The Prisoner

di K y u H i M e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Richiesta Seccante ***
Capitolo 2: *** Il Nukenin e Il Ninja Medico - Uno Strano Approccio ***
Capitolo 3: *** Una Gelida Notte - Troppo Orgoglio? ***
Capitolo 4: *** Enchanted To Meet You ***
Capitolo 5: *** Konoha ***
Capitolo 6: *** L'Ultima Missione Del Team 10 ***
Capitolo 7: *** Like A Leaf In The Wind ***



Capitolo 1
*** Una Richiesta Seccante ***


"Deidara, da questa sera tocca a te badare al nostro ostaggio" lo informò Pain non appena lui e Tobi furono di ritorno dalla missione.

"Ostaggio?" il biondino guardò il suo capo sbigottito. "non ne sapevo nulla, di chi si tratta?"

"Abbiamo preso una ragazza di Konoha" spiegò il rosso "la useremo come mezzo di scambio: se la rivogliono indietro sono obbligati a consegnarci Kyuubi. Mal che vada finirà in pasto a Zetsu. Ora taci ed esegui gli ordini." terminò freddo.

"Tsk!" pensò Deidara furioso "LORO fanno, brigano e quant’altro mentre IO sono pure obbligato ad aiutarli!" concluse camminando con passo pesante.

"Una ragazza di Konoha ha detto…" riprese dopo "chissà chi è però! Se è quella testa di chewing-gum che ha ucciso Sasori no Danna, proverà il mio ultimo capolavoro artistico, al diavolo gli strabilianti piani di Pain!" s’infervorò.

"Deidara-senpai deve fare da babysitter!" lo canzonò Tobi, puntandogli il dito contro.

Il nukenin della Roccia, si accigliò, e dandogli semplicemente dell'idiota gli scagliò contro una bomba.

Il compagno si mise a correre per tutto il rifugio, in maniera scomposta.

Deidara aprì la porta della stanza dove si trovava la prigioniera, convinto ormai che si sarebbe trovato di fronte a colei che aveva ucciso il suo Danna, l’unico membro dell’organizzazione che avesse mai stimato, invece rimase parecchio sgomento quando scorse una bella ragazza snella, con occhi e capelli molto chiari questi ultimi legati in una coda.

Per il ragazzo fu come trovarsi davanti al proprio riflesso, solo che in versione femminile.

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Capitolo 2
*** Il Nukenin e Il Ninja Medico - Uno Strano Approccio ***


La ragazza era legata ed imbavagliata, ma non sembrava triste o spaventata: aveva piuttosto uno sguardo truce, e l’aria di chi desidera prendere a pugni la prima persona sotto tiro.

Il biondino le levò il bavaglio poi le disse, con un sospiro rassegnato "bene, d’ora in poi passeremo molto tempo insieme…".

"Lasciatemi andare, pezzi di merda!" aveva sbraitato furiosa.

Deidara le rivolse un ghigno beffardo. "Mi dispiace, ma finchè Konoha non accetta la nostra proposta e ci consegna Kyuubi, tu rimani nostra prigioniera. A me importa relativamente" aggiunse "ma sono ordini del ‘grande capo’" fece un espressione schifata poi concluse "dunque sono costretto ad eseguirli…"

La kunoichi improvvisamente si rabbuiò e rimase in silenzio per qualche istante.

Il nukenin non ci fece neanche caso, considerato che era ferito, e il dolore lancinante che provava al braccio era aumentato vertiginosamente proprio in quel momento.

"Aaah" gemette, appoggiandosi debolmente contro il muro.

A quel punto l’istinto di Ino si attivò: si girò di scatto, con aria preoccupata.

In fondo anche quel ragazzo era un essere umano e soffriva. Nonostante fosse suo nemico non ebbe cuore di vederlo in quello stato.


"Sono un ninja medico" lo informò "forse posso aiutarti."


Deidara aprì piano gli occhi, trattenendo un altro gemito e le mostrò la ferita, tirandosi su la manica del cappotto.

Lei l’analizzò per qualche secondo, poi disse "Se mi sleghi posso riparare completamente al danno. Dopo puoi anche imprigionarmi di nuovo se vuoi, tanto non fa alcuna differenza." aggiunse.

Il biondino mise un per un attimo da parte il suo orgoglio e si fece curare dalla sua prigioniera.


"A posto!" rispose Ino sorridendo. Era così tremendamente graziosa, quando incurvava le labbra in quel modo…


Deidara si sentì in imbarazzo: non era solito ricevere sorrisi gentili, né tantomeno a ringraziare, perciò grugnì in modo sommesso, ma non legò nuovamente la ragazza.

Quella era l’unica forma di gratitudine che gli riuscisse di dimostrare.

Con entrambe le braccia di nuovo a posto, egli volle assicurarsi di essere in grado di eseguire ancora tutte le sue tecniche (non si fidava ancora al 100% del jutsu della kunoichi), così iniziò a fare esplodere qualche piccola bomba, tutte incredibilmente artistiche.

"Ammira!" intimò ad Ino. "questa è arte!"

"Sono così belle…" gli rispose inaspettatamente lei "per quale motivo ti riduci ad usarle per scopi malvagi?"

Il nukenin rimase interdetto, e ci impiegò un po’ prima di rispondere.

La verità era che… non conosceva una risposta per quella domanda. Lui era sempre stato in grado di dar vita a quelle esplosioni, ma nessuno le aveva mai apprezzate, per questo alla fine aveva deciso di punire quelle stesse persone proprio per mano delle sue creazioni.

"Allora?" ripetè cocciuta Ino

"Chi non apprezza la mia arte merita di morire per mano di essa" rispose Deidara.

"Sei un animale!" lo appellò lei. "Un degno membro dell’Akatsuki." concluse.


"TI SBAGLI!" urlò lui

"Io disprezzo quest’organizzazione, io… io sono stato costretto a farne parte." terminò pieno di rabbia e odio.

Tutta la sua spavalderia era scomparsa, che cosa gli stava capitando?
 

"Lo sapevo che non potevi essere così terribile" scherzò Ino "in fondo mi hai slegata, no?" e gli fece l’occhiolino.


