E se un giorno...inaspettatamente

di asya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I -Otto anni dopo ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Deve esserci una soluzione ***
Capitolo 3: *** Capitolo III possibile soluzione ***
Capitolo 4: *** capitolo IV - Risveglio ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Voglio andarmene da qui! ***
Capitolo 6: *** capitolo VI- non ci posso credere ***
Capitolo 7: *** capitolo VII - Una strana convivenza ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - Piccoli passi ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX-Gelosia? ***
Capitolo 10: *** capitolo X - a distanza ravvicinata ***
Capitolo 11: *** capitolo XI - mi era sembrato che... ***
Capitolo 12: *** capitolo XII - fuga (con un grazie a tutte le persone che mi seguono e mi recensiscono!!!) ***
Capitolo 13: *** capitolo XIII - morire di paura ***
Capitolo 14: *** capitolo XIV - Una visita inaspettata ***
Capitolo 15: *** Capitolo X - cinema e... ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI - Ricominciamo? ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII - Ma non capisci? ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII- Cuore vs mente 1-0 ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX -Ginny ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX - Novità ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI - Eppure... ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII- Lo vuoi davvero sapere? ***



Capitolo 1
*** Capitolo I -Otto anni dopo ***


otto Capitolo I- Otto anni dopo.

Erano passati quasi otto anni dalla fine della guerra ed Hermione, quando aveva dovuto scegliere cosa fare del proprio futuro aveva preso la decisione di fare ritorno nel mondo dei babbani, quel mondo nel quale era nata ed era vissuta fino al compimento del suo undicesimo anno.
Dato che ai tempi in cui frequentava Hogards aveva pensato spesso che sarebbe potuta diventare un medimago e che avrebbe potuto lavorare al San Mungo, a diciannove anni si era iscritta alla facoltà di medicina presso un'Università di Cambridge. Inutile dire che si era laureata a pieni voti: d'altra parte era sempre stata la prima della classe!
Ora stava svolgendo un tirocinio presso un ospedale babbano di Londra. Aveva un piccolo appartamento tutto suo, degli amici ed era soddisfatta della sua vita anche se non aveva ancora trovato il ragazzo giusto. Spesso qualcuna delle sue colleghe aveva provato a combinarle degli "appuntamenti al buio" ma erano tutti finiti in modo disastroso: non era in quel modo che Hermione sognava di incontrare l'uomo con il quale avrebbe condiviso la vita, pensava che non fosse qualcosa che si poteva programmare, sarebbe successo così, per caso quando meno se lo fosse aspettato.
Qualche volta vedeva ancora Ron ed Harry anche se non più spesso come una volta dato che le loro vite avevano preso strade differenti e sia lei che i ragazzi erano molto impegnati dato che i due erano diventati Auror e lavoravano per il Ministero della Magia.
Quel giorno aveva lavorato tantissimo e a mezzanotte si trovava ancora in pronto soccorso dato che una collega le aveva chiesto se poteva sostituirla. Per fortuna sembrava una serata piuttosto tranquilla e lei stava per andarsi a cambiare dato che anche il doppio turno che aveva dovuto fare quel giorno era concluso quando, all'improvviso, arrivò d'urgenza un' ambulanza e gli infermieri  arrivarono con un uomo privo di conoscenza e cosparso di sangue disteso su una barella.
La ragazza lo vide di sfuggita mentre lo portavano in sala operatoria e nonostante le sue condizioni lo riconobbe immediatamente. Mentre una molteplicità di pensieri diversi le attraversava la mente sentì una conversazione tra i soccorritori che avevano appena portato quell'uomo.
-Poveretto, chissà se riuscirà a cavarsela!
-Già e non possiamo neppure avvrtire la sua famiglia o un parente, non aveva addosso nè documenti nè nulla che potesse ricondurci ad un indirizzo. 
Lei sapeva chi era, ma non aveva idea di dove abitasse nè di cosa avesse fatto in tutti quegli anni. Quello che aveva sentito l'aveva profondamente colpita: forse non se la sarebbe cavata. Certo era la stessa persona che per sette lunghi anni non aveva fatto altro che rendere la vita impossibile a lei e ai sui due amici con continui insulti e cattiverie ma ora vederlo così...ora non era affatto diverso da tutte quelle persone che arrivavano lì ogni giorno e che avevano bisogno di aiuto.
Aspettò quasi due ore seduta su un seggiolino fuori dalla sala operatoria. Appena la porta si aprì  si alzò di scatto per andare dai medici che l'avevano visitato.
-Lo conosco, io so chi è...è...Draco Malfoy. Disse tutto d'un fiato. -Come sta? Aggiunse.
-è molto presto per dirlo, lo abbiamo sottoposto a diversi esami, ha subito un forte trauma cranico, ha riportato fratture e contusioni, ma la cosa più preoccupante è che rimane in stato di incoscienza. Fino a quando non si sveglierà non saremo in grado di valutare l'entità dei danni che potrebbe avere subito.
Hermione rimase sconcertata, incontrare Draco Malfoy in fin di vita in ospedale babbano era l'ultima cosa che pensava potesse aspettarsi.
-Quindi sai dove abita. Riprese il medico. -Così possiamo contattare la sua famiglia.
-Mi dispiace. Rispose Hemione. -è dai tempi di Hogar..ehm, della scuola che ci siamo persi di vista, purtroppo non so niente di lui, dovremo aspettare che si svegli.
-Posso vederlo?
-Mi raccomando solo pochi minuti.
La ragazza entrò in quella stanza così asettica che sapeva solo di disinfettante e dove il tempo era scandito dal ticchettio della macchina che controllava il battito cardiaco.
Lo vide, disteso, di un pallore spettrale, cosparso di ematomi, la parte del torace che spuntava dal lenzuolo completamente fasciata.
Per un attimo le venne in mente il Draco che aveva conosciuto a scuola: sprezzante, crudele, con quel ghigno cattivo eternamente dipinto sul volto. Successivamente lo sguardo le cadde sul viso del giovane uomo che aveva vicino: quegli stessi capelli biondissimi scompigliati, gli occhi chiusi e un'espressione distesa. Non potè trattenersi dal pensare di avere sorpreso un angelo addormentato.
Ormai da molti anni non praticava la magia ma capì quasi subito che la medicina babbana non avrebbe potuto fare nulla di più per lui: le fu presto chiaro che era stato vittima di un qualche incantesimo.
Due parole, come tornate da un passato ormai sepolto, riaffiorarono nella sua mente. "San Mungo..."
Certo, l'avrebbe portato lì dove medimaghi esperti avrebbero saputo come curarlo.
Poi, repentino, giunse un altro pensiero. "No, non posso farlo, non si tratta di una persona qualunque, ma di Draco Malfoy, ex mangiamorte figlio di Draco Lucius Malfoy imprigionato ad Azkaban... Non so cosa uno come lui stesse facendo nella Londra babbana ma...che si stesse nascondendo da qualcuno o da qualcosa?"
L'idea del San Mungo era decisamente da scartare.
Si era ritrovata lì a cercare di proteggere il suo ex nemico giurato da un pericolo che forse non era neppure reale. Sentì la testa scoppiare per la stanchezza e a causa di quell'avvenimento così improvviso.
Con la coda dell'occhio scorse un medico che da fuori le faceva cenno che era ora di andare. Quanto tempo aveva passato in quella stanza? Non lo sapeva, era rimasta come sospesa, ne aveva perso la cognizione.
-Ora non posso fare nulla per aiutarti...Sussurrò sottovoce rivolgendosi al biondo che non poteva sentirla. -Ma tornerò domani, mi inventerò qualcosa.

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Deve esserci una soluzione ***


POI Eccomi con il secondo capitolo!


Quando Hermione parcheggiò la propria automobile era ormai notte inoltrata ma quella forte scarica di adrenalina che aveva sentito riusciva ancora a tenerla in piedi. Si sforzò di pensare. Per un attimo l'idea di chiamare Harry e Ron le attraversò la mente.
"No. Si rispose da sola. "Per dirgli cosa? Scusatemi, ho bisogno di aiuto, non so come curare la persona che ha fatto di tutto per rovinare sette anni della nostra vita!"Se solo avesse ricordato quell'incantesimo, quello che il Professor Piton sapeva padroneggiare con una maestria incredibile. Il Professor Piton...anche lui era morto, come Silente, si era sacrificato per proteggerli da Voldemort.
A quel pensiero sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Quella di abbandonare il mondo magico era stata una decisione molto sofferta ma l'aveva presa per lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra, per non avere sempre davanti agli occhi le immagini degli amici morti e ora si rendeva conto che era stato tutto inutile: tutto quello che aveva cercato di seppellire nella parte più nascosta del proprio cuore era tornato con prepotenza a fare parte della sua vita. Non poteva permettersi di abbandonarsi al pianto, non in quel momento. Abbandonò il soprabito all'ingresso e scese in cantina alla ricerca dei suoi vecchi libri di incantesimi e della sua bacchetta: a costo di passare tutta la notte a cercarli li avrebbe trovati. Dovevano essere lì sepolti da qualche parte. Ma dove? Iniziò a scostare scatole e pacchi con foga, a fare dei piccoli mucchi, ma nulla.
Ormai era un bel po' che cercava, le palpebre iniziarono a farsi sempre più pesanti ma l'immagine di quell'uomo dal pallore spettrale, come il lenzuolo sul quale era disteso le diede la forza di continuare.
Improvvisamente una voce scandì la parola "Accio!"...e poi di nuovo, più forte - Accio bacchetta! Hermione si rese conte di essere lei la fonte di quella voce che non sembrava la sua, che sembrava venire da lontano. Si levò un nugolo di polvere che le offuscò la vista, seguirono diversi tonfi, la ragazza incominciò a tossire forte e infine si ritrovò a stringere nella mano destra la sua preziosa bacchetta. Quando la polvere si diradò Hermione si ritrovò a fissare esterefatta la propria mano che stringeva forte quel bastoncino quasi avesse paura di smarrirlo di nuovo. Solo allora permise alle lacrime che aveva ricacciato indietro fino a quel momento di sgorgare: la tensione accumulata in quella sera stava cominciando a sciogliersi.
Aveva cominciato a ricordare l'incantesimo di appello, il primo passo era compiuto anche se la strada si prospettava ancora lunga.
Utilizzando il medesimo incantesimo richiamò a sè tutti i libri di incantesimi seppelliti in quel locale e li vide alzarsi in volo uno ad uno per poi planare andando a formare dei mucchi ordinati ai suoi pedi. Li raccolse e salì le scale carica di volumi. In quel momento la figura di una ragazzina esile con la borsa sempre piena di grossi ed impolverati tomi fece capolino nella sua mente. Sorrise.


Ringrazio Whitney per la recensione!sono contenta che la storia ti abbia incuriosito e spero che continui a leggerla;-)
Ringrazio anche tutte le persone che mi hanno messo tra le suguite e tra i preferiti!

