Soul and Blood- Nothing more than you

di CrazyNessina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.



Era lì, disteso, freddo più di quanto non fosse mai stato,ancora più bianco del solito. Era immobile. Era morto per sempre. Nemmeno il veleno più potente lo avrebbe fatto rinascere. Lui era lì, sull’erba scura, sotto i raggi di una luna senza vita. Lui non c’era più. Il suo corpo giaceva a pochi centimetri dalla sua testa. I suoi occhi erano aperti e nericome il buio più profondo, vuoti come un foglio di carta.
Un grido squarciò in due il cielo di quella notte fredda come il ghiaccio. L’urlo di disperazione. Un pianto invisibile. Un amore eterno. Quell’amore che la vita ti concede una volta sola.
Quell’amore non era riuscito a salvarlo. La lotta contro il sonno eterno era stata persa.
*Non è possibile*. Nella sua mente queste tre parole continuavano a ripetersi come un disco rotto.
Avrebbe voluto piangere, però la sua natura non glielo permetteva, ma ci pensò il cielo a farlo. Una fitta pioggia piombò su quel pezzo di mondo, ma sembrò che non fosse accaduto niente. Il silenzio era rotto solo dalle goccie di pioggia che cadevano al suolo. Tutti erano immobili davanti a quell’amore stroncato dalla morte.
Non è possibile. Non puoi essere morto. Ditemi che è solo un incubo.” Le sue parole uscivano lente dalle sue labbra tremanti.
Mi vendicherò amore. Mi vendicherò per quello che ti hanno fatto. Perdonami solo una cosa. Perdona il fatto che non sono stata in grado di proteggerti come,forse,avrei dovuto fare.
Si alzò dal manto verde che ricopriva la terra. Con la testa bassa si avvicinò alla sua vittima e solo quando gli fu abbastanza vicino alzò lo sguardo pieno d’odio. La velocità con cui si mosse fu quasi impercettibile. Gli saltò addosso con una forza e un eleganza che era tipico di lei. Lei a cui avevano tolto l’unica ragione di vita.
Sei morto”. Furono queste le sue ultime parole prima di far girare la sua testa di trecentosessanta gradi.
Bastardo. Hai fatto il passo più lungo della gamba. Brucia all’inferno.

***

Era passato un anno quasi. Il dolore della sua morte era ancora forte. Il suo corpo da giovane uomo eterno era stato seppellito nel punto più alto della collina dove la loro casa era posta. Un luogo dove il sole riscaldava quel corpo freddo e senza vita. Un pezzo di mondo dove rifugiarsi per stare di nuovo insieme, in un modo diverso, ma con lo stesso amore di sempre.
Qui giace Jasper Withlock Hale. Caduto in nome dell’amore.
Quella scritta laccata in oro avrebbe ricordato o fatto conoscere quel cavaliere dall’armatura scintillante,che aveva lottato per l’amore,era morto. E quella volta, purtroppo, per sempre.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.



