Kiss the Boy di Phantom of a Rose (/viewuser.php?uid=121177)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come Vorrei ***
Capitolo 2: *** Non Sei Quello Che Credevo ***
Capitolo 3: *** Bacialo ***
Capitolo 4: *** Finalmente Parte del Tuo Mondo ***
Capitolo 1 *** Come Vorrei ***
KISS
THE BOY
1. Come Vorrei
"Mercedes,
come fa mio padre a non capire?" Kurt sospirò e
nuotò
verso un soprammobile che aveva nella sua caverna. Era una scatola che
suonava una musica lieve mentre una statuetta raffigurante un'umana
danzava al suo interno.
Mercedes nuotò dietro il suo migliore amico,
incerta su che
cosa dire. "Non capisce," ripeté Kurt. "Questo mondo
è
bellissimo." guardò la statuetta che danzava. Poi
Kurt guardò tutto attorno alla stanza la sua enorme
collezione di gingilli e arnesi umani.
"Come può un mondo che fa cose tanto meravigliose essere
cattivo?" nuotò verso un altro scaffale. Kurt
cantò la
melodia suonata dal carillon.
"Guardate un po' quello che ho,
è una raccolta preziosa, lo so.
Vi sembrerà che io sia uno che ha tutto ormai."
Kurt sorrise mentre faceva correre le mani sulla superficie liscia di
tutte le tazze che aveva collezionato. Finn gli aveva detto che
venivano proprio usate per metterci l'acqua. Erano completamente
inutili in fondo al mare, naturalmente.
"Che
tesori, che ricchezze, chi mai al mondo ne ha quanto me?
Ti guardi intorno e dirai: 'Oh, che meraviglie'" Kurt rise
tra sé mentre nuotava velocemente verso lo scaffale di
fronte, prese una scatola piena di aggeggi acuminati.
"Ho le cose più strane
e curiose, non ho nulla da desiderar."
nuotò da Mercedes e aprì la scatola. Quelli erano
tra i preferiti di Kurt, che sorrise. "Vuoi un come-si-chiama? Io ne ho
venti."
Il sorriso di Kurt si spense. Avrebbe voluto poter usare davvero i suoi
tesori. Se ne stavano semplicemente lì, nella sua caverna,
ad
essere osservati. Avrebbe potuto usarli solamente sulla terra.
"Ma lassù cosa mai ci
sarà?"
Kurt mise lentamente giù la scatola. Guardò in
su, verso
il buco sulla cima della sua caverna. Il sole brillava dalla superficie
attraverso le miglia d'acqua. "Imparerei tutto, già
lo so. Vorrei provar anche a ballare." Kurt
piroettò nell'acqua, con le bolle che gli galleggiavano
attorno.
"E a camminare su quei - come si
chiamano?" Kurt si fermò. "Ah - piedi!"
Kurt proò ad immaginare di avere quei piedi al posto delle
sue
pinne. Si coricò nell'acqua e nuotò all'indietro,
scontrandosi con Mercedes.
"Con le mie pinne non si
può far, vorrei le gambe per danzare*"
Danzare. Oh, il solo pensiero faceva battere forte il cuore di Kurt.
Poter essere quella statuetta nella scatola musicale...
"Ed andare a spasso per la - come
si dice?" Kurt si fermò ancora. Le
parole umane erano sempre complicate da ricordare. "Strada."
"Vedrei anch'io la gente che al
sole sempre sta
Come vorrei essere lì, senza un perché, in
libertà."
Kurt si chiese come sarebbe stato camminare e correre. Gli avrebbe
fatto venire il fiatone, come nuotare veloce? Avrebbe sentito il
brivido dell'adrenalina nelle vene?
"Come vorrei poter uscir fuori
dall'acqua, che pagherei per stare un po' sdraiato al sole."
Kurt affondò sul pavimento sabbioso della caverna. Era umido
e
freddo. Mercedes si sistemò accanto a lui, sotterrando come
lui
le pinne nella sabbia.
"Scommetto che sulla terra i figli
non li sgridano mai." sbottò Kurt,
pensando a quanto suo padre si fosse arrabbiato con lui. "Nella vita fanno in fretta ad
imparar." Kurt si tirò su dal
pavimento sabbioso, dirigendosi velocemente verso il suo scaffale di
libri.
Ne prese uno e sfogliò le pagine fradice. Kurt cercava
sempre di
leggere quei libri, ma era così diverso dalla lingua del
popolo
del mare. "Ti sanno incantare e conoscono
ogni riposta a ciò che chiedi."
Kurt mise giù il libro e nuotò accanto a uno dei
suoi
tanti quadri. Era uno dei preferiti di Kurt perché c'era
dipinta
la luce arancione di un fuoco. Si sporse a toccare la fiamma che non
era davvero una fiamma. "Cos'è un fuoco e sai
perché - come si dice? Brucia?"
"Ma un giorno anch'io se mai
potrò esplorerò la riva lassù."
Kurt guardò di nuovo attraverso il buco. Nuotò
verso la
cime della sua caverna. Avrebbe voluto potersene andare da quel
minuscolo luogo e correre in superficie.
"Fuori dal mar, come vorrei
vivere là."
Ma non poteva. Affondò di nuovo lentamente fino a terra,
quasi
senza muovere la sua pinna. Per vivere davvero in superficie, avrebbe
avuto bisogno di gambe e piedi. Come avrebbe mai potuto succedere? Kurt
era nato tritone, e lo sarebbe sempre stato.
La musica del carillon si affievolì fino a spegnarsi. Kurt
normalmente avrebbe girato la manovella dorata così da farlo
ricominciare a suonare, ma rimase semplicemente giù sul
pavimento sabbioso, tracciando figure sulla sabbia con il dito.
Mercedes si rannicchiò accanto a lui.
"Mi dispiace, Kurt," sussurrò. Mercedes era la sua migliore
amica. Conosceva i sogni di Kurt meglio di chiunque altro.
"Anche a me," disse piano Kurt.
***
Kurt si lasciò sopraffare dalla curiosità e
nuotò
in superficie. Le brillanti luci intermittenti che danzavano sulla
superficie dell'acqua erano semplicemente troppo invitanti. Quando la
sua testa ruppe la superficie dell'acqua e Kurt prese un respiro
d'aria, si sentì a casa.
Poi notò una nave e sorrise. Kurt non avrebbe mai rinunciato
alla possibilità di vedere una nave, con degli umani a
bordo,
prima che fosse affondata.
Perciò Kurt aveva nuotato fino all'enorme nave, chiedendosi
il
perché di tutta quella musica e quelle risate. Si
arrampicò sul lato della nave più velocemente
possibile,
con solo le braccia a sostenerlo e si sistemò a guardare da
un
piccolo foro quadrato.
All'inizio, Kurt fece semplicemente correre lo sguardo tra la folla di
umani. Erano così aggraziati mentre danzavano sul ponte
della
nave. Kurt semplicemente adorava le cose che avevano ai piedi. Era
certo che Finn li avesse chiamati Vattelapesca una volta.
Poi Kurt si ritrovò improvvisamente faccia a faccia con la
faccia più pelosa che avesse mai visto. Non riusciva nemmeno
a
vedere gli occhi di quella cosa. Prima che Kurt potesse muoversi, una
lingua umida e bavosa gli stava leccando la faccia. Per un momento,
Kurt stava per protestare per una cosa del genere, ma quell'animale era
così affettuoso che Kurt gli permise di sbavare.
"Max! Qui, bello!" disse la voce di un umano. La creatura, Max,
lasciò Kurt senza nemmeno pensarci e corse ai piedi di un
umano.
