Specchio dell'anima

di Veri_995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nr° eins ***
Capitolo 2: *** Nr° zwei ***
Capitolo 3: *** Nr° drei ***
Capitolo 4: *** Nr° vier ***
Capitolo 5: *** Nr° fünf ***
Capitolo 6: *** Nr° sechs ***
Capitolo 7: *** Nr° sieben ***
Capitolo 8: *** Nr° acht ***
Capitolo 9: *** Nr° neun ***
Capitolo 10: *** Nr° zehn ***
Capitolo 11: *** Nr° elf ***
Capitolo 12: *** Nr° zwölf ***
Capitolo 13: *** Nr° dreizehn ***
Capitolo 14: *** Nr° vierzehn ***
Capitolo 15: *** Nr° fünfzehn ***
Capitolo 16: *** Nr° sechzehn ***
Capitolo 17: *** Nr° siebzehn ***
Capitolo 18: *** Nr° achtzehn ***
Capitolo 19: *** Nr° neunzehn ***
Capitolo 20: *** Nr° zwanzig ***
Capitolo 21: *** Nr° einundzwanzig ***
Capitolo 22: *** Nr° zweiundzwanzig ***
Capitolo 23: *** Nr° dreiundzwanzig ***
Capitolo 24: *** vierundzwanzig ***
Capitolo 25: *** Nr° fünfundzwanzig ***



Capitolo 1
*** Nr° eins ***


 

Non c'era nessuno per la strada. Cammino senza una meta precisa, senza un posto dove andare. L'importante è scappare, scappare da quella situazione, così stretta, quasi come fosse cucita addosso senza lasciare lo spazio per l'aria. La sigaretta che avevo tra le dita si stava consumando senza che io la fumassi. Non mi importava più di niente. Trovo un vicolo, mi ci infilo e mi nascondo dietro alla sporgenza di un muro. Metto un nylon per terra per isolare almeno una parte di quell'umidità in modo che non mi ammali, mi siedo aspettando che arrivi la notte e le palpebre mi si chiudano. Sono scappata dall'orfanotrofio/riformatorio dove mi trovavo. Troppe regole per me. È la seconda o la terza volta che scappo ma mi hanno sempre preso, questa volta invece no. Sono riuscita ad arrivare in periferia prima che si accorgano della mia assenza e qui non riusciranno a trovarmi, non ho tecnologie con me, all'orfanotrofio non ce le lasciavano tenere, quindi sarà impossibile rintracciarmi. Chiudo gli occhi e malgrado il freddo che punge sotto la giacca e ai miei jeans riesco ad addormentarmi. Adesso mi devo trovare un lavoro e un posto dove vivere. Mi rialzo da terra e mi osservo in quel piccolo specchio che porto sempre con me, ho i capelli arruffati e me li lego in una coda, colpa di questa umidità. Con i pochi soldi che ho mi basteranno per comprarmi da mangiare per due settimane, ma pio non mi basteranno e devo pur vivere da qualche parte, perchè un'altra notte come questa proprio non ce la faccio a sopportarla. Mi verrebbe la tentazione di tornare indietro ma non mi piace arrendermi di fronte alle difficoltà. Decido di andare in un università, di solito ci sono annunci di appartamenti. Dopo tre ore di ricerca riesco a trovare uno modesto e poco caro qui in periferia. Il proprietario ha accettato di buon grado di affittarmelo anche se non sono una studentessa, perchè data la posizione scomoda non riusciva mai a trovare qualcuno a cui affittarlo.

L'appartamento o più comunemente chiamato monolocale, aveva una camera da letto una cucina/soggiorno e un bagno. Tutto questo in una grandezza di 65 m2 . Adesso il problema sarà trovare un lavoro. Non conosco nessuno al di fuori del riformatorio dove sono stata rinchiusa perchè rimasta orfana e per la mia condotta nessuno dei miei parenti voleva sapere niente di me, così da un giorno all'altro mi sono ritrovata in questa sottospecie di carcere, che non lasciava mai uscire nessuno se non per accompagnarci a scuola o da un medio e tutte quelle cose di prima necessità.

Non ricordo molto dei genitori ma una cosa la ricordo molto bene, a loro piaceva la musica, sì, la musica era una cosa che adoravano entrambi. Questa passione l'avevano trasmessa anche a me, in un certo modo, perchè di musica se ne sentiva veramente poca in quel posto.

Solo il sabato sera ci lasciavano un'oretta libera e lì c'era una ragazza, anche lei orfana, aveva 3 anni più di me e mi aveva insegnato a suonare con quella chitarra classica. Cacciai i ricordi della vita al riformatori, fanno troppo male riviverli, mi alzo da quel vecchio divano ed esco per comprare un giornale con le proposte di lavoro.

È già notte e il freddo mi punge attraverso la giacca. Mi infilo un vecchio paio di guanti senza dita che trovo in una tasca, non so da quanto sono lì, non ne li ricordavo nemmeno più.

Cammino per la strada deserta come quella della sera prima. 

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Capitolo 2
*** Nr° zwei ***


 

Lei.

 

Entro nel primo bar che trovo, e compro un giornale locale a caso. Pago ed esco. Durante la strada di ritorno scorgo, dall'altro lato della strada, quattro persone completamente vestite di nero, totalmente incappucciate di cui si vedono solo gli occhi. Mi alzo il cappuccio della felpa extra large e mi stringo nella giacca, chiudendomela fino al collo. Accelero il passo, la paura che non siano persone raccomandabili si fa sentire, come il fatto che non riesca a fidarmi di loro. Uno di loro si gira, vedo i suoi occhi entrare nei miei. Mi volto di scatto e aumentando il passo ma sento comunque i suoi occhi che mi perforano la schiena fino a quando non entro nel portone di casa. Salgo le scale che mi portano al primo piano del monolocale, mi accendo una sigaretta e mi siedo sul tavolo della cucina, mi accendo una sigaretta e inizio a leggere il giornale. Salto tutti gli articoli di cronaca, anche perchè non sapevo che tra quelle pagine c'era qualcosa che mi interessava, e passo direttamente alla parte dedicata agli annunci, i due terzi cerca persone che abbiano un titolo di studio pari ad una laurea o per lo meno un diploma superiore ed io non ho ne uno ne l'altro. Continuo a scrutare le altre offerte di lavoro: di sicuro no dogssitter , io odio i cani. Poi, quasi in fondo alla lista “cercasi barista per turno 10-16 e 20-23” mi segno il numero e l'indirizzo su un post-it trovato per caso in un cassetto e mi dirigo nella camera vuota, con solo un letto e un armadio praticamente vuoto per due motivi:

  1. non ho molti vestiti dato che malgrado i miei zii non vogliano tenermi mi danno ogni mese una piccola paghetta di 50€, perchè pensano che possa uscire liberamente, quando invece ci concedono un'oretta ogni due mesi per comprare solo lo stretto necessario, cioè i vestiti che sono diventati piccoli o troppo rovinati per indossarli;

  2. se portavo tutti i miei vestiti, anche se pochi, si sarebbero accorti troppo presto che me n'ero andata, ormai erano passati gia due giorni e nessuno aveva dichiaratola mia scomparsa, solo le donne delle pulizie potevano accorgersi, ma non avevo dato traccia di essermene andata, le inservienti facevano il controllo solo il lunedì ed io ero scappata di martedì, perciò non se n'è accorgeranno ancora per tre giorni.

Quello che non sapevo e che forse avrei dovuto leggere meglio il giornale è che se n'erano accorti la sera stessa, le telecamere di sicurezza erano accese, e il nastro era stato osservato solo un'ora dopo e mi stavano già cercando dei poliziotti in borghese.

 

Lui.

 

Sono per strada con i ragazzi, esattamente sotto il mostro appartamento di periferia che utilizziamo mentre lavoriamo. Per fortuna nessuno sa che siamo qui. Sto fumando la mia terza sigaretta, quando lavoro sono sempre talmente stressato che fumo sempre di più di quanto sono in vacanza. Mio fratello ha cercato per quattro anni di farmi smettere, pio alla fine ha iniziato anche lui. Mi volto per espirare la nicotina che mi ha appena inebriato i polmoni. La strada è deserta, quando vedo arrivare dalla strada una persona, non so distinguere se è un ragazzo o una ragazza, credo che sia quest'ultima ma non riesco a capirlo, porta una felpa extra large e una giacca chiusa fino al collo, si sta sistemando il cappuccio sulla testa, proprio mentre si gira e i nostri occhi si incontrano, ha degli occhi spettacolari, azzurri quasi trasparenti con le pagliuzze di un blu acceso. Si gira velocemente, come se la cosa la turbasse, la continuo ad osservare fino a che non la vedo a entrare in un portone. Deve essere lì che abita. Sul volto mi spunta un leggero sorriso e non mi accorgo che gli altri hanno smesso di parlare e mi stanno osservando.

B: -sapete chi è?-

T: -no non l'ho mai vista, altrimenti me ne ricorderei-

B: -non è che ti sei preso una bella cotta?-

T: -io, ma va. Intendevo dire che se l'avessi vista ancora me la sarei già portata a letto-

Gu: -va bhè, che ne dite di entrare? Si sta facendo freddo.

T: -ok-

spengo la sigaretta e seguo gli altri dentro l'appartamento, voltando però prima uno sguardo verso la direzione da dove è sparita la ragazza, notando che al primio piano c'è una luce accesa. 


RINGRAZIO: Jiada95 e Nika695 per aver commentato la storia e per averla inserito tra le preferite e le seguite

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Capitolo 3
*** Nr° drei ***


 

 

LaIlla: Ho cercato di esagerare molto le mie sensazioni con una specie di metafora, è per questo che si chiama specchio dell'anima.

Jiada: non volevo che fosse scontata, e fra poco ci saranno altri intrighi.

Nika695: il nome della ragazza non lo so nemmeno io, avevo pensato a Nene che in spagnolo significa bimbo, perchè cercavo un nome da strada, in realta lei non lo sa il suo nome di nascita, questo è come un soprannome. (per quelli che guardano teen angeles e un po' come per lleca).

 


 

Lei.

 

Mi sveglio alle otto. Mi preparo e mi metto i vestiti più decenti che mi sono portata, faccio colazione e mi affretto ad uscire di casa con un po' di soldi, devo assolutamente comprarmi un cellulare di quelli talmente vecchi che ormai non costano più di 20€, ma riescono a chiamare e questo è l'unico mio scopo. Dopo aver camminato in lungo e in largo, riesco a trovare l'indirizzo che mi sono segnata ieri. Le strade di questo quartiere di periferia sono molto grige e scure, come fosse successa una tragedia e la gente lo abbia abbandonato. Il primo via vai di gente si vede vicino al bar dove forse ho trovato lavoro, in cinque minuti si riuscirebbe a raggiungere, ma visto che la mia dote di orientamento è pari a zero mi ci è voluto un po' più del previsto per raggiungerlo. Ho scoperto che il bar è quello della scuola, quindi è frequentato dalle 10 alle 16 da professori e studenti, mentre dalle 20 alle 23 da gente importante che utilizza il bar a mo di sala riunioni, tra l'altro è utilizzato sempre dallo stesso gruppo e non si può far entrare nessuno se non loro.

Sono fortunata, per il posto non si è ancora presentato nessuno. Chiedo ad un'anziana signora dove posso trovare il direttore e lei mi indica una porta accanto all'entrata del bancone. Mi avvicino e attendo che qualcuno mi dica avanti.

Io: -buongiorno.-

C: -buongiorno, si accomodi-

Dopo una mezz'oretta di domande su domande da parte del direttore, il signor Karl, sono stata assunta, un po' per il fatto che non si è presentato nessuno oltre a me, un po' perchè dopo avergli raccontato la mia situazione ha compreso che ho veramente bisogno di questo posto.

 

Lui.

 

Una sveglia nel cervello mi fa alzare alle 8. Non ho voglia di stare nel letto a poltrire, scendo in cucina e mi faccio una spremuta d'arancia, ottima per iniziare la mattina con le energie giuste. Gli altri stanno tutti dormendo, perciò opto per una corsa salutare. Apro il portone, quando vedo qualcuno dall'altro lato della strada, mi accorgo che è la ragazza della sera prima, porta lo stesso giaccone e poi non abita nessuno in questo quartiere oltre a noi e a lei, anche se non ho bene capito il perchè.

Lascio perdere la corsa, e inizio a pedinarla, agisco inconsciamente, non so nemmeno io perchè ma la seguo, dopo venti minuti la vedo entrare in un bar, ma non in un bar qualsiasi, quello dove ci rechiamo noi tutte le sere. Mi siedo su una panchina ed attendo che esca per scoprire qualcosa di più sulla su di lei. Dopo un quarto d'ora non e ancora uscita. Mi arriva un messaggio da mio fratello

dove sei deficiente,

potresti lasciare un biglietto

con scritto dove sei”

Decido di tornare a casa, non mi piace far preoccupare molto mio fratello. Adesso che so dove abita forse potrei andarla a trovare con la scusa dei saluti di benvenuto. Ormai è diventata un ossessione, non me la voglio portate a letto come tutte le ragazze a cui mi sono avvicinato. Lei ha qualcosa di diverso dalle altre, come se avesse subito un incantesimo da cui sono attratto, ormai penso solo a quei due occhi di ghiaccio, sono come una droga.

 

Ringrazio anche Tommolina_483: scusa ma non sapevo cosa rispondere alla tua recensione. 


 

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Capitolo 4
*** Nr° vier ***


 

Tommolina_483: i ragazzi hanno l'età che anno oggi. E, sì, è molto dolcioso...

 

Nika695: se è Tom o Bill lo scoprirai nella prossima puntata, anche se credo che in questa confermerai il tuo dubbio

 

Ho iniziato a lavorare già da subito, i ragazzi prendono sempre le stesse cose, per cui non è difficile. Anche se mi sento un autonoma. Si sono già fatte le quattro e non me ne sono resa conto. Karl mi dice che sono stata perfetta come primo giorno, lo saluto e ritorno a casa. Sono stanca e decido di dormire per un po'.

