1864 - La Famiglia Salvatore e...

di _Bri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Principessa ***
Capitolo 2: *** San Valentino? ***
Capitolo 3: *** Nicholas . . . Petrova? ***



Capitolo 1
*** Principessa ***


Autore: _Brì

Titolo: 1864 – La famiglia Salvatore e…
Fandom: The Vampire Diaries
Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce, Elizabeth Salvatore
Rating: Verde
Noti iniziali: Dedicata a “quelli del gdr” perché, come ho scritto nel mio banco, è sempre e solo grazie a voi che ogni giornata termina con allegria! In particolare a Iso, Dam e Rose perché a voi vi adoro!

E alla mia beta, la mia vita!

Disclaimer: Tranne Elizabeth Salvatore, i personaggi non mi appartengono, ma sono creati da Lisa Jane Smith.

 

 

 

1864 La Famiglia Salvatore e

 

Mystic Falls, 18-04-1864

 

«Gli uomini vanno presi e trattati come piace a te, mia cara Elizabeth. Prendili e falli tuoi, cadranno ai tuoi piedi!» disse la signorina  Petrova esultando.

Katherine sorrise a quella bambina che possedeva gli stessi capelli neri e arruffati del fratello maggiore, ma, fortunatamente, gli occhi dell’altro.  Lei, ascoltava impassibile, tutto quello che la vampira le diceva come conquistata dalle sue parole.

Ma una bambina di dieci anni poteva davvero ricordarsi, in futuro, delle sue parole? O con il tempo si sarebbe dimenticata di tutti gli insegnamenti che Katherine le aveva così gentilmente dato? Sarebbe stato meglio, credetemi miei cari lettori, se la piccola Elizabeth fosse stata capace di mettere una pietra sopra a tutto questo. Ma un Salvatore può riuscire a dimenticare le parole di una Petrova?

 “Devo diventare geloso di tutto il tempo che trascorri con lei?”, domandò il fratello di Elizabeth, un uomo molto giovane e affascinante, ma ugualmente il maggiore tra i fratelli, alla piccola.

«Damon! Damon!», urlò la bambina saltando tra le sue braccia. Elizabeth adorava suo fratello, lo considerava come il suo padre effettivo.

Nulla togliere al signor Giuseppe Salvatore ma, credetemi, la sua ossessione verso i vampiri l’aveva reso ….  vuoto, come se non avesse più un’anima.

«E’ tardi principessa! A dormire».

«Nonono! No!», si lamentò a bambina senza ottenere alcun successo. Il signor Damon Salvatore era irremovibile sugli orari da rispettare, non potrò mai dimenticare il suo rigore su quest’argomento.

«Più tardi vengo a rimboccarti le coperte, promesso», le sussurrò all’orecchio baciandole la tempia ricoperta dai riccioli neri.

Non appena Elizabeth uscì della stanza della signorina Pierce, quest’ultima si avvicinò pericolosamente al fratello dagli occhi blu ma non lo baciò; appoggiò solamente il suo indice destro sulle labbra di lui e sorrise.

«Sei davvero un bravo fratello», fece una pausa.

«Magari torneremo a prendere anche lei! Adoro la tua sorellina, sarebbe davvero una vampira seducente e affascinante con i miei insegnamenti», aggiunse battendo le mani come una bambina alla quale avevano dato un nuovo giocattolo, appena acquistato e senza nessun graffio.

«Non se ne parla» rispose. Avrei giurato su qualsiasi cosa che il signor Damon Salvatore non avrebbe mai utilizzato un tono così scortese con la signorina Pierce, eppure, era stato quello l’errore più grande commesso da lui.

 

 

«Ancora sveglia?», domandò il signor Salvatore entrando nella stanza della sorella.

«Non ho sonno», rispose irritata per il comportamento del fratello.

«Sai bene che nostro padre vuole che a colazione non manchi nessuno, devi svegliarti in tempo se non vuoi che ti rimproveri» .

«E tu resti con me finché non mi addormento?» ,chiese timidamente arrossendo. Non aveva timore del fratello, anzi, sono più che certo che aveva paura della risposta che avrebbe ricevuto da lì a poco.

Il signor Salvatore non rispose a quella domanda ma si adagiò sul letto occupato dalla sorella e la strinse a sé. Avrei messo la mano sul fuoco, scommettendo su questa sua reazione!

«Per te ci sarò sempre, ricordalo principessa».