Gli occhi di Kurt si posarono dritti su questo umano.
Kurt aveva saputo fin da bambino di non trovare per niente attraenti le
sirene. Si ritrovava sempre a guardare altri tritoni.
All'inizio Kurt era certo che ci fosse qualcosa di sbagliato, ma quando
l'aveva detto a suo padre, lui era stato comprensivo.
Una delle sole cose a proposito delle quali fosse stato comprensivo.
Kurt decise di scacciare il ricordo della mancata esibizione col Glee e
della rabbia di suo padre, e di concentrarsi sull'umano.
Pur avendo sempre trovato i tritoni attraenti, Kurt non aveva mai
realizzato che la cosa potesse valere anche per gli umani.
Questo umano era di gran lunga la persona più attraente che
avesse mai visto. I suoi capelli scuri e ricci erano semplicemente
fantastici. Alcune ciocche cadevano sul suo viso, sul quale
campeggiavano meravigliosi occhi nocciola e un gran sorriso.
Kurt si tuffò a lato, nascondendosi dietro la nave. L'uomo
aveva
guardato dalla sua parte. Il cuore di Kurt batté
furiosamente
nel suo petto. Non era sicuro se questo fosse dovuto al fatto che fosse
quasi stato scoperto o al pensiero degli occhi di quell'uomo che
incontravano i suoi. Kurt avrebbe voluto che fosse possibile.
Kurt sentì da un uomo sulla nave che il nome dell'uomo era
Blaine. Era un principe. Il cuore di Kurt betté
violentemente.
Anche lui era un principe. Poteva significare che sarebbero stati
"degni" l'uno dell'altro.
Dopodiché, tutto accadde molto velocemente.
La tempesta che si stava preparando da lontano si abbatté
improvvisamente su di loro. Rese l'acqua scura e selvaggia. Kurt fu
costretto a saltare giù dalla nave, proprio mentre a bordo
scoppiava un incendio.
Kurt si era appena chiesto che cosa fosse il fuoco.
Niente di buono.
Kurt guardò impotente dall'acqua mentre le persone saltavano
sulle scialuppe. Per qualche strana ragione di
iperprotettività
guardò Blaine salvare il suo cane dalle fiamme e poi saltare
fuori bordo proprio mentre la nave esplodeva.
Kurt seppe che non ce l'aveva fatta. Si tuffò disperatamente
sott'acqua e nuotò tanto velocemente quanto la sua pinna gli
permettesse. Kurt vide l'uomo incosciente, il corpo inerme che
fluttuava nell'acqua.
Kurt lo prese per un braccio e lo trascinò su. Quando
entrambe
le loro teste furono fuori dall'acqua, Kurt non poté fare
altro
che galleggiare mentre le crudeli onde li sospingevano verso una sorta
di spiaggia.
***
Il sole aveva iniziato a sollevarsi dall'orizzonte quando Kurt
trascinò Blaine su una riva sabbiosa. Anche lui si
trascinò vicino all'uomo, mentre la sua pinna si contorceva
nervosamente accanto alle gambe dell'uomo.
Finn era atterrato accanto ai due. Era comparso un momento prima che la
tempesta li colpisse.
"E' morto?" chiese Kurt nervosamente.
Finn tirò su la palpebra di Blaine. Uno dei suoi occhi
nocciola
restituì lo sguardo. Poi volò verso il suo piede,
avvicinandoselo all'orecchio. "Non sento battere il cuore," disse Finn
tristemente, lasciando andare il piede.
"Aspetta," disse Kurt, girandosi a guardare il viso di Blaine. "Sta
respirando!" rise. Kurt guardò il torace di Blaine alzarsi e
abbassarsi. Alzò lentamente una ciocca di capelli dal suo
viso e
la spostò dietro al suo orecchio. "Guarda com'è
bello,"
sussurrò Kurt, più che altro a se stesso.
Quest'uomo viveva la vita che Kurt desiderava così tanto.
Guardò per un secondo le sue gambe, poi di nuovo il suo
viso.
Mise cautamente un mano sulla guancia di Blaine, che stava diventando
lievemente ruvida per la barba non fatta.
"Come vorrei stare qui con te,"
disse Kurt dolcemente. "Cosa darei per restarti accanto."
Kurt immaginò di avere piedi con dita da affondare nella
sabbia
lievemente umida. Avrebbe potuto rimanere qui, accanto a questo
principe Blaine, e stare con lui. Due principi. Kurt si chiese se a
Blaine sarebbe piaciuto. Kurt accarezzò la guancia di
Blaine,
poi tracciò il contorno delle sue labbra lievemente
screpolate.
"Vorrei che tu potessi sorridermi."
Kurt ricordò il sorriso sul suo volto sulla nave, mentre
giocava
con la creatura chiamata Max. Sarebbe stato bello avere un
sorriso
del genere tutto per sé.
Anche se Kurt non poteva vedere, Mercedes e Rachel erano appena state
spinte a riva dalla corrente. La bocca di Rachel si spalancò
alla vista della scena che le si presentò davanti agli
occhi.
Finn gliela richiuse, facendo l'occhiolino al granchietto.
"Mi porterai dove vorrai,"
il calore iniziò ad affluire sulla schiena nuda di Kurt. Il
sole stava facendo capolino dalle nubi temporalesche.
"E del tuo mondo parte
farò. Sempre con te, proprio così..."
La luce del sole non raggiunse solo la schiena di Kurt, ma
brillò anche sul viso di Blaine. Con grande sorpresa di
Kurt,
lui si mosse, alzando la mano per toccare quella di Kurt, che era
ancora sulla sua guancia.
Il cuore di Kurt batteva a un milione di miglia al minuto. Quegli occhi
lo stavano guardando proprio come lui aveva immaginato che avrebbero
fatto. "Solo con te."
finì Kurt, la sua voce sì affievolì
finò a spegnersi.
Poi la testa di Kurt si voltò. Il forte suono prodotto dalla
creatura chiamata Max si sentiva in lontananza. Kurt non voleva essere
scoperto. Anche se tutto nel suo cuore gli diceva di rimanere dov'era,
il suo istinto ebbe la meglio e lui si tuffò nell'acqua
mentre
Blaine cercava di rimettersi in piedi.
***
Mentre Blaine stava riprendendo conoscenza, era consapevole di due
cose:
Primo, tutto faceva male. Sentiva dolore dappertutto.
Secondo, c'era una voce. Una voce che cantava. Era una voce maschile
molto alta, Blaine ne era certo. Blaine aveva un ottimo orecchio
musicale. Sapeva distinguere una voce femminile da una maschile.
Questa era maschile e assolutamente meravigliosa.
Blaine combattè il sonno che minacciava di fargli chiudere
gli
occhi. Voleva vedere la persona alla quale apparteneva la voce. La
musica lo trascinò via e un calore colpì il suo
viso.
Il sole lo accecò per un momento. Tutto ciò che
riusciva
davvero a vedere era il viso di un ragazzo giovane davanti a lui. La
sua pelle brillava per l'acqua e il sole, i capelli castano chiaro
erano umidi e attaccati alla sua testa. E i penetranti occhi
verde-azzurro gli restituivano lo sguardo.
E la voce. La voce era persino più bella ora che era
completamente cosciente.
Poi sentì il suo cane, Max, e il viso guardò
nella sua
direzione, spaventato. L'uomo fu improvvisamente fuori dalla visuale di
Blaine. Lui voleva alzarsi a sedere, ma sentiva dolore dappertutto, e
poi Max fu sopra di lui, che abbaiava e leccava il suo viso.
Blaine riuscì finalmente ad alzarsi e si guardò
attorno
furiosamente, cercando un segno dell'altro ragazzo, ma lui era
scomparso.
