto tutta la notte con Malfoy. Si avvicinò al
Serpeverde.
Sembrava stare meglio. Gli poggiò una mano sulla fronte per
sentirgli la temperatura.
"Chissà cosa direbbe Ron"
mormorò a se stesso.
"Quello che direbbero gli altri. Che
sei impazzito"
La voce di Malfoy era fioca e ancora impastata
dal sonno ma colpì Harry come uno schioppo di frusta.
Scostò la
mano come se si fosse scottato.
"Malfoy! Mi ha fatto prendere
un colpo."
"Faresti meglio ad andare . Non ho voglia di
dare spiegazione a Madama Chips"
"Ah...si giusto"
biascicò Harry raccattando in fretta il mantello.
"Bhe,
allora vado"
Solo allora Malfoy alzò lo sguardo sul
moro.
Harry non sapeva più cosa dire o fare. Non sapeva nemmeno
spiegare a se stesso il motivo del suo comportamento, figurarsi
spiegarlo a Malfoy.
"Sei ancora qui?"
"Acido
anche di prima mattina?"
"Bhe, dovresti ringraziarmi.
Sarebbe stato peggio se ti avessi chiesto spiegazioni, no?"
replicò il biondo con tono supponente.
Senza salutare o
aggiungere altro, Harry uscì dalla infermeria.
*
* *
"Harry!
Dove ti eri cacciato?"
"Ci hai fatto preoccupare!"
Il
ragazzo guardò i suoi amici senza sapere cosa dire.
"Dove
sei stato?" richiese Ron.
"Ehm sono uscito presto"
"Ah
si? E perchè quando sono tornato il tuo pigiama era nel
baule?"
"Quello è il mantello dell'invisibilità!
Harry!" il tono di Hermione non ammetteva repliche.
"Sono
andato da Malfoy e mi sono addormentato lì" buttò
fuori tutto
d'un fiato Harry.
Ron fece cascare le posate che aveva in
mano.
"Tu cosa? Ma lo sai che poteva affatturarti nel
sonno?!"
"Ora basta! Possibile che nessuno capisca come
si sente Malfoy? Non è una persona crudele e tutti lo
trattano come
il peggiore dei criminali. Anche a me stava antipatico ma adesso
è
diverso" urlò harry attirando l'attenzione di buona parte
degli
studenti riuniti per fare colazione.
"Ma-"
"Mi è
passata la fame – lo interruppe alzandosi da tavola
– ci vediamo
a lezione"
Era appena uscito dalla sala grande quando si
sentì afferrare per un polso.
"Merlino Ron! Lasciam-"
Le
parole li morirono sulle labbra.
"Hermione..."
"Harry.
Ti va se parliamo un po'?" chiese al ragazza lasciando andare
l'amico.
Avrebbe tanto voluto dirle che no, non potevano parlare.
Che non voleva parlare in quel momento ma si ritrovò
semplicemente
ad annuire.
Iniziarono a camminare per la scuola senza meta
apparente.
"Va tutto bene?" iniziò la riccia parlando
con voce bassa e tranquilla.
"Si certo."
"Allora
perché hai sempre quell'aria triste e sembra quasi che tu ci
stia
evitando, me e Ron intendo"
"Io..." il ragazzo
boccheggiò, non trovando le parole.
"Da quando hai deciso di
aiutare Malfoy sei irrequieto."
"Oh Hermione! Non ti ci
mettere pure tu con questa storia!"
La ragazza si fermò.
Puntò gli occhi color nocciola dritti in quelli speranza di
Harry.
"Io non sono Ron. Ti ho osservato in questi mesi e so
per certo che c'è qualcosa che ti preoccupa. Non ti riesci a
fidare
neanche dei tuoi amici?" il tono di Hermione era incrinato, come
se si stesse per mettere a piangere.
Harry sentì lo stomaco
attorcigliarsi.
"Io...mi spiace Herm. Non volevo escludervi
è solo che...non so nemmeno io cosa mi prende. Malfoy
è sempre
stato un perfetto stronzo con noi però vederlo ridotto in
questo
stato...non è più lui. O meglio, è il
vero lui. Lo so che tu odi
Malf-"
"Io non lo odio" lo interruppe con voce
leggera.
Potter la guardò confusa.
"Trovo che sia un
ragazzo arrogante e meschino – si concesse un sorriso
sistemandosi
una lunga ciocca di capelli castani dietro l'orecchio – fino
a
qualche mese fa ti avrei risposto così. Da quando Voldemort
è morto
è cambiato. Non rientrerà mai nel giro delle miei
simpatie ma
adesso è un ragazzo come tanti altri. Forse con una lingua
più
velenosa"
" Non è come tanti altri è solo e senza un
vero posto dove stare. Tutti lo vedono come un traditore."
"Harry,
ma lui è un traditore. Per quanto sia stato costretto a
tradire alla
gente non interessa. La guerra ha portato tanto odio e rancore e lui
è solo uno dei tanti capi espiatori"
"Ma non è
giusto..."
"Questo non me lo sarei mai aspettata. Harry
Potter che vuole aiutare Draco Malfoy. Se per te è
così importante
, Harry, fai in modo di riuscirci"
Il grifondoro sorrise. Un
vero sorriso che salì fino agli occhi illuminandoli. Di
riflesso
sorrise anche Hermione.
"Torniamo da Ron. Spero che questa
amicizia tra te e Malfoy non lo sconvolga più di tanto"
disse
la ragazza benchè sapesse che il suo ragazzo avrebbe fatto
fuoco e
fiamme appena l'avrebbe scoperto.
"Io e Malfoy non siamo
amici!" ribattè Harry.
"E allora cosa
siete?"
Cos'erano? In quei mesi non si era mai posto la
domanda. Non erano più nemici ma nemmeno amici, questo era
sicuro.
"Niente" rispose con un alzata di spalle.
Ecco
il 5 capitolo! Siamo praticamente a metà fanfiction! Come al
solito
desidero ringraziare tutti quelli che hanno commentato *^* grazie
infinite!! dato che non ho molto tempo risponderò alle
vostre
recensioni quando avrò un momentino di calma.
Piccola
notizia: pubblicherò il mercoledì e il sabato.
Così in due
settimane circa sarà completa!
Aspettare
ancora 4 settimane mi sembrava una esagerazione .-.
alla
prox!! spero che il capitolo vi piaccia....Draco e Harry iniziano a
farsi più...ehm...intimi ma siamo ancora lontani da un punto
di
arrivo ù.ù (penso XD)
|
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Capitolo 6 *** la torre di astronomia ***
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La
giornata passò abbastanza in fretta ed Harry l'aveva passata
divertendosi con i suoi amici. Avevano riso fino alle lacrime e
ricordato i momenti più belli della loro amicizia. Anche
Ginny, ad
un certo punto, si era unita a loro.
Era passata da poco l'ora di
cena ed Harry si era separato da Ron ed Hermione per andare a trovare
Malfoy.
Entrò in infermeria e salutò Madama Chips.
Stranamente
la donna non aveva fatto obbiezioni alla sua visita fuori orario ma
gli aveva sorriso bonariamente. Si diresse a passo sicuro fino al
letto del biondino e tirò le tende.
Malfoy stava dormendo
tranquillamente. I capelli biondissimi quasi si confondevano sul
cuscino latteo e il viso rilassato gli conferiva un espressione
morbida che non gli apparteneva da sveglio. Dalle labbra piene
dischiuse usciva flebile il respiro.
Bello.
Draco
Malfoy era bello. Di una bellezza sfrontata ed invadente, di quelle
che ti entrano dentro.
Il
ragazzo sobbalzò quando sentì sotto le dita la
consistenza morbida
della pelle del biondo. Non si era accorto di aver allungato una mano
verso il viso del Serpeverde.
È
così carino che mi viene voglia di baciarlo.
Harry
indietreggiò lentamente. Non poteva...non era possibile che
lui
avesse appena pensato che ...
Guardò il Serpeverde con un misto
di orrore e confusione. Uscì correndo dalla stanza, sordo ai
richiami della professoressa che gli intimava di far piano per non
rischiare di svegliare il paziente.
Senza sapere bene come si
ritrovò nella stanza di astronomia. Strano posto, pieno di
ricordi
dolorosi. Poco meno di un anno prima, in quella stessa torre, Malfoy
aveva cercato di uccidere Silente.
Si avvicinò alla grande
finestra e scrutò il cielo nero. Non si vedevano le stelle.
Harry
si accasciò per terra, la schiena appoggiata pesantemente al
muro di
fredda roccia.
Si passò le mani sul viso cercando di respirare
piano per calmarsi.
Una volta preso di nuovo controllo sul suo
respiro, il moro rimase immobile ripensando a poco prima. Senza
volerlo il viso addormentato di Malfoy prese forma nella sua mente
subito però offuscato da un'altra immagine : lui e il
Serpeverde
addormentati vicini.
Arrossì furiosamente chiedendosi cosa
diamine gli era preso quella volta.
Lui e il suo spirito da
grifondoro. Merda!
Sbattè un pugno contro il muro cercando di sfogare la rabbia
e la
frustrazione.
Perchè non riusciva a fregarsene e basta? Per quale
dannato motivo doveva sentir così tanto il bisogno di averlo
affianco?
Perché ,si, la sua era
una
necessità. Oramai passare del tempo insieme a –
quell'arrogante –
Malfoy era divenuta un'abitudine.
Merlino! Avrebbe dovuto dare
retta a Ron tempo fa.
Prima di decidere di aiutarlo, prima di
comprargli quello stupido regalo di Natale. Prima di sentire la sua
mancanza.
Quando era con i suoi amici si sentiva bene e a casa,
come se per lui rappresentassero un punto fisso, un luogo dove fare
ritorno.
Quando stava con Malfoy, invece, si sentiva assurdamente
certo di essere nel posto giusto al momento giusto. La conversazione
gli veniva stranamente facile e rideva. Il biondo, con le sue manie e
il suo sarcasmo tagliente lo faceva ridere. Risate che non riusciva a
contenere, che gli scivolavano fuori dalle labbra semiaperte
sorprendendo perfino se stesso da quanto suonavano sincere.
E
adesso...e adesso lui aveva anche pensato che fosse bello.
