The salvation.

di Zeu483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ;Falling deeper ***
Capitolo 2: *** ;A face I don't know ***
Capitolo 3: *** ;It's so hard to live ***
Capitolo 4: *** ;Trying to know you ***
Capitolo 5: *** ;Maths. ***



Capitolo 1
*** ;Falling deeper ***


Sarò felice di recensire le vostre FF...Be,ovviamente se farete lo stesso con la  MIA!Please :)

 

-Lasciami stare.- bisbigliò,a voce talmente bassa che l'altro non riuscì a sentirlo. O magari fece solamente finta di non averlo udito.
- Che c'è?- gli urlò,e si chinò su di lui per vederlo meglio in viso. Teneva il capo chino in modo mesto,con i capelli neri e ribelli calati sugli occhi.
- Hai paura, checca? - Dalla suddetta checca non giunse alcun suono.
- Hey! Ti ho fatto una domanda! - il bullo lo prese con forza per una spalla sottile e lo scaraventò a terra come se niente fosse, lasciandolo lungo disteso sull'asfalto del parcheggio, tra le grida entusiaste dei suoi amici. Il ragazzino gli lanciò un'occhiata inviperita dal basso, cercando con tutte le sue forze di trattenere le lacrime che premevano insistentemente per uscire. Si era sbucciato i gomiti,cadendo,e il contatto tra l'aria e la pelle viva glieli faceva bruciare da morire. Si strofinò un braccio, e lo sentì dolorosamente caldo..un rivolo di sangue denso gli imbrattò le dita e colò al suolo.
- Oh ma guardatelo! Il piccolo frocio si è fatto male!! - i bulli lo circondarono,continuando ad offenderlo. E lui lì, immobile, non una reazione, non un minimo di espressività sul suo viso minuto.
- Lasciatelo stare! - una voce decisa, ferma, sovrastò quelle del gruppo che infastidiva il piccolo Bill e, sferrando con veemenza una gomitata nello stomaco di un altro ragazzo, Tom Kaulitz si fece avanti e si avvicinò al fratello.
- ..Tom..- mugolò Bill,con quella sua voce esile ed un po' infantile. Il gemello si abbassò, con i corti rasta biondo cenere che gli incorniciavano il volto ed i pantaloni extra large che lo impacciavano un pochino, fino ad incrociare gli occhi tristi del fratellino.
- Andiamo via.- gli porse la mano con fare molto rassicurante e lo aiutò ad alzarsi. Il suo sguardo saettò verso i ragazzi che erano rimasti a pochi passi da loro, poi strinse il polso di Bill e lo trascinò via da quella prigione intrisa di pregiudizi e crudeltà comunemente chiamata “scuola media”.
 
Il trucco gli era colato sugli zigomi e lungo le guance pallide. Il suo viso era come una tela immacolata sulla quale un pittore aveva scarabocchiato qualche linea nera in malo modo, senza una logica precisa. Se lo deterse dalla faccia con il dorso della mano e si allontanò il più possibile dallo specchio, andando a sedersi poi sul bordo della vasca da bagno. Non ce la faceva più: in quegli anni aveva accumulato tanta di quella rabbia, sopportato una miriade di insulti da parte di persone che non lo accettavano solo perché era..sé stesso, differente rispetto a quella massa uniforme e monotona di gente che lo circondava.. Si sentiva come su l punto di esplodere, avrebbe voluto urlare al mondo quanto stesse realmente male,quanto si sentisse turbato ed inadatto.. All'inizio non gli interessava ciò che gli altri pensavano di lui, ma adesso..Che le offese si erano fatte più pesanti e la situazione era diventata pressoché insostenibile, aveva cominciato a ricredersi.
“ E se ci fosse davvero qualcosa che non va in me?”
Ricominciò a piangere,senza riuscire a fare nulla per impedirlo.
Tom lo trovò rannicchiato sul pavimento del bagno,in preda a dei singhiozzi convulsi, con le braccia esili che cingevano le ginocchia e la testa appoggiata ad esse.. Succedeva spesso ultimamente, ed era impossibile abituarsi a quella vista. Il sangue del tuo sangue, la carne della tua carne, la tua metà che sembrava affogare sempre di più in un incubo dal quale pareva impossibile risvegliarsi. La depressione. E anche quel pomeriggio,come ormai capitava da un po' di tempo, un tassello dell'anima di Tom si sgretolò e andò ad ammassarsi insieme ai resti di quella di Bill,ormai infranta da tempo.
 
