Una vita da Kristen.

di LisaStew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primi segni d'amore. ***
Capitolo 2: *** La mattina degli Mtv Movie Awards 2010. ***



Capitolo 1
*** Primi segni d'amore. ***


Non avevo mai avuto l'occasione di vedere Robert così da vicino.

La prima volta è stata sul set di Twilight. Abbiamo recitato solamente una parte,

come da copione. Ma già alla fine delle riprese, avevamo instaurato una bellissimo rapporto.

Io mi sentivo a mio agio con lui, e lui lo stesso con me.

Sul set di New Moon fu molto più facile. Noi ci conoscevamo già, e recitare la parte di due innamorati non fu più così strano. Anche perchè, sotto sotto, a me Rob piaceva un po'.

In Eclipse le cose andarono alla grande. In tutto quel tempo, avevo conosciuto benissimo Robert, eravamo usciti a cena con tutto il cast, ma alla fine ci ritrovavamo sempre noi due.

Ora il nostro percorso parallelo, si è finalmente incrociato.

Ci vogliamo tanto bene. Anche qualcosa di più, forse.

Driiin driiin.

“Pronto?”

“Ehi Kristen! Sono io. Ho chiamato l'autista, andremo all'intervista insieme. Preparati per le sette e mezza. A dopo!”

“Ok ma..” Bip.

Non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere. “Che dolce però, vuole venire con me.”

Non potei evitare di pensarlo.

Bene, pensieri sdolcinati a dopo, adesso sono le sei e mezza. Ho un'ora per prepararmi. E questa volta voglio farlo io, non ho intenzione di andare dal parrucchiere e dal truccatore.

Aprii le ante dell'armadio.

Che palle, vestito e tacchi, di nuovo! Poveri i miei piedi!

Scelsi un vestito grigio scuro, corto un po' sopra le ginocchia e un paio di scarpe nere con tacco 12. Non ero in vena di vestiti e scarpe colorate. Avevo solo voglia di una felpa e delle mie Vans.

Andai in bagno per una doccia. Poi, scelsi un trucco semplice, per non sembrare esagerata.

Mi misi un po di fondotinta, stesi la cipria, e mi truccai le palpebre di grigio e nero.

Legai i capelli in una coda alta e mi vestii.

Prima di uscire, passai davanti allo specchio.

“Ok, può andare.” Lo dissi a me stessa, quasi per convincermi che fosse vero.

Nella hall dell'albergo, trovai Robert. Era bellissimo. Aveva un completo nero e una camicia bianca, semplice. I capelli erano volutamente spettinati, e gli davano un'aria maledettamente sexy.

Mi sorrise dolcemente e mi salutò con un bacio sulla fronte.

“Sei splendida, come sempre.”

Non potei evitare di arrossire. “Grazie” Biascicai.

Eravamo li da qualche minuto che ci guardavamo negli occhi. Volevo baciarlo.

Dovevo farlo, il mio cuore me lo ordinava. Forse voleva farlo pure lui dato che mi guardava con gli occhi bramosi.

Ma l'incantesimo venne interrotto. O forse solo rimandato.

“D..Dobbiamo andare.”

Salimmo su una lunga e nera limousine. Lui mi prese la mano, era sicuro che nessuno ci potesse vedere.

Fu un viaggio breve, ma piacevole.

Quando arrivammo al palazzo dove si teneva l'intervista, cominciai ad agitarmi.

I giornalisti facevano decisamente troppe domande. Anche private.

Ma io e Robert sapevamo di non dover mai aprir bocca. Infondo si chiama privacy proprio per questo.

Rob si accorse che ero agitata, perciò mi sussurrò delicatamente all'orecchio che potevo stare tranquilla, perchè a certe cose potevamo anche fare a meno di rispondere.

Entrammo nell'enorme palazzo. Era davvero bello.

Nella stanza trovammo la giornalista che ci squadrò da testa ai piedi, cercando elementi in comune per fare scoop.

“Buonasera, e benvenuti carissimi!”

“Buonasera.” Rispondemmo.

Non feci troppo caso alle tante domande, che per fortuna riguardavano soprattutto i film della Saga, e non tanto la vita privata.

Alla fine dell'intervista tirai un sospiro di sollievo. Ora potevo andarmene nell'hotel di New York a riposare.

“Ceniamo insieme stasera?”

La domanda di Rob mi colse all'improvviso. Ma era ovvio che non potevo dire di no. Anche perchè non volevo.

“Certo, per me va bene.”

