Carte...

di Lena1897
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il due di picche ***
Capitolo 2: *** L'Asso di cuori ***
Capitolo 3: *** L’appeso, il diavolo e la morte ***
Capitolo 4: *** La torre ***
Capitolo 5: *** Briscola ***
Capitolo 6: *** Quattro di spade ***
Capitolo 7: *** Asso di bastoni ***
Capitolo 8: *** Cavallo d'oro ***
Capitolo 9: *** Carta lanciata, carta giocata ***
Capitolo 10: *** Il re di cuori ***
Capitolo 11: *** la saggezza del poker ***
Capitolo 12: *** La carta arriva... ***
Capitolo 13: *** Il sole ***
Capitolo 14: *** Il banco ***
Capitolo 15: *** Cappotto ***
Capitolo 16: *** La donna di bastoni ***
Capitolo 17: *** Giocare col morto ***
Capitolo 18: *** Gli amanti ***
Capitolo 19: *** Il galantuomo ***
Capitolo 20: *** Il solitario ***
Capitolo 21: *** Spezzare i cuori ***
Capitolo 22: *** Tressette ***
Capitolo 23: *** Il bluff ***
Capitolo 24: *** Poker face ***
Capitolo 25: *** Ultima mano ***
Capitolo 26: *** Barare ***
Capitolo 27: *** Le jeux sont faites ***
Capitolo 28: *** Scopa ***
Capitolo 29: *** L'eremita ***



Capitolo 1
*** Il due di picche ***






Note dell'autrice: Salve, questa piccola raccolta di missing moments ha come protagonisti Draco ed Asteria (scusate, ma a me il nome Astoria non piace proprio...). Brevi scene che colmino i vuoti lasciati dalla Rowling, che ci ha detto che si sono sposati ed hanno avuto prole ma senza nemmeno farci capire come e perchè. Ovviamente i personaggi non mi appartengono e non ci guadagno a scrivere di loro se non un puro diletto!
Buona lettura!



*°*°*°*°*


Il due di picche


- E’ una cosa sciocca! Vacci con Pansy, sono certa che non vede l’ora che tu la inviti.
- Appunto, sarebbe banale. Vieni al ballo del ceppo con me - più che una richiesta sembra un ordine.
- Non stai dimenticando qualcosa? - chiede lei con piglio da saputella. Lui finge di rifletterci su - Malfoy, sei un cretino! - Sbotta la piccola serpeverde alzandosi per lasciare la guferia.
- Come ti permetti? - Chiede sconcertato - E comunque sei o non sei la mia ragazza? Hai detto di amarmi… - L'allusione è peggio di uno stupeficium inaspettato per la piccola Greengrass.
- Ancora questa storia? Avevo cinque anni! - spazientita incrocia le braccia sotto al seno acerbo.
- Ma non ci siamo mai lasciati ufficialmente - ribatte pronto il biondo. Esasperata da tanta arroganza lei pesta un piede per terra.
- Ho detto di no! - urla decisamente stufa imboccando le scale.
- Asteria, aspetta… - le urla dietro lui, inutilmente, lei s‘è dileguata. Offeso raggiunge la sala comune nei sotterranei. Zabini lo osserva annoiato.
- Due di picche? - chiede quasi con disinteresse.
- Mpf - sbuffa lui, mettendo a fuoco la Parkinson che lo occhieggia da una poltrona - Hey Pansy, ti sei portata un bel vestito spero. Non vorrai farmi sfigurare al ballo del ceppo… - il carlino umano annuisce e si perde in un risolino. Malfoy con le mani in tasca si avvia al suo dormitorio, decisamente di pessimo umore.
- Due di picche… - Conferma a sé stesso Blaise con un mezzo ghigno sarcastico.

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Capitolo 2
*** L'Asso di cuori ***





Note dell'autrice: Rieccomi. Questa volta il missing moments è legato al racconto precedente. Non so, mi è sembrato carino immaginare quando Asteria avesse detto "Ti amo" a Draco per la prima volta.
La decisione di rendere Asteria una morettina (e non bionda come leggo nella maggior parte delle Fan Fiction su questo pairing) è dovuta alle foto del cast di HP7 che si trovano sul web, in cui l'attrice che interpreta Asteria ha, per l'appunto i capelli castani.
Il titolo è ancora una volta legato alle carte francesi, questa volta abbiamo l'asso di cuori.
Ci tengo a ringraziare chi ha messo questa storia tra quelle da seguire. Sono felice che abbia interessato qualcuno.
Bene, ora basta chiacchiere. Buona lettura!



*°*°*°*


L'asso di cuori


Una bimbetta con una lunga treccia castana se ne sta in un angolino del giardino di Malfoy Manor a carezzare un riottoso pavone. Il visino pallido e tondo è alquanto afflitto. Dopo qualche minuto sfreccia a cavallo di un manico di scopa giocattolo un ragazzino biondo e magro, che sembra di poco più grande di lei.
- Che c’è? - le chiede indelicato, fissandola col broncio tipico di chi non sopporta di avere intorno gente triste.
- Mia sorella Daphne ha mangiato le mie cioccorane - confessa mentre gli occhioni si velano di lacrime. Il piccolo padrone di casa smonta dal suo regalo di compleanno, ignorando le urla dei suoi amichetti che lo incitano a dare ancora spettacolo volando. Lui non ci bada e guarda la bimba da sotto in su con aria critica.
- Mi hai fatto il regalo tu? - chiede brusco.
- S-Sì… - risponde lei un po’ intimorita - M-mia sorella… - balbetta.
- No, non tua sorella… tu! - ripete quasi spazientito.
- N-No - confessa la piccina abbassando lo sguardo mortificata. Il festeggiato mette una mano in tasca e ne tira fuori una cioccorana che porge alla nanetta.
- Prendi questa e non piangere più - strascica quasi con disinteresse. Lei solleva lo sguardo e lo fissa trasognata cercando negli occhi grigi il motivo di tanta inaspettata gentilezza.
- Ma io… - inizia incerta.
- Niente ma! - sbotta annoiato - Sarà il tuo regalo per me - afferma sorridendo mezzo sdentato - prendila! - la esorta quando ancora non accenna a muoversi. Lei allunga una manina e prende il dolce, poi con uno slancio inaspettato gli getta le braccia al collo e lo bacia sulla guancia.
- Ti amo, Draco Malfoy - trilla vivace. Lui preso dalla sorpresa sgrana gli occhi e prima che se ne accorga sta sorridendo, tutto rosso d’imbarazzo.
- Hey, Draco… Ti sei fatto la ragazza? - sghignazza qualcuno un po’ più in là. 
- Deficiente di un Nott - sibila il futuro serpeverde staccandosi dalla bambina e fissando in basso, smuovendo la terra con la punta della scarpa - Beh, allora io adesso vado a giocare… dovresti venire anche tu.
- No preferisco stare con i pavoni… - mormora lei, timida.
- Asteria sei proprio una frana! - sbuffa esasperato, tornando sulla sua scopa e allontanandosi verso i suoi amichetti.
Asteria rimane lì, con la sua cioccorana in mano a fissarla felice. Il pavone scorbutico adesso le si avvicina e facendo la ruota cerca di attirare la sua attenzione. Ma lei non ci bada più, solleva lo sguardo e intercetta il biondino a cavallo della sua scopa.
Draco Malfoy era un asso nel rubare cuori già a sette anni.

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Capitolo 3
*** L’appeso, il diavolo e la morte ***




Note dell'autrice: Oggi si vede che sono ispirata. Sarà che avere 7 persone che seguono i miei deliri mi fa sentire importante (come se non scrivessi piccole schifezze che potrebbero piacere solo a me). Ed eccomi dunque con un'altro momento mancato.
Come avrete intuito non sto seguendo una time-line; vado un po' cogliendo i momenti. In questa siamo al sesto libro, il principe mezzosangue. Come sapete (se non lo sapete non leggete che vi spoilerate) Draco sta lavorando per Voldemort, cercando di aggiustare l'armadio svanitore nella stanza delle necessità, cosa che lo porta ad estraniarsi da quello che lo circonda. 


 
*°*°*°*°*


L'appeso, il diavolo e la morte


Asteria Greengrass, serpeverde del quarto anno era al tavolo della sua casa nella sala comune, tra le mani un mazzo di tarocchi. Piccolo dono della professoressa Cooman, sedotta dai suoi modi tanto affabili quanto ruffiani. Convinta a tal punto che la ragazza sia appassionata alla sua materia da regalarle il suo prezioso mazzo di carte. 
Divertita stava predicendo ai suoi compagni il futuro, quando lo spostamento d’aria repentino alle sue spalle la costrinse a voltarsi. Qualche secondo dopo Draco Malfoy era seduto al tavolo, silenzioso ed assorto. Il volto pallido, segnato da un'ispiegabile stanchezza.
- Hey Malfoy. Fatti leggere le carte, Terry ci sa fare… di certo meglio della Cooman.
- Sei un adulatore - aveva civettato lei, facendo un occhiolino a Arcignus Prince, suo coetaneo.
- Non ho tempo per queste stupidaggini - aveva sibilato secco il novello mangiamorte. Terry aveva continuato a mescolare le carte, apparentemente non toccata dal commento. Colpito dalla mancata replica sarcastica Draco sollevò lo sguardo incontrando il verde torbido degli occhi di lei, intenti a fissarlo. L’ombra di un sorriso amaro ad arcuare le labbra - E va bene, che devo fare? - la voce strascicata tramutò il sorriso di Asteria in un ghigno soddisfatto.
- Pesca tre carte e mettile coperte sul tavolo - affermò scivolando verso di lui e aprendo il mazzo degli arcani maggiori a ventaglio. Lui eseguì, senza staccarsi da quegli occhi, così come fece lei. Sembravano condurre un dialogo silenzioso dal quale tutti gli altri erano esclusi. Quando anche la terza carta fu sul tavolo la cartomante richiuse il mazzo delle scartate e prese le tre selezionate. Per qualche secondo le osservò poi le unì alle altre e riprese a mescolare. Lui inarcò un sopracciglio, interrogativo.
- Allora? - domandò interessato.
- Allora cosa, Malfoy? Non ci si capiva niente nelle tue carte, come non ci si capisce niente di te… - senza aggiungere altro si allontanò, recuperò la sua borsa e lasciò la sala comune. 


 
*°*°*°*°*



Altre note dell'autrice: Non odiatemi, sarò breve. Volevo solo specificare che le carte questa volta non sono carte da gioco, ma gli arcani maggiori dei tarocchi e che le carte estratte da Draco sono proprio quelle del titolo (ammesso che qualcuno non l'avesse capito, anche se mi sembra assurdo xD). Ho già una bozza del seguito di questo episodio, ammesso che qualcuno sia interessato xD
Grazie per la pazienza di chi è arrivato fin qui a leggere, comunque!

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Capitolo 4
*** La torre ***


Note dell'autrice: Salve, eccomi con il seguito della flash precedente. Anche in questo caso la carta nominata è stata presa dai tarocchi. 
Spero vi piaccia e ne approfitto per ringraziare tutte coloro (dubito che ci siano ragazzi, nel caso mi scuso) che hanno messo questa storia tra le seguite.
Buona lettura!

 
*°*°*°*

La torre
 
- Allora? - domandò interessato.
- Allora cosa, Malfoy? Non ci si capiva niente nelle tue carte, come non ci si capisce niente di te… - senza aggiungere altro si allontanò, recuperò la sua borsa e lasciò la sala comune.


Quando arriva davanti al ritratto della signora grassa indugia corrugando la fronte.
- Parola d’ordine? - chiede sostenuto il ritratto.
- Beh, non la so! Non li vede i colori della divisa?! - indica il cravattino verde e grigio.
- Li vedo, signorina. Perché mi disturbi allora? - spocchiosamente il soggetto si volta dall’altro lato. In quel momento provvidenzialmente stava passando Nick-quasi-senzatesta.
- Sir Nicholas!
- Oh, la giovane Greengrass, dimmi cara…
- Sir Nicholas, avrei urgente bisogno di parlare con la Granger o con un Weasley… lei crede che potrebbe…? - lascia la frase in sospeso, assumendo un‘aria bisognosa.
- Ma certo! Sir Nicholas accorre sempre in aiuto delle fanciulle in difficoltà! - nemmeno il tempo di finire che lo spettro è oltre il muro. Ferma davanti al ritratto attende l’arrivo di qualcuno, mescolando in maniera nervosa le carte. Finalmente la tela si scosta, ad apparire è Harry Potter.
- Greengrass, che c’è? - chiede perplesso. Lei lo è più di lui.
- Potter… - sembra non trovare le parole - io… - in quel momento la professoressa Cooman passa a tutta velocità accanto ai ragazzi, sbattendo contro la serpeverde. Dal mazzo scivola una carta che Sibilla afferra prontamente ed osserva boccheggiante.
- Devo parlarne a Silente! - urla sgusciando via. Anche Asteria ha visto di sfuggita la carta e appare preoccupata.
- Ignorala, è sempre così… - suggerisce Harry con noncuranza.
- Potter, tu stai ancora seguendo Draco… è vero? - chiede atona, tornando a guardarlo.
- Come lo sai? - domanda sorpreso.
- Beh, sei meno discreto di quello che pensi - è la pronta risposta - Lo stai facendo? - ripete ostinata.
- Sì… perché? - Asteria comincia a sfogliare il mazzo e gli mette in mano tre carte.
- Questo è lui - indica la prima - questo è il suo presente - indica la seconda carta - e questo è il suo futuro(*) - quando Asteria indica la terza carta, il bambino sopravvissuto trasale - Io non credo a queste sciocchezze - prosegue monocorde - Ma… forse non è un male che tu continui a seguirlo.
- Credi che abbia qualcosa in mente? - tende le carte, aspetta la sua risposta che arriva dopo attimi di riflessione.
- Io so che qualcosa lo terrorizza - scandisce con la sicurezza - Lo proteggerai? - la preoccupazione tradisce i suoi sentimenti.
- Cosa?! - sbotta Harry incredulo - E’ di Malfoy che stiamo parlando - come se quello fosse una giustificazione al suo implicito no.
- E’ solo un ragazzo, Harry. Che potrebbe trovarsi coinvolto in qualcosa più grande di lui. E’ come te… - cerca di argomentare. Ma a quell’ultima frase il prescelto scatta.
- Lui non è come me - sentenzia lapidario, mormorando la parola d’ordine scomparendo dietro il ritratto. Asteria rimane lì, con le carte nelle mani tremanti e negli occhi uno sguardo vacuo. La destra scivola nella tasca del mantello per sistemarci i tarocchi e ci trova una vecchia figurina sdrucita, che conserva da nove anni. La guarda, raffigura Albus Silente.
- Meglio Piton - mormora tra sè, imboccando le scale.

 
*°*°*°*


* Per chi non lo ricordasse o non avesse letto il precedente episodio le carte erano in ordine: Appeso, diavolo e morte.

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Capitolo 5
*** Briscola ***



Note dell'autrice: Salve! Rieccomi con una scena che è quasi una Drabble. Il contesto questa volta è il famoso epilogo di 19 anni dopo, quando il piccolo Scorpius viene accompagnato dai genitori a prendere l'espresso per Hogwarts. 
Questa volta ho usato un modo di dire legato alle carte, spero vi piaccia e nel caso così fosse mi farebbe piacere saperlo. Più che altro per capire se è il caso o meno di appesantire il server con i miei astrusi parti mentali o ritirarmi in un cantuccio ed evitare di proseguire xD
Grazie comunque a chi ha messo questa raccolta tra i preferiti e le seguite e a chi la legge silenziosamente!

 

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Briscola
 
- Ti voglio bene... fai il bravo, mi raccomando! - urla agitando la mano verso il bimbetto biondo che eccitato la saluta dal treno ormai in corsa. Ancora qualche secondo, il rumore della vettura che si allontana e infine il binario vuoto.
- Starà bene… - è la rassicurazione indolente di Draco mentre esce dalla stazione di King’s Cross.
- Lo so che starà bene. Spero solo non si cacci nei guai - è la fredda replica di Asteria.
- E’ figlio mio… - orgoglio paterno sbandierato senza nessun ritegno.
- Appunto - sottolinea la signora Malfoy scuotendo il capo. 
- Le tue battute non fanno ridere - gli occhi grigi ridotti a due fessure.
- E le tue rassicurazioni sono utili come il due di coppe quando la briscola è a bastoni - sbotta spazientita. Risentito lui si trincera nel silenzio e continua a camminarle accanto senza nemmeno preoccuparsi di guardarla, almeno fino a quando lei non si stringe al suo braccio - Natale sembra così lontano… - mormora afflitta. Draco si concede un mezzo sorriso e un’occhiata in tralice.
- Oh, vedremo di trovare qualcosa per intrattenerci, nel frattempo… - e chissà perché il tono con cui lo dice non promette nulla di buono.

