Scoprendo Alex.

di Melmon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Josef Kostant ***
Capitolo 2: *** Sarah, telefonate e ... fuoco! ***
Capitolo 3: *** Guardiana. ***
Capitolo 4: *** Nuovo inizio. ***



Capitolo 1
*** Josef Kostant ***


Sentivo i suoi occhi addosso, quello sguardo assassino risalire la mia schiena nuda lasciata libera dall’elegante vestito da sera, un brivido mi percorre veloce ma non è né di paura né di eccitazione. Quel essere mi disgusta, quasi quanto sapere cosa è e cosa ha fatto, sono qui per fermarlo. Se solo prova a sfiorarmi con un dito non m’importa dove siamo, non importa la carneficina che ci potrà essere, io lo ammazzo!
Metto su la mia maschera da brava multimiliardaria carina ma spietata e mi giro facendo vagare lo sguardo su tutta la sala, quanti come lui ci saranno?
L’ispezione continua mentre sorseggio l’ennesimo drink.
Evito di stritolare la mano a un altro idiota, che come altri, non sa dove si trovano i miei occhi, purtroppo devo sopportare, lo spettacolo deve andare avanti!
Sorrido, passo volentieri da stupida oca per poi uscirne con una massima cosi da lasciare spiazzato il tipo so tutto io di turno per poi passare a un'altra vittima, il tutto in un costoso vestito da sera, dei tacchi che mi stanno uccidendo e un cerchio alla testa.
Karol mi presenta una giornalista, Beth Turner, ed è la prima persona vera che noto qui dentro, chiacchieriamo del più e del meno per una decina di minuti, la prima conversazione sensata della serata e non mi vergogno nel farglielo notare. Dopo questo intervallo in cui ho abbassato le difese, vedo la vittima prescelta e un suo amico osservarci da lontano.
L’amico si avvicina e bacia Beth.
– Alexandra White, Mick St. John il mio fidanzato.
– Piacere di conoscerla.
– Oh il detective carino il piacere e tutto mio! Quindici minuti sono bastati per tessere le sue lodi. In certe occasioni lo spettacolare tra ragazze e l’unica cosa che anima la serata.
– La festa l’ha annoia cosi tanto?
– Non è la festa ad annoiarmi ma i suoi invitati.
– Cos’anno che non vanno i miei invitati?
– Nulla per carità, sono solo ricchi uomini d’affari pieni di se e di nient’’altro.
– Molto donne farebbero la fila per essere al suo posto milady.
– Io non sono molte donne. Questi uomini credono che il mondo sia ai loro piedi, lo credono da cosi tanto tempo che hanno smesso di lottare, di guadagnarsi quello che hanno. Sono abituati a comprare tutto ma con i soldi poi comprare la compagnia e il corpo di una donna ma il rispetto, la fiducia, la lealtà e l’amore di una vera compagna non possono essere comprati. A mio parere una donna degna di tale nome va conquistata con ogni mezzo e più della metà dei suoi ospiti non lotterebbe per un briciolo di pane figuriamoci per una donna! Spero di aver chiarito tutte le sue perplessità signor Kostan.
– La prossima volta la lista degli invitati sarà più scrupolosa.
– Spiacente deluderla signore, uomini degni di tale rango e tale nome sono in via d’estinzione.
– Le auguro di trovarne uno. Miss?
– Alexandra White. Stia tranquillo se un uomo del genere non esiste, posso sempre addomesticarne un’impresa ardua ma non impossibile le garantisco.
Beth e Mick sono rimasti in silenzio ad ascoltare il mio battibeccare con il grande Josef Kostan.
Una mano scivola lentamente sulla mia schiena, per sua enorme fortuna si ferma dopo poco, un altro millimetro è gli avrei spezzavo le dite per giocarci a Shangai mentre il suo sangue avrebbe saziato alcuni degli invitati. Non ho bisogno di voltarmi per sapere chi è il proprietario di questa lurida e fredda mano, senza volerlo sbotto un: – Parli del diavolo … interrompo la frase sorseggiando il drink che fino a questo momento avevo in mano e poi sfodero uno dei miei soliti finti sorrisi, che lui crede autentico, e lo saluto amabilmente.
– Salve Sam!
Il mio piede tamburella veloce e sempre più vicino al suo, ma l’idiota non capisce la velata minaccia, come potrebbe d’altronde? Quell’unico neurone che ha lo sta usando per cercare di far colpo su Josef usandomi come trofeo, purtroppo per lui nessuno mi ha ancora vinto e nessuno avrà mai il privilegio di sfoderarmi come un trofeo, sono un essere umano ma sempre che qualcuno se ne sia dimenticato! La presa sulla mia schiena non demorde, anzi scende, continua a parlare con le persone che ci circondano ignorandomi del tutto.
– Anche noi abbiamo avuto lo stesso problema con le nostre industrie ma per fortuna la mia Alexandra è brava a risolvere questi problemi.
Alla parola “mia” quasi mi strozzo con il drink, mi riprendo velocemente come mio solito, sono abituata a cadere in pieni io, e poi prendo la parola.
– Sam è la dimostrazione vivente della mia tesi precedente, tesi che purtroppo non ha ancora immagazzinato del tutto ma che provvederò personalmente a fargli entrare in quella zucca vuota: le industrie sono mie e preferisco diventare un’acida vecchietta con trenta gatti che essere la tua Alexandra. Ora vogliate scusarmi, ma mi serve qualcosa di più forte!
Spedita e fiera di me stessa lascio lì quell’idiota a balbettare scuse mentre mi dirigo al bar e mi faccio servire un altro drink.
Mi dirigo in bagno e mi rinfresco il trucco, anche se impeccabile, Beth entra poco dopo cosi ne approfitto per un rapido controllo.

