Lady Vendetta, Carmilla e i vampiri alla corte di Versailles

di Ninfea Blu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le cospiratrici ***
Capitolo 2: *** Dame diaboliche e vampiri a corte ***
Capitolo 3: *** L'ultimo teatro della battaglia ***



Capitolo 1
*** Le cospiratrici ***


Lady Vendetta e i vampiri a Versailles

Lady Vendetta, Carmilla e i vampiri alla corte di Versailles

 

 

Questa è una ff a quattro mani, un cross-over tra Lady Oscar, Vampire Knight e Twilight.

È stata scritta da Ninfea Blu e Kira91, che dopo questa ff ha deciso di cambiare nick, e ora è diventata Karmilla.

Vuole essere una ff satirica e graffiante ai danni di un personaggio che forse, non solo noi troviamo irritante, e speriamo che le fans dei tre fandom non ce ne vogliano per aver usato i loro personaggi preferiti, ma servivano allo scopo.

Karmilla è stata così gentile da seguirmi in questa mia idea delirante e la ringrazio vivamente per tutta la sua collaborazione e l’aiuto che mi sta dando nella stesura di questa storia. Noi ci siamo divertite a scriverla e speriamo che possa divertire anche voi che dovrete leggerla. Buona lettura.

 

 

1 – Le cospiratrici

 

 

Odio puro.

Ci aveva messo del tempo a riconoscerlo.

Aveva imparato ad accettarlo come qualcosa di naturale che le apparteneva, un’estensione di sé, come un braccio o una gamba.

Quel sentimento si era nutrito della sua anima. Si era scaldato in essa, come un uccellino in un nido.

La cosa strana era che fosse piacevole. Dolcemente piacevole.

Come la vendetta.

 

Era vero.

Sì.

Lei odiava il nobile, ricco, bellissimo, affascinantissimo, educatissimo,- basta, con gli issimo!! Abbiamo capito! - galante, cortese, discreto – discreto? - uomo/conte venuto dal freddo, e chi più ne ha più ne metta.

Per quanto il personaggio creato dalla Ikeda non fosse per niente l’anima nera del suo anime preferito, lei lo detestava con tutte le sue forze, in una maniera che rasentava il patologico.

Quella era una verità assoluta, come i dogmi di certi fanatici religiosi.

 

- Vade retro tronco di pino!!

 

Esclamava quasi recitando un esorcismo, e intanto incrociava le dita, faceva gli scongiuri, e svariati altri gesti scaramantici, quando il merluzzone entrava in scena; anzi, per l’esattezza, con la sua consueta invadenza, entrava in una fic, fosse anche una delle sue: era come se lo stoccafisso assumesse vita propria, tagliasse i fili e si muovesse fuori dalla volontà dell’autrice.

Per questa ragione, la irritava mortalmente, in maniera viscerale.

Era irrazionale, illogico e inutile; perché sprecare tante energie che avrebbe potuto usare molto meglio, per disprezzare un figuro animato che, di fatto, apparteneva al mondo surreale, fumettistico, della fantasia?

Sì, stava scivolando nella follia.

Se ne rendeva conto anche lei.

Maledetto marpione surgelato andato a male!!  - pensava con rabbia.

Voleva liberarsi di lui in modo definito.

Ormai aveva deciso. E quando lei prendeva una decisione, difficilmente tornava sui suoi passi.

Doveva ammetterlo; era una testona ostinata, quanto la sua eroina preferita.

Era da un po’ che ci stava pensando, praticamente ogni volta che le capitava di leggere dell’odiato bellimbusto svedese, ribattezzato Merluzzo bavoso del Baltico per il profondo disprezzo che le ispirava, quando faceva la sua comparsa in una fan fiction ai danni dei suoi amati Oscar e Andrè.

La sua mente ormai ossessionata dal suo delirio paranoico, aveva partorito un piano contorto e diabolico, un’idea perversa e folle che avrebbe fatto invidia a quel cervello scaltro e genio del male che era madame Jeanne Valois De La Motte.

E sì, la nera contessa ambiziosa dagli occhi di fuoco si sarebbe complimentata con lei se avesse potuto uscire dal cartone animato.

Era entrata così tanto nella parte, che aveva deciso di assumere un altro nick, perché quello che portava adesso era troppo dolce e romantico; ne serviva uno che incutesse timore reverenziale e rispetto – ma non stai esagerando? Mi sembri un’invasata! – si sarebbe fatta chiamare Lady Vendetta.

 

Le era venuto naturale pensare a quelle creature della notte affascinanti, misteriose, oscure e inquietanti: i vampiri.

 

Quelli veri. Autentici.

 

Sì, ci volevano i vampiri.

Dei bei vampiri sanguinari, famelici, assetati di sangue fresco.

Di quelli che si trovavano nei racconti gotici o dark.

Quelli classici che dormivano nelle bare, con i canini aguzzi e bruciavano al sole, ma di notte entravano nelle stanze di fanciulle innocenti loro vittime, per sedurle e prendere loro la vita.

Non come quelli di Twilight che erano vegetariani; - Si fa per dire! Uccidono gli animali! Ce ne sarebbe per chiamare il wwf! - certo, c’erano i Volturi di Volterra, i vampiri cattivi della saga, che amavano sapori più tradizionali, ma sarebbero stati difficili da controllare. Almeno per lei, che con i vampiri, quelli veri, in realtà aveva poca dimestichezza.

Forse avvalendosi dell’aiuto di un’altra autrice, che invece li gestiva bene…

 

Tra i suoi c’era Edward Cullen, il bellissimo vampiro pel di carota – Sono ramati. Altrimenti le fans ti fulminano! - vegetariano dal sorriso sghembo – vuol dire storto: che ha di così affascinante? – che al suo peggio, leggendo il pensiero dei malvagi, aveva preso a fare il vendicatore degli innocenti, il giustiziere solitario. Conoscendolo, avrebbe obiettato che Merluzzone non presentava pensieri turpi e malvagi, ma sarebbe stato facile convincerlo del contrario; in fondo, il bel svedesone imbalsamato non era famoso per l’acume dei suoi pensieri, il più delle volte assenti. Il giovane Cullen si poteva coinvolgere e pilotare senza troppi problemi, magari facendogli credere che il conte venuto dal nord, possedeva il sangue più succulento e gustoso del mondo. Altro che quella acciuga secca di Isabella Swan!

Erano gli altri, quelli italiani, bevitori convinti di sangue umano che la mettevano un po’ in ansia.

Aro e compagni di merende, non si sarebbero limitati allo svedese, avrebbero finito per sterminare tutta la corte di Versailles e i suoi lacchè: il re, la regina e pure quel cocciuto colonnello/donna delle Guardie Reali di Sua Maestà, che voleva ostinarsi a vivere come un uomo, con gran dispiacere del suo attendente innamorato non corrisposto e respinto.

E poi, con le manie di grandezza di Aro, se si fosse trovato nel lusso della reggia di Versailles, immerso nei suoi ori e nei suoi stucchi, tra tappezzerie ricamate con fili d’argento e trionfali affreschi barocchi ai soffitti, avrebbe trasferito lì tutta la sua corte di vampiri.

E magari si sarebbe fatto ritrarre in un dipinto ufficiale come il Re Sole, avvolto in stola di ermellino e simboli del potere regio quali corona e scettro. Che soddisfazione sarebbe stata per il suo orgoglio smisurato, sedersi sul trono di un re francese.

Sai nei secoli, le frotte di turisti a Versailles! La bella e pericolosa Haidi avrebbe avuto un gran lavoro da fare.

Versailles come Volterra.

No.

No, troppo rischioso.

L’ unico obiettivo di Lady Vendetta era colpire lui, il fesso del grande nord.

Però che goduria se avesse potuto assoldare la sadica Jane per il suo piano. Prima di farlo dissanguare, lo avrebbe fatto torturare con la forza del pensiero. – Ma sei più perversa di quella vampira!! - Sì, doveva farci un pensierino.

 

A parte Jane, che avrebbe fatto al caso suo, doveva trovare gli altri vampiri.

Un’altra autrice, Kira, le aveva parlato di figli delle tenebre affascinanti e oscuri, protagonisti di un altro manga; le aveva assicurato che erano ottimi dissanguatori, notizia confermata anche da un’altra appassionata lettrice del manga. Le aveva fatto anche alcuni nomi: Kaname, il principe vampiro di Vampire Knight, Shizuka, Rido – sarà un vampiro allegro? – Sarah. Forse una vampira sarebbe stata l’ideale, vista la nota debolezza del marpione, donnaiolo surgelato verso il gentil sesso.

Doveva farsi consigliare perché erano tutti personaggi per lei sconosciuti.

Così aveva contattato l’amica autrice e le aveva proposto il perverso patto e l’altra aveva accettato, entusiasta quanto lei dell’idea. Evidentemente non era l’unica ad odiare l’uomo surgelato venuto dal nord.

Si erano date appuntamento in un bar virtuale, tutte due vestite di scuro con dei cappellacci neri ed occhiali scuri per non farsi riconoscere dalle possibili fans – ma esistono? - dello stoccafisso. Sembravano due agenti del KGB sovietico.

“Penso che potrei far intervenire Edward Cullen e anche la piccola Jane dei Volturi; lui, al momento ha deciso di ribellarsi a Carlisle e di seguire i suoi istinti di vampiro; vorrebbe cambiare dieta, si è stufato di quella vegetariana. Quale occasione migliore di questa? Ma ho bisogno anche di vampiri seri, senza troppe paturnie mentali. Prestami i vampiri più perversi che puoi trovare. Che cosa consiglieresti?”

L’altra cospiratrice non aveva dovuto pensarci molto; aveva le idee molto chiare in materia di demoni della notte.

 

“Cara Lady Vendetta, ho proprio quello che fa per te!”, le disse la sua amica, dal buffo nome di un cane, Kira, ma che in realtà aveva una mente perversa come le creature della notte che amava tanto.

“Ti posso tranquillamente prestare un folto gruppo di vampiri venuti dal Giappone e ti assicuro che faranno un lavoro con i fiocchi al nostro Merluzzone Baltico.”

Il gruppo di vampiri nipponici, ma senza occhi a mandorla, era così composto: a capo della fazione c'era ovviamente il bel tenebroso di turno, Kaname Kuran, un principe vampiro bellissimo, perfetto nel fisico e nei lineamenti, due occhi color rosso bordeaux che si accendono di rosso cremisi quando è assetato (e non solo di sangue! N.d.A.), un carattere gelido, spietato, chiuso a tutto e a tutti tranne che a Yuuki, freddo manipolatore e abile stratega, che infatti ama trascorrere le sue giornate giocando a scacchi, usando come pedine tutti quelli che conosce... un simpaticone, insomma. La mangaka che lo ha creato lo ha definito “un pervertito fino al midollo. È pornografico”, e quindi direi che tale personaggio va giusto giusto bene per far rodere d'invidia il merluzzone che secondo le due autrici è tutto fumo e niente arrosto.

A ruota, le due si sono assicurate i servigi di Rido Kuran, nome allegro per un vampiro in realtà molto sanguinario, egocentrico e soprattutto erotomane! Se vi state per caso chiedendo se i due Kuran sono parenti, la risposta è sì, però specificare quale grado di parentela li lega è un tantino complicato. Rido è lo zio di Kaname, che però è a sua volta il nonno di Rido... chiaro, no?

Per chiudere il clan Kuran c'è anche Yuuki Cross, nipote di Rido e al tempo stesso sorella, promessa sposa e nipote di Kaname. 

Cosa c'entra Yuuki? Bhè, vicino ad un merluzzone serve qualcuno che abbia il suo stesso quoziente intellettivo, e chi meglio della bella addormentata sofferente di amnesia che non ricorda un bel niente dei suoi primi cinque anni di vita? 

Si pensa che il procedimento di cancellazione della memoria operato dalla madre le abbia provocato danni irreparabili per cui, oltre a non sapere che è una vampira, è anche perennemente indecisa su quale partner scegliere, e in attesa di un'illuminazione divina si lascia dissanguare da entrambi i candidati. In realtà la maggior parte delle fans di Vampire Knight crede che Yuuki abbia un criceto al posto del cervello, perché non è umanamente possibile trascorrere ben 68 capitoli - pari a circa dodici anni di eventi - in attesa di una decisione!!!

Ovviamente non possono esserci solo vampiri, ci serve anche una bella donzella che possa stuzzicare le fantasie del conte merluzzo, e chi meglio di Shizuka Hiou? Un bel pezzo di vampira, sensuale e diafana, capace di far capitolare chiunque, ma con un problema, anzi due. Uno: è la fidanzata dell'erotomane.

Due: le piacciono i ragazzi giovani, possibilmente gemelli.

La presenza di tutti questi vampiri richiede anche qualcuno che li tenga a bada altrimenti, come ha giustamente detto Lady Vendetta, Versailles rischia di trasformarsi in una Volterra francese, e quindi sempre dal Giappone con furore, ecco arrivare Zero Kiryu, un hunter fighissimo, con i capelli color argento e gli occhi ametista (di che vi stupite, non avete mai conosciuto un ragazzo così? Invidiose, a me sembrano colori così normali, chi non ha tra le proprie conoscenze un ragazzo con i capelli color cocaina e gli occhi di Elizabeth Taylor?), che ama Yuuki e di tanto in tanto la dissangua, odia Kaname ma di tanto in tanto lo dissangua, odia Shizuka perché lei di tanto in tanto lo dissangua, lo ha trasformato in vampiro e ha tenuto con sé suo fratello gemello per non ben precisati – o forse volutamente ignorati - scopi.

