..Delicatamente..

di FallingInLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tezenis? ***
Capitolo 3: *** What's going on?? ***
Capitolo 4: *** Spiando il futuro ***
Capitolo 5: *** The sound of your heart ***
Capitolo 6: *** Dal profondo ***
Capitolo 7: *** Calore umano ***
Capitolo 8: *** Segreto ***
Capitolo 9: *** Solitude ***
Capitolo 10: *** Quando tutto cade a pezzi.. ***
Capitolo 11: *** Né con te né senza te ***
Capitolo 12: *** I'm sorry, it's just too much for me ***
Capitolo 13: *** How can I not love you? ***
Capitolo 14: *** Ad ogni costo ***
Capitolo 15: *** Amore, psiche e filosofia ***
Capitolo 16: *** Di' quello che devi ***
Capitolo 17: *** ..E tutto si ribalta ***
Capitolo 18: *** Piccoli per sempre ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




Prologo


Sono un romantico dall’ego isterico
disegno ali in un cielo statico
Ascolto finto punk e pop allergico
Scrivo canzoni da pullman scolastico
e quando ballo sai
sono fantastico ma se poi bevo
BOOM divento elettrico
Sbadiglio in pista e insulto un dj plastico
Iconoclastico e blu sintetico


E se mai vorrai convincermi di crescere anche tu…
Forse non senti che rido ancor di più
E allora si saprò convincerti che anche se non ci sei tu..
Baby il cielo è sempre blu….


Sono un romantico un caso clinico
Rimpiango un gruppo rock dal nome artistico
Guardo la pioggia e penso sia patetico
Parlar d’amore quando hai un cuore tossico
A volte sclero certo ma è un classico
Vince il cattivo e già mi sta simpatico
Spengo il cervello oggi entro in sciopero
Alzo il volume e canto vado al massimo


Sono un romantico dall’ego plastico
faccio un pronostico
sto pezzo è troppo stupido
poco apolitico tendente al comico
mi preferisci se son romantico dal cuore tenero e il suono languido
se canto rauco l’amor nostalgico
quando alla luna dedico un cantico
e voglio solo ciò che dimentico…”


Tutti applaudirono alla band che aveva suonato per loro tutta la sera in quel locale; ormai si poteva quasi dire che i ragazzi ci si stessero ghiottamente abituando. Riposero con cura gli strumenti nelle custodie e, prima di uscire dal locale, salutarono la zia di Lela, ovvero la proprietaria del bar.

Lela, diminutivo di Michela, era la tastierista del gruppo, nonché ragazza di Joey, primo chitarrista, e migliore amica di Raul, voce e secondo chitarrista.

C'erano poi gli altri componenti del gruppo, Rob alla batteria e Dario al basso.

Suonavano insieme da diversi anni, e questo non aveva fatto altro che rafforzare ogni giorno di più la loro amicizia.

C'erano sempre uno per l'altro; in particolare, tutti erano stati molto vicini a Raul, dopo che la sua prima e, per ora, unica storia d'amore importante, si era conclusa in un modo non esattamente carino.

Nicole, la sua ragazza di un tempo, lo aveva tradito, dopo che lui per lei, aveva dato l'anima, dedicandole più di una canzone, standole vicino dopo un incidente stradale (e anche durante lo stesso, tenendo una mano sulla sua testa sanguinante per fermare l'emorragia), regalandole un viaggio in Germania dall'adorata sorella che non vedeva da mesi e facendo ragionare suo padre, prima sempre troppo scorbutico e distante, andando contro i suoi pregiudizi,

L'uomo infatti, al primo impatto, non aveva avuto una buona opinione del ragazzo, dato che la famiglia di Raul, non era messa bene economicamente, a differenza di quella di Nicole, che viveva nei quartieri alti della città.

Di recente però, le cose per la famiglia di Raul erano migliorate, tanto da permettere al ragazzo di poter andare all'università, e lasciare una speranza anche per la sorellina minore, Claudia.

Lui comunque aveva un lavoro, oltre a quello di musicista nel locale: consegnava pizze a domicilio, per il suo superiore Fred, che sapeva stargli accanto come un amico, ma dargli consigli da adulto, grazie alla sua veneranda età e ai suoi tre divorzi.

Per poter regalare quel viaggio in Germania a Nicole in tempo per il suo compleanno, il biondo aveva dovuto però procurarsi un altro lavoro temporaneo, badando per circa un mese a tre pesti urlanti.

Il ragazzo era maturato tanto nell'ultimo anno, grazie soprattutto a Nicole, anche se poi lei lo aveva ferito come nessun altro era riuscito a fare, tradendo lui e il loro amore.

Prima di conoscerla, Raul era spaccone, arrogante, presuntuoso.. ma c'erano delle cose in lui che erano sempre rimaste tali, come l'amore per la musica, per i suoi amici e.. per l'astronomia.

Aveva un sogno, un grande sogno: diventare astronauta.

Molti a cui l'aveva detto, erano scoppiati a ridere ma, forte del sostegno della sua famiglia, di Fred e dei suoi amici, lui non aveva mai gettato la spugna, continuando ad inseguire questa aspirazione piuttosto ambiziosa.

Ma d'altronde a quattro anni, era riuscito ad eludere la sorveglianza di Mirabilandia, salire sulle Torri e scendere ridendo: la stoffa ce l'aveva.

Ed era per inseguire questo sogno che frequentava la facoltà di astronomia già da qualche mese. Aveva già dato due esami, tutti e due passati con buoni voti.

Il 21 dicembre, cioè di lì a una settimana, sarebbero iniziate le “vacanze”, che sarebbero durate fino al 14 febbraio. Tutto questo tempo però non serviva per riposare, ma per preparare due rognosissimi esami, che sperava di dare prima che ricominciassero le lezioni: Analisi matematica e Fisica.

Il primo lo stava difficilmente studiando da solo, ma per il secondo non poteva fare nulla dato che l'avrebbe dovuto preparare con un gruppo di studenti, ma il professore non aveva ancora dato direttive in merito.

Conosceva abbastanza persone lì, e, con gli amici, si era già accordato per mettere su il gruppo-studio non appena il professore avesse dato istruzioni sul da farsi.

Al momento però, non ci stava pensando troppo, e suonare lo aiutava, come al solito, a distrarsi e scaricarsi.

-Raul -lo chiamò Joey quella stessa sera mentre uscivano dal locale

-Sì?

-Facciamo un giro?

-Non posso -rispose a malincuore controllando l'orologio- è mezzanotte, e fra esattamente nove ore ho lezione: è meglio che dorma almeno un po'..

-Che palle -sbuffò l'amico

-Che palle te! -intervenne Lela -Ti devo ricordare che sei indietro con gli esami?

Joey faceva giurisprudenza, ma senza molta convinzione. L'aveva scelta perché diceva di voler fare il notaio.. il punto è che se gli si chiedeva cosa fosse un notaio, non ti sapeva rispondere.

Lela stava invece frequentando architettura con passione e dedizione, ma questo non le impediva di riprendere continuamente il ragazzo scansafatiche.

Raul salutò tutti e, chitarra in spalla, salì sul motorino, guidando tranquillamente fino a casa. Naturalmente dormivano già tutti, così raggiunse la propria camera senza far rumore.

Si infilò una comoda tuta e si sdraiò sul letto, in attesa che il sonno lo avvolgesse.

..ma era durante questi momenti che, invece del sonno, arrivavano ospiti indesiderati come la malinconia. In questi momenti, quando le risate e le chiacchiere degli amici erano lontane, si ritrovava solo con la notte, più vulnerabile che mai.

L'ombra di Nicole tornava sempre a farsi sentire. Anche se non l'amava più, spesso si ritrovava a pensare a quanto fossero stati bene insieme.. a quanto erano stati felici. A quanto avevano volato.

Sbuffò e si girò su un fianco.

L'amore porta solo dolore, ecco la realtà, pensò e, per quanto lo riguardava, si sarebbe impegnato ad evitarlo come la peste d'ora in avanti.


°°°


-La lezione è conclusa -terminò il professore dopo una luunga spiegazione di fisica.

Raul, come gli altri studenti, si alzò: l'ultima lezione della giornata, adesso a casa!

-Aspettate cinque minuti, prego -li bloccò però l'uomo. L'aula si voltò di malavoglia verso di lui -Per quanto riguarda l'esame di “Sperimentazioni di Fisica 1”, vi annuncio che dovrete lavorare a coppie, non a gruppi.

Un mormorio sorpreso ronzò in tutta la stanza

-Cosa? -fece Raul sorpreso

Andrea, detto Pongo, al suo fianco scrollò le spalle, come a dire che non gliene importasse molto.

-Scommetto che è per rendere tutto più difficile -commentò invece Edo -Quest'uomo è Crudelia Demon versione trans

-Qui -continuò il professore sovrastando il vociare e indicando un plico di fogli -ci sono esperimenti da svolgere, diversi per tutti voi. Dovrete procurarvi i materiali per realizzarli, relazionare tutte le procedure che riterrete opportuno eseguire, e poi trarre le vostre conclusioni; ovviamente sono tutti della stessa difficoltà. All'esame vi presenterete con il vostro partner, a Gennaio, o più tardi con gli appelli, e mi esporrete oralmente, oltre che farmi vedere il materiale scritto, tutto il lavoro svolto. E' tutto, formate le coppie e ritirate un foglio; quelli che avanzano, lasciatemeli pure sulla cattedra -concluse

-Pongo, tu sei mio -disse subito Edo

-Va bene -scrollò le spalle di nuovo. Pongo era un sempliciotto, con una discreta pancia tipica di chi il sabato sera si scola sempre qualcosa di troppo ma, se si impegnava, in fisica era abbastanza bravo

-Hey, aspettate ragazzi -li bloccò Raul -Io con chi cavolo sto?

-Chiedi a Paolo -propose Pongo

-Paolo starà sicuramente in coppia con Giulia, dato che stanno insieme -gli fece notare Edo

-Ah..

-E dai, non potete mollarmi così! -insistette il biondo

-Uno di noi doveva per forza rimanere fuori ma siamo un bordello in questa stanza, non ti sarà difficile trovare qualcun altro -fece Edo

Raul sbuffò, ma non poteva dargli torto. Cominciò a guardarsi intorno mentre i due si allontanavano.

La sua attenzione fu catturata subito da una ragazza castana, con i capelli leggermente mossi che sembrava essere nelle sue stesse condizioni

-Rebecca, ci dispiace.. -le stava dicendo una delle due ragazze con cui stava parlando

-Fa' niente, non preoccupatevi: qualcuno lo troverò -commentò lei risoluta. E in quel momento, cominciò anche lei a guardarsi in giro, intercettando lo sguardo di Raul.

Il biondo si affrettò a guardare da un'altra parte, non voleva sembrare indiscreto.

Bella.. molto bella, si concesse di pensare prima di partire alla ricerca di Paolo, nella folle speranza che Giulia avesse deciso di far coppia con qualche sua amica

-Paolo -lo chiamò quando l'ebbe trovato

-Dica! -fece lui, allegro come sempre da quando aveva incontrato “l'anima gemella”.

-Per gli esperimenti di fisica, non è che..?

Ma l'amico lo bloccò con un cenno -Lavoro con Giulia, mi dispiace

-Ah, ok. Stupido io che te l'ho chiesto.

-Scusa, adesso vado a prendere il foglio: gira voce che gli ultimi siano i più difficili!

-Certo.. -commentò senza molta convinzione, scansandosi per lasciar passare l'amico.

Neanche Paolo era disponibile: bene! Con chi cavolo l'avrebbe preparato l'esame?

-Hey -una voce alle sue spalle.

Raul si voltò, non del tutto certo che stessero chiamando lui; poi riconobbe la ragazza che aveva notato poco prima.

-Ciao -disse lei con naturalezza

-Ciao -rispose, un po' sorpreso

-Mi chiamo Rebecca -gli porse la mano

-Raul -rispose lui stringendola, ma sempre perplesso

-Scusa, non ho potuto fare a meno di sentire mentre parlavi con il tuo amico, e mi sembra che tu sia nelle mie stesse condizioni per l'esame di fisica -esordì allora la ragazza

-Neanche tu hai un compagno per gli esperimenti? -chiese, immaginando la risposta

-Esatto. Pensavo.. ti andrebbe di studiare insieme? Perché io qui non è che conosca ancora molte persone, quindi sconosciuto più, sconosciuto meno..

Raul sollevò un sopracciglio

-No, non mi guardare così, dico solo le cose come stanno -proseguì lei -Non sono un genio della fisica, ti avverto, però potremmo provare.. Resta da vedere se tu hai voglia di studiare o meno.

-Scherzi? -fece lui, quasi offeso -Astronomia è il mio sogno da quando andavo all'asilo: ci tengo a fare le cose per bene

-Bene! -sorrise, d'un tratto pimpante come una pasqua -allora è andata?

-Andata -ricambiò il sorriso, contento che la questione si fosse risolta così facilmente.

Andarono insieme a prendere il foglio, che per il momento, lessero solo distrattamente

-Scusa, sono di fretta -spiegò lei mentre arrivavano nel parcheggio -Tanto ci vediamo domani a lezione, no?

-Sì, non preoccuparti, ci mettiamo d'accordo domani

-Perfetto. Allora ciao, Raul

-Ciao! -rispose lui

Il foglio era rimasto in mano a lui, e lo sistemò accuratamente fra le pagine di un libro e poi dentro il bauletto del motorino. Lanciò un ultimo sguardo a Rebecca, che era intenta ad accendere il suo motorino blu, e che pochi istanti dopo stava già partendo.


°°°


-Cosa facciamo per capodanno? -domandò Joey -Io pensavo di affittare uno yatch, che ne dite?

-Sì, magari di quelli con 300 piscine -fece Raul con tono sarcastico

-Perché no?

I due risero delle loro fantasticherie

-Un altro capodanno sul mare e io ammazzo tutti -intervenne Lela con fare minaccioso

L'inizio dello scorso anno, per un'idea di Raul, lo avevano festeggiato seduti attorno a un falò sulla spiaggia, con i fuochi d'artificio e tappi di birra qua e là. “Bellissimo” direbbe qualcuno, peccato che la temperatura avesse deciso di andare sotto zero proprio quella sera.

-Mamma mia, come si pativa il freddo! -esclamò Joey

-Ho già fatto abbastanza mea culpa per quella trovata -ricordò loro Raul

Il biondo aveva finito da poco il turno da Fred e i tre stavano facendo due passi, tutti belli imbacuccati a causa dell'aria fredda di Dicembre.

-Io pensavo che potremmo andare in uno di quei villaggi che allestiscono apposta -propose Lela -uno di quelli dove nevica

-In montagna -dedusse brillantemente Joey

-Affittiamo una casetta, di solito non costano tanto, soprattutto se si aggiungono anche Rob e Dario

-Be' certo, e per dividere l'affitto, sarebbe ancora meglio se ci fosse ancora N..

Joey non finì di pronunciare il nome di Nicole perché la ragazza gli affondò un gomito nelle costole, lanciandogli uno sguardo assassino

Raul sospirò ma non disse niente.

-Mi dispiace, Raul -gli disse Lela accarezzandogli un braccio

-Non preoccupatevi -rispose lui -E' tutto ok

Non ne avevano più parlato molto, evitando accuratamente l'argomento; i due si limitavano a domandargli alle volte “come stai?”, senza riferimenti particolari. Era comunque sembrato a tutti che si fosse ripreso, che non ci pensasse troppo.

Ma forse avevano sbagliato, forse certe cose è meglio tirarle fuori.

-Ti fa ancora male? -gli chiese Lela, con tutto il tatto possibile

Lui scrollò le spalle -No. Cioè, a volte mi manca.. ma se poi penso a quello che ha fatto mi convinco di aver preso la decisione giusta: non tornerei indietro. Mi mancano i bei momenti con lei, ma nient'altro

-Raul, era solo un'immatura -intervenne Joey -non ha saputo parlarti quando ce n'è stato bisogno, e ti ha scartato per il suo ex: una ragazzina che non sa neanche lei cosa voglia davvero dalla vita

Il biondo annuì -Comunque è tutto apposto, davvero. Ora devo pensare ad organizzare per bene il compleanno di Claudia

-Quanti anni compie? -chiese Joey con tenerezza. La bambina era follemente innamorata di lui dall'età di 4 anni

-Nove -rispose Raul -Farò la solita festa a casa, con tutti bambini urlanti che corrono da una parte all'altra -sorrise

-Se vuoi ti diamo una mano

Il biondo alzò le sopracciglia -Ragazzi, non è che dato che l'anno scorso mi ha aiutato Nicole, adesso non sono più in grado di organizzare la festa a mia sorella come ho fatto in tutti questi anni

-Hai ragione..

Joey si arrese, decidendo di cambiare discorso, e i tre continuarono a passeggiare ancora un po' per la città.

Lui e Raul erano amici sin da bambini e gli seccava che il biondo non gli confidasse come si sentisse veramente; ma in fondo doveva rispettare i suoi tempi.. forse chiedergli di parlare di Nicole dopo soli 7 mesi che la loro storia era finita, era un po' troppo


°°°


Un altro giorno di lezioni era passato, e Raul era seduto sui gradini dell'Università assieme a Rebecca, mentre consultavano il famoso foglio.

-Il tramonto in una stanza? -lesse lei, leggendo con perplessità -Dovremmo anche documentarlo con qualche foto ricordo, già che ci siamo

Il biondo rise -avrà con l'assorbimento delle onde luminose..

-Sì lo dice qui -confermò Rebecca indicando la seconda riga -Dobbiamo procurarci una vasca d'acquario, latte in polvere, acqua, e un proiettore per diapositive.. -poi sospirò, abbassando il foglio -Senti, ti scoccia se cominciamo quando iniziano le vacanze? Perché in questi giorni davvero, non ho tempo: sono indietro con Analisi

-Anche tu? -le chiese, quasi divertito

-Già. Se a quell'esame prendo 18, faccio una festa -sbuffò alzandosi -Lo tieni tu il foglio?

-Va bene -rispose, alzandosi a sua volta

La ragazza si posò una mano all'altezza dello stomaco -Ho una fame da lupi -annunciò -Ti va di mangiare qualcosa qui al bar?

-Oh.-il biondo fu colto alla sprovvista, ma cercò di riprendersi -Certo. Ok.

-Bene, andiamo -e Rebecca si voltò, i capelli leggermente solleticati dal vento.

Glielo aveva chiesto come se fosse la cosa più naturale e innocente del mondo, e ora si stava comportando di conseguenza. Camminava infatti tranquillamente al suo fianco, e Raul decise di adeguarsi al suo stato d'animo, lasciando da parte quella leggera tensione che era appena affiorata .

Si sedette di fronte a lei al tavolinetto, mentre un cameriere prendeva le loro ordinazioni.

-Una volta ho lavorato anch'io come cameriere -la informò, tanto per fare conversazione

-E dove? -volle sapere lei

-Non credo che tu conosca il posto, è lontano da qui. Si chiama “Il Corsaro”

-Ah, sì, ce l'ho presente. E' quel posto per ricconi tirchi che scommetto non ti lasciavano nemmeno 2 centesimi di mancia

Raul rise -Sì, proprio quello

Parlando con Rebecca, si accorse che era davvero simpatica, e che anche lei coltivava il sogno di andare nello Spazio un giorno

-Non ci penso nemmeno a restare ad insegnare qui -aggiunse -Hai visto in che stato sono ridotti i nostri professori? Scommetto che il De Santis spera di essere seppellito qua quando morirà, magari insieme a quella stupida lavagna

Raul non poté fare a meno di ridere -Ogni volta che scrive fa un rumore atroce con il gesso

-Già ma lui tanto non se ne accorge: è sordo e anche dislessico ormai

In quel momento il suo cellulare squillò, mentre addentava l'ultimo boccone del proprio pranzo

-Scusa -disse a Raul prima di rispondere

-Tranquilla -rispose lui gentilmente

La ragazza allora si alzò allontanandosi di qualche passo, ma non prima che il biondo potesse sentire l'inizio della conversazione -Pronto? Ciao, tesoro! Dimmi..

Impegnata, dedusse Raul, ma la cosa non lo meravigliò molto.

Allungò le gambe sotto il tavolo, sistemandosi meglio sulla sedia.

A volte, vedendo coppie come Lela e Joey, si sentiva un po' invidioso, non poteva negarlo. La felicità che conosceva un tempo, quella che deriva dall'amare e dall'essere ricambiati, gli stava sempre davanti agli occhi, ma non era più sua.

Non che amasse ancora Nicole, ed era contento di vedere i suoi amici così felici. Ma, seppure, i due sembrassero la conferma vivente che l'amore esiste ed è bellissimo, lui stava cominciando a pensare che in realtà fosse tutto una gran fregatura. Una presa in giro.

Se l'avesse sentito Lela, che ogni volta che le era possibile tentava di spronarlo a uscire con questa e con quell'altra ragazza, lo avrebbe preso a calci.

Ma che poteva farci?

Nicole aveva lasciato il segno, e non era nemmeno un segno tanto lieve.

*************************

Eccoci!!! Ma ben ritrovateee! Come state???

Saluto anche chi ancora non mi conosce, e legge questa storia senza aver seguito "E' troppo piccolo il mondo per noi". L'ho resa comunque comprensibile per tutti (almeno spero) e ci saranno riferimenti più chiari in seguito a tutto quello che è antecedente alla storia; l'unico problema è che non so quando potrò aggiornare.. Ho già in mente tutti i risvolti di questa storia, tanto che mi prudono le mani! Ma temo che dovrete essere moooolto pazienti con me questa volta..mi dispiace, ragazze, ma credetemi anche per me è brutto non avere abbastanza tempo per scrivere!

Come si stava meglio senza scuola... T.T

Comunque, abbiamo ritrovato, o trovato per la prima volta, Raul, Joey e Lela nel bel mezzo di un freddo Dicembre e qualche personaggio nuovo anche per chi ha letto è troppo piccolo il mondo per noi..

Ho deciso di andare contro i miei principi e di svelarvi le facce che alcuni di loro hanno nella mia mente: Raul - Joey - Lela - Rebecca

Ringrazio di cuore chi ha commentato l'ultimo capitolo dell'altra storia e, per rispondere alle domande di alcune di voi:

..Rivedremo Nicole in futuro.. ma non vi dico né perché né per come e né tantomeno come reagirà Raul!

..Non farò soffrire troppo Raul.. ma la mia vena sadica potrebbe prendere il sopravvento in qualsiasi momento..

Insomma, tutto può succedere.

Ringrazio le 4 nuove persone, oltre ad alessandradichiara, che mi hanno aggiunta fra gli autori preferiti: kia_85, izabela, manu1988 e savy85! Grazie davvero tanto =D=D

Ora però vi saluto e spero davvero di potermi fare viva al più presto! ..me la date una settimanetta di tempo??xD

Al prossimo capitolo ragazze =)

Ps! Un aiutino: chi mi spiega come faccio ad inserire un'immagine nel capitolo?? Perché ho fatto un banner per questa storia con taaaanto amore, ma non riesco ad inserirlo nonostante abbia letto e tantato di seguire le istruzioni sul forum (me molto andicappata..). Chi mi aiuta?? xD

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Capitolo 2
*** Tezenis? ***



Capitolo 1. Tezenis?

Raul la vide arrivare già da lontano sul suo scooter blu, entrare nel parcheggio dell'università e girare le chiavi per spegnere il motore.

-Ciao -gli disse Rebecca -Scusa, ho fatto un po' tardi

-Non preoccuparti -rispose lui -Andiamo? -le chiese

-Non sarebbe meglio risparmiare benzina, per noi e per l'ambiente? -chiese sollevando un sopracciglio, come rimproverandolo per non averci pensato

-Vuoi che andiamo con un motorino solo? -tradusse

-Esatto -rispose lei, ancora in sella al proprio -Dai sali, ho idea che se lascio guidare te, ci metteremmo le ore

Il biondo acconsentì senza farsi problemi.

Le lezioni erano finite il giorno prima, si erano dati appuntamento all'università solo per convenienza: dovevano cominciare a raccogliere il materiale per l'esame.

Salì sul motorino della ragazza, aggrappandosi alle maniglie sui lati

-Mi togli una curiosità? -gli chiese lei -Ma non te lo levi mai il casco?

-Come?

-Lo avevi ancora in testa, eppure suppongo mi stessi aspettando già da un po'..

Il ragazzo sorrise -E' a causa del lavoro, credo: consegno pizze e fra una consegna e l'altra non lo levo mai.. quindi ormai ci ho preso l'abitudine

La ragazza aggrottò leggermente le sopracciglia -Come mai tutti questi lavori? Hai detto che hai fatto anche il cameriere.

Raul sospirò, consapevole di star toccando un argomento delicato -Diciamo che.. nella mia famiglia non è mai stato tutto rose e fiori dal punto di vista economico. Quindi, per dare una mano e per potermi pagare almeno una parte degli studi, ho deciso di lavorare. Anzi, non ero neanche sicuro che ce l'avrei fatta a pagare la retta dell'università

Rebecca lo guardò un attimo, e nei suoi occhi Raul fu sicuro di trovare dispiacere, misto però ad ammirazione -Davvero?

-Sì -confermò -Ora le cose vanno meglio, comunque, soprattutto grazie alla promozione che ha ricevuto mio padre sul lavoro

Lei annuì pensierosa -Posso solo immaginare quanto possa essere difficile dover lavorare e studiare contemporaneamente

Raul scrollò le spalle -Mi ci sono abituato, ormai

-Non lo trovo giusto, comunque. L'università dovrebbe essere aperta a tutti, non solo a chi se la può permettere -commentò con una nota di durezza nella voce e un attimo dopo partì.

Il biondo si tenne a quelle maniglie quasi fossero un'ancora in mezzo all'oceano: dire che Rebecca correva era come dare del ciuco a un destriero di razza.

Sorpassarono macchine e altri motorini, mentre i pedoni sulle strisce se ne tornavano svelti sui marciapiedi; l'arancione del semaforo era come il verde.

I capelli di lei picchiettavano sul viso di lui, che sembrava molto teso.

Quando scesero davanti al negozio di acquari, Rebecca lo guardò stranita

-Sei bianco come un lenzuolo -gli fece notare

-E tu sei una matta. No peggio, sei una piratessa della strada -rispose, ancora traumatizzato

Lei rise -Non sai che c'è gente che fa peggio di me, in giro?

-Sì, e infatti di solito evito con cura i loro motorini

Rebecca sorrise scuotendo la testa -Dai, compriamo quest'acquario

-Poi fai guidare me?

-Neanche per sogno! Ti sei accorto che non ci abbiamo messo nemmeno cinque minuti ad arrivare qui?

-Sì, ti assicuro che me ne sono accorto benissimo..

Entrando, si trovarono davanti a una miriade di acquari, uno più bello dell'altro.

-Buongiorno -fece cordialmente un commesso sulla settantina -Che tipo di acquario cercate?

-Uno sui 50 centimetri di lunghezza -rispose prontamente Raul, poi guardò verso Rebecca, ma la ragazza era impegnata a contemplare dei pesciolini tutti colorati che vagavano su e giù in una vaschetta

-Vieni a vedere questo, allora -lo esortò l'omino.

Ma “questo” si trasformò rapidamente in un “questi”. Raul si chiese da quanto quell'uomo non avesse un cliente, dato che continuava a mostrargli vasche, alcune anche molto più piccole dei 50 cm; ogni tanto guardava Rebecca, nella speranza che lei potesse dargli una mano, ma la ragazza continuava a spostarsi di qua e di là fissando divertita i pesci.

-..No, questa non va bene.. ma la prima che mi ha fatto vedere era perfetta

-Ma quella non ha le alghe, solo sassi! -replicò il venditore -Fidati, questa è molto più bella, i pesci ci si trovano meglio

-Ma noi non dobbiamo metterci pesi..

-E cosa allora? Cadaveri di persone? A proposito, vieni a vedere i pesci: preferite anemoni o pesci pagliaccio?

-No, sul serio, non vogliamo pesci! -replicò, esasperato e stranito dalla proposta di infilare morti in un acquario.

-Magari ti faccio vedere anche i granchi..

-Raul! Lo chiamò Rebecca a un tratto

Dio, grazie pensò il ragazzo dentro di sé -Sì?

-L'ho trovato -disse tutta contenta, indicando una vasca davanti a sé che gli altri due non potevano vedere

Il biondo la raggiunse e guardò l'acquario; gli fu facile capire perché avesse scelto proprio quello

-50 centimetri li sono.. -fece la ragazza con semplicità

Non c'erano pesci all'interno, ma il verde acceso delle piante, metteva allegria e vitalità: era veramente affascinante.

-Quello è uno dei miei pezzi migliori! -trillò l'anziano alle loro spalle facendoli sobbalzare: si erano incantati a guardare le foglie ondeggiare lentamente, cullate dall'acqua

-Sì.. prendiamo questo -confermò Raul

-Bene! Che pesci ci volete? Ne ho di tutti i tipi!

-No, grazie -rispose Rebecca con cortesia -Nessun pesce

-Ah! -fece il vecchio sorpreso -Il tuo ragazzo mi ha detto che ci volevate dei granchi..

-Non è la mia ragazza -precisò Raul nello stesso istante in cui Rebecca disse -Non è il mio ragazzo

L'uomo li guardò sollevando un sopracciglio -Peccato -e detto questo si voltò, andando verso la cassa.

I due si guardarono: Raul sollevò le sopracciglia, divertito, mentre lei sorrise scuotendo la testa per poi voltarsi dall'altra parte.

Seguirono l'anziano alla cassa e pagarono dividendosi la spesa.

-Ecco la scatola di imballaggio -disse poi il venditore prendendo un contenitore stracolmo di polistirolo -Ce lo mettete voi qua dentro, vero? Sapete, l'età comincia a farsi sentire, la mia schiena non è più quella di una volta!

-Non si preoccupi, facciamo noi -rispose Raul

Sollevò l'acquario di peso, che non era nemmeno troppo leggero, e lo ripose con cautela nella scatola che Rebecca gli teneva aperta.

Finito di sistemarlo, salutarono e uscirono

-Non ho idea di come fare a reggermi e tenere contemporaneamente questa scatola -fece Raul mentre salivano di nuovo sul motorino di lei -Quindi ti prego di stare almeno nei 60 all'ora

Lei sbuffò -Lo farò solo per l'acquario

-Grazie -rispose sarcastico

Rebecca rise e partì -Dai, non puoi negare che è magnifico

-E' vero; tu l'avessi visto un po' prima però sarebbe stato meglio: quello non la smetteva più di parlare e di farmi vedere vasche

-A proposito: perché gli hai detto che ci volevamo i gamberi?

-Granchi -la corresse lui

-Ah, hai ragione. Ma perché?

-Ma io non gli ho detto proprio niente! Ha fatto tutto da solo

Passarono la giornata a cercare e comprare il resto del materiale che occorreva per l'esperimento e trovarono tutto, tranne il proiettore per diapositive. Avevano girato un sacco di negozi ma fra chi li aveva terminati e chi li aveva in ordinazione, non c'era stato verso di trovarne uno disponibile.

-Direi che è andata bene -constatò Raul, all'uscita dall'ennesimo e ultimo negozio -abbiamo trovato tutto tranne questo proiettore

-Sì -confermò lei -Sono solo le sei. Hai da fare?

-No.. perché?

Lei annuì pensierosa -Quindi non ti dispiace accompagnarmi in centro a fare compere, vero? -chiese con viso angelico

Lui sorrise -No, certo che no -poi rifletté un attimo -Che.. genere di compere?

-Tranquillo -fece lei con un sorriso a 32 denti -Niente assorbenti, reggiseni o robe varie da donna: devo solo comprare qualche regalo di Natale

-Devo ammettere che sto tirando un sospiro di sollievo

Rebecca rise -Bene, allora abbiamo un appuntamento! -aggiunse con fare scherzoso

-Certo -rispose lui -Senza considerare che siamo stati insieme nelle ultime due ore e che sempre insieme andremo sul luogo dell'appuntamento

-E che ci vuoi fare, è un appuntamento strano.

-Anche per il fatto che gireremo con questo acquario incartato per tutto il tempo

-Giusto. Menomale che non ci sono granchi, altrimenti li avremmo fatti schiattare

Risero, per poi ripartire. Non ci misero molto ad arrivare, anche se Rebecca cercava di frenarsi per non superare di troppo il limite.

-Allora, a chi devi fare il regalo?

-Alle mie coinquiline -rispose mentre passeggiavano lentamente guardando le vetrine tutte addobbate. Era già buio ma, le luci a intermittenza tutte colorate, uniti ai lampioni e ai fari delle macchine, illuminavano tutta la via.

-Coinquiline? -chiese dubbioso -Spero tu non ti stia riferendo a tua madre e tua sorella

Dare delle “coinquiline” alla propria madre e alla propria sorella, non era il massimo.

Lei rise -Non ce l'ho una sorella, e non vivo con mia madre. Sto in una casetta con due ragazze, che conosco sin dalle medie. Sono le mie migliori amiche, e le ho tenute per ultime nella scelta del regalo perché volevo pensarci bene

Raul fece mente locale -Forse le ho viste quel giorno che il prof ha consegnato i fogli degli esperimenti

-Probabile -concordò lei -Abbiamo deciso di vivere insieme qui, in quella casa minuscola perché tutte abitiamo abbastanza lontane dall'Università, fuori città. Non che da dove stiamo adesso ci si arrivi a piedi: abbiamo il motorino tutte e tre. E poi di solito c'è sempre un traffico tremendo su quella strada.

-Sospettavo che non fossi di qui

-Perché? -chiese lei

Lui fece un mezzo sorriso -Immagino tu non sappia niente dell'avversione storica delle due parti di questa città, dato che non mi hai chiesto niente quando ti ho spiegato perché avessi già un lavoro.

-No -fece lei perplessa -Mi racconti?

Raul scrollò le spalle -E' una cosa stupida. Il fatto è che la parte dove stiamo noi, è quella più modesta, mentre di là abitano quelli messi meglio.

-Oh -fece lei -Immagino sarà piena di scuole private, macchine di lusso e gente noiosa con la puzza al naso

Lui sollevò le sopracciglia -Un tempo la pensavo anch'io così. Ma.. c'è anche della gente apposto. Oddio, apposto fino a un certo punto.. -aggiunse subito dopo

Nicole abitava in quella zona. E seppure gli avesse fatto passare un periodo stupendo, accettandolo per quello che era veramente, senza badare al fatto che non fosse della sua stessa “classe sociale”, lo aveva comunque tradito.. per il riccone del suo ex, oltretutto.

Rebecca lo scrutò curiosa -Ti sei rabbuiato -gli fece notare

-No, non è niente -tagliò corto

-Ma perché si odiano? Le due parti, dico

-Niente in particolare, credo. Ognuna dice all'altra che fa schifo, tutto qui

-Ed è vero?

-Io sono di parte. La città la adoro tutta, ma sono cresciuto nella downtown, è ovvio che mi piaccia di più

-Downtown -ripeté lei -Quindi quell'altra si chiama uptown?

-Esatto..

-E hai qualche amico di lì?

Lui sospirò; certo che ce l'aveva, ma non propriamente un amico. Una ex ragazza di cui non aveva voglia di parlare -Ma questi regali? Se no arriviamo in fondo alla via che non siamo entrati nemmeno in un negozio!

-Giusto! -fece lei tornando con la mente al Natale, i regali e le amiche. Si fermò di botto per guardarsi attorno -Entriamo là! -disse dopo pochi istanti, prendendo Raul per un braccio e trascinandolo dall'altra parte della strada.

Erano entrati in un negozio della Disney, pieno zeppo di peluches.

-Quanti anni hanno le tue amiche? -chiese Raul perplesso

Lei lo guardò con aria di rimprovero -56 e mezzo

-Certo..

-Solo perché una supera la ventina non deve avere più a che fare con la Disney? -domandò minacciosa, mettendosi le mani sui fianchi

-Oh, be'.. ognuno ha le sue -commentò lui alzando le mani

-Guarda che noi passiamo i pomeriggi piovosi a vederci i cartoni

-Anch'io

Lei alzò un sopracciglio -Power Rangers, spero

-No, no: ultimamente sempre e solo l'incantesimo del lago.

Rebecca tentò di rimanere seria, ma alla fine gli scoppiò a ridere in faccia -Se vuoi ti presto la cassetta di Heidi

Cominciarono a girare fra gli scaffali, esaminando peluches di ogni tipo, ma Rebecca non ne trovò nessuno che la soddisfacesse.

-A me piaceva il cuscino di Tigro -commentò Raul quando uscirono

-Ce lo abbiamo già -rispose Rebecca -è in bella mostra sul divano

Continuarono a passeggiare, visitando negozi con capi d'abbigliamento, bigiotteria, scarpe.. ma Rebecca non trovò nulla.

-Ti stai rompendo le scatole? -gli chiese a un tratto

-No -rispose con sincerità, anzi si stava divertendo, con Rebecca che guardava tutto, poi sbuffava e faceva volare scarpe e vestiti qua e là, per la gioia delle commesse.

-Mi uccideresti mai?

Lui strabuzzò gli occhi -Perché dovrei?

Lei si morse un labbro -Tezenis?

-Eh?!

-Tezenis -ripeté lei

-Scusa, ma l'arabo non lo parlo

-Già, perché solo arabo può essere per voi uomini! -commentò seccata

-Ma che dici?

-Tezenis -ripeté ancora, stavolta indicando l'insegna a pochi passi da loro

-Oh! E' un negozio -fece lui, poi guardò meglio -D'intimo..

-Lo so che ti avevo promesso niente reggiseni, ma Frannie è sempre alla ricerca di completini sexy e non ho trovato niente di alternativo

Lui annuì rassegnato -Ok..

-Sarà una cosa veloce e indolore -assicurò lei felice come una pasqua, prendendolo sottobraccio -Non ho mai capito perché vi vergognate tanto a entrare in questi negozi..

-Mutande e reggiseni da donna ovunque non bastano?

-Ma sei con me! Fai finta di starmi aiutando a scegliere qualcosa che poi mi leverai molto presto.

Raul trasalì.

La ragazza l'aveva detto in tutta innocenza, e non sembrava essersi accorta del suo silenzio imbarazzato mentre lo trascinava dentro il Regno delle Mutande.

Ma in fondo aveva ragione lei: non c'era motivo di sentirsi in imbarazzo.

-Allora.. -disse cominciando a cercare fra i reggiseni

Tuttavia, Raul si guardò intorno, leggermente nervoso, ma non per il fatto di trovarsi nel reparto femminile di un negozio d'intimo, ma perché stava pensando troppo alle parole di Rebecca

-Questo è carino! -esclamò lei cogliendolo di sorpresa.

Il biondo si voltò nuovamente verso di lei, trovandosi un reggiseno rosso di pizzo davanti agli occhi

-Ah.. sì. Carino -disse cercando di mostrare interesse

-Lo prendo rosso perché è Natale -spiegò la ragazza soddisfatta

-Ma.. -fece poi lui guardandolo meglio -La misura non sarà.. un po' troppo..

-Hai ragione! -concordò posando la quarta che aveva preso -Ci vuole più grande

-Cosa??

Rebecca guardò la sua faccia incredula e scoppiò a ridere -Sì, la mia amica ha una quinta, anzi una sesta. Ma vuole solo quinte perché dice che “se strabordano è meglio”

-Be'.. ha le idee chiare sul mondo maschile, la tua amica

Ancora una volta, Rebecca scoppiò a ridere per poi tirargli una pacca.

Trovate le mutande da abbinarci, la ragazza pagò e poi i due furono di nuovo fuori.

-Manca l'altra amica -le ricordò Raul

-Sì.. stavo pensando di comprarle un CD..

-Il negozio è qua all'angolo.

Entrarono anche lì, e Rebecca si trovò subito indecisa fra un CD degli Slipknot e dei Metallica

-Ascolta roba leggera -commentò Raul

-Melissa? Sì, glielo dico sempre anch'io. Ho provato a farle sentire un po' di sano black metal, ma la spaventa.. che c'è?

-Io ero sarcastico

Scrollò le spalle -Io no. Tu che ascolti?

-Più che altro rock. Ho anche una band

-Davvero? E cosa suoni? -chiese, interessata

-Chitarra. E canto. Facciamo le serate al Corsaro, quello di cui ti parlavo l'altro giorno. Tu suoni?

Rise -Ho provato con la chitarra, ma ho mollato dopo due anni

-Perché?

Scrollò le spalle -Non mi riusciva, ma sinceramente ero anche un po' io che dove non arrivavo mettevo un punto, senza sforzarmi troppo. Forse preferirei cantare, ma per quello non ho speranza: sono più stonata di Avril Lavigne

Il biondo rise -Nemmeno io sopporto quella tizia!

-Un giorno ti voglio sentire -annunciò, pensierosa -Suonate spesso al Corsaro?

-Quasi ogni sera

-Perfetto, allora una di quelle sera ci sarò..

-Ci conto

-..però solo a patto che tu mi aiuti a scegliere questo CD

Raul li guardò un attimo, pensieroso - Slipknot. Non ho dubbi

-Bene, allora prendo i Metallica-concluse lei soddisfatta, sorpassandolo per andare a pagare.

Il biondo scosse la testa, sorpreso e divertito.

Una volta fuori, le chiese -Soddisfatta degli acquisti?

-Assolutamente sì -rispose annuendo vigorosamente con il capo -Mi dispiace solo che ti sia dovuto portare quell'acquario ovunque

Lui scrollò le spalle -Non preoccuparti.

Salirono sul motorino e in breve, furono di nuovo al parcheggio dell'università, dove c'era rimasto solamente il motorino di Raul

-Ti ci sta nel bauletto? -gli chiese Rebecca indicando l'acquario -Se no cerco di portarlo io in qualche modo

-Non preoccuparti, ci sta -rispose lui

-E' stata una bella giornata -commentò sorridendo

-Sì -confermò Raul -Allora poi ci mettiamo d'accordo per quando andare a cercare il proiettore?

-Va bene -rispose -a presto

-Ciao

La ragazza ripartì, stavolta molto più spedita, non avendo più Raul seduto dietro.

Sì.. pensò mentre l'aria fredda le sferzava il viso proprio una bellissima giornata..


°°°


-Ci serve gente, tanta gente! -stava dicendo Joey andando su e giù per la stanza di Raul

-Ma gente per cosa? -domandò il biondo

-Per capodanno!

Raul lo guardò senza capire

-Si è messo in testa di affittare l'intero villaggio di cui avevamo parlato, ti ricordi? -spiegò Lela -Ha già invitato mezza università

-Tu devi fare lo stesso -disse il ragazzo rivolto al biondo -Invita tutti: Paolo, Po.. Poldo, o come si chiama..?

-Pongo -lo corresse lui

-Ecco, appunto: tutti! Ci pensi che bello? Tutto il villaggio per noi!

-Anche quest'anno patiremo il freddo -concluse Lela

Raul annuì -E' in montagna

-In mezzo ai boschi -aggiunse Joey -Ecco perché era ancora tutto libero

La ragazza sospirò -Sento che mi mancherà mio nonno che si leva la dentiera davanti a tutti per bere meglio l'ultimo spumante dell'anno..

*************

Ciao ragazze! 

Lo so, questo capitolo non porta avanti di molto la storia, ma serviva un po' di tempo per far conoscere Raul e Rebecca ..spero che vi abbia strappato almeno un sorriso!

Mi sono dimenticata di dirvi che, se qualcuna di voi la volesse ascoltare, la canzone con cui si apriva il prologo è "Romantico" di 4tu (la trovate su youtube)

Devo assolutamente ringraziare Yu Lunae per i "consigli di grafica" che ho seguito subito xD

Ringrazio kia_85, alessandradichiara, Marti_18 e vallinda per aver inserito la storia fra le preferite! Mi ha fatto piacere ritrovarvi "di qua" =D

Grazie anche a Jasmine 230, Maharet e rodney per averla inserita fra le seguite e a chiara 84 e kitty0890 per averla inserita fra le storie da ricordare.

Mi ha fatto veramente piacere come avete accolto questa storia! Grazie di cuore a tutte! =)

Risposte alle recensioni:

Yu Lunae: Grazie mille! Senza di te non sarei riuscita a mettere il banner! Grazie anche per tutti i consigli, sia grafici che letterali.. per quanto riguarda il carattere dei personaggi, penso che lo farò scoprire poco a poco, senza cimentarmi in lunghe descrizioni che, a parer mio sono un po' noiose. Peril loro 'aspetto, invece, mi sono affidata alle foto xD Grazie per i complimenti e se leggerai E' troppo piccolo il mondo per noi, sarò felice di sapere cosa ne penserai!

kia_85: Waaaa! Sei di nuovo qui che bello! xD Sono contenta che ti sia piaciuto questo ritorno! anch'io come te, penso che Raul si meriti qualcosa di più.. è tutto da scrivere! Grazie mille per la recensione =D=D

Jasmine 230: Mi fa veramente piacere sapere che hai letto le altre storie! Mi dispiace solo di averti fatta piangere.. ma non preoccuparti presto le cose andranno meglio per Raul.. Grazie per i complimenti!!!


Ragazze adesso vi lascio.. vorrei potervi dire "ci vediamo presto" ma vi sarete accorte che qui la scrittura procede a rilento.. che rabbia!! >.<

Ciao a tutte e grazie ancora di tutto! =)

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Capitolo 3
*** What's going on?? ***



Capitolo 2. What's going on??



Il ricordo della felicità non è più felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore.”
(George Byron)


DRIIIIIN!

-E' per me! -strillò Claudia scendendo di scatto dal divano

Raul, mezzo addormentato si destò, mettendo in pausa “L'Incantesimo del Lago” che stava guardando insieme alla sorellina.

-Aspetta, Claudia.. -sbadigliò stropicciandosi un occhio e alzandosi a sua volta per trascinarsi fino all'ingresso.

Claudia lo intercettò a metà strada, mentre tornava indietro dopo aver aperto la porta -Ma perché è sempre per te? -si lamentò mettendo il broncio

-Eh? -fece Raul -Chi è?

-Una tua amica -rispose -Io vado a giocare! -aggiunse prima di scappare di corsa in camera sua

Il biondo dedusse che non poteva essere Lela, altrimenti la bambina l'avrebbe riconosciuta; incuriosito, andò fino alla porta.

-Oh! Ciao, Rebecca - salutò non appena vide la ragazza, già dentro casa che scrutava le foto appese ai muri dell'ingresso

-Ciao, Raul -rispose lei -Scusa, lo so che dovevamo vederci domani per fare gli scienziati pazzi, ma ho un regalo di Natale.. in ritardo di qualche ora.

Ma certo: l'albero in soggiorno, le decorazioni ovunque, il mega pranzo di poche ore prima con tutti i parenti.. era Natale. 25 Dicembre.

E Rebecca aveva un regalo per lui.

-Un regalo? -si grattò la testa -Rebecca scusa.. io non ci ho proprio pens..

Ma prima che potesse finire, la ragazza mostrò ciò che teneva nascosto dietro la schiena -Ta-daaa!

Gli occhi di Raul si fecero tre volte più grandi -No! -esclamò estasiato guardando quasi con venerazione, quella scatola decorata con una coccarda -L'hai trovato! Hai trovato quel cavolo di proiettore introvabile!

-Sì! -confermò lei con fierezza -Così adesso abbiamo tutto l'occorrente!

-Sei fantastica -le disse riconoscente, levandole il peso di mano- Come mi sdebito?

-Bah, per esempio venendo ad aprirmi vestito la prossima volta che piombo qui -rispose lei con noncuranza.

E lo superò, andando verso il salotto, lasciandolo sbigottito. Raul si accertò di aver capito bene, poi abbassò lo sguardo verso i suoi piedi.. la felpa c'era. I pantaloni no.

Cazzo!

-Me lo fai fare un giro della casa? -gli urlò lei dall'altra stanza -Sono curiosa

-Emh.. certo -rispose lui, raggiungendola, per poi concludere che fosse meglio fermarsi dietro lo stipite della porta -Magari prima recupero i calzoni..

-Magari -fece eco lei con un sorrisetto divertito

Lui scosse la testa mentre si dirigeva in camera a mettersi i primi jeans che gli capitarono sotto tiro. Quando tornò da lei, la ragazza gli indicò lo schermo del televisore, ancora fermo su un primo piano di Odette -Ecco cosa intendevi l'altro giorno quando hai detto che guardavi sempre L'incantesimo del lago: guardi i cartoni con Claudia!

-Hai già fatto la sua conoscenza?

-Certo che sì. Ma non la traumatizzi a girare per casa in mutande?

-Vedi il lato positivo e ringrazia che non abbia l'abitudine di girare nudo

Rebecca scoppiò a ridere, poi Raul la portò a visitare la casa.

Dopo poco, il campanello suonò di nuovo.

-Scusa -fece allora Rebecca -sono venuta qui senza preavviso, ma tu magari aspettavi qualcuno

-Veramente, no -rispose lui perplesso, andando ad aprire il portone.

Era Joey, che non lo salutò nemmeno, cominciando subito a parlare a raffica -Raul, dimmi che hai le conferme di Poldo & Co per capodanno, perché ci sono ancora delle case libere! Io ho assicurato che le avremmo riempite tutte!

-Ciao Joey -fece il biondo -Si chiama Pongo, non Poldo..

-Ciao -fece Rebecca, spuntando alle sue spalle

-Cos..? -il ragazzo rimase un attimo scioccato -Oh! Ciao, come sono contento di conoscerti! -disse poi riprendendosi, mentre un sorriso a 32 denti gli illuminava il volto -Anche se non so chi tu sia.. Che bello, quasi non ci speravo più! -poi si rivolse all'amico -Ne discutiamo in un altro momento, adesso voi avrete sicuramente di meglio da fare! Io vi lascio soli! Che bello conoscerti! -ripeté, rimanendo a fissarli -Vi lascio soli adesso! -ma rimase immobile lì davanti

Rebecca lo scrutò un attimo, poi guardò Raul -Il tuo amico si droga?

-Una volta l'ha fatto -rispose il biondo guardando Joey con commiserazione -e ne sta ancora subendo gli effetti, a quanto pare

-Allora vi lascio.. -ripeté quello sempre senza muovere un muscolo

-Non ci siamo ancora presentati anche se tu sembri così felice di conoscermi -notò la ragazza porgendogli la mano -Io sono Rebecca

-Joey -rispose lui stringendola e continuando a sorridere

-Senti Raul, adesso vado -fece poi lei -ero passata per portarti il proiettore

-No, resta -fece lui -lo svitato, qui, se ne va, non ti preoccupare

-Hey! -esclamò Joey sentendosi chiamare in causa

Rebecca sorrise -Sul serio, dai. Ci vediamo domani

Il biondo decise di non insistere-Ok.. a domani, allora.

-E a capodanno! -si intromise Joey

-Come? -chiese la ragazza, stupita

Allora Joey guardò il biondo con aria di rimprovero -Ma non gliel'hai detto, Raul?! C'è una festa in questo villaggio -spiegò rivolgendosi di nuovo alla ragazza e passandole un opuscolo che teneva in tasca -Costa pochissimo dato che è un posto abbastanza sperduto; se vuoi portare qualcuno mi fai un favore! Avevo detto a Raul di invitare ogni sua conoscenza, ma..

Rebecca allora guardò Raul sollevando un sopracciglio, e lui allargò le braccia -Mi ero dimenticato completamente di questa festa -si giustificò, ed era vero

La ragazza scosse la testa e tornò a rivolgersi a Joey -Grazie, ci sarò. Penso che verranno anche due amiche, se non è un problema..

-No, è perfetto! Il posto è a Rimini, e il viaggio è organizzato con un pullman. E' tutto scritto lì, comunque.

-Va bene, lo leggerò. Ora però devo proprio andare -poi si rivolse a Raul -Mi ridai il proiettore visto che domani siamo da me? L'ho portato solo per fartelo “ammirare”

-Non preoccuparti, lo porto io domani -rispose lui che, da bravo gentiluomo, non voleva farla viaggiare con quell'affare ingombrante

-Ok, come vuoi -fece lei -Ciao, ragazzi e.. Oh! Dimenticavo: buon Natale a tutti e due! -aggiunse con un sorriso

-Buon Natale anche a te -le risposero i due in coro

Joey, tutto allegro, mentre la ragazza si allontanava diede una gomitata al biondo -Che aspettavi a dirmelo?

-Non c'è niente da dire -rispose Raul seccato mentre si dirigevano in salotto -A parte che l'hai fatta andar via

-Ah! -fece lui trionfante -Se sei così scocciato significa che qualcosa da dire c'è!

-No -rispose -studiamo insieme e basta. Era venuta a portarmi una cosa che ci serve per fisica

-E ha detto “a domani”

-Studiamo insieme, quante volte te lo devo ripetere?

Joey scrollò le spalle -Mi ritengo comunque enormemente soddisfatto del tuo passo avanti: è la prima ragazza che frequenti dopo Nicole

-Non ci stiamo frequentando -ribatté il biondo -Stud..

-Studiate insieme, sì, sì: la scusa più vecchia del mondo

-E' impegnata Joey! -fece allora lui -Ho sentito l'inizio di una sua telefonata: “ciao tesoro”

-Tesoro potrebbe anche essere il suo cane!

-Certo, e da quando in qua i cani parlano al cellulare?

-E che ne so, mica sono uno di loro!

Raul sospirò sedendosi sul divano -Lela dov'è?

-A casa, a studiare -rispose, imitandolo- Dovrei farlo anch'io in effetti.. sai, andare a giurisprudenza non è così esaltante come pensassi -poi lanciò uno sguardo distratto allo schermo -Quella è Odette?

-Sì -rispose il biondo prendendo il telecomando e spegnendo la TV -Claudia ultimamente vuole vedere solo questo

-Comunque è veramente bellissima

-Odette, Claudia o Rebecca? -domandò Raul divertito

Joey ci pensò un attimo -Tutte e tre. Solo che Odette è mezza animale, quindi perde qualche punto

Raul rise, poi l'amico continuò -Mi riferivo a Rebecca: ha due occhi che parlano

-E una bocca che guarda -lo prese in giro con una freddura

-Dai, non mi puoi dire che è brutta

-Per niente, infatti -concordò senza esitare -ma smettila, o chiamo subito Lela

Joey sbuffò -Non è che se uno ha la ragazza non può più fare certi discorsi, porca miseria!

Il biondo decise di glissare sull'argomento “Rebecca”: erano solo amici, e nemmeno da tanto tempo. Gli scocciava che la gente cominciasse subito a inventarsi chissà quali grandi e insensate storie d'amore!

-Quante persone ti mancano per capodanno? -chiese all'amico per cambiare discorso

-Ne sto cercando ovunque -rispose lui -Tu quindi mi porti Giulia, Paolo, Andrea e Poldo?

-Sì -rispose, sentendosi complice di un crimine orribile -Ma si chiama Pongo -lo corresse per l'ennesima volta -Questo nome non ti entra proprio in testa?

-Be' perché secondo te è normale che uno si chiami Pongo??

-Comunque, Joey se non ti dispiace, adesso vorrei approfittarne per studiare Analisi..

Joey si alzò di scatto -Quando si parla di roba pallosa come la matematica, io levo le tende!

-Bravo..

In quel momento, il cellulare del biondo squillò annunciando l'arrivo di un messaggio; il ragazzo lo lesse mentre accompagnava Joey alla porta

-Perché fai quella faccia? -gli domandò l'amico quando si voltò per salutarlo

-Niente, è che..

-Che? -Joey cominciava a preoccuparsi -Raul?

-Tieni -e gli passò il telefono


Buon Natale, Raul.
Con affetto, Nicole.


-Si fa sentire di nuovo.. -commentò Joey con una smorfia di disgusto che non riuscì a nascondere.

-Già -fece il biondo riprendendo il cellulare e cominciando a scrivere

-Che fai?

-Rispondo, mi pare ovvio

-Raul.. -lo ammonì con tono di avvertimento

-Scrivo solo “buon Natale anche a te” spiegò allora con una certa irritazione -mi sembra normale, dato che ci siamo lasciati in modo civile

-Sì.. però limitati a questo -c'era apprensione nella sua voce

-Joey, non ti devi preoccupare: io non ci sto più male, davvero

L'amico lo scrutò attentamente, cercando di leggere ogni sfumatura del suo volto e del suo tono di voce; quando si ritenne soddisfatto, sospirò -E' solo che da un po' di tempo a questa parte ti vedevo meglio.. voglio dire, a parte i primi tempi non hai mai fatto pianti assurdi e robe varie, però non eri nemmeno.. come dire.. allegro, sorridente. Adesso invece è come se qualcosa ti avesse acceso di nuovo; non voglio che la ricomparsa di questa stronza rovini questo traguardo.

