Triste dolcezza di ArashiStorm (/viewuser.php?uid=123336)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Epilogo - ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Titolo:
Triste dolcezza
Capitolo:
prologo
Disclamer:
xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note:
spoiler del volume 10 nei prossimi capitoli
Triste Dolcezza
“Ehi”
“Mmh?”
“Domani abbiamo un lavoro per Yuuko-san” se ne
uscì all’improvviso Watanuki rivolgendosi
all’amico seduto intento a mangiare il pranzo preparatogli
come di consuetudine.
“domani, eh?”
“si perché? Qualche problema?”
“beh… no, niente, nessun
problema…”
Era insolita da parte di Doumeki quella leggera indecisione nel
rispondere. Solitamente all’eventualità di un
lavoro per Yuuko la sua unica domanda era, quando la faceva, se avrebbe
avuto bisogno del suo arco oppure no. Quella volta
però…
“sei sicu…”
“Doumeki-kun, Watanuki-kun!!! Eccomi!! Scusate il
ritardo”
Il giovane cuoco si dimenticò immediatamente di
ciò che stava per chiedere all’altro ragazzo e si
voltò verso la proprietaria di quella, alle sue orecchie,
voce melodiosa.
“Himawari-chan!! Vieni Vieni, oggi ho preparato delle gustose
onigiri!”
“ohh sembrano buonissime, grazie mille Watanuki-kun. Sei
fantastico”
“Oh no no. Sei tu fantastica Himawari-chan”
pensò il ragazzo gongolando tra sè e sè
“che idiota”
“COOOOSAAA???? COME OSI???” sbraitò
rivolto all’odiato compagno
“ahaha siete proprio amiconi voi due” rise
Himawari-chan assaggiando un’onigiri
“NOOO Himawari-chan, non è
così!!!!”
“sei proprio un idiota”
Ci pensò il suono della campanella che indicava la ripresa
delle lezioni a interrompere l’ovvia sequela di insulti e
urlate e a preservare il delicato udito di Doumeki.
“Oh che peccato- disse Himawari – oggi ho fatto
proprio tardi, è già ora di tornare in
classe… tutta colpa di quella riunione per il comitato
scolastico…. La prossima volta verrò sicuramente
prima” concluse con un bellissimo sorriso in viso che sciolse
letteralmente il povero Watanuki
“OHHH Himawari-chan è così
carinaaaaa!!!”
Doumeki lo riportò velocemente alla cruda realtà:
“ehi aspettami per tornare a casa oggi!”
“UMPH sisì, lo so” sbuffò
Watanuki rincorrendo Himawari che già si era allontanata per
raggiungere la classe
L’arciere restò ai piedi delle scale del terrazzo
ancora qualche secondo guardando i due amici che si allontanavano, poi,
prima di dirigersi anch’egli verso la propria classe, rivolse
il suo sguardo fuori dalla finestra e con gli occhi al cielo
sussurrò una sola parola:
“Domani…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** capitolo 1 ***
Titolo: Triste
Dolcezza
Rating: verde
Disclamer:
xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note:
spoiler fino al volume 10 nei prossimi capitoli
Capitolo 1
“io mi domando perché siamo sempre noi due da
soli…”
“Kunogi doveva concludere la riunione”
sentenziò inespressivo Doumeki
“LO SO BENISSIMO!!! E infatti mi sto lamentando!”
Come previsto la sfuriata di Watanuki non impressionò
minimamente il giovane arciere che continuò a camminare come
nulla fosse… Ciò non fermò comunque le
lamentele di Watanuki che ad ogni passo trovava modo di ricordare
all’altro quando non sopportasse la sua compagnia.
“Ehi a che ora devi essere da Yuuko-san?” lo
interruppe Doumeki guardando l’orologio
“Eh? Alle 3 perché?”
“manca meno di un quarto d’ora, se non ti muovi
arriverai in ritardo” lo informò
l’arciere
“COOOSA??? OH CAVOLO!!! SE ARRIVO TARDI YUUKO-SAN
È CAPACE DI AUMENTARMI IL DEBITO!!!”
urlò così forte il ragazzo da riuscire ad
informare della cosa tutto il vicinato
“Ma che casino!” commentò Doumeki
portandosi le mani alle orecchie nel tentativo di proteggere il suo
sensibile udito
“Presto seguimi, possiamo prendere una
scorciatoia…” disse il tuttofare di Yuuko
cominciando a correre
L’altro ragazzo non potè far altro che seguire
l’amico mentre questo si infilava in una viuzza attraverso le
case
“Ma che strada stai facendo? Non siamo mai venuti da questa
parte…” notò l’arciere mentre
senza fatica si affiancava nella corsa al ragazzo scalmanato.
“Lo so benissimo- rispose – ma adesso non posso
farne a meno, se fossimo andati per la solita strada non sarei mai
riuscito ad arrivare in tempo… ho sempre evitato questa
strada ma andando di qui ci si sta la metà del
tempo”
“L’hai sempre evitata? Perché?”
“…”
Watanuki non rispose, ma Doumeki ebbe presto la risposta alla sua
domanda davanti ai suoi occhi.
Erano infatti sbucati in un luogo che per il piccolo cuoco doveva
essere decisamente pericoloso. Erano arrivati davanti al
cimitero…
#**#
Watanuki come per riflesso condizionato accelerò il passo,
il cimitero era sempre pieno di spiriti di ogni sorte, alcuni malvagi e
alcuni no, ma tutti attirati dal gustoso, a loro dire, sangue del
ragazzo.
Come previsto, infatti, un nugolo di spiriti gli si presentò
davanti in pochi secondi
“GYAAAAA!!!! MALEDETTO perché la tua aura non li
scaccia” urlò voltandosi verso Doumeki che
però non era al suo fianco come il ragazzo pensava.
“Cos…? Ma dove?” si guardò
intorno mentre il panico di essere da solo saliva. Fortunatamente lo
vide presto. Era rimasto indietro, ancorato sui piedi con lo sguardo
rivolto al cimitero.
Watanuki si affrettò e tornò sui suoi passi per
avvicinarsi all’odiato, ma utile compagno e non appena gli fu
vicino gli spiriti si dissolsero.
“Fiuuu” lasciò uscire un respiro
sollevato e raccolto un po’ di fiato:
“BRUTTO STUPIDO!!!! NON DOVRESTI PROTEGGERMI??? INVECE TE NE
STAI QUI IMPALATO A GUARDARE CHISSA’ CHE, MENTRE IO MI FACCIO
MANGIARE VIVO DA QUELLI????EHI MI STAI ASCOLTANDO????”