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Capitolo 6
*** Quattro di spade ***


Note dell'autrice: perdonatemi se ci ho messo un po' ad aggiornare. Sono stata sopraffatta da esami e ritorni a casa. Ma sono di nuovo qui, con un nuovo "capitolo". Questa volta si tratta di un'espressione derivante da una carta del mazzo italiano; non so se si dica in tutta italia, ma in Sicilia si usa dire "Stare a quattro di spade" quando qualcuno si spaparanza su un letto o un divano occupandolo e rilassandosi. Il contesto è il terzo libro, il famoso attentato di Fierobecco al nobile arto di Malfoy...
Spero che il capitolo vi piaccia. Ringrazio sempre chi segue e terryborry che ha gentilmente recensito tutti i capitoli fino ad ora.

 
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Quattro di spade


L’infermeria era quieta, il turno di visita finito. Madama Chips aveva provvisto a cacciare fuori tutti i visitatori e le svenevoli fan (Pansy Parkinson su tutte) che celiavano o si disperavano al capezzale di Draco Malfoy, lo sfortunato ragazzo colpito dall’ippogrifo. 
Nell’ufficio dell’infermiera della scuola sbuca una testolina piena di ricci bruni.
- E’ permesso, Madama Chips? - domanda educatamente l’undicenne Asteria.
- Prego, cara. Qualcosa non va? - con premura la donna fa accomodare la ragazzina.
- No. Vorrei solo poter vedere Draco… - dice con gli occhi bassi, ma la voce ferma.
- Mi spiace, ma l’orario di visita è terminato.
- Lo so. Ma mi guardi - insiste, puntandosi con l’indice - crede che mi avrebbe notata con tutta quella folla accalcata al suo letto? - chiede retorica - sono venuta dopo di proposito. Prometto che non starò molto... - Madama Chips la guarda stupita. Una ragazzina così piccola eppure così avveduta.
- Solo cinque minuti, il signor Malfoy deve riposare - concede serrando le labbra in un piglio che vuol essere severo.
- Ne basteranno due. Grazie, signora - le sorride amabilmente e l’infermiera senza nemmeno accorgersene sorride di rimando, conquistata dal garbo della piccolina. 
Sfila tra i letti in maniera silenziosa, fino a raggiungere quello dell’infortunato che se ne sta comodamente disteso con le braccia dietro la testa e le gambe larghe. 
- Credevo non potessi muovere il braccio… - è l’esordio piccato di Asteria.
- Terry?! - esclama colto sul fatto, guardandosi attorno spaesato, cercando una scusa - ma non sono stato io - sbotta all’improvviso - chi mi ha messo così? - cerca di darsi un’aria innocente che non gli riesce esattamente bene - Ah, che dolore! Che scherzo scrudele! - comincia a lamentarsi. Lei si limita ad alzare una mano e scrollare la testa.
- Non dirò a nessuno di averti visto comodamente disteso a quattro di spade. Smettila con questa commedia.
- Asteria, non capisci? Più a lungo dura questa cosa, più facilmente ci libereremo di quel gigante scemo.
- Motivo per il quale non dirò nulla. Ma non fingere che non sia anche per il tuo bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione. 
- Hey! - sibila Draco terribilmente offeso.
- Sta zitto! I tuoi amici si sono preoccupati per te - esplode a voce bassa e severa - Io stessa credevo di far visita ad un amico malato. Ma non c’è nessun malato qui…
- Terry… - inizia lui, ma lei non si ferma.
- …E nemmeno nessun amico - conclude prima di voltare le spalle ed andarsene.
Draco non lo sa ancora. Ma questa è la prima di una lunga serie. Imparerà a conoscere alla perfezione la schiena e tutta la parte di dietro di Asteria, con tutte le volte che lo lascerà con un palmo di naso, mollandolo da solo mentre lei si allontana. 

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Capitolo 7
*** Asso di bastoni ***


Note dell'autrice: Continuiamo questa volta con un episodio che mi ha dato da riflettere in termini di rating. Alla fine ho deciso di mantenere il verde e quindi l'ho tagliuzzato un po' il che ha portato alla mancanza della carta che da il titolo nella storia stessa, come successo fino ad ora. La carta in questione era per l'appunto l'asso di bastoni e forse le più maliziose avranno già capito perchè ho avuto dubbi sul rating xD
Ordunque il contesto è successivo ad Hogwarts e vede i due piccioncini già sposati e mamma e papà. Spero vi piaccia, colgo l'occasione per ringraziare come sempre chi spende un po' del suo tempo a recensire, mi fate tanto felice *.*

 
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L'asso di bastoni


C’è un quieto silenzio nelle stanze di Malfoy manor. Solo dalla camera da letto vengono dei rumori. E’ la voce di una donna che canta una ninna nanna.
Asteria Greengrass sta cullando il suo bambino, che ormai sonnecchia da un po’. Ma è più forte di lei, non ci riesce ancora a separarsene. Sembra tuttavia desistere quando Draco entra in camera e senza dire una parola, né degnarli di uno sguardo si infila sotto le coperte, dalla sua parte.
- Buonanotte, amore mio - sussurra la neomamma, contemplando ancora per qualche secondo il suo piccino in maniera estatica. 
- Prima la cotta per mio padre, poi lo smodato amore per mio figlio. Mi avverti quando è il mio turno, vero? - borbotta cupamente lui, girandosi su un fianco, in tono ostile e capriccioso.
- Certo - assicura lei sorridendo.
- Nox - sputa deciso, facendo calare il buio. Asteria è costretta a cercare il letto a tentoni e tastando tastando arriva a toccare la spalla di Draco, sebbene sembri più una carezza - Attenta a dove metti le mani - sibila scorbutico.
- Non era un tocco casuale - mormora sibillina - era un avvertimento…
- E di che mi staresti avvertendo? - replica lui, leggendo in quelle parole una provocazione.
- Che è il tuo turno, ora - annuncia suadente, scivolando sotto le lenzuola.
- Ah… - è tutto ciò che riesce a replicare lui, preso in contropiede, rigido. In tanti sensi.

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Capitolo 8
*** Cavallo d'oro ***


Note dell'autrice: Buonasera. Eccone un'altra. Qui siamo davvero avanti con la storia, sono impazzita per fare i calcoli ed evitare di sbagliare a posizionare questo momento, spero di non aver fatto pasticci (io e i numeri non ci piacciamo molto). La carta di oggi è il cavallo d'oro, delle carte italiane. La storia è divisa in due scene separate, che si svolgono quasi nello stesso momento ma in due posti diversi. Abbiamo anche delle Guest star: I signori Malfoy e Phineas Nigellus (bel trio xD) e anche una comparsata di Harry e Ginny .
Spero vi piaccia!
 
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Il cavallo d'oro

Un giorno dell’estate del 2004 a Malfoy Manor
- Oggi Potter e la Weasley si sposano - informa con disinteresse Narcissa Malfoy elegantemente accomodata su una poltrona, intenta a sorseggiare il suo tè mattutino.
- Interessante, altri grifondoro pel di carota. Esattamente quello di cui il mondo magico ha bisogno - è il sarcastico commento di Lucius Malfoy che non accenna ad alzare l’aristocratica appendice nasale dalla gazzetta del profeta.
- Ti confesso però che mi piacerebbe avere una nuora su cui tiranneggiare - scherza Cissy con un mezzo sorriso.
- Davvero non vedi l’ora di diventare come mia madre? - domanda divertito il marito.
- Vorrei solo che Draco non fosse così solo… Non c‘è più stata nessuna, dopo Pansy - un sospiro angosciato accompagna le parole e il silenzio preoccupato di Lucius che finalmente alza lo sguardo dal giornale le fa intuire che non è la sola a pensarlo.
- Non preoccupatevi il cavallo d’oro non resta mai troppo tempo sul tavolo - s’intromette Phineas Nigellus dal suo quadro. Guadagnandosi un’occhiata perplessa dei padroni di casa.
 
Intanto quello stesso giorno ad Hogsmead
- Dovresti esplorare altre varietà cromatiche. Che ne dici del bianco?
- Il bianco mi sta malissimo!
- Mi risponderesti così se ti facessi una proposta di matrimonio?
- Mi stai chiedendo di sposarti, Draco Malfoy?
- Forse un giorno lo farò.
- Non vedo l’ora di vedere la tua faccia quando ti dirò di no…
- Non oseresti dirmi di no.
- Solo perché so che ricorreresti all’imperium per salvarti dall'umiliazione.
- Non sei stata sotto imperium negli ultimi otto mesi.
- Errori di gioventù… - il suono di una campana li interrompe e da una piccola chiesa vengono fuori Harry Potter e Ginny Waesley accerchiati da una folla che acclama e celebra i novelli sposi. Entrambi osservano la scena da lontano, un‘espressione indecifrabile sui volti dei due ragazzi.
- Credi che avremo anche noi un giorno così? - domanda lei, con una punta di invidia.
- Molto meglio, se lo volessimo - è l'ovvia sentenza
- Ma noi non lo vogliamo... - sospira sconfitta Terry, guardando in basso.
- Mi stai chiedendo di sposarti, Asteria Greengrass? - Coglie la palla al balzo, Malfoy, come sempre. Lei si limita a guardarlo e lui ricambia il suo sguardo, con serietà, per un breve istante.
- Nah… - rispondono all’unisono facendo una smorfia schifata e allontanandosi all’idillio che si consuma alle loro spalle.

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Capitolo 9
*** Carta lanciata, carta giocata ***


Note dell'autrice: Non ho saputo resistere. Avevo detto a me stessa che avrei aspettato di arrivare almeno a metà prima di postare questo capitolo (già scritto da una settimana), ma non ho saputo resistere. So che è un po' più lungo del solito, ma non potevo tagliar nulla senza alterare la trama.
Spero vi piaccia, è legato anche questo ad uno dei tanti modi di dire associati alle carte e il contesto è il sesto libro. Avete presente un certo "sectumsempra"?
Mi auguro che ve lo godrete, io vi confesso che mi piace tanto *.*

 
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Carta lanciata, carta giocata


Il tutto era stato piuttosto confuso. Cinque minuti prima Tiger e Goyle erano entrati nella sala comune dei serpeverde annunciando che Potter aveva quasi ucciso Draco e che Piton l’aveva salvato appena in tempo, portandolo in infermeria. La notizia e lo sdegno s’erano sparsi velocemente, fino a raggiungere il dormitorio femminile del quarto anno. Asteria Greengrass era rimasta dapprima indifferente pensando ad uno scherzo, mentre tutte le sue compagne correvano a sentire i particolari. Lei no. Ha continuato a scrivere il suo tema di pozioni fino a quando sua sorella non è entrata nella stanza.
- Terry, hai saputo di Malfoy? - le chiede in modo che quasi sembra apprensivo.
- E’ vero? - domanda alzando la testa di colpo.
- Sì, Piton è appena stato in sala comune, raccomandandoci di non provare a vendicarci in nessun modo su Potter.
- Ma sarà espulso, no? - la freddezza con cui la quindicenne affronta la situazione è quasi inquietante.
- Non lo so. Credo… - risponde presa in contropiede la bionda - Asteria, non è come con l’ippogrifo. Draco ha davvero rischiato di morire… - ripete, cercando di suscitare reazioni in lei.
- Ho capito. Immagino che Pansy sia lì… - risponde annoiata, ma con un guizzo amaro nello sguardo.
- Lui vorrebbe te - sottolinea.
- E’ lei la sua ragazza.
- Solo perché tu fai la difficile.
- Non sono innamorata di Malfoy.
- Ma lui lo è di te - questa piccola rivelazione sembra aprire una breccia nella compostezza di Asteria - Non ti ama quanto ama sé stesso, ovviamente. Ma di certo prova qualcosa per te.
- Malfoy non prova niente per nessuno che non sia sé stesso o i suoi genitori - si ostina a rispondere lei.
- E va bene, fai come vuoi - sbotta alla fine - siete due zucconi - la sentirà borbottare mentre si chiude la porta alle spalle.
Aspetta il buio, il coprifuoco, che tutte le sue compagne di dormitorio siano immerse nel sonno più profondo. Quelli che pensano che solo i Grifondoro se ne vadano in giro di notte infrangendo le regole, si illudono. Semplicemente gli altri sono più discreti. Asteria sa perfettamente come raggiungere l’infermeria, sgattaiolando tra i corridoi senza farsi vedere da Mrs Purr o Gazza. Non ha bisogno di incantesimi di dissoluzione o mantelli dell’invisibilità; i Serpeverde si tramandano i segreti per girare indisturbati senza essere visti da secoli e da secoli rispettano il codice di segretezza che vieta di diffondere tutto ciò che hanno imparato. Imparano a dire gli incantesimi senza muovere le labbra ben prima che sia programma del loro anno. Così, accendendo la bacchetta, che tiene nella mano sinistra, senza dire Lumos raggiunge il letto di Draco. Con la mano destra sfiora il profilo della sua guancia, svegliandolo. Prima che possa parlare gli porta l’indice sulle labbra e poi lo porta sulle sue, intimandogli di non fare troppo rumore. Sempre senza muovere le labbra l’incanto “nox” spegne la bacchetta.
- Non dovresti essere qui - la voce di Draco è un sussurro sofferente.
- Ero preoccupata - grazie alla fioca luce che viene da una finestra intercetta una mano di lui e ne carezza il dorso - Ho pianificato almeno tre modi per uccidere Potter, te ne parlo e mi dici quale ti piace di più?
- Non riusciresti nemmeno ad avvicinarlo. E poi perché dovresti volerlo morto? - domanda in maniera flebile. Non arriva risposta da lei, ma la mano si insinua nella sua, stringendola - Io ti piaccio… - sembra riprendere vitalità e spavalderia.
- Sì - sospira senza rendersene conto - Voglio dire no!
- Carta lanciata, carta giocata, Greengrass - sibila - Io ti piaccio - ribadisce soddisfatto.
- No. E’ che non mi piace lui - Lo imbecca. Il serpeverde sembra trattenere il respiro, poi volta il capo dal lato opposto rispetto a lei.
- Vattene - mormora cupo, tirando via la mano dalla sua. Ma Asteria non accenna a muoversi - Ho detto vattene - ripete voltandosi, per guardarla nel buio. Non si vedono bene, il pallido riflesso della luna illumina male solo parte del volto di lui, che è disteso - Vattene, Asteria - ripete per la terza volta. Non lo ascolta, si china sul letto e appoggia le labbra sulle sue. Il bacio va avanti per qualche secondo a labbra quasi chiuse, nel momento in cui si approfondisce una mano di lei finisce sulla spalla di Draco, che geme infastidito.
- Mi dispiace - sussurra imbarazzata - immagino che non sia stato un granché era la prima volta… - dice tutto d’un fiato.
- Terry, mi hai messo una mano sulla cicatrice - si lamenta ancora lui. Lei ritrae il palmo desolata - adesso puoi ricominciare a baciarmi.
- Eh?
- Hai sentito. Non era male, per essere la prima volta. Bastano pochi accorgimenti per… - quale che sia la conclusione della frase, le labbra di Draco sono troppo occupate per finirla. Nonostante gli occhi chiusi entrambi percepiscono che c’è stato un qualche cambio di luminosità.
- Signorina Greengrass - sibila una voce maschile alle loro spalle. Asteria scatta all’indietro all’istante - Potrei sapere perché si trova fuori dal suo dormitorio oltre il coprifuoco intenta a molestare il signor Malfoy? - il tono monotono risulta per qualche motivo terrificante per la povera ragazza, bianca come un cencio.
- Io. Mi scusi professore. Torno nel mio dormitorio - e ad occhi bassi fila spedita verso la porta.
- Signorina Greengrass - la richiama Piton.
- Lo so, sono in punizione. Domattina nel suo ufficio - afferma lei continuando a camminare ed uscendo. Draco dopo un primo momento di confusione sorride divertito.
- Non è saggio, nella tua posizione prenderti degli svaghi, Draco… il signore oscuro…
- Lo so - lo ferma immediatamente lui, serio.
- Se tu mi lasciassi aiutarti…
- Posso farlo da solo… ora voglio solo riposare.
- Come vuoi - è la distaccata risposta del professore, che abbandona l’infermeria, lasciandolo da solo, a crogiolarsi nel ricordo di quei pochi minuti di tranquillità.