Così, senza che nemmeno se ne accorgesse Deidara si trovò a raccontarle tutta la storia della sua vita, della sua venerazione per l’arte e soprattutto della profonda tristezza che provava dalla perdita del compagno Sasori, che aveva sempre considerato quasi come un fratello maggiore nonostante la sua freddezza. Questa cosa non la sapeva nessuno, eppure era riuscito a confidarla così rapidamente a quella splendida semi-sconosciuta.

Che fosse sotto qualche sorta di genjutsu? No, non era possibile! Lui sapeva contrastarli, ora!

"In un certo senso, penso di poter capire la tua solitudine" gli confessò poi Ino.

"Sai, penso che nonostante si definiscano tutti miei amici lì a Konoha, non muoveranno un dito per venirmi a salvare. In fondo chi mai scambierebbe Kyuubi con una semplice chūnin senza speciali abilità? Sono convinta che solo Shikamaru e Choji, i miei compagni di team si potrebbero opporre ad una decisione simile, ma in due cosa mai potrebbero riuscire a combinare?"

Ripensò ad Asuma, il suo Sensei assassinato da Hidan. Forse se lui fosse stato ancora vivo avrebbe avuto qualche speranza in più di poter essere liberata. Sospirò con aria grave.

I due si fissarono per un secondo, poi abbassarono lo sguardo, incapaci di aggiungere un’altra parola.



Grazie mille a Kiuxy, Orochiko e tokidoki16 per le recensioni! ^__^ sono contenta che il capitolo sia stato di vostro gradimento, e spero che questo vi piaccia altrettanto!
Rimanete in attesa del prossimo per cominciare ad entrare "nel vivo" della storia! :D

 

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Capitolo 3
*** Una Gelida Notte - Troppo Orgoglio? ***


Calò la sera, e la temperatura nel rifugio iniziò ad abbassarsi. Ino tremava come una foglia.

"Tieni…" le disse Deidara, offrendole il suo cappotto. Cercava ancora un buon modo di ringraziarla per aver curato la sua ferita.

La ragazza lo indossò: era tiepido e profumava di buono.

"Oh… thank you!" fece stupita.

"Hmm" fu la risposta/grugnito che ricevette.

Lei gli lanciò uno sguardo carico di disapprovazione.
 

Ma per quanto Deidara volesse fare il figo, doveva ammettere che quella sera era davvero gelida. Presto iniziò a battere i denti anche lui.
 

"Guarda che possiamo starci in due qui sotto" propose Ino gentilmente, quando si accorse che le labbra del ragazzo erano ormai blu.


"S-scherzi?" sbottò orgoglioso "c-che c-osa t-ti f-fa p-pensare c-che i-io a-abbia b-bisogno d-di s-scaldarmi eh?" concluse balbettando per il gelo.


"Fammi pensare" osservò sarcastica lei "forse il fatto che non riesci nemmeno a parlare da quanto freddo senti? O forse dal fatto che sembra che tu sia stato per ore immerso in una vasca piena di cubetti di ghiaccio? Ma comunque… di che mi preoccupo? Se per caso dovessi morire di polmonite io sarei finalmente libera!" terminò sogghignando.
 

"Tsk." sentenziò il nukenin, lanciandole quella che avrebbe dovuto essere un’occhiata malvagia, ma che riuscì solo con l’intento di divertirla di più.
 

Irritato, tentò di ribattere, ma quando Ino aprì il cappotto facendogli segno di avvicinarsi si precipitò subito accanto a lei.

Non appena furono fianco a fianco, la kunoichi avvertì lo stesso profumo che emanava il cappotto. Era la pelle stessa del ragazzo a emettere una simile fragranza. Sentì l’impulso di stringersi a lui per avvertire meglio quell’odore, ma la sua vicinanza stranamente la imbarazzava e non riuscì a muovere un ulteriore muscolo.


Per rompere il ghiaccio, Deidara la provocò dicendo "Certo che voi ragazze di Konoha dovreste vestirvi di più in questa stagione!"

E passò in rassegna con gli occhi il suo cortissimo top viola con minigonna in tinta.
 

"Ha parlato l’uomo in retina!" lo rimbeccò Ino, riferendosi al completo che il biondino portava al di sotto del cappotto.
 

Si squadrarono in cagnesco, ma ben presto scoppiarono a ridere a crepapelle.
 

"Ammetto" confessò il ragazzo "che l’uomo in retina era davvero un’uscita grandiosa!" terminò con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
 

Così, senza che nemmeno se ne rendessero conto si ritrovarono a parlare di un mucchio di cose, tanto che iniziarono a non considerarsi più una prigioniera e il suo rapitore, ma due semplici amici intenti a chiacchierare serenamente.
 

Qualche tempo dopo, Deidara si addormentò sulla spalla di Ino. L’espressione dolce dipinta sul viso, così diversa dal ghigno beffardo che sfoggiava costantemente, faceva quasi dubitare alla ragazza che quello fosse un membro della terribile Akatsuki.

Nel sonno poi, lui protese un braccio verso di lei, abbracciandola.

La kunoichi cedette alla tentazione di accarezzargli la guancia.

Dopo quel gesto però, sentì di essere arrossita violentemente e sperando che lui non si svegliasse, scosse il capo con forza: ma cosa diavolo le saltava in mente?

Anche se per ironia della sorte si era riuscita a divertire insieme a quel tipo, rimanevano nemici.
 

NE-MI-CI’ scandì nella sua testa. 

Deidara era off-limits. Tabù. Da non prendere nemmeno in considerazione! Non avrebbe più voluto soffrire come per Sasuke… eppure per la prima volta dopo parecchi anni era riuscita a non pensarci per una serata intera…

Tuffò il viso tra le ginocchia per evitare di osservare nuovamente il nukenin, ma non poteva negare di sentirsi davvero molto strana…

Tentando di scacciare ogni tipo di pensiero, e di tornare ad essere la ragazza sicura e risoluta che tutti conoscevano, alla fine prese sonno anche lei.
 

Quando si svegliò, il suo rapitore era già in piedi, ma le aveva lasciato il cappotto.
 

