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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Title: Memory (capitolo 1 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono
proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri
Capitolo 1
“Ohi, oggi ho le esercitazione del club, aspettami per
tornare a casa”
“COOOSA? Ma non ci penso neanche, ho un sacco di cose da
fare, figurati se mi metto ad aspettare i tuoi comodi”
“avrò finito per le 4”
“EHI!!! ASCOLTA QUANDO GLI ALTRI TI PARLANO!!!!”
Doumeki come al solito lo ignorò e si diresse insieme ai
suoi compagni di squadra verso la palestra per il consueto allenamento.
Watanuki rimase impietrito per la rabbia, mai una volta che quel
maledetto lo ascoltasse, ma questa volta non aveva davvero intenzione
di aspettarlo, gli avrebbe dimostrato che sarebbe riuscito a tornare a
casa senza problemi anche senza di lui a fargli da balia, dopotutto
prima di conoscerlo si era sempre arrangiando da solo, spiriti o non
spiriti era sempre arrivato a casa più o meno
intero…
Con questa ferma intenzione si diresse verso la biblioteca per prendere
un paio di libri in prestito, fare i compiti per poi tornare a casa.
Verso le 2.30 finì tutti gli esercizi assegnati e dopo aver
riposto tutti i libri nella cartella guardò
l’orologio.
“Tsk, esattamente come previsto ho finito abbondantemente
prima delle 4, quindi ora me ne torno a casa e che Doumeki se ne vada a
quel paese!”
detto questo si incamminò con passo svelto verso il cancello
della scuola e ne uscì.
Intanto in palestra l’allenamento era in pieno svolgimento
nonostante regnasse un imponente silenzio spezzato solo dal sibilo
delle frecce nell’aria e dal rumore del loro incunearsi nel
bersaglio. Ad un certo punto però una voce
richiamò la attenzione del migliore arciere delle squadra.
“Doumeki-san” a parlare era uno dei ragazzi della
squadra appena tornato da una rinfrescatina a lavandini nel giardino
della scuola “poco fa ho visto quel ragazzo con cui parlavi
alla fine delle lezioni, a quanto pare stava tornado a casa
e…”
Doumeki non aspettò nemmeno che il ragazzo finisse la frase
e si diresse con passo spedito verso l’uscita della palestra
senza porre attenzione ai richiami dell’allenatore e degli
altri ragazzi.
“Doumeki-kun l’allenamento non è
finito!!”
Watanuki arrivato davanti al proprio condominio, si lasciò
sfuggire una sonora risata.
“AHAHAHAH sono arrivato, ero sicuro che non mi sarebbe
servito essere pedinato da quello stupi….”
All’improvviso il ragazzo si sentì sbattere a
terra con una violenza inaudita.
Era un’enorme nuvola di fumo nero, ma la sua consistenza non
era affatto di semplice fumo. Pesava enormemente sul corpo della sua
giovane vittima, mentre l’osservava da i suoi 3 occhi gialli
che sbucavano dal nero pece del corpo. Watanuki riusciva a vederlo solo
con la cosa dell’occhio, ma percepiva fin troppo bene le
gocce di saliva che scendevano da quell’enorme bocca
maleodorante deformata in un ghigno di piacere per essere riuscito a
procurasi un così succulento piatto …
“dannazione…, …non
…non…mi ero… neanche…
accorto…. di essere…. seguito …da
…lui…”
Lo spirito si chinò ancora di più su Watanuki,
tentando di assaporarlo con calma, senza alcuna fretta. Era una
sensazione insopportabile, essere trattati come un ghiacciolo in piena
estate, e non era difficile capire che quella creatura aveva tutta
l’aria di divertirsi.
“è …
davvero…finita…”
In quel momento una luce attraversò all’improvviso
lo spirito che contorcendosi sparì alla vista del ragazzo,
anzi dei due ragazzi, uno dei quali se ne stava in fondo alla strada
tendendo ancora l’arco di fronte a sé.
“Dou…meki…ancora …
tu….” esordì Watanuki quando il suo
rivale si avvicinò senza proferire una sola parola, anche
perché era piuttosto difficoltoso parlare mentre si tentava
di riprendere fiato dopo una corsa ininterrotta dalla scuola fino a
li…
“hai…corso?”
“no…anf…
anf…passeggiavo…anf anf…”
rispose ironico ansimando.
“STUPIDO! Non avevi le esercitazioni del club? Che diavoli ci
fai qui!” esplose il ragazzo che cominciava già a
stare meglio grazie all’esorcismo dello spirito.
“Lo stupido… sei tu” anche Doumeki stava
riprendendo fiato.
“COOOOSAAAA!!!!!”
Watanuki si alzò da terra con uno scatto felino e
guardò il suo salvatore con un espressione per niente
riconoscente, ma l’altro non fece una piega, anzi si
voltò dall’altra parte.
“Domani voglio dei tamagoyaki per pranzo”
E con questo, dopo essersi assicurato che Watanuki fosse ormai
dentro casa, chiuse il discorso e si incamminò nuovamente
verso la scuola. Doveva andare a porre le sue scuse alla squadra e
riprendere l’uniforme scolastica, senza contare una buona
doccia dato che era tutto sudato per la corsa forsennata.
“NON PRENDO ORDINAZIONI!!!!!”gli urlò
dietro Watanuki sbattendo la porta dell’entrata del
condominio.
“Ma chi si crede di essere! Perchè devo sempre
preparagli il pranzo” disse sbattendo i piedi con forza su
ogni scalino che affrontava “Dannazione!!!”
“… però … se non fosse
arrivato…AAAAAARGHHHHHH questa cosa mi fa inviperire,
perché devo essergli grato, perché a
lui!!!!?”
Arrivò in cima alla scale e abbassò lo
sguardo… “beh ho delle uova in frigo
quindi… vada per i tamagoyaki …” fece
una piccola pausa, sbuffò e aggiunse “tsk, ma non
lo faccio mica per lui, che sia chiaro”
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Rileggendo questo capitolo mi rendo conto di quanto
questa fic sia vecchia e scritta in maniera molto
elementare...nonostante questo la posterò comunque tutta
perchè l'idea della storia, per quanto banele mi piace.