Se
prima aveva cercato di ignorare che fosse strano parlare con Malfoy e
stargli accanto senza affatturarlo, adesso non poteva più
evitare di
ammettere che c'era qualcosa che proprio non andava.
Perché non
era assolutamente possibile che Malfoy gli fosse iniziato
a piacere.
"Io e lui non siamo amici" mormorò al nulla.
La sua voce riecheggiò nella torre deserta tornando
amplificata alle
sue orecchie.
Già...non si pensa di voler baciare un amico.
Si
portò una mano ai capelli tirandoseli indietro. Sentiva le
lacrime
minacciare di uscire dai suoi occhi serrati.
Perchè aveva dovuto
provare questo groviglio di sensazione proprio per Malfoy?
"Mi
spiace Ginny" sussurrò tra i singhiozzi.
Non era
giusto...lacrime calde gli scesero dagli occhi
arrossati...perché
doveva sempre soffrire? Un singhiozzo più forte degli altri
fece
tremare Harry.
Come aveva fatto a non accorgersi prima di quello
che gli stava capitando? Come aveva potuto non capire che si stava
innamorando di lui? ...se
solo l'avesse saputo
avrebbe fatto di tutto per tornare ad odiarlo come prima.
Si
lasciò scivolare completamente a terra, le lacrime oramai
fermate,
sentendo solo un forte dolore.
Prima di scivolare nel sonno un
unico molesto pensiero prese vita nella sua mente.
Non
potrei più odiarlo, ora che ho visto il suo vero volto.
Quando
Harry tornò nel suo dormitorio erano quasi le tre del
mattino. Ron
chiuse gli occhi, fingendo di dormire. Osservò attraverso le
ciglia
l'amico mettersi a letto. Aveva il viso stravolto. Chiuse
definitamente gli occhi dicendosi che, per quella volta, poteva anche
far passare il fatto che fosse rimasto fuori praticamente tutta la
notte.
Quando
si svegliarono la mattina dopo Ron Weasly era di buon umore. Era
domenica e non c'erano le lezioni, inoltre aveva passato tutta la
sera a pensare a un modo per distrarre il suo amico.
Quando anche
il moro aprì finalmente gli occhi si ritrovò
schiacciato dal peso
di Ron.
"Hey amico! Ti senti in forma oggi?"
No.
"Come
mai così di buon umore di prima mattina?" sorrise Harry
mettendosi gli occhiali. Dopo ieri sera si vergognava a guardare
negli occhi l'amico.
"Harry, Harry, oggi è domenica. Ho già
convinto Hermione quindi...preparati. Oggi si va a giocare a
Quidditch"
Gli occhi verdi assonnati di Potter si
spalancarono e si posarono per la prima volta sul rosso.
"Due
minuti e sono pronto!" urlò infilandosi nel bagno per
lavarsi.
Dieci minuti dopo i tre ragazzi erano al campo di
Quidditch muniti di scope ed adrenalina. Tranne Hermione che non
sembrava così tanto contenta i dover montare su una scopa.
Il
vento piacevolmente freddo che gli scompigliava i capelli fece
sorridere Harry.
"Pronti?" chiese montando sulla sua
Firebolt.
"Ovvio!"
"Ehm...non voleremo troppo in
alto vero?" chiese titubante la ragazza.
"Oh Herm! Da
quant'é che non
sali sulla scopa? Hai paura?"
la sfottè bonariamente Ron.
"Taci Ronald"
Harry
guardava l'amica salire diffidente sulla scopa. Erano quasi due anni
che non la vedeva su una scopa. Anche...anche Malfoy non l'aveva
più
visto giocare a Quidditch.
Sentì
nuovamente un dolore sordo al petto e percepì i ricordi
degli ultimi
mesi farsi vivi sopraffacendolo.
Scacciò quel pensiero dalla
mente e si librò in volo seguito a ruota da Ron.
Erano quasi due
ore che giocavano ed Harry non aveva mai smesso di sorridere, deciso
che avrebbe dimenticato tutto. Almeno per quel giorno. Si sarebbe
tenuto così impegnato da rilegare il pensiero di Draco
Malfoy in un
angolo recondito della sua mente.
"Sentite, che ne dite se
andiamo a mangiare da Hagrid?"
Sui visi di Ron ed Hermione
prese forma un espressione che poteva essere ben scambiata per
puro terrore.
"Cucineremo noi, ovvio"
Al
sospiro di sollievo dei suoi amici il moro scoppiò a ridere.
Dalla
capanna di Hagrid usciva del fumo, segno che il camino era
acceso.
Bussarono due volte prima che il mezzogigante andasse ad
aprire.
"Ragazzi! Che ci fate qua? Entrate, entrate"
disse facendosi da parte per permettere loro di
entrare.
"Ciao Hagrid"
"Siamo venuti a mangiare
da te!"
"Ma io non c'ho pronto ancora niente. Se mi ci
date qualche minuto posso prepara-"
"NO! Cucineremo noi
per te" intervenne prontamente Potter.
Ron annuì convinto.
Hagrid piegò il faccione di lato e poi alzò le
spalle.
"Come
volete"
Un quarto d'ora più tardi un più che dignitoso
pranzo fu presentato sotto gli occhi golosi del guardiacaccia.
Quando
decisero di tornare al castello era parecchio tardi.
Chiacchierando
e ridendo del più del meno passarono davanti all'infermeria.
Ron
camminava più avanti di loro e stava decantando le
stupefacenti
qualità di un articolo nuovo di Zonko, Hermione scuoteva il
capo
ridendo.
Solo Harry si fermò davanti alla porta dell'infermeria.
"Non vai a trovarlo?" chiese Hermione che era tonata
indietro.
"Perché? Mica devo vedere quel furetto ogni
giorno" disse con strafottenza, rovinata dal tono di voce troppo
acuto.
La ragazza lo osservò attentamente per poi fare
spallucce.
"Hai ragione. Però si sentirà solo"
"Ha
anche lui degli amici" rispose con leggerezza ricominciando a
camminare velocemente verso Ron che continuava imperterrito a parlare
completamente ignaro di stare parlando al vento.
Sapeva bene di
aver detto una bugia. Nessuno sarebbe andato a far visita a Malfoy.
Per tutto il giorno si era domandato se non si sentisse solo. Ma
infondo lui era un Malfoy, non provava solitudine...
Si morse il
labbro colpevole.
Tutti i miei pensieri
sono focalizzati su di lui. Tutti i miei sensi sono concentrati sulla
sua persona.
Se non sono con lui mi sento come...se perdessi una
parte si me.
Perché non posso accettarlo senza condizioni o
riserve?
*
* *
Erano
passati due giorni da quando era stato ricoverato. Finalmente poteva
abbandonare quella dannata infermeria e
quell'odiato letto. Draco Malfoy si diresse a passo lento verso
l'aula di trasfigurazione, non aveva fatto colazione. Si sentiva lo
stomaco chiuso.
Fu il primo ad arrivare
in classe e si sedette al primo posto. Un
brusio di voci
annunciava l'arrivo dei suoi compagni. Fece una smorfia rabbiosa. Per
colpa di uno di loro era finito in infermeria. Certo, aveva potuto
addormentarsi vicino a Potter ma quel dannato Grifondoro non si era
più degnato di fargli visita. L'aveva schifato
così tanto dividere
il letto con lui? Infondo aveva preferito dormire nel letto affianco
al suo...
Si sistemò una ciocca di capelli che, libera dal gel,
gli era ricaduta sugli occhi. Stupido
Draco,
cosa ti aspettavi.
Sentì la sedia
affianco a sé stridere sul pavimento. Potter si stava
goffamente
sedendo accanto a lui.
Lo guardò per qualche secondo astioso
aspettandosi un saluto ma il moro non parlò. Non solo non
parlava ma
teneva lo sguardo ostinatamente fisso davanti a sé.
Sembrava che
stare lì gli stesse costando un enorme sforzo.
Draco si sentì
ferito da quell'atteggiamento ma si impose di non darlo a vedere. Non
avrebbe permesso mai a quello sfregiato di vederlo nuovamente debole
e ferito com'era successo appena due giorni fa.
Harry dal canto
suo stava facendo appello a
tutto il proverbiale
coraggio dei Grifondoro per non alzarsi dalla sedia e scappare a
qualche chilometro da Malfoy.
Guardò di sottecchi il biondo
prendere appunti con aria corrucciata.
Sentì il proprio cuore
aumentare i battiti. Anche con quell'aria arrabbiata e la smorfia
sulle labbra era bello e lui non riusciva in alcun modo a rimanerne
indifferente.
Aveva cercato , il giorno prima, di non pensare a
lui ma anche se non l'aveva visto il suo pensiero era costantemente
rivolto a lui.
"Malfoy" sussurrò piano per non farsi
sentire dalla preside.
"Cosa c'è Potter? Hai ripreso l'uso
della lingua?" lo freddò.
"Volevo chiederti se dopo
potevamo studiare insieme...sai è lunedì"
Malfoy guardò
il moro. No! No che non potevano studiare assieme. Sentiva la
risposta salirgli velocemente alla labbra.
"Ok" appena
parlò si pentì di quello che aveva detto.
Perché non riusciva a
dirgli di no?
Harry sorrise in risposta.
La
biblioteca era deserta come al solito. Malfoy era chino sui libri,
concentrato.
Harry , invece, si stava annoiando a morte. Avrebbe
potuto mettere fine al suo suplizio velocemente ma questo voleva dire
andarsene di lì. Andarsene da Malfoy.
Come aveva fatto ad
innamorarsi di lui?
Più lo guardava e più gli sembrava assurdo.
D'altronde la sua vita era tutt'altro che comune.
Chissà com'era
stare con Malfoy...con un ragazzo.
Aveva avuto solo due ragazze.
Sorrise amaro. Una ragazza, si corresse. Con Cho non era mai stato
veramente assieme.
Non lo sconvolgeva più di tanto l'idea che
fosse un ragazzo , era piuttosto l'idea che fosse Draco Malfoy a
paralizzarlo.
Il suo pensiero volò per un attimo a Silente e
Grindelwald. Forse lui
sarebbe riuscito a
capire.
Un movimento improvviso da parte del Serpeverde lo riportò
bruscamente alla realtà.
Malfoy si era artigliato il braccio
sinistro, come se gli facesse male.
