Quattro figli di Adamo e quattro figlie di Eva.

di Fog_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Otto ragazzi... ***
Capitolo 3: *** ... una sola destinazione ***
Capitolo 4: *** Questa terra sconosciuta ***
Capitolo 5: *** Il principe Caspian ***
Capitolo 6: *** Perdersi ***
Capitolo 7: *** Rimorsi e brutte sorprese ***
Capitolo 8: *** Notturni ***
Capitolo 9: *** nelle grinfie di Miraz ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***



Prefazione

Caspian spronava il suo cavallo a correre sempre più veloce.
Mi vogliono uccidere! Sono dietro di me… pensava, gli alberi della foresta gli rendevano difficile prendere velocità, gli graffiavano le parti del corpo scoperte dall’armatura e gli strappavano la camicia bianca che risplendeva nell’oscurità. Aveva preso vantaggio rispetto agli uomini di Miraz grazie alle loro stupide superstizioni sugli abitanti di Narnia… si girò per guardare indietro, ma prese in pieno un tronco e cadde dal suo destriero. Vide tutto annebbiato per circa un minuto, poi provò a rialzarsi. Sentì dei rumori alla sua destra.
Soldati… no, e allora cos’era stato? Nessuno girava per la foresta a quell’ora, anzi, nessuno vagava per la foresta e basta. Sentì dei sussurri e, quando ne trovò la fonte, realizzò che avrebbe preferito essere circondato da decine di uomini. Due basse figure si stavano incamminando verso di lui con le lame delle spade che riflettevano la bianca luce della luna. Sentì degli zoccoli nelle vicinanze e non capì se il brivido che lo percorse era causato dalla vista di quei nani o dalla decina di soldati che suo zio aveva mandato per ucciderlo.
Gli abitanti di Narnia...
Vide uno dei due nani correre verso gli uomini a cavallo sguainando la spada mentre l’altro gli si avvicinò frettolosamente puntandogli l'arma contro. Il nano che aveva di fronte si girò per controllare il suo amico e Caspian ne approfittò per afferrare il corno magico che il suo maestro gli aveva affidato.
Suonalo solo se è davvero necessario aveva detto, Caspian ritenne che in quel momento fosse necessario usarlo.
«Nooooo» gridò il nano al suo fianco, ma non fece in tempo a fermarlo che il principe già stava soffiando nel corno della regina Susan.
Il suono di quel corno sprigionò l’antica magia di Narnia nel mondo degli antichi re e delle antiche regine, in modo che potessero tornare in quel mondo fantastico per accorrere in aiuto al principe Caspian, ma il corno non richiamò solo i fratelli Pevensie...
Nella città di Londra altri quattro ragazzi stavano per essere catapultati a Narnia. Loro, inconsci di quello che gli sarebbe capitato, dormivano tranquilli nei rispettivi letti persi nei loro sogni così come i fratelli Pevensie, che conservavano la speranza di tornare in quella magica terra da ormai più di un anno...
Dormite sussurrò una voce, forse il fato, forse il vento o magari Aslan;
Dormite, domani sarete a Narnia.



                                                                                                              Angolo Autore

Buon giorno o buona sera a tutti,
spero che questa prefazione vi abbia intrigato almeno un po' :)
Questa fanfiction si ambienta durante il secondo capitolo delle cronache di Narnia e, come avete visto, inizia con la chiamata da parte di Caspian dei fratelli Pevensie. 
E se altri quattro ragazzi venissero catapultati a Narnia? 
I nostri cari protagonisti ne passeranno di tutti i colori...
posterò l'aggiornamento il prima possibile, spero che seguirete e commenterete in tanti,
buona giornata/buona notte a tutti
un bacio <3

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Capitolo 2
*** Otto ragazzi... ***




Cap. 1 – Otto ragazzi…

 
Elena spalancò gli occhi di scatto.
Il sole passava attraverso i buchi della serranda e le illuminava il viso.
«Elena vuoi svegliarti?!» gridò sua madre dalla cucina, la ragazza si sedette sul letto e fissò il vuoto per qualche secondo, poi decise di alzarsi.
Fece colazione velocemente, si lavò e tornò in camera sua.
Oggi è il primo giorno di scuola… pensò allacciandosi la camicia bianca, non sapeva se gioire al pensiero di rivedere i suoi amici o se iniziare a inventare qualche scusa per saltare più giorni di lezione. Optò per una via di mezzo e dopo essersi infilata la giacca afferrò la cartella e uscì nella fredda aria di un tipico autunno a Londra.
Ma una sorpresa la aspettava dietro l’angolo, una sorpresa che avrebbe sconvolto la sua vita per sempre…
                                                                         ***
Rachel era in piedi già da due ore.
Era sempre la stessa storia, dormiva male tutte le notti prima del primo giorno di scuola e a questo conseguiva il fatto che delle occhiaie giganti dominavano il suo viso. Corse in bagno e si gettò dell’acqua fredda sul volto, poi tornò in cucina e bevve il latte che era rimasto nella sua tazza. Aveva le gambe che le dolevano, camminare avanti e dietro per due ore consecutive non era proprio il massimo…
Si sistemò la gonna per la centesima volta, la odiava! Insomma… i pantaloni erano molto più funzionali! O no?
«Mamma, io vado!» gridò
«Buona fortuna per il primo giorno!» disse suo padre aggiustandole la giacca
«Si, si» rispose girandosi e raggiungendo la porta.
Mentre calpestava la breccia del vialetto controllò l’orologio al suo polso, mancava ancora mezz’ora al suono della campanella, era in tempo per passare da Elena.
                                                                         ***
Nick si sotterrò nelle coperte non appena suo cugino lo scosse
«Nick, faremo tardi» stava dicendo
«Dai Marc, cinque minuti» il ragazzo dai capelli castani chiuse di nuovo gli occhi cercando di tornare nel magico mondo del suo sogno. C’era un grande castello, c’erano delle sirene, c’erano dei principi e delle principesse, c’era persino un leone parlante e… un topo con una spada! Rise di quello stupido sogno e si girò verso il cugino sdraiato nel letto accanto al suo.
«Ok, ora sono sveglio» annunciò Nick stropicciandosi gli occhi, Marc lo tirò dal braccio per farlo alzare poi si avviarono insieme in cucina. Nick e Marc erano cugini, per la precisione erano cugini e migliori amici, vedevano una figura di riferimento l’uno nell’altro ed erano uniti da un bene immenso.
Nick era rimasto a dormire a casa di Marc, quest’ultimo si sentiva sempre più solo a causa della mancanza a casa di un fratello e di suo padre scomparso in guerra pochi anni prima…
«Ah ragazzi, siete svegli» disse la madre di Marc facendoli accomodare in cucina
«Uff non ho voglia di andare a scuola» disse Marc ingoiando un biscotto
«Neanche io Marc, vorrei che l’estate non finisse mai» poggiò il braccio sul tavolo e il viso sul palmo della mano.
«Ho fatto un sogno assurdo» disse il biondino
«Oh, non immagini neanche il mio…» Nick era convinto di non aver mai fatto un sogno strambo come quello. Alcuni attimi gli ritornavano alla mente. C’era una ragazza… una ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi dello stesso colore del cioccolato al latte, il suo sorriso risplendeva come la luce del sole… poi c’erano altri quattro ragazzi fieri e possenti che indossavano strani vestiti… rise ancora.
«Perché ridi?» chiese Marc
«Penso a quel sogno»
«raccontamelo» In quel momento l’orologio a pendolo del salone scoccò, questo significava che mancava solo mezz’ora all’inizio del primo giorno di scuola. Nick finì di masticare il suo muffin e Marc ingurgitò il suo latte
«Ciao mamma»
«Ciao zia!»
«Ciao ragazzi, buona giornata»
«Dai, veloce» disse Nick attraversando la strada, un raggio di sole illuminò il suo volto per pochi secondi, ma ciò bastò per fargli riavere un po’ di speranza… la speranza che la vita per lui potesse essere migliore e non monotona come lo era ormai da anni...
                                                                                      ***
I fratelli Pevensie aprirono quasi contemporaneamente gli occhi
Come sempre i pensieri di Lucy andarono alla terra di cui era regina. Non perché le piaceva comandare, non perché le piaceva essere importante e lì lo era, ma perché amava quel posto, amava i suoi abitanti, amava Aslan, Tumnus, i castori e tutti gli altri, gli alberi che danzavano, le sirene e i centauri… Sognava ogni giorno di tornare a Narnia e ogni sera tornava a dormire sconsolata dal fatto che era ancora a Londra, ma accesa dalla speranza che riponeva nel nuovo giorno…
Susan era di tutt’altra idea.
Cioè, anche lei amava Narnia, ma aveva accettato di vivere nel suo mondo, aveva accettato di andare a scuola e di frequentare gente di Londra. Per lei Narnia era solo un lontano ricordo…
Peter, come Lucy, sperava ogni giorno di svegliarsi e ritrovarsi nel suo splendido letto a Cair Paravel, di indossare i suoi vestiti regali e impugnare la spada di Alsan, di cavalcare sul suo fedele destriero per la foresta di Narnia e ammirare le giovani ninfe sul fiume… l’unica differenza con Lucy era che la sua speranza si affievoliva giorno dopo giorno...
Edmund si mostrava indifferente alla situazione. I suoi fratelli straparlavano di Narnia, lui se ne stava in disparte e ricordava le sue avventure tra se, la regina bianca e i suoi occhi di ghiaccio, Aslan e il suo ruggito e tutto di quella magica terra che era scolpito nella sua testa...
«Buon Giorno» disse Peter già con l’uniforme addosso
«’Giorno» disse Edmund, lindo e pulito tranne per i capelli che esplodevano in tute le direzioni
«Buon Giorno ragazzi» disse Lucy scendendo le scale frettolosamente
«Buon Giorno» disse Susan intenta a legarsi i capelli con un nastrino intonato alla giacca rossa della divisa, Lucy le si avvicinò e la aiutò mentre Peter prese un cappellino nero e lo poggiò sulla testa del fratello
«Almeno così non si vedranno i capelli» disse sorridendo
«Spiritoso» rispose Edmund, guardò il suo riflesso in uno specchio e il cappello gli piacque, così decise di tenerlo.
«Prendi questo Lucy» disse Susan passando alla sorella un cappellino ornato da un nastro rosso
«Susan, hai fatto male il nodo!» esclamò Peter aggiustando la cravatta della sorella
«Lo so, non riesco mai ha farlo»
«Dov’è mamma?» chiese la piccola
«Sta ancora dormendo, meglio che non la svegliamo» rispose Edmund
«Bene, andiamo! Non vorrei perdere il treno» Peter uscì di casa e con lui i suoi fratelli, per poi avviarsi alla stazione senza la più pallida idea di quello che presto gli sarebbe accaduto...