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Capitolo 10
*** Il re di cuori ***


Note dell'autrice: Nuovo giorno, nuovo racconto. Sempre per il principio che amo saltare di palo in frasca adesso siamo vicini al matrimonio di questi due disgraziati, che si danno sempre filo da torcere. La carta di oggi è il re di cuori, detto anche Re suicida perchè tiene sulla testa un'ascia o una spada.
Come sempre ringrazio tutti i lettori, silenziosi e non e tutti quelli che hanno messo questa raccolta tra le storie seguite e le preferite, non pensavo poteste essere così tanti! La mia autostima ringrazia. Buona lettura!
 
*°*°*°*°*


Il re di cuori


Come ogni martedì alle cinque sono seduti al Luigi’s cafè, di green street, a Londra. Asteria sta parlando di qualcosa che Draco al momento non sembra ascoltare. Si direbbe troppo concentrato a studiare le gambe della cameriera che sta servendo due tavoli più in là rispetto al loro. Lei che se ne accorge non fa una piega.
- … quindi sei d’accordo nel donare tutto il tuo patrimonio al San Mungo? - domanda sogghignando. 
- Sì… - risponde lui ignorando la domanda.
- Ho la tua parola d’onore?
- Mh, certo… certo - annuisce inclinando la testa, trattenendo il respiro quando la cameriera si volta mostrando un grazioso lato B.
- E non ti dispiacerà pronunciare il voto infrangibile per essere certi che tu non retroceda dall’impegno…
- Come no, il voto infrangibile… - ripete convinto. Ma a questo punto un campanello risuona nella sua testa - Voto infrangibile, cosa?! - domanda tirandosi indietro sulla sedia.
- Sai, sono abbastanza certa che è così che Voldemort ti ha fatto mettere il marchio nero - il volto di Draco si tira in un’espressione truce. Ma Asteria continua imperterrita - è ovvio, ha fatto sculettare davanti a te Bellatrix e mentre tu in estasi fantasticavi su tua zia ti ha fatto giurare. Non fa una piega - conclude sorseggiando il suo cappuccino.
- Non fai ridere - è la secca risposta di Malfoy.
- Perché io mi diverto a guardarti mentre sbavi come un cretino per un’altra? - domanda senza nessuna particolare inflessione.
- Non capisco se sei più arrabbiata perché sei egocentrica e non sto ascoltando i tuoi deliri o perché sei gelosa di quella babbana - dice sarcastico, scoccando un’altra occhiata alla signorina dietro il bancone - Ma non importa in entrambi i casi, saresti profondamente ridicola.
- Sono arrabbiata perché ho accettato di sposare un idiota - sibila offesa.
- Oh, quand’è così tranquilla. Hai tutto un mese per tirarti indietro - cala il gelo e per un minuto buono si guardano con ostilità. 
- Fantastico - borbotta tra i denti Asteria recuperando la borsa e la giacca - Addio, allora - con un gesto ampio e quasi teatrale gira sui tacchi e se ne va. Lasciando Draco a guardare per l’ennesima volta la sua schiena che si allontana.
Qualche secondo dopo la cameriera dello scandalo si avvicina e notando il tè intatto del ragazzo si imbroncia.
- Non era di suo gradimento? - domanda gentile - C’è qualcos’altro che potrei darle? - aggiunge servizievole, lo sguardo è perfino malizioso. Ma lui non se ne rende conto, guarda fuori dalla vetrata, sul ciglio della strada Asteria cerca di fermare un taxi. Per un attimo si sente come il re suicida che fa calare l’ascia sulla sua stessa testa. Estrae dieci sterline dalla tasca e le lascia sul tavolo.
- Il resto è mancia - strascica mentre si alza, per poi lasciare il locale. Mentre recupera i soldi e pulisce il tavolo la ragazza del bar li vedrà parlarsi e poi allontanarsi insieme, abbracciati.



*°*°*°*°*



p.s. Il Luigi's cafè citato all'inizio è ovviamente un locale di mia invenzione, non credo ne esista uno in Green street xD

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Capitolo 11
*** la saggezza del poker ***


Spazio autrice: Eccomi, puntuale come un orologio a cucù! Questa volta settimo libro  ed un momento Dracocentrico. Mi sono imbattuta per caso in una frase che è tipica del poker, tanto da essere citata in un paio di film sull'argomento e quando l'ho letta la scena mi si è piazzata in mente e il capitolo si è praticamente scritto da solo.
Buona lettura.

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La saggezza del poker



E’ seduto al tavolo con gli altri mangiamorte. Ci si è trovato trascinato contro la sua volontà; perchè adesso lo sa, è assolutamente certo che diventare un assassino non è quello che vuole, non l'ha mai voluto. La crudeltà in lui è sempre stata quella di un adolescente viziato, ma non quella di chi davvero ama e crede nel male. Come Regulus Black, una volta compresa la follia di quello che gli sta accadendo intorno, aveva provato il desiderio di smetterla e fuggire via. Ma c'era solo un modo per farla finita e Draco non voleva morire. Non ancora, non a soli diciassette anni. Un'altra cosa che lo distingue da tutti gli altri, la giovanissima età. Lui lì in mezzo a tutti quegli adulti non c'entra nulla. Non ha niente che lo accomuni a loro.
Non possiede l’arrivismo di suo padre, quella smania che l’ha condotto alla rovina.
Non possiede l’ardore folle di sua zia Bellatrix, che la spinge a muoversi attorno a Voldemort come una falena che insegue la fiamma. 
Non possiede la brama del suo padrino, Ian Nott, che lo fa sedere composto e tronfio, convinto della sua missione. 
Non possiede nemmeno la freddezza di Piton, che altero e indifferente sembra l’unico in grado di tenere davvero testa a quel pazzo dell’oscuro. 
Non possiede la fame di violenza di Greyback, che gode degli squartamenti e che lo terrorizza dal primo momento in cui l’ha incontrato.
Non possiede la cieca fede che hanno i suoi zii, i Lestrange o Mulciber, Avery, Dolohov, Rookwood, Mcnair. Lui non è un soldato fervente sedotto dagli ideali del fu Tom Riddle. 
Non possiede, purtroppo, nemmeno la placida ignoranza di Tiger Senior, che sta lì seduto e non si sa nemmeno bene per qualche motivo, ma di certo non si sente a disagio. 
E mentre Voldemort dice qualcosa di sicuramente interessante o fondamentale lui non sta lì ad ascoltarlo, si sforza di ignorare i rantoli della professoressa di babbanologia che aleggia sopra le loro teste.
Gli viene in mente solo un ricordo: il sorriso di una ragazza, i capelli scuri sparpagliati sull'erba, i suoi occhi verdi e misteriosi, le sue gambe snelle, accavallate mentre sdraiata sulle rive del lago nero sentenzia con risolutezza “Se dopo venti minuti non sai chi è il pollo al tavolo, allora sei tu!”.





p.s. Ebbene sì, dopo aver fatto diventare i Nott e i Greengrass parenti, ho anche fatto diventare Nott senior il padrino di Draco. Del resto, qualcuno doveva pur avere questo compito ingrato u.u"

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Capitolo 12
*** La carta arriva... ***


Note dell'autrice: Eccoci qua, tutto sommato abbastanza puntuali (lo so che è notte inoltrata, ma compatitemi xD). Momento carino, su cui meditavo da tempo ma non sapevo come rendere: Lo smistamento di Asteria. Spero sia credibile, ho cercato di trattenermi il più possibile pur sapendo che almeno un po' ho sconfinato nell'OOC sia con lui che con lei (leggete e mi darete atto). Però questa versione è quella che mi piace di più tra le 3 che ho scritto, quindi questa vi propongo xD
Come contesto abbiamo il terzo libro, ovviamente. Il titolo è invece un proverbio associato alle carte che sta a indicare quando qualcosa accade per puro caso, ma qualcuno si vanta di averlo previsto. Buona lettura!

 
*°*°*°*°*
 
La carta arriva...

Era la prima volta che Asteria vedeva la sala grande. Ne era impressionata, ma non intimidita come il resto dei suoi coetanei, lei quella scuola la conosceva alla perfezione, per i racconti dei suoi genitori e specialmente per quelli particolareggiati di sua sorella. Entrando aveva lanciato sguardi ottimisti al tavolo dei serpeverde, dove Daphne, Theo, Draco e tutti gli altri ragazzi conosciuti sull’espresso qualche ora prima le rispondevano con occhiate incoraggianti. 
- Greengrass, Asteria - scandì la professoressa McGranitt.
Fu la settima a sedere sullo sgabello. Rispettivamente, prima di lei, due Corvonero, un Grifondoro e tre Tassorosso. Senza manifestare tentennamenti camminò fino allo sgabello e ci si accomodò aggraziata. Il vago stato d’ansia che provava era testimoniato solo da quell’infantile vezzo di mordicchiarsi il labbro inferiore. Il cappello venne posato sulla massa di ricci scuri e dopo qualche secondo esclamò “Serpeverde”. Immediatamente smise di torturare il labbro e sorrise gloriosa mentre al tavolo verde-argento scoppiavano gli applausi e le ovazioni. 
Scese dallo sgabello sorridendo in maniera amabile a tutti i professori prima di avviarsi dai suoi compagni di casa.
- La mia sorellina è la prima serpeverde di quest’anno! - Esclamò orgogliosa Daphne abbracciandola. Mentre Nott si limitava a sorriderle soddisfatto.
- Hey, Terry! - mentre Draco richiamava l’attenzione della brunetta, era esploso un altro applauso per un altro nuovo arrivato - Vieni, ti ho tenuto il posto - la invitò gesticolando e dando una gomitata a Vincent - Spostati, deficiente, devo far entrare Terry! - gli aveva ringhiato contro a bassa voce, facendo ritirare all’istante il povero Tiger. Asteria intanto con le guance insolitamente rosa d’imbarazzo prese posto accanto a lui.
- Sei stato gentile a tenermi il posto accanto a te - lui si era limitato a fare spallucce con noncuranza - Non hai pensato che potevo finire in un’altra casa? - gli domandò mentre tutti gli altri sembravano presi dall’accogliere il nuovo terzo studente del tavolo.
- Nah! - aveva dissentito lui, battendo le mani distrattamente, per assecondare l’euforia dei compagni quando Arcignus Prince era stato smistato anche lui a Serpeverde - sapevo che saresti stata dei nostri - aveva aggiunto. Come si suol dire: La carta arriva e il giocatore se ne vanta. Solo che lei non lo stava più ad Ascoltare.
- Oh, ma è Arci! - aveva cinguettato tutta contenta dedicando un sorriso smagliante al ragazzino magro con i capelli neri che la rimirava soddisfatto. Si erano conosciuti sull’espresso quel pomeriggio. L’espressione di Malfoy però a quello scambio di sguardi era cambiata, era diventata assente e infastidita. 
Qualche ora più tardi, il pugno di Gregory Goyle si era avvicinato minacciosamente al viso del povero Arci, che nelle settimane a seguire si mostrò incredibilmente freddo nei confronti di Asteria, che dal canto suo sembrò turbata solo i primi giorni, limitandosi poi ad ignorare il compagno.
Nessuno saprebbe dire dire per certo se fu solo quello o tutto un insieme di fortuiti fatti, ma la cosa sembrò restituire a Draco tutto il buon umore possibile e immaginabile.





p.s. Piccola informazione di servizio: in questo pezzo riprendo e ripropongo un personaggio originale, Arcignus Prince, che ho usato anche nel capitolo "l'appeso, il diavolo e la morte". Arci come avrete capito è un serpeverde, coetaneo di Asteria, ma non solo. In una delle tante versioni di questo capitolo mi ero dilungata nello spiegare che è il nipote di Piton (Il cognome è Prince, come quello di Eileen, madre di Severus). Non escludo di usarlo ancora qualche volta in questa raccolta. Di certo sarà un personaggio della Long Fiction che ho in cantiere.
Ci tengo a precisare una cosa, a questo stadio delle cose, la gelosia (perchè sì, di gelosia si tratta) di Draco è di natura fraterna o comunque amichevole, dettata dal fatto che egocentrico ed egoista com'è non accetta che Asteria possa avere un altro amico maschio, togliendogli così l'esclusiva.

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Capitolo 13
*** Il sole ***


Note dell'autrice: Ormai mi sono data agli aggiornamenti notturni. Per il capitolo di mezzo e cioè quello che segna l'ufficiale avanzata verso l'ultima parte dei missing moment, ho scelto ovviamente un avvenimento cruciale nella storia di questi due matti. Il loro matrimonio. E' breve, perchè ho pensato che non ci fosse tanto altro da aggiungere e per titolo ha la diciannovesima carta dei tarocchi: Il sole, che simboleggia il vero amore.
Grazie a chi mi segue in silenzio, ma soprattutto a chi spende qualche minuto a commentare, in particolare vorrei ringraziare funny_ che ha gentilmente commentato tutti i capitoli di questa fan fiction, se ti fa piacere questo capitolo è dedicato a te.
Buona lettura!

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Il sole


- Vuoi tu, Draco Lucius Malfoy, prendere la qui presente Asteria Lucilla Greengrass come tua legittima sposa, da questo giorno in avanti, finché morte non vi separi?
- Sì - aveva detto semplicemente, con voce sicura.
- Vuoi tu, Asteria Lucilla Greengrass, prendere il qui presente Draco Lucius Malfoy come tuo legittimo sposo, da questo giorno in avanti, finché morte non vi separi?
Silenzio. Passavano i secondi ma le labbra non si muovevano. Alcuni invitati stavano trattenendo il fiato al punto che sfumature rosse cominciavano a comparire sui loro visi. Uno di loro, non diremo quale, ma vi basti sapere che aveva lunghi capelli biondi e poteva vantare un’incredibile somiglianza con lo sposo, stava già sfilando la bacchetta dalla tasca del vestito. Draco invece sorrideva tranquillo e fiducioso.  
- Sì - disse alla fine con voce timida e tremante, la sposa. Tutti tirarono un sospiro di sollievo.
- Per i poteri a me conferiti dal ministero della magia io vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa - concluse il delegato dell’ufficio unioni.
- Finalmente la parte interessante - mormorarono insieme i novelli coniugi, prima di abbandonarsi al rituale bacio sull’altare, mentre un sole sfolgorante illuminava il giardino di Malfoy manor.

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Capitolo 14
*** Il banco ***


Note dell'autrice: Nuovo giorno, nuovo momento. Un po' più lungo del solito per farmi perdonare del precedente, davvero breve. Il contesto è il Natale del secondo libro. Asteria non è ancora ad Hogwarts, ma sua sorella sì. Il titolo deriva dall'espressione "tenere il banco" cosa che usualmente fa il mazziere, che regola il gioco, proprio come dimostra di fare Pansy. Giusto per bilanciare questo capitolo è principalmente Asteriacentrico. Buona lettura!