 

 

 

«Lì ce né un altro! Prendetelo!» .

Elizabeth fu svegliata da alcuni spari provenienti dall’esterno, dal bosco di fronte la sua finestra precisamente.

Non appena si affacciò dalla finestra vide suo padre premere il grilletto e sparare ai suoi due fratelli mentre cercavano di liberare la signorina Pierce da una gabbia. Ma perché si trovava in una gabbia? Elizabeth non riuscì a capire tutto, fino a qualche ora dopo, quando suo padre le disse che avevano bruciato dei vampiri in una chiesa, che la signorina Pierce ne faceva parte, che i suoi fratelli erano morti per salvarla.

La vita di Elizabeth fu distrutta in quel momento. Proprio quando suo padre decretò la loro condanna morte.

 

Pochi giorni dopo si ritrovò completamente sola. Trovò suo padre steso a terra, sanguinante, morto.

Ma non pianse per tutto ciò, per lei suo padre era già morto.

 

 

Miami, 21-01-2011

 

«Buon giorno principessa!», disse il vampiro biondo entrando nella stanza dove si trovava la sua amata.

«Buon giorno!», rispose sei sorridendo.

Non era cambiata, nient’affatto.

«Sognavi? », chiese lui dandole un lieve bacio sui i capelli.

Avrei scommesso l’altra mia mano che la piccola Elizabeth si sarebbe innamorata di un uomo così.

«Si! Te!», affermò attirandolo a sé. Non fu casto il bacio che diede al signor Stevens,  ma una donna di 137 anni ha raggiunto la propria indipendenza ormai? O mi sbaglio?

«Li hai trovati?», domandò separandosi lievemente da lui.

«Certamente! Sono tornati a Mystic Falls, le voci erano vere», rispose lui completamente ammaliato da lei.

«Perfetto, cosa aspettiamo? Damon pagherà con la vita per averla uccisa».

«Elizabeth forse…», Nicholas provò a parlare, a giustificare il comportamento del fratello di lei, ma senza nessun buon risultato.

«Shhh».

Elizabeth sapeva perfettamente cosa fare per conquistare un uomo.

«Gli uomini vanno presi e trattati come piace a te, mia cara Elizabeth. Prendili e falli tuoi, cadranno ai tuoi piedi!». Si ricordava perfettamente di queste parole.

«Lo voglio morto. Damon deve morire» ribadì.

 

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE u.u

Che dire… dopo più di tre ore al computer non so più che scrivere e non mi sento più le mani!

Spero che quest’idea, questa storia, vi piaccia! In tal caso, il pulsante per lasciare una recensione non morde! ;)

Grazie in anticipo **

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Capitolo 2
*** San Valentino? ***


San Valentino?

Alla mia Beta,
mi raccomando: non cambiare MAI
i tuoi occhi a mandorla!
Ti voglio bene.

 

1864 La Famiglia Salvatore e

 



San Valentino?

Il signor Damon Salvatore entrò nel sala principale della propria abitazione e sbuffando si versò da bere. (scusate ma non mi intendo molto di alcolici! Sono un narratore presente del 1864, cercate di comprendermi miei amati lettori!)
«Devo ammettere che mi piace il tuo look da playboy, Damon» disse il signor Nicholas, il “compagno” della loro sorellina. Il signor Salvatore si girò ma non si mostrò preoccupato alla vista del ragazzo.
«Volevo farmi anch’io quel taglio di capelli. Che parrucchiere mi consigli?» aggiunse con tono ironico. Devo ammettere che si assomigliavano tanto!
«Per essere come me, bamboccio, ti servirebbe una magia» sorrise il signor Salvatore sorseggiando il suo drink.
«Prendetelo» ordinò l’altro vampiro utilizzando un tono molto più severo di quello precedente.