"Ti fa male?" chiese
improvvisamente il moro distraendo la serpe dallo
studio.
"Eh?"
"Il...il marchio, ti fa
male?"
Draco gli lanciò un'occhiata fredda e riportò la
sua
attenzione sui libri.
"Malfoy?"
Il biondo girò la
pagina.
"Malfoy..."
"No! Non mi fa male.
Deluso?" sibilò astioso.
Per un attimo gli parve di vedere
odio in quelle iridi di mercurio. Odio e qualcos'altro che gli fece
male al cuore.
Allungò una mano, afferrando il braccio di Malfoy.
Senza cura gli alzò la manica della camicia bianca che
indossava.
Draco tirò indietro il braccio, spaventato. Ma la presa di
Harry era
troppo decisa e riuscì a denudargli il braccio.
Un senso di
nausea colpì il Grifondoro. Il marchio nero che ancora
sfigurava la
pelle candida di Malfoy era segnata da profondi graffi. Come se
qualcuno si fosse grattato fino a lacerarsi la pelle.
Il biondo
distolse lo sguardo mordendosi il labbro inferiore.
"Draco..."
il nome della serpe scivolò leggere dalle labbra di Harry.
Benchè
fosse stato pronunciato con delicatezza, quel suono colpì
Malfoy
come uno schioppo di frusta.
"Pensi che sia facile? Ogni
dannato giorno vedere quel maledetto marchio?!"
"Ti
capisco ...anche io ho una cicatrice che-"
"Che ti fa
guardare da tutti come un eroe. Ti ricorda che tua madre ha dato la
vita per te da quanto ti amava , ti ricorda che hai salvato questo
fottuto mondo. Questo – alzò il braccio martoriato
– questo non
fa altro che ricordare le vite che ho distrutto" la voce di
Draco era spezzata da silenziosi singhiozzi.
Malfoy era lì,
davanti a lui, gli occhi pieni di lacrime che non era riuscito
– e
forse nemmeno tentato – fermare. Stringeva convulsamente il
braccio
tra le lunghe dita. Il viso chino e l'orgoglio schiacciato dal
dolore.
Harry potè vedere quanto realmente il Serpeverde
soffrisse. Si girò verso la porta con la bacchetta
alzata.
"Colloportus" mormorò sigillando la porta della
biblioteca in modo che nessuno potesse entrare.
Si inginocchiò
accanto a Malfoy prendendogli il braccio. Draco non oppose
resistenza, come una bambola rotta.
"Revitalis" appoggiò
la bacchetta sulla pelle del biondo che si rimarginò.
Il marchio
nero tornò integro. Malfoy girò il viso chiudendo
gli occhi.
"
Empiox Deletrius" un filo argentato scaturì dalla bacchetta
del
grifondoro.
Era un incantesimo che Sirius gli aveva insegnato per
cancellare scritte e marchi anche di natura magica oscura.
Piano
il fumo argenteo cancellò i segni dell'inchiostro nero.
Draco
guardava con occhi sbarrati ed increduli il suo braccio tornare puro.
Sentì un fortissimo tonfo al petto e le lacrime
risalirgli.
"Ferula"con un ultimo incantesimo il
grifondoro fasciò il braccio del serpeverde.
Alzò gli occhi
verdi sul viso di Draco. Le lacrime continuavano a rincorrersi su
quella pelle diafana mentre il ragazzo cercava di asciugarle con
violenza.
"Draco..." disse di nuovo ,non curandosi di
quanto fosse strano chiamarlo per nome.
"Perchè?"
Harry
non seppe mai dire cosa esattamente lo fece agire così. Se
la voce
smarrita di Malfoy, o i suoi occhi senza più ombre a
scurirglieli.
Forse le lacrime cristalline.
Senza sapere come si ritrovò a
baciare le labbra di Draco. Erano salate e umide.
Si stava per
staccare, confuso da se stesso. Si sarebbe allontanato, scusandosi
velocemente e sarebbe scappato in sala comune. L'avrebbe evitato
finchè la scuola sarebbe finita e avrebbe soffocato quel
sentimento
che lo faceva soffrire ma che oramai non riusciva più a
controllare.
L'avrebbe fatto se Malfoy non si fosse attaccato a
lui come se fosse la sua ancora di salvezza.
Dischiuse le labbra
andando a saggiare la consistenza e il calore della bocca di
Draco.
Solo in quel momento, baciando l'ultima persona che avrebbe
mai pensato Harry capì che il suo cuore era stato spento a
lungo dal
dolore della battaglia, troppo provato e stanco per amare veramente.
La lingua di Draco gli lambì il labbro inferiore per poi
mordicchiarlo piano.
Era una sensazione strana per lui, nessuno
l'aveva mai fatto sentire così.
Spaventato dal suo stesso
pensiero, il moro interruppe delicatamente il bacio. Aveva baciato
Malfoy senza preoccuparsi minimamente di quello che il serpeverde
avrebbe potuto pensare.
Come lui , Draco aveva il respiro
affannato e le guance arrossate.
"Io...mi dispiace"
"Dovresti
contare fino a ieci prima di baciare una persona, se poi te ne devi
pentire"
Gli era costato un enorme sforzo pronunciare quelle
parole. Si sentiva un perfetto idiota per aver pianto davanti a
Potter e ancora di più per aver creduto in quel bacio. Si
passò
inconsciamente la lingua sulle labbra. Allora era questo che si
provava a baciare una persona. Malfoy non aveva mai permesso a
nessuno di baciarlo.
"Non sono pentito" si lasciò
scappar fuori il moro allibito dal tono freddo del compagno.
"E
perché ti scusi allora?"
"Bhe...perché ti ho baciato"
rispose perplesso Harry. Quella conversazione aveva dell'assurdo.
"Ci
si bacia in due sfregiato".
Harry avrebbe anche potuto
offendersi se non fosse per il notevole rossore che era andato ad
imporporare le guance del serpeverde.
Si guardarono per qualche
minuto senza dire nulla finchè, inaspettatamente fu Malfoy a
rompere
il silenzio.
"Grazie" disse semplicemente. Grazie per
aver tolto quello sfregio , grazie per averlo baciato. Grazie per
averlo chiamato Draco.
"Draco io-"
"E' strano
essere chiamati così da te"
"Non posso?"
Malfoy
scosse il capo.
"Ti chiedo un ultimo favore, me lo puoi
fare?" continuò il biondo senza guardarlo in viso.
"Si"
"Puoi
baciarmi ancora , Harry?"
Il grifondoro arrossì alzando le
sopracciglia. Ma avrebbe pensato che Draco gli potesse chiedere una
cosa del genere.
Malfoy non lo stava ancora guardando, piegato
sotto il peso delle sue parole.
Come un'automa Harry sfiorò il
viso di Draco con dita incerte. Non era mai stato bravo a baciare.
Appoggiò nuovamente le labbra su quelle del serpverde
sentendo
un brivido lungo la schiena.
Merlino! Lo
amava.
Quando si staccarono
sul viso del
biondino c'era un piccolo ghigno.
"Quindi sei innamorato di
me" non era una domanda.
Harry sentì uno spiacevole buco
all'altezza dello stomaco.
"Tu...hai usato la legilimanzia?"
la voce del moro era sconvolta. Ora capiva perché gli aveva
chiesto
di ...di ribaciarlo. Che illuso! Nh ,chissà quante risate si
sarebbe
fatto.
"Sei un fottuto bastardo Malfoy." ringhiò a
denti stretti alzandosi velocemente. Sentiva la testa girare e gli
occhi bruciare. Come aveva potuto? Dopo tutto quello che aveva fatto
per lui come aveva potuto umiliarlo così?
"Harry
aspetta!"
"Non chiamarmi Harry" sputò fuori
cercando di divincolarsi dalla stretta.
Sentì come un risucchio
all'altezza dell'ombelico , come quando si smaterializzava.
Quando
riaprì gli occhi vide scivolare davanti a sé una
serie infinita di
immagini.
C'era Draco seduto ad una poltrona in quella che
sembrava la sua stanza. Teneva tra le mani la gazzetta del profeta e
con il dito percorreva l'immagine di Harry che teneva in mano la
Coppa Tre Maghi. Un senso di tristezza e nostalgia
l'avvolse.
Un'altra immagine si sovrappose. Questa volta Malfoy
era sdraiato sul suo letto e teneva stretto tra le mani il boccino
che gli aveva regalato.
Altro cambiamento di visione.
Lui e
Draco dormivano insieme.
Vedeva nella sua testa tanti piccoli
momenti della vita di Malfoy. Momenti dove lui era presente o dove il
biondo lo stava pensando. Rivisse per qualche minuti quei ricordi
finchè si andò a delineare l'ultimo.
In quest'immagine si
stavano baciando. Sentì distintamente un calore avvolgerlo e
dei
pensieri confusi venirgli alla mente.
Si sentiva felice e
appagato.
Harry.
Capì.
Questi non erano i suoi pensieri ma i sentimenti che Draco aveva
provato.
Si sentì nuovamente risucchiare e si ritrovò
davanti a
Malfoy.
"Cosa significa?" chiese il Grifondoro guardando
attentamente il biondo.
"Va bene che l'intelligenza non è
prerogativa dei Grifondoro però qui stiamo scendendo a un
livello
molto basso" Malfoy sembrava stizzito
Harry si limitò ad
alzare un sopracciglio.
"Per Merlino! io... ti chiedo scusa
per aver usato la legilimanzia ma...cosa pretendi? Non sono un
Grifondoro, il coraggio non fa per me. Quindi volevo essere sicuro
prima di...- abbassò la testa sconfitto - ...mi piaci anche
tu. Ma
non tanto!" concluse il suo monologo arrossendo
furiosamente.
"Bugiardo" sorrise Harry mentre percepiva
sciogliersi il gelo che prima aveva preso posto nel suo cuore.
Di
riflesso sorrise anche Draco.
"Questo vuol dire che noi
sia-"
"Mettiamo in chiaro le cose. Non sarò mai la tua
ragazza Potter" strascicò le parole in un momento di
orgoglio.
"Nemmeno io la tua" asserì convinto Harry.
Si
guardarono per qualche secondo.
"Ti posso concedere di essere
il mio ragazzo però" Malfoy cercò di usare un
tono di
sufficienza, cercando di mascherare il cocente imbarazzo e
l'aspettativa.