Vengo svegliata da un suono che non capisco subito di cosa si tratta. Realizzo che è il campanello. Mi alzo e vado davanti al citofono, che non mi ero accorta ci fosse. Apro il portone e aspetto che sulla porta del monolocale che arrivi chi ha suonato al portone. Sento i passi di più scarpe. Sicuramente saranno più di due persone. Mi ritrovo davanti ancora quelle quattro persone di ieri e quindi quel ragazzo dagli occhi color nocciola, anzi due ragazzi con gli occhi identici, se non fosse che uno dei due avesse li avesse perfettamente truccati di nero. Sono entrambi alti come due lampioni, gli altri due invece hanno un'altezza più normale. Mentre stanno per raggiungere la porta attraverso il corridoio del nanerottolo si tolgono il berretto tranne il primo che ho notato e si aprono le giacche. Quando arrivano davanti alla mia porta mi mi fanno un enorme sorriso soprattutto i lampioni, a cui è impossibile non rispondere.

 

T: -ciao, sono Tom e loro sono i miei amici mentre lui mio gemello, darti il benvenuto alla quinta persona che abita in questo quartiere.-

N: -piacere io sono Nene, voi come vi chiamate invece?-

B: -io sono Bill il fratello di Tom-

Gu: -io sono Gustav piacere-

Ge: -io invece sono Georg-

N: -venite entrate-

Mi sposto per far passare i quattro ragazzi. Li faccio strada fino al salotto e li faccio accomodare sul vecchio divano, e li offro una tazza di caffè. I ragazzi sono un gruppo molto affiatato, e molto unito. Mi sono accorta di come Bill sia chiacchierone ed egocentrico e di come cerchi l'appoggio in tutto del fratello e viceversa, mentre i restanti siano più timidi e riservati ma non vengono eclissati dai gemelli. Tra una parola e l'altra sono le otto meno cinque.

N: -ragazzi, mi dispiace perchè sembra che vi voglia cacciare di casa ma io fra cinque minuti attacco il sevizio al bar.

T: -e dove lavori di bello?-

N: -al Caffee Greisberg-

T: -andiamo anche noi lì tutte le sere ma non ti abbiamo mai vista-

N: -mi hanno assunta sta mattina-

T: -ecco perchè....andiamo allora....-

arriviamo al bar e Karl mi saluta

K: -hai già conosciuto i nostri più cari clienti senza che io te li presenti...-

N: -ho scoperto che abitano nella palazzina di fronte-

mi dirigo verso il bancone e porto ai ragazzi il primo giro, un bacardi alla pesca per tutti, mentre aspettano altre persone che tardano di poco.

Sono le dieci e mezza, chiedo a Karl dieci minuti di pausa per fumarmi una sigaretta.

Faccio a slalom tra gli scatoloni e riesco a uscire sul retro dove si vede solo buio silenzio. Voglio godermela fino in fondo questa sigaretta, senza che nessuno mi venga a disturbare. Non riesco nemmeno a finire di formulare la frase che vedo la maniglia della porta in ferro abbassarsi. 

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Capitolo 5
*** Nr° fünf ***


 

Non avevo voglia di vedere nessuno, ma un paio di sneakers nere fanno capolino da dietro la porta, seguite poi da Tom che mi si avvicina con il suo passo felpato.

T: -wei-

N: -ciao-

T: -allora cosa ti porta a venire ad abitare in questo fantastico quartiere?-

N: -te l'ho detto, non volevo più stare con i miei, voglio avere finalmente la mia libertà-

T: -non ti credo, si vede nei tuoi occhi che non è così-

N: -non so se lo vuoi sapere veramente-

T: -se te lo chiedo significa che lo voglio sapere-

N: -però mi prometti che quando avrò finito di parlare non mi guarderai o parlerai in un altro modo?-

T: -te lo prometto-

N: -allora, vediamo, io diciamo che non ho mai conosciuto i miei genitori, ho vissuto con loro fino all'età di quattro anni, ma poi loro sono morti, non avevo parenti vicino a casa, e non avevano buoni rapporti con i miei, perciò mi hanno spedito in un orfanotrofio, si sono sprecati di mandarmi ogni mese dei soldi, pochi ma non li usavo, e li sto usando adesso, quelli che ho accumulato- faccio una pausa per osservare la faccia di Tom che mi sta osservando interessato -non sapevano il mio nome quando mi anno trovato,perciò mi hanno chiamato Nene, significa bimbo in spagnolo, per i vestiti che portavo addosso sembravo un bambino, poi quando si sono accorti che sono una bambina, hanno continuato a chiamarmi così visto che sembra l'abbreviazione di Irene. Nell'orfanotrofio la vita era peggio di un carcere, non avevamo libertà, non si poteva uscire dall'edificio se non accompagnati e questo succedeva solo una volta ogni due mesi, ai miei genitori piaceva la musica, è l'unico pezzo di puzzle dei ricordi che mi rimane. Gli assistenti ci lasciavano un'ora il sabato sera per fare delle attività e io avevo chiesto a una ragazza più grande di insegnarmi a suonare la chitarra, mi riempiva quel vuoto che avevo nel petto. L'unica cosa che mi manca è questa. Ho provato a scappare alcune volte, ma mi hanno sempre presa, ma questa volta sono scappata definitivamente. Rispondendo alla tua domanda vivo qui perchè l'appartamento costa una miseria-

Tom sta per aprire bocca per rispondere, ma non riesce perchè viene fermato da una sirena.

Sentiamo la porta del locale aprirsi e dei passi pesanti che si fermano vicino al balcone, noi osserviamo la scena da dietro gli scatoloni. Il gendarme mostra una foto a Karl che scuote la testa, la foto si gira e mi accorgo che stanno cercando me. Tom, si accorge anche lui di quello che stanno cercando e mi fa segno di stare nascosta, esce e si avvicina al carabiniere, T: -mi scusi, potrei sapere chi state cercando?-

C: -questa ragazza, è scappata alcuni giorni fa da un orfanotrofio, l'avete vista?-

T: -sì, l'ho vista ieri che si saliva su un treno diretto verso l'Italia, ormai è già lontana da qui-

C: -grazie, ci ha fornito un ottima informazione, arrivederci-

Aspettiamo che non si senta più il rumore della volante e Tom mi fa segno di uscire. Nel frattempo gli si sono avvicinando gli altri ragazzi.

B: -perchè quel carabiniere ti cercava? Sei una fuorilegge?-

T: -Bill, per favore evita...-

N: -grazie-

T: -di niente, comunque, hai diciassette anni giusto?-

N: -sì-

T: -e quando compi i diciotto?-

N: -fra tre mesi-

T: -ok, allora David, va bene se mi prendo tre mesi di ferie?-

D: -ma come...stiamo preparando il nuovo album e tu mi molli?-

T: -siamo già a buon punto, e poi è per una causa importante

N: -scusa ma non ci sto capendo niente-

T: -ti spiego dopo, e David non accetto un no come risposta-

D: -tanto è impossibile dirti di no-

T: -ok, allora adesso ti porto a casa e ti spiego-


 

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Capitolo 6
*** Nr° sechs ***


 

 

Percorremmo la strada fino a casa di corsa, Tom mi teneva la mano e camminava a me. Mi sentivo felice, la sua mano era calda e mi dava senso di sicurezza. Arriviamo a casa e apro il portone. Saliamo le scale.

T: -metti tutti i tuoi vestiti in una borsa e vieni da me subito-

era molto agitato e non avevo ancora capito cosa stava pensando di fare

N: -calmati, per favore, rendi nervosa anche me-

T: -ok, sei pronta?-

N: -sì....-

T: -allora andiamo....-

Scendiamo le scale e arriviamo a casa sua, è molto spaziosa, dall'esterno sembra una vecchia palazzina, ma all'interno è stra moderna, cinque volte il mio monolocale, è distribuita su due piani e ci sono un sacco di strumenti.

T: -vieni, metti la borsa in camera mia....-

N: -ok, suoni la chitarra a quanto vedo...-

T: -sì è proprio di questo che ti volevo parlare....non hai mai visto la nostra faccia in giro da qualche parte?-

N: -no...ti ho raccontato prima della mia situazione fino alla settimana scorsa...-

T: -giusto..che stupido....comunque avrai notato che qui abbiamo un sacco di strumenti per essere di persone comuni e avrai sentito dire da David che dobbiamo finire l'album...-

N: -sì..ma non capisco dove tu voglia arrivare-

T: -allora..il fatto è che noi quattro formiamo un gruppo famoso in Europa e in America, adesso, fino a quando non compirai 18 anni, cioè tre mesi ci prenderemo una pausa e andremo via io e te a Tenerife, poi torneremo e finiremo l'album.

N: -ma non puoi lasciare il tuo lavoro solo per portarmi via...se io mi sposto a nord o resto in questo quartiere non sarò nei guai....-

T: -non se ne parla...-

N: -ma scusa, mi conosci da nemmeno un giorno e già ti fidi di me a tal punto di portarmi nell'altro emisfero?-

T: -non mi sei saltata addosso quando ci siamo visti la prima volta e non mi sei saltata addosso appena ti ho detto chi sono, non hai accettato subito perciò non ti interessano i miei soldi ma ti preoccupi del mio lavoro e non a rischiare di essere arrestata. Sono tutti fattori che mi dicono che posso fidarmi di te-

nel frattempo dalla porta fa capolino Bill

B: -Nena, non provare a dire di no a mio fratello, tanto ottiene sempre quello che si è messo in testa...-

N: -perciò l'unica cosa che posso fare è dire di sì?-

B: -anche se non lo dici è lo stesso....ormai è deciso-poi rivolto a Tom -quando hai in mente di partire?-

T: -avevo pensato ancora domani, vado a prenotare il volo-

B: -e se la polizia avesse una loro foto e la riconoscessero?-

T: -hai ragione, allora raggiungiamo Berlino e partiamo da lì-

proprio in quel momento sentiamo il notiziario di mezzanotte che annuncia “la ragazza scomparsa dal orfanotrofio di Amburgo tre giorni fa non si è ancora trovata, sembra però che il chitarrista dei Tokio Hotel, Tom Kaulitz abbia annunciato a un uomo della polizia della stessa città di averla intravista alla stazione del treno in partenza per l'Italia. Non si sa cosa ci facesse lì ma è sicuro che adesso la ragazza sia sul territorio Italiano. Da Amburgo è tutto a voi in studio”.

B: -a quanto pare è una notizia nazionale-

T: -allora andiamo in Danimarca e partiamo da lì-

B: -e alla dogana?-

T: -Bill, ma sei stupido o cosa per la Danimarca non c'è la dogana, quella è per la Svizzera che non fa parte dell'Unione Europea-

B: -non seguivo sempre le lezioni-

T: -mi sono accorto, comunque andiamo a dormire che domani dobbiamo affrontare un viaggio piuttosto pesante-

B: -ok...notte fratellone, notte Nena-

T: -notte fratellino, a te va bene dormire con me? Sai non mi piace lasciare le persone a dormire sul divano e dato che questa casa la usiamo solo mentre lavoriamo non ho una camera da offrirti-

N: -non c'è nessun problema....-

Tom mi passa una sua maglia che mi arriva fino alle ginocchia e ci infiliamo nel letto decisamente enorme.  

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Capitolo 7
*** Nr° sieben ***


 

 

Lui.

Sono solo le tre di notte e non riesco più a dormire. Mi giro su un fianco e inizio ad osservare Nene. Sono felice, non ho mai avuto queste sensazioni che mi percorrono la colonna vertebrale facendomi sentire i brividi. Lei è stesa a pancia in su, con una mano sul letto e una appoggiata sulla sua pancia. La osservo dormire, senza accorgermi si sono fatte già le 4 e dobbiamo essere a Abenrà attorno alle 8 perchè abbiamo il volo alle 9. decido di svegliarla, sicuramente con all'aiuto di Bill riuscirò a farla cambiarle un po' la faccia e i capelli, in modo che se per caso ci fermasse la polizia non la riconosca. La scuoto leggermente, la vedo stiracchiarsi e mugugnare qualcosa che però non capisco.

T: -buongiorno!

N: -buongiorno, che ore sono?-

T: -sono le 4, alle 9 dobbiamo essere in aeroporto e Bill ti deve trasformare, non vorrei che la polizia controlli i passanti, poi ti facciamo una foto e la modifichiamo su una carta d'identità falsa che butteremo appena saremo in Danimarca-

N: -come pensi che riuscirà a trasformarmi Bill?-

T: -tu non l'hai mai visto con trucchi e spazzola in mano, e poi ti farò prestare dei suoi vestiti, almeno cambiamo totalmente visto che il tuo modo di vestire è più simile al mio..-

N: -ok, se lo dici tu..-

T: -vai in bagno tu prima mentre vado a svegliare mio fratello-

mi alzo dal letto e mi dirigo verso la camera di mio fratello, sono sicuro che mi ucciderà, ma dopo avergli riferito cosa dovrà fare, sfodererà un sorriso lungo come la sia cresta e catapulterà Nena nel suo bagno per l'operazione impossibile.

Apro la sua porta e vedo che sta russando in maniera assurda.

T: -Bill...Bill....BILL ALZA QUEL CULO DA QUETO CAZZO DI LETTO!!_

Fa un salto alto ameno di 1 metro, fa troppo ridere.

B: -ma chi cazzo....TOM-

T: -ciao fratellino anch'io ti voglio molto bene. Dai alzati che devi trasformare Nene-

B: -in che senso devo trasformare Nene?-

T: -nel senso che dvi truccarla e farle i capelli in modo che non si riconosca-

B: -spediscila nel mio bagno nel tuo non c'è niente che mi possa servire-

T: -ok, e tu prestale anche qualcosa di tuo da mettersi-

Ritorno in camera mia e vedo che Nene ha ancora addosso la mia maglietta e sta rifacendo il letto.

T: -Nene, mio fratello ha detto se vai in camera sua, è quella in fondo al corridoio a destra, e lascia stare il letto....ci penso io-

N: -mi hai hai ospitato questa notte e mi fai fare un viaggio che non avrei mai immaginato di fare in tutta la mia vita, il minimo che possa fare è farti il letto-

T: -se la metti così allora grazie ma ti conviene andare da mio fratello, non è uno che ama molto le attese..-

N: -ok, ho finito, vado-

Mi infilo in bagno, mi lavo e torno in camera per scegliere i vestiti. Appena ho finito di vestirmi. Prendo una valigia e ci infilo tutti i vestiti che posso, gli altri me li farò spedire da mio fratello.

