La tentatrice

di Diana924
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 parte ***
Capitolo 2: *** 2 parte ***
Capitolo 3: *** 3 parte ***
Capitolo 4: *** Conclusioni ***



Capitolo 1
*** 1 parte ***


Eccomi, pronta a morire per una colpa che non è mia. Pronta a morire perché non sono riuscita ad avere un figlio maschio. Non è colpa mia, non sono sterile, ho avuto una figlia, ma a quanto sembra non è stato sufficiente. Finché la mia rivale, Caterina d’Aragona, viveva io ero al sicuro, ma da quando è morta tutto è perduto. Mio marito l’ha sempre temuta, e rispettata, eppure non ha avuto problemi a liberarsi di lei, e scegliere me.

E ora mi chiedo se farà così anche con nostra figlia. La mia Elisabetta è la bimba più bella che abbia mai visto, ed è figlia sua, di Enrico, e di nessun’altro.

Non sono nata per essere una regina, e solo ora mi rendo conto che forse sarebbe stato meglio essere felice di essere come tutte le altre. Ma se l’avessi fatto non avrei amato, non avrei vissuto come ho fatto, e non me ne pento, anche se ora dovrei.

Fu al ritorno dalla Francia, io e mia sorella Maria eravamo state prima damigelle di Maria Tudor poi di Claudia di Francia, che la mia vita cambiò.

Maria si era già fatta conoscere come l’amante del re Francesco di Valois, e in Inghilterra era divenuta l’amante anche di re Enrico VIII. Lei era stata fatta sposare con William Carey, e ora si cercava un marito per me.

La mia famiglia scelse per me il conte di Ormonde, un irlandese. Ma era conte, e io sarei  divenuta una contessa. Nel frattempo, come damigella al servizio della regina Caterina ebbi una relazione con Henry Percy, figlio del duca di Nothumberland, uno dei domini più ricchi e importanti dell’intera Inghilterra.

Ma il re, che dopo aver avuto due figli da Maria si era stancato di lei, mi notò, quasi per caso.

La mia famiglia mi aveva detto che avrei dovuto sedurlo, e così feci, innamorandomi però di lui. All’inizio mi negai, non sarei stata come quella sciocca di Maria, o le altre donne.

Funzionò, anche troppo bene.          

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Capitolo 2
*** 2 parte ***


Sto avanzando verso il luogo dove morirò, ma la mia mente mi ricorda i miei trionfi, solo quelli, ma sono stati così grandi.

Re Enrico era così infatuato di me che osò l’impensabile.

Chiese alla regina Caterina d’Aragona di sciogliere il loro matrimonio. La regina non accettò, e il re decise pubblicamente di divorziare, sostenendo che l’aver sposato la moglie di suo fratello era una maledizione per l’Inghilterra.

L’affare fu portato fino a Roma, e in seguito di nuovo qui, ma fu impossibile risolverlo. La regina sosteneva che la dispensa era valida, il re no. Il re sosteneva che la principessa Maria era una bastarda, la regina che era una figlia illegittima.

I cardinali e la Chiesa erano con la regina, ma alla fine Enrico vinse.

Pubblicamente dichiarò che solo lui era il capo della Chiesa inglese, e con l’Atto di Supremazia fu ufficiale.

La notizia spaccò tutta la Cristianità e il papa lo scomunicò, ma lui non se ne curava, e io nemmeno.

Allora ci fu il ripudio della regina Caterina, e io divenni sua moglie. Il giorno del matrimonio ufficiale, c’eravamo infatti sposati in segreto, io ero incinta.

Mia figlia Elisabetta nacque il 7 settembre 1533, e se per un secondo la delusione fu generale poi passò, ero giovane avrei avuto altri figli, Elisabetta fu battezzata col rito protestante. Da tempo io mi ero convertita, ed ero in contatto con diverse personalità della Riforma, che tanto aveva inquietato mio marito.

Ma c’era sempre la principessa Maria, che non intendeva arrendersi, diversamente da sua madre che aveva accettato al situazione con rassegnazione.