“Perfetto, ero sicuro che avresti accettato.”

Fece una telefonata veloce al ristorante.

“Rob, dove andiamo?”

“Bah, nulla di complicato. Se proprio non resisti a stare vestita così, ti puoi pure mettere comoda.”

Mi sorrise con il suo solito sorriso meraviglioso.

“Te la prendi se ti dico di si?”

Sorrise. “Certo che no. Ti accompagno all'hotel.”

Pochi minuti dopo arrivammo all'hotel.

“Ti aspetto qui se vuoi.” Lo disse per educazione, sapevo che voleva salire.

“No, figurati. Sali”

Prendemmo l'ascensore. Eravamo soli. E impacciati.

“Tu non ti cambi?” Appositamente interruppi il silenzio imbarazzato.

“Ovviamente!” Mi strizzò l'occhio. “Poi passiamo per il mio hotel e mi cambio pure io”.

Arrivati alla mia stanza, aprii la porta ed entrammo.

“Accomodati pure.”

Presi un paio di jeans e una t-shirt bianca dall'armadio, andai in bagno e mi cambiai.

“Così va molto meglio.” Presi le mie vans e uscimmo dalla stanza.

“Non sei tipa da vestiti e tacchi, vero Kristen?”

“Assolutamente.” Risi. “Non mi importa, so di non essere attraente così, ma almeno sono comoda.”

“A dire il vero, sei bellissima comunque.”

“Dai Rob, non esagerare. Sai come sono io.”

Sorrise dolcemente e mi strinse il braccio intorno alla vita mentre camminavamo per il corridoio.

Non potei fare a meno di sorridere. Stare con Robert mi faceva bene, ed ero sempre felice.

Andai in garage e presi la mia Mini nera, lasciai guidare Rob, e ci dirigemmo verso il suo hotel.

Ridemmo parecchio, perchè Rob si divertiva a prendermi in giro, e il viaggio fu davvero piacevole.

Arrivati all'hotel, salimmo in camera. Era molto carina e abbastanza ordinata.

Mi sedetti nel letto e lui si tolse la giacca. Iniziò a spogliarsi mentre io ero li, rossa in volto e imbarazzata. Si cambiò in fretta e poi uscimmo.

“Vado bene così signorina?”

“Ovviamente Mr Pattinson. Perfetto.” E lo era davvero. Sia con la giacca e i pantaloni eleganti, sia con i jeans e la t-shirt.

 

Arrivati al ristorante, prendemmo un tavolo appartato e tutti e due ordinammo una pizza e una bottiglia di vino.

Era una cena piuttosto semplice, ma romantica.

Quando anche lui ebbe finito la sua pizza, decidemmo di uscire a fare due passi.

Parlammo molto, sia della vita privata, sia del lavoro.

“Sei molto brava Kristen. In tutti i film! Io non sono così espressivo!”

“Non dire sciocchezze, sai benissimo di essere un bravo attore, altrimenti non ti avrebbero scelto per tutti quei film.”

Per tutta risposta lui scoppiò in una sonora risata. Ovviamente risi anche io, la sua risata era troppo contagiosa.

“Non sto scherzando! Non prendermi per scema, dico sul serio, sei bravo”

Si bloccò di scatto e mi prese la mano. Eravamo soli, in una via poco illuminata della periferia.

I nostri sguardi si incrociarono. Ci guardammo negli occhi per qualche minuto, poi lui mi baciò delicatamente sulle labbra.

Fu un lungo bacio, un po imbarazzato, ma bello. Io mi sentii al settimo cielo.

Quando staccò le sue labbra dalle mie, mi sorrise dolcemente e io ricambiai.

“Non posso negare di provare qualcosa per te Kristen. Qualcosa di più forte di una semplice amicizia. Noi ci conosciamo da molto tempo e ormai ho capito che siamo fatti l'uno per l'altra.”

Il mio cuore iniziò a battere a mille, ma mi feci coraggio e risposi.

“Lo so. E' la stessa cosa per me. Tu sai che mi è molto difficile dire queste cose, ma non posso negare l'evidenza.” Sospirai, tesa, ma felice.

“Tutto iniziò il primo giorno di prove per Twilight, ricordi? Io ti avevo vista recitare in Into The Wild, e avevo sempre desiderato conoscerti. E ora, eccoci qui.” Mi sorrise.

Io non resistetti alla tentazione, mi sollevai sulle punte e lo baciai.

Fu un bacio decisamente migliore del precedente, di certo meno imbarazzato e più deciso.