Accendo il computer e stampo una carta d'identità falsa, come quelle che usiamo noi quando andiamo in vacanza e non vogliamo essere riconosciuti.

Cambio i suoi dati e stampo. Prendo la macchina di mio fratello per vedere a che punto sono. Sta scegliendo i vestiti, perciò trucco e parrucco sono fatti, entro in bagno. Wow è bellissima ma la preferisco solo con il mascara e la matita come quando si trucca normalmente. Le faccio la foto e vado a stampare anche quella ed ecco la carta d'identità finita.

Siamo pronti per partire, carico le valigie sulla macchina e chiudo il porta bagagli quando Nene mi ferma.

N: -posso chiederti un favore anche se hai fatto già tanto per me?-

T: -dimmi tutto..-

N: -non è che potresti portare anche una chitarra? Mi piacerebbe tanto imparare a suonarla-

T: -nessun problema..ne porto una acustica e una elettrica, così ti insegno con tutte e due-

N: -grazie sei un tesoro- si sporge verso di me e mi da un bacio sulla guancia. Il mio cuore perde un battito. Corro a prendere le chitarre e partiamo. Parte subito una delle mie canzoni preferite Ridin' di Chamillionaire e proprio su queste note lei si addormenta. 

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Capitolo 8
*** Nr° acht ***


 

Lei.

Non so per quanto ho dormito, ma quando apro gli occhi vedo che ancora buio. Osservo Tom, non si è accorto che mi sono svegliata. È concentrato sulla guida. Mi soffermo sui suoi occhi, gli stessi che ho incrociato quella sera, gli stessi che mi hanno perforato le spalle. Non so perchè faccia tutto questo, non lo conosco abbastanza bene da capire cosa pensa, di sicuro so che è diverso dagli altri, come suo fratello, vivono su un pianeta differente, solo loro. Continuo ad osservare quegli occhi da cerbiatto. Sento le stesse scosse percorrermi la schiena come ieri sera, lo stomaco e i polmoni si sono scambiati di posto.

N: -quanto manca ancora?-

T: -siamo quasi arrivati, non abbiamo avuto problemi sul confine-

N: -o bene-

Calò di nuovo il silenzio, ma vidi sulla sua bocca un sorriso.

N: -mi è venuta in mente una cosa-

T: -cosa?-

N: -tu sei maggiorenne, avresti potuto firmare una carta per per l'adozione e non avresti dovuto sospendere il tuo lavoro-

T: -lo so, infatti oggi David andrà a firmare per l'adozione-

N: -ma allora se lo sapevi perchè hai voluto andare a Tenerife? Con me?-

T: -te lo dico in un altro momento-

N: -ma......uff-

Vedo Tom mettere le frecce ed entrare in un parcheggio. Siamo arrivati finalmente.

Scendiamo dalla macchina e ci dirigiamo con le valigie verso il check-in e attendiamo la chiamata per imbarcarci.

 

Lui.

Certo che lei dorme tanto. Si è addormentata un altra volta. Prendo il mio iPod touch e faccio partire la riproduzione casuale.

Siamo atterrati all'aeroporto, e la Cadillac che avevo noleggiato ci stava aspettano fuori assieme a quello della concessionaria.

Arriviamo davanti alla villetta con vista mare che ho affittato.

Durante tutto il viaggio lei mi ha fatto domande sulla band e sulla vita che faccio.

Arrivati a casa il suo commento è stato “non badi a spese è?” e la mia risposta si è limitata ad un sorriso.

Entrati la prima cosa che facciamo è sistemarci le cose nell armadi della nostra camera. È sì, avevo espresso il desiderio che l'unica camera arredata fosse quella matrimoniale. Non perchè voglia solo portarmela a letto, come tutte le altre dovuto solo ad un bisogno fisico, con lei tutte le sensazioni nascono dal petto, mi piace guardarla dormire accanto a me come sta mattina.

Finito di sistemare la valigia mi siedo sul bordo del letto e faccio segno a Nena di raggiungermi.

T: -tu prima mi hai chiesto il motivo per cui ho deciso di abbandonare il mio lavoro per tre mesi-

N: -si...-

T: -allora chiudi gli occhi....-

Lei fa come le ho detto. Le prendo il viso tra le mani. Avvicino il mio viso al suo, alternando lo sguardo dai suoi occhi chiusi alle sue labbra. Sono troppo invitanti.

 

Lei.

Sono ancora con gli occhi chiusi, inizio a sentire il suo respiro sulle mie labbra. Non riesco a muovermi, sono interdetta. Il cuore batte a mille. La sua bocca finalmente si poggiano sulla mia. Resta fermo per pochi secondi che a me sembrano una vita. Sento le sue labbra aprirsi. Con la lingua passa sul mio labbro inferiore poi su quello superiore. Vuole chiedermi il permesso di entrare. Lo assecondo volentieri. Passo la mia lingua sul suo piercing. Fa impazzire. Inizio a succhiargli il labbro. Cambiamo posizione, adesso le nostre lingue danzano assieme una danza lente. Senza fretta. Continuiamo a baciarci, e nel frattempo ci siamo sdraiati sul letto. Quando ci stacciamo mi raggomitolo su me stessa e mi appoggio al petto di Tom. Lui mi abbraccia e inizia a darmi teneri baci sulla nuca. Sento i suoi battiti come sottofondo. E cullata dalle sue forti braccia mi addormento serenamente.  

Ringrazio tutti quelli che mi seguono, sia quelli che recensiscono che quelli anonimi. sono contenta che questa ff abbia più successo della prima. Alla prossima... _bacio_ _smack_ veri

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Capitolo 9
*** Nr° neun ***


 

Lui.

La vedo addormentarsi in pochi minuti. Il suo respiro si fa più lento. La osservo dormire per la seconda volta. Non mi sono sentito così felice in tutta la mia vita. Non ho mai creduto nell'amore, e se non fosse stato per merito di mio fratello non saprei nemmeno ora cosa mi stia succedendo.

 

*flashback*

 

Ero appena tornato a casa dopo aver ricevuto il messaggio di Bill che sembrava veramente allarmato. Lo trovai seduto sul divano in posizione eretta come se gli avessero ingessato la schiena. Mi sono sempre chiesto come ci riesca.

Mi sono “seduto” accanto a lui e senza che mi facesse nessuna domanda ho iniziato a raccontagli quello che avevo fatto nell'ora di assenza. Gli ho raccontato tutto quello che sentivo e l'attrazione che avevo verso di lei. Quando ebbi finito di raccontagli tutto mi rispose solamente con un grande sorriso e

B: -caro mio bel fratellino ti stai solo innamorando-

 

*fine flashback*

 

Inizio a sentire caldo, decido di andare a bere un bicchiere d'acqua e vedere alcune notizie al tg. Accendo il televisore.

oggi si celebra la memoria del naufragio avvenuto 12 anni fa, nelle vicinanze delle nostre isole. A bordo della nave vi erano dei ricchi proprietari di condomini tedeschi che lavoravano qui e sfortunatamente non seno sopravvissuti”

Ricordo che mia mamma mi aveva parlato di questa tragedia, ma non ricordo molto.

Si sono già fatte le 10 e vado a svegliare Nene.

Salgo le scale. Entro in camera, ma non la trovo sul letto. Sento il rumore dell'acqua che corre in bagno.

T: -ti va di andare in spiaggia?-

N: -non è una brutta idea, non sono mai andata al mare.

Ci prepariamo e usciamo. Andiamo nella piccola spiaggia privata davanti a casa nostra. Le poche persone che ci sono guardano Nene come se fosse un fantasma. Credo che lei non se ne sia accorta perchè continua a camminare con il suo passo spedito.

Stimo in spiaggia fino a sera, osserviamo il tramonto dal bagnasciuga.

N: -non ho mai visto un tramonto così bello...anzi non ho mai visto un tramonto-

T: -io si una volta, in California-

le cingo le spalle con un braccio, mentre con l'altro le giro il mento dalla mia parte per poterla baciare

N: -cos'è significato per te il bacio di ieri?-

T: -non lo so con precisione, perchè è una cosa nuova e che mi è accaduta troppo velocemente. Però so che non sono stato così felice con una persona che non sia Bill, per te cos'è stato invece?-

N: -ho capito che ti amo-

T: -ti amo anch'io-

e ci unimmo in un lungo bacio. Quando ci staccammo il sole era sparito dietro al mare.

T: -andiamo a casa?-

N: -andiamo-

 

tommolina_483: allora, carissima, diciamo che questa ff non è nata per essere una ff. l'ho iniziata a scrivere quando avevo appena finito di discutere con mia madre infatti il primo capitolo parte con me che corro. L'anima, non è quella dei personaggi ma la mia, e quindi i capitoli cambiano in base al mio stato d'animo, la traccia, in fatti non è precisa, tutto può succedere.

 

Un bacio a tutte, alla prossima. 

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Capitolo 10
*** Nr° zehn ***


 

Tom sta ancora dormendo. Non ho più sonno, ieri, l'ho passato praticamente a dormire. Lascio un biglietto sul comodino per avvertire Tom che esco a fare un Giro, prendo le chiavi di casa ed esco. Mi dirigo verso la spiaggia, mi tolgo le scarpe e inizio a camminare aspirando l'aria ricca di salsedine che mi riempie i polmoni immediatamente. In spiaggia ci sono poche persone, e la maggior parte di quelli sopra i cinquant'anni mi guardano storto, esattamente come prima. Continuo a camminare. La faccenda mi incuriosisce, ma non so a chi potermi rivolgere per poter chiedere informazioni. Non so quanto ho percorso. Fatto sta che una signora sulla sessantina mi ferma.

S: -cosa ci fai qui tu?-

N: -perchè me lo chiede?- quella signora aveva iniziato a parlarmi in tedesco, come poteva sapere che io ero tedesca?

S: -tu non dovresti essere qui- continua la signora, senza aver risposto alla mia domanda-

N: -e dove dovrei essere scusa?-

S: -in fondo all'oceano-

N: -cosa significa?- non sto capendo niente. Perchè questa signora mi sta dicendo che dovrei essere in fondo all'oceano?

S: -tu sei morta esattamente 12 anni fa in un naufragio-

N: -non ho la più pallida idea di che cosa lei stia dicendo-

S: -scusa tu sei tedesca giusto?

N: -si-

S: -vieni da Amburgo giusto?-

N: -come fa lei a sapere che io sono di Amburgo?- ok, questa donna mi sta terrorizzando.

S: -Non ti chiami Certa Schneider?-

N: -veramente i miei sono morti quando avevo cinque anni in un incidente, mi hanno raccontato i medici che c'ero anch'io, ma sono svenuta e ho avuto una perdita di memoria, e mi chiamarono Nene-

S: -bimbo?-

N: -bhè portavo vestiti maschili, le gonne non mi hanno mai attirato più di tanto, e poi ho scoperto che è l'abbreviazione di un comune nome italiano, Irene. Comunque, dicevo, i miei parenti non volevano prendersi cura di me, da piccola ero un diavoletto, e così fui portata in un orfanotrofio, ma li era peggio di un carcere, non si poteva essere liberi, ci si doveva attenere agli orari stabiliti, così sono scappata, ed ora eccomi qua, scappata dalla polizia con un ragazzo che non conoscevo fino a due giorni fa, e che ora è il mio ragazzo.-

Non so perchè stavo seduta sulla spiaggia con accanto quella persona che non conoscevo a farle il resoconto della mia vita, me c'era qualcosa che in quella signora che mi poteva aiutare a trovare qualcosa sui miei genitori.

Lei mi osservava. Osservava specialmente il ciondolo che portavo al collo. Rappresentava due ottavi, lo avevo addosso da quando ero piccola, forse era per quello che ero convinta fino in fondo che ai miei piacesse la musica.

S: -perchè hai addosso quel ciondolo?-

N: -non lo so c'è l'ho da quando sono nata-

S: -ne esistono solo quattro esemplari al mondo-

N: -come sarebbe a dire che ne esistono solo quattro esemplari-

S: -esattamente questo-

N: -io continuo a non capire.-

S: -qui su quest'isola è stato trovato un ragazzo che ha 23 anni-

N: -e che centra con la mia nota?-

S: -bhè, vedi, lui ha il tuo stesso ciondolo, questo ragazzo lo abbiamo trovato sulla spiaggia 12 anni fa, una settimana dopo il naufragio. Era il figlio di Herr e Frau Schneider, non si conoscono i loro nomi o a noi per lo mano non lo hanno mai riferiti, si facevano chiamare così. Loro erano una famiglia di proprietari di appartamenti qui a Tenerife. Si chiama Peter. Lo abbiamo riconosciuto subito, era uguale al padre anche quando era piccolo, e poi lo avevamo visto ancora girare per il paese con i suoi su quella decappottabile blu metallico, comunque quando ha saputo che i suoi genitori erano morti ha cominciato ad urlare che voleva trovare almeno sua sorella, ha detto che si chiamava Creta e portava una collana come la sua, suo padre le aveva fatte fare una per una nei componenti della sua famiglia.

N: -perciò questo Peter è mio fratello-

S: -suppongo di si, comunque aveva solo undici anni e malgrado fosse trattato come un principe per l'importanza dei suoi genitori, dopo un anno non ci sperava più e così ha creduto che tu fossi morta assieme agli altri, da quel giorno si è chiuso in se stesso, non parla più con nessuno se non per necessità primarie e sta sempre in camera sua, non esce mai, continua a suonare quel violino che suona da quando a 5 anni e veniva qui in vacanza.

N: -se è veramente come dici tu mi piacerebbe veramente conoscerlo questo Peter, però ora è tardi e il mio fidanzato si sarà chiesto dove sono finita. Se le lascio l'indirizzo lei lo farà venire da me?-

S: -sì certo, comunque mi chiamo Ingrid.