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Capitolo 3
*** Capitolo III possibile soluzione ***


Capitolo III Capitolo III -

Hermione aveva passato tutta la notte a sfogliare quei libri consunti in cerca di una risposta: avrebbe trovato quell'incantesimo di guarigione.
"Incantesimi per riparare oggetti, piccole ferite, ossa rotte...no, un semplice 'Reparo' non può funzionare, non con qualcuno in quello stato!Devo cercare ancora."
Fu riscossa da un trillo: la sveglia, questo significata che erano già le sette e che aveva passato la notte sui libri.
"Come ai vecchi tempi..." pensò sospirando ma con la diffirenza che adesso non c'era in gioco un G.UF.O. o un M.A.G.O. ma la vita di una persona. Si sentì all'improvviso tremendamente sciocca al pensiero di tutto quel tempo passato a studiare quando ora, nel momento del bisogno, non riusciva a ricordare nemmeno una semplice formula. Decise di chiudere i libri e di concedersi una bella doccia altrimenti non sarebbe stata in grado neppure di guidare la macchina fino all'ospedale.
Chiuse gli occhi e si mise completamente sotto il getto caldo, cercò di svuotare per un attimo la mente da tutti i pensieri.
"Feritae...san...Feritae..."
-Feritae sanantur! si ritrovò a gridare sotto lo scroscio dell'acqua.
Uscì velocemente dalla doccia, indossò un paio di jeans, una maglietta rosa antico, ingurgitò il caffè e si precipitò giù per le scale continuando a ripetere mentalmente l'incantesimo.
Guidò fino all'ospedale rischiando una multa per eccesso di velocità.
La prima cosa che fece fu quella di cercare il medico che aveva in cura Malfoy.
-Ciao Hermione, hai l'aria stanca.
-Sì, ehm, non sono riuscita a riposare bene stanotte...
-Immagino che sarai in apprensione per il tuo amico.
"Amico" Si ripetè la ragazza nella mente, era talmente strano, inverosimile che le parole 'Malfoy' e 'amico' fossero accostate.
-Già, ehm, sì...come sta? si è svegliato?balbettò lei
-Purtroppo è sempre stazionario, potrebbe svegliarsi tra un mese, ora o..Vedendo l'espressione di Hermione non ebbe il coraggio di terminare la frase. -Sai, abbiamo cercato sull'elenco telefonico per rintracciare qualcuno dei suoi parenti ma niente, non risulta esserci nessun Draco Malfoy. Quest'uomo sembra essere spuntato dal nulla.
Se non altro era stazionario pensò la ragazza mentre andava a cambiarsi per iniziare il proprio turno. Aveva un piano: avrebbe aspettato la sera, quando non ci fosse stata troppa confusione in giro e poi sarebbe andata nella stanza di lui e avrebbe tentato l'incantesimo.
Si sentiva molto nervosa. Se non avesse funzionato? Se qualcuno l'avesse scoperta bacchetta alla mano? Già immaginava i titoli dei giornali babbani: 'giovane specializzanda accusata di stregoneria'.
Anni di fatica buttati al vento nel tentativo di salvare il suo più acerrimo nemico. Ma non le importava di questo, voleva fare la cosa giusta, come aveva sempre fatto e in questo caso l'unica cosa giusta da fare era aiutare Draco Malfoy.
Attese la sera, si incamminò e riuscì ad infilarsi nella camera di Draco evitando per un pelo due infermiere che stavano passando a controllare i pazienti.
Tirò un sospiro di sollievo quando le due svoltarono nel corridoio opposto al suo. Cercò di ritrovare un po' di calma e, come per tranquillizzarsi, incominciò ad accarezzare la propria tasca nella quale  aveva nascosto l'unica speranza: la sua bacchetta.

Sono tornata con un nuovo capitolo: spero che vi piaccia!vorrei ringraziare chi mi legge, recensisce e mi mette tra le suite e i preferiti.

xDelichan: sì, la soluzione è vicina, almeno per questo primo problema...

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Capitolo 4
*** capitolo IV - Risveglio ***


Capitolo IV Sono tornata con il quarto capitolo!scusate se ci ho messo un po' ma ho avuto parecchio da fare in questo periodo!Finalmente la storia con questo capitolo comincia ad entrare nel vivo: Spero che vi piaccia e che continuiate a seguirmi...ringrazio chi ha recensito, seguito e messo nei preferiti perchè per me è un bell'incoraggiamento a continuare a scrivere;-)!!!!!


Aveva compiuto il primo passo: era riuscita ad arrivare nella stanza di Malfoy senza essere scoperta. Cercò di abituare gli occhi alla luce scarsa, lo vide, addormentato e di un pallore lunare. Estrasse la bacchetta, cercò di concentrarsi e sussurrò la formula: -Feritae sanantur. feritae sanantur...feritae sanantur. Chiuse per un attimo gli occhi, nel timore di vedere se l'incantesimo aveva funzionato. Qundo li riaprì si accorse di avere sconfitto la maledizione che gli era stata scagliata addosso, le ferite erano rimaste: quelle sarebbero guarite da sole con il tempo e la medicina babbana! Con un po' di fortuna l'indomani lui si sarebbe svegliato e avrebbe ricordato tutto e lei avrebbe iniziato di nuovo  il suo cammino per tornare alla vita normale lontano da incantesimi e bacchette magiche.
Lo guardò un ultima volta prima di lasciare la stanza e incamminarsi nei corridoi semideserti fino all'uscita: quella notte sarebbe finalmente riscita a prendere sonno:aveva davvero bisogno bisogno di una dormita ristoratrice.
L'indomani, in ospedale, il medico che aveva in cura Malfoy le corse in contro appena la vide arrivare.
-Ehi Granger, ho una bella notizia: il tuo amico è uscito dal coma e credo che potrebbe svegliarsi a momenti!forse gli farebbe piacere averti vicino...
"Gli farebbe piacere avermi vicino?" Hermione si ripetè queste parole nella mente e si sentì a disagio al pensiero che sarebbe stata proprio lei la prima persona che Draco Malfoy avrebbe visto al suo risveglio.
-G...già..., balbetto e si diresse meccanicamente nella stanza di lui.
Entrò, dormiva ancora anche se ora era in grado di respirare da solo. Guuardò lo schermo che monitorava i suo battiti cardiaci:erano regolari. Poi, per un attimo, smise di guardarlo "con occhio clinico" e non potè impedirsi di pensare che era davvero bellissimo. Arrossì.
Improvvisamente lo vide, con gli occhi ancora chiusi, muovere convulsamente le dita della mano destra, come se volesse disperatamente afferrare qualcosa e d'istrinto prese la sua mano e la srinse. Draco sembrò calmarsi a quel contatto. Rimase così con la mano di lui stretta nella sua fino a quando, lentamente, lui aprì gli occhi e ferito dallo luce li richuse per poi aprirli di nuovo.
Cercò di parlare, la voce gli uscì a fatica, appena un sussurro flebile:
-dove sono?
-Sei in ospedale, hai avuto un incidente, rispose Hemione
-e tu...chi sei?
La ragazza ebbe un attimo di esitazione e poi replicò
-Malfoy, non dirmi che non mi riconosci!
-Malfoy?e chi è?
Dapprima pensò che lui la stesse prendendo in giro, non sarebbe certo stata una novità tra di loro ma quando vidi gli occhi smarriti di lui capì che era sicero: non ricordava nulla, l'incidente gli aveva fatto perdere la memoria!
Mentre era assorta in questi pensieri si accorse che lui stava guardando le loro mani intrecciate con uno sguardo interrogativo.
Questa volta arrossì violentemente, abbassò lo sguardo e liberò velocemente la propria mano dalla stretta di lui.
-Come ci siamo conosciuti?domandò lui
-Eravamo compagni di alla scuola di magia e stregoneria di Hog...Ma non fece in tempo a terminare la frase -mi stai prendendo in giro?replicò il biondo serio.
Hermione fu scossa da un brivido quando ebbe la consapevolezza del fatto che Malfoy non ricordava nulla: non sapeva chi fosse, aveva dimenticato il fatto di essere un mago e non si ricordava neppure di lei, la mezzosangue Granger!
-no, ecco, sì...balbettò, -abbiamo frequentato le superiori nella stessa scuola.
Lui sembrava confuso. -Quindi sai dove abito?se ho una famiglia...o insomma, qualcuno a casa che mi aspetta, replicò speranzoso.
-Mi dispiace, rispose la ragazza abbassando lo sguardo, ci siamo persi di vista dopo la fine della scuola...purtroppo non so nulla di te, non posso aiutarti. Abbiamo cercato a lungo un tuo recapito ma inutilmente: non risulta nessun Draco Malfoy sull'elenco del telefono! Disse queste ultime parole a bassa voce, quasi servisse a rendergli la realtà meno difficile da accettare.
Gli occhi di lui si fecero cupi, velati da un'improvvisa tristezza, la consapevolezza di essere solo lo assalitì come una morsa.
-io devo andarmene di qui!
-Non puoi andare via, hai bisogno di cure!
-Sto benissimo, replicò cercando di alzarsi ma una fitta al petto seguita da un gemito che non riuscì a soffocare lo costrinse a stendersi di nuovo.
-Devi solo avere un po' di pazienza e lasciarti curare, qui ci sono medici bravissimi! Voleva essere rassicurante.
-E chi si occuperà di me?tu? Nel sentire questa frase le tornò alla mente quel biondino arrogante e presuntuoso che aveva perso di vista molti anni prima.
-Forse fuori di qui potrei cominciare a ricordare..., aggiunse, ora in tono pacato.
-Forse, concesse lei, ma ora hai bisogno di riposo. Detto questo chiamò il collega che aveva preso in cura Draco Malfoy.

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Capitolo 5
*** Capitolo V - Voglio andarmene da qui! ***


Capitolo V Eccomi con il quinto capitolo

Il medico lo visitò accuratamente. Finalmente era cosciente, lucido anche se l'aspetto risultava davvero malconcio: ematomi ed ecchimosi ovunque, alcune costole rotte, la caviglia destra incrinata.
Draco era inquieto, impaziente di avere il responso.
-Allora dottore, quando posso andarmene da questo posto?
L'uomo lo guardò allibito, non riuscita a capacitarsi di come qualcuno potesse anche solo immaginare di lasciare l'ospedale in quelle condizioni.
Hermione che era appena rientrata e stava seguendo la scena si ritrovò per la seconda volta in pochi minuti a visualizzare l'immagine un certo biondino orgoglioso e impertimente. Sorrise, lui se ne rese conto e la guardò in tralice a metà tra il perplesso e l'offeso da sotto in su.
-Lei ha bisogno di cure e di molto riposo. Inoltre il trauma subito le ha causato una temporanea perdita della memoria. Rispose il medico. -Non può lasciare ora l'ospedale. Aggiunse con tono categorico.
-E quanto pensa che durerà quest'amnesia?...vede, è talmente seccante...Aggiunse.
-Non possiamo dirlo con certezza, forse qualche giorno o forse un periodo più lungo, mi dispiace ma solo il tempo potrà darci una risposta.
Il biondo si rabbuiò.
-Ora prenda le sue medicine e cerchi di dormire un po'. Dette queste parole lo lasciò nuovamnte in compagnia di Hermione.
-Sembra che per ora io debba restare. Esordì senza troppo entusiasmo quasi a volere rompere il silenzo che si era creato all'interno della stanza.
-io te l'avevo detto. Rispose lei e subito dopo si rse conto che la frase le era uscita fuori con quel tono da maestrina che le era stato proprio tanti anni prima. Guardò Draco quasi si aspettaste un commento, un rimprovero.
-Sissignora maestra. Fu la risposta ma le parole furono dette così, spontaneamente, senza la malizia che era propia del vecchio Draco.
-Così mi piaci. Rispose -Ora fa come ti ha detto il dottore e prendi le medicine. Ti farà bene riposarti un po', sei ancora molto debole.
-Mi fa male dappertutto.
-Lo so. Replicò ripercorrendo con lo sguardo l'intricata geografia dei lividi di lui. -Vedrai, guarirai presto.
-Non andare via. Disse vedendo che lei si stava accingendo ad uscire.
-Devo passare a fare un giro dei pazienti...e...
Lo guardò, in quel momento non c'era più ombra dell'orgoglio dei Malfoy sul quel viso l'unica cosa che si poteva scorgere era il isperato bisogno di aiuto di qualcuno che aveva perso tutto.
-d'accordo, mi fermerò fino a quando non ti sarai addormentato. Concesse. Lui sorrise, lei avvicinò una sedia al letto e prese posto sccanto a lui.
Non passò molto tempo prima che Draco prendesse sonno.
"Sei ancora talmente debole" Pensò Hermione mentre lo guardava addormentato. "E solo poco fa volevi lasciare l'ospedale. Sei diventato talmente bello...be', non che a scuola non lo fossi ma...era difficile vedere oltre il tuo comportamento sprezzante, andare oltre a quelle tue continue battute...e ora sei qui e mi hai appena chiesto di restare ancora un po' accanto a te. Se solo potessi ricordare, se solo sapessi chi sono nei tuoi occhi tornerebbero ad esserci l'odio e il disprezzo di chi si sente superiore per nascita. E io sono qui ad occuparmi di te...come una stupida perchè presto tu ricorderai e mi escluderai dal tuo mondo" Sospirò, si stava affezionando a lui, ne era conpevole e per questo si diede più volte della sciocca. "Se lo venissero a sapere Harry e Ron" al solo pensiero fu attraversata da un fremito. "Ma io sono un medico, è il mio divere occuparmi dei miei pazienti e lui è solo un paziente, uno come tutti gli altri: è questo che deve essere per me".


xSweet me : Grazie della tua recensione!tranquilla Draco ritroverà la memoria ma dovrai avere un po' di pazienza;-) e comunque vedrai che questo suo stato temporaneo riserverà delle sorprese!continua a leggere!
Grazie anche a tutti gli altri che mi leggono e che mi seguono;-)lasciate qualche commentino;-)!