A quanto pareva non lo stava affatto ascoltando… non aveva
nemmeno commentato con il suo solito “casinista”
che ormai era diventata la parola più pronunciata da
Doumeki. Una delle poche che il ragazzo regalava al
mondo…Perché essendo cresciuto in un tempio
Doumeki era effettivamente un ragazzo dalle poche, pochissime parole,
ma nonostante ciò non mancava mai di commentare le sfuriate
dell’amico. In quel momento invece dalle sue labbra non era
uscito alcun suono…
Ben presto il viso infuriato di Watanuki lasciò posto ad una
espressione interrogativa in cui chi conosceva il ragazzo avrebbe
scortò sicuramente anche una goccia di preoccupazione che
aumentò quando, anche dopo averlo chiamato una seconda
volta, Doumeki non gli rispose.
“Ehi cos’hai? Mi senti? Ehi? Doumeki”
questa volta accompagnò le sue parole ad un delicato tocco
sulla spalla dell’amico.
Quel gesto, per quanto leggero, sembrò bastare per
risvegliare Doumeki dal suo stato di intesa riflessione.
“Eh?” si voltò verso Watanuki
“hai detto qualcosa?”
“Ah bentornato tra noi!- commentò ironico il
ragazzo sistemandosi gli occhiali sul naso – CERTO CHE HO
DETTO QUALCOSA!!!! MA TU ERI TROPPO IMPEGNATO A STARE IMPALATO COME UNO
STUPIDO MENTRE IO ME LA VEDEVO CON GLI SPIRITI” concluse
sbruffando e incrociando le braccia sul petto
“Eh?” la cosa aveva allarmato l’arciere
che questa volta si era completamente girato verso Watanuki
ispezionandolo con lo sguardo “ Ti hanno fatto
qualcosa?” aggiunse con tono interrogativo che sembrava
richiedere un’immediata risposta
“Tsk, non è che tu sia indispensabile, cosa credi?
Sto benissimo! Ti faccio presente che so cavarmela anche da
solo!” gli spiattellò in faccia il giovane
“e allora dovresti finirla di chiamarmi ogni volta che sei
nei guai!” lo imbeccò l’altro
riprendendo a camminare
“CHE HAI DETTO???? GUARDA CHE SE FOSSE PER ME NON TI
CHIAMEREI DI CERTO!!! E’ YUUKO-SAN CHE MI OBBLIGA A
CHIAMARTI… E VISTO CHE IO DEVO GIA’ SOPPORTARE LA
TUA PRESENZA POTRESTI ALMENO FARE IL TUO LAVORO E SCACCIARE QUEGLI
SPIRITI INVECE DI …”
“Scusa”
Bastò quella parola per zittire di colpo tutta
l’ira che Watanuki aveva in corpo. Si bloccò con
le braccia alzate e rimase a fissare la schiena dell’altro.
Rimasero entrambi fermi per pochi minuti come fossero stati in una
fotografia, immobili, con solo il vento e un lontano vociare di bambini
come sottofondo. Il corso del tempo riprese quando il ragazzo di spalle
si voltò verso l’amico.
“beh andiamo?” chiese
“eh? Ah si” rispose il giovane evitando lo sguardo
di Doumeki. Era chiaro perfino a se stesso che questa volta fosse lui
ad avere torto. Nessuno obbligava l’arciere a proteggerlo, lo
faceva di propria sponte chissà per quale motivo e senza
chiedere poi molto in cambio…Cos’è un
bento contro la prospettiva di fare da scudo umano a qualcuno che dice
continuamente di odiarti…
“e adesso mi chiede pure
scusa…è proprio un idiota”
Mentre questi pensieri gli affollavano la testa, il negozio di Yuuko
cominciò a vedersi e pochi passi dopo i due arrivarono
davanti al cancello d’entrata.
“mancano 5 minuti alle 15” commentò
Doumeki dando un’occhiata all’orologio
“Tsk, te l’avevo detto che era una
scorciatoia” fece il saccente l’altro
“a che ora dobbiamo occuparci del lavoro per Yuuko-san
domani?” chiese l’arciere per nulla impressionato
dalla scenata di superiorità di Watanuki
“umph…non lo so. Yuuko-san ha detto di tenerci
tutta la giornata libera…”
Doumeki riflettè qualche secondo
“…capisco” disse subito dopo. Detto
questo si avviò per la sua strada ma fu bloccato dalla voce
dell’amico
“Doumeki” lo chiamò. E quando questo si
girò verso di lui, si vide lanciar un pacchetto che prese al
volo e su cui pose uno sguardo interrogativo che subito rivolse a
Watanuki
“Sono biscotti che Yuuko-san mi ha chiesto di prepararle e ne
ho fatti troppi…tutto li” disse sbrigativo il
ragazzo mentre richiudeva la borsa da dove aveva estratto il pacchettino
“mah…se lo dici tu” ripose pacatamente
il giovane arciere mentre apriva il pacchetto,ma non fece a tempo a
assaggiarne il contenuto che Watanuki aggiunse puntando il dito verso
di lui
“E COMUNQUE NON SEI TU QUELLO CHE SI DEVE SCUSARE”
e con questo concluse la conversazione entrando come un razzo
all’interno del negozio
Doumeki rimase per un momento perplesso dalle parole del amico, ma
subito capì a cosa si stesse riferendo e il suo viso si
tinse di un mezzo sorriso.
“Ahh --- allora è per quello”
pensò rivolgendo nuovamente lo sguardo ai biscotti e
addentandone uno.
“ottimi … come sempre”
#**#
“Yuuko-san, il lavoro di domani… sarà
pericoloso?”
Yuuko abbassò il bicchier di sakè per rivolgere
la sua attenzione al suo tuttofare
“perché lo chiedi?vuoi davvero saperlo?”
Watanuki sentì un brivido lungo la schiena nel guardare il
viso della sua datrice di lavoro
“NO! – ci ripensò - conoscendola mi
farebbe pagare per la risposta, quindi, no, non lo voglio sapere.
Faccia finta che non le abbia chiesto nulla” disse convinto
mentre tornava a raccogliere i piatti dalla tavola
“potrebbe essere pericoloso. – rispose ugualmente
Yuuko – ma se sarai con Doumeki-kun non avrai nulla di cui
temere” rise la donna scolandosi in un sol sorso il contenuto
del bicchiere
“È PROPRIO QUELLO CHE VORREI EVITARE!!!”
esplose il giovane ragazzo “ POSSIBILE CHE SIA SEMPRE
OBBLIGATO A ANDARE IN MISSIONE CON LUI?”
La donna non rispose, ma cominciò a ridere ancora
più rumorosamente, mandando ancor di più su tutte
le furie il povero ragazzo che con le risa di sottofondo
finì i suoi ultimi lavori domestici al negozio.
Arrivò presto l’ora di tornare a casa, ma mentre
stava per infilarsi il cappotto le parole di Yuuko lo fermarono
“resta per questa notte Watanuki”
“Eh? Perché – chiese allarmato il
ragazzo – sta per succede qualcosa?”