N: -allora arrivederci Ingrid-

I: -arrivederci-

mi allontano e inizio a correre, voglio smaltire un po' di energia che si è accumulata. Non ricordavo di avere un fratello, adesso però so come mi chiamo e qualcosa di più sulla mia famiglia. Non vedo l'ora di dirlo a Tom, anche se scommetto che sarà molto arrabbiato, ameno che non stia ancora dormendo, non so ancora le sue abitudini.

 ________________________________________________________________________________________________
 

Scusate per l'imperdonabile ritardo ma la mia tastiera è andata a farsi fottere e nel buco del mio paese non c'è un negozio di computer...arggg.

Un bacio a tutte e spero vi sia piaciuto questo capitolo. Come vedete, sta prendendo una piega un po' diversa. 

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Capitolo 11
*** Nr° elf ***


 

 

Arrivo davanti all'entrata della villetta. Sui gradini c'è Tom con la chitarra acustica. Presumo che stia componendo una nuova canzone, non l'ho mai sentito suonare per conto suo. Ha gli occhi chiusi, sta a significare che è molto concentrato. Faccio piano, non voglio che smetta. Però, è proprio bello. Mi avvicino ancora un po' e mi siedo accanto a lui. Percepisce la mia presenza e smette di suonare sfoderandomi un grande sorriso.

T: -dove sei stata di bello?- mi sussurra prima di stamparmi un bacio a fior di labbra

N: -sulla spiaggia....ho conosciuto una signora-

T: -era simpatica?-

N: -mi ha raccontato una cosa sulla mia famiglia-

T: -come faceva a conoscere la tua famiglia?-

N: -ha detto che qui era molto famosa per l'infinità di appartamenti che possedeva qui, e ha saputo che ero io grazie a questa collana, ce ne sono solo quattro al mondo e due sono sul fondo del mare, una ce l'ho io e una mio fratello-

T: -ho sentito ieri mattina al notiziario che si celebrava la memoria...un momento come sarebbe a dire un fratello.

N: ti assicuro che è stato strano anche per me...-e gli raccontai tutta la storia che ero riuscita a costruire con Ingrid.

T: -fammi capire bene, tu sei Creta Schneider, e tuo fratello Peter-

N: -sì, perchè ti fa così effetto?-

T: -vedi prima che i miei si separassero e mia mamma andasse ad abitare a Loitsche.- portandosi con se me e mio fratello, abitavamo a Magdeburgo, e voi eravate i nostri vicini di casa, noi e Peter passavamo sempre le giornate assieme. Poi, quando hai compiuto 3 anni, vi siete trasferiti ad Amburgo, e non abbiamo più avuto notizie di voi.....adesso capisco perchè quando chiedevo qualcosa a mia madre sul naufragio non mi rispondeva mai, sapeva che eravate coinvolti e non ci voleva far star male.-

N: -non ci credo, ci ho messo 12 anni a cercare qualcosa sul mio passato e devo venire in un isola spagnola, a migliaia di km di distanza da casa per scoprire chi sono in realtà.-

T: -mi piacerebbe rivederlo dopo tutto questo tempo-

N: -non ci sono problemi ho dato alla signora l'indirizzo di casa che lo darà a mio fratello-

T: -ok, non vedo l'ora che arrivi allora-

 

passarono così 1,2,3,4 giorni una settimana, tra spiaggia, piscina, scherzi, risate e totale relax

 

..1 settimana dopo......

 

T: -allora vieni o no in spiaggia?-

N: -preferisco stare in soggiorno sul divano, mi sono già ustionata abbastanza-

T: -allora resto a farti compagnia-

nemmeno il tempo per sedersi che suonano alla porta.

N: -vai tu vero amore?-

T: -ma mi sono appena seduto...va bhè!-

N: -bravo il mio amore- XD

T: -chi è?-

P: -sono Peter, sto cercando Creta-

T: -Creta?-

P: -mia sorella Creta-

T: -ho giusto.....ciao Peter, quanto tempo- ecco che si sveglia il mio amore e apre

P: -Tom? Tom Kaulitz? Il più casinista del quartiere?-

T: -già in carne e ossa-

P: -ho per caso sbagliato casa?-

T: -no sei nella casa giusta...NENE VIENI QUI-

N: -non ne ho voglia-

P: -Nene?-

T: -tua sorella-

P: -ma mia sorella si chiama Creta-

T: -non da 12 anni a questa parte-

P: -perchè cos'è successo? A me è stato detto solo che si è salvata dal naufragio ed è stata portata in un orfanotrofio-

T: -fattelo raccontare da lei-

Sento i loro passi che si avvicinano e ecco che dalla porta entra prima Tom accompagnato da un nuovo ragazzo. È alto e ben piazzato, mi assomiglia, ha gli stessi miei occhi di ghiaccio e al collo ha la collana uguale alla mia, però è più alto e non ha i capelli mori come i miei, ma biondi.

Tom lo fa accomodare e inizio di nuovo con il mio monologo di come sono vissuta in questi ultimi 12 anni e lui fa lo stesso. Quando finiamo di parlare si sono fatte le 8 di sera e così oriniamo tre pizze e mangiamo tutti assieme. Verso le 10 lui se ne va, con l'accordo che domani ci rivedremo e noi invece andiamo a dormire. 



Wei raga ciao a tutte spero che vi piaccia questo nuovo capitolo.....non mi soffermo a salutarvi tutti perchè devo andare. _smach_ _biacio_ veri!!

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Capitolo 12
*** Nr° zwölf ***


 

Saliamo le scale per arrivare al piano di sopra. Tom sto per entrare in camera, quando la sua mano si ferma e mi fa voltare. Inizia a baciarmi spingendomi piano piano verso il letto. Il bacio diventa sempre più passionale, sento la sua voglia crescere. Ho paura, ma non mi voglio fermare. Mi fa stendere sul letto e si mette sopra di me. Inizia a baciarmi il collo. Sento la sua mano alzarmi la maglietta. Si ferma e cerca i miei occhi, chiede il mio permesso. Io annuisco impercettibilmente. Si rifonda sulle mie labbra per poi lanciare la mia maglia lontano a cui segue poi anche la sua. In poco tempo ci troviamo solo in intimo. Ribaltiamo le posizioni. Adesso sono io sopra. Gli lascio una lunga striscia di baci su tutto il petto per poi andare a giocare con i denti con l'elastico dei suoi boxer, per poi sfilarglieli definitivamente. Ritorna sopra lui e mi sfila il reggiseno che va a fare compagnia ai vestiti, poco dopo siamo completamente nudi.

 

Lui.

Sono solo le 8 di mattina. E io sono già sveglio. Strano. Fino a prima di conoscerla se per l'una ero giù del letto era un miracolo da segnare sul calendario, specialmente se era una serata come quella appena passata. Comincio ad accarezzarle il fianco, nemmeno me ne accorgo. Si muove stingendosi ancora di più sul mio petto. Le poso un delicato bacio sulla guancia. Per lei era la prima volta e in un certo senso lo era anche per me. La sento mugugnare e stropicciare gli occhi.

N: -buongiorno-

T: -buongiorno amore- wow io che dico una parola del genere....

N: -allora che si fa oggi?-

T: -non lo so...ma di andare in spiaggia non ne ho assolutamente voglia oggi....-

N: -io avevo pensato di andare da mio fratello. Che ne dici?-

T: -mi sembra un'ottima idea-

N: -allora lo chiamo-

T: -ok, io vado a farmi una doccia.-

antro nel box e l'acqua fredda mi fa rabbrividire. Cacchiarola ho cannato verso della spina è ovvio che sia ghiacciata. In 10 minuti ho finito e rientro in camera. Ed ecco che il mio cellulare si mette a squillare. O cazzo mio fratello.

T: -pronto-

B: -BRUTTO COGLIONE CHE NON SEI ALTRO, è UNA SETTIMANA CHE NON TI FAI SENTIRE. ANZI NON MI HAI MAI CHIAMATO. E IO IN PENSIERO CHE TI FOSSE SUCCESSO QUALCOSA. MI SONO MANGIATO TRE UNGHIE PER COLPA TUA. E ADESSO DEVO ASPETTARE CHE MI RICRESCANO. SEI SOLO UN DEFICIENTE-

T: -ciao anche a te fratellino caro, come sta andando tutto bene?-

B: -NO CHE NON VA BENE. NON SONO RIUSCITO A REGISTRARE NEANCHE UNA CANZONE. GRAZIE MILLE-

T: -si ti voglio bene anch'io-

B: -IO NO!!!!!!-

e riattacca il telefono, che ora risquilla. Che fratello stupido.

T: -ciao-

B: -scusa scusa scusa scusa scusa se mi sono incazzato, non volevo, veramente, mi scusi?

T: -sì-

B: -sicuro?-

T: -ma sicuro sicuro?-

B: -sicuro sicuro sicuro?-

T: -sì-

B: -ma proprio sicuro sicuro sicuro sicuro sicurissimissimissimo?-

T: -TI HO DETTO DI Sì E CHE CAZZO--

B: -visto che ti sei arrabbiato-

T: -ma sei deficiente?-

B: -Gustav, Tommino caro mi ha offeso-

T: -passami Gustav-

B: -no-

T: -perchè-

B: -perchè mi hai offeso-

T: -vabbhè ti richiamo in un altro momento ci sentiamo.

Riattacco e non può che scapparmi che un sorriso. Certo che mio fratello quando si mette è proprio un deficiente.

Dalla porta entra Nene

N: -ci viene a prendere lui tra mezz'ora-

T: -ok, andiamo a fare colazione?

 

-Ciauuuu. Mi scuso enormemente ma non avevo per niente ispirazione, poi questa mattina durante l'ora di italiano ecco che si è aperto uno spiraglio di luce-

 

Tommolina_483: be quei due schiattati sono i genitori di Nena e Peter, e non so ancora che funzione abbiano, c'è solo nebbia oscura nella mia testa per adesso. 

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Capitolo 13
*** Nr° dreizehn ***


 

Siamo in spiaggia, come tutti i giorni del resto, tranne ieri che Peter ci ha portati a fare shopping per le vie più famose dell'isola e per fortuna che non cera Bill, altrimenti altro che 10 ore. Sto ridendo al pensiero questo pensiero e ecco che parli del diavolo e spuntano le corna. Il cellulare squilla e chi poteva essere se non lui?

T: -ciao fratellino, a cosa devo questo onore?-

S: -Tom, non sono tuo fratello, sono Saki- divento serio di colpo. Se mi chiama lui deve essere successo sicuramente qualcosa di grave.

T: -ciao. È successo qualcosa?-

S: -sì, dovete tornare subito in Germania.-

T: -posso chiederti cos'è successo-

S: -è troppo complicato. Dovete essere qui entro quarantottore-

e riattacca.

O porca di quella troia. Che cazzo sarà successo? Mi giro verso il lettino di Nena ma è vuoto. Allora guardo in mare e la vedo emergere dall'acqua con suo fratello che ride a crepa pelle.

T: -NENA-

non mi sente. Riprovo più forte

T: -NENA-

ecco adesso si è girata.

N: -COSA-

T: -VIENI DI CORSA-

esce dall'acqua lentamente ancora ridendo e con suo fratello dietro.

N: -cosa c'è?-

T: -dobbiamo fare le valige e tornare in Germania-

N: -no. Perchè-

T: -non lo so ma mi ha appena chiamato Saki e mi ha riferito di tornare in partia entro 48 ore-

N: -non ti ha detto altro?-

T: -non è un uomo di molte parole, ma se mi ha chiamato significa che è qualcosa di grave.-

N: -ma io non voglio abbandonare di nuovo mio fratello adesso che ci siamo ritrovati.

T: -chi ti ha detto che non può venire con noi, l'importante è che arriaviamo in Germania il più presto possibile.

P: -che succede ragazzi?-

T: -dobbiamo tornare in Germania entro 47 ore ormai-

P: -ma come, ho appena trovato mia sorella e già la devo saltare?

T: -è sottinteso che vieni anche tu. Puoi andare nella vecchia casa di Nena, tanto non ci viene nessuno in quel quartiere da 5 anni che abitiamo lì e inoltre è attaccato a casa nostra.

P: -ok, tanto non mi sono costruito una vera e propria vita qui, tornerò qui più avanti per sistemare la questione degli affitti.

T: -andiamo a preparate le valige e intanto prenoto anche il volo-

Peter sale sulla sua BMW nera e sfreccia sulla strada, mentre noi abbiamo la porta di casa praticamente sulla spiaggia.

Il primo volo parte tra 40 minuti, ma è troppo presto. Il prossimo parte tra 20 ore. Prenoto quello e mi fiondo su per le scale per aiutare Nene con le valige. Intanto chiamo Peter per avvisarlo dell'orario dell'aereo. Lui mi riferisce che si porterà dietro solo lo stretto indispensabile e quando tornerà prenderà le altre cose.

 

Un saluto a:

emobilla483

Glael_87

kira key

LittleTearOfBlood_483
Nika695
tommolina_483
_EmyLee_
_tokietta483_fur_immer_

Jiada95
LaIlla

e tutti quelli che leggono senza recensire 

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Capitolo 14
*** Nr° vierzehn ***


 

Arriviamo in aeroporto che fortunatamente non c'è nessuno e ci fanno imbarcare subito. Per tutto il viaggio c'è tensione. Nena è seduta tra me e Peter e come al suo solito dorme. Io sono teso come una corda di violino. Anche le hostess mezze nude mi fanno saltare i nervi. Non so cosa sia successo. Ho il terrore che sia successo qualcosa a Bill mentre io non c'ero. Perchè non mi ha chiamato lui? Non vedo l'ora di arrivare in Germania. Peter, bhè è sempre calmo come lo ricordavo. Non si altera per niente. Oppure non lo da a vedere. Non mi chiede niente. Credo abbia intuito la situazione nella quale mi trovo. Non so per quale strana ragione ma credo che questo sarà un terribile periodo. Non posso pensare diversamente. Guardo fuori dal finestrino. Iniziano le nubi. Credo che siamo sopra l'Italia. Anche se non sono sicuro. Cerco nelle grandi tasche il mio iPod cercando di rilassarmi. Lo trovo e sto per mettere le cuffie nelle orecchie, quando una mano mi ferma, è Peter che mi sta passando il suo iPod.