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Capitolo 6
*** capitolo VI- non ci posso credere ***


Capitolo VI I giorni passavano ed Hermione trovava sempre dei momenti liberi tra un massacrante turno e l'altro per passare a trovare Draco ed accertarsi delle sue condizioni, condividere i suoi miglioramenti.
-Ehi, Herm! Era Sarah, una sua collega al corso di specializzazione.
-Ohi, ciao!
-Stai andando a trovare il tuo amico?cinguettò l'altra.
La parola amico nella testa della riccia ancora cozzava con la parola Draco Malfoy!
-Sehm, sì. Rispose provando un certo imbarazzo.
-Davvero carino!Sei proprio fortunata a conoscere uno così...ora capisco il perchè non ti interessava nessuno dei ragazzi che ti abbiamo fatto conoscere....Continuò maliziosa.
-No, ecco vedi lui non...io non...Balbettò -Non siamo una coppia!Terminò la frase tutta d'un fiato.
-Allora magari se voi non...me lo potresti presentare. Aggiunse speranzosa.
-Certo, ecco...quando si sarà rimesso...Replicò titubante.
Sarah la lasciò in mezzo al corridoio.
"Certo...ho detto davvero certo?Ma come ho potuto?stupida!Ma forse almeno la smetterei di pensare a lui!Non devo pensare a lui in quel modo perchè per me e Draco non c'è un futuro"
Arrivò davanti alla porta della stanza di lui, respirò profondamente prima di trovare il coraggio di girare la maniglia e poi entrò.
Draco stava riposando. No, non lo avrebbe svegliato, si sarebbe seduta accanto a lui per un po' e l'avrebbe guardato dormire. No, non lo avrebbe svegliato un po' perchè sapeva che era ancora molto debole un po' perchè ogni volta che si recava da lui temeva sempre di più il momento in cui avrebbe ricordato.
Passato un po' di tempo tornò al lavoro con impresso nella mente il suo viso: era così sereno, non l'aveva mai visto così nei sette anni passati a scuola.
A fine turno decise di passare nuovamente a trovarlo, entrò ma lui non era nella sua stanza:il letto era vuoto. Fu assalita dal panico, chiese ad alcuni infermieri che trovò nel corridoio.
-Scusate, ma il ragazzo biondo, quello della 25 come mai non è nella sua stanza?
I due si guardarono.
-Si riferisce al matto che ha firmato per andarsene?
-sì lui, certo andarsene in quelle condizioni...dove poi...
-è da molto che è andato via?Disse, la voce allarmata.
-Se ti sbrighi lo acchiappi, non credo sia andato molto lontano...in quelle condizioni poi...
Hermione si precièitò verso l'uscita con il cuore in gola e finalmente lo vide. Era nell'atrio e camminava lentamente appoggiato ad una stampaella. Gli si parò davanti.
-Sei diventato matto?dove stai andando?
-Sono un uomo libero: puoi controllare ho lasciato un autografo di là.
-Libero di andare dove?Hai ancora bisogno di cure...
- Me la posso cavare e...non finì la frase perchè un colpo di tosse seguito da un dolore lancinante al petto lo fecero piegare in due e finì con l'accasciarsi addosso ad Hermione.
-Te le puoi cavare?Replicò lei ansimando sotto il suo peso.
-Io me andrò di qui, dovessi farlo strisciando...
-Ascoltami: ho una proposta da farti. Tu non vuoi restare qui ma hai bisogno di cure e non hai un posto dove andare, potresti venire a stare da me per un po'...cosa ne pensi?
Hermione non ci poteva davvero credere, aveva appena proposto a Draco Malfoy di venire a stare da lei.

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Capitolo 7
*** capitolo VII - Una strana convivenza ***


Capitolo VII - Una strana convivenza Il biondò la fissava senza riuscire a rispondere. Quella ragazza di cui lui non ricordava nulla si era appena offerta di ospitarlo a casa, di occuparsi di lui. Non ricordava nulla del proprio passato eppure aveva la sensazione che fosse la prima volta che qualcuno era così gentile nei suoi confronti e lui non sapeva davvero se fosse giusto accettare, approfittare...
Hermione interruppe i suoi pensieri - Io, beh...se non ti va...forse.
- Ehi, certo che mi va è che mi hai lasciato letteralmente senza parole...tu non sai nulla di me eppure...
"Eppure dato che sono una Grifondoro..."pensò lei tra sè e sè. Ma poi gli rispose - Eppure ho deciso che dato che hai bisogno di aiuto e non sembra esserci nessuno che ti conosca a parte me verrai a stare da me per un po'.
Draco sorrise ed Hermione ricambiò.
- Tu rimani seduto e aspettami qui, vado a prendere le mie cose e andiamo a casa.
Lui annuì.
 - Ehi, aggiunse voltandosi, posso fidarmi di te vero? non proverai a scappare di nuovo?
-Non lo farò, promesso.
Hermione sospirò, si sentiva strana, non sapeva come avrebbe gestito quella strana convivenza ma sentiva dentro di sè la serenatà di chi era conscio di avere fatto la cosa giusta.
Quando tornò temette per un attimo di trovare soltanto una sedia vuota ma poi lo vide lì ad aspettarla.
-Andiamo?
Draco sì alzò a fatica, camminava a stento.
-Appoggiati a me, lo incoraggio facendo passare il braccio del biondo attorno alle proprie spalle e cingendogli la vita con il proprio.
Per tutto il tragitto in macchina rimasero in silenzio, poi, finalmente raggiunsero il piccolo appartamento di Hermione.
- Ecco, tu dormirai in camera mia e io mi sistemerò qui. Propose indicando il divano letto del soggiorno sul quale si trovava accoccolato un vecchio gatto rosso.
-No, non se ne parla neppure, dormirò io sul divano.
-Tu hai bisogna di riposare e stare tranquillo per parecchie ore al giorno quindi a te tocca la camera. Il suo tono era diventato autoritario.
-D'accordo, Acconsentì seppure di malavoglia Draco.
Hermione lo invitò a sedersi sul letto.
-Dovrei controllarti la fasciatura. Disse.
E dato che lui rimaneva immobile apparentemente senza sapere cosa fare aggiunse - Dovresti toglierti la camicia.
Lui abbassò lo sguardo e se non si fosse trattato di Draco Malfoy Hermione avrebbe giurato che il suo volto si fosse tinto di un certo rossore: imbarazzo!
-Ehi, non dirmi che ti vergogni, sono un dottore, è il mio lavoro!
Senza rispondere iniziò con il primo bottone ma una fitta al braccio gli provocò un gemito che non riuscì a trattenere.
-Lascia, faccio io. Disse mentre prendeva posto accanto a lui.
Era bella, tremendamente bella e tremendamente vicina a lui.
Nel vedere le sue mani affusolate scorrere sulle asole della propria camicia gli si insinuò un dubbio, doveva sapere se...ma come? E così scelse le parole più dirette che conosceva così come gli vennero.
-Io e te stavamo insieme ai tempi della scuola?
Hermione abbassò il capo, lo scosse e lascò istintivamente la camicia di lui.
-No, certo che no! Lo disse con veemenza.
-Scusami, per un momento ho pensato che...ti ho messo in imbarazzo, sono stato uno sciocco, ti prego, scusami.
Si diede mentalmente dello stupido più e più volte. Ma come gli era venuto in mente di fare quella domanda? Ma lei era così bella: come aveva fatto a scuola a non provarci con una come Hermione Granger? Si disse che o doveva essere stato davvero un ragazzino stupido o forse lei l'aveva semplicemente respinto.

Ringrazio in particolare Delichan e Cecilia per le recensioni al sesto capitolo! e tutti quelli che seguono la mia storia!

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII - Piccoli passi ***


Capitolo VII - Scusami. Sussurrò Draco abbassando gli occhi. - Mi sono comportato come un ragazzino idiota e ti ho messo in imbarazzo.
Draco Malfoy le stava chiedendo scusa, lo stesso biondino che le aveva reso la vita impossibile per tutti quegli anni era lì davanti a lei e le stava chiedendo perdono.
- No, non devi scusarti, ecco davvero, non ce n'è bisogno, tu non ricordi nulla quindi...
- Questo non mi giustifica. La interruppe lui. - Non dovevo chiedertelo e basta.
- Non pensiamoci più, ti va? Domandò lei tornando a sorridere mentre incominciava a cambiare la fasciatura. Tolse le vecchie bende, spalmò un olio sugli ematomi e lo sentì irrigidirsi mentre passava una spolverata di disinfettante sulle ferite ancora aperte.
- Ti ho fatto male? disse allontanado di scatto la mano dal petto di lui.
- N-no...è che...
- Brucia, lo so.
- Un pochino. Ammise il biondo cercando di darsi un contegno.
Hermione si ritrovò a fissare quella schena dalle belle spalle larghe, il cui candore era deturpato da quei lividi ancora così recenti.
Si sentiva le guance imporporarsi, scottare e  ringraziò il fatto che Draco le stesse dando le spalle e non potesse vederla.
Quando ebbe finito passò ad esaminargli il viso, sfiorò con la punta dell'indice il sopracciglio dove i punti di sutura erano ancora freschi e il labbro superiore leggermente tumefatto.
- Va meglio. Sussurrò. - Ora stenditi, io vado a preparare qualcosa per la cena.
Draco si distese e in quel letto soffice che profumava di buono, che profumava di lei fu invaso da un senso di pace. Si ritrovò a fissare il comodino sul quale c'era una foto di una ragazzina dai capelli crespi, sorridente, nell'atto di abbracciare un ragazzino dai capelli scompigliati e occhiali tondi e un altro lentigginoso e rosso carota.
Si sforzò di ricordare qualcosa del suo passato, qualcosa di quella ragazza ma nulla e più si sforzava più si sentiva vuoto e solo.
Quando Hermione tornò con un vassoio e prese posto su una sedia accanto al letto lo trovò pensieroso.
- Eccomi, qualcosa non va?
- Io...noi ci conoscevamo quando è stata scattata quella foto?
- Sì, ci conoscevamo.
-Io ho provato a ricordare, ci provo continuamente eppure...
-Draco, devi smetterla di torturarti, ci vuole del tempo ma la memoria tornerà.
- Vedi è talmente frustrante...essere qui accanto a te, sapere di conoscerti da anni e non ricordare nulla di nulla...sei talmente gentile, disse scostandole un ciuffo ribelle dalla fronte, e...bella. Aggiunse poi sussurrando.
Hermione si sentì avvampare a quelle parole e rimase in silenzio.
- Scusa...io l'ho fatto di nuovo.
Lei alzò gli occhi e lo fissò con un'espressione interrogativa.
- L'ho fatto di nuovo di metterti in imbarazzo...io...
- Si fredderà la cena. Lo interruppe ansiosa di portare la sua attenzione su un altro argomento.
Draco annuì e prese tra le mani il piatto di minestra calda; Hermione fece lo stesso e e fino a che non ebbero finito nessuno dei due alzò gli occhi dal proprio piatto in direzione dell'altro.
Come secondo il biondo trovò una bistecca dall'aria appetitosa minuziosamente tagliata.
Guardò il piatto, poi la ragazza e di nuovo il piattocon una smorfia dipinta sul viso.
"Quanto sei tornato inconsapevolmente Malfoy in questo momento...con quel sorriso beffardo!" Constatò mentalmente la riccia.
- Lo so. Lo anticipò. Sei perfettamente in grado di tagliare la carne da solo ma sarebbe meglio se il legamento del tuo braccio riposasse ancora un po', so quello che faccio, prova a fidarti di me.
La parola fidarsi risuonò nella testa di Draco come se avesse un suono del tutto nuovo, caldo, accogliente. -Io mi fido di te. Rispose meccanicamente.
- Bravo, così va meglio, so che ti sembrano piccoli passi ma guarirai presto e ricorderai. Quando pronunciò quell'ultima parola sentì una fitta chiuderle lo stomaco.

