Behind the Scenes

di esmeralda92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***



chapter one

Era tutto il giorno che quel disgraziato di Merlin non si faceva vedere. Sembrava scomparso. Era in quella città da neanche un giorno e già si era cacciato nei guai. Poteva giurarci che era andata così. Non doveva essere andata altrimenti. Non c'era alternativa. Il vecchio cerusico si aggirò per i corridoi finché non incontrò Ginevra.

“Oh salve Ginevra.”
“Buongiorno Gaius. È stata una buona mattinata?”
“Oh sì grazie. Siete sempre molto gentile.” disse Gaius sorridendo. “Non è che per caso avete incontrato un ragazzo alto, moro, occhi azzurri, un po' spaesato girare per Camelot?” la fanciulla ci pensò un attimo.

“Beh effettivamente un ragazzo che corrisponde alla descrizione l'ho visto. Era al campo di allenamento molto probabilmente per caso e si è imbattuto in Arthur. L'ha fronteggiato. A mio avviso ha fatto solo bene. Arthur è solo uno sbruffone e quel ragazzo gli ha dato una bella lezione.” rispose lei annuendo come per confermare ciò che aveva appena detto.

“E ora dove si trova.”
“Il principe lo ha fatto rinchiudere in cella per aver osato...”

“Ho capito. Grazie mille Ginevra.”

“Oh di niente Gaius. Quando posso essere utile..” fece per poi accennare a un inchino e allontanarsi.

Gaius si allontanò nella direzione opposta. Ecco! Eh ma come poteva essere diversamente? Come aveva predetto si era cacciato nei guai. Proprio lui che con i poteri che si ritrovava doveva essere il più cauto e attento a passare inosservato. Per tutti gli dei cosa gli era passato in testa?! Mettersi in mostra e proprio con Arthur Pendragon, il principe ed erede al trono! Arthur era l'essere più arrogante e presuntuoso del regno di Camelot e di tutti i regni vicini. Non c'era da meravigliarsi che l'avesse mandato in prigione per una sciocchezza, magari.

Con questi pensieri il cerusico si recò dal re. Che fortunatamente per il medico di corte aveva appena terminato una riunione organizzativa per l'arrivo di Lady Helen e per i festeggiamenti legati alla celebrazione del ventennio di lotta contro la magia.

“Sire, posso rubarvi qualche minuto?”

“Oh Gaius! Certo. Qualcosa non va?”

“No sire, io sto benissimo. Ieri è arrivato a Camelot il figlio di una mia cara amica e ho saputo che ha trascorso la notte in prigione. Volevo sapere il motivo.”

“Io non ne so niente, Gaius.”

“È stato Arthur infatti a mandarlo nelle carceri.” Uther sospirò e chiamò una guardia. “Dite a mio figlio di raggiungermi immediatamente.”

“Sì sire.” disse questi allontanandosi.

“Principe Arthur, vostro padre vuole vedervi nella sala del trono.” riferì la diligente guardia una volta che fu entrato nelle stanze del nobile asino arrogante.

“Arrivo subito. Va pure.” fece il principe dirigendosi verso la sala del trono.

“Mi hai fatto chiamare, padre?”

“Sì. Esigo delle spiegazioni.”
“Per cosa?”

“Ieri hai fatto arrestare un ragazzo che è ospite dal nostro medico di corte.” Arthur rifletté un attimo poi scoppiò a ridere.

“Merlin?!”

“Non so se sia questo il suo nome, ma..”

“Sì, è Merlin.” confermò Gaius.

“Che cosa ci trovi di tanto divertente?”
“Niente, padre. Ti chiedo perdono.”

“Posso allora sapere perché l'hai fatto imprigionare? Ha per caso fatto uso di magia? È uno stregone?” chiese leggermente alterato.

“No. Non è uno stregone. È un totale idiota. Ieri ha osato frapporsi tra me e il mio servitore. Mi ha mancato di rispetto e l'ho punito come si meritava.” sostenne il giovane Pendragon una volta che si fu fatto serio.