 

Questo è l'esercito delle tenebre evocato dalle due autrici per mettere in atto il loro crudele piano di vendetta nei confronti del fastidiosissimo – e qui un issimo ci sta davvero bene - conte Fersen.

Ma c'era qualcosa che ancora mancava, le due autrici diaboliche non erano pienamente soddisfatte.

“Lady”, le disse Kira affettuosamente, “non so te, ma io non sono proprio contenta di guardare la storia solo da spettatrice”.

“Hai ragione”, le disse Lady Vendetta, con uno scintillio negli occhi che fece capire subito all'altra che stavano pensando la stessa cosa.

“E quindi... entriamo anche noi nella storia e buttiamoci nella mischia!”, esclamò una soddisfattissima Kira, lanciando in aria il cappellone e scatenandosi in una danza che voleva ricordare la Macarena, ma che in realtà sembrava più la pubblicità di qualche anno fa di un noto distributore di benzina.

E fu così che Kira abbandonò gli abiti da spia del KGB per vestire quelli a lei più congeniali di dama settecentesca, scegliendo l'altisonante nome di Carmilla, ambigua vampira dello scrittore irlandese Le Fanu.

Lady Vendetta guardava la sua complice un po’ stralunata e un po’ compiaciuta. Aveva trovato una che era più pazza di lei; la voglia di ballare la stava contagiando, ma si trattenne. Almeno una fra loro, doveva mantenersi fredda e composta per la buona riuscita del piano.

“Di cosa ti sorprendi?”, chiese Carmilla a Lady Vendetta “oltre ad assistere alla disfatta di Fersen, vorrei togliermi qualche soddisfazione con Kaname, e magari un nome da vampira potrebbe stuzzicarlo...”

“Capisco, sì. Fai pure quello che vuoi con Kaname. Assicurati solo che faccia quello per cui l’abbiamo reclutato. Io preferisco non arrivare a tanto. Sai, i vampiri in realtà, mi creano una certa inquietudine… non vorrei mai diventare il pasto di uno di loro… sai com’è, per sbaglio…” e un brivido le percorse la schiena.

Al termine dell'incontro, le due si alzarono soddisfatte e una stretta di mano, seguita da una pacca sulla spalla, sancì definitivamente l'accordo.

 

Fersen, comincia a tremare: Lady Vendetta e Kira stanno per farti capitolare!

 

 

Continua…

 

 

 

Grazie per essere arrivate fin qui e speriamo che vi siate divertite.

Alle fans del Conte di Fersen Ikediano, se ci sono, a questo punto sconsiglierei la lettura dei prossimi capitoli.

Siete avvertite.

Grazie e a presto.

Una pazza squilibrata.

 

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Capitolo 2
*** Dame diaboliche e vampiri a corte ***


2 – Dame diaboliche e vampiri a corte

2 – Dame diaboliche e vampiri a corte

 

 

 

Ninfea Blu e Karmilla, sperano di continuare a divertirvi e ringraziano per il vostro entusiasmo.

Buona lettura.

 

****

 

L’esercito dei vampiri era pronto e allineato.

Ora ci voleva una strategia per muovere l’attacco allo stoccafisso che si nascondeva a Versailles, probabilmente sotto le sottane della dama di turno.

Le due diaboliche autrici serial killer, avevano deciso di comune accordo, di essere in prima fila come a teatro, e di osservare tutta l’azione da vicino, per controllare meglio i vampiri e il loro operato, e per gustarsi la dipartita sanguinaria dell’odioso Merluzzone del Baltico.

Non avevano lasciato nulla al caso; avevano pianificato ogni mossa, calcolato ogni possibile reazione e pensato alle conseguenze. O almeno, era stato così nelle intenzioni. Levati i panni di agenti dei servizi segreti, avevano deciso di introdursi a corte.

Indossati trine e merletti e raccolti i capelli in vistose acconciature, avevano assunto l’aspetto di due graziose giovani dame eleganti.

Lady Vendetta, che pure aveva trovato il travestimento divertente, si era lamentata un po’: strizzata dentro un corsetto troppo stretto, era abituata a vestiti ben più comodi, ma la sua amica l’aveva ripresa subito.

“Se vuoi la tua vendetta, mia cara, allora devi sopportare un po’ di tortura.”, disse con fare da saputella, agitando il dito indice della mano destra, mentre con la sinistra stava cercando anche lei di allentare quel corsetto che le stava facendo salire il seno fin sotto il mento.

“Però hai ragione, se ci presentiamo così, mi sa che l'erotomane ci dissangua ancora prima di arrivare a Fersen!”,  disse preoccupata.

“No, tranquilla”, la rassicurò l'amica “i nostri cavalieri non permetteranno che ci accada nulla”.

Non per niente le due si erano scelte i cavalieri migliori.

Così entrambe si erano rassegnate a quegli abiti ingombranti, decise a tutto pur di vedere la disfatta totale dell’odioso nobilastro.

Le due cospiratrici folli avevano deciso di cambiarsi anche i nomi per rendere tutto più credibile.

Kira, alias Carmilla, nome della vampira protagonista di un racconto di Le Fanu, nel suo prezioso abito rosso vermiglio di seta ricamata, aveva fatto il suo ingresso negli eleganti saloni della reggia, accompagnata dal vampiro superfigo dal sangue puro, quel Kaname Kuran dall’aspetto affascinante che, da vero stratega, le aveva aiutate a definire i dettagli più scabrosi del piano.

Al suo ingresso nella sala, si era sentita un po’ come madamigella Oscar la sera del ballo con lo stocca/fesso; tutte le dame di corte si erano girate a guardare il bellissimo sconosciuto che, col suo aspetto, in quel momento avrebbe oscurato anche il conte nordico. Erano rimaste letteralmente fulminate – un coro prolungato di oooohh!! di stupore si era levato nell’aere – neanche avessero visto l’Arcangelo Gabriele scendere dai cieli, e Kira si era sentita invidiata più di una regina. Fantastica, inebriante sensazione.

Lady Vendetta per l’occasione, aveva scelto il nome dell’ inquietante signora che aleggiava come una presenza fantasma – tanto per restare sul genere horror/triller - sulla dimora di Menderly, nel bellissimo film di Alfred Hitchkock, Rebecca, la prima moglie.

Il suo accompagnatore era stato Edward, anche lui tirato a lucido per l’occasione come un fotomodello di Vogue, e a detta della signora Meyer, altrettanto bello da far girare la testa. – Anche se onestamente, mi sembra un tantino ridicolo immaginare il rosso Pattinson in abiti settecenteschi. –

Anche Lady Vendetta, alias Rebecca, aveva indossato il suo bel vestito elegante color avorio, ma si chiedeva divertita, e anche lievemente impacciata, come facessero le grandame del settecento a sopportare quell’armamento straordinario di sottane e crinoline ingombranti.

Dietro a loro venivano gli altri vampiri, un gruppo sparuto di uomini e donne: Shizuka con Rido, il vampiro allegro erotomane.

Poi Yuuki, Zero e per finire la perfida, sadica Jane, che per scherzo aveva già dato prova del suo potere a Yuuki, torturandola un po’ con la forza della mente, ma cedendo poi, davanti al vuoto trovato nel cervello di lei.

Certo, una compagnia così appariscente e inconsueta di personaggi non passava inosservata, ma d’altronde quello era il regno degli eccessi.

Adesso che erano entrati in campo bisognava puntare l’obbiettivo senza distrarsi. - E vi sembra possibile che un siffatto gruppo, in un luogo tanto pittoresco, non si lasci travolgere dalla curiosità dell’ambiente? -

“Che strano modo di vestirsi e pettinarsi: perché le donne portano piramidi, velieri in testa e strane sculture al posto dei capelli, e gli uomini parrucchini grigi come topi? Che moda è mai questa?” chiese uno dei vampiri, quello più allegro di tutti. “Però mi piace...”, iniziò a sussurrare, dando libero sfogo alla sua irrefrenabile e francamente insopportabile personalità assatanata. 

“Tu non immagini i pensieri sconci di questi viziosi. Alcuni di essi sono davvero perversi. Ce ne sarebbe per fare una strage! Io inizierei da quella dama laggiù in fondo: è più pervertita del marchese De Sade. È una masochista a cui piace essere presa a scudisciate, a volte da ragazzini molto più giovani di lei.”

Commentò Edward, ridacchiando; già gli pareva di sentire l’acquolina in bocca.

“La signora potrei accontentarla io, se crede: saprei come farla divertire.” E un ghigno sadico di dipinse stirandosi sulla faccia inquietante di Rido. I suoi pensieri ci restano oscuri, ma Edward li sentiva con chiarezza e si divertiva un mondo a gettare paglia sul fuoco. Il vampiro vegetariano pentito era talmente stufo di bersi il sangue animale, che gli era venuta la nausea.

Sentiva nell’aria della sala tutti quegli aromi umani, mischiati a ciprie, belletti e impiastri vari che le persone mettevano sulla pelle - Ma che aromi! Diciamo la verità: nel ‘700 tutti, nobili e plebei, puzzavano come caproni! Un puzzo inimmaginabile per noi moderni!  – Il profumo del sangue, accompagnato dai pensieri più vili e immondi, scatenava il suo desiderio e lo giustificava, facendolo sentire come un dio sterminatore. Non vedeva l’ora di succhiare qualche gola. Pregustava già il sapore del liquido rosso che bagnava le sue labbra esangui.

“Poi ci sarebbe quell’altro tizio con quel parruccone in testa, dall’altra parte della sala: è promesso sposo di una ragazzina di undici anni, non ti dico cosa sta pensando di fare con lei la prima notte. Un uomo davvero disgustoso. Non so cosa mi trattiene dall’andare lì e… Oh, divertente. Molto divertente. Questa non me la voglio perdere!!”

Il viscido individuo di cui Edward aveva colto i pensieri, altri non era che quel pedofilo disgustoso del Duca Roland De Guise, che fra l’altro aveva puntato i suoi occhi porcini sul visino angelico, tipo dolce sorellina di Barbie, della piccola, sadica Jane. Mai aspetto fu più ingannevole.

Sì! Vai Duca, proprio quella giusta per uno come te!!

Rido ascoltava Edward con profondo interesse e la sua mente cominciò a volare impazzita in strane direzioni. Si avvicinò allo strambo vampiro di Forks e, con fare ammiccante, gli mise un braccio sulla spalla.

“Ascolta Cullen, il tuo potere di leggere nel pensiero è davvero interessante. Mi potresti essere molto utile. Visto che sei stufo di bere il sangue di animali puzzolenti, quando questa storia sarà finita, credo dovremmo lavorare insieme. Potremmo fare grandi cose, tu e io. Magari aprire un locale notturno in cui attirare fanciulle vergini di prima scelta. Ne hai mai provata una? Mmh, creature deliziose… Perché non torni con noi in Giappone?”

Il vampiro vegetariano deglutì il suo veleno a fatica; iniziava a sentire i morsi della fame, anzi della sete. Anni e anni di astinenza – in ogni senso, anche in quello!! - si facevano sentire!!

Carmilla e Rebecca si guardarono lievemente preoccupate.

“Calma ragazzi. Il nostro obiettivo è uno solo. Non fatevi prendere dall’eccessivo entusiasmo. Quando questa storia sarà finita tu tornerai a Forks e tu – e Rebecca puntò il dito con fare minaccioso contro Rido – tornerai nel tuo manga d’origine. Chiaro? E smettila di pensare alle fanciulle vergini, che mi distrai il ragazzino!!” 

“Ragazzino? Ma se ha 90 anni per gamba!” obiettò Rido ironico.

“Non importa; in confronto a te è sempre un ragazzino!”

Lady Vendetta, alias Rebecca, iniziava a sudare freddo. Si stava chiedendo se il suo piano non si sarebbe rivelato un azzardo. E se la situazione fosse sfuggita di mano a lei e Carmilla? Tra l’altro questi vampiri giapponesi erano proprio degli assatanati. Sicuramente non erano dei verginelli come quel rosso represso che avrebbe voluto papparsi la Swan.

“Questi vampiri sono peggio del merluzzo svedese, pretendono di fare quello che vogliono.”

Fu il suo ultimo commento, espresso con tono un po’ isterico. Carmilla venne in suo aiuto.

“Edward, se ti ci metti anche tu a stuzzicare Rido, qui non ne veniamo più fuori! Su, ragazzi, canini nelle gengive, lingua in bocca e cervello puntato solo ed esclusivamente all'obiettivo!”, lo rimproverò Carmilla.

“Al momento non ho ancora sentito i pensieri di questo terribile Conte di Fersen. Dove sta?” chiese Cullen curioso.

“Non ne sentirai molti; è uno che non pensa.” Fu il commento sarcastico di Carmilla.

Kaname, che aveva seguito tutta la scena con nobiliare distacco, mise fine ai battibecchi facendo notare ai compagni l'ingresso in sala di Shizuka e Yuuki.

 

Shizuka, bella come una dea, comportamento fiero ed elegante, avanzava lungo la sala trascinando con grazia fuori dal comune il suo bellissimo abito viola (in sostanza, se la stava tirando che di più non si può), non curante del fatto che Victor de Girodelle la stava osservando come un pellegrino guarda la Madonna di Lourdes.

La vampira si fermò, sentendo lo sguardo di fuoco dell'uomo su di sé e lo invitò ad avvicinarsi, cosa che lui fece, non staccandole gli occhi di dosso.