Quella mattina,la sua mano assunse un lieve tremito nel far scivolare la punta della matita nera all'interno della sua palpebra. Fu sul punto di fermarsi, togliersi il trucco e andare a scuola così, al naturale, per la prima volta. Forse in quel modo lo avrebbero lasciato in pace, non lo avrebbero sfottuto più. Ma ci ripensò praticamente subito: quel make-up pesante faceva parte di lui oramai,e senza non sarebbe stato lo stesso. Anche se ai suoi compagni non andava bene, anche se sarebbe stato picchiato all'uscita di scuola quel giorno,come tutti gli altri. Si mise lo zaino in spalla e raggiunse Tom che lo aspettava in cortile.
-Ti va di marinare la scuola,oggi?- la odiavano entrambi,ma Bill certamente di più. Il gemello più grande, con i suoi dread e i lo stile molto urban, appariva un fico agli occhi degli adolescenti, aveva dietro un sacco di ragazze e si era fatto molti amici in quell'istituto. Sì,si era fatto anche molte ragazze per la cronaca. Bill invece non l'aveva mai fatto, ed era convinto che la situazione sarebbe rimasta così per il resto della sua vita. Sospirò sommessamente.
-Io..No,Tomi,no..Voglio andarci!-
- Vuoi andarci? A chi cerchi di darla a bere,Bill? Vuoi che ti pestino anche oggi? Ti piace quando lo fanno? No, perché se le cose stanno così,dimmelo! Se sei veramente un perverso masochista, voglio esserne informato!- sbottò l'altro. Quello che voleva essere un gesto carino nei confronti dei suo povero, antisociale fratello, si stava trasformando in una discussione. Possibile che Bill fosse davvero insofferente fino a quel punto? In fondo Tom voleva solo evitargli inutili sofferenze,almeno per qualche ora...Ed era un po' un modo per evitarle anche a se stesso: vedere Bill piangere in quel modo, dimagrire sempre di più e deprimersi per degli stupidi scherzi, era davvero insopportabile. Lo sentiva scivolare via dalla sua vita,allontanarsi a gran velocità dal mondo intorno a lui e chiudersi nei confronti della gente. Che ne sarebbe stato di lui?

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Capitolo 2
*** ;A face I don't know ***


Era solo nel suo banco, come sempre d'altronde.Nessuno dei suoi comagni si era voluto sedere vicino a lui e adesso che Tom era stato trasferito in un'altra classe,quella che frequentava anche il suo migliore amico Andreas, Bill si sentiva più abbandonato che mai.
La logorroica insegnante di matematica, una donna emaciata sulla cinquantina,  parlava ininterrottamente da circa un quarto d'ora,e lui non la stava ascoltando minimamente.
Tenendo gli occhi fissi  davanti a sè, scribacchiava distratto i versi di qualche canzone che gli passavano per la testa come lampi a ciel sereno. Amava scrivere canzoni e poi dare loro vita e forma con l'aiuto del fratello,abilissimo nel suonare la chitarra .
Gli parve di sentire vagamente il rumore di qualcuno che bussava alla porta, e con la coda dell'occhio vide quest'ultima aprirsi abbastanza da permettere ad una ragazza sconosciuta di entrare.
“ Eccone un'altra da aggiungere alla schiera di adulatrici di Tom...Un'altra che  inizierà ad odiarmi ancora prima di sapere come mi chiamo.” Sospirò,e fu come se la sua anima delicata fosse scossa da un tremito.Si sentiva tanto fragile in quegli ultimi giorni, tanto debole che ogni minimo pensiero o accaduto riuscivano a turbarlo a tal punto da farlo scoppiare in lacrime. Riusciva a stento ad aprire bocca per pronunciare due parole in croce. Non era mai stato così male.
Il rumore della sedia accanto a lui che veniva trascinata sul pavimento lo fece sobbalzare. Alzò gli occhi e si trovò di fronte ad un viso femminile, mai visto in vita sua. La ragazza nuova tese la mano affusolata verso di lui.
-Sono Jenna, piacere di conoscerti.-
Non sapeva cosa rispondere. Rimase incerto a fissare Jenna con la bocca socchiusa e gli occhi spaesati per chissà quanto tempo, finchè il tossicchiare artificiale della professoressa lo fece tornare con la mente all'interno della classe. Strinse frettolosamente la mano alla ragazza e poi si girò dall'altra parte,dandole parzialmente le spalle. Non gli piacevano le novità. Alunni nuovi a scuola volevano dire: nuove e più frequenti prese in giro. Jenna si sedette un po' perplessa accanto a lui e con sua immensa gioia, non fiatò per il resto della lezione
.
 