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Il banco


Asteria ha sempre amato il Natale. Ancora con più impazienza ha iniziato ad aspettare questo periodo da quando sua sorella Daphne ha iniziato Hogwarts. Non lo ammetterebbe, perché non ama lagnarsi, ma le manca molto la presenza della maggiore in casa. Di fatti le due passavano quelle poche settimane attaccate come gemelle siamesi; capitavano litigi, ma questo non impediva loro di rimanere appiccicate come una gomma da masticare alla suola di una scarpa. 
Tuttavia capitò che un giorno le amiche di scuola di Daphne venissero a farle visita a casa. Tracy, Millicent, Pansy e Selly-Anne arrivarono portando pettegolezzi e rumore in una casa abituata di solito al silenzio. Nel vederle, Terry provò un misto di invidia e gelosia, perché da quando erano arrivate sua sorella non l’aveva più degnata di uno sguardo. Pansy teneva banco, era abbastanza evidente che fosse la leader del gruppo. Fu Millicent a notare che Terry se ne stava sulla porta a guardarle mentre civettavano e si scambiavano battute. 
- Quella chi è? - aveva chiesto rudemente.
- Ah, è mia sorella Asteria - aveva risposto Daphne annoiata.
- Ma… non è bionda come te! - aveva osservato Selly-Anne.
- Wow, certo che sei proprio un genio, non ce n’eravamo accorte! - l’aveva ripresa prontamente Pansy - che guardava alla ragazzina con curiosità - perché non entri, Asteria? Hai paura di noi? - aveva domandato lanciando un’occhiata d’intesa ed un sorrisetto bieco a Tracey e Millicent.
- No, è che non sono stata invitata ad unirmi.
- Ma quanto è educata! - sospirò Selly estasiata.
- Sicura che sia sorella tua, Greengrass? - aveva infatti imbeccato la brunetta dal carlinesco grugno.
- Certo che sì, non vedi che abbiamo gli stessi occhi? - aveva domandato mettendosi un indice sotto l’occhio e mostrando lo stesso verde scuro e torbido degli occhi della più piccola.
- Quindi anche lei conosce Draco? - si era inserita Tracey.
- Draco? Draco Malfoy? - aveva domandato con immensa innocenza, Terry - Certo che lo conosco - un sorriso genuino ad accompagnare la voce squillante.
- E non pensi che sia decisamente un gran figo? - aveva sospirato Pansy, lasciandosi andare sul letto, suscitando le risatine delle sue compagne - Quello sguardo strafottente, quel ghignetto crudele, quel modo di fare da padrone del mondo… - elencava sognante.
Asteria non la seguiva. Non aveva nemmeno chiaro cosa volesse dire che Draco era figo. Non ricordava sguardi sfottenti, ma solo occhiate divertite a volte infastidite. A lei piacevano i suoi occhi, grigi e limpidi, espressivi. Pur avendo lo stesso colore di quelli del padre, avevano qualcosa che li rendeva più belli, più dolci.
Pur sforzandosi non ricordava crudeltà nei suoi sorrisi, ma solo divertimento infantile quando giovano insieme a nascondino o quando lo guardava sfrecciare sulla scopa. Il sorriso lui non era spontaneo e aperto come il suo, sembrava quasi timido, riservato, ma era un sorriso carino.
E poi sì, aveva sentito spesso Draco appellarsi a padrone del mondo, perfino suo padre Lucius una volta le aveva detto che i Malfoy lo erano. Ma non le veniva in mente una sola volta in cui fosse stato sgarbato o l’avesse trattata con inferiorità, nonostante fosse femmina e più piccola di lui. Ricordava qualche presa in giro, ma anche tante premure.
Sorrise appena Asteria, pensando che tutte le volte che vedeva Draco, lui le regalava una cioccorana; che insieme avevano imparato a nuotare, nel laghetto di Malfoy manor; che a differenza di sua sorella lui le insegnava qualche incantesimo imparato ad Hogwarts lasciandole usare la sua bacchetta, che se gli dava un bacio sulla guancia prima si puliva con la manica schifato, ma poi sorrideva; che era schietto e diceva sempre quello che pensava senza preoccuparsi di risultare sconveniente e che anche quando era triste o deluso non se ne stava a piagnucolare, ma si comportava sempre da vincitore.
Se tutte queste cose rendevano una persona figa, allora sì: secondo lei, Draco Malfoy era proprio un gran figo!

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Capitolo 15
*** Cappotto ***


Note dell'autrice: Oh, mio Dio. Cinquanta recensioni, non credevo di poter mai raggiungere questo risultato, quindi voglio iniziare dai ringraziamenti questa volta.
Ringrazio tutti quelli che mi seguono, che leggono questa storia, che l'hanno inserita tra i preferiti e ovviamente ringrazio chi l'ha recensita fino ad ora e chi la recensirà in futuro. Sono davvero... emozionata!
Ma bando ai complimenti e veniamo all'aggiornamento. Flash questa volta, non approfondito come probabilmente avrebbe meritato, ma solo perchè so già che in futuro darò più spazio a questo  importante evento. Contemporaneamente stavo lavorando ad un altro pezzo, più difficile che dovrei pubblicare domani, forse per questo ho un po' trascurato questo "cappotto" che deriva dall'espressione penso conosciutissima della scopa, quando si ottengono tutti i punti possibili.
Buona lettura!

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Cappotto


Draco esce dal Winzegamot con espressione incredula, tramite uno dei passaggi della metro polvere arriva direttamente al San Mungo. Cammina in maniera spedita, superba verso l’ultima stanza del corridoio, una singola che è stata appositamente riservata, mediante una cospicua donazione della famiglia Malfoy al nosocomio. 
Un paio di tocchi alla porta, prima di entrare. Prima che se ne renda conto sorride ad Asteria che è seduta sul letto, i capelli raccolti, il viso privo di trucco, una semplice vestaglia verde addosso, priva di orpelli. Il sole che filtra dalla grande finestra illumina la stanza tratteggiando strali dorati in tutto l’ambiente, saturo di fiori e regali e sulla neomamma che tiene tra le braccia un fagottino avvolto in una copertina bianca. 
- Com’è andata? - chiede ansiosamente vedendolo sulla porta.
- Assoluzione completa - mormora avvicinandosi, sfilando al suo fianco ed osservando orgoglioso il viso roseo del suo primogenito.
- Un figlio, maschio - sottolinea l’ultima parola - un’assoluzione piena… hai fatto cappotto oggi - lo imbecca, tendendogli il bambino, che si smuove appena bofonchiando.
- Direi di sì… - conviene prendendolo con delicatezza e cullandolo - una splendida giornata - aggiunge sedendosi sul bordo del letto. Stanno entrambi sorridendosi alternando occhiate adoranti al piccolo Scorpius, quando un flash li fa sobbalzare.
- Daphne! - sbottano in coro guardandola male, quando la neo zia gli sorride nascondendo la macchina fotografica per salvarla dagli intemperanti caratteri dei coniugi.

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Capitolo 16
*** La donna di bastoni ***


Note dell'autrice: sarò breve perchè son le 5.39 ed ho sonno xD. Questo capitolo mi ha fatta disperare, non so quante volte l'ho riscritto e tutt'ora non mi piace. Ma lo posto comunque perchè se no, non ne veniamo più fuori. Contesto: circa 8 anni dopo la seconda guerra magica. La donna di bastoni che da il titolo al capitolo è stata scelta perchè si da questo appellattivo alle donne forti, alle mater familias. Anche se la festa della donna è passata da quasi 6 ore, lo dedico a tutte le donne. Buona lettura.


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La donna di bastoni


La penombra invade lo studio di Lucius, seduto sull’imponente poltrona di mogano Draco tiene la testa tra le mani. Asteria entra in maniera silenziosa e quando è abbastanza vicina lascia scivolare una carezza sulla sua nuca. Un brivido contenuto lo scuote leggermente, seguito da un sospiro, prima che alzi il volto. Gli occhi sono arrossati e stravolti. La mano destra di lei va a ricercare la sua per stringerla. 
- E’ ora? - domanda con voce strozzata. Lei si limita ad annuire - Come sta mia madre? 
- E’ disperata, non credo che scenderà - è lui questa volta ad annuire, consapevole. Si alza, il completo nero fa risaltare il pallore del viso. Un sorriso amaro e sarcastico si stira sulle labbra.
- Ho sempre creduto che fosse immortale, che niente potesse scalfirlo.
- Non era immortale, nessuno lo è. Era umano - gli ricorda stringendoglisi contro - E lo sei anche tu, è normale provare dolore.
- Sto bene - assicura laconico - Andiamo… - la discosta da sé, poggiandole le mani sulle spalle, lei lo affianca e insieme raggiungono il salone, quasi vuoto. Davvero pochi quelli che hanno avuto il coraggio o la volontà di presentarsi per dare l’estremo saluto a Lucius Malfoy. Trema, Draco, di rabbia mista a tristezza. Ancora una volta Asteria si stringe al suo braccio, i loro occhi si incontrano e qualcosa pare placarsi in lui. Le mani si congiungono e le dita si intrecciano. Con dignità avanzano fino a prendere posto, davanti alla salma. La mano di lui, fredda, sempre avviluppata in quelle di lei. 
C’è una rassegnata disperazione nello sguardo di entrambi e nostalgia autentica per il capofamiglia estinto. Una vecchia con uno stravagante abito blu si avvicina alla coppia, accompagnata da un uomo basso e dall’aspetto sgradevole. Entrambi porgono le loro condoglianze e poi si vanno a sistemare sul fondo. Asteria e Draco, mascherando l’insofferenza si dedicano a quello scomodo compito.
Qualche minuto dopo Narcissa fa capolino sulla porta, inaspettatamente. Altera come sempre, distante come sempre, eppure diversa. Qualcosa si è spezzato negli occhi azzurri. Cammina incurante degli sguardi su di sé, Draco si muove per farle posto accanto a lui, ma Cissy con un gesto lo ferma, decidendo di sedersi accanto ad Asteria.
- Possiamo fingere che lui sia solo in ritardo e che sia un altro in quella bara? - le bisbiglia con voce tremante.
- Certo, Narcissa - assicura lei, traendo via una mano da quella di suo marito e stringendo quella della suocera. Che intreccia alle sue le dita fragili. In mezzo, è il caposaldo che evita la deriva. Quando, dopo la funzione, è il momento di portar fuori le spoglie, Draco porge il braccio a sua madre ed escono immediatamente dietro al feretro, composti. Asteria li segue, si guarda attorno seria ed aggressiva, pronta a scattare per difendere la sua famiglia da eventuali malignità.
- Quella dunque è la piccola Asteria Greengrass? - chiede la vecchia che in precedenza si era avvicinata, osservando la giovane donna dall’aspetto compunto e curato.
- Sì è la nuova donna di bastoni… - Conferma l’uomo tarchiato, sussurrando. 
- Non c’è che dire E’ proprio diventata una di loro… Una degna Malfoy - commenta con tono ammirato, come se nonostante tutto, portare quel nome valesse ancora qualcosa, per alcuni.

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Capitolo 17
*** Giocare col morto ***


Note dell'autrice: Vi annuncio che ho finito di scrivere tutti gli episodi, quindi uno al giorno e presto questa fan fiction sarà conclusa. Ci tengo a ringraziare fuffy_; Ginevra james; speedymay e Alex91 che hanno recensito il capitolo precedente facendomi iniezioni di autostima. 
Ma adesso veniamo a noi, volevo farvi ridere, per farmi perdonare del precedente capitolo deprimente, poi mi sono ricordata che c'era qualcuno alla ricerca di un capitolo romantico. Così ho deciso di postarne uno che è un mix. Il contesto è il sesto libro, dopo il sectumsempra (quindi dopo il bacio). L'espressione deriva dalla regola del cucù, secondo cui chi finiscce le vite, può provare a rubarne una a chi ne ha ancora, rientrando in gioco.
Spero vi piaccia!

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Giocare col morto


Quando esce dalla stanza delle necessità Draco non si aspetta di trovarsi davanti Asteria. Ma lei è lì, con le braccia incrociate sotto il seno e l’espressione truce lo costringe a stare sulla porta senza chiuderla.
- Che fai qui? - chiede sospettoso, dissimulando la sorpresa e la paura di essere stato scoperto.
- Aspetto di veder uscire Pansy - è il mormorio velenoso di lei.
- Cosa? - domanda spiazzato. Improvvisamente tutto gli è chiaro e soffoca un sospiro di sollievo - Non hai il diritto di essere gelosa, in teoria - le fa notare. Lei scatta in avanti per schiaffeggiarlo. Ma lui prontamente si sposta, facendola entrare e chiudendosi la porta alle spalle. 
- Tu mi hai baciato, razza di…
- In realtà sei tu che hai baciato me - le fa notare, interrompendola.
- Tu sei un… un… - non le viene la parola, così lascia perdere e gli si lancia contro per dargli il meritato colpo che prima ha evitato. Ancora una volta Draco si tira indietro e scansa il pericolo. 
- Non cercare più di colpirmi o ti pietrifico - la minaccia, estraendo la bacchetta e puntandogliela contro. Terry fissa la punta di biancospino ed indietreggia, estraendo a sua volta la bacchetta. 
- Scommettiamo che ti schianto prima? - provoca. Lui sembra riflettere. Asteria è brava con gli incantesimi, lo sanno tutti.
- E’ ridicolo. Sei venuta qui perché credevi fossi con Pansy, non è così… quindi perché sei arrabbiata? - ovviamente cambia discorso. Sembra funzionare, lei abbassa l’arma.
- Non lo so - ammette imbronciata. Si guarda intorno, confusa - dove diavolo siamo?
- Questa è la stanza delle cose nascoste - gli rivela.
- E perché eri nella stanza delle cose nascoste? - domanda rovistando tra le cianfrusaglie. 
- E’ un segreto… - ora che pare essersi calmata, Draco le si avvicina, fino a metterle una mano sul polso sinistro, privandola della bacchetta. Non si sa mai.
- Hai troppi segreti, Draco Malfoy - gli rinfaccia voltandosi in modo che siano di fronte, ad un’esigua distanza uno dall’altra. 
- Tu sei uno dei miei segreti - le fa notare, chinandosi su di lei e baciandola - il più dolce - aggiunge in maniera soffusa. 
- Sono gelosa - sospira afflitta lei, stringendosi in maniera possessiva contro il corpo del ragazzo.
- No, non l’avrei mai detto - la canzona, sorridendo. Per un po’ rimangono abbracciati in silenzio - Finirà presto… - mormora poi, contro i suoi capelli. 
Ad Asteria sarebbe piaciuto pensare che si riferisse alla sua storia con Pansy, che l’avrebbe lasciata per mettersi con lei. Ma il tono estremamente serio e gli eventi delle ultime settimane le fecero intuire che Draco stesse parlando di altro. 
- Che vuoi dire? - trova il coraggio di chiedergli.
- Voldemort è risorto, lo sai. Per ora non si mostra, ma è come giocare col morto. Presto riuscirà a rubare la vita di qualcuno e rientrerà a pieno titolo nel gioco - trascura di dire che la vita che serve all’oscuro è quella di Silente e che a lui spetta il compito di toglierla. 
- Ma noi siamo al sicuro, siamo purosangue - una nota di paura le fa tremare la voce. Draco la guarda, rassicurante.
- Non hai nulla da temere, mia piccola stella. Troverò il modo di tenerti al sicuro - la bacia ancora, a lungo. Tanto che entrambi quasi perdono la nozione del tempo, tutto quello che importa sono le labbra dell’altro, le mani timide ed impacciate che si muovono curiose ad esplorare i corpi che sono abituati a vedere fin da bambini, ma che sono sconosciuti a quel genere di contatto. Fino a che ansanti non si staccano. 
- Adesso vai, ci vediamo in sala comune tra un po’ - le chiede dedicandole un altro bacio, fugace, che spegne sul nascere le proteste. Docile e stravolta, Asteria si rassetta la divisa e recupera la sua bacchetta prima di uscire dalla stanza delle necessità. 
Draco rimane lì, e con nuovo stimolo si dedica alla riparazione dell’armadio svanitore. Non sa che quella è la sua serata fortunata.

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Capitolo 18
*** Gli amanti ***


Note dell'autrice: Premetto che ho appena finito di fare i salti mortali sul letto. La storia che state per leggere è la prima che ho scritto per un contest e l'ho fatto quasi per gioco. Questo gioco mi ha fruttato un inaspettato successo. Nel bellissimo contest di PaytonSawyer sul forum di efp infatti ha guadagnato il quinto posto nella classifica generale, il quarto nella sezione Canon e si è aggiudicata il premio "Miglior caratterizzazione" per la sezione canon. Inutile dire che sia orgogliosa, dal momento che era la mia primissima volta in una gara di scrittura, per di più ho gareggiato con autrici davvero eccezionali, quindi non sono felice, ma di più. Dopo il capitolo troverete il giudizio di Payton e i bellissimi Banner che la storia s'è guadagnata. Ora un paio di info di servizio, come sempre... il contesto è l'immediata fine della seconda guerra magica; la carta è la sesta degli arcani maggiori, gli amanti. E' la prima storia della raccolta in cui uso la prima persona per narrare, ma non sarà l'unica.
Buona lettura!