P: -con la roba che ascolti finisci con l'agitarti ancora di più, prendi il mio, ti conviene-

lo prendo con fare scettico. Lui ascolta solo musica classica, contemporanea o jazz. Mi infilo gli auricolari e una musica veramente rilassante si diffonde nella mia testa. Vengo svegliato da un scossone. E mi accorgo che stiamo per atterrare. Porgo l'iPod al proprietario. Devo dire che non mi aspettavo un effetto del genere. Mi devo ricredere. L'aereo ne frattempo atterra. Scendiamo di fretta e ci precipitiamo al nastro per prendere le valige, e poi subito fuori. Ad attenderci c'è una limousine con affianco David, mentre al posto del guidatore c'è Saki.

D: -ragazzi di corsa, ma lui chi è?-

T: -è il fratello di Nene-

D: -ok, Saki parti- e la macchina inizia a correre sulla strada.

T: -cos'è successo?-

D: -bhè gli altri sono in carcere e ti stanno aspettando per mettere dentro anche te per poi iniziare il processo di rapimento di minori per te e complicità da parte degli altri.

T: -ma non è vero-

D: -Bhè sembra che ci sia stata una denuncia da parte di un parente della ragazza-

P: -si sa il nome di chi sia stato?-

D: -un certo Tomas, ma non ricordo il cognome-

P: -certo chi poteva essere se non lui?-

D: -lo conosci?-

P: -sì, dove stiamo andando?-

D: -nella periferia di Amburgo perchè?-

P: -è possibile recarsi in un altro posto?-

D: -dove?-

P: -Violinschlüsselstrasse-

D: -non l'ho mai sentita-

P: -quasi nessuno ne conosce l'esistenza, è stata inventata dai miei genitori.

D: -ok. Saki hai capito dove devi andare?-

S: -nessun problema-

arriviamo davanti a una casa tutt'altro che strana. Sembra di essere in un pentagramma gigante. Tutto in questa casa si fa al linguaggio della musica.

P: -questa era casa nostra prima del naufragio-

N: -wow-

P: -Nena mi potresti dare la tua collana? La mia l'ho dimenticata a Tenerife-

N: -ok-

ci avviamo verso il portone di casa. Al posto della serratura però, ci sono gli stessi due ottavi rappresentati sulla collana di Nene. Peter inserisce proprio lì la collana e la serratura scatta.

N: -ecco perchè ne esistevano solo quattro copie al mondo. È una chiave in realtà.

P: -sì. Adesso andiamo nello studio di mio padre dove teneva le schede di tutti i nostri parenti anche i più lontani. E vedremo sicuramente la scheda di Tomas, era suo fratello-

 

 

Ciao ragazze. Mi è tornata di nuovo l'ispirazione e quindi aggiornerò appena possibile. Un bacio a tutte e recensite. 

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Capitolo 15
*** Nr° fünfzehn ***


 

L'interno della casa era ancor più strano dell'esterno, saliamo le scale a chiocciola fino ad arrivare al primo piano, per poi entrare nell'ultima stanza del corridoio. Nel locale, malgrado sia coperto da un alto stato di polvere, si distingue l'intero arredato in bianco e in nero, in una maniera talmente bizzarra che fa pensare più ad una guerra tra i due colori che un modo per arredarla. Peter si dirige subito un settimanale, apre il cassetto con davanti la scritta “famiglia Schneider” e dopo un po estrae il fascicolo riguardante Tomas.

P: -ecco qui, Tomas Schneider....allora qui dice che è fratello di mio padre e che è proprietario di una compagnia da crociera, aspetta un attimo si tratta della compagnia “Hamburg Meer”-

T: -e con ciò?-

P: -noi viaggiavamo su quella nave quando è affondata. Ha organizzato lui il viaggio e il giorno prima della partenza ci ha detto che ha avuto un contrattempo a casa e così siamo partiti solo noi. Dovevamo andare ai Caraibi passando però prima dalle Canarie.

T: -e con questo?-

P: -Tom, lo so che non sei mai stato molto sveglio ma la matematica era il tuo forte dovresti esserci già arrivato-

T: -no mi dispiace-

D: -nemmeno io ci sono arrivato-

N: -io invece non ho capito niente, solo nebbia-

P: -allora 1. ci coinvolge in una crociera e poi ci da buca,

2. la nave affonda e tranne io e lei non ci sono superstiti,

3. lui quando ha saputo che era viva non l'ha voluta, l'ha mandata in un riformatorio, le mandava sì dei soldi ma solo per sua convegnenza

4.quando è scappata al telegiornale non hanno fatto il suo nome come parente

5. quando però ha scoperto che era con Tom alle Canarie è intervenuto denunciandovi-

T: - ma è assurdo che abbia fatto una cosa del genere, e poi scusa come ha fatto a sapere che era con me? E un altra cosa che mi sono chiesto, perchè non ha mai rivelato qual'era il suo vero nome a Nena?-

P: -non è sconveniente per lui perchè sicuramente avrà inviato un transatlantico di quelli più vecchi per poi avere l'assicurazione o qualche contributo che gli pagano una buona parte della nuova nave e così ha qualcosa di nuovo in mano, essendo l'unico fratello di mio padre tutti i soldi degli affitti sarebbero andati a lui e per questo motivo non ha detto a Nene il suo nome e l'ha richiusa in un riformatorio sapendo che altrimenti sarebbero andati a lei , in cambio di qualche soldo in più e magari di una casa dove vivere sarebbe riuscito a farle firmare, al suo diciottesimo compleanno, una carta dove diceva che non acettava l'eradità e l'avrebbe data a nostro zio, e Tom sei un chitarrista famoso, secondo te nessuno vi ha mai fotografato?-

N: -giusto...come ho fatto a non pensarci prima?-

T: -aspetta un attimo, tu hai affermato che avete appartamenti anche a Tenerife, come facevano ad accorgersi che i soldi da quelli non arrivavano?-

P: -fino al compimento dei 18 anni i soldi si sarebbero fermati sul conto corrente di mio padre e una volta compiuti i 18 si avrebbero avuti i soldi in mano, pensando però che lei fosse l'unica erede e sopravvissuta, io però essendo senza soldi e senza genitori, andai dal commercialista di mio padre che aveva lì e chiesi se l'affitto delle case solo di Tenerife sarebbe potuto venire a me così avrei potuto avere dei soldi e avrei potuto continuare la scuola. Egli accetto di buon grado la mia proposta, separando i due conti correnti, mi affidarono ad un'assistente sociale che mi accudiva, perchè ero sveglio come ragazzo ma avevo solo 12 anni.

T: -e Tomas non si è mai accorto di niente?-

P: -non avrebbe potuto controllare il conto corrente per sapere quanto esso conteneva o cose del genere, altrimenti si sarebbe scoperto che cosa stava tramando.

N: -e a tutto questo ci sei arrivato solo in questi 10 minuti?-

P: -bhè no veramente ho iniziato ad elaborare da quando ho saputo il nome di Tomas-

N: -ma come fai?-

P: -ho studiato per diventare detective, per trovarti, poi visto che non ho concluso molto ho aperto la mia scuola di musica-

 

 

Ciao a tutti, non ho postato prima per colma della valanga di compiti.....stando in tema di neve
spero che il capitolo vi piaccia......_bacio_ _smack_ veri!!! 

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Capitolo 16
*** Nr° sechzehn ***


 

D: -bene tu ci sei arrivato, ma noi dobbiamo trovare un modo per aggirarlo-

P: -allora, tu e Tom andate in commissariato. Lui deve andare in carcere assieme agli altri e per avviare il processo.-

D: -ok-

P: -ah David chi è il vostro avvocato?-

D: -S. Schwarz-

P: -ok io andrò a parlare con lui, e poi con il giudice mi presenterò come detective che vuole investigare sul caso-

D: -mi tenga aggiornato su quello che succede-

P: -senza dubbi, Nene tu rimani qui, chiama una donna per le pulizie che metta a posto questa cassa, mi trasferisco qui.

N: -ok-

Scendo in garage e prendo il magnifico porche carrera nero d'epoca di mio padre e mi avvio sulle strade di Amburgo fino all'ufficio di Herr Schwarz. Sfortunatamente sulla macchina non c'è il navigatore, mi fermo nel primo negozio di elettronica che trovo e prendo quello più sofisticato. Dopo solo 40 minuti di totale immersione nel traffico riesco ad arrivare a destinazione. Suno il campanello. Ad aprirmi è una segretaria troppo poco vestita per un posto del genere. Odio le persone che non sono professionali.

Seg.: -buongiorno in cosa posso esserle utile- te pareva se non aveva anche la voce da oca.

P: -sto cercando Herr Schwarz-

Seg.: -è molto impegnato in questo momento-

P: -devo parlare con lui su questioni che non la riguardano-

Seg.: -ok, non si agiti troppo. Seconda porta a destra-

P: -Grazie-

mi dirigo con passo spedito verso la porta che mi ha indicato la finta bionda. Sento dall'altro lato della porta che sta chiacchierando con qualcuno. Prendo il vaso di fiori che c'è lì vicino, lo svuoto per terra e lo appoggio alla porta.

S: -si Tomas...... ti ho detto di stare tranquillo......avrai i soldi che ti spettano, non ti devi preoccupare....ciao, ci vediamo domani al solito posto-

Brutto infame che non è altro anche l'avvocato è il combutta con quel verme schifoso. Devo subito andare a parlare con David.

Esco di corsa dallo studio. La segretaria si sta facendo le unghie. Faccio finta di non aver visto. Mi fiondo in macchina, imposto l'indirizzo del carcere e mi lancio a razzo tra le macchine.

Odio il traffico, ci ho messo 20 minuti più di quello che serviva. Alla segreteria c'è un poliziotto piuttosto giovane.

P: -buon giorno, dovrei parlare con Tom e David.-

Po: -mi dispiace, l'orario delle visite è finito-

P: -sono il detective Schneider, non vorrà di certo impedirmi di fare il mio lavoro vero?-

Po: -no, l'accompagno in sala visite.

P: -vedo che ci capiamo al volo-

attraversiamo un bel po' di corridoi avanti in dietro su e giù, e finalmente mi lascia in una sala con davanti una guardia. Poco dopo arriva con i due.

D: -che è successo?-

P: -dovete immediatamente licenziare il vostro avvocato-

D: -come sarebbe?-

P: -appena prima di venire qui sono andato al suo ufficio, e prima di entrare ho sentito che parlava con Tomas a proposito di soldi, vi sta tirando una fregatura.-

D: -ok, me ne occupo subito, grazie di averci avvisati-

P :-di niente, ora vado a parlare con il giudice-

esco dal commissariato e mi reco in tribunale. Speriamo almeno che il giudice non sia un tiranno, e che non sia in complotta con Tomas. 

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Capitolo 17
*** Nr° siebzehn ***


 

Tom

Non può essere vero, il nostro avvocato non può essere così sleale. Non ci credo. Il mio pensiero si rivolge ad un altra persona. Nene. Mi manca così tanto. E non ci vediamo da solo 10 ore. Qui è un inferno. Noi quattro siamo nella stessa cella, David ha chiesto l'autorizzazione per passare tutto il giorno con noi e il nostro ex avvocato gliel'ha firmata. Almeno non avrebbe avuto nessuno che lo controllava. Qui è un inferno. I nostri vicini di cella pensano che Bill sia gay e lui non reagisce. So che sta male, ma non riesce a reagire. Potevano metterci in una zona più appartata. Almeno ci hanno concesso di portare chitarra e basso a me e Georg a patto che usiamo le cuffie. Il processo ci hanno detto che inizierà tra tre giorni, il tempo di mettere in piedi almeno una storia che regga per quello stronzo di Tomas. Speriamo almeno che Peter abbia concluso qualcosa con il giudice non abbiamo saputo ancora niente, sicuramente ci porterà notizie do mattina.

 

Peter.

Sulle strade di Amburgo è già notte. Faccio una telefonata a Nene per avvisarla che farò un po' tardi. E' già, alla fine mi sono abituato anch'io a chiamarla così.

N: -pronto?-

P: -Nene, ciao sono io-

N: -tutto bene?-

P: -no, ho chiamato per dirti che farò un po' tardi. Ti racconterò cos'è successo a casa con calma-

N: -va bene, stai attento. Ti voglio bene-

P: -ti voglio bene anch'io sorellina a dopo-

Riattacco. Mi mancava sentirmi dire ti voglio bene da lei.

Senza accorgermi arrivo di fronte allo studio legale del giudice Lunter. È un palazzo che sicuramente risale alla metà dell'ottocento. Suono il campanello di fianco al portone ad arco.

Ad aprirmi è una signora di mezza età, con un completo gonna/giacca gessato bianco su nero e una camicia rossa. Al collo parta una collana nera che fa pandan con gli orecchini. Ecco questa è una segretaria che sa quello che fa.

Seg.: -buongiorno-

P: -buongiorno, vorrei parlare con il giudice Lunter, è possibile?-

S: -certo, la accompagno fino alla porta-

P: -grazie-

percorriamo un corridoio che ci conduce in un giardino interno, tenuto perfettamente, giriamo a destra, saliamo un ampia scala, camminiamo di nuovo un corridoio, questa volta però più stretto e con molti quadri alle pareti, ed eccoci arrivati davanti ad una porta in noce. La segretaria bussa due volte e dall'altra parte giunge la voce di un uomo di una certa età, grossa e autoritaria.

L: -avanti-

S: -buonasera, quest'uomo ha chiesto di poter parlare con lei-

L: -ok può andare- la segretaria esce lasciando che Lunter mi squadri. Mi sono reso conto di non essermi cambiato dopo essere atterrato dall'aereo, e di indossare ancora i jeans e il giubbino che mi sono cambiato sull'aereo.

P: -oh, mi scusi per il mio abbigliamento poco consono, ma sono appena tornato da un viaggio con urgenza e non ho avuto il tempo di cambiarmi-

L: -bene, mi stupisco di vedere un venticinquenne che vuole parlare con me, e sono curioso di ciò che mi vuole dire. Coraggio si sieda-

P: -allora, sono il fratello di Ne-e-Creta Schneider, nonché nipote di Tomas Schneider, so che è lei che seguirà il caso e io, grazie ai miei studi per diventare investigatore so già chi è il colpevole.