                                                                                                   Angolo Autore

Buon giorno/buona sera a tutti :)
Prima di tutto vorrei rigrazioare chi ha inserito questa fanfiction tra le preferite, chi tra le seguita, chi ha recensito e chi ha semplicemente letto.
In questo capitolo vengono accennati i protagonisti, i fratelli Pevensie, che già conoscevate, e i nuovi personaggi, ovvero Marc, Rachel, Nick ed Elena. Come penso abbiate capito saranno loro a essere catapultati a Narnia, come la prenderanno, quando andranno e come ci andranno sta a voi scoprirlo nel prossimo capitolo...
Cercherò di aggiornare al più presto,
buona giornata/ buona notte a tutti
bacioni <3

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Capitolo 3
*** ... una sola destinazione ***




Cap. 2 – ...una sola destinazione

 
«Che ne pensi a proposito del tornare a scuola?» chiese Elena bilanciando il peso della cartella su una spalla
«Che preferisco di gran lunga l’estate» rispose Rachel sbuffando
«Non ho la minima voglia di tornare tra i bachi di scuola! l’unica cosa postitiva…»
«Sono Nick e Marc, lo so» continuò Rachel, Elena la fulminò con lo sguardo «che c’è? Lo sappiamo tutte e due che non hai dimenticato Nick!»
«Mi conosci troppo bene… il problema è che abbiamo passato così tanto tempo ad architettare piani per conoscerli e non abbiamo mai concluso niente..» disse Elena ricordando l’anno scorso, aveva incontrato Nick un giorno… si erano scontrati mentre correvano a scuola e da quel giorno lei non aveva fatto che pensare a lui.
«è come perdere una guerra» anche Rachel tornò con la mente ai mesi scorsi, Marc le aveva rubato il cuore nel momento esatto in cui l’aveva visto per la prima volta. Saranno stati quegli occhi verdi come le foglie in primavera, sarà stato il suo sorriso splendente, non lo sapeva, ma quel ragazzo era ancora nella sua mente.
Tra lei ed Elena c’era solo una differenza: Rachel era andata avanti, mentre il cuore di Elena apparteneva ancora al ragazzo dai capelli castani
«No Rachel, abbiamo perso uno scontro, non la guerra» Infondo Elena ancora ci sperava…
                                                                                                                    ***
«Dobbiamo proprio andare?» chiese Nick guardando Marc di sottecchi
«Vorrei tanto dirti di no» rispose il cugino. Erano seduti su una panchina a duecento metri dalla stazione.
«Quel treno vuole portarci all’inferno!» disse agitando le mani
«Nick è solo il primo giorno! Cosa può succedere di così tremendo? Io inizierei a preoccuparmi da domani in poi …»
«Spacciamoci per morti, mandiamo una lettera alla scuola da parte dei nostri genitori e finiamola qui» Marc gli lanciò uno sguardo tagliente
«Sai che non possiamo, sarebbe stupido e nessuno ci crederebbe»
«Perché?»
«Perché c’è la prof che ci sta salutando, guarda lì» In effetti la loro carissima professoressa stava agitando la mano verso di loro
«No, no, no!» Nick si alzò dalla panchina non appena quest'ultima scese le scale della stazione, Marc si guardò intorno sconsolato
«Nick, smettila»
«Me ne vado!» continuò lui, fece un altro passo indietro ma sbattè contro qualcosa …
O qualcuno
«Ehi! Attento» disse una voce alle sue spalle, la ragazza che aveva urtato aveva dei lunghi capelli castani e teneva gli occhi bassi.
Le ricordava qualcuno…
«Scusa, non volevo» disse, lei alzò lo sguardo e degli occhi color cioccolata iniziarono a scrutarlo.
Il cuore di Nick perse un colpo.
«Fa niente» sorrise, poi  si girò e tornò a parlare con l’amica.
Quei capelli.
Quegli occhi.
Quel sorriso.
Quella ragazza… era la ragazza del suo sogno.
Ci avrebbe scommesso l’anima, era lei, poteva essere solo lei.
«Marc, che ci fai ancora seduto? Sbrighiamoci!» disse alzando l’amico dal braccio
«Tu sei strano!» sbuffò lui
Le due ragazze si stavano incamminando verso una specie di pasticceria… era nuova? Non l’aveva mai vista….
Non gli importava, doveva parlare con quella ragazza, subito.
«Ho voglia di un muffin da quella pasticceria» disse
«Perché proprio da…» Nick lo interruppe e gli indicò le due ragazze.
«Guarda, anche io ho un po’ di fame» e ridendo si incamminarono verso quel posto che non avevano mai visto prima d’ora.
                                                                                                    ***
«è magia!» disse Lucy ammirando la stazione che si infrangeva davanti ai suoi occhi
«teniamoci per mano!» gridò Susan per sovrastare quel rumore.
Poi tutto divenne silenzioso, un solo rumore di sottofondo, quello del mare...
I quattro fratelli Pevensie si ritrovarono in una grotta scura che si affacciava su una distesa di sabbia bianca
Narnia pensarono contemporaneamente e i loro cuori si riempirono di gioia.
                                                                                                    ***
«Che stanno facendo?» chiese Elena all’amica
«Stanno venendo verso di noi» disse tranquillamente, poi ripensò a ciò che aveva detto «STANNO VENENDO VERSO DI NOI» gridò sommessamente
«O mio dio!» Elena sentì il cuore galoppare, le mani le tremavano
«Ma… hai mai visto questa pasticceria?»
«Sinceramente no…» rifetterono un secondo, poi tornarono a pensare ai due che si avvicinavano
«Aspettiamoli, fai finta di allacciarti le scarpe» Rachel le diede una pacca sulla spalla per farla piegare
«ok, ok»
«ci sono quasi..»
«Posso alzarmi?»
«Quasi… ok, alzati» Elena si alzò di scatto mentre Rachel apriva la porta di quel negozio. Elena fece un passo in avanti, ma il suo piede si bloccò a causa di un sasso sul marciapiede e le fece perdere l’equilibrio. Nick l’afferrò per il braccio, ma qualcosa la stava tirando verso l’interno dell’edificio tanto che oltrepassarono la porta in pochi secondi.
«Elena!» «Nick» gridarono i due ragazzi rimasti sulla strada, si scambiarono uno sguardo veloce poi attraversarono anche loro la soglia.
Un soffio di vento investì i quattro ragazzi.
Si afferrarono l'un l'altro, poi diventò tutto nero.