“Sul fatto che sia un idiota concordo pienamente, principe Arthur, ma vi assicuro che se vi ha risposto in tal maniera era solo perché, immagino, ignorasse totalmente il vostro rango. Se avesse saputo chi voi foste, sono certo che non avrebbe mai osato sfidarvi. Merlin è un bravo ragazzo.” concluse Gaius. Arthur sorrise quando sentì il vecchio medico affermare che quel ragazzo impertinente fosse .

“ Arthur, per quanto io sia d'accordo con te sul fatto che nessuno debba osare sfidare un proprio superiore, questa volta mi vedo d'accordo con Gaius. Probabilmente egli non ne era a conoscenza del tuo rango.”
“Di sicuro. Se vi mancherà ancora di rispetto, Sire, potrete farne ciò che volete e non mi opporrò.” fece Gaius in modo da cercare di convincere il giovane rampollo a cedere.

“Arthur” fece Uther. Il giovane biondo rifletté qualche istante. Poi gli comparve un ghigno malefico.

“D'accordo, ma a una condizione. Deve essere messo alla gogna.” Gaius annuì.

“E sia, sire. Glielo riferirò.”

“D'accordo, Arthur.” fece il re.

Il principe sorridendo si allontanò dai due tornando in camera. Con un sorriso trionfante.

Poche ore dopo il principe si affacciò alla finestra e guardò fuori. In cortile. Quell'idiota di Merlin era alla gogna come si meritava. Forse, effettivamente la prigione era stata una punizione troppo dura, considerando il fatto che quel moretto era nuovo. E poi, con Merlin alla gogna, si godeva di un'ottima visuale..



***


“Verrai nominato valletto del Principe Arthur” aveva detto Uther tutto entusiasta a Merlin, quell'idiota coraggioso che gli aveva salvato la vita. Ora era tutto passato. Dopo che a Lady Helen, o meglio, alla strega che aveva assunto le sembianze di Lady Helen, era caduto il lampadario addosso e Merlin aveva salvato la vita al nobile asino, e dopo che il re aveva avuto la brillante idea di nominare quel moretto tutto pelle e ossa come suo valletto, le guardie si erano preoccupate di togliere la salma della vecchia strega e i resti del lampadario dalla sala e il banchetto aveva continuato come se nulla fosse accaduto. Beh.. più o meno. Quello era ciò che tutti avevano cercato di fare. Ma tra i commensali era rimasta comunque un'atmosfera fredda, d'imbarazzo e nessuno sapeva bene come gestire la situazione. Persino Lady Morgana che di solito riusciva sempre a smorzare queste situazioni distraendo se stessa e le dame da eventi del genere, quella sera non era stata di grande aiuto e compagnia. Infatti, non appena aveva terminato di cenare, si era ritirata nelle sue stanze e Uther non aveva avuto nulla da obiettare. L'unico argomento che era riuscito a distrarli per qualche minuto era stato il miracoloso salvataggio che quell'impavido giovane aveva compiuto. Era riuscito, solo tra tutti gli uomini presenti in sala a salvare la vita del principe. Ben presto, tuttavia, anche quell'argomento era stato messo da parte. Ed era calato nuovamente il silenzio.


Arthur ora si trovava nella sua camera. E pensava a quanto in quei pochi giorni la sua vita fosse cambiata. Quanto quel ragazzo pur irriverente, fosse stato coraggioso a mettere a repentaglio la propria vita per salvare la sua. Che ne avesse ricordo nessuno fino a quella sera, l'aveva mai fatto. Non senza un secondo fine. Merlin non aveva avuto alcun motivo per farlo con un secondo scopo. Egli l'aveva mandato in prigione, alla gogna, lo aveva massacrato con la mazza ferrata, -ebbene sì, era consapevole di averlo ferito fisicamente- . Quale motivo poteva avere quel ragazzo di salvargli la vita? Beh qualunque fosse stato la sua intenzione, l'avrebbe scoperta presto. Chiamò la guardia che stava fuori dalla sua porta. “Vai a chiamare il mio nuovo servitore e digli che voglio vederlo subito.” gli ordinò guardando fuori dalla finestra, senza neanche guardarlo. La guardia annuì e uscì dalla stanza.


Merlin il principe vuole vederti.”