"Tsk. Non passerò mai più una notte attaccato al muro. Mi fa male ovunque! Al diavolo Pain, che mi ha imposto di tenerti qui, d'ora in poi ti segregherò nella mia stanza.". si lamentò Deidara.
"Anche se devo ammettere che in due sotto il cappotto non si sta poi così male..." aggiunse.

Rise, poi continuò "Ascoltami bene, mia cara prigioniera… il 'Grande Capo' mi ha convocato per una missione urgentissima, dunque devo andare…

sono davvero costretto a chiuderti nella mia stanza, dato che non c’è nessun altro libero che possa controllarti…

Ti lascerò qualcosa da mangiare e poi potrai farti una doccia o ciò che preferisci. La porta è sigillata dall’esterno, non provare a fuggire.

Ci vediamo presto!" Concluse sfoderando un altro sorriso luminoso.
 

Ino sentì anche gli angoli delle sue labbra piegarsi automaticamente all'insù, in segno di risposta, e il suo corpo seguire docilmente il biondino, mentre lui la guidava verso la nuova camera e lì la sigillava.

***

 

Una volta uscito dal nascondiglio insieme a Tobi i pensieri di Deidara, di solito canalizzati sulla sua arte o sull’odio che provava verso il Clan Uchiha, erano stranamente rivolti a quell'insolita prigioniera.
 

"Splendida vorrai dire!" gli suggerì una vocina nel cervello.

"Stronzate." Mugugnò lui.

"Se ti scaldi tanto è perché ho ragione" continuò la vocina

"Taci o ti ammazzo!" rispose esasperato.

"Oh, ma tu non puoi uccidermi, io sono la tua coscienza!" spiegò la vocetta "in ogni caso, io ti conosco, sei troppo orgoglioso per ammettere qualunque cosa… spera solo di prendere la tua decisione prima che scada il tempo…" terminò disperdendosi.
 

Deidara rimase immobile con espressione a metà tra il contrariato e lo stralunato.
 

"Come sei distratto oggi, Deidara-senpai!" lo provocò il compagno "non ti sarai mica innamorato?" ridacchiò da dietro la maschera.
 

"Ma che cazzate vai dicendo?!" s’infuriò lui.
 

"P-pauraaaaaaaaaaaaaaaa!" urlò Tobi correndo a nascondersi come al suo solito.
 

"Tsk. L’unico amore che provo è quello per la mia arte!" bisbigliò tra sé e sé.
 

Ma era vero che quel giorno qualcosa in lui non andava, e soprattutto non poteva negare di avere una voglia matta di tornare al rifugio.
Anzi, una voglia matta di tornare da lei.



Grazie ancora ad Orochiko per la recensione! Un ringraziamento speciale anche a tutti coloro che hanno letto ed iniziato ad apprezzare questa storia! ecco a voi il nuovo capitolo... e speriamo di aver fatto nuovamente un buon lavoro! ^^
( Perdonate la presenza di qualche parolaccia, ma mi sembrava rendessero più realistici i dialoghi di Deidara... ^__- )

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Capitolo 4
*** Enchanted To Meet You ***


Quando rientrò, Deidara si fiondò subito nella sua stanza, dove trovò Ino intenta a fantasticare su qualcosa a lui ignoto.
 

"Inchinati dinnanzi al mio genio creativo!" la salutò con un sorriso radioso, mentre faceva esplodere una piccola bomba.
 

La ragazza ridacchiò poi aggiunse "Sempre così maledettamente pieno di te eh?" e gli tirò una gomitata.

"Comunque mi spiace dirtelo, ma ti ho consumato tutta l’acqua calda. Del resto una signorina deve prendersi cura del proprio corpo, no?" lo informò facendogli la linguaccia.


"Sono uno shinobi, sopravviverò." rispose con un cipiglio seccato. In realtà fingeva.


Quando il nukenin ebbe finito di rinfrescarsi per bene, ripresero a conversare piacevolmente come il giorno prima, ed Ino sperava quasi che Konoha si dimenticasse di lei, lasciandola insieme a quel ragazzo per sempre.
 

"Bene! Questa notte potrò finalmente dormire in un letto!" esclamò la kunoichi qualche ora dopo.
 

"Non pensarci neanche." Replicò risoluto Deidara "MIA la stanza. MIO il letto. Ringrazia ancora che ti lascio libera." Concluse.
 

"Tsk, sei proprio il solito barbaro. Lasciar dormire per terra una povera fanciulla…" sentenziò, con le palpebre a mezz’asta.
 

Il biondino di Iwa si accigliò, poi con un sospiro a metà tra il rassegnato e il divertito acconsentì  "Va bene, ma a patto che ce lo dividiamo."

Aveva terminato questa frase con un ghigno che lasciava intendere parecchie cose, e una strana luce nello sguardo.
 

"Pervertito!" gli intimò lei scandalizzata.
 

Deidara sospirò nuovamente, poi si arrese e le concesse "Hai vinto, ma solo per questa notte!"
 

Ino ci si tuffò subito, ma quando vide il suo rapitore appisolarsi a terra stringendo un cuscino, provò nuovamente una sorta di tenerezza per lui e disse "Scusami. Sono un’egoista, vieni pure."
 

Il ragazzo, come la sera prima non se lo fece ripetere due volte. Era come se quella biondina riuscisse a piegare la sua volontà ogni volta che parlava, e ancora non riusciva a spiegarsi se la cosa gli piacesse o lo irritasse.
 

Finirono così per passare un’altra notte stretti l’uno all’altra.

Si risvegliarono abbracciati, con il viso a pochi centimetri di distanza e per lo stupore e l’imbarazzo cacciarono entrambi un urlo, e nell’atto di scostarsi ruzzolarono rovinosamente giù dal letto.

Superato lo shock iniziarono a ridere e dopo che Deidara ebbe finito di prepararsi annunciò che Pain aveva bisogno di lui anche quel giorno, dunque era tempo di una nuova missione.
 

Ino Si morse il labbro. "Non andare!" avrebbe voluto urlargli, ma il suo innato orgoglio le impediva di esprimersi con sincerità.
 