La rapidità con cui Joey sapeva passare da un atteggiamento scherzoso e leggero, a uno serio, confidenziale e premuroso era uno dei suoi tratti che più stupiva Raul ogni volta, nonostante si conoscessero da tanto; Lela una volta aveva confessato al biondo che era stato proprio scoprendo questa parte un po' più nascosta di lui, che se ne era andata via, via innamorando.

Il ragazzo sorrise -Non chiamarla stronza -rispose, ma con morbidezza; poi, vedendo che l'amico stava per ribattere, proseguì -Non ne sono più innamorato e non lo sarò di nuovo. E di certo non basterà un messaggio di auguri a.. “spegnermi”

Joey rise -Non so come mi sia venuto il paragone con le lampadine.. vabe', allora ti lascio tranquillo

-Sì, non preoccuparti

-Anche se non riesco a capire perché mi dici di non chiamare stronza, una che stronza lo è, e pure tanto!

Perché con lei aveva passato uno dei periodi più belli della sua vita fin quando era durato, ecco perché.

-Ciao, astronauta

-Ciao, Joey


°°°


-Quindi dobbiamo ottenere un fascio di luce arancione-rosso in questo acquario.. -riepilogò Rebecca

-Esatto -confermò Raul

Erano a casa di lei, seduti sul pavimento con qualche libro aperto qua e là. Nella camera di Rebecca, saltavano subito all'occhio la grande quantità di libri universitari e la chitarra classica appoggiata al muro. Nel complesso la stanza non era molto grande, come nemmeno quelle di Fran e di Melissa; tutte e tre però avevano i muri tappezzati di foto che le ritraevano insieme, scattate in tempi e luoghi diversi. Raul aveva speso circa una mezz'ora per guardarle tutte, mentre Rebecca gli raccontava qualche aneddoto.

La ragazza a un tratto sospirò, e Raul si voltò a guardarla, interrogativo -Che c'è?

-Sicuro che non ti scocci vedermi anche durante le feste? -domandò la ragazza

Il biondo aggrottò le sopracciglia

-Voglio dire -proseguì lei -E' Santo Stefano.. Di solito la gente nei giorni festivi, non sta a casa a studiare

-Se vuoi riprendiamo dopo Befana..

-No, per me va benissimo! Mi chiedevo se a te non scocciasse

Il ragazzo allora le sorrise -Assolutamente no. E' piacevole passare il tempo con te, anche studiando ..e poi abbiamo un esame da preparare!

Lei ricambiò il sorriso -Allora forza con questo esperimento!

-Dunque -fece Raul -dobbiamo trasformare questo raggio del proiettore di luce in un tramonto..

-E come facciamo?

-Non ne ho la più pallida idea. Intanto però dovremmo svuotare l'acquario

-E' un peccato: è così bello

-Già.. però ci serve vuoto

Rebecca sbuffò -Facciamogli una foto, almeno -propose tirando fuori il telefonino e scattando.

Assunse poi un'espressione soddisfatta

Il biondo rise -Poi faremo una foto anche del dopo, quando ci sarà un tramonto dentro

-Già. Dobbiamo solo capire come farlo avvenire.. magari dovremo creare un brodo di acqua e latte

-Va bene, allora svuoto l'acquario

-NO! -lo bloccò lei; Raul la guardò perplesso -Emh.. ancora una foto?

Il ragazzo rise -E' solo un acquario

-E' il nostro acquario -ribatté lei risentita -pretendo una foto di noi tre insieme, prima di ucciderlo definitivamente

Il biondo scrollò le spalle -Come vuoi

-Dai, vieni! -lo esortò, poi gli passò il braccio attorno alle spalle attirandolo a sé quasi da soffocarlo

-Rebecca.. -cercò di avvisarla

-Cheese! -esclamò sorridendo al telefonino, poi lo riportò davanti a sé guardando la foto -Ma puoi fare una faccia normale, per favore?

-Non è facile se tu mi strozzi.. -rispose lui con un filo di voce

-Oh, scusa.. -fece lei sciogliendo la presa -Comunque l'acquario si vedeva poco, dobbiamo cambiare angolazione

-Mettiamoci qua -propose Raul massaggiandosi il collo e sedendosi per terra a i piedi della scrivania, dove era posato l'acquario

-Sì! -fece lei raggiungendolo -Scatti tu?

-Va bene

Così prese la macchinetta e fece un'altra foto

-Poi dici a me che non faccio facce normali? -commentò lui dopo averla guardata

-E' solo una linguaccia!

-Va bene, allora propongo una guerra a chi fa la faccia più normale in senso oggettivo

Rebecca sembrò contrariata -E che divertimento c'è?

-Che non devi ridere -rispose lui cominciando a farle il solletico e scattando a tradimento allo stesso tempo

-Non vale! -protestò lei

-Guarda come sei venuta bene -la prese in giro mostrandole l'immagine

-Già perché non ne facciamo subito un'altra? -domandò allora fregandogli il cellulare e tirandogli una gomitata

-Ahia! -esclamò lui mentre la ragazza scattava

-Adesso chi è che ha la faccia da pesce?

-Rimediamo subito -replicò lui posando di nuovo le mani sui suoi fianchi per farle solletico.

Finirono col dimenticarsi completamente della fisica, passando il pomeriggio a rotolarsi sul pavimento fra le risate, mentre si facevano il solletico a vicenda.

A un tratto però, Raul si spostò troppo bruscamente per evitare un altro attacco di Rebecca, andando a sbattere contro la chitarra della ragazza che finì rovinosamente a terra; il ponte si staccò dalla tavola con un “crack”.

-Cazzo! -esclamò lui -Mi dispiace, Rebecca.

Dalle risate, passarono al silenzio improvviso.

La ragazza si avvicinò impassibile allo strumento, prendendo il manico spezzato; lo osservò per qualche istante per poi dire, in una calma solo apparente: -Vattene subito prima che ti sbatta fuori a calci

-Si può riparare, basta portarla da un liutaio -assicurò il ragazzo

-Non mi interessa! -sbottò lei balzando in piedi -Ti ho detto che non la suono più

-Ok -fece lui alzandosi a sua volta -Ma ribadisco che..

-Vattene! -lo interruppe lei spingendolo verso la porta

-Rebecca, te la riparo, conosco questo liutaio che..

-Puoi conoscere anche tutto il mondo, io non la voglio riparare -replicò lei mentre arrivavano alla porta

-E perché mi stai cacciando fuori di casa?

-Perché abbiamo studiato abbastanza -rispose, consapevole che non avevano nemmeno cominciato.

Raul si lasciò cacciare definitivamente fuori; forse sapeva perché Rebecca aveva reagito in quel modo..

-Hey -lo chiamò una voce alle sue spalle -Sei stato appena cacciato da casa mia a quanto pare

Raul si voltò, e riconobbe subito la ragazza, pur non avendola mai vista -Frannie

-Sì -rispose lei -Come sai il mio nome?

-Rebecca mi ha parlato di te - e della tua sesta aggiunse mentalmente -Io sono Raul, piacere

-Piacere.. ma perché Rebecca ti ha sbattuto fuori?

E Raul le raccontò brevemente l'accaduto -..E ho bisogno della tua collaborazione

-Per..?

-Basta che tu mi faccia avere quella chitarra.. la porto a riparare e la ridò a Rebecca

La ragazza annuì -Sembra una buona idea, ma secondo me non ti dovresti dannare così tanto: non suonava più da tanto ormai. Comunque se aspetti 5 minuti posso farlo anche adesso, la prendo senza che se ne accorga e te la porto

-Grazie mille -rispose riconoscente, avendo temuto un rifiuto.

Un regalo di Natale in ritardo.. che però non sarebbe consistito solo nella riparazione della chitarra.


°°°


-Fred?

Raul, prima di uscire una volta finito il turno in pizzeria, chiamò il suo superiore.

-Dimmi, ragazzo

-Ti ricordi, quel liutaio che mi hai suggerito una volta?

-Ti si è rotta di nuovo la chitarra, non ci posso credere! E' per questo che hai voluto fare lo straordinario in un giorno festivo? Per pagarti la riparazione?

-Sì -rispose -Ma la chitarra non è mia, è di un'amica. Le ho accidentalmente staccato il ponte. Anzi, se potessi darmi subito i soldi di oggi..

-Ah! Alla faccia del bravo dipendente! -esclamò scherzosamente l'uomo

-Lo so, lo so, scusa, non te lo avrei chiesto, ma a capodanno partiamo insieme con altra gente e volevo farmi perdonare prima di allora.

Fred sorrise aprendo la cassa ed estraendovi alcune banconote -Tieni -disse porgendogliele -Te le sei meritate

-Grazie davvero, Fred. Ora se mi dessi di nuovo l'indirizzo di quel liutaio, saresti perfetto

-Io non sono perfetto, sono la perfezione in persona -rispose tutt'altro che modestamente scribacchiando un indirizzo su un foglio -Se è ancora vivo, lo trovi qui, altrimenti al cimitero

-Ok che è un po' vecchiotto, ma così gli fai il malocchio -osservò ridendo

L'uomo ghignò mentre lo scrutava -Ultimamente sorridi più spesso. Era ora!

Ecco perché Fred era anche suo amico oltre che suo superiore. Nonostante avesse una cinquantina d'anni, sapeva mettersi nei suoi panni e capirlo come faceva Joey. Solo che lui in più aveva buone dosi di esperienza e maturità, che l'avevano portato a non insinuare nulla su questa “amica”.

Be', un'amica piuttosto importante dato quanto ci teneva a riconsegnarle quella chitarra come nuova e.. ad aiutarla a coltivare la passione per lo strumento e per la musica.

****

Salve ragazze! 

Allora, dato che è dall'inizio della storia che ve ne parlo, volevo informarmi che l'esperimento su cui stanno lavorando Raul e Rebecca, esiste sul serio, l'ho preso da internet xD Si chiama davvero "il tramonto in una stanza" , la scuola dove è stato fatto l'ha chiamato così.. questo titolo mi ha ispirata appena l'ho letto!

Per quanto riguarda invece la ex di Raul, Nicole, che per ora si è limitata soltanto ad un messaggio di auguri, presto o tardi farete la sua conoscenza (o la incontrerete di nuovo, per chi la conosce già)! Sicuramente non nei prossimi capitoli.. dovrete attendere un po', ma tornerà (non so quanto questo vi faccia piacere! :S). Come reagirà Raul però è tutto da vedere..

Invece, riguardo a quel "ciao, tesoro" di Rebecca al telefono, la situazione resta misteriosa.. è impegnata o no?? vediamo come la pensate!

E la rottura della chitarra.. volevo trovare un modo per far avvicinare questi due personaggi, e penso che suonare insieme uno strumento sia un ottimo modo per farlo!  Ho lasciato intendere nell'ultima riga che Raul ha in mente proprio questo: farle da "insegnante 2" e aiutarla a ritrovare quella passione che l'aveva spinta un tempo a cominciare a suonare. Può capitare che ci siano momenti di "magra" , come in tutte le passioni.. ma niente è perduto, per Rebebcca e la sua chitarra! xD

E naturalmente, lo dico per le lettrici che mi seguono da tempo, sono sicura di essermi guadagnata l'appellativo di sadica: in un modo o nell'altro, per un motivo o per un altro, riesco sempre a far sgobbare questo povero ragazzo! Che vi posso dire, mi piace il fatto che lui voglia guadagnarsi qualcosa non solo per sé e la famiglia ma, in questo caso, anche per Rebecca.. e poi dai, è stato solo per un giorno! xD A parte che non so bene quanto costi una riparazione dal liutaio, né quanto riesca a guadagnare un pizzaiolo in un sera..

Insomma, non prendetemi troppo sul serio, come dico sempre! xD 

Tanto per dirne una, ho scoperto di recente che chi vuole fare l'astronauta, deve prendere non so se ingegneria o che cos'altro.. insomma, non astronomia! ..Figura di m***a! :/

E adesso, passo alle risposte alle recensioni, che è meglio!

Marti_18: Ciao! Mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuta l'altra storia che ho scritto e ti ringrazio tantissimo per i complimenti! Come hai visto in questo capitolo Nicole è tronata a farsi sentire.. ma più avanti come ho anticipato, ci sarà una sua ricomparsa "in carne ed ossa". Spero che questa storia continui ad ispirarti! xD Un bacione! =D

kia_85: Sì, a Raul ha fatto decisamente bene distrarsi un po'.. ma Nicole si è fatta viva di nuovo! Per ora la cosa non lo ha turbato molto comunque.. Grazie per i complimenti e per essere già una fan della coppia Raul-Rebecca! =D=D Baci!

C4rm3l1nd4:  Grazie per aver addirittura divorato E' troppo piccolo il mondo per noi e per star seguendo Delicatamente! xD Hai capito perfettamente il carattere di Rebecca, e sono contenta che ti piaccia già così tanto. Grazie anche per i complimenti e per le risate! xD Baci!

Ringrazio momi87 per aver inserito la storia fra le seguite, C4rm3l1nd4, deneb91, Fragoli_in_love, Glycine, lady_free, manu1988 e mondred per averla inserita fra le seguite e micia247 per averla inserita fra le preferite!!

Grazie davvero a tutte =) al prossimo capitolo..

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Capitolo 4
*** Spiando il futuro ***


Capitolo 3. Spiando il futuro


La Terra è rotonda, e dove può sembrare la fine
potrebbe anche essere l'inizio" 

(Ivi Braker Priest)

-Che ci fai qui?"

Accoglienza un po' brusca ma, d'altronde, l'ultima volta che Raul e Rebecca si erano visti, lui le aveva accidentalmente rotto la chitarra.

Comunque, il ragazzo non si lasciò scoraggiare.

-Anch'io ho un regalo di Natale per te.. in ritardo -le spiegò

-Un regalo? -chiese Rebecca sempre imbronciata, ma con un pizzico di curiosità e sorpresa che non sfuggì a Raul

-Sì -confermò -In segno di pace

Rebecca incrociò le braccia sotto il petto, in attesa; Il biondo allora, tirò fuori da dietro la schiena il pacco che teneva nascosto

La ragazza non poté fare a meno di sgranare gli occhi, riconoscendo la forma di una chitarra, mentre le braccia le tornavano distese sui fianchi -Cosa..?

-Buon Natale -gliela porse con un sorriso

-Raul.. -cominciò lei scuotendo la testa, poi sbuffò -Ecco perché era “misteriosamente” scomparsa da casa mia. Chi è la tua complice: Melissa o Fran?

-Perspicace! -sviò la domanda- ..Dai, prendila, non farti pregare.

La ragazza scosse la testa rabbuiandosi-Non suono più, te l'ho già detto ottanta volte

-Questo ancora per poco -ribatté lui

-Come?

-Ho notato che quando racconti di come hai smesso di suonare, diventi subito triste. Ma non è tardi per ricominciare, e tu lo sai ..e lo vorresti -affermò con assoluta certezza, gli occhi fermi nei suoi; Rebecca non rispose e distolse lo sguardo -E' per questo che ti sei inferocita quando te l'ho rotta -continuò Raul, sicuro di star facendo centro -ed è per questo che ho scelto il migliore per farla riparare: suonerà come prima, vedrai.

-No -fece lei titubante -Ti ringrazio, ma..

-Tu riprenderai a suonare

-Non ero portata! -esclamò allora -E ti ho detto che mi rassegnavo piuttosto facilmente

-Questo non accadrà più -decretò con un ghigno -Non con un maestro bravo come me

Gli occhi della ragazza guizzarono di nuovo nei suoi -Ma che dici?

-Che ti aiuterò. Si vede da come ne parli che ti piaceva suonare: ti sei solo scoraggiata troppo presto, succede

Lei sospirò, incerta -Non lo so.. Non credo neanche di essere in grado di suonare la canzone del sole, al punto in cui sono arrivata!

-Allora partiremo proprio da quella -rispose risoluto

Lei lo guardò dubbiosa e il ragazzo le fece cenno d'incoraggiamento.

Raul aveva cominciato ad avere sospetti sin dalla chiacchierata al centro, poi la sfuriata del giorno di Natale glielo aveva confermato: Rebecca si era pentita di aver smesso di suonare.

E ora, troppo ghiotta per rifiutare l'offerta di Raul, stava lentamente cedendo.

-Mi spieghi almeno come hai fatto a capire tutte queste cose che io non ti ho mai detto? -domandò la ragazza, temporeggiando ulteriormente.

Raul scrollò le spalle -Ti si leggeva negli occhi

Lei rifletté un attimo -Strano..

-Perché?

-Perché nessuno lo aveva capito, nemmeno Fran e Melissa

Il ragazzo fece un sorriso da orecchio a orecchio -Quindi mi dai ragione e accetti il mio aiuto!

Rebecca lo guardò ancora un istante, poi si lasciò finalmente convincere, sorridendo del suo entusiasmo e annuendo con la testa -Grazie Raul

Avvicinandosi di qualche passo, prese il regalo, poggiandolo momentaneamente contro il muro, e abbracciò il ragazzo.

Raul ricambiò la stretta, tutto contento -Di niente. Suonare è una delle cose più belle, ma anche una delle più difficili: non vale la pena gettare la spugna troppo presto.

-Che è esattamente quello che ho fatto io.. Sarai paziente? Perché penso che ti farò vedere i sorci verdi.

Il biondo rise -Pazientissimo, promesso

-Allora a quando la prima lezione, maestro? -chiese staccandosi

-Quando vuoi

-Allora vieni -e si diresse verso casa

Lui rise seguendola -Sei così impaziente?

-Sono stata troppo tempo senza far nulla

-Dobbiamo cominciare con degli esercizi per sciogliere le dita

La ragazza sbuffò -Sono noiosissimi

-Sono utilissimi -la corresse esattamente come un insegnate rompiscatole dovrebbe fare.

-Va bene, l'esperto sei tu -si rassegnò la ragazza, ma con un sorriso che le illuminava il volto.


°°°


Il pullman era partito da circa 5 minuti. Era mezzogiorno dell'ultimo giorno dell'anno, e l'allegra combriccola di universitari, sarebbe arrivata a Rimini verso sette di sera per festeggiare tutta la notte.

Un pullman solo non era bastato per l'intero villaggio che Joey era faticosamente riuscito a riempire, ce n'erano ben tre.

Rob, essendo indietro con gli esami, non era potuto venire e Melissa aveva deciso di passare il capodanno in città con il proprio ragazzo Ned.

-Vi conoscevate già? -chiese Raul dopo aver appreso che Frannie e Dario non si stavano incontrando per la prima volta al momento delle presentazioni

-Sì -rispose Frannie fra i denti guardando storta il ragazzo seduto accanto a lei

-Ci siamo conosciuti in vacanza -aggiunse Dario, tenendosi sul vago, molto più rilassato di lei -Così adesso studi astronomia, eh?

-Già -rispose Frannie -E tu?

-Ultimo anno di economia -rispose

La compagnia continuò a chiacchierare e conoscersi. Rebecca parlò con tutti senza problemi, mentre Frannie chiacchierò soprattutto con Dario, o meglio: i due passarono il tempo a punzecchiarsi a vicenda, creando un'atmosfera leggermente tesa.

A un certo punto del viaggio, Joey e Lela si addormentarono l'una sulla spalla dell'altro.

-Siamo rimasti in 4 -commentò Dario lanciando loro un'occhiata

-Come i tuoi neuroni -rispose Frannie

-O la misura delle tue tette.. no aspetta, mi sa che ti sono cresciute..

La borsa di Frannie volò in faccia al ragazzo.

-Emh.. -Rebecca cercò di distrarli -Ho portato qualcosa da fare durante il viaggio.. -e tirò fuori il “Libro valigetta, giochi da viaggio di Geronimo Stilton”

Raul scoppiò a ridere -Geronimo Stilton?

-Geronimo Stilton -confermò lei con orgoglio -Qualche problema?

-Prima i cartoni Disney e ora questo..

La ragazza sbuffò -Ora vedrete come ci divertiamo

Alla fine, acconsentirono tutti a partecipare al gioco, tranne Frannie così Rebecca aprì il libro e cominciò a leggere -Prima di tutto le regole: “1. Si gioca solo se si ha voglia, 2. si gioca solo finché se ne ha voglia, 3. se si è stufi di un gioco si passa a un altro”. Le altre le possiamo decidere noi

Dario colse al volo l'occasione -Regola 4: si gioca solo se gioca Fran

-Regola 5 -ribatté Frannie -Se Fran non ha voglia di giocare, non è obbligata! Vedi la regola 1, idiota

-Regola 6: la regola 4 annulla la regola 1

La ragazza sbuffò ma non aggiunse nulla.

Rebecca guardò Raul preoccupata, e lui ricambiò con uno sguardo perplesso: c'era evidente tensione fra i due, ma nessuno sapeva il motivo.

Scelsero alcuni fra i giochi che erano sul libro, e Raul fu stracciato a “la lista della spesa” che consisteva nel ricordarsi tutti i prodotti che venivano elencati dagli altri giocatori

-Incredibile -commentò Rebecca -Non te ne ricordi nemmeno cinque!

-Ho una certa età -rispose lui

-I suoi neuroni stanno morendo di solitudine -continuò Dario -Ne ha anche meno di me -aggiunse poi, rivolto a Frannie che lo ignorò

Rebecca voltò qualche pagina -Il gioco del nome!

-Come funziona? -chiese Raul -Forse lo conosco

-Bisogna definire un giocatore usando aggettivi che inizino con le lettere del suo nome

-Bello, mi piace -commentò Dario

-Comincia tu, Raul -fece Rebecca con un sorriso angelico

-Ok

-Con il mio nome -precisò poi

-Ah! -fu colto un attimo alla sprovvista -Va bene.. -si schiarì la voce -Allora.. Rebecca -la scrutò qualche istante, mentre lei continuava a sorridergli, in attesa. Quel sorriso.. quel sorriso radioso.. -Radiosa -cominciò- Estroversa.. Bella -annuì mentre lo diceva, come per confermarlo e il sorriso di lei si allargò -Esuberante, Creativa e.. Amichevole -concluse ricambiando il sorriso di lei.

I due non si erano accorti che gli altri erano improvvisamente ammutoliti

-Ma.. -cominciò Dario spezzando quel silenzio -Da quando in qua Rebecca si scrive con una C sola?

Fran gli diede una gomitata -Tanto tu non sapresti di certo fare meglio

-Ah sì? Ora ti faccio vedere -fece lui -Dunque: Frannie. .. Formosa.. -la ragazza alzò gli occhi al cielo, mentre gli altri ridacchiarono -Ricattatrice, sicuramente sì..

Raul e Rebecca si scambiarono l'ennesimo sguardo perplesso: sicuramente doveva essere successo qualcosa fra loro durante quella vacanza in cui si erano conosciuti, ma cosa?

-A..

-Ok, hai già detto abbastanza -lo bloccò Fran -Adesso tocca a me: Dario -fece una piccola pausa per poi assumere un tono ammaliante -Determinato.. Affascinante -ammiccò -..Rincoglionito, Idiota e Obbriobbrioso! -ringhiò poi

-Obbriobbrioso te lo sei inventata -replicò lui in tutta tranquillità

-Perché non facciamo il gioco punti? -chiese Raul girando svelto qualche pagina del libro nelle mani di Rebecca

Il colmo comunque fu quando giocarono a “Più forte, ragazzi!” usando canzoni dello zecchino d'oro. Il gioco consisteva, nell'aumentare il volume della voce mentre si cantava, fino a gridare a squarciagola; tutto il pullman si unì di buon grado ai ragazzi, svegliando di soprassalto Joey e Lela e facendo imprecare l'autista per il mal di testa.

Quando arrivarono a destinazione, alle 7 come previsto, si sistemarono ognuno nella propria casetta: Rebecca assieme a Frannie, Raul con Dario e Joey e Lela da soli.

-Siamo tutti separati -commentò Rebecca con dispiacere circa mezz'ora dopo, quando si ritrovarono nel giardino del villaggio dopo aver sfatto le poche valige.

-Tanto non staremo un minuto da soli, immagino -rispose Raul

-Che ne dite di una grigliata? -propose a un tratto Joey -L'alternativa è andare a mangiare nel ristorante del posto e aspettare il capodanno lì, come faranno Giulia e Paolo.. però secondo me è più divertente se cuciniamo noi!

-Sì, di gran lunga -concordò Raul

-Il problema è che immagino nessuno di voi sappia come si faccia questa grigliata -intervenne Lela

Silenzio.

-Impareremo! -esclamò Dario -Voi ragazze non fate niente, pensiamo a tutto noi -aggiunse poi -Cominciamo con l'andare a prendere la carne dalle cucine

E, detto fatto, i tre sparirono

-Secondo me combinano un casino -fece Lela, rivolta alle altre due, che annuirono


°°°


23.00


-Io ho fame.. -si lamentò Frannie

-Non cuoce questa cazzo di carne! -fece Joey

-Non c'è abbastanza brace -spiegò Raul

-Forse dovevamo cominciare a cucinare un po' prima -dedusse Dario

-Sono 2 ore che e mezza che “cucinate” -fece notare loro Lela sbuffando assieme a Fran

Rebecca invece la prese sul ridere -Le donne al volante saranno anche un disastro, ma voi uomini a cucinare siete anche peggio!

-Invece Raul è bravo a cucinare, finché non si tratta di grigliate -la informò Joey -Un giorno devi assaggiare il suo ragù

-Sì, guarda, mi chiamano il grande chef -commentò il biondo, sarcastico; poi inforcò un pezzo di carne e ci soffiò sopra per un po' -Assaggia -disse poi porgendolo a Rebecca

La ragazza ne staccò un morso generoso e, dopo averlo ingoiato decretò -O sono io che ho talmente fame che mi mangerei anche un tavolo di metallo, oppure è finalmente tutto cotto.

-Si mangia! -esclamò Lela balzando in piedi -Voi tre imbranati, non vi avvicinerete mai più a una griglia cadesse il mondo!

Mangiarono tutto con gusto, scolando birra al posto dell'acqua.

Dieci minuti prima della mezzanotte, decisero di andare sul tetto di una delle proprie case, per godersi meglio lo spettacolo pirotecnico che si sarebbe svolto di lì a poco.

Avevano portato naturalmente spumante, ma anche vodka, gin e assenzio.

-Posso saltare lo spumante e attaccarmi alla vodka? -domandò Rebecca a Raul

I due si erano seduti per primi, una volta saliti e, non a caso, Lela e Joey avevano deciso di sistemarsi abbastanza distanti da loro, per lasciarli soli; Dario e Fran invece stavano discutendo fitto, fitto fra loro e non badavano agli altri.

-Sei proprio un'alcolizzata -la prese in giro Raul prendendo due delle tante bottiglie che c'erano: una di vodka e una di assenzio

-Sì, ma solo di vodka: l'assenzio mi fa schifo.

-Non sai cosa ti perdi

-No, no: lo so e me ne tengo alla larga

-Non lo sai apprezzare -replicò lui

-Allora metterò tra i miei buoni propositi per il nuovo anno, quello di cominciare a bere assenzio

-Oddio, non li chiamerei proprio buoni propositi..

Lei rise -E tu? Che progetti hai per il 2012?

Raul scrollò le spalle -Niente di che. Passare Analisi, questa sarebbe una bella cosa

-A chi lo dici.. ma non può essere la tua massima ispirazione -bevve un generoso sorso di vodka

-Non mi aspetto molto dal nuovo anno -rispose allora lui scrollando le spalle -Sarà come tutti gli altri, suppongo. Che poi tanto, a fare progetti, ci si rimane solo male, perché niente va come ti saresti aspettato

La ragazza alzò le sopracciglia -E non è proprio questo il bello? ..Fa anche un po' paura, sì.. ma se uno sapesse sempre cosa doversi aspettare dal domani, sarebbe tutto estremamente noioso

-Sì, ma certe cose si potrebbero evitare facilmente -anche lui bevve un sorso di superalcolico

Rebecca sbuffò -Parli come uno che crede di averle vissute tutte, ormai

Raul si accigliò -Non è vero

-Sì, invece: presuntuoso

-E i tuoi progetti invece quali sono? -le domandò allora

Lei rise -Suonare meglio di come sto facendo

-Guarda che non stai andando male -la rassicurò -Anzi, hai riacquistato subito la scioltezza di chi suona da tempo

-Merito del maestro

-No, per questo devi ringraziare le tue dita. Anzi, tra poco cominciamo con qualche canzone più seria

-Uffa, non posso fare neanche l'alunna lecchina con te!

Il ragazzo rise -E a parte la chitarra, altre aspettative?

La ragazza allora tornò seria e si strinse nelle spalle -Passare un anno migliore del precedente, sarebbe già abbastanza -rispose, e Raul non poté fare a meno di notare che nei suoi occhi azzurri era comparsa un'ombra grigia di malumore mentre giocherellava con la bottiglia -In genere questa giornata dell'anno mi fa sempre un po' paura

-Per i motivi che mi dicevi prima?

-Sì: sai cosa ti lasci alle spalle ma non quello che trovi. E, ripeto, questa è una buona cosa secondo me.. ma se ci penso, un po' mi spaventa

Il biondo si accigliò leggermente -In fondo è una giornata come le altre. Non credo che bisognerebbe starci troppo a pensare

-Hai ragione -fece allora lei -facciamo l'ultimo brindisi dell'anno?

-Solo se tu lo fai con l'assenzio e io con la vodka

-No! Non è giusto! Non posso bere una cosa schifosa per ultimo brindisi del 2011!

-Oh, si che puoi

Alla fine la ragazza si rassegnò, ma dopo pretese subito una sorsata di vodka per “pulirsi la bocca”

-Ragazzi, ci siamo! -annunciò a un tratto Joey: il nuovo anno stava per arrivare.

Cominciarono tutti e sei a fare il conto alla rovescia, strillando come sul pullman e il 2012 fu accolto fra tappi di bottiglia che schizzavano in aria.

I ragazzi si versarono lo spumante e fecero cin cin al nuovo anno.

Joey e Lela si baciarono sotto il vischio, mentre Raul scoccò un casto bacio sulla guancia di Rebecca.

Arrivavano alle loro orecchie, musiche da discoteca.

-Andiamo a ballare? -chiese Dario a Fran -Giù nel salone del ristorante hanno già cominciato, si sente da qui

La ragazza, dopo qualche esitazione si lasciò trascinare.

-Noi.. -cominciò Joey mentre anche lui e Lela si alzavano -Andiamo a... a..

-A sfruttare la nostra casa, o meglio, il letto della nostra casa -concluse Lela per lui, sempre molto esplicita -Ciao, ciao!

-Ciao -li salutarono i due divertiti

Così, Raul e Rebecca rimasero da soli e inizialmente restarono qualche istante in silenzio, osservando i fuochi colorati che donavano ai loro volti strane colorazioni.

A un tratto però, il ragazzo sentì Rebecca rabbrividire al proprio fianco

-Hai freddo? -le chiese

-Un po' -ammise lei -Ma non mi schiodo da qui finché non sono finiti i fuochi

Raul allora le passò un braccio attorno alle spalle, attirandola a sé per riscaldarla.

-Che ne diresti di passarmi quella bellissima bottiglia di vodka? L'alcol riscalda..

-Non starai esagerando? -le chiese lui passandole di nuovo l'alcolico

-Forse -scrollò le spalle -ma non ne bevevo da tanto tempo.. ed è troppo buona! ..Tranquillo se devo vomitare mi giro di là

-Un po' di assenzio? -scherzò lui

-Non berrò più quella schifezza per niente al mondo! -esclamò sorseggiando l'adorata vodka

Lui rise -Immaginavo

Raul si stupì di come anche stare in silenzio, in quella situazione fosse piacevole: c'erano solo loro e i fuochi d'artificio..

L'ultima volta che li aveva visti, quei fuochi, era con Nicole.. e quante ne avrebbe dovute passare ancora con lei.

Fortuna che ormai apparteneva tutto al passato: era stato veramente male, ma almeno qualcosa aveva imparato.

Dopo un po', Rebecca parlò di nuovo -Sai è stato.. simpatico quello che hai detto sul pullman

Il ragazzo capì che doveva riferirsi al gioco con le iniziali del nome

-Attenta -l'ammonì fingendosi serio -Non sei totalmente in possesso delle tue facoltà mentali

-Sul serio -ribatté lei -Radiosa, Estroversa, Bella, Creativa, Esuberante e Amichevole

-Complimenti: di sicuro mi batti se giochiamo di nuovo a “la lista della spesa”

La ragazza sbuffò, e si fece di nuovo taciturna, mentre gli ultimi fuochi illuminavano il cielo: Raul non la stava prendendo sul serio, o non ne aveva voglia, era evidente.

Lui, dal canto proprio, tutte quelle cose che aveva detto, le pensava sul serio, ma si era già pentito di averle dette ad alta voce. Lui e Rebecca erano amici, e tali dovevano restare, su quello non voleva transigere.

Si era trovato bene con lei a chiacchierare, scherzare e suonare.. ma questo non doveva diventare niente di più.

L'amore, per quello che aveva imparato sulla propria pelle, porta solo dolore, mentre l'amicizia fra uomo e donna, è una delle cose più belle che possa esistere. Questo poteva dirlo con sicurezza, dato il rapporto che aveva con Lela.

-Perché non andiamo adesso a suonare qualcosa? -chiese lei, una volta che anche l'ultimo fuoco aveva fatto le sue comparsa e scomparsa nel cielo

-Adesso?

-Sì! Tanto la chitarra l'hai portata, no?

-Sì.. pensavo che avremmo suonato qualcosa con Joey, e invece.. -lasciò intendere il resto -Comunque va bene, scendiamo.

***********************

Salve ragazze, scusate se ho troncato così bruscamente questo capitolo, ma mi stava venendo troppo lungo.. il prossimo ripartirà esattamente da questo punto e vedremo Raul e Rebecca suonare insieme e Dario completamente ubriaco.. mwhahahahaha!

Mi rendo conto che la prima parte di questo capitolo è scritta un po' di fretta, ma mi premeva arrivare alla chiacchierata di fine anno fra Raul e Rebecca

Come avete visto, Raul "teme" che fra lui e la ragazza possa nascere qualcosa, e questo già dovrebbe dirla lunga.. voglio dire, se non gliene importasse nulla, considererebbe semplicemente impossibile la faccenda e non se ne preoccuperebbe minimamente. E invece.. ma per adesso è ancora troppo scottato per lasciarsi andare (accidenti alla sua ex!) e di sicuro non si metterebbe di nuovo in gioco per una semplice cotta o un invaghimento: riuscirà l'amore a far (di nuovo) breccia nel suo cuore??

Comunque sono veramente contenta che Rebecca vi piaccia così tanto e, soprattutto, per chi ha letto "E' troppo piccolo il mondo per noi", mi fa piacerissimo che la preferiate a Nicole (ci speravo tanto!xD)!

Che altro dire? spero di avervi incuriosite un po' con la storia di Dario e Frannie! xD ora passo alle recensioni:

Marti_18: Sono contenta che ti piaccia Rebecca e soprattutto la storia! xD Sì, Joey è un po' più scemo del solito, così possiamo farci quattro risate tutte insieme! Per quanto riguarda il tuo sfogo, più che lecito direi, Nicole è stata veramente stupida.. il problema è che lo ha capito come hai visto negli ultimi capitolo dell'altra storia, e che quindi, prima o poi, cercherà di tornare con Raul.. Grazie mille per i complimenti! =D bacioni!!

kia_85:  Sono contenta di averti fatta ridere! =D Raul è riuscito a farsi perdonare alla grande da Rebecca e di sicuro suonare insieme rafforzerà ancora di più il loro rapporto e la loro confidenza. Ci tengo a dirti che mi fa moooolto piacere che ti piaccia più Rebecca di Nicole.. e speriamo che anche Raul la pensi così ;) Il capodanno comunque non è ancora finito per i ragazzi! Al prossimo capitolo =) Baciiiii!

C4rm3l1nd4:  ahhahahaha hai ragione: povero Raul, mi odierà! xD Tranquilla, Nicole (purtroppo) ricomparirà, ma non a capodanno.. penso che ci saranno ancora un po' di capitoli prima di ritrovarla! Mi fa piacere che ti piaccia Fred  dato che è un personaggio a cui tengo anche se ha un ruolo marginale nella storia =D ..L'hai trovato l'esperimento?? In realtà penso che sia roba che fanno fare alle medie, al massimo al liceo, ma non di certo all'università xD Grazie per le recensioni! Baciii!

SarettaCullenWriter: Non ti devi assolutamente preoccupare per il ritardo, anzi grazie per aver recensito e per star seguendo la storia! Anch'io con tutti gli impegni, come vedi, vado piuttosto a rilento con la pubblicazione! >.< Sono contenta che la storia ti piaccia! =) bacioni!! 

Ringrazio anche alessi828, Martina97, rere81, stop_the_time, wilma e _Ambra_ per aver aggiunto la storia fra le seguite e manu07 per averla inserita fra le preferite =D Grazie mille a tutte, ragazze! 

Al prossimo capitolo! =)=)


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Capitolo 5
*** The sound of your heart ***


Capitolo 4. The sound of your heart


-Perché non andiamo adesso a suonare qualcosa? -chiese lei, una volta che anche l'ultimo fuoco aveva fatto le sue comparsa e scomparsa nel cielo

-Adesso?

-Sì! Tanto la chitarra l'hai portata, no?

-Sì.. pensavo che avremmo suonato qualcosa con Joey, e invece.. -lasciò intendere il resto -Comunque va bene, scendiamo.


Andarono nella casetta di lui, deserta dato che Dario era ancora a ballare con Frannie.

-C'è un po' di casino -fece Raul -Non ci andava di sistemare bene le valige..

-Non preoccuparti -fece lei -Dopo aver visto la tua vera camera, non mi spavento più di nulla

Raul rise -Già.. senti, torno subito, vado a mettere in frigo le bottiglie

-Ok

Rebecca si guardò intorno, individuando subito la chitarra con accanto uno spartito: forse qualcosa che Raul aveva in mente di farle suonare? Incuriosita, si sedette sul letto e lo aprì.

Sulla prima pagina c'erano degli accordi, tutti però scarabocchiati. Nella seconda, invece c'era la diteggiatura di un arpeggio, con accanto delle parole.


Not talkin' about a year
no, not three or four
I don't want that kind of forever
in my life anymore
forever always seems
to be around when it begins
but forever never seems
to be around when it ends


[Non sto parlando di un anno
Né di tre o quattro
Non voglio più sentire in vita mia
quel tipo di “per sempre’’,
“per sempre’’
sembra esserci sempre all'inizio
ma “per sempre’’
sembra non esserci mai
alla fine]


-E' solo una bozza per ora

Rebecca quasi sobbalzò: non si era accorta del ritorno di Raul, che era comparso alle sue spalle.

-Oh.. quindi l'hai scritta tu, come immaginavo.

-Sì.. in genere, siamo io e Lela a scrivere i testi nel gruppo

La ragazza annuì lanciando un'altra occhiata al testo -Abbastanza triste, non c'è che dire

Raul scrollò le spalle e fece per chiudere lo spartito.

-No, aspetta -lo bloccò la ragazza -Me lo fai sentire in anteprima?

-Ma non è niente di che.. -fece lui, colto alla sprovvista

-E allora? Dai, ti prometto un parere sincero

-Su questo non ho dubbi.. è solo che ci sono ancora note che non vanno, e poi è solo una strofa: te lo farò sentire quando sarà finito

-No -si impuntò lei -voglio sentire com'è questa strofa allo stato grezzo

Raul soffocò una risata -Allo stato grezzo?

-Precisamente -ribadì con convinzione- Guarda che tu devi essere il mio maestro, il mio esempio da seguire: che razza di esempio mi dai se ti rifiuti di suonare?

Il biondo sospirò, consapevole di non avere molta scelta -Certo che sei brava a rigirare le persone -la prese in giro

-Lo so -rispose sorridendo soddisfatta, mentre lui prendeva la chitarra.

Si sedette sul letto, sistemandosela sulle ginocchia; Rebecca si mise accanto a lui osservandolo mentre la accordava.

La sua concentrazione affascinava la ragazza come anche il modo in cui inclinava leggermente la testa al suono delle corde, tendendo l'orecchio, e la mano che girava di volta in volta le chiavi corrispondenti.. tutti gesti compiuti con sicurezza, quasi fossero naturali come il camminare o il parlare, ma anche con una delicatezza e una dedizione tali che dimostravano appieno l'amore del ragazzo per quella chitarra e per la musica.

Quando finalmente cominciò a suonare quell'arpeggio, canticchiando la strofa ad occhi chiusi, sembrava davvero che uomo e chitarra fossero diventati una cosa sola, in grado di produrre una melodia talmente colma di tristezza da far rattristare chiunque fosse stato in ascolto.

Quando terminò, Rebecca infatti lo guardava piuttosto dispiaciuta, come se la sua malinconia toccasse anche lei.

-Che c'è? -le chiese Raul

-“Per sempre sembra esserci sempre all'inizio, ma mai alla fine”.. -ripeté grosso modo le parole del testo, con tono abbastanza spento -complimenti per la depressione contagiosa

Il biondo sorrise -Te l'ho detto che non era un granché..

-Invece è bello -ribatté lei con più forza -I sentimenti che vuoi trasmettere arrivano tutti, e non è una cosa da poco. E come suoni quell'arpeggio è davvero.. -non sapeva come dire, così lasciò la frase incompiuta -Però se proprio te la devo dire tutta, ci sono un paio di note che cambierei -confessò

-Quali? -chiese lui ben felice di ricevere opinioni per migliorare la strofa

Lei sorrise -Posso avere l'onore di suonare la tua chitarra?

Si misero a suonare a turno, apportando di volta in volta dei cambiamenti al pezzo, che facessero suonare tutto in modo migliore nel complesso.

Rebecca all'inizio fece un fatica a seguire il ritmo che Raul aveva dato alla canzone, anche se non era velocissimo, e soprattutto a posizionare correttamente le dita sui tasti. In questo il biondo la aiutava, spostandole con delicatezza l'indice più giù, il mignolo più a sinistra e via dicendo.

Per il ritmo invece, le dovette scandire i battiti con il piede per tre giri completi del pezzo prima che riuscisse ad andare a tempo da sola.

-Te l'avevo detto che saresti dovuto essere la pazienza in persona per lavorare con me -si scusò la ragazza

-Tranquilla -sorrise rassicurante -Stai andando bene

-Certo, e tu sei Mago Merlino..

Dopo l'ennesimo cambiamento, i due si guardarono soddisfatti: la strofa adesso andava bene, e si fecero i complimenti a vicenda per il lavoro di squadra ben riuscito.

Proprio in quel momento però, sentirono distintamente la voce di Frannie che urlava i loro nomi da fuori della casetta.

-Rebecca! Raul! Dove siete? Mi serve una mano -strillò, pensando probabilmente che fossero ancora sul tetto.

I due si guardarono preoccupati.

-Andiamo -fece Raul posando la chitarra sul letto; due secondi dopo, erano fuori, di fronte alla ragazza che si teneva un braccio di Dario sulle spalle, mentre lui barcollava e ridacchiava.

Quando li vide, Dario li additò -Satana!

-No, Madre Teresa -rispose Raul sarcastico mentre lo teneva per l'altro braccio -Ma che hai combinato?

-Ho bevuto un po' -rispose lui per poi scoppiare a ridere

Fran alzò gli occhi al cielo.

-Di che si è ubriacato? -chiese Rebecca a Frannie

-Tu sei ubriaca! -esclamò Dario, ma nessuno lo calcolò

-Non lo so, avrà bevuto di tutto fra tequila, birra e tutti gli altri alcolici che circolavano laggiù

-Ha già vomitato?

-No.. e infatti mi fa un po' paura stargli così vicina

-Lo porto dentro -si offrì allora Raul -Voi andate pure, non dovete per forza assistere quando butterà fuori tutto..

-Scherzi? -fece Rebecca -Noi ti aiutiamo.

-Già -concordò Fran -Ma ci tengo a precisare che lo faccio per voi, non per lui

-Va bene, allora sbrighiamoci -fece Raul

In breve tempo, lo riportarono dentro casa, ma Dario continuava a barcollare, e i tre non furono abbastanza svelti nel trascinarlo fino al water: il ragazzo vomitò dritto, dritto nel lavandino

-Che cazzo, Dario! Potevi aspettare altri 5 secondi! -si lamentò Raul

-Che schifo! -fece Frannie disgustata

-Rispetto per gli ubriachi -biasciò lui sollevando un indice

-Che facciamo adesso? -chiese Rebecca

-Gli puliamo la faccia e lo mettiamo a letto -rispose Raul -Devi vomitare ancora, rimbambito? -domandò poi all'amico

-Non credo -rispose lui -Ho.. sonno. Ronf, ronf.. -aggiunse poi -Frannie posso dormire sulle tue tette?

-Deficiente come al solito -lo apostrofò la ragazza

-Ma si può sapere perché siete come cane e gatto voi due? -chiese Rebecca

-Ve lo rubo un secondo.. -si intromise Raul trascinando Dario verso di sé; gli tenne ferma la testa mentre con la doccia gli sciacquava la faccia.

-Non è il momento, Rebecca -rispose Fran, seria e scocciata -E poi saranno fatti miei, no?

-Ah be', se proprio lo vuoi sapere anche noi due eravamo a farci i fatti nostri prima che tu arrivassi chiedendo aiuto!

Raul si voltò un attimo a guardare interrogativo Rebecca, ma lei non ricambiava: aveva capito che non era il tipo di ragazza tranquilla che abbassa sempre la testa, ma anche il fatto che si fosse alterata così di scatto gli sembrava strano.

Frannie sospirò -Te la devi prendere con questo qui -e indicò Dario -Non con me

-Soff.. oc..

Sentendo la voce strozzata di Dario, il biondo si ricordò di star tenendo la faccia dell'amico sotto la doccia già da un po', e la spense immediatamente

-Ci hai provato, eh? -rise Dario -Volevi farmi fuori perché ho vomitato sul lavandino di casa tua

-Sembra che tu stia parlando al rallentatore -gli fece notare Raul

-Voglio i cuscini.. -biasciò

-Sì, ora ti portiamo a letto..

-No, voglio i cuscini!

Raul lo guardò perplesso: in un letto ci sono sempre stati cuscini: era così ubriaco da non capire più nemmeno quello?

-Lascialo perdere -fece allora Fran -I cuscini per lui sono le mie tette

-Ah.. -rispose lui

-I pinguini Raul! -sbottò a un tratto Dario con aria seria afferrandolo per il colletto del maglione -Stai attento ai pinguini.. sono ovunque! -concluse spalancando gli occhi come un folle

-Non preoccuparti -gli rispose il biondo con tono altrettanto serio -Non gli permetterò di avvicinarsi

-Bravo..

Rebecca scosse la testa -Fran io e te lo prendiamo per le gambe, e Raul per le braccia, ok?

-Ok..

Così, alla fine, riuscirono a trasportare Dario fin sotto le lenzuola, dove si addormentò dopo pochi istanti.

-Accidenti, bisogna sturare il lavandino -commentò Rebecca dopo aver aperto la finestra del bagno

-Ci penso io, sul serio, voi andate -si offrì ancora Raul

-Scordatelo -rispose lei senza ammettere repliche

A colpi di Mr. Muscolo che trovarono nel mobiletto del bagno, i tre riuscirono a sturare tutto.

Dopo poco però, sentirono dei tonfi dalla stanza di Dario

-Si è svegliato -commentò Fran -Vado a v..

In quel momento, il ragazzo uscì, con addosso solo i boxer

-A nuotareeeeee! -urlò correndo e sbattendo contro ogni muro della casa

-Ma che fa? -chiese Rebecca

-Fermiamolo! -fece Raul rincorrendolo, ma il ragazzo era già sulla porta, ed uscì all'aria aperta

-Dario, torna dentro! Non ti ricordi che è pieno di pinguini? -Fece Raul, raggiungendolo mentre l'altro cadeva a terra

-Oddio! -urlò il bassista -Me ne ero scordato

-Appunto, e stai rivelando la nostra posizione urlando così

-Scappiamo

-No: torniamo al sicuro, ti ci porto io

-Grazie, compare fidato

-E io che pensavo fosse una leggenda -commentò Rebecca senza riuscire a nascondere una nota divertita nella propria voce mentre il biondo trascinava di peso l'amico in casa

-Quale? -chiese Raul

-Quella degli ubriachi che si mettono a correre nudi

Fannie sbuffò -Ci sono ancora i piatti della grigliata da levare, là fuori. Andate voi, mentre io lo rivesto?

I due la guardarono mezzi sconcertati

-Su, avanti -insistette lei -Ho visto più di quanto vi possiate immaginare, quindi non c'è nessun problema

Adesso erano del tutto sconcertati.

-Cazzo! -fece Fran, rendendosi conto di ciò che aveva detto -Ho bevuto anch'io qualcosina di troppo.. non fate caso a me. Andate, su!

-Ma sei sicura..? -cominciò Rebecca

-Tutto apposto, andate prima che dica qualche altra cosa che non dovrei dire..

-Se ti serve una mano.. -fece Raul

-No, tutto ok!

I due si lasciarono convincere e, armandosi di sacchetto per la spazzatura, cominciarono a ripulire il tavolo, levando piatti e posate di carta.

-Cosa credi che sia successo tra loro? -domandò Rebecca a Raul, mentre lui teneva aperto il sacchetto e lei ci rovesciava dentro tutto ciò che era sulla tovaglia

-Mi sembra evidente a questo punto..

-Già, però è strano che non ce ne abbia parlato: noi ci diciamo sempre tutto

-Tu, lei e Melissa?

-Sì. E, a proposito, è divertente dare corda agli ubriachi

Raul rise -Tantissimo

Finito di raccattare lo sporco, i due andarono a buttarlo e, quando rientrarono, Fran era seduta sul divano

-Si è addormentato, e stavolta penso definitivamente. Prima però si è fatto una litigata con il muro

Rebecca rise e Raul scosse la testa mentre entrambi si sedevano accanto alla ragazza.

Frannie sospirò e, senza che nessuno avesse detto o fatto niente se ne uscì: -Va bene; visto che sono mezza brilla, magari sarà meno imbarazzante.

Gli altri due si scambiarono uno sguardo, appena prima che Fran spiegasse loro le ragioni del suo comportamento verso Dario.


°°°


Dopo aver raccontato loro tutta la storia, Fran cominciò ad accusare un mal di testa così forte, sicuramente dovuto al troppo alcol, che Raul la invitò ad andare a dormire di sopra.

-Che racconto avvincente.. -commentò con ironia Rebecca, seduta sul divano con Raul

Lui scrollò le spalle -Io non sapevo niente

-Nemmeno io -sbadigliò -Comunque adesso che Frannie si è addormentato nel tuo letto ti toccherà dormire sul divano -commentò lanciandogli un'occhiata indagatrice che Raul non capì molto bene.

Il biondo sollevò le sopracciglia -Non è il massimo per iniziare l'anno, ma non importa

-In fondo è una giornata come le altre -rispose la ragazza citando lui stesso

Il ragazzo le sorrise e lei fece un altro sbadiglio

-E' meglio che vada -disse lei -Sto per addormentarmi

-Ok, ti accompagno

-No, lascia stare, ti stai addormentando anche tu

-Sei matta? -chiese lui -Non ti lascio girovagare da sola di notte in questo posto sperduto

-In effetti potrebbe spuntare fuori l'uomo nero da ogni angolo..

-Sul serio, Rebecca. E poi non mi piace l'idea che tu dorma da sola in quella casa..

-Sul serio, Raul: so badare a me stessa

Il biondo sospirò -Rimani qui -le chiese -Per favore

Gli occhi di lei rimasero per un attimo incatenati ai suoi. Si stava preoccupando per lei.. e anche tanto.

-Oppure -proseguì lui -Ti accompagno fin lì e mi accampo nella stanza di Frannie

Rebecca sbuffò distogliendo lo sguardo -No, mi hai convinta. Meglio rimanere qui piuttosto che affrontare i pinguini là fuori

Il biondo rise -Il divano è abbastanza comodo

-Come la tua spalla -aggiunse lei poggiando la testa nell'incavo del suo collo

Lui sorrise, passandole un braccio attorno alle spalle -Allora buonanotte e buon anno, Rebecca

-Anche a te -rispose lei

Raul guardò la ragazza adagiata sulla sua spalla, gli occhi chiusi e un mezzo sorriso sulle labbra; non poteva negare di star bene, benissimo, in quella posizione.. ma aveva anche paura. Quasi come se Rebecca fosse stata una sostanza tossica: se ne respiri troppa, ti uccide.

Ma non voleva spostarsi.

Pochi minuti dopo i respiri della ragazza divennero più profondi e lenti mentre scivolava nel sonno.

Raul allora sospirò, e appoggiò la testa sul morbido schienale del divano.

2012.. che novità avrebbe portato?

*****

Ecco il 4° capitolo! Devo dire che sono stata indecisa fino all'ultimo nella scelta del titolo.. che ve ne pare? Mi sembrava troppo sdolcinato.. comunque, è riferito sopratutto alla canzone scritta da Raul (che poi è un pezzo di "forever" di Ben Harper), perché quelle parole descrivono perfettamente quello che adesso lui sente dentro.

Ma cosa sarà successo fra Dario e Fran? Non preoccupatevi, lo scoprirete presto!

Come al solito mi scuso con tutte voi, ma proprio non ce la faccio ad aggiornare più velocemente.. spero che il ritmo di un capitolo a settimana (più o meno!) vi vada bene!

Adesso passo direttamente alle risposte alle recensioni:

kia_85:  Mi piace il tuo ottimismo!! Grazie millissime per i complimenti.. wow addirittura un mito!! xD Grazie!  Diciamo che fra Raul e Rebecca sta lentamente nascendo qualcosa, sì.. ma come hai detto tu, solo il tempo potrà dirlo! Spero che il capitolo ti sia piaciuto =) Bacioni!

C4rm3l1nd4: Ma lo sai che ti chiami come me??? XD Ahahahah che bello siamo omonime! Comunque... nella realtà è sempre così purtroppo: ti rompo una cosa? Scusa e arrivederci -.- ..ma nelle FF ovviamente tutto è possibile (specialmente se il protagonista è Raul!) xD I tuoi istinti omicidi verso Nicole sono più che giusti, ma ti chiedo di aspettare ancora un po' a farla fuori perché mi serve ancora nella storia xD ...ciao Marty!!! =D

SarettaCullenWriter: Grazie per i complimenti!! Sono d'accordo con te, Raul si merita un po' di felicità, ma la strada è ancora lunga.. e il passato si ripresenterà! >.< Baci e grazie per le recensioni!

LaNana: ben tornataaaaaaaa! Che bello ritrovarti!! =D e sono contentissima anche dell'aggiornamento di The Chance!! Ci speravo tanto! Ma grazie a te per essere tornata a recensire queste creazioni del mio cervello non del tutto normale! xD Grazie davvero! Spero che aggiornerai presto The Canche (però non fare i salti mortali: chi va piano va sano e va lontano ù.ù) Baci!!

Grazie a chi ha inserito la storia fra le seguite e fra le preferite! Prometto di ringraziarvi singolarmente nel prossimo capitolo, ma adesso devo proprio scappare! Grazie veramente a tutti! Un bacio! =)

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Capitolo 6
*** Dal profondo ***


Capitolo 5. Dal profondo


Chi smette di amare per paura di soffrire ancora
è come se fermasse l’orologio per risparmiare tempo
.

(Anonimo)


Parla con me, parlami di te
io ti ascolterò
vorrei capire di più
quel malessere dentro che hai tu.

Parla con me, tu provaci almeno un po’
non ti giudicherò
perché una colpa se c’è
non si può dare solo a te

(Eros Ramazzotti – Parla con me)


-Ancora?

-No, basta così.

-Speriamo vada bene

-Vedrai, stavolta abbiamo fatto le cose per bene -Raul seduto sul pavimento accanto a lei, sorrise, come per incoraggiarla.

L'unica luce che illuminava il viso di Rebecca in quella stanza buia, con tapparelle abbassate e lampadario spento, era quella flebile del proiettore.

D'altronde, affinché l'esperimento riuscisse, dovevano essere al buio: altrimenti, che razza di “tramonto” sarebbe stato?

Avevano fatto varie miscele di latte in polvere e acqua, facendoci poi passare il proiettore, ma senza mai ottenere quella luce rosso-arancio che speravano. Si erano messi allora a calcolare le dosi e, finalmente avevano trovato le quantità giuste.