Dopo pochi minuti, era appena passato un quarto d'ora, vide il moro attraversare il cortile dove due giorni prima era stato messo alla gogna. E dopo pochi istanti sentì bussare alla porta.

“Avanti.” disse sempre guardando fuori dalla finestra. Sentì la porta chiudersi e si voltò: Merlin era lì, contro la porta probabilmente timoroso che lo guardava. Aveva soggezione di lui, finalmente. E sorrise beffardo.

“Noto con piacere che la gogna ti è servita da lezione.” fece mentre si avviava al tavolo per versarsi vino nel calice.

“Oh sì. Devo ammettere che mi è stata molto educativa.” fece con il tono di sempre. Il principe sorrise e finse di non aver notato il tono.

“Non ne avevo dubbi.” fece per poi appoggiarsi al tavolo e guardarlo mentre beveva.

“Allora, Merlin” fece con una nota sarcastica nel tono. “E così mio padre ha pensato bene di affidarti a me.” pensò ad alta voce.

“A quanto pare.” Fece nervoso. Arthur posò il bicchiere mentre rideva divertito.

“Sei nervoso, Merlin?”

“No, sire.”

“Sembra di sì.”

“È solo apparenza.” fece lui ancora più nervoso. Arthur rise ancora di più.

“Non sei bravo a mentire, Merlin. Il che è un grande vantaggio per me... e un'immensa disgrazia per te.”
“Temo che sarò costretto a darvi ragione questa volta.” lui sorrise

“Abituati perché da ora in poi sarai costretto a farlo, anche quando non vorrai. Sei il mio servitore. E i pareri dei servitori non contano niente.”

“Ne sono certo.” fece lui sempre irriverente.

Arthur gli voltò di nuovo le spalle. E si allontanò.

“Svegliarmi tutte le mattine in perfetto orario, portarmi la colazione, portare a passeggio i miei cani, strigliare i miei cavalli, pulire le stalle..” affermò il principe continuando il lunghissimo elenco di doveri che spettavano al giovane servitore.

“Sì, mio signore.” rispose Merlin con il mal di testa al solo pensiero a quell'elenco che sembrava non finire più.

“Bene. Da domani inizierai il tuo lavoro.”
“Sì, Sire. Buona notte.”

“Buona notte.”











ok ragazze so che dovrei continuare le altre due storie che ho in sospeso, ma quando oggi ho visto la prima puntata della prima stagione (dove secondo me Artù è molto più figo che in qualsiasi altro episodio di qualsiasi altra stagione per la sua aria strafottente e boriosa di maledetto bastardo.. sbavsbavsbav), mi è venuta in mente un'idea brillante (spero): scrivere una o due scene che non si vedono ma di cui si fa accenno negli episodi di questa serie. Questo capitolo, come tutti gli altri che verranno in seguito, desidero dedicarlo alla mia grande e unica AG, senza la quale ora non sarei qui e di cui ho davvero tanto bisogno. Ti voglio bene, tesoro. ;) <3
PS: so che in italiano sarebbero Artù e Merlino, ma l'amore della mia vita non riesco a immaginarmelo stronzo.. mi veniva meglio usando Arthur.
Grazie in anticipo a tutte coloro che recensiranno o leggeranno semplicemente questo primo capitolo.

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


Chapter Two

Idiota, idiota e ancora idiota!! ecco cos'era Merlin! Un qualificatissimo idiota. Pensò il regale asino entrando in camera e sbattendo la porta. Merlin lo aveva lasciato andare prima quella sera. Non voleva che combinasse altri disastri. Erano già successe abbastanza disgrazie quel giorno. Era stata una giornata iniziata male e finita ancora peggio.

Tanto per iniziare si era presentato con due ore di ritardo, quel mattino e lui aveva dovuto aspettare due ore nel letto i comodi del suo “valletto personale” come lo aveva definito suo padre. Poi, come se non bastasse, aveva svolto i suoi semplici compiti a rilento, tanto che persino un bradipo, una tartaruga o una lumaca sarebbero stati più veloci di lui. Aveva riguadagnato un po' di punti durante l'allenamento. Non si era accasciato al primo colpo come invece avevano fatto molti altri servitori più robusti e svegli di lui. A cena era stato un vero disastro. Sembrava che non riuscisse a tenere un oggetto in mano. Ed era così distratto.. Dal canto suo doveva ammettere che l'aveva fatto lavorare molto, ma era comunque meglio che quella sera il principe facesse da sé.