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Capitolo 4
*** Questa terra sconosciuta ***



Cap. 3 – questa terra sconosciuta

Elena tastò la terra accanto a lei,
Erba? Impossibile, a Londra non c’era erba!
E cos’era quella luce che sentiva sul suo viso? Sole? No, era una giornata uggiosa…
E poi, perché era stesa? Sentiva il respiro di qualcuno al suo fianco…
Girò piano la testa verso destra e aprì leggermente le palpebre. Rachel era a una ventina di centimetri da lei. E fin qui, è tutto ok pensò, poi si girò verso sinistra.
Spalancò gli occhi.
Lanciò un urlo.
«Ehi, non credo di essere così brutto» disse Nick mentre la scrutava divertito con i suoi occhi verdi, più chiari di quelli di Marc.
Elena si guardò intorno.
Lanciò un altro urlo.
«Ehi, ehi, calma» esclamò il ragazzo poggiandole una mano sul braccio
«Dove diavolo siamo??» chiese mentre il suo cuore iniziava a galoppare.
Si trovavano in un’immensa radura attraversata da un lieve ruscello e circondata da una fitta foresta. Il sole splendeva alto nel cielo e una brezza fresca accarezzava i volti dei ragazzi
«Be’ io ho due ipotesi, o siamo morti, cosa molto improbabile, o siamo in un una specie di universo parallelo» disse tranquillamente strappando un filo d’erba dal terreno, Elena cercò di tirarsi su e si poggiò sui gomiti.
«Ma cosa succede?» chiese Rachel stropicciandosi gli occhi grigi
«tre… due… » contò Marc comparendo da dietro gli alberi
Rachel lanciò un urlo
«uno» finì il ragazzo sedendosi accanto al cugino
«Elena? tu? Voi? Noi?» disse affannata, Marc si spostò davanti a lei per guardarla meglio
«Ok, ora guardami» disse «respira, tranquilla, è tutto ok»
Se lo dici tu ci credo pensò Rachel
«Volete spiegarmi dove ci troviamo?» chiese tranquilla
«Non lo sappiamo di preciso…»
«Io pensavo…» Nick tentò di ripetere la sua ipotesi, ma Marc lo fulminò con lo sguardo
«No Nick, non siamo morti e non siamo neanche in un universo parallelo»
«Allora vuoi dirci tu dove ci troviamo?»
«Ragazzi non litigate, troveremo una soluzione più tardi, ora vediamo di uscire di qui» disse Elena avvicinandosi all’amica
«Ho già fatto un giro qui intorno, è come se fossimo stati teletrasportati lontano da Londra, tipo in qualche foresta del Regno Unito» cercò di spiegare Marc
«Ohh ma ti senti quando parli? Teletrasporto? Questo è una specie di altro mondo!»
«Scusate… non vorrei disturbarvi, ma sono assurde tutte e due le opzioni! Questo è solo un sogno, ora mi do un pizzico e tornerà tutto alla normalità» Rachel chiuse le palpebre e si tirò un pizzicotto sul braccio, quando li riaprì si trovo tre paia di occhi che la fissavano. Un paio color cioccolato, un paio color verde foglia e un paio verde con dei riflessi color dell’oro.
«Sei ancora qui» disse ironico Nick stendendosi a pancia in su sul prato. Elena lo guardò attentamente, sembrava ancora più bello di sempre… i capelli castani risplendevano alla luce del sole e gli occhi brillavano come non avevano mai fatto
«Che c’è?» chiese lui notando che la ragazza lo fissava
«Oh, ehm, niente» abbassò lo sguardo arrossendo, Nick sorrise
«Si da il caso che rimarremo qui per un po’ di tempo, quindi, tanto vale mettersi comodi e goderci questo sole» Rachel si sciolse il nodo della cravatta e alzò il volto in direzione del sole
«In questo caso, piacere, Marc» disse il ragazzo porgendo la mano alle due ragazze
«Elena»
«Rachel»
«E io sono Nick» aggiunse l’atro sbottonandosi un po’ la camicia bianca e levandosi la giacca.
I quattro rimasero lì, forse per ore, a godersi la meraviglia di quel posto, rimandando le esplorazioni a più tardi.
                                                                                                               ***
«Chissà chi ci viveva qui…» disse Lucy affacciandosi sul mare da quell’alta roccia.
Susan poggio il piede su qualcosa e la raccolse, era una pedina degli scacchi.
«Io credo… noi» disse rigirandosi l’oggetto tra le mani
«Ehi, quello è mio» esultò Edmund puntando il pedone tra le mani della sorella.
Lucy si guardò intorno tra le rovine, quel luogo aveva qualcosa di familiare…
Poi capì
«Non può essere» disse con il cuore in gola, corse verso la piattaforma che aveva adocchiato
«Ma non capite?»
«Cosa?» chiese Peter guardando la piccola interrogativo, lei lo tirò per il braccio davanti a una strana pietra
«Immaginate delle mura...» iniziò a dire, poi prese Susan e la sistemò davanti a un’altra roccia accanto al fratellone mentre Ed andò automaticamente all’altro fianco di Peter
«delle colonne laggiù e un tetto di vetro» continuò sistemandosi accanto a Susan, i tre capirono cosa intendeva Lucy
«Cair Paravel» disse Peter sorpreso, detto questo i quattro ragazzi affogarono nei loro vecchi ricordi
 
In nome dello sfavillante mare dell’est, ecco la regina Lucy: la valorosa;
In nome del grande bosco dell’ovest, ecco re Edmund: il giusto;
In nome dello splendente sole del sud, la regina Susan: la dolce;
In nome del limpido cielo del nord, ecco re Peter: il magnifico.
Quando si è re o regina di Narnia, si è sempre re o regina…
                                        
                                                                                                      ***
«Questo è ciò che abbiamo trovato» disse Marc gettando i rovi che aveva trovato nella foresta
«Dovrebbero bastare per tutta la notte» aggiunse Nick sistemando la legna in modo che si attizzasse meglio
«Aspettate, dovrei avere un fiammifero» Elena frugò nella sua borsa per poi estrarre un pacco di fiammiferi, lo passo a Nick
«Ho una fame» si lamentò Rachel
«Domani cercheremo di procurarci del cibo, per ora dobbiamo accontentarci di questo» Marc tirò fuori dalla cartella un sacchetto di biscotti che aveva preso prima di uscire di casa, ne afferarono uno a testa e lo mangiarono lentamente
«Ce ne andremo mai di qui?» chiese Rachel, era la domanda che tutti si stavano ponendo da quella mattina
«Non lo so» disse Marc sconfortato
«dobbiamo solo… aspettare» Nick si avvicinò ancora un po’ al fuoco
«domani andiamo in esplorazione» disse Elena ottenendo il consenso di tutti
«Ora cerchiamo di dormire» Marc si stese sull’erba soffice e così fecero gli altri
«Buona notte a tutti» disse Rachel guardando Marc di sfuggita, lui la guardò a sua volta
« ‘notte» risposero prima di chiudere gli occhi.
Era una notte calda, le stelle risplendevano alte nel cielo e il fuoco scoppiettava allegramente, sembrava tutto magico.
«Elena, sei sveglia?» sussurrò Rachel all’amica al suo fianco
«Si» rispose lei aprendo gli occhi
«Che ne pensi di tutto questo?» disse lei poggiandosi sul gomito
«è fantastico» sorrise Elena
«Lo penso anche io» e, dicendo questo, sprofondarono nel sonno.
                                                                                            
***
«Voi ritenete me responsabile di tutti i crimini del mio popolo?» chiese Caspian al popolo di Narnia che infieriva contro Telmar
« responsabile e punibile!» disse il nano insolente
«Questa è buona detta da te nano! O devo ricordarti chi è stato a combattere al fianco della regina bianca?» Ricipì si avvicinò a Nicobrik sguainando la spada
«E lo farei di nuovo se ci liberasse da questi barbari!»
«è una fortuna che non sia in tuo potere riportarla qui! O ci stai proponendo di andare contro Aslan?» un coro di voci si alzò, evidentemente nessuno voleva andare contro il grande leone
«Aldilà di questa foresta, io sono un principe! Il trono di Telmar è mio di diritto… aiutatemi a rivendicarlo e io riporterò la pace tra noi!» disse Caspian fiero
«Questo è vero, i tempi sono maturi» annunciò un centauro
«Tu credi davvero che ci possa essere la pace?» chiese timido uno scoiattolo
«Non so se questo corno sia magico o no, ma ci ha fatto incontrare e insieme abbiamo la possibilità di riprenderci ciò che è nostro!» esultò Caspian alzando il corno
«Se sei tu a guidarci, io e i miei figli ti offriamo le nostre spade» disse il centauro estraendo la lama sotto la luce fioca della luna e Caspian si sentì totalmente realizzato.
Avrebbe guidato centauri e minotauri contro quel tiranno di suo zio.
                                   

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Capitolo 5
*** Il principe Caspian ***



Cap 4 – Il principe Caspian

La luce fioca del sole appena spuntato all’orizzonte illuminava la radura.
«Non ho ancora capito perché siamo già svegli» si lamentò Elena girandosi dalla parte opposta a Rachel
«Come fai a sapere che ore sono? Potrebbe anche essere mezzo giorno» ribatté lei scuotendo l’amica, lei si rigirò solo per mandarle uno sguardo assassino.
«Oh, lasciatemi dormire!» Nick era dello stesso parere di Elena, era troppo presto per andare in esplorazione!

