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Lista capitoli: Capitolo 1: *** 1999 - Sciocco, Sciocco Ragazzo. *** Capitolo 2: *** 2000 - Sei In Ritardo. *** Capitolo 3: *** 2001 - Vigliacco. *** Capitolo 4: *** 2002 - Ricordo Con Rabbia. *** Capitolo 5: *** 2003 - Pace? *** Capitolo 6: *** 2004 - Mettere Su Famiglia? *** Capitolo 7: *** 2005 - Fingi Che Sia Un Regalo Di Nozze. *** Capitolo 8: *** 2006 - C'Era Una Volta La Banda Weasley... *** Capitolo 9: *** 2007 - In Fondo, Non L'Ho Mai Pensato. *** Capitolo 10: *** 2008 - Prima La Musica, Poi Le Parole *** Capitolo 11: *** 2009 - Non Sono Pronta A Lasciarti Andare. *** Capitolo 12: *** 2010 - Sono Innocente? *** Capitolo 13: *** 2011 - Cambiare. *** Capitolo 14: *** 2012 - Le Cattive Azioni Ricadono Sempre Sopra Chi Le Fa. *** Capitolo 15: *** 2013 - Ingrati! *** Capitolo 16: *** 2014 - Non Dirmi Che Ce L'Hai Ancora Con Me! *** Capitolo 17: *** 2015 - Ma Tu Guarda Cosa Mi Tocca Fare... *** Capitolo 18: *** 2016 - Lo Faccio Per Te. *** Capitolo 19: *** 2017 - Uffa! ***
In
piedi all’alba, come sempre, e poi giù di bacchetta per preparare le colazioni.
Il
primo ad alzarsi è Arthur. Lo aspettano per una brutta storia di Gabinetti
Mordaci: pare che qualche Babbano abbia comprato dei gabinetti che azzannano
chiunque ci si sieda sopra. Inutile chiedersi chi li abbia messi in commercio:
Mundungus Fletcher, c’è da scommetterci la bacchetta.
Poi
è il turno di Ginny, George, e… no, Ron no.
Starà
ronfando della grossa, come al solito, sbuffa Molly.
“Alzati, Ron! Sei in ritardo, come al solito!”
Macché,
non lo sveglierebbe nemmeno una Strillettera.
Molly
Weasley continua a sfaccendare. Due anni dacché tutto è tornato sereno e
pacifico, eppure nessuno le dà una mano con le pulizie in casa.
Un
paio di colpi alla porta.
“Ecco,
Ron, sarà un gufo dal Ministero per dirti che sei licenziato!”
Poi
ci ripensa: i gufi non bussano.
Guarda
l’orologio, e vede che la lancetta di Percy indica casa.
“Sei in ritardo” sussurra, costretta ad alzare
lo sguardo per guardare negli occhi quello che è stato, una vita fa, il suo
bambino.
“Lo
so, avrei dovuto chiedere scusa anni fa” risponde imbarazzato,
rigirandosi tra le mani il cappello.
Ti
guardi intorno curioso, senza riuscire a convincerti che questo sia un
villaggio di maghi: è uguale a un comunissimo quartiere Babbano!
La
tua fidanzata ti stringe amorevolmente la mano, invitandoti a suonare il
campanello. Ancora non riesci a credere che esista una donna in grado di
amarti.
Vi
apre una ragazza con un caschetto rosso, che prima vi squadra e poi sorride.
“Tesoro,
vieni alla porta!” esclama.
Harry
si affaccia e spalanca gli occhi: “Dudley? Che ci fai qui?”
Cerchi di sorridere.
“Buon
compleanno, Harry. Credo che tu conosca Susan Bones, la mia fidanzata. Ci sposiamo
a ottobre, e mi farebbe molto piacere se venissi alla cerimonia. E vorrei anche
chiederti scusa per il modo ignominioso in cui ti ho trattato, anche se perdonarmi
non è semplice.”