*°*°*°*°*


Gli amanti


C’era uno strano brusio ad Hogwarts. La guerra era finita. Il Signore oscuro era stato sconfitto. I Mangiamorte sopravvissuti si erano dati alla fuga. Gli Auror al loro inseguimento. Gli eroi piangevano sommessamente i loro morti in sala grande. Le famiglie si ricongiungevano con mesta felicità.
Ed io mi sono ritrovata a vagare alienata per questi corridoi ancora intrisi di sangue. Mi sento più spettro della dama grigia, che passandomi accanto mi guarda negli occhi e quasi sembra compatirmi. Ho freddo, ma a niente vale stringermi nelle spalle e strofinarmi gli avambracci con le mani; il mio è gelo viene dalla paura. 
Sì, io ho ancora paura. Sei vivo? Dove sei?
Ricordo ancora il giorno in cui sei mesi fa sei venuto da me e mi hai stretta forte “E’ finita per me, Asteria” mi hai sussurrato “Non credo che riuscirò a sopravvivere a questa guerra” non l’hai detto con stoicismo o rassegnazione. No, piangevi. Eri disperato tra le mie braccia e qualcosa nel tuo sguardo mi diceva che stavi cercando di aggrapparti con tutte le tue forze ad una vita che volevano strapparti via. Non sapevo che dire. Ho quindici anni, che ti aspettavi da una ragazzina di quindici anni? 
L’unica cosa che sono stata in grado di fare è stata piangere con te e per te, per il sangue puro che tanto hai vantato in questi anni, sacrificato sull’altare di Voldemort. Non ho avuto il coraggio di chiederti di scappare, di organizzare con me una fuga per nasconderci nella speranza di vivere. Come reietti, come esseri senza onore; ma vivi e insieme. Ti aspettavi questo da me, forse. Ma questa non è una sciocca tragedia babbana, questa è vita vera e quando finisce non c’è la chiamata alla ribalta per l’applauso. C’è solo la morte. Non so se lo hai realizzato da solo o mi hai letto la mente, ma dopo che avevo formulato questo pensiero hai smesso di singhiozzare e recuperando il contegno dei Malfoy ti sei allontanato. Quella è stata la prima volta in cui ho avuto paura e da allora l‘ho avuta sempre. Quegli occhi spenti hanno perseguitato le mie notti, le hanno rese insonni. Il grigio vuoto in cui non sono stata più capace di ritrovarmi mi ha inghiottita e rigurgitata priva di forze. 
Ho tentato di dire a me stessa che ho fatto quello che dovevo. Ma quando te ne sei andato ho saputo di averti perso e di aver perso anche un po’ di me. 
Avrei dovuto fare altri due anni in questa scuola. So già che non ci tornerò, mamma avrà già scritto a Madame Maxime per farmi accogliere in Francia. Non che questo cambi qualcosa, il dolore me lo porterò dietro ovunque andrò, come tutti noi.
Giro l’angolo guardandomi attorno spaesata. Questi muri corrosi non sono quelli dentro cui sono cresciuta, o forse sì? Forse solo ora Hogwarts riflette le spaccature e le crepe dei ragazzi che l’hanno abitata. Ragazzi tristi, orfani, emarginati, uccisi. Tom Riddle, Severus Piton, Sirius Black, Remus Lupin, Harry Potter, Draco Malfoy. Nell’istante in cui penso il tuo nome, come per magia, quasi fosse un incantesimo di appello tu appari. Non credo ai miei occhi. Tre chiome bionde. Tu e tua madre vi stringete singhiozzanti mentre l’altero Lucius porta sul viso i segni della prostrazione e dello sgomento: gli squarci della sconfitta. 
E io invece sorrido, lascio cadere le mani, come se il freddo si fosse dileguato. Vorrei venire lì, avere il coraggio di asciugarti le lacrime e portarti via da questo castello di orrori. Vorrei fare quello che avrei dovuto fare allora. 
Ti volti e in un attimo mi metti a fuoco e ogni mia speranza muore, come il mio sorriso. Quello che vedo non è il mio Draco, in quello sguardo non c’è niente di noi. Vorrei avvicinarmi, scuoterti, chiederti dove siamo finiti io e te, dov’è la luce dei tuoi occhi? Poi lo capisco, improvvisamente. Dolorosamente. 
Non è tempo per noi, non più. Mi volto e mi allontano, la nausea e il dolore al petto quasi mi stordiscono; è la morte del mio primo amore. Fa più male di uno schiantesimo. Forse fa più male anche dell’anatema che uccide. Quello almeno è veloce, un lampo verde. Questo è come essere cruciati. Sì, sono abbastanza certa che qualcuno stia usando la cruciatus sul mio cuore.
Daphne mi trova e mi abbraccia forte. Mi dice che ci sono mamma e papà, che andiamo a casa. Ma più mi allontano da te, più sento che la sto lasciando la mia casa. Sarò per sempre esule. 
Mentre mi trascino via qualcosa mi ferma, abbasso lo sguardo. Ai miei piedi una carta dei tarocchi, le sciocche carte della Cooman, che un anno fa se ne andava per il castello a sbandierare la torre distrutta. La torre da cui è caduto Silente. Mi abbasso e la raccolgo, la spolvero dai calcinacci e la osservo. Gli amanti, la sesta carta degli arcani maggiori. Mi volto e mi sorprendo nel vedere che oltre la spalla di tua madre mi stai ancora guardando. 
Non è tempo per noi, non adesso. Ma siamo vivi e l’alba del nuovo giorno è appena sorta. Metto la carta in tasca, accanto alla figurina di Albus Silente, trovata dieci anni fa in una cioccorana, regalatami da un bambino biondo, con luminosi occhi grigi, il giorno del suo settimo compleanno. Le stringo insieme e ricordo la mia voce trillare “Ti amo, Draco Malfoy” con tutta l’allegria dell’innocenza. So che prima o poi te lo dirò di nuovo.
So che un giorno ci sarà di nuovo un tempo, per noi.






Payton Sawyer scrive:
Quarta classificata. Tot: 59.95 / 62 punti
Una storia molto, molto coinvolgente. Gradimento personale pieno. Mi spiace di non aver inserito questa coppia tra quelle dell’elenco, perché così facendo non ho potuto darti il punto bonus. Coppia che, tra l’altro, prima di leggere questa storia non avevo mai apprezzato (ecco spiegata la non considerazione).
Il tema amore è centrale, è il cardine della storia, e la caratterizzazione è molto buona. Draco è fragile, bisognoso di una spalla, un appoggio, mentre Astoria, personaggio sconosciuto che potrebbe avere qualsiasi carattere, è semplicemente una ragazza di quindici anni. Ho apprezzato il riferimento alla sua giovane età, che è la spiegazione di base dei suoi pensieri e delle sue azioni, e anche delle sue emozioni. L’originalità c’è, questo è certo, non avevo mai letto nulla del genere, personalmente. Storie su questa coppia ne ho lette parecchie, ma generalmente sono tutte ambientate dopo la Guerra Magica, oppure, se si svolgono a Hogwarts, Astoria è un personaggio orribile.
Lo stile che utilizzi è buono, abbastanza scorrevole, la pecca della storia sono molte maiuscole mancate di nomi tipici della Saga di Harry Potter, come Auror e Mangiamorte. Eccoti spiegato il tuo punteggio non pieno in grammatica; con una rilettura ulteriore avresti potuto prendere il punteggio pieno anche lì.
Per la frase bonus ti ho tolto 0.20 perché, senza che ce ne fosse esigenza, hai modificato la frase originale. Non ho capito la necessità di cambiarla, visto che anche nella versione originale si sposava perfettamente con la storia.
Be’, non mi resta che complimentarmi con te per la bella storia e ringraziarti per aver partecipato al contest. Payton

Caratterizzazione Canon – Lena1897 
Ho scelto la tua storia perché, nonostante Astoria sia una sconosciuta, le hai dato volto e anima.


Personalmente, adoro la seconda immagine, credo sia la perfetta rappresentazione di come sono Draco ed Asteria nella mia testa. Grazie davvero, Payton!

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Capitolo 19
*** Il galantuomo ***


Note dell'autrice: Benritrovate! Dopo il capitolo precedente, denso di emozioni, cosciente che qualsiasi altra cosa ne uscirebbe surclassata ho deciso di postare un capitolo divertente e senza pretese, anche un pochettino OOC se vogliamo, ma giusto per farci due risate alle spalle dei nostri disgraziati preferiti. Contesto: seconda generazione. Saper perdere è una cosa importante, ecco perchè nasce il detto "dal gioco si riconosce il galantuomo". 
Buona lettura!


*°*°*°*°*°*


Il galantuomo


E’ la finale della coppa del mondo di Quidditch: Inghilterra-Germania.
I tedeschi conducono per 280 a 230. I battitori inglesi stanno facendo letteralmente le capriole per riuscire a rimontare. Intanto sopra il campo svolazza il giocatore più giovane della nazionale. Diciassette anni da poco compiuti, Scorpius Malfoy è la rivelazione di questo evento. Assieme alle straordinarie performance del capitano e portiere Charles White è riuscito a trascinare la sua squadra fino alla finale, infervorando i tifosi partita dopo partita. 
Il cercatore di Berlino gli sta attaccato come la carta moschicida, ma con un paio di finte ed un provvidenziale bolide del suo compagno di squadra riesce a staccarselo di torno. Plana ormai da quattro ore e del boccino nemmeno l’ombra. Ennesimo colpo riuscito di Sven Heins che fa lievitare il vantaggio. Il tifo è alle stelle. In tribuna Draco e Asteria fremono seguendo la partita. 
Ma ecco il bagliore dorato. Scorpius fa una rivoltata all’indietro e si lancia in picchiata, appiattendosi sulla scopa. Karl Dunheim, l’altro cercatore gli è subito alle spalle. È una corsa folle, la pressione ed il vento li sferzano quasi fino a ferirli. Entrambi allungano il braccio. Ma è britannica la mano che si chiude sulla pallina dorata.
- MALFOY HA PRESO IL BOCCINO D’ORO, L’HA PRESO! Germania 290; Inghilterra 380. CAMPIONI DEL MONDO, INGHILTERRA CAMPIONE DEL MONDO. 
Lo stadio esplode, letteralmente all’annuncio del cronista. Draco ed Asteria paiono dimenticare tutto il nobile contegno Malfoy e saltano sugli spalti come gli altri connazionali. 
Con sommo fairplay Scorpius stringe la mano al suo avversario. E fa i complimenti a tutta la squadra. Dal gioco si riconosce il galantuomo. 
- E’ mio figlio! Quello è mio figlio! - urla soddisfatto lui. Continueranno a gongolare per tutto il tempo. I festeggiamenti dureranno tutta la notte nei villaggi abitati dai maghi. E alcuni maghi più esuberanti metteranno in subbuglio il mondo babbano con i loro moti di giubilo.
I genitori di Scorpius raggiungono gli spogliatoi per portare il figlio a casa.
- Quello è mio figlio! - continua a ripete Draco.
- Lo so, Draco - ripete pazientemente Asteria. Ma qualcosa blocca il suo entusiasmo.
- Q-quello è m-mio figlio? - domanda pietrificato notando l’unigenito erede che sembra in procinto di trarre sommo godimento nel farsi infilare la lingua in bocca da una che somiglia pericolosamente ad una Weasley. Non lontano, Draco nota Hermione Granger che sostiene Ron Weasley che lo guarda ed ha un’espressione non dissimile dalla sua.
- Ron! - urla Hermione.
- Draco! - Urla in contemporanea Asteria. Chinandosi per fare aria al marito svenuto. Esattamente come il suo ex compagno di scuola. 
Scorpius e Rose osservano le madri con sguardo colpevole mormorando in contemporanea “Oops!”.





Altre note dell'autrice: In caso non si fosse notato sì, sono a favore delle Rose/Scorpius. Come ho già detto rispondendo a qualche commento voglio troppo bene a Draco per farlo imparentare con Harry. I nomi dei vari giocatori li ho ovviamente inventati. Grazie per aver letto e grazie a chi vorrà lasciare un commento *si mette al riparo dai pomodori*

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Capitolo 20
*** Il solitario ***


Note dell'autrice: Scrivo poco e scrivo in fretta. Contesto: quei famosi diciannove anni di cui non sappiamo nulla. Il titolo penso che parli da solo.
Prima di lascirvi ci tengo a ringraziare Ginevra James, Alex91, Speedymay e funny_ che sono ormai le mie commentatrici ufficiali. Se non vedo le vostre recensioni vado in iperventilazione xD

*°*°*°*°*


Il solitario


- Ah, è incredibile! - Asteria si morse le labbra, maliziosa.
- Ti piace? - fu il mormorio suadente che ricevette.
- E’ così bello… - sospirò estasiata.
- Lo so - gongolò soddisfatto Draco.
- La misura è perfetta, è entrato così facilmente - commentò ammirata.
- Infilarlo è stata la parte più semplice - convenne lui - ma ora dovrei levarlo.
- No, non toglierlo, ti prego - supplicò mentre lui si muoveva per allontanarsi - resta così ancora un pochino…
- E va bene - concesse fintamente esasperato, ritornando nella posizione iniziale. Venne coinvolto in un bacio bramoso e sensuale, che lo colse di sorpresa. Qualche secondo dopo il ragazzo saltò in piedi - Asteria smettila di fare la mano morta! - sbottò oltraggiato.
- Mi dispiace, Draco. Ma questi jeans babbani ti fanno un gran bel… - la mano di lui sulla bocca le impedì di finire la frase. 
- Non. Osare. Dirlo. - ordinò perentorio e imbarazzato. Lei si tolse la mano dalle labbra con irruenza e lo fissò astiosa.
- Sei un bacchettone moralista e un ipocrita! - si lamentò teatrale recuperando il soprabito e muovendo verso la porta.
- Ma, Terry, dove vai? - chiese confuso.
- A casa.
- Ma dovevi restare a dormire questa notte - le fece notare, senza lesinare una certa allusività nel tono.
- Dal momento che non apprezzi le mie premure, fatti un solitario - imbeccò lei ironica, sbattendosi la porta alle spalle. 
Confuso, amareggiato e anche in parte incavolato per l’essere stato piantato in asso il rampollo di casa Malfoy si avviò alla camera da letto. Una volta raggiunta si buttò sul letto, frustrato. Volse il viso verso lo specchio e si rimirò per qualche secondo. Poi si alzò in piedi, continuando a scrutare il riflesso di sé stesso, arrivò perfino a voltarsi per ammirare l’effetto che l’indumento babbano aveva sul suo fondoschiena, che effettivamente ne beneficiava. Senza rendersene conto, si ritrovò a farsi la mano morta, da solo. L’ultima cosa che vide sulla superficie riflettente fu sbuffo di un sorriso ammiccante, prima di smaterializzarsi. 

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Capitolo 21
*** Spezzare i cuori ***


Note dell'autrice: Salve a tutti! Mi faccio viva con un capitolo che ha battuto tutti i record, sono riuscita a riscriverlo per ben sette volte... e ancora non mi piace. Penso che ci sia tanto di quell'OOC che se alla fine non mi lancerete le uova marce è solo perchè siete troppo buone. Ma via, ve lo lascio e mi do in pasto al vostro giudizio. Contesto un sesto/settimo anno circa. Spezzare i cuori è un'espressione che si usa nel gioco "Hearts"; non so quanti di voi lo conoscano, ma tutti dovreste averlo sul piccì xD
p.s. Introduzione di un nuovo personaggio (Jude Hamilton) che come Arcignus è originale.
Buona lettura!