Tutta la corte era in attesa di quello che oggi si chiamerebbe un outing, ma al contrario, cioè dell'inconfutabile prova che il tenente capellone è in realtà maschio fino al midollo, quando il sogno si infranse bruscamente alla domanda: “Scusate... chi è il vostro coiffeur?”

La donna lo guardò divertita e gli sussurrò un delicato ma eloquente: “Venite con me, che ve lo faccio conoscere...”

Il terrore si impadronì di Rebecca e Carmilla, che sguinzagliarono Zero al seguito della Vampira, mentre si accorsero che il Merluzzone aveva puntato Yuuki e le si stava avvicinando con il suo solito fare da marpione.

“Buonasera, Mademoiselle.”, le disse. Bella battuta, davvero un saluto originale... complimenti, merluzzo!

“Buonasera...”, rispose lei, leggermente imbarazzata, non sapendo se inchinarsi o mostrare il collo, nel caso anche il Conte volesse fare una bevutina.

“Ma che occhi grandi che avete!” , constatò con sorpresa lo stoccafisso. Che gran spirito d’osservazione, eh? Capirai, la Hino le ha disegnato due occhi che al confronto Bambi sembra una talpa!!!

“È per guardarvi meglio!”, rispose lei, sveglia tanto quanto lui. - No, non è la favola di Cappuccetto Rosso, e Yuuki non è il lupo cattivo! - Probabilmente la risposta geniale era frutto di un attacco di fame del criceto...

Il Merluzzone, gonfio come un pavone per quella che credeva una risposta dettata da un amore a prima vista, invitò la fanciulla a seguirlo in terrazza, ignaro dei bei pezzi di vampiro che lo stavano seguendo in compagnia delle due diaboliche autrici.

“Yuuki non ce la farà mai; è troppo buona. Invece di fargli la festa potrebbe cercare di salvarlo…” Sospirò Carmilla sconfortata.

“No, aspetta. Guarda là: forse andrà bene…”

In effetti lo stocca/fesso sembrava davvero interessato a Yuuki.

“Sapete, mademoiselle, vi trovo particolarmente bella, e anche fuori dal comune, per un luogo come questo”.

Nooo, incredibile!!! Il Merluzzo si è accorto di qualcosa, evvai! E' un evento raro, è riuscito a formulare un pensiero sensato!

“Sì, in effetti sono straniera e questa è la mia prima sera a corte”.

Vai, Yuuki! Mostrati una donzella in difficoltà, un po' timida e impacciata - tanto la cosa non dovrebbe riuscirti difficile - e fai capitolare il Conte.

“Capisco. Vi sentirete un po' fuori posto, immagino. Sapete, capita spesso anche a me...” e chissà come mai...

Dopodiché il conte cominciò con uno dei suoi soliti, melensi e altamente noiosi racconti di quanto triste fosse la sua situazione di esule, in terra straniera, innamorato della Regina e di conseguenza vittima di ironie e prese in giro senza fine.

Mentre Rebecca e Carmilla si stavano quasi addormentando per la noia mortale, Jane stava andando a torturare la Contessa di Polignac  e Rido aveva messo gli occhi su uno strano soldato biondo, comandante delle Guardie Reali, che stava attraversando la sala in quel preciso istante; al suo occhio non era sfuggito un dettaglio importante – vi state chiedendo quale? No, non sono le medaglie sul petto! – insomma, per la serie basta che respirino, aveva capito subito che si trattava di una donna.

Si avvicinò a Rebecca e chiese notizie su quella strana femmina in uniforme. – Per giunta vergine! Cosa ancora più allettante. -

“Cara Rebecca, mi sembra un po' annoiata... che ne dici se vado a tirarle un po' su il morale?”, chiese con un ghigno malefico.

La “dolce” Rebecca fulminò il vampiro erotomane - e pure marpione – con un’occhiata assassina, prima di sibilare stizzita.

“No! Lei no! Nella maniera più assoluta! Scordati di averla vista. Anzi, quella donna in particolare, non deve neppure accorgersi della vostra presenza. E lei per voi non deve esistere, e se non mi dai retta, giuro che ti faccio fare un bagno nell’acqua santa! È chiaro, vampirone daltonico? Non fa per te.”

Tutto, ma a Rebecca non dovevano toccare Oscar. Meno che mai, Andrè; per fortuna Mister G. non pareva essere nei paraggi. Era sperabile che non venisse notato da una di quelle vampire assatanate. –  Ma dov’è andato Zero! Ma non doveva controllarli? -  stava pensando lievemente esasperata. Il pensiero divenne voce spaventata e leggermente preoccupata...

“Ehm, Carmilla... non sarebbe il caso che Zero tornasse qui? Rido ha puntato Oscar, Jane si sta dirigendo verso la Contessa di Polignac e poco più avanti ci sono sia il Duca di Germaine che il Duca de Guise... prevedo guai”.

“Non preoccupatevi, ragazze”, intervenne Kaname, “Rido lo sistemo io, e in quanto alla piccola Jane, non è ancora in grado di usare i canini, è troppo piccola, quindi non temete”.

“Ti assicuro, bel tenebroso, che i canini li sa usare eccome! E onestamente, non sono quelli a preoccuparmi…”, fu la risposta pronta di Rebecca. Kaname scosse la testa scettico, poi puntò deciso verso Rido.

“Sì, è vero”, continuò Edward, “e sinceramente sento così tanti pensieri malvagi in quei tre che non me la sento di togliere a Jane questo divertimento...”

Rebecca e Carmilla si guardarono, pensando che Edward avesse ragione. Decisero di ignorare ciò che si apprestava a capitare dietro di loro, sperando solo che Jane non si facesse notare troppo; poi, tornarono ad osservare il Merluzzo e la Bella Addormentata, mentre Kaname tornava soddisfatto dopo aver sistemato Rido.

“Kaname, cosa gli hai detto?”, chiese Rebecca.

“Oh, nulla, gli ho solo ricordato che dobbiamo tornare nel nostro manga perché deve venire ucciso da Zero e Yuuki...”

“Però, bel programmino...”, gli rispose Rebecca, un po' perplessa.

Nel frattempo una frase gettò il gruppo diabolico nel panico!

“Oh, Conte, mi ero fatta un'idea completamente sbagliata su vi voi!” No! Vi prego, ditemi che non si è messo in moto il criceto!!!

“Sapete, vi avevo preso per un pavone, un uomo borioso e pieno di sé, un pallone gonfiato dotato di un ego spropositato”

Si! È proprio così, Yuuki! Fermate il criceto, fermate il criceto!!!

“E invece siete un uomo sensibile e romantico. Sapete, cercherò di aiutarvi come posso...”

Ecco, il disastro era fatto. Il fronte Kuran stava annaspando, la battaglia sembrava persa. Carmilla lanciò a Kaname uno sguardo truce, dopodiché lo aggredì.

“E adesso, che si fa? Quella tonta di tua sorella si è fatta abbindolare!”

E lui, con la sua solita grazia e il suo elegantissimo distacco, uscì con una della sue frasi celebri.

“Era già tutto deciso, sapevo che sarebbe andata così...”

A queste parole, Carmilla esplose.

“E no! E no! E basta, caro Kaname, non se ne può più!!! Sei più ermetico di un Tupperware, ed è più facile capire le Centurie di Nostradamus che i tuoi discorsi! Se davvero sai sempre tutto, perché non ci illumini? Perché non ci spieghi il motivo per cui quella cerebrolesa di tua sorella rovina sempre tutti e vuole salvare il mondo! Ma il mondo ci salvi da lei, piuttosto!”

“Non puoi capire, Yuuki è troppo buona, ha un cuore enorme...” disse il bel tenebroso, così tenebroso che il suo cervello in quel momento vagava in un buco nero.

“No, non ha un cuore enorme, ha una giugulare a carica continua, sempre pronta per tutti! E tu che continui ad aspettarla. Ma dico: ti sei mai visto? Sei patetico! La Hino dice che sei un pervertito, secondo lei a confronto con te, il Kamasutra è il Manuale delle Giovani Marmotte, e tu che fai? Stai lì a guardare tua sorella con l'aria da Trottolino amoroso dudu-dadada. E basta! Tu sei uno che dovrebbe far ululare alla luna, e invece aspetti la giugulare di quella patata lessa. Ma sai quante sarebbero pronte a dartela? (La giugulare, non pensate male, maliziosette!)

Ormai non se ne può più! Guarda che casino ha combinato! Dovevamo fare la festa al Conte e invece lei è passata dalla sua parte, vorrai ben dirle qualcosa adesso, o no? Starai lì come al solito, con la faccia da Topo Gigio?”

Kaname guardava Carmilla con aria perplessa e non rispondeva, sopraffatto dalle emozioni e tramortito da una perfetta sconosciuta che gliele stava cantando come mai nessuno aveva fatto durante la sua lunghissima, e quando dico lunghissima intendo circa diecimila anni, vita da immortale.

“Kaname, ti avverto: se prendi ancora una volta le difese di Yuuki, ti porto ai Caraibi e ti lascio incenerire al sole! Ahhh, non vi sopporto, tu e Zero, sempre a struggervi e a triturarci i nervi in attesa di scoprire a chi la darà Yuuki!” (Sempre la giugulare...)

Dopodiché Carmilla se ne andò, dicendo che andava a cercare Shizuka, sperando che almeno lei potesse rendersi utile davvero, e lasciò da solo Kaname, che si mise a riflettere sulla luna e i suoi possibili significati.

Nel tragitto incontrò la sua amica Rebecca che era corsa a cercarla, dopo la sfuriata con Kaname, e Carmilla la supplicò di intervenire, perché la situazione sembrava disperata.

“Calmati cara. Fai un respiro profondo. Forse è arrivata la nostra salvezza. Guarda là…”

Rebecca le indicò qualcuno in direzione dell’ingresso. E fu in quel momento che un personaggio inatteso entrò nella sala, mischiandosi con gli altri ospiti di quella sera. Una donna statuaria camminava lentamente in mezzo alla folla degli invitati, guardandosi attorno con occhiate languide, agitando dolcemente il suo finissimo ventaglio di pizzo nero, ed era davvero troppo bella per essere una comune mortale – e quanto a tirarsela, faceva a gara con Shizuka; - i suoi occhi vermigli tradivano la sua natura. Pelle d’alabastro e capelli mogano che scappavano dall’acconciatura in morbidi riccioli sul collo, aggraziata ed affascinante, avanzava con incedere sinuoso nel suo abito blu notte decisamente scollato, ricamato e decorato con pizzi e merletti più chiari; attirò l’attenzione di tutti, uomini e vampiri. L’ allegro erotomane stava già facendo pensieri sconci su di lei, Edward lo sentiva benissimo.

“Chi è quella?” chiese Carmilla completamente colta di sorpresa.

“Quella è Haidi.” Le rispose Rebecca con tranquillità.

“No. Dai, non può essere vero! Quella Haidi????” continuò Carmilla sempre più esterrefatta.

“Ma no! Che hai capito!? Non stiamo parlando di una dolce pastorella che vive sui monti con le caprette, ma di una vampira ammaliatrice, spietata e seducente; si comporta come una specie di rana pescatrice, ma molto molto più sensuale di una rana… anzi, di un pesce.”

“Oh, sì. Certo… Non mi avevi parlato di lei. Perché l’hai chiamata?”

“Perché insieme a Shizuka è un esca perfetta per merluzzone! Ho pensato a lei all’ultimo momento: il problema è che è quasi indispensabile per i Volturi. Non volevano lasciarla andare. Ho convinto Aro e gli altri due psicopatici dei suoi fratelli, dicendo che c’era un umano che aveva scoperto il loro segreto, e quindi andava eliminato. Volevano prestarmi due delle loro guardie, due segugi altrettanto psicopatici, Felix – Miaoo!! No, non è un gatto come voi potreste pensare!! - e Demetri… Brrr… mi mettono i brividi solo a nominarli. Non ti dico la fatica per convincerli che sarebbero stati superflui e avrebbero dato un po’ troppo nell’occhio. Solo allora hanno accettato di separarsi dalla loro cacciatrice preferita.”

“Sei diabolica.”

“Lo temo anch’io, altrimenti non avrei mai ordito questa congiura.”

Improvvisamente Rebecca e Carmilla furono interrotte da un urlo disumano. - Merluzzone siberiano è stato accoppato!  - Esclamarono eccitate all’unisono. Restarono deluse, - come voi, vero? – e spaventate, quando intuirono che non era stato lui ad urlare.

Il Merluzzo Bavoso era ancora vivo e vegeto, e stava facendo il cascamorto in mezzo a uno stuolo di cortigiane che gli ronzavano attorno come api attirate da un fiore profumatissimo. A quel punto, le due dame scrittrici/serial killer, impallidirono quasi quanto i vampiri, temendo il peggio. Che era successo? Qualcun’altro era stato morso? Le urla provenivano da una delle altre terrazze.

Rebecca e Carmilla si misero a correre sollevando leggermente le vaporose sottane, in direzione delle urla e quando arrivarono sul luogo del delitto, capirono immediatamente cosa era successo. Trovarono Edward che si stava sbellicando dalle risate, mentre assisteva ad una scena piuttosto comica e grottesca. Il vizioso Duca Roland de Guise, aveva tentato un approccio con Jane.

