L'amore rinasce quando meno te lo aspetti

di saramichy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come inizia la nostra storia ***
Capitolo 2: *** Nuovi doveri e vecchie amicizie ***
Capitolo 3: *** Lettere strappalacrime ***
Capitolo 4: *** Una cena imbarazzante ***
Capitolo 5: *** Il funerale ***
Capitolo 6: *** Trasloco ***
Capitolo 7: *** Una nuova casa ***
Capitolo 8: *** Una giornata movimentata ***
Capitolo 9: *** Proposta inaspettata ***
Capitolo 10: *** Deja-vù e comprensione ***
Capitolo 11: *** Rivincita e spiegazioni ***
Capitolo 12: *** Assistente sociale ***
Capitolo 13: *** Ritorno e rivelazioni ***
Capitolo 14: *** Incontro particolare ***
Capitolo 15: *** Scuse sincere? ***
Capitolo 16: *** Litigio d'amore ***
Capitolo 17: *** Scoperta e vendetta ***
Capitolo 18: *** Sfilata di moda con finale a sorpresa ***



Capitolo 1
*** Come inizia la nostra storia ***



Ragazze rieccomi con una nuova storia tutta per voi, spero che la mia idea vi piaccia. Devo ammettere che lo spunto mi è venuto guardando un film della fine del 2010 il titolo è «Tre all‘improvviso» ma la trama si svolgerà in maniera diversa. Lo so che direte che visto che ho altre storie non ancora finite dovrei prima postare quelle ma oggi l'ispirazione viaggia così. Ora se vorrete leggere e dirmi che cosa ne pensate e se ne vale la pena di continuarla ve ne sarei davvero molto grata. Buona lettura!



PRIMO CAPITOLO: COME INIZIA LA NOSTRA STORIA



POV BELLA



La mia vita è sempre scorsa molto tranquilla, mio padre e mia madre erano sempre stati i migliori genitori che una ragazza avrebbe voluto, avevo un fratello che amavo molto e che era sposato con una delle mie migliori amiche. Ma andiamo per ordine, non mi sono ancora presentata, io mi chiamo Isabella Marie Swan ed ho ventisette anni, i miei genitori sono lo sceriffo Charlie Swan e la gallerista d’arte Renee Swan, mentre mio fratello gemello si chiama Jasper Swan. Siamo sempre stati una famiglia molto unita e quando mio fratello si è sposato con la mia amica Alice Cullen io sono stata la persona più felice per lui, nonostante avessi dei seri problemi con il fratello di Alice, Edward Cullen. Ai tempi del liceo io ed Edward eravamo una delle coppie più invidiate ed io lo amavo molto ma un giorno scoprii che lui era diverso da come io lo immaginavo, lo trovai infatti a letto con Tanya Denali, la ragazza più facile del liceo e da allora il mio amore per lui si trasformò in odio allo stato puro, nonostante fossimo costretti a frequentarci visto che le nostre famiglie erano imparentate e visto che i nostri migliori amici erano sposati tra di loro. Già la mia migliore amica Victoria era sposata con James Masen, il miglior amico di Edward e siccome entrambi li frequentavamo ancora, eravamo costretti a subirci anche tra di noi. Victoria e James si erano sposati l’ultimo anno di università perché lei era in attesa di un bambino, un bellissimo bambino al quale diedero nome di Anthony Masen, cosa alquanto normale visto che il secondo nome di Edward era proprio Anthony. Improvvisamente però la mia vita prese una piega alquanto diversa, un giorno mentre ero al lavoro per la rivista di moda più importante di Manhattan con la mia assistente Angela ricevetti una telefonata che mi fece piombare nel baratro dell’infelicità. Ecco cosa accadde quel giorno:

«Che cosa ne dici Angela, credi che questa impaginazione piacerà al grande capo?» Avevo la mania di controllare decine di volte gli articoli che dovevamo pubblicare e poi decidere se erano davvero meritevoli di essere pubblicati sulla nostra rivista. Angela era una collaboratrice molto preziosa, lavorava con me da quando eravamo state assunte insieme lo stesso identico giorno ed io avevo subito colto la palla al balzo proponendo al grande capo che io e lei lavorassimo insieme visto che eravamo nuove e subito dopo un paio di mesi entrambe eravamo diventate indispensabili per la rivista ed avevamo ottenuto una promozione ed anche un aumento di stipendio cosa che ci aveva fatto diventare immediatamente amiche per la pelle.

«Io credo proprio di sì perché lo sai qualsiasi cosa tu gli proponi lui dice subito di sì, credo che tu gli piaccia davvero molto.» Già il nostro capo, Mike Newton, era decisamente molto innamorato di me, da quando avevo messo piede alla rivista non faceva altro che invitarmi a pranzo, a cena e ad uscire insieme ed io evitavo accuratamente di dirgli di sì, sia perché lui non mi interessava e anche perché non volevo confondere il lavoro con la mia vita privata.

«Già hai perfettamente ragione, quel uomo mi farà diventare pazza qualche giorno, se non la smette di farmi la corte dovrò dire a Jacob di intervenire lui di persona e credimi non gli piacerebbe molto l’idea di dover fare a botte con il mio ragazzo.» Già ero fidanzata da quattro mesi con il mio migliore amico Jacob Black, praticamente eravamo cresciuti insieme e lui era innamorato di me da sempre ed un giorno aveva preso coraggio e si era dichiarato e da allora io e lui facevamo coppia fissa, non sapevo veramente se lo amavo, ma la sua compagnia era piacevole e per adesso la cosa mi bastava e bastava anche a lui. Ero sicura di non amarlo come avevo amato Edward a suo tempo, ma da allora non avevo più amato nessuno in quel modo folle e sconsiderato e totalmente incondizionato, in fondo era colpa sua se avevo perso fiducia nel genere maschile, ma con Jacob era diverso sapevo di potermi fidare, visto che prima di essere il mio ragazzo era il mio migliore amico, lo so l’ho già detto di Alice e Victoria ma non è certo colpa mia se avevo tre migliori amici, mi consideravo una ragazza fortunata. Improvvisamente il mio cellulare prese a squillare in maniera frenetica e decisi di fare uno strappo alla regola e rispondere anche se ero al lavoro, guardai il display e mi venne da sorridere, era il numero del cellulare di Victoria, ma non sapevo che una volta risposto il mio sorriso sarebbe svanito nel nulla.

«Pronto tesoro come stai?» Ero davvero molto contenta di sentirla, lei e James erano stati in vacanza ed oggi dovevano tornare a casa e la sera avremmo dovuto vederci tutti a casa loro per festeggiare.

«Signorina Swan, qui è l’ospedale centrale di Manhattan, la stiamo chiamando dal cellulare della signorina Victoria Smith perché lei e il marito hanno avuto un incidente e sembra che lei sia la persona più vicina alla ragazza, quindi abbiamo deciso di avvisarla. Le condizioni dei due ragazzi sono molto gravi, mentre il bimbo sta bene, non ha subito danni e potremmo dimetterlo se solo lei venisse all’ospedale per riprenderlo, visto che abbiamo chiesto alla signorina a chi affidarlo, lei ci ha fatto il suo nome.» Ero nel panico più totale, Victoria e James stavano male, dovevo assolutamente andare all’ospedale.

«Arrivo subito, il tempo di mettermi in macchina e arrivare in ospedale.» Lo dissi in fretta e riagganciai il cellulare, ero turbata, Anthony stava bene mentre Victoria e James potevano anche morire, no assolutamente a questo non dovevo pensare, sarebbe andato tutto bene. Presi tutta la mia roba e dissi ad Angela di avvertire Mike che la mia migliore amica aveva avuto un incidente e che quindi mi prendevo una giornata di riposo per starle accanto. Guidai come una pazza verso l’ospedale e con mio grande stupore arrivai in dieci minuti e appena misi piede nel pronto soccorso vidi ad attendermi Edward che si passava le mani sulla fronte e piangeva, questo significava che, non poteva essere, loro dovevano stare bene, avevano un bambino perché era successo tutto questo? Mi avvicinai a lui e decisi di chiederglielo anche se sapevo già la risposta.

«Edward ti prego dimmi che stanno bene, ti scongiuro.» Lui mi guardò e mi fece cenno di no con la testa ed io presi a piangere a dirotto come non avevo mai fatto in vita mia, quando alla fine smisi l’infermiera mi guardò e mi porse tra le braccia Anthony annunciandomi che i nostri amici avevano deciso di affidare il bambino a me ed Edward e da allora la mia vita cambiò radicalmente. Non riuscivo a credere che Victoria e James avessero lasciato a me Anthony, né che avrei dovuto condividere l‘affidamento con Edward, era una cosa impossibile, come potevo prendermi cura di un bambino e allo stesso tempo cercare di andare d‘accordo con Edward, loro probabilmente non si rendevano conto che prima di poter andaree d’accordo ci saremmo ammazzati a vicenda. La cosa che davvero non potevo sapere era quello che ci avrebbe detto l‘avvocato di James l‘indomani mattina, e quello avrebbe davvero stravolto la mia nuova vita.



POV EDWARD



La mia vita era perfetta, avevo una donna diversa ogni sera a scaldarmi il letto e lavoravo con la mia famiglia nella nostra casa di moda la Cullen’s, ero sempre attorniato da centinaia di modelle pronte a saltarmi addosso, certo ognuna di loro pensava di poter diventare la mia fidanzata ma io proprio non riuscivo a dare retta a nessuna di loro tranne che per un giorno. Ero il donnaiolo più famoso di tutta Manhattan, ma c’era stato un tempo in cui credevo veramente nell’amore fino allo sbaglio più grande della mia vita. Il mio nome è Edward Anthony Cullen, sono il secondo figlio di Carlisle ed Esme Cullen, i miei fratelli sono Emmett Cullen sposato felicemente con Rosalie Hale ed Alice Cullen altrettanto sposata felicemente con Jasper Swan, il fratello gemello della mia prima e unica ragazza seria, Isabella Swan detta Bella. Io e lei ai tempi del liceo eravamo fidanzati ma un giorno che ancora maledico decisi di divertirmi con Tanya Denali, adesso nota modella della nostra agenzia, ma al tempo solo la ragazza più facile del liceo e lei puntualmente mi beccò in pieno e da allora nutre questa sorta di odio puro nei miei confronti. Ricordo ancora quel tempo, Alice mi aveva tenuto il muso per secoli, diceva che ero stupido ad aver perso Bella, che lei meritava qualcuno meglio di me, che lei era pura e innocente e che io ero solo uno stupido e che mi sarei presto colpevolizzato per quello che le avevo fatto passare. Jasper che era il mio migliore amico, al tempo, mi aveva tirato fuori dalla sua vita ed io avevo iniziato ad uscire con James Masen ed eravamo diventati migliori amici, quello che però non potevo sapere era che di lì a poco lui si sarebbe innamorato perdutamente della migliore amica di Bella, Victoria Smith e che così sarei stato costretto a frequentare ancora Bella anche se solo come amica. Ogni volta che la vedevo il mio cuore sanguinava un po’ di più per il male che le avevo fatto e per il fatto che lei mi dimostrava tanto disprezzo. L’ultimo anno di università Victoria rimase incinta e lei e James si sposarono ed ebbero un meraviglioso bambino, a volte pensavo che anche io e Bella avremmo potuto avere dei bambini se solo io mi fossi dimostrato più adulto, cosa che invece non ero affatto. Decisero di chiamare il bambino con il mio secondo nome Anthony e la cosa mi fece tremendamente piacere, perché significava che i due mi volevano davvero molto bene. Un giorno però la mia vita prese una piega imprevista, stavo lavorando con mio padre e i miei fratelli alla nostra nuova collezione di moda quando all’improvviso ricevetti una telefonata che stravolse la mia vita. Ma andiamo con ordine, ecco cosa successe quel giorno:

«Papà io credo che l’abito rosso dovrebbe essere più corto sul davanti e lungo sul dietro tu che cosa ne dici?» Ero sempre stato pronto ad apportare modifiche agli abiti dopo il loro confezionamento, diciamo che questo era il mio principale lavoro nella società, io ero il rifinitore dei vestiti.

«Direi che hai ragione Edward, Tanya ti prego stai ferma, che vediamo come poter tirare su l’orlo di questo vestito.» Detto questo prese degli spilli e si mise ad apportare le modifiche che avevo richiesto. All’improvviso il mio cellulare prese a squillare e risposi controllando chi era sul display, ed era apparso il numero di James. Erano due settimane che non lo sentivo visto che aveva deciso di andare in vacanza con Victoria e il bambino e perciò ero curioso di sentirlo, dato che la sera stessa avremmo dovuto essere a cena da loro, dico avremmo perché naturalmente ci sarebbe stata anche Bella, questo era abbastanza scontato.

«Ehilà uomo, che cosa mi dici di bello?» Avevo risposto pensando che al telefono ci sarebbe stato James, invece la voce che sentii mi fece gelare il sangue nelle vene.

«Signor Cullen, qui è l’ospedale centrale di Manhattan, il suo amico James ha avuto un incidente con la moglie e il figlio ed ora sono tutti ricoverati qui, gradiremmo che lei venisse visto che è l’unico contatto che abbiamo per il signor Masen.» Sembrava che dovesse aggiungere qualcos’altro ma io lo impedii perché risposi che arrivavo subito e chiusi la comunicazione, mio padre mi guardò e sembrò capire dal mio viso che ero stravolto.

«Edward stai bene? E’ successo qualcosa?» Era preoccupato anche lui.

«A quanto pare sì, James e Victoria hanno avuto un incidente e adesso sono in ospedale, devo andare papà.» Lui sapeva bene quanto io tenessi a James e quindi decise che era meglio lasciarmi andare di corsa in ospedale.

«Certo vai pure figliolo e tienimi aggiornato ok?» Gli dissi che gli avrei telefonato subito dopo aver saputo come stavano i ragazzi. Presi la mia porche e mi diressi in tutta fretta in ospedale, al pronto soccorso chiesi a chiunque se sapevano darmi notizie di James e Victoria, quando all’improvviso vidi uscire un dottore diretto verso di me che aveva una brutta espressione sul viso e anche senza sentirglielo dire avevo già capito cosa fosse successo.

«Lei è il signor Cullen immagino. Vede il suo amico e sua moglie sono arrivati qui con delle gravi ferite e abbiamo fatto tutto il possibile ma non siamo riusciti a salvarli. Il bambino però è rimasto illeso, ora è di là con i medici che lo stanno controllando, tra poco potrete vederlo.» Ero distrutto, non capivo nemmeno una parola di quello che mi stava dicendo, però avevo capito che Anthony era vivo, questo era già qualcosa, ma come avrebbe fatto, sarebbe rimasto da solo, lo avrebbero dato in adozione ed io non lo avrei più rivisto. Mi passai le mani sul viso ed in quel momento la porta del pronto soccorso si aprì di nuovo ed entrò Bella che mi chiese se avevo notizie di James e Victoria e le parole purtroppo non mi uscirono dalla bocca, feci solo segno con la testa che non c’erano più. Lei si misi a piangere ed io non sapevo cosa fare per tirarle su il morale, avrei voluto dirle che anche io ero distrutto, ma in fondo forse a lei non importava veramente che io stessi male. All’improvviso un’infermiera si avvicinò a noi dicendo che Anthony era stato affidato dai suoi genitori a noi due, questa sì che era una cosa del tutto anormale, non avrei mai saputo come comportarmi con un bambino, non poteva essere vero. L’indomani però avrei capito che Victoria e James si fidavano a tal punto di noi due da lasciarci la cosa più preziosa che loro possedessero e che avevano lasciato a noi anche il resto delle cose e che purtroppo avremmo dovuto vivere insieme, ci saremmo ammazzati dopo solo una settimana che vivevamo insieme, ma purtroppo avrei anche scoperto che altrimenti ci avrebbero tolto il bambino ed io avrei preso la decisione più dura della mia intera esistenza.

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Capitolo 2
*** Nuovi doveri e vecchie amicizie ***



Ragazze rieccomi con il nuovo capitolo, lo so non siete ancora tante a seguirmi ma visto che quelle che lo fanno sembrano gradire molto la storia ho deciso di postare quanto prima. Voglio ringraziare tutti quelli che leggono anche se non commentano e anche quelle che l‘hanno inserita tra le seguite, le preferite e in quelle da ricordare. Mi raccomando recensite e buona lettura!



SECONDO CAPITOLO: NUOVI DOVERI E VECCHIE AMICIZIE



POV EDWARD



Non potevo credere alle parole dell’infermiera, era stata chiara, dovevamo prenderci cura di Anthony ed era una responsabilità enorme, come potevamo farlo insieme se a malapena quando ci incontravamo ci parlavamo e rischiavamo la maggior parte delle volte di ucciderci? Bella non aveva ancora detto niente, si era limitata a prendere in braccio Anthony e a cullarlo sussurrandogli delle parole dolci, poteva benissimo passare per una madre perfetta, ed io invece non sarei mai stato all’altezza di essere un padre perfetto o meno. La ascoltavo parlare con il piccolo Anthony e quello che diceva sembrava averlo tranquillizzato un po‘ perché quando l‘infermiera lo aveva portato lui stava piangendo come un ossesso mentre adesso guardava Bella e cercava di prendere con le manine i suoi capelli, era una scena davvero molto bella. In passato avevo pensato di poter avere dei figli da Bella, era stato naturale pensarlo ma poi dopo esserci lasciati la mia visione delle cose se ne era andata con lei, ed ora eccoci qui, eravamo diventati genitori e per giunta il figlio non era nemmeno il nostro, come diavolo facevamo ad andare d’accordo sul come educarlo se continuavamo a battibeccare tra di noi? La risposta non sembrava arrivare da nessuna parte, ma dovevamo prendere delle decisioni e dovevamo farlo subito perciò decisi che era meglio parlare con lei.

«Bella credo che sia meglio per noi parlare di questa nuova situazione, lo so che ci odiamo a vicenda, o meglio so che tu mi odi ma forse dovremmo veramente decidere una tregua per il bene di Anthony a questo punto. Che ne dici se stasera andiamo a casa dei miei a dormire, così gli spieghiamo la situazione e possiamo anche chiedergli aiuto, ci saranno tutti anche tuo fratello quindi sarà una cena di famiglia niente di più e niente di meno e poi a casa dei miei ci sono tante stanze così tu ed Anthony potrete dormire in una stanza da soli senza interferenze di alcuna sorta.» L’idea mi era balenata in testa mentre le stavo parlando ed avevo subito deciso di riferirgliela, in fondo avremmo sempre potuto appoggiarci a qualcuno e visto che i genitori di Bella erano spesso in viaggio dopo che suo padre era andato in pensione, i miei genitori mi sembravano le persone più adatte e poi adoravano Bella e lei adorava loro quindi era un’ottima soluzione; la vidi pensarci su e poi mi rispose fredda come il ghiaccio.

«Sì abbiamo bisogno di chiarire questa situazione e finché non parliamo tra di noi e con l’avvocato di James e Victoria non riusciremo ad uscirne fuori. Ora visto che vuoi andare a parlare a casa dei tuoi, mi spieghi cosa hai intenzione di fare perché io ho la mia macchina e tu hai la tua ma nessuno di noi due ha il seggiolino per l’auto per poter far sedere Anthony come diavolo ci andiamo a casa tua?» Dannazione aveva ragione, nessuno di noi due aveva un seggiolino per bambini in auto, ma forse mi era venuta un’idea, in fondo casa dei miei non era lontana e avremmo anche potuto farcela ad arrivare senza essere fermati dalla polizia stradale.

«Hai ragione, vediamo di fare così, casa dei miei non è tanto lontana. Andiamo con la mia macchina e tu tieni in braccio il piccolo Anthony, poi una volta arrivati lasciamo Anthony a mia madre e torniamo a prendere la tua auto, che ne dici?» Sapevo che fare una cosa contro quello che diceva la legge era contro i suoi principi, in fondo suo padre era stato un poliziotto, quindi era davvero difficile per lei, ma acconsentì forse perché non aveva altra scelta.

«Va bene, facciamo come hai detto tu, ma come diavolo spieghiamo questa cosa ai tuoi genitori io davvero non ne ho la minima idea e se tu ce l’hai sei pregato di spiegarmela perché io davvero voglio molto bene a Carlisle ed Esme ma questa situazione mi mette a disagio.» Già figuriamoci come mi sentivo io, i miei genitori volevano più bene a lei che a me quindi quando avevano scoperto che l’avevo tradita erano andati su tutte le furie, figuriamoci quando gli avremmo detto che dovevamo essere i tutori legali di Anthony si sarebbe scatenato il finimondo, mio padre e mia madre avrebbero sicuramente parteggiato per Bella e per il fatto che noi due avremmo dovuto sposarci, cosa alla quale nessuno di noi due sicuramente avrebbe mai detto sì.

«Non ti preoccupare qualcosa ci inventeremo, per adesso andiamo e poi lo sai anche loro ti vogliono molto bene e per loro sei quasi una figlia quindi lascia perdere, la predica la faranno comunque a me e non di certo a te.» Detto questo andammo alla mia macchina e per nostra grande fortuna non c’era nemmeno una macchina della polizia in tutta la strada, arrivammo a casa dei miei genitori che puntualmente mi aspettavano sulla porta di casa, dannazione ormai avevo ventisette anni e loro ancora mi trattavano come se fossi il loro bambino. Scendemmo dalla macchina con il piccolo Anthony in braccio e forse dal nostro viso mio padre parve capire quello che era successo, non ci chiesero niente finché non fummo tutti entrati in casa e ci riunimmo insieme a tutti gli altri in salotto, a quel punto mia madre prese la parola per prima.

«Edward ci spieghi che cosa è successo e come mai Bella era in macchina con te e vi siete presentati con Anthony, che fine hanno fatto James e Victoria, non tenerci sulle spine ti prego.» Come era difficile, leggevo nei suoi occhi una profonda pena e dirle quello che le dovevo dire sarebbe risultato difficile per chiunque e specialmente per me, non volevo essere proprio io a dirle la terribile verità ma mi feci coraggio e cominciai a parlare tra gli sguardi commossi e sgomenti di tutta la mia famiglia.

«Vedi mamma, oggi al lavoro ho avuto una telefonata che mi annunciava che James e Victoria avevano avuto un incidente stradale e mi sono precipitato all’ospedale centrale ma quando sono arrivato il medico mi ha detto che purtroppo avevano fatto il possibile ma James e Victoria non ce l’avevano fatta mentre il piccolo Anthony era miracolosamente sopravvissuto e poi cinque minuti dopo è arrivata anche Bella, immagino che l’ospedale abbia contattato anche lei e quando è arrivata le ho detto quello che sapevo e lei si è messa a piangere a dirotto, poi l’infermiera è arrivata con in braccio il piccolo Anthony e ci ha detto che James e Victoria avevano nominato noi due come tutori legali del piccolo e che domani l’avvocato di James ci avrebbe detto di più. Perciò pensandoci su abbiamo deciso che per stasera era meglio venire qui e domani mattina andremmo dall’avvocato per saperne di più.» Mia madre, Alice e Rosalie si erano messe a piangere a dirotto e poi avevano subito abbracciato Bella e il piccolo Anthony, in fondo dovevo aspettarmelo, tutti eravamo molto legati a James e Victoria e la loro reazione era più che normale. All’improvviso vidi il viso stranito di Jasper e lo vidi dirigersi verso sua sorella e portarla di là nella dependance, forse voleva parlarle e sapere come stava da soli come solo un fratello può parlare con una sorella, ma all’improvviso furono seguiti anche da Alice e allora capii che probabilmente l’argomento della discussione sarei stato io. Nel frattempo chiesi ad Emmett di venire con me a recuperare la macchina di Bella e chiesi agli altri di aspettarci per cenare in santa pace. Mentre ero in macchina Emmett mi riscosse dai miei pensieri su James e Victoria parlandomi da fratello maggiore e mettendomi in guardia dal far soffrire di nuovo Bella altrimenti la mia famiglia mi avrebbe davvero dato del filo da torcere.

«Eddy lo sai vero che quello che sto per dirti non ti piacerà affatto. Mamma e persino Alice hanno faticato molto a perdonarti l’ultima volta quando hai preso in giro Bella quindi ti prego non metterti nei guai anche stavolta. Va bene che voi dobbiate fare da tutori al piccolo Anthony ma guardati bene dall’intraprendere una relazione con lei se non vuoi portarla a termine con il matrimonio perché Jasper potrebbe persino ucciderti, in fondo è la sua sorellina per lui e sai che anche l’altra volta gli ci è voluto parecchio tempo per poterti finalmente riparlare senza avere del livore nei tuoi confronti. Ti prego dimmi che starai attento, ti chiedo solo questo.»

«Ma come cavolo ti vengono in mente certe cose Emmett, non ho intenzione di rimettermi con Bella e tu lo sai bene, con tutte le donne che ho al momento avere di nuovo una relazione con Bella è l’ultima cosa che voglio, altrimenti non avrei più un minimo di libertà e non potrei portarmi a letto tutte le nuove modelle dell’agenzia.» Santo cielo l’avevo pensato e detto a voce alta nello stesso tempo, non pensavo di essere così stupido, ma Emmett si mise a ridere per poi dirmi una cosa che mi colpì totalmente.

«Sai Edward puoi parlare così a Jasper oppure ad Alice o Rose, ma io lo vedo come la guardi, vedo come sei quando stai con lei, io ti vedo diverso da quello che tu pensi di essere. So che quando l’hai tradita ti sei sentito male per due anni, Edward, non sei uscito con nessuno per due anni e poi dopo per non sentirti troppo pressato da qualche altra ragazza hai iniziato ad averne una nuova ogni sera nel tuo letto e questo può farti star bene per un po’ di tempo ma di certo non ti farà stare meglio adesso che la vedrai tutti i giorni e la vedrai uscire con il suo nuovo ragazzo, perché se ancora non lo sai, lei un ragazzo ce l’ha. Ti conviene pensare a quello che vuoi fare perché altrimenti potresti perderla senza nemmeno mai averci veramente pensato.» Detto questo eravamo arrivati all’ospedale ed Emmett prese la macchina di Bella e ripartimmo per tornare a casa, ma nel viaggio di ritorno le parole di Emmett continuavano a ronzare nella mia mente, possibile che lui mi avesse capito addirittura meglio di quanto mi ero capito io, la risposta probabilmente era semplice ma per adesso volevo solo cenare ed andare a letto per poi svegliarmi l’indomani e capire che forse era stato tutto un brutto sogno, cosa che invece non sarebbe successa.



POV BELLA



Scioccata, ero particolarmente scioccata dopo la notizia ricevuta, abbracciavo il piccolo Anthony sussurrandogli che gli sarei rimasta sempre vicina che in me avrebbe trovato una nuova mamma pronta a rimetterlo in piedi quando cadeva e che tutto sarebbe andato per il meglio anche se perfino io iniziavo a chiedermi come e perché eravamo finiti tutti in questa situazione nuova e allucinante. Alla fine Edward mi propose di andare a cena e a dormire dai suoi e dovevo ammettere che avevo decisamente bisogno di aiuto per sopportare questa situazione e quindi decisi di dirgli di sì a patto che lui mi dicesse come avremmo fatto a tirarci fuori da questa situazione. Sembrava che lui avesse delle idee ben precise sul da farsi e cominciavo a sentirmi meglio riguardo al fatto che avremmo dovuto crescere insieme Anthony. Avevo paura, paura che lui potesse tirarsi indietro, non volevo fare la mamma da sola, non volevo ritrovarmi da sola a crescere un bambino che non era nemmeno il mio, all‘improvviso mi venne in mente un‘immagine di me, Anthony e Jacob insieme e il quadro che formava non era nemmeno lontanamente paragonabile all‘effetto che mi faceva pensare a me, Edward e Anthony assieme, ma decisi di cancellare quei pensieri dalla mia mente per poter finalmente porre fine a questa situazione. Arrivammo molto velocemente a casa di Carlisle ed Esme e la scena che vidi mi fece pensare ad un plotone di esecuzione piuttosto che ad una famiglia in attesa del proprio figlio. Uscimmo dalla macchina e subito capii che Carlisle doveva aver capito qualcosa dalle nostre facce mentre Esme sembrava profondamente scioccata di averci visti insieme e per giunta con il figlio di James e Victoria e le parole che disse mi fecero un grande effetto, speravo solo che Edward volesse rispondere alle domande di sua madre senza farmi parlare, perché non me la sentivo e perché era troppo difficile per me. Sentivo le parole di Edward ma non ragionavo molto su di esse, vidi che alla notizia Esme, Alice e Rosalie si misero a piangere e vidi mio fratello che mi osservava, avevo gli occhi lucidi, non riuscivo ancora a crederci e poi lo vidi avvicinarsi a me e portarmi con lui nella dependance e poco dopo arrivò persino Alice. Il mio pianto era incontenibile, mentre Jasper tentava di farmi riprendere da questa situazione, Alice prese in braccio Anthony che naturalmente si rimise a piangere, in fondo non conosceva bene Alice come me e forse essere staccato dall‘unica persona che lui riteneva conosciuta lo aveva catapultato in una situazione di paura. Decisi che era giunto il momento di reagire, avrei avuto tutta la notte per piangere la morte di James e Victoria, mi asciugai gli occhi e ripresi in braccio Anthony che si calmò all‘istante, mentre mio fratello si mise a parlare con me.

«Dimmi una cosa Bella, tu pensi veramente di poter crescere questo bambino insieme ad Edward?» Non sapevo come rispondere, ma il fatto era che non volevo nemmeno pensarci adesso.