Il suo Mick è molto carino e simpatico ma non posso fidarmi, anche lui è un vampiro e forse Beth è la sua feshie, se fosse cosi, mi dispiacerebbe tanto sembra una ragazza cosi in gamba! Da quello che riesco a vedere, non ci sono segni evidenti di morsi né sui polsi né sul collo, ma è il suo ragazzo avrebbe potuto morderla in altri intriganti posti …
– Questo Sam ti sta proprio sui nervi?
– Non ha ancora capito che ho un cervello mio e che se per dieci anni gli ho servito un bel due di picche, solo perché siamo in pubblico, non significa che le carte cambino!
– Da cosi tanto?
– Sì, dieci anni di torture e agguati, credimi ho provato con le buone ma c’è un limite a tutto! E’ arrivato a farmi scenate di gelosia perché uscivo con il mio fidanzato!
– Il tuo fidanzato non ha risolto?
– Purtroppo non è durato allungo neanche lui, con gli uomini casco male forse per questo sono brava negli affari.
– Non ti abbattere l’uomo ideale è dietro l’angolo!
– Per te è stato cosi? Mick è un attimo candidato.
– Si ed è mio.
– Tranquilla non m’interessano gli uomini occupati ma se si libera ...
Uscite dal bagno ci rechiamo in veranda, stringiamo subito amicizia e concordiamo di vederci per un caffè il giorno dopo.
Siamo ancora fuori, ho le spalle rivolte alla ringhiera e ammiro dentro, Josef sembra a proprio agio tra tutta questa gente, tutti sembrano a proprio agio tra quelli che dovrebbero essere solo dei lauti banchetti su due gambe!
Come hai fatto a innamorarti di lui?
Certo non posso negare che abbiamo un suo fascino, è sicuro di se, a vederlo cosi sembrerebbe un attimo partito: ricco, affascinante un vero e proprio don giovanni ma tu sapevi la realtà, lo avevi scoperto, perché è finita cosi?
I suoi occhi tornano a fissare i miei, almeno nel momento in cui i miei sorreggono il suo sguardo, non appena la mia attenzione è rivolta altrove i suoi occhi scruteranno il mio corpo come prima, come qualsiasi altro uomo stia facendo in questa sala.
Mick recupera la sua dama ed io sorridendo resto ancora un po’ qui fuori al balcone, cerco di calmarmi, respiro profondamente aria fresca ed evito di dar retta all’istinto che sta urlando di far smettere a questi idioti di divorarmi con gli occhi.
La mia mente cerca angoli più remoti e tranquilli per farmi sentire bene e trovare la forza per continuare questa sceneggiata, estraniandomi dal mondo che mi circondo.
Per le persone sono solo una ragazza che ammira il panorama mozzafiato. In realtà ora io sto giocando in verdi pascoli, cavalco nella prateria per raggiungerti e finalmente essere felice, involontariamente chiudo gli occhi e sorrido, farei volentieri a cambio con la realtà.
Una presenza maschile si affianca a me, resta in silenzio, per poi accostarsi e appoggiarsi anch’egli alla staccionata ad ammirare il panorama.
– Da quando tempo sei qui?
– Una decina di minuti.
– Il panorama è stupendo.
– Non è quello che ammiravi.
Apro gli occhi, ha ragione e forse è l’unico che si è accorto.
– Come …
– Avevi gli occhi chiusi e sorridevi, sembravi felice, non è merito della festa o mio quindi ...
– Signor Kostan devo ammettere che lei è un ottimo osservatore.
– Grazie ma chiami pure Josef.
– Scusa non volevo ignorare del tutto la tua festa.
– Dove eri? 
– Solo nelle campagne in cui sono cresciuta, non c’era molto con cui divertirsi, niente tecnologia o feste cosi sfarzose ma lì sono stata veramente felice.
Non gli chiedo se anche lui ha un posto del genere, so che mentirebbe, in 400 anni di posti ne avrà visti tanti, sono sicura che lo rattristerebbe anche se mi mentirebbe, amabilmente, ma provagli tristezza a che servirebbe?
Certo ho intenzione d’impalettarlo e prendermi il tempo necessario per ucciderlo ma questo non vuol dire che io sia spietate e che devo farlo soffrire per nulla. Gli sorrido e lascio cadere nel vuoto il discorso per poi staccarmi dalla ringhiera. Porto le braccia a stringermi il corpo, solo ora mi rendo conto del vento freddo che si sta alzando, ma non ho molto voglia di rientrare nel caos.
Come se mi leggesse nel pensiero, anche se sono sicura che i vampiri questo non possono farlo, mi poggia la sua giacca sulle spalle e mi sorride. Ok altro punto a suo favore sorella!
– Avrei voluto esserci.
Non capisco questa sua frase, resto a osservarlo un po’ incerta, lui continua il discorso come se nulla fosse.
– Avrei voluto essere lì con te, questo mondo annoia facilmente e i ricchi miliardari soffrono spesso di solitudine, in un luogo del genere ci sarebbero tante nuove cose da provare.
– Soffri di solitudine?
– Avvolte anche se so che non si direbbe, sono sempre circondato da persone, belle donne e posso avere tutto ciò che voglio, ma è cosi.
– Si può essere in centro città allora di punta e sentirsi soli come se si fosse nel deserto.
– Noi poveri multimiliardari …
– Beh siamo bravi a sopravvivere, io corro con la memoria a giorni più felici e senza responsabilità e tu …
– Organizzo party noiosi per darti un’occasione per scappare via.
– Non affaticarti poi cosi tanto, non ci vuole molto a convincermi!
– Peccato …
– Josef ci stai provando?
Dritta al sodo, come mi dici di non fare mai, i ragazzi scappano se li metti alle corde, ma buon per me io non cerco un ragazzo ma un uomo abbastanza forte da riuscire a tenermi testa.
– Non saprei … ho qualche opportunità?
– Non saprei ….
Scoppiamo a ridere entrambi.
– Che ne dice se pensiamo al lavoro?
“Che sono molto delusa?” penso prima ancora di rendermene conto, rimando indietro questa idea per risponderci con un semplice: – Possiamo provarci se vuoi …
Mi stringo di più nella sua giacca, continuo a ridere e ritorno a scrutare l’orizzonte.
– Direi che è tempo di rientrare, sto monopolizzando il padrone di casa chissà che penseranno …
– Che sono un uomo molto fortunato lo sanno già ma di sicuro le invitate ti odieranno per questo.
– Oh come potrò continuare a vivere con un tale peso? Comunque lo facevano già …
– Beh allora non ci saranno problemi.
– Si è fatto tardi devo andare.
– Ti accompagno dal tuo cavaliere.
– Impossibile, non ne ho uno!
– Sei qui da sola?
– Teoricamente è Sam, ma non mi piacciono le teorie.
– Vuol dire che sarò lieto di accompagnarti.
– Grazie ma devo rifiutare ti ho già trattenuto abbastanza.
– Lascia almeno che il mio autista sia a tua completa disposizione.
– Josef …
– Non accetto un no come risposta!