"E io posso concederti di essere il tuo
ragazzo"
"Concedere Potter?" chiese con
supponenza.
"Concedere, Malfoy" ribatté Harry
ghignando.
Quando
Harry tornò nella sala comune aveva uno stupido sorrisino
sulle
labbra. Per quando facesse non riusciva a toglierselo.
"Harry!
Finito la sessione di studi con Malfoy?" chiese Ron vedendo
entrare l'amico.
Il moro arrossì.
"Tutto bene ,amico?"
continuò il rosso,preoccupato della sua reazione.
"Si certo!
Partita a scacchi?" propose con un sorriso.
Stava perdendo in
maniera quasi imbarazzante ma ad Harry sembrava non importarne. Aveva
la testa completamente assorbita nei suoi pensieri.
"Siamo
sfortunati oggi , eh?" gongolò Ron vincendo l'ennesima
partita.
Il sorriso del moro si allargò.
Oh,
no per nulla. Quella
era forse una delle
giornate più fortunate.
"Harry!"
Una mano prese a
sventolare davanti al viso del Grifondoro che , finalmente,
prestò
attenzione al suo amico.
"Cosa c'è?"
"Mi sembri
sulle nuvole."
"Tutto a posto. Piuttosto, dov'è
Hermione?"
"E' andata a parlare con la McGranitt per non
so più quale cosa."
"Posso farti una
domanda?"
"Spara?"
"Come ti sei reso conto
di esserti innamorato di Hermione?"
Le orecchie di Ron
divennero rosse come i suoi capelli.
"Bhè....ci ho messo un
bel po'. È solo che lei mi sembrava l'ultima ragazza della
quale
innamorarmi. Era una mia amica, la conoscevo da anni. E poi, bho,
è
stato come se la vedessi per la prima volta, come se scoprissi piano
piano com'era davvero e ..me ne sono innamorato" concluse
balbettando, visibilmente in imbarazzo.
Harry annuì.
"Non
ti sei mai chiesto se non fosse lei quella giusta?"
"No.
Quando non c'è mi manca. E anche se alle volte è
esasperante e non
ha un carattere facile, la mia vita sarebbe piatta senza di lei. Come
mai mi stai chiedendo tutte queste cose?"
"Così tanto
per fare due chiacchiere"
Ron lo guardò perplesso ma Harry
non ci fece caso. Ora aveva la conferma che quello che lo legava al
biondo era amore. Sperava solo che anche Malfoy sentiva quello che
provava lui.
* *
*
Nei
sotterranei del castello Draco si accingeva ad andare a letto. Ma non
aveva minimamente sonno, ancora scosso da quello che era successo
qualche ora prima.
Si tolse le bende dal braccio e ammirò la
pelle inviolata. Fece scorrere le dita sull'avambraccio sentendo la
pelle liscia per poi portarlo alle labbra.
Si sentiva talmente
felice che gli sembrava di scoppiare.
Harry Potter era innamorato
di lui. Si chiese distrattamente come fosse potuto succedere.
In
realtà non gli importava più di tanto, l'unica
cosa che gli premeva
era che finalmente aveva ottenuto quello che segretamente desiderava
da anni.
Chissà cosa avrebbe pensato di lui suo padre. Se avesse
saputo che aveva versato lacrime davanti a Potter – no,
davanti ad
Harry - , che l'aveva baciato e gli aveva detto che gli piaceva,
l'aveva fatto in modo contorto e strano, ma l'aveva fatto.
Probabilmente sarebbe rimasto disgustato.
Per quanto avesse
odiato suo padre gli faceva male sapere che lui non avrebbe mai
approvato la sua scelta. Era un vero fallimento come Malfoy.
Stranamente, quel pensiero, quella volta non fu accompagnato dal
solito morso allo stomaco.
Ecco il nuovo capitolo.
Come potete
vedere siamo arrivati a un punto di svolta nel rapporto dei nostri
Harry e Draco *^* devo dire che non mi convince del tutto questo
capitolo...non so come mai ma c'è qualcosa che non mi
sconquiffera
XD però ci sono sono affezionata, come a tutta la fanfic,
quindi per
il momento la lascerò così^^ ringrazio di cuore
chi ha sacrificato
un po' del suo tempo per farmi sapere cosa cosa ne pensa. Sono molto
felice che vi stia piacendo, seriamente!!! anche questa volta per
mancanza di tempo non riesco a ringraziarvi uno per uno ma sabato
prometto di ringraziarvi come si deve !!!! grazie ancora di cuore!
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Capitolo 7 *** nuova quotidianità ***
"Lo
so che sono bello. Ma ,Potter, se continui a fissarmi con la bava
alla bocca prima o poi qualcuno se ne accorgerà"
Harry
arrossì distogliendo immediatamente lo sguardo. Draco rise
piano.
Era passata una settimana da quel loro strano primo bacio e
ancora per il moro era un mistero come due come loro fossero finiti
assieme.
Riportò la propria attenzione sul professore Vitious,
cercando di cogliere il significato delle sue parole.
Pochi minuti
dopo il piccolo uomo decretò la fine delle lezioni e con un
piccolo
colpo di bacchetta fece sparire il disordine causato dagli
incantesimi scagliati durante la lezione.
"Oggi vieni?"
chiese Malfoy riordinando le sue cose.
Harry annuì. Con un gesto
del saluto del capo Draco uscì dall'aula. Il Grifondoro
rimase a
fissare la porta, ancora stordito dal comportamento cordiale del
biondo.
* *
*
La
lezione della Sprite non era per nulla interessante. Ron ,Hermione ed
Harry stavano parlottando tra loro.
"Come mai non segui la
lezioni, miss prima della classe?" la prese in giro Ron.
"Questo
incantesimo lo so già fare" rispose saccente la riccia
riferendosi all'incantesimo fioresco.
"Harry...non so te lo
ricordi ma dopo questa lezione io ed
Hermione
andiamo ah...ehm, festeggiare" biascicò Ron facendo
imbarazzare
la sua ragazza.
"Non c'è problema. Anche io oggi ho a fare.
Divertitevi" disse con un tono di voce un po' troppo malizioso
per non far arrossire i suoi due amici.
Quel giorno era il loro
anniversario. Li guardò bisticciare per chi avesse fatto
fiorire
meglio la propria pianta. Sorrise, sinceramente felice per
loro.
Quando anche quella lezione terminò Harry gli
augurò
ancora buon divertimento prima di salire in camera , prendere il
mantello dell'invisibilità e dirigersi verso i sotterranei.
Nascosto
dal mantello si mise davanti a una nuda parete.
"Purosangue"
mormorò.
La grande parete di pietra si aprì, senza rumore. Harry
imboccò il sentiero. Sentì distintamente la
temperatura abbassarsi,
d'altronde era pur sempre al di sotto del lago nero.
Percorse la
strada fino a sbucare nella sala comune dei Serpeverde. Cercando di
non fare movimenti improvvisi si mosse con cautela fino alla stanza
da prefetto di Malfoy. Bussò piano due volte.
Dopo qualche
secondo la porta si spalanco e si richiuse alle sue spalle.
Fece
cadere il mantello a terra, beandosi del calore che c'era nella
camera.
Malfoy era in piedi davanti a lui.
"Hai fatto
presto"
"Ron ed Hermione sono usciti prima" disse a
mo' di risposta.
Draco annuì andando a sedersi sul grande letto
,appoggiando la schiena alla testiera di pelle nera imbottita.
Il
Grifondoro avanzò fino ad arrivare anche lui al letto.
Si sentiva
terribilmente a disagio.
"Non ti mangio" soffiò fuori
Malfoy procurandosi un occhiataccia dal moro.
"Non ho paura
di te ,Draco"
"Dovresti,Harry" disse malizioso solo
per il gusto di vederlo arrossire.
Quando erano da soli Potter e
Malfoy si trasformavano in Harry e Draco.
"Sono stanco"
disse Harry sdraiandosi sul letto. Aveva detto la prima
cosa che gli era venuta in mente, qualunque cosa andava bene per
rompere quel silenzio.
"Che lezione avevi?"
"Sprite"
"E
tu saresti stanco dopo una lezione con la Sprite? Merlino, Paciock
aveva più energie di te!"
Il grifone sorrise.
"Ne ho
da vendere di energie. Ti ricordo i nostri incontri di
Quidditch"
"Non ti montare la testa. Hai sempre vinto
per fortuna"
"Per fortuna? Ero il migliore" non ci
credeva veramente in quello che stava dicendo , ma aveva scoperto che
era divertente prenderlo in giro.
"Ne passerà di tempo prima
che tu diventi il migliore in qualcosa, che non sia il renderti
insopportabile, sia ben chiaro"
"Eri bravo" disse
Harry cambiando il tono della conversazione.
"Sono un Malfoy,
ovvio che fossi bravo"
"Perché non giochi più?"
"Non
ho più una squadra" gli occhi grigi di Draco sembravano
tristi.
"Puoi sempre giocare con me"
"Ti
affascina proprio la prospettiva di perdere eh?"
"No, è
che mi piace vincere facile, Draco"
Malfoy mise le mani sul
materasso a fianco al viso di Harry. Si issò sulle braccia
per
poterlo vedere dall'alto.
"Non contarci, Potter"
ringhiò.
Il moro continuava a guardarlo con lo spettro di un
sorriso negli occhi speranza.
Senza preavviso Draco si fletté
sulle braccia, andando a baciare il grifondoro.
Harry alzò una
mano immergendola nel capelli del biondo.
* *
*
"Com'è
andata ieri? Sei riuscito a non farla arrabbiare?"
Ron gli
fece la linguaccia.
"E' andato tutto a meraviglia. E tu?
Cos'è che avevi da fare?"
"Niente"
"Niente?"
Harry
gli lanciò un cuscino che colpì l'amico dritto in
faccia.
"Cosa
c'è che non capisci nella parola 'niente' ?" disse ridendo.
Ron
prese il cuscino e si gettò sul moro coinvolgendolo in un
infantile
lotta di cuscini.
"Cosa state combinando?" la voce
allegra di Ginny riportò l'ordine.
Harry sentì le forze venirgli
meno. Ginny. Si era completamente dimenticato di lei.