«Jasper tu che cosa pensi che possa fare, James e Victoria si fidavano a tal punto di noi due da affidarci Anthony e quindi che cosa pretendi che faccia che lo lasci in un orfanotrofio, non ci penso nemmeno, voglio crescerlo io, voglio potergli parlare dei suoi genitori e dirgli che erano persone fantastiche e che hanno pensato a lui fino all’ultimo loro respiro tanto da lasciarlo nelle mani dei loro due migliori amici.» Ero arrabbiata, come poteva pensare che avrei lasciato Anthony da solo, non c’era nemmeno un modo per farmi fare questa cosa e se questo voleva dire sorbirmi Edward allora lo avrei fatto.

«Non intendevo dire quello Bella e tu lo sai. Credi di poter cambiare Edward tanto da poter essere un bravo padre, ti ricordi quello che ti ha fatto? Non mi dirai che vuoi lasciare Jacob e rimetterti con lui.»

«Ma che diavolo stai dicendo? Jasper io non ho intenzione di rimettermi insieme ad Edward, sto bene con Jacob, non so se durerà quando gli parlerò di Anthony ma sono più o meno quattro mesi che esco con lui e doversi sorbire il mio ex e un bambino che tra l’altro non è mio non è una cosa che farebbero tutti, ma io non intendo lasciarlo per Edward sono stata abbastanza chiara?» Speravo che si rilassasse, non volevo che fosse preoccupato che Edward potesse rifarmi di nuovo del male, ma in quel momento si intromise nella nostra discussione Alice, il mio angelo custode.

«Jasper ti prego, io non credo che dovresti essere preoccupato. Bella è abbastanza grande per poter decidere da sola e penso che sarà un’ottima madre per Anthony, l’hai visto anche tu che si è tranquillizzato subito appena lei lo ha preso in braccio. Per quanto riguarda Edward credo che Emmett gli stia già facendo un discorsetto tu lo sai che persino Emmett è molto protettivo nei tuoi confronti ,vero Bella? Sono così felice che tu ora farai di nuovo parte a tempo pieno della famiglia, perché devi capire che adesso sia io che Rosalie, che Esme passeremo molto tempo insieme a te e al piccolo Anthony, in fondo è quasi un nipotino per noi.» Disse tutto questo senza mai prendere respiro, avevo quasi dimenticato che Alice aveva questo potere paralizzante intorno a lei ed iniziai a sentirmi meglio per quello che mi aspettava, non sarei mai stata da sola, ci sarebbe stata l’intera famiglia di Edward a darmi una mano e tirai un sospiro di sollievo, mi alzai e abbracciai forte sia Alice che Jasper grata di essere finalmente tornata a casa e tornata dai miei vecchi amici. Quello che volevo adesso era poter finalmente cenare ed andare direttamente a letto per poter dormire e sognare la mia nuova vita che purtroppo non sarebbe di certo stata un sogno.

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Capitolo 3
*** Lettere strappalacrime ***



Ok visto che in questi giorni le lettrici sono aumentate ho deciso di postare un nuovo capitolo di questa fan fiction. Buona lettura e mi raccomando recensite così so che cosa ne pensate.



TERZO CAPITOLO: LETTERE STRAPPALACRIME



POV BELLA



Questa nottata è stata un vero incubo perenne, ho sognato di essere da sola a prendermi cura del piccolo Anthony, il quale si è svegliato solo una volta per prendere il biberon alle quattro di mattina. Credo sia un bimbo veramente pacifico, mi ha lasciato dormire parecchio stanotte, forse ha capito che i suoi genitori purtroppo non ci sono più ma non ne sarei così sicura in fondo ha solo nove mesi non posso veramente sapere se ha capito questa cosa. Stamani io ed Edward dobbiamo andare dall’avvocato e credo sia meglio non portarlo assieme a noi, chiederò ad Esme se vuole occuparsene mentre noi decidiamo il nostro e il suo futuro. Scendo di sotto a fare colazione ed Edward a quanto pare non si è ancora svegliato, guardo il mio orologio e vedo che sono le sette, in fondo siamo ancora in tempo, l’avvocato ci ha detto di presentarci per le nove quindi sono decisamente in anticipo. Mi metto seduta al tavolo ed Esme mi versa del caffè e poi porta in tavola la torta al cioccolato che amavo tanto da bambina, a quanto pare sembra proprio che si ricordi ogni cosa, era la nostra torta preferita ed ogni volta che venivo a casa loro ce n’era sempre una fetta pronta per me e per Edward perché entrambi amiamo molto la cioccolata.

«Esme grazie per la vostra ospitalità, non so davvero che cosa avrei fatto da sola in casa con Anthony. Grazie anche per la magnifica colazione, non pensavo veramente che ti ricordassi che la torta al cioccolato era la mia preferita.» Ero davvero sorpresa di questa cosa, pensavo che con il tempo tutti loro si fossero dimenticati di me, anche se io non mi ero dimenticata di loro.

«Tesoro so che in questi anni non siamo stati molto presenti nella tua vita ma devo ammettere che ti abbiamo pensato ogni giorno ma non volevamo che tu pensassi che eravamo dalla parte di Edward, sono sincera Bella noi ti vogliamo molto bene e quello che ha fatto in passato mio figlio, bhé spero che possa essere dimenticato almeno per il momento.» Esme, questa sì che era una grande donna, le avevo sempre voluto bene come se fosse una seconda mamma, era una donna perfetta, un tempo speravo di diventare come lei, ma ora sapevo che non sarei mai riuscita ad eguagliarla, lei era un mito ed una colonna per la sua famiglia.

«Grazie Esme, le tue parole mi fanno molto bene. Sai non ho mai veramente pensato che voi foste dalla parte di uno o dell’altro, solo che continuare a frequentarvi avrebbe voluto dire frequentare anche lui e perciò avevo deciso di prendere le distanze dal vostro mondo, invece mi ci sono ritrovata dentro fino al collo. Volevo chiederti un favore Esme, stamattina io ed Edward dobbiamo andare dall’avvocato di James e mi chiedevo se tu potessi tenere il piccolo Anthony mentre noi cerchiamo di capire che cosa fare.» Lei sorrise e accettò subito di darci una mano, in fondo lo sapevo lei era sempre pronta ad aiutare chiunque glielo chiedesse. Poco dopo si presentò al tavolo Edward per fare colazione e il nostro discorso si fermò a metà, ero troppo imbarazzata per poter parlare con Esme di fronte a suo figlio. Uscimmo dopo esserci vestiti eleganti per poterci presentare dall‘avvocato, Edward decise che era meglio prendere la sua macchina, anche se con mio grande stupore anche la mia macchina era parcheggiata di fronte a casa loro, forse Edward era andato a riprenderla insieme ad Emmett ieri sera mentre io parlavo con Jasper ed Alice. Arrivammo di fronte all‘ufficio dell‘avvocato e le mie gambe presero a tremare incontrollabili, non riuscivo a credere che tra qualche minuto la mia vita avrebbe preso una piega completamente diversa. La segretaria dell‘avvocato ci fece accomodare subito nel suo ufficio e poi improvvisamente da una porta secondaria entrò l‘avvocato e si mise seduto sulla sua sedia.

«Signor Cullen, signorina Swan, credo che voi sappiate il perché siete qui. Devo ammettere che i signori Masen volevano parlarvi di questo testamento anche se l’hanno fatto pochi giorni prima di partire per la loro vacanza e quindi probabilmente non ne hanno avuto il tempo. I signori Masen si fidavano completamente di voi due ma dovete capire che per la custodia del piccolo Anthony sono stati avvisati anche i servizi sociali, sapete è la prassi e siccome il bambino non ha dei parenti l’assistente sociale ha deciso di affidarlo a voi per il momento ma dovrete passare delle sue ispezioni a sorpresa ogni qual volta che l’assistente penserà sia necessario. Che altro devo dirvi, ah sì per favorire questa cosa i signori Masen hanno deciso di lasciarvi la villa dove vivevano in modo che il bambino possa stare nell’ambiente che ha sempre conosciuto e l’assistente sociale è già stata informata ed ha compreso perfettamente i desideri dei due genitori ed era d’accordo. Hanno anche lasciato tutti i loro averi a voi due, so che probabilmente per il signor Cullen non farà alcun effetto, ma per la signorina sarà una novità, comunque ora dovete siglare questo testamento e poi devo lasciarvi due lettere scritte dai signori Masen, probabilmente vi spiegheranno meglio di quanto non possa fare io il perché hanno scelto voi come tutori del piccolo Anthony.» Meno male, avevano lasciato scritto qualcosa magari avrei capito il perché ero finita in questo incubo a occhi aperti e magari mi avrebbero anche lasciato scritto il perché avevano deciso di affidare sia a me che ad Edward il piccolo Anthony. Firmammo tutti i documenti e poi l’avvocato ci diede le nostre due lettere e noi uscimmo diretti verso la macchina, non riuscivo a crederci ci avevano lasciato tutto, persino la casa che tra l’altro gli avevano regalato Edward e la sua famiglia, mi sembrava di essere un’intrusa, avremmo dovuto vivere tutti e tre insieme in quella villa enorme che fortunatamente era vicino a casa dei genitori di Edward e quindi avrebbero potuto aiutarci. All’improvviso una frase di Edward mi fece montare il sangue al cervello e ci mettemmo a litigare.

«Accidenti dovrò lasciare il mio appartamento a Manhattan, il mio bellissimo appartamento come diavolo faccio.»

«Pensi solo a te come sempre Edward, a me e ad Anthony tu non ci pensi nemmeno, non riesco a credere che abbiano deciso di affidartelo, dannazione qui quella che si sente inadeguata sono io, in fondo la villa di James e Victoria è stato il tuo regalo per il loro matrimonio come diavolo pensi che mi senta io, gli ho regalato solo una cornice d’argento visto che non sono una milionaria come te. Ma tu a questo non hai minimamente pensato, anzi forse si avrai pensato la stessa cosa che ha detto l’avvocato e cioè che sono fortunata perché ho avuto una casa in eredità cosa che a me in questo momento non interessa nemmeno, accidenti. Loro sono morti e quell’avvocato continuava a parlare come se tutto fosse normale, come se dovessimo essere contenti del fatto che loro non ci sono più. Dobbiamo anche preparare il funerale ed io non so minimamente da dove iniziare, quindi ti prego di tenere per te i tuoi problemi sul dover lasciare il tuo appartamento da scapolo.» E detto questo entrai in macchina, senza più rivolgergli la parola, non vedevo l’ora di essere nella mia stanza e di poter leggere la lettera di Victoria. Lui durante il viaggio continuava a guardarmi con la coda dell’occhio, forse stava pensando a quello che gli avevo detto o forse semplicemente non sapeva come prendermi in quel momento. Arrivammo a casa dei suoi genitori ed io mi recai subito in camera, avevo bisogno di sapere che cosa mi aveva scritto nella lettera Victoria, l’aprii e lessi il contenuto:

Cara Bella,

se hai aperto questa lettera significa che a me e James è successo qualcosa di molto brutto e che per fortuna invece Anthony si è salvato. So che le tue domande in questo momento sono tante, ma voglio mettere in chiaro una cosa Bella, tutto quello che io e James abbiamo deciso è stato ponderato veramente. So che probabilmente il fatto di dover condividere la custodia di Anthony con Edward non ti andrà a genio, ho provato a convincere James che la cosa sarebbe potuta andare male, ma lui è sicuro che se solo tu gli lascerai la possibilità di fare il padre per Anthony lui sarà il miglior padre del mondo. Cerca di mettere da parte il tuo orgoglio ferito Bella, è successo molto tempo fa ed io sono sicura che Edward adesso si comporterà da uomo, so che farà del suo meglio per essere un tutore legale incredibile per Anthony e so che tu sarai la voce della coscienza se lui dovesse farsi prendere la mano e volesse riempirlo di regali e vizi. E’ per questo che abbiamo deciso di farvi fare insieme i tutori perché sia io che James sappiamo che voi insieme potete farlo, so che tu penserai che siccome ti sei appena fidanzata avremmo potuto lasciare Anthony a te e Jacob, ma noi non ci fidiamo ancora completamente di lui, non tanto da potergli affidare nostro figlio. Cerca di capirci Bella e promettimi che farai ciò che ti avevo richiesto, ricordati che noi vi vogliamo bene e ti prego parla di noi ad Anthony in modo che sappia che i suoi genitori lo amavano e che il loro ultimo pensiero è stato per lui.

Con enorme affetto, Victoria.

Le lacrime dopo aver letto la lettera di Victoria erano iniziate ad uscire copiose dai miei occhi, dovevo fare quello che mi chiedeva, avrei dato una possibilità ad Edward, loro si fidavano ed io dovevo fidarmi di loro, non sapevo che in questo modo la mia vita sarebbe cambiata per sempre.



POV EDWARD



La mattina dopo mi svegliai e iniziai a chiedermi se Emmett potesse avere ragione e se in effetti io fossi ancora innamorato di Bella, ma cancellai subito questa opzione dal mi cervello, non dovevo pensarci necessariamente adesso. Andai verso la cucina e mentre stavo per entrare sentii l‘intero discorso di Bella e di mia madre, a quanto pare sembravano essere tornate in sintonia come un tempo e le parole di Bella mi vorticarono in testa come un martello. Si era allontanata dalla mia famiglia per non vedere più me, dovevo davvero averle fatto molto male e me ne rendevo conto solo adesso a sentirla parlare. Dopo averle sentite feci la mia entrata e dopo aver fatto colazione con la torta al cioccolato che mi piaceva tanto e mia madre aveva smesso di fare dopo che Bella non era più venuta a casa nostra, ci dirigemmo verso lo studio dell‘avvocato di James. Le parole dell‘avvocato erano state categoriche, dovevamo vivere insieme, tutti e tre e l‘assistente sociale ci avrebbe controllato ogni tanto, quando alla fine ci parlò delle lettere che James e Victoria ci avevano lasciato sperai fortemente che mi avessero spiegato il perché della loro scelta. Usciti dall‘ufficio la mia prima esclamazione fu normale per me, avrei dovuto abbandonare il mio appartamento di Manhattan, il mio stupendo appartamento da scapolo. Quello che non potevo nemmeno immaginare fu la reazione altamente incazzata di Bella che mi sommerse di parole senza farmi capire bene che diavolo intendesse dire. Durante il viaggio di ritorno a casa dei miei, continuavo ad osservare Bella e lei sembrava persa nel paesaggio come se non lo avesse mai visto prima o come se volesse evitare di guardarmi e mettersi a piangere. Arrivati a casa Bella si rinchiuse nella sua stanza, probabilmente voleva leggere la lettera di Victoria in pace e così anche io andai nella mia camera a leggere la lettera di James, dove speravo di trovare delle risposte alle mie domande. Aprii la lettera e lessi il contenuto:

Caro Edward,

se stai leggendo questa lettera significa che io e Victoria purtroppo non ci siamo più, ma per nostra fortuna Anthony si è salvato. Abbiamo deciso di affidarlo alle cure tue e di Bella perché ci fidiamo di voi, senti Edward vedi di rigare dritto e di fare il bravo ragazzo. Ho speso giorni a cercare di convincere Victoria a lasciare Anthony anche a te e perciò vedi di fare le cose come si deve questa volta. Tu sai che io ti ho voluto molto bene, come se fossi mio fratello, ma ora è venuto il momento di dirti quello che penso. Hai fatto la stronzata più grossa della tua vita a lasciare Bella, io lo so che ne sei ancora innamorato ed è anche per questo che ho deciso di poterti dare un’altra possibilità con lei, giocatela bene perché non è detto che lei si decida a dartela. Vedi di smettere di darti delle arie da donnaiolo impenitente, è anche per questo che abbiamo deciso di farvi vivere sotto lo stesso tetto, nella villa che tu e i tuoi genitori ci avete regalato. Edward promettimi di fare di tutto per riaggiustare la tua vita e promettimi che prenderai la decisione giusta per te, per Anthony e anche per Bella.

Con enorme affetto il tuo fratello, James.

La lettera era piena di affermazioni, le stesse affermazioni che mi aveva fatto Emmett, era mai possibile che i due pensassero la stessa cosa e che io non mi fossi accorto di niente fino ad adesso. Dovevo cercare un modo per capire se quello che loro pensavano fosse la verità o meno e se fosse stata la verità avrei davvero dovuto mettere la testa apposto, una volta per tutte e cambiare la mia intera vita.

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Capitolo 4
*** Una cena imbarazzante ***



Eccomi con il nuovo capitolo spero vi piaccia, e mi raccomando recensite in tante aspetto con ansia le vostre impressioni sul capitolo. Buona lettura! P.S. Ho postato la mia nuova storia lunedì si intitola «Cerco un amore da favola» e se vi fa piacere passate pure a darle una letta a questo indirizzo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=670671&i=1



QUARTO CAPITOLO: UNA CENA IMBARAZZANTE



POV BELLA



Dopo aver letto la lettera di Victoria mi decisi ad uscire dalla mia stanza ed andai di sotto in cucina dove trovai Esme indaffarata a preparare una squisita cenetta o almeno io la immaginavo così, mi sedetti come quando avevo sedici anni e venivo qui a passare del tempo con Alice oppure con Edward e stavo ad osservarla attenta a non perdere nemmeno un dettaglio di quello che faceva. All’improvviso il mio cellulare prese a squillare, guardai il display e comparve il nome del mio fidanzato, cavolo con tutto questo trambusto mi ero dimenticata di Jacob, non gli avevo telefonato e non gli avevo detto quello che era successo, come poteva essermi passato di mente? Questo per me rimaneva un mistero, decisi che era meglio rispondergli altrimenti si sarebbe incavolato di più o probabilmente si sarebbe preoccupato di più. Spinsi il pulsante sul telefonino e il suo mare di parole mi travolse come un fiume in piena.

«Bella sono due giorni che ti cerco, a casa non ci sei, al lavoro non ci sei, cosa diavolo ti è successo? Mi sono preoccupato, iniziavo a pensare che ti fosse successo qualcosa, non rispondevi al cellulare oppure era staccato ed io non sapevo più cosa pensare. Dimmi che stai bene ti prego?» Jacob, il solito vecchio Jacob, era normale che fosse preoccupato, prima di diventare il mio ragazzo era stato per anni il mio migliore amico e tendeva a preoccuparsi ancora molto per me, specialmente adesso che era il mio fidanzato.

«Scusa Jacob, ma in questi due giorni sono successe tante cose e non ho proprio avuto il tempo di telefonarti. Ieri mattina ho ricevuto una telefonata dall’ospedale centrale di Manhattan, Victoria e James avevano avuto un incidente e mi sono precipitata in ospedale purtroppo loro sono, loro sono….» Diavolo era così difficile dirlo, sembrava che dirlo a voce alta sarebbe stato come renderlo definitivo ed io non sapevo se ero ancora pronta a questo, ma in mio soccorso venne come sempre il mio eroe personale, Jacob.

«Tesoro, mi stai dicendo che sono morti? Cielo Bella perché non mi hai detto niente, sarei potuto starti accanto so che amavi Victoria come una sorella, ma un momento e ad Anthony che cosa è successo?» Sì era il mio salvatore, si preoccupava sempre per gli altri prima che di sé, era l’uomo ideale, altro che Edward.

«Non ti preoccupare Jacob, Anthony sta bene è con me adesso ed è proprio di questo che devo parlarti, ascolta Victoria e James lo hanno affidato a me, volevano che io fossi la sua tutrice legale quindi d’ora in avanti stare con me comprende anche lo stare con Anthony, lo so che non abbiamo ancora parlato di certe questioni ma adesso è tutto così complicato e lui bhé lui è un bambino così piccolo e poi c’è un’altra piccola questione in sospeso.» Lo sentivo ridacchiare al telefono sembrava avere preso bene la notizia ma non gli avevo ancora detto tutto e se quando avesse sentito che questo fardello comprendeva anche Edward si fosse risentito e mi avesse lasciato?

«Tesoro tu lo sai che ti amo vero? Mi fa piacere condividere con te questa esperienza di crescere un figlio anche se non è il nostro, ma prima o poi ne avremmo e Anthony potrà avere dei fratellini o delle sorelline. Ora ti prego dimmi dove sei così vengo e cerco di tirarti su di morale, sei tornata a casa?» Era così maledettamente dolce, ma dovevo dirglielo si dovevo farlo, avevo gli occhi di Esme puntati addosso anche se non sapevo se lei sentisse o meno quello che diceva Jacob ma mi convinsi che essere sincera era la cosa migliore.

«E’ questa l’altra questione in sospeso, sono a casa dei genitori di Edward, Jacob. Victoria e James hanno deciso di affidare il bambino non solo a me ma anche a lui e quindi per il momento stiamo dai suoi genitori, comunque mi farebbe piacere che tu venissi stasera a cena così conosci tutti e loro conoscono te, ci sarà anche Jasper.» Avevo detto tutto molto in fretta per non dargli la possibilità di pensare qualcosa di male di me, ma dall’altro capo del telefono c’era tanto silenzio e parecchi sospiri, non so che cosa stesse pensando ma probabilmente pensava a come dirmi che era finita. Tuttavia dopo pochi minuti disse una cosa che mi spiazzò.

«Sai li capisco, James era il migliore amico di Edward e di lui si fidava quindi era quasi scontato che decidessero di affidarlo anche a lui. Comunque mi farebbe piacere venire a conoscere la vostra grande famiglia allargata stasera, dammi solo l’indirizzo e l’orario e vedrò di esserci.» Ero senza parole pensava davvero quello che stava dicendo o lo faceva solo per compiacere me?

«Jacob hai capito bene che cosa ti ho detto? Non sembri tanto preoccupato della cosa perché?» Avevo dato fiato alle mie perplessità ma scoprii che dall’altra parte del telefono c’era una persona più matura di me.

«Tesoro ho detto che va bene, non ci sono problemi per me, in fondo chissà mai che cosa devi fare, devi condividere l’affidamento di Anthony con Edward mica lo devi sposare o andare a convivere con lui. Fintanto che ognuno resta a casa sua oppure entrambi siete sotto il tetto dei genitori di Edward io sono piuttosto tranquillo.» Ok devo ammettere che forse non gli avevo ancora detto proprio tutto, come facevo adesso a dirgli che dovevamo andare a vivere insieme a casa di James e Victoria? Non potevo lasciarlo in sospeso così, dovevo dirglielo altrimenti stasera alla cena sarebbe stato un tremendo disastro.

«Jacob, non ti ho detto che siamo stati dall’avvocato di James stamattina vero? Perché vedi, lui e Victoria ci hanno lasciato la loro villa ed io e Edward dobbiamo andare a vivere là insieme ad Anthony altrimenti potrebbero toglierci l’affidamento del bambino. Ti prego non ti arrabbiare ma devo farlo, io non voglio che Anthony cresca in un orfanotrofio.» Di nuovo silenzio dall’altra parte, ok forse erano troppe le cose da digerire e forse anche da lui mi sarei aspettata altre richieste del tipo ti prego non andare a vivere insieme ad Edward o cose di questo tipo invece l’unica domanda che mi fece mi bloccò.

«Va bene cercherò di affrontare anche questa però ti prego di rispondermi seriamente ad una domanda Bella. Ami ancora Edward?» Non sapevo come rispondere ma di getto le prime parole che mi venivano in mente non erano di amore quando pensavo ad Edward, forse tuttalpiù poteva essere odio, ma ancora non sapevo quanto sottile fosse il confine tra l’amore e l’odio così risposi abbastanza decisa.

«Certo che no, ora però sarà meglio che ti dia l’indirizzo e Esme dice che puoi venire per le otto.» Gli diedi l’indirizzo di casa dei genitori di Edward e poi lo salutai e riattaccai il telefono, in quel momento vidi il sorriso soddisfatto di Esme fare capolino dalla cucina e poi mi disse delle parole incredibili.

«Sono così contenta che tu abbia invitato a cena il tuo fidanzato non vedevo l’ora di conoscerlo e così magari mio figlio si mangerà anche un pochino le mani per averti lasciato andare via. E’ ora che capisca che non tutto ruota attorno a lui, ma che ognuno è libero di avere la sua vita.» Era stata dura con Edward e non ne capivo sinceramente il motivo ma probabilmente anche lei aveva sofferto del mio allontanamento volontario dalla loro famiglia, allontanamento che era dovuto solo alla scappatella che aveva avuto Edward con quella tipa, come diavolo si chiamava ah sì Tanya Denali. La serata sarebbe stata ricca di sorprese non solo per me ma anche per Edward e non tutte sarebbero state sorprese positive.



POV EDWARD



Dopo aver letto la lettera di James la mia testa era piena di domande, dovevo parlare con qualcuno ma con chi diavolo avrei potuto farlo? Di certo non potevo parlare con Alice, né con Jasper per non parlare di Rosalie che probabilmente al solo affrontare l’argomento mi sarebbe saltata alla gola, si mia cognata era un tipetto davvero tosto e quando avevo tradito Bella mi si era avventata contro peggio di mia sorella quindi da quel momento il nostro rapporto di amicizia e fiducia era venuto meno, si frequentava la mia casa ma se poteva evitava sempre di parlare con me. Avrei potuto parlare con Emmett ma persino lui si era schierato dalla parte di Bella quella volta e in macchina ieri era stato decisamente chiaro quindi perché continuare a parlarne con lui. L’unica opzione che rimaneva era parlare con uno dei miei genitori e tra mia madre che era decisamente pro-Bella decisi di andare in ufficio e parlarne con papà, lui avrebbe capito le mie perplessità e mi avrebbe sostenuto nelle mie scelte o almeno così pensavo. Mi avviai in ufficio con la mia macchina e una volta arrivato i dubbi iniziarono a bloccarmi, anche mio padre l’altra volta era a favore di Bella e se anche stavolta si fosse messo dalla sua parte che cosa avrei fatto? Decisi che era sempre meglio rischiare, dovevo capire ed avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a capire. Entrai spedito nell’ufficio di mio padre e lo trovai al telefono mentre cercava di organizzare nel migliore dei modi il funerale di James e Victoria, ed ecco che mi assalii mentalmente come diavolo potevo essermi scordato che c’era il funerale da organizzare, dannazione ero troppo preso dal fatto di capire come uscire da questa situazione invece che organizzare il loro funerale. Aspettai che mio padre finisse la telefonata e poi lui mi salutò e mi chiese con fare paterno che cosa c’era che non andava.

«Edward tesoro perché sei venuto in ufficio oggi, credevo che dovessi fare altre cose e non saresti passato a lavorare.» Già non ero di certo venuto a lavorare questo no ma dovevo pur parlare con qualcuno e così mi feci forza ed iniziai a parlargli di quello che mi rodeva dentro.

«Papà, dimmi la verità tutti voi amate di più Bella rispetto a me ed io credo che sia questo il perché la odio così tanto, in fondo quando l’ho tradita tutti voi mi avete detto che ero stato uno sciocco ed io non riesco a capire, cosa diavolo ho di sbagliato? Ho appena letto una lettera che James mi ha lasciato prima di morire ed in poche parole mi ha detto che sono stato uno stupido ad abbandonare Bella quando si vede benissimo che siamo fatti per stare insieme ma io non so se questa sia la verità ed ora immagino che se dovessi farle un torto potrei perdere anche tutti voi e mi sento completamente bloccato.» Difficile era stato difficile iniziare la conversazione ma poi le parole erano uscite con una fluidità che spaventava anche me ed iniziavo a chiedermi se non fosse questo il problema, avevo forse paura di perdere la mia famiglia se avessi anche solo fatto ancora uno sgarbo a Bella o forse avevo paura di perdere lei?

«Edward non ci perderai mai, noi siamo la tua famiglia ma vedi tutti noi quando tu hai tradito Bella pensavamo che fossi stato stupido, perché lei era la metà che ti completava totalmente, quella giusta ed il fatto che noi le volessimo così bene era dovuto al fatto che sapevamo che era giusta per te. Tu poi hai deciso di comportarti da irresponsabile e di tradirla ed allora tua madre ha visto svanire quello che era il suo sogno più grande, vedervi tutti insieme e poter avere dei nipotini da crescere da tutti e tre i suoi figli. Guarda Emmett e Rosalie e Jasper e Alice loro sono proprio uguali a come eravate tu e Bella. Sei tu che devi chiederti che cosa vuoi dalla vita Edward, se vuoi Bella oppure no ed io credo che tu debba farti questa domanda al più presto possibile perché da quanto dice tua madre stasera a cena viene il ragazzo di Bella ed io voglio che tu ti comporti bene e nel frattempo se riesci prova a pensare che cosa vuol dire perderla per sempre e vederla sposare un altro uomo.» Accidenti questa si che era la soluzione adatta una cena in famiglia con il nuovo ragazzo di Bella, mio padre aveva ragione durante la serata dovevo pensare a cosa mi sarebbe costato vederla con un altro per il resto della sua e della mia vita.

«Farò il bravo promesso papà anche se sarà una cosa dura da digerire soprattutto se il ragazzo dovesse piacere a mamma.» Ero preoccupato davvero di questa serata e di questa cena ma in fondo poteva essere un modo per capire meglio quello che dovevo aspettarmi dal futuro.

«Stai tranquillo Edward, per tua madre la coppia perfetta sarete sempre tu e Bella e nessuno può prendere il tuo posto.» Così dopo quella discussione uscii dall’ufficio con un proposito ben preciso per la serata testare i miei sentimenti e forse anche quelli di Bella, avrei dato tutto me stesso e forse anche testare la resistenza del suo ragazzo. Dio a volte ero proprio diabolico e quella cena sarebbe stata davvero imbarazzante per tutti in famiglia, compreso me stesso. Arrivai a casa ed andai in camera a prepararmi ero pronto a dare battaglia a chiunque, persino alla mia famiglia se solo avessero accennato che a loro quel tipo piaceva. Mi feci una doccia e poi verso le otto scesi di sotto non prima di essere andato a controllare che Anthony stesse bene, a quanto pare si divertiva come un pazzo nel suo box a giocare con i nuovi giochi che Alice gli aveva comprato, dovevo cercare di tenere a freno mia sorella o avrebbe finito per viziarlo troppo. Mentre ero in cucina con mia madre e mi stavo dando da fare per aiutarla si sentì suonare il campanello e nella mia testa si accese la lampadina, lo spettacolo stava per iniziare. Una volta che fummo tutti seduti a tavola Bella ce lo presentò e nel frattempo presentò noi a lui.