Cosi il tuo autista mi riporta a casa, una mediocre villetta nella zona vip della città.
Neanche entro in casa che mi sbarazzo del mezzo di tortura legale che ho hai piedi: le scarpe!
In camera mi sbarazzo del vestito per una più comoda vestaglia per poi passare in bagno. Mentre l’acqua scorre, accendo la radio, passo in cucina e recupero della semplice acqua con ghiaccio, per stasera ho bevuto fin troppo alcool, poi finalmente m’immergo nell’acqua calda. Lì mi dedico nel meditare sull’intera serata: avevi ragione tu.
Questo Kostan si è rivelato, almeno all’apparenza, un brav’uomo, beh meglio dire un bravo milionario pieno di se. Se non sapessi della sua vera natura mi sarebbe addirittura simpatico!
Devo scoprire ancora tante altre cose su di lui e il tempo scarseggia, prima ti trovo e meglio è.
M’infilo il pigiama e mi accoccolo tra le coperte, ho appena fatto il mio giro di ronda per la casa e tutto è al suo posto, ho inserto l’allarme e credimi anche un super vampiro faticherebbe a eluderle e se realmente ci riuscisse ci sarei io con un paletto in una mano e un’antica spada nell’altra.
Sorrido chiudendo gli occhi, presto potrò vederti realmente.
Ed eccomi correre verso la nostra casa nell’immensa distesa di verde della nostra campagna, tu sei lì dentro e vorrai sapere tutto sulla serata. Come sempre corro da te, passare la notte con te è il mio modo di ricaricarmi, corro tra l’erba alta finalmente libera, nei sogni lo siamo tutti no?
– Com’è andata?
– Neanche un ciao?
– Ciao! Com’è andata?
– La serata è stata uguale a tutte le altre, soliti palloni gonfiati in giacca e cravatta, senza contare Sam … Ma questo non t’interessa. Tu vuoi sapere se l’ho incontrato vero?
– Raccontami tutto.
– Va bene, l’ho incontrato e a dirla tutta non è spregevole e malvagio come mi ostinavo a credere. E come lo hai sempre descritto, almeno fisicamente, mi sono anche divertita a parlare con lui!
– Avete battibeccato vero?
– Ovvio sai come sono, ma lui è stato al gioco. Mi ha anche fatto riaccompagnare dal suo autista in limousine! Poteva risparmiarselo.
– Ma ciò ti ha colpito molto, non puoi nascondermelo.
– Ha fatto l’effetto desiderato, nonostante tutto anch’io sono una donna!
– Nessuno lo mette in dubbio. La tua prossima mossa?
– Che domande trovarti, ovvio!
– Ma se non …
– Niente ma. Sono anni che ti cerco e ora sei ad un passo da me. Non mi arrendo adesso e neanche tu poi farmi cambiare idea. Non vuoi potermi abbracciare nella realtà, nel mio mondo?
– Che razza di domande fai! Certo che ho voglia di tornare nella realtà e ti assicuro poterti abbracciare e solo una delle tante cose che ho voglia di fare in tua compagnia ma non voglio sacrificare neanche una parte della tua realtà per questo.
– Io non sto sacrificando nulla, anzi mi diverto parecchio e imparo tantissime cose nuove!
– Devi prepararti sorellina.
– Sono qui da pochissimo
– lo sai che non serve fare storie, eri stanchissima e hai dovuto riposare tanto.
– Uffa! Anche questo è colpa sua, sappilo!
– Come vuoi ma ore vai.
– Ci sarai domani? Prometto di non stancarmi troppo.
– Io sono sempre qui lo sai bene.
– Allora io vado.
La stanza in cui ci troviamo inizia ad avere dei contorni sempre meno netti, i colori si confondono tra di loro, questo significa che il mio tempo qui sta realmente finendo, devo uscire dalla casa per svegliarmi.
– Josef.
– Scusa?
– Ora si fa chiamare Josef Kostan. Dalle mie indagini non frequenta nessuna.
– Non sai raccontarmi bugie Alex.
– Tecnicamente è la realtà, non frequenta nessuna umana o vampira che tu voglia, le uniche donne sono fresie! Io non le calcolerei come pericolose, sono alla stregua di un menu d’asporto …
– Sai essere molto convincente …
– C’era una donna con cui si è intrattenuto parecchio, oltre a me, ma frequenta già un suo vampiro …
– Domani mi racconterai tutto.
–  Non combinare casini mentre sono via.
– Qui non può succedermi nulla, tu piuttosto fai la brava.
– Come sempre. A domani Sarah!
Appena chiudo la porta alle mie spalle, la casa inizia a sparire, lentamente apro gli occhi per trovarmi nel mio letto, nella mia stanza e anche stavolta da sola. Resto tra le calde coperte ancora un po’, la giornata e appena iniziata ma non ho voglia di lavorare.
Vorrei poter tornare da Sarah, ma anche restando tutto il giorno a dormire so perfettamente che ciò accadrà solo a notte inoltrata. Sarah Whitely l’unico membro della mia famiglia da cui ho ricevuto amore, strano perché è in coma da 50 anni. Charles Fitgeral alias Josef Kostant cerco di vampirizzarla quando lei aveva 20 anni, io non ero ancora nata all’epoca, qualcosa andò storto e lei cadde in un coma profondo da cui potrebbe non svegliarsi mai. Io non sapevo dell’esistenza di Sarah, anche se la mia famiglia l’ha sempre cercata, non ha mai rinunciato o perso la speranza di riottenere almeno il suo corpo. La verità però è stata celata a molti, perfino alla stessa Sarah. I miei parenti, la mia famiglia nascono con un compito: proteggere.
Non tutti però accettano questo ruolo, non tutti hanno le stesse capacità o propensioni per un determinato compito ma come si soul dire l’unione fa la forza!
Cosi più come un’organizzazione che una famiglia, lavorano per proteggere le persone ed eliminare il male in qualunque forma esso si presenti. Non tutti accettano il loro ruolo o quello delle persone che amano, cosa che fece mio zio, il padre di Sarah, si allontanò dalla famiglia e cosa grave nascose la verità a Sarah. Io sono nata precisamente 25 anni fa, il mio compito è di sconfiggere i vampiri, il mio destino, destino che avrei condiviso con Sarah se solo lei avesse saputo. Da 25 anni lei mi è accanto nell’unico modo che può, nei sogni, mi ha sostenuto più lei che le persone che mi circondano. Abbiamo scoperto la verità insieme e insieme la stiamo affrontando, anche se c’è un punto che entrambe non condividiamo: il suo ritorno.
A lei non importa, a me invece più di qualsiasi altra cosa tanto da focalizzarmi su ciò da anni senza lasciar molto spazio ad altro.
Voglio poter vivere felice, voglio l’unica famiglia che io considero tale e per farlo ho bisogno di scoprire dove sia il suo corpo, lo farò a costa di dover estorcere l’informazione con la forza da Josef. La ricerca di Charles è stata ardua, i vampiri si spostano spesso, cambiano nome e abitudine molto volte nella loro esistenza tanto da diventare abilissimi nel nascondere le loro tracce e per mia sfortuna lui lo faceva da 400 anni. Alla fine lo trovato, non so neanche io di preciso com’è successo, ma che importanza ha? Sarah è sempre più vicina, questo è importante, questo è l’unica cosa che conta.

Angolo dell'autore:
Vado di corsa!
La storia dovrebbe partecipare hai Nesa, se riesco a pubblicarla tutta entro domani ... Questa è una storia che ho scritto tanto tempo fa, un pò rivista perchè il finale non mi convingeva ...
Scusa eventuali errori, vi assicuro che ho controllato mille volte.
A presto!

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Capitolo 2
*** Sarah, telefonate e ... fuoco! ***