"Sto
dando una lezione al tuo ragazzo"
Alle parole di Ron lo
stomaco del moro si attorcigliò.
La rossa di avvicinò all'eroe
del mondo magico, accucciandosi davanti a lui. Alzò una mano
e gli
tolse una piuma dai capelli.
"Che bambini" sbuffò con
fare bonario.
"Vi lascio soli. Vado a recuperare Hermione"
sorrise Weasley, sparendo dalla sala comune.
"Ehm...Ginny,
possiamo parlare?"
"Ma certo Harry" disse con un
sorriso.
Ti prego, non
sorridermi così.
Era
in momenti come questi che si chiedeva se il suo posto fosse
realmente Grifondoro o se fosse stato
meglio
essere stato smistato a Serpeverde. Per quanto si sforzasse non
riusciva ad racimolare abbastanza coraggio per parlarle.
"Cosa
succede Harry?" chiese la ragazza notando il mutismo in cui si
era rinchiuso il moro.
Lo vide stringere i pugni e mordersi
l'interno guancia.
"Dimmi la verità, non mi vuoi più?"
Ginny fece fatica a mantenere un tono di voce normale. Soffocare le
lacrime era più difficile di quanto pensasse. Erano mesi che
il suo
ragazzo si comportava in modo sfuggente. Aveva capito chiaramente che
evitava di stare da solo con lei ma aveva stoicamente ignorato il
comportamento del moro, sperando ardentemente che fosse solo un
momento di passaggio. L'ennesima nube che la guerra aveva lasciato su
di lui.
Si morse un labbro. La mancanza di riposta di Harry
l'irritava.
"Cosa ti prende? Maledizione! Io sono qui!
Davanti a te. Ti amo e ti sono stata vicina. Ti ricordi, vero? Ti
ricordi che dicevi anche tu di amarmi? Harry! Me la merito
almeno una risposta, no?"
La piccola Weasley tremava
visibilmente per lo sforzo di trattenere le lacrime.
"Mi
spiace Ginny."
"Mi stai lasciando?"
"Mi
spiace" ripetè Harry, incapace di dire altro .Sentiva un
groppo
alla gola.
"Anche a me"
Ginny uscì dalla sala
comune. Era orgogliosa di se stessa. Era riuscita a non
piangere.
"Stronzo" bisbigliò prima di lasciar libero
sfogo alle lacrime.
* *
*
"Cosa
c'è?" sbottò Malfoy.
Erano nuovamente in biblioteca per
prepararsi agli esami. O meglio, Malfoy si stava preparando, Harry
continuava a fissare un punto imprecisato davanti a sé.
"Ho
lasciato Ginny"
"Era ora"
"L'ho fatta
soffrire, Draco"
"Ti dispiace?"
"Da
morire".
"Allora torna da lei" disse freddo
Draco.
"Cosa?" Harry spalancò gli occhi.
"Se
stai male torna da lei. Implora pietà, la piattola ti
riprenderà"
"Cosa diavolo stai dicendo?" fece il
moro alzando la voce.
"Quello che ho detto, Potter"
"Io
voglio stare con te" mormorò guardando Draco negli occhi.
Aveva
la voce che gli vacillava. Voglio
stare con
te...lo stava
dicendo a Malfoy, e sentiva di
pensarlo con tutto se stesso.
"Allora perchè continui a
pensare a lei?" chiese duro Malfoy.
Harry si aprì in un
sorriso.
"Geloso?"
Il viso del biondo si
imporporò.
"Fanculo, Harry" sibilò avvicinando il
volto contratto a pochi centimetri da quello del Grifondoro. Gli
occhi ridotti a fessure
"Dopo di te ,Draco" ghignò il
moro , sporgendosi lievemente in avanti fino a toccare con le labbra
la punta del naso di Malfoy.
Il Serpeverde si tirò di scatto
indietro , imbarazzato da quel gesto insolitamente dolce.
Harry
scoppiò a ridere.
"Come mai ridi tanto Harry?" chiese
Hermione con un sorriso.
Il ragazzo sobbalzò, guardandola
stralunato.
"Da...da quanto sei qui?"
"Sono
appena arrivata. Disturbo?" chiese con un sopracciglio alzato e
un tono che non prometteva nulla di buono.
"Figurati
Herm!"
La ragazza rilassò i tratti del viso e si sedette al
tavolo dei due ragazzi. Prese un grosso volume e iniziò a
studiare.
Con la coda dell'occhio , Potter, vide Malfoy chino sul
libro.
Perfetto.
Fece
una smorfia e con un sospiro poggiò la testa sul libro che
aveva
aperto davanti.
"Seriamente,
Harry, mi spiace se ho disturbato" disse inviperita
Hermione.
"Ma non hai disturbato proprio nulla!"
"E
allora cos'era quel continuo sbuffare e- Oh cielo!" la ragazza
si portò una mano alla bocca aperta in una 'o' piena di
stupore.
Harry seguì lo sguardo dell'amica fino a vedere Ginny
Weasley baciare un ragazzo di corvonero.
"Va tutto bene –
disse il moro mettendo una mano sulla spalla di Hermione – ci
siamo
lasciati"
"Cosa? Non lo sapevo"
"E'
successo ieri. Ha fatto presto a trovare qualcun altro" disse
senza astio.
"E a te sta bene?" Hermione continuava a
guardare i due ragazzi , ignari della loro presenza.
"L'ho
lasciata io. Sono contento che mi abbia dimenticato"
"Non
ti ha dimenticato...sta provando, in maniera infantile, a non
soffrire" disse la ragazza facendosi portare via per un braccio
dal moro.
Non parlarono, preda dei loro pensieri, fino a che non
furono in sala comune. Non fecero tempo a sedersi che furono travolti
da un uragano rosso appena entrato nella torre.
"Harry! Come
mi spieghi che mia sorella stava baciando un altro! È vero
quello
che mi ha detto? Che vi siete lasciati?" Ron sembrava
sconvolto.
"Si, mi dispiace"
"Ma come?! Pensavo
che andasse tutto bene"
Harry si limitò a scuotere la testa
con aria mesta. In realtà era infastidito dall'invadenza
dell'amico,
si sentiva già abbastanza in colpa senza che Ron rigirasse
il
coltello nella piaga.
"Le storie finiscono Ron."
Il
rosso guardò Hermione con occhi sgomenti.
"Non tutte ovvio"
precisò arrossendo.
"Non ero innamorato di lei"
intervenne il moro alzandosi e andando nel dormitorio.
* *
*
"Sei
sempre convinto di voler diventare Auror?" chiese Draco
asciugandosi i capelli.
"E tu come fai a saperlo?" Harry
piegò la testa di lato, curioso, mentre i suoi occhi
vagavano sulla
figura del compagno.
Malfoy era appena uscito dal bagno, indosso
solo dei pantaloni neri della divisa e i capelli raccolti in uno
asciugamano.
"Tutti lo sanno"rispose con sufficienza.
Non era propriamente vero, ma non gli avrebbe mai detto che in quegli
anni si era informato su di lui.
"No. Non credo. Sono stanco
di guerre e morti"
"Anche io"
Harry si alzò dal
letto, sul quale era seduto, per andare di fronte a Malfoy.
Prese
l'asciugamano e iniziò a frizionarlo sulla nuca del biondo.
Draco
fu preso dall'impulso di sottrarsi a quella premura. Non era abituato
ad essere trattato con dolcezza. Riverenza e rispetto si, ma c'era
sempre un' algida freddezza che accompagnava ogni gesto che gli era
rivolto e che lui stesso rivolgeva.
Ma con Harry era tutto
diverso. Lui era diverso. Era uno stupido Grifondoro con le sue
stupide
manie di riservare
calore ed affetto.
"E' gennaio. Fa freddo, asciugateli in
fretta" disse Harry ritornando sul letto.
Draco sentì la
mancanza di quel contatto.
Con un gesto della bacchetta fece
evaporare l'acqua, asciugandoli.
Raggiunse il grifondoro sul letto
appoggiando la testa sulle gambe incrociate del moro.
"Quando
farà più caldo giocheremo a Quidditch"
"Insisti
ancora?"
"Si"
"Per il momento impegnati per
insegnarmi l'incanto patrono. Sarà nell'esame di quest'anno
e non mi
è mai riuscito molto bene" fece con voce amara Malfoy.
"Da
qui i tuoi capelli sembrano ancora più spettinati di quello
che
sono. È come un pugno nell'occhio" continuò il
biondo
osservando con aria critica l'ammasso aggrovigliato che erano i
capelli di Potter.
"Vermilius"
Dalla punta della
bacchetta di Harry si sprigionò un fumo rosso che
andò ad avvolgere
la testa di Malfoy.
"Coff...coff..che cazzo stai facendo
Potter?" rantolò Draco tirandosi a sedere.
"Finitem
incantatem"tossì poi ,spegnendo il fumo.
"Pensavo che
non volessi vedere i miei capelli"
Harry continuava a
mantenere il ghigno sulle labbra. Quando stava con Draco il suo lato
Serpeverde usciva fuori e questo fatto, lo divertiva
immensamente.
"Questa me la paghi" il biondo alzò la
bacchetta ,pronto a colpire.
Potter, con uno scatto, superò la
bacchetta del Serpeverde per stringersi a lui. Il volto nascosto
nell'incavo della spalla. Draco poteva sentirlo ridere, sentiva il
corpo nel moro sconquassato dalle risate.
Gli prese il volto tra
le mani e gli baciò le labbra ancora atteggiate in un
sorriso.
Sentiva un moto di orgoglio ogni volta che Harry rideva.
Non l'aveva mai visto ridere spesso negli anni precedenti e sapere
che lui riusciva a farlo ridere lo riempiva di infantile
soddisfazione.
Senza smettere di baciarlo, Draco, lo fece stendere
sotto di sé. Con una mano gli andò a togliere i
capelli dalla
fronte, scoprendo la cicatrice. Come un cieco percorse quel segno a
forma di saetta.
Si staccò dalle labbra del moro, puntellandosi
sui gomiti, per poterlo vedere in viso.
"Furetto"
mormorò Harry.
Gli occhi verdi erano fissi sul viso di Draco e lo
scrutavano intensi. Non era riuscito a dirgli 'ti amo'. Gli era
uscita quella buffa parola che sapeva innervosire il compagno.
