San Valentino Chronicles

di Kei Sagano
(/viewuser.php?uid=112233)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I: Visita inaspettata ***
Capitolo 2: *** Cioccolata si o no? ***
Capitolo 3: *** È sempre meglio esprimersi a parole quando si tratta di sentimenti ***
Capitolo 4: *** San Valentino,… ***



Capitolo 1
*** Capitolo I: Visita inaspettata ***


San Valentino Chronicles- Capitolo I: Visita inaspettata

Sono tornata!!!!! Dopo un lungo periodo di assenza eccomi di nuovo qui. Questa e' la prima fic a capitoli che scrivo, spero vi piaccia.

Bene iniziamo ^-^!

 

 

 

San Valentino Chronicles

 

Capitolo I: Visita inaspettata

 

Il splendeva alto nel cielo e il mare era tranquillo. Ma l'atmosfera sulla Thousand Sunny non era delle migliori, almeno sotto il punto di vista di Rufy.

Proprio quella mattina aveva assistito all'ennesima litigata tra Zoro e Sanji, non stupendosi affatto dato che ormai era di routine, ma qualcosa non era andato come al solito.

Gia'. In quel lasso di tempo che impiegavano prima di essere colpiti col mestolo da Nami, erano volate piu' insulti del solito e anche cose del tipo “stronzo, non capisci niente dell'amore” oppure “col cazzo che te la do la cioccolata” e simili.

Subito sulle prime non ci aveva capito un granche' ma poi gli venne in soccorso Robin.

 

- Oggi e' San Valentino. Non dirmi che te ne eri dimenticato, Rufy-

 

Allora di scatto si giro' a fissare il calendario che arrecava bello in grande “14 FEBBRAIO”.

- Gia' mi e' passato completamente di mente. Grazie per avermelo ricordato, Robin-.

 

Poi come se non bastasse quel pomeriggio si erano fermati a fare rifornimento su un'isola e la scena che gli si presento' davanti non gli miglioro' di certo l'umore. Tutte le vie del paese era tappezzate da nastri, ghirlande e cartelloni che avevano tutte le tonalita' possibili di rosso e rosa. Per le strade non si vedeva altro che la scritta “Buon San Valentino!”, e dopo neanche mezz'ora gli venne un forte mal di testa.

 

- Che cos'hai Rufy?- gli chiese preoccupato Chopper.

- Ho solo un po' di mal di testa. Tutto questo rosa-rosso mi sta incominciando a dar fastidio- rispose gentilmente, tentando di reprimere con due dita la tempia che pulsava.

- Aspetta qui un attimo, torno subito- correndo in un bar li vicino.

 

Erano passati si e no tre minuti che un'ombra gli si piazzo' davanti, oscurandogli parzialmente la luce.

- Scusa non e' che potresti toglierti da li', mi stavo scaldando- disse voltandosi a guardare in volto lo sconosciuto.

- No scusami tu Rufy!- rispose con una voce che il ragazzo conosceva bene, facendogli sollevare il viso di scatto- E' da tanto che non ci si vede- sorridendogli con la sigaretta accesa tra le labbra, sooservando la sua espressione stupita che svaniva lasciando il posto ad un’enorme sorriso.

- Ben-san!- saltandogli addosso, bloccando ogni suo movimento con un’abbraccio.

- Rufy così mi soffochi però. Se muoio dopo Shank mi ammazza sul serio- gli disse sarcastico.

- Cosa non dirmi che Shank é...-

- ...proprio dietro di te- annunciò una voce alle sue spalle.

Il ragazzo si voltò di scatto. Non pensava di rivederlo tanto presto, almeno non prima di aver mantenuto la sua promessa, ma in quel momento non gliene importava niente.

L’uomo che gli aveva dato il cappello in pegno era propio davanti a lui, in carne e ossa e gli sorrideva gentilmente.

- Come te la passi Rufy?-

 

Qualcosa che neanche il grande Roger poteva prevedere accadde nell’istante successivo nel quale il Rosso tacque.

 

Rufy scoppiò in un pianto a dirotto.

Era talmente forte che tutte le persone presenti nella via si fermarono a fissare la scena stupiti.

In quel momento per fortuna chopper era riuscito ad uscire dal bar e vedendo il suo capitano in quello stato non potè fare a meno di corre da lui preoccupato.

 

- Dai Rufy, calmati. Non piangere su’. Ormai sei un’uomo. Coraggio smettila di piangere- cercò di calmarlo il Rosso.

- Non ti smentisci mai capitano. In queste cose sei propio negato- rideva Ben guardando l’espessione imbarazzata del suo capitano.

- Che state facendo a Rufy, farabutti!-

 

Chopper si era frapposto tra Rufy e i due uomini con fare protettivo.

- Un procione?!- dissero all’unisono i due.

- NON SONO UN PROCIONE! SONO UNA RENNA!!!- gli urlo contro Chopper.

 

Dopo circa cinque minuti buoni nei quali i tre continuarono a fissarsi di sbieco Rufy smise finalmente di piangere.

- Non ti preoccupare Chopper, sono dei miei vecchi amici-.

- Davvero?- chiese sospettoso, continuando a squadarli.

- Si. Adesso calmati- accarezzando il grande cappello rosa.

 

Rufy finite le dovute presentazioni e aver accettato di prendere l’aspirina che gli porgeva il suo amico decise di passare l’ultima ora disponibile con il rosso, per rinvangare i vecchi tempi.

Passarono di fronte a parecchi negozi che vendevano gadjet e dolci al cioccolato parlando del più e del meno mentre ne osservavano le vetrine.

L’orologio in quel momento annunciò che il tempo a disposizione per entrambi era scaduto.

Un po’ triste Rufy salutò Shank con un ultimo abbraccio e versando qualche altra lacrimuccia mentre si dirigeva al luogo di ritrovo.

 

Durante la cena mangiò in modo lento e silenzioso, suscitando preoccupazione da parte di tutti che erano stati informati preventivamente dal medico.

Al momento del dessert però Rufy cambiò completamente espressione. Appena aveva assaggiato quello strano dolce gli era balenata in testa una folle idea.

Si alzò subito e si diresse al bancone del locale.

- Mi scusi signora- rivolgendosi alla proprietaria- il dolce che ho appena assaggiato e’ possibile farne un pacchetto da portare via?-

- Ma certo tesoro. Te ne preparo subito uno-.

- Grazie mille! Lo metta pure sul conto- disse felice come non mai, non preoccupandosi minimamente della reazione della navigatrice quando avrebbe visto il conto.