"Vedi di tornare intero, se proprio devi." Sbottò brusca.
 

Lui ghignò svanendo nel tetro corridoio e promettendo di ripresentarsi prima che lei si fosse accorta della sua assenza.

Ed effettivamente così fu, per quella e molte altre volte ancora.

***

Ormai erano passate settimane da quando Ino era stata rapita e segregata in quella stanza, e nonostante Deidara le avesse intimato che avrebbe potuto condividere il letto con lui solo per una sera, in realtà non era passata notte senza che i due prendessero sonno avvinghiati.
 

Quel mattino la kunoichi si era svegliata prima del solito, di soprassalto, con la terribile sensazione di aver avuto un incubo che però non riusciva a ricordare.

Notò che il suo rapitore era ancora assopito. Lo strinse forte a se, come per provare la sua reale esistenza, e il solo contatto con quel corpo caldo la fece sentire immediatamente più calma.

Ormai era inutile continuare a negarlo a sè stessa: lo amava, come probabilmente non aveva mai fatto con nessun altro. Amava quel suo sorriso beffardo, quella sua aria così maledettamente arrogante… e anche quella bizzarra tenerezza, che era in grado di suscitare nel suo animo.

Ma non riusciva ad essere serena: lui era un ninja traditore senza patria né legami, mentre lei aveva una famiglia e un villaggio a cui essere fedele…

Comunque fossero andate le cose, tra loro non avrebbe mai potuto funzionare. Appartenevano a due mondi diversi.

Non potette fare a meno di pensare di essere sempre così maledettamente sfortunata in amore…
 

Lo avvicinò ancora di più a sé, decisa a godersi ogni singolo istante che le era stato concesso con quel ragazzo. Anche se questo fosse significato provare un’immane sofferenza nel momento della separazione.
 

***
 

Una volta svegliato e preparato, Deidara era nuovamente in procinto di partire per una missione.

Ino non riusciva a guardarlo.
 

"Che cosa c’è?" le chiese il biondino, con una gentilezza mai vista
 

Lei si limitò a scuotere la testa, per impedire alle lacrime di scendere, ma ormai era troppo tardi.
 

Lui se ne accorse e le sollevò il viso, asciugandole le guance.
 

"Ti prego, torna…" lo supplicò tra silenziosi singhiozzi afferrandogli il polso. "presto." Aggiunse poi.

In realtà l’ultima parola l’aveva detta per fare sembrare la frase meno tragica.
 

Ma sapeva che lui aveva perfettamente compreso il significato delle sue parole. Era preoccupata per la sua vita, molto più in precario equilibrio di quella di un normale shinobi.

Questa volta le sorrise mestamente, poi d’impulso l’abbracciò. Non sopportava che soffrisse, detestava vederla in quello stato, anzi… odiava essere lui a ridurla così.
 

Poco a poco, con naturalezza, si avvicinò pericolosamente al suo viso, accarezzandola. "Hai la mia parola" la rassicurò, sussurrandole nell’orecchio. Poi ridusse ancora le distanze tra i loro volti.
 

Ino quasi stentava a crederci, da quanto stava capitando tutto così velocemente.

Ora poteva perdersi in quei vispi occhi azzurri, così chiari, poteva avvertire il suo profumo…

Il martellare eccitato dei loro cuori si fece simbiotico, mentre le loro labbra quasi si sfioravano…
 

"Deidara-senpaaaaaai!" urlò una voce fastidiosa fuori dalla porta.
 

Si staccarono l’uno dall’altra, come se avessero ricevuto una scossa.
 

"Che diavolo vuoi, Tobi?" sbraitò Deidara, il viso contratto dall’ira.
 

"Senpai, Senpai siamo in ritardo!" cantilenò.
 

"IO. TI. AMMAZZO!" Lo minacciò con un tono di voce decisamente spaventoso.
 

"Waaaaaaaa! Senpai non essere crudele con Tobi, perchè Tobi è un bravo ragazzo!" piagnucolò il compagno allontanandosi di corsa dalla porta.
 

"Manterrò la promessa" sussurrò poi ad Ino, passandole una mano tra i capelli lucenti. Dopodiché uscì dalla stanza.
 

Si sentiva rassicurata? Oppure la terribile sensazione di abbandono era cresciuta? La kunoichi non sapeva spiegarselo in nessun modo.
 

"è stato incantevole conoscerti" riuscì solo a sussurrare, allungando il braccio verso il luogo dove poco prima si trovava quel nukenin dai capelli d’oro.
 

"I was enchanted to meet you."




Come sempre un caloroso ringraziamento ad Orochiko, adoro le tue recensioni, mi fanno davvero piacere! ^__^
In ogni caso... ecco a tutti voi il nuovo capitolo, hope you like it!

Ah, forse dovrei 'ringraziare' anche la canzone "Enchanted" di Taylor Swift, che è stata fonte di ispirazione del titolo! xD

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Capitolo 5
*** Konoha ***


Erano trascorsi secondi? Minuti? Ore? Giorni? Ino non lo sapeva più ormai, l’unica cosa di cui era certa era del fatto che non si era mossa di un solo millimetro dal luogo in cui stava per ricevere quel bacio, poi così drasticamente interrotto, rubato, quasi come un tesoro andato perso poco dopo il suo ritrovamento.

Perchè si era comportata così? beh, semplice: era un disperato tentativo di impedire anche ai suoi pensieri di muoversi.

Provò quindi a concentrarsi, sul cielo chiaro che riusciva a scorgere dalla finestra, ma si rivelò un’impresa impossibile in quanto ogni misero dettaglio, ogni sfumatura di colore non faceva che parlarle di quel nukenin dagli occhi vispi e brillanti.

Calò la sera e di conseguenza iniziò di nuovo a fare freddo, ma questa volta non c’era nessuno che potesse prestarle il suo cappotto o proporle con giocosa malizia di dividere il letto. Sorrise a quei ricordi, ma poi il devastante senso di malinconia prese completamente il sopravvento.
 