Pigramente mi trascino fuori dalle coperte e infilo la tuta, inizio i miei quotidiani allenamenti nella palestra personale al piano di sotto. Le mie solite tre ore di allenamento però sono interrotte dallo squillo del cellulare, scatto a rispondere ma non riconosco il numero.
– Pronto?
– Parlo con la signorina Alexandra White?
– Sono io, lei invece è?
– La segretaria del Signor Kostan, attenda in linea prego.
Aspetto in linea anche se il sangue stava per iniziare a ribollire nelle vene, come cavolo ha fatto ad avere il mio numero di cellulare? E’ un numero strettamente riservato, in pochi possono permettersi di conoscerlo e lui l’ha senza problemi?
– Pronto?
– Salve! Desidera?
– Sempre cosi a prima mattina?
– Fino a due minuti fa stavo bene a dire il vero…
– Allora o sono io o ho interrotto qualcosa …
– Entrambe dire. Posso sapere come hai ottenuto questo numero?
– Ho i miei trucchi.
– Anch’io e per questo chi è stato la pagherà cara!
– Colpa mia ma è per una buona causa.
– Puoi fare in fretta non sei l’unico a dover mandare avanti un’industria!
– Sei libera per il pranzo?
– Dritto e coinciso. A cosa devo questa richiesta?
– Stamattina nella mia bella e lussuosa limousine ho trovato qualcosa che ti appartiene …
– Ah … la borsetta …
– Già, allora?
– Si sono libera.
– Vengo a prenderti in ufficio.
– Tutto questo caos per una borsetta? Poi farmela recapitare in dieci modi diversi ...
– Ma non altrettanto piacevoli.
– Mr. Kostan non si sta prendendo un po’ troppe libertà?
– Siamo al Mr ora? Come vuole Miss, l’importante e poter uscire a pranzo con lei Miss.
– A dopo Josef.
– Non lavorare troppo.
– Neanche tu.
Riattacco e ormai l’allenamento è bello che andato, la mia concentrazione non esiste più.
Come ho potuto dimenticare la borsetta? Non me ne sono accorta, io non faccio questi errori, ok ieri ero un po’ frastornata dalle novità ma non è la prima volta. Spero che non l’abbia aperta altrimenti sarò costretta a bruciare i tempi. La giornata lavorativa scorre veloce, niente di nuovo, la solita routine. All’ora di pranzo la mia segretaria mi avvisa del suo arrivo, lo faccio accomodare nella sala convegni mentre io finisco una telefonata. Passo i restanti quindici minuti in una noiosissima conversazione per poi chiudere solo innervosita e nessun altro, mi dirigo nell’ufficio e prima di varcare la porta faccio un bel respiro profondo.
– Mi scusi Mr. Kostan ma certi uomini d’affari credano che una donna non sappia dirigere un’agenzia di queste dimensioni Una noia avere a che fare con uomini come lei.
– Chi le dice che negli affari come nella vita io sia cosi. E poi non ci davamo del tu?
– Se proprio devo. Spero che la tua permanenza qui sia stata gradita.
– Si, le tue segretarie hanno reso piacevole l’attesa.
– Si guadagnano bene lo stipendio.
– Usciamo?
– Si.
Prendo la borsa. Percorro la strada fino al mio studio, dove lui, da vero gentlemen, mi apre la porta, in questo gesto riesco a vedere tutti i suoi 400 anni, la galanteria è davvero morta! Peccato che sia un vampiro …
Questo pensiero mi turba un pochino, non posso iniziare a vederlo diversamente da un vampiro succhia sangue a tradimento, da un essere spietato che si nutre di altre vite per condurre la sua, dall’uomo che mi ha portato via Sarah.
Mi giro e lui è ancora qui, ignaro di tutto, la mia vita è al sicuro? La tua vita è al sicuro? Se t’impaletto ora non avrò tutte le informazioni che di certo tu hai in tuo possesso, sai dove è Sarah, lei mi racconta che a volte sente la tua presenza al suo fianco.
Sei davvero innamorato di lei a tal punto di continuare a vegliare il suo corpo per tutti questi 50 anni?
Il fatto che sia viva dice tanto ma anche niente, i dubbi, le domande senza risposta sono cose che odio. Mi riprendo e afferro la mia borsetta per poi tornare verso la porta, tu sei ancora fermo e per una frazione di secondo ho l’impulso di far scivolare la mia mano all’interno del cassetto più vicino e impugnare un bel paletto.
Il paletto t’immobilizzerebbe e potrei ottenere le mie informazioni comunque.
Sorrido invece quando mi porgi la borsetta che avevo ieri sera.
– Dimmi che non l’hai aperta.
– La tentazione è stata forte, scoprire l’enorme mistero di ogni donna, ma non l’ho fatto sta tranquilla.
– Perché no?
– Ci sono misteri che mi piacciono non svelare.
– Le donne in generale o una in particolare?
– Le borse in generale.
Ok mi sto divertendo ad amoreggiare con il vampiro che mi rubo Sarah, anche se non ero ancora nata e Sarah era consenziente, all’epoca non aveva tutti i dati, all’epoca non sapeva la verità, Josef non era ancore Josef.
Il pranzo scorre piacevolmente, mi ha portato in un localino appartato e non molto frequentato dove si mangia bene. I vampiri non mangiano e avere un invito fuori e stato strano, resto, però sbalordita dalla disinvoltura riesce ad evitare di mangiare, lascio cadere la questione. Il tempo scorre ed io voglio trovarti, ora più che mai, ora che la soluzione e a pochi passi. Sorrido dolcemente, lascio correre la discussione, lascio passare il tempo ripetendomi che presto potrò davvero abbracciarti. Il pranzo è finito, mi riaccompagna in ufficio, dove resto lo stretto necessario perché lui vada via, durante il pranzo ho trafugato un bicchiere per analizzarlo. Certo il suo sangue non può dirmi nulla, non è suo da 400 anni … ma le sue impronte digitali posso tornare utili cosi mi dirigo nel mio laboratorio top secret.
Come potevo prevedere le sue impronte non mi dico nulla, che era bravo nel nascondersi lo sapevo già a mie spese, ma dovevo provare anche solo per la piccola probabilità che una volta in 400 anni tu sia stato talmente umano da commettere un errore. Gli uomini commettono errori, anche se con i milioni che ti ritrovi e il tempo dalla tua hai avuto tutte le opportunità per cancellare o rimediare. Chissà se consideri Sarah un tuo errore. Lei ti ama davvero, non ti ha mai incolpato di nulla, non ha mai parlato male di te. Io ho davvero provato a odiarti con tutta me stessa, lei non mi ha mai permesso di farlo realmente.
Sbuffo e come sempre in questi casi inizio a camminare su e giù per la sala, potrei consumare il pavimento per il tempo che trascorro in questo esercizio, ma non posso evitarlo, non riesco a stare ferma, sei a due passi e dopo tanto tempo e tanto sforzo non riesco a trovarti. Altro modo per distrarmi sarebbe uscire ma ti ho promesso di non stancarmi ed ho voglia di stare più tempo con te cosi rimando la mia serata di pura follia a domani e mi dedico alle faccende domestiche. Certo la mia domestica e brava, la villa ed enorme ed io sono una scansafatiche, pigrona capace solo di sporcare e non di rimettere a posto cosi ho assunto un’intera squadra di pulizie che all’occorrenza mi rinnova casa. In una giornata no come questa sarei capace di distruggere la villa, di farla soccombere sotto il caos!
Non volendo mi addormento sul divano e quando mi accorgo di ciò, sono già da te, non voglio svegliarmi per recarmi sul letto, non voglio lasciarti e perdere tempo cosi resto sul divano consapevole che mi risveglierò con il mal di schiena, ma vale la pena. Questa con te è una delle più belle serate che io abbia mai passato, sentirmi a casa in mezzo a tutto questo caos fa bene al cuore. Il tempo però passa velocemente quando sei felice ed io ora sono super felice, non faccio in tempo a godermi la tua presenza, la tua risata, i tuoi consigli e il tuo affetto materno che la realtà bussa di nuovo e a malincuore come sempre devo dirti arrivederci. Quando odio doverti lasciare, essere costretta da qualcosa più forte di me a lasciarti, a non avere cinque minuti di più, a non poterti sentire sempre e comunque.
Come previsto la schiena mi duole e la giornata si prospetta storta già da ora, purtroppo ho un’industria da mandare avanti almeno fin quando non ti avrò al mio fianco, poi posso anche ritirarmi, saremo solo noi e tanti, tantissimi soldi da sperperare e divertirsi. Continuare a sgominare il male e un lavoro a tempo pieno, noioso e faticoso alle volte, ma qualcuno deve farlo e quel qualcuno purtroppo oggi sono io. La mattina lotto contro idioti uomini d’affari e la notte lotto contro demoni succiasangue, non so mai decidermi quali sono i peggiori …
Nel pomeriggio mi scontro con Beth, la sua compagnia mi tira su di morale, questa ragazza mi piace, anche se sono costretta a fare indagini sul suo fidanzato investigatore privato.
La lascio andare al giornale mentre io mi fiondo a casa, prima di uscire nuovamente devo assolutamente concedermi un bagno rilassante, devo ricaricarmi per una serata di “lavoro”.
M’infilo il primo vestito che trovo e scendo, la macchina mi aspetta e mi conduce in un locale notturno, la cosa che odio di più degli uomini d’affari idioti sono gli uomini d’affare idioti che tendono di passare per fichi. Nel marasma del locale intravedo più di un vampiro, il locale seme buio, l’alcool, la droga che potrebbe girare, mordere una giugulare diventa un gioco da bambini. Istintivamente copro la mia di giugulare, cerco vie di fuga e sistemi d’allarme, in un attimo succede un caos, un vampiro morde il collo di una bionda, la sua amica urla, tutti corrono mentre io resto ferma e cerco di capire come mettere in salvo tutto questa gente. Nel momento più opportuno piazzo un paletto nel cuore del vampiro che ha appena rischiato di svelare la loro esistenza al mondo intero, faccio scattare l’allarme antincendio, gli taglio la giugulare con un movimento veloce e preciso, gli svuoto addosso tutto l’alcool presente sul tavolo e gli do fuoco. Non ci ho messo molto, sono veloce e precisa merito delle lunghe ore di allenamento, ma devo spiegare perché ci ho messo tanto a uscire, sono bagnata dalla testa hai piedi e fuori sento già le sirene dei vigili del fuoco, il fumo si addensa ma uscire non è un problema, aspetto ancora un attimo e non appena il primo vigile del fuoco inizia a scendere le scale mi avvio verso di lui. Ho strappato il vestito in vari punti e rotto il tacco di una delle mie scarpe, dirò di essere caduta, spinta dalla folla, ho cercato di rialzarmi ma il tacco si era incastrato cosi ci ho messo un po’ a salvarmi da sola. La ragazza ferita non ha visto nulla di preciso, è ubriaca e drogata, la colpa cade sull’uomo senza identità vittima nell’incendio, beh la colpa è realmente sua!
Un enorme problema sorge quando il mio naso capta odore di morte, non un odore di morte qualunque ma di un vampiro ultracentenario di mia conoscenza, che ci fa lui qui? Lo vedo avvicinarsi all'ambulanza, ho una mascherina d’ossigeno e sono sporca di fumo, non ho le scarpe e il vestito armai è da buttare, farmi vedere cosi da lui mi ha sentire strana, in imbarazzo, lui è perfetto nel suo completo mentre io faccio letteralmente schifo. Mi osserva, in questo momento non noto la differenza tra di lui e gli altri uomini che mi circondano, so bene che sono capaci di nascondere, mimetizzarsi bene con l’ambiente ma la differenza resta colossale. Anche se so che se vorrebbe ora potrebbe già essere saziato con il mio sangue non vedo nei suoi occhi la stessa voglia di sangue dell’animale che ho sterminato, sa bene come comportarsi. Lo osservo studiandolo come lui sta facendo con me per il resto restiamo in silenzio.
– Signorina a prima vista lei non ha nulla di grave ma le consiglierei di passare la notte sotto osservazione. 
– La ringrazio ma non c’è ne bisogno, vorrei tornare a casa, le assicuro che al primo malessere chiamerò il mio dottore e che passerò nel suo ufficio domani mattina.
– Se insiste.
– Grazie.
– Ti serve un passaggio?
– Sono venuta in limousine grazie.
– Hanno allontanato tutte le vetture.
– La mia auto non era qui, devo solo chiamare il mio autista. Il cellulare e nella borsa che è rimasta sul tavolino che con molte probabilità è andata a fuoco.
– La mia auto è dopo la barricata.
Mi dice porgendomi la mano per scendere dall’ambulanza.
Staccagli la testa al momento non m’interessa, non po’ sembrarmi solo umano, lui è l’essere spietato che mi ha portato via la mia Sarah. Sono nella sua auto che veloce mi riporta a casa, l’odore del fresco, il vento che mi schiaffeggia il viso porta lontano l’odore acre del fumo, l’odore di decomposizione, tutto è lontano. Mi riporta a casa, in un luogo freddo di mattoni che non hanno significato, non hanno un’anima, la mia casa, la mia vera casa è lontana mille miglia tra gli alberi e campagne, lontano dal mondo ma non dal mio cuore.
– Siamo arrivati.
– Grazie Josef.
Scendo dall’auto e in silenzio attraverso il cancello prima di … non è qualcosa di preciso ma una sensazione, una strana sensazione gelida, esco e lo inseguo. Seguire un uomo non difficile con un vampiro la cosa diventa solo un po’ più complicata per via dei sensi più sviluppati ma a complicarmi il lavoro è il fatto è che lui sia in auto ed io a piedi. Complicato ma non impossibile!