Scusandosi con i suoi amici, uscì correndo verso il porto a per di fiato, stringendo il pacchetto tra le mani tutto contento. Appena arrivato cercò la nave con la bandiera di Shank e ci salì a bordo.

Sul ponte trovò Ben che era intento a pulire il fucile. Gli si avvicinò e chiese dove fosse il capitano.

- E’ nella sua cabina, ma adesso è impegnato. Vuoi che gli lasci un messaggio?- addocchiando il pacchettino nascosto dietro la schiena.

- No...ma dagli questo- disse con tono deluso porgendoglielo.

Appena lo ebbe in mano gli disse lapidario – Aspetta qui- svanendo sotto coperta.

 

Ben impiegò tre tentativi prima che Shank gli aprisse con un – Che cazzo vuoi?-

- Niente. Solo dirti che Rufy é di sopra e che ti manda questo- porgendogli il suddetto pacchetto, concentrato sull’espressione stupita dell’altro- Almeno vallo a ringraziare. Aveva il fiatone e appena gli ho detto che eri impegnato sul suo bel faccino é comparsa un’espressione così delusa che a stento tratteneva le lacrime- disse percorrendo il corridoio e sparendo sul ponte.

 

Richiusa la porta andò alla scrivania e aprì il pacchetto. Rimase stupito dal contenuto. Era una mousse al cioccolato, decorata co cuoricini di cioccolato bianco e fondente, il tutto rifinito con scagliette, anche quelle, di cioccolato al latte.

Roba da diabete!

Ne prese un po’ sull’indice e se lo portò alle labbra.

- Niente male- disse sorridendo- Adesso non mi resta che ringraziare a dovere- lasciando il suo lavoro di aggiornamento delle carte nautiche.

 

Arrivato sul ponte vide Rufy in imbarazzo mentre parlava col suo vice. Si avvicinò lentamente chiedendogl di lasciarli soli per un pò. Senza obbiettare Ben se ne andò a dormire non prima di aver affermato- Vacci piano oppure te la dovrai vedre con me-.

Calò un silenzio imbarazzato tra i due soli occupanti del ponte. Nessuno dei due aveva il coraggio di guardare in faccia l’altro.

 

- Grazie per il regalo. Non me l’aspettavo proprio- disse il più grande rompendo il silenzio.

- Di niente. Adesso però devo andare via se no chi la sente Nami- grattandosi la testa nervoso.

- E’ la tua ragazza?- chiese non celando una vena di rabbia nel tono.

- No, è la mia navigatrice. Sarà già arrabbiata per il conto del ristorante e non vorrei si arrabbiasse ancora di più. Allora a pre...-

- Ti accompagno!- disse d’un tratto l’altro- Voglio proprio conoscere questa Nami e spiegargli un paio di cosette- disse avviandosi alla passerella, seguito a ruota da Rufy.

 

Appena misero piede sulla Sunny, Nami inveì contro il moro.

- Rufy! Ti rendi conto di che ore sono? Sei completamente impazzito?! E poi ti avevo specificato che non potevi mangiare altro. Hai idea di quanto ci sia costato?-

- Se vuoi posso rimborsarti io il conto del ristorante- disse Shank con tono piatto ma che mal celava la collera.

Nami non osò ribattere ma urlò facendo così accorrere tutta la ciurma sul ponte.

A parte Zoro, Chopper e Robin tutti gli altri erano in allerta, pronti ad attaccare.

- Salve a tutti. Molti di voi mi conoscono già ma farò lo stesso le presentazioni. Sono Shank il Rosso e sono uno dei Quattro Imperatori e sono un’amico di Rufy, molto piacere- chinando lievemente la testa di lato sorridendo- Ho riaccompagnato Rufy perché volevo dirvi che lui é, da adesso in poi una mia propreità esclusiva- stringendoselo addosso, accarezzandogli un fianco- Per cui se in futuro questo non fosse messo in chiaro io me ne occuperò personalmente. Sono stato abbastanza chiaro, sisnorina Nami?- disse con sgaurdo omicida rivolto all’interessata.

Nami aveva paura a parlare così acconsentì con la testa.

- Allora ci vediamo il mese prossimo, Rufy~..- marcando il suo nome sensualmente, chiudendogli le labbra dolcemente con le sue, facendo ammutolire tutti i presenti e facendo arrossire il moretto per l’imbarazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cioccolata si o no? ***


San Valentino Chronicles cap 2

Chiedo umilmente scusa per il ritardo ma ho avuto difficoltà a postare. Vi prego non uccidetemi ç_ç !!! (con sguardo stile gatto con gli stivali).  Tanti auguri a Smoker (anche se in ritardo) e 100 di questi giorni!!!!!

Bene, dato che nessuno mi vuole morta…

Voce fuori campo: Cough-cough…

…o quasi (suda freddo), ecco a voi il secondo capitolo. Buona lettura a tutti >_

 

 

 

Capitolo II: Cioccolata si o no?

 

Quella mattina non era iniziata nel modo migliore neanche per il povero Sanji.

Dopo aver terminato il suo turno notturno di guardia si era diretto, come ogni santa mattina, nella cucina per preparare la colazione per i compagni. Aveva fatto in tempo solo a mettersi il grembiule che la sua attenzione fu attirata dal calendario che riportava ben in evidenza “14 FEBBRAIO”.

 

- Oggi è San Valentino- disse in un primo tempo stupito ma tutt’ad un tratto il suo cervello smise di funzionare per cinque secondi buoni- MERDA!- mettendosi le mani nei capelli e sbiancando.

- Ma si può sapere che hai da urlare tanto già di primo mattino, stupido cuoco?- disse una voce alle sue spalle che lo fece trasalire.

Il cuoco non si era minimamente accorto dell’entrata di Zoro in cucina. Infatti si riprese subito e lo liquido con un- Non sono affari tuoi, rompiscatole di un marimo- facendo si che uscisse dalla cucina con uno- Tsk- di rimando.

 

Ma la cosa non era finita lì.

Dopo meno di mezz’ora, a colazione…

 

- Nami-san~, Robin-swaaan~, per voi ho preparato qualcosa di speciale. Ta-dan!- servendo alle due ragazze una fetta di torta al cioccolato con annessa pallina di gelato alla vaniglia.

- Grazie infinite Sanji-kun, ma non dovevi-

- Ma questo è un piccolo dono per dimostrarvi il mio amore- facendo un piccolo inchino.

- Bel modo per dimostrargli quello che provi. Il cibo per me è solo cibo- disse inespressivo Zoro, sorseggiando la zuppa.

- Puoi ripetere? Non ho sentito bene quello che hai detto- rispose l’altro, mentre una vena sulla tempia incominciava a pulsare.