Decise di coricarsi da sola, forse se fosse riuscita ad addormentarsi, al suo risveglio l’avrebbe trovato accanto a se, con quel sorriso arrogante, mentre giocherellava con i suoi capelli.

Strinse le mani al petto, come a voler trattenere, quasi abbracciare fisicamente quella speranza e si tuffò completamente sotto le coperte.

 

SBAM!

 

Si udì uno schiocco improvviso, come di qualcosa che esplode con violenza. Il boato fece tremare i muri tutti intorno. Poi ci fu il frastuono di un oggetto pesante che crollava al suolo.
 

Ino riemerse subito dalle lenzuola. "Deidara!" chiamò speranzosa.

Ma non fu il beffardo nukenin ad apparire: nonostante anche il nuovo arrivato fosse un ragazzo biondo con gli occhi azzurri, i segni sul suo viso, la tuta arancione, e il coprifronte di Konoha indossato con fierezza lo rendevano impossibile da confondere.
 

Era Naruto Uzumaki.
 

"Ino, stai bene!" disse con aria sollevata, accorgendosi finalmente della sua presenza "Tranquilla, questa mattina io, Shikamaru, Choji, Sakura-chan e Kakashi-sensei abbiamo catturato il tuo rapitore. Non voleva parlare, allora ci ha pensato Morino Ibiki a fargli vuotare il sacco e finalmente ti abbiamo raggiunta!"
 

La kunoichi lo fissò, con un’espressione di panico dipinta sul volto: dunque Deidara era stato preso e torturato mentalmente! Al solo pensiero di come poteva essere ridotto le si strinse il cuore.
 

"Voleva interrogarlo tuo padre" riprese lui "ma Tsunade baa-chan ha pensato che sarebbe stato meglio se ne fosse rimasto fuori…"
 

Benedisse la sua maestra, che inconsapevolmente l'aveva salvato dal peggiore dei supplizi: Inoichi non ci sarebbe andato leggero, con la persona che aveva rapito sua figlia.
 

"Andiamo, gli altri ci stanno aspettando qua fuori!" la esortò Naruto, prendendola per mano e la trascinandola fuori dalla stanza.
 

Per tutto il tragitto, il jinchuuriki, non smise un solo secondo di chiacchierare, così orgoglioso dell’esito di quella missione, che non si accorse che Ino non aveva proferito una singola parola.
 

Choji, Sakura e Shikamaru le si fiondarono subito addosso, entusiasti di vederla sana e salva, ma solo quest’ultimo, con una veloce occhiata, si era già accorto che qualcosa non andava nella compagna.

Non disse nulla al riguardo, non voleva farsi sentire anche da quella pettegola con i capelli rosa. Ne avrebbe discusso in un altro momento, in un luogo più discreto.
 

Non appena giunsero a Konoha, i consiglieri esigettero che l’ex-prigioniera venisse interrogata sull’avvenuto sedutastante.

Nonostante il parere contrario dell’Hokage, essi furono irremovibili, così Ino fu immediatamente trascinata dinnanzi alla sua maestra e quei tre vecchi che non le avevano mai ispirato fiducia.

Anche i suoi salvatori vennero trattenuti per riportare i dettagli mancanti.


***  
 

Era trascorsa ormai una settimana dal ritorno di Ino al Villaggio della Foglia, e purtroppo non era stata lasciata in pace un solo secondo, continuando ad essere l’oggetto dell’attenzione di tutti, venendo sottoposta ad altri interrogatori.
 

"Si comportano quasi come se fossi anch’io una criminale!" osservò seccata tra se e se, mentre cercava di sgattaiolare da qualche parte senza essere vista.
 

Salì su un tetto seminascosto dall’ombra di altre abitazioni e finalmente fu libera di pensare.
 

Era nervosa: per quanto chiedesse e chiedesse, nessuno si degnava di rivelarle dove si trovava ora Deidara e quale sarebbe stata la sua condanna.

Voleva assolutamente essergli d'aiuto, ma con mezza popolazione che la teneva così morbosamente sott’occhio le riusciva davvero difficile agire.
 

"Hey" la chiamò ad un tratto una voce familiare alle sue spalle.
 

"Shikamaru!" lo riconobbe lei raggiante. Finalmente qualcuno che non la cercava solo per avere una versione di prima mano del resoconto del suo rapimento.
 

"Ino… cos’hai?" andò subito dritto al punto il compagno "non ti ho mai vista così silenziosa, tu hai sempre da blaterare di qualcosa, ma soprattutto non perdi mai occasione per ridere… invece... è da quando ti abbiamo portata in salvo che sei in queste condizioni, e, lo so che probabilmente è una rottura per te parlarne, ma siamo un team e prima di tutto siamo amici, quindi sono sicuro che se ti sfogassi staresti meglio…"
 

Shikamaru, Shikamaru… capiva sempre tutto. Forse era per quel motivo che il nostro lavoro di squadra e il nostro legame si erano rivelati migliori del previsto, nel corso degli anni.
 

"Deidara, quel nukenin…" iniziò, lieta di poter finalmente esprimere le sue preoccupazioni "Dov’è? Come sta? Si è comportato davvero bene con me e sul serio… non penso si meriti ciò che sta passando, anche se non ho la più pallida idea di quale sia stata la sua sorte, visto che nessuno si è preso la briga di informarmi…"
 

Il moro rimase qualche minuto senza proferir parola. Dal suo sguardo Ino capì che lui aveva intuito che tra lei e Deidara non era nata una semplice amicizia, ma qualcosa di ben più forte.
 

Inaspettatamente le tese la mano esclamando "So dove si trova, possiamo aiutarlo a fuggire. Sarà una grossa seccatura, ma lo faccio volentieri per te, Ino"
 

Con gli occhi che brillavano, la ragazza lo abbracciò più forte che poteva. Perché mai aveva avuto un amico migliore di lui, e mai ne avrebbe trovato un altro.


"Grazie, Shikamaru." Disse soltanto, ma il tono della sua voce lasciava intendere tutta la gratitudine che provava verso quel ragazzo.
 

"A-adesso non resta che inventarsi un piano… e che sia il meno palloso possibile!" sentenziò un pò imbarazzato il ninja delle ombre: non era abituato al contatto fisico.