Ringrazio tutti quelli che mi seguono e mi leggono, in particolare Cecilia, Barbarak e Giulia95 che hanno recensito l'ultimo capitolo e tutte le altre persone che mi lasciano una recensione!!
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Capitolo 9
*** Capitolo IX-Gelosia? ***


Capitolo VIII -Ecco qua, la medicazione è a posto, esclamò Hermione controllando, non senza  soddisfazione, il proprio lavoro.
Poi con la punta del dito indice sfiorò delicatamente prima il sopracciglio e poi il labbro ancora tumefatto del biondo. Lo sentì irrigidirsi a quel tocco.
-Ti ho fatto male? Domandò, la voce incrinata da un velo di apprensione.
-N-no...Balbetto lui.
-Le ferite si stanno rimarginado bene, tra poco sarà il momento di togliere i punti. Lo vide accennare un sorriso sbieco, uno di quei sorrisi così tremendamente "Malfoy"e in quel momento le sembrò decisamente bello, la muscolatura sviluppata sotto le bende, il petto nudo...Si impose di cancellare quei pensieri.
-Ora ti aiuto a vestirti. Ecco, disse porgendogli la camicia di un pigiama.
Draco fissò l'indumento domandandosene la provenienza. Un morso allo stomaco l'assalì: cosa ci facevano degli indumenti maschili a casa di Hermione?Aveva forse un fidanzato?...
Si diede mentalmente dello stupido: era impossibile che una ragazza così carina non fosse fidanzata!!
-Penso che sia della tua taglia. Aggiunse.
Lui prese l'indumento e con una smorfia di dolore cercò di infilare una delle maniche.
-Lascia che ti aiuti.
-Ce la faccio, rispose imponendosi l'uso di un tono che lasciasse trapelare un certo distacco che la riccia percepì.
-D'accordo, replicò lasciandolo alle prese con quell'indumento infilato a mezzo. -Vado a prepararmi, ho delle commissioni da sbrigare.
Lo lasciò lì a litigare con la maglia del pigiama e a riflettere sul proprio modo di comportarsi e sulle proprie reazioni.
Si sentì profondamente stupido. Con che diritto aveva provato quel moto di...gelosia?Ripetè sillabando ogni singola lettera di quella parola "gelosia". Hermione non era la sua ragazza, probabilmente apparteneva a qualcun altro e presto lui sarebbe guarito e allora lei avrebbe smesso di occuparsi si lui...No, non si sarebbe legato a lei in nessun modo.


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Capitolo 10
*** capitolo X - a distanza ravvicinata ***


Hermione uscì di casa di corsa, era nervosa, se fosse rimasta ancora cinque minuti in quella casa con lui non sarebbe riuscita a trattenersi dal gridargli asso quanto lo ritenesse infantile e ingrato e quanto in quel momento le avesse riportato alla mente del Malfoy che detestava ai tempi della scuola. Draco lottò ancora per parecchio tempo con quel pigiama che sapeva così tremendamente di fresco, di pulito, e che aveva in sè il profumo di lei. Si distese sotto le coperte e cercò di riposare, doveva guarire e lasciare al più presto quella casa perchè sentiva che ogni momento che trascorreva lì dentro lo avrebbe legato a quella ragazza così gentile e così bella ma della quale non ricordava nulla. Prese sonno a fatica e al suo risveglio la prima cosa che vide fu il viso velato dalla preoccupazione di Hermione. - Si è trattato di un sogno, va tutto bene ora, gli sussurrava. -Co-cosa è successo?balbettò il biondo, il viso arrosato imperlato di sudore. -Hai gridato nel sonno, dicevi delle frasi incomprensibili, ho provato a scuterti ma non volevi saperne di svegliarti... -Mi dispiace, non faccio altro che crearti problemi da quando sono qui, rispose il biondo. Lei era ancora così vicina, i grandi occhi spalancati, ma come poteva comportarsi in modo distaccato?Anche se non ricordava nulla in fondo era pur sempre un uomo che si trovava di fronte una ragazza affascinante. Senza rendersene conto con la mano sfiorò i boccoli di lei e poi il suo viso lasciandola come pietrificata, incapace di reagire.

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Capitolo 11
*** capitolo XI - mi era sembrato che... ***


Capitolo XI - Mi era sembrato che... Hermione era lì, incapace di muoversi, contesa tra gli istinti più disparati: scappare il più lontano possibile e desiderare che quell'istante si protraesse per sempre.
Molti diversi pensieri la scossero "ma cosa stai facenso?
che ti succede Malfoy?...non è possibile che questo stia succedendo a me...devo fare qualcosa, subito! Non mi ero mai accorta che avesse degli occhi così profondi..."
Poi qualcosa la riscosse, si allontanò improvvisamente da lui lasciandolo con la mano, che poco prima accarezzava i suoi capelli, ancora a mezz'aria, lo sconcerto dipinto sul volto.
-Malfoy, ma cosa ti è preso! Fu la sola cosa che riuscì a dire.
-Malfoy? le fece eco - Ora mi chiami per cognome? - Senti mi dispiace - aggiunse - forse mi sono lasciato andare, ma per un un attimo mi è sembrato che...
- Che niente Malfoy, non deve sembrati niente! Lo interrruppe la riccia.
Ma che cosa aveva creduto di di percepire? Se il pensiero di piacerle lo aveva sfiorato, be', si doveva essere sbagliato del tutto. Non aveva mantenuto fede al al principio di non affezionarsi a lei ed era stato immediatamente punito.
"Ma forse è meglio così..." Pensò "Già, meglio saperlo subito, questo mi impedirà di commettere altre sciocchezze!"
Avrebbe voluto riaddormentarsi ma temeva di avere un altro incubo del quale peraltro non ricordava nulla, solo di essersi svegliato con una sensazione di disagio e un senso di vertigine.
Da una parte gli uncubi, dall'altra il senso di imbarazzo nei confronti di Hermione.
"Se solo riuscissi a ricordare qualcosa, anche solo qualche piccolo dettaglio".
Nell'altra stanza anche qualcun altro si stava tormentando.
"Ho forse reagito da sciocca?no, ho fatto l'unica cosa giusta: allontanarmi da lui, lo sbaglio l'ho fatto quando ho deciso di accoglierlo qui in casa e di prendermi cura di lui, m aera così indifeso...se lo avessi abbandonato a sè stesso forse sarebbe morto...e nessuno merita di essere abbandonato, neppure Malfoy.
ma ora che farò?come dovrò comportarmi con lui?presto ricorderà tutto e io tornerò ad essere la mezzosangue Granger e l'affetto che vedo ora nei suoi occhi lascerà il posto il all'odio e io soffrirò. Maggiore sarà il distacco minore sarà la sofferenza: non mi lascerò coinvolgere in nessun modo".

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Capitolo 12
*** capitolo XII - fuga (con un grazie a tutte le persone che mi seguono e mi recensiscono!!!) ***


I giorni seguenti passarono in completa tranquillità senza che si verificassero particolari eventi: gli incubi non tornarono a tormentare Draco e i rapporti tra i due continuarono non senza una certa freddezza. Hermione passava molto tempo al lavoro e tornava a casa lo stretto necessario per essere in grado di assistere il suo paziente in modo adeguato senza però avere occasione di passare molto del suo tempo libero assieme a lui. Il biondo cominciava a muovere i suoi primi passi in autonomia anche se, la sua camminata era ancora malferma. Trascorreva le sue giornate nel piccolo appartamento a leggere libri e ad ascoltare musica babbana che peraltro sembrava gradire davvero molto. La situazione cominciava però a stargli un po' "stretta": era praticamente quasi sempre solo, la sua memoria non ne voleva sapere di tornare ed Hermione pur essendo un'infermiera ineccepibile aveve dei modi talmente freddi... "Basta, non posso più andare avanti in questa maniera, se continuo così finirò con l'impazzire sul serio, devo andarmene!" Indossò a fatica gli abiti che aveva indosso il giorno dell'incidente che erano stati lavati e accuratamente riposti nell'armadio e che ora profumavano di lei, diede un'ultima occhiata all'appartamento, alla piccola cornice che conteneva una sua foto forse dei tempi della scuola e chuse la porta dietro di sè. Sentì una morsa alla bocca dello stomaco, la ignorò e scese le scale. Il suo fisico non era ancora pronto: la testa gli doleva, ogni singolo respiro gli procurava una fitta al petto e le gambe? lo avrebbero retto? Nell'atrio del palazzo cedettero e così si ritrovò a terra proprio di fronte ad un'anziana signora. -Giovanotto, tutto bene? Ma lei non è l'amico della signorina Granger? -Il suo paziente, rispose il biondo con una smorfia. -E dove crede di andare in queste condizioni? Se la signorina Granger sapesse che è uscito di casa in queste condizioni si arrabbierebbe moltissimo! Aspetti, chiamo mio nipote che mi darà una mano a riportarla a casa. Invano Draco tentò di ribellarsi a quella prospettiva, si sentiva come un fuggitivo che veniva riportato in cella. Scese un ragazzone robusto. Quando tentò di aiutarlo ad alzarsi svenne: scottava, aveva la febbre alta. -Non possiamo lasciarlo da solo tutto il giorno, la signorina Granger non tornerà che in serata, aiutami Paul, lo porteremo da me cosicchè io possa occuparmi di lui. Il biondo riprese conoscenza un paio di volte durante le quali pronunciò insieme a frasi incomprensibili il nome di Hermione. Non appena la signora sentì i passi della ragazza sulle scale le corse incontro. -Signora Hamilton, cosa succede? Si sente poco bene? -Io sto bene, si tratta del suo amico, il ragazzo biondo, stamattina l'ho trovato sulle scale: credo che volesse andare via ma era troppo debole ed è svenuto così Paul mi ha aiutato a portarlo su da me. Ha la febbre alta. A quelle parole la riccia sbiancò, senza dire nulla si precipitò nell'appartamento e lo vide: era pallido, le guance arrossate dalla febbre. -In alcuni momenti ha ripreso conoscenza, chiedeva di lei. Hermione si sentì terribilmente in colpa, se aveva cercato di andarsene era sicuramente perchè lei si era dimostrata così fredda. Sempre con l'aiuto di Paul lo trasferirono nuovamente a casa di lei. Gli somministrò gli antibiotici, gli rimboccò le coperte e si sedette sulla poltroncina accanto al letto. -Scotti ancora, sussurrò a bassa voce, ma vedrai che domani ti sentirai meglio. Scusami, aggiunse accarezzandogli la mano, ma non posso permettermi di avvicinarmi a te...tu sei sempre Draco Malfoy...anche se ora non te lo ricordi e io la mezzosangue e niente potrà mai cambiare questa realtà. Poteva essere sincera con lui solo quando non la poteva sentire e questo fatto le pesava come un macigno sul cuore.

