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di ladamagrigia97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** per non dimenticare ***
Capitolo 2: *** i guai non vengono mai da soli ***
Capitolo 3: *** quando gli dèi sono contro di te ***
Capitolo 4: *** free hugs ***
Capitolo 5: *** in her eyes ***
Capitolo 6: *** let it be ***
Capitolo 7: *** anticipazione capitolo 7! ***
Capitolo 8: *** don't tell me ***



Capitolo 1
*** per non dimenticare ***


Sono Courtney  Williams. Sono passati due anni da quello stupido programma diretto da quello stupido (e  sadico!!) conduttore, Chris Mclain. Ma soprattutto sono stata umiliata davanti al mondo intero. La mia amica intenta a sbaciucchiarsi con il mio ragazzo. Da quel giorno sono sprofondata nel vuoto. In un baratro senza fine. ma  dopo mesi, per la seconda volta, mi sono rialzata da sola e sono andata avanti. Adesso vivo in un appartamentino a  Vancouver,lontano dalla darkettona Gwen,dal marcio Duncan e da tutti gli altri concorrenti (tranne Bridgette,che nonostante viva in un’altra città, ci sentiamo sempre!). adesso sono finalmente felice. Finchè un giorno…
 
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Una mattina di giugno mia madre mi pone una pagina di giornale molto inusuale (era persino di un’altra città!): quella dei necrologi. E lo vidi. Il suo nome. L’annuncio scatena  tantissimi sentimenti in me:rabbia,compassione , rancore, ma soprattutto dolore. Una vecchia ferita rimarginata difficilmente ora ricomincia a sanguinare copiosamente. Cala  il silenzio tra noi, finchè non l’ho rotto io:                                      
 -Voglio vederlo,quel porco-dissi dopo una lunga riflessione
 -COSA?! Dopo quello che ti ha fatto?dopo averci distrutte? Court, provi compassione per quel bastardo senza cuore? Voglio ricordarti che ci ha reso la vita un inferno!-         
-lo so,mamma. Non è compassione. Quello che voglio andando fino a Montreal è ricordare. Per non dimenticare. Per non cadere negli stessi errori del passato. Per ricordare che in questo mondo bisogna contare solo su se stessi  ma soprattutto,per ricordare di essere  una persona migliore di lui, che ho superato in tutto. Vedi? È morto da solo, senza essere ricordato e il suo nome semplicemente scritto sui giornali perché si era suicidato. È stato abbandonato da amici e parenti, privo di tutto: soldi,famiglia,affetto.-
Dopo un po’ mamma annuisce in silenzio con gli occhi lucidi.                                                              
 
-prenderemo un treno, è il metodo più economico per spostarci-      -
 
-no mamma, è un viaggio che farò da sola. Io sono stata quella che ha sofferto di più e lo sai, la mia forza  è la solitudine. E poi comunque non hai nulla di cui preoccuparti;lì abita Bridgette, la contatterò subito-     -oramai sei grande Courtney, e perciò sei libera di decidere quale strada prendere. È una cosa che non imparerai mai, ma sappi comunque che ci sarò sempre, quando hai un attimo di sbandamento chiamami e io  sarò in un batter d’occhio vicino a te, perché i problemi non si possono affrontare da soli.-                          Quando terminò il discorso, corsi subito ad abbracciarla. Sì, mi sento pronta anche a questo.  Sono  pronta per iniziare questo nuovo viaggio, verso un passato sepolto nella mia mente ma che deve  essere necessariamente ricordato.

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Capitolo 2
*** i guai non vengono mai da soli ***