Spero che possa piacere anche a qualcun'altro.
Rating: per tutti
Paring: 104
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proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri
Capitolo 2
Il giorno dopo all’ora di pranzo Watanuki si diresse
lentamente verso il terrazzo della scuola. Ai piedi
dell’ultima rampa di scale, come al solito, Doumeki era
già seduto in attesa dei due amici e soprattutto del suo
pranzo. O almeno questo era ciò che pensava il giovane cuoco
del trio.
“AHHH lo sapevo, tu sei già qui, mentre
Himawari-chan deve ancora arrivare”
“…”
“Uffa… va beh, tieni” e
presentò il fagotto del bento davanti agl’occhi
dell’arciere che lo prese tra le mani senza un commento.
“potresti anche fare lo sforzo e dirmi grazie una volta tanto
eh?”
“…stupido” e con questo
cominciò lentamente ad aprire il contenitore.
“COOOOSAAA!!! Stupido a ME!!!!? Io mi alzo al mattino presto
per farti da mangiare e ….”
“Watanuki-kun, Doumeki-kun!!! Eccomi” si
avvicinò di corsa Himawari con il suo sempiterno sorriso
stampato sul volto “scusate il ritardo”
“Nessun problema Himawari-chan!!! L’importante
è che ora tu sia qui!!! Non avrei sopportato un secondo di
più di restare da solo con questo qui!”
Himawari sorrise divertita alla vista dell’espressione
arrabbiata che Watanuki rivolse al giovane arciere che in risposta si
mise una mano sull’orecchio senza dire una parola.
“Ohh hai preparato dei tamagoyaki Watanuki-kun, hanno
l’aria di essere squisiti”
“Grazie Himawari-chan, ne vuoi? Sono più che
felice di darti i miei se ti piacciono” si offrì
il ragazzo esibendo sul volto una delle sue espressione da giovane
innamorato
“Sei molto gentile, li accetterei volentieri, ma tu avrai
certamente fame quindi non preoccuparti”
Watanuki stava per offrire comunque il suo pranzo all’amata
quando fu battuto sul tempo da Doumeki che rifilando il suo bento nelle
mani delle ragazza esordì:
“Mangialo pure, io sono sazio” detto questo si
alzò e lasciò i due amici senza parole.
Dopo un iniziale espressione stupefatta Watanuki trasalì
urlando verso la figura che si allontanava:
“Ehi tu! Adesso non solo non ringrazi, ma non apprezzi
neanche il mio sforzo???EHI MI STAI ASCOLTANDO???”
“è davvero strano”
“Eh?” la voce di Himawari lo fece tornare a porre
attenzione alla ragazza vicino a sè che stava continuando a
fissare la scatola del bento.
“Non ha mangiato quasi nulla… Non è da
Doumeki-kun, lui apprezza sempre quello che cucini tu”
continuò con voce incredula.
“Non è così Himawari-chan, quel tizio
è solo un ingrato sfruttatore!!”
Himawari non fece nemmeno caso alle parole dell’amico e
riprese il suo discorso.
“Forse…forse sta male…oggi mi sembra
così strano”
“Sta male? Per quel che ne so non ha mai fatto
un’assenza in questi anni” certo quando
era piccolo era un ragazzo debole, almeno da quanto gli aveva
raccontato il nonno in sogno, ma ora era diventato forte…
“Si è vero, però…”
La campanella concluse il discorso tra i due che non poterono fare
altro che affrettarsi verso la classe.
Finite le lezioni, i tre amici si incamminarono insieme per la strada
del ritorno, Watanuki era al settimo cielo dato che era da molto che
non aveva l’occasione di fare un po’ di strada in
compagnia di Himawari che però continuava ad osservare con
sguardo preoccupato Doumeki. Nonostante la cosa non facesse affatto
piacere a Watanuki, si ritrovò anch’egli ad
osservare l’amico.
“Non ha spiccicato una sola parola per tutto il
tragitto…non mi ha nemmeno dato del casinista o dello
stupido,…effettivamente Himawari-chan ha ragione, oggi
è davvero strano!”
In poco tempo i tre arrivarono al bivio in cui solitamente Himawari
doveva svoltare.
“Beh ragazzi, io devo andare di qui...”
“Oh siamo già arrivati qui, che
peccato…”
“…”
Questa volta però la ragazza prima di incamminarsi verso
casa, si diresse verso Doumeki e tentò di appoggiare la mano
sulla fronte del ragazzo.
“Hi-Himawari-chan,cosa stai facendo?” si
disperò Watanuki alla vista dei due amici decisamente troppo
vicini per i suoi gusti.
Ciò che successe il secondo dopo però lo
stupì molto molto di più… Doumeki
scattò come se fosse stato toccato da lava bollente e
allontanò bruscamente da sé Himawari che
indietreggiò di qualche passo.
“Ma sei impazzito?? Non osare toccarla!!” si
intrappose tra i due un furioso Watanuki con lo scopo di far da scudo
alla ragazza. Il ragazzo non era mai stato così furioso,
nessuno, nessuno poteva alzare le mani sulla sua adorata Himawari,
nemmeno se quel qualcuno fosse stato Doumeki!
Per parte propria l’arciere continuò a guardare il
terreno mentre la sua mano cercava appoggio sul muro a bordo strada.
Himawari, ripresasi dal leggero shock richiamò
l’attenzione di Watanuki portandosi alla sua sinistra.
“Watanuki-kun, sono sicura che Doumeki-kun stia
male, scotta tantissimo, deve avere una febbre molto molto
alta…”
“Sciocchezze…” intervenne Doumeki
prendendo l’amico per un braccio e trascinandolo con lui.
“Ehi, che cavolo…” si ribellò
il piccolo ragazzo
“Muoviti devi andare a lavoro…Ci vediamo Kunogi,
….scusami per prima…”
“Non c’è problema, ma per favore
riguardati…”
“…”
I due si erano allontanati ormai di qualche metro e Doumeki ancora
strattonava l’altro ragazzo per la manica
dell’uniforme.