*°*°*°*°*°*


Spezzare i cuori


Tutte le cose che si dicono sulla sala comune dei serpeverde, della serie che si organizzano festini, rave party e quant’altro sono baggianate. Insomma a meno che non si festeggi una vittoria a quidditch, nella comune dei serpeverde si fa esattamente quello che si fa altrove. Si studia, ci si rilassa, si chiacchiera, si gioca a scacchi o a carte. 
L’unico problema era che in un covo di serpi non c’era nessuno che giocasse lealmente, quindi si finiva sempre per azzuffarsi. Almeno finché Asteria Greengrass non collaudò un incantesimo per rendere il suo mazzo da poker insensibile a qualsiasi magia. Così tutti si rivolgevano a lei, che per 10 falci concedeva un’ora di gioco o alternativamente si univa alla partita.
- Asteria, ecco le dieci falci… mi dai le carte? - aveva chiesto Pansy Parkinson, disturbando la povera disgraziata, che tanto per cambiare stava penando su un tema di pozioni.
- Accio mazzo di carte - aveva appellato con semplicità e dalla borsa le carte le erano schizzate in mano. 
- Perché non ti unisci? - aveva chiesto Malfoy da una poltrona. 
- Perché ho un tema da consegnare - aveva risposto asciutta. Pansy la squadrò con crudeltà.
- …comunque il gioco che stiamo per fare non è adatto ad una bambina della sua età - aveva cinguettato malefica.
- Che gioco sarebbe? - aveva domandato per mera curiosità.
- Poker - il ghigno malizioso di Pansy era quasi osceno - Solo che invece dei soldi si gioca con  i vestiti - precisò. 
Effettivamente ogni tanto, nella comune dei verde/argento succedeva esattamente quello che gli altri sospettavano. Ma solo ogni tanto. 
- Ti sei ridotta a questo pur di riuscire a strappare i vestiti di dosso a Draco? - Fu la pronta e divertita risposta di Terry. Un coro di risatine invase la sala mentre il carlino livido trafiggeva la quattordicenne con lo sguardo che aveva poi spostato sul ragazzo, che si asteneva dal ridere unicamente per una sorta di rispetto per lei. 
- Draco? - insinuò, ricomponendosi - Pensavo fosse Malfoy, per te… - si abbassò per fingere una confidenza, che però fece a voce volutamente alta - O forse non sono la sola che vuole togliergli i vestiti? 
- Forse… - fu l’insolitamente piatta e laconica di Asteria. Che però parve lasciare soddisfatta Pansy, di stucco il resto della casa e terribilmente imbarazzato l‘oggetto del contendere. Il prefetto si allontanò raggiungendo i suoi coetanei, mentre ad Asteria si affiancò Jude Hamilton, che piantò i liquidi occhi azzurri nei suoi, alla ricerca di risposte. Ma senza dire una parola, come al solito. Il tamburellare di lui sul tavolo scandiva il tempo che passava, ma sfortunatamente non copriva le urla soddisfatte che provenivano dalla bisca.
- Nott, Malfoy… via le camicie! - starnazzava una fin troppo pimpante Parkinson, mentre Daphne si lamentava, pregando Blaise di prendere il posto di suo cugino.
- Dovevi risponderle per le rime - le fa notare lo smilzo ragazzino accanto a lei, fissandola con la stessa attrazione che si ha per le bestie pericolose allo zoo. 
- Non si gioca con chi propone il gioco, Jude - è la saggia risposta di lei, ma lui non sembra afferrare. È noto che i maschi quattordicenni non sono troppo perspicaci - Pansy è brava a provocare e sputtanare e quando comincia, pretende di finire a modo suo. Qualsiasi altra risposta sarebbe stata un’alzata pazzesca…
- Ma ti ha comunque messo in imbarazzo…
- Non mi importa se mette in imbarazzo me… - gli occhi finalmente si staccano dalla lettura e lui può leggerci chiaramente quello che non viene detto. Sorride spontaneo.
- Certo che è romantico… - commenta intenerito.
- mpf… - è la risposta di lei, che ha imparato quello sbuffare da qualcun altro.
- Asteria, ti vuoi mettere con me?
- Lo sai che è un no. Perché me lo chiedi ogni venerdì sera? - gli domanda chiudendo i libri con pigrizia e divertita curiosità. 
- Perché spero che un giorno sarai così distratta o esasperata da dirmi di sì - si inumidisce le labbra con fare serpentino e un bagliore sinistro lampeggia negli occhi troppo chiari - Sai, lui si ingelosirebbe molto nel vederti con un altro… - quelli erano i rari momenti in cui ci si spiegava perché un ragazzo tanto gentile e carino come Jude fosse finito tra i serpeverde. Era il tentatore per eccellenza, così innocente a prima vista. Così invitante che Asteria non seppe trattenersi dall’allungarsi per concedergli un lungo e languido bacio sulla guancia, ad occhi socchiusi. 
Arcignus Prince che entrava in quel momento in compagnia di altri due ragazzi sgranò gli occhi ferito, emettendo un rantolo di disappunto. Lo stesso grido disperato che gli occhi di Draco esprimevano al posto delle labbra. Anche due ragazzini del secondo anno assistettero alla scena e si lagnarono impotenti.
- Un giorno, Jude, tu mi ringrazierai per non essermi messa con te per secondi fini - sentenziò sicura Asteria, che non aveva notato quanti cuori avesse infranto, con quel gesto innocente.

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Capitolo 22
*** Tressette ***


Note dell'autrice: Oggi posto in anticipo, perchè probabilmente sto per addormentarmi ora e svegliarmi direttamente domani.
Avvertimento: Si prega chi soffre di carie e tutti coloro che non amano le storie romantiche/mielose/stucchevoli di saltare a piè pari questo momento. Potrebbe causare coma diabetico. Sono seria, non so di cosa mi ero fatta quando l'ho scritto, forse avevo troppi zuccheri in corpo, forse la mia voglia di soddisfare i desideri di Ginevra James si è spinta troppo oltre xD Ci tengo a precisare, non ci dovrebbe essere troppo OOC, almeno secondo me no. Ma poi non lo so. Ditemelo voi.
Per la prima (ed unica volta) volta abbiamo l'intersezione con una canzone, che mi ha giustappunto aiutata a scrivere fungendo da ispirazione. Il gioco del tressette lo conosciamo tutti, vero? Il contesto è dopo la seconda guerra magica, orientativamente l'anno è il 2004. Spero che vi piaccia e che non vi alzi troppo il tasso glicemico nel sangue xD


*°*°*°*°*

Tressette


Would you dance if I asked you to dance?
Would you run and never look back?
Would you cry if you saw me crying?
Would you save my soul tonight?

 
- Dove mi porti? Posso togliermi la benda?
- Ti fidi di me?
- Ti ho fatto vedere troppe volte Titanic… - a quell’affermazione, Draco ride, in maniera leggera, adesso è di nuovo abituato a farlo. 
- Potresti dimenticare di essere te stessa per circa dieci minuti?
- Non te ne do più di cinque - lo incalza petulante. Lui sospira esasperato. Lei si stringe con più vigore contro il suo petto, lasciandogli assaporare quel contatto così naturale eppure sempre inaspettato. 

 
Would you tremble if I touched your lips?
Would you laugh? Oh, please, tell me this
Now would you die for the one you love?
Hold me in your arms tonight

 
Continua guidare la Nimbus tenendo una mano sul manico e l’altra stretta attorno alla sua vita, fino a che raggiunge la meta. Rallenta e con attenzione fa scendere prima lei. Poi la affianca e scioglie la benda. Asteria apre gli occhi e si ritrova davanti mille luci. Su di loro le stelle; davanti tutte quelle di Londra, di sotto quelle del Tower Bridge scintillante. Si guarda intorno spaesata.

 
Would you swear that you'll always be mine?
Would you lie?
Would you run and hide
Am I in too deep?
Have I lost my mind?
I don't care you're here tonight

 
- Ho pensato che almeno questo dovevo farlo come si deve - le sussurra prendendole la mano sinistra ed inginocchiandosi davanti a lei - Io non sono un eroe - inizia, ma lei lo interrompe.
- Posso essere io l’eroe, amore… - è la risposta commossa. 
- Fammi parlare - la riprende, abbassando lo sguardo per trovare la forza e ricacciare indietro l’imbarazzo - Io non sono un eroe - ripete - Ma sono tuo - dalla tasca estrae un anello e lo infila all’anulare di Asteria, insolitamente a corto di parole. 

 
I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away

 
Con una delicatezza che sembra quasi estranea, Draco porta la mano di Terry alle labbra e la bacia, socchiudendo gli occhi. Si rialza e la abbraccia. Insieme si tengono stretti guardando la città di notte, assopita ma luminosa, di quella luce misteriosa che è tipica delle cose oscure, tanto belle quanto pericolose. 

 
Oh, I just wanna hold you
I just wanna hold you, oh yeah
Am I in too deep? Have I lost my mind?
Well, I don't care you're here tonight

 
- Sono passati i cinque minuti - Le fa notare lui.
- Beh, ho deciso di concedertene dieci… - un sorriso furbo e soddisfatto fa gongolare Malfoy. Lei lo nota immediatamente - lo sapevi… - lo accusa, rendendosi conto che se l’è giocata a tressette.
- Lo sospettavo…
- Lo speravi… - lo imbecca con superbia. 
- Bentornata, Terry… - si lamenta sciogliendo l’abbraccio. E’ durata anche troppo per i loro standard.



*°*°*°*°*°*



p.s. Per chi non ne fosse a conoscenza e fosse interessato o curioso di ascoltarla la canzone è "hero" cantata da Enrique Iglesias.
P.p.s.personalmente non mi piace come ho impaginato, mi sembra che faccia venire lo strabismo. Voi che ne pensate? Se avete suggerimenti per rendere la storia più gradevole visivamente li accetto di cuore!

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Capitolo 23
*** Il bluff ***


Note dell'autrice: Buonasera (o Notte?). Chiedo scusa per il ritardo e l'aggiornamento notturno, ma sono stata risucchiata dalla notte bianca romana xD
Va beh, dubito vi interessi, quindi aggiorno e amen. Ma prima volevo annunciarvi che finalmente mi son decisa e dopo aver revisionato circa sei volte i primi capitoli che ho scritto inizierò a postare la prima parte di una seria su questi due maledetti. Aspetto notizie e responsi dalla mia beta, ma con buone probabilità inizierò a postare da domani. Perchè ve l'ho scrivo oggi, allora? Non lo so, come dice Vasco "sarà colpa del Wiskey o sarà colpa del Rum" (e notare che prima di stasera mi ero votata all'astermio lifestyle) xD
Comunque... Eccoci qua dopo tanto blaterare finalmente all'aggiornamento. Contesto: Infanzia di Draco e Asteria. Il titolo parla da solo, chi non ha mai Bluffato, almeno una volta nella vita?
Buona lettura!



*°*°*°*°*°*

Il Bluff


Mentre Daphne e Theo sguazzano allegramente nel laghetto di Malfoy manor, Asteria e Draco li guardano invidiosi. Sono seduti sull’erba fresca, lui con le gambe incrociate in stile indiano, i gomiti puntati sulle ginocchia e le mani a sorreggere il mento e lei raggomitolata ad abbracciarsi le gambe, con il mento sulla rotula sinistra. Intanto gli altri due da dentro l’acqua li prendono in giro e giocano a schizzarsi, allontanandosi sempre di più.
- Sembra che si divertano… 
- Chi se ne importa - risponde disinteressato il  biondino. Lei sbuffa e poi si mette in piedi. Si scioglie i codini e poi sfila le scarpette - che stai facendo? - domanda fissandola stralunato.
- Io mi tuffo… non mi lasceranno certo morire se mi vedono affogare! - e detto questo sfila il vestitino verde e lo abbandona sull’erba. 
- No, Asteria non lo fare - la supplica Draco, trattenendola per una mano. 
- Buttati in acqua con me - gli dice sorridendo.
- No - ribadisce terrorizzato, ritirando la mano. Asteria lo fissa severa ed impertinente e poi si avvicina all’acqua e si tuffa. Passano un paio di secondi ma non riemerge. Il piccolo Malfoy impallidisce. Comincia a chiamare a gran voce gli altri due, che però sono troppo lontani. Non ci pensa troppo, semplicemente si toglie le scarpe e si getta nel lago con tutti i vestiti. Risale a fatica e si muove scoordinato.
- Piano, Draco. Piano - gli dice la voce squillante di Asteria, riemersa. Evidentemente era tutto un bluff, dal momento che ora nuota perfettamente vicino a lui. Un piano ordito per convincere il piccolo amico a superare la sua assurda paura di affogare - chiudi la bocca e muovi i piedi - ordina, andandogli vicino. Lui le si aggrappa al collo, rischiando di farla andare giù - Draco devi nuotare - boccheggia lei. Fortuna vuole che Theo glielo scolli di dosso. Ma lui ancora urla terrorizzato, invocando i genitori.
- Draco, non essere idiota! Muovi i piedi e le mani e non andrai giù - urla Daphne che si muove come una ranocchia intorno al gruppetto. 
- Io so che puoi farcela - aggiunge Asteria, fissando gli occhioni verdi nei suoi. Forse per orgoglio il ragazzino si stacca da Nott e un po’ scoordinato si tiene a galla e dopo svariati tentativi raggiunge la riva - Bravo, Draco! - trilla soddisfatta, uscendo anche lei dall’acqua e buttandosi subito addosso il prendisole. 
- Non parlarmi mai più! -  le urla contro - mi hai mentito. Mi hai preso in giro - la accusa.
- Ma… ma… Draco - gli occhi di Asteria si gonfiano di pianto.
- Ti sei divertita a farmi sentire uno scemo? - le domanda velenoso.
- Volevo solo… - non riesce a finire perché scoppia a singhiozzare colpevole. Quando vede le lacrime scivolare sulle guance rotonde tutta la rabbia del ragazzino sembra svanire. 
- Che succede? - Domanda aggressiva Daphne che li ha raggiunti, con Theo. 
- Non sono affari tuoi - le risponde piccato, afferrando con una mano Terry e trascinandosela dietro.
- Hey, lascia stare mia sorella! - sbotta la più grande delle Greengrass, accennando ad andargli appresso. Ma Nott le mette una mano sulla spalla e la trattiene.
Draco porta Asteria dietro un albero. Lei ha continuato a piangere per tutto il tragitto, senza sosta e ha gli occhi talmente rossi che sembra stiano per esplodere. Draco la guarda per qualche secondo e poi fa una cosa che spiazza entrambi. La abbraccia. È la prima volta che abbraccia qualcuno. Di solito è sua madre ad abbracciare lui, che ritroso finge di voler evitare il contatto. Scopre che Asteria non è come lui. Ricambia infatti la stretta immediatamente. Sono alti quasi uguale quindi le guance umide sono attaccate e lui si ritrova a parlare praticamente all’orecchio dell’altra bambina.
- Non farlo mai più. Avevo paura che morissi - confessa come fosse un gran segreto, uno di quelli tra bambini che i grandi non devono mai scoprire.
- Mi dispiace, Draco - balbetta ancora piagnucolando.
- Ti perdono, per questa volta - assicura lui, con sufficienza - solo perché ho imparato a nuotare - lei capisce che quello è il suo modo di dire grazie e gli sorride, stampandogli un bacio sulla guancia. Lui si tira indietro e fa una faccia inorridita, pulendosi con la manica della camicia - Asteria, sempre con questi baci, che schifo! - si lamenta. Per un momento la guarda e ritrovandosi riflesso in quegli occhi troppo grandi arrossisce, abbassa lo sguardo e poi sorride.
- Torniamo a casa, devi cambiarti. Sei tutto bagnato! - gli fa notare lei, tendendogli la mano. Lui la prende e insieme si avviano al manor. Non sembrano interessarsi troppo a Daphne e Theo. Anzi, li hanno proprio dimenticati.



*°*°*°*°*

p.s. Non so voi, ma io li adoro quando sono piccini *____*
p.p.s. Vi aggiungo un link ad una Fan Fiction su Draco ed Asteria che ho letto questa mattina e che ho trovato fantastica, ve la consiglio vivamente.

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Capitolo 24
*** Poker face ***


Note dell'autrice: Buonasera! Niente aggiornamenti notturni questa volta, ma orari umani. Come sempre prima di tutto ringrazio chi mi segue e mi recensisce con costanza e dedico questo capitolo alla dispersa e poi ritrovata terryborry, che forse non ha tempo per essere costante, ma che mi fa sempre felice con i suoi commenti. 
Anche se non è una cosa che mi piace fare, mi faccio pubblicità (a qualcuno l'ho anticipato nelle risposte ai commenti) ho iniziato una fan fiction sui nostri due stitici del cuore. Se avete tempo di passare la trovate qui.
Veniamo all'aggiornamento: contesto sesto libro. Il titolo non fa riferimento alla canzone di Lady Gaga (anche se la stimo), nè alla parodia dei Gemboy (che stimo alla stessa maniera) ma ad un espressione tipicamente americana che indica un'espressione di difficile interpretazione.
Come sempre, spero vi piaccia!
 