Quella mattina infatti..


Arthur si era svegliato da sé. Il che non era affatto positivo perché quando capitava significava che era tardi. Si alzò dal letto e si diresse verso le pesanti tende di velluto rosse e le scostò. Come aveva pensato. Il sole era già sorto. E da un po' anche. Si mise seduto sul letto aspettando con impazienza l'arrivo del suo servitore. E guardando la porta con uno sguardo omicida. Oh! Lo avrebbe sentito.. non l'avrebbe fatta passare liscia!

Verso le nove sentì dei passi veloci e rumorosi lungo il corridoio dirigersi verso la sua stanza. Come poteva non riconoscerlo? Faceva talmente chiasso che persino un sordo sarebbe riuscito a sentirlo. Poi lo vide entrare nella sua stanza senza neanche bussare. E Arthur lo guardò freddo mentre Merlin non si rendeva ancora conto che lui era sveglio. “Buongiorno Merlin. Non ti hanno insegnato che si bussa prima di entrare?- a Merlin venne un coccolone e e fece un balzo.

“Non fatelo mai più, mi avete fatto prendere un colpo.”
“Cos'è che non dovrei fare più?” fece alzandosi dal letto. E avvicinandosi a lui. Merlin distolse lo sguardo.

“Come mai.. siete già sveglio? Non dovrei.. svegliarvi io.”

“Infatti. DOVRESTI. Si da il caso però che questa mattina io mi sia svegliato da me, perché il mio servitore non è venuto a svolgere il suo dovere.”

“Sì effettivamente sono arrivato un po' in ritardo.”

“Un po'?! Dei Merlin hai una minima concezione del tempo?! Ti sei presentato con quasi tre ore di ritardo!”

“E voi siete stato nel letto ad aspettarmi tutto questo tempo? Non facevate prima a fare da voi, dato che siete già riuscito a svegliarvi da solo e fare calcoli di prima mattina DA SOLO, mio signore?-

Allora proprio non capisci, Merlin! Credi che ti stessi aspettando per cortesia, per fare quattro chiacchiere? Se avessi voluto la compagnia di qualcuno non avrei cercato di certo la tua! E se avessi voluto fare da me di certo non mi sarei tenuto un servitore idiota e inutile come te.”

“Grazie mio signore.” aveva affermato il moro con aria irriverente. Dei.. quel ragazzo aveva una capacità di fargli perdere le staffe in una maniera incredibile!

“Ah! Lasciamo perdere, è meglio!” e detto ciò mangiò la colazione e si fece aiutare da Merlin a vestirsi. E poi era iniziata la giornata..


che si era rivelata un vero disastro. Tranne per l'allenamento. Si era dimostrato davvero coraggioso. Aveva fatto bene a chiamarlo “idiota coraggioso” la volta del secondo incontro. Sorrise al ricordo. Già.. Merlin era il suo servitore idiota e coraggioso. Ma forse era meglio non dirglielo. Ripensando ancora una volta agli eventi della giornata Arthur giunse alla conclusione che lui, il futuro re di Camelot, aveva fatto da balia al proprio servitore. Cosa inaudita, mai accaduta a lui. Solitamente al primo errore Arthur li licenziava. Invece con Merlin era accaduto l'esatto contrario. Ma al pensiero sorrise invece di arrabbiarsi ancora di più, come forse si sarebbe aspettato.