Ma
questa volta Malfoy non alzò gli occhi al cielo.
"Sfregiato"
disse a sua volta guardandolo con intensità magnetica.
Non si
sarebbero detti ti amo. Non faceva per loro.
Quelle due parole,
sussurrate in tono dolce, racchiudevano lo stesso intenso significato
di un 'ti amo' sussurrato tra le labbra.
Distrattamente Draco si
chiese da quando era diventato così...così poco
Serpeverde. Da
quando aveva iniziato ad apprezzare lo stupido calore dei
Grifondoro?
Ritornò a baciarlo, facendo vagare le mani sul corpo
del moro in una lenta carezza.
Da quando sentiva così
intensamente la voglia di dare calore?
Quando anche le mani di
Harry presero a seguire sentieri sconosciuti sulla schiena di Malfoy,
il Serpeverde smise di farsi domande, dedicandosi completamente al
compagno.
Quando la debole luce filtrò dalle tende verdi, i due
ragazzi erano ancora abbracciati tra di loro.
Fu Draco a
svegliarsi per primo. Aprì assonnato gli occhi grigi ,
sbattendo le
palpebre più volte.
Sentì Harry muoversi tra le sue
braccia.
Senza accorgersene sorrise.
Si alzò dal letto,
coprendosi con i pantaloni del pigiama, e andò alla
scrivania.
Prese
una pergamena
"Aparecium" recitò a bassa voce, facendo
apparire dell'inchiostro magico.
Restando in piedi , scrissi
velocemente alcune righe. Chiuse la lettera e ci scrisse sopra :
Blaise Zabini.
Una volta scritto tornò nel letto. Circondò
nuovamente Harry in un abbraccio. Finchè l'altro era
addormentato
poteva permettersi delle carinerie così poco Malfoy.
Ma
così tanto Draco.
Represse
uno sbadiglio sulla spalla del Grifondoro e si rimise a dormire. Per
quel giorno, le lezioni potevano anche aspettare.
Ecco il settimo
capitolo...siamo agli
sgoccioli della storia. Harry e Draco sono oramai una coppia agli
inizi della loro storia. Ma essendo Potter e Malfoy non può
andare
tutto liscio come l'olio. Dopo aver passato sei anni a litigare
,però, penso che abbiamo già mostrato il peggio
di loro e che
quindi hanno imparato ad amarsi sul serio.
Volevo ringraziare le 8
persone che
hanno recensito l'5 capitolo, mi ha fatto un sacco piacere leggere
che vi è piaciuto!!!
approfitto anche
dell'occasione per
ringraziare chi ha recensito il capitolo precedente scrivendovi i
ringraziamenti in posta ^^ un bacio!
|
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Capitolo 8 *** Al campo da Quidditch ***
Potter
stava camminando con aria assente per i corridoi. Era da quasi due
mesi che la sua relazione con Malfoy continuava, si incontravano di
nascosto cercando di non dare nell'occhio. Sapeva benissimo che si
stava comportando come se si fosse macchiato di un grave peccato e
adesso stava facendo di tutto per non farsi scoprire. Si sentiva
anche un bugiardo a non dire nulla ai suoi amici ma proprio
non ce la faceva.
Con passo strascicato si diresse
nell'aula di pozioni dove Draco lo stava aspettando. Non aveva avuto
il coraggio di riaprire la stanza delle necessità quindi
aveva
chiesto al professore Lumacorno se poteva usare la sua aula per
esercitarsi. Il professore era stato ben lieto di poter soddisfare
una richiesta di Harry Potter.
"La puntualità non è proprio
il tuo forte Harry"
"Sono in ritardo solo di qualche
minuto"
"Il mio tempo è prezioso" strascicò
altezzoso le parole Draco.
"Il tuo tempo è anche il
mio"
"Nh, vogliamo iniziare?" chiese Malfoy
scivolando giù dalla cattedra sulla quale era seduto.
"Certo"
Tirarono fuori le bacchette disponendosi uno
di fronte all'altro.
Era
stato Malfoy a chiedere ad un esterrefatto Harry di insegnargli
l'Incanto patrono.
Il
grifondoro ricordava perfettamente lo sguardo orgoglioso quando il
biondo gli aveva fatto la richiesta, o meglio, gli aveva ordinato di
aiutarlo. Infondo un Malfoy rimaneva pur sempre un Malfoy e non sia
mai che debba avere bisogno dell'aiuto di Harry Potter. Poco
importava se stavano assieme ,sarebbe stato lo stesso imbarazzante.
"Devi pensare a qualcosa di felice, Draco, altrimenti non ce
la farai" Harry agitò la bacchetta.
"Exepcto
patronum”
Un filo argentato si andò ad aggrovigliare in mezzo
alla stanza, formando un cervo con enormi corna. Il patrono
galoppò
intorno ai due ragazzi e poi si dissolse.
Lo sguardo
di Draco si adombrò. Qualcosa di felice. Non era facile per
lui.
Però...ora le giornate erano più
leggere.
Forse...
Chiuse gli occhi cercando di riportare alla mente il suo
pensiero più felice.
"Furetto"
mormorò Harry.
"Expecto
patronus" dalla bacchetta di Draco fuoriuscì un filamento
argenteo.
Un piccolo furetto argento iniziò a correre per l'aula
per poi dissolversi.
Harry scoppiò a ridere forte.
"Non –
è – divertente" sibilò il biondo a
denti stretti.
"Oh
si che lo è!"
Malfoy si maledì per aver pensato proprio a
quel ricordo. Ma per lui, quel momento , dove si era sentito per la
prima volta un tutt'uno con Harry, era stato veramente il
più felice
della sua vita.
Alzò gli occhi grigi su Harry. Da quando era
entrato nella sua vita le sue giornate era diventate più
leggere.
"Ce l'hai fatta Draco" disse Harry.
"Harry.
Io ...io non voglio chiederti tardivamente scusa. Voglio solo dirti
che mi dispiace"
Non sapeva perché gli erano uscite quelle
parole ma aveva sentito il bisogno di fargli sapere che gli
dispiaceva per tutto quello che aveva fatto. Non era riuscito a
chiedergli mai veramente scusa, il suo ancora sconfinato orgoglio,
glielo impediva. Ma ad Harry sembrò bastare.
Si avvicinò al
biondo.
"Anch'io ho delle cose da farmi perdonare"
Nemmeno
le sue erano vere scuse.
Ma Harry e Draco non erano persone
comuni. Avevano un loro modo di amare e un loro modo per chiedersi
scusa. L'importante era che loro riuscivano a capirsi. Forse proprio
per quello , dopo tanti anni, si erano avvicinati. Forse solo Harry
Potter poteva capire veramente Draco Malfoy e Draco Malfoy
comprendere totalmente Harry Potter.
* *
*
"Questa
è una tragedia! Non ci posso credere!"Hermione sembrava
sull'orlo di una crisi di nervi.
"Cos'è successo?"
chiese Harry entrando in sala comune.
Ron alzò le spalle.
"Oh
Harry....quella...quella megera... mi ha dato una 'a' solo
perché
secondo lei io non ci credo." la voce della ragazza era stridula
e furente.
"Ma chi?" sussurrò divertito e allo stesso
tempo preoccupato a Ron.
"La professoressa Sinistra"
Aurora
Sinistra era la loro insegnante di astronomia ed Hermione aveva avuto
sempre una certa diffidenza per stelle, predizioni e affini.
"Herm,
non è la fine del mondo."
"Non è la fine del mondo,
Harry? Lo sai che quest'anno abbiamo i M.A.G.O. Vero?"
Il
moro annuì.
"Ecco! Mi rovinerà la media"
Harry si
sedette sulla poltrona rosso-oro esasperato. C'era già Draco
che
faceva scenate per trasfigurazione, non aveva la forza di sentire
anche quelle di Hermione.
"Ti darò una mano io. Vedrai che
prenderai la tua solita 'e'"
Gli occhi della riccia si
illuminarono.
"Dici davvero?"
Al segno d'assenso di
Harry l'umore della Grifondoro migliorerò visibilmente.
"Ti
ringrazio, sembrava un ungaro spinato" gli soffiò
all'orecchio
Ron, scatenando una risata nel moro.
* *
*
La
primavera iniziava a farsi sentire. Il platano picchiatore aveva
ricominciato a fiorire e il lago nero aveva un aspetto meno tetro.
Anche la temperatura si era alzata, permettendo agli studenti di
uscire nel parco senza prendersi un raffreddore.
Munito di scopa e
del boccino che gli era stato dato da Madama Bumb, Harry si diresse
al campo di Quidditch. Non si fidava ad usare il boccino che gli
aveva dato Silente, era un regalo troppo prezioso per rischiare di
perderlo.
Sul campo e sugli spalti, vista l'ora, non c'era
nessuno.
Si sedette sugli spalti aspettando l'arrivo di Malfoy.
Il
Serpeverde non si fece attendere, dopo pochi minuti entrò
nell'arena.
Harry lo raggiunse.
"Pronto?"
"Lo
sono sempre"
"Ti ricordi ancora come si sale su una
scopa, Malfoy?" lo beffeggiò alzando con
superiorità il
sopracciglio.
"Io , invece, spero che tu ti ricorda ancora
com'era vincere visto che oggi ti umilierò"
Non c'era
cattiveria nella voce di Draco, solo un giocoso sarcasmo.
Harry
montò sulla scopa, seguito a ruota dal biondo.
"Chi prende
per primo il boccino vince" disse solamente prima di aprire la
mano e lasciare che la piccola sfera d'oro volasse libera.
Malfoy
si diede una spinta e la scopa iniziò a volare veloce.
I due
ragazzi volarono vicini per alcuni metri, poi il cercatore di
Grifondoro virò a destra. Malfoy gli tagliò la
strada con
un'impennata.
Harry scese di quota, volando tra gli spalti.
Individuò il bagliore luminoso del boccino e si
buttò
all'inseguimento. Notando la manovra del moro Draco fece un giro su
se stesso e volando al contrario cercò di raggiungere il
boccino.
Harry rimase sorpreso dalla manovra del biondo. Rimase a
guardarlo. Sembrava che non avesse mai smesso di giocare a Quidditch.
Aveva un modo elegante di volare e il viso concentrato.