«Nick, non voglio discutere, sono più grande ti te» Marc tirò un piccolo calcio sui fianchi del cugino
«Si, di sei mesi!»
«Nick, Elena, per favore!» Rachel cercò conforto nello sguardo di Marc che però guardava i due ragazzi ancora stesi con sguardo afflitto
«Facciamo così, voi andatevene, mentre io e la ragazza che mi capisce restiamo qui nel nostro beato sonno»
Elena si alzò leggermente per mostrare la mano al suo alleato e lui batté il cinque
«Siete un caso senza speranza, davvero» Marc fece un paio di passi verso la foresta
«Non puoi dire così, non mi conosci neanche» Elena gli fece l’occhiolino
«Sei tale e quale a Nick» sbuffò, poi aspetto Rachel e sparirono insieme nell’oscura foresta
«Sai una cosa?» disse Nick mettendosi a pancia in su
«Cosa?» Elena si voltò a guardarlo
«Mi hanno fatto passare il sonno» sbuffò mettendosi a sedere
«Io sono ancora stanca» disse lei sdraiandosi su un fianco
«Hai dell’erba fra i capelli» Nick allungò la mano verso il viso della ragazza e lei abbassò so sguardo sorridendo.
Potevano anche essere in un universo parallelo, non le importava.
Era lì, con il ragazzo che aveva sempre sognato, cosa poteva desiderare di più?
                                                 ***   
Peter aveva sentito Lucy alzarsi, per pigrizia era rimasto straiato a fissare il cielo, ma un brutto presentimento l’aveva colto
Non dovevo lasciarla andare si ripeteva mentre la cercava nella fitta foresta.
Vide qualcosa di rosso strisciare per terra, il vestito di Lucy era rosso… e, infatti, la trovò.
Il problema si pose quando, oltre lei, vide anche un minotauro non molto lontano dalla siepe dove si trovava la sorella.
La prese da dietro mettendole una mano sulla bocca, per non farla gridare, poi le chiese di fare silenzio ed estrasse la spada di Aslan mentre si avvicinava al nemico.
Ci sono quasi…
Un’altra lama colpì la sua.
Era un ragazzo? Si, nonostante i capelli lunghi. Doveva ammettere che se la cavava con la spada, ma lui era più forte, lui era il re supremo!
«Fermi!» disse Lucy, poi il popolo di Narnia si mostrò ai due combattenti
«Principe Caspian?» chiese Peter, il ragazzo corrispondeva perfettamente alla descrizione che gli aveva fornito CPA
«Si, e tu chi sei?» rispose con insolenza
Meglio che abbassi i toni…
«Peter!» gridò Susan accorrendo da lui seguita da Edmund.
Caspian ammirò stupefatto la spada che aveva appena sottratto a quel ragazzino che aveva davanti
«Sei re Peter?» chiese stupefatto, in realtà si aspettava quattro vecchi e saggi sovrani…
Caspian si guardò intorno, gli altri tre erano anche più piccoli di Peter… c’era una bambina con non più di tredici anni, un ragazzino probabilmente di quindici e una ragazza di quanto? Sedici?
Quando il suo sguardo si posò su di lei quasi non sentì più la terra sotto i piedi
Era bellissima.
Era incantevole.
Lei sorrise e lui non poté fare altrimenti.
«Credo tu ci abbia chiamato» disse Peter riprendendosi la spada, ma Caspian era troppo impegnato a guardare la ragazza per curarsi di ciò che il re diceva
                                                ***
«Parlami un po’ di te» disse Rachel scostando il ramo di un albero
«Cosa dovrei dirti?» rispose Marc
«Non so, quello che vuoi» gli sorrise la ragazza
«Ho un cugino pigrissimo, ma gli voglio un bene immenso. È come un fratello per me, il fratello che non ho mai avuto»
«Sei figlio unico?»
«Si, sono l’uomo di casa» guardò per terra mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni
«Uomo di casa? E tuo padre?»
«è morto qualche anno fa in guerra» rispose continuando a tenere gli occhi bassi
«Scusa, non volevo…»
«tranquilla, ci ho fatto l’abitudine» fece una specie di smorfia più che un sorriso
«Non voglio stare qui ad angosciarti, dimmi di te»
«Io un fratello ce l’ho, ma preferirei non averlo» disse ridendo «Io ed Elena siamo amiche da quando eravamo piccole, ci siamo un po’ perse di vista per tipo… tre anni, ma ci siamo ritrovate l’anno scorso, in primo liceo»
«Giusto.. voi siete più piccole»
«Non siamo piccole» Rachel gli fece la linguaccia e lui rise
«Rispetto a noi si, io e Nick siamo in quarto»
«Non siete tanto più grandi, quindi non avrete il comando» risero ancora
«Aspetta, ho sentito qualcosa» Marc tirò Rachel dietro un cespuglio, i passi di un cavallo aleggiavano nel silenzio della foresta. Rachel alzò il viso di qualche centimetro e trovò quello di Marc che guardava verso la foresta. Non erano mai stati così vicini, tranne che nei suoi sogni ovviamente. Possibile che quel posto fosse vero? Possibile che tutto ciò stava accadendo davvero?
Il rumore del passo di due cavalli la distrasse dai suoi pensieri.
«e questi cosa ci fanno qui?» disse il ragazzo alzandosi, in effetti era strano trovare due cavalli di razza pura già sellati
«saranno scappati» e detto questo gli occhi di Marc si illuminarono
«sai cosa significa questo?» disse entusiasta
«Dovrei?»
«Rachel, questo significa che non siamo soli!» gridò abbracciandola.
Bastò quel gesto per far sentire Rachel in paradiso.
«Dovremmo andare da Elena e Nick» disse lei
«E perché scusa? Facciamoci un giro» le fece l’occhiolino, poi l’aiutò a salire a cavallo e lui fece lo stesso.

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Capitolo 6
*** Perdersi ***


Cap. 5 – perdersi

I primi due giorni in quella terra sconosciuta volarono, i quattro ancora non riuscivano a spiegarsi come vi erano arrivati, dov’erano e come avrebbero fatto ad andarsene, ma, in compenso, avevano imparato a conoscersi tra loro. Elena era istintiva e testarda, Nick pigro ma coraggioso, Rachel infinitamente dolce e Marc curioso e affascinante. I quattro si conoscevano da soli tre giorni, ma erano legati l’un l’altro… chi non lo sarebbe al posto loro?

«stavo pensando che oggi potremmo andare anche noi nella foresta» disse Elena al ragazzo al suo fianco, avevano le caviglie immerse nel piccolo ruscello della radura e si godevano il sole del primo mattino
«non mi va di camminare e poi ci sei andata ieri con Rachel» rispose lui