"Forza, andiamo da Choji! Avremo bisogno anche di lui" riprese infine.
 

Così insieme si allontanarono nell'assolata via principale, ignari del fatto che una ragazza dai capelli rosa aveva appena origliato molto attentamente la loro conversazione.




Un grazie di cuore a Orochiko, La_Giuli, Kiuxy e TheLulu96, che mi hanno fatta gasare con le loro recensioni! ^__^
Ringrazio inoltre chiunque segua e apprezzi questa storia: sapere che sta riuscendo bene fa aumentare ancora di più la mia voglia di scrivere...


 

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Capitolo 6
*** L'Ultima Missione Del Team 10 ***


"Dunque…*chomp*mi state dicendo…*chomp*…che dobbiamo aiutare Deidara a fuggire…*chomp*…giusto?" chiese Choji, intento a sgranocchiare le sue inseparabili patatine.
 

"Esatto!" risposero in coro Ino e Shikamaru, ma poi la ragazza aggiunse "Però per farlo avrà bisogno della sua argilla esplosiva! Me l’ha rivelato una sera… usa le sue stesse creazioni per spostarsi, senza di esse il nostro piano non può funzionare." Concluse.
 

"La stanno esaminando i poliziotti… vorrà dire che prima la ruberemo e poi lo libereremo." Sentenziò Shikamaru, con lo stesso tono deciso di quando aveva progettato di vendicare Asuma-sensei.
 

"Io inoltre ritengo più prudente camuffarci come ANBU" propose Ino "così ci sarà più facile infiltrarci nel carcere passando inosservati."
 

"Ottima idea!" convennero i compagni "Allora è deciso" annunciò il moro. "Ci incontriamo a mezzanotte al cimitero."
 

Annuirono, poi sia lui che la biondina uscirono dall’abitazione dell’amico.
 

Intanto Sakura Haruno, che li aveva ascoltati durante la loro precedente conversazione sul tetto, li aveva seguiti fino lì e aveva origliato il loro progetto.

Nonostante fosse tornata ad essere amica di Ino, non riusciva a frenare l’invidia e il senso di inferiorità che provava nei suoi confronti.
 

"Maledizione!" mormorò tra sé e sé "perché tu sei riuscita a dimenticare Sasuke e io no?" si morse il labbro "Non ti permetterò di superarmi! Non ti concederò di essere felice!" concluse. Ormai la sua bocca sanguinava.
 

Poi furtivamente si allontanò. Giunta a casa si chiuse in camera ad elaborare un piano per far andare a monte quello del Team 10.
 

"Dovrei forse avvertire già Tsunade-sama?" si chiese, continuando quella conversazione con il suo inconscio, ma poi ci ripensò e disse "no, forse è meglio lasciare che agiscano… per poi coglierli con le mani nel sacco! Sì, farò così!" convenne.
 

"Ora ho solo bisogno di una spia negli ANBU." Concluse maligna.
 

Così poco dopo, la kunoichi dai capelli rosa s’incontrò con Sai.
 

"Ascolta" gli intimò "stanotte potrebbe compiersi un atto illecito qui a Konoha! Purtroppo è solo una soffiata, dunque non so di che si tratta, in ogni caso… dì alla tua squadra di stare all’erta! Tu verrai con me, così con il tuo jutsu potrai immediatamente avvertire gli altri."
 

"Va bene." Acconsentì lui "ma non sarebbe meglio informare l’Hokage?"
 

"Oh no, Sai!" fece Sakura melliflua "perché farla preoccupare prima del tempo? Se le voci si riveleranno esatte noi verremo accolti come eroi, se invece dovessero essere false nessun altro ne sarà venuto a conoscenza, no?"


Il ragazzo rimase interdetto: non era sicuro che quel piano gli piacesse, ma non gli andava di contraddirla.


*** 
 

Mezzanotte
 

Ino fu la prima a raggiungere il cimitero.

Camminò furtiva, ma decisa verso la tomba di Asuma.
 

"Perdonami sensei" disse, posando sulla dura pietra i fiori più belli che aveva portato dal negozio. "Questa potrebbe essere l’ultima missione del Team 10. Sto per tradire Konoha…"

Terminò, mentre una lacrima le rigava la guancia.
 

Quando notò le sagome di Shikamaru e Choji si affrettò a raggiungerli, senza più voltarsi verso la lapide.
 

"Allora andiamo!" esclamò il ragazzo dai capelli neri.
 

"Henge!" mormorarono all’unisono, e tutti e tre presero le sembianze di un ANBU, completi di maschere e lunghi cappotti neri.
 

Schizzarono verso il palazzo della polizia, attenti a non farsi notare.

Scivolarono dentro senza emettere un solo suono, il terrore di venire scoperti li divorava.

Continuarono a rimanere in silenzio, poi ad un tratto Shikamaru indicò loro la direzione.

Si bloccarono davanti ad un ufficio. Era chiuso a chiave, ma per il giovane stratega non era un problema forzare la porta manipolando la sua ombra.

Ma non appena questa si fu spalancata, la scena che gli si presentò davanti li lasciò pietrificati dal terrore: Inoichi Yamanaka si era appisolato a pochi centimetri dal sacchetto che avrebbero dovuto rubare.

Incapaci di muovere un solo muscolo, presero a riflettere sul da farsi: un solo passo falso avrebbe potuto essere fatale.

Shikamaru si fermò a pensare, in quella strana posizione che i compagni ormai conoscevano così bene, poi tentò di utilizzare lo stesso jutsu che avevano usato per farsi strada in quella stanza.

Ma non appena arrivò a poca distanza dalla borsetta, Inoichi emise un grugnito e involontariamente abbracciò l’oggetto da loro tanto agognato.
 

"Maledizione!" pensò il moro "questo renderà la missione ancora più seccante!"
 

Choji intanto tremava terrorizzato, Ino sudava freddo.

Il giovane Nara allora tese ancora di più la sua ombra e delicatamente spostò le mani dell’uomo dalla sacca.