Malfoy,
dal canto suo, non aveva percepito lo sguardo smeraldino su
di
sé, troppo concentrato. Sentiva una piacevole sensazione di
libertà.
Era bello giocare in quel modo con Harry. Si stava divertendo e lo
doveva a Potter.
Continuò a volare , gli occhi incollati al
boccino. Con la cosa dell'occhio vide che Harry stava per
raggiungerlo. Un'idea gli balenò in testa.
Con attenzione si issò
in piedi sulla scopa,
cercando di mantenersi in
equilibrio con le braccia.
Quando pensò di aver raggiunto una
stabilità allungò il braccio verso la sfera
d'oro. Con un piccolo
salto si sbilanciò verso il vuoto.
"Draco!"
Le mani
si strinsero attorno al boccino. Serrò immediatamente le
gambe
sull'asta della scopa.
Si ritrovò a cavalcioni a testa in giù.
Si riassestò e girò giusta la scopa.
La partita era
finita.
Harry volò verso di lui.
"Cosa ti è saltato in
mente?!" urlò preoccupato.
"Ho fatto quello che hai
fatto tu alla prima partita , eroe. Ho vinto io" sorrise
mostrando il boccino.
Il moro trattenne il respiro. Draco, con le
guance imporporate dalla fatica, gli occhi brillanti e i capelli
scombinati dal quel volo pazzo era bellissimo.
"Sei uno
stupido" riuscì solamente a dire.
"Non meno ti te.
Inoltre non sono caduto dalla scopa e non l'ho neppure ingoiato"
fece con arroganza buttandosi indietro le ciocche di capelli bionde
che gli ricadevano disordinate sugli occhi.
"Fortuna Malfoy,
fortuna"
"Come no, sfregiato"
Harry avvicinò
ancora di più la scopa al compagno.
Malfoy liberò il
boccino.
"Ma cosa?"
"Mi era di impedimento"
rispose semplicemente Draco prima di sporgersi a baciare Harry.
Troppo
presi da loro, avvolti in quel rassicurante abbraccio di braccia e
labbra, non fecero caso all'ombra che si intravedeva dietro la
finestra della torre dei Griffondoro alla quale, incautamente, si
erano fatti troppo vicini.
"Hermione!
Vieni"
"Perché?"
"Muoviti!" urlò
Ron.
La ragazza si avvicinò alla grande finestra ovale della
torre di grifondoro.
Fece vagare lo sguardo sul cielo terso fino
ad arrivare a posarlo sul campo di Quidditch, poco distante dalla
loro torre.
Vide due ragazzi sulla scopa baciarsi.
"E
allora?" chiese infastidita per il comportamento del suo
ragazzo.
"Guarda chi sono!"
La riccia si concentrò
sulle due figure.
"Non è possibile..." bisbigliò
portandosi entrambe le mani alla bocca.
Ron diede un calcio al
muro e si precipitò fuori dal dormitorio.
Hermione rimase a
guardare per qualche istante ancora Harry e Malfoy, poi decise che
era meglio seguire il rosso.
Ron stava quasi
correndo per i corridoi della scuola.
"Aspetta Ron!" gli
urlò dietro la Grifndoro.
"Non c'è nulla da aspettare.
Spaccherò la faccia a quel mangiamorte" sputò
fuori
Harry
e Draco scesero a terra.
"La prossima volta vincerò io
furetto"
"Non ci contare"
"HARRY!
Allontanati da lui"
Il moro si girò di scatto alla voce
furiosa del suo migliore amico.
Aggrottò la fronte .
"Cosa
sta succedend-"
Come una furia Ron si gettò su Malfoy
tirandogli un pugno in viso.
"RON!" Hermione era corsa a
trattenere il ragazzo.
"Cosa cazzo stai facendo?!"
urlò Harry inginocchiandosi
accanto a Draco , che
perdeva sangue dal naso.
"Sei impazzito?" chiese
nuovamente.
"E' lui quello che è impazzito. Ti ha baciato
Harry! Vi ho visti! Come fai a stare qui a chiacchierare con quel
fottuto mangiamorte!"
Il viso di Ron era paonazzo dalla
rabbia.
"L'ho baciato anche io, Ron" disse Harry tenendo
gli occhi bassi
"Cosa?!"
Le urla del rosso Grifondoro
aveva attirato l'attenzione di alcuni studenti.
"Stiamo
assieme. Io volevo dirvelo , mi dispiac-"
"Tu stai con
questo? Con chi ha ucciso Fred?! Ho sorpassato sul fatto che avessi
deciso di aiutare un mangiamorte ma questo---"
"Ron ,
per favore" singhiozzò Hermione.
"Ron ascolta"
Harry fece un passo verso l'amico.
"Non toccarmi! Stammi
lontano"
Con un ultima occhiata ferita si girò e rientrò
nel castello.
"Harry..." Hermione gli si avvicinò.
"Mi
dispiace Harry" aveva le lacrime agli occhi.
"E' colpa
mia Herm"
Harry non riusciva a guardarla in faccia. Se
avesse visto le sue lacrime non sarebbe riuscito a trattenere le
sue.
"Gli passerà" mormorò la ragazza avvolgendolo in
un abbraccio.
Malfoy osservava la scena in silenzio. Si sentiva in
colpa. Irrazionalmente sentiva che era colpa sua, lui non era
destinato ad essere felice. Quella era stata solo una piccola
parentesi. Non doveva permettere che le cose prendessero quella
piega. E adesso era Harry a pagare per i suoi errori.
Gli studenti
guardavano stupiti la scena. Chi mormorava , chi rideva e chi
rimaneva in assoluto silenzio. I più astiosi lanciavano
insulti a
mezza voce a Malfoy.
* *
*
La
camera del Serpeverde era calda ed accogliente come al solito ma vi
si poteva scorgere un atmosfera tesa.
"Grazie per farmi
rimanere"
Malfoy annuì.
Harry si sdraiò sul letto in
posizione fetale .
"Mi dispiace Harry"
"Non è
colpa tua"
Draco si avvicinò al moro accarezzandogli piano i
capelli.
Non aveva mai consolato nessuno, non sapeva cosa
fare.
Abbracciò il Grifone.
Harry si strinse a lui. Sapeva che
prima o poi i suoi amici l'avrebbero scoperto, ma non voleva che
succedesse in quel modo.
"Ho già
litigato con Ron molte volte. Ma questa volta è diverso"
"Gli
passerà. Lenticchia ti vuole bene. Penso"
Harry rise per poi
scuotere la testa e stringersi maggiormente al biondo.
"Se
Ron l'ha presa così figuriamoci i tuoi amici"
mormorò.
"Loro
lo sanno già."
Il moro alzò di scattò la testa andando a
cozzare contro il naso di Draco.
"Come sempre ti differenzi
per la tua eleganza nei movimenti"
"Scusa" disse
con un mezzo sorriso.
"Ho scritto a Blaise quella notte"
Ad
Harry non servirono chiarimenti, aveva capito perfettamente di quale
notte Draco stava parlando.
" E cos'ha detto?"
"Che
finalmente la mia ossessione per te aveva portato a qualcosa"
"Eri
ossessionato da me?"
"Taci Potter"
Il moro
rise.
"Grazie" disse quando l'eccesso di risa
terminò.
Grazie per averlo fatto ridire. Grazie
per essere qui.
Ma
questo, Harry, lo tenne per sé.
E
così siamo arrivati anche la fine dell'ottavo capitolo!
Sabato
pubblicherò al fine poiché penso di unire il
capitolo nove con
l'epilogo (essendo di due paginette^^).
Come
al solito non mi resta che sperare che vi piaccia e di non aver
deluso nessuno!
Graziegraziegrazie
a chi ha recinsito e anche a chi ha solo letto e gradito!
Un
ultima cosa...ricordate! Potere alle Drarry *^*!!
|
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Capitolo 9 *** compromessi e inizi ***
Il
giorno dopo la scuola era in subbugliHarry sembrò che tutti
lo
stessero osseo. Ad rvando e non perché era l'eroe del mondo
magico.
Sentiva che ogni sua piccola mossa veniva spiata da centinaia di
occhi attenti.
Malfoy camminava tranquillo al suo fianco e questo
aumentò in maniera esponenziale le risatine e le battute.
Harry
invidiò la freddezza austera del biondo e di come sembrava
che tutto
gli scivolasse addosso. Sembrava che solo il moro risentisse della
pesante situazione.
La situazione precipitò quando entrarono
nella classe di trasfigurazione.
Ron gli lanciò uno sguardo
d'odio e si girò dall'altra parte. Hermione si
alzò in piedi
facendo per raggiungerlo. Harry gli fece un gesto di saluto e si
sedette velocemente al proprio posto.
Nessuno, constatò Potter,
sembrava prenderlo in giro e rinfacciargli la sua relazione con
Malfoy. Forse, aver salvato il mondo magico gli aveva almeno evitato
che la gente esprimesse giudizi su di lui. Ad alta voce, almeno. La
cosa che più lo rasserenava era che sembrava che quella
strana
'indennità' della quale godeva si estendeva anche a Draco.
"Potter,
puoi fermarti un attimo?" chiese la McGranitt una volta finita
la lezione.
A malincuore il Grifone annuì.
"Io vado"
disse Malfoy.
"Se non le dispiace, signor Malfoy, vorrei
parlare anche con lei"
Senza cambiare espressione Draco si
rimise a sedere.
La preside sembrava tentennare e al moro quello
non parve decisamente un buon segno.
"Allora. Vorrei sapere
se quello che si dice in giro é vero. Vuoi due
state assieme?" la donna pronunciò quelle parole con
insicurezza, quasi non sapesse bene cosa dire.
"Si"
rispose Harry con voce precipitosa e di un'ottava più acuta
del
normale. Nemmeno nei suoi peggiori incubi si sarebbe aspettato una
domanda del genere dalla professoressa.
"E lei cos'ha da
dire, signor Malfoy"
"Quello che ha detto Potter è
vero. Per una volta mi vedo costretto a trovarmi d'accordo con
lui"
La McGranitt strinse le labbra.
"Bhe, dovrete
ammettere che è abbastanza insolita come cosa. Vedere due
persone
che si sono combattute per anni stare assieme. Pazienza. Scommetto
che Albus non ne sarebbe sorpreso" sospirò la preside.