-Eccolo! -esclamò a un tratto Rebecca -Guarda, guarda! -quasi urlò, prendendo Raul per un braccio e stritolandoglielo

Lui non si lamentò, osservando sorridente la luce che cambiava piano, piano fino a raggiungere la tonalità sperata

-Un giorno, per festeggiare, dobbiamo andare a guardare un tramonto vero -le disse

-Certo che sì! -rispose lei soddisfatta e contenta -Ci siamo riusciti! ..Sarebbe anche romantico se fosse vero

Lui scrollò le spalle -Ma questo l'abbiamo fatto noi, quindi è anche meglio.. certo poi se pensi che è fatto di latte in polvere e con un proiettore marcio, la cosa perde un po', però..

Rebecca rise -Delle volte sembra proprio che tu abbia due personalità contrastanti

-Che vuoi dire?

-Prima dici una cosa carina e poi te la smonti da solo. Sei romantico e cinico allo stesso tempo.. un romantico frustrato o un cinico addolcito? -poi rise di nuovo per sdrammatizzare quello che invece era stato un ragionamento serio

Raul alzò entrambe le sopracciglia -Be', se non altro sei un'amica sincera

Passò qualche istante prima che lei ripetesse -Amica? -come fosse una parolaccia; si riprese quasi subito, nascondendo quell'espressione contrariata che il ragazzo non aveva notato perché intento a guardare il loro “tramonto”.

-Credi che abbia bisogno di un esorcista? -le chiese, con tono divertito

-No -rispose lei, d'un tratto seria e decisa -E' bello il contrasto che fa

Raul le lanciò un'occhiata furtiva, leggermente teso; cercò dunque di sdrammatizzare -Se non sapessi che hai il ragazzo comincerei a preoccuparmi -scherzò lui, leggermente teso.

Bellissima, come aveva detto Joey; bellissima, come infatti era; bellissima e a pochi centimetri da lui.

Già, ma erano solo amici e questo a Raul andava più che bene.

-Oh! -esclamò Rebecca- E chi sarebbe costui?

-Chi? -immerso in quel ragionamento, aveva perso il filo del discorso

-Questo ragazzo di cui parli

Ah, sì, il suo ragazzo.. che evidentemente però non esisteva.

-Ah, non..?

Rebecca sollevò un sopracciglio -Perché pensavi che avessi il ragazzo?

-Non lo so -rispose, sorridendo istintivamente -mi era sembrato così: un giorno al bar, ti ha squillato il cellulare e ti ho sentita rispondere “tesoro”, pensavo..

-No, non c'è nessuno -lo interruppe lei -Sarà stata Melissa oppure Fran. Il ragazzo che avevo mi ha lasciata diversi mesi fa

-Ah. Mi dispiace..

Raul sentì la sua spalla, a contatto con il suo braccio, alzarsi per poi abbassarsi di nuovo -Ormai me ne sono fatta una ragione. E' stato il mio primo amore, ma è finito.. Tu invece?

Raul serrò istintivamente la mascella; Rebecca, dopo qualche istante di silenzio, aggiunse -Un' AMICA può permettersi questa domanda, no? -calcò bene la parola “amica”.

-Sì.. certo -rispose lui, poi si decise a parlare -La mia ex non mi ha lasciato.. l'ho trovata con un altro, e poi l'ho lasciata io. Sono passati quasi otto mesi

-Cioè, ti ha..?

-Tradito, sì -la precedette con una smorfia

Lei sospirò -Mi dispiace davvero..

-E' passato tanto tempo -disse lui -All'inizio dispiaceva anche a me, ma adesso è passata

-Come si chiama?

-Nicole. Anche per me, lei è stata.. il primo amore

-Ecco spiegata la tua doppia personalità -commentò lei

Lui rise -Così mi fai passare per un matto! Comunque ormai penso di star diventando sempre più cinico

-E perché?

-Perché l'unica cosa che ho imparato da tutta questa storia è stata che l'amore è una gran fregatura -confessò con amarezza storcendo impercettibilmente gli angoli della bocca.

A quel punto Rebecca si sporse bruscamente in avanti per arrivare all'interruttore della luce e ricolorare tutta la stanza; poi tornò comoda, a guardare Raul fisso negli occhi

-Che c'è? -chiese lui; i suoi occhi sembravano volergli leggere ogni singola sfaccettatura dell'anima, ed erano determinati come non li aveva mai visti

-Non puoi dire una cosa del genere: l'amore non è una fregatura -affermò

Lui scosse la testa -Tu dai l'anima per una persona, e il giorno dopo la ritrovi sotto le lenzuola con un altro.. ed era lo stesso letto dove tante volte ero stato io con lei. L'amore porta solo dolore, prima o poi ti lascia fregato.

-Pensa al tempo con lei -gli suggerì allora Rebecca, spostandosi davanti a lui -Pensa a tutte le cose belle passate insieme, a come ti sentivi felice di amarla e di sentirti ricambiato

-Se tu mi avessi fatto questo discorso qualche mese fa, penso che ti avrei uccisa..

-Sul serio, Raul: pensaci! Eri felice?

Lui distolse lo sguardo -Sì

-Ecco. Vale davvero la pena, allora, tenersi lontano da un sentimento che è stato capace di farti sentire così? Cos'è che ci fa sentire davvero felici, se non l'amore?

Lui la scrutò per un lungo istante -Quindi tu ci credi

-Nell'amore? Certo.

-Nell'amore eterno, quello delle favolette che non esiste nella realtà -precisò, quasi con tono di rimprovero

Rebecca sospirò -Io non so se l'amore è eterno, e non credo che vivrò mai abbastanza per darti una risposta. Non credo più alle favole, ti ho detto che anch'io sono stata lasciata e non di certo con le buone.

Raul ebbe la certezza che c'era ancora qualcosa che non gli aveva detto ma che probabilmente desiderava tenere per sé.

Cominciava a memorizzare le sue espressioni, a capire il linguaggio del suo corpo, a saper riconoscere un suo sorriso vero da uno falso.. persino a riconoscere la sua camminata che tendeva a strascicare i piedi: stava diventando familiare, soprattutto in quel momento che erano seduti l'una di fronte all'altro a parlare d'amore.

Parlare d'amore!

-Ma, Raul -proseguì lei -Io non ho smesso di crederci, di avere fiducia

-E perché? -volle sapere

Rebecca corrugò le sopracciglia, assumendo uno sguardo più profondo -Perché non potrei né vorrei vivere, sapendo che i miei sogni più grandi non si realizzerebbero mai.

Lui sorrise del timido rossore che era apparso sulle sue guance, mentre gli rivelava uno dei lati più intimi del suo carattere: quello di sognatrice.

Lei sbatté le palpebre, poi distolse lo sguardo, forse temendo di essersi esposta troppo.

-Ti ammiro -le disse allora Raul, e gli occhi di lei guizzarono di nuovo nei suoi -sei coraggiosa, nonostante tu ci abbia già sbattuto la testa

La ragazza ghignò -Quindi tu saresti un codardo?

-Precisamente -sospirò -Penso che se qualcuno mi dicesse “ti amo” adesso, gli riderei in faccia

Rebecca alzò un sopracciglio -Gli rideresti in faccia, eh? -annuì -Sì, stai decisamente diventando cinico. Non invecchiare prima del tempo, per favore: è veramente una brutta cosa.


°°°


-Mi racconti di Dario? -gli chiese Lela in un sussurro -Sono curiosa! Hai detto che Fran vi ha raccontato..

I ragazzi erano nella saletta delle prove, adesso in una breve pausa, ognuno con i propri strumenti adorati affianco.

-Vuoi sapere cos'è successo tra loro? -chiese Raul, sapendo bene che era così

-Sì -ammise Lela

-Pettegola...

-E dai Raul!

Il ragazzo rise della sua impazienza, poi decise di raccontarle.


*FLASHBACK*


-Ho conosciuto Dario quest'estate, eravamo in vacanza tutti e due -cominciò Frannie torcendosi le dita quasi a volersele strappare -E voi lo sapete com'è, no?

-Com'è cosa? -chiese Raul

-In vacanza: uno ha voglia di divertirsi e non pensare a niente.. e così abbiamo fatto noi -spiegò, imbarazzata -La prima sera che ci siamo conosciuti, in una discoteca..

Raul alzò le sopracciglia, decidendo diplomaticamente di astenersi dal fare ogni commento.. tanto ci pensava Rebecca!

-Ah, però! -fece infatti la ragazza -Questo vuol dire prendere alla lettera il famoso “carpe diem”

-Sì lo so, ma sei pregata di non farmelo notare!

-Ho capito, ma nemmeno vi conoscevate!

-Ti ho detto che ero in vacanza e mi volevo divertire.. poi lo sai come sono i ragazzi!

-Come siamo? -chiese Raul con un ghigno

Frannie sbuffò amareggiata -E io che pensavo che non sarebbe stato poi così terribile parlarne.

I due allora si scoccarono uno sguardo, decidendo tacitamente di essere più comprensivi

-Naturalmente non mi aspettavo che nascesse qualcosa -proseguì Fran -Mi ha chiesto lui se volevo.. e gli ho detto di sì, a patto che si mettesse a ballare davanti a tutti una canzone che stava passando in quel momento

-Ecco perché ti ha chiamata Ricattatrice! -dedusse Rebecca

-Dario che balla?! -domandò Raul stupefatto

-Sì -Fran rispose a tutti e due -Mi aveva detto quanto odiasse ballare, ecco perché avevo deciso di ricattarlo in quel modo.. non pensavo che l'avrebbe fatto e invece.. comunque non mi è dispiaciuto per niente

-Spero che tu ti stia riferendo al balletto -commentò Rebecca

-Che canzone era? -chiese Raul, curioso

-Don't stop 'till you get enough di Michael Jackson

Il biondo scoppiò a ridere immaginandosi la scena, mentre Rebecca esclamava -Proprio adatta!

-Chissà che figurone avrà fatto a ballarla davanti a tutti.. -fece Raul

-Non la smettevo più di ridere, ti dico solo questo -rispose Fran -comunque non ero preparata a tutta la freddezza con cui mi ha trattata il giorno dopo.

-Davvero? -chiese il ragazzo stupito e allo stesso tempo risentito per il comportamento dell'amico

-Davvero -confermò la ragazza -E la sera è partito senza farsi più sentire

-Che stronzo -commentò Rebecca

-Non ci eravamo promessi niente, era solamente una notte di divertimento per tutti e due -precisò lei -infatti non ero arrabbiata, solo che.. -temporeggiò giocherellando con le dita

-Solo che adesso ti sta molto addosso -concluse Raul per lei

-Che vi devo dire? -rispose lei, quasi rassegnata -Non ci capisco niente e non so se dovrei fidarmi o no

-Ma.. -cominciò Rebecca -a te interessa?

Frannie sbuffò -Si è dissolto senza lasciar traccia dopo essere stati a letto insieme e adesso fa il cretino così.. pensi che mi dovrebbe interessare un idiota simile?

-Sì -rispose la ragazza, senza peli sulla lingua

Fran stava per ribattere, poi decise di arrendersi -Merda. Hai ragione


*FINE FLASHBACK*


-Cavolo -commentò Lela -Non lo facevo così stronzo

-Neanch'io -rispose lui -Però da come si sta comportando adesso..

-..o la vuole prendere in giro di nuovo o gli interessa -concluse Lela per lui

-Già

La ragazza scrollò le spalle -Chi può saperlo?

-Mi stupisce anche che lei non lo abbia ammazzato quel giorno che lo ha rivisto.. e soprattutto che non si sia arrabbiata quella mattina!

-Raul -lo chiamò a un tratto Joey

-Sì?

-Come va con il pezzo nuovo che stavi scrivendo?

Il biondo capì immediatamente a che brano si stesse riferendo Joey: quello che aveva iniziato a scrivere prima di Natale e che aveva suonato e modificato insieme a Rebecca la notte di capodanno

-Meglio -gli porse lo spartito -Questo arpeggio mi convince più del precedente

Joey lo lesse per qualche istante, poi lo sistemò sullo spartito cominciando a diteggiarlo -Sì è vero -confermò mentre suonava -così suona meglio di prima

-Pensavo che magari poteva restare un duetto chitarra-voce, senza altri strumenti

-Sì, mi piace: tutto il palco per noi due!

-Megalomani -li apostrofò Lela scuotendo la testa -Comunque questa non sembra nemmeno la tua scrittura

-Mi ha aiutato Rebecca a modificarlo -spiegò allora Raul -la notte dell'ultimo dell'anno

Joey allora smise di suonare e si voltò di scatto verso di lui, mentre Lela sorrideva -Suonate insieme?

-Sì -fece Raul -ma niente di più -specificò fulminando il suo migliore amico

-E chi ha detto niente? -chiese Joey -Però.. stareste bene insieme

-E' vero, siete affiatati -confermò Lela

-Certo.. ricominciamo a suonare -li esortò per troncare il discorso.. anche se quella mattina gli aveva fatto piacere confidarsi con lei, e ascoltare a sua volta, le sue confidenze.

Perché erano amici; ottimi amici, ma solamente amici. ..o forse avevano ragione Lela e Joey? Forse sarebbero stati davvero bene anche come copp..

Raul scosse la testa e scacciò via quei pensieri assurdi.

-Ok.. -fece Joey -Raul, perché non duettiamo la canzone che hai scritto con Rebecca?

E ti pareva pensò il biondo. Joey si era talmente fissato, che trovava sempre e comunque un modo per farlo pensare a lei..


°°°


-Salve a tutte! -salutò Rebecca quella stessa sera entrando in casa

-Ciao -risposero in coro Melissa e Fran, la prima seduta a gambe incrociate sul piccolo divano mentre si gustava uno snack e la seconda tutta intenta a darsi lo smalto.

-Ci siete riusciti questa volta? -le chiese Fran

-Sì -rispose radiosa la ragazza -Ora dobbiamo solo mettere tutto su carta

Frannie sbuffò e Melissa decise di fare da interprete dato che Rebecca aveva assunto un'espressione perplessa -Lei non voleva sapere dell'esperimento, Rebecca.. voleva sapere di te e Raul

-Come?! -la ragazza spalancò gli occhi

-E' da capodanno che penso che insieme sareste perfetti! -esclamò la ragazza

-Io l'ho visto a lezione -si aggiunse Melissa -Non è per niente un brutto ragazzo..

-Ma.. -balbettò la ragazza

-E poi è stato così carino con la storia della chitarra.. Stai arrossendo, Rebecca -la informò Frannie con una certa malizia

Melissa invece ebbe più tatto, incoraggiandola con dolcezza -Non ci siamo mai nascoste nulla e siamo come un libro aperto l'una per l'altra: ci siamo accorte che non ti è del tutto indifferente..

-Io me ne sono accorta quando quella notte mi hai guardato quasi mi volessi ammazzare perché vi avevo interrotti mentre facevate “gli affari vostri” -la citò con un certo risentimento

-Scusa.. -fece Rebecca

Poi sbuffò e si sedette sul divano accanto a Melissa; Fran si avvicinò di più a loro

-Ok, beccata, avete ragione. Ma non credo di poter ottenere molto, dato che oggi pomeriggio mi ha detto che secondo lui l'amore non esiste, che è solo una fregatura

-Tipico degli uomini -commentò Fran stizzita

-Ma come siete arrivati a parlarne? -chiese Melissa, interessata

La ragazza scrollò le spalle -Parliamo quasi di tutto. Mi considera un'amica -aggiunse con rabbia

-Fagli cambiare idea -suggerì risoluta Frannie -Le carte in regola ce le hai, e anche il tempo è dalla tua visto che siamo solo all'inizio di 5 anni da passare dentro quell'università, forse anche di più.. oddio, non mi ci far pensare!

Rebecca scosse la testa -La sua ex l'ha tradito. Da quello che mi ha detto e soprattutto da come lo ha detto, ho capito deve essere stata molto importante per lui.. Ha smesso di credere nell'amore quando l'ha trovata con un altro...-si morse un labbro prima di proseguire -come potrei io, arrivata adesso, fargli cambiare idea? Per quello che ne so potrebbero essere stati insieme per millenni e lui potrebbe amarla ancora

-No! -tuonò Frannie così all'improvviso da spaventare le altre due -Non iniziare già con questi maledettissimi film mentali: non crearti problemi dove non ci sono!

-Non me lo sto creando io! -rispose Rebecca, indignata -Potrebbe essere davvero così. A me farebbe piacere pensare che sia tutto rose e fiori, ma purtroppo non lo è

-E' vero -commentò Melissa -Se è stata davvero così importante per lui, potrebbe non averla ancora dimenticata.. e più fa male più te ne ricordi, è sempre così.

-Be', allora perché non spingerlo a tornare con lei a questo punto? -insistette Fran, con tono sarcastico -Ma dico, non dovete essere così negative!

-E' questione di mettersi davanti tutte le ipotesi possibili, non di essere negative -replicò Melissa

-Comunque c'è sempre un modo per far cadere qualsiasi ragazzo ai nostri piedi -replicò Fran -Basta togliersi i vestiti davanti a lui

-FRAN! -la riprese Melissa -Ma che diavolo di consigli dai?

-E' un suggerimento -ribatté lei

-Sì, e poi cosa ci guadagnerebbe Rebecca, alla fine?

Frannie scrollò le spalle -C'è chi farebbe di tutto per una notte d'amore..

-Sesso, Frannie -la corresse Melissa -Sarebbe solo sesso, e non mi sembra proprio il caso! Pensa a come starebbe il giorno dopo! ... guarda te e Dario!

-Eeeeh, per favore, non cominciamo a parlare di Dario..

Ma ovviamente, il discorso finì proprio su quell'argomento; Rebecca le ascoltava solo distrattamente.

La sua mente, era alla conversazione con Raul.. a come lui le aveva detto chiaro e tondo di considerare l'amore meno che zero, e a come lei aveva stupidamente risposto di crederci con tutte le proprie forze.

Ma era la verità, non poteva tenere nascosta la sua indole, non poteva nascondere sé stessa.

E Raul l'aveva immediatamente rassicurata, dopo che lei si era esposta così tanto; forse lui avrebbe voluto riuscire a credere ancora nell'amore, solo che non ne trovava la forza.

E ammesso quindi che stesse ancora cercando questa forza di crederci, ma non la stesse trovando dentro di sé, quando avrebbe cominciato (o forse ricominciato) a cercarla in qualcun altro? Qualcun altro che magari sarebbe potuta essere proprio lei..

Lo conosceva da così poco, eppure poteva dire di sapere molto di lui. Ed era per questo che stava cominciando ad invaghirsene: non per i suoi occhi dolci o per il suo sorriso magnifico, ma perché riusciva a vedere la maturità nel velo azzurro cielo di quelle iridi, la dolcezza dei suoi modi, le premure che aveva sempre verso di lei, ma anche la decisione e la forza d'animo che sapeva dimostrare.

E soprattutto, lo aveva visto prendersi cura del suo amico, ubriaco e irresponsabile a differenza di lui; quella sera non aveva potuto fare a meno di stringersi a lui nella notte, sentendolo caldo e rassicurante. Per sentirlo vicino, almeno per un po'.. per abbracciarlo, per provare disperatamente a farlo ricredere su quelle idee malsane dell'amore che non facevano altro che farlo soffrire.

Chissà se la “cura” a questa sofferenza sua, ma anche di Rebecca, non potesse essere qualcosa come quello di cui aveva parlato Fran..

***************************************************

Ciao ragazze =)

Con questo capitolo spero di avervi fatto capire qualcosina in più sui personaggi.

Ed ecco la certezza che tutte aspettavate: Rebecca si è invaghita di Raul (e noi la capiamo benissimo, vero?? =D)! Però lui la considera un'amica, e le ha detto senza mezzi termini come la pensa in quanto a sentimentalismi vari.. la situazione si complica, ma sappiamo di che pasta è fatta Rebecca: non mollerà tanto facilmente!

Nel frattempo ci pensa Fran a metterle idee "malsane" nella testa.. a proposito! Finalmente vi ho svelato come sono andate le cose fra lei e Dario.. e ora vi svelo anche la faccia di Dario: FOTO

A voi il giudizio (ammesso che riusciate a staccare gli occhi da quella foto prima o poi..XD)!

Adesso rispondo alle vostre meravigliose recensioni:

Marty_18: Non ti preoccupare, anzi grazie per la recensione xD Ti capisco, sai, anche io ho pochissimo tempo per scrivere per colpa di questa cavolo di scuola! Grazie mille, sono contenta che mi consideri sempre più brava xD Spero che il capitolo ti sia piaciuto! =) a presto! <3

LaNana:  Ahahahahaha mi immagino la scena dei clienti scandalizzati che ti guardano come tu fossi un'aliena xD In effetti mi sono divertita molto a scrivere quella scena e mi sento realizzata dato che ha fatto ridere così tanto anche te! xD Grazie per aver inserito la storia fra le preferite =) Comunque il mio nome è Martina.. io il tuo lo so, l'ho sbirciato nella tua pagina xD sono contenta che tu stia lavorando a The Chance perché sono proprio curiosa di vedere cosa combinerà Liz adesso che lei e Dani sono "vicini di porta".. a presto Alison =)

C4rm3l1nd4:  Ho chiarito i tuoi dubbi sul "ciao tesoro" e su Fran e Dario xD Ahahahaahhahah hai ragione, devo smetterla di essere così sadica XDXD ..Sì è vero, Raul e Rebecca hanno le stesse iniziali, e non l'ho neanche fatto apposta.. cercavo un nome che fosse adatto alla personalità della ragazza, e Rebecca è stato il primo a venirmi in mente! La tua recensione di delirio mi ha fatto scoppiare a ridere e ti prometto che lascerò Nicole tutta per te (e per le tue torture) appena potrò XD Grazie per i complimenti ;) bacii Marty!!

kia_85: Ecco, ora sai cosa c'è stato tra Fran e Dario: la cotta di un'estate (ma nemmeno.. meglio dire la toccata e fuga di una notte!) che ora POTREBBE diventare qualcosa di più, come anche l' "amicizia" fra Raul e Rebecca. La tua sensazione comunque è giustissima: Rebecca sa perfettamente, come Raul, cosa sia la sofferenza per amore, anche se forse l'hanno sperimentata in modo diverso.. Grazie per essere paziente, ho sempre paura di metterci troppo a scrivere e mi serviva un po' di sostegno! ..e grazie per aver definito "splendidi" questi capitoli =D Baciiii, a presto!

SarettaCullenWriter: ti regalerò un pinguino xD comunque grazie per i complimenti, e su Dario e frannie ci avevi azzeccato! Ora c'è da vedere cosa succederà fra loro.. Frannie potrebbe decidere di passare sopra al suo comportamento molto poco carino di quella notte oppure di cancellarlo per sempre dalla sua mente.. chi lo sa?? Baci! =)

Grazie a bonsai, Ginna3, VaMpIrA89, dallas1, Martina97, piacique, rossy87 e Ukyu93 per aver inserito la storia fra le seguite e deb87, Martina 97 (di nuovo xD), _Manto_ e LaNana per averla inserita fra le seguite. Grazie anche a tutti quelli che leggono senza commentare =) Al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Calore umano ***


ioejo

Capitolo 6. Calore umano

Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza per riconoscerne la differenza

[Preghiera Cherokee]


-Raul, mi puoi fare un favore? -Raul sentì la voce di sua madre ancora prima che la donna arrivasse nella sua stanza

Il biondo si voltò e un istante dopo Camilla apparve sulla soglia della porta.

-Dimmi -rispose

Lei lo scrutò un istante -Stai uscendo?

-Sì: esco con Rebecca

I due universitari, avevano deciso di concedersi una pausa dai libri e andare a fare quattro passi, dato che l'esperimento era perfettamente riuscito.

Camilla sospirò -Allora non fa niente, non preoccuparti

-Un po' di tempo c'è ancora, dimmi cosa volevi -insistette Raul -Devo andare a comprare qualcosa?

-No, no -rispose la donna; dall'espressione, pareva si stesse sentendo molto in colpa -Avevo promesso a Claudia che oggi la sarei andata a prendere a scuola, ma mi ero dimenticata che fra mezz'ora ho un appuntamento importante: devo andare a pettinare una sposa

Sua madre faceva la parrucchiera e, qualche volta, svolgeva anche visite a domicilio.

-Me l'ero completamente scordato -proseguì la donna -Oggi la cliente mi ha chiamato per posticiparlo di un'ora... Tuo padre è al lavoro, ma tu non preoccuparti: mi arrangerò e chiederò alla madre di qualche sua amichetta di riaccompagnarla, come al solito. Mi dispiace tanto però: per una volta che avevo, o meglio, ero convinta di avere un pomeriggio libero per andarla a prendere, non se ne fa nulla.. Era tutta contenta..

Era un dato di fatto: Raul adorava la sua sorellina e avrebbe fatto di tutto per lei, e proprio su questo tasto aveva fatto leva l'astuta donna.

-Dai mamma, ho capito -si arrese infatti il biondo -La vado a prendere io

-Sei un tesoro! -esultò allora abbracciandolo. Raul scosse la testa, ma non si divincolò -E poi ti farà bene un po' di divertimento -proseguì Camilla; adesso il suo sguardo era diventato apprensivo, e Raul capì immediatamente dove sarebbe andato a parare il discorso -Hai più visto Nicole?

Appunto.

-No -rispose in tono piatto, poi sospirò -Mamma, so quanto ti piacesse, però se tu evitassi di continuarmi a chiedere di lei, mi faresti un favore.

-Alt -lo bloccò lei, indignata e con fare autoritario -Mi piaceva, è vero: una ragazza carina, educata e gentile.. fino a quando non ti ha tradito. Puoi giurare che da allora ha smesso completamente di piacermi

Raul si accigliò -Pensavo che non vedessi l'ora che tornassi con lei

-Ti sbagli: rispetto la decisione che hai preso. Quando ti chiedo di lei è per vedere come stai -sorrise, materna come solo una madre può essere

-E.. non è più facile chiederlo e basta?

-No, altrimenti tu mi dici che stai bene, scrolli le spalle, dici che ti è servito a capire che l'amore non esiste bla,bla,bla, e te ne vai.

Il biondo ci pensò su, aggrottando le sopracciglia -Davvero faccio così?

-Sì. Invece se ti chiedo direttamente di Nicole, posso vedere la tua reazione: quando te l'ho chiesto quest'estate e sei scoppiato a piangere come non ti vedevo fare da quando eri bambino, mi sono preoccupata.

Raul annuì e alzo le sopracciglia: non ricordava molto di quei giorni, era come se fossero solamente un ammasso di tempo ristagnante, grigio. Era stato così fino a poco tempo prima.

Sì, con gli amici si divertiva e sapere di star coltivando il proprio sogno ogni giorno di più, gli dava carica.. ma non poteva negare che l'atmosfera si fosse un po' spenta da quando era arrivato a quell'amara concezione che aveva dell'amore e che non lo abbandonava.

-Allora chiamo Rebecca -annunciò poi -usciremo un altro gior..

Ma non riuscì a finire la frase che il campanello suonò

-Ma che ore sono? -domandò allora

-Le quattro, perché?

-Cavolo! Non mi ero reso conto, che fosse così tardi; questa dovrebbe essere lei

Così andò ad aprire, trovando Rebecca davanti a sé.

-Ciao! -lo salutò allegramente la castana -Salve, Camilla

La donna ricambiò il saluto; si erano conosciute quando la ragazza e Raul avevano cominciato a studiare insieme.

-Ciao Rebecca -cominciò Raul- senti, mi dispiace, dovevo avvertirti, ma..

-Scusami, Rebecca -intervenne Camilla -è colpa mia, che gliel'ho chiesto all'ultimo minuto

-Emh.. credo di essermi persa qualche pezzo -fece la ragazza guardando con aria interrogativa prima uno poi l'altra

-Devo andare a prendere Claudia a scuola -spiegò allora il biondo

-Ah! -fece lei -E dov'è il problema? Ti accompagno

-Davvero? -domandò Raul, d'un tratto entusiasta

-Certo, se non è un problema..

-No, anzi! Aspetta, prendo la giacca

-Ah, menomale -fece Camilla mentre il figlio spariva dentro casa -Pensavo di avervi rovinato la giornata

-No, ma cosa dice? -fece la ragazza -Anzi sua figlia è carinissima, mi fa piacere conoscerla di più

Le due parlarono per un po' della bambina fino a che Raul non tornò con la giacca in mano

-Ci hai messo molto tempo -gli fece notare sua madre

-Col macello che ha in camera, mi sorprende che sia già qui -commentò Rebecca facendo ridere la donna

-Io ho rinunciato a metterci le mani! -fece Camilla

-Prima o poi affogherà nei suoi stessi vestiti

-Quando avete finito di sparlare di me, possiamo andare -le interruppe Raul con fare divertito

-Aspetta -lo bloccò la donna -prendi queste -e gli porse le chiavi della macchina

-Sicura? -fece Raul titubante -E tu come ci vai dalla sposa?

I suoi non usavano quasi mai la macchina perché suo padre preferiva spostarsi con i mezzi, mentre sua madre aveva il negozio vicino casa; quando però la donna andava a pettinare a casa i clienti, di solito raggiungeva le loro abitazioni in auto.

-In autobus -rispose comunque lei -In tre su un motorino non ci state, quindi..

-Grazie, allora

I due salutarono e salirono a bordo.

-Lo sapevo -commentò Rebecca dispiaciuta mentre Raul partiva -Dovevo venire in motorino, invece che con i mezzi..

-No, non preoccuparti -rispose Raul -Mia madre non è mai troppo contenta quando faccio salire Claudia sul motorino

-Ma come?! Con la tua guida da lumaca io sarei tranquillissima al posto suo

-Guida da lumaca io? Sei tu che sei una pazza!

-Sono i limiti di velocità che sono sbagliati

-Il giorno in cui qualcuno finirà sotto le tue ruote ti pentirai di non aver ascoltato i miei avvertimenti

-Disse il vecchio saggio

Fra chiacchiere e risate, arrivarono nel giardino della scuola elementare mentre le maestre accompagnavano fuori i bambini.

Raul fece cenno alla sorellina, che corse verso di lui

-Ciao, piccoletta -la accolse prendendola in braccio

-Ciao -rispose lei salutando anche Rebecca -Dov'è mamma?

-La mamma non è potuta venire -spiegò Raul e, immediatamente Claudia si rabbuiò

-Ma come? Mi aveva promesso che oggi ce la faceva..

-Sì, ma si era scordata che aveva aveva preso appuntamento per pettinare una sposa e..

-Uffa! -esclamò la bambina divincolandosi e scendendo a terra, per poi avviarsi verso l'uscita.

-Ci teneva veramente tanto.. -commentò Rebecca mentre i due seguivano la bambina

-Già -rispose Raul -Mia madre è sempre al lavoro quando lei esce da scuola, perciò la riaccompagna a casa sempre la madre di qualche amichetta. Quando arriva a casa c'è sempre mio padre, che però è appena tornato dal lavoro: non avrebbe il tempo di arrivare a scuola in tempo per portarla a casa. A volte la vado a prendere io, ma non capita spesso

-Se vuoi possiamo cambiare gli orari di studio -propose allora Rebecca -Invece che vederci alle tre possiamo fare.. che ne so, alle cinque

-No, non ti preoccupare, anche perché così finiremmo troppo tardi.

Quando la bambina si fermò davanti alla macchina, Raul fece lo stesso

-Sono offeso -dichiarò

-Perché? -chiese Claudia, sempre con il broncio

-Perché non sei contenta che ti sia venuta a prendere io

-Sì, invece!

-Non è vero -replicò -altrimenti mi faresti almeno un sorriso

Claudia fece una specie di smorfia

-Un sorriso vero -precisò allora il biondo

La bambina sbuffò di nuovo

-Senti, Claudia -intervenne allora Rebecca chinandosi per arrivare alla sua altezza -Ti va se andiamo a prendere un gelato tutti e tre insieme?

Claudia si mostrò subito più interessata -Che gelato?

-Quelli di Emma -rispose la ragazza -I più buoni che ci siano

-Mmm.. -cercò di fare l'altezzosa, ma alla fine cedette -Va bene!

-Finalmente -fece Raul -un sorriso!

Claudia si sistemò nei sedili posteriori mentre Raul e Rebecca andarono davanti

Mentre metteva in moto, il biondo sorrise alla ragazza.

Una volta arrivati alla gelateria, Claudia divorò tutta contenta il proprio gelato, finendolo quando gli altri due non erano ancora a metà.

Stavano giusto ridendo di questo, quando la bambina si incupì di nuovo e chiese: -Ma quanto ci mette mamma a pettinare la sposa?

-Tornerà a casa alla solita ora -rispose Raul

-E domani? Domani pomeriggio non può venirmi a prendere?

Il biondo scosse lentamente la testa -Lo sai che è impegnata

-Ma.. -la bambina guardò dritta negli occhi il fratello- ma lei mi vuole bene?

Rebecca sorrise teneramente di quella domanda mentre Raul posava la coppetta di gelato sul tavolo e si avvicinava alla sorella

-Hey.. dubbi del genere non devi farteli venire mai, ok?

-Ma le mamme delle altre mie compagne vanno sempre a prenderle! -protestò

-Ascoltami: la mamma non ti vuole solamente bene, ti adora e verrebbe a prenderti tutti i giorni se potesse. Ti vuole più bene di quanto le altre mamme ne vogliano alle loro figlie

-Davvero?

-Certo. Ti pensa sempre ed oggi era dispiaciutissima di non essere potuta venire

E Raul riuscì a strappare un sorriso alla sorellina -Allora stasera le devo dire che non sono arrabbiata e che anch'io le voglio bene

-Brava

-E sono contenta anche che siate venuti voi due

-Adesso va meglio! -commentò Raul scompigliandole i capelli

Rebecca, si affrettò a dire qualcosa per non dare a vedere di essersi incantata, rapita da quel rapporto bellissimo che non sapeva esistesse fra i due -Allora.. ti sei divertita?

-Tantissimo! -rispose la bambina quasi strillando -anche se..

-Anche se?

-Se c'era anche Joey con noi era meglio..

-Chi avresti voluto che ci fosse, prego? -fece Raul con fare scherzoso tendendo l'orecchio come se non avesse sentito

-Joey -ripeté la bambina, arrossendo e ridendo

-Joey? -ripeté Rebecca confusa

-Sono innamorata di Joey -spiegò la bambina dandosi un tono importante

-Ah, adesso capisco! -fece la ragazza ridacchiando

-Di chi?-domandò ancora Raul, indignato -Guarda che mi ingelosisco, lo sai

-Di Joey!-esclamò Claudia ridendo, avendo fatto tante volte quella sorta di “gioco” con Raul

-La tua ultima possibilità, altrimenti ti mangio!

-JOEY! -urlò per poi scappare; Raul le diede qualche istante di vantaggio per poi raggiungerla e prenderla al volo

Claudia strillava e rideva, mentre Raul faceva finta di mangiarle la pancia; Rebecca, nel frattempo, li guardava sorridendo, in ammirazione. Aveva già capito che Raul volesse un bene dell'anima alla sorella; si vedeva da come la guardava, che per lui significava veramente tanto, ma non aveva immaginato che potessero essere così affiatati. Il biondo sapeva capire al volo la bambina, e farle tornare il sorriso in men che non si dica: insomma, un fratello con la F maiuscola.

Passarono il pomeriggio a passeggiare e i due tennero sempre per mano Claudia, facendole fare talvolta il classico “vola, vola”.

Verso una cert'ora, decisero di tornare; Raul parcheggiò la macchina davanti casa e i due accompagnarono Claudia dentro.

-Ti va di fare due passi o è tardi? -chiese Raul a Rebecca

-No, va bene -rispose lei con un sorriso -Oggi è una giornata all'insegna del passeggio

-In fondo era questo che volevamo fare, no?

-Certo: tutto pur di staccare un po' da quei malloppi di libri

La loro giornata di pausa dallo studio l'avevano avuta e l'avevano trascorsa a passeggiare con Claudia.. A Rebecca venne spontaneo farsi domande sul fatto che Raul, nonostante questo e nonostante fosse quasi ora di cena, le avesse chiesto di passeggiare di nuovo; che volesse stare un po' da solo con lei?

Cercò si scacciare dalla mente quei pensieri, che dubitava l'avrebbero portata da qualche parte.

Chiacchierarono tranquillamente, nonostante la ragazza sentisse chiara e tonda, e pure con un certo stupore, la voglia che aveva di farsi stringere dalle sue braccia, di sentire le sue labbra contro la propria pelle. Mai aveva sentito così forte e decisa la voglia di stare con qualcuno.

E in quel momento, dove c'erano solamente loro due sul marciapiede deserto nell'intimità della notte, le parole di Frannie non le sembrarono poi così sbagliate o “immorali” come le aveva definite Melissa. Non erano più incomprensibili, ma erano pura e semplice realtà. Se c'era un modo per sentirlo, o meglio, per crederlo suo almeno per una notte..

Ma si fermò all'improvviso, sia con quel ragionamento che con le gambe; Raul la superò di un passo o due, per poi voltarsi e guardarla interrogativo.

Seguì poi lo sguardo di lei, voltandosi di nuovo: un ragazzo, più o meno della loro età, veniva verso di loro, tenendo lo sguardo fisso in quello di Rebecca.

-Lo conosci? -chiese il biondo guardandolo sospettoso

-Sì -rispose lei con tono aspro -E' il mio ex

-Ah! -esclamò colto alla sprovvista e lanciando un'altra occhiata al tipo -Vuoi che..?

-No, resta per favore -rispose, deducendo la domanda prima ancora che lui finisse di parlare

Pochi passi, e il ragazzo fu davanti a loro

-Ciao -disse con tranquillità rivolto a Rebecca

-Ciao Tom -rispose lei in tono piatto

-Come mai da queste parti? -chiese lanciando uno sguardo di sbieco a Raul

-E tu?

A Raul tornarono in mente la parole di Rebecca, quando gli diceva che questo ragazzo non l'aveva lasciata con le buone; il suo tono infatti, era acido come un limone e lo sguardo freddo da gelare chiunque, mentre parlava con lui che doveva averla fatta soffrire parecchio.

Tom fece un sorrisetto divertito -Ce l'hai ancora con me? Eppure non mi sembra che tu ci abbia messo molto a consolarti -replicò lanciando un'altra occhiata a Raul che sostenne il suo sguardo e decise di aiutare la ragazza

-Questi sono fatti suoi -disse infatti

Rebecca lo guardò, senza dire nulla, ringraziandolo tacitamente

-Ah: con me no, ma con lui si, eh? -fece Tom senza calcolare il ragazzo

Il biondo non capì minimamente cosa volesse intendere; vide solo che Rebecca alzava gli occhi al cielo -Lasciami in pace, ok? E' un discorso chiuso

-Oh, su questo ti do pienamente ragione -sghignazzò -E adesso le cose vanno molto meglio per me

-Anche per me -replicò con una voluta faccia da schiaffi -e adesso, se non ti dispiace, noi ce ne andiamo

-Come no. Buona passeggiata

E Rebecca lo superò a grandi passi, trascinando Raul per un braccio e mormorando un “vaffanculo” fra i denti.

-Va tutto bene? -domandò Raul dopo un po'

-Certo -rispose lei

-E allora perché stai correndo come un treno?

La ragazza allora si fermò di botto davanti a lui -Non ne voglio parlare, ok? -affermò, con tono agitato

-Ok -rispose Raul accondiscendente -Vuoi che ti porti a casa?

-No, vado con l'autobus

Lui assunse un'espressione scettica -Perché secondo te ti faccio andare da sola a quest'ora?

Lei lo guardò incredula -Sei peggio di mia madre! Non mi hai lasciato andare a 20 metri di distanza per capodanno e ora non mi lasci tornare a casa da sola?

-Esatto. Dai, andiamo alla macchina -e si avviò

-Raul, ho vent'anni

-Anch'io

-So difendermi -continuò allora, costretta e seguirlo per non urlare

-Ci credo -rispose sincero -Ma non voglio rischiare

A quel punto gli lanciò uno sguardo abbastanza significativo, e lui rispose con un sorriso.

La ragazza non trovò altro da dire, e si rassegnò, sbuffando per poi limitarsi a camminare silenziosamente al suo fianco.

Salirono in macchina e il biondo come prima cosa, accese il riscaldamento; Rebecca gli indicò di volta in volta la via da prendere ma, dopo un po', rimasero imbottigliati nel traffico.

-Me l'avevi accennato che questa strada è sempre intasata -ricordò lui

-Sì: ecco perché adoro il motorino

-Rassegnamoci ad aspettare

La ragazza allora allungò un braccio verso la radio -Posso?

-Certo

Nella macchina, si diffusero le note di Breakaway, di Kelly Clarkson, una musica lenta e soft.

-Pensavo ascoltassi qualcosa di più movimentato, in genere -fece lui

-Infatti è così, ma questa mi piace -rispose lei scrollando le spalle

-Allora direi che le vie di mezzo non sono il tuo forte

-No, infatti

Alle volte si faceva sentire qualche clacson, ma l'atmosfera che donava quella canzone all'abitacolo era di pura tranquillità.

-Grazie comunque per.. oggi -fece lei dopo un po'

Il biondo capì che si riferiva a quando l'aveva aiutata con Tom; le sorrise -Di niente.

Rebecca decise allora di appoggiare silenziosamente la testa sulla sua spalla; i suoi capelli, solleticavano leggermente il collo di Raul che non rimase stranito da quel gesto. Anche la notte di capodanno la ragazza si era adagiata sulla spalla, addormentandosi come un ghiro poco dopo. La mattina dopo, quando si erano risvegliati a causa di Frannie che aveva deciso di svegliare Dario a suon di urla, si erano ritrovati entrambi sdraiati, lei accomodata sul suo petto e lui che le cingeva la schiena con un braccio.

Con un sorriso che lei non poté vedere, decise di passarle un braccio attorno alle spalle anche stavolta, contento del fatto che né Fran né Dario fossero nelle vicinanze.

-Non addormentarti -le disse -Il braccio dopo mi serve per guidare

E chi si addormenta?! Pensò la ragazza contenta che la telepatia fosse solo fantascienza

-Userai l'altro -decretò con noncuranza, sistemandosi meglio contro di lui

Lo sentì soffiare contro i suoi capelli, come se stesse ridendo e, poco dopo, sentì la sua mano accarezzarli.

Lo aveva già detto in tutta chiarezza: secondo lei, Raul aveva due personalità. Una disillusa e ferita e l'altra invece ancora capace di regalare semplici gesti, dolci e inaspettati.

Ad occhi chiusi, gli cinse la vita con le braccia, chiedendosi se forse non si stesse spingendo troppo oltre.

Raul, da quell'abbraccio, si accorse quanto gli fosse mancato un po' di sano contatto umano, ritrovandovi piacevoli sensazioni che pensava di aver perso; percepiva il calore del corpo di Rebecca anche attraverso i vestiti e gli venne voglia di stringerla anche con l'altro braccio.

Fu in quel momento che decise che era meglio staccarsi: si raddrizzò, sciogliendo con delicatezza ma anche decisione l'abbraccio

-Che succede? -chiese Rebecca, guardandolo perplessa

-La fila si sta muovendo -rispose lui guardando dritto davanti a sé

Rebecca lanciò uno sguardo alla strada -A me sembra tutto uguale a poco fa

-No, no: adesso partono -rispose lui

La ragazza sollevò le sopracciglia, per poi decidere di lasciar perdere e appoggiarsi contro il vetro del finestrino.

Lo sapevo pensò la ragazza inutile illudersi

Cosa cazzo ti salta in mente? Si chiese Raul scuotendo la testa.

Niente di preciso a dire il vero ma, comunque fosse, l'ultima cosa che voleva in quel momento era scoprirsi a provare qualcosa per Rebecca.

Per questo non desiderava affatto andare a fondo nelle ragioni di quell'improvvisa voglia di abbracciare la ragazza, che poteva essere intesa sia come una mancanza di contatto umano di cui da tempo era vittima, sia come.. qualcosa di più.

In effetti, quando lei gli aveva detto di non essere impegnata, la cosa non gli era rimasta del tutto indifferente.. e l'avversione per quel Tom, dipendeva davvero solamente dal tono poco carino e sbruffone che aveva usato con la ragazza?

Non voleva rispondersi.. non voleva soffrire di nuovo.

Arrivato davanti casa delle tre ragazze, Raul accostò senza però spegnere il motore

-Allora ciao -le disse

-Ciao -rispose lei -e grazie per avermi riaccompagnata

-Figurati

Vide che la ragazza fece per aprire la portiera e, mosso dall'istinto, le posò una mano sulla spalla e le labbra sulla guancia, scoccandole un tenero bacio, ma di quelli che durano un attimo in più.. l'attimo in più che racchiude mille e più significati nascosti.

Quando si staccò, lei lo guardo un secondo, poi gli sorrise.

Lui ebbe un attimo di esitazione -Ci vediamo -le disse rimettendo la mano sul volante

-Oh -il sorriso andò via dalle labbra di Rebecca rapido come era venuto -Certo. Ciao

-Ciao

Incredibile come questo ragazzo riesca a imbambolarti e farti una doccia gelata in meno di dieci secondi pensò sbuffando.

Scesa dalla macchina e raggiunse il portone; solo dopo che fu entrata, Raul ripartì.

*****************************

Salveeeeeeeee =)

Ed ecco che la situazione comincia a scaldarsi.. posso dirvi che "nella prossima puntata" ne vedremo delle belle! In questo capitolo ho cercato di farvi capire quanto Raul sia legato alla sorellina, ma non sono rimasta molto soddisfatta di come l'ho scritto! Grrrr.... chi ha letto "E' troppo piccolo il mondo per noi" sa quanto tengo al rapporto fraterno tra loro *.*

Comunque, le strade trafficate non sono mai piaciute così tanto a nessuno come a Rebecca (e forse anche a Raul.....) in questo capitolo!

Scommetto inoltre che questo Tom starà antipatico a molte di voi, ma non immaginatevi chissà quale dramma dietro la fine della storia fra lui e Rebecca..

Detto questo, rispondo alle recensioni:

_Manto_: Ciao Francesca! Fortuna mia che tu abbia trovato questa storia e che ti sia piaciuta! =D Hai ragione, molto spesso speriamo con tutte le nostre forze in un lieto fine coi fiocchi (parlo della vita reale!) ma spesso non va così, per mille ragioni.. ma non per questo bisogna smettere di provarci, cosa che invece ha fatto Raul! >.<  Ma, come hai visto, Rebecca è sulla buona strada per fargli cambiare idea.. Sono strafelice che ti piaccia il rapporto tra le tre donzelle, perché è ispirato all'amicizia che ho stretto già da anni con due ragazze realmente esistenti xD ..a proposito di Dario invece, non sapevo chi fosse il tizio nella foto, ma tra tutti i volti che ho visto su internet, somiglianti all'idea mentale che ho di questo personaggio, lui era quello che ci si avvicinava di più. Appena posso mi guarderò quel film perché mi hai incuriosita! ..Grazie mille per la recensione!! Bacii =)

kia_85: Anche secondo me Fran non dà consigli saggi! xD Però vedremo cosa sceglierà di fare Rebecca e che cosa comporterà questa scelta.. ahahahahahah dopo il fanclub di Raul, adesso nasce quello di Dario!! Be', devo ammettere che i miei personaggi maschili sono tutti belli ù.ù Ti ringrazio della fiducia, comunque, e spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento xD ..ma certo che non voglio averti sulla coscienza! Però ne devono succedere ancora taaaaaante...... Baciiii!! =D

C4rm3l1nd4: Ormai è un dato di fatto: ogni volta che leggo le tue recensioni mi ammazzo dalle risate! xD Avrei voluto vedere le facce di quelli di classe tua! Le ore di informatica sono utilissime per farsi un giretto in rete ;) ..ho il forte sospetto che la tua lista "Motivi-Per-Uccidere-Nicole" stia diventando lunghissima, più di quella di mia madre quando va a fare la spesa (che è una cosa assurda!); continua a scrivere, così poi quando te la regalerò alla fine della storia, gliela fari pagare per tutto quello che ha fatto! xD ..ahahahhaha noi che ci chiamiamo Marty siamo superiori ù.ù ...Grazie mille, bacii =)=)

SarettaCullenWriter: Grazie per tutto l'entusiasmo! Il pinguino arriverà con tanto di fiocchetto rosso xD Scoprirai presto cosa è successo fra Rebecca e il suo ex, questo Tom, ma forse non è una cosa così grave come pensi! Per il resto, se fra lei e Raul sta nascendo qualcosa.. chissà. L'attrazione c'è, bisogna vedere se Raul deciderà di aprirsi di nuovo con lei come ha fatto con Nicole.. Baci!! =)

LaNana: Ahahahahahahah "Becca (checccccculo)" hai ragioneeee! xD Mi fa piacere che questa storia ti stia piacendo più dell'altra anche se a me non sembra di starla rendendo così bene come vorrei T.T Credo che meriterebbe più attenzione verso i personaggi, soprattutto Raul, che invece sto dando un po' per scontato dato che molte di voi lo conoscono già.. ma il tempo è quello che è, purtroppo! Comunque siamo tutte in attesa del prossimo capitolo di The Chance (mettici anche Luke per favoreeee)!!! Baciii <3

Grazie a alixe, ninacri e Veronica91 per aver inserito la storia fra le seguite! Grazie a Xxscrittrice89xX per averla inserita fra le preferite =)

Grazie, ragazze! Al prossimo capitoloooooo!!

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Capitolo 8
*** Segreto ***



Capitolo 7. Segreto


"She's all that he wants, she's all that he needs
She's everything he just won't believe
Take away his doubt, turn him inside out
Then she can see what he's been dying to say
but things don't always turn out that way"

[Lei è tutto quello che lui vuole, lei è tutto quello di cui ha bisogno
lei è tutto quello in cui lui non vuole credere
spazza via i suoi dubbi, gira fuori e dentro di lui
Lei può capire cos'è che lui desidera dire così ardentemente
ma le cose non sempre vanno per il verso giusto]


(The Calling - things don't always tur out that way)


Una volta messo per iscritto il loro esperimento, le procedure, le conclusioni e tutto il resto, Rebecca e Raul avevano cominciato a studiare insieme Analisi.

Il tempo non sembrava mai abbastanza, dato che l'esame era praticamente attaccato a quello di fisica, con la differenza che sarebbe avvenuto circa una settimana dopo, a lezioni ricominciate; non era uno studio pazzo e autolesionista come quello a cui il ragazzo si era sottoposto, assieme a Joey e Lela, prima della maturità, anzi. Durante le varie pause, si distraevano a parlare d'altro, sdraiati sul pavimento delle loro stanze

-Cosa sono quei segni sul soffitto? -gli chiese lei, il giorno prima dell'esame -E' da un po' che me lo chiedo..

In un modo o nell'altro, qualcuno tornava sempre sull'argomento “Nicole”, anche senza volerlo come in questo caso.

Raul rispose senza particolari inflessioni -Prima c'erano attaccate delle stelle

Rebecca si voltò verso di lui e lo guardò scettica.

-Stelle di plastica, di quelle che si illuminano al buio -precisò allora -Orione. Un regalo di Nicole

-Ecco perché non c'è più

-Già.

-Però lo potevi tenere: Orione è bello

Lui scrollò le spalle -Non ci ho pensato: ho passato le prime settimane a eliminare qualsiasi traccia del suo passaggio

Rebecca sbuffò -Sei uno di quei piromani che bruciano le foto?

-No, quelle le ho affidate alla differenziata

-Allora va bene -poi si alzò -Ti va di fare un giro? Tanto ormai di fisica e tramonti-fai-da-te ne sappiamo più di Einstein

-E analisi? -domandò lui alzandosi a sua volta

-Un altro giorno -rispose risoluta -Però sta andando bene anche quella, non trovi?

-Sì -confermò lui -Dove non arrivo io arrivi tu, e viceversa

Lei sorrise -Siamo una bella squadra ..e ci meritiamo quindi una pausa degna di nome.


°°°


Qualche giorno dopo, all'esame di fisica, arrivarono preparatissimi, ed esposero tutto quello che c'era da esporre e da ripetere come Dio comanda.

Il professore si complimentò, e li congedò con due bei 28.

-Ti va di venire da me a festeggiare? -gli chiese Rebecca quando furono saliti in macchina, tutti contenti e sorridenti.

Raul aveva deciso di prendere la macchina per trasportare più comodamente l'acquario e soprattutto per evitare di far guidare quella pazza di Rebecca.

-Ci deve essere dello spumante avanzato a casa, dato che Melissa e Ned hanno passato lì il capodanno -aggiunse lei

-Va bene -rispose il biondo -Prima ceniamo da qualche parte?

Era quasi sera, e gli stomaci iniziavano a brontolare, così la ragazza acconsentì di buon grado e si fermarono al primo ristorante che incontrarono sulla strada.

-Perché non chiami anche Melissa e Fran? -le suggerì Raul mentre entravano

-No, stasera sono fuori tutte e due -rispose lei

Mentre pronunciava quelle parole, un pensiero si insinuò prepotentemente nella sua mente, e non l'avrebbe abbandonata per tutta la cena: la casa sarebbe stata libera quella sera..

-Solo io e te, quindi -fece Raul

-Già..

Le lanciò un sorriso tanto enigmatico quanto bello.

A Rebecca sembrava di sentire la voce di Mel nella sua testa: non ti montare la testa, non fare cazzate, non..

Ma il ricordo delle parole che aveva davvero pronunciato Frannie, era più forte e vivido dentro di lei. E le premesse per arrivare a qualcosa di più di un semplice brindisi tra amici quella sera, c'erano tutte: forse era solo suggestione, o forse era a causa dell'euforia per il 28, ma Raul le sembrava diverso dal solito..

In auto, imbottigliati nel solito traffico della via, non si scambiarono molte parole, anche se, di tanto in tanto, lo sguardo di Raul guizzava su di lei, forse stupito da quell'improvviso silenzio.

Una volta a casa, Rebecca prese due bicchieri riempiendoli di spumante fino all'orlo.

-Vieni, Rebecca -la chiamò a un tratto Raul.

La ragazza, curiosa andò in salotto, sempre con i bicchieri in mano, ma lui non c'era.

-Sono qui -le disse allora lui sbucando dal terrazzo

-Oh! Ecco perché non ti trovavo -fece lei raggiungendolo

-Scusa, era aperto e..

-Non ti preoccupare -lo bloccò lei -Te l'ho detto: fa come se fossi a casa tua -e, con un sorriso, gli porse uno dei bicchieri

Lui ricambiò, poi si voltò e le indicò il cielo -Guarda.

Rebecca seguì la direzione del suo indice -La luna piena -disse con dolcezza

-Io la trovo sempre bellissima

-Anch'io

Si avvicinarono alla ringhiera, appoggiandovisi e la ragazza lo guardò con la coda dell'occhio: lui era impegnato a rimirare la luna, con il naso all'insù e pareva non si fosse accorto di lei che adesso lo fissava.

Lo fissava.. e immaginava che lui, anche per un solo istante, la guardasse come stava facendo con quel corpo celeste. Con la stessa ammirazione mista a ingenua incredulità.. sì, perché Raul riusciva sempre a farsi incantare dalle stelle, dal cielo e dalla luna.. ma non più dall'amore, questo lo aveva capito. Provò una tristezza profonda, come se un vuoto si fosse aperto in lei, sotto quel cielo notturno, limpido e stellato: Raul era troppo, troppo maledettamente distante da lei e da tutto quello in cui lei gli aveva stupidamente rivelato di credere.

Ma chi era questa Nicole che lo aveva ridotto così? Di sicuro una pazza, una di quelle persone che non si accontentano mai di niente, che non hanno cura di ciò che hanno. Viziata.

Raul le sorrise con tenerezza quando si accorse che lo stava guardando.

Eppure Raul se ne era innamorato una volta, ed era stato solo suo. Come diavolo si può pensare di tradire un ragazzo del genere una volta che ti consegna il proprio cuore?

Lei non gli avrebbe mai fatto del male.. ma probabilmente Raul non le avrebbe mai dato l'occasione per dimostrarglielo.

Ma il bisogno che la ragazza sentiva di lui cresceva a dismisura, soprattutto in quegli infiniti istanti notturni dove regnava il silenzio più assoluto per tutta la casa.. dove c'erano solamente loro.

-Penso che dovremmo festeggiare -disse allora Rebecca -C'è la luna piena; tutti e due abbiamo avuto le nostre esperienze difficili ma adesso siamo qui; abbiamo passato benissimo fisica e anche con analisi non sta andando male. Sono tutti ottimi motivi

-Stiamo festeggiando -le fece notare lui bevendo l'ultimo sorso del suo bicchiere

Rebecca lo imitò; ormai aveva deciso, e non si sarebbe tirata indietro.

Si avvicinò di più a lui, troppo, e gli sfilò il bicchiere dalle mani -Li posiamo in cucina? -gli chiese sollevando il volto e trovando le sue labbra vicinissime, eppure ancora lontane per lei

-Sì.. -rispose lui un po' stupito -Ti accompagno

Lei sorrise, più maliziosa del solito e si voltò rientrando in casa; non aveva molto senso che facessero quella spedizione al lavandino per due bicchieri, ma la ragazza non voleva dare spettacolo in terrazzo.