Mentre veniva riaccompagnato al castello, Blaine giurò che
avrebbe trovato la voce, e la persona alla quale apparteneva.
Fu solo più tardi, quella notte, che Blaine si rese conto
del
fatto che la melodia della canzone gli suonasse stranamente familiare.
La cosa lo infastidì fino alle prime ore del mattino. Alla
fine,
realizzò che era la melodia del carillon che aveva sua madre
prima di morire.
La melodia l'aveva sempre confortato quand'era bambino. Gli era
dispiaciuto quando il carillon era stato perso, come sua madre e suo
padre, quando la loro nave era affondata, sette anni prima.
La melodia lo pervase per la prima volta dopo tanti anni. Il ricordo di
sua madre che canticchiava con il sottofondo del carillon mentre lo
metteva a letto e il ricordo di quello stesso giorno, l'uomo bellissimo
che cantava la stessa musica, lo cullarono fino a quando non si fu
addormentato.
*Lo
so. Nella versione italiana dice "saltare" in quel punto. Ma ho dovuto
cambiare quella parolina per far filare il discorso ;)
NOTE
della TRADUTTRICE
Ma salve!
Ecco l'inizio
di una nuova, geniale fanfic di Phantom... una long stavolta!:D
Spero che
questa prima parte vi sia piaciuta... tradurrò e
posterò la prossima il più presto possibile... e se
avrò tempo posterò
anche una one-shot!
Se
vi va, fate sapere che cosa ne pensate e io come al solito
girerò tutto alla nostra meravigliosa autrice...
Hugs&Butterfly
Kisses
DreamGirl<3
|
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Capitolo 2 *** Non Sei Quello Che Credevo ***
KISS
THE BOY
2.
Non Sei Quello Che Credevo
Gli occhi
di Kurt bruciavano per le lacrime. Il liquido salato si
mescolò con l'acqua salata attorno a lui. Kurt
accarezzò
la guancia della statua rotta del principe Blaine.
Opera di
suo padre.
Kurt
tirò su col naso. Come poteva suo padre sostenerlo nel suo
essere gay ma non nel suo amare un umano? Secondo Kurt era
assolutamente ipocrita.
La
rabbia gli faceva ribollire il sangue e rese la decisione di andare a
trovare Karofsky molto più facile di quanto non avrebbe
dovuto
essere, anche se le viscide anguille davano i brividi a Kurt.
Naturalmente,
questo era nulla in confronto a quello che provò Kurt quanto
fu
finalmente nella grotta di Karofsky. I suoi tentacoli erano neri e
ondeggiavano in una maniera inquietante. "Ah, Hummel, sapevo che
saresti venuto." Mise il braccio attorno alle spalle di Kurt. A Kurt
venne la pelle d'oca.
"Ho
sentito che hai una piccola cotta per un certo giovane umano." disse
Karofsky, trascinandolo al di là delle strane creature che
abitavano il fondale all'entrata della grotta.
"Come
lo sai?" chiese Kurt lentamente. Stava cercando di divincolarsi dalla
sua presa. Naturalmente suo padre, e praticamente chiunque altro in
tutto il regno, l'avevano avvertito per anni di evitare il Bullo del
Mare.
"Ho
i miei metodi," ghignò Karofsky. Con grande sollievo di
Kurt, lo
lasciò finalmente andare. "Ora, tu vuoi che questo
principino si
innamori di te, giusto?" chiese.
"Beh,
sì," disse Kurt lentamente. "Ma è impossibile.
Non sa nemmeno che esisto. Io sono quaggiù e lui..."
"Bene,
la soluzione del tuo problema è semplice," disse Karofsky.
"L'unico modo per avere ciò che vuoi, è diventare
anche
tu una creatura umana."
Kurt si
congelò. "E tu... sei in grado di farlo?"
Karofsky
ridacchiò. "E' quello che so fare meglio, Hummel."
Karofsky
spiegò a Kurt il procedimento, ma Kurt non era ancora
sicuro.
Non voleva lasciare la sua casa. E poi c'era il pagamento di Karofsky...
"La
mia voce?" squittì, mentre la sua mano correva alla gola. La
voce di Kurt era qualcosa di cui lui faceva tesoro. Sua madre, prima
che morisse, aveva sempre ammirato le sue magnifiche qualità.
"Proprio
così, non potrai più parlare, cantare, niente di
tutto ciò." ghignò Karofsky,
"Ma senza
la mia voce come potrò farlo innamorare di me?" chiese Kurt.
"Avrai
sempre la tua bellezza, il tuo bel faccino e inoltre non devi
sottovalutare l'importanza del linguaggio del corpo," Karofsky rise
forte.
Karofsky
iniziò a raccogliere un fascio di ingradienti spaventosi,
buttandoli dentro ad uno strano calderone. Ci fu un'esplosione e
diversi fumi colorati. Kurt non era ancora sicuro se dovesse farlo o
meno... ma voleva Blaine. Voleva che Blaine lo guardasse con amore
negli occhi.
E così Kurt firmò il contratto e cantò
fino a dar via la sua voce.
La sensazione che seguì fu strana. Kurt sentì
come se la sua pinna venisse allungata e strappata.
E poiKurt sentì il petto in fiamme. Aria, aveva bisogno di
aria.
Mercedes e Rachel apparvero improvvisamente accanto a lui, tirandolo
sempre più su. Kurt era pià leggero ora, per
qualche
ragione. Galleggiava più facilmente. Ma il petto di Kurt, oh
signore, aveva bisogno di uscire dall'acqua.
A poi un dolce sollievo. La sua testa ruppe l'acqua, il sole della
prima mattina che brillava sulla sua pelle. Kurt inghiottì
l'aria. Non era mai stato così bello prima.
Mercedes e Rachel lo stavano ancora trascinando, e finalmente si
stavano sistemando vicino alla spiaggia. Kurt si sedette appoggiandosi
ad una roccia, sospirando. Si tolse una ciocca di capelli dagli occhi,
guardando in basso.
Di fronte a lui c'erano un paio di cose dall'aspetto nodoso.
Com'è che si chiamavano? Ah, sì, ginocchia.
Il cuore di Kurt sobbalzò. Aveva delle ginocchia.
Kurt sollevò piano la sua gamba - la sua gamba! -
destra
dall'acqua. Dal ginocchio in giù c'era un lungo pezzo di
carne
pallida e poi un piede.. Kurt rimase un momento sovrappensiero prima di
provare a muovere le dita. Kurt rimase senza fiato. Era una sensazione
strana, ma era in qualche modo simile a muovere le pinne.
"Oh, no!" disse la voce di Rachel alla sua destra. Era appoggiata su
una roccia e fissava le gambe di Kurt scioccata. "Che cosa
dirà
tuo padre, Kurt? Tu hai delle gambe! Delle gambe!" la sua voce
salì di alcune ottave.
Kurt aprì la bocca, già con una smorfia sulla
faccia,
pronto a zittire Rachel. Certo, era sua amica, ma non doveva rovinare
il suo buonumore.
Niente uscì dalla sua bocca.
Oh, giusto. Niente voce. La cosa lo intristì più
di quanto pensava avrebbe fatto.
"E sei andato a dar via la tua voce al Bullo del Mare!"
sbuffò Rachel. "Come hai potuto essere così
stupido?"
"Vorrei poter avergli dato la tua
voce," pensò Kurt cupo. Ignorò Rachel. Invece,
Kurt
decise che voleva testare le sue nuove gambe. Si spinse su con le
braccia, ... con le sue nuove ginocchia. I muscoli delle gambe erano
nuovi,ma sembravano forti. Era certo che fossero fatti della sua
vecchia pinna.