«Hanno lasciato qui i cavalli, se non ti va di camminare usiamo quelli»  Elena lo guardo con quegli occhi da cerbiatto e Nick non poté che accettare
«Da dove vuoi andare?» disse alzandosi poi le allungò la mano
«Nord, Marc e Rachel sono andati a Ovest, io e Rachel ieri siamo andate a Est, tu e Marc a Sud, nessuno è mai andato a Nord»
«Andiamo verso terre inesplorate» scherzò e insieme si avvicinarono ai due cavalli che ruminavano tranquillamente, li sellarono per poi montarli con facilità. Cioè, Elena salì sul destriero con estrema grazia, Nick ci riuscì al quinto tentativo, dopo una caduta di sedere a terra.
«sei una frana» scherzò precedendolo
«prima o poi imparerò, già è tanto che riesco ad andare al galoppo»
«è semplicissimo»
«forse per te che sei già andata a cavallo prima d’ora»
«impossibile che tu non sia mai andato a cavallo»
«Ah, scusa, hai ragione, una volta ci sono andato… su un pony a quattro anni!»
«non fare l’ironico, non lo sai fare»
«parla la regina della simpatia»
«di certo tu non puoi parlare, le tue battute mi fanno cadere le braccia»
«ricorda che se non fosse per me e Marc ora sareste sole in questo luogo sconosciuto»
«sai come si dice, meglio soli che male accompagnati» disse lei facendo una smorfia
«pensavo che la mia compagnia ti facesse piacere»
«perché non conoscevo questo tuo lato odioso»
«mi spieghi perché stiamo litigando?»
«perché sei una testa di rapa»
                                                  ***
«Peter!» disse Caspian cercando il ragazzino biondo nella fortezza, lo trovò in quella che era la sua stanza improvvisata
«Peter»
«che vuoi» disse senza degnare il principe di uno sguardo
«stavo pensando di andare a fare un giro di ricognizione nella foresta» propose Caspian, Peter ci pensò un po’ su poi si alzò dal letto
«ma si dai» disse prendendo la spada
«ci vediamo fuori tra cinque minuti, faccio sellare i cavalli» e così facendo iniziò ad aggirarsi per i meandri della fortezza per arrivare all’improvvisata scuderia
«buongiorno Susan, Lucy, dormito bene?» salutò incrociando le due regine
«ciao Caspian» disse sorridendo la piccola
«buongiorno anche a te» anche Susan sorrise, ma quello gli fece più effetto… «dove stai andando?» continuò lei
«vado a sellare i cavalli, faccio un giro nella foresta con Peter»
«Ed dov’è?»
«Non so, forse dorme ancora»
«ok, a dopo Caspian» disse Susan
«a dopo ragazze» e appena le regine si voltarono un sorriso idiota prese possesso sul suo volto
                                             ***
«Secondo te dove sono finiti?» chiese Rachel a Marc
«i cavalli non ci sono, saranno in giro nella foresta»
«ma spariscono sempre?» disse lei sconfortata sedendosi sul prato
«fa niente» disse Marc sedendosi al suo fianco
«come fa niente?!»
«dico.. stiamo bene anche solo io e te.. no?» sorrise, Rachel abbassò lo sguardo
«si, stiamo bene» e si perse in quegli occhi verdi
                                             ***
«torniamo indietro, oggi sei insopportabile» disse Elena fermando il cavallo, erano ore ormai che litigava con Nick. Non era mai successo, erano sempre stati complici perfetti durante quei tre giorni. Forse Elena si era sbagliata, tre giorni non bastavano per conoscere una persona, forse Nick non era il ragazzo che pensava, forse era solo un egocentrico che si credeva chissà chi…
«vieni, da questa parte» disse lui
«no, da questa»
«Scusa Elena, vuoi saperlo meglio di me? L’orientamento è il mio forte»
«ecco che rincominciamo con l’egocentrismo, ma ti senti almeno quando parli?» ecco che rincominciavano
«oh mi scusi vostra maestà, dimenticavo la vostra grande modestia»
«io vado di qui, tu fai quello che vuoi»
«d’accordo»
«Nick…» chiamò lei
«si?» si girò per guardarla
«spero che ti perda» disse sorridendo, poi spronò in cavallo nella direzione che riteneva giusta.
                                                 ***
«ho sentito un rumore» disse Caspian fermando il destriero
«vai a dare un’occhiata lì dietro, io vado di qui» ordinò Peter e hai suoi comandi nessuno poteva opporsi
«si, ritroviamoci qui» Caspian si incamminò al trotto nella direzione che gli aveva indicato Peter.
Sentì un altro rumore.
Erano… degli zoccoli? Si, sicuramente.
Forse un centauro in perlustrazione… forse
Oppure uno degli uomini di Miraz… quel pensiero gli fece chiudere lo stomaco. Estrasse la spada dal fodero per sicurezza, poi continuò a vagare per i cespugli.
Più sentiva i passi vicini più il suo battito aumentava.
Del resto era normale, volevano ucciderlo!
«Peter!» gridò non appena un cavallo gli sbucò davanti, non sentì il re arrivare così decise di cavarsela da solo.
«Ehi tu, fermati!» il cavaliere si girò e Caspian rimase sbalordito.
Era un ragazza.
Dopo aver notato i lineamenti dolci si spostò sui vestiti, in effetti indossava una camicia e una gonna, avrebbe dovuto capirlo prima.
Possibile? Possibile che suo zio Miraz si riducesse a questi imbrogli? Voleva che ad ucciderlo fosse stata un donna perché era sicuro che lui non avrebbe combattuto.
Si sbagliava, si sbagliava di grosso.
«In guardia, donna di Telmar» disse alla donna a cavallo
«Cosa?» rispose lei girandosi un’altra volta, quando il suo sguardo si posò sulla spada lucente spronò il cavallo e partì al galoppo
«non mi scapperai» e detto questo partì all’inseguimento.
Quella non sembrava una donna di Telmar, anzi, a guardarla meglio sembrava solo una ragazzina… ma cavalcava un destriero delle scuderie di Miraz, questo era visibile… il marchio sulla sella, il cavallo purosangue, il motivo delle briglie…
Si, non poteva essere altrimenti che un suddito di suo zio.
Dopo qualche minuto di corsa riuscì a raggiungerla, prese al volo le briglie del suo cavallo e lei cadde per terra mentre il destriero si imbizzarriva
«allontanati» gridò, ma Caspian scese a terra e le puntò contro la spada.
«meglio che ti arrendi»
«Perché dovrei arrendermi scusa? Che ti ho …»
«Zitta! Vieni con me» Caspian la fece salire di forza sul cavallo per poi montarlo lui, lo spronò e andò in cerca del re.
La foresta era particolarmente silenziosa, l’unico rumore erano gli zoccoli del suo cavallo e i respiri affannati di lei che cercava vagamente di liberarsi dalla stretta del principe, ma non si sarebbe liberata, non avrebbe avuto pietà della donna che suo zio aveva mandato per ucciderlo.
Anche se… la ragazza non era armata, nessun pugnale o spada o arco, i suoi vestiti erano decisamente strani, nessuna donna a Narnia usava camicie o gonne da sopra la caviglia, anzi, per la precisione quella della ragazza era addirittura sopra il ginocchio.
Era una cosa inaudita!
Un pensiero lo fulminò.
Possibile che… si fosse sbagliato? Possibile che quella ragazzina non fosse stata mandata da Miraz…?
Il rumore di quattro zoccoli iniziò a risuonare al suo fianco, Peter l’aveva raggiunto
«ho trovato una spia» disse fiero il principe fermando il cavallo, il re fece lo stesso.
Guardò Caspian interrogativo, poi il suo sguardo si posò sulla ragazza
«Caspian CHE STAI FACENDO?» disse a denti stretti
«ho catturato una spia!» continuò, Peter scese da cavallo e si avvicinò a Caspian
«No Caspian, hai catturato una ragazza del mio mondo» disse facendo vagare i suoi occhi blu tra i due sul cavallo. Peter spostò le braccia di Caspian e allungò le sue verso la ragazza impaurita
«vieni, non ti faremo del male» lei le afferrò e scese dal cavallo, si strinse alla maglia di quello sconosciuto pur di essere al sicuro da quel pazzo
«ma sei scemo?» disse la ragazza e Peter scoppiò a ridere
«sai, a volte penso proprio di si» aveva un sorriso stupendo
«ti porgo le mie scuse» disse Caspian allungando una mano alla ragazza
«se non lo rifai più le accetto» disse stringendola, lui fece il baciamano
«il mio nome è Caspian X, sono il principe di Telmar» si presentò fiero
«io sono Elena, e, sai com’è, non sono una regina o una principessa, ma vengo da Londra»
«Anche io sono di Londra»
«Cos’è Telmar?» chiese senza tener conto delle parole di Peter
«è la città di cui sono principe, ti ho scambiato per uno dei soldati di mio zio, pensavo volessi uccidermi…»
«perché tuo zio vuole ucciderti?»
«è … una lunga storia»
«Ehi aspetta, tu hai detto che sei di Londra... quindi io e i miei amici non siamo gli unici matti qui in questa terra?»
«Effettivamente no»
«Ah, questa è una buona notizia!»
«So come ci si sente per la prima volta Narnia… quindi vieni con noi, ti spiegheremo tutto quello che c’è da sapere»
«Narnia»
«Si»
«Andiamo» disse Peter salendo a cavallo, Caspian tese una mano a Elena per aiutarla a salire
«Preferisco andare con lui» disse e Peter rise ancora, poi le diede una mano per salire
«come preferisci»
«Anche se… devo andare a prendere i miei amici…» anche se non aveva voglia di vedere Nick doveva tornare da Rachel
«Si sta facendo buio, ci andremo domani»
«come volete voi»
«ti prometto che ti accompagnerò io personalmente» Peter la scrutò con quei suoi occhi blu e lei capì che di lui avrebbe potuto fidarsi…
«non mi hai detto come ti chiami» disse Elena mentre trottavano per la foresta
«Sono Peter, il magnifico» rispose lui, lei fece una smorfia
«No, non preoccuparti, non è così egocentrico! È solo il suo appellativo» disse Caspian ridendo
«Ah, capisco… Peter il magnifico»
E risero insieme fino alla fortezza.