“ORA BASTA!!!” esordì Watanuki
liberandosi dalla presa con un forte strattone.
“Ne ho fin sopra i capelli del tuo strano comportamento, oggi
non sei tu! Himawari-chan aveva ragione, … perfino la tua
mano è bollente” e detto questo si
avvicinò al suo rivale e pose la mano sulla sua fronte.
“…Tsk infatti, scotti da matti, avrai
più di 40 di febbre di sicuro” Doumeki rimase
inebetito dal gesto dell’amico e ancora più
sconvolto dall’azione che ne sussegui. Watanuki infatti si
caricò il braccio di Doumeki sulle spalle dividendo con lui
il peso stesso dell’amico.
“E poi non ti accorgi nemmeno che per tutto il tragitto non
hai fatto che barcollare…avanti … casa tua
è vicina, ti accompagno…”
L’arciere si stava veramente domandando se non fosse Watanuki
quello ad avere la febbre, mai avrebbe pensato che per una volta i loro
ruoli si sarebbe invertiti…Ora era Watanuki che si
preoccupava di aiutare Doumeki…
Il resto del tragitto fino al tempio passò nel silenzio,
Doumeki era troppo stanco anche solo per pensare a causa delle febbre e
Watanuki aveva il suo da fare per trascinarsi appresso un corpo assai
più robusto e pesante del suo.
“Ma come avrà fatto a prendere
l’influenza così di colpo, non può aver
preso un colpo di freddo, è inverno è vero, ma il
cappotto della divisa scolastica è decisamente pesante,
dovrebbe essere andato a fare jogging in tenuta estiva per
…” di colpo un’epifania si
abbatté su Watanuki.
---
“hai…corso?”
“no…anf…
anf…passeggiavo…anf anf…”
---
Con il ricordo di quelle parole tutto gli fu chiaro…
“Aveva solo la divisa d’arciere e aveva corso dalla
scuola fino al mio appartamento? Ecco perché era
così sudato…”
Watanuki non potè fare a meno di rivolgere gli occhi al
ragazzo che ormai si strava praticamente trascinando
appresso… Doumeki aveva gli occhi chiusi, ma sul suo viso si
potevano vedere gocce di sudore che scendevano lungo le guance ad
indicare che la febbre non accennava a scendere, mentre il suo corpo
era scosso da brividi sempre più frequenti.
“Sei molto più stupido di quello che
pensassi” commentò nella sua testa
Watanuki aggrottando le sopracciglia“dovresti
finirla di fare cose stupide per me…”
“….Non faccio altro che far soffrire gli
altri…” queste parole sfuggirono dalla labbra del
giovane ragazzo senza che se ne accorse e di certo non si aspettava un
commento dall’ammalato che stava trasportando. Nonostante
tutto una risposta arrivò
“non…non
è…vero…”
“Abbi almeno la decenza di stare zitto, stupido”
non riuscì completare la frase ad alta voce, ma di sicuro
pensò “…non aumentare il
senso di colpa che ho, dannazione!”
Doumeki quasi come se avesse sentito anche il pensiero di Watanuki, si
lasciò sfuggire un sottile sorriso guardando il viso
leggermente imbarazzato del suo “cosiddetto
protetto”
Arrivarono alla porta di casa e all’entrata furono accolti
dalla madre di Doumeki che alla vista del figlio in quelle condizione
si face quasi venire un attacco apoplettico.
“SHIZUKA!!! CHE TI E’ SUCCESSSO????”
Watanuki si fece avanti per spiegare.
“Ha la febbre molto alta, è successo
perché lui…”
“..questa mattina ….sono andato a….
pulire il giardino….. dimenticandomi di…. di
indossare il… cappotto …”
“Cos…” tentò di inserirsi
Watanuki ma fu bloccato di nuovo dalle parole dell’amico e
anche da un forte stretta alla mano.
“ … ho solo preso un colpo di freddo …
non è nulla”
“NON E’ NULLA!!! MA SE NON TI REGGI IN PIEDI!!! Ahh
va beh, adesso vedi di metterti a letto mentre io vado subito dal
dottore farmi prescrive qualcosa”
“Tu devi essere Watanuki Kimihiro-kun, dico bene?”
“Eh? ah… si”
“Non è la giusta circostanza per delle
presentazioni, quindi posso evitarle e chiederti di accompagnare mio
figlio nella sua stanza, io non riuscirei a portarcelo e mio marito
è a lavoro…”
“Si si certo, nessun problema” si
affrettò a rispondere il ragazzo e prontamente
seguì la madre di Doumeki in casa.
Entrarono nella camera e la donna velocemente prese il futon
dall’armadio e lo distese per terra dove Watanuki fece
sdraiare l’amico a cui furono subito rimboccate le coperte
dalla madre.
“Bene, adesso vedi di dormire, e prendi questo”
disse al figlio porgendogli una pastiglia con un bicchiere
d’acqua “farà andar giù la
febbre almeno”
“Ti ringrazio moltissimo Watanuki-kun, se non fosse stato per
te non so come avrei fatto, mi dispiace molto averti scomodato, so che
lavori, sarai in ritardo, mi dispiace davvero…”
“Oh no no, non si preoccupi” si affrettò
a dire Watanuki agitando le mani di fronte a sé per
sottolineare la sua intenzione… “anzi se
c’è qualcosa che posso fare per rendermi
utile…”
“Sei davvero molto gentile, ma il tuo
lavoro…”
“Oh non si preoccupi posso telefonare, sono certo che
Yuuko-san capirà…lei è qui da sola
e…”
Il viso della donna si tinse di un caldo sorriso che a Watanuki
ricordò tantissimo quello di sua madre “Shizuka
aveva davvero ragione…sei una ragazzo estremamente gentile,
una vera perla rara…”
A quelle parole il viso del ragazzo diventò di un colore
rosso vivo, cosa che a quanto pare fece sorridere ancora di
più la donna … e se si fosse girato avrebbe visto
che anche il ragazzo sdraiato sul letto aveva un’espressione
divertita sul volto nonostante la febbre.