- Il cibo è cibo. Attraverso di esso non si può esprimere niente. Per cui il tuo amore non esiste-

- Ha parlato quello sentimentale- ribatté ironico il cuoco.

- Invece tu sei quello falso- alzandosi per guardarlo meglio dritto in faccia.

- Stronzo, non capisci niente dell'amore e dei sentimenti altrui!- avventandosi su Zoro saltando dall’altra parte del tavolo- col cazzo che te la do la cioccolata!-

- E chi la vorrebbe quella schifezza da uno stupido cuoco come te?! Io no di certo!- rispondendo ai colpi dell’altro.

 

Dopo pochi secondi, come ormai d’abitudine, Nami interruppe la simil rissa dando il mestolo di legno in testa ad entrambi che smisero all’istante.

 

Nel pomeriggio le cose migliorarono un po’.

Si erano fermati su un’isola per i vari rifornimenti e per cercare una locanda dove poter cenare quella sera.

Come purtroppo succedeva tutte le volte Sanji rimase da solo, quindi per cui tutti i pacchi se li doveva portare da solo.

Complessivamente ci mise tre ore e mezza, andata e ritorno dai vari negozi, per riempire di nuovo la dispensa e il frigo ormai quasi del tutto prosciugato da quel pozzo senza fondo di Rufy. Allora decise che nell’ultima ora sarebbe andato a far scorta di sigarette e magari cercare un negozio di coltelli.

 

Ci mise un po’ a trovarne uno con buoni prezzi. Era un negozio che vendeva anche armi da taglio e simili. Era intento ad esaminare un trinciaossa che si accorse appena dell’uomo che gli era andato addosso. Si riscosse solamente quando quest’ultimo gli chiese scusa.

 

- Le mie scuse, Mr. Gamba Nera, non volevo urtarvi-

- Ma..ma tu sei…- facendo un balzo all’indietro, puntando il dito contro di lui- …tu sei Trafalgar Law!- disse quasi urlando come una ragazzina.

- Che coincidenza incontrarla qui Mr. Gamba Nera. Ha trovato qualcosa di interessante?- chiese osservando lo scaffale dove era appoggiato il trinciaossa- Non credevo che avesse certi gusti in fatto di armi- fissandolo con la coda dell’occhio.

- Io non li uso come armi!- ricambiando lo sguardo- Sto cercando dei nuovi coltelli perché troppi hanno perso il filo o lo stanno perdendo. E lei che ci fa qui?-

- Compro dei nuovi ferri per la sala operatoria. I bisturi non mi bastano mai.-

Sul volto del chirurgo apparve uno dei suoi migliori ghigni sadici e i suoi occhi si illuminarono di una luce sinistra.

- Beh, dato che non riesco a trovare delle cose decenti neanche in questo negozio, sono costretto a tornare al mio sottomarino senza aver fatto un acquisto interessante… a parte questa mini-scatola di cioccolato- disse sconsolato- Allora ci si vede in giro. Bye Bye!- salutando il biondo ancora più confuso di prima.

- Secondo me non è del tutto sano- decidendosi poi ad uscire dopo aver comprato il trinciaossa e un paio di forbici nuove.

 

Stava tornando alla nave quando, passando per la piazza principale, vide che la piccola pasticceria all’angolo opposto a dove si trovava era ancora aperta. Dopo averci pensato su per qualche minuto si decise ed entrò.

- Tanto lo so che non l’accetterà ma vale la pena tentare, no?-

 

 

Quella stessa sera dopo aver assistito alla plateale dichiarazione di Shank il Rosso, con annesso bacio di conferma, Sanji decise che era arrivato il suo turno di farsi coraggio.

Prese il pacchettino con dentro il cioccolato e lo depose sul letto dello spadaccino che era andato momentaneamente a farsi una doccia.

Non ci volle molto prima che Zoro comparisse sul ponte, in cerca dell’altro, con un’espressione non troppo amichevole.

Si avvicinò in fretta senza lasciare all’altro il tempo di fuggire.

 

- E’ tuo il regalo che ho trovato sul letto?- chiese squadrandolo.

- Si- disse espirando il fumo della sigaretta che teneva nella sinistra- e allora?-

- Come sarebbe a dire “e allora”? E’ tuo si o no, stupido cuoco?-

- Si è mio, contento?! Allora sei proprio duro di comprendonio. Quello è il mio regalo di San Valentino per te, stupido spadaccino del cav…!- esclamò arrabbiato l’altro che non fece in tempo a terminare la frase che si ritrovo le labbra sigillate da quelle dell’altro.

Le labbra di Zoro erano premute dolcemente su quelle di Sanji, in una carezza gentile dal sapore dolce del cioccolato.

- Finalmente ci sei riuscito a dirmelo ma non credere che mi accontenti solo del misero cioccolato- disse infine lo spadaccino, appena si furono separati, facendo colorire le guance del biodo di un delizioso rosso acceso.

 

 

 

Ed ecco finito il secondo!(crolla di faccia sulla tastiera)

Rufy: KEI! (corre a soccorrerla) Stai bene?!

Autrice: zzzZZZzzzzzZZZZ…..niku (= carne)….nutella…..playstation…….yaoi……

Trafalgar: Mi sa che è andata.

Shank: Mi sa proprio che hai ragione.

L’autrice si riprende ma sembra più assente che cosciente. Guarda i tre individui, uno per uno, e stiracchiandosi come un gatto si addormenta con la testa sulle gambe di Rufy.

Shank: E non ti addormentare addosso agli altri!!! (colpendola in testa con grosso ventaglio di carta)

Autrice: Ahiaaaaa! ç_ç Ma stavo comoda. Cattivo! >_<

Trafalgar: Ti sei dimenticata di una cosa molto importante.

Autrice: Ah..è vero (battendosi il pugno sul palmo della mano). Grazie a tutti quelli che hanno letto e che recensiranno questo capitolo.

Arrivederci al prossimo capitolo!!! (crolla di nuovo di faccia sulla tastiera)

Rufy: KEI!!

Traf- Sha: Ci risiamo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** È sempre meglio esprimersi a parole quando si tratta di sentimenti ***


San Valentino Chronicles cap 3

Ce…………..L’ho……………..FATTAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!

Dopo quasi un anno dalla pubblicazione del primo capitolo, eccomi di ritorno con il penultimo capitolo di “San Valentino Chronicles”. Mi scuso per l’enorme ritardo (dovuto a problemi tecnici) spero che nessuno abbia intenzioni omicide nei miei confronti, anche perché è colpa del mio cervellino se ho troppe idee per la testa. Comunq…

Voce fuori campo (con tono sarcastico/sadico): Vuoi che te lo sistemi?