Yuuko sia avvicinò a lui e delicatamente prese tra le sue
lunghe dita il mento di Watanuki sussurrando
“Chissà…e poi…”
Watanuki deglutì aspettando che la donna concludesse la
frase
“domani vorrei mangiare dei pancake” sorrise Yuuko
allontanandosi dal ragazzo
“EHHHHHH???? SOLO PER QUELLO???? YUUKO-SANNNN!!” si
infuriò pochi secondi dopo il giovane.
“ahaha, Watanuki è arrabbiato” finse uno
sguardo spaventato la giovane maga,subito affiancata da Maru e Moro che
prontamente si unirono a lei ripentendo le sue parole.
“Watanuki è arrabbiato… Watanuki
è arrabbiato” cantilenarono le due ragazzine
imitando la loro padrona sulla cui spalla Mokona saltellava divertito.
“ LEI È UNA MALEDETTA EGOISTA YUUKO-SAN”
urlò Watanuki mentre riappendeva il cappotto
all’attaccapanni e ripresa la sua borsa si diresse verso la
stanza che ormai era diventata la “sua” stanza
Non appena il ragazzo fu lontano Yuuko smise di ridere e appoggiatasi
al muro soffiò fuori il fumo aspirato dalla sua lunga pipa
“Sogni d’oro Watanuki…che la notte ti
porti consiglio” disse mentre il suo viso veniva circondando
dal fumo…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Titolo:
Triste dolcezza
Rating: verde
Disclamer:
xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note:
spoiler volume 9, dal prossimo capitolo anche volume 10
#**#
“Ma che cavolo… possibile che debba sempre
spaventarmi così…poteva dirmelo subito che voleva
i pancake per colazione…” brontolò
Watanuki indossando il pigiama pronto per andare a letto per un
po’ di meritato riposo.
“Bah…meglio dormire – concluse
distendendosi sul futon – che domani mi aspetta
chissà quale assurda missione per Yuuko-san… e
come se la cosa non fosse già abbastanza una rottura
dovrò anche essere accompagnato da
quell’idiota”
“…” il ragazzo si zittì un
attimo e stette fermo su futon con gli occhi a fissare il soffitto.
“Ripensandoci, oggi Doumeki era un po’
strano… ogni volta che parlavamo del lavoro di domani faceva
uno strano sguardo… per non parlare di quando si
è eclissato dal mondo guardando il cimitero… Mah,
in fondo a me che importa…” cercò di
convincersi chiudendo gli occhi e riponendo gli occhiali sul pavimento.
^^^^^^^^^
“eh? Ma questo è…”
“Benvenuto nel mio tempio Kimihiro-kun”
sentì una voce provenire dall’entrata
dell’edificio. Watanuki si avvicinò alla figura
che aveva parlato.
“Haruka-san!!” si sorprese il ragazzo “
ma allora siamo davvero al tempio di Doumeki e se lei è qui,
questo è…”
“un sogno…” concluse sorridendo la
giovane figura in kimono
“Ma come mai? Ecco…voglio dire---
perché….?” cominciò senza
sapere bene come porre la domanda il giovane.
“Perché sono nuovamente in un tuo
sogno?” si avvicinò sempre sorridente il nonno di
Doumeki.
Watanuki non potè nascondere il suo imbarazzo e si
limitò ad annuire.
Il giovane uomo si sedette allora sulle scale del tempio facendo segno
al ragazzo di fare altrettanto. Watanuki si avvicinò
lentamente e si accomodò come gli era stato chiesto.
I due rimasero li seduti per qualche istante ad osservare il cielo
stellato sopra di loro. Per quante volte gli fosse capitato di
incontrare Haruka-san, Watanuki trovava sempre incredibile pensare che
ciò che stava accadendo, nonostante sembrasse
incredibilmente reale fosse solo un sogno.
“Come sta Shizuka?”
La domanda arrivò all’improvviso e
spiazzò non poco il giovane ragazzo.
“Beh…ecco – temporeggiò
– in realtà…”
“Ti sembra strano vero?” Haruka lo
anticipò rivolgendogli un dolce, ma triste sorriso.
Watanuki annuì senza nemmeno accorgersi.
“Lo immaginavo… domani per lui è un
giorno importante e triste allo stesso tempo”
commentò il nonno tornando ad osservare il cielo. Il giovane
non sapeva come rispondere, era la prima volta che vedeva sul volto
perennemente sorridente di quell’uomo che aveva imparato a
rispettare, uno sguardo tanto malinconico.
Non fece tempo a chiedere spiegazioni che Haruka tornò a
prendere la parola.
“Devi sapere che domani ricorre l’anniversario
della mia morte” disse con voce calma che tanto ricordava
quella del nipote “e da quel giorno, ogni anno per tutto il
giorno Shizuka rimane seduto davanti alla mia tomba, con la pioggia,
con il sole, ogni anno, senza saltarne nemmeno uno…per tutto
il tempo… nel tentativo di richiamare la mia anima”
La gola di Watanuki si era fatta secca, non riusciva a far uscire
nessuna parola, si limitava ad ascoltare mentre ad ogni parola del
nonno si sentiva crescere dal petto un dolore che pervadeva ogni parte
del suo corpo. Un dolore che conosceva fin troppo bene, il dolore per
la perdita di qualcuno di amato, la paura di rimanere solo, chi meglio
di lui poteva dire di conoscerle…
Ma non era il solo… più Haruka continua
più Watanuki sentiva di capire il rapporto che intercorreva
tra nipote e nonno.
“Lei gli vuole molto bene…”
riuscì a commentare con un fil di voce il ragazzo.
Haruka si voltò verso di lui e il suo viso si tinse
nuovamente di un sorriso sincero.
“Già, molto – rispose –
avevamo un rapporto molto profondo. Io gli volevo bene come un figlio,
in lui scorreva il mio potere oltre che il mio sangue. Ciò
che mi preoccupava era la sua reazione alla mia morte…
Shizuka sa amare in modo estremamente intenso, anche se non lo
dà a vedere, dentro di lui è disposto a tutto per
le persone che ritiene importanti”
Watanuki a tali parole si senti stringere il cuore… gli
passarono davanti agli occhi tutte quelle volte nelle quali Doumeki si
era posto in sua difesa, aveva sacrificato qualcosa di suo per salvarlo
o aiutarlo. Abbassò la testa e inconsciamente
portò la mano al suo occhio destro annuendo nel
contempo… Dentro di lui provava un rimorso
tremendo…chi era lui per meritare tutte quelle attenzioni,
tutta quell’amicizia incondizionata da parte
dell’arciere...
In quel momento si sentì accarezzare dolcemente la testa e
come se fosse ancora un bambino quel gesto lo tranquillizzò
al punto da permettergli di tentare di guardare negl’occhi
l’uomo seduto al suo fianco, che accolse il suo sguardo con
uno dei suoi soliti sorrisi che Watanuki trovava così strani
su quel volto tanto simile a quello del suo rivale.