-pronto?- una voce soave e inconfondibile risponde al telefono. 
-ehilà Brdgette come te la passi? 
-COOOURT! È da un po’ che non ci sentiamo!! Qui tutto apposto, io e Geoff avevamo litigato, non so se ti ricordi, ma adesso ci siamo riappacificati!- 
-ne sono molto felice ‘B. anche io ho parecchie novità: verrò domani a Montreal. Anche se non per motivi allegri. Oggi ho letto il giornale della tua città e ho visto il suo nome tra i necrologi- 
-fai sul serio ‘C?? aspetta in linea-sento la mia amica che sfoglia il giornale.
-oddio,oddio. perchè vuoi vedere quel pazzo psicopatico? Vedila così: non farà male più a nessuno. Sai già dove dormire?? E dove stare?- mi sommerge di domande (come al solito) 
-sì non preoccuparti ho trovato un albergo non troppo costoso ma non è neppure una vecchia topaia.- 
-chiamami appena parti e appena sei arrivata! Ora devo proprio scappare ‘C mi dispiace ma il lavoro mi chiama! Ti aspetto domani allora!-
Non ho avuto neanche il tempo di salutarla che già aveva riattaccato.
Dopo la telefonata alla mia migliore amica preparo la valigia: vestiti, asciugamani (non si sa mai cosa offrono gli alberghi modesti!), il computer, il mio diario e immancabile,il palmare. Dopodiché io e mamma usciamo per prenotare il biglietto del treno (un regionale che si ferma praticamente ovunque) e tornate a casa,sfinite e senza nessuna voglia di cucinare, ordiniamo una pizza, da mangiare davanti a un film. Finito pure questo (un film romantico, il genere che odio di più!) andiamo a dormire, per metterci in forze dopo una stancante giornata.
***********************************
Le note di Beethoven mi svegliano. Ore 5.00 . dopo cinque minuti mi ricordo che devo prendere un treno e che devo fare un viaggio noiosissimo di 5 ore che sto rischiando di perdere per la mia pigrizia. Scatto subito in piedi e con stupore noto che mia madre era già in piedi che mi sta preparando qualche leccornia per alleviarla traversata. In mezz’oretta sono prontissima; carichiamo i bagagli in auto e alle 6 siamo in stazione. Ho tutto il tempo necessario: il treno parte alle 6 e 20. Lo troviamo subito e salgo sulla carrozza,che sembrava un vagone merci e quindi, dopo aver vagato per tutto il treno trovo uno scompartimento con solo 3 persone. Sono le 6 e 15 e un segnale acustico richiama gli accompagnatori. Mamma mi dà un bacio sulla fronte e scende, aspettando fuori la partenza del treno. Finalmente parte e subito mi metto all’opera:scrivo sul mio diario segreto. Anche se è un cosa inusuale per la mia età (20 anni) è un modo per sfogarmi, dire le mie preoccupazioni,e ancora è l’unico che non mi tradirà mai, che mi ascolta sempre. Ma il sonno si comincia a sentire e appena il tempo di chiudere il diario che crollo e dormo. Appena sveglia, dopo un’oretta, sono lucidissima e il treno è fermo alla stazione di Toronto. Salgono diverse persone ma si fionda proprio di fronte a me la persona che avevo dimenticato da tanto, una persona che odio con tutta me stessa. Duncan. Io lo fisso prima a bocca aperta poi stringo i pugni cercando di reprimere la rabbia. Lui invece come un ebete fa cadere un bicchiere di caffè che aveva comprato e ha una faccia di un cavernicolo altamente stupida. Che felicità ci voleva solo questa!
(D)
Eccomi che da Toronto parto per andare dai miei che vogliono che passi qualche giornata da loro. Insomma una grande pizza. Prendo un caffè mentre aspetto il treno che ovviamente è in ritardo. Finalmente arriva e, senza degnare minimamente al posto scritto sul biglietto, salgo su un vagone a casaccio e lì non credo ai miei occhi. Vedo Courtney, la mia ex ragazza ai tempi del reality. La vedo diversa (ha persino un pearcing al naso!!): nei suoi profondi occhi color nocciola scorgo una punta di dolore, ma soprattutto forza,tenacia e coraggio. Finalmente incrocia il mio sguardo, stupita prima, che lanciano tuoni e lampi subito dopo. No, forse in certi aspetti non è proprio cambiata.
-ehilà Courtney da quanto tempo!-faccio io,per rompere il ghiaccio
-mmm –mugugna lei troppo presa a maneggiare un vecchio taccuino consunto
-scommetto che alla fine sarai caduta ai piedi di Justin dopo tutte le sue avance!-dico io. Ma sono forse impazzito?? Cosa mi salta in mente? Perché ho detto così? Ma soprattutto scopro di aver detto ciò con una punta di amarezza.
(C )
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Prima osa come se niente fosse rivolgermi la parola, poi chiede pure della mia situazione sentimentale, che un tempo aveva distrutto in mille brandelli.
-COME OSI? SEI VERAMENTE UN ESSERE SCHIFOSO! Mi rivolgi ancora la parola dopo…dopo tutto quello schifo! Sei anche più sadico di chris! Però tu sei veramente un verme! Puah anziché continuare a DISTRUGGERMI E ROVINARMI la vita, perché non porti Gwen (pronuncio il suo nome storcendo il naso) da qualche parte?-
Sono completamente rossa e prendo subito le mie cose per cambiare posto quando mi accorgo che non solo tutta la carrozza è rivolta verso di noi, ma che non c’è neanche un posto libero, neppure in altri vagoni. Perfetto. I guai non vengono mai da soli. Ci voleva solo Duncan per questo viaggio già molto allegro.