*°*°*°*°*°*


Poker face

L’espresso per Hogwarts viaggia veloce, come sempre. Su di esso centinaia di studenti di tutti gli anni. Nel corridoio cammina una ormai quattordicenne Asteria sbocciata nella bellezza acerba dell’adolescenza. I capelli sono raccolti in una coda alta, che scopre il viso dai tratti esotici, su cui spiccano gli enormi occhi verde scuro. E’ ferma ad uno degli snodi dei vagoni, e sta ridendo con un suo compagno di casa, quando dal vetro intravede una testa bionda seguita da due scimmioni. Sbuffa, rovesciando gli occhi. 
- Prince, vieni a fare due chiacchiere con noi - bofonchia Tiger, mentre Goyle afferra il povero Arcignus per il colletto della camicia e se lo trascina via. 
- Dovresti dire ai tuoi sgherri di smetterla di infastidirlo - dice con voce piatta, rivolta a Draco, che la fissa con un sorriso di superiorità. 
- Che c’è, ti da fastidio che si divertano con il tuo ragazzo? - la provoca.
- Non è il… - inizia, ma poi le labbra si serrano nel vedere lo scintillio negli occhi grigi. E’ esattamente quello che vuole sentirsi dire - perché non vai a sbaciucchiarti Pansy e lasci in pace me e i miei amici? - Domanda ostentando uno sguardo indecifrabile, da giocatrice di poker. Lui la scruta attentamente poi sbuffa una risata.
- Perché evidentemente mi diverto di più a infastidire te e i tuoi amici che a baciare lei… - è la fredda replica del prefetto.
- E questo lei lo sa? - stavolta è il turno di Asteria di malignare. 
- No - replica sfacciato - Sarà il nostro piccolo segreto, vero? - le domanda facendo un passo per avvicinarsi e costringendo lei ad indietreggiare, fino a raggiungere la parete. 
- Non costringermi a tirar fuori la bacchetta - lo minaccia. Lui sorride divertito. 
- Oh, no. Non ce ne sarà bisogno - le assicura, avvicinando il volto al suo, come per farle una confidenza - preferisco essere io quello che tira fuori la bacchetta - sussurra allusivo, facendole l’occhiolino - ci vediamo a scuola, Asteria - dice tirandosi indietro e raggiungendo il vagone successivo.
Incontra Pansy nel corridoio e lei gli tende la mano, invitandolo ed entrare in uno scompartimento. Lui la accetta, sorridendole. Lancia un’ultima occhiata sul fondo, dove attraverso il vetro, Terry ha visto tutto. Sogghigna provocatorio prima di uscire dalla sua visuale. Gira sui tacchi ed entra nell’altro vagone lei, camminando fino a raggiungere lo scompartimento in cui sono sedute Flora ed Hestia Carrow.
- Tutto bene? - Domanda la prima delle gemelle di serpeverde.
- Quest’anno è iniziato di schifo - borbotta.
- Vuoi una cioccorana? - le offre la seconda, con gentilezza. Lei guarda il dolce con sdegno.
- Odio le cioccorane, odio quella sottospecie di carlino umano di Pansy Parkinson, ma soprattutto odio quello stronzo di Draco Malfoy! - ringhia raggomitolandosi su sé stessa. Le due sorelle si guardano e scuotono la testa sconsolate. 
Ogni anno, la stessa storia.

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Capitolo 25
*** Ultima mano ***


Note dell'autrice: Here we are! Sempre più vicini alla fine, il che vuol dire che io sono sempre più depressa. Ma non badiamoci. Il nuovo pezzo è strettamente connesso al famoso capitolo 18. E' il racconto dettagliato di come Asteria e Draco siano arrivati alla loro rottura. Non è allegro, vi avverto, personalmente l'ho riletto poche volte, solo per correggerlo, perchè davvero mi fa stringere lo stomaco. Il titolo non credo ci sia bisogno di spiegarlo. Il contesto, per darvi un riflerimento nella saga, è relativo ai giorni immediatamente successivi alla fuga di Potter e compagni da Malfoy manor, dopo che erano stati catturati dai ghermitori; questo dovrebbe rendere assolutamente chiaro il fondamento delle paure di Draco.
Buona lettura!
 
*°*°*°*°*°*


Ultima mano

Alla testa di porco tra la clientela non proprio raffinata spicca una ragazzina. Non dimostra più di diciassette anni, in realtà ne ha solo quindici. Si guarda attorno con aria ansiosa. Fino a quando la porta non si apre ed una figura alta, ammantata di nero fa il suo ingresso. Sfila veloce verso il tavolo a cui è seduta la ragazza che finalmente, vedendo oltre il cappuccio, si illumina e salta in piedi per abbracciarlo. 
- Non qui - è tutto quello che la voce strascicata dell’altro dice. Una mano bianca ed ossuta sbuca dal mantello e viene offerta alla quindicenne, che non tentenna ed intreccia le dita con quelle dello straniero, seguendolo sulle scale al piano superiore. 
Raggiungono l’ultima stanza a sinistra del corridoio e lui fa girare la chiave nella toppa, aprendo la porta. Dà la precedenza a lei e si assicura che non ci sia nessuno nel corridoio ad averli visti, prima di entrare e richiudere la porta alle sue spalle, sigillandola magicamente. Solo a quel punto cala il cappuccio. In quel volto scavato e pallido è quasi impossibile riconoscere Draco Malfoy. Eppure Asteria non esita e ora che sono soli gli getta le braccia al collo e lo bacia, tanta è l’ingenua passione che si sbilancia e se non ci fossero pronte le braccia di lui a sorreggerla, probabilmente cadrebbe. 
- Mi sei mancato - sospira staccandosi da lui ed infilando le dita tra i sottili capelli biondi.
- Mi sei mancata anche tu - confessa imbarazzato, serrando di più la presa sulla vita di lei per poi baciarla nuovamente. Per qualche minuto nella stanza non c’è altro suono che non siano sospiri e gemiti leggeri, quasi fusa feline. 
- Draco - è il leggero sussurro di lei. Il brivido che scuote il Mangiamorte sembra diffondersi e contagiarla al punto che entrambi hanno la pelle d’oca.
- Asteria - le fa eco, poggiando la fronte sulla sua, tenendola sempre stretta. Gli occhi di lui si chiudono e due lacrime scivolano sulle guance, mentre le labbra si tendono per soffocare un rantolo.
- Draco, che succede? - domanda spaventata. La fragilità non appartiene al Malfoy che lei conosce. 
- Sono successe delle cose, durante le vacanze. E’ finita per me, Asteria - le sussurra tra i singhiozzi - Non credo che riuscirò a sopravvivere a questa guerra - Non voglio morire - aggiunge mentre il mento trema e un pianto infantile lo scuote.
Lei di rimando non sa che fare, è totalmente spiazzata. Paralizzata lo osserva fino a quando non sente gli occhi inumidirsi a sua volta e il viso rigarsi di lacrime. Seppellisce il viso nel suo petto ed insieme piangono. Come due bambini smarriti, nel buio di una stanza fredda. 
- Cosa dovremmo fare? - domanda Draco abbandonando la fronte sulla spalla di Terry, che inizia a tremare più forte.
- Dovremmo? - ripete terrorizzata. Deglutisce, e con occhi sbarrati ricerca quelli di lui. Nel vederla, un’espressione ferita, prontamente rimpiazzata da una colma di disprezzo solca i lineamenti del purosangue. Lascia cadere le braccia lungo i fianchi e arretra di un passo - Draco… - cerca di richiamarlo lei, spaventata dal cambio repentino. 
Ma lui non sente ragioni, con forza le prende i polsi e la costringe a spezzare l’abbraccio che ancora li legava. Sfruttando la stessa presa la attira a sé per strapparle un ultimo bacio. C’è violenza, dolore, disperazione, cattiveria nel modo in cui le labbra della ragazza vengono violentate da quelle di lui, che arriva a morderla. Non c’è sensualità, ne provocazione in quel gesto è pura voglia di rivalsa, di distruzione. Ammira sadicamente compiaciuto i segni scarlatti dei suoi denti sulla pelle congestionata e ferita prima di lasciarla andare. Negli occhi grigi disincanto misto a delusione. 
- Io non ti ho mai amata(*) - sibila con voce roca. Asteria lo guarda prima sorpresa, accenna una debole protesta col capo in segno di diniego, ma l’espressione gelida e lontana la spiazza. Sa che non c’è modo, in quel momento di riparare al suo errore, comprende che la paura non le lascerà fare sciocchezze e così si appella al suo istinto di sopravvivenza e recita la parte della ragazza ingannata. Vuole essere lei la vittima, forse per sollevarsi la coscienza, per il tradimento che sta per compiere. 
- Tanto più mi considero ingannata(*) - gli urla contro, prima di togliere l’incantesimo alla porta e lanciarsi fuori, giù per le scale. Non sente nulla se non il dolore che dal petto si diffonde allo stomaco e corre verso Hogwarts, a cercare tra quelle mura pace e protezione. Sa già che niente però potrà tenere lontani vergogna e paura. 
Draco, dal canto suo, si ritrova a fissare la luce che proviene dal corridoio, di nuovo lo assale il bisogno di piangere. Ma non può permetterselo. Il marchio nero, sul suo braccio, ha ripreso a bruciare. E’ tempo di giocare l’ultima mano della partita.




*°*°*°*°*

(*) Le due frasi in cui è presente l'asterisco sono tratte dall'Amleto di Shakespeare.

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Capitolo 26
*** Barare ***


Note dell'autrice: salve! Eccoci con un pezzo che necessita un avvertimento. Non ho voluto cambiare il rating alla raccolta ma è mio obbligo dirvi che questo credo che sconfini quanto meno nel giallo, anche se ho cercato di tenerlo quanto più soft possibile :S
Contesto settimo libro (inizio dell'anno scolastico), e tutti sappiamo cosa vuol dire barare :P
Per il resto, godetevelo. 

*°*°*°*°*


Barare

Una sera come tante. Fuori dal castello infuria una tempesta, ma lui non se ne rende minimamente conto. Dai sotterranei è difficile capire che tempo fa. Tutti i suoi compagni di stanza sono ancora in Sala Comune, lui ha deciso di starsene per conto suo. È disteso a letto, un piumone pesante lo copre fino alla pancia. Sul suo petto è acciottolato un gattino.  Lascia impunemente peli sul pigiama costoso, ma lui non pare curarsene, anzi sembra trovare particolarmente divertente coccolare la bestiola, che si stiracchia pigramente facendo le fusa. Gli occhi verde scuro dell’animale si aprono sui suoi e appaiono insolitamente intelligenti. Miagola piano.
- Cosa c’è? - chiede lui, quasi aspettandosi una risposta. Il micio, che in realtà è una femmina estrae gli artigli e finge di volerlo graffiare - Non rompere! - la apostrofa lui, per niente irritato dal gesto, come se fosse una cosa piuttosto normale. Mentre il gatto si sistema a mo’ di sfinge sul suo torso, Draco prende a grattarle sotto l’orecchio, tra il pelo folto. Il felino emette un miagolio di assenso e riprende a fare le fusa, spingendo il ragazzo a non fermarsi. 
D’un tratto il pelo grigio che sta accarezzando si scurisce, fino a diventare lunghi ricci castano scuro. Le zampe anteriori si allungano, sparisce la pelliccia e due braccia femminili circondano il collo di lui, mentre quelle posteriori si trasformano in due gambe tornite, che scompaiono sotto le lenzuola. Solo il verde degli occhi resta uguale quando la trasfigurazione è completa. 
- Pensavo che avresti continuato a miagolare tutta la sera - la canzona, allungando una mano per alzare il piumone e coprire la schiena nuda. 
- Meow - di fatto esce dalle labbra della ragazza, che sorride divertita.
- Devo dedurre che continuerai a fare le fusa, se tocco qui? - chiede carezzando la parte di pelle liscia e tesa dietro l’orecchio, proprio accanto all’attaccatura dei capelli, infilando le dita tra essi. 
- Questo è barare - si lamenta accompagnando alle parole una più eloquente risposta non verbale. Si limita a fremere appena emettendo un debole gemito di approvazione e ricambia affondando la testa sulla spalla di lui lambendogli il collo con un bacio tutt’altro che casto. Inaspettatamente il compagno di Casa non si mostra ritroso come il suo solito, ma sfruttando la presa la solleva leggermente, quel tanto che basta a far incontrare le labbra. Non è uno dei soliti baci lunghi ed estenuanti è quasi uno scatto nervoso, impaziente che sconfina in un morso, il cui dolore viene lenito dal passaggio della lingua sulla parte offesa. Si guardano per un secondo, un breve istante in cui nella penombra si leggono dentro e si parlano, senza dire nulla.
- Continua… - sospira lui, un ordine che sa di preghiera mentre con la mano sulla nuca la sospinge a tornare sul suo collo. 
Probabilmente, quella richiesta sarà l’unica parola avente un senso proferita per l’ora seguente, prima che una gattina grigia, scivoli oltre la soglia, per raggiungere il dormitorio femminile del quinto anno.



*°*°*°*°*

p.s. Ci tengo a precisare che ho fatto diventare Asteria un animagus solo al quinto anno perchè non è accertato di nessuno di più giovane che ci sia riuscito. Aggiungo anche, per chi segue l'altra fan fiction che anche lì Asteria sarà un animagus, ma non si trasformerà in gatta, per tanto questo sarà uno dei pochi momenti non ripresi. Grazie, arrivederci (mi sento la tizia della Vodafone xD)

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Capitolo 27
*** Le jeux sont faites ***


Note dell'autrice: salve a tutti! E rieccoci con le ultime battute di questa raccolta, siamo ormai alla terzultima. Non mi perdo in ringraziamenti, anche se spero sappiate che apprezzo sempre tanto le recenzioni che lasciate. Ma non voglio dir nulla, se no sembra che sto sempre qui a ripetermi.
VI parlo invece di questa Fic, che non era prevista e che ho buttato giù circa un quarto d'ora fa. Ho deciso di sostituire il pezzo che avrebbe dovuto esserci perchè mi sembrava inverosimile, troppo. Mi spiace che così vi perdiate la possibilità di fare conoscenza con le compagne di camera di Terry ad Hogwarts, ma pace su... ve le presenterò altrove. Ho pensato che fosse carino invece descrivere il momento in cui Asteria e Draco si vedono per la prima volta. Quindi il contesto è prima dei libri. L'espressione che ho usato nasce come legata alla roulette, ma poi si espande anche ai giochi di carte come il Black Jack, il Baccarat o lo Chemin de fer. Lo stile è un po' diverso dal solito, ma spero vi piaccia comunque.
Buona lettura.

*°*°*°*°*°*


Les jeux sont faites


Asteria è sempre stata abituata a giocare con sua sorella Daphne. Qualche volta a loro si univa Pally, l’elfa domestica, a meno che non avesse altri compiti da sbrigare. Capitavano anche i pomeriggi in cui ci fosse Theodore, il figlio dello zio .
 
Draco è sempre stato abituato a giocare da solo. Ogni tanto qualche lontano cugino di parte paterna veniva a far visita, ma nessuno è mai rimasto abbastanza tempo da permettergli di affezionarsi a lui.
 
I signori Greengrass hanno sempre pensato, nonostante fossero entrambi purosangue e sufficientemente certi che le loro figlie avrebbero ereditato la magia, che sarebbe stato istruttivo per le bambine andare a scuola. Si trattava di un’elegante e costosa scuola privata, con un insegnate mago ferrato nell’obliviazione, per ogni evenienza. Ma era comunque una scuola, con altri bambini.
 
I signori Malfoy hanno sempre sostenuto che non fosse affatto necessario privarsi della presenza del loro amato e viziato erede mandandolo in un istituto scolastico. Era molto più proficuo prendere un insegnante privato, che facesse visita al manor ed insegnasse al bambino tutto ciò di cui aveva bisogno. Non si preoccuparono mai di pensare che il figlio frequentava solo adulti. 
 
Quando la signora Nott morì, suo marito Ian ci rimase molto male. Non erano propriamente innamorati, si era trattato di un matrimonio combinato, ma avevano imparato ad affezionarsi uno all’altra. Un po’ spaesato, senza sapere come gestire una casa senza una donna che la mandasse avanti e crescesse suo figlio, accettò di buon grado la proposta di sua sorella di trasferirsi da lei. 
 