Angolo dell'autore:
Aggiorno nuovamente sempre per poter partecipare hai Nesa.
Domani altri due capitoli!

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Capitolo 3
*** Guardiana. ***


Lo seguo e lo vedo dirigersi ed entrare nella sua villa, l’ufficio è illuminato, qualcosa non va ora ne sono certa. Seguo Charlie, l’allarme di Josef deve per forza aver suonato ma non può rivelargli del tutto il caos in cui si sta per immergersi. Resto indietro mentre lui entra e affronta i vampiri che stanno giocando a carte, vuole suicidarsi per caso? Lo vedo puntare un’arma addosso a Josef, idiota com’è sarebbe capace di sparargli davvero, non che m’interessi più di tanto che un vampiro viva o muoia, ma con questo vampiro è diverso. Senza pensarci due volte entro e gli tolgo l’arma delle mani .
– Voi non pensateci neanche, sistemo questo idiota e i prossimi siete voi.
Lo scaravento sul pavimento e tutta la calma che ero riuscita a mantenere va a quel paese, la rabbia monta e questo non è per niente il momento più opportuno. Cerco di calmarmi mentre Charlie si rialza, lo rimando al tappeto, in contemporanea uno dei vampiri al tavolo da gioco si è alzato ritrovandosi però la pistola puntata dritta alla testa, sparo e il proiettile lo sfiora.
– Questo è il secondo avviso, non ci sarà un terzo. Tu idiota a sangue caldo vedi di sparire dalla mia vista entro trenta secondi.
– Alex lui è …
– Josef Kostant alias Charles Fitgerald.
– Se sai chi è perché è ancora vivo?
– Se per questo so chi sei tu e sei ancora vivo, ora come ora ho più voglia di vedere il rosso del tuo sangue che il suo corpo in cenere. Sparisci prima che il mio limitato auto controllo decida di scioperare!
– Alex …
Rapidamente sparo vicino alla sua gamba per poi tornare a puntare la pistola sui vampiri alla mia destra.
– Secondo avvertimento o siamo al terzo? Il prossimo colpo non ti mancherà anzi, lascerò che il tuo sangue scorrere e sai come la penso sugli sprechi …
– Una guardiana non lascia che un vampiro uccida un umano.
– Io non sono una guardiana normale e poi ci sono dei limiti cosi sottili come il coma, il lasciare un minimo di vita in te, tecnicamente non saresti morto. Se ti stai ancora chiedendo se li lascerei cibarsi di te la risposta è si, hai tre secondi per uscirne incolume.
Neanche a parlarne Charlie si alza e scatta fuori, io mi giro e osservo i miei ospiti.
– Dove sono i monitor della sicurezza?
– Non in questa stanza.
– Come faccio a saper quando esce?
– Perché dovrei dirtelo?
– Perché altrimenti non ti dirò quello che so su Charles Fitgerald e su Sarah White.
– Chi mi dice che non menti?
– Non puoi rischiare, le informazioni in mio possesso sono importanti per entrambi e perché io in questo momento sono la cacciatrice e tu la preda, fidata nel combattimento, non differenzio da nessun’altra mia collega.
– Quando l’allarme smetterà di suonare lui sarà fuori dall’ufficio.
– Bene, ora tutti buoni, buoni aspettiamo che quell’aggeggio smetta di suonare. Se non sbaglio voi stavate giocando una partita, perché non continuate? Tranquilli per oggi ho già cacciato e se siete intelligenti, non farete la stessa fine.
–  L’incendio del locale lo hai scatenato tu.
– Già, vampiro idiota e ubriaco che morde donna ubriaca e fatta in un locale pubblico, davanti a un trilione di essere a sangue caldo e di una guardiana. Un incendio è il miglior modo per terminare la storia, peccato che nel farlo ho fatto un favore anche a voi, se non sbaglio tenete al vostro bel segreto quando me.
– A chi stava giocare?
– A Mick.
– Beth e tu bella bruna venite da questa parte.
Seguirono gli ordini senza problemi ed io mi avvicinai a quello che sapevo essere l’avvocato di Josef.
– Come ti chiami?
– Simone Walker, avvocato del signor Kostant.
– Già e anche altro ... posso darti del tuo vero?
– E lei quella con la pistola in mano.
– Già ma non mi serve, so uccidere anche con una matita ben appuntita o con un coltellino da burro. Inconvenienti del mestiere. Se non mi credi chiedi al vampiro centenario alle mie spalle, in due secondi ho impalettato, scozzato, dato fuoco e salvato persone uscendone incolume e senza che nessuno sospettasse chi io sia, figurati che mi ha dato un passaggio in auto e sul mio corpo c’era ancora l’odore della morte del suo collega.
Simone guarda dietro la mia spalla e fissa Josef che in silenzio acconsente a ciò che ho detto.
– Dicevo: Simone tu sei una bella ragazza, intelligente e molto carina, nella vita potresti avere tutto, poi aspirare a essere molto di più di un menu d’asporto, cibo su due gambe, fonte inesauribile di ogni tipo di piacere a un essere che se ti sta bene ha smesso d’amare molti anni fa, in alternativa non l’ha mai fatto. Il mio compito è salvare la vita alle persone e quelle come te, le fresie, complicano il mio lavoro. Se vuoi morire ci sono metodi più veloci e puliti, se proprio vuoi delle maniere lente e dolorose datti al fumo, alcool o alla droga in modo che io posso concentrare le mie forze su chi realmente vuole essere salvato!
Per la mia sfuriata sono inviperita, il silenzio cala, so benissimo che il mio corpo sta emanando rabbia, campanello d’allarme per loro che restano buoni a giocare, come se la conversazione non sia mai avvenuta.
– Togliti i tacchi.
– Cosa?
– Hai capito bene, togliti i tacchi.
Lei ubbidisce.
– Conosci bene questo?
– Si.
– Bene allora corri e spera che Charlie sia lento perché i prossimi a uscire saranno loro, non garantisco sulle condizioni in cui verseranno, potrebbero aver bisogno di una trasfusione se ci intendiamo …
Simone stava in mobile cercando di non far trapelare la sua paura.
– Spuntino, la paura emette ferormoni e loro si nutrono della paura. Comunque aspetta sono pur sempre una guardiana … Signor Kostant le chiavi della sua lussuosa auto per favore le dia alla signorina Walker.
Una volta lanciate le chiavi Simone inizia a correre.
 