L: -come fai possiamo darci del tu?-

P: -certo-

L: -come fai ad esserne così sicuro?-

P: -perchè so cosa mio zio ha fatto 12 anni fa e cosa pensa di fare ora, perchè io c'ero, all'epoca avevo solo 11 anni, ma sono sempre stato molto più sveglio di un ragazzino della mia età-

L: -mi dica, l'accolto-

P: -allora, si ricorda l'incidente avvenuto 12 anni fa sulla nave da crociera della “Hamburg Meer”?-

L: -sì la nave da crociera appena acquistata che è affondata nel primo suo viaggio, chi se lo dimentica, e pensare che lo volevo fare anch'io quel viaggio se non fossi stato impegnato in un caso-

P: -Bhè in quel viaggio dovevamo partire, la mia famiglia e la famiglia di mio zio.....-e iniziai a raccontargli tutto quello a cui ero venuto a conoscenza durante le 24 ore appena trascorse. 

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Capitolo 18
*** Nr° achtzehn ***


 

 

P: -signor Lunter, sulla base di quello che le ho appena raccontato, le volevo chiedere si per caso potevo far parte della squadra di investigatori che indagano su questo caso-

L: -secondo me non dovrebbe agire in questo modo. Se lei entra in quella squadra non può aiutare sua sorella, deve essere per forza diparte, ma se lei assumesse un avvocato che fungerà da portavoce a suo conto, può dare una svolta al caso-

P: -ha ragione, grazie per il consiglio, ora è meglio che vada, grazie di cuore, ci vedremo in tribunale-

L: -è stato un onore per me parlare con lei, è un regazzo molto intelligente, vedrà che farà molta strada-

P: -non so cosa dirle, grazie di nuovo, arrivederci allora-

L: -non deve dire niente, arrivederci-

esco di corsa dal grande palazzo, adesso sono veramente distrutto. Dalle tante corse che ho fatto oggi non mi ero reso conto che la Germania è ancora più fredda di come la ricordavo. Salgo in macchina e corro fino a casa. Le strade sono deserte quindi ci metto poco a percorre il tragitto.

Finalmente a casa. Suono il campanello e ad aprirmi viene Nena, che quando mi vede tira un sospiro si sollievo. Dopo devo chiamare alla cameriera della mia casa a Tenerife per farmi spedire la collana. Non posso di certo vivere in una casa senza chiavi.

N: -ciao Peter, finalmente sei arrivato-

P: -ciao sorellina, stai tranquilla, adesso e quasi tutto sistemato-

N: -in che senso quasi tutto sistemato, perchè è successo qualcosa?-

P: -allora, sono andato dal avvocato dei ragazzi, e ho scoperto che teneva il piede in due scarpe. Allora sono andato da loro e gli ho avvisati, poi mi sono recato dal giudice per sapere se potevo entrare nella squadra di investigatori e mi ha suggerito di no ma di farmi affiancare da un giudice solo per essere portavoce e risolvere da solo il caso-

N: -come sarebbe che il giudice aveva il piede in due scarpe?-

P: -complottava anche con Tomas ma stai tranquilla, David l'ha già licenziato. Ma dimmi, a te come è andata la giornata?-

N: -ho fatto come mi hai detto, ho chiamato una ditta di pulizie per pulire la casa. Fortunatamente nello studio ho trovato un elenco telefonico. Era vecchio, ma l'ufficio di collocamento non ha cambiato numero, ci abbiamo messo 6 ore per pulire tutta la casa. Mi sono fata una doccia, mi sono sistemata la valigia nella camera che presumibilmente era la mia visto che le pareti erano rosa e nell'altra azzurre. Volevo andare la a fare la spesa ma non so con quali soldi avrei potuto farla.-

P: -hai ragione adesso che ci penso mi è venuta fame. Ordiniamo una pizza anche se ormai sono le 11 passate e domani andiamo a fare la spesa-

N: -quando torni dai ragazzi?-

P: -domani dopo aver fatto la spesa-

N: -posso venire con te? Voglio vedere Tom-

P: -certo sorellina, diremo che sei la mia assistente. Che pizza vuoi?-

N: -non so vedi tu. Anzi prendi quella formato famiglia-

P: -ma siamo in due-

N: -stai tranquillo che la mangiamo, non abbiamo mangiato altro che la colazione-

P: -hai ragione, tu prepara la tavola.-

N: -ok-

Dopo 30 minuti suona il campanello. Ecco le pizze. Ho una fame

 

 

 

ciauuuuuu come va gente? Un saluto a: 1 – emobilla483, Glael_87, kira key, LittleTearOfBlood_483, Nika695, tommolina_483, _EmyLee_, _FurImmerJetzt_, Phantom Rider, Jiada95, LaIlla e tutti quelli che leggono senza farsi sentire 

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Capitolo 19
*** Nr° neunzehn ***


 

Mi sono svegliato presto. Nena dorme ancora a e non mi va di svegliarla. Dai ragazzi andremo di lì a qualche ora. Sicuramente non dormivano tutto il giorno, non glielo avrebbero permetterebbero. Andai a farmi una passeggiata e mi trovai davanti alla posta senza accorgermene. O forse nel mio inconscio volevo davvero venire qui. Fatto sta che entrai e con mia immensa gioia era arrivata la chiave. Era arrivata con posta aeea e il volo doveva essere partito ancora eri sera. Me l'hanno sempre detto che ho fortuna. Mi misi la collana al collo e me ne ritornai a casa. Senza accorgermene era passata un ora. Salgo le scale per andare a svegliarla. Le avevo promesso che l'avrei portata con me.

P: -Nene, Nene.....NENE!

Ci voleva tanto per svegliarsi?

N: -che c'è?-

P: -vieni dai.....è ora di andare....preparati-

 

Vado in bagno e inizio a lavarmi, mi vesto molto semplicemente con un paio di jeans pesanti, quest'inverno è terribile, non ricordo di averne mai passato uno così. Mi metto una maglietta rosa con delle stampe e un felpone verde della converse trovato nell'armadio di mia madre. Malgrado abbia molti anni è ancora praticamente nuovo e poi non è molto diverso da quelli che fanno adesso. Ai piedi i miei Timberland e un giaccone bello grosso, anche questo trovato nell'armadio di mia mamma. Credo che lo usasse se andavamo in montagna a sciare.

Scendo da basso e trovo Peter davanti a due tazze fumanti di caffè. Proprio quello che ci vuole per svegliarmi del tutto.

N: -allora andiamo?-

P: -sì...sei impaziente di vedere Tom vero?-

N: -tu non immagini quanto-

P: -non avrei mai pensato che ti innamorassi prima di me-

N: -pensavi anche che fossi morta-

P: -non l'ho mai detto, pensavo che non ti avrei più trovata, non che eri morta. Me lo sarei sentito se fossi morta-

N: -Pit, posso chiamarti così?-

P: -mi chiamavi sempre così quando eri bambina-

N: -davvero? Ecco perchè non mi sembrava nuovo-

P: -ecco siamo arrivati-

N: -mamma mia hanno proprio paura che scappino-

P: -pensa che loro 4 sono tutti in una cella-

N: -oddio, come faranno, a casa loro hanno quasi un appartamento per ciascuno, tranne cucina e sala da pranzo che sono in comune come un soggiorno anche se ne hanno uno a testa ne hanno un quinto e la sala di registrazione-

P: -hanno praticamente una villa-

N: -da fuori sembra un normale palazzo da dopo guerra di periferia, ma dentro e enorme-

P: -wow-

camminammo in silenzio verso il centralino, che riconobbe subito Peter visto che c'era stato il giorno prima e ci scortò in una stanza grigia, completamente priva di colore. Mamma mia che mortorio sto carcere. Spero di entrarci il meno possibile. E non più finita questa storia.

D: -allora, che hai scoperto?-

P: -dopo essermene andato da qui......-e inizia a raccontargli tutta la storia, ma io non seguo nemmeno una parola di quello che dice perchè “uragano Tom sempre pronto all'azione” mi travolge alla velocità della luce in un abbraccio. Iniziando poi a baciarmi con una guardia che ci guardava da un vetro con un sopracciglio alzato. A momenti mi metto a ridere.

P: -ha il giudice mi ha avvertito che l'udienza è convocata domani alle 10-

e dopo queste parole arrivò la guardia che ci pregò di uscire.

Mi scuso per le righe ma il mio computer è down e mi scuso immensamente per il ritardo ma mi sono dovuta impegnare con la scuola per la pagella di fine trimestre...iuppi ho sotto solo due mezze materie...ciao a tutti _bacio_ _smack_ veri!!!!

 

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Capitolo 20
*** Nr° zwanzig ***


 

Vi prego non fucilatemi per il terribile ritardo....mi è successa una cosa che tutti i ragazzi tra i 14 e i 25 anni sognano di fare...togliere i denti del giudizio...e chi l'ha fatto sa che mele che fa...detto questo ringrazio:

Jiada95
LaIlla

Halle_Peppermint
Phantom Rider

emobilla483
Glael_87
kira key
LittleTearOfBlood_483
Nika695
tommolina_483
_EmyLee_
_FurImmerJetzt_

 

 

Sono in bagno che mi preparo per andare in tribunale. Mio fratello è sparito sta mattina presto e dovrebbe essere qui a minuti. Sarà andato a parlare con il uovo avvocato. Ecco il campanello. Scendo velocemente le scale e apro la porta. Il viaggio da casa al tribunale non è molto lungo, solo una quindicina di minuti. Entriamo e ci sediamo nel banco di destra rispetto il Giudice. C'erano già parecchie persone in aula e continuavano ad aumentare. Arrivarono anche: il nuovo avvocato, era alto, magro e con vestiti abbastanza antiquati, Quando parlava tremava, e credo che mio fratello gli incuta terrore; assieme ad altre tre persone che si sedettero dalla parte opposta, non capii però chi era mio zio, visto che non lo avevo mai visto. Da fuori si sentivano delle urla isteriche, le fan che pensavano di avere la possibilità di vedere i loro idoli, non sapevano però che in realtà loro erano lì, già da 10 ore. Arrivarono anche i ragazzi che si sedettero accanto a me. Per ultimo arrivò il giudice.

GL: -buon giorno, siamo davanti al caso Schneider. Tomas Schneider, zio della ragazza scomparsa tempo fa dall'orfanotrofio dove viveva dalla morte dei genitori, è venuto a conoscenza che si trovava a Tenerife in compagnia del chitarrista dei Tokio Hotel. Diamo la parola all'accusa-

AA: -vostro onore, il mio cliente, dopo aver saputo della sparizione della nipote ha mandato delle forze dell'ordine in ogni quartiere della città, un poliziotto, nella periferia è venuto a contatto con il signor Tom Kaulitz, lo invito quindi a testimoniare-

GL: -ok-

AA: -il poliziotto in questione è il maresciallo Müller-

In sala entra il poliziotto che aveva parlato con Tom mentre io ero nello stanzino sul retro e si va a sedere alla sinistra del giudice

GL: -giura di dire la verità, solo la verità, nient'altro che la verità?-

M: -lo giuro-

AA: -Lei, un paio di sere dopo la scomparsa della ragazza, si è recato al Caffee Greisberg e ha incontrato il signor Kaulitz-

M: -all'inizio non l'ho visto poi è sbucato fuori e gli ho chiesto se avesse visto la ragazza che stavamo cercando-

AA: -e lui cosa le ha risposto?-

M: -che la avevano vista alla stazione che prendeva un treno per l'Italia-

AA: -spedendovi così fuori traccia-

M: -esatto-

AA: -vostro onore, quel ragazzo ha manomesso il lavoro di operatori della giustizia-

AD: -obiezione vostro onore-

GL: -accolta, ha qualcos'altro da aggiungere?-

AA: -no, vostro onore-

GL: -passiamo la parola ora alla difesa-

AD: -vostro onore, io passo la parola al mio assistente, il dottor Schneider-

GL: -ok-

P: -grazie vostro onore. La sera che il poliziotto è entrato in contatto con Kaulitz, la ragazza era presente, lei era già scappata dall'orfanotrofio e lui, vedendo che aveva paura di ritornare dove era prima l'ha aiutata, portandola poi a Tenerife, dove il chitarrista e il fratello possiedono una villa che non hanno quasi mai utilizzato-

AA: -ci sono testimoni che confermano il fatto?-

P: -sono loro stessi-

AA: -potrebbero aver inventato una storia da raccontare-

P: -alla nipote del suo cliente crede?

AA: -e se fosse in combutta anche lei?-

P: -mi sembra molto preoccupato...ha paura di qualcosa?-

AA: -no. Di niente-

P: -bene allora sorellina vai a testimoniare?-

T: -sorellina?-

P: -ciao zio, è bello rivederti dopo 12 anni-

T: -tu cosa ci fai ancora vivo? Eri morto con i tuoi-

P: -nessuno ha mai detto che sono morto, solo che ero disperso-

GL: -sono contento che vi siate ritrovati, ma sarebbe meglio continuare l'udienza-

P: -ci scusi. Allora Nene, lei è sparita dall'orfanotrofio un mercoledì sera, e quando ha conosciuto i ragazzi?-

N: -sì io sono scappata un mercoledì e quella notte l'ho passata in un vicolo. Il giorno dopo mi sono recata in un'università, dove ho trovato l'annuncio di un appartamento abbastanza economico e che me lo potevo permettere con i pochi soldi che avevo. Quella stessa sera sono uscita per recarmi da un giornalaio, per vedere se sul giornale ci fossero degli annunci di lavori nelle zone. Quando stavo per entrare in casa mi sono trovata dall'altro lato della strada loro quattro che fumavano. Avevo paura perchè erano imbacuccati come dei criminali, l'unica cosa che si vedeva erano gli occhi-

P: -bene signori, come avete sentito dalla sua dichiarazione, lei è scappata volontariamente dal posto dove stava-

AA: -fatto sta che Kaulitz l'ha portata in un altro paese, era una minorenne ricercata e senza documenti. Si sono imbarcati però, questo significa che si sono falsificati i documenti-

GL: -questo è un nuovo argomento di discussione-

T: -anch'io ho qualcosa da dire. La stessa mattina in cui noi siamo partiti, David, il nostro manager, è andato a fare richiesta dell'adozione, dichiarando di conoscere la postazione di dove si trovasse e dichiarando che la ragazza non sarebbe mai tornata in quel posto. La proposta venne messa in attesa e il giorno della risposta, ecco che scatta la denuncia a nostro carico, è naturale che ci fosse un qualche altro motivo per cui non volesse che la nipote venisse adottata-

P: -oh, grazie Tom per avermi introdotto il discorso-

T: -prego Peter-

AA:-obiezione vostro onore-

GL: -respinta. Sono curioso di sapere che cosa ha da dire il nostro ragazzo-

P: -ritorniamo in dietro nel tempo di 12 anni. L'anno del terribile incidente della nuova nave da crociere di mio zio. Quel giorno dovevamo partire per l'inaugurazione della nuova nave.