Non si illudeva, sapeva di non poter ottenere niente di concreto da quella serata, ma era arrivata al punto, che anche sentirlo vicino per una sola notte e poi mai più le avrebbe fatto meno male di quella tremenda voglia di lui che la attanagliava: Frannie aveva avuto ragione, ma sapeva anche, che il giorno dopo avrebbe dovuto fare i conti con la sofferenza di cui parlava Melissa

Sentire i passi di Raul alle sue spalle che la seguivano, la incoraggiava e le dava forza.

Non era stupida, si era accorta di certe occhiate di lui, troppo lunghe e troppo espressive per credere che stesse pensando a cosa cucinare per cena, specie quella sera. E quel bacio in auto.. non era stato un semplice bacio sulla guancia. Sapeva comunque che lui la considerava un' AMICA (che parola odiosa in quel contesto!) e che quindi molto probabilmente l'avrebbe rifiutata.. ma sapeva anche come usare in modo convincente le proprie arti femminili.

Posò delicatamente i bicchieri, poi si voltò verso di lui, fingendosi dispiaciuta -Tutto qui? -gli chiese e lui, a pochi passi da lei, la guardò interrogativo -Abbiamo già finito di festeggiare? -aggiunse allora

-Vuoi altro spumante? -le chiese, in un tono apparentemente rilassato, ma alla ragazza, nella penombra della stanza, non era sfuggita la sua espressione leggermente tesa. Raul non era stupido, e forse aveva già iniziato a capire quali fossero le intenzioni di Rebecca

Scosse lievemente la testa, avvicinandosi di qualche passo -Intendevo festeggiare in un modo migliore..

-Rebecca.. -cominciò lui non potendo più nascondere di aver capito; indietreggiò.

-Raul -fece lei con voce ferma, non lasciandosi intimorire da quel passo indietro -Ti andrebbe di.. -si bloccò e respirò aria fresca, mentre il cuore le batteva all'impazzata - ..fare l'amore con me?

“Fare l'amore?” Ma come accidenti le era venuto in mente di usare parole del genere?! Sarebbe stato meglio dire “venire a letto con me” o anche “fare sesso con me”.. ma non fare l'amore! Non adesso che sapeva perfettamente cosa pensasse lui riguardo a quel sentimento..

Comunque, non si lasciò sopraffare da questa partenza non del tutto adeguata.

Lo vide dischiudere le labbra, rimanere per un attimo senza parole, fare una specie di risata mozzata che sembrò più un sospiro, e poi dirle -Sei ubriaca

-Ubriaca? -ripeté lei alzando un sopracciglio -Ti ricordi quanto ho bevuto a capodanno? -avvicinandosi di nuovo -Ero sempre lucida

-Sì, ma.. -indietreggiò ancora, andando con le spalle contro il muro

Rebecca sorrise, facendo ancora un passo per arrivare ad intrecciare le mani dietro al suo collo

-Non è una buona idea -decretò lui

La ragazza assunse un tono di voce sensuale -Non ti piaccio? -domandò con finta innocenza

-Non è questo -rispose lui come se qualcuno gli avesse appena chiesto se in Africa c'è la neve.

-E allora cosa? -domandò cominciando a giocherellare con i capelli di lui.

Non la stava spingendo via. Non le stava nemmeno dicendo di sì, ma non la stava spingendo via. E il suo respiro si era già ingrossato.

-Non avrà un seguito -continuò lei, cercando di intuire cosa stesse pensando -So come la pensi, non preoccuparti. Domani mattina potrai svegliarti e fare come se non fosse successo niente -disse, mentre il suo cuore le urlava di smetterla di tagliarsi le vene da sola.

-Ma che dici..

-Solo. Una. Notte. -scandì bene le parole, buttando giù il groppo che aveva in gola

Raul sospirò, ma Rebecca poteva vederlo con chiarezza: stava cedendo

-Rebecca..

-Toccami -disse in tono suadente, prendendogli la mano e posandosela su un fianco; la fece poi risalire, sotto i vestiti

-Rebecca.. -fece di nuovo lui, ma questa volta in un sussurro strozzato

-Dimmi.. -rispose lei sollevandosi in punta di piedi, in modo che quel bisbiglio gli arrivasse dritto sulle labbra, e contemporaneamente, facendo aderire i seni al suo torace.

Lasciò andare la mano di Raul: ormai ci stava da sola sulla sua vita anzi, l'aveva raggiunta anche l'altra. Un lieve rigonfiamento era nato nei suoi pantaloni e stava via, via crescendo

-Toccami, Raul -sussurrò di nuovo, quasi arrivando a sfiorargli le labbra con le proprie, mentre sentiva le sue mani calde scorrerle lungo la schiena e chiudeva gli occhi a quel tocco.

Lo sentì sospirare, ma non era ancora abbastanza convinto

-Niente storie importanti e niente coinvolgimenti emotivi -disse ancora, riaprendo gli occhi e disegnando il contorno della sua mascella con un dito mentre gridava il falso, almeno per sé stessa -Solo una notte -e, finita la frase, portò velocemente la mano fino alla sua erezione, stringendola attraverso i jeans.

Fu un attimo, e le labbra del ragazzo erano incollate alle sue, in un bacio che tante, troppe volte Rebecca aveva sognato

-Sei una diavola tentatrice -le sussurrò divertito, respirando forte contro il suo collo, mentre la sollevava di peso per portarla in camera da letto.

-Lo so -rispose maliziosa

Si baciarono con passione, ma Rebecca non si permise mai di aggiungere echi di dolcezza, per quanto avrebbe voluto.

Raul dal canto proprio, era rimasto a dir poco stordito dal comportamento della ragazza, deciso come al solito ma straordinariamente sensuale.. e dalla sua bellezza, soprattutto in quel momento che se ne stava in piedi davanti a lui con un completino che raccoglieva perfettamente le morbide e sensuali curve del suo corpo.

Aveva un piercing all'ombelico, che ipnotizzò lo sguardo di Raul per qualche istante, fino a che non tornò a guardarla negli occhi

-Non sei solo una diavola tentatrice.. Sei splendida -le sussurrò, anche se “splendida” non gli sembrava abbastanza. Incredibile, sensuale, provocante, straordinariamente sexy.. questi aggettivi sarebbero stati più adatti

-Vieni qui, allora.. -lo chiamò, come a conferma di quello che il ragazzo aveva appena pensato.

Raul non se lo fece ripetere due volte, tornando a baciarla con passione, spogliandosi a sua volta, e poi portandola di nuovo sul letto.

Non riusciva a pensare con lucidità in quel momento, perciò non era del tutto sicuro se quello che stavano facendo fosse o meno la cosa giusta.

Per Rebecca, non per sé.. a lui non ci era voluto nemmeno un minuto per decidere: desiderava Rebecca, ormai non era più un segreto. E una notte senza conseguenze, era tutto quello che chiedeva.

Tuttavia però, nonostante fosse stata lei a proporla e anche con una certa determinazione, non gli sembrava giusto fare questo a una ragazza, soprattutto a lei.. non era più il tipo di una volta, che si divertiva a usare le persone.

Te l'ha chiesto lei.. si ripeté, e la voce di lei che ansimava il suo nome, lo convinse a non avere ripensamenti: gli stava chiedendo di andare al dunque.

Ma mancava ancora una cosa

-Rebecca.. I preservativi..

Non ne aveva con sé (come avrebbe potuto immaginare che la serata si sarebbe conclusa in quel modo?) e sperava ardentemente che la ragazza li tenesse da qualche parte.

-Terzo cassetto

Che ragazza stupenda pensò.

Adesso erano completamente nudi, l'uno avvinghiato all'altra.

Quando però giunse il momento, la ragazza lo bloccò

-Raul..

Era ancora ansante e lo sguardo era caldo di passione.. ma il biondo notò anche una certa apprensione dipinta sul suo volto. Che ci stesse ripensando? Se così fosse stato, non avrebbe insistito per fare niente. La rispettava, e soprattutto non si sarebbe mai sognato di costringerla a fare ciò che non voleva.

-..Delicatamente.. -disse invece lei senza ombra di ripensamenti -E'.. la prima volta

La prima volta.. Come la prima volta?? No, non poteva essere.

-Come? -chiese infatti Raul

-E' un problema per te?

Per lui? Ma come poteva pensare a lui invece che a se stessa in un momento simile?

-No -rispose -Per me no.. ma.. per te..

Sapeva che le ragazze vivevano la sessualità in modo diverso dai ragazzi.. e specialmente per Rebecca che, a quanto pareva a 20 anni era ancora vergine, doveva essere una cosa importantissima: cosa ci faceva in quel letto con lui, con la promessa di una notte e via?

-Non lo è -disse invece -Ma è un problema il fatto che tu ti sia fermato proprio adesso

E prese ad accarezzargli il petto, riscaldando nuovamente il suo corpo, che aveva avuto un considerevole attimo di esitazione.

Raul sospirò di piacere, soprattutto quando lei si mosse verso di lui.. ma non gli sfuggì l'espressione di dolore che tradì il suo volto.

-Piano.. -sussurrò al suo orecchio, accarezzandole i capelli.

Era al limite, e Rebecca sembrava decisa, nonostante tutto. Non voleva fermarsi e lei non glielo stava chiedendo; il suo corpo, nudo e divino fra le sue braccia, era un richiamo troppo forte per resistergli, appannava la sua mente, inebriava i suoi sensi.

La baciò di nuovo, e la sentì rilassarsi, quasi a volergli dire che si fidava di lui.

Raul le prese la mano, tenendola stretta per tutto il tempo, e fece tutto con estrema delicatezza, come gli aveva chiesto lei.

La ragazza gli sorrise, e quella notte di passione sarebbe rimasta ben impressa nella mente del biondo.

Dopo pochi istanti che i due erano distesi l'uno accanto all'altro, ansanti, Rebecca però si voltò su un lato, dandogli le spalle.

Forse se ne era pentita.. forse si stava sentendo usata.

Ma Raul non voleva che l'idea di sentirsi considerata un oggetto la sfiorasse anche per un solo istante; la abbracciò da dietro, scoccandole un bacio sulla spalla. Non l'avrebbe lasciata sola quella notte.

La sentì sistemarsi meglio e fargli una rapida carezza sul braccio, per poi rimanere immobile.

-Rebecca.. -la chiamò dopo un po', ma lei non rispose.

Il ragazzo dubitava che si fosse già addormentata, pensando più che altro che non avesse voglia di parlare.

Per quella notte lasciò perdere, ma la mattina dopo avrebbe almeno cercato di capire.. perché tutto quello che era successo non aveva molto senso nella sua mente.


E qui c'è un MISSING MOMENT ROSSO della nottata, che posterò fra qualche giorno mettendo QUI il collegamento ;)

*******************

ALT! Prima di dire che è prematuro, lasciatemi dire che non c'è nessuna storia fra Raul e Rebecca (quella, se verrà, verrà dopo..)! E, bando alle apparenze, credetemi: questi due ne hanno di strada da fare.. e diciamo che le conseguenze che porterà questa notte fra loro, saranno determinanti.

Spero non vi faccia troppo strano che Rebecca alla fine abbia "scelto" di seguire il consiglio di Fran; ho cercato di spiegare quali fossero le sue sensazioni, cosa ci fosse nella sua testa.. spero di esserci riuscita >.<

Per quanto riguarda il missing moment che vi ho promesso, ho già iniziato a scriverlo quindi penso di riuscire a postarlo a breve! Ho deciso di non inserirlo all'interno della storia, che è a rating arancione, non mi sembrava per niente corretto; e inoltre lascerò parlare Rebecca in prima persona, quindi non c'entra un tubo con la narrazione in terza che sto usando per Delicatamente.

Spero, per chi di voi vorrà leggerlo, che terrete conto che è in assoluto la prima volta che mi cimento nello scrivere qualcosa di "rosso" e che quindi sarete clementi!

Detto questo, torno a Delicatamente: immagino vi siate accorte che (guarda caso..) Rebecca abbia pronunciato proprio questa parola mentre era con Raul.. ma non ve ne scordate! Non sarà solo questo il motivo che ha dato il titolo alla storia..

E ora rispondo alle vostre recensioni =D

Jasmine 230: sono contenta che adori Claudia, e ti do ragione sul fatto che Raul abbia subito grosse ferite, ma prima o poi deve pur arrivare un punto di svolta... in un modo o nell'altro. Grazie per la recensione =D Baciiii!

LaNana: mentre sbirciavo la tua pagina per vedere se avevi aggiornato The Chance, ho letto la tua presentazione: mi è piaciuta, davvero simpatica xD Comunque, non illuderti dopo aver letto questo capitolo: Raul non si è ancora "sciolto", ha preso questa notte come un'unica notte di passione senza conseguenze.. ma non sa cosa lo aspetta, ovviamente! Baciii! =)

snail: ciaoooo! che bello avere nuovi lettori! xD Mi fa veramente piacere che la storia ti abbia presa, ne sono onorata! Grazie mille per i complimenti e per aver aggiunto la storia fra le seguite! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto come gli altri. Bacii=)

kia_85: Ciao! Nel prossimo capitolo vedrai se ci hai azzeccato con Rebecca e Tom.. per ora posso dirti che hai ragione sul fatto che ci vorrà ancora un po' di tempo perché quella fra Raul e la ragazza diventi una storia seria.. Mi piace curare di tanto in tanto anche certi aspetti magari più secondari nella storia, come il rapporto tra fratello e sorellina, e sono contenta se qualcuno lo apprezza, quindi grazie! xD Spero che questa storia continuerà a piacerti sempre così! Baciiii =D

C4rm3l1nd4: be' sarebbe una bugia dire che non mi faccia piacere che questa storia ti prenda così tanto xD ...Ahahahahahahah Tom e Nicole che vincono il guinness per stupidità! Comunque non lo so da dove mi è uscito, ma vedo che ha già suscitato l'antipatia che Nicole ha riscosso nel corso di un'intera storia, quindi ne vado fiera xD ..perché avevi paura di questo capitolo?? Immaginavi una cosa simile? xD A proposito di Raul e Rebecca con Claudia invece, era proprio quella l'idea che volevo dare e sono contenta che ti sia piaciuta! Un bacione Martyyy! =DDD

Marti_18: tranquilla, di Tom non ti devi preoccupare! Per quanto riguarda il prologo, ormai penso di potertelo dire, dato che tanto sarà più o meno l'inizio del prossimo capitolo: sì, si riferisce a raul e Rebecca! Mi fa piacere che tu abbia visto loro due e Claudia come una famiglia nel capitolo precedente perché era proprio quella l'idea che volevo dare! xD Grazie mille dei complimenti! Baciii! :)

SarettaCullenWriter: Grazie mille per i complimenti! Sono contenta che tu veda Raul e Rebecca così bene come coppia, vuol dire che sto riuscendo nel mio intento XD Nonostante questo capitolo comunque, che a prima vista sembrerebbe voler dire che les jeux sont fait o come cavolo si dice, la situazione si deve ancora smuovere! Baci, al prossimo capitolo!

Grazie a lasimo per aver inserito la storia fra le ricordate, a monicamonicamonica e snail per averla inserita fra le seguite e a layla493 per averla inserita fra le preferite! Grazie anche a chi legge senza commentare =)

Al prossimo capitoloooooo!


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Capitolo 9
*** Solitude ***




Ciao ragazze! Oggi parlo qui per ricordarvi che se volete leggere il MISSING MOMENT ROSSO DEL CAPITOLO PRECEDENTE l'ho postato
Grazie mille a chi l'ha letto (o lo leggerà) e a kia_85,  namina89 e york per aver lasciato una recensione!! ...Grazie anche a rodney per averlo inserito fra le storie da ricordare e a kia_85 (di nuovoxD) e laga92 per averlo aggiunto ai preferiti! 
...E grazie ancora a laga92 e namina89 per avermi aggiunta fra gli autori preferiti!*.* Ogni volta che qualcuno lo fa mi sento moooooooooolto fiera ù.ù Grazie davvero tanto ragazze! <3
"I need you right now" è stato il mio primo scritto in "rosso" e sono contenta che vi sia piaciuto!Chiedo invece scusa per il ritardo con questo capitolo, ma un po' di tempo mi è servito per il missing moment, e quindi Delicatamente è rimasta ferma.. e poi ho voluto soppesare con cura le reazioni del mattino dopo.. 
Vi chiedo di nuovo scusa (in anticipo) perché anche in questo capitolo verrà nominata Nicole (personaggio che, giustamente, molte di voi, per non dire tutte, non sopportano!!).. il fatto è che la vedremo ricomparire molto presto (leggi: probabilmente fra 2 o 3 capitoli), e non vorrei che vi dimenticaste di lei (come se si potesse dopo tutto il casino che ha combinato!) 
Ecco, ora ho la certezza che mi odierete alla follia. xD
Comunque, godetevi questo risveglio, non del tutto dolce, che avrà la nostra dolce e grintosa Rebecca..
Le risposte alle recensioni (anche a quelle per il missing moment) le trovate alla fine =)
Baci a tutte!!!

Captiolo 8. Solitude


"Non mi dire, ti prego
dammi una scusa per far finta che sia
solo un'altra avventura"

(Ovunque sei - 4tu)


Raul, steso di schiena con le mani intrecciate dietro la testa, era sveglio già da un po'; Rebecca invece, dormiva al suo fianco, agitandosi piuttosto spesso ma senza mai svegliarsi.

Continuava a ripensare alla notte precedente.. a come lei avesse aspettato fino all'ultimo, quando ormai non avrebbero più potuto fermarsi, per dirgli che non l'aveva mai fatto.

Ma perché? Perché con lui, in una notte che non avrebbe avuto seguiti?

Forse perché per lei quello della notte scorsa non era stato solo “un modo migliore per festeggiare il 28 all'esame”..

Sospirò sperando con tutte le forze che non fosse così.. ma allora perché l'avrebbe fatto?

I chiarimenti, comunque, non tardarono ad arrivare.

Appena la ragazza si svegliò, infatti, cominciò l'interrogatorio.

-Perché non me lo hai detto prima?- le chiese bruscamente.

Lei sbuffò e si stropicciò gli occhi per metterlo a fuoco -Buongiorno anche a te

-Scusa. Buongiorno- fece allora lui, con più calma, per poi ripetere -Perché non me l'hai detto prima?

-Non mi pare che ieri notte ti sia fatto molti problemi- ribatté seccata.

Lui alzò entrambe le sopracciglia -Sai, non era facile ragionare con te che non facevi altro che strusciarti sul mio... -preferì non finire la frase

Rebecca sospirò -Tanto ti saresti messo a ridere.. -mugugnò con amarezza fra i denti

-A ridere?

Cercò di tagliar corto -Senti, non volevo che tu mi travolgessi con questo fiume di domande, ecco perché non te l'ho detto

Lui si accigliò -Che vuoi dire?

-Che volevamo semplicemente una notte di divertimento tutti e due, solo che siccome sono stata io a proporla, la cosa sembra strana! Questo è l'egoismo di voi maschi -e, con il lenzuolo arrotolato attorno al corpo, recuperò in fretta i vestiti e andò in bagno

-Questo adesso cosa c'entra? -chiese Raul raggiungendo la porta senza trovare una coerenza fra l'egoismo maschile e quello che era successo fra loro -Vorrei solo capire perché hai deciso di regalare a me una cosa così importante

Rebecca, intenta a rimettersi i jeans, si bloccò, mentre i battiti del suo cuore invece acceleravano; decise però di bloccare quei salti di gioia sul nascere, in attesa che la seconda personalità di Raul, contorta e malefica, rovinasse tutto

-Era la prima volta per te.. -aggiunse infatti lui

Ma certo: non era “una cosa così importante” perché il corpo era il suo, ma semplicemente perché non lo aveva fatto suo nessuno prima di allora.

Sbuffò, tirandosi su la lampo con violenza

-Senti -disse con tono scocciato -Te lo ripeto, io avevo voglia di divertirmi, tu anche. Punto! -ringhiò infilandosi il maglione e lanciando solo uno sguardo distratto nello specchio alla propria immagine sconvolta, che testimoniava quanto poco fosse riuscita a dormire quella notte dopo essere stata con Raul.

Poi aprì la porta, ritrovandoselo davanti.

-So che a casa tua sei abituato a girare in uno stato pressoché simile a quello dell'uomo erectus -disse distogliendo subito lo sguardo dal suo corpo -ma almeno quando sei qui, sei pregato di metterti qualcosa addosso

Fece per andarsene, ma Raul la bloccò trattenendola per un braccio -Rebecca

-Che vuoi?

Non le piaceva quello sguardo serio e penetrante, la sua espressione diceva tutto: stava cominciando a capire quello che lei provava nei suoi confronti, il motivo reale per cui era stata con lui, e questo Rebecca non poteva permetterlo. Altro che festeggiare uno stupido voto a uno stupido esame..

-Ok, vuoi tutta la storia? -chiese allora mentre la sua mente lavorava in fretta per escogitare qualcosa

-Sì -fece lui con decisione, lasciando andare il suo braccio

L'illuminazione arrivò repentina e Rebecca decise di tirare in ballo il suo ex.

-Tom mi ha lasciata perché non volevo fare sesso con lui -spiegò allora -Qualcosa abbiamo fatto, ma non gli bastava, e io volevo.. dimostrare a me stessa di non essere quella “bambina testarda e insicura” che lui diceva che fossi. E qui entri in gioco tu -deglutì e decise di rendere il tutto ancora più convincente -Quando lo abbiamo incontrato l'altra sera, la voglia di dimostrarmi tutto questo, è diventata ancora più forte e quindi.. -allargò le braccia.

Aveva detto tutto fissando un punto indeterminato oltre le sue spalle, nonostante il suo sguardo perforante le fosse addosso: non voleva che capisse che stava mentendo. La prima parte era vera: Tom l'aveva davvero lasciata per quello e le aveva davvero dato della bambina testarda e insicura, ma tutto il resto, era una bugia bella e buona. Lei amava Raul, ecco perché quella notte, era stata in quel letto con lui.

Si arrischiò a guardarlo di nuovo. I suoi occhi la scrutavano, preoccupati e non del tutto convinti

-Se è davvero così.. -disse infatti -scusa

-Eh? -fece lei senza capire

-Scusa perché ti ho aiutato a fare una delle più grandi cazzate della tua vita

-Ma cosa stai dicendo? -chiese, indignata dal fatto che la più bella cosa che le fosse mai successa venisse definita una cazzata proprio da lui

-Perché non funziona così! -spiegò lui -Non puoi rifugiarti al letto col primo che passa per una ripicca contro il tuo ex

-Primo non era assolutamente una ripicca, te l'ho spiegato, e secondo tu non sei il primo che passa!

No, decisamente non era il primo che passa.

-Ma non sono neanche la persona che ami -ribatté lui

Oh, quante cose che non sai.. e soprattutto che non vuoi sapere, come dice Elisa

-Vuoi dirmi tu con chi avrei dovuto fare l'amore la prima volta? -ancora quel termine “sbagliato”..

-Non con me

Crack.

Mille pezzettini di cuore si frantumarono in un istante solo. Erano bastate tre parole.

Non con lui. Non io e te..

Rebecca deglutì stringendo i pugni -Potevi dirlo prima che non ti andava -sibilò fra i denti guardandolo con una rabbia che non avrebbe mai pensato di poter provare nei suoi confronti. Ma probabilmente erano le scariche elettriche che precedono il dissanguamento; come una lampadina che prima di rompersi definitivamente, emana la luce più brillante che abbia mai fatto.

-Non intendevo questo -fece Raul

-Lo hai espresso benissimo cosa intendevi -replicò lei posandosi le mani sui fianchi

-Rebecca, tu mi piaci e anche tanto -fece allora lui, cominciando a spazientirsi -mi sembra che sia chiaro

Non ti piaccio io, ti piace il mio corpo..

-E a me sembra chiaro anche che non tutte siamo come la tua cara Nicole -ferita dalle sue parole, decise di fargli male, in alternativa allo scoppiargli a piangere addosso -scommetto che sei stato il primo per lei!

-Che c'entra adesso? -chiese con un tono improvvisamente stanco passandosi una mano sulla fronte

Ben ti sta pensò Rebecca con cattiveria. Voleva solo che se ne andasse di lì, che la lasciasse a crogiolarsi da sola, in pugno al dolore, e più lo trattava male, più speranze aveva di ottenerlo.

-C'entra che se lei la prima volta ti dice che lo fa per “amore” -mimò le virgolette con le dita - ma poi ti tradisce, sempre per “amore” ovviamente, io posso benissimo farlo con il primo che passa senza ferire nessuno!

Lui, prima di parlare, inspirò, con la mascella serrata -Ok, meglio che vada

-Sì -concordò lei

Raul tornò in camera e si vestì rapidamente, mentre Rebecca rimase appoggiata al muro del corridoio, senza dire una parola.

Aveva ottenuto quello che voleva: Raul se ne stava andando, e forse era riuscita persino a fargli provare un briciolo di dolore in risposta alla sofferenza che le sue parole le avevano causato.. e allora perché non si sentiva per niente soddisfatta? Perché sentiva che era tutto sbagliato?

Quando il biondo fu pronto, raggiunse il portone sempre senza dir niente, girandosi a guardarla solo un attimo prima di uscire.

Lei ricambiò lo sguardo, ma non ci fu nessun accenno di saluto né di sorriso; Raul uscì e, poco dopo, la ragazza sentì il rombo dell'auto che partiva e si allontanava.

Fu allora che si accasciò a terra cominciando a piangere.


°°°


-Io pensavo che non ti avrei più rivista

-E questo ti ha autorizzato a trattarmi da schifo?

-Non ci eravamo promessi niente

-Già, però almeno un “ciao” me lo avresti potuto dire!

Fran sbuffò seccata, quella conversazione non aveva né capo né coda. Era nella saletta di musica con Dario, in attesa del resto della band; il ragazzo le aveva chiesto di venire ad assistere alle loro prove e lei aveva accettato di buon grado, non immaginando però che Dario l'avrebbe fatta andare lì un'ora prima dell'arrivo di tutti gli altri.

-Non c'era mai tempo per parlare, per spiegarti.. così l'ho creato -si era giustificato

-Ti è mai passato per l'anticamera del cervello che forse io non voglia parlare con te di questo?

-Sì, ecco perché ti ho fatta venire qui senza dirti che gli altri sarebbero arrivati... un po' dopo

-Arrogante e presuntuoso come al solito!

Ed ora erano lì già da tanto, ma senza aver concluso niente.

-Senti, mi dispiace per quello che ho fatto -ripeté Dario per la quinta volta

-Ti dispiace perché ci siamo reincontrati -sbraitò lei -Altrimenti saremmo stati tutti tranquilli, no?

-Non è così

-Certo, d'altronde sei un stinco di santo che pensa prima agli altri che a se stesso -disse in tono ironico e acido

-Dovevamo partire tutti e due, eravamo in vacanza -ribatté lui -Non volevo legarmi a te

-In effetti dicendo un semplice “buongiorno” o anche un “ciao” si instaura un legame particolare fra due persone -commentò, sempre sarcastica

Dario sospirò, massaggiandosi le tempie -Perché devi essere sempre così polemica? Io ci sto provando, ok? Ma così non mi aiuti

-Ma provando a fare cosa?! -urlò con voce estremamente acuta -Io non voglio che tu provi a fare nien..

-A dirti che mi piaci! -replicò lui sovrastandola -Mi piacevi e mi piaci anche adesso!

Frannie fece una smorfia, ma abbassò il tono e distolse lo sguardo -E ti viene in mente adesso! Forse ti piacevo ma non abbastanza da impegnarti in quella che sarebbe potuta essere una storia a distanza

Lui annuì -Bene, su questo ti do ragione: non sono perfetto, non sono il principe azzurro. Ma tu mi piaci, mi piaci davvero, e ora siamo qui tutti e due. Non ti sto chiedendo di perdonarmi oggi.. ma di pensarci, almeno.

La ragazza lo guardò e incrociò le braccia sotto al petto-Sei uno stronzo

-Lo so. Scusami

-Ma vaffanculo, Dario!

Lui sospirò -Ci penserai?

Frannie fece la vaga, scrollando le spalle -Forse

Il ragazzo, tutto sommato, sorrise -E' già qualcosa. E io confido in quella minuscola parte di te che sembra volermi dare un'altra possibilità

Fran sollevò un sopracciglio -Tu sei convinto che ci sia? Perché io non tanto..

-E allora perché la sera di capodanno ti sei presa cura di me in quel modo?

Sbuffò -Perché sei il solito coglione che non sa badare a se stesso, mi pare ovvio -scrollò le spalle -Qualcuno doveva pur pensarci a te.

Lui sorrise e si avvicinò per darle un bacio sulla guancia

-Levati! -protestò spingendolo via

-Agli ordini -fece un passo indietro sollevando le mani

In quel momento, la porta della saletta si aprì

-Ciao Raul! - salutò Dario

-Ciao -rispose lui senza nemmeno guardarli

Dario e Fran si scambiarono uno sguardo perplesso

-Tutto ok? -chiese Frannie

Lui allora sollevò lo sguardo con stupore -Ciao, Frannie

Dario lo guardò con sospetto -Ma che hai fatto? -era talmente per i fatti suoi da non accorgersi nemmeno chi ci fosse in sala e chi no

-Niente -rispose lui con una faccia che diceva l'esatto opposto -Gli altri?

-Dovrebbero arrivare tra poco, sei in anticipo.

Di fatti, poco dopo arrivarono tutti.

-..Non importa, ti ci devi impegnare! -stava dicendo Lela, entrata senza nemmeno salutare gli altri perché troppo intenta a discutere con Joey

-Ma perché? -ribatté lui -Non mi piace e non ci capisco niente!

-Come al solito, Joey -commentò Dario -Di cosa non capisci nulla questa volta?

-Bravo, hai detto bene -fece Lela

Joey sbuffò -E' per un esame che avrò tra qualche giorno

-Non ha aperto un libro! -esclamò Lela come se stesse rivelando che il suo ragazzo avesse appena ucciso qualcuno

-Anche se studiassi, non arriverei al 18!

-Questo lo dici tu!

-Oggi c'è tensione ovunque a quanto pare -commentò Rob guardando i due che battibeccavano, la faccia scura di Raul e il malumore che sembrava correre fra Dario e Fran -Magari proviamo un altro giorno..

-No! -urlarono tutti in coro; suonare, era sempre stata una valvola di sfogo per tutti

-Ok, come non detto..


°°°


-Perché oggi non siete venute a sentire i ragazzi? -chiese Fran mentre cenava con le altre due ragazze.

-Io ieri sera sono stata con Ned -spiegò Melissa -E anche oggi pomeriggio..

-Giusto: il vostro primo anniversario! Auguri!

Melissa sorrise -Grazie

-E tu perché non sei venuta, Rebecca?

La ragazza scrollò le spalle -Avevo sonno, ho passato la giornata a dormire

Il che, naturalmente, non era vero: aveva passato buona parte del tempo a piangere, come una stupida.

Non rimpiangeva di aver mandato via Raul, non avrebbe voluto piangere di fronte a lui ma l'astinenza da lui, dopo averlo sentito così vicino, era tremenda, forse anche più di quanto sarebbe stato averlo di nuovo come “amico”: ecco perché aveva deciso che prima o poi, trovata la forza, sarebbe andata a chiedergli scusa per come lo aveva trattato quella mattina.

Allora forse le cose si sarebbero aggiustate.. o forse no.

-Hey, Rebecca, cos'hai? -chiese Melissa allarmata

Rebecca sollevò lo sguardo e vide che anche Fran la guardava preoccupata: senza accorgersene quasi, si era presa la testa fra le mani, chiudendo gli occhi e sospirando

-Niente -mentì -Scusate, sono veramente rintronata oggi.. dicevate?

Le due si scambiarono uno sguardo

-Sicura che vada tutto bene? -chiese Melissa

-Benissimo

Non poteva dirlo alle sue amiche.. o forse non voleva. Da ragazzina, si era sempre immaginata la chiacchierata con loro riguardo “la prima volta” come qualcosa di allegro, bello, fantastico, anche misterioso, con sorrisetti e sguardi divertiti, magari chiuse in una stanza a parlare sottovoce..

Ma adesso che era cresciuta, si rendeva conto che la realtà era ben diversa, che “niente va come ti saresti aspettato”, come le aveva detto Raul, in quella serata di capodanno che sembrava lontana secoli.

-Sei strana -commentò Frannie -Lo siete tutti oggi!

-Che vuoi dire? -chiese Melissa

-Anche Dario e Raul erano strani -rispose la ragazza e, immediatamente, guadagnò l'attenzione di Rebecca -Raul era taciturno, sembrava parecchio pensieroso.. non ha preso nemmeno un accordo giusto, ripensandoci

Rebecca distolse lo sguardo. Forse pensava a lei.. e provò di nuovo un brivido di paura ripensando alla sua espressione, quando le era sembrato che avesse capito tutto.. perché Raul era bravissimo a capire gli altri, questo era sicuro, però forse lei era riuscita a confonderlo con quella storia per metà vera su lei e Tom.

-E Dario invece che aveva? -chiese Melissa

Frannie sospirò e raccontò del discorso che le aveva fatto.

Rebecca lasciò da parte i propri pensieri, concentrandosi sull'amica e su quello che, lo sapeva bene, era stato sicuramente un momento importante per lei -E.. che cosa pensi di fare? -le domandò

La ragazza scrollò le spalle -Non lo so , non mi importa niente

-Certo, dici sempre così -la canzonò Melissa

-Vedremo se saprà meritarmi! -esclamò allora con un fare altezzoso che fece ridere le altre due

-Secondo me dovresti dargli una seconda possibilità

-Tu daresti una seconda possibilità a chiunque, Mel -le fece notare Rebecca

-Però penso che Dario ne abbia davvero diritto

Fran storse il naso -Forse.

Rebecca rise -Menomale che non gliene fregava niente -bisbigliò sottovoce, e Melissa le fece l'occhiolino.

Nonostante le risate delle amiche e la loro compagnia, la tirassero sempre su di morale, quella notte Rebecca, da sola in quello stesso letto, sentì un freddo enorme, di quello che viene da dentro; impensabile dato che, circa 24 ore prima, stava invece ardendo di passione come mai prima.

Ma adesso tutto sembrava invecchiato, vuoto.. lo stesso letto era fin troppo spazioso, e le lenzuola troppo fredde senza il corpo di Raul a riscaldarle.

Lacrime silenziose la accompagnarono nel silenzio di quella lunga e insonne notte.

Sapeva che il “dopo” avrebbe fatto male, malissimo.. sapeva che soffrire per amore non è paragonabile a niente che sia altrettanto doloroso.. ma non immaginava tanto.

**********************************

SarettaCullenWriter: Sì sei stata la prima!=D Comunque dalla notte fra Rebecca e Raul non è nato niente, anzi, hanno pure "litigato"! xD Sarebbe prematuro far nascere adesso una storia fra loro.. anche se Rebecca ormai è palesemente cotta.. il  problema è Raul!! Bacioniiiii!

C4rm3l1nd4: Ahahahahhaha il radar per le vergini lo dovevo ancora sentire XDXDXD Comunque vedi che Nicole è servita a qualcosa alla fine? Essendo stato prima con lei, Raul ha saputo rapportarsi meglio con Rebecca ù.ù Giusto a questo però.... No, non credo che vedremo mai Nicole incinta (come ti è venuta l'idea??) ma certo è che tornerà.. ti chiedo di nuovo scusa per la presenza stressante di questo personaggio malefico, ma è necessaria.. Grazie mille per i complimenti e per le recensioni sempre divertenti! xD Bacioni =)

Marti_18: "Il Bambolotto" XDXDXD in effetti gli si addice: biondo occhi azzurri, roba da far concorrenza a ciccio bello! ..Tu sai però che non ti posso rispondere, vero?? Altrimenti che gusto ci sarebbe?! xD (sia per te che leggi che per la mia vena sadica.. mwhahahaha!) Comunque se Raul tornerà con Nicole lo scoprirai presto, non ti preoccupare.. Mi fa piacere che ti sia piaciuto il pezzo in cui Rebecca dice "Delicatamente" anche perché, sì, è stato quello a dare il titolo alla storia (e non solo.. ma di questo ne parleremo negli ultimi capitoli xD) Ti ringrazio per i complimenti!! Baci =)=)

LaNana: Dai tempo al tempo, sia per il tuo capitolo che per Raul: al primo perché così verrà meglio e convincerà di più anche te (me golosa di The Chace *.*) e al secondo perché devono ancora succedere taaante cose interessanti... Ps sono contenta se non ti piacciano Liz e Dani.. perchè questo vuol dire più speranze per Luuuuuuuuuuuuuuuke!! =D=D ..Bacioni!!

kia_85: La risposta alla tua domanda non è ancora arrivata. Rebecca vuole cercare di instaurare di nuovo un rapporto di amicizia, ma sarà possibile? O il tentativo fallirà in poco tempo? Comunque grazie mille per i complimenti per il missing moment!! Sono contenta di essere riuscita a trasmettere le sensazoni di Rebecca, e accetterò molto volentieri il tuo tir di cioccolato (gnamgnam!)xD Baciiii!

Jasmine230: tranquilla, la penso come te: niente storie, per il momento. Solo col tempo si vedrà... grazie per il complimento! Bacii!

namina89: Hola anche a te!xD Grazie mille per il "fantastica" e per avermi aggiunta fra gli autori preferiti =D=D ..Facendo sognare voi (e sono contentissima di riuscirci, grazie per avermelo detto!) contemporaneamente sogno anch'io XD Ecco perché mi piace così tanto scrivere *.* Grazie ancora e spero anche questo chap ti sia piaciuto. Baci!

York: Purtroppo è vero, Rebecca non sarà certo la sola ad aver vissuto una situazione del genere.. grazie comunque per il complimento =) A presto!

Grazie a ilary92, freya, angio, vallinda (bentornata!=D), Oo_Vanessa_oO, bimbic, mimi14, mayetta e LeleChan97 per aver inserito Delicatamente fra le sotrie seguite; grazie a Newille e lampra per averla inserita fra le storie da ricordare e a laga92 per averla inserita fra le preferite =DDDDD

Naturalmente grazie anche a chi legge in silenzio ;) 

Baci a tutte mie care, al prossimo capitolo!

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Capitolo 10
*** Quando tutto cade a pezzi.. ***


Capitolo 9. Quando tutto cade a pezzi..


I'm strong on the surface..

Not all in the way through”

(Linkin Park – Leave out all the rest)


DRIIIIIN

-Che palle -commentò Raul stropicciandosi gli occhi mentre andava ad aprire la porta

Il campanello suonò di nuovo

-Arrivo Joey! -urlò, per poi andare a sbattere contro un muro -Porca miseria..

Arrivato indenne alla porta, aprì

-Come facevi a sapere che ero io? -domandò Joey senza aspettare che l'amico lo invitasse a entrare

-Chi altri può essere che alle 9 di mattina dell'ultimo giorno di vacanza si attacca al campanello di casa mia come un ossesso? -domandò retoricamente

-Io! -rispose Joey

-Come se fosse una cosa bella..

-I tuoi? -chiese accomodandosi sul divano

-Al lavoro -rispose imitandolo -E Claudia è a scuola.. e io ero nel letto a dormire!

-Ecco perché hai questa faccia da zombie! Ma non hai freddo in mutande?

Raul sbuffò -No, è la mia tenuta notturna e anche mattiniera quando non c'è lezione.. comunque, che ci fai qui?

-Ti devo parlare

Il biondo sbadigliò -Dimmi..

-Però non addormentarti, è una cosa seria

-Ok -rispose, reprimendo un altro sbadiglio

Joey sospirò -Non mi piace giurisprudenza

-Non è una novità

-Lo so. Ti ricordi l'esame per cui Lela mi incitava a studiare?

-Sì

-Ho preso 13

Raul sospirò -E' abbastanza grave.. forse dovresti solo stud..

-Non mi va di studiare di più -lo interruppe lui -Io voglio.. lasciare.

-Come vuoi lasciare? -saltò su Raul, d'un tratto sveglissimo -Ma sei matto? I laureati faticano a trovare lavoro, tu che vorresti fare, che hai solo il diploma?

-Non lo so.. E c'è anche un'altra cosa: Lela era così contenta quando ho scelto giurisprudenza.. diceva che era una cosa da “cervelloni”.. non so come dirglielo, adesso

Raul ci pensò qualche istante -Cambia facoltà. Lascia giurisprudenza, ma non lasciare l'Università

Joey sospirò grattandosi la testa -E che vado a fare?

-Qualcosa che ti piaccia sul serio

Joey scrollò le spalle -Ho scelto giurisprudenza perché mi sarebbe piaciuto fare il notaio e guarda come sono finito

-Joey, tu non sapevi nemmeno cosa fosse un notaio, e scommetto che non lo sai neanche adesso

-Dettagli..

-Dai, ci sarà pur qualcosa che ti piace fare

-Certo: suonare

-A parte quello..

-Ora non mi far dire cose sconce!

Raul sbuffò -Ti prego, non iniziare di prima mattina, non è davvero il momento più adatto

-E' sempre il momento, invece! -e gli diede una gomitata

-Se il tuo discorso serio è finito qua, puoi anche andartene

-Hey! -fece Joey risentito -Perché d'un tratto sei diventato la personificazione vivente di un limone? Volevo solo dire una cosa simpatica

-Be', non ci sei riuscito!

Joey lo scrutò un attimo -Sai una cosa? Ti ci vorrebbe proprio un po' di sano sesso

-Ma che ti salta in mente?!

-E che cavolo, ti sei infastidito per una mezza battutina.. Non mi dire che dopo Nicole non c'è stata nessun altra

-Non sono fatti tuoi -sentenziò alzandosi -Ora, se non ti dispiace, vorrei tornare a dormire

-Come non sono fatti miei?! -chiese, rimanendo ben ancorato al divano -Sono il tuo migliore amico!

-Sì, ma certe cose me le tengo per me

-E da quando?

Raul sospirò e Joey lo scrutò con ancora più attenzione; il biondo non si oppose, né cercò di sfuggire al suo sguardo, tanto sapeva che prima o poi Joey, che praticamente lo conosceva meglio di sua madre, ci sarebbe arrivato

-Tu.. tu sei stato con qualcuna! -esclamò infatti

Il biondo non disse niente, continuando a sorreggere il suo sguardo. Distinse nettamente l'attimo in cui Joey realizzò, perché un lampo di comprensione si accese nei suoi occhi -No! -esclamò felice come una pasqua -Rebecca!

A quel punto, il biondo si sedette di nuovo accanto a lui

-Quanto ci speravo! Mi avete fatto vincere 20 euro!

-Come?! -fece Raul

-Niente lascia stare, una scommessa con Lela: secondo lei l'avreste durata fino a primavera -sorrise compiaciuto

-Che carini che siete.. comunque ti prego di non appendere i manifesti

-Ok, muto come un pesce! Ma quando è stato?

-Tre giorni fa -rispose subito

-Quindi state insieme?

-Certo che no! -esclamò Raul, e il sorriso dell'amico andò via rapido come una scheggia -A dire il vero non ho capito bene neanch'io come ci siamo arrivati su quel letto..

Così Raul raccontò di come Rebecca avesse proposto quel modo “alternativo” di festeggiare

-Sesso fra amici -commentò Joey -Quindi ora siete trombamici

-JOEY!

-Scusa, è più forte di me, ma ora faccio la persona seria -piccola pausa -Vai avanti

Gli disse che per lei era stata la prima volta, e gli ripeté la spiegazione che gli aveva fornito in merito

-E tu ci credi?

Lui scrollò le spalle -Non lo so Joey, c'era qualcosa che non quadrava. Anche perché poi ha cominciato a parlare di Nicole

-Nicole? E perché?

-Bella domanda.

-E tu che hai fatto?

-Sono andato via

-Oh -fece Joey -Lela ti riempirebbe di accidenti e forse anche di cazzotti a questo punto

-Guarda che è lei che ha voluto mandarmi via! Se avessi voluto andarmene come un perfetto stronzo, l'avrei fatto direttamente quella sera, subito dopo essere stato con lei.

-Ok.. ma perché voleva mandarti via?

-Perché continui a farmi domande a cui non so rispondere?

Joey sollevò le sopracciglia -Non sai o non vuoi rispondere?

Raul sospirò, prendendosi la fronte -Non lo so

-Tu lo sai vero, che se una ragazza arriva vergine ai 20 anni e improvvisamente decide di fare l'amore con te inventandosi una storia sul suo ex, il motivo non può che essere uno solo..

-Invece magari quella storia non se l'è inventata -ipotizzò Raul come ultima speranza -Lei è una ragazza sincera

-Metti allora che fosse vero il fatto che lui l'ha lasciata perché lei non voleva farci l'amore, questo ci può stare. Ma Rebecca non mi sembra la tipa che per “dimostrare qualcosa a se stessa” abbia bisogno di fare una cosa del genere..

-Neanche a me -sospirò Raul rassegnato

-E allora la risposta è chiara

Il biondo scosse la testa -Adesso mi sento uno stronzo, anche se l'idea è stata sua

-Tu non potevi sapere

-E ora che so, che devo fare?

Joey ci pensò su qualche istante -Assecondarla, credo. Se lei vorrà ristabilire un rapporto di amicizia con te, non glielo devi negare. Magari non ci andare a letto un'altra volta, questo no.. ma Raul.. tu sei sicuro che non vorresti..?

-No -rispose ancora prima che l'amico finisse la frase -Niente storie, niente impegni, niente amore. Che poi lo vedi, questa è l'ennesima conferma che fa solo soffrire!

-E allora io e Lela? Siamo un caso a parte?

Lui scosse la testa -No.. anche voi avete avuto i vostri momenti bui, quando vi siete lasciati per quel periodo.. era proprio capodanno se non sbaglio.

-Sì -rimembrò Joey con un groppo alla gola.

Infatti, l'anno precedente Joey era finito nei casini con la droga.

No, non era diventato né un tossico né uno spacciatore ma, una sera ad una festa dove circolava “roba”, lui era talmente ubriaco che si era lasciato convincere da dei tipi piuttosto loschi a farsene un bel po'.

Naturalmente il giorno seguente era stato malissimo e questo lo aveva convinto a non cercare più per niente al mondo di farsi una dose.

Il punto era che quei tizi, in un modo o nell'altro, erano riusciti a rintracciarlo, informandolo che la roba non era stata un regalo e pretendendo una somma molto, troppo elevata in cambio.

Joey aveva cominciato con il restituirne solo poche parti alla volta, suscitando l'ira degli spacciatori che così avevano cominciato ad avanzare minacce non contro di lui, ma contro le persone più vicine a lui. Il ragazzo, preoccupandosi degli amici, e principalmente di quella che già allora era la sua ragazza Lela, aveva cominciato a distaccarsi da loro, estraniandosi sempre di più nel disperato tentativo di riuscire a proteggerli in tal modo.

Ma tutto quello che aveva ottenuto, era stato essere lasciato da Lela, troppo frustrata a causa del suo comportamento sfuggente.

A Raul però questa faccenda era sempre puzzata e così aveva deciso di “indagare”, scoprendo alla fine tutto quello che era accaduto all'amico. Gli spacciatori però, vedendoli insieme, avevano deciso di prendersela con Raul per concretizzare le minacce fatte a Joey.

Il biondo le aveva prese, ma anche date e, grazie a questo, era riuscito a scendere a patti con loro, facendo concedere a Joey un ulteriore mese per pagare il prezzo della schifezza che si era fatto.

I due avevano informato il resto del gruppo, compresa Lela, della situazione e, insieme, avevano iniziato a suonare al Corsaro Rosso, il locale della zia di Lela dove ancora adesso continuavano a lavorare; con la somma ricavata, Joey aveva pagato quei tizi, che non si erano più fatti sentire.

Lela, compresa la situazione, era tornata da lui e i due da allora non si erano più lasciati.

-Noi ne siamo usciti -Joey decise di portare la propria storia come esempio -Io e Lela abbiamo sofferto, ma poi ci siamo amati anche più di prima

Raul annuì -Infatti siete fortunati. Anche io e Nicole abbiamo sofferto, e guarda com'è finita

Joey sbuffò reclinando la testa all'indietro -Ti stai flagellando da solo con questa psicologia del cazzo, lo sai, vero?

-Lascia stare, Joey, tu non..

-Io posso capire -lo precedette con esasperazione, quasi rabbia -Perché ho visto come stavi dopo il tradimento di Nicole e che tu ci creda o no, ho sofferto con te, l'ho odiata con te! Ho rispettato i tuoi tempi, comprendendo che un po' ce ne sarebbe voluto prima che tu ti rimettessi in sesto.. ma cazzo, Raul ormai ne sono passati di mesi! E' tempo che tu cominci anche un po' a riaprirti al mondo esterno, invece di stare sempre così a dire che tutti ti vogliono fregare. Non premettere a quella stronza di condizionarti anche adesso che se ne è andata!

Il biondo si grattò la testa, piuttosto impressionato dalle parole dell'amico -A volte mi fai paura

-Perché? -domandò senza capire -Comunque devi darti una smossa, sul serio.. oppure, perché no, lasciare che sia Rebecca a smuoverti.

Raul scosse la testa

-Un po' ti piace se ci sei finito a letto -gli fece notare

-Certo, ma..

-E non solo fisicamente -precisò -Non puoi negarlo, e non puoi negare nemmeno che un po' ti è mancata in questi tre giorni -considerò una conferma la smorfia che fece l'amico -Lascia che questa ragazza ti sconvolga, dalle la possibilità di prenderti come fece un tempo Nicole.. e vedrai che questa volta andrà bene.

A Joey quasi non sembrò vero: osservò l'amico, tutto concentrato sulle sue parole, e gli sembrò che un accenno di sorriso stesse lentamente comparendo sul suo volto.. poi però tornò freddo e serio come volevasi dimostrare.

-No -decretò

Joey annuì -Mi aspettavo una risposta del genere. Però sono convinto di averti messo in crisi, almeno un po'

Il biondo sospirò

In quel momento, il campanello suonò ancora

-Chi è? -chiese Joey a Raul

-E che ne so mica ho la palla di cristallo -si alzò

-Vedi che non sono l'unico che si diverte a tirarti giù dal letto nell'ultimo giorno in cui avresti potuto dormire?! -gli fece notare mentre lo accompagnava all'ingresso

Raul aprì, trovandosi di fronte l'ultima persona che si sarebbe aspettato in quel momento; non disse niente e, anche lei come lui, lo fissava in silenzio, avvolta in una sciarpa pesante.

-Ciao, Rebecca -fu Joey a rompere allegramente il ghiaccio una volta apparso alle spalle di Raul -Entra -la invitò come se fosse a casa sua -Io stavo andando via

-Ciao Joey -rispose allora lei scollando gli occhi da quelli di Raul e sorridendo al ragazzo

Joey lanciò un ultimo sguardo a Raul, salutando con un cenno che il biondo ricambiò solo distrattamente.

Quando furono soli, Raul chiuse la porta, rimanendo di fronte a Rebecca senza trovare niente da dire; fu lei a parlare per prima -Perché tutto questo disprezzo verso i pigiami?

Lui all'inizio non capì, poi abbassò lo sguardo in quello che sembrava un flashback di qualche settimana prima e rise -Hai ragione, adesso vado a vestirmi

-No, lascia stare -fece lei scrollando le spalle e dirigendosi in salotto -Tanto, ormai..

Raul deglutì e la seguì, sedendosi a sua volta -Sei.. mattiniera -disse, tanto per non far calare un silenzio imbarazzante.

Si ritrovò all'improvviso a rimpiangere quegli attimi in cui era stato consapevole di poter dire di trovarsi bene con lei sia a chiacchierare che a stare in silenzio.. a quando suonavano insieme e le loro mani si sfioravano, anche per sbaglio.. a quando ridevano per niente, a quando parlavano d'amore distesi sul pavimento.. a quando lei si era addormentata sulla sua spalla..

-Un po' -rispose lei tenendosi sul vago -Invece scommetto che tu dormivi ancora quando Joey è passato qui

-Sì -sorrise, ma non di un sorriso del tutto spontaneo

Rebecca, che non sopportava tutto quello stressante imbarazzo, decise di andare subito al dunque -Senti, Raul, volevo chiederti scusa per quello che ho detto l'altra mattina. Mi dispiace, non dovevo, io non conosco questa Nicole e..

-Non preoccuparti -la interruppe lui -Non fa niente, sul serio. Ripensandoci, anzi, avevi anche ragione -aggiunse

Lei sospirò -Quindi è tutto come prima?

-Tutto, no..

-A parte quello -precisò allora lei, come fingendo che fosse stata una cosa da niente -Possiamo tornare ad essere amici?

Il biondo non sapeva quanto la ragazza credesse veramente alle proprie parole, così la scrutò qualche istante.

-Dai, non guardarmi così! -si spazientì lei -Sono sempre io, non è che mi hanno scambiata con qualcun'altra

Invece sembra proprio così pensò Raul.

La Rebecca che conosceva lui, diceva sempre quello che pensava chiaro e tondo, bello o brutto che fosse; adesso invece, aveva il sospetto che la ragazza gli stesse nascondendo qualcosa, qualcosa come i veri sentimenti che provava nei suoi confronti.

Non che volesse sentirselo dire, ovviamente no. Ma aveva anche paura che la ragazza, così facendo si stesse facendo solo del male.. stargli vicina come amica, ma in realtà celare molto più dentro sé..

Ti metteresti a ridere”, ricordò le sue parole la mattina dopo che erano stati insieme.. e si ricordava di aver detto, in una delle loro innumerevoli conversazioni, che si sarebbe messo a ridere se qualcuno gli avesse detto “ti amo”.

Cazzo.

-Va bene -si affrettò a dire con un sorriso -Amici come prima

Anche lei sorrise. Ma Rebecca era un tipo schietto, e probabilmente non sarebbe riuscita a tenersi tutto dentro ancora per molto..


°°°


Il primo giorno di lezione dopo le vacanze è sempre un dramma: lo testimoniavano le facce sconvolte degli studenti che uscivano dall'università dopo la fine delle spiegazioni.

Rebecca e Raul camminavano in silenzio l'uno affianco all'altra per i corridoi, mentre Fran e Melissa alle loro spalle chiacchieravano allegramente.

-Oggi hai da fare? -provò a chiederle Raul

-No, perché? -domandò

-Potremmo.. ricominciare a studiare per Analisi. Se ti va.

-Certo -sorrise

Eppure Raul ricordava certi suoi sorrisi molto più belli e molto più veri.. è proprio vero che il sesso cambia tutto pensò con tristezza. Quella Rebecca era più forzata, meno spontanea di quella che aveva conosciuto un tempo.. quella che gli mancava.

-Bene -disse apparentemente tranquillo -Allora andiamo a casa mia?

-Ok -rispose lei

Ma una volta arrivati al parcheggio, la situazione mutò notevolmente: Raul si bloccò di botto, mentre gli occhi presero a fissare un punto ben preciso avanti a sé.

-Perché ti sei fermato? -chiese Rebecca perplessa; poi seguì il suo sguardo, che conduceva al suo motorino.. dove c'era, girata di spalle, una ragazza alta e magra dai lunghi capelli biondi.

-La conosci? -gli chiese dato che sembrava proprio che la ragazza aspettasse qualcuno.

-Sì -rispose lui, sempre fissandola.

In quel momento, Nicole si voltò.

*****************

Ta-da-da-daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.. ta-da-da-daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Ok, so che già mi avreste uccisa volentieri a causa dell'ENORME ritardo nel pubblicare questo capitolo, ma adesso con questa bella sorpresina, ho il forte sospetto che vi farete venire in mente cose altamente peggiori.........

No, davvero, scusatemi tanto, ma fra un'autogestione (che sottolineo durava fino a sera ù.ù) diventata poi occupazione vera e propria, nelle scorse due settimane ho vissuto a scuola.. comunque da adesso riprenderò a pubblicare normalmente, anche se per il prossimo capitolo credo prorpio che dovrete aspettare le vacanze natalizie...

Parlando invece di questo capitolo, mi sono divertita a riprendere il rapporto d'amicizia tra Joey e Raul che mi sembrava di aver trascurato un po' troppo fino ad ora.. quella specie di riassunto dell'avventura di Joey con la droga era per far capire a chi non avesse letto l'altra storia quello che è successo :P

Non ho nemmeno nominato Dario e Fran... ma questo avrebbe comportato un capitolo più lungo e quindi altri giorni d'attesa (comunque non me li sono dimenticati, tranquille xD).