“Allora se non è troppo un disturbo, ti chiederei
di rimanere qui con Shizuka, mentre io passo dal dottore,
cercherò di fare il più veloce
possibile”
“Eh? È sicura che non voglia che vada io a
prendere le medicine, immagino che lei voglia rimanere con suo figlio
e…”
“Ti ringrazio per la proposta, ma se prendo l’auto
farò sicuramente più in fretta, immagino che tu
non abbia la patente…”
“Oh, già… ha perfettamente ragione, mi
scusi…”
Un altro sorriso “ Non preoccuparti” disse mentre
usciva velocemente dalla stanza “farò il
più veloce che posso” e con questo
sparì al di la della porta…
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Title: Memory ( capitolo 3 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono
proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri
Capitolo 3
Il rumore della macchina si allontanò velocemente
… Non c’è che dire era stata
rapidissima a preparasi per uscire, non erano passati neanche 5 minuti
da quando era uscita dalla stanza…
“Non dovresti far preoccupare tua madre facendo cose
così stupide…” ruppè il
silenzio Watanuki, ma non ricevette risposta, solo un respiro affannoso
usciva dalle labbra di Doumeki.
Watanuki diede un’occhiata all’amico sdraiato che
continua a sudare in preda alla febbre. Decise allora di alzarsi e di
uscire dalla stanza per poi tornarvi poco dopo con un bacinella piena
d’acqua e un fazzoletto.
Appoggiò la bacinella a lato del letto e vi immerse il
fazzoletto. Dopo averlo strizzato con cura lo pose sulla fronte del
ragazzo che aprì gli occhi alla sensazione fredda che
percepì per poi richiuderli lentamente cercando di
rilassarsi per poter trarre più beneficio possibile da quel
fresco fazzoletto.
Passò quasi un’ora senza che i due aprissero
bocca, la stanza era avvolta nel silenzio, anche i respiri affannosi di
Doumeki erano diminuiti, a quanto pare la medicina stava cominciando a
fare effetto.
Watanuki si apprestò a rinfrescare nuovamente il fazzoletto
come aveva già fatto alcune volte nel tempo passato in
quella stanza. Questa volta però il suo gesto fu
accompagnato da una domanda.
“Perché lo hai fatto?”
“eh?”
“Perché non hai detto a tua madre che è
colpa mia se sei ridotto così e soprattutto
perché ieri mi sei venuto dietro … eri vestito
solo con la divisa d’arciere, faceva freddo e hai corso fino
a casa mia, cos’è?… hai intenzioni
suicide?” era partito con un tono basso ma si
ritrovò ben presto a urlare verso il ragazzo disteso.
“Finiscila…casinista” lo
bloccò portandosi le mani alle orecchie. La febbre si stava
abbassando e il solito Doumeki stava tornando a galla…
“NO CHE NON LA FINISCO!!!”
“Ormai è fatta, inutile
pensarci…l’ho fatto perché mi andava di
farlo, tutto qui…”
“Ti andava di farlo? Ma anche un neonato avrebbe capito che
ti saresti ridotto così, mi prendi per scemo?”
“Si” fu la pronta risposta accompagnata da un
sorrisetto ironico alla cui vista Watanuki andò
letteralmente su tutte le furie e bruscamente, senza però
far rovesciare l’acqua, raccolse la bacinella
“Non ti verso addosso quest’acqua perché
sono sicuro che peggioreresti e tua madre non me lo perdonerebbe, ma
sappi che te la meriteresti tutta!!” urlò
alzandosi e dirigendosi verso l’uscita borbottando a
proposito della stupidità dell’amico.
“Non sono stupido” ribattè
l’ammalato prima che Watanuki potesse lasciare la stanza.
“Come no? Sei un…”
“…Realista” lo interruppé
Doumeki.
“eh?”
“Cosa sarebbe successo se non fossi arrivato?”
“…”
Calò il silenzio tra i due per pochi secondi
dopodiché Watanuki si voltò e usci dalla stanza,
chiudendo gli shouji dietro di sè mormorando qualcosa di
molto simile ad uno “stupido”
Una volta solo Doumeki sorrise e tornò a chiudere gli
occhi…
§§§
Poco dopo il ragazzo rientrò in camera
dell’arciere e li vi trovò la madre, rincasata,
che stava porgendo una medicina al figlio.
“oh Watanuki-kun! Grazie mille per il tuo aiuto”
esordì la donna non appena lo vide entrare.
“Si figuri” rispose andando ad appoggiare la
bacinella d’acqua a fianco al letto.
“Cucini meglio di me, sei perfettamente in grado di vivere da
solo e sai prenderti cura di un malato, sei davvero un ragazzo da
sposare…” sorrise la madre di Doumeki
“peccato che io lo sia già” disse subito
dopo lasciandosi sfuggire un sospiro.
“Mamma, ma insomma” sbuffò il giovane
arciere sentendo quelle parole, mentre Watanuki si impietrì,
imbarazzato, incapace di rispondere, guardando la donna e non potendo
fare a meno di domandarsi come potesse sapere tutte quelle cose sul suo
conto.
“Scherzavo,scherzavo…era solo per dire che il tuo
amico è un ragazzo adorabile Shizuka” rise la
donna mettendosi la mano davanti alla bocca.
“beh… dunque … ora che è
tornata signora, io tolgo il disturbo” cercò di
cambiare discorso Watanuki mentre ancora si sentiva il viso accaldato.
“oh no aspetta… puoi restare,
anzi…” lo incalzò subito la donna.
“No, la ringrazio, sono sicuro che lei ha tutto sotto
controllo e non voglio essere d’impiccio, senza contare che
devo andare a lavorare e…” rispose gentilmente il
ragazzo mentre si alzava per raggiungere la porta
“beh allora lascia che ti accompagni
all’uscita…”
“No, no, resti pure con suo figlio, conosco la strada, non si
preoccupi” la bloccò Watanuki sorridendole appena
prima di aprire lo shouji della camera
“Sei sicuro? …”
“Signora…” la interruppè di
nuovo il ragazzo abbassando la testa nascondendo il volto.