Il giorno prima della partenza però lui e la sua famiglia dichiarò di non poter partire......-

e racconta tutta la storia che voi già sapete.

GL: -grazie, ho raccolto i miei dati e domani ci troveremo alla stessa ora per sapere il verdetto- e battendo il martello -l'udienza è tolta- 

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Capitolo 21
*** Nr° einundzwanzig ***


 ciauuu ragazze,  mentre scrivevo questo capitolo avevo pensato di concluderla con il capitolo precedente e che questo fosse il primo capitolo del sequel, ma poi ho pensato che non potevo farla iniziare così, e ecco allora che la storia continua....
Lasciatemi una recensione per sapere cosa ne pensate, ricevo sempre i commenti delle stesse persone, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano anche gli altri....
Buona lettura

È passato un po' di tempo dal giorno dell'udienza e i ragazzi erano stati rilasciati. Durante quel periodo, i ragazzi rilasciarono un sacco di interviste per spiegare il malinteso. Mio fratello era tornato parecchie volte in tribunale per la storia di mio zio, come unico testimone. Alla fine Tomas era stato condannato all'ergastolo per pluriomicidio. Avevo computo 18 anni e adesso metà delle entrate degli affitti entravano nel mio conto corrente. I ragazzi dopo aver saputo che a casa mia c'era uno studio di registrazione si erano trasferiti e adesso vivevamo tutti assieme come una grande famiglia, quella che non avevo mai avuto. Ero stata presentata come la nuova fidanzata stabile di Tom, scoprendo così che era conosciuto da tutti come il “sexgott”. Il playboy del gruppo. Questa sera, per farsi perdonare la sfuriata che gli avevo fatto quando ero venuta a conoscenza una volta lontani dalle telecamere, mi aveva fatto trovare un vestito da sera con accanto un biglietto

ti aspetto per le 8

baci Tom”

iniziai subito a prepararmi e alle 8 meno 5 ero pronta. Mi precipitai di sotto appena sentii il clacson della sua, anzi di Bill, auto. Portava lo smoking. Appena lo vidi mi misi a ridere. Non lo avevo mai visto vestito così in 5 mesi che lo conoscevo. Mi portò in un locale poco fuori Amburgo. Era tutto arredato in bianco e lì si tenevano le più importanti cene di gala. Questo spiega il suo abbigliamento. Sul tetto c'era una terrazza e finita la cena salimmo per osservare le stelle. Verso l'una decidemmo di tornate a casa. Adesso siamo nella Q7 che raggiungiamo casa quando la vedo. Porta una minigonna e un top. Si vede che è mal nutrita e sta morendo di freddo. Non posso credere che lo stia facendo

N: -rallenta-

T: -cosa vuoi fare?-

N: -la vedi quella ragazza-

T: -quale? Qui è pieno di ragazze. Ma perchè mi hai fatto fermare in un posto del genere? Non vorrai mica mettermi alla prova...-non lo lasciai finire

N: -quella. E no non voglio fare niente di tutto ciò-

T: -allora cosa vuoi fare?-

N: -era la mia unica amica nell'orfanotrofio, quella che mi ha insegnato a suonare la chitarra. Potresti usare la tua fama e portarla qui?-

T: -va bene-

scende dalla macchina e le se avvicina. Vedo che parlano un po' e poi si allontana

 

Tom.

Mi avvicino alla ragazza che mi aveva indicato Nene

T: -hey tu-

J: -io?-

T: -sì tu. Come ti chiami?-

J: -Jessica, ma mi chiamano tutti Jess-

T: -quanto vuoi per due notti?-

J: -devi parlare con quel signore laggiù-

T: -ok grazie-

ecco perchè era qui. Era costretta. Mi diressi verso il tizio. È sicuramente straniero

T: -scusa, quanto vuoi per la biondina, due notti. Viaggio molto e vorrei avere un po' di compagnia queste due notti ad Amburgo-

Ti: -non sei il chittarrista di quella band, mi sfugge il nome-

T: -sì sono io, te l'ho detto, viaggio molto-

Ti: -ma non sei fidanzato?-

T: -non intrometterti nella mia vita privata, allora quanto vuoi?-

Ti: -50 a ora. Per due giorni fanno 2400-

T: -tieni 2e 5 se andassi fuori tempo...non si sa mai-

Ti: -grazie-

T: -ah..io non sono mai stato qui-

Ti: -certamente-

ritorno verso Jess.

T: -hey Jess, monta in macchina-

J: -dove stiamo andando?-

T: -di sicuro via da qui-

era impaurita, continuava a tremare,ma non credo che sia solo per il freddo. Mi tolsi la giacca e gliela posai sulle spalle, non tremò più così tanto, ma negli occhi si vedeva ancora la paura.

T: -bene sistemati qui dietro, e comunque non voglio fare niente con te, solo portarti via da qui-

J: -perchè?-

T: -lo capirai subito-

apro la mia macchina e mi siedo al posto di guida

N: -grazie Tom!-

T: -di niente piccola-

N: -ciao Jess!-

J: -Nena?!-

N: -in carne ed ossa-

J: -pensavo che non ti avrei più rivista-

N: -anch'io lo pensavo. Ma mi vuoi dire dove cavolo ti sei cacciata?-

J: -ti ricordi, tre anni fa, poco prima del mio compleanno, cioè poco prima che mi cacciassero?-

N: -quando quella famigli ti adottò?-

J: -sì, bhè non erano proprio una famiglia, erano un trafficante di ragazze e la sua governante, e puoi intuire cos'è successo dopo. Sono stata fortunata però che non mi hanno bucato. Spesso succede. Se le ragazze sono ribelli.

N: -o mio dio-

e dopo questo arrivammo a casa in silenzio. 

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Capitolo 22
*** Nr° zweiundzwanzig ***


 

Ad aspettarci sul divano ci sono tutti, intenti a guardare un miserabile film strappalacrime di serie b. la scena che ci si presenta davanti è veramente da far morire dalle risate. Bill, con gli occhi puntati sullo schermo, un fazzoletto in mano e le lacrime agli occhi; mio fratello con una faccia che non si capisce, Gustav addormentato con la testa sulla spalla di Georg e Georg con la stessa espressione di mio fratello. Si dovrebbe fare una foto e incorniciarla.

T: -siamo a casa-

P: -finalmente-

T: -cosa state guardando?-

B: -un film bellissimo-dice pioangendo e beccandosi una cuscinata dagli altri due svegli

N: -ma andare a dormire o guardare un altro film?-

Ge: -sì come se suo fratello ci avesse lasciato, ci ha praticamente inchiodati sul divano-

T: -non ti smentisci mai vero fratellino?-

B: -u.u-

N: -ahhh ragazzi dobbiamo presentarvi una persona, lei è Jessica, ma per gli amici Jess-

J: -ciao a tutti-

P: -ciao, io sono Peter, il fratello di Nene, loro sono Georg, gusta, e Bill, loro li conoscerai di sicuro-

J: -veramente no-

T: -ecco perchè non mi è saltata addosso appena mi ha visto-

J: -non sto capendo niente, dovrei conoscerli?-

N: -loro sono i Tokio Hotel, non li conoscevo nemmeno io prima di averli incontrati-

J: -ohh sì, li ho sentiti nominare ancore, ma non ho mai ascoltato una vostra canzone ne tanto meno visto le vostre facce-

B: -ha questo non c'è problema, le sentirai molto presto-

N: -bene ragazzi, che ne diciamo di andare a dormire?-

P: -c'è un piccolo problema, in quale stanza la mettiamo?-

N: -semplice, Tom dorme con suo fratello e io dormo con lei-

B: -sìì come quando eravamo piccoli-

T: -amore, perchè mi mandi con questo pazzo da manicomio-

N: -ohh dai non sarà mica così terribile-

B: -Tomi, ti muovi!!-

N: -o forse sì...-

P: -allora, andiamo a dormire?-

Tutti: -sì-

Saliamo al piano di sopra, avevamo fatto un po' di modifiche, e avevamo scoperto che c'era una porta che portava a un terzo piano usato all'epoca come mansarda. Lì ci avevamo formato due stanze da letto, quelle per i due G, volendo però con qualche lavoro ci avremmo messo una nuova camera per Jess. Sono talmente stanca che mi addormento subito.

Non so quanto ho dormito, so solo che a svegliarmi è il profumo della mattina, sì perchè siamo entrati in primavera e dalle finestre inizia a entrare il profumo dei fiori del giardino appena sbocciati. Mi stropiccio gli occhi e mi giro per vedere se Jess dorme ancora. Infatti è così. Sicuramente dopo il periodo che ha appena passato questo deve essere un sogno che si realizza. Ad un certo punto si sente un urlo, credo che venga dalla camera di Bill. Mi alzo e vado a vedere.

 

Tom.

Oddio che dormita, solo mio fratello può dormire su un letto così duro. Ho la schiena a pezzi. Mi dirigo verso il bagno, mi serve una doccia ghiacciata per togliere i residui di questa notte d'inferno. Apro la porta e

B: -aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh-

T: -che cazzo ti urli-

B: -tu bussare mai vero?-

T: -non sapevo che fossi in bagno-

B: -ma ti sembra il modo di andare in giro, sei nudo-

T: -perchè adesso se voglio farmi una doccia devo pure vestirmi? Cos'è una novità del 2011, perchè non ne ho ancora sentito nominare?-

B: -sei un caso senza speranze-

N: -che cos'è successo?-

non mi ero accorto che era entrata lei in bagno

T: -il mio deficiente fratellino ha iniziato a urlare perchè sono entrato in bagno-

B: -ma guarda come è entrato-

N: -non dirmi che non hai mai visto tuo fratello coma vostra madre vi ha fatto-

T: -amore, dovresti sapere che ha complessi di inferiorità, perciò vedere il fratello più figo e meglio equipaggiato lo fa stare male-

N: -ma va dai-

e se ne va dopo avermi dato una pacca sulla spalla, seguita da Bill con ancora la faccia traumatizzata, poverino, adesso gli si blocca la crescita e mi infilo in doccia.

 


 

ciao a tutte.....recensite per favore....

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Capitolo 23
*** Nr° dreiundzwanzig ***


 

Nene.

Sono beatamente spaparanzata sul divano addosso a Tom che a sua volta è sopra Bill, ancora traumatizzato dalla visione avvenuta poche ore prima, quando suona il campanello.

T: -amore, vai tu?-

N: -uffa...e va bene- chi resiste agli occhi alla Kaulitz

mi avvio molto, ma molto svogliatamente ad aprire la porta, e mi trovo davanti l'ultima persona che credo i ragazzi vorrebbero vedere. David.

N: -ciao, David, ma che piacere vederti, come mai da queste parti?-

D: -oh, niente di che, solo che in questa casa abitano quattro ragazzi che non stanno facendo un emerito tubo da quasi due settimane-

N: -vieni entra-

Lo precedo fino in soggiorno, e mi giro per vedere la sua faccia nel trovarsi davanti metà della band in quello stato.

D: -e gli altri dove sono?-

N: -nel letto-

D: -ah-

N: -vuoi un caffè?-

D: -credo servirebbe più a loro-

N: -non ti preoccupare, ne hanno già bevuti tre oggi, ma credo che la caffeina non li faccia nessun effetto-

D: -del resto a chi è abituato a berne circa 20, 3 non sono niente-

N: -vado a svegliare gli altri, mentre tu resusciti questi due-

D: -perchè io quelli più difficili-

N: -sono una donna-

D: -sempre la solita scusa, voi non sapete dire altro-

Dopo circa trenta minuti abbondanti, anzi più verso i quaranta, eccoli in piedi con David che li fa la morale per la loro mancanza di responsabilità verso il lavoro che avrebbero dovuto svolgere. Non ho voglia di sentirmi la paternale per qualcosa che non ho fatto, così mi dirigo verso la cucina dove ci sono Peter e Jess che parlano animatamente. Sono contenta che vadano d'accordo.