Per il resto, come vi ho anticipato tra le righe, la verità di Rebecca verrà a galla in un modo o nell'altro.. ma cosa combinerà Nicole??

Spero di avervi incuriosite abbastanza xD 

Vi chiedo ancora scusa per l'attesa... un bacio grandegrande a tutte voi, mie pazientissime lettrici *.*

namina89: Salve! Rebecca non è una che si accontenta facilmente.. ha fatto l'amore con Raul, ma non le basta questo, o tutto o niente.. ecco perché quella in cui si trova in questo capitolo è solo una fase di transizione! Sono comunque contenta che ti sia piaciuto il capitolo (bella la frase a effetto xD)! Bacioniiii

Jasmine230: Grazie mille per i complimenti e scusa per l'attesa! Stiamo tutte soffrendo con Rebecca T.T ..e ora è arrivata pure Nicole! Che succederà??

SarettaCullenWriter: Raul e Rebecca hanno fatto pace... in teoria. Perché in verità i rapporti tra loro sono ancora molto tesi, ed ora è anche tornata Nicole tanto per complicare le cose.. sono contenta che tu sia una sostenitrice di Dario e Fran! :D Bacioni!!

kia_85: Ahahahaha "doddo" xD comunque no, Raul non ci ha creduto! Ma quando ha capito ha fatto finta di niente -.- Uomini con le palle.. però secondo me sei una veggente: hai azzeccato in peino quando sarebbe ricomparsa Nicole!xD ..Frannie e Dario stanno messi meglio di loro.. vedremo cosa succederà! Bacioni e grazie per i complimenti!

C4rm3l1nd4: ahahahahaha ti do perfettamente ragione: ai maschi va spiegato tutto! E qlle rare volte in cui capiscono qualcosa, sono subito pronti a far finta di niente.. ma Raul si rifarà valere, promesso.. ahahahahahah l'applauso a Dario è stato fantastico! aspetta prima di prendere a calci Rebecca,  è solo questione di tempo prima che la verità esca fuori.. e di casini, anche, dato che è tornata Nicole! >.< Ciao Marty!! Baci <3

stefuzzola xD: sono contentissima che ti siano piaciute le mie storie :D è sempre bello avere nuove lettrici xD Grazie mille per i complimenti e per aver aggiunto la storia fra i preferiti, spero che la storia ti continui a piacere! Baci!

Grazie a kera per aver aggiunto la storia fra le ricordate, a Bliss-93, francullen, ElisynaUchinha, PinkPrincess, Iris92, lady_rose, lampra e _DarkAnima_ per averla aggiunta fra le seguite e a ale_9038, icesaroni (divertentissima serie tv, la seguo anch'io xD), stefuzzola e laspy per averla aggiunta fra le preferite!

Ok ragazze, ho detto tutto.. il nuovo capitolo arriva sicuramente entro l'anno non temete xD Un bacione a tutte, ciaoooooooooooo!

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Capitolo 11
*** Né con te né senza te ***


Capitolo 10. Né con te né senza te

O ti amo o ti ammazzo, 

pioggia che annega ma rinfresca

sei una chicca che mi fotte la testa"

(Ti amo o ti ammazzo - J-ax)


Raul andò verso la ragazza, continuando a fissarla come lei fissava lui. Avvertiva solo distrattamente la presenza di Rebecca al suo fianco che lo seguiva

-Ciao -esordì Nicole tormentandosi le mani quando lui la raggiunse

-Ciao -rispose lui senza particolari inflessioni

Seguì gli occhi scuri di lei, che guizzarono interrogativi verso Rebecca; a quel punto, Raul si ricordò delle buone maniere

-Lei è Rebecca, una mia amica -esordì

Rebecca incassò questa ennesima pugnalata in silenzio

-Rebecca -proseguì lui -Lei è Nicole

Questa non poté non darla a vedere: sgranò leggermente gli occhi socchiudendo le labbra. Nicole.. Nicole, la sua ex che lo aveva tradito!

Nicole.. bella, bionda.. che aveva saputo catturare al volo l'attenzione di Raul solo con la propria presenza. Nicole, la ragazza che probabilmente glielo avrebbe portato via per sempre.

Nicole.. la ragazza tanto fortunata da essere stata amata da lui, ma tanto stupida da aver gettato tutto alle ortiche.

-Piacere -fece la bionda, porgendole la mano

Rebecca, tentò di sorridere, ma le uscì solo una smorfia mentre stringeva di malavoglia la mano di quell'arpia.

-Posso parlarti? -gli chiese -Da soli..

Non solo il fisico, ma anche la voce era bellissima.

-Certo -rispose Raul, disponibile come al solito. In quel momento Rebecca desiderò che fosse giusto un pizzico più stronzo, o forse solo un po' più giusto, per mandare a quel paese quella celebrolesa che se l'era lasciato scappare.

Ma forse lui non voleva mandarla a quel paese.. forse in quel momento, mentre lei stava soffocando dallo sforzo di non mettersi urlare di dolore, lui stava invece facendo i salti di gioia dentro di sé.

Perché Nicole, la bellissima Nicole, primo ed ultimo suo grande amore, era finalmente tornata da lui.

-Io vado -disse in fretta Rebecca

-Rebecca.. -fece Raul; la ragazza attese qualche istante ma il biondo, come era ovvio che fosse, non aveva in realtà niente da dirle. Era diventata di troppo. Scomoda, ingombrante.. superflua.

Sorrise -Ciao -e voltò loro le spalle, raggiungendo il motorino senza più voltarsi.

Si infilò il casco velocemente e, una volta salita in sella, guidò più follemente che mai

Prova a dirmelo adesso di non andare forte pensò con rabbia ma no, adesso hai da fare..

Accelerò ancora, sempre più forte, sempre più disperata.

Nicole era tornata, fine dei giochi e delle, seppur remote, speranze.

Adesso Raul non avrebbe avuto occhi che per lei e arrivederci e grazie; Lei stessa sarebbe rimasta solamente il ricordo di una notte, magari neanche tanto bello visto come lo aveva trattato la mattina seguente.

Respinse le lacrime, per non andare a sbattere contro qualche macchina nella sua pazza corsa verso casa.

Una volta arrivata, incolume e sentendosi come invecchiata di vent'anni, corse in camera, salutando di corsa Melissa, che non era andata a lezione quel giorno e che stava parlando al telefono, probabilmente con Ned.

Chiuse la porta e si buttò sul letto.

Ecco, anche quelle stronze delle lacrime si erano messe contro di lei, adesso! Prima, le saltano agli occhi nei momenti più sbagliati, rischiando di farle fare un incidente e poi, quando invece le sarebbero state davvero utili per sfogarsi un po', non si facevano sentire nemmeno per sbaglio.

Che rabbia! Pensò Rebecca, scaraventando il cuscino con forza contro la piccola libreria.

Qualche soprammobile venne giù.. ecco quale sarebbe potuto essere il suo sfogo sostitutivo al pianto.

Cominciò a tirare tutti i peluches che teneva ai piedi del letto, da quelli Disney a Geronimo Stilton; dal mobile intanto, oltre ai soprammobili, cominciarono a venir giù libri, scatolette, quaderni e portapenne..

Quando tirò la sveglia che si fracassò contro uno spigolo e poi finì di frantumarsi sul pavimento, ghignò soddisfatta. Non si stava immaginando facce di nessuno, né di Nicole, né di Raul; stava semplicemente sfogando contro quell'innocente libreria tutto il dolore che provava.

Quando cominciò con il tiro al bersaglio facendo venire giù parecchi portafoto, una in particolare catturò la sua attenzione.

L'acquario sullo sfondo.. lei che rideva come una matta e Raul tutto intento a farle il solletico.

Melissa la interruppe bussando alla porta.

-Vieni -fece Rebecca con voce leggermente tremante; stringeva ancora la foto con la cornice intatta ma il vetro spezzato.

Sentì Melissa aprire cautamente la porta; forse aveva paura che le arrivasse qualcosa in faccia

-Emh..-cominciò lanciando un'occhiata preoccupata al disastro nella stanza -Potrei sapere perché hai deciso di distruggere camera tua?

Rebecca la guardò un attimo e, inavvertitamente, scoppiò a ridere sguaiatamente -Hai ragione, sto facendo un casino

Melissa la guardò come si guardano i pazienti che portano una camicia di forza e, tempo cinque secondi, quella risata isterica si tramutò in un pianto a dirotto

-Hey.. -le si avvicinò prendendola per le spalle -Che succede, tesoro?

Rebecca si accasciò sulla sua spalla continuando a piangere -E' tornata..

-Chi?

-L'arpia è tornata e se lo riprenderà.. e io come una stupida.. oddio, che ho fatto! -e singhiozzò ancora più forte -Avevi ragione tu

-Rebecca, calmati e raccontami tutto per favore. Non sto capendo niente ed è da ieri sera che sei strana e mi stai facendo preoccupare con questa isteria.. -poi notò la foto, che la ragazza ancora stringeva -C'entra Raul.

Non era una domanda; le accarezzò i capelli sciogliendo delicatamente la presa da quella foto -Questa lasciala, che rischi di graffiarti.. ne vuoi parlare?

Rebecca, fra le braccia dell'amica, le raccontò tutto. Melissa, ascoltò tutto senza interromperla mai, nonostante fosse stata contraria a quell'idea sin dall'inizio; del resto, era bravissima ad ascoltare gli altri.

-Capisci cosa ho combinato? -chiese Rebecca infine

Melissa sospirò, scostandole dalle guance umide di pianto i capelli che vi si erano appiccicati -E' un bel casino in effetti.. ma è umano fare delle stupidaggini

-Ma non così grosse!

-Riguardo a Nicole, io non credo che Raul tornerà con lei

Rebecca si divincolò dall'abbraccio -Non dire così, altrimenti finisco col crederci veramente -cominciò ad asciugarsi le lacrime

Mel la guardò con apprensione -Sei innamorata?

La ragazza sospirò -Sì. Che sfiga, eh? Innamorata del Re della Disillusione.

-Guarda che il Re va sempre con la Regina -e la indicò -non con le.. arpie.

Questo riuscì a strappare un sorriso a Rebecca, anche se non era convinta di quelle parole.

-Questa non è una favola -scosse la testa -Il fatto è che.. io ho sempre creduto nell'amore, e sempre ci crederò. Ho sempre creduto che da qualche parte ci fosse la persona adatta a me.. Ho dovuto difendere questi sogni con le unghie e con i denti, mentre il mondo fuori mi urlava che erano tutte cazzate; e adesso che l'ho incontrato davvero, adesso che ho incontrato Raul, lui.. -soffocò un attacco di pianto -Non mi sta dando neanche una possibilità.. Non è giusto.. non è per niente giusto tutto questo!

Melissa le accarezzò dolcemente la schiena, colpita da quel discorso. Conosceva bene l'indole sognatrice della sua amica, e le dispiaceva vederla soffrire così tanto: aveva finalmente trovato ciò che cercava da tempo, ma stava andando tutto al contrario di come si aspettava.

-Sai che facciamo? -tentò di distrarla- Mentre preparo il pranzo, ci mettiamo a sentire a palla gli Iron Maiden, ti va? Oppure se vuoi anche un po' di quella gente che ascolti tu, quella strilla neanche la stessero squartando.. O magari J-ax, che dici sempre che è un mito! Cosa preferisci?

La castana sorrise teneramente -Grazie, Mel. Sei come una mamma

-Però ora vieni di là con me, non ti ci lasciò qui da sola a deprimerti

-Va bene

-E ricorda che non è ancora detta l'ultima

A un tratto, si sentì un rumore di chiavi nella serratura e la porta venne spalancata

-Melissa! -Fran entrò di corsa in casa -Devo dirti.. oh! -si bloccò quando, raggiungendo la cucina, vide che c'era anche Rebecca.

-Ciao, Fran. Che c'è?

-Niente -fece la ragazza guardando con dispiacere la faccia scura di Rebecca -Lo sa già a quanto pare

-So già cosa? -fece lei andandole incontro.

Melissa lanciò uno sguardo di rimprovero all'amica, che si affrettò ad inventarsi qualcosa -Niente, che... emh.. no, non ricordo.

Mel si batté una mano sulla fronte scuotendo la testa e Rebecca la guardò come se la volesse uccidere -Fran, cosa hai visto? Dimmelo, prima che mi si corroda il fegato

Frannie sospirò -Ho visto una bionda sul motorino con Raul, ecco tutto. Scusa, non pensavo che fossi già arrivata a casa, dato che sono andata piuttosto veloce per strada

-Io più di te -rispose lei con l'amaro in bocca prendendosi la testa fra le mani

-Bec.. -la chiamò Melissa in un diminutivo affettuoso

-No, va bene -la interruppe la castana -E' tutto ok, me lo aspettavo. Tutto ok -soffiò con una faccia che diceva tutto il contrario.


°°°


Raul guardò la castana allontanarsi per qualche istante.

Perché non era riuscito a dirle tutto quello che voleva? Perché semplicemente erano troppe cose.. e non avevano senso.

Perché improvvisamente gli era venuta voglia di gridarle di restare? Di non preoccuparsi di Nicole e di andare insieme a casa?

Paura di affrontare Nicole? O era qualcosa che c'entrava di più con Rebecca?

Comunque, ormai era andata, quindi si voltò di nuovo verso Nicole, in attesa.

-Lei.. -cominciò la bionda indicando nella direzione di Rebecca

-Non è la mia ragazza -Raul intuì la domanda -è un'amica, te l'ho detto

-Oh. Ok -fece Nicole -Senti.. ti va se pranziamo da qualche parte? Così parliamo un po'

-Nicole, non credo che..

-E' solo un pranzo -ribatté lei -per fare due chiacchiere

Il biondo sospirò, non aveva molta voglia di discutere -Ok. Sei a piedi?

-Sì..

Così la fece salire di nuovo sul motorino, mentre cercava un locale vicino dove pranzare.

-Allora.. come va? -gli chiese lei una volta seduti uno di fronte all'altro.

Lui la guardò sospettoso: qualunque cosa volesse dirgli, aveva deciso di prenderla alla larga

-Bene -rispose -Tu?

-Insomma -rimase sul vago -Ti piace astronomia?

-Da morire

Lei annuì cominciando a giocherellare con il bicchiere sul tavolo -Sai.. mi mancano i tuoi discorsi sulle stelle, sull'universo.. ti ricordi tutte le sere che siamo rimasti con il naso all'insù a guardare il cielo?

Raul sospirò -Certo che mi ricordo

Cosa vuoi ancora da me? Pensò

Nicole sorrise e distolse lo sguardo -Erano veramente momenti bellissimi -riportò lo sguardo su di lui, che ricambiava in modo significativo.

-Che vuoi dirmi, Nicole? -le domandò sempre con gli occhi fissi nei suoi

-Ci pensi ancora, a volte, al viaggio in Germania? -chiese senza rispondere alla domanda

-Questo cosa c'entra?

-C'entra che sono stati i giorni più belli della mia vita -rispose lei mentre un vago rossore le invadeva le guance -Lì.. abbiamo fatto l'amore per la prima volta -inspirò per darsi coraggio e tirò fuori qualcosa dalla borsa -Raul, io in questi mesi ho.. cercato di dimenticarti, di non pensare più a te.. ma non ci riesco -la voce le tremò leggermente -Io ho sbagliato, ma ho pagato per questo; la lontananza da te è stata.. devastante. Ricordo quello che mi hai detto quest'estate, ma è passato del tempo e.. non credi che potremmo riprovarci?

Poggiò la mano su quella di lui -Io ti amo ancora, Raul

Il ragazzo guardò i suoi occhi lucidi e le loro mani a contatto come non erano da tempo. Si era quasi scordato il profumo dei suoi capelli.

Ripensò alla sera in cui aveva parlato con Fred del tradimento di Nicole; lui allora gli aveva raccontato di come a sua volta fosse stato tradito dalla sua seconda moglie. Si erano lasciati e non si erano più visti per un bel periodo di tempo; poi però, dopo essersi reincontrati casualmente per strada, avevano ripreso a parlare, a uscire, a frequentarsi.. avevano ricominciato tutto da capo, insomma, e dopo poche settimane erano finiti di nuovo insieme.

Che la stessa cosa stesse accadendo anche fra lui e Nicole? Che l'amore che un tempo lui aveva provato per lei fosse tornato a farsi sentire?

Era stato malissimo quando aveva scoperto il tradimento, tanto da lasciarla, convinto che un giorno sarebbe tornato a sorridere senza di lei.

Ma se la soluzione fosse stata lì davanti a lui, invece? Se la luce in fondo al tunnel provenisse dalla stessa fonte che un giorno l'aveva fatto sprofondare nel buio?

Forse tutto questo voleva dire che doveva darle un'altra possibilità..

-Volete ordinare? -li interruppe all'improvviso un cameriere, facendolo quasi sobbalzare.

Ma allora perché Raul non sentiva il cuore fremere di gioia? Perché nessuna luce arrivava a ricolorare tutto come accadeva nei film? Perché non trovava niente di dolce o di giusto nelle carezze che Nicole stava facendo sul palmo della sua mano? Perché non gli era comparso un sorriso sul volto non appena l'aveva vista?

Tolse la mano dalla sua.

La luce del sole non era ancora tornata, ma questo non dipendeva da Nicole.. forse dipendeva più dal fatto che era stato lui stesso a chiudere tutte le porte.

Per quanto riguardava Nicole, invece, la sua decisione l'aveva già presa in quel giorno d'estate, quando l'aveva salutata per l'ultima volta.

-Nicole -disse, intuendo dall'espressione della ragazza, che aveva già capito cosa stesse per dirle -Io non sono più innamorato di te

La ragazza, dopo un evidente attimo di panico, si girò e sorrise nervosamente al cameriere -Ci scusi un attimo

-Certo -rispose quello, un po' perplesso, allontanadosi.

Nicole deglutì, e ripartì subito in quarta -Capisco quanto possa essere difficile per te, ma.. io ti rivoglio, Raul! Non voglio più stare senza te, questa distanza fa male a tutti e due. Basta con i rancori e le ripicche, che ne dici? Ricominciamo da zero, solo io e te. Guarda -e gli mostrò finalmente ciò che teneva in mano -Due biglietti per la Germania: ci andiamo insieme, partiamo, ci scordiamo di tutto.. ricominciamo.

Lo guardò con un sorriso colmo di speranza.

Il biondo li guardò un attimo, poi spostò lo sguardo sulla ragazza. Non aveva senso che si accanisse così, possibile che non riuscisse a capirlo?

Scosse la testa -Non servirebbe a nulla tornare in Germania, Nicole.. e non c'entrano i rancori e nemmeno le ripicche -precisò -Quello che un tempo provavo per te.. non c'è più

Ma come altro doveva dirglielo? Non gli piaceva starne a parlare, non con lei, dato che sembrava farla soffrire molto.

La ragazza infatti fremette trattenendo un gemito; strinse le labbra e distolse lo sguardo

-Ascolta.. -cominciò lui

-No -lo interruppe lei -Non.. non mi devi rispondere subito, così a bruciapelo, puoi.. pensarci un po', magari..

-Pensare? -domandò lui incredulo -Non mi serve pensarci. Io non sento più.. -sospirò -L'amore non si pensa, si sente, si avverte -disse -Perché sei qui Nicole? Ne avevamo già parlato diversi mesi fa

Una lacrima le rigò il viso -Non lo so. Forse.. forse avevo solo voglia di vederti

Lui annuì, grave -Senti.. Non serve aggrapparsi ai ricordi -le disse in tono morbido -Siamo stati bene, benissimo insieme, ma adesso è tempo che tu vada avanti

Gli sembrava strano di essere proprio lui a farle quel discorso. Ma, stupido o troppo buono che lo si volesse chiamare, gli dispiaceva vedere Nicole piangere

-Sai perché non riesco a farlo? -domandò lei con risentimento, stringendo una forchetta nella mano -Perché è stata colpa mia. Sono stata io a perderti.. se non fosse stato per me, a quest'ora staremmo ancora insieme. Non riesco ancora a perdonarmi per questo

Il biondo aveva i suoi dubbi su questa teoria; erano arrivati a un punto critico nella loro storia anche prima del tradimento di Nicole, senza quasi accorgersene.

-Scusa se ti ho fatto perdere tempo -fece la ragazza alzandosi; Raul fece lo stesso, e la seguì mentre si allontanava dal locale

-Ti riaccompagno a casa? -si offrì con cautela

Lei sorrise tristemente -No, lascia stare. E' meglio che vada da sola. Ho sbagliato a cercarti di nuovo, adesso me ne vado sul serio.. anche se -fece un sospiro mozzato -mi mancherai -disse in un sussurro

Raul la vide tremare leggermente, forse per l'emozione, forse per lo sforzo di trattenere il pianto o forse per tutti e due.

-Ciao.. -disse lei cercando di sorridere

-Ciao -rispose

E la ragazza si diresse svelta a una fermata, dove proprio in quel momento passò un autobus.

Raul, pensieroso, ma convinto della propria decisione, fece per risalire sul motorino, quando una mano lo afferrò con forza strattonandogli il braccio

-Mi spieghi che cazzo ci facevi con quella puttana?

-Lela -fece lui ancora prima di voltarsi, riconoscendola dal tono colorito della frase

-Sì, sono io, e tu sei uno stupido -ribatté lei

-Frena -le intimò

-Ti devo ricordare quello che ti ha fatto, come sei stato e tutto il resto? E hai presente il motto “il lupo perde il pelo ma non il vizio”? Ti sei chiesto..

-Lela -cercò di bloccarla, ma non servì a niente, così decise di aspettare pazientemente la fine di tutta la parlantina

-..e guarda che se poi ti vedo di nuovo a pezzi come l'altra volta, ti finisco a suon di calci dove so io, è una promessa! -ringhiò parecchi minuti dopo per poi riprendere fiato

Raul ne approfittò -Non è successo niente; con Nicole non ci torno.

La ragazza si bloccò, palesemente stupita -Ah, no?

Scosse la testa -No

Lela lo guardò, restando per un attimo sconcertata, poi sorrise -Bravo! Devo ammettere che non me lo aspettavo

-Grazie per la fiducia -rispose scettico

-Temevo questo giorno, proprio perché ero convinta che se lei avesse insistito ancora per tornare con te, tu avresti ceduto

Scrollò le spalle -Invece no

La ragazza ghignò -Non prendertene tutto il merito però

-Che vuoi dire?

-Chiodo scaccia chiodo

-Oggi ti sei fissata con i proverbi!

-Voglio dire che penso proprio di non sbagliarmi se dico che qualcosa c'entra anche Rebecca

Giusto: Rebecca!

Doveva andare da lei.. per fare cosa non lo sapeva, forse semplicemente per spiegarle che con Nicole era finito tutto da tempo.. ma perché? In fondo Rebecca non aveva fatto nessuna domanda, se ne era semplicemente andata..

In quel momento, arrivò Joey

-E tu che ci fai qui? -domandò rivolto a Raul

-Ti sto tradendo con Raul -scherzò Lela -visto che oggi è tornato in campo l'argomento “tradimento”

-Eh? -Joey non capiva niente come al solito -Io sapevo solo che io e te dovevamo pranzare insieme qui

-Infatti -si intromise Raul -Pranzate, io vado, che ho da fare

-Dove vai? -chiese Lela minacciosa

-Devo passare da Rebecca

-Ma lei ti ha vista con Nicole?

-Nicole?? -fece Joey spalancando gli occhi -Dove? Come?

Lela prese entrambi sottobraccio -Sapete che vi dico? Adesso noi tre ci facciamo una bella chiacchieratina davanti a un piatto di spaghetti, così vi spiego qualcosa sulle donne..

I due ragazzi si lanciarono uno sguardo perplesso e insieme allarmato, ma si lasciarono portare dentro.

Il biondo raccontò a Joey dell'incontro con la sua ex, e di come Rebecca se ne era andata.

-Be' mi pare normale -commentò il ragazzo -Però mi dispiace per lei, chissà come ci è rimasta male

-E' bello poter sempre contare su una tua parola di conforto -rispose Raul -Stavo andando da lei proprio per questo -e fece per alzarsi, pur avendo ancora metà pasto da finire davanti a sé

-Aspettate -li interruppe Lela spingendo il biondo nuovamente a sedere -Quindi mi state dicendo che Rebecca era come dire.. gelosa del ritorno di Nicole?

Raul sbuffò -Non gelosa, no..

-Sì -rispose Joey -Fidati di me, io sono imparziale, lui ti dice le cose come vorrebbe che fossero

-Quindi gli piaci -dedusse ancora Lela

Prima che Raul potesse ribattere qualcosa, Joey esclamò -Certo che gli piace! Altrimenti perché sarebbero finiti a letto insieme, scusa?!

-COSA? -fece Lela

-Coglione -Raul apostrofò Joey

-Scusa, mi è scappato -si giustificò

Naturalmente a quel punto, Raul, seppur di malavoglia, fu costretto a spiegare a Lela quello che era successo.

-Adesso, puoi andare da lei -lo “autorizzò” Joey mentre pagavano e si alzavano dal tavolo, quando il biondo ebbe finito di parlare

-No -li bloccò Lela -A maggior ragione, vale quello che volevo dirvi prima -piccola pausa -Raul, perché andresti da Rebecca?

Lui si accigliò -Per parlarle e basta, non vi mettete in testa cose strane!

-Ecco, appunto -continuò la ragazza -A parte il fatto che è sospetto che tu ti senta in dovere di andarle a dare spiegazioni riguardo alla tua ex.. -ammiccò e Raul sbuffò, stufo di gente che lo voleva a tutti i costi vedere insieme a Rebecca -ma, a parte questo, non andare.

Joey la guardò incredulo -Ma sei matta? Per una volta che si era deciso a..?

-Non va lì per dichiararsi o chissà cosa -replicò la ragazza -ma per parlarle!

I due si guardarono senza capire

-Non posso più parlarle? -domandò Raul

-No -scherzò Joey -Dopo che fai sesso con una persona perdi questa facoltà: almeno adesso ho scoperto perché Lela non mi calcola mai!

-Il fatto è che a volte faccio finta di non sentirti perché mi cascano le braccia -replicò la ragazza -ma quello che volevo dire è che adesso lei sarà a pezzi a pensare a te e Nicole insieme

-E' proprio per questo che voglio andare a dirle che non è successo niente! -esclamò Raul, ancora più motivato

-No! -fece Lela arrabbiandosi -Non puoi, cazzo! Tu hai deciso di giocare a nascondino con i sentimenti, ma non puoi giocare con quelli degli altri per questo! Devi schiarirti le idee prima di andarci a parlare. Le cose sono due: o ti decidi e la smetti con questa tua stupida fuga dall'amore, vai là, la prendi fra le tue braccia e le dai un bacio di quelli che si ricorderà per sempre, oppure la lasci stare! Perché se tu vai là a dirle che non sei tornato con Nicole, lei penserà che tu l'abbia fatto per lei, perché ne sei segretamente attratto. E questo potrebbe anche essere vero secondo me.. ma non sarebbe giusto per lei, che ne soffrirebbe ancora di più con tutti i tuoi tira e molla fatti di “ora sì, ora no, forse, non so, però..”. O dentro o fuori, Raul. O ci vai per restare o non ci vai proprio. Fallo per lei, non illuderla, non farla soffrire ancora di più.

Raul aggrottò la fronte mentre ragionava su quelle parole. Non facevano una piega..

-Cavolo -fece Joey -Voi donne siete proprio contorte

-No -lo contraddisse Lela -siete voi uomini che siete degli stronzi approfittatori -e tirò un calcio sugli stinchi a Raul, che nemmeno si lamentò.

-Ma che fai? -domandò Joey

-Se lo merita -rispose Lela

-E' vero -sospirò il biondo, perfettamente d'accordo con lei -Sentite, allora vado a casa..

Non aveva più voglia di stare in giro, preferiva starsene un po' da solo.

-E' meglio -convenne la ragazza

Così il biondo li salutò e salì sul motorino, partendo qualche istante dopo, diretto a casa.

Lela sospirò scuotendo la testa -Che impiccio..

-Ma perché? -domandò Joey -Perché non la smette di fare il duro e non si lascia andare con Rebecca? Lei non solo è bellissima, ma è anche intelligente, spontanea, condivide i suoi interessi..

La ragazza lo guardò storto -Perché non ti ci metti tu, allora?!

-Ma no, Lela, non volevo dire questo..

-Certo -ribatté -A volte penso che dovrei mollarti per un cervellone di quelli che ci sono ad architettura, che sembrano capire tutto al volo

L'aveva detto scherzando ovviamente, ma Joey si rabbuiò leggermente; la parola “cervelloni” compariva così spesso sulle labbra di Lela, che rischiava di farlo impazzire

-A proposito -chiese ancora la ragazza -Quell'esame?

-Emh.. quale? -Joey temporeggiò, pur sapendo benissimo che la ragazza si riferiva all'esame dove aveva preso 13

-Dai, quello che hai avuto un po' di tempo fa, l'ultimo! I risultati saranno usciti ormai, no?

-Certo.. -tossicchiò -Ho preso.. 23

-Sì! -esultò Lela battendo le mani -Lo vedi che se ti ci impegni, le cose ti riescono?! Vieni qui! -e lo attirò a sé stampandogli un bacio sulle labbra.

-Già -commentò lui mentre la ragazza lo prendeva per mano.

Odiava mentirle.. ma odiava anche l'idea che lei stesse con un deficiente come lui invece che con uno di quei cervelloni di architettura.

Molte volte, da quando aveva iniziato l'università, si era ritrovato a pensare che lei meritasse di più di uno come lui che non sapeva minimamente cosa fare della propria vita.

Lei era appassionata di architettura e c'erano tutte le premesse perché diventasse un bravissimo architetto; Raul aveva scelto la sua strada, o meglio il suo universo, ancora prima di nascere un altro po'; Rob e Dario stavano entrambi terminando gli studi di economia, cioè la facoltà che dà più lavoro..

Rimaneva lui, che si era accorto di aver sbagliato completamente nella scelta della facoltà ma che non voleva dirlo a Lela per non deluderla.. forse il suo futuro prevedeva di finire a servire in qualche squallido bar all'angolo.. e lei, furba e talentuosa, che ci avrebbe fatto con uno così?

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Ciao ragazze! Come state passando queste vacanze?? Io alterno momenti di intensa scrittura a giornate passate interamente con i parenti (tipo ieri -.-')

Comunque spero che abbiate trascorso un buon Natale e vi auguro buon anno in anticipo! ..E naturalmente abbuffatevi di pandoro, panettone e torrone! XD

...Mi odiate un po' di meno adesso che ho fatto sparire l'arpia?? xD Certo, Raul è proprio di coccio e Rebecca soffre molto, ma vedrete che piano, piano..............

Vi GIURO che nel prossimo capitolo torneranno Dario e Fran! In questo ho lasciato più spazio a Joey e Lela ma capisco che vi manchino i due piccioncini.. anzi, vi anticipo già che ne vedremo delle belle la prossima volta (e non solo riguardo loro due!)

Ah, per quanto rigurda l'elogio a J-ax, dovete scusarmi ma da quando me lo hanno fatto "scoprire" sono andata in fissa, non fateci caso (lo sto sentendo anche adesso!) xD

Un'ultima cosa poi passo alle recensioni (sì, oggi i nomi sono in rosso e verde per decorare un po' la pagina xD).

..Un grazie di cuore veramente a tutte voi! Mi fa sempre piacere sapere che apprezziate questa storia e il mio modo di scrivere :) Davvero, mi fate veramente contenta, mi riempie di orgoglio non so come spiegarvelo.. mi fate ingrassare con i complimenti XDXD Grazie grazie grazie :-*

LaNana: Ciao Alison! Bellissimo il tuo capitolo, pieno di sorprese *.* (tutto quello che pensavo te l'ho scritto nella recensione!... forza Luuuuuke!) Comunque tranquilla, sembra prorpio che Nicole non rappresenti più una minaccia ormai.. il vero problema è Raul è.é

kia_85: Ciaoooo! Sono contenta che ti sia piaciuta la chiacchierata tra amici :) Le tue paure sulla possibile reazione di Raul sono lecite.. vedremo, vedremo ù.ù Grazie mille per la recensione =D Baciiiiii!

Marti_18: Grazie mille per gli auguri, che ricambio! xD Alla fine Nicole non ha combinato nessun guaio.. per quello basta Raul -.- Bacioni!

thatsamore: Wow, due ore di fila! Mi sento onorata, grazie mille =D Sono contenta che ti piaccia questa storia e grazie per averla aggiunta fra le seguite! Baci e buone vacanze ;)

stefuzzolaxD: Ciaooo! Ahahahahaha scusa, ma era per creare suspance e devo ammettere che mi sarebbe piaciuto sul serio vedere la tua faccia xD Comunque, hai visto questa volta ci ho messo meno ad aggiornare, dai :P ..spero di essermi fatta perdonare con le lacrime dell'arpia! xD Ciao, baciiiiii <3

Ginna3: purtroppo Rebecca è uscita di scena quando è arrivata Nicole.. in effetti sarebbe stato interessante fargliene sparare quattro xD Comunque adesso il problema "Nicole" sembra passato.. se sarà necessario farò riscendere in campo Joey per scuotere Raul! xD Baciii <3

C4rm3l1nd4: Ahahahahahhaah hai perfettamente ragione, e infatti Nicole ha preso il benservito (dillo che sei sadicamente contenta! xD)... ora il problema è Raul (e sono cavoli amari..)  E' vero Joey sembra un po' stupido e invece sotto, sotto... grazie mille per i complimenti sono contenta di riuscire a trasmetterti tante emozioni scrivendo di questo delirio ;)

Jasmine230: Innanzitutto grazie per quello che hai detto *.* Mi dispiace di aver troncato il capitolo precedente in quel punto ma volevo creare suspance xD Spero ti sia piaciuto l'addio a Nicole ;D Bacioni!

SarettaCullenWriter: Ahahah tranquilla, Raul non ci pensa nemmeno a tornare con Nicole ù.ù Però per il momento non pensa nemmeno a stare con Rebecca.. Se vuoi ti regalo un Raul in mutande per Natale (in ritardo!) xD Ciao, ciao bacioniiii <3

Grazie a BuffySummers87 per aver aggiunto la storia fra quelle da ricordare e a thatsamore, Carocimi, paci, _Grumpy, moduine, jester248 per averla aggiunta fra le seguite!

Grazie anche a chi sta leggendo E' troppo piccolo il mondo per noi e a chi ha letto le one-shot! :)

..e naturalmente grazie anche a chi legge in silenzio!

un bacio a tutte quante e buon proseguimento delle vacanze :D

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Capitolo 12
*** I'm sorry, it's just too much for me ***



Capitolo 11. I'm sorry, it's just too much for me


These walls we made are glass
And they have been known to crack
But until then
You'll keep pushing my way
And I'll keep pushing you away”


[Questi muri che abbiamo creato
sono fatti di vetro
E hanno già iniziato a cedere
..Ma fino a quel momento
tu continuerai a spingermi per la mia strada
E io continuerò a spingerti via]

(The Calling - If Only)


-No, no e no! -esclamò Frannie

-Ma perché? -domandò Melissa -Cosa ti costa?

-Io.. non so se voglio fidarmi ancora -fece la ragazza

-Ti ha chiesto di uscire -commentò Rebecca con acidità -Mica di sposarlo -sospirò mentre infilava l'ultimo libro nello zaino; le altre due erano già sulla porta ad aspettarla per andare all'università e nel mentre discutevano animatamente se Frannie dovesse o meno accettare l'invito a uscire di Dario

-Fran, è palese che almeno un po' ti interessi -le fece notare Melissa -quindi perché non provarci? Avrai tutto il tempo di ricrederti, poi, se vorrai

-Ma io non..

-Che palle, Fran! -sbottò Rebecca -Ma ti vuoi decidere? Non è così difficile: tu piaci a lui, lui piace a te, uscite, vi parlate, vi baciate e siamo tutti felici e contenti -e le sorpassò uscendo di casa

Frannie, dopo essersi scoccata un'occhiata apprensiva con Mel, sbuffò -Va bene, va bene, ci uscirò, ma smettiamo di parlarne! Ci sono cose più serie.. come il tuo muso lungo

La ragazza si voltò e sollevò lo sguardo su di loro -Che c'entro io? -chiese, ancora irritata

Mel la guardò con tenerezza -Come stai?

Rebecca scrollò le spalle -Bene -disse, sempre imbronciata ma con tono più morbido; poi spostò lo sguardo altrove, con espressione seria- Ma devo fare una cosa

-Cioè? -chiese Frannie

Ci aveva pensato tutta la notte, esclusi quei due o tre minuti in cui era riuscita a dormire, ed era arrivata alla conclusione che fare chiarezza con Raul, a proposito di tutto quello che era successo fra loro, le avrebbe fatto bene. Basta falsi sorrisi, falso atteggiamento da amici, che poi non faceva altro che farle ancora più male. Stargli vicino, fingendosi serena e tranquilla, mentre dentro bruciava era una tortura.

E come avrebbe potuto fingersi felice per lui, come una brava amica avrebbe fatto, per il ritorno della ragazza che amava? No, non ci sarebbe riuscita, sarebbe stato troppo persino per lei.

Fine dello show, che non era riuscita a tenere in piedi nemmeno per due minuti.

E pensare che un po' ci aveva anche sperato, si era illusa.. ma adesso comunque era davvero tutto finito, ammesso e non concesso che qualcosa fosse mai iniziato.

Ecco perché si arrabbiava tanto con Frannie e la sua immotivata indecisione: lei aveva l'opportunità di stare con Dario, cosa che bramava da tempo.. perché allora temporeggiare?

A lei invece, tutto quello che rimaneva, erano i ricordi di quella notte speciale. Quando le labbra di lui avevano toccato per la prima volta le sue, o meglio, aggredito..

Basta! Basta pensarci.. adesso bisognava agire.


°°°


-Mi si è fuso il cervello -commentò Pongo sistemando dei libri nella cartella.

Il prof aveva appena terminato di spiegare un bel malloppo di roba, come se lo studio per l'imminente esame di analisi non fosse già abbastanza.

-Fra quanti giorni è l'esame? -chiese rivolto a Raul

-Tre -rispose il biondo

-Ho capito, devo chiudermi in casa a studiare, se voglio sperare almeno in un 20.. Ciao, io scappo

-Ciao -rispose lui senza molto entusiasmo.

Era la stessa cosa che avrebbe dovuto fare a sua volta; prima, quando studiava con Rebecca, le cose filavano lisce come l'olio, ma adesso.. comunque l'esame non era esattamente al primo posto nei suoi pensieri.

E, proprio mentre pensava a lei, eccola spuntare dalla massa di studenti che uscivano dall'università

-Rebecca! -esclamò lui ritrovandosela davanti

-Ciao -rispose lei, senza particolari inflessioni. Aveva le braccia incrociate sotto il petto, e l'espressione più tirata del solito, forse anche più stanca.

Raul notò subito che sembrava di fretta, come se, qualsiasi cosa gli volesse dire, fosse come un peso da levarsi.

-Devo parlarti -esordì infatti

-Se riguarda N..

-No -lo interruppe lei con decisione portando una mano avanti a sé -Lasciami parlare

Raul obbedì; sentiva chiaramente che era arrivato il momento in cui la ragazza gli avrebbe rivelato come stessero realmente le cose fra loro.

-Dunque.. -cominciò Rebecca, guardandolo dritto negli occhi -Io pensavo di riuscire a far finta di niente, a comportarmi come se tutto andasse bene.. e invece non è così -corrugò la fronte -L'ho capito quando ieri.. è tornata quell'ar.. -si morse la lingua- la tua ex

Ovvero quando lei se ne era andata.

Raul stava per ribadire che non era “tornata” proprio per niente, che non sarebbe stato di nuovo con lei, ma poi si ricordò tutto il discorso di Lela e decise di tacere.

-Io non ci riesco -proseguì lei, con un tono che sembrava autorimproverarsi questa debolezza -Non ci riesco a far finta di essere solamente tua amica perché -sospirò e lo guardò dritto negli occhi -perché tu per me sei molto di più.. perché io ti amo, Raul

Lo disse con la stessa convinzione, la stessa decisione e la stessa forza che erano sempre stati parte integrante del suo carattere ma in realtà dentro soffriva parecchio, consapevole che non sarebbe mai stata ricambiata.

Raul aveva già intuito i sentimenti della ragazza, tuttavia non poté fare a meno di contrarre la mascella e distogliere lo sguardo, perché solo guardarla mentre lei gli apriva il suo cuore, gli ricordava quanto fosse stato stronzo quella notte, e quanto sarebbe stato stronzo di lì a poco respingendola.

-Ecco -fece lei sospirando -Adesso te l'ho detto, sai tutto e.. sai anche perché è successo quello che è successo

-Rebecca.. -cominciò quel discorso che non piaceva per niente neanche a lui

-Non dire niente, non ce n'è bisogno -lo bloccò lei con fermezza; voleva andare fino in fondo, ma per farlo aveva bisogno di non essere interrotta -Ho sempre saputo che non mi avresti mai ricambiata, anche quella notte.. quindi non te ne fare una colpa e non sprecare parole inutili. Volevo dirti quello che sentivo, l'ho fatto.. adesso sai perché d'ora in poi cercherò di incrociarti il meno possibile e perché non ti saluterò per i corridoi quando ti vedrò

Il ragazzo annuì, con espressione cupa -Mi dispiace -era sincero

Rebecca chiuse gli occhi con forza-Niente parole inutili -ripeté fra i denti, poi fece un respiro profondo -Adesso me ne vado. Ciao, Raul

Fu tentato di fermarla, di dirle qualcosa per trattenerla.. ma aveva ragione Lela: lui non poteva darle quello che desiderava, non era in grado di ricambiare i suoi sentimenti e aveva già fatto abbastanza danni. Ora doveva lasciarla andare.

-Ciao, Rebecca..


°°°


-E' un modo per farmi capire che mi stai facendo un favore a uscire con me? -domandò Dario

Frannie, seduta di fronte a lui a un tavolino di un bar con una Fanta in mano riportò lo sguardo su di lui -Eh?

Dario sospirò esasperato -Ma hai ascoltato almeno una parola di quello che ti ho detto da quando ci siamo seduti qua?

-No -rispose semplicemente

Il ragazzo annuì -Bene.. -si alzò

Frannie capì che stava per andarsene e posò al volo la bevanda acchiappandolo per un braccio -Aspetta -lo bloccò

Lui la guardò, in attesa ma con espressione sostenuta

La ragazza abbassò la testa, facendosi seria -Scusa -disse

Dario allargò le braccia -Io non so più che devo fare -confessò -Prima accetti di uscire, poi mi tratti come se fossi uno zerbino..

-Non è per te -fece lei -è che sto pensando a.. a noi

Dario la guardò interrogativo -A noi?

-Sì.

Lo sguardo del ragazzo tornò più rilassato, ma anche investigativo -E che pensi?

Fran sospirò -Che dici paghiamo e facciamo due passi?

Così, dopo aver chiesto il conto, andarono alla cassa, pagarono e uscirono. L'aria di Febbraio era ancora piuttosto fredda, seppur non rigida come a Dicembre e Gennaio.

-Allora? -chiese Dario dopo un po'

La ragazza decise di temporeggiare, lasciando fare a lui la prima mossa -Cosa vuoi sapere?

-Voglio sapere se hai deciso e cosa hai deciso.

Fran alzò gli occhi al cielo -Ma non capisci che così mi metti fretta?

Alzò entrambe le mani -Era solo una domanda, oltretutto in risposta alla tua

-Ti risponderò quando una risposta ce l'avrò, per il momento sei pregato di non stressare!

-Cosa c'è da pensarci tanto? -sbottò- Io ti piaccio? La risposta è sì. Puoi passare sopra a tutto quello che è successo quell'estate? Questa è la vera domanda, ma non capisco perché ti ci stiano volendo i secoli per deciderti.. colpa dell'orgoglio?

-Il solito idiota e presuntuoso! -ringhiò lei -Primo non è detto che tu mi piaccia, mettitelo bene in testa e secondo io mi prendo tutto il tempo che voglio per le mie decisioni, chiaro?

Lui annuì -Sono d'accordo. Ma dato che questa decisione riguarda anche me, ti consiglio di velocizzare un po' i tempi

-Perché se no che fai? Te ne vai? -chiese in tono di sfida

-Non voglio doverti aspettare in eterno, Fran

La ragazza, non aspettandosi quella reazione, rimase un attimo senza parole, mentre l'irritazione saliva.

-Bene -disse poi -Se così stanno le cose, forse non ti interesso poi tanto!

Dario sospirò -Fran, non volevo dire questo

-E allora che volevi dire? Che hai mille altre ragazze a fare la fila? E allora vai da loro! Perché se non hai la pazienza di aspettare che io prenda una decisione, con me hai chiuso!

E si girò di scatto sui tacchi, inferocita e camminando spedita per andarsene

Il ragazzo seguì con lo sguardo qualche suo passo svelto poi le urlò -Io voglio stare con te Fran. Vorrei starci adesso, vorrei starci da quella notte, adesso che so cosa mi sono perso in tutto questo tempo.. ed è per questo che sono impaziente.

Fran si fermò, ma si voltò solo dopo qualche istante; attese che lui la raggiungesse, muovendo lentamente qualche passo.

-La tua occasione l'hai avuta -commentò con durezza, ma la sua voce tradì una nota tremula -Ora sta a me decidere se concedertene un'altra, sia che tu sia impaziente o meno.

-Hai ragione -rispose Dario in tono conciliante -Il punto è che.. allora non sapevo niente di te, né chi fossi, né cosa facessi, oltre a passare le nottate con gente sconosciuta; ma adesso che ho imparato a conoscerti, che penso di aver capito qualcosa di chi tu sia veramente, mi sento uno stupido per averti trattata come una delle tante.. perché tu sei tutto, meno che uguale alle altre

Frannie, colta alla sprovvista dall'effetto che quelle parole ebbero su di lei, rimase qualche istante a fissarlo in silenzio mentre le braccia, prima incrociate sotto il petto, si distendevano lentamente lungo i fianchi; Dario le sorrise e lei si accorse solo in quel momento di starlo fissando, così distolse lo sguardo e si sfregò nervosamente un braccio.

Anche lei aveva iniziato a capire qualcosa di Dario, come per esempio il fatto che avesse un modo tutto suo di farla sentire speciale.

Lui è lo stesso che quella mattina se ne è andato come uno stronzo, le suggerì un diavoletto sulla sua spalla; ma è lo stesso che ti sta chiedendo scusa da settimane, replicò l'angioletto sull'altra spalla

Tutti meritano una seconda possibilità.. intervenne anche Mel ..che c'entrava Mel fra angeli e diavoli vari?!

Comunque, il risultato era di due contro uno e lo sguardo caldo di Dario immerso nel suo.

Basta prendersi in giro: era ovvio che, se avesse voluto dirgli di no, lo avrebbe fatto già da molto tempo.. quel temporeggiamento somigliava più a una penitenza da infliggergli che a tempo preso per riflettere.

E' anche vero però, che non poteva cavarsela così facilmente: serviva un.. un compromesso..

Ma certo!

Frannie sorrise malefica, soddisfatta del suo “piano diabolico”.



Il giorno dopo..


-..E poi? -chiese Mel tutta presa dal racconto dell'amica

-E poi gli ho spiegato cosa avessi in mente prendendo il discorso alla larga.. -rispose Frannie -gli ho detto che non odio la gente stronza, perché anch'io a volte mi diverto a comportarmi così.. ma odio la gente ipocrita e falsa; quindi, per quella mattina ci sono passata sopra, dato che avevamo deciso di comune accordo una notte e via.. ma gli ho detto anche che se adesso mi stava prendendo in giro, allora avrebbe subito la mia vendetta, ma una vendetta del tipo che anche Crudelia Demon si sarebbe messa a piangere!

Melissa rise portandosi una mano davanti alla bocca, mentre Rebecca commentò -Sempre esagerata

-Volevo essere chiara.. -si giustificò

Le tre erano partite con il sano proposito di passare il pomeriggio a riordinare gli appunti delle lezioni in vista dell'esame di Analisi che ci sarebbe stato fra due giorni, ma la loro attenzione era adesso concentrata su Frannie, che raccontava del giorno prima con Dario.

-E lui che ti ha risposto? -domandò ancora Rebecca

Frannie scrollò le spalle -Mi ha sorriso e ha detto che non mi devo preoccupare..

-E..? -incalzò Mel intuendo che ci fosse dell'altro

La ragazza sbuffò e arrossì leggermente -Ha detto che.. non vuole più perdermi

Mel emise una specie di urlo di gioia e abbracciò la ragazza -Sono tanto contenta per voi, Fran!

Rebecca sorrise, sperando di riuscire a nascondere il proprio malumore per lasciare spazio alla felicità dell'amica.

Non era il dolore che provava per Raul a distrarla, con quello ormai aveva imparato a convivere; non lo dava a vedere alle amiche, cercava di tenerselo per sé e di mostrarsi sempre serena, anche a lezione, tutte le volte che lo incrociava (per quanto cercasse di evitarlo, infatti, era scontato che frequentando la stessa facoltà della stessa università, si incontrassero praticamente sempre).

Era invece, come se ci fosse un qualcosa di estremamente fastidioso che ronzava nella sua testa deviando i suoi pensieri.. già ma cosa? Più ci pensava, più le sfuggiva, come quando, appena svegliati, si cerca di ricordare un sogno, o come quando si fanno le valige per un viaggio: sembra sempre che qualcosa ci sfugga.

Frannie sospirò senza trattenere il sorriso -Anch'io sono contenta.. Dario ha un modo tutto suo di essere dolce.. un po' mi ci devo ancora abituare!

-Ne avete di tempo!

Lei annuì -Dopo mi ha baciata.. bacia meglio di quanto ricordassi!

-E questo è uno dei motivi per cui avete fatto così tardi suppongo..

-Guarda che non siamo andati oltre -la contraddisse la ragazza -Non ho voluto

-E perché?

-E' il mio piano diabolico, il compromesso che cercavo: niente sesso finché non lo decido io -spiegò con aria altezzosa e importante

Questo riuscì a far ridere Rebecca.

-E menomale che ci passavi sopra! -commentò Melissa

-Fino a un certo punto.. -ragionò qualche istante -alla fine è una punizione anche per me, però.. non credo che resisterò a lungo

-Non credo nemmeno io..

-Sapete cosa dovremmo fare? -chiese Fran d'un tratto tutta entusiasta chiudendo definitivamente il libro che per tutto quel tempo era rimasto poggiato sulle sue gambe incrociate -Andare al mare e rilassarci un po', se no arriviamo all'esame che siamo stanche morte e raccontiamo fischi per fiaschi.

-E' una buona idea -approvò Melissa con un sorriso

Rebecca invece assunse un'espressione di delusione -Non posso.. credo che mi debba venire il ciclo in questi giorni

-Rebecca, siamo all'inizio di Febbraio -le fece notare Frannie -Non ci metteremo certo in costume! E' per fare una passeggiata

-Giusto -fece allora la ragazza -Non avevo pensato che.. -ma si bloccò e sgranò gli occhi

-Che c'è? -chiese Melissa

Inizio di Febbraio..

Ecco cos'era quella cosa..

-Rebecca? -Fran le sventolò una mano davanti al viso, ma non servì a niente

-Merda.. -sussurrò la ragazza

Mel e Frannie si scambiarono uno sguardo allarmato ma, quando guardarono di nuovo verso di lei non la trovarono, perché era scattata verso la cucina

-Ma che succede? -domandò ancora Frannie mentre le due la raggiungevano.

Rebecca nemmeno le stava ascoltando, impegnata com'era a controllare freneticamente il calendario. Le due la videro sgranare di nuovo gli occhi e diventare bianca come un lenzuolo

-Oddio.. Oh mio Dio! -ansimò

-Ci vuoi dire cosa diavolo ti prende? -chiese Frannie, piuttosto impazientemente -Ci stai facendo preoccupare

-No.. no, ti prego no.. -sussurrò Rebecca controllando ancora una volta tutte quelle date

-Fran -la bloccò Melissa, che stava fissando l'amica con aria fin troppo seria.

-Che?

Rebecca si affannò ancora un po', poi sollevò lentamente lo sguardo da quel calendario e intercettò quello di Melissa -Mel.. dimmi che non sta succedendo a me

Melissa chiuse gli occhi quando le arrivò così conferma di ciò che stava pensando; Rebecca si prese la testa fra le mani stringendo forte i capelli, quasi da staccarli. Avrebbe voluto urlare, ma le mancò la voce

-Mi volete rendere partecipe, per favore? -chiese Fran

-Frannie, non.. -cominciò Melissa, ma Rebecca la bloccò

-Fran.. ci sono un po' di cose che devi sapere -disse, ma con tono assente e distante

-A proposito di che?

-Di qualcosa che è successo tra me e Raul.. e che.. che -serrò le labbra, non riuscendo a continuare la frase.

-Rebecca, forse non è così -fece Melissa -Forse non..

-Ma forse cosa?? -domandò Fran, irritata dal fatto di non capirci niente

Allora Rebecca decise di parlare o meglio, quasi di strillare per rendere tutto più breve, ma non meno terrificante -Forse sono incinta! -esclamò, per poi nascondersi il viso con le mani, ma senza trovare il coraggio di piangere, come se anche le lacrime fossero talmente spaventate da quella situazione da volersene rimanere in disparte.

Calò un denso silenzio in tutta la stanza, mentre Melissa si avvicinava a Rebecca accarezzandole una spalla e Fran la guardava sbigottita

-Ma.. -cominciò, ma non trovò il tatto per porre quella domanda e rinunciò. Melissa però, avendo intuito cosa frullasse nella mente della ragazza mimò un nome con le labbra: “Raul”.

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Provo a immaginare le vostre facce -----> O.o''

Ok, ok... innanzitutto Buon anno a tutte voi =) Auguri per il cenone, le feste, e tutto quello che farete stasera!

Invece, per quanto riguarda la storia, vi avevo detto che ne avremo viste delle belle ;) ma per ora non voglio dirvi niente.. prendetela così com'è, poi dalla "prossima puntata" capirete perché ho deciso per questa follia.

Mi sono piaciute tanto nelle vostre recensioni la stima per Lela e la soddisfazione per il 2 di picche che Raul ha dato a Nicole ;D è bello farvi contente (anche se credo di avervi lasciate un po' così con questo capitoluzzo..........) 

Spero di aver chiuso il 2010 in bellezza xD

Ora rispondo alle vostre recensioni (sì lo so, sono stata un po' sintetica, ma come ho detto è tutto rimandato alla prossima volta..)

kia_85: Mi fa piacere che Raul ti sia piaciuto nell'altro capitolo.. immagino che adesso invece abbia perso qualche punto >.< Tutto questo bel casino porterà ancora più sofferenza a Rebecca.. ma forse non dovrà affrontare tutto da sola! L'indole sognatrice è preziosa ma spesso porta molto dolore.. a meno che non arrivi una svolta! Sai una cosa, credo proprio che siamo in 3 qui ad essere malate di film mentali e romanticismi vari xD ..Joey invece ci metterà un po', ma alla fine si farà valere, in un modo o nell'altro. Spero che Fran e Dario ti siano piaciuti qui.. il compromesso di Frannie è un po' ..insolito, sì, ma d'altronde da una come lei ci si aspetta questo ed altro ;) Bacioni e auguri per un 2011 coi fiocchi! <3

snail: Ti ringrazio tantissimo per i consigli che cercherò di seguire! Non devi avere paura a dire certe cose, anzi, mi ha fatto piacere =) Sono contenta quando voi "recensore xD" mi fate presente qualcosa che non va: aiuta a migliorare la storia e il mio modo di scrivere.. quindi grazie! Hai ragione, non è carinissimo dire "il biondo" o "la castana" ma, metti caso, l'alternativa fosse scrivere tre volte nella stessa riga i loro nomi, dovrò fare un'eccezione >.< Comunque, adesso che Nicole è fuori dalle scatole è arrivato un altro problema.. un GROSSO problema.. come lo affronterà Rebecca? ;) Bacioni e grazie ancora per il consiglio :)

Ginna3: "su certe cose gli uomini non ce la possono proprio fare" ahahhaahahahahahhah mi hai fatta morire xD Per fortuna dove non arriva Raul interviene Lela! Per risolvere i problemi con Joey però dovrà aspettare ancora un po' (proprio nel senso "un po' di capitoli"!) perché adesso in primo piano c'è Rebecca.. mi è piaciuto molto il tuo finale poetico e ti do pienamente ragione! :) Buon 2011 e buon festeggiamento! Bacioni!!