Uno dei tanti dolci baci che ci scambiammo quella sera. I primi baci al di fuori del set di Twilight.

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Capitolo 2
*** La mattina degli Mtv Movie Awards 2010. ***


-Kristen.-

 

7 Giugno 2010, California.

 

Erano appena le otto quando aprii gli occhi quella mattina.

Non volevo ammetterlo, ma ero agitata. Quella sera gli Mtv Movie Awards mi aspettavano.

E io ero nel panico!

“Ok Kristen, non fare la stupida. Non hai nessun motivo per agitarti così”.

Feci un bel respiro e mi alzai. Mentre raggiungevo il bagno, continuavo a ripetermi che ero una stupida cagasotto. Senza motivo! In doccia mi scervellai cercando di capire cosa esattamente mi teneva in ansia. Ma non riuscivo a capire.

Mi asciugai in fretta, infilandomi i jeans e la t-shirt appoggiati nel letto.

Avevo i capelli bagnati e tutti arruffati. Ma non avevo nessuna voglia di asciugarli decentemente, perciò presi un elastico e li legai in una coda alta.

Presi il cellulare e tutte le mie cianfrusaglie, poi uscii chiudendomi la porta dietro.

L'ascensore era occupato, che strazio. Ero al quarto piano e non avevo la minima voglia di scendere dalle scale. Aspettai con pazienza per alcuni minuti, ma niente.

Allora iniziai a chiamare l'ascensore schiacciando furiosamente i bottoni e mandando a quel paese quel povero cretino che c'era dentro.

Dopo ben cinque minuti, la porta si aprì. Con mia grande sorpresa, mi trovai davanti un idiota per eccellenza, il mio idiota preferito.

“Oh, ma guarda chi si vede! Hai tenuto occupato l'ascensore per dieci minuti! Da dove venivi, da sottoterra?”

“Buongiorno Kristen.” Ignorò completamente la mia provocazione.

“Si, ciao Robert. Ora vado a fare colazione, quindi se devi uscire... Aspetta, dove vai con le valigie?” Ero confusa. Lui non aveva la stanza in questo albergo.

“Vado nella mia stanza, ovviamente.” Mi sfoderò un sorrisino strano, ironico e fottutamente bello, poi uscì dall'ascensore prima di restarne intrappolato dentro.

“Ehi ehi, aspetta. Non me la dai a bere. Dove vai esattamente?”

Cominciavo ad insospettirmi.

“Mmmh, seguimi.”

E lo feci. In pratica stavo ritornando da dove ero venuta. Ecco! Ora lo so! Ha prenotato una stanza vicino alla mia! Ero sul punto di dirgli che avevo capito, quando qualcosa attirò la mia attenzione. Stavamo camminando nel corridoio che portava anche alla mia stanza, ma avevamo superato tutte le porte possibili e più vicine alla mia. Cercai di ricordare se per caso davanti alla mia stanza ce ne fosse un'altra. Ma no, non c'era, ne ero sicura.

“R..Robert... Non ci sono altre stanze qui oltre la mia.. Il corridoio è finito! Dormi in sgabuzzino per caso?”

Sorrise della mia frase ironica, ma non rispose.

No, aspetta un'attimo..

“Rob, non mi dirai mica che..” Indicai lui e poi la mia stanza.

“Oh, ci sei arrivata finalmente! Lascio correre solo perchè è mattina presto, altrimenti mi sarei preoccupato! Ahaha!”

Scoppiai a ridere al suono della sua risata contagiosa.

“Quindi d'ora in poi questa non sarà più la mia stanza, ma la nostra!” Si, mi piace. Eccome se mi piace!

“Eeesatto Stewart, complimenti. Hai vinto un premio!”

Mmmh, premio eh.. No. Ritornai immediatamente alla realtà, che era già bella di suo.

“Ah bene signor Pattinson, si accomodi prego.”

“Grazie mille signorina. Gentilissima.”

Subito dopo gli feci la linguaccia, scemo di un Robert.

“Allora, sappi che qui ci sono due armadi, e per tua fortuna uno è libero. Sistema pure le tue cose, la stanza è abbastanza grande.”

“Ok, perfetto.”

Lo guardai mentre sistemava i suoi vestiti nell'attaccapanni. Era bellissimo. Troppo bello.

Arrivai alla conclusione che ero decisamente troppo fortunata a condividere la stanza con lui, sapendo che milioni di teenagers morivano dalla voglia anche solo di vederlo.