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Capitolo 7
*** Rimorsi e brutte sorprese ***


Cap 6 – rimorsi e brutte sorprese

 
«è tutta colpa mia, è tutta colpa mia…» continuava a ripetersi Nick mentre faceva almeno per la centesima volta il perimetro del ruscello
«Si! Non avresti dovuto lasciarla andare!» gridò Rachel
«Oh lo sappiamo tutti com’è Elena, è testarda! Aveva deciso di andare da quella parte e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea»
«allora potevi assecondarla e andare con lei, stupido!» Marc la fulminò con lo sguardo e Rachel capì di aver un po’ esagerato
«Nick, dovevi andare con lei» disse lui con più calma
«Ormai è andata! Stare qui a pensare non cambierà le cose! Io dico che è ancora viva, dobbiamo solo andare a cercarla. È una ragazza in gamba, se la sa cavare» disse Nick afferrando il cavallo, si sentiva dannatamente in colpa per aver lasciato Elena da sola. L’aveva irritato per tutto il tempo, ma non avrebbero dovuto dividersi.
Doveva trovarla, non poteva farne a meno.
«Andiamo» disse Rachel prendendo la sua borsa
«Ok» Marc si mise al suo fianco mentre Nick salì a cavallo
L’avrebbe trovata, fosse stata l’ultima cosa che avrebbe fatto
                                                                          ***
«Elena, posso?» chiese una vocina scostando leggermente la porta
«certo Lucy» rispose la ragazza mettendosi a sedere, non stava dormendo, stava solo … pensando.
L’altra sera aveva conosciuto il resto della famiglia Pevensie, aveva scoperto dell’esistenza dei centauri e dei minotauri e come se non bastasse aveva ascoltato i discorsi di un topo.
Si, un topo parlante!
«sei sveglia?» disse la bambina dai capelli castani avvicinandosi al letto
«Si, da un po’»
«Però.. come ti va grande la camicia di Peter» rise, in effetti per dormire il biondino le aveva dato la camicia della sua divisa, anche perché i suoi vestiti erano lerci.
«Hai ragione» anche Elena rise
«Come avete fatto ad arrivare a Narnia?»
«Attraverso la porta di una pasticceria»
«buono»
«Si»
«come sono gli altri?»
«Be’… diversi tra loro. Rachel è la mia migliore amica, Marc è affascinante e Nick è… » Bello, stupendo, divertente «…davvero simpatico»
«Non vedo l’ora di conoscerli, così ora non saremo gli unici del nostro mondo qui a Narnia»
«secondo te perché ci siamo anche noi?»
«non saprei… forse Aslan ce lo svelerà prima o poi» sorrise speranzosa
«Aslan?» chiese incuriosita, ma qualcuno irruppe nella stanza
«buon giorno ragazze» disse Peter scostando al porta
«’giorno fratellone»
«ciao Peter»
«Allora? Com’è andata la prima notte a Narnia?» chiese mentre Lucy gli si avvicinava
«complessivamente è stata la quarta notte, ma la prima in un letto.. quindi è andata abbastanza bene»disse mentre si tirava il lenzuolo sulle gambe
«Ne sono felice, sono venuto per avvisarvi che la colazione è pronta e per lasciarti questo» Peter poggiò su una sedia un pezzo di stoffa azzurro cielo
«cos’è?»
«è un vestito, uno di quelli che si usano qui… te lo manda Susan»
«Ah… bene, la ringrazierò a colazione»
«bene, ci troverai fuori» Peter prese il polso della sorella e la trascinò fuori con lui, poi chiuse la porta.
Elena si alzò dal letto per avvicinarsi al vestito poggiato sulla sedia.
Lo prese in mano e lo osservò attentamente.
Non doveva essere molto elegante per un re o una regina, ma per lei si.
Era dello stesso colore del cielo di quella mattina, con piccole cuciture dorate che abbellivano il tutto.
Dorati…  dorati erano i riflessi degli occhi di Nick
Verdi e dorati, profondi, espressivi.
Elena scosse la testa, doveva cancellare quei pensieri.
Sarebbe andata a cercarli con Peter soro per rassicurarli e per portarli in quel luogo.

Peter...

Anche Peter era bello, i suoi capelli erano dello stesso colore del grano e i suoi occhi limpidi come l’oceano. Sembravano capaci di leggerti l’anima.
Aveva qualcosa che non aveva mai visto in nessun altro, era... speciale

Elena si sbottonò piano la camicia accarezzandone il tessuto, l’adagiò sul letto per infilarsi quello splendido vestito, si spazzolò i capelli di fronte allo specchio poi uscì da quella stanza improvvisata e cercò di uscire dai meandri di quella fortezza.
                                                                                              ***
«Susan!» gridò Caspian non appena vide la regina che si aggirava da sola per il prato nei pressi della fortezza
«Caspian! Cosa succede?»
«Oh, ehm, niente! Volevo solo… che stai facendo?» chiese arrossendo
«facevo un passeggiata prima di fare colazione, non ho bisogno di guardie del corpo» disse continuando a camminare
«No, non lo mettevo in dubbio»
«allora cosa ci fai qui?» chiese sorridendo
Cosa ci faceva lì? Non lo sapeva neanche lui!
Voleva passare un po’ di tempo solo con Susan, voleva parlarle, voleva ascoltarla, voleva sorriderle.
Ma non poteva dirle questo, sarebbe sembrato scortese, sarebbe sembrato fuori luogo…
Doveva inventarsi qualcosa!
Poi ebbe un lampo di genio
«Il tuo corno! Ho… ancora il tuo corno»
«Ah, grazie» Caspian la affiancò per darle il corno, poi ripresero a camminare
«tutto qui?» Susan lo scrutava con quegli occhi celesti  a cui non sapeva resistere
«Si, cioè… ti andrebbe di passare un po’ di tempo insieme?» chiese portandosi una mano tra i capelli
«Caspian, noi stiamo passando del tempo insieme»
«cioè, intendevo, più tempo..»
«ora passeremo più tempo insieme, infatti stiamo per andare a fare colazione, no?»
«Si, giusto…» disse Caspian sconfitto, abbassò lo sguardo e camminò silenzioso al fianco della regina.
Lo faceva a posta allora? A non capirlo, a evitarlo, a non calcolarlo…
Avrebbe dovuto lasciarla perdere, lei era bellissima, lui niente di che; lei era una regina la cui storia era narrata da secoli, lui un principe senza trono; cosa avevano in comune?
Niente!
Eppure in poco tempo lei era entrata nel suo cuore...
«mi piacerebbe» disse, poi gli sorrise e corse via verso la tovaglia da picnic sulla quale erano seduti i suoi fratelli e la nuova ragazza.
Caspian rimase lì a cercare di formulare ciò che Susan gli aveva detto, poi sorrise a sua volta e raggiunse tutti gli altri per fare colazione in quella splendida giornata di sole.
                                                                                                 ***
«dovremmo esserci quasi» disse Elena a Peter, erano a cavallo da circa mezzora e stavano cercando la radura dove dovevano trovarsi Nick, Rachel e Marc
«dovrebbe esserci tipo una radura da queste parti, giusto?»
«è quello che stiamo cercando» sorrise
«questi tuoi amici devono essere speciali se li stai cercando con così tanta voga»
«Be’ lo sono…»
«guarda, dovremmo essere arrivati» Peter precedette la ragazza per poi uscire nell’assolata radura.
Elena arrivò dopo di lui
Il suo stomaco si chiuse alla vista del luogo desolato.
Scese da cavallo e si catapultò vicino al falò ormai senza vita.
Dov’erano le loro borse? Dov’era il cavallo? E Nick? E Marc? E Rachel? Dov’erano?
Se n'erano andati? erano tornati a Londra? Gli avevano rapiti? 
Elena rabbrividì di fronte a quelle molteplici possibilità. 
«non ci sono» sussurrò cadendo di ginocchio a terra, Peter si avvicinò a lei
«li troveremo» disse guardandola dolcemente
«mi aiuterai?»
«ti aiuterò» sorrise e quasi strappo a Elena un briciolo di speranza...
Tornarono silenziosamente alla fortezza, ognuno perso nei propri pensieri
Gli avrebbe trovati, questo era poco ma sicuro.