Corse il più svelto possibile in bagno e sgusciò dentro al primo cesso aperto che trovò, afferrando la maniglia e tirandola forte verso di sè, dato che non c'era la chiave per chiudersi.
Sentiva già le guance bagnarsi,ed il trucco colare piano verso il suo mento. Si morse con furia il labbro inferiore, per assicurarsi di non gemere o singhiozzare troppo rumorosamente. Era cosciente del fatto che le avrebbe prese comunque, ma l'istinto di sopravvivenza gli imponeva di agire. Li sentì entrare e camminare con passo pesante all'interno della stanza.
 Lo cercavano per dare sfogo alla loro frustrazione,per sentirsi almeno una volta i più forti. Lui non aveva mai fatto niente per meritarsi tutto ciò.
Sentì il pomello venirgli strappato di mano con una forza molto superiore alla sua e perse l'equilibro. Cercò invano di restare in piedi,mentre l 'anta si apriva e quelli di terza sogghignavano per averlo trovato.
- No..- mormorò, prima che il fiato gli si mozzasse in gola a causa della presa impietosa di uno dei ragazzi,che lo aveva afferrato per il colletto della maglietta, l'unica che era rimasta intatta dopo i vari incontri ravvicinati con il gruppo di bulli della scuola.
Non ci sarebbe stato Tom a tirarlo fuori dai guai quella volta.

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Capitolo 3
*** ;It's so hard to live ***


 

Si poggiò debolmente la busta del ghiaccio sulla faccia,lasciando che il freddo pungente insensibilizzasse il suo labbro inferiore tumefatto il quale si era gonfiato e aveva assunto un pericoloso colore livido. La spaccatura aveva finalmente smesso di sanguinare, ma il ragazzo riusciva comuque a percepirne il fastidioso sapore di ferro in bocca.


-Voglio cambiare scuola al più presto!- aveva sbottato alzandosi dal tavolo.
-E perchè mai?- Simone aveva risposto con un'alzata di spalle.
- E' soltanto una fase, vedrai che passerà! E presto riuscirai a trovarti degli amici- gli avevano detto i suoi poco tempo addietro.
-Non ti servirà a nulla fuggire dai tuoi problemi,Bill.Impara a difenderti.- aveva aggiunto Gordon. Non si rendevano conto.
-Ma non vi accorgete di nulla? Mi avete osservato bene,ultimamente? Sono DEPRESSO! Di chi pensate che sia la colpa?- All'accendersi del litigio, Tom aveva lasciato cadere la forchetta sul piatto con un tintinnio e se n'era andato,lasciando Bill da solo contro I loro genitori.
Sua madre aveva scosso la testa e, pulendosi le mani sul grembiule, era tornata a dipingere nello studio.A lei interessava solo quello,se suoi figlio aveva un problema se ne fregava altamente. Il suo patrigno gli aveva dato una leggera pacca sulla spalla mentre usciva, come a voler chiarire che l'argomento era chiuso.
Quella era stata la prima e ultima volta che ne avevano discusso.

Suo fratello quel pomereggio era fuori casa: era uscito con dei loro amici più grandi, le poche persone che non giudicavano Bill per come si vestiva e acconciava. Forse perchè loro erano messi peggio di lui, o magari perchè erano troppo fatti per notarlo. Nonostante non lo prendessero in giro o maltrattassero, non riusciva proprio a farseli restare simpatici.
Si sedette alla scrivania, con un foglio spiegazzato ed una penna.Accese l'abat jour e, come quella mattina in classe,cominciò a scrivere tutti I pensieri che gli venivano in mente ed in meno di mezz'ora era riuscito a mettere insieme I versi di una canzone. Si era anche sforzato di scrivere in inglese.
Every new day you fight more and more
You have to give everthing for living
Sometimes you have to stop at nothing for living your own life
For livïng...”
La intitolò “It's so hard to live” e decise che,una volta diventato famoso,l'avrebbe cantata sul palco di fronte alle migliaia di persone accorse solo per vedere e adorare lui. Era il suo sogno,quello, l'unica cosa che gli permetteva di andare avanti e costituiva un punti fermo nella sua vita, un rifugio sicuro da tutta la cattiveria che il mondo gli riversava addosso.
It is hard to live in the world
You just have to give everything