“Sono contento che lui abbia deciso di proteggerti, e anche
grazie a te se riesce ad andare avanti ora che non ci sono
più”
Dalle sue parole si sentiva chiaramente quanto Haruka avrebbe voluto
poter parlare nuovamente con il suo adorato nipote.
“Perché non entra nei sogni di suo
nipote?” Chiese il ragazzo, sarebbe stato facile per una
persona potente come doveva essere Haruka-san, pensò.
“Purtroppo non è possibile – rispose
tristemente – il potere di Shizuka mi blocca, è
per quello che per quanto lui tenti di richiamare la mia anima non ci
potrà mai riuscire, io non posso avvicinarmi a
lui… sono uno spirito”
“Ma Doumeki può avvicinarsi ad alcuni spiriti
– protestò Watanuki pensando a quando Zashiki
Warashi gli rubò l’anima, quella volta il potere
dell’arciere non la respinse – perché
con lei non…”
“è una cosa complicata” si
limitò a commentare il monaco tornando a portare gli occhi
al cielo.
“Non è possibile! Non può non esserci
un modo per permettervi di incontravi di nuovo”
reclamò il ragazzo, non capendo nemmeno perché
l’impossibilità di far qualcosa lo irritasse
tanto…
Haruka lo guardò intensamente.
“Un modo ci sarebbe, ma per te non sarebbe affatto
piacevole…” si limitò a dire.
^^^^^^^^^^
Watanuki si svegliò di colpo con le prime luci
dell’alba che entravano dalle finestre della stanza. Si
alzò, indossò la divisa scolastica e veloce
uscì dalla camera.
“Stupido, sei un maledetto stupido…
accettare un lavoro di Yuuko-san in un giorno tanto importante, non
potrei mai perdonarmi di impedirgli di visitare la tomba di suo nonno
nel giorno dell’anniversario,… dato che lui
può farlo, lo farà!”
pensò tra sé e sé mentre si avvicinava
alle porte della stanza di Yuuko
“YUUKO-SAN!!” urlò aprendo gli shouji e
in fondo non fu sorpreso nel trovare la maga già sveglia con
uno sguardo sul viso che sembrava attendere proprio lui.
“ Il lavoro di oggi – cominciò
– lo faccio io, ora, da solo!” proclamò
convintissimo.
“Se vai da solo potrebbe essere pericoloso”
“non importa, ho deciso!”
Yuuko sorrise e dalla sua manica uscì il kudakitsune che
velocemente si arrotolò al collo di Watanuki.
“Hai fatto la tua scelta Watanuki. Ma è meglio che
porti Mugetsu con te”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Titolo:
Triste Dolcezza
Rating: per
tutti
Disclamer:
xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note:
spoiler volume 10.
è assai possibile che Doumeki vi risulti OOC, ma
spero che la cosa possa essere comprensibile vista la situazione in cui
il nostro amato arciere si troverà. Buona lettura ^_^
#**#
Quella mattina Doumeki non l’aveva ancora visto a scuola e la
cosa non gli piaceva minimamente, era dall’alba che aveva un
brutto presentimento e un leggero fastidio all’occhio destro
non faceva che intensificarlo.
La lezione stava per finire, ma il ragazzo non aveva ascoltato poi
molto delle parole dell’insegnante, tanto non ne aveva
bisogno, tutte quelle teorie filosofiche che il professore stava
spiegando, lui le conosceva fin da piccolo…Suo nonno era
stato un maestro decisamente migliore di quell’uomo che se ne
stava in cattedra con il libro in mano…
Gli sembrava strano starsene seduto davanti al suo banco proprio quel
giorno, era il primo anno da dopo la 5° elementare che in
questa giornata dell’anno veniva a scuola.
“Se non fosse che Watanuki ha detto che dobbiamo
tenerci tutta la giornata libera, ora sarei davanti alla tua tomba
…nonno…” pensò con
un filo di rimorso, dando un veloce sguardo fuori dalla finestra della
classe.
Il suono della campanella indicò la fine della prima ora e
Doumeki ne approfittò per uscire dalla classe e non appena
mise fuori la testa dalla porta senti una voce familiare chiamarlo
“Doumeki-kun”
“Kunogi?”
Himawari non aspettò una risposta al suo richiamo, le
bastò che l’arciere si voltasse dalla sua parte
per comprendere che il ragazzo le avesse rivolto la sua attenzione.
“Hai visto Watanuki-kun questa mattina?” chiese la
ragazza con un espressione preoccupata.
“Quindi non era nemmeno in classe”
“No”
“Mi domando se sia successo qualcosa, non penso che non
verrebbe a scuola per sua scelta, ha già perso molte lezioni
…”
Aveva ragione, dopo la caduta dalla finestra, era dovuto stare a riposo
per molto tempo e conoscendolo non avrebbe saltato la scuola sapendo
benissimo di essere indietro con la preparazione per gli esami.
Pochi istanti dopo la campanella richiamò i due amici alle
proprie classi, anche se i pensieri di entrambi convergevano unicamente
su Watanuki e non certo sulla materia della lezione.
Arrivò la fine della terza ora e ancora nessuna notizia di
Watanuki, Himawari era sempre più preoccupata.
“E se fosse successo qualcosa, magari non ho pagato un prezzo
abbastanza alto per salvarlo, magari ha avuto una ricaduta e per colpa
mia …”
“Yuuko-san domanda l’esatto prezzo per qualsiasi
cosa, ciò che abbiamo pagato bastava per salvarlo. Ci
sarà una spiegazione molto più semplice. Magari
non ha sentito la sveglia…” Doumeki
cercò di consolare la ragazza pronunciando parole in cui
anche lui voleva credere, ma se la prima parte del discorso era
indubbiamente vera, di sicuro si poteva dire che la seconda fosse
difficilmente verosimile…
All’ora di pranzo Doumeki uscì dalla classe
intenzionato a saltare la mensa per andare a controllare
all’appartamento dell’amico. In fondo se non poteva
magiare il pranzo preparato da Watanuki poteva tranquillamente evitare
di mangiare, tanto è vero che in quella giornata non
mangiava mai quindi non ci sarebbe stato niente di strano.
Si diresse verso le scale ma si bloccò non appena
sentì la voce di Himawari che saliva i gradini.
“Watanuki-kun, sei sicuro che non vuoi che lo porti
io”
“Non ti preoccupare Himawari-chan, va tutto bene”
Watanuki!
“Oh Doumeki-kun! A quanto pare avevi ragione, Watanuki-kun
non ha sentito la sveglia” sorrise la ragazza mentre saliva
le scale affiancata dal compagno di classe.
Gli occhi di Doumeki si fissarono immediatamente sull’amico
soffermandosi soprattutto sulle mani.
“Che c’è? Preoccupato per il tuo pranzo?
Prendi” disse Watanuki allungando il braccio e presentando
davanti agl’occhi dell’altro la scatola del bento.