Mystic Falls non era mai cambiata negli occhi di Elizabeth; probabilmente non vi trovava più le stesse abitazioni, la stessa gente, ma l’aria, il cielo, l’atmosfera era quella che ricordava da quando l’aveva lasciata.
Era strano, molto strano, rivederla passeggiare per quelle strade. Non era cambiata per niente.
«Che diavolo state facendo!» sbottò entrando nell’abitazione che occupavano da un paio di giorni.
Io, come fievole narratore, riconoscerei la sua voce anche dopo secoli, ma i fratelli Salvatore? Loro no. Loro rimasero accasciati per terra senza incontrare il suo sguardo.
Signor Damon Salvatore! Riconosca la sua principessa, è l’unica che la può salvare da morte certa.
«Li abbiamo presi Lizzie». A parlare fu il braccio destro di Nicholas, discendente della famiglia Gilbert.
I signori Damon e Stefan Salvatore giacevano per terra, coperti dal loro sangue e circondati da vampiri, con in mano le armi più distruttive per esseri come loro.
«Nick! Nick! Falli smettere»  esclamò  strattonando il suo amato.
«Stai scherzando?» rispose ridendo alla sua richiesta. Sincerante lo pensai anch’io, ma no, non era una beffa ciò che aveva appena desiderato.
«Per favore!» ribadì.
Colpi di tosse e i lamenti dei due fratelli mi giunsero alle orecchie, forti e pungenti.
«Elizabeth, la prima che lo voleva morti, eri tu!»
«Per favore»
Nicholas, con un breve gesto di mano, ordinò agli altri di posare le armi.
«Lasciateli andare».
Seccato da questo comportamento si girò dall’altra parte. Ho già detto che mi stava simpatico questo giovanotto?
«Grazie»  rispose lei.
«Non ci posso credere! E la nostra vendetta per Lexi? Per la mia famiglia? Elizabeth come puoi…» parlò colui che aveva detto precedentemente di averli presi.
Tutto successe in pochissimo tempo, Elizabeth, la piccola di casa, fu spinta da un altro vampiro della loro congrega dall’altra parte dell’abitazione e il suo innamorato intervenne  scaraventandolo nel muro.
«Primo: non si deve disubbidire mai a quello che dico io!
«Secondo: i miei ordini si rispettano sempre, che ti piacciano o no.
«Terzo: prova a toccarla nuovamente con un solo dito e questo paletto, prima di metterlo nel tuo lurido cuore, esplorerà il tuo corpo!»
E piazzò il suo paletto a pochi millimetri dal punto che l’avrebbe portato alla morte.
«E tu, tu non iniziare a comportarti da sorella dopo ben 137 anni!»
Non dimenticherò mai lo sguardo dolorante che il signor Stefan concesse alla signorina Elizabeth.
Lui aveva già capito.


«Stefan! Ma che fine hai fatto!» dichiarò la signorina Elena Gilbert  Katherine Pierce entrando nella stanza del signor Salvatore.
«Oddio Stef! Cos’è successo?!» domandò lei  preoccupata notando i vestiti sporchi e squarciati.  Non ricordavo la signorina Katherine così apprensiva nei confronti del signor Salvatore da tantissimo tempo.
……
Un momento miei seguaci lettori! Mi dicono che non ho affatto sbagliato a leggere il nome! Costei è veramente la signorina Elena Gilbert! Non posso ancora credere ai miei occhi! Oh, scusate l’attimo di panico, comprendetemi nuovamente.
«Abbiamo solo trovato un gruppo di vampiri pronti a ucciderci! Cose di tutti i giorni, cosa vuoi che sia» la tranquillizzò sorridendo. Il sorriso del signor Stefan, medesimo a quello conservato nella mia mente.
«Oh mio Dio! Stai bene? E Damon?»strillò agitata lei. Certo che il gusto in fatto di donne, non era affatto cambiato per il signor Stefan.
«Stiamo bene, Elena cal-ma-ti. Non mi va di parlarne» sillabò. Elena, così si chiamava (nella speranza che ho letto il nome in maniera corretta), fece un respiro profondo e si calmò.
«La nostra festa di San Valentino è passata … scusa, è inutile che provo a regalarti una vita normale»
«Sai… possiamo ancora passare la notte al mare»
«Vado a casa a prendere la borsa!» aggiunse sorridendo nascondendo la curiosità per quello che glie era appena accaduto.
«Stef, non c’è da preoccuparsi vero?»
Lui annuì e non appena costei varcò la soglia d’uscita si diresse verso lo scaffale a sinistra. Notai una foto tra le sue mani, vi era la sua famiglia.