«Gente questo è il mio ragazzo Jacob Black, questa è la famiglia Cullen, da capo tavola c’è Carlisle, Emmett, Rosalie, Edward, Esme, Alice e mio fratello Jasper, ma lui lo conosci già.» Vidi il suo sguardo quando Bella pronunciò il mio nome e davvero ero molto sorpreso ma lui sembrava già conoscermi, forse Bella gli aveva già parlato di me e credo non in buoni termini. La cena stava proseguendo nel migliore dei modi, mia madre aveva preparato le lasagne al ragù che tanto piacevano a Bella quando ad un tratto l’argomento della conversazione fu attirato su Anthony.

«Bella quando pensi di farmi vedere Anthony, sai è tanto che non lo vedo e volevo vedere se era cresciuto.» Ma come diavolo si permetteva quello di parlare in certi termini di Anthony se non lo avesse ancora capito quello era il mio bambino, era stato affidato a me e non di certo a lui, cercai di calmarmi e riprendermi da quel casino in cui ero finito con i miei pensieri, mi alzai dalla seggiola chiedendo scusa e dicendo che andavo a prendere il piccolo. La realtà però era ben diversa ogni volta che vedevo Bella sorridergli o accarezzargli la mano il mio cuore sprofondava un pochino di più nel baratro nel quale mi trovavo da ormai nove anni e me ne rendevo conto solo adesso. Ero geloso accidenti ma come diavolo avevo fatto ad entrare in questo inferno allo stato puro, quando Alice nove anni fa mi aveva detto che mi sarei sentito colpevole avevo riso ma adesso aveva ragione decisamente troppo ragione, erano questi i miei pensieri mentre andavo in salotto a prendere il piccolo Anthony. Cercai di riflettere dovevo fare qualcosa ma di certo non stasera e non davanti alla mia famiglia, così presi in braccio il bambino e lo portai in cucina dove tutti lo stavano aspettando e me ne uscii con una frase ad effetto.

«Ecco il mio piccolo campione, è decisamente uguale a suo padre ed io potrei sempre insegnargli a diventare un uomo molto ricercato tra le femmine di Manhattan.» Lo sguardo di Bella era odio allo stato puro e mi sembrava di essere estremamente scemo come diavolo pensavo di ritornare con lei se mi comportavo come un bambino stupido? Mia madre scosse la testa come a dire che non sarei mai cambiato e lo stesso fecero Alice e Rosalie, certo la mia famiglia mi amava ma quello che era certo era che amavano molto di più Bella ed io così stavo uscendo fuori dai loro schemi, così decisi di alleggerire la situazione.

«Naturalmente scherzavo, Bella sarà la voce della sua coscienza e noi tutti sappiamo che quando si mette in testa una cosa quella si avvererà sicuramente quindi non credo che Anthony diventerà come me, al massimo come lei.» Ero sicuro di questo, quando avevamo sedici anni lei era certa che ci saremmo fidanzati e così infatti è stato, forse lei non se lo ricordava ma io sì, poi lei se ne uscì con una frase strana.

«Forse un tempo potevo credere di cambiare le persone ma adesso sono convinta che se uno non ci mette di suo la volontà non lo si può cambiare, vedremo forse Anthony vorrà vivere un grande amore come suo padre e sua madre invece che fare il donnaiolo come te Edward.» La sua frase mi aveva colpito era chiaro il riferimento a me, anche a sedici anni ero un donnaiolo ma poi ero cambiato, cambiato per lei, perché l’amavo ed era diventato tutto più complicato, resistere alle donne che mi si porgevano su un piatto d’oro era estremamente difficile ma lo facevo pensando a lei tranne quel maledetto giorno in cui mi aveva beccato in atteggiamenti compromettenti con Tanya, nessuno sapeva che io in effetti non la stavo e non l’avevo tradita ma lei era entrata in camera mentre quella sgualdrina cercava di infilarsi nei miei pantaloni ed aveva frainteso tutto e poi io non ero più riuscito a parlarle e la mia famiglia mi aveva additato subito, anche se la colpa era decisamente la mia vista la mia precedente reputazione. Dopo mesi ero riuscito a ricrearmi una vita al di fuori di tutto quel casino ed avevo incontrato James che era diventato il mio migliore amico e poi ero tornato direttamente a fare quello che facevo prima, usavo le donne e le buttavo visto che tanto non potevo più avere la donna che volevo. Accidenti queste sue parole mi avevano colpito in pieno ma decisi di non lasciargliela vinta così facilmente e risposi.

«Già le persone devono avere un valido motivo per cambiare e forse quelle che hai conosciuto fino ad ora non ne avevano uno, o forse ce l’avevano ma non è bastato a combattere il pregiudizio sul loro comportamento prima del cambiamento.» Cazzo, che diavolo mi veniva in mente non avrei dovuto dire una frase simile, non avrei dovuto nemmeno pensare a quello che era successo nove anni fa, mi ero ripromesso che avrei lasciato tutto così com’era, lei era la brava ed io ero lo stronzo che l’aveva tradita anche se non era vero, ma dopo tanti anni questa situazione stava iniziando a darmi sui nervi ed ora che dovevamo vivere insieme volevo ardentemente che lei sapesse la verità anche se non ci avrebbe creduto. Dopo questa mia frase scese di nuovo il gelo e finimmo di cenare, nel momento in cui il ragazzo di Bella se ne andò vidi sette paia di occhi che mi guardavano fisso, chissà a cosa stavano pensando ma forse riflettevano, perciò decisi di lasciarli perdere e di andare a dormire salutandoli.

«Bene io sono stanco e vado a letto, domani c’è il funerale di James e Victoria ed ho bisogno di dormire e riflettere sul discorso da fare.» Bella mi guardava fisso, non riuscivo a sostenere il suo sguardo, forse aveva capito o forse no ma la verità era che non riuscivo a sperare, non volevo più sperare. Iniziai a salire le scale e poco prima di entrare in camera Bella mi bloccò per parlarmi.

«Non ho capito la tua ultima frase, ma sono convinta che tu un motivo valido per cambiare lo avessi e lo hai gettato al vento, come hai gettato nella disperazione me e se credi di farti perdonare con delle frasi ad effetto ti sbagli di grosso. Ti ringrazio per avermi messo in ridicolo davanti a Jacob, ora lui penserà che tra me e te c’è ancora qualcosa e questo non è vero e tu lo sai.» Mi misi a ridere e le risposi prima di entrare in camera.

«Sai forse questa situazione fa stare bene te con te stessa, se ti fa piacere pensare che tra noi non c’è più niente allora pensalo ma non mettere in mezzo me, io non ho mai detto che tra noi non c’era più niente, quella che ha voluto rompere sei stata tu e come ti ho detto prima hai avuto un pregiudizio verso di me, visto che non mi hai fatto nemmeno spiegare quello che era successo. Ora se vuoi scusarmi vado a letto.» Avevo lanciato la bomba ed avevo ritratto la mano, o meglio ero andato a nascondermi ed avevo persino chiuso la porta a chiave mentre lei da fuori mi gridava contro.

«Sei uno stronzo Edward, ora la colpa sarebbe la mia, sei stato tu a tradirmi e non provare a darmi la colpa per quello che è accaduto. Accidenti mi senti, ora me ne vado a letto e spero che tu sappia che mi hai fatto male da morire nove anni fa, mi hai spezzato il cuore ed io ho dovuto incollarlo pezzo per pezzo, infatti non è strano che io da allora abbia avuto solo Jacob come ragazzo mentre tu ti sei ripassato tutta Manhattan. Ero io quella che ti amava e non tu, maledizione.» Dopo questa frase sentii la porta della sua camera chiudersi sbattendo in modo da farmi capire quanto fosse arrabbiata, ed io compresi che forse avevo esagerato e che d’ora in avanti dovevo mantenere di più le distanze e cercare di non pensare al passato ma solo al futuro di Anthony e al mio se potevo ancora sperare che andasse come avevo progettato.

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Capitolo 5
*** Il funerale ***



Scusate lo so sono in ritardo mostruoso, colpa della mia fantasia che così come è venuta se ne è andata, ora però sembra essere tornata e spero che il capitolo vi piaccia.Vabbé vi lascio al capitolo e se a qualcuna fa ancora piacere vi prego di commentare.



QUINTO CAPITOLO: IL FUNERALE



POV BELLA



La mia serata era stata un tremendo inferno, prima avevo dovuto subire tutte quelle accuse da parte di Jacob che pensava che mi volessi rimettere assieme ad Edward e che mi accusava di averlo solo aspettato fino ad adesso e poi come ciliegina sulla torta avevo anche discusso con Edward, devo dire che la cosa non faceva che peggiorare di giorno in giorno, ero davvero molto arrabbiata con lui, come poteva anche solo aver pensato le cose che mi aveva detto. Non ero riuscita a capire il suo sproloquio sul fatto che ero stata io a decidere di troncare, d’accordo era vero ma avevo una buona ragione, era vero anche il fatto che avevo deciso di non stare a sentire le sue patetiche ed inutili scuse. Lo avevo evitato per giorni interi, sia lui che Alice e poi quando avevo parlato con lei, la mia migliore amica era stata subito dalla mia parte ed aveva praticamente fatto da scudo umano tra me e lui, quindi da allora in poi tutto era stato più semplice, anche se avevo dovuto allontanarmi da lei per non soffrire troppo a causa delle continue relazioni di suo fratello con le altre ragazze, non volevo sentire ed ascoltare il fatto che lui si portasse a casa ogni ragazza e se le ripassasse tutte, mi faceva schifo solo pensarci. La mia notte passò terribilmente insonne, pensavo e ripensavo a quello che dall’indomani avrei dovuto affrontare, con nostra grande fortuna del funerale si era occupato Carlisle e il giorno dopo ognuno di noi avrebbe dato l’estremo addio al proprio migliore amico e tutta la nostra vita fino ad allora sarebbe cambiata, la domanda era però la seguente: sarebbe cambiata in meglio oppure in peggio? I pensieri continuavano a vorticarmi in testa senza interruzione e perciò quella notte dormii molto poco, al mattino stanca come non mai mi alzai perché dovevo prepararmi per il funerale, non avevo il coraggio di guardare in faccia nessuno a colazione anche perché sapevo che tutti si erano accorti della nostra strana discussione e forse questa volta avrebbero anche potuto dare retta al loro piccolo bambino e non a me, Edward tuttavia non si presentò a fare colazione ma cosa ancora più strana non si presentò nemmeno Alice, e davvero non riuscivo a capire che diavolo stesse succedendo visto che mio fratello era lì a due passi da me e mi guardava come se stesse cercando di capire che cosa io nascondessi, cosa alquanto strana perché io non nascondevo proprio niente. Feci finta di niente e continuai a fare colazione, poi una volta finita mi andai. a preparare in camera e fu allora che successe qualcosa di imprevisto. Mentre passavo davanti alla porta della camera di Edward lo sentii parlare con Alice e quello che ascoltai mi lasciò senza fiato.

«Edward perché non ce lo hai detto prima, insomma avremmo anche potuto prendere le tue parti ed invece tu hai finto che lei avesse ragione ci hai fatto credere che quello che diceva era vero, io non riesco a capirti, perché ci hai allontanato volontariamente da te, spiegamelo perché io davvero non ci capisco più niente.» La cosa era allarmante di che diavolo stava parlando Alice e perché si era scaldata così tanto? Continuai a rimanere in silenzio e ascoltai la conversazione e la possibile risposta di Edward mi terrorizzava alquanto anche perché mi sembrava di aver capito che la lei in questione ero io.

«Certo che non capisci, come potresti capirmi, vi ho tenuto nascosta la verità perché non volevo che voi la allontanaste, lei era parte della famiglia ed ho preferito che per voi rimanesse tale mentre per me sarebbe rimasta solo un ricordo. Non capisci che avrei anche potuto dirvelo ma allora voi l’avreste convinta che io non avevo fatto niente ma lei non si sarebbe mai più fidata al cento per cento di me, me lo avrebbe fatto pesare ed ho preferito lasciar perdere questa cosa e prendermi la colpa di tutto, era meglio per lei ed anche per tutti voi.» Caspita qui c‘era qualcosa di molto losco sotto e non volevo davvero cercare di rimanere all‘oscuro, perché diavolo tirava fuori questa storia solo adesso? Era vero non credevo nemmeno ad una parola detta da lui e forse nemmeno adesso ci credevo più di tanto.

«Santo cielo Edward ma ti senti cosa diavolo eri un martire? Potevi parlare con me e dirmi la verità allora avrei cercato di farla ragionare, come pretendi che ti possa credere adesso dopo nove anni, cazzo Edward sei proprio un’idiota soprattutto perché tu la ami ancora e credimi si vede benissimo. Non riesco a credere che tu abbia deciso di perdere anche l’amicizia di Jasper che per te era tutto solo per poter proteggere lei.» Cosa diavolo aveva combinato e perché Alice sembrava essere d’accordo sul fatto che lui non avesse combinato niente di tanto grave? Cosa le aveva raccontato prima che arrivassi io? Queste due domande continuavano a ballarmi in testa.

«Lei era il centro del mio mondo Alice e forse e sottolineo forse era ragionevole che io la proteggessi, ho perso Jasper e forse un pochino me lo sono meritato non avrei dovuto fare quello che ho fatto e nonostante non sia un tradimento credimi lei lo avrebbe vissuto in uguale maniera anche se avesse saputo la verità e non avrebbe avuto tutti i torti, ero stupido ed ero ancora troppo giovane volevo solo divertirmi e credimi in questi nove anni l’ho fatto ma nonostante questo ogni volta che la vedevo mi immaginavo insieme a lei, a creare una nostra famiglia ed adesso questa situazione sta diventando davvero pesante, non so se riuscirò a non farmi sfuggire certi particolari di nove anni fa ma devo provarci, almeno per il bene di Anthony.» Santo cielo, okay questo era davvero troppo non potevo ascoltare altro e decisi che per il momento era ora di prepararmi e pensare solo ad Anthony, in fondo su una cosa Edward aveva ragione dovevamo pensare prima al suo bene che al nostro. Mi andai a preparare e decisi che era meglio non pensare alla conversazione che avevo sentito, dovevo concentrarmi sul mio discorso in onore di Victoria e James, i migliori genitori e i migliori amici che fossero mai esistiti sulla faccia della terra. Quando tutto fu pronto, io andai a prendere Anthony e lo vestii e poi lo portai di sotto insieme a tutti gli altri, avevo tanti occhi puntati addosso, soprattutto quelli di Alice e Jasper, sembravano voler capire che diavolo io stessi pensando ma lasciai perdere e decisi che era tempo di guarire dalla mia maledetta ossessione per Edward Cullen. Il funerale era stato organizzato in modo davvero fantastico da Carlisle, visto che i genitori di Victoria e James non c’erano più Carlisle aveva deciso di farli inserire nella cappella di famiglia dei Cullen, in un loculo doppio dove avrebbero riposato in pace per l’eternità insieme e questo mi fece uscire le lacrime dagli occhi, era davvero molto bello pensare che loro avrebbero potuto rimanere insieme per sempre. Durante il funerale i miei occhi erano fissi sulle due bare dei miei amici, non volevo cedere al dolore, non volevo cedere nemmeno alla curiosità di sapere come la stesse prendendo Edward, in fondo lui e James erano molto legati e vederlo stare male non era quello che volevo anche se lui aveva fatto stare male me per nove anni interi. Quando il parroco ci chiese di dire due parole in ricordo dei nostri amici, ci guardammo per la prima volta in viso e sia io che lui eravamo pronti per il nostro discorso, già sapevamo inconsciamente che io avrei parlato di Victoria mentre lui avrebbe parlato di James, in fondo era giusto così. Mi feci avanti per prima e salii sul pulpito per dire due parole in onore di quella che sarebbe rimasta per sempre la mia migliore amica anche se adesso non c’era più.

«Victoria era la mia migliore amica, lo è stata fin dai tempi dell’asilo quando aveva perso i genitori e fortunatamente era andata ad abitare dalla nonna che stava proprio nel mio stesso quartiere, da allora io e lei avevamo preso a giocare insieme tutti i santi giorni ed era la persona migliore che io potessi desiderare accanto a me. Ai tempi del liceo era la ragazza più bella che avesse mai varcato la soglia di quella scuola e fu così che James si innamorò di lei, poi all’ultimo anno di università Victoria rimase incinta e loro due decisero subito di sposarsi e di lì a poco venne alla luce il piccolo Anthony che ora è la cosa più preziosa che ho al mondo. Sono contenta che loro si fidassero abbastanza di me da lasciarmi in custodia il loro piccolo Anthony e gli sono grata per essere stati degli amici così fantastici, sarete sempre nei nostri cuori e nel cuore del piccolo Anthony e vi prometto solennemente che lui saprà tutto di voi, io ed Edward gli parleremo di voi e lui saprà di quanto lo amavate e di quanto vi amavate e sarà un bambino felice questo ve lo posso garantire. Addio Victoria e James ci mancherete.» Da dove se ne era uscito questo discorso io proprio non lo so, avevo provato e riprovato un sacco di volte ma la versione che avevo in testa era totalmente diversa ed una volta arrivata qui invece mi è uscita dal cuore questa nuova versione e forse era la migliore che potessi fare. Guardai negli occhi Edward e vi lessi il suo profondo dolore, anche lui come me aveva perso il suo migliore amico ed anche lui stava soffrendo e forse l’ultima parte del mio discorso era vera, io e lui avremmo parlato molto spesso con Anthony dei suoi genitori e lui li avrebbe amati come loro amavano lui, era una promessa che avrei mantenuto a qualsiasi costo ed ancora non sapevo quanto tutto questo sarebbe risultato vero.



POV EDWARD



Accidenti alla mia boccaccia e meno male che dovevo rimanermene zitto, forse sarebbe stato davvero meglio. Non avevo dormito per l’intera notte, l’avevo ferita di nuovo ma più di tutto lei non mi avrebbe mai creduto adesso dopo nove anni, non mi aveva creduto allora e non aveva voluto ascoltarmi e non lo avrebbe fatto di certo adesso, adesso che era fidanzata. Cazzo Edward svegliati, lei è andata avanti ha un nuovo amore e tu del suo mondo non fai parte tranne che per il piccolissimo ruolo di padre adottivo di Anthony. Sapevo che l’indomani avrei subito le accuse di mia sorella e della mia intera famiglia, lo sapevo ma non ero riuscito a contenermi, dopo nove anni di solitudine da tutto e da tutti visto che loro erano dalla sua parte ero sbottato e mi stava quasi uscendo la verità dalla bocca, non che la verità fosse una cosa spaventosa ma non sapevo se loro mi avrebbero creduto. La verità era un’altra rispetto a quella che lei aveva raccontato ma i miei genitori e la mia famiglia non l’hanno voluta ascoltare, forse avrebbero comunque dato ragione a lei visto che ero io ad essermi cacciato nei guai con quel mio piccolo giochetto e lei sicuramente non mi avrebbe perdonato nemmeno sapendo la verità, quindi nove anni prima avevo deciso di starmene buono e zitto e pretendere che lei avesse ragione ma ora basta, avevo diritto anche io ad essere trattato civilmente ed avevo diritto anche io di stare insieme alla mia famiglia senza sentirmi costantemente sorvegliato e controllato. La mattina dopo aver dormito sì e no tre ore mi svegliai e presi a prepararmi quando all’improvviso la porta della mia camera si aprì ed entrò in tutta la sua grinta la mia sorellina minore, Alice ed eccoci pronti al suo nuovo assalto in difesa di Bella, ma con mia grande sorpresa le parole di mia sorella furono altre.

«Edward tu ci nascondi qualcosa, che diavolo di significato aveva la tua discussione con Bella di ieri sera. Io ti conosco so che c’è qualcosa che non va e voglio sapere la verità, la pretendo adesso.» Ero rimasto sbalordito, non mi aspettavo di certo che lei venisse qui e volesse sapere la verità, pensavo che sarebbe entrata ed avrebbe messo in chiaro che dovevo stare alla larga da Bella e non farla soffrire come avevo fatto in passato ed invece era qui per me, non per Bella ma per me e questo mi diede forza per raccontare tutta la verità.

«Siediti Alice, non credo che ti sentirai molto bene dopo aver saputo la verità.» La feci accomodare e dopo aver finito il mio discorso, vidi la sua faccia era sbalordita e subito si era messa dalla mia parte, sapevo che avrei dovuto fare questa cosa molto tempo prima, ma non volevo che fosse Bella a soffrire più di quanto lo stesse già facendo ed avevo preferito mentire alla mia famiglia e dirgli che quello che lei aveva raccontato era vero. Dopo aver parlato con Alice mi sentivo meglio, più leggero e scendemmo presto di sotto a fare colazione, ma di Bella non c’era alcuna traccia, non so cosa vide nel mio sguardo mia madre ma mi disse che era andata di sopra a prepararsi. Una cosa è certa sono davvero un libro aperto per mia madre, mi ricordo che nove anni prima stentava a credere a quanto le avevano raccontato, forse avrei dovuto dirle la verità e lei mi avrebbe aiutato ed io invece codardo le avevo mentito proprio come avevo mentito a tutti e di questo mi vergognavo. Una volta che tutti si erano preparati andammo al cimitero, era tempo di mettere da parte il capitolo Bella e pensare solo a James e Victoria, dovevamo seppellirli e questo era molto doloroso sia per me che per Bella. Durante l’intero funerale la guardai mentre lei scrutava le due bare davanti a lei, chissà che cosa stava pensando, vidi le lacrime sgorgare dai suoi occhi e questo mi fece male, sapevo che era normale ma vederla soffrire mi rendeva molto triste. Ad un certo punto il parroco ci chiese di dire due parole sui nostri amici e lei andò per prima, non sapevo che avrebbe dato sfogo al suo dolore davanti a tutti ed avrebbe detto quelle parole, pensavo che avesse razionalizzato quello che doveva dire e che addirittura si fosse scritta il discorso mentre invece aveva solo aperto il suo cuore e l’ultima frase mi aveva colpito profondamente. Una volta terminato il suo discorso mi guardò ed io presi il suo posto per dare l’ultimo saluto al mio migliore amico James.

«James era un grande uomo, amava sua moglie e la sua famiglia più di qualsiasi altra cosa, ed avrebbe dato la vita per loro. Io e lui ci conoscevamo dai tempi del liceo e devo dire che quando mi disse che si era innamorato di Victoria al principio avevo creduto che stesse scherzando anche perché fino a quel momento era stato un grandissimo donnaiolo e credere che volesse mettere la testa apposto era difficile, ma più il tempo passava e più iniziavo a credere che lui fosse davvero cambiato. Victoria ha compiuto un vero e proprio miracolo, aveva trasformato James in un ragazzo maturo e fedele, quando l’ultimo anno di università Victoria rimase incinta James era al settimo cielo e le chiese di sposarlo quasi subito. Ricordo che quando mi disse che si sposava non riuscivo a crederci e quando disse che sarebbe diventato padre i suoi occhi brillavano di un azzurro intenso, era lo specchio della felicità ed io mi accorsi di essere sbagliato in quel preciso momento poiché io e lui avevamo fatto dei percorsi rovesciati. Non smetterò mai di ringraziarlo per aver voluto dare il mio secondo nome al suo bambino, simbolo che in me lui e Victoria credevano molto e simbolo della nostra amicizia, quindi sono qui oggi per ringraziarli e per dirgli che non potevano trovare dei sostituti migliori per essere i genitori di Anthony, prometto che io e Bella ci occuperemo di lui come se fosse nostro figlio e loro sapevano che sarebbe stato così. Addio James e Victoria, amici miei vi porteremo sempre nel cuore e Bella ha ragione Anthony saprà la verità su tutto, sulla vostra storia d’amore, sul vostro amore per lui, noi faremo da garanti per questo.» Accidenti mi ero già lasciato andare troppo e decisi che era meglio finirla qui, chissà poi perché quando si parla delle persone che ami fai sempre i paragoni con chi è rimasto ed io mi sentivo fuori posto, avrei tanto voluto che ci fossero loro al mio posto, avrei preferito morire io e lasciare a loro la felicità di vedere il proprio bambino crescere ma questo purtroppo non sarebbe mai accaduto e dovevo farmi forza per cercare di essere un sostituto di James migliore di quello che lui potesse pensare, ma ancora non sapevo che gli ostacoli sarebbero stati svariati.

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Capitolo 6
*** Trasloco ***



Rieccomi con il nuovo capitolo che è stato un vero e proprio parto, difficile da scrivere anche se avevo già tutto in testa, spero vi piaccia e che gradirete lasciare un commento.



SESTO CAPITOLO: TRASLOCO



POV EDWARD



Il giorno dopo il funerale Bella venne da me e mi disse che forse era tempo di fare il trasloco in quella che sarebbe diventata a tutti gli effetti casa nostra da allora in poi. Ero d’accordo ma ancora non capivo che cosa doveva traslocare lei, non avevo mai visto il suo appartamento e quindi non riuscivo ad immaginare che cosa potesse voler spostare. Decidemmo insieme di andare prima nel suo appartamento e poi nella mia casa a Manhattan, sapevo già quello che volevo spostare, in fondo avrei tenuto lo stesso la mia casa, potevo permettermelo e quindi avrei portato solo i miei vestiti e la cosa più cara che mi era rimasta di mia nonna Elizabeth. Guidai con il camioncino della nostra ditta fino ad un posto sperduto in mezzo a Manhattan e ci dirigemmo verso un portone piccolissimo, stavo per entrare in casa di Bella e mi sentivo un pochino in imbarazzo, non facevo che pensare che se io e lei fossimo rimasti assieme, ora lei avrebbe abitato insieme a me e che probabilmente avremmo faticato la metà di quello che dovevamo faticare adesso. Entrammo nel portone e salimmo cinque piani di scale dato che non c’era nemmeno un ascensore in questo palazzo, ma dove diavolo aveva abitato fino ad adesso? Mi sentivo in colpa e ancora non eravamo entrati nel suo appartamento!

appartamento bella

Quello che vidi una volta entrato mi lasciò completamente di sasso, era un monolocale abbastanza piccolo, da un lato c’era la cucina tinta di rosso, perfettamente moderna ma anche decisamente piccola, mentre dall’altra c’era un letto matrimoniale moderno sempre con le coperte tinte di rosso, d’altronde quello era il colore preferito di Bella e riuscivo perfettamente a capire perché avesse scelto quell’appartamento. La cosa che però mi colpì di più fu che c’era un’unica foto in una cornice d’argento che svettava sopra il comodino della camera, era l’ultima foto che avevamo fatto insieme, tutti insieme, era la foto del nostro diploma. C’eravamo tutti, io, Bella, James, Victoria, Alice, Jasper e persino Rosalie ed Emmett e quello che mi colpì fu il fatto che anche io tenessi la stessa fotografia proprio nello stesso punto dove la teneva lei, la mia era sul comodino della mia camera a Manhattan, la camera che usavo solo quando ero solo, non entrava nessuno in quel posto tranne me, era la mia finestra aperta sul passato, c’era una scatola sotto il letto con le cose che mi aveva regalato Bella e una con gli album delle nostre foto e poi quella cornice che mi ricordava sempre il mio sbaglio, era strano che persino lei tenesse a quella foto, ma decisi di rimanere zitto su questo punto tanto l’avrebbe scoperto quando saremmo passati nel mio appartamento.

«Carino il tuo appartamento, piccolo ma molto colorato, nel tuo stile direi.» Non voleva essere una battuta ma lo sguardo di Bella sembrava dire che le avevo appena fatto un torto.

«Lo penso sul serio Bella, non ti sto prendendo in giro, non mi permetterei mai. Da dove vuoi cominciare a prendere la roba?» Avevo cercato di stemperare quello sguardo e lei sembrava essersi addolcita un tantino. Iniziammo a prendere i vestiti dal guardaroba e non avevo idea che in un armadio così piccolo potesse starci così tanta roba dentro, accidenti aveva decisamente preso da Alice, aveva un vagone di vestiti per tutte le occasioni. Poi prese la cornice con la foto e poi si chino sotto il letto per prendere una scatola su cui lessi il mio nome, okay questo era decisamente troppo, persino lei aveva una scatola con la roba che le avevo regalato proprio come me e non poteva di certo essere una coincidenza, ma era meglio non farsi troppe illusioni e decisi di fare finta di niente e di non essermene accorto. Poi passammo in cucina, ma mi accorsi che la maggior parte della roba doveva appartenere alla padrona di casa perché Bella prese poco o niente e poi andò in bagno a prendere le sue cose, anche lì purtroppo mi accorsi che la sua roba entrava nel beauty-case che non era nemmeno tanto grande. Una volta uscita da lì mi disse che potevamo andare ed uscimmo dall’appartamento per poi bussare alla porta di fronte e lasciare le chiavi alla padrona di casa, la quale mi guardò e sembrò volermi mangiare con gli occhi, in fondo non era tanto vecchia quanto la pensavo io comunque feci finta di niente e scendemmo le scale per poi portare tutta la roba nel furgone.