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Capitolo 13
*** capitolo XIII - morire di paura ***


capitolo XII -morire di paura La mattina seguente Draco si svegliò quasi completamente sfebbrato e la prima cosa che vide fu Hermione che si era addormentata abbandonata sul suo petto, la mano di lui streta nella sua. Decise che non l'avrebbe svegliata, non avrebbe rotto quell'incantesimo, voleva vederla così, con quell'espressione dolce dipinta sul volto ancora per un po'. Rimase immobile fino a quando non la sentì muoversi, fu allora che chiuse gli occhi fingendo egli stesso di dormire.
La ragazza si alzò ancora stordita dalla notte precedente e si diresse in cucina, preparò una tazza di latte fumante e dei biscotti da portare al suo paziente.
Non gli lasciò neppure il tempo di augurarle il buongiorno.
-Ma cosa ti è preso ieri?
è un vizio quello di scappare? Esordì gridando.
-Sono morta di...paura, aggiunse poi con un filo di voce.
Draco le rivolse uno di quei sorrisi alla Malfoy che non concedevano repliche e ragazza si sedette di nuovo accanto a lui per la colazione.
-Ecco, prima prendi le medicine.
"Era davvero preoccupata per me...forse allora...no no e no".
-Oggi quando andrò a lavorare posso uscire tranquilla? Mi prometti che ti troverò dove ti ho lasciato e che non dovrò venire a cercarti e trovarti svenuto da qualche parte?
-Ti ho fatto davvero morire di paura? Azzardò lui.
-Be', sì, certo, è naturale...tu sei un mio paziente e sei sotto la mia completa responsabilità, balbetto lei.
-Naturalmente dottoressa, replicò il biondo rivolgendole uno sguardo di sbieco.
-Naturalmente. Ti prometto che mi troverai qui al tuo ritorno, ma credi che stasera potremmo fare qualcosa insieme? non lo so, vedere un film o qualcosa del genere, per favore...credo che altrimenti potrei impazzire per la solitudine.
Malfoy che pregava qualcuno? Malfoy che pregava una mezzosangue? Già, in quel momento non si trattava del "vero Malfoy"...
Hermione pensò che dopotutto a vedere un film insieme non c'era niente di male, l'aveva fatto tante volte con Harry e Ron.
A proposito, era passato tantissimo tempo dall'ultima volta che si erano visti, da quando lavoravano entrambi al ministero della magia erano impegnatissimi.
-D'accordo, vada per il film, passerò al noleggio prima di rientrare, rispose mentre gli cambiava la medicazione.
"Quanto è difficile starti vicino e ostentare indifferenza" pensò sospirando.
-Prova a fare un rispiro profondo!lo incitò.
Il biondo inspirò ma subito dopo fu colto da un accesso di tosse.
-Fa ancora male...
-Lo so, ma stai migliorando, le costole rotte hanno bisogno di tempo e anche le ferite erano parecchio profonde, ma guardati, il labbro è tornato alla normalità, il sopracciglio...be', quasi e gli ematomi sono praticamente scomparsi!
-Grazie, grazie di tutto quello che hai fatto e che continui a fare per me, è come se sentissi di non meritarmi tutto questo...
-Non essere sciocco, lo tranqullizzò lei anche se dentro si sentima più che mai inquieta.

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Capitolo 14
*** capitolo XIV - Una visita inaspettata ***


Capitolo XIV - una visita inaspettata Il suono del campanello interuuppe bruscamente le le sue riflessioni.
-Non ti muovere che non ho ancora finito di medicarti!
Torno subito!
Il campanello suonò di nuovo con maggiore insistenza.
-Chi è?
-Harry e Ron!!!
Gridarono in coro i due amici.
Hermione aprì titubante la porta, cosa avrebbe fatto? Non dovevano assolutamente scoprire che Draco si trovava nell'altra stanza.
-Disturbiamo? Domandò Harry cogliendo un velo di imbarazza sul volto della sua migliore amica.
-N-no, voi non disturbate mai, lo sai, è che io tra poco devo andare al lavoro e allora...
-Volevamo farti una sorpresa, è passato tanto tempo dall'ultima volta, aggiunse Ron, hai sistemato davvero bene l'appartamento, ci sono un sacco di cose nuove, hai cambiato anche la stanza? aggiunse.
La riccia si mise istintivamente tra lui e la porta.
Draco, sentendo le chiacchiere si alzò lentamente e sbucò in soggiorno con indosso i soli pantaloni del pigiama e il petto nudo fasciato a metà.
-Ehi, non mi presenti ai tuoi amici? disse allegramente.
I due maghi rimasero letteralmente pietrificati a quella vista.
-Malfoy!!!cosa ci fa un magiamorte in casa tua?
-Un mangia - cosa? intervenne il biondo sconcertato.
Chi erano quei due? Perchè sembravano disprezzarlo?
-Draco, per favore, potresti tornare un attimo di là?
-Adesso lo chiami Draco? capisco molte cose, esclamò Ron con aria di rimprovero.
-E tu cosa le hai fatto? Gridò Harry avvicinandosi con aria minacciosa.
-Posso spiegarvi tutto, non è come sembra, Draco ha avuto un incidente e quando è arrivato nell'ospedale dove lavoro  non ricordava più nulla del suo passato.
- E scommetto che è a causa del tuo istinto da crocerossina che l'hai portato qui da te! aggiunse Ron, l'espressione deformata dalla gelosia.
La mia Hermione, non avrei mai pensato che potessi cadere così in basso.
-E tu chi saresti l'ex fidanzato?domandò Draco con un'aria di sfida degna del vecchio Malfoy.
-Sì, sono il suo ex fidanzato e pretendo di sapere cosa ci fai tu qui maledetto mangiamorte!
-Basta! Smettetela tutti e due! Strillò la riccia.
-Tu siediti se non voi rischiare di svenire di nuovo! e tu, disse rivolgendosi a Ron, non hai il diritto di parlarmi in questo modo.
Il rosso non le lasciò finire la frase e se ne andò sbattendo rumorosamente la porta.
-Harry, posso spiegarti...
Lui la prese da parte e le parlò sottovoce - Se stesse solo fingendo? se ti stesse usando per qualcuno dei suoi loschi piani? Ti prego, promettimi che ti guarderai le spalle.
- Io gli credo, sto cercando di capire cosa potrebbe essergli successo, aveva delle ferite che nessun arma babbana potrebbe infliggere...per favore, promettimi che cercherai di parlare con Ron.
-Cercherò di scoprire qualcosa ma tu...
-Staro attenta Harry...
Qundo anche Harry se ne fu andato Draco la riempì di domande alle quali Hermione non aveva una risposta. Non avrebbe parlato dei vecchi tempi, di bacchette magiche e di incantesimi, no, non l'avrebbe fatto fino a quando fosse stato lui stesso a ricordare.
- Perchè  i tuoi amici mi odiano tanto profondamente?
-Perchè ai tempi della scuola eri molto cattivo con noi tre, ma per favore non farmi ripensare a quei tempi, rispose secca. Almeno questa volta gli aveva detto la verità, non tutta certo, ma pur sempre la verità.
Lo lasciò pieno di interrogativi sul passato e sul rapporto che aveva condiviso con quel Ron.
-Mmm, gelosetto il tuo ex...
A quelle parole la vide arrossire, prendere le sue cose e dirigersi al lavoro.

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Capitolo 15
*** Capitolo X - cinema e... ***


Capitolo XV - serata cinema Ciò che era promesso era promesso, dunque Hermione prima di rincasare passò in videoteca per scgliere un film.
Ma quale? Scartò i film romantici "potrebbero fagli venire delle strane idee".
Decise per un horror famoso che lei però non aveva mai visto: "It", un classico.
La riccia non amava affatto qual genere di film, le mettevano i brividi, ma pensando a ciò che aveva passato nella vita reale ai tempi della scuola decise che in confronto a quello un po' di finzione non l'avrebbe certo spaventata e in ogni caso non gli avrebbe fatto venire voglia di prendersi confidenze.
Nell'imbarazzo generale su dove sedersi si sistemarono ai due lati opposti del divano ma una scena della pellicola strappò un grido ad Hermione che istintivamente nascose la testa contro il braccio di lui che rimase immobile.
"No, questa volta non sarà lei a dirmi che ho frainteso" si disse tra sè e sè.
-Scusami è solo che...non mi aspettavo che spuntasse così all'improvviso e allora...si giustificò tornando sul suo lato del divano.
-Se ti fa paura possiamo smettere di vederlo.
-Non mi fa assolutamente paura, mi ha solo colto di sorpresa, tutto qui.
-D'accordo, come vui, ma ricordati che l'offerta è sempre valida.
Aveva visto tanti film standosene abbracciata con Ron su quello stesso divano, rifugiandosi tra le braccia di lui ma ora era tutto diverso, si trattava di Draco Malfoy che era tutto tranne un porto sicuro. Eppure, poco prima, quando aveva appoggiato il capo contro la palla di lui si era sentita così bene, così forte, così al sicuro...
"Forse è solo suggestione, sicuramente lo è...vedere Ron così arrabbiato e ancora così possessivo...mi sento terribilmente confusa, ho la testa che scoppia"
Arrivarono alla fine del film senza altri "incidenti" e si ritirarono ognuno nel proprio letto.
"Era così vicina, sarebbe bastato allungare il braccio intorno alle sue spalle e stringerla a me e forse questa volta non mi avrebbe respinto" sospirò il biondo "ma se l'avesse fatto non sarei stato capace di perdonare la mia stupidità"
Piano piano l'orgoglio Malfoy stava riaffiorando.
Il ragazzo si sentiva diviso tra stati d'animo contrastanti: la gratitudine infinita che provava per Hermione che l'aveva accolto, curato e che continuava a prendersi cura di lui e il senso di frustrazione e di imbarazzo per il fatto di essere in casa sua, di dipendere da lei, una lei che si occupava di lui in modo ineccepibile ma che sebrava provare nei suoi confronti una diffidenza alla quale, per quanto si sforzasse ,non riusciva a dare una spiegazione.
"è come se avesse alzato un muro tra di noi...se solo potessi ricordare il passato, cosa posso averle fatto di così orribile?
Nonostante ciò era fermamente deciso a non perdersi d'animo.
La riccia si sentiva profondamente turbata ripensando alle sensazioni che aveva provato durante quel fugace contatto con lui: aveva sentito come un brivido e aveva sentito il proprio cuore mancare un battito. Non aveva mai provato una sensazione simile con Ron, neppure qualcosa che ci si avvicinasse lontanamente! Questi pensieri la fecero sospirare.
"Se solo potessi restare per sempre così, come sei ora...ma il solo pensiero che tornerai ad essere il Draco Malfoy di sempre non mi permette di dormire la notte...perchè, perchè è toccato proprio a me riincontrarti?" Tali pensieri correvano confusi impedendole di prendere sonno e costringendola a rigirarsi nel letto senza posa.
L'indomani Hermione tornò dal lavoro molto affaticata: aveva passato tutta la notte a rimuginare e la giornata era stata molto impegnativa. Salì le scale trascinandosi sui gradini un passo dopo l'altro, infilò la chiave nella porta, la girò e vide qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.
Il soggiorno era illuminato solo da candele, la tavola era apparecchiata.
Rimase senza parole.
-D-Draco, balbettò incapace di dire altro.
-è un modo per ringraziarti per tutto quello che fai per me, rispose lui semplicemente, ora accomodati, aggiunse.
Si sedette a tavola mentre un delizioso profumo di cibo proveniva dalla cucina.
"Cosa stai combinando? Cosa ne hai fatto del furetto?" Cercò di allontanare questi pensieri e di godersi quella bella serata per quello che era: non se la sarebbe fatta rovinare nè dal passato nè dal futuro.
-Cucini benissimo, questo soufflè è delizioso! esclamò.
-Io, non ricordavo di essere un bravo cuoco! Dette queste parole dapprima sorrise ma ben presto si rabbuiò - Nulla, ancora nulla, non ricordo nulla, aggiunse quasi sussurrando.
Era visibilmente scosso.
La riccia non riuscìa trattenersi dall'appoggiare la propria mano su quella di lui, la strinse e poi fece per ritirarla come se fosse stata punta da un insetto, non ci riuscì perchè Draco la afferrò a mezzaria e la bloccò nella sua.
-Lasciami, mormorò lei cercando di liberare la mano da quella di lui.
Per tutta risposta il biondo rinserrò la presa.
-Mi stai facendo facendo male, brontolò.
-Ti faccio così paura?
-N-no, tu non mi fai paura è che...Non finì la frase.
-Sei ancora innamorata di quel tizio con i capelli rossi? Ebbe infine il coraggio di domandare.
Hermione setì la stretta allentarsi e si accorse che la sua mano era di nuovo libera.
-No, non sono innamorata di Ron, è che lui è stato il mio primo amore, lui è stato..., si bloccò, ma cosa ti dico queste cose a fare? Cosa puù capire un Malfoy dell'amore? Uno come te...Stava gridando. Ma cosa le era preso? Non si era ripromessa di non pensare al passato? Quello che aveva di fronte in quel momento non era la stessa persona che odiava...
-Ho capito: tu mi odi, c'è solo rabbia nelle tue parole! Non so cosa ti ho fatto, credo di essere stato un vero stronzo ma ora non mi puoi trattare in questo modo.
Stava gridando anche lui. - Io non ci capisco nulla, io non ti capisco, perchè non mi hai lasciato morire?