“…mi dispiace moltissimo” concluse.
“eh? cosa? E perché mai dovresti
scusarti?” si stupì la donna alzandosi
preoccupata, mentre il figlio continuava a guardare l’amico
senza dire una parola.
“... e Doumeki…” riprese il giovane
dando completamente le spalle ai due nella stanza “per quanto
riguarda la domanda di prima…”
A queste parole seguì un silenzio di pochi secondi
che stranamente sembrò durare un eternità, poi
Watanuki concluse:
“ …avrei solamente avuto la mia giusta
punizione” e con questo sparì dietro il chiudersi
dei shouji alle sue spalle.
La donna rimase interdetta e si rivolse con fare interrogativo verso il
figlio che a sua volta era rimasto a fissare la porta…
“Watanuki…” sussurrò
solamente.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Title: Memory ( capitolo 4 di 5)
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Capitolo 4
“Yuuko-san?”
“Si?” rispose la maga alzando gli occhi dal suo
ennesimo bicchiere di sake.
“Quando potrà realizzare il mio
desiderio?”
“Oh, come mai questa domanda? Era da molto che non mi
chiedevi nulla a riguardo…”
“Beh…” cominciò a stento il
ragazzo “no, non è niente…”
concluse abbassando le sguardo e dirigendosi nuovamente verso la cucina.
“Watanuki…”
“mh?” si voltò al richiamo della sua
datrice di lavoro.
“Vedi… il tuo è un desiderio difficile
da realizzare, ci sono molte cose da prendere in
esame…”
“Si, capisco… sembra che io ne abbia ancora per
molto di questa vita…”
“…”
“Ultimamente è sempre peggio…non posso
uscire di casa senza un fuda di protezione e alle volte non basta
neppure quello e quindi va a finire che…”
“ Ahh capisco, sei preoccupato per il tuo
protettore!”
“NON SONO AFFATTO PREOCCUPATO PER QUELLO STUPIDO DI
DOUMEKI!” ringhiò il ragazzo.
“E chi ha parlato di Doumeki-kun?”
sogghignò la donna sorseggiando nuovamente il suo
sakè.
“Ah!” il giovane tuttofare imprecò verso
se stesso per la facilità in cui continuava a cadere nelle
subdole trappole di Yuuko, e voltandole le spalle se ne andò
lasciandola sola per risparmiasi di vedere il suo solito ghigno
divertito sulle labbra.
Non era però destino che il ragazzo potesse rimaner solo a
riflettere, Yuuko infatti si presentò ben presto in cucina
dove Watanuki si era rifugiato come suo solito.
“Watanuki…” stranamente la sua voce si
era fatta molto dolce, non c’era più nemmeno un
po’ della sua distintiva vena sarcastica.
Il giovane cuoco però non si volse, rimase immobile a
fissare i fornelli.
“Quello che sta succedendo non è colpa tua,
nessuno ti incolpa di nulla, non io, non Himawari-chan e di sicuro non
Doumeki-kun”
“E LEI CHE NE SA?” si voltò
all’improvviso il ragazzo permettendo alla maga di vedere il
suo volto rigato dalle lacrime.
Una domanda inutile, lui stesso lo sapeva bene, Yuuko sapeva sempre
tutto, anzi lei sapeva anche di più… non
c’era da stupirsi che avesse indovinato esattamente
ciò che lo turbava da ormai qualche giorno…
La donna si avvicinò al suo tuttofare che nel frattempo si
era velocizzato nell’asciugarsi le lacrime.
Allungò con delicatezza la mano e prese fra le sue lunghe
dita il viso di Watanuki avvicinandolo al suo …era
così solito farlo che il giovane non vi faceva
più caso nonostante non potesse fare a meno di pensare, ogni
volta, che Yuuko era una donna veramente affascinante sotto tutti i
punti di vista, compresi i suoi movimenti.
“Watanuki…tu sei speciale…nessuno che
ha avuto l’occasione di conoscerti vorrebbe perderti, per
questo chi ti sta intorno cerca di proteggerti…”
“Io… non sono affatto degno di essere
protetto… provoco problemi a tutti coloro che mi circondano
con la mia sola esistenza… Doumeki continua a ferirsi per
me, Himawari-chan è perennemente preoccupata, sono sicuro di
aver peggiorato i rapporti tra Kohane-chan e sua madre e Haruka-san non
si fa più vedere nei sogni probabilmente mi odia per quello
che sto facendo passare a suo nipote…”
“Watanuki…” cominciò la donna
chiudendo gli occhi “ sei proprio uno stupido!”
“COSA??”
“Pensi che se tu sparissi tutte le persone che hai citato
sarebbero felici?”
“…no, nonostante tutto…non
penso…” rispose a bassa voce.
“E questo semplicemente perché sei loro amico, per
loro sei importante”
"E se loro si dimenticassero di me?”
“Eh?” Yuuko per una volta era sorpresa.
“Se facessi in modo loro si dimenticassero di me non
dovrebbero più preoccuparsi per me e sarebbero al
sicuro”
Watanuki aveva ancora qualcosa da imparare…e forse
era il momento di farglielo capire…pensò
la maga ascoltando le ingenue parole del suo tuttofare.
“Vuoi che ti cancelli dalla loro memoria?”
“Può farlo?”
“Certo, ma sei sicuro di volerlo?”
“Io…”
§§§
Un forte bussare alla porta lo svegliò dal suo sonno e si
trovò costretto ad alzarsi dal letto per andare a aprire
all’inaspettato visitatore.
“AH ma allora sei ancora vivo? Non rispondeva
nessuno…mi stavo…ah – Watanuki
riuscì a fermare appena in tempo il fluire di quelle parole
dalla sua bocca – beh, sei a casa da solo?”