N: -we ragazzi-

P: -ciao sorellina-

J: -ciao Nene-

P: -cosa sono queste grida?-

N: -niente...solo David che sgrida i ragazzi-

P: -e cos'hanno combinato di così tragico?-

N: -niente-

J: -niente?? allora perchè li sgrida?-

N: -è proprio questo il fatto, non hanno fatto niente invece di lavorare-

J: -aahh...-

P: -vado a calmare le acque-

Aspetto che esca dalla cucina e poi mi rivolgo a Jess

N: -Jess, abbiamo un problema, Tom ha già avuto un piccolo problema con il tribunale poco tempo fa, e non vorrei che lo avesse per colpa di quell'uomo che ti tratteneva..-

J: -ti capisco vuoi che me ne vada in modo da non avere problemi...-

N: -ma che cosa stai dicendo, volevo dire che dobbiamo trovare un modo per mettere dietro le sbarre quell'uomo prima che lui scopra che lo abbiamo ingannato-

J: -non vuoi che me ne vada allora...-

N: -ma nemmeno per sogno-

Esco con la testa dalla cucina per vedere se David si è un po' calmato, per mia fortuna sì

N: -David, non ti dispiace se ti rubo Tom per un po' vero? Tu intanto lavora con Bill-

D: -.....-

N: -è veramente una cosa urgente, ci restano solo poco più di 24 ore-

D: -non voglio sapere cosa ci sia di così urgente, perchè so che è qualcosa di grave, perciò ve bene-

N: -grazie, Tom muoviti-

T: -arrivo, arrivo, cosa ci sarà di così urgente-

chiudo la porta una volta che è entrato

N: -dobbiamo pensare cosa fare, domani devi riportarla sulla strada-

T: -è vero...cosa facciamo-

N: -è quello che ti ho chiesto io-

T: -ho un idea, chiediamo a tuo fratello, è lui quello dalla mente geniale-

N: -hai ragione,.......PETER!!!!-

P: -cosa c'è- è arrivato di corsa

N: -siediti, dobbiamo parlare-

P: -vi giuro che non sono stato io, qualunque cosa sia successa non sono stato io-

N: -taci un attimo, Jess ti ha raccontato dove l'abbiamo trovata?-

P: -sì, me l'ha raccontato prima perchè?-

N: -quindi ti ha raccontato dell'uomo che la tiene in ostaggio-

P: -no, sei arrivata tu-

N: -ecco, Tom ha pagato quest'uomo per due giorni il tempo di trovare un modo perchè lei non torni più lì, ma il fatto è che non sappiamo cosa fare, e non vogliamo che succeda la stessa cosa che è successa con me-

P: -ok, ok,.....ho trovato, allora, domani, Tom tu riporterai Jess dove l'hai trovata, e poi non te ne andrai, ma ti allontanerai solamente, sparisci dalla sua visuale ma resti abbastanza vicino da poter tornare indietro. A quel punto, faremo entrare in azione un poliziotto in borghese che chiederà al tizio quanto vuole per lei. A quel punto tizio, dirà la somma che vuole e il poliziotto lo arresta-

T: -l'ho sempre detto che sei un genio-

N: -del resto è mio fratello-

T: -bhè tu non l'hai ereditata l'intelligenza

N: -ma guarda un po' chi parla...allora Peter, vai avverti la polizia-

T: -io torno e in sala registrazione, non vorrei che Davi soffrisse troppo la mia mancanza-

N: -ciao amore-

J: -grazie Nena, grazie di cuore per tutto quello che stai facendo per me-

N: -non dirlo nemmeno per scherzo. Se tra amici non ci si aiuta con chi lo si fa, e poi adesso fai parte anche te di questa banda di fratelli, perchè è questo che siamo, tutti fratelli.

 

 

E con questo un caloroso saluto a:

Jiada95
LaIlla

Halle_Peppermint
Phantom Rider
Dan
emobilla483
Glael_87
kira key
LittleTearOfBlood_483
Nika695
tommolina_483
_EmyLee_
_FurImmerJetzt_
_MINA_

e a tutti quelli che seguono senza recensire o inserire la storia nelle varie categorie 

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Capitolo 24
*** vierundzwanzig ***


scusatemi per il terribile ritardo ma tra scuola prima, e influenza dopo, non sono riuscita a postare prima.....spero che vi piaccia questo mio nuovo sfornato.....lo so è molto ricco di dialoghi e non di riflessioni, ma non sapevo come altro farlo....
ringrazio inoltre tutti quelli che recensiscono, e che hanno messo la storia tra le seguite-ricordate-preferite.

Buona Lettura




 

Peter.

Ed ecco che mia sorella è di nuovo nei guai. Credo che sia una malattia. Non posso stare tranquillo per un po' che subito devo trovare qualche piano efficace per risanare i guai che combina. Non guai inteso come malfatti, ma ci troviamo sempre a che fare con la polizia.

Bene, adesso risolviamo questo, allora, chiamiamo la polizia.

P: -buon giorno, sto cercando il maresciallo-

Pol.: -glielo passo subito-

P: -grazie- ed ecco che parte la fastidiosa suoneria della segreteria telefonica, che per fortuna dura poco

M: -Buon giorno, con chi parlo?-

P: -salve, sono Peter Schneider, si ricorda il caso della mia famiglia?-

M: -si, ricordo bene, ha molte potenzialità ragazzo, se lo lasci dire-

P: -o grazie, l'ho chiamata perchè ho scoperto un caso che le potrebbe sembrare interessante-

M: -mi dica-

P: -non è che per caso potrebbe recarsi da noi-

M: -sì, nessun problema, arriviamo subito-

P: -grazie e a fra poco allora-

M: -a fra poco-

riaggancio e mi dirigo verso la cucina dove ci sono Jess, Nene e Bill che parlano animatamente con una tazza di cioccolata in mano.

N: -oh ciao Peter, se vuoi della cioccolata è nella caraffa-

P: -grazie, molto volentieri-

N: -hai chiamato la polizia-

B: -ancora la polizia? Ma non è possibile-

N: -Bill caro, come pensavi che avremmo risolto il suo problema altrimenti?-

B: -ohh giusto, non ci avevo pensato-

P: -bhè, non ho accennato niente, ho solo detto al maresciallo di venire qui, e gli ho fatto una buona impressione in tribunale, perciò non ci dovrebbero essere problemi-

N: -o bene- nemmeno il tempo di dirlo che ecco il campanello che suona-

P: -Nene, vieni-

N: -ok- e una volta fuori dalla porta -perchè, non potevi andare da solo-

P: -per lasciali da soli-

N: -ma perchè?-

P: -ma perchè devo sempre spiegarvi tutto? Non hai notato come si guardano? È ovvio che si piacciano-

N: -dici?-

P: -sicuro, e ci metteranno meno di te è Tom per mettersi insieme, adesso apri la porta-

N: -ok,ma poi continuiamo questo discorso-

P: -ok-

N: -buon giorno maresciallo, come sta? Scusi l'attesa, pensavo che qualcuno dei ragazzi avesse aperto-

M: -ho non s preoccupi, c'è tuo fratello?-

N: -sì, vieni entra, Peter è arrivato il maresciallo-

P: -fallo venire in cucina-

N: -ok....seguimi-

M: -avete una belle casa-

N: -oh grazie- nel frattempo siamo arrivati

P: -venga maresciallo, si accomodi-

M: -bene Peter, raccontami il motivo per cui mi hai chiamato-

P: -allora ieri sera, mia sorella e Tom, si sono recati in un locale poco fuori città, e nel tornare indietro, Nene ha riconosciuto in questa ragazza, la sua compagna di orfanotrofio che batteva sulla strada, ha chiesto a Tom se poteva fare a finta di affittarla e di portarla qui a casa. Oggi, parlando con lei sono venuto a conoscenza del fatto che non era lì di sua spontanea volontà, ma perchè un signore le costringeva a fare quello che fanno, questo significa che ci sono dei complici e che lei non è l'unica-

M: -noi avevamo tenuto d'occhio quella strada, ma non abbiamo trovato nessuno, grazie per averci avvisati-

P: -io avrei pensato anche come si potrebbe fare a prenderlo-

M: -avevo immaginate visto come hai girato il caso in tribunale-

P: -allora......Tom questa sera porterà la ragazza, e lei si rimetterà sulla strada, Tom si allontana dalla visuale, ma abbastanza vicino da poter tornare indietro velocemente per riprenderla. A quel punto arriverà uno dei vostri uomini in borghese, e chiederà di lei, a quel punto, quando chiederà la cifra, gli darà i soldi in mano, lo arresterà....cosa ne dici-

M: -mi sembra un ottimo piano, allora, ci troviamo poco prima del luogo alle 22.30, puntuali-

P: -certo, non si preoccupi, ci saremo.....-

M: -arrivederci-

P: -arrivederci-

N: -e adesso non ci serve che aspettare sta sera, e intanto che ne dite se andiamo in sala registrazione a sentire cosa combinano i ragazzi?-

B: -sìììììì-

N: -tu devi cantare....ricorda che lei non ha mai sentito le vostre canzoni-

B: -ok andiamo- 

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Capitolo 25
*** Nr° fünfundzwanzig ***


Nene.

Ecco che si fa l'ora di cominciare il piano. Ho pregato che Tom mi portasse con lui, all'inizio era un po' scettico, non voleva espormi se ci fossero dei casini, preferiva sapermi a casa davanti alla TV o con un libro in mano. Non ci è voluto chissà che cosa per convincerlo, l'ho preso per il suo punto debole. Adesso io Tom e Jess siamo seduti sulla sua Cadillac, io dietro in modo che non mi si veda. Il viaggio in totale silenzio, c'è tensione, si riesce a percepire. Arriviamo nello stesso posto di due sere fa. Non si vede nessuno, allora aspettiamo non molto che dalla parte opposta arriva una Mercedes d'epoca. Io mi chiedo perchè tutti quelli che fanno questo mestiere hanno la stessa auto? Mah..i misteri della vita. Tom scende e da bravo Gentil man apre la portiera a Jess. Io mi nascondo tra i sedili in modo che non mi vedano. Abbasso un po' il finestrino per sentire cosa dicono visto che li signore si è avvicinato alla macchina.

T: -ecco, come d'accordo gliel'ho portata, e lei ovviamente non ha fatto parola con nessuno di quello che è successo l'altro ieri, perchè è consapevole che mi trovo nella posizione per farla arrestare dicendo alla polizia quello che fa con queste ragazze-

Ti: -certamente, non deve dubitare, la tua privacy è al sicuro-

T: -Tom, bene, allora ci si vede-

Ti: -arrivederci-

Vedo il signore allontanarsi dalla macchina, per permettere a Tom di salire e di partire. Una cosa intelligente il mio ragazzo, l'ha fatta, ha preso una macchina con i vetri oscurati, in questo modo non c'è pericolo che mi abbia visto. Sale in macchina con molta lentezza, di solito è sbrigativo, ma sicuramente vuole passare per uno molto calmo e fermo, e non di uno agitato, visto il modo e il tono che ha usato per parlare, lo avrebbe sicuramente considerato pazzo e non avrebbe accolto le sue minacce come vere.

N: -tutto ok? Hai una faccia-

T: -non sono sicuro che quello abbia tenuto la bocca chiusa-

N: -su questo non sono sicura nemmeno io, ma hai parlato in modo deciso e ha percepito sicuramente che non scherzavi, e poi non abbiamo visto alcun paparazzo in giro, e men che meno dei giornalisti, quindi possiamo stare tranquilli-

T: -tu si che sai rendermi più rilassato- sussurra baciandomi la punta del naso -che ne dici, qui andrà bene per fermarci?-

N: -sì, abbiamo fatto una curva abbastanza spigolosa e non si vede nessuno dietro-

T: -bene, chiama Peter-

N: -ok- compongo il numero

tu.....tu.....tu.....tu....

P: -pronto?-

N: -ciao, Pit, sono io, non abbiamo fatto, tocca a voi

P: -ok-

T: -però, sembravi una agente segreto di film-

N: -modestamente-

T: -è terribilmente sexy-

N: -che cosa vorresti fare?-

T: -io proporrei di andare sui sedili posteriori e fare qualcosa che non facciamo da un po di tempo, visto che gli ultimi due giorni ero in giro per lavoro e invece di esserci tu sotto di me c'era una delle tante che si aggiungono alla lista del fast sex-

N: -poverino, due giorni ed è in crisi d'astinenza....io proporrei di portarti in una clinica di disintossicazione per tossici.

T: -io non sono drogato, è un bisogno fisico primario-

N: -o certo, poverino, “l'uomo sempre in calore” incompreso-

T: -non è vero che sono sempre in calore-

N: -no, hai ragione, quando suoni te la fai pure con la chitarra-

T: -sul serio?-

N: -seriamente Tom, tu hai qualche problema Tom-

T: -ma va che scherzo, è la tattica che uso per far morire tutte le fan in modo che non si accorgano quando Bill stecca, e in cinque anni ha funzionato-

N: -certo che sei uno scemo-

e le parole per adesso non servono più, le nostre lingue che si cercano e i petti che si toccano in uno stretto abbraccio valgono più delle parole. Ecco cosa cercavo da dodici anni, questo. Il calore famigliare, il buco all'altezza dello stomaco, ghiacciato come l'inverno di Amburgo, adesso ardeva, come un falò sulla spiaggia, al tramonto assieme agli amici. Ho ritrovato il fratello che non sapevo di avere. Ho ricostruito il mio passato che non credevo esistesse. E i miei vecchi amici, sia quelli che avevo prima dell'incidente, che quelli dopo, sono diventati la mia famiglia. Niente potrebbe rovinare questo momento. Anzi una cosa c'è, mio fratello che batte insistentemente sul finestrino della macchina.

N: -Tom, è arrivato mio fratello-

T: -di già?-

N: -a quanto pare- scendo dalla macchina con un salto-

P: -che stavate combinando porcellini?-

N: -niente, allora com'è andata?-

P: -tutto alla grande, Jess, è stata portata in tribunale per alcune domande, assieme ad altre ragazze, e Il Tizio, è dentro, che ne dite andiamo a casa?-

T: -per me va bene. E per festeggiare ci ubriachiamo fino a star male-

P: -per me va bene, però non reggo molto, non l'ho mai fatto-

T: -c'è sempre una prima volta-

N: -andiamo-

T&P: -sì andiamo-

Arrivati a casa ad accoglierci furono Georg, Gustav, Bill, e David, in ansia di sapere come era andata. Ma io li superai dopo aver sussurrato un ciao appena percettibile, e andare al piano di sopra per un contatto di vomito. E dopo sdraiata addormentata sul letto, non sapevo cosa avessero combinato gli altri.

 

 

Salve a tutte ragazze ecco arrivate all'ultimo capitolo, ma la storia non è finita qui. Infatti ci sarà un sequel.

 

Scusatemi infinitamente per il terribile ritardo ma per una serie di problemi che non vi sto ad elencare non sono riuscita a fare altrimenti.

 

E un saluto particolare a chi recensisce e aggiunge la storia alle varie categorie

Jiada95
LaIlla

Halle_Peppermint
Phantom Rider

Dan
emobilla483
Glael_87
kira key
LittleTearOfBlood_483
Nika695
tommolina_483
_EmyLee_
_MINA_

 

UN BACIONE VERI!!!!

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