A Doumeki quella scatole sembrò invisibile, i suoi occhi
erano inchiodati sulle mani del ragazzo, non vedevano altro in quel
momento.
“Perché hai le mani fasciate?” disse
cercando di coprire il tono preoccupato.
“Non è nulla! Questa mattina mi sono svegliato
tardi perché non ho sentito la sveglia e Yuuko-san ha voluto
che le andassi a preparare la colazione, ma siccome ero di fretta ho
finito con bruciarmi intanto che preparavo i pancake. E per bendarmi le
mani ho perso ancora tempo quindi sono arrivato solo mezz’ora
fa… ecco tutto!” disse Watanuki tutto
d’un fiato nella speranza che la bugia inventata suonasse
abbastanza credibile.
“E allora come mai quei cerotti sul viso? Non sono segni di
bruciature…”
“Err… ah insomma , ma che vuoi? Non sono venuto a
scuola per essere sottoposto ad un interrogatorio da te. Vuoi il tuo
pranzo o no? Altrimenti me lo mangio io!” tentò di
cambiare discorso sentendosi smascherato…Non aveva pensato
come coprire i tagli in viso…
Doumeki ovviamente non era soddisfatto, ma decise di lasciar perdere,
sarebbe riuscito a farlo confessare più tardi. Per ora si
limitò a prendere il bento e a guardare l’amico
mentre tutti e 3 si dirigevano verso il loro solito ritrovo per il
pranzo.
“Di sicuro deve avere qualche ferita anche sulle
gambe…- pensò l’arciere - cammina
più lentamente del solito”
#**#
Suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni e
tutti gli studenti rapidamente lasciarono le proprie classi per
dirigersi verso il cancello d’uscita.
Ed era proprio a fianco del cancello che Watanuki trovò
Doumeki ad aspettarlo per accompagnarlo come al solito al negozio di
Yuuko.
I due non si rivolsero nemmeno la parola, si limitarono ad un cenno del
capo e si incamminarono verso la loro meta.
“Yuuko-san non ti ha ancora detto nulla per il lavoro di
oggi?” spezzò il silenzio Doumeki dopo alcuni
minuti di cammino.
“Prendiamo la scorciatoia” rispose evasivo Watanuki
“Ma non sei in ritardo, siamo in perfetto orario”
fece notare l’arciere, ma questa volta non ebbe risposta
dall’amico che come aveva anticipato si infilò per
la stradina ora conosciuta.
Arrivati davanti al cimitero non affrettò il passo, anzi al
contrario si bloccò esattamente davanti
all’entrata.
Doumeki gli si affiancò all’istante, non aveva
intenzione di commettere lo stesso errore del giorno precedente, non
avrebbe mai più perso di vista la sua priorità.
“Che ti prende? Perché ti sei fermato qui? Nella
missione dobbiamo entrare nel cimitero?” non era da lui fare
tutte queste domande, ma il silenzio in cui Watanuki si era chiuso per
tutto il tragitto ero decisamente più strano.
Il piccolo ragazzo si voltò con uno sguardo irritato.
“La finisci di preoccuparti per quel dannato
lavoro!” - disse prendendo l’amico per il polso e
trascinandolo dentro al cimitero - “Il lavoro l’ho
già fatto io” concluse
“Eh?”
Come previsto Doumeki si bloccò di colpo, ma Watanuki non si
fece fermare e strattonandolo lo obbligò a continuare a
camminare, non riuscì però a evitare le parole
dell’arciere.
“Dunque è per quello che sei pieno di
ferite!” questa volta era il suo turno di adirarsi
“Quante volte devo dirti che devi chiamarmi, non importa
l’ora, il tempo, il giorno…”
“SI CHE IMPORTA!!!!” urlò Watanuki
abbastanza forte da coprire il tono dell’altro tenendo la
testa bassa senza voltarsi.
“INVECE NO! NIENTE E’ PIU’ IMPORTANTE DI
TE!!!” Perse la calma Doumeki, non ne poteva più
della poca considerazione in cui Watanuki teneva se stesso.
“INVECE C’E’ UN SACCO DI PERSONE A CUI
DOVRESTI PENSARE PRIMA, STUPIDO!”
“SONO IO CHE DECIDO LE MIE PRIORITA’!!!”
“ALLORA FARESTI MEGLIO A RIVIDERLE PRIMA DI
PENTIRTENE…”
“LA VUOI FINIRE!! SE TI SUCCEDESSE
QUALCOSA…”
“ZITTO!!! NON BISOGNA URLARE IN UN CIMITERO!!!”
Avrebbe voluto dirgli che anche lui stava urlando e decisamente
più forte anche, ma si bloccò quando Watanuki si
fermò davanti ad una tomba lasciando andare il polso
dell’arciere.
“Ecco qualcuno che è più importante di
me” disse.
Doumeki pensò si stesse riferendo ai suoi genitori e
portò gli occhi alla tomba che l’amico stava
osservando e non riuscì a trattenere lo sguardo stupito che
gli si dipinse in volto.
Sulla lapide ai suoi piedi era inciso un nome a lui fin troppo noto.
Doumeki Haruka
“OHHH ma guarda… sei stupefatto… oggi
è una gran giornata, devo scrivermelo da qualche parte
– disse Watanuki ironico facendo finta di impugnare una penna
e di tirar fuori un taccuino - ho visto l’imperturbabile
Doumeki arrabbiarsi, stupirsi e …
piangere…
Il ragazzo si zittì di colpo bloccando la sua recita e,
messe le mani nelle tasche, rimase ad osservare con la coda
dell’occhio l’amico.
Doumeki era caduto sulle ginocchia, sul suo volto scendevano le lacrime
copiose mentre, poste le mani sulla lapide, si curvò
finchè anche la fronte non si appoggiò
delicatamente alla pietra incisa.
“Nonno…” solo questo uscì
dalla sue labbra per molti minuti mentre le lacrime rigavano silenziose
il volto. Anche nel dolore Doumeki riusciva ad essere silenzioso,
pensò Watanuki mentre si ritrovava a non riuscire a staccare
gli occhi dalla figura inginocchiata di fianco a lui. Di sicuro non
erano molte le persone che potevano dire di aver visto il ragazzo in
preda alle proprie emozioni in maniera tanto evidente.
Watanuki non voleva essere un impedimento a Doumeki, soprattutto in un
momento come questo sapeva bene quanto si preferisse star da soli per
poter lasciarsi andare senza dover pensare a schermare i propri
sentimenti ed emozioni. Proprio perché lo sapeva decise che
avrebbe fatto bene ad allontanarsi e raccolto un po’ di
coraggio per poter affrontare gli spiriti che di sicuro gli sarebbero
appiccicati non appena si fosse allontanato dal suo
“anti-spirito” umano, fece qualche passo…
“Fermo stupido!”
“Chi sarebbe lo stupido?” rispose senza voltarsi.