“Ti stavi preoccupando?”
argh… bloccare la parole non era
servito….ciò non voleva comunque dire che avrebbe
assentito …
“CERTO CHE NO!! STUPIDO! PERCHE’ MAI DOVREI
PREOCCUPARMI PER TE”
“Io non dicevo di me, dicevo se ti eri preoccupato che mia
madre non ti aveva ancora aperto…” rispose con
tranquillità Doumeki, richiudendo la porta dalla quale
Watanuki era entrato
“Ma porc… possibile che sia
così idiota da cadere nei tranelli sia di Yuuko-san che di
Doumeki? E comunque da quando qua quest’idiota ha raggiunto i
livelli di sottointesi di Yuuko-san!!!”
pensò il ragazzo volgendosi verso il rivale con
un’espressione a dir poco infuriata.
“Beh che sei venuto a fare?” domandò
l’altro non curante dell’ira che l’amico
sprigionava.
Ecco… questa domanda era alquanto prevedibile, ma nonostante
Watanuki avesse pensato per tutto il tragitto a cosa rispondere non era
riuscito a venire a capo di una scusa plausibile il che portava ora ad
una scena muta alquanto imbarazzante.
“ah…beh, ecco…”
“…”
“Io…dunque…”
“Beh dato che sei qui, preparami qualcosa! Mia madre non
c’è e io ho fame”
“COSA? Dovrei andare a sfacchinare in cucina per te solo
perché tua madre non…- si fermò
realizzando le parole dell’amico - un attimo,
perché tua madre non c’è?”
“Mio padre ha avuto un incidente e l’hanno
chiamata”
“Cosa?”
Doumeki si voltò verso l’amico e vista
l’espressione di quest’ultimo si sentì
un idiota per aver detto una cosa come questa proprio a Watanuki che
per quanto tentasse di non darlo a vedere soffriva ancora enormemente
per la perdita dei genitori in quel incidente… Avrebbe
voluto tirarsi un pugno nello stomaco per la sua idiozia se non fosse
che vedere l’espressione che si era dipinta sul volto
dell’amico era cosa ancor più dolorosa…
“Non è successo niente di grave - si
affettò a dire – mi ha già chiamato
dicendo che stanno tornando”
“…meno male…”
sussurrò il ragazzo lasciandosi sfuggire un sospiro di
sollievo.
“ Bene, ho voglia di qualcosa di dolce, preparami
qualcosa…” cambiò velocemente discorso
l’arciere.
“Umph… lo faccio solo perché mi fai
pena….” Sbuffò Watanuki incamminandosi
verso la cucina … “tu torna a letto
intanto”
“Guarda che sto meglio, domani torno a scuola”
rispose l’altro.
“HO DETTO TORNA A LETTO!! Non osare disubbidire altrimenti ti
arrangi a preparati da mangiare! CHIARO?”
“ok, ok…” si arrese Doumeki tornando in
camera “ ma tu sbrigati”
“NON DARMI ORDINI!!!!” arrivò
l’urlo di riposta dalla cucina.
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Come
si vede che è una fic vecchia, eh XDD Beh spero che,
nonostante tutto, vi
ia piaciuto il capitoletto. Al prossimo aggiornamento con la
fine ^ ^
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Title: Memory ( capitolo 5 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono
proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri
Capitolo 5
Meno di un'ora dopo Watanuki aveva pronti su tavolo da lavoro una
miriade di biscotti e pasticcini dai gusti più diversi,
pronti per essere gustati con dell’ottimo tè ormai
anch’esso pronto fumante davanti all’occhi del
cuoco.
“Insomma possibile che io finisca sempre a spadellare per
quell’ingrato…beh in fondo è per questo
che sono venuto, no?" Concluse lasciandosi sfuggire
quest’ultimo pensiero a bassa voce mentre la sua mano andava
infilandosi in tasca dove teneva una piccola boccetta
dall’aspetto elegantemente elaborato….
^^^^^
“Prendi questo”disse Yuuko mettendogli in
mano una elegante boccetta “ fa bere loro il contenuto di
questa boccetta e in pochi minuti si dimenticheranno di te!”
“…ok” ripose pensieroso Watanuki
osservando la bottiglietta che teneva in mano.
“Ma ricorda…si dimenticheranno di
te…per sempre. Sei davvero deciso?”
Watanuki continuò ad osservare la boccetta finchè
strettala tra le mani rispose “Si!”
^^^^^
Ma ne era davvero convinto? Ora era ad un passo a poter rendere reale
questa convinzione, allora perché non aveva ancora versato
quel liquido nel tè già pronto sul vassoio?
Non si era già posto la domanda se rimanere solo era davvero
quello che voleva? Non si era già riposto che la sicurezza
delle persone che lui riteneva importanti aveva la precedenza? E che
avrebbe cominciato da Doumeki proprio perché era proprio lui
quello di cui gli importava meno e quindi sarebbe stato più
facile allontanarlo per sempre?
E allora perché?...perchè la sua mano tremava
mentre reggeva la boccetta da cui stava facendo scendere il liquido
magico che inevitabilmente andava mescolandosi al tè?
L’aveva fatto…ora doveva solo farlo bere a---
“Allora è pronto?” chiese
all’improvviso Doumeki entrando in cucina.
Watanuki con una velocità degna di un gatto spaventato, fece
sparire la boccetta nella sua tasca e si girò per
fronteggiare il suo “rivale”…
“NON TI AVEVO DETTO DI RIMANE A LETTO?”
“Mi stavo annoiando a stare da solo…”
ripose con la sua solita voce atona il ragazzo mentre si sedeva a
tavola pronto per essere servito.
“…” Watanuki non rispose e si
voltò verso il vassoio per prenderlo e metterlo in tavola,
ma si fermò esitando …
“Bhe allora? È pronto o no?”
“CERTO CHE E’ PRONTO !!! IO NON BATTO LA
FIACCA!!!” e detto questo portò con poca grazia il
vassoio in tavola “PREDI IN TUO STRAMALEDETTO CIBO!”