Inaspettatamente poi decisi di andare a casa mia, il furgone poteva benissimo ancora contenere la roba che dovevo traslocare io e quindi decisi di fare un viaggio unico. Arrivammo davanti alla mia villa e l’espressione di Bella era molto eloquente sembrava pensare che una villa così grande per una persona sola era un grande spreco e forse aveva ragione. Andai ad aprire la porta e lei mi seguì in silenzio, avrei tanto voluto sapere che cosa pensava ma poi mi sarei accorto benissimo di cosa pensava appena fosse entrata in camera da letto ed avrebbe dato sfogo all’odio che provava per me da tanti anni.



POV BELLA



Mi ero svegliata presto la mattina dopo il funerale e mi ero accorta con mio grande sgomento che io ed Edward avremmo dovuto fare il trasloco, non potevo più rimandare anche perché tra poco sarei dovuta tornare al lavoro e non avrei avuto più tempo, perciò al tavolo della colazione lo dissi ad Edward.

«Edward credo che dovremmo andare a fare il trasloco oggi, tra qualche giorno devo tornare al lavoro e penso che sia meglio sbrigare queste faccende prima di tornarci, ti va?» Dovevo essere socievole, altrimenti chi l’avrebbe sentita l’assistente sociale che sarebbe venuta sicuramente a farci visita molto spesso visto che eravamo due adulti non sposati che si sarebbero presi cura di un neonato che per di più non era loro figlio.

«Va bene, adesso finiamo di fare colazione e poi andiamo a prendere il furgone della società ed andiamo nel tuo appartamento per traslocare le tue cose e poi andiamo a casa mia a prendere quello che mi servirà.» Ma che diavolo di risposta è questa davvero non la capisco, io devo portare tutta la mia roba e questo è poco ma sicuro e lui invece che deve spostare? Tanto la sua villa la può tenere, io non lo capisco a volte mi sembra di parlare con una persona diversa da quella che ricordavo. Facciamo colazione con calma e poi Edward chiede il permesso di usare il furgone della società e ci avviamo verso il mio appartamento o forse dovrei dire buco perché in effetti è un monolocale non un vero e proprio appartamento. Apro la porta di casa e vedo Edward che studia i dettagli e poi se ne esce con una frase assurda ed io mi risento subito, che diavolo vuol dire che è piccolo ma nel mio stile? Mi sta prendendo sicuramente in giro per il fatto che vivo in un buco del genere, peccato che io non sia ricca come lui, non so cosa sta pensando ma d’un tratto riprende a parlare e dice che parla sul serio e non mi sta prendendo in giro. Okay respira Bella lo so che Edward ti conosce meglio di chiunque altro, infatti se ne esce con delle risposte alle domande che tu ti poni in testa ma questo non significa che tenga a te, rilassati. Sto impazzendo e adesso parlo pure da sola, meglio mettersi all’opera. Vado nella parte della camera e apro il mio piccolo armadio che è davvero pieno di vestiti, d’altronde non posso mica andare in giro nuda, soprattutto al lavoro con quel maniaco del mio capo sempre pronto a fare apprezzamenti sulle donne. Vedo Edward che mi sta osservando e credo di capire che stia cercando di capire come tutti questi abiti possano stare dentro un armadio così piccolo, a volte me lo sono chiesta pure io se devo essere sincera. D’un tratto la sua attenzione viene catturata dalla foto sul comodino e non posso dargli torto, nemmeno io avrei mai pensato di metterla lì ma avevo l’impressione che mi ricordasse i bei tempi e quindi l’ho tenuta fuori, mentre le altre cose che mi ricordavano la nostra storia sono gelosamente custodite in una scatola sotto il letto che prontamente decido sia meglio portarmi dietro, cercando di nascondere il suo nome sopra e spero di esserci riuscita. Poi passiamo alla cucina e devo ammettere che qui le cose da portare via sono poche poiché fa tutto parte delle cose della padrona di casa e quindi finiamo in poco tempo, portiamo la roba di sotto al furgone e poi chiudo l’appartamento con le chiavi di casa e le rendo alla padrona che abita proprio di fronte al mio appartamento. Lei apre e non so come mai ma sta squadrando senza ritegno Edward, cosa che mi manda letteralmente in bestia ma decido di fare finta di niente e andare avanti. Cosa diavolo ci trovano in uno come lui io davvero ancora non riesco a capirlo, come mai tutte le ragazze che gli mettono gli occhi addosso finiscono per andarci a letto? Entriamo nel furgone e invece di andare a casa di James e Victoria, Edward prende un’altra strada, forse vuole andare a casa sua ma è sicuro che la sua roba stia dentro al furgone come la mia? Lo vedo sorridere chissà a cosa sta pensando e improvvisamente il furgone si ferma, ero talmente concentrata sul suo viso che ho perso di vista la strada e oh mio Dio, questa non è una casa è un intero quartiere residenziale, praticamente il mio appartamento potrebbe benissimo entrarci dentro venti volte.

villa eddy

Edward si avvicina alla porta ed entriamo nella sua megalussuosa villa, decisamente in stile Edward, in quasi tutte le stanze ci sono delle finestre ampie che danno sul mare o sulla baia e mi fa strano dirlo ma ha un aspetto decisamente sobrio che non avrei mai creduto possibile. I mobili sono per la maggior parte di colore bianco, questa casa ha un aspetto luminoso, è stupenda e non posso fare a meno di essere un pochino triste all’idea che non sia la sola donna ad essere entrata qui dentro.

interni villa eddy

Seguo Edward che va dritto verso il salotto dove in una parte fa bella mostra di sé il suo pianoforte, non credevo che lo suonasse ancora e nemmeno che lo avesse portato a casa sua. Era un dono che gli aveva fatto sua nonna Elizabeth a cui lui era molto legato e siccome in famiglia lui era il solo a coltivare questa passione, sua nonna aveva lasciato a lui il pianoforte dell’ottocento che era di famiglia.

pianoforte eddy

Poi mi viene spontaneo fargli una domanda e non mi freno.

«Hai ancora il pianoforte di tua nonna? Pensavo che dopo esserti dato alle donne avessi smesso anche di suonare, sai per il poco tempo che ti rimane tra il lavoro e le donne.» Lo guardo e il suo sguardo è ferito in qualche modo ed io non riesco a capirne il motivo sinceramente, ho detto solo la verità ma le sue parole mi fanno capire di aver toccato un tasto dolente.

«Trovo sempre tempo per dedicarmi a quello che ritengo importante Bella, e per tua informazione ho sempre continuato a suonare il pianoforte anche se mi sono trovato degli altri impegni, mi teneva incollato al passato e alle mie origini.» Ok forse ho sbagliato approccio.

«Scusami so quanto sia importante il piano per te, era solo una stupida battuta. Ma adesso mi spieghi cosa siamo venuti a fare?» Già perché io ancora non capisco.

«Siamo venuti a prendere il pianoforte perché ho intenzione di portarlo a casa di James e Victoria, non lo lascio qui da solo e poi voglio suonare la ninna nanna ad Anthony e il piano è indispensabile.» Che cosa carina da pensare, è davvero molto tenero a volte e poi capto le sue parole e mi esce di bocca una domanda davvero molto importante.

«Scusa come hai detto? Dobbiamo portare il pianoforte sul furgone e scusa chi diavolo riuscirebbe a spostare quel colosso da qui?» Non pretenderà che lo portiamo di sotto da soli? Ma il suo sorriso beffardo mi fa capire che è proprio così, siamo messi bene mi ha praticamente preso per un facchino. Ci mettiamo in due ed io spero di non farmi uscire un’ernia ma appena lo solleviamo mi accorgo che non è poi così pesante come pensavo ed in poco tempo lo sistemiamo sul furgone, poi Edward si dirige di nuovo in casa ed io lo seguo e mi porta in camera sua, forse deve prendere dei vestiti, dopotutto quelli servono anche a lui per andare al lavoro. Ed ecco che appena entro nella camera il mio viso sbianca, non l’avevo mai immaginata così è bianca e limpida, mentre io mi immaginavo un covo da filmini a luci rosse come nel suo stile.

camera edward casa edward

«Sai non mi aspettavo che la tua camera fosse così, mi aspettavo un’alcova tipo quella dei motel. Chissà quante ragazze hanno avuto il piacere di entrare qui dentro.» Il mio tono ovviamente è quello di una ragazza risentita ma lui mi guarda negli occhi e mi risponde lasciandomi spiazzata.

«Tu sei la prima ad entrare qui dentro e credo che sarai anche l’ultima. Per certe cose non porto mica le ragazze nella mia camera è troppo privata e ci sono cose che nessuno deve vedere a parte me.» Cazzo, la mia bocca ha parlato senza che me ne rendessi conto ma lui mi ha completamente stravolta con la sua risposta. Poi guardo attorno e solo adesso mi accorgo che anche lui ha la mia stessa foto sul comodino della sua camera e poi si abbassa sotto il letto e persino lui ha una scatola con le mie iniziali e le sue impresse sopra. Sono senza fiato, è troppo, questa rivelazione è troppo non voglio e non posso permettermi di ricascarci non adesso né mai. Esco dalla stanza e dopo poco vengo seguita da lui che mi guarda con uno sguardo comprensivo, si porta dietro la scatola e le sue valigie e le mette sul furgone e poi chiude la sua villa e risaliamo sul furgone senza guardarci negli occhi e lui si dirige finalmente verso casa di James e Victoria e spero con tutto il cuore di non sentirmi male alla sola vista della loro casa, cosa che succede lo stesso e ancora non siamo nemmeno entrati e già mi chiedo dove diavolo riusciremmo a sistemarci, non ho idea di quante camere abbia questa casa ma spero che ce ne siamo abbastanza per entrambi dato che la villa è enorme.

villa james e victoria

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Capitolo 7
*** Una nuova casa ***



Rieccomi non vi abbandono proprio adesso e devo ringraziarvi perché le ragazze che seguono sono aumentate a dismisura in un solo capitolo. E’ la terza storia che scrivo che arriva a quota 100 tra le seguite e per questo vi ringrazio tanto. Ora vi lascio al capitolo e mi raccomando fatemi sapere che cosa ne pensate.



SETTIMO CAPITOLO: UNA NUOVA CASA:



POV BELLA



Accidenti siamo davanti alla casa di James e Vic ed io non riesco a muovere un muscolo, non posso farlo, accidenti non posso entrare dentro casa loro sapendo che loro non ci sono più, renderà tutto troppo reale ed io in questo momento non voglio, non ce la faccio, è ancora troppo presto e così mi esce spontanea dalla bocca una supplica per Edward.

«Ti prego Edward, oggi non me la sento di entrare, andiamo via e torniamo domani, non ce la faccio, non posso…» Lascio il discorso in sospeso ma lui mi guarda e sembra capire il perché della mia resistenza ad entrare e si avvicina, mi prende la mano e poi mi parla.

«Bella non cambierà niente, né oggi né domani, loro non ci saranno comunque e noi dobbiamo affrontare questa cosa, lo so che fa male ma dobbiamo farlo per Anthony, lui ha bisogno di vivere in un posto che senta come casa sua e questa villa lo è. Anche a me fa un pochino senso entrare in casa sapendo che loro non saranno lì ad accoglierci come erano soliti fare durante le nostre cene ma ora questa diventerà casa nostra e dobbiamo evitare di sentirci in colpa per questo, non è colpa nostra, sono stato chiaro?» Ha ragione, dannazione, perché riesce ancora a capirmi con un solo sguardo, noi ci siamo lasciati nove anni fa ed invece lui mi scruta ancora dentro come se stessimo insieme da una vita intera e questo mi lascia spiazzata la maggior parte delle volte.

«Okay hai ragione ma andiamo per gradi, ora apriamo la porta ed entriamo e poi forse dovremmo cercare una camera ciascuno per dormire che ne dici, ce ne saranno abbastanza per tutti e tre?» Già questo era il punto, non volevo mica finire a dormire in camera assieme ad Edward e non volevo nemmeno dormire nella camera di James e Vic, quella sarebbe rimasta per sempre camera loro anche se la casa era passata a noi.

«Non devi preoccuparti Bella, credo che ci saranno abbastanza camere e se proprio non dovessero esserci, vorrà dire che trasformerò in camera da letto uno degli ambienti di casa, stai tranquilla non intendo mica violentarti.» Già ma che scema di nuovo lui che mi legge nel pensiero, ma che diamine ho fatto di male per cacciarmi in questo guaio?

«Andiamo Casanova, non intendevo che mi avresti violentato ma non gradirei molto dormire nella stessa stanza con te visto che ho un ragazzo stupendo che potrebbe essere davvero molto geloso.» Ok forse ho davvero esagerato visto lo sguardo furioso che mi punta addosso ma spero che capisca che da me deve stare alla larga, non intendo ricascarci.

«Andiamo dentro prima che mi venga da vomitare e dammi solo una piccola risposta, quel cane pulcioso del tuo ragazzo per quanto tempo starà qui a casa nostra?» Accidenti l’ha presa davvero molto male ed ha calcato sulla parola nostra come a voler dire che devo chiedere il permesso anche a lui per poter invitare Jacob ma per chi lo ha preso e poi come diavolo si permette di offenderlo se nemmeno lo conosce? Mentre dice questo apre la porta di casa e ci ritroviamo nel corridoio prima che io possa rispondere, ma decido di farlo lo stesso.

«Ti prego di non offendere il mio ragazzo e non ho idea di quanto tempo starà qui, se vuole venire a trovarmi può farlo tranquillamente e non credo di dover chiedere il permesso a te, visto che come hai detto tu adesso questa è casa nostra, non casa tua.» E detto questo ognuno va per la sua strada per cercare una camera da letto dove dormire quella notte e in quelle successive. Ad un certo punto mi trovo davanti ad una camera con sopra il mio nome, e mi ritrovo a bocca aperta ma dopo due secondi guardo quella di fronte alla mia e vedo il nome di Anthony e in quella di fianco c’è il nome di Edward ed allora capisco che James e Vic avevano davvero pensato a tutto e mi viene da piangere. Poi non so come trovo il modo di urlare il nome di Edward.

«Edward vieni qui subito, le ho trovate.» E non riesco a dire nient’altro sono troppo scioccata, si vede che James e Vic avevano davvero pensato alla probabilità di un incidente casuale e alla possibilità che il bambino rimasse in vita da solo. Sento dei passi dietro di me e non riesco a smettere di piangere, quando Edward arriva gli indico soltanto le camere con scritto su i nostri nomi e la sua bocca si apre in una O silenziosa e mi abbraccia perché vede le lacrime che escono senza sosta dai miei occhi. Dopo minuti che mi sembrano interminabili lo sento pronunciare le parole che mi ridestano dal mio torpore.

«Credo che dovremmo entrare nelle nostre stanze e guardare se ci vanno bene, ma visto che probabilmente le hanno scelte James e Vic andranno sicuramente molto bene.» E mi sorride per incoraggiarmi ed io asciugo le mie lacrime ed insieme ci accingiamo ad entrare ognuno nella propria.

camera bella villa james e vic

La mia camera ha le tende color rosso alle finestre così come il copriletto ed i mobili sono in stile antico, e mi accorgo che lo scrittoio è lo stesso che avevo visto insieme a Vic un giorno ai mercatini dell’antiquariato, santo cielo mi ha comprato un intera camera là ed io non so se esserne felice oppure no, ma in questo momento mi rendo conto che loro mi volevano davvero bene. La camera è in stile antico e l’unico tocco di attualità è la televisione che è posizionata sopra l’armadio, mi piace ed Edward aveva ragione loro ci conoscevano e quindi la stanza era perfetta per ognuno di noi due e quindi dato che sono estremamente curiosa decido di uscire dalla mia camera e vedere quella di Edward.

camera edward villa james e vic

Non riesco a credere ai miei occhi quando entro nella sua stanza, color bianco panna, in stile più moderno della mia, ampie finestre con le tende sul giallo tenue e il pavimento colore blu intenso, guardo Edward e capisco che persino lui è affascinato dalla portata della conoscenza di James e Vic riguardo a noi. Sorride e poi mi parla.

«Immagino che l’avessero già arredate secondo i miei e i tuoi gusti, sono stati davvero degli amici notevoli. Ho visto la camera di fronte alla nostra ed immagino che sia quella di Anthony, ti va di darci una sbirciatina dentro?» Faccio cenno di sì con la testa e usciamo dalla camera di Edward per andare in quella di Anthony, anche questa camera mi lascia a bocca aperta è bellissima.

cameretta anthony casa james e vic

Le pareti sono di colore bianco e azzurro e ci sono disseminati vari orsetti di pezza in tutta la stanza, i mobili sono decisamente di stile nuovo e tutti di tonalità azzurro chiaro, mi piace, so che piacerà tantissimo anche ad Anthony in fondo è la sua cameretta e lui vivrà tranquillo e felice. Poi mi viene in mente una cosa e vorrei tanto non doverla fare ma dobbiamo e quindi ne parlo con Edward.

«Edward dovremmo andare in camera di James e Vic, dobbiamo decidere cosa fare della loro roba.» Non riesco a pensarci ma dobbiamo farlo ed anche Edward sembra d’accordo con me.

«Sei sicura di riuscire a farlo proprio adesso? Insomma abbiamo tutto il tempo e poi potresti voler tenere qualcosa per te dei vestiti di Victoria.» Non credo proprio di voler indossare i suoi vestiti, non me la sento, forse possiamo dare tutto in beneficienza, è meglio dirglielo chiaro e tondo.

«Non voglio tenere niente della roba di Vic, preferisco dare tutto in beneficienza, lei ne sarebbe stata contenta, loro ne sarebbero stati contenti.» Annuisce, so che anche lui la pensa come me, sarebbe troppo doloroso tenere qualcosa di loro due, ma la camera la possiamo lasciare lì dove si trova.

«Hai ragione andiamo adesso, così non ci pensiamo più e diamo tutto in beneficenza, dirò a mio padre di trovare l’associazione adatta.» Detto questo ce ne andiamo in camera di James e Vic, e appena apriamo la porta i ricordi mi colgono all’improvviso.

camera james e vic

Quante risate ci eravamo fatti mentre stavamo arredando questa camera ed adesso era qui davanti ai miei occhi vuota, priva delle persone che l’avevano occupata fino a qualche giorno fa e quel terribile senso di vuoto entrò anche dentro di me. Edward ed io andammo verso l’armadio e iniziammo a tirare fuori i vestiti di James e Victoria e li buttammo sul letto, poi quando l’armadio fu completamente vuoto andammo a prendere delle buste dove mettere i vestiti e tornammo indietro, quando il nostro lavoro fu finito decidemmo di chiudere a chiave la porta della loro camera, nessuno ci avrebbe più messo piede se non Anthony quando sarebbe stato più grande. Ad un tratto il mio telefonino prese a squillare, era Jacob, già non mi aveva più sentito da ieri sera e forse era un pochino preoccupato.

«Ciao Jake che bello sentirti.» Ma guardando in faccia Edward si poteva benissimo intuire che era bello solamente per me sentirlo.

«Bella ma che diavolo di fine hai fatto? Sono passato a casa Cullen stamattina e tu non c’eri mi hanno detto che stai traslocando nella casa di James e Victoria è vero?» Accidenti era davvero paranoico, cosa diavolo stavo facendo secondo lui, sesso con Edward?

«Scusami mi sono dimenticata di dirtelo, io ed Edward stiamo traslocando nella villa di James e Vic, è qui vicino a casa Cullen che ne dici di passare di qui per darci una mano? Magari potresti anche fermarti qui con noi stanotte a dormire. » Alzai lo sguardo su Edward che sbuffava ma cercai di non farci caso ed avevo volutamente forzato sulla parola dormire.

«Vengo subito e si mi farebbe piacere dormire lì con te stasera, sai devo tenere d’occhio il maniaco sessuale che hai in casa.» Mi venne da ridere, Jacob era decisamente troppo eccessivo a volte, Edward non mi avrebbe mai fatto del male nel termine fisico della parola.

«D’accordo ti aspettiamo.» E chiusi la comunicazione con lui, dopo di che guardai Edward e gli sorrisi.

«Edward andiamo sorridi, Jacob ci aiuterà a rimettere apposto la casa e si fermerà a dormire, cerca di essere carino con lui, fallo per me e almeno questa volta lo solleverà lui il pianoforte e non dovrai sudare sette camicie nel pensare a cosa potrebbe succedere se mi scivolasse dalle mani.» Lui non mi rispose, andò semplicemente al furgone e si mise a prendere le sue valigie con i vestiti ed anch’io feci lo stesso per le mie ed ognuno di noi andò nella propria camera a mettere apposto le proprie cose. Ancora non avevo capito che la situazione quando sarebbe arrivato Jacob sarebbe stata incandescente.



Angolino di promozione: ho altre fanfiction in corso su questo sito mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate.

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Capitolo 8
*** Una giornata movimentata ***



Eccomi qui con il nuovo capitolo, per ascoltare la ninna nanna che ho scelto cliccate sopra la scritta in maiuscolo scritta in blu. Buona lettura e mi raccomando ditemi che cosa ne pensate.



OTTAVO CAPITOLO: UNA GIORNATA MOVIMENTATA



POV EDWARD



La mattinata dopo aver compiuto il trasloco era andata discretamente, prima di entrare in casa di James e Victoria, Bella aveva avuto un attimo di panico ed io riuscivo a capirla non era semplice nemmeno per me entrare là dentro senza di loro, ma che noi lo volessimo o meno quella era diventata casa nostra e loro non c’erano più. Entrammo e tutto sembrava riportare a galla vecchi ricordi di noi quattro, delle nostre cene, dei mie scherzi con James, delle battute, delle risate. Io e Bella decidemmo di sceglierci le camere dove dormire ed ognuno andò da una parte opposta all’altro, riuscivo a capirla, non voleva avermi tra i piedi come a casa Cullen, ma d’un tratto lei mi chiamo e sembrava avere un nodo alla gola, avevo paura che le fosse capitato qualcosa ma le sue parole mi tranquillizzarono, aveva detto le ho trovate che diavolo significava? Arrivai di corsa da lei e quello che vidi mi lasciò senza fiato, ma sorrisi al pensiero che come sempre James e Victoria avevano già previsto tutto, la mia camera e quella di Bella erano affiancate e davanti alle nostre c’era quella di Anthony, in modo che se si fosse svegliato ci saremmo svegliati anche noi. Sorrisi pensando al fatto che probabilmente le camere sarebbero state arredate come piaceva a noi, decidemmo di entrare ognuno nella propria stanza e quello che vidi nella mia mi lasciò sbalordito, James si era davvero dato da fare, i colori erano tenui così come piacevano a me, mi lasciava senza fiato sapere che le persone che non c’erano più ci conoscevano così bene. Tutto però precipitò dopo la telefonata di Jacob, ero arrabbiato anche se non avrei dovuto esserlo, odiavo quel ragazzo, lo odiavo perché aveva quello che io avevo sempre desiderato e cioè Bella. Era di gran lunga una seccatura dove passare il pomeriggio insieme a lui e visto che Bella lo aveva invitato a darci una mano con il trasloco, prevedevo del gran casino, per di più era geloso marcio di me e non mi poteva vedere, speravo solo che non mi facesse rompere il mio adorato piano o sarebbe morto sul colpo. Non avremmo dovuto aspettare tanto visto che era appena passato a casa dei miei e che distava solamente una decina di minuti a piedi, ed infatti eccolo là che si presentava con una canottiera e dei pantaloncini corti, ma dico io si doveva proprio vestire in quel modo? Non aveva almeno la decenza di pensare che c’ero anche io e che magari certi spettacoli avrei preferito non vederli? Direi proprio di no perché appena arrivato andò verso Bella e le diede un bacio di quelli possessivi, di quelli che se li guardi e non sei tu il protagonista ti viene l’istinto di vomitare. Mi voltai dall’altra parte cercando di non vedere era troppo e non riuscivo a sopportare di vederli insieme ma forse con il tempo probabilmente avrei potuto mettere tutto apposto, dovevo fare qualcosa, non avevo intenzione di stare a vedere Bella che si rifaceva una vita con Jacob, questo era fuori discussione, così mi intromisi cercando di fargli riprendere la ragione.

«Ragazzi dopo questa scena a dir poco vomitevole, gradirei che Jacob mi desse una mano a portare il mio pianoforte nel salotto.» Vidi lo sguardo omicida di Jacob e quello completamente smarrito di Bella, forse non si aspettava che io li interrompessi o forse pensava a tutt’altro, ma chi può dirlo.

«Geloso Cullen? Mi dispiace per te ma comunque sono venuto apposta per aiutarvi e quindi mi metto all’opera subito. Possiamo sempre continuare stasera a letto Bella.» Oh cavolo questo ragazzo non capiva proprio quando era ora di smettere di fare il galletto, ma glielo avrei presto insegnato io come ci si comporta.

«Non dire stupidaggini Black e muovi quel tuo culo per aiutarmi che se no facciamo notte.» Già tu nemmeno ti immagini che cosa posso arrivare a fare mio caro, ti conviene stare molto attento perché la tua storia con Bella da questo momento è fortemente a rischio. Jacob si avvicinò al furgone ed insieme trasportammo il mio splendido pianoforte in salotto.

salotto

Uno splendido salotto, divano bianco posizionato davanti al camino dove sopra troneggiava un quadro d’arte moderna e poi un tavolinetto dove sopra c’era la cornice con la foto del loro matrimonio, dove c’eravamo tutti e quattro e poi un’ampia vetrata che dava proprio sulla baia e così decisi di posizionare il piano proprio lì di fronte, in modo da poter suonare guardando il mare, mi sembra proprio un ottimo posto. Ad un certo punto a Bella venne in mente di andare a fare la spesa e decise di portarsi dietro Jacob, forse non si fidava completamente a lasciarci da soli ed aveva ragione, ci saremmo uccisi dopo due secondi che lei era andata via. Io invece decisi che volevo invitare a cena anche i miei genitori e con il pretesto di passare a prendere Anthony per farlo tornare a casa mi incamminai a piedi verso casa Cullen. Arrivato davanti alla casa entrai senza troppe cerimonie e trovai mia madre in cucina come sempre intenta a preparare una torta, forse voleva festeggiare il nostro trasloco.

«Mamma meno male che ti ho trovato, non ne posso più di vedere quel Black, ti prego tu e papà potreste venire a cenare a casa nostra stasera. Non credo di resistere se sono da solo in casa con lui.» Era la verità e faceva male ammetterlo, ero geloso marcio e forse questo mia madre lo vedeva molto bene.

«Tesoro non ti fa male vedere come quel ragazzo tratta Bella, anzi dovresti prendere spunto da quello che fa e cercare di essere un pochino più gentile con lei. Comunque per l’invito a cena credo che io e tuo padre possiamo fare uno strappo alla regola per stasera ma nei prossimi giorni dovrai farci l’abitudine mio caro, non credo che Jacob voglia lasciarvi molto da soli, visto che non si fida di te.» Già aveva dato anche a me quell’impressione, ma comunque non lo avrei visto ad ogni ora, Bella sarebbe andata a lavorare ed anche io e quindi avrei avuto il tempo tutto il giorno per prepararmi a vederlo la sera.

«Questo lo so mamma ma da lunedì ognuno torna al proprio lavoro e credo che persino Jacob lavori quindi non vedo il problema di vederlo solo alla sera.» Già che problema c’era? Ma le parole di mamma mi fecero accapponare la pelle.

«Tesoro per vederlo quello non è un problema, il problema vero è sentire certi rumori di notte nella stanza di Bella.» Rimasi con la bocca aperta, a questo non avevo pensato, non riuscivo ad immaginare Bella che faceva sesso con Jacob e scossi la testa violentemente.

«Mamma ti prego non mi ci fare pensare , ma scusa tu da che parte stai?» Già io ero suo figlio e poi ero sicuro che Alice le avesse raccontato tutto, era o non era la pettegola di casa?

«Tesoro ma che domande fai? Certo che sto dalla tua parte ma tu devi metterci del tuo, innanzitutto dovresti dire la verità a Bella e poi cercare di farle cambiare idea, ma non può essere una cosa dall’oggi al domani, cerca di capirla sono nove anni che ti odia a morte per qualcosa che non hai nemmeno fatto.» Era proprio come credevo io, mamma aveva parlato con Alice e il suo sorriso sembrava più radioso, era convita che ce la potessi fare e vederla sorridere mi aveva messo di buonumore.

«Vedo che hai parlato con Alice, avrei dovuto aspettarmelo da lei, ma pensavo che mi avrebbe lasciato l’onore di dirvelo.»

«Tesoro avresti dovuto farlo nove anni fa, avresti dovuto dirci la verità invece di fare il martire come dice tua sorella, sai persino Jasper dà ragione a te e la cosa mi sembra alquanto ragionevole, però non dirlo a Bella perché credo che Jasper non approvi il suo fidanzamento con Jacob e se lei lo sapesse andrebbe su tutte le furie.» Questa sì che era una grossa novità, Jasper che parteggiava per me, va bene che credeva alle parole di sua moglie ma questo davvero non me lo aspettavo, l’altra sera si era dimostrato civile nei confronti di Jacob e pensavo che gli piacesse ma adesso mamma aveva messo in soqquadro le mie intuizioni, chissà poi perché Jacob non gli piaceva, ma avrei sempre potuto chiederglielo, magari avremmo potuto fare una cena tutti assieme a casa nostra qualche sera e così avrei capito meglio quello che intendeva mamma.

«Parli sul serio mamma, Jasper non mi sembrava molto conciliante quando ha saputo che io e Bella dovevamo tenere Anthony, e fatico a credere che lui si sia ricreduto proprio adesso.» Già era difficile da credere dopo nove anni di odio allo stato puro tra di noi, e ci contenevamo solo per Alice.