“Se te ne vai, poi mi tocca venire a salvarti come al solito
e adesso non c’ho voglia” - commentò
l’altro alzando la testa dalla lapide -“e
poi…se sei tu puoi restare” concluse.
Questa ultima affermazione fece voltare Watanuki che si ritrovo a
fissare l’amico con sguardo alquanto interrogativo.
“Non c’è problema se sei tu a vedermi in
questo stato pietoso…” spiegò Doumeki
asciugandosi gli occhi continuando ad osservare la tomba, cosa di cui
Watanuki fu immensamente grato dato che in risposta alle parole
dell’amico si sentì così imbarazzato
che il viso assunse una leggera tinta di rosso.
Tra i due scese nuovamente il silenzio anche se ora erano uno a fianco
all’altro, uno in piedi e l’altro ancora in
ginocchio.
“Come lo sapevi?” ancora una volta fu Doumeki a
rompere il silenzio.
“Me lo ha detto lui… in sogno” ripose
con voce bassa.
“Capisco…” si limitò a
commentare l’altro.
“…”
“…”
“Mi ha detto che tu ogni anno vieni qui tentando di
richiamare la sua anima”
“… già, ma no ci sono mai
riuscito…”
“Lo so. Lui ha detto che è per via del tuo potere
di esorcismo,… non riesce ad avvicinarsi a te”
“Già, lo immaginavo…”
“…”
“…”
“Gli volevi parlare?”
“eh?”
“Rispondi e basta… volevi richiamare la sua anima
per potergli parlare un’altra volta?”
Doumeki lo guardò interrogativo, mentre Watanuki distolse lo
sguardo osservando i sassi sul terreno.
“Allora vuoi rispondere? Non è una domanda
difficile”
“…si, volevo potergli parlare ancora una
volta” disse solamente rivolgendo nuovamente lo sguardo alla
tomba mentre il suo volto si tingeva di un espressione di una dolcezza
così profonda che fece a capire a Watanuki quanto
effettivamente nipote e nonno si assomigliassero.
“Umph… se facessi quell’espressione un
po’ più spesso e ti guardassi allo specchio, lo
potresti vedere quando vuoi tuo nonno” disse sbuffando
Watanuki alzando gli occhi al cielo.
“Eh?” anche Doumeki alzo lo sguardo ma i suoi occhi
si soffermarono sul viso dell’amico che cambiava espressione
ogni secondo passando da dolcezza, arrabbiatura, preoccupazione, noia,
dolore, gioia, rassegnazione…
“…questa sarà la prima e unica volta,
sia ben chiaro…” disse improvvisamente Watanuki
voltandosi verso di lui, poi rivolto al cielo urlò:
“E VA BENE!!! ACCETTO!!!”
Note: Piaciuto? spero di si
perchè è il mio capitolo preferito^^ Spero che
Doumeki non via sia sembrato troppo OOC
Volevo dedicare questo
capitolo alla memoria di mio nonno. Ti voglio bene nonno, grazie per
tutto quello che mi hai insegnato!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Titolo: Triste
Dolcezza
Rating: per
tutti
Disclamer:
xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note:
spoiler fino a volume 10
“E VA BENE!!! ACCETTO!!!”
Detto questo il corpo del ragazzo ebbe un violento sussulto susseguito
da un improvviso svenimento.
“Watanuki!” Doumeki fermò la caduta di
Watanuki, accogliendo il corpo dell’amico tra le braccia.
“Watanuki!” ripetè preoccupato
Il ragazzo non rispondeva, ma il suo corpo era continuamente scosso da
tremiti come in prenda a violente scosse, che dopo pochi minuti si
bloccarono lasciando il corpo di Watanuki perfettamente immobile. La
testa del ragazzo era delicatamente appoggiata sul petto di Doumeki
mentre le braccia circondavano come senza vita le spalle
dell’arciere.
Doumeki stava per alzasi per precipitarsi in ospedale ma fu fermato da
una delicata carezza sulla sua testa.
“Watanuki?” ripetè ancora in tono
confuso. Non era possibile che Watanuki gli stesse accarezzando la
testa. Ebbe la certezza che la persona di fronte a lui non era
l’amico che proclamava ogni secondo della sua esistenza di
odiarlo quando questo alzò lentamente la testa.
Sul suo viso era dipinto uno dei più bei sorrisi che Doumeki
avesse mai visto ed era rivolto proprio a lui…No,
decisamente questo non era Watanuki, pensò.
“Chi sei? Che fine ha fatto lui?” chiese
l’arciere assumendo uno sguardo sospettoso.
“Shizuka…”
“Cos…?”
“Sei davvero cresciuto” disse la figura tra le
braccia dell’arciere accarezzandogli una guancia.
“No…Nonno?” domandò
timidamente il ragazzo.
Il sorriso sul volto di Watanuki si fece ancora più dolce, a
Doumeki bastò quello per capire che aveva indovinato. Colui
che ora era davanti a lui, altri non era che il suo adorato nonno.
Realizzato questo non aspettò un altro secondo e gli
gettò le braccia al collo abbracciandolo così
forte da stupire anche Haruka.
“Ehi…calmati, ti ricordo che il corpo non
è il mio” rise divertita la vecchia anima.
“Già, hai ragione, lui non ne sarebbe
felice” sorrise il ragazzo sciogliendo l’abbraccio.
Suo nonno era l’unico a cui Doumeki avesse mai rivolto veri
sorrisi o a cui avesse permesso di vedere le sue vere emozioni dipinte
sul suo volto. Di fronte a lui non era più Doumeki, era solo
Shizuka.
“Mi sei mancato nonno”
“Lo so, ma io in realtà non ti ho mai abbandonato.
Shizuka…il potere e il sangue che scorre nelle tue vene
… è li che mi troverai sempre, io non ti
abbandonerò mai, ricordalo. Non sarai mai solo
nell’affrontare il tuo destino.” Disse Haruka con
un tono estremamente serio.
“Hai ragione – riflettè il ragazzo
– ma se tu fossi ancora vivo, se fossi ancora
qui…”
“Hitsuzen Shizuka. In questo mondo non esiste nulla di
casuale, tutto è inevitabile. La mia morte, la maledizione
che grava su quella ragazza chiamata Himawari, la morte dei genitori di
questo ragazzo – aggiunse appoggiandosi una mano sul petto
– e anche il suo incontro con quella donna e con
te…tutto…tutto è inevitabile. Non ci
si può opporre a tale regola”
“…”
“Sono sicuro che anche tu l’hai capito
Shizuka” concluse Haruka rivolgendo al nipote un sorriso
sincero accompagnato da una leggera carezza tra i capelli.
Doumeki non rispose, si limitò ad annuire con un cenno del
capo.
“Nonno…grazie…”
“eh?”
