Valentino's Saga

di Salice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La volta buona ***
Capitolo 2: *** Il cioccolato di un altro ***



Capitolo 1
*** La volta buona ***


valentinosaga1.html

1.La volta buona

[13 Febbraio]


- Hana, ripetimi perché ti sto accompagnando. -
- Perché sei il migliore amico di Itachi, oltre che suo cugino, e mi serviva un consulente! -
Shisui si lasciò andare in un sospiro esasperato, appoggiandosi allo scaffale e studiando la fauna circostante: tra gli scaffali colmi di cioccolato pronto in scaglie, forme di cuori, fiocchi, nastri e tutto l'occorrente per confezionare il miglior cioccolato di san Valentino che si fosse mai visto, si aggiravano centinaia di ragazze. Qualcuna girellava da sola, intimidita, mentre altre si muovevano a branchi, ridendo e scherzando. Il ragazzo sospirò di nuovo.
- Sì, ma non ho davvero capito cosa ci faccio qui. Io dovrei essere in giro, a farmi vedere dalle ragazze perché possano ispirarsi a me per il loro cioccolato di domani -
Dallo scaffale alle sue spalle provenne una risatina, e la ragazza dai lunghi capelli neri si sporse verso di lui:
- Shisui, sei davvero immodesto. -
- Io non sono immodesto, semplicemente mi rendo conto del mio valore, fiorellino. -
- Certo Shisui. - annuì lei, in tono condiscendente. - Ti credo per il semplice fatto che condividi parte del patrimonio genetico di Itachi. -
Lui sbuffò:
- Itachi, Itachi, Itachi! Hai altri argomenti oltre a mio cugino, Hana? -
- Certamente. Che cioccolato piace ad Itachi? -
- Non stavamo cambiando argomento? -
- No. Sei qui come consulente. - Affermò severamente lei, indicandogli i sacchetti di scaglie. Il ragazzo si arruffò i capelli con la mano, mentre fissava perplesso le varietà di cioccolato appese allo scaffale.
- Mh. Credo gli piaccia al latte? - Il ragazzo spostò lo sguardo dagli ingredienti sulla mensola per scrutare i sacchettini contenenti scaglie pronte per essere sciolte nella forma desiderata. - Ma che importanza ha, visto che non glielo consegnerai? - Chiese, lievemente scorbutico. Hanayuki arrossì di botto.
- Ma che dici? -
Shisui si raddrizzò, serio.
- Hana, sono... Quanti anni sono? … 'Fa niente, sono almeno dieci anni che provi a consegnare il tuo cioccolato di san Valentino ad Itachi, ma non lo hai mai fatto, perché? -
La ragazza, se possibile, arrossì ancora di più.
- Questo perché il cioccolato di San Valentino è speciale... - Abbozzò lei, sotto lo sguardo perplesso di Shisui, che la invitò con un gesto a continuare.
- Beh, i biscotti, i regali di compleanno... Non chiedono una... Uh, risposta. - Biascicò lei, infilando nel piccolo cestino a mano alcuni ingredienti per il cioccolato.
- Risposta? - Le fece eco Shisui, afferrando il cestino pieno e avviandosi alle casse.
Hanayuki gli trotterellò al fianco, rossa in volto e guardando ovunque fuorché nella sua direzione.
- Mh... Sì sai... Il white day... Finché gli regalo qualcosa di... Normale, Itachi non è obbligato a dirmi niente, ma... Ma se gli regalo del cioccolato a San Valentino... Sarà come dirgli: “Mi piaci, mi piaci un sacco, vuoi uscire con me?” -
Shisui, che ormai aveva raggiunto l'ultima signora in coda alle casse, la fissava sbalordito, con la bocca semiaperta.
- Hanayuki! Siete ufficialmente fidanzati, tu e Itachi... Te lo ricordi, vero? -
Lei fece una smorfia, annuendo, mentre il vago rossore si andava dissolvendo.
- Certo che me lo ricordo, ma è una cosa che è stata decisa dai nostri genitori... E se io non gli piacessi? -
Shisui non cambiò minimamente espressione, sembrava pietrificato. Rimase immobile per tutto il tempo in cui Hanayuki fece passare alla cassa i suoi acquisti, e si riscosse solo quando lei passò oltre, raggiungendola alla porta d'ingresso e mettendole una mano sulla spalla.
- Hana, tu pensi troppo. Davvero, fidati di me. Smettila. -
Detto questo, senza lasciarle il tempo di aggiungere altro, si dileguò di corsa, sparendo dietro al primo angolo.