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Capitolo 3
*** quando gli dèi sono contro di te ***


Dopodichè quell’idiota non mi ha rivolto più la parola. Bene. Però lo vedo ogni tanto con la coda dell’occhio. Non ha una bella cera. Lo vedo triste, sospira sempre, guarda il finestrino, mi guarda e negli occhi vedo tanto rammarico.
-che hai da guardare?-dico dopo mezz’ora, infastidita
Sembra essersi rianimato un po’ . mah e chi lo capisce!!
-niente principessa, rifletto. come mai viaggi su questo squallido treno? –
Senza tener conto del nomignolo (uff, che fastidio!) ribatto:
-hai una grande capacità nel fare domande sbagliate al momento sbagliato. Vado a Montreal. Altro non dico-
Sta quasi per affogarsi con un oggetto non identificato (forse uno snack ipercalorico).
-COSA?! Anche io mi fermo lì!-dice paonazzo (sempre per l’effetto dell’ ipotetico snack?)
-che felicità! Non dirmi pure che soggiorniamo nella stessa pensioncina!- dico con sarcasmo. 
Il viaggio ha finalmente fine ed eccomi a destinazione. Non ricordatemi con quale elemento.
-a mai più!- Faccio io. dannata la mia boccaccia. In questo momento gli dei giocano con una bambola wodoo con la mia faccia.E quello che capiterà dopo è praticamente contro ogni legge della natura!
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Me ne scappo praticamente senza girarmi indietro (anche perché è impossibile,sono piena di pacchi!) e aspetto un buon quarto d’ora prima di trovare un taxi. Sembra che qui a Montreal non ci sia anima viva: di questo passo vedrò vagare balle di fieno come nei vecchi film western. Eccoci arrivati. Dall’esterno non sembra poi tanto male. Ultime parole famose.
Entro nella hall dove trovo nell’ipotetica reception(un centro raccolta per sfollati è un posto migliore e pure più ordinato)un giovane ragazzo che mi guarda con aria preoccupata
-lei è la signorina Williams?-
-si, sono io, c’è qualche complicazione?-
-Emh sono profondamente dispiaciuto ma… per problemi di manutenzione ci sono solo 2 stanze agibili. Una è la sua e l’altra è stata prenotata da un giovane. Il punto è che queste stanze hanno angolo cucina in comune… davvero sono totalmente dispiaciuto…e-
Ma quanti giri di parole!!
-non si preoccupi che vuole che sia??nessun problema!-sorrido convinta
Il giovane, decisamente inesperto con i clienti, mi accompagna in ascensore prendendo tutti i miei bagagli e ci dirigiamo al 4 piano.
Caspita vorrei ritirare tutto ciò che ho detto prima e affondare le mani sul collo di quella sottospecie di “fattorino-tuttofare” (e magari immobilizzarlo con un lampione, come ho fatto con quello sfigato di Harold!).chi mi posso trovare di nuovo davanti? DUNCAN! Meno male che gli avevo detto addio!! 
Guardo sconfortata il mio nuovo vicino, o meglio, compagno di stanza,dato che dividiamo cucina e alla fine pure il bagno!!che grandissima fregatura!
-rieccoci qui principessa, sarà il destino?-
- ma tu sai solo domandare?! Permetti adesso ci penso io ciccio!! Perché sei qui a montreal? Hai appeso a toronto Gwen?- caspita questa non me l’aspettavo!! L’ho detto così su due piedi e mi è proprio scappato!
-sono qui perché mia madre mi ha costretto. Vuole che mi riappacifichi con il mio vecchio. Ad ogni modo sappi che ho lasciato Gwen parecchio tempo fa…
Caspita. Il gran duo si era sciolto.
-mi dispiace- dico semplicemente perchè non ho molto altro da dire. –emh… ti va di mangiare qualcosa?
Da quella mia domanda insulsa non potevo proprio immaginare che nascesse un discorso serio e meraviglioso.