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Capitolo 8
*** Notturni ***


Cap. 7 – notturni

Elena si tormentava una ciocca di capelli da più di un quarto d’ora.
Non riusciva a dormire.
La fioca luce della luna filtrava dalla finestrella della stanza, era una bella serata, sprecato restare chiusa lì dentro.
Si aggiustò il vestito che non aveva ancora tolto e uscì in punta di piedi dalla stanza, per non farsi sentire dagli altri.
Vide Edmund, in fondo al corridoio, che spegneva la sua torcia e rientrava nella sua stanza, intravide Caspian sostare indeciso davanti alla porta della regina Susan per poi tornare col capo chino nella sua stanza.
Peccato, se avesse avuto un po’ più di coraggio avrebbe passato una serata stupenda.
Si piacevano, questo era evidente.
Elena prese una fiaccola dal muro e uscì nella fresca aria
Passeggiò per qualche minuto, poi si sdraiò sull’erba ad osservare la luna.
Un po’ come faceva con Nick, ma Nick in quel momento non c’era.
Non c’era lui,
non c’era Rachel,
non c’era neanche Marc.
Gli mancavano, gli mancavano incredibilmente.
Non che la compagnia di Peter, Susan, Lucy, Edmund e Caspian non le piacesse, ma preferiva gli abbracci di Rachel e quel modo di fare di Nick, anche se egocentrico e presuntuoso, che le faceva sciogliere il cuore come cera al sole.
«non riesci a dormire?» chiese una voce dietro di lei
«no» rispose mettendosi a sedere
«posso farti compagnia?»
«mi piacerebbe» Peter le si sedette accanto, gli occhi risplendevano nella luce fioca
«tutto ok?»chiese
«prova a metterti nei miei panni Peter, cosa proveresti se rimarresti solo in una terra sconosciuta?» le tremò la voce mentre esponeva per la prima volta ciò che provava
«Elena, tu non sei sola!» Peter le sorrise
«Peter…»
«So cosa intendi, ci si può sentire soli anche in un luogo affollato se non ci sono le persone giuste con te… ma per qualsiasi cosa io e i miei fratelli… e Caspian ci siamo»
«in questo caso grazie» anche lei sorrise di rimando, Peter si stese su un fianco
«Elena, so come ci si sente la prima volta a Narnia… a noi andò a anche peggio»
«cosa successe?» Peter aveva scatenato la curiosità della ragazza, infondo non le avevano ancora raccontato della loro prima volta lì
«Diciamo che grazie a una profezia ci ritrovammo a guidare un esercito contro la strega bianca senza la minima idea di come si combattesse e, subito dopo, venimmo incoronati re e regine di Narnia» Peter aveva un’espressione soddisfatta sul volto
«Strega bianca?»
«era una perfida strega che prima governava Narnia, se non fosse stato per Aslan saremmo morti tutti»
«Aslan? Anche Lucy me ne ha parlato … »
«è lui il padrone di questa terra, se ti ha fatto venire qui, se ci ha fatto incontrare… devi dire grazie lui, è lui a far girare tutto»
«mi piacerebbe incontrarlo»
«prima o poi lo troveremo, lui è fatto così! Appare e scompare quando meno te lo aspetti»
Ci fu un momento di silenzio.
Passarono secondi?minuti? Ore? Non lo sapevano.
Se ne stavano lì, nell’erba umida, ad ammirare nuove costellazioni e la luna splendente
Non servivano parole inutili, avrebbero rovinato quel momento perfetto.
Ma una domanda tormentava Elena da quella mattina, una domanda alla quale risposta non voleva neanche pensare, una domanda che le faceva sentire il sapore amaro delle lacrime in bocca.
Sentiva che stava per esplodere, così decise di porgliela
«Peter» disse, lui girò piano la testa verso di lei, pronto ad ascoltarla
«dimmi»
«secondo te troveremo mai i miei amici?» chiese quasi in un sussurro, ma lui riuscì a captarlo
«se c’è una cosa che ho imparato qui è che la speranza è l’ultima a morire»
Staccò un filo d’erba dal terreno e poggiò la sua mano accanto a quella della ragazza
«Peter» Elena sentì l’impulso di stringerla, ma racimolò tutte le sue forze per non farlo
«si?»
«ho paura» e a quel punto esplose.
Si, aveva paura! Aveva paura dell’ignoto, aveva paura di quel posto, aveva paura di non ritrovare mai più i suoi amici, aveva paura di non tornare a Londra, aveva anche paura che Peter si stancasse delle sue lamentele e l’abbandonasse all’ignoto, aveva paura di tante cose.
«tranquilla» rispose Peter abbracciandola dolcemente, le sue lacrime correvano leggere come ruscelli sul petto lui, le sue braccia la proteggevano dal buio che sentiva tutt’intorno a se.
«ti fidi di me?»
«si»
«allora credimi, andrà tutto bene»
                                                       ***
Peter non credeva a ciò che stava facendo.
Si, non ci credeva perché non era una cosa da lui!
Lui era sempre freddo, distaccato, perché avrebbe dovuto iniziare proprio ora a essere buono?
Elena si era addormentata tra le sue braccia, lì fuori, in quella fresca brezza notturna e lui le stava accarezzando dolcemente i capelli.
Le aveva assicurato che tutto sarebbe andato per il verso giusto, ma non ne era sicuro neanche lui. Con gli uomini di Telmar che governavano Narnia niente era più sicuro. Poi c’era la questione Aslan. Dov’era Aslan? Che fine aveva fatto? Perché non andava ad aiutarli? Insomma, con il suo aiuto avrebbero sicuramente vinto la battaglia contro gli uomini di Miraz e avrebbero restituito Narnia alle sue creature… ma Aslan non c’era, li aveva abbandonati in balia delle onde e non sapevano che fare.
Elena farfugliò qualcosa nel sonno per poi stringersi contro il petto del ragazzo, Peter sorrise lievemente e sfiorò i capelli castani di lei con le sue labbra morbide.
Sapeva come ci si sentiva la prima volta a Narnia, lo sapeva e avrebbe tanto voluto qualcuno che l’avesse trattato così. Che qualcuno l’avesse rassicurato, coccolato e magari l’avesse aiutato a guidare l’esercito di Aslan, ma questo qualcuno non era mai arrivato.
Quando l’aveva vista così fragile e indifesa mentre si spogliava delle sue paure gli si era sciolto il cuore, cosa più unica che rara…
Strinse un po’ di più il corpo della ragazza, sia per proteggerla dal freddo che piano piano scendeva, si per sentire il calore del suo corpo contro il suo, per avere un po’ di conforto, per sapere di avere qualcuno su cui contare.
Il freddo si faceva sentire sempre più, dovevano rientrare.
Peter si mise in pidi e si caricò Elena sulle braccia possenti, la sua scontrosità, la sua aria da sottuttoio, la sua voglia di comandare avevano lasciato il posto a un sorriso spensierato sul suo volto e il suo corpo fragile sembrava chiedere solo un po’ di dolcezza in più.
Scese nella cavità della fortezza silenziosamente, poi entrò in camera della ragazza. La adagiò piano sul letto e si girò per andarsene
«Peter» sussurrò e lui si voltò di scatto, Elena riuscì ad afferrare una sua mano
«non te ne andare» continuò e Peter non poté che esaudire il suo desiderio.
Si sdraiò al suo fianco e socchiuse gli occhi
«buona notte» disse, ma lei già dormiva profondamente.
Peter poggiò la sua mano sulla sua e la strinse leggermente, per non svegliarla, poi scivolò velocemente nel mondo dei sogni.

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Capitolo 9
*** nelle grinfie di Miraz ***


Cap 7 – nelle grinfie di Miraz

 
«Rachel, calmati per favore!» Marc bloccò la ragazza dalle spalle
«forse tu non ti rendi conto, due giorni, sono due giorni che la mia MIGLIORE AMICA non è con noi!» sbraitò
«ho capito, ma ora…»
«tutta colpa di quel bastardo!»
«oh Rachel, in parte la colpa è mia, ma cosa potevo fare? Lo sai meglio di me quanto è testarda!» rispose Nick afflitto, si alzò dal sasso sul quale si era poggiato e andò ad accarezzare il cavallo, infastidito dalle urla isteriche di Rachel.
Si, ok, erano due giorni che Elena era scomparsa e anche lui ci stava malissimo, ma non faceva certo tutto il casino di lei!
«Rachel, ti prego guardami» cercò di dire Marc
Rachel fisso i suoi occhi grigi in quelli verdi di lui
«ora ascoltami, non importa quanto ci metteremo, troveremo Elena» continuò,
Rachel si gettò tra le sue braccia
«meno male che ci sei tu» disse stringendolo
«grazie della considerazione» ironizzò Nick
«Nick se non chiudi quella boccaccia ti do in pasto al cavallo» Rachel parlò a denti stretti per rendere l’idea
«Tecnicamente non è possibile, i cavalli sono…»
«NICK!»
«ok, ok, ho capito!»
«vedi di andare a pescare qualcosa»
«Sono due giorni che pesco solo io!» sbuffò in contemporanea con il cavallo
«datti una mossa»
«Quando c’era Elena era meglio, almeno non ero l’unico a opporsi al volere supremo , andiamo via Lino, qui non ci capisce nessuno»
«e ora chi è Lino?» chiese Marc esasperato
«il mio nuovo amico cavallo»
sbruffarono insieme, di nuovo
«se non fossimo in questa situazione quasi, quasi mi staresti simpatico»
Rachel sorrise lievemente
«onorato del complimento miledy» si inchinò scioccamente
«ecco, ora vorrei di nuovo che il cavallo ti mangiasse»
risero tutti e tre insieme, poi dei sentirono dei passi nella vicinanze
Cos’era?
Un cavallo, sicuro.
Forse due.
«Elena» pensò Rachel ad alta voce, salì al volo sul suddetto Lino e si addentrò nella foresta
Si sentì un urlo.
Nick e Marc corsero verso di lei.