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI - Ricominciamo? ***


Capitolo -XVI
Eccomi di nuovo, con un capitolo dedicato in particolare a Barbarak che ha la pazienza di recensirmi sempre!
Un grazie anche a tutte le persone che mi seguono, è bello sapere che c'è qualcuno che ti legge e apprezza ciò che scrivi!



Cominciò a tossire convulsamente e d'istinto si portò entrambe le mani al petto quasi a volere lenire il dolore.
Era sulla via della guarigione ma le costole rotte si facevano ancora sentire e, quando questo accadeva, facevano davvero parecchio male.
-Scusami, scusami, scusami..., mormorò Hermione con un repentino cambio nel tono della voce.
Cosa le stava succedendo adesso? La rabbia era svanita?
"Mi sembra di impazzire: prima lo insulto, poi divento apprensiva..."
Quando le appariva indifeso scattava in lei una forza misteriosa in gradio di abbattere le cortine che lei stessa aveva innlzato, non riusciva a spiegarsene il perchè, accadeva e basta, e anche in quel frangente, semplicemente accadde.
-Draco, ti prego, calmati! Ti fa male se ti arrabbi così!
Ma come era possibile che di fronte alle parole del biondo tutto quello che era riuscita a dire fosse  una frase così sciocca, così vuota, così banale.
"Ti fa male se ti arrabbi così..., ma come ha fatto a venirmi in mente una cosa del genere? Stupida, stupida che sei Hermione! E poi accusi lui di essere privo di sentimenti...e tu?"
-Sai cosa mi fa davvero male? replicò lui, il viso ancora contratto in una smorfia di dolore nel quale la riccia credette di scorgere un dolore intimo, molto più profondo e lacerante del dolore fisico provocato dalla frattura alle costole.
Fece una pausa, quasi volesse riprendere fiato.
- Sai cosa mi fa davvero male? Ripetè - Vedere i tuoi occhi cambiare espressione repentinamente, inspiegabilmente, passare dalla preoccupazione alla rabbia e arrivare all'odio...e non sapere, non capirne il perchè, rimanere all'oscuro del motivo più vero, più profondo...
Hermione era più che mai confusa: non voleva stare male, questo le era chiaro, ma neppure desiderava che fosse Draco a dovere soffrire a causa sua.
"Sono in un vicolo cieco, e questa trappola l'ho costruita con le mie stesse mani" Sospirò.
-Presto mi rimetterò del tutto, potrei già essere in grado di trovare un lavoro, così toglierò il disturbo dato che non sai neanche tu il perchè non mi hai lasciato morire. Non gridava più, non pronumciò queste ultime parole con rabbia bensì con rassegnazione.
La vide guardalo, gli occhi del colore della cioccolata spalancati e umidi di lacrime.
-Io non voglio la tua carità, tu non puoi trattarmi come se avessi raccolto un cucciolo ferito in mezzo a una  strada, sono una persona e non mi basta suscitare la tua pena, aggiunse con un tono amaro.
-T-tu, tu non mi fai pena! replicò offesa. "Sono io che me ne faccio" ma questa parte della frase non uscì dalle sue labbra.

"Toglierò il disturbo!"
"Toglierò il disturbo!"
"Toglierò il disturbo!"

Tre parole erano bastate a colpirla e ora rimbombavano nella sua testa e provocavano un rumore assordante.
Più volte aveva immaginato il momento in cui si sarebbero separati, ma ogni volta il finale era già scritto come in un film al quale era negato il lieto fine: Draco che recuperava la memoria, Draco che tornava ad essere un Malfoy, Draco che tornava a disprezzarla. Mai, mai, si sarebbe aspettata un finale differente in cui sarebbe stata proprio Lei la causa della sua partenza, Lei che era stata incapace di mettere da parte il suo odio, Lei incapace di peronare, sempre Lei, troppo vigliacca per mettersi in gioco.
Cosa le stava succedendo?
Che ne era stato di Hermione Granger?
Quell'Hermione Granger ormai faceva davvero parte del passato? L'aveva sepolta lei stessa quando aveva preso la decisione di tornare a vivere nel mondo babbano determinata a mettere per sempre da parte la magia?
No, non poteva essere così.
Il suo coraggio, la sua determinazione, la sua forza nel lottare sempre e comunque purchè fosse per una causa giusta, perchè se era in nome della giustizia ne valeva la pena...
Tutte le sue doti migliori che fine avevano fatto?
No, davvero non potevano essere svanite, dovevano essere ancora dentro di lei, forse solo assopite, da qualche parte nel profondo.
Una sola domanda:
"E per lui, per Draco ne vale la pena?"
Si voltò verso di lui, avrebbe voluto trovare la risposta nei suoi occhi, ma il biondo sedeva a capo chino, le mani gli coprivano il viso.
"Dì qualcosa, qualsiasi cosa...non lo sopporto più questo silenzio, è così "assordante"...
Nulla e poi ancora nulla.
Rimasero seduti per un tempo che parve loro infinito.
"E tu, mi lascerai andare via?" pensò dentro di sè il biondo.
"Ti prego, dì qualcosa, qualsiasi cosa...questo tuo silenzio mi sta uccidendo".






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Capitolo 17
*** Capitolo XVII - Ma non capisci? ***


Capitolo -XVII Con un grazie speciale a tutte le persone che mi seguono!!!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia, fatemi sapere!!!



"D'accordo, la smetterò di aspettare in modo passivo che le cose accadano, prenderò in mano la situazione e farò quello che è giusto" Prese un respiro.
-Draco, ricominciamo da capo, vuoi?
A quelle parole sollevò il capo, il ciuffo biondo, ribelle gli copriva la fronte e in parte gli occhi,
le rivolse uno sguardo interrogativo.

"Ma perchè devi rendere sempre tutto così difficile?"

-Ricominciamo? Riprese la ricca facendosi coraggio - Ora che fisicamente ti stai rimettendo penso che sia venuto il momento che io faccia tutto il possibile per aiutarti a ricordare...
Ecco, l'aveva detto: il dado era tratto, non poteva più tirarsi indietro.
Lo vide accennare un sorriso e annuire con con un cenno del capo.
Anche Hermione abbozzò una specie di sorriso.
-Cosa c'è?
-Nulla, è solo che ai tempi della scuola portavi sempre i capelli pettinati all'indietro...e io stavo pensando che s-sei più carino così...
"Ma cosa stai dicendo?" Si rimproverò mentalmente. "come ti viene in mente di dirgli una cosa del genere? Forse è perchè lui è davvero...oggettivamente carino..."
-Hai appena detto che sono carino? La stuzzicò lui.
-Ho solo detto che sei più carino di prima, ma non ti montare la testa!
D'accordo, gli avrebbe raccontato tutto, be', quasi, diciamo che gli avrebbe fornito una versione edulcorata dei fatti. Punto primo: non avrebbe menzionato la scuola di magia e di strogoneria di Howgarts.
-Sai, durante le manifertazioni sportive tu giocavi per la casa...si interruppe bruscamente.

"casa?, ma cosa sto dicendo?"

-Squadra dei Serpeverde, riprese.
-Serpeverde? Ripetè l'altro incredulo, - Che nome strano per una squadra di rugby!
-Rugby? "Ah, già, il punto secondo: niente Quiddich!" - Sì, rugby, confermò...una specie.
-Ed ero bravo?
Hermione alzò un sopracciglio.
-C'era qualcuno più bravo di me? Azzardò.
La riccia tacque.
-ok, ok, qualcuno molto più bravo, incalzò il biondo, e scommetto che si tratta del tuo amico, quel...Potter?
-Lui era il migliore, ma anche Ron non se la cavava affatto male, rispose sospirando.
E fu lì che Draco ebbe un moto di  disappunto.
-Senti, ma...Si bloccò imbarazzato.
-Dimmi, incalzò lei.
-Io, insomma...ok, avevo una ragazza? Ti ricordi il suo nome?
-Be', per dirti i nomi dovrei potere consultare l'intero annuario della scuola! Replicò Hermione con una smorfia, indecisa se la cosa la facesse ridere o piangere.
-Insomma, mi stai dicendo che ero una specie di Dongiovanni?, disse cercando di soffocare l'ilarità.
-Diciamo di sì, anche se c'era in particolare una persona che si conderava la tua ragazza...
Draco scoppiò in una fragorosa risata, da quando si era rimesso era la prima volta che lo vedeva ridere così di gusto e forse era addirittura la prima volta in assoluto dato che il suo sorriso era da sempre più che altro assimilabile ad una specie di ghigno.


"Hai un sorriso meraviglioso, se solo lo mostrassi più spesso", sospirò rapita, non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra.
"Cosa mi sta succedendo? devo smettere di fissarlo così altrimente finirà con l'accorgersene... Hermione, datti un contegno!"

I loro occhi si incontrarono per un attimo e la riccia sentì le guance avvampare.

"Fa che non si sia accorto di nulla!"
"Fa che non si sia accorto di nulla!"
"Fa che non si sia accorto di nulla!"

Il biondo aveva smesso di ridere, ora la stava fissando con una tale intensità, quasi volesse leggerle dentro.

"Quanto sono profondi i tuoi occhi, smetila di guardarmi così altrimenti finirò col perdermici dentro..."

Due pozze du ghiaccio.
Due abissi senza via d'uscita.
Hermione sentì l'aria farsi più rarefatta e poi mancare, come chi, nel mezzo di una tempesta annaspasse con tutte le proprie forze per rimanere a galla.

"Tu, tu sei arrossita? No, non mi sto sbagliando, non questa volta. A cosa pensi?
No, non smetterò di guardarti, anche se volessi, non riuscirei a farlo."

-N-non ti interessa più il nome di quella ragazza?
Il contatto visivo fu interrotto ed Hermione tornò ad essere padrona delle proprie facoltà.

"No che non che non mi interessa più...ma non capisci proprio niente tu?"
 Un senso di scoramento si impadronì di lui mentre questo pensiero attraversava la sua mente.









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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII- Cuore vs mente 1-0 ***


Capitolo XVIII Un grazie a tutte le persone che mi seguono e a chi lascia una recensione;-)!
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia...ci ho messo un po' ad aggiornare ma tra il Natale e le feste non ho avuto moltissimo tempo.