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Capitolo 4
*** ;Trying to know you ***


Erano più o meno le 5 del mattino, quando aveva sentito uno schricchiolare rumoroso fuori dalla finestra e così l'aveva aperta, ritrovandosi faccia a faccia con un Tom barcollante ed incerto sulle gambe che si era arrampicato sull'albero del giardino per poi balzare con non poca di difficoltà sul cornicione. Aveva gli occhi un po' arrossati e mezzi aperti, ma le pupille erano ben dilatate. Bofonchiava cose senza alcun senso e gesticolava in modo sguaiato: sembrava ubriaco,eppure non odorava di alcool. Entrò nella stanza,mentre Bill teneva aperta la finestra e rotolò goffamente sul pavimento,tossicchiando e ridendo come un ebete per qualcosa di cui solamente lui capiva l'ironia. Il fratello lo prese da sotto le ascelle e lo trascinò sul letto, facendo uso di tutta la forza che quelle esili braccia potevano conferirgli.
Quando fu ora di andare a scuola, Bill non si diede neanche la pena di svegliarlo: dormiva come un bimbo,abbracciando il suo cuscino.Chissà che aveva combinato.

 
Sedeva compostamente al suo banco con le gambe accavallate, scambiando quattro chiacchiere con due loro compagne di classe, Korinna e Anne. Il ragazzo si bloccò sulla porta incredulo, lasciando che il suo zaino lacero cadesse a terra: non pensava che l'avrebbe trovata di nuovo in quel posto,era convinto che Jenna si sarebbe preoccupata di trovarsi un nuovo compagno e,invece,era lì. Contro ogni logica, contro ogni cosa che potesse avere il minimo senso,eppure c'era. Bill si avvicinò silenzioso come sempre, col capo chino. Anne e Korinna si limitarono a rivolgergli sguardi disgustati carichi d'odio e se ne andarono non appena lui si fu seduto. Jenna si voltò allegra verso di lui,con quel suo visino tondo incorniciato da boccoli castani e lo salutò con un:
-Buongiorno Bill!-
- Buongiorno.- disse lui in risposta, anche se era convinto che quella mattinata non si sarebbe potuta definire tale.
-Uhmm..Scusa,posso chiederti un favore?.- quando alzò il viso,per capire cosa Jenna volesse da lui,se la ritrovò incredibilmente vicina, più di quanto qualsiasi altra persona (eccetto pochi) lo fosse mai stata.
- Ehm ehm..- boccheggiò, dandosi dell'idiota da solo e invitandosi alla calma.
- Dimmi pure..-
- Avrei bisogno di una guida che mi insegnasse a conoscere la scuola e pensavo che tu potessi aiutarmi.- gli sorrise in un modo che gli fece venire la pelle d'oca.Solo dopo un paio di secondi si accorse di essere rimasto con la bocca aperta e tentò di ricomporsi il più in fretta possibile.
- Certo Jenna,volentieri.-
- Oh grazie!.- lei battè le mani mentre la campanella che risuonava nel corridioio scandiva l'inizio delle lezioni.