Kurt si alzò in piedi tremante. Il suo cuore
spiccò il volo. Stava in piedi!
E poi iniziò a cadere. Seguì un enorme splash.
Il camminare probabilmente avrebbe richiesto tempo.
Proprio in quel momento arrivò Finn. Gli ci volle qualche
minuto
per notare le nuove gambe di Kurt, poi Mercedes spiegò il
patto
che aveva stretto con il Bullo del Mare. Finn aggrottò le
sopracciglia. Odiava il Bullo del Mare.
"E adesso deve fare innamorare il principe e lui deve baciarlo - in tre
giorni!" disse Mercedes.
"E non può nemmeno parlare," sbuffò Rachel.
"Il nostro ragazzo può tranquillamente affascinare quel
principe
anche senza la sua voce," insistette Finn. "Potrebbe aver bisogno del
nostro aiuto, ma vedremo come andrà. Prima abbiamo bisogno
di
procurargli dei vestiti."
Kurt alzò un sopracciglio. Era sempre stato interessato al
modo
di vestire degli umano, ma essendo un tritone, non gli serviva a molto
nulla di quello che creavano.
Finn trovò una specie di grossa tela e Kurt si
alzò di
nuovo in piedi. Questa volta, sapeva che cosa aspettarsi. Una specie di
equilibrio naturale venne in suo aiuto. Inciampò molte volte
e
una volta cadde, ma arrivò ad un grosso masso. Prese la
tenda e
se la arrotolò attorno al corpo in un modo simile ad un
certo
dipinto che aveva nella sua collezione. Beh, che aveva avuto.
Era poggiato su una spalla e legato al fianco con una corda che aveva
trovato Rachel-
"Stai bene," disse Mercedes. Kurt sorrise e portò una mano
ai
capelli. Era strano che fossero quasi asciutti. Non ricordava che fosse
mai accaduto.
E poi ci fu quel suono forte. Quel suono che faceva quella creatura,
Max.
"Max! Vieni qui!"
"E' l'umano!" disse Rachel con tono spaventato. Era sistemata in una
piccola tasca della tela.
"Dobbiamo andare!" disse Mercedes. "Buona fortuna, Kurt!" si
tuffò nell'acqua, non la si vedeva più.
Finnvolò
via, ma Kurt lo vide fermarsi a poche dozzine di piedi di distanza.
La creatura chiamata Max arrivò correndo in vista. Kurt
voleva
urlare, invece di arrampicò sul masso. Max gli stava
abbaiando
contro, le zampe anteriori sulla roccia.
"Max, che cosa stai facendo?" rise Blaine, arrivando anche lui in
vista. "Oh."
Kurt spostò gli occhi dalla creatura pelosa per posarli su
Blaine. Il suo cuore si fermò. Era esattamente bello quanto
prima. "Oh, adesso capisco," disse, raggiungendo Kurt.
Kurt stava cercando di aggiustare i capelli che si stavano asciugando,
portando le ciocche indietro. Sorrise più che
poté.
Eccolo lì, Blaine, così vicino.
"Stai bene?" chiese Blaie, in piedi di fronte a Kurt. Si
abbassò per accarezzare Max.
"Mi dispiace se questo stupidone ti ha spaventato. E' del tutto innocuo
e..."
Kurt si bbassò mentre Blaine si alava. I loro volti erano
vicini. Blaine era a bocca aperta e Kurt sorrise. Si chiese se sarebbe
stato riconosciuto... però Blaine l'aveva visto solo per un
momento sulla spiaggia.
"Hai un'aria... molto familiare..." disse Blaine lentamente. "Non ci
siamo già incontrati?"
Kurt annuì furiosamente, il cuore che batteva veloce. Era
davvero possibile che fosse in grado di finire il lavoro il primo
giorno?
"Lo sapevo," sussurrò Blaine. Prese le mani di Kurt nelle
sue.
La pelle di Kurt formicolò al contatto. "Sei tu! Sei lui!
Sei
quello che stavo cercando! Come ti chiami?"
Kurt aprì la bocca, il suo nome sulle labbra... ma niente ne
uscì. Per quanto cercasse di far uscire le parole, quelle si
rifiutavano di farlo. La mano gli corse alla gola e le sue sopracciglia
si aggrottarono.
"Che cosa c'è?" chiese Blaine. Kurt batté sulla
gola.
"Non puoi parlare?" Kurt scosse tristemente la testa. Blaine
apparve chiaramente deluso. "Oh," disse Blaine. "Allora non sei quello
che credevo..."
Kurt non voleva sprecare questa opportunità.
Cercò di
esprimere le parole a gesti. Blaine cercò di indovinare, ma
come
poteva qualcuno spiegare a qualcun altro che una volta era un tritone e
ora un umano?
Nella fretta, Kurt perse l'equilibrio e iniziò a cadere dal
masso. Le mani forti di Blaine presero Kurt e si poggiarono sul suo
fianco. La mano di Kurt affondò nel tessuto liscio della sua
maglia.
Era così giusto...
"Hai l'aria di chi ha passato un mare di guai," disse Blaine, non
più deluso, ma preoccupato. "Vieni, ti aiuto io."
Blaine portò Kurt via dalla spiaggia fino al grande
castello.
Magari non sarebbe stato così male, pensò Kurt.
Forse non
aveva ancora ottenuto il bacio, ma Blaine era molto carino con lui.
Forse poteva convincere il Principe. Dirgli senza parole chi fosse.
Almeno pareva che il Principe lo stesse cercando, il che era
confortante.
I pensieri di Blaine non erano per l'uomo inequivocabilmente attraente
che stringeva tra le braccia, ma per l'uomo misterioso. Quella melodia,
la stessa che sua madre gli cantava, era nei suoi sogni la notte e
nelle sue orecchie durante il giorno. Il viso gli fluttuava davanti
agli occhi, così simile a quello che aveva quest'uomo.
Ma la voce. Quella splendida voce... non poteva essere dell'uomo
silenzioso con lui ora.
Il cuore di Blaine sprofondò. Avrebbe mai trovato quell'uomo?
Molto lontano, molte miglia sotto il mare, Karofsky guardò
la coppia da una sfera di cristallo. Rise cupo.
"Kurt non avrà il principe," meditò cupamente tra
sé e sé. "E poi sarà mio. Per sempre."
NOTE
della TRADUTTRICE
Ma salve!
Perdonate
l'enorme ritardo, ma sono stata impegnatissima e in tutto
ciò ho
anche una long tutta mia da aggiornare... giuro che
tenterò di tradurre e postare al più presto il
prossimo
capitolo... intanto vi ringrazio per i vostri commenti e le vostre
aggiunte a preferiti, seguite e da ricordare... siete fantastici e
magnifici, vi adoro! E con me vi adorano anche la nostra simpatica
pesciolina Mercedes, la nostra granchietta peperina Rachel e
naturalmente i nostri amati principi Kurt e Blaine... e, udite udite,
vi adora anche il nostro Bullo del Mare preferito, il nostro Dave!! xD
...Finn,
dite? No, mi dispiace, Finn non riesco veramente a sopportarlo, devo
far finta che non esista, ne va della mia salute mentale... u.u xD
Ok,
tralasciamo il mio odio per Finn... spero che il secondo capitolo vi
sia piaciuto!