Qualcuno la osserva da lontano. Qualcuno si sta già innamorando. Qualcuno la guarda ballare, cantare e muoversi sinuosa tra la folla. Qualcuno quella notte non farà che pensare a lei.
Neea, hai fatto colpo”. È tutto quello che Emmett le riesce a dire prima di indicarle i divani della discoteca. Solo allora si rende conto che ha attirato l’attenzione su un gruppo di ragazzi e ragazze che avranno tuttosommato la sua età. Inizia a guardarli uno ad uno, e poco dopo sorride.
Grazie Em. Vedi quella con i capelli scuri? La conosco. Ho lavorato per un suo video qualche tempo fa. Ti ricordi?”. Il vampiro buono le sorrise e annuì, poi tornò a concentrarsi su sua moglie, mentre Neea continua a ballare scatenata, trasportata dalla musica che il Dj decise di mettere. E poi boh, si ricordò che mancava solo una settimana. Un’orribile settimana a quell’orribile data. E di colpo si è sentì mancare l’aria nei polmoni. La musica era diventata troppo alta, la sua voglia di continuare a muovere le gambe troppo poca.
Em, io mi vado a sedere. Non mi sento tanto bene”. Un attimo. È bastato un solo attimo a scatenare una sensazione di panico tra i due giovani vampiri.
Non ti preoccupare piccola. Ci siamo io e Rose qui. Appoggiati a me, ti porto dai divanetti. Ma tu resisti. Ok?”. Lei annuì. Da quando si era rotta il ginocchio davanti agli occhi di Emmet, per lui quella fragile essere umana era diventata una tenera creatura da proteggere in ogni istante, in qualunque posto si trovava. Aveva già dovuto affrontare una perdita troppo importante per l’intera famiglia. Lei non sarebbe stata la prossima a far versare lacrime inesistenti ad un branco di vampiri vegetariani
Dopo averla scortata su dei divanetti che stonavano con l’interno della discoteca, Emmet si sedette vicino a lei tenendole la mano, mentre Rose la guardava senza sapere bene che fare. L’intera scena era un misto tra dramma e commedia.
Emmett, sto bene. Ho avuto solo un senso di…vuoto”.
In che senso?
Mi sono ricordata che manca una settimana.
Emmet capì. Era stato l’anno più lungo e difficile che avesse mai trascorso in quasi novantacinque anni di vita. Rosalie dal canto suo cercava di non pensare alla sorella adottiva. Era doloroso anche per lei, infondo aveva perso suo fratello.
Sicura di stare bene? Se vuoi ce ne andiamo”. Rosalie le scostò una ciocca di capelli rossi dal volto.
Si, tranquilla. Ora sto meglio. Voi andate a ballare, io rimango ancora un po’ qui e vi raggiungo.
Emmet cercò di rispondere, ma il sorriso che apparve sul volto di Neea lo rassicurò e prendendo la mano di Rosalie tornò in pista a ballare. Chi ha mai detto che i vampiri non possano divertirsi in maniera umana?
Neea guardava davanti, pensando indietro. Pensava ad Alice, a quell’anno passato nei peggiori dei modi. Ricordava quando si sforzava di piangere, ma nemmeno una singola lacrima scendeva su quel volto di porcellana. Non dimenticava il silenzio che da un anno pesava su quella casa perfetta.
Hey! Tu sei Neea, giusto? ” una voce estranea di donna la riportò alla realtà. Neea si trovò davanti una sua vecchia conoscenza, e come da copione sorrise.
Oh ciao Cassandra! Scusa ero con la testa da un'altra parte. Come stai?” Era meglio fingersi interessati, che spiegare certe cose, in più non avrebbe capito.
Benissimo. Te invece? Mi sembri giù di corda
Nono, tranquilla. Sono solo un po’ stanca. Sono appena tornata dalla Svizzera per un servizio fotografico e non ho dormito molto durante il viaggio.”. Si era meglio non dire niente. Si sarebbe tenuta tutto dentro come aveva fatto da quando conosceva i Cullen. Certe cose è meglio tenersele per se.
Ti va di conoscere i miei amici?”.
Perché no? ”. La giovane ragazza puntò il suo sguardo sulla pista in cerca dei suoi amici. Emmet le fece cenno con la testa e le sorrise.
A volte si sentiva quasi in trappola. Non poteva fare o pensare di fare qualcosa che doveva subito chiedere il permesso. Ma questo era il prezzo da pagare per un segreto così diverso dai soliti, scomodo, ambiguo e del tutto incredibile.
Cassandra e Neea si avvicinarono a quel gruppo di ragazzi che l’avevano fissata per tutta la sera. Impacciata e imbarazzata li salutò e diede la mano uno ad uno. La invitarono a sedersi, e solo allora si ricordò il modo in cui era vestita. Un vestito corto e rosso,come il sangue che scorre nelle vene. Disse che preferiva stare in piedi. Non era più abituata a non avere Emmet attaccato alle costole, pronto a difenderla a spada tratta. Forse, in fondo, quella non era una trappola, ma semplicemente una maniera diversa di sentirsi a casa.
Dal tuo nome capisco che non sei italiana”. La sua voce la colpì nell’anima. Era perfetta. Lui,forse, era perfetto.
No, cioè si..Mia mamma è norvegese e mio padre italiano.”. “Ah okey, bè è un bellissimo nome.
Oh, ehm… Grazie.”. Abbassò gli occhi verdi, come una gemma preziosa, per paura di incrociare i suoi, dolci e profondi come quelli di un bambino. Si girò verso la pista notando il modo in cui il suo migliore amico la stesse osservando con discrezione. Sorrise tra se, e gli fece cenno di avvicinarsi. In seguito alle presentazioni, Emmet, Rosalie e Neea uscirono dalla discoteca, dove avevano passato l’intera serata, lasciandovi dentro un cuore che batteva per lei.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.



