Memory

di ArashiStorm
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Title: Memory (capitolo 1 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP 
Note: spoilers vari, ma leggeri


Capitolo 1

“Ohi, oggi ho le esercitazione del club, aspettami per tornare a casa”

“COOOSA? Ma non ci penso neanche, ho un sacco di cose da fare, figurati se mi metto ad aspettare i tuoi comodi”

“avrò finito per le 4”

“EHI!!! ASCOLTA QUANDO GLI ALTRI TI PARLANO!!!!”

Doumeki come al solito lo ignorò e si diresse insieme ai suoi compagni di squadra verso la palestra per il consueto allenamento.
Watanuki rimase impietrito per la rabbia, mai una volta che quel maledetto lo ascoltasse, ma questa volta non aveva davvero intenzione di aspettarlo, gli avrebbe dimostrato che sarebbe riuscito a tornare a casa senza problemi anche senza di lui a fargli da balia, dopotutto prima di conoscerlo si era sempre arrangiando da solo, spiriti o non spiriti era sempre arrivato a casa più o meno intero…
Con questa ferma intenzione si diresse verso la biblioteca per prendere un paio di libri in prestito, fare i compiti per poi tornare a casa.
Verso le 2.30 finì tutti gli esercizi assegnati e dopo aver riposto tutti i libri nella cartella guardò l’orologio.

“Tsk, esattamente come previsto ho finito abbondantemente prima delle 4, quindi ora me ne torno a casa e che Doumeki se ne vada a quel paese!”

detto questo si incamminò con passo svelto verso il cancello della scuola e ne uscì.

Intanto in palestra l’allenamento era in pieno svolgimento nonostante regnasse un imponente silenzio spezzato solo dal sibilo delle frecce nell’aria e dal rumore del loro incunearsi nel bersaglio. Ad un certo punto però una voce richiamò la attenzione del migliore arciere delle squadra.

“Doumeki-san” a parlare era uno dei ragazzi della squadra appena tornato da una rinfrescatina a lavandini nel giardino della scuola “poco fa ho visto quel ragazzo con cui parlavi alla fine delle lezioni, a quanto pare stava tornado a casa e…”

Doumeki non aspettò nemmeno che il ragazzo finisse la frase e si diresse con passo spedito verso l’uscita della palestra senza porre attenzione ai richiami dell’allenatore e degli altri ragazzi.

“Doumeki-kun l’allenamento non è finito!!”



Watanuki arrivato davanti al proprio condominio, si lasciò sfuggire una sonora risata.

“AHAHAHAH sono arrivato, ero sicuro che non mi sarebbe servito essere pedinato da quello stupi….”

All’improvviso il ragazzo si sentì sbattere a terra con una violenza inaudita.

Era un’enorme nuvola di fumo nero, ma la sua consistenza non era affatto di semplice fumo. Pesava enormemente sul corpo della sua giovane vittima, mentre l’osservava da i suoi 3 occhi gialli che sbucavano dal nero pece del corpo. Watanuki riusciva a vederlo solo con la cosa dell’occhio, ma percepiva fin troppo bene le gocce di saliva che scendevano da quell’enorme bocca maleodorante deformata in un ghigno di piacere per essere riuscito a procurasi un così succulento piatto …

“dannazione…, …non …non…mi ero… neanche… accorto…. di essere…. seguito …da …lui…”

Lo spirito si chinò ancora di più su Watanuki, tentando di assaporarlo con calma, senza alcuna fretta. Era una sensazione insopportabile, essere trattati come un ghiacciolo in piena estate, e non era difficile capire che quella creatura aveva tutta l’aria di divertirsi.

“è … davvero…finita…”

In quel momento una luce attraversò all’improvviso lo spirito che contorcendosi sparì alla vista del ragazzo, anzi dei due ragazzi, uno dei quali se ne stava in fondo alla strada tendendo ancora l’arco di fronte a sé.

“Dou…meki…ancora … tu….” esordì Watanuki quando il suo rivale si avvicinò senza proferire una sola parola, anche perché era piuttosto difficoltoso parlare mentre si tentava di riprendere fiato dopo una corsa ininterrotta dalla scuola fino a li…

“hai…corso?”

“no…anf… anf…passeggiavo…anf anf…” rispose ironico ansimando.

“STUPIDO! Non avevi le esercitazioni del club? Che diavoli ci fai qui!” esplose il ragazzo che cominciava già a stare meglio grazie all’esorcismo dello spirito.

“Lo stupido… sei tu” anche Doumeki stava riprendendo fiato.

“COOOOSAAAA!!!!!”

Watanuki si alzò da terra con uno scatto felino e guardò il suo salvatore con un espressione per niente riconoscente, ma l’altro non fece una piega, anzi si voltò dall’altra parte.

“Domani voglio dei tamagoyaki per pranzo”

E con questo, dopo essersi assicurato che Watanuki fosse ormai dentro casa, chiuse il discorso e si incamminò nuovamente verso la scuola. Doveva andare a porre le sue scuse alla squadra e riprendere l’uniforme scolastica, senza contare una buona doccia dato che era tutto sudato per la corsa forsennata.

“NON PRENDO ORDINAZIONI!!!!!”gli urlò dietro Watanuki sbattendo la porta dell’entrata del condominio.

“Ma chi si crede di essere! Perchè devo sempre preparagli il pranzo” disse sbattendo i piedi con forza su ogni scalino che affrontava “Dannazione!!!”

“… però … se non fosse arrivato…AAAAAARGHHHHHH questa cosa mi fa inviperire, perché devo essergli grato, perché a lui!!!!?”

Arrivò in cima alla scale e abbassò lo sguardo… “beh ho delle uova in frigo quindi… vada per i tamagoyaki …” fece una piccola pausa, sbuffò e aggiunse “tsk, ma non lo faccio mica per lui, che sia chiaro”


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Rileggendo questo capitolo mi rendo conto di quanto questa fic sia vecchia e scritta in maniera molto elementare...nonostante questo la posterò comunque tutta perchè l'idea della storia, per quanto banele mi piace. Spero che possa piacere anche a qualcun'altro.

Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP 
Note: spoilers vari, ma leggeri



Capitolo 2

Il giorno dopo all’ora di pranzo Watanuki si diresse lentamente verso il terrazzo della scuola. Ai piedi dell’ultima rampa di scale, come al solito, Doumeki era già seduto in attesa dei due amici e soprattutto del suo pranzo. O almeno questo era ciò che pensava il giovane cuoco del trio.

“AHHH lo sapevo, tu sei già qui, mentre Himawari-chan deve ancora arrivare”

“…”

“Uffa… va beh, tieni” e presentò il fagotto del bento davanti agl’occhi dell’arciere che lo prese tra le mani senza un commento.

“potresti anche fare lo sforzo e dirmi grazie una volta tanto eh?”

“…stupido” e con questo cominciò lentamente ad aprire il contenitore.

“COOOOSAAA!!! Stupido a ME!!!!? Io mi alzo al mattino presto per farti da mangiare e ….”

“Watanuki-kun, Doumeki-kun!!! Eccomi” si avvicinò di corsa Himawari con il suo sempiterno sorriso stampato sul volto “scusate il ritardo”

“Nessun problema Himawari-chan!!! L’importante è che ora tu sia qui!!! Non avrei sopportato un secondo di più di restare da solo con questo qui!”

Himawari sorrise divertita alla vista dell’espressione arrabbiata che Watanuki rivolse al giovane arciere che in risposta si mise una mano sull’orecchio senza dire una parola.

“Ohh hai preparato dei tamagoyaki Watanuki-kun, hanno l’aria di essere squisiti”

“Grazie Himawari-chan, ne vuoi? Sono più che felice di darti i miei se ti piacciono” si offrì il ragazzo esibendo sul volto una delle sue espressione da giovane innamorato

“Sei molto gentile, li accetterei volentieri, ma tu avrai certamente fame quindi non preoccuparti”

Watanuki stava per offrire comunque il suo pranzo all’amata quando fu battuto sul tempo da Doumeki che rifilando il suo bento nelle mani delle ragazza esordì:

“Mangialo pure, io sono sazio” detto questo si alzò e lasciò i due amici senza parole.

Dopo un iniziale espressione stupefatta Watanuki trasalì urlando verso la figura che si allontanava:

“Ehi tu! Adesso non solo non ringrazi, ma non apprezzi neanche il mio sforzo???EHI MI STAI ASCOLTANDO???”

“è davvero strano”

“Eh?” la voce di Himawari lo fece tornare a porre attenzione alla ragazza vicino a sè che stava continuando a fissare la scatola del bento.

“Non ha mangiato quasi nulla… Non è da Doumeki-kun, lui apprezza sempre quello che cucini tu” continuò con voce incredula.

“Non è così Himawari-chan, quel tizio è solo un ingrato sfruttatore!!”

Himawari non fece nemmeno caso alle parole dell’amico e riprese il suo discorso.

“Forse…forse sta male…oggi mi sembra così strano”

“Sta male? Per quel che ne so non ha mai fatto un’assenza in questi anni” certo quando era piccolo era un ragazzo debole, almeno da quanto gli aveva raccontato il nonno in sogno, ma ora era diventato forte…

“Si è vero, però…”

La campanella concluse il discorso tra i due che non poterono fare altro che affrettarsi verso la classe.

Finite le lezioni, i tre amici si incamminarono insieme per la strada del ritorno, Watanuki era al settimo cielo dato che era da molto che non aveva l’occasione di fare un po’ di strada in compagnia di Himawari che però continuava ad osservare con sguardo preoccupato Doumeki. Nonostante la cosa non facesse affatto piacere a Watanuki, si ritrovò anch’egli ad osservare l’amico.

“Non ha spiccicato una sola parola per tutto il tragitto…non mi ha nemmeno dato del casinista o dello stupido,…effettivamente Himawari-chan ha ragione, oggi è davvero strano!”

In poco tempo i tre arrivarono al bivio in cui solitamente Himawari doveva svoltare.

“Beh ragazzi, io devo andare di qui...”

“Oh siamo già arrivati qui, che peccato…”

“…”

Questa volta però la ragazza prima di incamminarsi verso casa, si diresse verso Doumeki e tentò di appoggiare la mano sulla fronte del ragazzo.

“Hi-Himawari-chan,cosa stai facendo?” si disperò Watanuki alla vista dei due amici decisamente troppo vicini per i suoi gusti.

Ciò che successe il secondo dopo però lo stupì molto molto di più… Doumeki scattò come se fosse stato toccato da lava bollente e allontanò bruscamente da sé Himawari che indietreggiò di qualche passo.

“Ma sei impazzito?? Non osare toccarla!!” si intrappose tra i due un furioso Watanuki con lo scopo di far da scudo alla ragazza. Il ragazzo non era mai stato così furioso, nessuno, nessuno poteva alzare le mani sulla sua adorata Himawari, nemmeno se quel qualcuno fosse stato Doumeki!

Per parte propria l’arciere continuò a guardare il terreno mentre la sua mano cercava appoggio sul muro a bordo strada.

Himawari, ripresasi dal leggero shock richiamò l’attenzione di Watanuki portandosi alla sua sinistra.

“Watanuki-kun, sono sicura che Doumeki-kun stia male, scotta tantissimo, deve avere una febbre molto molto alta…”

“Sciocchezze…” intervenne Doumeki prendendo l’amico per un braccio e trascinandolo con lui.