Ho provato a piegarla in tutti i modi, ma quella ragazza è ostinata come suo padre, e sembra essere di ben altra tempra dei cortigiani che ieri mi riverivano e oggi mi detestano.

x MarchesaVanzetta: grazie, ecco il prox cap

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Capitolo 3
*** 3 parte ***


Ecco, ora vedo bene il luogo, avanzo, non devo mostrare paura, io non ho paura, e inoltre sarà una cosa breve, lo spadaccino è francese ed è stato fatto venire apposta per me, un ultimo dono d’amore di mio marito.

Non è stata colpa mia, non ho chiesto io tre aborti, lo giuro, due aborti e un maschio nato morto, oltre a una bambina, una bella bambina, ma inutile.

Quando la regina Caterina è morta ho tremato, ma ho voluto festeggiare indossando il giallo, colore delle feste, con balli e masque, ma non è servito a nulla.

Ho molti nemici, tra cui la potente famiglia Seymour e Thomas Cronwell.

Hanno voluto la mia morte, e ora l’hanno ottenuta. Al mio posto hanno messo quell’oca insipida di Jane Seymour, ma io so che non durerà, solo io posso dare nel cuore di Enrico.

Eppure lui mi vuole morta. Ha ordito un processo farsa, con le accuse peggiori, tutte false, incesto, adulterio, stregoneria e tradimento.

Ecco il ceppo, dico quello che devo dire, e attendo.

Non può permettere che io muoia, non può, da un momento all’altro arriverà un messo con la grazia, lo so.

Ma so anche che sarebbe capace di non farlo, stara  pensando al suo terzo matrimonio, e si scorda della moglie, e la lascia morire.

Ecco, ora chino la testa, succeda quel che succeda.

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Capitolo 4
*** Conclusioni ***


Anna Bolena morì il 19 maggio 1636, decapitata.

Fu la seconda moglie di Enrico VII e la prima a essere giustiziata.

Ambiziosa attirò su di sé l’attenzione fin dal suo ritorno in Francia, ma diversamente a sua sorella Maria non si accontentò di essere semplicemente un’amante.

Aveva letto gli scritti dei riformati, e come Renata di Francia che conobbe da bambina, fu conquistata da quelle parole. Fu sotto la sua influenza che Enrico fu persuaso a rompere i rapporti con la Chiesa cattolica.

Gli storici ancora oggi si interrogano se il motivo principale di quello scisma fosse soltanto Anna, o se Enrico fu spinto dal desiderio di avere un figlio maschio.

Una cosa certa fu che Enrico VII si innamorò veramente di Anna, prova ne sono le lettere che le scrisse e le varie canzoni composte per lei. Di lei restano alcune lettere, che se mostrano che se non era innamorata di Enrico ne era almeno infatuata.

Il popolo però non simpatizzò mai per lei, preferendole prima Caterina d’Aragona, poi Jane Seymour, terza moglie di Enrico VIII.

Dopo la sua morte pochi pensarono di riabilitarla, nemmeno sua figlia Elisabetta amava parlare di lei, preferendo farsi chiamare “ figlia del grande Enrico “.

Solo negli ultimi tempi si è cercato di riabilitare Anna, impresa difficile ma che sta cominciando a dare i suoi frutti, dissipando l’immagine di seduttrice e di astuta calcolatrice che prima l’avvolgeva, creandole un’autentica leggenda nera.

Enrico VIII morì nel 1547, dopo essersi sposato per la sesta volta con Catherine Parr, solo lei e Anna di Cleves gli sopravvissero.

Elisabetta I morì invece nel 1503, dopo 55 anni di regno. Fu una delle regine d’Inghilterra più amate e rispettate, ricordata ancora con l’appellativo di Gloriana, o con quello di Regina Vergine perché non si sposò mai.

Bibliografia

Carolly Erickson: Anna Bolena

Carolly Erickson: Enrico VIII

Carolly Erickson: Maria la Sanguinaria

Carlolly Erickson: Elisabetta I

Antonia Fraser: Le sei mogli di Enrico VIII

Philippa Gregory: L’altra donna del Re

 

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