Una volta lontano, Alex si avvicina alla giacca di Josef e ne estrae il cellulare, un attimo di distrazione …
– Ah, ah, ah non si fa bello mio! Non sai nulla sulle guardiane? I vostri stridii a ultra suoni per me sono musica, poi provarci se ti va ma a tuo rischio e pericolo, dei denti aguzzi in meno in giro per la città e solo un vantaggio per me.
Che bello aver investigato su di te Charles, ci sono cose che neanche nei secoli cambiano. Butto il cellulare sul tavolino, dal display si può vedere lampeggiare un puntino rosso su una cartina. L’allarme smette e il puntino non si muove, segno che l’auto di Josef è ancora in mobile, il suo GPS segna che è ancora nel garage. Ci mette ben cinque minuti prima di muoversi e segnalare con un fastidioso e prolungato suono il furto della costosa auto.
– Miei signori spero che la vostra abituale partitina a poker sia stata piacevole e che la mia compagnia non vi abbia disturbato più di tanto. Ora vi pregherei di alzarvi e lasciare la stanza e, se non vi è di troppo disturbo, evitate che la mia strada se incroci con le vostre. Potete lasciare la stanza ad eccezione della signorina Turner, del signor St. John e del padrone di casa ovviamente. Farei anche in fretta se fossi in voi, il signor Kostant tiene tanto alla sua privacy e chissà quale diabolici marchingegni sono stati installati contro di voi, ma potremmo scoprirlo. Vi consiglio di trasformarvi per essere più veloci.
Di fronte alla porta osserva impassibile al mutamento dei vampiri e al loro uscire rapidamente dalla stanza, la loro simultanea trasformazione aveva spaventato Beth e sia Mick sia Alex erano scattati con un passo verso di lei. Mick e Josef rimasero straniti dal gesto mentre Beth non si accorse di nulla.
– Chiudi le porte.
Josef fece scattare un meccanismo e le porte si chiusero immediatamente.
– Che ne dite se ora metto via la pistola? Credo che voi siate abbastanza stufi di questo gioco come me. In fin dei conti Sarah ha sempre affermato che tu sei un amatore che un guerriero e Mick è abbastanza intelligente da lasciarmi spiegare.
Appoggio la pistola sul tavolo, dove giacciono ancora le carte e mi accomodo sul divano.
– La mia storia è lunga, inizia per inciso 80 anni fa quando Charles Fitgerald incontra, s’innamora e poi morde Sarah Whitley ignaro che lei non avrebbe riaperto gli occhi e intrecciando i nostri destini per sempre. Vedi una cosa che all’epoca Sarah ignorava, e immagino anche tu, era il suo destino e quello che consegue, gli obblighi cui siamo vincolate e che ci scorrono nelle vene. Dimenticavo io e Sarah siamo cugine.
– Parli di Sarah come se la conoscessi, come se gli parlassi e questo è impossibile visto che lei dorme da 80 anni.
– Già dorme, ma una guardiana non smette mai di lottare.
– Guardiana? Sarah guardiana?
– Le donne della mia famiglia nascono con grandi poteri mentre gli uomini dimenticano di usare il cervello. Quando Sarah aveva 5 anni sua sorella maggiore muori durante una battaglia e suo padre si convinse che per proteggerla doveva assolutamente allontanarsi dal nostro mondo, a Sarah fu celata la verità e i suoi poteri rimasero assopiti per anni, fino al vostro incontro. Lei ha percepito qualcosa in te, tu dovevi svegliarla e riportarla alla sua vera natura, cosa che hai fatto altrimenti io ora neanche saprei della sua esistenza. Una guardiana non può essere vampirizzata, le possibilità a tale gesto o la dannazione eterna nella versione del vampiro più spietato che esistesse, ciò avrebbe comportato alla decapitazione del suo sire subito aperti gli occhi, o a un sonno perenne perché incapace di eliminare il sangue demoniaco che scorre in lei. In un certo senso l’hai salvata, il suo amore per te era troppo forte e decapitarti non era nelle possibilità. Non ti celo che per anni tale gesto l’avrei compiuto io più che volentieri.
Silenzio, tutti ascoltano increduli il racconto di Alex.
– Sarah è l’unico membro della mia famiglia da cui ho ricevuto amore, considerazione, sostegno e che non mi ha mai abbandonato. Lei parla spesso di te, cercava di farmi capire quel sentimento che vi univa e vi lega ancora, mi raccontava ogni più piccolo dettaglio per farmi capire che il tuo cuore era suo, che ucciderti non era la soluzione, che nonostante il tempo tu continuassi ad amarla e a prenderti cura di lei, del suo corpo. Sai lei ti sente, ogni volta che ti rechi da lei, lei ti sente, percepisce i tuoi movimenti nella stanza, la tua voce ma niente di tutto questo mi è mai tornato utile.
Lei mie mani sono chiuse a pugno, la mia rabbia ora e tangibile.
– Non so cosa farò di te una volta portata al termine la mia missione, se tutto va bene deciderà lei.
– Sai come svegliarla?
– Ho trovato mille modi per svegliarla, non so quale funzionerà, ma ti assicuro che morirò provandoci. Qui però sorge il problema che mi tormenta da anni e che mi ha portato a scoprire chi tu sia diventato dopo Charles: mi serve il suo corpo.
– Chi mi dice che non sei un altro sicario di suo padre?
– Non vedo mio zio da … sempre direi. Anche lui ti cerca come sai ma io sono quella che conduce il gioco ora, non ti preoccupare di lui, Charlie era uno dei suoi migliori segugi e come hai visto non mi ha fermato.
– Tu sei il male minore.
– Già. Ricordi alla festa quando ti ho parlato delle campagne in cui sono cresciuta?
– Si.
– Segui il sentiero fino alla casetta di legno lei è lì, non indugiare non so quando tempo ti sarà concesso, digli che questo è il mio regale.
Un micro secondo, un pizzico e Josef dorme.
– Dove Josef?
– Nei sogni di Sarah.
Trasporto un vampiro attenda a non fargli del male, solo per te cuginetta, per te e per i 25 anni che abbiamo trascorso insieme.
L’incontro con Sarah dura appena un’ora, un’ora che trascorro a osservare un vampiro dormire rannicchiata sul pavimento della sua camera cella frigorifera e costretta a rinunciare alla mia visita, domani però ci sarà festa. Lo vedo riaprire gli occhi e guardarsi intorno, le lenzuola di seta si muovo ogni suo movimento e le scosta per osservarmi.
– E ancora bella come la ricordavi?
Gli chiedo dolce, con questo vampiro non riesco a essere una guardiana fatta e finita, una guardiana e no una ragazza che osserva l’amore di persone che ama. La mia vita contorta …
– Se possibile ancora di più. Tu non potrai raggiungerla vero?
– Oggi no, ma io ho avuto anni di questi sogni uno in meno non è un problema.
– Che si fa ora?
– Stai scalpitando per riaverla qui vero? Conosco quella sensazione ma dovrai calmarti per ora non possiamo fare nulla.
– Non è proprio cosi.
Si alza e si reca nell’altra stanza, dove chiama la sua compagnia aerea e fa preparare un jet. In poco tempo siamo all’aeroporto e partiamo per New York, dove al nostro arrivo c’è una macchina ad attenderci, un’enorme villa e la sensazione del tuo corpo a pochi passi da me, sento la tua vicinanza e come un automa varco la porta davanti a me. Josef mi fa strada fino a una stanza ed eccoti lì stesa in un letto e reale per la prima volta nella mia vita.
– Mi ha detto che il tuo sogno è abbracciarvi nella nostra realtà, questo è quello che posso fare per ora, quando aprirà, gli occhi sarà mia premura azzerare la vostra lunga lista.
– E’ … è semplicemente fantastico, non sai quando questo mi renda felice.
Mi accosto al letto, ti accarezzo debolmente la mano, osservo il tuo profilo, sento il tuo corpo gelido.
– Quale nome ha scelto: Josef o Charles?
– Josef, ha scelto Josef.
– Ben fatto sorella e l’identità più carina delle due!
Sorrido, ho voglia di stendermi al tuo fianco ma ho anche paura di scoprire che la consistenza del tuo corpo non sia reale. Io che ho paura di quello che per anni ho dato la caccia. Alla fine ci riesco e passiamo la notte cosi, io stretta a te e Josef sulla sedia a osservarci.
– Sai credo che il tuo ruolo sia più di quello che immaginavamo. Credo che il tuo ruolo nelle nostre vite non sia finito, che dovevi svegliare lei e me. Dovevi riconoscere anche me, attirare la mia attenzione, grandi cose siamo destinati a fare.
– Cosa dici?
– E una teoria che ho da tempo. Altre guardiane hanno vissuto quello che Sarah sta passando ma sono morte dopo pochi mesi, alcune sono arrivate ad anni ma nessuna aveva mai passato 80 anni a dormire.
– Come hai intenzione di pulire il suo sangue?
– Con qualcosa di più potente. Josef giurami che qualsiasi cosa accada ti prenderei cura di lei come hai sempre fatto.
– Lei mi ha fatto giurare la stessa cose su di te, questo e il fatto che non ti avrei morso.
– Che vuoi, le menti geniali pensano alla stessa maniera!