Hermione non attese la risposta del biondo.
- Pansy, Pansy Parkinson! Esclamò.
"Faccia da carlino", ma, punto tre: anche questo apprezzamento lo tenne per sè.
L'altro non rispose, era come perso nei propri pensieri.
-Avevi un amico, incalzò la riccia, un buon amico, credo, un certo Blaise Zabini.
Ormai parlava a macchinetta. -Questo nome ti dice qualcosa? riprese.
- Blaise Zabini! Ripetè meccanicamente lui senza prestare attenzione alle proprie parole
- No, nulla: buio totale.
-Forse potremmo provare a cercarlo e...
-Forse, tagliò corto Draco.
Senza accorgersene si ritrovò seduta accanto al biondo intenta a scostargli, con la mano destra, il ciuffo ribelle dal viso.
-Ricorderai, gli sussurrava, la voce traboccante di dolcezza.
Quel tocco leggero ebbe la capicità di rilassarlo e gli infuse, in tutto il corpo, un senso di profonda pace.
Per la prima volta, dopo l'incidente che gli aveva causato la perdita della memoria, si sentiva starordinariamente bene.
La ragazza non smise di accarezzargli i capelli, come se la sua mente avesse improvvisamente perse perso il controllo sul prorpio corpo.
Sentì il suo cuore e la sua mente affrontarsi in un combattimento serrato.
Sentì la sua mente capitolare.
Sentì il suo cuore esultare.
Hai vinto, ma è solo una battaglia, una sola! Sentì la sua mente replicare.
Pertanto non fuggì, rimase lì, seduta accanto a lui, i suoi capelli d'oro soffici tra le dita.
Percepì il suo accostarsi, circospetto, sentì il capo di lui, sempre più vicino, prendere posto, lentamente, sulla propria spalla.
Draco sentì il profumo di lei: inebriante, dolcissimo e provò il desiderio di stringerla a sè, di ricoprirla di baci, di non lasciarla mai più andare via.

"No, non devo farlo, devo resistere", ripeteva a sè stesso.

L'equilibrio che si era instaurato tra di loro era talmente precario che un solo piccolo gesto, una sola insignificante parola pronunciata con il tono sbagliato sarebbero stati sufficienti a mandarlo in frantumi: Draco ne era conscio.
No, non avrebbe rischiato.
Hermione rimase immobile mentre i suoi pensieri correvano veloci.

"Io e Draco Malfoy nella stessa casa...
stanza...
sullo stesso divano...
vicini...
eppure mi sento talmente bene...non mi sono mai sentità così con Viktor e neppure con Ron, mai."

Il pensiero del rosso che se ne andava sbattendo la porta la fece rabbuiare.
Si sentiva euforica ma nello stesso tempo stentava a riconoscersi: stava perdendo il controllo e questo non era da lei.
-Hermione! Ruppe il silenzio. - Grazie per tutto quello che hai fatto e che continui a fare per me. Le ultime parole uscirono come un sussurro.

"Draco Malfoy mi sta davvero ringraziando? e mi guarda con quegli occhi così tremendamente belli...(sospiro), se solo potessimo essere solo Draco ed Hermione, solo un uomo e una donna (altro sospiro)...
Se solo potessi baciarti, anche per una volta soltanto".
 Sentì una stetta alla bocca dello stomaco.
"No, una sola volta non mi basterebbe, è per questo che tra di noi non accadrà nulla, è per questo che sarò forte per entrambi e non mi lascerò coinvolgere...
Non mi lascerò coinvolgere... (sospiro), ma chi voglio prendere in giro? Come se non lo fossi già abbastanza." Amarezza.

Una cosa era certa, doveva uscirne: ma come?
E soprattutto: era quello che desidera davvero?
Si guardò dentro e quello che vi trovò non le piacque: voleva affondare le mani nei suoi capelli, baciare quelle labbra così invitanti...voleva...

"BASTA!" Si disse.
"Hermione, datti un contegno! Vuoi davvero le labbra di Malfoy?
Quelle stesse labbra che si sono unite a quelle di quasi tutte le ragazze di Howgarts?
Vuoi che le tue siano solo labbra sovrapposte ad altre labbra ma incapaci di lasciare un segno?"

No, non sarebbe stata proprio lei l'ennesima sciocchina a cascarci.


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Capitolo 19
*** Capitolo XIX -Ginny ***


Capitolo XIX Driiiiiiiin...driiiiiiin.....driiiiiinnnn
Il telefono stava suonando insistentemente.

"Salvata dalla campanella" pensò Hermione combattuta tra il desiderio di rimanere seduta con lui per sempre e quello di scappare lontano.

-Devo rispondere. Disse, dato che il biondo non accennava a spostarsi.
Non appena Draco sollevò la testa dalla sua spalla la riccia avvertì la mancanza di quel calore, di quel calore che solo lui sapeva emanare. 
Si precipitò all'apparecchio telefonico che continuava a squillare.
-P-pronto...
-Ciao, sono Ginny, ti disturbo?
-N-no, figurati, balbettò l'altra.
-Ti chiamavo perchè è da un po' che non ci vediamo e mi domandavo se ti andasse una cioccolata nella nostra caffetteria...Azzardò la rossa.
-Certo che mi va!
-Domani?
-Sarebbe davvero perfetto, dopo le 18...vengo direttamente dal lavoro!
-Ci troviamo lì?
-Certo, a presto!
Non appena riattaccò ebbe la sensazione che Ginny avesse così fretta di vederla perchè aveva saputo da Harry e dal fratello che Draco viveva a casa sua.
Aveva voglia di vedere la sua amica ma temeva la lavata di capo che le sarebbe toccata: la rossa era proprio il tipo di persona che ti dice tutto quello che pensa senza mezzi termini!

Il biondo la guardava incuriosito: era impaziente di sapere con chi avesse appuntamento l'indomani ma non osava fare domande.
-Era Ginny, la moglie di Harry, mi ha invitato per una cioccolata.
Domani farò tardi. Aggiunse.

Il giorno dopo, davanti alla caffetteria.
Ginny non lasciò spazio ai convenevoli e partì immediatamente all'attacco.
-Allora quello che mi hanno raccontato Harry e Ron è proprio vero? 
Lui vive sul serio con te? incalzò, -io ti volgio bene, lo sai, e sono solo tremendamente preoccupata per te...
-Non c'è niente di cui preoccuparsi, io so badare a me stessa e Draco...lui non ricorda nulla del passato, almeno per ora.
-Draco? Ora lo chiami Draco? Scandalizzata.
-Avete tutti la stessa reazione! Esasperata. - Chidervi un po' di fiducia è forse troppo?
-E' di lui che non ci fidiamo, non di te: un giorno ricorderà di essere un Malfoy e tu cosa farai? E' un mangiamorte!
-Ora non più.
-E sarà sempre Malfoy anche se ora lo chiami Draco e ti prendi cura di lui!
Apri gli occhi: è stato e sarà sempre una serpe, tornerà ad affondare le zanne e quando lo farà sarai tu l'unica a pagarne le conseguenze!
-Lui non mi farebbe mai del male!
-Non puoi saperlo...
-Ora è diverso, se solo volessi darmi ascolto, se provassi a conoscerlo...
-Hermione, è proprio perchè lo conosco che ti dico queste parole. Non voglio vederti soffrire. Finchè sei in tempo, allontanati da lui!
-Non posso...n-non voglio, sussurrò con un filo di voce.
-Tu, tu lo ami? Sorpresa.
-I-io...
-Hermione ti sei innamorata di lui? Sconcerto.
Una lacrima, alla quale ne seguirono altre, copiose, rigò la guancia della riccia.
Ginny la strinse a sè.
-D'accordo, (abbracciandola stretta) , d'accordo, sono dalla tua parte, e lo sarò sempre, sei la mia migliore amica, ma ti prego stai attenta...Promesso?
-Promesso, ripetè tra i singhiozzi.

Non riusciva a smettere di piangere ma l'abbraccio di Ginny la faceva sentire in qualche modo compresa.
-Scusami, è colpa mia, se solo ti fossi stata più vicina...sai Harry, la casa, la bambina...perdonami, non ho davvero scuse! Anche lei ora era scoppiata in lacrime.
-No non è colpa tua, sono ho io che ho scelto di mettere da parte la magia, di prendere le distanze da quel mondo e così ho finito con l'allontanarmi dalle persone che mi sono più care...
Si sfogarono entrambe e parlarono a lungo come non accadeva loro da molto tempo.
-Ron mi detesta! Escalmò con una vena di disperazione nella voce.
-Devi dargli tempo, cerca di capire, nonostante abbiate rotto da un po' lo sai che non è ancora riusciuto a mettere una pietra sopra alla vostra storia! Venire a casa tua e trovarci Malfoy sbucare dalla tua stanza e, per di più, mezzo nudo gli ha fatto perdere la testa...
-Sto facendo soffrire tutte le persone che mi vogliono bene, la voce rotta dal pianto di nuovo incipente.
-sssss...Stringendola in un nuovo abbraccio e parlandole sottovoce con il tono rassicurante che si usa con i bambini.
-Sono solo una stupida, insisteva Hermione colpevolizzandosi.
-No, non lo sei! Sai cosa vedo quando ti guardo? Vedo una splendida donna molto in gamba nel suo lavoro, una persona che è stata capace di superare i pregiudizi e di salvare la vita ad uno come Malfoy!
-Quel giorno, se solo l'avessi visto, era talmente vulnerabile. Un sorriso carico di dolcezza le apparve sul viso al solo ricordo di quell'episodio.
-Sei stata coraggiosa!
Ho agito d'istinto: dovevo farlo!
-Ed è proprio questo che ti rende così speciale.

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Capitolo 20
*** Capitolo XX - Novità ***


capitolo XX Ciao e un grazie a tutte le prsone che mi seguono e che mi recensiscono!
Ecco il nuovo capitolo, lo so, questa volta vi ho fatto aspettare un pochino di più del solito ma spero che il capitolo vi piaccia e che continuiate a seguirmi! baci a tutte!!!


Hermione si sentiva davvero meglio, la chiacchierata con Ginny le aveta dato forza anche se, ripensando all'accaduto, si rese conto di ciò che  aveva detto in quel caffè: qualcosa che, fino a qual momento, non era riuscita ad ammettere neppure a sè stessa.

"Sei innamorata di lui?" Domanda scontata.
E poi quelle sue lacrime che equivalevano ad una confessione. Sì, lei lo amava.

Si domandò quando avesse iniziato a provare qul sentimento, ma per quanto si sforzasse non riusciva a trovare l'esatto momento in cui sie era innamorata di lui.
Forse durante la loro "strana convivenza", o quando lui l'aveva presa per mano, quella stretta forte, calda, sul divano. Forse? No, prima.
La prima volta che si è trovata a medicarlo? Mentre le sue dita scorrevano sulle asole della sua camicia o quando sfioravano quel labbro ancora tumefatto?
Ancora prima.
Nell'esatto istante in cui l'aveva rivisto dopo otto lunghi anni, disteso in quel letto il volto colore della cera.
Ecco, in quel momento aveva sentito qualcosa nel profondo, qualcosa di così forte da spingerla a fare tutto ciò che era in suo potere per salvarlo, anche se questo significva MAGIA e lei, la MAGIA, l'aveva rinnegata molti anni prima quando voleva solo dimenticare gli orrori della guerra.
Vagò per ore prima di ritornare a casa.
Non si sentiva pronta a vedere Draco.
Era come se il fatto di avere ammesso i propri sentimenti con Ginny li rendesse espliciti a tutti quanti, come se il biondino, solo vedendola, potesse "leggere" dentro di lei.

"Hermione, non fare la stupida! Se ti comporterai come al solito lui non si renderà conto di nulla! Non deve rendersi conto di nulla!"

Salì le scale, girò la chiave nella serratura, respirò a fondo e varcò la soglia di casa.
-Hai fatto tardi, esclamò Draco, il tono a metà tra un rimprovero e una velata preoccupazione.
-Te l'avevo detto, tagliò corto la riccia ostentando una sicurezza che non possedeva più.
-Come è andata con la tua amica?
-Oh, molto bene, sai chiacchiere tra donne, rispose tentando di lasciare la conversazione sul vago.
-Ho una novità: ho trovato un lavoro!
-Un lavoro? mezzo allarmata e mezzo perplessa.

"Vuole andarsene?...è questo che sta cercando di dirmi?
Hermione, ma cosa stai pensando? è del tutto normale che voglia lavorare e anche che voglia andarsene!" Si rimproverò mentalmente anche se quell'ultima constatazione le provocò una fitta alla bocca dello stomaco.