«Ancora arrabbiato?» domandò la signorina Elizabeth raggiungendo il suo adorato sul tetto della loro abitazione.
Lui per tutta risposta stette in silenzio ad osservare il cielo scuro ma con qualche stella. Lei gli si sedette accanto e gli strinse la mano.
«Cos’è che ti ha fatto cambiare idea? Fino a poche ore la prima che li voleva morti, eri tu che…» confidò qualche istante dopo.
Stavolta fu lei a non rispondere ma gli mostrò una foto, molto simile a quella che notai precedentemente nelle mani del signor Salvatore.
«Non posso ucciderli. Non adesso… » sussurrò la signorina Elizabeth sottovoce.
La prima stella illuminò il cielo.
«Tra poche ore è il quindici febbraio, possiamo festeggiare!» esultò il signor Nicholas guardandola.
Elizabeth non sopportava l’idea di essere come gli altri, di festeggiare il suo amore lo stesso giorno di altre persone.


«Damon! Che ci fai qui?» domandò la signorina Katherine Pierce Elena Gilbert sussultando, non appena entrò nella sua stanza. Perdonate il mio precedente errore, ma cercate di comprendermi, abituato ad osservare la signorina Pierce non mi è molto facile riconoscere le due.
«Io… oh.. sono …. ciao elenuccia!» rispose il signor Salvatore salutando con la mano.
«Dove sono le altre mie bottiglie? Ero sicuro di averne comprato cinque…» cercò di aggiungere farfugliando.
«Quanto hai bevuto Damon?» Chiese lei preoccupata.
«Io… cinque di queste!» esultò il signor Salvatore sventolando la bottiglia di vodka ormai senza più contenuto all’interno.
«Che è successo? Damon, puoi confidarti con me, sono tua amica!» affermò la signorina Gilbert sedendosi accanto al vampiro. Ma come faceva a non avere mai… paura? Glielo domanderò cari lettori, statene certi.
«Ma smettila di fare sempre la persona buona con me! Io sono buono, capito?».
«Non è vero! Io credo in te.. io lo so che..»
Non riconobbi il signor Salvatore in quel momento. Afferrò la bottiglia e la scaraventò dall’altra parte della stanza, riducendola in pezzetti.
«Basta! Elena basta! Io non sono così» confidò nascondendo il suo viso tra le mani.
Lei gli si sedette accanto. Come una madre che crede nel figlio.
«Lei è viva sai? È una bella ragazza, anzi no, è bellissima. Il suo fidanzato poi? Oh un vero stronzo ma si vede che l’ama» cercò di dire ridendo ma senza nessun successo. Le lacrime solcarono il suo viso.
«Chi?» domandò la signorina Gilbert prendendogli le mani.
«Mia sorella» ammise lui guardandola negli occhi.
Vidi che la giovane donzella non riuscì a rispondere quell’affermazione ma rimase immobile per qualche istante.
«Non ho rispettato la mia promessa, le avevo giurato che ci sarei sempre stato! Ma dove sono stato, Elena!»
La signorina Gilbert sentendo quelle parole lo abbracciò stringendolo a sé.
«Shhhh hai tutta l’eternità per recuperare! Non è il bello di essere vampiri?» gli sussurrò all’orecchio.
Il signor Damon Salvatore si sdraiò nel letto della ragazza, dove vi si era seduto precedentemente e mostrò la foto che poco prima aveva osservato il signor Stefan Salvatore.
«Lei è bellissima!» esultò la signorina Gilbert prendendo la foto.
«Ha preso tutto da me!»
Risero entrambi e devo ammettere che anch’io mi associai a loro.
«Posso restare qui stanotte?»



Allooooora.
Parto con un grazie per ribadirvi il mio affetto a voi, che nel primo capitolo mi avete subito dimostrato una grande attenzione per questa storia!
Spero che anche questo capitolo non vi abbia deluso, anzi!
Parto un grazie e finisco con uno spoiler del prossimo capitolo:


«Non avevo altra possibilità, era come scritto che un Salvatore era destinato ad innomarsi di un Petrova»
Il signori Stefan e Damon Salvatore erano come pietrificati da quell'affermazione.
«Ci stai dicendo che nostra sorella....»

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Capitolo 3
*** Nicholas . . . Petrova? ***


A te che non sei più con noi

ma che in realtà non ci hai lasciato mai.

Salutami in cielo quella parte di me

che adesso si trova lì con te.

 

1864 – La Famiglia Salvatore e…

 

 

Nicholas . . . Petrova?

 

 

Sai Stefan? Non avrei mai immaginato, dopo la tua precoce morte, di modificare il ricordo che avevi lasciato in me.

Sai Stef? In questo momento non so davvero che scriverti, non so come riuscire a riempire la pagina di questo diario.