-E qui- spinse via con un calcio la porta bianca che cigolava sui cardini.
-C'è il bagno delle ragazze.- la guardò e abbozzò un sorriso. Le fece cenno di seguirlo, e continuarono a camminare fianco a fianco nel corridioio dove decine di ragazzi vociavano,si spintonavano e giocavano con piccole palline di carta.
-Questo è il laboratiorio di scienze.- Bill indocò un'altra stanza.
- Ci sono un sacco di schifezze e animali impagliati là dentro!- scherzò, per cercare di rilassare l'atmosefera. A dire la verità,l'unico a doversi rilassare sembrava essere lui: Jenna ostentava una sicurezza disarmante nei suoi confronti.
Proseguirono, zig zagando in mezzo agli altri studenti. Era una giornata stranamente tranquilla per Bill: quelli dei terza non si erano avvicinati vedendolo insieme alla nuova arrivata e questo lo riempiva di gioia. Forse la compagnia di Jenna non era tanto fastidiosa e indesiderata come aveva creduto all'inizio. E poi era molto bella, doveva ammetterlo.
- Ti piace scrivere canzoni, Bill?- dal tono della sua voce intuì che si trattava di una domanda retorica, della quale Jenna conosceva già la giusta risposta.
- Sì,io..Voglio diventare un cantante.Come facevi a...-
- Ti ho visto mentre scrivevi nell'ora di matematica.- lo interruppe lei.
- E sì, lo confesso: ho sbirciato! Perdonami! - disse gioiosamente, guardandolo con dolcezza. Bill si sentì un po' in imbarazzo: molta gente riteneva il suo un sogno stupido ed inutile, non c'era nessuno che lo incoraggiasse.Eccezione fatta per Tom e Gordon, che gli stava piano piano insegnando le basi del canto e dell'intonazione. Nonostante ciò, non riuscì a provare neanche un briciolo di rancore verso Jenna che lo aveva spiato, penetrando anche solo per poco nel suo mondo fatto di note e versi.

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Capitolo 5
*** ;Maths. ***


- Buongiorno!- stranamente,da quando era arrivata,Jenna non aveva accennato a voler cambiare posto ed era rimasta ostinatamente seduta vicino a Bill.

-Ciao.- borbottò lui in modo sbrigativo,come a comunicarle che la sua voglia di chiacchierare era pari a zero. Nonostante fosse silenzioso e schivo,lei cercava sempre di cavargli qualche parola fuoi dalla bocca e spesso, con sua grande soddisfazione,ci riusciva.

Con i suoi occhioni nocciola cercava di intercettare il suo sguardo sfuggente e misterioso,come a volergli leggere dentro. Quando il sole della mattina entrava dalla finestra,l'incontro coi suoi boccoli formosi dava vita a sfumature rossicce,che la maggior parte della classe stentava a credere vere.

Era incredibile come in meno di una settimana,la nuova arrivata berlinese,fosse riuscita ad attirare su di sè l'attenzione e l'invidia di tutti i suoi compagni.

- Oddio Jenna,come fai ad avere dei capelli sempre così perfetti? - chiese con un tocco d'invidia Korinna Schimd,rigirandosi una ciocca riccia dell'amica tra le dita. Quella rise,scoprendo i denti piccoli e leggermente appuntiti.

Bill si era sorpreso a guardarla spesso. A dire la verità,l'aveva sorpreso anche lei. E non sembrava dispiacersene affatto.

- Tu studi molto? - gli aveva chiesto un giorno,guardandolo da sopra la sua spalla.

-Eh?- l'aveva sentita benissimo,ma non era sicuro che parlasse con lui.

- A casa,dico.Stai parecchio sui libri?-

- ..No,non molto.- con le guance in fiamme,era tornato a scribacchiare sul banco.

- Eppure hai dei bei voti.- notò Jenna. Bill si limitò ad annuire.

-Sei bravo in matematica. - asserì.

-A me servirebbero delle ripetizioni,faccio schifo!- shcerzò,con un sorriso.

- Potresti darmele tu..- questo non suonava più come uno scherzo. Il ragazzo alzò lo sguardo dal quaderno e rimase un secondo imbambolato nella sua direzione.

-Allora?- lo aveva incalzato Jenna.


- OHOH!Bill ha la ragazza a quanto pare!- Tom gli assestò una gomitata in una costola con fare scherzoso.

- Ma no dai..viene solo a studiare matematica..- si grattò la nuca,in imbarazzo.

- E' carina? - chiese Andreas,curioso.

- Sì! - rispose Bill. - Molto anche!-

Tom e Andreas si scambiarono un'occhiata d'intesa.

- Matematica! Ahaha- Andi scoppiò a ridere,come se fosse la battuta più idiota del mondo. Bill non capì,ma rise lo stesso e Tom gli strinse un braccio intorno alla spalle, fraternamente. Poi gli strizzò l'occhio.

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