***

La cucina era un vero disastro. Hanayuki era accaldata e scarmigliata, il grembiule era macchiato di cioccolato e altre sostanze non meglio identificate in più punti, e brandiva il mestolo come se fosse stata una baionetta. La ragazza si guardò attorno con desolazione: quattro cuori di cioccolato troneggiavano sul bancone di lavoro, e lei li scrutava affranta: nessuno era come lo avrebbe voluto. Uno era troppo morbido, e si era affossato al centro. Un altro era riuscito per chissà quale motivo storto, e il decoro sovrastante pendeva pericolosamente da un lato. Il successivo aveva delle bollicine ben visibili sulla superficie, e non sembrava affatto appetitoso. L'ultimo si era crepato, ed era stato per lei l' orrido presagio che l'aveva convinta a smettere. Per un motivo o per l'altro, nessuno era adatto come regalo di San Valentino.
Questo era il primo anno in cui si era decisa a farlo totalmente da sola. Aveva creduto che fosse facile, ma l'impresa si era rivelata titanica.
Si tolse con un sospiro il fazzoletto sulla testa, e lo sfruttò per asciugarsi una lacrimuccia che era spuntata chissà come. Si sporcò di farina, panna e cioccolato il viso, ma non se ne preoccupò: era in casa sua, e si sarebbe fatta un lungo bagno caldo per dimenticare questa cocente delusione. Neanche quest'anno sarebbe riuscita a consegnare il suo cioccolato ad Itachi.
Stava per affrontare con meticolosa depressione il riordino degli utensili di cucina, quando sua madre venne ad aprire la porta, sbirciando dentro:
- Tutto bene? -
Hanayuki fissò la donna, che stava stoicamente evitando di guardare il campo di battaglia su cui lei era appena stata sconfitta.
- Sì, certo, mamma. Puoi prepararmi il bagno, per favore? Appena finisco di riordinare qui ne avrò bisogno... - Sospirò lei. La donna le sorrise:
- Sì, ma hai ospiti... Faccio passare? -
- Mh? Chi è, a quest'ora? -
- Shisui... -
- Fallo passare! - Si affrettò a dire lei, asciugandosi in fretta la faccia con il fazzoletto, e peggiorando ulteriormente la situazione.

***

Aveva appena iniziato ad ammonticchiare nel lavello le pentole più sporche, quando sentì un tocco leggero sulla spalla. Trasalì, e si voltò di scatto:
- Shisui! Mi hai fatta morire di... -
- Paura? - Davanti a lei sorrideva Itachi. Si ritrasse di scatto, sgranando gli occhi.
- Dov'è Shisui? - Chiese lei, con vocina sottile.
- A raccontare barzellette a tua madre, credo. - Itachi sollevò gli occhi al soffitto, per poi scrutare con vaga perplessità tutto lo sfacelo presente in cucina. - Allora? -
- A-Allora? - Gli fece eco lei, nascondendosi dietro al fazzoletto. Itachi si avvicinò, addolcendo leggermente la sua espressione.
- Un uccellino chiacchierone mi ha detto un sacco di cose, oggi. -
- Shisui! - Esordì lei, scostando il tovagliolo, indignata e dimentica del suo aspetto.
- Uh, sì, forse si chiama così, Hana. Mi ha detto che volevi darmi una cosa, per San Valentino. -
Itachi aveva il volto sorridente, ma per lei, che lo conosceva bene, era chiaro che non era un sorriso spontaneo. Era un sorriso educato, ecco tutto. Hanayuki non riuscì a trattenere una lacrimuccia di stanchezza.
- Volevo darti il cioccolato... Forse. Ma... Nessuno di questi è venuto abbastanza bene! -
Sul finire della frase la voce le si era incrinata leggermente, ed era certa che da un momento all'altro sarebbe scoppiata in lacrime dalla vergogna.
Itachi le mise una mano dietro la testa, e chinò il volto verso il suo, raggiungendo con le labbra una chiazza di cioccolato proprio sullo zigomo.
- Prendo questo, Hana, posso? -
La voce di Itachi era bassa e dolce, vicino al suo orecchio. Hanayuki non ebbe il coraggio di guardarlo, ed era così emozionata che ci mise qualche istante a rendersi conto che era davvero Itachi quello lì, che sussurrava a pochi millimetri da lei, al punto che poteva sentire il calore del suo fiato. Annuì e si voltò in un solo gesto, cambiando così involontariamente la traiettoria delle labbra di Itachi, che ora sfioravano le sue.
- Puoi tutto quello che vuoi. – Gli rispose piano, come se avesse paura di spezzare quell’incantesimo materializzatosi nella sua cucina.
Da uno spiraglio della porta, Shisui sbirciava la scena, gongolando.