Basta, doveva riposare, fece mentre si cambiava per andare a dormire. Il giorno dopo sarebbe iniziato il torneo. E lui avrebbe dovuto reggere sulle proprie spalle una duplice tensione: in primo luogo c'era la tensione per gli scontri, che creavano sempre e comunque un minimo di tensione; in secondo luogo c'era suo padre: gli procurava più tensione degli scontri stessi. Sì perché suo padre voleva che lui lo rendesse orgoglioso, tenesse alto l'onore dei Pendragon. Perché doveva dimostrare al suo popolo che era in grado di guidarlo, di comandarlo. Di essere il futuro re di Camelot. Niente di nuovo.. erano sempre gli stessi discorsi che si sentiva ripetere da quasi ventun anni. Tuttavia non riusciva a farci l'abitudine. E ogni volta che che sentiva suo padre pronunciare quei discorsi, sentiva un macigno che lo opprimeva e sembrava quasi fossero detti come per dirgli che poteva fare molto di più. Che non era sufficiente ciò che faceva. Fortunatamente c'era Morgana che cercava di stargli vicino anche se ogni volta affermava di non riuscire a comprendere questa mentalità tanto stupida di Uther. E poi ora aveva Merlin. Sul quale sfogarsi. Non era un atteggiamento corretto, però anche lui se le tirava dietro!

Si infilò sotto le coperte e soffiò sulla fiamma della candela. E poco dopo si addormentò.


                                                                                                                                             ***


Quel pomeriggio quando l'aveva cacciato via, si era sentito solo. E ora lo si sentiva ancora di più. Merlin se ne era appena andato. Poche ore prima lo aveva licenziato, gli aveva dato come ultimo ordine di sparire dalla sua vista. E lui l'aveva fatto. Poi era tornato la sera. Per chiedergli di non combattere contro Valiant, perché era un duello impari. Arthur lo sapeva benissimo. Ma non poteva permettere che suo padre e l'intera corte reale credessero che le accuse mosse contro il cavaliere erano state rivolte per codardia, perché non era così. In cuor suo Arthur sapeva che ciò che Merlin aveva giurato quella sera, nella camera del principe, guardandolo negli occhi, a così stretto contatto, era la verità. Ma Uther non aveva voluto credergli. Perché la parola di un servitore non conta niente contro quella di un cavaliere, secondo quel codice stupidissimo che vigeva. Aveva creduto di sapere la verità. Si era fidato di Merlin.. e quale era il risultato? Era stato umiliato davanti all'intera corte. Era stato fatto passare per codardo. Era stato costretto a ritirare le accuse dal momento che il testimone che avrebbe dovuto confermare la versione dei fatti, era morto.

E nonostante l'avesse cacciato in malo modo, Merlin quella sera era tornato. Preoccupandosi per lui. Cercando di convincerlo a ritirarsi, sostenendo che non aveva senso accettare una sfida di cui si sapeva già quale sarebbe stato l'esito. Arthur era d'accordo, ma non presentarsi il giorno dopo sarebbe equivalso a confermare ciò che Valiant sosteneva, ovvero che aveva agito per codardia. Non poteva permettere che avesse ragione. Sia perché non sopportava l'idea di dargli ragione, sia perché non sopportava il fatto che girasse intorno a Morgana. Non gli piaceva quel tipo. E il fatto che fosse interessato a Morgana lo infastidiva. Non poteva toccarla. Non doveva neanche osare sfiorarla o pensarlo. Morgana non faceva per lui. O meglio.. era lui a non fare per lei. Si meritava molto di più di quel grezzo, falso, bruto cavaliere. E il giorno dopo avrebbe ristabilito l'ordine. Valiant sarebbe stato sconfitto nella competizione, suo padre e la corte avrebbero cambiato opinione sul suo conto e Morgana si sarebbe tolta dalla testa Valiant. Ottima idea. Doveva riuscire a sconfiggerlo,doveva. Anche se il duello era impari. Lui era un Pendragon e per quanto sarebbe stato difficile lottare contro la magia, ce l'avrebbe fatta.


                                                                                                                                ***


Ce l'aveva fatta. I serpenti erano usciti dallo scudo, tutti avevano visto che le accuse erano vere e Valiant era morto. Non che gli fosse dispiaciuto. Anzi. Tanto se non l'avesse fatto lui durante il duello, l'avrebbe fatto suo padre giustiziandolo dal momento che aveva fatto uso di stregoneria a Camelot, essendo questa vietata. Aveva accorciato i tempi. E aveva accompagnato Morgana alla festa. Alla faccia di valiant. E ora anche Morgana si era ricreduta. “ha dimostrato di non essere un campione” eh già. Già. Era tutto tornato alla normalità quando poi aveva affermato di averlo salvato. Lei?! È vero, l'aiuto gli era tornato utile, ma affermare di averlo addirittura salvarlo.. era troppo. Di sicuro gli sarebbe venuto in mente qualcos'altro.