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Capitolo 4
*** free hugs ***


  Ebbene  so più cose di Duncan dopo 5 minuti di conversazione, che in 3 anni quando stavamo insieme! Alla fine, nonostante abbia la solita faccia da orco chiodato, ha la rarissima capacità di ascoltare e di dire le cose così come stanno.
-allora… mi è venuta un’idea-esordisce Duncan, con uno spaghetto che pende da un angolo della bocca e che lo rende altamente divertente (ma anche più scemo!).- perché non fare un gioco?verità o pegno –
Mi  ricorda tanto i giochi che si facevano al doposhow della seconda stagione, con verità o un miliardo di oggetti contundenti.
-ok inizio io! Adesso mi spieghi la tua situazione familiare, sempre se vuoi ovviamente!- non so perché, ma tanto sono di una tale invadenza…
- in famiglia sono tutti poliziotti …  e io sono la pecora nera. Mio padre si è rotto di sborsare sempre soldi per le mie … scappatelle e un giorno mi ha cacciato di casa. Per questo motivo ho partecipato a tutto reality, sperando di poter vincere e di potermi sistemare al meglio. Però poi ho prosciugato il premio della seconda stagione e adesso mi trovo qui,senza sapere bene perché mi trovi qui come un’idiota e senza sapere cosa fare.-
(D)
La reazione di Courtney è stata totalmente imprevedibile. Quella ragazza mi fa svalvolare; mi piace ancora? Forse mi è sempre piaciuta e ripiegai su Gwen senza mai provare veramente nulla. Comunque ad ogni modo ritorniamo alla crisi di nervi che all’improvviso  anima la principessa
-ma sei forse scemo?? Cioè ma che aspetti? Corri subito da tuo padre, prima che sia troppo tardi!! Entrambi sperate di riappacificarvi, ma nessuno vuole fare il primo passo! Vai subito e prendi in pugno la situazione! Non ti apro la porta finchè non so che siete finalmente una famiglia unita e felice! –
Mah c’è qualcosa sotto… non l’ho mai vista così animata. Però sono sorpreso. È la prima persona che mi ha convinto nel fare qualcosa. E nonostante siano le 9 di sera, prendo giacca e mi avvio subito dai miei.
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Il mio vecchio mi apre la porta. La sua faccia da un bel colorito roseo diventa paonazza. Mi ero preparato tutto il discorso da fare, ma alla fine l’unica cosa che riesco a fare è dire scusa e guardarmi le scarpe.
-Duncan, sei sempre stato la pecora nera della famiglia. Hai sempre causato guai, mi hai fatto dannare in questi ultimi anni: sei un teppistello senza neanche un minimo di materia grigia. Ma sai una cosa? Caspita,sei mio figlio! E nel bene e nel male noi saremo sempre una famiglia!
Minimo minimo mi aspettavo che chiudesse la porta in faccia appena riconosciuta la mia faccia. E invece mi ritrovo ad eliminare quello strato da duro che con tanta fatica mi ero costruito e abbraccio mio padre.  Grazie Court sono in debito con te. Ma adesso voglio scoprire il tuo male. Voglio aiutarti perché non sei sola. E con questi pensieri mi avvio verso la camera d’albergo e la trovo addormentata sul divano. Le poggio il mio giubbino sulle spalle (perché sti’ gesti dolci? C’era lo zucchero negli spaghetti?!?!) quando mi salta all’occhio un vecchio taccuino consunto e vecchio, lo stesso che aveva in treno. Troppo strano per una perfettina come Courtney avere un quadernetto così orrendo. Non prendetemi come un cretino senza cuore. Ho bisogno di sapere la verità. Perché… perché la amo. L’ho sempre amata sin dall’inizio. Non sono mai stato alla sua altezza, forse per questo sono stato con Gwen. Ma alla fine non ho fatto altro che far male a me e a lei. Adesso è un obbligo rimediare. Sfoglio il taccuino tra le mani e incomincio a leggere.