Sproloqui dell'Alutrice: Per chi non conoscesse assolutamente Hanayuki, vi rimando a "Il Giardino dei Mandorli" sua storia di Nascita (Nell'universo originale) e a Florilegio, una serie di storie dove si parla anche di lei, scritte in coppia con Elos! Inoltre, la piccola Hana fa la sua apparizione in questo universo nella storia "Un principe molto azzurro". Buon San Valentino a tutti :)


Grazie a Elos per aver betato questa storia! U_U sposami! Te lo chiedo con un giorno d'anticipo, ma te lo chiederò anche domani!

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Capitolo 2
*** Il cioccolato di un altro ***


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2.Il cioccolato di un altro

[14 Febbraio]



- E' solo cioccolato d'obbligo¹. - Disse lei, con voce dura.
Si erano incontrati in un bar del centro e, incuranti del freddo, si erano seduti fuori: come a sottintendere che quello no, non era un vero appuntamento; non sarebbe durato molto e poi ciascuno per la sua strada e tante grazie.
Shikamaru annuì, tirandosi con due dita la sciarpa che aveva attorno al collo, in un gesto nervoso che aveva ripetuto una decina di volte in pochi minuti. L'aria quel giorno era gelida e il cielo plumbeo dava l'idea che potesse nevicare da un momento all'altro, ma lui, inspiegabilmente, sudava. Il cioccolato confezionato era lì, immobile, esattamente al centro del tavolo, come una linea immaginaria che divideva i loro territori sulla tavola da gioco.
Che seccatura!
- Ma certo. Ti ringrazio, Temari. -
Lei sollevò lo sguardo dalla sua cioccolata calda, e lui si trovò ancora una volta distratto dai suoi occhi verdi. Gli sembrava impossibile che si frequentassero ormai da quasi un anno. Tuttavia, nessuno di loro due si era degnato di ufficializzare in qualche modo la cosa, e ora erano arrivati a questo.
Cioccolato d'obbligo.
Shikamaru non era sicuro di cosa volesse significare. Nulla era mai come sembrava con lei. Poteva sembrare una frase banale dire che lei non era come le altre ragazze, ma era quello che in fondo in fondo pensava. Forse quella era una mossa per dirgli chiaramente che si era stufata di frequentare un bambino e per segnare un confine tra loro due. Forse lo stava solo provocando.
Fare qualsiasi cosa era come giocare a Shogi.
Giocavano a Shogi ormai da nove mesi. Tutto il giorno. Tutti i giorni. Ogni azione era una mossa.
Ma che mossa era questa? Uno stallo? Senza rendersi conto aveva aggrottato la fronte e la fissava accigliato. Lei lo guardò male e si alzò.
- Lo avevo preparato per mio fratello minore, ma lui è pieno di ragazze e sicuramente non gli interessa. -
Tokin²!
Con una sola mossa, lo aveva decisamente messo in imbarazzo. Lei si era alzata ed aveva esitato, come se volesse dirgli ancora qualcosa, poi però si era allontanata, e a quel punto lui era talmente contrariato da non sognarsi di inseguirla neanche in un'altra vita.
Il cellulare nella sua tasca vibrò per qualche istante e lui lo tirò fuori, rispondendo in fretta al messaggio che aveva ricevuto. Dopo neanche dieci minuti, mentre il freddo si era fatto sentire decisamente più di prima, Ino e Choji erano apparsi sulla piazzetta e si erano fatti strada fino al tavolino. Choji si era seduto, ordinando subito cioccolata calda e un panino. Ino aveva arricciato il naso e sventolato un sacchetto di carta lucida.
- Choji, bleah! Dolce e salato insieme? Solo tu puoi! -
Choji aveva fatto spallucce e lei aveva sospirato in maniera esagerata, roteando gli occhi azzurri. Non si sedette neanche, ma si limitò a posare due sacchettini muniti di fiocco che posò davanti ad entrambi:
- Cioccolato per i miei migliori amici! - Trillò lei, estraendo il cellulare dal suo piumino viola e sbiancando un istante dopo. - Mi sono dimenticata di Sakura! Dovevamo preparare il cioccolato insieme! Ragazzi io vado, ciao ciaaao! - Neanche aveva finito di parlare che già si era allontanata correndo e sventolando un braccio.
Shikamaru rimase inchiodato sulla sedia per dieci minuti buoni a guardare Choji che attaccava con meticolosa precisione prima la cioccolata e poi il panino, senza lasciare che briciole sul piatto. Quando il suo amico ebbe terminato, lo squadrò serio:
- Che hai? -
Shikamaru arricciò appena le labbra. Non aveva alcun senso riversare il suo malumore su Choji, quindi si alzò e lasciò sul tavolo i soldi della consumazione. Sua e di Temari, ovviamente.
- Niente, niente. Ci vediamo domani a scuola, Cho. -
- Stai dimenticando i tuoi pacchetti! -
Shikamaru si voltò verso il tavolino, afferrò il sacchetto che gli aveva lasciato Ino e non toccò l'altro.
- Tienilo tu, quello. Tanto non è stato fatto per me. E' il cioccolato di un altro. -