Constatato il fatto che fosse ancora nel mondo dei sogni, afferrò la busta e sempre e molto lentamente la tirò verso di sé.

Dopodiché scapparono via in fretta e furia, ma in un corridoio incrociarono Ibiki. Ancora più terrorizzati svoltarono subito l’angolo e fuggirono dalla finestra.

Si fermarono ansimanti a riprendere fiato, poi si dispersero nella notte stellata.
 

"Presto, non perdiamoli di vista!" bisbigliò una voce nuova. Era Sakura, che nascosta nell’ombra aveva seguito ogni loro mossa.

Sai non si pronunciò, ma partì con lei.

Una volta davanti alla prigione di Konoha si nascosero nuovamente nei cespugli, in attesa che le loro "prede" commettessero finalmente il misfatto.
 

Intanto, Ino, Shikamaru e Choji s’intrufolarono nel carcere con molta più facilità di quanto avessero mai immaginato, in quanto tutte le guardie russavano rumorosamente.
 

"Qual è il numero della cella?" domandò la ragazza.

"505, di qua!" le rispose il moro.
 

Anche quel tragitto fu privo di interferenze e questo, a dispetto di quanto si possa pensare, non fece che aumentare la loro tensione.
 

"Ora tocca a me!" esclamò Choji, e con il suo jutsu piegò le sbarre in modo da permettere il passaggio di una persona.
 

Ma stranamente Deidara non si accorse di nulla.
 

Ino notò che il suo sguardo era vitreo, e non rispondeva a nessuno stimolo.

"Dev’essere sotto qualche sorta di genjutsu!" ipotizzò, lasciando trapelare un briciolo di preoccupazione nella voce.

"Meglio così!" rispose Shikamaru "Almeno non ci sarà bisogno di spiegargli cosa stiamo facendo, e ora forza, via di qui!"
 

Una volta in strada, Sakura si sarebbe aspettata di veder comparire tre ANBU e il nukenin dell'Akatsuki, invece tutto ciò che vide furono quattro figure incappucciate.
 

"Ma certo! Si è trasformato!" s’illuminò la kunoichi. Però nel dirlo scivolò a terra, provocando un rumore sordo che riecheggiò nella la via deserta.
 

La bionda prontamente lanciò due fumogeni nella direzione da cui aveva udito il rumore, poi fuggì alla velocità della luce insieme ai compagni.


"Dove diavolo saranno andati ora?" esclamò isterica la kunoichi dai capelli rosa, con gli occhi che ancora le bruciavano.
 

Sai intanto era uscito dal suo nascondiglio e stringendo in mano una cosa sottile e leggera.

Una patatina.

E di fronte a lui si estendeva un’intera scia, che portava verso il luogo dove Ino, Shikamaru, Choji e Deidara erano diretti.

"Un percorso di patatine?" domandò Sakura. "Sai, ma come…?"
 

"Ho cercato di colpirli con un kunai proprio mentre ripartivano, evidentemente devo aver centrato la borsa di uno di uno di loro." spiegò il ragazzo.
 

"Sei stato grandioso!" esultò lei.

Il giovane ANBU, intanto, che in mano sorreggeva ancora lo snack come fosse una reliquia, realizzò finalmente che dietro alle figure mascherate si celavano i membri del Team 10.






Bene, mi rendo conto di averci messo secoli a scrivere questo capitolo, ma purtroppo durante le vacanze sono stata impegnatissima! ;D
Come sempre mille grazie a chi recensisce, in questo caso La_Giuli, Orochiko e milla96!
Grazie infinite anche a voi che continuate a seguire questa storia silenziosamente, spero di essere stata all'altezza delle vostre aspettative... ^_^
alla prossima!

____InoBang

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Capitolo 7
*** Like A Leaf In The Wind ***


"Maledizione, sono stato colpito!" esclamò Choji preoccupato, non appena si fermarono nel bosco poco lontano da Konoha.

In mano stringeva il pacchetto di patatine bucato, ormai vuoto.
 

"Che cosa?" sbraitò Ino "Possibile che tu non riesca a smettere di mangiare neanche in momenti come questi? Le patatine sono la tua firma, chiunque le trovi capirà che si tratta di te o di noi!" terminò furiosa, anche se in realtà dietro alla sua rabbia si nascondeva solo la terribile preoccupazione di aver cacciato nei guai i suoi più grandi amici.
 

"Shh!" intimò loro Shikamaru "Anche se dovessero averci seguito, le patatine non erano abbastanza per coprire l’intero tragitto, prima o poi saranno costretti a fermarsi. Ora forza, Ino, libera Deidara dal genjutsu e fa che si sbrighi ad andare."
 

La kunoichi gli si avvicinò, guardandolo dritto negli occhi vitrei, poi con una mano, scostò dolcemente il ciuffo dal suo viso ed iniziò ad accarezzarlo.

Indugiava nello sciogliere la tecnica, perché sapeva che una volta tornato in sé se ne sarebbe andato, e probabilmente le loro strade non si sarebbero mai più incrociate.
 

"Kai!" mormorò, con la voce quasi spezzata dalle mille emozioni che esplodevano in lei, proprio come una bomba.
 

Non appena il nukenin si fu ripreso, sbattè gli occhi ed esclamò "Che cazzo ci faccio qui? Voi chi siete? Cosa volete da m…"

Ma si fermò quando Ino posò un dito sulle sue labbra per fargli segno di tacere.
 

"Tu…? cosa…?" domamdò, con un tono a metà tra lo stupefatto e il raggiante.
 

"Ti sto aiutando a fuggire!" spiegò lei, cercando di mantenere sotto controllo i suoi sentimenti.
 

Lui le sorrise, lo stesso sorriso mesto che aveva tirato fuori l’ultima volta che l’aveva visto al rifugio dell'Akatsuki, poi la strinse nell’abbraccio più riconoscente che avesse mai donato.
 

"Sciocca ragazza!" l’appellò "se venissero a scoprire tutto ciò che hai fatto per me diventeresti una traditrice!"
 

"Non mi importa!" urlò, stringendolo più forte che mai, quasi per provare la sua reale esistenza.