“Per averlo riportato indietro, per averlo salvato, quando io
non ne sono stato capace…”
“Shizuka…non sono stato io a salvarlo, sei stato
tu…”
“Cosa?” Doumeki era sinceramente stupito dalla
risposta di Haruka “non è vero, non avrei dovuto
lasciarlo solo, soprattutto dopo aver saputo dell'avvertimento che tu
gli avevi dato…senza quel palloncino era completamente privo
di difese, io lo sapevo, ma … ma…”
“Come pensi che io sia riuscito a fermarlo? Ci sono riuscito
solo grazie a te…”
Doumeki continuava a guardare la dolce espressione sul volto di
Watanuki, non riuscendo a comprendere le parole di suo nonno.
“Ascolta Shizuka… Io sono riuscito a
fermarlo solo perché ti assomiglio
moltissimo…Watanuki-kun era un bambino quando io sono
arrivato, quando mi ha visto non è scappato, non ha tentato
di liberarsi dalla mia presa solo perché vedeva in me una
figura che il suo subconscio riconosceva come amico… la tua
figura Shizuka!”
“…”
“Ha reagito d’istinto come ogni bambino, sapeva che
non avrei potuto mai fargli del male perché sapeva che
poteva fidarsi di me, che poteva fidarsi di te!”
“Fidarsi di me? Di una persona che lo ha portato a perdere un
occhio? Di una persona che dice sempre di detestare?”
“Certo!” sorrise l’uomo “di
quella persona che gli ha salvato la vita più di una volta,
di quella persona che gli ha donato parte della sua vista e del suo
sangue, ma soprattutto di una persona che lo sa comprendere e che gli
ha donato la sua amicizia…”
Suo nonno aveva ragione, come sempre, la cosa più preziosa
per Watanuki era proprio la sua amicizia, altrimenti per quale motivo
mai si sarebbe prestato a dare il proprio corpo nelle mano di uno
spirito … non malvagio certo,ma pur sempre una creatura
soprannaturale …
“Vedo che hai capito Shizuka… per Watanuki-kun
l’avermi permesso di entrare nel suo corpo è stata
una decisione molto difficile e anche decisamente
coraggiosa…”
“Puoi leggermi nel pensiero?”
“Te ne stupisci? Anche da vivo per me eri un libro aperto
ragazzo mio” sorrise divertito allo sguardo perplesso del
nipote “non mi è affatto difficile capire
ciò che pensi…”
“Già, hai ragione… tu sei sempre
riuscito a capirmi meglio di chiunque altro, forse anche meglio di
quanto io capisca me stesso”
“Allora eri un bambino Shizuka…sono sicuro che ora
riesci a capire molto meglio sia te stesso che gli
altri…”
Il ragazzo si fermò a riflettere sulle parole del nonno
mentre continuava a fissare gli occhi spaiati di Watanuki che a loro
volta lo guardavano con dolcezza. Era davvero strano vedere
quell’espressione rivolta a lui sul viso del piccolo ragazzo,
di certo Doumeki non avrebbe mai dimenticato quel giorno, …
in fondo poteva anche rivelarsi un ottimo ricatto per avere qualche
piatto particolare per pranzo, pensò con un sorriso. Ormai
era abituato a sfruttare tutte le situazioni per ottenere uno dei
deliziosi pranzi di Watanuki, la sua cucina era insuperabile, Doumeki
ne era pienamente convinto anche se non l’avrebbe mai
ammesso. E come sempre, di fronte a una delle sue richieste culinarie,
Watanuki avrebbe urlato fino a farsi male ai polmoni, lo avrebbe
mandato a quel paese, continuando ad insultarlo per tutto il
giorno…ma tra una lamentela e l’altra avrebbe
fatto di tutto per preparare il piatto richiesto e non lo avrebbe fatto
solo per fargli vedere che era in grado di preparare qualsiasi cosa, ma
lo avrebbe fatto perché era il suo modo di ringraziarlo
perché preparare il pranzo per due ti fa capire che non sei
solo al mondo. E per Watanuki quella era la cosa più
importante…non era solo, non più ormai…
Suo nonno aveva ragione, il piccolo Shizuka era cresciuto, ora sapeva
leggere molto bene nel cuore degli altri.
“Hai ragione nonno” disse infine lasciandosi
scappare un sorriso che vide specchiarsi identico sul volto di
Watanuki. Se Haruka avesse avuto il suo vero aspetto sarebbe stato come
essere di fronte ad uno specchio, ma a sorridergli c’era il
volto dello stesso ragazzo che non faceva altro che rivolgergli
espressioni arrabbiate, annoiate ma allo stesso tempo poco sincere.
Questa era l’espressione che avrebbe sempre voluto vedere sul
viso dell’amico, un espressione che alle volte gli aveva
fatto pensare che Watanuki non fosse un essere umano come tutti gli
altri…forse lui---
“Shizuka…quando arriverà quel momento
non perdere di vista le tue priorità, sii deciso e sicuro di
te” le parole di Haruka erano molto serie e rispecchiavano in
qualche modo le stesse che Yuuko gli disse quando gli diede quello
strano uovo.
Avrebbe voluto chiedere spiegazioni a suo nonno, ma sapeva che egli non
avrebbe comunque potuto dirgli nulla altrimenti lo avrebbe
già fatto…
“Si! Ho capito” rispose quindi con tutta la
serietà e determinazione che aveva in corpo.
“Bravo ragazzo mio! So che di te posso fidarmi, per questo
sono tranquillo se so che ci sei tu. Tu hai un grande potere Shizuka e
sono sicuro che imparerai ad usarlo al meglio”
“Proprio come te”
“Forse anche meglio di me” sorrise nuovamente
Haruka “Non avrei potuto scegliere un successore
migliore!”
“Grazie di tutto nonno”
Haruka sorrise in riposta alle parole del nipote e poi lo
abbracciò per l’ultima volta.
“Ora devo andare, Watanuki-kun non può sopportare
oltre la mia presenza”
“Arrivederci nonno. Chissà forse un giorno
anch’io sarò in grado di vedere il mondo di voi
spiriti e forse potremo rivederci”
“Shizuka… in ogni caso…”
“…in ogni caso – continuò
Doumeki – tu sarai sempre al mio fianco, lo so. Non
c’è più bisogno che venga qui a cercare
di invocare la tua anima, perché ora so che tu sei comunque
sempre con me, nel mio sangue e nel mio potere”
“Esatto! Sei proprio mio nipote – concluse
soddisfatta la voce di Haruka, mentre gli occhi di Watanuki
cominciavano lentamente a chiudersi – sono fiero di te
Shizuka!”
“Arrivederci” e con questo ultimo saluto gli occhi
nascosti dagli occhiali si chiusero e il corpo di Watanuki si
abbandonò di nuovo come senza vita tra le braccia
dell’arciere.
#**#
Piaciuto? spero di si^^. E nel prossimo capitlo... la fine!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 5 - Epilogo - ***
Title: Triste dolcezza
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi
sono proprietà CLAMP
Note: spoilers volume 10
Ecco
finalmente l'epilogo. Spero che la storia, nonostante vecchia, vi sia
piaciuta nel suo complesso. Se vi va lasciate un vostro parere ^_^
#**#
Pochi secondi dopo le ciglia di Watanuki cominciarono leggermente a
muoversi preannunciando il suo imminente risveglio.