“Ehi, che cavolo…” si ribellò il piccolo ragazzo

“Muoviti devi andare a lavoro…Ci vediamo Kunogi, ….scusami per prima…”

“Non c’è problema, ma per favore riguardati…”

“…”

I due si erano allontanati ormai di qualche metro e Doumeki ancora strattonava l’altro ragazzo per la manica dell’uniforme.

“ORA BASTA!!!” esordì Watanuki liberandosi dalla presa con un forte strattone.

“Ne ho fin sopra i capelli del tuo strano comportamento, oggi non sei tu! Himawari-chan aveva ragione, … perfino la tua mano è bollente” e detto questo si avvicinò al suo rivale e pose la mano sulla sua fronte.

“…Tsk infatti, scotti da matti, avrai più di 40 di febbre di sicuro” Doumeki rimase inebetito dal gesto dell’amico e ancora più sconvolto dall’azione che ne sussegui. Watanuki infatti si caricò il braccio di Doumeki sulle spalle dividendo con lui il peso stesso dell’amico.

“E poi non ti accorgi nemmeno che per tutto il tragitto non hai fatto che barcollare…avanti … casa tua è vicina, ti accompagno…”

L’arciere si stava veramente domandando se non fosse Watanuki quello ad avere la febbre, mai avrebbe pensato che per una volta i loro ruoli si sarebbe invertiti…Ora era Watanuki che si preoccupava di aiutare Doumeki…

Il resto del tragitto fino al tempio passò nel silenzio, Doumeki era troppo stanco anche solo per pensare a causa delle febbre e Watanuki aveva il suo da fare per trascinarsi appresso un corpo assai più robusto e pesante del suo.

“Ma come avrà fatto a prendere l’influenza così di colpo, non può aver preso un colpo di freddo, è inverno è vero, ma il cappotto della divisa scolastica è decisamente pesante, dovrebbe essere andato a fare jogging in tenuta estiva per …” di colpo un’epifania si abbatté su Watanuki.

---

“hai…corso?”

“no…anf… anf…passeggiavo…anf anf…”


---

Con il ricordo di quelle parole tutto gli fu chiaro… “Aveva solo la divisa d’arciere e aveva corso dalla scuola fino al mio appartamento? Ecco perché era così sudato…”
Watanuki non potè fare a meno di rivolgere gli occhi al ragazzo che ormai si strava praticamente trascinando appresso… Doumeki aveva gli occhi chiusi, ma sul suo viso si potevano vedere gocce di sudore che scendevano lungo le guance ad indicare che la febbre non accennava a scendere, mentre il suo corpo era scosso da brividi sempre più frequenti.

“Sei molto più stupido di quello che pensassi” commentò nella sua testa Watanuki aggrottando le sopracciglia“dovresti finirla di fare cose stupide per me…”

“….Non faccio altro che far soffrire gli altri…” queste parole sfuggirono dalla labbra del giovane ragazzo senza che se ne accorse e di certo non si aspettava un commento dall’ammalato che stava trasportando. Nonostante tutto una risposta arrivò

“non…non è…vero…”

“Abbi almeno la decenza di stare zitto, stupido” non riuscì completare la frase ad alta voce, ma di sicuro pensò “…non aumentare il senso di colpa che ho, dannazione!”

Doumeki quasi come se avesse sentito anche il pensiero di Watanuki, si lasciò sfuggire un sottile sorriso guardando il viso leggermente imbarazzato del suo “cosiddetto protetto”

Arrivarono alla porta di casa e all’entrata furono accolti dalla madre di Doumeki che alla vista del figlio in quelle condizione si face quasi venire un attacco apoplettico.

“SHIZUKA!!! CHE TI E’ SUCCESSSO????”

Watanuki si fece avanti per spiegare.

“Ha la febbre molto alta, è successo perché lui…”

“..questa mattina ….sono andato a…. pulire il giardino….. dimenticandomi di…. di indossare il… cappotto …”

“Cos…” tentò di inserirsi Watanuki ma fu bloccato di nuovo dalle parole dell’amico e anche da un forte stretta alla mano.

“ … ho solo preso un colpo di freddo … non è nulla”

“NON E’ NULLA!!! MA SE NON TI REGGI IN PIEDI!!! Ahh va beh, adesso vedi di metterti a letto mentre io vado subito dal dottore farmi prescrive qualcosa”

“Tu devi essere Watanuki Kimihiro-kun, dico bene?”

“Eh? ah… si”

“Non è la giusta circostanza per delle presentazioni, quindi posso evitarle e chiederti di accompagnare mio figlio nella sua stanza, io non riuscirei a portarcelo e mio marito è a lavoro…”

“Si si certo, nessun problema” si affrettò a rispondere il ragazzo e prontamente seguì la madre di Doumeki in casa.

Entrarono nella camera e la donna velocemente prese il futon dall’armadio e lo distese per terra dove Watanuki fece sdraiare l’amico a cui furono subito rimboccate le coperte dalla madre.

“Bene, adesso vedi di dormire, e prendi questo” disse al figlio porgendogli una pastiglia con un bicchiere d’acqua “farà andar giù la febbre almeno”

“Ti ringrazio moltissimo Watanuki-kun, se non fosse stato per te non so come avrei fatto, mi dispiace molto averti scomodato, so che lavori, sarai in ritardo, mi dispiace davvero…”

“Oh no no, non si preoccupi” si affrettò a dire Watanuki agitando le mani di fronte a sé per sottolineare la sua intenzione… “anzi se c’è qualcosa che posso fare per rendermi utile…”

“Sei davvero molto gentile, ma il tuo lavoro…”

“Oh non si preoccupi posso telefonare, sono certo che Yuuko-san capirà…lei è qui da sola e…”

Il viso della donna si tinse di un caldo sorriso che a Watanuki ricordò tantissimo quello di sua madre “Shizuka aveva davvero ragione…sei una ragazzo estremamente gentile, una vera perla rara…”

A quelle parole il viso del ragazzo diventò di un colore rosso vivo, cosa che a quanto pare fece sorridere ancora di più la donna … e se si fosse girato avrebbe visto che anche il ragazzo sdraiato sul letto aveva un’espressione divertita sul volto nonostante la febbre.