Angolo dell'autore:
Guardiana potrebbe suonare simile a cacciatrice, diciamo che lo è.
In realtà dovrebbe avere una forza normale ma ben addestrata, molto ben addestrata, e un forte legame con le altre guardiane. Vincono perchè l'unione fa la forza!
Amo questo telefilm ...
Grazie alla povera anima che mi sta seguendo ...
Le recensione sono gradite, anche negative se volete o vuoi ... sei giunta fino a qui ...
A presto!

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Capitolo 4
*** Nuovo inizio. ***


Josef ci osserva riposare l’une affianco all’altra quando accade, tutto troppo in fretta perché qualcuno possa reagire. Io ancora al tuo fianco, in ago è inserito alla base del mio collo.
Degli uomini sono entranti in fretta hanno incatenano Josef, sento il suo ringhio di rabbia, e drogato me. Un altro uomo entra e poi il buio.
– Che gli hai fatto?
– Quello che doveva essere fatto.
– L’hai uccisa?
– Ora dipende da lei.
– Sono 80 anni che dipende da lei, noi avevamo il compito di aiutarla, io avevo questo compito!
– Tu non capisci …
– No, tu non capisci hai distrutto l’unico membro della mia famiglia. Io non posso permetterlo.
Alex con le lacrime agli occhi, prende un ago del flebo della macchina cui sei attaccata e lo infila nel suo braccio e attende, attende di svenire. Josef legato e noi due riverse sul letto.
Mio padre sfila con delicatezza l’ago dal mio braccio, mi adagia con cura al tuo fianco e ci regala un’ultima carezza, sembra affetto ma so che non è cosi.
Ancora legato Josef non può far altro che osservare la scena.
– Si sveglieranno, non so come realmente staranno ma non mi importa. Per quando mi riguardo puoi mangiartele.
E va via.
All’arrivo di Mick e Beth siamo ancora cosi.
Josef non stacca gli occhi dal tuo corpo, le parole di quell’uomo risuonano ancora nelle sue orecchie: ti sveglierai.

– Che ci fai qui?
– Credevo …
– Che stai combinando?
– Cerco di salvarti.
– Cerchi di raggiungermi invece.
– No, preferisco il mio di mondo: molto più carino e abitato!
– Dimmi che devo fare con te.
– Amarmi e lasciare che sbagli.
– Non è facile sai.
– Tutto e complicato nella vita ma guadagnarselo combattendo rende tutto molto più soddisfacente. Secondo te sta funzionando?
– Tra tutti i metodi che hai trovato dovevi iniziare proprio con il più pericoloso?
– Non ho avuto scelta, comunque il nostro sangue batte quello di un vampiro.
– Sei proprio sicura?
– Se sbaglio lo scopriremo presto.
– Con tutti i rischi del caso.
– I rischi fanno parte del mestiere.
Apro lentamente gli occhi.
– Sarah …
Siamo cosi vicini che sfioro le mie dite con le tue, tu sfiori le mie, un leggero contato, un primo movimento. Dal sfiorarmi le dita stringi forte la mia mano delle lacrime scorge dal mio viso, Josef è al tuo fianco alla velocità che solo un vampiro può avere e cosi i tuoi occhi si riaprono su di lui come avresti dovuto fare 80 anni fa.
– Il nostro sangue vince.
Dici in un sussurro.
– Io non ho mai dubitato. Io e te sorella possiamo affrontare tutto.
Mentre Josef ti sta stringendo forte a se, qualcosa dentro di me non è felice come credevo, il mio cuore ha una fitta di dolore, svengo.
Al mio risveglio purtroppo ci sono solo brutte notizie, mi dicono che le tue condizioni fisiche sono gravi, nonostante i tuoi occhi sono aperti la tua condizione di stallo tra i due mondi continua. I tuoi polmoni necessitano ancora d’aria e il tuo cuore rallenta a ogni battito di ciglia, a breve si fermerà e allora ti avrò perso per sempre. Puoi restare qui per pochi secondi o per giorni, nessuno lo sa.
Da brava guardiana rimando il dolore a domani e cerco di godermi la tua presenza il più possibile.
Anche se so il finale della storia continua a leggere le sue pagine facendo finta di ignorare il tragico finale, vivo come se ci sarà un lieto fine.

Josef.