Harry
Potter, il Salvatore del Mondo Magico, il Bambino Che E’ Sopravvissuto, il
Ragazzo Che E’ Morto E Risorto, ti fissa senza dire nulla.
È
la ragazza con i capelli rossi a parlare.
Ti
tende la mano. “Sono Ginny Weasley, la fidanzata di Harry. È un piacere conoscerti,
Dudley. Noi ci sposiamo a settembre, sarebbe grandioso avere voi alla cerimonia.”
Susan
accetta l’invito a entrare, mentre tu indugi sulla porta. “Pace?”
“Per
le mutande di Merlino, non è affatto giusto!”
Per
colpa di uno stupido matrimonio, si è perso la schiusa delle uova della femmina
di Dorsorugoso di Norvegia che stava osservando da tre anni.
Tre anni,
per Merlino, non tre mesi! Tre anni!
Certo,
è felice che Ron abbia reso felice la mamma sposando Hermione, ma non potevano
scegliere un altro periodo?
Tornato
in Romania, Charlie ha scoperto che tutti i draghetti erano già nati, e così
addio al lavoro di tre anni.
Prende
a calci una zolla e si siede su una pietra, poi inizia ad intagliare un pezzo
di legno con un coltello, cercando di allentare la tensione.
La
sua nuova collega, Sophie, lo guarda con un misto di curiosità e
preoccupazione.
“Ti
senti bene, Charlie?”
“Benissimo”
risponde acido. “Scusa, non sono arrabbiato con te. Mio fratello si è sposato e
io ho perso la schiusa delle uova.”
La
ragazza sorride. “Se ti interessa, abbiamo un Petardo Cinese al termine della
covata.”
Lui
ripensa alle parole di sua madre: Hai
trentadue anni, Charlie. Perché non la smetti di farti bruciacchiare le chiappe
dai draghi e non metti su famiglia?
[Sir Nicholas
de Mimsy-Porpington, alias Nick-Quasi-Senza-Testa, settembre 2011]
Il
tempo sembra non scorrere affatto, quando sei un fantasma.
Insomma,
le stagioni cambiano, i muri si scrostano e i maghi invecchiano, ma in fondo sembra
sempre tutto uguale.
Gli
studenti trafelati corrono su e giù per il castello, gli insegnanti cercano di
riempire quelle grosse zucche vuote, e io sono solo un vecchio fantasma
brontolone.
A
nessuno interessa davvero ciò che ho
da raccontare, a nessuno interessa più del passato, a nessuno…
“Sir
Nicholas?” mi sento chiamare.
È
uno studente del settimo anno, il cui cipiglio ricorda molto quello di Percy
Weasley.
Tutti
sanno che è un ragazzo serio, uno senza grilli per la testa.
Per
questo ha già ricevuto decine di offerte di lavoro da ogni parte del mondo
magico.
Ma
lui, da bravo ragazzo con la testa sulle spalle, va avanti un passo alla volta.
E
ora si trova alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, davanti alla
commissione che esaminerà la sua preparazione in Difesa Contro Le Arti Oscure.
“Signor
Lupin, posso chiederle di eseguire un Incanto Patronus?” chiede il mago davanti
a lui, guardandolo negli occhi.
“Ma
è programma del terzo anno, ormai!” lo contraddice un collega.
“A
maggior ragione desidero vederne uno.”
Teddy
Lupin, diciotto anni, si alza dalla sedia e sfodera la bacchetta – dodici pollici,
molto flessibile, legno di ebano e corda del cuore di drago.
Chiude
gli occhi e passa in rassegna tutti i propri ricordi, alla ricerca del più
bello, del più fulgido.
Il
primo volo, il primo bacio, le vacanze alla Tana o a Villa Conchiglia, il primo
giorno di scuola, le cene in famiglia, l’acquisto della bacchetta.
Ma
la sua mente si concentra su due occhi.