Hugs&Butterfly
Kisses,
DreamGirl<3
P.S.: Riguardo alla puntata 2x16 ho solo un'unica cosa da dire: I'M SO
OVERCOME WITH LOVE!!<333 Ah, sì, e anche
che ho adorato le
canzoni originali... naturalmente la più geniale
è Only
Child("...the only Berry on my family tree!!"xD)... almeno
in questo episodio. La più geniale in assoluto è My Headband(c'è
qualche fan Starkid tra voi?? Perfavore,
ditemi che non sono l'unica cretina ad aver pensato a Ron per tutto il
tempo!!xD)... sono sclerata, lo so, me ne rendo conto, perdonatemi^^
|
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Capitolo 3 *** Bacialo ***
KISS
THE BOY
3.
Bacialo
I
bagni erano una cosa strana. Era quasi come essere di nuovo nel mare.
Ma le bolle erano ovviamente qualcosa che Kurt non aveva mai
visto. Beh, almeno non queste bolle. Mantenevano la loro forma ed erano
simili alla spuma marina al tatto.
La
donna più anziana alla quale era stato affidato il compito
di
pulire e vestire Kurt versò un secchio d'acqua sui
capelli
di Kurt. La donna stava coccolando Kurt- "Addirittura la vittima di un
naufragio," disse.
Pareva
che Kurt le ricordasse suo fratello minore. Era anche troppo felice di
aiutarlo con i vestiti, perché Kurt non aveva mai indossato
cose
del genere prima. Kurt aveva fatto l'errore di tentare di mettere
entrambe le gambe nei pantaloni nello stesso momento e nello stesso
buco.
"Oh, santo cielo," disse la donna. "Povero caro." Poi lo
istruì, spiegandogli che doveva mettere una gamba per volta.
Quando
ebbe finito di vestirsi, Kurt dovette ammettere che adorava come gli
stavano gli abiti. Si sentiva un po' costretto, naturalmente, ma c'era
qualcosa che gli piaceva di quei vestiti.
***
"I giovani per bene non se ne vanno in giro a salvare la gente per poi
dissolversi misteriosamente," disse Will, mettendo il tabacco nella sua
pipa.
"Lui era reale, Signor Schuester," disse Blaine, guardando
il sole che stava tramontando.
Will
sospirò. "Dovresti concentrarti su un buon partito da
sposare,
Blaine. La tua famiglia ha aggirato molte regole per la
tua... inclinazione. Ti è consentito sposare un
uomo, se
è ciò che vuoi, ma deve essere di nobile nascita.
Non un
misterioso sconosciuto," lo schernì.
Blaine aggrottò le sopracciglia.
"Lui è là fuori e io lo troverò,"
insistette.
"Avanti,
tesoro." Sentì la voce di una delle domestiche e
guardò verso la porta. Stava spingendo il giovane nella
stanza.
Era pulito adesso, i suoi capelli ricadevano perfettamente sul suo
viso. Si stava torcendo le mani nervosamente mentre guardava Blaine.
Blaine dimenticò tutti i suoi pensieri per un momento. Gli
occhi
dell'uomo brillarono, avevano il colore e la profondità
simili a
quelle dell'oceano. I vestiti che gli erano stati dati gli stavano
bene, aderivano alla sua figura snella nei punti giusti.
"Wow," soffiò Blaine, dirigendosi verso l'uomo. "Sei
bellissimo."
Blaine era sicuro che, se avesse avuto una voce, l'uomo avrebbe
ridacchiato in quel momento. Non avendola, aveva sorriso e le sue
spalle si erano mosse, rendendo ovvio il fatto che era lusingato.
Blaine offrì una sedia al giovane, sentendo improvvisamente
che
avrebbe dovuto essere più che cortese nei confronti di
quest'uomo così bello.
***
Kurt
studiò la laguna,
giocherellando con il lembo inferiore della maglia che indossava. Non
era ancora abituato a indossare questi vestiti. Erano così
opprimenti, anche se li trovava bellissimi.
Gli occhi di Kurt si fecero strada su Blane. Muoveva i remi
della
piccola barca, con le braccia muscolose che si piegavano incantando
Kurt. Anche dopo aver passato l'intera giornata con Blaine, Kurt
rimaneva ancora senza fiato da quanto era bello.
Blaine gli sorride mentre continuava a remare verso la parte
più buia della laguna. Era bellissimo. L'acqua scintillava
mentre il sole tramontava e gli animali selvatici facevano suoni
bellissimi tutto intorno a loro.
Oh Dio, Blaine era così bello.
Kurt aprì la bocca. Glielo voleva dire, ma... nessun suono
uscì.
Era ancora in lutto per la sua voce. Avrebbe voluto solo che Blaine lo
baciasse per poter parlare e cantare ancora.
"Vorrei che potessi parlare," disse Blaine con un sorriso
triste. Kurt annuì.
Poi, con suo grande imbarazzo, Kurt notò che Rachel, la sua
amica granchio, se ne stava in equilibrio su una pianta lì
vicino. Stava cantando dolcemente nellìorecchio di Blaine.
"Lui ti è accanto, se
ne sta seduto lì.
Non sa cosa dire ma i suoi occhi ti parlano, e tu lo sai che vorresti
dargli un bacio e allora bacialo."
"Hai sentito qualcosa?" chiese Blaine. Kurt si limitò a
scrollare le spalle con espressione innocente. Lanciò
un'occhiataccia a Rachel mentre Blaine non guardava.
Anche se gli umani non potevano capire quello che le creature marine
dicevano, avevano qualcosa come un sesto senso per il loro canto. Era
più un sentimento... come se l'animale stesse influenzando
impercettibilmente i pensieri dell'umano. Quindi anche se Blaine non
poteva davvero sentire le parole che gli venivano dette, aveva colto il
messaggio generale, da qualche parte nella sua mente.
Rachel era saltata su una foglia di ninfea accanto a delle anatre e
delle tartarughe, che si unirono a lei. Kurt cercò di
ignorarle
meglio che poté. "Lui ti piace tanto, tanto, da
morir. Forse tu gli piaci ma lui non sa come dirlo."
Kurt alzò lo sguardo e vide che Blaine lo stava fissando.
Sorrise e Blaine rispose al sorriso.
"Ma non servono le parole, sai, e
allora bacialo."
Kurt osò avvicinarsi un po' a Blaine, pregando che anche le
labbra di lui si muovessero, ma lui si ritrasse, mordendo quelle labbra
che Kurt voleva sulle sue. Kurt sospirò.
Blaine voleva baciare questo ragazzo misterioso, davvero. Vederlo
avvicinarsi, anche lui pronto, aveva quasi portato Blaine a farlo.
Questo ragazzo era così... assolutamente fantastico. Anche
se si
erano appena incontrati, Blaine si sentiva come se lo conoscesse da
tempo. Come se l'avesse già incontrato. Blaine non riusciva
a
togliersi dalla testa l'immagine del ragazzo che l'aveva salvato ogni
volta che guardava quel ragazzo di fronte a lui.
Non poteva essere lui, pensò Blaine tristemente. Quel
ragazzo
aveva la voce di un angelo. Quando Blaine si era svegliato sulla
spiaggia, c'era un uomo bellissimo sopra di lui e cantava una melodia
bellissima.
Il ragazzo di fronte a lui non aveva la voce.
"Sha
la la la la la, il ragazzo è troppo timido. Coraggio,
bacialo!
Sha la la la la la, non lo fa, ma che peccato. Se insiste lui lo
perderà."
Kurt appoggiò il mento alla mano. Sembrava che Rachel stesse
convincendo l'intera laguna a cantare. Non sembrava che giovasse a
nulla.
"Sai," disse Blaine, risvegliando Kurt dalla sua depressione. "Mi mette
a disagio non sapere il tuo nome. Proverò a indovinare!"
Kurt
annuì. Era un inizio.
Blaine pensò per un momento, i nomi gli sfuggivano.