No grazie! Sempre il solito rompiscatole -_-+ … Comunque m’ importa solo che vi divertiate a leggere le ca…volate che scrivo.

V.f.c.: Che discorso commovente. Mi viene quasi da piangere

Io e te facciamo i conti dopo (gli punta l’indice contro).

A tutti i lettori…… BUONA LETTURA!!!!!

 

Capitolo III: È sempre meglio esprimersi a parole quando si tratta di sentimenti

 

Freddo. Era da un po’ che la sentiva, una corrente d’aria fredda che gli accarezzava la pelle. D’istinto si strinse di più nel lenzuolo raggomitolandosi su se stesso come un gatto. Stava cercando la sua fonte esterna principale di calore quando avvertì il vuoto sotto di sé e cadde rovinosamente giù dal letto, dando una facciata sul tappeto bianco steso sul pavimento di legno.        
- Cazzo che male- portandosi una mano sul naso a controllare che non fosse rotto- Ma che cazzo di ore sono?-
                    
Neanche a voltare di qualche grado il busto, artigliò la sveglia che era sul comodino alle sue spalle, premette il pulsante per illuminare il display e strizzando un po’ gli occhi grigi lesse.            
- Sono le otto passate- disse sbadigliando, grattandosi la nuca, tornando poi a fissare il display. Di certo non voleva alzarsi così presto, ma dopo essere caduto dal letto direi che nessuno tornerebbe a dormire serenamente, no?                                                                         
- Tanto vale fare colazione….-disse alzandosi lentamente- Ho voglia di cioccolata- dirigendosi verso la cucina ancora mezzo rincoglionito dal sonno, dopo aver raccattato qualcosa da mettersi dalla pila di vestiti sulla sedia di fianco al letto.

Appena ebbe messo piede in cucina però…

- Buon San Valentino capitano ^o^!!!- urlò Casquette saltandogli addosso facendoli rovinare a terra tutti e due. Sulle prime gli era venuta la malsana idea di tirargli un bel cazzotto sulla testa, ma poi connettendo un attimo il cervello…                                                                    
- Che cosa hai detto?- chiese spaventato, passando lo sguardo da lui a tutti i presenti seduti a fare colazione, fermandosi poi sul suo peloso vice, anche perché era l’unico in piedi di fronte a lui.                                                                                                                                   
- Capitano…- piagnucolò il povero Bepo.

La visione che gli si presentò davanti agli occhi fu a dir poco agghiacciante.                                    
Il povero orso in questione era stato costretto ad indossare una divisa rosa con stampe di cuoricini rossi di varie misure sul davanti, con su scritto “LOVE”, e due aluccie da angioletto di plastica, anch’esse rosa, sulla schiena, il tutto ricoperto di glitter che ad ogni movimento cadevano addosso a chiunque fosse stato nelle immediate vicinanze (avete presente no, quelli che ti si appiccicano addosso e non riesci a togliere per una settimana?! ndK)                                                                                                                                            

- Chi ti ha conciato in quel modo assurdo…e tremendamente ridicolo?- esclamò prima sbarrando gli occhi inorridito per poi trattenersi dal ridergli in faccia.                                                                   
- Ehm, capitano?- si intromise Penguin.                                                                                               
- Cosa c’è?- guardandolo con la coda dell’occhio, levandosi una lacrimuccia dall’angolo dell’occhio sinistro, sorridendo.                   
- Bepo non è stata l’unica vittima di quelle arpie della ciurma di Kidd- puntando, terrorizzato, il dito verso il tavolo nell’angolo a sinistra della cucina, quello considerato “off-limits” da tutti tra l’altro, dove un’ombra minacciosa si alzò per andare sotto la luce del neon poco distante.

Per il chirurgo della morte fu la visione più raccapricciante ed esilarante, peggio di Bepo vestito di rosa, che avesse mai visto.              
Eru, l’unica ragazza della ciurma dei pirati Heart, colei che è stata l’unica a convincere quel sadomasochista di Law a farla entrare nella ciurma, aveva orecchie da gatto che spuntavano tra i suoi capelli castani, una canottiera aderente rosa maiale con un grande cuore rosso sul petto, pantaloncini cortissimi anch’essi rosa, il tutto completato con lustrini, fiocchi, pizzo e tulle rosa qua e là. Roba che conoscendola gli stava facendo venire di sicuro il voltastomaco se non la nausea, dato che vestiva quasi sempre di nero.

- Che avete da guardare?- disse, rivolta a tutti ma soprattutto al moro, col tono che tradotto è: “Se provate a dire qualcosa sul vestiario, sul colore o sulle orecchie, giuro che vi prendo uno alla volta e vi annego nella vasca da bagno con l’acqua di mare”, mentre si avvicinò ulteriormente al bancone della cucina.

Nessuno osò fiatare a quella domanda, a parte il moro che cominciò a ridere in modo convulsivo, anche perché avevano già potuto appurare che se ridevi di lei il posto assicurato ce l’avevi, si, ma all’altro mondo! Infatti, alcuni quella mattina avevano osato ridere appena avevano visto come era conciata e i risultati erano stati i seguenti: diversi setti nasali rotti e contusi, qualche trauma cranico, alcune costole incrinate e anche alcuni bei lividi viola.

- Se avete finito di ridere del mio abbigliamento, mi dispiace ma vado a togliermi questo obbrobrio di dosso. Sembro una torta di compleanno di una mocciosa di cinque anni- dirigendosi velocemente verso la sua stanza, lasciando i presenti un po’ sorpresi dal suo comportamento nei confronti del capitano dato che non lo aveva ancora picchiato, mentre Law si spanciava ancora, e lasciandoli totalmente attoniti quando si ripresentò in cucina, completamente cambiata, dopo neanche due minuti scarsi.

“Come cavolo ha fatto?!” si chiesero tutti all’unisono “E’ parente di Kizaru per caso?”
- Provate a ripeterlo coraggio!- rivolgendo a tutti uno sguardo omicida.                                             
 
- Calmatevi tutti. Comunque- disse il capitano, dopo aver smesso di ridere attirando l’attenzione su di se- che hai detto prima Casquette? Mi sono appena svegliato e non credo di aver capito bene- sedendosi su uno sgabello del banco d’acciaio.                                                                                                                                   
- Ah si!- avvicinandosi a lui porgendogli un sacchettino trasparente contenente quelli che parevano essere…..biscotti?!- Buon San Valentino capitano. Dato che non possiamo darti la cioccolata, tutti noi ci siamo messi d’impegno e ti abbiamo fatto dei “biscotti dell’amicizia” o almeno credo che questo sia il nome- grattandosi una guancia per l’imbarazzo- per cui ti chiedo di accettarli a nome di tutti- chinando il capo, implorante e rosso in volto.