Sai Stefan? Mi manchi. Tanto.

 

«Dov’è quell’ebete di Nicholas?», domandò il signor Jason Gilbert ridendo , entrando nella stanza della signorina Elizabeth Salvatore.

Lei rispose indicando la porta del bagno.

«Io vado al Grill, magari trovo qualcuna»

«Gli dico di raggiungerti allora», rispose la signorina Elizabeth sorridendo.

«Grazie piccola», rispose lui lasciandole un bacio tra i suoi capelli.

 

«E’ quello», affermò il signor Stefan Salvatore non appena  il figlio, dell’ormai defunto  Jonathan Gilbert , varcò la soglia del Mystic Grill.

Il signor Damon Salvatore si alzò di scatto e si diresse verso lui, senza il minimo indugio.

«Damon, mi raccomando…»

«Al massimo lo uccido qui, davanti a tutti! Che ne dici?», scherzò il maggiore dei fratelli Salvatore.

L’altro gli rispose con uno sguardo timoroso e preoccupato.

«Sto scherzando Stef! Hai venduto il tuo senso dell’umorismo alla fiera dell’est, per comprare un topolino da sbranare?», domandò il signor Damon Salvatore che, senza però aspettare la risposta del fratello, si precipitò immediatamente al tavolo dove si era seduto il giovane.

«Ti ricordi di noi? Sai… ieri ti sei divertito a torturaci! Oh, adorabile! Stef non trovi anche tu che con un paletto nel cuore sarebbe più sexy?», domandò il signor Damon ironizzando.

«Vuoi morire, bastardo?», gli rispose posizionandosi di fronte a lui.

«Hey, hey calma. Vogliamo solo farti qualche domanda», cercò di tranquillizzare l’atmosfera l’altro Salvatore.

«Devi candidarti per il nobel alla pace, fratello!», sussurrò sedendosi.

«Che volete sapere?», domandò Jason Gilbert  non appena entrambi i Salvatore si accomodarono.

«Elizabeth», rispose il signor Stefan tutt’un fiato.

Il signor Gilbert sorrise e si alzò scuotendo la testa.

«Ti prego.», lo supplicò il signor Damon trattenendolo per il braccio sinistro.

«Quello che vi racconterò non è bello», affermò l’erede di Jonathan sedendosi nuovamente.

 

«Erano passati alcuni anni dalla vostra presunta morte. Elizabeth era rimasta sola al mondo, così un giorno mi venne fatta una proposta: sposare vostra sorella.

Conoscevo Elisabeth e non vi nascondo che provavo una certa ammirazione per lei.  La incontrai un giorno di settembre alla colazione della signora Clancy. Lì mi fu presentata ufficialmente come mia fidanzata.

“Vorreste deliziarmi con la vostra compagnia, signorina Elizabeth?”, gli chiesi notandola passeggiare durante un pomeriggio primaverile, sulla piazza centrale.

Lei rispose solo sorridendomi, sapete? Mi aveva già conquistato così.

“Tutto bene in famiglia, signor Gilbert?”, mi domandò con lo stesso sorriso di poco prima.

“oh.. emh.. ecco….si-si”, balbettai guardandola nei suoi occhi scuri.

Un colpo di vento si alzò e il capellino che portava volò dall’altra parte della strada; ricordo che lo rincorsi come un gatto che cerca di acchiappare il suo topo.

Ma non servì a nulla. Non appena mi voltai verso lei, la notai in compagnia di un altro uomo.»

 

«Chi era quell’uomo?», domandò il signor Stefan Salvatore interrompendo il racconto del giovane Gilbert.

«Non era un semplice uomo con cui avrei potuto combattere per convincere quella donna a scegliere me.»

«Che intendi?»

«Non avevo altra possibilità, era come scritto che un Salvatore era destinato ad innamorarsi di un Petrova».
Il signori Stefan e Damon Salvatore erano come pietrificati da quell'affermazione.
«Ci stai dicendo che nostra sorella....»

«Si è innamorata di Nicholas Stevens, quell’uomo che vidi accanto a lei, in quella giornata primaverile. Il figlio di Katherine Pierce… o meglio Petrova

«E’ uno scherzo», sbottò il signor Damon alzandosi dalla sedia

«Questo qui c’ha preso in giro!», aggiunse sbattendo le mani sul tavolo.

«Pensa ciò che credi», sentenziò il signor Gilbert sorseggiando il suo drink.