Non avrebbero dovuto andare, ma questo lo capirono solo qualche minuto dopo
«Guarda, devi tenere con questa l’arco e con quest’altra la freccia, poi scocchi» stava spiegando Susan, Elena impugnò l’arco come le aveva mostrato lei.
Scoccò la freccia verso il bersaglio e centrò il cerchio rosso
«Come? Così?» chiese soddisfatta, Peter batté le mani e Edmund rise per l’espressione della sorella
«si, così» fece una smorfia per poi scoccare un’altra freccia, senza però ottenere il risultato di Elena, Lucy si mise tra loro e scagliò il suo pugnale in modo che la freccia della castana si dividesse in due.
Elena e Susan rimasero basite.
«hai capito Lucy!» ridacchiò Edmund sotto l’ombra di un grande pino, Peter fece lo stesso
«scherzate pure» rispose acida Susan
«ehi Susan, non prendertela»
«tranquilla, non ce l’ho con te, solo con qui due»
«non fanno niente di male»
Susan la fulminò con lo sguardo per poi allontanarsi dal campo con aria agguerrita, Elena raggiunse i due ragazzi sul prato
«Susan la dolce, eh?» disse prendendo posto tra Ed e Peter che ancora ridevano
«tranquilla, è solo preoccupata che tu possa rubarle la scena» la tranquillizzò Peter
«devi conoscerla bene per riuscire a sopportarla» il ragazzino sbuffò passandosi una mano tra i folti capelli neri
«allora? che si fa ragazzi?» chiese una terza voce proveniente dalle loro spalle
Peter stava per rispondere in modo brusco, ma Elena gli strinse un braccio e lasciò che Ed parlasse per primo
«sono due giorni che siamo fermi qui al campo, io propongo di andare a farci un giro»
«Si, per favore» esultò Lucy raggiungendoli, Peter la strinse contro il suo petto
«se lo dici tu, magari accetto»
Elena rimase sbalordita nel vedere la dolcezza di Peter nei confronti della sorella.
Se lei sorrideva, lui sorrideva.
Se lei lo abbracciava, lui la stringeva più forte che poteva.
Se lei fosse stata in pericolo, lui avrebbe percorso mari e monti pur di salvarla.
Peter notò lo sguardo dolce della ragazza così gli sorrise e con un gesto quasi impercettibile sfiorò leggermente la sua mano
«tu che ne dici Elena?» chiese Caspian distogliendola dai suoi pensieri
«uhm, fantastico, ma dobbiamo convincere Susan a venire con noi»
Sul viso di Caspian si formò un sorriso idiota
«vado io, tranquilli, ci vediamo qui tra mezz’ora»
Detto questo i cinque giovani si alzarono dalle loro posizioni e presero strade diverse.
Caspian andò in cerca della sua bella Susan.
Edmund e Peter andarono alla ricerca dei cavalli necessari nelle loro stalle improvvisate.
Elena e Lucy restarono nelle vicinanze aspettando il resto della compagnia
«però…» disse Lucy spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio
«cosa?» Elena gli sorrise, non poteva fare altrimenti di fronte a quei dolci occhi da cerbiatto
«Pensavo che mi piace come Peter si comporta nei tuoi confronti»
«Non ti seguo Lucy»
«Niente di particolare, solo ho visto come ti guarda e sembra… dolce? Si, decisamente dolce e questo non è da lui»
«e… a te fa piacere?»

«non immagini quanto!» Elena le cinse le spalle con il braccio e la strinse leggermente a se, come si poteva non voler bene a lei? Lucy era adorabile, era coraggiosa, era altruista, era … era Lucy!
«Lasciatemi stare brutti ceffi!» Rachel non aveva smesso un secondo di sbraitare contro quelli strani uomini in armatura, menando calci e pugni a destra e a manca.
Colpendo involontariamente (o no?) Nick nella maggior parte dei casi
«zitta ragazzina!» intimò un soldato
«Fidati amico, potrai anche torturarla quanto vuoi, ma non riuscirai mai a farla stare zitta» disse Nick con un sospiro, Marc gli diede una gomitata.
Bene, la situazione era questa:
Rachel si era accorta troppo tardi che il rumore di passi nella foresta non era di Elena si era presto ritrovata nella stretta di un omone vestito con una armatura stile medievale che la accusava di non essere di Telmar e di tramare contro un certo re Miraz in quanto mi trovavo nella foresta.
Aveva lanciato un urlo e i due ragazzi erano accorsi in suo aiuto finendo subito dopo legati uno con l’altro accusati degli stessi crimini.
«senta, non abbiamo idea di chi sia questo re Miraz, veniamo da Londra e non abbiamo idea di dove siamo, questo le basta per lasciarci andare?»
Un cavaliere un po’ più basso del primo gli si avvicinò minacciosamente
«no, ora vi porteremo dal nostro re e lui deciderà cosa fare»
Il basso prese Rachel di peso e la caricò sul cavallo per poi salire dietro di lei mentre quello alto costrinse i due ragazzi a montare il destriero facendo lo stesso subito dopo.
Per far stare zitta la ragazza e evitare problemi con gli altri e due gli legarono dei bavagli intorno alle labbra e legarono le loro mani dietro le rispettive schiene.
Cavalcarono per ore senza mai raggiungere la meta, il sole stava piano piano scendendo verso l’orizzonte e la foresta si faceva sempre più silenziosa.
«Peter!» questo nome echeggiò nella foresta e ruppe la tranquillità come un fulmine a ciel sereno.
Nick si girò di scatto verso Marc.
Possibile?
«Peter, non vedo più Susan»
No, non poteva essere vero.
Rachel si guardò incontro sconvolta
«è meglio così Elena»
Elena. Elena. Elena. Elena.
Nick si sentì morire.
«secondo te chi sono?» sussurrò il basso a quello alto
«non ne ho idea, ma non siamo abbastanza forti per combattere ora» si scambiarono un’occhiata d’intesa, poi spronarono i cavalli al trotto.
Rachel iniziò a dimenarsi come una pazza, ma il soldato la bloccò
Nick si guardava intorno disperato, doveva andare da Elena, subito.
I passi di un cavallo al galoppo arrivarono alle sue orecchie e Nick riuscì a individuare la fonte del suono.
Dopo qualche fila di alberi alla sua sinistra, un cavallo bianco galoppava maestosamente.
Sul suo dorso un ragazzo dai capelli color del grano e una ragazza con lunghe ciocche castane e un ampio vestito verde scuro che ondeggiava a ogni passo.
Stringeva il ragazzo come fosse una pietra preziosa.
Lui le sorrideva guardandola con la coda dell’occhio.
Identificò il primo come un principe, era troppo … regale per essere un ragazzo normale.

La seconda la conosceva, la conosceva bene, era la sua Elena.
La sua Elena avvinghiata a un principe.
Tanto soddisfatta da non accorgersi neanche che tre cavalli correvano parallelamente a loro e che su questi cavalli c’era lui.
C’era Rachel.
C’era Marc.
I suoi unici amici in quella terra straniera.
O almeno così pensava.
«Peter, non hai sentito anche tu dei passi prima…» chiese Elena mentre Peter fermava il destriero nel punto dove avrebbero dovuto incontrarsi con gli altri
«Erano sicuramente Ed e Lucy, se no ci avrebbero attaccati» il ragazzo le fece uno di quei suoi sorrisi rassicuranti che fecero sentire Elena sollevata.
«eccoci» gridò una voce familiare
«che ti dicevo?» Peter fece una smorfia poi sorrise al giovane Caspian
«allora? com’è andata?»
«abbiamo incontrato dei soldati a ovest neanche un minuto fa, per fortuna non ci hanno visti, voi non avete notato niente? Venivano da questa parte…
«perché non gli hai attaccati, stolto!»
«Peter, glie l’ho chiesto io, non avevo voglia di combattere»
«avevano degli… ostaggi» chiese Elena sperando in una risposta negativa, non pensate che si fosse dimenticata dei suoi amici, non pensate neanche che avesse smesso di pensare a loro per un secondo, semplicemente cercava di apprendere più cose possibili su quel posto in modo da facilitare la ricerca
«due ragazzi» disse Susan abbassando lo sguardo, si sentiva evidentemente in colpa per non averli salvati
Due ragazzi.
Nick e Marc?
E Rachel? Dov’era?
No, non poteva essere.
Non si sarebbero mai separati.
Nessuno avrebbe mai fatto quello che aveva fatto lei.
«Questa storia deve finire» borbottò Edmund raggiungendo il gruppo, aveva un lembo della camicia strappato e stretto intorno alla mano
«che ti è successo?» chiesero i due fratelli grandi all’unisono, si scambiarono uno sguardo complice
«Uomini di Miraz, a nord» disse Lucy sporgendosi da dietro la schiena del fratello
«dobbiamo trovare un modo per spodestare Miraz» Ed si strinse la benda con i denti, poi lanciò uno sguardo a Peter e Caspian
«torniamo alla base, penso di avere un’idea»

«andiamo» Peter spronò il cavallo ed Elena tornò a stringersi a lui mentre Susan cercava di avvicinarsi sempre di più a Caspian, senza però dare nell’occhio, senza farlo capire a lui…
Ormai il sole stava per scomparire, il cielo era pieno di sfumature rosse e rosa e la luna piano piano saliva, era piena quella sera.
Il si appoggiò a un tronco appuntito per sciogliere le corde che le legavano le mani, poi scostò i capelli dagli occhi.
Percepì di nuovo il rumore di zoccoli sulle foglie umide così riprese piano a camminare.
Eccoli che acceleravano, i tre cavalli galoppavano, lo costrinsero a correre per non perderli di vista.
Inciampò nella radice di un albero.
Cadde a terra distrutto.
Aveva combattuto.
Aveva lasciato i suoi amici nelle grinfie di quelli uomini.
Aveva corso e camminato per ore.
Ma cosa importava?
Aveva bisogno di aiuti per liberare Rachel e suo cugino.
Aveva bisogno di Elena per riuscire ad andare avanti.

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