Law guardò scettico il sacchetto, poi rassegnato dal fatto che se non avesse accettato Casquette di sicuro si sarebbe messo a piangere, disse- Li accetto volentieri perché so che ci avete messo il cuore per farli- aprendolo subito e addentando un biscotto a forma di cuore- Che buono!- esclamò stupito e regalandogli un sorriso subito dopo. In quel preciso istante un colpo di tosse fece ricadere l’attenzione sulla ragazza che tendeva verso il moro una scatola quadrata ricoperta di carta gialla à pois neri con un fiocchetto argentato a cui era attaccato un bigliettino che recava scritto a mano <<Buon San Valentino a te che in amore sei un vero e proprio cretino ;p >>

- Eru non è giusto però!- esclamò Casquette indignato- perché gli hai regalato la cioccolata? Avevi detto che sarebbero bastati i biscotti- avvinghiandosi al braccio destro della ragazza. M- Guarda che non sono da parte mia!- urlandogli contro, staccandoselo di dosso- Un’idiota mi ha chiesto un favore e io gliel’ho concesso, quindi taci!- tornando a guardare il capitano.                                        
- E questo che sarebbe?- chiese il moro con un sopracciglio alzato e la vena della tempia che pulsava.                                                                                                                                                
- Come “che sarebbe”? Sono i tuoi dolci preferiti! Marshmallow al cioccolato, leccalecca alla fragola, caramelle ripiene di mou e per finire cioccolatini alla crema pasticcera e chantilly! E dato che dalle mie parti si dice “San Valentino, la festa di ogni cretino”, per dimostrarti che ti voglio un po’ di bene, e per accontentare quel cretino, mi sono alzata all’alba per cercare la miglior pasticceria dell’intera isola per confezionarti queste cose in giornata e ti posso assicurare che ho speso tutti i miei risparmi che avevo messo da parte per comprarmi un libro introvabile a cui ormai devo rinunciare, purtroppo ç_ç - disse sconsolata mentre una lacrimuccia minacciava di scorrere giù sulla guancia.                                                                                                                                 
- Allora un po’ di bene me ne vuoi- disse sarcastico, pungolandogli una guancia con l’indice.          
- Tieni i tuoi tentacoli adesi al tuo corpo, tu sei solo un amico, punto e stop- dandogli in testa la costa dell’ultimo libro acquistato.                   
 
- E chi sarebbe il fortunato?- tenendosi la parte contusa- Dai sono curioso- mentre il suo sorriso si allargava. Già pregustava di sfotterla tutto il giorno.                                                                                                          
- Ma farti i ca..voli tuoi mai? Oppure stai morendo dalla voglia di avere un bel pugno sul quel tuo brutto grugno?- chiese con faccia innocente, tenendo l’indice puntato sotto il mento.                                                                 
- Perché?!- sbarrando gli occhi, socchiudendo la bocca- Non posso neanche sapere se hai un fidanzato?-                                               
- Si- sorridendogli- perché so che non perderesti occasione di usarlo contro di me, cretino. Mica sono così scema! E tanto per informarti io non ero l’unica in pasticceria stamattina. C’era anche Eustass. Lui e la sua fottuta pelliccia rossa!- trattenendosi dal rompere la sua tazza preferita- Comunque, t’oh! È da parte sua. Ma perché cazzo devo fare il postino poi- dileguandosi nei corridoi del sottomarino, sorseggiando caffè. Il moro non gli diede tanto peso e si infilò il biglietto in tasca, ovviamente senza leggerlo.

Dopo pranzo, Law decise di andare a fare acquisti giù in città. Ma tutte le volte che si guardava in giro il paesaggio gli faceva venire la nausea. Dire che quello era il regno del rosa sarebbe stato un eufemismo (vedi capitolo uno ndK). Raccogliendo tutto il suo coraggio continuò il suo giro alla ricerca di un’armeria, non prima di essere entrato in una pasticceria e aver comprato della cioccolata solo per togliersi lo sfizio. Era a corto di bisturi dato che l’ultimo glielo avevano confiscato.

Qualche ora dopo la sua ricerca ebbe fine. Era l’unica armeria di tutto il paese e per di più era in periferia, in una strada laterale quasi invisibile a parte per il lampione perennemente acceso accanto all’insegna. Quasi ci si fiondò dentro, ma mantenne il suo contegno aprendo la porta e incominciando subito a guardare tra gli scaffali.                                                                               
Là dentro c’era di tutto, dalle lame corte a quelle che potevano benissimo arrivare ai due metri, pezzi di varie armature, scudi, martelli di varie forme e misure, esplosivi di piccolo calibro e anche coltelli da cucina. Mentre stava guardando di prendere un trinciante nuovo di zecca per Penguin, finì addosso ad un altro cliente che in quel momento stava maneggiando un piccolo trinciaossa.

 - Le mie scuse, Mr. Gamba Nera, non volevo urtarvi- disse subito per scusarsi, facendo voltare l’altro, che appena lo riconobbe sbarrò gli occhi.                                                                                
- Ma..ma tu sei…- facendo un balzo all’indietro, puntando il dito contro di lui- …tu sei Trafalgar Law!- disse quasi urlando come una ragazzina.                                                                                  
- Che coincidenza incontrarla qui Mr. Gamba Nera. Ha trovato qualcosa di interessante?- chiese osservando lo scaffale dove era appoggiato il trinciaossa- Non credevo che avesse certi gusti in fatto di armi- fissandolo con la coda dell’occhio stupito.                        
- Io non li uso come armi!- ricambiando lo sguardo- Sto cercando dei nuovi coltelli perché troppi hanno perso il filo o lo stanno perdendo. E lei che ci fa qui?- tornando ad esaminare gli altri coltelli esposti.                                                                                                                         
- Compro dei nuovi ferri per la sala operatoria. I bisturi non mi bastano mai- mentre sul suo volto appariva uno dei suoi migliori ghigni sadici e i suoi occhi si illuminavano di una luce sinistra che fece perdere un battito dalla paura al biondo.

- Beh, dato che non riesco a trovare delle cose decenti neanche in questo negozio, sono costretto a tornare al mio sottomarino senza aver fatto un acquisto interessante… a parte questa mini-scatola di cioccolato- disse sconsolato- Allora ci si vede in giro. Bye Bye!- salutando il biondo ancora più confuso di prima.