Le faceva uno strano effetto tornare in quella casa, da sola senza più nessuno ad attenderla. Da quando i suoi genitori si erano trasferiti in America per degli affari di lavoro quel piccolo appartamento nel centro della Capitale la faceva sentire triste. Nonostante fosse tardi, Neea accese il suo compiuter portatile per controllare eventuali progetti di lavoro. Era in programma una sfilata per Abercrombie & Fitch a Milano alla fine del mese. In fondo le piaceva quel lavoro. Sentirsi ammirata, osservata e magari copiata da qualcuno la faceva sentire più importante, di quanto una modella di vent’anni potesse essere. Si fermò a fissare il vuoto, e senza accorgersene iniziò a pensare a lui. Lo conosceva bene, perché nel mondo dello spettacolo era molto famoso. Un cantante di successo, talentuoso e affascinante. Le venne l’ idea di cercarlo su Facebook, ma trovò solo la sua pagina ufficiale. Iniziò a leggere i commenti e i post che le sue fans gli lasciavano in bacheca ed uno strano sintomo di gelosia le pervase il corpo, quasi come un brivido di freddo. Cercò di non pensarci e spense il suo portatile bianco, di recenti compere insieme a Bella ed Esme. Ormai Alice aveva perso anche la voglia di fare shopping. E di nuovo quella scena le ritornò in mente.

*FLASH BACK*


Era in casa dei Cullen in una mattina di luglio, dove il sole tardava ad arrivare. Bella era ancora un essere umano, nonostante implorasse Edward di trasformarla al più presto. Lei e Neea erano nel grande salotto della casa a sfogliare libri per l’esame di maturità, mancavano pochi giorni all’orale ed entrambe erano del tutto terrorizzate, non tanto per l’esame in se, ma di dimenticarsi qualsiasi cosa, persino il proprio nome.
Neea -Sai Bella, dopo la maturità si potrebbe fare un bel viaggetto, io, te, Francesca,Roberta e Gaia. Che ne pensi?-
Bella -Per quanto lo possa volere non potrei, e sai il perché. -
E nel dirlo fece un cenno della testa rivolto ad Edward che, seduto sul divano bianco come il latte, le osservava.
Edward -Bè? Io non ho detto niente. Puoi anche andarci, ma mi dovrai portare con te -
Neea -Come non detto. -
E in quel momento Alice, seguita da Jasper, fece il suo ingresso nella stanza. Poco dopo arrivò l’intera famiglia Cullen, e senza neanche il bisogno di aprire bocca le due ragazze raccolsero i libri ed andarono in cucina.
Alice -Maria si vuole vendicare. Ha scoperto dove Jasper si trova e lo vuole annientare. O almeno così ho visto nella visione. Non so di per certo quando, ma dobbiamo stare molto attenti. Ho uno strano presentimento… Jasper -Tranquilla amore mio. Non mi succederà nulla. Non riuscirai a liberarti di me. Te lo prometto!-

*FiNE FLASH BACK*

“Eppure lo avevi promesso Jasper! Ce lo avevi detto e ridetto tante volte negli ultimi mesi, prima dello scontro! Perché?! Perché tu?! Perché non sei stato in grado di mantere quella promessa?!”
Alcune lacrime cercavano di saltare nel vuoto, mentre Neea provava a rimetterle in riga. Provava con tutta se stessa a non pensarci, ma ogni cosa le ricordava lui. Forse perché Jasper di lei si era fidato fin dall’inizio, e proprio per quello il bel vampiro le aveva raccontato la sua storia e quella dei Cullen. Non aveva dimenticato neanche un minimo particolare. Le aveva detto che quella famiglia di vampiri vegetarianiera invincibile. Eppure non erano riusciti ad esserlo fino in fondo.
“Sarà meglio andare a dormire, anche se domani posso stare a letto finchè voglio”. Dopo essersi messa il suo pigiama firmato Victoria’s Secrets, ricevuto dalla madre per Natale, si infilò sotto le lenzuola e si perse subito tra le braccia di Morfeo.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.