«Tesoro Jasper è il fratello di Bella era normale che ti odiasse, ma adesso che sa la verità anche lui è dalla tua parte anche se non lo dirà mai a sua sorella. Tu sai che tutti noi pensiamo che voi siate una coppia perfetta e poi dovete crescere un bambino ed anche se non è il vostro questo è un legame molto potente, non sottovalutarlo mai. I bambini sono il collante di un amore vero e forte e voi questo amore ce lo avete anche se adesso Bella fa finta di niente.» Se lo dice mamma allora deve aver notato qualcosa in Bella che io invece non ho visto, ma mamma ha sempre avuto intuizioni brillanti su tutti noi e quindi magari ha ragione anche stavolta.

«Ok se lo dici tu ci credo. Un’altra cosa mamma potreste portare voi Anthony stasera perché immagino che lui a quest’ora stia facendo il riposino e non voglio svegliarlo prima del tempo, povero cucciolo ha già sofferto abbastanza.» Mia madre mi guarda con uno sguardo amorevole che non vedevo da troppo tempo e mi abbraccia forte.

«Bentornato tesoro e certo che lo portiamo noi Anthony, vai pure a finire di mettere apposto la casa e stasera saremmo lì alle sette e mezza per la cena.» Mamma mi è mancata un sacco, molto più di tutti gli altri componenti della famiglia, lei era il mio appoggio anche quando facevo delle sorprese a Bella oppure qualche piccolo regalino, lei era sempre pronta a darmi una mano. Me ne vado a casa di James e Victoria sperando che i due piccioncini siano ancora al supermercato per non trovarli in atteggiamenti intimi dentro casa, però le mie speranze sono vane, appena arrivo nel cortile vedo la macchina di Jacob parcheggiata e riprendo fiato per iniziare la partita. Entro in casa e mi dirigo verso il salotto che è vicino alla cucina e mi trovo davanti ad una scena indescrivibile: Jacob e Bella sono sdraiati sul divano e si stanno baciando appassionatamente e quindi decido di schiarirmi la voce proprio lì davanti e Bella si rialza dal divano come scottata, facendo cadere Jacob sul pavimento e mi viene anche un po’ da ridere e penso che gli sta bene a quel deficiente.

«Scusate non volevo disturbarvi, volevo solo dire a Bella che ho invitato mamma e papà a cena stasera e che porteranno loro Anthony.» Già ma a chi lo vado a raccontare che non volevo disturbarli, lo volevo eccome, non voglio mica vedere uno spettacolo a luci rosse nel mio salotto o meglio nel salotto di James e Victoria. Bella cerca di darsi un contegno e va in cucina a preparare la cena mentre Jacob credo che se potesse mi ucciderebbe qui, adesso, ma faccio finta di niente e vado in camera mia per mettere apposto le ultime cose. Sono quasi le sette e mezzo e decido che è ora di andare ad aiutare in cucina Bella, la trovo indaffarata ai fornelli mentre Jacob la guarda da lontano, forse lei ha deciso di comportarsi da persona matura al contrario di lui che appena metto piede in cucina mi guarda male come a voler dire che la colpa di quello che è successo è mia, che poi devo ancora capire il perché secondo lui io avrei dovuto voler vedere quello spettacolo. Decido di ignorarlo completamente e parlo direttamente con Bella.

«Bella devo darti una mano? Posso apparecchiare la tavola in sala da pranzo se vuoi.» Lei si volta e mi sorride sincera e anche un po’ imbarazzata.

«Certo, apparecchia pure la tavola i tuoi genitori staranno per arrivare assieme ad Anthony.» Così me ne vado in sala da pranzo ad apparecchiare la tavola.

sala da pranzo james e vic

Questa è stanza più luminosa della casa, dà sul giardino ed ha ampie vetrate che la illuminano. I mobili sono rigorosamente tutti bianchi e devo dire che è sempre stata la camera che mi piaceva di più in questa casa, mentre sto apparecchiando mi viene in mente la prima cena fatta a casa di James e Victoria. Io e Bella quella sera non sapevamo che saremmo stati tutti e quattro insieme e quando ci siamo ritrovati fuori di casa insieme ci siamo messi a litigare come due pazzi, se non fosse arrivata Victoria e separarci a quest’ora uno dei due non sarebbe qui. Sorrido perché quel ricordo mi fa pensare che forse abbiamo davvero la possibilità di ricucire, lei è ancora troppo arrabbiata per non sentire niente nei miei confronti e l’odio è un sentimento che per molti versi è simile all’amore e questa cosa è incoraggiante, d‘altronde si sa l‘amore non è bello se non è litigarlo e noi litighiamo piuttosto spesso. Alle sette e mezza puntuali arrivano i miei con Anthony e tutti ci mettiamo a sedere per cenare, la cena anche grazie a loro va avanti in armonia che non ci sarebbe stata altrimenti. Dopo cena mamma e papà se ne vanno a casa loro e ci lasciano Anthony, chissà se la prima sera in questa casa andrà come speriamo. Bella mette Anthony nella sua cameretta e poco dopo il bambino sembra essersi addormentato e così ognuno va nella propria stanza o meglio lei entra nella sua stanza assieme a Jacob ed io cerco di non pensare alla frase di mia madre altrimenti potrei anche decidere di fare qualche cazzata e non mi sembra proprio il caso. Non so per quanto tempo rimango sveglio a rigirarrmi nel letto, non riesco a non pensare a quello che ha detto mia madre ma dall‘altra parte della parete non si sentono rumori strani e confido che Bella si stia trattenendo dal fare certe cose sotto il mio stesso tetto. Ad un certo punto sento Anthony che piange e mi viene istintivo alzarmi ed andare a controllare che cosa c‘è che non va, guardo l‘orologio e non è poi così tardi sono le undici e lui si era appena addormentato. Esco dalla stanza e trovo Bella già in camera che culla Anthony ma il bambino sembra agitato, non sembra gradire le coccole di Bella.

«Scusami ti sei svegliato anche tu, pensavo che non lo avresti sentito ma stasera non ne vuole proprio sapere di dormire questo ometto, forse ha capito che siamo tornati a casa e che i suoi genitori non ci sono, non so a casa dei tuoi genitori dormiva come un angioletto.» Forse ha ragione ma non mi sono svegliato, ero del tutto sveglio.

«Magari è solo il cambiamento di casa, vedrai che tra qualche giorno si rilasserà e dormirà di più. Intanto direi che è meglio spostarci in salotto prima di svegliare Jacob, così posso provare a cantare una ninna nanna ad Anthony con il pianoforte.» Lei annuisce e andiamo insieme in salotto, lei si accomoda sul divano con in braccio Anthony mentre io inizio a suonare una ninna nanna che ho sentito alla radio qualche giorno fa, è una canzone italiana ma mi sembra si addica molto alla situazione in cui mi trovo.

DOLCE NOTTE

Mentre sto suonando e cantando vedo che Bella si sdraia comodamente sul divano con in braccio Anthony che si è quasi completamente addormentato mentre lei sta per seguirlo nel mondo dei sogni e mi viene da sorridere. Mi piace questa situazione in cui siamo, mi piace suonare per loro e mi piacerebbe provare ad essere una famiglia. Finisco la ninna nanna e vado a prendere una coperta per coprirli e non fargli prendere freddo e poi mi accoccolo sul pavimento per dormire vicino a loro, non si sa mai che Anthony decida di risvegliarsi e poi finalmente crollo in un sonno profondo anche io, sognando di vivere finalmente come una vera famiglia.

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Capitolo 9
*** Proposta inaspettata ***



Eccomi sono di nuovo qui, mi meraviglio di me questa fan fiction si scrive quasi da sola senza che me ne accorga. Spero che il capitolo vi piaccia e mi raccomando se volete fatemi sapere che cosa ne pensate, recensite. Un bacio Sara.



NONO CAPITOLO: PROPOSTA INASPETTATA



POV BELLA



Mi sveglio la domenica mattina e sento un buon profumino di pancetta e uova, magari Jacob ha deciso di farmi la colazione e sa che adoro quelle cose. Ad un tratto mi ricordo quello che è successo la sera prima e scopro che Anthony non è più comodamente sdraiato su di me ma bensì nel suo box a giocare tranquillo, che carino magari Jacob ha visto che il bimbo si era svegliato e per non svegliare anche me lo ha messo a giocare. Mi incammino verso la cucina e quello che mi si para davanti non è la scena che mi ero immaginata, ai fornelli c’è Edward che sta preparando la colazione, accidenti un uomo che sa cucinare è quello che tutte le donne vorrebbero sposare.

«Buongiorno bella addormentata, sto preparando la colazione ti vanno le uova con la pancetta? Scusa se ti abbiamo disturbato ma io ed Anthony ci siamo svegliati presto ed abbiamo deciso di lasciarti dormire visto la nottata di ieri sera.» Ma che carino ed io che pensavo che fosse Jacob, a proposito dove diavolo è Jacob?

«Certo che mi vanno le uova con la pancetta e grazie, ma scusa dove diavolo è finito Jacob?»

«A dirti la verità credo che sia ancora a dormire visto che sono andato in camera a cambiarmi e mi sembrava stesse russando.» Questo si che era un colpo come diavolo faceva a dormire se io avevo passato la notte in bianco, lui non si era nemmeno accorto che Anthony si era svegliato ma che cosa diamine passava nella testa di quel ragazzo?

«Vado a vedere se riesco a svegliarlo.» E poi mi sente quel cafone che non è altro. Arrivo in camera ed Edward ha completamente ragione Jacob è nel letto che se la russa completamente addormentato, non sembra essersi accorto di niente e mi viene un‘immediata rabbia nei suoi confronti. Certo che forse James e Victoria avevano ragione, non potevo proprio crescere Anthony in coppia con Jacob, lui non si è nemmeno accorto che il bambino si era svegliato mentre Edward si è alzato due secondi dopo di me per venire a vedere come stava il piccolo. La rabbia si impossessa di me e lo sveglio in malo modo per fargli capire che forse nel suo comportamento c‘è qualcosa di sbagliato.

«Jacob Black scendi subito da questo letto, alza il tuo culo e portalo in cucina, la colazione è pronta.» Lo vedo aprire gli occhi smarrito dal mio tono alterato di voce e poi si alza dal letto mentre io mi chiudo dietro la porta della camera sbattendola un pochino troppo forte. Vado dritta in cucina e spero che Edward non si decida a fare delle stupide allusioni per il suo bene fisico e anche mentale. Entro in cucina e lo trovo ad apparecchiare la tavola, Anthony adesso è seduto sul suo seggiolone e beve il suo biberon del latte, davvero non riesco a credere che Edward si sia dato così tanto da fare e che abbia persino capito come fare il latte ad Anthony. Giuro che a volte il ragazzo mi stupisce, sta apparecchiando per tre perché sa benissimo che c’è anche Jacob e non sembra aver fatto caso a quello che è successo. In pochi secondi veniamo raggiunti da Jacob che saluta sbadigliando, ma che razza di cafone è diventato?

«Buongiorno ragazzi, avete dormito bene?» Ma ci prende in giro, io ed Edward abbiamo passato la metà della notte in bianco, io ho dormito in soggiorno con in braccio Anthony e lui ci chiede se abbiamo dormito bene, adesso gli salto alla gola e lo squarto ma prima che possa rispondere lo fa Edward.

«Qui l’unico che ha dormito bene ieri sera sei stato tu, scusaci se noi abbiamo dovuto fare i bravi tutori e occuparci di Anthony visto che non ne voleva proprio sapere di dormire e scusaci se abbiamo dovuto svegliarti stamattina visto che eravamo già svegli da quando Anthony si è alzato.» Arrabbiato, si decisamente è arrabbiato ed ha pure ragione questo stupido ci prende in giro. Jacob mi guarda e guarda Edward poi ci chiede scusa ed è anche il minimo.

«Scusate io non ho proprio sentito nulla.» E certo che non hai sentito niente russavi come un trombone.

«Si lo abbiamo capito che non hai sentito niente. Ma sai io ho dormito sul divano insieme ad Anthony mentre Edward gli suonava la ninna nanna e quindi scusaci tanto se in quel momento non pensavamo direttamente a te ma ad Anthony.» Davvero ho detto queste cose, mi meraviglio di me, ho sempre tenuto un basso profilo per non far arrabbiare o sentire in colpa le altre persone mentre stamattina mi viene naturale insultarlo per come si è comportato. Ci mettiamo a fare colazione e parliamo del più e del meno quando all‘improvviso Jacob se ne esce con la sua notizia bomba.

«Bella tesoro devo andare a passare un paio di settimane a casa, in Colorado. Sai mia sorella è appena tornata a casa e papà vuole che io sia presente quindi vedete di fare i bravi in mia assenza.» Ma certo eccolo qui, mica mi chiede di andare con lui, no mi dice di comportarmi bene con Edward. Scrollo la testa e poi gli rispondo mentre Edward se la ride di nascosto facendo delle smorfie ad Anthony.

«Ma certo vai pure a casa Jacob, io domani inizio di nuovo il lavoro e quindi sarò occupata, non ti preoccupare per noi sapremmo cavarcela anche da soli. Quando hai intenzione di partire?» Il mio tono è sarcastico, perché stamattina proprio non lo sopporto forse mi farà bene un po’ di lontananza, magari rimanesse lontano dei mesi invece che due settimane.

«Stamattina dopo colazione.» Come scusa? Ma da quanto tempo sa che doveva andare a casa?

«Scusa la domanda ma da quanto tempo sai che devi tornare a casa? E perché non hai pensato di dirmelo prima?» Lui mi guarda stranito, sembra sia appena sceso dalle nuvole ma poi si decide a rispondermi.

«Lo so da un paio di giorni, non di più e non mi è sembrato il caso di dirti niente visto quello che era appena successo. Avevi altri problemi a cui pensare, dovevi occuparti di Anthony e del funerale di James e Victoria, non volevo angosciarti con altri problemi.» Ok questo da parte sua è molto dolce, così gli sorrido appena più dolcemente e gli auguro una buona vacanza. Dopo colazione Jacob se ne va a casa sua per preparare le valigie ed io lo saluto con un bacio in bocca molto passionale mentre Edward si schiarisce la voce.

«Dovreste cercare di limitare certe dimostrazioni di affetto davanti a me ed Anthony ve lo chiediamo per favore.» Poi ride come un pazzo, visto la faccia di Jacob ed io gli faccio la linguaccia, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo a quando eravamo ragazzini e ci facevamo gli scherzi.

«Attento Cullen, se per caso scopro che hai fatto qualcosa a Bella mentre non c’ero te ne pentirai amaramente.» Jacob è sempre il solito cerca di proteggermi da tutto e da tutti, Edward lo guarda con aria di sfida come a voler dire che il gioco è appena iniziato ed io davvero non capisco tutto questo loro astio. Jacob se ne va ed Edward si riprende torna ad essere sereno.

«Bella dobbiamo sbrigarci, la mamma vuole che pranziamo da loro con tutti gli altri, credo che saremmo impegnati per le prossime domeniche future quindi se vuoi vedere Jacob la domenica dovrai invitare pure lui a pranzo dai miei.» E certo la stoccata contro Jacob ci voleva davvero in questo momento ma davvero non avevo pensato che i Cullen ci avrebbero invitato a pranzo per tutte le domeniche a venire, ma se lo diceva Edward allora probabilmente era vero. Andai in camera e mi misi a scegliere un vestito adatto, mentre da fuori la porta Edward mi parlava.

«Bella non ti preoccupare per quello che devi indossare, mamma e papà ti adorano non importa il vestito ma la persona ricordatelo.» Aveva ragione, i suoi genitori non erano persone che guardavano come ti vestivi ma la persona che eri e questo mi fece stare meglio. Ci vestimmo e poi io andai a vestire Anthony. In camera sua c’erano talmente tanti vestitini che decidere quale era meglio mettere era davvero impossibile, e allora scelgo quella che mi attrae di più.

pagliaccetto

Era un bellissimo pagliaccetto bianco e celeste con un cagnolino che trasportava un uccellino e una scimmietta disegnata su una gamba, mi piaceva, era qualcosa che probabilmente se avessi visto dentro una vetrina glielo avrei comprato personalmente. Lo vestii e poi andammo in soggiorno dove ci aspettava Edward, il quale quando vide il pagliaccetto che avevo messo ad Anthony sorrise e poi mi disse una cosa che mi lasciò sconvolta.

«Ma guarda pensavo che Victoria lo avesse buttato via, diceva che era uno stupido pagliaccetto, come si fa a pensare ad un cane che fa il taxi. Glielo ho regalato prima che partissero per il mare e mi aveva detto che non glielo avrebbe messo e lo avrebbe gettato via, mi stava decisamente prendendo in giro scommetto.» Cazzo ma con tutti i vestiti che aveva nell’armadio come potevo aver preso quello che gli aveva regalato lui, era una cosa da non raccontare in giro, era come se una forza sconosciuta ci facesse girare la testa nello stesso modo, non riuscivo a capire come fosse possibile. Decisi di lasciar perdere questa situazione e ci dirigemmo a piedi verso casa Cullen, da fuori era a dir poco maestosa, mi lasciava sempre senza fiato arrivarci davanti.

Villa cullen

Era così diversa da casa di James e Victoria e persino da casa di Edward, la villa dei Cullen aveva qualcosa di vissuto, era antica rispetto alle altre due che invece denotavano una certa modernità, soprattutto quella di Edward. Come ogni volta quando entrammo nell’ingresso rimasi colpita dallo splendore della casa, dalla luce che c’era nell’ingresso e dalle ampie scale che portavano al piano di sopra, non riuscivo ad abituarmi all’idea che adesso quella era diventata un pochino anche casa mia, che io lo volessi oppure no.

villa cullen entrata

Era quasi ora di pranzo e perciò ci dirigemmo verso la sala da pranzo. Tempo fa non avrei mai immaginato di potermi sedere di nuovo a questo tavolo che tra l’altro era al centro della sala e guarda caso aveva il numero necessario di sedie per poterci far sedere tutti, erano precisamente otto sedie ed un seggiolone che prontamente era stato aggiunto per Anthony.

sala da pranzo cullen

Arrivammo e trovammo già tutti i ragazzi seduti ognuno con davanti la propria moglie e quindi io ed Edward ci saremmo dovuti sedere uno di fronte all’altro e già questo era un bene, non saremmo dovuti rimanere seduti vicino. I nostri posti erano direttamente vicino a Carlisle, chissà poi perché visto che nei giorni scorsi quando eravamo a casa Cullen ci eravamo sempre seduti vicino ad Esme. Durante il pranzo che come sempre era squisito, Carlisle prese la parola e mi fece una proposta alquanto sorprendente.

«Bella io ed Esme in questi giorni abbiamo parlato e abbiamo deciso che è tempo di farti una proposta che avremmo voluto farti tanto tempo fa. Noi vorremmo che tu venissi a lavorare nella nostra casa di moda, so che domani tu ricominci il tuo lavoro come giornalista e ti chiediamo solo di pensarci anche perché immagino che il tuo capo voglia un preavviso di almeno un mese.» Parlava velocemente ma non potevo non interromperlo.

«Carlisle io tu lo sai che non mi sembra il caso di lasciarvelo fare, ho un buon lavoro e posso evitare di venire a lavorare da voi finché lavoro al giornale.» Ma Carlisle mi bloccò immediatamente.

«Bella sappiamo perfettamente che il tuo lavoro è un buon lavoro ti stiamo solo dicendo che forse sarebbe meglio per te lavorare nella nostra casa di moda, cerca di pensarci. Avresti il tempo di lavorare a ciò che ti piace e potresti portarti Anthony al lavoro come faceva Victoria, il suo ufficio contiene ancora le cose che le servivano per tenere Anthony vicino a sé. Non dovresti preoccuparti di chiamare una baby-sitter oppure di chiedere ad Edward di occuparsene, e forse tu saresti più tranquilla, con questo non voglio certo dire che non ti fidi di lui ma comunque ogni donna non vorrebbe mai lasciare il proprio figlio e quindi ti stiamo offrendo questa possibilità.» Ero davvero scioccata, era vero, il mio unico pensiero era come fare con Anthony mentre sarei stata al lavoro e forse era la soluzione giusta andare a lavorare per i Cullen, erano una famiglia e avrei potuto portarmi al lavoro Anthony senza abbandonarlo. Ci avrei pensato sul serio.

«Diciamo che ci penserò Carlisle e poi vi farò sapere, devo dare un preavviso di un mese al mio capo quindi anche volendo in questo tempo Anthony starà con la baby-sitter e poi a che tipo di lavoro avreste pensato per me?» Ero curiosa, era una casa di moda non capivo come potesse fargli comodo una giornalista, anche se io mi intendevo di moda.

«Per quanto riguarda il lavoro abbiamo pensato ad un posto nel nostro ufficio stampa, dovrai collaborare con i nostri addetti alle relazioni pubbliche e alla preparazione delle sfilate. Invece su Anthony credo che potrai tranquillamente lasciarlo ad Edward o ad Esme per questo mese, ci siamo già messi d’accordo sul da farsi per non lasciarlo con estranei, in fondo l’azienda è nostra e la gestiamo come vogliamo, tu invece che sei una dipendente non puoi prendere le decisioni sul lavoro da sola. Ti prego di pensare a quello che ti abbiamo detto perché ora sei parte della famiglia e lavorando in azienda saresti più libera sia con Anthony che con i tuoi spostamenti.» Ero allibita, allora era vero che ci avevano pensato ed io che avevo pensato ad uno scherzo, mi stavano offrendo un posto importante all’interno della loro azienda e dovevo vagliare davvero molto bene questa offerta, presto però mi sarei resa conto che la mia decisione sarebbe stata guidata anche dalle scelte e dagli atteggiamenti di Edward che stava tramando nell’ombra per potermi portare a lavorare in azienda con i suoi familiari, cosa che tra l’altro non mi sarebbe per niente dispiaciuta.

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Capitolo 10
*** Deja-vù e comprensione ***



Lo so vi ho fatto aspettare troppo ma dovevo aggiornare anche le altre fan fiction, vogliate perdonarmi. Un bacio Sara e buona lettura!



DECIMO CAPITOLO: DEJA-VU E COMPRENSIONE



POV EDWARD



La mia mente subdola aveva già un piano, lunedì mattina mi sarei alzato tranquillamente ed avrei detto a Bella che mi sarei occupato io di Anthony per l’intera giornata. Ad un certo punto del pomeriggio però le avrei telefonato paventando una crisi di pianto del piccolo che non ero in grado di calmare e a quel punto lei sarebbe dovuta venire a casa in modo da parlare sul serio della proposta di lavoro di mio padre. L’avrei convinta che poteva succedere qualsiasi cosa e che Anthony avrebbe potuto avere la febbre o che gli sarebbero spuntati i dentini e lei sarebbe stata al lavoro, avrei fatto leva sul suo istinto materno e l’avrei convinta che lavorare in azienda era la scelta più giusta. Lunedì mattina arrivò troppo in fretta e mi accorsi che malgrado tutto non ero pronto ad attuare il mio piano ma presi coraggio.

«Bella stamattina penso io ad Anthony, mamma lavora ed io non ho niente da fare quindi noi due giovanotti ce la spasseremo.» Lei mi guardò cercando di capire se stessi scherzando oppure facessi sul serio.

«D’accordo non mi fare pentire della mia scelta di lasciartelo, mi raccomando niente estranei in casa Edward, ci siamo capiti?» E ti pareva che non mi diceva di tenere lontano le donne da casa? Se devo dire la verità l‘unica donna che voglio è proprio qui davanti e le altre se stanno a distanza di chilometri da me è meglio.

«Stai tranquilla faremo i bravi, promesso. Dai Anthony di ciao alla nostra Bella. Piuttosto stai attenta tu con quel maniaco di capo che ti ritrovi al lavoro.» Un frecciatina niente male Cullen, niente male affatto. Cretino adesso parlo pure da solo.

«Bhé mi è stato consigliato di cambiare lavoro ma troverei un pervertito anche in quello nuovo quindi magari rimango dove sono.» Colpo basso, accidenti mi ero dimenticato di quanto brava sia a driblare certe mie battute, ma non posso lamentarmi d’altronde mi conosce meglio di chiunque altro.

«Touché. Ora vai prima che ti licenzino.» Detto questo lei dà un bacio ad Anthony e mi saluta con la mano prima di uscire da casa, adesso devo trovare il modo di farmi ascoltare. Io ed Anthony passiamo la mattinata al parco e devo dire che mi sto divertendo da pazzi, fare il baby-sitter è qualcosa che non avrei mai immaginato potesse piacermi ed invece eccomi qui in un parco giochi a fare andare sull’altalena il piccolo Anthony. Lui ridacchia divertito, forse si sta veramente divertendo e questo mi fa sentire orgoglioso, non sarei male come padre in fondo. Guardo l’orologio e mi accorgo che si sta facendo tardi per il pranzo, oggi siamo a mangiare a casa dei miei. Si stanno dando veramente tanto da fare, riacchiappo al volo Anthony e lo metto nel passeggino ed insieme ci dirigiamo verso casa Cullen. Mia madre mi guarda stranita, sembra voler dire che è quasi ora che arrivassimo ed io gli faccio un sorriso e le cedo in braccio Anthony.

«Edward tu e Bella avete parlato della situazione in cui siete?» La domanda di mia madre mi coglie impreparato.

«No mamma non l’abbiamo fatto, io avrei voluto ma in mezzo c’era sempre Jacob a casa e non potevo di certo parlarne davanti a lui.» Mia madre annuisce, lei capisce sempre i miei stati d‘animo.

«Tesoro io credo che tu dovresti dirle la verità, insomma vi siete lasciati per una sciocchezza ed io vorrei tanto che voi tornaste insieme come prima.» La mia mamma, sempre dalla mia parte, lo diceva anche papà l’altro giorno ma non pensavo che lo dicesse sul serio.

«Lo farò mamma, in queste due settimane Jacob non c’è potrei parlargliene una di queste sere. Adesso per il momento la cosa che mi preme di più è che lei venga a lavorare da noi, non voglio saperla vicino a Mike Newton, quel ragazzo è un donnaiolo.» Mia madre si è messa a ridere a quest’affermazione, credo di capire il perché.

«Senti un po’ il bue che dà del cornuto all’asino, non mi sembra che tu te ne sia fatte scappare tante in questi nove anni. Sei solo geloso Edward e lo si vede lontano miglia di distanza.» D’accordo aveva ragione lei dopotutto la mamma è sempre la mamma.

«Ok lo ammetto sono geloso, è più forte di me. Sapere che sta con Jacob mi urta il sistema nervoso e poi saperla attorno ad altri uomini mi infastidisce.»

«Tesoro anche quando verrà a lavorare da noi avrà degli uomini intorno, allora come farai a tenere a freno la tua gelosia?» Già bella domanda!

«Già ma al lavoro ci sono io e posso tenerla sott’occhio mentre dove lavora adesso io non posso sapere quello che fa.» Un discorso un pochino da maschilista ma ho ragione in fondo, lei è troppo bella per andarsene in giro da sola senza la supervisione di un uomo.

«Sai Edward a volte sei davvero molto strano, chi ti dice che nonostante tu sia lì al lavoro lei non potrebbe uscire con altri uomini?» Il mio sguardo deve aver parlato per me perché mia madre mi guarda e se la ride di gusto e poi riprende a parlare.

«Tesoro dovresti vedere la tua faccia, sei davvero geloso marcio di Bella e credo che prima risolverete i vostri problemi meglio sarà per tutti.» La nostra discussione durante il pranzo è praticamente incentrata tutta su Bella e me e devo dire che in fondo ha ragione mamma, prima parlo a Bella di nove anni fa e meglio sarà per tutti. Finito di pranzare decido di ritornare nella nostra villetta e metto a letto il piccolo Anthony che ha davvero parecchio sonno. Mi concentro sulle faccende domestiche mentre lui dorme e alle quattro puntuale come un orologio lui si sveglia ed io decido che è ora di attuare il mio piano. Lo vado a prendere in camera e poi vado al telefono per chiamare Bella.

«Edward che diavolo è successo?» Ha appena risposto e già sa che dovrebbe essere successo qualcosa? Cos’è una veggente?

«Bella meno male che hai risposto, Anthony si è svegliato e non ne vuole sapere di smettere di piangere, ti prego corri a casa non so che cos’altro fare per calmarlo.» Che bravo attore che sono, l‘oscar della miglior scena drammatica va a Edward Cullen!

«Perché non hai chiamato tua madre, lei saprebbe aiutarti.» Cavolo è più dura di quanto pensassi.

«L’ho chiamata ma tutti i suoi consigli non hanno dato buon frutto, credo che voglia te.» La sento sbuffare, okay forse sta cedendo.

«D’accordo dammi un minuto e arrivo, tu intanto cerca di distrarlo con qualcosa.» E poi riaggancia, davvero molto bravo mi faccio i complimenti da solo. Aspetto qualche minuto e poi sento suonare il campanello, si sarà scordata le chiavi di casa. Vado alla porta e la scena che mi si presenta davanti mi sembra un deja-vù.

«Eddy tesoro, sei per caso malato? Tuo padre mi ha detto che oggi non lavoravi e siccome passavo di qui ho pensato di venirti a trovare. Se vuoi posso farti da infermiera privata che ne dici?» Ma come diavolo è possibile che mi ritrovo sempre nei casini? Devo farla andare via prima che arrivi Isabella altrimenti questa volta sono cavoli amari.



POV BELLA



Ho fatto prima possibile, ed ora sto per entrare in casa quando la voce di Edward che si alza di tre ottave me lo impedisce.

«Che diavolo ci fai tu qui? Tanya non puoi startene a casa tua come tutte le persone normali? Non credo di averti invitato ad entrare e nemmeno a venire quindi sei pregata di sparire dalla mia vista, sono stato chiaro?» Che diavolo stava succedendo e perché Edward era così arrabbiato e poi perché quella zoccola era in casa mia?