L’aveva seguita per tutta la serata completamente rapito, eccitato dal suo aspetto fresco e acerbo, ingannato dalle sue sembianze angeliche; impaziente, aveva cercato di baciarle la mano, e lei per tutta risposta, quando il duca aveva tentato di afferrarle la manina affusolata, con l’ aria più candida e innocente, e con tutta la sua forza di vampira, prima gliel’ aveva stritolata in una morsa che gli aveva spezzato tutte le ossa delle falangi, del carpo e del metacarpo; poi era passata alla tortura mentale e gli aveva procurato un bruciore allucinante alle sue parti basse. Il viscido nobilastro debosciato, adesso strillava come un porco marchiato da un ferro incandescente, e si contorceva in preda al dolore sul pavimento, sotto gli occhi di alcuni testimoni inorriditi che non capivano cosa fosse accaduto.

Le due dame diaboliche restarono qualche attimo indecise, e segretamente divertite dalla scena che si svolgeva sotto i loro occhi. Poi, Rebecca, a dire il vero controvoglia, fermò la vampirella sadica.

“Basta Jane! Cattiva! Cattiva vampira!!” Le disse agitandole il dito contro a mo’ di rimprovero, bonario, però.

“E tu Edward, smettila di ridere come un deficiente! Non siete qui per divertirvi, ma per lavorare. Mentre voi passate la serata a seviziare duchi e contesse di turno, il vostro, e nostro vero bersaglio continua a sfuggirvi. Un po’ di concentrazione, diamine!!”

Edward con una faccia da schiaffi inverosimile, rispose semiserio.

“Ma io veramente pensavo che quello fosse il Conte di Fersen; oltre a pensieri turpi, aveva anche l’aspetto da merluzzo!”

“Ma vuoi prendermi in giro?? Non fare lo spiritoso! Guarda che ho qualche anno più di te, giovanotto! Se non la pianti di fare il gradasso, ti rispedisco a Forks col primo treno!” Strillò Rebecca irritata all’eccesso.

“Ne dubito fortemente. Ti ricordi che siamo nel ‘700? I treni non li hanno ancora inventati. E comunque, il più vecchio sono io.” Commentò Edward sardonico, prima di dileguarsi come il vento.

Il duca pedofilo era scappato di corsa attraverso sale e corridoi, per andare a gettarsi in una delle fontane del parco, convinto che i suoi paesi bassi andassero a fuoco, mentre il dolore in verità, era solo nella sua mente.

“Perché  lo hai fatto?” chiese Carmilla alla piccola sadica, lontano da orecchie indiscrete.

“Perché Edward mi ha rivelato cosa il signor duca pensava di poter fare liberamente con me.” Rispose Jane molto educatamente, con un candore quasi disarmante.

Rebecca era rimasta assorta, guardava la vampira e le sembrava di avere davanti la sorella ideale di Mercoledì della famiglia Addams; attese che Jane puntasse la sua attenzione altrove, poi confessò all’amica un suo pensiero.

“Detto tra noi, Carmilla: questo è quello che farei io, ai maniaci sessuali e agli stupratori.”

“Capisco. Intendi fare lo stesso servizietto a Merluzzone nostro?”

“Non tentarmi; lui non è uno stupratore, però… potremmo concedergli una morte rapida e indolore. In fondo, non sono così cattiva… ci sarebbero altri personaggi che meriterebbero le cure di Jane e degli altri nostri amici della notte… De Germaine, D’Orleans?”

“Oh, beh… Lasciane qualcuno per un’ altra storia, su. Non esagerare. Ti stai facendo prendere la mano, non ti è bastata quella del Duca? Andiamo a cercare Haidi e Shizuka, che è meglio.”

 

Detto questo, Carmilla cominciò a vagare per i corridoi di Versailles in cerca di Shizuka e possibilmente anche di Zero, che sembrava scomparso nel nulla.

La sua attesa fu breve e si concluse quando sentì la voce di Girodelle e Shizuka provenire da una stanza al primo piano.

“Conte, vedrete che non ve ne pentirete... affidatevi con tranquillità alle mani sapienti del mio acconciatore personale...”, disse Shizuka con voce languida, soffusa, leggera come una ninna nanna.

Carmilla alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché fosse venuto mai in mente a lei e a Rebecca di chiamare i vampiri di Vampire Knight, così decise di entrare nella stanza per interrompere sul nascere quello che avrebbe potuto essere il dissanguamento del tenente capellone, ma ciò che vide la fece restare a bocca aperta.

Seduto su di una poltrona, con un enorme telo a coprire il suo abito, con Shizuka vicino a reggere lo specchio, sedeva Girodelle, tutto intento ad ascoltare le parole di... Zero??? No! Non è Zero... aiuto, ci vedo doppio! E' identico a Zero, però ha degli atteggiamenti più... più... diversi... direi... gay! Oh Santo Cielo, è Ichiru, il gemello di Zero! - Ma chi lo ha invitato?? -

“Ecco qui, Conte, con un po' di lozione, questi bigodini e una buona piega, sarete splendido, ve lo assicuro”, diceva il ragazzo, novello Diego Dalla Palma, mentre tutto gongolante affondava le mani nei capelli di Girodelle e le muoveva ad una velocità tale da fare invidia ad Edward Mani di Forbice.

 

Carmilla seguì la scena basita, senza parole, finché si accorse della presenza di Zero, che silenzioso e pensieroso - e con un nome simile, chi non lo sarebbe? - guardava perplesso il gemello, chiedendosi come avesse fatto a non accorgersi prima del suo talento.

“Zero! Cosa fai qui? Sotto sta succedendo un delirio! Jane che tortura a destra e a manca, Rido che ha il testosterone a livelli mai visti negli esseri umani, Edward che ha scoperto la bellezza della malvagità e Kaname che guarda il tutto senza muovere ciglio. Ah, ovviamente Yuuki si è fatta fregare dal Merluzzo...”

Alla parola “Yuuki”, l'hunter scattò in piedi, correndo di sotto e pronunciando frasi senza senso, tipo la mia Yuuki, devo salvarla, Kuran tieni giù le mani.... Come al solito, non aveva capito nulla!

“Shizuka!”, si rivolse poi alla vampira “Ora basta! Liberate Girodelle e tu torna al tuo lavoro. Haidi è già nella sala, stiamo aspettando te, muoviti!”

“No, non vengo”, disse lei “voglio stare qui e vedere cosa farà Ichiru.”

“Machissenefrega di Ichiru!!!”, esclamò Carmilla, ormai isterica, “Vai sotto e non discutere, altrimenti ti mando qui Kaname!”

“Oh, il piccolo Kuran...”, esclamò lei, più svampita che mai.

Piccolo Kuran? Piccolo? Ma se è alto un metro e novanta!!! Ah, forse piccolo di età rispetto a lei... mah, chissà.

“Si, proprio lui, quel piccolo Kuran che poi ti strapperà il cuore dal petto, ma con molta classe e dolcezza - d'altra parte un principe è principe anche quando uccide -, non temere... o forse preferisci che ti mandi su il tuo fidanzatino super eccitato?”

“No... va bene... scendo... uffà, che noia, però...”

Carmilla l'avrebbe volentieri strangolata, non fosse per il fatto che non l'avrebbe comunque uccisa e c'era ancora Fersen da sistemare.

Rebecca, tutta trafelata, aveva nel frattempo raggiunto l'amica per annunciare che lo stocca/fesso, come da copione, aveva già notato Haidi e questa si apprestava ad iniziare il suo gioco perverso.

Mentre le due seguivano Shizuka, sentirono la voce di Girodelle che tesseva le lodi all'abilità di Ichiru e questi che rispondeva così: “Che dite se rimango in Francia? Potrei rimanere qui a Versailles, mi farei chiamare Iscirù, le coiffeiur de le palais...”

E Shizuka che gli urlava un educatissimo: “Scordatelo! Sei il mio giocattolo, non quello di altri...”

Indubbiamente, la vampira gnocca aveva le idee chiare...

 

Lasciato il tenente capellone alle cure affettuose del gemello di Zero, finalmente le due dame ferine con Shizuka raggiunsero il grande salone e notarono come Haidi avesse catturato tutta l’attenzione dello svedese che, con la velocità del lampo, si era già scordato di ogni altra dama attorno a lui. Haidi, naturalmente, sapeva giocare molto bene le sue carte. E il conte finì nella rete della conturbante pescatrice, come ogni bravo merluzzo che si rispetti, ovvio.

Carmilla e Rebecca si avvicinarono ma non abbastanza da udire con chiarezza la conversazione tra Fersen e la Vampira, ma colsero la strategia di conquista operata da quest’ultima.

“Dunque siete italiana… ma il vostro nome non fa pensare ad origini italiane…”

“Sono di origini tedesche… ma vi assicuro che nel profondo sono legatissima all’Italia. Anche voi siete straniero in terra straniera… abbiamo qualcosa in comune. Dovremmo poterci consolare a vicenda, non credete?”

La vampira lo seduceva col tono sensuale della sua voce dal timbro melodioso, quel canto di sirena che attirava le sue vittime nella tana.

“Con voi, sarebbe ben altro che una consolazione, mia cara. – alluse, prima di continuare a provarci spudoratamente. - Pensavo all’ Italia, un paese fantastico che conosco davvero bene, una terra ospitale… profumata… calda…”, disse il conte con fare malizioso, bisbigliando vicino all’orecchio della vampira, che già si stava eccitando col profumo del suo sangue.

“Allora, dovete conoscere Volterra… ci siete mai stato? Una cittadina piena di tesori, vi potrei fare da chaperon…”

-              Haidi, piantala di perdere tempo! Non devi fargli da guida turistica…-  sibilò Rebecca nervosa - …devi attirarlo nell’alcova! – aggiunse Carmilla all’indirizzo della vampira, che sicuramente le sentì e proseguì col tono più svampito e suadente.

“Lì, ci sono tutti i miei amici; Alec, Demetri, Renata, Marcus… piacereste tanto anche a loro; sono gente ospitale, non immaginate quanto… aprirebbero la loro dimora e vi accoglierebbero al loro banchetto…”

“Ci sarebbe da bere dell’ottimo vino italiano…”

“Il nettare più squisito e dissetante…”, rispose Haidi con gli occhi che luccicavano di bramosia.

E il gran marpione, che capiva tutta un’altra cosa, pensava di essere cacciatore e invece era preda; neppure sospettava quello che Haidi stava realmente immaginando e d'altronde, come avrebbe potuto? Il suo unico neurone era già impegnato in altri pensieri... - Pensieri... bhè, diciamo che ci stava provando.

 

“E voi, mia bellissima Haidi, sareste altrettanto calda e ospitale? Mi accogliereste tra le vostre braccia?” 

Che fascino, eh? Chissà dove vuole andare a parare…

“Oh, sì… e non vi lascerei più andare. Voi mi piacete, conte. Mi piacete davvero tanto… Volete scoprire quanto sono calda, conte? Vi sorprenderei, credo… ma sarebbe più interessante sentire quanto brucia il vostro sangue… quanto s’infiamma… non vedo l’ora…”

Haidi era passata decisamente alle maniere forti. Merluzzone non aveva più scampo. E prima che potesse proporre una qualsiasi iniziativa, Haidi notò Shizuka avanzare languida verso di loro, spinta in avanti dalle due orchestratici che dirigevano quella giostra.

“Ma prima, voglio presentarvi una mia carissima amica, che credo saprete apprezzare; sicuramente lei apprezzerà voi.”

Quando Fersen si trovò dinnanzi alla splendida creatura dall’abito viola, pensò che fosse troppa grazia. Due in un colpo solo.

- Ti accorgerai tardi che non è grazia, marpione! –

Shizuka si avvicinò al conte con aria da vera provocatrice e, sorridendo in un modo che avrebbe sciolto gli icebergs del polo Nord, si rivolse ad Haidi senza smettere di puntare sul merluzzo il suo sguardo più seducente.

“Cara, posso unirmi alla vostra deliziosa compagnia? Da sola, mi annoio a morte… magari in tre ci divertiamo…”

Il conte venuto dal freddo, che non doveva chiedere mai, ma che rompeva i marroni sempre, si lasciò andare al pensiero che Versailles ultimamente brulicava di gente bizzarra, ma davvero attraente.

Dunque, perché non approfittarne? 

Fersen gongolava, accompagnandosi compiaciuto e orgoglioso al braccio di due donzelle tanto avvenenti che chiaramente, si erano mostrate bendisposte e disponibili a una sana notte di sesso e passione travolgente.

- Il triangolo no! Non lo aveva considerato, - ma in fondo, a lui, uomo di mondo, piaceva fare nuove esperienze,

- Vedrai merluzzo bavoso! Questa sarà indimenticabile! - esplorare nuovi territori sconosciuti.

Come si dice, tanto va la gatta al lardo…

 

 

A proposito di Edward: dove si era cacciato?

Nessuno aveva fatto caso a lui, nel momento in cui si era allontanato, sottraendosi al controllo di Rebecca e Carmilla; muovendosi rapido e invisibile, aveva seguito il duca pedofilo, annusando la scia bestiale di pensieri innominabili, che proveniva da quella mente depravata.

Intanto, nel salone delle feste di Versailles, facendo lo slalom tra dame e gentiluomini, due eteree fanciulle concupivano l’odiosissimo svedesone imbalsamato per trascinarlo in camera da letto, e lì, fargli un altro tipo di festa; - Lui era il festeggiato, ma i vampiri gli invitati al dessert!

Rebecca e Carmilla, autrici/pazzoidi della congiura, terribili come le furie mitologiche, da un angolo della sala si godevano la scena del baccalà irretito e insidiato, pregustando forse un po’ troppo presto la vittoria.