La musica continuava a uscire dalle casse poste qua e là nella discoteca di Roma. Non c’era molta gente quella sera, ma nonostante tutto un paio di ragazze gli si erano avvicinate per farsi fare l’autografo e una foto. Lui non poteva non acconsentire, in fondo era grazie a loro se aveva tutto quel successo. Sorrideva, parlava con loro, faceva domande di cui le risposte non gli interessavano particolarmente. Le salutò con un “Ciao! Ci vediamo presto” e tornò dai suoi amici seduti su quei divanetti dall’apparenza comoda, ma purtroppo solo per apparenza.
Cassandra -Possibile che non ti lascino un secondo in pace? Cavolo sei per i fatti tuoi, con i tuoi amici. Un minimo di educazione e rispetto potrebbero anche avercelo no? -
Simonetta -Bè, in effetti…Il fatto che grazie a loro te sei famoso, non da loro il diritto di stressarti ogni istante, giusto Marco?-
Ma lui non sentiva, o forse non voleva sentire. Le sue amiche trovavano sempre qualcosa di sbagliato nei suoi fans. Però cercava di non darci peso. Lui li amava uno ad uno, per ogni tipo di sostegno che ogni singola persona riusciva a trasmettergli sia sul palco che sulla bacheca di Facebook. Passava la maggior parte della notte a leggere le migliaia di parole che le sue fans gli dedicavano, dai “Ti Amo” ai “Ti voglio un mondo di bene”. A loro bastava un accenno della sua presenza scritta proprio sul quel famoso social network per scatenare l’inferno.
Marco- Ragazzi io torno a casa, sono stanco morto e domani mi devo alzare presto. Fra ci pensi te a riaccompagnarle a casa?-
Francesco-Sisi, tranquillo. Buonanotte Marco.-

Uscì dalla discoteca, salutando quel buttafuori che non conosceva minimamente, ma che di prima vista gli stava simpatico.
Era tornato a casa, si era disteso sul suo letto e aveva spento il cellulare. ”Non ci sono per nessuno” pensò, ma infondo voleva esserci, almeno per lei.
Gli era capitato altre volte di essere così colpito da una ragazza, e senza accorgersene tornò indietro nel tempo, ripensando alla sua ultima storia importante. Silvia. Si chiedeva cosa stesse facendo in quel momento, cosa pensava della sua carriera, se era una sua fans o meno. Da quando era entrato ad Amici non l’aveva più vista e neanche sentita. C’era rimasto male dalla sua affermazione.

Silvia-Devi scegliere Marco. O me o Amici…-.

E quella notte l’aveva passata in bianco cercando di capire cosa era meglio per lui. Lui l’amava, ma voleva anche diventare un cantante. Solo alle prime luci del mattino capì che Silvia non lo amava, e che forse non lo aveva mai amato. Fu semplice decidere, e quella decisione fu quella giusta.
Si rigirò a pancia in sotto mettendo le mani sotto il cuscino. Il giorno dopo ci sarebbero state le riprese del suo videoclip del primo singolo estratto dal suo nuovo album. Era eccitato e contento di come stavano andando le cose e forse una ragazza al suo fianco poteva anche aspettare. Si dice che una cosa più la cerchi e meno la trovi, quindi non avrebbe girato il mondo per trovare la persona giusta, avrebbe aspettato che fosse lei ad andarlo a cercare.






Il giorno venne presto ed Emmet entrò in casa di Neea nel momento esatto in cui da sotto le coperte, l’esile mano della ragazza prendeva la sua sveglia rosa e la sbatteva per terra, facendola spegnere. Dalla bocca del vampiro uscì una risata soffocata, dopodichè si sedette ai piedi del letto aspettando un segnale dall’umana a cui era particolarmente legato.
Neea-Giorno Em… cacciato bene?-
Emmet-Oh si! Grazie per averlo chiesto, Tu? Dormito altrettanto bene? -
Neea-Diciamo che in confronto alle notti precedenti questa è stata una delle più buone…Che devo fare oggi di bello?-
Emmet-Un videoclip. Niente di che, devi solo fare la comparsa, mischiarti con il pubblico.. Nulla di esaltante,a ti pagano quindi muoviti! Che c’è un po’ di strada da fare. Io ti metto su il caffè, rigorosamente americano. Mi chiedo come tu possa bere una brodaglia simile…-
Neea-Forza dell’abitudine. Come mai io non ne sapevo niente di questo videoclip?-
Intanto si era alzata, infilata le pantofole lilla e andata in bagno, in cui il colore principale era un viola prugna molto chiaro e caldo. La sua casa era interamente rosa, in tutte le sue variazioni di colori. Non trovava che fosse un colore per bambine, anzi un colore che si abbinava molto con i mobili sia moderni che antichi, e che la rilassava dopo tanto tempo trascorso fuori casa.
Emmet rimase seduto sul letto, urlandole che il suo agente glielo aveva detto qualche settimana prima, ma che lui si era dimenticato di riferirglielo.






Lo so non l’ho mai scritto, ma mi pare sia chiaro che chi legge deve anche commentare!!! Mi fa passare la voglia di scrivere non vedere mai un commento sulla mia storia.. :( Per favoreeeeee!

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