«Andiamo non ti è mai dispiaciuto che io venissi a trovarti quando eri solo, anche nove anni fa ti è piaciuto un sacco.» Adesso entro e la strozzo con le mie mani, ma quello che sento mi blocca sul posto.

«Che cazzo dici lo sai benissimo che non è successo niente nove anni fa, tu ti sei buttata addosso a me e mi hai baciato. Quel giorno mi hai distrutto la vita!» Cosa? Avevo sentito bene? Non era successo niente nove anni fa ed io lo avevo mollato sui due piedi senza farlo spiegare, ecco di che cosa parlava il giorno del funerale con Alice. Come avevo potuto essere così stupida, lo avevo perso per non avergli dato il beneficio del dubbio. Aveva ragione lui, quando l’altro giorno sproloquiava sul fatto che io avessi dei pregiudizi.

«Bhé certo ma ho ottenuto lo stesso quello che volevo, ti ho allontanato da Isabella e poi qualche anno fa sei venuto a letto con me e non mentire ti è piaciuto.» Dannazione, ora si che mi faceva incazzare, aveva pianificato tutto quella dannata strega, voleva Edward e l’aveva avuto anche se solo per una notte.

«Io non direi che mi sia piaciuto, diciamo che sei piuttosto brava a credere quello che ti pare. Comunque a letto ne ho trovate centinaia meglio di te.» Un colpo al cuore, se non avessi fatto la stronza nove anni fa lui non si sarebbe scopato tutta Manhattan ed invece era così. Accadde tutto troppo velocemente, aprii di scatto la porta e mi si presentò davanti la stessa scena di nove anni fa, solo che questa volta avevo io il coltello dalla parte del manico.

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Capitolo 11
*** Rivincita e spiegazioni ***



Vi faccio penare molto poco e vi pubblico il capitolo, so che qualcuna voleva che uccidessi Tanya in tanti modi diversi ma sono contro la violenza e quindi solo umiliazioni per questa volta. Un bacio e buona lettura!



UNDICESIMO CAPITOLO: RIVINCITA E SPIEGAZIONI



POV BELLA



Entrai di scatto dalla porta e vidi Tanya attaccata alle labbra di Edward e fu allora che un piano subdolo si inserì nella mia mente, mi schiarii la voce ed Edward si staccò di scatto da Tanya spingendola via e puntò i suoi occhi verso di me.

«Che diavolo sta succedendo qui, Edward?» Lui mi guardava sconvolto, credo che stesse pensando alla stessa scena di nove anni fa e si vedeva benissimo che non sapeva come uscirne quando all’improvviso mi disse la stessa frase di nove anni fa.

«Bella ti prego non è come pensi tu.» La troia sorrideva soddisfatta ma ancora non sapeva che io avevo sentito tutto e che lei avrebbe passato un brutto quarto d’ora.

«E che cosa diavolo penserei io Edward? Tu mi hai chiamato al lavoro dicendo che Anthony piangeva e che avevi bisogno del mio aiuto e quando arrivo a casa ti trovo con questa stronza attaccata alle labbra che cosa dovrei pensare scusa?» Accidenti ero una grande attrice.

«Tanya è passata perché non mi ha visto al lavoro e voleva sapere se stavo bene o se ero malato.» Poverino stava iniziando a sudare freddo, ma io mi stavo divertendo troppo.

«Certo Edward e magari ti stava controllando la febbre sulle labbra due secondi fa.» Mamma quanto sono cattiva! La stronza però non sembrava d’accordo sul fatto di farci parlare da soli infatti si intromise nella discussione.

«Andiamo Edward dì la verità ad Isabella. Dille che mi hai chiamato tu e mi hai chiesto di venire qui da te perché eri solo e ti andava di fare sesso, sai non credo che lei si scandalizzi, ormai non state più insieme.» Quella grandissima stronza, voleva farmi credere che la colpa fosse davvero tutta di Edward, lo vidi girarsi verso di lei stranito e poi prese ad inveirle contro come un forsennato.

«Che cazzo dici Tanya, sei per caso diventata pazza? Ti ha dato di volta il cervello, tu sei venuta qui di tua iniziativa e sinceramente non so nemmeno come sei arrivata qui, visto che dubito che mio padre ti abbia detto che ero a casa di James. Ti sei buttata addosso a me e dai la colpa al sottoscritto? Spero che tu non le creda Bella.» Mi guardava con occhi da cucciolo ed io non seppi resistere, mi avvicinai a lui e gli presi la mano, lui era incantato, mi guardava come se non sapesse quello che stavo per fare ma la strinse più forte. Io mi girai verso la stronza e mi presi la mia piccola personale rivincita.

«Ma certo che non le credo Edward, ho sentito la vostra conversazione da fuori la porta, quindi immagino di doverti delle scuse anche per nove anni fa. Quanto a te stronza, ti consiglio di uscire fuori da casa mia, prima che ti cacci a piedi nel culo come dovrei fare e ti consiglio anche di girare al largo da Edward persino in azienda visto che dal prossimo mese ci lavorerò anche io. Hai già rovinato abbastanza il nostro rapporto nove anni fa quindi fai in modo di non farti vedere altrimenti la prossima volta potrei non contenermi e saltarti agli occhi.» E detto questo quella grandissima bastarda giura che si vendicherà di noi, ma non gli do retta e la spingo fuori da casa mia.

«Hai sentito veramente tutto Bella? Mi dispiace di non averti detto la verità nove anni fa ma ero solamente molto stupido e tu non volevi starmi a sentire quindi ho preferito lasciar perdere e ti ho persa.» Aveva ragione doveva dirmi la verità nove anni fa ma io non volevo ascoltarlo avevo dato per scontato che fosse stato lui a fare tutto e non che fosse stata lei.

«Puoi rimediare adesso, dimmi che cosa è successo nove anni fa per filo e per segno.» Volevo sapere qualsiasi cosa, volevo capire il perché ci eravamo ritrovati in questo pasticcio di enormi proporzioni.

«Vedi eravamo molto giovani, io ricordo perfettamente che ti amavo alla follia e non avrei mai potuto tradirti, ma ero un ragazzino stupido e mi divertivo a fare scherzi di ogni genere. Poche settimane prima del mio compleanno avevo architettato questo stupido scherzo ai danni di Tanya, volevo che lei credesse di piacermi e poterla umiliare pubblicamente davanti a tutta la scuola, non ne potevo più di come lei pretendeva di trattare te, Rose ed Alice. Era una strega e volevo fargliela pagare, Emmett lo sapeva ma quando è successo tutto questo casino lui ha pensato che io mi fossi lasciato trasportare troppo.» Che cosa? Emmett lo sapeva e non mi aveva detto niente, avevano dato tutti la colpa a lui quando sapevamo tutti che quella strega voleva saltargli addosso, adesso che ci penso ci provava in continuazione anche quando ero presente io ed Edward ha sempre resistito ad ogni assalto. Non sapevo che dire quindi mi limitai ad annuire e lui continuò il suo discorso.

«Nelle due settimane prima del mio compleanno le avevo fatto ricevere dei bigliettini e lei si era un pochino montata la testa, il giorno del mio compleanno si è presentata a casa e mamma l’ha fatta entrare. Poi è venuta a cercarmi in camera, io ero in boxer, volevo prepararmi come si deve per il nostro appuntamento e non sapevo che diavolo mettere, ma lei ha pensato che aspettassi lei ed è successo tutto troppo in fretta mi si è praticamente gettata addosso e mi ha baciato e tu sei entrata giusto in quel momento ed hai visto tutto. Hai praticamente lanciato il tuo regalo contro di me e te ne sei andata via inveendo contro di me e contro il fatto che ti avessi tradito.» Santo cielo, ero stata una pazza a pensarci bene, quel giorno avrei anche potuto ascoltarlo prima di uscirmene con quelle affermazioni, infatti li avevo visti solo baciarsi, ma lui era in boxer ed io ho pensato che avessero appena finito di fare sesso e non gli ho dato la minima possibilità di spiegarsi, poi mi sono chiusa a riccio nei giorni dopo, e quando ho parlato con Alice lei è stata subito dalla mia parte, non ha parlato con Edward per anni ed è tutta colpa mia.

«So quello che stai pensando adesso ma me lo sono meritato, Alice ti adorava così come Emmett e persino Rose quindi li ho persi proprio come ho perso te e tutto per uno stupido scherzo che mi si è ritorto contro. Per non parlare di Jasper, lui mi aveva avvertito che avrei rischiato di perdere tutto se ti avessi fatto del male e non gli ho dato retta ed invece aveva ragione, avrei dovuto ascoltare quello che mi diceva il mio migliore amico. Quando ho incontrato James ero svuotato, avevo perso la comprensione della mia famiglia e la mia ragazza quindi uscire con lui mi faceva almeno sperare di poter riacquistare un amico e così è stato, lui era il migliore. Mi ha tirato su di morale, sapeva che tu eri la mia ragazza e quando si è messo con Victoria credo che puntasse anche al fatto che io e te ci saremmo visti di frequente e magari avremmo potuto riallacciare i rapporti ma così non è stato.» Non sapevo che dire, James era un amico straordinario, Edward aveva ragione, non l’aveva giudicato solo perché lui aveva fatto una sciocchezza e magari l’aveva ascoltato al contrario di tutti noi che gli avevamo dato contro contando sul fatto che prima di mettersi con me lui era il dongiovanni della scuola. Eravamo stati ottusi e mi pentivo amaramente di quello che era successo, avrei dovuto tendere una trappola a Tanya come quella di oggi ed avrei saputo direttamente da lei quello che era successo, accidenti aveva raggiunto il suo scopo troppo facilmente. Poi Edward riportò il discorso su una frase che avevo detto io per cacciare Tanya.

«Bene allora credo che sia tutto, adesso che sai la verità spero che andremo d’accordo e devo telefonare a papà per dargli la bella notizia.» Lo guardavo spaesata, forse se ne accorse perché continuò.

«Ma si devo dirgli che hai deciso di accettare la sua offerta di lavoro, vedrai non te ne pentirai.» Cavolo mi era uscita davvero quella frase?

«Edward aspetta, devo ancora dirlo al mio capo e se lui non volesse lasciarmi andare dovrei restare a lavorare per lui e poi non so se voglio veramente lavorare in azienda con tutti voi.» Lui mi guardava e sembrava ferito, era così felice due istanti prima e forse era anche per questo che oggi aveva inscenato il teatrino con Anthony che invece giocava tranquillo nel box.

«Andiamo non puoi tirarti indietro proprio adesso. Non voglio che resti a lavorare per quella sanguisuga di Mike Newton, non mi piace quel ragazzo, figuriamoci non mi piaceva a scuola, perché dovrebbe piacermi adesso. Ti faceva una corte spietata soprattutto dopo che noi due abbiamo rotto ed un giorno gli ho persino tirato un pugno nel naso negli spogliatoi.» Che cosa aveva fatto? Ecco perché si era preso un mese di sospensione.

«Edward è per questo che ti sei preso un mese di sospensione? Hai rischiato di giocarti il futuro scolastico, l’università ma quando sei stupido? Non dovevi farlo tanto più che non stavamo insieme.» Accidenti, era sempre stato troppo iperprotettivo.

«Sai in quel momento non ho pensato molto che io e te non stavamo insieme o che potessi giocarmi la mia carriera scolastica, ho agito d’impulso. Lui stava raccontando che se ti avesse portato fuori una sera di quelle ti avrebbe, dio non voglio nemmeno pensarci a quello che diceva mi sale la rabbia persino adesso.»

«Che diavolo stava dicendo? Voleva uscire con me solo per potarmi a letto? E’ questo che mi stai dicendo? Che schifo, okay credo che il desiderio di cambiare lavoro sia appena sorto in me, chiama Carlisle ed io chiamo Mike, non ho intenzione di rimanere solo un giorno di più in quel posto, un mese e poi potrò finalmente vivere la mia vita lontana da quel porco.» Mi guardava sconcertato e all’improvviso riprese la posizione di prima.

«Ti ha messo le mani addosso Bella? Voglio la verità e credimi se mi dirai di sì, il ragazzo se ne pentirà amaramente.» Accidenti lo sapevo io, modalità supereroe on.

«No Edward non mi ha messo le mani addosso, non che non ci abbia provato ma io ho sempre tenuto le distanze con lui, mi faceva schifo a scuola figuriamoci al lavoro e poi da quando c’è Jacob non mi ha più nemmeno fatto certe proposte di appuntamento.» Edward sospirò e forse il peggio era passato, figuriamoci se gli avessi detto che mi dava le pacche sul sedere i primi tempi che lavoravo per lui, che schifo, quel ragazzo era veramente viscido ma mi ripresi, avrei finito di lavorare per lui tra un mese esatto e sarei tornata al mio posto, al posto che mi spettava nell’azienda di famiglia, la mia famiglia, i Cullen.

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Capitolo 12
*** Assistente sociale ***



Scusate il tremendo ritardo sono in dietro con la stesura dei capitoli di tutte le fan fiction, questa settimana mi sono fermata a leggere e non ho avuto il piacere di scrivere molto. Comunque adesso eccomi qui, buona lettura! P.S. Il capitolo doveva essere un altro ma mi è venuta questa idea in testa e non ho potuto fermarla, in fondo credo che fosse necessario anche questo capitolo, solo che volevo metterlo dopo ed invece l‘ho messo prima.



DODICESIMO CAPITOLO: ASSISTENTE SOCIALE



POV EDWARD



Dopo la giornata che io avevo prontamente ribattezzato dei ricordi, Bella era tornata al lavoro ed aveva detto a Mike che si voleva licenziare per venire a lavorare nella nostra azienda di famiglia e lui le aveva permesso di lasciare il lavoro già il giorno dopo. La cosa mi era parsa strana e così avevo parlato con mio padre il quale mi aveva detto che aveva chiamato ed informato Newton già tempo prima che aveva intenzione di fare quella proposta a Bella e quindi insieme avevano deciso che quando lei si sarebbe decisa ad accettare lui l’avrebbe subito lasciata andare. Non male Carlisle Cullen ne sapeva sempre una più del diavolo ed io dovevo ammetterlo: non mi dispiaceva affatto! Il giorno dell’entrata in azienda di Bella c’era tutta la famiglia ad attenderla e lei ne parve compiaciuta, avevano aspettato questa cosa ogni singolo giorno negli ultimi cinque anni, cioè dal giorno che avevamo preso la laurea ed ora era realtà e mamma si era persino messa a piangere dalla felicità. Jasper era contento che sua sorella avesse finalmente il posto che meritava e mi diede una pacca sulle spalle, sintomo evidente che la sua amicizia nei miei confronti stava piano piano tornando ad essere quella di prima ed io ero completo di nuovo. Il primo giorno fu entusiasmante, Bella si fece portare dovunque in azienda dalla nostra Alice che come suo solito non si tirava di certo indietro in certe situazioni. Papà le aveva assegnato l’ufficio di Victoria, d’altronde era attrezzato per Anthony nel migliore dei modi, c’era un lettino e vari giocattoli e persino il box dove poterlo mettere. Fu una novità trovarsi tutti e due al lavoro insieme ma non mi dispiaceva affatto, l’unico punto negativo erano le modelle che ogni volta che mi passavano accanto ammiccavano e facevano stupide risatine. Bella rideva e mi guardava di traverso e poi ad un certo punto se ne uscì con una delle sue frasi.

«Sei ancora sicuro che ti piace l’idea di avere me ed Anthony al lavoro? Sembra che ti stiamo rovinando la piazza.» Ero sicuro che prima o poi questo argomento sarebbe uscito fuori, era più che normale ma a me non interessavano più tutte quelle oche che mi passavano davanti.

«Bhé vorrà dire che si terranno alla larga da me, siete una manna dal cielo credimi. Ormai non ne potevo più, persino le nuove arrivate mi fanno l’occhiolino ed io con loro non ho nemmeno mai scambiato una parola, figuriamoci andarci a letto.» Bella si mise a ridere e poi continuammo il nostro lavoro, lei tornò nella sala delle pubbliche relazioni mentre io andai da Anthony per prendermi un pochino cura di lui.

Passarono i giorni e noi continuavamo la nostra vita quasi uguale a prima, la mattina era l’unico cosa che cambiava, ci svegliavamo, facevamo colazione e poi prendevamo una delle nostre macchine ed andavamo al lavoro insieme ad Anthony. Quando ci vedevano arrivare al lavoro sembravamo una perfetta coppia sposata, io guidavo la macchina, lei al posto di fianco al mio ed Anthony nel suo seggiolino. Io li accompagnavo nell’ufficio di Bella e poi pranzavamo insieme alla mia famiglia al completo: così iniziarono a crearsi i primi attriti con le modelle dell’aziende, ormai consapevoli che non avrei più fatto il galletto insieme a nessuna.

Erano ormai passate due o tre settimane dall’affidamento di Anthony e il campanello della porta di casa iniziò a suonare, Bella era a fare il bagnetto al piccolo così decisi di andare ad aprire la porta e quella che mi si presentò davanti fu una scena da pazzi.



kate



«Buonasera desidera?» Io credevo che fosse una venditrice porta a porta ma quello che mi disse mi bloccò il sangue nelle vene.

«Questa è casa Masen, giusto?» Annuii incapace di dire qualsiasi cosa, speravo solo che non intendesse parlare con James o Victoria perché altrimenti ci sarebbero stati dei problemi non essendo loro più vivi, ma la ragazza mi sorprese.

«Lei deve essere il signor Edward Cullen, giusto? E posso sapere dove sono Anthony e la signorina Isabella Swan? Io sono la vostra assistente sociale, mi chiamo Kate Denali.» Accidenti, questa davvero non me l’aspettavo. Un momento aveva detto Denali, come Tanya? Ora si che ero veramente nella merda.

«Prego si accomodi, io sono il signor Cullen ed Isabella è di là in bagno a lavare il piccolo Anthony. Non siamo stati avvisati che lei sarebbe venuta oggi.» Già non lo sapevamo ma lei si era messa a ridere, che diavolo c’era di divertente davvero non avrei saputo dirlo.

«Vede signor Cullen questa è la prassi, i neo-affidatari non possono sapere quando l’assistente sociale deciderà di venirli a trovare altrimenti sarebbero preparati ed a noi piace sapere come ve la cavate anche quando noi non ci siamo. Ecco il perché le visite saranno tutte a sorpresa.» Cavolo il suo ragionamento non faceva una piega ma accidenti a loro eravamo davvero messi male.

«La prego si accomodi pure in salotto, io intanto vado a chiamare Isabella.» E adesso? Quella appena le diceva il nome sarebbe partita a razzo, dovevo dirle prima chi era e che cosa era venuta a fare. Andai in bagno e la trovai mentre stava rivestendo il nostro piccolo ometto, chiusi la porta e lei si voltò con un grande sorriso.

«Chi era alla porta Edward? Una delle tue amichette?» Era una battuta ma non mi persi d’animo e le dissi la verità.

«No, era l’assistente sociale. Si chiama Kate Denali e temo che sia la sorella più grande di Tanya. Ha detto che deve parlarci e poi immagino che ci farà altre visite a sorpresa.» Bella era sbiancata quando aveva sentito il suo nome e il fatto che probabilmente era la sorella di Tanya, come darle torto mi ero sentito male anche io all’idea. Si riprese in un battibaleno e dopo aver finito di vestire Anthony andammo tutti e due in salotto per parlare con lei.

«Piacere di conoscerla signorina Swan, io sono l’assistente sociale, Kate Denali ma immagino che il signor Cullen glielo abbia già detto. Ora volevo chiedervi un attimo del vostro tempo, avrei delle domande da farvi e vorrei che voi rispondeste.» Annuimmo e ci accomodammo sul divano di fronte mentre lei era sulla poltrona e prese fuori la sua cartella.

«Signor Cullen, lei lavora presso l’azienda di famiglia giusto?» Annuii incapace di dire qualsi asi cosa, la ragazza che mi stava davanti aveva un sorriso divertito in volto e continuava ad ammiccare nella mia direzione, mi sentivo un tantino a disagio.

«Mia sorella Tanya, mi ha detto che lei è il classico sciupa femmine, ora non crede che avere in affidamento Anthony le toglierà tempo a questo suo delizioso passatempo?» Non riuscivo a capire se la domanda fosse un trabocchetto, quella mi stava letteralmente spogliando con gli occhi e il mio disagio cominciava ad aumentare a dismisura.

«Sua sorella avrebbe dovuto dirle che sono mesi che non esco più con nessuna donna, già da prima di diventare l’affidatario di Anthony e non credo che dovermi prendere cura di lui avrà qualche risvolto negativo nella mia vita, in fondo è il mio figlioccio.» Quella sorrise compiaciuta ma non la smetteva di squadrarmi da testa a piedi.

«Ottima risposta signor Cullen. Credo di dovervi mettere in guardia sul fatto che sarebbe meglio che voi evitaste di diventare una coppia stabilmente perché in questo caso, l’affidamento sarebbe alquanto più difficile.» Che diavolo stava dicendo questa cretina, non intendevo farmi dire che cosa fare o non fare con la qui presente Bella, ma prima che potessi rispondere fu Bella a sorprendermi.

«Noi siamo buoni amici, tutto qui. Nessuna implicazione sessuale tra di noi e poi io ho già un ragazzo, si chiama Jacob Black. Credevo che vi avessero informato.» Vidi i lampi di fuoco negli occhi di Bella, era davvero incazzata e non avrei saputo dire il perché.

«Si ero informato e sarei arrivata anche a questo. Signorina Swan lei dovrebbe evitare di vedere il suo ragazzo almeno tra le mura di casa, Anthony deve avere una situazione familiare stabile e il suo ragazzo non è il padre né l’affidatario del piccolo e quindi dovrebbe evitare di mettere i due troppo a contatto.» Oh cavolo! Questa proprio non me l’aspettavo, però a pensarci bene questo andava a mio favore ed io annuii sovrappensiero, mentre Bella aveva la bocca che arrivava a due centimetri dal pavimento.

«Mi scusi ma credo che la vita sia la mia e possa decidere io al meglio.»

«Ma certo che sì, lei può decidere della sua vita non di quella di Anthony. Io non le ho consigliato di lasciare il suo ragazzo ma solo di evitare di vederlo in casa dove ci sono anche Anthony ed Edward.» Accidenti, adesso mi chiamava per nome invece che signor Cullen? Sono sicuro che appena se ne sarà andata Bella inizierà con l’interrogatorio e pensare che io questa nemmeno la conoscevo prima di oggi.

«Ho capito, quindi lei mi suggerisce di non portarlo a stretto contatto con Anthony, giusto?» L’assistente sociale annuì molto convinta e poi riprese le domande.

«Signorina Swan, lei lavora per un giornale di moda locale, giusto?» Ma come nessuno le aveva detto che si era licenziata ed era venuta a lavorare da noi? Come mai la ragazza era altamente preparata sul mio conto ed invece su quello di Bella non così tanto?

«Veramente ho appena cambiato lavoro da una settimana, adesso lavoro anche io in azienda dai Cullen.» Bella era orgogliosa di dirlo ma l’assistente sociale le fece una domanda che più che essere una domanda era una critica.

«Lei fa la modella?» Ma come diavolo le era venuto in mente, Bella non era mica scema, non era un’oca e come tutti sanno le modelle più o meno ci si avvicinano almeno le nostre, basta pensare a Tanya!

«No io mi occupo di pubbliche relazioni, faccio la PR. Ha presente faccio parte del settore che si occupa dell’allestimento delle sfilate, delle riviste della nostra azienda e cose del genere.» L’assistente sociale rimase a bocca aperta, okay magari aveva appena fatto una figuraccia ma non lo diede a vedere.

«Capisco sta mettendo a frutto la sua laurea quindi. Credo che per oggi vada bene così, la prossima volta che ci vedremo parleremo del bambino. Ora vi saluto e mi raccomando cercate di seguire i miei consigli.» E guardò direttamente Bella e poi mi rivolse un sorriso alquanto strano come a voler dire, tranquillo ci rivedremo presto e sarai mio! Dal canto mio invece io pensai che questa assistente sociale ci avrebbe portato solo dei grossi guai.



POV BELLA



Cavolo stava andando tutto molto bene, ero appena arrivata a lavorare alla Cullen’s e tutti mi portavano rispetto, tutti tranne le modelle che erano invidiose del fatto che io arrivassi sempre a lavorare insieme ad Edward. Ma che cosa dovevo aspettarmi, in fondo già lo sapevo che sarebbe finita così, ma accidenti quello che non sopportavo proprio era il fatto che appena ci vedessero insieme iniziavano a parlottare tra di loro. Avevo persino fatto una battuta ad Edward, il quale mi aveva risposto neutrale come se non gliene fregasse più niente delle modelle. Oggi eravamo a casa, Edward stava preparando la cena mentre io facevo il bagnetto ad Anthony quando sentimmo il campanello suonare ed Edward andò ad aprire la porta. Ero curiosa di sapere chi fosse ma continuai il mio lavoro con Anthony, quando ad un tratto si aprì la porta del bagno ed Edward entrò e quello che mi disse mi gelò il sangue nelle vene. La sorella di Tanya Denali, era un’assistente sociale ed era appena venuta qui a casa per parlare con noi, okay dovevo respirare e tranquillizzarmi o sarei saltata addosso anche a lei. Ma dico io con tutti gli assistenti sociali di Manhattan proprio la sorella di Tanya doveva capitare a noi? Questo era il karma che mi si rivoltava contro, andammo in salotto dove lei ci attendeva e ci accomodammo sul divano. Quando lei iniziò con le domande la mia rabbia iniziò a crescere a dismisura ma come si permetteva quella di fare gli occhi dolci ad Edward davanti a me, ma cosa era venuta a fare le domande oppure a chiedergli di uscire con lei? Continuavo a respirare e quando fu il mio turno dovetti ammettere che Edward si era comportato abbastanza bene, tranne per la domanda che lei pose sulla quale è meglio sorvolare. Le domande che mi fece e i consigli che mi diede mi fecero andare il sangue al cervello, ero davvero incazzata nera e cercavo di non darlo a vedere per amore di Anthony che stava seduto in braccio a me. Quando finalmente uscì dalla porta di casa mi sentii finalmente libera ed avrei tanto voluto mettermi ad urlare ma Edward mi coprì la bocca ed insieme andammo alla vetrata di fronte alla porta per vedere se quella ci stava spiando, lui mi lasciò soltanto quando la macchina della ragazza si mise in moto e percorse il vialetto ed io iniziai a sfogarmi.

«Ma dico l’hai vista quella? Edward non sei contrariato che non uscirai più con tutte le donne che vuoi? Edward non potrai più uscire nemmeno con me che ti salterei volentieri addosso! Ma dico io è possibile che tra tutti gli assistenti sociali di Manhattan ci dovevo proprio mandare la sorella di Tanya? Scusa ma che ti ridi?» Lo dicevo io che a lui faceva piacere che lei lo osservasse in quel modo così lascivo, ma a me mandava in bestia.

«Andiamo Bella, sei solo gelosa. Tranquilla non lo dirò a nessuno, rimarrà un segreto tra te e me, d’accordo?» Ora si che ero arrabbiata.

«Ma sei per caso scemo? L’hai vista quella ti sarebbe saltata addosso sul serio se non c’ero io, comunque non sono gelosa anche se devo ammettere che sono incazzata. L’hai sentita signorina Swan lei non deve mettersi con Edward qui presente, sembrava quasi che fossi suo, che fosse la tua ragazza e poi quando ho parlato di Jacob ha davvero toccato il fondo.» Lui continuava a ridere come se non avesse mai visto una scena più divertente.

«Andiamo Bella ha solamente detto che se ci fossero implicazioni sessuali tra di noi sarebbe più complicato non che non dovremmo provarci o farlo. Comunque qui il problema non esiste perché tu sei fidanzata quindi non vedo quale sia il vero problema.» Glielo dissi a chiare lettere in modo che lui potesse ficcarselo bene in testa.

«Non ho intenzione di rimettermi con te, ma l’hai sentita signorina Swan lei dovrebbe evitare di portare in casa il suo ragazzo, che non è né il padre né l’affidatario di Anthony, lo deve fare per il bene del bambino. Bene del bambino un corno! Quella mirava a tutt’altro te lo dico io, e poi quando ha parlato del mio lavoro, quello era davvero troppo.» Lui si riprese ed annuii, okay forse aveva visto anche lui la vena polemica di quando gli avevo detto che lavoravo alla Cullen’s.

«Per quanto riguarda Jacob, sai che te lo avevo detto anche io di non portarlo troppo spesso a casa, sei tu che hai voluto che lui venisse a vivere con noi, ma credo che dovremmo dare ascolto all’assistente sociale altrimenti potrebbero toglierci l’affidamento di Anthony. Per il lavoro quella è un’altra questione, la ragazza ha davvero esagerato.» Certo che aveva esagerato!

«Mi sembra chiaro che abbia esagerato, lei fa la modella? Sembrava quasi un’accusa di non so che tipo o meglio lo so. Tu che sei così sciatta e non ne hai il fisico fai la modella ma non ti vergogni? Certo io non sono mica sua sorella, lei si che ha le carte giuste per fare la modella. Però devo dire che ho goduto molto nel dirle che lavoro faccio adesso, e devo ringraziare solo tuo padre per avermelo proposto.» Lui sorrise compiaciuto, forse davvero non era piaciuto nemmeno a lui il tono della voce della ragazza mentre poneva la domanda.

«E poi dulcis in fundo, ragazzi ho finito con le domande, ci vediamo la prossima volta. E certo con te magari Edward anche prima, l’hai visto lo sguardo che ti ha lanciato? Dico sul serio, quella ragazza non ha nemmeno un pochino di contegno.» Edward allora riprese a ridere e dopo mi disse una frase che lasciò il mio cuore completamente sollevato.