“Allora se non è troppo un disturbo, ti chiederei di rimanere qui con Shizuka, mentre io passo dal dottore, cercherò di fare il più veloce possibile”

“Eh? È sicura che non voglia che vada io a prendere le medicine, immagino che lei voglia rimanere con suo figlio e…”

“Ti ringrazio per la proposta, ma se prendo l’auto farò sicuramente più in fretta, immagino che tu non abbia la patente…”

“Oh, già… ha perfettamente ragione, mi scusi…”

Un altro sorriso “ Non preoccuparti” disse mentre usciva velocemente dalla stanza “farò il più veloce che posso” e con questo sparì al di la della porta…


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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Title: Memory ( capitolo 3 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri


Capitolo 3

Il rumore della macchina si allontanò velocemente … Non c’è che dire era stata rapidissima a preparasi per uscire, non erano passati neanche 5 minuti da quando era uscita dalla stanza…

“Non dovresti far preoccupare tua madre facendo cose così stupide…” ruppè il silenzio Watanuki, ma non ricevette risposta, solo un respiro affannoso usciva dalle labbra di Doumeki.

Watanuki diede un’occhiata all’amico sdraiato che continua a sudare in preda alla febbre. Decise allora di alzarsi e di uscire dalla stanza per poi tornarvi poco dopo con un bacinella piena d’acqua e un fazzoletto.

Appoggiò la bacinella a lato del letto e vi immerse il fazzoletto. Dopo averlo strizzato con cura lo pose sulla fronte del ragazzo che aprì gli occhi alla sensazione fredda che percepì per poi richiuderli lentamente cercando di rilassarsi per poter trarre più beneficio possibile da quel fresco fazzoletto.

Passò quasi un’ora senza che i due aprissero bocca, la stanza era avvolta nel silenzio, anche i respiri affannosi di Doumeki erano diminuiti, a quanto pare la medicina stava cominciando a fare effetto.

Watanuki si apprestò a rinfrescare nuovamente il fazzoletto come aveva già fatto alcune volte nel tempo passato in quella stanza. Questa volta però il suo gesto fu accompagnato da una domanda.

“Perché lo hai fatto?”

“eh?”

“Perché non hai detto a tua madre che è colpa mia se sei ridotto così e soprattutto perché ieri mi sei venuto dietro … eri vestito solo con la divisa d’arciere, faceva freddo e hai corso fino a casa mia, cos’è?… hai intenzioni suicide?” era partito con un tono basso ma si ritrovò ben presto a urlare verso il ragazzo disteso.

“Finiscila…casinista” lo bloccò portandosi le mani alle orecchie. La febbre si stava abbassando e il solito Doumeki stava tornando a galla…

“NO CHE NON LA FINISCO!!!”

“Ormai è fatta, inutile pensarci…l’ho fatto perché mi andava di farlo, tutto qui…”

“Ti andava di farlo? Ma anche un neonato avrebbe capito che ti saresti ridotto così, mi prendi per scemo?”

“Si” fu la pronta risposta accompagnata da un sorrisetto ironico alla cui vista Watanuki andò letteralmente su tutte le furie e bruscamente, senza però far rovesciare l’acqua, raccolse la bacinella

“Non ti verso addosso quest’acqua perché sono sicuro che peggioreresti e tua madre non me lo perdonerebbe, ma sappi che te la meriteresti tutta!!” urlò alzandosi e dirigendosi verso l’uscita borbottando a proposito della stupidità dell’amico.

“Non sono stupido” ribattè l’ammalato prima che Watanuki potesse lasciare la stanza.

“Come no? Sei un…”

“…Realista” lo interruppé Doumeki.

“eh?”

“Cosa sarebbe successo se non fossi arrivato?”

“…”

Calò il silenzio tra i due per pochi secondi dopodiché Watanuki si voltò e usci dalla stanza, chiudendo gli shouji dietro di sè mormorando qualcosa di molto simile ad uno “stupido”

Una volta solo Doumeki sorrise e tornò a chiudere gli occhi…

§§§

Poco dopo il ragazzo rientrò in camera dell’arciere e li vi trovò la madre, rincasata, che stava porgendo una medicina al figlio.

“oh Watanuki-kun! Grazie mille per il tuo aiuto” esordì la donna non appena lo vide entrare.

“Si figuri” rispose andando ad appoggiare la bacinella d’acqua a fianco al letto.

“Cucini meglio di me, sei perfettamente in grado di vivere da solo e sai prenderti cura di un malato, sei davvero un ragazzo da sposare…” sorrise la madre di Doumeki “peccato che io lo sia già” disse subito dopo lasciandosi sfuggire un sospiro.

“Mamma, ma insomma” sbuffò il giovane arciere sentendo quelle parole, mentre Watanuki si impietrì, imbarazzato, incapace di rispondere, guardando la donna e non potendo fare a meno di domandarsi come potesse sapere tutte quelle cose sul suo conto.

“Scherzavo,scherzavo…era solo per dire che il tuo amico è un ragazzo adorabile Shizuka” rise la donna mettendosi la mano davanti alla bocca.

“beh… dunque … ora che è tornata signora, io tolgo il disturbo” cercò di cambiare discorso Watanuki mentre ancora si sentiva il viso accaldato.

“oh no aspetta… puoi restare, anzi…” lo incalzò subito la donna.

“No, la ringrazio, sono sicuro che lei ha tutto sotto controllo e non voglio essere d’impiccio, senza contare che devo andare a lavorare e…” rispose gentilmente il ragazzo mentre si alzava per raggiungere la porta

“beh allora lascia che ti accompagni all’uscita…”

“No, no, resti pure con suo figlio, conosco la strada, non si preoccupi” la bloccò Watanuki sorridendole appena prima di aprire lo shouji della camera

“Sei sicuro? …”

“Signora…” la interruppè di nuovo il ragazzo abbassando la testa nascondendo il volto.