Ripercorse la strada a ritroso fino a trovare un piccolo parco isolato dove c’erano delle panchine su cui sedersi. Si era ormai fatto il tramonto e di rientrare al sottomarino non aveva voglia. Decise così di sedersi su una delle panchine presenti e aspettare che si facesse buio. Si frugò nelle tasche della felpa e ne estrasse la scatolina di cioccolatini che aveva acquistato nel pomeriggio.

- Perché cavolo l’avrò preso poi?- rigirandoselo tra le mani.                                                               
- Ma guarda chi si vede. Ancora in giro Trafalgar?-                                                              
Purtroppo i suoi timori e le voci di corridoio erano fondati. - Eustass- disse facendo un sorriso tirato - che coincidenza. Hai finito di fare il tuo giro per i locali di host?-                                                      
- Ah ah, non sei divertente!- rispose sarcastico il rosso- E tu hai finito il giro delle pasticcerie? E’ tutto li quello che hai comprato? Non è da te- notando la scatolina in mano all’altro.                        
- Su questo ti do ragione. Non so neanche perché l’ho comprato poi. Tutti oggi me ne hanno regalato, perfino quell’altra rompiscatole mi ha regalato del cioccolato, roba da non credere- aprendo la scatolina, mentre l’altro si accomodava al suo fianco sulla panchina- Ne vuoi?- chiese con non-chalance allungandogli il pacchettino.                                                                          
L’altro lo guardò stupito.                                                                                                                       
- Tu che mi offri della cioccolata?- chiese per poi sporgersi verso di lui e posargli la sua mano contro la fronte del moro- Non è che hai la febbre, per caso?- fissando lo sguardo negli occhi grigi del chirurgo. Il moro arrossì all’improvviso a quel contatto. Si allontanò velocemente da quella mano - Non ho la febbre, pezzo di cretino!- disse ancora più rosso- Volevo essere gentile per una volta tanto- disse tentando invano di cambiare discorso.                                                                    
- Ok, adesso mi sto preoccupando. Tu gentile con me?! Law…- disse alzandosi dalla panchina e avvicinandosi quel tanto che bastava a lui per considerarsi al sicuro- ma che ti prende oggi, si può sapere?- domandò in fine non capendoci più niente.                                                                    
‘Già che cazzo mi è preso oggi?’
pensò Law. Fu come un fulmine a ciel sereno. Aveva capito che quello che sarebbe successo dopo sarebbe stato il momento della verità ma anche la sua rovina se l’avessero scoperto i suoi. ‘O la va o la spacca!’ si disse prima di sussurrare qualcosa.               
- Come scusa? Non ti ho sentito- disse Kidd. Il moro ripeté alzando di poco il volume, ma non a sufficienza.                                       
- Trafalgar se non parli più forte non posso sentire quello che esce da quella tua fottuta bocca.-     
- Mi sono innamorato di te, brutto cretino!- gridò Law più rosso di un pomodoro, calandosi il cappello sugli occhi.

Ecco. L’aveva detto. Ora doveva solo scavare una buca molto profonda e restarci finché il rosso avesse smesso di sfotterlo. Ma…un attimo. Alzò di poco il cappello per vedere la reazione dell’altro, perché non stava affatto andando come se l’era immaginato. Eustass Kidd detto il “Capitan” non solo non rideva ma proprio era fermo, immobile come una statua. In compenso però la sua faccia avrebbe conquistato di sicuro la prima pagina di tutti i giornali. Occhi spalancati, più rosso in viso dei suoi stessi capelli e le labbra nere che tremavano. Era shockato e imbarazzato all’inverosimile. Gli ci vollero una decina di minuti per riuscire a dire qualcosa.

- T-tu ti saresti innamorato di me?- disse ritornando quasi del tutto calmo.                                       
- Si, si…sfotti pure….- disse in un primo momento- Ma tu perché non stai ridendo come tuo solito?- chiese poi stupito.                          
- Beh, non credevo che mi avresti risposto così presto! Sai quanto ci ho messo a scriverti quella lettera e a trovare i tuoi dolci preferiti?!- disse riacquistando il suo colorito normale.                         
- Risponderti? Lettera? I miei dolci preferiti? Ma che cavolo stai farneticando?- chiese del tutto confuso a Kidd.                             
- I dolci che Eru ti ha dato stamattina li hai mangiati?-                                                                        
- Si-                                                                                                                                                      
- E non hai ricevuto un foglio da Eru, da parte mia?-                                                                           
- Si, ce l’ho in tasca. Pensavo di leggerlo più tardi.-                                                                            
- Leggilo!- disse con un tono che non ammetteva repliche.                                                                  
- Se insisti tanto, ma non darmi ordini!- disse scocciato.

Tirò fuori il foglietto dalla tasca posteriore dei suoi jeans, lo aprì e ne lesse il contenuto.

- Senti Trafalgar,

non starò a fare tanti giri di parole. Per cui te lo dico chiaro e tondo:

MI SONO INNAMORATO DI TE’.

                                                                   Eustass Capitan Kidd

- Ah- fu l’unica cosa che riuscì a dire prima di arrossire di nuovo sotto lo sguardo dell’altro- E dirmelo a voce ti costava tanto?- gli urlò poi in faccia.                                                                         
- Secondo te! È già imbarazzante che te lo abbia scritto, se te lo avessi detto di sicuro mi avresti riso in faccia come tuo solito.- disse incrociando le braccia al petto e voltando la testa di lato. Continuarono a fissarsi per un paio di minuti in silenzio poi Law distolse lo sguardo sbuffando. Kidd per tutta risposta gli si risedette accanto per poi rivolgersi all’altro

- Però adesso sono felice- facendo voltare il moro stupito- di sapere che mi ricambi. Dato che era da almeno una settimana che mi stavo arrovellando il cervello in cerca di un modo per dirtelo. Sai- disse grattandosi la punta del naso imbarazzato- ho persino chiesto a quella rompiscatole di Eru di darmi una mano e prova ad immaginare cosa mi ha detto-                                                                 
- Di sicuro ti avrà urlato dicendo che “sei un cretino irrecuperabile che non riesce a fare niente da solo, soprattutto in amore”. L’ha urlato anche a Penguin l’altro giorno. Da spanciarsi dal ridere- rispose Law appoggiando la testa sulla spalla del rosso, socchiudendo gli occhi.