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Capitolo 5
*** in her eyes ***


angolo dell'autrice: ne approfitto per ringraziare tutti coloro che mi seguono! grazie! ps questo capitolo non mi convince tanto ma se ne vedranno delle belle nel successivo(che sto già scrivendo!)

Eccomi qui, sempre in quella maledetta casa. E lo vedo. Alza la mano verso di me. Mi chiama. Indietreggio e senza accorgermene entro in una stanza. Mi trovo in un ospedale. Lo vedo adesso steso su un letto, pallido e inerme. Innocuo. Finalmente innocuo. Poi ritornano in mente scene del passato. La bestia è uscita dalla gabbia. Pronta a farmi male. Molto male. Mi alzo di colpo urlando, svegliando pure Duncan. Per fortuna è solo un incubo.
-principessa… cos’è successo?-si blocca di colpo. Mi posa una mano vicino alla faccia per fermare le lacrime che  solcano copiose le mie guance. Con mio grande stupore mi abbraccia. E mi va bene così, vorrei che questo momento durasse in eterno. Posso sentire il suo profumo,il suo calore. E finalmente mi sento bene. Rimango tra le sue braccia a lungo, finchè non mi riaddormento senza sognare nulla.
Quando mi sveglio mi ritrovo con la testa appoggiata alla spalla di Duncan. Oggi ho un appuntamento con Bridgette. Ieri mi disse testuali parole:
-Court, non mi importa se devi fare qualcosa, ma tu domani vieni da me. Sicuramente vuoi andarci sola da lui, ma voglio comunque distrarti e alleviarti il dolore. Perciò vieni da me, ti porto in spiaggia (montreal si affaccia sul mare? Mistero, ma nella mio cervelletto, che sa a malapena la capitale d’Italia sì) e ti faccio vedere la città-
Mi preparo. Alla fine voglio proprio cambiare un po’ d’aria. Come sempre Bridgette sa sempre ciò di cui ho bisogno. Lascio un biglietto a Duncan e mi avvio.
(D)
Mi sveglio con un bigliettino tra le mani. È la grafia della principessa. È uscita maledizione. Ho il bisogno urgente di parlarle. Ho letto il suo diario. Lo so è una cosa infima ma era inevitabile. Quello che ho scoperto… terribile. Non ho mai pianto prima di oggi. Come me, anche Courtney si nasconde dietro una corazza. Io dietro uno da marcio e da duro, lei dietro quella di una persona perfezionista e felice. Ma non è felice, vive la vita in modo apatico. Vive nascondendo a tutti la sua natura. E il suo passato.
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eccomi a gironzolare per la città. Ero solo in casa. Di certo non potevo parlarle,per  cui tanto vale uscire. Mi fermo davanti una gioielleria. mi salta all’occhio un ciondolo. E’ un cuore d’argento, con un diamante all’estremità e con scritto