“…mi dispiace moltissimo” concluse.

“eh? cosa? E perché mai dovresti scusarti?” si stupì la donna alzandosi preoccupata, mentre il figlio continuava a guardare l’amico senza dire una parola.

“... e Doumeki…” riprese il giovane dando completamente le spalle ai due nella stanza “per quanto riguarda la domanda di prima…”

A queste parole seguì un silenzio di pochi secondi che stranamente sembrò durare un eternità, poi Watanuki concluse:

“ …avrei solamente avuto la mia giusta punizione” e con questo sparì dietro il chiudersi dei shouji alle sue spalle.

La donna rimase interdetta e si rivolse con fare interrogativo verso il figlio che a sua volta era rimasto a fissare la porta…

“Watanuki…” sussurrò solamente.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Title: Memory ( capitolo 4 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri



Capitolo 4


“Yuuko-san?”

“Si?” rispose la maga alzando gli occhi dal suo ennesimo bicchiere di sake.

“Quando potrà realizzare il mio desiderio?”

“Oh, come mai questa domanda? Era da molto che non mi chiedevi nulla a riguardo…”

“Beh…” cominciò a stento il ragazzo “no, non è niente…” concluse abbassando le sguardo e dirigendosi nuovamente verso la cucina.

“Watanuki…”

“mh?” si voltò al richiamo della sua datrice di lavoro.

“Vedi… il tuo è un desiderio difficile da realizzare, ci sono molte cose da prendere in esame…”

“Si, capisco… sembra che io ne abbia ancora per molto di questa vita…”

“…”

“Ultimamente è sempre peggio…non posso uscire di casa senza un fuda di protezione e alle volte non basta neppure quello e quindi va a finire che…”

“ Ahh capisco, sei preoccupato per il tuo protettore!”

“NON SONO AFFATTO PREOCCUPATO PER QUELLO STUPIDO DI DOUMEKI!” ringhiò il ragazzo.

“E chi ha parlato di Doumeki-kun?” sogghignò la donna sorseggiando nuovamente il suo sakè.

“Ah!” il giovane tuttofare imprecò verso se stesso per la facilità in cui continuava a cadere nelle subdole trappole di Yuuko, e voltandole le spalle se ne andò lasciandola sola per risparmiasi di vedere il suo solito ghigno divertito sulle labbra.

Non era però destino che il ragazzo potesse rimaner solo a riflettere, Yuuko infatti si presentò ben presto in cucina dove Watanuki si era rifugiato come suo solito.

“Watanuki…” stranamente la sua voce si era fatta molto dolce, non c’era più nemmeno un po’ della sua distintiva vena sarcastica.

Il giovane cuoco però non si volse, rimase immobile a fissare i fornelli.

“Quello che sta succedendo non è colpa tua, nessuno ti incolpa di nulla, non io, non Himawari-chan e di sicuro non Doumeki-kun”

“E LEI CHE NE SA?” si voltò all’improvviso il ragazzo permettendo alla maga di vedere il suo volto rigato dalle lacrime.

Una domanda inutile, lui stesso lo sapeva bene, Yuuko sapeva sempre tutto, anzi lei sapeva anche di più… non c’era da stupirsi che avesse indovinato esattamente ciò che lo turbava da ormai qualche giorno…

La donna si avvicinò al suo tuttofare che nel frattempo si era velocizzato nell’asciugarsi le lacrime. Allungò con delicatezza la mano e prese fra le sue lunghe dita il viso di Watanuki avvicinandolo al suo …era così solito farlo che il giovane non vi faceva più caso nonostante non potesse fare a meno di pensare, ogni volta, che Yuuko era una donna veramente affascinante sotto tutti i punti di vista, compresi i suoi movimenti.

“Watanuki…tu sei speciale…nessuno che ha avuto l’occasione di conoscerti vorrebbe perderti, per questo chi ti sta intorno cerca di proteggerti…”

“Io… non sono affatto degno di essere protetto… provoco problemi a tutti coloro che mi circondano con la mia sola esistenza… Doumeki continua a ferirsi per me, Himawari-chan è perennemente preoccupata, sono sicuro di aver peggiorato i rapporti tra Kohane-chan e sua madre e Haruka-san non si fa più vedere nei sogni probabilmente mi odia per quello che sto facendo passare a suo nipote…”

“Watanuki…” cominciò la donna chiudendo gli occhi “ sei proprio uno stupido!”

“COSA??”

“Pensi che se tu sparissi tutte le persone che hai citato sarebbero felici?”

“…no, nonostante tutto…non penso…” rispose a bassa voce.

“E questo semplicemente perché sei loro amico, per loro sei importante”

"E se loro si dimenticassero di me?”

“Eh?” Yuuko per una volta era sorpresa.

“Se facessi in modo loro si dimenticassero di me non dovrebbero più preoccuparsi per me e sarebbero al sicuro”

Watanuki aveva ancora qualcosa da imparare…e forse era il momento di farglielo capire…pensò la maga ascoltando le ingenue parole del suo tuttofare.

“Vuoi che ti cancelli dalla loro memoria?”

“Può farlo?”

“Certo, ma sei sicuro di volerlo?”

“Io…”

§§§

Un forte bussare alla porta lo svegliò dal suo sonno e si trovò costretto ad alzarsi dal letto per andare a aprire all’inaspettato visitatore.

“AH ma allora sei ancora vivo? Non rispondeva nessuno…mi stavo…ah – Watanuki riuscì a fermare appena in tempo il fluire di quelle parole dalla sua bocca – beh, sei a casa da solo?”