Occhi
verdi che lo fissano con intensità, come se potessero leggergli dentro.
E
Teddy sa che possono farlo. Teddy sa che vedono il suo disagio di ragazzo
solo, di bambino orfano dalla nascita.
Diciotto
anni di disagio, ecco cosa leggono quegli occhi nella sua anima, mentre i
capelli si fanno rossicci per l’imbarazzo.
Occhi
verdi dietro lenti lucide, e l’ombra di un sorriso sicuro: ecco quello a cui
sta pensando.
È
il ricordo più bello, ed è il più recente.
Non
è nemmeno sicuro che possa dirsi un ricordo, perché quegli occhi lo stanno
fissando proprio adesso, proprio in questo istante.
Quegli
occhi gli hanno appena chiesto di dimostrare la sua preparazione.
Riapre
i propri, e li vede ancora fissi su di lui: lo sguardo di Harry James Potter,
suo padrino, la dice tutta.
Harry
crede in lui, Harry sa che riuscirà.
Lo faccio per te, Harry. Per te, e
per mamma e papà.
“Expecto
Patronum!” scandisce a voce alta, levando la bacchetta.
Fili
d’argento si levano dall’ebano e formano il suo scudo.
I
commissari sobbalzano e arretrano, nel vedere una sagoma di lupo mannaro
correre lungo la sala, a difesa dello studente.
Teddy
continua a guardare Harry, dimentico dei commissari e degli altri studenti.
Sono
soli in quella stanza. Soli, in compagnia dei ricordi.
Sbuffo,
ripensando ai miei settantacinque anni da fantasma.
Venticinque
anni fa, l’eroe magico per eccellenza, Harry Potter, si rifugiò nel cubicolo accanto
con i suoi due amichetti per preparare quella disgustosa Pozione Polisucco.
Il
tanfo era così pestilenziale che dovevo rifugiarmi nei bagni dei Serpeverde,
giù nei sotterranei.
E
mi facevano così paura, con il Barone
Sanguinario sempre in giro con quelle grosse catene che strisciavano… paura da morire.
Oh,
giusto, io sono già morta.
Me
lo ha fatto notare Denti-Da-Castoro Granger, al suo secondo anno.
Poi
è scoppiata a ridere, e Lenticchia Weasley insieme a lei.
Ma
Harry Potter no… lui è così corretto, così onesto, così coraggioso, così bello…
e ha sposato quella sciacquetta della Weasley.
Com’è
ingiusto il mondo… e dire che io gli avevo offerto il cubicolo accanto al mio.
Oh,
Harry! Diciannove anni fa ha salvato il mondo magico da quel brutto cattivone
di Voldemort, e tutti si sono complimentati con lui!
Avrei
voluto complimentarmi anche io, ma non è più venuto a farmi visita.
Nessuno
viene mai a farmi visita.
Nessuno
fa più ribollire disgustose pozioni nel cubicolo a fianco.
Ma
insomma!
Quante
volte deve morire una ragazza, per avere un po’ di considerazione?
Eccoci alla fine, finalmente.
Finalmente inteso come “alla fine”, non come “evviva, finalmente ha
finito di scassare”.
Ringrazio le 17 persone che hanno inserito la mia raccolta
tra le storie preferite,
le 4 persone che l’hanno inserita tra le storie da ricordare
e le 51 persone che l’hanno inserita tra le storie seguite.
[I dati non tengono conto di eventuali movimenti dovuti alla
pubblicazione di questo capitolo]
Ringrazio i vari utenti per le loro 46 recensioni.
[I dati non… eccetera]
Grazie mille per avermi seguita, per aver commentato, per
aver speso un minuto qui in mia compagnia.
Un grazie particolare a HypervioletPixie per le recensioni meravigliose,
e a Jules_Black per la segnalazione
per le storie scelte.
[Aspetterò una risposta con la stessa trepidazione con la
quale aspetto la lettera da Hogwarts]