Ma ciò che più gli dava soddisfazione era lo stato vedere i serpenti prendere vita. Perché anche se aveva dubitato di Merlin dopo ciò che era successo, gli era stato dimostrato quanto si fosse sbagliato a licenziare il “valletto personale” che Uther gli aveva assegnato. E quella volta ne era stato felice. Aveva capito che di lui si poteva fidare. Il che era assai raro. E poi, licenziare Merlin era stato un grandissimo errore. Per prima cosa perché trovare un altro servitore idiota come lui era difficile e di certo lui non aveva alcuna intenzione di sprecare il suo preziosissimo tempo a cercane uno; e anche perché le sue risposte irriverenti erano estremamente divertenti e lo mettevano di buon umore.

Stava per andare a letto quando sentì i passi rumorosi di Merlin per il corridoio. E sorrise. Lo vide entrare senza bussare.

“Cosa c'è, Merlino?” fece sorridendo con arroganza. “Sei così impaziente di vedermi da venire nelle mie stanze la sera?” Merlin chinò il capo cercando di nascondere l'imbarazzo. Arthur sorrise. Gli piaceva metterlo in difficoltà.

“N-no in realtà io.. ero venuto per ringraziarvi.” il nobile sorrise ancora.

“Per cosa?”
“Per aver cambiato idea riguardo.. il mio licenziamento.” il biondo lo guardò per qualche secondo. Poi alzò le spalle.

“Ti ho già detto perché l'ho fatto. Devo ripeterti tutti i compiti che hai da svolgere?”

“No. Grazie. Me li ricordo.” Arthur sorrise.

“Beh, se non altro hai buona memoria.” sussurrò avvicinandosi.

“Immagino.. di avervi disturbato quindi.. vado..”

“A domani. E vedi di essere puntuale.” fece per poi dirigersi verso il letto e infilarsi sotto le coperte. Merlin uscì.


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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


 Chapter Three

Da quando era stato riassunto come servitore, Merlin e Arthur non avevano più avuto grandi scambi. Almeno, non che fossero degni di nota.

Dopo circa un mese o poco più dal torneo, inspiegabilmente si era diffusa a Camelot un'epidemia che in pochi giorni aveva decimato il popolo di Camelot. I morti morivano senza alcuna spiegazione logica. Non si era riusciti a trovare la causa di quel male.

Inizio a avere paura, Merlin. Insomma.. il mio popolo sta morendo e io non faccio niente per aiutarlo.”
“Beh.. non è colpa vostra. Se non sapete quale sia la causa, è difficile che riusciate a trovare la soluzione.”
“Non è divertente, Merlin.”

Mai detto che lo sia.” Arthur lo guardò. Poi chinò il capo.

Scusa. Lo so che non lo pensi. Non sei così idiota.”
“Devo prenderlo come un complimento.” Arthur sorrise

Se ci tieni.”

Il padre di Gwen è stato contagiato dalla malattia.” fece dopo un po' di silenzio, afflitto , Merlin. Arthur lo guardò.

Mi.. dispiace.”

Già anche a me.” sussurrò Merlin.


***


Sembrava che a Merlin importasse molto di Gwen. Li vedeva molto spesso insieme. E non poteva sfuggirgli il fatto che avesse un certo interesse per lei. E la cosa gli dava un po' fastidio. Gli dava fastidio soprattutto perché aveva notato che molto spesso preferiva fermarsi a parlare con l'amica piuttosto che svolgere i propri doveri. Ovvero, anche lui se avesse dovuto scegliere se assistere a una riunione e avere del tempo libero da passare con qualcuno, avrebbe preferito la seconda possibilità, però lui assisteva alle riunioni. Svolgeva il proprio dovere di futuro re. Perché Merlin invece poteva permettersi di bighellonare con Gwen?