«Dopo che successe?», chiese il signor Stefan Salvatore.

 Avrei scommesso che il minore dei tra i due fratelli avrebbe creduto molto più in fretta alle sue parole.

 

 

Sai Damon? Dopo che te sei andato la mia vita non è stata più la stessa.

Sai Dam? Vorrei tanto riuscire a superare la distanza che ci divide e venirti ad abbracciare, perché…

mi manchi tanto fratellone. Tanto.

 

«Jas ti aspetta al Grill», affermò la signorina Elizabeth quando il suo amato comparve nella stanza.

«Ok, adesso vado.

Tutto bene?», domandò lui notando lo sguardo assente della sua donna.

«Certo. Però non mi piace che esci in cerca di ragazze quando già ne hai una», rispose lei cercando di mascherare la verità: la mancanza della sua famiglia.

Ah mia cara Elizabeth! Non sei cambiata affatto!

«Lo sai che senza di me, il nostro Jas, fa casini», ribatté il signor Stevens sedendole accanto.

«Per me esisti solo tu», le sussurrò all’orecchio facendola tremare.

«Ma guardati.. dopo quasi 500 anni non ti sai nemmeno abbottonare una camicia», affermò sorridendo lei, notando l’abbagliamento del marito.

«Puoi aiutarmi tu a sbottonarla e poi a rimetterla, no?», chiese lui maliziosamente baciandola.

Non vi descrivo nulla, miei cari lettori, lasciamo un briciolo di privacy a questi vampiri centenari!

 

 

 

«Dopo? È una storia talmente lunga che… », rispose il signor Gilbert appoggiando il suo bicchiere sul tavolo.

«Abbiamo tutto il tempo che vuoi», intervenne il signor Stefan Salvatore cercando di convincerlo a proseguire nella sua narrazione.

«Io no però», concluse facendo cenno al il signor Nicholas, appena entrato nel locale.

«Non assomiglia molto a Katherine», sussurrò il signor Damon Salvatore al fratello.

Per tutta risposta, quest’ultimo gli pestò un piede.

«Ma che ho detto?», aggiunse dimostrandosi offeso.

Il signor Gilbert raggiunse il suo amico e gli raccontò la conversazione da poco avvenuta con in fratelli Salvatore.

«Chiariamo un punto:

non vi ucciso ma posso farlo quando e come voglio. Intesi? » , Nicholas si avvicinò ai due fratelli minacciandoli.

«Ritiro quello che ho detto. È identico!»

«Perché siete rimasti a Mystic Falls allora?», chiese il signor Stefan Salvatore ma, subito dopo, si allontanò sentendo il suo telefono squillare.

Che strano apparecchio il telefono del signor Salvatore! Certo che il mondo è talmente cambiato… ai miei tempi c’erano tutte queste comodità? Non di certo miei amati lettori!

Oh, scusate se sto degenerando, torniamo a parlare di sangue e vampiri!

«Mi ha chiamato Jenna, Elena è sparita. Forse qualcuno stanotte l’ha presa», affermò agitato tornando dal fratello maggiore.

«Sono stato con lei tutta la notte! Impossibile»,  dichiarò il signor Damon facendo impallidire il fratello.

Entrambi i fratelli Salvatore si voltarono sentendo chiudere la porta del locale.

I due ragazzi erano spariti.

 

 

 

FINE secondo capitolo (non si era capito? xD).

AHHH! Sono disperata, word mi ha fatto venire i capelli bianchi solo per mettere una maledetta linea, e adesso non so che dirvi!

Forse è meglio così dai, avvolte le parole non sono necessarie.

Però devo ribadire il mio grazie, a voi, che mi seguite con quell’interesse e quella partecipazione che mi permette di scrivere sempre.

Al prossimo capitolo <3

 

Nel frattempo faccio un po’ di pubblicità a una mia flashfic, sempre su The Vampire Diaries:

 

Quell’ultimo tavolo a destra

Damon: Sono innamorato di una donna che non potrò mai avere.

Il punto è che la amo e mi sta facendo impazzire. Sono fuori controllo.

E' la mia natura è quello che sono. Ma poi devo controllarmi per proteggerla e lei vuole che io si superiore il che significa che io non posso essere me stesso. Lo capisci qual è il problema Andie?

 

Andie: Beh forse questo è quello che sei adesso. E' questo quello che fa l'amore Damon. Ci cambia.

 

 

 

 

 

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