Jasmine230: Lo stimi ancora così tanto Raul?? Dai, giuro che riguadagnerà punti nei prossimi capitoli XD Claudia, uhmmm.. non so quando la rivedremo, ma di sicuro non farò finire la storia senza fartela rivedere :D Adesso però come avrai già capito in primo piano per un po' ci sarà Rebecca.. Anche Joey tornerà, ma solo tra un po'.. e vedrai che saprà come riconquistare terreno! Bacioni e buon anno nuovo! =D

C4rm3l1nd4: be' una volta avevi ipotizzato l'idea di Nicole incinta.. avevi solo sbagliato personaggio! No, scherzo: non è ancora detto ù.ù per ora c'è solo il sospetto.. ahahahha non ti preoccupare dei saluti e continua a ghignare per il NO secco di Raul a Nicole.. poi il fatto che abbia respinto anche Rebecca è un po' meno bello, lo so.. ma non è ancora detta l'ultima, soprattutto adesso... Non preoccuparti spedirò presto Raul a un corso di "psiche femminile: tutto quello a cui le menti maschili non potranno mai arrivare" tenuto da Lela in persona xD Poveri maschietti, li sottovalutiamo sempre.. chi dice che Raul non possa stupirvi nei prossimi capitoli??  Ciao Marty, buon 2011! <3

SarettaCullenWriter: ahahahah grazie per gli auguri di Natale in ritardo! xD Ricambio subito gli auguri per un buon 2011 visto che sono ancora in tempo (giusto per qualche ora!). Non preoccuparti per Nicole, Raul l'ha liquidata ormai ù.ù Mi dispiace, il pacchettone con Raul in mutande deve essere ancora in giro.. eppure l'ho spedito con la prioritaria >.< va be', se tu fai davvero il monumento a Lela, io te ne spedisco un altro (sai, qui li fanno in serie...) Accetti??? ...Uhmmm Raul e Rebecca insieme? Forse sì, forse no... prima c'è da sistemare un po' di cosucce, come la possibile gravidanza di lei... poi si vede xD Bacioni, e buon anno nuovo! :)

Grazie a GossipGirl_____, pinuccia2605, alina81, debby92, Idril Inglorion, mery_gio, DontJumpMelanie, 96opal per aver aggiunto la storia fra le seguite, a francullen per averla inserita fra le ricordate, a CrisAngels, ArYeTtA, biebsale97 e xitsbenny per averla aggiunta fra le preferite, e di nuovo a Idril Inglorion per avermi aggiunta fra gli autori preferiti *.* (grazie mille, davvero!!)

Grazie anche a chi legge la storia senza recensire o senza aggiungerla da nessuna parte =)

Buon anno a tutte voi.. ci vediamo nel 2011! :P

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Capitolo 13
*** How can I not love you? ***


Capitolo 12.How can I not love you?


La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi
del tuo riso
della tua gioia di vivere

Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi.

Ma contro la paura
ti aiuterò
perché la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi”

[Eric Fried]


Calma, tranquillità, spensieratezza.. solo adesso che Rebecca non aveva più tutte queste cose ne capiva il vero significato. Non riusciva a trovare pace nemmeno adagiata sul divano di casa fra le sue due migliori amiche che la sostenevano come meglio riuscivano.

Tutti, ma proprio tutti i pensieri che aveva prima, svanivano di fronte all'eventualità di quel problema, troppo grande per lei.

-Devi aspettare almeno 10 giorni -ripeté Melissa per l'ennesima volta

La ragazza si nascose il viso fra le mani per qualche istante, cercando di calmare l'ansia che le faceva martellare il cuore nel petto e che le faceva tremare le gambe, poi tornò a guardare l'amica -Melissa è passata una settimana.. possibile che non sia sufficiente?

-No -rispose categoria -Tutti i test di gravidanza per essere attendibili devono essere fatti almeno 10 giorni dopo il rapporto

-Una settimana barra dieci giorni -precisò Fran

-Se lo facesse adesso -spiegò allora Melissa -e risultasse negativo, scommetto che sarebbe subito un festa.. ma se poi lo rifacesse fra tre giorni e risultasse positivo?

Rebecca si immaginò la scena e sentì un brivido congelato attraversarle tutta la spina dorsale

-Insomma -proseguì Mel -diamo tempo al tempo: fra tre giorni, farai questo test, non prima -e posò la scatoletta sul comodino, per poi accarezzare il braccio dell'amica -Fidati di me -le disse in tono rassicurante

-Certo che mi fido di te -rispose Rebecca -Voi due siete le mie rocce in questo momento, anzi vi ringrazio di essere qui nonostante sareste dovute uscire con Dario e Ned..

-Non ti lasciamo sola adesso -fece Frannie con un sorriso rassicurante

Rebecca sospirò -E' solo che vorrei farlo subito.. -confessò lanciando un'occhiata alla scatoletta

-Sì, ti capisco -concordò Mel -Però ricordati anche che eravate in due quella notte: questa responsabilità non è solo tua e non è giusto che te la addossi tutta tu

-Dovresti parlarne con Raul -esplicitò Fran

Rebecca scosse la testa -No. Voi non capite..

-Chi se ne frega se quella doveva essere “una notte senza conseguenze”! -sbottò -Le cose sono andate diversamente, e riguardano tutti e due

Frannie non era rimasta poi tanto stupita dal fatto che Rebecca e Raul fossero stati a letto insieme, era convinta che prima o poi sarebbe dovuto succedere; certo però, era rimasta senza fiato di fronte a quanto questo, con tanto di preservativo, avesse comportato.

-Io.. -cominciò Rebecca. La voce le tremò, ma non si spezzò. Non si era fatta nemmeno un pianto da quando il dubbio di essere incinta si era insediato in lei; aveva solo una grande, immensa paura, che talvolta arrivava quasi a toglierle il respiro.

Dalla sera prima sospettava.. ma dalla sera prima le sembravano trascorsi circa due secoli. Le ore non passavano mai, i secondi erano secondi d'ansia.. ogni ticchettio dell'orologio le ricordava che il tempo passava inesorabilmente, che nessuno era riuscito né sarebbe riuscito mai a fermarlo; che non guarda in faccia nessuno, che scorre imperterrito e che 9 mesi passano prima o poi.

Non riusciva a rilassarsi, la sua mente scorreva rapida tutti i possibili scenari che si sarebbero potuti prospettare di fronte a lei, nel caso quel test fosse risultato positivo.

Cosa avrebbe fatto? Lo avrebbe tenuto?

E se sì, cosa avrebbero detto i suoi genitori quando li fosse andati a trovare con cinque o sei taglie in più?

Ma era veramente pronta a tutto questo, a crescere un bambino, a proteggerlo? A insegnarli tutto di una vita di cui lei non era nemmeno a metà e di cui non aveva poi capito molto?

No, ovvio che no, non sarebbe stata all'altezza.

Lei era solo una studentessa di astronomia, vent'anni e un cervello talmente minuscolo da riuscire a farsi mettere (forse) incinta la prima volta che lo fa.

Rischiava di diventare una ragazza madre.. tremava solo all'idea.

-Lui ti starebbe vicino, ne sono convinta -fece Mel

-Non puoi non coinvolgerlo -ribadì Fran

Rebecca sospirò e si prese la testa fra le mani -Ragazze io.. non so se ce la faccio ad affrontare tutto questo. Oddio, davvero, menomale che ci siete voi

-Ti ripeto che anche Raul ti starebbe vicino

-Ti ripeto che non so che fare.. -soffiò allora lei -Ora come ora non mi sembra giusto coinvolgerlo

-Ma sei matta? -fece Fran

-Tranquilla -la bloccò Melissa -Tanto prima o poi si dovranno parlare per forza

Rebecca sospirò; era semplicemente esausta, ed era solo il primo giorno di quegli interminabili tre. Avrebbe voluto chiudere gli occhi per poi riaprirli e scoprire che era stato tutto un sogno, che non stava capitando veramente a lei.

C'era mancato poco che all'esame di analisi quella mattina non avesse scritto sul foglio “SVEGLIATEMI, VI PREGO” al posto del nome.

Dopo la notte insonne, lo shock e la paura improvvisi e duraturi, era sicura di aver sbagliato tutto, ma ovviamente, era l'ultimo dei suoi problemi.

L'università, lo studio.. a rotoli. Non aveva la testa per stare dietro a tutto, semplicemente la sua mente non reggeva lo stress.

Stava accumulando tutto dentro, dalla solitudine in campo amoroso a tutto quello che sarebbe potuto esserci nel suo ventre in quel momento. Perché se c'era veramente qualcosa, quei tre giorni sarebbero diventati tutta una vita.

Non riusciva più a guardarsi allo specchio, per paura di trovarsi improvvisamente, vistosamente incinta.

Stava andando letteralmente in cortocircuito, le sue facoltà mentali le stavano facendo ciao, ciao.


°°°

Due giorni dopo..


-Pronto, Raul!

-Che c'è Joey?

Il biondo, telefonino in mano con Joey all'altro capo, era appena entrato nell'Università con passi lenti e senza troppa voglia. Pioveva a dirotto, tanto che era stato costretto a venire in macchina anziché con il motorino; i nuvoloni neri non lasciavano passare nemmeno quello spiraglio di sole che ancora sarebbe dovuto esserci alle sei del pomeriggio

-Dove cavolo sei? -gli chiese l'amico

Raul corrugò la fronte -All'università: ve l'avevo detto che oggi non potevo venire alle prove perché uscivano i risultati di Analisi, no?

-Ah, già! -esclamò allora il ragazzo -Me l'avevi detto che li mettevano subito! Allora suoneremo senza di te per oggi, ma domani DEVI esserci

-Certo..

Poi Joey ci ripensò un attimo -Ma sei proprio sicuro di non riuscire a venire? Perché non sai che ti perdi -soffocò una risata -Dario ha trovato pane per i suoi denti!

-Che vuoi dire?

-Niente, te lo spiego un'altra volta -sghignazzò -Detto per telefono perde tutta la sua efficacia! Fran è un genio!

-Va be'.. ciao, Joey a domani

-Ciao!

Finita la telefonata, fece qualche rampa di scale, per poi sboccare in un corridoio dove c'era già una discreta massa di studenti, che scrutava un tabellone.

C'era sia chi faceva salti di gioia, e sia chi aveva facce lugubri e demoralizzate.

Raul si avvicinò e cercò il proprio nome nell'elenco delle matricole.. si trovava accanto a un bel 25.

Sorrise, compiaciuto del proprio voto; realizzò al momento che, se si sbrigava, poteva raggiungere gli amici in sala prove e suonare con loro.

Gli venne però istintivo cercare anche un altro nome in quella lista.. quello di Rebecca. Quando lo trovò, ricontrollò più volte di non essersi sbagliato: possibile che Rebecca non avesse passato l'esame? No, ovvio che no dato che era sempre stata brava.

Con lo sguardo, cercò allora tra la folla, speranzoso di trovarla lì, ma niente, nemmeno l'ombra di lei o delle sue amiche.

Ancora perplesso, tornò verso il parcheggio.

Gli sembrava abbastanza stupido ed egoista pensare di essere la causa di questo suo calo nel rendimento: Rebecca non era il tipo che si lasciava condizionare così, e infatti aveva trovato sin da subito un modo per affrontare il problema, da quando gli aveva confessato i propri sentimenti. Lui aveva fatto esattamente come lei aveva chiesto: non una parola, non un saluto.

Ci doveva essere qualcos'altro a turbarla.. ma cosa?

Stava per avviarsi di nuovo sotto la pioggia per raggiungere la macchina, quando la vide, a pochi passi da lui con un casco in mano e i vestiti umidi come i capelli; anche lei stava per tornare a casa.

Non lo aveva visto.

Raul tentennò, indeciso fra l'andarle a parlare o meno, rispettando ciò che lei gli aveva chiesto. Ma infondo ci teneva a lei, e anche tanto.. voleva sapere che cosa non andasse. Non era solo strano il fatto che non fosse passata, ma anche la sua espressione tremendamente stanca, quasi assente.

Cos'era che la stava preoccupando e sfinendo così tanto?

Si diresse verso di lei.

La ragazza intercettò il suo sguardo prima che lui potesse chiamarla, e Raul fu sicuro di vedere un lampo di paura cieca nei suoi occhi.

-Rebecca -fece quando fu abbastanza vicino

-Ciao -lo accolse lei mettendo le mani in tasca; sosteneva il suo sguardo, come al solito, ma si torturava le labbra una con l'altra.

-Senti.. -cominciò Raul -Lo so che mi avevi chiesto di ignorarti ma.. -non ce la faccio-..ho visto i risultati: che è successo all'esame?

Rebecca lo guardò con un attimo di disappunto, poi realizzò -Ah, l'esame. Non lo so, non ero concentrata.. a te come è andato?

Il ragazzo guardò ancora senza capire la sua aria assente e quella sorta di menefreghismo, del tutto inusuale per lei.

-A me bene -rispose -Ma.. è tutto apposto?

Non sapeva se si poteva permettere di farle quella domanda; non ci capiva più niente del loro rapporto.

Rebecca lo guardò a lungo poi annuì con la testa per poi subito dopo negare; Raul alzò un sopracciglio, in attesa di spiegazioni.

La ragazza allora trasse un lungo e profondo respiro per poi guardarlo ancora, scrutandolo a fondo, come se lo stesse valutando, poi finalmente parlò -Pensavo di averti già detto quanto di più difficile ci fosse da dire, e invece.. -allargò le braccia, poi alzò di nuovo lo sguardo su di lui -L'esame è solo uno di tutti i casini che ho creato ultimamente

-Ma che stai dicendo? -domandò

-Io.. non vorrei mettermi in mezzo adesso che Nicole è tornata e che..

-Nicole? -ripeté -Che c'entra?

Rebecca lo guardò con improvviso odio -Raul, non fare il vago con me: è una cosa seria, quella che devo dirti

-Non sto facendo il vago -rispose, stanco di quell'assurda situazione e decidendo di lasciare da parte il discorso di Lela -La storia fra me e Nicole è finita mesi fa

Se fosse stata in condizioni normali Rebecca avrebbe non esultato, ma almeno sorriso, mostrato contentezza.. ma, visto come stavano le cose, dato il fardello enorme che si portava dietro, riuscì solo ad annuire -Ok..

Il biondo sospirò -Me lo vuoi dire che hai?

-Sì -rispose -Anche se non penso che saresti così entusiasta di saperlo..

Sul volto di Raul si dipinse l'ennesima espressione di incomprensione che la ragazza non poté vedere perché troppo concentrata nell'organizzare un discorso coerente in tutta quella massa di cose incomprensibili che erano accadute troppo in fretta.

-Raul.. -cominciò. In quel momento capì che non aveva senso fare giri di parole, che non sarebbe cambiato niente: meglio dirlo e basta -Ho un ritardo

Se non altro fu felice del fatto che Raul capì al volo, senza frasi del tipo “ma no, sei puntualissima” di quelle che si sentono nei film: la comprensione seguita subito all'incredulità si dipinse sul suo volto mentre sgranava gli occhi e socchiudeva le labbra.

Rebecca distolse lo sguardo. Era tutto vero: nessuno striscione con su scritto “scherzi a parte”, nessuna candit camera. Stava succedendo davvero.

Raul la fissò ancora per qualche lungo, lunghissimo istante, ma lei continuava a non ricambiare

-Che.. -cominciò Raul -Cosa aspettavi a dirmelo?

Rebecca spostò nuovamente l'attenzione su di lui -Lo so da tre giorni -cercò di giustificarsi ma, evidentemente, avrebbe potuto dirglielo anche tre giorni prima.

Il ragazzo si posò una mano sulla fronte; era sconvolto e Rebecca ipotizzò che la sua espressione potesse essere come la sua quando si era accorta del ritardo.

-Ma come è possibile? -chiese, a nessuno in particolare

Rebecca sospirò -Scusa -disse -sono io che ho creato questo casino, perché ho voluto io che..

-Hey -la bloccò lui riprendendosi e andandole più vicino -Se quella notte eravamo insieme, era perché lo volevamo tutti e due, non solo tu; abbiamo fatto tutto in due -poi roteò gli occhi, mentre ragionava -eppure avevo controllato..

-Cosa?

-Che il preservativo non fosse rotto, dopo che..

-Senti -lo bloccò lei; non voleva parlarne ancora, faceva già abbastanza male così -Adesso devo andare, tu non preoccuparti, non..

-Cosa stai dicendo? -la interruppe lui, con tono scioccato e severo allo stesso tempo; lei si bloccò, interdetta

-Non ti lascio sola, Rebecca -decretò -Questo casino lo abbiamo combinato insieme

Lei scosse la testa -Non devi sentirti obbligato, posso benissimo farcela da sola

-Vedo -rispose sarcastico, indicando il corridoio con i risultati degli esami; Rebecca sbuffò -Non mi sento obbligato -proseguì -Lo faccio perché a te ci tengo e perché non voglio farti affrontare tutto questo da sola

-Perché, tu sai come gestirla? -domandò scettica

-Certo che no, ma in due è meglio che tu da sola. Lasciati aiutare

Rebecca a quel punto chinò il capo e non rispose. Certo che avrebbe voluto un aiuto, eccome.

Improvvisamente, sentì tutto il peso di quella situazione, e capì tutto d'un colpo quello che sarebbe potuto succedere. Era la realtà: la parola “incinta” non le era più estranea.

Cominciarono a bruciarle gli occhi, e Raul si accorse del sottile strato di lacrime, trattenuto a forza, che velava il suo sguardo

-Vieni -le disse allora passandole un braccio attorno alle spalle -Ti riporto a casa io

Lei annuì, senza dire niente; camminarono velocemente sotto alla pioggia, fino alla macchina. Rebecca poggiò il casco su uno dei sedili posteriori mentre Raul azionava il riscaldamento, in un gesto che risultò familiare e confortevole alla ragazza.

La guida di Raul era molto più tesa del solito, a scatti, mentre raggiungeva la solita trafficatissima strada per andare a casa della ragazza; rimasero imbottigliati, come di consuetudine.

Lanciò un'occhiata furtiva a Rebecca, che fissava la pioggia picchiare imperterrita contro il vetro del finestrino. Perché non gli parlava? Con “starle vicino” lui non intendeva solo starle accanto su un sedile di un'auto, ma sostenerla in quello che di certo era un momento di estrema difficoltà; non solo per lei, bensì per entrambi.

E se fosse stato solo un semplice ritardo? Perché c'era anche questa rosea possibilità, nonostante lui non riuscisse a pensare ad altro se non al peggio.

Avvertì il rumore di quando ci si sfregano le maniche di un cappotto, e si girò verso Rebecca, che aveva portato le braccia strette attorno alla propria vita.

Che avesse freddo? Gli sembrava strano dato che il riscaldamento era acceso a palla.

Una volta aveva sentito una frase, che gli tornò alla mente come un lampo: “Un uomo diventa padre solo quando il figlio nasce, mentre la donna è già mamma al momento della gravidanza”.

Forse lui ancora non si rendeva conto, forse la notizia gli era giunta da troppo poco tempo.. ma Rebecca era conscia al 100% della situazione.

Tamburellò le dita sul volante per qualche istante, in cerca di qualcosa di sensato da dire ma lei, come se gli avesse letto nel pensiero, lo precedette

-Io non pensavo potesse capitare davvero -confessò -non a me -scosse la testa, poi si toccò il ventre -Secondo te.. ammesso che qua dentro ci sia veramente qualcosa.. -si morse un labbro, lo sguardo lucido e fisso sulla propria mano -sono un mostro a desiderare che sparisca?

Il biondo sospirò, intenerito dalla nota mesta e timorosa nel tono di Rebecca -Ma certo che no, non ti devi sentire in colpa.

Lei annuì stringendo le labbra e Raul notò ancora una volta dalla sua espressione, quanto fosse provata

-Di quanto è il ritardo? -chiese poi lui

-Poco più di una settimana

Di nuovo silenzio.

Forse Rebecca non riusciva ad aprirsi del tutto con lui, perché ancora convinta che da un momento all'altro decidesse di scappare; no, non doveva neanche minimamente lasciarglielo pensare.

Lasciò lentamente il volante e le prese la mano, stringendola con decisione ma attento a non farle male.

-Che fai? -chiese lei

-Rebecca.. io non vado da nessuna parte, comunque vada

La ragazza lo guardò come se fosse pazzo -Perché, pensi che ti lascerei scappare adesso che hai detto di volermi aiutare? -domandò ritrovando un briciolo di forza e di quella sfacciataggine che erano sempre piaciute a Raul

Tuttavia al ragazzo non sfuggì l'espressione di sincera gratitudine mascherata fra le altre.

Sorrise -No, certo che no. Ma volevo che ne fossi sicura: io resto vicino a te

La ragazza abbassò lo sguardo e annuì -Menomale.. perché ho bisogno di te, adesso

Sentendo quelle parole, le lasciò la mano e si sporse oltre il cambio marcia che divideva i loro sedili per abbracciarla; Rebecca, dopo un attimo di indecisione, si strinse alle sue spalle e scoppiò finalmente a piangere, per la prima volta da quando aveva scoperto il ritardo.

Il picchiettare della pioggia sul vetro, forte e continuo, si univa a quello dei tergicristalli che facevano avanti e indietro sul parabrezza senza riuscire mai a pulirlo del tutto, battuti sul tempo da quelle gocce trasparenti e incessanti; fuori soffiava il vento, ed era ormai calato il buio della sera.

In quell'abitacolo, stretto e riscaldato, dove c'erano solo loro due, regnava un'atmosfera molto raccolta, intima, ma carica di preoccupazioni che giovani della loro età non avrebbero dovuto avere; uno spazio così piccolo per un problema così grande.

-Raul.. -fece lei fra le lacrime, stringendo forte i bordi della sua giacca -Ho paura

Anch'io avrebbe voluto risponderle lui, tantissima.

Ma a cosa sarebbe servito? Non l'avrebbe di certo confortata; doveva mostrarsi forte per lei, sostenerla, aiutarla.

-Ci sono io -le disse infatti, stringendola più forte a sé

-Come farò se..?

-Come faremo -la corresse con dolcezza, accarezzandole i capelli -Ci prenderemo le nostre responsabilità, affronteremo insieme tutto quello che verrà. Non sarà facile, ma un modo lo troveremo.

Dopo qualche istante, sentì la testa di Rebecca, appoggiata sulla sua spalla, fare su e giù mentre la ragazza annuiva, seppure ancora molto, molto spaventata da tutto quello che avrebbe potuto attenderli.

-Potrebbe anche non essere niente -aggiunse Rebecca

-Infatti -rispose Raul

I due si guardarono e l'uno lesse nella faccia dell'altro che quell'ipotesi sembrava troppo rosea, troppo facile per essere vera.

Il ragazzo le accarezzò una spalla, mentre Rebecca chiudeva gli occhi.

La sua mano, che lenta la sfiorava, le infondeva tranquillità; temporanea sì, ma era già qualcosa. Qualcosa in cui era riuscito solo Raul al momento.

Sapeva che stare fra le sue braccia in quel modo non le avrebbe fatto bene a lungo termine.. nuovamente così vicino, sarebbe poi tornato lontano e distante nel caso quel maledettissimo test che la faceva fremere dall'ansia di sapere, fosse risultato negativo.

Per carità, non chiedeva altro che scoprire di non essere incinta; e, per tutto il bene che le avesse potuto fare Raul in quel momento, ogni istante passato con lui avrebbe reso più doloroso salutarlo di nuovo.

Ma d'altronde non poteva farci niente: aveva bisogno di lui come di nessun altro in quella situazione.

E più lui le stava vicino, più le dava forza, più si mostrava coraggioso di fronte a questa situazione che, ne era sicura, faceva paura anche a lui, più lei se ne innamorava. Per ogni parola dolce, per ogni istante in cui stava con lei senza abbandonarla come avrebbe fatto la maggior parte dei ragazzi della loro età, sentiva il sentimento crescere, irrefrenabile e prepotente.

Chiuse gli occhi, mentre Raul le scoccava un bacio sulla fronte e le asciugava con il pollice gli ultimi residui di lacrime.

Come faccio a non innamorarmi di te? Si chiese retoricamente, rassegnata a restare in balia dei propri sentimenti ancora per molto, molto tempo.

Ma ecco che il calcson seccato e forte da perforare i timpani dell'auto dietro di loro, ruppe l'atmosfera: la fila aveva ricominciato a muoversi già da un po', seppure lentissimamente.

Raul rimise di malavoglia una mano sul voltante; sentì Rebecca, sotto l'altro braccio, cominciare a spostarsi.

No pensò: non voleva sciogliere quell'abbraccio

-Resta così -le intimò infatti

Lei lo guardò storto -Guidi con un braccio solo?

-Sì

-L'altra sera che mi hai riaccompagnata hai detto che non ce la facevi -gli ricordò

-Stasera ce la faccio, tanto vanno come lumache -rispose con semplicità, attirandola di più a sé mentre cominciava a spingere lievemente sull'acceleratore.

-Mai lenti quanto te.. -boffonchiò la ragazza appoggiandosi contro la sua spalla

-Cosa hai detto? -domandò lui pur avendo sentito benissimo

Rebecca sorrise -Un bradipo al volante

Era confortante scoprire che certi atteggiamenti fra loro non erano cambiati, e che riuscivano ancora a strappare una risata, persino in un momento come quello.

-Stasera il bradipo si ferma a casa tua, se ti va

La ragazza annuì -Grazie

*****************************

Salve a tutte carissime! Spero che il 2011 sia iniziato bene e vi ringrazio tutte quante per gli auguri ;)

Allora, facciamo il punto della situazione: Rebecca ha messo Raul al corrente della situazione, e il nostro Sig. L'AmoreFaSchifo non ha pensato minimamente di tirarsi indietro, anzi... che dite, lo ha riguadagnato qualche punto?? Se la risposta è no, non preoccupatevi: nel prossimo capitolo darà il meglio di sé... oddio come sono enigmatica, certe volte mi odio da sola! >.<

Comunque volevo precisare che NON è ancora detto che Rebecca sia in dolce attesa, come ho visto che alcune di voi pensavano.. tutto può succedere! 

Anzi, chissà che questa situazione non faccia riavvicinare i due sciagurati.. vedremo!

..Per informazione, il titolo del capitolo l'ho preso dalla canzone di Joy Enriquez. E' molto bella, se non la conoscete vi consiglio di ascoltarla ;)

T.T Questa è l'ultima volta che potrò divertirmi a colorare i nomi per "addobbare la pagina"... maledetta epifania che tutte le feste porta via!! Grrrr..

Ginna3: Eh già, Raul non è stato proprio spettacolare nel capitolo precedente, ma spero che qui sia andata un po' meglio! Per quanto riguarda Rebecca sta passando non le pene dell'Inferno ma quasi.. Raul è con lei per aiutarla.. ma forse le farà solo più male. Vedremo come andranno le cose fra questi due! Per adesso puoi stare (quasi) tranquilla: non è ancora detto che Rebecca sia incinta! Baciii!!

C4rm3l1nd4: Se Rebecca è incinta o meno lo scoprirai presto, tranquilla.. per ora accontentati di un Raul dolce e premuroso! Sicuramente questa "cosa", comunque si risolva, li farà avvicinare ancora di più.. vedremo poi quello che ne verrà fuori xD Frannie purtroppo è solo nominata in questo capitolo... spero non ti dispiaccia troppo, ma adesso c'è quest'altra coppia di combinaguai di cui devo occuparmi ;) Bacioni a presto! <3

kia_85: Ci avevi visto giusto, Raul non l'avrebbe mai abbandonata in un momento simile =) vedremo ancora di più nel prossimo capitolo, quanto davvero sia disposto a fare per lei.. sperando di averti incuriosita abbastanza, passo a Dario e Fran xD sono contenta che ti sia piaciuto il piano diabolico di Frannie, anche se per un po' questa coppia resterà in fase di stallo, temo >.< (prenditela con Raul e Rebecca, non con me!!) Grazie mille per gli auguri, e vale lo stesso per te ;) baci, al prossimo capitolo!! <3

Jasmine230: Mai credere che uno come Dario sia inutile, anzi ;) Rebecca ne sta passando tante in effetti.. ma ti ricordo che questa potrebbe anche essere niente, nonostante lo stress e la paura.. mi dispiace ma dovrò lasciarti ancora con la suspance su questo punto xD Baci e grazie per i complimenti!!

stefuzzolaxD: non ti preoccupare assolutamente, anzi grazie per i complimenti :) Sono contenta di averti sconvolta xD Spero ti sia piaciuta la reazione di Raul.. e vedrai che saprà fare anche di meglio mwhahahhaah! Non posso dirti altro, tanto lo leggerai nel prossimo cap! Bacioni!! =D

DontJumpMelanie: Ahahahaha quindi ho reso l'idea! menomale xD Spero che il cap ti sia piaciuto ;) Baci!

LaNana: ahahahaha non ti preoccupare per la recensione mancata, non ti insulterò! xD Nicole è uscita di scena, ormai; adesso però c'è questo picc.. grande problema di Rebecca! Ma potrebbe anche essere tutto un falso allarme.. vedremo se farà riavvicinare lei e Raul... Bacioniiii XD

Marti_18: Non preoccuparti anzi grazie per gli auguri =D Spero che Raul ti sia piaciuto, anche se è un deficiente come hai detto tu xD Comunque non è sicuro che Rebecca sia incinta, quindi non saltare a conclusioni affrettate! Io ho preferito che Rebecca dicesse a Raul come stanno le cose perché mi sembrava giusto che ne fosse al corrente.. voglio dire, SE lei fosse davvero incinta, lui sarebbe il padre del bambino, e quindi avrebbe tutti i diritti di sapere che esiste e di stare con lui.. come anche questo fantomatico bambino avrebbe tutto il diritto di poter conoscere il padre! Cioè secondo me è una cosa che va oltre il rapporto di una coppia.. a meno che uno dei due genitori non sia un tossico, alcolizzato, assassino o quant'altro, l'altro deve dargli la possibilità di stare con il bambino.. ma questo è solo un mio punto di vista! xD Spero comunque che ti sia piaciuto il capitolo :):) Bacioni!!

Oggi siete veramente tante da ringraziare che bello :D:D

Grazie a Aislinn_05, EleMasenCullen, Sivyb, Oasis, Olthir_84, meredhit89, fallsofarc (sono una drogata di LDS e adesso "Un findanzato di troppo" mi sta facendo fare la stessa fine! Che bello trovarti qui!! xD), Lady_Jessica Malfoy, Agathe, araba89, Princesa18, Ami_chan, Crystalya, Briciolina, Truelove, bells7791, Crystal 1989, GiulyRedRose, Lion E Lamb, pittolaFede, valemyni e _Principessa di Cristallo_ per aver aggiunto la storia fra le seguite ;)

Poi ringrazio Aislinn_05, MellSHake e Nickyley per averla aggiunta fra le storie da ricordare :)

Un grazie anche a Sissii_Smile e hypocrite per averla aggiunta fra le preferite! =D

Sbirciando fra chi segue le storie ho visto che alcune di voi stanno leggendo anche E' troppo piccolo il mondo per noi.. un grazie di cuore anche a voi! Mi fa piacere che l'apprezziate anche se avete letto prima Delicatamente e di conseguenza sapete già cosa si rivelerà Nicole (non lo dico per non essere volgare ù.ù)

Insomma, grazie a tutte ragazze!! Al prossimo capitolo e passate bene la fine di queste vacanze ;) Ciaoooo! <3

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Capitolo 14
*** Ad ogni costo ***


Capitolo 13. Ad ogni costo


"Sai che e il tuo bacio confonde quest'anima tormentata.
E ho scoperto che tutti noi spezziamo cuori

..che tutti noi siamo cuori spezzati"

[The Calling – If Only]


La sera precedente, Raul, Rebecca, Melissa e Fran avevano cenato insieme, parlando ovviamente della situazione di Rebecca, ma anche cercando di deviare la conversazione su argomenti più leggeri.

Poi però, al momento di andare a dormire, Rebecca aveva preferito restare da sola, offrendosi di andare sul divano e lasciare a Raul il letto della propria stanza. Il ragazzo ovviamente si era rifiutato, risolvendosi a portare qualche coperta sul divano dove aveva poi passato la notte.

Quella mattina, erano andati a lezione tutti insieme e Raul e Rebecca si erano seduti vicini, senza riuscire però a seguire nemmeno una parola di quello che dicevano i prof.

-Domani mattina posso fare il test -disse Rebecca a Raul, con aria grave, una volta che furono tornati tutti a casa.

Il ragazzo annuì deglutendo -Resto con te anche stasera

-Ok -fece lei, contenta di non averglielo dovuto chiedere.

-Ma i tuoi non ti reclamano a casa? -domandò Frannie a Raul

-Per ora no, comunque sanno dove sono.

D'un tratto, Rebecca sbiancò -Oddio..

-Che c'è? -le chiese allarmata Mel andandole vicino e prendendola per un braccio -Hai un capogiro? Nausea?

-No -rispose lei terrorizzata all'idea di cominciare a manifestare sintomi di gravidanza -Ma mi ero dimenticata, con tutto questo casino..

-Cosa? -volle sapere Raul

-I miei -rispose Rebecca con l'aria di chi ha visto un fantasma -Mi avevano fatto giurare che sarei andata a trovarli

-Oddio.. Quando? -Melissa versione investigatrice terrorizzata

La ragazza guardò Raul con aria colpevole -Stasera

-Oh! -fece Mel; Raul contrasse la mascella, senza dire nulla per il momento

-Ma scusate dov'è il problema? -se ne uscì Frannie -Basta che non gli dici niente, anche perché non è ancora detto che..

-Non funzionerebbe -la interruppe Raul

Rebecca sospirò capendo dove volesse andare a parare -Non sono riuscita ad abbindolare te con quella storia di Tom, figurarsi se riesco a farla a mia madre.

Lui annuì in silenzio, per confermare.

-Cioè -cercò di capire Fran -Glielo vuoi dire?

-No -rispose Mel per lei -Se non si accorgono di niente di strano, è meglio tacere. Ma se cominciano a fare domande è la fine: Rebecca è una pessima bugiarda.

-Basterà non sfiorare l'argomento nemmeno per sbaglio -fece Frannie -Perché uno dovrebbe parlare di gravidanze a bambini a tavola?

-La fai facile tu -ribatté Rebecca lasciandosi sprofondare nel divano.

Raul la guardò, indifesa come non mai, fragile come non l'aveva mai vista; stava diventando anzi era già, troppo, troppo e tutto insieme. E più si andava avanti, più i problemi sembravano aumentare.

Andò a sedersi accanto a lei, prendendole la mano.

-Raul -cominciò lei sentendolo accanto a sé -Non serve che ci sia anche tu, glielo dico io ai miei..

Il ragazzo strabuzzò gli occhi -Cosa? Stai scherzando, spero.

-Mai stata così seria

-Scordatelo -fece, senza ammettere repliche -Ti ho detto che resterò con te d'ora in poi e che affronteremo tutto, e dico tutto, insieme.

-Ma tu non capisci! -sbottò lei -Mio padre ti ammazza, e ovviamente dopo ammazza anche me!

Raul scosse la testa -Rebecca.. come faccio a farti capire che non sei sola? Quando ho detto che sarei rimasto al tuo fianco, intendevo in qualunque situazione. E affrontare i tuoi non è nemmeno la più difficile che possa capitare.

Rebecca sospirò -Non è una buona idea

Ma la ragazza non lo ingannava: per quanto lo volesse tenere fuori da quella faccenda, Raul non aveva dimenticato quel “ho bisogno di te” che gli aveva sussurrato in macchina.

-Davvero mi stai dicendo che preferiresti affrontarli da sola?

-No, ma...

-Appunto -concluse, risoluto -Stasera vengo con te

La ragazza si passò la mano libera tra i capelli, pensierosa e preoccupata -Spero solo che non salti fuori l'argomento.

Melissa guardò Raul con ammirazione e le scappò persino un sorriso, che però il ragazzo non vide perché impegnato a scrutare Rebecca

-Ovviamente dovrete fare la parte dei fidanzatini -decretò Frannie -Altrimenti perché andreste là insieme?

-Pure? -chiese Rebecca, con tono quasi disperato. La vicinanza di Raul, il suo essere così premuroso, le loro mani intrecciate.. tutto questo sarebbe finito prima o poi, e se a questa amara consapevolezza di evanescenza ci si aggiungeva anche la recita degli innamorati (che per lei ovviamente non sarebbe stata una recita), davvero diventava una cosa devastante.

Raul le strinse di più la mano, accarezzandole il palmo con il pollice; Rebecca alzò lo sguardo su di lui, che la stava già guardando, con quegli occhi caldi e liquidi.

-Sta' tranquilla -le disse con tono rassicurante, ma serio.

Il pomeriggio lo dedicarono ad elaborare alcuni particolari della loro “storia” che poi non differiva molto dalla realtà: si erano incontrati all'università, avevano cominciato a studiare insieme, a conoscersi, e alla fine si erano innamorati.

Rebecca aveva chiamato i suoi, per avvertirli che avrebbe presentato loro “il suo ragazzo” e i due si erano detti entusiasti.

Avevano pensato anche ad alcuni dettagli da raccontare, per tenere banco nella conversazione ed evitare di parlare di argomenti quali ritardi mestruali, premaman e quant'altro.

A un certo punto però, lo squillo del cellulare di Raul interruppe quella sorta di brain storming, al quale stavano partecipando anche Fran e Mel per aiutarli.

-Scusate -fece il ragazzo -è Joey, mi ero dimenticato che avrei dovuto suonare oggi.. torno subito.

Rebecca lo guardò allontanarsi mentre rispondeva.

-Tutto bene? -le chiese Frannie, poi ci ripensò -Scusa, decisamente una domanda sbagliata

-Non fa niente -fece Rebecca sospirando

Quella che si dice la fortuna nella sfortuna: Rebecca si era innamorata del ragazzo giusto, disposto a starle vicino persino in quella situazione.. peccato che lui non ricambiasse.

-Non vedo l'ora che sia domani mattina, quando finalmente potrò fare quel cavolo di test -confessò, sperando ardentemente che risultasse negativo.



-Pronto?

-Oggi non hai scuse -esordì Joey piuttosto alterato -Dove cazzo sei? Sei sparito!

Raul sospirò -Lo so, avevo detto che oggi sarei venuto, ma..

-E' già la seconda volta che ci dai buca! -si lamentò l'amico -Ho capito che io sono dieci volte più bravo di te alla chitarra, ma mica posso fare tutto da solo! -si pavoneggiò

-Joey, ascolta, ho un problema serio, non..

-Sì, certo fammi indovinare: ti sono venute le tue cose. E' la scusa che usa sempre Lela quando..

-Magari.. -commentò il biondo

-Che vuol dire magari? -chiese Joey, confuso

-Senti, mi dispiace, ma oggi proprio non posso venire

Qualche istante di silenzio.

-Raul, ti sento troppo agitato -fece poi, più calmo -E' successo qualcosa?

-Sì -rispose -decisamente sì

-Cosa? -ed ecco la versione seria di Joey, matura e posata.

-Un ritardo

-Di chi?

-Rebecca

-E dove vi dovevate vedere?

Ti pareva. Il biondo sospirò -Joey, non è un ritardo è... un ritardo

Nei secondi di mutismo che seguirono, Raul si immaginò l'amico che aggrottava le sopracciglia, si grattava la testa stile scimpanzé, e poi finalmente realizzava -Aaaaah!

-Eh..

-Ho capito ..oh cazzo! Ma..?

-Domani -anticipò la domanda -lo sapremo domani. Ora sono da lei.. e stasera dai suoi genitori

-COSA?

-Le starò vicino Joey, sia che.. sia incinta che non.

-Certo, è giusto. Ma non farti ammazzare

-Da chi?

-Dai genitori, ovvio. E, Raul.. se avete bisogno di qualsiasi cosa, anche di un tetto se la sbattono fuori di casa..

-Vive con Melissa e Frannie -gli ricordò

-Sì. Comunque io ci sono.

-Grazie, Joey

-Direi che sei giustificato per le buche.. domani quando esci dall'università vengo a prenderti così mi dici com'è andata e se.. -lasciò la frase in sospeso

-Ok -poi si ricordò che anche l'amico frequentava l'università -Ma tu?

Joey sbuffò -Io non ci vado più a giurisprudenza e, prima che inizi a farmi la predica, ti ricordo che ci sono problemi più seri, come la tua possibile paternità

-Smettila di fare il cretino -lo apostrofò con tono serio

-Scusa, volevo solo deviare la tua attenzione

-Allora a domani?

-Sì.. chiamami se hai bisogno

-Va bene.

Attaccò e stava per tornare dalle ragazze, quando si ricordò che quella sera Fred lo aspettava in pizzeria: altra telefonata.

-Pronto?

-Fred?

-Oh, dimmi Raul!

-Senti, puoi trovare qualcuno che mi sostituisca per stasera?

Sentì l'uomo sbuffare dall'altra parte -Aspetta un altro po' a dirmelo..

-Lo so, scusa è che ho avuto un.. no, non si può definire semplicemente un imprevisto -scosse la testa appoggiandosi al muro

-Hey, tranquillo scherzavo: trovo sicuramente qualcuno. Ma che è successo?

Raccontarlo di nuovo? No, non in quel momento: doveva tornare da Rebecca

-Ti spiego domani, Fred

-Come vuoi. Dimmi solo se è tutto apposto

Il biondo sospirò di nuovo -Vorrei tanto saperlo

E, conclusa anche quella telefonata tornò a prepararsi per la fatidica cena.


°°°


-..Vado a prendere il dolce! -cinguettò la madre di Rebecca alzandosi da tavola.

-Era tutto squisito -si complimentò Raul, un po' perché era vero e un po' perché era ciò che gli aveva suggerito di fare Rebecca quel pomeriggio: sua madre era una fanatica della cucina, e magari sarebbero riusciti a intavolare una conversazione sulle ricette. Tutto mirava a fra passare il tempo discorrendo di argomenti leggeri quella sera.

-Oh, grazie Raul! Si vede che mia figlia li sa scegliere bene i gentiluomini!

Rebecca rispose con una risatina per niente spontanea mentre la donna si allontanava in cucina.

Enrico, il padre, con cui aveva conversato tranquillamente (almeno in apparenza) per tutta la cena, si alzò a sua volta per levare i piatti e portarli in cucina.

Un volta che Rebecca e Raul furono rimasti soli, la ragazza appoggiò i gomiti sul tavolo prendendosi la testa fra le mani e sospirando

-Che hai? -le chiese Raul

-Niente

-Non è vero

Lei sbuffò, poi si decise a cacciare fuori il rospo -E' esasperante

-Lo so

-No, tu non lo puoi sapere! -sbottò irritata, ma sottovoce -Non mi sto riferendo solo al dubbio di essere incinta, ma.. al fatto di dover inscenare questa stupida storia di noi due

-Era.. necessario -cercò di giustificare

-Lo so, lo so, ma.. parlare con te come fossimo una vera coppia, quando.. -si interruppe mordendosi un labbro

Raul, abbassò lo sguardo, avendo capito perfettamente

-Lo sai come stanno le cose -proseguì infatti Rebecca -e starti così vicina non mi aiuta

Il ragazzo tornò a guardarla, quasi con aria colpevole -Scusa, ma.. non so come altro avremmo potuto fare.

-Non è colpa tua, te l'ho detto. Anzi, stai facendo anche troppo -sbuffò -Fa' come se non ti avessi detto niente, ok?

-Rebecca.. -cominciò, sporgendosi leggermente verso di lei.

E in quel momento, la ragazza ebbe la certezza che stesse per iniziare un discorso serio, che stesse per dirle qualcosa di importante.. ma furono interrotti dai genitori di lei che fecero ritorno. Il biondo si ritrasse, senza dire niente.

-Ecco la torta -esordì la donna, guardandoli tutta contenta -Oh, ma non vi preoccupate! State pure vicini, siete così carini insieme

-Mamma, per favore.. -fece Rebecca, mascherando la stanchezza; guardò anche il padre, in cerca di supporto, ma l'uomo scrollò le spalle. Le possenti spalle da cui partivano quelle braccia muscolose che Raul non aveva potuto fare a meno di notare con un briciolo d'apprensione.

-Dico sul serio -continuò la donna -Non vi siete scambiati nemmeno un bacio, da quanto siete qui

-Mamma! -fece la ragazza, seccata più che in imbarazzo.

-Siamo piuttosto riservati -cercò di aiutarla Raul

-Be' ma non dovete esserlo anche con noi, vero caro? -chiese, senza però attendere la risposta del marito -Io sono una di larghe vedute, per vostra informazione, e mi piacerebbe vedere almeno un bacio fra voi

-Ma cosa dici?!

-E dai, cosa vi costa?

Rebecca sospirò rassegnata e, in meno di mezzo secondo, si voltò verso Raul stampandogli un rapidissimo bacio a fior di labbra nel quale lo sfiorò appena e poi tornò a rivolgersi alla donna -Contenta?

Raul adesso aveva la bocca socchiusa, e ancora cercava di rendersi conto di quello che era successo; poi si ricordò che in una coppia, i baci non sono un evento sporadico, così cercò di assumere nuovamente un'espressione normale.

La madre di Rebecca sbuffò, in risposta alla figlia -Ma questo non è un bacio! Io mi ricordo che con tuo padre da giovani..

-Cara -la interruppe Enrico, forse leggermente in imbarazzo -Quando un genitore comincia un discorso della serie “io alla tua età..”, rischia di far addormentare chiunque

-Hai ragione -concordò la donna -Ma resta di fatto che quello non ricordava nemmeno lontanamente un bacio, o no? -chiese guardando Raul in cerca di conferma.

Il ragazzo riuscì a fare solo un sorrisetto nervoso.

Rebecca alzò gli occhi al cielo -Sarai anche una di larghe vedute, ma sei proprio insistente

-Lo so -e incrociò le braccia, in attesa

La ragazza allora si voltò di nuovo verso Raul, questa volta con lentezza ed espressione rassegnata, forse anche con aria di scuse.

Ma fu Raul che cominciò ad avvicinarsi, con un'insolita dolcezza negli occhi .

Se continua a guardarmi così è la volta buona che non rispondo più di me stessa.. pensò la ragazza spostando lo sguardo sulle sue labbra, sempre più vicine. Dopo una serata intera a fingere di essere felicemente fidanzata con il ragazzo dei suoi sogni, a tenerlo per mano, a rispondere alle domande dei suoi, e tenendo nascosto il fardello dell'eventuale gravidanza, quel bacio sarebbe stato solo l'ennesima botta che le sarebbe stata inflitta al risveglio da tutta quella messa in scena. Ammesso che ci sarebbe stato un risveglio; perché se fosse stata incinta davvero, probabilmente avrebbero dovuto continuare a fingere.. anche se forse a quel punto sarebbe stato meglio dire semplicemente tutta la verità..

Ma quei pensieri sembravano così astratti, persino lontani, mentre le labbra di Raul si posavano sulle sue, schiudendole dolcemente.

Se davvero non c'era sentimento in quel bacio, Raul era un bravissimo attore; per quanto riguardava Rebecca, la ragazza non poté fare altro che cedere alle emozioni, alla voglia che sentiva di lui e che non aveva la forza di combattere, non in quel momento. Ricambiò il bacio come le venne spontaneo fare, come lui si sarebbe sicuramente accorto non essere finzione.

Gli passò una mano fra i capelli mentre lui le stringeva la vita. Quel bacio le diede una forza improvvisa.

Alla fine Platone aveva sempre avuto ragione: sai di essere veramente innamorato di qualcuno quando sai che con quella persona al tuo fianco, potresti sfidare anche gli dei.

E se anche il test fosse risultato positivo, con Raul al suo fianco, sarebbe stata in grado di affrontare tutto, ma proprio tutto; anche l'impresa di crescere un figlio a vent'anni.

-Coff, coff..

Qualcuno che tossicchiava. Ma certo: la casa dei suoi, i suoi, la messa in scena..

Rebecca si staccò bruscamente da Raul.

Suo padre li guardava un po' storto, era stato lui a tossicchiare, mentre sua madre sembrava felice come una pasqua

-Sono veramente contenta per voi -disse -Si vede quanto siete innamorati

-Certo.. -commentò Rebecca massaggiandosi una tempia; Raul appoggiò il braccio sullo schienale della sua sedia, mentre la donna tagliava il dolce e ricominciava a fargli domande, questa volta sull'università. A quanto pareva, aveva deciso di saperne abbastanza sulla loro storia e sul loro rapporto, specialmente dopo quel bacio.

E che bacio.. Rebecca scosse la testa cercando di non pensarci più.

Finito di cenare, si sedettero tutti quanti in salotto sul divano ma, essendo già una cert'ora e avendo lezione l'indomani, Rebecca dopo poco annunciò che, con grande dispiacere, dovevano andarsene.

-Vi prendo le giacche -si offrì la donna mentre Enrico li accompagnava alla porta.

Se non altro, non era minimamente saltato fuori l'argomento “incinta”.

Proprio mentre Rebecca tirava un sospiro di sollievo, e si dava della stupida per aver temuto così tanto di essere scoperta, sua madre ricomparve davanti a loro, con le giacche in mano e un'espressione atterrita sul volto.

-Che succede? -le chiese il marito mentre lei avanzava lentamente

Rebecca lanciò uno sguardo ansioso a Raul, che fissava teso e serio la donna.

-Ragazzi.. -fece quella sollevando un pezzo di carta che aveva tutta l'aria di essere uno scontrino -Ho trovato questo nella tasca del cappotto di Rebecca -deglutì -A che vi serve un test di gravidanza, me lo spiegate?

-COSA? -tuonò il padre di lei

-Mamma.. -cominciò Rebecca, ma non sapeva cosa dire

-Possiamo spiegare -fece Raul

-Spiegare? -ripeté l'uomo con aria minacciosa, come a compensare l'atteggiamento scioccato della moglie -Si può sapere cosa hai fatto a mia figlia?!

-Papà -fece Rebecca -Non prendertela solo con lui

-Tranquilla, dopo ce n'è anche per te

-Senta.. -cominciò Raul ma non ebbe tempo di aggiungere altro perché l'uomo gli tirò un cazzotto dritto in faccia, cogliendolo alla sprovvista e costringendolo a indietreggiare di molti passi, mentre si portava una mano al labbro sanguinante.

-Papà! -strillò Rebecca nello stesso istante in cui la moglie strillò -Enrico!

-Ma vi rendete conto che avete a stento 40 anni in due? -continuò l'uomo

Rebecca era andata vicino a Raul prendendolo per un braccio e guardandolo con aria preoccupata

-Tutto bene -le sussurrò lui che aveva messo in conto una possibile reazione del genere.

-Ma ti sembra il modo? -chiese la madre al coniuge -E' ovvio che non lo avranno fatto apposta!

Ed ecco che la signora si rivelò davvero “una di larghe vedute” come aveva affermato di essere poco prima.

-E ci mancherebbe! -continuò Enrico -Ma adesso che è successo, cosa pensi che faranno?

-Non è ancora detto -li interruppe Rebecca sempre stringendo il braccio di Raul -Lo sapremo domani

-Nel caso Rebecca fosse davvero incinta -aggiunse Raul attirando nuovamente su di sé lo sguardo minaccioso di Enrico -sono pronto a prendermi cura di lei e del bambino.

La ragazza socchiuse inconsapevolmente le labbra, mentre quelle parole la stordivano rimbombando nell'aria.

-Ma se non sapete nemmeno cosa voglia dire la parola "bambino" a questa età! -ribatté il padre

-Impareremo -fece Raul

-E i soldi per mantenerlo?

-Ma è ovvio che li aiuteremo! -fece la donna, ma il marito non diede segno di averla ascoltata

-Ho già un lavoro -rispose Raul -Ne troverò un altro se necessario, lascerò l'Università

-Che dici? -chiese Rebecca, ma la domanda le uscì con un filo di voce così sottile che poté sentirla solo Raul; ricambiò per un attimo il suo sguardo, prendendole la mano.

-Ma se hai detto che studi per diventare astronauta -gli ricordò, con una nota di scetticismo che fece irritare Raul

-E' la stessa cosa che fa anche nostra figlia -fece la moglie

-Lascerò -rispose lui e Rebecca, conoscendo ormai bene il suo viso notò quanto gli costasse quell'affermazione, ma anche quanto fosse deciso e sincero.

Raul era un ragazzo d'oro e lei si sentiva tremendamente in colpa di fronte alla consapevolezza di sapere a quanto avrebbe rinunciato per lei, che non aveva fatto altro che creargli casini (ciliegina sulla torta, il pugno di suo padre).

-No.. -sussurrò sull'orlo del pianto, e la stretta di Raul aumentò

L'uomo sospirò -Ma perché noi genitori non possiamo mai stare tranquilli, me lo spiegate?

-Lasciamoli andare adesso -propose la madre, e a Rebecca non sembrò vero -Non vedi quanto sono stanchi? Tu pensi solo a noi, ma cerca di capire anche quanto possa essere difficile per loro

-Certo, giustifichiamoli, adesso! -poi sbuffò e guardò dritto negli occhi Raul -Voglio dirti due parole a quattr'occhi prima

-Papà.. -fece Rebecca apprensiva

-Non gli torco nemmeno un capello -assicurò l'uomo

Tuttavia, quando Raul fece per lasciarle la mano, Rebecca strinse di più

-Tranquilla -le fece allora lui con aria rassicurante. Ma più la ragazza guardava il suo labbro sanguinante, meno tranquilla stava.

-Rebecca -fece allora sua madre -Fidati di tuo padre.

Di suo padre non si fidava molto dopo quel cazzotto, ma di sua madre sì: lasciò andare Raul, che le rivolse ancora uno sguardo prima di seguire Enrico in un'altra stanza.

La ragazza sospirò e si appoggiò contro il muro prendendosi la testa fra le mani; la madre le andò vicina e le accarezzò i capelli -Come stai?

Rebecca la guardò e scosse la testa -Non lo so. Immagino abbastanza male.

La donna annuì

-Ti ho delusa, mamma? -chiese

-Avete usato le protezioni?

-Certo che sì!

-Allora non mi hai delusa. Sono cose che purtroppo accadono a volte, ma se tu sei stata responsabile come io ritengo di averti insegnato ad essere, non mi hai delusa. Solo mi dispiace per voi perché se domani quando farai quel test, risulterà positivo, sarà dura, anche col nostro aiuto

Rebecca annuì -Lo so. L'importante è sapere che tu non prenderai a pugni Raul quando uscirà dalla stanza

La donna sorrise -No, tranquilla; tuo padre è troppo impulsivo, ma vedrai che anche lui capirà. Quel Raul invece mi piace veramente tanto, è un ragazzo come pochi. Sei fortunata ad avere lui al tuo fianco in questa situazione

-Lo so..

-E sei fortunata ad averlo come ragazzo, è ovvio

La ragazza strinse i denti, ma non bastò per trattenere le lacrime, che cominciarono a scendere in silenzio.

-Su, su -fece la donna abbracciandola -Non è facile, ma non è la fine del mondo -le disse, fraintendendo il motivo del pianto -E tu sai bene che potresti anche non essere incinta

Rebecca annuì, riprendendosi e staccandosi.

-Posso dirti ancora una cosa? -chiese la madre

No! -Certo -rispose asciugandosi il viso

-Si vede che è proprio innamorato di te

La ragazza annuì nascondendo lo scetticismo senza aggiungere altro e, in quel momento, Raul e suo padre tornarono; nessuno dei due sembrava tumefatto, ed era già qualcosa.

-Domani mattina chiamateci -disse l'uomo guardando entrambi; sembrava più rilassato

-Certo -rispose Raul

-Ciao ragazzi -fece la donna -Mi raccomando, fateci sapere..

Così, i due si congedarono e tornarono alla macchina.

-Guido io -si offrì Rebecca prima di dire qualsiasi altra cosa

Raul, che si stava massaggiando il mento offeso, per una volta acconsentì a lasciar guidare “la piratessa” cedendole le chiavi dell'auto.

-Si può sapere che ti ha detto mio padre? -chiese lei mentre metteva in moto

-Voleva assicurarsi che fossi davvero disposto a mantenere una famiglia, nel caso. E mi ha messo davanti tutte le difficoltà, i problemi..

La ragazza strinse di più il volante, mentre accelerava -Quello che hai detto..

-Lo farò veramente, Rebecca

-Non mi sembra giusto

-A me sì.

La ragazza sospirò -Mi dispiace per il tuo labbro -ovviamente non si riferiva solo a quello

-Non preoccuparti. Tu invece come stai?

Lo guardò di soppiatto -Bene -mentì -voglio solo arrivare a casa

-Ma.. posso farti una domanda?

-Sì -rispose deglutendo e aspettandosi chissà che

-Hai mai guidato un'auto?

Facile. -No

-Ma sei matta?! -si agitò subito -Accosta!