Mentre Haidi e Shizuka agivano indisturbate, all’esterno della reggia, lontano dal vero campo di battaglia cadeva la prima vittima. Nessuno lo sapeva ancora; nascosta nel buio della notte che confondeva le sagome scure degli alberi, un’ombra sinistra troppo veloce per essere vista, piombava rapace sullo schifoso, putrido, ma succulento Duca de Guise; il vampiro giustiziere solitario, in perenne astinenza da sangue umano, star dei films sulla saga di Twilight nonché idolo delle teenagers di mezzo mondo, aveva definitivamente dato un bel calcio alla dieta vegetariana.

 

 

Continua…

 

 

Siete sopravissute fin qui?

Coraggio, il prossimo capitolo sarà l’ultimo, poi i vampiri torneranno a casa.

Ancora grazie e seguiteci fino alla fine della festa, se vi va, e non siete impressionabili.

Come al solito; fans di Fersen evitate di leggere.

Le folli autrici serial killer.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** L'ultimo teatro della battaglia ***


3 – L’ultimo teatro della battaglia

3 – L’ultimo teatro della battaglia

 

 

E siamo alla fine. Scusate il ritardo, ma tra problemi logistici e ispirazione, è stato un capitolo ostico da scrivere.

Noi ce l’abbiamo messa tutta. Buona lettura.

 

******

 

 

La battaglia si preannunciava più dura del previsto. Rebecca e Carmilla ancora non sapevano cosa le attendeva.

Avrebbero dovuto sudarsi le proverbiali sette camicie – e magari, anche più di sette! E forse, anche i pantaloni e le mutandine! – per ottenere il risultato che si erano prefissate e godere veramente del profumo della vendetta, ai danni dell’irritante, borioso bellimbusto venuto dal grande freddo.

Pareva che tutto stesse filando liscio secondo i piani delle due signore perverse in crinoline; le vampire Haidi e Shizuka avevano preso il merluzzo puzzolente all’amo, e lo stavano trascinando senza troppa fatica attraverso sale e corridoi di palazzo per portarlo al luogo convenuto, quando furono bruscamente interrotte da un fatto curioso.

Un gruppo di uomini e donne era entrato correndo nel salone, richiamando l’attenzione degli altri nobili presenti; tra questi, una marchesa ignota e non ben precisata era entrata nella sala, lanciando urli terrorizzati a destra e a sinistra.

“Hanno ammazzato il duca! Hanno ammazzato il Duca De Guise!” gridava a pieni polmoni come un’ossessa.

Il cadavere sanguinolento del Duca pedofilo era stato trovato in giardino, vicino alla grande fontana del parco. La nobildonna in preda all’isterismo, era quasi svenuta per lo spavento e adesso, c’era chi si attardava attorno a lei per rianimarla, facendole annusare una boccetta di sali.

Uno stuolo di cortigiani curiosi con il gusto dell’orrido, si erano precipitati all’esterno per vedere la vittima, che a detta di alcuni testimoni presentava i segni di strani morsi sul collo. Naturalmente, tralasciando quello che stava accadendo nel salone principale tra Fersen e le sue due inquietanti accompagnatrici, anche Rebecca e Carmilla erano accorse fuori attirate dagli schiamazzi.

“Quale strano animale può aver fatto questo?” domandò qualcuno tra i nobili presenti. Certo, nessuno poteva conoscere la risposta, tranne le due dame corresponsabili dell’accaduto, che adesso, osservavano la scena con espressioni tese e preoccupate.

Se Merluzzone Bavoso era innocuo, in quanto organismo unicellulare – ameba! - privo di pensiero, i vampiri invece pensavano bene, troppo e soprattutto, agivano senza regole e senza motivazione, spinti solo dall'istinto; quale istinto fosse, sete di sangue, lussuria o altro ancora, era tutto da capire.

“Accidenti! Che guaio!” imprecò Rebecca sottovoce. Mentalmente, stava già lanciando anatemi terrificanti, maledizioni e ingiurie velenose al vampiro idiota, responsabile di quel disastro. Lei sapeva benissimo chi era il colpevole.

“Non pensavo che avrebbe perso il controllo così facilmente. Accidenti a lui!” a quelle parole, Carmilla la guardò dubbiosa.

“Vuol dire che sai chi è stato? Stai pensando a Rido, per caso? O il mio fascinoso Kaname?”

“No, non è stato Rido, e neppure il tuo principe Kaname… Quel disgraziato! Prima, lo faccio torturare da Jane, mentre lo obbligo a sorbirsi i pensieri tediosi di Yuuki che devono essere più insulsi di quelli di Bella Swan, e poi lo do in pasto ai licantropi. Carmilla, dobbiamo cercare Edward e fargli un bel discorsetto! Non può andare in giro, tutto vispo e allegro, a sbranarsi chi vuole lui!” e senza aggiungere altro, girò sui tacchi e puntò decisa verso la reggia come un carro armato nazista, pronto a sfondare le linee nemiche, tanto che nel breve tragitto travolse alcuni malcapitati che si trovarono a incrociarla. – Ehi, ma che maniere! -

Carmilla le corse dietro tentando inutilmente di placare la sua ira funesta, che stava raggiungendo pericolosi livelli di guardia.

Rientrate a palazzo, la grossa sorpresa fu che non trovarono Edward, come avrebbero sperato, ma quella beata mentecatta di Yuuki che stava tentando di convincere Merluzzone surgelato Findus – e scusate la pubblicità, ma dobbiamo pur campare di qualcosa - a non appartarsi da solo con le due subdole, letali vampire che lo accompagnavano sorridenti, festose e ingannevoli.

“Oh, Mademoiselle! Proprio voi; posso presentarvi le mie due nobili amiche? Sono simpaticissime, sapete? Non si preoccupano dell’etichetta e sono senza freni! Non potete sapere quanto... Volete unirvi alla nostra allegra brigata? – Ridacchiava Fersen, sotto l’effetto di stupefacenti alcolici; in altre parole, vino, che le due espertissime succhia/sangue gli avevano fatto bere per stordirlo – Più siamo e più ci divertiamo! Su, venite con noi! Bisogna godersi la vita finché si può. Non ve ne pentirete!”

- Questo è il massimo del pensiero filosofico del grand’ uomo… e sì conte, goditi la vita, quella che ti rimane… -

“Vi assicuro che immagino benissimo quanto siano simpatiche e spiritose. Conte, voi non siete lucido in questo momento, ma vi pregherei per il vostro bene di astenervi dal continuare a bere, e soprattutto… - quindi abbassò il tono della voce riducendolo a un bisbiglio – evitate di seguire queste due signorine, all’apparenza tanto affascinanti. Credetemi potreste pentirvene amaramente: non sono esattamente quello che sembrano… fidatevi di me…”

Fersen era troppo ottenebrato dall’alcool per darle ascolto, ma anche in caso contrario, non avrebbe fatto alcuna differenza. Anche da sobrio, il baccalà sotto sale non brillava certo per sagacia e acume, e soprattutto, vantava la pretesa assurda e malsana di capire le donne al primo colpo d’occhio. Chi, se non lui, potrebbe comprendere i moti dell’animo femminile!?

Infatti!! La cara Oscar può confermare che il nobile superfesso dall’occhio di triglia, al primo sguardo l’ha presa subito per un ragazzo!! Lui sì, che sa riconoscere una donna, soprattutto quando è innamorata!! A occhi chiusi… o a naso, se preferite. Ma come! Avete ancora dei dubbi? Donne di poca fede!! -

Haidi e Shizuka guardarono Yuuki con occhiate ostili che volevano significare, con te facciamo i conti dopo…

Rebecca aveva sentito abbastanza, il limite di sopportazione era stato raggiunto e ci sarebbe voluto davvero poco a farle saltare i nervi.

Carmilla non si capacitava di quanto stava accadendo; quella ragazzina petulante e assurda l’aveva chiamata lei, e si stava chiedendo se non avesse commesso un clamoroso sbaglio. Iniziava a pensare che invece di tutti questi vampiri moderni, vanesi, effeminati e modaioli, avrebbe dovuto convocare il principe delle tenebre per eccellenza: il conte Dracula in persona espressamente dalla Transilvania.

Non lo disse, ma forse Rebecca ebbe il suo stesso pensiero.

“No, te lo giuro, Carmilla… con Twilight, in materia di vampiri controtendenza, io pensavo di aver letto tutto, ma questa tipa qui, con gli occhi stile Candy Candy, supera ogni immaginazione. Sei sicura che sia davvero una vampira? È più buona lei di Madre Teresa di Calcutta, Dolce Remy, il dottor Carlisle, e tutta la famiglia Cullen al completo. Ha l’istinto di un angelo custode! E io, che credevo che i vampiri del tuo manga fossero un branco di demoni assetati di sangue! Ma non ce l’avevi una bella e fatale vampira sanguinaria e crudele da prestarmi, invece di questa smemorata priva di corteccia cerebrale?”

“Sì, lo so. Yuuki è uno scherzo contro la natura vampiresca, però è davvero una vampira. Non lo so perché fa così, forse è caduta dal seggiolone da piccola, o ha bevuto del sangue avariato, che ne so! Comunque, io credo che quando sua madre le ha tarpato la sua natura di vampira per proteggerla da Rido, le ha tarpato anche qualche neurone di troppo, perché non è possibile che lei sia così tonta! Ti pare normale una vampira che si nutre solo se suo fratello si apre una vena e la obbliga a bere??? Però è vero, è colpa mia, credevo che almeno come esca sarebbe stata un pochino utile, e invece è proprio una frana... Povero Kaname, mi fa una pena quell'uomo! Certo se avessi chiamato Sara... però lei assomiglia più ad una Barbie con spiccate tendenze saffiche e temevo problemi per Oscar... ohhh, Rebecca... sono andata nel pallone!!!”

“Tendenze saffiche? No per carità; mi pare che ci sia già abbastanza confusione sessuale e conflitti intimi nella nostra madamigella. Altrimenti, povero Andrè… non vorrei dovesse trovarsi contro un’ altra rivale, oltre a Fersen. Comunque non posso biasimarti; anch’io sono stata reticente a chiamare alcuni membri dei Volturi. Eppure sarebbero stati micidiali, assolutamente spietati.”

Ma le preoccupazioni non erano ancora finite: alla minima distrazione del team “Abbasso merluzzone bavoso del Baltico”, quest’ultimo, più viscido di un’anguilla sgusciava via da tutte le parti, sfuggendo temporaneamente alle grinfie di chi lo aveva ghermito.

Avvenne così che, proprio in quel momento, l’attendente del colonnello delle guardie reali, aveva fatto capolino nella sala, passando defilato lungo le pareti; stava andando a raggiungere il comandante all’esterno della reggia.

Il bel giovane, che ai più passava inosservato – Storie!! Credete che un pezzo d’uomo simile possa passare inosservato? Certe fanciulle civettuole, ma di notevole gusto, avevano notato il bel scudiero di Madamigella e sospiravano per lui; solo quella tonta soldatina bionda non se n’era accorta! – dicevamo, il nostro eroe preferito attirò tutta l’attenzione delle due assatanate in crisi d’astinenza da uomini caldi, vivi e veri, dimenticandosi che avrebbero dovuto prendersi cura di Fersen/scemo.

“Ooh, è questo fusto bruno chi è? Per tutte le potenze oscure, che gran bel ragazzo! E che buon profumo.” Esclamò con vivacità Haidi.

“Ma che ci facciamo con questo stoccafisso, quando possiamo avere quel dio greco dagli occhi super sexy?” Si unì a lei Shizuka, che in quanto ad occhi aveva seri problemi, poverina; i suoi due pupilli gemelli avevano gli occhi viola, il suo fidanzato uno rosso e uno azzurro, quindi non le sarà sembrato vero vedere un figone con degli occhi normali.

“Guarda che bocca da baciare… e da mordere… e che magnifici occhi verdi. Mi sta venendo sete; gli farei di tutto e mi lascerei fare di tutto da lui.” -Vampira buongustaia...-

“Come ti capisco. I suoi occhi… Peccato lasciarli così, quando potrebbero diventare rossi; sarebbe uno splendido vampiro, altro che Kaname!!” proseguì Shizuka eccitata, passandosi la lingua sulle labbra rosse e piene.

- E sì, avete capito benissimo; stava pensando quello che credete voi… -

“Si può avere il suo indirizzo internet?” chiese Haidi in completo delirio.

“Non credo abbia la connessione internet…” – Eccolo!! www. Superfigo.it  …calma ragazze, non spingete. -

E le due colpite e affondate dal Grandier, mollarono lì sul posto, il superfesso come un allocco imbalsamato per raggiungere l’oggetto affascinante della loro adorazione e brama.

- Oh, Dio!! Oh, Dio!! Aiuto! Allarme rosso!! Pericolo! - Carmilla e Rebecca avevano colto ogni singola parola delle due femmine assetate in calore, e sbarrarono gli occhi terrorizzate.

“Bisogna fermarle subito!” Urlò Rebecca in preda all’ansia assoluta.

“Zero! Zero! Dove sta quell’hunter da strapazzo coi capelli candidi come la neve! Vallo a cercare immediatamente, dev’ essere qui in giro. Io intanto, cerco di distrarre le due vampire ninfomani.”

“E come pensi di fare?” domandò Carmilla, mentre si guardava attorno alla disperata ricerca di Zero.

“Non lo so, hai qualche suggerimento? Devo porgere loro il collo? Le minaccio?”

“Brava! Bella idea. Ricorda loro che se non compiono la missione a dovere, segnaliamo la loro presenza a Madamigella Oscar e a tutta la Guardia Reale in modo che le catturino e le leghino ai cancelli di Versailles, dove resteranno fino all’alba del giorno dopo. Sai, la paura del sole fa miracoli con i vampiri!”