I due rimasero così per un po’ osservando le stelle fino a quando Kidd decise di alzarsi.                 
- Sarà meglio andare, non vorrei che quegli idioti dei miei uomini pensassero che sto facendo di nuovo a botte con te. Sono seccanti a volte- disse poi porgendogli la mano che Law afferrò subito. 
- Già- intrecciando le dite con quelle dell’altro- però stasera ho voglia di venire da te. Tu ormai mi appartieni- disse arrossendo un po’.        
- Io ti appartengo?- sghignazzando- E tu mi appartieni, Trafalgar?- sussurrò avvicinandosi pericolosamente alle labbra dell’altro.                   
- Certamente. In tutti i sensi- colmando quei pochi centimetri che lo separavano da quelle sottili e sensuali labbra.

 

 

Bene e con questo abbiamo finito, almeno per oggi. Comunque vorrei ringraziare la mia migliore amica devillittlesister13 e anche la mitica Ria-chan per i consigli che mi hanno dato. Grazie a loro sono riuscita a superare il blocco dello scrittore. E ringrazio anche tutti quelli che hanno pazientato fino ad adesso per leggere il seguito. Un grazie va anche a chi legge e recensisce ovviamente ^_^!

Law: Ma porc…

Kidd: Biiiiiip.

Che linguaggio forbito… I miei complimenti ma…che succede?

Law: Senti da che pulpito!? Almeno in questo capitolo non potevi scrivere una lemon?

Kidd: Law. Questa e una fic a rating verde, non un film porno!

Già, già. E se non ti sta bene cavoli tuoi chirurgo del ca…

Kidd: BIIIIIIIIIIP! Kei! Law! Un po’ di contegno. State litigando davanti ai lettori!

Law/Kei: Gomen :p

Scusateci ancora per lo spettacolo indecoroso e con questo ci si vede alla prossima e (forse) ultima puntata dove vedremo Ace alle prese con la preparazione del cioccolato.

SEEEE YAAAAA!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** San Valentino,… ***


San Valentino Chronicles cap 4

Ecco a voi l’ultimo capitolo della fic sulla festa di San Valentino!

Tutti: Alleluia è finita!

Ma se devo ancora cominciare. Guarda te ‘sti bast…. Basta perdere tempo. Incominciamo!

Buona lettura ^_^!

 

Capitolo IV: San Valentino,…

 

Era all’alba che tentava di dormire, ma sembrava che Eneru ce l’avesse con lui quella mattina. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte, era sfinito e per di più aveva un mal di testa che lo faceva impazzire. Tutta colpa di quella tempesta che lo aveva sorpreso sol prima di arrivare su quella piccola isola, dove secondo fonti sicure si trovavano il suo fratellino, che non vedeva da secoli, e il grande White Hunter, la sua preda più ambita. Il suo cervello gli diceva di alzarsi, andarli a cercare e passare una bella giornata con loro, ma il suo corpo rifiutava categoricamente di muoversi. Neanche le manette di seastone avevano avuto un effetto così letale su di lui. 
Ace era proprio ridotto uno straccio. Passandosi una mano tra i capelli corvini posò lo sguardo sulla sveglia appoggiata sul comodino. Segnava le sette meno dieci. 
E che cavolo! 
A costo di spaccarsi la testa contro il muro avrebbe dormito almeno mezza giornata. Appena si sistemò meglio sotto le leggere coperte si assopì quasi subito. Meno male perché quel pomeriggio avrebbe avuto un bel problema da risolvere.

 

Erano più o meno le due e mezza quando scese per mangiare. 
Ordinò quasi tutto il menù (come al solito) e appena finito di ingurgitare il tutto pagò in contanti. Fece per uscire a sgranchirsi le gambe e iniziare la sua ricerca, quando la proprietaria gli porse un pacchettino tutto rosso con stampe a cuoricini. 
- Buon San Valentino, ragazzo. Porta anche questo con te, offre la casa!- disse sorridente ad un imbambolato e stupito Ace. 
- Come scusi? Che giorno è oggi?- chiese incredulo il ragazzo. 
- Ma come che giorno è? Ragazzo non dirmi che ti sei scordato che oggi è il 14 Febbraio, la festa degli innamorati?!- mettendo le mani sui fianchi- Se ti sentisse mia nipote incomincerebbe a urlarti in faccia tutto quello che si farà oggi, senza tralasciare il minimo dettaglio. Sapessi ieri quanto era su di giri!- facendogli un’enorme sorriso. 
Ace guardò il pacchettino che ancora teneva in mano e fu come fulminato. 

Non ho il regalo per Smoker!” pensò strabuzzando gli occhi. 

- Grazie signora! Mi ha ricordato che ho qualcosa di urgente da sbrigare- raccattando la sua sacca e correndo fuori dalla locanda, mentre si dirigeva a grandi passi verso il porto. 


Ci mise dieci minuti buoni a trovare la nave del vecchio fumoso (E dire che non passa inosservata -_-‘ ndK). Senza farsi notare, salì a bordo dirigendosi verso la cabina del commodoro. 
Arrivato davanti alla porta bussò e dopo un- Avanti- seccato, entrò richiudendosela alle spalle.

- E tu che diavolo ci fai qui?- chiese sorpreso l’argenteo mentre vedeva l’altro posare la sacca vicino alla scrivania, per poi sedersi sul letto senza troppi complimenti. 
- Niente. Solo a fare un giro- guardando il soffitto- Sai dov’è Tashigi-chan? Ho bisogno del suo consiglio per un regalo da fare ad una ragazza- fissandosi intensamente le unghie. 
Smoker a quell’affermazione si accigliò e gli rispose secco. 
- È tutt’oggi che è in cucina a trafficare con i fornelli- disse ritornando ai suoi documenti da firmare. 
- Grazie tante per l’informazione. Ci vediamo più tardi Taisa!- alzandosi e sparendo nel corridoio che andava verso la cucina.

Arrivato alle cucine non si premurò neanche di bussare. Ci si fiondò dentro quasi in lacrime!

- Tashigi-chaaaan! Sono disperato!!!- disperato Ace, aggrappandosi alla ragazza un po’ stordita dal suo comportamento da ragazzina. 
- Ace-san, si calmi- facendolo sedere su uno sgabello li vicino- mi spieghi con calma cosa è successo- disse gentile porgendogli un fazzoletto usa e getta. 
- Oggi è san valentino- incominciò lui, asciugandosi una lacrimuccia- e io……me ne sono completamente dimenticato!- depresso. 
- E quindi sei venuto a chiedermi un consiglio su cosa regalare a Smoker Taisa, perché conosco i suoi gusti, vero?- ricevendo un cenno d’assenso dal moro- Allora mettiamoci al lavoro!- affermò alzandosi dalla sedia, iniziando a tirare fuori vari stampini per dolci sotto lo sguardo incuriosito del ragazzo. 
- Che stai facendo?- chiese ora confuso Ace, mentre vedeva la vice di Smoker aprire un sacchetto di gocce di cioccolato. 
- Semplice- sorridendogli- ti aiuterò a fare del “Cioccolato di San Valentino” fatto in casa! Così la prossima volta se non farai in tempo saprai come rimediare, no?- porgendogli un grembiule pulito- E ora al lavoro! Non c’è molto tempo- incominciando a dosare gli ingredienti. 
- Grazie mille, Tashigi-chan- mettendosi il grembiule, ascoltando le indicazioni della ragazza.