Era per questo che l'aveva detto quando era entrato nella sala delle riunioni. Perché aveva intuito che tra i due c'era del feeling. Solo per quel motivo. Che fosse vero o no, non gliene importava più di tanto. O per meglio dire.. in realtà gli importava, anche se non aveva ancora capito il perché. Non era il primo servitore che aveva alle dipendenze che si innamorava di un'altra servitrice. Era pieno il castello di quelle coppiette felici. Ma se Merlin un giorno fosse venuto a dirgli che si sarebbe messo con Gwen, beh.. gli avrebbe dato di sicuro fastidio. Perché la sua produttività sul lavoro, già scarsa di per sé, sarebbe diminuita ulteriormente. Andò a trovarlo a casa di Gaius che era in giro per le sue visite.

Allora, Merlin.. come va oggi?”

Bene.” fece continuando a mettere a posto.

Mi dispiace per Gwen.”
“Anche a me. Perché non è una strega. Mentre io sono uno stregone.” Arthur rise.

Sai, non ti facevo così nobile.. Merlin Merlin Merlin.. devi essere proprio innamorato perso per volerla proteggere così tanto.”

Io non sono innamorato di Gwen?”
“Suvvia Merlin non fare il difficile.. ho notato come ti si illuminano gli occhi quando la vedi, l'altro giorno avevi persino il fiore che ti aveva regalato al collo. E una guardia è stata così gentile da riferirmi che sei andato a trovare la tua amata nelle prigioni.”

Non sono innamorato di Gwen, lei è solo un'amica. E se proprio vi diverte parlare degli amori degli altri, anch'io avrei il mio bel da dire su voi e Lady Morgana.”

Morgana ora cosa c'entra?”

C'entra almeno quanto c'entra Gwen. Sapete, anche i vostri occhi si illuminano quando vedete la vostra amata..”

Merlin..”

E le scene di gelosia che avete fatto quando era arrivato il cavaliere Valiant.. avreste dovuto vederle..”

Merlin..”

Per non parlare dei fiori che le avete mandato oggi.. si si.. direi che dalla mia personale diagnosi si uò dunque dedurre che..”

Merlin! Taci! Non ti permetto di andare oltre. Stai oltrepassando il limite!”

Già.. certo.. voi siete un nobile. Potete permettervi di voltare le spalle quando un argomento non vi piace. Siete fortunato. Non come me, che devo sottostare al volere del mo padrone e subire.” Arthur lo guardò. Strabiliato. Aveva ragione. Merlin non poteva ordinare a nessuno niente, neanche di lasciar perdere un argomento che lo toccava nel vivo della sua vita privata. Non poteva sottrarsi. Ma aveva il coraggio di dire ciò che pensava. Sempre, qualunque fossero le conseguenze. Gli si avvicinò.

Hai ragione Merlin io.. Non avrei dovuto continuare. Sono IO ad aver oltrepassato il limite, non tu.”
“è il vostro modo per chiedermi scusa?” lui sorrise.

Pressapoco.” fece guardandosi in giro per poi guardarlo con il sorriso come dire e Merlin sorrise.


                                                                                                                                             ***


Alla fine avevi ragione.. non era Gwen la strega. E tu che lo sapevi ti sei addossato la colpa perché non sapevi chi fosse il vero stregone. È così?”Merlin sorrise. Non era proprio per quello che l'aveva fatto, ma sarebbe stato troppo lungo e difficile da spiegare.

Sì. È per questo.”

Beh, comunque una cosa è certa. Tu non sei uno stregone.” fece tranquillo. Merlin si sentì mancare un colpo. Prima o poi avrebbe dovuto dirgli la verità, ma per il momento era troppo presto, non avrebbe capito e molto probabilmente l'avrebbe mandato al rogo o, ancora peggio, da Uther Pendragon. Non erano così in confidenza da dirgli una cosa del genere. E poi in questo momento gli avrebbe solo rovinato l'umore. E Arthur era così bello quando rideva. Senza contare che quando era di buon umore era molto più clemente del solito, e Merlin di certo non voleva tirarsi la zappa sui piedi dicendoglielo proprio ora!

Ah beh.. questo è certo, sire.” fece fingendo di essere sereno.

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