in my head,
in my soul I feel you there>
mi colpisce subito. Senza badare a spese lo compro subito e ci faccio incidere due iniziali. Le nostre.
(C )
Eccomi qui dalla mia amica.
-ehi B’ mi sento strana. Duncan in soli 2 giorni mi ha cambiato totalmente la vita. Non lo so è strano… ma in sua presenza mi sento felice e soprattutto viva. Anche dopo tutto ciò che ha fatto, nonostante mi abbia ferito così profondamente non lo riesco ad odiare ( ma odio quella schifosa vipera gotica del caspio *scusate, piccolo commento dell’autrice*)-
-Court, non sei mai riuscita a dimenticarlo e penso che non ci riuscirai. Ma hai visto come si comportava,si comporta e come si comporterà probabilmente. Per cui ti chiedo di stare attenta, non voglio che tu soffra.-
Annuisco in silenzio. Come sempre ha ragione. E mi starò più attenta.
–ad ogni modo, non mi dovevi far vedere la città?-dico sorridendo
-sissignora !-
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Mammamia i miei piedi implorano pietà! Camminiamo da 3 ore! Montreal è una bella città (sempre però con le balle di fieno come nei vecchi film western) con tanti vicoletti e edifici particolari. Ci fermiamo al bar della piazza principale a mangiare un boccone. Sono davvero sfinita. Dopo esserci abbuffate, decidiamo (o meglio Bridgette decide) di andare un po’ sulla spiaggia. Ci sediamo sulla sabbia a contemplare l’orizzonte e a spettegolare un po’ .
-ehi bridg torno a casa è tardi e voglio arrivare all’albergo prima che faccia buio- esordisco. Ci voleva proprio una giornatina così, lontano da ogni pensiero.
-ok, chiamami appena arrivi, o penserò che ti abbiano rapito gli alieni!-
Così mi avvio verso “casa” (quella sottospecie di stalla). La porta è socchiusa. Si vede che quell’energumeno di Duncan è entrato pure lui da poco.
-ehi hai la coda di paglia?-mi blocco subito. Orrore
Duncan ha il mio diario tra le mani
-principessa, non fraintendermi ti vedevo triste  e non potevo proprio farne a meno…-
Una lacrima mi scende lungo la guancia. Mi ha tradita nuovamente. Adesso conosce i miei pensieri,la mia vita e me ne vergogno tantissimo. Come ha osato? Bridgette aveva proprio ragione.
Mi avvicino verso di lui e gli do uno schiaffo. Mi volto e incomincio a correre verso una destinazione ignota.

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Capitolo 6
*** let it be ***


Avviso: questo capitolo è parecchio triste e drammatico!

Correndo arrivo alla spiaggia. Mi inginocchio sulla sabbia a vedere l’orizzonte. L’orizzonte che contemplavo in quei periodi bui, in cerca di una risposta, di un futuro migliore.
< mi piace disegnare. Rappresentare le mie emozioni. Riesco a distrarmi solo in questo modo. Ma i miei disegni sono sempre gli stessi. Inizio a disegnare un uomo e una donna che stringono la mano a una bambina, ma poi incomincio a cancellare tutto con un pastello nero. Oppure disegno una casa con un cielo nero e alberi spogli. La mia croce, si chiama Harvey Jones e ed è la causa di tutti i miei mali. Era un operaio, fino a quando avevo 10 anni. Poi venne licenziato per un furto e incomincia ad affogare nell’alcool. E incomincia ad essere iperprotettivo. Morbosamente attaccato a me. Mi seguiva, mi accompagnava in qualsiasi posto, voleva sapere qualsiasi cosa facessi. Penserai stalker? Peggio. Ho paura. Non riesco a parlare con nessuno, durante l’intervallo le maestre mi portano dallo psicologo della scuola, ma non riesco a parlare. Abbasso la testa con le lacrime agli occhi. Rivivo il dolore di tutte le notti, si insinua nel mio letto, mi carezza, mi sussurra parole di conforto. Ma è una bestia. Mia madre sa tutto e resta zitta. Non la perdonerò mai. Ho paura. Cerco sempre di fare tardi quando torno da scuola. Cammino a testa bassa, non riesco a guardare in faccia nessuno, scappo e cambio strada quando qualcuno mi sfiora.
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È da tanto che non trovo conforto in te. Ti ho sempre parlato dei suoi abusi. Adesso va meglio. È in prigione per un furto. Un anno. Ritornerà quando sarò 15enne. E poi cosa succederà quando ritornerà? Questi sono i giorni più belli della mia vita. Ho incontrato qui al liceo Bridgette, l’unica che non si vergogna a guardarmi negli occhi, l’unica che non mi evita e che non mi ha mai giudicata. Non sa quello che ho subito, ma comprende che c’è qualcosa di profondo, ma non mi chiede nulla e cerca di distrarmi e di alleviare il peso che porto.
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È ritornato. Ed è ancora più aggressivo. Non abusa più del mio corpo ma continua a maltrattarmi. Sfoga la sua rabbia verso il mondo su di me. e poi è successo. Sono andata a dormire a casa di Bridgette durante il week end. Quando sono tornata siamo soli ed è successo il putiferio
-dove diamine sei stata? Non so per quale motivo, ma ho il coraggio di ribattere.
-non sono fatti tuoi-ribatto.
-come osi rivolgerti così a tuo padre?-
Mi dà un pugno in faccia. E poi tutto è avvenuto velocemente. Prende un coltello dal cassetto. Sento la fredda lama penetrare nel mio petto. Cado a terra e poi è tutto buio. Mi sveglio dopo parecchi giorni con mamma al mio capezzale. È imperdonabile il suo mutismo di fronte queste violenze.
-courtney! Tesoro come ti senti?-mi dice con le lacrime agli occhi
Con dolore, mi giro nel letto; non oso neppure guardarla in faccia.
-Lo so ho fatto un terribile errore, sono stata pessima, non ti ho garantito una vita facile, non ti ho protetta da quel verme. Ma adesso non ti farà più male, ho capito i miei sbagli e l’ho denunciato. Dieci anni di prigione lontano da Vancouver. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi.-
Non oggi mamma, non oggi.
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tutto è partito da un’idea di Bridgette: -ehi C’ , mi è venuta un’idea fantastica! Che ne dici se partecipassimo a questo reality? È in un albergo lussuosissimo (pubblicità ingannevoli di Chris) con altri 20 partecipanti!- Mannaggia a lei. Siamo finite in un posto sperduto, dormiamo in una vecchia catapecchia, mangiamo da schifo ed è il festival delle torture.>
-qui si conclude la tua storia. Alcune pagine del diario sono strappate-una voce fin troppo nota completa il racconto. Non mi sono accorta di parlare a voce alta. Mi volto verso di lui.
-quelle pagine le ho strappate per dimenticare. Per dimenticarti.- dico con un sorriso triste