Erano quasi le otto quando Ace torno nella cabina del commodoro a controllare se stava ancora lavorando. 
- Taisa, lavori ancora?- chiese entrando, trovando Smoker intento ad infilarsi la giacca- Dove stai andando di bello?- chiese il pirata sorridendo curioso. 
- Fuori a mangiare- rispose secco. 
- Allora posso venire anch’io? Facciamo a metà col conto- prendendo la sacca, precedendolo fuori dalla cabina. 
- Fare a metà? Tu che di solito fai pagare tutto a me? Questa mi è nuova- disse stupito raggiungendolo. 
- Oggi mi va così, quindi siine grato- voltando leggermente la testa di lato per non mostrare all’altro la sua espressione imbarazzata.

Non ci misero tanto a trovare un tavolo alla locanda dove aveva alloggiato Ace, anche perché la padrona aveva immaginato che il ragazzo sarebbe tornato con qualcuno. Quando il ragazzo si avvicinò per ordinare un altro boccale per lui e l’argenteo di birra non si trattenne dal chiedergli- Così quello è il tuo ragazzo. Davvero niente male- facendogli andare di traverso la birra, facendolo arrossire. 
- Ma…Oba-san- esclamò spalancando gli occhi. 
- Non ti preoccupare, da queste parti siamo molto discreti e non arrossire così tanto! Dovrebbe essere lui quello più in imbarazzo, no?- indicando con un dito il marine seduto al tavolo. Ad Ace venne da sorridere- Già forse hai ragione, Oba.san- ritornando al tavolo coi bicchieri.

Dopo la cena, fecero un giro per il paesino fermandosi poi davanti alla nave del marine. 
- Allora alla prossima, moccioso- risalendo sulla banchina. 

- Aspetta- disse ace di botto, arrossendo leggermente, facendo voltare l’altro. 

- Che vuoi ancora?- togliendosi l’unico sigaro, ancora acceso, dalle labbra per poi grattarsi la nuca. 
Allora Ace chiudendo gli occhi e arrossendo ancora di più gli porse il pacchettino che aveva messo nella sacca prima di uscire- Questo è per te! L’ho fatto oggi pomeriggio con l’aiuto di Tashigi-chan. Anche se un po’ scontato da parte mia, ecco…- alzando lo sguardo- …buon san valentino!- spiazzando del tutto l’uomo.

“Ecco adesso mi darà del moccioso e mi darà dell’idiota di sicuro. Scemo, scemo, scemo!” 

Sentì i passi avvicinarsi a lui, una mano posarsi sulla testa ad accarezzargli lievemente i capelli e infine un- grazie- sussurrato dolcemente all’orecchio. Due dita sotto al mento gli fecero alzare il viso, facendogli così incontrare le labbra del marine in una carezza lieve e dolce, mentre con le braccia gli circondava il collo approfondendo il contatto con il corpo massiccio dell’altro. 

- La prossima volta non metterci così tanto a darmi la cioccolata, stupido moccioso- disse Smoker a bacio terminato. 
- Allora la prossima volta preparati perché ti farò aspettare un bel po’ prima di dartela- sfoggiando quel sorriso dolce che ormai riservava solo a lui, richiedendo così di nuovo l’attenzione dell’altro sfiorandogli le labbra con un altro dolce bacio.

********

Mini capitolo extra: Eru e il risveglio

 

- Driiin~….driiin~…drii-crash!
- Chi è stato quel bastardo che mi ha messo la sveglia?- disse con tono lugubre e incazzato Eru, ritirando il pugno che aveva inesorabilmente distrutto la piccola sveglia, rigirandosi un paio di volte nel letto per poi alzarsi bestemmiando a destra e a manca.

Dopo essersi infilata un paio di jeans scese a fare colazione al ristorante della locanda dove aveva preferito alloggiare la notte precedente. 

- Se trovo quel mentecatto che mi ha fatto questo scherzo lo trucido- mettendo piede nella grande sala da pranzo, sollevando poi lo sguardo bloccandosi nell’istante successivo- Ma che ca…- 
Va bene che era ancora mezza rincoglionita dal sonno ma questa doveva essere per forza un’allucinazione bella e buona. 

Poco distante da lei, ad un unico tavolo, erano seduti Ace che parlava tranquillamente con Rufy e Trafalgar intento a sorseggiare caffè, Smoker e Kidd si squadravano sorseggiando anche loro caffè nero e infine Sanji e Zoro che ascoltavano in silenzio il discorso del moro. Avvicinandosi poi sconsolata al tavolo, si sedette dando il buongiorno a tutti e chiamò il cameriere per ordinare. 
- Allora prendo uova, bacon, pane integrale con prosciutto e insalata, brioche integrale con miele e marmellata, bombolone crema e cioccolato, crostata di frutta e per finire cappuccino con tanta schiuma- disse senza batter ciglio sbadigliando con la mano davanti alla bocca. - Eru, non cambi mai- disse Law accarezzandogli la testa. 
- Non fare lo gnorri- disse addentando un toast- guarda che so che sei stato tu a mettermi la sveglia a questo orario assurdo- mandando giù l’ultimo pezzo rimastole in mano- Tanto prima o poi te la faccio pagare, quindi aspettati di tutto- incominciando a mangiare quello che il cameriere aveva iniziato a portare. - Comunque grazie- suscitando l’attenzione di tutti- tutto sommato non è stato un cattivo risveglio- disse sorridendo sorseggiando il cappuccino fumante. 
- Comunque lo dico e lo ripeto. San Valentino è e rimane la festa di ogni cretino!-

The End.

È finitaaaaaaaa!!

Piaciuto? Spero tanto di si ^_^. Anche se i personaggi mi sono venuti un po’ OOC……….ma chissene! È San valentino no? Un po’ scemi lo si diventa, giusto?

Saluto tutti quelli che mi hanno seguito in questa odissea che ormai è durata quasi un anno, ringrazio anche chi ha recensito i precedenti capitoli e chi recensirà anche questo.

E con questi ultimi saluti mi congedo fino alla prossima volta. BWAAHAHAHAHAH! BUON SAN VALENTINO A TUTTI ^_^!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=657216