«Bella andiamo tu sei più bella di lei e di Tanya messe insieme, potresti benissimo fare la modella ma devo ammettere che se tu fossi sulla passerella e gli sguardi di tutti gli uomini fossero puntati su di te sarei un pochino geloso. Quindi è molto meglio che tu faccia la PR e ti assicuro che io non ho nessunissima intenzione di rivedere l’assistente sociale, al di fuori degli appuntamenti che dobbiamo fare per l’affidamento.» Si mi ci voleva proprio, ero tranquilla adesso e potevo benissimo andare a mangiare la cena squisita che Edward aveva preparato. Sarebbe andato tutto bene, l’importante era essere solidali tra di noi e ci saremmo riusciti benissimo.

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Capitolo 13
*** Ritorno e rivelazioni ***



Sono in ritardo avevo promesso di postare mercoledì ma mi sono persa a leggere e non ho scritto una riga vi prego di scusarmi, sapete cerco anche di leggere oltre che di scrivere in modo da farmi venire delle idee in testa. Buona lettura!



TREDICESIMO CAPITOLO: RITORNO E RIVELAZIONI



POV BELLA


Oggi torna Jacob, questo è il mio primo pensiero quando mi alzo ma ancora non so se sono contenta di questa cosa o meno. Io ed Edward facciamo colazione e poi andiamo al lavoro insieme ad Anthony. Alla pausa pranzo ci ritroviamo in mensa ed io lascio cadere tra di noi la notizia bomba del ritorno di Jacob.

«Oggi pomeriggio arriva Jacob, devo andare a prenderlo in aereoporto.» Mi guarda, mi sorride e mi dice una cosa che mi lascia basita.

«Se vuoi tengo io Anthony mentre tu vai a prenderlo e gli parli. Tanto qui al lavoro finiremo abbastanza tardi e magari possiamo cenare a casa dei miei genitori così vi lasciamo la serata libera per voi.» E’ maturato, devo ammetterlo ma forse sta solo cercando di fare il buono perché sa di che cosa devo parlare a Jacob, se ci fosse anche lui in casa saremmo nei guai seri, scatterebbe subito una discussione tra loro due ed io non voglio farli litigare, questa scelta è solo mia.

«Grazie Edward, sei davvero un buon amico.» Non gli dico nient’altro, l’ho visto che alzava il sopracciglio quando ho detto amico, ma in fondo ha chiesto lui di rimanere amici anche se forse vorrebbe di più. Dopo questo piccolo teatrino a pranzo, vado a casa e mi preparo per la serata, devo dire a Jacob che non può più rimanere a dormire qui e che ho iniziato a lavorare alla Cullen’s, speriamo che la prenda bene altrimenti si che rischiamo i fuochi d’artificio. Vado verso l’aereoporto e mi dirigo agli sbarchi, attendo qualche minuto e finalmente annunciano il suo volo, adesso sono un pochino in ansia. Lo vedo corrermi incontro felice ma alquanto stupito che io sia venuto a prenderlo, in fondo a quest’ora dovrei essere a lavorare. Mi abbraccia e mi bacia come se non mi vedesse da anni, ed io non sento praticamente niente, che diavolo mi sta succedendo? Mi riscuoto dai miei pensieri quando lui inizia a parlare.

«Bells come mai sei venuta a prendermi, non dovresti essere a lavorare? Non fraintendermi, sono contento ma un pochino stupito, Mike non ti ha mai lasciato una mezza giornata libera da quando hai iniziato a lavorare per lui.» Già beccata, tanto vale dirgli subito la verità.

«Non lavoro più per Mike, mi sono licenziata.» Ok forse una mezza verità, meglio aspettare di essere fuori dall’aereoporto per parlare dei Cullen, non voglio fare delle figure davanti a tutte le altre persone.

«Vuoi dire che hai trovato un altro lavoro oppure adesso sei disoccupata? Bhé quanto meno una cosa piacevole c’è, ci siamo liberati di quel maniaco di Mike che ci provava spudoratamente con te, è un sollievo credimi.» Va bene, anche lui la pensa come Edward, siamo proprio apposto, chissà che razza di persona credono che io sia, non ho mica mai dato corda a quel deficiente di Mike, era lui che ci provava in continuazione.

«Non sono disoccupata, ne parliamo meglio a casa. Adesso andiamo a prendere le tue valigie e poi andiamo, stasera Edward ed Anthony non ci sono, sono a cena dai Cullen, così siamo soli.» Mi sorride sornione ed io invece penso che quando gli rivelerò la verità si infurierà a morte e vorrà uccidere Edward.

«Bene, almeno una cosa decente questo ragazzo la sa fare, ci lascia soli. Forse ha capito che non c’è più niente che possa fare per riaverti indietro.» Non sa quanto si sta sbagliando ma fino a questo momento non ci ho davvero pensato nemmeno io, da quando ho saputo che non mi ha tradito abbiamo cambiato le nostre abitudini. Sorridiamo, ci cerchiamo in continuazione, stiamo tornando ad essere complici come lo eravamo una volta e persino mio fratello Jasper si è ammorbidito questo significa che tutti si aspettano grandi cambiamenti. Ci dirigiamo verso il ritiro bagagli e fortunatamente lì troviamo tutte e due le valigie di Jacob, penso che siamo fortunati, alcune volte dei bagagli rimangono dall’altra parte del mondo e non li ritrovi nemmeno andando agli oggetti dispersi. Ci avviamo verso la macchina e metto in moto, mi dirigo verso casa senza parlare, lui mi sfiora ogni tanto la mano ma sono troppo concentrata sulla guida. Da quando James e Victoria sono morti nell’incidente ogni volta che sono al volante presto attenzione solo alla strada e a nient’altro, non voglio lasciare da solo Anthony un’altra volta. Parcheggio davanti a casa e Jacob scende per prendere le valigie, si appresta a portarle dentro ed io non so come farò a dirgli che deve tornare al suo appartamento, magari è meglio se lancio una bomba alla volta. Apro la porta di casa e lui lascia le valigie nel soggiorno, dopo di che mi abbraccia e mi bacia, so che gli sono mancata, l’unico vero problema è che a me lui non è mancato per niente: non sono una fidanzata degna di questo nome. Mi faccio coraggio ed inizio il primo discorso che devo fargli altrimenti finirà che non gli parlo nemmeno di una delle cose che devo dirgli.

«Jacob sai prima mentre parlavamo del lavoro ti ho detto che ti avrei spiegato più tardi, forse è arrivato il momento di parlarne e ti prego di ascoltarmi senza tirare conclusioni affrettate.» Mi guarda stranito, ha già capito che c’è qualcosa che non va, mi ha sempre capito con uno sguardo proprio come Edward, il fatto è che io non lo capisco invece come capivo Edward. Non fare paragoni, non posso iniziare a farlo adesso, finirei per pentirmene amaramente.

«Mi sono licenziata perché ho ricevuto un’offerta di lavoro più vantaggiosa, dove posso portare con me al lavoro anche Anthony. Adesso faccio la PR per la Cullen’s.» Ha sbarrato gli occhi, ho appena lanciato la prima bomba e la sua reazione non tarda a farsi sentire.

«Tu hai deciso di accettare la proposta di lavoro della Cullen’s senza dirmi niente e come diavolo pensavi che la prendessi? Sei forse impazzita, adesso lavori tutti i giorni con Edward e la sua famiglia, cioè ti devo dividere con tutti loro tutti i giorni ad ogni ora? Ma ti rendi conto che avresti dovuto parlarne con me? Sono io il tuo fidanzato fino a prova contraria e non mi va per niente che tu stia ogni ora spalla a spalla con il tuo ex. Ti prego dimmi che stavi scherzando.» Posso capire il suo punto di vista ma lui dovrebbe cercare di capire il mio, non ho mica accettato il lavoro per stare vicino ad Edward, ma per poter stare con Anthony e poi è un lavoro tremila volte migliore di quello che avevo prima, è il lavoro che ho sempre sognato, il lavoro per il quale ho studiato.

«Jacob andiamo mica ho accettato il lavoro per farti stare male o per stare assieme ad Edward più tempo. Su il lavoro è quello per il quale ho studiato, e poi mi permette di stare vicino ad Anthony, che per me rimane la cosa principale adesso. Dai non te la prendere, non lavoro a contatto con Edward, te lo posso assicurare, lui gestisce le rifiniture degli abiti, io curo la campagna stampa e le sfilate, non lo vedo nemmeno al lavoro.» Questa è una piccola bugia ma diciamo che posso permettermelo, devo cercare di calmarlo, chissà come prenderà la seconda di bombe? La prima ha già suscitato dello scontro, non oso immaginare come reagirà al fatto che non può rimanere a stare qui in casa con noi.

«Ok se lo dici tu ci credo, ma domani pretendo di vedere dove lavori e che cosa fai di preciso. Ne approfitterò, non ho mai visto una casa di moda prima.» Questa concessione gliela posso anche fare, ma non so che me ne pentirò prima o poi. Gli sorrido e gli dico che per me va più che bene, poi passiamo in cucina per iniziare a preparare la cena. Mentre sto preparando una pasta col sugo all’amatriciana, lui mi parla del suo soggiorno a Forks, mi dice che le sorelle avrebbero tanto voluto rivedermi e che suo padre tutto sommato se la cava abbastanza bene. Mi dice che una delle sue sorelle si è appena fidanzata con Paul, uno dei suoi amici d’infanzia e che sembra che presto intendano sposarsi. Mi promette e che un giorno mi porterà a vedere il posto dove è nato e che gli ricorda tanto sua madre, mentre la mia mente vaga alla disperata ricerca di un modo per dirgli quello che ha suggerito l’assistente sociale. Ceniamo in pace e solitudine solo noi due e dopo il dolce, che avevo accuratamente preparato dopo pranzo decido che forse è arrivato il momento di dargli la seconda notizia shock.

«Sai questa settimana è venuta l’assistente sociale per farci delle domande su Anthony e sulla nostra pseudo-famiglia allargata. Questa ragazza era palesemente una stronza se devo ammettere la verità, pensa che mi ha chiesto che lavoro facevo e quando gli ho detto che lavoravo alla Cullen’s mi ha chiesto se facevo la modella con una faccia altamente schifata.» Mi guarda e ride poi mi risponde e non mi piace nemmeno il suo di tono.

«Oh andiamo come ha potuto credere che tu facessi la modella? Sei altamente più intelligente di loro ma decisamente non potresti mai farla.» Che diavolo sta insinuando, che non ho il fisico? Ma chi si crede di essere lui, Brad Pitt? Non credo che mi farà così male dirgli la verità dopotutto.

«Già pensa che scema, mi ha persino detto che devo cacciarti di casa perché altrimenti mi potrebbero revocare l’affidamento di Anthony e non credo che scherzasse su questo.» Così ti sta bene, sei proprio un inetto, adesso vediamo come ti comporti mio caro. Mi guarda a bocca aperta e non credo abbia capito a fondo quello che gli ho detto, rielabora mentalmente le mie parole e poi scioccato mi guarda e mi parla.

«Spero che tu gli abbia detto che di questa cosa non si fa niente, non intendo lasciarti da sola con Edward in questa casa, se me ne vado io tu vieni con me.» Adesso sono io che rido, non crederà mica che dopo quello che mi ha detto io vada davvero via con lui? Ma mi faccia il piacere.

«Credo che dovremmo dare retta all’assistente sociale, dice che non giova al bambino averti per casa perché per lui sei un estraneo, non sei il padre e nemmeno l’affidatario, ed io non voglio lasciare da solo Anthony. Quindi tu te ne tornerai nel tuo appartamento ed io invece rimarrò esattamente qui dove sono.» Mi guarda arrabbiato e sta per esplodere quando all’improvviso sentiamo le chiavi girare nella toppa ed entra Edward in casa e Jacob gli si scaglia immediatamente contro.



POV EDWARD



Il pomeriggio è passato all’insegna del divertimento, non ho potuto lavorare un granché tranne che nelle due ore che Anthony ha fatto il pisolino. Questo bambino è davvero una forza della natura, una calamita, una volta conosciuto non si può fare a meno di giocare con lui. E’ simpatico, assomiglia a James in questo, persino mia madre, Alice e Rose sono rimaste tutto il giorno nell’ufficio di Bella insieme a noi. E’ proprio vero che la mia sorellina e la mia cognata sarebbero delle mamme fantastiche, per quanto riguarda mia madre invece devo ammettere che è sempre la migliore. Ceniamo tranquillamente a casa dei miei, ho deciso io di lasciare tempo per discutere ai due piccioncini ma adesso inizio ad essere preoccupato. E se Bella non gli dicesse che lavora da noi? E se Bella decidesse di farlo rimanere in casa assieme a noi? Accidenti devo smetterla di farmi delle paranoie, anche lei ha sentito l’assistente sociale e nella voce della ragazza c’era una velata minaccia di toglierci l’affidamento del bimbo se non cacciavamo di casa Jacob, spero che pensi al bene del bambino e non a quello di Jacob. Ho parlato con papà dell’assistente sociale e lui mi ha detto che ha telefonato al centro affidi e che questi gli hanno detto di aver mandato la migliore sulla piazza per seguire il nostro caso, quindi è semplicemente un caso fortuito se quella è la sorella di Tanya. Diciamo pure che forse attiro un po’ di sfiga alle volte. Finiamo la cena e mi fermo per dare qualche altro minuto a Bella e Jacob, aiuto mia madre a sparecchiare e a lavare i piatti perché nonostante abbia la lavastoviglie si ostina a lavarli ancora a mano. Poi vedo che Anthony sta per crollare dal sonno e decido di rientrare a casa, metto la chiave nella toppa e la giro ed in quel preciso istante vengo assalito dalla furia della parole di Jacob.

«Eccolo qui, dì la verità è tutta colpa tua questa situazione non è vero? Hai chiesto tu all’assistente sociale di farmi cacciare di casa, così puoi avere campo libero con Bella. Che cosa hai fatto l’hai pagata per caso?» Ma che fesserie va dicendo questo ragazzo, davvero pensa che avrei pagato un’assistente sociale per toglierlo di mezzo, se avessi voluto avrei potuto benissimo liberarmene io stesso perché la casa è anche a nome mio ed avrei potuto impedire che venisse ad abitare qui.

«Non credo di doverti rispondere comunque non ho fatto niente di questo, se vuoi puoi chiederlo a Bella. Nessuno di noi due sapeva chi era l’assistente sociale prima di giovedì quindi credo che dovresti cercare di parlare con Bella e non con me. Io adesso vado a mettere a letto Anthony perché è stanco.» Dico questo e mi avvio verso la camera del piccolo, ma Jacob mi insegue e continua la sua arringa.

«Certo tu pensi di cavartela così facilmente, ed invece mi starai ad ascoltare. Il fatto che io non vivrò più qui non significa che tu abbia vinto, Bella è ancora la mia fidanzata e tu non puoi averla.» Ma come parla di lei, non è mica un pacco postale e poi chi glielo dice che io non possa averla, se avessi voluto avrei potuto benissimo baciarla in questa settimana ed invece sto rispettando i suoi tempi, presto capirà che razza di uomo è lui e che tipo di persona sono io. Se dovesse fare dei paragoni sarebbe finito in partenza, è un grandissimo bastardo questo ragazzo ed adesso mi sono proprio stufato, se sveglia Anthony giuro che non rispondo di me.

«Vattene di là in soggiorno, metto a dormire il bambino e se avrai ancora qualcosa da dirmi verrò di là io stesso.» Mi guarda colpito dalle mie parole, ma chi crede di essere, io a lui non devo proprio niente, se lo rispetto è solo per Bella, mica per la persona che è. Metto il bambino nel suo lettino a dormire e poi torno in soggiorno dove lo sento urlare come un pazzo ed inveire contro Bella ed allora non ci vedo più dalla rabbia, mi precipito in soggiorno e lo prendo per un braccio e lo accompagno fuori da casa nostra.

«Credo che tu debba farti un esame di coscienza, pensaci bene prima di aggredire di nuovo verbalmente Bella. Se vorrà vederti credo che ti richiamerà lei stessa, per adesso credo che tu faresti bene ad andartene a casa.» E dicendo questo lo spingo fuori dalla porta e gli scaravento fuori di casa anche le valigie, non permetto a nessuno di parlare in quel modo a Bella tanto meno in casa mia. Vado in soggiorno e lei sta piangendo, non so se per la rabbia e per l’umiliazione, la abbraccio e lei si rilassa, poi decido che per stasera è meglio finirla qui ed andiamo ognuno nella propria camera a dormire. Domani sarà una giornata pesante ed ancora non ho idea di quanto io abbia ragione.

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Capitolo 14
*** Incontro particolare ***



Eccomi tornata dopo le vacanze, so che avrei dovuto riprendere prima a scrivere e se qualcuno è ancora interessato a recensire e dirmi che cosa ne pensa si faccia pure avanti anche se sono insulti per la mia mancanza da tanto tempo. Comunque passiamo al capitolo e spero che non mi vorrete uccidere per il troppo tempo che è passato.



QUATTORDICESIMO CAPITOLO: INCONTRO PARTICOLARE



POV BELLA

La serata, dopo la mia confessione a Jacob, va molto meglio, soprattutto perché Edward si è dimostrato davvero un grande amico, mi ha difeso a spada tratta con Jacob ed io ho le idee un pochino confuse. In questo momento mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando io ed Edward stavamo insieme, lui era solito prendere le mie difese con chiunque e mi sento protetta come allora. La mattina dopo ci svegliamo e dopo colazione ci dirigiamo verso gli uffici della Cullen’s. Ad un certo punto della mattinata, vedo arrivare nel mio ufficio l’addetto alla sorveglianza e la mia tranquillità va a farsi benedire.

«Signorina Swan, qui sotto c’è un certo Jacob Black che dice di essere il suo ragazzo e vorrebbe parlare con lei.» Mi si è gelato il sangue nelle vene, non riesco a muovermi, non so cosa fare. All’improvviso mi alzo e mi dirigo nello studio di Edward, lui saprà cosa fare, ma prima dico alla guardia di non farlo passare per nessun motivo.



POV EDWARD



Il giorno dopo tutto sembra andare per il verso giusto quando, ad un certo punto della mattinata, Bella entra nel mio ufficio sconvolta.

«Edward, ti prego, devi aiutarmi.» Prevedo che ci siano dei grossi problemi, altrimenti non sarebbe mai venuta a chiedere il mio aiuto, è troppo orgogliosa e non chiederebbe aiuto a nessuno, se non fosse costretta.

«Dimmi in che cosa posso aiutarti, sai che sono sempre disponibile per te e per Anthony.» Lei mi sorride e poi riscende il gelo quando apre la bocca e parla.

«Jacob è qui di sotto ed ha chiesto di vedermi. Io non me la sento, ti prego, fai qualcosa, qualsiasi cosa.» Non riesco a credere che quel pagliaccio si sia presentato qui al lavoro, nonostante io gli abbia espressamente detto ieri sera che sarebbe stata Bella a telefonargli qualora avesse voluto vederlo.

«Non ti preoccupare, ci penso io a lui. Adesso chiamo la sorveglianza e poi vado a parlarci direttamente io con lui.» In quel momento irrompe nel mio studio anche Jasper, è incazzato nero, che diavolo sarà successo adesso?«Bella, perché non mi hai detto che quel cretino di Jacob ti voleva mettere le mani addosso ieri sera?» E a lui, chi diavolo lo ha raccontato?

«Jasper non è successo niente, okay? C’era Edward e Jacob non mi avrebbe mai fatto del male, ne sono sicura. Sono solo un pochino scossa e preferirei non vederlo in questo momento, tutto qui.» Jasper ha i nervi tesi, lo vedo da come parla e da come si muove, lo conosco troppo bene e c’è qualcosa sotto al suo atteggiamento, devo parlare con lui e capire cosa nasconde.

«Quel cretino è qui di sotto? Ma cosa diavolo crede di fare? Adesso mi sente, vado a dirgliene quattro.» Lo vedo precipitarsi fuori dallo studio e gli vado dietro, ma prima cerco di tranquillizzare Bella.

«Ci penso io a Jasper, vai tranquilla nel tuo ufficio. Passo più tardi a dirti come è andata.» Mi avvio verso il corridoio e in qualche modo riesco ad arrivare a Jasper, così lo blocco per un braccio e chiedo spiegazioni.

«Mi dici che diavolo ti è preso? Non ti riconosco, so che vuoi proteggere tua sorella, ma non eri così arrabbiato nemmeno con me, nove anni fa. Che cosa sai di preciso su Jacob che non vuoi dire a Bella?» Lo vedo titubante, non vuole rispondermi, così cerco di convincerlo.

«Ti giuro che non dirò niente a Bella e non userò queste informazioni per riprendermela.» Jasper scuote la testa e poi mi parla.

«Tu devi cercare di riprendertela, non voglio che mia sorella finisca con sposare quel tipo. Mi hai capito bene? Preferisco vederla assieme a te che con lui.» E detto questo ci dirigiamo entrambi verso la reception, le parole di Jasper mi girano in testa come vortici, sa qualcosa che non vuole dirmi e non so perché. Arriviamo di sotto e la guardia ci dice che il signor Black si è accomodato al bar assieme a Tanya Denali e il commento di Jasper mi indirizza verso la verità.

«Non sia mai che si faccia scappare un’opportunità del genere, che grande bastardo.» Lo guardo ma lui scuote la testa ed insieme ce ne andiamo verso il bar. Lo vediamo seduto davanti a Tanya, stanno conversando pazientemente e lei stava accarezzando una mano di Jacob, il quale sembrava perfettamente a suo agio. Cavolo, credevo di aver capito il tipo e pensavo anche di aver capito il perché delle parole di Jasper, ma decisi di starmene zitto. Ci avvicinammo al tavolo e presi a parlare.

«Tanya, scusa potresti lasciarci soli con Jacob? Vorremmo parlare a quattr’occhi con lui.» Lei si alza sorridendomi come una cretina e ci lascia soli a parlare.

«Bene, quale frase non hai capito ieri sera, Jacob? Credevo di essere stato perfettamente chiaro sul fatto che ti avrebbe fatto sapere Bella, quando voleva rivederti ed invece eccoti qui. Sai che potrei farti accompagnare poco gentilmente fuori dalla porta dalla sicurezza? Faresti meglio ad andartene e aspettare la telefonata di Bella, credimi.» Non so cosa lo abbia convinto, ma decide di ascoltarmi e se ne va, non prima di aver detto la sua.

«Sai Bella tornerà da me, io sono sempre stato il suo migliore amico e tu sei il passato, rassegnati Cullen.» Lascio perdere altrimenti gli metterei le mani addosso, ma ancora non sa che prima o poi avrà quello che si merita e che questo giorno ha segnato la sua fine.



POV TANYA



Ho conosciuto il fidanzatino di Bella ed ho deciso di farmi aiutare a riconquistare Edward. Sarà fantastico prendersi gioco dei due novelli coinquilini. Avrò di nuovo quello che era mio. Isabella preparati ad una sonora sconfitta.



Questa è Tanya vi lascio la foto.

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Capitolo 15
*** Scuse sincere? ***



Il capitolo non mi convince molto, spero che a voi piaccia. L‘ho riscritto svariate volte e invece di postarlo la settimana scorsa sono slittata a questa. Volevo scrivere qualcosa di diverso, ma continuava ad uscire così ed allora mi sono detta che era meglio postarlo così. Un bacio Sara.



QUINDICESIMO CAPITOLO: SCUSE SINCERE?



POV BELLA



Subito dopo aver chiesto aiuto ad Edward, mi ero sentita una stupida. Non avrei dovuto coinvolgerlo nei miei problemi con Jacob ed ero andata a parlare con Alice. Avevo bisogno della mia migliore amica, proprio come al liceo. Entrai nel suo ufficio, lei mi guardò e sembrò capire al volo che avevo bisogno di parlare, proprio come ai vecchi tempi.

«Bella, siediti e dimmi quello che ti turba.» Mi sedetti sulla sedia, davanti alla sua scrivania, poi parlai.

«Credo di aver fatto un casino, ho detto ad Edward che Jacob era qui di sotto e voleva vedermi. Adesso lui e Jasper sono di sotto con lui, ho paura di aver fatto male a farmi aiutare da loro. Sai come sono protettivi e lo sono sempre stati.» Alice annuì, forse aveva capito di cosa avevo paura.

«Se Edward è di sotto con Jasper, allora devi stare tranquilla. Non gli metteranno le mani addosso. Edward non permetterebbe mai che Jasper si scagli contro Jacob, al massimo chiameranno la sicurezza. Ora vuoi dirmi che cosa realmente ti turba, ragazza mia?» Già, a dire la verità, non era il pensiero di Jacob picchiato a preoccuparmi, ma la situazione che si stava creando tra me ed Edward.

«Quanto sei sensitiva, Alice. Non è questo il vero problema, ma mi preoccupa la complicità che si è creata tra me ed Edward. Ho paura di commettere degli errori, questa volta non ci siamo solo noi, c’è anche Anthony di mezzo, non posso permettermi di sbagliare.» Alice sorrise, non l’avevo mai vista così felice, forse perché finalmente avevo il coraggio di parlarne con qualcuno.

«Prenditi del tempo, Bella. Ne hai bisogno, per decidere con chi vuoi veramente stare. Non credo che tu ami abbastanza Jacob, altrimenti ti saresti precipitata di sotto a vederlo, nonostante quello che ha fatto ieri sera. Io credo che dovresti provare a farti delle domande, prenditi un paio di giorni. Vai in albergo e pensa alla situazione che si è creata, ad Anthony pensiamo noi.» Ecco un consiglio che vorrei prendere al volo, magari lo farò sul serio.

«Tuo fratello non si arrabbierà, vero? Ho paura che si sente abbandonato a dover pensare da solo ad Anthony.»

«Facciamo così, io telefono all’albergo e tu vai a parlare con Edward. Vedrai che capirà e quando avrai deciso cosa fare, sarà più a suo agio anche lui.» Annuii ed uscii dall’ufficio di Alice. Mi diressi verso l’ufficio di Edward, ma nel frattempo il mio cellulare squillò. Lo presi in mano e lessi che c’era un messaggio in arrivo da Jacob, decisi che era meglio prendere il toro per le corna.

BELLA, MI DISPIACE PER QUELLO CHE E’ SUCCESSO IERI SERA. VORREI SCUSARMI DI PERSONA, TI PREGO VIENE DA ME STASERA E CERCHIAMO DI RISOLVERE LA SITUAZIONE. TI AMO, JACOB.

Non sapevo cosa rispondere al suo messaggio, ma decisi che dopotutto potevo dargli la possibilità di riscattarsi dal suo comportamento. In quel momento decisi anche di non dirlo ad Edward, non avevo il coraggio di dirgli che avrei dato un’opportunità a Jacob. Entrai nel suo ufficio e lui era sorridente, parlava con Jasper della sfilata che si sarebbe tenuta la settimana prossima. Sarebbe stata la mia prima vera esposizione al pubblico ed io ero tesa come una corda di violino.

«Bella, eccoti. Jacob se n’è andato, puoi stare tranquilla. Nessuno spargimento di sangue, te lo assicuro.» Mi venne da ridere, parlava come se fosse una guerra, cosa che invece non era proprio.

«Non ero preoccupata per quello, ma per la sfilata della settimana prossima. Vi ho sentito parlare e se devo dire la verità, me la sto facendo sotto dalla paura. Alice mi ha proposto di passare del tempo da sola in albergo, per distendermi i nervi, credi di riuscire a farcela a guardare Anthony da solo?» Parve sorpreso dalla mia domanda, ma poi mi rispose.

«Vai tranquilla, ci sono sempre i miei a due passi da casa. Ti assicuro che nessuno di noi due, morirà prima che tu torni.» Risi, ma in verità non ero così tranquilla, come volevo sembrare. Uscii dall’ufficio e presi il telefono spedendo un messaggio a Jacob.

CONSIDERALA L’ULTIMA OPPORTUNITA’ PER FARTI PERDONARE. CI VEDIAMO ALLE OTTO A CASA TUA. BELLA

Avevo tralasciato volontariamente il ti amo che aggiungevo sempre ai nostri messaggini, sperando che capisse che ero arrabbiata. Nel giro di due secondi lui rispose.

NON TE NE PENTIRAI, TE LO PROMETTO. TI AMO, JACOB.

Uscita dal lavoro mi diressi verso casa di Jacob, dicendo ad Edward che andavo in albergo. Mi sentivo una tremenda bugiarda, gli avevo mentito e se mai lui l’avesse scoperto, sarei stata spacciata. Meno male che gridavo ai quattro venti che nel nostro rapporto serviva fiducia per il bene di Anthony. Arrivai a casa di Jacob, parcheggiai la macchina ed entrai, come se fosse casa mia. Lo trovai intento a preparare la cena in cucina, non l’aveva mai fatto prima. Mi dissi che in fondo era un passo avanti e magari voleva davvero farsi perdonare. Appena mi vide mi sorrise.

«Sei arrivata in anticipo, stavo finendo di cucinare. Siediti pure in soggiorno, ti chiamo quando la cena è pronta.» Sembrava così diverso dal ragazzo burbero e impetuoso della sera prima, forse si era reso conto di aver sbagliato sul serio. Attesi con impazienza che mi chiamasse per la cena, perché a dire la verità avevo fame. Avevo saltato il pranzo, troppo presa dai miei problemi e me lo ero dimenticato. Quando la cena fu pronta, Jacob mi fece accomodare al tavolo del soggiorno. Aveva fatto le lasagne, che sapeva mi piacevano tanto e poi come secondo un arrosto di pollo con patate. Dovevo ammettere che sebbene non cucinasse mai, era tutto molto buono. Dopo cena, ci accomodammo sul divano per parlare.