“Di sicuro, fa miracoli con i tuoi vampiri, ma i miei non hanno paura del sole, un’altra delle belle pensate strampalate della Mayer! I vampiri di Twilight sono modificati geneticamente come gli OGM; al sole brillano più dei cristalli di Swarosky, capisci? E non si sciolgono!”

Ma si fermò di botto, come fulminata da una rivelazione.

“Però…”

“Però cosa?”

“Mi è venuta un’altra idea. Vai a cercare Zero e portalo qui. Io intanto vado a riacciuffare quelle due cretine gasate, per rispedirle alle calcagna di Fersen.”

Rebecca si dileguò e si mise sulle tracce delle due svampite che erano corse dietro al Grandier, tracce che la portarono nel parco della reggia; Andrè stava per raggiungere Oscar sul luogo del delitto dove era stata chiamata per indagare sul fattaccio, quando Haidi e Shizuka lo avevano bloccato con una scusa puerile – potete aiutare due fanciulle in difficoltà? La mia amica ha perso il suo anello di fidanzamento in mezzo a queste siepi e non riusciamo a trovarlo con questo buio. Ci potete aiutare, signore? – naturalmente il dolce e gentile attendente si era offerto prontamente di aiutare le due donzelle in ambasce. – Andrè, anche tu, però… cascarci così! Gli uomini sono tutti uguali; basta la visione fugace di una caviglia nuda e l’unico neurone che possiedono scende pericolosamente dal cervello ad una ben identificata zona tra l'ombelico e le gambe. Lo dico sempre: con il genere maschile l’evoluzione della specie si è fermata. Con Merluzzone poi, non è mai neppure iniziata! Provate a dire che non è così… i tempi parlano chiaro, mi sembra. - Poi Shizuka aveva finto di ritrovare l’anello e le due volpi astute si erano dilungate in ringraziamenti, gentilezze e complimenti. E così il trio lescano aveva fatto amicizia e Andrè si era lasciato andare a confidenze pericolose sul suo amore segreto non corrisposto, suscitando la commozione incredibile delle due creature ambigue.

“Oh caro Andrè, siete così tenero… in tutti i sensi; - avete capito a quali sensi si riferisce la vampira, vero? - accendete il mio lato romantico, e sapete, non è un fatto che mi accade spesso…” stava commentando Shizuka, che sbatteva le ciglia lunghe come se dovesse prendere il volo da un momento all’altro, e guardava Andrè come se stesse contemplando un’ opera d’arte.

Anche Haidi era provata e turbata da una vicinanza tanto seducente e profumata.

– Avete presente Edward che si trattiene dalla voglia di saltare addosso a Bella? Ecco, ancora peggio.-

“Oh, Andrè, scusatemi se ve lo dico così brutalmente, ma sbagliate a fissarvi con una donna che non vi nota neppure; siete un bel giovane affascinante e a modo, oltre che molto gentile. Con quegli occhi, potreste avere tutte le donne che volete ai vostri piedi. Noi ad esempio, vi apprezziamo moltissimo. Ci avete conquistate, sapete? Lasciate che ve lo dica con sincerità: chi non vi vuole, non vi merita. E noi, invece, che vi vorremmo così tanto…” – Anche noi, vero? -

“Ben detto Haidi! – esclamò convinta Shizuka, poi si rivolse direttamente al giovane attendente – caro Andrè, a noi piacerebbe potervi aiutare in qualche modo, abbiamo ottime capacità persuasive; magari, potremmo convincere la vostra bella… se vi vedesse con noi sono certa che diventerebbe gelosa dalla rabbia. Scommetto che non sarebbe così indifferente come dite…”

Haidi e Shizuka si accompagnavano come due ventose ai lati di Andrè, tenendosi a braccetto; pendevano letteralmente dalle sue labbra.

“Vi ringrazio signorine, siete davvero gentili a preoccuparvi per me, ma credo sarebbe inutile con la donna in questione. E poi, c’è un altro problema di cui non vi ho ancora parlato: lei, oltre a non sapere nulla di ciò che provo, è innamorata di un conte straniero, uno spocchioso bellimbusto donnaiolo che fa volteggi e acrobazie tra un letto e l’altro, eppure si dichiara innamorato infelice della nostra sovrana…”

- Merluzzone maledetto! – esclamarono le due in coro, sorprese più che mai.

“Come, prego?”

“Niente Andrè, non badate a noi… ci siamo fatte coinvolgere troppo dalla vostra storia…”

Rebecca era arrivata in tempo per interrompere l’idillio.

“Voi due, che state facendo? Venite via da lì!” e senza tante cerimonie, sciolse le loro braccia da quelle di Andrè, prima di rivolgersi a lui.

“Scusa Andrè, ma devo parlare in privato con le mie parenti qui, affari di famiglia!!” disse afferrandole per le braccia e trascinandole con una forza impensabile, e lasciando il giovane costernato di fronte a una totale sconosciuta che lo aveva chiamato per nome come se lo conoscesse. Quando furono abbastanza lontane da non essere udite da nessuno, passò alle minacce suggerite da Carmilla per la vampira giapponese, ma con Haidi dovette cambiare tattica.

“E con te, cara la mia Voltura, se non torni con la tua collega dentro quella sala a fare quello che dovete, chiamo Aro, il tuo signore e padrone, e gli dico che ti sei esposta al sole in bikini ridotto, dando spettacolo davanti a tutti come un’insegna di Las Vegas. Così se non può farlo il sole, ti incenerisce lui quando torni a Volterra. – fece una pausa, prima di aggiungere risoluta - È chiaro il messaggio?”

“Oh sì, va bene! – sbuffò Haidi, senza nascondere un po’ di irritazione - Calmati, mi sembri isterica. Ci occuperemo di Fersen come ci avete chiesto, ma sappi che io e Shizuka lo facciamo solo per il dolce Andrè, perché ci è simpatico!!” concluse, alzando le spalle con aria annoiata e irriverente. Beh, in verità, di Aro aveva paura.

Rebecca sospirò alzando occhi e braccia al cielo.

“Fatelo per chi volete, basta che lo fate!”

“Però prima di raggiungere il conte, possiamo dare un morsetto ad Andrè? Solo un bacio d’addio…” provò a chiedere Shizuka.

“NOOO! NON VOGLIO RIPETERLO! Su, via! Andate! Andate!”

 

Veloci, tornarono insieme all’interno della reggia, nella sala dove Fersen era stato abbandonato.

Rebecca, per sicurezza, le seguì a breve distanza. Raggiunto il salone delle feste, la mefistofelica autrice lasciò vagare distratta lo sguardo tra la gente; notò in fondo, un po’ defilati vicino alle grandi vetrate, un capannello di vampiri formato da Jane, Kaname, Rido.

Edward era in mezzo a loro e sembrava molto coinvolto e impegnato in una discussione animata e vivace; qualcuno tra loro rideva con gusto, ammirato dal racconto raccapricciante che stava ascoltando. – Indovinate chi?

Per un momento, per colpa di Yuuki e di tutto il resto, Rebecca si era scordata del giovane Cullen, ma le tornò subito alla memoria quello che era accaduto solo qualche ora prima, nel parco, al vecchio pervertito De Guise.

Si ricordò della ramanzina che si era ripromessa di fare all’ex-vegetariano, quindi si avvicinò decisa seguita dall’amica Carmilla, che nel frattempo era tornata, ma senza Zero al seguito.

Quando furono in prossimità del gruppo colsero l’argomento incredibile della conversazione che stata attirando l’attenzione degli immortali.

Edward, esaltato dalla sua impresa, preso dalla potente sensazione del momento, dal piacere del sangue, si era messo in testa di ripulire il mondo dai malvagi... e si sa bene quanto i fanatici e i megalomani siano più difficili da gestire.

“Sarò il primo vampiro vigilante della storia, proteggerò gli innocenti dai mostri! Sarò l’angelo vendicatore degli oppressi… difenderò i più deboli, salverò le donne dai violentatori…” esclamava euforico, agitando le braccia, affondando le mani nei capelli, eccitato, neanche avesse ricevuto una chiamata divina, mentre Kaname e gli altri lo guardavano come se oltre al sangue si fosse bevuto il cervello.

Rido, che aveva sentito abbastanza scemenze, si allontanò dal piccolo clan di vampiri, attratto dagli sguardi di due giovani e provocanti dame che lo stavano fissando con evidente, malsano interesse. Edward, senza scoraggiarsi e in completo delirio da onnipotenza, continuò a raccontare le sue gesta eroiche a Kaname e Jane.

“E tutto questo, grazie al mio potere di leggere nella mente dei reprobi! Ucciderò i cattivi e non dovrò più sentirmi un mostro disumano! Sì, sarò il GIUSTIZIERE DELLA NOTTE!!” gridò con autentico fervore, senza curarsi di Carmilla e Rebecca che lo stavano ascoltando allibite.

“OOOH, CHARLES BRONXON!! MA TI DAI UNA CALMATA!”

Urlò Rebecca completamente fuori di sé. Aveva perso definitivamente il controllo dei nervi. Mai avrebbe creduto che tra tutti, proprio Edward sarebbe riuscito a tanto.

“MA CHI TI CREDI DI ESSERE?? BATMAN 2 LA VENDETTA?  SONO IO LADY VENDETTA, E NON TU! RICORDATELO!”

Rebecca continuava a urlare come un’aquila isterica, ma Edward sembrava non sentirla.

“Sì, hai ragione! Batman esiste e sono io!” disse esplodendo in un impeto di gioia incontenibile.

Non contento, aggiunse: “Magari scriveranno un romanzo con le mie gesta…” Fu il colpo di grazia.

 Veramente è già stata scritta una saga completa, e non è neppure così interessante. Comunque il vegetariano fulminato era entrato pienamente nella parte, che per ironia, calzava a pennello; stava pensando davvero di procurarsi il costume nero dell’ uomo pipistrello! –

All’ultima uscita delirante, Lady Vendetta si mise a ringhiare come un cane idrofobo. Era davvero troppo.

“Oh, Dio! È più grave di quanto pensassi. Carmilla, quando ci saremo liberate del merluzzo svedese, assoldiamo il dottor Van Helsing e Buffy l’ammazza vampiri e facciamo una strage di queste odiose sanguisughe!! A cominciare proprio da lui!” e puntò il dito indice contro Edward, che non si scompose più di tanto e rincarò la dose.

“Anche tu, Rebecca… nutri pensieri poco pacifici; forse, dovrei eliminarti…”

“È un terrorista! Ho assoldato un terrorista!!” Esclamò la poveretta totalmente costernata.

I discorsi a sfondo bellico vennero momentaneamente abbandonati quando le due si accorsero che Zero si era avvicinato, e dal suo sguardo furente non si presagiva nulla di buono. Aveva assistito alla scena, e pensò fosse il caso d’intervenire e calmare i bollori da giustiziere della notte del vegetariano impazzito, riconvertito al sangue umano.

“Ehi, Mister vendicatore solitario, frena l’entusiasmo, altrimenti sarà peggio per te. Anche se non ti bruci al sole, un modo per eliminarti, lo trovo di sicuro: sono un tipo pieno di risorse.”

Poi si rivolse alle due vampire che puntavano lo svedesone.

“Sentite, già sopporto poco questo posto e la vostra presenza, per tanto, cercate di darvi una mossa in modo che ce ne possiamo andare tutti presto”, disse Zero, che come al solito preferiva vivere in solitudine – tipo eremita sui monti, magari - prendendosela con il mondo intero per il fatto che era un ragazzo sfortunato - direi depresso. O è mancanza di sano sesso??

“Avanti, Zero, vieni a divertirti con noi.”, gli chiese Haidi, sperando in una risposta positiva.

“No, grazie. Le ammucchiate non mi piacciono. Anzi, se non tornate subito in azione e vi prendete quello stupido marpione svedese, giuro che vi pianto due pallottole in fronte”.

- Personcina allegra eh? –

Shizuka tentò di calmarlo e, se possibile, di coinvolgerlo più attivamente, ma tutto ciò che ne guadagnò fu una pistola puntata contro.

“Allora, non basta che ci abbiano fatto riunire qui a dare la caccia a questo Conte che, tutto sommato, non mi sta neanche così antipatico, - e per forza, pure te sei soprannominato Merluzzo in un forum, solo che non lo sai!!! -  non basta che mi devo sorbire la presenza di Kaname, non basta che ho appena scoperto che mio fratello gemello è diventato un parrucchiere... devo ANCHE fare la guardia a due vampire ninfomani che si gettano senza ritegno su ogni esemplare di essere umano di sesso maschile??? Ah, e ovviamente una delle due ninfomani è quella mi ha trasformato in vampiro... - e sì, perché voi non lo sapete ma, udite udite, anche il nostro fighissimo hunter è un vampiro!  - Badate, o la smettete all'istante, o vi pianto una pallottola in fronte, subito!”

Haidi non si scompose, anzi, espresse la teoria secondo cui Zero era così acido perché non aveva una compagnia femminile con la quale allietarsi - e francamente, tutti i torti la vampira non li ha - motivo per cui gli chiese di unirsi a loro per la festa a Fersen.

Il cortese invito di Haidi fu ripagato da un'occhiata di fuoco seguita da un disinnesco della sicura della Bloody Rose, la pistola anti-vampiro che Zero aveva in custodia.