"Willard?"
provò. Il ragazzo fece una faccia disgustata. Blaine rise.
"Scusami, d'accordo... che ne pensi di David? Randy?" Ad ogni nome, il
ragazzo scuoteva la testa.
Kurt guardò Rachel arrampicarsi sulla barca e sussurrare:
"Kurt, si chiama Kurt!"
Blaine fece una faccia perplessa. "Kurt?" domandò, quasi a
se stesso.
Kurt sorrise, prese la mano di Blaine e annuì energicamente.
"Kurt?" disse Blaine emozionato. "Il tuo nome è Kurt?" Kurt
praticamentesaltava su e giù mentre annuiva. Solo a sentire
la
voce dolce di Blaine pronunciare il suo nome.
"E' molto grazioso," disse Blaine. "Ti sta bene."
Rachel riprese a cantare. "E'
il momento, guarda che laguna blu. Ora devi muoverti, è
questo
il momento tuo. Non ti parlerà finché tu non lo
abbraccerai e bacerai."
Il sole era ormai completamente tramontato, lasciando la luna piena a
rischiarare la via nella laguna. Kurt si accorse facendo un sobbalzo
che Blaine stava ancora tenendo le sue mani. L'espressione dei suoi
occhi era intensa e pensierosa.
"Sha la la la la la, ora vai,
c'è l'atmosfera giusta, forza, bacialo."
Blaine guardò negli occhi verde chiaro del ragazzo - Kurt -
e
non poté fare a meno di pensare per un momento che si
sarebbe
potuto accontentare di questo ragazzo. Beh, non esattamente
accontentarsi. Kurt era incredibile. Anche se non poteva dire una
parola, Blaine ne era ammaliato. Specialmente quando cercava di fargli
capire quello che voleva dire gesticolando con le mani e cose
così.
"Sha
la la la la la, stringilo, non puoi nasconderlo che lo ami, bacialo.
Sha la la la la la, non parlare, ascolta la canzone che dice bacialo!
Questa musica ti aiuterà, coraggio abbraccialo e dopo
bacialo."
Blaine avrebbe dovuto capire che probabilmente non avrebbe mai trovato
il ragazzo che l'aveva salvato. Il ragazzo con quella voce stupenda.
Forse non era mai esistito, pensò Blaine.
"Bacialo..."
E Kurt era bello e divertente. Blaine riusciva a immaginarsi di stare
con lui. E le sue labbra...
"Bacialo... bacialo..."
Blaine rafforzò la presa sulle piccole mani di Kurt mentre
si
piegava verso di lui. Qualcosa dentro di lui gli diceva che andava bene
baciare Kurt. Che baciarlo era la cosa giusta da fare. Il cuore gli
batteva così forte che stava per schizzare fuori dal petto.
Kurt
era così bello...
Gli occhi di Kurt si stavano chiudendo e Blaine riusciva solo
più a concentrarsi su quelle labbra dall'aspetto soffice. In
quelo momento, Blaine sentì che questa era la cosa giusta da
fare.
"Avanti, bacialo!"
Blaine aveva appena chiuso gli occhi. Sentiva il respiro di Kurt
solleticargli le labbra.
Poi il mondo si capovolse e il suo stomaco sobbalzò. Lui e
Kurt
vennero trascinati in acqua mentre la barca si capovolgeva
improvvisamente.
Blaine tirò fuori velocemente la testa dall'acqua. Per
fortuna,
l'acqua non era affatto profonda. "Woah!" disse Blaine. "Mi chiedo che
cosa sia successo," disse.
Kurt stava sputando acqua e spostando i capelli dagli occhi. Blaine
allungò il braccio e gli offrì la mano. "Ti
prendo io,"
disse con un sorriso.
Kurt guardò in su verso Blaine, bagnato fradicio al punto
che si
vedeva attraverso alla sua maglia bianca. Kurt arrossì
mentre
prendeva la mano di Blaine e improvvisamente si ritrovò in
piedi.
Una parte di Kurt era triste. Era andato così vicino a
baciare Blaine.
Mentre Blaine girava la barca e aiutava Kurt a risalirci, e poi mentre
remava per tornare al castello, capì che probabilmente non
era
destino tra lui e Kurt. Se così fosse stato, si sarebbero
baciati... giusto?
Eppure, Blaine non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse bello
Kurt anche bagnato fradicio.
***
L'incidente della barca scosse Dave. Quel marmocchio ci era andato
così vicino a baciare il ragazzo umano.
"Adesso è ora che io prenda le cose nei miei tentacoli!"
ringhiò.
NOTE
della TRADUTTRICE
Ehilà!!
Ecco il nuovo capitolo tutto
per voi!!
Ma quanto sono dolci Kurt e Blaine??*-*
E quanto è brava Rose??
Per colpa/merito suo mi sto riguardando la Sirenetta a manetta
ultimamente... adoro <3
Beh, fatemi sapere!!
Hugs&Butterfly Kisses,
DreamGirl<3
|
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Capitolo 4 *** Finalmente Parte del Tuo Mondo ***
KISS
THE BOY
4. Finalmente Parte del Tuo Mondo
Era
tardi e Blaine era fuori. Aveva preso la chitarra e stava
strimpellando la vecchia melodia che lo ossessionava. Non era nemmeno
sicuro di che cosa lo ossessionasse di più: se il fatto che
fosse la stessa che sua madre gli suonava quando era piccolo, o l'uomo
che l'aveva cantata e che lui non sembrava riuscire a trovare.
Blaine guardò verso il castello. La
luce di una delle finestre
era accesa. Kurt era alla finestra e guardava fuori. Sembrava un
angelo...
Forse era una cosa stupida inseguire un sogno,
quando aveva qualcosa di reale proprio di fronte a sé.
Frustrato, Blaine buttò la chitarra a
terra e mosse alcuni passi
verso la finestra da cui Kurt stava ora scomparendo. Aveva bisogno di
parlargli. Era bello, carino, e anche se non poteva parlare era una
bella persona. Blaine sarebbe stato fortunato ad averlo.
E poi la sentì. Era la voce. La voce
che aveva perseguitato i suoi sogni, ma li aveva resi degni essere
sognati.
Blaine guardò giù verso le
onde dell'oceano. C'era un
uomo alto che camminava, i vestiti mossi dalla brezza. Stava cantando.
Cantanto la canzone con quella voce divina.
Ma come poteva essere lui? L'uomo che ricordava
era piccolo... un po'
più come Kurt. Quest'uomo era molto grosso e molto alto.
Una luce apparve dove c'era l'uomo. Era accecante
e ipnotica. Scintillò verso Blaine e improvvisamente fu come
svuotato.
***
Kurt aveva il cuore spezzato. Quando si
svegliò per colpa di
Finn che entrò in camera sua volando attraverso alla sua
finestra e dicendogli che il Principe aveva annunciato il suo
matrimonio, Kurt aveva pensato di essere riuscito a conquistarlo.
Ma era corso giù per vedere Blaine al
braccio di un altro uomo.
I piedi nudi di Kurt si mossero sull'acqua mentre
la nave nuziale si
allontanava. Sospirò e si appoggiò sulle mani.
Che cosa
poteva fare? Non poteva dire a Blaine che era lui quello che stava
cercando. Non aveva voce.
Gli occhi di Kurt si volsero verso il sole. Stava
tramontando ormai.
Era il terzo giorno. Presto si sarebbe ritrasformato in un tritone...
sarebbe stato di Karofsky per sempre.
"Kurt! Kurt!" gli occhi di Kurt volarono verso il
punto dove si trovava
Finn nel cielo. Stava volando verso di loro, cadendo sul molo con uno
schianto.