L’arciere ripose con un semplice rumore di assenso mentre
Watanuki toltosi il grenbiule si sedette sulla sedia vicina ancora con
fare infuriato dando le spalle a Doumeki.
“Tu non bevi un po’ di tè?”
chiese lui, noncurante, mentre cominciava ad assaggiare i dolcetti
preparati dall’amico.
“eh?” – il giovane cuoco si volse e vide
Doumeki che sorseggiava tranquillamente il tè –
“ah, no…io…”
“SHIZUKA!! SIAMO A CASA” la voce della madre del
ragazzo salvò Watanuki dalla ricerca di un'ennesima scusa.
“Oh Watanuki-kun che piacere vederti!”
esordì felice la madre nel vedere il ragazzo in cucina.
“Piacere mio, signora” sorrise il giovane in
riposta.
“Dove è papà?”
“Ah è andato in camera a cambiarsi”
“ah…ecco…”
farfugliò Watanuki cercando le parole giuste.
“Tutto a posto, no?” fu Doumeki però a
dar voce alla domanda che sapeva Watanuki volesse fare ma che non aveva
idea di come formulare per non sembrare un ficcanaso.
“Oh si certo” ripose la donna “per
fortuna non s’è fatto nulla, sarà solo
una seccatura riparare l’auto”
“Capisco” concluse il figlio addentando un nuovo
pasticcino mentre il volto di Watanuki tornava ad essere rilassato per
la buona notizia.
“Oh ma che buoni… dimmi li hai preparati tu questi
dolcetti Watanuki-kun?” chiese all’improvviso la
donna assaggiando una delle delizie poste nel vassoio.
“ah …eh…si” rispose leggente
imbarazzato il cuoco appena prima di rendersi conto che effettivamente
anche la madre di Doumeki lo conosceva quindi era bene anche
lei….
“Prego signora, prenda un po’ di
tè” …si dimenticasse di lui.
“Oh grazie molto gentile” ripose la donna sedendosi
per meglio assaporare la deliziosa bevanda.
Erano già passati alcuni minuti da quando Doumeki aveva
bevuto il tè, Watanuki sapeva bene che doveva sbrigarsi ad
andarsene prima che i due non pensassero di aver accolto in casa un
perfetto sconosciuto.
“Beh, meglio che vada ora” disse mentre velocemente
si avviava verso l’uscita della cucina.
“Oh vai via di già…che
peccato” piagnucolò tristemente la donna.
“Oi…aspetta un attimo” lo
bloccò la voce di Doumeki.
“Che…che c’è?”
chiese.
“Perché sei venuto?”
“Eh, beh…io…”
cominciò…
“Ma che dici Shizuka! Non c’è mica
bisogno di un motivo per voler venire a trovare un caro amico,
soprattutto se è malato, dico bene Watanuki-kun?”
“Eh? …beh…” Watanuki
sembrò pensare qualche secondo poi sorridendo
alzò il viso e con espressione tra il dolce e il triste
ripose “ Già…è proprio
così” e detto questo si affrettò ad
uscire di casa.
Doumeki dal canto suo era rimasto inebetito…era una sua
impressione o Watanuki aveva appena ammesso indirettamente che lo
considerava un CARO AMICO??
C’era qualcosa che non andava…tutto questo era
strano… troppo strano….
L’arciere si alzò con uno scatto così
improvviso che la sedia su cui era seduto cadde a terra, ma quando
questa toccò il suolo lui era già uscito di corsa
dalla cucina.
“Shizuka! Ma dove vai?”
---
Watanuki era veloce , certo, ma Doumeki lo era di più, ed
infatti riuscì presto a raggiungerlo...
“WATANUKI!”
...e a prenderlo per un braccio appena prima che potesse uscire dal
portone del tempio.
“CHE CAVOLO VUOI?” disse l’altro mentre
veniva costretto a voltarsi verso l’arciere.
Doumeki lo guardò per un lungo istante mentre il braccato
tentava di distogliere lo sguardo.
“…perchè piangi?” ruppe il
silenzio ad un certo punto
“Non sto piangendo” ripose con voce rauca il
ragazzo asciugandosi la scia di lacrime che gli rigava il volto.
“Si, come no, è inutile nasconderlo!”
disse sarcasticamente Doumeki nel tentativo di riaccendere
l’ira e le urla tipiche del ragazzo piangente che aveva di
fronte a se.
“Io non nascondo proprio nulla” proclamò
convinto guardando l’amico negl’occhi.
“E allora dimmi perché piangevi” lo
sfidò l’arciere lasciando andare la presa al
braccio.
“Perché…perché…per…quello
che succederà”
“Cosa dovrebbe succede? Yuuko-san ti ha detto qualcosa che
dovrei sapere? ”
“Eh, cosa intendi?”
“Se ti stai per andare a cacciare in qualche guaio io voglio
saperlo, chiaro? Non ho intenzione di dover venire a sapere le cose
quando è troppo tardi. Sarebbe una seccatura!”
“Una seccatura?...già. hai ragione, una vera
seccatura. Sono una vera seccatura…”
“Non tu idiota! La seccatura sarebbe doversi rivolgere a
Yuuko-san perché io non sono stato capace di salvarti con le
mie sole mani.”
“Doumeki…”
“Se non fossi in grado di pagare il
prezzo…”
“…non ce ne sarà più
bisogno…” commentò con un sussurro
Watanuki rivolgendo gli occhi al terreno.
“Uh? Che significa?”
“Niente” ripose evasivo.
“Non accetto una riposta come 'niente', mi stai nascondendo
qualcosa ed esigo sapere cosa”
La voce di Doumeki si era fatta perentoria, ma ancora più
deciso e penetrante era il suo sguardo, sguardo che Watanuki stava
evitando di incrociare…
“TI HO DETTO CHE ESIGO SAPERE!!” Urlò
Doumeki in riposta al silenzio dell’altro scuotendolo per
sottolineare la sua ferma volontà a non lasciarlo fino a che
non avesse avuto la sua riposta.