“Ok, ho capito il messaggio”, rispose affranta Haidi, “però secondo me sbagli... potresti davvero divertirti con noi due... Shizuka, andiamo a prenderci questo Merluzzone, prima che il tuo cucciolo si arrabbi”.

Shizuka annuì e le due si diressero alla volta di Fersen, che sembrava davvero non aspettare altro.

Nel frattempo Rido, che nessuno si era accorto essersi allontanato, fece la sua comparsa accompagnato da due vistose dame, due cortigiane, nel vero senso del termine.

- A ‘sti vampiri piacciono proprio le figure geometriche con tre lati! -

Rebecca stava per corrergli dietro, mentre Carmilla si era attaccata al braccio di Kaname e gli chiedeva in modo ossessivo di intervenire prima che Rido sfoderasse le sue arti.

- Tentare con del bromuro? Non lo so, era già stato scoperto? O un infuso all'aglio? Mah, chissà... -

Una cosa era certa, Rebecca e Carmilla erano in difficoltà e rischiavano di diventare parte integrante della festa, oltre a Fersen.

Rebecca, che seguiva la scena con Carmilla, non potè trattenersi dal pensare che anche Zero aveva l'animo da terrorista e che quindi sarebbe stato benissimo in coppia con Edward.

“Sai, Carmilla, credo davvero che chiamare Van Helsing e Buffy ci servirebbe. Oltre ad Edward dobbiamo far sistemare anche Zero.”

“No, a lui non serve né Van Helsing né Buffy. A lui serve un bravo psicologo e la giugulare di Yuuki”.

“Ohhhh, ancora lei!!!” - Ma cos'è? Tutti pazzi per la cerebrolesa? È una sorta di accoppiata velina/calciatore ante-litteram???

“E che ci vuoi fare, è innamorato perso!”, esclamò Carmilla cercando di difendere Zero nonostante il suo evidente caratteraccio.

Le due vampire, pur senza troppo entusiasmo, piuttosto che continuare a sentire le ramanzine di Zero, a malincuore – e come non capirle!! - avevano preferito mollare il simpatico Andrè, per tornare sensuali e ammaliatrici verso Fersen, che ovviamente non aspettava altro.

Zero, dopo il suo sfogo di frustrazione, era tornato silenzioso e mogio come sempre, e ora si apprestava a seguire la strana coppia composta da Haidi e Shizuka.

 

Le due assatanate puntarono dritte sul conte merluzzo e lo rapirono a un gruppetto di dame che lo circondavano.

“Conte, ma che fate? Ci tradite così? Ci avete promesso di dedicarvi tutta la sera a noi, no?” Shizuka lo apostrofò divertita, mentre Haidi gli si attaccava al braccio.

“Ma certo, signorine. Sono qui per voi, sarò il vostro cavaliere in esclusiva. Dove andiamo di bello?” chiese il merluzzo, allegro come un orso nel miele.

“Appartiamoci conte. Seguiteci in un posto più intimo. Sarà più piacevole…” bisbigliò Haidi provocante, all’orecchio di Fersen, e poi scese lungo il collo ad annusarlo. Il conte senza opporre resistenza, si lasciò trascinare via, verso un’altra ala del palazzo; le due vampire trattenevano tra le dita affusolate, calici di vino bianco e continuavano a farlo bere, mentre le due dame diaboliche osservavano compiaciute e gongolanti la scena.

“Guarda Carmilla! Ci siamo! Il merluzzone sta andando in camera con le due vampire, è ora di scatenare l'inferno. Tutti ai posti di combattimento!”

E in men che non si dica il gruppo, composto da Rebecca, Edward, Jane, Carmilla e Kaname, si precipitò nella stanza adiacente a quella che le vampire avevano destinato al diabolico progetto. Le due camere comunicavano tramite un passaggio segreto che si sarebbe rivelato utile alla bisogna; Rebecca e Carmilla avrebbero controllato quello che avveniva nella stanza da fessure coincidenti con gli occhi di vari ritratti che si trovavano sulla parete dall’altra parte. Mancava Rido, ma Kaname aveva assicurato che si sarebbe presentato dopo essersi divertito un po' con le due dame.

Rebecca lo guardava torva, con gli occhi ridotti a due fessure.

“Mi ha promesso di non ucciderle...” disse Kaname, che nonostante fosse il re dei vampiri, a volte era di un'ingenuità disarmante.

“E tu ci credi?”, gli chiese Carmilla. “Kaname, giuro che se Rido mantiene la promessa ti regalo la mia giugulare.”

Detto questo Carmilla si voltò, ma a Rebecca non sfuggì il sorrisino malefico che si dipinse sulle labbra di Kaname.

“Ehm... Carmilla... io fossi in te ci andrei piano con le promesse ad un vampiro...”, cercò di avvisarla l'amica, decisamente preoccupata.

“No, tranquilla, Kaname è innocuo.”

La maledizione del criceto Kuran stava cominciando ad impossessarsi anche di Carmilla.

Finalmente le due vampire seduttrici insieme a Fersen fecero il loro ingresso nella stanza; il conte sporcaccione sbaciucchiava ora l’una, ora l’altra, rideva tutto contento, e intanto allungava lesto le mani nelle generose scollature delle due fanciulle senza alcun ritegno.

Pareva avesse più tentacoli di un polpo.

Rebecca osservava la scena e sentiva le mani che le prudevano. Per ogni bacio che ruba, una scossa elettrica di Jane, pensava con piacevole cattiveria. Senza esitare chiamò la vampirella sadica e Jane che era già stata informata da Edward sulle intenzioni di Rebecca, rise battendo le piccole mani divertita. Senza esser vista da Merluzzone, veloce si introdusse nella stanza e si nascose dietro una tenda.

Appena Fersen riprese a baciare Shizuka con lascivia, Jane gli procurò una fitta di dolore bruciante lungo la spina dorsale, una specie di pizzicotto, ma molto più intenso e pungente. Il merluzzone grugnì per il dolore, quindi si staccò immediatamente e puntò uno sguardo perplesso all’indirizzo della vampira.

“Quando mi baciate avverto una sensazione davvero strana… come una scossa… forse ho bevuto troppo…” commentò un poco preoccupato e confuso.

“Oh, sarà l’eccitazione del momento. Non sorprendetevi; con noi proverete cose mai provate prima…” rispose candidamente Shizuka, mentre Haidi attirò il merluzzo verso di sè.

“Su conte, fateci vedere che sapete fare…” gli disse allungandosi su di lui per baciarlo.

La scossa dolorosa partì e arrivò più forte e intensa di prima e Fersen questa volta cacciò un piccolo urlo come se avesse baciato un braciere ardente, fatto strano dal momento che le labbra di Haidi erano fredde come il ghiaccio. Anche questa volta il conte si era staccato di colpo col timore di essere frainteso – preso per gay - e dare cattiva impressione sulle sue capacità amatorie.

Nel frattempo, tra un gioco e l’altro, le due vampire avevano fatto stendere Fersen sul grande lettone a baldacchino che troneggiava al centro della camera e si erano messe accanto a lui, una per fianco, accarezzandogli il torace mentre chiedevano racconti sulle sue imprese in guerra.

“Sapete, Conte”, gli disse Haidi con voce roca, “non avete idea di quanto ami gli uomini valorosi, quelli che sopportano il dolore… che non svengono come femminucce alla vista del sangue...”

“Oh, mia cara, non è certamente il mio caso, credetemi. Anzi, io amo l'odore del sangue, specialmente quello dei nemici...”

- è il tuo sangue che vogliono, Merluzzone!!! Ma quanto sei tonto? -

Le due vampire si guardarono sorridendo soddisfatte, mentre Edward, nella stanza a fianco, rideva fino alle lacrime.

“Scusate... ma... non ce... la... faccio... Sapeste cosa pensa in questo momento! È talmente concentrato ad inventarsi una storia plausibile sulla guerra che non riesce a... diciamo concentrarsi... sulle due donne.”

Rebecca e Carmilla guardavano Edward perplesse, non erano sicure di aver capito bene, ma ci pensò Rido, giunto chissà quando, a rendere chiaro il concetto.

“I suoi paesi bassi dormono, letargo, nanna, nessun movimento...” - e bravo Fersen... un po' di Viagra??? –

Certo, non era semplice per il merluzzone surgelato far emergere la sua virilità, con le scosse pungenti e dolorose di Jane, che arrivavano puntuali come un fulmine, ogni volta che il conte tentava di toccare un seno procace delle due fanciulle.

“Ahi!! Accidenti!! Proprio non capisco perché ogni volta che provo a toccarvi, io debba sentire una strana dolorosa scottatura. Scusate, ma questa non è certamente la mia idea di incontro amoroso… Non sarò allergico a qualche cosmetico che utilizzate?” chiese il conte che iniziava a preoccuparsi un poco, e tentava di allontanarsi dal letto dove le due strane donne lo trattenevano.

“Conte, ma che dite? Noi usiamo solo essenze naturali… Siamo come madre natura ci ha fatte! Abbiamo bisogno di calore umano per scaldare i nostri corpi… quello che serve a far diventare il sangue caliente…” ironizzò perfidamente Haidi, mentre impediva a Fersen di allontanarsi e Shizuka si strofinava pericolosamente vicino al suo collo.

Rebecca e Carmilla si divertivano come pazze forsennate, trattenendo a forza le risate, mentre il rossore sulle loro guance arrivava fino alla punta delle orecchie - d'altra parte, con tutto  quel concentrato di testosterone non umano intorno a loro - finché Carmilla chiese con vocina flebile e un po’ strozzata: “Rido, scusa... dove sono le due dame con le quali ti accompagnavi?”

“Credo si stiano ancora chiedendo se hanno sognato, perché?”, rispose con un ghigno malizioso.

“Ma... stanno bene? Intendo... sono vive?”, chiese preoccupata.

Rido sollevò un sopracciglio, scettico.

“Ma certo! Per chi mi hai preso? Avevo promesso a Kaname che non avrei fatto nulla, no?” - ma l'unico vampiro sincero doveva proprio capitare a noi? -

“Ah, bene...” balbettò Carmilla mentre Rebecca se la rideva e Kaname manteneva un atteggiamento indifferente. - Aglio, andate a cercare dell'aglio, svelte, qui si mette male!!! -

L'attenzione di tutti tornò nella stanza quando sentirono Fersen cominciare a raccontare i suoi aneddoti di guerra, racconto che fu interrotto nuovamente dalle risate di Edward.

“E adesso cosa c'è?”, esclamò Rebecca, alquanto spazientita per l'ennesima interruzione.

“Nulla, è solo che sta inventando tutto! Fersen non ha combattuto in America...”

“Come no? - continuò Rebecca - È stato via sette anni, distruggendo il cuore di Maria Antonietta e di Oscar, che a sua volta ha reso la vita un inferno al povero André! La partenza di Fersen ha portato sfortuna a tutti. Sette anni di disgrazia, come quando si rompe uno specchio...”

“Ma no! Appena arrivato sul suolo americano si è preso una dissenteria con i fiocchi e contro fiocchi e data la sua salute cagionevole l'hanno riformato”.

- Merluzzo avariato marpione fanfarone che non è altro!!! E quindi non è neanche un eroe come fa credere! Oscar, se non apri gli occhi ti mandiamo i vampiri! Devi baciare terra dove passa quello stinco di santo di attendente che hai, invece di sbavare per quel... nulla!!! -

“Oh, Conte, ma con tutte queste battaglie dovete essere stanchissimo”, intervenne Shizuka.

“Sapete, noi donne giapponesi siamo abilissime nei massaggi. Perché non vi togliete la giacca e la camicia, così vi rilasso un po'...”, lo sedusse allentando a sua volta leggermente i nastri che tenevano su il vestito.

“Sì conte, Shikuka ha ragione, siete teso. Sapete, anche noi italiane abbiamo fama di saper usare bene le mani – sì, avete ragione, questo è proprio un doppiosenso... - non volete provare anche la mia abilità?”

Un vistoso rossore cominciò ad imporporare le gote del Conte, mentre Carmilla e Rebecca, al commento eppur si muove di Edward avrebbero voluto sprofondare. Si resero conto improvvisamente che stavano per assistere ad un rapporto a tre in compagnia di tre fighissimi, assatanatissimi ed eccitatissimi vampiri.

La temperatura della stanza era rovente, i ventagli di Carmilla e Rebecca si muovevano a velocità tale che al confronto, l'uragano Katrina era solo una leggera brezza primaverile, e nel momento in cui i vestiti di Shizuka e Haidi guadagnarono il pavimento, le due decisero contemporaneamente che era giunto il momento di entrare in campo e interrompere i giochini erotici delle due vampire. Si doveva passare alle maniere forti. Doveva scorrere il sangue del merluzzo.

“Ferme, dove credete di andare?” dissero all'unisono le voci di Edward e Kaname, tenendo le due giovani e sadiche autrici per le braccia.

“Volete scappare proprio adesso che inizia il divertimento?”  - che imbarazzo, che imbarazzo... -

“Adesso basta con i giochetti, ora si fa sul serio! Andiamo a dire a quelle due di affondare i denti nella giugulare del merluzzo.” Imprecò secca e decisa Rebecca.

“Infatti. Si fa sul serio. Siete state voi a chiederci di intervenire, quindi adesso è giusto che vi godiate lo spettacolo. Tutto.”

Disse un Kaname che aveva improvvisamente tirato fuori il suo lato da pervertito.

“Ecco, diciamo che è proprio quel verbo a crearci un po' di problemi... comunque, non ci interessano particolarmente le prestazioni erotiche dello stocca/fesso.” sussurrò Rebecca, mentre Carmilla annuiva decisa.