"Stavo volando," iniziò inciampando
sui suoi piedi.
"Certo che stavi volando," sospirò
Rachel.
"E l'ho visto! Il Bello! Voglio dire, il Bullo!* Il Bullo del
Mare!" Finn stava saltando.
"Stava cantando con la voce che ti ha rubato! Ma avete capito che cosa
ha intenzione di fare?" Prese Rachel e la scosse. "Il Principe sta per
sposare il Bullo del Mare perché è stato
imbrogliato!"
"Che cosa possiamo fare?" disse Mercedes
dall'acqua.
Kurt era già in piedi. La nave stava
navigando verso il
tramondo. Si guardò attorno e sentì la voce di
Karofsky... non avrebbe lasciato che rovinasse tutto quanto.
Così Kurt prese la rincorsa e saltò, tuffandosi
nell'acqua.
Era diverso nuotare con una pinna, ma le sue
gambe erano abbastanza forti. Mercedes nuotò accanto a lui.
"Devo andare a chiamare Re Tritone!"
urlò Rachel. "Finn, ritarda
le nozze!" saltò in acqua più velocemente che
poté.
***
Karofsky stava aspettando sull'altare con Blaine
al suo fianco. "Vuoi tu, Blaine, prendere David come tuo sposo?"
"Lo voglio," disse quello sciocco babbeo.
Karofsky sorrise allegro. Il sole sarebbe presto
tramontato e Kurt sarebbe stato suo.
Poi stormi di uccelli gli arrivarono addosso.
Ogni sorta di creatora
marina saltò a bordo, spaventando gli ospiti. Andarono tutti
verso Karofsky. Fu gettato sulla torta da alcune foche, mentre tutto
ciò che gli stava intorno veniva fracassato.
Si alzò in piedi e un grosso uccello
gli starnazzò in
faccia. Lo prese per il collo mentre lui cercava di fare altrettanto.
La collana con la conchiglia che conteneva la voce di Kurt.
E poi - il dolore. Quello stupido bastardino che
gli ringhiava sempre
contro l'aveva morso. Ruggì. La collana stava volando per
aria... atterrò ai piedi di Kurt.
***
Kurt ce l'aveva fatta finalmente. Si
arrampicò sul bordo della
nave, ancora una volta grato per le sua braccia forti. A bordo era
tutto un caos. Ogni sorta di creatura marina stava fermando le nozze.
Vide Karofsky. Vide Finn prendere la collana e la
vide volare per aria.
Si ruppe ai suoi piedi e la sua voce, una dolce, sottile nebbiolina,
vorticò fino alla sua gola.
Kurt poteva finalmente sentire di nuovo la sua
voce, calda e confortante.
La nuvola che annebbiava gli occhi di Blaine
scomparì
improvvisamente. Lui sbatté gli occhi e perse l'equilibrio.
Si
guardò attorno, tra tutto quel disordine, e i suoi occhi si
feermarono su Kurt. C'era una luce attorno a lui... e la voce era
lì che cantava ancora.
La bocca di Kurt era aperta e la luce
entrò e improvvisamente
era Kurt a cantare. Era il viso di Kurt quello che aveva visto il
giorno in cui era stato salvato dallìoceano. Era lui.
"Kurt?" chiese Blaine con tono speranzoso.
"Blaine!"
Sentire Kurt dire il suo nome per la prima volta
fu come una magia.
Blaine si ritrovò a correre da lui, mettendo le mani in
quelle
di lui. "Allora puoi parlare," disse felicemente. "Sei tu."
"Blaine, sta lontano da lui!" Era la vera voce di
Karofsky questa volta, l'incantesimo si era spezzato.
"Eri tu fin dall'inizio," disse Blaine, ignorando
l'altro
uomo."Avrei tanto voluto dirtelo," disse Kurt, gli occhi che
gli
si riempivano di lacrime.
Poi, Blaine si piegò verso di lui.
Ecco qui, pensò Kurt. Questo era il suo bacio.
Dolore. Lo stesso dolore che Kurt aveva sentito
quando Karofsky l'aveva
trasformato in un umano. i suoi pantaloni si strappavano mentre le sue
gambe si fondevano insieme, tornando ad essere la pinna che Kurt aveva
avuto per tutta la vita, prima degli ultimi tre giorni.
Blaine cercò di farlo stare in piedi,
ma Kurt cadde sul ponte,
incapace di farlo. Guardò verso Blaine, impaurito. Blaine
fissò Kurt con gli occhi spalancati.
"Ormai è troppo tardi!" Karofsky stava
uscendo dal suo
travestimento umano, i tentacoli brutti, orribili. Karofsky stava
già prendendo Kurt prima che lui potesse anche solo pensare.
"Addio, ragazzo innamorato," disse con un occhilino. Poi
saltò
nell'acqua.
Fu quasi scioccante per Kurt essere di nuovo
sott'acqua. Non aver
più bisogno d'aria. Era qualcosa su cui però non
si
soffermò. Era troppo impegnato a cercare di liberarsi dalla
presa di Karofsky.
Improvvisamente Burt, il padre di Kurt,
arrivò. Il suo tridente
brillò minacciosamente, puntato al petto di Karofsky.
"Lascia
andare mio figlio," ruggì.
"Non ci penso nemmeno, Hummel," disse Karofsky.
"E' mio ora. Avevamo un
patto." Il contratto luminoso che Kurt aveva firmato, firmato
stupidamente, era di fronte a lui. Le due murene tenevano Kurt
imprigionato, così che non potesse muoversi.
"Papà, mi dispiace, io-" ma le sue
parole vennero interrotte.
Suo padre cercò di rompere il
contratto con il tridente, ma era
legale e vincolante. "Prendi me al suo posto," disse Burt
all'improvviso.
"Aww, non sei il mio tipo," disse Karofsky,
dandogli un buffetto su una
guancia. "Tuo figlio, d'altro canto." Karofsky era andato da Kur e
aveva preso il suo mento tra le mani, scuotendolo. "E' lui quello che
voglio. E ora, ce l'ho." Rise e baciò la guacia di Kurt.
Il sangue di Kurt si congelò. Gli
venne la pelle d'oca. Karofsky aveva solo voluto Kurt per tutto questo
tempo?
"Ti darò qualsiasi cosa," la voce di
Burt era disperata. Fece
fermare Karofsky. Fissò il potente tridente per un lungo
momento.
Beh, pensò all'improvviso, un piccolo
imbroglio sarebbe andato
bene. Avrebbe potuto avere il ragazzo e il potere su tutti gli oceani.
Karofsky sorrise dolcemente. "Credo che potremmo trovare un accordo..."
***
Blaine stava remando verso il mare che ribolliva.
Non avrebbe perso Kurt un'altra volta.
***
Insieme, Kurt e Blaine furono in grado di
distrarre Karofsky. Quando il
bullo, accecato dal potere, si era trasformato fino a diventare
gigante, l'unica cosa che Blaine poté fare fu trafiggerlo
con
una vecchia nave, uccidendolo all'istante.
Quando morì, l'incantesimo che
imprigionava il padre di Kurt e
tutti gli altri poveri tritoni e sirene, fu spezzato. Blaine era
incoscente, ma vivo. Kurt lo trasportò fino ad una spiaggia
e
tornò tristemente in mare. Nuotò verso la sua
caverna,
dove c'erano ancora le rovne dei suoi tesori.
Kurt si guardò attorno. I suoi
comesichiama preferiti erano
rotti. Kurt ne prese uno e lo lasciò subito cadere.
Perché era venuto qui? Non c'era nient'altro che un cuore
spezzato.