-Raul, rilassati, so come fare -replicò prendendo una curva a tutta velocità

-No -fece lui -Per il nostro bene, accosta, per favore!

Lei si voltò a guardarlo -Ti calmi? Stai facendo agitare anche me!

-Attenta! -esclamò mentre l'auto della corsia opposta che Rebecca aveva appena invaso suonava il clacson venendo dritta verso di loro

-Oddio! -strillò Rebecca, senza sapere che fare

Raul si sporse verso il volante, girandolo con forza e riportando la macchina sulla corsia giusta.

-Accosto -fece Rebecca senza che lui dovesse dirle più niente

-Brava...

Si fermò sul ciglio della strada buia -Andavo così male? -chiese

Il ragazzo sospirò -Di solito quando uno guida deve guardare la strada, Rebecca

-Ah, giusto..

-Tu sei pazza

-Me l'hai detto almeno un milione di volte -rispose aprendo lo sportello e scendendo; Raul la imitò.

Quando si incontrarono a metà strada lei guardò meglio il suo labbro -Ti fa male?

-No -rispose -Lo sai che è assurdo che ti preoccupi per un pugno in questa situazione?

Lei scrollò le spalle -Il verdetto è domani

-Già.. anzi, andiamo a casa che è tardi

-Sì..

Una volta arrivati, Rebecca andò in bagno a prendere del cotone e del disinfettante.

-Che fai? -le chiese Raul, già sistemato sul divano quando la vide con quegli attrezzi

-Chiudi la bocca -ribatté lei -Non per essere scortese, ma perché non penso che tu voglia assaggiare il qui presente disinfettante

Allora, il biondo capì -Rebecca, non serve che disinfetti..

-Invece sì -lo bloccò sedendosi accanto a lui e versando il liquido sul batuffolo di cotone -Dai, chiudi

Raul si rassegnò ad ubbidire e Rebecca appoggiò lentamente il batuffolo sulla ferita

-Ahi! -fece lui ritraendosi -Brucia!

Rebecca ridacchiò -Sei peggio di un ragazzino

-Vorrei vedere te!

-Dai, forza, non ho finito

-Ma è una tortura -si lamentò riavvicinandosi

-Sopporta in silenzio -ordinò lei, mettendogli una mano dietro la nuca per evitare che si spostasse. Continuò a pulire la ferita e Raul non si lamentò più, né staccò un attimo gli occhi dal suo viso.

-Fatto -disse lei dopo un po' -Va meglio?

-Insomma..

Sospirò -Che stupida che sono stata ad aver lasciato quello scontrino in tasca! -si apostrofò scuotendo la testa

-Mi fai un favore? Smettila di incolparti di tutto

-Non vedo l'ora che sia domani: odio questo stare nel dubbio -confessò con stanchezza -Però.. più domani si avvicina, più mi fa paura

-Lo so -fece Raul -lo so.. ma adesso avresti bisogno di dormire: è tardi e stare qui a dannarti non risolverà il problema.

Rebecca annuì chiudendo gli occhi -Hai ragione.. vado -e si alzò -'Notte, Raul

-Buonanotte

L'enorme stanchezza, nonostante la paura e l'ansia, fece addormentare la ragazza in pochi minuti.

Raul invece non riuscì ad addormentarsi subito, e rimase sveglio nella penombra fissando il soffitto, a pensare....

*************

Eccoci qua! =D

Lo so, sto tirando troppo la corda, ma prometto che nel prossimo capitolo si saprà se Rebecca è incinta o meno, LO GIURO ;)

Per ora spero vi siate godute questo Raul dolce e forte allo stesso tempo e il bacio che ha dato a Rebecca... E poi sono contenta che non vi siate meravigliate della sua reazione quando Rebecca gli ha spiegato la situazione, vuol dire che sono riuscita a creare un personaggio coerente con se stesso (me fierissima!!) xD

Questo capitolo mi è venuto più lungo del solito, ma spezzarlo non mi sembrava una buona idea. E' quello che più di tutti mi ha presa nello scrivere sin ora in questa storia :D Il quasi-incidente e la telefonata semi-seria con Joey erano per sdrammatizzare un po' tutta la situazione e, nel secondo caso, anche per farvi sapere che gli altri personaggi non sono morti ma solo "congelati" in attesa che si risolvano i casini di questi due xD 

E ora veniamo alle brutte notizie.. ragazze ancora tre-quattro capitoli circa, non di più mi dispiace :( ma lo capite anche voi che non avrebbe senso continuare all'infinito, no? Io sono convinta che dopo un po' i personaggi "invecchino".. cioè, per quanto ci si possa essere affezionati, alla fine l'effetto è lo stesso delle serie tv infinite: o rinnovi del tutto i protagonisti, o parlare sempre dei soliti ti fa sfociare nella banalità e nelle ripetizioni.

Non che questa storia sia qualcosa di così originale, ma credo davvero che "forzare la fantasia" non porti niente di buono in questi casi.

E' tanto che vi racconto di Raul (parlo per chi l'ha seguito dai tempi di Nicole, quest'estate), il suo personaggio è cresciuto e maturato abbastanza, secondo me.

Non sto dicendo che voglio scrivere altre storie con altri personaggi, ma vi sto solamente spiegando perché dopo la fine di Delicatamente non ci sarà un altro seguito. Mancherà anche a me questo chitarrista-astronauta combina/risolvi casini, ma che posso farci?

Dai, ora veniamo alle recensioni e non odiatemi troppo, per favore!! :)

LaNana: che l'iceberg (paragone azzeccatissimo) si stia finalmente cominciando a sciogliere? Mah.. nel prossimo capitolo risponderò alla tua domanda, non ti preoccupare ;) Spero ti sia passata l'influenza!! ..E spero che Liz torni presto =D Baciiiii, a presto!

Ginna3: sì, devo ammettere che la suspence è uno degli effetti che amo di più, nella lettura come in un film xD Sono contenta che la tua attenzione sia caduta sulla frase giusta nello scorso capitolo: Raul resterà vicino a Rebecca comunque vada.. e fai bene a chiederti quale sia la chiave di lettura giusta ;) ..Povera Bec comunque, se gli effetti che produce un Raul "cartaceo" sono questi, figurarsi ad averlo davanti realmente! xD Bacionii

biebsale97: ciao!! Se non altro questo problema ha fatto avvicinare parecchio Rebecca e Raul.. vedremo se tra loro nascerà o se sta già nascendo qualcosa di più ;) Baci! ps: scusa, non mi ero accorta del cambiamento di nickname! xD

kia_85: Credo che tu ci abbia visto giusto sulla svolta importante che che avrà il loro rapporto dopo tutta questa storia, e forse hai ragione anche nell'interpretazione di quei piccoli segni, chissà.. non vorrei dirti troppo ;) E non ti preoccupare, io adoro i commenti-fiume! xD anzi, grazie mille per i complimenti *.* spero che anche questo cap ti sia piaciuto... bacioni!!

C4rm3l1nd4: In effetti è dura trovare spazio per paralre di tutti xD Qui infatti ci sono solo Raul e Rebecca, ma non mi sarebbe riuscito inserirci pure gli altri >.< Ti giuro, l'attesa è quasi finita: nel prossimo capitolo saprai se Rebecca è incinta o no! Nel frattempo spero di averti fatta felice con un capitolo dedicato interamente alla versione dolce e premurosa di Raul piuttosto che a quella fredda e stronza! xD Grazie mille per i complimentissimi xD Baciiii Marty!! <3

Jasmine230: Rebecca è fortunata ad avere due amiche come Frannie e Melissa.. un po' meno fortunata per il fatto che Raul le stia confondendo le idee alla grande. Vedremo cosa combineranno nel prossimo capitolo, a seconda se il tes sarà positivo o negativo... baci!!

t3sor4: Grazie mille per i complimenti e soprattutto sono contentissima che tu abbia deciso di riprendere E' troppo piccolo il mondo per noi e che ti sia appassionata anche a Delicatamente! :) Grazie ancora, bacioni!

Grazie a ellie_sama, iris89 e Leuzza per aver aggiunto la storia fra le preferite, a sassybaby e LoLitaLOVE per averla aggiunta fra quella da ricordare , a blair93, SunshinePol, Nalhia, fefasdt23 e HoneY per averla aggiunta fra le seguite.

E grazie di nuovo a Leuzza per avermi aggiunta fra gli autori preferiti =D=D

Grazie anche a tutte quelle che leggono in silenzio :) Bacioni a tutte, al prossimo capitolo ;)

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Capitolo 15
*** Amore, psiche e filosofia ***


Capitolo 14. Amore, psiche e filosofia


Love has been right by your side
so close that you couldn't see it
If love could speak
it would shout to the sky
I've always been here”

[L'amore è stato sempre accanto a te
così vicino che non riuscivi a vederlo.
Se l'amore potesse parlare,
urlerebbe al cielo
sono sempre stato qui]


(Open your eyes to love – LMNT)


Dei passi per la casa, nonostante la sveglia non fosse ancora suonata; Raul, nella fioca luce del mattino, alzò la testa dal divano e strizzò gli occhi per farli abituare alla luminosità.

Non che avesse dormito, anzi: non era quasi riuscito a chiudere occhio per tutta la notte, consapevole che quella mattina avrebbe potuto segnare per sempre il suo futuro e quello di Rebecca.

Riuscì a distinguere proprio la sagoma della ragazza, che era appena comparsa sulla porta; il biondo scostò le coperte e si mise a sedere.

-Ciao -le disse

-Ciao -rispose lei sistemandosi vicino a lui

-Sei riuscita a dormire? -le chiese scrutandola in viso

-Stranamente sì.. ma adesso sto peggio di prima -e Raul notò che fra le mani stringeva quel test di gravidanza, dalla scatola ormai tutta rovinata, dato che non aveva fatto altro che rigirarselo fra le mani per giorni e giorni

-Ho aspettato questa mattina da quando ho scoperto di essere in ritardo -proseguì con lo sguardo basso -ma il fatto è che.. se questo coso risulterà positivo, tutto questo non sarà stato nemmeno una briciola rispetto a quello che verrà

Raul, da come la ragazza si torceva le mani, dedusse che doveva essere molto più in crisi di quanto desse a vedere; attese qualche attimo grattandosi la testa, alla ricerca di parole che potessero darle coraggio, farla sentire capita.

Ma forse era proprio questo il punto: per quanto lui si sforzasse, non avrebbe mai compreso fino in fondo tutto quello che Rebecca viveva minuto per minuto, secondo per secondo da quando era iniziata quella faccenda.

Per lui era tutto molto più astratto, e si vedeva dal fatto che il suo pensiero principale in quei giorni era stato come far sentire meglio Rebecca, come starle vicino, e non robee del tipo “cosa farò quando diventerò padre?”. Certo, aveva messo in conto tutte le rinunce e i sacrifici che avrebbe dovuto fare, primo fra tutti il sogno di diventare astronauta, ma non era questo il punto. Lui non si era mai immaginato con un bambino imbraccio o con un biberon in mano; per lui quel (presunto) bambino non era ancora reale, né lo sarebbe stato finché non l'avesse visto con i propri occhi, nonostante le conseguenze della sua possibile esistenza fossero già nell'aria.

Poteva invece scommettere che Rebecca ci avesse pensato eccome, a tutte queste cose, e ci stava pensando anche in quel momento, mentre portava quasi inconsapevolmente una mano sul proprio ventre.

Sospirò, realizzando che per quanto avesse e avrebbe ancora potuto aiutare la ragazza, non sarebbe mai riuscito a capirla e a starle vicino come avrebbe voluto e come solo un'altra donna nelle sue stesse condizioni avrebbe saputo fare.

-Mi dispiace Rebecca -le disse- So che per te è tutto molto più.. difficile che per me. Io non riesco a viverla come la vivi tu.. Forse io non capirò mai cosa stai passando in questi giorni, anzi sicuramente. Ma voglio stare con te, aiutandoti più che posso, come posso, e finché avrai bisogno di me. Non è abbastanza, ma è tutto quello che ho da offrirti; quindi se vuoi piangere, sfogarti o semplicemente parlare.. io sarò qui, qualsiasi cosa accada.

Rebecca restò in silenzio ancora per un po', respirando la dolcezza che quelle parole avevano lasciato nell'aria e di cui forse Raul non era nemmeno consapevole.

-Dici che non è abbastanza -ripeté -io non so con chi tu abbia avuto a che fare fin ora.. ma ti assicuro che invece è tutto quello che mi serve.. sapere che ci sarai, se.. -non finì la frase, preferendo mostrargli ancora una volta il test e stringendo i denti per farsi coraggio.

Raul allora la prese fra le sue braccia -Io ci sarò, di questo non devi dubitare

Lei appoggiò la testa sul suo petto, sentendolo caldo e forte, e chiuse gli occhi intrecciando le braccia attorno alla sua vita; quel lento su e giù del suo respiro le infondeva calma e tranquillità.

-Hai tutto il tempo -le sussurrò Raul accarezzandole la schiena, e il soffio del suo respiro le scompigliò qualche capello  -Puoi anche farlo domani o..

-No -rispose subito lei -Voglio farlo adesso

-Ok -acconsentì Raul chinando il collo per scoccarle un bacio sulla guancia, poi la strinse più forte -Coraggio

La ragazza annuì e riaprì gli occhi, sciogliendo delicatamente l'abbraccio-Vado.

Raul annuì e la seguì con lo sguardo mentre si alzava e, con passi svelti e decisi si dirigeva verso il bagno.

Il rumore della porta che si chiude: adesso cominciava l'attesa..

Un minuto:

Cominciò a fissare intensamente le lancette dell'orologio appeso al muro

Due minuti:

Il suo piede scalzo batteva freneticamente sul pavimento, come a scandire il tempo di una canzone inesistente

Tre minuti:

Si alzò e si mise a guardare fuori dalla finestra, alla ricerca di qualcosa di così interessante da riuscire a distrarlo persino in un momento simile

Tre minuti e cinque secondi:

Rinunciò e cominciò a passeggiare per tutta la sala

Quattro minuti:

Decise di sedersi di nuovo per non scavare un solco nel pavimento

Cinque minuti:

La porta del bagno si riaprì.

Raul non fece in tempo ad alzarsi perché Rebecca arrivò correndo e lo assalì buttandosi su di lui

-Raul! -esclamò

Il tono felice, la corsa, il sorriso..

-Non siamo incinti! -urlò infatti Rebecca, stringendolo forte quasi da soffocarlo

Un po' per sollievo e un po' per divertimento, Raul sentendo quelle parole scoppiò a ridere di spensieratezza, ricambiando la stretta di Rebecca.

La ragazza allora si scostò per guardarlo negli occhi -Grazie per non avermi lasciata sola

Lui sorrise e scosse la testa, facendole una lieve carezza sulla guancia -E' finito tutto bene

Si stupì di vederla tornare improvvisamente seria, mentre distoglieva lo sguardo e si allontanava un po'.

Il rumore di passi che venivano nella loro direzione piuttosto velocemente li distrassero: Melissa e Fran erano state svegliate dalle urla della ragazza

-Che succede? -chiese la prima -Hai fatto il test?

Rebecca ritrovò il sorriso, mentre andava verso le amiche per raccontare loro ciò che era accaduto poco prima.


°°°


-Negativo! -ripeté Joey esultando

-Sì -confermò ancora Raul

I due stavano passeggiando assieme a Lela per le vie della città.

L'amico lo scrutò meglio -Ma allora perché hai questa faccia? Mi sembra una bella notizia, no?

-Certo che lo è -rispose -Ma poi sono andato a casa a cambiarmi, e quando ci siamo incontrati all'università Rebecca mi ha detto a malapena ciao.

-Be' mi pare ovvio -commentò la saggissima Lela -guarda che per lei non è cambiato niente: è ancora innamorata di te

Il biondo sospirò senza aggiungere altro.

-Scusate, io adesso devo tornare a casa -informò la ragazza -Sto studiando per un esame importante

Joey sbuffò -Studi troppo, amore

Lela lo fulminò con lo sguardo -Sei tu che sei abituato a studiare troppo poco! Mi sorprende che tu abbia preso 23 a quell'esame! Va be'.. ci vediamo, ragazzi

-Ciao -risposero i due mentre Lela si allontanava senza nemmeno aver dato un bacio a Joey.

Raul cominciò a guardare in modo sospettoso l'amico.

-Che c'è? -fece lui

-Joey, l'esame di cui parlava Lela.. è quello dove hai preso 13?

-SHHHT! -fece lui guardandosi freneticamente alle spalle

-Tranquillo, si è già allontanata. Mi rispondi?

Il ragazzo sospirò -Sì, è quello

-Ma perché le hai mentito? -domandò con tono di rimprovero

Joey scosse la testa -Per te è facile: astronomia ti piace, non ti pesa studiarla, anzi; ma io, che la giurisprudenza non la posso proprio soffrire, non riesco a prendere un 18 che sia uno! E non mi sento alla sua altezza, che invece non prende mai meno di 25, come anche tutti i suoi “fantastici compagni di corso”. E bada bene, parla sempre di compagni, mai di compagne! Cervelloni del cazzo! -si sfogò tirando un calcio a una lattina accartocciata e abbandonata per terra, che fece parecchio rumore.

Raul sospirò mettendogli una mano sulla spalla -Capisco come ti senti, ma dirle bugie non risolve la faccenda

-E che dovrei fare, allora?

-Te l'ho detto: devi fare marcia indietro e scegliere una facoltà che veramente ti piaccia. Di sicuro ti riuscirebbe meglio, prenderesti voti più alti facendo contenta Lela ma soprattutto te stesso.

Lui scrollò le spalle rassegnato -A me non piace studiare. Pensi che a Lela piacerebbe stare con un idiota che non è riuscito a prendere una fottutissima laurea e che ogni sabato si ubriaca al bar?

-Ti ubriachi ogni sabato?

-No, ma ho il forte presentimento che il mio futuro diventerà qualcosa di molto simile

Raul scosse la testa -Devi solo trovare la tua strada

-Pare facile.. -il ragazzo, un po' perché aveva già fatto quel discorso con l'amico e un po' per non tornare su una questione irrisolta, decise di cambiare argomento:- ma tornando al discorso di prima..

-Quale?

-Il tuo muso lungo nonostante tu non stia per diventare padre.. c'entra Rebecca, ovvio.

Raul sbuffò.

-Mmm.. -fece Joey -Reazione piuttosto equina.. ma di sicuro non è una negazione, e io sono un convintissimo sostenitore del proverbio “chi tace acconsente”

-Non lo so Joey -fece allora il ragazzo, scrutando dubbioso la strada avanti a sé

-Indecisione -fece allora Joey -Starle così vicino in questi giorni ti ha fatto cambiare idea riguardo i tuoi recenti ideali?

-Ma come parli?? Comunque... no.

-Hai esitato, ed era un “no” per niente convinto -attese, ma Raul non aggiunse altro -Raul.. se provi qualcosa per lei, o se perlomeno pensi che stia nascendo del sentimento.. non lasciarlo andar via. Questa situazione che avete affrontato insieme, non ti ha dimostrato quanto ci si senta più forti in due, piuttosto che da soli? E hai detto che soffrivi con lei, per lei, che avresti fatto di tutto per farla star meglio.. e adesso ti manca. Raul, non puoi tagliare fuori l'amore dalla tua vita, perché quello sarà sempre più forte di te, sempre. E cercando di resistergli ti stai solo facendo del male.

-Io..

-E non solo -lo interruppe Joey -Stai facendo del male anche a Rebecca.

Scacco matto.

Joey scrutò attentamente l'amico, palesemente scosso da quelle parole, aspettando qualche istante per avere una reazione degna di nome

-Guarda che sei ancora in tempo -fece il ragazzo quando vide che il biondo non rispondeva -Basta che tu vada da lei, anche subito. Dalle un po' di fiducia -decise di rincarare la dose -cosa ti fa pensare che anche lei ti tradirebbe come ha fatto quella stronza di Nicole? A me sembra molto, ma molto più adulta e leale di come era lei.

Raul rimase in silenzio ancora per un po', poi guardò Joey e sorrise -Psicologia

-Eh? -fece quello, confuso -Guarda che dovevi dire “ok, mi precipito da lei, che idiota che sono stato fin ora e bla bla bla”!

-Devo essere da Fred fra 10 minuti -rispose lui -Psicologia è la facoltà che secondo me dovresti prendere.

Joey ci rimase di sasso -Io?

-Tu -confermò

-A psicologia? Io uno strizzacervelli?

-Esatto -rise della faccia sconvolta dell'amico -Pensaci, sul serio. Fra il discorso di oggi e quello che mi hai fatto quando ti ho detto di aver fatto l'amore con Rebecca, mi hai saputo capire e consigliare meglio di quanto io abbia fatto con me stesso

-Aspetta.. -fece Joey mostrandogli il palmo della mano -Hai appena detto “fare l'amore” e che io ti ho capito. Quindi..

Raul sorrise -Ciao Joey, devo andare

-Aspetta! Dimmi se andrai da lei domani

-Un bravo strizzacervelli come te non riesce a capirlo? -e, detto questo con un sorrisetto, si avviò


°°°


-E dai! E' tanto che non metti il naso fuori di casa, se non per andare a scuola -fece Mel

Rebecca era seduta sul divano con un libro di analisi matematica in grembo, tutta intenta nello studio.

-Tu e Fran avete passato l'esame -rispose lei con fare decisivo -Io no: devo studiare

Melissa sbuffò -Mica ti sto dicendo di non studiare, ma di fare almeno una passeggiatina fuori tutte e tre insieme

-Non posso davvero, scusami: sono indietrissimo

-..E ti manca Raul -concluse la ragazza per lei -Stando in casa non risolvi le cose, anzi dovresti distrarti.

-Non è per Raul che sto in casa! -rispose lei indignata -Lo vedi questo tomo? Lo devo sapere come l'Ave Maria per il prossimo appello, ergo... Domani comunque esco, ho bisogno di andare in un posto.. ma oggi passo, sul serio

Melissa sospirò -Ok, aggiudicato. A proposito, hai chiamato i tuoi dopo che stamattina hai fatto il test?

-Sì, erano contenti.. volevano parlare anche con “il mio fidanzato”, ma gli ho detto che era a studiare a casa sua. Mio padre voleva persino scusarsi per il pugno.

-Capito..

-Dai, tu e Fran uscite, prima o poi riuscirò ad arzigogolarmi fra tutti questi numeri e leggi varie.

-Sicura? -chiese dubbiosa -Mi sento in colpa a lasciarti qui a studiare quando fino a ieri, ti sono stata appiccicata come le mutande..

-Non sono né incinta, né in menopausa: non preoccuparti

-Ok.. -Mel rise dandole un buffetto fra i capelli e, in quel momento, fece capolino anche Fran

-Frannie! -la accolse Melissa -Andiamo da qualche parte, visto che sei già vestita?

-Emh.. veramente, io..

-Cosa?

In quel momento suonò il campanello

-Vado io -si offrì Mel

-No! -la bloccò Frannie -E' per me.. è Dario. Scusa, Bec..

-Ma figurati! -rispose lei -Mica perché a me è andata male, tu non hai più il diritto di essere felice con Dario! Vai -le sorrise

Frannie ricambiò, mentre Melissa alzò gli occhi al cielo -Ok, passeggerò da sola come una vecchietta solitaria, ho capito..

Rebecca rise.

..Un'illusione durata a lungo, bella, bellissima, ma che adesso bruciava forte.


°°°


-..Raul! Dove ti eri cacciato? -lo accolse Fred con un sorriso tutto denti

-Ciao Fred -fece lui ricambiando il sorriso con stanchezza -Scusa, ho avuto dei problemi..

Il pelato lo scrutò a fondo -Lo so, me lo hai detto al telefono.. e sembra che tu non dorma da settimane! Che hai combinato?

Il biondo sospirò -Una storia lunga..

-Ti va di parlarne?

Inutile dirlo: parlare con un adulto (che non fosse un genitore che altrimenti si sarebbe messo a urlare) di tutta quella storia, specie se l'adulto era Fred, era un toccasana.

Si sedettero, Raul gli raccontò quanto accaduto, ma dall'inizio, ovvero da quando aveva conosciuto Rebecca; Fred, dopo un attimo di incredulità, alcune domande e qualche chiarimento, comprese la situazione.

-Sono fiero di te -gli confessò, riempiendolo d'orgoglio -diventi ogni giorno più adulto,e non lo dico tanto per dire -gli indicò la foto appesa alla parete di una ragazza sui quindici anni, dai capelli riccissimi e con due occhi grandi e caldi; Raul la riconobbe all'istante

-Jamine -disse -Tua figlia

Aveva conosciuto Jamine in quella pizzeria, una delle tante volte che era passata a trovare il padre.

-Esatto. L'ho avuta con la mia terza moglie, ma non è stata una cosa programmata. Pensa che avevo già un bel po' di anni più di te, ma nonostante ciò, in un primo momento ho quasi pensato di tirarmi indietro

-Ma non l'hai fatto

-Certo che no. E adesso so che Jamine è la cosa migliore che mi sia capitata.

Raul sorrise.

-Ma ritornando a noi.. questa ragazza è la stessa amica a cui hai riparato la chitarra -dedusse l'uomo

-Sì. Te lo ricordi ancora?

-Non sono più un giovinetto, ma la mia memoria è quella di un ventenne, che credi?

-Non lo metto in dubbio -rispose Raul divertito

-Invece parliamo del fatto che lei sia ancora soltanto un'amica per te: questo lo metti in dubbio?

Il ragazzo sospirò e congiunse le mani, mentre la sua gamba, cominciava a fare nervosamente su e giù.

-Prima di rispondere -proseguì Fred -ricordati che se ti fai da parte già alla tua età, quando arriverai a sessant'anni ti ritroverai ad essere un vecchio babbione solitario che ha guardato la sua vita da lontano, senza mai averla vissuta davvero.

Gli occhi del biondo guizzarono nei suoi, ammirati e stupiti -Fred, sei un poeta quando ti ci metti

-Modestamente! -fece finta di riavviarsi i capelli fantasma

-Però anche tu hai sessant'anni: ti sei dato del babbione

-Ma che dici?! -chiese indignato -Io mica ho sesant'anni.. al massimo trenta.

-Ah, giusto -lo assecondò Raul con divertimento

-La verità è che ogni volta è un po' come un salto nel buio, un tuffo a occhi chiusi -riprese, con serietà - non sai mai cosa ti porterà un nuovo amore, se gioia e felicità o dolore e delusione, né sai se sarà quello giusto.

Raul annuì -E tu questo lo sai bene, visto che ti sei separato tre volte.

-Ragazzo la vita va vissuta, affrontata, goduta: io ho divorziato tre volte sì, ma soprattutto mi sono sposato tre volte. Ho amato tre donne così tanto da portarle all'altare, ed ho anche una figlia che adoro! C'è gente che non si innamora mai: direi che posso ritenermi soddisfatto!

Raul sorrise della visione positiva che l'uomo aveva della propria vita; chissà se sarebbe riuscito anche lui ad averne una simile alla sua età..

-Non chiudere la porta all'amore, perché è un bene raro e stupendo -terminò Fred -E ora, se non vuoi mandarmi in rosso, fila a lavorare

-Certo -rise Raul mentre l'uomo si alzava

Accadde però una cosa strana: l'uomo d'un tratto ansimò, tossendo bruscamente, e fu costretto a sedersi di nuovo

-Che succede? -chiese Raul allarmato mettendogli una mano sulla spalla.

La crisi durò qualche istante, poi l'uomo si riprese, ancora rosso in volto.

-Niente, niente -rispose Fred tossicchiando ancora un po' -E' che.. -abbassò la voce -Non è vero che ho trent'anni: i miei polmoni non sono più quelli di una volta! -rise, nel tentativo di sdrammatizzare

Raul però, mentre l'uomo si alzava di nuovo, non era ancora convinto -Fred.. mi devo preoccupare?

-E di che? -domandò lui -Sono sano come un pesce! Tu, piuttosto, fammi un favore: quando deciderai di aprirti con questa ragazza.. fammelo sapere. Io credo che lo farai.

-Va bene, sarai il primo.

-Davvero Raul -assunse un'espressione più seria e importante -Mi sta a cuore questa faccenda perché mi stai a cuore tu. E ho come la sensazione che tu stia sprecando i tuoi anni migliori. Devi cogliere l'attimo fuggente, ragazzo, perché anche se spesso pensiamo di avere a disposizione tutto il tempo del mondo, non è così: non si vive per sempre, purtroppo.

Il biondo, era rimasto sinceramente colpito da quelle parole, ma soprattutto del tono confidenziale ma deciso dell'uomo che poi, ciliegina sulla torta, lo abbracciò

-Fred..? -fece lui confuso mentre l'uomo lo stritolava fra le sue braccione

-Che altro vuoi che ti dica? -chiese sciogliendo la stretta -Non posso trasmetterti tutta la mia saggezza in così poco tempo! -e si strofinò rapidamente un occhio

-Hai gli occhi lucidi -gli fece notare Raul, con una certa apprensione -Fred, mi dici cos'hai?

-Niente -rispose l'uomo -Ricordi dei tempi andati! Forza, adesso: al lavoro!

-Ma..

-Non voglio sentire storie, sbrigati! -rispose spingendolo via e sparendo nelle cucine.

Raul si ripromise di approfondire quella faccenda, che non lo lasciava per niente tranquillo.

****************************

"Scacco matto": quante di voi hanno esultato in questo punto?? xD domanda inutile..

Giornatina piuttosto lunga per i nostri protagonisti perché sì, Rebecca non è incinta e di questo sono tutti felici e contenti, ma la ragazza soffre più di prima per Raul.. il quale è rimasto piuttosto scosso dal possente attacco di tosse che ha avuto Fred.. ma di questo per ora non parliamo.

La parte del test di gravidanza, ho preferito scriverla dal punto di vista di Raul dato che, anch'io come lui, non posso capire fino in fondo come si sia sentita Rebecca! Perdonatemi questa piccola "scorciatoia", ma avrei rischiato di buttar giù solamente un mucchio di banalità e di interpretare in modo sbagliato le sensazioni della ragazza.. 

Definire Lela "saggissima" mi sembrava il minimo.. come ce lo vedete Joey strizzacervelli?? XD Magari con le pazienti donne può farsi aiutare da Lela ;)

E' comunque accertato che Raul sia fortunato ad averlo come amico: gli ha aperto gli occhi! Ma cosa succederà adesso lo vedrete solo nel prossimo capitolo... (lo so, lo so sono odiosa quando faccio così! xD Mwhahahahah!)

Jasmine: felice che ti piacciano più questi suoceri degli altri ;) Enrico è stato troppo impulsivo, ma alla fine penso si possa capire.. Rebecca è sempre più innamorata e in questo capitolo ha ricominciato a soffrire come anzi peggio di prima. Resta da vedere cosa avrà deciso Raul! Baciii <3

Ginna3: la tua speranza è aumentata o diminuita dopo questo capitolo? :P ..per quanto riguarda Raul, ha tutte le carte in regola per scatenare eros e cupidi vari, e Rebecca ne è la prova vivente.. cosa succederà fra loro?? ..sono dispiaciuta anch'io che non manchi molto alla fine, e sono contenta che tu abbia capito le mie motivazioni :) Baci!!

kia_85: in quanto ambiguità, qui forse si inizia a fare chiarezza.. ma ovviamente ogni dubbio sarà dissipato totalmente solo nel prossimo capitolo.. vedremo, vedremo. ..Sì, il fatto di lasciare lo scontrino nella giacca è stato un gesto un po' ingenuo da pare di Rebecca e, lo ammetto, una mancanza di fantasia da parte mia! >.< però alla fine peso ci possa stare: tutto lo stress, la tensione, la paura, la sofferenza.. in un clima del genere penso sia umano compiere senza accorgersene almeno una sciocchezza. Grazie mille, sono contenta che la storia ti piaccia sempre di più e che tu non mi voglia trucidare per averne annunciato la fine xD Baciiii! <3

Leuzza: Spero di essere arrivata in tempo e di non averti fatta diventare matta! XD Comunque la madre di Rebecca era sotto choc, voleva chiarire subito la situazione, è per questo che le ha chiesto tutto davanti a Raul.. per quanto riguarda lo scontrino nella tasca, è stato frutto della mente affaticata e stanca della ragazza dopo tutto quello che stava passando. Chissà se siamo finalmente giunti a un punto di svolta...;) ..Sììììì! Sei la prima che riconosce Raul/Gabriele Rossi xD anch'io l'ho adorato.. come potevo non dare il suo visino angelico a questo personaggio che sta facendo strage di cuori fra voi lettrici? XD Bacioni e grazie ancora per avermi aggiunta e per i complimenti!

C4rm3l1nd4: ahahahahah ciao Marty! XD Grazie per tutto l'entusiasmo!! Mi fa piacere che ti sia piaciuto così tanto il capitolo :) ..sto cercando di immaginarmi Raul con i capelli bianchi.. mmm.. naaaa, meglio biondo, leviamo Rebecca dal volante! XD Comunque, sei contenta? Il grande mistero della gravidanza è risolto! Resta da vedere cosa farà il biondino adesso.. tu che dici?? Baciiii! <3

LaNana: ..e con il tuo spirito (e non solo)! XD ..Non ho mai pensato di far rimanere Rebecca incinta sul serio, come hai detto tu avrebbe levato la spensieratezza alla storia e, a parte questo, non credo che sarei mai riuscita a scrivere di sensazioni, emozioni, stati d'animo che conosco solo per sentito dire, non essendo mai stata incinta (e grazie al cavolo! >.<) ..L'iceberg non è più tanto iceberg, ma la situazione è ancora da chiarire del tutto ;) Baciiii !<3

stefuzzolaxD: ahahahaahaha, la fila di questo personaggio cresce di capitolo in capitolo! xD ..perché avresti voluto Rebecca incinta? Ti attirava l'idea di un mini-Raul?? xD Scherzi a parte, ho preferito far risultare negativo il test, gli sviluppi di una storia con la protagonista femminile incinta sarebbero stati troppo elevati per me (e per questi poveri personaggi!) Raul non dovrà rinunciare al suo sogno, comunque.. e ora vediamo cosa ha in mente di fare.. Baciii! <3

annina_thebest: Grazie mille!! spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento :) Baci!!

Grazia a _Sklery_, victorialol, bettybionda, rocks, angeleyes, KeilL, zafira00 e Ladia per aver aggiunto la storia fra le seguite, a sheila, zucchina, elisLdaisy e mazzo per averla aggiunta fra le seguite e  a giody, dolcissima92, bimbamanu87 e PIGRECO per averla aggiunta fra le preferite! =)=)=)

Grazie a tutte voi! Buon weekend (e spero che da voi non piova come qui! >.<)!

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Capitolo 16
*** Di' quello che devi ***


Capitolo 15. Di' quello che devi


Mentre il sole alle spalle pian piano va giù

e quel sole vorresti non essere tu”

(Ligabue – L'amore conta)


Quel pomeriggio, con le chiavi del motorino in mano, dopo una fredda mattinata all'università, passata a lanciare sguardi a Rebecca che la ragazza non aveva mai ricambiato, Raul sapeva esattamente dove andare; stava temporeggiando non per indecisione, ben lontana dalla sua mente ormai, ma per un'ispirazione improvvisa..

Prese lo spartito che teneva in camera vicino alla chitarra, vecchia e fedele compagna di tante avventure, e buttò giù quella canzone che gli ronzava in testa da un po'..


°°°


-Ho detto che non ho la minima intenzione di guardare! -ripeté Melissa tenendo ben salde le mani sugli occhi

-E dai -fece Ned divertito -Ti stai perdendo la scena più bella: si stanno sgozzando a vicenda!

-Che schifoooo! -fece lei disgustata

A Melissa non erano né sarebbero mai mai piaciuti i film dell'orrore; Ned invece ne era un grande appassionato e, ogni tanto, anche un po' per divertimento, provava a convincere la ragazza a guardarne qualcuno insieme.

Mel accettava quasi sempre, in fondo si trattava di un'ora e mezzo, due al massimo, con il viso nascosto sul petto di lui, accoccolata fra le sue braccia, a godersi il suo abbraccio mentre lui si godeva la gente che si sgozzava alla TV.

In quel momento, il suono del campanello interruppe la loro conversazione.

-Vado ad aprire -fece la ragazza alzandosi ed evitando con cura di guardare lo schermo

-Vuoi che lo blocco così non ti perdi niente?

-Spiritoso..

Poi aprì, trovandosi davanti Raul, non senza un certo stupore.

-Ciao Melissa -la salutò lui con un sorriso

-Ciao -rispose lei guardandolo con aria sospettosa -Cerchi Rebecca?

-Sì. E' in casa?

In quel momento si avvicinò anche Ned e Melissa li presentò.

-Rebecca non c'è, comunque -rispose

-Ah.. -fece il biondo con una vaga traccia di delusione -Sai dove posso trovarla?

Melissa si strofinò il mento mentre ragionava -Aveva da fare oggi, ma non mi ha detto cosa. Credo di ricordarmi le parole precise:aveva bisogno di andare in un posto.. non so a cosa si riferisse

Raul annuì, corrugando la fronte pensieroso e ragionando su quel “bisogno”; il sole stava già iniziando la sua lenta discesa alle loro spalle

-Ma certo! -esclamò a un tratto facendo sobbalzare i due -Il tramonto!

-Eh? -fecero in coro

-Grazie, Mel -fece lui tutto contento, mentre si avviava verso il motorino -Ci vediamo! Ciao, Ned, piacere di averti conosciuto!

Il ragazzo rispose con un cenno che Raul non poté vedere perché si era già avviato.

-Ciao.. -rispose a vuoto Melissa, perplessa

-Ma tu hai capito? -le chiese Ned

-Ho capito che Raul ha capito dove sia Rebecca.. ma non ho capito dov'è che sia effettivamente.. però forse sta per succedere qualcosa fra quei due!

-E a noi cosa sta per succedere? -chiese lui circondandole la vita con le braccia -Fran è con Dario, Rebecca è chissà dove e la casa è tutta per noi.. -elencò per poi darle un bacio a stampo

-Ma tu non dovevi vedere certi sgozzamenti in TV? -chiese lei ricambiando il bacio

-Sgozzamenti? Quali?

Melissa rise e, insieme, si diressero in camera di lei.


°°°


Rebecca se ne stava seduta sulla sabbia, scalza e con i jeans arrotolati fino al ginocchio; qualche granello di sabbia le si era attaccato alle gambe sottili, mentre lasciava il vento scompigliarle i capelli come più preferiva.

Il tramonto sul mare era sempre stato uno spettacolo meraviglioso per i suoi occhi, non solo per il colore rosso fuoco che assumevano l'acqua e il cielo, e le nuvole che sfumavano nel rosa chiaro, ma anche per l'atmosfera che creava.

Come un corridore che, arrivato finalmente al traguardo, riceve un premio: ecco, quel tramonto caldo, calmo e denso, era il suo premio per essere arrivata tutta intera a superare le difficoltà degli ultimi giorni.

Ma è vero anche che il successo non serve a molto se non lo puoi condividere.

Si alzò, e raggiunse il mare, lasciandosi sfiorare la pelle da quell'acqua ancora troppo fredda per i suoi gusti.

Resto lì sulla riva a osservare le onde che si susseguivano lente una dopo l'altra, grattando via i granelli di sabbia sul fondo e scomodando qualche conchiglia.

Non poteva sapere che qualcuno, sulla strada, stava scendendo dal motorino per venire verso di lei.. qualcuno biondo, con gli occhi azzurri e di nome Raul.

Il ragazzo rimase qualche istante a guardarla, mentre passeggiava pensierosa sulla riva di quel mare infuocato.

Sorrise, trovandola bella come non mai.

Stava per levarsi le scarpe e raggiungerla, quando il suo cellulare squillò; sbuffò e fu tentato di non rispondere, ma poi sul display lesse “Da Fred”.

Perché Fred lo stava chiamando con il telefono della pizzeria e non con il cellulare?

Perplesso, rispose, ma dall'altra parte trovò un collega, non Fred.

-Pronto? ..Ciao, dimmi. ..Come? -se qualcuno fosse passato in quel momento, lo avrebbe visto diventare bianco come un lenzuolo -Ma cosa stai dicendo? -recuperò freneticamente il casco, allacciandoselo velocemente -Ok, arrivo subito -concluse attaccando.

Salì alla svelta sul motorino, con il cuore che fremeva dalla paura e col sudore freddo sulla fronte; lanciò un ultimo sguardo a Rebecca, poi ripartì, con un rombo a cui lei non fece caso.


°°°


-Ciao -Rebecca salutò le amiche rientrando in casa; aveva ancora la sabbia nei calzini

-Ciao -risposero Mel e Fran.

Posò le chiavi sulla mensola e si levò con pigrizia il pesante cappotto. C'era qualcosa di strano, però: sollevò lo sguardo e trovò le amiche che ancora la fissavano, e sembravano aver stampato in faccia la frase “Il Gossip Fa Bene Alla Salute”

-Che avete da fare quelle facce? -chiese

-Dai, non fare la finta tonta! -la esortò Frannie tirandole uno dei cuscini sul divano

La ragazza lo schivò, cominciando ad irritarsi -Non vi sto nascondendo niente -decretò -Se vi state chiedendo dove sia stata oggi la risposta è sul mare, e da sola.

-Io non ci credo -sentenziò Frannie, e si girò verso Melissa in cerca d'appoggio; quest'ultima aveva però cancellato del tutto l'espressione di poco prima e adesso sembrava corruciata.

-Cioè Raul non è venuto da te? -chiese

-Raul? -ripeté Rebecca con una fitta di nostalgia a cui ormai non faceva nemmeno più caso -Che c'entra adesso Raul?

-Come?! -Fran era confusa

-E' passato di qua e ci ha chiesto dove fossi -spiegò allora Mel -Mi era sembrato che avesse capito quando gli ho ripetuto le tue parole

-Quali parole?

-“Ho bisogno di andare in un posto” -la citò

-Certo che ha capito -collegò allora la ragazza -Che presuntuoso! -vedendo le facce perplesse delle amiche, decise di spiegare -Quando ci riuscì l'esperimento del tramonto in una stanza, mi promise che un giorno saremmo andati a vederne uno vero di tramonto.. cosa mai fatta, ovviamente -concluse con disprezzo

-Ma ce ne fosse uno di uomo che mantiene le promesse! -caricò ulteriormente Frannie

-Aspettate, ragazze -le bloccò Mel con una certa apprensione -Perché Raul non ti ha raggiunta?

Rebecca scrollò le spalle -E che ne so? Forse è meno intelligente di quanto credessi e ha capito fischi per fiaschi

-No, credimi, sembrava sicuro.. anzi ha anche parlato di tramonto, ora che ci penso -ricordò Melissa -Deve essere successo qualcosa

-Come sei tragica! -commentò Frannie

-Sarò pure tragica, ma secondo me la situazione non preclude niente di buono..

-Ma ti pare? Data la lentezza con cui guida magari è ancora per strada.. -ribatté Rebecca, ma in realtà il dubbio si stava insinuando anche in lei

-Non lo so Bec -continuò l'amica -Io non sono tranquilla

-Ma scusa, che doveva dirmi? -chiese allora

-Aveva tutta l'aria di chi finalmente si è deciso.. -rispose

-Oh..

-Rebecca, chiamalo per favore -continuò Mel

-Sì -annuì dopo un po' la ragazza

D'accordo che la guida di Raul era sempre stata prudente, e che si era dimostrato anche pronto di riflessi quando quella sera di ritorno dai suoi aveva evitato un incidente strappandole il volante di mano, ma la cosa era comunque strana.

Cercò velocemente il suo numero nella rubrica e attese paziente che lui rispondesse

-Rebecca! -fece lui dall'altra parte. Sembrava molto agitato e aveva pronunciato il suo nome come se stesse vedendo la luce dopo una tempesta

-Raul -rispose lei con tono invece di sollievo e lasciandosi scappare un sorriso -Sei vivo!

Qualche istante di silenzio -E' uno scherzo?

-Eh?! -fece lei confusa -Quale scherzo?

-Scusa, hai ragione.. non puoi sapere

-Sapere cosa? -domandò, di nuovo preoccupata

Lo sentì sospirare e quando parlò, le sembrò invecchiato di dieci anni -Rebecca.. sono all'ospedale

-All'ospedale?! -ripeté lei con un tono di voce più alto e agitato.

Nella sua mente si dipinse l'immagine di sua sorella attaccata a qualche macchina o di sua madre in sala rianimazione; deglutì, mentre Melissa la guardava sgomenta con una mano sulla sua spalla, e Fran si portava le mani davanti alla bocca

-Sì -rispose Raul dopo quelli che le sembrarono secoli -E' Fred -rivelò, con un tremito nella voce

-Il tuo superiore -ricordò la ragazza, rilassata al pensiero che non fosse uno dei familiari; poi però si ricordò che quell'uomo per Raul era una sorta di secondo padre o di fratello maggiore, e l'angoscia tornò.

-Senti.. -continuò il ragazzo -Non te lo chiederei, ma.. non è che potresti..?

-Certo -lo anticipò Rebecca riprendendo al volo la giacca -Arrivo subito

-Grazie -le disse con immensa gratitudine

Quando la ragazza attaccò, le amiche le chiesero spiegazioni

-Raul è all'ospedale-disse loro -Si tratta di Fred: non credo che sia.. morto, però dal tono di voce di Raul, non deve stare per niente bene

-Veniamo con te -si offrì Fran

-No -rispose Rebecca -Scusate, ma..

-Raul vuole te, non noi -concluse per lei Melissa, sempre comprensiva -Non aspettare ancora: vai

La ragazza annuì e, prendendo le chiavi al volo, uscì di nuovo, guidando a tutta velocità verso l'ospedale.


°°°


La sala d'attesa era piena, ed erano quasi tutti i dipendenti della stessa pizzeria, Da Fred.

-L'aveva detto solo a noi -continuò Jamine, con la mano della madre poggiata sulla spalla; i suoi occhi di quel marrone così intenso da sembrar nero, erano arrossati e gonfi di pianto mentre parlava con Raul -Lo sapeva già da tempo, ma non voleva la compassione di nessuno. Voleva vivere gli ultimi giorni in serenità, come se niente fosse

-Non parlarne come se non ci fosse più, tesoro -fece la madre stringendola di più

Jamine non disse niente ma scosse la testa mentre un'altra lacrima le rigava il viso.

Ancora una volta Raul ammirò il coraggio di quella ragazzina: sebbene la donna avesse rivelato loro le condizioni di Fred, e quindi tutti sapessero come stava, solo Jamine aveva avuto il fegato di dire che probabilmente non sarebbe mai uscito da vivo dalla sala operatoria dove si trovava.

Si massaggiò la fronte con una mano, poi decise di fare due passi nel corridoio, per vedere se Rebecca fosse arrivata.

Si era sentito piuttosto egoista a chiederle di raggiungerlo, ma non aveva potuto farne a meno.

-Raul!

Il ragazzo si voltò, e finalmente la vide, che saliva di corsa gli ultimi scalini del piano e poi arrivava da lui, il respiro lievemente affannato

-Rebecca.. -la accolse lui senza sapere bene cosa dire

La ragazza scrutò con dispiacere i suoi occhi lucidi e il pallore insolito del suo volto; gli poggiò una mano sulla guancia accarezzandogli il viso reso pungente dalla barbetta. Era fredda a causa del gelo fuori, ed era strano per Raul come questo facesse contrasto con tutto il calore che gli stava infondendo.

-Come stai? -gli chiese lei con dolcezza

-Bene -rispose lui, e Rebecca nascose lo scetticismo -E' Fred che.. -scosse la testa, poi aggiunse -Mi dispiace di averti fatta venire fin qui -e posò la mano su quella di lei

-Ma che dici?! -sbottò lei

-A proposito, ma eravamo al telefono neanche cinque minuti fa.. quanti limiti hai superato per strada?

-Non mi sembra il momento di preoccuparsi di me e del mio motorino -brontolò lei

-Be', grazie comunque per.. esserci

Lei ricambiò il sorriso e fece ancora un passo per poi abbracciarlo

-Se vuoi parlare ti ascolto -gli sussurrò, appoggiata sulla sua spalla

-Non c'è molto da dire.. Fred mi stava morendo sotto agli occhi e io nemmeno me ne sono accorto! -disse con rabbia

-Avevi altre preoccupazioni per la testa -gli ricordò lei

-Sì, ma ieri.. dovevi vederlo, stavamo parlando e a un certo punto ha cominciato a tossire come un forsennato -Rebecca lo sentì stringere una mano a pugno -E' durata poco, io non gli ho dato peso lì per lì.. -sospirò

-Avresti potuto cambiare qualcosa se ti fossi accorto del male che aveva? -gli chiese allora lei allontanandosi quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi e tenendogli le mani sulle spalle

-No, ma..

-Pensi che l'avrebbe fatto star meglio dirti che stava per morire, o che avrebbe fatto meglio a te saperlo?

-Io.. -il ragazzo rimase interdetto

-Ascoltala, Raul -intervenne Jamine, sbucando dalla sala d'aspetto; i due si staccarono, rivolgendo la loro attenzione alla ragazza -Ha ragione -e scoccò uno sguardo d'intesa a Rebecca, pur senza conoscerla, che ricambiò

Raul si ricordò di fare le presentazioni -Rebecca, lei è Jamine.. la figlia di Fred

La ragazza allora guardò di nuovo Jamine, stavolta con tristezza e dolore, socchiudendo la bocca.

Sono cose che non dovrebbero mai succedere a quest'età, pensò, ma preferì non dirle niente: chissà da quanti aveva già sentito la stessa frase, senza che però fosse cambiato niente.

Jamine abbassò lo sguardo, poi continuò -Mio padre non voleva nemmeno che noi familiari sapessimo della malattia, quindi figurati voi.. a noi ha dovuto dirlo dato che lo vedevamo sempre prendere le medicine e.. -scosse la testa preferendo passare oltre -Lui ha fatto in modo che nessuno se ne accorgesse, proprio perché voleva godersi questi ultimi tempi, senza che la gente scoppiasse a piangere solo guardandolo -tirò sul col naso -io questo non sono riuscita a farlo.. da quando me l'ha detto non ho fatto che piangere.. non ce l'ho fatta a mostrarmi serena nonostante fosse l'ultima cosa che ha chiesto -le si spezzò la voce e cominciò a singhiozzare

Rebecca e Raul si scambiarono uno sguardo, poi il ragazzo le si avvicinò e le posò entrambe le mani sulle spalle -Non devi fartene una colpa -le disse -e sono sicuro che anche tuo padre la pensa così. Sai che mi ha detto ieri?

Jamine fece cenno di no con la testa asciugandosi le lacrime

-Ha detto che sei la miglior cosa che gli sia mai capitata, e che ti adora -le disse con tenerezza, riuscendo a farla sorridere fra le lacrime; poi però il pianto ricominciò più forte e Jamine si coprì il volto con le mani

-Mi mancherà -singhiozzò

Allora Raul la circondò in un abbraccio che sperò essere confortante -Mancherà a tutti

Anche Rebecca si avvicinò e accarezzò la schiena di Jamine, tentando di confortarla.

In quel momento, la porta della sala operatoria si spalancò, e ne uscì un chirurgo intento a togliersi la mascherina dalla bocca.

Jamine lo fissò un attimo, interrompendo il pianto, poi tornò a stringersi alla vita di Raul; forse anche lei, negli occhi di quell'uomo, aveva visto la stessa cosa che vedeva lui.. e faceva paura. Tanta, tantissima paura.

Raul chiuse gli occhi, e avrebbe voluto deglutire se solo gli fosse rimasto un briciolo di saliva in gola.

Sentì la mano di Rebecca scivolare nella sua e stringerla forte: aveva capito anche lei. Ora la parte più difficile stava nel dirlo.





*************


Ciao ragazze! Scusate ci ho messo un po', ma è stato un finesettimana decisamente.. come dire?? Va be' insomma avete capito xD

Venendo alla storia.. questi personaggi non riescono mai a stare un po' tranquilli!

Non so perché, ma mi andava di farvi conoscere Ned! Che dite, vi sta abbastanza simpatico??

Felice che tutte voi siano state felici del fatto che Rebecca non fosse incinta, e che vi siano piaciuti i discorsi di Joey e di Fred! =D ..E soprattutto sono contenta del fatto che abbiate subito apprezzato l'idea di Joey psicologo!!

Comunque.. so quanto siete impazienti (ormai direi scalpitanti) di vedere Raul e Rebecca insieme, ma qui le complicazioni non finiscono mai..

Anzi, mi smentisco subito: mancano solamente 2 capitoli alla fine :( Ok, non tocchiamo oltre questo tasto dolente..

Per quanto riguarda Fred.. be', non siate troppo ottimiste.. Lo so che mi considerate una sadica spietata (e avete ragione!), ma nelle chiacchiere del prossimo capitolo vi spiegherò come mi è venuta questa crudelissima idea.

Oggi ben 10 recensioni che bellooooo =D Mi sento potente xDxD


kia_85: Rebecca, da brava romanticona doc, doveva andare a godersi il tramonto :) E Raul l'aveva capito, ma è dovuto correre via.. Mi dispiace per Fred! Grazie mille per il complimento;) Baci!

Marti_18: Grazie! Raul aveva finalmente deciso di andare da Rebecca e dirle tutto, ma poi Fred... le tue paure erano fondate! Mi dispiaceeee!>.< Bacii

C4rm3l1nd4: non dovrai prendere a calci Raul, stavolta non è stata colpa sua ma mia e della mia vena sadica >.< Ahahahah carina la pubblicità tipo serie TV xD Comunque sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo :):) Baciii

Jasmine230: Nel prossimo capitolo rivedrai Claudia, per la tua felicità :) Comunque no, non ho una scadenza regolare nell'aggiornare.. cioè PROVO a non andare mai oltre i 10 giorni, ma come vedi non ci riesco sempre >.< Baci!

Leuzza: Raul si è svegliato!! Tra poco anche Joey aggiusterà le cose con Lela, vedrai.. e diventerà uno strizzacervelli doc xD bacioni!!

annina_thebest: Sono contenta che ti sia piaciuto :) Raul stava per dichiararsi.. ma è sopraggiunto il malore di Fred >.< Prima o poi ce la faranno.. Baci!

Ginna3: Sìsì qui diventano tutti filosofi xD Sono contenta che Joey abbia il tuo sostegno =D Avevi ragione... Fred non sta per niente bene. E in tutto questo ci sono sempre Rebecca e Raul, che qui sono andati a un pelo dal mettersi insieme, ma poi.. Baci!!

LaNana: Ahahaha sono contenta che ti sia piaciuto! XD Sì, il ghiaccio è decisamente bollito.. Joey ti ringrazia per il sostegno e la fiducia! :) Sicuramente vedrai la scena di Rebecca con il ciclo xD Baci!

SarettaCullenWriter: Il piccolo Raul potrà venire, ma magari fra un po' di anni xD Qui Raul senoir si stava per dichiarare, ma poi è arrivata quella chiamata.. Mi dispiace per Fred! Grazie per i complimenti! Baci :)

stefuzzolaxD: Non preoccuparti, Rebecca e Raul non si stanno allontanando, anzi.. però Fred sta male, su questo non c'è dubbio. Non preoccuparti, presto Joey sistemerà tutto ;) Bacioni!!


Grazie a delenina 95, robbycullen e Puffa 95 per aver aggiunto la storia fra quelle da ricordare; grazie a adrianoemartina, HOLLYWOOD e mokyy per averla aggiunta fra le preferite e grazie a LadyMoonlight, elepina, kikka_akachan, farfallina 1000 e zsusy93 per averla aggiunta fra le seguite :)

Grazie anche a chi legge in silenzio!


Un bacio a tutte, al prossimo capitolo :)

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Capitolo 17
*** ..E tutto si ribalta ***


Capitolo 16. ..E tutto si ribalta


I never know what the future brings
But I know you are here with me now
We’ll make it through

[Io non saprò mai ciò che il futuro riserva
Ma so che tu ora sei qui
Ce la faremo]

(If you're not the one - Daniel Bedingfield)


I fiori, la gente che piange, cercare inutilmente di consolare Jamine..

Raul non ascoltava minimamente le parole del prete, che erano solo un lungo monologo, atono e privo di senso.. privo di personalità, come se Fred fosse solo uno dei tanti che muoiono per qualche infame malattia assassina.

Invece no, invece era tutto diverso: era Fred ..e adesso non c'era più.

Il biondo fu scosso solo quando sentì del movimento alla sua sinistra: il patrigno di Jamine che la accompagnava fuori. Era una ragazza forte, ma così tante emozioni erano troppo dolorose per i suoi, seppur maturi, 15 anni. Rimaneva solo la madre, terza moglie di Fred, le guance allagate da lacrime silenziose.