Watanuki era rimasto perfettamente immobile, anche se la presa di
Doumeki sulle sue braccia si era fatta ancora più intensa,
lui continuava a fissare il terreno senza muovere un muscolo, senza
sapere nè cosa fare nè cosa dire.
“…”
“…”
I due rimasero così per alcuni minuti avvolti nel silenzio
rotto solo da brevi soffiate di vento che alzavano le foglie sparse per
il giardino del tempio, foglie del tutto simile a quelle che
più volte si erano ritrovati a raccogliere insieme tra i
giocosi insulti e assurde richieste di cibo. Foglie che ora, Watanuki
sapeva non avrebbe più raccolto…
“Watanuki, per favore…non voglio che tu
sparisca…”
Anche lui … perché …
“Perché…sei così protettivo
nei miei confronti?”
“Perché non dovrei esserlo? Io sono in grado
aiutarti, perché dovrei negarti un aiuto che solo io posso
darti”
“Ma finisci sempre per rischiare la
vita…”
“Ma sono ancora qui, se io non ci fossi stato tu invece
l’avresti persa un sacco di volte la vita ormai, e scusami,
ma questa è un ipotesi che non voglio veder
realizzarsi…”
“Cosi mi rendi tutto più difficile,
dannazione!”
“Cosa ti rendo difficile?” Doumeki sentiva di
essere vicino alla verità, a ciò che Watanuki
stava disperatamente tentando di celargli.
“Il dimenticarmi di te…” ripose il
ragazzo sempre mantenendo caparbiamente gli occhi rivolti in basso.
“Vuoi dimenticarti di me?” chiese con autentica
curiosità, ma che forse assomigliava più a
tristezza.
“Ora non ci riuscirò più…ma
tu ci riuscirai benissimo…almeno tu…”
“Cosa? Io dovrei riuscire a
dimenticarmi…”
“…di me” concluse Watanuki riuscendo
finalmente a divincolarsi dalla stretta dell’arciere. Ma la
sua libertà non durò molto, Doumeki infatti dopo
qualche secondo di smarrimento ri-guadagnò il braccio
dell’amico costringendolo nuovamente a fronteggiarlo.
“Perché? Perché dovrei dimenticarti?
Non potrà mai succedere”
“E invece si perché hai bevuto quel
tè”
Sentendosi dire questo a Doumeki tutto fu subito chiaro…solo
una persona poteva fargli dimenticare Watanuki.
“Dov’è ora quella donna?”
“eh?”
“Dov’è Yuuko-san? Non so cosa tu abbia
mischiato a quel tè, ma qualsiasi cosa fosse te
l’avrà dato di sicuro lei! Voglio sapere
dov’è ora!”
“Non lo so, mi ha detto che se ne sarebbe andata per qualche
giorno”
“Tra quanto dovrei dimenticarmi di te?”
“Cosa?”
“Ti ho chiesto quanto tempo ho prima di dimenticarmi di
te!”
“Beh Yuuko-san diceva che sarebbero bastati non
più di 10 minuti…”
Doumeki voltò subito gli occhi all’orologio e dopo
un rapido sguardo sembrò rilassarsi di colpo, tanto da
lasciare andare anche il braccio di Watanuki…
“Doumeki?”
L’arciere non rispose, alzò gli occhi verso il
ragazzo guardandolo senza che il suo volto lasciasse trasparire alcuna
emozione…
L’aveva dunque dimenticato sul serio…se
così fosse doveva andarsene, doveva scappare il
più lontano possibile per impedire che si ritornasse a
commettere lo stesso “errore” di
conoscersi…Si, doveva andarsene…doveva farlo ora,
subito…ma perché mai le sue gambe rifiutavano di
muoversi? Perché si sentiva come piantato al terreno neanche
fosse un albero secolare dalle radici lunghe un
chilometro…Perché tutto all’improvviso
si sentiva …solo…?
“Sei uno stupido!”
“Eh?”
“Il più stupido imbecille che io
conosca” per mia fortuna …aggiunse
solo nella sua testa.
“Tu…ti ricordi ancora di me?”
"Si, idiota, ed è già passata quasi
mezz’ora da quando ho bevuto quel tè!”
“Eh? Ma come? Yuuko-san aveva detto che…”
“Se non ci arrivi ancora sei proprio
tonto…”
“TU! Come osi?” urlò alzando le braccia,
agitandosi come suo solito.
“Ti ha fregato!”
Watanuki si fermò con le braccia a mezz’aria.
“Fregato?” ripete incredulo.
“Esatto…Fregato! Ingannato, preso per i fondelli,
raggirato, preso per il cu…”
“SO BENISSIMO COSA VUOL DIRE!!! Non occorre essere
scurrili!”
“Ok , era per essere chiari…”
Nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso di fronte all’altro,
ma entrambi si erano trovati a provare di colpo un gran
sollievo…
“Questa Yuuko-san me la paga alla grande! Non gliela
perdono!!”
“Dovresti ringraziarla invece, se non ci fossi più
io a salvarti la pelle ci rimarresti secco in meno di un
minuto”
“Non osare! Si da il caso che io non abbia affatto bisogno di
te!”
“Si si certo, a proposito, domani torno a scuola, preparami
dei tamagoyaki, l’altra volta non li ho gustati come si
deve”
“COOOOOOSAAAA?” ecco il solito, caro e vecchio
Watanuki tornare a galla…per Doumeki vedere il suo amico
comportarsi come al solito era la migliore medicina “NON
PRENDO ORDINI! E poi oggi è domenica e non ho uova fresche
in casa, quindi te li sogni i tamagoyaki!” concluse urlando a
tutto spiano e uscendo fumante di rabbia dal portone del tempio.
Doumeki non potè evitare di farsi sfuggire un sorriso
divertito nel guardare la figura dell’amico che si
allontanava.
La madre del giovane arciere che aveva assistito alla scena da lontano,
si era ora avvicinata al figlio con fare preoccupato.
“Shizuka che è successo? Avete litigato?”
“No…abbiamo fatto pace” rispose.
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