Poi Kurt vide il carillon. Lo tirò su
delicatamente e lo
aprì, quasi spaventato che potesse essere rotto anche quelo.
Non lo era. La bellissima usica riempì
l'acqua attorno a Kurt.
Era quasi confortante. Kurt chiuse lil carillon e lo strinse al petto.
"Kurt, figliolo." Burt l'aveva seguito
lì. Mise una mano forte sulla sua spalla.
"Papà," disse Kurt tra le lacrime.
"Lo ami, non è così?"
chiese Burt burbero.
"Te l'ho detto che era così," disse
Kurt, più orgoglioso che poté.
"Me l'hai detto," disse Burt. "Ma è
stato quando ancora ti
piaceva solamente. Era un girino d'amore," fece una risatina, poi
tornò serio. "Ma ora lo sai che cos'è l'amore,
vero?"
Kurt rimase in silenzio. "L'amore è quando vuoi il meglio
per
una persona, anche se significa che non potrai essere parte della sua
vita. Hai lasciato quel ragazzo sulla spiaggia. L'hai salvato anche se
sei di nuovo un tritone."
"Non volevo che morisse," disse KUrt tirando su
col naso.
"E questo, figliolo, è amore." Burt
pensò brevemente a
sua moglie, ormai morta da molti anni. Guardò suo figlio.
Kurt
aveva molto di sa madre. Il colore della sua pinna, le espressioni del
suo viso e, soprattutto, il suo cuore.
Gli sarebbe mancato suo figlio.
***
Blaine gemette. Il sole splendeva su di lui e
gli bruciava gli
occhi. Si sedette, la sabbia che si appiccicava alla sua schiena. Gli
eventi del giorno precedente gli tornarono alla memoria. Si
guardò attorno; dov'era Kurt?
"Blaine!" la sua testa si voltò verso
l'acqua. Ecco Kurt,
immerso fino al ginocchio nell'acqua, vestito di una camicia e dei
pantaloni che sembravano fatti di onde.
Un momento, immerso fino al ginocchio.
"Kurt!" esclamò Blaine, correndo
nell'acqua e abbracciando l'altro uomo. "Ma Kurt, non sei... non hai..."
"La pinna," disse Kut con un sorriso. "Mio
papà è il Re
del Mare e ha poteri molto più grandi di quanto Karofsky
potesse
mai sognare di avere. Adesso ti approva, perciò mi ha dato
quello che voglio." Kurt alzò un piede pallido e delicato
dall'acqua.
Blaine poggiò una delle sua mani
callose sulla guancia liscia di
Kurt. "Mi ha dato te," sussurrò. Blaine avrebbe voluto
sollevare
Kurt e farlo girare in aria. Avrebbe voluto ballare con Kurt e ridere.
Per ora, però, Blaine si
limitò ad abbassare le sue
labbra su quelle di Kurt dandogli il bacio che avrebbe dovuto dargli da
tempo.
Kurt mise le braccia attorno al collo di Blaine,
intrecciando le dita
nei ricci di Blaine. Blaine strinse di più le braccia
attorno ai
fianchi di Kurt, avvicinandolo di più a sé. I due
nemmeno
notavano le onde che si infrangevano sulle loro gambe, troppo persi nel
loro mondo.
***
"Oh, mio Dio," disse Blaine. Dopo essersi
baciati, lui e Kurt avevano
iniziato a camminare verso il castello. Blaine aveva detto che c'era un
matrimonio da preparare, se Kurt lo voleva.
Kurt aveva risposto con un lungo bacio e Blaine
aveva supposto che fosse un sì.
"Che cosa?" chiese Kurt.
"Il carillon..."
urt aggrottò le sopracciglia e
guardò giù. Il
carillon era lì, riposto nel tessuto scintillante dei suoi
vestiti. "Oh, sì. Questo è uno dei miei tesori,"
disse,
tirandolo fuori. "Colleziono cose dai naufragi,£
spiegò.
Avevano smesso di camminare. "Posso vederlo?"
chiese cautamente Blaine.
Kurt annuì e gli passò l'oggetto. Blain fece
correre le
mani sul legno liscio e lo aprì.
La musica era la stessa. La minuscola ballerina
che girava nel velluto era la stessa.
"Era di mia madre," sussurrò Blaine.
"E' morta. In un
naufragio." Blaine guardò verso Kurt. Kurt
sgranò
gli ochi.
"Oh," disse. "Anche mia madre è
morta... c'è stato un
incidente." Kurt aggrottò le sopracciglia e mise una mano su
quella di Blaine. "Mi dispiace."
"Va tutto bene," disse Blaine. "Ma questo... mia
madre me lo faceva
sempre ascoltare prima di dormire. Quando ti ho sentito cantare quando
mi hai salvato sapevo che era la stessa melodia."
"La canto sempre," disse Kurt emozionato. "E'
bellissima." Kurt
rafforzò la presa sulla mano di Blaine. "Sono certo che tua
madre fosse bellissima."
"Lo era," disse Blaine annuendo. Sorrise a Kurt.
"Pare che fosse destino," disse, accennando al carillon.
"Immagino di sì," disse Kurt con un
piccolo sorriso.
"Kurt?"
"Sì Blaine?"
"Canta per me."
Kurt non ebbe bisogno di farselo
ripetere due volte. Il carillon stava ancora suonando la
musica della madre di Blaine.
"Come vorrei stare qui con te,
cosa darei per restarti accanto?" Kurt prese
Blaine a braccetto mentre continuavano a camminare verso il castello. "Vorrei che tu potessi sorridermi."
Blaine gli sorrise e Kurt arrossì.
"Ora si può restare qui
per tutto il giorno al sole così,"
Kurt cambiò le parole sul momento. Perché Kurt
non aveva
più nulla da desiderare. La sua vita era chiara davanti a
lui,
era una vita con Blaine, nel suo mondo.
"Soltanto noi se tu lo vuoi, solo
noi due," cantò Kurt, appoggiando
la testa contro quella di Blaine.
"Ti amo," disse Blaine. Baciò la
fronte di Kurt mentre arrivavano all'entrata del castello.
"Ti amo," disse Kurt. Ricordò quello
che aveva detto suo padre sull'amore.
Kurt era certo che ciò che c'era tra
lui e Blaine fosse vero.
"Tu del mio mondo parte sarai,"
cantò improvvisamente Blaine, prendendolo di sorpresa. Kurt
non
aveva mai sentito Blaine cantare. Aveva una voce rotonda, potente. "Sempre con me, proprio
così, solo con me."
Kurt baciò l'uomo che amava al loro
matrimonio il giorno
seguente, matrimonio al quale parteciparono tutti gli umani della
piccola isola e tutte le sirene e i tritoni del mare che la circondava.
*Nella versione
inglese: "The Bull! I mean, the Bully!" ovvero "Il Toro! Voglio dire,
il Bullo!"... il gioco di parole che mi è venuto in mente
è molto triste e se qualcuno avesse idee migliori sono
assolutamente aperta ad ogni suggerimento! xD
NOTE
della TRADUTTRICE
Ehilà!^^
Ecco a voi l'ultimo capitolo della fanfic... le parole della canzone
alla fine sono state cambiate da Phantom in inglese... io ho seguito la
versione italiana del finale, per la parte di Blaine invece ho seguito
"Part of Your World-Reprise" (che in italiano non ho idea di come si
intitoli) modificandola un po'... spero che non faccia proprio
schifissimo! lol
E
anche questa, purtroppo, è finita... sto già
lavorando ad
un'altra one-shot... a mio parere la più bella che Phantom
abbia
mai scritto u.u spero di poterla postare presto!!
Hugs&Butterfly Kisses,
DreamGirl<3
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