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Capitolo 7
*** anticipazione capitolo 7! ***


Nota: per motivi di salute,scuola,perdita della password dell’account, ci ho messo mesi x postare una piccola anticipazione del capitolo 7  (voglio fare un po’ di suspance) PERDONATEMI!

-Addio- è l’unica cosa che mi esce vedendo la sua faccia.                          
Duncan annuisce,grave. Mi alzo. Una lacrima solca la sua guancia. O forse è stata la mia immaginazione. Ad ogni modo senza voltarmi imbocco la strada per l’albergo e appena arrivo, senza neanche cambiarmi, mi butto sul divano e crollo nel sonno.
********************************************
Al risveglio trovo accanto a me una lettera.
< cara Courtney,
non lo nego, mi hai colpito appena ti ho vista e ho sempre cercato di guadagnare la tua attenzione attraverso le mie “trasgressioni” . i giorni trascorsi con te sono stati i più belli. Cercavo di assaporare ogni singolo istante. Gli errori che ho fatto non si possono in alcun modo giustificare. Perché l’ho fatto? Non lo so neppure perché. So solo che ti ho sempre amata, anche ora. Ma una cosa la so. Per tutto quello che ho fatto, non sono degno di essere al tuo fianco. Non voglio farti soffrire più, e questo è l’unico modo. Con l’augurio che tu possa star bene
                                                                                                       Duncan>
Accanto alla sua lettera c’era un ciondolo con le nostre iniziali.
E’ davvero questa la cosa giusta da fare?

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Capitolo 8
*** don't tell me ***