“Ti stavi preoccupando?”

argh… bloccare la parole non era servito….ciò non voleva comunque dire che avrebbe assentito …

“CERTO CHE NO!! STUPIDO! PERCHE’ MAI DOVREI PREOCCUPARMI PER TE”

“Io non dicevo di me, dicevo se ti eri preoccupato che mia madre non ti aveva ancora aperto…” rispose con tranquillità Doumeki, richiudendo la porta dalla quale Watanuki era entrato

“Ma porc… possibile che sia così idiota da cadere nei tranelli sia di Yuuko-san che di Doumeki? E comunque da quando qua quest’idiota ha raggiunto i livelli di sottointesi di Yuuko-san!!!” pensò il ragazzo volgendosi verso il rivale con un’espressione a dir poco infuriata.

“Beh che sei venuto a fare?” domandò l’altro non curante dell’ira che l’amico sprigionava.

Ecco… questa domanda era alquanto prevedibile, ma nonostante Watanuki avesse pensato per tutto il tragitto a cosa rispondere non era riuscito a venire a capo di una scusa plausibile il che portava ora ad una scena muta alquanto imbarazzante.

“ah…beh, ecco…”

“…”

“Io…dunque…”

“Beh dato che sei qui, preparami qualcosa! Mia madre non c’è e io ho fame”

“COSA? Dovrei andare a sfacchinare in cucina per te solo perché tua madre non…- si fermò realizzando le parole dell’amico - un attimo, perché tua madre non c’è?”

“Mio padre ha avuto un incidente e l’hanno chiamata”

“Cosa?”

Doumeki si voltò verso l’amico e vista l’espressione di quest’ultimo si sentì un idiota per aver detto una cosa come questa proprio a Watanuki che per quanto tentasse di non darlo a vedere soffriva ancora enormemente per la perdita dei genitori in quel incidente… Avrebbe voluto tirarsi un pugno nello stomaco per la sua idiozia se non fosse che vedere l’espressione che si era dipinta sul volto dell’amico era cosa ancor più dolorosa…

“Non è successo niente di grave - si affettò a dire – mi ha già chiamato dicendo che stanno tornando”

“…meno male…” sussurrò il ragazzo lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo.

“ Bene, ho voglia di qualcosa di dolce, preparami qualcosa…” cambiò velocemente discorso l’arciere.

“Umph… lo faccio solo perché mi fai pena….” Sbuffò Watanuki incamminandosi verso la cucina … “tu torna a letto intanto”

“Guarda che sto meglio, domani torno a scuola” rispose l’altro.

“HO DETTO TORNA A LETTO!! Non osare disubbidire altrimenti ti arrangi a preparati da mangiare! CHIARO?”

“ok, ok…” si arrese Doumeki tornando in camera “ ma tu sbrigati”

“NON DARMI ORDINI!!!!” arrivò l’urlo di riposta dalla cucina.

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Come si vede che è una fic vecchia, eh XDD Beh spero che, nonostante tutto, vi ia piaciuto il capitoletto.  Al prossimo aggiornamento con la fine ^ ^


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Title: Memory ( capitolo 5 di 5)
Rating: per tutti
Paring: 104
Disclamer: xxxHOLiC e i suoi personaggi sono proprietà CLAMP
Note: spoilers vari, ma leggeri



Capitolo 5

Meno di un'ora dopo Watanuki aveva pronti su tavolo da lavoro una miriade di biscotti e pasticcini dai gusti più diversi, pronti per essere gustati con dell’ottimo tè ormai anch’esso pronto fumante davanti all’occhi del cuoco.

“Insomma possibile che io finisca sempre a spadellare per quell’ingrato…beh in fondo è per questo che sono venuto, no?" Concluse lasciandosi sfuggire quest’ultimo pensiero a bassa voce mentre la sua mano andava infilandosi in tasca dove teneva una piccola boccetta dall’aspetto elegantemente elaborato….

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“Prendi questo”disse Yuuko mettendogli in mano una elegante boccetta “ fa bere loro il contenuto di questa boccetta e in pochi minuti si dimenticheranno di te!”

“…ok” ripose pensieroso Watanuki osservando la bottiglietta che teneva in mano.

“Ma ricorda…si dimenticheranno di te…per sempre. Sei davvero deciso?”

Watanuki continuò ad osservare la boccetta finchè strettala tra le mani rispose “Si!”


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Ma ne era davvero convinto? Ora era ad un passo a poter rendere reale questa convinzione, allora perché non aveva ancora versato quel liquido nel tè già pronto sul vassoio?

Non si era già posto la domanda se rimanere solo era davvero quello che voleva? Non si era già riposto che la sicurezza delle persone che lui riteneva importanti aveva la precedenza? E che avrebbe cominciato da Doumeki proprio perché era proprio lui quello di cui gli importava meno e quindi sarebbe stato più facile allontanarlo per sempre?

E allora perché?...perchè la sua mano tremava mentre reggeva la boccetta da cui stava facendo scendere il liquido magico che inevitabilmente andava mescolandosi al tè?

L’aveva fatto…ora doveva solo farlo bere a---

“Allora è pronto?” chiese all’improvviso Doumeki entrando in cucina.

Watanuki con una velocità degna di un gatto spaventato, fece sparire la boccetta nella sua tasca e si girò per fronteggiare il suo “rivale”…

“NON TI AVEVO DETTO DI RIMANE A LETTO?”

“Mi stavo annoiando a stare da solo…” ripose con la sua solita voce atona il ragazzo mentre si sedeva a tavola pronto per essere servito.

“…” Watanuki non rispose e si voltò verso il vassoio per prenderlo e metterlo in tavola, ma si fermò esitando …

“Bhe allora? È pronto o no?”

“CERTO CHE E’ PRONTO !!! IO NON BATTO LA FIACCA!!!” e detto questo portò con poca grazia il vassoio in tavola “PREDI IN TUO STRAMALEDETTO CIBO!”

