Post-Traumatic Stress Disorder

di Burnt Orchid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Evitamento ***
Capitolo 2: *** Incubi ***
Capitolo 3: *** Hyperarousal ***



Capitolo 1
*** Evitamento ***


Evitamento


Paziente: Harry James Potter
Diagnosi: Disturbo da stress post traumatico
Sintomo: Evitamento




Harry si sdraiò nel lettino confortevole dell'ufficio del dottor Brianson.
"Signor Potter. Se la sente di parlare oggi?"
La voce calda e  profonda dello psicologo penetrò nei pensieri di Harry. Era la sua terza seduta e nei precedenti incontri il Salvatore del Mondo Magico aveva solamente chiuso gli occhi e ascoltato il ritmico ticchettio meccanico dell'orologio posato sul tavolino accanto al divano.
Bel pezzo d'antiquariato, tra l'altro, pensò.
Non che lui se ne intendesse, ma lo faceva sentire intelligente formulare un tale pensiero. Non voleva pensare a cose di cui s'intendeva per davvero. Come la guerra o la morte.
Se c'avesse pensato avrebbe sicuramente afferrato quel bel pezzo d'antiquariato e l'avrebbe scagliato con furia contro il muro.

E allora non avrebbe più potuto pensare cose come "Bel pezzo d'antiquariato".
Avrebbe solo guardato i mille pezzi sparsi sul pavimento e vi avrebbe scorto i frantumi delle mura di Hogwarts o i brandelli sanguinanti di pelle martoriata dai colpi fendenti di crudeli bacchette.

"Cosa sta pensando, signor Potter?"

"Che quest'orologio è proprio un bel pezzo d'antiquariato."





SPAZIO AUTRICE
Saranno una serie di Flashfic su ipotetiche sedute da uno psicologo. Per ora ho creato quelle del magico Trio. Credo che dopo che le avrò pubblicate tutte e 3 la lascerò completa così, ma se mi verrà in mente qualche altra idea, la aggiungerò.
E' solo stata un'idea, non pretendo che venga acclamata come un'opera d'arte, anche perché l'ho scritta di getto mentre avrei dovuto fare qualcos'altro. Spero comunque che vi piaccia e che la recensirete.
So che è improbabile che i maghi vadano dallo Psicologo babbano, ma, hey, questa è la mia mente, e non ho mai detto di essere sana.


Baci,
pikkola prongs.


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Capitolo 2
*** Incubi ***


Incubi

Paziente: Hermione Jane Granger
Diagnosi: Disturbo da stress post traumatico
Sintomo: Incubi



"Si sieda, signorina Granger."
"Grazie, dottore."

"Allora, signorina Granger, come va?"
"Bene, grazie."

Non si trattava di reticenza: Hermione stava davvero bene.

"Continua ad avere gli incubi?"
Hermione annuì con un movimento appena accennato.

"Perché non me ne parla?"
"No, grazie, dottore."
"Credo che dovremmo davvero discuterne, signorina Granger."

"Ma io sto bene. Sì, ho ancora gli incubi, ma non mi toccano. Non influiscono sulle mie abitudini quotidiane. Sto bene. Davvero, dottore. Deve credermi."

"Mi è difficile crederle, signorina Granger. Le esperienze che ha vissuto durante la guerra potrebbero essere davvero disturbanti. Per esempio, perché non mi racconta di quello che le ha fatto Bellatrix Lestrange."
"Non mi va."
"Si sentirà meglio dopo."
"Ma non conta niente!"

Lei era morta. Ora non poteva più farle del male. E anche se le sue notti erano stordite dalla voce folle di Bellatrix, Hermione stava bene. Stava bene, avete sentito anche voi, no?

"D'accordo, signorina. Ne parlermo alla prossima seduta. Ora si rilassi."

Hermione sospirò sollevata. Poi si sdraiò sul lettino, chiuse gli occhi e lasciò che singhiozzi isterici le sconquassassero il petto.

Sì, stava molto bene.


SPAZIO AUTRICE
Che ne dite di questo? Fatemi sapere.
Mi dispiace un po' che nessuno abbia recensito il primo capitolo, ma non importa. D'altronde, non avevo grandi pretese.
Baci,
pikkola prongs.

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Capitolo 3
*** Hyperarousal ***


Paziente: Ronald Bilius Weasley
Diagnosi: Disturbo da stress post-traumatico
Sintomo: Hyperarousal (irritabilità, aggressività)



"Che cosa mi dice oggi, signor Weasley?"
Ron alzò le spalle. Non si sentiva a proprio agio in quella stanza. Era fredda, gelida. Ma era qui per parlare, così qualcosa doveva dire.

"Mia madre sta male. Per la morte di mio fratello, sa."
Il dottore annuì e Ron aveva imparato che questo significava che doveva andare avanti, perché non era ciò che il dottore voleva sentire.

"Piange giorno e notte. Come posso aiutarla?"

Il dottore fece un sorriso indulgente.

"Credo che dovrebbe concentrarsi sui suoi sentimenti, signor Weasley."

"Ma io sto bene. Devo pensare a mia madre."
"Se sua madre avrà bisogno d'aiuto potrà venire a parlare con me, ma oggi è Ronald il mio paziente."

Se parla con me di me in terza persona, devo essere messo proprio male, pensò Ron.

"Che cosa le devo dire?"
"Se c'è qualcosa che la turba."

Ron avrebbe voluto ucciderlo. Si alzò, concitato.

"Secondo lei cosa mi turba? Il fatto che ho dovuto seppellire mio fratello? Il fatto che ho creduto che il mio migliore amico fosse morto per circa mezz'ora? O il fatto che la mia ragazza ha rischiato di venire UCCISA DI FRONTE AI MIEI OCCHI?!"

Essendo rimasto senza respiro, ricadde sul divano. "Cazzo", disse, dando un pugno al cuscino accanto a lui.

Cazzo.




-fin


SPAZIO AUTRICE
Eccoci qui! E' finita. Se volete farmi felice, non vi costa niente lasciarmi un commentino, no?

Baci,
pikkola prongs.

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