“Oi” la voce di Doumeki lo accolse nel mondo dei
vivi.
“Ah…” rispose ancora confuso.
“Come va?” chiese ormai come di consuetudine il
robusto ragazzo. Era abituato a essere presente al momento dei
risveglio dell’amico dopo un qualche strano avvenimento che
lo avesse coinvolto.
“…insomma – sussurrò ancora
in dormiveglia il giovane mentre tentava di alzare la testa -
dove?…”
“EHHHHHHHHHHHHHHHHH?????????” Watanuki si accorse
di colpo di trovarsi tra le braccia di Doumeki e ciò che ne
derivò non fu nulla di diverso da quello che il giovane
arciere si era immaginato…
“WHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
NON PROVARE A TOCCARMI!!!!!!! NON AVVICINARTI NEANCHE CON IL
PENSIERO!!!!! CHE MI HAI FATTO ??????” urlò con
tutto il fiato che aveva in corpo allontanandosi dal corpo
dell’amico come se fosse un portatore di una pericolosa
malattia contagiosa.
Doumeki non si stupì, ma non potè evitare di
lasciarsi sfuggire un sospiro leggero che rapidamente si
trasformò nel suo solito sorrisetto ironico.
“Adesso sei di nuovo tu, non ci sono dubbi” disse
alzandosi in piedi e togliendosi di dosso la polvere dalla divisa.
Watanuki lo osservò per un momento e in un attimo si
ricordò cosa fosse successo…
“Allora…sei …sei riuscito a
parlargli?” disse con un filo di voce.
Doumeki volse lo sguardo verso il basso dove l’amico era
ancora fermo a sedere rivolto verso la tomba di Haruka.
“Si” rispose il ragazzo posando anch'egli gli occhi
sulla lapide.
“Bene…- disse solamente il piccolo ragazzo
sorridendo – spero che Haruka-san sia felice
allora” poi rivolgendo gli occhi all’amico aggiunse
“ guarda che l’ho fatto per tuo nonno, sai, non
mica per te! Che sia ben chiaro”
“Si certo” ripose l’altro ben sapendo
quale fosse la verità.
“Beh ora possiamo andare allora” concluse Watanuki
alzandosi in piedi.
“No, c’è un'altra cosa che dobbiamo fare
prima” e detto questo afferrò il polso
dell’amico e lo trascinò con se verso un altro
vialetto.
“EHI! MA CHE FAI? LASCIAMI!” si lamentò
il ragazzo come previsto agitandosi come un gatto arrabbiato.
“Eccoci” ripose Doumeki semplicemente fermandosi
dopo alcuni metri.
Gli occhi di Watanuki si fecero ancora più grandi per la
sorpresa…
“Papà…Mamma…”
Davanti ai suoi occhi c’erano le tombe dei suoi genitori,
tombe che da quando era rimasto solo avrebbe voluto andare a vistare,
ma a cui non aveva mai potuto avvicinarsi.
Si accucciò davanti alle due lapidi e si avvicinò
toccando leggermente la pietra con la mano…era la prima
volta che le vedeva…finalmente poteva vedere dove erano
stati messi a riposare i suoi adorati genitori…Non
potè fare a meno di lasciarsi sfuggire le lacrime
…dapprima cominciarono a scendere lente una ad una, ma con
il passare dei secondi i ricordi cominciarono a susseguirsi nella mente
del ragazzo e con quelli le lacrime si fecero sempre più
intese finchè non si ritrovò come un bambino
piangente davanti a quelle due pietre che gli trasmettevano emozioni
talmente intense che non poteva contenerle…
Doumeki cercò di allontanarsi un po’, non troppo
per non mettere in pericolo il suo protetto, ma allo stesso tempo per
permettergli un po’ di privacy, ma venne bloccato dalle
parole del giovane inginocchiato.
“Fermati! …tu mi hai permesso di vederti piangere,
quindi anche tu puoi fare lo stesso…” disse
semplicemente senza guardarlo in volto.
Doumeki ne fu leggermente stupito, ma comunque si avvicinò
all’amico e gli pose una mano sulla spalla nel tentativo di
consolare la tristezza che ben sapeva scorrere nel corpo del ragazzo.
Rimasero li fermi per alcuni minuti finchè le lacrime di
Watanuki non cominciarono a smettere di scendergli
dagl’occhi… Una volta fermate le lacrime i due si
ritrovarono in un assoluto silenzio, spezzato solamente dal gentile
fruscio del vento che faceva muovere delicatamente le fronte degli
alberi…
#**#
Alcuni minuti dopo entrambi erano usciti dal cimitero. Doumeki
ripensava all’incontro con il nonno mentre Watanuki stava
ripensando alle tombe dei due genitori.
La cosa che non capiva era come mai le tombe di due persone della cui
famiglia era rimasto solo lui erano così ben tenute, con
fiori e incenso…
“Spero che i fiori siano adatti”
“Eh?” Watanuki si volse verso l’amico con
uno sguardo che richiedeva ulteriori spiegazioni che il giovane arciere
gli fornì poco dopo.
“Non sono fiori che solitamente si usano per le onoranze
funebri, ma una volta mi è parso di capire che ti piacessero
i fiori di ciliegio quindi ho pensato che sarebbero piaciuti anche ai
tuoi genitori” spiegò con molta
semplicità.
“Sei stato tu? Perché?”
“Non potevo certo lasciare quelle due povere anime sfortunate
che ti hanno generato senza un minimo di onoranza…non
è colpa loro se tu non puoi avvicinarti alle loro
tombe”
“Non è nemmeno colpa mia, scusa
tanto…” ripose seccato il ragazzo intendevo le
parole dell’amico come un insulto nei suoi confronti.
“Non era quello che intendevo, lo so bene che non
è colpa tua …stupido! Comunque se non vuoi che me
ne occupi non lo farò…”
“No scemo, va bene, ma voglio venire anch’io la
prossima volta…”
“Con me?” chiese incredulo.
“Per forza … da solo non posso
venire…”
“Ok…allora andremo insieme…”
Insieme…come sempre avrebbe voluto
aggiungere, ma in fondo sapeva che non ci fosse bisogno di
sottolinearlo … anche Watanuki stava cominciando a percepire
la presenza dall’arciere come una costante della sua vita e
chissà, forse cominciava anche a considerarla una costante
piacevole nonostante tutto… Entrambi sapevano di essere
legati l’uno all’altro, … erano
speculari e complementari, come il giorno e la notte…come i
loro poteri… diversi, ma con un destino comune a cui si
stavano avvicinando percorrendo la stessa strada uno a fianco
all’altro come rivali, come ragazzi, come amici…
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=654356
|