"tu sei esploso come un fuoco d’artificio nella mia grigia e banale vita, era il minimo che potessi fare, e ora sbrigati, va' via! Abbiamo rubato ciò che resta della tua argilla, perciò non dovresti avere problemi…"
 

Ma nel terminare la frase le lacrime contro le quali stava lottando sin dall’inizio si fecero prepotentemente strada, bagnandole il viso e risplendendo di una luce argentata al chiarore della Luna.
 

Deidara gliele asciugò con dolcezza, poi le sussurrò

"Ino, vieni con me!"
 

La ragazza prese a piangere ancora più forte: era euforica perché in quel momento non c’era niente che per lei contasse di più, ma allo stesso tempo era trattenuta dal profondo affetto che provava per suo padre, per i suoi compagni e per il suo villaggio…
 

"Che cosa c’è?" le domandò lui preoccupato, vedendo che la kunoichi sembrava più turbata di prima.
 

"Io… vorrei… oh, se vorrei…" singhiozzò "ma tu fai parte dell’Akatsuki! Se rimanessi con te sarei costretta a schierarmi contro la mia stessa famiglia…"
 

Il ragazzo non fece in tempo a ribattere che subito si trovò immobilizzato da alcuni strani serpenti sinuosi.

Ino si senti trascinare lontano da un paio di braccia sconosciute, poi udì una voce fin troppo familiare.
 

"Vi ho trovati, finalmente!"
 

I ragazzi del Team 10 e il biondino capirono di essere in trappola non appena riuscirono a distinguere le figure di Sakura e Sai.
 

"COME HAI POTUTO!" urlò Ino con quanto fiato aveva in corpo "pensavo che noi due fossimo tornate ad essere amiche! Ero convinta che ti fossi lasciata dietro ogni rancore! E allora perchè non mi permetti di essere felice con Deidara? È vero, è un nukenin, ma al contrario di quanto si possa pensare è una delle persone migliori che abbia mai conosciuto!  Perché sei così determinata a distruggere questo legame per me così importante?" concluse tremando dall'indignazione.
 

"Ino… effettivamente era così fino a qualche tempo fa." Spiegò la rosa
"ma dopo aver appreso del fatto che tu sei finalmente riuscita a voltare le spalle a Sasuke, riuscendo ad essere felice con questo ragazzo… beh, mi hai schiacciata, dimostrando ancora una volta la tua superiorità. Ed è proprio per questo che ti fermer… hmmm! Hmm!" non riuscì a terminare: Sai aveva immobilizzato anche lei con il suo jutsu.

 

"Sai, ma cosa…?" chiese Ino ormai incredibilmente confusa.
 

"Ino-san, tu hai detto che quello con Deidara per te è un prezioso legame. Fino a poco fa io non riuscivo nemmeno a ricordare il vero significato di questa parola, ma dopo aver conosciuto Naruto-kun… beh, è cambiato tutto. Mi ha fatto capire che ogni persona a cui teniamo è importante, e dobbiamo proteggere tutte le relazioni che ci rendono contenti, a qualunque costo. Ecco perché ho deciso di aiutarti!" raccontò con semplicità.
 

"Oh, Sai!" la bionda gli buttò le braccia al collo "non ti ringrazierò mai abbastanza, davvero!" e gli diede un bacio sulla guancia facendolo diventare scarlatto.
 

Una volta libero Deidara si precipitò da lei accarezzandola, poi propose "ascolta… non siamo obbligati a continuare con l’Akatsuki. Se venissi con me potremmo vivere insieme come preferiamo, potremmo persino smettere di essere shinobi! Te lo giuro, farò qualunque cosa pur di vederti felice, ma ti supplico… non abbandonarmi più!"
 

La tentazione ormai era fortissima, ma Ino non riusciva a togliersi di dosso la sensazione sgradevole di stare tradendo i suoi compagni.
 

Si voltò verso Choji e poi Shikamaru, il quale esclamò "Va’ con lui, è questo ciò che il tuo cuore realmente desidera! Noi ce la caveremo!" terminò strizzandole l’occhio.
 

"…grazie." Sussurrò lei, finalmente sollevata abbracciandoli per l’ultima volta.
 

Il giovane Akimichi cominciò a singhiozzare, così la kunoichi gli disse "Tieni, è il mio coprifronte. Custodiscilo tu, così sarà come avermi accanto ogni volta che vorrai... e pensami quando ti accaparrerai l’ultimo boccone al barbecue, ok?"
 

Scoppiarono tutti a ridere, poi finalmente i due innamorati si allontanarono nel cielo ormai infuocato dell’alba. Era passato davvero così tanto tempo? Ma ormai non importava più, perché gli si prospettava davanti una vita intera, ed infine si scambiarono un bacio. Quel bacio che bramavano donarsi dal primo momento in cui si erano rivisti. Quel bacio interrotto, quel bacio rubato e spezzato che ora poteva giungere ad una serena conclusione e che adesso suggellava il loro meritato lieto fine.
 



Epilogo
 

Per giustificare l’assenza di Ino e Deidara da Konoha, Sai ipnotizzò tutti con uno speciale genjutsu di memoria appreso negli ANBU, ragion per cui tutto il villaggio riteneva che i due shinobi fossero morti assassinati da Sakura, la quale era stata rinchiusa in un ospedale psichiatrico poiché sosteneva che fossero fuggiti aiutati dai membri del Team 10, mentre lei aveva solamente cercato di fermarli.

"Forse siamo stati troppo duri con lei!" esclamò Choji ripensando all'accaduto. "Ti sbagli, questo è ciò che si ottiene a fare del male gratuito! Ora non potrà più nuocere nessuno!"

E insieme si allontanarono, sventolando il coprifronte affidatogli da Ino, in segno di vittoria, proprio come una foglia agitata dal vento.
 



Eccoci finalmente dopo tanto tempo arrivare all'ultimo capitolo.
Ci ho lavorato moltissimo e spero si aver fatto un buon lavoro che possa soddisfarvi tutti! ^^
Grazie per le vostre recensioni, che mi hanno sempre dato la carica!

Alla prossima storia!


____InoBang

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