Rabbia, tristezza per averla di nuovo persa, ormai è l’unica cosa che faccio perderti e continuare a farlo. Mi dicono che le tue condizioni fisiche sono gravi, nonostante i tuoi occhi sono aperti la tua condizione di stallo tra i due mondi continua. I tuoi polmoni necessitano ancora d’aria e il tuo cuore rallenta a ogni battito di ciglia, a breve si fermerà e allora ti avrò di nuovo persa amore mio. Abbiamo poche ore, anche tu lo sai e cerchi di passarle con me, a parlare, a sognare, a ricordare. Tutto è cosi bello, romantico, unico. Allontano l’idea di perderti e per alcune ore ci riesco, il battito del tuo cuore e cosi lento ormai che non posso sentirlo, penso che tu sia vampira, vivo il mio sogno d’amore.
Sei bella, stupenda ed è magnifico poter essere una coppia, amarti come anni fa, come Beth e Mick. Riempirci di baci, accarezzare il tuo corpo che reagisce, sentire la tua voce e lasciarsi coccolare dalle tue premure. Purtroppo amore mio l’ora, il tempo finisce e tu inizi a perdere forze, ti prendo in braccio e ti trasporto sul letto, restiamo cosi, muti, ad accarezzarci, a baciarci fin quando la morte non sopraggiunge portandoti via di nuovo da me.
E cosi che Alex ci trova, ci ha lasciati soli ma ora deve riportarmi alla realtà, si siede e osserva anche il suo sogno sfumato versa lacrime silenziose, lacrime che io non riesco a versare. Organizza il tuo funerale, organizzare un funerale è una cosa che non ho mai fatto, ho perso tante persone certo, ho sempre partecipato ma mai organizzato uno. Osservo ancora una volta la tua figura, non sono riuscito ad allontanarmi da te e a breve non potrò più farlo. Non c’è molta differenza da ieri, tranne il luogo in cui giaci, potrei ancora credere che tu possa risvegliarti, potrei non far mai continuare la cerimonia funebre e restare qui semplicemente ad aspettare che l’eternità mi ricongiunga a te. E’ invece la cerimonia va avanti, lentamente tutto prosegue, lentamente siamo al cimitero, lentamente la tua bara scende ed io resto fermo semplicemente a osservare, a subire passivamente. Il nulla sembra essersi impossessato di me, il nulla mi circonda. L’unica cosa che ora mi distrae è una piccola mano affusolata e leggera che s’insinua nella mia gelida e grande, stringe forte, restano cosi, non ho bisogno di girarmi per vedere chi è, chi avrebbe tanto coraggio in questo momento?
Alex ed io restiamo cosi a lungo, osservo ogni granello di terra che è gettato su di te, se avessi un cuore si spezzerebbe, se il mio cuore battesse si fermerebbe, se di esso ora restasse parte di qualcosa dopo anni ora sarebbe solo polvere.
La mia tristezza è palese e prosegue nei giorni a seguire, per me sono interminabili secoli senza neanche la speranza di poterti avere un giorno, ricordi d'attimi d’amore, gli ultimi della nostra vita, Mi sto lasciando morire nell’ultimo posto dove mi sono sentito vivo perché al tuo fianco per cessare di farlo alla tua perdita. Non mi nutro nonostante la scorta nel frigo, non rispondo al cellulare, ora non ho nessuna identità, resto solo a fissare il letto dove giacevi, dove le lenzuola hanno ancora il tuo profumo. Nient’altro m’importa ora.
Eppure c’è ancora vita in questa casa, tra queste mura, non m’importa, neanche quando questa vita prende forma in Alex che ferma sulla porta fissa anche lei gli angoli di questa stanza ormai vuota. Restiamo cosi per ore fin quando le sue guancie non sono bagnate da scie di lacrime silenziose. Non so cosa sia ma l’attenzione su di lei aumenta lentamente, ora non è più parte del mobilio, sento il suo sangue scorrere, il suo cuore battere, i lievi singhiozzi non udibili a orecchio umano, sento persino il lieve rumore delle lacrime che continuano a rigare il volto. All’improvviso ho voglia di sentirne il sapore salato e l’invidia nel suo sfogo, io non riesco a piangere neanche la tua perdita. Non so come, non so perché ma mi ritrovo a dar sfogo hai miei istinti, i peggiori quelli da vampiro. In piedi contro la parete, il suo collo cosi invitante e i miei canini cosi affilati, una combinazione mortale. E cosi mi trovo a nutrirmi di lei, un piccolo sussulto quando gli lacero la pelle, bevo e dopo giorni ed emozioni mi sento lentamente appagato, l’animale che è in me ringhia dal piacere come l’uomo provava piacere nel starti accanto. Bevo non preoccupandomi di lei, del dolore che anche lei prova, della quantità di sangue che gli sto portando via. Penso solo a me, lei è solo cibo che mi sazia, né la prima né l’ultima. Eppure …
Le mie prede lottano anche se non temano la morte, cercano si allontanarmi da loro, l’istinto di sopravvivenza naturale in ogni specie entra in azione oltre come le numerose frasie, si lasciano andare al piacere, alla passione … Alex no, me ne accorgo solo ora di quanta diversità celi questa magnifica creatura che è ancora tra le mie braccia, tra i miei canini.
Dolcemente mi abbraccia, le sue mani giocano tra i miei capelli, dolcemente mi accarezza, dolcemente muore piano tra le mie braccia, dolcemente continua a piangere per te. E’ una sensazione strana, come se oltre al suo sangue mi nutrissi anche della sua dolcezza. Mi allontano da lei e mi ritrovo stretto in un abbraccio, nonostante il collo ancora ferito e il sangue perso non contava nulla come se nulla fosse successo, mi guarda negli occhi e mi bacia. Mi bacia le labbra ancora sporche del suo sangue, ancora il volto tramutato in vampiro, come se nulla fosse, un attimo dopo il suo corpo si lascio andare tra le mie braccia priva di sensi. Io non so come curarla, come prendermi cura di lei.
La stendo sul tuo letto, con un fazzoletto premo con forza sul collo, il respiro c’è, debole ma c’è. Non voglio che Alex muoia, non volevo ucciderla, non volevo procurargli altro dolore. Chiamo Mick lui farà milioni di domande ma mi aiuterà, lui può capire o almeno proverà. I soccorsi arrivano in tempo, Mick in silenzio la soccorre.
Resto di nuovo fermo in questa stanza ad aspettare che una donna riapra gli occhi, un’altra donna giace in quel letto per qualcosa che io ho fatto. Alex riapre gli occhi quasi subito, come detto una guardiana guarisce in fretta, anche se il suo volto è ancora pallido.
– Josef …
– Sono qui.
– Sappi che potevo liberarmi con facilità ma non ho voluto …
– Perché?
– Volevo condividere il tuo dolore, volevo che provassi sollievo, volevo che ti nutrissi del mio e insieme andassimo avanti.
– Farti vampirizzare è l’unica soluzione che hai trovato?
– Sarah mi ha fatto giurare che avrei pensato a te …
– Un paletto nel cuore sarebbe stata la scelta più opportuna.
– Non per me.
I nostri occhi s’incatenano, il dolore al cuore si allontana. Lo faccio di nuovo, ti bacio anche se ora le tue labbra non sono sporche del mio sangue e tu rispondi con dolcezza.
– Patti chiari amicizia lunga: non sono e mai sarò la tua freshie!

La vita scorre tranquilla, la società va a meraviglia, posso ancora utilizzarla come copertura, caccio … tutto scorre felice e tranquillo anche se qualcosa non va. 80 fa Sarah fu morsa e si addormento per un motivo ben preciso: la divisione tra i due mondi ora esistere nuovamente.
La missione non è finita!
Un pomeriggio di due mesi e mezzo dopo il funerale di Sarah ci ritroviamo nell’ufficio di Josef: Josef, io, Mick, Beth.
– Qualcuno di voi sa come nascono gli antidoti?
L'antidoto per un particolare veleno può essere scoperto iniettando il veleno stesso in circolo e poi si estraggono gli anticorpi che il sangue produce.
– Antidoto a cosa di preciso?
– Al vampirismo. Lo ricavato dal mio sangue dopo … Sarah.
– Tu hai una cura al vampirismo.
– Già, bella e intelligente. Ti avevo detto che eravamo destinati a fare grandi cose. Allora chi di voi due vuole essere il primo vampiro della storia a ritornare umano, beh non del tutto umano e sempre sangue di due guardiane … Ho proprio qui due dosi che non vedono l’ora di essere utilizzate.
– Sicura che non mi uccida?
– E’ ricavato dal mio sangue Jo, male che vada ti farai una dose sparata dritto in vena!
– Provare non costa nulla.
– Se ha dei dubbi signor Kostan passerai direttamente al signor St. John.
– Fai quello che devi fare .
– Io ti faccio tornare umano ma devi sapere
considerate questo il mio regalo da testimone della sposa, il matrimonio è un optional incluso nella terapia.
Beth e Mick ridono.
– Il mio optional?
– Sei un multimiliardario è pretendi un regalo per tornare umano?
– Beh … si!
– Spiacente per te non ho optional.
– Vuol dire che ci penso da me.
Mi attira a se e mi bacia, dal funerale Josef ed io abbiamo iniziato una strana relazione, strana per entrambi perché io esco con un multimiliardario vampiro che per anni ho sognato di uccidere e lui esce con un’umana da cui non si nutre e che potrebbe sterminarlo in una frazione di secondo.
Inietto in vena e resto ad aspettare.
– Non succede nulla.
– Che pretendevi fuochi d’artificio? Non sono mica Maga Magò.
– Si ma niente differenze risultato inesistente.
– Sei sicuro?
E l’ultima cosa che sentono prima che entrambi cadano sul pavimento.
– Forse era meglio farli sedere ora ci vorrà una gru per sollevarli!
Il tempo passa e dopo due interminabili, estenuanti e preoccupanti ore, che passano sul pavimento dell’ufficio perché sollevarli è stato impossibile, Josef Kostan e Mick St. John riapro per la prima volta i loro occhi su un nuovo mondo, un mondo dove sono di nuovo uomini a sangue caldo!

Angolo dell'autore:
Con grande gioia vi annuncio che partecipa hai Nesa.
Sarei curiosa di sapere cosa pensate di questo finale, questo è il secondo che ho scritto nel primo ...
non sveliamo il finale dell'altro, anche quello è un happy end ma di personaggi diversi.
Sono indecisa se pubblicare la variante o no.
Voi che mi consigliate??

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