***

Un'ora dopo Yoshino Nara piombò nella sua stanza sbraitando, e facendolo sobbalzare nonostante le cuffie che aveva alle orecchie.
- Checc'è? - Biascicò, mentre sua madre lo fulminava con gli occhi
- Il tuo amico Choji, e sbrigati, che è ora di cena! -
Shikamaru andò fino alla porta, ciabattando. Che voleva Choji a quell'ora? Di norma era già davanti alla sua cena da un pezzo e non era rintracciabile per diverse ore.
Sul pianerottolo Choji batteva i piedi dal freddo, ancora intirizzito. Quando lo vide apparire gli sorrise da dietro la sciarpa enorme e tirò fuori da una tasca un pacchetto confezionato con carta lucida: il cioccolato di Temari.
- Choji, ho detto che puoi tenerlo, non lo voglio il cioccolato di un altro. -
- Neanche io.-
Detto questo il suo amico gli ficcò a forza il pacchetto in mano, che era stato sfasciato e richiuso in maniera frettolosa. Sollevò uno sguardo perplesso, solo per trovarsi il pianerottolo vuoto: Choji, quando voleva, sapeva essere più silenzioso di un ninja.
Shikamaru sospirò perplesso, richiudendo la porta con le mani e poi vi si appoggiò con la schiena, scartando il cioccolato.
Quello che vide lo lasciò senza parole:
una lucida pedina di Shogi di cioccolato, con sopra dipinto l'ideogramma “Shika”.
Mentre sua madre gli urlava dalla sala da pranzo che era pronto, Shikamaru sorrise, accartocciando la confezione e stringendo quel piccolo pezzo della partita che giocava da dieci mesi.
Anche se non avrebbe voluto, sorrise di più ripensando al broncio da principessa che Temari aveva messo su quel pomeriggio: mai quella ragazza orgogliosa avrebbe ammesso di aver fatto qualcosa apposta per lui.
Tokin. Di nuovo.
Che seccatura!
Però ora toccava a lui muovere.


1. Il cioccolato d'obbligo “Ghirichoco” è un'usanza giapponese secondo cui le ragazza/donne, acquistano dei cioccolatini per gli uomini che fanno parte della loro vita, pur senza essere minimamente interessate. A questa categoria appartengono i colleghi di lavoro, i compagni di scuola e stretti conoscenti. Il cioccolato d'obbligo si riconosce per essere acquistato (al contrario del'Honmai Cioccolato, dedicato alla persona a cui si è sentimentalmente interessati, spesso cucinato o personalizzato) e per la sua quantità piccola, oltre ad essere meno rifinito nei dettagli.

2.Tokin - il Generale Argento, il Cavallo, la Lancia ed il Pedone, quando vengono promossi, perdono i loro normali movimenti ed acquisiscono le capacità di movimento del Generale Oro/Re. I nomi giapponesi dei pezzi promossi sono rispettivamente narigin, narikei, narikyo e tokin. Nel caso del Pedone promosso il termine giapponese tokin viene usato frequentemente anche da giocatori non giapponesi. Fonte :wikipedia







Sproloqui dell'Alutrice: siccome questa è una raccolta, ho messo qui i "sanvalentini" delle coppie che si sono formate nella storia "Un principe molto azzurro". Non sono tutte le coppie, per una mera questione di simpatia e di carie dentale XD. PEr ora ecco gli altri due miei tesori, che all'interno della storia principale si sono guadagnati il loro discreto numero di fan! *_*


Grazie a Elos per aver betato questa storia! U_U sposami!!

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