“Ecco, ho finito.” Mi sorrise. “Ti va se andiamo a fare colazione da qualche parte?”

“Oh, si, muoio di fame!”

“Perfetto allora.”

Dopo aver chiuso la porta, prendemmo l'ascensore.

“Beh, spiegami la novità della stanza!”

“Mmmh, in pratica ero stanco di stare solo. Spero non ti dispiaccia!”

“NOO assolutamente.”

Ok, avevo esagerato con l'entusiasmo, perciò sorrisi timidamente.

Tempo due secondi, e scoppiammo a ridere tutti e due!

“Ok, ehm, bene.”

Io e Robert eravamo molto amici, migliori amici per precisare. Passavamo gran parte del tempo a dire cavolate e a ridere come i matti! Soprattutto alle interviste!

DING.

Arrivati.

Robert lasciò le chiavi alla reception e mi chiamò.

“Kristen, puoi venire qui un attimo?”

“Si, dimmi Rob.”

“Tu dovresti avere due chiavi, giusto? Bene, ora ho dato le mie al signore qui e tu mi dai una delle tue.”

“Perfetto, tieni!” “Ah, Rob, ti aspetto fuori.”

Mi fece un cenno di assenso e si rivolse gentilmente all'uomo baffuto incaricato a gestire le chiavi. “Bene, tutto apposto allora, grazie mille.”

Pochi secondi dopo era già fuori accanto a me.

“Andiamo qui nel bar accanto a fare colazione, ok?”

“Certo, per me va bene. Ho una fame!”

“Dai dai, non ti lamentare sempre che sei grassa.”

“Coooosa, grassa? Come ti permetti brutto...”

Lo pizzicai sul fianco e gli diedi una pacca in testa.

In compenso lui rideva a squarciagola.

“Io non riderei se fossi in te, ho ancora in serbo la mia mossa segreta.”

“Ahahah, Kristen, mi fai paura!”

“Sbruffone, chi ti credi di essere?” Ridendo gli pestai con forza un piede.

“Ahiahi, fa male!”

“Lo so, vuoi ancora?”

Si avvicinò delicatamente al mio viso, nonostante fossimo in un bar con altra gente, e sussurrò piano al mio orecchio. Io intanto avevo i brividi dalla testa fino alla punta dei piedi.

“Ti conviene tenere il tuo entusiasmo per stasera Kristen.”

Feci una smorfia, tenendo a bada i brividi e il cuore.

Mi calmai solo per bere il cappuccino, sperando di non fare qualche danno per l'agitazione.

Poi lui si alzò e andò a pagare, quindi uscimmo dal piccolo bar.

Non mi accorsi nemmeno che eravamo già arrivati alla stanza. Quando parlavo con lui il tempo volava.

“Allora Stewart, vedo che sei abbastanza in agitazione per stasera eh?”

“Mah, sai com'è. Foto, domande, premiazioni varie..”

“Poi siamo candidati in varie categorie se non sbaglio.” Pronunciò la frase con un tono strano, quasi per prendermi in giro.

“Rob, arriva al punto.”

Stavamo già ridendo, e non so per quale motivo. Ma finché lui non la smetteva di sorridere come un'ebete, io non riuscivo a fermarmi.

Poi però si fece serio. Eravamo seduti sul lettone, ma lui iniziò ad avvicinarsi sempre più.

Io mandai giù, e mi tornarono i brividi.

“Sai, siamo candidati anche in una certa categoria...” O mio dio. Quando mi parla sottovoce così io divento matta.

“Ehm, si lo so..” Sorrisi, sempre più in tensione.

“E se vinciamo.. sai..” Mi sorrise anche lui, sempre più vicino al mio volto.

Aspettò una mia qualsiasi reazione, ma io ero immobile. Il mio cuore batteva forte, lo sentivo.

Diio Robert, baciami, baciami, altrimenti lo faccio io.

No, non ce n'era bisogno. Un secondo dopo mi baciò. Fu un bacio forte e molto piacevole.

Certo, lui bacia alla grande. Gli arruffai i capelli, e lui mi lasciò fare.

Non so dire quanto durò il bacio, so solo che smettevamo solo per respirare.

Poi, per mia sfortuna, la magià finì e lui, appoggiato con la testa sul mio petto, iniziò a raccontarmi una delle sue cazzate fatte con Tom, tanto per ridere un po'.

Non mi ricordo quanto tempo passò, fatto sta che ci addormentammo tutti e due, nonostante fosse pieno giorno.

 

-Continua...

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