L’arciere ripose con un semplice rumore di assenso mentre Watanuki toltosi il grenbiule si sedette sulla sedia vicina ancora con fare infuriato dando le spalle a Doumeki.

“Tu non bevi un po’ di tè?” chiese lui, noncurante, mentre cominciava ad assaggiare i dolcetti preparati dall’amico.

“eh?” – il giovane cuoco si volse e vide Doumeki che sorseggiava tranquillamente il tè – “ah, no…io…”

“SHIZUKA!! SIAMO A CASA” la voce della madre del ragazzo salvò Watanuki dalla ricerca di un'ennesima scusa.

“Oh Watanuki-kun che piacere vederti!” esordì felice la madre nel vedere il ragazzo in cucina.

“Piacere mio, signora” sorrise il giovane in riposta.

“Dove è papà?”

“Ah è andato in camera a cambiarsi”

“ah…ecco…” farfugliò Watanuki cercando le parole giuste.

“Tutto a posto, no?” fu Doumeki però a dar voce alla domanda che sapeva Watanuki volesse fare ma che non aveva idea di come formulare per non sembrare un ficcanaso.

“Oh si certo” ripose la donna “per fortuna non s’è fatto nulla, sarà solo una seccatura riparare l’auto”

“Capisco” concluse il figlio addentando un nuovo pasticcino mentre il volto di Watanuki tornava ad essere rilassato per la buona notizia.

“Oh ma che buoni… dimmi li hai preparati tu questi dolcetti Watanuki-kun?” chiese all’improvviso la donna assaggiando una delle delizie poste nel vassoio.

“ah …eh…si” rispose leggente imbarazzato il cuoco appena prima di rendersi conto che effettivamente anche la madre di Doumeki lo conosceva quindi era bene anche lei….

“Prego signora, prenda un po’ di tè” …si dimenticasse di lui.

“Oh grazie molto gentile” ripose la donna sedendosi per meglio assaporare la deliziosa bevanda.

Erano già passati alcuni minuti da quando Doumeki aveva bevuto il tè, Watanuki sapeva bene che doveva sbrigarsi ad andarsene prima che i due non pensassero di aver accolto in casa un perfetto sconosciuto.

“Beh, meglio che vada ora” disse mentre velocemente si avviava verso l’uscita della cucina.

“Oh vai via di già…che peccato” piagnucolò tristemente la donna.

“Oi…aspetta un attimo” lo bloccò la voce di Doumeki.

“Che…che c’è?” chiese.

“Perché sei venuto?”

“Eh, beh…io…” cominciò…

“Ma che dici Shizuka! Non c’è mica bisogno di un motivo per voler venire a trovare un caro amico, soprattutto se è malato, dico bene Watanuki-kun?”

“Eh? …beh…” Watanuki sembrò pensare qualche secondo poi sorridendo alzò il viso e con espressione tra il dolce e il triste ripose “ Già…è proprio così” e detto questo si affrettò ad uscire di casa.

Doumeki dal canto suo era rimasto inebetito…era una sua impressione o Watanuki aveva appena ammesso indirettamente che lo considerava un CARO AMICO??

C’era qualcosa che non andava…tutto questo era strano… troppo strano….

L’arciere si alzò con uno scatto così improvviso che la sedia su cui era seduto cadde a terra, ma quando questa toccò il suolo lui era già uscito di corsa dalla cucina.

“Shizuka! Ma dove vai?”

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Watanuki era veloce , certo, ma Doumeki lo era di più, ed infatti riuscì presto a raggiungerlo...

“WATANUKI!”

...e a prenderlo per un braccio appena prima che potesse uscire dal portone del tempio.

“CHE CAVOLO VUOI?” disse l’altro mentre veniva costretto a voltarsi verso l’arciere.

Doumeki lo guardò per un lungo istante mentre il braccato tentava di distogliere lo sguardo.

“…perchè piangi?” ruppe il silenzio ad un certo punto

“Non sto piangendo” ripose con voce rauca il ragazzo asciugandosi la scia di lacrime che gli rigava il volto.

“Si, come no, è inutile nasconderlo!” disse sarcasticamente Doumeki nel tentativo di riaccendere l’ira e le urla tipiche del ragazzo piangente che aveva di fronte a se.

“Io non nascondo proprio nulla” proclamò convinto guardando l’amico negl’occhi.

“E allora dimmi perché piangevi” lo sfidò l’arciere lasciando andare la presa al braccio.

“Perché…perché…per…quello che succederà”

“Cosa dovrebbe succede? Yuuko-san ti ha detto qualcosa che dovrei sapere? ”

“Eh, cosa intendi?”

“Se ti stai per andare a cacciare in qualche guaio io voglio saperlo, chiaro? Non ho intenzione di dover venire a sapere le cose quando è troppo tardi. Sarebbe una seccatura!”

“Una seccatura?...già. hai ragione, una vera seccatura. Sono una vera seccatura…”

“Non tu idiota! La seccatura sarebbe doversi rivolgere a Yuuko-san perché io non sono stato capace di salvarti con le mie sole mani.”

“Doumeki…”

“Se non fossi in grado di pagare il prezzo…”

“…non ce ne sarà più bisogno…” commentò con un sussurro Watanuki rivolgendo gli occhi al terreno.

“Uh? Che significa?”

“Niente” ripose evasivo.

“Non accetto una riposta come 'niente', mi stai nascondendo qualcosa ed esigo sapere cosa”

La voce di Doumeki si era fatta perentoria, ma ancora più deciso e penetrante era il suo sguardo, sguardo che Watanuki stava evitando di incrociare…

“TI HO DETTO CHE ESIGO SAPERE!!” Urlò Doumeki in riposta al silenzio dell’altro scuotendolo per sottolineare la sua ferma volontà a non lasciarlo fino a che non avesse avuto la sua riposta.