«Mi aspetto delle scuse come si deve, Jacob. Quello che hai fatto ieri sera, mi ha lasciata un pochino scontenta di te.»

«Non avrei dovuto, mi dispiace così tanto. Non è colpa tua, se l’assistente sociale ti ha detto che non posso vivere con voi. Ho capito che non avrei dovuto prendermela con te, ti prego perdonami. Ero solo geloso del fatto che Edward potesse stare vicino a te, più di quanto lo potessi fare io.» Era stato sincero? Non lo sapevo, ma volevo provare a dargli una possibilità, in fondo era serio quando diceva di essere geloso di Edward.

«Va bene, voglio darti un ultima possibilità. Alla prima cavolata che combini, ti giuro che ti mollo. Adesso vado, si è fatto tardi e non posso rimanere a dormire qui.»

«Perché no, andiamo. Prometto che non ti salterò addosso.»

«Non se ne parla nemmeno, abbiamo appena fatto pace e non intendo passare la notte nel tuo stesso letto. Devi meritartelo.» Scossi la testa, non se ne parlava proprio. Dovevo ancora capire che cosa volevo e me ne sarei andata in albergo, come deciso da Alice. Una settimana di tranquillità, mi avrebbe fatto bene ed avrei avuto le idee chiare su quello che dovevo fare.

«Va bene, ci sentiamo domani, okay?» Annuii e mi diressi alla porta. Guidai verso l’hotel che mi aveva prenotato Alice e mi diressi in camera, sperando di fare dolci sogni.



POV JACOB



Bella era appena uscita da casa mia ed io mi sentivo fiero della mia piccola recita. La guardai entrare in macchina e mettere in moto, mentre io la salutavo dalla porta. Appena rientrato in casa, presi in mano il cellulare e chiamai la mia amica.

«Com’è andata, giovanotto?»

«Non ti preoccupare, mi ha perdonato. Diciamo che per adesso Cullen non è ancora riuscito a portarmela via. Ora che ne dici di passare da me per farmi un pochino di compagnia? Mi sento solo e Bella non ha voluto soddisfarmi.» Sentii una risata dall’altro capo del telefono e poi la ragazza rispose.

«Vengo subito, poverino. Ogni uomo va soddisfatto e la piccola Isabella non ne è mai stata capace. Vedrai stasera passerai una nottata di fuoco, so essere molto brava.» Detto questo riattaccò il telefono ed io mi misi ad attenderla. Devo ammettere che fu abbastanza veloce, arrivò in pochi minuti e la nottata non sarebbe stata rimpianta né da me né da lei.

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Capitolo 16
*** Litigio d'amore ***



Eccomi qui con il nuovo capitolo, scusate se la settimana scorsa non ho aggiornato, ma tra le feste e le altre storie mi sono persa completamente. Buona lettura e spero che gradirete lasciarmi una piccola recensione! P.S. Nel prossimo capitolo ci libereremo di Jacob, promesso. Non so se la liberazione sarà permanente, ma almeno è un primo passo.



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SEDICESIMO CAPITOLO: LITIGIO D’AMORE



POV EDWARD



Dopo che Bella era andata a ritirarsi in albergo, io e Anthony avevamo cenato a casa dei miei genitori, i quali ci avrebbero ospitato volentieri anche per la notte. Pensando però alle abitudini di Anthony, decisi di ritornare a casa, era meglio non stravolgere tutta la sua routine quotidiana. Durante la nottata, fu un vero disastro, Anthony si svegliò in continuazione, credo che sentisse la mancanza di Bella ed anche io la sentivo. La mattina dopo, al nostro risveglio, sperai che Bella decidesse di tornare a casa, ma ancora non sapevo che mi sarebbe arrivata una bella tegola in testa. Arrivammo in ufficio in orario perfetto, nonostante avessimo dormito si e no quattro ore quella notte. Posai Anthony per terra nel mio ufficio, mentre guardavo che fogli avevo sulla scrivania e quando vidi quello che avevo davanti mi sentii un perfetto stupido. Alle dieci c’era una riunione con quelli del giornale Vogue, come avevo fatto a dimenticarmene non lo sapevo proprio. Rilessi gli appunti che avevo scritto e, ciliegina sulla torta, dovevamo fare un servizio fotografico con gli abiti da sposa. Non avevo nemmeno finito il vestito da far provare alle modelle, ero completamente fuso, mi ero preso troppe responsabilità in questi ultimi tempi. Non c’erano grandi modifiche da fare al vestito, ma oggi le modelle non erano disponibili, perché erano impegnate in altri servizi fotografici. Fu allora che mi venne in mente un’idea geniale: avrei fatto fare a Bella, la modella. Il vestito poteva rifinirsi in meno di due ore, adesso erano le sette quindi per le dieci saremmo stati perfettamente pronti. Vidi Bella arrivare nel mio ufficio con uno sguardo strano, sembrava che stesse per esplodere, non capivo che cosa stesse succedendo. Visto che avevo bisogno del suo aiuto, le parlai subito, senza aspettare che lei dicesse la sua.

«Eccoti, mi devi aiutare. Mi ero completamente scordato dell’incontro con i giornalisti di Vogue e dobbiamo fare un servizio fotografico in abito da sposa.» Isabella mi guardò ad occhi spalancati, forse non aveva capito la mia richiesta.

«Edward, sono settimane che stiamo preparando questo incontro, qual è il problema? Chiama le modelle e fammi vedere questo abito che hai creato.» Scossi la testa e cercai di spiegarmi meglio.

«Il problema è proprio questo, le modelle non possono venire oggi. Stanno facendo altri servizi e oltre a questo l’abito non è ancora finito, tu devi aiutarmi.»

«Ma come faccio ad aiutarti, non conosco nessuna modella e di sicuro non sono brava a rifinire un vestito, che cosa intendi per aiuto?» Risposi, senza lasciarle il tempo di riflettere su quello che le stavo per dire.

«Devi farmi da modella, ti prego, ti scongiuro, pensa che lo fai per la società, non per me.» Isabella si mise a scuotere la testa, non intendeva cedere.

«Ma sei pazzo, non intendo fare la modella. Non sono adatta e ti prego farei una figura pessima.» Dovevo cercare di colpire il suo orgoglio, altrimenti non se ne sarebbe fatto niente.

«Andiamo Bella, sarà la prima e ultima volta. Ho bisogno che tu lo faccia e poi, non vuoi dimostrare a Tanya e sua sorella che anche tu puoi essere una buona modella? Andiamo lo so che muori dalla voglia di prenderti una rivincita su quelle due.» Isabella parve pensarci su e proprio mentre stavo per demordere, lei decise di accettare la mia offerta. Passammo le due ore seguenti a rielaborare il vestito. Dovevo ammettere che stava benissimo vestita di bianco e le dava un tocco davvero signorile, ma quello di cui lei si meravigliò fu il fatto che il vestito pareva dover essere aggiustato molto poco. La misura era quasi perfetta, pochi ritocchi e saremmo stati pronti per l’intervista. I giornalisti arrivarono puntuali alle dieci e noi eravamo prontissimi a riceverli. Li feci accomodare nel mio studio e dopo le solite domande di routine sulla nuova collezione e sugli abiti da sposa, ci accomodammo dove avremmo fatto il servizio fotografico. Bella sembrava perfettamente a suo agio, anche se non aveva mai fatto la modella. Ogni scatto era sublime, ma quello che più aveva attirato la mia attenzione, era quello che avevamo fatto sul divanetto. Lei era sdraiata su questo divanetto bianco e sopra la sua testa c’erano tante rose bianche, era estremamente sexy in quella posa e avrei dato qualsiasi cosa per poterle strappare anche solo un bacio. Mi avvicinai al fotografo e chiesi che quella foto comparisse sulla copertina del loro giornale, quello mi rispose che non ci sarebbero stati grandi problemi, perché la modella era estremamente fotogenica.



copertina giornale moda



Finito il servizio fotografico, congedai i giornalisti e andai a complimentarmi con Bella. La trovai già rivestita, pronta per tornare al lavoro.

«Sei stata fantastica, dico sul serio. Ci hai salvato, tutti quanti.» Lei sorrise, arrossendo come un pomodoro. Ero felice di suscitare ancora quel tipo di reazione in lei, ma forse avrei dovuto frenare gli entusiasmi.

«Non c’è di che, mi sono anche divertita. Edward, io e te dobbiamo parlare.» Dopo avermi ringraziato, il discorso aveva preso una piega alquanto seria e stavo iniziando a turbarmi.

«Dimmi, sai che puoi raccontarmi tutto. Spero di essere rimasto comunque un buon amico per te, quindi se devi rivelarmi qualcosa, fai pure.» Isabella prese fiato e poi sganciò la bomba che mi investì in pieno.

«Ho deciso di tornare assieme a Jacob, lui si è scusato ed io ho deciso di dargli una seconda opportunità.» Ero rimasto spiazzato, ma appena sentii la seconda parte della frase, un rancore furibondo crebbe in me e decisi di esternare il mio scetticismo.

«Ma certo, a lui è concessa una seconda possibilità, a me invece no. Che stupido, lui è il migliore amico, mentre io ero solo il tuo ragazzo e tu non hai aspettato nemmeno un secondo prima di allontanarti da me. Dove vivi Bella, insomma quel ragazzo stava per metterti le mani addosso l’altra sera, se non fossi arrivato io, probabilmente lo avrebbe fatto sul serio. E tu decidi di tornare con un tipo del genere?»

«Tu non lo conosci, Edward. Jacob non mi avrebbe mai messo le mani addosso, te lo posso assicurare. Era solo arrabbiato per la piega che aveva preso la discussione, ma non mi avrebbe mai picchiata.» Ma certo, lo difendeva pure. Che grandissimo scemo ero stato, io pensavo che lei si sarebbe accorta di chi aveva vicino e sarebbe tornata con me.

«Difendilo pure, poverino. In fondo qui la vittima è solo lui, giusto? Io devo essere proprio scemo, sai pensavo che tu avessi aperto gli occhi ed invece sei rimasta uguale a prima. Sono deluso, Bella.»

«Andiamo Edward, ti prego non essere arrabbiato. Glielo devo a Jacob, mi è stato vicino in tutto questo tempo e se non tentassi di appianare i nostri dissapori, me ne pentirei. Non guardarmi come se fossi una traditrice, sai che non sono così.» Non volevo sentire le sue giustificazioni, facevano male e non riuscivo a sopportare di essere di nuovo nella stessa condizione di tanti anni prima.

«A Jacob glielo devi e a me? Perché a me non è stata concessa una seconda possibilità, non avevo fatto niente e tu invece mi hai tolto tutto. Ho persino litigato con la mia famiglia, solo per proteggere te, cazzo Bella. Non contavo proprio niente per te?»

«Non è vero, tu lo sai che non è così. Io ti amavo, ero solo troppo stupida e non ho capito che Tanya ci aveva presi in giro tutti e due. Ti prego, non odiarmi. Non sopporterei di saperti arrabbiato per questo.» Sembrava sull’orlo delle lacrime, ma quello che non poteva sapere era che persino io mi sentivo preso in giro ed avevo voglia di urlare e piangere. Invece feci qualcosa di totalmente imprevisto persino da me.

«Non ti odio, non potrei mai odiarti. Non capisci? Io ti amo ancora, è per questo che reagisco in questo modo.»



bacio



Non le diedi nemmeno il tempo di ribattere e mi avvicinai a lei. La cinsi tra le mie braccia e la baciai. In un primo momento lei non si sottrasse al bacio, anzi lo approfondì ed io mi sentii di nuovo a due passi dal cielo. Improvvisamente però, forse resasi conto di quello che era accaduto, mi spinse via e corse lontano. Che diavolo, avevo appena combinato? Presi il telefono e feci il numero di Alice che rispose all‘istante.

«Alice, ho appena fatto un casino.» Mia sorella sospirò e parlò.

«Ti prego, dimmi che non ti sei fatto beccare da Bella mentre scopavi con una delle tue puttanelle.» Sospirai, mia sorella era rimasta identica a quando eravamo al liceo.

«Ho fatto di peggio. Ho appena baciato Bella e lei se l’è data a gambe, letteralmente.» Alice si mise a ridere e poi mi disse una frase alquanto enigmatica da capire.

«Non ti preoccupare, le hai dato solo un qualcosa su cui pensare. Stai tranquillo, tornerà.» Non so perché, ma la frase di Alice mi aveva fatto sentire meglio e ripresi a lavorare per la nostra imminente sfilata di moda.



POV BELLA



Edward mi aveva appena baciato ed io avevo ricambiato. Era palese che il bacio mi fosse piaciuto, ma appena tornata in me, lo avevo sposato ed ero corsa via. Dovevo vedere Jacob, parlare con lui. Non ci capivo più niente, non sapevo più che cosa provavo per l’uno e per l’altro. Avevo bisogno di fare chiarezza e vedere Jacob mi avrebbe aiutato, o almeno io lo pensavo. Non sapevo che una volta arrivata alla palestra dove si allenava Jacob, avrei avuto una sgradita sorpresa.

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Capitolo 17
*** Scoperta e vendetta ***



Eccoci al momento della verità, so che vorrete giustiziare Jacob da sole, attente perché il comportamento di Bella sarà diverso e più maturo, anche se non del tutto. Un bacio e buona lettura!



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DICIASSETTESIMO CAPITOLO: SCOPERTA E VENDETTA



POV BELLA



Stavo andando alla palestra dove Jacob si allenava, avevo bisogno di vederlo. Il bacio di Edward mi aveva sconvolto, non capivo più che cosa volevo e non era da me. Non sapevo che cosa gli avrei detto appena arrivata, ma forse dire la verità era la cosa migliore. Arrivai nel parcheggio e spensi il motore. Stavo per scendere dalla macchina, quando il mio sguardo fu attratto da una scena incredibile che mi si parava davanti agli occhi.



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Jacob stava baciando una tizia bionda, con assurdi pantaloncini corti e rossi e sembravano sul punto di fare sesso direttamente davanti alla porta della palestra. Mi venne immediatamente il vomito, la scena era davvero raccapricciante. Quel emerito idiota aveva voluto tornare con me e mi tradiva. Il primo istinto fu quello di correre là, strappare i capelli finti di quella bambola e dargli fuoco, naturalmente anche Jacob avrebbe avuto la sua parte. Però quel pensiero non poteva prendere forma, avevo appena ottenuto l’affidamento di Anthony, non potevo perderlo per un cretino a cui gli ormoni andavano in subbuglio. Il secondo istinto fu addirittura peggiore del primo: avevo voglia di tornare indietro e riprendere il discorso interrotto con Edward, avevo una gran voglia di vendicarmi di Jacob e sarei arrivata addirittura a farci sesso, solo per far star male Jake. Anche questo istinto fu messo a tacere, non potevo fare una cosa del genere a Edward, non me lo sarei mai perdonata. Non potevo usarlo come un’arma contro Jacob, non che la cosa gli sarebbe dispiaciuta, ma mi sarei sentita in colpa. Potevo benissimo appianare le cose con lui in maniera diversa e dopo questa scena, l’avrei sicuramente fatto. Il terzo istinto fu quello che prevalse. Mi misi ad origliare la conversazione tra i due, anche se effettivamente ci avevano messo un bel po’ prima di staccarsi.

«Jake, quanto tempo. Non ti sei più fatto vedere ed io sentivo molto la tua mancanza. Che fine hai fatto? Pensavo ti fossi dimenticato di me.» La tizia mise su il broncio, dio sembrava una bambina capricciosa. Vidi Jake sorriderle e poi rispondere.

«Leah, andiamo sai benissimo che ho una ragazza e devo pur pensare anche a lei alle volte.» Quella rise come un’oca e rispose.

«Ma chi quella piccola idiota bruna che non si è nemmeno accorta che le fai le corna da quando l’hai conosciuta? Andiamo Jake non dire sciocchezze, dimmi la verità piuttosto. Ti sei trovato un’altra da scopare, vero?» Jake annuì e la bionda sembrò volergli saltare direttamente al collo e azzannarlo come solo un lupo sa fare. Io invece mi chiedevo chi diavolo fosse Jacob Black, perché quello che avevo davanti adesso non era lo stesso ragazzino che conoscevo io.

«Chi diavolo è questa stronza? Dimmelo, ho diritto di saperlo.» Jacob alzò le mani in segno di resa e rispose.

«Non la conosci, è una modella. Diciamo che a letto è una vera bomba e tu al suo confronto ci perdi.» La ragazza rimase a bocca aperta, proprio come me. Poi mi ripresi, aveva detto una modella? L’aveva conosciuta ieri quindi, non aveva mai visto nessuno di quell’ambiente prima e ci era già andato a letto, che schifo. Poi un pensiero mi colpì, certo chi altro poteva essere se non quella stronza di Tanya? Ci avrei messo la mano sul fuoco che era lei, ma me l’avrebbe pagata cara.

«Sei uno stronzo, Jacob Black. Spero che la tua ragazza si accorga di che tipo di ragazzo sei e te la faccia pagare. Per quanto mi riguarda, sei morto.» Questa tipa aveva fegato, non c’era che dire e quasi quasi il suo consiglio l’avrei seriamente preso in considerazione. Un piano stava già nascendo nella mia mente, ma dovevo chiedere aiuto ad Alice. Lei avrebbe saputo come fare! Mi diressi verso casa di Alice, ma prima le telefonai per richiedere la sua presenza.

«Mi serve aiuto, Alice. Sei la mia migliore amica e devo assolutamente dirti una cosa. Ti aspetto tra quindici minuti a casa tua, da sola, mi raccomando!» Non le diedi il tempo di rispondere, ma sapevo che lei era sempre pronta ad aiutarmi. Arrivammo praticamente insieme, entrammo in casa ed io cominciai il mio racconto.

«Non puoi sapere quello che mi è appena successo. Ho visto Jacob che baciava un’altra ragazza davanti alla palestra e poi mi sono messa a spiarli ed ho sentito con le mie orecchie che il bravo ragazzo con cui stavo da mesi, mi ha tradito fin dall’inizio. Tu devi aiutarmi, voglio vendicarmi ed ho già in mente un’idea, solo che mi serve l’aiuto di Edward.» Alice sorrise, ma non poteva sapere che mi serviva il suo aiuto, perché Edward in quel momento mi stava mandando a quel paese mentalmente.

«Sai che puoi chiedere qualsiasi cosa ad Edward, perché vuoi il mio aiuto?» Ecco che arrivava la parte complicata.

«Io ed Edward ci siamo baciati e dopo il bacio sono fuggita come una ladra, mi vergogno e non posso dirgli che aveva ragione su Jake. Stavamo appunto discutendo di quello, prima che lui si dichiarasse e mi baciasse, con che faccia gli dico che mi serve il suo aiuto per colpire Jacob?» Alice annuì e poi mi disse che avrebbe fatto tutto lei, dovevo solo fidarmi e forse la sfilata sarebbe stata un successo enorme non solo per i vestiti, ma per il nostro piccolo e ben congegnato piano.

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Capitolo 18
*** Sfilata di moda con finale a sorpresa ***



Sono una frana, ma sto cercando di riprendere in mano tutte le mie storie, quindi posto questo capitolo e spero vivamente che qualcuno di voi segua ancora. Un bacio Sara.



DICIOTTESIMO CAPITOLO: SFILATA DI MODA CON FINALE A SORPRESA



POV EDWARD



Avevo lavorato come un pazzo per rifinire ogni dettaglio della sfilata. Isabella, a quest’ora, era già tornata assieme a Jacob e il pensiero mi mandava in bestia, ma cercavo di lavorare per non pensare troppo. Il piccolo Anthony era stato affidato alle cure di nonna Esme, almeno fino a quando tutta la preparazione della sfilata sarebbe finita, ed io mi sentivo uno stupido. Mentre cercavo di rifinire un vestito da far indossare a Bella durante la sfilata - visto che avevo deciso di far sfilare anche lei, nonostante non ne sapesse nulla - il cellulare squillò e dall’altra parte della cornetta sentii la voce squillante di mia sorella Alice.

«Edward, sei seduto? Devo dirti una cosa e poi potrai decidere che cosa fare. Sei pronto?» Mia sorella era davvero molto criptica e quasi sempre inquietante, ma decisi di ascoltarla lo stesso.

«Dimmi, Alice! Che cosa ti ha messo così di buon umore?» Si, era decisamente eccitata per qualcosa e quando lo era diceva frasi sconnesse, proprio come quelle di prima.

«Dunque, Bella è appena passata a casa mia. Ha trovato Jacob assieme ad un’altra ragazza in palestra ed ha scoperto che la tradisce da mesi, quindi vuole vendicarsi ed ha bisogno del nostro aiuto!» Ora si che capivo perché era eccitata, ma perché diamine quel cretino si era messo da solo in quella situazione davvero non ne avevo idea, comunque questo era sicuramente un punto a mio favore. Black si era messo nel sacco da solo, ma non sapevo ancora di che aiuto Bella avesse bisogno.

«Alice, di che aiuto avete bisogno voi ragazze? Diciamo che potrei essere disposto ad aiutarvi, ma pretendo che Bella non veda più quel deficiente dopo stasera.» Alice rise al telefono e poi mi rispose.

«Tranquillo, dopo stasera ci libereremo definitivamente di lui, ne sono sicura! Adesso ascoltami bene.» Rimasi ad ascoltare il piano ingegnoso di mia sorella, a volte era più diabolica del diavolo e la sua era decisamente un’idea geniale.

La sera giunse molto in fretta ed io e Bella avevamo finalmente fatto pace. La sfilata era in procinto di partire e lei aveva invitato quel cretino per fargli fare la figura che si meritava davanti all’intera nostra famiglia; diciamo che lei ed Alice erano sempre state dei geni del male, ma in senso molto positivo. Tutto era pronto per iniziare e mio padre si era diretto verso il palchetto per annunciare la nostra collezione di abiti. Nessuno poteva sapere quello che avevamo in mente; Jacob era stato invitato dietro le quinte da Bella e se ne stava buono buono a guardare la sfilata delle modelle, mentre io continuavo ad aggiustare gli abiti prima che uscissero in passerella e Bella che era addetta alle pubbliche relazioni stava di fianco a mio padre e gli passava dei fogli che servivano per annunciare gli abiti. All’improvviso, quando fu il turno di Tanya, la vidi fare l’occhiolino a Jacob e fui davvero molto sorpreso; questo tizio non imparava proprio mai, credo che avesse appena fatto il mio stesso errore, dare troppa confidenza a Tanya portava sempre alla rottura con Bella e questo avrebbe dovuto saperlo visto che allora c’era pure lui. Nel momento di pausa tra un abito ed un altro, decisi che era tempo di dire a Bella che lei avrebbe indossato l’abito da sposa da me disegnato apposta per la sfilata; era il pezzo conclusivo e volevo che fosse lei la fine ed il principio dell’intero mio mondo, speravo in questo modo di riuscire a fare colpo su di lei.

«Bella, posso parlarti due secondi? Ho bisogno del tuo aiuto! L’abito da sposa che deve concludere la sfilata è rimasto senza modella, devi indossarlo tu.» La vidi allargare gli occhi era visibilmente molto sorpresa e scuoteva la testa come una forsennata.

«Tu sei pazzo, una cosa è fare un servizio fotografico, ma questo è troppo. Non posso sfilare davanti a tutti, rischio di rompermi l’osso del collo, non so camminare sopra i tacchi e nemmeno sopra una passerella, ti ricordi che inciampo ogni due secondi? Vuoi uccidermi, per caso?» Era vero che un tempo era solita inciampare ogni secondo, ma avevo notato che era cresciuta e non si comportava più come la ragazzina insicura di un tempo, quindi le sue scuse non attaccavano con me.

«Ti prego, te lo chiedo come favore personale. E’ la prima volta che mio padre mi fa cucire l’abito da sposa che chiude la sfilata e se non trovo una modella, Carlisle mi ucciderà per avergli rovinato la serata.» Bella sembrò pensarci due o tre volte ed alla fine annuì sconfitta, avevo ottenuto quello che volevo. Ci appartammo a provare l’abito e sembrava calzare a pennello, era una dea vestita in quel modo ed io mi trovavo sempre più coinvolto nei suoi confronti, era difficile padroneggiare i miei sentimenti quando lei era vicino a me. In quello stesso momento, arrivò dietro di noi Alice che rimase sbalordita davanti al vestito, non riusciva a spiccicare parola ed era una cosa alquanto strana per una che ha sempre la battuta pronta come lei.

«Bella, sei meravigliosa! Mio dio, Edward! Il vestito è stupendo, credo che sia uno dei più belli che io abbia mai visto. Lo farai indossare da Isabella in passerella? Ti prego dimmi di sì, sembra fatto apposta per lei!» La mia sorellina aveva ragione, era fatto apposta per lei, pensando a lei. Annuii sopra pensiero e Bella fece lo stesso, dopo di che Alice ci disse che era arrivato il tempo di mettere in atto il nostro folle piano per liberarci di Jacob Black e Tanya Denali.



POV BELLA



La sfilata era iniziata nel migliore dei modi possibili e non vedevo l’ora di far fare la figura che meritava a quel cretino di Jacob, avrebbe presto capito che non si scherza con Isabella Marie Swan. Quando Edward mi aveva preso da parte, credevo fosse giunto il momento, ma poi vedendo il vestito da sposa e la sua richiesta ero rimasta sbalordita. Non potevo fare la modella, non era il mio mestiere ed avrei fatto un casino, me lo sentivo, ma lui era così sicuro di me ed io decisi di accettare. Alice era rimasta estasiata alla mia vista e le sue parole mi avevano fatto piacere, ma guardando negli occhi Edward avevo capito che erano la verità; lui aveva cucito quell’abito apposta per me, altro che modella scomparsa. Non sapevo come reagire, ma per fortuna Alice ci ricordò che era giunto il momento tanto atteso, la fase eliminiamo Tanya e Jacob era appena iniziata.

Ritornai al mio posto, vicino a Carlisle e, quando la sfilata ebbe di nuovo inizio, mi guardai attorno per capire quale momento poteva essere più adatto.



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Guardai il programma e tra qualche minuto avrebbe dovuto sfilare Tanya, quindi decisi di allontanarmi dalla mia postazione e portarmi dietro le quinte. Lì raggiunsi Tanya e le dissi che era quasi arrivato il suo momento, lei sorrise come una cretina e mi disse che si sarebbe fatta trovare pronta al centro della passerella. Mi girai attorno e vidi Jacob che fissava insistentemente il culo di Tanya e delle altre modelle, scossi il capo e mi portai nel camerino, dove mi rimisi il vestito da sposa. Mio dio, era bellissimo, semplice e con delle balze sulla gonna, era adatto a me. Non sapevo se ridere o piangere di gioia, Edward si era dimostrato molto più maturo di quello che io avrei mai potuto credere e la consapevolezza di poter finalmente tornare assieme a lui si era fatta largo dentro di me e mi rendeva felice. Mi guardai per l’ultima volta allo specchio e poi presi due o tre respiri: dovevo farlo per il bene della famiglia.



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Dopo Tanya sarebbe toccato a me, già avevo una paura fottuta che tutto potesse andare per il peggio, ma mi feci coraggio. Tanya stava rientrando e Carlisle stava per concludere la sfilata: era arrivato il mio momento. Camminai di fronte a me senza dare troppo nell’occhio e senza guardare in giro, arrivai sulla passerella e gli occhi di tutti quanti, compresi quelli della mia famiglia, erano su di me. Mi feci forza e proseguii lungo tutta la passerella, facendo il mio lavoro in maniera impeccabile, nemmeno fossi nata per fare la modella. Una volta in fondo, girai su me stessa e mi diressi verso Carlisle ed Edward, che momentaneamente aveva preso il mio posto accanto al padre, gli sorrisi e loro sorrisero a me. Arrivata alla fine trovai ad attendermi trionfante Edward, il quale mi baciò davanti a tutti sulla bocca, lasciando senza fiato quelle due specie di cretini dietro le quinte. Il bacio fu lungo, inteso, studiato, ma assai appassionato. Non volevo che finisse, volevo rimanere per sempre tra le sue braccia, ma dovevamo dividerci per forza e quando tutto questo fu finito, mi diressi verso il camerino. Mi tolsi l’abito da sposa e mi rivestii, dopo di che mi ritrovai davanti Jacob, Edward e Tanya.

«Ora mi dici che cavolo sta succedendo, Bella? Mi avevi detto che tu ed Edward eravate solamente amici ed invece mi ritrovo ad una sfilata dove alla fine voi due vi baciate, che cavolo significa?» Naturalmente il primo a parlare era stato Jacob, era davvero così sicuro di sapere che tutto sarebbe finito apposto tra noi?

«Sei sicuro di volerlo sapere sul serio? Allora ti accontento, vediamo da qualche giorno ho scoperto che Tanya mi ha mentito per diciamo anni e che lei ed Edward non hanno proprio fatto niente assieme. La cosa che però mi sembra assurda è che tu mi abbia tradito ogni singolo minuto di ogni singolo giorno da quando stiamo assieme, sia con Leah, sia con questa cretina che mi ritrovo di fronte. Ora, però, non sono più disposta a fare la cornuta e contenta e così credo che ti lascerò e proverò a dare una seconda opportunità ad Edward, in fondo lo dobbiamo anche al piccolo Anthony che crescerà come nostro figlio. Ora se volete scusarci, io ed Edward dobbiamo riprendere un discorsetto.» Ero andata dritta al sodo non mi piaceva giocherellare come facevano tante persone, li sbattei direttamente fuori dalla porta intimando loro di non farsi più vedere da me in giro. Non sapevo che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine e li avrei rivisti in circostanze davvero pessime.

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