-Sì, riprese il biondo, ormai mi sento meglio, a stare sempre a casa mi annoio e poi non voglio essere di peso...
-T-tu non... balbettò Hermione sottovoce ma non finì la frase che fu interrotta dal crescente entusiasmo di lui.
-Cercavano un ragazzo al pub in fondo alla strada e così mi sono proposto e, pensa, mi hanno preso!
Il pensiero di Draco Malfoy, il purosangue, che servivava ai tavoli e spillava birre la fece sorridere e stemperò per un attimo la tensione.
-Ehi, cosa c'è?
Davvero non gli sfuggiva nulla.
-Niente, si difese.
-Ti ho vista, hai fatto una specie di sorriso...ma un sorriso strano.
-No, arrossendo vistosamente.
-D'accordo, d'accordo, farò finta di crederti, ma non ti ci abituare!
Era di buon umore, scherzava, sorrideva e nonostente i sui ricordi continuassero ad essere latenti sembrava sereno.
-Comincio stasera!
-Di già?
-Sì, e devo sbrigarmi se non voglio arrivare in ritardo il primo giorno di lavoro...ti ho aspettato perchè non vedevo l'ora di dirtelo ma ora devo proprio scappare.
Quando chiuse la porta dietro di sè la riccia si sentì improvvisamente sola e tanto tanto stupida.

*** Al locale
Draco fu accolto da un signore grassoccio sulla cinquantina.
-Benvenuto! Qui le regole sono molto semplici: niente ritardi, niente risse, niente distrazioni durante le ore di lavoro, ci siamo intesi?
-Perfettamente, signore.
-Ciao, io sono Pam! Sentì esclamare alle proprie spalle.
Quando si voltò vide davanti a sè una ragazza snella, penetranti occhi verdi e capelli biondo rosso.
-Siamo di turno insieme questa sera, concluse.
-Draco, piacere, rispose stringendole la piccola mano affusolata.

"Davvero carina...non è Lei, ma è carina!
E comunque devo smetterla di pensare ad Hermione: tutte le volte che ho provato ad avvicinarmi in qualche modo mi ha respinto.
Basta, devo concentrarmi sul lavoro se non voglio farmi licenziare il primo giorno." Si impose.

Il locale si riempì presto e si trasformò in un turbinio di persone, voci, volti.
In tutta la sera, in mezzo a quella confusione e a quel brulicare di gente il biondo si rese conto che quella ragazza non gli aveva mai levato gli occhi di dosso.
Si rese conto di non essere certo indifferente al fascino muliebre e, dopo i ripetuti rifiuti da parte di una certa fanciulla poi,aveva, per così dire, bisogno di ritrovare la fiducia in sè stesso.
Mentre era perso in questi pensieri e, contemporaneamente, tentava di non rovesciare un vassoio stracolmo di pinte Pam gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
-Hai da fare a fine turno?

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI - Eppure... ***


Capitolo XXI Ciao a tutte!Scusate per l'enorme ritardo con cui ho aggiornato...un grazie a tutte le persone che mi seguono e che mi recensiscono...

"Hai da fare a fine turno?" Per un lunghissimo istante Draco rimase in silenzio.
Aveva capito bene? Quella ragazza voleva uscire con lui?

-Ti stavo dicendo se sei libero a fine turno, ripetè Pam alzando il tono di voce.
-Io veramente...(il pensiero di Hermione si fece strada, prepotente, nella sua mente)
-I-io...(i rifiuti di Hermione)

"E perchè non dovrei?" Domandò a sè stesso. "Ma sì, chissene frega!"

-Certo, sono libero!
-Fantastico, non te ne pentirai, replicò una voce squillante accompagnata da un sorriso malizioso.

"Ma cosa sto facendo? Si domandò non senza un certo turbamento.
"Vivo! Ecco cosa faccio, vivo e cerco di togliermela dalla testa!"

A fine turno, quando uscì dal locale vide che Pam lo stava aspettando fuori.
Sorrideva.
-Allora, cosa ti va di fare? Andiamo a bere qualcosa?Conosco un posto carino. Cinguettò la ragazza.
Draco annuì e i due si incammonarono. Il biondo si sentiva confuso: aveva trovato un lavoro, una ragazza bellissima l'aveva invitato fuori la prima sera, era tutto davvero oltre le sue aspettative eppure....

"Eppure cosa? si domandò. "Eppure non mi sento carico come dovrei sentirmi, come vorrei sentirmi. Allora sei uno sciocco! Si autoammonì subito dopo. "Che cosa vuoi di più? Io, io...voglio...No, fermati, non lo dire, non rovinare tutto e prova a goderti questa bella serata!

Pam gli stava parlando da forse cinque o dieci minuti, ma lui non aveva sentito nulla.
-Ehi, ma mi stai ascoltando? Lo rimproverò bonariamente.
-Certo che sì, rispose cingendole le spalle con un braccio.
Dopo pochi metri giunsero al locale, Pam conosceva il proprietario che indicò loro un tavolino per due in un angolo appartato.
Contrariamente alle previsioni la serata non fu per niente banale: lei era bella, brillante, spregiudicata, insomma, non le mancava proprio nulla!
Parlarono tutto il tempo fino a quando si ritrovarono tamente vicini che le loro labbra quasi si sfioravano.
Il biondo, dopo un primo attimo di indecisione, lasciò che la ragazza dai capelli rossi predesse l'iniziativa. Le loro labbra si sfiorarono una prima, una seconda volta delicatamente, poi, all'improvviso, il bacio divente profondo e passionale.
Ma mentre assaggiava le labbra di Pam si chiedeva che sapore avessero quelle di Hermione, negli occhi verdi di Pam vedeva le iridi color cioccolato di Hermione, mentre accarezzava i capelli di seta di Pam, fantasticava che fossero i ricci di Hermione quelli che scorrevano tra le sue dita.
No, così non poteva andare avanti, se voleva smettere di pensare a lei, o almeno provarci, doveva impegnarsi a ricacciare indietro i pensieri, così chiuse gli occhi per un lungo interminabile istante e quando li riaprì quello che vide fu solo ed esclusivamente Pam.
-Ehi, tutto ok? Gli sussurrò con un filo di voce?
-Tutto ok, soffio, di rimando Draco sulle labbre di lei.

Il tempo era trascorso velocemente, quando il due si incammonarono era ormai molto tardi.
Pam accompagnò Draco fino al portone di casa: avevano bevuto parecchio, scherzato, erano allegri. Si scambiarono un altro bacio, risero, si salutarono.
Nel frattempo qualcun altro era ancora sveglio e si trovava alla finestra del proprio appartamento. Non potè non sentirli, non potè evitare di vederli. Un brivido la percorse.

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII- Lo vuoi davvero sapere? ***


capitolo XXII Ciao a tutte! Ecco il nuovo capitolo. Ho pensato di tornare un pochino indietro per parlare della serata trascorsa da Hermione prima dell'arrivo a casa di Draco, di come si è sentita, spero che non vi dispiaccia! Ancora un grazie a tutte le persone che mi seguono e che mi recensiscono!


Draco aveva iniziato a lavorare quel giorno, era la prima volta, da quando era iniziata quella loro strana convivenza, che, la sera, non erano a casa insieme.
Era tutto così strano, silenzioso, surreale.
Non era poi da molto tempo che vivevano nello stesso appartamento eppure la riccia si sentiva come se fosse così da sempre e ora la casa le appariva talmente vuota...

"Devi abituarti, se ti senti così solo perchè è uscito per andare a lavorare, cosa farai quando troverà una casa tutta per sè?"
"E quando incontrerà una ragazza?"

Si lasciò scivolare sul divano e  accese la televisione. Si sentiva irrequieta e, mentre le immagini di un vecchio film in bianco e nero scorrevano sullo schermo, la sua mente era altrove, lontana.

"E quando tornerà ad essere Draco Malfoy?"
"Stupida, stupida, Hermione, cosa farai? Non sei la sua ragazza, non sei la sua famiglia, niente lo legherà più a te e tu sarai di nuovo sola"

Spense la televisione e andò in cucina a scaldare una tazza di latte.
Il tempo scorreva: lentissimo.
Guardò l'orologio appeso al muro, le lancette indicavano mezzanotte e trenta. Sorrise.

"Tra poco sarà a casa". 

L'orologio segnò l'una e poi le due e mezza. Draco non tornava ed Hermione aveva cominciato a camminare nervosamente da una parte all'altra del soggiorno: dal divano alla finestra, dalla finestra al divano.

"Ma dove ti sei cacciato?"

Un senso di ansia l'assalì improvvisamente.

"E se gli fosse successo qualcosa?"
" E se si fosse sentito male?"

Per l'ennesiama volta si affacciò alla finestra. Sentì delle voci, giù, in strada, guardò in basso, ci mise qualche secondo per mettere a fuoco la scena: non potè non sentirli, non potè evitare di vederli.
Fu allora che un brivido la percorse.
No, non poteva essere davvero lui, non Draco.
Non Draco insieme ad una ragazza.
L'apprensione si tramutò in rabbia e poi in dolore. Ce l'aveva con lui, ma anche con sè stessa.
Era stata lei a tenerlo lontano, ad innalzare una barriera che la difendesse dai propri sentimenti e ora quel muro le stava crollando addosso, e, secondo dopo secondo le toglieva il respiro.
Sapeva che sarebbe successo...prima o poi, non così presto! Non ora, non si sentiva pronta, eppure stava accadendo davvero.
Tra pochi secondi Draco avrebbe salito le scale e sarebbe entrato.
Contò mentalmente:

5
4
3
2
1...

Inspirò profondamente e fece appello a tutte le proprie forse per non svenire, per non piangere, per nascondere, ancora una volta, per l'ennessima volta ciò che realmente provava.

Eccolo, un espressione di meraviglia dipinta sul volto.
Forse non si aspettava di trovarla ancora alzata? Forse.

-Ma dove diamine sei stato? Senza volerlo aveva lazato la voce.
-Fuori con un'amica!, pacato.
-Potevi almeno fare una telefonata, che ne so, avvertire in qualche modo!I-io, ero preoccupata!

"Ma che sto dicendo? Mi sto comportando come se fossi sua madre!" Si autoammonì la riccia mordendosi il labbro inferiore.

"E ora cosa gli dirai? Questo non è un albergo?"

-Scusami, avrei dovuto chiamarti. Rispose terribilmente a disagio.
-E non hai perso tempo! Stava perdendo il controllo.
-Ma cosa stai dicendo? Sulla difensiva.
-Quello che ho detto: non hai perso tempo! Arrabbiata, delusa, ferita.
-Io non ti capisco...Perplesso.
-Con quella ragazza...Maliziosa.
-Lo vuoi sapere il perchè stasera sono uscito con Pam? Lo vuoi sapere? Gridava.
-Certo Pam...gli fece eco lei con tono provocatorio.
-Allora lo vuoi davvero sapere?
Il tono del biondo si era fatto esasperato.
Mentre gridava queste parole si era meccanicamente avvicinato a lei ed Hermione si ritrovò, senza rendersene conto, prigioniera, schiacciata tra Draco e il muro.
Le mani d lui all'altezza delle spalle della ragazza.  Era chino su di lei, i volti vicinissimi, talmente vicini che il ciuffio biondo ribelle di lui le accarezzava la fronte.
Fu percorsa da un brivido.

"Sei una sciocca!Lui sa quello che provi! Sentì le ginocchia diventare molli....No, non gli sarebbe caduta tra le braccia.

-Allora, sei sicura di volerlo sapere davvero? Voleva darle un'ultima possibilità di tirarsi indietro anche se si sentiva scoppiare dentro.
La riccia annuì brevemente con il capo, gli occhi fissi sul pavimento, incapaci di guardare dentro quelli di lui.

"I tuoi occhi di ghiaccio...talmente belli e talmente pericolosi..."

-Perchè se non faccio di tutto per starti lontano...Esclamò in un sussurro. -Succede questo...
Concluse tutto d'un fiato, come se non fosse certo che l'ossigeno gli sarebbe bastato a terminare la frase.
Hermione non ebbe il tempo di replicare perchè Draco aveva appoggiato le proprie labbra sulle sue in un bacio dapprima casto, delicato, quasi timoroso e poi, man mano che la riccia rispondeva, sempre più appassionato ma senza mai perdere la dolcezza iniziale.
Si ritrovò stretta a lui, le braccia intorno alle sue spalle.


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