Pessima mossa, perché l'atteggiamento così ritroso e severo delle due scatenò l'istinto di Rido, che si mise dietro di loro e, passato un braccio sulla spalla di ciascuna, si divertì a metterle ancora più in imbarazzo.

“Ohhh, ma che gioia, due ragazze così pudiche... proprio quello che piace a me. Sapete, credo che il mio aiuto serva più a voi che a Fersen... che ne dite?” Aiuto, aiuto, aiuto!!!

“Fermo, Rido!” tuonò Kuran. “Ricordati che loro hanno già due cavalieri” E quindi???

“E va bene, Kaname, come vuoi, ve le lascio... però, signorine, voi due non distogliete lo sguardo da ciò che sta per accadere nella stanza affianco, sarà uno spettacolo mai visto, credetemi. Oserei dire, istruttivo.” – Presuntuoso di un vampiro!! -

Carmilla e Rebecca deglutirono. E adesso, cosa sarebbe accaduto?

Fersen ormai era completamente in balia delle arti seduttive delle due vampire e non si era per nulla accorto – e quando mai? - dei canini appuntiti e degli occhi rosso sangue delle due donne -forse pensava che fossero parte delle pratiche italo-giapponesi, chissà -  ma cominciò a porsi dei dubbi quando sentì dei piccoli morsetti un po' qua e un po' là.

“Signore, smettetela di mordermi, per favore. Mi farete restare degli antiestetici segni rossi alquanto difficili da spiegare...”

“Ma conte... è necessario...”

“Davvero, smettetela o sarò costretto ad interrompere il nostro menage...”

- Ma è possibile che questo è così impostato anche quando... quando... oh, avete capito, no? -

“E no, Conte... siamo noi a decidere quando si smette...”

Disse Haidi dando il via al gioco perverso che aspettava da tanto.

Una serie di morsi, profondi quel tanto da causargli dolore, ma non tanto da trasformarlo in vampiro, - perchè se già fa danni come essere umano, figuriamoci come vampiro! - vennero lasciati a turno da Shizuka e Haidi, accompagnato ognuno da una motivazione diversa.

“Questo è perché siete insopportabile.” – Zac, un morso! -

“Questo perché vi credete – a torto - l'uomo più bello di Versailles.” - Zac, un altro morso! -

“Questo è perché fate soffrire Madamigella Oscar.” - Zac, un altro morso al polpaccio! -

“Questo è perché vi prendete gioco di André.” – Zac, un morso alla mano!! -

“Questo è perché siete un vanesio senza cervello.” – Zac, la coscia! -

“E questo…”, dissero in coro, mordendolo entrambe dove non batte il sole – ahi, che male!!! -  “è perché siamo state incaricate da due ragazze che amano tanto Oscar e André, e che vi reputano un insopportabile ed inutile seccatura.”

 

Il Conte sudava freddo, il suo delirio erotico si stava trasformando in un incubo allucinante dal quale voleva fuggire a gambe levate ed effettivamente a quel punto un lieve dubbio che le due donne fossero un tantino strane gli venne. – Ma che sveglione, eh? Dev’essere una tara genetica ereditaria quella di intuire le cose quando è ormai troppo tardi. -

“Scusate, Signore... ma perché quegli occhi rossi?” chiese Fersen titubante.

“Ma è per vedervi meglio... anche al buio...”, rispose Haidi, non Cappuccetto Rosso...

“E quelle unghie così lunghe?”

“E per lasciarvi sulla pelle gli indelebili segni della nostra passione...”, continuò Shizuka, alla quale erano improvvisamente spuntate delle unghie tipo Nightmare!

“E quei denti... così...appuntiti?” deglutì Fersen.

“Ooohh, Conte...è per potervi assaggiare a fondo... molto a fondo...”

Fersen non soltanto sudava freddo, ma batteva i denti per il terrore che si era impossessato di lui; ora aveva paura, veramente paura. – Era ora!! Ma che fatica! -

Lo svedesone coraggioso come una puzzola, tentò di allontanarsi dal letto, ma senza successo. Haidi si accorse del cambiamento di stato d'animo del Conte e sadicamente cominciò a giocare con lui.

“Fersen, ma volete già lasciarci? Abbiamo appena iniziato a divertirci...”

“Ecco, veramente… io dovrei…” balbettò il merluzzo.

“Conte, sembrate... agitato... cosa succede?”

“Nulla, è che... mi è venuta in mente una vecchia leggenda dell'Europa dell'Est, qualcosa che sicuramente voi non conoscete...”

“Mhhh, dite davvero?”, continuò Shizuka, “E non è che, per caso, questa leggenda parla di creature strane, perverse, non morte... tipo... vampiri?”

“Beh, sì, ma lo sanno tutti… i vampiri non esistono… vero?” domandò oramai poco convinto.

- E qui ti sbagli merluzzo!! -

“Ma scusate Conte, secondo voi, noi cosa siamo? Avete bisogno dell’ultimo morso? Quello fatale?” concluse con espressione feroce Haidi.

Fersen lanciò un urlo di agghiacciante orrore; il cervello gli era andato in pappa, e già prima, non è che funzionasse meglio. Tentò di nuovo di guadagnare la fuga, ma le due vampire capirono le sue intenzioni e lo immobilizzarono al letto con la loro forza sovrumana.

“E no, Conte, manca ancora Rido!”, sussurrò Shizuka al suo orecchio, mentre Haidi sogghignava.

“Rido? E chi sarebbe questo Rido?”, chiese Fersen con terrore, mentre gli occhi gli si stavano riempiendo di lacrime.

Edward intanto rideva a crepapelle, perché nonostante tentasse di rimanere calmo, il conte stava nell'ordine:

- Chiamando la mamma, il Re Gustavo di Svezia e tutti i santi protettori che conosceva.

- Progettando di lasciare Versailles per il resto della sua vita, se ne avesse ancora avuta una.

- Pentendosi di aver messo gli occhi su Oscar, Maria Antonietta e un imprecisato numero di altre donne, nobili, serve, giovani, vecchie, vedove, mogli e promesse spose, sante e meretrici.

- Giurando che se fosse sopravvissuto avrebbe vissuto in castità fino alla fine dei suoi giorni, ritirandosi in un monastero di clausura, dove vigeva la pratica del silenzio.

 

La porta si spalancò con forza, lasciando entrare Rido che, coperto solo da un mantello, canini fuori e occhi rossi, si avvicinava lentamente al letto.

“Salve, Fersen. Ora che sono arrivato anche io, la festa può cominciare.” disse il vampiro lasciando cadere i mantello e dando sfoggio della sua terrificante e mostruosa essenza – e non ci riferiamo ai canini!!! -

Il conte cacciò un grido di puro terrore e, messosi i calzoni alla bene meglio, scappò a gambe levate nel corridoio, incrociando André che, colpito dall'espressione del suo rivale, - mani ai lati del volto, bocca aperta in una “o” perfetta e occhi sbarrati - decise di tracciare uno schizzo per poi sviluppare in seguito un ritratto da regalare ad Oscar. Purtroppo il Grandier non finì mai il ritratto e dopo i terribili eventi della Rivoluzione dei quali rimase vittima il taccuino nel quale aveva tracciato lo schizzo, l’oggetto passò di mano in mano fino ad arrivare ad un artista norvegese che usò quell'immagine per un quadro, che intitolò L'urlo e che lo rese famoso.

Rebecca, alias Lady Vendetta, aveva assistito a tutta la scena ed era rimasta soddisfatta, almeno finchè non aveva visto lo scemo svedese darsela a gambe come una lepre.

A quel punto uscì allo scoperto; lasciò il nascondiglio e piombò nel corridoio fuori dalla camera pestando i piedi inferocita, contenendo a stento la rabbia. Carmilla era rimasta a guardarla stralunata, come pure Kaname, Rido e la pestifera Jane.

“E no!! No, non può svignarsela così! Se la cava sempre! Maledetto insulso merluzzo, esperto di fughe strategiche!! Ma c’è qualcuno che è più veloce di te… Edward!!” gridò a gran voce il nome del vampiro che accorse immediatamente, quasi senza essere visto.

“Vai a prendere quel salmone del Baltico e riportalo qui! Lo voglio veder piangere!! – Mi sento più cattiva della Du Barry.”

Edward non se lo fece ripetere; riacciuffò al volo il merluzzo e lo riportò indietro al cospetto delle due autrici diaboliche che lo attendevano al varco. Fersen, senza più ritegno, piangeva e se l’era fatta nei calzoni come un codardo.

“Edward, fai il tuo dovere.” Ordinò Rebecca. Ma l’ex-vegetariano esitava.

“Io non sento particolari pensieri malvagi… sei proprio sicura che sia cattivo?”

“Ti abbiamo già spiegato che non pensa. Vediamo di portare a termine la missione…” protestò seccata la dama malefica. Finalmente Edward, anche se un po’ scettico, si decise e piazzò un bel mozzico su una spalla allo stocca/fesso. Ma dopo un breve sorso, sollevò la bocca dal poco fiero pasto.

“Bleah!! Che schifo!! Ma quale sangue fresco! Sa di merluzzo decongelato avariato!!” commentò disgustato, pensando che fosse meglio tornare alla dieta vegetariana.

“Di che ti sorprendi? Te lo abbiamo detto che è un merluzzo… e puzza come tale!!” fecero in coro le due serial killer.

A quel punto il merluzzone, bianco come un fantasma e con i capelli improvvisamente candidi come quelli della sua Maria Antonietta dopo la fuga fallita, era quasi morto di paura e venne lasciato lì, privo di sensi.

Lo avrebbero ritrovato la mattina dopo, delirante, semi nudo a vagare per il palazzo, vaneggiando di vampiri terrificanti che lo avrebbero aggredito; in seguito a quelle crisi maniacali, lo avrebbero fatto internare in manicomio – con gran goduria del Grandier, che non credeva in una simile fortuna. -

 

E così il merluzzone aveva ricevuto una bella lezione, ma ora bisognava occuparsi dei vampiri.

Shizuka, Rido e Haidi chiusero la porta e ciò che accadde non è raccontabile in questa storia perché non abbiamo messo rating rosso.

Zero, finito il tutto, si allontanò bofonchiando che come al solito la sua presenza si era rivelata inutile e che quindi andava a cercare Yuuki, che nel frattempo stava cercando di far diventare buono di Duca di Germane e il suo degno compare, il Duca D’Orleans.

Jane fece amicizia con la piccola Charlotte, a cui aveva rivelato come era morto il suo promesso sposo, e la piccola Polignac la abbracciò commossa per la gratitudine e desiderando di averla come sorella.

Edward e Rebecca discutevano ancora sulla improbabile malvagità di Fersen, senza arrivare a un compromesso. Stava diventando una questione teologica come l’infallibilità del papa; Edward non credeva alla prima e Rebecca alla seconda.

 

Kaname, invece, si avvicinò a Carmilla e le mise un braccio intorno alla vita, scostandole un ricciolo ribelle dal collo e sussurrandole con voce suadente: “Carmilla, non trovi che stasera ci sia una luna bellissima?”

Carmilla, che dentro di sé ballava il samba, ma non poteva darlo a vedere, cercò di fare la sostenuta, ma all'invito di andare a contemplare la luna nella sua stanza, insieme a lui, salutò l'amica con un sorrisone a trentadue denti - tipo Stregatto di Alice in Wonderland - e se ne andò felice al braccio di Kaname verso un’ ala della Reggia dalla quale, diverse ore dopo, si sentì provenire un ululato... – Sì, avete capito. La reputazione da latin lover di Kaname è salva! -

E Girodelle, che fine avrà fatto?

Bhè, pare che parecchie ore dopo, Shizuka lo trovò in compagnia di Ichiru mentre si lamentava del fatto che la troppa attività lo aveva spettinato, al che, l'argenteo schiavo della vampira gnocca sorrise, dicendo di non preoccuparsi perché l'avrebbe nuovamente pettinato, ma solo per poter affondare di nuovo le mani in quella folta massa di capelli setosi, che avrebbero fatto invidia a Moira Orfei.

Ahhh, l'amour!

E tutto è bene, quello che finisce… quasi dissanguato… no?

 

 

Fine.

 

 

E così siamo arrivate alla fine di questa storia che speriamo vi abbia divertito.

Io, Kira91, alias Karmilla, ringrazio Ninfea Blu per avermi chiesto di scrivere insieme a lei.

Ringrazio Arte, una cara amica che mi incoraggia sempre, che ama Kaname quanto me e che mi perdonerà sicuramente per aver “maltrattato” così i nostri adorati vampiri.

Ringrazio Mff_castle27, che adora Zero e che se non ci ha pubblicamente insultate è solo per il gran bene che mi vuole!!!

Ringrazio tutte quelle che hanno letto la nostra storia, che hanno commentato e che si sono divertite insieme a noi.

Ora Ninfea Blu ed io togliamo i panni di dame settecentesche e ci andiamo a nascondere per un po'... o almeno, io lo farò sicuramente.

Karmilla

 

 

Io, Ninfea Blu, ringrazio tutte voi che avete seguito e commentato questa storia pazza e delirante.

Ringrazio Karmilla per tutto il sostegno che mi ha dato e la collaborazione, senza la quale, non sarei mai riuscita a  portare a termine la storia. Spero che vi siate divertite fino alla fine.

Per ora, Lady Vendetta si ritira in buon ordine a meditare sulle sue malefatte.

Buon 8 marzo a tutte voi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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