Watanuki era rimasto perfettamente immobile, anche se la presa di Doumeki sulle sue braccia si era fatta ancora più intensa, lui continuava a fissare il terreno senza muovere un muscolo, senza sapere nè cosa fare nè cosa dire.

“…”

“…”

I due rimasero così per alcuni minuti avvolti nel silenzio rotto solo da brevi soffiate di vento che alzavano le foglie sparse per il giardino del tempio, foglie del tutto simile a quelle che più volte si erano ritrovati a raccogliere insieme tra i giocosi insulti e assurde richieste di cibo. Foglie che ora, Watanuki sapeva non avrebbe più raccolto…

“Watanuki, per favore…non voglio che tu sparisca…”

Anche lui … perché …

“Perché…sei così protettivo nei miei confronti?”

“Perché non dovrei esserlo? Io sono in grado aiutarti, perché dovrei negarti un aiuto che solo io posso darti”

“Ma finisci sempre per rischiare la vita…”

“Ma sono ancora qui, se io non ci fossi stato tu invece l’avresti persa un sacco di volte la vita ormai, e scusami, ma questa è un ipotesi che non voglio veder realizzarsi…”

“Cosi mi rendi tutto più difficile, dannazione!”

“Cosa ti rendo difficile?” Doumeki sentiva di essere vicino alla verità, a ciò che Watanuki stava disperatamente tentando di celargli.

“Il dimenticarmi di te…” ripose il ragazzo sempre mantenendo caparbiamente gli occhi rivolti in basso.

“Vuoi dimenticarti di me?” chiese con autentica curiosità, ma che forse assomigliava più a tristezza.

“Ora non ci riuscirò più…ma tu ci riuscirai benissimo…almeno tu…”

“Cosa? Io dovrei riuscire a dimenticarmi…”

“…di me” concluse Watanuki riuscendo finalmente a divincolarsi dalla stretta dell’arciere. Ma la sua libertà non durò molto, Doumeki infatti dopo qualche secondo di smarrimento ri-guadagnò il braccio dell’amico costringendolo nuovamente a fronteggiarlo.

“Perché? Perché dovrei dimenticarti? Non potrà mai succedere”

“E invece si perché hai bevuto quel tè”

Sentendosi dire questo a Doumeki tutto fu subito chiaro…solo una persona poteva fargli dimenticare Watanuki.

“Dov’è ora quella donna?”

“eh?”

“Dov’è Yuuko-san? Non so cosa tu abbia mischiato a quel tè, ma qualsiasi cosa fosse te l’avrà dato di sicuro lei! Voglio sapere dov’è ora!”

“Non lo so, mi ha detto che se ne sarebbe andata per qualche giorno”

“Tra quanto dovrei dimenticarmi di te?”

“Cosa?”

“Ti ho chiesto quanto tempo ho prima di dimenticarmi di te!”

“Beh Yuuko-san diceva che sarebbero bastati non più di 10 minuti…”

Doumeki voltò subito gli occhi all’orologio e dopo un rapido sguardo sembrò rilassarsi di colpo, tanto da lasciare andare anche il braccio di Watanuki…

“Doumeki?”

L’arciere non rispose, alzò gli occhi verso il ragazzo guardandolo senza che il suo volto lasciasse trasparire alcuna emozione…

L’aveva dunque dimenticato sul serio…se così fosse doveva andarsene, doveva scappare il più lontano possibile per impedire che si ritornasse a commettere lo stesso “errore” di conoscersi…Si, doveva andarsene…doveva farlo ora, subito…ma perché mai le sue gambe rifiutavano di muoversi? Perché si sentiva come piantato al terreno neanche fosse un albero secolare dalle radici lunghe un chilometro…Perché tutto all’improvviso si sentiva …solo…?

“Sei uno stupido!”

“Eh?”

“Il più stupido imbecille che io conosca” per mia fortuna …aggiunse solo nella sua testa.

“Tu…ti ricordi ancora di me?”

"Si, idiota, ed è già passata quasi mezz’ora da quando ho bevuto quel tè!”

“Eh? Ma come? Yuuko-san aveva detto che…”

“Se non ci arrivi ancora sei proprio tonto…”

“TU! Come osi?” urlò alzando le braccia, agitandosi come suo solito.

“Ti ha fregato!”

Watanuki si fermò con le braccia a mezz’aria.

“Fregato?” ripete incredulo.

“Esatto…Fregato! Ingannato, preso per i fondelli, raggirato, preso per il cu…”

“SO BENISSIMO COSA VUOL DIRE!!! Non occorre essere scurrili!”

“Ok , era per essere chiari…”

Nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso di fronte all’altro, ma entrambi si erano trovati a provare di colpo un gran sollievo…

“Questa Yuuko-san me la paga alla grande! Non gliela perdono!!”

“Dovresti ringraziarla invece, se non ci fossi più io a salvarti la pelle ci rimarresti secco in meno di un minuto”

“Non osare! Si da il caso che io non abbia affatto bisogno di te!”

“Si si certo, a proposito, domani torno a scuola, preparami dei tamagoyaki, l’altra volta non li ho gustati come si deve”

“COOOOOOSAAAA?” ecco il solito, caro e vecchio Watanuki tornare a galla…per Doumeki vedere il suo amico comportarsi come al solito era la migliore medicina “NON PRENDO ORDINI! E poi oggi è domenica e non ho uova fresche in casa, quindi te li sogni i tamagoyaki!” concluse urlando a tutto spiano e uscendo fumante di rabbia dal portone del tempio.

Doumeki non potè evitare di farsi sfuggire un sorriso divertito nel guardare la figura dell’amico che si allontanava.

La madre del giovane arciere che aveva assistito alla scena da lontano, si era ora avvicinata al figlio con fare preoccupato.

“Shizuka che è successo? Avete litigato?”

“No…abbiamo fatto pace” rispose.


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