Raul si voltò, seguendo per qualche istante Jamine che si allontanava, aggrappata al patrigno. Intravide Joey, in giacca e cravatta come e lui, e Lela che piangeva sulla sua spalla; dietro di loro c'erano Rob, Dario, Frannie e Melissa. Tutto quel nero era opprimente.

Tornò a rivolgersi a quella tomba, che sembrava troppo piccola per ospitare quello che era stato per lui un grande uomo.

Sospirò e la mano di Rebecca, stretta nella sua, aumentò lievemente la presa.

Il prete continuava a leggere pezzi di Vangelo, sempre gli stessi per ogni funerale.. chissà quante volte doveva ormai averlo fatto.

Guardò la ragazza che dopo qualche istante se ne accorse, e ricambiò. Rebecca non aveva avuto la fortuna di conoscere Fred, ma i suoi occhi erano tristi, come quelli di tutti i presenti.

-E ora, se qualcuno vuole dire qualcosa.. -fece il prete chiudendosi poi in un improvviso mutismo

-Raul? -lo chiamò la madre di Jamine facendolo voltare -Ti spiacerebbe.. dire qualcosa? -chiese fra le lacrime

-Come?

-Fare un discorso -si intromise allora Rebecca evitando alla donna la fatica di parlare di nuovo sopprimendo i singhiozzi -...Per Fred

Il biondo si ritrovò spiazzato -Io.. non saprei, non ho preparato nulla..

-Non importa, deve essere qualcosa che ti venga dal cuore -insistette la donna -Io non sono in grado di farlo -altro singhiozzo -ma mi piacerebbe se fossi tu a dire qualcosa.. so quanto tenesse a te

Il biondo mandò giù un groppo di nostalgia.

-Vai -gli sussurrò dolcemente Rebecca richiamando la sua attenzione -sono sicura che avrebbe fatto piacere anche a lui -disse, tentando di sorridere

Raul allora si convinse, e si avvicinò al prete che, vedendolo, gli porse il microfono. Immediatamente, si trovò davanti a tutte quelle persone che si aspettavano dicesse loro qualcosa di Fred, qualcosa di brillante, qualcosa di commovente.. tutte cose che non sapeva fare, e intanto stava muto, mentre la gente aspettava.

Intercettò lo sguardo di Joey, corrucciato e serio, quello di Lela, liquido e triste.. poi guardò nel punto dove si trovava lui stesso poco prima, e dove adesso c'era Rebecca. Un lungo sguardo, e un cenno di assenso di lei, lo convinsero a parlare

-Fred.. -cominciò -ha preferito non dirci nulla, tenerci segreto quanto stesse male. E se noi oggi soffriamo per.. il suo abbandono, c'è chi soffre da più tempo, come Jamine e sua madre.. le uniche a sapere come lui stesse davvero. Ma è da oggi che si comincia a stare senza di lui.. e ancora non ci credo.

Sospirò, incrociando lo sguardo commosso della donna; ma non stava dicendo tutto quello che avrebbe voluto, sentiva di non star rendendo onore a Fred. Basta con le banalità, basta con le frasi fatte e già ripetute dal prete.. doveva dire qualcosa che gli venisse dal cuore, come diceva la donna.

-Io.. mi ricordo delle volte, dopo il lavoro, quando finivamo un po' prima, e andavamo a prenderci una birra insieme. Perché Fred, prima di essere mio superiore, anzi superiore di tutti noi che lavoravamo alla sua pizzeria, era nostro amico -sorriso malinconico -Con lui in quella birreria, ci siamo fatti chiacchierate durate ore, sia serie che non. Per me era normale, davo per scontato che sarebbe stato sempre così. Che lui sarebbe stato sempre lì, a darmi un giorno del ragazzino e il giorno dopo dell'uomo, a ridere e a mettermi in guardia, ad ascoltarmi o a farsi ascoltare.. e invece tutto questo non ci sarà più. Quella birreria per me adesso è un ricordo, uno dei più belli che ho. Fred mi ha aiutato a crescere -sorrise -vi lascio immaginare come: tutti sapevamo i suoi modi bruschi e bonari.

Alcuni sorrisero, qualcuno fece addirittura una mezza risata.

-Una volta mi disse -continuò Raul - “se c'è una cosa che ho imparato è che si nasce sani, completamente immacolati.. ma non c'è n'è uno che si salvi dalla benedetta follia di questo mondo” -la ex moglie annuì, doveva essere una frase che ripeteva spesso- Però lui ci si sapeva muovere bene in questa follia, ha saputo vivere la sua vita.. e so che considerava sua figlia un tesoro prezioso, la più bella cosa che fosse mai riuscito a fare.

-Spesso mi ha incitato a seguire la mia strada, a non arrendermi di fronte alle difficoltà, a vincere la paura.. perché quello che ne vien fuori è qualcosa di meraviglioso. Questa era la sua filosofia di vita, ed era quest'ottimismo che ha cercato di trasmettere in tutti noi.. siamo tantissimi qua dentro, perché in tantissimi gli volgiamo e gli vorremo sempre bene. Le nostre vite andranno avanti, certo: lui per primo non avrebbe mai voluto che ci lasciassimo andare. Noi tutti torneremo a scuola, a casa, al lavoro.. anche se lui non c'è più. Non è crudeltà, è semplicemente così che andrà.. ma noi tutti, dentro di noi, terremo sempre vivo il suo ricordo. Perché se lui è riuscito a far passare, a trasmettere anche a uno solo di noi il suo ottimismo, la sua gioia di vivere, il suo combattere anche se impauriti da qualcosa di più grande di noi.. ci sarà rimasto qualcosa di lui, e lui non morirà mai.

Guardò Rebecca corrugando leggermente le sopracciglia -Con me ci è riuscito. Grazie a lui ho capito non che la vita è dura, perché lo sapevo già, ma che volendo, mettendoci tutti noi stessi, tutte le nostre forze, possiamo farla diventare bellissima. Basta... buttarsi, provare. Non avere paura.

La ragazza socchiuse impercettibilmente la bocca, mentre Raul tornava a rivolgersi alla folla, che sembrava essere rimasta molto colpita dalle sue parole

-Questa non è solo un'illusione, non sono solo parole. Lui ci credeva davvero, e se ne è andato con il sorriso sulle labbra, contento della propria vita. Io voglio poter fare altrettanto quando toccherà a me, voglio crederci.

Rebecca si sentì correre un brivido lungo la schiena mentre mormorii d'assenso si diffondevano nella sala

-Io so -riprese Raul- che lui non potrà esserci quando.. -scrollò le spalle mentre pensava -quando sua figlia si laureerà, quando si sposerà.. -sospirò -Ora, non voglio stare qui a dirvi che lui ci sarà comunque, che ci guarderà da lassù, perché a queste cose ci si può credere come non.

Il prete storse un po' il naso, ma non disse niente

-Ma lui ci ha lasciato tanto qui, veramente tanto.. basta fare tesoro di tutto questo.. di tutto ciò che Fred era, e che ci ha insegnato. E' così, che lui potrà realmente esserci, in ogni momento, e in ognuno di noi.. Spero di essere riuscito a fargli onore con queste.. parole. -e porse di nuovo il microfono al parroco, mentre tornava a sedersi. Qualcuno cominciò a battere timidamente le mani, seguito poi da qualcun altro; l'applauso divenne più deciso, e coinvolse tutta la chiesa.

Il prete riprese la parola recitando qualche frase di chiusura, mentre la madre di Jamine abbracciò con talmente tanto impeto Raul da rischiare di soffocarlo

-Grazie mille -singhiozzò -Sono state parole bellissime.. lo rispecchiavano totalmente.

In quel momento tutti si alzarono, cominciando lentamente ad uscire, come se nessuno in realtà avesse voglia di lasciare quella sala.. perché avrebbe voluto dire lasciare Fred per sempre; la donna allora sciolse l'abbraccio per andare alla ricerca della figlia e del compagno. Era un cosa che andava fatta, volenti o non.

Raul la guardò allontanarsi per qualche istante, poi si voltò verso Rebecca, che gli si stava avvicinando; adesso aveva gli occhi lucidi anche lei

-Doveva essere una persona magnifica -disse

Raul annuì -Lo era

La ragazza lo abbracciò, e lui non si preoccupò di trattenere il pianto, stringendola forte e chinando la testa nei suoi capelli

Dopo un po' sentì Rebecca scostarsi con delicatezza; all'inizio non ne capì il motivo, poi le braccia di Joey lo cinsero con forza.

-Forza, amico -lo incitò battendogli una mano sulla schiena.

Poi lo abbracciò Lela, poi il resto del gruppo, poi le amiche di Rebecca, poi i colleghi e gli amici.. fu tutto molto veloce, come anche la sepoltura, l'ultimo addio.

La gente cominciò ad andarsene, tra lacrime e sospiri; Raul salutò Jamine con un bacio sulla fronte, ma la ragazzina probabilmente nemmeno se ne accorse da tanto che era presa dal pianto.

I ragazzi rimasero insieme ancora a lungo, camminando a zonzo o accomodandosi su qualche panchina di tanto in tanto; nessuno parlava molto, e Raul era grato loro per questa compagnia silenziosa. Non c'era molto da dire, in effetti.

-Vuoi che andiamo da qualche parte? -gli chiese Joey a qualche ora dal funerale. Erano rimasti lui, Lela e Rebecca con Raul.

Il ragazzo scrollò le spalle -No, non credo.. tu hai in mente di andare in qualche posto?

-No, in realtà no

Lo guardò: era già abbastanza tardi, gli altri erano andati a dormire. Joey soffocò uno sbadiglio

-Perché non vai a casa? -lo invitò -Hai sonno, si vede

-Ma..

-Sei stato con me tutto il giorno -lo bloccò sorridendo -Grazie, amico ma non voglio trattenerti ancora

Joey allora guardò Lela che annuì con la testa e, un po' per quello e un po' perché stava crollando dal sonno, si arrese -Ok.. a domani. In gamba come sempre, mi raccomando

-Certo. Buonanotte -i due si abbracciarono

Anche Lela salutò i due, abbracciando Raul un'ultima volta, poi si allontanò mano nella mano con Joey.

-Raul ha ragione -disse lei dopo un po'

-Su cosa?

-Hai una faccia.. cos'hai fatto stanotte invece di dormire?

Joey si tenne sul vago -Io? Niente, che vuoi che faccia?

La ragazza lo guardò tagliente -Joey, mi devo preoccupare?

-Ma certo che no! Cosa credi che abbia fatto?

-E che ne so.. te l'ho chiesto!

Il ragazzo prese un lungo sospiro e si grattò nervosamente la testa: era giunto il momento di dirglielo..

-Joey -insistette Lela -Mi stai facendo agitare..

-Sono stato a leggere

-Eh?! -fece Lela senza capire -Leggere?

-Sì: leggere. La cosa ti stupisce?

-Sì -rispose, delicatezza a parte -L'ultimo “libro” che ti ho visto prendere in mano era un Dylan Dog di un anno fa..

-Invece leggo anche roba intelligente -ribatté risentito

-E cosa hai letto? -chiese trattenendo una risata

Joey la guardò e sospirò di nuovo, ma questa volta seccato -Perché la cosa ti sconvolge così tanto? Credi di stare con un perfetto idiota?

-Joey, io non..

-Se è così ti sbagli! -continuò lui lasciandole la mano e fermandosi davanti a lei -Forse non sarò come i tuoi amici cervelloni -sottolineò la parola- di architettura, ma per tua informazione non c'è solo Dylan Dog nel mio bagaglio culturale

-Ma che c'entrano i miei amici? -ribatté lei altrettanto alterata -Ti ho chiesto cosa altro hai letto oltre ai soliti fumetti. E se proprio lo vuoi sapere, non nascondo il fatto che mi sembri un evento eccezionale!

Joey annuì -Quindi mi consideri un cretino, proprio come pensavo

-Joey, ma che hai? -domandò -E' il funerale? Guarda che siamo tutti dispiaciuti, ma non per questo diamo di matto

-Sì, è il funerale -rispose lui con convinzione, come se si fosse illuminato all'improvviso -è che ti svegli un giorno e non c'è più tempo. Le cose che volevi fare, tutto quello che volevi dire.. non hai più tempo per farlo. Ecco perché ho deciso di farlo adesso, non voglio più sprecare nemmeno un secondo.

-Ma fare COSA?

-Iscrivermi a psicologia

La ragazza rimase con la bocca aperta, ma senza pronunciare parole.

Joey la scrutò un attimo, poi sospirò e scosse la testa rassegnato -Lo sapevo che avresti reagito così, ma ormai ho preso la mia decisione, Lela. Mi dispiace, ma non sarò mai un grande avvocato o un grande architetto, né ora né mai, non fa per me.

Lela lo ascoltò con attenzione, poi sorrise e fece un saltello per intrecciare le braccia dietro al suo collo; il ragazzo la guardò con non poco disappunto

-Joey è meraviglioso! -fece Lela -Finalmente hai trovato qualcosa che ti piace

-Non.. capisco -fece lui, cauto -Stai sempre a parlare dei cervelloni architetti, poi mi dicevi sempre che giurisprudenza era stata un'ottima idea.. pensavo che avresti accolto questa mia scelta con un scenata e che..

-Ma vuoi stare zitto un attimo?! -lo interruppe divertita -Primo non so perché tutti questi confronti con i miei compagni di architettura; sono bravi sì, ma che noia uscire con loro.. sempre i soliti discorsi!

-Oh! -fece Joey stupito -Questo non me l'avevi mai detto

-Tu non me l'hai mai chiesto -ribatté lei -Ogni volta che poco poco ne nominavo uno, ti incavolavi o ti zittivi neanche ti avessi tagliato la lingua -sospirò -Per quanto riguarda giurisprudenza ero contenta che l'avessi scelta perché pensavo ti piacesse; mi sono preoccupata quando invece hai cominciato a dimostrare tutto il contrario con quei 15.. ma se adesso hai trovato la tua strada, sono felicissima!

-Davvero?

-Certo! E poi sai quante cose interessanti imparerai! Psicologia è davvero una bella facoltà!

-Non pensi sia un po'.. -scrollò le spalle- una follia per uno come me?

-Joey.. io non so con gli altri, ma almeno per quanto mi riguarda, tu riesci a capirmi benissimo, ogni volta che lasci esprimere la tua parte migliore. Sai ascoltare, e la gente ha bisogno di questo

Il ragazzo sentendosi spalleggiato, ma soprattutto incoraggiato da Lela, sorrise spontaneamente e l'abbracciò

-Grazie, amore. Avevo bisogno del tuo appoggio

-Levami una curiosità, però: cosa c'entra questo con il fatto che ieri sera sei stato a leggere?

-Ho comprato un libro che parlava di queste cose.. l'ho letteralmente divorato

-Vedi che allora hai scelto la strada giusta?!

-Stavolta credo proprio di sì

Lela sorrise, contenta per lui -Ti amo

-Ti amo anch'io

I due si baciarono a lungo, poi ripresero a camminare a braccetto.

-Come ti è venuta l'idea di psicologia?

-A dire il vero me l'ha messa in testa Raul..

E cominciò a raccontarle della loro chiacchierata



Raul intanto, seduto su una panchina, era rimasto solo con Rebecca ed entrambi seguirono con lo sguardo per qualche istante Lela e Joey che si allontanavano

La ragazza sospirò impercettibilmente tornando a guardare Raul -Come stai? -gli chiese -So che probabilmente non hai voglia di parlarne e che può sembrare una domanda banale.. invece è importante, e poi sei stato in silenzio fin ora.. non credi sarebbe meglio buttare fuori tutto?

Il biondo alzò lo sguardo da terra per incontrare il suo e sorriderle: un sorriso stanco, ma comunque un sorriso

-Sei sicura di volerlo sapere? -le domandò, quasi ironicamente

-Certo -rispose lei, serissima, posandogli una mano sul braccio -Lo sai che ci tengo a te

Lui annuì e prese un po' di tempo per poi rispondere -Mi scoppia la testa. Mi sento come se una parte di me se ne fosse andata.. ed è proprio questa la realtà: Fred non c'è più. Vorrei spaccare tutto, ma allo stesso tempo mi sento.. come svuotato da ogni forza fisica. Sai, voleva essere il primo a sapere quando mi sarei deciso.. perché lui era sicuro che ce l'avrei fatta alla fine

-Deciso a fare cosa? -chiese Rebecca

Il ragazzo non rispose subito ma intrecciò le dita con le sue prendendole la mano -A vincere la paura

La guardò, e intuì dal suo sguardo che stava iniziando a capire dove volesse arrivare

-Rebecca..

-Raul, aspetta -lo bloccò lei, titubante; Raul sentì la sua mano scivolare appena, come se avesse voluto in un primo momento allontanarla ma poi ci avesse ripensato. Lo guardò con aria improvvisamente stanca, ma anche estremamente determinata -Non giocare con me -gli disse in un tono che era a metà tra l'ordine e la supplica.

-Non voglio giocare, è l'ultima cosa che farei in una giornata come questa.-rispose lui, altrettanto deciso - Stavo venendo da te quando mi hanno chiamato dicendomi che Fred era stato ricoverato.. ti ho vista sul mare, al tramonto.. quel tramonto che avremmo dovuto vedere insieme

La scrutò, ma lei non rispose subito: adesso era lei l'indecisa.

-Rebecca fidati, ti prego -fece allora lui, intuendo i suoi pensieri -Non ti sto prendendo in giro, e non mi rimangerò quello che ti sto dicendo -lei lo guardava in modo penetrante, senza perdere di vista i suoi occhi nemmeno per un istante, cercando anche la più piccola traccia di menzogna nel suo sguardo -Tu mi hai fatto capire quanto fosse idiota il mio ragionamento, il mio continuare a fuggire.. quanto non servisse a niente.

Ci fu qualche istante di silenzio mentre i due continuavano a fissarsi, a cercare di leggere l'uno negli occhi dell'altra qualsiasi cosa fosse possibile catturare.

-Non si può fuggire -fece eco lei dopo un po'; poi distolse lo sguardo e accennò un sorriso che il ragazzo non capì.

-No, infatti, adesso lo so -le strinse di più la mano-Tu sei molto più coraggiosa di me sotto questo punto di vista

Rebecca ridacchiò -Solo su questo?! -lo punzecchiò tornando a guardarlo, stavolta divertita

-Cosa vorresti insinuare? -fece lui alzando un sopracciglio

La ragazza rimase un attimo in silenzio, spostando lo sguardo sulle sue labbra.

Avvicinò di più il viso a quello di lui e gli accarezzò una guancia ispida con la punta delle dita, tornando a guardarlo; Raul attese, non voleva piombarle addosso rovinando tutto, anche se la tentazione era molto forte.

Guardandola, tuffandosi nell'azzurro limpido dei suoi occhi, inconsapevolmente escluse tutto quello che era altro da loro, chiedendosi come avesse fatto ad essere così stupido da aspettare tanto.. da farla soffrire.

Avrebbe voluto prendersi a schiaffi, ma poi lei gli sorrise e bisbigliò sottovoce -Voglio dire che non mi hai ancora baciata, scemo -sorrise, senza la minima traccia d'imbarazzo.

Era felice, e non aveva paura di mostrarlo; era innamorata, e glielo aveva non solo detto a chiare lettere, ma anche dimostrato.

Era stata con lui all'ospedale, poi al funerale: gli era stata vicina nonostante le facesse male, nonostante lui non avesse risposto con un bacio al suo “ti amo”. L'aveva abbracciato, l'aveva sostenuto.

Il ragazzo affondò una mano fra i suoi capelli morbidi e folti e la osservò chiudere lentamente gli occhi.

Anche lui aveva fatto lo stesso con lei quando pensava di essere incinta, ma era stato talmente sordo da non accorgersi dei segnali chiari che gli arrivavano da dentro: anche lui era innamorato di lei, e chissà da quanto.

Forse dal momento stesso in cui con lei aveva ricominciato a sorridere, ad essere felice.. a vivere.

Ma come al solito, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Si era avvicinato, pochi centimetri ancora e avrebbe finalmente sfiorato quelle labbra.

Invece le sfiorò la guancia con la punta del naso e poi si sporse per arrivare al suo orecchio, scostandole delicatamente i capelli.

Avvicinò le labbra al lobo, quasi da sfiorarlo.

-Ti amo -sussurrò, sentendosi improvvisamente bene, talmente bene che avrebbe voluto mettersi a cantare. L'angoscia per Fred, le lacrime, il dolore.. c'erano ancora, ma con Rebecca al suo fianco, con il coraggio dei propri sentimenti finalmente avuto, sentiva di poter superare quello che era successo in quei giorni.

La sentì lasciargli la mano per stringersi a lui

-Era ora -commentò facendolo ridere.

Aveva ragione.

Tornò a guardarla, inclinò il collo, e finalmente la baciò.

L'aveva già baciata sì, la notte in cui avevano fatto l'amore e quella sera dai suoi genitori.. ma stavolta era tutto diverso. Stavolta aveva la consapevolezza di amarla, di aver solamente iniziato; non si trattava più di una notte o di un momento. Quella era la loro storia adesso, qualcosa di magnifico da condividere.

Rimasero a baciarsi a lungo, con le mani sul viso, tra i capelli.. sotto la maglietta

-Aspetta -lo bloccò Rebecca staccandosi all'improvviso

-Che c'è? -fece Raul con disappunto

Lei lo guardò e fece una mezza risata -Tranquillo, nessun piano malefico come quelli di Fran..

Fran.. sì, c'era qualcosa a proposito di Frannie che Joey gli doveva dire, ma non aveva mai saputo cosa.

-Ti ricordi che non sono incinta? -continuò lei

-Certo!

-Ecco.. quindi.. -lasciò in sospeso la frase, aspettando che lui capisse

-Oh! -Raul realizzò: il ciclo -Hai ragione, scusa, non ci avevo pensato..

Lei scrollò le spalle -Possiamo stare ancora un po' qui però..

-Anche tutta la notte -rispose e, un attimo dopo, Rebecca lo stava tirando per la giacca e baciando di nuovo.


°°°


-Aspetta -disse Fran mentre Dario accostava con la macchina

-Hai cambiato casa? -le chiese lui perplesso

-No.. ma fermati anche tu

Dario la guardò un attimo senza capire -Da te?

-Sì -rispose lei sostenendo il suo sguardo

Il ragazzo aveva intuito quali fossero le sue intenzioni, ma ancora gli riusciva difficile crederci -Cosa ho fatto per farti prendere questa decisione?

La ragazza scrollò le spalle -Assolutamente niente

-Ecco -commentò con un pizzico di delusione

-E' che.. oggi ho capito tante cose -lo guardò negli occhi -La vita è troppo breve. Io non voglio che per questa mia stupida ripicca perdiamo l'occasione di.. stare insieme

-Hey -fece lui avvicinandosi e accarezzandole una guancia -Guarda che abbiamo tutto il tempo che vuoi, io e te. Cioè, io sono ben felice se la tua decisione è questa ma.. tu vuoi farmela pagare, e hai ragione..

-No -lo interruppe -Mi hai già dimostrato di volermi bene davvero, aspettandomi fino ad ora: adesso basta con le stupidaggini -e si sporse sulle sue labbra per dargli un bacio passionale e intenso

Dario si lasciò trasportare ma poi, quando lei la staccò, cercò di riprendersi guardandola con serietà -Sei sicura?

-Certo. Anche perché ti ho già detto che se solo provi a rifarlo, sai come finisci.

Frannie sorrise e scese dall'auto, mentre Dario la imitava divertito.

-E Dario.. -lo chiamò poi avvicinandosi

-Sì? -rispose lui

La ragazza sospirò e si buttò fra le sue braccia -Non morire mai

Lui la strinse forte accarezzandole i capelli -Tranquilla.. deve ancora nascere chi o cosa mi farà fuori

Frannie sorrise, poi sciolse l'abbraccio per prenderlo per mano e portarlo in casa.


°°°


Era ormai notte fonda, e Raul stava rientrando in casa dopo aver riaccompagnato Rebecca.

Posò le chiavi cercando di non far rumore e si tolse le scarpe. Arrivò con passo felpato fino alla propria camera dove, inevitabilmente, la maglietta arancione, ovvero la sua divisa di pizzaiolo, catturò la sua attenzione.

La prese con cura, strofinandola leggermente tra le dita come se la vedesse per la prima volta; su di essa troneggiava la scritta “Da Fred”.

-Hai visto, Fred? -bisbigliò alla maglietta, con un bruciore intenso di pianto che cominciava a nascergli in gola -Ce l'ho fatta.. spero che tu sia fiero di me -sospirò, sedendosi sul letto -Vorrei potertelo dire a voce.. vorrei che tu fossi ancora qui. Non te lo meritavi.

-Raul..

Il ragazzo sobbalzò, voltandosi di scatto e trovando la sua sorellina sul ciglio della porta

-Claudia -fece allora riponendo la maglietta -Mi hai fatto prendere un colpo! Vieni, entra

La bambina obbedì sistemandosi accanto a lui

-Perché non dormi? -le chiese accarezzandole il visetto

-Non ho sonno.. Oggi è successo qualcosa di brutto, vero? -domandò lei, con le labbra piegate all'ingiù

Il ragazzo ci rimase un attimo e non rispose subito -Perché pensi questo?

-Eravate tutti tristi, e papà ha anche pianto.. tu sei uscito vestito tutto di nero: quando le persone si vestono tutte di nero di solito vanno a un funerale..

Raul allora sospirò -L'ho sempre detto che sei troppo intelligente per la tua età

-Non mi piace non sapere le cose

-Ok, vieni qui -e la prese imbraccio, sistemandola sulle proprie ginocchia -Vedi, Claudia.. -prese qualche istante di tempo-Tu lo sai che le persone a volte.. muoiono -si rassegnò a dire quella parola, seppure troppo cupa e troppo dolorosa per i suoi gusti... ma sfortunatamente vera

-Sì -rispose -ma non si può fare niente? Voglio dire, se tutti siete così tristi vuol dire che non avreste voluto che qualcuno morisse.. perché non lo avete impedito?

Raul sorrise della sua candida innocenza e di quella dolce illusione che un tempo faceva dormire tranquillo anche lui -Sarebbe il sogno di tutti, poter evitare che succedano cose brutte

-Ma perché.. si muore?

Bella domanda. Ma come si fa a spiegare la morte a un bambino?

Il ragazzo scosse la testa -Dipende.. di solito quando si è troppo vecchi

-Quindi non può succedere all'improvviso?

Lesse la paura nei suoi occhioni -No, certo che no -mentì

-Quindi tu, mamma e papà..?

-Saremo con te ancora per molto, molto tempo -la rassicurò stringendola forte

Claudia sembrò tranquillizzarsi -..E Joey? -chiese con una risatina

-Joey?? -ripeté Raul strabuzzando gli occhi -Ma come osi preoccuparti per lui?

La bambina rise -Sei geloso!

-Certo che lo sono! Comunque lasciamo stare i brutti discorsi, ok? -le propose poi- Mica sono successe solo cose brutte oggi -tentò di sviare l'attenzione della bambina da quel discorso troppo pesante per la sua età

-E che è successo?

-Ti piace Rebecca, non è vero?

-Certo! Vi siete fidanzati?

-Non ti si può nascondere niente, Sherlok!

-Sì! Così adesso possiamo fare le cene a quattro io te, lei e Joey!

-Ma quali cene a quattro?! -e prese a farle il solletico mentre lei rideva -Basta parlare di Joey!

Rimasero a giocare ma dopo un po' Claudia, vinta dalla stanchezza, si arrese

-Dai, ti accompagno a letto mostriciattolo -fece allora Raul sollevandola di peso

-Va bene ma..

-Ma?

Claudia sospirò tornando seria -Non è che.. te ne vai mentre dormo?

Raul sorrise intenerito -No. Te lo giuro, mi troverai sempre qui.

-Va bene.. 'notte fratellone. Ti voglio bene

-Ti voglio bene anch'io, piccoletta.





****************


Spero che non me ne avrete troppo... ora vi spiego perché questa folle scelta di far scomparire un personaggio così amato.

Come Raul era stato vicino a Rebecca in quel momento difficile, lei ha saputo fare altrettanto, ha contraccambiato. Volevo che si capisse il sentimento profondo di Rebecca oltre che dalla sua sofferenza, anche dalle sue azioni: infatti, non ha esitato un attimo quando Raul l'ha chiamata, pur sapendo di farsi male a stargli vicina.

Poi fortunatamente la situazione si è evoluta e i due sono diventati coppia ufficiale ;)

Mi piaceva che Raul confessasse i suoi sentimenti in un modo un po' diverso dal solito (nel bel mezzo di un discorso da funerale -.-''); riprendo direttamente il pezzo del capitolo per farvi capire:


..Perché se lui è riuscito a far passare, a trasmettere anche a uno solo di noi il suo ottimismo, la sua gioia di vivere, il suo combattere anche se impauriti da qualcosa di più grande di noi.. ci sarà rimasto qualcosa di lui, e lui non morirà mai.

Guardò Rebecca corrugando leggermente le sopracciglia -Con me ci è riuscito. Grazie a lui ho capito non che la vita è dura, perché lo sapevo già, ma che volendo, mettendoci tutti noi stessi, tutte le nostre forze, possiamo farla diventare bellissima. Basta... buttarsi, provare. Non avere paura.”


Insomma, è a questo punto che Rebecca ha iniziato a capire qualcosa, anche se poi ha avuto delle titubanze, che Raul ha saputo dissipare (*sospiri d'approvazione* XD)

A proposito del discorso, spero non vi sia sembrato troppo esagerato.. secondo me poteva starci considerando quanto Raul fosse legato a Fred.

Comunque, questo brutto episodio, ha dato una svolta anche nella storia delle altre coppie: Frannie che si decide a fidarsi di nuovo e totalmente di Dario e Joey e Lela che si chiariscono.

Mi dispiace se il capitolo vi è risultato troppo pesante, ma nel prossimo avremmo il lieto fine con un classico “regalino” alla Raul :)


Ginna3: Adesso puoi far partire la colonna sonora romantica! XD Raul e Rebecca finalmente stanno insieme :) Baci!

stefuzzolaxD: Rebecca e Raul finalmente ce l'hanno fatta e sì, purtroppo il prossimo capitolo sarà l'ultimo :( Baciii!

Leuzza: Sono contenta che ti sia piaciuto nonostante la tristezza, e spero che valga l stesso per questo capitolo >.< Baci!

Jasmine230: Grazie mille per i complimenti e spero che Raul e Rebecca ti siano piaciuti ;) non ti preoccupare, anzi oggi anch'io sono di fretta quindi scusa tu! XD Bacii!

Kia_85: Hai detto bene, e finalmente Raul e Rebecca se lo sono detti ;) Grazie, sono contenta se sono riuscita a farti viaggiare un po' con la fantasia con questa storia =) Baciii!

SarettaCullenWriter: Raul e Rebecca si sono avvicinati, sì xD Grazie mille per i complimenti, ora manca solo l'happy end con il prossimo capitolo ;)


Scusate, sono un po' di corsa oggi (lo avrete notato nelle risposte striminzite >.< scusateeeeeee), ringrazierò una per una chi ha aggiunto la storia fra preferiti, seguite e ricordate nel prossimo capitolo :)

Un bacio a tutte :):)

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Capitolo 18
*** Piccoli per sempre ***


Capitolo 17. Piccoli per sempre


Penso che è stupendo restare al buio abbracciati e muti,

come pugili dopo un incontro.

Come gli ultimi sopravvissuti.

Forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti

e che tutta quella tristezza in realtà, non è mai esistita”


[Renato Zero – I migliori anni della nostra vita]



Rebecca, ancora assonnata e con i capelli arruffati, si diresse verso il bagno in quella pigra domenica..

Pigra sì, ma anche cominciata benissimo: svegliarsi e trovare Dario tutto nudo sotto la doccia è decisamente un buon modo per darsi il buongiorno.

No, aspetta... Dario??

-Ma che cazz...?! -esclamò sgranando gli occhi; lui si girò di scatto e quasi rischiò di scivolare

-Rebecca! -esclamò recuperando agilmente l'equilibrio -Emh.. come va? -sorriso a 32 denti

La ragazza alzò un sopracciglio -Oh, benissimo. Questa sarebbe anche una conversazione normale se tu non fossi nudo nella doccia di casa mia..

-Nudo -ripeté lui come se la ragazza avesse centrato il nocciolo di un discorso importantissimo -Proprio perché sono nudo.. ti dispiacerebbe chiudere la porta? Cioè, se vuoi rimanere a goderti lo spettacolo va bene, ma stanno entrando un sacco di spifferi

Rebecca rimase un attimo scioccata dal suo tono strafottente, poi sorrise e varcò la soglia del bagno

-Sai, ero piuttosto ironico quando ho detto che potevi restare -fece allora lui

-Tranquillo -rispose lei spalancando la finestra e ricevendo in cambio una ventata gelida dell'aria di febbraio -Me ne vado subito

-No, ma che fai?! -fece Dario -Dai, scherzavo!

-Buona doccia -concluse lei uscendo soddisfatta lasiandolo a congelare sotto gli occhi dei vicini

Poi, raccogliendo quanto fiato aveva in gola, urlò -FRAAAAAAN!

Fu una questione di pochi istanti.

-Cosa? -chiese Frannie precipitandosi fuori dalla propria camera; indossava solo una camicetta da notte sexy e striminzita -Che è successo?

-Dimmelo tu!

-Che vi urlate a quest'ora del mattino? -domandò Mel uscendo come un zombie dalla propria stanza

-Mel, è mezzogiorno -la informò Rebecca

-E' uguale, mi sono appena svegliata.. per colpa vostra!

-C'è Dario NUDO nel NOSTRO bagno! -spiegò Rebecca a gran voce indicando la porta -E fa anche lo strafottente!

-Tu hai visto il mio ragazzo nudo? -domandò Fran indignata

-Sì, e sarei anche stufa di gente che ama mostrarsi ai quattro venti: fra lui e Raul che dorme in mutande anche se fanno -10°C, mi stanno traumatizzando!

-Aspetta, aspetta, aspetta.. Dario ha dormito qui? -domandò Mel -Frannie, hai tolto il veto sul sesso?

-Ebbene sì! -rispose lei fiera -Ragazze, avrei dovuto farlo moooolto prima.. Evidentemente il passato non mi ha insegnato nulla!

-Hey! -una voce alle loro spalle, naturalmente quella di Dario, che uscì dal bagno ancora mezzo bagnato e con solamente un asciugamano striminzito attorno alla vita -Ho creato qualche problema? -chiese, forse con innocenza, più probabilmente con malizia

-Nessun problema -rispose Fran andandogli vicino e scoccandogli un bacio sulle labbra

Rebecca sospirò -Lo sapevo che avrei fatto meglio a rimanere da Raul

-Raul? -chiese Mel -Hai novità anche tu? E dire che la domenica dovrebbe essere una giornata tranquilla!

-..Che ne dite di una bella colazione?? Così ne approfittiamo per fare due chiacchiere..


Qualche giorno dopo..


-Ti sei cimentata in altri attentai contro Dario? -chiese Raul divertito mentre passeggiava mano nella mano nel parco con Rebecca

-No, grazie al cielo non ce n'è stato bisogno -rispose lei -Invece dimmi di Joey.. hai detto che ha deciso di lasciare giurisprudenza?

-Sì. Sta già studiando da solo per psicologia: spera il prossimo anno di recuperare tutti gli esami del primo che si è perso e di riuscire a darne anche qualcuno del secondo

-Ma è da pazzi! -commentò lei -Io sto sclerando per un solo esame, figurati lui quanti ne avrà..

-Anche secondo me è un suicidio, ma ormai se l'è messo in testa, e ci si sta anche impegnando parecchio -poi la guardò interrogativo -L'esame che ti fa dannare è Analisi?

-Già.. -rispose lei -con tutto quello che è successo non solo sono rimasta indietro, ma mi sembra anche di aver fatto piazza pulita di tutto quello che sapevo -fece gli occhioni dolci -Invece tu sei stato così bravo, l'hai passato subito, senza problemi, così preciso........

-Non serve che fai la ruffiana -la interruppe ridendo -Ti aiuto volentieri

-Stasera da me? -colse l'occasione al volo

Raul corrugò leggermente la fronte -Veramente stasera non posso, suoniamo al Corsaro; anzi, te lo volevo dire già da prima

-Perché?

-Ti ricordi? Mi hai detto che un giorno saresti venuta a sentirci.. che ne dici di stasera?

-Vada per stasera -accettò lei -Ma giura che da domani..

-...da domani duro lavoro, promesso -la precedette lui posandosi la mano libera sul petto

-Bravo -fece allora lei dandogli un rapido bacio a stampo.

-E pensi di cavartela così? -le chiese malizioso per poi fermarsi e attirarla a sé

-E io che pensavo lo facessi per altruismo.. -commentò alzando gli occhi al cielo

-Anche.. -rispose un attimo prima di chinarsi sulle sue labbra.

Rebecca gli poggiò le mani sulle spalle mentre lui le cingeva la vita con le braccia; le labbra si dischiusero dolcemente per accogliere il suo bacio, e le mani scivolarono lentamente dalle spalle al petto, mentre Raul le accarezzava i capelli.

Si staccarono, ma rimanendo a pochi centimetri l'uno dall'altro

Rebecca scrutò attentamente i suoi occhi carezzandogli una guancia con il pollice

-Va meglio? -gli chiese quasi in un sussurro

-Mi ci sto abituando -rispose lui senza dover chiedere di cosa stesse parlando. Le prese una mano scoccandole un bacio sulle nocche.

Le aveva parlato tanto di Fred in quei giorni, gli faceva bene. E lei era sempre stata disponibile ad ascoltarlo e, quando serviva, a consolarlo. Rideva con lui quando le raccontava gli aneddoti più divertenti che l'avevano visto protagonista e sospirava apprensiva quando si parlava di Jamine.

-Sai una cosa? -le domandò accarezzandole la schiena

-Cosa?

-In questi giorni abbiamo parlato solo di Fred.. mai di noi

-Mmm.. sembra interessante -commentò senza sapere bene cosa aspettarsi

Lui la guardò con espressione seria -Mi dispiace per averti fatta soffrire -disse. Rebecca aprì la bocca per replicare ma lui non gliene diede il tempo -Tu mi ha sempre fatto solo del bene, da quando ti ho conosciuta, da quando hai cominciato a farmi riaprire a tutto quello che mi stavo perdendo, a oggi che mi ascolti ogni volta che ne ho bisogno. Ti amo per questo, ti amo perché ti ho vista cambiare da così a così a seconda delle situazioni, pur rimanendo sempre te stessa.. ti amo per quello che sei, ti amo perché sei tu che mi hai insegnato ad amare di nuovo.. -sorrise, caldo e dolce -ti amo perché quando ti guardo mi sento a casa.

Rebecca avrebbe avuto tutto il tempo di replicare adesso, ma non ci riuscì; semplicemente, rimase immobilizzata, guardandolo senza riuscire a spiccicare parola, mentre il cuore perdeva vari battiti dandole le vertigini allo stomaco.

Le nacque un sorriso spontaneo sul viso e fece un passo per far diventare quella stretta un abbraccio vero e proprio

-E' vero -disse stringendo le sue spalle -Ho sofferto per te. Ma tu non mi hai solo fatta star male, anzi.. quando ho avuto bisogno io di te, ci sei stato.. ci sei sempre stato. E quella sera, quando mi hai detto di amarmi, per la prima volta.. -scrollò le spalle senza parole per descrivere tutte le emozioni che aveva provato -Sono felice con te, adesso, siamo felici. E' questo quello che conta.

Il ragazzo sorrise e le sollevò il meno con i polpastrelli, inclinò leggermente il viso, mentre si avvicinava, ma lei lo bloccò improvvisamente posandogli un dito sulle labbra.

-La vuoi sapere tu una cosa adesso?

Raul annuì, colto di sorpresa

Rebecca disegnò il contorno delle sue labbra con il dito, poi tornò a guardarlo negli occhi -Da quando ho imparato a conoscerti.. ho capito che Nicole è stata veramente una pazza a fare quello che ha fatto.

Lui rise e la abbracciò di nuovo per poi finalmente baciarla.


°°°


-Sicuro che te lo ricordi?

-Cazzo, Raul, è la quarta volta che me lo chiedi! Ti vorrei ricordare che suono meglio della Grane Orchestra messa insieme, quindi smettila di preoccuparti -rispose Joey spazientito

-Su questo ho i miei dubbi, Scrutatore Dell'Occulto Nella Menti Umane e Non -commentò Lela diteggiando distrattamente qualcosa sulla tastiera

-Come ti hai chiamato? -fece Raul perplesso

-Lascia perdere.. mi avrà dato almeno 50 soprannomi diversi da quando le ho detto di psicologia

-E questo è uno dei meno originali -aggiunse la ragazza con fierezza avvicinandosi ai due -Potrei farti da consulente quando avrai clienti donne, che ne dici? O magari è la volta buona che cominci a capirci qualcosa anche per i fatti tuoi

-Attenta -la avvertì lui -Con gli studi che sto facendo, potrei facilmente escogitare un modo per farti impazzire in meno di cinque minuti

-Per quello non servono i libri.. -commentò lei allusiva; poi però si voltò verso Raul e gli posò una mano sulla spalla -Tu stai tranquillo: abbiamo provato la tua canzone tante di quelle volte, che ce la ricorderemo anche fra cent'anni

-Così poco? -fece eco Dario con un plettro in mano e il basso a tracolla

-Fino ad ora le ragazze sembrano aver gradito -commentò Rob indicando con un cenno del mento Rebecca, Melissa e Fran sedute a uno dei tavolini del bar con tre bibite davanti che stavano chiacchierando tra loro.

-Ok -fece Raul, finalmente deciso -Suoniamola

Lela gli sorrise -Una canzone molto.. delicata.

-Dopo io e te finiamo il discorso.. -le sussurrò Joey

Il biondo rispose al sorriso mentre si preparava a cantare e suonare quella canzone scritta interamente da lui.. per lei. Che ancora non lo sapeva, ma che sicuramente avrebbe capito, anche senza troppi annunci e pubblicità che di sicuro non avrebbe gradito.

Riprese la chitarra elettrica e se la mise a tracolla, mentre Joey faceva lo stesso con l'acustica

Si girò verso Rob che, seduto dietro il suo strumento gli fece cenno d'assenso per dirgli che era pronto; Lela e Dario aspettavano solo che qualcuno dicesse loro di cominciare

Quando Raul annunciò il titolo della canzone al microfono, “Delicatamente”, Joey cominciò a stuzzicare le corde in quel gioco di note allegro e leggero che apriva il pezzo; dopo poco entrò lui con l'elettrica, seguito da tutti gli altri strumenti. (ASCOLTA)

Lanciò uno sguardo a Rebecca, che ricambiava, in attesa che cominciasse a cantare.

Dopo il funerale aveva cambiato la strofa iniziale.. glielo doveva. E pensò a lui, a Fred mentre cantava quelle prime righe, sperando che lo sentisse in qualche modo, che sentisse quel riferimento e che sentisse quanto fosse innamorato di Rebecca


Vorrei sapere quanto in fondo poi che si muore,

vorrei andare più in alto più in alto del cielo adesso volare....

Guardò di nuovo Rebecca che lo osservava con un'aria leggermente intristita.

Lei era l'unica a sapere come stesse veramente. Era fra le sue braccia che aveva pianto anche dopo il giorno dell'addio.


E averti vicino sfiorando il tuo respiro,

sentirne l'odore cucire la tua ombra al vento e farla vibrare


Un testo anonimo, bello ma anonimo, che sarebbe potuto essere dedicato a qualsiasi donna.. fino a questo punto.


Delicatamente amore

...sei delicata, amore


Accarezzò con cura quelle parole, come con cura quella notte in cui lei gli aveva sussurrato “delicatamente”, l'aveva amata, cercando di non farle male.

Adesso Rebecca aveva capito, e lo guardava con le labbra leggermente socchiuse. Continuando a suonare in quell'intervallo musicale fra una strofa e l'altra, osservò le sue labbra curvarsi lentamente all'insù e desiderò posare lì la chitarra e andare a baciarla; gli venne spontaneo sorridere di rimando mentre sapeva di starla facendo felice, dopo tanta sofferenza.

Fran e Melissa continuavano a seguire ignare di tutto la melodia, come anche gli altri presenti; solo lui e Rebecca sapevano, perché solo loro c'erano quella notte.. e solo per loro quella parola aveva un significato importante.


Stordirmi col sapore
di lacrime salate del tuo cuore
succhiarne il calore


Il suo dolore.. il dolore di chi ama senza essere ricambiato. E la sua paura di essere rimasta incinta, la paura di non farcela.

Ora ti vedo sfumare nei contorni del sole
graffiando il mio nome
mentre scivoli lieve all'imbrunire
rapace il dolore
e un altro giorno si spegne senza far rumore....


Sorrideva ormai apertamente e Raul ricambiava; non c'era altro al di fuori dei loro sguardi incatenati. Quella canzone parlava di loro, di quello che era successo.. della delicatezza di un bacio, di un amore che non era durato solamente una notte, andando contro ogni probabilità.


..Delicatamente amore...

sei delicata, amore..

delicatamente amore


..Delicatamente..


La guardò ancora a lungo mentre la gente intorno applaudiva. Vide Fran darle un pizzicotto, come per ricordarle di applaudire, ma il suo sguardo valeva più di mille parole per lui. Si alzò, e cominciò a camminare verso di lui, senza staccare un attimo lo sguardo dal suo e lasciando perplesse la amiche accanto a lei.

-Questa la prendo io, non vorrei vi.. intralciasse -fece Joey malizioso mentre gli sfilava la chitarra di dosso

-Te ne approfitti perché è imbambolato e non può darti la gomitata che ti meriti -gli fece notare Lela

-E' divertente per questo! -ribatté lui

Raul non poté sentirli dato che stava andando incontro a Rebecca; la ragazza non disse niente, si limitò ad “assalirlo” afferrandolo per il mento e baciandolo con passione, mordendo il suo labbro inferiore, giocando con la sua lingua.

-Ti amo -gli sussurrò, con le labbra così purpuree e così vicine alle sue da sfiorarle in ogni piccolo movimento fatto per parlare

-Ti amo anch'io -le rispose lui mentre le stringeva la vita -E voglio che tu sappia che di quella notte.. non ho dimenticato nulla

-Bene -rispose lei -altrimenti ti ci sarebbe voluto molto tempo per farti perdonare

Lui sorrise -Lo immaginavo

Gli morse un labbro, e fu felice di vederlo chiudere gli occhi e aumentare la presa sui suoi fianchi.

-Andiamo da me -disse poi lei, con lo sguardo di chi ha deciso.

-E Fran e Melissa?

Lei scrollò le spalle -A quanto pare rimarranno qui ancora un po'.. sono a chiacchiera con i tuoi musicisti

-Allora hai proprio cattive intenzioni.. -commentò maliziosamente

Rebecca lo guardò con quell'aria di sfida che lo aveva sempre intrigato tanto, poi sorrise provocante, tirandolo lievemente per il colletto della felpa in modo da far aderire di nuovo le loro labbra.

Ne disegnò lentamente il contorno con la lingua, sentendo il respiro di lui crescere ad ogni istante mentre con le mani risaliva dalla vita alla schiena.

Quando lo baciò, lo sentì piacevolmente caldo ma nel momento in cui anche la situazione cominciò a scaldarsi troppo, si staccò fissando un attimo i suoi occhi liquidi e vogliosi.

Maledetti clienti! Pensò Perché non se ne vanno e non ci lasciano qui da soli?!

Allungò il collo fino al suo orecchio -Cattivissime -sussurrò -ma qui è troppo.. affollato.

Lo guardò ancora, con un sorrisetto divertito mentre si mordeva il labbro inferiore; gli voltò le spalle e si avviò verso l'uscita.

Raul, rimasto palesemente imbambolato, si riprese scuotendo la testa, e la rincorse fino ad abbracciarla da dietro

-Penso che adesso a fare follie al volante sarò io -decretò mordendola sul collo mentre camminavano a passo svelto, impazienti di stare insieme dopo tanto tempo.

Rebecca rise -Non ci posso credere!

-Vedrai

-Lo spero proprio.. -rispose alludendo a tutt'altro

Raul corrugò le sopracciglia -Forse sei tu che hai dimenticato qualcosa di quella notte

-E allora rinfrescami la memoria -rispose sollevandolo le sopracciglia e superandolo di nuovo uscendo finalmente dal locale.

-La adoro.. -fece Raul in sussurro mentre la ragazza si voltava a guardarlo sorridendo..


°°°


-Non avrei mai immaginato che il cambio marcia piantato nella schiena fosse così fastidioso -dichiarò Rebecca seduta sul tettuccio dell'auto assieme a Raul.

-Ti fa ancora male?? -chiese soffocando una risata

-No, dai.. è sopportabile -rispose facendo spallucce.

Erano arrivati fino a casa di lei, che si era ricordata con sgomento di aver lasciato le chiavi a Mel; non potevano andare a casa di Raul perché c'erano Claudia e i genitori, così avevano optato per.. la macchina e quella stradina dimenticata da Dio che passava in mezzo a una specie di boschetto.

Adesso erano lì, lei semi sdraiata e appoggiata con la schiena al suo petto, lui che la abbracciava accarezzandole il viso di tanto in tanto.

-Abbiamo fatto l'amore in macchina, in una stradina che non è nemmeno segnata nelle carte, siamo nel bel mezzo del nulla -fece lei -Tutto questo è.. -temporeggiò cercando la parola adatta

-Da irresponsabili e immaturi? -tentò di aiutarla lui ridendo

-E allupati, sì, direi che casca a pennello -sorrise -ma quello che volevo dire è.. meraviglioso

Raul chinò la testa per raggiungere le sue labbra con un dolce bacio.

-Hai visto? -chiese poi lui indicandole il cielo -stanotte è pieno di stelle

Lei annuì -Le adoro le notti così.. -rispose stringendo più a sé il braccio di lui

-Un giorno guarderemo questo boschetto da lassù -e le indicò la luna

Rebecca rise -E come faremo a riconoscerlo fra i tanti, scusa?

-Mmm.. -fece lui pensieroso -Ci vuole un segno di riconoscimento..

-Un segno di riconoscimento? -ripeté scettica

-Esatto.. aspetta!

E detto fatto, fece spostare delicatamente la ragazza per alzarsi e scese dal tettuccio

-Devo solo trovare un sasso.. -borbottò tra sé setacciando il terreno con lo sguardo

-Ma che vuoi fare? -chiese la ragazza senza capire

-Eccolo! -esclamò a un tratto, raccogliendo un sasso piuttosto appuntito; si girò verso Rebecca e le sorrise, per poi dirigersi misterioso verso un albero.

La ragazza lo seguì con lo sguardo per un po', poi decise di scendere per andare a vedere da vicino cosa stesse combinando.

-Cosa..? -venuta più vicino, capì -Fermati immediatamente! -tuonò -Ma ti sembra il modo?? Povero albero, cosa gli stai..?

-Aspetta -fece lui dopo aver inciso velocemente ma con cura qualcosa nel tronco di quell'albero -Guarda -le disse con dolcezza -Adesso, quando guarderemo questo posto dal bel mezzo dell'Universo, sapremo esattamente dove tante notti prima ci siamo fermati a fare l'amore.

Due “R”. Due R dentro un cuore, in una grafia che su un foglio di carta sarebbe sembrata quella di un bambino.

Rebecca fissò quel tronco intagliato per un po', mentre Raul la abbracciava e la guardava con una certa soddisfazione mista a tanta, tanta dolcezza.

-Sei uno schifoso vandalo deturpatore, lo sai? -lo accusò dopo un po' voltandosi a guardarlo con durezza

Raul in tutta risposta sorrise, decifrando alla perfezione ciò che la ragazza intendesse dire in realtà -Ti amo anch'io

Rebecca allora si sciolse e lo abbracciò; lasciandosi cullare, alternava sguardi al suo viso e alle loro iniziali incise su quell'albero

-Ti riporto a casa? -le chiese lui dopo un po' sfiorandole la guancia con il dorso della mano

-No -rispose lei guardandolo dritto negli occhi -Adesso questo posto sperduto mi piace.. restiamo qui un altro po'

Lui annuì con un sorriso -Tutto il tempo che vuoi

Rebecca ricambiò e avvicinò le labbra alle sue fino a quando non s'incontrarono in un bacio.

Rimasero lì ancora a lungo, testimone quella notte stellata, in quella stradina dove sarebbero tornati molto spesso, il bosco alle spalle e la luna di fronte.


Non si arriverebbe mai al possibile senza tentare l'impossibile”






***********************************************


Ta daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Che ve ne pare di questa storia ad “opera” terminata??

Lo so, mi dispiace, ne ho fatte passare così tante a questi personaggi che è crudele finirla proprio adesso che stanno bene.. però c'è stato l'happy end nonostante tutto, no? :)

L'ultima citazione è di un filosofo, ma non chiedetemi chi; l'ho sentita per caso, e non ho badato al nome di chi l'ha partorita (se qualcuna di voi lo sa mi farebbe piacere scoprirlo!). Il titolo invece è l'omonimo di una canzone di J-ax.

Spero che la dolcezza di Raul nelle parole, nella canzone (era questo il regalo!xD ps l'ha scritta 4tu, vi ho messo il collegamento nel testo se la volete sentire), nei gesti e “sull'albero”, abbia ripagato tutta la sofferenza di Rebecca.

Be', ha dovuto sudare ma secondo me ne è valsa la pena.. voi che dite? ;)

Spero non siate tristi per la fine di questa storia; l'ho scritta per divertirmi e tentare di divertire voi.. ma soprattutto per credere nel sogno che se ti impegni, se ci metti tutte le tue forze.. magari qualcosa poi lo ottieni, anche quando sembrava impossibile.

Spero di essere riuscita a farvi viaggiare un po' con la fantasia, o perlomeno di avervi strappato un sorriso :)

Grazie di cuore a tutte voi, davvero.

Mi dispiace immensamente pensare che queste saranno le ultime recensioni della storia a cui risponderò :(


Leuzza: lo so, quello di Fred è stato uno dei punti più tristi... però alla fine ho cercato di lasciare tutti con un sorriso :) Sono contenta che ti sia piaciuto quel “ti amo” e spero che ti siano piaciuti anche quelli in questo capitolo xD! Grazie di cuore! Baci <3


Ginna3: Ahhahahaha sì, credo che tu abbia centrato il punto XD Il regalino è stato come te lo aspettavi?? Grazie mille per le recensioni =) Baci <3


kia_85: Mi fa piacere! XD Comunque in questo capitolo ho cercato di dare spazio solo alla vena allegra e dolce di Raul e Rebecca, lasciando da parte la brutta vicenda di Fred. Grazie davvero, ero un po' preoccupata per il discorso di Raul xD Grazie anche per tuuuuuuuuuutte le tue recensioni, da quest'estate ad ora! Sarò ben felice di ricevere il tuo tir, in cambio ti regalerò un Raul, un Joey o un Dario, a tuo piacimento ù.ù Grazie davvero infinite! :):) Baciiii <3


LaNana: cavolo mi dispiace! Ma sono sicura che il tuo weekend romantico sarà andato sicuramente benissimo! Spero che il finale ti sia piaciuto :) Baci e grazie mille per tutte le recensioni! <3 (e buon proseguimento con The Chance, aspettiamo tutte il prossimo capitolo!!)


C4rm3l1nd4: Ahahaha non ti preoccupare, ti capisco! T.T molto saggio quello che hai detto, e hai ragione ù.ù e sono contenta che ti sia piaciuto il discorso di Raul :) Grazie per tutte le recensioni divertenti xD Baciii e W le Martineeeeeee!;) <3


Jasmine230: Sono contenta che ti sia piaciuto il ritorno di Claudia xD Sì, putroppo questo è l'ultimo capitolo.. Raul e Rebecca sono felici e contenti e finalmente possono stare insieme come si deve ;) Baci e grazie mille! =D


Grazie a Kandy_angel, ____ciri, shy angel, _Miss_, Ditta Bobby per aver inserito la storia fra quelle da ricordare; grazie a Melikes, SYLPHYDE88, sbrodolinalollypop e vemarilu per averla inserita fra le preferite e grazie a Kalimera92, La Evans, dendina Cullen, Stella76, Cullendipendent, Cate 1994, Melikes (di nuovo xD), Desyree92, SweetCherry, blu24, Aislin, Jessikina Cullen, cuchiric, Emmeti e ketax per averla aggiunta fra le seguite :)

Grazie infinite a shy angel per avermi aggiunta fra gli autori preferiti! =D Grazieeee!


Un grosso bacio a tutte voi, che mi avete seguita fin qui.

Grazie millissime, vi adoro. Martina<3

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