"Tornate
nei vostri dormitori e vedete di non combinare confusione"
Con
un gesto del capo Malfoy si congedò. Anche Harry stava per
fare lo
stesso quando la voce della preside lo trattenne.
"Potter,
congratulazioni"
Il moro arrossì prepotentemente ,biascicò
un ringraziamento e si affrettò ad uscire dall'aula dove
Draco lo
stava aspettando con un sorrisetto sulle belle labbra.
La
sala grande era come al solito gremita di gente ed Harry si
andò a
sedere al tavolo dei Grifoni.
"Ciao"
"Oh ciao
Harry! Com'è andata? Perché ti ha trattenuto la
preside?"
chiese Hermione facendogli spazio.
"Ehm...mi ha chiesto se
era vero di me e Malfoy e ...si è congratulata"
finì
incerto,ancora incredulo delle parole della McGranitt.
"Davvero?"
"La
smettete di fissarlo come se avesse le antenne?"
La voce di
Ginny fece sobbalzare Harry che le fu mentalmente grato per
aver
"Quindi è per lui che mi hai lasciata?" chiese con
voce chiara.
"Mi dispiace"
"Saperti tra le
braccia di un uomo, non so perché, è
più facile da accettare che
immaginarti tra quelle di una donna"
"Anche se è
Malfoy?" non riuscì a impedirsi di chiedere Harry.
"Sto
andando per gradi" gli sorrise a fatica prima di sedersi e
iniziare a parlare con le sue compagne di corso.
Amava Harry con
tutta se stessa e benchè lui l'avesse preferita a Malfoy
– un
mangiamorte – non riusciva ad odiarlo. Non le restava che
cercare
di accettarlo.
"Dov'è Ron?" chiese il moro a
Hermione.
"Non è voluto scendere. Scommetto che se gli darai
tempo, si calmerà. Sai com'è fatto" ma sorrise
con troppa
titubanza per rasserenare l'amico.
***
Erano
passate due settimane e Ron continuava a non rivolgergli la parola.
Harry aveva tentato più volte un contatto ma il rosso
l'aveva
allontanato.
Seduto in guferia , il Grifone stava accarezzando
Evy. Voleva stare con Draco e rivoleva il suo amico.
"Pensi
che sia impossibile?" chiese alla civetta.
L'animale mandò
un verso acuto e picchiettò leggermente sulla spalla del
padrone.
"Ah ci sei tu"
Harry si girò di
scatto.
"Ron aspetta!"
"Non ho voglia di parlare
con te"
"Ma io si!"
Weasley lanciò un
occhiataccia al moro.
" Ti do un minuto"
" Mi
spiace per non avertelo detto prima . Ma è stato difficile
anche per
me. Prima stavo con una ragazza e po-"
"Ma è Malfoy! Se
fosse stato un altro ragazzo avrei capito, ma , Harry, lui!"
"Lo
so! Ma non è più lo stesso"
"Fred-"
"Non
è stato lui ad uccidere Fred. Non ha ucciso nessuno. Ti sei
dimenticato che io ho ucciso , invece?"
"Ma Voldemort è
diverso.
"No Ron, non lo è. Uccidere non è diverso."
"Se
è tutto quello che dovevi dirmi, io me ne vado"
"Sono
innamorato di lui,Ron"
Ron si immobilizzò.
"Stai
scherzando?"
"No."
"Non capisci che ti sta
solo prendendo in giro?" disse Ron sconvolto.
"Non è
vero. Per anni , a causa di questa guerra, ho perso tutte le persone
che amavo. Tranne te ed Hermione. Finalmente qualcosa mi è
stato
restituito. Non togliermi la possibilità di essere felice.
Amo Draco
ma tu sei il mio migliore amico, senza di te non posso essere felice
veramente. Non chiedermi di scegliere. Non voglio più
perdere le
persone che amo."
Ron si morsicò un labbro. Gli occhi erano
lucidi.
"Sono sempre io"
"Non pretendere che
diventi suo amico" sospirò il rosso , rilassando i muscoli.
"E
non mi scuserò nemmeno per il pugno"
Harry sorrise avanzando
verso l'amico.
"Tutto come prima?" chiese.
"Più
o meno...Malfoy non mi andrà mai a genio – fece
una pausa – però
tu mi sei mancato"
I due ragazzi si abbracciarono.
"Ahia!"
gridò Harry portandosi una mano alla nuca.
"Così impari a
farmelo scoprire in quel modo, mi stava per venire un infarto!"
rispose
, la mano ancora alzata in una sberla.
Ron
osservò l'amico sfregarsi la parte lesa arruffandosi ancora
di più
i capelli. Odiava litigare con lui ma odiava anche quello spocchioso
di Malfoy...non gli avrebbe dai una possibilità, quello mai,
ma
voleva che lui, Hermione e Harry tornassero ad essere il trio che
erano una volta.
***
"E'
proprio necessario Harry?" piagnucolò Ron
Il moro
annuì.
"Non pensare che a me faccia piacere
lenticchia"
"Draco!"
Il biondo sbuffò.
Harry,
Malfoy , Ron ed Hermione erano davanti al campo di Quidditch.
"Per
favore" disse il moro guardando il suo migliore amico.
"Ron"
l'incitò Hermione.
Il rosso sembrò essere sul punto di vomitare
quando allungò la mano.
Con un espressione disgustata Draco
strinse la mano di Weasley.
"Perfetto!"
Preso
dall'entusiasmo Harry baciò a stampo Draco.
"Ora vomito"
borbottò Ron mettendosi una mano sulla bocca.
Per qualche istante
Malfoy e Ron si guardarono in cagnesco ma non dissero nulla.
I
quattro ragazzi rientrarono nel castello attirando l'attenzione degli
studenti che guardava lo strano quartetto.
Draco prese con
noncuranza la mano ad Harry. Il Grifone continuò a guardare
avanti
ma Malfoy potè percepire il suo sorriso.
DICIANNOVE
ANNI DOPO
La
stazione di King's cross era affollata come sempre.
La banchina
era piena di bauli e animali. I gufi e le civette sbattevano
nervosamente le ali dentro a gabbie troppo piccole.
"Hugo,
non correre"
"Ron , Hermione!"
"Oh Harry,
ciao. Pensavo di non riuscirti a vedere in mezzo a tutta questa
confusione!"
La ragazza abbracciò l'amico.
"Come va,
amico?" chiese Ron con un sorriso.
"Tutto bene. Allora,
Rose, questo è il tuo primo anno a Hogwarts"
La bambina si
nascose dietro la madre.
"Ma dai! Conosci Harry da quando sei
nata. Cosa ti prende?" chiese Hemione sorridendo alla
figlia.
"Ma lui è il preside ed é pure
un mio insegnante" mormorò la piccola.
Ron scoppiò a
ridere.
"Non ti preoccupare, sarò un bravo preside"
disse il moro, sistemandosi gli occhiali.
"Dov'è Draco?"
domandò Hermione notando che il biondo non era con lui.
"Arriverà
a momenti."
"Mi raccomando rose, non finire in
Serpeverde!" fece il padre sussurrandogli nell'orecchio.
"Ron!"
lo rimproverò la moglie.
"Oh Draco, eccoti"
Malfoy
si avvicinò ad Harry, salutando con un cenno del capo i
coniugi
Weasley e con un bacio il suo ragazzo.
"Almeno non davanti ai
bambini" soffiò Ron a denti stretti.
"Spiacente che ti
dia fastidio, lenticchia, ma si dovranno abituare" lo
beffeggiò
Malfoy.
"Bastard-"
"Non vorrai insultare il
professore di pozioni dei tuoi figli, mi auguro?" ribattè
Hermione divertita.
"Tua moglie ha ragione" ricaricò
l'ex Serpeverde.
"Harry! Per l'amor del cielo, tu sei
il preside, fai qualcosa!" lo
scongiurò
l'amico.
Harry alzò le spalle.
"Difesa contro le arti
oscure e pozioni sono due materie complementari, quindi lavoreremo
spesso insieme"lo prese in giro.
Ron emise un gemito.
"E'
il momento, il treno partirà a momenti. Ci vediamo durante
le
vacanze" li salutò Harry , abbracciandoli di nuovo.
"Noi
andiamo avanti. Buona giornata" disse gentilmente Draco.
Lui
ed Harry si incamminarono verso il treno parlottando tra
loro.
"Hermione...non mi piace per nulla l'idea di lasciare i
miei figli nella mani di Malfoy. Sarà un Piton due!"
mormorò
sconsolato Ron
"Per Merlino, Ron. Comunque devo ammettere
che da quando Draco ed Harry sono diventati professori le cose ad
Hogwarts sono cambiare parecchio"
* * *
"Non
vedo l'ora di vedere i figli di Ron ed Hermione all'opera"
esclamò harry stravaccato nello scompartimento riservato.
"Spero
che abbiano preso dalla Granger"
Harry sorrise.
"Non
riesco quasi a crederci."
"A cosa?"
"Che
siamo qui. Che siano passati diciannove anni Che sono il preside di
Hogwarts e tu il mio professore di pozioni. E che stiamo ancora
insieme."
"Ti sei stancato di me? "
chiese Draco senza far vacillare il sorriso.
"Mai ,
furetto"
"Lo spero bene sfregiato"
I due uomini
si baciarono a lungo mentre il treno a vapore incominciò la
sua
corsa verso la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Harry si
affacciò al finestrino. Era felice. Da diciannove anni a
quella
parte era felice.
Vide riflessa nel vetro la cicatrice a forma di
saetta.
La cicatrice non gli faceva più male da
diciannove anni. Andava tutto bene *.
-
la
frase è tratta dall'ultima pagina del settimo libro di Harry
Potter. Volevo che sembrasse un po' come se fosse la fine vera della
saga. La fine che io vorrei per loro due!!
purtroppo
visto che devo uscire a cena e non riesco a postare oggi se vi
ringrazio qui non riesco çAç quindi domani con
calma vi ringrazio tutti!
Per
adesso posso
solo dirvi che il vostro sostegno è stato fondamentale, vi
sono stra
grata per le vostre opinioni e commenti!
Inoltre
vorrei
ringraziare chi l'ha inserita nei preferiti ,ricordata e seguita!
Grazie
di cuore!!
ps:
grazie
speciale a shieru ù.ù
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