Quando il signor Nott rimase vedovo, Lucius se ne dispiacque molto. Non perché conoscesse sua moglie, ma perché aveva imparato a conoscere lui e lo stimava sufficientemente da non sottovalutare il suo dolore. Non è vero che i Mangiamorte non hanno cuore, solo è ben nascosto. Fu solerte nel partecipare alla veglia funebre a casa dei Greengrass, dimostrandosi quanto di più vicino ci fosse alla definizione di amico, pur senza esserlo.
 
La prima cosa che Asteria notò quando i Malfoy varcarono la soglia di casa sua era che tutti e tre erano biondi e belli. 
 
La prima cosa che Draco notò varcando la soglia di casa dei Greengrass era che fossero certamente meno ricchi di loro.
 
Lei se ne stava seduta sulle scale, con il suo vestito di velluto blu cobalto ad osservare chi arrivava. Quando vide arrivare un bambino che non conosceva i suoi occhi si accesero di curiosità.
 
Lui si teneva ben stretto alla mano di sua madre, giocherellando con i bottoni del cardigan blu notte. Quando vide la bambina sulle scale però provò per la prima volta l’istinto di allontanarsi da Narcissa e correre da lei. 
 
Un semplice sguardo tra una bambina di quattro anni ed un bambino di sei.
 
Lucius e Helios intercettarono quello sguardo e poi si guardarono a loro volta. 
 
“Les jeux sont faites” fu il pensiero di entrambi.

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Capitolo 28
*** Scopa ***


Note dell'autrice: Penultimo pezzo, estratto direttamente dal capitolo 2 dell'altra Fan Fiction (quindi potrete leggerlo in versione "estesa" il prossimo giovedì). All'inizio ero titubante, avevo pensato di creare un altro momento, ma poi mi son detta: ma suvvia! E così eccolo. In teoria il titolo c'entra poco con il gioco delle carte, ma è stata l'unica cosa che mi è venuta in mente. Contesto: terzo libro. 
Ah, mi aspetto le vostre teorie relative alla domanda di fine capitolo :P
 
*°*°*°*°*°*


Scopa

- “Su!” - Ordinò poco convinta. Ma niente - Ho detto “su!” - ripetè più decisa. Ancora nulla - “Su”, per favore - supplicò allora, ma la scopa non voleva saperne di alzarsi dal terreno.
- Su - disse con placida tranquillità Jude. La scopa docilmente si alzò e lui potè chiudere il palmo intorno ad essa. 
- S-su? - Arcignus Prince sembrò chiedere collaborazione al suo manico, che però si limitò a strepitare contro l’erba ed alzarsi di soli venti centimetri, prima di ricadere rovinosamente privo di vita.
- Suuuuu - ripetè lagnandosi Asteria, allungando quella “u” quasi all’infinito.
Madama Bumb le sfilò accanto e la vide scuotere il capo desolata. Per tutta un’ora Terry cercò di portare a termine il semplice compito di far alzare la scopa, senza risultato. La rincuorò il fatto che a parte un paio di Grifondoro e Jude che erano riusciti a cavalcare la scopa ed alzarsi sopra il metro e mezzo, nessun altro aveva riportato grandi risultati. Mezza dozzina di ragazzini anzi erano finiti in infermeria a causa di nasi rotti da manici di scopa impazziti. 
L’ora dopo se ne stava nella Sala Grande a contemplare il vuoto cosmico davanti a lei in attesa del pranzo. Dopo un tempo imprecisato volto a questo importantissimo compitò entrò qualcuno che fece tornare la scintilla nei suoi occhi. Aveva ancora addosso la divisa da Quidditch e teneva la Nimbus saldamente in mano. Prima ancora che lui potesse accettare o meno di aiutarla, lei lo aveva trascinato fuori. Ma dopo mezz’ora i risultati erano ancora scarsi.
- Forza, Asteria. Mettici convinzione.
- Su - disse per l’ennesima volta, ma la Nimbus 2001 non ne voleva sapere. 
- Basta, mi sono stancato - Sbottò un fin troppo esasperato Draco che recuperò il suo manico di scopa per rientrarsene al castello.
- No, ti prego - lo trattenne per un braccio, quasi implorando.
- Non devi pregare, Asteria. Devi ordinare. Nessuno farà quello che vuoi se ti limiti a supplicare. Devi volerlo davvero - il tono era stato di certo più severo del necessario.
- Un’altra volta - aveva chiesto annuendo. Draco si risolse a darle un’altra possibilità, poggiando la scopa per terra e poi senza dire altro fece un gesto con la mano come a dire “Forza, vediamo” per poi incrociare le braccia con scetticismo. Asteria si concentrò, per lo sforzo la fronte le si corrugò in modo incredibile - SU! - disse a voce alta. La scopa però non si mosse. Lo guardò desolata, lui le rivolse una smorfia cinica.
- Non mi aspettavo niente di diverso - disse con voce strascicata e fredda - ma tranquilla, nessuno si aspetta niente da te. Tu sei solo il ripiego. Sei la seconda scelta, l’ultima arrivata, quella che non si fila nessuno. A chi importa quello che fai tu quando c’è tua sorella che porta voti più che buoni, che è bella e a cui tutti vogliono bene? - chiese retorico con una risata di scherno che fu decisamente crudele - Avanti, Asteria. Tutti si aspettano che tu sia la mediocre sorellina scema e quindi tu dagli soddisfazione, dimostra quanto sei inutile…
- Sta zitto! - lo interruppe sull’orlo delle lacrime.
- E io dovrei predere ordini da una che non sa nemmeno far alzare una scopa? -  la provocò ridendole in faccia. Terry tremò di rabbia, stese la mano e per qualche secondo Draco temette che lo volesse colpire.
- Su - ordinò a voce bassa, ma roca per la furia. La scopa le saltò in mano e le dita prontamente le si chiusero attorno. Sorpresa sgranò gli occhi e guardo quel piccolo miracolo stretto nel palmo, poi guardò il sogghignante Malfoy.
- Ora dimmi: era così difficile? - chiese compiaciuto. Lo guardò trasognata per un tempo che parve tanto, probabilmente troppo - Posso riavere la mia scopa adesso? Vorrei vedere se riesco a non saltare del tutto il pranzo, prima della prossima lezione - si lamentò infantile. 
- Grazie - fu tutto quello che rispose lei, tendendogliela.
- A buon rendere… - sospirò prima di allontanarsi correndo per raggiungere la Sala Grande. Ancora una volta Asteria gli corse dietro e afferrandolo per la manica lo obbligò a voltarsi. Lo sguardo di Draco era estremamente scuro. Con uno scatto improvviso lei gli stampò un bacio sulla guancia e poi gli sorrise. Lui la guardò sconvolto.
- Vuoi smetterla di baciarmi?! - sbottò oltraggiato, liberandosi di lei e dirigendosi a passo di marcia verso la scuola. 
Lei interdetta rimase ferma, con le labbra strette. Era solo un bacio, che motivo c'è di prendersela tanto?

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Capitolo 29
*** L'eremita ***


Note dell'autrice: Ebbene sì, ci siamo. In realtà ci sono altre tre flash-fic sul mio desktop e almeno altre dieci nella mia testa. Ma questa raccolta doveva avere ventinove capitoli, quindi la chiudo qui e tutto il resto troverà spazio altrove. Questo capitolo conclusivo non è probabilmente il più bello, nè quello che vi rimarrà più impresso. Forse farà anche arrabbiare qualcuno. Ma è così che la mia storia finisce e spero non ve la prendiate troppo a male. Come avevo promesso, per mantenere l'equilibrio, abbiamo il punto di vista interno, con Draco come narratore. Almeno nella prima parte.
L'eremita è la nona carta dei tarocchi, rappresenta la solitudine, il cammino spirituale e l'ascensione verso qualcosa di migliore. I contesti sono due, perchè si parla di due momenti diversi, entrambi, comunque, dopo l'epilogo dei 19 anni. Per tutto quello che vi voglio dire vi rimando alla fine, adesso vi auguro solo Buona lettura.

*°*°*°*°*°


L'eremita
 

"Fu il tuo bacio, amore, a rendermi immortale" 
Margaret Fuller

 

 

- Ti amo, Asteria Greengrass - Mormoro per la prima volta da quando ti ho conosciuta - Ti amo - ripeto mentre un sorriso intenerito e nostalgico mi costringe a fermarmi, a scandagliare i tanti ricordi che si susseguono nella mia mente. 
Ti rivedo in mille modi e in mille momenti diversi. A quattro anni, mentre mi fissi dall‘ottavo scalino con quegli enormi occhi verdi. A cinque anni mentre mi dichiari amore. A otto anni quando mi insegnasti a nuotare. Ad undici anni mentre siedi accanto a me al tavolo dei Serpeverde. Ti vedo rimproverarmi mille volte, nel corso dei primi anni di scuola. Ripenso a tutte le volte che mi hai fatto ingelosire ed arrabbiare e ai rari buoni consigli. Indugio un po' di più sul ricordo del primo bacio in infermeria e ancora di più sull' Asteria quindicenne che timida si lascia spogliare in quella prima, traumatica, volta insieme. Ripenso ai mesi in cui ti sei fatta ladra del tuo tempo per rubare attimi proibiti da passare insieme. Vorrei non pensarci, ma mi viene in mente anche la prima volta che ci siamo lasciati. 
Un salto negli anni e c’è Terry di vent’anni, con la coda di cavallo ad un barbecue, sicura e alla mano. Terry seduta al Luigi’s cafè che cerca di psicanalizzarmi. Terry che mi costringe a ballare con lei dell’insopportabile musica babbana. Terry l’amica, che mi guarda, non parla e poi mi abbraccia e fa sparire il dolore; che non si aspetta nulla e si esalta per una cioccorana. Terry che mi porta al cinema, perché sa che mi piace, anche se non lo ammetto; che si spoglia nella penombra di una stanza e mi fa vedere le stelle. Terry che odia le convenzioni ma accetta di sposarmi. Terry che stringe tra le braccia nostro figlio; che mi tiene la mano al funerale di mio padre. Terry che mi dorme accanto e non si lamenta se russo; che piange ogni volta che Scorpius parte per Hogwarts. Terry che continua a sospirare quando la bacio, anche dopo vent’anni di matrimonio, come se fosse sempre una cosa nuova e piacevole. 
L’ultima immagine la scaccio via, non voglio vederla. Non voglio ripensarti riversa a terra, con gli occhi sbarrati, il cuore muto, il fiato interrotto e le labbra chiuse che non vedrò più imbronciarsi, fare le smorfie, sorridermi, che non potrò più baciare.
- Ti ho sempre amata - confesso al marmo del tuo monumento funerario - Mi pento di non averlo detto quando potevi ascoltarmi. Dal primo momento in cui ti ho vista, ho saputo che eri mia, che ero tuo. Mi manchi, Asteria - mi inginocchio, tolgo i fiori che c’erano e sistemo le calle e i garofani bianchi e freschi nel vaso, con cura. Mi porto due dita alle labbra, le bacio e poi con quelle sfioro la tua foto. Mi sorridi accattivante, spostandoti prima a destra e poi a sinistra, lasciandoti ammirare - A domani.
Mi alzo. Spolvero il ginocchio che ha toccato terra e come ogni giorno, da un anno a questa parte guardo un’ultima volta la lapide, prima di allontanarmi. Mi rintano come un eremita nel mio maniero. Mia madre mi guarda, ma i suoi occhi sono vacui. Non parla più. La morte di Asteria ha portato via con sé il fragile barlume di lucidità che le era rimasto. Siamo due fantasmi in questa casa vuota. Entrambi non aspettiamo che il momento di ricongiungerci alle nostre metà.
 


"Se l'amore è vero amore, niente può separare due persone fatte per stare insieme.
Le case bruciano, le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre"
Il corvo

 
Circa dieci anni dopo…
- Avanti, Malfoy. Non fare la pappamolla come sempre - Lo incita una voce femminile al suo fianco.
- Sta zitta, Mezzosangue - riesce a dire con un filo di voce.
- Devi farcela, Draco - Continua testarda.
- Hermione, lasciami morire in pace… - le chiede, cercando di ignorare la ferita da cui escono fiotti di sangue - Lasciami andare da lei - aggiunge e senza che riesca a controllarla una lacrima sfugge dagli occhi grigi, ormai velati dalla fine imminente.
- Hermione… - Ron Weasley cinge le spalle si sua moglie e l’allontana mentre lei singhiozza contro il suo petto. A rimpiazzarla, al fianco del moribondo, Daphne Greengrass.
- Draco, dopo tutto questo tempo? - gli chiede senza sorpresa, visibilmente commossa.
- Per sempre - ha la forza di rispondere - Guardami... - La implora, fissando gli occhi verdi come quelli di Asteria, prima che il freddo gli intorpidisca progressivamente tutto il corpo. 
Si ritrova immerso in una luce bianca e riesce a malapena a vedere quello che lo circonda. Viene investito da quello che potrebbe essere un treno, visto che siamo a King’s Cross, ma in realtà è una persona.
- Sei arrivato! - dice in tono leggero, infantile. 
- Spero tu non abbia aspettato troppo - le risponde lui osservandola a lungo. Uno sguardo che lo ripaga degli undici anni in cui non l’ha potuta guardare.
- Oh… - dice lei con noncuranza, fissando gli occhi verdi nei suoi - Qualcuno si è offerto di tenermi compagnia… - afferma con divertimento ed una punta di malizia, gettando un’occhiata alle sue spalle, da dove un uomo li guarda con un sorriso malandrino. Il volto di Draco si scurisce d'improvviso, preannunciando una terribile sfuriata. Ma da qualche parte, dentro di lui, sta sorridendo: bisticciare con Asteria sarà un bel modo di passare l'eternità.


"Non so se la vita è più forte della morte. Ma l'amore è più forte di tutto"
Tristano e Isotta



 
FINE

 

Angolo autrice: Eccoci qua, quante vogliono avadakedavrizzarmi? xD 
Quanti di voi alle prime due righe volevano schiantarmi pensando che avessi ceduto alla Dramione? xD
Quante hanno pensato che fossi una furbona a riprendere due dei momenti più commoventi (secondo me) della saga di Harry Potter in cui il protagonista è quel simpaticone di Severus? xD
Perdonatemi, ma pensavo che la morte fosse il modo migliore di finire tutto. All'inizio tutto doveva finire con le parole di Draco. Ma non ce l'ho fatta. Dovevo in qualche modo salvarli entrambi dal tragico destino a cui li avevo condannati, sono cattiva, ma non sono la Rowling xD
Beh, non so che dire, spero vi piaccia. Spero di avervi allietato almeno un po' con questi brevi racconti che sono solo piccoli parti di una mente spesso sovraeccitata dall'eccesso di caffeina.

So che ho lasciato molte domande in sospeso, del tipo: Come è morta Terry? Perchè Draco muore per una ferita? C'è stata un'altra guerra? Perchè c'erano Hermione e Ron con Draco quando è morto? E' casuale che Draco muoia 11 anni dopo Asteria? Chi è l'uomo che era con Terry alla stazione? Ma Scorpius che fine ha fatto? Il paragone con Severus non è casuale, vero? ... Immagino che siate in grado di formularne altre, lasciatemele nei commenti, potrei anche decidere di rispondervi, se torno a casa d'umore mediamente buono xD

Adesso passo ai ringraziamenti: Ringrazio di cuore le 36 persone che hanno seguito questa raccolta, le 3 che l'hanno ricordata e le 7 che l'hanno addirittura preferita. 
Al momento le recensioni sono 110, credetemi quando vi dico che non avrei mai sperato in un risultato simile quel lontano 14 febbraio in cui ho pazzamente pubblicato "Due di picche". 
Ringrazio anche chi ha letto in silenzio, davvero, vedere certi picchi nelle visualizzazioni è esaltante da morire, ve lo assicuro.
Ma spero nessuno se ne abbia a male se il ringraziamento più grande lo faccio a chi ha trovato il tempo di recensire. In particolare Terryborry, Alex91, Ginevra James, Sissy88, Speedymay e funny_ che sono state le più assidue. Ovviamente grazie anche alle altre, ogni singola parola e giudizio mi ha spronata a fare sempre di più e vi ringrazio per questo.

Beh, non mi resta che dare appuntamento a chi vuole seguirmi nell'altra fan fiction (vi ricordo che stasera si aggiorna u.u") e augurare a tutti gli altri tante buone letture.
Come disse Ottaviano Augusto sul letto di morte "Se avete gradito lo spettacolo, applaudite"

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