-Vattene- è l’unica cosa che mi esce vedendo la sua faccia.                        
 Duncan annuisce,grave. Mi alzo per andarmene senza voltarmi. Una lacrima scende dagli occhi di Duncan. O forse è la mia immaginazione. Torno all’albergo e mi stendo stremata sul divano.
(D)
 Vedo la persona che conta di più per me uscire dalla mia vita. Qualcosa di caldo  scivola sulle mie guance. Solo ora mi accorgo che sto piangendo. Dio, quanto sono patetico. E’ stata colpa mia e dei miei sbagli del passato, ingiustificabili. Lei non merita questo infame trattamento. Ed è per questo che non mi vedrà più. Torno all’albergo per poterle scrivere quattro parole. Addio, principessa.
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Al risveglio trovo accanto a me una lettera.
< cara Courtney,
non lo nego, mi hai colpito appena ti ho vista e ho sempre cercato di guadagnare la tua attenzione attraverso le mie “trasgressioni” . i giorni trascorsi con te sono stati i più belli. Cercavo di assaporare ogni singolo istante. Gli errori che ho fatto non si possono in alcun modo giustificare. Perché l’ho fatto? Non lo so neppure perché. So solo che ti ho sempre amata, anche ora. Ma una cosa la so. Per tutto quello che ho fatto, non sono degno di essere al tuo fianco. Non voglio farti soffrire più, e questo è l’unico modo. Con l’augurio che tu possa star bene
                                                                                                                                                      Duncan>
Accanto alla sua lettera c’era un ciondolo con le nostre iniziali.
E’ davvero questa la cosa giusta da fare?         
**************
(D)
Per la prima volta mi sento fiero di quel che ho fatto. Si, è stata la cosa giusta da fare. E’  l’unico modo per farla star bene. Con questi pensieri torno subito a casa e decido di confessare a mia madre la decisione presa a bruciapelo dopo le vicende avvenute. Rimane decisamente stupita, ma si riprende subito dallo stupore.
-Ti si legge in faccia, c’è qualcosa che non va,cosa è successo?-  a mia madre non si può nascondere proprio nulla. Le sorrido.                                                   –Ho fatto troppi errori mamma, voglio ricominciare d’accapo. Lontano da qui. Tu, papà, Courtney,mi avete dato tanto, ma io non ho fatto nulla per voi. Anzi, ho combinato guai, pensando solo a me stesso, vivendo nella presunzione e nell’egoismo. Aspettavo che gli altri facessero qualcosa per me. Tutti coloro che mi circondavano dovevano sottostare e accettare le mie idee e decisioni senza commentare. Ora  invece, ho capito dove ho sbagliato e le conseguenze dei miei errori, grazie ad una persona che contava molto per me e che ho perso per il mio egoismo.-                                      
 Mamma annuisce,sorridendo.
- Si vede che sei cresciuto- sussurra.                                     
(C)
Mi stendo sul divano. Chiudo gli occhi pensando a Duncan. Davanti  a me scorrono tante immagini. Sono tutti ricordi felici. E’ davvero questa la cosa giusta da fare? No. Entrambi alla fine abbiamo sbagliato. Possiamo ancora ripagare ai nostri errori. Il passato bisogna gettarselo alle spalle, non si può vivere di soli ricordi. Dobbiamo vivere il futuro. E il mio futuro lo vedo accanto a Duncan. Basta, non posso stare così con le mani in mano. Vado a cercarlo.
******************************.
Sono davanti casa sua. A testa alta busso alla porta. Dopo pochi minuti mi apre una donna alta e bionda. La cosa che mi colpisce di più sono i suoi penetranti occhi azzurri. Deve essere sua madre (capitan ovvio colpisce ancora ù.ù).  Prima ancora che possa aprir bocca dice sorridendo:
-Tu devi essere Courtney-
Annuisco.
-Duncan mi ha parlato molto di te. Sono davvero curiosa di conoscerti, sei l’unica persona capace di farlo ragionare e probabilmente quella a cui tiene di più. Vieni entra.- 
Mi fa accomodare in un ampio salone. Subito le chiedo impazientemente:
-Dov’ è Duncan?-
-Duncan è partito. Non so  quale sia la destinazione. Mi  ha detto di aver combinato troppi guai e sbagli e di voler ricominciare d’accapo. In particolare, parte per non far soffrire con i suoi errori una persona a cui tiene più della sua vita. Courtney, dire semplicemente che ti  ama è dir poco. Riportalo a casa, sei l’unica che può riuscirci. Forse è ancora in aeroporto. Spero che tu riesca a trovarlo.-
Ringraziando dell’ospitalità e del grandissimo aiuto che mi ha dato, proseguo le ricerche.
E’ la mia unica possibilità,devo raggiungerlo prima che sia troppo tardi, ripeto ansimando.

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